FLIP.PAGE FA N 9-2018

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Anno 49 | N°9 del 09.07. 2018 | quindicinale | € 8,00 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N.46) Art. 1, Comma 1 Lom/Mi/1769

Now is the

Moment

Prese dalla frenesia dello streetwear, le capitali della moda sposano una nuova filosofia di uomo contemporaneo

Nella foto: Versace


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PROUDLY PEOPLE Circolo 1901 supports real people.

*No models were harmed in the making of this ADV

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circolo1901.it


N° 9

9 LUGLIO 2018 www.fashionmagazine.it

SOMMARIO

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

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DEAN E DAN CATEN DSQUARED2

«Il segreto è non fermarsi mai»

10 ROBERTA BENAGLIA

STYLE CAPITAL

«La nuova sfida si chiama Re/Done il brand dei nativi digitali» BUSINESS

14 PITTI UOMO &

In copertina

Versace Spring-Summer 2019 @imaxtree

MILANO FASHION WEEK

Pitti centra la formula, a Milano rischiare non è di moda

23 MEGATREND La nuova era dello streetwear

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30 SUSTAINABILITY Fare di più e fare meglio 34 SUSTAINABLE DENIM Anche con un paio di jeans si può salvare il pianeta

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N° 9 9 LUGLIO 2018 www.fashionmagazine.it

SOMMARIO

61 79 39 39 MILANO UNICA & TEXTILE FAIRS Il tessile al centro di un circolo virtuoso 42 PITTI FILATI 83 Superare se stessi è la regola 52 ALTAROMA 2018 Non una fashion week ma un incontro con la creatività 58 PITTI BIMBO 87 Crescere è uscire dalla comfort zone

TREND

89 MENSWEAR

61 PITTI UOMO 94

SPRING-SUMMER 2019

Modern daydreamers

SPRING-SUMMER 2019

Shape of life

94 WHITE

SPRING-SUMMER 2019

73 OUTERWEAR

96 BRAND TO WATCH

SPRING-SUMMER 2019

Cultural transformation

79 MEN’S FASHION SHOWS

SPRING-SUMMER 2019

Evolving hybridization

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The era of materials

99 CHILDRENSWEAR

SPRING-SUMMER 2019

PEOPLE

Breaking rules

105 CAREERS 106 Q&A/TIZIANO GUARDINI «Come il colibrì, faccio la mia parte per salvare l’ambiente » 108 ENGLISH VERSION

89 4

113 FASHION PEOPLE 114 RED CARPET

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Me and my Paul&Shark.

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Questa tornata di presentazioni, fiere e passerelle, riassumibile essenzialmente in una doppia fashion week (quella di Firenze/Milano e quella di Parigi, il resto conta solo relativamente), ha portato alla ribalta dell’ufficialità un uomo nuovo, diverso, più decontratto che mai e anche molto più individualista. Il lento scomparire delle convenzioni formali, fenomeno già fortemente presente nelle ultime stagioni, stavolta ha raggiunto il proprio apice, tant’è che c’è già chi si interroga su un’eventuale fine dello streetwear. Per ora, parafrasando Mark Twain, la notizia della sua morte è grossolanamente esagerata: mai si era vista, infatti, sotto i riflettori di Milano e Parigi una tale sfilza di sneaker, felpe e magliette, sebbene ampiamente corredata - visto il savoir faire dei marchi coinvolti - da capispalla tecnici, pantaloni a vita più alta, short, innovazioni di denim e cappotti di lattice, per citare solo alcuni momenti di una trafila di proposte più variegata e originale che mai. Albeggia dunque un modo di vestire che sta iniziando ad avere implicazioni profonde per il made in Italy. Capi della tradizione tessile e calzaturiera vengono sempre più spesso mischiati, nei look del consumatore, a icone del casualwear più spinto. Tutto è lecito quando si tratta di far sentire a proprio agio questo nuovo uomo, più sportivo e più rilassato, ma forse anche più insicuro che nei tempi passati. Finiti sono i giorni del power dressing. Il maschio si fa sempre più etereo e raffinato nelle sue scelte, ma al contempo più evanescente nella sua componente alfa. Per la filiera produttiva italiana tutto ciò non è necessariamente un male. Basti pensare che due dei più grandi fenomeni della moda maschile mondiale del momento, Off-White e Stone Island, sono di fattezza italiana. Proprio la New Guards Group di Claudio Antonioli, Davide de Giglio e Marcelo Burlon, società milanese a cui Off-White fa capo, è il miglior esempio delle nuove opportunità che si prospettano all’orizzonte. Il saper dialogare con le nuove generazioni è diventato la chiave di volta del momento per azzeccare sia lo stile, sia la comunicazione. Non è un caso che chi, come Claudio Antonioli, è titolare di una discoteca come di un negozio multimarca d’avanguardia, abbia saputo intercettare per primo il nuovo vento che tira, arrivando a totalizzare in pochi anni ben più di 130 milioni di fatturato. Chapeau. Si tratta di un bell’esempio di come sia tuttora possibile, al di là della megalomania dei megabrand, far crescere qualcosa di radicalmente nuovo sul nostro territorio. Interessante è però anche, come sempre, la capacità di Miuccia Prada di saper leggere il futuro, laddove si scorge, nella sua interpretazione, un uomo post-streetwear. Sarà questo il prossimo passo? Non è dato saperlo. Quel che è certo, è che di sneaker ne vedremo calzare ancora tantissime - e non solo quelle delle griffe.

L’EDITORIALE

UN UOMO NUOVO

More firmly than ever, menswear is in the grip of streetwear. Formal attire survives, but just barely. For Italian companies, this has meant new areas of opportunity. Off-White and Stone Island, two of the biggest successes of the moment, have been the precursors of this trend. Many more will follow. Because the call of freedom from convention is being heard by men all over the planet.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

DEAN E DAN CATEN /DSQUARED2

«IL SEGRETO È NON FERMARSI MAI» Dean e Dan Caten, fondatori di Dsquared2, ne sono certi: «Nella moda bisogna sempre andare oltre», persino oltre il successo di un azienda da 230 milioni di euro di fatturato. Così, dopo la sfilata co-ed a Milano e l’evento a Pitti Bimbo per i cinque anni della linea junior, i due stilisti sono pronti alle novità di settembre: una capsule con due celebrities e il lancio di un profumo DI ANDREA BIGOZZI

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«I

l futuro non aspetta: il sistema moda ha bisogno di essere fluido e moderno, come i cambiamenti che avvengono di continuo in passerella». Gli stilisti Dean e Dan Caten hanno le idee chiare sui futuri scenari del fashion system. La ricetta non è campata in aria, ma si basa sulla strategia seguita dal loro marchio, Dsquared2, che sta cogliendo una dopo l’altra tutte le nuove opportunità che offre il mercato: dai Millennials al digital, dalla svolta co-ed alle capsule collection in collaborazione con personaggi dello spettacolo e sportivi. Il tutto senza tralasciare gli aspetti classici del business, come le licenze e le aperture retail. Risultato? Il fatturato del brand nel 2017 è salito a 230 milioni di euro (+5%) e le previsioni per l’anno in corso sono deci-

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The Canadian founders and creative directors of Dsquared2 have no doubts: «In fashion we must always go beyond». So after the co-ed show in Milan and the event at Pitti Bimbo for the five years of the junior line, the two designers are ready for the launch in September of a capsule with two celebrities and the launch of a parfume.

samente positive, come raccontano in questa intervista doppia i due fratelli canadesi che, da quando il brand è rimasto senza amministratore delegato, sono sempre più coinvolti in prima linea in tutte le attività aziendali. Dsquared2 è stato tra i primi brand a scegliere la formula dello show co-ed. Anche a questa fashion week avete fatto sfilare uomo e donna insieme: mai avuto ripensamenti? Dopo quattro stagioni possiamo dire di essere molto soddisfatti della scelta fatta. L’approccio co-ed ci viene del tutto naturale, perché quando pensiamo all’uomo Dsquared2 ci viene in mente subito la donna e vice versa. Inoltre con la sfilata combined

riusciamo a comunicare il nostro mondo in maniera completa. Non ultimo, presentare la donna a gennaio e a giugno ci permette di mostrare la collezione ai clienti con campagne vendita anticipate e soprattutto di beneficiare dell’effetto time to market, arrivando prima nella nostra rete di vendita. Tornereste mai indietro al vecchio schema? Oggi siamo del tutto intenzionati a portare avanti il progetto co-ed, ma mai dire mai. L’idea di tornare sui nostri passi però non è nel nostro stile, piuttosto potremmo pensare a una formula ancora diversa. Il sistema moda ha bisogno di essere più fluido e moderno e i cambiamenti che avvengono in passerella rispecchiano questa situazione.


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1. Dean e Dan Carten 2. Il line up della sfilata primaveraestate 2019 3. I due stilisti all’evento realizzato a Pitti Bimbo per festeggiare i cinque anni della linea junior 4. Le vetrine del flagship store di Milano riaperto da pcoo 5. Dopo il successo di Ceresio 7 Pools and restaurant , gli stilisti vorrebbero aprire un altro ristorante all’estero

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di childrenswear, che sono stati nel segno dell’entusiasmo e di ottimi risultati sul fronte del business: basti pensare che il fatturato della linea è passato in questi cinque anni da 0 a 12 milioni di euro. Ma non ci accontentiamo e ci piacerebbe sviluppare le collezioni in quei mercati in cui l’adulto è già forte, aumentare la presenza retail a livello mondiale e implementare il canale online. Intanto a settembre farete parte della fashion week con un progetto. Si parla di una collaborazione con personaggi dello sport e dello spettacolo...Cosa potete anticiparci? Non possiamo svelarne i dettagli, ma si tratta di una collaborazione molto interessante per una capsule uomo e donna. È la prima volta che lavoriamo a otto mani su un progetto di collezione. Queste ultime settimane per voi sono state intense: non solo la sfilata della spring-summer 2019, ma anche l’evento a Pitti Bimbo per il quinto compleanno della collezione junior con Brave Kid... Il party è stato davvero molto divertente, ha rispecchiato in pieno questi cinque anni

Di fatto il marchio è da quasi un anno senza un amministratore delegato. Questa assenza ha portato a ridefinire anche il vostro ruolo? Siamo coinvolti in tutte le attività ancora più di prima, supportati dai nostri top executive e da un team di consulenti molto competenti. Questo ci impegna moltissimo, ma ci rende ancora più orgogliosi del nostro lavoro. In questo modo riusciamo a capire anche al meglio tutte le dinamiche, dallo stile al momento dell’acquisto da parte del cliente finale, il che ci aiuta a migliorare molti aspetti interni e a svilupparne dei nuovi. Quindi il nuovo ceo può attendere... In realtà ci stiamo lavorando, ma nel frattempo ce la stiamo cavando bene lo stesso.

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Prima il lancio del ristorante, poi la palestra e infine la guest house: ora tutti si aspettano il debutto nell’hospitality da parte vostra. Rientra nei piani? Ceresio 7 Guest House, la Gym&SPA e il ristorante fanno parte di un progetto lifestyle capace di creare un’esperienza Dsquared2 totalizzante, in grado di completare e raccontare in maniera più approfondita il brand, ma anche un po’ di noi. Per il momento non abbiamo in mente un debutto nell’hospitality e neppure del design, mentre ci piacerebbe aprire un ristorante all’estero. Ad ogni modo, la nostra creatività e la voglia di sviluppare nuovi progetti potrebbe roanche condurci in quella direzione. Ci sono novità sul fronte delle licenze? Si tratta di un business che cresce bene. Con Marcolin, per l’eyewear, abbiamo rinnovato fino al 2021, mentre abbiamo appena siglato una nuova partnership con Euroitalia per le fragranze, che ci legherà fino al 2029. A fine settembre arriverà il primo profumo e sarà declinato al maschile e al femminile. (Anche se Dean e Dan non aggiungono altro, c’è già aria di gran debutto alla fashion week, ndr). ■

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INTERVIEW

ROBERTA BENAGLIA/STYLE CAPITAL

«LA NUOVA SFIDA SI CHIAMA RE/DONE IL BRAND DEI NATIVI DIGITALI» Style Capital continua nella campagna acquisti. Dopo Sundek, forte_forte e Msgm, il fondo di private equity ha preso il controllo di un marchio losangelino di denim, una startup da 20 milioni. Ma Benaglia è pronta a spingere ancora sull’acceleratore: «Prevediamo altre tre operazioni, non siamo neanche a metà del nostro piano di aggregazione». DI ANDREA BIGOZZI

Inside Styles Capital’s expansion plans. The private equity investor, which includes investments in Msgm, forte_forte, Sundek and recently in Re/Done, has an ambitious growth strategy. As its founder Roberta Benaglia explains to Fashion.

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a un lato i nuovi investimenti, dall’altro quelli già siglati da far esplodere, magari con un’impennata di fatturato. Roberta Benaglia - fondatrice e ceo di Style Capital sgr, che gestisce fondi di private equity destinati a investire in piccole medie imprese con un focus su made in Italy e moda - dopo l’ingresso in Sundek, forte_ forte e in Msgm ha appena chiuso una nuova operazione, acquisendo il controllo di Re/Done, marchio di denim basato a Los Angeles e digital oriented. Ma Benaglia, che in passato ha portato al successo Golden Goose, non ha intenzione di fermarsi qui: «Prevediamo altre tre acquisizioni, praticamente non siamo neanche a metà del piano di aggregazione» racconta l’ingegnere prestato alla finanza, tra i protagonisti del Netcomm Focus fashion & lifestyle, organizzato con Fashion il 10 luglio. In portafoglio ci sono quattro marchi molto diversi tra loro: qual è il metodo Benaglia? In realtà è semplice: investiamo sempre su aziende con una bella storia di crescita da raccontare, numeri in regola e fatturati già compresi tra i 20 e i 50 milioni, che con il nostro aiuto possono raggiungere i 100 milioni. Sono marchi che hanno già una chiara direzione stilistica e un’attività wholesale ben avviata, per i quali noi interveniamo con una strategia di business development, inserendo all’interno delle aziende nuove figure manageriali, incrementando l’incidenza del canale retail attraverso piani di aperture molto intensi e spingendo sull’internazionalizzazione. Lo stiamo facendo con Msgm e forte_forte con grandi opening in arrivo, rispettivamente a Londra e Parigi. Anche Re/Done rientra nell’identikit? Questa operazione per Style Capital è qualcosa di molto nuovo. Re/Done è un’azienda ameri-

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cana con tre anni di vita e una progressione di fatturato interessante: 7, 13 e 20 milioni. Il suo è un business model tipico dell’era digitale: le collezioni si presentano online o sui social solo quando sono pronte per la vendita. Ha già una forte incidenza dell’ecommerce, canale da cui arriva il 40% delle vendite e per ora è un fenomeno “locale”, perché concentra il 70% delle vendite negli Usa. Ma sotto la nostra guida inizierà un viaggio verso l’Europa.

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1. Roberta Benaglia 2. Un look forte_ forte 3. Re/Done è la new entry di Style Capital 4. Il co-branding tra Msgm e Sundek fondo

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Che cosa l’ha spinta a sceglierlo? In primis il suo grande potenziale di crescita, ma anche l’estrema diversità rispetto a tutti gli altri marchi. Mi piace il fatto che ognuna delle aziende in portafoglio possiede una sua storia: Re/Done è un marchio nativo digitale, con tutte le opportunità e le sfide che questo compor-

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ta. Di forte_forte mi ha conquistato il link stretto con un clientela di fedelissimi, un tipico esempio di “brand not too hot but always warm”. Poi c’è Msgm, un marchio contemporary, sempre in tra3 sformazione, con un gran seguito tra i Millennials e infine Sundek, un evergreen, con un target dai 6 ai 60 anni e per cui ogni cambiamento è da studiare attentamente. Riesce ancora a occuparsi in prima persona dello sviluppo di tutti e quattro i marchi? Non sono operativa nella gestione day by day, ma cerco di seguire ogni sviluppo da vicino. Diciamo che il mio è un ruolo da direttore d’orchestra. ■


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NEWS A CURA DI ELISABETTA FABBRI

TOP 10 MOST PAID INFLUENCERS Influencer

Cachet Engagement Follower per post ($) (mln utenti*) (mln**)

Huda Kattan

18.000

54,0

25,7

Cameron Dallas

17.000

24,0

20,9

Jennifer Selter

15.000

6,3

12,0

Nash Grier

13.000

3,3

10,0

Zoe Sugg

13.000

3,2

11,0

Chiara Ferragni

12.000

40,2

13,0

Julie Sariñana

10.000

4,7

4,8

Aimee Song

9.000

3,6

4,8

Danielle Bernstein

7.000

4,7

1,8

Liz Eswein

6.000

4,7

1,4

Fonte: Blogmeter Periodo: dicembre 2017 - febbraio 2018 *Somma di like e commenti su Instagram **Fan di Instagram

A PALAZZO MEZZANOTTE

ANALISI

CLASSIFICHE/INFLUENCER

IL NETCOMM FOCUS È SU FASHION&LIFESTYLE

CONTEMPORARY E ONLINE SHOPPER SOTTO LA LENTE

HUDA KATTAN LA PIÙ PAGATA AL MONDO

Netcomm Focus fashion&lifestyle is scheduled on 10 July in Milan, at Palazzo Mezzanotte to discuss digital innovation comparing fashion and lifestyle.

At Netcomm Focus fashion&lifestyle event ContactLab maps digital performances of contemporary fashion brands and Astound Commerce compares US and Italian

Beauty influencer Huda Kattan is the highest paid Instagram influencer on earth, as evidenced by a ranking by Blogmeter. Chiara Ferragni comes sixth.

Moda e lifestyle si confrontano sul tema dell’innovazione digitale all’evento Netcomm Focus fashion&lifestyle, organizzato dal Consorzio del commercio elettronico italiano e da Fashion per il 10 luglio a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. Alle 9 aprono i lavori Roberto Liscia (presidente di Netcomm) e Marc Sondermann (ceo e direttore di Fashion ed eBusiness), con Alessandra Domizi (Google Italia) ed esponenti di Keros Digital e Dhl. Un primo panel vuole fornire spunti su come amministrare l’innovazione per crescere. Sul palco Lars Feldscher (Astound Commerce), Roberta Benaglia (Style Capital), Alice Carli (L’Autre Chose), Pietro Negra (Pinko), Alessandro Rizzoli (GetConnected) e Alessandro Varisco (TwinSet). Secondo tema di discussione è la “personalized experience”, con speaker come Claudio Antonioli (Antonioli boutique), Roberto Serafini (L’Oréal Luxe), Alexandra Tobler (Westwing) e il contributo di Sap Customer Experience. Il terzo approfondimento, dedicato all’omnichannel lifestyle, dà la parola a Fabio Bonfà (Vente Privée e Privalia), Andrea di Nicolò (Iceberg), Olga Iarussi (Triumph International) e Paola Trecarichi (Hipay). Sul finale Marco Pozzi di ContactLab presenta la Digital competitive map del contemporary fashion (vedi news accanto) e premia le realtà più virtuose.

Il Netcomm Focus fashon&lifestyle è l’occasione per analizzare le performance digitali del contemporary fashion e confrontare i fashion e-shopper di Italia e Usa. Dalla Digital Competitive Map tracciata da ContactLab, che esamina 19 marchi italiani - dalla C di Coccinelle alla W di Woolrich - i più performanti sono Pinko (nella foto, il sito), Furla e Patrizia Pepe, tenendo conto di parametri che vanno dalle strategie digitali alla customer experience (periodo: febbraio-giugno 2018). In generale, il settore vanta significative competenze nell’esperienza di navigazione sui siti, una molteplice attività social e un ottimo livello di localizzazione in Ue e Russia. Può invece fare di più nell’internazionalizzazione, nei servizi cross channel, nello style advisory e a livello di tracciabilità. Uno studio di Astound Commerce confronta gli shopper di Italia (500 intervistati) e Usa (1.000 intervistati) che comprano online almeno quattro volte l’anno, spendendo oltre 250 dollari (periodo: marzo 2018). La maggior parte del totale dice di fare acquisti «più volte al mese» e i Millennials «settimanalmente». Metà e oltre della spesa online degli americani, su base semestrale, è incentrata sulla moda mentre gli italiani dichiarano una quota fra il 21% e il 49%. Cambia anche l’approccio: gli statunitensi cercano soprattutto l’affare, gli italiani l’assortimento ampio, preferendo un selezionato gruppo di retailer e prodotti in linea con il proprio profilo.

Huda Kattan, beauty influencer americana di origine iraniana da 25,7 milioni di follower su Instagram (dove posta nove contenuti circa al giorno) è l’influencer più pagata al mondo. In base a una classifica stilata dall’azienda di social media intelligence Blogmeter, un post sponsorizzato da lei costa circa 18mila dollari. Il suo engagement mensile (somma di like e commenti) è di circa 54 milioni di utenti. Cameron Dallas è secondo, con un cachet di 17mila dollari per post. Youtuber, modello e attore, conta 20,9 milioni di follower e vanta un engagement mensile di 24 milioni di utenti. Al terzo posto Jennifer Selter - uno dei fondoschiena più apprezzati dagli Instagrammer, con 12 milioni di follower -, che chiede 15mila dollari per sponsorizzare un post. Al quarto posto Nash Grier, noto per i video comici, con una parcella di 13mila dollari e 3,3 milioni di interazioni, seguito da Zoe Sugg (conosciuta anche come Zoella, che spazia dalla moda al beauty), che chiede la stessa cifra ma conta 3,2 milioni di interazioni. L’unica italiana nella top10 è Chiara Ferragni, sesta con post sponsorizzati per 12mila dollari ma con numeri da podio in termini di interazioni mensili (40 milioni) e seguaci (13 milioni). Chiudono la lista Julie Sariñana, Aimee Song (entrambe attive nella moda e lifestyle), Danielle Bernstein (fashion blogger di WeWoreWhat) e la fotografa Liz Eswein.

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PITTI UOMO + MILAN MEN’S FASHION WEEK

Msgm

Craig Green

I BUYER ALLA SETTIMANA DELLA MODA MASCHILE ITALIANA

PITTI CENTRA LA FORMULA A MILANO RISCHIARE NON È DI MODA

Così lontani, così vicini. Milano mantiene la leadership commerciale, ma la sua fashion week fatica a trovare una compiuta espressione contemporanea. Al contrario Pitti Uomo, nonostante i limiti logisitci di Firenze, ha conquistato i compratori per la sua dimensione 4.0 orientata a spettacolo, storytelling e networking, oltre che alla vendita di merci DI ANDREA BIGOZZI

For retailers Pitti Uomo is getting more influential in menswear, showing a very strong connection to innovation, but Florence is not yet a suitable place to host an event. In Milan buyers saw commercially trendssolid, but less foresight.

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a buona notizia è che la campagna vendita per la prossima primaveraestate sembra essere partita bene per le showroom milanesi (compresi gli ordini raccolti a Parigi nei loro spazi temporary). La cattiva notizia è che invece, ancora una volta, gli addetti ai lavori sono arrivati alla fine del fashion month dedicato al menswear chiedendosi se la settimana della moda maschile di Milano sia oggi abbastanza forte per reggere il confronto con quella di Parigi, o se ormai non debba spettare a Firenze il ruolo di vera alternativa alla

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fashion week francese. «D’altronde - è il commento più ricorrente da parte dei buyer incontrati tra Firenze e Milano - ormai l’offerta più commerciale di Pitti è ben bilanciata, con la presenza di marchi di tendenza e di griffe di prima linea, senza contare che tra eventi creati direttamente dagli organizzatori del salone e altri, frutto dell’iniziativa delle singole aziende, il programma della manifestazione assomiglia più a quello di una fashion week che a quello di una fiera». A favore di Pitti Uomo anche il grande riscontro mediatico:

la quattro giorni fiorentina appassiona sempre più il pubblico generalista, sia su giornali che sui social network, anche all’estero. A convincere i compratori del successo della manifestazione più che i numeri (i visitatori sono rimasti stabili, abbondantemente sopra le 30mila presenza) è la sua formula di fiera allargata, con idee e designer sempre nuovi. «La forza di Pitti Uomo - esordisce Andrea Galbiati di Folli Follie e The DoubleF - è quella di aver trovato una sua compiuta espressione, decisamente contemporanea. Il padiglione


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MUST HAVE

n°21

SPRING - SUMMER 2019

CANÈ: «LA FORZA DI I GO OUT? ESPORRE IDEE E NON MERCI»

Giorgio Armani

Praticamente nessun buyer ha salutato Pitti Uomo94 senza aver prima visitato I go out, il nuovo progetto dedicato all’outdoor style. Soddisfatto del riscontro Andrea Canè, direttore creativo di Woolrich, che ha collaborato con Pitti Immagine alla realizzazione della sezione, dove ha debuttato la linea Outdoor del brand: «Il livello generale dei marchi era ottimo, con un paio di nomi come South2 West8 e Mountain Research, che per la prima volta esponevano fuori dal loro mercato». E già si pensa a come potenziare l’iniziativa. «Prioritario sarà puntare su marchi con storie nuove da raccontare e approfondire il link con l’ambiente. Credo che le fiere debbano diventare luoghi dove i marchi non sono solo merci, ma idee. Con questo spirito si creano opportunità di aggregazione e si cura il rapporto con il consumatore finale». (c.me.)

Camicie Resort

Giacca Doppiopetto

Msgm

Andrea Canè, who has cooperated with Pitti for the creation of the new must-see “I go out” section: «Very satisfied with this area».

BUYER STUFI DELLO STREETWEAR: «IL RITORNO DELLA GIACCA È POSSIBILE, TOCCA A NOI LANCIARE IL MESSAGGIO»

Prada

Denim su Denim

Plein Sport

Anche per la primavera-estate 2019 i trend predominanti saranno sportswear e streetwear, ma sulle passerelle di Prada e altri (N°21 e Fumito Ganryu) si sono fatti largo look più puliti e capi classici, come giacche e pantaloni. Siamo pronti al ritorno di un certo minimalismo? «Lo spostamento verso un tailoring giovane e rilassato ci sarà, ma avverrà lentamente. Il cliente chiederà ancora Versace T-shirt e felpe per un po’» è convinta Federica Montelli di Rinascente. In realtà quello che si profila è un ritorno a metà del formale, perché i pezzi stretwear non scompariranno, ma saranno molto meno “hype”. «Lo styling sarà un aspetto sempre più centrale - conferma Beppe Angiolini di Sugar -. Il cliente ci chiederà sempre più come mixare pezzi sartoriali e streetwear». C’è anche chi, come Beppe Nugners, si dice convinto del futuro commerciale della giacca maschile: «C’è lo spazio per un ritorno dice - ma molto dipenderà dalla capacità dei multimarca di lanciare certi messaggi. In Italia ci sono almeno dieci negozi che hanno la cultura del prodotto per tentare il rilancio».

Tennis / Sport Vintage

Prada

Streetwear remains the major focus of the collections, but some buyers said that there are first signs of a return to a young tailoring.

Short

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PITTI UOMO + MILAN MEN’S FASHION WEEK

centrale ormai è una enorme stati conquistati da Craig Grepiattaforma di networking, en. «Con questo show ha dimoaspetto sempre più centrale per strato di essere molto cresciuto chiunque operi in questo settore. e di essere all’altezza di un’auInvece il nuovo spazio dedicato dience internazionale» ha comall’outdoor, I go out, è semplicementato Chris Kyvetos di mente l’esemplificazione di Stylebop.com, mentre in tanti come deve essere una fiera 4.0». si sono fatti conquistare dai deA MILANO HO Il nuovo progetto sviluppato da signer giapponesi: «Abbiamo AMATO ZEGNA, Pitti Uomo e nato da un’idea di letteralmente perso la testa per PRADA E MSGM, Andrea Canè, direttore creativo Bed JW Ford, ma anche la priA FIRENZE CRAIG di Woolrich, ha conquistato ma collezione di Fumito GREEN. TRA I MUST davvero tutti: «Impossibile non Ganryu è stata grandiosa e HAVE SHORT, POLO E notarlo e non esserne favorevolmolto promettente» fa il punto CAMICIE A MANICHE mente impressionati» commenLee Goldup di Browns. Tra gli CORTE ta Alix Morabito di Galeries aspetti positivi dell’edizione Alix Morabito Lafayette. «Se fossi il titolare di numero 94 di Pitti Uomo anche Galeries Lafayette un negozio che si occupa di una minor presenza di street outdoor style, l’avrei eletto da style di plastica all’ingresso dei subito una tappa imperdibile dentro la ForBastioni e sui muretti del cortile della Fortezza» sono invece le parole scelte da tezza. Insomma, ora che la manifestazione Claudio Antonioli di Antonioli per prosi è liberata anche di alcuni eccessi pop, muovere a pieni voti il progetto. Nell’elenche cosa le manca per lasciarsi alle spalle co dei sostenitori dell’iniziativa anche Fel’etichetta di fiera commerciale e conquiderica Montelli di Rinascente e Lee Goldup di Browns. Neanche un titolo come quello del New York Times, «Dandy is dead», apparso durante i giorni della manifestazione, è del resto in grado di spaventare gli organizzatori del salone, perché al suo posto ci sono tante valide alternative, come dimostrano il progetto legato ai designer scandinavi, stand-kolossal LUISAVIAROMA come quello di HO TROVATO HEAD OF MENSWEAR Birkenstock e anLA FASHION WEEK’ che gli ospiti interFor Massimiliano De Marianis the SOTTO TONO, CON nazionali selezioItalian season was not so new. Only ZEGNA E VERSACE nati questa stagioPrada tries to redefine young elegance. AL MEGLIO. PITTI HA ne. Sulla carta GRANDI OSPITI MA «Non farei grandi distinzioni fra Pitti e meno forti di quelÈ ANCORA LEGATA Milano: più o meno tutti i marchi sono rimasti li delle passate torALL’IMMAGINE DEL concentrati sul filone dello streetwear, anche nate (che avevano DANDY se noi buyer ci aspettavamo qualcosa di schierato nomi nuovo. L’eccezione è stata Prada. Se poi, come JW AnderRiccardo Tortato come spesso capita, il brand si confermerà son, Virgil Abloh Tsum capace di fare tendenza, penso che tra di Off-White, Raf sei mesi inizieremo a vedere meno tute in Simons e Gosha Rubchinskiy) sono stati acetato e sneaker in sfilata. Tra gli outsider, una rivelazione: solo la sfilata di Roberto trovo che Htc Los Angeles sia artefice di Cavalli, nonostante la location unica (ma un rilancio molto convincente, tra vintage, scomoda da raggiugere), ha lasciato tiepidi underground e vero spirito made in Usa». gli animi dei buyer, che al contrario sono

MUST HAVE

SPRING - SUMMER 2019

Versace

Sneaker

Sunnei

Marni

Al Collo

Mixed Print

Fendi

MASSIMILIANO DE MARIANIS

Lenti Colorate

16

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Palm Angels

Arancione


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PITTI UOMO + MILAN MEN’S FASHION WEEK

CHRIS KYVETOS STYLEBOP.COM BUYING DIRECTOR

Prada and Marni have been the standout shows in Milan for Chris Kyvetos. Green the best at Pitti. To notice Versace’s sneakers. «Tra i momenti da ricordare della fashion week c’è Prada . Anche Marni è stato convincente, merito di un Francesco Risso sempre più sicuro di sé. Su Pitti non ho dubbi, il clou è stato Craig Green. Tra gli outsider, Sunnei ha creato uno show eccellente, Palm Angels continua a evolversi, anche se questa collezione era più commerciale rispetto a quella punk della scorsa stagione. Anche Glenn Martens per Diesel è un progetto ben concepito. Le sneaker resteranno dei best-seller: da ricordare le Nike alla sfilata di Craig Green e il modello Versace firmato da Salehe Bembury».

stare la stessa considerazione di una fashion week? «È la città a non essere pronta a questo passaggio, non il salone dice Federica Montelli di Rinascente -. Per una realtà come la nostra, questo resta un appuntamento vitale sul fronte dello scouting. La sua formula “diffusa”, aperta a tutta la città, è efficace da certi punti di vista. Tuttavia fare avanti e indietro dalla Fortezza rende il lavoro davvero complicato, anche perché gli spostamenti a Firenze

Ermenegildo Zegna

possono essere un problema. Al contrario di quello che capita a Milano, dove la vita per noi buyer è molto più semplice». In effetti, il rapporto con la città è l’aspetto di Milano Moda Uomo che in questo momento funziona meglio, perchè in generale la fashion week soffre di più di Pitti Uomo e per più ragioni, nonostante l’impegno di Camera Nazionale della Moda Italiana. Intanto per il calendario sempre più ridotto, dovuto anche al fatto che molti marchi

(compreso Gucci) scelgono altri luoghi e modalità per presentare le proprie collezioni (le sfilate co-ed durante la donna), poi per la ripetitività delle proposte e l’assenza cronica di nomi nuovi di alto livello. Certo ci sono delle eccezioni, a cominciare da Prada, che stavolta è stata eletta, praticamente all’unanimità, non solo come la miglior collezione, ma anche come la più innovativa, capace con la sua sfilata di promettere un cambiamento molto atteso dai

LE RESORT DONNA ALLE SFILATE UOMO: PER FARSI NOTARE SERVE MASSA CRITICA Men’s fashion week inluded three women’s labels shows. «A too limited range to leave a mark in the calendar» retailers say. Doveva essere ricordata come la prima fashion week maschile aperta anche le collezioni primaverili femminili, tra cui quella di Alberta Ferretti, in avvio di manifestazione, del brand Aalto e di Stella McCartney. Una contaminazione, che però sembra non aver portato risultati impattanti dal punto di vista commerciale, almeno a giudicare dai pareri raccolti tra i buyer presenti a Milano. «Sulla carta - fa notare Federica Montelli di Rinascente - l’idea è interessante, ma va potenziata. Tre show da soli non costituiscono una fashion week nella fashion week e quindi non richiamano in città i buyer del womenswear». Scettico anche Andrea Galbiati di Folli Follie e The DoubleF. «Mi piacerebbe che la fashion week uomo fosse 100% menswear. Il settore se lo merita». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Riccardo Tortato: «C’è un po’ di confusione nei calendari- ribadisce il buyer di Tsum e anche la scelta dei brand di sfilare co-ed a settembre non Stella McCartney è granché smart dal punto di vista commericale».

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Aalto Alberta Ferretti


CLAUDIO ANTONIOLI Bed J.W. Ford

compratori: il parziale superamento del trend streetwear e iper decorativo, in favore di uno stile più semplice e di un’eleganza “giovane”, sempre all’insegna della comodità. Tra le note positive anche Marni: Francesco Risso sta costruendo un mondo molto articolato intorno al marchio e si sta facendo apprezzare da molti, a cominciare da Hirofumi Kurino di United Arrows. Successo anche per Ermenegildo Zegna e Versace. Si dice molto preoccupato per il

futuro di Milano Moda Uomo Beppe Nugnes di Nugnes 1920: «Milano è stata sostenuta dalle sole sfilate di Prada, Dolce&Gabbana e Fendi. Non abbastanza, infatti molti buyer da Firenze sono andati direttamente a Parigi. Si parla tanto di asse tra le due città, ma in realtà i due eventi viaggiano a velocità diverse. Giusto che le sfilate restino dove sono, anche perché il capoluogo toscano non potrebbe reggere un evento come la fashion week, ma forse quelli di Milano dovrebbero farsi aiutare dagli organizzatori di Pitti, abilissimi nello scouting e nell’internazionalizzazione». Alle preoccupazioni di Nugnes si aggiungono quelle di tanti colleghi, come Andrea

CARMEL IMELDA WALSH STEFANIAMODE.COM ART DIRECTOR

Ph. Jeong Ilkwon

In terms of collections, Walsh plauded Prada’s new tailoring, Msgm’s cartoon print, Neil Barrett’s colorfull approach. « Sono tanti i temi interessanti di questa stagione, prima fra tutti l’esplorazione di una nuova mascolinità attraverso il sartoriale. Il tocco formale con referenze sportive è dato in particolare dagli accessori e scarpe classiche. Prada con i suoi short ha reso le gambe la nuova parte del corpo di tendenza. Versace ha abbandonato l’immagine di macho proponendo un uomo sensibile, con stampe floreali. Neil Barrett per la prima volta si è fatto contagiare dai colori e ha funzionato! Super convincente Msgm, con le stampe di Mila e Shiro».

ANTONIOLI FOUNDER AND OWNER

Antonioli found Pitti more interesting than Milan in terms of brand scouting. He mentioned Craig Green and Prada. «Un bilancio della settimana della moda italiana maschile? Che dire, Pitti fa sempre un lavoro egregio, mettendo insieme un prodotto super commerciale e nomi slegati dal business, come Craig Green. Di Milano è più difficile parlare in toni entusiastici. Tra le sfilate la mia preferita è stata Prada, collezione 10 e lode. Quanto alle nuove tendenze, sono certo che si imporranno una maggior pulizia e tailoring, ma non torneranno mai più i tempi degli abiti formali e della cravatta. Ormai l’uomo non può prescindere dalla comodità».

Galbiati di Folli Follie e di buyer internazionali come Riccardo Tortaro di Tsum e Lia Pagoni di Gruppo Pagoni: «Ci vuole più gente in città». Parlando coi buyer tra una sfilata e l’altra emerge un altro limite del sistema milanese, fatto di club chiusi, che rendono difficile far emergere gli outsider di talento. I casi di Palm Angels, Sunnei, Gcds (presente con un party) sono tra le poche eccezioni. «Certo, questo è un problema che si registra anche all’estero fa notare Claudio Antonioli - ma a Milano in particolare. Finché non si aprirà a nomi rilevanti e internazionali e non si metterà fine ai vecchi privilegi, garantiti ai soliti

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PITTI UOMO + MILAN MEN’S FASHION WEEK

GIOVANI TALENTI IN CERCA DELLA RIBALTA: MILANO MODA GRADUATE PREMIA MEDAGLIA The fashion week hosted the closing event of the Milano Moda graduate talent scouting program, dedicated to the students.

Marni

nomi, sarà impossibile una rinascita». Nessuno mette in dubbio il ruolo commerciale del capoluogo lombardo, che grazie alla presenza delle showroom multimarca resta leader, ma il rischio è che sia la fashion week a diventare marginale dal punto di vista delle tendenze. Non si può fare affidamento sempre e soltanto su Prada e, se non si vorrà che le discussioni legate agli show milanesi siano sempre quelle sui grandi assenti e sulla concorrenza di Parigi - e, magari, di Firenze - oltre che sul momento d’oro della città dal punto di vista del food e del design, bisognerà davvero lavorare sulla contaminazione tra industria e scuole, tra big name e new designer, tra sportwear e tailoring, tra inclusivo ed esclusivo. «Forse - conclude Mario Dell’Oglio, presidente di Camera Buyer Moda - un’anticipazione di futuro l’abbiamo vista allo Street market, organizzato al White. Un nuovo concept aperto anche al pubblico, con sfilate, talk e performance. Forse è arrivato davvero il tempo di coinvolIL TREND PIÙ gere il consumatoFORTE È IL RITORNO re finale alle DI PANTALONI E fashion week, ma GIACCHE TAILORING in maniera attenta. DA ABBINARE COI Un primo passo è CLASSICI DELLO stato fatto» (hanno SPORTSWEAR collaborato AlesCandice Fragis sandra Bigotta e Farfetch Carla Mercurio) ■

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LEE GOLDUP BROWNS MENSWEAR BUYER

Lee Goldup enjoyed the modern outdoor aesthetic in Florence. Bed JW Ford and Prada displayed a strong energy. «A Pitti abbiamo letteralmente perso la testa per Bed JW Ford, ma anche per il livello dell’offerta in Fortezza con nomi interessanti come Arc’teryx Veilance, Downhill Allterrain e Dyne. A Milano, il mio show preferito è stato quello di Prada, che a ogni stagione ti sorprende, al contrario degli altri brand in calendario, che seguono sempre i trend del momento. Sunnei ha confermato tutto il suo potenziale. Tra i trend promuovo il fluo, il running/cycle e gli occhiali da sole tecnici».

In una stagione in cui Pitti Uomo ha momentaneamente congelato il contest per giovani talenti Who Is On Next? versione maschile e i buyer lamentano la cronica assenza di new name nel calendario di presentazioni e sfilate milanesi (tra gli outsiders assoluti i più apprezzati sono stati M1992, Triple RRR e Big Uncle), c’è da augurarsi che il vincitore della quarta edizione di Milano Moda Graduate faccia presto parlare di sé. Il premio, consegnato da Renzo Rosso, è andato a Mauro Muzio Medaglia (insieme nella foto), fresco di diploma alla Accademia Costume & Moda di Roma. L’evento ha visto la partecipazione di otto giovani talenti finalisti che hanno sfilato con altrettante capsule collection.

GRAZIE AI BUYER INCONTRATI ALLE SFILATE PER IL SUPPORTO • Beppe Angiolini Sugar • Claudio Antonioli Antonioli • Mario Dell’Oglio Dell’Oglio Palermo• Massimiliano De Marianis Luisaviaroma.com • Candice Fragis Farfetch • Andrea Galbiati Folli Follie e The DoubleF • Lee Goldup Browns • Luca Italiani Italiani • Hirofumi Kurino United Arrows • Chris Kyvetos StyleBop.com • Federica Montelli Rinascente • Alix Morabito Galeries Lafayette • Paolo Mantovani Mantovani Boutique • Beppe Nugnes Nugner 1920 • Keisuke Ogata Takashimaya Co. Ltd. • Lia Pagoni Gruppo Pagoni• Riccardo Tortato Tsum • Carmel Imelda Walsh Stefaniamode.com


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DOPO IL BOOM, L’EVOLUZIONE

LA NUOVA ERA DELLO STREETWEAR

Sneaker, felpe e T-shirt à go-go. Nelle ultime stagioni la moda della strada ha imposto i suoi codici e dettato legge anche all’establishment del lusso. Ma funzionerà ancora? E dopo cosa verrà? Rispondono buyer e rappresentanti DI ANGELA TOVAZZI

During the latest fashion week, streetwear was once again the undisputed protagonist of collections, with successful contaminations from the luxury world. But buyers and agents warn: in the future only advanced streetwear will win.

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hiuso il sipario sul fashion month del menswear, c’è un’immagine che più di tutte si impone sulle altre, rimbalzata a ruota libera sul web e i social di mezzo mondo: quella dell’uscita finale di Virgil Abloh, che in un lungo abbraccio piange sulla spalla dell’amico Kanye West. Uno scatto che sintetizza la commozione spontanea per la prima prova come direttore creativo del djstilista alla corte di un marchio blasonato come Louis Vuitton e, al tempo stesso, la consacrazione di un nuovo modo di intendere la moda, di comunicare, di fare enga-

gement per usare un termine 4.0. Virgil non è un designer qualunque: è il teorico dell’inclusività, il guru dello streetwear, quello che più di tutti è riuscito a nobilitare la moda della strada portandola nell’alveo del lusso, tanto da essere chiamato dal ceo Michael Burke per instaurare un dialogo tra una delle griffe più antiche di Francia e i Millennials. Quei blazer total white portati con la T-shirt e le sneaker in apertura di show hanno de facto ufficializzato quello che si respira da alcune stagioni - il clash e la contaminazione tra street e high fashion - e sancito

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1. Virgil Abloh, lo stilista che più di tutti incarna lo streetwear deluxe. A capo della sua linea di culto Off-White, durante l’ultima fashion week parigina ha debuttato come direttore creativo di Louis Vuitton. Classe 1980, nato a Rockford (Illinois) da emigrati ghanesi, Abloh non è solo uno stilista: è anche ingegnere, architetto, designer, dj e influencer 2. L’uscita finale di Louis Vuitton sulla passerella al Palais Royal

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che magliette, felpe e scarpe da ginnastica sono ormai il mainstream. Ma è legittimo chiedersi: questa egemonia dello streetwear, in termini di vendite, è ancora positiva o finirà per essere controproducente? Spinge la creatività o la appiattisce? E soprattutto: cosa verrà dopo? «Sia la prova di Virgil Abloh da Louis Vuitton, sia quella di Kim Jones da Dior Homme - risponde Tiberio Pellegrinelli, fashion e buying consultant per diversi luxury multibrand italiani - hanno testimoniato che oggi la moda è quella della strada e che essere scollati dalla strada è essere fuori dal tempo». Non a caso lo streetwear ha attecchito con forza sul mercato, azzerando le distanze anagrafiche tra Generazione Z, Generazione Y e Baby Boomer, in una giovinezza estetica sospesa che ubbidisce in primis al bisogno di comfort e di un’immagine decontratta. «Rispetto al periodo pre-crisi - aggiunge Pellegrinelli - tutti lavoriamo e ci spostiamo di più. Ovvio che la comodità viene prima di tutto. Da qui non si torna indietro. Questo fenomeno andrà sicuramente avanti per almeno quattro-sei stagioni». Di certo, stando a quanto ci dicono buyer e rappresentanti, lo streetwear è riuscito a dare anche una bella sferzata al business dell’uomo, facendosi portavoce delle nuove correnti estetiche delle community giovanili e conquistando schiere di consumatori prima agnostici e moda-scettici. «Ricordiamoci - interviene Riccardo Grassi, titolare dell’omonima showroom - che questo tormentone, codificato dalle generazioni che comunicano via Instagram e leggono riviste culto della street culture come Hypebeast, ha contribuito a far tornare nei negozi gli under 30-35, che latitavano da una decina d’anni». Non solo. Come evidenzia l’imprenditore, questa tendenza ha creato «oggetti del desiderio più affordable, come felpe, T-shirt e sneaker, trasformandoli in icone» e preparato così l’humus favorevole per «la nascita nel mondo di 200-300 nuovi store». «Parliamo - precisa Grassi - di spazi belli e frequentati come Spectrum e One Block Down, per citare delle realtà milanesi». D’obbligo fare i nomi di questa “renaissance” della moda da strada, riuscita a scalare tutta la piramide del fashion, fino a dettar legge all’establishment del lusso: «In Italia un ottimo lavoro è stato fatto da Stone Island - dice Grassi -. Se vogliamo attenerci agli ultimi eventi della moda maschile, a Firenze il podio va a

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SPRING-SUMMER 2019

IL COMFORT DETTA LEGGE Sneakers are high-tech, jumpsuit is the new men’s uniform, colors are fluorescent, accessories are part of clothing: from catwalks, the must-haves for Spring-Summer 2019. SNEAKER FOREVER La supremazia continua. Le sneaker restano nella top list dei desideri. Da avere a qualunque prezzo.

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Rick Owens

CROSSBODY BAGS Smartphone e portafoglio a portata di mano, con il massimo della comodità: arrivano le crossbody bag. Louis Vuitton

JUMPSUIT & CO.

Valentino

Bande laterali, silhouette morbide: la tuta è ancora la divisa preferita del popolo metropolitano.

Fumito Ganryu, che ha presentato uno streetwear davvero innovativo. A Milano a Palm Angels. A Parigi a Rick Owens, che ha “spaccato” con una sfilata fantasmagorica. Cito anche altri due brand che si stanno muovendo in maniera davvero interessante: White Mountaineering e A-Cold-Wall». Sul fatto poi che con questa tendenza si possa continuare a fare cassa, Grassi si dice

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convinto che «resterà un forte argomento di vendita, ma a livello di prodotto lascerà il posto a un’offerta più evoluta, con più colori rispetto al nero dominante, materiali pregiati e capi di valore». Questo è il punto: in che fase è lo streetwear e, in particolare, cosa verrà dopo? «Siamo nel momento della maturità - risponde Paolo Mantovani, titolare delle boutique Mantovani -. Resta in auge perché espressione di un cambiamento profondo nel modo di relazionarsi alla moda, grazie a un approccio più rilassato che coinvolge tutti i segmenti del fashion system, con il “padre” del luxury streetwear Virgil Abloh a fare da capostipite, ma anche big company come Burberry e Balencia-


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1. Lo streetwear proposto da Dan e Dean Caten sulla passerella milanese di Dsquared2 2. Il primo look uscito in pedana firmato da Kim Jones per Dior Homme 3. Un insieme di Ih Nom Uh Nit visto a Parigi 4. Uno degli outfit presentati dal giapponese Fumito Ganryu, ospite speciale a Pitti Immagine Uomo

ga, protagoniste di interessanti operazioni di métissage mediante l’accoppiata con stilisti come Riccardo Tisci e Demna Gvasalia». Senza contare il fatto che si tratta di una moda transgenerazionale: «A cambiare è solo il grado di estremizzazione del look, che va in parallelo con l’età - precisa Mantovani -. Se a portare T-shirt, felpa e scarpe da ginnastica sono soprattutto i ventenni, i 50enni possono usare le sneaker per sdrammatizzare un blazer doppiopetto». Conferma Piero Tordini, titolare della showroom milanese Marcona 3: «I fan dello streetwear non sono solo i Millennals. C’è un forte interes-

Photo by Première Vision

se anche da parte di persone più adulte, con un’attenzione maniacale verso tutto ciò che è limitato ed esclusivo. L’età non centra». Proprio perché il pubblico di riferimento non è rubricabile in target generazionali e il prodotto deve risultare appetibile agli under come agli over 30, l’offerta si sta progressivamente evolvendo, caricandosi di contenuti: «Andremo verso una maggiore pulizia, raffinatezza e profondità - precisa Tordini -. Non ci sarà spazio per le interpretazioni approssimative». Tra i nomi da tenere d’occhio l’imprenditore segnala Represent, «nuovo brand da noi scoperto e del quale siamo distributore mondiali. I fratelli George e Mike Heaton, 23 e 25 anni - commenta - sono geniali e hanno occhi molto attenti alle esigenze delle giovani generazioni. La loro è un’interpretazione corretta del nuovo streetwear». Da menzionare anche Ih Nom Uh Nit: «Quel “pazzo” di Chaz (Jordan, ndr) - dice Tordini - è un fenomeno. Nel giro di un anno siamo riusciti a essere presenti in quasi tutti i top client mondiali». In ogni caso, bando a superficialità e ripetitività: questo sembra essere il mantra per le stagioni a venire. Non bastano una felpa con cappuccio e le bande laterali sui pantaloni per accaparrarsi i riflettori. «Ormai siamo bombardati dai messaggi streetwear e in mezzo a una tempesta di sneaker - osserva Cesare Tadolini, alla 4 guida de L’Incontro di Modena -. Marchi come Off-White e Gcds la fanno da padroni, soprattutto nelle vendite online, ma si tratta di proposte che ben si attagliano solo per un pubblico di giovanissimi». «Se vogliamo rivolgerci anche a una fascia di consumatori più ampia ed esigente - precisa - lo streetwear deve essere diluito, garbato, filtrato, meno esarcerbato». Esempi? «Non si può non citare Virgil Abloh per Louis Vuitton - risponde -. La sua collezione porta lo streetwear in una nuova era e la cosa più interessante è che è

Hirofumi Kurino Senior advisor creative direction United Arrows Giappone

«BASTA MAGLIETTE E SNEAKER, È IL MOMENTO DI ANDARE OLTRE» Hirofumi Kurino, in Milan for the men’s fashion week, about sneakers and T-shirts says: «It’s time to go further».

Della fashion week milanese ho apprezzato il colore, i motivi vivaci, le sovrapposizioni. In particolare, tra i marchi mi è piaciuto Marni uomo, per la freschezza delle proposte e lo “sport feeling”, declinato in modo pulito e accattivante. Quello che invece non vorrei più vedere sono le Tshirt con il logo in bella mostra: meglio secondo me giocare sulle stampe e su mix di tinte pulite, anche a righe. Non sono stato favorevolmente impressionato da quello che ho visto nei negozi milanesi durante questa trasferta: un’overdose di magliette e sneaker che appiattisce l’offerta, la rende noiosa. Cerchiamo di uscire da . (a.b.) questo circolo vizioso!

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portabile da un quindicenne come da un ottantenne. Una rivelazione». L’imprenditore cita anche Dsquared2 - «uno streetwear morbido, più vicino al mercato reale» -, Plein Sport e Versace. Sicuramente, una volta “digerita” del tutto la lezione della moda da strada come portavoce di nuove istanze che provengono dal basso, il made in Italy avrà molto da dire: «Credo che lo streetwear come lo abbiamo visto fino a ora - commenta Ermanno Lazzarin, del multimarca Eral 55 in corso Como a Milano - sia lo specchio dei desideri dei più giovani, che sembrano scegliere determinati codici vestimentari non tanto per valorizzare la propria immagine, quanto per sentirsi parte di una community, di una tribù, senza esprimere giudizi di valore in merito al bello e alla qualità dei prodotti indossati». Inteso così, senza una sapiente rielaborazione, lo streetwear non può che essere «una bolla». «Fondamentale è invece - conclude Lazzarin - non assecondare le proposte prive di spessore, a favore di quelle frutto di reale ricerca, soprattutto che non tradiscano il savoir faire italiano. Viviamo in un Paese di grande cultura. Se vogliamo mantenere appeal nei confronti del mondo estero dobbiamo continuare a scommettere sulla vera bellezza». ■

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DEBUTTO IN VIA TORTONA

WHITE STREET MARKET FA CENTRO The first edition of White Street Market - the «festival of fashion and street culture in Milan» attracted more than 8.800 visitors during the Men’s Fashion Week.

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1. Un insieme del brand White Mountaineering 2. Lo stile Mcm visto in occasione di Pitti Uomo a Firenze 3. Lo streetwear secondo OffWhite, marchio top seller di Virgil Abloh 4. La passerella parigina di Represent 5. Un look firmato A-Cold-Wall 5

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Il festival del fashion e della cultura street White Street Market (Wsm) convince: in oltre 8.800, fra grande pubblico e addetti ai lavori, hanno visitato lo spazio Base-ex Ansaldo di Milano, fra il 16 al 18 giugno, in concomitanza con le sfilate. La sezione del salone White, creata con Probeat Agency e nss factory, ha esordito con un variegato mix di presentazioni di brand del settore (tra gli altri Fair Play La Martina, Sergio Tacchini, arena Icons, GShock e Gabber Eleganza) e momenti d’incontro, dai party con il sound curato da Club to Club (il festival di musica avant-pop di Torino), ai talk per riflettere sulla sostenibilità. Con il film The Dawn Truth Patagonia ha comunicato il suo impegno contro l’inquinamento idrologico, mentre Obey ha proiettato in anteprima Obey Giant sulla storia dello street artist Shepard Fairey, fondatore del brand. A documentare le subculture degli anni ‘60, ‘70 e ‘80 la mostra fotografica Within the subcultures, che ha attinto dall’archivio Getty, mentre per un tuffo nella New York di Andy Wahrol e Keith Haring c’erano gli scatti di Ricky Powell. Tra le location più affollate, la “sneakers arena” curata da Sneakerness (il maggiore evento europeo per appassionati e collezionisti di stringate) e lo spazio adidas Originals, focalizzato sulla tecnologia P.O.D. System. «White Street Market premia tutti noi - commenta Massimiliano Bizzi, fondatore di White - per il coraggio e il grande lavoro nell’aver creato una formula che innova il nostro settore e lo rende più contemporaneo. Farà parte certamente del nostro futuro, solo per le edizioni dell’uomo». (e.f.)

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SUSTAINABILITY

L’IMPERATIVO DELLA FILIERA A MONTE

FARE DI PIÙ E FARE MEGLIO

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La sostenibilità è un onere ma anche un investimento. L’alto della filiera ne è convinto e auspica più uniformità nelle certificazioni e la condivisione dei costi, con brand e consumatori DI ELISABETTA FABBRI

Sustainability is a burden but also an investment. The top of the supply chain is convinced of this and hopes for more uniformity in certifications and cost sharing, including fashion brands and customers.

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n terzo degli europei e degli italiani riconosce alle etichette eco un ruolo importante nelle decisioni di acquisto. Lo attesta uno studio di Eurobarometer dello scorso autunno, che tiene conto delle risposte di quasi 28mila cittadini Ue in tema ambientale. Il marchio Eu Ecolabel - per citare uno dei più diffusi, istituito in Ue nel 1992, indicante prodotti di qualità environmentally friendly - è conosciuto da almeno metà degli intervistati di Francia e Danimarca ma solo dal 17% degli italiani (in coda alla lista, come i britannici). Per oltre il 90% del campione la protezione ambientale è importante per sé stessi. A preoccupare sono soprattutto il cambiamento climatico, l’inquinamento dell’aria e la produzione di rifiuti. La filiera del fashion è consapevole di queste sensibilità dei consumatori? E se sì, come si sta muovendo? A sentire manager e imprenditori del monte della filiera, il messaggio è arrivato ma la messa in pratica di comportamenti virtuosi in un’ottica green e sostenibile è articolata e complessa e necessita il coinvolgimento di tutti. «I consumatori di oggi sono più pronti e proattivi che in passato

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- commenta Andrea Crespi, direttore generale di Eurojersey, nota per i tessuti Sensitive Fabrics - ma la filiera della moda non lo è altrettanto e il monte deve darsi una mossa. Il 95% dei clienti pensa alla sostenibilità perché è una strategia di marketing. Tuttavia c’è un 5% che viene da noi per vedere non tanto le nostre proposte tessili, ma come le facciamo senza delocalizzare». «Già 10 anni fa abbiamo preso una posizione chiara - prosegue - puntando sul processo. Abbiamo fortemente investito le persone di una responsabilità, per portare avanti delle evoluzioni mentali: fare di più e fare meglio in modo da ridurre l’impatto per 6 metro quadro di prodotto. Di certo la sosteniTeflon EcoElite™ finish for durable water bilità è un percorso che non finisce e nel diveimpatto», ribadisce Botto Poala. Non a caso repellency and water-based stain protection. nire vedo nascere novità e idee che innescano allo scorso Pitti Uomo Reda - unico lanificio teflon.com/ecoelite un cirolo virtuoso». «Nel 2004 la sostenibilità al mondo che vanta la certificazione Emas - ha non era così “cool” - sostiene Ercole Botto presentato nella gamma di tessuti “active” una ™ and Clean Portfolio for water, Poala, ceo di Reda - ma era già nella Teflon nostra Shieldmembrana resistente ma biodegradabile, che oil and stain non protection. visione. Diventerà indispensabile per restare lascia traccia nell’ambiente. «L’interesse competitivi: i consumatori in condizione di per la sostenibilità c’è - conferma l’imprenteflon.com/portfolio benessere aumentano, consumano e sprecano ditore - specie da parte dei clienti più grandi, © 2015 The Chemours Company FC, LLC. Teflon™, Teflon EcoElite™ and any associated logos are di più, mentre le risorse non sono illimitate». con maggiore visibilità, che sono controllati trademarks or copyrights of The Chemours Company FC, LLC. Chemours™ and the Chemours Logo trademarks of The «Noi vogliamo continuare a ridurre il are nostro daChemours varieCompany. associazioni e movimenti, ma sono Replaces: K-28707 C-10113 (7/15)

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1. La fattoria Bellavista, presso Kangaroo Island, che fornisce lane pregiate a Botto Giuseppe 2. Il marchio Ecolabel 3. Un filato della linea Naturalis Fibra di Botto Giuseppe 4. Alcune novità di Lanificio dell’Olivo per l’inverno 2019 5. Una proposta Zegna Baruffa Lane Borgosesia 6. Il trattamento idrorepellente Teflon EcoElite su una giacca Chemours

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ancora a un livello di “analisi interiore”. Invece devono fare emergere dall’oscurità il monte della catena produttiva. Il problema è che stanno cercando di farlo ai minori costi possibile». A suo avviso, deve maturare la coscienza che la sostenibilità è un onere che non può essere a carico solo dell’alto della filiera ma di tutti, incluso il consumatore. «L’Italia - sottolinea - è l’unico Paese ad avere ancora una filiera completa e abbiamo l’obbligo e il dovere di fare qualcosa, non solo furbescamente. Credo che il sistema della moda italiana si stia muovendo nel modo giusto: c’è la consapevolezza di un problema comune e auspico che in luglio si torni a discutere insieme nell’ambito del Tavolo della moda. Stanno nascendo marchi giovani e sostenibili, con storytelling mirati ai

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Millennials, policy di eco-management, uffici dedicati alla sostenibilità. La nostra scelta non è più una questione di etica bensì di sopravvivenza». L’APPROCCIO CAMBIA, I CLIENTI SI INFORMANO PER PRIMI «Dal 2015 a oggi l’interesse dei nostri clienti per la sostenibilità è stato crescente - afferma Massimiliano Denna, a.d. della Giovanni Brugnoli -. E se all’inizio era difficile farsi capire, adesso sono loro che chiedono per primi. Da circa un anno tutta la filiera è coinvolta e la maggior parte mostra un interesse concreto». Specializzata nei tessuti a maglia, Brugnoli sta puntando tutto su BR4. «Si tratta - spiega il ceo - di una famiglia di tessuti bio-based rinnovabili, realizzati con Evo by Fulgar (filo ricavato dall’olio di ricino, ndr), che dalle quattro varianti iniziali oggi è salita a 30. Ma è anche una tecnologia, mediante la quale il processo produttivo riduce del 20% il consumo di acqua e di energia, rispetto a una produzione standard». Per comunicare il brand BR4, l’azienda realizza brochure e label da applicare al capo finito, in accordo con i brand utilizzatori. A proposito di nuove sfide Denna dice: «Stiamo mappando l’impatto ambientale, che già oggi ci vede con parametri inferiori a quelli della normativa italiana ed europea, ma vogliamo fare di più». «C’è sicuramente attenzione al tema in tutta la filiera, che vuole cogliere un’istanza del consumatore finale - ribadisce Paolo Todisco, a.d. di Zegna Baruffa Lane Borgosesia - . Forse è ancora presto misurare nei fatti, cioè nelle scelte d’acquisto, l’impatto reale di un prodotto realizzato da aziende dal profilo sostenibile». «I nostri

clienti - aggiunge - spesso richiedono certificazioni su aspetti della produzione, in alcuni casi incaricano specialisti per una due diligence in stabilimento. Riteniamo che il Bilancio di Sostenibilità che abbiamo redatto per la prima volta quest’anno possa fornire tutte le risposte necessarie». Tra i dati che emergono nel documento c’è un -5% nei consumi energetici fra il 2016 e il 2017, un -8,5% di acqua prelevata e un -30% di quella scaricata. La produzione dei filati è quasi interamente certificata OekoTex. «Abbiamo iniziato tre anni fa a proporre la gamma sostenibile Naturalis Fibra - racconta Silvio Botto, managing director della Botto Giuseppe -. Per un paio d’anni è stato un prodotto di nicchia ma ora la richiesta ci sta portando ad ampliare l’offerta. Al cashmere abbiamo aggiunto la lana, anche mischiata alla seta». La linea ha inserito di recente una lana merino proveniente da una fattoria certificata dell’isola protetta di Kangaroo Island, di particolare lucentezza e corposità, e uno dei cashmere più pregiati, della capra Changthangi, allevata da una fattoria nell’Alashan, in Cina. I processi produttivi di Naturalis Fibra sono certificati Cradle to Cradle, che controlla anche le tinture. Fondamentale, secondo Botto, è la promozione al cliente finale, dal negozio ai siti online, visto che anche i Millennials si mostrano interessati: «Noi forniamo le foto delle farm, alcuni clienti le hanno visitate e certificate. Realizziamo anche etichette con le spiegazioni che alcuni marchi, noti e meno noti, accettano». A proposito di farm e tracciabilità, Fabio Campana, direttore commerciale di Lanificio dell’Olivo afferma: «La filiera, specie in ambito pratese, sta facendo passi da gigante e la sensibilità ai temi green è comune un po’ a tutti. Spostandosi un po’ più in là, all’origine della materia prima, le cose cambiano. Se si pensa all’alpaca proveniente dal Perù, un programma responsabile è difficile da portare avanti ma in tempi brevi si dovrebbe arrivare ad avere allevatori certificati. È una delle nostre sfide». Con “Going green” il lanificio è tra i precursori per l’attenzione alle tematiche sostenibili. Il programma prevede, tra l’altro, l’adesione al protocollo di corporate social responsibility del network 4sustainability (promosso da Consorzio Promozione Filati), la gestione del rischio chimico seguendo il Roadmap to Zero (ZDHC) e l’adesione al progetto Detox di Greenpeace, che mira all’eliminazione delle sostanze pericolose per l’uomo e l’ambiente. «Partito dall’outdoor e dallo sport, il discorso della sostenibilità si sta

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allargando alla moda - osserva Cinzia Gatti, consulente marketing di Teflon - . Non si tratta solo di una tendenza ma di una nuova attitudine». «Anche tra i fornitori - prosegue - troviamo partner sempre più attenti. Quanto al consumatore, lavoriamo con i brand per una maggiore sensibilizzazione, attraverso operazioni di co-marketing e co-branding». Tra le novità della casa Gatti cita Teflon EcoElite, un trattamento eletto tra i prodotti dell’anno al Bio-Based World News Innovation Awards 2018. Applicato ai tessuti, forma una barriera invisibile in grado di renderli idrorepellenti, senza cambiarne la mano e l’aspetto. La sua specificità è che non impiega fluoro e che contiene il 60% di sostanze rinnovabili. Inoltre resta efficace fino a 30 lavaggi: di fatto ha una durata di tre volte superiore ai trattamenti esistenti non-fluorurati. I BRAND PARTNER PER LA PROGETTAZIONE E LA FORMAZIONE «Oggi tutti i clienti sono pressanti sul tema - dice Maria Teresa Betti, che si occupa di sustainable communication in Radici Group -. Ci chiedono di essere loro partner non solo nella progettazione ma anche nella formazione, per fare scelte migliori. Eseguono controlli anche diretti, con una logica di miglioramento reciproco». Radici Group ha cominciato a pubblicare il bilancio sociale nel 2003 e dal 2010 redige quello della sostenibilità. Nel più recente (sul 2016, con l’analisi di 21 aziende produttive e della holding) il produttore di fibre sintetiche impiegava più della metà dell’energia da fonti rinnovabili e in sei anni aveva ridotto del 51% le emissioni nell’aria (-68% di sostanze inquinanti). I dipendenti erano stati coinvolti in oltre 53mila ore di formazione. In più annunciava l’entrata in vigore di Codici di Condotta di fornitori e clienti. Una delle sfide maggiori di Radici, dopo i materiali per l’ecodesign, è far sì che tutti i prodotti del tessile vengano riciclati meccanicamente e diventino materia plastica per usi tecnici e industriali. Va in questa direzione un gilet in nylon per lo sci presentato lo scorso maggio che si può recuperare in toto: tessuto (in Raditek fine, una poliammide ad alta tenacità), imbottitura (in Radilon staple fibre), cerniera (in poliammide) fino ai cordini (in nylon, con una percentuale minima di elastomero). Come fanno notare dall’azienda, questo caso di economia circolare va nella direzione indicata dal Parlamento europeo: entro il 2025 le municipalità dell’Ue dovranno organizzare la raccolta dei

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rifiuti tessili per avviarli al riciclo. In materia di riutilizzo, alla Giovanni Lanfranchi, nota per le cerniere Lampo, realizzano modelli dai nastri in poliestere riciclato Newlife. «Non facciamo solo prodotti green - specifica il ceo Gaetano Lanfranchi -. Tutto il ciclo produttivo è ecosostenibile». I prodotti dell’azienda sono certificati Oeko-Tex da oltre un decennio e anni fa è stato sottoscritto l’impegno Detox. In più, il 60% del nylon delle cerniere pressofuse è rigenerato e riutilizzato. Cursori, alette e componenti sono in zama di prima fusione e gli scarti in zinco vanno ad aziende che li riciclano, così come quelli in ottone dei dentini. Tra i nuovi traguardi Lanfranchi parla di un impianto di galvanica che ha permesso di raddoppiare la capacità produttiva e diminuire del 30% il consumo di acqua e del 35% gli scarichi in fognatura: «L’eco-sostenibilità è un costo ma anche un investimento». TROPPE CERTIFICAZIONI, È TEMPO DI FARE CHIAREZZA Uno dei problemi della moda sostenibile è, secondo gli addetti ai lavori, la miriade di certificazioni ed enti certificatori: un vero e proprio business nell’ottica della trasparenza, ma il cui impatto sui consumi non è ancora chiaro. «Per un’azienda come Zegna Baruffa, con oltre 2mila clienti nel mondo - afferma il ceo Todisco - la molteplicità degli interlocutori e la varietà di richieste, non sempre razionali, sono un problema. In relazione a ciò, si è ritenuto di dare una risposta ampia attraverso il Bilancio di Sostenibilità». «Bisogna fare chiarezza sui parametri da utilizzare a livello

di tutta la filiera - sostiene Denna (Brugnoli) -. Vanno discussi intorno a un tavolo per avere un approccio comune. Ogni brand oggi ha un proprio protocollo, con richieste specifiche, talvolta, specie a livello chimico, non soddisfabili». «Oggi non c’è una certificazione superiore alle altre - ribatte Silvio Botto (Botto Giuseppe) -. Ognuno segue la sua via: chi la fa internamente e chi no. L’importante è che il cliente verifichi». «Noi abbiamo sposato il tema Iso, riconosciuto a livello internazionale e replicabile - ribatte Maria Teresa Betty (Radici) -. Se ci chiedono altre certificazioni, si cerca di mediare».«A volte - osserva l’esperta - le etichette non sono basate su dati certificati e possono confondere il consumatore. Basta presentare un prodotto con un campo fiorito, per evocare un comportamento green che non è detto sia veritiero». «L’Ecotex osserva Gaetano Lanfranchi (Lanfranchi) - è un’ottima certificazione ma sta perdendo terreno. Con Camera Moda si sta lavorando a un capitolato unico: dobbiamo essere pratici ed evitare capitolati monstre, in modo che un’azienda debba sostenere un costo una volta l’anno. Non che ogni settimana si trovi ad affrontare un nuovo protocollo, magari di 50 pagine, con sostanze “marziane”, da verificare riga per riga. Auspico che i clienti della filiera siano realistici». «Bisogna evitare la moltiplicazione di oneri e problematiche - concorda Crespi (Eurojersey) -. Con SmiSistema Moda Italia (dove Crespi è delegato alla Sostenibilità, ndr) stiamo facendo un lavoro virtuoso per individuare linee guida che mettano d’accordo il monte e il valle».


1. La membrana sostenibile Reda Active Lifeproof a Pitti Uomo 94 2. La produzione da Brugnoli 3.Un interno di Eurojersey 4. La label che si può seminare creata da Redmark 5.Una cerniera in Newlife di Lanfranchi

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accettare i costi della sostenibilità». Gaetano Lanfranchi stima un 10-15% per le cerniere, Fabio Campana un 5% per un filato in cotone organico. «Nord Europa e Usa hanno una sensibilità più spiccata dell’Italia - specifica -. Da noi tende a prevalere l’idea di costo aggiuntivo ma la situazione cambierà: chi vorrà un prodotto sostenibile dovrà accettare un dato costo e alcuni compromessi in termini di resa, rinunciando, per esempio, a certe performance nelle colorazioni dei materiali riciclati». «Credo che il prezzo più o meno si equivalga - afferma Cinzia Gatti di Teflon -. In ogni caso, chi sceglie un prodotto sostenibile decide sulla base di criteri diversi dalle cifre, lo fa perché ha una visione». «I brand arriveranno a pensare che se un prodotto costa meno, allora è in antitesi con la sostenibilità - ribatte Andrea Crespi di Eurojersey -. La spesa va

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TRAGUARDI VERDI

A BIELLA MANIFATTURE TESSILI LA ISO 14001 Biella Manifatture Tessili got the Iso 14001 certification and is waiting the social accountability SA8000.

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«Conto sull’evoluzione della dichiarazione ambientale di prodotto Epd -Environmental Product Declaration, cioé la Pef-Product Environmental Footprint». Si tratta della certificazione dell’impronta ambientale dei prodotti e dei servizi introdotta in Ue ma anche di una metodologia per il calcolo, la valutazione, la convalida di parte terza e la comunicazione agli stakeholder. IN ITALIA PREVALE L’IDEA DI COSTO AGGIUNTIVO L’altro problema della sostenibilità sono i costi, che la rendono poco “competitiva”. Un prodotto laniero al 100% sostenibile può costare un 20% in più nelle stime di Ercole Botto Poala: «Il 10% dovrebbe essere a carico nostro, un altro 10% a carico del cliente». Silvio Botto parla del 10% in più circa per Naturalis Fibra su cui incidono i coloranti di qualità. «Il problema è che le quotazioni della materia prima sono ai massimi negli ultimi tre mesi, quindi anche il lusso fatica ad

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valutata anche considerando i minori sprechi e danni all’ambiente. La tracciabilità lo porterà in superficie, ma per ora c’è poco interesse a capire cosa c’è dietro la filiera». Il maggiore divario forse è nel mondo del labelling e del packaging. «Abbiamo un campionario dedicato ma la richiesta è scarsa», afferma Alessia Berni, imprenditrice di Redmark, parlando di carte riciclate e di materiali per le confezioni ottenuti da scarti di patate. Nel mondo delle etichette ecofriendly si va dai filati recuperati alla plastica biodegradabile, dal cuoio rigenerato alla fibra ricavata dai torsoli e dalla bucce delle mele. «Noi ci crediamo - spiega Berni - ma faticano a trovare un mercato per via del prezzo: il 50% in più o anche il doppio di un prodotto comune» . Una delle prossime scommesse di Redmark è la label in carta riciclata che se viene “seminata”, dopo l’utilizzo, può far nascere una pianta, perché contiene dei semi, per di più privi di agenti infestanti e non appartenenti a specie invasive. Più green di così... ■

Biella Manifatture Tessili, azienda del Gruppo Marzotto cui fanno capo i tessuti Guabello, Fratelli Tallia di Delfino e Marlane, ha ottenuto di recente la Iso 14001. Una certificazione che «dimostra la presenza di un sistema di controllo dei rischi ambientali conforme alla norma e la ricerca di un miglioramento continuo, attraverso azioni come la scelta di prodotti chimici sempre più sostenibili, l’utilizzo razionale dell’acqua e dell’energia, nonché la riduzione dei rifiuti prodotti». Il percorso per la certificazione, con tutte e tre le divisioni, è iniziato nel 2016. Per ottenerla sono stati resi più efficienti gli impianti produttivi fino a ridurre del 30% i consumi di acqua (con conseguente minore utilizzo di prodotti chimici), del 10% le immissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e del 30% quelle di ossidi di azoto. A inizio 2019 è attesa la SA8000, che «predispone lo sviluppo di un sistema virtuoso volto ai lavoratori, puntando sulla loro valorizzazione, formazione e crescita professionale». Il gruppo sarà così tra le sei aziende del tessile italiano che hanno entrambe le certificazioni. Tra loro ci sono già Ratti (che ha appena pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità) e Marzotto Lab, dello stesso gruppo di Valdagno.

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LE SFIDE DEL DENIM

ANCHE CON UN PAIO DI JEANS SI PUÒ SALVARE IL PIANETA Anche le aziende del denim spingono l’acceleratore sulla sostenibilità, che sempre più diventa sinonimo di responsabilità a 360 gradi. Dal risparmio di acqua, energia e coloranti al riciclo, dall’ottimizzazione dei processi produttivi all’attenzione alla salute dei lavoratori: l’approccio olistico è l’unico in grado di dare garanzie sul futuro DI CARLA MERCURIO

Denim companies are pushing on the accelerator of sustainability, feeling that it is time to actively take responsibility. Saving of water and energy, recycling, optimizing production and paying attention to health and the security of workers: a holistic approach is the only one able to guarantee both the future of environment and mankind.

Nella foto, proposte del programma Tru-Blu di Pepe Jeans, che ha adottato una serie di trattamenti innovativi, all’insegna dell’eco-tecnologia. Tra questi il Wiser Wash, che elimina l’uso della pietra pomice e delle sostanze chimiche tossiche, di solito coinvolte nel processo di lavaggio del denim

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ziende sempre più mobilitate sul fronte della sostenibilità nel settore dei tessuti in denim. Cresce tra i produttori a livello globale la consapevolezza dei danni causati da politiche produttive non rispettose dell’ambiente e delle persone. Si corre ai ripari, secondo un approccio olistico, che vuol dire innovare con una visione responsabile a 360 gradi. Oggi è un dato di fatto: aumenta sensibilmente l’impiego di cotoni organici o comunque certificati, mentre si moltiplicano le strategie volte al risparmio di energia, acqua e coloranti nelle fasi di tintura e finissaggio, alla messa al bando di prodotti chimici dannosi e all’implementazione di sistemi di ottimizzazione dei processi produttivi. Così come è in atto una

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vera e propria corsa al riciclo a 360 gradi: dai materiali di scarto fino all’energia, per fare in modo che nulla venga sprecato e che l’impatto sull’ambiente sia meno invasivo possibile. Processi documentati e attestati da un proliferare di certificazioni o etichette come la Gots, la Oeko-Tex Standard 100, la Eu Ecolabel o la Nordic Swan Ecolabel, da realtà come la Bci (organizzazione no-profit che tutela l’approvvigionamento del cotone dal punto di vista ambientale e sociale) o da impegni quale il Greenpeace Detox, che ha come obiettivo l’eliminazione di 11 classi di sostanze chimiche pericolose per l’ambiente e l’uomo (ftalati, clorobenzeni, clorofenoli, alchilfenoli, metalli pesanti e altro). Sen-

za dimenticare i lavoratori, la cui salute e sicurezza sul posto di lavoro è divenuta un aspetto prioritario per molti player, attenti anche a garantire la possibilità di effettuare un percorso professionale che consenta di crescere e di evolvere (almeno sulla carta). Aspetti tutelati da associazioni e sigle come Sedex, Ethical Trading Initiative, Social&Labour Convergence Project e Sustainable Apparel Coalition. Nucleo e cuore delle aziende sono i reparti di ricerca e sviluppo, dove si investe tempo e denaro nella messa a punto di nuovi prodotti e processi, nel segno della responsabilità. Candiani ha speso oltre 30 milioni negli utimi dieci anni per arrivare a un traguardo importante: «Se confrontiamo la nostra


ISKO

CON ISKO EARTH FIT SICUREZZA TOTALE PER LA PELLE, LA SOCIETÀ E L’AMBIENTE Isko spearheads its eco-friendly offering with the Isko Earth Fit denim range, the one that has so far the lowest environmental impact.

CANDIANI

SOLO FIBRE RIGENERATE PER RE-GEN DENIM For its 80th birthday Candiani launched Re-Gen Denim, a new fabric made up with 50% of Refibra and 50% of recycled fiber.

METALBOTTONI ANCHE NELLA PRODUZIONE DEGLI ACCESSORI È IMPORTANTE RISPETTARE L’AMBIENTE. È IL CASO DEI RIVETTI DI METALBOTTONI, REALIZZATI SULLA BASE DEL PROTOCOLLO NO IMPACT

Per festeggiare il suo 80esimo compleanno Candiani si è regalata ReGen Denim: un ingrediente speciale che ha voluto “raccontare” con una limited edition (nella foto) in collaborazione con Atelier&Repairs, il marchio all’insegna della sostenibilità creato da Maurizio Donadi. ReGen Denim è una tela cimosata composta per il 50% da Refibra e per il 50% da fibra riciclata. Tutti i filati sono quindi di materiale rigenerato e permettono di non utilizzare cotone fresco. Il tessuto è trattato con Kitotex, brevetto che impiega il Chitosano, sostanza di origine naturale, atossica, biocompatibile e biodegradabile, che permette di ridurre i consumi di energia, acqua e agenti chimici, oltre alla non immissione di Co2 ed è tinto con Indigo Juice, procedimento di tintura ideato da Candiani che riduce notevolmente il consumo di acqua, prodotti chimici ed energia nella fase di produzione e di lavaggio del jeans. Sviluppi importanti potranno venire inoltre dal processo Ink, che oggi Candiani impiega per ottenere un denim di colore nero interamente con prodotti biodegradabili, eliminando scarti potenzialmente inquinanti. «Rappresenta oltre il 25% delle nostre vendite e stiamo affinando la tecnica anche per realizzare i tessuti tinti con indaco», racconta Alberto Candiani, general manager dell’azienda italiana.

nuova generazione di tessuti con quelli tradizionalmente prodotti nel resto del mondo, possiamo parlare di un impatto ambientale ridotto di oltre il 70%, grazie all’investimento in nuove tecnologie in grado di rivoluzionare il processo industriale e i nostri prodotti - spiega Alberto Candiani, general manager dell’azienda italiana, giunta al traguardo degli 80 anni -. Un percorso che ha comportato il ripensamento del processo, in maniera sia scientifica che olistica». Si parla di scelte come la licenza Kitotex, che permette di sostituire prodotti chimici inquinanti grazie a un polimero naturale che si applica in fase di

tintura e di finissaggio, di tinture con colori sotto azoto, che fanno risparmiare enormi quantità di acqua e solfiti, di finissaggi waterless e di combinazioni che affiancano al cotone fibre cellulosiche come Tencel, Modal e Refibra, mix di cotone riciclato e scarti di legno. Per non parlare dell’acquisto di cotone organico, «aumentato del 500% negli ultimi cinque anni», puntualizza Candiani. «L’aspetto più interessante sta nell’ingegnerizzazione dei tessuti, affinchè una volta trasformati in capo si facciano trattare in modo sostenibile», conclude Candiani. Si guarda molto infatti al dopo: si varcano i confini dell’azienda per permettere anche agli altri attori della filiera del denim di essere ecologici, secon-

Punta di diamante nell’offerta ecosostenibile di Isko è la serie di tessuti in denim Isko Earth Fit, quella che finora ha il minore impatto ambientale. Forte di un’offerta di 49 tessuti, si caratterizza per l’impiego di fibre innovative e responsabili come cotone organico, cotone riciclato preconsumer e poliestere riciclato da bottiglie in Pet post-consumer. «Tutti i tessuti sono certificati dalle Eu Ecolabel e Nordic Swan Ecolabel e siamo gli unici tessutai al mondo ad averle conseguite entrambe - spiega Ebru Guler, csr executive dell’azienda -. Ciò significa che chi li indossa sa che si tratta di materiali sicuri sulla pelle, per la società e per l’ambiente». L’impegno sul fronte della sostenibilità, conclude Guler, «si traduce in importanti investimenti per adeguarsi alle regolamentazioni, ma è fondamentale anche aumentare la nostra efficienza e diminuire l’impatto lungo la supply chain». A destra, un jeans del marchio svedese Jeanerica, realizzato con tessuto Isko Earth Fit

do un concetto di “sostenibilità lungo la filiera”. Berto Industria Tessile scommette sull’uso di tinture indaco facilmente trattabili dalla lavanderia, che consentono di effettuare lavaggi chiari usando meno acqua e agenti chimici, su tessuti trattati con ciclo di finissaggio ecosostenibile che permettono all’azienda di usare meno acqua, energia e agenti chimici e che in lavanderia si possono trattare con il laser, rispettoso sia dell’ambiente che dei lavoratori. Con un occhio alla confezione: «Abbiamo sviluppato articoli con un’altezza particolare, per consentire al confezionista di ridurre al massimo lo scarto in sede di taglio» spiega la responsabile comunicazione dell’azienda, Francesca Polato. Impegno totale e

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BERTO/PIANETA

IL NUOVO TESSUTO RIGENERATO CHE FA RISPARMIARE IL 65% DI ACQUA The new bet by Berto Industria tessile is called Pianeta: a regenerated fabric, fruit of the collaboration with Marchi and Fildi. La nuova scommessa per la stagione autunno-inverno 2019/2020 in casa Berto si chiama Pianeta, un tessuto rigenerato frutto del lavoro a stretto contatto con il fornitore Marchi e Fildi, simbolo della circolarità e della sostenibilità dell’azienda. «Quando il processo di tintura dell’ordito si ferma c’è uno scarto di produzione non eliminabile, ossia il filo già tinto all’inizio e alla fine della linea di tintura -. spiega la responsabile comunicazione, Francesca Polato -. Questo rifiuto viene trasformato in nuovo filo, che poi viene intrecciato (usandolo sia in trama che in ordito) per creare un tessuto rigenerato, che consente di risparmiare il 65% di acqua». Durante il processo di tintura, inoltre, viene usata una bozzima naturale e totalmente biodegradabile. In seguito il tessuto viene finito con un processo che permette il risparmio dell’85% di acqua e del 32% di emissioni di CO2 per metro, rispetto a un finissaggio standard. «Una produzione sostenibile a 360 gradi» sottolinea Polato, che annuncia: «Stiamo lavorando alla messa a punto di altri filati rigenerati dagli scarti produttivi, per arricchire la nostra linea Pianeta».

responsabile anche da Isko: «Siamo l’unico mill al mondo ad avere conseguito entrambe le Eu Ecolabel e la Nordic Swan Ecolabel per la nostra collezione di denim Isko Earth Fit, quella che ha il minore impatto sull’ambiente - spiega Ebru Guler, csr executive dell’azienda turca -. Il nostro approccio va oltre il fatto di usare semplicemente materiali a basso impatto e si estende alla cultura e al sistema aziendale». Un impegno che Isko è in grado di “controfirmare” con numerose certificazioni e attestazioni. Tra questa ci sono le valutazioni ambientali Lca (Life-Cycle Assessments), ottenute per tutti i 25mila tessuti in denim dell’azienda, che consentono di capire l’impatto sull’ambiente

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BOSSA DENIM

DA 1.000 PAIA DI JEANS NASCONO 2.000 METRI DI STOFFA One of the novelties at Bossa Denim is the “Denim is Reborn” project, which creates new fabrics from the scraps of old jeans. Il 2006 è stato per Bossa Denim lo starting point della conversione alla sostenibilità, grazie al lancio della capsule collection ReSet. Una proposta arricchita ogni anno da nuovi step, a partire dall’impiego di cotone organico/Bci, per proseguire con l’utilizzo di sostanze e coloranti naturali e di denim riciclato. Uno degli ultimi sviluppi per questa realtà turca si chiama Saveblu, un processo di tintura che consente di risparmiare l’85% di acqua rispetto ai processi convenzionali, senza peraltro l’intervento di sostanze caustiche di solito usate nei processi tradizionali. Altro asso nella manica è il progetto Denim is Reborn in Bossa: «Raccogliamo vecchi jeans, che mandiamo alla nostra azienda partner a Gaziantep, nella Turchia del sud, la quale li sminuzza per poi rispedirceli - spiega il deputy general manager, Tayfun Akbay -. Da questi scarti produciamo nuovi tessuti. 1.000 vecchie paia di jeans ci consentono di produrre 2.000 metri di tessuto, con il 20% di Post Consumer Recycled Denim». «Tra le ultime conquiste in termini di sostenibilità, per Bossa, c’è il sistema Lca, un metodo che consente di stabilire l’impatto di un prodotto, di una tecnologia o di un processo manifatturiero sull’ambiente in tutto il suo ciclo di vita e da vari punti di vista - conclude Tayfun Akbay -. Aspetti come il potenziale di global warming, le emissioni, il potenziale di esaurimento dell’ozono o l’impatto sulla salute umana».

di un prodotto da vari punti di vista e nel suo intero ciclo di vita. L’Environmental Management System certifica invece che l’azienda gestisce e controlla l’impatto ambientale nei propri impianti produttivi, grazie alla gestione attenta di energia, acqua, scarto di prodotti chici ed emissioni. «Siamo i primi e unici produttori turchi membri firmatari della Zdhc Foundation (che supervisiona lo ZDHC Roadmap to Zero Programme, volto a a eliminare l’impiego di sostanze chimiche dannose nel settore tessile, pellettiero e degli accessori, ndr) - aggiunge Guler -. Evitare l’uso di sostanze dannose per l’uomo, infatti, è un aspetto fondamentale nel nostro approccio olistico». La competizione tra i produttori

è accesa e la posta in gioco è alta: «Cambiare, prima che la terra reagisca ai nostri attacchi», sottolinea José Royo, membro del board e quarta generazione della famiglia titolare di Tejdos Royo. L’azienda spagnola ha presentato allo scorso Kingpins di Amsterdam Dry Indigo, una tintura indigo sostenibile al 100%, che non necessita di acqua nel processo di tintura e che riduce del 90% l’impiego di sostanze chimiche, oltre a garantire un risparmio notevole di energia. Un nuovo sistema, di cui Tejodos Royo ha l’esclusiva mondiale fino al mese di ottobre del 2019. In tema di novità, in queste pagine presentiamo le ultime scommesse dei principali produttori di denim per le prossime stagioni. ■


TEXTIL SANTANDERINA

LA PAROLA CHIAVE È R/DENIM Recycling, reuse, reduction of water, energy, waste and emissions: these are the cornerstones of the R / Denim line by Textil Santanderina.

La parola chiave per l’azienda spagnola Textil Santanderina è R/ Denim, evoluzione recente di R/Turn, marchio nato per raggruppare una selezione di tessuti ecologici non denim. «Proposte che, a parte l’attenzione ai valori etici legati all’azienda, puntano a integrare i processi verticali e tracciabili del riciclo, della riduzione di acqua, energia, sprechi ed emissioni, del riutilizzo e dell’ottimizzazione» spiega Ramon Rios Quintana, general manager worldwide dell’azienda. Oggi tutte le proposte in tela indigo di Textil Santanderina sono riunite sotto l’etichetta R/Denim, che contempla l’impiego di cotone organico o riciclato e di indigo eco-certificato, di fibre come il Lyocell, Refibra, EcoVero (viscosa ecologica), e ancora di poliestere (tessuti in poliestere e Pet riciclato o Seaqual, un filo fatto con la plastica raccolta dagli oceani). Per il futuro la scommessa è realizzare tessuti sostenibili con fibre e finissaggi attenti al risparmio di acqua, emissioni ed energia, che al tempo stesso mantengano il loro aspetto anche dopo i cicli di lavaggio a casa.

TEJIDOS ROYO

CON DRY INDIGO NIENTE PIÙ ACQUA NEL PROCESSO DI TINTURA Wth partners Gaston System and Imd, Tejidos Royo has created a 100% sustainable indigo dye, that doesn’t require water in the dyeing process. Dopo dieci anni di ricerca e test, il team di R&D di Tejidos Royo, insieme ai partner Gaston Systems e Imd (Indigo Mill Designs), ha scoperto il modo di creare una tintura indigo sostenibile al 100%, battezzata Dry Indigo, che non necessita di acqua nel processo di tintura e che riduce del 90% l’impiego di sostanze chimiche, oltre a garantire un risparmio notevole di energia. «Un processo che ridefinirà il modo in cui abbiamo concepito l’indigo dyeing fino a oggi - spiega José Royo, membro del board e quarta generazione della famiglia Royo -. Da oggi in poi l’attività di tintura con indigo non sarà più “water intensive” e non ci sarà più bisogno di progetti infrastrutturali complessi. Basti pensare che il macchinario usato per questo processo è lungo solo 20 metri, molto meno rispetto a quelli usati abitualmente». Tejidos Royo ha l’esclusiva mondiale di questa tecnologia fino al mese di ottobre del 2019.

AG ADRIANO GOLDSCHMIED

«PUNTIAMO AL TOP, ANCHE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE» Founded in 2000, Ag Adriano Goldschmied has remained faithful to its starting values: research in fabrics, attention to fits and quality, guaranteed by a totally integrated company, always putting respect for the environment in the first place. Non ha tradito i presupposti di partenza Ag Adriano Goldschmied, la label nata nel 2000 dalla partnership tra il guru del denimwear Adriano Goldschmied e l’imprenditore coreano Yul Ku, a capo dell’azienda californiana Koos Manufacturing. Dopo l’uscita dalla compagine di Goldshmied, nel 2004, i valori del brand sono rimasti gli stessi: ricerca nei tessuti e nei lavaggi, attenzione ai fit e alle silhouette e solo il top a livello di qualità. Asset garantiti da un’azienda verticalmente integrata, che produce jeans dal 1985, e dalla passione di Samuel Ku, figlio di Yul, che riveste il ruolo di presidente e creative director. Dal design alla produzione, fino al marketing, tutto è realizzato negli stabilimenti di proprietà del gruppo, situati a Los Angeles e in Messico, con un’attenzione maniacale ai minimi dettagli e con il massimo rispetto per l’ambiente. Tra le priorità c’è l’attenzione al consumo di acqua, grazie alla tecnologia all’ozono, che lo riduce del 50%, limitando l’impiego di sostanze chimiche e di energia. I filtri impiegati consentono di separare le sostanze di scarto non biodegradabili dall’acqua, prima che questa sia restituita di nuovo all’ambiente. Altro asset sono i tessuti premium selezionati per le collezioni, scelti per non danneggiare le persone e il pianeta, grazie a fibre come Tencel e Modal, totalmente biodegradabili. Banditi anche gli sprechi, con metodi di taglio studiati per minimizzare le eccedenze di tessuto, che sono poi raccolte per essere riciclate. Last but not least, da Koos Manufacturing l’efficienza energetica si traduce nell’impiego di macchinari in grado di riciclare il calore e con circa il 25% dell’elettricità impiegata proveniente da energia solare pulita e rinnovabile. Le sostanze chimiche impiegate, inoltre, sono prive di formaldeide e richiedono tempereature di lavaggio più basse e meno cicli. Sono tutti argomenti importanti per Salone Italia, la showroom di Natalja Bakajeva, con sede in via Tortona a Milano, che vende la label in Italia e in Russia. «In Russia il marchio è molto apprezzato da Tsum e Bosco di Ciliegi - racconta Bakajeva -. In Italia è presente in punti vendita come Rinascente, Blue Marlin a Roma, Smartly a Lodi, Spinazzè a Jesolo». (c.me.)

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Ph. Erdna

TEXILE FAIRS

Un’immagine dell’evento di presentazione delle tendenze autunnoinverno 2019/2020 di Milano Unica, dedicate al tema “Nations to Nations”

MILANO UNICA E GLI ALTRI SALONI INTERNAZIONALI

IL TESSILE AL CENTRO DI UN CIRCOLO VIRTUOSO Milano Unica dà il calcio d’inizio alla stagione dei saloni tessili: cresce lo spazio dedicato alla sostenibilità,, al centro anche della cerimonia di apertura, mentre si celebrano 40 anni di Ideabiella. In settembre il focus si sposta su Parigi DI ALESSANDRA BIGOTTA

From Milano Unica to Première Vision and Texworld, sustainability holds the stage, together with an attention to innovation in a wider sense and the importance of joining forces throughout the whole textile-clothing chain.

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n salone come Milano Unica, che esattamente un anno fa ha fatto una scelta disruptive - anticipare le date estive da settembre a luglio -, non può che continuare a captare le correnti più forti di rinnovamento che stanno attraversando il tessile-moda. Non sorprende, quindi, che l’edizione in programma dal 10 al 12 luglio nel centro espositivo di Milano Rho stringa l’obbiettivo, ancora più che in passato, sulla sostenibilità. Se ne parla durante la cerimonia di inaugurazione, alla presenza di Ercole Botto Poala, presidente della manifestazione, Carlo Capasa numero uno della Camera Nazionale della Moda Italiana e Andrea Crespi, consigliere delegato per la Sostenibilità, la Ricerca e l’Innovazione di Sistema Moda Italia, in un evento moderato da Maria Silvia Sacchi del Corriere della Sera, che significativamente mette seduti allo stesso tavolo i portavoce degli anelli forti della filiera. Non solo. L’Area Sostenibilità, progetto lanciato nel febbraio scorso per promuovere il tessile responsabile, giunge

ALLA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DI MILANO UNICA, LA MATTINA DEL 10 LUGLIO, PARTECIPANO GLI ESPONENTI DI UNA FILIERA CHE DEVE ESSERE PIÙ COESA, PER GUADAGNARE IN COMPETITIVITÀ

alla seconda edizione con l’adesione di 150 realtà fra tessitori e produttori di accessori tessili, che portano in scena 750 campioni di prodotto: una presenza triplicata rispetto a sei mesi fa, su una superficie ampliata e con un allestimento che unisce la ricchezza delle informazioni all’impatto estetico dei prodotti presentati. In totale sono oltre 600 - comprese le aree speciali e il “salone nel salone” Origin Passion and Beliefs - i player che salgono alla ribalta della tre giorni milanese, «un numero in crescita del 5% - informa Ercole Botto Poala (vedi intervista alle pagine successive) -. Avere lasciato la vecchia strada evidentemente ci ha giovato». Per una sezione-cardine della kermesse, Ideabiella, questa non è un’edizione qualunque, perché coincide con il 40esimo anniversario. «Un traguardo che considero un successo per due motivi - commenta il presidente, Alessandro Barberis Canonico -. Innanzitutto, per il fatto che la rassegna, durante

le sue 80 edizioni, ha registrato una crescita costante sia di visitatori che di espositori, al punto che abbiamo ricevuto un aumento di richieste superiore rispetto alle aziende che potevamo ammettere. Inoltre, non va dimenticato che altre due fiere hanno chiesto di partecipare a Milano Unica proprio insieme a noi di Ideabiella». Tra gli obiettivi da centrare, una maggiore apertura, pur restando nel perimetro della selezione: «Siamo già un punto di riferimento nell’alto di gamma per l’abbigliamento maschile, ma vorremmo che Ideabiella fosse più conosciuta, oltre che tra gli addetti ai lavori, anche al grande pubblico». Al Piemonte, che trova in Biella una delle sue eccellenze, viene dedicato a Milano Unica un nuovo appuntamento dell'evento On Tour sul made in Italy e i suoi distretti. «Dopo la Puglia e la Campania - anticipa il presidente Botto Poala - risaliamo la Penisola per presentare, sempre il 10 luglio, un Piemonte che è tante

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MUNICH FABRIC START

IT IS A BRAVE NEW WORLD Munich Fabric Start is on schedule from 4th to 6th September at the Munich Order Center.

1. Buyer al salone Texworld Paris 2. Un momento di Première Vision 3. Un’anticipazione dell’autunno-inverno 2019/2020 di Vitale Barberis Canonico 4. Ancora l’autunno-inverno 2019/2020 nelle creazioni di Tollegno 1900

medie, devono muoversi in anticipo di fronte a cambiamenti globali che, con la loro velocità, a volte spiazzano persino i colossi. È importante che torniamo a fare gli imprenditori, con nuove regole e conoscenze, e a usare a volte qualche grammo in più di incoscienza e un po’ meno esperienza, che certamente non ci manca. E poi fare squadra: da soli non si va da nessuna parte. Quindi prendere alla lettera l’espressione tanto in voga, “open innovation”? Il punto è proprio questo, non chiudersi, essere aperti al dialogo tra noi imprenditori tessili e gli altri attori del sistema moda. Come Milano Unica stiamo andando in questa direzione, attraverso un confronto continuo e costruttivo con Camera Moda, Confindustria Moda, Sistema Moda Italia, ma anche con rassegne come Filo e Origin Passion and Beliefs. La presenza internazionale di Milano Unica: ci sono novità a questo proposito? Restiamo concentrati sulla Cina, ma teniamo le antenne dritte: l’Africa, per esempio, è tutta da scoprire. (a.b.)

1.964, in leggera crescita (+0,5%) rispetto a un anno fa. Tra le novità, nella hall 6 di Paris-Nord Villepinte, un focus sui materiali destinati al settore Sport & tech. In parallelo, nella hall 3 si insedia il nuovo spazio Leather Manufacturing, con 21 espositori tra produttori di calzature, abbigliamento in pelle e accessori. Si rafforza la sezione The Sourcing Connection, una finestra sui confezionisti conto terzi, selezionati da Première Vision insieme a Bureau Veritas, leader nei servizi di controllo, verifica e certificazione per la qualità e la sicurezza. Il Focus Country, alla Hall 6, è dedicato al Portogallo, nazione manifatturiera che dal Duemila a oggi ha elevato i propri standard di qualità. Standard che, per questo e altri Paesi, non possono prescindere dalla sostenibilità: l’area sull’argomento è la Smart Square alla hall 3, lanciata due anni fa, che raddoppia la superficie e ospita una serie di Smart Talks coordinati da Giusy Bettoni, presidente di C.L.A.S.S.-Creativity Lifestyle and Sustainable Energy e consulente della manifestazione. Uno degli epicentri della creatività al salone è la Design Factory nella hall 5, luogo d’elezione dei designer tessili, e a proposito di creatività va citata la decima edizione dei PV Awards, premi ai materiali più all’avanguardia presentati dagli exhibitor, con Olivier Theyskens come presidente della giuria. Il link con il mondo del ready-to-wear e dei giovani stilisti viene ribadito dalla presenza dei vincitori del Festival di Hyères, Rushemy Botter e Lisi Herrenburg, e dagli archivi dello studio di

Dal 4 al 6 settembre è la Germania a fare da epicentro per il tessile con Munich Fabric Start, che per illustrare lo spirito delle collezioni autunno-inverno 2019/2020 sceglie il claim Brave New World. Riflettori accesi su oltre 1.800 collezioni e un migliaio di aziende, con un ricco programma di seminari, tra cui la conferenza Patterns x.0 sul futuro del fashion. Un ruolo chiave in fiera viene giocato dalla Bluezone, aperta il 4 e il 5 settembre e dedicata al denim con un centinaio di realtà internazionali, ma è da tenere d’occhio anche Nex Tex sulle nuove frontiere degli e-textile. (a.b.)

Stefano Chiassai, che raccontano 40 anni di moda. Storia, ma anche futuro nel nome del digitale a Première Vision: annunciato a febbraio, viene lanciato il Marketplace B2B della manifestazione.Texworld, nel centro di Paris Le Bourget con circa 950 espositori, apre a sua volta le porte ai new talent, scegliendo di ospitare i designer emersi al Festival International des Jeunes Créateurs de Mode de Dinan, e come c’era da aspettarsi lancia un Sustainable Sourcing Itinerary, uno degli highlight insieme allo Small Order Itinerary, per ordini dai 50 ai 10 metri di tessuto. La rassegna organizzata da Messe Frankfurt France, che ha l’internazionalità dell’offerta come asset, dedica padiglioni ad hoc a Pakistan, Corea, Thailandia e, per la prima volta, Taiwan. Nel Trend Forum un posto d’onore spetta alla seta, materiale d’elezione di questa 43esima edizione. ■

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cose: lavoro, tessile, cultura, accoglienza. Ricreiamo le atmosfere di questa regione, i suoi paesaggi e le città storiche». Un'occasione di networking, per un salone che vive di business ma anche di creatività, grazie al focus sull'autunno-inverno 2019/2020 all'interno dell'Area Tendenze: «Il nostro cuore pulsante e creativo - commenta Botto Poala - che questa volta viene dedicato al tema Nations to Nations, un amalgama di culture e ispirazioni diverse che, attraverso contrasti ma anche assonanze, sperimentano nuove combinazioni di materiali, colori e stampe». L’imprenditore coglie la palla al balzo per sottolineare che Milano

FILO

50ESIMA EDIZIONE DA CELEBRARE Filo at its 50th edition, from 26th to 27th September at Stelline, Milan. Quella in programma il 26 e 27 settembre al Palazzo delle Stelline di Milano non è un’edizione qualsiasi per Filo: il salone dei filati celebra 25 anni di vita e 50 edizioni, «un traguardo importante - spiega il responsabile Paolo Monfermoso - all’insegna di professionalità, concretezza, innovazione e sinergie, come quella con Milano Unica, dove a luglio siamo presenti con un’area tendenze». (a.b.)

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Unica vive di sinergie: una di queste è con Origin Passion and Beliefs, vetrina delle Pmi italiane specializzate nella subfornitura e nei servizi di qualità in capo a Ieg Italian Exhibition Group, che in occasione della tornata di luglio elegge quattro “ambasciatori” dell’eccellenza manifatturiera, presenti in fiera: Laura Strambi, designer italiana che realizza una linea di prêt-àporter interamente con tessuti ecofriendly, l’esperto di maglieria Giovanni Cavagna, Diego Dossola artefice della collezione Ultràchic e Clorinda Covino, erede di una nota famiglia di conciatori di Solofra, nell’avellinese, specializzata nell’abbigliamento in pelle e nella ricerca di tecniche all’avanguardia in questo comparto. PARIGI, L’ALTRA CAPITALE DEL TESSILE: LE NOVITÀ DI SETTEMBRE Milano Unica dà il calcio d’inizio a una tornata di manifestazioni tessili che si protrae fino a settembre inoltrato, quando vanno in scena a Parigi Première Vision e Texworld, la prima dal 19 al 21 settembre, eccezionalmente nei giorni da mercoledì a venerdì, e la seconda dal 17 al 20. Nei mesi primaverili ed estivi Première Vision ha scaldato i motori, dapprima con Denim Première Vision a maggio e poi con le precollezioni Fall-Winter 2019/2020, presentate in luglio durante Blossom Première Vision. In settembre gli espositori dei sei settori che compongono un mosaico elcettico - tessuti, filati, pelle, design, accessori tessili e componenti, manifattura - sono

ERCOLE BOTTO POALA

«BISOGNA FARE PIÙ GIOCO DI SQUADRA» More synergies and an open minded attitude: Milano Unica and its future challenges according to its chairman. Si apre una nuova edizione di Milano Unica: qual è il messaggio che intende veicolare attraverso il salone? Sicuramente un messaggio di apertura verso le grandi tematiche, come la sostenibilità, e le grandi sfide, in primis la trasformazione digitale: una rivoluzione che non riguarda solo la parte a valle della filiera ma anche il monte. Le nostre imprese tessili, per lo più piccole e

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SUPERARE SE STESSI È LA REGOLA Heritage e impegno sostenibile, creatività e velocità: gli espositori di Pitti Filati cavalcano l’onda del cambiamento e, dati di fatturato alla mano, dimostrano di farcela

1. Iafil Organic Silk e Bio Flax per l’inverno 2019/2020 2. Harmony di Tollegno 1900 3. Una foto scattata nella nuova area di Pitti Filati dedicata a Lineapelle 4. Rocche di Joy, filato di Cariaggi 5. Lo stand di Lineapiù Italia

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DI ALESSANDRA BIGOTTA

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Pitti Filati sostenibilità ed heritage sono stati due temi forti. Già il primo giorno il salone si è IN CIFRE svolto all’insegna di due 225 MLN S eventi clou: da un lato la ESPORTAZIONI PRIMO presentazione de La FineTRIMESTRE 2018 stra Sull’Anima, celebrazione degli archivi dello +5,5% storico maglificio Miss CRESCITA DELL’EXPORT Deanna, con un focus sulla PRIMO TRIMESTRE 2018 stilista Marina Spadafora, dall’altro un summit sulla 2,8 MLD S responsabilità e il riciclo, FATTURATO 2017 ridurre ulteriormente le organizzato da Confinduemissioni di CO2, mentre si Fonte: Confindustria Moda stria Toscana Nord con rafforza il successo dei filati Textile Exchange, Mohair Naturalis Fibra, certificati South Africa e Icea. Anche Lineapelle, Cradle to Cradle». Anche lo stand del Laniper la prima volta presente in fiera, ha dato ficio dell’Olivo (il cui 80% è in capo da tre il proprio contributo sull’argomento, illuanni al fondo Gradiente) era tappezzato già strando in un incontro i passi avanti dell’inall’ingresso da scritte sull’impegno green dustria conciaria italiana in quest’ambito. aziendale, «perché il mercato premia la traTra i 129 espositori molti hanno alle spalle sparenza - osserva il direttore commerciale storie ultracentenarie, a partire da Zegna Fabio Campana -. Noi siamo stati i primi Baruffa Lane Borgosesia, che ha portato nell’area pratese ad aderire al programma a Pitti il suo primo Bilancio di Sostenibilità, Going Green». «In parallelo, abbiamo dato «un valore di sempre, ma che su richiesta una scossa di innovazione anche estetica dei clienti abbiamo deciso di comunicare in al prodotto» aggiunge la ceo Vittoria Vadettaglio» sottolinea il presidente Alfredo ranini, mostrando i coloratissimi cashmeBotto Poala, a capo di una realtà che chiure a fibra rigorosamente lunga e il cotone derà il 2018 a quota 109 milioni di euro di invernale Wincot, campione di comfort. Da ricavi, +8%. Da Botto Giuseppe, il manaCariaggi, Cristiana Cariaggi tira le fila di ging director Silvio Botto ricorda che «ormesi a segno più: «Dopo un 2017 archiviato mai il 100% della produzione nell’impianto a 88 milioni di euro, nel primo quadrimestre di Tarcento utilizza energie rinnovabili e 2018 abbiamo superato del 3,3% le aspetche a Vallemosso sono in corso lavori per tative di budget, con un +8,7% in Italia e

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FILATURA ITALIANA

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un +4,3% all’estero». «Quest’anno investiremo circa 2 milioni in tecnologia, ricerca e sviluppo» annuncia, tenendo tra le mani i teli della linea Systema Naturae, un 100% cashmere tinto con le piante delle Marche, dove si trova l’azienda e cui sono dedicate molte immagini del nuovo sito aziendale, pronto a giorni. Oltre alla sostenibilità, il mercato chiede top performance e Tollegno 1900 - la cui holding di riferimento ha raggiunto i 172 milioni di fatturato, +10% - lo accontenta per esempio con Harmony 4.0, un 100% lana extrafine easy care, idrorepellente, ingualcibile, iperelastico e compatto nell’aspetto. Da Iafil, speciali trattamenti rendono più morbida l’alpaca e donano un effetto “brushing” ad altri filati. «Un’offerta ricca e sempre più green - sintetizza il presidente e titolare Stefano Salvaneschi -. Così alimentiamo la voglia di nuovo dei maglifici e del consumtore. E tanta velocità: per questo buona parte della nostra collezione è sempre pronta a magazzino». ■

Ph. Daniel Costa

Made in Italy heritage added with sustainability, speed and performance: at Pitti Filati research at its top with the new Fall-Winter 2019/2020 collections and a positive atmosphere.


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NEWS

TESSILE OFFICINALE

FIBER ART A COMO

WRÅD INVENTA LA FIBRA A BASE DI MENTA

MINIARTEXTIL ESPLORA IL TEMA “HUMANS”

The Wråd brand bets on innovative fabrics, introducing an exclusive fiber made with mint.

The exhibition Miniartextil 2018 will show in Como the works of 54 fiber artists, inspired by the subject “Humans”.

Wråd continua a innovare nel tessile. Allo scorso White Man & Woman (nella foto) e nella nuova sezione dedicata allo streetwear White Street Market il marchio creato da Silvia Giovanardi (artista, fotografa e scrittrice, laureata in Fashion Design allo Ied), Victor Santiago (fotografo, influencer e image curator con una laurea in Business Administration conseguita in Brasile) e Matteo Ward (imprenditore e ceo del marchio, bocconiano, con laurea in International Economics) ha presentato Mint Fiber, una nuova fibra ricavata dalla menta. Wråd - anagramma del cognome di Matteo, nonché mix dei termini «raw» (crudo, grezzo) e «rad» (cool) - indica anche un movimento in favore di una moda più sostenibile. L’obiettivo non è tanto farsi conoscere per le magliette o i jeans, bensì per il nuovo prodotto e processo - sviluppati con Walter Corriga, imprenditore di Tessile EcoBio -, che si presta a collaborazioni con label che abbiano la stessa visione di sustainable fashion. Già nel 2017 Wråd si è messo in luce per avere ottenuto il premio Best of the Best 2017 ai RedDot Design Award, grazie a una T-shirt dall’innovativo processo di tintura eco-friendly a base di grafite, che è stata esposta al RedDot Design Museum di Essen, in Germania. (e.f.)

Tra il 29 settembre e il 18 novembre, torna a Como Miniartextil, che nell’edizione 2018 sviluppa il tema “Humans”. Su 220 candidature, saranno 54 le opere di fiber art in piccolo formato selezionate dalla giuria formata da Carlo Pozzoli (textile e fashion designer), Michael Hadida (Michael Hadida, ceo di L’Eclaireur e per diversi anni direttore di Tranoï) e Rolands Krutovs (artista) esposte nella ex chiesa di San Francesco. Tra queste, l’associazione culturale Arte&Arte ha deciso di premiare Heart (in basso, a sinistra), del giapponese Hiromi Murotani, che ben rappresenta la tematica “Humans”. Apprezzate anche l’intensità cromatica e la raffinatezza nell’esecuzione tessile. Da non perdere lo spazio dell’ex-altare, che ospiterà una grande installazione, Unwoven Light (foto a destra), dell’artista di origini coreane Soo Sunny Park, realizzata con reti metalliche, plexiglass e luci naturali e artificiali. Sono inoltre previsti eventi «per portare l’arte contemporanea in luoghi simbolo dell’umanità e della vicinanza alle persone più fragili della città». Dal 5 febbraio Miniartextil Humans migrerà a Parigi, presso il centro Le Beffroi di Monrouge. (e.f.)

COLOR MANAGEMENT

IL COLORE ESATTO ORA SI “CATTURA” CON UN’APP Color management and formulation is easier now. ColorSystem’s affiliate Intex System developed a new solution as well aswww an App. Attiva nei servizi di tintoriali, con un’ampia gamma di finissaggi e nobilitazioni tessili, ColorSystem si sta specializzando anche negli applicativi software e hardware per la gestione e la formulazione del colore, attraverso la consociata Intex System. Tra le più recenti novità c’è la soluzione “Read & Print”, che dialogando sia con Windows che con Mac, permette la riproduzione fedele su carta dei colori - sia richiamati per codice che ricercati con colorimetro - attraverso una stampante inkjet (nella foto). Attingendo dagli archivi o dalle letture del colorimetro, si possono anche modificare le palette o creare nuove combinazioni con un semplice copia e incolla, come spiegano dall’azienda di Vertova (Bg), che lancia anche la App “Cube colors”. Si tratta di un’applicazione per PC, tablet e smartphone (Apple e Android), in grado di collegarsi, tramite la tecnologia Bluetooth, al colorimetro Cube della gamma ColorSystem. In questo modo parte la ricerca del colore letto che si può individuare negli archivi standard pre-caricati. Le referenze trovate possono essere memorizzate in una lista, che si può inviare via e-mail. (e.f.)

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NEWS

UN KIT PER LA VELA, LO SCI E LA CITTÀ

AVANZA IL TECNO-SARTORIALE

SEASE RILEGGE IL MENSWEAR IN CHIAVE DI SOSTENIBILITÀ

DUNO ACCELERA IN EUROPA

The passions of contemporary men, condensed into a few garments, to be carried in a single bag: these are the pillars of Sease, a menswear collection that combines elegance, technology and sustainability.

On the market since 2014, the Florentine outerwear brand is expanding in Europe.

Le passioni dell’uomo contemporaneo condensate in pochi capi, da poter portare in una sola borsa: da questi presupposti è nata Sease, collezione allo start dallo scorso inverno, dove ha fatto il suo esordio nell’omonimo flagship in via Fiori Chiari a Milano. Un progetto dei fratelli Franco e Giacomo Loro Piana, presentato a Pitti Uomo. Punto di partenza di Sease è un tessuto, il Sunrise, resistente a vento e acqua, reinterpretazione del solaro, icona della sartoria maschile e presente negli spray top da vela, nel trench per la città o come inserto nelle calzature, realizzate in co-branding con Sebago. Vela, sci, città: il concept comprende altrettanti kit dedicati, composti da pezzi essenziali come zaino, trench, sweater, polo, tuta, jeans. Proposte al crocevia tra attenzione allo stile, tecnologia e sostenibilità, come testimoniano i materiali scelti. Si spazia dal filato petrol free Evo di Fulgar, al tessuto New Life di Sinterama, dal denim rigenerato da post-consumo e tinto con procedimento Smart Indigo di Italdenim all’Ecodown di Thermore. Dopo il negozio di Milano, i fratelli Loro Piana hanno aperto un punto vendita anche a Porto Cervo, nel resort Promenade du Port. L’idea è di continuare con gli opening, mirando a città importanti e mete turistiche esclusive. (c.me.)

NUOVA SHOWROOM NEL QUADRILATERO

SEALUP RILANCIA SU MILANO

Sealup gives its made in Italy products a new house: the showroom is now in via Bigli. Azienda di eccellenza del made in Italy, nata a Milano nel 1935, Sealup porta la showroom nel cuore della città, dove ha inaugurato una nuova casa per i suoi capi in via Bigli. Uno spazio inondato di luce, grazie alle ampie vetrate che si aprono su via Montenapoleone. Non a caso è stato l’appartamento di un’icona del design come l’architetto Osvaldo Borsani: un ambiente che Filippo Chiesa, titolare e a.d. dell’azienda, ha voluto “toccare” il meno possibile, per lasciarne intatta l’atmosfera. Un contenitore ideale per valorizzare il rainwear e l’outerwear di Sealup, che vanta una struttura industriale totalmente integrata e certificata, esclusivamente italiana, con l’intero ciclo di progettazione e produzione che avviene tra gli stabilimenti di Lomazzo, Como, e Calusco d’Adda, Bergamo. Una realtà che fattura 12 milioni di euro (15 previsti per fine anno), con una quota export dell’80% e 350 clienti nel mondo. Sotto i riflettori proposte per uomini che viaggiano, come il Bretello, giubbotto o trench da ripiegare in busta o da portare a tracolla con un bretello interno. Capi apprezzati in Giappone e in progress in Uk e Stati Uniti, che in autunno approdano anche alla Rinascente, a Roma e Milano. (c.me.)

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Fondato nel 2014 a Vinci (Firenze), l’outerwear Duno prosegue nel suo cammino di espansione e dopo aver consolidato la propria presenza in Asia (Corea e Giappone in primis), avanza in Europa. «Siamo approdati in Canada, Olanda, Svizzera, Germania, Russia, Paesi scandinavi e naturalmente in Italia racconta il direttore commerciale Gianni Cinelli -. Il nostro Paese, pur essendo terra d’origine del marchio, è stato uno degli ultimi a essere approcciati, con l’obiettivo di non fare passi falsi e impostare una buona distribuzione». Attualmente i clienti wholesale nella Penisola sono 140, con nuovi accordi che includono i negozi di Milano, Roma, Cagliari, Monza e Roma di Rinascente, su un totale di 600 a livello worldwide: un network che si aggiunge ai due monomarca avviati in Corea in partnership con un partner locale. «Stiamo crescendo bene e crescendo sani - ribadisce Cinelli - segno che il nostro prodotto tecnosartoriale sta riscuotendo consensi». In versione uomo e donna, il brand propone una cinquantina di capispalla per l’estivo e una settantina per l’invernale, puntando su capi tecnici waterproof e windstopper con termonastrature, laseraggi, lavaggi particolari e una funzionalità trasversale. «Scegliamo i tessuti migliori per ogni categoria - conclude Gianni Cinelli -. Gli stretch sono giapponesi, le lane e le felpe italiane. Prodotto, qualità, consegne sono i nostri asset». (a.t.)


NEWS

DOPO L’INTESA CON IL GRUPPO DST

NUOVA VITA PER DATCH A new distribution project, a new property and a product reinterpreted according to a sporty urban taste: the Datch label returns under the spotlight, now controlled by Dst group. Un nuovo progetto distributivo, una nuova proprietà e un prodotto riletto secondo un gusto urban sportivo: torna sotto i riflettori l’etichetta Datch. Nata agli inizi degli anni 2000, la label è passata lo scorso anno sotto il controllo del gruppo campano Dst dei fratelli Luigi e Alessandro Casillo, licenziatari per brand come Baci&Abbracci e titolari del marchio Yab. «Dopo aver preso la licenza della label, il gruppo ha deciso di rilevarla per portare avanti un’operazione di rilancio» racconta il direttore commerciale Enrico Croce. Il punto di partenza, prosegue «è stato un test in quattro punti vendita all’interno di outlet village in Italia, che è risultato estremamente positivo». Con questo presupposto i Casillo hanno deciso di organizzare un piano di sviluppo del marchio al dettaglio: «Siamo partiti dall’inverno 2018/2019 con l’organizzazione della rete vendita in sette regioni - chiarisce Croce - e per l’estate 2019 abbiamo ampliato il network a livello nazionale». I risultati non si sono fatti attendere: «Con l’inverno sono stati totalizzati 200 clienti per un fatturato di 800mila euro, mentre le previsioni per l’estate 2019 sono di arrivare al milione e mezzo, con 350 store, per chiudere il 2019 a 3,5 milioni». Nel 2020 dovrebbe arrivare la donna e a seguire si partirebbe con i mercati esteri, complice anche la possibile partecipazione a Pitti Uomo, forse già dal prossimo gennaio. Strategico è stato il lavoro sul prodotto: «Abbiamo mantenuto il nostro core, felpe, T-shirt e jeans, ma abbiamo riletto lo stile con un gusto urbansportswear. Il target di età resta tra i 18 e i 45 anni - conclude Croce - ma oggi parliamo a un consumatore diverso, esemplificato dalla scelta del testimonial, Filippo Magnini». (c.me.)

Studio Simonetti textile marketing & communication specialists since 1979

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NEWS

A RITMO DI EXPORT

UN BASSOTTO PIÙ INTERNAZIONALE NON TEME IL RIASSETTO AZIONARIO While Clessidra announces the will to exit its investment in Hamont&Blaine, the Italian casualwear brand sees a strong growth abroad, specially in China. L’intenzione del fondo Clessidra di cedere la sua quota di minoranza (40%), non distoglie Harmont&Blaine e il suo management dalla priorità del marchio, ovvero l’internazionalizzazione. «Anche se l’Italia continua a crescere, con il wholesale che registra un +10%, i mercati esteri restano la nostra sfida futura» racconta Corrado Masini, general brand director del brand del bassotto. In Cina il business si sta rafforzando, grazie alla presenza di sette punti vendita. «In autunno - fa il punto Masini - apriremo due store a Shanghai, mentre stiamo lavorando con il nostro partner locale al lancio dell’e-commerce». Nel radar di Harmont&Blaine, che a Pitti Uomo ha presentato il nuovo progetto “Heritage Collection” (nella foto), non c’è solo il Far East. «L’Europa resta centrale - prosegue il manager -. In Francia abbiamo da poco inaugurato il nostro terzo monomarca a Marsiglia, mentre in Spagna la collaborazione con El Corte Inglés, dove abbiamo 21 shop-in-shop, continua a dare ottimi risultati e ci porterà presto ad avviare un’attività di retail diretto». Il marchio, che ha chiuso il 2017 con un fatturato di 86 milioni (+6% rispetto al 2016), resta positivo per il 2018, sulla base dei risultati già conseguiti. «Il wholesale - conclude Masini - è cresciuto del 10% e l’e-commerce segna +26%». (an.bi.)

BRAND EXTENSION

NUOVO STILE PER PINEIDER Pineider, the stationery maker, presents at Pitti Uomo a line of bagns. Pineider ha una nuova linea stilistica: alla classica offerta di pelletteria, carta e articoli da scrittura aggiunge borse e zaini. «La presenza a Pitti Uomo - dice Giuseppe Rossi, d.g. del brand - è servita a mostrare la nostra immagine attuale, più urbana». Nell’ottica di rafforzare il lato commerciale, l’azienda ha aperto una showroom a Milano. «Pur restando legati a Firenze, dove Pineider è nato, lo spazio in Montenapoloene sarà strategico per il rilancio» conclude Rossi. (an.bi.)

UPGRADING

EXPLOIT

PER NINE IN THE MORNING CONTI AL RADDOPPIO Nine in the morning will double its turnover in a year, thanks to wholesale and market like Japan and Korea. Quando hai 400 clienti nel mondo, molti dei quali Giappone e Corea, e nella stock list compaiono nomi come Tsum a Mosca, Lle66 a Parigi, Jofré a Barcellona, Loden frey a Monaco, ma anche Biffi, Tessabit e Verdelilla, è normale non avere fretta di aprire un monomarca. Sono altri i piani di espansione che passano per la testa di Umberto Vendramin, fondatore del marchio focalizzato in pantaloni Nine in the morning per uomo e donna. «Abbiamo chiuso il 2017 - racconta l’impreditore veneto - a quota 2,9 milioni e quest’anno contiamo di raddopppiare. Per aprire un monobrand c’è tempo prima vogliamo arrivare negli Usa, probabilmente dal 2019 e magari lanciare una linea bimbo». (an.bi.)

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PHILIPPE MODEL PIÙ COOL CON LE COLAB Philippe Model is building a new cool image and expand the colabs: a new one with Esteban Cortazar is expected in 2019. Non ci sono solo investimenti commerciali nel business plan di Philippe Model. Oltre alla presenza a Pitti Uomo per potenziare ulteriormente il canale wholesale e alle nuove boutique aperte nel 2018 tra Europa e Asia, il marchio di proprietà di 21 Investimenti prevede di destinare budget significativi anche a progetti speciali e collab con designer internazionali. «Tra le priorità - conferma il neo a.d. Diego Porro - c’è quella di lavorare sulla coolness del marchio. A Firenze abbiamo presentato il nostro modello iconico Monaco reinterpretato in chiave running e parallelamente stiamo lavorando a nuovi co-branding. Dopo a capsule collection con Stella Jean, siamo già al lavoro con Esteban Cortazar per un nuovo progetto». (an.bi.)


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NEWS

UN PLAYER TEDESCO DA OLTRE 300 MILIONI DI EURO

ANCHE L’ITALIA NEL MIRINO DI BRAX

Founded in 1888, Brax is a German specialist in trousers, that evolved in a lifestyle global brand, ready to grow also in Italy from 2019/2020. Un fatturato di 314 milioni di euro nel 2017, con la prospettiva di una crescita nel 2018, e una distribuzione capillare nel mondo, attraverso la presenza in quasi 1.900 shop in shop e in 113 tra negozi e outlet: arriva dalla Germania un marchio che intorno al core business dei pantaloni ha costruito un guardaroba uomo e donna all’insegna di un’immagine premium casual. Si tratta di Brax, che basandosi sulla qualità dei materiali, lo studio dei fit e uno stile oltre i trend effimeri - con un quarto asset, il servizio - è passato attraverso i corsi e ricorsi della moda e della storia, marciando al ritmo di uno sviluppo costante a livello internazionale. «Il brand nasce a Berlino nel 1888 su iniziativa di uno specialista dell’abbigliamento, Bernward Leineweber - racconta Stefan Lange, responsabile wholesale and franchise per Spagna, Russia, Cis, Asia e area Pacifico - e nel 1932 trasferisce il proprio quartier generale a Herford, dove si trova ancora adesso. Oggi i pantaloni continuano ad avere un ruolo centrale nell’offerta, ma la linea guida è quella del lifestyle». Sotto l’ombrello Brax si trovano l’omonima collezione, accompagnata dal claim Feel Good, le proposte femminili Rafaela by Brax e i pantaloni maschili Eurex by Brax. «La Germania resta il mercato più forte - prosegue Lange - con il 74% delle vendite, mentre il restante 26% si suddivide tra Austria, Svizzera, Belgio, Olanda, Russia e Scandinavia, senza contare gli Usa, dove siamo approdati nel 2015, e le prospettive che si stanno aprendo in Francia e Spagna, che ci hanno accolti un anno fa». E l’Italia? «Per ora la presenza è limitata - risponde il manager - ma contiamo di iniziare ad affrontarla seriamente nel 2019/2020. Del resto, siamo già legati al vostro Paese, in cima alla lista dei nostri migliori fornitori di tessuti». Tra le priorità strategiche, il digitale: «Sono già vari anni che i nostri e-shop in Germania, Belgio, Austria e Paesi Bassi sono attivi - informa Stefan Lange -. Il successo non ha tardato ad arrivare e la crescita annuale su questo canale è a doppia cifra. Possiamo fare ancora di più, trasmettendo anche in Rete ai clienti il nostro mondo, che sintetizziamo in tre espressioni inglesi: style conscious, smart e passionate». (a.b.) 1

1. Lo stile Brax nel punto vendita di Potsdam 3. Una nuova proposta Brax: il marchio è stato fondato a fine Ottocento a Berlino da Bernward Leinweber e dal 1932 ha il proprio quartier generale a Herford

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BIODEGRADABILI A DIFFERENZA DELLE FAKE FUR

IFF DIFENDE LE PELLICCE NATURALI

According to an Iff-International Fur Federation’s study, natural furs’ biodegradability make them really sustainable. The same does not apply to fake ones. Pellicce naturali o sintetiche? La risposta non è così scontata. Uno studio divulgato dalla Iff-International Fur Federation, basato su test di laboratorio condotti da Organic Waste Systems, sottolinea infatti la rapida biodegradabilità delle pellicce naturali anche in assenza di ossigeno, mentre lo smaltimento di quelle man made è molto più problematico. «Le pellicce di origine animale mostrano la stessa velocità di degradazione delle foglie di quercia e di salice» spiegano da Iff, che ha commissionato l’analisi insieme a Fur Europe. Le fibre di cui è composta una fake fur, al contrario, non si decompongono «e sono pericolose per l’ambiente, perché sempre più fini e composte da microplastiche» come sottolineano dalla federazione, che rappresenta 56 associazioni dell’industria della pellicceria di oltre 40 Paesi. «La pelliccia sintetica - commenta il ceo di Iff, Mark Oaten - è stata promossa come alternativa sostenibile a quella naturale, ma in realtà è altamente inquinante. Un’etica interessata alla sola protezione dei singoli animali è inutile, se l’ecosistema in cui vivono viene distrutto». Oaten chiama in causa anche marchi come Gucci e Versace, recentemente alla ribalta per le loro scelte animaliste: «Se hanno davvero a cuore la sostenibilità, leggano lo studio» (nella foto, Fendi autunno-inverno 2018/2019). (e.f.)



ALTAROMA 2018

CINECITTÀ DIVENTA UN SET PER SFILATE, MOSTRE, CONTEST E SCOUTING

NON UNA FASHION WEEK, UN INCONTRO CON LA CREATIVITÀ 10 mila visitatori, 150 brand e 400 studenti: sono i numeri dalla recente edizione di Altaroma che per il presidente Silvia Venturini Fendi è sempre più un contenitore creativo. Resta il focus sullo scouting: il progetto Showcase cresce più di Who Is On Next?, che premia Mrz, Mtf e Delirious DI ANDREA BIGOZZI

10 thousand visitors, 150 brands involved and 400 students: these are the numbers of the last edition of Altaroma. «We are not a fashion week but a date with creativity», says president Silvia Venturini Fendi.

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a sfilata antologica di Renato Balestra sulle passerelle dell’Antica Roma a Cinecittà, il rientro nella capitale dello stilista Sylvio Giardina dopo otto anni, le riflessioni di Marco de Vincenzo sulla creatività e sulla sua “romanità” acquisita, il docu-film su Roberto Capucci e la mostra omaggio a Raffaella Carrà. In più le sfilate di giovani designer come Marianna Cimmini e Miahatami, la giornata dedicata alla scuole e alla formazione. Questi sono solo alcuni dei magic moment dell’edizione di giugno di Altaroma che - secondo quanto dichiarato dal direttore generale della manifestazione, Adriano Franchi - si è conclusa con oltre 10mila visitatori e la partecipazione di 150 brand e 400 studenti delle scuole. In questo «appuntamento con la creatività», come preferisce chiamare la kermesse il presidente di AltaRoma Silvia Venturini Fendi, ritenendola una definizione più adatta rispetto a fashion week, lo spazio maggiore resta quello dedicato allo scouting. Questa stagione, però, nonostante una giuria all star in cui spiccava il nome di Massimo Giorgetti di Msgm, la finale del contest Who Is On Next? è apparsa un po’ sottotono, anche a causa dei pochi progetti selezionati. Alla fine nella categoria abbigliamento è arrivata una vittoria ex aequo per Simona Marziali (con Mrz) e Maria Turri Ferro (con Mtf). Mentre negli accessori ha prevalso Marco Lanero con Delirious Eyewear. Più buzz, invece, si è creato per la seconda edizione di Showcase, potenziato nella formula e nel numero dei brand: quasi nessuno dei 10mila visitatori di Altaroma ha saltato la tappa nella sala di Cinecittà dedicata al progetto. ■

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1. I vincitori di Who Is On Next? 2018: Marco Lanero di Delirious Eyewear, Maria Turri Ferro di Mtf e Simona Marziali di Mrz 2. La sfilata tributo a Renato Balestra a Cinecittà 3. La mostra con cui Altaroma ha reso omaggio a Raffaella Carrà

COLOSSEO: GLI STUDENTI DISEGNANO LE DIVISE Altaroma teams up with the Coliseum in order to create the uniforms for people working there. Dopo la presenza all’inaugurazione di Pitti Uomo, il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli ha fatto tappa anche ad Altaroma. L’occasione è stata il lancio del bando per le scuole di moda, chiamate a disegnare le divise per il l Parco del Colosseo. Il progetto ideato da Altaroma prevede una linea per l’uomo e una per la donna, versione inverno, primavera-autunno, estate. All’istituto vincitore andranno 5mila euro per l’acquisto di materiale didattico. «Il Parco - dice Silvia Fendi, presidente di Altaroma - avrebbe potuto chiedere a una firma famosa, che avrebbe accettato. Invece ha scelto i futuri designer. Un esempio di come fare sistema e un’opportunità per i giovani».


ANCHE BANCA INTESA SANPAOLO SFILA A ROMA Intesa Sanpaolo on catwalk at Altaroma with ten young promises of Italian fashion.

FENDI: «SHOWCASE È UNO STRUMENTO EFFICACE, MIRATO AL BUSINESS» Altaroma pushes on its “Showcase” initiative, aimed at creating a link between emerging Italian labels and buyers. «Già alla sua seconda edizione, il progetto ha coinvolto più brand e startup interessanti. Showcase sta facendo vedere il suo potenziale di strumento mirato al business». Il successo della piattaforma ideata da Altaroma con Ice Agenzia per mettere in contatto i new talent con i buyer trova conferma nella parole di Sivlia Venturini Fendi. Questa stagione erano 60 i marchi ammessi all’evento (in precedenza 40), con 14 designer che hanno chiesto di tornare. Showcase è stato allestito per tre giorni a Cinecittà, con 20 brand diversi esposti a rotazione ogni giorno. Tra questi, l’abbigliamento di Valentina L Fontana (foto sotto), le borse Nico Giani (foto sopra) e - novità - alcuni progetti sostenibili come quello di Tiziano Guardini. «Terreno fertile per i buyer» ha concluso Fendi.

Dieci talenti della moda sono entrati nella filiale di una banca per presentare le loro collezioni. La filiale in questione è quella storica di Intesa Sanpaolo in via del Corso a Roma, che ha fatto da cornice alla sfilata collettiva organizzata dall’istituto di credito, che ha chiuso l’edizione estiva di Altaroma. Tra le dieci promesse che hanno preso parte a Next Trend, presentando 10 look ciascuno, nomi come Jenny Monteiro (nella foto), Gilberto Calzolari e Viola Ambree. L’appuntamento romano segue quello milanese della scorsa stagione, quando la banca aveva aperto le porte della filiale di via Verdi ad altri 10 designer.

MARCO DE VINCENZO: «QUESTA È LA CITTÀ PERFETTA PER UN CREATIVO» Marco de Vincenzo talks about his life in Rome: «Here there’s more freedom». La romanità si può acquisire? É questo il quesito al centro della chiacchierata che ha visto protagonista Marco de Vincenzo in un talk al Maxxi incluso nel calendario di Altaroma. «Roma è il luogo perfetto per un creativo, perché ti garantisce molta libertà», ha dichiarato lo stilista, che si sente un po’ romano grazie all’esperienza in Fendi con Silvia Venturini Fendi. In 20 anni nella capitale non ne è mai stato deluso, tanto da preferirla a Milano, altra città in cui vive. «Lì ti chiedono su cosa stai lavorando, a Roma invece come stai», fa notare il creativo.

AU197SM SCEGLIE ROMA PER IL PRIMO SHOW. PROSSIMA TAPPA MILANO Au197Sm makes its debut on the catwalk in Rome. Next stop Milan. Chissà cosa si farà venire in mente Stefano Maccagnani quando sarà tempo di portare Au197Sm, il marchio di cui è amministratore delegato, a sfilare a Milano la prossima stagione. Intanto la griffe ha debuttato sulla passerella di Altaroma, introducendo nel panorama couture la fusione dei metalli preziosi e l’utilizzo della saldatura a ultrasuoni. «Questo approccio pionieristico - afferma Maccagnani - ha creato interesse intorno a Au197Sm. Possiamo già contare su una cinquantina di clienti multimarca sparsi in tutto il mondo e il prossimo obiettivo è andare a sfilare a Milano e aprire una nostra showroom».

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NEWS

AL VIA I NUOVI HEADQUARTERS E L’E-SHOP

NON (PIÙ) SOLO OUTERWEAR

CALCATERRA SEMPRE PIÙ ECO E INTERNAZIONALE

PEOPLE OF SHIBUYA AMPLIA L’OFFERTA

Investments in eco-sustainability, new headquarters, the launch of e-shop are among the new projects of Daniele Calcaterra.

The brand’s outerwear collection grows with alternative products and a co-branding with Lotto.

Quello della sostenibilità è un tema sempre più centrale per Calcaterra... Il primo step è stato a settembre 2017 con l’introduzione di un nuovo concetto di pelliccia, grazie a un outfit ideato per il Green Carpet Fashion Awards e realizzato in organza e Tencel, fibra naturale sostenibile. Poi, per la sfilata dello scorso febbraio, ho cercato fornitori in grado di garantirmi uno stock di pellicce di visone vintage, a cui ho ridato vita attraverso davantini, coprispalle e coprimaniche. In chiave green è anche la Resort 2019, in cui ho sostituito completamente il popeline della camiceria con un tessuto in cotone-Tencel e introdotto una seta biologica con un finissaggio washed.

L’ultimo appuntamento di Pitti Uomo è stato un’edizione spartiacque per People of Shibuya, brand di outerwear uomo e donna che fa capo a GoodFellas. Nuovi orizzonti si profilano sia sul fronte del prodotto, sia delle strategie commerciali, come spiega il direttore generale Angelo Loffredo: «Siamo nati circa tre anni e mezzo fa come una collezione monoprodotto - racconta - ma da questa stagione abbiamo inserito pezzi di maglieria finezza 16 tinti in capo, alcune polo piquet light stretch e le prime sneaker, frutto del co-branding con Lotto». «L’obiettivo - precisa - è allargare l’assortimento merceologico, per tenere vive le vendite nei negozi tutti i sei mesi della stagione». Una strategia che dovrebbe avere una ricaduta positiva sulle performance del marchio, arrivato a 7 milioni di euro di fatturato nel 2017 (+28%) e deciso a crescere di un ulteriore 30-35% nel 2018. A trainare le vendite sono in primis il mercato domestico, che rappresenta il 70% del turnover e si avvale di 330 clienti wholesale, oltre a Paesi come la Germania, «dove cresciamo a doppia cifra», Spagna, Olanda e nuove aree di riferimento come Russia e Francia, «nazione in cui approderemo dal prossimo inverno». «Prossima sfida - anticipa Loffredo - gli Stati Uniti». (a.t.)

Come si sta muovendo a livello distributivo? Siamo molto attenti a dove vendiamo e a come il nostro prodotto viene proposto. Questa politica determina uno sviluppo graduale che però ci sta dando ragione, con un aumento previsionale dei ricavi 2018 del 30% rispetto al 2017. In Europa i mercati più sensibili sono la Francia (+15%) e i Paesi Bassi, che oggi rappresentano il 12% del fatturato e hanno registrato un +10%. C’è molta attenzione anche da parte di Svezia e Inghilterra, con una crescita importante prevista nel 2019, mentre per la Russia, il Paese da sempre più attento al brand, l’incremento si attesta intorno al 10%. Giappone e Corea sono invece le grandi sorprese delle ultime due stagioni: in Giappone Calcaterra è presente - per Alco Group - in store indipendenti da Tokyo a Osaka, mentre per la Corea puntiamo a consolidare il mercato entro il 2019. Progetti retail offline e online? Il nostro flagship di Salò ha raggiunto il break even già dal primo anno di apertura, registrando nei primi cinque mesi del 2018 un incremento costante del +15% su base mensile. Un successo che ci ha portato a riflettere su un piano più ampio di sviluppo retail. Quanto all’ecommerce, quello direzionale è già in cantiere e contiamo di vederne una demo nei prossimi mesi, per andare a regime con febbraio 2019. Avete anche inaugurato un nuovo quartier generale... Si trova in centro a Brescia e si sviluppa su 700 metri quadri. L’esigenza di avere una sede più ampia nasce proprio per agevolare lo sviluppo del business che, in questi due anni, ha visto l’inserimento di nuove figure in ambito modellistica e controllo qualità/produzione, con una completa internalizzazione dei processi produttivi e di campionatura, in grado di rispondere così ai più rigorosi controlli qualità, necessari per un marchio come il nostro. (a.t.)

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LA RIVOLUZIONE PARTE DA FIRENZE

IL NEW DEAL DI SCAGLIONE The historic brand changes its path with a more contemporary image, a new commercial network and a new digital project. In occasione di Pitti Uomo, Scaglione - storico marchio di maglieria made in Bergamo - ha presentato il nuovo corso del brand, che riguarderà sia l’uomo che la donna. Il cambiamento è chiaro sin dal logo, caratterizzato da una grafia più netta e precisa, specchio di una virata verso linee contemporanee ed essenziali, con contaminazioni dall’activewear e del mondo nordeuropeo. Come consulenti di stile, soprattutto per il côté femminile, è arrivato il duo bolognese Dondi-Ruggeri. Si rinnova inoltre la rete vendita, con un’attenzione ai mercati europei e orientali, in primis il Giappone (dove il brand ha una presenza consolidata), per il quale è stata stretta una partnership con Aman. E cambia marcia pure il digitale, con il restyling del sito istituzionale e dei canali social. Last, but not least, il retail: attivo con un monomarca di proprietà a Milano, Scaglione sta definendo anche un nuovo progetto di espansione retail. (a.t.)


DYSON SUPERSONICTM for

Alte prestazioni in versione all black DEDICATO A UOMINI ESIGENTI E SOFISTICATI, ARRIVA DYSON SUPERSONICTM IN VERSIONE NERA: UN COLORE SENZA TEMPO PER QUELLO CHE, PIÙ CHE UN ASCIUGACAPELLI, È UN GIOIELLO DI ALTA TECNOLOGIA Grinta, precisione, affidabilità e un colore senza tempo, il nero: pensato per un pubblico prevalentemente maschile, il nuovo asciugacapelli Dyson SupersonicTM in black/nickel si presenta in una nuova versione, dopo aver scelto l’iconico fucsia, il trendy viola e il romantico rosso. Nero sinonimo di sensualità, eleganza e fascino: una tonalità che ispira da sempre i mondi della creatività, della moda e del cinema. Gioiello tecnologico dall’immagine raffinata, il nuovo Dyson SupersonicTM in black/nickel è ideale per asciugare, oltre ai capelli, anche la barba e i baffi. Come per le altre edizioni di Dyson SupersonicTM, questo modello trova il proprio cuore pulsante nel motore digitale brevettato Dyson V9, potente ma compatto, abbastanza piccolo da entrare nel manico dell’apparecchio, piuttosto che nella testa. I capelli vengono protetti dai danni del calore, grazie alla termoresistenza racchiusa in una bolla di vetro, che misura la temperatura per ben 20 volte al secondo, trasmettendo i dati a un microprocessore, preposto al controllo di un

www.dyson.it -

microelemento brevettato a doppio strato. Gli accessori restano inoltre freddi al tatto, grazie alla tecnologia Heat Shield. Non è tutto. Asciugatura e piega possono essere realizzate in un unico passaggio, tramite la tecnologia Air MultiplierTM , a sua volta brevettata. Tre gli accessori magnetici, unici nel loro genere, inventati dagli oltre 100 ingegneri Dyson: il beccuccio lisciante, che asciuga i capelli delicatamente e uniformemente; il beccuccio concentratore che dirige il flusso d’aria esattamente dove serve e, non ultimo, il diffusore, in grado di diffondere un flusso uniforme su ogni singolo riccio, simulando un’asciugatura naturale. Asciugatura rapida, maneggevolezza, controllo intelligente del calore, getto d’aria potente e preciso: Dyson SupersonicTM è rivoluzionario e inimitabile. Del resto, l’azienda ha investito in questo asciugacapelli 4.0 circa 75 milioni di euro, utilizzato 1.625 chilometri di capelli veri per i test, impiegato quattro anni nelle attività di sviluppo ed è in attesa di deposito per 100 brevetti.

DysonItalia -

@dysonitalia


NEWS

TRA HERITAGE E INNOVAZIONE

LE SFIDE DEI 45 ANNI

DIADORA STRIZZA L’OCCHIO AI MILLENNIALS

«LOTTO VUOLE RACCONTARE L’ITALIA NEL MONDO»

Diadora aims to conquer Millennials, mixing heritage and innovation. Ceo Enrico Moretti Polegato mentions among the brand’s drivers also the female target and clothing.

The Lotto brand is 45 years old and is being transformed «to tell Italy in the world», as announced by chairman Andrea Tomat.

Uno dei modelli di richiamo, nello stand di Diadora a Pitti Uomo 94, è stato l’N9000 TXS della linea Heritage: una sneaker per l’estate 2019 che, recuperando un’allacciatura speciale sviluppata internamente negli anni ‘90 per il tennis (anche se oggi il laccio viene dal trekking), reinventa i modelli da running. «70 anni di storia e innovazione: due fattori a contrasto ma che piacciono ai Millennials, la categoria più importante per la nostra offerta»,spiega il presidente e ceo Enrico Moretti Polegato (nella foto). Ma l’azienda scommette anche sul target femminile, che rappresenta il 35% delle vendite e cresce a un ritmo dinamico (+20% nel 2017). «Potrebbe avere effetti positivi a livello trasversale - dice il presidente - su tutte le linee». Tra i driver di crescita attesi c’è inoltre l’abbigliamento, grazie anche a collaborazioni speciali, come quella con Sundek e la più recente con il marchio LC23, fondato da Leo Colacicco. Pure l’e-commerce dovrebbe contribuire allo sviluppo delle vendite totali, nel 2017 salite a 162 milioni di euro (152,6 milioni nel 2016). La piattaforma online è stata oggetto di un restyling lo scorso anno e con l’autunno-inverno 2018/2019 permetterà a Diadora di raggiungere la Cina. Oggi il brand è distribuito in oltre 60 Paesi ma la crescita è guidata dall’Italia. «È il mercato singolo più grande - commenta Polegato - ma una presenza internazionale è necessaria». Tra le aree di interesse cita gli Usa, che «nel 2017 hanno sorpreso positivamente, specie nei modelli per il running», e l’Asia. Tra l’altro, in Giappone Diadora è il terzo marchio nel tennis, disciplina cui si sta riavvicinando, come attesta la sponsorizzazione di giovani tennisti agli scorsi Internazionali di Roma. (e.f.)

Lotto festeggia il 45esimo anniversario, ma da tre anni a questa parte sta portando avanti un’ampia trasformazione. «Stiamo creando un’architettura più funzionale al mondo digital - racconta il presidente Andrea Tomat - con un sistema Erp e software per la supply chain. A fine anno avremo completato la migrazione». A proposito di online, Tomat parla di «unica tecnologia ma piattaforme separate» per l’ecommerce diretto di Lotto e Stonefly (il primo avviato in marzo, il secondo in partenza a fine estate). Per quanto riguarda l’offline, l’imprenditore vede in fermento tutta l’Asia e, in particolare la Cina, dove sta scegliendo i partner. Centro e Sud America sono mercati interessanti «ma con cicli brevi, volatili». Negli Usa il marchio della doppia losanga ha al momento una «presenza modesta, soprattutto legata al calcio e al tennis». In Europa sta mantenendo le posizioni. «L’Italia - dice il presidente - resta il mercato di riferimento, ma vogliamo raccontare l’Italia nel mondo». Le proposte «donna» sono tra le candidate a far parlare di sé. «È un segmento interessante - osserva Tomat - perché di solito è responsabile degli acquisti e rientra in quella categoria di chi fa sport per mantenersi in forma e socializzare». Questo target è anche uno dei destinatari del nuovo brand Life’s per l’easy sport, che dallo scorso anno si è aggiunto a Lotto Performance, Lotto Leggenda (nella foto, le nuove Run Light, reinterpretazione di un modello degli anni Ottanta), Aequiter e Lotto Works. Intanto per il compleanno Lotto si prepara a lanciare Stadio 45, una scarpa da calcio tutta made in Italy, mentre la mostra dei cimeli organizzata di recente nella sede di Trevignano (Tv) diventerà stabile. (e.f.)

NUOVO PROGETTO NEL MENSWEAR

SEVENTY AMPLIA GLI ORIZZONTI CON S’Y At Pitti Uomo 94 the Venetian company Seventy presented its new fresh menswear line S’Y. Pitti Uomo 94 è stato l’occasione per Seventy di presentare una nuova visione di menswear. Si tratta della collezione S’Y, che presenta una palette di colori vivaci, si sbizzarrisce nelle fantasie, introduce i dettagli dello streetwear e sceglie materiali morbidi, effetto cocooning. Il tutto senza perdere di vista il consumatore di riferimento, «che non è un teen e nemmeno un fashion addict», spiega Francesca Tegon, responsabile ufficio stile per l’uomo dell’azienda, fondata dal padre Sergio. A tutt’oggi quello italiano è il principale mercato di riferimento ma l’azienda di Cà da Mosto di Scorzé (Ve) vuole crescere all’estero. Tra i mercati dove è già presente Francesca Tegon elenca Europa, Giappone, Russia, Medio Oriente e Stati Uniti. Sono circa 300 i punti vendita uomo. La parte del leone la fa ancora la donna: quasi 800 gli store, che generano il 75% dei ricavi (50 milioni di euro nel 2017). (e.f.)

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I BUYER A PITTI BIMBO 87

CRESCERE È USCIRE DALLA COMFORT ZONE

Ph. IGiovanni Giannoni

CHILDRENSWEAR

Varietà di stili, proposte ed eventi al recente Pitti Bimbo, apprezzato dai buyer intervistati da Fashion per la sua unicità e per la capacità di catalizzare correnti di rinnovamento che fanno bene al sell out DI ALESSANDRA BIGOTTA

Trasversality and research as keywords of Pitti Bimbo, a fair that changes with a market asking for more and more innovation, as some buyers interviewed by Fashion underline.

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n settore i cui ricavi 2017, secondo le stime di Confindustria Moda, sono aumentati del 3,6%, a quota 2,9 miliardi di euro, ma che è tuttora penalizzato da un mercato interno debole. E un IN CIFRE* salone che, sempre più, dà voce alle mille anime del mondo bambino, italiano e internazionale: ce2,9 MLD E rimonia, street, active, contemporary luxury, marFATTURATO 2017 chi emergenti e, sempre più, lifestyle. Al di là dei quando si tratta di mini me e griffe». Griffe che, a numeri, in lieve aumento rispetto a un anno fa (si questa tornata, non sono mancate, dalla già citata +3,6% parla di 5.350 compratori, +1%), Pitti Bimbo ha Dolce&Gabbana, che presidiava il cortile della ForCRESCITA SUL 2016 dato ancora una volta l’impressione di mettercela tezza con la riproduzione di una giostra vintage, a tutta per cavalcare la forte ondata di cambiamento Dsquared2, protagonista di uno dei party più insta1,1 MLD E che sta attraversando il comparto, ponendosi come grammati oltre che new entry al salone, in occasioEXPORT (+5,9%) fulcro di debutti, conferme, nuovi progetti e di un ne dei primi cinque anni del kidswear e del lancio * Stime Confindustria Moda ricco fuorisalone. «Per noi la rassegna è uno strudella capsule Prom, in vendita da novembre. «Una mento di lavoro irrinunciabile - commenta Dina gamma di proposte che ci ha convinto - sottolinea Moon, head buyer dell’e-tailer Childrensalon Verdiana Pedico di Pedico a Barletta - tra gonne di grazie all’insieme di creatività, talenti e tendenze, anche al di fuori pizzo azzeccate per la bambina e i colori pastello, finalmente sdodei soliti percorsi. Penso alla sezione Apartment, un concentrato ganati per il maschio. Un bel segnale di energia, quello che ci vuole di lusso e raffinatezza, e a KidzFizz, vetrina di brand indipendenti in un periodo in cui la gente entra in negozio con le idee chiare e ricchi di passione, ricerca e artigianalità». Anche Virginia Zingosi aspetta novità. Alcuni brand lo hanno capito: penso a Burberry, ne di Zingone - realtà nata nel 1896, con due negozi a Roma, uno che già dal prossimo inverno sorprenderà per i cambiamenti che ha in apertura a Cortina d’Ampezzo e una label di proprietà, Zingomesso in atto». Secondo la buyer pugliese, anche la versione picne - segnala Apartment come «una realtà in continua evoluzione cole taglie di Gcds ha le carte in regola per sfondare: «Un marchio all’interno di un salone vivace, che vorrei proponesse ancora più “esploso” nell’adulto, che conquisterà gli under 14 a colpi di grinta sfilate, eventi e presentazioni». «Tra i marchi - prosegue - promuoe colore». Positiva l’impressione sulla bimba di Alberta Ferretti e vo Monnalisa per l’eleganza, Louise Misha per l’estro hippie e Philosophy di Lorenzo Serafini: «Stessa casa madre, seppur con Dolce&Gabbana, che anche stavolta ha fatto centro con un’installicenziatari diversi, ma mood differenti, entrambi interessanti. Tra lazione divertente». «Qui si trova un esauriente spaccato del made l’altro, il mini me di Alberta Ferretti è stato presentato già a Milano in Europe in piccole taglie - aggiunge Jay Bly Lee di Voc-Very in contemporanea con la donna e questo, complici i social, potrebOrdinary Company a Seoul -. Nel nostro Paese le mamme conbe spingere le future vendite». Da Piacenza, Anna Cammi de Il tinuano a essere attente alla moda, per sé e per i figli: non si fanMonello cita tra i marchi più convincenti visti al salone Diadora, no problemi a spendere cifre consistenti per i bambini, soprattutto in particolare la parte pantaloni e bermuda, «che piaceranno al ma-

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KIDSWEAR ITALIANO

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FLASH NEWS Three highlights at Pitti Bimbo: Nicki Macfarlane’s couture for kids, in its full relaunch, Stefania Pinyagina ready to conquer the Italian market and The New Society, a Spanish brand seen at The Nest section.

NICKY MACFARLANE: UNA BRITISH COUTURE CHE PARLA ANCHE ITALIANO 1. Il finale della sfilata collettiva dedicata ad #Activelab, nuova sezione del salone 2. La sera del 21 giugno Monnalisa ha aperto eccezionalmente il Giardino Torrigiani per una festa in perfetto stile anni Cinquanta 3

Il marchio Nicki Macfarlane ha portato in Fortezza un assaggio della sua couture per piccole principesse, finita su tutti i media ai tempi del Royal Wedding di William e Kate, grazie agli abiti da sogno delle piccole damigelle. «Contiamo su una distribuzione in un’ottantina di negozi internazionali, oltre al monomarca londinese di Chelsea» ha spiegato Roney Simon, ceo della torinese Rgs Diffusion che ha acquisito il marchio, mantenendo però la produzione nel Regno Unito. Forte in mercati come gli Usa, dove tra gli altri è distribuito da Bergdorf Goodman, Nicki Macfarlane ora punta a crescere in Italia, dove è presente in 13 multimarca.

STEFANIA PINYAGINA: IN VISTA UNA SHOWROOM NEL CENTRO DI MILANO

Ph. AKA Studio Collective

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3. Il “prom party” di Dsquared2 ha celebrato i primi cinque anni del kidswear e il lancio di una capsule 4. Dolce&Gabbana in Fortezza con una giostra d’altri tempi e gli immancabili “avatar” di Stefano e Domenico

schio, un segmento oggi più facile della femmina: già a dieci anni le ragazzine abbandonano il negozio da bambino per “migrare” verso insegne alla Subdued». «Nomi come Piccola Ludo, Magil, Gaudì e Lorsobruno sono stati ancora una volta all’altezza delle mie aspettative - conclude Gloria Valeri di Piccole Canaglie a Foligno -. Credo nel made in Italy e mi accorgo che inizia a crederci anche chi entra nel mio punto vendita, che ultimamente uno sguardo all’etichetta lo dà: a Pitti, del resto, ho notato marchi stranieri, di nazionalità anche molto forti nel kid, omologati nello stile e con prezzi non particolarmente concorrenziali. Torno più che mai convinta che la nostra inventiva non la batta nessuno». ■

Sfilata a Pitti per Stefania Pinyagina, marchio fondato da Natalia e Oleg Pinyagin, imprenditori e genitori della piccola Stefania, cui hanno dedicato questa collezione dopo 20 anni di esperienza nella produzione di kidswear. Russi ma con quartier generale a Marbella, Natalia e Oleg hanno presentato una collezione molto articolata per maschio e femmina, tra mood romantico ed echi street. «Siamo pronti ad aprire una showroom in piazza Duomo a Milano - hanno anticipato - e ad avviare negozi in franchising nel vostro Paese».

THE NEW SOCIETY: “ONE TO WATCH” DALLA SPAGNA In mostra a The Nest, la sezione di Pitti Bimbo focalizzata sui marchi indipendenti di kidswear, The New Society ha vinto uno dei Pirouette Blog One To Watch Award, premio lanciato da Pirouette Blog. Artefice del brand è la stilista spagnola Estefanía Grandío Gayoso che, dopo collaborazioni nel fashion “per grandi”, ha deciso di lanciarsi in questa nuova avventura ispirandosi ai figli, una bimba di quattro anni e un bimbo di uno. Segni particolari: attenzione al comfort, tessuti naturali e ricercatezza nei dettagli.

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PITTI 94 SPRING-SUMMER 2019

HARMONT & BLAINE

Polo , pantaloni e sneaker in colore vivaci e dal gusto pop

PT PANTALONI TORINO

Pantaloni dotati di pences o meno in tessuto dai colori sfumati, chiari e polverosi

BAGUTTA

Completo: T-shirt logata, giacca-camicia su stampa a palme, pantalone chino leggero

ALTEA

Bomber e bermuda ravvivati da un disegno su stampa, polo con collettoclassico e maglione giricollo a righe.

CRAIG GREEN

CALIFORNIA VIBE s

Uno spirito libero, eclettico e street-pop, in bilico tra atmosfere californiane e ritmi urbani. Dettano legge il mix di materiali, le stampe strong, le coloratissime grafiche. Il guardaroba è all’insegna di una sporty couture libera e aperta alle sperimentazioni.

AT. P. CO

Giacca doppiopetto su stampa a fiori con sottogiacca leggero a girocollo.

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MINO RONZONI 1953

Cinture in pregiata pelle stropicciata, rullata con metalleria larga

A pop-street, eclectic spirit, in balance between Californian atmospheres and urban rhythms. Mixes of fabrics, strong prints and colorful graphics are in pole position. A wardrobe in the mood for a free sporty couture, always open to experimentation.

FIORIO

Costume da bagno con motivi di piccole barchette


PEPE JEANS LONDON

Giacca in denim con tasche laterali e applicate per un effetto used '70

BESPOKE DENIM s

HAND PICKED

Jeans con taglio sartoriale prodotto con una fibra raffinata e particolarmente resistente

DOPPIAA

Giacca camicia in tessuto esclusivamente italiano

ROY ROGER'S

Jeans in lino e cotone dal sapore vintage, ma dall’attitudine assolutamente contemporanea

Il denim non ha età, né nazionalità e, a seconda di chi lo indossa, acquisisce una differente personalità. Un tessuto universale e trasversale, che attraversa le epoche rinnovandosi incessantemente e che scopre un’anima bespoke, per rendere ognuno immediatamente riconoscibile. Denim has no age, no nationality and, according to every single person who wears it, gains a specific personality. A universal, transversal fabric, that goes through different historical periods, constantly renewing itself and discovering a bespoke soul. To make everyone really special.

FELISI

Borsone realizzato tramite un telaio antico a navetta che veniva utilizato per tessere il jeansi

RIFLE

Jeans 5 tasche con ampi risvolti e cimosa ribattuta

SHAFT JEANS

Pantaloni i a 5 tasche nei toni del beige, bianco, azzurro, blu, rosso, .

CARE LABEL

Jeans elastcizzato , vestibilità skynny effetto vintage

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PITTI 94 SPRING-SUMMER 2019

BED JW FORD PALTO

Trench destrutturato, sfoderato,antipioggia

FLASH FORWARD

XACUS

Camicie in lino o in stampa fantasia

s

Capi icona che guardano al futuro, come il bomber in cotone naturale o stampato, ma anche in seta waterproof, il maglione sportivo scollo a V, ispirato al mondo dello sport degli anni 70 o il parka in tessuto seersucker. Proposte che in poche mosse diventano sinonimo di stile per un moderno globetrotter. Icon garments that look to the future, such as the bomber jacket in natural or printed cotton, or in silk with the waterproof system, the sporty V-neck sweater inspired by sports world of the 70s and the parka in seersucker fabric. Proposals that in few moves become synonymous with a style for the modern globetrotter.

BARENA

VALSTAR

Bomber con cappuccio con maniche corte

0909

Giacche destrutturate total-white, denim, e check

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Valstarino “summer pink� in light suede sfoderato

CAMOUFLAGE

Pantalone con dettagli e rifiniture artigianali sartoriali in lino leggero

MANUEL RITZ

Completo: bomber e sneaker in tessuto check, camicia e sciarpa in micro e macro pois


TAGLIATORE

Giacca sahariana in suede con tasche applicate

LE GADJO LA MARTINA

Giacca con ampi revers decorati da bottoni smaltati color oro e mostrine sui polsi

s

Un’intima narrazione di racconti bohÊmien di spirito gitano, per collezioni che viaggiano attraverso differenti universi spazio-temporali, pensando a un nomade felice e ai suoi ricordi, che si fondono con motivi botanici e geometrici, colorati e divertenti. Pochi fronzoli, tanto comfort e naturalezza. An intimate narration of bohemian tales with a gypsy spirit, traveling through time-space universes,thinking of a happy nomad and his memories, that blend with botanical and geometrical, colorful and funny motifs. No froufrou, in the name of comfort and naturality.

SSEINSE

LARDINI

Giacca due bottoni a righe in puro lino

FEDON

Set da viaggio : zaino , pochette e borsello in pelle

Giacca completamente destrutturata, sciolta e informale, realizzata con un tessuto stampato a righe verticali.

CINI

Capospalla realizzato in lino con volume confortevole e peso leggero

MICHAEL COAL

Pantaloni nei toni del rosa, beige, nero, bianco a righe micro e macro

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PITTI 94 SPRING-SUMMER 2019

NICK WOOSTER X PAUL&SHARK Parka color block su bermuda con multitaschePa

BARB' ONE

Pantaloni con coulisse in vita e bande ricamate laterali

NORTH SAILS

Bomber con cappuccio, felpa, filed jacket, T-shirt e pantaloni con coulisse nei toni del giallo sole e blu oltremare

DIKTAT

Polo e maglie nei gialli, dei blu oltremare e degli arancio

FUMITO GANRYU

ANDREA FENZI

Maglie realizzate in varie finezze e punti

BEST COMPANY

Felpe con stampe dedicate al tema del mare

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SUMMER VA C AT I O N s

Pensando alle vacanze anni Cinquanta e a spiagge esotiche, le giacche si destrutturano e anche i pantaloni si ammorbidiscono, pur restando spesso e volentieri nel perimetro del formale. I tessuti sono naturali e leggeri, per un’estate da vivere all’insegna di un’elegante nonchalance. Thinking about a 1950s holiday style and exotic beaches, jackets are deconstructed and pants choose softer silhouettes, without completely forgetting a formal allure. Fabrics are natural and lightweight, to live summer in an elegant, nonchalant mood.

ALPHA STUDIO

Polo tre bottoni nei toni caldi del deserto

SUN 68

Costumi da bagno su stampa floreale e con coulisse in vita


BRUNO MANETTI CASHMERE

Tuta con cappuccio

C PLUS

Pantaloni dalla linea morbida con girovita ribattuto sartorialmente

BRUNELLO CUCINELLI

Giubbotto in pelle, T-shirt in cotone, maglia con grande scollo, pantalone a quadretti tutto sui toni della terra

GALLIA

Colletto, ricamo, polsini, tessuto, bottoni e confezione su misura: dettagli per creare il proprio esclusivo stile personale

GABRIELE PASINI

Blazer blu con camicia blusa a righe, abbinati su pantalone principe di Galles

TIMELESS ELEGANCE s

Ogni materiale racconta una storia di eccellenza, dalle sete lavate alle tele in cashmere e alle lane superfini. Pesi impalpabili rinnovano un classico come il blazer, mentre i capi piĂš sportivi si affidano a nuovi cromatismi e stampe per proiettarsi nel futuro.

DIGEL

Abiti a due bottoni e doppiopetto su tessuti in cotone doppiato e madras

Each material tells a story of excellence, but also of careful selection, from washed silks to cashmere and the finest wool. In the meanwhile, the most sporty garments choose new chromatic suggestions and prints, to design their future.

FERRANTE

Maglione girocollo in cotone in colore naturale

PENCE 1979

Forme minimali e tagli sartoriali per completi con colori dedicati all'Africa

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PITTI 94 SPRING-SUMMER 2019

CIRCOLO 1901

Giacche mono e doppiopetto in tessuto fresco di lana e cotone

BOGLIOLI

Giacche tinte in capo dai colori estivi: blu e azzurri, rosso rubino, corallo, i verdi militari

BARBA NAPOLI

Giacca a due bottoni con spalla a rullino e doppio spacco posteriore

PAOLONI

Completo office rigato in tessuto leggero con giacca a due bottoni

JACKET RELOADED s

Si fa presto a dire giacca: questo must dello stile da città si reinventa, a partire dai materiali, che non sono più soltanto i soliti classici, ma esplorano nuove alchimie e soluzioni, riprese anche dal mondo informale. Da indossare nel contesto urbano o in viaggio, quello che è un capo indispensabile del guardaroba maschile si arricchisce di inediti contenuti di funzionalità..

SARTORIA LATORRE

Giacche morbide dai tessuti dalla marice british come il tweed, il pied de poule, il principe di Galles

The jacket is only a jacket: not at all. This must have of men’s wardrobe reinvents itself beginning from materials, that are no more or not only classic, but explore new alchemies and solutions, taking inspiration also from informal wear. This unmissable garment enriches itself with functional contents, never seen before.

LUIGI BIANCHI MANTOVA

Giacca a due bottoni con revers alto

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L.B.M 1911

Giacche mono e doppiopetto


SANTANIELLO

SCHNEIDERS

Giacche e pantaloni lunghi e corti secondo l'antica sartoria napoletana

Loden-Parka con quattro grandi tasche, doppia allacciatura, con bottoni automatici e zip interna

FRADI

Giacca, bomber e pantaloni nei toni caldi estivi

DEVORE INCIPIT

BEVILACQUA

Camicia a righe e giacca in tessutto leggero con grande scollo e cappuccio

TRANSITIONAL MEN

Pantaloni con tessuti di alta qualità per essere senza tempo

s

Stile e praticità, con un tocco di streetstyle, per uomini in perenne evoluzione. Lucenti membrane 3L si alternano a mischie di cotone e nylon e vengono accostate ai nuovi taffetà rivestiti. L’uomo contemporaneo trova ciò che cerca, collezioni moderne al passo con le sue mutate esigenze.

GIANNI GALLUCCI

Zaino della capsule NBA All Star Game realizzato su misura

Style and practicality, with a streetstyle touch, for men in a constant evolution. Shining 3L membranes, combined with coated taffeta, coexist with cotton-nylon blends. The contemporary man finds all that he looks for, modern collections in tune with his changed needs

DUE SOLI

Giacche dall'eleganza decisa ma non ingessata

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PITTI 94 SPRING-SUMMER 2019

GAS

Collezione ironica e anticonvenzionale ma estremamente sportswear

ALESSANDRO DELL'ACQUA

Una collezione dallo stile classico pieno di comfort per un viaggiatore 2.0

DRUHMOR

Stile eccentrico inglese con texture elaborate e colori vibranti

ZZEGNA SCAGLIONE

Maglia girocollo a maniche corte in filato leggero

HYBRID A P PA R E L s

Ispirazioni, forme e materiali dei più diversi generi si fondono in maniera armoniosa, per delineare uno stile ibrido e contemporaneo. Un melting pot che spazia dal formale ripensato grazie a volumi e tagli inediti fino al casual-daily, per modelli che acquisiscono un gusto rétro, grazie all’effetto vissuto e ai materiali sartoriali.

POLLINI

Sneakers in pelle e tessuti naturali dai colori neutri e brillanti, materiale tecnico abbinato a suede e cotone dagli spessori diversi per creare differenti sensazioni al tatto.

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Inspiration, shapes and materials of the most diverse genres blend harmoniously, to create a hybrid and contemporary style. A melting pot that ranges from formal style, redesigned thanks to unusual volumes and cuts, up to casual-daily, which acquires a retro taste thanks to the lived effect and to sartorial materials.

SUPERDUPER HATS

Cappelli a tesa larga con bandana style nativi americani

PIQUADRO

Zaino in pelle, applicazioni a contrasto e grafismi esterni con immancabile doppia tasca per PC a Ipad


BERWICH

Pantaloni fresco lana, misto lino con o senza pence

TAGLIATORE

Giacca con volumi costruiti e ampi revers, jersey di cotone effetto maglia

VISUAL UNIVERSE s

Pezzi facili da indossare, emblemi di un vero lifestyle e di una nuova filosofia. Il risultato è la perfetta uniforme, capace di rivelare lo stile personale e l’io profondo, dove lusso e libertà coincidono. I capi prendono le distanze dalle regole del marketing e dei trend, per riscoprire il valore profondo della moda.

MCLAUREN

Polo triplo colore, manica corta e zip sul colletto

Easy-to-wear pieces, expressing a true lifestyle, a new philosophy. The result is a perfect uniform, capable of revealing a personal style and a deeper self, where luxury and freedom coincide. Garments forget the rules of marketing and trends, to rediscover a deeper approach to fashion.

BRAX

HAVANA&CO

Polo in cotone con pantalone in cotone leggero stile sport

CALIBAN

Stile sartoriale per camicie in cotone leggero, polsi e collo ribattuti

Giacca a due bottoni in jersey maglia a righe

GTA

Modello classico effetto spigato e fodera a righe

ANTICA CUOIERIA SOLDINI

Mocassini con nappine secondo la tradizione manifatturiera toscana

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OUTERWEAR SPRING-SUMMER 2019

CULTURAL

TRANSFORMATION DI ALBERTO CORRADO - PHOTO BY FZEROPHOTOGRAPHERS

DALLA FINE DEGLI ANNI ’70, CON LA CULTURA URBAN CHE NASCE IN AMERICA NEI SOBBORGHI DI NEW YORK, FINO AGLI ALBORI DEGLI ANNI ‘90, ALL’INSEGNA DELL’HIP HOP CHE DIVENTA UN FENOMENO DI MASSA, CONTAMINANDO LA MODA. E ANCORA IL PERIODO TRA I ‘90 E IL 2000, DOMINATO DALL’ESPLOSIONE DEL MONDO RAP, FINO ALLO STREETWEAR CHE SULLA WEST COAST AMERICANA VIVE DI CONTAMINAZIONI CON IL SURF. UN CONTINUO PROCESSO DI TRASFORMAZIONE CHE SFOCIA NEI TREND ATTUALI, CON LE COLLEZIONI MASCHILI PER LA PRIMAVERA-ESTATE 2019 PRONTE A REINTERPRETARE CREATIVAMENTE LE SINERGIE TRA DENIM, URBANWEAR, SPORT E STREET.

HERNO

From the end of the '70s, when the urban culture was born in New York’s suburbs, to the dawn of the 90s, in the name of hip hop, evolved as a mass phenomenon, contaminating the world of fashion. And more, the period between the 90s and 2000s, with the explosion of the rap world, and the growth of street wear, contaminated by surf styles of the American West Coast. A continuous process of cultural transformation, mirrored by new men's collections for spring-summer 2019, that creatively interpret and combine synergies between denim, urbanwear, sports and streetwear.

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OUTERWEAR SPRING-SUMMER 2019

CANADIENS

PEAK PERFORMANCE

K-WAY

WOOLRICH

FREEDOMDAY

TECHNO SARTORIAL s

MOOSE KNUCKLES

Forme e materiali, trattamenti e colori. Capi che sintetizzano tutta la ricerca in fatto di prestazioni tecnologiche applicate ai tessuti. In questo mix d’avanguardia capi spalla, camicie e accessori vengono spogliati dal superfluo, alla ricerca del puro design. Shapes and materials, treatments and colors. Items that collect all the research in terms of technological performance applied to fabrics. In this avant-garde mix, shoulder garments, shirts and accessories are stripped of the superfluous, in search of pure design.

DOLOMITE

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LUMBERJACK


PEOPLE OF SHIBUYA

RRD-ROBERTO RICCI DESIGNS

BARACUTA

TEN C

TATRAS

AESTHETIC L AY E R I N G s

Perfezionare il guardaroba quotidiano, combinando la tecnologia più avanzata a un’estetica contemporanea. Capi altamente funzionali, che guardano alle esigenze pratiche del quotidiano.

BARBOUR

Perfecting the daily wardrobe by combining the most advanced technology with a contemporary aesthetic. Highly functional garments look at the practical needs of everyday life.

ALLEGRI

ALBERTO GUARDIANI

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OUTERWEAR SPRING-SUMMER 2019

OOF

BLAUER

ADD

COLMAR

ROSSIGNOL

BOLD ELEMENTS s

SAVE THE DUCK

ContemporaneitĂ e performance sono le direttive della prossima stagione calda. Le aziende del settore outerwear mandano in scena una serie di capi realizzati in cotone, nylon, 3 layers, water repellent, caratterizzati da termo nastrature interne, bottoni gommati e inserti laserati per la traspirazione. Contemporaneity and performance dominate the next hot season. Companies in the outerwear sector stage a series of garments made of cotton, nylon, 3 layers, water repellent, characterized by internal thermal tapings, rubberised buttons and laser inserts for transpiration.

LA MARTINA

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DUNO


17 – 20 Settembre 2018 Paris Le Bourget ALTA TECNOLOGIA + INDUSTRIA DELLA MODA

www.avantex-paris.com

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MEN’S FASHION SHOWS SPRING - SUMMER 2019

EVOLVING

HYBRIDIZATION UN PERCORSO PER COLLEZIONI, DAL QUALE SCATURISCONO ATTRAVERSO INUSUALI VASI COMUNICANTI INFINITI LINGUAGGI TRASVERSALI, SEMPRE DIVERSI: VISIONARI E IMMAGINARI, REALISTICI E FUTURISTICI, ALL’INSEGNA UNA INEDITA PERCEZIONE NON SOLO VISIVA, CHE METTE IN DISCUSSIONE IL CONCETTO CLASSICO E TRADIZIONALE DELLA MODA MASCHILE. DI ALBERTO CORRADO

A path from which collections arise through unusual communicating vessels, endless transversal languages, always different: visionary and imaginary, realistic and futuristic, through an unprecedented and not only visual challenge to discuss: the classic and traditional concept of fashion masculinity.

LOUIS VUITTON

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MEN’S FASHION SHOWS SPRING - SUMMER 2019

AMI ALEXANDRE MATTIUSSI

ICEBERG

PALM ANGELS

LANVIN

STREET KNACK

PLEIN SPORT

ROKSANDA

DOLCE&GABBANA 80

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JUNYA WATANABE

MARNI


WHITE MOUNTAINEERING

BILLIONAIRE

THOM BROWNE

ISSEY MIYAKE

JACQUEMUS

DE STIJL

HUNTING WORLD

MSGM

COMME DES GARÇONS

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MEN’S FASHION SHOWS SPRING - SUMMER 2019

NEIL BARRETT

MIGUEL VIEIRA

DRIES VAN NOTEN

DIOR

DSQUARED2

ACTION PAINTING

PRADA

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PRONOUNCE

ALEX MULLINS

GIORGIO ARMANI


YOHJI YAMAMOTO

Y-3

MAISON MARGIELA

ANN DEMEULEMEESTER

COTTWEILER

BALMAIN

SHADES OF BLACK

WOLF TOTEM

RYNSHU

ALEXANDER MCQUEEN

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MEN’S FASHION SHOWS SPRING - SUMMER 2019

IH NOM UH NIT

FENDI

VERSACE

VALENTINO

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MARCELO BURLON COUNTY OF MILAN

LETTERING COCKTAIL

CHRISTIAN DADA

PAL ZILERI

OFF-WHITE


CHRISTOPHER RAEBURN

WHAT WE WEAR

CERRUTI 1881

FRANKIE MORELLO

N°21

CUTTING EDGE

ANDREA CREWS

HERMÈS

QASIMI

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MEN’S FASHION SHOWS SPRING - SUMMER 2019

OFFICINE GENERALE

ERMENEGILDO ZEGNA

SMART TAILORING CHALAYAN

VIEN 86

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PAUL SMITH

SUNNEI

DAKS


L’industria della moda è il secondo fattore di inquinamento al mondo a causa dei materiali plastici e sintetici che si accumulano nelle discariche, danneggiando l’ambiente e inquinando gli oceani.

La pelliccia è un materiale fatto a mano, naturale e biodegradabile che dura decenni e che può essere riciclato, rimodellato e tramandato di generazione in generazione.


NOVEMBER 28-29th 2018 | MUNICH KICKOFF WINTER 2020/21 UPDATE SUMMER 2020

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MENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

STELLA MCCARTNEY

SHAPE OF LIFE

LA STRADA MAESTRA RESTA LA STESSA: RISPETTARE IL DNA DI OGNI AZIENDA, POTENZIANDO L’AUTENTICITÀ CON L’INNOVAZIONE. LE COLLEZIONI PRESENTATE TRA MILANO, PARIGI E LONDRA SONO UN’ODE ALL’UNICITÀ DEI BRAND, DETERMINATI A OTTENERE IL MEGLIO DA SE STESSI E A ESSERE CIÒ CHE GLI ALTRI NON SONO. DI ALBERTO CORRADO

The main road remains the same: respect the DNA of every company, by combining authenticity and innovation. The collections presented between Milan, Paris and London are an ode to the brands’ uniqueness, determined to get the best out of themselves and to be different from others.

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MENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

1

4

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SWINGING LONDON 1 LOU DALTON 2 WOOD WOOD 3 PARIA FARZANEH 4 BARBOUR 5 E. TAUTZ 6 PHOEBE ENGLISH 7 SOMETHING 2

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6

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1

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5

4

DECONSTRUCTED MILANO 1 ETRO 2 MISSONI 3 ANDREA POMPILIO 4 ELEVENTY 5 TRIPLE RRR 6 BIG UNCLE 7 LUCA LARENZA 8 KITON 2

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MENSWEAR SPRING-SUMMER 2019

1

4

6

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ACTIVE IN PARIS 1 MARTIN GRANT 2 SULVAM 3 FAITH CONNEXION 4 UNIFORME 5 MR SMITH PARIS 5 PIGALLE 7 PELLAT FINET

3

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5

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BRAVE NEW WORLD

I N T E R N AT I O N A L FA B R I C T R A D E FA I R

4 - 6 S E P T E M B E R 2018 FA B R I C S | A D D I T I O N A L S | B L U E Z O N E | K E Y H O U S E | D E S I G N S T U D I O S M U N I C H FA B R I C S TA R T. C O M | # M U N I C H FA B R I C S TA R T


WHITE MAN & WOMAN SPRING-SUMMER 2019 DI ELISABETTA FABBRI

THE ERA OF M AT E R I A L S s

Artistici, etnici, evanescenti, tecnici, riciclati, trattati e bistrattati. I materiali sono protagonisti della prossima estate, che arriva a mirabolanti ibridazioni fra active e denim e a ironiche intromissioni del cotone nel poliuretano. Artistic, ethnic, evanescent, technical, recycled, treated and mistreated: materials are the protagonists of the upcoming summer, which attempts amazing hybridizations between active and denim, while the cotton intrude in the polyurethane.

IH NOM UH NIT

NEW YORK È DI CASA CON ABASI ROSBOROUGH White fair hosted Greg Rosborough and Abdul Abasi (Abasi Rosborough brand) as “special designers”. Grazie alla collaborazione con Project New York - il salone Usa dedicato alla moda uomo, organizzato da Ubm Fashion - White ha ospitato come special designer il duo Greg Rosborough e Abdul Abasi. Americani ma di origini rispetivamente nigeriana e scozzese, sono gli artefici di Abasi Rosborough, marchio ethically correct realizzato nella Grande Mela, che nel 2017 ha ottenuto l’Lvmh Prize. La linea per la prossima estate, Desert Phantom, prende ispirazione dallo stile di vita e dalla spiritualità di tribù come gli Hopi e i Navajo.

MIAORAN

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UNA DESIGN MARC POINT

SAGITTAIRE A


SSSSS M140

© Tony Solis

ALEXANDER ROYS

L’UOMO DI MATTHEW MILLER PREFERISCE RICICLARE Matthew Miller presented his latest offering, focused on recycled materials. Matthew Miller - già vincitore dell’International Woolmark Prize 2017/2018 per il menswear - è stato lo special guest di giugno, con il suo brand lanciato nel 2010, dopo gli studi alla Manchester Metropolitan Art School e al Royal College of Arts di Londra. Lo connota un mix di cultura tailoring britannica e punk, oltre all’attenzione all’ambiente. Approdata a MIlano, dopo la fashion week di Londra, la collezione privilegia i materiali riciclati e multifunzionali.

AYCH

XUAN PARIS

P.M.D.S.

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TREND

BRAND TO WATCH Brand al debutto o con alle spalle poche stagioni. Il loro fil rouge? Un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Brands ready to debut, or collections born a few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

RAGLAN UNITED Alessio Santarelli and Daniela Travaglini sign a no gender and no season outerwear collection. Nato nel 2018 da un’idea di Alessio Santarelli e Daniela Travaglini, Raglan United è uno streetwear unisex e no season dalle silhouette pulite e oversize, con parka, montgomery e giacche da paracadutista. Presente all’ultimo Pitti Uomo, la collezione sta iniziando il suo percorso wholesale in negozi come LuisaViaRoma e Coevo Seou e da settembre avrà un proprio e-shop. Con base alla showroom Non Lectures di Milano, è distribuita con prezzi sell in fra i 400 e i 700 euro.

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SAINT MARINER

MOTHER FUCKIN’

The tattoo artist Pietro Sedda launches his first clothing collection.

Vittorio Ammaturo, age 22, signs a democratic streetwear collection.

Max Ernst, Mark Rothko e Banksy tracciano il perimetro tematico di riferimento per Caronte, la prima collezione di abbigliamento del brand (e atelier) Saint Mariner del tatuatore Pietro Sedda. «Ho iniziato con un’offerta di 16 T-shirt e otto felpe - racconta l’artista - ma con la seconda stagione, quella invernale, il progetto si farà più articolato». Distribuita da Riccardo Grassi Showroom, l’offerta - rigorosamente unisex - arriverà nei negozi a partire dalla primavera-estate 2019 con prezzi al pubblico intorno ai 160 euro per le magliette e 220 euro per le felpe. Pronto, prima di Natale, anche l’e-shop.

Un nome irriverente, un concept che si inserisce nel filone della street culture con lettering e grafiche prese a prestito dai testi musicali degli anni Novanta, stampe all over e volumi oversize. Mother Fuckin’, prodotto da Arav Fashion, è nato nel 2017 da un’idea di Vittorio Ammaturo, classe 1996, che per la collezione si ispira alla cultura hip hop e punk rock, con proposte «democratiche nello stile e nel prezzo». Disponibile su official-mfn.com e in una sessantina di multimarca, la main collection presenta prezzi medi sell in intorno ai 20 euro ed è affiancata da una selezione di pezzi unici in limited edition.

ARKISTAR At Pitti Uomo the designer Alberto Del Biondi presented a new made in Italy project of unisex high performance footwear. È partita da Pitti Uomo l’ultima avventura imprenditoriale di Alberto Del Biondi, che con Arkistar lancia sul mercato un progetto made in Italy dove «unicità, fluidità e innovazione - racconta il designer padovano - si fondono per superare il concetto di genere e unire la bellezza del fashion al benefit dell’indosso, grazie a una suola brevettata di nuovissima concezione, costruita con materiali performanti». Declinato in un unico modello con tre versioni, Arkistar è pronto a debuttare nei negozi con la primavera-estate 2019. La regia commerciale è affidata a Marco Doro, che con Doro Group è attivo nella fascia premium.


BRONGO for

Machines for Humans BASED IN FLORENCE, BRONGO PRODUCES INNOVATIVE WASHING AND DYEING MACHINES, KEEPING IN MIND THREE KEYWORDS: DURABILITY, EFFICIENCY AND SUSTAINABILITY. Brongo is one of the leading companies in its sector, producing washing & dyeing machines in Italy since three generations. Durability, Efficiency, Sustainability are the three key assets for this company, based in Florence. In Brongo product and process sustainability are concepts that are constantly explored in all directions, through different and innovative type of machines, applying high technology to fashion: • Washing machines saving water, thanks to a unique and proprietary system for low liquor ratio; • Washing machines saving energy, thanks to HW/SW efficiency optimization; • L4200: reduction of stones consumption, with 20% less stone-wash time, keeping the natural effect of the process; • B-CLOUD: a sustainable spray system, to apply chemicals on garments with almost zero water consumption. Last but not least B-SAFE, an automatized airborne filtering system. When we spray chemicals into a regular washing machine, it is possibile that these products escape from this machine, contaminating the work area and the operators, as a consequence of the volume of air injected inside the drum. For this reason at Brongo we have designed B-SAFE! Thanks to an innovative “filter system” and a software control, B-SAFE keeps clean the airborne coming out from the machine during the spray process, preserving the health of the workers, the environment and optimizing the process. B-SAFE is the Brongo ethical answer to a sustainable solution. Being sustainable means also being conscious: the respect of the workers comes first. At Brongo the only equation is: Sustainable = Ecological + Ethical

www.brongo.com


21-24 SEPTEMBER 2018 PITTIMMAGINE.COM

PADIGLIONE VISCONTI VIA TORTONA 58 MILANO


KIDSWEAR SPRING-SUMMER 2019

IL GUFO

BREAKING RULES UN GUARDAROBA CHE PARLA DIRETTAMENTE ALLA NEXT GENERATION. UN LINGUAGGIO YOUNG E COOL, PER COLLEZIONI CHE RUOTANO ATTORNO A PRECISI UNIVERSI ISPIRAZIONALI. NELLE PROPOSTE PER I PIÙ PICCOLI SI RITROVA UN KNOW HOW FATTO DI TESSUTI COMFORT, PER PROTEGGERE FIN DAL PRIMO GIORNO, MENTRE AI PIÙ GRANDICELLI SONO DEDICATI MODELLI PRATICI, MA SENZA TRALASCIARE LA RICERCATEZZA ESTETICA. DI ALBERTO CORRADO

A wardrobe that speaks directly to the next generation. A young and cool language, for collections that revolve around precise inspirational universes. Moods that are always fashionable. In garments for little boys and girls you can find comfort fabrics, to protect them since their very first days, while the older ones will appreciate practical models, without neglecting aesthetic refinement.

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KIDSWEAR SPRING-SUMMER 2019

Sporty Pop

CHICCO

ICE ICEBERG

DIXIE COLMAR ORIGINALS

Colori accesi e sporty attitude. I rossi e i bluette - in tutte le loro sfumature - sono alternati al bianco e al nero. Macro logature e mix di materiali tecnici contraddistinguono questo tema, che alterna con disinvoltura stampe e ricami, per outfit dinamici e sportivi. Si va dai giubbotti idrorepellenti, con dettagli catarifrangenti, ai completi in felpa con pantaloni destrutturati, che definiscono un’identità Pop, in nome di una moda innovativa e tecnologica.

JIIJIL JOLIE

KICKERS

GALLUCCI 100

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Bright colors and a sporty attitude. Reds and blues - in all their nuances - are combined with white and black. Macro logos and a mix of technical materials distinguish this theme, which easily alternates prints and embroidery, for dynamic and sporty outfits. Maxi water repellent jackets with reflective details and sweat suits with destructured trousers complete the Pop identity, to create an innovative and technological fashion.


Skater City Decisamente contemporaneo, questo tema sport-chic rispecchia le tendenze del nuovo millennio. Grafiche rigate e materiche. Scritte micro e macro con decorazioni su T-shirt e felpe, capi che citano le scuole di polizia rese famose da film e serie TV. Gli accessori sono cappelli con visiera e zaini multitask, per portare con sÊ i videogiochi preferiti, ma anche solo il costume per andare in piscina. This sport-chic theme is decidedly contemporary and mirrors the trends of the new millennium. Stripes and materic graphics. Micro and macro writing with decorations on T-shirts and sweatshirts, garments citing police schools made famous by films and TV series. Accessories are hats with visors and multitask backpacks, to bring one’s favorite videogames, but also just swimwear.

KOCCA KIDS

SIMONETTA HERNO KIDS CESARE PACIOTTI 4US KIDS

PLEASE KIDS

BALMAIN KIDS

PRIMIGI

IDO 09_07_2018

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KIDSWEAR SPRING-SUMMER 2019

Soul Safari

MANILA GRACE - GIRL LINE

I MARMOTTINI

LIUJO JUNIOR

PM PAOLA MONTAGUTI

Racconto di un viaggio verso terre solari e vivaci. Patch ricamati, etichette logate e nastri jacquard si accostano alle tonalitĂ vibranti e cangianti dei gialli. Per felpe e T-shirt le stampe all over, le etichette e le grafiche creano un gradevole impatto visivo. In questa atmosfera tropicale i dettagli si fanno importanti, definendo capi sartoriali di forte carattere, in pieno stile safari. A tale of a journey to sunny and lively lands. Embroidered patches, branded labels and jacquard ribbons match the vibrant and changing shades of yellows. Allover prints, labels and city sign graphics on sweatshirts and T-shirts create a pleasant visual impact. In this tropical atmosphere, details become important, defining tailored garments with a strong personality, in a full safari style..

FRACOMINA MINI

STELLA JEAN KIDS TWIN SET GIRL BIRKERNSTOCK 102

09_07_2018


Striped Sailor PER TE KIDS

BRUMS VESPA

LEBEBÉ

Il classico blu marina è accostato e spezzato dalle righe multicolor. Vivaci tocchi di rosso e giallo si alternano a tenui azzurri. Felpe e nylon vengono personalizzati da patch e ricami punto spugna. Prende vita un look sailor, dinamico e sportivo. Classic navy blue is juxtaposed and broken by multi-colored stripes. Bright touches of red and yellow alternate with pale blue. Sweatshirts and nylon are customized by sponge patches and embroidery. A dynamic and sporty sailor look comes to life.

MARNI BAMBINA

BLAUER JUNIOR

MIMISOL

SARABANDA

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CAREERS A CURA DI ELISABETTA FABBRI

Ferragamo chiama Vannetti al marketing Riccardo Vannetti joined Ferragamo Group as chief marketing officer. He is responsible for the planning and the implementation of all marketing and communication activities.

Riccardo Vannetti lascia la carica di direttore della divisione Tutorship di Pitti Immagine per entrare nelle fila di Salvatore Ferragamo, con l’incarico di chief marketing officer al posto di Antonio Burrello. Da gennaio 2016 si occupava di sviluppare e gestire i servizi di consulenza ai fashion designer. Il team Tutorship fa sapere che continuerà a gestire i rapporti in essere sotto la supervisione temporanea della direzione generale di Pitti Immagine e della direzione comunicazione ed eventi, con il supporto esterno di Vannetti sino al prossimo 30 ottobre. La new entry di Ferragamo sarà responsabile del disegno e dell’implementazione di tutte le attività di marketing e comunicazione legate alla strategia del marchio, riportando al direttore brand e prodotto e vicepresidente James Ferragamo. Laureato in Storia dell’Arte, Vannetti ha iniziato la sua attività professionale come giornalista freelance per importanti testate di moda. Successivamente ha ricoperto incarichi manageriali a livello internazionale in Condé Nast, Dismi Int’l, Value Retail, Core-Capital Equity Fund, per poi consolidare la sua esperienza attraverso il supporto e la consulenza strategica a fashion designer. La sua nomina rientra nell’ottica del rafforzamento dell’assetto manageriale della maison toscana per perseguire la strategia di rilancio del marchio, sotto la guida del presidente operativo Ferruccio Ferragamo. Tra le assunzioni recenti, quella della ex-Gucci Micaela Le Divelec che nel ruolo di direttore generale, che si occuperà in primis di finanza, logistica e risorse umane. Il futuro ceo, come ha più volte ribadito Ferruccio Ferragamo, dovrebbe arrivare dalla nuova organizzazione.

Luca Belenghi nuovo ceo di Canepa IDeA Corporate Credit Recovery fund acquired a majority stake of Canepa and elected former Tessitura Monti ceo Luca Belenghi at the helm of the company. Elisabetta Canepa will take the role of chairman for the textile family group based in Como.

L’azienda tessile comasca Canepa ha un nuovo ceo, con l’intesa per il passaggio sotto il controllo del fondo IDeA Corporate Credit Recovery II, gestito da DeA Capital Alternative Funds, la Sgr del Gruppo De Agostini che si prefigge di «rilanciare le aziende italiane di medie dimensioni in tensione finanziaria, ma con fondamentali industriali solidi». Si tratta di Luca Belenghi che proviene dalla Tessitura Monti, dove ha rivestito la carica di amministratore delegato per nove anni. In curriculum vanta anche trascorsi in Mantero Seta, Salvatore Ferragamo ed Emanuel Ungaro. In base all’accordo con il fondo, la famiglia Canepa-Saibene sarà azionista di minoranza, con il 33% delle quote ed Elisabetta Canepa assumerà il ruolo di presidente del gruppo. I nuovi proprietari puntano a un’accelerazione del percorso di espansione all’estero e a un consolidamento sui mercati del lusso, oltre a un potenziamento dell’offerta di servizi e prodotti di alta qualità e all’avvio di progetti organizzativi volti al miglioramento dei processi industriali, in cui gioca un ruolo chiave la sostenibilità.

La famiglia torna alla guida di Tessitura Monti Monti family comes back at the helm of Tessitura Monti after the exit of ceo Luca Belenghi.

La famiglia riprende le redini di Tessitura Monti, azienda tessile fondata nel 1911 a Maserada sul Piave, nel trevigiano. All’uscita dell’a.d. Luca Belenghi (vedi news in basso), le sue deleghe sono tornate in mano alla proprietà, suddivise tra gli amministratori Manuel e Bruno Monti (da sinistra, nella foto), in qualità di vice presidenti esecutivi. «Questa nuova governance - spiega Manuel Monti - è frutto di una decisione ponderata e condivisa con tutto il cda. Il passaggio di testimone che riporta in famiglia la direzione è all’insegna di un percorso di continuità».

Mansi al vertice del Cfmi Antonella Mansi was elected president of Centro di Firenze per la Moda Italiana in place of Andrea Cavicchi.

Cambio al vertice del Cfmi-Centro di Firenze per la Moda Italiana: Antonella Mansi è il nuovo presidente dell’associazione che controlla Pitti Immagine ed Emi per il triennio 2018-2020. Prende il posto di Andrea Cavicchi, che mantiene una poltrona nel board. Nel nuovo cda entra anche Marino Vago (presidente di Smi) mentre escono Claudio Marenzi, Ferruccio Ferragamo e l’ex ministro, nonché uomo di fiducia di Matteo Renzi, Luca Lotti. Mansi è la prima donna al vertice di Cfmi, nonché l’attuale vicepresidente per l’Organizzazione in Confindustria e ai vertici del gruppo chimico di famiglia.

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Q&A A CURA DI ANGELA TOVAZZI

STILISTA

TIZIANO GUARDINI

«COME IL COLIBRÌ, FACCIO LA MIA PARTE PER SALVARE L’AMBIENTE» He uses recycled fabrics, old CDs, pine needles, shells of shellfish and Ahimsa silk, produced without killing the worms. Eco-sustainable commitment is the stylistic signature of Tiziano Guardini, winner of the “Franca Sozzani GCC Award for Best Emerging Designer” and of the “Peta Couture Award”. La sua moda ruota intorno alla sostenibilità. Quando è nato questo amore? Non so se c’è stato un momento preciso, si è trattato semplicemente di portare il mio mondo nel mio lavoro. Amo spesso raccontare la storia africana del colibrì e del leone, che spiega perfettamente il mio sentire: “Un giorno nella foresta scoppia un incendio e tutti gli animali scappano impazziti. Tranne uno, un colibrì, che inizia a raccogliere una goccia d’acqua da un fiume vicino e la lascia cadere sopra le fiamme, poi torna e ne raccoglie un’altra. Il leone lo ferma e, deridendolo, gli chiede: “Cosa credi di fare tu? Sei così piccoletto”. Il colibrì si gira e risponde: “Sto facendo la mia parte”. Ecco... anche io faccio semplicemente la mia parte. Lei ha studiato economia. Alla moda come ci è arrivato? Dalla voglia di vivere una vita che fosse davvero mia. A 11 anni sapevo già che volevo fare questo lavoro. Ma i miei non ne hanno voluto sapere e quindi mi sono ritrovato a studiare economia. Dopo un momento buio ho capito che era giusto che io facessi quello per cui ero portato e così mi sono iscritto all’Accademia Koefia a Roma. E ora eccomi qui. Qual è l’esperienza che le ha cambiato la vita professionale? In realtà credo le esperienze siano state due. Nel 2012, quando ho fatto la mia prima esposizione e fui recensito da Suzy Menkes, e lo scorso anno, con la vittoria del Franca Sozzani Green Carpet Fashion Award come Best Emerging Designer. C’è qualcuno a cui deve dire grazie? Quanto spazio ho? Scherzo, ma non troppo. Per un progetto nuovo e impegnativo come quello che sto creando è necessario avere un team affiatato e che crede in me. Quindi sono tanti quelli che vorrei citare. Una di questi è sicuramente Elena Muserra De Luca. Un anno fa lavoravo in Spagna per un suo cliente e una sera mi ha scritto una mail,

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09_07_2018

Il magazine di news, business e trend

Direttore Responsabile e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione

Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Realizzazione grafica

Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) Fashion Editor

Alberto Corrado (a.corrado@fashionmagazine.it) Collaboratori

Elena Azzola, Mariella Barnaba, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità

Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione

Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Laura Pianazza (l.pianazza@fashionmagazine.it) Senior Digital Advisor

Stefania Navaretti (s.navaretti@fashionmagazine.it) Special Projects

Matteo Ferrante Veneziani (m.veneziani@fashionmagazine.it)

allegando un ritaglio di giornale, che parlava del concorso del Green Carpet Fashion Award con questa frase: «Questo è il concorso per te! Devi farlo». E adesso lavoriamo insieme sul mio progetto.

Assistente di direzione

Ha icone di riferimento? Come stilisti sicuramente sul podio devo mettere Valentino Garavani, Alexander McQueen e Raf Simons.

Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it)

Le sue creazioni sono delle opere d’arte... quindi molto costose e solo per pochi? Intanto grazie per la definizione di arte. Attualmente sto lavorando su due linee, una dove posso “sognare” di più e un’altra invece più facile da indossare nel quotidiano e quindi anche più fruibile in termini di prezzo. Verrà lanciata a settembre. E ovviamente anche quest’ultima è sostenibile. Qual è il suo motto, nella vita e nel lavoro? Ce la puoi fare, non ti preoccupare, vai avanti. C’è qualcosa che non ha ancora fatto, ma che prima o poi farà? Disegnare i costumi di scena di un film o di un balletto. Mi divertirebbe moltissimo. Chi sarà Tiziano Guardini tra 10 anni? Una persona ancora più serena e che ha ripagato i suoi debiti di gratitudine verso tutti quelli che stanno credendo in me adesso. ■

Valentina Capra (v.capra@fashionmagazine.it) Segreteria e servizi

Tiziana Grazioli (t.grazioli@fashionmagazine.it) Amministrazione

Cristina Damiano (c.damiano@fashionmagazine.it) Diffusione e abbonamenti

Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2018 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali) Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; ÖTZ Österreichische Textil Zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.


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At Pitti Bimbo you celebrated the fifth year of the junior collection with Brave Kid... The party fully reflected these five years of outstanding business results - in this sector our turnover between 2014 and 2017 grew from 0 to €12 million. But we won't be stopping here and would like to develop our childrenswear in markets where our adult presence is strong. It's been almost a year since the brand parted ways with its CEO. Has this void led you to redefine your role in the company? We are involved more than ever before, and we have the support of our top executives and outstanding team of advisors. In this way, we get a better understanding of all of the ins and outs and this helps us improve many internal aspects. Dean & Dan Caten DEAN & DAN CATEN/DSQUARED2

«THE SECRET IS TO KEEP MOVING» BY ANDREA BIGOZZI

«The future waits for no one. The fashion system itself needs to be as fluid and modern, as the changes seen on the runway». Designers Dean and Dan Caten have clear ideas on what the future holds for the fashion system. It is not a recipe plucked out of the air, but part of the strategy of their brand Dsquared2, which is taking advantage of all the opportunities the market has to offer: Millenials, digital media, a co-ed fashion show, and a star-studded capsule collection. But without forgoing the traditional aspects of business like licenses and retail openings. The result? An increase in the brand's turnover in 2017 to €230 million (+5%) and a positive forecast for 2018. You were among the first brands to present a coed show. Have you ever regretted that decision? We are very happy with this decision, that comes naturally to us, because we always design the Dsquared2 man with the Dsquared2 woman in mind and vice versa. With a combined show we can better communicate our world. By presenting our women's collection in January and June, we can show our collection to clients through early sales campaigns and achieve a quicker time to market. Would you ever consider going back to the old formula? Right now we have every intention of carrying on with our co-ed shows, but never say never. It's not our style to backtrack. So, if anything, we would come up with a different formula. In September you will be unveiling a project during fashion week. Rumor has it you will be partnering with sports figures and celebrities... We can't give many details, but it's a interesting collaboration. It's the first time we've ever worked with anyone besides ourselves on a collection.

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Is there anything new in terms of licenses? Our business is growing well. We just signed a new partnership with Euroitalia for our fragrances that will keep us committed until 2029. At the end of September we will debut our first fragrance. ■ BUYERS' OPINIONS BETWEEN FLORENCE AND MILAN

PITTI HONES IN ON THE RIGHT FORMULA, MILAN TAKES NO RISKS BY ANDREA BIGOZZI

The good news is that the sales campaign for the upcoming spring-summer seems to have got off to a good start for Milanese showrooms. The bad news is that once more, as the fashion month dedicated to menswear draws to a close, professionals have been asking themselves whether the men's fashion week in Milan is strong enough to stand comparison with the likes of Paris, or whether the time has come for Florence to step in as the true alternative to the French fashion week. This is the most frequently recurring comment among buyers in Florence and Milan: «Pitti's more commercial offer has since become better balanced, with the presence of fashionable brands and hot designer labels. The programme of events feels more like that of a fashion week than a trade fair». It is not so much the numbers which have convinced buyers of the event's success (visitors have remained stable, well over 30 thousand), as the extended trade fair formula, with ever-new ideas and designers. Andrea Galbiati from Folli Follie and The DoubleF - starts by explaining how «The strength of Pitti Uomo comes from finding its very own accomplished and decisively contemporary expression. The central pavilion has become an enormous networking platform, a central aspect for anyone operating in this sector. The new space dedicated to outdoor wear, I go out, simply exemplifies what a 4.0 trade fair should be about». The new project developed by Pitti Uomo has truly won everyone over: «It is impossible not to be favourably impressed», Alix

Morabito from Galeries Lafayette comments. Claudio Antonioli of Antonioli also endorses the project and states: «If I were the owner of an outdoor style shop, I would have identified it as an unmissable stop inside the Fortress». For retailers the magic moments at Pitti Uomo were those with the international guests, with a special appreciation expressed for Craig Green. Chris Kyvetos of Stylebop.com commented: «With this show he proved just how much he had grown and that he was able to take on an international audience». Many buyers were impressed with Japanese designers: «We were head over heels for Bed JW Ford and the first collection by Fumito Ganryu was truly promising», Lee Goldup of Browns sums up. Another positive aspect of this edition of Pitti Uomo was also a less accentuated presented of plastic street style at the entrance to the fair. In short, now that the event has also rid itself of some of its excessive pop vestiges, nothing else is holding it back from shedding its trade fair label and achieving veritable fashion week status. Federica Montelli of Rinascente comments on how «it's the city that isn't ready for this step, not the trade fair. For a business like ours, this remains a crucial event in terms of scouting. Its "widespread" formula, open to the entire city, is effective from certain points of view. However, having to make your way to and from from the Fortezza does really complicate work, not least because getting around Florence can be a problem. This is in contrast with what happens in Milan, where life is so much simpler for us buyers». Actually, the relationship with the city is the most effective aspect of Milano Moda Uomo, because in general the fashion week is showing more signs of strain than Pitti Uomo, and for several reasons. The line-up of events is being constantly downsized, partly due to the fact that many brands, are choosing other places and methods for presenting their own collections, and partly due to the repetitive nature of proposals, coupled with a chronic absence of new high-level names. Of course there are always exceptions, like Prada, and this time its collection was almost unanimously de-

Craig Green


UOMO by Giovanni Reggiani MILANO- Fiera Milano Rho Milano Unica - Ideabiella 10 - 11 - 12 luglio 2018 Padiglione 20 – Stand 20.DO1 PARIGI - Parc d’Expositions Paris Nord Villepinte Première Vision 19 - 20 - 21 settembre 2018 Hall 6 – Stand 6L12

UN FILO TRA TERRA, CIELO E ACQUA. un film in concorso al Festival di Cannes Corporate Media & TV Awards 2018 24 - 25 settembre 2018 regia di Federico Garibaldi

REGGIANI lanificio S.p.A. Varallo - Italy - www.reggianistretch.com


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clared most innovative, capable of promising a long awaited change for buyers through its shows. This can be seen in favour of a simpler and "youthful" elegance, without ever shunning comfort. Marni has also shown a widespread appreciation, not least from Hirofumi Kurino of United Arrows. Ermenegildo Zegna and Versace have also enjoyed success. Beppe Nugnes from Nugnes 1920 expressed his worry about the future of Milano Moda Uomo: «Milan was supported solely by the Prada, Dolce&Gabbana and Fendi shows. As if this wasn't enough, many buyers from Florence headed directly to Paris. There is a lot of talk about a link between both cities, however the truth is that these two events are travelling at different speeds. It is only right that the runway shows stay put, also because Florence would baulk under an event like the fashion week, but perhaps Milan-based ones should accept help from Pitti's organisers, who are highly skilled in scouting and internationalisation». Many colleagues have expressed concern, as well as buyers like Riccardo Tortaro of Tsum and Lia Pagoni of Gruppo Pagoni: «What we need is more people in the city». In speaking with buyers another limit to the Milanese system emerges, about closed clubs that stymie the emergence of outside talents. Palm Angels, Sunnei, Gcds are rare exceptions. Claudio Antonioli notes that «This is a problem also visible abroad, but especially in Milan. Unless we open out onto international names and put a stop to long-standing privileges which exclusively benefit the usual names, any form of rebirth will be impossible». Even if Milan remains a leader in virtue of its multi-brand showrooms, there is a risk that the fashion week may become marginal, in terms of trends. Then there is a lot of work to be done on contamination between industries and schools, big names and new designers, sportswear and tailoring, inclusiveness and exclusiveness. Mario Dell’Oglio, president of Camera Buyer Moda, states that «perhaps the White Street Market new fair by White offered us a sneak preview of the future: a concept open to the general public, with runway shows, talks and performances. Perhaps the time has truly come to involve end consumers in fashion week, but in a careful manner» (with the collaboration of Alessandra Bigotta and Carla Mercurio). ■ THE EVOLUTION OF A MEGATREND

THE NEW ERA OF STREETWEAR BY ANGELA TOVAZZI

With men's fashion month officially over, the one image that got the web and social media buzzing was the emotional moment when Virgil Abloh took his final walk down the runway and embraced his friend Kanye West. This poignant image captures the spontaneous emotion surrounding the DJ-turned-designer's debut as crea-

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tive director of Louis Vuitton and ushers in a new way of engaging. Abloh is no ordinary designer. He makes fashion that is inclusive and as a veritable streetwear guru is credited for elevating street fashion to the highest levels of luxury. The show opening of all-white blazer looks paired with T-shirts and sneakers made official what has been brewing for the past few seasons and brought T-shirts, sweatshirts and sneakers to the mainstream. Will this streetwear craze continue to gain momentum or will it backfire? «Today's fashion takes its cue from the street and if you are not in touch with what's happening on the ground, then you're out of the loop» says Tiberio Pellegrinelli, fashion and buying consultant for several Italian luxury multibrands. Streetwear has taken the marketplace by storm and bridged the gap between generation Zs, generation Ys and baby boomers: «Now that we've overcome the crisis - adds Pellegrinelli -. We all work and travel more, so comfort is the key. There's no turning back. This phenomenon will no doubt last for at least four to six more seasons». What's certain, according to buyers and reps, is that streetwear is still giving a real push to the menswear business: «Let's not forget - urges Riccardo Grassi, owner of the eponymous showroom - that this trend has helped bring back into the stores the under 30-35s after a decade-long absence and created more affordable, desirable objects like sweatshirts, T-shirts and sneakers, making them iconic». When speaking of the "Renaissance" of urbanwear, some notable brands that have climbed to the top of the fashion ladder and infiltrated the luxury market easily come to mind: «Stone Island - says Grassi - and at the latest menswear shows in Florence, highest props go to Fumito Ganryu. In Milan, to Palm Angels and to Rick Owens in Paris. Other interesting brands are White Mountaineering and A-Cold-Wall». On whether this trend will translate into long-term profits, Grassi is confident: «Streetwear will continue to have a unique selling point, but in terms of product there will be a more diverse offering, like more color options as opposed to basic black, more luxurious materials and garments of quality». So, what point are we at with streetwear and what comes next? «We are at a peak moment - explains Paolo Mantovani, owner of the Mantovani boutique -. Streetwear will retain its popularity, because it is the expression of a key turning point in how we engage with fashion and it offers a laid-back approach that has touched all segments of the fashion system. With Virgil Abloh as the "father" of luxury streetwear». Not to mention streetwear's ability to transcend generations: «Looks can be more or less extreme, depending on one's age - says Mantovani -. While T-shirts, sweatshirts and sneakers are mostly worn by twenty-somethings, a middle-aged man can easily throw on a pair of sneakers to dress down a double-breasted blazer». Piero Tordini, owner of Marcona 3 showroom in Milan, agrees: «Streetwear is not just for

Millennials. There is also a strong interest from more mature adults, who can't get enough of limited-edition and exclusive items. It's not about age at all». For this reason, the offering will keep evolving and feature increasingly richer content: «We'll be seeing cleaner, more refined expressions - says Tordini -. There will be no room for interpretations that aren't fully fleshed out». Among the new names worth of note Tordini cites Represent, «a new brand we discovered and for which we are the worldwide distributor», and Ih Nom Uh Nit. Away with superficiality and repetition seems to be the mantra for the coming seasons. Designers will have to come up with more than just hooded sweatshirts and side-panel pants to get a place in the spotlight. «We are bombarded with streetwear options and inundated in a sea of sneakers - notes Cesare Tadolini, who heads L’Incontro of Modena -. Names like Off-White and Gcds lead the pack, especially in online sales, but they are targeted toward a very young audience. If we want to reach a broader and more discerning consumer base, the streetwear offering must be less exaggerated». Any examples? «Virgil Abloh for Louis Vuitton is an obvious example - replies Tadolini -. His collection takes streetwear into a new era, and the most interesting thing is that a fifteen-year-old or an eighty-year-old could wear his clothes». Tadolini's other notable examples include Dsquared2, Plein Sport and Versace. Once Italian brands have fully "digested" street fashion as the expression of needs from the bottom-up, they will have a lot to say. «I think that streetwear as we currently know it reflects the desires of young people, whose style choices are not about wanting to boost their image, but more about wanting to feel like members of a community, without dwelling too much on the beauty or the quality of the products they wear» says Ermanno Lazzarin of the multibrand store Eral 55 in Milan. «It's important that we do not support offerings that are without substance and that we instead value offerings that are the product of research and Italian know-how. We live in a culturally-rich country. If we want to maintain our worldwide appeal, we must continue to promote true beauty», concludes Lazzarin. ■

Louis Vuitton



EDIZIONI ECOMARKET S.P.A.

(sogg.alla direzione ed al coordinamento della soc. DFV Deutscher Fachverlag Gmbh - a socio unico)

Sede Legale: Milano, Piazza Pio XI, 1 Capitale Sociale: Euro 400.000,00 interamente versato Iscritta al Registro Imprese di Milano al n.: 10074660159 ***

BILANCIO D'ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2017

forma Abbreviata ex art. 2435 bis del C.C.

EDIZIONI ECOMARKET S.P.A.

CONTO ECONOMICO

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A)

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***

ATTIVO A)

Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti di cui parte già richiamata di cui parte ancora da richiamare IMMOBILIZZAZIONI

I

Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni immateriali lorde fondo ammortamento immobilizzazioni immateriali fondo svalutazione immobilizzazioni immateriali Totale

II

Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni materiali lorde fondo ammortamento immobilizzazioni materiali fondo svalutazione immobilizzazioni materiali Totale

III

31/12/17

2.725.261 (2.721.072) 0 4.189

2.725.261 (2.718.265) 0 6.996

28.607 (17.877) 0 10.730

28.266 (10.246) 0 18.020

9.033 9.033

1.033 1.033

23.952

26.049

100

100

878.145 878.145

867.175 867.175

11. 12. 13. 14.

ATTIVO CIRCOLANTE Rimanenze

II

Crediti che non costituiscono Immobilizzazioni esigibili entro l'esercizio successivo: esigibili oltre l'esercizio successivo:

III

Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni

IV

Disponibilità liquide

424.559

TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE D)

RATEI E RISCONTI ATTIVI

I

Disaggio su prestiti

1.302.804

15. 16.

571.250 1.438.525 17.

Altri ratei e risconti attivi EDIZIONI ECOMARKET

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TOTALE RATEI E RISCONTI ATTIVI Sede Legale: Milano, Piazza Pio XI, 1

Capitale Sociale: Euro 400.000,00 interamente versato Iscritta al Registro Imprese di Milano al n.: 10074660159 TOTALE ATTIVO ***

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1.478.200

31/12/16

74.138 704.201 95.438 1.164.222 825.552 248.436 82.928 0 7.306

82.589 800.405 97.320 1.748.608 1.038.879 282.576 80.945 0 346.208

2.807

8.933

9.629 0

10.247 0

5.819

7.015

0 0 0 25.807 2.082.061

0 0 0 27.849 2.782.966

8.817

(677.343)

0 2.662

0 1.095 0

0

0

0 2.662

0 1.095

0

0 0

0

0 0 0

(17) 0 (17)

2.662

1.078

BILANCIO D'ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2017

Rettifiche di valore di attività finanziarie 18.

PATRIMONIO NETTO Capitale Riserva da sovrapprezzo delle azioni Riserva di rivalutazione Riserva legale Riserve statutarie Riserva per azioni proprie in portafoglio Altre riserve Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dell'esercizio TOTALE PATRIMONIO NETTO

325.455

63.480

B)

FONDI PER RISCHI ED ONERI

0

291.668

D)

0 0 0 50.066 2.105.623

0

Capitale Sociale: Euro 400.000,00 interamente versato Iscritta al Registro Imprese di Milano al n.: 10074660159 Totale (15+16-17+17bis) ***

D)

31/12/17

I II III IV V VI VII VIII IX

C)

Proventi e oneri finanziari Proventi da partecipazioni Altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni c) da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni d) proventi diversi dai precedenti Interessi e altri oneri finanziari: verso imprese controllate verso altri

EDIZIONI ECOMARKET S.P.A. e perdite su cambi 17. Bis Utile (sogg.alla utile su direzione cambi ed al coordinamento della soc. DFV Deutscher Fachverlag Gmbh - a0socio unico) Sede Legale: Milano, Piazza Pio XI, 1 perdite su cambi 0

BILANCIO D'ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2017

A)

2.055.557

0 0 0 51.306 2.090.878

forma Abbreviata ex art. 2435 bis del C.C.

forma Abbreviata ex art. 2435 bis del C.C.

PASSIVO

Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci Per servizi Per godimento beni di terzi Per il personale: a) salari e stipendi b) oneri sociali c) trattamento di fine rapporto d) trattamento di quiescenza e simili e) altri costi Ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni d) svalutazioni dei crediti compresi nell' attivo circolante e delle disponibilità liquide Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Accantonamenti per rischi Altri accantonamenti Oneri diversi di gestione Totale Differenza tra valore e costi della produzione (A-B)

C)

2.039.572

Costi della produzione 6.

10.

Immobilizzazioni finanziarie Totale

I

II

B)

7. 8. 9.

TOTALE IMMOBILIZZAZIONI C)

0

0 0

Ricavi delle vendite e delle prestazioni Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti Variazioni dei lavori in corso su ordinazione Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi e proventi Totale

3. 4. 5.

31/12/16

0

0 0

B)

Valore della produzione 1. 2.

400.000 0 0 0 0 0 589.262 (675.781) 11.974

400.000 0 0 0 0 0 339.261 0 (675.781)

T.F.R.

707.027

706.659

DEBITI

309.167

416.393

esigibili entro l'esercizio successivo

309.167

416.393

19.

Rivalutazioni: a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono immobilizzazioni Svalutazioni: a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono immobilizzazioni Totale delle rettifiche (18-19) RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (AB+-C+-D)

20.

Imposte sul reddito dell'esercizio correnti anticipate differite

21.

UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0 0

0 0

11.479

(676.265)

495 0 0 495

484 0 0 484

11.974

(675.781)

esigibili oltre l'esercizio successivo E)

RATEI E RISCONTI PASSIVI

0

0

I II

Aggio su prestiti Altri Ratei e risconti passivi

0 0

0 0

1.341.649

1.478.200

24.000 0 24.000

24.000 0 24.000

TOTALE PASSIVO E NETTO CONTI D'ORDINE fidejussioni Altri conti d'ordine

Totale

Il presidente del consiglio di amministrazione Sig. Klaus Kottmeier

PROSPETTO DI DETTAGLIO DELLE VOCI DEL BILANCIO DI ESERCIZIO AL 31.12.2017 pubblicato ai sensi dell'art. 9, della delibera 129/02/CONS dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni denominata Informativa Economica di Settore RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI Ricavi della vendita di copie di cui per abbonamenti Ricavi della vendita di spazi pubblicitari di cui per la vendita tramite concessionarie di pubblicità lavorazioni presso terzi agenzie di informazione

Il presidente del consiglio di amministrazione Sig. Klaus Kottmeier

112

09_07_2018

COSTI PER SERVIZI

52.072 42.555 1.402.718 0

65.181 53.520 1.452.905 0

0 0

0 0


PEOPLE DI CARLA MERCURIO

DANILO PAURA

WALTER D’APRILE

«OGGI IL LUSSO PARLA LA LINGUA DELLO STREET»

«INSTAGRAM COME LA PIAZZA DEL PAESE. L’ESSERE UMANO NON È CAMBIATO»

«Luxury fashion has been completely contaminated by the street», Danilo Paura says. He has made streetwear the focus of his projects: from his own brands to the colabs with Kappa and Superga.

Musica, televisione, cinema, viaggi, libri: Danilo Paura mixa spunti, esperienze e sensazioni per esprimere la sua personale interpretazione dello streetwear. «Metto le mia passioni e la mia personalità in ogni progetto. Tutto ciò emerge e li rende simili, ma allo stesso tempo diversi». Di progetti in effetti Danilo Paura ne ha tanti all’attivo, a partire dalle sue linee di street Paura, Danilo Paura e Mirror, per proseguire con le collaborazioni con Kappa e Superga. Un momento di grazia per il creativo 39enne, originario di Cosenza e formatosi a Rimini, tra studi di Costume e Moda e tanti anni di esperienza come buyer per Block 60. Una fase che non a caso coincide con il successo dello streetwear sulle passerelle. «Dalla Jordan 1 in poi, tutto è streetwear. C’è stato un passaggio di consegne e il lusso è stato completamente contaminato dallo street». E prosegue: «Impossibile immaginare una sfilata senza personaggi come Asap Rocky, Kanye West, Pharrell Williams e mille altri. Dopo la collaborazione tra Vuitton e Supreme questo mondo è cambiato. È nato un sodalizio che divide il vecchio dal nuovo e lo streetwear è solo il linguaggio per raccontarlo. Virgil Abloh direttore creativo di Vuitton: what else? Il lusso oggi parla attraverso un nuovo linguaggio». Con le sue collezioni Danilo Paura dialoga con i Millennials, ma anche con i più piccoli della generazione Z, un mondo in continua evoluzione: «I giovani mi affascinano, li guardo con ammirazione e imparo». Grazie alle collaborazione con Kappa e Superga, ha avuto modo di confrontarsi con due marchi iconici della moda italiana: «Kappa è un brand degli anni Novanta, che riporta in superficie ricordi ed emozioni. Non è stato difficile metterci del mio. È iniziato come un gioco ed è diventata una vera collezione». Con Superga la sfida è stata molto impegnativa: «Ridisegnare la 2750 è stato più difficile di quanto mi aspettassi. Con un oggetto perfetto il rischio di errore è infinito. Alla fine siamo giunti a un prototipo che ne esalta le caratteristiche, senza stravolgerne il gusto». Intanto è già in arrivo la prossima colab: «Disegnerò un G-shock, un orologio icona del mondo che rappresento». E poi? «Mi godo il momento. In seguito si vedrà».

The founder of the online magazine Nss and of the eponymous communication agency, Walter D'Aprile cooperated with the launch of the White Street Market during Milan men's fashion week. «Social media are changing the way of showing fashion», he explains.

32 anni, napoletano, Walter D’Aprile ha lasciato a metà un corso di laurea specialistica in ingegneria aerospaziale per tuffarsi a capofitto nel mondo dello streetstyle. È nato così nel 2010 il magazine online Nss (sigla di Naplestreetstyle) e pochi anni dopo è arrivata Nss Factory, agenzia di comunicazione e marketing con sede a Milano, che ha clienti come Nike, Adidas, Converse, Diadora, Timberland, Moncler, per i quali studia progetti soprattutto sul web. Tra le iniziative più recenti di D’Aprile c’è il White Street Market, nuovo format aperto al pubblico riservato allo sportswear e allo streetwear, frutto della collaborazione con White e con Paolo Ruffato, fondatore di Probeat Agency. Un festival della moda e della cultura della strada, prima che una rassegna espositiva, che ha catalizzato l’attenzione di 10mila visitatori nei giorni di Milano Moda Uomo, con grande viavai di giovanissimi: «Oggi la parola fiera fa parte di paradigmi passati - racconta D’Aprile - perché la moda comunica in modo veloce e i trend hanno un ciclo di vita brevissimo. Non ha senso presentare prodotti che saranno in negozio mesi dopo, perché i consumatori, soprattutto i giovanissimi, sanno già ciò che accade in tempo reale». «In una fashion week maschile che ormai dura solo quasi un weekend - prosegue - White Street Market vuole avvicinarsi al concept del Fuori Salone». L’idea di White Street Market si lega al momento di auge dello streetwear. Un fenomeno che durerà? «La moda vive di cicli e nell’arco di poche stagioni le cose cambieranno - racconta -. La grande novità è che sono del tutto cadute le barriere che una volta distinguevano i trend. E la contaminazione ha la meglio. Anche lo streetwear si è contaminato, perché oggi la felpa e le sneaker si abbinano con un pantalone classico e con la giacca». Saranno i giovani a decidere le nuove tendenze, spiega: «Vedo una grande consapevolezza nei ragazzi della generazione Z, rispetto a quelli più grandi, che tendono a seguire l'hype. I social media sono strategici in questo, perché permettono di informarsi. Instagram è un po' come la piazza del paese, con il bar in centro dove la gente si scambia le informazioni. Perché la tecnologia avanza, ma l'essere umano non è cambiato».

09_07_2018

113


RED CARPET A CURA DI CARLA MERCURIO

PITTI BIMBO

DALLA FORTEZZA AL FUORI SALONE Sia in Fortezza da Basso che fuori, Pitti Bimbo è stato costellato di eventi. Nella sede del salone si sono susseguiti fashion show, cocktail, happy hour, mostre celebrative (Chicco al Teatrino Lorenese) e proiezioni di video: quello di Mauro Balletti per MiMiSol - che ha lanciato anche un’intesa con Fabrizio Sclavi era un concentrato di poesia. Non è mancato un close up sulla sostenibilità, insieme a One Ocean Foundation. Nel fuori salone, oltre ai party di Monnalisa e Dsquared2, si faranno ricordare la festa pop di Pitti Immagine a Fiesole e il déjeuner sur l’herbe di Petit Bateau sulle rive dell’Arno, mentre Pucci e Balmain Kids, entrambi prodotti da Simonetta, hanno dato appuntamento rispettivamente a Palazzo Pucci e da LuisaViaRoma. Guess Kids ha celebrato il debutto della capsule Miraculous Ladybug.

Doppio evento per Guess Kids in via De Pecori, sulle note live della giovane cantante Gaia Gozzi

Il P.O.P. Party di Pitti Immagine, in una villa di Fiesole, ha chiuso la manifestazione, che ha ospitato 5.350 buyer

La piccola Albina Tokareva intervista Imelde Bronzieri nello stand MiMiSol

Déjeuner sur l’herbe alla Società Canottieri Firenze per Petit Bateau

Laudomia Pucci e Mila Zegna Baruffa

MARANGONI A MILANO

TESSABIT

THE WINNER IS...

COMO LOVES DG

La contaminazione è stata protagonista dell’evento “Under the Light”, che ha svelato i progetti dei migliori designer delle scuole di moda e design dell’Istituto Marangoni nel 2018. Tra i dieci creativi che hanno seguito il corso di Fashion Design Collection si è imposta Karina Ayu Ghimas, con una collezione in bilico tra oriente e occidente.

Grande festa a Como per la kermesse dell’alta moda firmata Dolce&Gabbana. Un assaggio dell’atmosfera effervescente che si è respirata dal 5 al 7 luglio si è avuto con il party del 3 luglio organizzato da Tessabit, che ha trasformato temporaneamente uno dei suoi multimarca in un monomarca della Marco Fantini e Beatrice griffe, concepito come un flower market. Valli vestiti Dolce&Gabbana

Un momento della serata, svoltasi presso lo spazio The Mall a Milano

Karina Ayu Ghimas

Un outfit di Karina Ayu Ghimas in passerella

Andrea Molteni, Diana Zanetto, Alfonso Dolce e Giampiero Molteni brindano all’evento

Un artigiano al lavoro per personalizzare la borsa Sicily

Pitti Bimbo was rich in events, both inside and outside Fortezza da Basso in Florence: among the parties, not only Monnalisa at Giardino Torrigiani and Dsquared2 in a sports hall, but many other happenings, from Petit Bateau at Società Canottieri Firenze to Guess Kids in its store, including the Pitti Immagine P.O.P. Party in Fiesole. Time to celebrate in Como, with the couture event by Dolce&Gabbana. An appetizer of the effervescent atmosphere that pervaded the town from July 5 to 7 was the party organized by Tessabit, that temporarily transformed one of its multi-brand stores into a flower market/boutique of the brand. Contamination was the protagonist of the event organized by Marangoni Fashion School in Milan, that unveiled the projects of the best 2018 students of the school. The winner was Karina Ayu Ghimas.

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09_07_2018


PA R I S S E P T. 1 9 - 2 1 | 2 0 1 8

C L O U D

O F

F A S H I O N

YARNS | FABRICS | LEATHER DESIGNS | ACCESSORIES | MANUFACTURING PARC DES EXPOSITIONS, PARIS NORD VILLEPINTE

NEW S HOW DAYS WEDN ES to FRID DAY AY



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