LaGermaniael'Italiapensanodisaperemolte cosel'unadell'altra.Questovaleperlacultura, la politica, l'economia e anche per la moda. Tuttavia,è sorprendente che i due Paesi parlino molto più spesso l'uno dell'altro che non l'uno con l'altro. È proprio questo stato delle cose che Doppio vuole provare a cambiare. Per questo, il nostro nuovo progetto Doppio diventeràunapiattaformaperildialogoitalotedesco nel settore della moda. L'obiettivo è quello di evidenziarne il potenziale e in più contribuire attivamente al trasferimento di informazioni.
Il dialogo fra Italia e Germania? Noi lo chiamiamo Doppio!
Doppio è concepito come un'iniziativa comune Fashionhaunitolesuecompetenzeconla rivista tedesca TextilWirtschaft, appartenente allo stesso gruppo editoriale DFV Il lancio del progetto non è casuale I tempi attuali sono più incerti che mai,sia dal punto di vista geopolitico che macroeconomico In Ucraina infuria ancora la guerra, negli Stati Uniti c´è un cambio alla presidenza e l'economia cinese arranca In questo contesto,il rapportoitalo-tedescostatornandoalcentrodella scena La Germania è uno degli sbocchi commerciali più importanti per la moda italiana e lo sarà anche in futuro
Asua volta,l'Italia è un fornitore indispensabile e imprescindibile sul canale wholesale tedesco, oltre a essere una fonte inesauribile di ispirazione per gli stilisti tedeschi. Nel primo numero, Doppio mette in luce le molteplici sfaccettature del rapporto italo-tedesco attraverso le testimonianze di personaggicomelebuyerCarlaBiffiePetraFischer, RaffaelloNapoleone,cheorganizzasalonidella moda e lo stilista Daniel Del Core. Doppio è un viaggio in cui due conoscenti, l’ItaliaelaGermania,approfondisconolaloro relazione. Pronti a partire con noi?
Germania, Italia
Lontani, eppure mai così vicini: imercati si uniscono Il risultato: il meglio dei due mondi
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Carla Biffi incontra
Petra Fischer
Un incontro speciale Petra Fischer e Carla Biffi, due retailer del lusso, parlano di affari edi molto altro
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Il tessitore di relazioni
Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, dice la sua sui modelli vincenti in Germania e Italia
esul loro futuro
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Case History
Herno, Antony Morato, Santoni, Seafarer, Coccinelle: cinque piccole-grandi storie italiane di successo in Germania
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As pesi
Amburgo tifa Italia
Ifondatori del negozio Unit ad Amburgo parlano delle abitudini degli italiani, dell’eccellenza dei loro prodotti e del loro approccio alle partnership
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Visita guidata
Il ceo di Mytheresa Michael Kliger, la stilista Tina Lutz Morris e Philipp Plein: acasa di tre tedeschi a Milano Pagina 36
Fotoromanzo indie
Oltre a Prada e Gucci, sono tanti i piccoli brand indipendenti che caratterizzano l’ampia offerta della moda italiana Pagina 48
Benvenuti nella
Disneyland dei buyer
Un viaggio al Centergross. Come funziona il polo del pronto moda? Quali sono le prospettive dell’hidden champion della velocità?
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Gli agenti
Michele Ventrella, Monica Marando, Michael Schulz, Volker e Peter Haertel, Elvis Giglione: ritratto di cinque imprenditori che portano il made in Italy in Germania Pagina 70
Griffe vista lago
Come il retailer multimarca Tessabit trasforma i suoi negozi sul Lago di Como in set cinematografici Pagina 82
Trovare Amore a Berlino
Tappa a Neukölln, dove Kerstin Finger celebra la dolce vita nel suo concept store Amore, all’insegna di food e lifestyle Pagina 86
Innovatori
Daniel Del Core, Götz Offergeld eMarco Calzoni e Stefan Oelze, proprietari del marchio di borse Franzi: lanci e rilanci fra Italia e Germania Pagina 90
Introduzione
Lontane, eppure
Come Germania e Italia
HHo buoni amici in Italia. Senza di loro non lavorerei per la testata tedesca TW.La moda e l'Italiasonostatiimotivichemihannoportato a essere assunto in questa redazione.Vi ho vissuto e studiato per un anno, soprattutto nel cuore dell'Emilia-Romagna È passato un po’di tempo,ma da allora la mia testa è qui e là, rivolta al meglio dei due mondi. Gli amici del tempo sono rimasti e ne sono arrivatidinuovi.Alcunihannoanchegustato un boccale di birra in autunno:la "Festa della birra",come viene correttamente chiamata a sud delle Alpi la Oktoberfest di Monaco, ha sempre un posto nella loro agenda. Arrivano in camper e quando tornano a casa hanno le stelle negli occhi. È la Germania che piace a
loro Altri,specie i giovani,amano Berlino,città che porta con sé tanta storia. Poi, appena arrivati, si ritrovano al centro di un’arena in fibrillazione, con artisti che ballano - soprattutto di notte - e non si fermano mai Non è affatto così che si immaginano i tedeschi,più spesso visti come tecnocrati del freddo nord. Ci sono tanti luoghi comuni, alcuni veri altri no Ciò che conta è la realtà,che si prende ciò che vuole «Ho imparato molto da voi», dice BrunelloCucinelli.«Nonsareiquellochesono senza le vostre virtù». Adessosiamoqui,nelcuorediquestonumero speciale, che vuole essere solo l'inizio di un camminoinsieme.GermaniaeItalia,unbinomiononscontato,didueuniversiinapparenzalontanieppuremaicomeoracosìvicini.«Ci ispiriamo a vicenda»,dice Raffaello Napoleone,l’amministratoredelegatodiPittiImmagine, che da decenni è un mediatore tra i due
mondi. I tedeschi rappresentano ancora il contingentepiùnumerosoallerassegnedella moda,soprattuttoagennaioeametàgiugno, quando a Firenze è di scena il Super Bowl del menswear globale.
Non c’è da sorprendersi se arrivano così in tantidallaGermania.Èancoramenosorprendente che vengano bene accolti.Le fiere sono il riflesso dei mercati wholesale. Dove si potrebbe trovare un numero di multimarca,anche solo lontanamente paragonabile a quello italiano, se non tra Tegernsee e Sylt? Il target premium,dasolo,contacirca500puntivendita rilevanti, comprese Austria e Svizzera Passandoaifashione-tailer,ancheMytheresa -fondata a Monaco di Baviera e colosso del suo segmento, dopo l'acquisizione di Yoox Net-A-Porter - parla molto italiano nella sua offertaonline IlceoMichaelKligeramaMilano Non a caso ha deciso di aprire in città gli Ph Gabriele C olan gelo
emai così vicine
accorciano le distanze
studi fotografici per l´e-commerce di lusso Dietro le sue magnifiche facciate,la città presentaunbacinodicreatividitalentoenorme. Dialogo, scambio, armonia. Un giusto equilibrio,nelcuoredelladistribuzione,ilfilonepiù forte ma anche più sensibile,quando si parla di rapporti reciproci. I consumi in Germania non sono ancora ai livelli pre-pandemia. Allo stesso tempo, il retail sta cambiando volto, comeaccadeintuttoilmondo,ancheinItalia, secondo mercato di esportazione dell'industria della moda. I mercati si stanno concentrandoeconsolidando Siintensificanolaconcorrenza e la battaglia per clienti e budget Il potenziale,però,resta enorme. «In Germania èancorapossibilefaremolto»,ritieneClaudio Marenzi,capodiHerno.AncheGiuseppeSantoni vede l'attuale calo dei consumi come un fenomenopasseggero:«LaGermaniaèilPaese economicamente più forte d'Europa».
Lestoriedisuccessodimostranocheunarotta chiarapaga.Imarchifarebberobeneaproteggere la loro identità come un tesoro. In altre parole,coerenza nello stile e nella qualità,disciplina in termini di espansione. Niente entusiasmiappenaqualcunosventolaungrosso libretto degli assegni. L’invenduto potrebbe tornare indietro come un boomerang.I retailer,da parte loro,devono essere molto freschi, agili e coerenti in termini di stile e qualità. Iconsumi ora sono in una fase di fragilità. È vero che appena il 20% dei consumatori rappresenta ancora circa il 50% dei ricavi e persinoil60%deiprofitti.Tuttavia,ildivariotrabig spenderealtrecategoriediclientifinalinonè così ampio come un tempo Il mercato sta, infatti, sperimentando una cautela latente a tutti i livelli di prezzo.La pressione inflazionistica continua ad avere un impatto notevole sulpotered'acquistoneltargetmedio.Iltasso
di risparmio è in aumento I grandi nomi del lusso, invece, hanno alzato i prezzi del 50% e oltre in non meno di cinque anni e i marchi bridge hanno seguito l'esempio. Ma adesso ancheiconsumatorifacoltosiprimadiacquistare riflettono.
Eccoperchétantimultimarcapreferisconoaccordi snelli, come attesta il fatto che i preordini sono diminuiti mediamente del 20%. I cambi merce e resi sono all’ordine del giorno, pur non essendo affatto scontati. Ecco dove entranoingiocoleagenzie.C’èunforteorientamento a trovare insieme una soluzione,afferma Michael Schulz, capo dell'agenzia Aco «Il triangolo brand, retail e noi intermediari funziona molto bene», ammette Schulz. Con queste premesse,entriamo nel merito di questa rivista e apriamo un dialogo
MICHAEL WERNER
Faccia a Faccia
Carla Biffi incontra Petra Fischer
Viaggio sull’asse Milano-Costanza, attraverso la conversazione tra due retailer del lusso.
Che parlano di personalizzazione dell’offerta in negozio, ma anche delle pressioni dei fornitori e dell’importanza delle relazioni. Un dialogo sulle sfide del wholesale, sia in Italia che in Germania
Un mercoledì sera al Sant Ambroeus, lo storico caffè milanese in pieno centro a due passi dal Quadrilatero, la zona dello shopping di lusso di Milano, dove anche i milanesi amano prendere l'aperitivo, non al bancone, ma su tavoli apparecchiati: qui, pochi giorni dopo la settimana della moda, incontriamo
le retailer del lusso Carla Biffi e Petra Fischer per parlare delle loro sfide, dei loro punti di forza, del mercato e delle persone con cui lavorano Insieme alla sua famiglia, la prima gestisce quattro negozi di proprietà tra Milano e Bergamo, a insegna Biffi e Banner, e uno shop online. La seconda, insieme al marito Oliver Fischer,
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Faccia a Faccia
ètitolare di cinque multimarca tra Costanza e Singen. Biffi offre collezioni come Fendi, Versace, The Attico, Khaite, Max Mara e Loewe Fischer ha in portafoglio nomi come Etro, Marni, Missoni, Brunello Cucinelli e Valentino Marchi quali Bottega Veneta, Golden Goose, Moncler e Tod's si trovano sia a Milano che a Costanza. Per loro si tratta di un appuntamento al buio, proprio durante il picco della campagna vendite. Petra Fischer si èpresa il tempo necessario tra due ordini da Marni e Tod's. Carla Biffi arriva dal negozio di Corso Genova, ma ègià pronta per Parigi per assegnare i budget finali. Anche se non si conoscono, la passione per il loro lavoro nel retail di lusso accorcia le distanze, anche senza bisogno di aperitivo, sorseggiando solo acqua.
Iniziamo da un argomento forse difficile per rompere il ghiaccio. Attualmente il lusso sta vivendo una fase di rallentemanto Quali sono le sfide maggiori?
Carla Biffi: Da dove cominciamo (ride)? È certamente diverso in ogni Paese, compresi Italia e Germania. Ma fondamentalmente si tratta di conoscere a fondo i propri clienti. Bisogna sapere per chi si compra E si deve anche rendere il proprio messaggio molto chiaro nel negozio. Qual è il mio concept? I clienti devono capirlo immediatamente, più che mai in questo momento. Perché c'è tanta confusione, tanti stimoli È necessario comunicare chiaramente ciò che si vuole rappresentare. Soprattutto, bisogna tradurre questo concetto con un approccio a 360 gradi. In particolare se si hanno quattro negozi e uno store online, come nel nostro caso Quindi è fondamentale tenere conto del merchandising e della presentazione al momento dell'ordine.
Petra Fischer: Assolutamente. Bisogna avere un messaggio forte in tutto ciò che si acquista. La sfida è continuare a sorprendere i nostri clienti come parte di una storia, e farlo in modo nuovo ogni stagione. La cosa più difficile è trovare sempre nuovi marchi che si inseriscano coerentemente in questo racconto. Ad esempio, una linea come Maison Margiela non rientrerebbe nel nostro assortimento Si tratta di prendere delle decisioni Lo si vede molto bene con il vostro Banner store. All’interno si trovano articoli sperimentali e insoliti che normalmente non si trovano a Milano, come le camicette realizzate da donne detenute. Una grande storia da raccontare sul prodotto. E questo ci porta alla prossima grande sfida: trovare personale in grado di raccontare queste storie ai clienti.
Biffi: Non posso che sottolinearlo al 100%. Trovare i dipendenti giusti e appassionati è un vero problema.
Com’è cambiata la vostra filosofia nel tempo? Dopotutto, la vostra azienda esiste da molti anni.
«Quando si fa un ordine, bisogna pensare con un approccio a360 gradi. Soprattutto se si hanno quattro negozi e un e-shop come noi. Con un occhio al mix di offerta ealla presentazione sul sito»
Carla Biffi
Biffi, Milano
Biffi: Rimaniamo sempre fedeli alla filosofia con cui mia zia Rosy ha iniziato negli anni Sessanta. I nostri negozi sono situati in luoghi molto diversi di Milano Biffi non è proprio in centro e rappresenta una linea un po' più classica. Anche qui abbiamo un assortimento di abbigliamento maschile. Banner è il nostro concept sperimentale. Il negozio si trova nel Quadrilatero, in mezzo a tutti monomarca. In un ambiente del genere, è necessario offrire qualcosa che ci distingua. Bisogna essere diversi. È non può essere solo sperimentale e originale, i prodotti devono sempre essere indossabili e adatti ai nostri clienti. In questo contesto, anche il personale gioca un ruolo decisivo, come Petra ha già detto Dobbiamo anche differenziarci da tutti i monomarca in termini di servizio.
Aproposito del personale, i clienti sono più esigenti oggi rispetto a qualche anno fa? Si aspettano più servizio, più attenzione o altro?
Biffi: In termini di aspettative non è cambiato nulla. Ma oggi i clienti sono molto più informati, a volte anche più di noi, e questo rende il nostro compito più complesso Fischer: Questo vale ancora di più con un’offerta come la nostra. Se non si hanno tante prime linee, bisogna prendersi cura del cliente dal momento in cui entra in negozio, accompagnandolo come in un viaggio e offrendogli un servizio perfetto È qui che si decide tutto Perché se non faccio la differenza nel servizio, il cliente comprerà online o altrove Inoltre, 85% della nostra clientela è costituita da consumatori abituali che continuano a tornare, ma che stanno anche invecchiando. Tuttavia, la generazione più giovane non è più così fedele Oggi fanno acquisti a Saint Tropez e domani a New York. Consumano in modo molto diverso
Biffi: E cambiano continuamente idea e preferenze (ride).
Eda Biffi com’è? È possibile fidelizzare la clientela in una città internazionale con molti turisti?
Biffi: Assolutamente sì. Nel negozio Biffi di Corso Geno- Ph
va più che da Banner, ovviamente. Questo perché nella zona vivono molte famiglie numerose, che fanno parte della nostra clientela abituale. Quindi da Biffi abbiamo circa il 75% di clienti abituali. Da Banner di via Sant'Andrea la clientela abituale rappresenta il 60% e i turisti internazionali il 40%.
Entrambe avete sottolineato l'importanza di un assortimento personalizzato. C’è ancora bisogno della forza di attrazione delle grandi firme?
Fischer: È sicuramente necessario un buon mix. Perché se i clienti cercano qualcosa di specifico di un determinato marchio, andranno comunque nel monomarca.
Soprattutto perché i marchi fanno sempre dei drop speciali per i loro negozi, disponibili solo lì. Ci sono poi colori o stili aggiuntivi che noi non possiamo ordinare. Dobbiamo quindi differenziarci in un’altra maniera.
Ecco perché l’opportunità da cogliere è sempre quella di raccontare la storia di Fischer Possiamo mostrare alla cliente un paio di pantaloni di Alberto Biani, che possiamo abbinare a una camicetta di Sacai e a una giacca di Manzoni 24 per creare il suo look personale. Se poi nella cliente riusciamo a suscitare l’effetto "wow", allora abbiamo fatto un buon lavoro Dobbiamo offrire al cliente una bella esperienza.
Biffi: Esattamente. Dobbiamo offrire un pacchetto completo e soprattutto un sorriso
Fischer: E se riusciamo a fare questo, allora torneranno
Perché il monomarca non ha questo approccio, questa relazione personale per cui chiediamo anche del marito, dei figli, del cane o di altre storie private. Nel monomarca questi clienti non sono nessuno, invece noi li conosciamo
Biffi: È anche questo aspetto che amo del mio lavoro. Spesso quando ordiniamo, selezioniamo i pezzi pensando a un cliente specifico.
Fischer: Tuttavia, non è sempre così facile. Perché alcuni pezzi che vorremmo ordinare non sono disponibili per noi, soprattutto se si tratta di grandi stilisti. Poi ci sono altri articoli che dobbiamo per forza acquistare: se vuoi il maglione, devi comprare anche la borsa, che so già che non andrà bene per me. Oppure ci sono pressioni per acquistare quantità maggiori di certi modelli Purtroppo non siamo completamente liberi nelle nostre decisioni.
Biffi: Sì, il rapporto tra le aziende e noi buyer è cambiato A volte abbiamo questo tipo di discussioni per il negozio Banner Meno per Biffi. Soprattutto perché spesso abbiamo collaborato con questi stilisti per molto tempo, a volte fin dal loro esordio. La prima borsa baguette di Fendi, per esempio, è arrivata da Biffi. Si tratta di rapporti consolidati e di lunga data che ha costruito mia zia. Ci diceva sempre: dovete mantenere la vostra
CARLA BIFFI
Insieme alla sua famiglia l’imprenditrice gestisce quattro negozi eun e-shop. A Milano sono presenti i multimarca Biffi, Biffi
B-Contemporary, un concept più giovane, e Banner, un format più all’avanguardia. Un altro store Biffi si trova a Bergamo. Carla Biffi è responsabile degli acquisti dell'azienda, che è stata fondata negli anni Sessanta dalle zie Rosy e Adele Biffi.
PETRA FISCHER
Insieme al marito Oliver Fischer e ai genitori
Peter e Renate Fischer, Petra gestisce cinque multimarca fra Costanza e Singen, tra cui un negozio di abbigliamento femminile, uno dedicato al menswear e un concept più giovane per le donne con insegna Fischer Due.
Petra Fischer è responsabile degli acquisti della moda donna.
libertà. Ancora oggi lo teniamo a mente. A volte i nostri clienti si stupiscono, una volta alla cassa, di quale sia il marchio da cui hanno acquistato qualcosa, dicendo: "Oh, non avrei mai pensato di possedere un pezzo di tal dei tali".
Quindi i clienti arrivano grazie alla vostra selezione, non grazie ai marchi stessi?
Biffi: È certamente una combinazione di entrambi. Fischer: Sicuramente. Ma direi che l'individualità di un multimarca pesa un po’ di più. Noi possiamo mescolare eabbinare in modo più diversificato rispetto a un monomarca. Non solo nella gamma di prodotti offerti, ma anche sul fronte del merchandising e delle vetrine, mentre i monomarca sono uniformati. Da questo punto di vista, ha ragione Carla, siamo più liberi e possiamo fare ciò che vogliamo Questo è il nostro grande vantaggio. Se scopro un nuovo marchio a Milano, posso acquistarlo all'istante. Amo questa libertà nel mio lavoro
Prima ha parlato delle restrizioni legate ad alcuni designer. Sono aumentate?
Fischer: Certo, ci sono alcune aziende con le quali si discute. A volte bisogna fare delle concessioni, se si vuole davvero portare avanti la collezione. Tuttavia, cerco anche di trovare delle alternative con questi marchi.
Biffi: Dipende semplicemente dal rapporto che si ha con queste aziende. Un aspetto che fa una grande differenza Per questo è molto importante trattare l'altro con rispetto, senza arroganza. È necessaria fiducia da entrambe le parti. La maggior parte dei brand ha bisogno di noi rivenditori, tanto quanto noi abbiamo bisogno di loro
Fischer: Si tratta di partnership. Ma con alcuni marchi si viene trattati come se si dovesse dire grazie per il solo fatto di poterli vendere nel proprio negozio. Un atteggiamento che non è più appropriato in tempi come questi. Dovrebbe essere un rapporto alla pari. I rivenditori multimarca, in particolare, aiutano i giovani marchi ad affermarsi sul mercato o a diventare visibili.
Aproposito digiovani emergenti, con quale frequenza inserite le loro collezioni nel vostro assortimento e dove le trovate?
Biffi: Semplicemente ovunque. A volte si trova un ottimo prodotto nei posti più improbabili (ride). Bisogna fare molta ricerca ed essere molto aperti, ma è essenziale Dobbiamo dare una possibilità ai giovani designer Abbiamo bisogno di loro
Fischer: Non fa differenza se hanno un lussuoso showroom o un garage da qualche parte. Se un paio di jeans o una borsa mi colpiscono, ordinerò il prodotto,
Faccia a Faccia
non importa dove li ho trovati. Abbiamo bisogno di questi piccoli tesori
Biffi: E i giovani designer in particolare non hanno vita facile in questo momento Dobbiamo tenerlo presente. Ma hanno anche bisogno di determinazione. Non basta pensare di essere Galliano dopo una foto su una rivista osu Instagram.
Può farci qualche esempio di giovane emergente con un certo potenziale?
Biffi: Per esempio, abbiamo presentato Durazzi Milano nel nostro negozio durante la settimana della moda.
Ilenia Durazzi è una giovane designer con un buon background. Ha già lavorato per grandi maison. Ma ciò che mi colpisce particolarmente è che sa esattamente cosa vuole Ha standard qualitativi elevati e unisce la moda alla cultura. La apprezzo molto.
Quali sono i vostri criteri di scelta quando fate un ordine? Ad esempio, entrambi avete Moncler o La Double J. Quali sono le vostre priorità?
Fischer: Per me è molto importante la prima impressione che mi fa la collezione. Spesso è data dal colore. Con La Double J, a volte può essere un po' troppo a prima vista. Bisogna essere molto selettivi. Poi, naturalmente, vengono valutati il materiale, la silhouette, lo stile Tutto, in realtà. Non c'è solo un aspetto È l'intera sensazione. Ogni stagione voglio trovare qualcosa di speciale. Potrebbe trattarsi di cesti realizzati da donne in Sudafrica, che poi arrivano ben confezionati. Mi piacciono le piccole sorprese come questa, anche se a volte bisogna raccontare molto prima di vendere un articolo così particolare.
Biffi: Esattamente, deve catturarmi, in modo che quando lo ordino, penso che quando arriva in negozio preferirei tenerlo per me. Con La Double J c’è un rapporto speciale. Abbiamo presentato la sua prima collezione da Banner Era una giornalista, nessuno conosceva il marchio. Ma ha un'energia così positiva. È fantastico.
Fischer: Ho già in testa molti look delle varie collezioni che metto insieme quando ordino E così che creo le mie piccole storie.
Biffi: Questa è anche la grande differenza tra la vendita al dettaglio e quella online. Noi creiamo i look in una fase molto precoce. Molto prima che gli influencer li sfoggino su Instagram Mostrare questi look per la vendita è ancora un grande piacere per me. Ecco perché amo stare in negozio. Sembra essere un tratto tipico di famiglia.
Quindi conoscete personalmente molti clienti?
Biffi: La maggior parte. Milano non è così grande. Abbiamo dipendenti di lunga data che conoscono i loro clienti anche meglio di me.
«Bisogna prendersi cura del cliente dal momento in cui entra in negozio, seguendolo come in un viaggio e offrendogli un servizio perfetto. Èqui che si decide tutto. Perché se non faccio la differenza nel servizio, il cliente comprerà online o altrove»
Petra Fischer Fischer, Singen, Costanza
Siete ancora appassionate di moda?
Entrambe: Sì. Assolutamente sì.
Biffi: Forse oggi in modo diverso rispetto al passato Ma èsemplicemente un mestiere fantastico Grazie al mio lavoro ho potuto conoscere tante persone interessanti, come Petra oggi, per esempio.
Fischer: È reciproco (ride). Ogni giorno succede qualcosa di diverso Oggi sei a Milano, domani a Parigi e poi torni in negozio piena di idee ed energia. È sempre emozionante e anche i clienti lo sentono. Ma bisogna sempre avere la mente aperta, e non solo per la moda. È necessario anche andare nelle gallerie d’arte o sedersi in riva al lago. Ci sono tante fonti di ispirazione.
Quanto vi lasciate guidare dall'istinto quando fate gli ordini? Quanto tenete strettamente d'occhio il budget?
Siete più rigide oggi rispetto al passato?
Fischer: Abbiamo un budget per quello che ci emoziona (entrambe ridono).
Biffi: Questo mi fa sorridere. Perché abbiamo un amministratore delegato molto severo, con piani di bilancio rigorosi, e a volte discutiamo un po' perché io non sono così rigida. Certo, con cinque negozi bisogna tenere sotto controllo i budget. Ma c'è sempre un margine di manovra per spostarli se una collezione non è così convincente o se una piace molto Reagiamo in modo flessibile.
Fischer: Alla fine, le cifre devono essere giuste E in questo momento bisogna prestare più attenzione che mai ai bilanci Si tratta sempre di trovare un equilibrio tra numeri e bilanci da un lato ed emozioni e sensazioni dall'altro Il direttore finanziario è mio marito
Biffi: Per noi è mio fratello (ride).
Fischer: È difficile discutere in famiglia (ride). Il suo ragionamento è che se abbiamo venduto 100 paia di pantaloni, ce ne servono altri. Io dico: "No, abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo adesso". Allora discutiamo alungo E poi la mattina dopo mi dà il via libera.
Biffi: Esattamente. Per noi è lo stesso. A volte i pantaloni si vendono bene, ma quando la tendenza si orienta verso gli abiti, devo ricalibrare il numero dei pantaloni, nonostante le buone vendite.
Chi vince alla fine? Il marito? Il fratello? Voi?
(Entrambe esitano).
Biffi: Più che altro io. In fondo sono la sorella maggiore (ride). No, ragioniamo in maniera professionale e funziona molto bene da molti anni, anche se a volte abbiamo delle discussioni
Fischer: Probabilmente io. Ma alla fine l'importante è che le vendite siano buone. Allora è una vittoria per tutti quanti.
Biffi: In definitiva, è necessario che tutti i membri del
team lavorino per lo stesso obiettivo, sia la famiglia che idipendenti.
Idipendenti sono stati citati più volte. Quanto è difficile trovare buoni collaboratori? È più complesso oggi che in passato?
Entrambe: Molto, molto difficile
Fischer: Trovare personale valido è un lavoro complicato Fortunatamente abbiamo molti dipendenti di lunga data. Ma i giovani non vogliono più stare in negozio sei giorni alla settimana. In Italia, addirittura sette. Molti preferiscono lavorare da casa e sono molto attenti all'equilibrio tra lavoro e vita privata.
Biffi: Oppure tutti vogliono diventare buyer Senza avere la minima idea di cosa significhi. Si possono trovare giovani bravi, ma è impegnativo. Per fortuna a Milano ci sono molte scuole di moda e tanti studenti internazionali. Lì si possono trovare giovani davvero ambiziosi con cui è divertente lavorare. L'internazionalità, in particolare, è molto stimolante. Questi studenti vengono qui perché sono appassionati di moda. C’è bisogno di questo entusiasmo
Lei ha appena detto che molte persone non sanno cosa significhi essere un buyer. Cosa comporta creare un’offerta di lusso al giorno d'oggi?
(Entrambe ridono).
Biffi: Troppo poco sonno
Fischer: Alta pressione. Prendere sempre la decisione giusta al momento giusto Dopotutto, dietro ogni ordine c'è un sacco di soldi. E prendiamo queste decisioni sei mesi prima della consegna della merce, senza sapere cosa succederà nel frattempo Eppure è un lavoro incredibile. Si incontrano persone fantastiche e si va in luoghi meravigliosi. Anche se a volte sembra un po' meglio di quanto sia, scordando che a volte si sta svegli tutta la notte per esaminare un ordine.
Biffi: Come buyer, sei anche l'art director del tuo negozio e pensi al merchandising o a progetti speciali quando fai gli ordini. Ma ciò che rende il lavoro particolar-
«C’è
una grande differenza
tra la vendita al dettaglio e quella online. Noi creiamo i look in una fase molto precoce. Molto prima che gli influencer li sfoggino su Instagram»
Carla Biffi Biffi, Milano
mente impegnativo in questo momento è la crescente pressione sul nostro settore in generale. A cominciare dagli stilisti, che oggi devono sviluppare otto o più collezioni l'anno Troppa pressione non fa bene alla creatività. Spesso non c'è abbastanza tempo per far maturare le idee o per provare qualcosa di insolito Non so se sia lo stesso in Germania. Non abbiamo più una pausa tra le stagioni
Fischer: Èassolutamente lo stesso La stagione delle campagne vendita termina dopo la settimana della moda di Parigi, all'inizio di ottobre, e alla fine di ottobre Valentino e altri presentano già la loro precollezione per l'autunno. Ci sono sempre più drop. Poi c'è il flusso costante di ispirazioni tramite Instagram ealtri canali. Bisogna essere molto concentrati sulla propria attività, sulla propria storia. Questa è anche la sfida per il futuro Vendiamo pezzi di alta qualità che possono essere indossati per molti anni. Ma i guardaroba dei nostri clienti sono pieni. Allora come facciamo a entusiasmarli con qualcosa di nuovo?
Credo che per voi sia un po' più facile. I clienti italiani sono sicuramente più aperti alle novità e alle sorprese, non è vero?
Biffi: Potrebbe essere così Gli italiani hanno una grande affinità con la moda. Ma nemmeno per noi è facile.
Come descriverebbe lo stile degli italiani?
Fischer: Elegante, leggero, sofisticato, a volte un po' troppo Ma sempre speciale e con il sorriso Vanno a fare gli aperitivi, celebrano semplicemente la vita.
Biffi: Mi piace (ride). I milanesi sono in realtà un po' più austeri degli italiani in sé. La milanese è più borghese.
Aperitivo e festeggiamenti. Ma lei ha parlato anche della pressione che regna attualmente. State notando anche voi una crescente riluttanza al consumo tra la clientela in Italia e in Germania?
Fischer: In Germania è decisamente evidente un calo della domanda.
Biffi: È vero che in questo momento tutti stanno attenti alle spese, anche i più ricchi. Ma i milanesi sono sempre stati così. Non è una novità per me. La novità, però, è che pensano con più attenzione a ciò per cui spendono i loro soldi e se ne vale la pena. Posso vendere facilmente un cappotto di ottima fattura a 5.600 euro Ma quando si tratta di una semplice camicia bianca da 1.200 euro, ci pensano due volte. Ciò che conta oggi è il valore intrinseco
Bella questa conclusione Grazie per il vostro tempo e le vostre intuizioni
INTERVISTA REALIZZATA DA SILKE EMIG
IL TESSITORE DI RELAZIONI
Raffaello Napoleone, amministratore delegato e deus ex machina delle manifestazioni fieristiche Pitti Uomo, Pitti Filati e Pitti Bimbo, da decenni gioca il ruolo di tessitore tra due mondi. È un mix di ratio ed empatia: una dimensione che gli è servita per creare un teorema di successo che vede i marchi della moda italiana ottenere un riscontro commerciale in Germania. Potrà questo schema continuare a portare buoni risultati anche in futuro?
RRaffaello Napoleone, i mercati sono stati molto turbolenti negli ultimi tempi. Dorme sonni tranquilli come responsabile di Pitti Uomo, una delle più importanti fiere del settore moda a livello globale?
Sono sempre positivo, anche in questo Non possiamo fermare i grandi sconvolgimenti. Per noi è importante rimanere chiari nella strategia e nel posizionamento. Continuare a coltivare ciò che rende speciale il nostro format e portarlo avanti. Da cinque anni siamo tutti in modalità “crisi” e questo accade in tutto il mondo. Vogliamo contrastare questa situazione fornendo ispirazione e orientamento
Cosa intende per orientamento e ispirazione?
Abbiamo sempre puntato sulla selezione
Offriamo la massima qualità. E siamo molto attenti e aperti a tutte le novità. Continueremo su questa strada: non siamo interessati ad affittare spazi in modo indiscriminato. Non è mai stata la nostra idea di fiera Non bisogna diluire il proprio profilo Vogliamo che le persone ci facciano visita e, soprattutto, che tornino, con l'aspettativa che la nostra
selezione li possa conquistare anche la stagione successiva Prendiamo Pitti Uomo e Isetan. Il retailer giapponese, noto per essere uno dei migliori indirizzi internazionali dello shopping, ha nella sua selezione circa 160 marchi che espongono qui a Firenze Ora stanno promuovendo nei loro punti vendita enella loro comunicazione la nostra idea di estate "gialla, energica, grafica: è Pitti Lemon". Questo è ciò che vogliamo, essere di ispirazione.
Però sul mercato si parla di grandi sconvolgimenti.
Il paesaggio sta cambiando radicalmente. Il 2023 ha segnato un punto di svolta. La ripresa dopo la pandemia è stata rapidamente seguita da un brusco risveglio. Il 2021 e il 2022 sono iniziati bene. Tutti pensavano che questo trend sarebbe continuato, ma non è stato così. Le crisi geopolitiche e i loro danni collaterali sono ben noti a tutti. Questo ha frenato i consumi ovunque e ha creato nuove condizioni di mercato
Anche tra i vostri clienti?
Dobbiamo ammetterlo, alcuni grandi magazzini si sono trovati in difficoltà. Stanno acquistando meno o passando alla formula delle concession. Molti rivenditori specializzati hanno dovuto chiudere. Quando il boom
dell'online, alimentato dalle chiusure che hanno riguardato i negozi fisici, si è attenuato, anche i grandi marchi dell'e-commerce si sono trovati in ginocchio. La pressione sulle scorte è elevata lungo tutta la catena tessile. Allo stesso tempo, favorite da prospettive economiche incerte e da una maggiore sensibilità ai prezzi, le catene a basso costo e a gestione verticale hanno continuato a espandersi nei centri urbani. A lungo termine, il numero degli acquirenti calerà Dobbiamo accettarlo, ma non farci scoraggiare.
Tuttavia, di recente il numero di visitatori provenienti a Pitti dalla Germania è aumentato in modo significativo Èstato fantastico, naturalmente. La Germania ècomunque tradizionalmente il gruppo di addetti ai lavori più numeroso A giugno erano con noi a Firenze circa 850 decision maker del settore retail tedesco Quasi il 20% in più rispetto all'anno precedente.
Come si spiega questo legame? Una certa affinità esiste da tempo Non voglio arrivare a citare Goethe Ma naturalmente è bello sentire che l'Italia tocca evidentemente l'anima tedesca. Torniamo agli affari: come molti altri, i tedeschi stanno uscendo da un periodo molto difficile. I negozi sono rimasti chiusi per molto tempo Le
vendite sono diminuite. Ma chi è qui e ha potuto mantenere la propria attività sta vedendo nuove opportunità Per quanto riguarda Pitti Uomo, credo che questo abbia ache fare anche con la continuità e la fiducia. Altri eventi stanno perdendo colpi. Il tempo è denaro Le persone importanti vanno dove vedono soddisfatte le loro aspettative
Queste aspettative stanno aumentando?
Sì, e dobbiamo essere pronti. Viaggiamo più che mai, vogliamo vedere e assorbire e raccontare ciò che accade e interessa in tutto il mondo. È così che abbiamo ideato la sezione dedicata al vintage e alla moda circolare. È per questo che abbiamo dedicato un "Manifesto" al particolare gusto scandinavo o la piattaforma "Neudeutsch" al meglio della moda tedesca. Ed è per questo che abbiamo dato ai giapponesi e al loro gusto per l'artigianato un palcoscenico tutto loro Sì, il mercato è difficile. Pitti deve essere in movimento e ispirare nuove idee.
Questi valori, con l'artigianato in primo piano, non sono forse in pericolo al cospetto di fornitori low-cost attivi a livello globale come Shein, in grado di conquistare le masse?
Con tutto il rispetto, si tratta di un mondo diverso Provate a trovare un negozio cinese
in Bond Street a Londra o in Montenapoleone aMilano A parte le sneaker, non c'è molto in cui il Made in China possa competere con il Made in Italy. I mercati si stanno polarizzando Abbiamo ovunque prodotti di massa a basso costo, quasi aggressivamente a basso costo, mentre allo stesso tempo stiamo assistendo a una crescente consapevolezza dell'artigianato e della produzione localeanche in altre aree di consumo: si pensi al cibo, alle bevande o alla moderna cultura della bicicletta.
Siamo alle prese con crisi internazionali e sfide di vario genere. Non proprio le condizioni ideali per favorire il consumo di beni lifestyle Cosa la rende ottimista?
Dagli ordinativi in entrata nelle prime fasi della catena di fornitura sappiamo che la situazione degli ordini nel settore della moda èattualmente caratterizzata dalla cautela. Tutti comprendono che fare affari non è facile Le vendite di mid season sono un sintomo eloquente. Mi incoraggia vedere come i grandi marchi agiscano e reagiscano in modo creativo E come stiano cercando di dare una nuova dimensione a ciò che fanno
Achi sta pensando?
Prendiamo Prada e Miu Miu Due marchi di moda di grande successo, ma la loro influenza si estende ben oltre i loro prodotti. Tocca
la musica, il cinema e l'arte. Le loro mostre ed eventi sono sensazionali. Questo si ritrova nei negozi e nel marketing. Affascinano le giovani generazioni con innovative iniziative di comunicazione digitale. Proprio qui bisogna guardare. Qui si creano esperienze di marca completamente nuove Questo spirito mi rende ottimista.
Ogni Paese ha il suo genius loci. L'Italia è sinonimo di sensibilità e creatività. Cosa può trasmettere con queste sue caratteristiche agli altri mercati?
Tutti i luoghi della terra hanno un'identità acui attingere. In Germania ci sono eccellenti pensatori e, naturalmente, ingegneri. Gli americani sono ottimi ricercatori ed esperti digitali. Abbiamo la fortuna di essere circondati da una bellezza incredibile, che si trova - e si trova da secoli - in ogni angolo del Paese, nell'architettura, nella pittura, nella poesia, nella natura Anche il clima favorevole fa la sua parte. Tutto questo probabilmente porta a ciò che si dice che abbiamo: senso del dettaglio, armonia, stile e buon gusto Le migliori auto sono sempre arrivate dalla Germania, con i tedeschi responsabili della meccanica egli italiani spesso coinvolti nel design. Ci ispiriamo a vicenda
INTERVISTA REALIZZATA DA MICHAEL WERNER
Grazie, Italia!
Okay, le cravatte non sono più così importanti. Ma come sarebbe triste il guardaroba a Nord delle Alpi senza l’Italia, il suo stile ela sua moda unica al mondo! A soffrire di più sarebbero iclienti del segmento premium
Reddito netto per famiglia
sotto 1.000 euro
1.000 - sotto 1.500 euro
1.500 - sotto 2.000 euro
2.000 - sotto 2.500 euro
2.500 - sotto 3.000 euro
3.000 - sotto 3.500 euro
3.500 euro e oltre
3.500 - sotto 4.000 euro
4.000 - sotto 5.000 euro
5.000 - sotto 6.000 euro
6.000 euro e oltre
Campione: popolazione tedesca dai 14 anni in su Fonte: fD Allensbach, Allensbacher Markt- und Werbeträgeranalyse (AWA) 2024
Amanti del lusso
Amanti del lusso
La metà dei tedeschi con un reddito netto sopra i 3500 euro compra l’alto di gamma
La metà dei tedeschi con un reddito netto sopra i 3.500 euro al mese compra l’alto di gamma
Legenda: totale Consumatori del lusso
Ma ogni italiano spende in media 200 euro l‘anno più di un tedesco per acquistare prodotti di moda
L‘Italia è in assoluto il più grande produttore di moda in Europa*
La Germania acquista 1,3 miliardi di euro di moda femminile dall‘Italia
Il commercio al dettaglio in Italia è più lontano dai livelli pre-Covid rispetto a quello tedesco
Herren: natürlich Konfektion 1 miliardo di euro è il valore degli acquisti di moda maschile italiana in Germania
Menswear im Wert von rund 1 Mrd. Euro lieferte Italien 2023 nach Deutschland
Cinque per
vie crescere
Herno, Coccinelle, Seafarer, Antony Morato, Santoni. Piccole e grandi storie di successo. Come tante altre realtà italiane, questi brand hanno ancora molto potenziale sul mercato tedesco. Prodotti diversi, segmenti diversi. Cosa li accomuna? La fiducia nell'eccellenza del prodotto, l'investimento nel marchio, una distribuzione mirata, ma soprattutto il coraggio di rischiare
CASE HISTORY
Herno – «Abbiamo corso rischi calcolati»
Claudio Marenzi ha trasformato Herno da realtà monoprodotto iperspecializzata in un marchio globale di lusso. Un ruolo molto importante è stato svolto dalla Germania, dove l'azienda di Lesa sul Lago Maggiore ha iniziato la sua attività nel dopoguerra e ha anche fornito il double a Jil Sander. Il segreto del successo? Molta pazienza e altrettanto coraggio
HHa preso tempo Negli ultimi dieci anni, il presidentediHernoClaudioMarenzihasempre dovuto temporeggiare con i giornalisti che volevano sapere quando avrebbe aperto un negozio in una grande città tedesca.Finalmente questo balletto delle domande e delle risposte è concluso Il marchio di lusso di Lesa sul Lago Maggiore ha aperto a Monaco nella primavera del 2024.
Marenzi per l'apertura ha scelto un luogo ricco di storia.Il negozio di130 metri quadrati si trovaall'angolotraResidenzstraßeeMaximilianstraße, in un magnifico edificio del XIX secolo progettato da Leo von Klenze. Si tratta dell'architettochehaprogettatotral'altroanche l'Alte Pinakothek di Monaco e il Nuovo Ermitage di San Pietroburgo
Con il suo debutto nel mercato retail diretto tedesco,il presidente di Herno ha dimostrato non solo molta pazienza,ma anche una certa diplomazia.Primadell'aperturadelnegozio,si èinfatti assicurato che tutti i clienti multimarcadiMonacofosseroinformatiechenessuno si sentisse defraudato LaresponsabiledellevenditeOliviaLabellaha contattato partner come Lodenfrey «Non è che abbiamo chiesto il permesso ai nostri clienti – racconta scherzando Marenzi -.Ma li abbiamoinformatitutti».Nessunodilorosiè dimostrato irritato o addirittura contrariato All’opposto «Le reazioni sono state positive Avereunnostronegoziodàprestigioalnostro marchio.Inoltre,ciassicuriamodinonentrare inconcorrenzaconinostripartnerdivendita al dettaglio», afferma Marenzi. «Non avere fretta» e «Sii leale con chi ti ha sostenuto». Questi sono due principi-guida seguendo i quali Herno ha fatto molta strada, non solo in Germania, ma in tutto il mondo. Nel giro di due decenni, Marenzi ha trasformato una realtà specialista di capispalla fondata da suo padre Giuseppe nel 1948 in un marchiodilussocheèsemprepiùsinonimodi total look e che,oltre alle giacche,ha successo anche con pantaloni, gonne e maglieria. Nel 2023,Herno ha generato un fatturato di circa 176milionidieuro.LaGermaniahacontribuito per il 6,25%, ossia per 11 milioni di euro L'imprenditore della moda è in procinto di formare un gruppo.Marenzi,che è un appassionatosciatoreealpinista,harilevatoilmarchio outdoor Montura. Ha ceduto la gestione quotidiana di Herno al suo braccio destro di lunga data Gabriele Baldinotti. Con Herno, la linea di activewear Laminar e Montura, ha riunito tre marchi sotto lo stesso tetto Un'ascesa impressionante in cui la Germania ha svolto un ruolo importante fin dall'inizio. InorigineHernosièposizionatocomesfidante di marchi come Burberry, Aquascutum e Allegri. Già negli anni '60, il fondatore dell'azienda Giuseppe Marenzi partecipava
allefieretedesche Unavoltamandòsuofiglio ClaudioaDüsseldorf.«All'epocaavevo19o20 anni».Inseguito,ilgiovaneeradiventatouna presenzafissaallostanddellasettimanadella moda maschile di Colonia
Ironia della sorte,Herno sfondò in Germania nonconilproprionome,maconunaseconda lineacheilpadrediMarenziavevabattezzato Duca di Bard.«Non ho idea del perché l'abbia fatto».SesicercasuInternet,sipossonotrovare alcuni trench Duca di Bard di seconda ma-
«La nuova generazione di buyer preferisce guardare i dati excel che toccare il prodotto. Il mestiere è diventato più impersonale»
Claudio Marenzi
«C’è
ancora potenziale inespresso. Crediamo nella Germania», dice Claudio Marenzi
noneinegozivintageonlineesupiattaforme come Etsy o eBay. Un venditore provato propone un cappotto per il quale chiede 99,99 euro in cambio di «un incredibile trench vintage di design»
Dalla fine degli anni '80, Herno inizia a concentrarsisullaproduzionecontoterzi.Unodei primi stilisti a presentarsi a Lesa è stata Jil Sander La "signora Jil" cercava un produttore di cappotti double All'epoca i double erano piuttosto rari in Europa, mentre erano molto richiesti in Giappone,dove Herno era presente,spiegaMarenzi:«Ilnostrorepartodedicato al double trovava dove oggi c'è la mia scrivania. Ci lavoravano dalle 60 alle 70 persone». Dal 2005,Herno torna a concentrarsi sul proprio marchio.Una delle prime priorità di Marenzi,quando ha preso il timone dell'azienda
di famiglia nel 2007,è stata ancora una volta laGermania.Invecediaffidarelosviluppoalle agenzie,hainizialmenteincaricatolaresponsabiledellevenditeOliviaLabelladiprendere contatti e sviluppare un'idea sulla base delle esigenze dei clienti tedeschi. Si è informata sulle qualità, le taglie e i colori preferiti, ma anche sul servizio atteso «Abbiamo dedicato molta energia al servizio».
Che si tratti di consegne aggiuntive con la stagione in corso o di scambi di merce,Herno hafattoecontinuaafaretuttoilpossibileper garantire buone vendite ai rivenditori tedeschi. «Abbiamo corso e corriamo tuttora dei rischi - afferma Marenzi. Dopo tutto, Herno deve pre-produrre i prodotti senza sapere se i rivenditori li acquisteranno effettivamente. Tuttavia, il rischio di ritrovarsi con grandi quantità di merce invenduta è diminuito nel corso degli anni, poiché Herno può contare sull'esperienza e su una grande quantità di statistiche.«Possiamofareunastimapiùprecisa», assicura Marenzi.
Anche l'attuale situazione in Germania pone Herno davanti ad alcune sfide. Il sentimento dei consumatori è depresso La crisi economicastaaccelerandolosconvolgimentostrutturale Mentre i negozi tradizionali gestiti dai proprietari chiudono, i grandi rivenditori apronoinnuovelocalitàerilevanoirivali.Allo stesso tempo, le piattaforme di e-commerce stannodiventandosemprepiùimportanticome canale di vendita.«Il campo si sta polarizzando», afferma Marenzi.
Èun cambiamento che suscita qualche rimpianto nell'imprenditore. Invece di concentrarsisulprodottoesulservizio,comeavveniva in passato, la nuova generazione di acquirenti in Germania, ma anche nel resto del mondo, guarda spesso prima ai risultati di vendita Preferisce guardare il foglio Excel invece di prendere in mano la merce. «È diventato più impersonale».
Grazie ai dati, lo shopping è diventato più veloceedefficiente,maancheunpo'più"sterile".«All'epoca,ciòchelagenteindossavaper strada era il fattore decisivo per i rivenditori. Questo portava a discussioni con noi produttori, a volte dure, ma che contribuivano a far progredire le collezioni. Ci hanno realmente aiutato a leggere il mercato». Oggi invece il marchiodeveessereingradodirettamentedi riconoscereletendenzeeicambiamenti,senzaintermediari «Bisognacapireilmercatoda soli».Perquantoriguardaquellotedesco,Marenzi ha ben presente una cosa: il potenziale di Herno è tutt'altro che esaurito. Le nuove categorie di prodotti, dai pantaloni alla maglieria, sono state accolte molto bene dai clienti tedeschi.«C'è ancora molto potenziale inespresso - conclude Marenzi - Crediamo nella Germania».Ci vorrà del tempo,ma questoperHernononèmaistatounproblema.
TOBIAS BAYER
CASE HISTORY
Antony Morato – «Molto stile, tanto servizio»
Lello Caldarelli ha sviluppato un marchio di abbigliamento maschile di successo, Antony Morato, a partire dalla produzione di famiglia. Con uno spirito innovativo e un focus sull'espansione del brand, l’imprenditore aggiunge un capitolo a una storia di generazioni. La formula della crescita? Un mix unico di stile e servizio orientato al cliente
PPantalonislimecamicieaderenti.Girandotra gliscaffalidelloshowroomAntonyMoratodi via Tortona a Milano si nota subito che la collezioneècasualetutt'altrochetradizionalmenteitaliana.LochicdiLosAngelesincontra l'eleganza moderna, il tutto con un tocco di sportività.L'interazionetragiaccaedenimèal centro dei modelli.
In un'intervista il ceo Lello Caldarelli descrive ilmood:«AntonyMoratononfarumore.Èun marchio caratterizzato da dettagli quasi impercettibili.Inostriclientisonoquellichemagari non si distinguono immediatamente quandoentranoinunastanza,machevengono ricordati per il loro stile quando escono».
L'idea di Antony Morato è nata per necessità. Caldarelli è la terza generazione della famigliaaessereattivanelsettoredellamodaene sta portando avanti l'eredità.Suo nonno vendeva tessuti a Napoli. Suo padre ha ampliato la produzione,trasformando questi tessuti in capi d'abbigliamento. Il primo passo imprenditoriale di Caldarelli nel1999 è stato produrre per altri marchi di moda, soprattutto nel settore donna. Ma quando nel 2005 uno dei suoi clienti più importanti si è ritirato per motivi strategici, si è trovato di fronte a una sfida esistenziale. «Mi sono reso conto che quellochestavofacendononoffrivaunavera stabilità», afferma. Questa consapevolezza lo ha spinto a fondare un proprio brand,non di abbigliamentofemminile,perevitareconflitti competitivi con i suoi ex clienti,ma di abbigliamento maschile.
L'unica cosa che mancava al marchio era un nome adatto. Caldarelli voleva dare alla sua nuova linea un nome distintivo e internazionale Ma dove trovarne uno? Nell'elenco telefonico, ovviamente. Così chiese a un amico che all'epoca lavorava negli Stati Uniti di portarglieneunacopia.Nell'elencotelefonicodel New Jersey trovò «Pizzeria Morato by Anthony».Il suono conciso e internazionale del nome, tra l’altro non troppo lungo, lo convinse: nacque così Antony Morato.
Lastrategiadiingressosulmercatoitalianoè stata anticonvenzionalecome il naming. Invecediaffidarsialmodellotradizionaledipre epostordine,AntonyMoratosièconcentrato sulladisponibilitàimmediatadeisuoiprodotti Con una piccola collezione di 80 pezzi, il marchio si è avventurato direttamente nella vendita wholesale,con la promessa di consegnare entro 24 ore. «Se ti piace, puoi averlo subito Nessunvaloreminimod'ordine»,erail
messaggio semplice e diretto del fondatore. Per crescere ulteriormente Caldarelli aveva anchepianificatoiprimipassinelcommercio internazionale.LaSpagnaèstatailprimoPaesefuoridell'Italiacheilmarchiohaaffrontato Antony Morato ha poi spostato la sua attenzione sul mercato tedesco,dove l’imprenditore è noto per il servizio e l’affidabilità elevati, oltre le aspettative. Quando è entrata in questomercatonel2012,l'aziendasièconcentratasullavenditadirettainGermania,peroffrireairivenditoriilmigliorserviziopossibile.«Il mercato tedesco è noto per essere molto esigente - spiega Silvia Innerhofer,Country ManagerperlaGermania- Dallaconsegnailpiù rapida possibile ai servizi personalizzati, abbiamofattotuttoquantoeranellenostrepossibilità per soddisfare e superare le attese».
«Dobbiamo convincere iretailer. Se il cliente finale si fida del brand tramite imultimarca, scatta l'acquisto»
Lello Caldarelli
Antony Morato non solo offre ai clienti tedeschi un programma NOS standard, ma fa un ulteriore passo avanti con il NOS su misura e persino con articoli esclusivi realizzati per i singoli clienti
Caldarelliprestaattenzioneainumerievuole adattarsi alle specificità di ogni Paese Per il 2024 l'azienda punta a un fatturato di 85 milioni di euro. I circa 100 negozi nella regione Dach contribuiscono ai ricavi con una cifra compresatrai5ei5,5milionil'annoeilteam in Germania lavora costantemente per migliorareiservizi,ancheutilizzandostrumenti digitali. Ad esempio,Antony Morato offre un sistema B2B che consente ai clienti di gestire onlineordiniecambimerceinmodoindipendente ed efficiente.
Dopotutto,il25%dellevenditesibasasuriordini. «Per questo ci affidiamo a una gestione flessibiledelmagazzinoeasoluzionipersonalizzate - spiega Caldarelli - Un approccio che consente ai partner di modulare le scorte durante la stagione e di rispondere in modo più efficiente ai cambiamenti del mercato»
Nonostante i successi ottenuti finora dall'azienda e la sua solida presenza internazionale, Lello Caldarelli vede ancora un grande potenziale di crescita, in particolare nei mercati meno sviluppati, come la Nigeria e l'Indonesia. «Non ci sediamo sugli allori, ma siamo sempre alla ricerca di nuove sfide e opportunità», sottolinea.
Icontinui sforzi per aumentare la consapevolezza del marchio ed espandere la presenza dell'azienda si riflettono anche in attività pubblicitarie su larga scala.Con la campagna Out Of Home nei più importanti aeroporti europei,Antony Morato è riuscito a generare circa150milionidicontattisoloquest'anno Il D2Cnonèdestinatoaessereilprincipalemotore di crescita.La partnership a lungo termineconidettagliantièsemprelaprioritàassoluta: «Innanzitutto sono loro che dobbiamo convincere. Se il cliente finale riconosce e si fidadelnostromarchioattraversoimultimarca, scattano l'acquisto e poi l'acquisto ripetuto». L’imprenditore considera un vantaggio competitivo decisivo non solo il servizio per i partner commerciali, ma anche per i consumatori. Nel mercato attuale non è più solo il prezzoaesseredecisivo,mal'esperienzadella clientela: «La competizione è incentrata sui servizi offerti al consumatore finale», ribadisce.Essere convincenti,sia come marchio che come negoziante, garantendo servizi eccellenti, permette di lasciare al cliente un'impressione duratura.
Grazie all'aumento degli investimenti nelle tecnologiedigitalienell'e-commerce,Antony Morato vuole raggiungere e servire i propri clienti ancora meglio in futuro Adottare un servizio “alla tedesca”è per gli italiani un fattore di successo
JANNIS HÄRTEL
CASE HISTORY
Santoni – «Abbiamo resistito alle tentazioni»
gamma ed è presente nei più bei negozi della Germania.
Una delle sue strategie vincenti è che non è mai sceso a compromessi sulla qualità e nemmeno sul prezzo.
Un principio, quello della coerenza, che spera possa aiutare a convincere anche le consumatrici
UUn intenso aroma di sigaro aleggia nell'ufficio milanese di Giuseppe Santoni. Al presidentedelmarchiomarchigianodicalzaturedi lusso piacciono i Cohiba. Anche quelli che hanno 20 o 30 anni. I sigari migliorano con l'età. Come un buon vino o un whisky Anchesedeveandareurgentementeall'aeroporto,rimanesedutocomodoallascrivania.Si appoggiaallasediaeassaporaognisecondo È più di un semplice gesto È parte del segreto del successo del marchio Santoni. «Non si compra un paio di scarpe da 1.000 euro perché se ne ha assolutamente bisogno. Lecompriperfartiunregalo,perrendertifelice», dice Santoni.
Conunbraccioindicalapareteallesuespalle, dove è incorniciata una citazione: «Quando compri delle scarpe, non ti compri solo delle scarpe, ma anche un po’ di gioia». Lescarpenonsonounamerce,maunoggetto del desiderio Se questa frase è stata a lungo data per scontata dalla maggior parte delle donne,Santoni è riuscita a farla capire anche amolti uomini. Compresi quelli tedeschi.
In Germania Santoni si è affermato tra i leaderindiscussinelsegmentodellecalzaturedi lusso IlmarchioèunodeipreferitidarivenditoricomeBraunadAmburgoeBreuninger Di stagioneinstagionel'iconicomodelloconcinturino a doppia fibbia,così come i mocassini, gli stivali e le sneaker, garantiscono buone vendite ai clienti multimarca tedeschi. Consideratiilposizionamentoeiprezzi,nonè una cosa scontata.
Se si dà un'occhiata all’e-shop Santoni,si può trovareunmocassinoinpelleneracondoppia fibbiaa950euro,unostivalettocolorcognaca 690 euro e una sneaker in pelle scamosciata foderata di pelliccia a 620 euro È un’offerta per veri intenditori.
Per conquistare i clienti tedeschi, Giuseppe Santoni ha dovuto inizialmente dimostrare notevoledisciplinaefermezza.Invecediadattarsialleesigenzelocali,sièattenutoaciòche caratterizza il marchio Santoni. «Non abbiamo seguito la filosofia del mercato,ma la nostra», dice Santoni.
Il figlio di Andrea Santoni, fondatore dell’azienda, ricorda la sua prima apparizione alla fiera delle calzature di Düsseldorf. «Era il 1987».I visitatori si avvicinavano allo stand e chiedevano se Santoni potesse produrre anche scarpe più classiche e a un prezzo più conveniente. «Non potrò mai venderle così», aveva commentato per esempio un agente nel vedere la collezione.
Iclientitedeschitrovavanol'esteticadiSantoni piuttosto eccentrica, a livello di forme e colori,poiché erano abituati a uno stile inglese ch’era più austero.
All'epoca marchi britannici come Alden, Church's, Crockett & Jones, Edward Green e John Lobb esercitavano un'influenza decisiva sull'ideadicomedovesseessereunascarpada uomo di qualità.
Anche se questo approccio significava rinunciare a vendite immediate,Santoni è rimasta fedele a se stessa e non si è allontanata dalla suaidentitàinterminidiprodottoediprezzo. «Èfacilecedereaquestetentazioni.Soprattuttoquandononsièancorafortiegrandicome marchio e si ha bisogno di ordini. Noi – dice Santoni - abbiamo resistito alle tentazioni».
Una scelta che ha dato i suoi frutti.Oggi San-
«La Germania è il Paese economicamente più forte d'Europa», dice Giuseppe Santoni
«Non abbiamo seguito la filosofia del mercato, ma la nostra»
Giuseppe
Santoni
tonièunbranddilussochedovrebbechiuderel'esercizio2024conunfatturatodicirca125 milioni di euro.
Il marchio è presente in 600 punti vendita in tuttoilmondo,siaretailchewholesale.Inegozidell'aziendasonosituatiinfamoseviedello shopping. A Milano, ad esempio, Santoni ha
monomarca in via Montenapoleone e in Galleria Vittorio Emanuele II
Essendounodeipochimarchifortesoprattuttonelsegmentomaschile,Santonièdatempo presente nel calendario della settimana della moda di Milano Durante l’ultima fashion week dedicata alla donna, lo scorso settembre, Santoni ha trasformato la Galleria Meravigli,situatatraPiazzadelDuomoePiazzadel Mercato, in un luogo dalle atmosfere vacanziere, con l'aiuto di sdraio e cabine Giuseppe Santonihaposatoperifotograficonunvestitobianco,insiemeallatopmodelEvaHerzigova e all'attrice Vittoria Puccini.
La presentazione alla settimana della moda serve a presentare il marchio. Al grande pubblico, che segue lo spettacolo sulla stampa e sui social media. Ma anche al commercio al dettaglio: dopotutto, i buyer dei grandi magazzinisonoingiroperlafashionweek,come il team del KaDeWe di Berlino e quelli di Harrods e Neiman Marcus. «I player importanti c’erano tutti», dice Santoni.
Il brand conta circa 80 partner all'ingrosso in Germania.Sindall’iniziohadecisodivendere ipropriprodottiattraversoirivenditoridimoda piuttosto che quelli di calzature. «Non abbiamo mai avuto agenti di scarpe puri», dice l’imprenditore.
Così Santoni è stato sin da subito disponibile nei negozi che avevano marchi come Brioni, CesareAttolinieKiton.L'agentedilungadata in Germania è stato fino a qualche anno fa Peter Härtel di Vestitus,che adesso ha in portafoglio Fedeli e Jacob Cohën.
Nonostante l'attuale difficile situazione economica, Santoni crede nella Germania. «È il Paese economicamente più forte d'Europa. I tedeschi guadagnano in media più degli italiani.Di conseguenza – aggiunge - hanno anche un maggiore potere d'acquisto»
L'attuale riluttanza a spendere non è strutturale Èpiuttostodinaturapsicologica.«Iclienti possono permettersi le scarpe, ma non sono in vena di comprare in questo momento», precisa l’imprenditore.
Santoni ha appena lanciato una capsule con BMW, “Santoni Carter", con scarpe ispirate al modelloBMWSerie5Touring,«conuneffetto metallico». Giuseppe Santoni ha visitato la sede centrale della BMW a Monaco È stato felice di scoprire che un numero impressionante di top manager della casa automobilistica indossa scarpe Santoni.
La simpatia è reciproca,perché a Santoni non piaccionosoloisigari,maancheleautoveloci. NellasuavitaprivataguidaunaBMWSerie7 «650 cavalli di potenza», precisa. Basta fare qualcosa di buono per se stessi.
TOBIAS BAYER
CASE HISTORY
Seafarer – «Sono affari di famiglia»
Con Seafarer gli ex artefici di Dondup, Manuela Mariotti e Massimo Berloni, hanno lanciato il loro secondo progetto di moda. A circa tre anni dal lancio il brand può contare su circa 150 clienti internazionali di alto livello. Ora deve farsi conoscere meglio, attraverso un proprio negozio online e una maggiore comunicazione. Ma sempre a piccoli e raffinati passi
Massimo Berloni è un uomo di famiglia, che capisce e apprezza l'ospitalità genuina.Non è un caso che lui e la moglie Manuela Mariotti accolganosempreiloroclientiepartnercommerciali nel loro ampio showroom di via Pietro Mascagni durante la Settimana della Moda di Milano,con una tavola amorevolmente decorataperlapresentazionedellanuovacollezione Seafarer Non mancano mai cibi deliziosi, vino e olio d’oliva delle coltivazioni di proprietà.
Seafarer è il secondo progetto di moda della coppia, che si è riaffacciata al settore moda nel 2021.Manuela e Massimo hanno già avuto successo con Dondup: hanno fondato nel 1999ilmarchio,originariamentenotosoprattutto per le proposte in denim, inizialmente presentandolo come linea di abbigliamento femminile. L'abbigliamento maschile è stato aggiunto nel 2003.Il look è diventato sempre più completo, includendo gli accessori, mentre nascevano i primi negozi di proprietà In collaborazione con un partner distributivo,la Germaniaèdiventatarapidamenteilsecondo mercatopiùfortedopol'Italia.Nel2010ilfondo di investimento L-Capital (parte del Gruppo Lvmh) ha acquisito inizialmente una quotadiminoranza.Nel2015,lasocietàdiprivate equity ha infine rilevato una quota di maggioranzadel91%inArcadia,societàcuifaceva capoDondup,eMassimoBerlonièentratonel consiglio di amministrazione. Alla fine del 2016,insieme alla moglie,Berloni ha lasciato definitivamente l'azienda da loro fondata in qualitàdidirettorecreativo.Questoperquanto riguarda la storia. Ma si parla ormai di tempi passati.
Èseguita una pausa di ispirazione,durante la quale Massimo si è dedicato sempre di più alla viticoltura e all'olivicoltura e al progetto Collina delle Fate, che ha fondato nel 2010 dando vita alla sua cantina, agli eventi e alle degustazioni del vino.Un progetto che oggi è gestito dalle cinque figlie Benedetta, Giulia, Joelle,Ludovica e Martina.«Non siamo gerarchici.Siamounafamiglia»,hadettoBerloniin un'intervista a Fashion Un vero family man. Ma l’imprenditore non ha voluto limitarsi al vino e all'olio d'oliva. Massimo, e Manuela in particolare,sono tornati alla moda. Si stanno reinventando con un nuovo marchio, nuove idee e nuovi partner Nel 2019 hanno acquisito i diritti del marchio americano Seafarer,la cuistoriarisaleal1896.Seafarerèunmarchio di pantaloni,soprattutto in denim,che affonda le sue radici a Brooklyn e che ha ispirato celebritàcomeBrigitteBardot,soprattuttonegli anni Settanta.Insieme a Franco Stocchi ed Enrico Catani, hanno fondato la società AcademySrl,conl'obiettivodirivitalizzareilmarchio MassimoBerlonièpresidenteelamoglie
Manuela Mariotti direttore creativo Enrico Catani è a bordo come amministratore delegatoeFrancoStocchicomesocio,lacuiazienda controlla gran parte della produzione. «ConSeafarervoglioraccontarelastoriadiun lookmodernoecontemporaneo Nonmiinteressapiùsoloildenim.Pensomoltoacomesi vesteladonnamoderna,pertutteleoccasioni, da quelle quotidiane a quelle glamour È a queste esigenze che voglio rispondere», spiega Mariotti,illustrando la sua filosofia.Seafa-
«Penso molto a come si veste la donna moderna in tutti i momenti, quotidiani e glamour. Èa queste esigenze che voglio rispondere»
Manuela
rerèautenticomaallostessotempoglamour, classico ma anche romantico, con un'attenzione particolare ai tessuti italiani e alla lavorazione di alta qualità.Come è stato per Dondup, la sede centrale è a Fossombrone, una piccolacittànelleMarche,doveoperanoMassimoeManuela.Anchelamaggiorpartedella collezione viene prodotta lì.Hanno presentato la prima collezione Seafarer sotto la loro direzione con la stagione autunno-inverno 2021/2022, ancora in pieno Coronavirus. Da allora l’attività è cresciuta a passi piccoli, ma costanti L'azienda serve oggi140 partner nel canale wholesale a livello internazionale, la maggior parte dei quali si occupa di abbigliamento femminile: un settore che rappresenta 90% del fatturato,che non viene comunicato La collezione di abbigliamento ma-
schile è,di conseguenza,più ridotta.Il mercatonazionaleèilpiùforte.Tuttavia,Seafarersi sta sviluppando bene anche nel Benelux e in Scandinavia. In Germania e Svizzera, dove il brand è rappresentato dall'agenzia Product M52,vieneattualmenterealizzatoil20%delle vendite totali e circa un terzo dei ricavi delle esportazioni.
Iprincipali retailer sono presenti nell'elenco deiclientidiSeafarer:sivadaSugardiArezzo aClan Upstairs a Milano, fino a Gaudenzi a Riccione e Ratti a Pesaro,per quanto riguarda l’Italia.InGermaniaaLodenfreydiMonacodi Baviera si affiancano Braun ad Amburgo,Stereo Muc a Monaco di Baviera e Borgers a Essen.Oltreallostile,lavestibilità,ilcomfortele lavorazioni sono fattori decisivi, soprattutto per i clienti tedeschi. Seafarer viene inoltre venduto presso Illum e Trois Pommes a Copenhagen, Utzon ad Århus e NK a Göteborg, solo per citare alcuni nomi.
Il mondo del business è certamentepiù esigenteoggiegliacquirentitedeschi,inparticolare,appaionodecisamentepiùcautiprimadi accettare un nuovo marchio. «Ma poi sono i più fedeli, una volta che li si è convinti del prodotto - chiarisce Mariotti - Il business è ancora più impegnativo oggi, perché soprattuttoiclientigiovanisonomenofedeli.Quindi bisogna avere un'idea ancora più chiara su chisiaildestinatariodellacollezionechesista sviluppando.Occorreconcentrarsierivolgersi ai clienti in modo molto specifico»
Con queste premesse, Seafarer dovrebbe crescereinmodocontinuoesicuro Ilbreakeven èstatoraggiunto Ilcompitoèoraquellodifar conoscere meglio il marchio: «Dobbiamo investire di più nella comunicazione, ma sempre con cautela.E vogliamo crescere in modo sano», afferma Mariotti.
Inestatel'aziendahalanciatoilproprionegozio online per il mercato tedesco La risposta finora è stata molto positiva Seguiranno altri Paesi.«Vediamoquestacomeun'opportunità per far conoscere meglio il brand a livello internazionale», spiega Mariotti. Ma sempre passo dopo passo Dopotutto il team è formato da circa 20 persone, «piccolo ma forte», tiene a sottolineare Mariotti.
Oltre alle mutate condizioni di mercato, questaèunadelleprincipalidifferenzerispettoai tempidiDondup:«Ciòchestiamofacendoora con Academy e Seafarer è sicuramente di dimensioni più ridotte di quanto non fosse ai tempi di Arcadia e Dondup Il nostro team è ora estremamente concentrato. A volte tutto questo è più difficile, ma devo dire che si ha anche una maggiore libertà.Questo rende alcunecosepiùfacili,ledecisionipiùsemplicie rapide», conclude Manuela Mariotti. Dopotutto, Seafarer è ancora un'azienda a conduzione familiare.
CASE HISTORY
Coccinelle – Parola d’ordine desiderabilità
Il marchio di borse Coccinelle resiste nel segmento altamente competitivo del lusso accessibile. Con giocosità, funzionalità e una messa in scena che rende il marchio sempre più desiderabile
LLastanzaèunasaladeglispecchi.Alcentroc'è laC-ME,ilnuovomodellodiborsadiCoccinelle, le cui immagini appaiono da angolazioni diverse,grazie alle pareti riflettenti a sinistra, adestra, in alto e in basso È come guardare attraverso un caleidoscopio che, se leggermente ruotato, fa apparire sempre diverso lo stesso oggetto Laborsacatturaancheisensidell'osservatore.
La chiusura a plettro,per la quale Coccinelle è conosciuto,èintrecciataconuna"C"incisasul davanti.I due elementi formano un nodo che simboleggia la combinazione fra tradizione e innovazione.
Tuttoèunaquestionedipercezioneequestoè anche un grande tema per Coccinelle. Il marchio di Parma, noto per la pelletteria di alta qualità e per l'interessante rapporto qualitàprezzo, si è posto l'obiettivo di aumentare il proprio appeal.
La parola chiave per noi è desiderabilità. «Il nostro marchio e i nostri prodotti devono diventare più desiderabili - afferma Emanuele Mazziotta, Chief Operating Officer di Coccinelle -.Non si tratta di una rivoluzione,ma di un'evoluzione».
Coccinellevuoleraggiungerequestoobiettivo puntando su nuovi prodotti, ma anche attraverso il modo in cui vengono presentati nella pubblicità,nei negozi e con gli eventi. La presenza alla Settimana della Moda di Milano a settembre, dove Coccinelle ha presentato la C-ME, è emblematica.
Perl’eventoilmarchiohasceltolaFondazione Officine Saffi, dedicata alla ceramica moderna La sede della Fondazione,piuttosto sobria ebianca, è stata trasformata in un colorato mercatodistradaportoghese,conbandieredi carta rosse, blu, gialle e verdi sul soffitto, un bar e uno studio, dove i visitatori potevano dipingerepiastrellediceramicaeassemblarle in un tipico motivo portoghese di azulejos.
Un happening allegro e interattivo,tutt’altro che rigido e cerebrale. «Cerchiamo di essere genuini e accessibili nella nostra comunicazione»,dice Mazziotta,che lavora in Coccinelle da quasi dieci anni. L'ex manager di Bally era inizialmente responsabile delle vendite duty-free. Nel 2019 è stato promosso a responsabile delle vendite e dall’aprile 2020 è a capo dell'attività operativa in qualità di Chief Operating Officer
L’andamentosottolasuaguidaèpositivo Nel primo semestre del 2024 l'azienda, che come MandarinaDuckèdiproprietàdelconglomerato sudcoreano E-Land, ha aumentato il fatturato del 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.Il marchio,che non fornisce cifre assolute, prevede una crescita a due cifre per l'intero anno Se la previsione si concretizzasse, supererebbe la soglia dei 100
milioni di euro di fatturato,«per la prima volta nella nostra storia».
Si tratta di cifre tutt'altro che scontate Coccinelle si posiziona nel lusso accessibile, con una fascia di prezzo di base compresa tra 250 e350 euro per una borsa in pelle. Sitrattadiunsegmentoaltamentecompetitivo,doveilmarchiodeveteneretestaaconcorrenticomeMichaelKorseFurla,oltreaCoach, Tory Burch e Longchamp. Coccinelle lo fa da tempo con una combinazione di fantasia e
«Il nostri prodotti devono diventare più desiderabili. Non è una rivoluzione, ma un'evoluzione»
Emanuele Mazziotta
funzionalità.Ilbrandamaicolori,icontrastie le fantasie, ma non perde mai di vista le esigenze dei suoi clienti. Una borsa Coccinelle è realizzata in pelle morbida e resistente. Che sia per il lavoro o per un aperitivo, è adatta a ogni momento:«Si può dire che sia una compagna di vita», osserva Mazziotta. Adifferenza di molti brand, soprattutto del lusso, Coccinelle ha cercato di mantenere i prezzi praticamente stabili negli ultimi anni. Èstata un'impresa difficile, che ha richiesto unagrandeabilitàingegneristicadapartedel marchio,datocheicostidellematerieprimee dei trasporti sono aumentati in modo significativo dopo la pandemia. Laricompensadituttoquestoimpegnoètangibile anche in Germania. Storicamente questo mercato è una priorità per Coccinelle: il
fondatoreGiacomoMazzieri,chehainiziatoa produrre pelletteria a Sala Baganza nel 1978, si è rapidamente espanso verso Nord e ha costruito una rete di contatti e partner al dettaglio sul territorio tedesco
Il marchio beneficia ancora oggi di questo approcciopionieristico Coccinellerealizzaoggisoloil44%delsuofatturatoinItalia.Ilresto ègenerato da Europa, Asia e Medio Oriente. Nonostante la difficile situazione economica, il marchio sta crescendo in Germania. Ha un proprionegozioinTheatinerstrasseaMonaco edèpresenteneglioutletdiMetzingeneWertheim.
Nei primi nove mesi, le vendite in questi tre punti vendita sono aumentate rispettivamente del 13%, dell'8% e del 14%, come afferma Mazziotta. La situazione è un po' meno dinamica in aeroporti come Amburgo e Monaco, dove Coccinelle è rappresentata da Gebrüder Heinemann ed Eurotrade.
Importanti partner tedeschi multimarca sono i grandi magazzini come Oberpollinger, Breuninger e Galeria, insieme a grandi insegne come Ludwig Beck. Gli e-tailer - da The PlatformGroupconFashionette,finoaAbout You e Zalando - stanno diventando sempre più importanti.
Grazie soprattutto agli operatori dell'e-commerce,gli ordini in arrivo in Germania per la primavera 2025 sono aumentati del 14%. «Si tratta della seconda crescita più alta tra tutte le regioni»,sottolinea il Chief Operating Officer.CiòsignificacheilPaeseharappresentato il 23% di tutti gli ordini sul canale wholesale per la primavera 2025.
Tuttavia,Coccinellesistamuovendoconmolto cautela.L'esperienza di altri marchi suggerisce che non è consigliabile immettere tropporapidamentesulmercatounaquantitàeccessiva di scorte attraverso gli e-tailer. Infatti maggiore è la quantità, maggiore è il rischio che le scorte invendute vengano smaltite a prezzi scontati.
Mazziottaintuisceilpotenzialedinuovecategorie.DatrestagioniCoccinellehaestesol’offerta alle calzature: ballerine, espadrillas, stivali, scarpe da ginnastica e persino décolleté. Per incrementare le vendite in Germania, il marchio ha scelto Orderlounge, un'agenzia che ha in portafoglio brand come No Name e RCP. Le scarpe hanno già rappresentato il 4% degli ordini primaverili.
Èuninizioinpuntadipiedi,masipuòintuire quali saranno gli sviluppi futuri. Alla presentazione durante la Settimana della Moda di Milano le calzature non sono state semplici comparse,maattricidiprim’ordine.Sonostate esposte su quadrati e cilindri pieghevoli colorati, al pari delle borse.
Come è noto, tutto nella moda è alle fine anche una questione di percezione.
TOBIAS BAYER
Dalla macchina del caffè esce solo l’espresso Nient’altro «Noncipiacetroppa schiuma»,dice Peter Kirchhoff che, insieme a Max Hoeke, gestisce il negozio di abbigliamento maschile Unit di Amburgo Idue sono diretti, non discutono sulla giusta misuradelcolletto Delresto,laposizioneperfetta dei bottoni non è la prima cosa che interessa a loro clienti. Kirchhoff e Hoeke sono interessati a un abbigliamento maschile che faccia sentire bene, sia comodo e non faccia mai sembrare chi lo indossa fuori luogo. NellostoreseilcaffèvienetostatoadAmburgo,lamodaarrivaquasiesclusivamentedall’Italia.Lacollaborazioneconleaziendeitaliane èmolto apprezzata. «Quando abbiamo inau-
guratoilnegozio,nelnovembre2020,erachiaro che molti fornitori avrebbero richiesto un pagamento anticipato». I due fondatori non vedevanoalcunapossibilitàcheciòaccadesse, era tutto troppo rischioso Invece, dopo avere spiegato bene la loro visione e il modello di business,gliitalianisisonomostratiapertiad andare incontro alle loro esigenze. «Quasitutticihannofornitomerceconpagamento posticipato e ancora oggi lavoriamo con tutti loro». Nel corso del tempo è stato possibilesuperarealtriperiodicritici,conuno spirito di partnership.I due soci descrivono le esperienze di quando sono partiti come una base solida per l’attività di oggi Kirchhoff è nel settore da molto tempo, avendo lavorato
AMBURGO TIFAITALIA
Ifondatori di Unit raccontano le abitudini degli italiani, l'eccellenza dei loro prodotti el'approccio
alle partnership
nelle vendite per diversi anni, anche presso Napapijri È un dettagliante dal 2007, inizialmenteconinegozicheportavanoilsuonome. All’epocasioccupavaanchediabbigliamento femminile. In seguito, per quattro anni, ha continuato a lavorare nelle vendite, prima di tornare a essere un retailer con Unit. Ha conosciuto il suo co-direttore generale Hoeke grazie al fratello Philipp. I due hanno esplorato il potenziale e presto hanno lanciato insieme un nuovo concetto di menswear: Unit Hamburg.«Abbiamo riflettuto a lungo e il termine unit riassume abbastanza bene questa unità e questo incontro», spiega Hoeke «Siamo fermamente convinti che l’abbigliamento maschile sia sottorappresentato
ad Amburgo», afferma Hoeke. Suo fratello Philipp ora lavora come insegnante,ma è ancora presente in negozio ed è un’importante figura di riferimento, oltre che un eccellente attivatore di network.
LachiusuradiClassico,storedavantiall´HanseviertelPassage,èstatal’occasionediespandersi. «Con 65 metri quadrati di superficie, questo negozio era davvero un po’ angusto», diceKirchhoff,chenoncihapensatoduevolteaproporreunampliamento «Eraun’opportunità unica e si adattava bene». Così, con la seconda area, sono stati aggiunti 85 metri quadrati.
In merito al loro portafoglio, i due amministratoridelegatihannoleideechiare «Inostri fornitori preferiti sono quelli che fanno un buonprodotto»,affermaKirchhoff.Ilmarchio più importante della gamma è Jacob Cohën, che non ha rivali tra i player del denim premium. «Anche la distribuzione è buona perché intelligente e selettiva».La label The.Nim èl’entrypricenelmondodenim.«Ijeanssono la base del nostro assortimento»,spiega Hoeke Per quanto riguarda i chino,Kirchhoff nomina GTA come marchio indispensabile. Nel segmento dell’abbigliamento sportivo, C.P.Companyèunbrandchenonhaeguali.«È uno dei pochi che vendiamo bene,non come specialista di un certo prodotto ma come look». Quando si tratta di scarpe, l’azienda di Amburgo si affida all’esperienza di Officine Creative Ilredellamaglieria,daUnit,èinvece Gran Sasso «Quando si parla di maglieria c’è anche Roberto Collina,che punta su capi leggeri e soffici.Gran Sasso è più orientato verso gli stili più eleganti».Quest’ultimo è sottova-
lutato in termini di contenuti moda. «Il marchio Gran Sasso ha anche un buon rapporto qualità/prezzo e un servizio eccellente». Partendodaijeans,vieneabbinatoconattenzione il capospalla. «È semplicemente una parte del look», dice Kirchhoff. Circolo 1901 è lasuagiaccapreferita.«Morbidaeprogettata pensando al mondo casual: così va bene per noi». In primavera arriveranno anche i capi Cruna. «Una giacca dovrebbe sempre dare la sensazionediesserecomequelladellatutada
ginnastica.Ilmoodcasualabbinatoallasenso di comfort è apprezzato dai clienti». Il twist della Manifattura Ceccarelli si adatta a Unit comeunguanto «Passavamosempredavanti allostandalPittidiFirenzeecipiaceva»,ricorda Kirchhoff. Poi, in occasione di una piccola fiera a Parigi, è scattato qualcosa. «La loro giaccacerataa1.000euroèstatabenaccolta», raccontano gli amici delle cifre tonde.«Il modello arancione è quello che si è venduto meglio», specifica.
In alternativa, come entry price, propongono le giacche a marchio Brixtol, ben accolte al prezzo base di circa 300 euro La giacca cerata si completa, ad esempio, con comodi jeans creati da Jacob Cohën e una camicia in morbido jersey del marchio bergamasco Sonrisa. Kirchhoff e Hoeke descrivono così lo stile di tendenza che prevale da Unit.
Idue sono anche fan delle camicie Salvatore Piccolo e amano recarsi a Napoli di tanto in tanto per ordinare la collezione, mantenere i contatti e vedere da vicino l’artigianato del marchiocampano «Poipuòanchecapitaredi riceverequalcosadidiversodaquantoordinato, ma non importa», dice Kirchhoff con un sorriso «Abbiamo anche dei fan tra i nostri stessi clienti e lo vendiamo bene»
Alla coppia piace viaggiare nella Penisola. «Unbuon90%dellanostragammadiprodotti proviene dall’Italia,quindi i viaggi valgono la pena». Le ragioni di un assortimento prevalentemente italiano sono ovvie.«La passione per il prodotto è fenomenale.L’alta qualità e i lavaggi sono semplicemente perfetti», dice Hoeke.Gliitalianihannoanchebisognodiun contatto personale, di uno scambio non solo commerciale,maancheemotivo.Questohaa che fare con il loro approccio alla vita. «Ho imparato che quando si va a pranzo insieme nonsiparladell’aziendaedegliaffari»,osservaKirchhoff.Siparladifamiglia,figlieviaggi. «Penso che sia una grande filosofia»
Per quanto riguarda il servizio, gli italiani hanno ottimizzato molto negli ultimi anni. Cambimerce,resi:anchequestiservizidipendonomoltodalcontattopersonale,soprattutto nel caso dei piccoli produttori specializzati. «Quest’anno siamo riusciti a tagliare i pre-
«Ho imparato che quando si pranza con gli italiani non si parla di affari. Si parla di figli e viaggi. Penso che sia una grande filosofia di vita»
Peter Kirchhoff Unit Hamburg
ordini del 30%, perché così possiamo reagire tempestivamente, ma comunque li aumentiamoognimese»,affermaKirchhoff.Lamaggiore agilità e flessibilità durante la stagione fanno bene all’assortimento e anche al cash flow Gli acquisti da Unit sono gestiti quasi esclusivamente tramite agenzie. «Avoltecerchiamoancheuncontattodiretto conleaziendenelcorsodellastagione Nonlo facciamo per scavalcare gli agenti,ma per velocizzare l’attività», tiene a precisare Kirchhoff.LuieHoekemantengonounintensodialogo con gli agenti specializzati, perché sono un’importante fonte di informazioni e consigli: «Senza di loro, l’industria italiana della moda avrebbe grossi problemi a emergere qui, perché si tratta di culture diverse».
Checosafafunzionareilretailtedesco?Quanto conta l´aspetto dei negozi? Molti italiani sono dei sognatori «C’è chi storce il naso quando parliamo di marchi che qui sono apprezzati per il loro approccio sistematico e il loro modello di partnership. Pensiamo che spessocisiaun´ideasbagliatadelcommercio al dettaglio tedesco». Agli italiani generalmente piace rivendicare la moda per sé e spesso la Germania viene vista solo come un mercato di vendita e non come un mercato che ha qualcosa da dire la sua nella moda. «Proprioperquestoèimportantelamediazione delle agenzie».
Idue gestori di Unit spiegano il loro fattore di successo nel fashion retail. «La galleria in cui si trovano i nostri due spazi è un buon esem-
pio:è lì da circa 50 anni.Accanto a noi c’è una cartoleria e un negozio di accessori per cani cheavràcirca40anni.Inbreve:tuttociòcheè distintivo e di nicchia qui funziona»
Inoltre, c’è il fattore gastronomia da tenere presente:recentemente nel Passage ha aperto una nuova food court,tutta potenzialmenteinstagrammabile.Questositradurràdicerto in una maggiore affluenza di visitatori. Hanno aperto una bancarella del pesce, una pizzeria napoletana e c’è pure un locale dove assaggiare il ramen.
«Adesso non vediamo l’ora che arrivi l’inverno, che attrarrà - ne siamo certi - ancora più persone nel Passagge».
ANDRÉ BANGERT
Acasa di
Visita guidata
C’è molto di Italia nell’offerta di Mytheresa: Brunello Cucinelli, Gucci, Prada e Valentino rappresentano ipilastri delle vendite del luxury e-tailer. Quello che pochi sanno è che anche le immagini per il negozio online provengono dall'Italia. Più precisamente dallo studio fotografico di Milano, dove la sensibilità italiana per la moda incontra l'organizzazione tedesca
AAll'inizio sembrerebbe un normale servizio fotografico,seilritmononfossecosìstraordinariamenteveloce.Lamodellabattelescarpe su un cerchio tracciato sul pavimento e cambia la gamba d'appoggio e quella libera a ritmo serrato. Dopo alcune pose, si ferma. Una stilista le si avvicina.Indossa una maglietta da football americano e una gonna trasparente, che fa intravedere le gambe. Ha paiodiforbicialcollo,amo’dicollana.Sistema la camicetta della modella, le mette in mano una borsetta di cui ha tagliato l'etichetta con le forbici e fa qualche passo indietro La modella riprende a muoversi. Ècome un pit stop in Formula 1: il cambio di look è durato solo pochi secondi. Senso dello stile con rapida precisione. BenvenutinellostudiofotograficodiMytheresaa Milano L'azienda di e-commerce di lusso con sedeaMonacodiBavierafotografagliarticoli per il suo negozio online in un'ex fabbrica vicina al centro città, dimostrando cosa succede quando la sensibilità italiana per la
moda incontra l'organizzazione tedesca. Chiunque dia un'occhiata al sito web del rivenditoreonlinecapiscesubitochel'Italiaè importanteperMytheresa.L'assortimentoha un carattere molto italiano «Marchi come Gucci, Valentino, Dolce&Gabbana, Brunello Cucinelli,Prada,Loro Piana,Bottega Veneta e moltialtrisonoipreferitidainostriclientipiù importanti», conferma il ceo Michael Kliger Ciò che è meno noto è che anche le foto per il sito web provengono dall'Italia. A metà 2019 Mytheresa si è trasferita in un padiglione di poco più di 1.800 metri quadri a Milano. Inizialmente, un team di quattro persone si è occupato del solo menswear, che Mytheresa ha lanciato nel gennaio 2020. Oggi circa 40 fotografi, stilisti e photo editor permanenti hanno il compito di catturare visivamente l'intera gamma di proposte di Mytheresa.
Da quattro a 40 persone in cinque anni: l'organico in crescita dello studio fotografico di Milanoèlacartinaaltornasoledellosviluppo diMytheresa.LarealtàdiMonacodiBavieraè diventata un attore dominante nell'e-commerce del lusso Mentre la rivale Farfetch ha dovuto essere salvata da Coupang e Matches ha abbandonato il campo, Mytheresa ha aumentatoilsuoGmvaoltre900milionidieuro
nell'esercizio finanziario 2023/24 ed è rimasta in attivo.
Da questa posizione di forza, in ottobre ha messo a segno un colpo da maestro, acquisendo Yoox Net-a-Porter da Richemont.
Conitree-storeMytheresa,Net-a-PortereMr Porter, l'amministratore delegato Michael Kliger vuole raggiungere tre diversi gruppi di clienti. Sta scorporando i siti off-price Yoox e The Outnet e il suo obiettivo è aumentare il Gmv aggregato da 3 a 4 miliardi di euro nel medio termine.
Questo target ambizioso suggerisce che anchelostudiofotograficodiMilanoèdestinato aespandersi. La scelta di Milano è stata «molto razionale». Il fattore decisivo? «L'ottimobacinoditalentitrafotografiemodelle», insieme alla «vicinanza ai marchi italiani», afferma Kliger e precisa: «Avevamo preso in considerazione anche Parigi come sede,ma il contesto economico era decisamente migliore per noi a Milano».
Eche dire dell'entusiasmo per la moda che si dice abbiano gli italiani? Kliger mette in guardia dai luoghi comuni, ma allo stesso tempo ammette: «L'entusiasmo e l'impegno dei membri del nostro team milanese sono straordinari.Ed è vero che in Italia le persone
hanno un rapporto molto più intimo e informale con la moda e il lusso rispetto a quanto accade in molti altri Paesi».
Il fattore decisivo a favore di Milano non è stata quindi solo la fredda razionalità,ma anche un po' di emozione. Sissy Thomas, che gestisce lo studio fotografico in qualità di vicepresidentedellaproduzioneefalaspolatra Monaco di Baviera e il capoluogo lombardo, ha preso a cuore il suo staff milanese: «Mi sembra quasi una famiglia».
NataadAmburgo,Thomasuntemposognava didiventaregiornalistadimoda.Mainvecedi lavorareperVogueoElle,èapprodataadAmazon dopo aver studiato economia aziendale. Da otto anni e mezzo è in Mytheresa, con l´incarico di responsabile dei testi e delle immagini del sito web.
Ilsuoèunlavorochedaunlatorichiedemolta creatività e, dall’altro, molto talento. Un’alchimia che calza a pennello per Thomas, che si descrive come una persona con un lato artistico e uno matematico-processuale:«Nel mio ruolo riesco a combinare perfettamente questi due aspetti della mia personalità». Si può dire che lo studio fotografico sia uno studio d'arte. Perché, come gli oggetti stessi, anche le foto che li rappresentano devono
«Avevamo preso in considerazione anche Parigi come sede, ma il contesto economico era migliore per noi aMilano»
Michael Kliger
essere piccole opere d'arte.«L'immagine è un argomento di vendita decisivo. Stiamo parlandodiprezzielevati,chedevonoesserespiegati attraverso l'immagine - afferma Thomas -. Si può dire che dietro ogni immagine su Mytheresa c'è molta passione».
Gli standard elevati sono difficili da automatizzare.Aparteilritocco,incuivieneutilizzata l'intelligenza artificiale, tutto viene ancora fattoconmanoeocchioumano «Nonèpossibileottenerelesottigliezzechecaratterizzano inostriprodotticonunamacchina-ribadisce Thomas -. Penso ad esempio a un tulle a cinque strati, che fotografiamo in modo tale che l'immagine risulti realistica».
D'altraparte,lostudiofotograficodeveanche essere una catena di montaggio. Il volume di immagini è enorme e la pressione sui tempi estremamente elevata. Ecco perché tutte le fasi di produzione devono essere perfettamente sincronizzate: «Il 70% del mio lavoro ha a che fare con i processi di lavorazione», sottolinea Sissy Thomas.
Come in un impianto di produzione industriale, la sala è divisa in sezioni attraverso le quali le merci vengono spostate da una postazione all'altra. In un'area i vestiti, le borse e le scarpe vengono tolti dai pacchi e
Acasa di
poi fotografati dietro una tenda nera,come si fa per una natura morta.
Una volta appesi ad appendiabiti con rotelle, vengono spinti al centro della sala dove i dipendenti, seduti alle proprie scrivanie davanti a schermi, pensano a come combinare top, pantaloni, gonne e accessori per creare i total look. Trasmettono quindi le loro idee ai fotografi e agli stilisti, che le montano su sei set dove si trovano le modelle. «Stabiliamodeinumeriprecisi»,diceThomas Viene dunque definito millimetricamente il tempo che può trascorrere dal briefing,fino a quando l'immagine è sulla pagina. Per ogni set viene stabilito il numero di articoli che devono essere fotografati al giorno. Per assicurarsichenessunoperdailritmo,Mytheresa controlla quanti reshoot sono necessari e quantevolteimarchiricordanoalrivenditore online di sostituire un'immagine.
Thomas tiene sempre d'occhio il Net PromoterScore,chepermettedimisurarequanti clienti raccomandano Mytheresa dopo aver finalizzatounacquisto.Unametricariguarda la qualità della foto: «Calcoliamo quanto spesso i clienti si lamentano che il prodotto consegnato non corrisponde all'immagine». La luce non si spegne mai nello studio fo-
«L'immagine è un argomento di vendita decisivo. Si parla di prezzi elevati, che devono essere spiegati attraverso una foto»
Sissy Thomas
tografico di Mytheresa.Le foto vengono scattate cinque giorni alla settimana per tutto l'anno Poiché le pre-collezioni - la pre-fall per la stagione autunnale e la cruise per la stagioneprimaverile-rappresentanolamaggior parte del budget per gli acquisti, i mesi di giugnoeluglio,maanchedicembreegennaio, sono particolarmente intensi.
Anche in agosto, quando gli italiani sono in vacanzaemetropolicomeMilanosomigliano acittà fantasma, c'è molto movimento nello studio fotografico Questo vale anche per i giorniintornoaFerragosto,quandoilPaesesi ferma completamente. «Il 15 agosto è ovviamenteungiornofestivo.Mail16sivaavanti», dice Thomas. Inizialmente si aspettava una maggiore resistenza da parte della forza lavoro italiana, «invece funziona».
Nessuno si lamenta del lavoro in sé, che ha qualcosa di standardizzato e ripetitivo: «In Germania avevamo il problema dei creativi, che perdevano interesse dopo un certo periodo di tempo A Milano non è così»
Questo si spiega con il fatto che i dipendenti italiani amano tutti la moda: «Hanno una passione incredibile per il prodotto» Inoltre, instudiosirespiraunabellaatmosfera:«Sono tutti giovani,con profili simili,che stanno in-
sieme in una grande stanza».Uffici individuali e pareti divisorie? Niente di niente! Durante gli scatti si ascolta musica. In passato, ogni set fotografico sceglieva le proprie hit, che portavano alla cacofonia. Alla fine tutti hanno concordato una playlist comune. Perevitareilrischiochequalcunosiannoiper la troppa routine, Mytheresa offre dei diversivi. Oltre all'e-commerce, lo studio fornisce gran parte dei contenuti sull’abbigliamento maschile per i social media, dalle immagini allestorie.«Questo-puntualizzaThomas-dà ai dipendenti molta più libertà creativa. Chiunque sia interessato può essere coinvolto». Ilgrandeimpegnodellaforzalavoromilanese può anche avere una spiegazione più pratica. Nella moda italiana è difficile trovare un lavoro ben retribuito come creativi.Le riviste di moda sono in crisi, hanno tagliato posti di lavoro Le persone appena uscite dall'università quando si rivolgono direttamente ai marchi vengono spesso respinte, perché non hanno i contatti giusti. Un datore di lavoro come Mytheresa è utile. Thomasseneèresacontoquandoèandataal Salone del Mobile di Milano nell'aprile 2019 e ha invitato agenzie fotografiche e freelance a un evento di "speed dating". Ha organizzato
«Persone con profili straordinari si candidano per stage per cui sono sovraqualificate. Allora dico: salviamo il profilo»
Sissy Thomas
appuntamenti in ristoranti e caffè in tutta la città: «Volevamo capire se quello che pensavamo, cioè che Milano è una città creativa, conmoltepersonecreative,fossevero InGermania abbiamo trovato difficoltà a trovare e mantenere i profili giusti».
Il blitz milanese ha soddisfatto le aspettative «Ilbacinoditalenticreativiquièenorme»,èla conclusione di Sissy Thomas. Sebbene molti creativi fossero impegnati alla rassegna del mobile, si sono presentati tutti agli incontri concordati «ed erano entusiasti - ricorda - Mi sono detta: stanno cercando qualcosa, sono tutti molto coinvolti».
Nel 2019 Mytheresa era ancora poco nota in Italia:«Quandohoiniziatoalavorarequi,otto anni e mezzo fa, avevamo sedi solo ad AschheimeHeimstettenequalchebuyeraLondra. Al primo speed dating a Milano ho dovuto spiegare chi fosse Mytheresa»
Oggi l’azienda tedesca è quotata in Borsa, ha uffici a New York e Shanghai ed è la nuova proprietaria di Yoox, considerato una delle startup italiane di maggior successo degli ultimi decenni. «Non devo più spiegare chi sia Mytheresa»,diceThomas.Orafioccanolecandidature. «Persone con profili straordinari si candidano per stage per cui sono sovraqualificate - conclude -. Allora dico: 'Salviamo il profilo,nel caso in cui si apra qualcosa che va benepernoi’».Equestopotrebbeaccaderepiù velocemente del previsto
TOBIAS BAYER
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Tina Lutz Morris ha vissuto a Parigi, Tokyo e New York. Oggi la designer vive a Milano e promuove l'artigianato tedesco con il suo marchio di borse Lutz Morris
AAMilano la bellezza è solitamente nascosta. Come lo showroom di Tina Lutz Morris Chi non lo conosce è probabile che passi davanti al cancello con le sbarre di ferro in via San Pietro All'Orto, vicino a piazza del Duomo, senza farci caso
Masevifermate,abbassatelatestaeattraversate l'apertura rettangolare del cancello metallico, vi troverete improvvisamente in un ampio cortile interno. Proseguite dritti, salite alcuni gradini e raggiungete una porta di legno È possibile che sia socchiusa.In caso contrario, basta suonare il campanello e la padrona di casa vi aprirà personalmente. «Ilmiosognoeratrovareunoshowroomsimile a una galleria al pianterreno in centro città», racconta Lutz Morris. A Milano non è statocosìfacile.Hadovutocercareperbensei mesi. Finalmente si è insediata qui nel gennaio 2023: «Il sogno si è avverato». Èuna tappa di un tour in varie parti del mondo. Nata a Stoccarda, attualmente chief creativeconsultantdelmarchiodilussoMCM
efondatricedelbranddiaccessoricheportail suo nome, Lutz Morris ha viaggiato molto AParigi e a Tokyo ha fatto parte del design team di Issey Miyake, per poi lavorare per Calvin Klein a New York.
In seguito ha disegnato una collezione yoga per la top model Christy Turlington, sua amica.All'inizio del nuovo millennio ha lanciato un marchio di maglieria, Lutz & Padmos. Dopo quasi un quarto di secolo trascorso a New York,Lutz Morris torna in Germania con la famiglia e sceglie Berlino Ma non si è mai veramenteaffezionataallacapitaletedesca:a uncertopuntohafattodinuovolevaligieesi ètrasferita a Milano
Spesso le viene chiesto: «Perché proprio Milano?». Lei risponde: «Perché no?». Una città chenegliultimianni«sièsviluppatainmodo straordinario, soprattutto dopo Expo 2015». Quando visitava regolarmente la capitale della moda italiana negli anni '90 «era deprimente e grigia. Ora Milano sembra quasi un'altra città».
Milano è «una metropoli, ma a misura d’uomo C'è una quantità incredibile di cose da fare, anche se tutto è gestibile». A Lutz Morrispiacegirarlainbicicletta,nonostanteil traffico e i famigerati sampietrini:«Faccio at-
tenzione, perché so che è pericoloso» Ma ha già fatto un bel rodaggio: «A New York mi muovevo sempre in bici».
Si dice spesso che Milano sia una destinazione frenetica per gli affari, dove le personecorronodaunariunioneall'altraaritmo serrato.LutzMorrishaunapercezionediversa della città rispetto a questo diffuso luogo comune. Rispetto a New York il ritmo è molto più lento.Lo si coglie,ad esempio,nella pausa pranzo.Niente più panini divorati alla scrivania,«qui le persone si prendono il loro tempo per pranzare».
Una cosa che l’ha subito colpita è il rispetto degliitalianiperlavecchiaia.Glianzianisono integratinellavitaquotidiana:«Neiristoranti sivedonodiversegenerazioniseduteatavola, dai nipoti ai bisnonni», afferma. Accade di frequente che i più giovani offrano il proprio postoaglianzianisuuntramaffollato «Forse questa integrazione è uno dei motivi per cui gli italiani vivono molto più a lungo rispetto agli altri Paesi», riflette.
Nel tempo libero Lutz Morris va alla scoperta della città. Ama particolarmente il Triennale Design Museum, la Fondazione Prada e Villa Necchi Campiglio, «il mio posto preferito in assoluto». La famiglia Necchi Campiglio, che
ha accumulato il suo patrimonio producendo ghisa e poi macchine da cucire, ha creato questa villa nel centro di Milano,completa di giardino, campo da tennis e piscina «È bello immaginare di potersi svegliare la mattina, usciredallaportadicasaefarsiunanuotata».
Lutz Morris ha arredato il suo showroom in modosemplice,quasispartano.Unaconsoleè appesa alla parete a sinistra dell'ingresso A destra si trova un divano in pelle con davanti un tavolino basso, il cui piano è costituito da diversedogheparallele.Difrontec'èunoscaffale con scomparti che formano un motivo geometrico di rettangoli regolari.
Ladesignerhaposizionatoquasiconnonchalance le borse del suo marchio Lutz Morris sulla console e sulla mensola, come se non facessero parte di un'esposizione, ma di un'opera d'arte completa: shopper, tote bag, una crossbody cilindrica, delicate pochette e un astuccio per le carte da gioco,realizzate in pelle, tela e rafia all'uncinetto.
Se si osservano da vicino le borse, ci si rende conto che a determinare la loro forma è una cornice metallica: da un lato, la pelle risulta così "magicamente" piegata,dall'altro questa struttura è l'elemento distintivo del suo marchio L'idea le è venuta dal marito, che le ha
regalato un astuccio in pelle per le sue penne chepotevaessereaperto«comeunascatoladi sigari». «Me ne sono innamorata», afferma. La struttura metallica non caratterizza solo l'estetica, ma è anche l’emblema della filosofia del brand. Pensando alla cornice di un quadro,Lutz Morris preferisce che chi collabora con lei per delle capsule possa esprimersi liberamente, come se disegnasse su unatelabianca:artisticomeSimoneShubuck, designer industriali come l'Eames Office e aziendeartigianalicomelaKöniglichePorzellan-Manufaktur di Berlino.
Simone Shubuck,i cui modelli sono stati presentatialSalonedelMobilediaprile,sièpresa lalibertàditrattareogniborsacomeunascultura, aggiungendo motivi floreali e tratti del viso che ricordano i disegni dei bambini. Ha trasformato lo showroom di Lutz Morris in una sorta di parco giochi colorato con i suoi dipinti,le sue ceramiche,le sue composizioni floreali e una torta rosa, su cui ha posato un pesce di cioccolato fondente. «Mipiaceesseresemprecreativaepoterlavorare con altre persone»,spiega Tina Lutz Morris, facendo un paragone con il mondo dello sport. Una collaborazione, secondo lei, assomiglia a una partita di tennis: «Diventi
Acasa di
untennistamigliorequandotitroviagiocare con uno molto bravo».
Tutte le sue creazioni sono semplicemente eleganti e funzionali. L'influenza degli anni Settanta e del Bauhaus è inconfondibile.
Lutz Morris è entrata in contatto con questa scuola che ha plasmato l'arte e l'architettura grazie al padre,Hans-Dieter Lutz,architetto e urbanista. Lutz - allievo di Richard Doecker, che ha contribuito alla realizzazione del complesso Weissenhof di Stoccarda sotto la direzione di Ludwig Mies van der Rohe - ha progettato tra l'altro il centro di Freudenstadt nella Foresta Nera.
Il padre di Tina Lutz Morris aveva applicato i suoi principi di moderno funzionalismo anche alla sua casa, nel quartiere Degerloch di Stoccarda, posando piastrelle bianche e marroni in diagonale sul pavimento,colorando le pareti con una vernice giallo uovo e appendendo al soffitto lampade in carta Noguchi. Daragazzaleisivergognavaquandoportavaa casa sua gli amici,che non riuscivano a smettere di stupirsi. «All'epoca - confida - desideravo vivere in una casa che somigliasse a quella degli altri».
Ma col tempo il luogo della sua infanzia e giovinezza è diventato fonte di ispirazione.
«La mia missione è sostenere l'artigianato tedesco. Ho una responsabilità nei confronti dei produttori edegli artigiani»
Tina Lutz Morris
Alla fine, lei ha fotografato il suo lookbook proprionellacasadeigenitori.Illibroarrivòal New York Times e i redattori rimasero così affascinati dalle immagini, che inviarono un giornalista e un fotografo per raccontare la storia della casa. «Un appartamento di Stoccardadeglianni'70cheèrimastouguale»,era il titolo dell'articolo, uscito nel 2019
Da quando Tina Lutz Morris ha lasciato Stoccarda dopo il diploma, non ha più vissuto in Germania, a parte un breve soggiorno a Berlino Mantiene il rapporto con il suo Paese d'origine attraverso i genitori,che vivono ancora nella città tedesca, gli amici berlinesi e anche il proprio marchio:quasi tutte le borse Lutz Morris sono prodotte in Germania. «Visto che vivi a Milano, produci tutto in Italia?».UndomandacheLutzMorrissisente spesso rivolgere e a cui risponde «No». «La mia missione - chiarisce - è sostenere l'artigianato tedesco Ho una responsabilità nei confronti dei produttori e degli artigiani» In termini di qualità, la Germania non ha nulla da invidiare all'Italia: «È assolutamente paragonabile».
Lei ha dovuto fare ricerche «molto lunghe» per trovare le aziende. Dell'antico “banco da lavoro” che era la Germania è rimasto ben
poco Molte aziende hanno smesso la loro attività, i giovani spesso non sono più interessati a imparare un mestiere e i politici non sostengonol’artigianato:«Nonsuccedecome in Italia o in Francia».
«Ho sentito e visto tante storie tristi», ammette. Ha visitato grandi edifici industriali dove erano rimaste solo tre persone. Sul suo cellulare mostra le foto che ha scattato a Offenbach, vicino a Francoforte, che un tempo era un centro di pelletteria.
Nellaprimaimmaginesivedeunedificioatre piani, con una facciata bianca leggermente fuligginosa.Sitrattadiunafabbricadiarticoli metallici, produttrice di cinture e accessori per l'industria della pelle. Ad esempio, telai e chiusure per borse e pochette.
Durante la sua visita, Lutz Morris si è fatta stradatraunaselvadimacchinegigantesche, tutte ferme,come se fossero reliquie di un'altra epoca.Le è venuto in mente un film hollywoodianopost-apocalitticodeglianni'80con Mel Gibson protagonista. «Sembrava una scena di Mad Max», dice. Mac'èancheunmotivodisperanza.ADüsseldorf,Lutz Morris ha rintracciato una conceria che fornisce pelli al gotha del settore lusso La tecnologia è ultramoderna, l’acqua viene pu-
rificata grazie a un impianto di trattamento delleacquereflueepannellisolariforniscono energia alla fabbrica.
L'azienda è gestita da una donna. «È fantastica - si entusiasma la designer - Anche se ovviamente non faccio tanti ordini come un grandemarchiodellusso,mihasostenutofin dall'inizio».
Comeunacartografa,TinaLutzMorrisharegistratoconprecisioneiluoghiincuisiprocura icomponenti delle sue borse:fa confezionare leborsevicinoaDüsseldorf,dadovevengono anche la pelle e il packaging. Per le tracolle si rivolge a Pforzheim.
Tuttavia,nontuttoèdisponibileinGermania. Le pelli con lavorazioni particolari e le custodiedelleborsearrivanodalNordItalia.Una fabbrica spagnola specializzata nella produzionediespadrillas,cheutilizzacotonericiclato,fornisceilcanvas.Larafiavienelavorata all’uncinetto da un collettivo di donne che si trova nel Madagascar Lei insiste nel voler conoscere personalmente tutti i suoi fornitori: «Per me questo è molto importante». Ilsuoobiettivoèutilizzareilbrandperdareun contributo in prima persona alla promozione dell'artigianato in Germania. Ha già potuto celebrareunaoduestoriedisuccesso Unodei figli di un maestro artigiano, che in realtà voleva intraprendere una strada diversa, ha deciso di unirsi all'azienda di famiglia: «Questo è già un successo».
Disegnato a Milano, prodotto in Germania? Questo modello ha un futuro!
TOBIAS BAYER
Acasa di
Visita guidata
Quando era studente Philipp Plein lavorava in una discoteca.
Ora l'imprenditore della moda di Monaco ha realizzato il suo sogno, aprendo a Milano un hotel, ristoranti eclub. L'offerta è ai massimi livelli, dal «menu dei cuscini» fino alla pizza allo champagne
PPersino la toilette è un punto di forza. Philipp Pleinsaledicorsalescaleelafolladigiornalisti lo segue concitata. Al primo piano l'imprenditoredellamodaaprelaportadellatoilettefemminile, entra velocemente e chiede a tutti di farelostesso:unadozzinadipersonesiaccalca nellospazioristretto,trailavandiniasinistraei tavoli per il trucco a destra. «Non avrete mai visto nulla di simile in vita vostra»,hapromessoPleinqualcheminutoprima.Ehamantenutolaparola.Sottoglispecchi ci sono delle sedie, le cui sedute sono formate datantifenicotterirosadipelucheeirubinetti sono a forma di cigni, con tanto di ali e code. Tutto in oro Benvenuti all'Hotel Plein!
Il46ennePlein,chehainiziatopiùdiunquarto di secolo fa con le cucce per cani, nella sua carriera ha rivestito tavoli con pelle di coccodrillo,decoratovecchiegiacchedell'esercitotedescoconunteschioeossaincrociateincristalliSwarovskiecostruitounmarchiodilussoche generaunfatturatodicirca200milionidieuro,
con negozi in tutto il mondo.Ora ha realizzato un altro sogno,aprendo un hotel nel centro di Milano, con quattro ristoranti e club.
Plein ha trasformato l'edificio dove la stilista Kriziaavevailsuostudioinunparcogiochiper adulti. C'è l'hotel, naturalmente cinque stelle lusso: «16 camere. Tutte suite» E c’è il Sukaru Bā, un sushi bar il cui bancone è ricoperto da tanti piccoli teschi: «Soffitti bassi, in un ambiente accogliente come un salotto».
Come non citare poi il Philipp's,ristorante con uno chef stellato che serve specialità italiane e acui lo stesso Plein ha dato un tocco in più. InvecedellaclassicapizzaMargherita,gliospiti possono gustare la pizza allo champagne
Plein stesso ha ideato un piatto:patatine fritte con caviale. «Un piatto che ha fatto il tutto esaurito», dice Plein e aggiunge: «Se hai già bevuto tre bottiglie di champagne alle due di notte, hai fame».
«Lavoro sulla nicchia ecerco sempre nuove opportunità. Il binomio intrattenimento e cibo ottimo non si trova spesso. Allora perché non aprire ristoranti?»
Philipp Plein
JungledePlein,lecuiparetisonotappezzatedi fiori artificiali, somiglia a una “Art Patisserie” concucinavegana:«Quandosipensaaqualcosa di vegano, si pensa all'insalata. Qui tutto è vegano,anche se non sembra affatto vegano». Da non perdere il Crystal Beach, un beach bar con piscina. «Perché non c'era un beach bar a Milano?», si è chiesto Plein. Ora c'è Èstatoundurolavoro Lostilistaeimprenditore si sta dedicando al suo hotel da oltre due anni. All'inizio voleva aprire un locale sotto la Borsa di Milano, «come Armani Privé o Just Cavalli.Eravamogiàaiblocchidipartenza».Poi ilbuildingex-Kriziaèstatomessosulmercato: molto più grande e anche molto più ricco di storia.Si dice che Leonardo da Vinci abbia vissuto in una delle stanze dell’edificio e che proprio qui abbia disegnato l'Uomo Vitruviano
Ma c’è stata una dura battaglia con le autorità milanesi.Primadipoteriniziareilavori,ildesigner di Monaco di Baviera ha dovuto ottenere una grande quantità di permessi.
Voleva ricavare un seminterrato per i servizi igienici,«ma non ci è stato dato il permesso di farlo». Così li ha spostati al piano superiore, rinunciandoadalcunecameredell’albergo Ha dovutoanchedireaddioalprevistotempiodel benessere:«Eccoperchéognisingolastanzaha una sauna».
Il progetto è costato finora circa 30 milioni di euro.Pleinnonstaraccogliendoquestasomma dasolo Ilsuosociod'affarièCarloGrimoldi,che gestisce il ristorante Terrazza Duomo 21 in piazzaDuomoaMilanoedètitolaredellalicenza del Plein Hotel.
Ladatadiaperturaèstatapiùvolterimandata Ora è quasi tutto pronto Quasi,perché ci sono ancoratrapaniemartelliinunangoloonell'altro. Plein, la cui pazienza è, per usare un eufemismo,limitata,nonhavolutoaspettareoltree ha invitato comunque la stampa.
Con un abito nero e una camicia bianca, si presentanellasaladelristoranteconunmicrofono in mano, davanti ai giornalisti seduti ai tavoliapparecchiaticontovagliolipiegaticonil nome"Philipp's"ricamatoeicamerieriaversa-
regenerosamentedellochampagne Èdomenica,ilgiornodopolasfilata,chesièsvoltaatarda notte nell'hotel Plein.
Nonostante siano passate solo poche ore dallo show,tutto è pulitissimo La luce del soffitto si riflette sui tavoli lucidati. Plein non si cura di aver dormito poco Cammina avanti e indietro tralefile,gesticolandoconimpazienza.Parlain inglese, ma anche in italiano «Produco moda,orologi,occhiali e profumi Alloraperchénoniristoranti?»,sichiedePleinesi dà una risposta: «Lavoro sulla nicchia e cerco sempre delle opportunità. Nessuno stava aspettandome.Iosonosemprel’underdog,ma proprio questo mi costringe a essere innovativo.Dico sempre:‘We are born to be different'». Plein è un opportunista dichiarato. All'inizio della sua carriera produceva mobili puristi in acciaio inossidabile,che ricordavano Le Corbusier Quando si è avventurato nella moda, è diventatoquasidaungiornoall'altroil"Kingof Bling",amantedicoseforti,scintillantiesexye si è presentato come un competitor di Christian Audigier e John Richmond.Lui ama definirsi come il piccolo e sfacciato Davide, che sfida Golia come Lvmh e Kering. Èconvinto che le regole vadano infrante. Nel gennaio 2006 ha fatto scalpore la sua pre-
Acasa di
senzaallatradeshowBread&ButterdiBerlino: invecediunnormalestandfieristico,haallestitoun“trenofantasma”tipoLunaPark,presoin prestito da un giostraio berlinese.
Ibuyer sono saliti sulle carrozze e hanno superato un vampiro nell'oscurità, dove era nascosto lo showroom.
Invece di spendere molti soldi in pubblicità, Plein è un maestro del guerrilla marketing QuandoDolce&Gabbanal'haaccusato,tramite un avvocato, di aver sottratto personale al suo negozio di Milano, ha pubblicato la lettera del legale sul suo profilo Instagram.
Tornando ai ristoranti,per Plein si tratta di un passo logico,poiché sostiene di aver individuato in quest’ambito una lacuna. Esistono molte catene globali di fast food,come McDonald's e BurgerKing,«chesonoparagonabiliaPrimark, H&MoZara».Nelsegmentodellusso,invece,si può solo pensare a Nobu e Zuma come marchi internazionali:«Trovotuttoquestomoltoentusiasmante».
Si presume quindi che ci sia poca concorrenza perilSukaruBā,ilPhilipp's,ilJungledePleineil Crystal Beach. Tutti e quattro i ristoranti sono stati esportati da Milano in tutto il mondo. In Qatar A Dubai.A Miami.Gli immobiliaristi sono alla ricerca disperata di concept gastrono-
mici di questo tipo, poiché tutti e quattro rappresentano una combinazione unica di ottimo ciboeintrattenimento «Postichenonsitrovano spesso in giro»
DaPhilipp'ssisuonamusicadalvivo,dicePlein. IlgurudellatechnoSvenVäthciègiàstatoela prossimastarstaperarrivareaMilano «Nonso se conoscete Bonnie Tyler - scherza Plein - È unadellepiùgrandileggendedeglianniOttanta Di solito si esibisce in arene enormi. Ve la
aspettereste a Las Vegas, ma stasera canterà quiconnoidurantelacena.Inqualealtroposto al mondo è possibile? Per noi è normale». PoialzalosguardoefaunsegnalealDJ,cheèin piediallasuapostazione SuonalahitdiBonnie Tyler"Holdingoutforahero".Pleinsimuoveal ritmo della musica: «Non so cantare, ma so ballare».
Il suo sogno di aprire un locale risale ai tempi dellascuola.Quandoeraancoraalleelementari,puliva i posacenere del Mach1di Norimberga Il locale ha attirato star del mondo dei DJ come David Guetta, David Morales e Bob Sinclair Anche Boy George ha fatto gli onori di casaalMach1.Dadiecianniildesignerorganizza regolarmente feste al Jimmy'z, un club alla moda di Monte-Carlo.
«Patatine fritte con caviale: il piatto ha fatto il tutto esaurito. Se hai già bevuto tre bottiglie di champagne alle due di notte hai fame»
Philipp Plein
Haancheuntalentoperl'interiordesign.Dopo aver lasciato la casa dei genitori,ha trasformato una casa nel quartiere Englischer Garten di Monaco nel suo primo ufficio e showroom.Ad Amriswil, in Svizzera, ha acquistato una casa padronale, progettando ogni stanza in modo diverso Ha dipinto d'oro l'ex sala di caccia usando la vernice Plaka di Pelikan, normalmente utilizzata per colorare oggetti piccoli, comeleuovadiPasqua.Quiinvecesiritrovasu pareti, soffitto, tavolo, tutto
DadieciannistaristrutturandoloChateauFalconview a Bel-Air Si tratta di una villa le cui dimensioni ricordano lo Xanadu,dove si muove Orson Welles nei panni del magnate dei giornaliCharlesFosterKanenelfilmhollywoodiano "Quarto Potere". È situata in cima a una collina e prende il nome dalle aquile che vi volteggiano intorno Nell’hotel milanese Plein mette da parte il microfonoesiallontana Iniziailgiroturistico,che èpiù che altro una corsa a ostacoli. I quattro ristorantihannoingressiseparati.Secisivuole spostare da Philipp's a Jungle de Plein,bisogna uscire in strada. Ma Philipp Plein preferisce fare prima: prende la scorciatoia che porta direttamente in cucina, supera lo chef stellato RobertoContiaifornellieicameriericheportano i vassoi nella sala da pranzo,andando nella direzione opposta
Luinonsièmailasciatoincasellareinununico stile.Da tutti i suoi viaggi assorbe l'ispirazione come una spugna e la traspone nelle sue proprietà. Lo stesso ha fatto con l'Hotel Plein di Milano Il Sukaru Bā ha qualcosa dell'Hôtel Costes di Parigi, il Philipp's ricorda il The Grill di NewYork,ilJungledePeinrimandaalLadurée eil Crystal Beach al Nikki Beach di Ibiza. Plein citaemescola,senzacopiare:hasempredimo-
strato un talento nel creare immagini immediatamentememorabili.Ognicentimetroquadrato è instagrammabile
Ha imparato da alberghi di alto livello, come l'Hotel Vier Jahreszeiten, che gli ospiti devono potersceglieretradiversicuscini.«Quandoero giovane soggiornavo all'Etap Hôtel - afferma -. Era il marchio più economico di Accor Il cuscino puzzava sempre di plastica e per questo avevosempreconmeilmio».Perquestoall'Hotel Plein c'è un "menu di cuscini".
Sièinoltreispiratoaiparcheggiatorideglihotel americani: chiunque arrivi al Plein Hotel può semplicementeconsegnarelechiavidell'autoa un concierge. «In America - dice - nessuno sa parcheggiare.L'altro giorno ero a Beverly Hills. Unuomostavacercandodiparcheggiarelasua auto in uno spazio di dieci metri.Non riusciva nemmeno ad avvicinarsi al marciapiede». PleinhaportatoancheunpezzodicasaaMilano «Sonorimastomoltodelusodalfattocheincittà noncisiaunmercatinodiNatale,comequellodi Marienplatz a Monaco», confida. Ma la delusioneavràvitabreve:«Stiamoperportarloanchea Milano Con una pista di pattinaggio,capanne e vin brulé». Il prossimo punto di forza
TOBIAS BAYER
Fotoromanzo indie
Oltre Prada e Gucci. Sono tanti i piccoli brand italiani indipendenti il cui appeal sta tutto nella autenticità creativa e nelle produzioni di alto livello. Il loro successo è un’opportunità per il made in Italy di differenziarsi. Dai brand specializzati in pantaloni agli esperti di cachemire, passando per i campioni del denim. Uno sguardo ai tesori nascosti, ai talenti più sorprendenti e agli evergreen che non smettono mai di sorprendere
Easy to dress
Gli italiani sono considerati i campioni mondiali di tutti i tipi di finissaggio del denim. Anche per quanto riguarda ilavaggi e i trattamenti non c’è nessuno capace di raggiungere standard tanto elevati Il top del denim è qui. Denim è sinonimo di facilità e versatilità nel vestire. Questo non vale solo per i jeans ma per tutti ilook. Barena
Vera classe
Purezza, eleganza, grazia Una moda reale e sensata. Senza trovate a effetto. Senza bling bling. Il fascino sta tutto nelle materie prime, nelle lavorazioni esclusive e nei tagli cut-out. Il wow effect deriva dall'understatement ben bilanciato, piuttosto che dall'eccesso ostentato Questa è l'aspirazionalità, la vera classe Gabriele Colangelo
Soft drama
Fondamentalmente semplice, chiaro, esplicito. L’utilizzo del bianco e nero. Quasi basico. Gli accessori, styling e i dettagli sono fatti per emozionare. L’atmosfera è primaverile: applicazioni floreali
Gli stili college e preppy hanno sempre conquistato tutti: versatili e inclusivi, sempre in voga. La versione college oggi è meno esplicita, ma è un punto di partenza, da cui far nascere look più adulti ed equilibrati. Un mix di sportività, malizia ed eleganza. Preppy ma smart, con un atteggiamento quasi elegante. Per questi motivi il preppy trova spazio nei guardaroba dei grandi classici. 1989 Studio
Non è possibile farne a meno. Siamo di fronte a veri e propri classici, pezzi che durano per stagioni o addirittura anni. Il trench, in tutte le sue varianti, è un esempio lampante. Soprattutto nelle nuove interpretazioni, rivela la sua vera forza espressiva. Trasformato in un abito o in un gilet, mostra un volto completamente nuovo. Urbano, femminile e un po' duro. Semplicemente, si adatta a ogni situazione. Mantù
Straordinario possibile
L'uso virtuoso di stampe e colori in tutte le loro sfaccettature è tipico di molte collezioni italiane. Le combinazioni cromatiche sono spesso più audaci, sorprendenti e stimolanti che altrove. Non si tratta di semplici lampi di colore sui vestiti, ma di gesti liberi e di un’esperienza da vivere intensamente. Pierre-Louis Mascia
Artigianato d’autore
Ipiù alti standard di artigianalità, la continua ricerca, la funzionalità e i materiali di qualità: sono queste le cifre cretive di molti giovani marchi italiani. Caratteristiche più che mai distintive, quasi inaspettate. Peculiarità che diventano veri spunti di riflessione per le collezioni di diversi nuovi marchi emergenti, sempre più sotto i riflettori. Durazzi Milano
Comfort, disinvoltura, relax, una certa nonchalance e naturalezza, ma sempre abbinata a un tocco di chic: iproduttori italiani sono eccellenti a combinare insieme tutti questi ingredienti. Che si tratti di specialisti odi collezioni total look, di grandi player o di newcomer Luca Larenza Così cozy
Ribelle e romantica
Femminilità e seduzione sono tornate in auge più che mai. Abiti fluidi, linee femminili, trasparenze vaporose. Ma niente di troppo edulcorato e sentimentale. Una nuova visione “nordica” del romanticismo, che mette in evidenza tutta la sua classe. Iper femminilità senza essere kitsch. Dušan
Giochi di ruolo
Più centimetri di pelle lasciati scoperte e più è minimalismo: così è più è facile giocare con i ruoli. Né maschile, né femminile: il vero focus è l’individuo. Il fenomeno della moda senza connotazioni di genere è ormai globale Non una semplice tendenza, ma una realtà. Silhouette e colori rispondono al cambiamento. Via Piave 33
Colpi di genio
Anche il guardaroba maschile, ormai, non si sottrae a certi vezzi che hanno a che fare con l'estetismo e le contaminazioni creative. I colpi di genio e la possibilità di infinite combinazioni sono alla portata degli uomini. Le declinazioni sono innumerevoli: disegni intrecciati tra loro, sovrapposizioni di stampe, mix di texture, sempre con discrezione. Zegna
Denim goes chic
Errore imperdonabile o tendenza cool? Un look in denim all-over a prima vista non richiama la freschezza e la leggerezza Ma non è affatto così. I dettagli, dai gioielli alla maglieria leggera, ammorbidiscono l'atteggiamento cool e trasformano il look jeans +jeans, trasformandolo in qualcosa di molto femminile. Il double denim goes chic. Plan C
Bicolor è per sempre
Itrend vanno e vengono, ma di alcune stampe non si può mai fare a meno. I motivi delicati e non troppo forti saranno sempre sulla cresta dell'onda. Meglio non essere sopra le righe: questa è la rivincita del bicolore sul multicolor Qui iess is more. E così la stampa funziona anche in un look all-over Gabriele Colangelo
Classic reloaded
Dichiarazione di stile
Un cappotto di lana in un colore brillante: ecco come si fa a catturare l'attenzione. Un vero classico del guardaroba che non necessita di loghi in evidenza o artifici di styling, perché ciò che conta sono il taglio, la qualità el’attenzione ai dettagli. Un’anima carismatica destinata a durare nel tempo. Lardini
Parola d’ordine: understatement
Il tailoring può essere non solo sinonimo di sobrietà, ma anche di eleganza effortless. Nel guardaroba trova spazio per giacche in tessuti strutturati e silhouette leggermente oversize. Ma anche per maglie a rete eshort: per esplorare il prêt-à-porter con grande facilità. MSGM
Il tempio del pronto moda
Benvenuti nella Disneyland dei buyer
Quando in Germania si nomina Bologna si pensa ai tortellini, alla Ducati, agli edifici storici e all’università. Ma a pochi chilometri dalla città si trova una realtà da scoprire, Centergross: un centro avanzato di commercio all’ingrosso della moda veloce e sostenibile
Uno scorcio da cartolina: Bologna attira i visitatori con le sue bellezze
LL'Emilia-Romagna è nota nel mondo per le sue specialità culinarie come il prosciutto di Parma, il parmigiano reggiano, l'aceto balsamico e molte altre prelibatezze. Almeno finora, i marchi della moda sono stati meno associati alla regione. In quest’ambito Firenze e Milano battono il capoluogo, Bologna.Bastipensareagrandinomi delsettorecomeilGruppoPrada, con sede nel capoluogo lombardo,che nel 2023 ha realizzato un fatturatodi4,73miliardidieuro
piattaforma grazie alla quale i marchi possono crescere e svilupparsi:questo lo rende un importante hub per l'industria del fashion.
Rispondere in modo flessibile al mercato: questo l’elemento differenziante del pronto moda. I tempibrevidiconsegnaconsentono di rendere disponibili nei negozi i capi di tendenza entro poche settimane.
Ciò significa che i trend emergenti, ad esempio quelli visti in passerella,possonoesserepronti per lo smistamento a Bologna nel giro di due settimane.
Cambio di scenario: gli enormi padiglioni del Centegross, distretto del pronto moda
Ma un grossista internazionale inprovinciadiBolognapuòessere un “Prada” nel suo settore di riferimento Basti pensare che semprenel2023circa700aziende hanno generato qui un fatturato aggregato di 5 miliardi di euro, rendendolo il gruppo più grande nel suo comparto di riferimento in Italia.
Stiamo parlando di Centergross.
Dopo una trasferta di mezz’orainautobusdalcentrodiBologna la parola Centergross è scritta a caratteri cubitali all'uscita della A13 Si passa davanti all'hotel congressuale del centroedalìilpercorsoconduce all'ingresso del polo della moda. «BenvenutinellaDisneylanddei buyer»,dice Riccardo Collina,International Export Manager di Centergross.
Qui si vende pronto moda: prodotti di stagione, made in Italy, veloci, di tendenza, disponibili per ogni gusto e taglia.
Oltre all'abbigliamento,si trovanoancheborse,scarpeeaccessori Molte aziende e marchi sono natiqui,comeElisabettaFranchi eKontatto Ilcentrodivenditaal dettaglio promuove la cooperazione tra produttori, designer e rivenditoridituttoilmondo.Oggi Centergross si considera una
La capacità di rispondere rapidamente al mercato è fondamentale anche per i negozianti tedeschi. «Come faccio a sapere se il giallo o il viola saranno la tendenza della prossima stagione facendo un regolare pre-ordine? - si chiede per esempio Sandra Lemmich, proprietaria di Mainglück a Würzburg - I marchi classici fanno un buon lavoro, ma è importante cogliere le tendenzeinstagioneutilizzando un budget aperto, cosa che funziona meno bene seguendo un modello classico di ordine». L'attività di vendita all'ingrosso di Centergross impiega oggi 6mila lavoratori, di cui oltre il 60%donne Laproduzioneavviene su piccola scala direttamente nel sito, mentre gli ordini più grandi sono spesso esternalizzatinell'areacircostante.Includendo la produzione esterna, viene garantitountotaledi40milaposti di lavoro in Italia. Ledimensionidelcentrosonogigantesche: strade ed edifici si estendono su un chilometro quadrato.Gli edifici divisi in rettangoli, ognuno alto due piani, ricordano i magazzini.Mentre le merci vengono consegnate da e versoilretro,lefacciatefungono danegoziB2Bperimarchilocali. Percorrendo le sue vie, il complessosembraunenormecentro commercialecheèmeglioesplorare in auto
Un negozio dopo l'altro,un marchioaccantoall'altro Circail70% delle 700 aziende con sede qui offre moda.Il restante 30% si divide tra logistica,trasporti e servizi vari.
Distretti
Una moltitudine di proposte e colori: l´offerta di Centergross è vastissima
Neglianni'60Bolognaha
subito una profonda trasformazione Un numero sempre maggiore di mezziditrasportoprivatirendeva la città impraticabile nelle ore di punta, causando crescenti problemi alle aziende con sede nel centro cittadino Nacque cosìl'ideadicreareunpolo industriale comune a poca distanza da un luogo dove la vita scorre tranquilla: a Bologna la gente cammina sotto i portici e numerosi turisti sifannostradatralafolla. Caffè e negozi costellano lestrade.Cisonotantigiovani, anche grazie alla storica università, che attira studenti da tutto il mondo. Intorno campi e fattorie si estendono a perditad’occhio,costellati dipiccoleareeindustriali.
Ma all’improvviso, simile aun’astronave nella pianura, sorge Centergross.
Adieci chilometri dal centro città e a sei dall'aeroporto e direttamente sull'autostrada, la posizionedellastrutturaèideale perilcommerciointernazionale Il 60% delle vendite del centro, inauguratonel1977,vieneeffettuatoconacquirentiprovenienti dall'estero Centergross si regge sulletantepiccoleimpresechesi sono unite nel sito, senza alcun finanziamento pubblico Il pronto moda può essere ordinato e consegnato su richiesta. Questoconsenteainegozidirinfrescarelevetrinedurantelastagione, offrendo l'opportunità di tenere il passo con retailer verticalizzati come H&M e Zara, soprattuttointempiincuiilcarico
delle giacenze appesantisce i magazzini
Incosasidistingueilprontomoda del Centergross dal fast fashion?Ilpresidenteerappresentante legale Piero Scandellari risponde: «Il nostro pronto moda si basa sulla produzione locale e la filiera corta, che garantisce la vicinanza tra produzione e venditaaldettaglio.Laproduzionesi basa su una reale domanda di mercato, evitando gli sprechi e riducendoalminimolescortein eccesso». «Poniamo l'accento sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica - aggiunge -.Questoèincontrastoconilfast fashion, spesso associato a modelli di produzione non sosteni-
«Con la filiera corta il pronto moda offre flessibilità, tempi di produzione più brevi e agilità»
Piero Scandellari Presidente di Centergross
bili. Il pronto moda pone l'accento sull'artigianato italiano e promuove il 'Made in Italy' come simbolo di qualità, in contrasto con la produzione di massa dell'industria del fast fashion».
Inoltre il pronto moda contribuisce a differenziare un'azienda nel settore della vendita al dettaglio. Scandellari sottolinea: «Grazie alla filiera corta il pronto moda è possibile offrire flessibilità, tempi di produzione piùbreviemaggioreagilità, per adattarsi rapidamente alle tendenze del mercato I piccoli multimarca possono in questo modo rispondere più efficacemente alle esigenze del mercato locale rispettoaigrandiplayerverticali e connotarsi in termini di sostenibilità e qualità del prodotto». Bolognasipresentaanche comeunapiattaformadellamoda incentrata su sostenibilità e innovazione: «A differenza di Milano,conosciuta come capitaleinternazionaledellamodacon unfocussuigrandimarchiesulle tendenze globali, e di Firenze, che rappresenta l'arte della moda di alta gamma e il lusso,Bologna sta dimostrando di essere un centro energico per la moda veloce e sostenibile», chiude il cerchio Scandellari. Il presidente parla inoltre della rilevanza del mercato tedesco per Centergross:«La Germania è molto importante e rappresenta unadelleareechiaveperl'export diprontomoda,rappresentando circa200milionidieurodeirica-
vi totali delle aziende del centro», puntualizza. La domanda è così elevata, cheintornoalprontomodaitalianosièformatoin Germania un intero ecosistema a più ampio raggio.
InfattiSandraLemmichsi rifornisce in Italia,ma appoggiandosi a un’agenzia con sede a Eschborn, risparmiando sulle trasferte Due volte la settimana la retailer può vedere gli articoli appena arrivati via WhatsApp e ordinarli direttamente.
Se individua una tendenzachevorrebbeoffrirenel suo negozio, può contattare direttamente l'agenzia. La consegna avviene dalle due alle quattro settimane. La qualità è ottima e i prezzi sono convenienti. Lemmich lascia più della metà del suo budget aperto per il riordinoeperilprontomoda: ciò significa che la merce in negozio è sempre "pronta per l'uso",in base alle condizioni climaticheealletendenze,conuna drastica riduzione della pressione sulla merce.
Di conseguenza, la dettagliante tedesca ha un'altissima produttività per metro quadro e può sempre contare su nuovi look in store. Questo attira un gran numero di clienti. Nondevequasimaifaresconti,e se lo fa non accade mai all’interno del negozio. Solo occasionalmente allestisce una piccola vendita a prezzi ribassati davanti all’ingresso «Naturalmente-spiega-anch’io
sento il problema dei costi. Ma non voglio ridurre il personale, népagarlodimeno L'unicasoluzione è fare meno sconti e puntare invece sulla desiderabilità dei capi, che io ottengo anche grazie al pronto moda». Proprio per attrarre più buyer anche dall’estero, Centergross sta investendo su iniziative di grande visibilità, a partire dalla sfilata con modelli dei suoi marchi, giunta alla decima edizione, che in occasione del recente Bologna Fashion Festival a settembre ha portato in passerella le proposte di brand come Angela Mele Milano, HaveOne, Rinascimento e Keyrà Alberto Cacciari: una selezione delle centinaia di
marchipresentineldistrettobolognese.Nomisucuivalelapena avere qualche informazione ulteriore.Angela Mele Milano,per esempio, si distingue grazie al suo impegno nell´upcycling, mentre HaveOne unisce il know how del fondatore con le idee fresche di un team giovane. Negli ultimi due anni il brand ha aperto quattro monomarca, a Bologna,Pesaro,BolzanoeArese. Quanto a Rinascimento, è uno dei marchi di punta del Gruppo Teddy, insieme a Calliope, QB4 e Terranova L´azienda riminese da oltre 672 milioni di euro di ricavi (dato 2023) risulta fra i vincitori, per la terza volta, del Best Managed Companies
Negli spazi B2B dei marchi èpossibile ritirare direttamente la merce
Award, premio per le eccellenze imprenditoriali delMadeinItaly,promosso da Deloitte Private.
Un´altra storia tutta italiana è quella di Keyrà Alberto Cacciari, che ha creato la sua azienda nel 1984pensandoadonnedi tutte le taglie,viaggiando lungo l´Italia a bordo del suo ´Curvy-Bus´per raccogliere in diretta le idee delle clienti. Sui social Cacciari è famoso per le sue dirette, in cui racconta il vero Made in Italy e mostra il dietro le quinte dei laboratori italiani e dei luoghi dove lavorano le sarte romagnole Queste sono solo tre delle numerose storie da scoprire all´interno di Centergross.Inpasserellaniente modelli della primaveraestate, come accade nel prêt-à-porter, ma dell’autunno-inverno 2024/ 2025.ABolognasipresenta sempre la collezione della stagione in corso,perché l'obiettivo deiprodottièvenireassortitisubito dopo per essere disponibili neidepartmentstore,neimonomarca e nei multimarca. Nei piani futuri di Centergross c'è una sempre maggiore internazionalizzazione, a partire da un nuovo progetto focalizzato sugliEmiratiArabi:sitrattadiun centro commerciale a Dubai, rifornitoesclusivamenteconmarchi all'ingrosso AnchequestoèBologna:unacittàmenopittorescamapiùintraprendente,industriale,dinamica esempre più internazionale.
JANNIS HÄRTEL
«Il TRIANGOLO funzi
ona molto bene»
Sono loro che aprono le porte. In entrambe le direzioni. Sono networker, consulenti, persino coach, idealmente risolutori di problemi, nel triangolo tra marchi, retailer e loro stessi nel ruolo di agenti. Avolte devono anche tenere le porte chiuse. «I marchi fanno bene anon accettare facili guadagni. La pazienza ètutto»
L’Agente: MICHELE VENTRELLA
Non lascia nulla al caso, mette a punto il design, crea marchi ed esplora opportunità per i suoi partner italiani, soprattutto quando i tempi non sono dei migliori. Michele Ventrella è un inguarbile ottimista che si concentra sempre sul lato positivo delle cose
Usa sempre l’aggettivo fantastico Per esempio, quando parla dei chino di Nine in the Morning o della maglieria di Avant Toi, solo percitareduedeimarchichedistribuisce Ese si chiede a uno dei buyer suoi clienti perché questi brand funzionano e sono importanti all'interno del suo assortimento, di certo inizierà parlando del prodotto e della Unique Pelling Proposition, ma poi alla fine svelerà: «Perché vengono da Ventrella».
In questa affermazione risuona molto di ciò checaratterizzaMicheleVentrella.Èunagente capace di conquistare molto rapidamente la fiducia dei suoi interlocutori, che si impegna nel far sempre sentire ai clienti di essere finiti in ottime mani.Le ortensie sempre presenti nei suoi due showroom di Düsseldorf e di Monaco di Baviera sono una delle espressione della attenzione rivolatä ai visitatori «Spendo molto per i fiori,uso solo i migliori e per me ne vale la pena».
«Meglio meno, ma il meglio», è il suo motto «Bastano tre abiti di alta qualità e un uomo può affrontare la stagione in modo impeccabile». Per gli uomini, l'abito non è più solo un'uniformeounostrumentoperrispettareil galateo «In futuro,l'abito sarà più un'espressione di un riguardo per se stessi», afferma Ventrella, ricordando anche una fortunata collaborazione con Tagliatore, uno dei brand piùfamositraquellichefannopartedell’universo Ventrella.
Nonlasciaquasinullaalcaso Ilrappresentante ama entrare nei dettagli con i clienti italiani Vuolesaperecosafunziona,cosaèpossibilefare.Perquestomotivo,insiemeallamoglie Gaby, con cui dirige l'agenzia fondata nel 2006, viaggia molto: Anversa, Parigi, Berlino, Milano, ma anche altre destinazioni fanno partedellasuaroadmap.«Èl'unicomodoper sapere cosa potrebbe essere importante per noi e per le nostri brand» Questo girovagare impattaanchesullasuasensibilitàcreativa.E
in fatto di stile Ventrella non è mai a corto di suggerimenti. «Dove é più cool la tasca sui pantaloni,qui o là?».I suoi partner sono felici di accettare i suoi consigli.La fiducia è stata d guadagnata sul campo Tuttavia, a volte le aziendeitalianeconcuilavorahannobisogno di una spinta maggiore del solito per capire cosa fa muovere il mercato tedesco e di cosa questohabisogno Nonsolointerminidiprodotto, ma anche di servizio.
«Se il capo di un brand italiano è in vacanza per tutto agosto e non si rende disponibile, allora dovrà accettare il fatto che le vendite diminuiranno», dice Ventrella, ma si limita a brontolare per un attimo prima di tornare a sprizzare il suo tipico ottimismo È questo il
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L'agenzia Ventrella di Monaco, con sede in Leopoldstraße, distribuisce marchi come Tagliatore, Avant Toi, Nine in the Morning, Bazar deluxe, Caliban e Tintoria Mattei Gli amministratori delegati Michele Ventrella e sua moglie Gaby guidano un team di cinque persone.
latodelcaratterechehaincomuneconiclienti italiani.Mentre in Germania molti si deprimonorapidamente,spintidallapaura,aldilà delleAlpic’èunamentalitàdiversa.«Tendono aessere persone che ascoltano e guardano a ciò che accade intorno a loro e usano questa crisi per esplorare nuove opportunità», dice Ventrella. «Non si abbattono e sanno che in
uno modo o nell’altro il sistema andrà avanti».Questo impressiona molto l’imprenditore tedesco «Lagentesilamentadellasituazione, ma alla fine di solito trova sempre un'idea nuova e redditizia».
OltreaTagliatore,NineintheMorningèstata unadiquesteideevincente.Grazieall'aiutodi Ventrella,unpantaloneitalianopoconotosul mercatoèriuscitonelgirodipochestagionia diventare un marchio all’avanguardia molto apprezzato dal settore.Lui e i creatori di Nine in the Morning sono attualmente impegnanti a potenziare l’offerta di jeans all’interno della collezione, portando così Nine in the Morning sempre più in alto Il fatto che le condizioni di mercato siano difficili non sembra preoccuparlo. «È proprio in questecircostanzecheèimportanteoffrireai rivenditoriunservizioattento,fattodiascolto ed empatia»,assicura Ventrella,che in questi momenti apprezza particolarmente la bellezzadellesueortensie.L'atmosferadibenessere eragiàstatabenaccoltaduranteilperiododel coronavirus, quando i rivenditori avevano tutte le ragioni per essere giù di morale. «Ma quando sono venuti da me, tutti erano entusiasti dell’atmosfera accogliente che trovavano Nessunohamaitrovatoiltempodilamentarsidelpassato,piuttostotuttivolevanodare forma al futuro, insieme».
AncheilCoronavirusèstatounpuntodisvolta Chihapresol'offensivahasuperatobenela crisi. «Ad avere successo sono quelli che portano avanti una visione distintiva», afferma concertezzailrivenditoredioriginenapoletana Unavoltairivenditoriarrivavanoevolevanounpaiodipantalonicomodiperunaclientela e un abito per un'altra «Ora è tutto finito». La cosa importante è distinguersi, fare acquistipiùfreschi.«Seuncapoportaqualcuno a dire “Stai bene”, allora ho vinto».
ANDRÉ BANGERT
L’Agente: MONICA MARANDO
Irapporti personali, l'empatia e il rispetto reciproco sono, a suo modo di vedere, importanti quanto le vendite. Suo zio è stato uno dei primi aportare la moda italiana in Germania. Oggi Monica Marando è sinonimo di collezioni di ricerca, ma allo stesso tempo riconoscibili
SuozioFrancoBruccolerièstatounodeiprimi agentiafarscoprirelamodaeglistilistiitaliani alla Germania negli anni Settanta Ha portato nel senso letterale del termine Giorgio Armani,GianniVersaceemoltialtriafiereed eventi a Düsseldorf e Monaco Con la sua agenzia On Stage è stato un pioniere che ha formatomoltiprofessionisti,ancoraoggiattivi sulla scena delle agenzie in Germania Anche Monica Marando ha scoperto la sua passione per il settore della moda attraverso lo zio, che a volte rappresentava il meglio delle griffe internazionali, da Erreuno, Alexander McQueeneJeanPaulGaultieraC.P Company eStoneIsland,ehasviluppatounasestosenso per le collezioni di successo «Era semplicemente un genio» dice di lui. Ametà degli anni '90 Marando si è trasferita dalla sua città natale, Ancona, in Germania, dove ora vive in un luogo idilliaco nei pressi dellagolagodiChiemseeinBaviera Tuttavia, gestiscelasuaattivitàalivellointernazionale, principalmentedaMilano,anchesespessoèa Parigi o in altre capitali della moda Del resto, oggilavoraquasiesclusivamenteconcollezioni italiane.In primo luogo Plan C e la linea di gioielliAliita,marchicreatidallanuovagenerazione della famiglia Castiglioni, nota per averfondatoMarni,concuiMarandohaun’amicizia di lunga data.«Lavoro con la famiglia Castiglionidaoltre20anni»spiegal’agente.E nonc'èdastupirsichelacontinuità,lafiducia, il rispetto reciproco e l'empatia siano aspetti fondamentali per lei quando si tratta di selezionaresiaibrandconcuilavoraresiaiclienti wholsaler «È sempre una questione di rapporti personali», sottolinea Marando descrivendolasuastrategiaelasuafilosofia «Devo essereinsintoniaconibrandcherappresento. Chi c’è dietro questi marchi deve, in qualche modo,corrispondere al prodotto che offre.Lavoro con le persone, non solo coi prodotti», chiosa l’imprenditrice.
IlportfoliodellasuaagenziacomprendecollezionicomeDušan,MetaCampagnaCollective elalineadicalzatureMarsèll.Collezionidiverse tra loro, con un’immagine forte e storie imprenditoriali uniche, ma con alcune caratteristiche comune: lo stile sofisticato e senza tempo, la passione per la qualità senza compromessi,la sperimentazione.È questa la forza del suo progetto Dopotutto, per Marando sostenere l'estetica e la creatività dei prodotti che rappresenta ha la precedenza su tutto Nella maggior parte dei casi, inoltre, porta avanti collaborazioni pluriennali con i suoi marchiclienti,cosìcomeconimoltirivenditoriacuiproponelasuabrandlist.PerMarando,
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Attraverso mmb Consulting, Monica Marando porta avanti la sua attività. Èbasata principalmente a Milano. Plan C, Dušan, Meta Campagna Collective, i gioielli Aliita, le calzature Marsèll e le ceramiche Les Ottomans sono i progetti a cui si dedica.
quindi, non è pensabile di voltare le spalle ai partner di lunga data in caso di ordini potenzialmentepiùconsistentichearrivanodaparte di un concorrente. Oggilavoraesclusivamentecomeconsulente. Halasciatolatipicaattivitàdiagenziadopola finediOnStage.«All'epocahopercepitocheil settore delle vendite stava cambiando. Le
aziende del lusso preferiscono lavorare internamente, vogliono trasmettere chiaramente il dna del loro marchio e quindi preferiscono presentare le loro collezioni nella loro sede piuttosto che in un'agenzia insieme a molte altre collezioni» racconta. Così porta i suoi clienti a Milano o a Parigi negli showroom direzionali.Perlei,lafashionweekdiMilanoè un momento di super lavoro L'attività è diventata più impegnativa. I clienti hanno meno tempo e spesso sono più selettivi. Ma c'è ancora chi è aperto alle novità, vuole essere sorpreso e guardare collezioni di nicchia. Tuttavia,i suoi partner italiani sono consapevolidelfattocheilnumerodipotenzialiclientitedeschiperlelorolineecosìspecialièpiuttosto limitato «Non si possono servire 100 rivenditori in Germania con il loro genere di prodotto I miei partner lo sanno Si tratta di puntare sui rivenditori giusti», afferma l'imprenditrice,«Conoscomoltobeneimieiclienti -aggiunge - Questo è fondamentale Offro lorosolociòchesiadattaallorostileeallaloro offerta.Tuttoilrestononhasenso Nonvoglio far perdere tempo».
Naturalmente, le attese dei fornitori sono sempre legate al fatturato. «Ma una partnershipdisuccesoècompostadamoltielementi, non solo da numeri», afferma Marando. In definitiva, si tratta sempre di una strategia chiara e selettiva In Germania non ci sono retailer indipendenti e piccoli negozi in ogni piccolacittàcomeaccadeinItalia.NellaPenisolac'ègeneralmentepiùdifantasia.Cosache avolte viene meno nelle località tedesche Questo deficit di inventiva è tra i motivi per cui di recente ha creato il profilo Instagram Thedivinemissmonica con immagini legate Milanoeaisuoiinteriorsperfornireideecreativeaisuoifollower Unpezzod'Italiachefada fonte d’ispirazione per la Germania»
L’Agente: MICHAEL SCHULZ
16 dipendenti, 17 fornitori italiani di abbigliamento femminile e 450 clienti.
Da 20 anni la professionalità è di casa nell'agenzia SchulzAco di Düsseldorf
eMonaco, come racconta Michael Schulz
Signor Schulz, com'è andata l'ultima tornata di ordini?
Èstatadavverodifficile.Iretailersonopiùselettivieriduconoibudget.Avvertiamounchiarosenso di incertezza. Questa situazione è iniziata già con la stagione autunno-inverno 24/25 e si è intensificataconl'estate2025.Ilsentimentgenerale dei consumatori sta soffrendo. Inoltre, alcuni negozi stanno chiudendo e, in generale, è diminuita l’affluenza.
Ivostri fornitori italiani sono comprensivi ofanno ancora più pressioni?
Ovviamente capiscono la situazione,anche se alcuni sono sorpresi dagli sviluppi in Germania. Ma le cose non vanno meglio negli altri Paesieuropei.Faeccezionel’Italia,doveiconsumatori non stanno tagliando la moda, nonostante la crisi economica. Rispetto alle dimensionidellapopolazione,lamodahapiùsuccesso in Italia che da noi.
Come reagite voi come agenzia?
Dobbiamo comportarci come un concept store che emoziona Non è più sufficiente offrire un buon portafoglio di marchi. Pareti bianche e un'infinitàdibrandappartengonoalpassato.Noi mettiamo a disposizione di ogni label un palcoscenico Ciconcentriamosullamodaitalianatotal look e la proponiamo in tre fasce di prezzo, con l’obiettivodiproporreilmeglio.Cisonoclientiche ordinano da noi cinque o sei collezioni.
Cambiate spesso i brand partner?
Inlineadimassima,l'80%circadelnostroassortimento non cambia Lavoriamo da molti anni con Pinko, Elisabetta Franchi e Twinset, per esempio. Ci riserviamo di movimentare il 20%.
La nostra rete di agenzie internazionali ci è di grande aiuto,in tal senso,perché siamo sempre instrettocontattoconloroecidiamoconsiglia vicenda.Inoltre,viaggiamo molto in Italia e conosciamobeneilmercato Ècosìcheduestagioni fa abbiamo scoperto il marchio Eleh: una linea piccola, tra i 90 e i 100 pezzi, strutturata in modo molto coerente.Nella prima stagione ab-
biamo avuto subito 40 nuovi clienti. Nella seconda sono tornati tutti e se ne sono aggiunti altri 25. Ecco come ci muoviamo
Che cosa ha funzionato nel caso di Eleh?
Unacollezionehasolodiecisecondiditempoper colpiresiainshowroomcheinnegozio.Seèsubitochiarodicosatratta,haunachance Nelcasodi Eleh bisogna anche dire che il rapporto qualità/ prezzo è particolarmente buono
Iprezzi attualmente sono decisivi.
In Germania bisogna offrire prodotti basici?
Lo pensavo anch'io ma è vero il contrario In Italia non si comprano capi basici, ma si punta tutto su proposte particolari, sul colore e sul glamour:in altre parole,l'antitesi del minimalismo scandinavo. A differenza delle collezioni premiumtedesche,nonc'èrichiestaditagliepiù
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L´agenzia declina l´offerta secondo tre fasce di prezzo: High level con Elisabetta Franchi, Ermanno Firenze, Liviana Conti, Parosh; Core level con Alessia Santi, Attic & Barn, Beatrice B, Caractère, Day Birger et Mikkelsen, Oofwear, Patrizia Pepe, Pinko, Twinset Milano, Maliparmi e Starting level con Eleh, Rinascimento e Salty Skin.
grandi.Noisiamoquellichevannoaproporrela ciliegina sulla torta.
IIdettagliantisonoattentiallaprecisionein tutti gli ambiti, vero?
Gli italiani lo hanno capito da tempo Una volta i resieranomaggiori,oggisonoalmassimodell'1% esono casi che vengono risolti rapidamente. C'è
molta comunicazione, scambio di merci e, in generale,unforteorientamentoatrovareunasoluzione. Gli italiani sanno pure che i negozi premium hanno bisogno della merce in anticipo. Vendiamo10mesil'anno,leconsegneavvengono in anticipo,al ritmo di tre mesi e le pre-collezioni sono sempre più importanti.
Aproposito di consegne anticipate,come va il mercato italiano del pronto moda?
Nelnostroportafoglioabbiamo,traglialtri,Rinascimento,cheèunsemi-programmato.Ciòsignificachevienepreordinatoeconsegnatodoposole quattro settimane. Serviamo circa 150 clienti in Germania e Austria. Perché funzioni, tuttavia, questo modello deve andare bene per un’intera stagione, altrimenti i retailer rinunciano
In generale,qual è la differenza tra mercato tedesco e italiano?
IlmarketingèmoltopiùcostosoinGermaniachein
Italia, a livello sia di stampa che di social media. Questo rende più complicata la visibilità dei marchi. L’esperienza ci insegna che, in questo caso, il lavoromiglioreèquellosvoltodainegozifisici.Seil buyer si innamora del prodotto, lo trasmette al cliente. È così che si creano i brand. Chi vende con passione ha successo e avrà ottime opportunità ancheinfuturo Perme,iltriangolofattodimarchi italiani, commercio specializzato tedesco e noi intermediari funziona molto bene. Per questo non sono preoccupato per il futuro delle agenzie.
Comepuòfunzionareancorameglio,mentre c'è ancora molta concorrenza online, anche da parte dei web shop dei marchi stessi? Questa è una questione delicata. Il prezzo non si può mai accordare,ma ridurlo troppo presto provoca scompiglio sul mercato Siamo certi che le partnershipautentichediventerannosemprepiù importantiinfuturo,grazieaserviziancoramaggiori,una collaborazione più stretta e un dialogo piùintenso Ilnostrocompitoèaiutareiclientiin ogni situazione.
Gli Agenti: VOLKER & PETER HAERTEL
«La crescita richiede tempo» è la massima che guida la strategia dell'agenzia Vestitus, con sede a Düsseldorf. Altrimenti «tutto diventa complicato»
Qual è il vostro primo consiglio ai marchi che vogliono espandersi in Germania? Civuolepazienza.Primadicomprareericomprare,irivenditoritedeschiamanoosservarei nuovi nomi per un po', ma poi sono fedeli.
Presumibilmente non tutti hanno questa pazienza…
Ovviamente no. La tentazione di voler realizzare un fatturato relativamente alto in tempi relativamente brevi è grande Non è facile resistere, ma poi si viene ripagati. Talvolta abbiamo dovuto frenare i fornitori.
Potete fare un esempio? Nelcommerciodigitaleentranoinscenaattori con enormi budget di acquisto A questo puntolecosesicomplicano Cosafare?Abbiamo visto che queste tentazioni possono essere dannose: certi marchi a volte accumulano tantiordinienonèdettocheilmercatoriesca ad assorbirli.Le vendite a prezzo pieno attese possono finire in saldi pericolosi per il marchio Tutto ciò va evitato Per uno sviluppo stabile e a lungo termine è più saggio non volere ottenere tutto e subito Come agenzia non possiamo condizionare nessuna azenda su come realizzare il proprio successo qui,ma possiamo lavorare insieme per raggiungerlo in modo ottimale.
Imarchi vogliono crescere, i rivenditori vogliono l'esclusività: un’eterna danza sul filo del rasoio?
Ancheinquestocasovaleunnostroprincipio: l'errore più grande per un’agenzia e i suoi partner è il voler servire troppi clienti. Noi preferiamo crescere con quelli attuali.Al momento,nellaregioneDachsitrattadicirca500 nomi con ancora molto potenziale Non ha
molto senso ampliare il portafoglio,preferiamo crescere con i partner esistenti La nostra strategia di lungo termine si è dimostrata valida e nell'interesse di entrambi.
SopraleAlpigliorologiticchettanoinmodo diverso.A Verona o a Palermo nessuno penserebbedifarsuonarelastagioneautunnale agiugno, mentre qui è la norma… Moltimarchiitalianisenesonoresiconto:da noilastagioneeisaldiinizianoprima Lacosa puòesserepiùomenoirritante,masesivuole farpartedelgioco,cioèfarevenditerilevantia
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L'agenzia Vestitus con sede a Düsseldorf distribuisce i seguenti marchi in Germania, Austria e Svizzera: Antonelli, Boglioli, C. P. Company, Doucals, Fedeli, Finamore, Herno, Jacob Cohën, MC2 Saint Barth, Rosso 35 e Unützer.
prezzi pieni in stagione, senza farsi prendere dal vortice dei ribassi, bisogna consegnare in anticipo, molto prima che nel proprio Paese. Altrimenti, non funziona nulla.
Quali sono i plus dell’agenzia?
Sono - e lo sono sempre stati - il servizio, la sostenibilità,ladisponibilitàelacollaborazio-
ne Peresempio,rispondiamoatuttelerichiestediinformazionientroenonoltrele24ore
Econosciamo tutti i numeri del business.Nel nostro mestiere ci sono molti “creativi” Noi tendiamo a essere matematici in un mondo dominato dall’estetica. In estrema sintesi: risolviamo velocemente i problemi.
Lamodadialtagammahavissutoannibrillanti e adesso l'era della crescita facile sembraesserefinita.Lerichiestedeivostriclienti stanno aumentando?
Iretailer adesso si aspettano il massimo dal servizio.Una buona gestione fuori stagione è fondamentale: cambi merce, riordini, analisi dellevendite,formazioneemoltoaltro Anche le visite in loco sono ancora estremamente importanti.Viaggiamomolto,piùdelpassato Il mercato stesso è più impegnativo che mai ma noi siamo felici di affrontarlo.
Il lusso è diventato troppo sofisticato?
L'aumento dei prezzi è un problema ed è uno dei motivi del calo della domanda in negozio. Sicuramente impattano anche le notizie che borse di note griffe, vendute a 2.700 euro e oltre, sono state prodotte a basso costo e a condizioni molto discutibili.Questo ha effetti anchesullafiduciadichipotrebbepermettersele Qualcosa è sfuggito di mano: il mercato deve tornare a valori reali e a prezzi più comprensibili Abbiamograndefiducianelnostro portafoglio,fattodimarchicheunisconoqualità artigianale e innovazione, come pure di collezioni progettate per durare nel tempo, che combinano il massimo della creatività e dello stile. Moda per intenditori, amanti del "puro made in Italy”.
INTERVISTA REALIZZATA DA MICHAEL WERNER
L’Agente: ELVIS GIGLIONE
Dove c’è ancora spazio? Chi può colmarlo? Con quale tipo di prodotto?
Elvis Giglione individua gli item con un certo potenziale. Convinto che un posizionamento chiaro sia la chiave di tutto
Lasuapassioneèvisibile.NeicorridoidiPitti Uomo Elvis Giglione fa la spola tra gli stand dei suoi clienti, chiacchierando, spiegando, entusiasmando, convincendo. Tra gli altri, Tombolini e Cruna, presenti nell'edificio principaledellafiera:duemarchichestanno prendendo piede anche in Germania,grazie al suo lavoro Nonostante il trambusto, Giglione è soprattutto una cosa: amichevole, cortese e paziente. Tra l'altro, deve il suo inconfondibile nome al re del Rock 'n' Roll, visto che sua madre si è ispirata a Elvis Presley
L'agente di Monaco non è uno che promette la luna.Giglione ha un approccio ponderato alle cose,sondando le opportunità,le criticità e le possibilità di crescita dei marchi in Germania.«RiguardoaTombolini,peresempio, è l'estrema leggerezza combinata con il classicoadistinguerlo»,diceil46ennetitolare di Elvis Fashion Agency Cruna, invece, puntasuundesignsmartcheosasperimentare con i materiali e si posiziona ben al di sotto di un benchmark come Boglioli in termini di prezzo.
Oltre a Cruna,Giglione vede opportunità soprattutto per etichette, come Brooksfield, che non sono ancora strutturate in Germania. «È questo che mi attrae particolarmente», afferma l’imprenditore, in grado anche di sfruttare le sue radici italiane nel dialogo con le aziende per creare un successo commerciale a lungo termine. «Ci sono davvero moltesottigliezzenellacomunicazioneacui bisogna fare attenzione, per non creare fraintendimenti», osserva. Questo è un fattore chiave per la buona riuscita della collaborazione.Anchelarelazioneconibranddel
Nord e del Sud Italia è leggermente diversa, dice Giglione.«Riesco a riconoscere il potenziale del prodotto necessario per affermarsi sulmercatolocalesoloattraversounintenso scambio con i brand»,precisa.Solo allora capisco se vale la pena di investire tempo Giglione sottolinea che temi come le pratiche dipagamentoelapuntualitàdelleconsegne sono fondamentali, ma prima di tutto bisogna capire se il gioco vale la candela
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Elvis Giglione riveste il ruolo di ceo di Elvis Fashion Agency, fondata nel 2014 e con sede a Monaco di Baviera. Distribuisce, tra gli altri, i marchi Tombolini, Cruna, Manto, The Gigi, Bagutta, Capobianco, Fioroni eBrooksfield.
Molti retailer apprezzano la sua esperienza. «Devo ammettere che la voglia di provare qualcosa di nuovo non è più così presente nel retail, ma i rivenditori mi conoscono e sanno come ho lavorato in passato» C'è quindilafiducianecessariaperaprireleporte a un nuovo marchio italiano «Tornare sul mercato è un po' più difficile per collezioni
classiche come quella di Tombolini,ma solitamentesonoquellecheraccolgonorisultati positivi a lungo termine», dice Giglione. Lo stesso vale per Capobianco, un classico nel segmento dell'abbigliamento sportivo casualsenzaeccessi,cheoffreunbuonrapporto qualità-prezzo.
Ci vuole solo del tempo prima che tutto decolli. Giglione ricorda alcuni casi in cui ha comunicatoinmodochiarol'importanzadel servizio ai rivenditori tedeschi, come cambi di merce in corsa e supporto in attività di marketing.
«Poi a un certo punto tutto ha effetto e il marchio cresce». Lo stesso dicasi per le consegne all'inizio della stagione, cosa insolita per gli standard italiani Anche qui il motto è: se ti adatti, puoi conquistare posizioni. Successivamentearrivalasecondafasedella crescita. «E qui bisogna fare attenzione», dice Giglione.Per affermarsi con il retail fisico, ibrand devono optare per una distribuzione selettiva «È molto importante mantenere un certo livello. I marchi non devono essere sviliti».
L’operareunaselezioneintelligente,perassicurarsi una crescita a lungo termine, è solo un esempio di quanto sia cambiato il ruolo diGiglionenegliultimianni Èinaziendada molto tempo e sa di non essere più solo un venditore e un agente,ma di assumere sempre più il ruolo di consulente.
«Dalla collezione ai prezzi e alla distribuzione, si tratta di una questione di dettagli», dice.A volte basta un fit diverso per cambiare il corso delle cose.
ANDRÉ BANGERT
Griffe vista lago
Il lago di Como attrae iricchi e i famosi. Per loro il retailer multimarca di lusso Tessabit trasforma i suoi 20 negozi sparsi sul territorio in set cinematografici sui quali marchi come Gucci, Loewe e Jacquemus possono presentarsi in modo unico
NNonunsempliceevento.Èpiuttostounepisodio di un reality show che segue un copione sofisticato Si inizia con un cocktail nel centro di Bellagio, sul lago di Como Si prosegue con una cena stellata a Villa Pliniana,una tenuta delXVIsecoloaTorno,tradizionalmentechiusa al pubblico
Il pezzo forte è lei, Isabel Marant. La stilista francese, famosa per il suo stile boho chic, arriva in barca.Saluta gli ospiti da lontano Si mette a poppa e fa oscillare il braccio destro avanti e indietro Attracca, scende a terra e si mescola agli invitati della festa.
Questa produzione di stampo cinematograficoèoperadiTessabit.L’insegnamultimarcadi lusso basata a Como l'ha organizzata qualche tempo fa per promuovere il pop-up store in collaborazione con Isabel Marant.
Il retailer italiano ha trasformato il suo negoziodi40metriquadratiaBellagioinunaboutique parigina all'insegna del motto "Isabel a Como",con un’allure gipsy e con pezzi provenienti dalla main line e della seconda linea Étoile.C'era anche una capsule esclusiva:una T-shirtconunaboccastilizzaeunabasketbag di rafia con manico foulard.
La boutique multimarca di moda che diventa registaescenografo:èlastrategiachel'amministratore delegato di Tessabit Andrea Molteniperseguedatempo Nonvedepiùl’azienda di famiglia come un semplice retailer che compra e vende prodotti, ma come una piattaforma su cui i marchi possono presentarsi inmodounico,propriocomeinunospettacolo teatrale o in un film al cinema «Mipiacesperimentare.Stocambiandoilmodello tradizionale di vendita nei multimarcaesordisceMolteni- Secondome,oggiinegozi multimarca devono essere anche dei partner dei marchi di lusso per quanto riguarda la strategia di brand. Devono contribuire a dar loro visibilità».
Èquesta la risposta di Molteni alla domanda su come i rivenditori multimarca rimarranno rilevanti nel segmento top in futuro Marchi di lusso come Burberry, Gucci, Loro Piana, MonclerePradastannoassumendoilcontrollo della distribuzione e selezionano rigorosamente i loro partner wholesaler.
Sul mercato resistono e crescono solo le insegnemultibrandcheoffronounvaloreaggiunto Un valore che può essere commerciale da un lato, ma anche comunicativo. Si tratta di icone come Harrods,la cui visibilità globale è tale da garantire riflettori puntati sui marchi che offre. Sono i cool hunter come Dover
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StreetMarket,icuiacquistifannotendenza.E sono anche i player local come Tessabit, che riesconoaraccontarestoriespecialiintornoai luoghi speciali in cui si trovano, come il Lago di Como.
In Italia,Tessabit è uno dei nomi di punta del retail multimarca di lusso La boutique non è solo un'autorità a Como, ma è anche un importante operatore di e-commerce che raggiunge clienti in tutto il mondo Essendo un pioniere tra negozi di lusso italiani, Tessabit ha creduto da subito nella visione del fondatore di Farfetch José Neves e ha iniziato a vendere attraverso il marketplace dell'imprenditore portoghese. Oggi, e-shop e i marketplace messi insieme,contribuiscono a due terzi delle vendite.
Tessabit è stata fondata nel 1953 da Giulia e Paolo Molteni. Alla fine degli anni '70, i figli Giampiero e Giorgio stabilirono contatti con stilisti come Giorgio Armani, che all'epoca erano all'inizio della loro carriera. I fratelli aprirono un punto vendita Emporio Armani in franchising. A questo seguì poco dopo un negozioMissoni.Nelcorsodeltempo,Tessabit si è espanso intorno al Lago di Como Il rivenditoredimoda,cheoggièguidatodalfigliodi Giampiero, Andrea, rappresentante della terzagenerazionedellafamiglia,haora20punti vendita in totale sparsi tra Como, Cernobbio, Bellagio e Menaggio. Il Lago di Como è un luogo che crea desiderio, solo pronunciarne il nome scatena in molti unsensodibenessereeleggerezza.Datempo èuna meta turistica molto apprezzata da tedeschi,svizzeriefrancesi,maanchedaamericanieinglesie,semprepiùspesso,daviaggiatori provenienti dal Medio Oriente. Ormai è diventata una calamita turistica sempre più esclusiva ComeCapri,FortedeiMarmioVenezia,attrae iricchieifamosi.GeorgeClooneyhascatenatounveroeproprioboomquandosièstabilito a Villa Oleandra a Laglio. Anche i magnati dellaSiliconValleynonsisonofattiattendere. L'excapodiPayPalDanSchulmansièsposato aVilla d'Este nell'ottobre 2022 davanti a 240 invitati. “Matrimonio da favola”, titolava la stampa locale italiana. Hollywood si è innamorata del lago di Como comesfondoeloproiettasulloschermocome un'immagine da sogno idealizzata. Il regista George Lucas ha fatto sì che i protagonisti del secondocapitolodell'epopeadiGuerrestellari, PadméAmidalaeAnakinSkywalker,siamassero a Villa Balbianello a Lenno.Anche James
Bondharesoomaggioallavilla,cheuntempo apparteneva all'erede del supermercato e alpinistaGuidoMonzino NelfilmCasinoRoyale,l'agentesegreto007,interpretatodaDaniel Craig, si riprende dalle fatiche delle sue missioni nel suo giardino
Per tenere il passo con la crescente domanda internazionale, vengono inaugurati hotel a cinque stelle uno dopo l'altro Villa d'Este a Cernobbio, Villa Serbelloni a Bellagio e il Grand Hotel Tremezzo godono di ottima reputazione.TrainuoviarrivicisonoilSerenoa Torno e il Mandarin Oriental a Blevio. Seguiranno le catene Ritz-Carlton, Marriott e Edition Hotels dell’imprenditore americano Ian Schrager, noto per aver co-fondato lo Studio 54 e per aver concepito l’idea del “boutique
«Oggi i buyer puntano aessere partner di branding per i marchi di lusso. Devono inoltre contribuire a dar loro visibilità»
Andrea Molteni
hotel” Epoic’èilGruppoBelmond,cheappartiene al gruppo Lvmh, che trasformerà il CastellodiUrio,situatotraMoltrasioeCarate,in un hotel di lusso
Il guru della finanza Warren Buffett, soprannominato Oracolo di Omaha per la sua lungimirante strategia di investimento, ha scommesso su Como. La conglomerata Berkshire Hathaway ha aperto un'agenzia immobiliare eoffre proprietà sul lago alla sua clientela di alto livello.
Sono gli ospiti di questi alberghi e i futuri proprietaridicasevistalagoipotenzialiclienti che il ceo di Tessabit Andrea Molteni vuole attirare nei suoi negozi.
Lui paragona i suoi 20 punti vendita ai piani di un grande magazzino che, a differenza di Harrods a Londra, KaDeWe a Berlino o Printempsa Parigi, è distribuito su quattro sedi. Con una superficie totale di 5mila metri quadrati,èforsepiùpiccolointerminedisuperfice, ma può vantare 150 vetrine.
Ognuno dei 20 negozi Tessabit ha un suo assortimentoeunpropriocodicevisivodistintivo, adattato alla clientela che lo frequenta. A Como,dovecisonomolticlientilocaliabituali, Tessabit offre abbigliamento casual e readyto-wear per la vita di tutti i giorni.
ACernobbio,dove ogni anno si svolge il Concorso d'Eleganza, evento internazionale che mette in mostra auto storiche, sono disponibili look per serate di gala. Per la località di Bellagio,Tessabitsceglielecollezionideimarchi di lusso che catturano immediatamente l'attenzione,ideali per un acquisto d'impulso Tessabitsiimpegnanellaricercadipezziunici especiali.Direcente,ilrivenditorehainiziato ascandagliare il mercato del vintage «Un buon amico lo fa per noi». È alla ricerca di tesorirarifirmatiChanel,Hermès,LouisVuitton.Si è imbattuta in una borsa di Hermès in pelle di coccodrillo».
Quella borsa era esattamente ciò che una ricca cliente tedesca, con una casa sul lago di Comodovetrascorrelevacanze,desideravada tempo. «Quando ha visto la borsa, non ha esitato un secondo» racconta Molteni senza svelare quanto la cliente abbia investito per assicurarsi l’articolo Alla fine,il prezzo contava: «per lei è stata un'esperienza unica» Tessabit mette a disposizione dei marchi di lusso i suoi 20 negozi come palcoscenico Per un pop-up store, un cocktail, una cena, un concerto L'approcciohaavutoriscontripositivi Nel 2023, Loewe e Jacquemus, tra gli altri, hanno unito le forze con Tessabit. Nel 2024
hannofattoaltrettantoIsabelMarant,Guccie The Row,solo per citare alcuni nomi.«Il retail multimarca ha sempre scoperto cose nuove.
Inpassatoeranoiprodotti,oggisonoiprogetti.Questi possono essere format di vendita al dettaglio, ma anche esperienze che i marchi nonpossonocrearedasoli-affermaMolteniCome rivenditore, devi essere protagonista. Poi i marchi inizieranno a fiderarsi di te e seguiranno le tue idee».
Èdifficile valutare fino a che punto Tessabit siauncasoisolatooiltestimonialdiunarinascitageneraledeimultimarcadilussoinItalia enon solo Non c'è dubbio che questo per il wholesalesiailmomentopiùfavorevoledegli ultimidiecianni.Ilmercatodellussoèinfase di stallo. La quantità di prodotti disponibili onlineconunsempliceclic,unitaagliaumentiestremideiprezzi,haportatoallafrustrazione Imarchisonooraallaricercadimodialternativi per tornare a essere desiderabili e il wholesale può essere d'aiuto.
Il livello di cooperazione tra brand e partner commerciale è variabile, come dimostra l'esempio di Tessabit A volte si tratta di una concession classica, in cui Tessabit affitta lo spazio.Avolteilretaileracquistalamerceola
prende su commissione e fornisce direttamente il personale La chiave della ripartizionedeicostidipop-upèunaquestionedinegoziazione. Così come il margine che Tessabit riceve e le condizioni di eventuali resi. Proprio come un ristorante di alto livello che si rifornisce degli ingredienti dipici del posto, anche Tessabit si affida a talenti locali, dai fotografi e modelli al deejay. La filosofia è quella del "Km Zero".
Tessabit diffonde immagini e video di questi progettiattraversoisuoicanalisocial.Iquotidianiitaliani,lerivisteegliinfluencer,portati appositamente agli eventi da agenzie di pr influenti come Karla Otto, fanno da enorme cassa di risonanza.
Iltoneofvoicediquestecampagnecambiada quellodelleaziende,affermailceodiTessabit. «Ilnostromododicomunicareèaltrettantodi qualità,mamenoistituzionale.Sicompletano avicenda». Naturalmente, Tessabit discute tutto in anticipo con i marchi. Ma a volte si prendedellelibertàeconvinceimarchiafare qualcosa che non era pianificato in origine. Èil caso dell'evento pop-up con Loewe del 2023,quando Tessabit e il brand di lusso hanno scelto come location il negozio di via Regi-
na a Cernobbio. Un tempo era un fioraio e,in seguito,anche un negozio di fotografia.Negli scaffali e nel bancone in legno, tipici delle vecchie farmacie, Tessabit ha posizionato i pezzi di una capsule ispirata a Ibiza:camicette, occhiali e cappelli a secchiello coi colori vivaci dell'isola, comprese le borse di rafia. Ilserviziococktailerastatoprevisto,mainavvertitamentenonlacena.Molteniseneèreso contoapochigiornidall'evento.«Misonodetto:“Ops,dopotutto siamo sul lago di Como”» L'atteggiamento nei confronti della vita è diversodaquellodiunametropoli.Piùlento,più rilassato «Chi viene sul lago vuole rilassarsi. Qui non ci sono buttafuori. Le nostre porte restano sempre aperte».
Ottenuto il via libera di Loewe, ha contattato l'Osteria del Beuc, che si trova a pochi metri dal negozio ed è nota per la sua cucina locale Inmenchenonsidica,ilristorantehaallestito un lungo tavolo open air sul sentiero del lagoelìhaservitolacena.Tuttigliospitisono rimasti seduti oltre mezzanotte, compreso il boss di Tessabit Molteni e la sua famiglia: «Il lago di Como scatena queste emozioni»
TOBIAS BAYER
A Berlino con Amore
Kerstin Finger gestisce Amore, negozio che celebra la dolce vita italiana nel quartiere alternativo di Neukölln a Berlino. Anche celebrità come il musicista e attore Herbert Grönemeyer e Mirko Borsche, graphic designer che ha disegnato anche il logo dell’Inter, hanno contribuito al successo del punto vendita. Ecco perché chi visita Berlino dovrebbe fare un salto in Sanderstraße
NNeukölln, distretto berlinese, viene percepito come selvaggio o addirittura pericoloso È così che questa zona a Sud-est della capitale viene spessodescritta,almenodachinonlaconosce da vicino Sanderstraße, dove è ambientato questo articolo, ha attirato l'attenzione della stampa nazionale, ad esempio per i fuochi d'artificio esagerati nella notte di Capodanno Ma Neukölln in generale, e Sanderstraße in particolare, sono di più, molto di più. IlnegozioAmoresitrovainSanderstraße12,a pochi minuti a piedi dalla vivace e frequentatissima Hermannplatz,con il suo mercato e le suebancarellediverdure.Èunpo'nascosto,lo si vede solo quando ci si trova quasi di fronte. La proprietaria Kerstin Finger ha creato un piccolo luogo d’altri tempi suddiviso in due stanze.Iltemaèl'Italia.Dallacucinaaldesign, dai tessuti alle camicie,Finger celebra la dolce vita italiana. Come ve la immaginate inserita in un contesto come Neukölln? E perché si trova proprio qui? Ne riparliamo più avanti. Partiamo dall'inizio.
Finger vive a Berlino dal 2007. Si è diplomata comegraphicdesigneraDarmstadtnel2006e poi si è trasferita nella capitale. «Volevo solo vederecomefossevivereinunagrandecittàe perme,graphicdesigner,gliufficieleagenzie più interessanti si trovavano qui»,dice.Ha lavorato come graphic designer in parte a Berlino, ad esempio per il Deutsches Theater, ma anche a Francoforte per l'Alte Oper Oltre alla sua inclinazione per la grafica e il design,Finger è appassionata di cibo e gastronomia.Organizzaditantointantoun“supper club”con un amico,per scoprire insieme a lui le delizie culinarie. «Ho sempre trovato più entusiasmante fare questo che stare davanti ai fornelli»,ammette.Così ha continuato a lavorare su quest’idea. Stava per aprire un suo caffè, «ma grazie al cielo non ha funzionato», scherza.Alungotermineavrebbevolutooccuparsi di cibo e bevande,ma senza lavorare nel settore della ristorazione.
Nel2014haavutounafiglia.Duranteilcongedo di maternità sperava di chiarirsi un po' le idee. Alla fine è stato durante una vacanza nelle Marche che ha avuto l’intuizione decisiva «Non è stato un semplice rimuginare sul futuro» ricorda, perché il suo piano era improvvisamente lì, definito con impressionante chiarezza.«Mi sono svegliata dopo un pisolino con questa idea: aprirò un negozio con prodotti italiani che non si trovano ancora in Germania,si chiamerà Amore e avrà un'insegna al neon rossa». Semplice.
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Anche dopo una notte di sonno l'idea era ancora lì,così Finger ha iniziato a cercare in giro una sede adatta.
Laprimachehapresoinconsiderazioneèstata quella attuale di Sanderstraße:«Non avevo un vero e proprio business plan e avevo concordatoconilproprietariocheavreianchepotutouscireabbastanzarapidamente,selecose nonavesserofunzionato-spiega-.Perfortuna lui è un grande fan dell'Italia e ha apprezzato subito il mio progetto».
Amore ha aperto i battenti alla fine del 2015. La stessa Finger ha disegnato il logo Amore, riprodotto nell’insegna luminosa: «È stato praticamente il mio ultimo lavoro come grafica»,afferma.Inrealtàavrebbevolutochiedere aun amico di darle una mano, ma non si poteva aspettare.Allora il proprietario ha presoinmanounapennaehafattoingrandirele scritte da Neonardo, nel quartiere di Kreuzberg.«Volevounlogomoltoclassico,dicuinon sipotessedefinirequandofossestatocreato».
Stesso discorso per il nome, che non avrebbe dovuto essere subordinato ad alcun trend.
All'inizio la gamma di prodotti comprendeva la pasta del pastificio Faella, il caffè di Passalacqua,il cioccolato di Dolci Pensieri e le grattugieperformaggidiRigamonti.«Inunprimo tempoilnegoziosomigliavapiùaunagalleria -raccontaFinger- Hoavutounapprocciopiuttosto artistico e naïf all’intera faccenda. Ho immaginato scatole di sardine appese al soffitto, sacchi di riso ammucchiati come se fossero sacchi di sabbia,scatole di pomodori impilate come se dovessi lanciare delle lattine E ho anche pensato che si potessero spendere 10mila euro e che il negozio sarebbe stato comunque pieno».
Questo approccio spensierato è probabilmenteunodeimotivipercuiAmoreèdiventatociò cheèoggi.Sonostatiaggiuntisemprepiùmarchieprodotti.Maiallamanieradeisupermercati, per evitare qualunque confronto. Finger ha iniziato a frequentare le fiere di settore a MilanoeinTrentino,ampliandogradualmente la sua rete e la sua gamma di prodotti. In che modo la retailer fa i suoi acquisti? Cosa ordina e cosa no? «Non deve essere necessariamentequalcosadibiologico-risponde-ma per me è importante che non ci sia nessuna schifezza».Eidealmentedeveesserciunbuon design. Il fatto che Amore sia un ambiente moltocoloratosignificachemagnificiprodotti,che magari sono contraddistinti solo da un discretoadesivodell'agricoltore,avoltehanno più difficoltà a farsi notare in negozio Ecco
perché Finger sta lavorando all'idea di sviluppareunaproprialinea,chesidistinguasiaper il contenuto che per l'aspetto: «Solo se i prodotti si vedono si comprano», sottolinea Il punto vendita è diviso in due sezioni, così come l’offerta. Chi entra viene subito accolto da un assortimento attentamente curato di alimenti italiani.La pasta del Molino Poschiavo,diMichelePortogheseodiAlica,oltrealgià citato fornitore Faella,si trova sulla sinistra A destra specialità dolciarie, come la crema di pistacchio siciliana,i tartufini misti e i cioccolatini.Al centro salse e pesto,aceto,olio e sale. Accanto al bancone, di fronte alla porta d'ingresso, c'è un frigorifero per le bevande fresche.Piccoli cestini di plastica colorata sono a disposizione dei visitatori per i loro acquisti.
«Con Amore romanticizzo l'Italia. Questo progetto èfondamentalmente un'utopia»
Kerstin Finger
Anche questi oggetti emanano un fascino vagamente nostalgico e vacanziero
La prima area di vendita conduce all'area successiva,che Finger chiama "sala due".È altrettanto invitante da esplorare come quella all’ingresso,masiconcentrasututtociòchenon ècibo In altre parole: articoli decorativi e di designcomebicchieriecandele,coppeecaraffeperilgelato,calzini,camicie,felpeesciarpema delle sciarpe parleremo più avanti. I prodottitessilisonosemprecreazioniproprie.Tra gli estimatori e i clienti di Amore,i top con la semplice scritta "Amore" o "Azzurro" sono da tempo considerati dei veri classici. «Lasuddivisionedellagammadiprodottideriva da quella degli spazi»,afferma Finger Suddivisione che all’inizio non era nemmeno un concetto fisso
«La sala due è estremamente importante per me», spiega. Con una superficie di circa 25 metri quadri, più o meno la stessa della “sala uno”,questospaziocreaun'atmosferaspeciale con i suoi prodotti dai colori vivaci,incarnando uno stile che il cibo da solo probabilmente nonpotrebbetrasmettere.EcheportanoilnomeAmore,oltreaSanderstraße.Parolachiave merchandising,che oggi è sulla bocca di tutti, ma fa parte dell'idea di Amore da anni. Enascedallaricercadiautenticità.Perché,nonostantetuttiiclichéinsitineltermine"Amore", una T-shirt Amore della linea omonima è autentica,perché rappresenta un negozio che esiste davvero Il fatto che il negozio non si trovi in una classica località turistica ma nel centro di Neukölln, in Sanderstraße, crea un interessante contrasto
Finger è partita dal merchandising nel secondo anniversario di Amore. A un certo punto è stato chiaro che si stava creando qualcosa di piùalungotermine,unveroeproprionegozio enonsolounprogettodivertente.Alleborsedi juta è seguito l’abbigliamento e altro ancora.I modelli Amore,stampati a Berlino,hanno cominciato a utilizzare il cotone organico Il fatto che la selezione di modelli sia limitata non è dovuto tanto alla mancanza di creatività, quanto alla mancanza di tempo D'altra parte, ci sono sempre nuovi disegni per le sciarpe dei “tifosi” di Amore. Cinque anni fa Kerstin Finger ha iniziato a creare sciarpe nello stile del merchandising dei tifosi di calcio, ma con il proprio brand. Come è nata l'idea? «Vendevamo sciarpe per i tifosi veri di club italiani, dell'AS Roma o della Juventus. Come graphicdesigner,mièvenutospontaneodisegnare una finta sciarpa da calcio».Dopotutto,
il linguaggio del design ha le sue regole «Poiché ho anche molti amici grafici - racconta Finger-mièvenutal'ideadifondaresemplicemente FC Amore».Così con il nome FC Amore ogniannoesconosciarpeinedizionelimitata, disegnate da menti creative diverse Mirko Borsche - che con il suo Bureau Borsche ha disegnato il nuovo logo dell’Inter e trasformato le maglie della squadra del Venezia in capi di moda - ne ha già disegnata una e così hannofattoildjemusicistaAtaMacias(noto, tra l'altro, come fondatore del club techno di Offenbach Robert Johnson) e Herbert Grönemeyer,unodeimusicistitedeschidimaggiore successo Oltre naturalmente alla stessa Kerstin Finger.Come si creano queste connessioni? Con il suo networking, ma anche contattandoipersonaggi.Inalcunicasiicontatticon icreativi esistevano già prima dei progetti, proprio perché si conoscevano nell’ambiente grafico «Ho semplicemente chiesto a Herbert Grönemeyersefosseinteressato-ricordaFinger-ancheperchésapevocheluistessoaveva già acquistato una sciarpa Amore». Ciò che salta all'occhio è che,nonostante i nomi di stilisti famosi,Finger rimane fedele alle fasce di prezzo delle sciarpe da tifoso convenzionali: ogni modello, indipendentemente dall'autore,costa39euro «Nonriescoaconce-
pireprezzitroppoalti-puntualizza- Infindei conti, il prodotto è simile a una sciarpa da tifoso Vogliamo attenerci a prezzi equi ed essereapertiingenerale.Tuttidovrebberoavere la possibilità di entrare in negozio senza essere scoraggiati dai prezzi alti. Credo che anche questo faccia parte del nostro successo». Da una collaborazione nasce anche l'etichetta Troppo, fondata da Finger con tre amiche, a lorovoltaprovenientidalsettorecreativoedei media:asciugamani coloratissimi,prodotti in Austria: «Abbiamo preso il nome dal volantino di una band punk svizzera. In italiano “Troppo”è“Zuviel”intedesco.Vogliamocreare prodotti che si possano tenere in casa per tutta la vita».
Il negozio è anche online da molto tempo: «L'e-commerceèuncanaleimportantepernoi -osserva Finger - Ma il negozio fisico ha un’importanzaancoramaggiore:venderesolo sul web non farebbe al caso mio». Circa un terzo dei clienti ora acquista online, ma i più comprano direttamente nel punto vendita. Ingenerale,Fingereilsuoteamaccolgononel negozio molti clienti abituali.La maggior parteprovienedalleimmediatevicinanze,«avoltedaPrenzlauerBergodaSchönebergnelfine settimana». Ciò che può sembrare strano ai non addetti ai lavori - il fatto che persone pro-
venienti da altri quartieri siano considerate nuovi arrivati - è la normalità a Berlino A causa delle dimensioni della città,molti berlinesi spesso non lasciano l’area dove abitano per giorni o addirittura settimane.Dopotutto, ogni quartiere è una piccola città,dove si può trovare praticamente di tutto Ma non la selezionecuratadaKerstinFinger:daleiècomese si facesse una breve vacanza in Italia. Neukölln, peraltro, è da tempo anche nell´elenco deituristisullecosedavedere,grazieavintage shop come Sing Blackbird,accanto ad Amore, per una clientela giovane e alla moda. Ristoranti come Gazzo in Hobrechtstraße, dietro l'angolo, attirano i buongustai in cerca della pizza perfetta, a lievitazione naturale. «È un po' come era una volta il Mitte - riflette Finger - La gente ha capito che qui si può vivere un'esperienza». L'immagine di Neukölln si sta evolvendo. E quella dell'Italia? Secondo la retailer, anche nel Belpaese stanno cambiando molte cose. Sembra che ogni bar, dopolaristrutturazione,abbialostessocolore bianco e l'illuminazione a pavimento sul bancone.«Quindi con Amore romanticizzo l'Italia -conclude -. Amore è fondamentalmente un'utopia».
TIM DÖRPMUND
Daniel Del Core Èpassato dalla cittadina sveva di Rottweil alle
sfilate di Milano e presto arriverà
a Parigi. Visita
all'atelier dello stilista che nonostante lo stile sofisticato è rimasto con i piedi per terra
Èlei il coronamento della sfilata. Naomi Campbell è l'ultima modella a salire sulla passerella. Indossa un abito bianco che disegna geometricamente il suo corpo Èdrappeggiato intorno alla vita. Le spalle sono scoperte, un piccolo triangolo è tagliato sotto il seno e le iconiche gambe sono visibili attraverso il tulle.Sembra che la Venere Nera siaunastatuacheunoscultoreharicavatoda un blocco di marmo
Dolce e Gabbana? No, è Del Core! Il marchio lanciato, nell'anno Covid 2020, dallo stilista italo-tedescoDanielDelCore,cresciutoaRottweil nella Foresta Nera, e diventato in poche stagioni il preferito dalle star internazionali. AttricihollywoodianecomeJenniferLawrence e Rita Ora indossano i suoi abiti quando sfilanosulredcarpet.Ocantantichescelgono le sue creazioni per salire sul palco Come accaduto con Florence Welch che lo scorso agosto si è esibita insieme a Taylor Swift allo stadio di Wembley
AncheNaomiCampbellhainiziatoaindossareDelCorefuoridallapedana.Disolitosonole aziendeacontendersilatopmodelconcachet stellari. Questa volta è avvenuto il contrario «Mi ha contattato lei», dice Del Core Lostilistaèinpiedinelbackstage.Lasuasfilata alla Galleria Meravigli di Milano si è appenaconclusa.Davantialuisiècreataunafiladi persone che si congratulano con lui. Del Core saluta tutti. E ringrazia parlando alternativamente in italiano, inglese e svevo
Dalla provincia tedesca al gotha della moda: lastoriadiDelCoreèquelladiun'ascesainsolita. Invece di cimentarsi nell'abbigliamento sportivo o nello streetwear come molti suoi coetanei,DelCore-natonel1989eilcuipadre Heinrichèunnotoartistadicabaret-hascelto l'alta moda.
Realizza capi in esclusiva per conto di star e clienti facoltosi. I suoi bestseller sono blazer, sottovesti,abiti da sera,trench e cappotti,che costano tra i1.500 e i 4mila euro al dettaglio
«L'alta moda è il mio punto di forza. Le idee sono importanti.
Mi piace quando un pezzo racconta una storia» – Daniel Del Core
Sono disponibili nell´e-shop e nei negozi del marchio di Londra, New York e Porto Cervo. «L'alta moda è il mio punto di forza - afferma Del Core - L'architettura è una fonte di ispirazione,soprattuttoquandolavoroalivelloscultoreo Idee e personaggi sono importanti per me Mipiacequandounsingolopezzoracconta una storia».
Facciamo un salto indietro È l'inizio di settembre,pochesettimaneprimadellasfilataa Milano Del Core si è messo comodo su un divanonelsuostudiomilanese.Èunloftlabirintico Si trova in un palazzo storico in via Donizetti, non lontano dal Duomo Per raggiungerlo, bisogna prendere un ascensore, che si apre direttamente sull’atelier
Del Core indossa una maglietta nera,i capelli sonolunghifinoallespalleeleggermentedecolorati.Nonostantesianelbelmezzodeipreparativi per la sfilata e la scadenza si avvicini, lo stilista se la prende comoda. Non guarda mai l'orologio durante l’incontro La tranquillità è sorprendente, anche perché la vita di Del Core si è svolta invece rapida.Da adolescente ha lasciato Rottweil e ha trascorso un anno all'estero in una scuola d'arte a Ivrea, in Piemonte. Su consiglio di un insegnante,non è tornato in Germania come prevedibile,maèandatoaMilanoastudiaremoda allo Ied.
Ha finanziato gli studi facendo il commesso Prima esperienza per i grandi magazzini Rinascente, poi presso lo store Diesel in piazza San Babila.Del Core quando il marchio di abbigliamento denim si è trasferito ha dato il suo contributo:con un collega ha imbiancato le pareti del nuovo store fino a notte fonda. Dopolalaurea,hainiziatoalavoraredaDolce &Gabbana,successivamenteèstatoreclutato dallostilistaZuhairMuradeinfineèfinitoda Gucci,dove si è occupato dei clienti VIP sotto laguidadell’alloradirettorecreativoAlessandroMichele.Nelluglio2019halasciatolamaison della doppia G Tre mesi dopo,un pool di
investitorilospingeadavviareun'attivitàcon il proprio nome «Mi sono detto: ora o mai più», ricorda. E subito provò a immaginare quale identità dare al suo marchio.
Non dovette pensarci a lungo Ricordò casa sua. A Rottweil, alla Foresta Nera e alla Neckarburg,lerovinadiuncastellomedievale,tra le cui mura alberate giocava a nascondino da bambino È un luogo che invita i visitatori a guardare in alto. Il piccolo Daniel, però, ha preferito guardare in basso, verso i tesori nascosti nel sottobosco: il muschio, i licheni, i funghi, le pietre e gli insetti che strisciano a terra.«Permenaturanonsignificasolamente fiori», sottolinea Del Core. «Sono attratto anche dal suo lato nascosto».
Questi tesori nascosti li ha fatti rivivere nella prima sfilata nel febbraio 2021, mostrando abiti abbaglianti con maniche che si incurvavano come conchiglie ricoperte di applicazioni senza forme precise. Cappelli di velluto a formadifungo Stravaganteedeccentrico Ma allo stesso tempo con i piedi per terra. Dagennaio2025saràancheprotagonistadella Settimana della Haute Couture di Parigi. «Mi piace esplorare di più l'haute couture e arrivare a sviluppare un'intera collezione di alta moda».Ma prima di volare nella capitale francesetorneràaRottweil,doveloaspettala sua famiglia.Ama il Carnevale con i suoi personaggi. Come Gschell e Federahannes. «Mio zio crea le maschere», dice Del Core, tirando fuori il cellulare e mostrando le foto scattate durante un corteo. Eamalacucinatedesca.«Lamiabisnonnami ha insegnato a cucinare».Ai suoi amici milanesiserveunacucinacasalinga:lepre,selvaggina, crauti e canederli. Tra i piatti preferiti sonolefrittellefumanti.DelCore,chenelfrattempo è passato dal divano alla scrivania, ha già in mente il nome svevo. Ridendo forte, grida: "Kratzete!".
TOM KIESEWETTER
Götz Offergeld
La Germania inietta nuove energie in Italia. Götz
Offergeld sbarca
a Milano con il suo progetto STXDYOZ che dà spazio ai giovani talenti e agli impulsi creativi dirompenti
L'idea è nata a Berlino in un giorno d'estatediqualcheannofa.«Pensoche dovremmo creare qualcosa a Milano», diceva l'editore Götz Offergeld al suo socio in affari. Dopo alcune telefonate, che hannocoinvoltoanchel'artdirectorMirkoBorsche e il partner commerciale Benjamin Brudler, il piano è stato messo a punto: si tratta di STXDYOZ (leggi Studio XYZ), un progetto che combina a una rivista creativasiauncanaledigitale,chespaziatramoda,culturaemusica,siaunospaziooff.Una decisione impulsiva, quella di Offergeld, ma anche basata su un profondo legame con l'Italia.«Vi ho trascorso gran parte della mia carriera», ricorda, spiegando che le sue attività nella moda sono iniziate lavorandocomemodellocongrandinomidella moda, tra cui anche Giorgio Armani. La capitale italiana del ready-to-wear è da sempre aperta a nuovi modi di creare ed è diventata, a suo parere, un’opportunità di combinare le ambizioni professionali con il suo legame stretto con la cultura locale. «Ci siamo resi conto che a Milano c'è molto talento». In particolare, l´editore è affezionatoafotografilocali,chedannonuoviimpulsiallascenacreativa ComeGabrieleRosati, di cui apprezza molto il lavoro «Nonostante questi talenti, il panorama dei media in Italia non si è evoluto dopo Franca Sozzani», dice Offergeld. La leggendaria direttrice di Vogue Italia non solo ha portato innovazioni estetiche nel mondo della moda degli anni Novanta e Duemila. Si è anche impegnata con passione per la giustizia sociale e la diversità. Ulteriori passi in avanti, in termini di rilevanza culturaleedistilefotografico,sembranoquasi siano stati congelati in Italia, a partire dagli anni Novanta. «Tuttavia, c'è una sottocultura vivace, che aspetta solo di essere scoperta e promossa», osserva Offergeld. I giovani siciliani,ad esempio,spesso prove-
«Vogliamo dimostrare che c'è un'altra Italia da scoprire, piena di energia creativa» – Götz Offergeld
nienti da un contesto migratorio, stanno sviluppandocultureurban,legatealleBMX bike, uniche. In Italia, diversi stili vengono interpretati in modo nuovo ed entusiasmante. Sono proprio queste tendenze creative che Offergeld vuole sostenere e rendere più visibili attraverso STXDYOZ. «Vogliamo dimostrare - sottolinea - che esiste un'altra Italia,piena di energia creativa tutta da scoprire».
Ilfulcrodelprogettoècostituitodaunufficio, che ha sede nelle vicinanze di piazza Cadorna e da uno spazio esterno alla città. Eventiemostre-vedilacollaborazionecon il gallerista Johann König per la presentazione dell'artista performativa Agnes Questionmark - dimostrano l'obiettivo di STXDYOZ di combinare arte e moda e di affrontare temi socialmente rilevanti. Offergeld ne è convinto: «Lavoro creativo significa condividere uno spazio,discutere e scambiare idee» Nicolò Michielin ha assunto il ruolo di direttore della rivista STXDYOZ. Da esperto di filosofia e arte ha apportato al progetto una profonda dimensione culturale. «Ha una forza pazzesca e visioni fresche», commenta Offergeld. Per il primo numero, intitolato Amore,Michielinhariunitofilosofiitaliani,giovani fotografi e stilisti MalavorareaMilanononèprivodisfide.Il panorama delle riviste italiane tende a essere tradizionale,con una squadra di testate storiche che domina il mercato. I nuovi operatori e le nuove idee hanno difficoltà a farsi strada. Offergeld descrive il capoluogo lombardo come una «città locale» che, nonostante il suo fascino internazionale, rimane chiusa relativamente a molti aspetti. In Italia c'è un grande orgoglio nazionale, ma è anche presente una sorta di senso di inferiorità, soprattutto nei confronti dei francesi.«In Francia,invece,nessuno si chiede cosa stiano facendo gli ita-
liani», nota l´editore tedesco Talvolta emerge un atteggiamento conservatore, soprattutto quando si tratta di diversità e inclusione. «In Italia bisogna stare attenti», osserva Offergeld. Nonostante l'immagine moderna, spesso gli italiani nutrono riserveradicate,comehadimostratolacollaborazione con l'artista transmediale e transpecies Agnes Questionmark, presentata tra la fine del 2023 e l´inizio del 2024. La sua performance OB/GYN (abbreviazione di obstetrician-gynecologist), che emulava un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso, ha suscitato reazioni contrastanti, evidenziando un divario tra la percezionepubblicael'accettazionepersonale Ciononostante,Offergeld afferma:«È stataunaperformancecoraggiosaedèstato importante proporla».
Unaltroostacoloèlaburocrazia.Bastipensare che il contratto per la fondazione di STXDYOZ in Italia è di 84 pagine. «Questo mi ha fatto capire quanto sia radicata la burocrazia qui»,dice il fondatore.Tuttavia, il progetto non è solo un'impresa commerciale: è un atto culturale.
Anche se i tempi sono incerti e il settore dell´editoria è in piena evoluzione, Offergeld resta ottimista. Milano sta ricevendo una spinta creativa, che ha il potenziale di cambiare significativamente il panorama culturale nazionale. Il progetto STXDYOZ è l'inizio di un viaggio tra tradizione e modernità, con l'intento di far vivere in simbiosimoda,arteecultura.Nonsitrattasolo di fugaci fashion trend o di evoluzioni puramente estetiche ma anche del superamento di barriere sociali e della possibilità di dare voce a una nuova generazione di creativi. Per Offergeld e il suo team questa missione è più di un semplice obiettivo professionale: è un affare di cuore.
JANNIS HÄRTEL
Franzi
In passato era l’Hermès d’Italia, poi è scomparso dal mercato. Due imprenditori, Marco Calzoni e Stefan Oelze, hanno riportato in auge il marchio di Milano dopo una ricerca durata anni
La sede di Franzi 1864 a Milano, vicino al Cenacolo di Leonardo, è quasi un museo. Asinistradellalibreriaspiccaunacartella nera degli anni Quaranta,sulla destra si nota una valigia di plastica disegnata dall’architetto Cini Boeri negli anni Sessanta, esposta al Moma di New York.Ma la più antica produzione di Franzi nella stanza è un baule per viaggi transatlantici della metà circa del XIX secolo,con struttura in legno rivestita da un tessuto di tela. Motivo per cui all’epoca risultava sorprendentemente leggero: infatti fu il primo best seller, che il fondatore Rocco Franzi battezzò “Leggerissimo”
Le iniziali “MC” sono dipinte in nero sulla parte anteriore della cassa. Era il monogrammadelproprietariooriginariomaanche di quello di oggi,Marco Calzoni.Lo stesso che, insieme al suo socio Stefan Oelze,ha rilevato oltre al vecchio esemplare, anche lo storico marchioFranzi,cheeraquasicompletamente scomparso dal mercato Marco e Stefan hannounitoleforzeperrivitalizzarlonel2017 e, durante l’intervista, sono seduti proprio ai lati della valigia. «È un progetto avviato per passione»,diceMarco,cheènatoecresciutoa Milano «Franzi appartiene a Milano,conosco questo nome da bambino». Poi ha scoperto che lui e il figlio del fondatore, Felice Franzi, sononatilostessogiorno(il15giugno).Anche Stefan, manager televisivo, è rimasto subito affascinato quando ha scoperto il brand: «Se fai un buon film, lo puoi misurare dall´audience,ma in questo caso parliamo di qualcosa che si può toccare con mano Il riscontro è immediato: puoi capire subito dagli occhi delle persone cosa provano quando vedono una borsa Franzi».
Dalla sua prima apparizione alla Settimana della Moda di Milano, nel settembre 2021, il duo italo-tedesco è riuscito a riportare il marchio di accessori sotto i riflettori e nei negozi, come alternativa a nomi come Delvaux, Goyard e Launer. Dopo il modello del debutto
«Franzi appartiene a Milano, conosco questo nome da bambino» – Marco Calzoni
Margherita, che costa 4.900 euro in negozio, Marco e Stefan hanno lanciato la tote bag Fernanda, la tracolla Camilla, più piccola, il portafoglio Luisa con catena e, più recentemente,laborsaVirginia.Sonoinomididonne celebri: la Regina Margherita di Savoia, Fernanda Wittgens, che salvò dai nazisti i tesori d’arte della Pinacoteca di Brera, Camilla Cederna, una delle prime giornaliste d’inchiesta italiane,LuisaCasatiStampadiSoncino,chesi considerava un’opera d’arte vivente e fu, per così dire, la prima influencer, e Virginia Oldoini Verasis,che influenzò re e imperatori come Napoleone III La gamma include i foulard,un tempo utili a proteggere i manici. MauroeStephanperFranzihannopuntatoal gothadeimultimarcadimoda,chechiamano mostrisacri InItaliasitrattadi10CorsoComo eBanner a Milano,Tiziana Fausti a Bergamo In Germania il marchio è nei negozi di lusso Apropos, negli Stati Uniti (il maggiore mercato) si trova da Neiman Marcus e di recente ha raggiunto Takashimaya, a Tokyo Èilritornodiun’icona.L’aziendaFranzi,registrata ufficialmente nel 1864, era considerata l’Hermès d’Italia.Ha fornito valigie a quattro famiglie reali, ha inventato un precursore dellapelleSaffianoedèstataunadelleprime autilizzare la pelle conciata al vegetale. Chi aveva lavorato da Franzi ne andava fiero Come Guccio Gucci, fondatore del marchio Gucci che, quando aprì il suo negozio a Firenze, appese all’ingresso un cartello in cui sipresentavacome“exdipendentediFranzi” Dopo l’inizio del nuovo millennio la famiglia proprietaria si ritirò Un gruppo di investitori che aveva rilevato l’azienda portò come consulente Marco,che aveva avviato una propria attività,dopounacarrierapressoigruppicosmeticiL’OréalePuig.Lafortunahavolutoche un investitore estraneo al mondo del lusso si avvicinasse a Stefan quasi nello stesso momento e gli dicesse di chiedere a Marco se poteva dare un’occhiata alla realtà italiana
dellavaligeria.«Èstatounsegnodeldestino», racconta Stefan. I due decisero immediatamente di fare un’offerta d´acquisto, che fu accettata dopo quattro anni di corteggiamento.Sisonoassicuratiidirittidelmarchioe l’archivio:150 anni di storia ammassati in un magazzino fra valigie, schizzi, foto e diapositive «Era un caos», racconta Marco, dove hanno trovato anche degli strumenti, tra cui degli stampi in ferro, in gergo fustelle, che vengono premuti sulla pelle per poterla rifinireconprecisione.PerunaborsaFranzise ne utilizzano da 20 a 30.
Con la loro passione per la ricerca storica, Marco e Stefan sono riusciti a conquistare Renato Corti per la produzione.L’azienda,che produce per grandi marchi del lusso, è abituata a quantitativi minimi più elevati, ma ha fatto un’eccezione Per Franzi la Renato Corti ha assunto sei artigiani che rispettano le vecchieregoleproduttive.Èun’impresaestremamente complicata: basti pensare che il modello Margherita ha 178 componenti. Sono capolavori le cui origini vanno raccontate,soprattuttodairetailer DaNeimanMarcus Franzi non viene venduto solo negli store eonline, ma anche tramite stilisti come Catherine Bloom a Beverly Hills, che fa conoscere la storia ai suoi clienti. Takashimaya ha invitato i clienti vip per una Gaisho: una vendita privata in un’atmosfera intima che ha dedicato un corner a Franzi. Il prossimo passo potrebbe essere un negozio nel centro di Milano, «per lo storytelling» Ecco perché i due soci ora cercano un partner chelisostengafinanziariamente.Forseilpassato mostra di nuovo la strada da percorrere: nella sede, un dipinto a olio raffigura piazza DuomoametàOttocento LostudioFranziera in via dell’Arcivescovado, il negozio pochi metri più avanti,in via Manzoni. Chissà se la storia si ripeterà di nuovo
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Quante e-mail? Quante riunioni? Quante videochiamate? Non le abbiamo contate, ma saranno state centinaia Perché quando le redazioni di Milano e Francoforte lavorano insieme, a volte è necessario superare le differenzeculturali.L'ideadiintitolareletendenze fotografiche con i tormentoni italiani anni '80, ad esempio, riporta alla mente dei tedeschi grandi ricordi. Ma con gli italiani non
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