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Anno 48 | N° 2 del 18.01. 2017 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

DISRUPTIONS Rompere coi vecchi schemi per tornare al primato delle idee

INJECTIONS

Un dialogo ispirato con il digitale è la nuova strada maestra

Operation

Smile Con un mix di grinta e di positività la moda bimbo può far tornare a sognare il comparto nel mondo

Nella foto: Fracomina Mini


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ilgufo.it


n° 2 18 GENNAIO 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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l’editoriale

PROTAGONISTI

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10 ELISABETTA FRANCHI «La mia bambina è una sognatrice contemporanea»

BUSINESS

12 CHILDRENSWEAR In Italia regge solo il segmento 3-7 anni 14 PITTI BIMBO 84 È una tribù che balla con ritmi nuovi In copertina

Fracomina Mini per l’autunno-inverno 2017/2018 (Courtesy of Roberta Pagano)

17 PITTI BIMBO 84 Creatività al comando? Garantiamo noi 25 BUYERS’ SURVEY

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FALL-WINTER 2016/2017 È la bambina a far staccare più scontrini

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n° 2 18 GENNAIO 2017

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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BUYERS’ OPINION Cambiare non è un optional: nuove sfide tra offline e online RETAIL STRATEGIES Le showroom consigliano: «Osate di più»

38 E-STORES FOR KIDS Dietro il business storie da raccontare 42 Affordable luxury Oltre il mini-me c’è di più

63 Q&A/ IGINO STRAFFI Le mie nuove eroine studiano moda 65 Fashion people 66 RED CARPET

TREND

45 PREVIEW FALL-WINTER 2017/2018 Winterland 54 BRAND TO WATCH 57 Kids’ WORLD Lifestyle for fun

PEOPLE

60 CAREERS 62 PORTRAITS

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MARIE-CHANTAL MILLER

Una principessa molto moderna

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UTAH

spring summer 2017 WOOLRICH KID - PITTI IMMAGINE BIMBO - PADIGLIONE CAVANIGLIA - STAND W/21-23 - WOOLRICH.EU

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Il segmento della moda bimbo, si sa, è contraddistinto da un classico paradosso all’italiana. Da un lato, i marchi e i produttori del Belpaese esprimono il massimo della qualità e, diciamolo pure, del glamour presenti nel comparto a livello mondiale. Dall’altro, il grado di notorietà e di brand appeal che le eccellenze nostrane sono riuscite nel tempo a ottenere è purtroppo, fatte salve poche e note eccezioni, minimo, spurio, residuale. In un’epoca in cui i mezzi e le opportunità di comunicazione sono capillari e oltremodo accessibili, il settore della moda bimbo deve tornare a trasmettere appieno la sostanza di ciò che fa. La parola d’ordine, oggi più che mai, è far sognare le proprie piccole clienti e le loro mamme in modo autentico e in un’ottica ben più vasta del mero e ripetitivo ‘Mini-Me’. L’attuale situazione di stasi descritta da Sistema Moda Italia nelle sue ultime rilevazioni, con un’anemica crescita dello 0,1% nel 2016, è indicativa: un sistema che non riesce a giustificare con moderne strategie di comunicazione i price point delle proprie lavorazioni è destinato, quando va bene, a restare fermo sulle proprie posizioni. Il passo da fare, invece, è molto meno complesso di quanto possa sembrare. Proprio perché nel mercato delle taglie piccole ci si muove per forza di cose con un certo ritardo sulle best practice in via di affermazione nei segmenti dell’adulto, vanno seguiti, con creatività, percorsi aperti da altri. Trasmettendo, a 360 gradi, il valore artigianale di ciò che si fa, assieme alla costruzione di mondi lifestyle declinati tramite tutti i nuovi, imprescindibili modi di fare immagine: social, eventi e influencer in testa. Si tratta di un cocktail dirompente di cui non si può più fare a meno. Ben vengano i novelli Oliviero Toscani, che sapranno traghettare l’arcipelago delle eccellenze nostrane verso nuovi e promettenti lidi.

L’EDITORIALE

Una partita da reimpostare

In childrenswear, the undisputable quality of Italy’s collections is not always met by the communicative standards its companies employ. Now is the moment for visionaries and intermediaries to bridge the gap and open up this veritable treasure trove.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

ELISABETTA FRANCHI

«LA MIA BAMBINA È UNA SOGNATRICE CONTEMPORANEA» Forte di un business in crescita, con ricavi a quota 102 milioni di euro nel 2016, Elisabetta Franchi rafforza il lifestyle che porta il suo nome con il lancio a Pitti Bimbo de La Mia Bambina: una collezione nata dalla sua esperienza di imprenditrice e di mamma DI ALESSANDRA BIGOTTA

La Mia Bambina is the new girls’ collection of Elisabetta Franchi: produced in Italy by Gimel, it makes its debut at Pitti Immagine Bimbo with fall-winter 2017/2018 proposals. Thinking about a daydreaming but demanding little girl, it presents 160 items of clothing and accessories.

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uesto è un momento di grande dinamismo per Elisabetta Franchi. Nel 2016 i ricavi hanno sfondato il tetto dei 100 milioni di euro, con la prospettiva di fare un balzo del 50% nel prossimo triennio. Un obiettivo possibile, percorrendo tre strade: l’espansione del canale retail, la suddivisione delle collezioni in Pre, Main e Show, per un totale di sei l’anno, e l’esplorazione di nuovi segmenti d’offerta. Tra questi il childrenswear: uno dei debutti in calendario a Pitti Immagine Bimbo di gennaio ha come protagonista proprio Elisabetta Franchi e la collezione La Mia Bambina, che apre un nuovo capitolo del brand nell’ambito delle piccole taglie, con un campionario di circa 160 pezzi tra abbigliamento e accessori. Lei esordisce a Firenze con La Mia Bambina: cosa può dare un marchio come Elisabetta Franchi al mondo del kidswear? Sono convinta del fatto che gli elementi distintivi di Elisabetta Franchi possano essere traslati alla bimba: femminilità, artigianalità, moda e cura del dettaglio possono dare vita a creazioni pensate per questo specifico mondo. Femminilità e praticità sono elementi imprescindibili. A quale fascia di età si rivolge? A prescindere dal target di età, creando questa collezione ho pensato a una bambina che veste capi raffinati e mai scontati, adatti a tutte le occasioni. Detto questo, le taglie vanno dai quattro ai 14 anni, con l’obiettivo a livello di distribuzione di selezionare le

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migliori agenzie di rappresentanza specializzate nel childrenswear e i negozi multimarca che, per immagine e marchi presenti, sono i top player dell’affordable luxury. Perché ha sentito l’esigenza di investire sulla moda infantile? Da piccola creavo gli abiti per le mie bambole e sognavo di vestire tutte le donne del mondo. È così che ho maturato il pensiero di iniziare a raccontare quelle che amo definire “storie di stile” anche per le bambine che, come me, indossando i miei capi non vogliono smettere di sognare. Peraltro penso anche che il kidswear sia un settore molto importante per la mia azienda, un’estensione naturale del nostro lifestyle. 2

1. Un’anticipazione dell’autunno-inverno 2017/2018 di Elisabetta Franchi La Mia Bambina 2. Elisabetta Franchi

Come mamma, le è capitato di entrare in un negozio per bimbe e di non trovare quello che cercava? Assolutamente sì! Quando vado a fare shopping per Ginevra in sua compagnia, non è raro trovare abiti o troppo eleganti e ricercati, o spesso privi di personalità, che non rappresentano l’essere bambina. Ginevra che spunti le ha dato per la collezione? Quando la guardo, l’idea che ho in mente è chiara: bei vestiti, ma senza trascurare la comodità. La Mia Bambina può essere definita un “mini-me” o c’è dell’altro? L’idea della collezione è emersa proprio interpretando il pensiero delle piccole che sognano la femminilità delle madri. I capi riflettono l’anima del marchio, con dettagli identificativi della donna a misura di bambina. Vivo queste ragazzine come principesse moderne, immerse in atmosfere glamour ma anche magiche, rese reali dalla sartorialità e dalle silhouette essenziali e raffinate dei capi. Esiste un capo simbolo della linea? Certamente ed è la jumpsuit, iconica anche per la donna: in crêpe o georgette, con dettagli in pizzo o ricami, ha la peculiarità di essere una tuta divisibile in due parti, che permette di indossarla in diverse occasioni. Come si è organizzata per la produzione? Non ho avuto dubbi sulla scelta del made in Italy. Per questo ho affidato la produzio■ ne a un’azienda pugliese, la Gimel.


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NEWS a cura di ELISABETTA FABBRI

Ferragamo: più benefici fiscali con il Patent Box Salvatore Ferragamo signs an advance agreement for the Patent Box tax regime, related to the use of intangibles. Expected substantial tax benefits. Alla Salvatore Ferragamo prevedono benefici fiscali «di ammontare significativo», dopo la firma dell’accordo preventivo sul Patent Box. Si tratta, in estrema sintesi, di un regime di tassazione agevolata a beneficio delle imprese che producono redditi attraverso l’utilizzo diretto, o la concessione in uso a terzi, di diritti di proprietà intellettuale. Per la maison del lusso l’agevolazione spetta relativamente a marchi (anche figurativi, come il famoso fiocco di gros grain Vara) e design.

Ipo: Neiman Marcus fa retromarcia Neiman Marcus - which also operates the Bergdorf Goodman and MyTheresa brands - recently said that it would withdraw its initial public offering.

mercato del childrenswear /un report di sita ricerca

in Italia regge solo il segmento 3-7 anni During the nine months from January to September 2016 Italian childrenswear sales decreased by 1% to 3 billion euro. Demand dropped mainly in baby segment (-4%), as Sita Ricerca said in a report. In the 8-14 years old target demand declined moderately, while in the 3-7 years old target revenues remained stable. Sita Ricerca ha sondato il mercato dell’abbigliamento e degli accessori bimbo in Italia nel periodo che va da gennaio a settembre 2016, intervistando 4.500 famiglie, che rappresentano circa 12mila individui. Ne emerge un trend moderatamente negativo (-1%) del settore, che nei nove mesi ha realizzato ricavi pari a 3 miliardi di euro. La flessione risente soprattutto della contrazione del 4% nel segmento neonato (0-2 anni). I ricercatori parlano di «moderato calo» per la fascia 8-14 anni e di situazione stabile per le proposte 3-7 anni, soprattutto per effetto dei prezzi medi in salita (a differenza degli altri segmenti). Uniche fasce di prezzo in ascesa sono quelle media e medio-bassa. Contrazioni vicine alla doppia cifra per le fasce più estreme, con quella alta che rivela prezzi in forte frenata. Il segmento di mercato medio-alto, invece, ha mostrato decrementi più contenuti, «sintomo - osservano da Sita Ricerca - dell’attenzione delle famiglie al contenimento della spesa ma, allo stesso tempo, della richiesta di capi di qualità non bassa». A livello merceologico sono le calzature a soffrire di più. Unici prodotti in controtendenza gli accessori, con incrementi di vendite oltre il 5%, mentre risultano prossimi alla stabilità l’abbigliamento esterno e l’intimo. A livello distributivo non si arresta la crisi del multimarca indipendente, che ha accusato una contrazione a doppia cifra. Le catene di abbigliamento infantile, che hanno raggiunto quasi il 50% del marcato, hanno mostrato un moderato aumento mentre i canali low price come i grandi magazzini e i supermercati hanno accelerato con tassi a due cifre. I ricercatori parlano di lieve crescita - e comunque inferiore al passato - per e-commerce, outlet e spacci, mentre subiscono un vero e proprio crollo gli ambulanti. Dall’analisi di Sita Ricerca emerge che oltre un quarto del mercato è fatto da cinque marchi/insegne che stanno rafforzando la loro leadership. Si nota inoltre una competizione sempre più agguerrita fra le catene internazionali, dove il childrenswear ha raggiunto un peso che si avvicina o addirittura supera il 50% dell’offerta totale. «La ripresa è ormai rinviata al 2017», prospettano gli analisti. A frenare i consumi delle famiglie è, oltre alla capacità di spesa ridotta, l’espansione del fenomeno del riciclo, non più limitato alla cerchia dei familiari ma sempre più esteso, anche grazie a canali dedicati. In alto, da sinistra, lo store multimarca Freeport Baby a Clusone (Bg) e il reparto bambino de LaRinascente in piazza Duomo, a Milano, con lo spazio di Dolce&Gabbana in primo piano.

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I department store di lusso Neiman Marcus abbandonano il progetto di quotarsi in Borsa. Il gruppo, proprietario anche dell’insegna Bergdorf Goodman e della piattaforma e-commerce di moda mytheresa.com, aveva presentato la richiesta per l’Ipo alla Sec (la Consob americana) nell’agosto 2015. Obiettivo della proprietà - il private equity Ares Management e il Canada Pension Plan Investment Board - pare fosse principalmente di ripagare il debito. La notizia è arrivata dopo che nel primo trimestre fiscale reso noto in dicembre il gruppo di Dallas ha raddoppiato le perdite da 10,5 a 23,5 milioni di dollari.

Vente-Privée investirà 80 milioni in innovazione Vente-Privée plans to invest 80 million in R&D. The focus is on Parisian start-up campus Station F, created by Arnault’s son-in-law Xavier Niel. Vente-Privée si prepara a quasi raddoppiare gli investimenti in ricerca e sviluppo. Il pioniere francese delle vendite evento online di abbigliamento metterà a disposizione gran parte della cifra stanziata di circa 80 milioni di euro per sostenere Station F, un campus incubatore di start-up ideato da Xavier Niel (genero di Bernard Arnault), che inaugurerà in aprile a Parigi, presso Halle Freyssinet. Il gruppo fondato da JacquesAntoine Granjon punta inoltre alla creazione di due “labs d’innovation”, in collaborazione con le scuole Epitech ed Ecole 42. L’idea è quella di collaborare con giovani imprese e studenti, che possano migliorare la shopping experience online o digitalizzare l’esperienza in negozio in ambito moda.


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pitti bimbo 84

le sfide del salone fiorentino

È una tribÙ che balla con ritmi nuovi In sintonia con il leitmotiv delle rassegne invernali della Fortezza da Basso, “Pitti Dance Off ”, Pitti Bimbo è in movimento e in evoluzione. Nell’edizione di gennaio più marchi (505 contro i 415 di un anno fa), più lifestyle, più importanza per le sfilate collettive di KidzFizz e Apartment e il lancio delle sezioni The Nest e Fancy Room di ALESSANDRA BIGOTTA

At its 84th edition, from 19 to 21 January at Fortezza da Basso in Florence, Pitti Bimbo is moving on, staying in tune with “Pitti Dance Off”, the payoff chosen by Pitti Immagine for its winter fairs. The exhibition balances its attention to core brands with a strengthened focus on scouting and lifestyle.

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on l’84esima edizione, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 19 al 21 gennaio, Pitti Bimbo accelera il passo nell’innovazione: partendo da numeri positivi (505 marchi presenti, contro i 415 di un anno fa), innesta sul proprio patrimonio di big player internazionali e selezionati nuovi ingressi l’impegno nella ricerca e nello scouting, connotandosi sempre più come incubatore trasversale di tendenze. Lifestyle è il mantra delle ultime stagioni, corroborato durante l’appuntamento di gennaio da nuovi progetti come The Nest e Fancy Room: entrambi collocati al piano inferiore del Padiglione Centrale, si focalizzano rispettivamente sulle label indipendenti provenienti da tutto il mondo (selezionate in collaborazione con lo store e concept lab berlinese Little Popup) e su accessori, complementi d’arredo, giochi, pocket technology e curiosità, sul filo rosso della fantasia a briglia sciolta. A The Nest, dunque, convivono per esempio Atelier Choux Paris dalla Francia, Fruitytu da Israele, Krisko Design dall’Ungheria e Carlota Barnabe dal Portogallo. Fancy Room porta sotto i riflettori, tra gli altri, Caco Design, Enfance Paris, Miss Nella e i “Fun Glasses” selezionati insieme al Mido. Pitti Bimbo, dunque, come luogo dove si fa business ma da cui scaturiscono anche idee a misura di retailer, per i quali rendere i propri store esperienziali non è un optional ma una necessità. Sulle loro

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esigenze sono state pensate aree come Pitti Bimbo Editorials, due grandi pareti sempre al piano inferiore con oggetti ispirati ai temi “Pet Family” e “Mini Traveller”, e The Extraordinary Library, che in sinergia con la Bologna Children’s Book Fair presenta 100 libri per ragazzi, pubblicati da piccole case editrici di eccellenza. Tra le sezioni più vitali della manifestazione

spiccano Apartment, regno delle collezioni luxury, e KidzFizz, il “laboratorio” che nel Padiglione Medici e agli Archivi sforna oltre 90 marchi creativi, alcuni dei quali salgono in passerella il 20 gennaio non più al Lyceum, ma negli spazi più ampi e funzionali della Sala del Rondino. Quest’ultima - dove sempre il 20 va in pedana il défilé collettivo di Apartment, in un’atmosfera stile haute couture - diventa più in generale l’epicentro delle sfilate, concentrate nella giornata del 19 gennaio con Children’s Fashion from Spain, Yclù e Fun&Fun. A fronte di un numero minore di show, si intensifica il calendario degli eventi organizzati in Fortezza da Petit Bateau, Vingino, iDO, Original Marines, Frankie Morello Junior, Elisabetta Franchi-La Mia Bambina, Jeckerson e Bugatti Junior, solo per citare alcuni nomi. Il clima si fa caldo anche in città, soprattutto il 19 sera, quando vanno in scena Monnalisa alla Leopolda, Il Gufo all’Odeon e Simonetta al Mercato Centrale. brand stranieri al 53% e un record di nuovi ingressi A Firenze sono attesi circa 10mila visitatori, molti dei quali provenienti dai Paesi vicini e lontani, grazie alle attività promozionali di Pitti Immagine e al contributo straordinario del Mise e dell’Agenzia Ice. «Noi siamo pronti ad accoglierli - commenta Agostino Poletto, vice-direttore


kid’s evolution

lo stile dei piccoli visto dai grandi At Kid’s Evolution famous fashion designers show their “kid side”. Da non perdere, al piano inferiore del Padiglione Centrale, una nuova edizione di Kid’s Evolution: capsule collection realizzate in taglie mini dagli stilisti “per grandi”, per un pubblico sofisticato di buyer, tra cui quelli dei department store internazionali. Un’idea di Alessandro Enriquez, in collaborazione con Pitti Immagine.

fashion comics

il ritorno della pantera rosa 3

The charity project“Fashion Comics” is inspired by the Pink Panther. C’è ancora la sinergia tra Alessandro Enriquez e Pitti Immagine dietro Fashion Comics: al centro del progetto, che destina parte del ricavato delle vendite a Oxfam, c’è un personaggio dei cartoon, a cui i marchi di kidswear si ispirano per creare delle limited edition. Stavolta la scelta è caduta su un grande classico, la Pantera Rosa, personaggio iconico creato nel 1963 per l’omonimo film di Blake Edwards.

1. Il baby di Fruitytu, marchio israeliano presente nella nuova sezione The Nest 2. Un buyer in Fortezza da Basso 3. Lo stile di Y-clu’, brand che va in pedana il 19 gennaio 4. Il backstage della sfilata di KidzFizz, che come quella di Apartment si trasferisce alla Sala del Rondino

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generale di Pitti Immagine - con la forza sponde senza esitazione 11: «Basti pensadei nostri 505 marchi, di cui il 53% da olre all’exploit di KidzFizz, passato dai 76 treconfine contro il precedente 43%, e new brand del gennaio 2016 agli attuali 96, di entry a quota 136, con un balzo in avanti cui il 70% dall’estero, e ad aree come The del 74% rispetto alle 78 di un Nest e Fancy Room, che ci anno fa». «Assistiamo a un turaspettiamo diventino punti di la nuova nover di collezioni - aggiunge riferimento, in grado di raffor- fortunatamente a saldo positi- direzione presa zare la personalità e la ricchezvo: la porta di ingresso è sem- dal salone za dell’offerta. Lo scouting è pre più affollata di quella di È la stessa un aspetto forte dell’identità verso cui vanno uscita. Un ricambio che rifletdi Pitti Immagine Bimbo, così i concept store te sia un particolare momento come lo sono i marchi famosi. di mercato, sia un cambio di Siamo convinti del fatto che strategia del salone, che sta ampliando la la presenza di realtà “piccole” valorizzi e propria visione verso settori merceologici stimoli quelle più strutturate e viceversa». oltre l’abbigliamento». A chi gli chiede «Nell’universo del bambino - conclude quanto conta oggi da uno a 10 la ricerca - convivono vari mondi, che in una fiera per una rassegna come questa, Poletto ricome questa scatenano grandi sinergie». ■

lanci, special project e rientri Comebacks, new entries and special projects abound at Pitti Bimbo Numerosi gli highlight di questa edizione, tra cui la presentazione del concept Monnalisa Living by Savio Firmino di Monnalisa, la prima volta in fiera di Stefano Ricci Junior, il lancio di Elisabetta Franchi-La Mia Bambina, la presenza di Patrizia Pepe al piano inferiore del Padiglione Centrale, il ritorno di John Richmond Jr., il debutto del bambino di Manuel Ritz, la versione piccole taglie di Diadora rinnovata e ampliata, il rientro di Blauer, Bellerose e Yves Salomon Enfant, la partecipazione del marchio made in Italy Nina D.

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PITTI BIMBO 84

Un decalogo per la moda junior

creatività al comando? garantiamo noi 1. 2. 3. 4.

Osare anche in trasferta

Destinazione concept store

Tenere alto lo standard

L’incoming dei buyer è il vero motore Un immagine dalle passate edizioni di Pitti Bimbo (foto Aka Studio Collective)

Le ultime edizioni di Pitti Bimbo, e in particolare quella al via il 19 gennaio, sono lo specchio fedele di un settore, quello della moda infantile, dalla fisionomia variegata. La decisione di alcune aziende di fare a meno delle passerelle, puntando su eventi in stand e la scelta degli organizzatori di affermare la manifestazione come hub creativo aperto a brand indipendenti e al lifestyle esprimono la voglia di seguire nuove forme di fare fiera. Quali? Abbiamo girato la domanda a 10 addetti ai lavori (imprenditori, stilisti, buyer, titolari di showroom, manager, giornalisti e registi), tutti disposti a scambiare idee ed esperienze, condividendo progetti. Ne è scaturito un “decalogo” che non vuole dare lezioni, ma piuttosto contribuire a elaborare un cambiamento che è già in atto. di Andrea BigozzI

(ha collaborato Alessandra Bigotta)

On the eve of Pitti Bimbo, Fashion asked 10 players of the fashion system (entrepreneurs, buyers, owners of showrooms, managers, designers, journalists and event directors) to share their ideas about this kids trade show, in the middle of big changes. In their “decalogue”they ask for more international appeal, a stronger link beetween buyers and brands, innovative merchandising concepts, a stronger schedule every day, an even higher attention to lifestyle and outsiders. Their statements are the mirror of a system that is evolving as a fast pace.

5. 6.

Workshop per le idee

Tre giorni pieni di moda e lifestyle

7.

Il treno da non perdere è il contemporary

8. 9.

Più sfilate collettive

Spazio a chi veste i bimbi veri

10.

Più stilisti (e più bambini) in Fortezza 18_01_2017

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PITTI BIMBO 84

Mauro Serafini Imprenditore

tenere alto lo standard

Imelde Bronzieri Imprenditrice

osare anche in trasferta L’idea degli organizzatori di Pitti Bimbo di aprire il salone ai lifestyle è molto positiva, ma a mio parere una rassegna importante come questa deve fare un passo più in là, portando il bello che noi sappiamo fare direttamente nei Paesi in cui esistono opportunità di crescita: India, Cina e in generale ovunque il childrenswear italiano di qualità abbia chance di affermarsi. Penso a eventi con un numero di aziende selezionate, attraverso i quali comunicare a stampa, compratori e clienti che contano la nostra cultura della moda infantile. I nomi dell’adulto, soprattutto quelli più grandi e strutturati, spesso ci hanno pensato da soli ma le aziende del settore, perlopiù di piccole-medie dimensioni, hanno bisogno di un “ombrello” autorevole come quello di Pitti Bimbo per avere più chance.

Pitti Bimbo sta sempre più rafforzando il collegamento tra gli espositori e i buyer internazionali, attraverso l’esplorazione di nuovi mercati e il coinvolgimento costante di quelli consolidati. In generale va riconosciuta al salone, soprattutto nelle ultime stagioni, una spinta all’innovazione che gli permette di confermare la propria leadership internazionale. Gli organizzatori non possono comunque abbassare la guardia in un momento in cui un intero sistema, ben oltre la fiera, si sta mettendo in discussione. Quindi è fondamentale che insistano sulla selezione e sul mantenimento di un livello alto delle collezioni e che ragionino più in generale su una manifestazione sulla quale noi espositori investiamo molto, ma la cui durata di tre giorni sembra eccessiva, visto che sono i primi due giorni quelli clou.

Alessandra Guffanti Titolare di showroom

Petra Barkhof Giornalista

destinazione concept store Non è più possibile fare fiera restando fermi su aspetti come la selezione degli espositori e i contenuti. Gli organizzatori di Pitti lo sanno bene e devono continuare a cercare ulteriori formule per rendere il salone più adatto al mercato e ai concept store. Per esempio andando sempre più oltre il perimetro del fashion, aprendo a settori extra come il living e privilegiando lo scouting: per fortuna ora che le new entry hanno ottenuto il posto d’onore, trovarle non è un problema.

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l’incoming di buyer è il vero motore Pitti Bimbo non si tocca: per noi è un momento di business importantissimo e non è un caso che ci presentiamo in Fortezza con un team di 40 persone. Non ci rinunceremmo mai, specie ora che la fiera continua a incrementare edizione dopo edizione gli investimenti sul suo programma di incoming di top buyer internazionali, con una particolare attenzione a quelli provenienti dall’extra Ue e agli operatori che in passato hanno fatto grossi ordini.

Camilla Buzzi P.R.

workshop per le idee Pitti Bimbo resta un’occasione unica per conoscere il vero volto del settore. Tutti gli addetti ai lavori (aziende, distributori, buyer) arrivano a Firenze con le loro storie. E sono tutte storie che meritano di essere raccontate, perché aiutano a conoscere meglio il volto di un mercato in continua evoluzione. Per questo penso che in Fortezza ci vorrebbero più momenti “istituzionalizzati” di confronto tra addetti ai lavori, con un fitto programma di workshop sui temi caldi del mercato.


Federico Giglio Buyer

Il treno da non perdere è il contemporary In Fortezza da Basso non ci sono più le grandi griffe come Gucci e Moncler? A negozianti come noi non importa: siamo in grado di vedere e acquistare le collezioni di questi grandi griffe anche al di fuori di Pitti Bimbo. Se continuiamo a venire due volte all’anno a Firenze è per scoprire qualcosa di nuovo, che non conoscevamo. Per questo sono soddisfatto di come al salone si stia lavorando molto bene sulla nuova offerta contemporary.

Mary Marabini Regista

più Sfilate collettive

Alessandro Enriquez

Pupi Solari

Più STILISTI (e più bambini) in fortezza

spazio a chi veste i bimbi veri

Stilista

Da qualche stagione si sente la mancanza delle grandi griffe, che spero possano tornare al più presto a esporre le loro collezioni in Fortezza da Basso. Mi auguro anche che gli stilisti di moda uomo e donna più giovani, quelli che stanno lanciando le loro carriere, si cimentino in progetti per i più piccoli. C’è bisogno di designer e della loro creatività nel settore, altimenti questo mondo rischia di appiattisrsi con un’offerta troppo commerciale. Per questo credo fortemente nel progetto Kid’s Evolution (nato da un’idea di Aelssandro Enriquez e sviluppato da Pitti Bimbo, ndr) per stimolare i designer a cimentarsi per la prima volta in speciali capsule “for kid”. E poi penso che l’esperienza a Pitti Bimbo sarebbe ancora più piacevole se in giro per la Fortezza ci fossero più bambini, creando un luogo tutto per loro dove farli giocare.

Buyer

Faccio davvero fatica a comprare le proposte bambino oggi, perché ci sono sempre meno aziende che interpretano il mondo del childrenswear come piace a me, ovvero quello fatto di bambini che indossano abiti da bambino e non da adulto. Mi piacerebbe che in un appuntamento come questo fosse sostenuta maggiormente quella moda quasi artigianale che mi ha spinto ad aprire il mio negozio 48 anni fa ed è ancora valida e che non si concentrasse solo sulle aziende per cui gli abiti per i piccoli sono fotocopie di quelli per madri e padri.

In tanti si chiedono se le sfilate abbiamo un futuro: io sono convinta di sì. Certo, dovranno evolversi. Pitti Bimbo fa benissimo a spingere su sfilate collettive come quelle di Apartment e KidzFizz. Ho proposto anche ai mie clienti di unire le forze per realizzare un evento unico e non escludo di riuscire prima o poi in questo intento. Anche perché gli show collettivi favoriscono l’emergere di idee creative e riducono il rischio che il calendario diventi troppo affollato, come accade spesso il primo giorno.

Giuliana Parabiago Giornalista

tre giorni pieni di moda e lifestyle Noi di Pitti (Giuliana Parabiago è PR & Marketing Consultant di Pitti Immagine, ndr) stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per equilibrare il calendario, seguendo l’esempio dell’Uomo, che propone giornate sempre molto equilibrate. Speriamo che in questo ci seguano anche le aziende espositrici. Siamo intenzionati ad usare al meglio il tempo a disposizione e per questo abbiamo scelto di posizionare nel secondo giorno le nostre sfilate collettive, che continuano a raccogliere consensi. Così come raccoglie consensi il nuovo spazio Fancy Room, che propone oggetti di design e tecnologia in un’ottica lifestyle, perché in questo momento proporre ai buyer qualcosa di “extra” è una vera occasione.

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PITTI BIMBO 84 pagine a cura di Alessandra Bigotta

gruppo casillo

l’evoluzione continua Casillo Group makes further steps in its evolution from fast to programmed fashion. The firm is twice under the spotlight at Pitti Immagine Bimbo.

Doppio appuntamento in Fortezza da Basso per il Gruppo Casillo durante i giorni di Pitti Bimbo: il 19 gennaio alle 14 sfila alla Sala del Rondino la collezione Y-clu’ (nella foto), mentre Jeckerson Junior (di cui l’azienda è produttrice e distributrice dalla primavera-estate 2017) è protagonista di un evento il 20 gennaio alle 11, presso la Sala Riunioni dell’Area Monumentale, dove non si parla soltanto di moda ma anche di problemi che riguardano da vicino i minori, sulla falsariga dell’hashtag #nobullismo. La realtà campana, che con Y-clu’ ha dato il via già da qualche stagione a un passaggio dal pronto al programmato, continua su questa strada anche con le altre linee, a partire da Ronnie Kay: un marchio, quest’ultimo, al centro dalla primavera-estate 2017 di un cambiamento non solo a livello di tempistiche e di ristrutturazione della forza vendita, ma anche di contenuti. Lo stile è ora all’insegna di un’immagine più pulita e casual-chic, per conquistare una clientela più internazionale, in un contesto di crescita dell’export soprattutto in direzione di Spagna, Portogallo e Russia. Il brand Gaialuna seguirà le orme di Y-clu’ e Ronnie Kay: una transizione che giungerà a compimento in giugno.

Grant

«le sfide? PiÙ velocitÀ e web» While speeding up deliveries to grow internationally, Grant is investing on e-commerce. Alla vigilia della rassegna fiorentina Mauro Serafini, patron di Grant, fa il punto su un anno che ha visto il debutto sell in della versione under 14 di N°21, affidata in licenza all’azienda emiliana per l’abbigliamento, mentre le scarpe sono appannaggio di Andrea Montelpare. «Abbiamo puntato su un prodotto a misura dei compratori internazionali - dice - che hanno risposto bene alla collezione di debutto. Attendiamo la prova del mercato». L’azienda ha investito e sta investendo sull’ottimizzazione di tempi e modalità di consegna, «perché soprattutto in Nord Europa, un’area sulla quale puntiamo, l’anticipo è una conditio sine qua non per vendere». L’e-commerce è affrontato “step by step”: «Sui 12 mesi il fatturato sul web è suppergiù quello di un monomarca, ma abbiamo istituito una newco per fare il salto di qualità. Vogliamo raddoppiare in breve i ricavi in Rete». (nella foto, lo show allestito nello stand di Miss Grant durante lo scorso Pitti Bimbo).

mimisol

un viaggio a tutte le latitudini Mixing classic and contemporary, Imelde Bronzieri of MiMiSol in Florence presents a wide and precious collection, «for markets looking for both exclusivity and everyday style». Il 2017 sarà per MiMiSol un anno di rafforzamento del canale retail, che ora conta su 12 punti vendita in mercati diversi per esigenze e climi. Imelde Bronzieri, artefice del marchio da 6,7 milioni di ricavi, non rivela di più, ma insiste sui contenuti di una collezione per tutte le latitudini. In Fortezza porta modelli che annodano i fili di varie fonti di ispirazione: «Sono partita dal Grande Nord delle pure lane pregiate con ramage colorati - racconta - e delle coperte artigianali double face, facendo tappa in Scozia per una rivisitazione creativa del tartan e in Francia, con stampe collage, fiori e fiocchi. Ma è solo una parte di un insieme più vasto, con accostamenti creativi di materiali: shantung e denim, “scuba” e raso, lana e taffetà». «Con MiMiSol mi rivolgo a mercati complessi - conclude - che nei monomarca cercano l’esclusività, ma non sono insensibili alla possibilità di rendere più “quotidiani” anche i capi eleganti».

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MINICONF

oltre la fortezza

«l’anno dell’e-commerce, ma a modo nostro»

prove tecniche di fuori salone

Starting from the iDO brand, and going on with Sarabanda, Miniconf is ready to launch its e-commerce, with an omnichannel approach.

Il Gufo, Simonetta and Monnalisa under the spotlight on 19th January evening.

Nel 2017 Miniconf lancerà un progetto di e-commerce integrato per iDO, marchio che per inciso è al centro di un evento a Pitti Bimbo, il 19 gennaio con la Lega del Filo d’Oro. «La stagione dopo sarà la volta di Sarabanda» anticipa Giovanni Basagni e precisa: «Oggi per molti clienti aprire e gestire un sito di vendite online costa troppo e spesso gli e-store sono visti come competitor. Noi vogliamo usare il digitale per migliorare la “pedonalità” in boutique». In sintonia le strategie di marketing: «Il 40% dei nostri investimenti in comunicazione è sul web. Del resto, l’esperienza d’acquisto dei Millennial è “liquida”, non univoca». Sempre sull’integrazione tra online e offline si gioca Partnerlab, canale privilegiato tra Miniconf e i partner commerciali, che introduce nuove modalità di coinvolgimento, basato sulla gamification. Alla voce retail fisico, dopo l’avvio nel 2016 di otto negozi in Italia e otto all’estero, più due outlet nella Penisola, l’espansione continuerà con altri negozi (nella foto, un insieme Sarabanda).

La prima giornata di Pitti Immagine Bimbo è da sempre quella più forte anche a livello di eventi extra-Fortezza da Basso e l’84esima edizione non sfugge alla regola. La sera di giovedì 19 gennaio scendono in campo tre marchi storici del settore a partire da Il Gufo, che va sotto i riflettori alle 17.30, all’interno del Cinema Teatro Strozzi in piazza degli Strozzi. I portavoce del marchio, che abbandona gli spazi della Fortezza per esplorare questa nuova modalità di incontro e comunicazione con buyer e giornalisti, preferiscono non scoprire troppo le carte: «Diciamo che la location - anticipano - ci permetterà di essere ancora più creativi del solito, in una sfilata-evento dove i bambini e le nostre proposte diventeranno parte di uno spettacolo magico e avvolgente». Dalle 18 alle 20 è il turno di Simonetta (nella foto, un modello della pre-fall 2017) al Mercato Centrale di San Lorenzo in via dell’Ariento. L’azienda marchigiana allestisce un happening benefico a favore di Anticito, onlus che sensibilizza l’opinione pubblica a proposito degli effetti del citomegalovirus sulle future mamme e i bimbi, oltre a supportare la ricerca in questo campo. La presentazione del libro Non voglio vedere verde diventa uno spunto sia di riflessione, che di divertimento: si va infatti da una conferenza stampa a cura della giornalista Annalisa Manduca allo showcooking di Alessandro Borghese, che cucina in tempo reale insieme ai piccoli le ricette contenute nel volume. Sono presenti come special guest Antonella Clerici, Giuseppe Fiorello, Simona Sparaco, Valentina Vezzali e Vittoria Belvedere, autori delle favole contenute nel libro. Ciliegina sulla torta, la presentazione della collezione autunno-inverno 2017/2018 del marchio. A chiudere in bellezza la serata è Monnalisa: c’è da scommettere che anche la sfilata organizzata alla Stazione Leopolda, in programma alle 19, non farà rimpiangere quelle della moda per i grandi, come è già regolarmente accaduto in passato.

diadora in tandem con daddato

una nuova linea per piccoli esploratori urbani Diadora has chosen Daddato for the launch of its first childrenswear collection: the debut at Pitti Bimbo. Diadora ha scelto l’84esimo Pitti Immagine Bimbo a Firenze per presentare la sua prima collezione di childrenswear, che segna un passo avanti nel settore, finora affrontato prevalentemente con le calzature. Il nuovo progetto è frutto di un accordo di licenza tra il marchio trevigiano guidato da Enrico Moretti Polegato e uno specialista dell’abbigliamento in piccole taglie come Daddato, azienda di Barletta che, oltre a gestire i propri brand in-house (Rubacuori, Two Play, Shop Art e Shiki), è partner produttivo delle linee bimbo di Msgm, Fred Mello e Sweet Years. L’intesa parte dall’autunno-inverno 2017/2018, con l’intento di creare un’offerta sportswear haut de gamme, puntando a instaurare un link con una distribuzione di livello premium. Perno attorno a cui ruota tutto il progetto per il kid, destinato alla fascia 0-14 anni, è il capospalla unisex: un parka-piumino colorato e dalle finiture particolarmente curate, ispirato al mondo della montagna e dllo sci tecnico, ma con dettagli che lo rendono perfetto anche per la vita in città. (a.t.)

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pitti bimbo 84

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1. Una preview della collezione Monnalisa per l’inverno 2017/2018 2. Lo store Monnalisa aperto a dicembre nel Terminal 1 dell’aeroporto di Francoforte: il brand sta investendo nel travel retail

andrea montelpare

in the mood for retail First monobrand store in Sofia for Andrea Montelpare.

monnalisa

«da esportatori a investitori» Monnalisa is going on with the opening of branches in the international markets. At Pitti its stand is conceived as a store. A space is focused on Monnalisa Living by Savio Firmino. Non vuole sentir nominare la parola “crisi”, Christian Simoni di Monnalisa. «Gli ultimi quattro-cinque anni non sono stati affatto privi di opportunità - osserva -. Basti pensare all’ecommerce o ai nuovi scenari in mercati come la Cina. Certo, tutti abbiamo dovuto metterci più in gioco e il risultato è stato di polarizzazione tra chi si è mantenuto a galla e chi no». «Per quanto ci riguarda - aggiunge - abbiamo cambiato l’approccio alle aree per noi strategiche, trasformandoci da semplici esportatori a investitori». Sono state aperte o rafforzate società gestite da Monnalisa in territori nevralgici, in modo da seguire da vicino l’espansione distributiva in loco - soprattutto nel retail -, le prossime delle quali saranno in Brasile (dove è previsto l’avvio di un monomarca a San Paolo), ma anche a Taiwan e a Singapore. «Le novità, già messe a segno e in dirittura d’arrivo, sono tante - prosegue l’a.d. dell’azienda aretina, che ha chiuso il 2016 con 41 milioni di euro di ricavi e un export al 67% - a partire dalla Cina, dove contiamo su una filiale a Shanghai: qui gli opening si sono concentrati su Hangzou e Shenyang (presso il Micx Mall), Chengdu da Ifs e la stessa Shanghai, nell’Ifc Mall». Un fronte caldo è il Medio Oriente, con avamposti al Bvh Marais del City Walk e da Level Kids a Dubai, da Yas Mall all’interno di Tryano ad Abu Dhabi e, in primavera, al Mall Dubai Festival City, nel department store Robinsons. Per finire, il Qatar con uno shop-in-shop nell’omonimo mall. Negli Usa è imminente un taglio del nastro a Bal Harbour, mentre in Russia le aperture si focalizzano su Kharkov, Mosca (nel Crocus City Mall) e Vladivostock. Per mostrare agli addetti ai lavori di Pitti i negozi “alla Monnalisa” è stata scelta una formula inedita: «Un vero punto vendita, dove non è esposta l’intera collezione inverno 2017/2018 (protagonista la sera del 19 gennaio alla Leopolda), ma il prodotto diventa funzionale al visual». Al salone sale alla ribalta con uno spazio ad hoc Monnalisa Living by Savio Firmino, il progetto arredo e lifestyle del brand.

A Sofia, la «città che cresce ma non invecchia», Andrea Montelpare ha aperto il primo monomarca, 100 metri quadri al 14 di via Saborna. In vendita le proposte dei quattro house brand e quelle delle 14 griffe che hanno affidato all’imprenditore marchigiano le loro linee di calzature per under 14. quis quis

dreaming kids Rich and inspired by gems: the new Quis Quis collection.

design & food al salone

#casamaciloveskartell For its second time at Pitti Bimbo, Kartell Kids presents a “contamination” between design and food with Chiara Maci. Seconda volta a Pitti per Kartell Kids, che coinvolge la food blogger Chiara Maci (nella foto) per presentare in modo creativo, attraverso sei ricette, prodotti come Battery di Ferruccio Laviani, Tip Top di Philippe Starck e molti altri. 22

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Moda bimbo non è solo quotidianità, ma anche sogno. Lo ribadisce Quis Quis by Stefano Cavalleri, che a Pitti Bimbo porta una collezione ispirata alle gemme: chiffon, organze, broccati, ruche, delicati petali posati su tulle e pizzo, perle, nastri e paillette.


FW COLLECTION 2017.18

TRAVELLERS OF THE WORLD www.freedomday.it



BuyerS’ SURVEY

VENDITE DI CHILDRENSWEAR autunno-inverno 2016/2017

È LA BAMBINA A FAR STACCARE PIÙ SCONTRINI In una stagione fredda in cui le vendite di moda bimbo di target elevato mantengono a fatica le posizioni sono le proposte da bambina, rispetto a quelle da bambino, a dare le maggiori soddisfazioni alla quarantina di multimarca italiani che hanno partecipato al sondaggio di Fashion. Cresce l’interesse per l’e-commerce, con quasi un terzo del panel coinvolto di ELISABETTA CAMPANA

According to our exclusive survey, carried out with a panel of more than 40 leading multi-brand stores across Italy, high-end childrenswear sales struggle to maintain the numbers of the past autumn-winter. Girls’ sales perform better than boys’. E-commerce increasingly is a priority.

È

il sell out delle proposte da bambina, rispetto a quelle da bambino, a garantire le maggiori soddisfazioni ai dettaglianti italiani, in un autunno-inverno in cui il childrenswear di target alto mantiene a fatica le posizioni. Non a caso il brand più venduto è Monnalisa, che domina, non solo sul fronte dell’abbigliamento, ma anche degli accessori. Fra gli altri marchi più richiesti spiccano Moncler (che primeggia pure nell’e-commerce), Il Gufo, Golden Goose Deluxe Brand Children’s Shoes, Armani Junior e Saucony. Seguono, sotto i tre gradini del podio, Liu Jo, Woolrich, Stone Island, Twinset Simona Barbieri, K-Way e Polo Ralph Lauren. Cresce inoltre l’interesse per marchi come Babe & Tess, Pirex, DouUod e Sun68. Questi i brand best seller emersi dal nostro sondaggio realizzato con la preziosa collaborazione di una quarantina di negozianti al top specializzati nella moda infantile, sparsi in tutta Italia. Dettaglianti che, in generale, non hanno vita facile. Da un lato devono fronteggiare la concorrenza sempre più pressante delle catene fast fashion e degli outlet, dall’altro devono fare i conti

con la rivalità online degli e-commerce aziendali e dei marketplace internazionali che - come ribadiscono molti intervistati - promuovono liberamente le collezioni, indipendentemente dal periodo ufficiale italiano dei saldi. I prezzi elevati, così come nella moda per l’adulto, rimangono uno scoglio significativo. Alla luce del fatto che pure i genitori, in grado di spendere senza limiti di budget, ormai valutano con attenzione il cartellino di vendita e, di frequente, acquistano determinate griffe solo perché anche loro le indossano. Resta infine tra i temi più caldi la sfida delle vendite online: quasi un terzo del panel si sta già cimentando con l’e-commerce, alcuni con buoni risultati, e circa un altro 10% intende avviare nel breve il proprio e-commerce e/o appoggiarsi a un big player. MAMME E FIGLIE SI SOMIGLIANO Se si entra nel merito del risultati del sondaggio, il 38% dei commercianti interpellati dichiara sul fronte delle vendite di abbigliamento infantile un fatturato in linea con lo scorso autunno-inverno, un altro 38% lamenta una flessione, mentre il

Monnalisa è il brand più venduto questo autunno-inverno dai multimarca italiani che hanno partecipato al sondaggio di Fashion

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BuyerS’ SURVEY

Come sono andate le vendite di abbigliamento INFANTILE in questo autunno-inverno?

38%

Come lo scorso anno

38%

Peggio

24%

Meglio

Ph. Giovanni Giannoni

La parola ai negozi multibrand Quali sono i marchi BIMBO che avete venduto di più sul fronte abbigliamento? 1 2 3

Monnalisa Moncler Enfant Il Gufo Il Gufo

Come sono andate le vendite di accessori iNFANTILI? Quali le griffe best seller di ACCESSORI bimbo? 1 2 3

Monnalisa Golden Goose Armani Junior, Saucony Golden Goose

Come prevedete andranno i SALDI INVERNALI di moda infantile?

66%

Come lo scorso anno

24%

Peggio

10%

Meglio

41%

Come lo scorso anno

33%

Peggio

26%

Meglio

Qual è il marchio bimbo più venduto online sul vostro sito INTERNET e/o su Farfetch.com?

1

Moncler Enfant *

Moncler Enfant (* A questa domanda ha risposto il 28% del panel)

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2

3

1. Okay Group, Angri (Sa) 2. Marinely, Messina 3. Peter Pan, Mirano (Ve) 4. Ninna Nanna, Pescara 5. Tato e Tata, Costabissara (Vi) 6. Cristina Sartori, Torino 7. Anna Meglio, Frosinone

1

4

5

24% segnala un aumento del giro d’affari. Poco dissimile la performance in tema di accessori - cuffie, cappellini, sciarpe, cinture, borsette, zaini e, in qualche caso, calzature - con performance rispettivamente del 41%, 33% e 26%. Facendo un distinguo tra l’universo maschile e femminile, questa stagione si confermano trainanti le proposte per le piccole consumatrici. Lo testimonia Chiara Nodari di Freeport Baby a Clusone (Bg), esprimendo un parere condiviso da buona parte del panel. «Le proposte per le bimbe dai due anni in su sono andate bene - spiega la negoziante bergamasca -. In primo piano abitini, gonne sfiziose e legging, questi ultimi magari effetto pelle: un po’ come si vestono le loro mamme. Il colore più gettonato è il nero».

6

7

Concorda sui best seller Elisabetta Bezzi di Baby Doc a Ravenna, che aggiunge: «Le piccole hanno scelto anche i pantaloni larghi, proprio come le donne adulte». I PIUMINI VINCONO SUI CAPPOTTI In comune con i ragazzini la passione per le felpe, i giubbotti e ovviamente, vista la stagione fredda, per i piumini, che continuano a surclassare i cappotti per praticità, comfort e vestibilità. Imbottiti che, sottolinea Silvia Caniglia di Anniverdi Susi a Montemurlo (Po) e Prato, «non devono essere gonfi e ingombranti, ma all’insegna della praticità anche per poter portare senza problemi gli zaini della scuola». Il prezzo mediamente ritenuto accettabile dai genitori per un piumino è sotto i 300

euro, meglio intorno ai 200 euro. «Quando una mamma o un papà accettano di superare questa cifra e di arrivare a 380-420 euro oppure addirittura a 500-600 euro precisa un negoziante - è perché reputano che il capo in questione, tassativamente in piuma naturale, sia particolarmente caldo, ben fatto e magari utilizzabile successivamente per il figlio minore». «Altrimenti - aggiunge il commerciante - si lasciano tentare perché l’imbottito è di una griffe che amano indossare loro e desiderano che i figli abbiano lo stesso look». Al di là dei capispalla questo inverno l’attenzione del bambino si è concentrata sulle tute da jogging, in special modo sui pantaloni, anche costruiti e impreziositi con tasche e dettagli, ma pur sempre in felpa. «Vogliono

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BuyerS’ SURVEY

solo questi - conferma Elisabetta Bezzi con prezzi che arrivano fino ai 70-75 euro. Mentre i jeans sono in calo: vanno prevalentemente quelli dalla mano morbida». LE SCARPE SONO UN CASO A SÉ Per quanto riguarda gli accessori, tutti i negozianti intervistati vendono i complementi al vestiario propriamente detti dalla cuffia alla cintura, fino alla sciarpa - mentre in pochi dispongono di calzature, a meno che non facciano parte del total look di un brand (vedi per esempio Monnalisa). I motivi sono principalmente tre: esistono a tutt’oggi ancora diversi punti vendita specializzati in calzature infantili; si tratta di una merceologia che necessita di un grande assortimento di taglie; non

ultimo, anche i bimbi amano le sneaker di marchi come Nike, Adidas e Converse che, di solito, non sono presenti nei negozi di childrenswear. «Purtroppo le scarpe fanno tante rimanenze, ma noi abbiamo molte richieste e nel complesso il sell out è soddisfacente - dice Giovanna Vergnano di Capra a Chieri (To) -. Questo inverno sono andati bene gli stivaletti, gli scarponcini e i biker, con prezzi medi dai 70 ai 90 euro. Oltre i 100 euro è difficile concludere la vendita». C’è chi punta invece sul target elevato: «La nostra clientela ricerca il meglio pure sul fronte calzature - spiega Martina Rossi di La Volpe Rossa a Ponte a Egola (Pi) -. Crediamo sia indispensabile stimolare il mercato con proposte nuove e speciali, perché tutto ciò che è accessibile

e si trova ovunque, a partire da Internet, alla fine non va». «Inoltre, in special modo nel childrenswear - precisa Rossi - dove i mark up sono nell’ordine del 2.5 come nell’adulto, nonostante i prezzi medi siano decisamente inferiori, è indispensabile scommettere sulla vendita del total look e non del singolo pezzo, per poter rendere proficua la propria attività». Diversi intervistati pongono il problema delle taglie sia per l’abbigliamento, sia per le calzature: sempre più spesso - secondo i negozianti - non rispecchiano lo sviluppo fisico dei bambini, che tendono a essere più grandi e alti rispetto al passato. «In special modo per scarpe e accessori i brand dovrebbero sviluppare misure maggiori» dice Andrea Diaz di Vela Shop Junior a Cagliari.

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3 1

1. Depinto Kids, Barletta (Ba) 2. Papalla, Novara 3. Biancaneve, Francavilla Fontana (Br) 4. Petite Madeleine, Termoli (Cb) 5. In Moda, Blevedere di Tezze sul Brenta (Vi) 6. Gagliardone, Saluzzo (Cn)

Come sarà il vostro budget per la moda infantile del prossimo autunno-inverno? 4

58%

Stazionario

33%

In flessione

9%

In aumento 5

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Ringraziamo il nostro panel Anna Castagna - AL NIDO DEL CONDOR - Piacenza; Annalisa Cuomo - ANDREA BABY - Vico Equense (Na); Anna Annibali - ANNA ANNIBALI - Civitanova Marche (Mc); Franca Pallagrosi - ANNA MEGLIO - Sora (Fr), Frosinone e Fiuggi Terme (Fr); Silvia Caniglia - ANNI VERDI SUSI - Montemurlo (Po) e Prato; Elisabetta Bezzi - BABY DOC - Ravenna; Angela Frisone - BABY DRESS - Bari; Matteo Barbera - BARBERA JUNIOR - Castellammare 1

2

3

1. Cavallucci Baby Junior, Terni 2. Primamoda, Cosenza 3. Vela Shop Junior, Cagliari 4. Topolino, Vibo Valentia 5. Dimensione Kid, Montevarchi (Ar)

del Golfo (Tp); Caterina Fanelli - BIANCANEVE Francavilla Fontana (Br); Paolo Gaspari - BON BON - Verona; Bruna Galli - BRUNA - Fossombrone (PU); Francesca Cerqui - BUIZZA - Iseo (Bs); Giovanna Vergnano - CAPRA - Chieri (To); Manuela Bizzarri CAVALLUCCI BABY JUNIOR - Terni; Cristina Sartori - CRISTINA SARTORI - Torino; Gaetano De Florio - DE FLORIO - Noicattaro (Ba); Francesco Depinto - DEPINTO KIDS - Barletta (Ba); Marinella Pancini DIMENSIONE KID - Montevarchi (Ar); Chiara Nodari FREEPORT BABY - Clusone (Bg); Nadia Gagliardone - GAGLIARDONE - Saluzzo (Cn); Federico Giglio - GIGLIO PICCOLO - Palermo; Giordana Conte - IN

4

5

MODA - Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi); Martina Rossi - LA VOLPE ROSSA - Ponte a Egola (Pi);

«Spesso i bimbi di otto anni vestono come quelli di 10-12 anni. Bisogna prenderne atto» sottolinea Angela Frisone di Baby Dress a Bari. PRO E CONTRO DELL’ONLINE Seppur mediamente in ritardo rispetto ai colleghi che vendono la moda per l’adulto, anche i commercianti del childrenswear si stanno confrontando con l’e-commerce. Tra gli antesignani Massaboutique.com: «Dopo i primi tempi di rodaggio, nell’ultimo anno le mamme stanno mostrando maggiore dimestichezza con l’acquisto online - racconta Antonella Massa di Massa Piccolo, Massa Boutique e Massaboutique.com a Martina Franca (Ta) -. Attualmente vendiamo sul web il 30% delle proposte bimbo». «D’altra parte - aggiunge - considerando la nostra esperienza riguardo anche all’adulto, chi compra più volentieri online, principalmente per comodità, è l’uomo, seguito dalla donna,

che però ama ancora molto fare shopping “fisico”». Per il bambino il problema delle taglie e di non poter provare il capo resta significativo, «anche se con la pratica le mamme ci fanno progressivamente l’occhio e si abituano», commenta Massa. Il fatto che il web apra le porte ai mercati di tutto il mondo e, di conseguenza, alle differenti modalità anche in fatto di saldi, evidenzia - secondo diversi intervistati quanto anche nei negozi fisici i periodi italiani fissati per legge diventino sempre più anacronistici: «A questo punto perché non liberalizzarli?», suggeriscono alcuni. Sta di fatto che il 90% del panel confida poco sulla performance dei saldi e, addirittura, per il 24% andranno peggio dello scorso anno, stagione già di magre soddisfazioni. A fronte di tutto ciò non può stupire che, sul fronte budget, il 58% dei dettaglianti confermerà i quantitativi dello scorso autunno-inverno e il 33% li ridurrà. Solo il ■ 9% intende aumentarli.

Maria Arena - MARINELY - Messina; Antonella Massa - MASSA PICCOLO - Martina Franca (Ta); Erika e Patrizia Bardazzi - MINI MODA - Prato; Anna Lamperti - MONDO PICCINO - San Benedetto del Tronto (Ap); Cosimo Montenegro - MONTENEGRO - Gioia del Colle (Ba); Debora Mari - MORBILLO Thiene (Ve); Emanuela Iannascoli - NINNA NANNA - Pescara e Montesilvano (Pe); Carmine Trapani - OK GROUP - Angri (Sa); Franca Bojeri e Veronica Galbero - PAPALLA - Novara; Michele Pedico - PEDICO - Barletta (BA); Daniela Merlino Giani PEGASUS - Alassio (Sv); Cristina Simionato - PETER PAN - Mirano (Ve); Marilena D’Urbano - PETITE MADELEINE - Termoli (Cb); Fulvio Ciardullo PRIMAMODA - Cosenza; Pupi Solari - PUPI SOLARI - Milano; Daniela Ruggeri - ROBIRÒ - Bergamo; Jessica Fanton - TATO E TATA - Costabissara (Vi); Enza Staropoli - TOPOLINO MODA - Vibo Valentia; Didi Corbetta - VALTELLINI - Rovato (Bs); Andrea Diaz - VELA SHOP JUNIOR - Cagliari

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BUYERS’ OPINION

cambiare non è un optional: nuove sfide tra offline e online Quattro compratori internazionali fanno il punto sui nuovi trend dell’inverno 2017/2018 e sulle scommesse per il settore: l’imperativo è essere sempre connessi con il mercato, distinguersi e dialogare con il digitale di Angela Tovazzi

Four top buyers from Germany, Dubai, Moscow and Singapore focus on trends and business of childrenswear: the imperative is to stay connected with the market, stand out and communicate with digital.

barbara frÈres

Barbara Frères - Düsseldorf

I best seller di quest’inverno 2016/2017? Griffe a go-go

In pole position Kenzo, Moncler, Armani Boys e Dolce&Gabbana Girls.

i trend dell’inverno 2017/2018: dolce per lei, “horror” per lui

Rosa albicocca e panna-nero i colori clou per le girl, che amano le camicie e dettagli femminili come volant. Nero e verde scuro per i boy, stregati ancora dai “mostri” come motivo decorativo.

BUDGET in crescita per l’autunno-inverno 2017/2018 La previsione è di circa un +5%, anche se a decidere sarà la creatività delle collezioni.

il mercato: l’imperativo è rinnovarsi e aprire le porte all’online Da un anno a Düsseldorf abbiamo un nuovo negozio, un nuovo ufficio e un nuovo magazzino, oltre a Barbara Frères Digital. In Germania molti punti vendita chiudono perché non si sono rinnovati: avere un concept riconoscibile e dialogare con il mondo digitale oggi è imprescindibile.

little angel

Sami Bazzi - Dubai

I trend per l’inverno 2017? La moda la decide la location

È difficile fare previsioni. In ogni caso, sicuramente la provenienza geografica dei retailer giocherà un ruolo determinante. Prendiamo la regione del Golfo: i nostri clienti preferiscono ancora acquistare prodotti di peso leggero, per adeguarsi ai nostri inverni brevi. Per la stessa ragione non sono molto apprezzati i colori scuri.

i progetti: nuovi monomarca in vista

Circa un mese fa abbiamo avviato un nuovo monobrand di uno dei nostri più importanti marchi in portafoglio e stiamo valutando altre location per espandere il network retail.

il mercato: la creatività non basta

Il settore è saturo. Nel corso degli anni abbiamo visto tanti brand nascere e poi, purtroppo, non riuscire ad affermarsi. Realizzare collezioni mirate, che siano davvero in sintonia con il gusto dei clienti, è fondamentale in fasi di crisi come questa.

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kenguru

Igor Melnikov - Mosca Nomi top ma anche emergenti tra i Best seller di quest’inverno

Il primo posto del podio spetta a Monnalisa. Dolce&Gabbana e Gucci si piazzano rispettivamente in seconda e terza posizione. Little Remix e The Bonnie Mob si distinguono come i brand emergenti che hanno ottenuto i migliori feedback. Una menzione speciale va anche a N°21. C’è stata grande domanda di cappotti in pelliccia: benissimo sono andati quelli di Yves Salomon ed Ermanno Scervino, oltre a quelli di Monnalisa. Bene anche le fantasie floreali e i temi romantici.

i trend per l’inverno 2017/2018: animal print in primo piano

Largo a cigni, uccelli e insetti, che saranno tra le stampe top della prossima stagione fredda. Alto gradimento anche per il leopardato. Spazio a velluti e volant e alla pelliccia colorata.

i progetti: nuovi opening al via nelle piazze strategiche della Russia

Oltre ad aver ampliato, come ogni stagione, il nostro brand mix, abbiamo inaugurato due nuovi spazi di vendita: uno a Mosca e l’altro a Ekaterinburg.

il mercato premia il “mini-me”, ma contano i dettagli esclusivi

Quest’anno abbiamo notato un forte influsso dell’abbigliamento da adulti sul childrenswear, con i piccoli vestiti come i grandi. Al tempo stesso però il look dei bambini deve essere unico. Per questo è importante che ci siano dei particolari che catturano subito l’attenzione.

KIDS 21

Singapore Griffe in taglie mini tra i Best seller di questo inverno

Ottimi risultati per Bonpoint, Boss, Kenzo Kids, Paul Smith Junior, Stella McCartney Kids, Moschino Kids e Little Marc Jacobs.

Colore e leggerezza fra i trend per l’inverno 2017/2018

I colori e i tessuti sono due aspetti essenziali per l’abbigliamento infantile: le tinte scure e i cappotti pesanti in genere non sono apprezzati. Un imperativo valido anche per la prossima stagione, che propone pezzi altamente protettivi, ma leggeri e funzionali, adattti per viaggiare. E soprattutto in colori vivaci, per fare belle foto da postare sui social!

I progetti: 20 nuovi marchi nel paniere e new opening

Siamo costantemente alla ricerca di collezioni alternative e anche la prossima stagione non fa eccezione: per l’estate 2017 abbiamo aggiunto 20 marchi. Sono inoltre in dirittura d’arrivo due aperture presso il lussuoso The Shoppes a Marina Bay Sands.

Il mercato: si vince a colpi di shopping experience

Anche il 2017 sarà un anno impegnativo per il mercato del bambino, sempre più nel mirino dei competitor digitali, che consentono ai consumatori di acquistare come, dove e quando meglio credono. Tuttavia pensiamo che la nostra esperienza ventennale nel settore, abbinata a un ottimo customer service, sia difficile da riprodurre online. È questa la nostra carta vincente.

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Retail strategy

le showroom consigliano

«OSATE di più»

Il maschietto perbene secondo Paolo Pecora Junior

Dalle showroom i suggerimenti ai retailer indipendenti per dinamizzare un mercato confuso e distinguersi da fast fashion, outlet ed e-commerce di Elisabetta FABBRI

Low childrenswear consumption is not only a problem of assortments. According to showroom owners, retailers should be more active in store.

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nche quello del childrenswear è un mercato molto confuso. Intanto perché alla domanda “Cosa mi metto?” i piccoli danno precise risposte, spesso in contrasto con le preferenze delle mamme. I bambini sono inoltre condizionati da ciò che indossano i coetanei, vorrebbero imitare i beniamini della TV o del web. A volte, a richiamare la loro attenzione non è la griffe ma la scritta di turno, che imperversa sulle magliette. Proporre un assortimento che soddisfi genitori e figli diventa sempre più complesso per il dettaglio indipendente, che necessita anche di distinguersi da nuovi competitor. Dalle showroom - trait d’union fra gli store e le case produttrici - arrivano delle risposte: trend su cui scommettere, ma anche strategie. E un consiglio spassionato: «Abbiate il coraggio di innovare». piacciono LE limited edition MA ANCHE GLI EVENTI in store «Il childrenswear è nella coda lunga della crisi dell’abbigliamento per adulto - dice Giacomo Del Vecchio della Claudio Del Vecchio Rappresentanze di Ancona -. Ormai nelle città fra i 30mila e i 60mila abitanti i brand della fascia media o alta di mercato sono venduti al massimo in un negozio». «Pochi genitori - prosegue l’imprenditore della showroom, operativa in Centro Italia - spendono cifre importanti per il guardaroba dei figli. Sono interessati più che altro ai brand nuovi, rappresentativi di un certo status e dai concetti originali, soprattutto a livel-

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lo emozionale. Apprezzano anche le limited edition e le operazioni di co-branding, perché risultano fuori format». Ma per attrarre i clienti servono anche idee nuove in negozio, come un restyling «almeno ogni quattro o cinque anni, in analogia con il retail per l’adulto» e la realizzazione di eventi. «Alcuni negozianti - osserva Del Vecchio - non lo ritengono necessario, non si mettono in discussione e continuano a presentare maglie imbustate o vetrine con i fiori di plastica. Se non ci sarà un’evoluzione, temo la chiusura di un altro terzo degli esercizi. Inoltre molti commercianti hanno superato i 55 anni e non si vede né un ricambio generazionale, né il fenomeno, frequente negli anni Ottanta e Novanta, delle commesse che rilevavano il negozio». «Credo che questo sia un anno di assestamento - ribatte Paolo Crespo della Crespo Rappresentanze di Torino, attiva prevalente in Nord Italia -. Si andrà verso nuovi equilibri, dopo anni di trasformazione

nel retail per l’arrivo del fast fashion, degli outlet e del commercio online». «I multimarca che resistono - specifica - sono quelli aperti alle soluzioni proposte dalle aziende più importanti: agevolazioni ma anche riassortimenti in stagione, flash stagionali, realizzazione di corner e allestimenti specifici con il supporto di visual merchandiser, iniziative in store con i testimonial seguiti dai ragazzini, che si propagano sui social media. Si deve alzare l’asticella della professionalità, anche se questo richiede uno sforzo notevole». Gianluca Riganati del Gruppo Riganati Rappresentanze di Catania ipotizza un 2017 di contrazione del mercato. «Un anno fa - rammenta - i multimarca dell’adulto hanno fatto scelte precise, selezionando i marchi e optando per collezioni dal buon rapporto qualità/prezzo. I negozi di abbigliamento infantile stanno intraprendendo quel percorso adesso, perché certi marchi hanno raggiunto prezzi insostenibili».


1. Ritorno del logo in evidenza e del pile orsetto per il marchio Napapijri 2. Il childrenswear dell’olandese Return Denim De Luxe 3. Stampe Liberty per la camicia Myths 4. Grande revival fra i teenager per Boy London, brand in voga negli anni ‘80 grazie a fan come Madonna, Boy George e Andy Warhol

Giacomo Del Vecchio

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i piccoli vogliono la felpa, le mamme le giacche decostruite Parlando di tendenze, Chiara Bacchini della Bacch Rappresentanze scommette sullo sportswear tecnico dal gusto pulito e in materiali di ricerca di Stone Island, new entry nella showroom di Cattolica (Rimini) che opera in Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. «Il maschietto - sostiene l’imprenditrice - vuole il comfort e credo si tenderà a una vestibilità più comoda, anche se le linee strette continuano a essere di tendenza». «Piacciono le proposte particolari - aggiunge - come la giacca decostruita, tipo quella per l’adulto di Boglioli, o la felpa laserata come quella di DSquared2, le stampe originali e i tessuti ricercati di Myths, che ha proposto camicie in stampa Liberty di successo». E se il bambino cerca capi particolari, la bimba ancora di più, perché vuole imitare la mamma, le ragazzine più grandi o i personaggi

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della televisione, osservano alla Bacch, che tra le novità in scuderia ha anche Rock’n Lullaby, l’abbigliamento per le bambine da 2 a 10 anni lanciato qualche stagione fa da Veronica Vieri, sorella del celebre Bobo. «C’è la tendenza ad ammorbidire le silhouette, anche se resta l’interesse per le forme slim - ribadisce Paolo Crespo - . I negozianti dovranno realizzare un mix, ma le aziende produttrici vanno loro incontro, proponendo molti temi all’interno della stessa collezione». Crespo nota anche un revival degli stili di fine anni Ottanta e Novanta, espresso ap-

Chiara Bacchini

Paolo Crespo

pieno dal successo di vendite del marchio Napapijri. Per maschi e femmine si può parlare di sporty-chic, che nel caso delle bambine si declina nelle varianti glamorous (con strass e paillette), oppure romanticrock (con piccole borchie), tipico di John Richmond Jr, una delle new entry della Crespo Rappresentanze (insieme a Bugatti Junior), che ora si ripropone prodotto da Arav Fashion. Gianluca Riganati parla di trend “jeansaiolo”. «Non significa solo pantaloni in denim con nuovi trattamenti e fitting stretto ma anche felpe, con loghi e scritte in evidenza, e molto colore, anche fluo», spiega l’imprenditore, che di recente ha arricchito il suo assortimento con il marchio olandese Return Denim De Luxe. Anche nel parere di Giacomo Del Vecchio il maschietto sarà sportivo, con maxi maglie e pantaloni felpati. «A 12-14 anni, però, comincia a seguire i brand del momento e adesso è il turno di Boy London - precisa -. La mamma, invece, vorrebbe vestire il figlio come l’uomo adulto, con il pantalone con il risvolto, la giacca o il golf perbene, un po’ come nello stile di Paolo Pecora Junior». La femmina invece è fashion-rock, con legging, jeans strappati, chiodi e maxi felpe. «Grintosa ma non stracciona: indossa i biker boot o le sneaker borchiate con la gonna a pieghe a falde strette oppure la minigonna», precisa Del Vecchio, citando tra le novità in showroom Elisabetta Franchi La mia Bambina e Dondup che, con il nuovo licenziatario Gimel (al posto di Altana), «si presenta con prezzi interessanti, che faranno la differenza». Il value for money, infatti, continuerà a essere una delle principali discriminanti degli acquisti. «C’è anche chi è disposto a spendere cifre importanti - puntualizza Del Vecchio - ma si deve trattare di capi che si distinguono guardandoli a 10 metri di distanza come eco-pellicce, cappotti con il pelo, maglie molto ricamate». Per il cappottino classico o il pull basico, invece, ■ si va da Zara.

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NEWS

IL GUFO

sempre più globali e retail-oriented With seven flagships, Il Gufo expands its retail network with a shop in London and the second store in New York. Becoming even more global through the wholesale business. Non si ferma il viaggio de Il Gufo, brand di childrenswear con base ad Asolo (Vicenza). «Il nostro marchio - racconta il ceo Alessandra Chiavelli (nella foto) - è nato e si è sviluppato attraverso il canale wholesale, soprattutto italiano. Da qualche anno la sfida è stata, e continua a essere, diventare da un lato sempre più internazionali, tanto che il fatturato estero incide oggi per il 60%, e sviluppare dall’altro una cultura retailoriented, canale che nel 2016 ha messo a segno un +16%». Tradotto a livello operativo, l’obiettivo è ampliare il network dei negozi monomarca - attualmente composto da sette boutique a Milano, Roma, Treviso, Parigi, New York, Dubai e Chengdu, oltre agli outlet - e rafforzare la presenza della label nei più importanti department store. Dopo l’ultimo opening di Parigi al 183 di boulevard Saint-Germain nell’ottobre 2015, ora nel mirino c’è un altro “place to be” per Il Gufo come Londra, dove si sta lavorando per aprire il primo monomarca, e la doppietta nella Grande Mela, con un secondo negozio «probabilmente nei pressi di Soho». Grande fermento c’è anche a livello wholesale (progetti in franchising inclusi), canale che veicola il 70% delle vendite ed è in crescita del 7%. Aree strategiche si confermano la Russia, principale mercato estero per Il Gufo, grazie anche a una presenza più incisiva presso i due key client Tsum e Bosco di Ciliegi, e il Middle East, presidiato in tandem con Chalhoub, con una boutique nel Dubai Mall e un corner presso il nuovissimo Level Kids, oltre a Doha, Abu Dhabi e Beirut. Prioritario resta anche il Far East, con l’intensificazione del business in Cina e, tra gli obiettivi a lungo termine, un nuovo spazio a Shanghai, oltre allo sviluppo del mercato coreano. Last but not least l’Europa: dopo l’ampliamento del corner da Harrods, da questa stagione Il Gufo è presente da Galeries Lafayette e dalla Spring-summer 2017 rientrerà da El Corte Inglés con un soft corner. (a.t.) A lato, un look Il Gufo per l’inverno 2017/2018

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Ucw

«ci facciamo in quattro» New development projects for the four brands inside the Unique Children Wear portfolio, which brings at Pitti Patrizia Pepe and Marcelo Burlon Kids of Milan. Che cosa hanno in comune Patrizia Pepe, Dirk Bikkembergs, Marcelo Burlon Kids of Milan e Au Jour Le Jour Petits? Sono i quattro brand in portafoglio a Unique Children Wear, realtà nata nel 2010 per mano di Claudio Orrea e Maurizio Pizzuti a suggello della sinergia tra Tessilform (proprietaria del marchio Patrizia Pepe) e Zeis Excelsa, azienda a capo di brand quali Dirk Bikkembergs, Docksteps, Cult, Virtus Palestre e Sonora Boots. Un quartetto che in comune ha anche il varo di nuove strategie di crescita, a partire da Patrizia Pepe (nella foto in alto): «Con la primavera-estate 2017 - spiega Francesco Pizzuti (nella foto) al timone di UCW - il brand ha riportato in-house lo stile del childrenswear, che ora è disegnato da Patrizia Bambi e viaggia sulla stessa lunghezza d’onda del womenswear». Una nuova fase che sarà accompagnata da una velocizzazione del timing produttivo e distributivo, con più uscite stagionali: «Il primo frutto di questa riorganizzazione dice Pizzuti - si vedrà proprio a Firenze». In evoluzione anche la moda in piccole taglie di Dirk Bikkembergs, presente in circa 200 multimarca, con la Russia (tra i mercati esteri più importanti) in rimonta: «A gennaio Lee Wood debutterà alla guida stilistica del menswear e, se il new deal verrà apprezzato dal mercato, ci aspettiamo un riflesso positivo anche nel segmento under 14». Quanto a Marcelo Burlon Kids of Milan, «abbiamo raggiunto i 120 multibrand, per metà esteri, con un tasso di crescita dei clienti del 50% a ogni collezione». Novità in vista anche per Au Jour Le Jour Petits, alla sua terza stagione, che affronta il 2017 con il lancio delle due capsule My Little Pony e Trasformers, frutto della liaison con Hasbro. (a.t.)


simonetta

«piÙ flessibili, ma la qualitÀ non si tocca» Simonetta is focusing on its challenges: pre-collections, productive efficiency, retail. And is ready for an event, in the evening of 19th January in Florence. La moda infantile è sempre più lo specchio di quella per i grandi: nel caso di Simonetta questo dato di fatto non riguarda tanto lo stile, che per la realtà marchigiana deve avere comunque una connotazione “bambino”, quanto le tempistiche di uscita. Il 2016 è stato all’insegna del rafforzamento delle pre-collezioni, «con incrementi della campagna vendite della pre-collezione fall-winter 2017 superiori al 60%», informano dall’azienda, che per il 2017 punta a una maggiore segmentazione delle linee e a un rafforzamento dell’efficienza produttiva, in modo da rendere i prezzi più competitivi, «pur nel rispetto di una qualità altissima». Un obiettivo possibile, «visti anche gli investimenti nella digitalizzazione della nostra filiera». A proposito di digitale, è ancora in fase di rodaggio l’e-commerce «che cresce, ma che per ora si ferma a numeri piccoli. Quello che notiamo è che il consumatore finale preferisce, almeno per ora, rivolgersi agli e-store multimarca, per poter scegliere tra prodotti e brand diversi». Quanto ai negozi fisici, il rapporto tra retail e wholesale è tuttora sbilanciato a favore del secondo (si parla di 20 tra monobrand e corner, contro 220 multimarca), ma l’intenzione è investire nei monomarca - tra i più recenti quello aperto a Dubai da Level Kids -, con un focus soprattutto su Medio Oriente e Asia. Del resto, la percentuale di export su un fatturato di 34 milioni di euro è ormai del 75%. Il 2016 ha visto alcuni cambiamenti nel portafoglio marchi: si è trasformato il rapporto con Fendi, da joint venture a contratto esclusivo per lo sviluppo e la produzione della linea under 14, e sono entrati Aston Martin e Lanvin «con primi riscontri positivi». Intanto Simonetta si prepara ai giorni di Pitti Immagine Bimbo: il brand non sarà in Fortezza ma scenderà in campo con un evento, giovedì 19 gennaio al Mercato Centrale di via dell’Ariento, in sintonia con le trasformazioni di un settore che vuole - e deve - uscire da schemi rigidi. Un happening multiforme, in cui confluiranno momenti di riflessione e informazione insieme ad Anticito (onlus che si occupa della prevenzione del citomegalovirus nelle mamme e nei bambini), entertainment con lo chef Alessandro Borghese e altri vip e, naturalmente, la presentazione delle novità dell’autunno-inverno 2017/2018 (nella foto, Simonetta per l’estate 2017). (a.b.)

Bonpoint

sfila A PARIGI e sostiene il fairtrade Csao On show during haute couture in Paris, Bonpoint has joined forces with Csao - pioneer in fair trade - to create a capsule collection. C’è anche un nome della moda infantile, tra gli appuntamenti della settimana parigina della haute couture: si tratta di Bonpoint, in passerella nel pomeriggio del 25 gennaio presso la Galérie de la Minéralogie. Da sempre il marchio segue regole precise dal punto di vista del prodotto e delle strategie distributive, con proposte ricercate e haut-de-gamme e i monomarca come emblemi del mondo del marchio: in Italia sono quattro (a Milano, Roma, Torino e Firenze) e, più in generale, toccano il centinaio in 27 Paesi. Recentemente Bonpoint ha realizzato per Csao-Compagnie du Sénégal et d’Afrique de l’Ouest una limited edition di borse e pochette ricamate secondo le tecniche tradizionali africane. In particolare, i ricami rivisitano i variopinti tessuti Liberty della summer collection di abbigliamento bimbo firmata Bonpoint. Con questo progetto il marchio va a sostenere una realtà - Csao, fondata da Valérie Schlumberger e portata avanti dalla figlia Ondine Saglio - che dal 1995 vende prodotti artigianali realizzati in Africa occidentale. (e.f.)

Mattel

Bambini più sicuri con Sam il Pompiere Fireman Sam is the character of an edutainment program endorsed by Mattel. Its launch will take place on the Scuola Channel website. Non solo Barbie: Mattel promuove un progetto di edutainment, per insegnare ai bambini la prevenzione dei rischi nelle attività quotidiane. Si chiama “Più sicuri con SAM!”, dove Sam è il character di Sam il Pompiere (nella foto). Disponibile gratuitamente da questo mese sulla piattaforma online Scuola Channel, si articola in puzzle, memory, drag&drop (con difficoltà differenziate, a seconda che si tratti di bambini di 3-5 anni o di 6-7 anni), ma anche guide per insegnanti e genitori, nonché un decalogo sulle regole di prevenzione. Il programma di Mattel vuole non solo sviluppare le capacità fondamentali in materia di sicurezza e prevenzione, ma anche trasmettere i valori della responsabilità, del rispetto delle regole e dello spirito di gruppo. (e.f.)

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NEWS

LOSAN

«Con la “happy fashion” a tutto sprint nel 2017» Good performances in Italy for the Spanish brand Losan, that grew double digit in the last two years and is ready to do the same in 2017. Everything set for the debut of its site in Italian.
 «Le aziende spagnole di abbigliamento hanno tutte un approccio gioioso al prodotto. Se poi parliamo di childrenswear allora cresce la voglia di allegria». Federico Bareggi esordisce così parlando di Losan, brand spagnolo, di cui è country manager per il mercato italiano dal 2015. Una collezione “happy fashion” in cui il colore e l’entusiasmo contagiano anche l’adulto, declinata in linee per fasce di età «dagli 0 ai 99 anni», con una politica di pricing attenta. Una formula che in Italia sta facendo passi da gigante con le proposte in taglie piccole (prezzo medio annuale sell in di 8 euro), distribuite da un network di 18 agenzie a 800 clienti. «In uno scenario complesso siamo cresciuti a doppia cifra, con il 2015 a +12% e il 2016 a +18%, ossia siamo passati da un giro di affari di 9 milioni di euro a 12 milioni», racconta Bareggi. Una fetta consistente di un fatturato globale di oltre 60 milioni di euro di cui il 45% realizzati in Spagna e il 20% in Italia, con un network di oltre 4mila punti vendita e più di 40 Paesi clienti. Segno che al divertimento si aggiunge anche un forte impegno a livello di strategie manageriali e di responsabilità sociale e ambientale, grazie a un codice di condotta che regola la produzione dei capi, delocalizzata in diverse aree del mondo. A novembre del 2015 Losan è stato acquisito dal gruppo Sonae, multinazionale portoghese da 5 miliardi di euro, che ha dato nuovo dinamismo all’etichetta nata nel 1985. Un new deal che ha ribadito un valore di sempre, il focus sul wholesale: «La nostra interfaccia - conferma Bareggi - è il trade. Ma ora vogliamo avvicinarci di più al consumatore finale. A tal fine abbiamo saltato l’appuntamento con Pitti Bimbo, per poterci concentrare sulla digitalizzazione». Nel 2016 è nato il nuovo sito in lingua spagnola e in inglese e in questo mese di gennaio debutta la versione losan web in italiano: «Non una piattaforma di e-commerce ma un modo per portare più flusso nei negozi clienti, tramite il sistema di Store Locator e con l’obiettivo di attivare un progetto di click and collect entro il 2018. Per il 2017 siamo pronti a crescere di nuovo a doppia cifra». (c.me.)

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Kidiliz

Nuovo nome e nuovi progetti First participation at Pitti Bimbo for Kidiliz group, formerly known as Zannier. The owner of 15 kidswear labels has adopted the new name to support its export ambitions. Prima uscita ufficiale con il nuovo nome per Kidiliz, ex gruppo Zannier, presente a Pitti Bimbo con uno solo dei suoi 15 brand in portfolio: Kenzo Kids. La società francese, fondata da Roger Zannier e oggi guidata da Rémy Baume, ha deciso di comunicare il carattere più internazionale del suo business con un nome dal sound inglese, che conserva la centralità della lettera Z, emblema della continuità tra passato e futuro. A dimostrazione che la società non intende dimenticare le sue origini, a fine 2016 è stato inaugurato all’interno del centro commerciale Carosello di Carugate il nuovo retail concept di Z, il marchio nato nel 1981 e intorno a cui Kidiliz ha costruito il suo successo commerciale, fatto di 44 milioni di capi prodotti all’anno e di un fatturato di 430 milioni di euro. (an.bi.)

BOBOLI

un anno a doppia cifra In 2016 Boboli posted a turnover of 39,2 million euro thanks to exports and online distribution. Boboli cresce in Italia e all’estero a ritmo sostenuto: il marchio spagnolo di moda per bambini ha archiviato l’esercizio 2016, chiuso a settembre, con un fatturato pari a 39,2 milioni di euro e una crescita del 16,4% rispetto all’anno precedente. Si tratta del quarto anno consecutivo di crescita a doppia cifra per l’azienda spagnola guidata da Mónica e Arancha Algás (nella foto). Merito delle esportazioni (il 40% del business totale), che sono aumentate del 30%. Nel corso del 2016 Boboli ha rafforzato la sua presenza anche in Italia, dove è presente con alcuni corner da Coin e dove conta al più presto di aprire il canale e-commerce, oltre a una rete di boutique monobrand. (an.bi.)


gruppo cwf

in scuderia entra anche givenchy Cwf starts 2017 with a partnership with Givenchy, while the kid version of Zadig & Voltaire is ready for its debut on the market. Il 2016 si è chiuso col botto per Cwf, gruppo del childrenswear con 50 anni di esperienza e un portafoglio marchi che, attraverso le licenze e i brand di proprietà, presidia trasversalmente i settori lusso, premium e “affordable”. Per aprire il capitolo moda infantile di Givenchy - un settore peraltro già sondato attraverso creazioni spot per le figlie di celebrity come Kim Kardashian e Beyoncé -, Riccardo Tisci ha scelto l’azienda da 160 milioni di euro di ricavi, che a partire dall’autunno 2017 si occuperà sia della produzione che della distribuzione delle nuove proposte. A tenere le redini del côté creativo sarà lo stesso Tisci, coadiuvato da un team stilistico interno. Intanto si tirano le somme di un anno in cui Cwf ha visto, tra le altre novità, il debutto della versione piccole taglie dello stile boho-chic di Zadig & Voltaire, alla prova del mercato con la primavera 2017. «Abbiamo venduto la collezione kid a 40 tra i più rappresentativi multimarca italiani del settore, su un totale di 335 negozi in 35 Paesi, senza contare la presenza online su yoox.com - spiega Barbara Gendre, direttore marketing di Cwf -. L’attenzione verso le proposte autunno-inverno 2017/2018, che come altri marchi della nostra scuderia (Little Marc Jacobs, Boss, Billieblush, Billiebandit e Carrement Beau) vengono presentate a Pitti Bimbo, è decisamente alta, anche se va detto che Z&V per sua natura non è per tutti». Nella Penisola Cwf ha lanciato a maggio Kids Around, un concept distributivo in cui confluiscono i marchi di punta della società. Il primo store con questa insegna è stato aperto in via Belsiana a Roma «ma non ci fermiamo qui - conclude Gendre -. Visto l’ottimo riscontro ottenuto da questa boutique, abbiamo in cantiere per il 2017 altri quattro store, tra cui quelli in due città chiave come Milano e Torino». (a.b.)

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1. La ragazzina secondo Zadig & Voltaire 2. Un ritratto di Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy. Con il 2017 prende il via il sodalizio tra questa griffe e Cwf

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fendi kids

un futuro in-house Fendi takes its Fendi Kids collection in-house, after a three-years joint venture with Simonetta, that remains as exclusive supplier. Nuovo anno e nuovo corso per Fendi Kids, che ha deciso di occuparsi direttamente del childrenswear. A Simonetta - con la quale era stata stipulata una joint venture tre anni fa, ma che già in precedenza collaborava con la griffe - resta il ruolo di fornitore esclusivo. Il cambio di rotta, come spiegano dalla casa di moda, «nasce dalla volontà di rafforzare l’impegno nei confronti del bambino e del neonato, in un’ottica di alta artigianalità e nel rispetto della creatività che caratterizza il dna di Fendi». Recentemente è stata aperta in via Leoncino a Roma la prima boutique interamente dedicata al bimbo (nella foto). (a.b.)

trussardi junior

volta pagina insieme a brave kid Starting from Fall-winter 2017/2018, Trussardi Junior will be produced and distributed by Brave Kid (Otb Group). Svolta per Trussardi Junior, che dall’inverno 2017/2018 ha un nuovo partner produttivo e distributivo, Brave Kid (Gruppo Otb). Come ha sottolineato Tomaso Trussardi, amministratore delegato della casa del Levriero, obiettivo dell’intesa è rappresentare al meglio i valori del marchio in un ambito, come la moda infantile, che costituisce un’estensione naturale del lifestyle Trussardi. Con questa mossa si rafforza peraltro il parco under-14 di Otb, che sotto l’ombrello Brave Kid racchiude la versione piccole taglie di Diesel, Dsquared2, John Galliano e Marni. La stagione di esordio del nuovo sodalizio è all’insegna di uno stile elegante, ma con influssi urban e informali per il ragazzino, nel cui guardaroba trovano spazio tanto il classico cappotto monopetto, quanto i completi in felpa e il montone modello chiodo. Per la bambina si va dall’abito con elementi gioiello e voile, ai pantaloni skinny in eco-pelle e ai piumini “flower-power”. (a.b.)

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E-stores for kids

Foto relativa all’iniziativa Hour of Code di Yoox Net-a-Porter Group

Smallable

Solo i marchi che amiamo negozi ONLINE IN TAGLIE MINI

Dietro il business, storie da raccontare di Elena Azzola

Online store concepts specifically dedicated to children and their families are becoming increasingly prevalent. Here we consider four case histories, ranging from a predominantly local to a global scale.

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e vendite via Internet di childrenswear stanno iniziando a decollare, sulla falsariga di quello che avviene nell’adulto: quote importanti sono tuttora appannaggio di piattaforme di e-commerce di moda generaliste, come Zalando, Farfetch, Luisaviaroma e Yoox, ma anche di flash sales, come vente-privee, Privalia e Mami (per le mamme che vogliono assolutamente risparmiare, comprando a prezzi scontati), così come delle e-boutique delle griffe, con la voce “bambino” nella barra del menu. Tuttavia, si stanno sempre più imponendo i concept store online specificamente dedicati ai bambini e alle loro famiglie. Universi in miniatura con le proposte moda, griffate o di nicchia, più in sintonia con i gusti e le esigenze delle mamme di oggi, che acquistano volentieri con un click, ma al tempo stesso hanno bisogno di entrare in un luogo virtuale affine e piacevole, di cui possano fidarsi totalmente. Qui segnaliamo quattro realtà di successo, partite con un’impostazione prevalen■ temente “local” ma in forte evoluzione.

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Smallable, founded in France over eight years ago, has expanded to offer over 600 brands of clothing and accessories for babies, children, teenagers and women, encompassing furniture, household items and toys. Uno dei più quotati multimarca online per i bambini e le loro famiglie è Smallable. Nato in Francia più di otto anni fa, si è sviluppato fino a proporre oltre 600 brand di abbigliamento e accessori per neonati, bambini, ragazzi e donne, arredi, oggetti per la casa e giocattoli. In primo piano la selezione. «Il nostro obiettivo non è trattare tutti i marchi, ma dedicarci esclusivamente a quelli che amiamo», fa sapere il team. Su Smallable ci si imbatte in linee introvabili altrove, proposte di giovani designer e capsule in esclusiva, come quella realizzata di recente in collaborazione con Stella McCartney

Kids, in cui il tema dell’animale, ricorrente nelle stampe della griffe inglese, viene interpretato in chive “felina” con tigri, leoni e gatti a volontà, dando vita a 13 pezzi per bambini dai 2 ai 14 anni, con T-shirt e felpe rigorosamente in cotone organico. Smallable ama l’immagine, la fotografia, la grafica, la musica e l’arte e dedica molte energie allo scouting: passioni che comunica al pubblico attraverso i ricchi contenuti editoriali presenti sul sito, così come attraverso i social network (Instagram, Facebook, Twitter e Pinterest) in una dimensione di community, aperta all’interazione e ai contributi esterni. Da più di un anno al concept store online è stato affiancato un negozio fisico a Parigi, nel quartiere di SaintGermain-des-Près (al civico 81 di rue du Cherche-Midi). Qui, su una superficie di 300 metri quadri, sono esposte le ultime novità per tutta la famiglia presenti sul sito.


Melijoe

Cinque volte mamma e imprenditrice del web: perché no? Nathalie Genty, a mother of five and French internet entrepreneur, has led Melijoe to success. The site offers an assortment of children’s fashion aimed at children aged from 0 to 16, with an editorial, fashion magazine section. 70% of its turnover is generated abroad. «A differenza degli adulti, che potevano contare su siti come Net-A-Porter per fare acquisti di moda online, per i piccoli non c’era niente di simile», spiega Nathalie Genty per motivare la scelta che l’ha portata a fondare Melijoe in Francia nel 2007. La svolta avviene già nel 2003, alla nascita del primo figlio di questa giovane e bella signora, con alle spalle studi in comunicazione, esperienze in agenzie e poi libera professionista nel campo dell’ebusiness. «Manca un e-commerce di moda per bambini, lo faccio io», pensa Nathalie, il cui motto è «Perché no?», considerato che in questi ultimi dieci anni è riuscita a conciliare perfettamente il ruolo di mamma con quello di “e-imprenditrice”, facendo altri quattro pargoli e rendendo nel contempo Melijoe un importante punto di riferimento nel childrenswear di fascia alta a livello

internazionale. Il segreto del sito? Offrire il meglio della moda bambino da 0 a 16 anni e adottare un taglio editoriale. Con un centinaio di marche, vendute in nove lingue, Melijoe ha raggiunto, secondo Le Figaro, un fatturato di 20 milioni di euro nel 2016, il 70% del quale realizzato oltre i confini di Francia. Il sito riceve ordini dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente, dalla Russia, dalla Gran Bretagna e da altri Paesi europei. Alcuni designer hanno sviluppato partnership esclusive con Melijoe: Karl Lagerfeld, ad esempio, ha lanciato la sua prima collezione per bambini in esclusiva mondiale su questa piattaforma. Nathalie, partita da sola e ora supportata da un team di quaranta persone, ha varato di recente un servizio di noleggio abiti per le ragazze, un business che trova riscontro soprattutto nei Paesi anglosassoni.

Family Nation

un compendio di novità da Bangkok a Firenze

Family Nation is an online Italian multibrand dedicated to babies and mothers, which brings together a selection of clothing, accessories, design and food brands from all over the world, a result of Emilia and Aidan’s travels and experiences before they set up in Florence. Family Nation è un multimarca online italiano dedicato al baby e alla mamma, che riunisce una selezione di marchi di abbigliamento, accessori, design e food, provenienti da tutto il mondo. È stato aperto da Emilia e Aidan che, dopo aver viaggiato, lavorato e vissuto in numerosi Paesi per conto delle Nazioni Unite, hanno deciso di fare base a Firenze, città natale di Emilia, nel 2011, con i loro due bambini, Flavia e Tancredi. «La ricchezza di spunti che abbiamo raccolto da famiglie di tanti luoghi diversi - dicono - ci ha spinto a mettere le nostre conoscenze e le nostre idee in una boutique online attraente, facile da consultare e arricchita da consigli, guide pratiche e curiosità». «I prodotti sono scelti in base a criteri di comprovata qualità, bel design, capacità di farci sorridere e star bene e, non ultimo, attenzione alla sosteniblità e alla solidarietà» aggiungono. Hatley, Bobux, Frugi, Tiny Cottons, Petit Bateau e GoBabyGo sono alcuni dei marchi di abbigliamento e accessori bimbo venduti dal sito di e-commerce, che offre diverse opzioni di pagamento, la spedizione gratuita in Italia per spese superiori a 59 euro (sotto questa cifra il costo di spedizione è di 5,9 euro per la Penisola e la maggior parte dei Paesi europei) e il reso gratuito, a fronte di una procedura specificata in ogni dettaglio sul sito. L’assistenza al consumatore avviene via chat ed e-mail oppure telefonicamente.

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E-stores for kids

Childrensalon

Tradizione e Internet per vestire i bimbi di tutto il mondo Childrensalon is now one of the most important children’s fashion sites in Europe, offering over 270 brands, including the top labels in the industry. The site is rooted in the long experience of a shop founded in Kent in 1952, which still offers stylish children’s clothing. Lo storico negozio con l’insegna Childrensalon, che si trova nella High Street della cittadina di Royal Tunbridge Wells nel Kent, è il luogo dove tutto ha avuto inizio. Childrensalon.com è oggi uno dei siti di moda bimbo più importanti in Europa, con un’offerta di oltre 270 brand, tra cui Burberry, Dior, Gucci, Fendi e Roberto Cavalli, e clienti in tutto il mondo, ma la sua affermazione non nasce certo dall’improvvisazione. Il website è stato lanciato nel 1999 da Michele, figlia della fondatrice Sybil Harriman, e da suo marito (un designer e illustratore di successo), per portare nel world-wide-web l’offerta unica e l’esperienza della boutique nata nel 1952,

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specializzata allora in smocked dresses, con lo slogan “after sales! comes service”. Le origini della casa sono ancora più antiche: Sybil, nata a Dublino nel 1919, appassionata di moda fin da bambina, sposa a 18 anni il pianista jazz Rene Harriman, cresciuto in Francia circondato dal culto parigino per l’eleganza e i bei tessuti, che presto condivide con la giovane moglie. La famiglia si stabilisce a Vienna, dove i primi quattro figli della coppia sono al centro

dell’attenzione per i loro meravigliosi abiti, tanto che Sybil avvia un circolo di cucito, dove le signore possono imparare come realizzare sofisticate plissettature a mano, trasformando vecchi tessuti in splendidi vestitini per i loro bambini. L’attività prosegue, per iniziativa di Sybil e dalla nanny austriaca, quando la famiglia si trasferisce a Royal Tunbridge Wells nel Kent e i figli della coppia diventano sei. Da passatempo la creazione di abiti diventa business e nel 1952 vengono presi in affitto i primi locali dove trova spazio il negozio-atelier The Childrens Salon, che ben presto riceve ordini da tutto il Paese. Al marchio proprio Joy Models vengono affiancati altri validi brand in arrivo dalla Francia e progressivamente si delinea la fisionomia della boutique, che offre alla clientela anche i primi fashion show della moda bimbo. Con un’impostazione sempre all’avanguardia nel vestire bene i bambini, si arriva alla fine degli anni Novanta e al lancio del sito, che riscuote subito grande successo. Attualmente vi lavorano più di 150 persone, tra cui 13 membri della famiglia fondatrice. 65 anni di esperienza, un team di buyer specializzato nello scovare ogni stagione in giro per il mondo i migliori brand e articoli e un customer service di prim’ordine, che risponde telefonicamente, in live chat o via mail, rappresentano i punti di forza di Childrensalon.


news

un’INDAGINE COTTON USA

Nella scelta del fornitore conta la tracciabilità The American cotton promoted by Cotton Usa is appreciated for high standards in terms of quality and responsibility, as confirmed by a recent survey and by an Italian buyer such us Original Marines’ brand owner Imap Export. Cotton Usa, organismo che promuove il cotone americano, ha pubblicato di recente i risultati di un sondaggio online che, nel dicembre 2016, ha coinvolto quasi un centinaio di aziende italiane del tessile, abbigliamento e casa. Il 43% del campione ritiene che tra i fattori rilevanti nella scelta di un fornitore ci sia il costo, seguito dai tempi di consegna (per il 23%). Se si parla di sostenibilità, tra gli aspetti ritenuti più importanti spicca la tracciabilità di filiera (63%), seguita dal rispetto dei diritti dei lavoratori (59%). Dagli enti di promozione di fibre e filati le imprese interpellate si aspettano soprattutto un sostegno alle attività di ricerca e sviluppo (61%), attività di co-marketing (33%) e programmi di formazione mirata (27%). In base alla percezione delle aziende, il consumatore sceglie un capo soprattutto valutando prezzo (60% del totale) e qualità dei materiali (41%). Il 40% del campione pensa che gli italiani siano più attenti alle materie prime della media europea, mentre un terzo pensa che siano in linea con la media. Interpellato sul cotone, il 59% ha dichiarato che è la fibra più versatile e in linea con i trend del momento. Il cotone americano, nello specifico, è apprezzato per qualità della fibra e sostenibilità. Lo conferma un cliente storico come Original Marines (nella foto, due look bimba), che già dal 2009 ha optato per la fibra a marchio Cotton Usa e solamente nel 2015 ha comprato oltre 4mila balle della materia prima naturale, utilizzate per realizzare 4,1 milioni di capi. «Per noi il cotone è molto di più di un tessuto - spiega Antonio Di Vincenzo, vicepresidente di Imap Export, proprietaria del marchio Original Marines -. È un mondo fatto di natura, comodità, morbidezza e resistenza. Da anni abbiamo scelto uno dei migliori cotoni al mondo, quello con etichetta Cotton Usa: una scelta di qualità che si è rivelata vincente e di cui siamo orgogliosi, anche perché condividiamo gli stessi valori». «Ci sono i presupposti - conclude Di Vincenzo - perché questa collaborazione continui nel tempo e si arricchisca ulteriormente. I nostri clienti apprezzano molto il cotone americano, poiché garantisce colori brillanti e massima vestibilità, anche dopo un anno di lavaggi». (e.f.)

YOOX

Dagli eroi di Disney a Barbie One-Of-A-Kind Yoox launches Disney’s e-store and sells 20 “Barbie One-OfA-Kind”, to support the reconstruction after the earthquake. Disney ha lanciato il suo primo store online di moda e lifestyle su Yoox: una vetrina digitale dedicata alle collezioni che brand come Olympia Le Tan, Kenzo e Vans hanno realizzato, partendo dai personaggi firmati Disney, Disney Pixar, Star Wars e Marvel. Federico Marchetti, fondatore di Yoox e a.d. di Yoox-Net-a-Porter Group (Ynap), ricorda come «Disney mi abbia ispirato, quando ho creato la mia società nel 1999». «Questa collaborazione - aggiunge Francesca Romana Gianesin, vice president of Fashion & Lifestyle di The Walt Disney Company Emea - rientra nella nostra strategia di mettere il consumatore al centro». Luca Martines, presidente Off-Season (Yoox e The Outnet) di Ynap, considera l’intesa come l’evoluzione di un concetto di cui l’e-tailer è stato precursore, quello delle capsule collection e dei progetti speciali. Yoox promuove anche un’iniziativa che riguarda Barbie, l’iconica bambola di Mattel, che nel 2015 è stata reinterpretata da 20 designer, grazie a un progetto realizzato insieme a Vogue Talents: ora le “Barbie OneOf-A-Kind” sono in vendita in esclusiva nell’e-store, per supportare il Fai (Fondo Ambiente Italiano) nella ricostruzione dell’Oratorio della Madonna del Sole a Capodacqua di Arquata del Tronto, uno dei paesi più colpiti dal terremoto del 24 agosto. (a.b.)

SICILIA UNO

La famiglia si allarga From fall-winter 2017/2018 four new brands enter the portfolio of Sicilia Uno Rappresentanze. Dall’autunno-inverno 2017/2018 Sicilia Uno Rappresentanze, specializzata nella moda junior, amplia il proprio portfolio marchi con le collezioni kidswear Elisabetta Franchi La mia Bambina e Dondup Kids, prodotte e distribuite da Gimel, Manuel Ritz, realizzata e commercializzata da Follie’s Group, e John Richmond, che affida produzione e la distribuzione ad Arav Fashion. L’agenzia, attiva in Sicilia dal 1980 e titolare di due location a Palermo e Nicosia (per oltre 1.500 metri quadri di spazi espositivi), ha in scuderia un’altra quindicina di linee under 14, tra le quali quelle di Pinko, Stone Island (nella foto), Dsquared2, Diesel e Fendi. a.t.)

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AFFORDABLE LUXURY

high CONTEMPORARY in versione under 14

0ltre il mini-me c’è dELL’ALTRO Liu Jo, Twinset Simona Barbieri, Pinko, Elisabetta Franchi: nomi dell’affordable luxury che investono nelle taglie mini, partendo dal fatto che le bambine, anche piccole, amano copiare il guardaroba della mamma. Ma riprodurre i capi da grandi in miniatura è solo il punto di partenza di alessandra bigotta

With the debut of Elisabetta Franchi in the childrenswear sector, another name of affordable luxury bets on the little girls’ market, along the lines of other brands such as Pinko, Twinset Simona Barbieri and Liu Jo. The starting point is always mini-me, but a photocopy of the adult is not enough.

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a torta è relativamente piccola, anche a causa della denatalità in Paesi come il nostro, ma nell’arena del childrenswear occupano sempre più spazio i marchi per la donna di impronta contemporary, con un posizionamento nel cosiddetto “affordable luxury”. Basta dare un’occhiata al calendario dell’edizione di gennaio di Pitti Bimbo per rendersene conto: se da un lato il salone saluta il debutto de La Mia Bambina - collezione di Elisabetta Franchi dedicata alle ragazzine dai quattro ai 14 anni e realizzata in collaborazione con Gimel -, dall’altro un marchio già impegnato nel settore come Patrizia Pepe è elencato tra gli highlight della manifestazione. Sono solo due esempi di un fenomeno più ampio, le ragazzine - anche al di sotto degli otto anni - che non accettando i vestiti “da bambina” trovano nel guardaroba della mamma validi spunti. E i brand del settore non vedono l’ora di accontentarle, «anche perché - spiega Elisabetta Franchi - in questo modo rafforziamo il nostro lifestyle». «Oggi più che mai - ribadisce Marco Marchi, vice president & head of style di Liu Jo - le bambine sono consapevoli di quello che indossano». Liu Jo lo ha capito in anticipo e già nel Duemila ha lanciato Liu Jo Junior&Baby, una collezione arrivata a soli cinque anni di distanza dal debutto della linea donna. «Avevamo deciso di raccontarci anche in maniera più giocosa e così è nata la linea - afferma Marchi -. Il bilancio a oggi è positivo, al punto che con la primavera-estate 2017 abbiamo lanciato un nuovo progetto, Escape14, fo-

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calizzato sulla fascia dai dieci ai 16 anni: ragazzine ma non più bimbe, le vere protagoniste di questo millennio. Abbiamo pensato per loro a un pacchetto ad hoc, che si incrementerà ulteriormente con l’autunnoinverno 2017/2018». Anche per Twinset Simona Barbieri questo è un momento di crescita nell’ambito delle piccole taglie. «La decisione di ampliare la linea bambina, dai due ai 16 anni, scaturisce dalla volontà delle clienti di vestire le loro piccole all’in-

segna del romanticismo e dei codici estetici della collezione per le grandi» sottolinea Simona Barbieri, precisando che «nonostante la forte competizione nel kidswear, abbiamo dalla nostra parte un’approfondita conoscenza del mercato nella sua globalità». Attualmente la parte “piccole taglie” incide nell’ordine del 9% sulle vendite di Twinset Simona Barbieri, che nei primi nove mesi del 2016 ha registrato ricavi consolidati per 203,6 milioni di euro, +1,8% sullo stesso periodo del 2015. Dalla primavera-estate 2012 la linea girl, precedentemente affidata a un partner esterno, è stata internalizzata: del resto, si tratta di un campionario di circa 360 pezzi in un’ottica total look. Pinko ha fatto un percorso analogo per Pinko Up, la versione 6-16 anni del marchio, la cui produzione e distribuzione sono state riportate in house dall’autunno-inverno 2016: «Abbiamo fatto questa mossa alla luce del valore di una linea che esiste da diversi anni - dicono dall’azienda -. Su un giro d’affari di 190 milioni di euro, Pinko Up incide solo qualche punto percentuale, ma il business è in aumento». il “mondo bimba”? giocoso ma tutt’altro che semplice Uno dei punti di forza delle collezioni di affordable luxury in miniatura sta nell’imitare il guardaroba della mamma, rileggendolo in chiave fresca ma mai troppo infantile. «Pinko Up potrebbe vestire sia l’adulta che la bambina - confermano da Pinko - anche se per quest’ultima abbiamo


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1. Un insieme di Liu Jo Junior & Baby 2. Ispirazione military-rock per l’outfit di Pinko Up 3. Una preview de La Mia Bambina, collezione di Elisabetta Franchi al debutto durante Pitti Bimbo 4. In azzurro l’inverno 2017/2018 di Twinset Simona Barbieri

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sviluppato un’identità distintiva, rock con classifica del gradimento. Il potere degli un gusto moderno». «Se penso a Liu Jo influencer in questo segmento è fuori diJunior&Baby - interviene Marco Marchi di scussione: per esempio, nelle sue recenti Liu Jo - mi riferisco a un progetto stilistico campagne social Twinset Simona Barbieri a 360 gradi, dalla ricerca alla produzione. ha sfoderato nomi come la 17enne Sistine Il lavoro che c’è dietro a queste collezioStallone, conturbante figlia di Sylvester da ni non è così semplice, perché è necessa284mila follower su Instagram, la modella rio coprire le tante esigenze del cosiddetto 19enne dell’Alabama Abby Champion e “mondo bimbo”: dal daily la più “grandicella” e navial back to school, dalle sigata Linda Tol. Personaggi tuazioni più sportive alla che, tutto sommato, non LE BAMBinE SOnO cerimonia ». «In altri termini sono così fuori target neancOnSAPEVOLi di QUELLO - prosegue - si cerca qualcoche per le mamme. «Oltre cHE indOSSAnO E sa di peculiare e diverso da il 50% delle nostre clienti, dEcidOnO in PriMA PErSOnA cOME VESTirSi. ciò che riguarda la donna senza particolari distinzioni iL LOrO MOdELLO? LE adulta e questo vale non solo di età - informano da Pinko MAMME per il prodotto, ma anche per naviga sul nostro sito prima la comunicazione». Se Liu di effettuare un acquisto nei Jo studia per le collezioni negozi reali. Attraverso la junior campagne e cataloghi curati, ricchi rete aumentano la vicinanza al marchio e di messaggi positivi, per tutti un media da l’informazione sul prodotto. Di conseguencavalcare è Internet, anche se l’espressioza è fondamentale che tutte le linee Pinko, ne risulta generica, visto che per la genecompresa Pinko Up, abbiano un presidio razione Z Facebook sta progressivamente digital e stiamo lavorando in questa direzioperdendo di interesse, Instagram per ora ne. Tra l’altro, a breve partiremo per questa ■ resta un must e Snapchat sta scalando la linea con l’e-commerce worldwide».

LEs COYOTEs dE PARis

STiLi dEL QUArTO ArrOndiSSEMEnT Les Coyotes de Paris is based on a fresh concept for young girls, from six to 20 years of age. Si chiama Les Coyotes de Paris ed è un marchio francese che interpreta creativamente il concetto di “mini-me”. Fondato da Marie (mamma di due gemelli e con un passato in scotch & soda), si ispira al mondo veloce ma poetico delle ragazze del Quarto Arrondissement di Parigi, dai sei ai 20 (e oltre) anni di età. Dietro al prodotto - un mix di classici dell’abbigliamento e contemporary style -, una comunicazione basata sullo storytelling: il sito lescoyotesdeparis. com crea un’atmosfera coinvolgente e le stesse mini-modelle si raccontano in brevi interviste. (a.b.)

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yclu.it


PREVIEW fall- winter 2017/2018

FENDI KIDS

winterland

Stampe, lettering, glitter: è una stagione piena di colore, quella in scena NELle collezioni PRESENTI A PITTI BIMBO E NON SOLO. Dove gli abiti diventano le nuove frontiere della ricerca e del childreN’S lifestyle.. Dal cappottino di Alice Pi, agli abiti su soffici strati luminosi di Simonetta, al multicolor urbano delle felpe di Fendi, al nuovo concetto di eleganza sartoriale di Trussardi. Per un guardaroba invernale che vivacizza il look, L’umore e LA fantasia. di alberto corrado

Prints, lettering and glitter: the collections at Pitti Bimbo and not only, present a season full of color. Clothes become the new frontiers of research and of children’s lifestyle. From Alice Pi’s little coat to Simonetta’s dresses with soft luminous layers, to Fendi’s multicolored urban sweatshirts, to Trussardi’s new concept of sartorial elegance. For a winter wardrobe that brightens the look, the mood and the imagination.

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PREVIEW fall- winter 2017/2018

dream

city

GALLUCCI

KENZO KIDS

VIVETTA

Nuance frizzanti si mescolano ai toni raffinati del rosa e del grigio asfalto rendendo gli abiti, i capispalla e gli accessori allo stesso tempo eleganti e divertenti. E se i sogni dei nuovi cittadini contemporanei sono desideri, con questi capi diventano realtĂ . __________ Sparkling nuances blend with refined tones of pink and asphalt gray, creating clothes, outerwear and accessories that are both elegant and fun. And if the dreams of new contemporary citizens are desires, they come true with these clothes.

SIMONETTA

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ALICE PI

PETIT BATEAU


brit

japan

FRANKIE MORELLO JUNIOR

L:ù L:ù

SO TWEE

Due mondi che si fondono attraverso stampe d’ispirazione giapponese ed elementi British: tessuti in principe di Galles e capi con inserti fluo o spalmati. T-shirt, bomber e abiti sono caratterizzati da applicazioni e zip che donano ai capi un touch punk. __________

DONDUP KIDS

Two worlds merge through Japanese-inspired prints and British elements: glen plaid fabrics and clothes with fluorescent or coated inserts. T-shirts, bombers and dresses, characterized by applications and zips that give the garments a punk touch.

SARABANDA

kids guardiani

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PREVIEW fall- winter 2017/2018

hip

b oy

JECKERSON

BILLY BANDIT

LITTLE MARC JUNIOR

Il nuovo Hip-boy è animato ancora una volta dal duplice spirito Rock&Army. Avventuroso nel suo mix&match, infrange le regole, trasformandole per affermare la propria personalità: lo stile sportivo, il denim e la maglieria contribuiscono insieme a dare vita a silhouette inimitabili. __________ The new Hip-boy is animated again by the dual Rock&Army spirit. Adventurous in its mix&match, it breaks the rules, transforming them to assert its own personality: the sporty style, denim and knitwear contribute to creating a unique silhouette.

DSQAURED2

ZADIG&VOLTAIRE 48

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TRUSSARDI


hip

girl

QUIS QUIS by stefano cavalleri

DOLCE&GABBANA

KARL LAGERFELD KIDS

Capi dedicati alle Hip-girl che giocano a rubare nell’armadio della mamma. Tocchi girly e campiture floreali sono i punti di partenza di un guardaroba femminile, ma grintoso. Delicate stampe si stemperano nei colori del beige, rosa cipria e verde candy, pronte a lasciare spazio al full color negli imbottiti invernali, per affrontare le temperature più rigide. __________ Clothes dedicated to the Hipgirls who play at stealing from their mother’s wardrobe. Girly touches and floral backgrounds are the starting points for a feminine, yet feisty wardrobe. Delicate prints are diluted in beige, powder pink and candy green colors, giving way to full color in the padded winter clothing to face the coldest temperatures. twinset simona barbieri

ARMANI JUNIOR

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PREVIEW fall- winter 2017/2018

f orest

adventure

IL GUFO

BILLIEBLUSH

BOBOLI

S’ispirano a un’avventura nella foresta, calpestando le foglie e giocando con gli arbusti, le collezioni di quest’autunno. A vestire curiosi Hansel e Gretel una mescolanza di felpe, capi e giacche confortevoli, che abbracciano tutti i toni del sottobosco. __________ This fall’s collections are inspired by an adventure in the forest, trampling on the leaves, playing with the bushes. To dress curious Hansels and Gretels, a mixture of sweatshirts, garments and comfortable jackets that embrace all the tones of undergrowth. CARREMENT BEAU

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MINIBANDA


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ORIGINAL MARINES

BOSS

DIESEL KID

Lettering, slogan o collage. Mood urban street da adottare in guardaroba. Dal tempo libero alla scuola. Anche mixati, dove lo sprint in tessuti soffici, confortevoli e resistenti gioca con le tendenze. __________ Lettering, slogans and collages. An urban street mood for the wardrobe. In free time and at school. Also mixed, in which sprint, with soft, comfortable and durable fabrics, plays with trends. ANTONY MORATO JUNIOR DKNY

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PREVIEW fall- winter 2017/2018

sky

rétro

NATURINO

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HERNO KIDS

Tante idee per il ritorno del mountain vintage. Parka, felpe, camicie, stivaletti. Un mondo irresistibile di moda ad alta quota. Ideale in ogni momento, quando serve la funzionalità oltre all’estetica. __________ Many ideas for the return of mountain vintage. Parkas, sweatshirts, shirts and boots. An irresistible world of high altitude fashion. Perfect for every moment when functionality is more important than aesthetics.

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YCLÚ

N°21 KIDS



TREND

BRAND TO watch Sono marchi al debutto o con poche stagioni alle spalle, che stanno conquistando posizioni sul mercato. I plus? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

They are beginners or young brands, which are gaining positions on the market. Their added value? An original concept and a story to tell.

hawkers kids The Spanish web-company makes its debut in the kid segment with a collection of sunglasses. La web-company spagnola Hawkers, nata alla fine del 2013 e oggi attiva in oltre 50 Paesi con un fatturato che nel 2016 dovrebbe toccare i 70 milioni di euro, esordisce nell’universo bimbo con la sua prima collezione kid. Disponibili su hawkersco.com sono sei modelli di occhiali da sole, che si ispirano ai best seller One e Fusion della linea da adulto. L’intera gamma è realizzata in policarbonato con lenti anti-stratch in Pc e si presenta in una confezione con immagini in rilievo, custodia in denim e un set di adesivi da collezionare. Ultracompetivo il prezzo, compreso tra i 20 e i 25 euro.

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CAFFè D’orzo Inside KidzFizz section at Pitti Bimbo, the collection is dedicated to girls between 2 and 18 years old. Focus on soft fabrics and comfortable shapes. Nata da un’idea di Francesca Mandelli e Maurizia Ragazzini, zia e nipote, Caffè d’Orzo è una linea per bambine e ragazze dai 2 ai 18 anni 100% made in Italy, «con tessuti morbidi, forme comode e innovative che trasformano i vestiti in un dolce abbraccio», come spiega Francesca dal quartier generale di Brescia. Gli ingredienti? Tessuti in fibre naturali e biologiche come la seta, il cotone, la lana e il jersey di soia, trattati da finissaggi che ne esaltano la morbidezza, per capi dalle tinte tenui e polverose. Presente nella sezione KidzFizz dell’84esimo Pitti Bimbo, la collezione è distribuita in un centinaio di multimarca italiani ed esteri, tra cui Ragazzini a Brescia, 3CivetteSulComò a Rimini, Fate e Folletti a Forte dei Marmi, con prezzi medi (per gli abiti) intorno ai 120 euro. Oltre alla showroom aziendale per gestire il Nord Italia, sono tre le agenzie di riferimento: Inda Kids per il Centro-Sud, C&C Children’s Wear per gli Stati Uniti e B&L Agents per la Spagna.


LieBLiNGe Ecological, ergonomic, designed for children’s feet: from Berlin a 100% made in Germany collection. Pellami ecologici e anallergici made in Germany e un design che parte da uno studio dell’anatomia del piede dei bambini: è questo il concept di Lieblinge, footwear tedesco creato nel 2013 da Oliver e Nadine Klein, artigiani shoemaker con oltre 15 anni di esperienza nel settore e nell’industrial design, oltre che genitori di due bambini. Un progetto che unisce comfort ed estetica, che da Berlino (dove è attivo anche un negozio) sta ampliando progressivamente gli orizzonti. Le calzature Lieblinge, presenti nella nuova sezione The Nest di Pitti Bimbo, sono vendute anche nell’eshop, con prezzi dai 45 euro in su.

MiNiMALisMA Simple lines, natural materials and comfortable fits: the Maja Akraberg’s brand is a new exhibitor at Pitti Bimbo. Dalla Scandinavia arriva per la prima volta a Pitti Bimbo (nella sezione KidzFizz) Minimalisma, un brand di abbigliamento per la fascia 0-6 anni, disegnato da Maja Akraberg. La mission? Offrire una moda minimal, naturalmente, grazie a linee semplici, materiali naturali, forme funzionali, colori che ricordano i paesaggi nordici. Con un selling price tra i 30 e i 40 euro, la collezione è distribuita in una rete di 70 shop worldwide.

Diesel Kid Dsquared2 Herno Les PeTiTs Il Gufo JOUeURs Invicta The Maria Sole Cecchi’s brand launches its John Gallianofirst men’s collection at Pitti Uomo. Maria Sole Cecchi, fondatrice e designer di Marni Les Petits Joueurs, ha scelto la piattaforma di Pitti Uomo per presentare il suo nuovo progetto: Myths la prima collezione di accessori da uomo. Msgm «In questi anni - racconta - mi sono resa conto della crescente richiesta da parte della clientela Pinko Up maschile di prodotti con forme e disegni più unisex. Per questo ho deciso di ampliare l’offerta Philippe Model di piccola pelletteria, già lanciata con la Resort 2017». Con prezzi al pubblico compresi fra 165 Rock’n Lullaby e 900 euro, la linea è distribuita da Massimo Stone Island Bonini Showroom e debutterà dal prossimo giugno nel monomarca di Firenze e sull’e-shop di Les Petits Joueurs. Trussardi

BACCH snc di Bacchini Chiara & C. Nuova Darsena int. 12 47841 Cattolica Tel 0541 951498 info@bacchrappresentanze.com www.bacchrappresentanze.com Zone rappresentate: Emilia Romagna Marche-Umbria-Abruzzo-Molise Toscana 18_01_2017

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kidS’ world

LIFESTYLE FOR FUN Il lifestyle bimbo della nuova stagione è già in cima ai trend topic. In queste pagine, come in un gioco, ogni marchio rivela tre temi forti: colore, fantasia e innovazione. Ogni azienda, ogni artigiano e ogni designer coinvolto si distinguono per la passione e per l’amore infusi del proprio lavoro. Brand dalle storie uniche, accumunati dalla qualità delle produzione e da un’allure senza tempo. di ALBERTO CORRADO

This season’s children’s lifestyle is already one of the top trending topics. In these pages, like in a game, each brand reveals three major themes: color, fantasy and innovation. Every company, every craftsman and every designer involved stand out for the passion and love that they infuse in their work. Brands with unique stories, distinguished by their products and timeless allure.

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kidS’ world

let’s PLAY

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chicco trio lovemotion ovetto

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oli&carol beauty

caco design jelleries

“amici per la pelle” Electa kids book

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inglesina trilogy optical


Uno spazio lifestyle colorato e gioioso, dove si gioca ad ogni postazione con prodotti e styling su misura. __________ A joyful lifestyle space, where you can play at each station with tailored products and stylings.

Luckyboysunday toys

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safilo accessories

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pura-kiki biberon

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picci porte enfant

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hape toys gourmet chèf

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CAREERS a cura di Andrea Bigozzi

A sinistra Gregorio Borgo, nuovo ceo di Geox, a destra Giorgio Presca, che lascia la poltrona di amministratore delegato del gruppo di Montebelluna dopo 5 anni con una buonuscita di 4,3 milioni di euro

Geox: è Gregorio Borgo il nuovo ceo. Per Presca 4,3 milioni di buonuscita

Corrado Masini entra in Harmont & Blaine The Italian brand hires Corrado Masini (former general manager at Moschino) for global brand direction. Harmont & Blaine rafforza i vertici con Corrado Masini (nella foto). Il manager, con esperienza in aziende del lusso tra cui Giorgio Armani, Diesel, Pinko e piu recentemente Moschino, ha assunto la carica di global brand director e chief commercial officer del marchio del bassotto. L’ingresso di Masini va a potenziare ulteriormente la struttura dell’azienda, completando la prima linea manageriale della società, e avrà l’obiettivo di perseguire importanti risultati di crescita nei prossimi anni, in particolare sui mercati internazionali.

Geox terminates contract with Giorgio Presca and appoints Gregorio Borgo. Gregorio Borgo è il nuovo amministratore delegato di Geox. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione dell’azienda presieduta da Mario Moretti Polegato. Prende il posto di Giorgio Presca, che ha guidato la realtà di Montebelluna dal 2012 ad oggi. All’ex ad, tra cash e azioni, andrà comunque una buonuscita di più di 4,35 milioni di euro. Sotto la guida di Presca, che in passato ha occupato ruoli di vertice all’interno di VF Corporation, nel 2016 il gruppo specializzato in calzature è tornato a distribuire un dividendo dopo due esercizi chiusi in rosso. Quanto a Borgo, nonostante la sua nomina sia effettiva dal cda del 12 gennaio, indiscrezioni di stampa assicurano che già da qualche mese il manager era stato individuato da Polegato per guidare la sua società. Nato a Torino nel 1964, Gregorio Borgo, proviene dal gruppo Pirelli, dove è stato Direttore Generale Operations del settore pneumatici fino al 31 dicembre 2016. Le sue responsabilità erano estese alle unità organizzative legate alla gestione operativa (Manufacturing, Supply Chain, Marketing and Sales), alle Business Unit e alle diverse Regions.

Nuova squadra per John Richmond John Richmond fashion brand announces a new deal with Arav Fashion. The founder remains and presents his first collection of the new era at Pitti Bimbo. Nuova squadra per John Richmond. Il marchio ha affidato ad Arav Fashion (a cui fa capo Silvian Heach) la produzione e la distribuzione delle collezioni, dopo che nell’ottobre scorso il fondo Blue Skye Investment Group è entrato nel capitale di Fashioneast, società proprietaria del brand, con una quota di maggioranza. Lo stilista inglese (nella foto) è stato confermato direttore creativo per tutte le linee. Il suo ufficio stile verrà trasferito a Londra, dove Richmond è già al lavoro. Primo step del nuovo corso, la presenza a Pitti Bimbo, dove vanno in scena le proposte John Richmond Jr. per l’autunno-inverno 2017/2018.

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Sofia Ciucchi passa da Ferragamo a Il Bisonte After 20 years spent in Salvatore Ferragamo, Sofia Ciucchi is the new ceo of Il Bisonte Sofia Ciucchi è il nuovo amministratore delegato de Il Bisonte, marchio di pelletteria e accessori made in Italy. La manager ha una lunga esperienza nel segmento luxury, con un focus particolare sulla pelletteria e gli accessori, avendo lavorato per oltre 20 anni in Salvatore Ferragamo ricoprendo diversi ruoli tra cui quello di vice direttore generale della maison fiorentina. Fondato a Firenze nel 1970 da Wanny Di Filippo, Il Bisonte è stata acquisito da Palamon Capital Partners nel giugno 2015. L’azienda ha un fatturato di circa 21 milioni di euro, oltre 50 monobrand store e una distribuzione in 120 negozi multibrand nel mondo.


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portraits

MARIE-CHANTAL MILLER

Una principessa POp

Marie-Chantal Miller, 48 anni, è un’ereditiera, ha sposato un principe (Paolo di Grecia e Danimarca), è mamma di cinque figli e ha costruito un piccolo impero nel settore della moda per bambini con il marchio Marie-Chantal. La sua ultima esperienza: una capsule collection realizzata per i grandi magazzini Marks&Spencer di Elena Azzola

48-year-old heiress MarieChantal Miller, married to a prince (Pavlos of Greece and Denmark) and mother of five children, has built a small empire in the children’s fashion industry with the Marie-Chantal brand. Her latest creation: a capsule collection produced for the large Marks&Spencer stores.

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• Nel 1995 sposa Paolo, principe di Grecia e di Danimarca, senza doveri istituzionali a causa del colpo di Stato che ha deposto il padre, Costantino II, nel 1973 • La coppia vive negli Stati Uniti e poi a Londra. Nascono cinque figli: Olympia che oggi ha 20 anni, Tino 18, Achi 16, Odysseas 12 e Aristedes 8 • Nel 2000 lancia il luxury kids brand Marie-Chantal • Del 2016 è la collaborazione con Marks & Spencer, per una collezione di childrenswear elegante ma alla portata di un pubblico più ampio

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a stampa inglese ha parlato molto di lei nei mesi scorsi, perché ha disegnato una capsule collection di childrenswear per la catena Marks&Spencer, in vendita nei negozi questo autunno-inverno. Marie-Chantal Miller è un personaggio interessante, che incuriosisce e piace alla gente: è un’ereditiera, ha sposato un principe (Paolo di Grecia e Danimarca), è mamma di cinque figli e ha costruito un piccolo impero nel settore della moda per bambini. Il lancio del suo luxury kids brand MarieChantal è avvenuto nel 2000 quando la bionda signora, oggi 48enne, aspettava il suo terzo pargolo. «Ero cresciuta nel retail (Il padre è Robert Miller, mlionario che si è fatto da sé, co-fondatore di DFS - Duty Free Shops, che apre negozi negli aeroporti di tutto il mondo, ndr) e avevo voglia di lavorare. Ero incinta del mio terzo figlio e occuparmi di childrenswear mi è sembrato naturale», ha raccontato ai media anglosassoni, che la descrivono come una donna solare, dinamica e alla mano, del tutto priva dei modi affettati diffusi nella upper class. Del resto, Marie-Chantal è cosmopolita e figlia di tre culture: è nata

• Marie-Chantal Miller nasce a Londra nel 1968

a Londra, ma ha vissuto a Hong Kong ed è stata educata in scuole in Europa e negli Usa, dove nella tarda adolescenza ha fatto uno stage presso la Factory di Andy Warhol. «La mia linea di moda bimbo ho voluto chiamarla semplicemente MarieChantal - ha dichiarato - perché sentivo forte il desiderio di realizzare me stessa attraverso qualcosa fatto da me». Così ha sviluppato il suo marchio, dal gusto classico e sobrio, bon ton ma con capi anche casual, che utilizza i migliori materiali, dal cotone al cashmere, già indossato da mini celebrity come Harper Beckam e North West. Ora la collaborazione con M&S: 33 articoli, suddivisi in cinque temi, per una proposta che offre l’eleganza della sua lussuosa label ma a prezzi abbordabili (dalle 6 sterline per un pacco di calze da due, alle 60 per uno scialle in cashmere). «Affrontare il retail è così difficile ma io l’ho amato

in ogni momento della mia vita - ha commentato -. Così quando M&S è venuto da me, mi sono sentita realizzata come designer. La collezione è il risultato di 18 mesi di lavoro ed è una meravigliosa opportunità per me, perché la mia moda può avere una diffusione più ampia». Uffici a Notting Hill, casa a Chelsea e rifugio di campagna nello Yorkshire, più che di una principessa Marie-Chantal indossa i panni di una businesswoman e soprattutto di una super mamma che lavora. «La vita è piena con cinque figli (Olympia di 20 anni, Tino di 18, Achi di 16, Odysseas di 12 e Aristedes di 8, ndr), ma i ragazzi mi hanno insegnato a essere paziente e a trasformare le cose negative in positive - ha affermato -. Lavoro molto (il mio modello è mio padre, che ha avuto una splendida carriera, ma è stato anche un fantastico family man) ma il weekend è sacro: la dimensione domestica è importante. Sono al mio quarto libro di Harry Potter: in questi anni l’ho letto ai miei piccoli ogni sera». Più tardi guarda le serie tv: Stranger Things e Bloodline ■ sono le sue preferite.


Q&A A cura di ELENA AZZOLA

FONDATORE E PRESIDENTE DEL GRUPPO RAINBOW

IGINiO STRAFFI

LE MIE NUOVE EROINE STUDIANO MODA

Iginio Straffi, a precocious and talented comic book artist, founded a small animation studio in his native region of Marche, which in ten years has become the largest in Europe, mainly due to the production of the Winx Club series, broadcast in over 150 countries. In 2016 he had new hits with “Regal Academy” and “Maggie & Bianca Fashion Friends”. Lei è il “papà” delle Winx, un cartone cult, che dal 2004 a oggi ha conquistato e continua a conquistare le bambine di tutto il mondo. Il look studiato per Bloom, Stella, Flora, Tecna, Musa e Aisha è stato fondamentale per catturare il favore del giovane pubblico? Sicuramente l’immagine delle Winx è tra gli elementi che piacciono, insieme ai valori che rappresentano e in cui le bambine si identificano. Le Winx sono italiane e portano l’eccellenza del made in Italy nel mondo: la serie Winx Club viene trasmessa in oltre 150 Paesi e non potevamo certo trascurare la moda. La scelta degli outfit delle Winx è molto attenta e scrupolosa: in Rainbow esiste un ufficio stile che si occupa di studiare le tendenze presenti e future, dai tessuti ai colori, di cui si tiene conto nella realizzazione dei look dei personaggi.

Quanto i contratti di licensing per lo sviluppo di prodotti a marchio Winx Club hanno contribuito alla crescita della sua società Rainbow? Il licensing è certamente un aspetto importante per Rainbow, per le Winx così come per le altre property, che sono presenti in un’ampia linea di prodotti per bambini e ragazzi. Questi vanno dai giocattoli, ai libri e ai giochi multimediali e, in ambito moda, dall’abbigliamento agli accessori: abbiamo delle style guide che seguono i tempi delle collezioni stagionali. Rainbow collabora con marchi di moda tra cui l’azienda marchigiana Loriblu per la serie Regal Academy. Siamo a Pitti Immagine Bimbo insieme al nuovo partner licenziatario Love For Denim BV con una capsule collection Vingino che sarà indossata dai Moodboards, la band di Maggie & Bianca Fashion Friends durante una performance. A questo proposito, l’11 gennaio è partita su Rai Gulp la seconda stagione di “Maggie & Bianca Fashion Friends”, la serie con attori in carne e ossa, che racconta le vicende di due ragazze che studiano in una Fashion Academy di Milano e formano una band. Come nasce l’idea di legare moda, musica e amicizia? Sono gli interessi degli adolescenti. E sono aspetti positivi da sviluppare e proporre a questo target. Insieme alla tecnologia, anch’essa veicolata in modo positivo: le due protagoniste hanno un blog, un diario elettronico… La moda è una tematica molto presente in questa serie tv per i teen e siamo certi che appassionerà anche il pubblico internazionale, come già sta accadendo in Italia. Quanto conta l’immagine per le ragazzine di oggi? Davvero tutte amano la moda e vogliono diventare fashion designer? L’immagine conta, ma allo stesso tempo è importante che ogni adolescente segua il suo personale modello e sviluppi la sua personalità. È questo che insegnano Maggie e Bianca. Fondamentale è anche la loro volontà di lavorare duro per raggiungere i loro sogni e le loro ambizioni. Tutti valori positivi che vorremmo trasmettere ai giovani attraverso le nostre serie tv. A quali produzioni sta lavorando ora? Ci sono vari progetti in cantiere, molti di animazione anche per il target prescolare, altri sempre legati al mondo degli adolescenti in live action. I bambini tecnologici di oggi di cosa hanno più bisogno per sviluppare la fantasia, la creatività e formare la propria personalità? Di sognare, di coltivare passioni e interessi positivi, come la musica e la moda: i nostri ■ contenuti puntano tutto su quello.

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06 480 700 75


people di Carla Mercurio

Nathan Leone Di Vaio

Anche i piccolissimi hanno un account He is not yet two months old but newborn Nathan Leone, son of famous fashion blogger Mariano Di Vaio, already has his Instagram profile.

Digitalmodernfamily

«Too cool to be true. E Chloe lo capirà» Luciano, his wife Haiyan and their little daughter Chloe are the protagonists of fashion blog Digitalmodernfamily. From Milan to Messico and Miami, they embody the idea of a modern and dynamic family, at ease with toys and strollers but also between locations, restaurants and photo shoots. «Il complimento più bello che la gente possa farci è “siete proprio come venite nelle foto”. Vogliamo che le persone ci vedano per come siamo realmente», racconta Luciano Parodi, “papà” del blog Digitalmodernfamily. Un sito in cui non c’è un solo influencer a condurre il gioco, bensì un’intera famiglia: Luciano, 44 anni, sua moglie Haiyan, 25, e la loro figlia di 4, Chloe. «Siamo entrambi fotografi di moda e già pubblicavamo immagini e post su Instagram e Facebook. Con l’arrivo di Chloe anche lei è diventata protagonista dei nostri account social. Con il suo carattere esuberante è diventata la mascotte dei nostri servizi fotografici e degli eventi che frequentiamo e due anni fa abbiamo deciso di esordire con il blog». Con il sottotitolo “too cool to be true”, Digitalmodernfamily mira a racchiudere l’essenza di una famiglia moderna e dinamica, che dialoga con un pubblico vasto ed eterogeneo. «Le mamme ci seguono per avere consigli su passeggini, giochi e alimentazione, i ragazzi per scoprire i modelli di scarpe e i prodotti beauty più innovativi - prosegue Luciano -. Abbiamo lavorato a tanti progetti con marchi come Missoni, Hydrogen, Gap, Chicco, Deha, Les Coyotes de Paris, Yamamay, Carpisa, Kiabi, Daniel Wellington, Guess e Diesel, con cui è stato realizzato un progetto mirato per il passeggino Bugaboo. In giro per Milano, nei quartieri e nei locali più suggestivi, o in viaggio per il mondo (dal Messico a Miami), Luciano, Haiyan e Chloe vivono una vita ricca di stimoli. Lo scorso Natale la piccola indossava con naturalezza abitini della collezione Guess Mini Me, che ripropone i vestiti della mamma in taglie piccole. Ma è un’esperienza educativa per una bambina di 4 anni? «Il blog è una chance bellissima per noi. Ci permette di vivere la famiglia in modo diverso - spiega Lorenzo -. È ovvio che a noi adulti spetta il compito di far capire a Chloe che la realtà può essere molto diversa».

Non ha ancora compiuto due mesi ma già appena nato Nathan Leone, figlio del noto fashion blogger Mariano Di Vaio (oltre 5 milioni di follower su Instagram) aveva il suo profilo sul social network. Un account sul quale mamma Eleonora Brunacci scrive: «Ciao sono Ele mamma di Leo! Qui pubblicherò i suoi vestitini». Un primo passo verso la notorietà? Per il momento il papà si mantiene cauto e protegge il "leoncino" dagli sguardi dei follower. Quando è nato, sull'account Instagram di Mariano c'era solo la foto di tre mani: la sua, quella di Eleonora e quella di Nathan, con la scritta: «Voglio ringraziare Dio per averci dato questa gioia. Grazie per tutti i messaggi e il supporto. Siete stati tutti fantastici. E oggi siamo felici di annunciare che la nostra famiglia è +1». Poche settimane dopo, il filmato del bimbo che dorme, con il faccino coperto, e la canzone "You wont' ever be alone" in sottofondo. E ancora, a inizio 2017, Mariano ritratto accanto a una carrozzina bianca: «A passeggio con il mio amore. Non poteva esserci modo migliore per iniziare l'anno» Stesso tenore sulla pagina di Nathan: solo pochi post. E solo vestitini. Del bimbo neanche l'ombra. I fan possono attendere. Ma sull'account di Eleonora c'è qualche spunto in più... Ginevra Grigolo

Il mondo in un click Daughter of Diletta Iacomoni and granddaughter of Monnalisa brand founder, Ginevra Grigolo was awarded first prize in a short film competition reserved for high school students. Si intitola "Il mondo in un click" il cortometraggio con cui Ginevra Grigolo, 17 anni, figlia di Diletta Iacomoni e nipote dei fondatori di Monnalisa, si è aggiudicata il primo premio al concorso di cortometraggio riservato agli studenti delle scuole superiori, "Teen Short Film Festival. Liberiamo la creatività", promosso dalla Regione Toscana, dal Parlamento regionale degli studenti e dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Un vanto per la famiglia, come ha dichiarato mamma Diletta: «Sono molto orgogliosa di Ginevra, che oltre ad aver ereditato il corredo di creatività di famiglia è una ragazza del suo tempo: studia a Los Angeles e coltiva il sogno di lavorare nel ciname. Sono certa che questo riconoscimento la incoraggerà a proseguire con determinazione il suo obiettivo».

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red carpet a cura di xxxxxxxxxxxxx

91ESIMO PITTI UOMO

TRA HERITAGE E AVANTGARDE

Un Pitti Uomo a metà fra passato e futuro quello che si è appena chiuso a Firenze. Golden Goose Deluxe Brand è sbarcato sul “suolo lunare” della Stazione Leopolda con le evoluzioni pirotecniche di skater-austronauti, mentre Paul Smith ha sintetizzato lo spirito della sua nuova PS by Paul Smith con un’esibizione di performer e street dancer alla Dogana. Atmosfere da Apocalypse Now per Tim Coppens, che ha scelto l’Ippodromo del Visarno per il debutto europeo della sua collezione. In primo piano anche la grande tradizione del bel vestire italiano con “Due o tre cose che so di Ciro”, mostra curata da Angelo Flaccavento e dedicata a Ciro Paone, fondatore e presidente di Kiton, e con la cena gourmet alle Serre Torrigiani di Brunello Cucinelli.

L’evento di Golden Goose alla Stazione Leopolda

Tim Coppens saluta il pubblico

I performer di Paul Smith

L’allestimento del dinner di Brunello Cucinelli

Foto di gruppo della famiglia Paone

Hilfiger

stefano RICCI

UN GIORNO CON TOMMY

RIACCENDE LE LUCI IN SALA BIANCA

Protagonista della prima giornata di Pitti Uomo, Tommy Hilfiger si è diviso tra la boutique di piazza Antinori, dove ha rilasciato interviste, la Fortezza, dove ha presentato le sue collezioni tra installazioni artistiche, manichini e display digitali, e Palazzo Corsini, con la collezione menswear Hifiger Edition, prodotta in Italia. Fra gli invitati Lucky Blue Smith, Rafferty Law, Gabriel Kane Levis, Presley Gerber.

Foto di gruppo con le giovani celebrity

Lo stand del marchio a Pitti Uomo

Tommy Hilfiger con Raffaello Napoleone

Negli spazi in cui Giovanni Battista Giorgini organizzò la prima sfilata, nel 1952, Stefano Ricci è riuscito a riportare la magia di un défilé. Le luci degli 11 lampadari di Boemia nella Sala Bianca di Palazzo Pitti hanno illuminato le sue creazioni, per suggellare un importante traguardo, i primi 45 anni del brand. Una ricorrenza festeggiata con una doppia sfilata, che ha visto protagoniste anche le collezioni della linea SR Junior e, in serata, Andrea Bocelli, in frac, insieme ai figli Amos e Matteo, in giacca smoking bianca.

Andrea Bocelli in passerella con i figli Amos e Matteo

Un’uscita del défilé: in primo piano SR Junior

Pitti Uomo on the ridge between past and future. Golden Goose Deluxe Brand has landed on the “lunar soil” of Stazione Leopolda with the pyrotechnic evolutions of skater-astronauts, Paul Smith summarized the spirit of its new PS by Paul Smith with a performance of street dancer. An Apocalypse Now atmosphere for Tim Coppens, who chose the Hippodrome of Visarno for the European debut of his collection and lots of digital and technology for Tommy Hilfiger, both in Fortezza and at Palazzo Corsini. Under the spotlight also the great tradition of Italian menswear, with the exhibition “Two or Three Things I Know About Ciro”, curated by Angelo Flaccavento and dedicated to Ciro Paone, founder and president of Kiton, with Brunello Cucinelli gourmet dinner at Serre Torrigiani and with Stefano Ricci défilé at the Sala Bianca of Palazzo Pitti.

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