NUMERO 16 - FEBBRAIO 2009 DISTRIBUZIONE GRATUITA
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Registrato presso il tribunale di Catania n° 17/07 del 15/05/2007
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Associazione Culturale “Lapilli”
Irene Giuffrida Alessandro Lattanzio Direttore Responsabile: Marzia Macca Emilia Giuliana Papa Alessandro Puglisi giulianapapa@alice.it Adriana Toscano
Caporedattore:
Tipografia: A&G - Via Agira 41/43 - Catania Responsabile Marketing e Comunicazione: Sebastiano Di Bella sebidibella@hotmail.it 347 - 5463318
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In Primo Piano
Numero 16 Febbraio 2009
- 4 Gli scherzi di Silvio - 6 Io scommetto su Obama Alla scoperta degli uomini di Obama
NUOVI DIVERTIMENTI:
Sant’Agata li Battiati Edicola Marzà
La seconda vignetta è stata fatta dopo alcuni mesi dalla prima. Sembrano uguali ma in realtà differiscono per 3 particolari. Sapreste individuarli?
ATTUALITÀ
- 12 U.S.A.: obiettivo Sigonella
STORIA IN PILLOLE presenta LE INTERVISTE IMPOSSIBILI - 14 Napoleone Bonaparte
L’ANGOLO DELLA LETTURA - 16 Il libro del mese
- 18 CARTELLONE “Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire” Eluana Englaro 25 Novembre 1970 - 9 Febbraio 2009
SOLUZIONE: Nella seconda vignetta manca: 1 - l’ex governatore del New Mexico, scelto da Obama come ministro del commercio, Bill Richardson, ritiratosi a seguito di un’inchiesta per un crac finanziario di 90 milioni di dollari di due fondi pensione pubblici. 2 - Nancy Killefer, scelta per guidare il nuovo ufficio per il controllo di qualità della burocrazia. Ritira la candidatura perchè accusata di non aver versato i contributi alla sua colf. 3 - Tom Daschle, messo a capo del ministero della sanità, si dimette perchè accusato di non aver pagato tasse per un importo di circa 5 milioni di dollari, accumulati lavorando come lobbista per l’industria farmaceutica.
All’ombra dell’Etna
Acicastello Bar Viscuso
DISTRIBUZIONE GRATUITA
- 8 Baby soldato: bambini dall’infanzia violata -10 Le spose bambine - 11 L’altra schiavitù
NUMERO 16 - FEBBRAIO 2009
SPECIALE INFANZIA NEGATA
ADESSO SI BRUCIANO I BARBONI
CATANIA
Ass. Culturale Majazé Ass. Culturale Mammut Scuola Popolare di Musica “Alan Lomax” Biò Multi Kulti Nievski Pizzarté Pub After Nine Pub Altamira Scenario Pubblico Cioccolateria Rosso Mela Bar Cafè de Paris Bar Cherie Bar Tabacco Bar Caprice Bar Europa Bar La Tavernetta Bar La Tazza d’Oro Bar Privitera Bar Scardaci Caffè Sauvage Facoltà di Lettere Facoltà di Scienze dell’Educazione Facoltà di Scienze Politiche Facoltà di Giurisprudenza Accademia di belle arti Libreria Bonaccorso Libreria Cavallotto Libreria Gramigna Libreria La Cultura Libreria La Paglia Libreria Mondadori Libreria Megastorie Libreria Tempolibro Tertulia Internetteria Musicland Cinema ABC Cinema Ariston Cinema Capitol Cinema Excelsior Cinema King Cinema Odeon CUS Cittadella Hotel Costa Casa dello studente Oberdan Cittadella Universitaria Farmavet Etnea - Via Enna 3/f Galleria amici dell’arte - Via Andrea Costa 34 San Max Hotel - Via Etnea 329
Copertina di: Fausto Grasso
4° di copertina di: Fausto Grasso
San Gregorio Bar Viscuso
San Giovanni la Punta
Cine Centrale Libreria Mondadori - Le Zagare Libreria Mondadori - I Portali Libreria Il Bosco Edicolè Edicola La Pergamena Trappeto Pizzeria - Caffè Grillo - Trappeto Bar Trappeto
Gravina di Catania
Biblioteca comunale
Mascalucia
Cinema-Teatro “Moderno” Bar Il Mito Libreria Mondadori - Le Ginestre
Acireale
Biblioteca Zelantea
Giarre
Libreria Le Señorita (Corso Italia) Bar Mirò (Corso Italia)
di Emilia Giuliana Papa
In un Paese dove l’unico modo per emergere e – magari –
sopravvivere alla disoccupazione è tentare il tutto per tutto sottoponendosi alle invadenti telecamere del “Grande Fratello” o proporsi come tronista a “Uomini e Donne”, forse è il caso di fermarsi a riflettere su cosa non ha funzionato. Riflettere e cercare di ricostruire un percorso di crescita e di recupero del senso e della funzione della Politica. La Politica come dibattito, ricerca e creazione di soluzioni concrete per il Bene pubblico, per il futuro della nostra società e l’avvenire dei nostri giovani. Ma veniamo al nostro “piccolo”. Vi informiamo su una iniziativa forse troppo ambiziosa, ma senz’altro utile per risvegliare le coscienze civili della nostra città e coinvolgere le residue energie verso i “reali” problemi e verso le possibili soluzioni. La nuova associazione onlus Laboratorio di Formazione politica apre le porte al dibattito a Catania. Pubblichiamo parte del comunicato stampa, su richiesta degli organizzatori, per quanti fossero interessati a partecipare, con l’auspicio che iniziative come questa contribuiscano realmente a un risveglio della nostra società civile. INAUGURAZIONE DEL LABORATORIO DELLA POLITICA Il 15 febbraio 2009, alle ore 10.30, presso Palazzo dei Chierici, a Catania, si terrà l’inaugurazione del Laboratorio della Politica. In tale occasione, Padre Bartolomeo Sorge, fondatore di numerosi Istituti di Formazione Politica in Italia e all’estero, nonché Direttore della rivista “Aggiornamenti Sociali”, terrà una relazione sul tema “Formarsi alla Politica”.
Il Laboratorio della Politica è un pensatoio apartitico, uno spazio di studio e riflessione culturale e politica, un luogo di incontro, dialogo e confronto in ordine ai problemi politici, sociali ed economici. Il Laboratorio della Politica vuole riaffermare l’impegno politico quale autentico servizio alla persona, ispirato ai valori contenuti nella Costituzione Repubblicana, diretto al perseguimento del bene comune, nutrito dalla speranza di un reale cambiamento e capace di infondere fiducia ai cittadini. Il Laboratorio della Politica vuole formare ed avvicinare le giovani generazioni all’arte della politica ed alle Istituzioni, anche mediante una Scuola di Politica ad esse specificamente indirizzata. Il Laboratorio della Politica ha sede in Via Giuseppe Aurelio Costanzo 8, Catania. Coloro che desiderano ricevere maggiori informazioni o aderire al Laboratorio della Politica, possono consultare il sito www.laboratoriodellapolitica.it e contattare il Direttivo dell’Associazione, al seguente indirizzo email: info@laboratoriodellapolitica.it. “L’unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ricostruzione stanno proprio in questo: che una buona volta le persone coscienti e oneste si persuadano che non è conforme al vantaggio proprio restare assenti dalla vita politica e lasciare quindi campo alle rovinose esperienze dei disonesti e degli avventurieri” (Giuseppe Dossetti, marzo 1945).
IN PRIMO PIANO
gli scherzi di silvio Nel mese in cui si festeggia il Carnevale, è tempo di bilanci sull’operato del Premier burlone. Tra gaffe, barzellette e scherzetti ai danni di milioni di italiani. Social card, Alitalia, Informazione e tante altre burle in cantiere. Per esempio la riforma della giustizia. di Claudio Sciacca
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Brutti tempi, si respira un’aria davvero pesante. Aria di crisi. Servono ottimismo e allegria, ci vorrebbe una barzelletta. Ad esempio quella sui campi di concentramento: “Un kapò all’interno di un campo di concentramento dice ai prigionieri ‘Ho una notizia buona e una meno buona’. Quella buona è che ‘metà’ di voi sarà trasferita in un altro campo. Tutti applaudono. La notizia meno buona è che la parte di voi che sarà trasferita va dalla vita in giù… ”(ndr dalla cintola ai piedi). No, non siamo impazziti. A sollazzare centinaia di persone adoranti con questo sketch è stato Silvio Berlusconi lo scorso 17 gennaio a Nuoro, in occasione della campagna elettorale a sostegno del candidato del Pdl alla presidenza della Regione. Chissà se sarà riuscito a risollevare il morale dei militanti del suo partito. Certo ha raggiunto l’obiettivo di deprimere ancor di più l’umore di quegli italiani ormai rassegnati ad essere rappresentati in Italia e nel mondo da un presidente che non conosce vergogna. Ma al di là della “forma”, delle foto in cui fa le corna in pubblico al vertice Ue, del cucù alla Merkel, delle carinerie acide ad Obama bello e abbronzato,
delle gaffe che hanno caratterizzato la love story con G. Bush (ndr in una serata di gala alla Casa Bianca, nella foga di abbracciare l’amico, travolge il pesante leggio dal quale pronunciava un discorso), ben altri sono gli scherzi orchestrati da Silvio e dal suo governo ai danni del nostro Paese. La Social card, ad esempio. Strumento pensato da Tremonti la scorsa primavera per aiutare le fasce più deboli della popolazione, per lo più anziani a
basso reddito, nelle spese quotidiane. “Ben” 40 euro al mese inseriti su una carta ricaricabile, di uso non proprio agevole per le massaie, costrette a fare la spesa solo in supermercati e botteghe provviste di lettore di carta di credito. Quante di loro avranno pensato ad uno scherzo, quando sulla preziosa carta, al momento del pagamento, non risultava esser presente nemmeno un euro? Al 30 dicembre 2008, infatti, su oltre un terzo delle 580.000 carte richieste mancava l’accredito di 120 euro relativo agli ultimi tre mesi dell’anno e, ad oggi, in base ai dati forniti dall’Inps, sono ancora da ricaricare 160.000 tessere. Ma niente paura. Non è solo l’Italia a godere degli scherzetti di Silvio. Anche la Francia ride e non riesce a credere ai propri occhi per essere riuscita ad accaparrarsi il 25% della nuova Alitalia ad una cifra ben inferiore rispetto a quella prevista per
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n°16 Febbraio 2009
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n°16 Febbraio 2009
ALITALIA: LE TAPPE 14 MARZO 2008 Air France-KLM deposita la propria offerta di acquisto di Alitalia, subito accettata dal C.d.A. della società. 2 APRILE 2008 La compagnia francese rinuncia a comprare Alitalia. Durante la campagna elettorale Berlusconi promette di bloccare Air France e annuncia la nascita imminente di una cordata italiana. 23 APRILE 2008 Il governo uscente di Romano Prodi concede, in accordo con la nuova maggioranza di centro-destra, un prestito ad Alitalia da 300 milioni, in attesa di un nuovo compratore. 26 AGOSTO 2008 Nasce la CAI, Compagnia Aerea Italiana, con 16 soci (diventeranno 22) messi insieme da Banca Intesa Sanpaolo. Tra questi Carlo Toto, proprietario della pluri-indebitata Air One. Due giorni dopo Augusto Fantozzi diventa commissario di Alitalia.
l’acquisto della compagnia nella primavera del 2008, quando Presidente del Consiglio era Prodi. Appena 322 milioni sborsati dal “socio di minoranza” per controllare, nei fatti, una compagnia gestita, nella quota italiana, da imprenditori e affaristi che nulla hanno a che vedere col trasporto aereo. “Merci, Silvio”, ha titolato il quotidiano economico “Les echos”. Un vero e proprio cadeau per i francesi, che avevano messo in preventivo una spesa di 1,5 miliardi di euro per comprare l’Alitalia, compresi i debiti e garantendo l’occupazione in Air France per almeno 5 anni alla maggior parte dei dipendenti in esubero. Esuberi che ora, invece, gravano in numero maggiore e per intero sullo Stato (sette anni di cassa integrazione) e che costeranno agli italiani, con le altre spese legate all’operazione, 4 miliardi di euro. Tasse future alle quali gli italiani non sembrano ribellarsi. Ma cosa sarebbe successo se a far spendere una cifra così rilevante fosse stato Prodi? Apriti cielo, l’Informazione del monopolista Berlusconi gli avrebbe dato il colpo di grazia! Niente è più utile del controllo dei media, e in particolar modo delle televisioni, per “orientare” l’opinione pubblica, scegliendo quali notizie e quali messaggi far passare, quali omettere e quali camuffare. Eliminando e isolando, se possibile, i granelli più fastidiosi dall’ingranaggio. Non a caso, alla vigilia delle nuove nomine in Rai, sembra pronto
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25 SETTEMBRE 2008 I sindacati firmano l’intesa sugli esuberi e il personale della nuova compagnia: solo 12 mila persone lavoreranno in Cai rispetto ai 20 mila della forza lavoro Alitalia-Air One. 30 DICEMBRE 2008 Cai cambia nome in Alitalia, dopo aver acquistato Air One l’11 dicembre e aver firmato il 12 con Fantozzi l’atto di compravendita di alcuni asset della vecchia compagnia di bandiera. 13 GENNAIO 2009 Decolla il primo volo dell’era Cai. Il partner straniero è Air France-KLM, a cui va il 25% della nuova Alitalia. Fonti: La Repubblica
lo sgambetto a Michele Santoro, al quale il Cavaliere fa sentire continuamente il proprio alito sul collo. Strano destino, quello del conduttore di Annozero, inviso alla destra quasi quanto ai rimasugli della sinistra moderata. Si direbbe che per lui lo scherzetto sia bipartisan. Un po’ come potrebbe accadere per la
riforma della giustizia, con i disegni di legge ora in fase di discussione. Con il ministro Alfano e Luciano Violante che flirtano per separare i pm dalla polizia giudiziaria; le indagini sui reati spetterebbero, in futuro, solo alla polizia, che è alle dipendenze del governo (il quale potrebbe decidere i reati su cui indagare e, soprattutto, su cui non indagare), e non anche al pm, organo autonomo che, ad oggi, dà impulso alle indagini della polizia giudiziaria. E mentre Berlusconi sgomita tra gli alleati per limitare al massimo il numero di reati per i quali sono ammissibili le intercettazioni telefoniche, in un clima di pesante delegittimazione della Magistratura, si discute sull’ampliamento dell’ingerenza della politica nel Csm, i cui componenti, al momento, sono eletti per 2/3 tra i magistrati e solo per 1/3 dal Parlamento. Eppure non sembra, da questo progetto di riforma, che si possa risolvere il problema primario della giustizia in Italia, ovvero i lunghi tempi dei processi. Davvero buffo. Ma c’è poco da ridere.
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IN PRIMO PIANO
io scommetto su obama
Lo dice l’Europa, l’ha gridato l’America. Che punta sul nuovo presidente per lasciarsi alle spalle i disastri di Bush. E che spera di disinnescare la bomba mediorientale. di Fausto Grasso Vediamo come Barack Hussein Obama nasce a Honolulu, nelle Hawaii, il 4 agosto 1961. Nel 1983 si laurea alla Columbia University in scienze politiche, ma prenderà una seconda laurea in legge ad Harvard. Si trasferisce a Chicago, dove lavora come avvocato. Nel ’95 pubblica un’autobiografia, I sogni di mio padre: un racconto sulla razza e l’eredità, la cui versione audio gli fa vincere un Grammy. Nel 2004 diventa senatore dello stato dell’Illinois, ed ora eccolo alla Casa Bianca. Per molti rappresenta il cambiamento planetario, ma bisogna pazientare ancora qualche settimana per verificare se il 44esimo presidente degli Stati Uniti sarà all’altezza delle aspettative. La prima mossa è stata quella di fermare le discriminazioni in busta paga, firmando una legge che promuove la parità salariale tra uomini e donne. L’eredità lasciatagli dal predecessore non è per nulla invidiabile. Gli Stati Uniti si trovano coinvolti in due guerre (in Iraq e in Afghanistan); urge ancora la questione mediorientale, sempre più calda nella striscia di Gaza e in Israele; e su tutto grava la più grande crisi economica che l’America abbia mai vissuto dall’ormai tanto decantato 1929.
E proprio da quest’ultimo punto Obama intende iniziare, una delle priorità assolute per poter mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. La direzione da seguire è cercare di spendere al meglio, entro i due anni a seguire, i 770 miliardi di dollari approvati dal Congresso per il salvataggio di banche e assicurazioni, evitando di perseguire la strada tracciata dal precedente governo, che assecondava un’economia virtuale fatta su carte senza
nessun valore. Assolutamente da evitare è sottostare ad obblighi e favoritismi nei confronti di partiti e gruppi di pressione, i quali potrebbero inserire voci estranee all’obiettivo della Casa Bianca. Il Presidente vorrebbe anche rallentare la caduta verso il baratro della recessione, investendo in un programma che va dai lavori pubblici, quali strade e infrastrutture, ai tagli fiscali alle famiglie e alle piccole imprese, dal rinnovamento
CONOSCIAMO MICHELLE Michelle La Vaughn Obama, 45 anni appena compiuti, è un donna di potere dal grande carisma. Laureata a Princeton e alla Harvard law school, praticamente è in politica dalla nascita. Il padre era un attivista molto importante e stimato a South Side, il quartiere nero di Chicago. Fu proprio Michelle a far entrare Obama in politica, portando dalla parte del marito una base nera molto vasta e propagandistica. Ha dichiarato che non farà l’errore di farsi aprire un ufficio, come fece Hillary Clinton, a fianco dello studio ovale: il suo ruolo di consigliere avrà luogo solo attorno al tavolo da pranzo o in camera da letto. Vanno via i texani e i neocon e arrivano i Chicago boys and girls di Obama e Michelle, molto chic e rispondenti al motto “Black is beautiful”.
alla scoperta degli uomini di obama
Il 4 novembre 2008 gli elettori americani hanno lanciato un messaggio al mondo. Un messaggio importante, intriso della voglia di realizzare un vero cambiamento, dopo i due mandati di Bush. “Yes, we can”, recitava lo slogan di Barack Obama in campagna elettorale. In attesa di indicazioni più precise sulle prime mosse del nuovo Presidente, andiamo ad osservare da vicino i membri della sua squadra di governo, che sembra coniugare continuità e innovazione, giovani promettenti e politici di esperienza. A cominciare dal vicepresidente, Joe Biden, nato nel 1942, laureato in giurisprudenza nel 1965 e specializzato in legge nel 1968, cattolico e senatore del Delaware dal ‘73. Da Biden a Hillary Clinton, nuovo Segretario di Stato: dopo essere stata dura (ma leale) avversaria di Obama nelle primarie ed aver infine accettato la
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di Alessandro Puglisi
“sconfitta”, ha dato la propria disponibilità e il proprio supporto al collega di partito, in nome della compattezza e dell’unione. Scorrendo i vari ministri, cominciamo da quello del Tesoro, che occupa una posizione cruciale in un momento così delicato per l’intera economia mondiale e non solo statunitense. Troviamo Timothy Geithner, numero uno della Fed di New York, 47enne arrembante e ben visto presso Wall Street. Non ci si lasci ingannare dall�età, dato che Geithner, già nel 1988, poco più che ventenne, entrava al Dipartimento del Tesoro, ricoprendo, dal �98 al 2001, l�incarico di vice segretario al Tesoro nell�amministrazione Clinton. Un altro ministero fondamentale, quello della Difesa, sarà occupato da Robert Gates, uno degli uomini che segnano la parziale continuità tra George Bush e Barack Obama. Gates infatti, sotto la passata amministrazione, succedette al dimissionario Rumsfeld. È stato inoltre direttore della CIA dal ‘91 al ‘93. Passando alla Giustizia, la scelta di Eric Holder è un chiaro messaggio: Holder è, infatti, il primo afroamericano in questo dipartimento ed è stato spesso considerato politicamente vicino alle problematiche della comunità
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n°16 Febbraio 2009
del sistema di protezione sanitaria, soprattutto per i minori, al lancio di un programma sulle energie rinnovabili. E non vuole tentennare sul da farsi, mentre si stima che, entro la fine del 2009, il tasso di disoccupazione toccherà il 9%. Negli ultimi tre mesi sono, difatti, saltati più di un milione di posti di lavoro. Joe Biden, il vicepresidente di Obama, sostiene che gli Stati Uniti, nei prossimi sei mesi, si troveranno ad affrontare un’imponente crisi internazionale. È successo a Kennedy, in occasione della c.d. crisi dei missili di Cuba, a Clinton, che dovette ritirare le truppe in Somalia, all’ultimo Bush, il quale non immaginava che l’11 settembre sarebbe passato alla storia. A Barack Obama toccherà trattare in Iraq e Afghanistan e fronteggiare le tragedie del Medio Oriente. Dmitri Medvedev, qualche giorno fa, ha reso noto che Mosca ha intenzione di collocare tre batterie di missili, di cui era stata già decisa la soppressione. Questo perché gli Stati Uniti hanno costruito una base missilistica in Polonia e una stazione
radar nella Repubblica Ceca. Un “regalo” che sembra un banco di prova dei rapporti russo-americani dei prossimi anni. Ma soprattutto bisogna trattare con l’Iran. Questo, dopo aver aperto il primo centro spaziale, mette in orbita un satellite con un proprio missile, tecnologia che potrebbe essere usata per fini bellici. Il terrorismo internazionale legato ad Al Qaeda potrebbe attaccare gli States in un momento delicato, di transizione. Perché trattare con l’Iran allora? Henry Kissinger, ex Segretario di Stato, afferma che sia le agenzie di intelligence a livello internazionale che il governo saudita e le regioni sotto il controllo di Osama Bin Laden, hanno depotenziato il terrorismo internazionale. Attualmente chi si espone maggiormente è il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che però, probabilmente, sarà presto estromesso da Ali Khamenei, il quale non attende altro che trattare per risolvere specialmente la disperata situazione economica del paese. In cambio gli Iraniani chiederanno il riconoscimento ufficiale del loro ruolo nella regione, di fatto già assunto in Iraq, Afghanistan e Libano. Lo stesso Dipartimento di Stato americano ha riconosciuto il ruolo di Teheran nel calo della violenza in Iraq. In fondo non è la prima volta che gli Stati Uniti riescono a convincere uno stato ad abbandonare un programma nucleare attraverso la mediazione e il dialogo. La figura di Obama sembra simbolizzare l’American dream tanto atteso dal popolo americano: il Presidente si presenta così com’è, senza una dinastia politica, con una bella e carismatica moglie, con idee innovative ed in alcuni casi controcorrente. Una rinascita per l’America, sia essa bianca, nera, asiatica o ispanica.
Sfida verde alla Casa Bianca Ci sono in ballo 150 miliardi di dollari da spendere in dieci anni per trasformare gli Stati Uniti in una Low-carbon economy, un’economia a basse emissioni di carbonio. Per fare ciò, entro il 2015 si dovranno produrre un milione di auto elettriche-ibride, entro il 2025 portare la produzione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, o comunque da tecnologie pulite, al 25%, entro il 2018 azzerare le importazioni di petrolio dal Medio Oriente e dal Venezuela. Le case automobilistiche potranno usufruire di un aiuto economico, mirato al salvataggio, solo se riusciranno ad aumentare del 4% l’anno l’efficienza energetica delle auto prodotte e se investiranno nello sviluppo di batterie di nuova generazione. Sono previsti fondi anche per le industrie edili, ma solo se punteranno sul risparmio energetico e fonti rinnovabili (pannelli solari o per l’isolamento termico). E 400 miliardi in dieci anni dovrebbero essere destinati alla creazione di una rete elettrica intelligente in grado di ottimizzare il consumo durante l’arco della giornata. Sono stati programmati, infine, dai 20 ai 30 miliardi per la rete di metropolitane e autobus ad energia pulita e per la costruzione di linee ferroviarie per il trasporto merci, manovra già approvata dal Congresso, ma mai finanziata. Se si riuscisse a realizzare talii propositi, si stima che si potrebbe ridurre la produzione di anidride carbonica di 950 milioni di tonnellate l’anno soltanto aumentando l’efficienza dei tubi al neon delle amministrazioni pubbliche. “Rendere verde l’economia per gli Stati Uniti significa ritornare ad essere la guida morale del mondo”. Thomas Friedman – NY Times
Nella pagina a fianco: Michelle Obama prima di entrare alla Casa bianca; il vicepresidente Joe Biden. Sotto: il ministero dell’energia Steven Chu
LGBT. Al Commercio la nomina era inizialmente andata a Bill Richardson, governatore del New Mexico, il quale ha rifiutato l’incarico, dopo essere stato coinvolto in un’indagine federale su una società californiana, sospettata di illegalità nella conquista di un ricco contratto in New Mexico. Significativa è poi la scelta di Steven Chu alla guida del Ministero dell’Energia. Chu, 60 anni, docente all’Università di Berkeley, è considerato un’autorità in campo accademico, in
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particolare per quanto riguarda la ricerca sulle fonti alternative e rinnovabili. A questo si collega la decisione, da parte di Obama, di nominare a capo dell’Epa, l’Agenzia Federale per l’Ambiente, Lisa Jackson, ex responsabile per l’ambiente nel New Jersey, uno degli stati che hanno siglato un accordo molto simile al Protocollo di Kyoto. All’Educazione troviamo il nome di Arne Duncan, laureato ad Harvard e granitico assessore all’istruzione di Chicago. Discusse poi le nomine di Ken Salazar al Territorio e di Tom Vilsack all’Agricoltura, in quanto non piacerebbero troppo agli ambientalisti, pur essendo state ben accolte presso le comunità rurali. Il Ministero della Sicurezza Nazionale verrà affidato alla governatrice dell’Arizona Janet Napolitano. Last but not the least, a chiudere la squadra di governo di Barack Obama, la nuova ambasciatrice alle Nazioni Unite, Susan Rice, seconda leader nera a ricoprire questo fondamentale ruolo.
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BABY BAMBINI VI
Le recenti stragi di civili nella Striscia di Gaza, con gli oltre 300 bambini tra le vittime, ha riproposto ancora una volta, quasi ce ne fosse stato bisogno, il problema della salvaguardia dei più indifesi fra gli indifesi. Sono milioni i bambini che, nel mondo, vedono calpestati i propri diritti, in primis quello di crescere sotto la guida sicura di adulti seri e responsabili. Perché, spesso, gli adulti si rivelano, invece, i carnefici dei loro stessi figli. Per questo abbiamo voluto dedicare questo speciale all’infanzia maltrattata, consapevoli di aver affrontato solo alcuni aspetti della questione, ma desiderosi di provocare un pur minimo scossone nelle nostre coscienze di “adulti”, appunto, a volte troppo Reclutati a forza o convinti ad arru indifferenti di fronte a fatti che, solo perché un po’ più lontani da noi, non sembrano Un esercito di quasi 300 mila ragazzini riguardarci direttamente. Nell’indifferenza generale Abbiamo voluto prendere le mosse dalla piaga dei soldati-bambini: sono 63 i Paesi, nel mondo, in cui è consentito tutt’oggi l’arruolamento di volontari minori, e di Adriana Toscano in ben 24 delle 31 guerre in corso sul pianeta, stanno combattendo anche Nel mondo ci mentre giocano per strada o si recano a minori. Si tratta di bambini (e di bambine) che, spesso, hanno il destino sono bambini scuola; altri, spinti dalla paura e dalla segnato: se sopravvivono alle guerre, alcuni impazziscono a causa delle che, meno fame, decidono volontariamente di unirsi fortunati dei loro ai militari pur di avere qualcosa, durante atrocità che sono stati costretti a vedere, altri rimangono mutilati o coetanei, invece il giorno, da mettere sotto i denti; persino finiscono per strada a rubare o a mendicare. Qualcuno ce l’ha fatta, di andare a scuola e le bambine partecipano direttamente alle e ora denuncia, come China Keitesti che, da bambina-soldato, è di giocare a guardie ostilità. Molte ragazzine, spesso prive dei diventata ambasciatrice dell’UNICEF, oltre che autrice di un libro in e ladri, imbracciano genitori o rapite durante le incursioni dei cui racconta la storia del suo riscatto. E che dire del desolante veri fucili e scagliano gruppi di ribelli, tentano di sfuggire alle destino delle spose-bambine, costrette ancora, in alcuni paesi del bombe reali: sono i condizioni della vita di strada e si illudono baby combattenti, i di trovare rifugio e protezione negli eserciti mondo, a unirsi in matrimonio in tenera età, e per di più con soldati-bambini. ma, una volta arruolate, divengono vittime uomini molto più grandi? Infine, ma non ultimo, lo sfruttamento Le stime dei minori di ripetuti abusi e violenze e, come schiave, del lavoro minorile, fenomeno, questo, da cui non sono esenti arruolati nelle forze sono costrette a soddisfare ogni tipo di neppure i paesi industrializzati. E dire che quello all’istruzione armate si aggirano, desiderio dei combattenti adulti. Spesso è, insieme al diritto alla sopravvivenza e al benessere, ancora oggi, tra le 250 e le le giovani reclute vengono imbottite al gioco e al tempo libero, alla protezione da ogni 300 mila unità. Il fenomeno di droghe o anfetamine per acquisire è tanto più ricorrente quanto coraggio, eseguire gli ordini e patire meno forma di violenza e di sfruttamento, alla difesa più tacitamente accetto in i morsi della fame. dalla guerra e dalla privazione della libertà, proprio Africa, Asia, America latina. Come se le atrocità non bastassero, uno dei diritti riconosciuti all’infanzia dell’intero pianeta Sono la povertà, la mancanza l’Unicef denuncia che, in alcuni paesi, dalla “Convenzione internazionale sui diritti del di scolarizzazione, l’assenza i baby soldato vengono incisi sul petto bambini”, siglata solo vent’anni fa, nel 1989, e di una famiglia, la violenza, e sulla fronte con coltelli o vetri rotti, ratificata da quasi tutti i paesi membri dell’ONU. Senza l’arroganza, a sfruttare così da portare il marchio con le iniziali l’esistenza di questi bambini contare che, già nel 1924, la Dichiarazione di e nel tradirne l’infanzia. E Ginevra definiva per la prima volta i diritti specifici altrettanto palese è il motivo dei bambini, dichiarando che per cui diverse milizie “il bambino deve essere incrementano le proprie file protetto da ogni forma di con i bambini: questi, in sfruttamento”, e che, nel 1959, nella genere, sono più permeabili, rispetto agli adulti, alle Dichiarazione dei diritti del fanciullo, minacce di ritorsioni l’ONU affermava che il bambino ha diritto fisiche e alla violenza “a un aiuto e a un’assistenza particolari”, psicologica, si accontentano a causa “della sua non completa di una paga bassa o di nulla, maturità fisica e intellettuale”. Diritti, eseguono gli ordini docilmente dunque, chiaramente riconosciuti già e raramente proveranno a rivendicare miglioramenti della da tempo sul piano internazionale ma loro condizione. che, per molti bambini, rimangono Molti baby soldati sono purtroppo ancora sulla carta. reclutati a forza, ma non è per tutti così: alcuni vengono sequestrati
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n°16 Febbraio 2009
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n°16 Febbraio 2009
LE GUERRE DEI BAMBINI
Sono 24 i conflitti, nel mondo, in cui combattono i minorenni. La Convenzione di Ginevra considera un crimine il coinvolgimento dei minori nei conflitti, ma in 85 Paesi ciò avviene regolarmente. Questi alcuni dei luoghi del terrore; a fianco il numero dei bambini soldato che sono stati protagonisti negli ultimi anni in scontri armati: Somalia 200.000 Uganda 30.000 Congo 30.000 Liberia 21.000 Sierra Leone 40.000 Angola 16.000 uolarsi con la promessa di un tozzo di pane. Myanmar 70.000 (nell’esercito governativo) che combattono ogni giorno le guerre degli adulti. Nepal 50.000 (reclutati dai ribelli maoisti) Colombia 14.000 (tra paramilitari filogovernativi e gruppi ribelli) Paraguay 10.000 dei gruppi armati che li asserviscono. situazione in Congo, ha Afghanistan 8.000 (dato del 2003) Una delle tante testimonianze forniteci fatto appello “agli autori
SOLDATO: DALL’INFANZIA IOLATA dall’Unicef è quella di Abbas, un diciassettenne della Sierra Leone, obbligato a prendere parte, nel corso della guerra civile, ad un gruppo ribelle, il Revolutionary United Front (RUF). “Mentre andavo al mercato - afferma Abbas - un ribelle mi chiese di andare con lui. Mia nonna si oppose e lui le sparò due volte. Pensai che mi avrebbe ucciso. Mi legarono i gomiti dietro e mi lasciarono per due giorni dentro al bagno. Quando mi fecero uscire incisero la sigla RUF sul mio petto. Mi legarono in modo che non la strofinassi, finché non si cicatrizzò. Dopo mi fecero un’iniezione alle gambe e tagliarono la parte posteriore della testa per metterci la cocaina…e così fecero ogni volta prima di un attacco, in tutto più di 25 volte.” Oggi Abbas è un ex soldato, ma è soprattutto un sopravvissuto: nell’ultimo decennio, secondo i dati dell’Onu, sono stati uccisi oltre due milioni di guerrieri minorenni. Questo fenomeno è conosciuto e deprecato; da ogni parte si sollevano manifestazioni di protesta e si susseguono appelli. Anche l’attuale pontefice, nel giorno della scorsa Epifania, dedicato essenzialmente ai bambini, riferendosi alla
di tali disumane brutalità, affinché restituiscano i ragazzi alle loro famiglie e al loro futuro di sicurezza e di sviluppo, a cui hanno diritto”. Tuttavia, nessuna considerazione o convenzione può risultare efficace se non è seguita da azioni concrete, da parte di governi e organizzazioni, azioni basate sul dialogo sociale e sulla cooperazione a livello nazionale e internazionale, pubblico e privato. Solo strategie e azioni programmate che coinvolgano associazioni, organizzazioni internazionali, mass media ed espressioni della società civile possono contribuire a debellare un fenomeno che, anche se illegale, persiste tuttora quasi avvolto da un muro di apatia e indifferenza.
Fonte: “Il Corriere della Sera”
Nella pagina a fianco: In Congo, in una miniera, un bambino trasporta armi. Un ragazzo in Sierra Leone. In questa pagina bambini israeliani in un campo militare.
I BAMBINI DI GAZA “Non ci sono più parole, né lacrime”. Così il direttore del Remedial Education Center, associazione palestinese che presta aiuto a bambini e famiglie nella tormentata Striscia di Gaza, commentava poche settimane fa le cifre del massacro conseguente all’attacco israeliano sulle città palestinesi. 345 bambini morti sui 1000 civili uccisi. Oltre 2000 feriti minorenni su 4000 colpiti. Cifre da brivido, che non sono servite a bloccare la guerra insensata di chi si nasconde dietro una bandiera. E attacca ben sapendo che una persona su tre tra le vittime sarà un bambino, vista l’alta percentuale di minorenni presenti tra il milione e mezzo di abitanti della Striscia. Attacchi consapevoli e “chirurgici”, volti ad abbattere il morale e la resistenza di un popolo colpito nei suoi soggetti più deboli, come ha sostenuto in una recente intervista il giornalista Franco Di Mare a proposito della sua lunga esperienza di inviato di guerra. Una tesi plausibile che ricorda, ove ce ne fosse bisogno, che la guerra non guarda in faccia nessuno.
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Per non lasciare soli i bambini di Gaza è possibile aderire alla
CAMPAGNA “S.O.S. Palestina” Promossa dal CIEP- Comitato Internazionale Educazione per la Pace I CONTRIBUTI SI INVIANO SUL CONTO BANCARIO DELL’ASSOCIAZIONE DI AMICIZIA ITALO-PALESTINESE ONLUS CAUSALE: “EMERGENZA BAMBINI GAZA” CONTO CORRENTE BANCARIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA AGENZIA N.3 FIRENZE CODICE IBAN : IT65X0103002803OOOOO1807989 I contributi sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi Per informazioni o contatti: Massimo De Santi, e-mail:maxcosmico@alice.it , Cell. 338.1337573 Mariano Mingarelli, e-mail: mariano.mingarelli@tiscali.it, Cell. 340.5090916
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Le spose bambine
Strappate all’infanzia per unirsi in matrimonio con uomini molto più anziani. È il dramma di migliaia di bambine, schiave già all’età di dieci anni. Come Nojoud, la piccola yemenita che un giorno ha deciso di ribellarsi di Marzia Macca sessanta anni di età. Alle “Spose Bambine “ vengono negati la vita, il gioco, lo studio, il lavoro, la libertà, ogni diritto, e la loro dignità di esseri umani è completamente annullata. Tutto ciò avviene talvolta per motivi economici (nel sud dell’Asia, dove è il marito a ricevere la dote, più la sposa è piccola, meno costa ai genitori), altre volte a causa di una radicata ignoranza accompagnata da stupide credenze; in alcuni paesi africani, ad esempio, è radicata la convinzione secondo la quale gli uomini, facendo del sesso con “giovani donne” vergini, guarirebbero dall’AIDS. Le famiglie delle bambine non vogliono far del male alle loro figlie, le vendono convinte di riuscire a creare per loro un futuro migliore, le vendono giovanissime per preservarle da inevitabili stupri che subirebbero, loro malgrado, se fossero più grandi; e non si rendono minimamente conto, invece, che una gravidanza in giovanissima età non solo mette a rischio la vita del feto (nel 73% dei casi destinato a morire), ma mette in pericolo anche la vita della bambina. La morte per parto è, infatti, ben cinque volte maggiore che a venti anni, per non parlare poi delle malformazioni che si creano nel corpo di una bambina subito dopo il parto e che l’ accompagneranno per tutta la vita. In alcuni paesi del mondo la tradizione di vendere bambine in giovanissima età ha radici arcaiche, ma esempi di tale triste e deplorevole costume ce ne sono ancora tanti. Basti citare il caso – recentissimo – verificatosi, lo scorso 6 giugno 2008, in Pakistan, dove ci fu uno scambio tra clan rivali che prevedeva un “bottino” di quindici “Spose Bambine”
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In alcuni paesi del mondo continuano, purtroppo, ad accadere ancora oggi fatti terribili e inconcepibili, che ricoprono tutta l’umanità di vergogna. E ancora una volta le protagoniste sono solo delle bambine, etichettate all’interno di un ormai ben definito settore: quello delle cosiddette “Spose Bambine”. L’età per essere spose in alcune parti dell’Africa, quali Niger,
Etiopia e Marocco, nello Yemen, in Afghanistan, in Pakistan (e non solo), va dagli otto anni in su: una realtà per molti di noi agghiacciante. Il marito, di solito scelto dalla famiglia, è molto più anziano della bambina: la differenza tra i due – individui che non si sono mai incontrati prima - può arrivare anche a toccare i
in cambio della fine della guerra che imperversava in quei territori. Le bambine avevano meno di dieci anni e i loro futuri mariti erano ultracinquantenni. Ma uno dei casi più discussi e clamorosi, riportato da alcuni organi di stampa nel novembre dello scorso anno, è quello di Nojoud Ali al-Ahdel, una bambina di dieci anni yemenita che, da sola, è riuscita con molto coraggio, forza e determinazione a salvarsi la vita. Venduta dalla famiglia e data in sposa, all’età di dieci anni, a un uomo sconosciuto e molto più anziano di lei, si era trasferita a casa del marito, lontana dalla sua famiglia, e lì era incominciato il suo incubo: nessun tipo di gioco le era permesso, niente scuola, niente passeggiate, aveva l’obbligo del velo integrale, doveva tenere in ordine la casa, cucinare, ed ogni notte subire le botte e le violenze da parte del marito. Finché un giorno, spinta dalla disperazione, questa piccola bimba è riuscita a recarsi al tribunale della città e ad ottenere un’udienza da un giudice che, commosso e inorridito, ha firmato immediatamente due ordini di arresto, uno per il padre della giovinetta ed uno per il marito. È stato questo il primo divorzio concesso nello Yemen ad una “Sposa Bambina”. Dal 1948 l’ONU e le agenzie internazionali combattono per fermare i matrimoni di minorenni. “Ogni matrimonio di minorenni è un’unione forzata perché i bambini non hanno l’età per acconsentirvi in modo pieno e libero” Unicef.
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l’altra schiavitù
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Sono 218 milioni i baby lavoratori nel mondo. Sfruttati nei campi, nelle miniere, nelle fabbriche. Dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) l’ennesimo appello contro il lavoro minorile di Irene Giuffrida Risale allo scorso 12 giugno, in occasione leggermente diminuito nel corso degli della Giornata mondiale contro il lavoro otto anni successivi: si è passati dai 246 minorile, l’ultimo serio rapporto sulla milioni di ragazzi impegnati in attività condizione dei bambini lavoratori nel lavorative ai 218 milioni nel 2008. La mondo. Proprio in quei giorni oltre diminuzione più importante, del 26% 4.000 delegati, tra ministri del in meno, è stata rilevata nei lavori Lavoro e rappresentanti delle più a rischio; risultato questo, organizzazioni dei lavoratori secondo una dichiarazione e degli imprenditori rilasciata dall’agenzia provenienti dalla delle Nazioni Unite, maggior parte dei 182 da considerarsi frutto Stati membri dell’Ilo, “di una vera a propria hanno partecipato a una mobilitazione politica di conferenza plenaria sul lavoratori, imprenditori e governi, organizzazioni tema del lavoro. PER SAPERNE DI PIÙ non governative e del www.ilo.org Tra i risultati messi in luce pubblico in generale”. Si dall’agenzia delle Nazioni tratterebbe, dunque, del frutto Unite è emerso un dato allarmante di un lavoro congiunto, che avrebbe in riferimento al lavoro minorile: sono dato i suoi successi migliori in Messico e ancora troppi i giovanissimi costretti a soprattutto in Brasile, dove, in particolare, ritmi e abitudini lavorative considerate si è registrato il significativo calo del 61% pericolose, la maggior parte dei quali – 7 di baby lavoratori tra i 5 e i 9 anni, e del 36 % su 10 – impiegati nel settore agricolo. di quelli tra i 7 e i 10 anni. Il 22% dei minori, invece, è impiegato nei servizi, e il 9% nell’industria, I progressi più lenti in questa singolare nelle miniere e nell’edilizia. Il dato, già battaglia si registrano, invece, nella denunciato nel 2000, è, a dire il vero, regione sub-sahariana dell’Africa. Alcuni fattori ostacolano in questa regione un miglioramento dello stato del fenomeno: povertà, Aids, aumento demografico e altri motivi di crisi spiegano le difficoltà affrontate anche nella risoluzione di questa piaga sociale. Tuttavia il dato non è in crescita, e le iscrizioni alla scuola elementare, aumentate di un buon 38% tra il 1990 e il 2000, fanno ben sperare per il prossimo futuro. Il bilancio mondiale resta, comunque, ancora preoccupante, tanto più se si considera il fatto che la maggior parte dei baby lavoratori (165 milioni) ha un’età
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compresa tra i 5 e i 14 anni. Le stime considerano anche i bambini in età da scuola primaria non scolarizzati. Nei paesi industrializzati sono, inoltre, ancora ben 2 milioni e mezzo i ragazzini lavoratori al di sotto dei 15 anni. L’ILO non è soltanto un’agenzia delle Nazioni Unite addetta al monitoraggio costante della situazione sociale in riferimento al lavoro, ma si incarica pure in prima persona di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di sicurezza, uguaglianza e pari opportunità per ogni cittadino, e di denunciare le fragilità del sistema. Tra gli obiettivi proposti dall’organismo internazionale, emerge un provvedimento che prevede una istruzione diffusa e gratuita, unico reale fattore che, come recenti studi hanno dimostrato, sarebbe in grado di modificare il drammatico quadro. Oltre a garantire benefici sociali, la scolarizzazione comporterebbe un considerevole miglioramento economico: in un calcolo benefici-costi il rapporto stimato sarebbe, infatti, di 6 a 1, e per ogni anno aggiuntivo di scuola aumenterebbe anche il reddito annuo della realtà considerata. L’istruzione primaria universale è tuttavia un traguardo purtroppo ancora lontano.
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u.s.a.: obiettivo sigonella Base strategica per gli Stati Uniti, oggi più che mai. Con l’installazione di un sofisticato sistema di telecomunicazione satellitare nella vicina Niscemi. E con l’intento di rafforzare le capacità offensive della Nato. Tra i silenzi dei governi e le preoccupazioni dei cittadini del luogo di Alessandro Lattanzio
La NAS (Naval Air Station) di Sigonella sta diventando un centro sempre più importante nella strategia e nella politica internazionale degli Stati Uniti d’America. Infatti, è nella base siciliana della marina militare statunitense che si è scelto di installare, nel più assoluto segreto, una delle stazioni terrestri del sistema di comunicazione mobile MUOS. Il MUOS è essenzialmente un nuovo sistema di comunicazioni criptate dell’US Navy, che opera trasmissioni ad altissima frequenza di tipo radio, video e telematiche. Tali operazioni avverranno tramite una costellazione di quattro satelliti (più uno di riserva) per telecomunicazioni, che verranno messi in orbita tra il 2009 e il 2011. Il MUOS permetterà di collegare i centri
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di comando con navi, sottomarini, velivoli, missili e aerei-robot ovunque essi si trovino nel mondo. Le stazioni terrestri del tipo MUOS saranno, in tutto, quattro: due negli Stati Uniti – a Norfolk (in Virginia, sede del comando generale della Marina degli USA) e nelle Hawaii – una in Australia e l’ultima in Sicilia, nella base aeronavale Usa di Sigonella (in realtà le antenne saranno installate a Niscemi). A rendere nota quest’operazione a Sigonella non è stato il governo italiano, ma quello australiano, il cui ministro della Difesa, Joel Fitzgibbon, lo scorso 20 giugno aveva già annunciato l’inizio ufficiale dei lavori della stazione MUOS australiana di Geraldton per i successivi mesi di luglio/agosto. Essa risulterà formata da tre edifici che ospiteranno le attrezzature elettroniche, tra cui tre parabole satellitari di 18 metri di diametro e altre antenne. In quella stessa occasione fu annunciato il contemporaneo inizio dei lavori per la costruzione della stazione MUOS a Sigonella, finanziati dal Pentagono con uno stanziamento di 13 milioni di dollari. Quando saranno lanciati i satelliti della rete MUOS, le quattro stazioni terrestri dovranno essere già operative. MUOS Il governo italiano, in realtà, non ha Mobile User Objective mai pubblicizzato l’autorizzazione System - Sistema per all’installazione della stazione Utilizzatori Mobili MUOS a Sigonella che, in futuro, AGS entrerà a far parte del nuovo Alliance Ground Surveillance programma di sorveglianza Sorveglianza Terrestre Alleata AGI È un’azienda di elettronica degli USA
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essere armati con missili aria-terra, con cui compiere bombardamenti di ‘precisione’. In effetti, nel 2007 l’aeronautica militare degli Usa ha annunciato l’intenzione di dislocare a Sigonella almeno 5 Global Hawks (accordo ufficializzato dal governo italiano lo scorso 20 gennaio). Il tutto rientra nel quadro stabilito nel 2005: fare di Sigonella il Centro logistico delle Forze Navali del Comando Europeo degli Stati Uniti, il cui compito è “promuovere gli interessi statunitensi in Europa, Africa e Medio Oriente”.
Nato, l’AGS, che ha come obiettivo il Medioriente, il Mediterraneo e il Nord Africa, e che dovrebbe divenire operativo assai presto. L’AGS è “un sistema integrato per la sorveglianza del terreno” che fornirà ai comandi militari degli Stati Uniti informazioni per le operazioni in altri paesi. Italia, Usa, Francia, Germania, Olanda e Spagna hanno già costituito il “consorzio transatlantico” delle industrie belliche (tra di esse anche la Galileo Avionica, che nel 2005 ha ricevuto un primo contratto da 23 milioni di euro) coinvolte in quello che la Nato ritiene “uno dei più costosi programmi di acquisizione intrapresi dall’Alleanza”; infatti la spesa per l’implementazione del programma AGS sarà almeno di 4 miliardi di euro. Nel complesso si tratta di un sistema di telecomunicazioni volto al potenziamento della capacità offensiva della NATO. Infatti, il sistema AGS/MUOS permetterà alla Forza di Reazione Rapida della Nato di avere un quadro dettagliato della dislocazione delle forze nemiche, così da potere “individuare e colpire i mezzi nemici in movimento”. Il sistema AGS sarà integrato da aerei-radar e da altre stazioni di controllo terrestri, mentre l’azione militare bellica vera e propria sarà affidata a diversi tipi di aerei o di Drones (Velivoli Senza Pilota) Northrop Grumman Block 40 Global Hawk statunitensi, che, telecomandati via satellite, potranno volare per 35 ore a una quota di oltre 18mila metri, trasmettendo i dati rilevati dai sensori a bordo. I Drones, inoltre, potranno
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La modalità scelta dal governo italiano di concedere al Pentagono l’autorizzazione ai lavori di ristrutturazione, sottrarrà il progetto ai controlli sull’impatto ambientale, come quelli che il Tar del Veneto ha richiesto per il via libera alla costruzione della base Dal Molin di Vicenza. A seguito, però, di alcuni studi sull’impatto ambientale realizzati, per conto della Marina Militare degli USA, dalle società statunitensi AGI e Maxim Systems, si è scelto di non installare la stazione MUOS a Sigonella, poiché le fortissime emissioni elettromagnetiche del sistema di comunicazione avrebbero potuto perfino innescare la detonazione degli ordigni presenti nella base. A ciò si assommano le conseguenze fisiologiche che il fortissimo inquinamento elettromagnetico potrebbe avere sulla popolazione locale, già afflitta da un’alta incidenza di tumori, come le leucemie infantili. L’allarme è stato confermato anche dalla GMSpazio, filiale italiana dell’AGI. Perciò gli Stati Uniti hanno deciso di costruire una parte del nuovo sistema di comunicazioni radio a Niscemi, invece che a Sigonella, creando apprensione tra la popolazione del luogo (sorgerà, peraltro, all’interno di una Riserva naturale) e dell’intera area del calatino.
Nella pagina a fianco: Quattro A 10 Thunderbolt II in fase di rullaggio; lo stemma della base nato di Sigonella; un Pattugliatore marittimo muliruolo Lockheed P3 Orion in area parcheggio; Sotto: foto satellitare della base americana.
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napoleone BONAPARTE di Sebastiano Di Bella
C
osta 50 euro al giorno il fuoristrada che sto guidando. Quando il direttore l’ha saputo mi ha dato dello sprecone, avrei potuto noleggiare una normale automobile, borbotta stizzito. Poi si è ricordato che questo è l’unico mezzo per raggiungere il personaggio del passato che incontrerò oggi, e che mi attende a nord di Parigi, in aperta campagna. Ieri, 1° dicembre, ho ricevuto una lettera dal Responsabile del Limbo dei grandi Condottieri. In questa mi si dava appuntamento per oggi, 2 dicembre, ed erano anche incluse le coordinate per trovare il posto. Tempo a disposizione con lui, due ore. La giornata è magnifica, anche se la temperatura è vicina allo zero. La campagna francese è davvero bella, ed io sto guidando su questa strada sterrata e lontana dalle grandi statali ormai da due ore. Il satellitare, con un’ammiccante voce femminile, mi annuncia: “Destinazione raggiunta”. Era ora! Lo so, lo so, non vi ho ancora detto chi devo incontrare… si tratta di Napoleone Bonaparte! Incredibile! Sto per parlare con il più grande generale della Storia, lo stratega per antonomasia. Sono emozionato, incuriosito ma per nulla intimorito. Vedremo…
Ok,
mi trovo sul posto, sono le 11.00 esatte, anche l’ora è quella, però qui non si vede nessuno. Mi trovo in una splendida piccola valle ai piedi di una collina dal declivio dolce e coperto di alberi sempreverdi. Il silenzio regna sovrano e l’aria è come ferma, non un alito di vento, nulla. Un momento…sta succedendo qualcosa, una strana nebbia avvolge il mio mezzo e sento distintamente uno scalpitio che si avvicina, adesso un fiero nitrito. La nebbia si dirada del tutto e quello che vedo è sorprendente: due ufficiali della Guardia a cavallo, in perfetta alta uniforme napoleonica, sono di fronte al mio fuoristrada; uno di loro smonta e si avvicina, mentre io scendo e gli vado incontro. Giunto innanzi a me, l’ufficiale mi porge un marziale e impeccabile saluto e così esordisce: “Vogliate perdonare il ritardo, Signore, ma i nostri due destrieri cominciano a sentire il peso degli anni. Lasci pure qui il suo strano carro, abbiamo un magnifico baio per Lei, mi dicono che non ha difficoltà a montare. Sarà un piacere scortarla fino al campo, l’Imperatore l’attende”. Il mio cavallo è davvero bello, sapevo che un giorno le lezioni di equitazione mi sarebbero tornate utili! Dopo qualche minuto
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di trotto siamo al campo. Che vista! Un intero battaglione della Guardia è accampato in quel punto. Al centro del campo domina la sfarzosa e ampia tenda di Napoleone, sormontata da due enormi bandiere, una recante i colori francesi e l’altra una grande “N” cinta da una corona d’alloro. Due fanti in uniforme da campagna sorvegliano l’ingresso. Smontiamo e ci avviamo verso la tenda, mentre uno degli ufficiali della mia scorta affida i cavalli ad un attendente. Giunti all’ingresso, le due sentinelle scattano sull’attenti come un sol uomo, sbattendo con gran rumore tacchi e talloni tra loro mentre entriamo.
Sono al cospetto di Napoleone. Neanche il tempo di entrare
nella tenda o di rendermi conto di quanto sta accadendo che il Generale si rivolge a me. “Finalmente! Approfitti pure della mia ospitalità, non sono abituato a ricevere visite di borghesi ma – stia certo – farò del mio meglio”. Grazie, vostra Maestà. È un onore per me poterla incontrare. Sa, non è stato per nulla facile... Cosa?!? Forse i miei ufficiali non sono stati all’altezza del loro compito? Se è così, li punirò severamente! E poi… Io sono prima di tutto un soldato: mi chiami Generale, si sieda e si metta pure a suo agio. La giornata è molto fredda: gradisce del Cognac o magari della cioccolata? Grazie no, sono astemio, ma accetto con piacere la cioccolata. Ne sono ghiotto. (Napoleone mi porge una tazza calda e fumante). Non ho potuto fare a meno di notare che non usa il pluralia maiestatis, come mai?
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n°16 Febbraio 2009 Io sono prima di tutto un militare, nonché Generale e condottiero del più grande esercito del Mondo del mio secolo. Certi vezzosi quanto aristocratici e inutili orpelli li lascio a quei cani Inglesi! Capisco. Veniamo a noi, Lei ha guidato la sua Armata attraverso tutta l’Europa, si è fatto seguire dai suoi soldati nelle campagne più dure e sanguinose, come è riuscito in questa impresa? Come?!... Ho mangiato, dormito, marciato e sofferto con loro. I miei soldati non hanno mai razziato nei territori conquistati perché io facevo loro giungere le paghe regolarmente, e hanno sempre saputo che non avrei mai sprecato le loro vite in battaglie che non potevano essere vinte. Il loro equipaggiamento era sempre al meglio. Ecco come.
folle, un idiota, che si spacciava per Condottiero e che non ha fatto tesoro della tragedia occorsa alla mia Armata, un teutonico, se non erro. Cambiamo argomento… cosa avrebbe voluto avere degli inglesi? La flotta e…(riluttante) Nelson, il miglior comandante sui mari, lo ammetto. Lo ha incontrato di recente? Avete avuto modo di parlare? Sì, l’ho incontrato e abbiamo discusso a lungo, per quanto mi concerne con il rispetto dovuto ad un Nemico audace e coragg ioso.
Non sprecava le loro vite, va bene. Ma allora, la terribile ritirata in Russia? (Napoleone, che sino a quel momento aveva misurato la tenda a grandi passi, si siede e smette di sorseggiare il suo Cognac, accavalla le gambe inguainate nei bianchi e aderenti pantaloni della sua uniforme, mettendo in bella mostra i suoi lucidi stivali neri) La ritirata in Russia, già… sconfitto da un Generale in una gelida uniforme bianca! Perdoni la mia riluttanza, ma preferirei non parlarne, e non per timore di essere giudicato, ma perché è una ferita aperta e sanguinante nonostante sia trascorso ormai tanto tempo. I vostri storici militari mi hanno tacciato di follia! (Alza il tono della voce). Tsè, gli storici! Pagliacci senz’anima che non hanno mai visto un campo di battaglia e che, nonostante tutto, osano giudicarmi! Io ho colto delle magnifiche vittorie e vengo messo sul banco degli accusati per un’unica tragica lunga ritirata! (lancia il bicchiere in terra rompendolo). Oggi per voi è il 2 di dicembre… ebbene, poco più di due secoli fa ho sbaragliato gli 86.000 uomini di Alessandro I di Russia e di Francesco II d’Austria ad Austerlitz in Moravia (Cecoslovacchia)! Che lo ricordino i vostri storici, signore! Perdonatemi, di solito non alzo mai la voce. E poi… nel xx secolo avete avuto un vero
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E, mi dica, ha incontrato qualche generale del XX secolo? Sì. Ho incontrato i Generali Patton e Rommel. Entrambi molto audaci, sarebbero stati per me due Marescialli di Campo ideali. Generale, cosa pensa della Francia del XXI secolo e della élite politica che la guida? Io sono un soldato prima di tutto, ma ho dovuto agire spesso anche da politico e guardarmi da mille intrighi e congiure, come sempre accade ai potenti. Pagliacci, sono solo degli ambiziosi pagliacci! Sono molto in pensiero per la mia Patria. Anch’io ero ambizioso, ma ho vissuto anche ammalandomi con i miei soldati a centinaia di chilometri da Parigi, e ho vissuto con la Francia e per la Francia. Signore, nessuno di questi insignificanti politici è capace di farlo. Se potesse, tornerebbe per la Francia? Diamine…certamente!
R
iapro gli occhi con fatica e per un istante mi trovo disorientato. Sono di nuovo al posto di guida del mio fuoristrada. Fuori, niente nebbia, anzi, si è alzato il vento. Anche questa volta il mio tempo è scaduto. Sul sedile accanto a me una sciabola da ufficiale della Guardia ed un rotolo di pergamena con il sigillo napoleonico. Lo apro e leggo: “Vive la France!”.
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a cura di Emilia Giuliana Papa
IL LIBRO DEL MESE
di Alessandro Puglisi
NARRATIVA ITALIANA DOMENICO TRISCHITTA Una raggiante Catania Excelsior 1881, 2008 pp.190 € 13,50
San Berillo: è in questo quartiere che inizia l’atipico romanzo di formazione di Domenico Trischitta, nato a Catania nel 1960 e già autore di Daniela Rocca. Il miraggio in celluloide, edito da Boemi nel 1998 e dedicato alla tragica vicenda dell’attrice catanese. In questa ultima fatica, la storia è quella di Turi Tringali, bambino, ragazzo, poi uomo e infine vecchio, ma non tanto da aver dimenticato la propria “storia”. Dall’infanzia, sullo sfondo di un quartiere dimenticato, aspro, rude, attraverso un’adolescenza vissuta a rotta di collo, prima a Catania per mezzo di compagnie poco raccomandabili e poi in Germania, alla scoperta di un mondo tutto nuovo, tutto diverso. Fili conduttori irrinunciabili, la musica e il sesso. Il romanzo scorre via alternando il punto di vista di Turi, e dunque la prima persona, a una narrazione in terza persona che allarga lo sguardo su Catania e sulla sua storia, dagli anni Settanta, col sangue che scorreva per le strade giorno per giorno, fino ai giorni nostri, attraverso la magia e l’incanto dei primi Ottanta e le nuove insicurezze degli anni Novanta. Un romanzo per ripercorrere la storia di una «città-specchio di quel vulcano che la sovrasta: passa dal nero della politica al rosso del sangue, dal nero di una città violenta al rosso di una città raggiante».
SAGGISTICA ATTUALITÀ POLITICA FRANCO DI MARE Il cecchino e la bambina. Emozioni e ricordi di un inviato di guerra Rizzoli, 2009 pp. 249 € 17,50
SAGGISTICA ATTUALITÀ POLITICA MASSIMO GAGGI La valanga. Dalla crisi americana alla recessione globale Laterza, 2009 pp. 184 € 15,00
SAGGISTICA ATTUALITÀ POLITICA BEPPINO ENGLARO, ELENA NAVE Eluana. La libertà e la vita Rizzoli, 2008 pp. 231 € 17,00
NARRATIVA STRANIERA BRUNONIA BARRY La lettrice bugiarda Garzanti, 2009 pp. 389 € 18,60
SAGGISTICA ATTUALITÀ POLITICA VLADIMIRO POLCHI Da aborto a Zapatero. Un vocabolario laico Laterza, 2009 pp. 205 € 15,00
NARRATIVA STRANIERA RAJAA AL SANIE Le ragazze di Rihad Mondadori, 2008 pp. 331 € 18,00
NARRATIVA ITALIANA ERRI DE LUCA Il giorno prima della felicità Feltrinelli, 2009 pp. 133 € 13,00
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NARRATIVA ITALIANA DARIA BIGNARDI Non vi lascerò orfani Mondadori, 2009 pp. 168 € 17,50 n°16 Febbraio 2009
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Il profumo tra arte e ingegno Dietro ogni fragranza, prima di ogni profumo, c’è il paziente e certosino lavoro di maestri profumieri. Oltre alla produzione di profumi naturali, che avevano il loro centro in Francia e che sono ancora oggi i più pregiati, nella seconda metà del secolo XIX andò affermandosi sempre di più, specialmente in Germania, l’industria dei profumi sintetici. I migliori profumi attualmente prodotti non sono, però, né completamente sintetici né completamente naturali: il prodotto migliore dell’arte profumiera è una miscela appropriata dei due tipi allo scopo di migliorare il profumo naturale. Un prodotto puramente sintetico sarebbe grossolano e poco soddisfacente per la mancanza di quelle piccole quantità di impurità che affinano e completano la fragranza dei prodotti naturali. L’industria dei profumi è solo in parte fondata su basi scientifiche, divenendo essa un’arte non appena procede alla miscela delle materie prime. I profumi traggono il loro nome dal fatto che, nella forma originaria, essi erano usati come polveri per fumigazioni nei templi egiziani. Le prime polveri erano miscele di aromi finemente macinati, tenuti insieme da mirra e storace. In seguito alla scoperta che, se certe sostanze aromatiche o fiori vengono immersi in grasso o olio, questi trattengono parte del principio odoroso, furono prodotti gli unguenti di fama biblica. Ad Avicenna, medico arabo, spetta la scoperta della distillazione in corrente di vapore degli oli volatili: durante le sue scoperte di pozioni medicamentose, egli trovò che, se si fanno bollire con acqua in un alambicco dei fiori, parte della loro essenza passa nel distillato.
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I costituenti di un profumo sono tre: il diluente o solvente, il fissatore e l’elemento odorifico o essenza. Il diluente costituisce la maggior parte di ogni profumo finito: le sostanze usate in profumeria hanno infatti odori così potenti da dovere essere considerevolmente diluite nella composizione del profumo. Le sostanze odorose sono in generale poco solubili in acqua, ma facilmente solubili in liquidi grassi e in qualche altro solvente organico. Ciò è facilmente comprensibile se si pensa che, per poter stimolare il processo olfattivo, la sostanza odorosa deve potere sciogliersi nei tessuti grassi che si trovano nel setto olfattivo nella parte superiore del naso, a cui arriva grazie alla sua volatilità. La sostanza usata come diluente nei tempi più antichi era l’olio d’oliva, adatto a questo scopo in quanto è un buon solvente di parecchi potenti odoranti, specialmente degli oli essenziali dei fiori, e ha di per sé solo un blando odore. Esso è stato però sostituito, come diluente per profumeria, dall’alcool etilico, che possiede, rispetto all’olio d’oliva, i seguenti vantaggi: è incolore, è completamente volatile e non lascia alcun residuo, per cui è adatto per applicazioni su stoffe; ha odore piacevole e stimolante ma non tanto forte da interferire con quello del profumo. In una normale soluzione alcoolica del principio odoroso le sostanze più volatili evaporerebbero per prime, e l’odore del profumo consisterebbe in una serie successiva di impressioni anziché in quella globale desiderata: per ovviare a questo inconveniente si aggiunge un fissatore del profumo. Un tempo, fin dalle origini della profumeria, si ritrova un notevole impiego, come fissatori, di certi prodotti animali con funzioni sessuali, specialmente muschio e zibetto. Il daino muschiato maschio, abitante innocuo notturno dell’Himalaia, porta un sacco, nella parte anteriore dell’addome, che si riempie di una sostanza potentemente odorosa che ha la funzione di guidare la femmina verso il maschio. Il daino veniva ucciso, il sacco prelevato e seccato, e il contenuto venduto come muschio in poltiglia. Il muschio è un forte fissativo per i profumi vegetali, cioè li rende più persistenti. Lo zibetto è ottenuto dall’animale omonimo, che vive in Abissinia e in India, come secrezione glandolare sia del maschio che della femmina. Poiché la sostanza poteva essere asportata dall’animale senza danno per lo stesso, questo era tenuto in cattività e stimolato alla produzione di questa sostanza. Lo studio della struttura chimica dei costituenti odoriferi essenziali del muschio e dello zibetto
aprì ben presto la via a sviluppi notevolissimi nella chimica dei materiali da profumeria. Le sostanze odorose usate in profumeria sono gli oli essenziali o essenze, ottenuti generalmente dal regno vegetale, oppure le essenze artificiali, preparate per via sintetica. L’industria dei profumi sintetici, che per la bontà dei prodotti può competere con quella dei profumi naturali, si fonda sull’imitazione dell’odore delle essenze naturali per mezzo di miscele di sostanze odorose ottenute sinteticamente, impiegando materie prime facilmente accessibili.
PENHALIGON’S LONDON
Dal XIX secolo PENAHALIGON’S è il fornitore ufficiale delle famiglie reali in tutto il mondo. Nel 1860 William Henry Penhaligon’S partì dalla città natale di Pensance, in Cornovaglia, per andare a Londra ed aprire un negozio da barbiere in Jermyn Street, centro esclusivo di Londra. Per Mister Penhaligon’s era cominciata un’avventura che sarebbe sfociata in un fiorente giro d’affari con la vendita di profumi, eau de toilette e pomate per la sua ricca clientela. Penhaligon’s rimane ancora oggi una vendita di lusso unica in un mercato di nicchia.
FLORIS LONDON
Giunta a celebrare il suo 270° anniversario, la Floris è oggi diretta dall’ottava generazione di discendenti del suo fondatore. Juan Famenisa Floris, salpato da Minorca, ebbe l’originale idea di aprire, nel 1730, un negozio di parrucchiere da uomo nell’elegante quartiere St. James di Londra, in Jermyn Street al n.89, negozio che, recentemente ristrutturato assieme a quello di New York, conserva ancora al suo interno i mobili originali in mogano spagnolo acquistati alla Grande Esposizione in Hyde Park del 1851. Floris si è guadagnato ben 17 Royal Warrant: un R. W. viene attribuito ad un fornitore ufficiale di un membro della casa reale, e questo significa essere considerati ai vertici della qualità e del servizio nella propria categoria.
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cartellone Domenica 1 Febbraio
Mercoledì 11 Febbraio
Venerdì 6 Febbraio
Giovedì 12 Febbraio
TEATRO STABILE Macbeth regia di Gabriele Lavia Teatro Massimo Vincenzo Bellini h.17.30 da € 18,00 in replica fino all’8 Febbraio
TEATRO
FUORICIRCUITO Sonetàula di Salvatore Mereu Belgio/Francia/Italia 2007 Centro Zō h.20.30
Sabato 14 Febbraio
Associazione Musicale Etnea MDI ensemble, Daniela Uccello, Yoichi Sugiyama Palazzo Biscari h.21.15 € 12,00
CINEMA MUSICA Sabato 14 Febbraio GIORGIO ROSSI Scenario Pubblico h.21.00 € 12,00
DANZA TEATRO CINEMA DANZA MUSICA TEATRO MUSICA MUSICA MUSICA MUSICA MUSICA MUSICA TEATRO TEATRO INCONTRI SABINA GUZZANTI Teatro Metropolitan h.21.00 € 34,50 - 40,80
Sabato 7 Febbraio
SUZANNE SILVER e CARLO NATOLI Ass. Alan Lomax h.21.00
Domenica 8 Febbraio
I BEDDI + Mostra di CALUSCA Ass. Alan Lomax h.21.00
Lunedì 9 Febbraio
RAF Teatro Metropolitan h.21.00 da € 23,00 a 46,00
Martedì 10 Febbraio
TEATRO STABILE Romolo il grande regia di Roberto Gucciardini Teatro Massimo Vincenzo Bellini h.20.30 da € 18,00 in replica fino al 15 Febbraio
CINESTUDIO 30 La banda di Eran Kolirin Israele 2007 Cinema Odeon
Giovedì 12 Febbraio
PAOLO MIGONE Sala Harpago h.21.15 € 12,00 in replica fino al 22 Febbraio
Venerdì 13 Febbraio BLACK EYED DOG Ass. Alan Lomax h.21.00
Sabato 14 Febbraio
MASSIMO VOLUME + LOCOMOTIF + WAVES dj set Centro Zō h.22.00 € 10,00
Sabato 14 Febbraio
CONVERSAZIONI IN SICILIA Monastero dei Benedettini Auditorium “De Carlo“ h.17.30
Domenica 15 Febbraio GIORGIO ROSSI Scenario Pubblico h.19.00 € 12,00
Lunedì 16 Febbraio
Catania Jazz - MUSICADONNA MALA WALDRON QUARTET Teatro Brancati h.21.00 € 11,00 in replica il 17 Febbraio
Lunedì 16 Febbraio
IVANO FOSSATI Teatro Metropolitan h.21.00 da € 28,75 a 40,25
Martedì 17 Febbraio
TEATRO STABILE Faust regia di Glauco Mauri Teatro Massimo Vincenzo Bellini h.20.30 da € 18,00 in replica fino all’8 Marzo
Nel Nuovo Negozio di Catania
Tutto il mondo al tuo servizio Viale Vittorio Veneto, 39 Tel. +39 095 7227497
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n°16 Febbraio 2009
Vuoi dire la tua? Vai su...
n°16 Febbraio 2009
febbraio Mercoledì 18 Febbraio
Giovedì 26 Febbraio
FUORICIRCUITO La circostanza di Ermanno Olmi Italia 1974 Centro Zō h.20.30
CINESTUDIO 30 Il destino di Youssef Chahine Francia 1997 Cinema Odeon
Martedì 3 Marzo
Catania Jazz - MUSICADONNA MIRA ANWAR AWAD TRIO Teatro Brancati h.21.00 € 11,00
CINEMA CINEMA MUSICA Venerdì 27 Febbraio
Martedì 3 Marzo
JOE PEDROS Ass. Alan Lomax h.21.00
Catania Jazz NOA & BAND Teatro Metropolitan h.21.00 da € 16,50 a 27,50
Martedì 3 Marzo
Venerdì 6 Marzo
MUSICA MUSICA MUSICA TEATRO MUSICA MUSICA
Sabato 21 Febbraio
ONDA SONORA Sunrise Pub - Viagrande h.21.30
Martedì 24 Febbraio
RENZO ARBORE E L’ORCHESTRA ITALIANA Teatro Metropolitan h.21.00 da € 34,50 a 69,00 in replica il 4 Marzo
TEATRO STABILE La caccia regia di Luigi Lo Cascio Teatro Massimo Vincenzo Bellini h.20.30 da € 18,00 in replica fino all’1 Marzo
Mercoledì 25 Febbraio FUORICIRCUITO Inizio di primavera di Yasujiro Ozu Giappone 1956 Centro Zō h.20.30
ANDREA BENEVENTANO TRIO Teatro Piscator h.21.30 € 13,50
MUSICA
Giovedì 26 Febbraio
Associazione Musicale Etnea Altenberg Trio Palazzo Biscari h.21.15 € 12,00
el nuovo disco d a s e t t t in a c e roj P zik u “Il Fauno ritorna libero” è il titolo in uscita del nuovo prodotto M r discografico dei DoktorMuziK Project, gruppo musicale siciliano ben to apprezzato durante la partecipazione al MegaLive Concerto “Telethon”,
tenutosi a Catania in piazza Università. La band, prodotta dalla Sinuhe Third (edizioni Settenote Pesaro), vanta collaborazioni con Kim & the Cadillacs, Ivan Graziani e Fred Buongusto. Premiata nel 2003 al “Mia Martini” e al Festival “S.Valentino” di Terni nel Febbraio del 2004. Nel 2005 ha partecipato al Bologna Music Festival, nel 2006 al Festival “Uno su mille” di Montecatini e nel Dicembre 2006 è stata finalista al Festival di Pesaro presentato da Elenoire Casalegno, in giuria Gianni Bella. Il gruppo è stato invitato come ospite d’onore, assieme a Neffa, alla Finale del Festival “7 Note Pesaro 2007”, presentato da Giada De Blank. La kermesse dei DoktorMuzik Project è veramente una grossa sorpresa e dal palco gli originali The voice Doktor Muzik, Guitars & voice Vince McStross, Celestial voices Karmèn & Hantònika, ElektriK Bass The Field, Keyboards & voice The Rapers, Drummer Govern the Save, incantano il pubblico con trascinanti brani elettro-pop. La band a fine anno è stata ospite in Teatri della provincia per eventi di solidarietà, con artisti del calibro di Mario Venuti e Ciaudà.
de iD
La Band sicilia na
Giovedì 26 Febbraio
oc
CINEMA
Jazzdine & Wine KARRIN ALLYSON QUARTET Sheraton Hotel h.22.30 € 12,00
MUSICA
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SOLUZIONE: Nella seconda vignetta manca: 1 - l’ex governatore del New Mexico, scelto da Obama come ministro del commercio, Bill Richardson, ritiratosi a seguito di un’inchiesta per un crac finanziario di 90 milioni di dollari di due fondi pensione pubblici. 2 - Nancy Killefer, scelta per guidare il nuovo ufficio per il controllo di qualità della burocrazia. Ritira la candidatura perchè accusata di non aver versato i contributi alla sua colf. 3 - Tom Daschle, messo a capo del ministero della sanità, si dimette perchè accusato di non aver pagato tasse per un importo di circa 5 milioni di dollari, accumulati lavorando come lobbista per l’industria farmaceutica.
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La seconda vignetta è stata fatta dopo alcuni mesi dalla prima. Sembrano uguali ma in realtà differiscono per 3 particolari. Sapreste individuarli?
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NUOVI DIVERTIMENTI:
ADESSO SI BRUCIANO I BARBONI