FLIP PAGE FA N 13 2016

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Anno 47 | N°13 del 20.09.2016 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

MADE IN ITALY

Dall’absolute luxury al contemporary, i perché di una provenienza ambita

Cutting New

Deals

Con il mondo in pieno fermento, Milano si conferma crocevia per chi compra collezioni e aziende

Nella foto: Fendi



n° 13 20 settembre 2016

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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l’editoriale

PROTAGONISTI

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«Il nostro segreto? Un solo business: gli accessori»

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PIERRE DENIS/JIMMY CHOO

12 MILAN FASHION WEEK The power of sharing

BUSINESS

16 MILAN FASHION WEEK

In copertina

Un modello della collezione Fendi Resort 2017

KRIZIA/Zhu Chongyun

«Sfilare per ripartire»

18 RICOSTRU/DA ARMANI «La mia moda tra fantasia cinese e qualità italiana» 20 APRE SO-MILANO Mono o multimarca? L’alternativa ora c’è 23 SUPER E WHITE Una poltrona per due 24 PARIS FASHION WEEK Gli esami non finiscono mai 27 BUYERS’ SURVEY L’estero domina, prezzi troppo cari per l’Italia

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35 MADE IN ITALY Non è solo questione di lusso 43 M&A/FUNDS FOR FASHION Più che un ciclo un ciclone 20_09_2016

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n° 13 20 settembre 2016

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

58 55 49 GREY MARKET Il parallelo gioca sempre più al ribasso 52 GREAT BRITAIN Armageddon post Brexit? No, grazie 55 e-commerce/marketplace Sempre più fashion oriented 58 BERLIN CHALLENGES E ora chiamatelo Bread&Butter & Digital

63 63 themicam e mipel Cambio di passo

125 ITALIAN LIFESTYLE Grab hold of chic

66 MILANO UNICA Il new beginning prende forma

130 STORE TO WATCH/MAD ZONE Una wunderkammer nel cuore di Brera

TREND

86 BUYERS’ OPINION Abiti e accessori, i più amati dalle donne 88 WOMEN’S READY-TO-WEAR/

SPRING-SUMMER 2017

Sketching 90 NEW YORK FASHION WEEK A metà del guado 93 PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

The trends you’ll want to wear

107 PREVIEW ACCESSORIES

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SPRING-SUMMER 2017

The search for perfection

121 BRAND TO WATCH 20_09_2016

132 OPENING

PEOPLE

134 CAREERS 136 PORTRAITS/

MATTHEW WOOLSEY

Da Barney NY a Net-à-Porter

139 Q&A/JULIA hAART «Come vedo La Perla» 141 ENGLISH VERSION 145 Fashion people 146 Red carpet



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La settimana della moda alla prova democratizzazione

the power of sharing

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MILAN fashion Week

Dopo l’appello del sindaco Beppe Sala per una fashion week più aperta e inclusiva cresce la fronda degli addetti ai lavori favorevoli a una kermesse “open”. Ruffini (Moncler): «Sarebbe bello trasformare una sfilata in un evento allargato». Castiglioni (Marni): «Trovare un punto di incontro tra aziende e grande pubblico è possibile, ma meglio fuori dalla passerella». Intanto si annuncia una rivoluzione per le sfilate 2017 di Andrea Bigozzi

After the Mayor of Milan, Beppe Sala, emphasized the need to further open the shows to the city, the number of the experts those soliciting an “inclusive”event is growing. Ruffini (Moncler): «It would be nice to turn a fashion show in something larger». Castiglioni (Marni): «To find a link between brands and a bigger audience it’s possible, but better out of the runway».Meanwhile a revolution for 2017 catwalk shows is foreseen.

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on solo pranzi esclusivi tra i cui invitati e su più fronti si comincia a parlare della c’è anche Matteo Renzi, sfilate dai ponecessità di coinvolgere di più la città e le sti assegnati ed eventi strettamente su invito. persone. Forse perché negli ultimi mesi a Ci saranno anche le mostre aperte al pubLondra e New York le aziende hanno fatto blico (in primis quella organizzata al Mudec notevoli investimenti per attrarre il grande dalla Camera Nazionale della Moda Itapubblico, anche alla luce del diffondersi del liana, Crafting the Future), le iniziative per see now buy now, senza dimenticare che tutti, le inaugurazioni dei negozi ormai allarall’orizzonte si (ri)affaccia Berlino con il gate a un pubblico più ampio rispetto ai soli nuovo Bread&Butter by Zalando versioaddetti ai lavori. Cambia la settimana della ne B2C (vedi servizio a pag. 58). A credemoda di Milano, o almeno prova a farlo. Si re fermamente in una moda più popolare è capisce dalla crescente attenzione da parte il Ministero della Sviluppo Economico degli organizzatori dell’evento alla parola che con il sottosegretario Ivan Scalfarot“open”, un tempo categoricamente esclusa to starebbe lavorando insieme al Comune dal vocabolario della fashion week, e si dedi Milano, Fiera Milano e associazioni di sume dalle parole del sindaco Beppe Sala settore anche alla possibilità di una grande che, presentando il programma di Milano evento collettivo. Non nasconde l’esistenModa Donna in agenda dal 21 al 26 setza del progetto l’assessore alla Moda del tembre, ha lanciato un appello agli stilisti: Comune di Milano, Cristina Tajani, che «La manifestazione - ha esortato il primo parla «di un’edizione del nuovo corso a cittadino - deve essere quanto più aperta e partire da settembre 2017». Con la collainclusiva possibile e diventare borazione degli operatori del un momento di attrazione per settore, i politici starebbero a milano la tutti». Al di là delle richiestedi pensando a realizzare sfilasfilata resta un Sala, il cui invito è quello di te in strada e manifestazioni appuntamento per ispirarsi al modello «democraculturali di vario genere. Sul gli operatori, ma tico» del Salone del Mobile e fronte degli addetti ai lavori, eventi come mostre e opening sono ormai pur avendo in mente modelli del FuoriSalone, è evidente per un pubblico che il sistema sta iniziando a diversi da quelli della design allargato ragionare in un modo nuovo week, molti imprenditori

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dell’abbigliamento stanno studiando come far prendere parte alla festa anche la città. Primo fra tutti Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler, che si è lasciato andare con la stampa a una serie di considerazioni sull’argomento “inclusività e moda”: «Sono d’accordo con chi sostiene che dovremmo coinvolgere di più le persone. Mi piacerebbe trasformare la sfilata in un evento allargato come facciamo a New York con Grenoble, la nostra collezione più tecnica». L’inclusività della moda è un incentivo creativo per Carolina Castiglioni, figlia di Consuelo e volto nuovo di Marni, dove si occupa di eventi speciali. «Trovare un punto di contatto tra le aziende e il grande pubblico è possibile, certo non durante la sfilata. In Marni ci abbiamo sempre provato, anche a Milano, quando un paio di anni fa abbiamo realizzato alla Rotonda della Besa-


La sfilata di Piccione.Piccione chiuderà la fashion week. La scelta di concentrare i giovani designer l’ultimo giorno ha sucitato alcune polemiche. Ma Capasa ribatte «Sarà “The day of Future” e diventerà imperdibile»

CARLO CAPASA

Secondo i Fashion Economic Trends il sistema “integrato” della moda - che include sia il comparto in senso stretto, che quelli collegati dell’occhialeria, gioielleria e cosmesi - chiuderà il 2016 a quota 83,6 miliardi di euro, in crescita dell’1,4%

Preview Milano s/s 2017

Due anticipazioni dalle 176 collezioni che, tra sfilate e presentazioni, saranno protagoniste di Milano Moda Donna: sopra Blugirl e a sinistra, Erika Cavallini

na il nostro Flower Market», racconta la giovane imprenditrice volata a Berlino a inizio settembre per prendere parte a Bread&Butter, dove Marni presentava una nuova capsule collection con un evento in realtà aumentata rigorosamente “open”. Più cauto un giovane creativo come Arthur Arbesser, convinto che una fashion week estesa al grande pubblico potrebbe anche trasformarsi in un evento ad alto tasso di creatività, ma che specie per i brand emergenti la priorità deve restare il business. «Meglio lasciare ai grandi marchi il compito di creare eventi globali - afferma -. Noi outsider dobbiamo concentrarci sul core business e preoccuparci di stampa e buyer». Anche l’anima più commerciale della moda, ovvero i titolari di showroom e i dettaglianti, si schiera per unamaggiore inclusività. Per Mario Dell’Oglio, presidente della Came-

Presidente di Cnmi

ra Italiana Buyer Moda, l’apertura al pubblico potrebbe essere decisiva per il rilancio di Milano Moda Donna «ma è importante fare una selezione corretta di come e quando coinvolgere il pubblico. Le sfilate devono restare un momento di analisi delle collezione da parte di stampa e buyer». Meno cauto Alessandro Squarzi, che si dice pronto ad aprire le porte della sua showroom al grande pubblico: «Trasformare la fashion week in una sorta di Salone del Mobile è possibile. Certo, per farlo ci vuole un grande sforzo di creatività e non solo. Non può essere l’iniziativa di un singolo. Noi operatori del settore dovremmo davvero sederci tutti intorno a un tavolo e studiare qualcosa di mai visto prima». Per Carlo Capasa, la città è già inclusa nella sistema moda, anche se certo, come detto da Beppe Sala, “si può fare di più”. «In questa edizione di Milano Moda Donna - fa notare il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana - al di là delle sfilate e delle presentazioni, il numero di eventi extra è triplicato. Gli opening dei negozi sono aperti a un pubblico allargato e in città verranno allestiti maxischermi per seguire le sfilate che saranno anche in diretta streaming sul nostro sito. In più penso che per aumentare il coinvolgimento dei cittadini nell’evento si deb-

I 50 anni di vita e i 15 con Maier

Bottega veneta A brera per il doppio anniversario Bottega Veneta choeses the Accademia di Brera to celebrate its double anniversary Grande festa per Bottega Veneta alla fashion week. La casa di moda celebra il suo 50esimo anniversario e 15 anni di direzione creativa di Tomas Maier con una sfilata “doppia” (uomo e donna), che si terrà a Milano il 24 settembre all’Accademia di Belle Arti di Brera (foto). Ma la scuola non sarà solo la location dell’evento: il brand ne supporterà il programma formativo per l’anno accademico al via. «Bottega Veneta è fondata sul lavoro creativo manuale. Sono felice di celebrare il doppio anniversario qui alla presenza dei nostri artigiani», ha commentato Maier.

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MILAN FASHION WEEK

ba insistere sul link arte-moda, inaugurando mostre ed eventi proprio durante la fashion week». Quanto al calendario della fashion week, il programma prevede 71 sfilate e 90 presentazioni per 176 collezioni. Tra le new entry arrivano Giamba (aveva sempre sfilato off-schedule), Wunderkind (in arrivo da Parigi) e Ricostru (brand cinese ospite all’Armani/Teatro). Tra i ritorni in passerella quelli di Krizia e Maurizio Pecoraro. Mentre tra gli appuntamenti da cerchiare in rosso, il défilé di Bottega Veneta all’Accademia di Brera. Il cartellone prevede tra le 12 e le 14 sfilate al giorno, tranne l’ultimo (il 26 settembre) quando sono in programma solo cinque show, per lo più di nomi emergenti La scelta di concentrare i nomi nuovi ha suscitato non poche critiche, che Capasa convinto rispedisce al mittente: indotto della «Ho un concetto alto settimana della dei giovani designer. moda Sono loro il futuro della moda e trovo giusto che abbiamo le collezioni una giornata tutta della prossima per loro, the day of primavera-estate future», dice il nuin calendario mero uno di Cnmi, motivando la scelta di lasciare l’ultimo giorno di sfilate sogli eventi “allargati” litamente presidiato in città da Giorgio Armatra opening e mostre ni, a quattro nomi emergenti come Lucio Vanotti, Ricostru, San Andrès Milano e Piccione.Piccione, accompagnati da Mila Schön. Ora, con lo spostamento di Armani dall’ultimo al terzo giorno, si teme che molti buyer (in circa 900 sono attesi in città) partiranno alla volta di Parigi per la fashion week già la domenica, subito dopo Dolce&Gabbana, che sfila fuori calendario nel primo pomeriggio. «Spero che questo non accadrà» si augura Salvatore Piccione, che con il suo marchio ha il compito di chiudere la fashion week. «Sono grato alla Camera - conclude il designer - per il sostegno che ci offre e penso che il mio nome insieme a quello degli altri colleghi possa rappresentare un “programma” tale da trattenere gli addetti ai lavori anche lunedì. Se non sarà per quest’anno, sono certo che ■ succederà tra sei mesi».

la moda amplia gli orizzonti

con la cultura È attrazione fatale Non solo sfilate e presentazioni durante Milano Moda Donna. Mostre ed eventi tra arte e fashion invadono la città e si spingono anche oltre i suoi confini In Milan and beyond, exhibitions and cultural events between art and fashion. emotions of the athletic body Dal 23 settembre al 27 novembre l’Armani/Silos (via Bergognone 40) ospita “Emotions of the athletic body”: una mostra curata personalmente da Giorgio Armani sul culto dello sport (foto Kurt Markus). rankin a cielo aperto Dal 21 all 27 settembre Rankin torna a Milano con “Outside In”: modelli fotografati in scatole bianche ed esposti a cielo aperto in via Montenapoleone (a destra, Msgm, © Rankin)

42 milioni 176

helmut&blumarine Una mostra aperta fino all’11 dicembre ai Musei di Palazzo del Pio a Carpi (Mo) esplora il legame tra Helmut Newton e Blumarine (© The Helmut Newton Estate Maconochie Photography).

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tutti i migliori fashion film Dal 24 al 26 settembre torna alla ribalta presso AnteoSpazioCinema Fashion Film Festival Milano: fondato e diretto da Constanza Cavalli Etro, presenta 180 pellicole da 50 Paesi.

ho visto un re Alcantara, materiale oltre le mode, e nove artisti (tra cui Arthur Arbesser, nella foto) interpretano a Palazzo Reale, dal 20 settembre al 23 ottobre, un appartamento principesco. Ingresso libero.

annie leibovitz a fabbrica orobia C’è tempo fino al 2 ottobre per visitare presso Fabbrica Orobia 15 “Women: new portraits”: una galleria di ritratti al femminile, commissionati ad Annie Leibovitz da Ubs (foto © Annie Leibovitz, commissioned by Ubs). Ingresso libero.

curiel history Mentre il marchio Curiel, acquisito da Redstone, è in fase di rilancio, il 22 settembre la ex Chiesa di San Carpoforo in via Formentini presenta “Curiel history and future”, anteprima sull’omonima mostra che si terrà a Shanghai, accompagnata dal lancio di una capsule collection.

tutti on board “On board: il principio della creatività” espone i moodboard di 19 stilisti italiani (nella foto, Marni). Lanciata durante il salone Milano Unica, si sposta dal 22 al 26 settembre al Padiglione Visconti in via Tortona 58, con ingresso libero.

FerrÉ incontra comte La sartorialità di Gianfranco Ferré incontra la fotografia di Michel Comte: a Palazzo del Governatore di Parma, dal 30 settembre 2016 al 15 gennaio 2017.


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MILAN fashion Week

KRIZIA /Zhu Chongyun

«sfilare per ripartire» L’imprenditrice cinese che ha rilevato Krizia racconta: «Ho dovuto riorganizzare tutto. Ora torniamo in calendario con uno show e ci resteremo a lungo». di Andrea bigozzi

For the first time after many years Krizia will organize a catwalk show during Milan Fashion Week.

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lla fashion week c’è attesa per il ritorno in passerella di Krizia, marchio acquistato nel 2014 da Zhu Chongyun. La stilista e imprenditrice cinese, proprietaria del gruppo Marisfrolg, ha sempre avuto le idee molto chiare su come gestire il rilancio del marchio fondato da Mariuccia Mandelli. Un’impresa che ha richiesto più tempo ed energie del previsto, tanto da portare Mrs Zhu a trascorrere la metà del suo tempo in Italia e a prendere casa a Milano. Come sono stati questi primi due anni? Di intenso lavoro, per me e tutto il team di Krizia, che stiamo ancora costruendo. Diciamo che abbiamo vissuto un momento di passaggio, rivelatosi complesso, ma ora siamo pronti per ripartire. Dalla primaveraestate 2017 non riprendiamo semplicemente a sfilare dopo una pausa, ma torniamo a essere una presenza fissa nel calendario milanese. Quali sorprese riserverà lo show? Questa volta sarà una vera e propria sfilata, non una presentazione come nelle precedenti stagioni. In collezione ci saranno 200 pezzi di abbigliamento. Capi moderni e puliti, con il plissé sempre tra i temi principali. Anche la parte di accessori sarà ampia. Con i suoi altri marchi (Marisfrolg e Zhu Chongyun) è già abituata alla passerella. Cosa cambia tra sfilare in Cina e in Italia? Le differenze sono tantissime: dalla qualità delle modelle, che in Europa è migliore, al ruolo della stampa, che qui è in grado di influenzare maggiormente il lavoro di uno stilista. E poi sfilare a Milano condiziona anche il lavoro dei laboratori che producono la collezione e che si sentono più coinvolti, più concentrati su quello che fanno.

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Zhu Chongyun

Per l’occasione avete anche ristrutturato lo Spazio Krizia? Vorrei che lo Spazio tornasse a essere al più presto un luogo di cultura e non solo la nostra showroom e atelier. Negli ultimi mesi ho dovuto occuparmi di aspetti organizzativi, ma conto di dedicarmi al più presto anche a questo. Dopo la riapertura della boutique in via Spiga a Milano sono previsti altri opening? Entro la fine dell’anno avvieremo due nuovi store in Cina, di cui uno a Shanghai. Potremmo anche correre più velocemente, ma preferiamo scegliere con cura le location e quelle davvero belle non sono molte. Neppure in Cina. ■

fashion shenzhen

dal sud della cina a palazzo senato On 26 September Shenzhen’s creativity and industry are under the spotlight at Palazzo Senato. Sede di realtà come Marisfrolg (vedi articolo a lato), Shenzhen ospita oltre 1.000 fashion brand, 3.500 imprese produttrici di abiti e accessori, soprattutto donna, e 300mila lavoratori del comparto. Grazie a un progetto della Shenzhen Garment Industry Association, la creatività che scaturisce da questa metropoli a Sud della Cina (la terza nel Paese per sviluppo economico) sale alla ribalta di Milano Moda Donna: il 26 settembre a Palazzo Senato in via Senato 10 accende i riflettori sui brand Ellassay, La Pargay (nel disegno in alto) e Xiehaip, insieme alle proposte di 18 giovani designer di Shenzhen. La giornata prevede anche una conferenza stampa con il sindaco di Shenzhen, la presidente della Shenzhen Garment Industry Association, rappresentanti diplomatici e istituzioni italiane sia della moda che della fashion education. (a.b.)

Milano scopre Samuel Gui Yang Samuel Gui Yang, a budding Chinese fashion designer, is set to showcase his talent at Milan Fashion Week. La Cina è sempre più al centro della fashion week anche dal punto di vista creativo: oltre a Ricostru, a Milano ci sarà anche Samuel Gui Yang (classe 1988) a presentare la nuova collezione, il 24 settembre in via Fieno 3. Fresco di laurea alla Central Saint Martins di Londra, lo stilista ha un approccio innovativo al readyto-wear. Basti pensare che sei mesi fa ha presentato la collezione immersa in tanti cubetti di ghiaccio. (an.bi.)


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MILAN FASHION WEEK

WUNDERKIND/new entry 02

Ricostru/New entry01

«La mia moda tra fantasia cinese e qualità italiana» La designer cinese sfilerà a Milano, grazie al sostegno di Giorgio Armani. «Quando ho saputo della sua scelta, ho deciso che la collezione avrebbe mostrato la combinazione tra due mondi» di Andrea bigozzi

Ricostru will be the guest designer at Giorgio Armani’s theather: «This collection presents my point of view, combining Oriental Minimal with Italian Classic».

«Q

uando ho saputo che avrei sfilato all’Amani/Teatro ho pensato: “I’m back”. Sin da quando studiavo a Milano, quello è sempre stato un luogo leggendario in fatto di moda». Manchit Au è una giovane designer cinese, ma con formazione italiana (si è diplomata all’Istituto Marangoni), che nel 2011 ha dato vita a un progetto Ricostru. Più che un brand, si tratta di un collettivo che porta avanti un’idea di moda sviluppato, come dice il nome stesso, intorno all’idea della ricostruzione come principio creativo, tradotto in look «orientali, minimali e futuristici». Non sorprende, dunque, che Giorgio Armani abbia scelto di ospitarla nel suo spazio di via Bergognone per la sfilata della collezione spring-summer2017, in programma il 26 settembre. Chi ha suggerito il suo nome ad Armani? In realtà non ne ho idea. Forse dopo la mia partecipazione alla sfilata di Milano Unica On Sage in via Monte-

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napoleone dell’anno scorso il mio nome ha iniziato a circolare tra gli addetti ai lavori. Dopo questo invito ha deciso di cambiare qualcosa della sfilata? In effetti sì. Ho moltiplicato l’utilizzo di materie prime made in Italy e mi auguro che questa sfilata riesca a spiegare bene come si possono combinare il minimalismo orientale e l’artigianalità italiane. Tre parole per descrivere la collezione che vedremo... Non è facile: sarà un monologo. Se poi devo scegliere degli aggettivi, potrei dire sognatrice e brilante. Cosa pensa della moda italiana? Per me è di gran lunga la moda che ha ricevuto la più grande eredità dal passato: il “timeless classic” e l’essere semplice e innovativa allo stesso tempo. Professionalmente, decidere di lanciare il suo marchio è la scelta migliore che avrebbe potuto prendere? Sì, aver dato vita a Ricostru ed essere cresciuta insieme a questo progetto è la cosa di cui ■ vado più fiera.

A Milano, pensando a Velázquez Wunderkind and its creator, the German designer Wolfgang Joop, are for the first time in Milan fashion week’s schedule, with models inspired to “La Infanta” by Velázquez. «Tutto si gioca su nuove curve e contorni, su un mix di tailoring e artigianalità. Quello che voglio comunicare è uno spirito che ha a che fare con una femminilità latina, pensando a La Infanta di Velázquez»: poche parole, ma indicative, da parte di Wolfgang Joop sulla collezione primavera-estate 2017 di Wunderkind, new entry nel calendario della fashion week milanese. Lo stilista tedesco - che nella sua “prima vita” ha portato al successo il marchio Joop! e nella “seconda” ha ripetuto l’impresa con Wunderkind - sfila mercoledì 21 settembre in via Savona 56. Dalla collezione primavera-estate 2017 (a lato un’anticipazione) ci si aspetta una conferma del mix che solo Wolfgang Joop sa creare, tra irriverenza, mood aristocratico e riferimenti alle sue grandi passioni: l’arte (lui stesso è un pittore e illustratore), il design e l’esplorazione della grande storia passata, filtrata da un’impronta contemporary. (a.b.)

CAPUCCI/new entry 03

La lightness of weight di mario dice Capucci iconic brand starts a new chapter with Mario Dice as a creative director. Il 24 settembre a Palazzo Isimbardi, è di scena il nuovo corso di Capucci, in un evento a Palazzo Isimbardi all’insegna della “lightness of weight”. Un’espressione che per Mario Dice (nella foto), lo stilista che prende le redini creative dello storico marchio fondato da Roberto Capucci - oggi 85enne -, significa giocare su studiati contrasti, tenendo come canovaccio l’estetica della maison e sviluppandola in un’ottica più metropolitana, ma sempre sensuale e preziosa. «Ho lavorato sulle curve del corpo femminile - ha affermato Dice - seguendo le sinuosità della donna, attraverso modelli costruiti come una seconda pelle ma senza costrizioni». (a.b.)



MILAN fashion Week

1. SO-Milano ha aperto i battenti in piazza Risorgimento 8 all’inizio di settembre. All’inaugurazione, fissata per il 22 settembre, è atteso anche Jonathan Anderson 2 . Dopo J.W.Anderson, toccherà a Victoria Beckham occupare con la collezione le 14 vetrine e i 300 metri quadrati di questo store “condiviso”

Il retail del futuro entra in calendario

Mono o multimarca? l’ alternativa ora c’è «Volevamo portare un po’ di discontinuità nel panorama dei multimarca». Queste le parole di Aldo Carpinteri e Giordano Ollarti per raccontare SO-Milano, la nuova boutique che offre a brand in ascesa un monomarca temporaneo. Primo ospite, J.W.Anderson e a seguire Victoria Beckham di Andrea bigozzi

There’s a new concept store in town: SO-Milano, a space that will host one brand at the time with his collection. First guests J.W.Anderson and Victoria Beckham.

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no “spettacolo alternativo” si affaccia sul palcoscenico retail di Milano. Fatto di griffe esclusive e innovative, dal potenziale commerciale ancora inespresso. Stilisti sempre nuovi, ma a rotazione. Non un multibrand, né tantomeno un monomarca. Il 22 settembre (ma è già operativo dall’inizio del mese) si inaugura in piena fashion week SOMilano: 14 vetrine e 300 metri quadrati in piazza Risorgimento 8, appena dietro piazza San Babila. Lo spazio è frutto dell’iniziativa imprenditoriale di due nomi noti del retail italiano, Aldo Carpinteri e Giordano Ollari, rispettivamente titolari delle boutique Stefania Mode di Trapani e O’ di Parma. L’idea innovativa è di non frazionare lo spazio commerciale in una serie di corner, ma di affidarlo in toto a una serie di marchi che si alterneranno a intervalli più o meno regolari durante la stagione. «Volevamo portare un po’ di discontinuità nell’offerta dei multimarca italiani - racconta a Fashion Ollari -. Per questo con Aldo abbiamo pensato a questa formula che, seguendo un po’ le logiche della programmazione stagionale di un teatro, solo che sul nostro palco non si alternano compagnie e attori, ma stilisti e brand. Saranno tutti nomi il cui potenziale in Italia non è ancora espresso al meglio. Brand noti

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soprattutto tra gli addetti ai lavori, ma su cui commercialmente c’è ancora da fare. Lo spazio sarà rimodulato continuamente in base al designer che ospiteremo, ma sarà sempre fortemente legato all’esperienza digitale». Il primo ospite scelto è J.W.Anderson, la cui collezione autunno-inverno 2016/2017 ha già preso possesso di SO-Milano. Lo stilista inglese si è dimostrato entusiasta del progetto e sarà presente all’evento di inaugurazione inserito nel calendario di Milano Moda Donna. «L’Italia - ha raccontato - è un mercato molto importante per noi e ora è come se avessimo un negozio nostro. Sono stato coinvolto in questa iniziativa da Roberto Baciocchi (l’architetto che ha firmato lo spazio, ndr) che mi ha lasciato libero di curare come volevo questo spazio, che considero uno dei più interessanti di una città come Milano, capace di lasciare un’impronta nel mondo della moda». Dopo J.W.Anderson, sarà Victoria Beckham a entrare nel cartellone di SO-Milano a partire da ottobre. E in attesa dell’arrivo del nuovo episodio non è escluso che J.W.Anderson e Victoria Beckham tornino a occupare insieme lo spazio. «Abbiamo in ballo nomi nuovi - dice Ollari - ci piacerebbe sviluppare fino ■ a otto episodi all’anno»

Victoria Beckham

J.W.Anderson

Nuovi indirizzi

Milano fa il pieno di opening Opening time in Milan’s Golden Triangle with Moorer, Dondup, Chloé Il Quadrilatero della moda di Milano si rifà il look con una serie di nuove vetrine, la cui inaugurazione è prevista durante la settimana della moda. Via della Spiga è la strada più in fermento, con gli opening di Moorer (foto), Dondup e Chloé rispettivamente al civico 48, 50 e 30. Premiata trasloca in Sant’Andrea 12 e, nella sterssa via, Jimmy Choo raddoppia le vetrine (vedi pag.8-9). In via Montenapoloene Roberto Cavalli riapre lo store al civico 6 dopo il restyling. Cos e NikeLab hanno giocato d’anticipo e subito prima delle sfilate hanno inaugurato nuovi flagship in Brera. (an.bi)


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MILAN FASHION WEEK

Super e white

Una poltrona per due Un progetto «più veloce e più tagliente» per Super, il cui new deal comincia con la nuova sede presso The Mall, e il superamento dei 500 espositori per White, hub del contemporary in zona Tortona. di Alessandra Bigotta

Super exhibition begins a new chapter, starting from the location at The Mall (Porta Nuova). White in the Tortona district is the hub of more than 500 exhibitors, in the name of contemporary style.

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entre Mipap annulla l’edizione di settembre per lanciare con Mifur il salone TheOneMilano (vedi box), a presidiare il panorama fieristico del womenswear nella città della Madonnina restano Super e White. Entrambi previsti dal 24 al 26 settembre, si collocano in due zone nevralgiche: il primo, che in precedenza si svolgeva a CityLife, si trasferisce in Porta Nuova, mentre il secondo conferma le sedi di via Tortona 27, 35 e 54. «Super è al centro di un deciso cambio di marcia - informa Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine, unico ente organizzatore della manifestazione, dopo l’uscita di scena di Fiera Milano -. Il progetto originario acquista più velocità e un profilo più tagliente, rivolgendosi alla fascia più sofisticata del retail». All’interno di The Mall in piazza Lina Bo Bardi («Una location trovata grazie alla collaborazione con Camera Moda») salgono alla ribalta su 4.200 metri quadri oltre 140 brand, quasi fifty-fifty tra abbigliamento e accessori, di cui il 47% esteri. Un progetto speciale, “New countries to watch”, curato da Sara Maino, dà visibilità ai new talent da Filip-

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1. Bianco totale per Balossa, brand presente a White 2. Il mondo sognante e ironico di Dyvoo, marchio ucraino che espone a Super

pine, Messico, Thailandia, Cipro ed Emirati, mentre a “More dash: eye in the East” il focus è sui giovani stilisti dell’Est Europa. «Sono solo due delle tante novità di un programma ricco e articolato» precisa Poletto. In zona Tortona, Massimiliano Bizzi e il suo team scaldano i motori in vista di White. La kermesse, patrocinata dal Comune di Milano, supera i 500 espositori, frutto di uno scouting ad ampio raggio. Tra le iniziative spiccano un padiglione su 15 designer cinesi, compreso lo special guest di questa edizione Jinnnn, e collettive dalla Georgia e dal Belgio. Da non perdere, al primo piano del Superstudio Più, “Only new brand”, una sezione inedita destinata a rinnovarsi di edizione in edizione, che presenta oltre 20 marchi, mentre cresce il progetto “White East” sul contemporary internazionale. Ma è alta l’attenzione anche sulle realtà made in Italy, soprattutto quelle del Sud, al centro di “It’s time to South”, in sinergia con l’Ice. Da segnalare poi il Premio Ramponi: alla terza edizione, consente al vincitore di esporre la propria collezione in Tortona 35. Sono solo alcuni degli highlight del salone, che guarda già avanti: dalla collaborazione con Ice scaturirà nel tardo autunno una serie di trasferte, che porteranno White alle fashion week di Dubai, Shanghai e Seoul a ottobre, per approdare in novembre a Berlino, con un ■ evento all’ambasciata italiana.

THEONEMILANO

La nuova sfida di Mipap e Mifur The new fair TheOneMilano will be launched in Milan from 24 to 27 February 2017, born from the synergy between Mipap and Mifur. Mipap (moda donna) e Mifur (abbigliamento in pelle e pellicceria) uniscono le forze e lanciano TheOneMilano, contenitore dicollezioni«pop,pregiateecontemporanee», al via dal 24 al 27 febbraio 2017 presso Fieramilanocity con la partecipazione prevista di 300 aziende. Preceduto da una campagna d’impatto, realizzata dai giovani Gautier Pellegrin (fotografo) e Daniele Milvio (artista), TheOneMilano conia l’espressione “haut-à-porter” per descrivere il target di riferimento, ispirandosi a quattro parole chiave: heritage, modernità, creatività e artigianalità. (a.b.)

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PARIS FASHION WEEK

DEBUTTI ECCELLENTI NELLA VILLE LUMIERE

Gli esami non finiscono mai Un fashion month pervaso da correnti di cambiamento, questo di settembre. Parigi conferma la tendenza, con una serie di “prime volte” eccellenti. A partire da Vaccarello in casa Saint Laurent di Alessandra bigotta

l fashion month, che si è aperto con le prove tecniche di “see now buy now” a New York e Londra, termina con una fashion week parigina a sua volta densa di novità, anche se in questo caso le tempistiche non c’entrano. Sono un centinaio le sfilate e presentazioni in calendario nella settimana della moda francese, in programma dal 27 settembre al 5 ottobre, 1 ma alcune stavolta hanno un peso specifico superiore alle altre. Già la prima giornata terrà alta l’attenzione di stampa e compratori. Il piatto forte del 27 settembre è infatti il debutto alla regia stilistica di Yves Saint Laurent di Anthony Vaccarello, lo stilista 33enne che dopo aver dato un’ottima prova da Versus Versace (le cui vendite retail nel 2015 sono pressoché raddoppiate, nel contesto di un’annata molto positiva per la griffe della Medusa, con ricavi per 645 milioni di euro, +17,5%) raccoglie la non facile eredità di Hedi Slimane presso uno di marchi di punta di casa Kering. Slimane se ne è andato dopo un fiscal year in cui il turnover di Yves Saint Laurent si è attestato a 974 milioni di euro (+37,7%). Riuscirà Vaccarello, che per concentrarsi sulla nuova sfida ha congelato la sua linea, a pilotare YSL verso ulteriori successi? Anche Bouchra Jarrar, che esordisce chez Lanvin il 28 settembre, ha messo da parte il proprio marchio per dedicarsi a tempo pieno al suo nuovo ruolo. A giudicare dalla resort presentata un paio di mesi fa, la sua visione di Lanvin è all’insegna di un raffinato minimalismo. Altra maison,

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Ph. Maripol

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Ph. David Sims

Anthony Vaccarello “chez” YSL, Bouchra Jarrar for Lanvin, Maria Grazia Chiuri for Dior, Pierpaolo Piccioli only creative director of Valentino: Paris fashion week is full of new challenges. And this time also Emporio Armani presents its collection here.

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altro new deal: il 30 settembre sarà una giornata speciale per Maria Grazia Chiuri, prima donna ad assumere l’incarico di direttrice creativa di Dior, mentre Pierpaolo Piccioli, con cui Maria Grazia ha fatto coppia fissa lavorativamente parlando per 25 anni, presenta la sua prima collezione en solitaire per Valentino il 2 ottobre. Anche la nuova prova di Demna Gvasalia da Balenciaga, sempre il 2 ottobre, farà sicuramente parlare di sé. Si dice poi che Rihanna sceglierà Parigi per il fashion show della linea Fenty by Puma, ma al momento di andare in stampa nulla è conferma4 to. È invece sicura la trasferta paril’avventura con gina di Emporio il mio brand è stata Armani, che «in meravigliosa, ma ora via eccezionale», devo dedicarmi full come ha precisatime allA nuova sfida to lo stilista, sfila con saint laurent nella Ville Lumière perché lancia in contemporanea un nuovo format per il negozio e per l’Armani Caffè di Saint-Germain. Non è però escluso che Armani, che già porta regolarmente a Parigi le proposte di haute couture, si convinca prima o poi a fare il salto anche con Emporio. Per Milano, dove re Giorgio porta ancora in pedana il brand che porta il suo nome, sarebbe una perdita ■ da non sottovalutare.

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1. Maria Grazia Chiuri, alla sua prima prova per Dior 2. Pierpaolo Piccioli, unico direttore creativo di Valentino 3. Un modello di Emporio Armani, in via eccezionale in trasferta a Parigi 4. Anthony Vaccarello prende le redini di Yves Saint Laurent, dopo il lungo sodalizio del marchio con Hedi Slimane



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BuyerS’ SURVEY

VENDITE donna PRIMAVERA-ESTATE 2016

L’Estero domina, prezzi troppo cari per l’italia Le vendite di moda donna nell’alto di gamma sono sempre più orientate verso i mercati stranieri, grazie anche al parallelo. Per le italiane le collezioni sono troppo costose. Persino i saldi sono considerati spesso cari. L’e-commerce è una salvezza, se gestito con professionalità. Lo testimoniano 70 multibrand della Penisola, intervistati da Fashion di ELISABETTA CAMPANA

According to our exclusive survey, carried out with a panel of 70 leading multi-brand stores across Italy, spring-summer 2016 high-end womenswear sales are lead by foreign customers, e-commerce and grey market. The main reason are the excessive prices that hamper Italians market.

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ono Dolce&Gabbana, Gucci, Valentino, Saint Laurent e Givenchy i brand donna, a vario titolo, best-seller dei multimarca italiani in questa primavera-estate, che si chiude senza una sostanziale ripresa del mercato italiano. Sono tutti marchi dell’alto di gamma, con prezzi spesso inarrivabili per le consumatrici della Penisola. Per molte boutique, certo non per tutte, la clientela di riferimento è evidentemente straniera: che si tratti di turiste di passaggio (più cinesi e arabe, decisamente meno russe) o di parallelo (dal “pronto” al “programmato” fino a quello online, vedi articolo a pagina 49) oppure di e-commerce. I prezzi troppo elevati, il proliferare di sconti e promozioni selvagge, la competizione in Rete dei marketplace stranieri e la conseguente poca collaborazione da parte dei brand sono tra gli argomenti clou emersi dal nostro sondaggio sulle vendite di womenswear, effettuato con la collaborazione di 70 titolari di multimarca al top sparsi in tutta Italia. «Ormai siamo diventati cari come una gioielleria, ma purtroppo non offriamo proposte dal valore intrinseco di oro e preziosi», commenta uno degli intervistati. «Il prezzo reputato giusto dalla clientela non

è nemmeno quello saldato» aggiunge Luisa Severi di Luisa a Rimini. In diversi lamentano: «Siamo stritolati tra i ricarichi, che le aziende abbassano sempre più, e i cartellini che, invece, crescono senza limiti». «Comunque - fa notare Antonella Cesana di Mantovani a Carate Brianza (Mi) - ormai anche le italiane che possono permetterselo preferiscono acquistare più pezzi, con uno scontrino medio inferiore, invece di comperare un solo capo decisamente costoso». Boutique a rischio estinzione? Di conseguenza, gli sconti anticipati e promozioni si moltiplicano, al punto che in molti sostengono non abbia più senso parlare di periodo ufficiale dei saldi. Anche le vendite online, che garantiscono una vetrina su tutto il mondo, possono diventare un’arma a doppio taglio, se non si è in grado di affrontare la concorrenza dei grandi marketplace. «Le clienti - racconta un dettagliante - sono diventate abilissime con Internet: comprano solo in saldo, anche perché le possibilità soprattutto su alcune piattaforme straniere sono continue e numerose». «In questo modo arrivano a farsi il

Dolce&Gabbana è il brand donna più venduto dai multimarca italiani che hanno partecipato al sondaggio di Fashion

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BuyerS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di abbigliamento femminile nella primavera-estate 2016?

47%

Quali sono i BRAND DONNA che avete venduto di più sul fronte abbigliamento?

Come lo scorso anno

37%

Meglio

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Peggio

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Dolce&Gabbana Gucci Saint Laurent, Valentino

Saint Laurent

Quali le griffe best seller di ACCESSORI FEMMINILI? 1 2 3

Gucci Saint Laurent Givenchy, Valentino

Come sono andate le vendite di accessori femminili?

50%

Meglio

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Come lo scorso anno

11%

Gucci

Come sono andati i SALDI ESTIVI di moda femminile?

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Qual è il marchio donna più venduto online sul vostro sito INTERNET e/o su Farfetch.com?

Come lo scorso anno

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Meglio dello scorso anno Peggio

Peggio

Valentino

Dolce&Gabbana Valentino Saint Laurent


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1. Leam, Roma 2. Giglio, Palermo 3. Stefania Mode, Trapani 4. Bini Silvia Passeggiata, Viareggio (Lu) 5. Mantovani, Greve in Chianti (Fi) 6. 10 Corso Como, Milano 3

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guardaroba per le vacanze con sconti fino all’80% - aggiunge l’intervistato -. La merce, tra l’altro, nonostante il ribasso viene consegnata a casa in pacchi da super regalo. In questo contesto è veramente difficile competere». Che i negozi siano l’anello debole della filiera è ancora più vero adesso che in passato, con gli stravolgenti cambiamenti in atto dovuti alla sempre maggiore interazione tra reale e virtuale da un lato e alla mutata attitudine d’acquisto dall’altro. «Siamo una razza in via d’estinzione, un patrimonio del fashion system che però il sistema stesso sta erodendo dal suo interno - dichiara un commerciante di lunga esperienza -. La Camera dei Buyer dovrebbe preoccuparsi del nostro futuro e mettere in atto strategie di salvaguardia».

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sell out di fatto in riduzione A tutta questa serie di problemi strutturali, nella primavera-estate si sono aggiunti il brutto tempo prolungato e l’allarme/ incertezza per gli attentati terroristici che non hanno certo reso facile la vita dei negozianti. Entrando nello specifico dei risultati del sondaggio, sul fronte dell’abbigliamento femminile il 47% degli interpellati dichiara un sell out in linea con quello della primavera-estate 2015. Un risultato di fatto in perdita, visto che la stagione precedente era stata già poco gratificante, mentre spese e tasse continuano ad aumentare e i margini diminuiscono. Il 37% degli intervistati parla di un incremento del fatturato, ma solo grazie all’e-commerce e alle vendite

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all’estero. Il restante 16% lamenta invece una flessione del turnover. Migliore la performance degli accessori (più facilmente acquistabili online): in crescita per il 50%, costanti per il 39% e in frenata per l’11%. Scottante l’argomento saldi, di fatto liberalizzati da molti operatori. Non a caso quelli regolamentati per legge, iniziati ai primi di luglio, hanno performato, per buona parte degli intervistati, sotto le aspettative per quanto concerne la clientela italiana. Il 46% dei negozianti indica un sell out simile alla primavera-estate 2015, il 27% segnala una crescita e una percentuale identica una contrazione. «In questa stagione calda non possiamo lamentarci dei saldi, ma solo perché abbiamo registrato un aumento dei clienti sia cinesi, sia

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BuyerS’ SURVEY

arabi, che ha acquistato capi prevalentemente estivi» commenta Claudio Betti di Spinnaker ad Alassio (Sv), Sanremo (Im) e Portofino (Ge). Le due facce dell’e-commercE Alcuni negozianti, le cui boutique si trovano a breve distanza da importanti outlet center, ammettono di soffrire la concorrenza di questi village, che nel periodo dei saldi applicano ulteriori tagli sui prezzi già scontati. In diversi considerano competitor agguerriti i marketplace internazionali: «Tra promozioni e sconti vari, offrono su Internet un’ampia scelta di proposte moda vantaggiose, praticamente tutto l’anno». «Occorrerebbe un maggior controllo del canale e-commerce» auspica Giorgio Dantone di Daad Dantone a Milano,

dando voce a un’esigenza espressa da tanti suoi colleghi. Fermo restando che il business virtuale, se effettuato con l’adeguata tecnologia e la professionalità di un canale di sbocco ufficiale, garantisce buone, se non ottime, soddisfazioni. «L’online ci permette di parare il colpo delle vendite perse nel mercato locale» assicura Gianfranco Bray di Suit a Lecce. Un antesignano dell’e-commerce come Andrea Panconesi titolare di LuisaViaRoma e dell’omonimo sito conferma: «Noi continuiamo a crescere a doppia cifra». A fronte di tutto ciò, non può meravigliare che 30% del panel incrementerà i budget di womenswear per la prossima estate solo in previsione di un aumento del business online - molti presenti su Farfetch.com stanno creando un loro sito indipendente per non dover dipendere totalmente dalla piattaforma guidata da José Neves - e/o del parallelo. Anche se le richieste del grey market stanno rallentando sensibilmente (le ripercussioni si sentiranno a partire dall’autunno-inverno appena iniziato), a causa sia del giro di vite dato dal governo cinese lo scorso aprile ai con-

trolli doganali e ai dazi, sia del fisiologico rallentamento della domanda luxury da parte dei cinesi, in linea con il resto del mondo. Il 60% degli intervistati dichiara l’intenzione di mantenere costanti gli ordini, mentre il restante 10% preannuncia una prudenziale riduzione dei quantitativi. i best seller per gli stranieri I must-have della stagione estiva nell’alto di gamma si concentrano sulle dita di una mano, tutti pressoché frutto delle scelte degli stranieri. Secondo il panel, Dolce&Gabbana si conferma ancora una volta numero uno per il sell out sia di abbigliamento donna, ma anche per quello online (in special modo grazie alla Sicily Bag). Al secondo posto segue Gucci, che conquista invece la pole position per scar-

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Come sarà il vostro budget per la moda donna della primavera-estate 2017?

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Stazionario

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In aumento

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1. Giordano, Pompei (Na) 2. Vinicio, Novara 3. Raimondi Dress, Ravenna 4. Galiano, Giuliano (Na) 5. Colognese 1882, Montebelluna (Tv)


ESSENTIEL ANTWERP

WWW.ESSENTIEL-ANTWERP.COM

CRAZY

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BuyerS’ SURVEY

Ringraziamo il nostro panel

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1. Mario D’Anna, Caserta 2. La Tenda, Milano 3. Franz Kraler, Cortina D’Ampezzo (Bl) 4. Divo, Santa Maria a Monte (Pi)

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pe, borsette e complementi vari. Al terzo si piazzano Saint Laurent (secondo negli accessori e terzo nell’e-commerce) e Valentino (terzo parimerito negli accessori con Givenchy e secondo online). Al di sotto dei tre gradini del podio, buoni piazzamenti nel ready to wear li hanno avuti Stella McCartney, Brunello Cucinelli, Givenchy, Ermanno Scervino, Christian Dior, Prada, Balmain e Parosh. Negli accessori si sono distinti Céline, Fendi, Stella McCartney, Prada, Dolce&Gabbana, Chloé, Golden Goose. Grazie al grazie al target price medio, le borse di Zanellato e Michael Michael Kors (quest’ultimo però in rallentamento rispetto al boom delle stagioni passate) sono invece maggiormente richieste dalla clientela italiana. D’altro canto, come confermano diversi commercianti, sul fronte “bag” si vendono in Italia le proposte sotto i 500 euro oppure nell’alto di gamma al massimo fino ai 1.6001.700 euro. Così come a livello di calzatu-

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re, gli articoli da 700-800 euro vanno solo online. «E non sempre vengono acquistati nemmeno qui», precisa un interpellato. Il range delle calzature per il nostro mercato va da 150-200 euro per le proposte da tutti i giorni, fino a un massimo di 500 euro per quelle «da occasioni speciali, come feste, matrimoni ed eventi». In molti sono pronti a scommettere che i brand che rivedranno per primi i listini in un’ottica di maggiore sensibilità verso il mercato otterranno non pochi consensi. Secondo Antonia Giacinti, titolare del multibrand Antonia a Milano e buyer responsabile di Excelsior Milano, «il cocktail esplosivo per le vendite è riuscire a miscelare pezzi esclusivi delle top griffe con articoli meno cari di nuovi stilisti e marchi anche sconosciuti». «Non bisogna dimenticare - sottolinea - che ogni donna, arrivando per esempio a una festa, ama sentirsi dire “ma di chi è questo abito?”. La personalizzazione dell’immagine è fondamentale». Ma, anche, i prezzi. ■

Andrea Agnetti - AGNETTI - Villa Potenza (Mc); Cristina Corazza ANNA BOUTIQUE - Matera; Antonia Giacinti - ANTONIA - Milano; Antonia Manaresi - ANTONIA BOUTIQUE - Riccione (Rn); Claudio Antonioli - ANTONIOLI - Milano; Gianni Arteni - ARTENI/SPAZIO QUERINI - Udine; Rosi Biffi - BIFFI - Milano e Bergamo; Maurizio Bruni - BIG BOSS - Lido degli Estensi (Fe), Argenta (Fe) e Porto Maggiore (Fe); Silvia Bini - BINI SILVIA PASSEGGIATA - Viareggio (Lu); Andrea Bonvicini - BONVICINI FASHION GALLERY AND STORES Montecatini Terme (Pt); Lorenzo Selmin - BOUTIQUE CINZIA - Abano Terme (Pd); Giancarlo Stella - BOUTIQUE STELLA - Asiago (Vi); Raffaella Brancazzone - CLAN UPSTAIRS - Milano; Paolo Colognese COLOGNESE 1882 - Montebelluna (Tv); Maurizio Coltorti - COLTORTI BOUTIQUE - Ancona, Jesi (An), Macerata, San Benedetto del Tronto (AP) e Pescara; Gianni Cortecci - CORTECCI - Siena; Giorgio Dantone - DAAD DANTONE - Milano; Mauro Sighinolfi - DELLA MARTIRA Carpi (Mo), Sassuolo (Mo), Cesena e Mirandola (Mo); Mario Dell’Oglio DELL’OGLIO - Palermo; Silvia Bertocchi - 10 CORSO COMO - Milano; Marco Cateni - DIVO - Santa Maria a Monte (Pi) e Pontedera (Pi); Massimo Fiacchini - FIACCHINI - Forte dei Marmi (Lu) e Viareggio (Lu); Tiberio Pellegrinelli - FOTI - Reggio Calabria; Daniela Kraler - FRANZ KRALER - Dobbiaco (Bz) e Cortina (Bl); Raffaele Galiano GALIANO - Giugliano (Na); Giovanna Gaudenzi - GAUDENZI - Riccione (Rn) e Cattolica (Rn); Gianni Peroni - G&B, NEGOZIO - Flero (Bs), Brescia, Aosta, Courmayeur (Ao) e Ponte di Legno (Bs); Giorgia Tropea - GIGI TROPEA - Catania; Federico Giglio - GIGLIO - Palermo; Anna Giordano - GIORDANO - Pompei (Na); Toni Tanfani - GISA BOUTIQUE - Ancona e Chiaravalle (An); Fausto Vanni - GUELFA - Santa Maria a Monte (Pi); Gianni Guerra - GUERRA - Taranto; Sabina Zabberoni - JULIAN FASHION e MAISON J - Milano Marittima (Ra); Andrea Dei - Il CAVALLO e DEI - Pisa; Laura Mazzarone - ISSIMA - Genova; Amos Adani - LA BOUTIQUE DI ADANI e TIP TAP - Modena; Giorgia Apolloni - LA LUNA E LE STELLE - Carrè (Vi); Federico Rosada - LA TENDA - Milano; Simona Pessina - LAURA PESSINA - Monza; Gianni Amati - LEAM - Roma; Cesare Tadolini - L’INCONTRO - Modena; Franca Rodighero - LORIET - Camisano Vicentino (Vi); Antonella Anelli - LUCIANA BOUTIQUE - Bari; Luisa Severi - LUISA - Rimini; Andrea Panconesi - LUISAVIAROMA - Firenze; Antonella Cesana MANTOVANI - Carate Brianza (Mi); Paolo Mantovani - MANTOVANI - San Giovanni Valdarno (Ar), Castiglione della Pescaia (Gr) e Greve in Chianti (Fi); Paolo Marini - MARCOS - Mondovì (Cn); Mario D’Anna - MARIO D’ANNA - Caserta; Mirko Moras - MORAS - Intiminiano (Co); Salvatore Nida - NIDA - Caserta; Giuseppe Nugnes - NUGNES 1920 - Trani (Bt); Battista Martilotti - PAPILLON - Corigliano Calabro (Cs); Pancrazio Parisi - PARISI - Taormina (Me); Nicola Raimondi - RAIMONDI DRESS - Ravenna; Matilde d’Ovidio Ratti RATTI - Pesaro; Stefania e Teresa Cadore - ROUGE - Bassano del Grappa (Vi); Claudio Betti - SPINNAKER - Alassio (Sv), Sanremo (Im) e Portofino (Ge); Aldo Carpinteri - STEFANIAMODE - Trapani; Beppe Angiolini - SUGAR - Arezzo; Gianfranco Bray - SUIT - Lecce; Giuseppina Mutti - TARTARUGA - Sassuolo (Mo); Giampiero Molteni - TESSABIT - Como; Fabrizio Buzzoni - TIZIANA FAUSTI Bergamo; Ernesto Tufano - TUFANO - Pompei (Na); Didi Corbetta VALTELLINI - Rovato (Bs); Vinicio Ravagnani - VINICIO - Legnano (Mi), Novara e Arona (No); Alessia Volonté - VOLONTÉ - Cagliari; Gianni Peroni - WISE - Cremona. ■



#MEDITERRANEANLIFE

harmontblaine.com


Ph. Imaxtree.com

MADE IN ITALY

English version from page 141 to page 143

Non è solo questione di lusso Bel prodotto-made in Italy: un binomio che il mondo intero ci invidia, reso possibile dalla presenza sul nostro territorio di aziende e laboratori artigianali, in grado di realizzare creazioni di alto pregio. Un patrimonio al quale attingono i gruppi del lusso, ma che sta diventando sempre di più un asset strategico anche per i marchi di target medio-alto. E con seguaci nel segmento della fast fashion di Carla Mercurio e Angela Tovazzi

Made in Italy-luxury products: a combination that the whole world envies to Italy, made possible by the presence in our country of producers and craft enterprises, able to realize high value creations. A patrimony of knowledge and skills absolutely important for luxury brands and increasingly strategic for medium-high target labels as well. And now even fast fashion joins the group.

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e il made in Italy è la “conditio sine qua non” delle etichette al top, ora anche le aziende del segmento medio-alto e le griffe della sfera contemporary scoprono o rivalutano l’importanza del bel prodotto realizzato in Italia. Da tempo per i gruppi del lusso sfoggiare l’etichetta con la scritta “prodotto in Italia” è un asset imprescindibile al fine di aggiungere all’allure moda delle collezioni quel sapore di autenticità

Il finale della sfilata di Missoni dedicata alla primavera-estate 2017. Griffe come questa rappresentano la punta dell’iceberg del made in Italy, ma lontano dai riflettori delle passerelle molte aziende del lusso accessibile interpretano questo concetto in modo sempre più innovativo

ed esclusività che sempre più i consumatori, e soprattutto quelli esteri, chiedono al mercato. Maison italiane ma anche tante realtà straniere, che per garantire l’ambito quid devono giocoforza fare appello all’unicità della nostra filiera, in assenza di un sistema produttivo analogo al nostro. Emblematico il caso dei colossi francesi: da Louis Vuitton, con la sua Manufacture de Souliers a Fiesso d’Artico, cuore cal-

zaturiero della Riviera del Brenta, scelto come luogo di elezione per la produzione delle sue linee di calzature, a Berluti, che lo scorso anno ha inaugurato a Gaibanella, in provincia di Ferrara, un laboratorio per la realizzazione di scarpe e pelletteria. Per non parlare di Chanel che, se pure impegnata in un progetto di acquisizione di piccole realtà artigianali francesi, continua a realizzare nella penisola il 50% delle sue

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MADE IN ITALY

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1. Sarte al lavoro alla Sealup, realtà che può contare su una delle poche strutture industriali del tutto integrate ed esclusivamente italiane. 2.-3. Da Giano, calzaturificio marchigiano, l’expertise artigianale si fonde con uno spirito imprenditoriale contemporaneo.

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proposte di abbigliamento e accessori. Ma adesso anche i brand del lusso accessibile hanno capito che il sapore artigianale di un capo, la cura di un dettaglio, il pregio di una cucitura sono gli elementi in grado di fare la differenza nel mare magnum di proposte che affollano il mercato e gli scaffali dei negozi. Una “lezione” che stanno imparando (con la velocità che li contradditingue) anche alcuni esponenti della fast fashion. Un asset imprescindibile: I buyer confermano Specchio di questo trend sono i reparti de La Rinascente Duomo a Milano, che riuniscono un’offerta trasversale di griffe e brand. «Cerchiamo di lavorare molto sulle firme e i marchi made in Italy (non per forza della Penisola), perché la nostra clientela è composta per il 50% di stranieri, molto sensibili all’argomento», spiega il direttore centrale acquisti del department store, Monica Marsilli. E prosegue: «In generale nell’offerta globale di menswear le collezioni realizzate in Italia rappresentano una percentuale di circa il 70%, perché la moda maschile è per definizione legata al savoir faire del Belpaese, con i relativi concetti di sartorialità, buon gusto, ricerca e raffinatezza dei tessuti. Nel womenswear la percentuale scende al 50%, mentre arriviamo quasi a sfiorare il 100% nei reparti dedicati alla pelletteria». «Ovviamente - puntualizza - le cifre si abbassano se si considera nello specifico il target contemporary, con

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l’uomo ancora in primo piano, a quota 40%, seguito dalla donna al 30%». Che il made in Italy rappresenti un importante volano per le vendite, e non solo per le consumatrici straniere, lo conferma Cesare Tadolini de L’Incontro a Modena, multimarca dove coesistono nomi altisonanti del lusso e realtà artigianali più low profile a livello di immagine, ma al top nella qualità: «Stiamo investendo su queste linee dall’imprinting artigianale, vedi Agnona, Peserico, Fabiana Filippi, Cruciani - spiega - perché sono molto apprezzate dalla consumatrice italiana, che in questi capi trova un mix perfetto: alta qualità, contenuto moda e un prezzo corretto». «Una cliente - continua che vuol pagare il giusto e al tempo stesso è disposta a spendere anche qualcosa in più

se sa che la collezione è fatta in Italia e non in Cina. Per questo prestiamo particolare attenzione al cosiddetto storytelling, spiegando con meticolosità il valore aggiunto del prodotto, anche in risposta al fatto che spesso questo genere di aziende sono più defilate e non puntano in maniera massiccia sulla pubblicità». Dall produzione conto terzi all’house brand e viceversa Per molte realtà della Penisola il concetto di made in Italy si lega a quello di storicità, ossia alla possibilità di esibire un heritage che rimanda all’operosità e all’ingegno di famiglie partite con piccole realtà manufatturiere e arrivate nel tempo a costruire aziende che sono veri e propri gioielli. È


via Sant’Andrea, 8 - Milano


MADE IN ITALY

Nei reparti de La Rinascente Duomo il made in Italy ha una presenza sempre più significativa

il caso di Sealup, punto di riferimento nel settore del rainwear e dell’outerwear, nata nel 1935 con il marchio omonimo e divenuta, a partire dagli anni Novanta, partner produttivo ambito per i marchi del lusso internazionali. Una realtà da circa 10 milioni di euro di fatturato con headquarters a Lomazzo, in provincia di Como, e fabbrica a Calusco d’Adda, che può contare su una delle poche strutture industriali del tutto integrate ed esclusivamente italiane, con la ricerca dei tessuti, la modellistica e la produzione esclusivamente interne. E che oggi spinge con ancora più decisione sul marchio di casa, pronta ad approdare a Milano con il primo monomarca, in apertura in via Brera. Un percorso inverso, dalla produzione per conto di grandi griffe alla creazione di un house brand, caratterizza una realtà come Bianchi & Nardi, radicata nel fiorentino con una filiera certificata costituita da una ventina di laboratori artigianali di medie e piccole dimensioni. «Ci siamo detti: perché non ridare vita a un prodotto di assoluta cura e artigianalità, che rispecchi tutta la nostra passione a servizio di noi stessi e non solo per le grandi firme?», racconta Gabriele Bianchi, del team di cinque giovani che rappresentano la terza generazione dell’impresa. Il risultato è stato Bianchi e Nardi 1946, nata nel 2015, una linea di borse «di assoluto pregio ma con un costo finale nettamente inferiore a quello di una griffe», naturalmente made in Florence. Certo, mantenere in loco la produzione, per sé e per gli altri, non è stato facile e indolore: «È stata una scelta dura e a volte anche contro la volontà di alcuni brand, che ci spingevano ad andare all’estero per abbattere i costi, ma sono

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convinto che per soddisfare una clientela esigente sia indispensabile non perdere le nostre radici, l’italianità del prodotto, la fiorentinità ancor di più». Senza contare il problema del reperire maestranze qualificate di nuova generazione, disposte a intraprendere mestieri antichi, «ma con la caparbietà - puntualizza Bianchi - abbiamo trovato dei giovani che si applicano e imparano dai nostri anziani prossimi alla pensione». La storia di Antonelli è analoga: una lunga tradizione in Toscana (a Castelfiorentino) e, tre anni fa, il lancio del marchio ready-to-wear Antonelli Firenze, con risultati superiori alle aspettative. «Partiamo sempre dal presupposto che il fatturato viene dal prodotto, e il prodotto viene dalla testa, ossia da chi pensa le strategie - osserva Marco Berni, 35 anni, terza generazione della famiglia -. La nostra strategia, che ha portato a quasi un raddoppio dell’ebitda dal primo semestre 2015 al primo semestre 2016, è quella di investire su collezioni con una identità e un alto valore aggiunto, che in buona parte è dato dal fatto di essere 100% made in Italy». L’azienda si serve di laboratori del territorio locale, dove operano un centinaio di persone, tenendo all’interno soprattutto la creatività, i magazzini, il commerciale. «Non abbiamo mai pensato di delocalizzare - dice Berni - perché siamo convinti che il lusso accessibile non si può realizzare se non in Italia. Il fatto che, almeno per noi, questo sia un settore estremamente florido, dimostra che la scelta è giusta e anche conveniente: basta tenere i costi sotto controllo e, come facciamo noi, reinvestire i margini nella patrimonializzazione dell’azienda». Non solo i marchi dall’estrazione artigia-

Claudio Marenzi Presidente di Sistema Moda Italia

«L’Italia è un unico grande brand» «We need to focus on a single large brand: Italy. This means to think in terms of subjects rather than sectors».

«L’industria del tessile-moda è cresciuta del 1,1% lo scorso anno e continua anche in questi primi mesi del 2016 a seguire un trend simile. Un andamento controbilanciato da una diminuzione nel numero di aziende. In questo scenario occorre fare sempre più sistema, mettendo al centro un unico grande brand: l’Italia. Ciò significa ragionare per temi, e non più per settori, e avviare sforzi comuni e congiunti di ampio respiro, evitando iniziative di promozione locali, che disperdono risorse. In tal modo le imprese e le istituzioni potrebbero elaborare piani di supporto e di aiuti fiscali alle aziende, come il riconoscimento dei crediti d’imposta sui campionari e il superammortamento sugli investimenti industriali. Due provvedimenti che potrebbero dare un nuovo slancio sia alle attività commerciali nel mondo, sia a quelle produttive delle nostre imprese».



MADE IN ITALY

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nale stanno puntando sul made in Italy come fiore all’occhiello della loro offerta, ma anche brand della fast fashion: è il caso di Imperial, azienda bolognese fondata da Adriano Aere ed Emilia Giberti nel 1978 e titolare del brand omonimo e di Please. Le collezioni sono low cost, ma non vengono prodotte in Cina o in Bangladesh: «Realizziamo 10 milioni di capi all’anno, 30mila al giorno - racconta Aere -. Una velocità incredibile, resa possibile dal fatto che vantiamo una produzione a chilometro zero, collaborando con un network di laboratori a 50, massimo 100 chilometri di distanza dal Centergross, dove abbiamo sede. Parliamo di Faenza, Ferrara, Rovigo, Forlì, Reggio Emilia». Accanto a queste realtà, nell’orbita del gruppo sono inoltre entrate da alcuni anni a questa parte altre cellule della filiera produttiva italiana: nel 2013 la società bolognese ha fatto shopping in Toscana e si è aggiudicata la maggioranza di D.Pure, attiva nella produzione di womenswear, e della catena Dixie. All’inizio di quest’anno è toccato invece alla Gieffe Moda di Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), con alle spalle una expertise trentennale nel childrenswear, di cui Imperial ha preso in affitto un ramo d’azienda per sviluppare la versione in taglie mini della collezione Please. Restare in Italia, per l’imprenditore, vuol dire assicurarsi la qualità, ma anche la velocità: «Se le collezioni le facessi fare in Cina il ciclo di lavorazione sarebbe di tre mesi commenta Adriano Aere -. Con i nostri fornitori l’intervallo di tempo fra l’ideazione del prodotto e la sua messa in vendita è di ■ massimo dieci giorni».

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1. La campagna di Imperial autunnoinverno 2016-2017: anche i brand della fast fashion scoprono i plus del made in Italy a 2. Un outfit di Peserico dell’inverno 2016-2017 2

REGIONE VENETO

Arriva l’etichetta parlante Directly from Veneto region, a pilot project involving a pool of textile-clothing-footwear companies. A talking label that tells everything about the origin of a product. L’etichetta parlante diventa una realtà, perché l’origine dei capi non deve più essere un segreto e il consumatore deve essere tutelato. Come è emerso in occasione della rassegna Origin Passion and Beliefs - il salone sul saper fare made in Italy in fatto di accessori moda, in scena di recente insieme a Milano Unica - dal Veneto arriva un progetto-pilota, che interessa circa 1520 aziende del settore, al via entro la fine dell’anno. Un’iniziativa all’insegna della tracciabilità, ideata e realizzata dalle organizzazioni regionali venete di Confartigianato Imprese, Cna, Confindustria e Confesercenti sezioni moda, sposata dall’Assessorato regionale allo Sviluppo Economico ed Energia, con il coinvolgimento di Unionfiliere e Unioncamere del Veneto. Grazie a un’applicazione software creata ad hoc, che sfrutta la tecnologia NFC, avviciando un telefonino a un paio

di jeans, un vestito, una giacca o un paio di scarpe, il consumatore potrà scoprire dove sono nati i capi, chi li ha creati e di cosa sono fatti, mentre il produttore potrà valorizzare la qualità del suo prodotto, mettendo peraltro in atto strategie di marketing per espandere il suo mercato. «Un’arma potente per valorizzare il vero made in Italy e combattere il mercato del falso, che ci costa 7 miliardi l’anno e che distrugge imprese e occupazione e danneggia i consumatori», spiegano Roberto Bottoli, Giuliano Secco e Pier Giorgio Silvestrin, rispettivamente presidenti di Sistema Moda Confindustria Veneto, Federazione Moda Confartigianato Veneto e Federmoda Cna Veneto. «Il consumatore - concludono - deve avere la certezza di cosa compra, evitando di alimentare la catena del falso, che porta danni a tutti quanti». (c.me.)




M&A

capitali freschi per la moda

più che un ciclo un ciclone La moda apre a nuovi investitori. Un riflesso della crisi, della difficoltà a finanziarsi, della necessità di essere più competitivi ma soprattutto di un (lieve) cambio di mentalità di Elisabetta fabbri

Before August holidays some Italian fashion companies were targeted by the financial investors. Fashion entrepreneurs reveal a greater openness to risk capital, while investors are changing the approach: a company is not a number but a unique entity with a real soul.

P

oco prima delle ferie d’agosto una serie di aziende della moda italiana sono entrate nel mirino degli investitori finanziari (e non). Altre sono alla ricerca di partner e di nuovi capitali per cogliere nuove sfide, sciogliere delicate questioni familiari e di governance o uscire da situazioni di impasse. Sintomo di un interesse che non si è mai sopito o solo l’inizio di una nuova ondata di fusioni e acquisizioni, sostenuta da un cambio di mentalità (delle imprese) e di approccio (dei potenziali soci)? L’operazione più recente, mentre scriviamo, riguarda Boccaccini (brand L’Autre Chose): la società di private equity Sator di Matteo Arpe è salita dal 35% all’84% del capitale e ora è pronta a rafforzare il brand a livello nazionale e internazionale. In luglio la 21 Investimenti di Alessandro Benetton ha comprato il 70% delle sneaker luxury-fashion Philippe Model, prodotte in Riviera del Brenta, a conferma che gli accessori sono uno dei sub-settori più appetibili. Concetto ribadito anche nel caso di Furla: in vista dello sbarco in Borsa, il marchio

Giovanni Tamburi

di borse e pelletteria ha siglato uno speciale accordo con Tamburi Investment PartnersTip. La investment-merchant bank di Giovanni Tamburi si è impegnata a sottoscrivere un prestito obbligazionario da 15 milioni di euro, convertibile in azioni della società bolognese al momento del listing (analoga cifra potrà essere sottoscritta al collocamento). La stessa Tip è appena diventata azionista diretta di Moncler (con il 5% circa), dopo essere stata socia della Ruffini Partecipazioni, holding di Remo Ruffini (primo azionista, presidente e ceo della label dei piumini) che da luglio ha per nuovi soci l’investment company di Singapore Temasek e Juan Carlos Torres, azionista e chairman di Durfy (travel retail). Anche Investindustrial apprezza fashion e dintorni: dopo le calzature di lusso Sergio Rossi la società di Andrea Bonomi ha comprato il childrenswear Chicco (con l’acquisto del 60% di Arsana) ma è uscita dai gioielli Stroili, passati a Thom Europe, primo retailer di gioielleria in Francia. Anche a Mantova e Vicenza sono arriva-

resta la mania ti capitali esteri, del tutto in famiglia, per la precisione però l’italia si sta mediorientali. La svegliando famiglia Corneliani ha ceduto la maggioranza dell’azienda del menswear a Investcorp, la stessa società d’investimenti del Bahrain che nel 2014 ha comprato l’abbigliamento tecnico Dainese. Mayhoola - l’investment group riconducibile ai reali del Qatar, che ha in portafoglio Valentino e Balmain - è passata dal 65% al 100% di Forall Confezioni (Pal Zileri). È nippo-cinese il fondo Sequedge, nuovo proprietario di Costume National (di cui era socio dal 2009). Tuttavia, per il rilancio del marchio fondato da Ennio Capasa è stato chiesto il concordato preventivo. Ha ottenuto il concordato di continuità, invece, il marchio Jeckerson in mano al private equity Stirling Square Capital Partners, che ora intende ripatrimonializzare l’azienda con un pool di investitori. Altri deal si prospettano per Aspesi, secondo rumors in trattative con

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M&A

1. La sfilata di Costume National autunno-inverno 2016/2017: di recente il marchio è passato in mani nippo-cinesi 2. In luglio Moncler ha debuttato a Washinghton 3. Una borsa Furla: il marchio si sta preparando allo sbarco a Piazza Affari

Armònia (un nuovo attore del private equity focalizzato sulle Pmi) e Jacob Cohën che, stando a voci non confermate dalla proprietà sarebbe alla ricerca di nuovi soci. Gli zainetti Invicta di Seven (il gruppo degli Stasio) sarebbero corteggiati dai fondi Quadrivio, Igi, Wise e Mast Capital Partners. NELL’ECCELLENZA ITALIANA MOLTI CASI VIRTUOSI APPETIBILI «Le recenti operazioni nella moda non sono un nuovo ciclo, ma movimenti all’interno di un “ciclone” che, tra alti e bassi, dura da 20-30 anni», puntualizza Giovanni Tamburi, presidente e a.d. di Tip. «Credo sia un processo destinato a durare: ci sono tanti casi di aziende virtuose. A noi piacciono tutti i mondi dell’eccellenza italiana e guardiamo, in particolare, a quelli che possono avere interesse ad aprire il capitale». «C’è molta attenzione sul settore conferma Patrizia Arienti, presidente della società di consulenza Deloitte & Touche Spa e Fashion & Luxury leader in Italia ed Emea - soprattutto da parte del private equity, come emerge anche da una nostra indagine pubblicata in aprile (vedi box a pag.46). I maggiori fondi sul mercato Emea prevedono almeno un’acquisizione nel 2016. Un altro 44% ipotizza un’exit, quindi è immaginabile anche una

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rotazione degli investimenti». «Le motivazioni forti, in entrata e uscita, si spiegano con i rendimenti, che restano superiori al 20% - aggiunge -. Nel mirino ci sono soprattutto aziende di medie dimensioni e alcune operazioni preludono all’ingresso in Borsa. Date le caratteristiche tipiche degli imprenditori italiani, non mi aspetto una particolare accelerazione, ma siamo positivi: di certo hanno acquisito la consapevolezza di avere bisogno di un aiuto». «Spesso però non c’è la volontà piena - ribatte Tamburi -. Resta la mania del 100%, del tutto in famiglia: si teme che arrivi qualcuno che si intromette. Tanto che, a volte, si preferisce litigare in famiglia, piuttosto che far entrare un partner finanziario». E fa l’esempio di iGuzzini Illuminazione, dove Tip è entrata attraverso Tipo, la partecipata che acquisisce quote di minoranza di aziende fino a 200 milioni di euro di ricavi, orientate ad andare in Borsa, anche dei settori moda, lusso e design. A inizio 2015 è stato finalizzato l’acquisto del 14% circa del capitale dell’azienda, che presentava una governance complessa, poiché nell’azionariato erano coinvolti sei rami della famiglia Guzzini. Di recente, con l’ingresso di Tipo nella holding di famiglia e l’uscita di alcuni componenti, è stata semplificata la catena di controllo in vista della quotazione. «Noi

esterni - spiega Tamburi - abbiamo trovato una quadra, grazie a un mix di sensibilità, capacità tecnica, denaro e pazienza. Tutti gli imprenditori dovrebbero essere in grado di capire se un nuovo socio sa stare in minoranza, se può apportare diverse abilità, specie nel gestire i temi di governance o di finanza. Una volta compresi e accettati questi concetti, eliminati i problemi che hanno rallentato la crescita, le imprese si possono far volare, perché si lavora meglio a tutti i livelli, inclusa l’operatività». Ma come mai l’intesa con Furla è partita con un prestito convertibile in azioni e non un investimento diretto? Una sorta di contratto prematrimoniale, per la diffidenza di cui sopra? Risponde Tamburi: «Al contrario, l’accordo esprime il massimo della fiducia reciproca. Oggi, nemmeno il più bravo valutatore, se mai esistesse, saprebbe formulare il valore corretto di un’azienda così. Per questo abbiamo deciso di rinviare al momento del collocamento in Borsa questo confronto». LE OFFERTE, NON PIÙ MASSIMIZZATE MA SELEZIONATE «Un po’ di cambiamento negli imprenditori però si nota - ammette il capo di Tip - come dimostra il numero di nuove quotazioni sull’Aim (il mercato di Borsa Italiana per



M&A

Patrizia Arienti

Le sneaker Philippe Model rilevate da 21 Investimenti

le Pmi, ndr). L’Italia si è un po’ svegliata. I fondatori invecchiano e le nuove generazioni sembrano più aperte. Anche Elite (progetto di Borsa Italiana per avvicinare le Pmi agli investitori e al mercato dei capitali, ndr) si sta dimostrando molto efficace». «Si nota un’apertura maggiore da parte di imprenditori delle Pmi - conferma Elio Milantoni, partner di Deloitte esperto di M&A - dettata anche dalle crisi finanziarie, dalle difficoltà a finanziarsi e dalla necessità di avere una visibilità globale. Far entrare un terzo nell’azionariato è un cambiamento epocale, specie nel lusso, quando l’imprenditore ha grande notorietà e lega il suo nome al marchio. Spesso vuole restare nella compagine azionaria, ma non sempre punta alla migliore offerta». «Di frequente - aggiunge - anche l’advisor non tende a massimizzare bensì a selezionare l’offerta, tenendo conto di aspetti quali la governance, la visione, nonché l’esperienza del partner finanziario». E il cambio di atteggiamento non riguarda solo il lato dell’offerta. «Alcuni fondi - spiega Milantoni - si sono focalizzati su competenze specifiche. Non si assiste più all’esasperazione dell’exit in tempi brevi: mediamente si parla di una permanenza dei fondi di cinque anni. Inoltre, gli investimenti in equity hanno superato quelli con utilizzo della leva finanziaria, per garantire uno sviluppo più sano della crescita». «Noi siamo “capitali pazienti” - specifica Tamburi - abbiamo un approccio diverso dal private equity. Di solito il fondo chiede fin dall’inizio delle date per vendere, noi non imponiamo un’uscita preconcordata. Se emerge un problema, i fondi cercano di capire, ma sempre con l’ottica di vendere appena c’è un ritorno decoroso. Nel nostro caso, invece, prevale lo spirito industriale, perché rappresentiamo circa 100 famiglie di imprenditori».

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gli investitori hanno una motivazione forte: il rendimento, che resta superiore al 20%

Perché l’alchimia funzioni, secondo Tamburi, il partner finanziario non deve imporre troppi vincoli alle imprese. Deve lasciare andare avanti l’azienda sostanzialmente da sola, con un minimo di controllo, ma contributi nella strategia e nella governance. Il tutto con equilibrio e garbo, essenziali «specialmente per dare valore aggiunto o, semplicemente, far dialogare i soci di minoranza, senza infrangere rapporti storicamente delicatissimi». NEI DEAL LE VALUTAZIONI DEL LUSSO BATTONO LA MEDIA Viene anche da pensare che questa nuova ondata di M&A sia legata a un ridimensionamento delle valutazioni delle aziende. «In realtà non

Il brand L’Autre Chose in mano al private equity Sator

sono diminuite molto - risponde Milantoni -. A oggi le valorizzazioni delle società del lusso sono mediamente del 20%-30% superiori alla media degli altri settori. Nel 2015 il 70% delle fashion company target aveva una valutazione di 10 volte l’ebitda, contro la media di 6-7 volte degli altri comparti». Tamburi concorda sulla stabilità di fondo dei valori, ma proprio non vuole parlare di multipli. «Quando si tratta di eccellenze italiane - conclude - ognuna è un caso a sé, con proprie peculiarità, una storia unica, un’anima, che non si valutano semplicemente con un multiplo ma empiricamente, tenendo conto anche degli skill personali. Altrimenti sarebbe una banale compravendita di ■ un prodotto al mercato».

emea fashion and luxury market

L’Italia fra i maggiori catalizzatori di M&A nella moda e nel lusso In 2015, 61% of deals in Emea were focused on fashion and luxury segment. The average value was US$ 471 million. Italy is one of the countries with the highest number of investments. Nel 2015 il 61% delle operazioni di M&A nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) ha interessato il segmento fashion & luxury in versione allargata, comprensivo di settori come profumi e cosmetici, arredo, hotel e yacht. Nell’anno sono avvenute 84 transazioni, dal valore medio di 471 milioni di dollari. Abbigliamento e accessori hanno attratto il maggior numero di capitali: circa 300 milioni di dollari, nelle stime di Deloitte elaborate per il report “Emea Fashion & Luxury Market: private equity and investors outlook 2016”. I deal si sono concentrati soprattutto in Regno Unito (24% del totale), Francia (17%) e Italia (15%, dove oltre la metà delle operazioni si sono focalizzate su abiti, scarpe e borse). Nel 53% dei casi si è trattato di investitori finanziari, per il resto di società di moda e lusso: in ogni caso hanno prevalso acquisizioni di pacchetti di controllo. La recente ricerca di Deloitte riporta anche le prospettive su tutto il 2016 emerse da un sondaggio, che ha per campione il private equity (oltre il 90% del totale) e altri investitori come holding, fondi pensione e fondi sovrani. Più della metà degli interpellati si aspetta una crescita di moda-lusso trainata da beauty, fashion e design. L’87% stima che nel 2016 porterà a termine almeno un nuovo investimento nel comparto. Nel sub-settore apparel & accessories fanno gola soprattutto le società con ricavi fra 51 e 100 milioni di dollari. Il rendimento atteso dai nuovi investimenti è fra il 20 e il 30%. (e.f.)



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grey Market

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CANALI ALTERNATIVI

il parallelo gioca sempre più al ribasso

Cresce la concorrenza nel parallelo che risente, come tutto il mercato di moda dell’alto di gamma, delle incertezze internazionali. In special modo è la Cina, che assorbe la maggior parte del grey market, a rallentare. Il parallelo “programmato” frena, mentre il daigou si organizza per strappare prezzi migliori. L’online cresce. Ma in generale aumentano i controlli di ELISABETTA CAMPANA

The competion grows in the grey exports, due to the international uncertainties. China, which absorbs most of the “grey”, slows down. The “programmed” B2B drops, while the daigou organizes itself to snatch the best prices. The online business is growing up. But controls generally increase. Gucci

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i dice che in un noto department store italiano sia stata creata un’area dedicata ai cinesi che effettuano il “daigou”, ovvero che acquistano nel nostro Paese e rivendono nella Repubblica Popolare prodotti moda al top, attraverso canali non ufficiali. Lo raccontano alcuni negozianti, che avrebbero visto foto dello spazio. È questa l’indiscrezione che sta creando più sensazione nel mondo del parallelo. Il business nel nostro Paese - ma viene praticato anche nel resto del mondo - è stimato da Fashion, poco meno di 2 miliardi di euro, nelle varie formule di “pronto” (l’acquisto in corso di stagione, di cui fa parte il daigou), “programmato” (il “grey”, ordinato con la tempistica delle collezioni) e online. Riguarda la Cina in primis, ma anche Paesi tipo Corea, Giappone, Stati Uniti, oltre all’Europa del Nord e al Medio Oriente. Nonostante sia ormai stato sdoganato come B2B, nessuno vuole ancora parlarne. Tanto meno le aziende, evidentemente consenzienti, che forniscono la merce

ai multimarca che lo praticano (ovviamente non tutti), di fatto diventati distributori e grossisti. Oltre a sancire l’elevata diffusione del fenomeno, la sala che sarebbe stata adibita nel grande magazzino evidenzia che nulla è più lasciato al caso: la concorrenza è forte anche nel parallelo che risente, come il resto del mercato dell’alto di gamma, del-

BORSE autunno-inverno 2016/2017

CHI SALE CéLINE CHLOé GUCCI

Chi scende BALENCIAGA FENDI VALENTINO Fonte: stime di Fashion

le incertezze internazionali. In questo luogo riservato, gli operatori del daigou possono fare i loro pacchi e spedirli direttamente a Hong Kong (il centro mondiale per lo smistamento del parallelo), ottenendo così ciò che in gergo viene chiamato “detax” e che in pratica è l’esenzione dell’Iva del 22%. L’alternativa è portare via personalmente la merce, beneficiando del taxfree, che rimborsa però alla fine solo il 13%. Non è una novità che i cinesi del daigou, quando comprano nei multimarca, chiedano questo tipo di servizio di spedizione, ma è sintomatico che pure un department store si sia strutturato, a quanto pare, in questo modo. Tra l’altro sembra che anche i brand nei loro monomarca stiano utilizzando l’escamotage del detax quando vogliono smerciare più prodotti e, quindi, invogliare all’acquisto, mentre imporrebbero il taxfree se, al contrario, desiderano contingentare determinati articoli. I CONTI IN TASCA Al DAIGOU Facendo i conti in tasca, il cinese di turno - che guadagna circa 10mila euro al mese acquista la merce con uno sconto dal 10%

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grey market

Alexander McQueen

Valentino

al 20% sul prezzo sell out (queste sono mediamente le tariffe), a cui sottrae il 22% del detax, pari a una riduzione complessiva tra il 30% e il 40%, se non oltre. Il prezzo finale diventa ancor più vantaggioso, quando lo si paragona ai listini cinesi più elevati almeno del 25%-30% rispetto a quelli europei. L’altra voce che circola tra i retailer in questo periodo è che i buyer del daigou, invece di farsi concorrenza come in passato, abbiano creato una community italiana, dove si scambiano immagini di prodotto e informazioni, in modo da fare fronte comune e ottenere gli sconti maggiori. «Di norma un cinese che fa il “pronto” - spiega un dettagliante - viene in negozio, scatta delle foto e chiede di mettere da parte alcuni pezzi per poi tornare dopo aver accumulato più ordini (da qualche centinaio a qualche migliaio di euro), utilizzando prevalentemente gruppi chiusi su WeChat». «Ultimamente - prosegue il commerciante - è invece facile ricevere una telefonata con cui annulla tutto perché, grazie al nuovo network, ha trovato uno store che garantisce un acquisto più vantaggioso, anche solo di pochi euro». D’altra parte, se pure Fondazione Altagamma prevede per il 2016 crescita zero (o poco più) dei consumi di lusso dei beni per la persona (pari a 253 miliardi di euro nel 2015), vuol dire che la tendenza a una performance “new normal” si applica anche

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I RISCHI DEL “PROGRAMMATO” «Il programmato è diventato pericoloso - ribadisce un intervistato -. Al momento dell’ordine da parte del buyer parallelista riceviamo un acconto massimo del 30%, ma dato che c’è troppo prodotto in giro, se qualche nostro collega mette sul mercato a prezzo di costo la stessa merce, il tuo accordo salta. E non sai più come smaltire gli articoli, indicati solo per certi mercati». Quando si tratta del programmato, i prezzi scendono in modo vertiginoso: non si parla più del prezzo sell out meno il 10%-20% come nel pronto/ daigou, bensì del prezzo di costo più (se va bene) il 20%. Ma dato che il gioco al ribasso è forte, soprattutto in momenti come questi, si può arrivare a uno “stracciato” Moncler prezzo sell in più il 5%. «È chiaro che percentuali così basse le I piumini al parallelo. In Cina inoltre il può solo sostenere chi ha le spalle Moncler mercato della moda deve fare molto robuste, movimenta grandi continuano i conti con l’ultimo giro di vite quantitativi e ottiene sconti dalle a essere tra dato, lo scorso aprile, dal goaziende - commenta un interpeli capi uomo verno ai controlli doganali e ai lato -. Così come è evidente che, e donna più dazi anche su prodotti acquia questo punto, il lavoro del nerichiesti dal stati online, con l’impossibiligoziante non c’entra più nulla: si parallelo tà di prevedere quali potranno tratta di pura finanza». «E visto essere le prossime mosse del che si può arrivare a garantire una presidente Xi Jinping riguardo alla lotta alla redditività del 6-7% - chiosa - si trovano incorruzione e al lusso. Tutto ciò ha colpito vestitori anche fuori dal settore». A causa in special modo il “programmato”, ovvero però dell’incertezza diffusa, ultimamente i l’altra faccia del grey market. «Non è un mocompratori del programmato, per rischiare mento facile - conferma un negoziante -. La meno, tendono ad acquistare in pronta concontrazione è tangibile, anche perché esiste segna a inizio stagione, così sono i negomolta concorrenza da parte dei retailer degli zianti a doversi esporre di più economicaaltri Paesi europei». mente e attrezzarsi con magazzini ampi per ospitare la merce. L’alternativa al pronto e al programmato è rappresentata dal parallelo online: sta prendendo sempre più piede - e per questo sono aumentati però i controlli - attraverso piattaforme cinesi Le più richieste come Xiu.com, Shangpin.com e Taobao autunno-inverno 2016-2017 (ma anche marketpalce internazionali), che si collegano direttamente ai magazini dei BALENCIAGA multimarca, in modo ovviamente segreto, GUCCI per attingere alla merce. Pure i social fanno ALEXANDER MCQUEEN la loro parte con WeChat in primo piano. Certo, che si tratti di grey sul web o fisico, VALENTINO si gioca sempre più al ribasso. Con il timore Fonte: stime di Fashion che dalla Cina arrivi un’ulteriore stretta. ■

SNEAKER UOMO



New scenarios

IN GRAN BRETAGNA

Armageddon post Brexit? No, grazie La Brexit fa crescere? Prematuro dirlo, ma a tre mesi dal voto che ha sancito l’uscita dell’Inghilterra dalla Ue, gli esperti iniziano a rivedere le stime di recessione sulla base dei dati economici e degli investimenti delle aziende. A Londra non si fermano gli opening, a Manchester riaprono i cotonifici e Vivienne Westowood lascia Milano per la city di Andrea Bigozzi

Three months after Brexit vote, experts begin to review the estimates of recession, on the basis of good economic datair and new investments of the fashion companies. In London openings don’t stop and textile industries are ready to rebirth.

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primi test davvero importanti in fatto di moda sono proprio in queste settimane alla fashion week di Londra (che si è chiusa oggi), ma anche subito a seguire alle sfilate di Milano e Parigi. Manifestazioni che saranno l’occasione per incontrare buyer e imprenditori con cui provare a capire quale sarà (se ci sarà) l’effetto Brexit sull’industria locale del fashion, che vale ben 28 miliardi di sterline. Ma a quasi tre mesi dal voto del 23 giugno, apparentemente sembrano già svaniti i timori legati all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, che avevano portato alla vigilia del referendum il 90% degli stilisti inglesi a dichiararsi sfavorevoli alla Brexit. In queste otto settimane designer, imprenditori del fashion e buyer, anche se in larga parte delusi dalla vittoria del “Leave”, hanno continuato a investire. Vivienne Westwood, presa da un moto di nazionalismo, dopo diversi anni di sfilate maschili a Milano ha annunciato che dal 2017 presenterà le collezioni uomo e donna autunno-inverno 2017/2018 sotto un’unica etichetta durante la settimana della moda uomo di Londra, scommettendo sul ruolo strategico che la city potrà ricoprire in futuro nel panorama internazionale delle fashion week. Anche i buyer e gli imprenditori britannici che lo scorso luglio hanno

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preso parte a Pure London si sono subito domandati se l’opinione pubblica e la stampa non siano troppo frettolose nelle fosche previsioni sul futuro post Brexit. «Si è subito respirata un’aria di ottimismo dopo il panico da Brexit. E sono convinta che il nuovo premier Theresa May sarà capace di infondere maggior fiducia nel business», sono state le riflessioni di Julie Driscoll, portfolio director del salone londinese che si è svolto all’Olympia Station a Kensington (vedi servizio di approfondimento). Prima del voto su Brexit e anche nelle prime reazioni a caldo la maggior parte degli analisti e dei professionisti della politica aveva dato per sicura la caduta in recessione dell’economia britannica. Gli ultimi indicatori sembrano scongiurare gli scenari più cupi, anche se per fare previsioni è troppo presto e restano molte incertezze. La sterlina si è stabilizzata, ma molti esperti insistono: «Un nuovo crollo è in arrivo». Intanto però i segnali provenienti dai consumi sono tutti all’insegna di un generalizzato recupero dell’economia e della fiducia dopo il contraccolpo del referendum. Le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1,5% nel mese di luglio, con abbigliamento e calzature spinte da un meteo particolarmente clemente. Anche secondo gli analisti di Verdict Retail la fiducia

Il 2 giugno Gucci ha presentato la collezione cruise 2017 nel chiostro dell’abbazia di Westminster, a Londra. La scelta, insieme alla collaborazione triennale con Chatsworth, famosa tenuta storica situata nel Derbyshire, testimonia il desiderio del brand e del suo direttore creativo di abbracciare in modo ampio la cultura britannica


dei consumatori inglesi è in crescita tranne che nell’area di Londra, dove il pessimismo è cresciuto dopo il voto. A incidere positivamente la sterlina debole: i consumatori di beni di lusso hanno sfruttato il deprezzamento della valuta post referendum per fare shopping a prezzi più convenienti durante tutta l’estate. Allo stesso tempo, però, ci sono state ripercussioni negative sugli negli investimenti delle società britanniche: un sondaggio della Banca d’Inghilterra indica che in media sono stati ridimensionati. Un trend con non poche eccezioni, specie nella settore moda. Proprio in queste settimane sta per riaprire i battenti a Dukinfield, nell’area della Great Manchester, la prima filatura di cotone inglese, a 30 anni dalla chiusura dell’ultimo cotonificio del Paese. E c’è già il nome del primo grande committente, sempre Made in Britain: è Marks & Spencer, che ha ufficialmente comunicato la propria commessa alla nuova filatura.

Paladino del motto “va tutto Regno Unito. Tutte buone notiDa recessione bene” anche Zalando, uno zie senza contare nuovi negozi a crescita dei maggiori rivenditori di appena inaugurati o in procinto moda online d’Europa: poche di aprire i battenti: da Moncler Vendite al dettaglio settimane fa il consigliere del a Miss Sixty ed Elie Saab pas+1,5% gruppo, Rubin Ritter, si è sando per Furla e Red ValenFiducia dei consumatori: detto sicuro che Zalando «potino fino a Selfridges che ha trà crescere nel Regno Unito, solo a Londra è in calo aperto a Londra un teatro, dipiù di quanto fatto sinora», ventando il primo department Confermati anche grazie alla recente instore a battezzare un’iniziativa gli investimenti retail con troduzione di diversi marchi di questo genere. Ma gli esperMoncler, Furla, Miss Sixty, brit nella propria brand list. ti immobiliaristi avvertono. Red Valentino, Selfridges Non solo: l’e-tailer tedesco Naturalmente tutto questo non ha appena stretto un accorvuol dire che le conseguenze di do per vendere alcuni dei suoi home brand Brexit si sono esaurite, anche perché l’uscita come Mint&berry, Zign e Anna Field suldel Regno Unito dall’UE tecnicamente deve la piattaforma del “rivale” britannico Asos. ancora avvenire: anzi, deve ancora cominNon è da meno il Ynap: il gruppo nato dalla ciare. Anche se, come scriveva l’Economist fusione di Yoox e Net-a-Porter si appresta poche settimane fa, il cittadino medio «non ad assumere nuovo personale, espandendo la pensa al Trattato di Lisbona (l’articolo che sede centrale londinese e confermando il suo regola l’uscita di una Pese dalla Ue, ndr) impegno a mantenere la propria presenza nel mentre entra in un centro commerciale». ■

saloni

Pure london: per i buyer un’offerta senza frontiere The portfolio director of Pure London tells Fashion what we can expect for next edition of the fair: «We are always aiming to refresh the show and provide something new to visitors. In 2017 a new area will focus on athlesure» Mantenere le antenne ben dritte, non solo per captare i trend della primavera-estate 2017, ma anche per cogliere le migliori offerte dei 700 marchi presenti (di cui 300 new entry) ed evitare gli effetti negativi (se davveroci saranno) che potrebbero derivare dalla Brexit. Sono questi i propositi con cui i buyer hanno preso parte a Pure London, che si è svolto dal 24 al 26 luglio al centro fieristico Olympia London di Kensington. Vedono rosa gli organizzatori, che non si fanno impensierire dall’uscita della Gran Bretagna dall’Europa e pensano già all’edizione di gennaio 2017, preparandosi a dare alla manifestazione un appeal sempre più internazionale, a cominciare dal brand mix della aziende espositrici. «Stiamo lavorando a molte novità per la prossima edizione, come l’aggiunta di una nuova sezione dedicata all’athleisure», rivela Julie Driscoll, portfolio director di Pure London. A proposito dell’industria della moda britannica Driscoll aggiunge: «Il retail occupa un posto significativo nell’economia del Regno Unito. Tra l’altro per il consumatore locale lo shopping è diventato un passatempo chiave nella vita di tutti giorni». In attesa di vedere quali novità hanno in serbo per loro gli organizzatori di Pure London, questa stagione i buyer che hanno fatto visita alla fiera si sono fatti ispirare dall’esercito variegato di brand che hanno presentato collezioni di abbigliamento maschile e femminile,

oltre alle calzature e agli accessori. Nella tre giorni di manifestazione hanno fatto visita agli stand e assistito alle sfilate compratori di NetA-Porter, Asos e Arcadia Group. «Vale sempre la pena di venire qui - conferma Lucy Burton di Asos. Abbiamo visto molte proposte interessanti». Tra i fattori che hanno spinto la fiera londinese, l’ampia offerta: dai marchi high street alle etichette di nicchia, quasi artigianali. «Qui c’è davvero una grande varietà - conferma Nichola Morga, senior account manager di Cheap Monday, il marchio del gruppo H&M per la prima volta presente a Pure London -. È bello essere posizionati al fianco del meglio dell’urban menswear». Da registrare, a questa edizione, una crescita consistente di aziende italiane espositrici. Quasi 40 in totale, tra conferme e new entry. Compagnia Italiana e Kate by Laltramoda si sono presentate a Pure London con le novità più importanti delle prossime collezioni. «In Inghilterra abbiamo già un buon pacchetto clienti. Questa fiera funziona per intercettare buyer scozzesi e irlandesi più che quelli della city». La sfida di Pure London, come degli altri saloni, è tradurre le visite dei buyer in ordini. Aspetto che secondo il marchio Pour Moi non è mai stato un problema: ogni stagione almeno 30 ordini all’attivo, «con un ottimo turnover di clienti», precisano dall’azienda. (an.bi.)

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E-COMMERCE

MARKETPLACE

sempre più fashion oriented Amazon ed eBay continuano a investire nella moda, che si rivela una delle categorie merceologiche con il maggior tasso di crescita. Dalla loro parte hanno fattori fondamentali per il successo nell’e-commerce come traffico, dimensione globale e soprattutto competenze nel mobile. Sull’offerta e l’immagine si sta lavorando di Elena Azzola

Amazon and eBay are continuing to invest in fashion, which is proving to be among the product categories with the highest growth rate. Both companies have key factors for e-commerce success on their side, such as traffic, global scale and mobile expertise. They are working on product range and image.

Sessione di shooting fotografico negli studi di Amazon a Shoreditch, Londra

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n un autunno di grande dinamismo per l’e-commerce di moda, in cui colossi del settore come Zalando promuovono festival in cui sperimentano le future frontiere del fashion (il nuovo Bread & Butter, vedi articolo a pagina 58), Yoox si rifà il look per offrire una navigazione più semplice e personalizzata ai suoi utenti e, infine, Chiara Ferragni lancia l’e-shop sul suo fortunato blog The Blonde Salad (vedi news a pagina 60), le grandi piattaforme generaliste, pioniere nelle vendite online, come eBay e Amazon non stanno a guardare. Soprattutto

non intendono perdere la partita della moda contro i sempre più agguerriti player specializzati. «Il fashion è una delle categorie merceologiche che crescono di più su Amazon - chiarisce Juliet Warkentin, direttore marketing di Amazon Fashion Europe -. Continuiamo a fare investimenti in questo ambito in tutto il mondo. Il più recente che abbiamo annunciato è la sponsorizzazione della Tokyo Fashion Week. Ma al di là di questa partnership e del significato che riveste a livello di immagine, il nostro impegno è focalizzato a fare di Amazon il mi-

glior luogo in cui acquistare moda online». Dopo aver avviato lo scorso anno gli studi fotografici nel quartiere di Shoreditch a Londra, dove vengono scattate le immagini per i siti europei, il gigante del commercio elettronico, fondato da Jeff Bezos, sta investendo in campagne pubblicitarie a favore della sua offerta fashion, che includono la stampa e la tv. «Siamo sono alle prime battute di una strategia di sviluppo a lungo termine - precisa Warkentin -. Abbiamo un modo di dire in Amazon, “It’s still Day 1” (“È ancora il primo giorno”), che è vero

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E-COMMERCE

Juliet Warkentin, direttore marketing di Amazon Fashion Europe

Michele Simone, responsabile seller strategy di eBay Italia

soprattutto nel caso di Amazon Fashion». Tuttavia, la vision appare chiara. «Vogliamo essere la fashion destination amata da consumatori e brand - prosegue la manager -. Il nostro obiettivo è rendere lo shopping di moda divertente, facile e conveniente. Desideriamo che il nostro cliente sia felice quando acquista abbigliamento e accessori, sia che lo faccia per una serata speciale, per un viaggio di lavoro o solo per vestire all’insegna del relax nel weekend». Un fine che si persegue, secondo Amazon, offrendo un’ampia selezione di prodotti, sfruttando le ultime tecnologie per innovare sempre la shopping experience, fornendo contenuti coinvolgenti e il miglior servizio ai clienti. Rispetto al modello di business, Amazon può acquistare gli articoli dei brand come un qualsiasi altro retailer di moda oppure le aziende produttrici possono diventare seller all’interno del marketplace. Ma approfondire maggiormente la natura dei contratti che legano le case di moda al colosso mondiale delle vendite via Internet si rivela arduo. «Non riveliamo dettagli sulle relazioni che intratteniamo con i brand», è la laconica risposta della responsabile del marketing di Amazon Fashion Europe. Quello che è certo è che la strategia di Amazon si concentra sul consumatore. «Partiamo dal cliente e procediamo a ritroso - spiega Warkentin -. Vogliamo che trovi su Amazon tutto quello di cui ha bisogno». Si spiegano in questo modo operazioni come quella lanciata di recente in Italia con il Jeans Store: una sezione di Amazon Moda interamente dedicata al denim in vista della nuova stagione autunno-inverno 2016/2017, in cui trovare proposte di Levi’s, Wrangler, Calvin Klein, 7 For All Mankind e Cheap

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Monday. Qui è possibile fare ricerche per modello - skinny, straight, bootcut, slim, boyfriend e a zampa - e vengono suggeriti abbinamenti per la scelta del look completo. Ma se attualmente su Amazon Moda sono soprattutto i marchi di fascia media o premium a essere presenti, Juliet Warkentin non esclude a priori la possibilità di poter vendere sulla piattaforma anche le griffe del lusso. «Perché no? - afferma -. Già ora vendiamo gli orologi di Gucci su Amazon. co.uk e Amazon.de». Sicuramente realtà come Amazon e eBay hanno dalla loro parte fattori fondamentali per il successo nell’e-commerce come traffico, dimensione globale e soprattutto competenze nel mobile: un aspetto, quest’ultimo, da non trascurare, se si considera che il 19% delle vendite online di moda oggi in Italia avviene da smartphone (dati Netcomm/Politecnico, vedi box). Secondo quanto comunicato da eBay, nel nostro Paese si registra la ven-

dita di un paio di scarpe da donna ogni tre minuti e di una borsa ogni sei da telefonino sulla piattaforma. A livello globale, il 57% delle transazioni su eBay è influenzato dal mobile. «Avere un negozio su eBay - conferma Michele Simone, responsabile seller strategy di eBay Italia - è il modo più facile e rapido per sfruttare le potenzialità delle vendite via smartphone». eBay sposa in pieno la strategia omnicanale delle aziende, che possono avere negozi fisici, il sito di ecommerce e anche una propria vetrina personalizzata sul marketplace, coerente con l’identità del marchio. Questo player - con 164 milioni di clienti attivi nel mondo, di cui 5 milioni in Italia - non compera né collezioni né stock, ma si propone come partner delle aziende per il business a costi molto contenuti. Prevede infatti un costo fisso di abbonamento, che per i negozi premium è di 34 euro al mese (gratis per i primi 90 giorni) e oneri variabili, legati solo alle vendite effettuate: per la moda la percentuale trattenuta è dell’8,7%. Quello che colpisce di eBay è l’ampiezza estrema dell’offerta: è un marketplace aperto democraticamente a tutti. Per il fashion sono attive attualmente 5 milioni di inserzioni e l’80% degli articoli sono nuovi e venduti a prezzo fisso da venditori professionali. Su eBay si trovano brand importanti come Gas Jeans e Twin Set, ma anche piccoli produttori artigianali. Come pure retailer: dalla catena al negozio di provincia. Fino al c2c: il privato che vende l’usato o il vintage a un altro privato.


VENDITE DA SITI ITALIANI

l’export di moda mette a segno un +30%

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Coprire tutto lo spettro della catena del valore è lo scopo di eBay, che per migliorare il suo servizio e la sua immagine a favore del mondo del fashion ha varato nel tempo varie iniziative. «La sezione moda è stata da poco rinnovata in Italia, consentendo di cercare i prodotti non solo per categoria ma anche per stile - racconta Michele Simone -. Per uno shopping ispirazionale abbiamo ideato anche “Collezioni”, delle vere e proprie raccolte di articoli caratterizzati da un preciso mood e una tematica comune. Ci sono poi gli “Imperdibili”. Inoltre, grazie al nostro “Gestore delle Promozioni”, i venditori possono replicare all’interno dei loro store online le promozioni tipiche del retail offline, come il tre per due, i saldi, il fuori tutto e molto altro ancora». Quello che forse ancora manca per sedurre in massa i fashion brand è un’idea di esclusività, che eBay per la sua storia e per la sua natura non ha e che invece ancora si accompagna per molti versi al prodotto moda. «L’idea di eBay come mercatino globale per lo scambio tra privati è il preconcetto contro il quale stiamo combattendo dal 2009 - afferma il responsabile -. Il cambiamento è stato sostanziale e sono stati fatti ingenti investimenti in marketing, per far cambiare questa immagine che non corrisponde più alla realtà». Numerose sono state le collaborazioni in esclusiva strette con gli stilisti. Ultima in ordine di tempo, quella con l’americana Rachel Zoe per una linea di zaini per il back to school ■ all’insegna dello stile.

1. Una proposta presente nel Jeans Store di Amazon Moda 2. Shopping a colazione con eBay 3. Una ragazza in vena di acquisti via smartphone (immagine fornita da vente-privee)

According to Politecnico di Milano and Netcomm, the fashion e-commerce from Italian websites has a great potential, especially in exports. Secondo i dati del Politecnico e Netcomm (il consorzio del commercio elettronico in Italia), l’e-commerce di moda ha forti potenzialità soprattutto nell’export: nel 2016 le transazioni da siti italiani a clienti stranieri aumenteranno del 30%, oltrepassando quota 1,3 miliardi di euro. Le vendite online di moda godono di buona salute anche nel nostro Paese: si stima che gli acquisti da parte dei consumatori italiani supereranno gli 1,8 miliardi di euro nel 2016, in crescita del 25% sull’anno precedente. Curioso osservare come il 46% delle transazioni sul web riguardino il segmento del mass market, il 36% quello del luxury e il 18% lo sportivo. La convenienza non è più la sola molla che fa scattare la voglia di comprare moda online: nel 48% dei casi gli acquisti sono a prezzo pieno. Avvengono a prezzi scontati il 26% delle volte e scontatissimi (più del 30%) in un altro 26%. Per quanto riguarda le categorie merceologiche, contrariamente a quanto si può immaginare si vendono maggiormente capi di abbigliamento (55%, contro il 25% di calzature e il 20% di accessori). Il 50% dell’e-shopping riguarda la donna, ma l’uomo rappresenta una significativa fetta del mercato con il 40% e risulta in forte crescita, grazie anche a nuove iniziative commerciali. Segue il bambino con il 10%. Complessivamente gli acquisti di moda online rappresentano oggi in Italia il 5% del totale retail del settore. Le transazioni avvengono per il 67% da pc e per il 33% da tablet e smartphone, con quest’ultimo oggi al 19% ma in costante progressione. Le dot com (realtà nate sulla Rete) veicolano il 69% delle vendite di moda via Internet, le aziende cosiddette produttrici (i brand sostanzialmente) il 19% e, infine, quelle commerciali (retailer tradizionali attivi anche nell’e-commerce) il 12%. In generale, si tratta di un mercato fortemente concentrato, in cui i primi cinque operatori realizzano il 54% delle vendite. (e.a.)

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new scenarios

A BERLINO

E ora chiamatelo Bread&Butter & Digital Un evento mondano e inclusivo con sfilate ready to buy, concerti, presentazioni kolossal, ma anche performance “educative” e tanta interazione con il mondo digital: in un momento di ripensamento del fashion system, il Bread&Butter by Zalando va oltre l’evento B2B e si trasforma in un mall interattivo, dove le aziende incontrano un’ampia platea di consumatori. Una formula di retail-tainment, che ha portato a Berlino 22mila visitatori e generato 100 milioni di visualizzazioni sui social di ANDREA BIGOZZI

The first Bread & Butter by Zalando, a public trend show focused on retail-entertainment, attracted 20,000 visitors and gathered more than 100 million impressions on all social media channels. Many of the attendees from both the fashion industry and consumers had a positive take on the event. 1

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e l’avanguardia dello shopping sta davvero nel “retail-tainment”, mix di vendite e intrattenimento, il nuovo Bread&Butter by Zalando è già nel futuro. All’inizio di settembre ha infatti preso vita la nuova formula della (ormai ex) fiera business to business berlinese che, nelle mani del gruppo tedesco dell’e-commerce fondato da Robert Gentz e David Schneider, si è trasformata in un grande evento aperto al pubblico. In tre giorni 20mila persone, pronte a pagare 15 euro per un biglietto di ingresso, hanno preso parte alla manifestazione, spinte da un programma ricco di eventi, sfilate, concerti, che ha coinvolto quasi 30 aziende tra cui l’italiana Marni, che ha presentato una nuova capsule attraverso un’experience di realtà aumentata, e poi Nike, Puma, adidas, TopShop, Tommy Hilfiger, oltre ovviamente al padrone di casa Zalando con alcuni dei suoi home brand. Il tutto in un contesto che non ricorda un salone, ma un mall interattivo, anche perché il visitatore aveva la possibilità di fare shopping in diretta: nello stand di Levi’s, ad esempio, sul cartellino delle T-shirt c’era scritto “You can buy me right now, right here”. A settembre 2017 la seconda edizione sarà più inclusiva A giudicare da quanto visto all’Arena Berlin un ex complesso industriale con annessa una spiaggetta artificiale e piscina galleggiante sul fiume Sprea - gli organizzatori di B&&B (questo è il nuovo logo) con la prima edizio-

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ne dell’era Zalando hanno fornito la loro personalissima ricetta su come il fashion system dovrebbe provare in questo momento a superare la tensione che sta vivendo al suo interno, diviso tra le esigenze di un’immagine “esclusiva” e quelle di un business “inclusivo”. «Oggi i grandi lifestyle brand guardano platee di sempre crescenti dimensioni - racconta a Fashion Carsten Hendrik, vice president brand management B&&B -. Per questo siamo soddisfatti non solo di aver registrato il sold out di biglietti venduti, ma anche dell’attenzione ottenuta su tutti i social media». Il bilancio di chiusura del fashion festival parla chiaro: 22mila ingressi registrati, ma soprattutto 3,5 milioni di consumatori in tutta Europa che hanno seguito in streaming le otto sfilate in programma e 100 milioni

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di visualizzazioni su tutti i vari social media che gli eventi target Bread&Butter sono stati capaci di generare. Numeri che hanno spinto gli organizzatori a confermare che la manifestazione tornerà a settembre 2017 con le collezioni della stagione in corso: «Tra sei mesi non saremmo pronti. Abbiamo bisogno di un po’ di tempo per elaborare i risultati della prima edizione. L’obiettivo che siamo dati in prospettiva è quello di realizzare due appuntamenti all’anno. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare sulla location e sul ruolo delle aziende partner. Dopo questi tre giorni, è chiaro che quello che conta di più è stabilire un contatto con il consumatore ed emozionarlo, attraverso progetti digitali e la customizzazione. È su questo aspetto che dobbiamo lavorare da subito».


1. L’ingresso di Bread & Butter con la nuova immagine, curata dal duo creativo Craig & Karl. 2. Alcuni look delle otto sfilate organizzate durante l’evento erano acquistabili da subito online 3. Adidas ha presentato tutto l’artigianato tecnologico impiegato per realizzare le sue scarpe. 4. L’evento con Gigi Hadid (nella foto con Carsten Hendrich e David Schneider) è stato tra i più seguiti di B&&B

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Con Gigi Hadid spazio al sogno La sfilata è see now buy now Pur essendo cambiati radicalmente i connotati, nel nuovo Bread&Butter si riconoscono ancora alcuni degli elementi tipici della moda «da addetti ai lavori». Resiste il fattore sogno. Questo storico elemento, anziché rivivere nelle solite campagne di comunicazione con i richiami alle top model, ha preso forma nello stand di Tommy Hilfiger, dove la modella Gigi Hadid, protagonista di una capsule collection, ha firmato autografi, posato per le foto e raccontato la collezione. Resiste anche la cara vecchia sfilata. A Bread&Butter erano in programma otto show (tutti o quasi iniziati in perfetto orario, cosa rara in una fashion week) e benché fossero aperti a un ampio pubblico e dedicati alla stagione in

corso, con capi acquistabili da subito online, hanno mantenuto la componente aspirazionale tipica dei défilé. La differenza dalle tradizionali passerelle è che il pubblico del B&&B si è infiammato per lo spettacolo, mentre ormai per molti operatori l’unica cosa che interessa di una sfilata è essere invitati. Alla Berlin Arena resiste anche l’aspetto educativo scelto come strumento per illustrare la filiera produttiva. Un tema spesso giudicato troppo tecnico, ostico anche per gli addetti ai lavori, ma in questa occasione trasformato in un evento nell’evento da adidas che nel suo stand, anziché mostrare o vendere le proprie collezioni, ha preferito con l’iniziativa «Future Craft» mostrare l’artigianato tecnologico utilizzato per la realizzazione delle scarpe. Una scelta sostenuta dal direttore creativo del marchio, Dirk Schönberger, che ha trascorso una giornata all’Arena Berlin. E il suo non era certo l’unico volto noto, tra quelli degli addetti ai lavori, visto a B&&B. Si sono fatti notare vati professionisti del settore: dai responsabili commerciali di marchi abituati a presenziare ai saloni berlinesi ex compatitor, ai titolari di agenzie di pierre tra i cui clienti spiccano i nomi di e-tailer internzionali concorrenti di Zalando, passando per buyer di department store, fino a qualche membro di punta del team di Pitti Immagine. Il motivo della presenza a Bread&Butter? Per tutti «pura curiosità», ma alcuni ammettono: «È una fonte di ispirazione». Perché le buone idee non fanno distinzioni tra B2B e B2C. ■

Patto Google-Zalando

l’intelligenza artificiale alle prese con la moda Google and Zalando launch Project Muze, a machine-learning experiment for 3D fashion design. Zalando ha provato a immaginare come la moda potrebbe servirsi dell’intelligenza artificiale, dei dati ricavabili da social network e dalle piattaforme e-commerce. Per fare questo ha stretto un’alleanza con Google, mettendo a punto Project Muze, un motore di progettazione che attraverso l’apprendimento automatico dà vita a capi di moda virtuali, offrendo la possibilità a chiunque di entrare direttamente nel meccanismo creativo della moda. L’iniziativa sperimentale è stata presentata in anteprima a Bread&Butter, dove sono svelati i primi capi (foto) realizzati con lo speciale software. L’idea è quella di una moda ispirata direttamente dal consumatore e disegnata con un semplice codice-algoritmo accedendo al sito projectmuze.com da tablet , desktop o smartphone. L’esperimento prende spunto dalle preferenze di 600 trendsetter della moda. Questi esperti, riuniti da Zalando, hanno risposto a un questionario completo su moda e gusti personali. Tutti gli input, combinati con le informazioni rintracciabili sui Google Trend Report (che analizza le tendenze più ‘googlate’ sul motore di ricerca) e con l’esperienza commerciale di Zalando, hanno creato il nucleo di informazioni di Project Muze che, rielaborate con un algoritmo, vengono tradotte in capi d’abbigliamento reali. (an.bi)

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DIGITAL FASHION NEWS

Yoox

AL VIA IL NUOVO CORSO The leading fashion and lifestyle site worldwide, founded 16 years ago by Marchetti, is changing its look and functionality to enable easier, more personalized navigation, both in the desktop version and in the native app. Yoox ha svelato ai suoi milioni di utenti in ogni angolo del pianeta un look completamente nuovo, nella versione sia desktop che app nativa. L’obiettivo dello store online di moda, design e arte leader al mondo, inventato da Federico Marchetti 16 anni fa e oggi parte integrante del Gruppo Ynap, è stato quello di ottenere un grado di personalizzazione sempre maggiore. Sulla base degli acquisti e della cronologia di navigazione dell’utente, la nuova homepage permette infatti di visualizzare i designer e le categorie preferite, mentre le previsioni meteo determinano una selezione di prodotto all’interno delle gallery selezionate, sulla base delle condizioni climatiche locali. Un menu semplificato e una maggiore attenzione ai consigli di stile mirano a migliorare ulteriormente l’esperienza di shopping su Yoox, facilitando la ricerca dei prodotti. Si punta anche su una grafica avvincente, elegante e colorata e su storie editoriali e collaborazioni esclusive. «Prima del lancio di Yoox nel 2000, moda e Internet erano considerati due poli opposti - ricorda Luca Martines, presidente Off Season del gruppo -. Il nostro talento è sempre stato quello di dare vita a sinergie inusuali, creative e non convenzionali: negli anni abbiamo ideato il concetto di capsule collection, cercando di sorprendere i nostri clienti». «Ora viviamo in un mondo sempre più orientato al mobile, che ci proponiamo ugualmente di rivoluzionare - aggiunge -. Questo è l’inizio di una nuova era, che vedrà importanti evoluzioni in termini di innovazione, creatività e partnership esclusive». (e.a.)

Brandy

Come innovare le strategie di ascolto On 19-20 October, Brandy returns to the East End Studios: two days in which brands will consider how to sell experiences through authentic emotional connections and omnichaneling. Il 19 e 20 ottobre ritorna agli East End Studios l’appuntamento con Brandy: una due giorni, di cui Fashion è media partner, in cui i marchi di fascia medio-alta si interrogano su customer engagement ed experience, strategie retail e omnichannel, storytelling, innovazione digitale e implicazioni per le aziende. Il tutto avverrà tramite sessioni di confronto tra manager sul palco, alternate a momenti di networking in area business. (e.a.)

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Decoded Fashion MILAN

NELL’ERA DELLA Digital Diversity “Digital Diversity & The Connected Consumer” is the theme of the next Decoded Fashion Milan summit, scheduled for 15-16 November at a new location, the Spazio Calabiana. Quarta edizione di Decoded Fashion Milan il 15 e 16 novembre in una nuova location: lo spazio Calabiana. “Digital Diversity & The Connected Consumer” è il tema dell’evento dedicato a moda e digitale, portato in Italia grazie a e-pitti.com e che vede Fashion come media partner. Ricco il programma, con approfondimenti su molteplici tematiche legate al digital, introdotti da Francesco Bottigliero, ceo di e-pitti.com e Fay Cowan, brand&content director di Decoded Fashion. Ad aprire la tornata di incontri, la sessione dal titolo “Driving a Digital Strategy: The Structural Upheavel of Tradition”, moderata dal direttore di Fashion Marc Sondermann, con speaker Riccardo Sciutto (neo-ceo di Sergio Rossi), Kasia Luczak di Zalando e Lorenzo Calcagni di Made.com. Da segnalare nel corso della due giorni anche gli interventi di Michael Kliger, presidente di Mytheresa e di Riccardo Pozzoli, co-founder e ceo di TBS Crew. (c.me.)

Chiara Ferragni

l’e-commerce su The Blonde Salad The Blonde Salad, Chiara Ferragni’s successful daily-look blog, is embracing e-commerce: exclusive custom-made clothes in collaboration with over 40 fashion brands are on sale, in addition to a wide selection of vintage clothes. The Blonde Salad, il fortunato daily-look blog di Chiara Ferragni, cambia pelle, aprendosi all’e-commerce di oltre 40 fashion brand. Ma non si tratta dell’unica novità: l’utilizzo dell’inedita “Social Wall Technology” permette la creazione di live story tematiche e l’annuncio di news, riunendo attraverso hashtag i contenuti provenienti dal web e selezionati dalla TBS Crew. Un’esperienza dunque ancora più completa attende i fan di The Blonde Salad, il blog fondato nel 2009 da una giovanissima Chiara Ferragni e dall’allora fidanzato Riccardo Pozzoli e diventato negli anni la base di una solida realtà imprenditoriale italiana dal target internazionale, che oggi dà lavoro a più di 20 dipendenti. Il nuovo The Blonde Salad e-store nasce dall’esigenza di dare ai lettori la possibilità di vivere un’esperienza ancora più completa. L’hashtag scelto per accompagnare il lancio dell’e-commerce è #LiveTBS. (e.a.)



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FAIRS

TheMicam e Mipel

CAMBIO DI PASSO I saloni degli accessori di Milano si confermano fondamentali luoghi di incontro per sviluppare il business tra gli operatori, ma necessitano di cambiamenti in un momento di mercato così ostico. In arrivo una nuova veste per TheMicam a febbraio e date più strategiche per entrambi a settembre, a ridosso delle sfilate donna di Elena Azzola

The Milan accessories fairs are proving to be essential meeting places for developing business between operators, but they require changes at a time when the market is very difficult. TheMicam will be held in February with a new look and there are upcoming strategic dates in September, just before women’s fashion shows.

Un’immagine di Federico Garibaldi per la mostra “Twelve Shoes-Una per ogni ora del giorno”, a cura di Daniela Fedi e Lucia Serlenga, realizzata a Palazzo dei Giureconsulti in occasione di TheMicam

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estyling del layout espositivo a febbraio per TheMicam e cambio di date a settembre per entrambi i saloni, a ridosso delle sfilate donna di Milano: sono queste le principali novità emerse in occasione del doppio appuntamento con gli accessori per la primavera-estate 2017: TheMicam sulle calzature e Mipel sulle borse e la pelletteria, di scena negli padiglioni di FieraMilano Rho dal 3 al 6 settembre. I due saloni partivano di sabato, gettando molte incognite sulle presenze di compratori in fiera nel primo weekend di settembre. E, in effetti, la giornata di sabato è stata alquanto fiacca, stando alle dichiarazioni degli espositori: 1.478 in totale a TheMicam, di cui 827 italiani e 651 stranieri (quest’ultimo, numero record rispetto alle

passate edizioni), oltre 300 a Mipel. Ma con domenica le rassegne sono decollate e alla fine il bilancio è stato tutto sommato soddisfacente. Gli organizzatori di TheMicam parlano di 44.668 presenze, di cui 26.543 estere: numeri difficilmente confrontabili però con quelli della corrispondente edizione di un anno fa, per l’utilizzo di un nuovo metodo di computo degli ingressi certificato, voluto dal Mise - Ministero dello Sviluppo Economico. Un risultato che va anche valutato alla luce dell’attuale momento di mercato, con la Russia e l’area Csi in profonda crisi (e non da oggi) e le incertezze che perdurano a livello sia nazionale che globale. I dati ufficiali, comunicati dal Centro Studi di Assocalzaturifici, dicono che nel primo semestre

del 2016 la nostra industria della calzatura ha visto ritmi produttivi sottotono (-2% in volume sulla prima metà del 2015). L’export nei primi cinque mesi dell’anno segna una lieve contrazione nei volumi (-0,7%, a quota 92,5 milioni di scarpe), accompagnata tuttavia da un +4,1% nei valori: un balzo in avanti che fa totalizzare il record di 3,6 miliardi di euro, con prezzi medi in aumento del 4,8%, a 39,41 euro il paio. In un quadro generale non certo facile, sul piano associativo e fieristico spiccano il dinamismo e la determinazione della nuova presidente Annarita Pilotti, eletta circa un anno fa e decisa a cambiare e innovare, per ridare slancio a TheMicam, punto di riferimento mondiale nella calzatura di fascia media e medio-alta, che però ha bisogno di

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FAIRS

1. La nuova area iKidSquare di TheMicam 2. La sezione Scenario al centro di Mipel

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ritoccare le date e l’immagine. alle spalle, acquisito poco più di un anno fa contempla anche modelli maLe prime novità in proposito dall’imprenditore romagnolo delle calzature schili. Gimmi Baldinini ha un CALZATURE si avranno già a partire dalla Elvio Silvagni, dopo il fallimento. In questo piano che prevede l’apertura MADE IN ITALY prossima edizione, in procaso si è partiti quasi da zero, dal riposiziodi otto monomarca negli Usa Primo semestre 2016 gramma dal 12 al 15 febbraio namento del prodotto. Ora Valleverde ritorna e di dieci in Cina, dove sono Volume - 2% 2017, grazie a un layout espoalla conquista del mercato con una calzatura già presenti 13 monobrand: sitivo totalmente rinnovato in italiana fatto bene e attuale, al prezzo medio una politica di diversificazione Valore + 0,1% termini di funzionalità e cura di 100 euro. Cdivertiamo, azienda-incubadei mercati, portata avanti a Prezzo medio dei dettagli, di cui un assaggio tore di nuovi marchi di Fiesso d’Artico nella ritmo serrato, dopo la pesante mercato interno + 0,7% si è già visto in questa tornata riviera del Brenta, ha presentato a TheMicam crisi che ha colpito la Russia Prezzo medio nell’area iKidSquare del pale nuove collezioni di tre sofisticate label e l’area Csi, tradizionali mete diglione 4. Mentre dal succesmolto diverse tra loro: Alain Tondowski, delle produzioni Baldinini. «In mercati esteri + 2,4% sivo appuntamento autunnale, Arvid Yuki Shy e Rayne. Quanto a Mipel, Russia peggio di così non può Fonte: Assocalzaturifici le date sono state spostate in la tornata appena conclusa si è connotata siandare - afferma -. Le sanzioni avanti: TheMicam si terrà dal curamente per l’immagine raffinata in fiera sono state una pazzia totale, 17 al 20 settembre - e così naturalmente ane la volontà di aprirsi alla città. Da segnalahanno avuto il merito di indispettire i russi, il che Mipel -, collocandosi a ridosso dell’inire l’evento di premiazione in Triennale del cui potere d’acquisto si era già notevolmente zio delle sfilate di Milano Moda Donna, che concorso TheIcons, che ha visto imporsi ridotto a causa del prezzo del petrolio e della partono il 20 del mese. Una decisione che il Animadverte per la categoria “autenthical svalutazione del rublo». Giovanni Fabiani, settore attendeva con ansia, ma non è l’unica natural”, Post &Co per “no gender”, Gianni marchio storico della calzatura donna, molsfida che attende gli operatori. Valerio TataSegatta per “beautiful functional”, Donatelto esposto in Russia, ora sta affrontando gli rella, a.d. di Primadonna Collection, valuta la Brunello per “attire eye catching” e CaUsa e l’Asia, ma nel 2017 mira anche a ripositivamente l’avvicinamento delle date dei stamusa per “best timeless”. Da ricordare tornare in Europa, inclusa l’Italia. Dopo aver saloni degli accessori alle sfilate della donna anche lo show di luci, suoni e acqua di dofatto un grande lavoro sullo stile delle sue tre a Milano. Il marchio pugliese di calzature menica 4 settembre in Darsena per TheGlalinee, sta ora definendo un accordo con un femminili alla moda dai prezzi contenuti tormourous Night. Forse, a detta degli esposidistributore unico per il Vecchio Continenna a TheMicam dopo alcuni anni di assenza. tori, il salone è stato un po’ te. A TheMicam incontriamo «Lo stand in fiera ci permette di incontrare i penalizzato dalla quasi peranche Artioli, con le sue calPELLETTERIA buyer che vogliono acquistare la collezione, fetta contemporaneità con zature maschili di fascia altisMADE IN ITALY inclusi i buyer dei grandi retailer online, ma Premiere Classe di Parigi e sima che non conoscono crisi, Primi 5 mesi del 2016 anche operatori interessati ad aprire negozi il brand mix poteva essere di grazie alla fedeltà degli happy in franchising. Qui incontriamo un po’ tutti», livello ancora più alto, anche few che possono permettersele Export in quantità + 5,8% afferma l’imprenditore, che sta per avviare se non sono mancate nuove e che rappresentano quasi un Export in valore - 1,2% quattro nuovi negozi Valerio 1966, brand proposte interessanti di quaclub esclusivo, e Valleverde, delle calzature che si colloca in una fascia più lità, come ad esempio Officimarchio sinonimo di comoFonte: Aimpes ■ elegante e ricercata rispetto a Primadonna e na del Poggio. dità, con una storia di 40 anni

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NEWS Selene di Loriblu, una chicca high tech Loriblu, nei giorni di TheMicam, ha lanciato con un evento all’Hotel Diana Majestic Selene: una décolleté in edizione limitata che si illumina grazie a fibra ottica e luci al led ricamate sulla tomaia. Per la prima volta con Selene il brevetto Dreamlux viene applicato a una calzatura. Prezzo al pubblico 3.200 euro.

Visitatori a TheMicam: bene Germania, Corea e Cina L’incremento anche dei buyer italiani a TheMicam fa sperare in un’inversione di tendenza nel mercato interno, che per ora continua a flettere. Sul fronte estero, è stata buona la risposta dei Paesi europei, con la Germania in pole position (+27%). Le migliori performance di incremento in termini di visitatori sono arrivate però dai Paesi asiatici, in particolare dalla Corea del Sud (+37%) e dalla Cina (+30%).

Record di calzature brasiliane a TheMicam Sono stati 63 i brand verdeoro a scegliere la manifestazione milanese per presentare le novità della primavera-estate 2017. La partecipazione delle aziende brasiliane a TheMicam rientra nell’ambito del progetto Brazilian Footwear, promosso dall’associazione Abicalçados, con l’appoggio di Apex-Brasil, agenzia del Governo brasiliano per la promozione delle esportazioni e degli investimenti. L’Italia è il terzo mercato europeo di destinazione per l’export di calzature del Paese, che nei primi sei mesi del 2016 ha superato i 6,5 milioni di dollari in valore e toccato quota 612.400 paia vendute.

Niente per caso a Villa Necchi Campiglio Serata di gala di TheMicam a Villa Necchi Campiglio sabato 3 settembre: in questa occasione sono stati consegnati i TheMicam Award ai buyer Mario Dell’Oglio, Johnny Manglani (Uomo Collezioni - Mosca) e Rony Farhat (Valencia - Emirati Arabi). Accanto ad Annarita Pilotti, a consegnare i premi anche Giulio Di Sabato, presidente di Assomoda, che con Assocalzaturifici ha avviato sinergie. Durante la serata, dopo una sfilata di calzature per la prossima primavera-estate, è stato presentato in anteprima il cortometraggio “Niente per caso”, prodotto da TheMicam e dal Consorzio Vero Cuoio, con protagonista Caterina Murino.

Sotto i riflettori la Lovy Bag di Trussardi Trussardi ha rilanciato a TheMicam la parte pelletteria e accessori delle linee Trussardi e Trussardi Jeans. In stand le borse della prima linea e le calzature e gli accessori della label più giovane e informale della casa del Levriero. Posizione privilegiata per la Lovy Bag, la nuova borsa iconica di Trussardi.

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FAIRS

MILANO UNICA

1. Lo stand di Tessitura Monti a Milano Unica 2. I nuovi cristalli di Swarovski 3. Ercole Botto Poala, presidente di Milano Unica, durante il suo intervento in apertura della manifestazione

il new beginning prende forma Milano Unica ha dato il calcio d’inizio al “New beginning”, come lo ha definito Ercole Botto Poala. Il prossimo step sono le date: sull’ipotesi luglio si accende il dibattito tra gli espositori

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di ALEssandra Bigotta

The “New beginning” announced by the chairman Ercole Botto Poala for Milano Unica has begun. Now it’s time to understand if a possible anticipation in July could make sense.

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rano tante, alla vigilia di Milano Unica, le incognite relative sia al tessile, sia al salone. Per quanto riguarda i dati economici, alcune nubi si sono dissolte: l'industria italiana della tessitura ha cominciato l'anno con dinamiche migliori rispetto al 2015, registrando una lieve ripresa delle esportazioni (+0,5%), con un import stabile (+0,1%) e una bilancia commerciale in attivo, che sfiora gli 830 milioni di euro. Secondo le stime di Smi sui primi cinque mesi del 2016, i campioni dell’export sono stati i tessuti lanieri (+3,3%) e in lino (+20%), mentre il cotone è alle prese con una lieve retrocessione (-0,9%) e le stoffe seriche incassano un -4%. Intanto Milano Unica guarda avanti, con il trasferimento della sede dal Portello a Rho e con le riflessioni su un eventuale anticipo delle date da settembre a luglio. «I tempi della moda cambiano e così dobbiamo fare noi, a patto di decidere tutti insieme - dice il presidente della rassegna, Ercole Botto Poala -. Siamo nell’era dei nuovi Millennial, ma se non svoltiamo rischiamo di ragionare con la testa dei Millennial precedenti». Cosa pensano gli espositori del nuovo corso? Riguardo alla location di Rho, a fronte di chi esprime perplessità nei confronti di spazi giudicati dispersivi, in molti approvano il trasferimento in un contesto, come afferma Lincoln Germanetti di Tollegno 1900, «in grado di esprimere il senso di contemporaneità di cui noi, attraverso le col-

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di prodotti. E se da Swalezioni, ci facciamo portanell’era dei rovski i tableaux sui famosi voce». Una contemporaneità millennial, cambiare cristalli non avevano nulla da basata, soprattutto nel caso È necessario. ma invidiare alle opere d’arte, la delle aziende di Ideabiella, l’anticipo a luglio Tessitura Monti dimostrava sulla capacità di innestare deve essere con la nuova gamma “Brezl’innovazione su un dna conuna decisione za”, garanzia di leggerezza solidato. Gli esempi si sprecondivisa e traspirabilità, come in un cano. Cavallo di battaglia ambito ritenuto poco innovadi Tollegno 1900 sono, per tivo, la camiceria, ci sia ancora molto da esempio, i tessuti da giacca tridimensionasperimentare. Negli stand tenevano banco li, resi elastici da un tocco Lycra, mentre i ragionamenti sulle date future di Milala gamma “Voyager” unisce alle materie no Unica: settembre o luglio? Un’ipotesi, prime di alta qualità trattamenti all’avanquest’ultima, da prendere seriamente in guardia. Da Vitale Barberis Canonico si considerazione per diversi imprenditori toccava con mano l’impegno a traghettarsi anche se, come fa notare Roberto Bottoli nel futuro: in uno stand studiato come un del Lanificio Bottoli, «non mancano le inpercorso attraverso installazioni interattive cognite: siamo fantasisti, il tempo per noi erano messe in bella mostra le linee “Clasè prezioso. E non vorrei che spostandoci a sica”, “Vintage and Earth” e “Wind and ■ luglio favorissimo i copiatori». Fire”, per un totale di più di 2.700 varianti

Origin passion and beliefs

marzotto: «buona la prima» Matteo Marzotto, chairman of Fiera di Vicenza, was satisfied with the new couple Milano Unica/Origin Passion and Beliefs. Prima volta in tandem con Milano Unica per Origin Passion and Beliefs, vetrina del “ben fatto” made in Italy, che in precedenza si svolgeva a Vicenza. Tra gli espositori c’era chi si aspettava più compratori. Ma Matteo Marzotto, presidente della Fiera di Vicenza, ha definito la sinergia «intelligente e vincente», citando gli ingressi complessivi alle due kermesse, pari a 6mila aziende visitatrici (nella foto, un anello di Giulia Barela). (a.b.)


Who’s Next e Premiere Classe

Cochet: «Le proposte migliori nel minor tempo possibile» The organizers of WSN Developpement have called on Etienne Cochet to revive the Parisian fairs Who’s Next and Premiere Classe. Here he takes stock of the latest edition and reveals his plans for the future. Dal 2 al 5 settembre si sono svolti a Parigi i saloni Who’s Next e Premiere Classe, rispettivamente sulla moda e gli accessori. Il bilancio è stato di 38.258 visitatori, con una flessione del 7% in confronto a settembre 2015 (-8,2% per i francesi e -5,4% per gli internazionali). «Una situazione meno negativa di quella che ci aspettavamo, perciò siamo ottimisti riguardo al futuro», è il commento di Etienne Cochet, manager fieristico di lungo corso, chiamato dagli organizzatori di WSN Developpement per guidare il rilancio di queste manifestazioni, penalizzate, oltre che dalla stagnazione e dalla rivoluzione nei consumi, anche dall’effetto attentati. Come ammette Cochet: «Ci sono state effettivamente delle incertezze: l’ultimo anno ha avuto un impatto sui visitatori americani e giapponesi. La maggior parte dei retailer ha deciso di ridurre il numero dei membri dei team da

mandare a Parigi, anche se la maggior parte dei clienti chiave ha partecipato, poiché la presenza in fiera è fondamentale per il loro business». Sul fronte delle iniziative messe in campo per rendere l’appuntamento più coinvolgente, Who’s Next e Premiere Classe sembra abbiano imboccato la strada giusta. «Il tema Mediterraneo ha avuto successo: sono stati tutti colpiti dal design colorato, dinamico e pieno di energia delle installazioni - afferma Cochet -. Il progetto (Re)create sul riciclo creativo è stato molto apprezzato, così come la collaborazione con il concorso Who Is On Next?: i nostri visitatori sono sempre felici di trovare progetti che consentano loro di scoprire nuovi designer di talento ed è proprio in questa direzione che ci muoveremo nel prossimo futuro. I buyer sono sempre meno numerosi e sempre più di corsa. La nostra mission è quella di rendergli la vita più facile e di consentire loro di individuare le proposte migliori nel minor tempo possibile». (e.a.)

Il Cavallo & Dei for

A settembre la donna è protagonista STORICHE INSEGNE DI RIFERIMENTO A PISA E IN TUTTA LA TOSCANA, IL CAVALLO E DEI INTERPRETANO LE ESIGENZE DELLA CLIENTELA COME SOLO I DETTAGLIANTI DOC ITALIANI SANNO FARE 40 anni di stile, passione, professionalità e servizio da sempre contraddistinguono il lavoro di Massimo e Anna Dei, più di recente supportati dal figlio Andrea. Sono alla guida dei quattro multibrand Il Cavallo e Dei, strategicamente posizionati nella strada dello shopping di lusso di Pisa, via Borgo Stretto. Le due insegne, uomo e donna, rappresentano un punto di riferimento sia per chi ama un modo di vestire più elegante, ma sempre contemporaneo (Il Cavallo), sia per chi preferisce vivere la moda nelle sue declinazioni più di tendenza e per il

tempo libero (Dei). Punto di forza del gruppo è il brand mix specializzato e uno staff di collaboratori qualificato che svolgono il ruolo di personal shopper. In settembre, mese dedicato alle presentazioni del womenswear, l’attenzione è sull’offerta al femminile. Il Cavallo Donna propone brand come Ralph Lauren, Missoni, Diane von Fürstenberg, Aspesi, Dries Van Noten, EriKa Cavallini, Stella Jean e Parosh, mentre Dei Donna scommette, tra gli altri, su Acne Studios, Rick Owens, Paul Smith, Woolrich, Marsèll e Golden Goose.

Il Cavallo & Dei Borgo Stretto 50-56 13-16 - Pisa Italia Tel. 050 58 03 46 - Fax 050 58 03 48 - www.deifashionstore.com

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NEWS

ADRIANO GOLDSCHMIED

«Con Acynetic oltre i confini dell’athleisure» Denim guru Adriano Goldschmied tells about Acynetic, his latest creature. A label that started with an athletic inspiration and which soon approached a more fashionable dimension.

In che modo questa linea rappresenta un nuovo step per lei? È un segmento inedito e inoltre, a differenza di molte delle mie iniziative, ho cercato di avere un approccio «democratico» in termini di spesa. I prezzi wholesale della parte bottom si concentrano dai 50 ai 70 euro. Quali i materiali scelti? Solo tessuti knit, gli unici che possono garantire il massimo comfort: un trend che durerà a lungo. Il denim tradizionale non c’è. Quali i must della primavera-estate 2017? I pantaloni che si infilano come una calza e i fit larghi, che aprono la strada a cose diverse dal solito “skinny”. La collezione è stata presentata alll’edizione Women’s Precollection di Whi-

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È abito mania, con Ambra eAlessandra le influencer Marchi, creative director of the womenswear brand Aniye By, bets on dresses and relies on the media power of Ambra Angiolini.

Il guru del denim Adriano Goldschmied racconta il percorso di Acynetic, l’ultima delle sue creature. Una linea partita con un’ispirazione active, che in breve ha superato i confini dell’athleisure per approdare verso una dimensione più fashion. Quale la filosofia di Acynetic? La collezione, 40-50 pezzi, con una prevalenza di pantaloni, è partita dalla primavera 2016 con un’ispirazione vagamente atletica, ma si è evoluta verso un concetto più fashion, mantenendo le caratteristiche tecniche di innovazione e comfort che la contraddistinguevano dall’inizio. Il concetto fondamentale nasce dalle materie naturali e dalla tintura indigo, che sviluppiamo con tecnologie innovative, per raggiungere un’elasticità e un aspetto inediti.

ANIYE BY

te Milano, lo scorso giugno, ed è ora in vendita nelle nostre showroom direzionali di Milano e Parigi, oltre che nelle showroom dei partner locali in Europa e Asia. Per il futuro, nel nostro wish book c’è anche il menswear. Qual è il target dei negozi? Sono prevalentemente designer store di livello alto. In Italia top shop come Eraldo, Tiziana Fausti, Dante 5, Fiacchini e Divo, solo per citarne alcuni. Dal 2017, anno in cui saremo pronti con il sito, si partirà con le vendite online. Dove ha sede l’azienda? Siamo sicuramente globali. Il prodotto è concepito nel mio studio di Los Angeles, mentre la distribuzione è gestita dalla nuova sede di Doro Group, a Dolo in provincia di Venezia (proprietaria della label insieme ad Adriano Goldschmied, ndr). La produzione è in Cina, in aziende estremamente qualificate. (c.me.)

Scommette sugli abiti e si ancora al potere mediatico di un’icona come Ambra Angiolini. Alessandra Marchi, direttore creativo di Aniye By, brand di Carpi nato nel 2000, illustra le linee guida del brand per l’estate 2017: «Ci sono 60 abiti nella collezione, per la sera e il giorno. Mettibili e con un prezzo giusto: da 149 a 329 euro sell out». «In giro ce ne sono tanti - chiarisce - ma non speciali come i nostri. Basti pensare che il modello “Floral” dell’estate trascorsa è stato gettonatissimo ed è andato out of stock». E prosegue: «La collezione è dedicata a una consumatrice autoironica, come Ambra Angiolini, con cui collaboro da circa cinque anni: un’attrice bravissima, con grande energia e un grande cuore. Una donna acqua e sapone, a cui bastano una passata di rimmel e un paio di tacchi per essere ancora più bella». Ora è tempo di scommettere sui social network, Instagram in particolare, dove Alessandra punta a fare di Aniye By il punto di riferimento per la ricerca di abiti speciali: «Adoro vedere le nostre proposte interpretate da influencer come Eleonora Carisi, Chiara Ferragni e Chiara Biasi. Ma anche da ragazze che amano lo street style». «Il web è democratico e creativo - prosegue e le vendite online sul nostro sito rappresentano una voce sempre più importante». Divisa in più filoni, in base alle occasioni e ai momenti della giornata, la collezione primavera-estate 2017 si compone di 190 capi: «Tutti mirati e speciali». (c.me.)


SEALUP INAUGURA A MILANO

Debutto in Brera per il rainwear made in Italy A teaser event during Milan Fashion Week marks the debut of Sealup in the retail arena, with the store in via Brera. An important step for the brand, known for its rainwear and outerwear collections. Un evento teaser nel corso di Milano Moda Donna segna l’esordio di Sealup nel retail, con il negozio in via Brera 3/5. «È giusto che un brand lombardo abbia un’insegna nel capoluogo», osserva Filippo Chiesa, titolare con la sorella Cristina dell’azienda con headquarters a Lomazzo, in provincia di Como, e fabbrica a Calusco d’Adda, Bergamo: un punto di riferimento nel settore del rainwear e dell’outerwear, anche per i marchi del lusso internazionali. «Lo store inoltre - prosegue - rappresenta un asset strategico per veicolare ai buyer il giusto modo di proporre la collezione e una risposta ai department store, che ci chiedono come ricreare il nostro mondo nei loro spazi». «La boutique, al via a fine mese, si caratterizza per

l’allestimento flessibile, che consente di organizzare eventi con cadenza quindicinale», aggiunge Chiesa. Nello spazio di 300 metri quadri su due livelli saranno in vendita i capi made in Italy della label: impermeabili, caban, cappotti e articoli in piuma d’oca, insieme ai modelli limited edition Sealup Brera, su ordinazione e su misura. Nell’assortimento anche pantaloni, maglieria, camiceria e accessori e in aggiunta una serie di marchi iconici. «Ci saranno la maglieria uomo e donna irlandese firmata Inis Meánin, le cinture di Lawrence Covell dal Colorado, le camicie handmade realizzate da un produttore di Napoli e le cravatte in co-branding con Marinella», anticipa Filippo Chiesa. Nata nel 1935, l’azienda può contare su una delle poche strutture industriali del tutto integrate ed esclusivamente italiane. Caratteristiche vincenti all’estero (Stati Uniti e Giappone in primis), dove è realizzato l’80% del giro di affari: 10 milioni di euro previsti a fine 2016, a quota+20%. Fra i 350 clienti realtà come Isetan, Harvey Nichols, Barneys e Bergdorf Goodman. (c.me.)

ALESSANDRO NESSI for

Passione, raffinatezza, ricerca: il lessico della nuova eleganza Lanciato nel 2014, il marchio Alessandro Nessi è frutto dell’incontro tra un’azienda di consolidata esperienza e un giovane team. Capo simbolo, l’abito femminile in tessuti esclusivi “made in Como”. Made in Italy significa anche marchi nuovi, che si affacciano al mercato interpretando in un’ottica contemporanea i plus della nostra storia e cultura del vestire. È il caso di Alessandro Nessi, brand di prêt-à-porter nato nel 2014 da un team giovane, che ha affidato la produzione a un’azienda con alle spalle 30 anni di attività. Il primo passo è stata una capsule collection: lanciata con la stagione autunno-inverno 2014/2015, ha ottenuto ottimi riscontri grazie a uno stile glamour,

trasversale e appassionato, ma anche ai contenuti concreti della vera italianità a partire dai tessuti, provenienti dal distretto comasco della seta. Da lì a una vera collezione il passo è stato breve. La primavera-estate 2017 è una conferma di stile: si va dagli abiti cosparsi da ruche agli slip dress fluidi, fino agli chemisier segnati in vita e ai modelli a sottoveste. La sera è il regno della georgette, del tulle e della seta stampata. Parole d’ordine, classe, raffinatezza e personalità.

Via Martiri Triestini 6 - 20148 Milano info@alessandronessi.it - www.alessandronessi.com

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NEWS

ANTONELLI FIRENZE

Ebitda al raddoppio: «Reinvestiamo tutto nell’azienda»

I 70 anni di di Giano

«Noi, artigiani contemporanei della calzatura»

After six months with a double digit growth, Antonelli Firenze (synonimous with women’s affordable luxury) is investing its margins in the international expansion, beginning from Korea and Japan. Con uno scatto felino che ci si aspetterebbe più da una startup digitale che da un’azienda del ready-to-wear femminile, Antonelli Firenze ha archiviato il primo semestre con un giro d’affari in aumento del 17% sullo stesso periodo dell’anno precedente e con la previsione di totalizzare 11,7 milioni, +30,5%, nel fiscal year 2016. Non solo: l’ebitda è passato dall’11,45% dei primi sei mesi 2015 a oltre 21%, +117% in valore assoluto. Marco Berni, direttore marketing, finanziario e commerciale, ha un obiettivo ambizioso, portare i ricavi a 20 milioni entro il 2020. «Ce la possiamo fare commenta - perché la patrimonializzazione dell’azienda si basa sul reinvestimento totale dei margini, oltre che sul contenimento dei costi fissi e, naturalmente, sull’identità forte della collezione, distribuita in circa 500 multimarca». Terza generazione della realtà di Castelfiorentino (che fa capo alla madre Enrica e alla zia Roberta Antonelli), Berni sta guidando il rinnovamento della società, nata nel 2013 da una costola della Gossip, impresa fondata nel 1950 che produceva biancheria da corredo e che già nel 2001 aveva fatto un giro di boa, lanciando una linea di camicie di impronta couture. Tre anni fa la nuova sfida, con l’ingresso nel segmento del lusso accessibile tramite una collezione 100% made in Italy, proiettata verso l’espansione internazionale. «Abbiamo stretto accordi in Giappone con L’Idea & Co e in Corea con Parco International - spiega Berni -. Il partner giapponese distribuirà Antonelli Firenze nel Paese dal 2017, avviando una serie di shop in shop nei negozi Strasburgo. Altri shop in shop sono in dirittura d’arrivo in Corea, con la prima inaugurazione presso il Coex Mall, a Seoul». Un’altra priorità è la managerializzazione dell’azienda: «Siamo alla ricerca di una “testa”, un manager che ci affianchi in questa fase in cui le vendite all’estero sono già al 55% del totale». (a.b.)

Da sinistra Enrica Antonelli, Marco Berni e Roberta Antonelli

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Founded in 1946 as a shoemaking workshop, Giano has crossed the line of its first 70 years with a dynamic approach and expresses its expertise in the licensing industry, with the La Martina and Harmont&Blaine brands. «Now we are ready also for a brand of our own».

Al traguardo dei 70 anni Giano è un’azienda in grado di fondere l’expertise artigianale, che fa della 2 regione Marche uno dei poli calzaturieri di riferimento 1. Enrico Paniccià, a.d. di Giano a livello mondiale, con 2. Una proposta della collezione donna di La Martina per la uno spirito imprenditoriale primavera-estate 2017 contemporaneo. Merito dell’a.d., Enrico Paniccià, 42 anni e laurea in economia, terza generazione della famiglia fondatrice, che ha traghettato il laboratorio artigianale del nonno materno e poi del padre Otello, ancora attivo in azienda, verso una dimensione internazionale, maturando una significativa esperienza nel settore delle licenze. Nel moderno stabilimento di Torre San Patrizio, in provincia di Fermo, 30 addetti collaborano alla realizzazione delle calzature di due importanti brand, La Martina, legato all’esclusivo mondo del polo, e Harmont&Blaine, nella sfera dello sportswear, di cui Giano segue progettazione, realizzazione e distribuzione worldwide, con un ritmo di 140mila paia di scarpe annue. Due assi nella manica che hanno permesso ai Paniccià di raggiungere i 10 milioni di euro di fatturato nel 2015, con il presidio di Italia, Germania, Olanda, Hong-Kong/Cina, Giappone, Emirati Arabi, Russia e Sud America e un totale di 800 clienti, a cui corrispondono 1.000 door. Se la produzione, per il 90% made in Italy, è quasi totalmente esterna, affidata a 6 aziende produttive partner del territorio (per un indotto di 200 addetti), rimane totalmente interna l’attività di ricerca, prototipia, modelleria e campionatura, affidata all’expertise dei maestri artigiani che lavorano in ogni reparto come si faceva una volta, dalla fase di cucitura a mano all’invecchiamento, sotto l’occhio vigile di Otello Paniccià e con il prezioso contributo di sua moglie Giuseppina Intorbida, addetta alla “dogana”, il controllo qualità finale. «Il futuro di Giano sarà sempre nella gestione di marchi in licenza, ciascuno con una diversa fisionomia, ma il sogno nel cassetto è rilevare un brand - racconta Paniccià -. Siamo pronti per riversare appieno la nostra expertise anche in una label tutta nostra». (c.me.)



NEWS

ANNIE P

LEY-LU

il futuro? brand extension e retail

Una nuova linea oltre gli schemi

Annie P, a “made in Apulia” brand, will launch its first shoe collection in 2017/2018. Then it will open its first flagship in Milan, starting a retail expansion.

A new ready-to-wear collection, Ley-Lu, is set for the international markets. It is exclusively distributed worldwide by Biagio and Francesco Lubrano of Panorama Moda in Milan.

Nata nel 2006 da un progetto di Anna D’Eredità (Annie) e Piero Locarbonara (P), il brand pugliese di womenswear è pronto a una nuova fase di crescita. Partito con i capispalla, realizzati a Martina Franca (Taranto), uno distretti produttivi italiani più apprezzati per l’outerwear, e migrato successivamente verso il total look, a partire dalle prossime stagioni Annie P punta ad ampliare ulteriormente l’offerta con i primi modelli di calzature (disponibili dall’autunno-inverno 2017/2018) e a un upgrading del brand. Con l’entrata nel team stilistico di Erika Serravalle e di Giancarlo Tafuro (fondatore dell’agenzia De Primera) alla guida del marketing, Annie P alza infatti l’asticella, scommettendo su un bonton evoluto dalla qualità made in Italy, all’altezza dei top shop internazionali, e - sul fronte delle strategie - su una comunicazione d’impatto, con fotografi e testimonial d’eccellenza, lo sviluppo di un progetto digital innovativo e, soprattutto, su un piano retail che possa trasformare Annie P in un marchio dall’identità distintiva. «Entro il 2019 - racconta Tafuro - sbarcheremo a Milano, nella centralissima via Manzoni, con il primo monomarca del brand. Un negozio-pilota, che farà da apripista ad altri 5-7 store d’immagine che andremo ad inaugurare nel triennio 2018-2021». L’insegna Annie P farà da contraltare ai clienti wholesale, attivi attualmente, oltre che in Italia, in Spagna e Germania, ma anche negli Stati Uniti, in Cina, Russia. Emirati Arabi e Giappone. (a.t.)

Panorama Moda, realtà distributiva milanese di spicco che fa capo a Biagio e Francesco Lubrano, ha firmato l’accordo per la distribuzione esclusiva di una collezione di ready-towear femminile, che a partire dalla primavera-estate 2017 andrà a presidiare circa 300 punti vendita internazionali, con il Middle East e l’Est Europa come mercati di riferimento. Stiamo parlando di Ley-Lu, che racconta lo stile italiano attraverso stampe paisley, lunghezze eclettiche, accenni agli anni Settanta. Una gamma articolata di proposte - dagli abiti gipsy alle camicie dai volumi importanti, dai panta palazzo ai gilet e alle tuniche ricamate - che sintetizzano i concetti di femminilità e avanguardia fashion in modo innovativo, rompendo gli schemi abituali. (a.b.)

Sopra, il nuovo direttore marketing di Annie P, Giancarlo Tafuro. A destra, un look per la primaveraestate 2017

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the WOOLMARK company

athleisure in lana: un megatrend in ascesa Between new challenges in sectors like active and athleisure and augmented reality, wool is more than ever up to date. La lana è di moda, anche nell’activewear. Lo ribadisce Fabrizio Servente, global strategy advisor di The Woolmark Company, l’autorità globale della lana. «Fino agli anni Settanta - dice Servente - questa fibra era la padrona dello sport. Successivamente è stata soppiantata dal poliestere ma ora torna alla ribalta in quanto traspirante, isotermica, sostenibile, coibente e con una mano leggera ma protettiva». Non a caso, uno dei mood individuati da The Woolmark Company all’interno della sua guida The Wool Lab per l’autunno-inverno 2017/2018 è “Athleisure”, affiancato da “Gentleman’s Ride”, che rilegge l’abito maschile alla luce di influssi dal mondo della moto, “Radical Culture” contraddistinto da un sapore Seventies, “Safe” in tessuti robusti military-style, “Breakaway” di impronta giovane e fuori dal coro, “Urban Farmers” che reinterpreta il workwear e “Laboratorio”, di sapore artigianale. Per la prima volta è stato messo a punto anche un focus sull’homewear. Da segnalare The Wool Lab Preview SS 18, raccolta di tessuti e filati d’archivio da cui nascono i trend di domani, oggetto anche di un magazine. Futuro per The Woolmark Company significa anche realtà virtuale: allo stand allestito a Milano Unica è stato possibile, attraverso la realtà aumentata, immergersi completamente nelle atmosfere di una fattoria australiana, sentendosi per qualche minuto lontani anni luce dagli ambienti asettici della fiera. (a.b.)




www.terrealte.net


NEWS

Nenah

Watson&Parker

Tra moda, arte e natura

«La nostra Scarpa è la più leggera»

The Nenah collection for spring-summer 2017 uses the flowers images of the photograph Fabio Zonta.

Watson & Parker men’s shoe, born in Milan in 2015, is one of the lightest on the market.

Nella collezione Nenah per la primavera-estate 2017 si realizza l’incontro perfetto tra funzionalità del design, morbidezza delle linee ed emozione del colore. Le stiliste della linea sono ritornate al passato per disegnarla, ossia al mondo dell’arte da cui sono partite, al fine di sperimentare nei loro modelli l’effetto del colore e delle immagini trasportate sui tessuti. D’impatto la scelta di utilizzare gli scatti del fotografo Fabio Zonta e, in particolare, i suoi famosi macrofiori “Paeoniae” e “Chrysantema” per illuminare il bianco assoluto dei top in seta elasticizzata. (e.a.)

La calzatura maschile artigianale dal sapore british Watson&Parker nasce a Milano nel 2015 da un’idea del giovane designer Alessandro Vitacolonna, che parte dal recupero attento e selettivo della cultura del made in Italy, per mettere a punto un modello perfetto per conquistare il nomade contemporaneo. Completamente sfoderata, realizzata mediante una delle più antiche lavorazioni della tradizione manifatturiera italiana, la cucitura San Crispino, e solo con pellami e tessuti naturali di alta qualità, la scarpa Watson&Parker «è una delle più leggere presenti sul mercato», dicono dall’azienda. (e.a.)

Sara Battaglia

Il ready to wear? Un’evoluzione naturale Sara Battaglia debuts in ready to wear, thanks to a three-year distribution agreement with Castor. Non più solo borse. La designer Sara Battaglia ha deciso di ampliare la gamma del brand che porta il suo nome e ha siglato un accordo triennale con Castor per la produzione di una linea di ready to wear. Il debutto avverrà con la collezione primavera-estate 2017, che sarà presentata a Milano il 25 settembre in piena fashion week. In totale saranno presentati 70 capi che insieme alle nuove borse formeranno un total look glamourous e femminile, in linea con lo spirito della stilista. «Pensare a una collezione di abbigliamento Sara Battaglia è stato una naturale evoluzione del brand. Mi piace immaginare una donna che indossa il mondo Sara Battaglia, dalla borsa all’abbigliamento, mostrando con decisione il proprio carattere: sicuro, attuale e infinitamente femminile», ha commentato la creativa, che quest’anno ha realizzato una capsule collection con Salvatore Ferragamo. A occuparsi della distribuzione internazionale sarà LA distribuzione. (an.bi.)

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Flavio Massa for

Mia Bag

C’è più stile con la pelle Mia Bag realizes for the spring-summer 2017 five models of leather and suede bag. «La cliente, soprattutto se straniera, preferisce la pelle». È partita da questa considerazione la stilista-imprenditrice Monica Bianco per dare corso al nuovo progetto di borse del marchio Mia Bag. Si tratta di cinque modelli in camoscio e pelle, con la possibilità di essere caratterizzati dalla chiusura personalizzata con le iniziali del nome della proprietaria (tipica delle creazioni della casa), che verranno presentati al salone White di Milano. «Volevamo anche prendere le distanze da un mercato, quello delle borse in materiali sintetici, un po’ troppo affollato e alzare il livello delle nostre proposte - spiega Bianco - pur non stravolgendone i prezzi e devo dire che ci siamo riusciti». Per la primavera-estate 2017 i colori sono naturali, con in più il turchese, il rosso e il nero. (e.a.)

Volpi Mood

rock INSPIRATION Glam rock inspiration for the new spring-summer collection by Volpi Mood. Ispirazione glam rock per la nuova collezione primavera-estate firmata Volpi Mood. L’anima rock anni Settanta di giacche, chiodi e gilet lunghi con volumi oversize diventa chic, grazie ai dettagli rappresentati da anelli e borchie hi-tech e al motivo delle stelle stampate. L’intramontabile nero è abbinato a tonalità forti come il fucsia, il verde e l’argento. (e.a.)

«L’innovazione è il motore del cambiamento» Idee e marchi nuovi, una collaborazione sempre più stretta con il dettagliante e la capacità di fornire servizi di visual all’avanguardia. Flavio Massa, titolare dello studio di rappresentanza FVM, indica gli ingredienti vincenti per ridare verve alla professione di agente. «Per lungo tempo gli agenti hanno avuto la preziosa funzione di talent scout per quei tanti creativi che faticavano a farsi largo nella babele di offerta. Molti di noi, inoltre, sono stati in grado per decenni di supportare la clientela seria e competente. Erano i tempi in cui i wholesaler di riferimento non vendevano semplicemente marche ma insiemi di prodotti, che nelle loro vetrine apparivano così interessanti da creare tendenze perfino per i loro fornitori. Oggi molte “cassandre” predicono la futura scomparsa della generazione di dettaglianti che, per decenni, hanno rappresentato la spina dorsale del commercio di abbigliamento nel nostro Paese e di conseguenza la scomparsa del nostro ruolo professionale. Ma io sono graniticamente convinto che non sarà così. Anzi. La crisi ha pulito il mercato da una serie di figure improvvisate, permettendo di sopravvivere a una stirpe di dettaglianti di livello che oggi, pur esausti, rappresentano il futuro del settore. Inoltre, proprio per la conformazione geografica dell’Italia, la loro funzione rimane, e rimarrà sempre, il vero e unico anello di congiunzione tra le proposte delle aziende e il fruitore finale. In questo scenario alcuni studi di rappresentanza hanno ancora molto da dire, a patto che sappiano anche rivestire ruoli differenti e più innovativi. Io ho mirato alla scelta di marchi italiani ed esteri nuovi e propositivi, perché lo stimolo all’acquisto è frutto di idee e strategie inedite e di prodotti più in sintonia con i tempi e le esigenze del consumatore. Ho lavorato inoltre alla messa a punto di inediti servizi di visual e mi sono avvalso, nella scelta dei prodotti, di venditori preparati e con esperienza di vendita al dettaglio. Sono inoltre in grado di offrire un sostegno nel merchandising, così che tutti gli acquisti per genere, categoria e marca rappresentino armonicamente le scelte del negoziante. Molto è cambiato e cambierà per tutti gli attori sul nostro palcoscenico. Noi vogliamo continuare a essere protagonisti».

Via Cevedale 7 - 20158 Milano - Tel 02 3935871 info@gruppofvmassa.com - www.gruppofvmassa.com 20_09_2016

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NEWS

LORENA ANTONIAZZI

Una showroom a Parigi e passi avanti nel retail The Italian cashmere brand Lorena Antoniazzi opens a new showroom in Paris, as part of an aggressive expansion, including three new retail openings. Forte di un primo semestre 2016 positivo, Luca Mirabassi è ottimista sul futuro del suo marchio, Lorena Antoniazzi, e sul mercato del lusso di qualità in generale. Il presidente e amministratore delegato di Sterne International, società a cui fa capo il brand di cachemire, non si fa spaventare dalla Brexit e dalle instabilità geopolitiche e preferisce concentrarsi sulle strategie, a partire da nuovi scenari distributivi. «Tra maggio e giugno - fa il punto l’imprenditore umbro - abbiamo inaugurato tre punti vendita monomarca a Cortina, Sankt Moritz e Porto Cervo, che vanno ad aggiungersi al flagship store di Parigi in rue de Castiglione». Ma c’è un’altra novità, che riguarda proprio la capitale e che è destinata a caratterizzare la strategia futura di Lorena Antoniazzi: l’inaugurazione di una nuova showroom direzionale a Parigi. «Abbiamo aperto uno spazio espositivo di quasi 200 metri quadrati - racconta Mirabassi - al 336 di rue Saint Honoré, a due passi da Colette, nell’ottica di un’espansione sempre più internazionale e selettiva. Alcuni dei migliori clienti asiatici possono saltare Milano, ma mai Parigi durante la campagna vendita». L’accelerazione prevista per i prossimi mesi potrà contare anche sulla Russia, un mercato che sta ripartendo: «Entro fine anno - anticipa Mirabassi - sono in programma tre corner tra Mosca e San Pietroburgo, che anticiperanno il flagship di Mosca previsto nel 2017, quando ci piacerebbe anche inaugurare a Milano: siamo in cerca della location giusta». (an.bi.)

LUCIO COSTA

La seconda vita di un marchio all’avanguardia The Lucio Costa brand is coming back, thanks to Roberto Pelizzoni as a creative director and a licensing agreement with Bond Factory. A book about Lucio, who passed away four years ago, is being launched during Milano Moda Donna. Quattro anni fa se ne andava prematuramente Lucio Costa, che dopo collaborazioni con brand di rilievo aveva fondato nel 1987 il suo marchio di readyto-wear femminile, all’avanguardia rispetto ai tempi. Dopo la sua scomparsa, Roberto Pelizzoni - socio e compagno di vita - si è impegnato a dare una continuità al brand, assumendone la direzione creativa e preparandone il rilancio, ora reso possibile da un accordo di licenza triennale con Bond Factory. L’azienda si occuperà della produzione e distribuzione delle collezioni di abbigliamento e accessori uomo-donna dalla spring-summer 2017 (nella foto), stagione che riprende il discorso stilistico interrotto dalla scomparsa di Lucio, puntando su abiti “no gender, no frontiers, no age” con lembi che si annodano, lavorazioni tubolari e orli stratificati, pepli multistrato, maxi T-shirt. La scritta So! su queste maglie si rifà al titolo del libro So Lucio!, al centro di un evento in programma la sera del 23 settembre allo spazio Entrata Libera di corso Indipendenza 16 a Milano. Il volume ripercorre l’iter dello stilista, attraverso le testimonianze, tra gli altri, di Giusi Ferré, Renata Molho, Gisella Borioli, Cinzia Brandi e Dominique Mouret. insieme a scatti significativi e a un’analisi di Matteo Ceschi sulla Milano degli anni ‘80. Il fashion editing è a cura di Alice Gentilucci, che ha seguito anche l’immagine dello shooting con la guest model Soo Joo Park, immortalata da Federico Garibaldi. (a.b.)

HACHE

In the mood for Natalie With spring-summer 2017 Manuela Arcari and David Agus (Ter et Bantine and Hache brands) launch for Hache a limited edition with the American graphic designer Natalie Krim.

La showroom parigina di Lorena Antoniazzi: 200 metri quadri in rue Saint-Honoré

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Quasi un anno fa Manuela Arcari e il marito David Agus riprendevano tramite una newco le redini dei marchi Ter et Bantine e Hache, fondando la Arcari e co e dando il via al nuovo corso con l’inverno 2016/2017. La collezione estiva, già in vendita nelle showroom di Milano, Parigi e New York, viene affiancata da una limited edition di 25 pezzi, realizzata in collaborazione con Natalie Krim. Tre opere delle graphic designer americana personalizzano i capi, attraverso ricami colorati e sottilmente provocatori. L’obiettivo per Hache è realizzare qualcosa più di una semplice collezione, con una personalità forte e contemporanea. (a.b.)





LA MARTINA FOR

Orizzonti più vasti per la polo community LA MARTINA ATTIVA IL RAPPORTO DIRETTO CON IL CANALE PLURIMARCA, CON NUOVE FORMULE DI CORNER E SHOP IN SHOP. UN MODO PER VEICOLARE A UN PARTERRE PIÙ VASTO DI CONSUMATORI LA RICCHEZZA DI PROPOSTE E L’ESCLUSIVITÀ DELLA LABEL, DA 30 ANNI LEGATA ALLO SPORT DEL POLO.

Unicità, artigianalità, heritage: La Martina apre nuove vie per veicolare i propri valori di esclusività a un pubblico più vasto. Dopo il varo del progetto TailorNet, che propone un approccio innovativo al franchising nell’ottica di un dialogo sempre più intenso con i dettaglianti, è il momento di aprirsi a formule più fluide ed elastiche. È tempo di creare una relazione più stretta e di reciprocità con i negozi plurimarca, ai quali il brand argentino, che di recente ha acquisito la distribuzione diretta della linea abbigliamento e la licenza della pelletteria, dà la possibilità di realizzare corner e shop in shop con un mix di abbigliamento, calzature e accessori. Spazi in cui la collezione avrà modo di svelare le sue anime e i suoi prodotti esclusivi. Non solo polo e camicie ma una molteplicità di spunti che raggiunge l’apice nelle due capsule sartoriali: la St. James Collection, sviluppata con il sarto inglese Timothy Everest, e la Coleccion Privada, la parte più intima dell’offerta, ideale per le occasioni speciali e le situazioni più formali. Una proposta che raggiunge il top a livello di artigianalità e ricercatezza dei materiali nella parte accessori: le scarpe, che partendo dai modelli per il gioco del polo hanno ampliato gli orizzonti con una serie di

articoli lifestyle, e la pelletteria, che utilizzerà il know-how derivante dal technical equipment, unitamente all’expertise artigianale, per dare vita a un nuovo concetto di luxury. Ma c’è dell’altro. Ai negozianti che entrano a far parte dell’universo di La Martina, l’azienda schiude le porte del proprio mondo esclusivo e dei progetti legati all’omnicanalità e al digital. Ai clienti delle boutique, il brand garantisce i plus delle polo experience, ossia la possibilità di partecipare a eventi in-store, di frequentare corsi tenuti da giocatori professionisti di polo o di assistere a un match dagli spalti. Un modo per trasmettere appieno il fascino e i valori di questo sport, al quale da oltre 30 anni La Martina dedica le proprie collezioni.


Il boot stringato e la derby completano e si abbinano alla perfezione al total look della capsule collection La Martina tailored by Timothy Everest, il sarto inglese che ha confezionato per il brand argentino capi fedeli alla sartorialità britannica, ma reinterpretati in chiave moderna COLECCION PRIVADA

APLOMB IMPECCABILE, NEI MOMENTI SPECIALI Dalla primavera-estate 2017, grazie alle nuove formule di corner e shop in shop, La Martina potrà svelare la ricchezza del proprio mondo a un numero più ampio di consumatori. Spazi in cui la label sarà presente con le sue numerose proposte e con i tanti articoli esclusivi. Non solo polo e camicie, ma un mix di prodotto che comprende anche la pelletteria e le calzature del brand, veri e propri gioielli di artigianalità, e le due punte di diamante: la St. James Collection, sviluppata con il sarto inglese Timothy Everest, e la Coleccion Privada, che rappresenta la parte più intima della collezione. Quest’ultima è il risultato di anni di frequentazioni dei polo club internazionali e si compone di una serie di capi pensati per vestire i momenti più mondani legati al mondo del polo. Proposte dedicate a quanti amano vestire con un look raffinato e versatile in ogni occasione, senza tradire la propria anima sportiva.

LA MARTINA - Via Livio 1 - 6830 Chiasso - Svizzera -Tel. 0041 91 6905100 retail@lamartina.eu


RETAIL REAL ESTATE

MULTI OUTLET MANAGEMENT ITALY/BLACKSTONE

«UNIFORMARE L’IMMAGINE, RISPETTANDO L’UNICITÀ»

Cinque outlet center italiani, diversi fra loro per storia, location e offerta, passati nelle mani di Blackstone e gestiti da Multi. «Stiamo uniformando l’immagine, rispettando unicità e territorialità. La strada è quella giusta, i numeri ci danno ragione» dice Dario Pistone DI ELISABETTA CAMPANA

Five Italian outlet centers, very different with respect to history, location and brands, have been acquired by Blackstone and managed by Multi. «We are aligning their image, respecting their identity and territoriality. This is the proper way, numbers prove us right», says Dario Pistone

C

on l’acquisizione del Palmatatori verso la città e vicenova Outlet Village, a metà versa. L’obiettivo è alzare il 2015, Blackstone è diventato target dell’offerta da medio a proprietario di cinque cittadelle a medio-alto. Al Puglia Outlet prezzi vantaggiosi in Italia: oltre Centre, di Molfetta, abbiaal centro friulano, il Franciacormo trovato una situazione di ta, il Valdichiana, il Mantova e occupancy molto preoccuil Puglia Outlet Village. Abbiapante. Ma non ci siamo persi mo chiesto a Dario Pistone, a.d. d’animo: entro fine anno Dario Pistone, a.d di Multi di Multi Outlet Management Outlet Management Italy completeremo l’apertura di Italy - società del colosso ameri5mila metri quadri di nuovo cano degli investimenti immobiliare che gestiretail, tra cui insegne come Guess, Benetton e sce le strutture - le strategie e le scommesse di Gutteridge. Seguirà una seconda fase nel 2017 un business che continua a dare buone, se non dove ci focalizzeremo sui premium brand e non ottime soddisfazioni. A patto che sia gestito è escluso che nel 2018 potremmo puntare ancon lungimiranza. che al lusso. Come stanno andando i cinque outlet center? Stiamo parlando di realtà che nel loro insieme valgono più di 600 punti vendita - pari a una superficie lorda affittabile (gla) complessiva di 148mila metri quadri - e che contano oltre 16,5 milioni di visitatori l’anno. Il Franciacorta e il Valdichiana sono strutture consolidate che garantiscono risultati a doppia cifra. Mantova, Puglia e Palmanova sono invece in ripresa: il loro giro d’affari, quest’anno, è in aumento del 5%. Ma il potenziale di crescita è senza dubbio importante. Quali le strategie di rilancio che avete messo in atto per Mantova e Puglia (ex Fashion District)? Quando lo abbiamo preso in mano, il Mantova Outlet Center (di Bagnolo San Vito) era “dormiente” e in meno di un anno siamo riusciti a risvegliarlo, anche grazie alla collaborazione con le istituzioni, per veicolare parte dei visi-

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Che novità sul Palmanova Outlet Village? L’ultimo arrivato, il Palmanova, deve fare i conti con un competitor vicino agguerrito. Stiamo lavorando molto sui turisti - attualmente il 45% dei visitatori - per intercettarli appena arrivano in Italia da Austria, Germania, Slovenia e Paesi limitrofi. Stiamo anche effettuando un rebranding come negli altri centri, oltre a investire in ristorazione, entertainment ed eventi mirati. Il Franciacorta e il Valdichiana sono centri più consolidati, quali i progetti di sviluppo? Per il Franciacorta, a Rodengo Saiano (Bs), abbiamo in programma la fase tre di 4mila metri quadri di gla, che aggiungerà una trentina di negozi agli attuali 155: i lavori inizieranno nel 2017. Qui le sinergie con il territorio sono molto forti, in special modo con le cantine di Franciacorta. Di recente abbiamo collaborato anche con l’evento Floating Piers. Pure il Valdichiana, a Foiano della Chiana (Ar), ci sta dando tante

soddisfazioni, grazie al turismo straniero che è ripartito alla grande. In un mercato italiano, ormai saturo anche per gli outlet center, come si riescono a sottrarre quote di business ai competitor? Dato che noi, diversamente da altri operatori, siamo subentrati a strutture create da altri, stiamo cercando di uniformarle nell’immagine, rispettando e valorizzando le loro unicità e territorialità. Non a caso il nostro claim è “Land of Fashion”. In generale stiamo investendo nel rebranding e nell’intrattenimento. Oltre a scommettere sulla ristorazione di qualità, organizziamo concerti, mostre, iniziative ad hoc. E i ■ numeri ci stanno già dando ragione.

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1. Il Valdichiana Outlet Village (Ar) 2. Il Puglia Outlet Village (Ba)


ANIS IS LOOKING FOR AGENTS FOREIGN MARKET


BUYERS’ OPINION

Abiti e accessori, i più amati dalle donne Quattro top buyer internazionali indicano trend e best seller della moda femminile. Che si tratti di proposte fashion, di casualwear o athleisure, adesso più che mai è fondamentale che suscitino emozioni nella clientela. Cosa non scontata di ELISABETTA CAMPANA

1 Ken Downing

Neiman Marcus

Quali i best seller di abbigliamento donna della primavera-estate 2016?

Farfetch.com

Le calzature impreziosite viste in passerella, grazie all’euforia suscitata dalle proposte di Gucci, hanno dato alla cliente un motivo per aggiornare il proprio guardaroba. Gli articoli con dettagli “wrap and tie” - un trend importante per la primavera-estate 2016 - sposato in particolar modo da Gianvito Rossi e Aquazzura - sono stati molto aprrezzati.

Continueremo a puntare su idee nuove, che diano alla clientela una ragione per rinnovare il look, su proposte fashion che al contempo siano senza stagionalità e su abiti che siano coerenti con l’andamento climatico, visto che ormai la donna acquista quando ne ha bisogno.

Chloé, Fendi e Kenzo sono stati alcuni tra i nostri top brand della stagione. Abbiamo anche visto un potenziale di crescita importante all’interno del segmento “advanced contemporary”, con marchi come Jacquemus, Thom Browne e Red Valentino.

Le borse di Moschino, Chloé e Givenchy sono state tra le più gettonate dalla clientela. Sul fronte calzature hanno prevalso le slip on versione ciabatta e le trainer, per esempio di Golden Goose. In tema di proposte con il tacco si è distinto Valentino, per i modelli “flatform” Stella McCartney.

Stiamo cercando di far crescere le nostre divisioni specializzate di scarpe, borse e gioielli. Di recente abbiamo iniziato a collaborare con alcune top boutique specializzate in accessori e gioielli, come Addore a Monaco di Baviera, Drama a Tokyo, Tops a Vilnius, Ed Shoes a Barcellona, Dinnes a Vienna e Box a St. Tropez.

Sul fronte dell’athleisure ha performato bene Lndr, a livello di contemporary Tibi, Nicholas e Needle & Thread, per il casualwear Acne Studios e per il denimwear Tortoise e 3X1. Tra gli altri marchi più venduti spiccano Rosie Assoulin, Ellery, Alexander Wang, Neil Barrett, Kiini, March11, Zimmermann, Marysia e Lisa Marie Fernandez.

L’athleisure ha trainato le vendite di sneaker - in special modo bianche - sia di designer, sia di marchi contemporary: in primo piano Adidas, Opening Ceremony, Common Project, Joshua Sanders, Golden Goose e Alexander McQueen. Siamo ottimisti sul fatto che questo trend continuerà a svolgere un ruolo importante nella primavera-estate 2017.

Stiamo spostando la nostra attenzione sulle proposte “buy now wear now”, così come sui capi transstagionali, compresi knitwear e cappotti. Ci focalizzeremo sul luxury contemporary casualwear per la clientela che vuole vestire in modo confortevole e rilassato. Sul fronte dei designer punteremo sui key trend e sui must-have delle varie collezioni.

La nostra clientela internazionale ha privilegiato gli abiti stampati e colorati di Dolce&Gabbana, gli jacquard e i ricami di Dries Van Noten, lo sportswear di Philipp Plein, gli abiti da cocktail e caftani di Roberto Cavalli e i vestiti avvolgenti di Diane von Fürstenberg.

Tra le borse più richieste di questa estate spiccano le piccole tracolle di Dolce&Gabbana, gli accessori con la Medusa di Versace e le bag di Anya Hindmarch. Riguardo alle sneaker, sono state best seller le proposte di Balenciaga.

Stiamo progettando nel segmento lusso di sviluppare la selezione di scarpe e borse, mentre nel ready to wear introdurremo più marchi contemporary. Contiamo inoltre di creare un nuovo spazio dedicato agli abiti da da sera e da cocktail. Proseguiremo anche nell’apertura di monomarca, sempre a Porto Montenegro.

London

KELLY WONG

Lane Crawford Hong Kong

Denis V. Evstafiev

Fashionistas

Porto Montenegro 86

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Quali le novità nell’assortimento femminile della primavera-estate 2017?

Le collezioni che hanno catturato l’attenzione della clientela in questa primavera-estate sono state quelle ricche di personalità, in grado di renderle più belle e che hanno suscitato emozioni. Colori, pizzi, decorazioni, ornamenti, belle stampe e pantaloni a gamba larga hanno fatto la differenza.

Dallas

CANDICE FRAGIS

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Quali i best seller di accessori donna della primavera-estate 2016?


The quotes of four top buyers from the United States (Neiman Marcus), Great Britain (Farfetch.com), Hong Kong (Lane Crawford) and the Balkans (Fashionistas) highlight trends and must-haves of womenswear: the shirt re-envisioned, also backward or vintage versions, will be a strong statement together with redefined denimwear, included stagged hem jeans. Pastel colors, purple and metallics will be trendy, along with a lot of stripes and prints. Not to forget footwear that shimmers and shines.

4

Quali i trend vincenti della prossima stagione calda?

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A cosa la donna non rinuncerà delle proposte che vedremo a Milano Moda Donna?

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Il budget donna è in aumento, in diminuzione o stabile?

Proseguirà nella primavera 2017 il tripudio di metalli, a partire dall’oro, che ha già riempito le passerelle. La camicia rivista e aggiornata in versione top, tunica e abito sarà un trend della prossima stagione, così come il viola in ogni sfumatura: dal vivace, al pallido lilla e orchidea. I riferimenti punk rock emergeranno ancora di più.

La donna non rinuncerà alla “follia metallica”, alla camicia aggiornata, alle calzature che brillano e risplendono e al punk rock declinato nel ready to wear.

Preferisco non rispondere.

Molti aspetti ed elementi si intersecano tra le proposte uomo e donna. Mi piacciono le collezioni, decisamente flessibili e fluide, che presentano articoli validi per entrambi i sessi.

I pezzi chiave per la primaveraestate 2017 includono le camicie che si chiudono sulla schiena, le silhouette in denim esagerate e i piumini. Il mood “a strati” con gli abiti da indossare sopra i pantaloni e il knitwear da portare sotto i vestiti è ancora abbastanza diffuso.

Preferisco non rispondere.

Nelle pre-collezioni per la prossima stagione calda abbiamo visto portare avanti le tendenze dell’inverno con un twist estivo più leggero: in primo piano il rosa pastello, le righe e il summer tweed. Il mood delle spalle scoperte continuerà.

Best seller saranno le giacche “souvenir”, i completi pigiama, i jeans con l’orlo sfalsato (più corto davanti e più lungo dietro, ndr) e le sottovesti-lingerie. Crediamo anche che la T-shirt vintage sarà un must: da indossare nei weekend con capi in denim o da abbinare a un blazer all’insegna del mix and match per un look, decisamente trendy.

Preferisco non rispondere.

La prossima primavera-estate si giocherà tra lo stile hippie con maxi abiti e capi in denim, i colori vivaci con motivi arcobaleno e le stampe floreali di ogni genere. Non mancheranno geometrie, righe, capi asimmetrici e abiti multistrato. In pole position ci sarà anche l’anglomania, con la “Union Jack”.

Must have saranno le proposte con stampa “automobile”, il total red, le borse con la tracolla intercambiabile, le bag multicolor di Loewe e le slipper in pelle.

Abbiamo in programma diverse nuove aperture, pertanto il budget complessivo sarà in leggero aumento.

ThOM BROWNE p-E 2017 20_09_2016

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WOMEN’S ready-to-wear SPRING - SUMMER 2017

ado di comunicare Costruire uno stile in gr tto di studiati equilibri fru è à alt re in e ch a m e, e un’apparente nonchalanc te al femminile delle griff os op pr e ov nu lle de o tiv è l’impera

Antonio Marras Sovrapposizioni culturali e dicversità che si incontrano: il risultato è puzzle di tessuti e appartenenze, pensando all’Africa.

Gabriele Colangelo Linea maschile per il soprabito in viscosa, con strisce intrecciate sulla parte anteriore. Completano il look la canotta see-through in seta-cotone jacquard e i pantaloni in denim di seta.

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the result a ne w nonchalant style, on us foc ds an br ’ rs . ne Desig rics, details, prop ortions of careful choic es in fab otta di alessandra big

Sportmax Una scollatura a oblò e un’alternanza di volumi ampi e slim per l’abito con coulisse, in popeline di cotone stampa onda.

Piccione.Piccione

Byblos

Applicazioni di conchiglie in tessuto e perle, grafiche dove le tartarughe d’acqua nuotano in mezzo ai fiori: un mondo poetico racchiuso nel modello lungo in creponne.

Trench over a manica corta, con bordi sfrangiati, ruche in chiffon a contrasto e particolari colorati. Il gilet e gli short in tessuto armaturato hanno a loro volta dettagli sfrangiati e ruche. Stampa a micro nuvole per la camicia in seta.


Vivetta

Lucio Vanotti Il trench kimono beige si accompagna a una gonna a pannelli asimmetrici in cotone rigato e alle slipper in vernice nera a fasce.

La Cina incontra gli anni Ottanta: vestito in shantung di seta, pettinatura e occhiali che rimandano ai favolosi Eighties.

Co|Te Realizzato in popeline di cotone, il maxi-abito ha ruche applicate ed è abbinato a una sopragonna in denim. Tocco finale, la cintura stile worker nello stesso materiale.

Les Copains Giochi di vedo non vedo tra l’abito copricostume in maglia ultrasottile, effetto pizzo, e il micro-bikini tricot.

Max Mara Trussardi Spolverino in nylon effetto bagnato con chiusura bomber e dettagli in maglia lurex, pantalone skinny in suede, mocassini in pelle di vitello con motivi gessati.

Massimo Rebecchi Grinta e romanticismo: giubbotto biker in pelle con borchie oro, abito in crĂŞpe de chine.

All’insegna del mood tropicale il modello in gabardine di cotone con focus su seno e spalle, grazie al mini-bustier imbottito e alle spalline in tessuto elasticizzato.

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NEW YORK FASHION WEEK

al via la RIVOLUZIONE see now, buy now

A metÀ del guado All’edizione di settembre della New York Fashion Week sono iniziate le prove tecniche di “see now, buy now”. A fronte di molti brand che hanno mantenuto l’impostazione tradizionale, alcuni pezzi da novanta hanno osato il cambiamento

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di ALEssandra Bigotta

Tom Ford, Tommy Hilfiger, Ralph Lauren: the “new wave” of shoppable shows starts with these three big names. But during NY fashion week many other brands preferred the traditional formula.

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l “see now, buy now” è la punta di un iceberg, in cui confluiscono nuovi assetti e prospettive a livello di comunicazione, marketing, distribuzione, pricing e produzione. La fashion week newyorkese ha dato un primo segnale di cambiamento, anche se chi si aspettava un movimento di massa è rimasto deluso. Sono stati infatti relativamente pochi, ma con un consistente peso specifico, i nomi che hanno optato per gli shoppable show, scegliendo forme di presentazione in grado di rispecchiare il loro mondo in modo personalizzato e appealing, per un target di riferimento sempre più diversificato. Tom Ford - che ha aperto le danze della manifestazione il 7 settembre, pochi giorni prima di ricevere il Leone d’Argento e Gran Premio della Giuria a Venezia - ha puntato su un evento ad alto tasso di vip negli spazi del Four Seasons, dove gli ospiti (Julianne Moore, Rita Ora, Uma Thurman, Cindy Crawford, Baz Luhrmann e molti altri) sono stati presi d’assalto dai fotografi, mettendo in secondo piano i capi uomo e donna fall-winter 2016/2017 in passerella. Il riscontro mediatico è stato immediato: Tom Ford night ha scatenato i 3,5 milioni di Instagrammer che seguono l’account ufficiale dello stilista texano, più quelli che hanno ripostato le immagini attraverso i loro profili. L’attenzione dei media è salita alle stelle e i commenti su Twitter si sono sprecati. Non si hanno aggiornamenti su

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come siano andate complessivamente le vendite, ma sul sito mytheresa.com - l’etailer che ha abbracciato in toto la formula “show+shop”, mettendo in vendita in tempo reale le proposte di Ford, Tommy Hilfiger e, da Londra, Burberry - per più di un modello sono rimaste solo le taglie small ed extrasmall, nonostante i prezzi non certo democratici. Per i vertici dell’etailer questo è il futuro. «I consumatori che guardano le sfilate in live streaming - ha detto il presidente Michael Kliger - puntano a una gratificazione immediata e noi siamo in grado di offrirgliela. Crediamo fermamente che la strategia “see now, buy now” incrementerà lo shopping». Ne è convinto anche Tommy Hilfiger, soprattutto dopo che il 9 settembre, a ridosso del mega-evento #TommyNow (con la capsule realizzata insieme a Gigi Hadid come piatto forte) le vendite sul sito tommy.com pare abbiano messo a segno un +220% rispetto allo stesso giorno di un anno fa. Ad abbracciare il ready-to-buy sono stati anche nomi come Rebecca Minkoff con il suo happening #RunwayToRetail in Greene street, Opening Ceremony e Thakoon, ma a fare scalpore è stato soprattutto Ralph Lauren, che il 14 settembre ha portato in pedana 45 outfit accessoriati per l’autunno-inverno alle porte, tutti diversi da quelli presentati a febbraio. «È la mossa giusta - ha affermato - e sto pensando di ■ ripeterla per l’uomo».

1. Tommy Hilfiger e Gigi Hadid 2. Tom Ford e Julianne Moore 3. Un modello autunno 2016 di Tom Ford, presentato alla NY fashion week

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YEEZY SEASON 4

Kanye fa discutere With Yeezy Season 4 Kanye West was once again a target of much turmoil. Tra gli show più chiacchierati della NY fashion week la “palma d’oro” va a Yeezy Season 4, progetto per il quale Kanye West si avvale della collaborazione di Adidas. Un tour de force per gli addetti ai lavori, con l’invito arrivato alle 4 di mattina del giorno stesso e vicissitudini logistiche prima di raggiungere la meta, Roosevelt Island. Il caldo eccezionale ha fatto il resto, al punto che alcune delle ragazze protagoniste della performance, realizzata da Vanessa Beecroft, si sono accasciate al suolo. Ma si sa, Kanye ama fare scalpore. E anche questa “odissea” è stata, in fondo, una forma di pubblicità. (a.b.)


Showroom Via Sant’Andrea 2 Milano - Tel. 0039 02 76281558 - www.roccoragni.it



PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

gooDmatch

THE TRENDS YOU'LL WANT TO WEAR dall’alba al tramonto la vita di una donna è scandita da mille esigenze. L' unico trait-d’union: glamour e comfort. Un principio PER tutte COLORO che non si fermano mai e vogliono essere eleganti. SEMPRE. di ALBERTO CORRADO

Every moment of the day, from sunrise to sunset, women’s lives are punctuated by thousands of demands. The trait-d’union: glamor and comfort. A principal for all women who never stop and want to be stylish from morning to evening.

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

ALL YOU NEED IS BLACK

Viaggiare nel mare indistinto del nero. Tutto da leggere nell’inconfondibile richiamo tribale impresso dalle esperienze di viaggio, che sono rielaborate dalla moda attraverso la forza grafica dI QUESTO COLORE SENZA TEMPO. Traveling in the indistinct sea of black. Captivating, unmistakable tribal embroidery imprinted by travel experiences, which are fashionably reworked through the graphic force of this timeless color.

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1. Frankie Morello 2.Volpi Confezioni 3. Terre Alte 4. Barena 5. Aniye By 6. Amandula 7. Blauer

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A natural WAY OF LIFE

Un equilibrio fra pesi e forme fatto di contrasti per esprimere un look in evoluzione e in sintonia con ciò che si indossa con naturalezza ed eleganza, per esprimere il fascino di ogni donna. A balance between weights and forms featuring different contrasts to express an evolving look in harmony with what you wear with naturalness and elegance, expressing the charm of every woman. 3

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1. Antonelli Firenze 2. Lorena Antoniazzi 3. Alessia Xoccato 4. Nenah 5. Bosideng 6. Xacus 7. Pence 1979

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PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

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a RAY OF SUN

Il primo segno del risveglio della natura si percepisce nello sbocciare improvviso dei fiori sotto il primo raggio di sole. per abiti pronti a invadere il campo con boccioli, ramage e bouquet. The first sign of nature reawakening is the sudden blossoming of flowers under the first ray of sunshine. For clothes ready to invade the field with blossoms, floral patterns and bouquets.

1. Bagutta 2. Mariella Rosati 3. Forte Forte Resort 4. Patrizia Pepe 5. Double Vi 6. Alessandro Nessi 7. Ferrante

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Giorgio Grati for

La forza di un marchio che sa ancora “re-innovarsi” COMPANY PROFILE

Gli alti e bassi delle mode non hanno scalfito il successo quarantennale di Giorgio Grati, marchio di riferimento del made in Italy, proiettato verso i mercati internazionali. La primavera-estate 2017 è all’insegna del “re-innovamento”, con un nuovo logo e una suddivisione dell’offerta in tre etichette. Punto fermo: l’italianità più esclusiva. Non si resta sulla cresta dell’onda per 40 anni se non si hanno valori concreti da offrire ai mercati internazionali. Giorgio Grati è riuscito nell’impresa, grazie a un insieme di fattori vincenti: un’ineguagliabile creatività, una profonda capacità industriale, il legame con il territorio marchigiano unito alla spinta verso l’innovazione, l’internazionalizzazione guidata da una bussola sicura, il più elevato concetto di italianità. La primavera-estate 2017 è all’insegna del “re-innovamento”, neologismo che sul filo rosso dell’esclusività sviluppa un discorso virtuoso e circolare, che va dallo stile alla comunicazione, dal marketing fino alle strategie commerciali, delle quali monomarca raffinati e funzionali sono l’emblema: a Tokyo, Osaka, Seoul, Londra, Mosca (all’interno degli storici magazzini Gum) e, naturalmente, a Milano in via Manzoni 16, a poca di-

stanza dalla showroom di via del Gesù 21. Cambia il logo, più essenziale e moderno, e si diversifica l’offerta. Sotto la guida degli stilisti Alessandro Fontanesi ed Enrico Maria Feraboli, si sviluppano tre etichette: Giorgio Grati White Label, Giorgio Grati Black Label e Grati Relaxed Luxury che verrà presentata a White nell’ex Ansaldo di via Tortona 54. La prima giocata su infinite possibilità di abbinamenti e su un dinamismo contemporaneo, la seconda cosmopolita e sofisticata, la terza che sfiora i limiti dell’informale, con la maglieria come fulcro e, al proprio interno, la Zoo Collection-Adotta un nuovo amico, giocata a ogni stagione su un animale simbolo. Per la primavera-estate 2017 la scelta è caduta sul gabbiano: realizzato in un filato di seta e cashmere, sintetizza la capacità di volare alto per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Showroom Giorgio Grati - Via Gesù 21 Milano - Tel +39 0276014540 - showroommi@giorgiograti.com - www.giorgiograti.com


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

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chaoticALLY POP

Un personale viaggio nell’universo di icone e simboli degli anni 70, senza dimenticare volumi e proporzioni degli anni 50 e 60. La moda vista come un’arte, per mettere alla prova il proprio senso di colore che disegna nuove precise geometrie. A personal journey into the universe of ’70s icons and symbols, not to mention volumes and proportions from the ’50s and ’60s. Fashion seen as an art to test your sense of color, which designs precise new geometries.

1. Sveta 2. Caractère 3. Silvian Heach 4. Diesel 5. Je T'Alene 6. La Martina 7. M Missoni

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GOODMATCH for

Smart, contemporary, made in Italy GOODMATCH È UN MARCHIO 100% ITALIANO, DAL DESIGN ALLA PRODUZIONE, CHE DECOSTRUENDO LA COUTURE INTRODUCE UN NUOVO CONCETTO DI GUARDAROBA FEMMINILE. UN BRAND CHE NASCE DA UNA REALTÀ CONSOLIDATA MA FORTEMENTE PROIETTATA ALL’INNOVAZIONE. Quattro concetti chiave per definire uno stile: smart fashion, sport chic, active e, soprattutto, made in Italy. Il risultato è GOODMATCH, un marchio 100% italiano in cui confluiscono l’easy-to-wear e l’urban contemporary, decostruendo la classica couture femminile per creare qualcosa di completamente nuovo: un guardaroba in cui elementi e materiali caratteristici del mondo sportivo vengono esaltati dalla qualità e dalla vestibilità curata nei dettagli, che hanno reso la moda del nostro Paese famosa nel mondo. Dietro il brand, presente con le proposte primavera-estate 2017 al salone milanese White, c’è un’azienda fondata a Parma oltre 50 anni fa (nel 1962), che con GOODMATCH presidia selezionati store italiani e punta con decisione a

espandersi, soprattutto all’estero. Al vertice tre fratelli, Vincenzo, Giulia e Orsola Bocchi, dalle esperienze e dalle personalità complementari: Vincenzo con un background internazionale nel marketing, Giulia stilista e Orsola focalizzata sulla produzione. Una sinergia che ha come risultato GOODMATCH, la quadratura perfetta. «Il nostro è un vero made in Italy - ribadiscono - dal design alla produzione, dalla scelta dei materiali alla confezione». L’interlocutrice di GOODMATCH è la donna di oggi: esigente sul fronte della qualità ma attenta al prezzo, con uno stile di vita dinamico, pronta a farsi conquistare da modelli facili da abbinare e indossare, creativi, studiati nei dettagli. Capi che la rendano libera e unica, facendola stare bene con se stessa.

www.goodmatch.it WHITE - via Tortona 54 (ex Ansaldo) - Stand 44


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

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a stylish sensuality

L’esaltazione della femminilità e cura dei dettagli sono i codici della prossima stagione calda attraverso un viaggio alla scoperta del linguaggio dei colori, dei materiali per capi adatti A sedurre. An exaltation of femininity and attention to detail are the key features of the next summer season, through a journey in pursuit of the language of colors and materials for seductive clothes.

1. PT01Women Pence 2. Marciano Guess 3. Lamberto Losani 4. Mangano 5. Essentiel 6. Maria Grazia Severi 7. Knit To Wear

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TRICOT CHIC for

Il bello e i valori autentici spalancano le porte del futuro FONDATA NEL 1972 A PADERNO D’ADDA, IN LOMBARDIA, TRICOT CHIC TIENE ALTA LA BANDIERA DEL VERO MADE IN ITALY. LO RIBADISCE CON UNA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2017 DALL’APPEAL CONTEMPORANEO, MA SINONIMO DI UNA QUALITÀ CHE VA OLTRE I CORSI E RICORSI DEI TREND. «In un mondo desensibilizzato dalle emozioni, è importante indirizzarsi verso valori autentici, che fanno del bello un bene prezioso»: ne sono convinti Flavio Nava e Mara Martini che a Paderno d’Adda, nel cuore del parco Adda Nord in Lombardia, tengono salde le redini di Tricot Chic. L’azienda, nata nel 1972, non è mai venuta meno all’impegno di difendere il 100% made in Italy ed esprimerlo attraverso le sue creazioni di prêt-à-porter femminile, con una forte componente di maglieria. Lavorazioni evolute, la sincronia perfetta tra manualità e alta tecnologia ma, soprattutto, un impegno che nasce dal cuore prima ancora che dalla testa, fanno di Tricot Chic una realtà competitiva in Italia e all’estero. Lo ribadisce la collezione primavera-estate 2017, articolata in capi di forte impatto

visivo, grazie a illusioni ottiche create dai giochi di movimento dei tessuti. Il filo conduttore è un’alchimia seduttiva che si traduce in quattro temi: “Denim Cruise”, una crociera nel blu indaco del denim, sviluppato in short, abiti, gonne e giubbini, dove le stoffe si alternano a maglie dai volumi morbidi; “Tropical Dream”, in cui texture leggerissime esaltano motivi floreali in colori caldi; “Rockabilly”, la rievocazione degli anni Sessanta in chiave sofisticata, tra jersey e tricot total-black; e “Black and Green”, con intagli laser che si intersecano con lavorazioni haute couture, privilegiando geometrie ed effetti stencil. Il risultato è una moda di appeal contemporaneo, fresca, ricercata e coerente con un messaggio: trasmettere la vera qualità attraverso ciò che si indossa.

TRICOT CHIC SRL Via Roma 3 - 23877 Paderno d’Adda - www.tricotchic.it


PREVIEW WOMENSWEAR SPRING-SUMMER 2017

THE NEXT explosion

Impossibile rimanere indifferenti a un’esplosione di colori come quella dell’estate. arancione e rosso ricalcano le orme cromatiche della natura per DIFFONDERE un' energia contagiosa. It is impossible to be indifferent to an explosion of color like that of summer. Orange and red follow in the footsteps of the colors of nature, producing a contagious energy. 1

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1. Kocca 2. Parakian Paris 3. Cividini 4. Sara Roka 5. Liu Jo 6. Lardini 7. Atos Lombardini

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1. Peserico 2. Chamonix 3. Amina Rubinacci 4. Kangra 5. Dondup 6. Katia G 7. Napapijri

A METROPOLITAN DAY

Collezioni ideate per la donna moderna, sicura di sĂŠ, con una doppia anima : giacche, pantaloni, camicie, abiti dalle linee morbide, tutti molto adatti ad ogni occasione grazie a materiali che li rendono perfetti sia per il giorno, SIA per LA sera. Collections designed for modern, self-confident women with a dual personality: jackets, pants, shirts and flowing dresses, all very suitable for every occasion thanks to materials that make them perfect for both daytime and the evening.

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DOUBLE VÌ FOR

Arriva Double Vì: qualità italiana, vocazione internazionale PARTE DA PRATO LA NUOVA AVVENTURA DI DOUBLE VÌ, UNA COLLEZIONE MADE IN ITALY CHE PUNTA A CONQUISTARE LE CONSUMATRICI PIÙ EVOLUTE, GRAZIE A UN PRODOTTO VALUE FOR MONEY, ELEGANTE E CONTEMPORANEO.

Un giovane trentenne con base a Prato , Alessandro Wang, il suo team , e la voglia di misurarsi con un progetto di branding e un prodotto che vada oltre il low cost: dal twist contemporaneo ma di impronta sartoriale, made in Italy ma dal prezzo accessibile. Nasce con questa mission W Group, una realtà creata ad hoc per sostenere lo sviluppo della nuova collezione di womenswear Double Vì, pronta a debuttare nei negozi multimarca a partire dalla primavera-estate 2017. Pochi gli ingredienti ma tutti di qualità: tessuti di pregio, ottima vestibilità, rifiniture curate e un design sofisticato che mira ad accontentare un pubblico femminile sempre in cerca di pezzi esclusivi, di carattere, capaci di raccontare storie di vita e stile unici. Da qui il nome della linea, Double Vì, sinonimo di pezzi dalla doppia

vita e dall’imprinting versatile, in grado di trasformarsi grazie a piccoli dettagli e sintonizzarsi sulle diverse occasioni d’uso. Un programmato rinforzato da diverse iniezioni di prodotto in corso di stagione, che punta su look mirati e studiati per adattarsi al meglio, senza snaturare il proprio dna, alle esigenze dei mercati di destinazione: per la prima stagione in pole position sono l’Italia e il resto d’Europa, in primis Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia e Russia, con l’ambizione di un’espansione worldwide. Circa 700 i multibrand che accoglieranno la collezione del debutto, di cui 300 nel nostro Paese: clienti wholesale che dialogano con consumatrici attente, sia all’immagine che al prezzo, che in Double Vì possono trovare un alleato per esaltare la loro femminilità.


PRODOTTO E DISTRIBUITO DA W GROUP SRL - Va Bruges, 70/G - Prato - Italia - info@doublevi.it - www.doublevi.it



PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2017

FURLA

THE SEARCH FOR PERFECTion L’accessorio must-have di stagione si accende di sensibilità e colore. Mix and match di cromie super glam tra design innovativo e materialI pregiati, in grado di soddisfare ogni sguardo. di ALBERTO CORRADO

This season’s must-have accessory radiates sensitivity and color. A mix and match of super-glam colors combined with innovative design and fine materials, capable of satisfying every look, even the vainest.

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PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2017

CASADEI

BONFANTI

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PAULA CADEMARTORI

BACK TO THE FIFTIES

LUISA TRATZI

Uno spirito sofisticato, un gioco complesso dove il colore è protagonista. I materiali ricordano oggetti d’uso comune del cinema francese della Riviera, ma anche le stravaganti vernici che richiamano l’idea dell’estate. A sophisticated look in a complex game in which color plays the central role. The materials evoke objects commonly used in French cinema in the Riviera, alongside extravagant paints that recall the idea of summer.

Baldinini

HARMONT&BLAINE RACINE CARRÉE ALAIN TONDOWSKI

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DIADORA

ORCIANI

ST RE ET FAS H

ION TOKYO

GUM GIANNI CHIARINI FREDDY

new EQUILIBRIUM

La parola chiave delle collezioni dove non esiste alcuna forzatura stilistica e' ricerca esasperata, per marchi dalla lunga e onorata storia: motivi classici e finiture di alta qualità. Per una donna che non vuole apparire, ma di forte personalità. The key word for collections that do not feature any forced style and exaggerated research, for brands with a long, distinguished history: classic motifs and high-quality finishes. For women with a strong personality who do not want to make a statement.

SARA GIUNTI

Lumberjack

MALONE SOULIERS

PEPEROSA

Plinio VisonÁ

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preview accessories spring-summer 2017

TIPE E TACCHI

LA CARRIE BAG

TOSCA BLU

LEVEL ST R

CATERINA LUCChi

EE TF ASH ION

TOKYO

SEVENTIES GLAM Gli anni’ 70 disciplinati in proporzioni leggermente dilatate, per modelli architettonici dagli abbinamenti cromatici inusuali e arditi, ma al contempo raffinati come nelle applicazioni di frange di gusto vintage e nelle fibbie neo-british. The ’70s regulated with slightly flared proportions, for architectural models with unusual, daring color combinations, with refined details such as the applications of vintage-style fringes and neo-British buckles.

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TWINSET Simona Barbieri

LORIBLU

JADISE


Paola Brunazzi for

Un volto riflesso ad esprimere la pluralità di ogni donna

Personalità italiana. Lusso internazionale. Nata da un approfondito lavoro di ricerca sui materiali e da uno spiccato senso del colore, la collezione Paola Brunazzi Milano riflette una personalità dinamica e sensuale. Morbida e avvolgente, la tracolla crossover è pensata per accompagnare il corpo seguendone i movimenti. Ludica ed intrigante la clutch accoglie l’essenziale di ogni girls night out. Progettate e prodotte a Milano, le borse di Paola Brunazzi sono il perfetto contenitore di tutte le esperienze vissute da una donna.

Paola Brunazzi Milano - Email: info@paolabrunazzi.com - www.paolabrunazzi.com


preview accessories spring-summer 2017

GABS FRANCO GABBRIELLI

ANTOLINA

ST R

EE TF ASH

ION PARIS

BALLIN PALOMA BARCELÓ

GLOBALLURE Un viaggio intorno al mondo, esplorando colori e fantasie. Partendo dalle decorazioni colorate e stilizzate del Sud America, passando per i colori vivaci per la savana africana, approdando all’eleganza disinvolta della costiera amalfitana. A journey around the world, exploring patterns and colors. Starting from the colorful, stylized decorations of South America, to the African savannah, to the relaxed elegance of the Amalfi coast and the coast of France

CAFE' NOIR

Susana Traça SERAPIAN

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TU BAG BY TUBA ERGIN


YNOT? for

Al Mipel arrivano le stampe iconiche di YNOT? Il marchio milanese debutta al Mipel: in vetrina le famose borse stampate ma anche la collezione di abbigliamento. Con una testimonial d’eccezione: Laura Torrisi. Dici YNOT? e pensi a borse passe-partout, perfette di giorno e di sera, caratterizzate da stampe che non passano inosservate. Un marchio amato dalle consumatrici che vogliono distinguersi e che ora, forte dei successi raccolti (+30% il fatturato realizzato nel 2015), debutta a Mipel con nuove creazioni, pronte a conquistare le fan del brand. A partire dalla famosa linea Yes Bag, un vero must have con stampe che raffigurano le capitali della cultura e della moda con i loro skyline e luoghi-simbolo, ma anche scene di vita da ricordare. Non mancheranno la linea di bag in pelle, per chi non rinuncia a seduzione ed eleganza, e quella reversibile, ideale per il tempo libero, che si veste

di vivaci motivi pop e multicolor. YNOT? non è però solo sinonimo di borse. Al salone milanese della pelletteria farà capolino anche la collezione di abbigliamento, che per la primavera-estate 2017 sarà all’insegna delle onde eclettiche: un mix riuscito di grinta urbana e folk romantico, per un look ad alto tasso glamour, interpretato da una testimonial d’eccezione come Laura Torrisi. Un’offerta ampia e dal dna distintivo, sintonizzato sulle frequenze delle consumatrici 3.0, ma che conserva i valori di sempre: qualità dei materiali, know how artigianale, estrema cura dei dettagli. Quei plus che hanno consentito al marchio di conquistare oltre 830 multibrand in Italia e 400 oltrefrontiera.

REGISTERED OFFICE: V.le Lunigiana 23 - 20125 Milano - Italy - Tel. +39 02 84 96 48 59 - Fax +39 02 84 96 48 53 - www.ynotmilano.it


PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2017

LIU JO

LORIBLU

ST RE ET

FAS H

ION PARIS

GREYMER

JIL SANDER

IT SHOES & BAGs

PRIMADONNA

Modelli pensati per una donna d’alta classe che vuole mostrare il suo aspetto seduttivo cingendo il piede, la caviglia o scegliendo una borsa che diventa il punto chiave di ogni suo outfit.

Models designed for a high-class woman who wants to convey a seductive appearance by wrapping her foot or ankle or by choosing a handbag that becomes the key element of her every outfit.

BIANCA E NARDI

COCCINELLE PARMEGGIANI

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GIOVANNI FABIANI

DAMICO MILANO


MD Fashion Magazine 225x285_DONNA

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MORE MANNEQUINS IN ONE

MDSTUDIO.IT


PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2017

ARVID YUKI SHY

ST RE ET

FAS H

LE SILLA

ION PARIS

PAOLA BRUNAZZI

PHILIPPE MODEL

KALEIDOSCOPE Giocose fantasie esplodono nei dettagli dei pellami, lacci, rivetti, passamanerie ricamate e nei motivi floreali dal gusto vintage per una stagione estiva dall’immagine giocosa e fresca nell’appeal.

LA MARTINA Playful designs explode in the details of the leather, laces, rivets, embroidered trimmings and vintage-style floral patterns, for a summer with a playful image and fresh appeal.

POMIKAKI

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CONVERSE

PASHBAG


La Fondazione Fashion Research Italy valorizza creatività, talento, innovazione tracciando le traiettorie del cambiamento. Master in Fashion, Design & Technology con l’Università di Bologna e corsi di alta formazione sulle più moderne tecnologie per la comunicazione del Made in Italy. Archiviazione scientifica e digitale del patrimonio fotografico delle eccellenze fashion, di un Fondo di 20.000 disegni dipinti a mano e 5.000 volumi per gli uffici studi.

www.fashionresearchitaly.org

FRI FASHION RESEARCH I T A L Y

sede legale

BOLOGNA, VIA BORGONUOVO 5 - 051 220086

FASHION RESEARCH I T A L Y


PREVIEW ACCESSORIES SPRING-SUMMER 2017

VOILE BLANCHE

GIUSEPPE CANIGLIA

ST RE ET

FAS H

IO N T OKYO

DIRK BIKKEMBERGS Alberto Guardiani

MULTICULTURAL VOYAGER La nuova generazione di viaggiatori, sta crescendo : dai globaltrotter che passano di continente in continente raggiungendo gli angoli remoti della terra alle esploratrici del web, che usano le social app per spostarsi con la mente.

The new generation of travelers is growing : from globetrotters who travel from continent to continent, reaching the furthest corners of the earth, to explorers of the web, who use social apps to move around with their minds.

MJUS SHOES

SAUCONY FELISI

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O BAG BY MATTEO CIBIC


BOLÀ e POIROSE for

Contemporaneità a regola d’arte

La libertà di uno stile unico

L’italianità è il filo conduttore di Bolà, nuova collezione di Tricot donna che fa capo all’azienda piemontese Rover, che dopo due stagioni è pronta per assumere un’allure internazionale.

La sinergia di giovani stilisti aperti all’innovazione dà vita a POIROSE, brand che riscrive le regole del dailywear femminile.

L’arte contemporanea ispira questo marchio di maglieria donna 100% made in Italy, che alla sua seconda stagione esprime già una forte personalità: il suo nome è spigliato e semplice da ricordare, Bolà, e lo stile si identifica con i concetti di essenzialità, armonia ed equilibrio estetico. Caratteristiche ribadite dalla collezione primavera-estate 2017, dominata dal colore, dalla naturalità di materiali come cotone e viscosa e da un’allure sportiva ma raffinata. Dietro Bolà c’è un perfetto lavoro di squadra fra un team stilistico tutto italiano e l’azienda piemontese, la Rover, in grado di garantire elevati standard di servizio. Ora che il rodaggio sul mercato italiano è stato superato, è il momento di spiccare il volo verso l’estero, grazie anche all’intesa con lo Studio Poggio, affermata showroom milanese.

Pezzi unici da mixare a piacere, in assoluta libertà, destinati a una donna il cui guardaroba è in costante evoluzione, come la sua personalità. Intorno a questo punto fermo ruota il nuovo brand di dailywear Poirose, che esprime attraverso l’abito un’alchimia vincente di tradizione e innovazione. Poirose, nata dalla sinergia di giovani stilisti, è prodotta a Como. Per la primavera/estate 2017 la collezione punta su materiali eclettici: cotoni nelle più svariate declinazioni, dallo stretch al tinto in capo, pizzi Sangallo, crêpe di viscosa stampata e seta, in una palette cromatica che va dai classici black&white a rosso, arancio e verde. In pieno sviluppo, Poirose affida la propia espansione commerciale in Italia e all’estero allo Studio Poggio.

Maglificio Rover

Studio Poggio

Novi Ligure - Tel. +39 0143 743692 - info@roversrl.it

Milano - Tel. +39 331 1116491 - info@studiopoggio.com



TREND

BRAND TO watch Sono marchi al debutto o con poche stagioni alle spalle, ma che stanno conquistando posizioni sul mercato. I plus? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

They are beginners or young brands, but are gaining positions in the market. Their added value? An original concept and a story to tell.

la carrie bag In its fifth season, the line launched the Amatori brothers sells within 300 Italian multibrand. «Emozionare, divertire e coinvolgere con uno stile personale, creativo e mai banale»: Paola e Francesco Amatori, artefici del progetto e seconda generazione della Bigfoot di Castel Bolognese, spiegano così la mission di La Carrie Bag, una collezione partita quasi per gioco con delle borse-secchiello e diventata, nel giro di poco tempo, un must-have. Alla sua quinta stagione (la primavera-estate 2017), la linea ha conquistato quasi 300 multimarca italiani, tra cui Fiacchini a Forte dei Marmi, Morini a Montecatini Terme e Bob Sport a Riccione e, come racconta il direttore marketing Giancarlo Tafuro, si appresta a sbarcare con un corner a La Rinascente di Milano e a varcare i confini nazionali. Tra i plus le contaminazioni etniche, i dettagli in evidenza e un cartellino accessibile, con prezzi sell in tra 59 e i 75 euro.

silvia giovanardi Made in Italy, sustainable, beautiful without hesitations: Honeymoon 1 is the first collection of Silvia Giovanardi, former designer for the Etro menswear. Fashion designer, pittrice, fotografa, Silvia Giovanardi ha deciso di lanciarsi in un’avventura en solitaire dopo essere stata responsabile, per circa cinque anni, della linea uomo di Etro. La prima prova è il risultato delle suggestioni raccolte durante il suo viaggio di nozze in Giappone, i cui profumi, colori e forme si rincorrono nelle creazioni «magniloquenti» (uno degli aggettivi più usati da Silvia) della collezione, Honeymoon 1. Pezzi arditi e dalla forte personalità, che vogliono essere un inno alla bellezza e alla sostenibilità, grazie a tessuti biologici colorati con le piante tintorie (come la curcuma, che combatte le infiammazioni), pitture a mano eseguite personalmente dalla stilista, istantanee di viaggio stampate sulle stoffe, antiche lavorazioni samurai e origami. La collezione, disponibile presso la showroom You Concept (spin-off di Tomorrow), a Milano e Parigi, è distribuita da Sveva Boutique a Riccione, Norse Store a Copenhagen e Space a Milano Marittima e sta per entrare in altri top shop internazionali. Pronto anche l’e-commerce, al via all’inizio del 2017 in Europa e America.

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TREND

luca airoldi After 15 years in the financial sector, the designer has launched its handmade knitwear collection. Dopo aver lavorato 15 anni in ambito finanziario, per Luca Airoldi la moda rappresenta il secondo capitolo della vita. Appassionato di filati antichi o abbandonati dalle manifatture e di punti maglia delle antiche tradizioni europee, il designer realizza un knitwear handmade, esclusivo, no season, con maglioni, cardigan, cappotti e mantelle dalle forme avvolgenti, pensati per una consumatrice evoluta. Con showroom aziendale in piazza Castello 16 a Milano, la linea è distribuita da BeHouse, multimarca milanese di via Spiga dedicato alle migliori realtà artigianali, dalla moda al food, e arriva al pubblico con prezzi che partono dai 900 euro.

true royal Pants and now also jackets and shirts: the Milanese brand bets on creativity and a made in Lombardy production. Pantaloni per tutti i gusti, a sigaretta, alla turca, ampi, slim, modello Capri o a palazzo, tutti con il fil rouge di una vestibilità impeccabile, capace di slanciare la figura. Parliamo di True Royal, marchio milanese prodotto rigorosamente in Lombardia da Two4Fashion, che dopo i feedback positivi raccolti da trade e pubblico ha iniziato ora la sua avanzata nel total look, proponendo anche giacche (dall’autunno-inverno 2016/2017) e camicie (dalla primavera-estate 2017). Circa 250 euro i prezzi al pubblico per i pantaloni, realizzati con tessuti high quality e firmati da Gennaro Esposito, stilista del brand dalla prima collezione, partita nel 2008. Biffi, Antonia, Banner e Gerard Loft sono alcuni dei clienti top.

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never enough Collections for men and women with an essential design, but with a strong impact: for whom life is never enough. «Vogliamo colpire, ma con raffinatezza»: sta tutta in questa frase di Salvatore Nigordi, artefice del brand, la mission di Never Enough, una linea dedicata a «tutti coloro che dormono poco e amano molto, perché la vita non è mai abbastanza». Le linee sono minimal, i colori soft, i dettagli curatissimi e ricercati, per distinguersi con classe e naturalezza, senza bisogno di effetti speciali. Il marchio, partito nel 2012 con il menswear e poi diventato sinonimo anche di abbigliamento donna, è presente in circa 130-140 multimarca internazionali, con i clienti italiani in pole position, come Cotton Club a Monza e Vinicio a Legnano. Intorno ai 50 euro i prezzi medi sell in.


ANNAKIKI Bright colors and a design without rules: Annakiki is ready to make its debut at Milano Moda Donna. Nata in una famiglia di sarti, Anna Yang respira moda sin da bambina. Nel 2008 crea la sua casa di moda e cinque anni dopo il brand di womenswear Annakiki. I colori vivaci, gli accostamenti imprevisti, i dettagli curiosi e l’utilizzo di materiali ecologici catturano l’attenzione di celebrity e personaggi del fashion business locali, assicurandole sin da subito visibilità, amplificata dalla dimestichezza della designer con i social network. Forte di 13 negozi diretti in Cina e la presenza in spazi di prestigio come le Galeries Lafayette e Sanlitun di Pechino, ora la stilista sta investendo in Italia, dove debutterà con una presentazione alla prossima edizione di Milano Moda Donna. L’appuntamento è per il 22 settembre in via Sirtori 32.

stefano de lellis The Tuscan designer has created a collection that does not go unnoticed, with embroidery and jewels. Tutto è partito da Firenze, dove Stefano De Lellis ha mosso i primi passi nella moda, approdando nell’atelier di Enrico Coveri: «Tornavo a casa la sera - racconta - e cercavo di mettere insieme i materiali scelti di giorno». Un assemblaggio che dà vita a gioielli in ottone, piume, pietre e pelle, di lì a poco nelle vetrine di LuisaViaRoma. Poi lo sbarco a Milano, dove migra verso l’abbigliamento, ma sempre caratterizzato da cristalli, ricami e preziosi, che personalizzano pezzi dal design lineare. Di base alla showroom Studiozeta.org, la collezione è presente in una quarantina di top shop internazionali.

andrea mondin The first collection of Andrea Mondin, who also designs for Versus, is inspired by Veneto, his native region. Tema ispiratore di Andrea Mondin, designer di Valdobbiadene (Tv) con esperienze in Roberto Cavalli, Dolce&Gabbana e Versace (in particolare da Versus, dove continua a collaborare) è la sua regione d’origine. I suoi sandali e sabot sono abbelliti da raffinate gorgiere, in omaggio al colletto pieghettato in voga tra il 16esimo e 17esimo secolo e trasformato in manufatto d’arte dalle merlettaie veneziane. Al via con l’autunno-inverno 2016/2017, la collezione è disponibile alla showroom Winwood Fashion, con sedi a Milano, New York e in Messico. Intorno ai 350 euro i prezzi sell in.

LUIGI VECCIA Already well distributed in the Asian market, the brand is ready to conquer the top European retailers. Uno stile camaleontico pensato in chiave pop, grazie a colori e ricami e all’accostamento sorprendente di materiali diversi, che riescono ad armonizzarsi in un’immagine di carattere. Luigi Veccia - già consulente per svariate griffe internazionali - ha lanciato la sua linea nel 2010, riscuotendo il favore del mercato asiatico, dove il brand è ampiamente distribuito. Oggi, dopo la capsule collection creata in esclusiva per Silvian Heach, lo stilista casertano - presente nei principali fashion store di Corea, Giappone e Hong Kong - è pronto a conquistare anche i top retailer europei. I prezzi al pubblico vanno dai 200 ai 1.000 euro.

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Milano, East End Studios | 19-20 Ottobre 2016


ITALIAN LIFESTYLE

GRAB hOLD OF CHIC

ATELIER VERSACE

MERCEDES: classe B next

Lanci in anteprima ed expert advice. nuovi must have In full display : linee mainstream e novità di nicchia. di ALBERTO CORRADO

Preview and expert advice about the new must-haves: mainstream lines and niche news.

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ITALIAN LIFESTYLE

PACO RABANNE PQ BY RON ARAD Occhiale realizzato con tecnologia 3D unita al genio creativo di Ron Arad

CHLOÉ Occhiale da sole interamente placcato in oro 18 carati. Limited Edition

towards THE FUTURE s

Il mondo delle fragranze diventa spumeggiante e insolente: 1 Million Privé per lui e Lady Million Privè per lei

NOUVELLE BAGUE Bangles in oro rosa e smalto con ciondolo in oro e diamanti

Il lusso come atemporalità. Ora pronto a confrontarsi con le nuove tecnologie. LA PRAIRIE Le proprietà del caviale racchiuse in un trattamento e siero della linea Skin dall’effetto lifting e rassodante

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MICHAEL KORS Orologio con quadrante personalizzabile, monitoraggio dell’attività fisica e notifiche dallo smartphone


MYKITA Tecnologia ed estetica nella nuova collezione Lite con frontale sottile in acetato vivo lucido ed acciaio splendente

PIAGET Secret watch in oro bianco 18 ct e quadrante in madreperla con 13 smeraldi taglio marquise (4.65 ct) e diamanti taglio brillante e baguette (per un totale di 3.72 ct)

H I STOR I C A L MEMORY s STEFAN HAFNER Anello della collezione Miriade in oro bianco con diamanti e smeraldi

BULGARI Collezione Serpenti: bracciale in oro bianco, smeraldi e diamanti

Quando a mettere mano agli archivi del sapere sono i piÚ antichi marchi italiani, allora il risultato non può che essere concentrato puro di storia, eleganza e fascino.

ACQUA DI PARMA Peonia Nobile: con note di pepe nero, lampone, peonia,geranio,rosa, fresia, ambra, patchouli e muschio animale

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ITALIAN LIFESTYLE

RECARLO LANCETTE BY PISA OROLOGERIA

Collezione Eternity: anello trilogy in oro bianco 18kt e diamanti

Ciondoli in oro rosa e diamanti

TIFFANY

T H E C O U RA G E TO DARE

MOVITRA

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Occhiale con meccanismo di rotazione interna alla montatura stessa e lenti Carl Zeiss Vision

Collezione Masterpieces ,Tiffany Prism: anello in oro giallo con zaffiri rosa diamanti e perla Golden dei Mari del Sud

Il segreto alla base è uno solo. Dare vita a oggetti che si sarebbero voluti comprare ma che era impossibile trovare. PRADA LA FEMME Profumo con note di testa spezie e cera d’api, note di cuore frangipane, tuberosa, iris e ylang ylang, note di base vetiver e vaniglia

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JEAN PAUL GAUTIER Le Male Essence de Parfum: note di testa cardamomo, agrumi.Note di cuore: lavanda, cuoio.Note di base: legni, costus


PORSCHE DESIGN

DAMIANI Collezione Fiocco: anello in oro bianco con pavè di diamanti

LEISURE SOCIETY BY SHANE BAUM Modello Akoya, con aste in titanio placcate oro e ponte intrecciato smaltato

Classic Fusion Berluti All Black, con cinturino e quadrante in cuoio Venezia

T H AT ’ S AMORE s

3MOMI DESIGN Montatura in materiale plastico ultraleggero

Gioielli, orologi e occhiali che sfidano il tempo. Design intramontabile, coniugato con la purezza dei materiali CHOPARD Collezione Happy Dream: orecchini in oro rosa 18ct con un diamante mobile

RICHARD MILLE: RM 07-01 QUARTZ TPT OR

Orologio con movimento automatico in oro rosa e quarzo, con foglie in oro

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STORE TO WATCH

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1. Tania Mazzoleni: dopo una laurea in Lettere ed esperienze in radio, televisione e come giornalista, ha aperto un anno fa Mad Zone 2. Un abito della collezione Catch Michelle, venduto all’interno del concept store milanese

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MAD ZONE

UNA WUNDERKAMMER NEL CUORE DI BRERA Il concept store di via Brera 2 a Milano è un vulcano in piena attività come la sua ideatrice, Tania Mazzoleni. Moda, arte e design si intersecano e si contaminano, in un pot-pourri in continua trasformazione. Una «MadZone» per lo slow shopping, la cui unica regola è una (folle) creatività DI ANGELA TOVAZZI

Inside Mad Zone concept store in via Brera 2, opened by Tania Mazzoleni in Milan, it’s possible to find a mix of products, including art, fashion and design, with collections of carefully selected brands and emerging artists.

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i chiama Mad Zone e non ci potrebbe essere nome più appropriato. Appena si varca la soglia di questo concept store in Brera è come se si entrasse in un altro mondo, magico e surreale, come Alice nel Paese delle Meraviglie. L’impressione è subito quella di una creatività esplosiva che esce dai ranghi, rimbalza di oggetto in oggetto, seguendo logiche proprie: eppure l’insieme è bello, invita a perdersi e a esplorare, è come una Wunderkammer piena di tesori. Tania Mazzoleni, che ha aperto questo spazio un anno fa, rispecchia in toto la sua “creatura”: eclettica, vulcanica, con pensieri che vanno in mille direzioni. Laureata in Lettere, in passato ha lavorato una decina d’anni in televisione partendo come ballerina di Non è la Rai, è stata inviata e presentatrice per alcune emittenti private, speaker radiofonica e autrice di programmi, giornalista cool hunter (curando una rubrica dedicata ai trend per il quotidiano free press Leggo) e ora il

suo appellativo più adatto sembra quello di talent scout. Sì, perché la mission di Mad Zone è proprio quella di far incontrare e dialogare fra loro pezzi unici e originali di creativi emergenti, spaziando dalla moda al design, dagli accessori ai bijoux, dalle opere artistiche ai cadeaux: un think tank in ebollizione, apparentemente senza regole né bussola, che si alimenta esclusivamente di emozioni. «Mad è pura follia - racconta Tania Mazzoleni -. Mi faccio ispirare da tutto quello che vedo: giro tantissimo, leggo un sacco, faccio ricerca sul web, vado per fiere. Credo che seguendo la creatività non si sbaglia mai». Nei due piani dello store si affastellano in una naturale entropia gli abiti di Catch Michelle, le scarpe di Daniele Amato, le borse ricamate di Leu Locati, le pochette in carta pressata e dipinta a mano di La Gloria dei Colori, le candele di Coreterno, i profumi di Paul Emilien, gli animali-scultura di Roberto Capone, le lam-


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3. La chaise longue Gradiska di Materika 4. Il “Mad Luxury Wedding” per il giorno del sì. Il quadro è di Consuelo Mura 5. Una bicicletta artigianale firmata Scatto Italiano 6. Proposte La Gloria dei Colori 7. Una borsa della collezione Leu Locati

pade a Led di Tred, le biciclette e clutch di Scatto Italiano, mescolati a nomi più conosciuti, come l’artista Benedetta Bonichi: un layering personalissimo e in perenne metamorfosi. «L’esposizione e la composizione cambiano continuamente - commenta Tania -. Oggi avrò spostato gli oggetti almeno dieci volte. Vado in base all’istinto, scelgo sempre di pancia e di cuore». Sembrano questi gli unici punti fermi dell’imprenditrice, in realtà anche determinata e concreta, tanto che quando si imbatte in qualche giovane fashion designer promettente lo supporta, diventando co-produttrice della collezione. I talenti emergenti sono il suo pallino: «Mad è un negozio che vende oggetti unici, alcuni dei quali disegnati in esclusiva, con prezzi che vanno dai 20 ai 20mila euro - racconta - ma è anche un contenitore di storie e un’agorà dove giovani artisti possono esporre le loro opere». All’occasione la location si trasforma in temporary art exhibition, oppure in showroom d’eccezione per eventi e presentazioni, e addirittura può trasferirsi in toto da qualche altra parte: «Per chi desidera cambiare la propria casa per un home party o una giornata speciale, noi facciamo armi e bagagli e portiamo là parte di Mad Zone» spiega Mazzoleni, che quando parla del suo negozio lo definisce, più che un

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«nuovo concept store», un «nuovo concept di store», per il format particolare e la varietà di servizi offerti. L’ultimo dei quali è il “Mad Luxury Wedding”: il team del multimarca mette a disposizione la propria rete di designer, stilisti e artisti, creando un mix di offerta che va dalla mise en place all’abito, dalle musiche al décor, dai cadeaux per gli ospiti alle partecipazioni, legando il tutto con un quid in sintonia con la visione del matrimonio dei futuri sposi, qualunque essa sia. Basta sia “unconventional” e un po’ folle, come Mad Zone. ■

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OPENING di ELISABETTA CAMPANA

DSQUARED2 a Vienna, madrid e Ho Chi Minh City

BOGLIOLI sbarca negli States

DSquared2 opened three new stores: in Vienna, 200sqm at Tuchlauben 16, in Madrid, 315 sqm at calle de José Ortega y Gasset and in Ho Chi Minh City (Vietnam), at Saigon Center.

Boglioli unveiled its first Usa store in New York, at 10 Bond street. The shop, 100sqm, is designed by Dimorestudio.

Prosegue a ritmo serrato il piano di sviluppo retail di DSquared2, che ha di recente inaugurato tre punti vendita. In Europa il brand guidato da Dean e Dan Caten ha aperto a Vienna - 200 metri quadri in Tuchlauben 16 (nella foto) - e a Madrid: 315 metri quadri in calle de José Ortega y Gasset. La griffe è sbarcata anche in Vietnam, a Ho Chi Minh City, nel Saigon Center.

Primo monomarca statunitense per Boglioli, che per il suo opening newyorkese sceglie Bond street 10, nel cuore di NoHo. Lo store, di 100 metri quadri, è firmato da Emiliano Salci e Britt Moran di Dimorestudio.

miss sixty festeggia a londra

Ballin sceglie venezia

Miss Sixty lands in London. The new flagship store, 240 sqm at 52 Brompton road, celebrates the 25th anniversary of the brand.

Ballin chooses Venice to open its second store in Italy. The new boutique, 60sqm, is located in the heart of the city, at San Marco 1236.

Per il suo 25esimo anniversario, il marchio di womenswear Miss Sixty, nell’orbita del gruppo cinese Trendy International, apre il suo primo flagship store londinese in Brompton road 52, nel quartiere di Knightsbridege. Lo spazio, di 240 metri quadri, presenta un’inedita area dedicata al denim.

Il calzaturificio Ballin, fondato nel 1945 a Fiesso D’Artico sulla Riviera del Brenta, apre una boutique di 60 metri quadri a Venezia, in San Marco 1236, ribadendo il legame profondo con il territorio di origine. Con questo opening, il secondo in Italia, salgono a 20 le vetrine del brand nel mondo.

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CASHWOOL 1978

AUTHENTIC, LIKE LIFE ITSELF SINCE 1978, 220 MILLIONS OF KILOS OF WOOL HAVE PRODUCED AT LEAST 900 MILLION ARTICLES OF CLOTHING, CREATED, CHOSEN, BOUGHT, GIVEN, CASHWOOL 1978 BORROWED OR FROM BY A U T H STOLEN ENTIC, L I K E LAN I F EELDER I T S EBROTHER LF MORE THAN 500 MILLION PEOPLE AROUND THE WORLD. ONE ARTICLE CASHWOOL ENCOUNTERED 000 SINCE 1978, IN 220 MILLIONSHAS OF KILOS OF 100, WOOL SNOWFLAKES, 5,024 SPARKLING AND HA VE PRODUCED ATBUBBLES LEAST OF 900 MILLION WINE ARTICLES 1,210 CLOTHING, TEARS, AT LEAST 700 CHOSEN, OF WHICH OF PUREGIVEN, JOY. OF CREATED, BOUGHT, IT HAS ATTENDED 200 HOURS OFAN IMPORT ANT MEETINGS BORROWED OR STOLEN FROM ELDER BROTHER BY AND 5 YEAR-END PERFORMANCES. IT HAS TRA VELLED MORE THAN 500 MILLION PEOPLE AROUND THE WORLD. 200 HOURS BYIN PLANE, 1,500 BYHAS CARENCOUNTERED AND 25 ON FOOT, ONE ARTICLE CASHWOOL 100,NOT 000 MANY DOWNHILL. IT HAS RECEIVED 43 HUGS, 12 PATS SNOWFLAKES, 5,024 BUBBLES OF SPARKLING WINE AND BACK, UNEXPECTED SURPRISE 1,ON 210THE TEARS, AT2LEAST 700 OF CARESSES, WHICH OF 1PURE JOY. AND 1 DISAPPOINTMENT. IT HAS SEEN 3 LOVE STORIES IT HAS ATTENDED 200 HOURS OF IMPORTANT MEETINGS END AND ANOTHER 3 BEGIN. IT HAS IT ALMOST TOUCHED AND 5 YEAR-END PERFORMANCES. HAS TRA VELLED 12 ROCK ST ARS, 2 HEADS OF ST A TE AND 5, 4 50 UNKNOWN 200 HOURS BY PLANE, 1,500 BY CAR AND 25 ON FOOT, NOT AND INCREDIBLE CASHWOOL MANY DOWNHILL.PEOPLE. IT HAS BECAUSE RECEIVEDEACH 43 HUGS, 12 PATS ARTICLE HAS BEEN A PART OF SOMETHING RECENT ON THE BACK, 2 UNEXPECTED CARESSES, 1INSURPRISE YEARS. SOMETHING AS UNIQUE AND AUTHENTIC AS LIFE. AND 1 DISAPPOINTMENT. IT HAS SEEN 3 LOVE STORIES END AND ANOTHER 3 BEGIN. IT HAS ALMOST TOUCHED 12 ROCK STARS, 2 HEADS OF STATE AND 5,450 UNKNOWN AND INCREDIBLE PEOPLE. BECAUSE EACH CASHWOOL ARTICLE HAS BEEN A PART OF SOMETHING IN RECENT YEARS. SOMETHING AS UNIQUE AND AUTHENTIC AS LIFE.

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LEGHILÀ for

Ricerca e stile inimitabili sotto i riflettori a Milano NEL 2004 NASCEVA LA LEGHILÀ CUBE BAG, PRIMO PASSO DI UN BRAND DI BORSE CHE, PARTENDO DALLA FUNZIONALITÀ DEL NEOPRENE, HA SAPUTO CREARE CONTENUTI MODA UNICI E IRRIPETIBILI, 100% MADE IN ITALY. ORA IL MARCHIO TORNA ALLA RIBALTA DURANTE LA FASHION WEEK, IN UNA SHOWROOM A DUE PASSI DALLA FONDAZIONE PRADA.

«È di Padova il fashion brand in assoluto più copiato in Italia»: Leghilà, primaria azienda di borse italiane, è sempre più citata dalle testate giornalistiche di moda, grazie alla sua sintesi originale tra Italian style, creatività, spensieratezza e una produzione rigorosamente made in Italy. Il marchio rispecchia la personalità e l’intuito di Giovanna dell’Onte, stilista e imprenditrice, che ha fondato e continua a sviluppare il primo brand ad avere utilizzato il neoprene negli accessori. Alla base ci sono la passione per gli accessori donna e la sfida di creare complementi innovativi e di stile, ma allo stesso tempo funzionali, per donne che si vogliono sentire eleganti ma anche chic e trendy. Nel 2004 nasce la prima Leghilà Cube Bag, con il presupposto della vera italianità, fatta di qualità artigianale e creatività: un’alchimia impareggiabile e irreplicabile. Nel 2016,

12 anni dopo, Leghilà torna alla ribalta a Milano con le novità per la primavera-estate 2017, durante il periodo più fashion dell’anno. La comodità, la resistenza e la versatilità del neoprene restano i punti di forza delle nuove borse, con l’aggiunta di particolari ispirati all’amore per i volant e alla rivisitazione in chiave contemporary dello storico bicolor, in una palette cromatica sempre più ricca. Per presentare questa collezione è stata scelta una sede speciale, la nuova showroom di Livia Gregoretti nel cuore di Milano, a pochi passi dalla Fondazione Prada. In questo modo Leghilà vuole gridare forte e chiaro il suo ritorno, virando con più decisione verso il settore moda e presentando una collezione più ricercata ma allo stesso tempo vasta, che spazia dalla pochette alla weekend, seguendo la giornata della donna in tutte le sue fasi e occasioni.

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theMICAM for

A passi decisi verso il futuro L’INCREMENTO DI VISITATORI ALL’ULTIMA EDIZIONE DI theMICAM (+5,2%) DÀ LA CARICA AGLI ORGANIZZATORI IN VISTA DELLE SFIDE FUTURE: IL RESTYLING A FEBBRAIO E LO SPOSTAMENTO DELLE DATE A SETTEMBRE, A RIDOSSO DELLE SFILATE DONNA A MILANO. «La fiera è viva e vitale e i numeri della recente edizione ne sono la conferma»: con queste parole Annarita Pilotti, alla guida da un anno di Assocalzaturifici, commenta i dati di chiusura di theMICAM, svoltosi dal 3 al 6 settembre a FieraMilano Rho, con le collezioni per la primavera-estate 2017 di 1.478 espositori, di cui 827 italiani e 651 stranieri. L’imprescindibile appuntamento con la calzatura di livello medio e medio-alto ha registrato 44.668 presenze (+5,2%), di cui 26.543 estere (+8%). Un risultato che rincuora e dà fiducia ai calzaturieri italiani, messi alle strette da un prolungato momento di incertezza. Anche il primo semestre del 2016 ha visto, del resto, ritmi produttivi sottotono (-2% in volume sulla prima metà del 2015). L’export nei primi cinque mesi dell’anno segna una lieve contrazione nei volumi (-0,7%, a quota 92,5 milioni di scarpe), accompagnata tuttavia da un +4,1% nei valori: un balzo in avanti che fa totalizzare l’ulteriore record di 3,6 miliardi di euro, con prezzi medi in aumento del 4,8%, a 39,41 euro il paio. «Anche il mercato

interno continua a darci del filo da torcere, ma abbiamo le spalle larghe - sottolinea Pilotti -. L’aumento in manifestazione anche dei buyer italiani fa sperare in un’inversione di tendenza». Sul fronte estero, è stata buona al salone la risposta dei Paesi europei, con la Germania in pole position (+27%). Le migliori performance di incremento in termini di visitatori sono arrivate però dai Paesi asiatici, in particolare dalla Corea del Sud (+37%) e dalla Cina (+30%). «La prossima sessione di theMICAM, dedicata alle collezioni per l’autunno-inverno 2017/2018, è in programma dal 12 al 15 febbraio 2017 con un layout espositivo totalmente rinnovato in termini di funzionalità e cura dei dettagli», aggiunge Tommaso Cancellara, direttore di Assocalzaturifici. Dal successivo appuntamento autunnale, con le proposte per la primavera-estate 2018, le date sono state spostate in avanti: theMICAM si terrà dal 17 al 20 settembre, collocandosi a ridosso dell’inizio delle sfilate di Milano Moda Donna, che partono il 20 del mese.

Ufficio Stampa: Assocalzaturifici - Via Monte Rosa 21 - 20149 Milano - Tel. +39 02 438291 - e-mail: stampa@assocalzaturifici.it - www.themicam.com








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people di Carla Mercurio

Chiara Nasti

«Finalmente ho l'età e posso andare alle fashion week» At only 18 Chiara Nasti is a star of social media, with 1 million and 200 thousand followers on Instagram and many projects with fashion brands. She also wrote a book that sold 3 thousand copies. A 18 anni Chiara Nasti è una una star dei social media. I numeri parlano chiaro: un milione e 200mila follower su Instagram, oltre 378mila like su Facebook e 29.700 seguaci su Twitter. Nata a Napoli, dove tuttora vive, è appassionata di moda fin da bambina. A 14 anni decide di condividere questa passione con gli altri, aprendo il suo blog. Giovanissima, Chiara lega il suo nome a marchi come Guess, Puma, Disney, Dimensione Danza, Ugg, Tally Weijl e Patrizia Pepe. Partecipa al Chiambretti Show ed è anche conduttrice agli Italian Mtv Awards. Non soddisfatta, scrive un libro intitolato, Chiara Nasti, diario di una fashion blogger, che vende oltre 3mila copie. Come se non bastasse, ha anche il tempo di finire le scuole superiori. In che modo riesce a tenere insieme tutto questo? «Sono seguita dal mio manager Cristiano (Cesario, ndr) e dal suo team, che mi supportano e sopportano sempre - spiega -. Ma un ruolo fondamentale ce l’hanno anche i miei migliori amici e la mia famiglia». «Certo, conciliare la scuola con gli impegni di lavoro non è stato facile - prosegue - ma con una buona organizzazione, un team che ti aiuta in tutto e per tutto e un po’ di sacrificio e determinazione, nulla è impossibile». Napoletana scaramantica, Chiara non ama svelare i suoi sogni nel cassetto. «Ho molti progetti e obiettivi da

raggiungere ma parlarne sarebbe un po’ prematuro - racconta -. Ammiro Chiara Ferragni: penso che sia l’orgoglio italiano della moda. Credo che avere una linea di prodotti fashion sia un po’ il sogno di tutte le ragazze di 18 anni. Ma ad essere sincera non ho ancora progetti. Finora sono state tante le soddisfazioni, ma la voglia di crescere e conquistare un pubblico più vasto mi dà la carica». Ora per Chiara la novità è che finalmente può andare alle fashion week del womenswear. «A causa della mia giovane età non avevo mai partecipato. Quest'anno la storia è diversa».

Nima Benati

«Vado dove mi porta la macchia fotografica» Grown up in a family of sports lovers, Nima Benati soon realizes that fashion is her passion, becoming a popular photographer and a successful instagrammer, much loved by her followers. «Lavoro ovunque mi porti la macchina fotografica». Così scrive sul suo account Instagram Nima Benati, fotografa 24enne di Bologna. Cresciuta in una famiglia di sportivi, Nima si rende conto prestissimo che le tute da ginnastica e le tenute da sci non possono essere tutto per lei. Ama le riviste patinate, le modelle, le immagini, i vestiti. Nel 2010 trova la chiave per entrare nel mondo che più la affascina, aprendo un suo studio fotografico. Una scelta che la porta a firmare campagne pubblicitarie e a conquistare le copertine di riviste del settore, collezionando nomi come Patrizia Pepe, Pin Up Stars, Cruciani, Lelly Kelly Teen, Puma, Amen Couture. Basta scorrere la gallery pubblicata sul suo sito Internet per vederle tutte. Nima abbina alla passione per la moda quella per i viaggi: «La mia mente associa tutto ciò che vedo o faccio a un possibile shooting. Perciò mi lascio ispirare da ogni cosa: non c'è limite all'immaginazione». Presto scopre il bello di stare dall'altra parte dell'obbiettivo, diventando una protagonista dei social network, con le sue storie e i suoi commenti, il suo sguardo e il fisico esuberante, che la portano a conquistare 330mila follower su Instagram e 205mila mi piace su Facebook. Diventa ambassador di Microsoft e di L’Oréal, che l’ha scelta come Maybelline Girl per Maybellyne NY e vanta nel suo carnet una serie di attività per realtà come 20th Century Fox, Intimissimi e il ruolo di testimonial per Rebelle.

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red carpet a cura di CARLA MERCURIO

ENTERTAINMENT E CELEBRITY A NEW YORK

la moda scende in strada

Ph. Imaxtree.com

Gigi Hadid in passerella da Tommy Hilfiger, che ha organizzato un evento della durata di due giorni al “Tommy Pier” del South Street Seaport di New York. A destra, il “circo” di Tommy Ph. Billy Farrell/BFA.com

La consacrazione della formula “see now, buy now”, alla recente edizione della New York Fashion Week, conferma un trend già evidente nelle precedenti edizioni della kermesse. La moda newyorkese crede sempre più nella democratizzazione e nella “spettacolarizzazione” delle presentazioni (vedi articolo a pag. 90). Molti stilisti hanno lasciato l’atmosfera chiusa delle sale sfilate, per scendere in strada e rivolgersi direttamente al pubblico, al quale hanno dedicato collezioni da comprare al momento e défilé-evento. È sempre più tempo di coinvolgere il grande pubblico. E chissà che anche a Milano non sia il momento giusto per fare show.

Tom Ford ha presentato la sua collezione con una cena alla quale ha invitato molte celebrity. A sinistra, Uma Thurman. A destra, una delle proposte

per sempre

Presentato in occasione del Festival di Venezia il cortometraggio di dieci minuti firmato da Paolo Genovese, per la nuova comunicazione di Twinset, interpretato da Giulia Bevilacqua, Chiara Mastalli e Claudia Potenza. Un film di donne che parla alle donne, affrontando un tema delicato come quello dell’affido.

Elisa Sednaoui

Candela

In strada, a Greene street, anche Rebecca Minkoff

BLAUER

Ph. Guindani

TWINSET

“See now, buy now” anche per Ralph Lauren, che ha sfilato la collezione davanti al flagship sulla Madison. Nella foto, Liya Kebede

80 di questi anni!

Alessandro Varisco e Simona Barbieri

Giulia Bevilacqua, Chiara Mastalli e Claudia Potenza con Paolo Genovese

Un nutrito parterre di vip ha festeggiato a Venezia, all’Accademia Morosini, gli 80 anni di Blauer Usa, partita come etichetta di capi per poliziotti, pompieri e soldati statunitensi e impostasi sul palcoscenico della moda grazie all’intuito di Enzo Fusco, che ha unito alla tecnologia delle uniformi lo stile e il design del made in Italy.

II capi della limited edition Blauer Usa 36-16, realizzata per l’anniversario

Enzo Fusco con Michael e Steven Blauer

Claudio Santamaria e Giorgio Pasotti

The consecration of the “see now, buy now” formula, at the latest edition of the New York Fashion Week, confirms the trend towards democratization and entertainment on the American fashion scene. Many designers like Ralph Lauren, Tommy Hilfiger and Rebecca Minkoff left the intimate atmosphere of the catwalk halls and “went on the road”, to stand closer to their clients, who can now buy the collections soon after the show. Presented during Venezia Film Festival the short movie directed by Paolo Genovese, for the new Twinset communication, starring Giulia Bevilacqua, Chiara Mastalli and Claudia Potenza. A large audience of vips celebrated in Venezia, at Accademia Morosini, the eightieth anniversary of Blauer Usa, a brand born in the States as a label of garments for policemen, firemen and soldiers and landed on the fashion stage, thanks to the intuition of Enzo Fusco.

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