l'Industria Meccanica n. 689, gennaio-febbraio 2014

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l’INDUSTRIAMECCANICA Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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FONDATA NEL 1919

689 GENNAIO FEBBRAIO 2014

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MAGAZINE UFFICIALE ANIMA | CONFINDUSTRIA

Imprese meccaniche che hanno fatto la storia

La politica dell’efficienza per riprendere il cammino F-Gas, everyone in agreement

Business in Australia

nuovo mondo per la meccanica a new world for mechanical industry All’interno: Listino prezzi materiali di interesse della meccanica varia - n. 679 Costo orario medio dell’operaio - n. 20

Secrets of data management

interview to Federico Golla, CEO Siemens SpA


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taliani? Pizza, pasta e mandolino. Chi sfodera questa “massima” non ci conosce affatto. E sull’Australia invece? Nessuno risponda canguri e windsurf, o cadrà nello stesso errore. Molti imprenditori europei lo sanno già: il mercato australiano offre scenari senza precedenti. E molti di loro si sono aggiudicati grandi progetti (magari già da 20 anni) al centro della più grande crescita economica del mondo. Ma la sfida tecnologica è appena iniziata, e il Focus Australia di questo numero della rivista ne ripercorre le possibilità, con un’intervista al Console Simone Desmarchelier e gli approfondimenti tecnici sulle opportunità e le modalità di investimento. Il tema di apertura della rivista analizza invece diversi aspetti dell’Energia e dell’Efficienza energetica, un mondo che sarà protagonista a Mostra Convegno Expocomfort il prossimo marzo; hanno scritto per noi Pierangelo Andreini, ordinario di Fisica tecnica al Politecnico di Milano, ed esperti del settore. Ci spostiamo poi in Iran, dove - oscillando fra cronaca e politica - nuovi equilibri fra Medioriente e Occidente stanno aprendo scenari interessanti anche per l’industria meccanica. In questo numero, inoltre, inauguriamo una rubrica dedicata ai 100 anni di Anima, che ci accompagnerà durante tutto il 2014 ripercorrendo di vent’anni in vent’anni la storia delle aziende fondate nel corso di questo racconto dell’Italia industriale. I “settori protagonisti” di questo numero sono la Finitura, con le iniziative formative di Ucif, e i settori Movimentazione, sollevamento e logistica, dove la caparbietà di Aisem e del mondo industriale ha contribuito a risolvere un problema, quello delle targhe ai carrelli, che minacciava la chiusura di intere aziende. Proseguiamo con una rubrica dedicata ai temi di Expo 2015, notizie di mercato, case history, news dal mondo delle aziende. Chiudono infine una serie di recensioni di testi e saggi selezionati per voi, per esservi vicini anche quando non leggete L’Industria Meccanica... La Redazione - @IndMeccanica

L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73 Direttore responsabile Giuseppe Bonacina - bonacina@anima.it Direttore editoriale Alessandro Durante - durante@anima.it Comitato editoriale Michele Bendotti, Giuseppe Bonacina, Sandro Bonomi, Maurizio Brancaleoni, Alberto Caprari, Alessandro Durante, Paola Ferroli, Andrea Orlando, Mario Salvi Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Pietro Luigi Cavallotti, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini Redattore Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Segretaria di redazione Cinzia Alchieri - alchieri@anima.it - Tel. 02 45418.211 Hanno collaborato a questo numero: Katia Morichetti, Walter Pennati, Walter Pugliese, Marcello Zinno Contributo speciale di: William Peasland, Australian Trade Commission, Pierangelo Andreini, Politecnico di Milano, Fausto Rivero, AES Torino SpA Andrea Mariottini, Capogruppo C Assotermica Impaginazione Alessia Garbujo e Fabio Lunardon Responsabile della pubblicità Mario Salvi - salvi@anima.it Direzione e Redazione ANIMA Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo (6 numeri) Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Progetto editoriale e grafico ANIMA - L’Industria Meccanica Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it

È vietata la riproduzione di articoli e illustrazioni de “L’Industria Meccanica” senza autorizzazione e senza citarne la fonte. La collaborazione alla rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli autori non impegnano né la rivista né ANIMA e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane degli autori stessi. .

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397

l’industria meccanica 689 | 6


SOMMARIO | NUMERO 689 Molte volte più nelle cose piccole che nelle grandi si conoscono i coraggiosi. (Baldassarre Castiglione - 1478 - 1529)

EDITORIALE | Un secolo per le imprese. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

30

ANIMA | Il cielo visto dal cielo, un logo che vale un secolo. . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

RUBRICA | Donne e uomini al timone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

FOCUS | Energia Energia, la politica dell’efficienza per riprendere il cammino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 di Pierangelo Andreini Europa, cambio di marcia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 di Andrea Mariottini F-gas, tutti d’accordo - Everyone is a winner . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 di Walter Pennati Energia sotto controllo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 di Fausto Rivero

42

FOCUS | Australia Maestri delle materie prime - Mastersw of raw materials. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 di Carlo Fumagalli Australia in corsa- Great opportunities in a strong market . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 di William Peasland Opportunità per le imprese, l’Australia è vicina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

CASE HISTORY Gestione dei dati: oro del XXI secolo - Data management: 21st century gold. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 intervista a Federico Golla, AD Siemens

PROGETTO DOGANA FACILE | Estero Tregua Iran - Teheran restricts use of uranium for nuclear processes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 di Katia Morichetti

46 7 | GENNAIO FEBBRAIO 2014


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SOMMARIO | NUMERO 689

IL SETTORE PROTAGONISTA | Aisem / Anima Circolazione saltuaria, vince il buonsenso. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60

IL SETTORE PROTAGONISTA | Ucif / Anima La formazione Ucif: puntare ai percorsi per creare cultura di settore. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 di Marcello Zinno

RUBRICA | Expo 2015 Came apre i cancelli di Expo - Came opens the gates for Expo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

ANIMA | Speciale centenario

52

Cent’anni di industria - Vol.1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65

MERCATO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88 Il contributo di Caprari alla ricerca scientifica Servizio ricambi di Konecranes Top player nella cogenerazione Nuova filiale di Controls negli Stati Uniti 5 milioni di caldaie e 50 anni, Immergas “Le macchine del vento” di Vortice

NEWS | Dalle aziende. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92

RECENSIONI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97

TABELLE AZZURRE Costo orario medio dell’operaio - n. 20 (24 gennaio 2014) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99

TABELLE ARANCIO Listino prezzi materiali di interesse della meccanica varia - n. 679 (gennaio 2014) . . . . . . . . . . . . . .

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In copertina: Courtesy © Chevron Australia - Gorgon plant all’isola di Barrow al 75% della sua costruzione 9 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

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EDITORIALE

C

ent’anni fa, un Comitato promotore riuniva alcuni dei più importanti imprenditori del secolo scorso (fra i tanti citiamo la presenza rassicurante di Gino Olivetti) nelle sale della Camera di Commercio di Milano, per valutare l’opportunità di costituire un’associazione nazionale rivolta alla tutela degli interessi comuni, era il 5 febbraio 1914. Per il giorno di San Valentino tutte le carte erano pronte. Nasceva Anima.

1914-2014

Un secolo per le imprese

Sandro Bonomi Presidente Anima

Un secolo della storia d’Italia che l’industria meccanica italiana ha vissuto nell’evoluzione di tutti i suoi eventi politici e di capitani d’impresa: abbiamo avuto la nostra Caporetto e Vittorio Veneto che hanno segnato la fine del liberalismo di inizio ’900, siamo passati attraverso l’autarchia del ventennio, l’entusiasmo della ricostruzione post-bellica, fino al boom economico e sociale, la riconquista della libertà, e lottiamo ora per superare altre difficili prove sul territorio nazionale ed europeo. Un percorso in cui Anima è stata protagonista nel creare terreno fertile per la nascita di nuove imprese, nell’offrire una continua ricerca della qualità come servizio ai soci: dalla storica attenzione per la standardizzazione, fino alla certificazione e allo sviluppo dell’internazionalizzazione. Un cammino di crescita continuo, che ora vedrà in Expo 2015 il prossimo importante punto di svolta per rappresentare e comunicare una volta di più a tutto il mondo le nostre qualità, i talenti, le capacità che ci hanno permesso di diventare uno dei più Grandi Paesi industrializzati. Del resto sono cento anni che Anima – come testimonia il primo imprenditore ad aver rivestito la mia odierna carica, Giovanni Silvestri, sulle pagine del primo numero di questa rivista – accompagna le imprese della meccanica verso l’eccellenza. «Per questi scopi voi, Egregi Colleghi, avete creato l’Associazione» scriveva Silvestri, «e noi demeriteremmo veramente della fiducia che avete riposto in noi se non dessimo ogni cura, ogni pensiero al loro conseguimento». Oggi più che mai confermiamo con ferma convinzione lo stesso impegno, per essere a fianco delle imprese nel guidare di nuovo lo sviluppo del nostro Paese.

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Federata

FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DELL'INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE


ANIMA | 100% GRANDI IMPRESE

Il cielo visto

dal cielo

Un logo che vale un secolo

O

gni azienda, piccola o grande che sia, è per noi una grande azienda. Tutte, il 100% dei nostri associati, sono imprese eccellenti, di cui andare fieri sempre, in ogni parte del mondo. Ecco perché il logo del centenario Anima è stato concepito come un tributo a 100 anni di imprese che le aziende compiono ogni giorno. Il claim “100% grandi imprese” vuole così sottolineare il carattere eccezionale che le aziende della meccanica italiana oggi rappresentano. Le 1000 aziende associate alla Federazione sono infatti il fiore all’occhiello per l’industria manifatturiera, che ha contribuito alla crescita di questo Paese per cento anni. Il colore usato è una sfumatura di blu chiamata “Blue De Pinedo” dal nome dell’aviatore italiano che all’inizio del ’900 era celebre per le sue trasvolate oceaniche e per le sue imprese a bordo di idrovolanti; questa tonalità di blu era quella che lui indicava come «il colore del cielo visto dal cielo». Una prospettiva che riteniamo possa essere perfetta per identificare come le nostre aziende manifatturiere si pongano ancora oggi di fronte alle sfide quotidiane. Il carattere usato per il logo è un font che richiama lo stile liberty dei primi decenni del ’900 e che riporta alla mente l’era pionieristica dell’industria italiana. Oggi come allora l’approccio delle nostre aziende è rimasto il medesimo, la voglia di sfidare l’impossibile è rimasta la stessa così come la spinta a realizzare i propri sogni. Con queste aziende l’Italia può tornare a crescere. Buon compleanno Anima, buon anniversario industria meccanica, buone sfide a tutti!

Alessandro Durante Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Internazionalizzazione Anima

Festeggiamenti del centenario Sono già molte le aziende che hanno confermato la propria partecipazione alla cena di gala del 18 marzo a Fiera MilanoRho alla quale avremo come ospite d’onore Jean-Paul Fitoussi, professore all’università di Parigi e alla Luiss di Roma. Sul sito anima.it e industriameccanica.it le modalità per partecipare. Tutti gli eventi potranno essere seguiti sul canale Facebook/Anima e Twitter (@Fed_Anima e @IndMeccanica) attraverso il tag #animalounge.

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RUBRICA | Donne e Uomini al timone

Stefano Franchi è il nuovo Direttore Generale di Federmeccanica

Il Consiglio Direttivo di Federmeccanica, riunito a Milano sotto la Presidenza di Fabio Storchi, ha nominato Stefano Franchi nuovo Direttore Generale della Federazione sindacale dell’industria metalmeccanica. Presidente della Sezione Meccanici di Confindustria Firenze, già componente del Consiglio Direttivo e della Giunta della Federazione, Stefano Franchi, conseguita la laurea in Giurisprudenza, inizia la sua carriera professionale nel 1997 in Nuovo Pignone SpA, oggi General Electric Oil & Gas Nuovo Pignone S.p.A., azienda nella quale, dopo una breve esperienza in Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite, arriva a ricoprire l’attuale carica di Direttore Relazioni Industriali e Relazioni con il Personale. Stefano Franchi assume l’incarico dal 1° febbraio 2014, subentrando a Roberto Santarelli che ha ricoperto la carica di Direttore Generale dal 2005. A Roberto Santarelli, che manterrà un rapporto di consulenza con la Federazione, va il sincero ringraziamento degli organismi direttivi per la guida autorevole e il fondamentale contributo assicurato alla vita della Federmeccanica.

Leonardo Senni nuovo Amministratore Delegato di Ariston Thermo Ha ricoperto per quasi due anni il ruolo di Capo del Dipartimento Energia del Ministero dello Sviluppo Economico, dove ha condotto la definizione e la realizzazione della Strategia Energetica Nazionale, ora Leonardo Senni è il nuovo Amministratore Delegato della Ariston Thermo. Senni vanta inoltre una lunga esperienza internazionale in McKinsey & Company e in Procter & Gamble. “La nomina di Leonardo Senni significa un ulteriore rafforzamento del team manageriale di Ariston Thermo e conferma il nostro impegno a puntare su risorse di eccellenza, nella continua valorizzazione delle persone come chiave per continuare il percorso di sviluppo del Gruppo”, ha commentato Paolo Merloni, Presidente di Ariston Thermo.

Dario Corbetta è il nuovo Direttore di Acimall Dario Corbetta è stato nominato nuovo Direttore di Acimall (associazione dei costruttori italiani di tecnologie per la lavorazione del legno), nel corso del consiglio direttivo del 5 dicembre scorso. Il nuovo impegno del dirigente corona la sua lunga attività nell’associazione, dove arrivò nel 1991 dopo le esperienze maturate in Ucimu e nelle multinazionali Continental e 3M. Ha inoltre diretto l’Ufficio studi della associazione e dal 2010 è il marketing manager di Xylexpo. “Sono orgoglioso di poter affrontare questa nuova sfida”, ha commentato Corbetta all’indomani della nomina. “Subentro a Paolo Zanibon, un Direttore che è stato protagonista della storia dell’associazione e al quale va il mio e nostro ringraziamento per i tanti anni spesi al servizio di Acimall”.

l’industria meccanica 689 | 14


RUBRICA | Donne e Uomini al timone

Maurizio Giuli è presidente del comparto Ucimac Maurizio Giuli è stato nominato Presidente di Ucimac, il comparto di Assofoodtec dedicato ai Costruttori di Macchine per Caffè Espresso e Attrezzature per Bar. Nato nel 1968, Giuli ha iniziato l’esperienza lavorativa a Parigi presso Eurodisney, e nel 1998 ha avviato il rapporto di collaborazione con Nuova Simonelli, di cui diventa successivamente Export Area Manager per i mercati del Nord ed Est Europa, mentre dal 2002 ha la direzione marketing dell’azienda. “Il settore macchine per caffè espresso è sicuramente un fiore all’occhiello del “made in Italy”- ha dichiarato Maurizio Giuli - Anche in questi ultimi anni di congiuntura particolarmente difficile il comparto è riuscito a crescere.”

Arturo Baroncelli è il nuovo Presidente dell’International Federation of Robotics Arturo Baroncelli, manager di Comau Robotics, è stato nominato nuovo Presidente dell’IFR durante il Consiglio di Amministrazione dell’ente, tenutosi a Seoul. “Nel corso della presidenza di Sakakibara, la visibilità dell’industria della robotica nel mondo è notevolmente cresciuta. Sono intenzionato a proseguire in questa direzione e continuerò anche a cercare di migliorare l’immagine positiva della robotica”, ha dichiarato Arturo Baroncelli. Arturo Baroncelli ha iniziato ad operare nel campo della robotica nel 1985; dal 2008 è membro del CdA dell’IFR e dal 1998 del CdA della SIRI – Associazione Italiana di Robotica e Automazione; nel 2005 è stato insignito Tokyo del prestigioso Joseph Engelberger Award.

Elena Reggio è stata premiata tra gli Inventori del 2013 di Siemens Dodici ricercatori e sviluppatori di Siemens, sono stati premiati come Inventors of the Year 2013 a Monaco di Baviera. C’è un’italiana tra i premiati, unica donna tra i dodici, si chiama Elena Reggio e lavora nel centro di R&S di Siemens a Genova. Rendere semplice e veloce l’attività di riassegnazione delle risorse quando si presentano dei problemi in un impianto. Questa in estrema sintesi, l’invenzione di Elena Reggio, supportata dal suo team di circa 30 persone, Elena ha sviluppato una soluzione che rende automatica la selezione delle macchine all’interno di un processo di produzione, allo scopo di utilizzarne la capacità ottimale. “Lo scopo è velocizzare la schedulazione degli equipment e renderla priva di errori”.

Paola Garavaglia è stata nominata Product Director Refrigeration Whirlpool Paola Garavaglia, è stata nominata Product Director Refrigerazione Whirlpool EMEA. Garavaglia è entrata in Whirlpool nel 2009 con la qualifica di Product Manager Refrigerazione. Nel corso di questi anni ha ampliato le proprie mansioni ricoprendo ruoli di crescente responsabilità e arrivando a ricoprire il ruolo Senior Product manager. Ha dichiarato il General Manager Refrigerazione Whirlpool EMEA Giorgio Fortini: «Questa promozione, ottenuta con una crescita professionale molto rapida, è un chiaro riconoscimento della bontà della politica sui talenti perseguita da Whirlpool, oltre che dei risultati e delle competenze dimostrate da Paola Garavaglia».

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FOCUS | Energia

Energia, Attuare una politica per l’energia realmente risolutiva vuol dire promuovere l’efficienza nei processi di approvvigionamento, conversione e utilizzo di fonti e vettori energetici, e ridurre così l’onere per l’energia alle imprese e alle utenze civili

di Pierangelo Andreini

Q

uest’anno il Pil riprenderà a crescere di qualche decimo di punto, dicono gli analisti. Tuttavia i sintomi della crescita stentano a delinearsi e nel frattempo il 2013 si è chiuso con un calo dell’ 1,9%, che a partire dal 2007 vuol dire aver perso per conseguenza della crisi il 9% del prodotto nazionale. Ciò significa, in termini concreti, la perdita di un quarto della produzione industriale, con una pari riduzione degli investimenti e, quel che più conta, un tasso di disoccupazione ormai ben oltre il 12%, che ha superato da tempo la fatidica soglia del 40% per quella giovanile, tra i 15 e i 24 anni. Tecnicamente la recessione sembrerebbe finita, quindi, ma c’è da chiedersi quanto il Paese possa ancora reggere, perché non è risolto il problema di come rimediare ai danni sin qui accumulati ed è sempre più evidente il rischio che la crescita possa riprendere senza benefici per l’occupazione. Questo perché manca l’industria meccanica 689 | 16

una politica industriale organica capace di guidare l’Italia su un percorso di sviluppo e sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale, fiscale e più in generale economica. Il Paese persevera così nel non correggere i propri errori, i cui effetti ha consolidato perversamente non in anni, ma in decenni. L’ammasso di un enorme debito pubblico, con interessi che bloccano la politica di bilancio, prevalentemente incentrata sulle entrate fiscali. L’inefficienza della pubblica amministrazione, per la mancata attuazione di riforme strutturali capaci di introdurre una drastica semplificazione del quadro normativo e un maggior coordinamento tra le varie funzioni, al fine di ridurre la spesa e favorire un migliore sfruttamento o allocazione delle risorse e del patrimonio pubblico. La debolezza, per non dire l’assenza, come sopra detto, di una risolutiva politica industriale per promuovere lo sviluppo. Dunque, un’Italia che appare inca-


la politica dell’efficienza per riprendere il cammino pace di ripartire, perché prigioniera della sua cattiva politica e della sua inefficiente gestione, ma che potrebbe avere davanti a sé un futuro luminoso e non così mediocre come indicano le previsioni. Un futuro persino brillante, se solo avesse la forza di voltare pagina, introducendo i fattori di svolta, ripetutamente indicati negli anni dagli stakeholder e dalla stessa Unione Europea. Tra essi una piena attuazione della politica per l’energia, un pervasivo sostegno alla manifattura ad alta intensità tecnologica, e soprattutto un forte investimento nella conoscenza, ovvero nella ricerca e nella formazione, per sfruttare le formidabili potenzialità intellettuali e creative di cui dispongono cospicuamente gli italiani. Di fatto la loro disoccupazione è la conseguenza peggiore dell’improvvida gestione e pure un’imperdonabile spreco di ricchezza futura, perché i giovani sono il grande serbatoio di talenti innovativi da cui attingere per riprendere il cammino. E anche

in ciò la politica mostra tutto il suo deficit, mantenendo ingessato il Paese come dimostrano i dati. Questo se si considera che la ricchezza media degli italiani, al netto del debito privato, è rispettivamente pari a oltre una volta e mezza e il doppio del debito pubblico e del Pil pro-capite. Vi sarebbero quindi ampi margini di risorse per investimenti pubblici e privati, se il rischio relativo fosse adeguatamente tutelato da scelte precise, sia politiche che tecniche, e da una governance stabile nel tempo, capace di assicurare la necessaria affidabilità e certezza del profitto. Da una parte per rimuovere in sede europea i vincoli di spesa che bloccano molti investimenti e dall’altra per garantire e incentivare gli investitori anche con appropriate misure di agevolazione fiscale. Ma a tal fine occorre avere il coraggio e la capacità di avviare il potenziamento e l’aggiornamento delle infrastrutture materiali e immateriali necessarie, specie del sistema dell’istruzione, 17 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

in modo che sia vero produttore di qualifiche e di talento e un volano di fondo per crescere. C’è da dire poi che i fattori di svolta sopra indicati si rinforzano reciprocamente nei loro effetti. Perché attuare una politica per l’energia realmente risolutiva vuol dire promuovere l’efficienza nei processi di approvvigionamento, conversione e utilizzo di fonti e vettori energetici e, in tal modo, ridurre i costi e i consumi specifici e quindi l’onere per l’energia alle imprese e alle utenze civili. E così liberare risorse a favore degli investimenti per l’upgrading degli impianti produttivi e a favore della ripresa dei consumi in generale, per la minore incidenza del costo del bene energia. Ma anche liberare risorse a favore dell’innovazione tecnologica, a sua volta sostenuta dai possibili maggiori investimenti in ricerca e formazione altamente specializzate, che ricadono in termini di una crescente produttività e competitività delle filiere a vantaggio del

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FOCUS | Energia


FOCUS | Energia

Un’Italia che sembra incapace di ripartire, ma che può avere un futuro luminoso se solo avesse la forza di voltare pagina Made in Italy. Ne è emblematico il fatto, di cui poco si parla, che il deficit commerciale per l’importazione dell’energia, da cui l’Italia dipende per circa l’80%, è ripianato dalle sole esportazioni dei settori della meccanica non elettronica, metalli, prodotti in metallo e apparecchi elettrici, che difendono il loro buon posizionamento. Cui si aggiunge l’altro fatto poco considerato, ovvero che l’esborso per l’energia costituisce un’uscita netta di denaro che va all’estero, mentre il corrispettivo degli interessi pagati sul debito pubblico, di poco superiore, rimane in parte in Italia e quindi gli investimenti in efficienza a valere sul debito sono doppiamente profittevoli. Per questo tra le misure per riattivare la crescita e lo sviluppo di nuove filiere produttive l’incremento dell’efficienza energetica appare la leva più promettente da azionare, almeno nel breve termine. Perché con politiche adeguate costituisce ad un tempo il driver di sviluppo di numerose attività manifatturiere e dei servizi già presenti nel Paese e allo stesso tempo consente di ridurre sensibilmente la spesa per l’energia, che è tra le principali cause del progressivo indebolimento del nostro sistema produttivo e sociale. Risparmiare con l’Efficienza Energetica: ecco le cifre Secondo uno studio di Confindustria (“Smart Energy Project”) l’attuazione di appropriate misure per aumentare l’efficienza energetica, in linea con il conseguimento dei target europei al 2020 e oltre, peraltro già

definite a inizio anno nella Sen (Strategia Energetica Nazionale) , può assicurare un risparmio annuo di 5,7 miliardi di euro, con ulteriori benefici economici, in termini di costi di emissioni di CO2 evitate, pari a 270 milioni di euro. L’onere per lo stato delle politiche di incentivazione sarebbe di 10,5 miliardi in sette anni,

solo un esempio, quello sulla certificazione energetica degli edifici. Per non parlare della precedente legge n. 308 del 1982 sullo sfruttamento delle energie rinnovabili e il contenimento dei consumi energetici, che doveva determinare, tra l’altro, un accelerato ricambio del parco di generazione termica nel settore civile. Da allora sono trascorsi alcuni decenni durante i quali il Paese ha colpevolmente omesso di adeguare infrastrutture e modelli di produzione e consumo, incapace di traguardare la transizione geopolitica e sociale in atto con velocità ormai esponenziale. E incapace pure di promuovere gli investimenti con strumenti di ga-

Il deficit commerciale per l’importazione dell’energia è ripianato dalle sole esportazioni della meccanica con un beneficio collettivo lordo di 42,2 miliardi e con l’altro essenziale beneficio di oltre 65 miliardi di euro in media all’anno di produzione industriale in più, rispetto allo scenario base. A ciò si aggiunge l’ulteriore fondamentale risultato di mezzo milione di nuovi occupati entro fine decennio. Lo studio avverte però che la condizione perché queste cifre diventino realtà è l’uscita da una gestione congiunturale delle politiche per l’energia. Una situazione dalla quale il Paese non ha saputo sin qui liberarsi e che appare assai ardua da modificare. Lo testimonia l’inefficacia con cui sono state attuate svariate precedenti misure come le leggi 9 e 10 del 1991 applicative del Pen (il Piano Energetico Nazionale del 1988)2, penalizzate dalla ritardata o mancata promulgazione dei corrispondenti decreti esecutivi, tra cui, per fare l’industria meccanica 689 | 18

ranzia dei rischi di finanziamento in un contesto di riferimenti normativi certi nel tempo per assicurare la stabilità dei flussi di cassa e ridurne l’onere. Un ritardo che è causa della sostanziale stasi degli interventi in un settore cruciale per gli assetti futuri del Paese e perciò responsabile anche delle carenze delle reti infrastrutturali, dell’obsolescenza delle centrali elettriche, peraltro in overcapacity, dell’insufficiente innovazione tecnologica degli impianti di conversione e impiego dell’energia, specie come detto per il suo risparmio. Una situazione alla quale nessun Governo, dal 1988, ha messo risolutamente mano, lasciando colpevolmente crescere il costo dell’energia per l’anomalo mix energetico, conseguenza della già detta insufficienza delle strutture e per l’elevato carico fiscale e degli oneri impropri accumulatisi nel tempo che gravano sui prodotti energetici.


FOCUS | Energia Pierangelo Andreini è ordinario di fisica tecnica presso il Politecnico di Milano. Nato a Milano nel 1947, è ingegnere chimico. Dal 1974 al 2001 segretario generale, presidente e poi vicepresidente del Comitato Termotecnico Italiano. Dal 1992 vicepresidente generale dell’Associazione Termotecnica Italiana. Dal 1988 presidente del comitato di Certificazione di Icim, attualmente presidente di AssoIcim e Icim Spa. Dal 1986 direttore responsabile del mensile “La Termotecnica”, organo ufficiale di Ati e Cti, dal 2006 condirettore del periodico “Il Giornale dell’Ingegnere”, organo ufficiale del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano. È autore di oltre 150 pubblicazioni e 10 manuali in materia di termofluidodinamica, trasmissione del calore, energetica industriale e civile, metrologia, normazione tecnica, qualità.

Di qui la crucialità dell’impegno che grava sull’Esecutivo e sull’attuale Legislatura che dovrebbero attuare con la massima rapidità il nuovo piano definito dalla Sen, che elenca una serie di problemi tuttora da risolvere per rimediare alle numerose inadempienze cronicizzate in oltre vent’anni. Un piano, peraltro, che varie parti hanno subito contestato, sin dal suo esordio, in quanto giudicato squilibrato nell’enfasi assegnata alle diverse linee di azione. Dunque, appare difficile che il Parlamento possa rapidamente tradurlo in un quadro organico di interventi, stanti i veti incrociati sulle differenti opzioni, impliciti nell’attuale assetto politico. Perché come sempre è nel raccogliere la sfida che nascono i problemi, quando si passa a declinare le priorità e le azioni conseguenti con le rispettive ricadute economiche e sociali. Ma non c’è più spazio per sterili

contrasti. Le divergenze vanno composte e subito. È in gioco l’interesse e il futuro dell’intero Paese e non sono giustificabili ulteriori ritardi. Perché nessuno può essere contrario all’obiettivo di ridurre la fattura per la fornitura estera di energia, che complici gli alti prezzi di petrolio e gas ha raggiunto i 64,5 miliardi di euro. E ciò azionando le leve possibili: l’efficienza energetica, lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, quello delle

risorse fossili nazionali e una minore importazione di elettricità. Né alcuno può essere contrario all’obiettivo di sostenere in tal modo la nostra economia, di fatto trascinata dalla manifattura, la quale riesce a mantenersi forte, per proprio merito, però, e non certo della “politica”, perché le imprese hanno saputo innovarsi comunque, anche negli anni difficili della congiuntura che si spera sia ora alle spalle. □

Settore energetico, dal 1988 nessun Governo è più intervenuto 1 “Strategia Energetica Nazionale: Per un’energia più competitiva e sostenibile”. Approvata con decreto interministeriale del Ministro dello Sviluppo Economico e del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare dell’8.3.2013.

Piano Energetico Nazionale del 1988, attuato con la legge 9/91: Norme di attuazione per il nuovo Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali e la legge 10/91: Norme di attuazione per il nuovo Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Vari decreti applicativi dei due provvedimenti sono stati poi emanati con grande ritardo.

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EuropA Cambio di marcia:

ecco i regolamenti sui requisiti per la progettazione ecocompatibile e per l’etichettatura energetica dei prodotti per riscaldamento e per produzione di acqua calda sanitaria

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di Andrea Mariottini Capogruppo Assotermica, Caldaie a bruciatore atmosferico

li apparecchi per riscaldamento e per produzione di acqua calda sanitaria sono ampiamente utilizzati nell’Unione Europea. La maggior parte di questi prodotti oggi in vendita è rappresentata da generatori a combustibile fossile ma nuove tecnologie come la cogenerazione, le pompe di calore e i sistemi ottenuti combinando generatori di calore con dispositivi solari e controlli di temperatura ambiente si stanno rapidamente affermando nel mercato. Il loro impatto ambientale è significativo. Nel 2005 il consumo di energia nella fase di utilizzo è stato stimato in 340 Mtep che si traduce in 822 Mt di emissioni di CO2. Per diminuire il consumo energetico di questo tipo di apparecchi è stata da poco pubblicata in Europa una serie di regolamenti (box 1), al termine di un processo di lavorazione quasi decennale, che intervenl’industria meccanica 689 | 20

gono sull’etichettatura energetica dei prodotti e sui criteri di progettazione ecocompatibile da applicare agli apparecchi per riscaldamento e agli apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria. Si stima, infatti, che l’effetto combinato dei requisiti di progettazione ecocompatibile e del nuovo sistema di etichettatura energetica porterà a una riduzione annua di circa 56 Mtep entro il 2020, corrispondenti a circa 136 Mt di emissioni di CO2 rispetto al business as usual. L’obiettivo principale dei Regolamenti 811/2013 e 812/2013 è introdurre un sistema armonizzato per l’etichettatura di generatori fino a 70 kW di potenza in base alla loro efficienza in modo da fornire ai consumatori delle informazioni omogenee tali da consentirne il confronto. I requisiti


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di etichettatura energetica prevedono inoltre un incentivo dinamico per i costruttori che porti al miglioramento nel tempo del rendimento dei prodotti spingendo di conseguenza il mercato ad acquistare generatori efficienti e anche insiemi costituiti da generatori abbinati a dispositivi solari e a controlli di temperatura. Una delle ragioni principali della vendita di apparecchi convenzionali a bassa efficienza che non utilizzano fonti di energia rinnovabile o cogenerazione è rappresentata dal fatto che

la maggior parte degli utenti finali basa le proprie decisioni di acquisto sul prezzo dei prodotti piuttosto che sul costo del loro ciclo di vita. Inoltre le informazioni a disposizione degli acquirenti sul rendimento energetico degli apparecchi sono limitate e questo crea delle asimmetrie informative, in particolare se i generatori sono abbinati ad altri prodotti e componenti di sistema. Il risultato è che gli utenti spesso perdono l’opportunità di migliorare l’efficienza dei propri impianti. Inoltre, i concessionari

Approfondimento, l’iter dei regolamenti Nel marzo 2013, il Regulatory Committee composto dai rappresentanti degli Stati membri ha approvato i contenuti dei regolamenti di attuazione della Direttiva 2009/125/CE sui requisiti di progettazione ecocompatibile da applicare agli apparecchi per riscaldamento (Lotto 1) e agli apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria (Lotto 2). Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno poi approvato tali regolamenti ponendo fine ad un processo iniziato nel 2005 e che ha visto una successione di proposte, modifiche, revisioni, consultazioni, compromessi e condivisioni con le parti interessate. La pubblicazione dei Regolamenti 813/2013 e 814/2013 sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea è avvenuta il 6 settembre 2013. Nella stessa data sono stati pubblicati i Regolamenti 811/2013 e 812/2013 che fanno capo alla Direttiva 2010/30/CE e che riguardano l’etichettatura energetica dei prodotti dei Lotti 1 e 2. Il 26 settembre 2013 i quattro regolamenti sono entrati in vigore e due anni dopo tale data sarà obbligatorio rispettare i requisiti di progettazione ecocompatibile e di etichettatura energetica per poter immettere i prodotti sui mercati degli Stati membri della Comunità europea. Trattandosi di regolamenti, entrano in vigore senza necessità di un atto legislativo di recepimento da parte dei singoli Stati membri. 21 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

che vendono e installano generatori e altri componenti, mancano delle necessarie informazioni in un formato armonizzato per poter offrire agli utenti finali i prodotti con le prestazioni energetiche più elevate resi disponibili sul mercato con l’introduzione di tecnologie più efficienti e a minor impatto ambientale. I Regolamenti 811/2013 e 812/2013 affrontano questi ostacoli introducendo una scala di classi energetiche per generatori di calore e per insiemi costituiti da tali generatori in combinazione con altri prodotti e componenti per le funzioni riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. La già nota scala A-G è utilizzata per i diversi tipi di generatori convenzionali mentre le migliori classi dinamiche A+, A++ e A+++ sono destinate a promuovere l’uso di cogenerazione e di fonti di energia rinnovabile. Agli utenti finali sarà fornito un livello di informazioni armonizzate sotto forma di schede nei punti vendita, sui siti internet e sugli annunci pubblicitari in modo da permettere il confronto tra le varie tecnologie. Mentre l’etichetta di prodotto fornisce informazioni su singoli apparecchi, le informazioni su sistemi di generatori abbinati a dispositivi solari e/o controlli di temperatura rimangono limitate. Per far fronte a questa limitazione è stata proposta una etichettatura energetica di insiemi di prodotti e componenti di impianto e questa rappresenta la no-


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L’applicazione dei regolamenti europei segna la fine dei generatori meno efficienti vità più significativa introdotta dai Regolamenti 811/2013 e 812/2013 in quanto non esiste uno schema di classificazione analogo in altri settori soggetti ad etichettatura energetica quali il bianco o il condizionamento. L’etichettatura energetica del singolo generatore o del singolo componente è di stretta responsabilità del costruttore; la classificazione energetica di un sistema può invece essere definita sia dal produttore dei vari componenti sia da un rivenditore che costituisce un sistema con componenti forniti da produttori diversi. In questo caso, il rivenditore dovrà basarsi sulle informazioni riportate nelle schede tecniche fornite dai produttori dei singoli generatori e componenti per calcolare la classe energetica del sistema. È necessario precisare che l’etichetta energetica dei sistemi riguarda l’efficienza di specifiche combinazioni di generatori-componenti e non la loro prestazione energetica una volta installati negli edifici. L’efficienza energetica dell’impianto di riscaldamento è infatti influenzata da altri fattori come la perdita di calore nel sistema di distribuzione e il dimensionamento dei prodotti in relazione alle caratteristiche della costruzione, cioè parametri di cui non si tiene conto nel regolamento. Come cambierà il mercato La completa applicazione dei regolamenti segnerà la scomparsa dei generatori meno efficienti e la trasformazione dei mercati, in particolare quelli tecnologicamente meno evoluti. I requisiti minimi di rendimento richiesti ai generatori per riscaldamento possano essere rispettati solo da generatori a condensazione. Probabilmente questo

fatto non comporterà conseguenze particolari per i Paesi del nord Europa che hanno adottato la tecnologia condensante già da parecchi anni. Per i Paesi dell’area del Mediterraneo e dell’Est europeo, il discorso è molto diverso. In Italia la penetrazione sul mercato delle caldaie a condensazione è ancora bassa a dispetto degli incentivi statali. I nuovi regolamenti impongono un cambio di marcia e non consentiranno più l’installazione di caldaie tradizionali né su impianti nuovi né in sostituzione di vecchi generatori. Si potrebbe così aprire un ventaglio di soluzioni alternative ma quello che più probabilmente accadrà, soprattutto in fase iniziale, sarà un maggior ricorso alla riparazione degli apparecchi prima di arrendersi alla loro sostituzione, fenomeno peraltro già avvenuto in altre nazioni. La definizione dei limiti di rendimento in sanitario e di rumore e le indicazioni da fornire sul fine vita degli apparecchi contribuiscono a ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale. Purtroppo il rispetto delle prestazioni richieste, che contribuiscono a determinare le classi energetiche dei prodotti, è demandato alla esclusiva responsabilità dei costrut-

La nuova sfida: valutare l’impatto sui consumatori tori in quanto non è prevista la certificazione di parte terza. L’unica eccezione è rappresentata dai rendimenti in riscaldamento delle caldaie a gas e a gasolio per le quali rimangono in vigore i requisiti di certificazione di parte terza previsti dalla Direttiva l’industria meccanica 689 | 22

92/42/CEE. Ciò crea una disparità di regole e lascia ampi margini di discrezionalità ai produttori, creando una situazione di scarsa chiarezza. Le attività demandate dal regolamento alle autorità nazionali per la sorveglianza del mercato potrebbero non essere in grado di garantire la correttezza delle prestazioni dichiarate per le varie tipologie di prodotti se non a fronte di strutture adeguate e ingenti risorse economiche. Rimane qualche dubbio sull’impatto che l’etichettatura energetica avrà sui consumatori. Il campo di applicazione dei regolamenti è molto vasto e comprende generatori di vario tipo. Non si tratta quindi di paragonare la classe energetica tra prodotti simili quali televisori o frigoriferi ma tra apparecchi a gas, pompe di calore elettriche o geotermiche, apparecchi per cogenerazione sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria. Il problema si acuisce quando si entra nel campo dei sistemi le cui variabili sono più ampie: tipo di generatore principale, eventuali generatori secondari, quantità e superficie dei collettori solari, volume e dispersioni dei serbatoi di accumulo, classe dei controlli di sistema. Inoltre i prodotti dei Lotti 1 e 2 non sono del tipo plug-in and play ma richiedono di essere installati su un impianto. I consumatori avranno visibilità dei costi di acquisto dei generatori e dei sistemi ma non altrettanta visibilità dei costi di installazione e/o di adeguamento dell’impianto in caso di sostituzione di un generatore tradizionale con uno tecnologicamente più moderno ed efficiente. L’evidenza della classe energetica è solo una componente che indirizza la scelta finale del cliente che dovrà farsi carico di raccogliere tutta una serie di altre informazioni dagli specialisti della filiera per una corretta e completa valutazione economica, cosa non necessaria in altri settori già sottoposti a etichettatura energetica. □


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Calendario corsi di formazione SKF gennaio–giugno 2014 Formazione Nome del corso Certificazione ISO 18436

Manutenzione

Affidabilità e diagnostica

Progettazione Ingegneria di manutenzione

Durata

Data

Analisi Vibrazionale livello 1.

32 ore

10-14 Mar, 23-27 Giu

Analisi Vibrazionale livello 2.

40 ore

7-12 Apr

Bearing Basics. Corso base sui cuscinetti volventi.

1,5 giorni

13-14 Gen, 14-15 Apr

Bearing Maintenance. Corso sul montaggio/smontaggio dei cuscinetti volventi e loro manutenzione.

1 giorno

4 Feb, 16 Apr

La trasmissione di potenza.

1 giorno

5 Feb, 11 Giu

Corso sulla conoscenza e l’utilizzo dei riduttori industriali.

2,5 giorni

24-26 Feb, 19-21 Mag 20-21 Gen, 24-25 Mar, 9-10 Giu

Tecniche di allineamento e bilanciamento.

1,5 giorni

Corso sulla gestione della lubrifi cazione.

1,5 giorni

17-18 Feb

Corso sulla conoscenza e sulla diagnostica dei motori elettrici.

2 giorni

3-5 Mar, 26-28 Mag

Analisi e classificazione dei danneggiamenti dei cuscinetti volventi.

1,5 giorni

22-23 Gen, 31 Mar-1 Apr

Corso sulle tecniche di diagnostica e analisi non distruttive su macchine rotanti.

2,5 giorni

5-7 Mag

Corso base sull’analisi vibrazionale.

2 giorni

10-12 Feb, 12-14 Mag

Corso avanzato sull’analisi vibrazionale.

2 giorni

12-14 Feb, 14-16 Mag

Corso di specializzazione sull’analisi vibrazionale.

1,5 giorni

19-20 Feb

Bearing Applications. Scelta e dimensionamento dei cuscinetti volventi.

3 giorni

17-20 Mar, 16-19 Giu

Failure Mode, Effects and Criticality Analysis.

1 giorno

6 Mar

Corso sulle strategie di manutenzione.

1,5 giorni

27-28 Gen

Corso sulle metodologie per misurare l’efficacia di manutenzione.

1 giorno

29-Gen

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FOCUS | Energia

F-GAS,

tutti d’accordo Un anno a combattere per far coincidere le esigenze di Europa, ambiente e industria. Alla fine vincono tutti, e il 2014 allenta la tensione per i costruttori di impianti aeraulici.

di Walter Pennati

P

er l’industria della climatizzazione un grande balzo in avanti. Dopo tante discussioni in Europa intorno alla proposta di revisione del regolamento su taluni gas fluorurati sembra finalmente scongiurato il rischio di impossibilità di operare sul mercato per i produttori italiani. Nonostante si trovasse in posizione abbastanza isolata, infatti, la rappresentanza italiana nel Coreper (Permanent Representatives Committee, composto da ambasciatori del 28 Stati membri con il ruolo di preparare le decisioni del Consiglio), è riuscita a convincere la Presidenza del Consiglio d’Europa, oltre agli altri due attori del confronto, cioè Commissione Europea e Comitato Ambiente del Parlamento Europeo, delle buone ragioni dell’industria della climatizzazione che, se non ostacolata con provvedimenti irrazionalmente punitivi, potrebbe potenzialmente contribuire a far diminuire fino al 70% le emissioni di CO2 per il riscaldamento degli edifici. Durante tutto il 2013 Coaer, l’Associazione dei costruttori di apparecchiature e impianti aeraulici, aveva più volte espresso i propri dubbi, in particolare, riguardo alla revisione dell’articolo 12, che avrebbe imposto la vendita di apparecchiature di refrigerazione, di climatizzazione e di pompe di calore senza il refrigerante. Un provvedimento che, tirando le somme, avrebbe comportato un notevole aggravio di costi (parl’industria meccanica 689 | 24

Everyone in agreement A single year of struggle to ensure that Europe’s, t he environment’s and industry’s needs are all met. In the end, everyone is a winner. For the air-conditioning industry it’s a huge leap ahead. Following numerous squabbles in Europe about the proposal of a regulation review for fluorinated greenhouse gases, it appears the risk that Italian producers may not be able to operate in the market may have been laid to rest. Despite being a rather isolated voice, the Italian representative, Coreper (Permanent Representatives Committee, made up of ambassadors from the 28 member states, with the role of preparing Council decisions), has succeeded in convincing the Council of Europe management, over and above the other key figures involved, (the European Commission and the Environmental Committee of the European Parliament), of the good reasons by which the air-conditioning industry, were it not hindered by punitive and irrational regulations, could potentially contribute to reducing CO2 emissions produced by heating buildings, by up to 70%. Right through 2013, Coaer, the Italian association of air treatment equipment manufacturers, has repeatedly expressed its doubts in particular concerning the review of article 12, which would have enforced the sale of refrigerating units, air-con units and heat pumps without filling up the refrigerant. A regulation, which a quick calculation shows, would have meant sizeable increased costs (excessively high for small split units for domestic buildings), a less reliable system, the risk of incorrect recharging and increased likelihood of refrigerant leaks; plus the risk of no manufacturers issuing guarantees in the instance of third parties installing their machines. In short, some proposals to protect the environment would have had no real positive effects, and indeed, they would have increased the risks of higher HFC emissions into the atmosphere.


The trilogue (meeting of the three) on 16th December last year should be considered in a positive light. First impressions on the achieved agreement reveal that all three views have been embraced. Firstly, pre-loading of the refrigerant will be allowed (art. 12) into the units, on condition that manufacturer advises of the amount of F-Gas employed. Moreover observations on the definitions of heatpumps, hermetically sealed circuits, installations, maintenance and services have been accepted. Plus the vital TEWI concept (Total Equivalent Warming Impact) has been accepted; a parameter which includes the total CO2 emissions, direct and indirect (that are those ones due to the consumed electricity production) of the machine. Vitally important too, is the fact that air conditioners and heat pumps operating with F-Gas have suffered no limitations with the exception of moveable AC units which from 2020 can no longer use GWP > 150 refrigerants (positive measure, since Italian industry is leader in natural gas use for this specific sector) and the single split units with less than 3 kg reloads which from 2025 will no longer be allowed to use HFC with GWP > 750 (R-32 can be used). Finally the production phase-down and F-Gas import has remained that on the first draft copy. However, that is not a particularly worry, as the amounts released by refrigeration (in terms of CO2 equivalents) easily cover the decrease in requests required by the European Commission. At least initially. The political agreement will now need to be formally approved by the European Parliament and the Council. Following this phase, the rules should be applicable as from 2015. “This agreement allows greenhouse gas emissions to be substantially reduced”, the European Commissioner Connie Hedegaard commented, “thus also stimulating the technological development and innovation in European industry”. The regulations will permit the reduction of fluorinated gas emissions down to 21 % of the levels sold in 2009-12 by 2030 , therefore not only benefiting the climate, but also representing a big opportunity for European businesses involved in the alternative technologies market. □

Foto © Toshiba Clima

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ticolarmente elevato per i piccoli impianti split utilizzati nell’edilizia residenziale), una minore affidabilità del sistema, rischi di cariche sbagliate e maggiori probabilità di fughe di refrigerante; oltre al rischio di non vedere nessun produttore disposto a rilasciare la garanzia per il completamento eseguito da terzi di una propria apparecchiatura. Insomma, alcune proposte volute a tutela dell’ambiente non avrebbero portato alcun vantaggio reale ma, al contrario, avrebbero aumentato i rischi di maggiori emissioni di Hfc nell’atmosfera. Il trilogue (confronto a tre) del 16 dicembre scorso ha valutato positivamente: stando a una prima lettura, tutte le osservazioni del settore sono state accolte. Innanzitutto sarà permessa la precarica di refrigerante (art. 12) nelle macchine, a condizione che il costruttore si impegni a segnalare le quantità di F-Gas utilizzate. Sono inoltre state accettate le osservazioni sulle definizioni di pompa di calore, circuiti ermeticamente sigillati, installazione, manutenzione e service; ed è passato il fondamentale concetto di Tewi (Total Equivalent Warming Impact), parametro di giudizio del comportamento globale ai fini dell’effetto serra della macchina per tutto il ciclo della sua vita. Importantissimo, poi, il fatto che le apparecchiature di climatizzazione funzionanti con F-Gas non abbiano subito limitazioni, eccetto i portatili 25 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

che dal 2020 non potranno più utilizzare refrigeranti con Gwp > 150 (ma ciò è positivo perché l’industria italiana in questo particolare settore è leader nell’uso di refrigeranti naturali) e i monosplit con meno di 3 kg di carica che dal 2025 non potranno più utilizzare Hfc con Gwp > 750 (può essere usato l’R-32). Infine il phase-down della produzione e dell’importazione di F-Gas è rimasto quello indicato dalla prima bozza di revisione; ciò non deve tuttavia preoccupare, poiché le quantità dismesse dalla refrigerazione (in termini di CO2 equivalenti) vanno ampiamente a coprire la diminuzione richiesta dalla Commissione Europea. Almeno inizialmente. L’accordo politico dovrà ora essere formalmente approvato sia dal Parlamento europeo sia dal Consiglio. Dopo questa fase le regole dovrebbero essere applicabili a partire dal 2015. «Questo accordo permette di ridurre sostanzialmente le emissioni di gas serra», ha commentato il Commissario europeo Connie Hedegaard, «Stimolando inoltre lo sviluppo tecnologico e l’innovazione nell’industria europea». Il regolamento che consentirà di ridurre le emissioni di gas fluorurati dell’80% dei livelli attuali entro il 2030, dunque, non andrà solo a beneficio del clima, ma è una grande opportunità per le imprese europee impegnate sul mercato delle tecnologie alternative. □


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Energia

sotto controllo

L’Esperto in gestione dell’energia di Fausto Rivero Energy Manager e Responsabile Engineering e Servizi Generali in AES Torino SpA

Una nuova figura professionale prevista dalla legge con specifiche conoscenze, esperienza e capacità per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente l’industria meccanica 689 | 26


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I

l ruolo che ricopre l’energia nella crescita economica, nel benessere e nel progresso tecnologico e sociale di ogni paese, giustifica il notevole rilievo che il tema riveste nelle politiche nazionali e internazionali. In questo contesto, l’efficienza energetica risulta il vero pilastro delle future strategie di sviluppo sostenibile orientate dagli accordi internazionali del “post-Kyoto”. Vediamo infatti l’Unione Europea porsi ambiziosi obiettivi nel medio e lungo termine (il cosiddetto “pacchetto climaenergia” 20-20-20), traguardando un futuro al 2050 sempre più carbon free e il resto del mondo promuovere iniziative specifiche: il Giappone ha pianificato un taglio dei consumi elettrici del 10% entro il 2030, la Cina si è impegnata a diminuire del 16% l’energia consumata in rapporto al Pil nei prossimi due anni, gli Stati Uniti si stanno impegnando ad aumentare gli standard di efficienza nel settore dei trasporti ponendosi l’obiettivo di dimezzare il consumo dei veicoli. Sul tema dell’uso razionale dell’energia, del risparmio energetico e della produzione di energia da fonti rinnovabili, il nostro Paese, partito bene oltre vent’anni fa con l’innovativa (e solo parzialmente attuata) Legge 10/91, si è progressivamente perso, limitandosi negli ultimi anni a emanare norme nazionali di recepimento delle Direttive Europee, spesse volte solo quando costretto da procedure d’infrazione attivate dalla Commissione Europea (ultimo esempio il D.L. 4 giugno 2013, n. 63 che conclude una storia lunga 8 anni relativa alla certificazione degli edifici, oggetto di 11 diversi disposti legislativi che hanno suscitato da parte della Ce ben tre diffide, due pareri motivati ed il ricorso alla Corte Europea). Ritardi nell’emanazione di decreti attuativi e linee guida nazionali, hanno portato alcune Regioni ita-

liane a legiferare sui temi energetici, talvolta con pregevoli risultati ma altre con l’emanazione di disposti normativi che travalicano gli ambiti legislativi consentiti costituzionalmente alle amministrazioni regionali. Questa “incontinenza” legislativa ha creato non pochi problemi applicativi, che si sommano alle già notevoli complessità di gestione di un sistema normativo così variegato e multiforme. La riduzione dei consumi di energia e delle emissioni unita all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili sono temi strettamente connessi con la competitività, l’ambiente, la sicurezza e la crescita del paese. Il recente documento di Stra-

EGE a 360° per l’energia: regista, controllore, auditor e consulente tegia Energetica Nazionale (il primo da decenni), esplicita tali obiettivi riconoscendo il ruolo cardine che riveste l’efficienza energetica nell’ambito delle misure da attuare. Anche, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) nel suo rapporto annuale “Word Energy Outlook 2012”, la definisce «l’opzione chiave nelle mani dei decisori politici» verso uno scenario di “Mondo Efficiente” e sostenibile, riconoscendone l’enorme potenziale di sviluppo che potrà avere nei prossimi anni. Questo “carburante invisibile”, per il quale è stata anche coniata una nuova virtuale unità di misura, cioè il “NegaJoule”, è un ottimo sistema per contenere e ridurre i rischi del nostro attuale modello di sviluppo. Al fine di promuovere azioni volte 27 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

all’efficienza energetica, il legislatore dispone tipicamente di una serie di strumenti, che nel caso specifico si possono riassumere in: • incentivi all’offerta e alla ricerca (ricerca di sistema, fondi strutturali, fondi rotativi etc.); • incentivi alla domanda (detrazioni fiscali, finanziamenti, certificati bianchi, tariffe incentivanti etc.); • standard minimi obbligatori (certificazione edifici, ecodesign prodotti, Car, servizi energetici, etc.). Per contro, le difficoltà di attuazione delle strategie di efficienza energetica che incontrano Manager e tecnici del settore, risultano, in base ad uno studio dal titolo “Analisi delle barriere non economiche all’efficienza energetica - 2011” condotto da Fire per conto dell’Enel, sono in sintesi: • mancanza di conoscenza, informazioni e sensibilità; • limitata comprensione delle opportunità offerte da strumenti quali: Energy Performance Contract (Epc) e Finanziamento Tramite Terzi (Ftt); • secondarietà rispetto al core business (costi energetici bassi); • professionalità e qualificazione degli operatori; • attitudini e comportamenti; • Filiera non sviluppata adeguatamente; • complessità delle soluzioni; • Vincoli legislativi e autorizzativi; • accesso agli incentivi; • sistema del credito non maturo. La mancanza di conoscenze, di professionalità e qualificazione degli operatori, unita alla complessità dei meccanismi di finanziamento, delle soluzioni tecniche e dell’accesso agli incentivi, sono quindi giudicati tra i problemi principali che rendono le buone pratiche di efficienza ener-


FOCUS | Energia

getica non diffuse quanto potrebbero. Il Decreto Legislativo n. 115 del 2008, che recepisce la Direttiva 2006/32/CE, introduce una serie di elementi utili a sopperire alle barriere anzidette ed a promuovere l’efficienza energetica, tra cui: • definizione dell’offerta di varie forme di servizi energetici (requisiti e prestazioni che qualificano il contratto servizio energia ed il contratto servizio energia plus) rif. UNI-CEI-EN 15900:2010; • creazione o adeguamento di strumenti finanziari ed incentivi specifici (Finanziamento Tramite Terzi - Ftt, Certificati Bianchi, fondi di rotazione etc.); • semplificazione e rimozione di ostacoli normativi; • stimolo al settore pubblico per l’adozione e promozione degli strumenti disponibili (Energy Performance Contract, Finanziamento Tramite Terzi, Diagnosi energetica, Certificazione energetica, requisiti per acqui-

sto di beni e servizi, etc.); definizione dei “Sistemi di gestione dell’energia” (rif. Norma ISO 50001:2011 o precedente EN 16001:2009) e Diagnosi Energetica (rif. Norma UNI CEI/ TR 11428:2011 e requisiti generali UNI CEI EN 16247:2012).

Tale decreto con l’obiettivo di promuovere una maggiore qualificazione degli operatori coinvolti nella gestione dell’energia, adegua ed introduce nuove figure di fornitori di servizi energetici a supporto della strategia dell’efficienza, affiancando a quelle tradizionali della distribuzione e commercializzazione dell’energia, tre nuovi protagonisti: • EspCo (Energy Service Provider Company) ovvero semplicemente le società che forniscono servizi energetici senza particolari requisiti • EsCo (Energy Service Company) che costituiscono una particolare forma di EspCo che associa all’intervento di migliol’industria meccanica 689 | 28

ramento dell’efficienza energetica il raggiungimento di precisi risultati e l’assunzione di un margine di rischio finanziario (pagamento del servizio che si basa sul miglioramento dell’efficienza energetica conseguito – contratto di rendimento energetico). Viene prevista anche una procedura di certificazione volontaria per le EsCO (rif. Norma UNI-CEI 11352:2010) Esperto in Gestione dell’Energia (Ege), definito come “soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e le capacità necessarie per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente”, le cui caratteristiche sono specificate dalla norma UNI - CEI 11339:2009.

Ancor più recentemente, sul fronte europeo è stata approvata la direttiva 2012/27/UE che sostituisce la citata 2006/32/CE. Questa direttiva imprime una svolta alla politica energetica in vista dell’ambizioso traguardo posto al 2020. Nella stessa viene dato molto risalto allo strumento della diagnosi energetica (audit) ed ai tecnici che dovranno occuparsi di svolgerle richiedendo in maniera specifica la certificazione delle competenze. Infatti il punto 46 delle considerazioni iniziali della direttiva afferma espressamente che in ogni stato dell’Unione: «Dovrebbe essere disponibile un numero sufficiente di professionisti affidabili e competenti nel settore dell’efficienza energetica al fine di garantire un’attuazione efficace e tempestiva della presente direttiva, ad esempio per quanto concerne la conformità con i requisiti in materia di audit energetici e l’attuazione dei regimi obbligatori di efficienza energetica. Gli Stati membri dovrebbero pertanto porre in essere regimi di certificazione dei fornitori di servizi energetici, audit energetici e altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica».


FOCUS | Energia L’Esperto in Gestione dell’Energia (Ege) Questa nuova figura di professionista che il legislatore ha introdotto per supportare gli utenti consumatori di energia nel complesso universo del mercato, delle tecnologie e delle normative in campo energetico, può essere vista come l’evoluzione di un’altra figura: l’Energy manager già introdotta nel 1982 con la legge 308 (art. 22), ma meglio definita e consolidata nei ruoli dalla già citata Legge 10/1991 che ne ha precisato meglio i compiti, esteso l’obbligo di nomina ed evidenziata l’azione propositiva dell’E.M. all’interno delle organizzazioni aziendali, della Pa e degli Enti Pubblici. Già l’art. 19 della L. 10/91 richiedeva all’Energy Manager: «lo sviluppo di competenze tecniche, capacità di valutazione comparata della redditività degli investimenti e conoscenza degli strumenti e dei ruoli contrattuali». Altre prerogative dell’Energy Manager sono state introdotte con successivi disposti normativi (D.Lgs 192/2005, Dm 21/12/2007, D.Lgs 115/2008). Il progetto europeo “e-Quem” (European Qualification of Energy Manager) ha evidenziato la necessità di nuovi strumenti di qualificazione e certificazione delle competenze per professionisti specialisti nel campo della Gestione dell’Energia, che si affiancasse a quelle dei Servizi per l’energia, delle relative Aziende fornitrici e dei Sistemi di Qualità. Il D.Lgs 115/2008 soddisfa tale esigenza definendo la figura dell’Ege in riferimento alla innovativa norma nazionale UNI-CEI 11339:2009 “Gestione dell’Energia. Esperti in gestione dell’energia. Requisiti generali per la qualificazione”. La norma Uni specifica i compiti, le competenze, i requisiti e le modalità di valutazione e di mantenimento delle competenze nel tempo, per la qualificazione dell’Ege.

È inoltre previsto che la figura professionale dell’Ege sia riferita a due macroattività specialistiche di competenza: • industriale (con particolari competenze finalizzate ad applicazioni industriali e processi produttivi); • civile (con particolari competenze finalizzate agli utilizzi civili e della Pubblica Ammistrazione). Per garantire all’utilizzatore finale le caratteristiche di esperienza, competenza e professionalità indicate dalla norma, la UNI-CEI 11339:2009 definisce i requisiti generali e le procedure per la qualificazione degli Ege e in particolare stabilisce i parametri (valutati in base alle esperienze maturate ed al titolo di studio) indispensabili per l’ottenimento della qualifica, in particolare nel caso di valutazione da parte di un soggetto terzo (valutazione di parte terza). Tale soggetto opera un processo di certificazione delle competenze in qualità di Organismo di Certificazione e deve a sua volta essere accreditato (in Italia da Accredia) secondo la norma ISO/IEC 17024:2012 per la certificazione del personale. Il primo Organismo accreditato per la certificazione secondo la UNI CEI 11339 è stato il Secem, struttura attivata da Fire. Recentemente è stata accreditato anche Khc ed altri OdC, hanno attualmente in corso il processo di accreditamento. Conclusioni L’Esperto in Gestione dell’Energia è parte integrante del sistema dei Servizi Energetici di un’organizzazione che si pone l’obiettivo di migliorare il livello di efficienza energetica, di ridurre i consumi di energia primaria e le emissioni di gas clima-alteranti legate all’utilizzo dell’energia e di incrementare in qualità e/o in quantità i servizi forniti attinenti all’uso razionale dell’energia. Per la profes29 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

sionalità che esprime, l’Ege può essere utilizzato in vari ruoli: da quello più tradizionale di “controllore” del risparmio energetico, al consulente, all’auditor della diagnosi energetica, al “regista” del Sistema di Gestione dell’Energia nelle sue varie implicazioni (impostazione, promozione, pianificazione, comunicazione, sistemi di finanziamento, manutenzione, gestione, sensibilizzazione, formazione, controllo, etc.). Risulta evidente che le competenze richieste all’Ege sono molto estese e diverse da quelle di altre figure professionali (progettisti, impiantisti etc.), con le quali condivide sicuramente una parte delle conoscenze, ma che si differenzia per molte altre e soprattutto nell’approccio alle varie problematiche del settore specifico dell’energia. Recentemente, al fine di tutelare i consumatori, promuovere la conoscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, è stata emanata la Legge 14 gennaio 2013, n.4 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 26 gennaio 2013, n. 22), che disciplina le professioni non regolamentate. Proprio allo scopo di garantire la qualità delle competenze delle persone che operano nel contesto dell’efficienza energetica, è nata Assoege, la prima associazione nazionale degli Esperti in Gestione dell’Energia certificati che ha tra i principali scopi la promozione e la tutela della professione nel rispetto di quanto previsto dalla legge 4 del 2013. □

MAGGIORI INFORMAZIONI SUGLI EGE ONLINE www.secem.eu

Sistema Europeo di Certificazione in Energy Management

www.assoege.it

Associazione degli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), la cui competenza è stata certificata secondo la norma UNI CEI 11339:2009 da un soggetto terzo, secondo una procedura validata da Accredia

www.fire-italia.it

Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia


FOCUS | Australia

Australia. Nella nostra storia millenaria non abbiamo avuto i ponti e gli acquedotti dell’impero romano: forse per questo non si percepisce una lunga tradizione manifatturiera. Ma è qui che entrano in campo gli investimenti dell’Italia. Noi siamo i maestri delle materie prime, al centro della più grande crescita economica del mondo.

di Carlo Fumagalli l’industria meccanica 689 | 30


FOCUS | Australia

Intervista a Simone Desmarchelier Console Generale d’Australia e Dirigente Affari Commerciali

È tutto vero. In Australia per i comparti edilizia e energia si aprono scenari senza precedenti: sarà nei prossimi 10 anni il mercato più dinamico a livello internazionale. Una condizione resa possibile da un mix fra enormi risorse energetiche, in particolare legate all’Oil & Gas, e grande disponibilità di investimenti. Il tutto in un Paese che sta vivendo una crescita del proprio Prodotto interno lordo del 3,2%, e che gode di una Tripla A da tutte le principali agenzie di Credit Rating, uno dei pochissimi Paesi ad aver raggiunto e mantenuto questo importante riconoscimento in anni difficili per l’economia globale. Per l’industria meccanica italiana l’opportunità di investire in questa sfida tecnologica è già iniziata.

L’

opportunità maggiore, nei rapporti fra Australia e meccanica italiana, sembra rappresentata dai possibili investimenti produttivi. È la nostra più grande sfida come Trade Commission: puntare su investimenti produttivi da parte di aziende europee per sviluppare le enormi materie prime che abbiamo a disposizione in Australia. Non significa semplice compravendita di prodotti, ad esempio, made in Italy; certo, l’export può far parte di questo processo, ma gli investimenti di cui stiamo parlando implicano una diversa offerta sul territorio: significa infatti portare in Australia la propria expertise tecnica e proprietà intellettuale. Un esempio di questa collaborazione? Le infrastrutture sono certamente un campo in cui stiamo lavorando molto e che ha evidenziato grandi risultati da parte dei top player italiani. Per realizzare sul suolo australiano, insieme ad altri partner, un progetto che può valere anni, le aziende coinvolte portano il proprio know how e i propri macchinari; si stabilizzano e creano un’azienda (bastano due giorni lavorativi! NdR) direttamente in Australia. Ma questo modello è assolutamente analogo anche per altre produzioni: pompe idrauliche, per fare un tipico esempio in cui l’Italia è fortissima e riconosciuta a livello mondiale, o componenti per l’impiantistica del settore Oil & Gas. È un modello, insomma, che può valere per tutta l’industria. Da dove nasce la percepita carenza di storia manifatturiera in Australia? Non abbiamo avuto l’impero romano, niente ponti, stra-

Australia, masters of raw materials Interview with Simone Desmarchelier, Consul General and Trade Commissioner

Absolutely. The construction and energy sectors in Australia are experiencing unprecedented development - in the coming 10 years this is going to be the most dynamic market in the world. A condition facilitated by a mixture of vast energy resources, particularly in connection with Oil & Gas, and huge availability of investments. All this in a country experiencing 3.2% growth of its Gross Domestic Product, with a triple A from the main credit rating agencies (one of the very few countries to have achieved and kept this key recognition in such difficult years for the global economy). For the Italian mechanical engineering industry, the opportunity of investing in this technological challenge has already begun. The biggest opportunity in relations of the Italian mechanical engineering with Australia appears to be in possible investments in production. This is our biggest challenge as a Trade Commission - to focus on production investments from European companies to develop the vast amount of raw materials we have available in Australia. We don’t just mean trading products, for example, that are made in Italy. Naturally, exports can be part of this process. But the investments we are talking about require a different kind of offer in the territory - they mean taking your technical expertise and intellectual property to Australia.

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FOCUS | Australia An example of this collaboration? Infrastructure is undoubtedly one field where we are doing a lot of work and where great results have emerged from top Italian players. Carrying out a project lasting several years on Australian soil, with other partners, means that the companies involved bring across their know-how and their own machinery, they set up in business and create a company (this takes two working days! ed.) directly in Australia. And it’s absolutely the same model for other kinds of production - hydraulic pumps, to take an example in which Italy is expert and recognised at international level, or components for Oil & Gas plants. It’s a model, then, that is valid for all of industry. From where do we get the idea that Australia has no manufacturing history? We didn’t have the Roman Empire, no bridges, roads, aqueducts or palaces. Actually, Australia has a long, wonderful story connected with the native population, the oldest people in the world. But it has an oral tradition, nomadic, destroyed when ships arrived from Europe in the 18th century. The new colonist built houses as best they could in a country where houses did not exist. This premise gives us a good insight in understanding why we developed a different cultural approach than Europe, so focused on manufacturing. Our strength lies elsewhere - we are masters of raw materials. What opportunities are open to Italian businesses? For an Italian company, investing in this sense means taking up a technological challenge aimed at excellence. For Italy, Australia could truly become the “new California” of energy efficiency, with access to a market that is extremely rich and has great demand. It is a chance to put oneself to the test to overcome our limits of innovation. What would you say to an Italian businessman potentially interested in this technological challenge? Two things in particular: firstly I would say ‘go for it’. So often people say that Australia is far away. In a certain sense it is. But it’s at the centre of the biggest economic growth in the world. And with all the sophistication and facilitation of the English-speaking world - respecting contracts and payment terms is easy, registering for taxation is simple, legal questions are resolved faster than in England or in Germany. And the second? Don’t waste time. Of course, to go into Australia you need to be open to internationalisation, something that many Italian businesses are. But one should remember that the Australian economic boom has been ongoing for over 20 years and that all of Europe has been involved and interested in it for a long time. The tools for doing this in an organised way exist, for example Anima and Ice (as in the case of participation at AOG – the Australasian Oil&Gas exhibition). You can contact the Trade Commission to set up a structure and make Australia a jumping-off point for Asian markets. And the Italian mechanical engineering industry is already well known worldwide and in Australia for its very high quality.

de, acquedotti e palazzi. Esiste in realtà una lunga, bellissima storia australiana legata alla popolazione indigena, la più antica fra i popoli della terra, ma una tradizione orale, nomade, e distrutta dall’arrivo delle navi europee nel ’700. I nuovi coloni hanno costruito case come potevano in un paese in cui non c’era un’abitazione. Queste premesse forniscono una buona chiave di lettura per capire come si sia sviluppato un diverso approccio culturale rispetto all’Europa, così legata alla manifattura. La nostra forza risiede in altro: nelle materie prime siamo maestri. Che opportunità si aprono per le imprese? Per un’azienda italiana investire in questo senso significa intraprendere una sfida tecnologica che punta all’eccellenza. L’Australia può davvero diventare, per l’Italia, la “nuova California” dell’efficienza energetica: si accede infatti a un mercato estremamente ricco e con una grande domanda, un’occasione per mettersi alla prova per superare i nostri limiti di innovazione. Cosa direbbe a un imprenditore italiano potenzialmente interessato a questa sfida tecnologica? Due concetti in particolare; per prima cosa direi di osare. Troppo spesso sentiamo dire che l’Australia è lontana. Lo è in certi senti. Ma si trova al centro della più grande crescita economica del mondo, e con tutta la sofisticatezza e le facilitazioni del mondo anglosassone: è facile far rispettare un contratto e i termini di pagamento, semplice la registrazione per pagare le tasse, i tempi per risolvere argomenti legali sono più bassi che in Inghilterra e in Germania. E la seconda? Non c’è tempo da perdere. Naturalmente per andare in Australia è necessaria una buona propensione all’internazionalizzazione, caratteristica che appartiene a molte imprese italiane, ma è giusto ricordare che il boom dell’economia australiana è in corso già da più di 20 anni, e tutta l’Europa è da tempo coinvolta e interessata ai suoi sviluppi. Gli strumenti per andarci in maniera organizzata ci sono, a esempio con Anima e Ice (come nel caso della partecipazione a Aog – Australasian Oil&Gas Exhibition), e rivolgendosi alla Trade Commission per poter creare una struttura e fare dell’Australia un trampolino di lancio verso i mercati asiatici. L’industria meccanica italiana, del resto, è già ben nota nel mondo e anche in Australia per la sua altissima qualità. □

l’industria meccanica 689 | 32


FOCUS | Australia

Foto © Chevron Australia

Lavori in corso nell’impianto di Gas naturale liquefatto di Wheatstone, in Western Australia. Il progetto è stato sviluppato e sarà gestito da Chevron Australia.

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FOCUS | Australia

AUSTRALIA in corsa

Oil & Gas, Edilizia, e costruzioni: grandi progetti già aggiudicati, altri pronti ad andare in gara per un valore di svariati miliardi di William Peasland Investment Manager Australian Trade Commission l’industria meccanica 689 | 34


Foto © Chevron Australia

FOCUS | Australia

Trampolino di lancio verso i mercati asiatici P

er l’Australia è un ottimo momento. Un momento che dura da più di ventidue anni, tanti sono gli anni di continua crescita economica del Paese. E i dati economici e demografici promettono un solido futuro. L’economia australiana nel 2013 ha generato più di 1,5 trilioni di dollari australiani di Prodotto Interno Lordo (Pil), si posiziona al dodicesimo posto fra le maggiori economie al mondo e al quarto posto nell’area Asia-Pacifico. Ancora più impressionante quello degli ultimi cinque

anni è il secondo più alto tasso di crescita fra le nazioni Oecd. Gli australiani infatti godono di uno standard di vita molto alto col Prodotto Interno Lordo (Pil) pro capite nel 2011 di US$66.000, paragonato ai US$48.000 degli Stati Uniti e i US$ 50.500 del Canada. Dell’economia australiana sono particolarmente apprezzati la costante crescita del Pil, un basso livello di disoccupazione, l’inflazione sotto controllo e un’importante lista di progetti di infrastruttura e risorse naturali. 35 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

Australia, great opportunities in a strong market This is a great moment for Australia. A moment that has lasted for more than twenty-two years, the duration of the country’s continuous economic growth. And economic and demographic statistics promise well for the future.


FOCUS | Australia L’Australia è inoltre uno dei pochissimi paesi che ha tripla A dalle tre principali agenzie di rating. Questo oltre a garantire condizioni più vantaggiose per il Governo testimonia la fiducia nella stabilità politica ed economica di cui gode il Paese. Si tratta, infatti, di un’economia molto bilanciata, dove il settore dei servizi, inteso nel senso più ampio del termine, rappresenta circa l’80% del Valore Aggiunto Lordo (Gross Value Added - Gva) mentre il settore minerario è stato il maggiore contributore rappresentando il 10.3%. A seguire il settore finanziario e assicurativo 10.2%, il settore delle costruzioni/manifatturiero 8%. Come si può intuire il settore minerario e risorse naturali è stato determinante per l’economia australiana e continua ad esserlo. Oltre al 10.3% del Valore Aggiunto Lordo rappre-

Grandi investimenti in un Paese da Tripla A senta oltre il 40% delle esportazioni e anche se si è registrato un leggero calo negli ultimi anni, il tasso di crescita delle esportazioni è tornato a crescere soprattutto grazie alla ripresa di produzione, e domanda, dalla Cina e altri paesi asiatici. In particolare l’Australia è il secondo esportatore (in peso) e quarto produttore al mondo di carbone e terzo maggior esportatore di Liquefied Natural Gas nel 2012. Questa è destinata a triplicare entro il 2016/17 quando entreranno in produzione alcuni degli impianti più grandi al mondo. Se infatti oggi la produzione esportabile è di 24mT milioni di tonnellate da tre impianti attivi, nel 2017 gli impianti attivi saran-

no sette producendo 85mT facendo dell’Australia il primo esportatore al mondo. Per quanto riguarda il Shale Gas sono già stati investiti più di 1 miliardo di dollari australiani in accordi di esplorazione. Le risorse stimate sono in eccesso di 12 mila trilioni di metri cubi. Lo Stato del Western Australia (Wa) da solo ha la quinta riserva al mondo. L’Australia ha anche le più grandi riserve al mondo di piombo, nickel, uranio e zinco, è il maggiore produttore di bauxite e allumina e il terzo produttore di minerale ferroso e oro. Impianti di questo tipo richiedono grandi investimenti in infrastruttura. Nel biennio 2011/12 più di 51 miliardi di dollari australiani sono stati investiti in infrastruttura legata ai settori delle risorse naturali. L’altro importantissimo fattore è la crescita demografica del Paese. Ad oggi gli australiani sono poco meno di 23 milioni e secondo il più recente studio pubblicato dal Bureau of Statistics australiano, la popolazione crescerà oltre i 40 milioni entro il 2060. L’Australia è inoltre la seconda nazione più urbanizzata al mondo con l’89,2% della popolazione che vive sulla costa in grandi città. Questa fortissima crescita sta trainando anche gli investimenti in infrastruttura, soprattutto del trasporto, ed il settore dell’edilizia. Sempre secondo questo studio infatti Melbourne conterà 8,5 milioni di abitanti, quasi il doppio di adesso, e Sydney 8,4 milioni. Perth raddoppierà la proprio popolazione arrivando a 5,5 milioni mentre Brisbane conterà 4,8 milioni di persone. Il Governo è ovviamente già all’opera. Nel biennio 2011/12 più di 58 miliardi di dollari australiani sono stati investiti in infrastruttura economica. Altri grandi progetti sono gia stati aggiudicati, anche a dei gruppi italiani, e molti altri sono pronti per andare in gara per un val’industria meccanica 689 | 36

In 2013 the Australian economy produced over US$1.5 trillion of Gross Domestic Product (GDP). It is the twelfth largest economy in the world and the fourth largest in the Asian Pacific area. Even more astounding is the fact that for the past five years it has had the second highest growth rate of all OECD nations. Australians indeed have a very high standard of living with Gross Domestic Product (GDP) per capita in 2011 at US$66,000, compared with US$48,000 in the United States and US$50,500 in Canada. Strong points of the Australian economy are its constant GDP growth, low level of unemployment, controlled inflation and large list of projects for infrastructure and natural resources. Australia is also one of the very few countries rated as triple-A by the three big rating agencies. This means more favourable conditions for the government, but is also a sign of confidence in the country’s political and economical stability. The economy is very well balanced, with the service sector – in the broadest sense of the word – accounting for about 80% of GVA (Gross Value Added), the mining sector being the biggest contributor, with 10.3%. Next comes the finance and insurance sector with 10.2% and construction/manufacturing with 8%. As one might imagine the mining and natural resources sector has been key to the Australian economy and continues to be so. As well as accounting for 10.3% of GVA, it represents over 40% of exports. Though recent years have seen a slight fall, the export growth rate is now increasing, mainly due to higher production and to demand from China and other Asian countries. Australia is the second biggest exporter (in


FOCUS | Australia

weight) and the fourth largest producer in the world of coal and the third biggest exporter of LNG in 2012. This is scheduled to triple by 2016/17, when some of the world’s largest plants will start up production. Today production for export amounts to 24 million tons from three working plants, but in 2017 there will be seven working plants producing 85 million tons and making Australia the largest exporter in the world. As far as shale gas is concerned, over 1 billion Australian dollars have been invested in exploration agreements. Resources are estimated at over 12 thousand trillion cubic metres. The state of Western Australia (WA) alone has the fifth largest reserve in the world. Australia also has the world’s largest reserves of lead, nickel, uranium and zinc, is the largest producer of bauxite and aluminium and the third largest of iron ore and gold. These types of plant require big investments in infrastructure. In 2011/12 more than 51 billion Australian dollars were invested in infrastructure connected with the natural resources sector. Another extremely important factor is the country’s demographic growth. Today there are less than 23 million Australians and according to the most recent study by the Australian Bureau of Statistics, the population will grow to over 40 million by 2060. Australia is also the world’s second most urbanised nation, with 89.2% of the population living on the coast in large cities. This very strong growth also encourages investment in infrastructure, especially in transport and in the construction sector. The same study forecasts that Melbourne will have 8.5 million inhabitants, almost double today’s population, and Sydney 8.4

million. Perth will double its population to reach 5.5 million, while Brisbane will have 4.8 million people. The government, naturally, is already at work. In 2011/12 over 58 billion Australian dollars were invested in economic infrastructure. Other large projects have been awarded, some to Italian groups, and many more are ready to be put out for tender for a value of several billions. Quite clearly there will be pressure on existing infrastructure as the demand for new houses, schools, hospitals and offices grows. According to a study by the National Housing Supply Council, 3.2 million new houses will be needed by 2030 to satisfy estimated demand. The same study found that the gap between demand and supply would be about 300,000 homes in 2014, reaching 600,000 by 2030. As of today, building and construction in general account for a turnover of 255 billion Australian dollars. This will rise to 278 billion by 2016/17, at an average growth rate of 1.7% per year. As expected, residential construction will drive this growth, with a turnover of over 42 billion Australian dollars, which will grow to 52.8 billion in 2016/17, with a growth rate of 4.6%. This great demand for housing will drive the sector far beyond the coming five years and the growth rate will settle to 4% over the long term. Similarly, non-residential construction will grow from a turnover of 26 billion Australian dollars to 29 billion, with a growth rate of 2.2% per year. This sector in particular will be driven by big projects in all the main cities. The tourism industry will also be a major factor of growth in non-residential construction, with a growth rate forecast at 3.9%.

Carbone, LNG e Shale Gas da record. Edilizia in crescita dell’1,7% annuo, costruzioni residenziali del 4,6%. La vera sfida tecnologica è qui 37 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

lore di svariati miliardi. Come è evidente la pressione sulle esistenti infrastrutture aumenterà come la domanda per nuove case, scuole, ospedali e uffici. Secondo uno studio del National Housing Supply Council saranno necessari 3,2 milioni di case nuove entro il 2030 per soddisfare la prevista domanda. Sempre secondo lo studio la differenza fra domanda e offerta nel 2014 sarà di circa 300.000 abitazioni, destinata a crescere a 600.000 entro il 2030. Ad oggi l’edilizia e le costruzioni in generale rappresentano un fatturato di 255 miliardi di dollari australiani che salirà a 278 miliardi entro il 2016/17 con un tasso di crescita medio dell’1,7% annuo. Come prevedibile le costruzioni residenziali, con un fatturato oltre i 42 miliardi di dollari australiani che crescerà a 52,8 miliardi nel 2016/17 con un tasso di crescita del 4,6%, saranno l’elemento trainante. La grande domanda di abitazioni spingerà il settore ben oltre i prossimi cinque anni normalizzando il tasso di crescita al 4% nel lungo periodo. Similarmente l’edilizia non-residenziale crescerà da un fatturato di 26 miliardi di dollari australiani a 29 miliardi con un tasso di crescita del 2,2% annuo. Questo settore in particolare sarà trainato da importanti progetti come in tutte le principali città. L’industria del turismo sarà un altro grande fattore di traino per l’industria non-residenziale con un tasso di crescita previsto del 3,9%. □


FOCUS | Australia

Opportunità per le imprese,

l’Australia è vicina P

erth. Una città che vide il suo boom edilizio grazie alla scoperta delle ricchezze del sottosuolo nell’800. Oggi la capitale del Western Australia (destinata a veder raddoppiare la sua popolazione da qui al 2060) è protagonista di una seconda età dell’oro insieme a tutta la sua regione: è qui che lo stato investe maggiormente nel settore energetico, il 65% del totale. Ed è questa la sede dell’importante manifestazione fieristica Aog (Australasian Oil and Gas Exhibition & Conference), quest’anno dal 19 al 21 febbraio, una manifestazione di valenza internazionale che ha visto lo scorso anno, a fronte di 505 espositori, la presenza di 9432 visitatori, esclusivamente operatori, di cui il 4,5% di provenienza internazionale. Si tratta di un’enorme opportunità per tutte le aziende del comparto energetico attive sia nella ricerca che estrazione, stoccaggio e trasporto attraverso la rete di gasdotti e oleodotti; un appuntamento che vede presenti anche Anima e l’Agenzia Ice con un proprio stand all’interno di un’area espositiva dedicata all’Italia, rendendo più funzionale e sinergica l’attività di promozione del settore. «Aog è l’evento fieristico e congressuale che piu’ di tutti permette di entrare in contatto con questo importantissimo mercato» spiega Antonietta Baccanari, Direttrice Ufficio Ice a Sydney, «Sono presenti tutti gli attori principali, dalle piu importanti società petrolifere come Chevron

Aspetti fiscali Rivolgere i propri prodotti verso i mercati esteri implica sempre problematiche fiscali in riferimento alla tassazione dell’azienda e dei dipendenti che potrebbero essere inviati in tale paese. Di seguito una breve sintesi con le informazioni principali. A cura di Walter Pugliese Società Assenza di una sede fissa. La società italiana operante in Australia sarà soggetta ad imposte sul reddito esclusivamente in Italia e nulla sarà dovuto in Australia. L’attività in loco, tuttavia, potrebbe essere soggetta alla “Good and service tax” (la nostra Iva), da applicare alle cessioni di beni ed alle prestazioni di servizi effettuate in Australia. Istituzione di una stabile organizzazione. In Australia, oltre alle normali casistiche, si configura una stabile organizzazione se la società estera: • svolge per più di dodici mesi in Australia attività di controllo su un cantiere di costruzione, d’installazione o di montaggio di impianti; • utilizza per più di dodici mesi una notevole attrezzatura per la ricerca o lo sfruttamento di risorse naturali, o per attività connesse con tale ricerca o sfruttamento. Identificare l’eventuale esistenza di una stabile organizzazione in Australia è fondamentale in quanto, qualora identificata, occorrerà assoggettare a tassazione in Australia gli utili conseguiti dall’attività ivi compiuta, secondo le modalità e le aliquote previste in tale paese. La società italiana, in ogni caso, dovrà includere nel bilancio, e nella dichiarazione dei redditi, anche tutti i ricavi e i costi conseguiti in Australia, assoggettandoli a tassazione secondo le regole italiane, ma scomputando dalle imposte italiane quanto già versato in Australia. Imposizione in Australia La società – o stabile organizzazione – residente in Australia paga un’imposizione diretta pari al 30% del reddito imponibile. l’industria meccanica 689 | 38


FOCUS | Australia

Con Anima e ICE ad Australasian Oil and Gas Exhibition & Conference la prima opportunità per entrare in contatto con il mercato australiano

Persona fisica Lavoratore dipendente Per il dipendente che debba “trasferirsi” in Australia per seguire il business dell’azienda italiana ci viene in aiuto la convenzione fra Italia e Australia contro le doppie imposizioni. Le remunerazioni ricevute da un lavoratore dipendente italiano, residente in Italia ma che eserciti la propria attività in Australia, sono assoggettate ad imposta in Italia (Paese di residenza) e in Australia (Paese in cui svolge l’attività). Le remunerazioni sono invece imponibili solo in Italia, nel caso in cui: • il dipendente soggiorni meno di 183 giorni in Australia nell’anno fiscale; • il datore di lavoro non sia residente in Australia; • il datore di lavoro non abbia una stabile organizzazione in Australia. Qualora invece il reddito del dipendente fiscalmente residente in Italia sia tassato anche in Australia, egli ha diritto a dedurre le imposte pagate all’estero se pagate a titolo definitivo e nel limite delle imposte pagate in Italia, proporzionalmente attribuibile al reddito estero. Laddove invece il dipendente italiano sia da considerarsi fiscalmente residente in Australia, le imposte sul reddito verranno pagate esclusivamente in Australia.

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Retribuzione convezionale Nel caso in cui il dipendente residente in Italia presti la propria attività all’estero - in via continuativa e come oggetto esclusivo del proprio rapporto di lavoro - e per tale attività soggiorni all’estero per più di 183 giorni nell’arco di 12 mesi, i redditi conseguiti all’estero (e sui quali pagherà le imposte in Italia) vengono determinati in maniera convenzionale – ai fini fiscali e contributivi.

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Imposizione in Australia Il dipendente che non sia residente in Australia, ma il cui reddito sia assoggettato ad imposizione anche in tale Stato, sarà soggetto ad aliquote leggermente più alte rispetto al dipendente italiano che si trovi ad essere qualificato come “fiscalmente residente” in Australia. □

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WWW.INDUSTRIAMECCANICA.IT /content/australia-valige-pronte


FOCUS | Australia e Shell, alle principali aziende che interagiscono nei settori: ricerca, scavo, costruzione, trasporto, macchine, strumenti per la gestione/ controllo dei fluidi, sistemi antincendio, costruzioni navali e non ultime le importantissime compagnie di consulenza ingegneristica (Epm/ Epcm)». Nel corso della manifestazione, l’attività di Ice si configura come azione di carattere esplorativo per programmare, in collaborazione con Anima, un successivo intervento più incisivo che veda la presenza diretta di rappresentanti delle aziende italiane attraverso la realizzazione di specifiche missioni commerciali piuttosto che seminari tecnici. «Queste iniziative mirano da un lato a fornire agli interlocutori australiani maggiore consapevolezza del livello tecnologico raggiunto dall’Italia» continua Antonietta Baccanari, «e dall’altro ad individuare le specifiche esigenze del mercato ed effettuare azioni di matchmaking rispetto all’offerta italiana». La realizzazione dei progetti di investimenti nel settore Oil & Gas avviene attraverso la pubblicazione di tender e bandi di gara, ma quali sono i problemi più frequenti per le aziende? «La difficoltà per le aziende italiane a partecipare ai bandi promossi da enti governativi federali e/o statali nonché da privati non dipende solo dalla dimensione aziendale, quanto da una mancanza di informazioni» spiega ancora la Direttrice dell’Ufficio Ice a Sidney,

«In questo senso intendiamo venire incontro a tale esigenza veicolando maggiormente alle aziende interessate informazioni puntuali e tempestive sulle varie fasi di realizzazione dei progetti. È importante, anche se non imprescindibile, considerare anche l’ipotesi di partnership con operatori locali. Ciò permetterebbe

“valvole industriali” dell’associazione, «Per questo la cosa più importante per un’azione efficace è avere la possibilità di organizzare incontri mirati con partner o agenti con il quali sia possibile creare sinergie». È l’approfondimento, dunque, il punto chiave: «Se si vuole fare effettivamente business» continua Roveta,

Il mito dell’imprenditore che viaggia per il mondo con la “valigetta” è ancora vivo altresì di beneficiare in alcuni Stati di agevolazioni fiscali e potrebbe facilitare il contatto diretto con le grandi società di consulenza nel settore dell’engineering. Inoltre ricordiamo alle aziende, prima di partecipare a qualsiasi attività promozionale nei mercati esteri, di difendere la propria proprietà industriale registrando a proprio nome in quel mercato e in quelli adiacenti ad esso connessi i propri marchi e i propri brevetti». La parola agli imprenditori «Un’azienda che ha intenzione di affacciarsi su un mercato come quello australiano, deve necessariamente chiedersi come ottenere un approccio diretto che sia il più incisivo possibile», spiega Roberto Roveta, per anni Vice Presidente di Avr (l’Associazione italiana dei costruttori di valvole e rubinetteria) e capogruppo

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«credo sia decisivo avere il referente giusto con cui intraprendere rapporti di lavoro». «L’Australia è sicuramente un mercato su cui conviene investire» spiega Carlo Banfi, Presidente di Assopompe (Associazione italiana produttori di Pompe) e dell’Associazione europea Europump. Il settore delle pompe è in gran parte formato da imprese medio-piccole, ma ciò non rappresenta un ostacolo, anzi: «Da sempre ci distinguiamo per essere flessibili, e la dinamicità delle piccole e medie imprese italiane consente senza dubbio di essere presenti per operare in un Paese così lontano, eppure oggi sempre più vicino», conclude Banfi, «Il “mito” dell’imprenditore che prende in mano la valigetta e viaggia per il mondo è senz’altro cambiato nella forma, ma è tuttora assolutamente vivo». □ c.f.



CASE HISTORY

Intervista a Federico Golla, Amministratore delegato e Presidente di Siemens SpA

Gestione dei dati: oro del XXI secolo Siemens orientata alla “digital transformation” attraverso elettrificazione, digitalizzazione e automazione: comprendere e usare al meglio i dati e trasformarli in valore economico rappresenta un fattore di successo per clienti, società ed economia.

C

irca un terzo del business di Siemens deriva da investimenti in green economy. Quanto conta puntare su Efficienza energetica, Rinnovabili e Tecnologie ambientali? Direi molto di più di un terzo del business. Nel 2013 il fatturato proveniente dalle tecnologie ecocompatibili ha pesato per oltre il 40%. Ormai è assodato che nei paesi industrializzati le maggiori preoccupazioni riguardano proprio l’efficienza e in alcuni casi la protezione dell’ambiente. Non esiste tuttavia una ricetta unica, in futuro dovremo attingere a un’ampia gamma di misure differenti. E questo perché i sistemi energetici in tutto il mondo stanno diventando sempre più complessi. La catena di conversione lineare sta evolvendo in una matrice che comprende molti ruoli diversi di produttori e consumatori. Per questo motivo abbiamo orientato il nostro portfolio a partire dallo studio dei megatrend e degli scenari futuri che cambieranno il nostro pianeta. È un portafoglio che punta su prodotti per il risparmio energetico, su soluzioni e servizi per la salvaguardia delle risorse e per la produzione di energia eco-compatibile, su sistemi di trasmissione a bassa dispersione e su distribuzione intelligente attraverso le smart grid.

Quali investimenti sono stati fatti in questa direzione da Siemens nell’ultimo anno? Ad oggi nel mondo i ricercatori e sviluppatori sono complessivamente 29.800 di cui 17 mila ingegneri software. Nel 2013 globalmente abbiamo investito in ricerca 4,3 miliardi di euro, il 5,7% del fatturato globale. Il numero di brevetti ha raggiunto il record di 60 mila con un aumento del 5%. Il portfolio ambientale è un chiaro esempio della nostra capacità di allinearci ai grandi trend del nostro tempo, in questo caso il cambiamento climatico. Oltre a recare benefici per l’ambiente, questo portfolio ci consente di competere con successo in mercati attrattivi e generare una crescita profittevole. Nell’esercizio 2013 il fatturato del portfolio ambientale su basi comparabili ha raggiunto 32,3 miliardi euro. Le tecnologie ecofriendly hanno consentito ai nostri clienti in tutto il mondo di abbattere le emissioni di CO2 di 377 milioni di tonnellate, pari alla somma delle emissioni annue di 12 metropoli: Berlino, Città del Capo, Londra, Los Angeles, Melbourne, ma anche Città del Messico, Mosca, New York, San Paolo, Seul, Singapore e Tokyo.

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Foto © Siemens Italia

CASE HISTORY

Data management: 21st century gold! About one-third of Siemens’ business comes from investment in green economy. How important is it to focus on energy efficiency, renewable sources and environmental technology? I would say much more than a third of business. In 2013 turnover from eco-friendly technologies represented over 40%. Unquestionably, the major concerns of industrialised countries relate to efficiency and, in some cases, safeguarding the environment. But there is not one single solution – in the future we will have to use a broad range of different measures. This is because energy systems across the world are becoming increasingly complex. The energy conversion chain is evolving into a matrix that includes a wide variety of producers and consumers. This is why we have oriented our portfolio on the basis of a study of mega-trends and future scenarios that will change our planet. Our portfolio concentrates on energysaving products, on solutions and services that safeguard resources and produce eco-friendly energy, on low-dispersion transmission systems and on intelligent distribution through smart grids.

What investments has Siemens made in this direction in the past year? Today there is a total of 29,800 researchers and developers in the world, 17 thousand of whom are software engineers. In 2013 our global investment in research was 4.3 billion Euro, 5.7% of global turnover. Our number of patents increased by 5%, to a record 60 thousand. The environmental portfolio is a clear example of our ability to align with the broad trends of our time, in this case, climate change. As well as benefiting the environment, this portfolio enables us to compete successfully on interesting markets and generate profitable growth. In 2013, turnover of the environmental portfolio on comparable sales reached 32.3 billion Euro. Eco-friendly technologies allowed our clients worldwide to reduce CO2 emissions by 377 million tons, equivalent to total annual emissions for 12 cities: Berlin, Cape Town, London, Los Angeles, Melbourne, Mexico City, Moscow, New York, Sao Paolo, Seoul, Singapore and Tokyo. Your thoughts on the 2013 results for the building automation sector? During this last financial year we have improved our market quota, mainly for product sales, maintaining our leadership in the reference market. The principal new solutions related to our Total Building Solution

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CASE HISTORY nuova sede della Facoltà di Scienze di Venezia, la nuova Clinica Ospedale di Bolzano, Cinecittà a Roma. E nel settore dell’automazione industriale? Ancora una volta è stato una solida ed estesa performance di tutto il comparto industriale a costituire l’ampia base per il risultato di Siemens in Italia. Una performance all’insegna dell’eccellenza presso i numerosi target di riferimento, alcuni dei quali come i costruttori di macchine e gli Oem con uno spiccato orientamento all’export. In uno scenario non certo incoraggiante, il Settore Industry pur assistendo a un leggero declino in fatturato e ordinativi ha guadagnato quote di mercato e mantenuto la quarta posizione assoluta nel ranking Siemens a livello mondiale. Tra le tendenze che hanno caratterizzato queste prestazioni, vale la pena sottolineare l’orientamento al software sempre più spiccato. Siamo infatti in

Foto © Siemens Italia

Come commenta il bilancio del 2013 nel segmento building automation? Nel corso del passato esercizio fiscale abbiamo migliorato la quota di mercato, principalmente nella rivendita di prodotti, mantenendo la leadership nel mercato di riferimento. Nel campo delle soluzioni le novità principali sono quelle relative al Total Building Solution (Tbs), con l’introduzione nel mercato di tecnologie all’avanguardia nella gestione degli edifici come la total room automation. C’è da dire che la divisione Building Technologies ha operato in uno scenario in forte contrazione, specialmente nell’ambito delle soluzioni. Il fatturato si è contratto per effetto di fallimenti di società operanti sul mercato dell’installazione e della mancanza di liquidità. Dall’altra parte l’ordinato ha risentito della contrazione del mercato di riferimento di almeno il 7%. In ogni caso abbiamo portato a casa contratti significativi tra cui la

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CASE HISTORY prima linea per la realizzazione del cosiddetto Future of Manufacturing, o impresa digitale. Il futuro sembra orientato verso la gestione intelligente dei dati. L’esercizio 2013 ha segnato il consolidamento della strategia Siemens legata alla digital transformation che ha proprio l’obiettivo per i prossimi anni di focalizzare ulteriormente il portafoglio e migliorare la performance di tutti i settori di business su tre driver: elettrificazione, digitalizzazione e automazione. I dati sono la grande risorsa del XXI secolo, come lo sono state nel XX le materie prime, a cominciare da quelle fossili. Comprendere come usarli al meglio e trasformarli in valore economico rappresenta il fattore di successo per i nostri clienti, per la società nel suo complesso, per l’economia produttiva. L’insieme di tecnologie e di innovazioni che stanno dando vita alla digital transformation è paragonabile all’industria estrattiva del passato. Con la differenza che nel caso della rivoluzione digitale i giacimenti sono appunto digitali, e il loro sfruttamento non comporta un impatto ambientale. Quali scenari si aprono? E come sfruttarne le potenzialità? Questo trend inarrestabile porterà nei prossimi anni a uno scenario caratterizzato da automazione sempre più spinta e intelligente: robotica, biotecnologie, processi di business integrati, solo per citare alcuni esempi. L’intelligenza applicata all’hardware giocherà un ruolo cruciale: l’integrazione di fabbrica verso le nuove frontiere dell’Industry 4.0, come anche le soluzioni per la rete elettrica smart sono chiari esempi di cosa significhi per Siemens l’evoluzione digitale del portafoglio prodotti e delle proprio soluzioni. I progressi nell’automazione offrono la possibilità di progettare e ideare sistemi e processi in grado anche di affrontare e risolvere le grandi sfide della sostenibilità. Un posizionamento in linea con quello del Paese, come dimostra la scelta del Ministero dell’Università e della Ricerca di dedicare alla “fabbrica intelligente” uno dei nove Cluster Tecnologici Nazionali. □ c.f.

(TBS) and introduction onto the market of cutting-edge technologies for building management such as total room automation. It should be said that the Building Technologies division has operated in a strongly shrinking scenario, particularly as far as solutions are concerned. Turnover fell due to the failure of companies working in the installation market and to lack of liquidity. Orders also suffered owing to a decline in the reference market of at least 7%. Despite this, we did win some important contracts, including the new headquarters of the Faculty of Science in Venice, the Hospital Clinic in Bolzano and Cinecittà in Rome. And what about the industrial automation sector? Once again, the solid, overall performance of the entire industrial sector represented the broad base of Siemens’ Italian results. A performance based on excellence for all our many targets, some of whom – machinery manufacturers and OEMs – are strongly export-oriented. The scenario was anything but encouraging, yet despite a slight fall in turnover and orders our Industry Sector gained market quota and stayed in fourth position in the Siemens ranking worldwide. Looking at the trends behind this performance, a growing focus on software is worth noting. Indeed, we are in the forefront of the so-called Future of Manufacturing, or digital enterprise. The future appears oriented towards intelligent data management 2013 marked consolidation of Siemens’ strategy in connection with digital transformation, whose objective for the coming years is to further focus our portfolio and improve performance in all business sectors based on three things: electrification, digitization and automation. The great resource of the 21st century is data, just as raw materials – especially fossil fuels – were that of the 20th century. Understanding how to use data better to transform it into economic value is a factor of success for our clients, for society overall and for the productive economy. The technologies and innovations that are fuelling digital transformation might be compared with the mining industry in the past. Except that the deposits of the digital revolution are just that - digital - and their exploitation has no environmental impact. What scenarios are opening up? How can their potential be exploited? This unstoppable trend will lead, in coming years, to a scenario of increasingly strong, intelligent automation - robotics, biotechnologies, integrated business processes, to cite just a few examples. Intelligence applied to hardware will play a crucial role. Organising factories towards the new frontiers of Industry 4.0, as well as solutions for a smart electricity network, are clear examples of what digital development of their product portfolio and solutions means to Siemens. Advances in automation make it possible to design and create systems and processes that can also address and solve the great challenges of sustainability. Positioning in line with that of Italy, where the Ministry of Universities and Research has chosen to dedicate one of the nine Technology Clusters to the “intelligent factory”. □

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PROGETTO DOGANA FACILE | Estero

TRE Nella foto: momento di festa durante l’Ashura Day a Teheran. © Ricardo Fernandez Quijada

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PROGETTO DOGANA FACILE | Estero

Teheran limita l’utilizzo di uranio arricchito e componenti per processi nucleari. Nuovo Regolamento Ue allenta le sanzioni

GUA

Per la meccanica

Iran 47 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

si riapre un mondo

di Katia Morichetti Easyfrontier, Progetto Dogana Facile


PROGETTO DOGANA FACILE | Estero

Tregua IRAN UE allenta le sanzioni

I

l 24 settembre 2013 il neoeletto presidente dell’Iran Hassan Rohani, intervenendo all’assemblea dell’Onu, dichiarò che il suo Paese era pronto ad avviare un negoziato immediato sul dossier nucleare. In particolare, Rohani dichiarò di mirare al raggiungimento di un accordo-quadro con gli Stati Uniti e, riprendendo l’interpretazione delle recenti elezioni iraniane data da Barack Obama innanzi alla stessa assemblea poche ore prima, dichiarò che i cittadini iraniani, scegliendo lui, avevano espresso «una preferenza per la moderazione e il dialogo».

Nel suo intervento, Obama aveva già annunciato la volontà di una ripresa di un dialogo con Teheran, che segnerebbe l’inizio del disgelo dopo un’ostilità durata trentaquattro anni. Il 24 novembre 2013, due mesi esatti dopo l’intervento di Rohani all’Onu, è stato siglato a Ginevra un accordo sul programma nucleare iraniano tra Teheran e il gruppo dei 5+1: Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Cina, Francia e Germania. L’intesa è provvisoriamente entrata in vigore il 20 gennaio 2014 e le parti avranno tempo fino al 20 luglio per siglare un’intesa definitiva.

Normativa comunitaria • •

Regolamento (CE) N. 423/2007 del Consiglio del 19 aprile 2007concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran Regolamento (UE) N. 961/2010 del Consiglio del 25 ottobre 2010 concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran e che abroga il regolamento (CE) n. 423/2007 Regolamento di esecuzione (UE) n. 503/2011 del Consiglio del 23 maggio 2011, che attua il regolamento (UE) n. 961/2010 concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran Regolamento (UE) N. 264/2012 del Consiglio del 23 marzo 2012 che modifica il regolamento (UE) n. 359/2011 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Iran Regolamento (UE) N. 267/2012 del Consiglio del 23 marzo 2012 concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran e che abroga il regolamento (UE) n. 961/2010 Regolamento di esecuzione (UE) N. 350/2012 del Consiglio del 23 aprile 2012 che attua il regolamento (UE) n. 267/2012 concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran Regolamento (UE) N. 1263/2012 del Consiglio del 21 dicembre 2012 che modifica il regolamento (UE) n. 267/2012, concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran

Tabella 1: Quadro normativo in tema di embargo verso l’Iran l’industria meccanica 689 | 48

Ue decreases penalties. For Mechanical industry a world is open. On 24th September 2013 the newly elected president of Iran, Hassan Rouhani, speaking to the UN general assembly, stated that his country was ready to start negotiations immediately on the nuclear question. Rouhani said he aimed to reach a framework agreement with the United States and, referring to the interpretation of the recent elections in Iran given by Barack Obama before the same assembly just a few hours before, he said that Iranian citizens, by voting for him, had expressed “a preference for moderation and dialogue”. In his speech, Obama had already announced the wish to renew dialogue with Tehran, marking the beginning of distension after hostilities that have lasted thirty-four years. On 24th November 2013, exactly two months after Rouhani’s speech to the UN, an agreement regarding Iran’s nuclear programme was signed in Geneva between Tehran and the P5+1 group of the United States, Russia, United Kingdom, China, France and Germany. The agreement temporarily entered into force on 20th January 2014 and the parties have until 20th July to sign a definitive agreement. Under the agreement, Iran will cap its uranium enrichment at 5 percent and reduce its reserves of enriched uranium to 20%. It will authorise IAEA (International Atomic Energy Authority) inspectors to make daily visits to the nuclear plants of Natanz and Fordo and it will not go ahead with expansion of the Arak plant, suspected of producing plutonium. If Iran respects the agreement for six months, not only will no further nuclearrelated sanctions be imposed, but there will be a reduction in sanctions of about 7 billion dollars in industrial sectors fundamental to the Iranian economy, with direct effects on the economy of European countries who trade with Iran, Italy included. Iran is the second largest economy in the Middle East, after Saudi Arabia. It is a country


PROGETTO DOGANA FACILE | Estero

Teheran restricts use of uranium for nuclear processes with enormous potential for development and very attractive to Italian businessmen. Indeed Italy, of all the European partners, is in first place in terms of overall trade and in second place, after Germany, as a supplier, as trade statistics between the two countries demonstrate. In the first seven months of 2012 (latest available ISTAT data from the National Institute for Foreign Trade), Iran’s imports from Italy dropped by 19.83% over the same period in 2011, for an amount of 835.42 million Euro. Iranian exports dropped by 30%, for an amount of 2.19 billion Euro. Other European countries had similar trends, deriving from the latest, stricter sanctions package – on which more later – that hit hard supplies of equipment, accessories and spare parts for the energy sector and further restricted banking and financial channels available to Europe. On 24th March 2012 the European Union adopted Council Regulation (EU) no.267/2012 concerning restrictive measures against Iran, repealing and replacing the previous Regulation (EU) no.961/2010. The aim of the new regulation was to exercise pressure on the Tehran government to definitively abandon their plans for nuclear expansion. Import and export trade with the Islamic Republic of Iran are currently still subject to restrictive measures of a commercial and financial nature. Regulation no.267/2012, in particular, defines materials, equipment and technology covered by an export ban (more or less the dual-use goods in Regulation no.428/2009), which might be used by Iran for nuclear proliferation, apart from specific cases enumerated in Annex I and II, as well as goods and technology requiring prior authorisation before export, sale, supply or transfer (Annex III). The Regulation also contains a list of products (oil, petrochemicals, naval technology, gold, precious metals and diamonds,

software) that cannot be traded with Iran and for which prior authorisation is not available. Restrictions also apply to technical assistance for the goods listed in the sanctions. Article 30 and 30 bis contain restrictions on transfers of funds and financial services, with mandatory request for prior authorisation for financial transfers from or to Iranians. This is normally handled by the banks. Lastly, the Regulation stipulates that funds and economic resources of persons, entities and bodies listed in Annexes VIII and IX shall be frozen. On Monday 20th January, Foreign Minister Mohammad Javad Zarif confirmed on his Facebook page that the agreement with the five permanent members of the UN Security Council plus Germany had begun to be applied. Later that morning, suspension of uranium enrichment and shutdown of the Nataz and Fordo plants were confirmed. With the interim nuclear agreement in force, there was a temporary relaxation of the six-month economic sanctions by the USA and European Union. The Regulation implementing the measures relaxing sanctions, decided by the Council, published in the Official Journal of the European Union on 20th January, comprised several elements: the limit for financial transactions to and from Iran was raised from 40,000 to 400,000 Euro, with the aim of increasing financial transfers for activities not under embargo. Relaxation of sanctions also concerned the embargo on oil exports and trade in gold and precious materials, as well as related services, including insurance for Iranian crude oil. Also, 4.2 billion dollars of Iran funds overseas were unfrozen. Suspension of sanctions will also allow trade with companies controlled by the Iranian Oil Ministry, although the ministry remains subject to sanctions.

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In base all’accordo l’Iran dovrà interrompere l’arricchimento di uranio al di sopra del 5 per cento e ridurre le sue riserve di uranio arricchito al 20%, autorizzare gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) a fare visite quotidiane agli impianti nucleari di Natanz e Fordo e non procedere all’ampliamento dell’impianto di Arak, sospettato di produrre plutonio. L’intesa prevede che, qualora l’Iran rispetti l’accordo per sei mesi, non solo non saranno imposte nuove sanzioni legate al programma nucleare, ma si giungerà a un alleggerimento delle sanzioni per circa 7 miliardi di dollari in settori industriali fondamentali nell’economia iraniana, con diretti riflessi sulla economia dei Paesi europei che intrattengono rapporti commerciali con l’Iran, tra cui l’Italia: l’Iran, seconda economia in Medioriente dopo l’Arabia Saudita, è un Paese con altissime potenzialità di sviluppo e di grande appetibilità per gli operatori italiani. Tra i partner europei, l’Italia si conferma infatti al primo posto in termini di interscambio complessivo e al secondo posto, dopo la Germania, tra i fornitori, come testimoniato dai dati sugli scambi commerciali tra i due Paesi. Nei primi sette mesi del 2012 (ultimi dati Istat disponibili, forniti dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero) le importazioni dell’Iran dall’Italia hanno registrato una diminuzione del 19,83% rispetto all’analogo periodo del 2011, per un valore di 835,42 milioni di euro. I dati sulle esportazioni iraniane mostrato una flessione del 30%, per


PROGETTO DOGANA FACILE | Estero un valore di 2,19 miliardi di euro. L’andamento è analogo per gli altri Paesi europei, e trova origine dall’inasprimento dell’ultimo pacchetto di sanzioni adottate dall’Ue – che approfondiremo in seguito – che hanno pesantemente colpito gli approvvigionamenti di attrezzature, accessori e parti di ricambio destinati al settore energetico e ulteriormente ristretto i canali bancari e finanziari percorribili dall’Europa. Il 24 marzo 2012, con il dichiarato scopo di esercitare una pressione sul governo di Teheran ad abbandonare definitivamente i propri progetti di espansione nucleare, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il Regolamento (UE) n. 267/2012 concernente misure restrittive nei confronti dell’Iran, che abroga e sostituisce interamente il precedente Regolamento (UE) n. 961/2010. Le attività di import ed export nei confronti della Repubblica islamica dell’Iran al momento sono ancora soggette a misure restrittive di carattere sia commerciale sia finanziario: il Regolamento n. 267/2012 definisce, in particolare i materiali,

le attrezzature e le tecnologie di vietata esportazione (sostanzialmente riconducibili alle merci previste dalla normativa dual use di cui al Regolamento n.428/2009), in quanto suscettibili di essere usati dall’Iran a fini proliferativi, fatte salve ipotesi specifiche di deroga (allegati I e II) nonché i beni e le tecnologie la cui esportazione, vendita, fornitura o trasferimento è sottoposta ad autorizzazione preventiva (allegato III). Il Regolamento contiene inoltre l’elenco di prodotti (petrolio, prodotti petrolchimici, tecnologie navali, oro, metalli preziosi e diamanti, software) il cui commercio con l’Iran è vietato senza possibilità di preventiva autorizzazione. Le restrizioni riguardano anche l’assistenza tecnica relativa ai beni identificati dalle misure restrittive stesse. Gli articoli 30 e 30 bis contengono inoltre le restrizioni relative ai trasferimenti di fondi e ai servizi finanziari, comportanti l’obbligo di richiedere l’autorizzazione preventiva per i trasferimenti finanziari da e verso soggetti iraniani, la cui gestione è in genere rimessa alle banche.

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Infine, il Regolamento prevede il congelamento di fondi e risorse economiche verso soggetti ed entità, elencati negli allegati VIII e IX. Lunedì 20 gennaio, dalla sua pagina Facebook, il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha confermato che è iniziata l’applicazione dell’accordo raggiunto con i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania, e in tarda mattinata è stata confermata la sospensione delle attività di arricchimento dell’uranio e lo stop degli impianti di Nataz e di Fordo. Con l’entrata in vigore dell’accordo nucleare ad interim entra in vigore un allentamento temporaneo della durata di sei mesi delle sanzioni economiche da parte di Usa e Unione europea. Il Regolamento che recepisce le misure concernenti l’alleggerimento sanzionatorio deciso dal Consiglio, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 20 gennaio, interviene su vari fronti: viene innalzato il tetto delle transazioni finanziarie da e verso l’Iran, da 40.000 a 400.000 euro, con l’obiettivo di


PROGETTO DOGANA FACILE | Estero aumentare i trasferimenti finanziari relativi ad attività non sotto embargo. L’alleggerimento sanzionatorio riguarda inoltre l’embargo verso le esportazioni petrolifere e il commercio di oro e di materiali preziosi nonché i servizi a questi collegati, compresa l’assicurazione delle esportazioni iraniane di greggio; saranno inoltre scongelati 4,2 miliardi di dollari di fondi dell’Iran all’estero. La sospensione sanzionatoria consentirà inoltre gli scambi commerciali con aziende controllate dal Ministero iraniano del petrolio, anche se il dicastero rimane soggetto alle sanzioni. È di tutta evidenza come il procedimento di monitoraggio finanziario abbia rappresentato l’elemento di maggior preoccupazione per l’industria meccanica, comportando tempi di attesa lunghissimi e incompatibili con le dinamiche del commercio mondiale; tali procedure, lungi dallo scalfire la capacità commerciale iraniana, hanno finito con il favorire il commercio con Paesi che non le hanno adottate, come ad esempio la Cina, o che seguono iter autorizzativi più rapidi.

Nessun intervento, invece, sugli elenchi di materiali esportabili in Iran. Presumibilmente, non si arriverà a un recupero dell’intero interscambio tra Italia ed Iran, ma si spera in un recupero significativo: già dall’innalzamento del tetto del monitoraggio finanziario deriverebbero molti vantaggi per le imprese italiane: l’ammorbidimento delle sanzioni verso l’Iran va considerata con grande interesse, soprattutto per le grandi potenzialità di questo Paese, che ha sempre visto l’Italia come un valido e apprezzato interlocutore. In questo quadro, utilizzare la procedura di domiciliazione promossa dal Progetto Dogana Facile, rende più semplici le esportazioni verso l’Iran di materiali non soggetti ad embargo: infatti, una volta ottenuta l’autorizzazione ad operare in procedura domiciliata, l’ufficio doganale competente per i controlli si identificherà in quello del luogo in cui ha sede l’azienda autorizzata, il quale conoscerà a sufficienza i prodotti dell’azienda stessa, facilitando le attività commerciali verso tale Paese. □

It is obvious that the financial monitoring process has been the chief worry of mechanical industries, involving extremely long waiting times that are incompatible with the dynamics of global trade. These procedures were unsuccessful in hitting at Iran’s trading abilities, indeed they resulted in encouraging trade with countries that had not adopted them, such as China, or who gave faster authorisation. No change, on the other hand, in the lists of materials that can be exported to Iran. It is unlikely that all trade between Italy and Iran will be recovered, but there is hope for a significant portion - raising the limit for financial monitoring will already bring many advantages to Italian businesses. The relaxation of sanctions to Iran merits great consideration, especially for the enormous potential of that country, which has always considered Italy as a solid, reliable partner. In this context, the clearance procedure promoted by Progetto Dogana Facile will simplify exporting materials not under embargo to Iran. Once authorisation is obtained for customs procedure in-house, the customs office responsible for controls will identify the local one where the company is located, which will be familiar with the company’s products, facilitating trade towards that country. □

Progetto Dogana Facile a MCE I consulenti del Progetto Dogana Facile saranno presenti a MCE nelle giornate di mercoledì 19 marzo e giovedì 20, dalle ore 10:30 alle 17:00, per mettere gratuitamente a disposizione delle aziende la loro competenza ed esperienza. Il Progetto Dogana Facile è stato istituito da ANIMA in collaborazione con Easyfrontier, società leader in materia doganale, al fine di supportare le Associate negli scambi con l’estero, attraverso consulenza specifica, formazione ad hoc e assistendo le aziende nell’acquisizione delle semplificazioni doganali, quali certificazione AEO, Procedura Domiciliata e Status di Esportatore Autorizzato. Per tutte le aziende che vogliano approfondire aspetti relativi all’import/export, sia che necessitino di una prima consulenza, di approfondimenti o di informazioni riguardo le semplificazioni Doganali e i servizi offerti dal Progetto Dogana Facile, è possibile fin d’ora riservare una visita presso il proprio stand (segnalando l’appartenenza a ANIMA) o presso la saletta appositamente riservata nella Sala Lounge ANIMA. 51 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

SAVE THE DATE WWW.INDUSTRIAMECCANICA.IT CONTATTI: Carmela Massaro, Responsabile Progetto Dogana Facile tel. 02-45418305 email: massaro@anima.it.

0 19 e 2ZO MAR


RUBRICA | Expo 2015

Came

apre i cancelli di Expo

In occasione della partnership con Expo Milano 2015, l’azienda ha sviluppato un innovativo sistema modulare di controllo accessi per
la gestione dei dispositivi
 di automazione per gli ingressi pedonali e veicolari.

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RUBRICA | Expo 2015

Intervista a Paolo Menuzzo, Presidente Came Group ontrollo, sicurezza, comunicazione e connettività: Expo 2015 è un punto di partenza per partecipare a un modello di smart city su Milano. Came si inserisce nel progetto in qualità di partner tecnologico dell’Esposizione universale. Si può dire che Came “aprirà le porte di Expo”, in cosa consiste la partnership? La partnership siglata con Expo Milano 2015 prevede lo sviluppo di un innovativo modello di controllo accessi per la sorveglianza, il comando e la regolazione dei dispositivi di automazione degli ingressi pedonali e veicolari, dei parcheggi, dei padiglioni e delle altre infrastrutture del sito espositivo per regolare l’entrata di operatori e visitatori. Il sistema di controllo accessi dovrà gestire anche picchi di 250 mila persone, con forti concentrazioni nelle prime due ore di apertura dell’Esposizione Universale. Gli accessi perimetrali del sito espositivo saranno controllati da 250 tornelli automatici, 40 dei quali sono stati appositamente progettati per gestire l’ingresso dei visitatori diversamente abili. La fornitura si completerà con l’integrazione di automazioni per cancelli scorrevoli e per barriere stradali e con 80 dissuasori per la protezione e la selezione delle entrate perimetrali di passaggi carrai. Il sistema integrato di controllo accessi comprenderà anche 100 dispositivi palmari che funzioneranno come dispositivi mobili per il controllo e la selezione di staff e visitatori. Non solo tecnologia fine a sé stessa: la parola chiave per Came è “integrazione”? Ha colto nel segno. Il concetto di integrazione è il fulcro della piattaforma tecnologica sviluppata per Expo Milano 2015 che è in grado di far dialogare il nuovo tornello che abbiamo progettato per l’Esposizione Universale con qualsiasi tipo di titolo d’ingresso, in formato cartaceo, Qr Code, Rfid o Nfc per consentire l’accesso dei visitatori e degli espositori anche da mobile, utilizzando smartphone e tablet. Pensato per integrarsi con le tecnologie di tutti i partner di Expo Milano 2015, ciascun tornello è, inoltre, predisposto nativamente per il collegamento con la lettura biometrica che permette l’ingresso esclusivamente a personale qualificato e abilitato. Expo può essere un trampolino di lancio per connettersi con un modello di comunicazione tecnologica con altri grandi gruppi e partecipare a un modello di Smart City su Milano? L’Esposizione Universale del 2015, rappresenta per

CAME opens the gates for Expo The company has developed an innovative modular system of access control for the management of automation devices for vehicular and pedestrian entrances. Interview with Paolo Menuzzo, President of Came Group We could say that CAME “will open the doors of Expo” – what does this partnership involve? The partnership agreement with Expo Milano 2015 will give rise to an innovative model of access control for surveillance, command and control of the automated devices fitted at pedestrian and vehicular entry points, as well as entrances to car parks, pavilions and other infrastructure of the exhibition grounds to control entry of operators and visitors. The access control system will also have to handle peaks of 250 thousand people mostly concentrated during the first two hours of opening of the Universal Exposition. There will be 250 automated turnstiles controlling the entry points around the perimeter of the expo grounds, 40 of which are specifically designed for the physically challenged CAME will also supply automation for sliding gates and traffic barriers as well as 80 rising bollards to help protect and select vehicular entries around the Expo perimeter. This integrated access control system will also include 100 hand-held devices to be used as mobile devices for controlling and selecting staff and visitors. Not just technology for its own sake - is the key word for CAME “integration”? That’s it! The concept of integration is pivotal for the technology platform developed for Expo Milano 2015, which makes the new turnstile we have designed for the Universal Exposition able to communicate with any entry accreditation, whether it is in paper form, QR Code, RFID or NFC, in order to grant access to visitors and exhibitors alike, even using their mobile phones, Smartphones and tablets. Engineered to seamlessly integrate with the technologies of Expo Milano 2015’s partners, each turnstile is also natively equipped with biometric reading software to allow entry exclusively to cleared and authorized persons. Might Expo be a springboard for connecting with a model of technological communication with other big groups and taking part in a Smart City model for Milan? The Universal Exposition of 2015 is for CAME a springboard for developing a cooperative technology platform and for contributing, with other companies, to creating the Digital Smart City. To this end, we have developed a solution that anticipates the future needs

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Expo Milano 2015

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RUBRICA | Expo 2015 Came un trampolino di lancio per sviluppare una piattaforma tecnologica cooperativa e contribuire, insieme ad altre aziende, alla realizzazione della Digital Smart City. In quest’ottica abbiamo sviluppato una soluzione studiata per anticipare i bisogni del territorio e lasciare in eredità alla città, al termine dell’evento, un modello tecnologico di riferimento all’avanguardia, sia per le strutture sia per le infrastrutture urbanistiche. Si tratta di un sistema totalmente nuovo, in grado di dialogare con le tecnologie di controllo, sicurezza, sorveglianza e connettività più efficienti presenti oggi sul mercato. Siamo lieti di mettere la nostra esperienza internazionale nella gestione di sistemi urbani complessi al servizio di Expo Milano 2015: ci consideriamo un civil servant perché la nostra capacità di dialogare e collaborare con gli altri partner dell’esposizione universale ci ha consentito di realizzare un modello tecnologico all’avanguardia in grado di anticipare e rispondere ai bisogni futuri delle strutture e infrastrutture urbanistiche del territorio. Quali sono le altre realtà coinvolte nel progetto? Le aziende coinvolte nel progetto sviluppato per Expo Milano 2015 sono realtà italiane che operano prettamente nel settore tecnologico. Prime fra tutte segnalo Best Union, nostro partner nella realizzazione del sistema di controllo accessi che sarà interamente gestito dai loro software di biglietteria. Collaboriamo anche con altre importanti realtà del nostro Paese come Telecom, Eutelsat, Banca Intesa, Eurotech, Selex perché le loro tecnologie dialogano in maniera collaborativa all’interno della nostra piattaforma. Come italiano sono quindi orgoglioso di lavorare al fianco di eccellenze italiane per realizzare un progetto di questa portata, capace di lanciare anche un segnale positivo promuovendo, attraverso i propri prodotti e le soluzioni sviluppate, il valore del “Made in Italy” all’estero. Oggi all’estero il nostro Pese è apprezzato per la moda, il design e l’agroalimentare: è quindi indispensabile valorizzare la capacità e il valore del pensare e progettare italiano anche nel settore tecnologico e della domotica. La gestione degli accessi all’Esposizione Universale può essere un’occasione per diffondere la cultura della sicurezza? Il progetto sviluppato per Expo è il tassello di un percorso volto a diffondere la cultura della sicurezza che fa parte da sempre del nostro Dna. Basti pensare che nel 2006 abbiamo introdotto la tecnologia En Tested che ha rivoluzionato il mercato dell’automazione, anticipando il Decreto Legge del 2008 sulla sicurezza degli impianti e fornendo agli installatori un prodotto che faceva della sicurezza il valore portante. Attraverso una serie di

of the territory and, after the event, will leave the city a state-ofthe-art reference model, both for its structures and infrastructures. This is a totally new system that talks to all of the most efficient control, security, surveillance and connectivity systems available on the market today We are thrilled to put our international experience into managing complex urban systems to service Expo Milano 2015 - we consider ourselves to be “civil servants” because our capacity to talk and collaborate with the other partners of the Universal Exposition has enabled us to develop a cutting-edge, hi-tech model that can anticipate and respond to the future structural and infrastructural needs of the territory. Who else is involved in the project? The companies involved in this project for Expo Milano 2015 are Italian ones, mostly operating in the technology sector. First and foremost I would mention Best Union, our partner in creating the access control system, which will be entirely run by their ticketing software. We also collaborate with other important Italian companies such as Telecom, Eutelsat, Banca Intesa, Eurotech and Selex, because their technology communicates in a collaborative manner inside our platform. So as an Italian, I’m proud to be working alongside top Italian companies on such an important project, which can also send out a positive message and, through its products and solutions developed, can raise the status of Italian production abroad. Today our country is famous for fashion, design and the agro-food industry - now it is essential to increase the ability and value of Italian thinking and design in the technology and domotics sector, too. Could controlling access at the Universal Exposition be a chance to disseminate a culture of safety? The Expo project is part of a process undertaken to disseminate a culture of safety that has always been close to our heart. Just think that in 2006 we introduced the EN-tested technology that revolutionised the automation market, long before the Decree Law in 2008 on safety of installations, giving installers a product strongly based on safety. Through a series of cross checks between our automations and the products of different European companies, we guarantee that our motors and our systems are tested to the rigorous criteria of European standards on impact force. Only in this way can we guarantee that our motors and systems can effectively react to accidental contact without any risk to users and are in line with current standards. The turnstile developed for the Universal Exposition, for example, will have over a year of fieldtesting and so far we have simulated tests 10 times harder than those normally required.

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Expo Milano 2015

RUBRICA | Expo 2015

Stretta di mano fra il Presidente di Came Group Paolo Menuzzo e Giuseppe Sala, Commissario Unico Expo 2015

controlli incrociati tra le nostre automazioni e i prodotti di differenti aziende europee, garantiamo che i nostri motori e i nostri sistemi sono testati secondo i rigorosi criteri della normativa europea in materia di forze di impatto. Solo così possiamo garantire che i motori e i sistemi prodotti siano effettivamente in grado di reagire al contatto accidentale senza alcun rischio per chi li utilizza e siano in linea con gli standard imposti dalla normativa vigente. Il tornello sviluppato per l’Esposizione Universale, per esempio, verrà testato per oltre un anno sul campo, per ora abbiamo simulato test di lavoro 10 volte superiori a quelli normalmente richiesti. □ c.f.

Tecnologia per sviluppo di una Digital Smart City

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NEWS | per le imprese

Un market place fra Expo e imprese D

i recente Expo 2015 SpA ha lanciato il Catalogo per i Partecipanti ad Expo 2015 che fungerà da strumento di contatto tra partecipanti ufficiali e sistema delle imprese per la fornitura di lavori, beni e servizi per la costruzione, allestimento e gestione dei self-built Pavilions, i cui investimenti sono stimati in circa un miliardo di euro. Il catalogo, progettato con una collaborazione fra Confindustria ed Expo 2015 SpA insieme alle Associazioni di categoria, è configurato come un market place virtuale, supportato da una piattaforma telematica che metterà in contatto i partecipanti con imprese per la potenziale fornitura di lavori, beni e servizi, è aperto a tutte le imprese italiane iscritte al Registro delle imprese e incentiva l’aggregazione delle imprese, secondo le forme previste dalla normativa (consorzi, reti 
d’impresa, Rti, ecc). Il catalogo permette alle imprese di presentarsi ai partecipanti attraverso sistemi di ricerca (filtri/ricerche per parola) 
che ne visualizzano le caratteristiche distintive. È inoltre realizzato in tre lingue ufficiali (italiano, inglese e francese). Procedura di registrazione Registrazione attraverso il dispositivo di firma digitale consultando la guida all’iscrizione e ricevimento di conferma dell’avvenuta registrazione (sul sito di Expo 2015 Spa sono disponibili la guida all’Iscrizione; il Regolamento; l’elenco delle categorie merceologiche). L’iter di registrazione si articola

Al via il Catalogo per i partecipanti ufficiali attraverso 5 tappe. Selezione della fascia di fatturato dell’azienda, conferma dei dati anagrafici caricati automaticamente dal Registro delle Imprese,
accettazione del Regolamento di utilizzo e pagamento di una fee variabile a seconda del fatturato annuo aziendale: 100 euro per fatturato 0-2 milioni euro (micro impresa); 300 euro per fatturato compreso tra 1 e 50 milioni (piccole-medie imprese); 500 per fatturato maggiore di 50 milioni (grandi imprese). Il completamento del profilo aziendale avviene attraverso l’inserimento di descrizioni delle caratteristiche distintive auto dichiarate o prelevate da banche dati (certificazioni, presenza di sistemi di gestione integrata, esperienze in grandi eventi, altre Expo internazionali), link a video e siti aziendali. Categorie merceologiche Le imprese si presentano per le categorie merceologiche corrispondenti al loro codice Ateco. Il Catalogo per i partecipanti non è una piattaforma di eProcurement ma rappresenta un database accessibile ai Paesi partecipanti attraverso il sistema utilizzato da Expo 2015 SpA per gestire le relazioni e lo scambio informativo con i Partecipanti Ufficiali (Participant Data Management System). l’industria meccanica 688 | 56

Attraverso la piattaforma i Paesi potranno selezionare i propri fornitori con diversi sistemi di ricerca (categorie/filtri/ricerche per parola) e le aziende iscritte al catalogo potranno essere contattate dei Paesi ricevendo richieste tramite il sistema di messaggistica predisposto. Progettazione (architettura, ingegneria-strutture, esperti, ingegneria-impianti, ingegneria, mobilità, verde, cantiere)
Costruzione (edilizia, impianti)
Forniture (materiali da costruzione, allestimenti e arredo, impianti, verde, prodotti per la gestione dell’evento) Servizi (servizi di progettazione e costruzione). Sulla piattaforma saranno disponibili ai Paesi anche la Guida dei Partner di Expo 2015 (le aziende che hanno siglato partnership onerose con Expo) e il Catalogo SIExpo2015 (www.siexpo2015.it) dedicato a prodotti e materiali ecosostenibili e innovativi relativi ai settori di costruzioni e allestimenti, arredo per interni, arredo urbano, packaging e complementi fieristici.

ACCESSO AL CATALOGO ONLINE Le imprese hanno accesso al catalogo attraverso il sito web di Expo 2015 http://fornitori.expo2015.org


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NEWS | dall’Europa

COSME, ossigeno per le PMI A

ccesso ai finanziamenti, accesso ai mercati, condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle imprese dell’Unione Europea, imprenditorialità e cultura imprenditoriale. Sono gli ambiti di intervento del Work Programme per il 2014 del Cosme, il Programma per la Competitività delle imprese e delle piccole e medie imprese, pubblicato lo scorso 30 gennaio. Da qui al 2020, il programma aiuterà circa 350 mila imprese, soprattutto Pmi, che beneficeranno di credito e capitali di rischio che altrimenti non otterrebbero, per un impatto stimato di oltre 20 miliardi di prestiti e 4 miliardi di capitali di rischio. Ma oltre alle imprese saranno anche gli aspiranti imprenditori a beneficiarne per creare una propria impresa, così come la Pubblica amministrazione, che potrà ricevere assistenza per elaborare riforme che migliorino il contesto per il business. Sul piatto, per i prossimi 7 anni, ci sono 2,3 miliardi di euro, per favorire la cultura dell’imprenditorialità e rafforzare la competitività sostenibile delle imprese europee di cui circa la metà devoluta direttamente alle imprese grazie ai vari strumenti finanziari previsti, mentre l’altra metà destinata al finanziamento della rete Enterprise Europe Network (una rete di sostegno delle imprese europee che sostiene le Pmi nel loro processo d’internazionalizzazione e innovazione; la rete comprende 572 organizzazioni, riunite in circa 70 consorzi, fra cui Camere di Commercio, Unioni Regionali, Aziende Speciali, Agenzie regionali di sviluppo e Centri tecnologici universitari).

Pubblicato il Work Programme per la competitività di imprese e Pmi per il 2014 Una dotazione finanziaria importante dunque, che di fatto continuerà le attività del Cip (Programma quadro per la competitività e l’innovazione attivo dal 2007 al 2013) di cui raccoglie in gran parte l’eredità, ma con più fondi per l’accesso al credito e il capitale di rischio. Ma il programma Cosme darà i frutti sperati? I dati riferiti al Cip autorizzano ad essere ottimisti, grazie a fondi Ue dati in garanzia per prestiti e venture capital, infatti, si calcola che quest’ultimo abbia concorso alla creazione di circa 220 mila posti di lavoro grazie a un finanziamento di circa 250 mila piccole e medie imprese (a partire dal 2009) che non avrebbero potuto in altro modo ottenere credito. Tanto più che un grosso aiuto alle imprese deriverà anche dai fondi regionali Ue per il 2014-2020 e nell’ambito del programma per l’innovazione e la ricerca Horizon 2020. Per migliorare l’accesso ai finanziamenti destinati alle Pmi sotto forma di capitale o debito, sono di particolare interesse le azioni in grado di colmare il gap fra una cultura finanziaria e le esigenze di crescita delle piccole e medie imprese. È prevista, infatti, la creazione di un fondo (Equity Facility for Growth) di supporto alla crescita dimensiol’industria meccanica 688 | 58

nale delle imprese tramite il ricorso al venture capital, e del Loan Guarantee Facility, strumento che faciliterà l’accensione di prestiti per un importo fino a 150mila euro per tutti i tipi di piccole e medie imprese. Entrambi questi strumenti saranno gestiti dal Fei (Fondo europeo per gli investimenti) in accordo con le istituzioni finanziarie degli Stati membri. Per agevolare l’accesso ai mercati sia Ue che extra Ue, il programma fornirà il necessario sostegno commerciale alle Pmi con il sostegno alla cooperazione industriale internazionale, in particolare per ridurre le differenze nei contesti normativi e imprenditoriali tra l’Ue e i suoi principali partner commerciali. Le attività di promozione dell’imprenditorialità, invece, comprenderanno lo sviluppo di abilità e attitudini imprenditoriali, in particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne; iniziative già esistenti come la Sme Week e il programma di mobilità tra imprenditori saranno mantenuti e rafforzati. Va aggiunto che il Work Programme del 2014 appena pubblicato, prevede l’implementazione di 38 azioni, con un budget di 260 milioni di euro. Più di 163 milioni saranno dedicati espressamente per gli strumenti finanziari collegati all’obiettivo accesso ai finanziamenti. Il Programma Cosme verrà implementato dalla Commissione europea attraverso l’Eaci, Agenzia esecutiva per la Competitività e l’Innovazione, mentre per quanto riguarda la parte che si riferisce agli strumenti finanziari, responsabile della gestione sarà il Fei. □ c.f.


FILIALI: Altopascio, Ancona, Anzola E., Bari, Caserta, Frosinone,Milano,Padova, Reggio Emilia, Rimini, Treviso

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IL SETTORE PROTAGONISTA | Aisem / Anima

Circolazione saltuaria

Vince il

buonsenso A giugno il “caso” delle targhe ai carrelli Oggi tutto risolto

«U

n sospiro di sollievo» per gli utilizzatori di carrelli elevatori, e di riflesso per i suoi costruttori e per la stessa motorizzazione civile. È bastato aggiungere un “comma bis” per sciogliere le preoccupazioni degli imprenditori che, appena sei mesi fa, si vedevano improvvisamente negare la circolazione saltuaria. Un comma-bis quanto mai pesante, che agisce direttamente sul Codice della strada a seguito di un lavoro sinergico fra associazioni di categoria, Ministero e Motorizzazione. Lo scorso giugno la Direzione Generale per la Motorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva emanato una circolare che prevedeva l’immatricolazione dei carrelli elevatori, trasportatori e trattori, considerandoli in tutti i casi macchine operatrici ai sensi del codice della strada. Fino a quel momento i carrelli, anche non immatricolati, potevano effettuare su strada spostamenti brevi e saltuari, purché dotati di apposita autorizzazione

annuale alla circolazione, come previsto da un Decreto ministeriale del 1989 ritenuto non più applicabile. Un provvedimento che aveva creato non poche preoccupazioni per gli operatori del settore, tanto da portare anche Aisem (l’associazio-

Maurizio Vitelli, direttore generale Motorizzazione: “Lavoro sinergico con Associazioni e Ministero” ne Anima dei produttori di sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione) a segnalare a gran voce il paradosso di una regola che rendeva problematica anche una semplice operazione di carico/scarico. Per risolvere la situazione è stato pubblicato il Decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145, “Interventi l’industria meccanica 689 | 60

urgenti di avvio del piano ‘Destinazione Italia’, per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi Rc-auto, per l’internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed Expo 2015”. Un decreto che, all’articolo 12, inserisce il comma 2-bis all’articolo 114 del Codice della strada: «Le prescrizioni di cui al comma 2 non si applicano ai carrelli di cui all’articolo 58, comma 2, lettera c), qualora circolino su strada per brevi e saltuari spostamenti a vuoto o a carico. Con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono stabilite le relative prescrizioni tecniche per l’immissione in circolazione». Il decreto (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 4 febbraio) va dunque a modificare direttamente il codice della strada nell’articolo 114 dove si danno le indicazioni per l’immatricolazione delle macchine operatrici (secondo l’art. 58 dello stesso codice della


IL SETTORE PROTAGONISTA | Aisem / Anima strada, i carrelli, ai fini della circolazione stradale sono da considerarsi macchine operatrici) specificando che l’immatricolazione e il rilascio della carta di circolazione (previste dal comma 2 dell’art 114) non si applicano per la circolazione saltuaria (a vuoto o a carico) dei carrelli. «La risoluzione del problema è frutto di un lavoro sinergico fra Confindustria e le associazioni che hanno posto il problema alla pubblica amministrazione, e il Ministro Lupi che si è interessato personalmente alla questione» spiega Maurizio Vitelli, Direttore Generale della Motorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, «posso esprimere ampia soddisfazione per un emendamento voluto davvero da tutti e che inoltre tutela la piccola e media impresa». «Finalmente buone notizie» commenta il caposezione carrelli elevatori di Aisem Ettore Zoboli, «le aziende non avrebbero avuto di fronte a sé molte alternative. Per ragioni storiche mancano infatti in Italia zone industriali funzionali a questo scopo: la maggior parte del tessuto produttivo italiano è spesso costituito

da magazzini e officine presenti in una stessa area industriale ma divise l’un l’altra da poche decine di metri di asfalto». Insomma, anche per effettuare una semplice operazione di carico/scarico sarebbe stato necessario dotarsi di un mezzo di trasporto dedicato, anche solo per pochi metri. Aisem, nel presentare il problema, ne ha inoltre studiato la dimensione: «Avrebbe interessato migliaia di casi» continua Zoboli, «Siamo soddisfatti per l’attenzione che è stata riservata al nostro settore, importate per l’economia italiana nonostante la dimensione relativamente ridotta». Per attuare l’emendamento all’articolo 114 del Codice della strada è stato pubblicato un decreto in data 14 gennaio 2014 dal Ministero dei Trasporti. Il nuovo decreto ministeriale va sostanzialmente a ripristinare quanto previsto dal decreto sugli attraversamenti saltuari del 1989 con poche modifiche agli equipaggiamenti richiesti e ai contenuti della scheda tecnica. Viene riconfermata la procedura di richiesta del benestare all’ente proprietario della strada e successiva richiesta di autorizzazione alla mo-

FO L L 1A FOCUS | Movimentazione - logistica - sollevamento

I

La Direzione Generale per la Motorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato nello scorso giugno una circolare in merito alla circolazione su strada dei carrelli elevatori, trasportatori e trattori, che pone seri problemi all’attività delle aziende che utilizzano queste macchine nelle quotidiane attività produttive. Aisem, Associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione, segnala a gran voce il paradosso di una regola che rende problematica anche una semplice operazione di carico/scarico.

di Andrea Pasquini

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per circolazione saltuaria

D

allo scorso giugno non è più permessa la circolazione su strada dei carrelli elevatori, trasportatori e trattori. Questi strumenti di lavoro devono perciò essere immatricolati e considerati macchine operatrici ai sensi del codice della strada, mentre, fino all’emanazione di tale circolare, i carrelli, anche non immatricolati, potevano effettuare su strada spostamenti brevi e saltuari, purché dotati di apposita autorizzazione annuale alla circolazione. Aisem, Associazione Italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione, è intervenuta prontamente segnalando al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti i pesanti disagi che la decisione presa porta alle aziende,

già messe in difficoltà dall’attuale congiuntura economica. Tale blocco pregiudica pesantemente l’attività delle aziende che, in virtù della propria organizzazione logistica, utilizzano questa pratica, poiché toglie la possibilità della circolazione saltuaria, senza fornire una ragionevole alternativa. Secondo il codice della strada, infatti, l’immatricolazione del carrello come macchina operatrice, determina che lo stesso, possa circolare solo senza carico, rendendolo dunque inutilizzabile per tutte quelle operazioni per la quale era stata pensata la disciplina della circolazione saltuaria. «La maggior parte del tessuto produttivo italiano si è sviluppato nel tempo costruendo un capannone

a fianco all’altro, spesso lungo una strada o dall’altra parte della stessa oppure in aree un tempo ma oggi inglobate all’interno di aree cittadine» spiega Pietro Almici, Presidente Aisem «Pensate ai supermercati delle nostre città che spesso non hanno un cortile interno ma effettuano il carico e scarico direttamente dalla strada oppure i tanti laboratori, magazzini e officine presenti in una stessa area industriale ma divise l’un l’altra da poche decine di metri di asfalto. Nessuno potrà più effettuare le operazioni di trasferimento e carico/scarico con i carrelli ma dovrà dotarsi di un mezzo di trasporto dedicato per spostarsi anche solo di 6 metri, la larghezza di una carreggiata stradale» «conclude Almici «Anche di burocrazia si può

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Zoboli, Aisem: “Migliaia di casi interessati, ora un sospiro di sollievo” rogate con le medesime modalità in vigore all’atto della precedente autorizzazione (art. 4, punto 3). Il decreto è accompagnato da una circolare ministeriale che specifica l’abrogazione delle indicazioni date dalle precedenti circolari di giugno e ottobre scorso che negavano la possibilità della circolazione saltuaria e che tanti problemi stavano causando agli utilizzatori, e di riflesso ai costruttori. □ c.f.

Diamo voce agli imprenditori della meccanica italiana

FOCUS | Movimentazione - logistica - sollevamento

No alle targhe ai carrelli

torizzazione civile territorialmente competente (di durata annuale e prorogabile). Le autorizzazioni rilasciate in conformità al decreto del 1989, purchè non scadute in data antecedente al 31/12/2007, potranno essere pro-

L’Industria Meccanica ha trattato l’argomento della circolazione su strada dei carrelli elevatori, trasortatori e trattori nel numero 688 della rivista, all’interno di un ampio focus sul settore Movimentazione Logistica e Sollevamento.

industriali

Per ulteriori informazioni WWW.INDUSTRIAMECCANICA.IT WWW.ANIMA.IT/contenuti/5/pubblicazioni


IL SETTORE PROTAGONISTA | Ucif / Anima

La formazione Ucif: puntare ai percorsi per creare cultura di settore D

a sempre Ucif, Associazione dei costruttori di impianti di finitura, dedica particolare attenzione al tema della formazione. Prima con il Wcm – World Class Manufacturing, ovvero un nuovo modo di interpretare i processi industriali volto alla massima efficienza e all’annullamento degli sprechi – Ucif aveva anticipato i tempi: partiti nel 2010 ad approfondire questa tematica e offrire la possibilità alle aziende di vivere questa esperienza appresa da esperti delle tecniche industriali giapponesi, nel corso del 2013 l’associazione ha appreso di aziende (socie e non) che hanno applicato queste metodologie ai propri stabilimenti, ottenendo notevoli risparmi e vantaggi. A partire dal 2012 si è voluto dare ampio spazio alla Direttiva Macchine: con la proficua collaborazione dell’ente di certificazione Icim, Ucif ha organizzato una prima giornata formativa che ha riscosso un notevole interesse, dati i preziosi contributi esperienziali utili ai tecnici delle aziende del settore. Proprio alla luce di questa esperienza, per il 2013 Ucif ha lavorato insieme agli esperti di Icim per lo sviluppo di un percorso formativo strutturato in quattro giornate, connesse ma

non propedeutiche, focalizzate sulla documentazione a corredo degli impianti, la redazione degli stessi e gli obblighi/responsabilità legati a tali documenti. Con l’esperienza Ucif ha appreso che troppo spesso la quotidianità aziendale e le logiche commerciali si distaccano da quello che è lo stato dell’arte normativo, il quale non tende a incrementare la burocrazia e i costi aziendali, bensì a elevare le soglie di sicurezza degli impianti, la diffusione dell’informazione e chiarire le responsabilità. Il percorso formativo si è sviluppato in quattro giornate aperte ad aziende socie e non socie con delle quote di partecipazione davvero esigue; inoltre con Icim è stato ufficializzato un secondo accordo che prevedeva, in aggiunta all’attestato di partecipazione rilasciato da Ucif per la singola giornata, un attestato consegnato direttamente da Icim per i discenti che avessero frequentato l’intero percorso formativo e quindi in grado di portare in azienda le competenze acquisite lungo tutte le fasi di approfondimento delle sessioni, dal fascicolo tecnico al manuale d’uso e di manutenzione, passando per l’analisi dei rischi e il piano di fabbricazione e controllo. l’industria meccanica 689 | 62

di Marcello Zinno

Ucif, a valle degli ottimi risultati ottenuti nell’ultimo anno, ha in programma di continuare nello sviluppo di percorsi formativi al fine di creare una cultura del settore che rafforzi la sicurezza in azienda e la consapevolezza di operare nel pieno rispetto della normativa vigente. Per il 2014 è in programma la creazione di un percorso legato alle attività e alle responsabilità del costruttore di impianti in relazione al proprio cliente nella fase che riguarda l’installazione e la messa in opera dell’impianto stesso. Sul sito web dell’associazione presto sarà disponibile il calendario dei corsi mentre si potrà restare in aggiornamento con Ucif iscrivendosi alle rispettive pagine Facebook o Twitter.


IL SETTORE PROTAGONISTA | Ucif / Anima

Con Icim, feedback positivo

Per il 2014 un percorso legato ad attività e responsabilità del costruttore di impianti in relazione al cliente nella fase di installazione e messa in opera

In occasione della conclusione del percorso formativo Ucif ha avuto modo di intervistare Margherita Antonicelli, Responsabile Area Formazione di Icim, che ha condiviso il proprio punto di vista su questa positiva esperienza. Qual è stata la metodologia che avete seguito nella strutturazione di questi nuovi appuntamenti formativi? L’esperienza formativa sviluppata da Icim, ente di certificazione indipendente, per Ucif ha sostanzialmente seguito il già collaudato schema di ogni nostra best practice: insieme ad alcune aziende dell’Associazione abbiamo, infatti, come prima cosa, discusso e individuato le tematiche di maggiore interesse e che sarebbero state più utili alle persone coinvolte, definendo i contenuti di una formazione tecnica in merito alle direttive europee applicabili ai prodotti Ucif e all’analisi dei rischi, al piano di fabbricazione e controllo, al manuale d’uso e manutenzione per le macchine Ucif. Quale modalità avete ideato per la formazione Ucif nello scorso anno? Abbiamo messo a punto la migliore modalità di svolgimento della formazione, definendo un percorso ad hoc e in più moduli. A differenza di una singola giornata di formazione, un percorso strutturato in incontri multipli prosegue “per step” e offre la possibilità di sviluppare maggiore interattività con i partecipanti, verificare i passi percorsi in funzione agli obiettivi formativi, approfondire eventuali aspetti o temi più complessi e, soprattutto, agevolare lo sviluppo di una consapevolezza nella persona in merito alle sue capacità, competenze e attitudini, grazie anche a un costante confronto, coinvolgente e credibile, con i docenti del corso, che portano sul campo della formazione la loro esperienza pratica.

Quella della formazione rappresenta l’unica area di collaborazione tra Icim e Ucif? In realtà la collaborazione con Ucif si inserisce all’interno del più ampio rapporto tra Icim e Anima. Con la Federazione abbiamo, tra l’altro, messo a punto l’innovativo servizio “3D Check”: un utile strumento d’indagine che permette al management delle aziende di verificare che la propria organizzazione risponda a tutti i requisiti normativi, volontari e cogenti, applicabili ai prodotti, alle questioni di ambiente, sicurezza e salute sul lavoro. L’analisi condotta attraverso “3D Check” mette in evidenza eventuali criticità, offre una traccia per le azioni da intraprendere e rappresenta, di fatto, una concreta opportunità per valutare le priorità di un intervento finalizzato a condurre l’azienda verso la certificazione di prodotto, di sistema di gestione ambientale e di salute e sicurezza sul lavoro. Al termine di questo percorso formativo sono emerse osservazioni particolari? Il feedback della formazione erogata per Ucif è stato molto positivo. È indubbio, oltretutto, che, in ambito associativo, importanti considerazioni emerse dall’esperienza formativa hanno la possibilità di essere agevolmente portate su altri tavoli, a beneficio di un intero settore. □

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IL SETTORE PROTAGONISTA | Ucif / Anima

Il Consiglio itinerante riparte da Omsg

C

ontinuano gli appuntamenti itineranti di Ucif, occasioni di incontro tra gli associati con la possibilità di far conoscere a tutti le numerose attività dell’Associazione che vengono realizzate sotto la supervisione del Consiglio Direttivo. Il 2014 si è aperto con la visita di Ucif lo scorso gennaio in Omsg Officine Meccaniche San Giorgio Spa, azienda fondata nel 1961 e specializzata nella progettazione e costruzione di granigliatrici a turbina, impianti di sabbiatura automatici e impianti di shot-peening. L’azienda è stata fondata e diretta da Vincenzo Dell’Orto nel 1961, scomparso nel 2002, e oggi è completamente affidata al figlio Enzo. «Ho iniziato a lavorare in azienda da giovanissimo, durante il periodo degli studi» ha ricordato Enzo Dall’Orto, «e con il senno di poi avrei voluto investire molto più tempo in azienda

prima di dover rivestire il ruolo che ricopro oggi. Mio padre era un grandissimo imprenditore, un venditore unico con capacità che non ho mai riscontrato in nessun altro». Il passaggio generazionale dell’azienda è stato un elemento chiave nello sviluppo di Omsg. Spiega Enzo Dell’Orto: «Il 2003, insieme al 2009, è stato uno dei peggiori anni della meccanica e quando sono entrato in azienda era difficile capire quali decisioni prendere. Ho chiesto così il supporto di tutti, un coinvolgimento da parte delle menti storiche che rappresentavano in quel momento l’esperienza. Una responsabilità nel prendere decisioni insieme che ha sicuramente dato ulteriore stimolo alle persone della grande famiglia Omsg». Grazie alle capacità di chi ha fondato e fatto crescere l’azienda e a chi la accompagna nel mercato moderno,

l’industria meccanica 689 | 64

la Omsg Officine Meccaniche San Giorgio oggi è una realtà che realizza circa 100 impianti all’anno venduti in 85 Paesi nel mondo, grazie anche alle sedi all’estero, in Germania e Francia. Una testimonianza di quanto il progetto di una famiglia possa divenire non solo realtà ma arrivare in Paesi di altri continenti e dare un notevole contributo ad utilizzatori degli impianti e alle loro applicazioni industriali. L’azienda tra l’altro vanta un grande risultato, quello di avere un bassissimo turn over del personale: questo elemento è la dimostrazione che il personale è parte integrante del successo di Omsg ma anche parte attiva nel contributo costante al miglioramento dei prodotti dell’azienda, risultati che si percepiscono di anno in anno nell’elemento tecnologico insito negli impianti Omsg. Il Consiglio Direttivo ha condiviso gli stati di avanzamento dei progetti a cui Ucif sta lavorando: dalla presentazione della nuova campagna pubblicitaria dedicata al tema dell’efficienza energetica, alla programmazione del nuovo percorso formativo focalizzato sulla gestione dei cantieri sui clienti in termini di obblighi, responsabilità e managerialità. È stato anche il momento di ufficializzare l’ingresso di un nuovo socio in Ucif, la società Graco Bvbs. Stare al fianco dei propri associati per Ucif è sempre stato uno degli obiettivi principali; con una base associativa come quella attuale è anche un gran privilegio. □ m.z. Consiglio direttivo Ucif in Omsg Officine Meccaniche San Giorgio


100 ANNI di industria

Vol. 1

ANIMA | Speciale centenario

1914-1933

Nel febbraio 1914 nasceva Anima. In questa rubrica, di ventennio in ventennio, raccontiamo le storie di uomini e di aziende che hanno fatto grande la meccanica italiana.

dal 1919

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ANIMA | Speciale centenario

GRANDI IMPRESE

Ansaldo Energia Spa

fondazione

www.ansaldoenergia.it pagina n. 70

Parma Antonio & Figli Spa

fondazione

www.parmasicurezza.it pagina n. 72

Terruzzi Fercalx Spa

fondazione

www.terruzzifercalxgroup.com pagina n. 83

Rubinetterie Bresciane Bonomi Spa

fondazione

www.rubinetteriebresciane.it pagina n. 71

Skf Industrie Spa

fondazione

www.skf.com pagina n. 85

Forni Industriali Bendotti Spa

fondazione

1853 1870 1897 1901 1906 1916

www.bendotti.it pagina n. 81

Officine Mario Dorin Spa

fondazione

1918

www.dorin.com pagina n. 84

Berardi Bullonerie Srl www.gberardi.com pagina n. 74

Bugatti Group

fondazione

1919

dal 1919

fondazione

1923

www.bugatti.it pagina n. 79

Cisa Spa

fondazione

1926

www.cisa.com pagina n. 87

Lombardini Group

fondazione

1856 1894 1899 1906 1912 1917 1919 1919 1925 1929

fondazione

Saint-Gobain Pam Italia Spa www.saint-gobain.com pagina n. 73

fondazione

Esab Saldatura Spa www.esab.it pagina n. 79

fondazione

Siemens Spa www.siemens.com pagina n. 86

fondazione

Galletti Spa www.galletti.it pagina n. 80

fondazione

Mustad Spa www.mustad.it pagina n. 80

fondazione

Om Carrelli Elevatori Spa www.om-still.it pagina n. 82

fondazione

Maddalena Spa www.maddalena.it pagina n. 84

fondazione

Ing. Enea Mattei Spa www.matteigroup.com pagina n. 75

fondazione

Ksb Italia Spa www.ksb.it pagina n. 77

fondazione

1933

www.lombardinigroup.it pagina n. 78

l’industria meccanica 689 | 2

Sabiana Spa www.sabiana.it pagina n. 76


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Fondazione ANIMA Giovanni Silvestri è il primo Presidente

Si apre il canale di Panama

1914

Einstein pubblica la Teoria della relatività generale

1915

Muore a Milano l’editore e giornalista Emilio Treves

1916

Disfatta di Caporetto

1917

Le trupper italiane entrano a Trento e Trieste

1918

Viene inaugurata la Rinascente

1919

Esce il primo numero de L’Industria Meccanica

Guglielmo Marconi crea in Inghilterra la prima stazione radiotrasmittente pubblica al mondo

1920

Giuseppe Monacelli Lattanzi viene nominato Presidente

D’Annunzio abbandona la città di Fiume

1921

In seno ad ANIMA Nasce UNI

Il Partito Nazionale Fascista marcia su Roma

1922

Istituzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

1923

Delitto Matteotti

1924

John Logie Baird inventa la televisione

1925

Umberto Nobile Trasvola il Polo Nord in dirigibile Grazia Deledda è Nobel per la letteratura

1926

Viene costituita la filiale italiana della società IBM

1927

Creazione dell’Eiar (Ente italiano audizioni radiofoniche)

1928

Il crollo di Wall Street dà il via alla grande depressione

1929

John Maynard Keynes pubblica il Trattato sulla moneta

1930

Viene creato l’Imi, Istituto, per sostenere il credito industriale

1931

Enrico Fermi sviluppa la teoria della radioattività beta

1932

Brucia il Reichstag, Hitler è al potere in Germania

1933

Guido Sagramoso è il nuovo Presidente Anima

2° mandato del Presidente Giuseppe Monacelli Lattanzi

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SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Tecnologie di trasporto d’acqua e riscaldamento degli ambienti sono messe in opera sin dall’antichità

Idrotermosanitaria,

un’eccellenza del

made in Italy di Giuseppe Bonacina

Il passato, il presente e il futuro dell’industria di valvole e rubinetti nelle parole di Savino Rizzio, fondatore nel 1971 della Vir e Presidente di Anima dal 2000 al 2006. Nuove prospettive industriali e commerciali per un settore da sempre attento all’innovazione e al rispetto delle normative e che riesce a tenere il mercato grazie all’esportazione. l’industria meccanica 689 | 66


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

S

i può dire che fare la storia dell’idrotermosanitaria sia fare la storia della civiltà umana? Sì, perché la richiesta di benessere ha seguito nei corso dei secoli la crescita economica e culturale delle diverse società. Tecnologie elementari di idrotermosanitaria, come quelle relative al trasporto dell’acqua e al riscaldamento degli ambienti, erano conosciute e sono state messe in opera sin dall’antichità. A Pompei, per esempio, nelle case più signorili troviamo rubinetti a maschio funzionalmente molto simili alle nostre attuali valvole a sfera. Ma il vero boom delle tecnologie dell’idrotermosanitaria si è verificato all’inizio del Novecento nei paesi industrializzati, soprattutto per una crescente attenzione ai problemi igienici e di comodità di tutta la popolazione. Anche in Italia è stato così? Sì, tanto che dalla fine della seconda guerra mondiale siamo diventati, e siamo tuttora, leader mondiali del settore, soprattutto per valore delle produzioni. La tenuta del mercato di questo settore, nonostante il periodo di crisi e la forza dei costruttori internazionali, soprattutto tedeschi, sta soprattutto nella sua costante capacità di innovazione, e quindi nella capacità di esportare il 70%

Un settore industriale italiano, rappresentato da Anima, da sempre apprezzato nel mondo per tecnologia e design circa della produzione nazionale. A favore gioca anche la dimensione relativamente piccola di molte di queste imprese, che presentano quindi una notevole reattività aziendale in risposta alle difficoltà del mercato. Le aziende italiane produttrici di valvole e rubinetti sono tuttora concentrate in due distretti: Cusio-Valsesia e Brescia. Sì, perché sono aziende che hanno ereditato, e ovviamente adattato alle nuove esigenze produttive, le tecniche e le esperienze di antiche fonderie locali. Scherzando, ma non troppo, dico che la differenza tra i due distretti industriali consiste nel fatto che le aziende piemontesi discendono dalle vecchie fonderie locali che costruivano campane, mentre le aziende bresciane discendono dalle vecchie fonderie che costruivano armi. C’è poi un terzo polo, produttivo, seppure di minori dimensioni, in Toscana.

Come si è evoluta in questi ultimi decenni la costruzione di valvole e rubinetti? Le valvole erano più pesanti, sia perché il costo della materia prima incideva meno sul costo finale del prodotto sia perché le tecnologie produttive erano in gran parte manuali e quindi meno sofisticate, molto affidate al “buon senso” e all’esperienza del costruttore. Oggi, invece, le produzioni sono quasi completamente automatizzate e quindi i prodotti finali hanno un grado di precisione molto elevato. Molti cambiamenti hanno riguardato anche i materiali, soprattutto in seguito all’emanazione di norme, che tendono a salvaguardare la salute pubblica e l’ambiente. Per esempio, molta attenzione è rivolta alla quantità di piombo presente nelle leghe, soprattutto per quei componenti che entrano in contatto con acqua destinata al consumo umano.

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SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica Anche i sistemi produttivi appaiono molto cambiati. Negli anni Sessanta e Settanta molte risorse sono state rivolte all’automazione dei processi, sia per avere produzioni di qualità più elevata e costante sia per ridurre l’incidenza del costo di manodopera. Ciò è andato un po’ a scapito dell’innovazione di prodotto, ma oggi la situazione sta cambiando. In effetti, l’innovazione di prodotto non era assente neppure negli anni passati, solo che molti costruttori non si preoccupavano di tutelare le loro novità con dei brevetti. Oggi invece c’è sensibilità a questo aspetto che costituisce una possibile difesa legale contro la banale copiatura se non la contraffazione dei prodotti più interessanti. Grande attenzione è anche rivolta a prodotti “polifunzionali”, che consentono di governare oltre al flusso dell’acqua altri parametri fisici (pressione, temperatura ecc.). Si tratta di componenti destinati a essere inseriti in modo attivo in sistemi complessi, come quelli relativi alla contabilizzazione del calore negli edifici. Si può parlare di un “made in Italy” tecnologico in questo settore? Certamente, anche se nella visione comune i punti di forza delle nostre produzioni risiedono nel design, soprattutto nel comparto dei rubinetti, dove la parte estetica sembra dominante rispetto alle caratteristiche tecniche. In effetti, questo aspetto è stato ed è tuttora trainante per l’export del settore. Ma le aziende italiane sono pronte ad affrontare nuove sfide tecnologiche che, come si detto, riguardano non più o non solo i singoli componenti ma i requisiti e le funzioni dei sistemi in cui gli stessi componenti devono essere inseriti. Quanto danneggia il settore dell’idrotermosanitaria il fenomeno della contraffazione e della concorrenza sleale da parte dei costruttori “low cost” dell’Estremo Oriente? Il problema della contraffazione potrebbe essere risolto da un sistema efficiente di controlli alle dogane, ma così

non è. Peraltro, il problema dei prodotti a basso costo e di bassa qualità non è solo economico (cosa che potrebbe rientrare nelle regole del mercato), ma soprattutto normativo. Una grande parte dei prodotti dell’Estremo Oriente non risponde alle severe normative previste (che i costruttori europei rispettano) e quindi sarebbero da vietare per ragioni di sicurezza. Basti pensare alla pericolosità di valvole non certificate vendute per l’applicazione in impianti che trattano gas o acqua potabile. Ancora una volta è un problema di controlli insufficienti o poco rigorosi. 100 anni di vita di una Associazione come Anima sono la testimonianza della sua vitale presenza nel tessuto produttivo del Paese. Lei partecipa da molti anni alle attività di Anima e ne è stato anche Presidente dal 2000 al 2006. Cosa vede nel futuro delle Associazioni di categoria? Nella mia lunga vita di imprenditore ho contribuito alle attività di molte organizzazioni associative di categoria e territoriali. Ho sempre ritenuto che fosse un bene per tutti discutere e cercare di risolvere problemi comuni riguardanti la vita e lo sviluppo delle imprese a salvaguardia anche dei livelli produttivi e occupazionali. Purtroppo, diversi imprenditori ritengono inutili le attività associative, ritenendole una perdita di tempo e poco efficaci nella pratica. In effetti, questi imprenditori non si accorgono, o fingono di non accorgersi, dei vantaggi che la loro attività può indirettamente godere dalle decisioni che vengono assunte a maggioranza negli istituti associativi. Decisioni che riguardano soprattutto alcuni aspetti di politica industriale e l’elaborazione di normative tecniche. È però fortemente auspicabile che le diverse Associazioni di categoria acquisiscano sempre più una dimensione europea, perché molti dei nostri comportamenti imprenditoriali sono oggi guidati da scelte e decisioni prese a Bruxelles, non a Roma. È quindi essenziale essere presenti anche a quei tavoli con rappresentanze forti per numeri di soci e di esperienze. □

Sistemi produttivi sempre più legati a innovazione e automazione l’industria meccanica 689 | 68


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Negli anni 50 e 60 la produzione di valvole e rubinetti era in larga misura manuale, mentre oggi è quasi totalmente automatizzata

Savino Rizzio si è laureato in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino nel 1965. Nel 1971 ha fondato a Valduggia (in provincia di Vercelli), la Vir SpA (Valvoindustria Ing. Rizzio), di cui è attualmente Presidente e Amministratore Delegato. La produzione dell’azienda, incentrata sin dall’inizio su saracinesche, valvole a sfera e affini in bronzo e ottone, è stata di recente allargata a valvole di bilanciamento e di regolazione sempre in bronzo e ottone nonché valvole in materiale plastico. Dal 2003 la Vir è presente negli Stati Uniti con una filiale attiva nella distribuzione di valvole. Savino Rizzio ha ricoperto numerosi incarichi in organizzazioni imprenditoriali italiane ed europee ed è stato nominato Cavaliere del lavoro nel 2001. Dal 1990 al 2000 è stato Presidente di Avr (Associazione italiana costruttori di valvole e rubinetteria, aderente ad Anima) e dal 2007 ne è Presidente onorario. Dal 1991 al 1993 è stato Presidente del CEIR (Comité Européen Robineterie). Dal 1995 al 1999 è stato Presidente dell’Unione Industriale del Vercellese e della Valsesia. Dal 1999 al 2003 è stato Presidente di Federpiemonte (Associazione Industriali Pimontesi aderenti a Confindustria). Dal 2000 al 2006 è stato Presidente di Anima. 69 | GENNAIO FEBBRAIO 2014


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Ansaldo Storia italiana Dal 1853 protagonista nell’energia, nei trasporti e nell’industria

A

ll’inizio della sua attività, alla metà dell’Ottocento, Ansaldo costruiva caldaie a vapore e centrali energetiche per la prima rivoluzione industriale in Italia. Oggi progetta e costruisce ogni tipo di centrale per la produzione di energia elettrica. La prima locomotiva a vapore costruita in Italia uscì dal suo stabilimento di Sampierdarena, alle porte di Genova, nel 1854 e da allora diverse generazioni di locomotive e locomotori hanno diffuso e diffondono ancora un marchio di fabbrica che a tutt’oggi è sinonimo di trazione elettrica nel trasporto. Successivamente, Ansaldo ha via via esteso il suo impegno progettuale e costruttivo per macchine, componenti e sistemi: dai primi apparati elettrici di comando fino alle più recenti e sofisticate strumentazioni elettroniche per la gestione di interi processi produttivi, accreditandosi come protagonista dell’odierna sistemistica. Alla presenza nella metà dell’800 nell’area genovese delle condizioni che propiziarono la nascita dell’Ansaldo venne ad aggiungersi l’azione di fattori esterni di ordine più generale, in particolare di politiche che consentirono a questa impresa di sopravvivere nel contesto in un mercato interno poco evoluto o comunque ristretto e anche in coincidenza con fasi discendenti del ciclo economico e con i momenti di caduta della spesa pubblica per investimenti. Occorsero scelte innovative, che apparvero talora temerarie nell’avviare nuove esperienze costruttive e che ebbero successo

grazie al capitale di professionalità che nel frattempo si era accumulato ai diversi livelli dell’organizzazione aziendale. Fu necessario poter contare a un certo punto su un proprietario, l’IRI, capace di orientare la sua condotta non in base soltanto a obiettivi di immediato tornaconto economico, ma a traguardi di medio e lungo periodo e di sviluppo dell’intera economia. Il mercato interno e la domanda pubblica si prospettarono a volte in alternativa al mercato internazionale e a volte si combinarono in giuste dosi con gli ordini provenienti dall’estero. Si dovettero verificare trasferimenti di tecnologie nell’ambito aziendale da un comparto produttivo all’altro e da lavorazioni attivate per ragioni belliche a quelle destinate ad altre produzioni. Per capire che cosa sia oggi Ansaldo occorre chiamare in causa parecchi e cruciali capitoli della sua ricca, lunga e travagliata storia. Quel che si conosce a tutt’oggi della vicenda

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di Ansaldo è sufficiente a fornire alcuni punti di riferimento per stabilire almeno le debite proporzioni tra le innovazioni che si vengono realizzando e quanto è accaduto in altre analoghe e precedenti occasioni. Nel lungo e travagliato processo di aggiornamento e rilancio delle esperienze industriali dell’Ansaldo, si possono cogliere tre momenti particolarmente significativi: il primo si colloca intorno al 1966, anno in cui viene abbandonata l’attività cantieristica e intrapresa quella nucleare; il secondo, tra il 1977 e il 1978, quando viene avviata una razionalizzazione dell’attività delle imprese a Partecipazione Statale operanti nel settore elettromeccanico; il terzo nel 1978 quando, in conseguenza del blocco in Italia delle attività nucleari, viene realizzata una riorganizzazione societaria che ne accentua la connotazione di gruppo internazionale, sempre operante nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’industria. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Rubinetterie Bresciane Bonomi

Parola d’ordine, dinamismo

R

ubinetterie Bresciane Bonomi è nata nel 1901 come prima azienda del gruppo e si afferma nel tempo come azienda familiare nel settore della produzione di valvole. Inizialmente il mercato di riferimento era quello delle valvole per l’enologia, ma progressivamente si affermano come produttori di rubinetti a maschio conico per la distribuzione di gas e acqua. Nel 1966 sono i primi produttori a realizzare valvole a sfera in 2 pezzi, sistema oggi utilizzato da tutti. Quasi cinquant’anni di specializzazione nella produzione di valvole a sfera e accessori per impianti idrotermosanitari nei settori specifici dell’ecologia e dell’home comfort. La continua ricerca e sperimentazione nel settore della distribuzione dell’acqua, del gas e del teleriscaldamento, ha permesso di ampliare il

portafoglio prodotti e di proporre la più ampia gamma di sistemi di adduzione a pressare e innesto rapido (multistrato, acciaio inox e al carbonio, cupronichel). Dietro ad ogni singolo prodotto vi è un attento lavoro di ricerca, progettazione, costruzione e verifica attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi al fine di poter offrire soluzioni nuove e soddisfacenti per i nostri clienti. Si tratta di una realtà in crescita nel settore e tutta la nostra gamma soddisfa pienamente gli standard internazionali di qualità, e non solo. È infatti tra le pochissime aziende italiane ad avere ottenuto oltre alla certificazione ISO 9001, che certifica lo standard di qualità del prodotto, l’ISO 14001, sistema di gestione ambientale, e l’OHSAS 18001, per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Nell’estate del 2011 ha avviato il

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trasferimento presso il nuovo stabilimento di Gussago dando una concreta risposta alla crisi economica e un forte impulso alla crescita del territorio. Lo scorso dicembre è stata ultimata la palazzina uffici e il nuovo magazzino, completamente automatizzato. Ancora nuovi spazi e nuove tecnologie al servizio del cliente. Ben 40.000 metri quadrati coperti, progettati e realizzati materiali e tecnologia all’avanguardia, che hanno permesso di realizzare il primo stabilimento produttivo in Lombardia certificato Classe A. Un’azienda dinamica e proiettata al futuro, capace di portare avanti le tradizioni familiari e di essere all’avanguardia sul mercato lavorando in rinnovati scenari e dando risposte innovative ai mercati. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Parma Sicurezza italiana L

a Parma Antonio & Figli venne fondata nel 1870 dal Cavaliere del Lavoro Antonio Parma, un dinamico, tenace e abile imprenditore e divenne presto il punto di riferimento nazionale nel campo dei sistemi di sicurezza. L’azienda è sempre rimasta di proprietà della famiglia, oggi alla terza generazione. Parma Antonio & Figli oltre a produrre una gamma completa di prodotti di sicurezza passiva (casseforti di ogni dimensione e grado; porte corazzate; caveau per uso privato, bancario e professionale; cassette di sicurezza a gestione elettronica; serrature e combinazioni sia meccaniche sia elettroniche) dispone di una vasta gamma di prodotti della sicurezza attiva che le permettono di offrire soluzioni integrate di sicurezza per rispondere pienamente alle esigenze dei clienti in Italia e nel mondo. La società ha mantenuto tutta la propria produzione in Italia, nel proprio

stabilimento di Solaro (nei pressi di Milano), ove l’utilizzo di macchine a controllo numerico computerizzato, a taglio laser e robot di saldatura garantiscono una perfetta e costante qualità del prodotto: Il ricorso alle tecnologie più innovative permette di trovare le migliori e più sicure soluzioni alle esigenze del cliente. Parma Antonio & Figli prima in Italia nel suo settore ha ottenuto la certi-

La Sfinge, custode del tempo e dei valori ficazione del sistema di qualità ISO 9001: tra i prodotti più richiesti vi sono le casseforti certificate secondo la norma europea EN 1143, fino all’8° livello, il sistema di prelievo del denaro da negozi e centri commerciali a mezzo del dispositivo auto-

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sigillante “Dss” (ritenuto oggi il più affidabile sul mercato e perciò consigliato dai principali istituti di vigilanza), la combinazione coassiale a 4 dischi, ancora inviolata. La ricerca continua, condotta in collaborazione con Università e Istituti specializzati, permette di proporre sempre soluzioni innovative in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze del mercato. I tecnici Parma collaborano in ambito europeo allo sviluppo delle norme sulla sicurezza nell’ambito dei gruppi di lavoro CEN/TC 263 WG1,Wg2, WG3 e WG4. Ma l’aspetto tecnico, per quanto importante non basta: è un prerequisito. Ben più importanti sono la reputazione e l’affidabilità che l’azienda ha acquisito in questi primi 140 anni di vita. La Sfinge, il marchio storico della Parma Antonio & Figli è del simbolo perfetto della missione dell’azienda: custode dei valori nel tempo perché il prodotto è inviolabile. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Pam Saint Gobain Esperienza storica E

rede della tradizione industriale nata a Pont-à-Mousson a metà del 19° secolo, Saint-Gobain Canalizzazione, nella divisione condotte del gruppo Saint-Gobain, raggruppa una serie di aziende industriali e commerciali di tutto il mondo - tra cui, in Francia, Saint-Gobain Pam e Saint-Gobain Condotte in Italia (fino all’anno 2007) Fondata nel 1856, in Europa da oltre un secolo e in America del Sud dal 1937, Saint-Gobain Canalisation consolida la sua presenza internazionale in Asia, nel 1997, e in Africa del Sud nel 1998 Nel 1900 nasce a Cogoleto lo stabilimento dei “Fratelli Balleydier”: produce tubi in lamiera di acciaio saldati a gas per acqua e per condotte forzate ad alta pressione, nove anni dopo, a Cogoleto, nasce la “Società Italiana di fonderia in ghisa e costruzioni meccaniche” e viene aggiunta la produzione di tubi in ghisa per acquedotti con i relativi raccordi In seguito (1913-1924) nello stabilimento di Cogoleto, la Società “Tubi Togni” acquista la produzione di tubi in lamiera saldati, mentre la società “Industriale di meccanica e fonderia di Milano”, acquista la produzione di tubi in ghisa. La società Ilva acquista lo stabilimento di Cogoleto della società Industriale di Meccanica e fonderia di Milano. Rimarrà sotto la direzione Ilva fino al 1945, con potenziamento delle strutture produttive dello stabilimento di Cogoleto Nel 1961 la società Ilva diventa “Italsider”, e dalla Italsider nasce lo stesso anno la “Tubi Ghisa”, che provvede a un radicale aggiornamento tecnologico della struttura impiantistica, adottando le soluzioni più avanzate al fine di migliorare sia il ciclo di fabbricazione sia la qualità

dei prodotti. Durante gli anni ’60 si allarga la produzione, compaiono le valvole Isi e inizia la produzione di accessori derivazione e riparazione di Bdm Pesaro. Nel 1993 Tubi Ghisa entra a far parte della società Pont à Mousson Sa, ora Saint-Gobain Pam, divisione canalizzazione del gruppo Saint-Gobain, specializzata nella produzione di tubazioni e raccordi in ghisa sferoidale. È invece del 1997 l’acquisizione delle società Bdm srl di Pesaro e Isi di Trento. Tappe importanti per Tubi Ghisa sono inooltre segnate dall’ottenimento di certificazioni: nel ’95 ottiene la Certificazione ISO 9002, e nel ’98 la Certificazione ISO 9001. L’anno successivo, il sito di Cogoleto ottiene invece la Certificazione ISO 14001 che attesta il pieno rispetto dell’ambiente dei piani industriali aziendali. Viene costruito un impianto di fusione funzionante a metano e ossigeno per ridurre l’inquinamento.2000: Tubi ghisa con lo stabilimento di Cogoleto diventa 73 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

Saint-Gobain Condotte, società che progetta, produce e commercializza sistemi per la canalizzazione delle acquel. Nel biennio 2001-2002 viene lanciato l’unico marchio mondiale Pam. Tutti i prodotti di Saint-Gobain Pam, sono commercializzati in tutto il mondo con il marchio commerciale Pam, che vuole essere sinonimo di qualità, e del connubio di tradizione e modernità, da sempre pilastri portanti della filosofia aziendale. Ancora da ricordare la fusione per incorporazione con le Società Bdm e Isi: nasce la nuova Saint-Gobain Condotte SpA, mentre nel 2007 la produzione di Pesaro riguardante i manicotti di derivazione e i collari di riparazione (gamma Nexus) viene delocalizzata nello stabilimento di Lavis. Nel 2008 la società Saint-Gobain Condotte modifica il suo identificativo e diviene Saint-Gobain Pam Italia S.p.A. Arrivati al 2014 Saint Gobain Pam Italia è ancora qui con voi, sempre a disposizione e al vostro servizio. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Berardi Bullonerie Viteria di qualità D

a quattro generazioni Berardi Bullonerie si propone al mercato come azienda leader per la distribuzione di viteria, bullonerie e prodotti speciali torniti o stampati secondo i disegni dei clienti distinguendosi sempre per affidabilità e qualità dei prodotti, nonché per la flessibilità e personalizzazione del servizio alla clientela.

Nata nel 1919, direttamente affacciata su Piazza Maggiore a Bologna, l’azienda è cresciuta rapidamente. Nei primi anni di vita ha partecipato alla ricostruzione ed alla ripartenza economica tra le due guerre e ha attivamente contribuito alla nascita e allo sviluppo delle prime industrie meccaniche, molte delle quali tuttora presenti sul territorio nazionale. Sono gli anni che vedono diffondersi sul mercato le primi vite stampate a freddo da macchinari ad alta produttività che sostituiscono rapidamente la precedente produzione mediante l’asportazione del truciolo. La dedizione, l’amore e la passione per l’attività familiare sono state tramandate dal padre ai figli, riu-

scendo così a consolidare e ampliare la presenza commerciale sul territorio, mantenendo il clima ed i rapporti tipici dell’azienda di famiglia, ma calandosi nella realtà odierna, caratterizzata da managerialità ed elevata professionalità e competenza. Berardi Bullonerie è stata una tra le prime aziende italiane del settore a ottenere importanti certificazioni di qualità e a continuare a investire in tecnologia e risorse umane, vero punto di forza dell’attuale gestione. La cultura aziendale, la partnership con le principali aziende italiane, le moderne tecnologie di gestione, il superamento del rapporto, talvolta conflittuale, tra cliente e fornitore, il passaggio dal concetto di “prezzo” a quello di “costo”, la consulenza tecnica e logistica quotidianamente a disposizione, sono la dimostrazione concreta del valore aggiunto che Berardi Bullonerie offre alla clientela. L’attuale sede principale, che si trova a meno di un chilometro dall’uscita autostradale di Castel San Pietro (l’ultima uscita a sud prima di Bologna), può contare su un magazzino semiautomatizzato di oltre 6000 metri quadrati, con oltre 40 mila articoli presenti a stock. Una moderna organizzazione del magazzino, supportata da software dedicati ed innovativi, basati su sistemi in radiofrequenza e codici a barre (dal 2013 Berardi ha implementato la gestione del barcode Data Matrix), un efficiente rete di 11 filiali, ognuna con un magazzino contenente alcune migliaia di articoli a stock, presenti sul tutto territorio nazionale e collegate informaticamente con la sede in tempo reale e un team di persone valide, giovani e motivate, fanno della Berardi Bullonerie un partner affidabile per tutte l’industria meccanica 689 | 74

le esigenze.Ad oggi hanno la fiducia di oltre 6.000 clienti. Il criterio guida dell’attività è il miglioramento continuo per il raggiungimento del massimo livello di efficienza, tale da assicurare al cliente un servizio rapido ed efficace di approvvigionamento di minuterie metalliche e di prodotti speciali a disegno, per le cui realizzazioni Berardi ha un Team di 5 tecnici, esperti disegnatori Cad, adeguatamente formati. Negli ultimi anni la crescita più significativa è avvenuta tramite lo sviluppo di sistemi di gestione di approvvigionamento rapido delle scorte dei clienti tramite la logica kanban, la quale permette al cliente di potersi dimenticare di dover gestire l’acquisto di tutta la minuteria metallica, e qualsiasi altro articolo catalogato come di classe C, potendo destinare preziose e costose risorse umane interne ad attività di maggior valore aggiunto. Ulteriore punto di forza dell’azienda sono gli accordi di collaborazione che Berardi ha intrapreso negli ultimi 3 anni con aziende di produzione, ciascuna delle quali è leader nel proprio settore, Lee Spring, della quale Berardi è unico rivenditore autorizzato per Italia ed altri paesi europei e non, per le molle; Clamp per le fascette; Nordlock per rondelle e dadi di sicurezza; Stater per pomelli e volantini e Miselli per quel che concerne gli accessori oleodinamici. Dal 2011 Berardi ha voluto offrire alla propria clientela la possibilità di consultare sul proprio sito (www. gberardi.com), rinnovato e tradotto in sette lingue, il proprio catalogo tecnico, per il quale è stata appositamente realizzata una versione online che comprende oltre 600 schede prodotto. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Mattei La rinascita del ‘900 N

el 1919 termina la prima grande guerra mondiale. Milioni di persone si ritrovano a dover ricominciare tutto da capo. Ed è proprio in questo periodo che a Enea Mattei, giovane ufficiale del Genio Militare, con scarse risorse finanziarie ma ricco dell’esperienza acquisita in campo tecnico come ingegnere, decide di aprire una piccola officina a Milano, specializzata nella progettazione, produzione e manutenzione di compressori d’aria. Nel giro di una decina di anni la Ing. Enea Mattei si afferma sul mercato italiano. Nel 1934 realizza il primo motocompressore con motore diesel e nel 1938 acquista una fonderia per la produzione di ghisa, a Monza, e inizia la costruzione di un nuovo stabilimento, più ampio e moderno. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, il personale operaio e impiegatizio aumenta fino a 170 unità e la guerra impegna l’azienda a produrre macchinari per lo Stato. Nel 1960 l’azienda diventa società per azioni e comincia i lavori di costruzione del nuovo stabilimento di Vimodrone, alle porte di Milano. Nel

1977 acquisisce la Omic (Officine Meccaniche Ing. Contaldi), marchio affermato nel mercato dei gruppi elettrogeni. Nel 1981 a Zingonia (in provincia di Bergamo) nasce un altro nuovo polo produttivo. Parallelamente alla crescita produttiva l’azienda rafforza la sua presenza commerciale in tutto il mondo. Nell seconda metà degli anni 80 potenzia la rete dei distributori esclusivi per la vendita e l’assistenza all’estero, affermandosi dapprima in Europa e Stati Uniti, fino all’apertura di uffici commerciali a Mosca e a Singapore nei primi anni 2000. Infine, nel 2007 viene inaugurato il nuovo polo produttivo e centro d’assistenza nella cittadina di Zhangjiagang, in Cina. Oggi l’azienda è organizzata in due unità di business (“Aria Compressa” ed “Energia”) e rappresenta una realtà commerciale consolidata e operativa in tutto il mondo, esportando oltre il 50% della sua produzione. La qualità è sempre stata parte integrante di tutte le funzioni della Ing. Enea Mattei, intesa come servizio globale volto al costante migliora-

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mento di tutti i processi per garantire la massima soddisfazione del cliente. Dal 1994 opera con un Sistema Qualità certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001 dall’ente Dnv. I prodotti sono sviluppati nel più attento rispetto di tutte le leggi e direttive in vigore, in particolare sono conformi a quanto previsto dalla direttiva 98/37/CE (Macchine), 2006/95/CE (Bassa tensione), 89/336/CEE+92/31/CEE+93/68/ CEE (Compatibilità elettromagnetica), 97/23/CE (Attrezzature in pressione) e 2000/14/CE (Emissioni sonore). Per queste due ultime direttive l’azienda è periodicamente sottoposta a controlli da parte di enti preposti alla certificazione, che verificano la conformità dei suoi prodotti. In questa ottica, si è provveduto a certificare la sala collaudo compressori, con Tüv, attestando il rispetto, nelle rilevazioni e nei calcoli di portata, a quanto previsto dalla norma ISO 1217. Oggi l’Azienda rappresenta una realtà commerciale consolidata e operativa in tutto il mondo, esportando oltre il 65% della sua produzione. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Al via con una semplice stretta di mano oltre 80 anni di qualità

aaaaaaaaa aaaaaaaaa

Sabiana

Creatività e abilità d’impresa Q

uando nel 1929 Benvenuto Anatrella e Franco Binaghi crearono la Sabiana (Società Anonima Binaghi Anatrella), con l’intento di produrre e vendere apparecchi di condizionamento dell’aria, suggellarono il loro sodalizio con una semplice stretta di mano. Un gesto che ha definito, fin dall’inizio, i valori fondanti dell’azienda: la fiducia, il rispetto, la trasparenza, l’onestà. Valori forti, che uniti alla creatività tecnologica di Binaghi e all’abilità imprenditoriale di Anatrella, hanno dato vita a un’azienda che, nei suoi oltre 80 anni di vita, ha potuto sempre vantare una reputazione impeccabile di serietà, solidità e affidabilità. Oggi Sabiana, interamente una impresa famigliare, è gestita dalla seconda e dalla terza generazione delle due famiglie: Luigi Binaghi, figlio di Franco, è Presidente; Giorgio Pellegrini, genero di Benvenuto Anatrella, è Amministratore Delegato; Nicola Binaghi, figlio di Luigi, è Direttore Generale; Marco Pellegrini, figlio di Giorgio insieme a Luca Binaghi, figlio di Luigi, sono rispettivamente Direttore Commerciale Estero e Italia. I tempi sono cambiati, le competenze si sono evolute, l’azienda ha enormemente ampliato la gamma di prodotti in catalogo affermandosi tra

I dipendenti di Sabiana nel 1929

le prime realtà imprenditoriali del settore in Italia e in Europa. In Italia è oggi uno dei più forti produttori di ventilcovettori, con una importante quota di mercato. Quota destinata a crescere grazie all’introduzione, nel 2012, di un modello a parete, il Carisma Fly, completamente fabbricato in Italia.
 In Europa ha conquistato la leadership nel campo dei condizionatori Cassette. Nel mondo presidia il mercato delle strisce radianti, grazie alle quali continua ad aggiudicarsi commesse prestigiose, come il riscaldamento dei palazzetti del ghiaccio che in Corea del Sud sono in corso di costruzione in vista delle Olimpiadi invernali 2018.
 Una crescita importante, che ha portato il fatturato a oltre 71 milioni di euro nel 2012, metà del quale realizzato all’estero.

 Dal 1929 sono cambiate molte cose, in Sabiana. Ma i valori fondanti, per desiderio delle generazioni che si stanno succedendo alla guida dell’azienda, restano gli stessi. Ecco perché Sabiana vanta il fatto di non avere mai chiuso un bilancio in rosso. Di non avere mai fatto ricorso alla cassa integrazione. Di non avere mai operato tagli di personale. Ecco perché investe continuamente in ricerca, innovazione e sviluppo, ma anche nella formazione e nella crel’industria meccanica 689 | 76

scita del proprio capitale più grande: le persone. Sabiana nasce a Corbetta, dopo la guerra si sposta a Milano, ma già alla fine degli anni ’50 la produzione viene ritrasferita a Corbetta, a 20 Km da Milano dove, nel 1966, verranno spostati anche gli uffici. Oggi Sabiana conta tre stabilimenti: quello di Corbetta, chiamato Sabiana 1, cui si sono aggiunti, negli anni, Sabiana 2 e Sabiana 3, a Magenta. Il cuore di Sabiana è Lì, in quella provincia di Milano laboriosa e generosa che conserva la memoria storica di un fare impresa con la testa e col cuore. E col territorio Sabiana mantiene radici profonde. Che si traducono in un impegno ambientale e sociale forte: Sabiana ha installato impianti fotovoltaici per un totale di 1.356 KWP che producono quasi 1.700.000 kwh all’anno a fronte di un consumo di 2.000.000 kwh di energia elettrica. Ed è sponsor di realtà sportive locali nel campo del basket e del ciclismo. Perché è convinta che se, come disse un grande scrittore, nessun uomo è un’isola, questa affermazione è ancora più vera quando si tratta di aziende. E ritiene che ciascuna realtà produttiva debba accrescere il benessere del territorio in cui opera e delle persone che ruotano attorno ad essa: collaboratori, clienti, fornitori. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

KSB Riferimento nel mondo

per pompe e valvole Dopo più di un secolo l’azienda si presenta sul mercato con una vasta gamma di prodotti grazie a innovazione, Ricerca e Sviluppo

I

l Gruppo Ksb è fornitore a livello mondiale di pompe, valvole e sistemi innovativi per il trasporto affidabile ed economico di tutti i tipi di fluidi. L’azienda fornisce prodotti di qualità e servizi per processi industriali, per applicazioni energetiche, per il trasporto di acque cariche, per impianti tecnologici e per il settore estrattivo. Ksb Italia SpA è parte del Gruppo Ksb, punto di riferimento internazionale nel mercato delle pompe e delle valvole. Le origini del gruppo risalgono al 1871, quando Johannes Klein, Friedrich Schanzlin e August Becker fondano la società a Frankenthal, in Germania. Qualche anno più tardi, nel 1887, Ksb diventa una Società per Azioni e nel 1895 viene quotata. Nel 1925 apre la sede

italiana con uno stabilimento produttivo a Precotto e uffici nel centro a Milano. Nel 2004 lo stabilimento produttivo di Precotto e l’attività di Ksb Italia viene concentrata presso il sito di Concorezzo, appositamente ampliato con la costruzione di un’officina per le attività di montaggio, customizzazione dei prodotti e riparazione. Dopo più di un secolo l’azienda si presenta sul mercato con un’ampia gamma di prodotti e servizi offerti, sicuramente grazie all’attenzione rivolta all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo. Oggi nel mondo Ksb è presente con 30 sedi produttive in 19 Paesi, 74 sedi nel mondo, 160 centri service, 16.207 collaboratori e un fatturato globale di 2300 milioni

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di euro. In Italia a dicembre 2013 Ksb Italia ha al suo attivo 255 dipendenti (135 presso Ksb Italia SpA. e 120 presso Ksb Service Italia Srl). Fa parte di Ksb Italia la società Ksb Service Italia Srl, che fornisce manutenzione specializzata su valvole e pompe impiegate in diversi settori, come industrie petrolifere, petrolchimiche, cartarie e siderurgiche. Il successo negli anni si è realizzato grazie all’ampia gamma di prodotti e soluzioni a 360 gradi, alla capacità d’innovazione, alla solida tradizione, alle elevate innovazioni tecnologiche, all’attivo lavoro di dipendenti qualificati, all’attenzione ai rapporti umani e agli elevati investimenti in Ricerca&Sviluppo. □


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Lombardini Tappe di un successo Il primo motore nel lontano 1922

N

el 1922 prende vita il nucleo originario delle Officine Lombardini: a Novellara (RE) Adelmo Lombardini produce il primo motore insieme al socio Pietro Slanzi. Nel 1933 Adelmo Lombardini, insieme ai fratelli Alberto e Rainero, decide di avviare una propria attività

gamma di motori diesel e benzina, motori marini e la vasta produzione di trattori e motopompe. Nel 1934 l’azienda produce 500 motori: 482 a scoppio e 18 diesel. Gli operai impiegati nello stabilimento erano 20, e partecipa l’anno seguente alla prima “Fiera agricola di Verona”.

imprenditoriale costituendo la società “Officine Meccaniche Fratelli Lombardini”, rilevando gli impianti di una pre-esistente azienda meccanica con annessa fonderia, situata nella prima periferia di Reggio Emilia. Dopo le grandi difficoltà del secondo conflitto mondiale, la ricostruzione post-bellica vide l’azienda pronta a soddisfare le esigenze sempre crescenti del mercato con la sua

Tra il 1941 e il 1950 Adelmo Lombardini intuisce che dai campi arriverà una grande richiesta di mezzi meccanici per alleviare la fatica dell’uomo e aumenta la produzione nel settore agricolo. Dopo gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, la forte ripresa economica generata dalla ricostruzione permette all’azienda di espandere velocemente il proprio business, grazie al forte inl’industria meccanica 689 | 78

cremento delle richieste provenienti dal settore agricolo. Dopo le prime commesse di motori nel mercato indiano si amplia la gamma dei prodotti con la fabbricazione del primo trattore agricolo cingolato: il modello Castoro. I risultati ottenuti sono tali da rendere inadeguati gli stabilimenti di Via Galliano, dove aveva avuto origine l’azienda. Nel 1963 si decide la costruzione di un nuovo stabilimento, l’attuale sede di Pieve a Reggio Emilia. In quello stesso periodo prende avvio la prima vera internazionalizzazione dell’azienda. Nel 1964 muore Adelmo Lombardini, Cavaliere del Lavoro; gli succede il figlio Franco. Gli anni ‘70 sono il decennio in cui la società si sforza per il raggiungimento di obiettivi di natura prevalentemente tecnologica: nel 1970 Lombardini realizza il primo motore diesel di piccola cilindrata ad iniezione diretta, in grado di funzionare a 3600 giri al minuto; mentre il 1979 è un anno decisivo per gli sviluppi futuri dell’azienda: inizia infatti la costruzione del “Centro di Ricerca e Sviluppo” dedicato a Franco Lombardini, scomparso prematuramente nel 1980. Da lì in poi è storia di innovazione e si successi. Il 2007 ha segnato per Lombardini l’ingresso nel gruppo Kohler. Nasce quattro anni dopo il primo motore diesel a marchio Kohler interamente realizzato in Italia. KDI, Kohler Direct Injection, viene lanciato in tutto il mondo con una diretta streaming. Ma il rinnovo della gamma continua, Kohler lancia KD15, monocilindrico diesel raffreddato ad aria. □


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Bugatti Un nome che

ha fatto la storia

L’

azienda, fondata nel 1923 a Lumezzane (Brescia) dai fratelli Giuseppe, Giovanni, Faustino, Giacinto, Amadio con il nome di F.lli Bugatti fu Amadio in omaggio al padre-precursore, opera da sempre nel settore dei casalinghi. Dopo una prima stagione artigianale, basata sulla produzione di posate in alpacca e ottone argentato, si dota ben presto dei primi strumenti meccanici per migliorare le caratteristiche dei prodotti e snellire i processi di lavoro. È la prima a introdurre in Italia la macchina per pressofusione Polak, grazie alla quale nel 1928 viene ideata la rivoluzionaria lega d’ottone-silicio ancora oggi nota come lega Bugatti. Seguono numerose innovazioni, tecnologiche e

formali, che porteranno l’azienda ad affermarsi in Italia e nel mondo per qualità e design dei propri prodotti. Un processo continuo ed entusiasmante in cui il rapporto profondo con il territorio e le radici familiari si fonderanno con la ricerca tecnologica, il progetto di stile, la condivisione delle esperienze. In 90 anni la famiglia Bugatti ha legato il proprio nome a una serie di passaggi aziendali, processi di crescita e sviluppo, che hanno portato alla nascita dell’attuale realtà industriale diversificandosi in settori tra loro non sempre complementari. Oggi, sotto la guida della holding “La San Marco Sapa.”, il gruppo opera, oltre che nel già citato settore dei casalinghi con il marchio Bugatti, nel

I fratelli Bugatti con il padre Amadio nel 1898

settore della raccorderia e accessori per la pneumatica attraverso la società Aignep Spa, realizza con Landa Spa sistemi di illuminazione per esterni e infine progetta, produce e commercializza con Picchi Srl macchine transfer, centri di lavoro speciali e macchine per la diamantatura. Quest’ultima realtà altamente specializzata, costituisce il riferimento tecnologico e promuove per l’intero gruppo i sistemi produttivi più avanzati. □

Esab 110 anni di esperienza

in saldatura e taglio

L

a fondazione della Esab ebbe origine a Goteborg nel 1904 dall’invenzione degli elettrodi rivestiti per saldatura all’arco elettrico da parte dell’ingegnere svedese Oscar Kjellberg. Esab oggi produce la gamma completa di materiali e impianti per tutti i procedimenti di saldatura e taglio: materiali d’apporto (Elettrodi, Fili, Flussi), macchine e impianti per saldatura manuale, automatica e robotizzata Mma, Mig/Mag, Tig e Saw, macchine automatiche per ta-

glio Ossigas, Plasma e Laser. Esab ha sempre dedicato ingenti risorse alla ricerca e allo sviluppo di innovazioni, per migliorare continuamente le prestazioni e l’efficienza dei processi. Esab è inoltre una delle poche aziende internazionali ad avere ottenuto tre determinanti certificazioni per tutte le attività e le unità operative nel mondo: ISO 9001 - Qualità, ISO 14001 - Ambiente e OHSAS 18001 Salute e Sicurezza. □ 79 | GENNAIO FEBBRAIO 2014


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Galletti

Protagonisti nella climatizzazione N

ata nel 1906 come piccolo opificio artigianale per la lavorazione del ferro e la riparazione di attrezzi agricoli e trattori, la Galletti si è poi specializzata nella creazione di telai per motoscooter e componentistica per l’industria automobilistica. Negli anni Sessanta l’azienda diventa un importante attore nel mercato del riscaldamento residenziale e terziario. Nel 1996 apre uno stabilimento dedicato alla produzione di scambiatori di calore a pacco alettato, fino ai giorni nostri quale punto di riferimento per il mercato italiano dei terminali idronici, dei chiller e delle pompe di calore. Galletti si è sempre contraddistinta per l’attenzione all’innovazione, il miglioramento tecnologico e le nuove esigenze degli utilizzatori.

Ugo Galletti, fondatore della Galletti nel 1906

A partire dagli anni ’90 Galletti ha avviato un processo di crescita che ha portato alla creazione di un vero e proprio Gruppo, oggi composto da sette realtà imprenditoriali, con competenze specifiche dei diversi

settori di riferimento, e che operano in stretta sinergia per potersi presentare come un unico partner con l’obbiettivo di offrire competenze diversificate in tutti i settori dell’Hrvac (Heating, Refrigeration, Ventilation, Air-conditioning). Galletti ha accolto e condiviso appieno gli intenti degli associati di Coaer (Associazione Costruttori di Apparecchiature ed Impianti Aeraulici, federata Anima) nel promuovere specifiche commissioni di lavoro sulle pompe di calore, lavorando alacremente per promuovere la conoscenza delle nuove frontiere applicative delle pompe di calore stesse, volte al comune obiettivo di una climatizzazione efficiente e sostenibile per l’ambiente. □

Mustad Dal ferro al carbonio D

a cent’anni Mustad produce in Italia l’integralità della sua vasta gamma di viteria. La lunga storia e le sfide che l’azienda si è trovata ad affrontare l’hanno portata a sviluppare una gamma di prodotti a elevato contenuto tecnologico, con lo scopo di svolgere la loro funzione facendo risparmiare tempo e fatica a chi lo utilizza. L’azienda nasce nel 1912 producendo chiodi per ferri da cavallo e poco per volta a questa produzione si affianca quella delle viti per legno. Nel dopoguerra la tecnologia di car-

bonitrurazione, unita all’utilizzo di acciai speciali al carbonio, porta a sviluppare la produzione delle viti Autofilettanti. Con l’ingresso a cavallo degli anni ’80, nel settore industriale dell’auto l’azienda ha una forte spinta a incrementare gli investimenti per ricercare produttività, qualità e soluzioni tecniche innovative. Diventa mentalità aziendale quella del miglioramento continuo e l’azienda si sviluppa fino a essere oggi uno dei maggiori produttori europei di viti cementate. l’industria meccanica 689 | 80

Nelle due unità produttive di Balangero e Pinerolo (Torino) vengono prodotti ogni giorno milioni di pezzi venduti a oltre mille clienti in 25 paesi del mondo. Il continuo allargamento delle gamme per adeguarle allo sviluppo dei materiali, la gestione del magazzino con un tasso di evasione prossimo al 100% e la consulenza tecnica presso il cliente per risolvere o razionalizzare le più disparate esigenze di fissaggio, sono solo alcuni dei servizi che l’azienda ha sviluppato negli ultimi anni. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Bendotti Verso il centenario È

il 1916: Evaristo Bendotti, tecnico del reparto progettazione e manutenzione forni dello stabilimento Franchi e Gregorini di Lovere, cittadina al centro di una zona che si estende tra Bergamo e Brescia, culla della siderurgia privata italiana, crea un originale forno industriale destinato al riscaldo dei materiali da lavorare alla forgia. Nasce da quest’intuizione tradotta in tecnologia, la lunga storia della Forni Industriali Bendotti. Una storia che arriva ai giorni nostri attraverso quattro generazioni. Per mano del figlio Giulio, l’azienda muove i primi passi fornendo servizi di manutenzione ed equipaggiamenti alle acciaierie e ferriere locali, dalla Val Camonica alla Val Trompia, ma presto si impone anche per la progettazione e realizzazione di forni di riscaldo completi. Negli anni si afferma per il valore tecnologico dei suoi prodotti e conquista nuovi spazi di mercato a livello nazionale, per imporsi successivamente in ambito europeo. Il grande salto avviene quando varca l’Atlantico con le prime commesse in Centro e Sud America. Nei quasi cent’anni della sua esistenza, la Bendotti ha progettato, costruito, e installato, più di 300 forni (la metà ancora in funzione) in 40 paesi diversi. Una delle mosse vincenti che ha contribuito in maniera determinante al successo internazionale della Bendotti, è stata la scelta della prefabbricazione dei forni o di loro parti complesse: per rispondere alla difficoltà di reperire operai specializzati nel luogo d’installazione del forno, e per garantire prodotti di qualità ineccepibile. Idea, per quei tempi, avveniristica. Questo metodo progettuale e costruttivo si è dimostrato valido soprattutto per i forni di

riscaldo e di trattamento di larghezza ridotta. Per i forni più larghi, cioè quelli destinati a trattare billette e blumi da colata continua, è stato necessario adottare un nuovo concetto di costruzione modulare. Applicato ai forni a spinta sin dagli anni 60, è stato poi impiegato per i forni a suola mobile e quindi, per la prima volta nel 2001, per quelli a barre mobili. La produzione attuale della Bendotti è incentrata sulla progettazione e realizzazione di forni di riscaldo per la siderurgia di media grandezza, da 20 a 250t/h: sono i forni destinati a scaldare billette, blumi o bramme di acciaio (anche inossidabile), che devono essere successivamente laminati per produrre tondino, profili o lamiere. La produzione comprende tre famiglie di prodotti: forni a spinta (pusher type), forni a suola mobile (walking hearth) e forni a barre mobili (walking beam). La tecnologia più complessa contraddistingue quest’ultimo tipo di forno ma è anche quella in maggior espansione e quindi destinata nei prossimi anni ad occupare nuove quote di merca81 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

to. In generale i forni effettuano un riscaldo del materiale sino a circa 1200 °C ( al “calor bianco”) mediante sistemi di combustione a gas o a nafta. I forni più semplici dal punto di vista costruttivo (quindi meno costosi) sono quelli a spinta, mentre gli altri due tipi di forno sono certamente più complessi. Complessità che offre però prestazioni migliori in termini di produttività, qualità, e resa energetica. È proprio verso i forni a barre mobili, i più tecnologicamente avanzati e a più elevato valore aggiunto, che la Bendotti ha indirizzato in questi ultimi anni la sua produzione. Questa scelta consente una sempre migliore qualificazione dei prodotti “made in Bendotti”, e una collocazione di mercato dove non c’è spazio per i costruttori meno preparati. La produzione è effettuata a commessa: progettazione e realizzazione di ciascun impianto sono da considerarsi perciò “su misura”. Pur essendosi affermata a livello internazionale, la Bendotti rimane un’azienda a matrice familiare, con una trentina di dipendenti animanti da un forte spirito di gruppo. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

OM Carrelli L’innovazione tecnologica

chiave del successo O

m nasce nel 1917 a Brescia con l’intento di produrre autovetture. La produzione e il giro d’affari crescono nel corso degli anni con la crescita della domanda di auto e camion. Nel 1933 Om entra nel gruppo Fiat creando tre linee di business: autobus e autocarri; materiale ferroviario, trattori agricoli, carrelli elevatori e motori marini; motopompe e impianti di refrigerazione. Superati i difficili anni della guerra, Om riprende l’attività produttiva e nel 1951 realizza il primo carrello elevatore dotato di motore a combustione interna. Pochi anni dopo inizia la vendita di prodotti all’estero tramite dealer e filiali. Per rispondere alla crescente domanda di carrelli elevatori conseguente al boom economico italiano dei primi anni 60, nel 1961 viene fondata a Luzzara (in provincia di Reggio Emilia) Pimespo (Piccola Industria Meccanica sul Po), produttrice di carrelli da magazzino. Nel 1967 Om entra definitivamente nel Gruppo Fiat come parte integrante del settore “Veicoli Industriali”. Nel 1970 viene costruito lo stabilimento di Bari, che sarà ampliato negli anni seguenti, dopo il cambio di ragione sociale nel 1975: da Om a Fiat Carrelli Elevatori, divisione di Iveco SpA, che nel 1981 acquisisce stabilimento di produzione a Luzzara. Un altro cambiamento significativo avviene nel 1992, allorché il gruppo tedesco Linde acquisisce da Fiat parte della società Carrelli Elevatori. L’acquisizione comporta alcuni anni dopo il trasferimento dell’azienda dal vecchio edificio di via Pompeo Leoni a Milano in una nuova e più

funzionale sede a Lainate, alle porte del capoluogo lombardo. Per rispondere sempre meglio alle richieste di un mercato in crescita e in continua evoluzione e per sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche, lo stabilimento di Bari è soggetto a una serie di trasformazioni strutturali, come la realizzazione di nuove linee di montaggio dei carrelli e di nuovi impianti di verniciatura. Nuovo

l’industria meccanica 689 | 82

cambio di ragione sociale il 1° novembre del 2002: l’azienda diventa “Om Carrelli Elevatori SpA”. In particolare, scompare il nome Fiat, in quanto la Iveco esce in modo definitivo dall’azionariato dell’azienda. Infine i tre marchi storici del settore dei carrelli elevatori, Linde, Still e Om sono raggruppati sotto un’unica holding: Kion Group. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Terruzzi Fercalx Spa

Il giro del mondo in 80 Paesi Impianti industriali dal 1897

T

erruzzi Fercalx Spa - Business unit Autoclavi: progetta in Italia e Autoclavi per l’industria realizza in tutto il mondo aeronautica, aerospaziaimpianti industriali, dei le e industria del vetro, quali detiene il processo, della gomma e industrie la tecnologia, il knowdi impregnazione; how e i brevetti. - Business Unit LiofilizzaLa società, fondata nel tori: Liofilizzatori e Es1897 dalla famiglia Tersiccatori sottovuoto per ruzzi, generazione dopo l’industria farmaceutica generazione ha sapue alimentare, to sviluppare una vasta - Impianti di Gasificaziogamma di impianti e una ne per la produzione di estesa presenza commerSyngas da Biomasse, ciale in oltre 80 paesi nel RDF, fanghi, ecc., con il mondo. Alle sedi di Milamarchio Teruzzi Fercalx no e Spirano (nei pressi di Energy – TfEnergy. Bergamo), si aggiungono - Forni di riscaldamento e uffici a Düsseldorf (Ger- Foto storica di una delle prime autoclavi realizzate negli stabilimenti della trattamento termico per Terruzzi Fercalx nel 1897 mania), Hong Kong e Shiacciaieria, con il marchio jiazhuang-Hebei Province Vulcan Engineers Ltd. (in Cina). L’azienda è impegnata Siamo inoltre presenti a oggi in tutte le fasi della Vizag e Neelanchal in Inrealizzazione degli imdia con dei project offices, pianti: ingegneria di base ma abbiamo due aziende e di processo, progettadel gruppo Terruzzi prezione di dettaglio, costrusenti sul territorio indiazione e fornitura chiano, la Vulcan Engineers vi in mano, assistenza Ltd (sede operativa Pune) post-vendita. Il mercato e con la Terruzzi Fercalx al quale Terruzzi Fercalx Engineering (sede operasi rivolge è in fase di cretiva Bangalore). scita, con Cina e India che L’attuale business unit rappresentano sbocchi della Terruzzi è composta importanti e consolidati. da linee di prodotto diffe- Copia della copertina di un foglio illustrativo dell’attività della Daniele L’azienda ha attualmenTerruzzi & Figli renti: te commesse in corso di - Business unit calce: Foresecuzione in Europa, Arni per calce e Impianti per calce, con cazioni per l’industria dell’acciaio, gentina, Brasile, Cina, Egitto, India, le tecnologie Fercalx e Beckenbach, l’industria chimica, l’edilizia, le co- Iran, Israele, Oman, Russia, Siria, principalmente utilizzati in applistruzioni e le attività minerarie; Thailandia, Ucraina e Zambia. □ 83 | GENNAIO FEBBRAIO 2014


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Dorin Una grande famiglia C

asa fondata nel 1918 da Mario Dorin come produttore di attrezzature meccaniche, compressori ad aria, pompe per liquido e come riparatore di motori automobilistici, la Officine Mario Dorin (Omd) nel 1932 concentra la sua produzione nei compressori e nei sistemi di refrigerazione. Questo ben presto divenne la produzione principale della azienda. La genialità del fondatore con le sue intuizioni meccaniche in sinergia con la sua capacità imprenditoriale, unite alla serietà, alla dedizione e alla professionalità di figli, nipoti e bisnipoti, sono state la base su cui l’azienda si è sviluppata, acquisendo campo e rispetto nel mercato nazionale e internazionale, permettendo così un continuo sviluppo e un suo forte consolidamento. La Omd ha festeggiato nel

Qualità nei compressori da 96 anni

2008 il suo 90° anniversario dalla fondazione, rimanendo sempre sotto la direzione della stessa famiglia fondatrice. Questo ha fatto sì che il fattore umano, insieme a un continuo sviluppo delle tecnologie e a una profonda ricerca del miglior risultato, hanno portato l’azienda a essere oggi in una posizione di grande rilievo sul palcoscenico globale della refrigerazione. Fondata nel ventesimo secolo, cresciuta e affermatasi nel secondo millennio, la Officine Mario Dorin è attualmente una azienda tecnologicamente pronta ad affrontare la grande sfida del terzo millennio, consapevole che tutti gli ingranaggi sono perfettamente rodati e pronti per continuare a essere un punto di riferimento nel mercato internazionale. □

Mario Dorin, fondatore dell’azienda

Maddalena La “misura” anzitutto M

addalena nasce nel 1919, fondata a Udine dall’Avvocato Giacinto Maddalena, con la denominazione Società italiana contatori d’acqua Maddalena & C., con lo scopo di commercializzare sul territorio nazionale i contatori per acqua prodotti dall’azienda viennese Eduard Schinzel. A causa dei costi di importazione proibitivi e sotto le spinte autarchiche del Governo centrale, Maddalena inizia, nel 1928, ad affiancare alla gamma dei prodotti commercializzati una linea propria, fino ad arriva-

re al 1932, anno nel quale l’azienda si svincola completamente dal rapporto con la ditta viennese. Nel 1947 dopo la ridotta attività dell’Azienda dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, la Società modifica la propria ragione sociale in Maddalena Ccontatori d’Acqua e nel 1979 assume la attuale ragione sociale Maddalena SpA. Nel 1982 la sede di Udine viene trasferita nello stabilimento di Povoletto a pochi chilometri dal capoluogo friulano. Il nuovo stabilimento con 6000 metri quadrati di superficie l’industria meccanica 689 | 84

coperta offre una disposizione moderna ed efficiente sia alla parte produttiva sia agli uffici. All’inizio degli anni Novanta Maddalena ha intrapreso un’attività volta ad apportare importanti modifiche alla sua struttura logistica e produttiva realizzando impianti moderni che, oltre a garantire alti standard qualitativi, la posizionano tra le maggiori realtà mondiali con una capacità produttiva di oltre 2 milioni di contatori l’anno. Oltre ai contatori per acqua a turbina nelle versioni a getto unico e multiplo,


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

SKF Cuscinetti di precisione F

ondata nel 1907 a Goteborg, in Svezia, oggi Skf conta oltre 100 siti di produzione e società di distribuzione, supportate da circa 15 mila concessionari. In Italia, Skf è presente con 10 stabilimenti e oltre 3500 dipendenti. La storia della Skf in Italia inizia però nel 1906 con la nascita della Riv, azienda di produzione di cuscinetti a sfere che apre il primo stabilimento nel 1907. Nel 1911 la produzione annua arriva a 200mila unità. A partire dalla sede piemontese, Riv si espande nei decenni successivi con l’apertura di nuovi stabilimenti a Cassino (1956), Pinerolo (1959), Bari (1971) e Massa (1991). Nel 1961 ha invece inizio la costruzione dello stabilimento di Airasca, in provincia di Torino. Nel 1972, a Villar Perosa, sorge l’unità produttiva dedicata alla fabbricazio-

ne di cuscinetti avio e di precisione, tuttora all’avanguardia nel settore aeronautico mondiale. Nel 1988 la Riv-Skf acquisisce il nome di una sola delle due case madri e diventa Skf Industrie. A partire da questo momento la storia e i successi della società italiana si fondono con quelli di tutto il gruppo. L’inizio del nuovo millennio si apre con un forte processo di espansione, testimoniato dall’acquisizione di importanti realtà industriali che confermano il ruolo strategico di Skf Italia all’interno del Gruppo svedese. Skf è oggi il principale fornitore mondiale di prodotti, soluzioni applicative e servizi nei settori dei cuscinetti volventi, dei sistemi di tenuta, della meccatronica, dei sistemi di lubrificazione e dei servizi tecnici. □

I successi della società italiana si fondono con quelli di tutto il gruppo

Dai contatori d’acqua allo Smart metering Maddalena ha recentemente affiancato una linea di contatori volumetrici a pistone rotante di altissima precisione, e una gamma completa di misuratori di energia termica statici e meccanici. Maddalena opera sia sul mercato nazionale che in marcati esteri. Oltre il 50% della produzione viene esportato in oltre 50 paesi in tutto il mondo. Maddalena è anche pronta ad affrontare la nuova sfide delle Smart Metering con una serie di apparecchiature atte alla trasmissione a distanza del segnale di lettura. 85 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

Ricordiamo infine la presenza di Maddalena nel settore della misura controllo e regolazione dell’acqua irrigua, con apparecchiature dedicate a tale utilizzo. Gli strumenti prodotti da Maddalena così come le linee automatiche atte a produrli, sono certificate non solo in base alla Normativa UNI EN 9001, ma anche in base alla recente Direttiva Europea sugli strumenti di misura riconosciuta come Mid. Lo stabilimento produttivo, inoltre, è stato certificato in base alla normativa ambientale UNI EN 14001. □


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica

Siemens Dall’inventore della dinamo,

un colosso dell’innovazione

N

el 1847, con il perfezionamento di un telegrafo automatico a indice, Werner von Siemens gettò le basi per quella che oggi è la multinazionale tedesca. Il fondatore di Siemens, personalità geniale, a un tempo scienziato e imprenditore, donò alla scienza, tra le altre invenzioni, la dinamo, l’apparecchio che consente di produrre grandi quantità di energia elettrica. Contemporaneamente creò un’impresa per produrla, oltre a telegrafi, cavi, motori, mezzi di trasporto e sistemi di illuminazione. Questa impresa iniziò a espandere la propria produzione anche in Italia con la posa del cavo sottomarino che aveva lo scopo di unire Cagliari ad Algeri; la marina militare italiana scelse in seguito la dinamo Siemens per illuminare le proprie navi e vennero realizzati sistemi di illuminazione della funivia del Vesuvio e della piazza Carlo Felice a Torino. La presenza di Siemens in Italia divenne capillare, tanto che il 1 gennaio 1899 nacque a Milano la Società Italiana Siemens per Impianti Elet-

trici Anonima e subito dopo furono aperti diversi uffici in numerose altre città. Le prime attività erano di gestione delle Società Elettriche, di test su locomotori monofase, di generazione di energia idroelettrica e di centrali di riscaldamento. A seguito delle prime installazioni telefoniche Siemens in Italia, nel 1908, vennero costruite le Officine Siemens, dove si fabbricavano apparecchi telefonici da tavolo e da parete. Si iniziò quindi a produrre impianti telefonici, centraline, impianti di posta pneumatica, apparecchi radio e riproduttori musicali. Nei primi anni ’40, la società poteva vantare quasi il 70% delle forniture di allacciamenti telefonici e nel 1942 assunse la denominazione di Siemens SpA, con 4018 dipendenti. Lo sviluppo di Siemens in Italia è stato parallelo a quello tedesco, sia nel campo dell’energia, della telefonia e della luce, così come nei nuovi settori in cui la società si è espansa. Negli anni ’60 iniziò la penetrazione nel comparto dei calcolatori di pro-

l’industria meccanica 689 | 86

cesso e negli anni ’80 inizia la produzione di controlli programmabili Plc Simatic. Alla fine del decennio, Siemens era composta dalle divisioni: applicazione energia e tecnica delle installazioni, componenti, apparecchi e sistemi di misura, radio televisione, elettrodomestici e apparecchi radiologici ed elettromedicali. Negli anni successivi, prosegue lo sviluppo tecnologico di Siemens in Italia, e all’inizio del nuovo millennio Siemens mette in atto una serie di operazioni di riassetto societario e industriale, organizzandosi in modo più rispondente alle dinamiche ed esigenze del mercato. Si susseguono diverse acquisizioni in svariati ambiti tra le quali ad esempio, nel 2001, quella di Orsi Automazione, una delle principali società genovesi operanti nell’ambito del software industriale per la gestione della produzione, poi diventata centro di competenza mondiale Mes per il gruppo. A metà anni 2000, dopo una fase di espansione anche nel campo delle telecomunicazioni, Siemens decide di rifocalizzarsi sui comparti core quali industria, energia e salute. Nel farlo la società segue con sempre maggiore attenzione un orientamento ispirato ad alcuni megatrend globali: urbanizzazione, invecchiamento della popolazione, globalizzazione e cambiamento climatico, e focalizza ancor di più su queste aree le proprie spese in innovazione e il proprio portfolio. Nel corso del 2008, il sempre più solido posizionamento nelle aree risorse naturali, salute e infrastrutture, trova il suo sviluppo diretto nel varo di un’organizzazione


SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica strutturata in tre settori: Industry, Energy ed Healthcare, attivi in Italia dal 1° ottobre 2008 e dal 1° ottobre 2011 infine, diventa operativo anche il nuovo Settore Infrastructure & Cities. Oggi Siemens rappresenta

una delle più importanti multinazionali al mondo che opera nei settori dell’industria, dell’energia, della sanità e delle infrastrutture per le città. Distinguendosi da oltre 165 anni per innovazione, qualità, affidabilità

ed eccellenza tecnologica, Siemens è il più importante fornitore a livello globale di tecnologie ecosostenibili, grazie alle quali ha generato, nell’anno fiscale 2012/2013, circa il 43% del proprio fatturato totale. □

Cisa La sicurezza di un grande

partner dal 1926 N

el 1926 Luigi Bucci fonda a Firenze Cisa Costruzioni Italiane Serrature ed Affini e brevetta la prima serratura elettrocomandata al mondo, rivoluzionando il principio di azionamento di portoni e cancelli. Grazie a questa innovazione il marchio Cisa acquisisce sin da subito grande notorietà. A seguito della distruzione dello stabilimento di Firenze, durante la seconda guerra mondiale, l’attività riprende nel 1944 a Faenza (Ravenna), dove la società ha sede tutt’ora. Nei decenni successivi il Gruppo continua a crescere ed espandersi in nuovi mercati. A partire dagli anni ‘70 la capacità produttiva aumenta notevolmente grazie all’apertura di nuovi sedi, tra le quali lo stabilimento di Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno). Negli anni ‘80 il marchio CISA si afferma nei principali paesi europei con la costituzione di una sede in Spagna, l’acquisizione di un’azienda in Francia e la nascita di una società commerciale nel Regno Unito. Cisa diventa sempre più internazionale e la losanga rossa si afferma in nuovi mercati, quali per esempio Venezuela, Sud Africa e Singapore. Negli stessi anni nasce l’unità Architectural Hardware Division che segna lo sviluppo del comparto elet-

tronico all’interno di Cisa, con particolare riferimento al settore degli ambienti comunitari e alberghiero. Il gruppo faentino è tra i primi al mondo ad integrare nelle proprie serrature la tecnologia delle smart card fino ad arrivare ai giorni nostri con soluzioni contactless. Il 2005 segna per Cisa l’ingresso in Ingersoll Rand, multinazionale americana con produzione diversificata in molti settori. Il percorso si completa nel 2013 con la nascita di Allegion, una nuova società operante esclusivamente nel business delle tecnologie per la sicurezza. Dallo scorso 9 dicembre Allegion è quotata nella borsa di New York (NYSE: ALLE), una data indimenticabile per Cisa perché la losanga rossa è apparsa all’esterno dello storico edificio

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di Wall Street, insieme al gruppo ristretto dei 5 marchi più strategici di Allegion. CISA, con oltre 85 anni di storia, rinnova ogni giorno la propria missione e il ruolo di referente sul tema della sicurezza. Lo conferma il continuo impegno nella ricerca e sviluppo, frutto di un lavoro che ogni anno vanta un numero significativo di brevetti depositati. Un patrimonio di conoscenze rappresentato nel catalogo che contiene oltre 30 mila articoli quali cilindri, lucchetti, serrature, maniglioni antipanico, sistemi per uscite d’emergenza, chiudiporta, casseforti, serrature elettroniche e sistemi per il controllo accessi. Prodotti e servizi che rispondono ai più elevati standard previsti dalle normative. □


MERCATO

Il contributo di Caprari alla ricerca scientifica D

a 16 anni un team di ricerca britannico persegue l’ambizioso progetto di sondare con la trivellazione più profonda di tutti i tempi l’Ellsworth Lake, un lago subglaciale nella parte occidentale dell’Antartide, in cerca di tracce di vita primordiale. L’operazione prevede il recupero di “carote” di soli 100 ml d’acqua ciascuna, che si stima risalgano a un milione di anni fa. Già durante la prima trivellazione effettuata lo scorso inverno è stato possibile raggiungere una profondità di 300 m. Per realizzare il progetto sono state impiegate pompe Caprari. L’acqua riscaldata a 90 °C è stata pompata nel foro di trivellazione con pressione fino a 138 bar. Sono stati immessi circa 210 litri di acqua al minuto, un’impresa contro il tempo, poiché, nonostante il pompaggio di acqua calda, il canale di trivellazione di soli 360 mm ghiaccia per 0,6 cm l’ora. Sono stati realizzati due canali di trivellazione, alle cui estremità è stato necessario creare una cavità delle dimensioni di un container marittimo al fine di compensare la pressione dell’acqua. Un boiler industriale della potenza di 1,5 MW ha prodotto i 90.000 litri di acqua calda che sono stati immessi gradualmente attraverso tre bacini. L’alimentazione elettrica è stata affidata a diversi generatori. Complessivamente, è stato necessario far arrivare in volo circa 100 t di apparecchiature, in parte da oltre 16.000 km di distanza, che in conside-

L’azienda ha fornito l’elettropompa destinata all’estrazione di “carote” di ghiaccio in un lago subglaciale in Antartico revole misura hanno dovuto essere sterilizzate. Fra queste l’elettropompa sommersa Caprari che, come ha sottolineato il Direttore del Progetto Martin Siegert, “ha funzionato senza problemi” nonostante le condizioni operative più avverse. L’efficiente elettropompa in acciaio inox per applicazioni sommerse è stata accoppiata con un motore sviluppato da Caprari. Con una potenza di 22 kW a 400 V, la pompa produce alla profondità raggiunta una portata di circa 300 l/min. Il suo diametro complessivo è di soli 146 mm. Il gruppo, che ha una lunghezza di 2,5 m e pesa 111 kg, è stato montato sulla testa di trivellazione con ugelli d’acqua calda, che già da sola pesa

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200 kg e ha lunghezza di 1,4 m. Per azionare l’unità è stato fabbricato un tubo di alimentazione compatto tutto d’un pezzo, lungo 3200 m. Il progetto, non ancora concluso, è costato finora 9,2 milioni di euro. Con una trivellazione di quest’ordine di grandezza, tutte le parti in gioco si avventurano proverbialmente in un campo inesplorato. Per Caprari il progetto è effettivamente inconsueto, ma pur sempre nell’ambito delle specifiche del proprio prodotto. Caprari è considerato uno dei massimi produttori di elettropompe per acqua per moltissime applicazioni.


MERCATO

Nuova filiale di Controls negli Stati Uniti C

ontrols ha aperto di recente una nuova filiale negli Stati Uniti, che contribuirà a rafforzare la propria presenza nel Nord America, incrementando i rapporti con la clientela locale, apportando knowhow e un servizio pre e post-vendita affidabile e puntuale. La nuova società, denominata Controls Usa Inc, è situata ad Atlanta, in Georgia, sarà in grado di proporre una linea completa di prodotti per il testing per il calcestruzzo, l’asfalto e le terre.

Offrirà un servizio pre e post-vendita affidabile e puntuale “La nuova società si dedicherà maggiormente verso quello che noi

vediamo come un segmento di mercato non ancora servito e offrirà sistemi di prova automatici e computerizzati che possono garantire un valore superiore con un ottimo rapporto qualità-prezzo”, ha dichiarato da Alvaro Beleña, Regional Sales & Marketing Manager di Controls Group e Vice Presidente della nuova branch nordamericana. Controls Usa opererà sul territorio in modo diretto e attraverso una rete vendita e di distribuzione in grado di fornire un servizio di alto livello.

5 milioni di caldaie e 50 anni Immergas È

una caldaia modello “Magis Victrix” la cinquemilionesima caldaia Immergas prodotta nello stabilimento di Lentigione di Brescello (in provincia di Reggio Emilia) da Immergas. “Siamo di fronte a un mercato difficile, come tutte le industrie - spiega Alfredo Amadei, vice Presidente di Immergas - ma grazie a nuovi investimenti, al positivo andamento di alcuni mercati esteri e alla nuova promozione riservata ai soci del Caius Club (oltre 15mila installatori italiani), possiamo confermare che il 2013 è stato in linea con il 2012 dal punto di vista sia delle vendite sia della marginalità, senza riflessi negativi sull’occupazione. Gli investimenti in corso dal 2014 consentiranno all’azienda di innal-

Nuovi investimenti e nuovi modelli programmati per il 2014

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zare i livelli di competitività anche grazie alla produzione di nuovi modelli di caldaia e all’orientamento verso le tecnologie dei sistemi ibridi e integrati. Si tratta di novità che ci aiuteranno a confermare la leadership di mercato nelle caldaie domestiche in Italia e che saranno una buona carta da giocare all’estero, dove già vendiamo più del 60% della nostra produzione”. Nel 2012 il Gruppo Immerfin, che controlla Immergas e Immergas Europe a Poprad in Slovacchia, ha registrato un fatturato consolidato di 250 milioni di euro. I volumi di vendita hanno superato 310mila apparecchi, il 35% circa sul mercato italiano, di cui un terzo nel comparto dei generatori di calore ad alta efficienza.


MERCATO

Servizio Ricambi di Konecranes I

l Servizio Ricambi di Konecranes supporta i clienti per apparecchi di sollevamento, argani e paranchi di marchi diversi. I suoi esperti possono contare su archivi di disegni di diversi costruttori con disponibilità diretta e on-line di centinaia di “file” e disegni tecnici. Inoltre, gestisce a magazzino centinaia di componenti OEM di altri costruttori. Konecranes assicura un servizio personalizzato di fornitura ricambi perché a richiesta effettua una valutazione delle necessità e aiuta i clienti a pianificare le giacenze di magazzino, controllando i costi di gestione e

ottimizzando la disponibilità. Con i pacchetti personalizzati Konecranes i ricambi giusti sono sempre pronti al momento giusto, anche per riparazioni di emergenza: 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.

Assicura assistenza e forniture anche in emergenza

Top player nella cogenerazione C

on oltre il 30% di market share per le installazioni a gas metano, 195 MW installati, 170 impianti realizzati e circa 50 milioni di euro di fatturato annuo, Intergen si attesta tra le maggiori realtà nazionali per la progettazione e la realizzazione di gruppi elettrogeni e impianti di cogenerazione a biogas e gas metano. Gli impianti di Intergen sono equipaggiati con motori MWM, una delle motorizzazioni più performanti del mercato, di cui l’azienda è Sole Distributor fin dal 1987. In oltre vent’anni di attività Intergen ha maturato il know how e le competenze tecniche che consentono di gestire l’intero processo: dalla progettazione alla manutenzione degli impianti. Intergen è la divisione energia del

Intergen vanta 195 MW installati in Italia e 170 impianti realizzati Gruppo IML Impianti Srl, fondato nel 1904. Il Gruppo opera nei siste-

l’industria meccanica 689 | 90

mi per la generazione di energia e nella commercializzazione di motori industriali e marini. Ha un fatturato annuo superiore a 100 milioni di euro, 165 dipendenti e oltre un migliaio di clienti in tutto il mondo. La sede operativa, a Lomagna (in provincia di Lecco), in un complesso industriale di oltre 50mila metri quadrati. □


MERCATO

“Le macchine del vento” di

Vortice

I

n collaborazione con MCE (Mostra Convegno Expocomfort, in programma a Milano nel marzo prossimo) Vortice organizza l’originale mostra la” Le Macchine del Vento”. Saranno esposti, per la prima volta al pubblico, una trentina di ventilatori scelti tra i 700 pezzi d’epoca prodotti dalla fine dell’800 a oggi, provenienti dalla collezione privata dell’azienda. La collezione, nata per iniziativa di Attilio Pagani fondatore della Vortice, raccoglie per lo più ventilatori “da tavolo” provenienti da tutto il mondo, in particolare dagli Stati Uniti, Paese dove questo prodotto fu inventato. Include apparecchi unici prodotti tra la fine del XIX e il XX secolo, dai materiali più diversi (acciaio, ottone, legno, plastica) e dalle forme più strane (a sgabello, a posacenere, tascabile con specchio, a forma di aeroplano o di telefono). Ci sono anche i modelli funzionanti ad acqua, ad alcool, a molla o a petrolio, fino a quello funzionante con corrente elettrica. Nel percorso espositivo della Mostra si potranno ammirare i principali ventilatori che hanno lasciato un segno nella storia produttiva dell’elettrodomestico e del design, raggruppati con criterio cronologico: dal ventilatore del 1896 firmato da Edison, considerato di fatto il primo vero elettrodomestico della storia, all’Atomium, primo ventilatore da tavolo prodotto da Vortice nel 1955, per arrivare alla produzione più recente con il ventilatore Ariante, disegnato da Marco Zanuso nel 1975, sempre per Vortice, vincitore del Compasso d’Oro nel 1979 e diventato oggi un’icona del design italiano, esposto al Moma di New York. □

Ventilatore del 1896 firmato da Edison 91 | GENNAIO FEBBRAIO 2014


NEWS | Dalle Aziende

www.toyota-forklifts.it

www.climaveneta.com

Carrelli elevatori elettrici

Chiller con compressore a vite

La nuova gamma comprende 6 modelli con capacità da 2 a 3,5 t

Risponde a esigenze di comfort, flessibilità ed efficienza

La nuova gamma di carrelli elevatori elettrici di Cesab “B600” è dotata della tecnologia IMD (Intelligent Mast Design) ed è equipaggiata con avanzati sistemi per ottimizzare produttività e sicurezza. I carrelli hanno 4 ruote e trazione a corrente alternata (80 V). La gamma comprende 6 modelli con capacità di carico da 2 a 3,5 t. I modelli con capacità da 2,5 e 3 t sono disponibili anche nelle versioni “L”, in grado di utilizzare batterie con capacità elevata. I nuovi carrelli sono dotati di sensori sul montante in grado di verificare la presenza e l’altezza del carico sulle forche e di ridurre automaticamente la velocità di traslazione sino a un livello di sicurezza secondo la posizione del carico. È disponibile in opzione una ulteriore protezione dei motori, che permette ai carrelli di lavorare sia all’aperto sia al chiuso, riducendo i rischi connessi ad acqua e polvere. L’ergonomia è un altro aspetto fondamentale dei nuovi carrelli, grazie allo spazioso e confortevole posto di guida, i comandi elettroproporzionali posti sul bracciolo multi-funzione e il facile accesso da entrambi i lati del carrello. Cesab fa parte del gruppo Toyota Material Handling Europe.

Per rispondere alla richiesta di unità alimentate elettricamente alla frequenza di 60 Hz, Climaveneta presenta “FOCS60”, chiller con compressore vite per installazione esterna. La nuova serie presenta la stessa tecnologia della corrispondente gamma a 50 Hz e offre comfort, flessibilità di installazione, elevati livelli di efficienza e adattabilità alle diverse condizioni di carico e con minime fluttuazioni sulla temperatura di mandata dell’acqua. Le unità sono in grado di operare a pieno regime con aria esterna fino a 46 °C grazie all’utilizzo di uno speciale kit HT disponibile come accessorio. Inoltre, c’è la possibilità di recuperare parzialmente il calore di condensazione grazie all’adozione di uno speciale desurriscaldatore disponibile come accessorio. Il calore recuperato, pari al 20% della potenza frigorifera, viene utilizzato per produrre acqua calda sanitaria gratuitamente. Il chiller è disponibile in due versioni: “FOCS60/K” con capacità frigorifere da 147 a 1728 kW (41-492 t); “FOCS60/CA” per applicazioni al alta efficienza.

l’industria meccanica 689 | 92

www.contradata.it

Panel PC fanless Le numerose interfacce consentono di soddisfare ogni esigenza Contradata, da oltre trent’anni azienda specializzata nel settore dei PC industriali e delle soluzioni embedded, ha siglato un accordo di distribuzione con la divisione industriale della società taiwanese Msi Ipc. Quest’ultima ha realizzato i nuovi panel PC serie “MS-9”, dotati di tecnologia fanless, LCD da 10,4” a 19”, touchscreen resistivo a 5 fili, processori Intel D2550 Dual Core da 1.86 GHz. I panel PC sono disponibili in versione con frontale IP65 e versione da incasso senza cornice frontale. I panel sono dotati all’origine di 2 GB Ram e HDD da 320 GB. Eventuali dischi a stato solido sono disponibili tramite l’interfaccia nMSATA o per sostituzione dell’HDD interno con HDD a tecnologia flash di Innodisk. La ricchezza di interfacce soddisfa qualsiasi esigenza: 4 USB, 5 interfacce seriali di cui 4 configurabili (una seriale sulla versione da 10,4”), 2 GB lan, audio, interfaccia parallela e uscita per video supplementare, espandibilità tramite slot MiniPCIe. La temperatura di esercizio varia da 0 a 50 °C nella versione con HDD tradizionale e da 0 a 55 °C nella versione con dischi a stato solido flash.


NEWS | Dalle Aziende

www.datalogc.com

Encoder ottici Ideali per il controllo del movimento e il posizionamento Datalogic presenta una nuova gamma di encoder ottici incrementali e assoluti per applicazioni nel controllo del movimento di macchina e nelle linee di trasporto, nella misura della lunghezza e nel posizionamento di oggetti. La gamma comprende quattro linee: la linea base di encoder incrementali ENC41 (offre la maggior riduzione dei costi e delle dimensioni, grazie al contenitore compatto con diametro 41 mm, senza comprometterne però robustezza e prestazioni; la linea estesa di encoder incrementali ENC58 (nel contenitore metallico standard diametro 58 mm, include l’offerta più ampia di versioni e modelli, con risoluzione da 500 a 10.000 PPR e anche programmabile); la linea di encoder assoluti a singolo giro AST58 (offre nel formato diametro 58 mm una risoluzione fino a 13 bit in codice Gray e uscita SSI, albero cavo fino a diametro 15 mm o solido fino a diametro 10 mm, collegamento a cavo, a connettore M12, oppure M23); la linea di encoder assoluti multigiro AMT58 (nella figura) (oltre alle caratteristiche descritte per il singolo giro, offre una risoluzione di 13 × 12 bit in versione Gray SSI, oppure 16 × 14 bit nei diversi modelli Fieldbus, che includono CANopen, Devicenet, EtherCAT, Profibus, e Profinet.

www.emersonprocess.it

www.om-still.it

Strumenti di misura online per gas

Carrelli a trazione diesel-elettrica

Ideali per misure di trasferimenti fiscali nelle raffinerie

Sono confortevoli, potenti e performanti

Emerson Process Management ha introdotto la nuova generazione di strumenti “Micro Motion 3098 Gas Specific Gravity Meter”, ideata per i trasferimenti fiscali, per misure energetiche e di fuel gas nelle raffinerie, per il controllo della purezza dell’idrogeno e per molte altre applicazioni con gas. Gli strumenti misurano direttamente il peso molecolare del gas e possono essere configurati per fornire la misura diretta in purezza di ossigeno, peso specifico, densità relativa, potere calorifico o indice di Wobbe. La soluzione di misura, costruita con la comprovata tecnologia di misura a cilindro Ni Span C, assicura i vantaggi di un costo contenuto, di ridotta manutenzione e di un innovativo trasmettitore a montaggio integrale. I nuovi strumenti possono fornire simultaneamente quattro formati: frequenza del sensore (o periodo di oscillazione), 4-20 mA, Hart e RS485 Modbus. Includono anche una nuova soluzione di diagnostica, la Known Density Verification, che consente di verificare le condizioni di allarme dello strumento, l’integrità del sensore e la presenza di sporcizia, erosione o corrosione.

Socar, concessionaria ufficiale di OM STILL per le province di Brescia e Cremona, ha consegnato due RX 70-80 a LGH, la holding creata dalle aziende municipalizzate di Cremona, Pavia, Lodi, Rovato e Crema per la gestione di servizi sul territorio. Dotati di un motore a trazione diesel-elettrica, questi nuovi carrelli sono studiati per garantire una movimentazione rapida ed efficiente attraverso un mix ideale di potenza, precisione, ergonomia, compattezza e sicurezza. Fiore all’occhiello di questi nuovi modelli è la “powerline” che, combinando i motori industriali ad alte prestazioni alla collaudatissima trazione diesel-elettrica, rende possibili ritmi di lavoro sostenuti e bassi consumi. Come tutti i carrelli elevatori elettrici e termici della famiglia OM STILL, anche i “grandi” si contraddistinguono per un comportamento di guida costante, sensibile e preciso che permette al conducente un lavoro accurato e produttivo. L’accelerazione e la frenata sono entrambe gestite attraverso il pedale dell’acceleratore, se il conducente toglie il piede dall’acceleratore il veicolo viene infatti frenato elettricamente.

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NEWS | Dalle Aziende

www.igus.it

vettura sarà esposta alla fiera “Auto Expo”. Poi sarà la volta della Cina, dove l’auto girerà per un mese approdando in diverse città. Seguiranno Giappone, Corea del Sud e Taiwan, prima del trasferimento in America dove, fra l’altro, è previsto un viaggio coast-to-coast attraverso Canada e Stati Uniti. Dopo di che si tornerà in Europa dove è prevista la visita di diversi clienti, fiere e filiali igus.

zione di tubazione, per minimizzare le perdite di carico, e alla sede della superficie di chiusura della valvola, in modo da poterla mantenere sempre pulita e quindi ridurre i tempi di fermomacchina per manutenzione. La valvola, certificata in conformità alla normativa Atex, ha un design molto compatto e può essere ispezionata con facilità anche durante il funzionamento.

www.fike.com

www.imagessrl.com

Viaggio intercontinentale per testare i tecnopolimeri iglidur Giro del mondo con un piccolo veicolo equipaggiato con componenti della casa tedesca Igus, l’azienda tedesca specializzata in tecnopolimeri tribologicamente ottimizzati, in occasione del suo 50esimo anniversario celebra i 30 anni della serie iglidur dimostrando la resistenza e il potenziale delle plastiche speciali. Il 20 gennaio è iniziata la tournée mondiale della vettura di piccola cilindrata igus, appositamente attrezzata in settimane di lavoro d’officina presso l’istituto tecnico universitario di Colonia. Lo scorrimento a secco senza attrito è la soluzione moderna per una grande varietà di applicazioni in movimento. Per questo igus porta avanti da decenni la ricerca in questo campo provando e sperimentando nel laboratorio aziendale, il più grande del settore, al fine di migliorare continuamente i suoi prodotti. Per dimostrare quanto si possa ottenere oggi con l’innovativa e provata tecnologia dei materiali plastici utilizzata in milioni di applicazioni, igus ha deciso di mandare un piccolo veicolo equipaggiato con componenti iglidur in giro per il mondo, in un viaggio su strade asfaltate, sterrate e fangose attraverso quattro continenti, a diffondere su scala globale lo slogan dell’azienda “plastics for longer life”. La prima tappa del viaggio è l’India, dove la

Valvola di isolamento dalle esplosioni Si chiude all’aumentare della pressione all’interno della tubazione Fike ha realizzato un nuovo elemento della famiglia dei sistemi di isolamento dalle esplosioni: la valvola di isolamento “ValvEx”. Con una campagna di ricerca e test, condotta sulla propagazione delle esplosioni da polveri in contenitori collegati tra loro da tubazioni e protetti con membrane antiesplosione, l’azienda è stata in grado di definire i parametri fondamentali che influiscono sulla fiamma e sulla sua propagazione. Ha quindi proposto una nuova valvola di isolamento passiva, che si chiude all’aumentare della pressione all’interno della tubazione. Grazie a un sistema brevettato, una volta chiusa la valvola rimane bloccata per diversi minuti dopodiché si riassetta autonomamente quando si ripristina il normale flusso di processo. Particolare attenzione è stata posta al design aerodinamico della sel’industria meccanica 689 | 94

Sensori 3D all-in-one Permettono l’acquisizione di nuvole di punti 3D e cicli di scansione veloci Image S presenta “Gocator 3300” di LMI Technologies, prima famiglia di scanner 3D per impieghi industriali che unisce acquisizione di nuvole di punti 3D e strumenti di misura in un unico sistema. Ideali per un’ampia gamma di applicazioni di ispezioni in linea senza contatto (alta risoluzione con velocità sino a 5 Hz), sono facili da impostare, veloci da integrare e molto affidabili. I sensori possono essere utilizzati stand-alone o in rete, non richiedono alcun controllo o PC aggiuntivo per effettuare le misure in 3D. Si possono sincronizzare più sensori all’interno della stessa rete per espandere il campo di visione con un dispositivo LMI Master. La custodia è resistente (protezione IP67). Grazie alla forma compatta e alla leggerezza (peso inferiore a 1,5 kg), possono essere installati in spazi ridotti e su robot.


NEWS | Dalle Aziende al colore del pavimento. Anche la variante “BlueSpot direzionale” è una novità: la luce del led proietta una freccia blu sul pavimento, indicando così la direzione di marcia del carrello in avvicinamento.

www.microscan.com

www.linde-mh.it

Dispositivo di sicurezza per carrelli

Lettori di codici a barre wireless

Disponibili versioni per macchine frontali e da magazzino

Ideali per tutte le simbologie 1D e 2D

Il dispositivo di sicurezza visivo “BlueSpot” proposto da Linde Material Handling fornisce un elevato livello di sicurezza nelle corsie di guida e agli incroci dove la visibilità è scarsa. Sin dal suo lancio sul mercato nel marzo 2011, questo faro a led ad alta intensità e basso consumo è diventato un complemento molto ricercato. Ora, sono disponibili due nuove versioni: una per carrelli frontali e una per carrelli da magazzino. Il Linde BlueSpot è estremamente semplice da utilizzare: fissato alla parte superiore del telaio di protezione, proietta un cerchio blu sul terreno pochi metri davanti al veicolo, sia a marcia avanti sia in retromarcia, avvertendo così chi si trova nella zona di lavoro. La tecnologia a led non è sensibile a urti o vibrazioni e possiede una lunga durata. Inoltre, la luce di segnalazione è omologata per classe di protezione IP 67, quindi resistente alla polvere e impermeabile. Una recente implementazione alla gamma Linde nelle soluzioni di sicurezza è rappresentata da un nuovo “spot”, con led rosso. L’aggiunta di questo dispositivo di avviso significa che ora è possibile riprodurre la luce più efficace in rapporto

www.smc.eu

Flussostati digitali Garantiscono misurazioni efficienti e per portate elevate In risposta alla crescente domanda di misurazioni efficienti e per portate elevate, SMC ha lanciato la serie di flussostati digitali con display bicolore “PFMB”. Disponibili in tre taglie, questi flussostati, rispetto a quelli della serie precedente, non sono solo in grado di misurare campi di flusso più ampi e più elevati in un’unità singola, ma sono anche più compatti e offrono tempi di risposta più rapidi: fino a 0,05 secondi e un campo ampliato di 100:1. Altri vantaggi sono gli ingombri ridotti e una struttura by-pass in grado di ridurre i livelli di aria umida e dei corpi estranei che raggiungono il sensore, migliorando così la vita utile. In particolare, il modello “PFMB7201” presenta un regolatore di flusso integrato in grado di assicurare una manovra corretta per l’accoppiamento delle rotazioni dello spillo, riducendo così le operazioni di installazione e lo spazio occupato. 95 | GENNAIO FEBBRAIO 2014

Microscan presenta due nuovi imager wireless portatili, “HS-51” e “HS-51X”. Sono compatti e robusti, in grado di resistere a ripetute cadute da un’altezza di 1,8 m. Combinano avanzati algoritmi di decodifica e doppio campo ottico con funzionalità di semplice utilizzo e hanno i vantaggi della connettività wireless Bluetooth. I nuovi imager sono dotati di un sensore CMOS da 1,2 Mpixel e, grazie al doppio campo ottico, assicurano una lettura affidabile di un’ampia gamma di simbologie: dai più grandi codici a barre 1D ai più piccoli simboli 2D ad alta densità. Il modello HS-51 è una soluzione portatile ottimale per la decodifica dei simboli 1D e 2D in applicazioni comuni, ad esempio le etichette in bianco e nero ad alto contrasto. Il modello HS-51X integra anche gli algoritmi di decodifica leader del settore X-Mode di Microscan, oltre a un’innovativa tecnica di illuminazione del campo che facilita la lettura di codici a basso contrasto, incluse marcature dirette dei componenti (DPM, Direct Part Mark) quali codici impressi a laser o mediante micropercussione. Entrambi sono dotati di indicatori visivi e a vibrazione che confermano l’avvenuta lettura in ambienti rumorosi o nelle situazioni in cui non bisogna arrecare disturbo. L’involucro con grado di protezione IP54 protegge tutti i componenti più delicati e resiste agli agenti chimici aggressivi.


NEWS | Dalle Aziende tre una funzione estremamente veloce e semplificata per la ricerca delle immagini, elevate scalabilità e flessibilità attraverso una matrice virtuale basata su IP, nonché una moderna interfaccia utente per un funzionamento efficiente.

http://business.panasonic.it

www.tycofs.it

Piattaforma per protezione del punto vendita

Tablet fully rugged

Consente di accedere ai dati provenienti da più sistemi video da un solo monitor

Panasonic presenta il tablet fully rugged “Toughpad FZ-M1” da 7 pollici con Windows 8.1 Pro senza ventola, alimentato dal processore Intel Core i5 vProT di 4a generazione. Con un peso di appena 540 g e uno spessore di 18 mm, il nuovo tablet è estremamente flessibile: con le sue porte di configurazione e il modulo di espansione di business integrato, il dispositivo può essere configurato per rispondere esattamente alle esigenze delle aziende e trasformato da tablet a strumento mobile per applicazioni verticali. Le opzioni integrate configurabili includono banda larga mobile 4G/ LTE, GPS e l’antenna pass trough per i veicoli. Le opzioni del modulo integrato di espansione di business includono: Mini-serial, LAN, NFC, lettore smartcard, lettore barcode 1D/2D, UHF RFID e batteria con possibilità hot swap. Il Toughpad FZ-M1 offre di serie una porta USB 3.0 full size, micro SD, cuffia, DCIn e microSIM. Per garantire ai lavoratori mobili di sfruttare al meglio il tablet, è disponibile una serie completa di accessori specifici, tra cui: desktop cradle, docks per veicoli, caricatore multi-batteria, cinghie a spalla, a mano e orientabile, custodie portatili e una penna passiva.

Tyco Integrated Fire & Security presenta la versione 4.4 di “Victor”, il sistema per la gestione video che raccoglie le informazioni da telecamere e sistemi di sicurezza e li combina in un’unica piattaforma. La nuova versione unifica le funzioni di sicurezza, sorveglianza e gestione degli eventi in tempo reale. Operando da una singola interfaccia, l’utente può infatti gestire riprese IP e/o analogiche dal vivo o registrate da tutti i sistemi American Dynamics (di vecchia e nuova generazione) DVR Intellex, NVR VideoEdge, HDVR o registratori ibridi senza utilizzare client diversi. È inoltre possibile visualizzare simultaneamente le riprese di diverse telecamere analogiche e IP usando uno stesso insieme di funzioni, indipendentemente dal codec (H.264, ACC, Mjpeg, Mpeg4) o dal formato video. In pratica, il sistema consente agli addetti alla sicurezza di accedere ai dati provenienti da diversi sistemi video su un unico monitor e di analizzarli in tempo reale in modo che eventi potenzialmente pericolosi possano essere immediatamente rilevati, salvati e gestiti. Tra i vantaggi della soluzione vi sono inol-

Leggero e tascabile è ideale per i mobile worker

www.olimpiasplendid.it

Pompa di calore geotermica Sfrutta per l’80% l’energia gratuita e rinnovabile del terreno Olimpia Splendid presenta “Geolo”, pompa di calore geotermica che utilizza l’energia presente nell’acqua e nel sottosuolo grazie agli scambiatori installati nel terreno. Per ogni kW consumato, Geolo produce fino a 5 kW di energia termica, garantendo fino all’80% di energia gratuita, rinnovabile e pulita. Il sistema “Smart control” gestisce le curve climatiche che permettono di variare la temperatura dell’impianto in funzione delle condizioni dell’aria esterna. Tutte le funzionalità, che garantiscono il benessere climatico durante l’intero ciclo annuale e la produzione di acqua calda sanitaria, possono essere gestite in remoto, via Web o GPRS e tramite il kit di supervisione remota. Altre caratteristiche tecniche sono: possibilità di configurare l’impianto in fase di installazione in base alle esigenze; fornitura di acqua calda sanitaria fino a 60 ° con l’ausilio di un termoaccumulo esterno; utilizzo di gas ecologico R410A. l’industria meccanica 689 | 96


Recensioni

Ricerca scientifica e tecnologia. L’incerta alleanza Sergio Carrà – Ed. Il Mulino, 2013 - Euro 13,00

Scienza e tecnologia seguono differenti percorsi e hanno finalità diverse, la prima risponde a domande e dubbi e fa uso di modelli astratti e paradossi, la seconda è tesa a migliorare il livello di vita dell’uomo. In questo volume Sergio Carrà analizza il rapporto tra le due discipline, ripercorrendone le tappe. Nella seconda metà del secolo scorso, infatti, è nato uno stretto connubio fra ricerca scientifica e tecnologia, mentre all’inizio di questo secolo queste si trovano a dover affrontare altre sfide impegnative, riguardanti soprattutto la biologia in uno slancio che coinvolge anche la fisica, la chimica, la matematica e l’ingegneria. La posta in gioco? Non solo una migliore tutela della salute, ma il sostegno dello sviluppo umano in un futuro caratterizzato dal depauperamento delle risorse, e dalla lotta per l’approvvigionamento energetico.

Involucro trasparente ed efficienza energetica

Michele Zinzi, Stefano Agnoli – Ed. Dario Flaccovio Editore 2013 – Euro 58,00 Il testo è un utile supporto per i professionisti che si occupano della progettazione e della diagnosi energetica di edifici caratterizzati dalla presenza di superfici trasparenti ad alte prestazioni o, in generale, che abbiano come obiettivo quello di raggiungere elevati livelli di efficienza energetica dell’involucro garantendo al contempo le migliori condizioni di comfort termo-igrometrico e visivo degli ambienti. Gli autori presentano le principali tecnologie dei sistemi trasparenti: vetro, le schermature solari, i materiali trasparenti innovativi ad elevate prestazioni, i telai. Si illustrano inoltre in dettaglio i metodi di calcolo previsti dalle normative di riferimento per determinare le prestazioni e le caratteristiche ottiche, termiche e solari dei sistemi trasparenti complessi.

Fare il sindaco. Management del governo locale A cura di Franco Gallelli – Ed. FrancoAngeli 2014 – Euro 29,00

Fare il sindaco. Management del governo locale è la storia appassionante e a tratti dura di un giovane sindaco. La tecnica espositiva scelta, l’intervista, presenta fatti realmente accaduti con cui si può avere un’idea di come fare il sindaco. Il manager è uno che sa come fare, conosce il metodo per trasformare un insieme di procedure, di risorse umane ed economiche (magari scarse e limitate) in una macchina amministrativa ben oliata. Si può essere nel contempo manager e sindaco? Amministratore e gestore, proprio nei tempi attuali, quando la crisi economica appare un qualcosa di endemico e strutturale difficile a risolversi? La risposta non può essere che sì, anzi non solo si può, ma si deve! Infine, una scheda operativa conclude la riflessione manageriale, come a dire: “Adesso tocca a te!”

Far parlare i numeri

Alessandro Mattavelli – Ed. FrancoAngeli 2014 – Euro 24,00 I numeri di un’azienda, a partire da quelli esposti nel bilancio, dicono molto. Basta saperli leggere e, in un certo senso, farli parlare. Questo libro vuole essere una guida alla lettura e all’interpretazione del bilancio, dei report di vendita, delle analisi di costo e del budget. Si rivolge agli addetti ai lavori (esperti di contabilità), ma non solo; un libro che vuole aiutare tutti coloro che ricoprono ruoli di responsabilità in azienda ad applicare i principi e gli strumenti del controllo di gestione. Partendo dalle domande esistenziali dell’azienda, “perché esiste e dove vuole arrivare”, l’autore accompagna il lettore in un percorso che, cominciando con l’esame e la comprensione del bilancio di esercizio porterà ad esplorare e capire argomenti di fondamentale importanza per la conduzione dell’impresa, specialmente in periodi di instabilità economica.

Fuori dal comune. 133 Comuni da scoprire intorno a Milano Ed. LittleItaly, 2013, – Euro 12,00

A come Abbiategrasso, Z come Zibido San Giacomo: questa pubblicazione è un abbecedario di tradizioni, curiosità, storie e leggende, un pratico libro da consultare o da “leggiucchiare” per conoscere le più insolite particolarità dei 133 Comuni della Provincia milanese. Assieme alle storie che ruotano attorno alla grande Milano, dai borghi più piccoli alle vere e proprie città della cintura urbana, si trovano anche gli appuntamenti con sagre, feste patronali, con i più singolari mercati. Informazioni fornite in forma essenziale e arricchite con foto e immagini. La guida è realizzata a 50 mani, quelle dei 25 allievi del Master “Professione Editoria” dell’Università Cattolica e della Scuola di Editoria del Centro Piamarta di Milano, giovani appassionati lettori, per la prima volta, ma con successo, alle prese con i mestieri del libro. 97 | GENNAIO FEBBRAIO 2014


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Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 20 – 24 gennaio 2014 pubblicata su questo numero de L’Industria Meccanica n.689 (gennaio-febbraio 2014)

Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia / estero | Tabella bianca 1° gennaio 2013 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su L’Industria Meccanica n.683 (gennaio-febbraio 2013)




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