l’INDUSTRIAMECCANICA impresa. economia. politica. norme. export.
FONDATA NEL 1919
SETTEMBRE OTTOBRE 2014 | l’INDUSTRIAMECCANICA
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Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Automotive, dove va l’Italia?
SETTEMBRE OTTOBRE 2014
MAGAZINE UFFICIALE ANIMA | CONFINDUSTRIA
Acqua e Calore
secondo la direttiva MID Aims of the MID Directive and measuring what we pay for
Focus
Macchine e Meccatronica Ecco come tutelare la nostra industria
Ridurre il costo dell’Energia Intervista a Giuseppe Zampini, CEO Ansaldo Energia
All’interno: Tabella Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia n. 686
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La ricetta per tutelare la meccanica italiana
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iciamo così spesso che l’export è la valvola di sfogo della nostra industria da essercene abituati, forse troppo. Di fatto è vero, ed è un vanto: nonostante la crisi le imprese manifatturiere italiane hanno dimostrato (ancora una volta) di saper trovare anche da sole le vie per continuare a crescere. Ma all’Italia industriale non basterà. Se non inizieremo, infatti, costruttori di macchine ma anche grandi utilizzatori, a ringiovanire il parco macchine installato nel Belpaese, rischieremo di essere sorpassati da chi oggi importa costantemente tecnologia produttiva made in Italy, che permetterà loro in futuro di essere più competitivi. Ma qualche asso nella manica ci rimane. Ne parliamo lungo il focus dedicato a Macchine e Meccatronica, con un approfondimento sul settore Automotive, grande comparto di sbocco per molte aziende meccaniche, come la finitura.
Parliamo inoltre di Energia e incentivi, con un quadro generale commentato da Giuseppe Zampini, Ceo, di Ansaldo Energia, e un approfondimento sulla Cogenerazione. Spazio poi a temi di attualità in vista della fiera H2O di Bologna e, in vista di Expo 2015, all’industria del Food: con un approfondimento sull’acqua nell’industria alimentare e sul settore lavorazione carni. Scopriamo poi tutti i segreti della classificazione doganale delle merci, e riflettiamo sulla sicurezza sul lavoro. Settori protagonisti di questo numero sono inoltre rappresentati da Assotermica, che ha ottenuto una grande vittoria sulla regolamentazione degli scarichi a parete, Assogrigliati con un interessante questione relativa alla marcatura CE del prodotto, e Acism, con un commento sulla direttiva Mid. Prosegue la rubrica che racconta i 100 anni di Anima attraverso le storie delle aziende della meccanica. Mentre notizie di mercato, news dalle aziende e le recensioni dei libri consigliati per voi concludono questo numero de L’Industria Meccanica. La Redazione - @IndMeccanica
L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73 Direttore responsabile Giuseppe Bonacina - bonacina@anima.it Direttore editoriale Alessandro Durante - durante@anima.it Comitato editoriale Michele Bendotti, Giuseppe Bonacina, Sandro Bonomi, Maurizio Brancaleoni, Alberto Caprari, Alessandro Durante, Paola Ferroli, Andrea Orlando, Mario Salvi Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Pietro Luigi Cavallotti, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini Redattore Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Segretaria di redazione Cinzia Alchieri - alchieri@anima.it - Tel. 02 45418.211 Hanno collaborato a questo numero: Laura Aldorisio, Federico Cacciatori, Roberto Cattaneo, Chiara Ciuccarelli, Gabriele Susanna, Marcello Zinno Contributo speciale di: Franco Bolelli Impaginazione Alessia Garbujo e Fabio Lunardon Responsabile della pubblicità Mario Salvi - salvi@anima.it Direzione e Redazione ANIMA Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo (6 numeri) Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Progetto editoriale e grafico ANIMA - L’Industria Meccanica Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it
È vietata la riproduzione di articoli e illustrazioni de “L’Industria Meccanica” senza autorizzazione e senza citarne la fonte. La collaborazione alla rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli autori non impegnano né la rivista né ANIMA e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane degli autori stessi. .
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397
l’industria meccanica 693 | 8
SOMMARIO | NUMERO 693 “A colui al quale non si dà nulla, nulla si può chiedere” Henry Fielding (1707 – 1754)
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EDITORIALE Ciò che ogni giorno conquistiamo è più grande di quello che perdiamo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Franco Bolelli
RUBRICA | Donne e uomini al timone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 SICUREZZA La sicurezza in azienda è u investimento che rende . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Intervista a Luca Tripodi, ABB SpA di Giuseppe Bonacina Sicurezza antincendio: confrontarsi per valutare i rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
FOCUS | Macchine Se l’allievo supera il maestro: incentivare la rottamazione delle vecchie macchine per salvare l’industria . 20 di Carlo Fumagalli Automotive, dove va l’Italia? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 di Carlo Fumagalli Meccatronica, ottimizzare l’impiego di energia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Intervista a Sabina Cristini, Siemens
IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Assotermica Scarichi a parete, strada aperta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
FOCUS | Energia e Incentivi Efficienza energetica, Italia prima al mondo per la cogenerazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 di Gabriele Susanna Il costo dell’Energia? Sviluppare la “borsa del Gas” e razionalizzare gli incentivi alle rinnovabili. . . . . . . . 42 Intervista a Giuseppe Zampini, Ansaldo Energia di Giuseppe Bonacina
FOCUS | Food L’acqua nell’industria alimentare The case of water treated for food and drink production. . . . . . . . . . . . . . 48 di Roberto Cattaneo Meat tecnology. nuove prospettive nel mercato globale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Acism Direttiva MID, stop all’”anarchia” sui misuratori di acqua e calore Aims of the MID Directive and measuring what we pay for . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 di Roberto Cattaneo
9 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
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SOMMARIO | NUMERO 693
PROGETTO DOGANA FACILE Un codice per ogni merce, il multipurpose della classificazione doganale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 di Chiara Ciuccarelli
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IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Assogrigliati Un grigliato CE? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 di Federico Cacciatori
FIERE Torna Bi-Mu Sfortec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 2015, l’Italia ha la sua fiera per le valvole industriali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
ANIMA | Speciale centenario Cent’anni di industria - Vol. 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
ANIMA | Presidenti Caldareria, mantenere in Italia le capacità manifatturiere. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 Intervista a Eugenio Baldini, Presidente Ucc
FLASH | Internazionalizzazione
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NEWS Rubinetterie Bresciane inaugura il nuovo stabilimento di Gussago. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
MERCATO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Flessibili italiani di qualità Soluzioni per il comfort, la sicurezza e l’efficienza energetica Sistema di gestione flotta di Linde MH Sicurezza e affidabilità delle gru Espansione internazionale di Rollon Soluzioni Wärtsilä per tre nuove navi di Evergas
NEWS | Dalle aziende. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 RECENSIONI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 TABELLE ARANCIO Listino prezzi materiali di interesse della meccanica varia - n. 686 (settembre 2014) . . . . . . . . . . . . .
In copertina: elaborazione grafica su ©Depositphotos 11 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
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EDITORIALE
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Ciò che ogni giorno conquistiamo è più grande di quello che perdiamo
Franco Bolelli
filosofo e scrittore
o, non sono un fan delle nuove tecnologie. Sono un fan degli umani capaci di usare le nuove tecnologie, di usarle per espandersi, per valorizzarsi. Perchè oggi noi umani – decine di milioni di noi – abbiamo fra le mani possibilità assolutamente senza precedenti. Ognuno di noi è diventato una sorta di network vivente, ognuno di noi dispone di una potenza comunicativa finora impensabile. Ogni giorno vengono messi in rete e condivisi un miliardo e mezzo di post. La maggior parte inutili, autoreferenziali, sciocchi. Ma al di là degli effetti collaterali – ad esempio la dispersività generata dal passaggio da una mente verticale a una orizzontale – abbiamo possibilità di accesso istantaneo a conoscenze, informazioni, esperienze, materiali, persone che appena dieci anni fa sarebbero restate inaccessibili. Siamo passati da tecnologie che ci tenevano stanziali a tecnologie che ci chiedono e ci permettono di spaziare, e che allargano a dismisura le nostre possibilità di scelta. Tutto questo – impossibile non sia così – ci ha cambiato, ci sta cambiando. Soprattutto, le nuove tecnologie favoriscono il fai-da-te, l’autodeterminazione di milioni di persone, e questo è davvero il fenomeno antropologico più significativo della storia umana. Milioni di persone che scelgono, che connettono, che postano ogni giorno squarci della propria biografia dal vivo, sono milioni di persone che si sentono più importanti e che sono più disposte a fare da sé, senza più aspettarsi che le soluzioni piovano dall’esterno. È così che si sta realizzando una mirabile fusione fra senso dell’impresa e quotidianità. Perchè l’impresa non è più qualcosa di titanico, riservato a pochi, ma si esprime giorno per giorno, gesto per gesto, scelta per scelta. Ed è così che impresa imprenditoriale e impresa “creativa” – che fin qui si frequentavano poco e malvolentieri – stanno unendosi in un flirt sempre più torrido. Ci saranno tante disfunzioni, nel mondo in cui stiamo vivendo: ma accidenti, quello che ogni giorno conquistiamo è così più grande di quello che perdiamo.
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RUBRICA | Donne e Uomini al timone
Francesco Giaccio il nuovo Direttore Generale di Tyco Il nuovo Direttore Generale di Tyco Integrated Fire & Security Italia è Francesco Giaccio. 43 anni, Giaccio gestirà le attività nazionali dell’azienda, con piena responsabilità sulle strategie operative e commerciali e con l’obiettivo di guidarne la crescita presso i clienti nei mercati Fire e Security. Nel corso della sua carriera, Giaccio ha maturato svariate esperienze in Honeywell Building Solutions, poi ha occupato diversi ruoli manageriali in 3M. “Francesco rappresenta un’ottima scelta per la crescita del business Fire & Security in Italia. Sono convinto che sotto la sua guida l’azienda saprà dare vita a una strategia”, afferma Roland Billeter, Presidente di Tyco Integrated Fire & Security Continental Europe.
Rakeswh Sarin e Vesa Riihimäki nuove nomine in Wärtsilä Corporation Rakesh Sarin è stato nominato President Power Plants, Executive Vice Presidente e membro del Board of Management di Wärtsilä Corporation. Sarà responsabile del business globale di Power Plants, riportando direttamente al Presidente e Ceo Björn Rosengren. Sarin è entrato in Wärtsilä nel 1998 con un background nel settore del petrolio e del gas. Vesa Riihimäki che dal 2009 dirige il Business Power Plants, è stato nominato Vice President, Wärtsilä Quality. Sarà responsabile della qualità dei prodotti, soluzioni e processi Wärtsilä a livello globale.
Carla Masperi e Zoran Radumilo nuove nomine in Sap Italia Sap, azienda specializzata in soluzioni software per il business, annuncia le nomine di Carla Masperi a Chief Operating Officer (Coo) e Zoran Radumilo a Innovation Sales Director per la filiale italiana. Nel suo nuovo incarico, a diretto riporto di Manos Raptopoulos, Coo South Europe di Sap, Carla Masperi sarà responsabile per lo sviluppo del business e delle operazioni di Sap in Italia. Si occuperà di coordinare l’esecuzione delle strategie, sviluppare e organizzare le competenze in funzione di queste, ottimizzare i processi operativi. Subentra a Carla Masperi, nel ruolo di Innovation Sales Director Sap Italia, Zoran Radumilo.
Richard Jacobs è presidente dell’area Emea per il Gruppo Idraulico di Eaton Eaton ha annunciato di aver nominato Richard Jacobs presidente dell’area Europa, Medio Oriente e Africa per il Gruppo Idraulico. In questo ruolo, Jacobs continuerà a riferire a Bill VanArsdale, presidente, Hydraulics Group. Jacobs succede ad Astrid Mozes, che è stata nominata chief technology officer di Eaton Hydraulics Group. “Garantire il perseguimento con successo della strategia di crescita nell’area Emea è fondamentale”, ha dichiarato VanArsdale. In precedenza, Jacobs ha ricoperto vari ruoli di leadership in aziende tra cui Knorr Bremse, Honeywell e General Electric. Jacobs ha conseguito una laurea di primo livello in ingegneria meccanica e industriale e una laurea di secondo livello in gestione industriale presso la Clarkson University di New York.
l’industria meccanica 693 | 14
RUBRICA | Donne e Uomini al timone
Tomaso Carraro nuovo presidente di Eurotrans I Board Meeting 2014 di Eurotrans, il comitato europeo dei produttori di sistemi per la trasmissione di potenza, ha costituito l’occasione per nominare le nuove cariche direttive per il biennio 20142016. A presiedere il comitato è stato chiamato Tomaso Carraro, già vice presidente dell’omonimo gruppo industriale, nonché presidente di Assiot (associazione italiana costruttori organi di trasmissione, movimento e potenza). “È con molto orgoglio e altrettanto senso di responsabilità che mi appresto a svolgere il ruolo di presidente Eutrotrans per il biennio 2014-2016”, ha dichiarato Carraro. “Sono convinto che la nostra organizzazione debba fare un salto di qualità per rispondere sempre di più alle esigenze dei propri cittadini: le imprese europee nel nostro settore.
Roberto Zappa alla Presidenza di Assoascensori Roberto Zappa, Ceo e Presidente di Sematic, è stato nominato Presidente di AssoAscensori (Associazione industria italiana degli ascensori e scale mobili) aderente ad Anie, che riunisce le aziende che operano nella progettazione, costruzione di impianti e componenti, installazione, riparazione e manutenzione di ascensori, montacarichi, scale e marciapiedi mobili, montascale e piattaforme elevatrici. Roberto Zappa ha conseguito la laurea in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano. “Sono orgoglioso di poter assumere questo prestigioso incarico – ha dichiarato il neoPresidente Roberto Zappa – e spero di dare un contributo fattivo nei prossimi due anni. Tema molto importante è la sicurezza”.
Alessandro Carloni è il nuovo Direttore Finance industrial operations Whirlpool Emea Alessandro Carloni, 38 anni, è stato nominato direttore finance industrial operations Whirlpool Emea. Ad annunciarlo Sidnei Sanches, vice presidente Finance & Cfo Whirlpool Emea, e Davide Castiglioni, AD Whirlpool Europe. Con una laurea in Economia e Commercio alla Luiss di Roma, Carloni entra in Whirlpool dopo aver ricoperto ruoli di crescente responsabilità e complessità in Honeywell fino a diventare Direttore finance automotive industry. In precedenza ha maturato esperienze per Deloitte e Unicredit. Carloni riporterà a Sidnei Sanches.
Domenico Di Monte è il nuovo presidente Assofluid Domenico Di Monte è stato eletto nuovo presidente Assofluid (associazione italiana dei costruttori e operatori del settore oleoidraulico e pneumatico) lo scorso 6 giugno all’Assemblea Ordinaria dei soci e rimarrà in carica per il prossimo triennio. Di Monte è laureato in Ingegneria Gestionale presso l’Università degli studi di Brescia. Dal 2007 è marketing manager di Camozzi. Precedentemente ha lavorato come consulente direzionale nell’area Strategia e marketing di Itm Consulenza e come area manager Italia presso A&T Europe. Dal 2011 è membro del Consiglio Direttivo di Assofluid con delega alle attività di marketing e nel 2013 è stato eletto vice presidente del Cetop con delega alla Commissione Economica.
15 | settembre ottobre 2014
FOCUS | Sicurezza Intervista a Luca Tripodi, responsabile del business Safety in Italia per la Divisione Low Voltage Products di ABB SpA.
La sicurezza in azienda
è un investimento
che rende La riduzione degli infortuni ha un positivo effetto sulle ore complessive lavorate che non può essere ignorato. Corsi e seminari sono essenziali per rendere coscienti i lavoratori sugli eventuali rischi ai quali sono esposti durante le normali attività e renderli responsabili dei dispositivi e delle procedure per svolgere le mansioni in maniera sicura. Peraltro, un aumento dei controlli in azienda e una loro rendicontazione con relative sanzioni costituirebbe un deterrente efficace. Il D.Lgs 81/2008 costituisce un’ottima base per contenere il fenomeno degli infortuni e proteggere l’ambiente da eventuali dannose attività produttive. di Giuseppe Bonacina l’industria meccanica 693 | 16
FOCUS | Sicurezza
L’
incidenza degli infortuni sul lavoro continua a essere in Italia molto elevata. A suo parere è un problema di carenza di normative adeguate o di mancanza di controlli estesi ed efficienti? Il numero di infortuni sul lavoro in Italia è molto elevato; tuttavia, se si analizzano i dati messi a disposizione dall’Inps, si scopre che, a parte ovvie considerazioni in merito al calo della forza lavoro impiegata nel nostro paese, il dato statistico è in continuo, costante calo. Questo indica, a mio parere, che quanto si sta facendo per ridurre gli infortuni sul lavoro sta avendo un effetto positivo e pertanto dobbiamo continuare su questa strada anche in futuro. Da un punto di vista legislativo, il D.Lgs 81/2008 è lo strumento che lo Stato si è dato per regolamentare questa materia. Devo dire che, nonostante tutto sia perfettibile, si tratta di un buon testo, ben articolato e che introduce numerose migliorie che, correttamente applicate, produrranno nel medio-lungo termine certamente risultati positivi. Insomma, per individuare il punto debole è necessario spostare l’attenzione verso quantità e, soprattutto qualità, dei controlli svolti? In questo ambito si può e si deve fare di più. È opportuno che più aziende vengano controllate, anche perché le stesse statistiche Inps pubblicate, riferiscono come l’82% delle aziende controllate non è in regola con i requisiti essenziali stabiliti dal D.Lgs 81/2008. Ma occorre anche, e soprattutto, che il personale addetto alle verifiche sia preparato a dovere per svolgere un compito non facile. Una conoscenza di base delle norme internazionali da applicare a macchine, linee e impianti è auspicabile, altrimenti il rischio è l’apertura di non conformità con relative sanzioni per delle banalità, magari palesi, tralasciando aspetti forse meno evidenti, ma estremamente rischiosi.
prattutto, una loro rendicontazione, con relative sanzioni da parte degli enti preposti a effettuare tali controlli, costituirebbe un ottimo deterrente. Secondo alcuni analisti il costo della “non sicurezza” sul lavoro (assenza di protezioni, mancato rispetto degli orari, istruzione insufficiente dei lavoratori ecc.) sarebbe a lungo andare superiore a quello della “sicurezza”. Esistono studi e dati al riguardo? ABB nel 2013 ha svolto una ricerca che come scopo aveva quello di stimare il ritorno economico legato a investimenti sulla sicurezza e igiene sul lavoro in azienda. Il risultato dei dati raccolti ci prospetta un dato incoraggiante: per ogni euro investito, il ritorno stimato è di 1,5 euro nel medio-lungo termine. Studi analoghi fatti da aziende produttive confermano questo dato, anche se il tutto viene ricondotto alle ore effettive lavorate, piuttosto che all’importo previsto come rientro economico. La riduzione degli infortuni ha un evidente effetto sulle ore complessive lavorate dalla forza lavoro (pro capite in media), che non può e non deve essere ignorato.
Luca Tripodi è product manager responsabile del business Safety in Italia per la Divisione Low Voltage Products di ABB SpA. Si è occupato di promozione e vendita in ambito industriale di componenti legati alla trasmissione di potenza. Da una decina di anni si occupa di consulenza, progettazione, engineering di sistemi e dispositivi di sicurezza. Ha fondato la filiale italiana della Jokab Safery nel 2005, entrata a far parte del gruppo ABB nel 2010.
La nascita di una effettiva cultura della sicurezza risale allo Statuto dei Lavoratori del 1969, dove, ad esempio, per la prima volta si esclude la “monetizzazione del rischio”. Tuttavia, esigenze produttive o tutela dell’occupazione hanno talvolta portato a deroghe pericolose ma condivise da più parti. Come giudica questa situazione? La questione è certamente più attuale negli ultimi anni, nei quali la crisi del comparto produttivo italiano ha certamente favorito comportamenti non virtuosi, da un lato, e riduzione degli investimenti dall’altro. A mio parere questi atteggiamenti andrebbero corretti immediatamente e all’origine. Troppo spesso sono gli stessi dirigenti preposti o i datori di lavoro che hanno questi comportamenti. Un aumento dei controlli e, so17 | settembre ottobre 2014
FOCUS | Sicurezza
Quali tecnologie potrebbero oggi concretamente aiutare a prevenire infortuni sul lavoro, come ad esempio i controlli a distanza dei lavoratori per accertarsi che stiano seguendo le procedure corrette e stiano adottando tutte le protezioni previste per un particolare tipo di lavoro? Alcuni processi produttivi, estremamente pericolosi, possono necessitare di una supervisione esterna effettuata mediante telecamere di sorveglianza, oppure sistemi di acquisizione della presenza dell’operatore in determinate aree di lavoro, in altrettante determinate modalità operative, in 2 o in 3 dimensioni. Peraltro, nella maggior parte dei casi è opportuno effettuare corsi e seminari allo scopo di rendere coscienti i lavoratori in merito ai rischi ai quali sono esposti durante le normali attività lavorative e quelle straordinarie ragionevolmente prevedibili. Il risultato è una maggiore responsabilizzazione del lavoratore in merito al modo di portare a termine le proprie mansioni, in maniera sicura per sé e per gli altri. È altresì opportuno ricordare come il 75% e oltre degli infortuni avviene per distrazione, assuefazione e modi operativi non corretti. Solo il 25% avviene per guasti ai sistemi di sicurezza o insufficienza degli stessi installati sulle macchine. La catena delle responsabilità penale degli incidenti sul lavoro va, secondo una legge recente, fatta risalire ai manager di più alto livello dell’azienda. Gli industriali hanno contestato questa impostazione perché, a loro avviso, non risponde alla normale organizzazione di fabbrica. Al riguardo, ha fatto molto discutere il caso dell’incendio mortale del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino, i cui dirigenti nell’aprile scorso sono stati condannati in secondo grado “solo” per omicidio colposo e non per omicidio volontario. Qual è il suo parere su tutta la questione? Per avere un parere su tutta questa questione, occorrerebbe conoscere nello specifico come sono andati i fatti.
In linea generale, concordo con chi asserisce che nel caso specifico ci fosse da parte dei manager il dolo oltre che la colpa. Il dolo a mio avviso è manifesto nel caso in cui il management “sia conscio e a conoscenza” delle lacune in merito a sicurezza e igiene presenti in azienda. Troppo spesso, nonostante ciò, sull’altare della monetizzazione del rischio, come dicevamo poco sopra, si tende a trascurare, quando a non nascondere, situazioni che sono delle vere e proprie bombe a orologeria. In molte commesse internazionali, soprattutto di grandi impianti all’estero, si pone come condizione preliminare per la gara il fatto che l’azienda non abbia registrato incidenti gravi negli anni precedenti. Potrebbe essere un vincolo efficace anche per commesse nazionali di minor impegno economico? L’inserimento in gara di clausole come quella indicata costituirebbero un forte deterrente nei confronti di chi accetta di operare al limite della correttezza. Tale requisito, però, andrebbe legato più che all’accadere dell’infortunio stesso, all’eventuale pubblicazione di sentenza relativa all’incidente per evitare di discriminare chi, nonostante faccia tutto quanto possibile, affronta un infortunio in azienda. Il concetto di sicurezza sul lavoro si va estendendo al di là dei cancelli della fabbrica, coinvolgendo anche la salute di chi vive in aree limitrofe potenzialmente a rischio. Il caso tuttora aperto dell’acciaieria di Taranto è al riguardo sintomatico. Certamente il problema non è di facile soluzione, ma sta diventando di attualità anche per alcune opere di cui in Italia si discute da tempo, come le perforazioni petrolifere in Basilicata, i rigassificatori costieri ecc. È innegabile che talune attività se fuori controllo abbiano un impatto tangibile sull’ambiente. È importante il fatto che siano state poste all’attenzione dell’opinione pubblica le criticità; questo è già indicativo del fatto che tali problemi non solo sono conosciuti, ma che si vuole discutere su come minimizzarli. Molto importante diventa l’approccio che si vuole tenere nella gestione di tali criticità. Di certo non è possibile mantenere un modello di business che renda così tanto pericoloso per la salute di chi vive in aree limitrofe a rischio. □
l’industria meccanica 693 | 18
FOCUS | Sicurezza
U
n test per far verificare ai datori di lavoro la propria conoscenza degli adempimenti obbligatori: è un nuovo progetto realizzato dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile in collaborazione con il (Fondo Europeo per l’Integrazione dei Paesi Terzi), indirizzato ai datori di lavoro e in particolare ai nuovi adempimenti di legge in materia di sicurezza e prevenzione antincendio. Si chiama “Sicurezza antincendio & datori di lavoro”, ed è fruibile in otto lingue (Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo, Albanese, Arabo, Cinese e Ucraino) e diffuso tramite due supporti: uno tradizionale cartaceo – un opuscolo di 76 pagine – e un’applicazione multimediale, nata con l’obiettivo di facilitare la divulgazione delle misure necessarie per la sicurezza del lavoro disposte dalla legislazione italiana e concepita per far verificare ai datori di lavoro la propria conoscenza degli adempimenti obbligatori.
Sicurezza
antincendio:
confrontarsi per valutare i rischi
27
NOVEMBRE
Save the date SICURTECH VILLAGE A PADOVA LA QUARTA TAPPA DEL TOUR DEDICATO ALL’ANTINCENDIO
Del resto sulla sicurezza antincendio e sulla valutazione dei rischi, avere punti fermi e linee guida è sempre molto importante per aziende e professionisti. E un’occasione di confronto per i protagonisti dell’antincendio (professionisti e addetti alla Sicurezza, progettisti, installatori di impianti, insieme a tecnici, addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti, esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori, università) è il tour itinerante del Sicurtech Village, la mostra convegno che dallo scorso ottobre ospita eventi, workshop, attività di approfondimento, ed è diventato così, così, una preziosa opportunità di unire le principali città italiane attorno ai temi della sicurezza e dell’antincendio. Dopo il successo alla terza tappa, a Roma il 18 giugno scorso, appuntamento all’edizione di Padova, il prossimo 27 novembre, per dare spazio a temi riguardanti la cultura della sicurezza antincendio, le soluzioni e gli aspetti tecnico-normativi. Da Napoli, città che ha tenuto a battesimo l’evento, Sicurtech Village ha fatto tappa prima a Firenze (a febbraio) e poi, appunto, a Roma, ottenendo sempre risultati lusinghieri in 19 | settembre ottobre 2014
termini di partecipazioni e coinvolgimento dei professionisti. «Quello che ci accompagna a ogni tappa è la fame di informazioni» commenta il Presidente Uman, Gianmario Malnati, «a ogni incontro che realizziamo troviamo nuovi elementi di discussione e di dibattito: la vastità e complessità della materia, le specificità e criticità del nostro territorio sono tali che credo che le discussioni potrebbero essere inesauribili. Con Sicurtech Village le associazioni Uman/Anima e Aias hanno ideato un tour di approfondimento tramite il quale riflettere insieme su tematiche di cogente attualità ed interesse, grazie al contributo di tecnici, professionisti, addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti, esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori, università. Credo che i risultati raggiunti sinora siano testimonianza della bontà del progetto avviato: con tre tappe siamo stati in grado di raggiungere oltre 40.000 professionisti, incontrandone direttamente più di 1200, ottenendo patrocini dalle Istituzioni e dagli Ordini professionali, che hanno concesso con diverse modalità crediti e ore formative». □
FOCUS | Macchine
Se l’allievo supera Foto © Depositphotos
Incentivare la rottamazione delle vecchie macchine
l’industria meccanica 693 | 20
FOCUS | Macchine
il maestro per salvare l’industria
di Carlo Fumagalli 21 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
A
ncora qualche anno – 5, 6, non più di 10 comunque – e potremo dire addio al nostro caro made in Italy tecnologico e industriale. Scenario troppo apocalittico? Concesso. Speculazione giornalistica? Solo un po’. Ma procurato allarme no di certo: se non verranno messe in campo soluzioni adeguate (e ce ne sarebbero) per intervenire sul nostro eutanasico mercato interno, si concretizzerebbe il rischio che proprio la valvola di ossigeno della nostra economia industriale, l’export, si trasformi in un’arma a doppio taglio per le nostre imprese, condannandoci a un regresso tecnologico che finirebbe per farci ricordare con malinconia a questi lunghi anni di crisi. La nostra industria manifatturiera non sta agonizzando, diciamolo. Deve lottare ogni giorno molto più ferocemente di quanto era richiesto forse alle precedenti generazioni di imprenditori, ma i produttori di tecnologia e di meccanica hanno dimostrato di saper reagire con efficacia al calo della domanda interna rivolgendosi in maniera sempre più strutturata – vuoi con semplice esportazione, vuoi con strategie di internazionalizzazione – ai mercati esteri. Lo dicono i numeri: oggi le esportazioni della meccanica varia ed affine si attestano intorno ai 24 miliardi di euro secondo i dati dell’ufficio studi di Anima/Confindustria, e hanno vissuto una crescita costante sia nel 2013 (+1,2%) sia nelle previsioni per il 2014 (+1,5%), tanto da far salire la quota export/ fatturato al 58%. Lo stesso vale in generale per i costruttori italiani di mezzi di produzione, che sfidano la crisi, dati alla mano, proprio grazie all’export. Buona notizia dunque, e ben nota. Ma dietro l’angolo c’è un pericolo, ed è molto semplice: man mano che i Paesi che oggi importano la nostra tecnologia cresceranno sia in quei settori a valle della macchina uten-
FOCUS | Macchine sile e del mezzo di produzione sia nelle macchine stesse, è facile intuire come questi si possano trovare a superare i maestri. «Mentre i settori manifatturieri nazionali “rimangono al palo”» spiega a questo proposito il direttore di Ucimu e Federmacchine Alfredo Mariotti, «nel breve/ medio periodo i Paesi oggi emergenti si troveranno nelle condizioni di produrre con tecnologie più moderne rispetto a quelle utilizzate dalle aziende italiane; situazione che sarà peraltro accresciuta dal più basso costo del personale». Pensiero condiviso dal direttore di Anima Andrea Orlando. Insomma, fra soli cinque anni ci risveglieremo una mattina e ci troveremo vecchi e stanchi, con mezzi in buona parte obsoleti e sorpassati (o quanto meno alla pari) nei campi in cui abbiamo oggi un indubbio vantaggio tecnologico. In realtà il vero dramma oggi sarebbe dare più valore ai problemi che alle soluzioni, e per questo è necessario agire al più presto. Come? Alcune ottime strategie sono già in atto, come il remake (già pensato in tempi pre-crisi) della legge Tremonti, o in maniera ancora più importante il decreto Beni Strumentali, altrimenti detto Sabatini-Bis, che da aprile ha iniziato a raccogliere le richieste di prenotazione delle risorse con risultati molto incoraggianti. Ma è a livello paneuropeo che si può giocare la partita decisiva: «Varando interventi legislativi ad hoc» spiega ancora Mariotti, «dovremmo arrivare a sostituire e quindi ammodernare i mezzi di produzione oggi operativi il più presto possibile». Non è un segreto che una buona percentuale del parco macchine installato in Italia e in Europa (che si tratti di macchine utensili o apparecchiature meccaniche in genere) è attivo già da più di 20 o addirittura 30 anni. Ecco dunque dove si può intervenire: incentivare la rottamazione e quindi la sostituzione dei macchinari. In questo
L’arma a doppio taglio dell’export modo imporremmo un importante miglioramento delle condizioni delle nostre fa bbriche in termini di sicurezza, qualità e in parametri ambientali, e di conseguenza, con controlli appropriati, eviteremmo l’ingresso di macchine provenienti da Paesi emergenti (magari anche contraffatte?) che evidentemente non risponderebbero più agli standard qualitativi richiesti. «Una spinta che rimetterebbe in moto industria ed economia» spiega Orlando. «Si genererebbe inoltre
un giro d’affari che darebbe grande impulso a tutto il sistema europeo» conclude Mariotti, «tale per cui non mancherebbe anche l’appoggio del mondo della finanza» la cui crisi tanto ha fatto pagare all’economia reale. L’industria poi si salverà, anche da sola. Cosi come ha trovato la forza per andare a esportare in ogni angolo del mondo troverà il modo di evitare questo scenario di recessione tecnologica. Prenderne coscienza a tutto tondo è però il primo passo. □
Leasing e Sabatini Bis Decreto Beni strumentali: le cui richieste di finanziamento, dall’apertura dello sportello fino ad agosto, hanno raggiunto quota 1,9 miliardi di euro In un periodo in cui i dati Istat continuano a delineare una economia italiana in recessione, gli ultimi dati pubblicati da Assilea – Associazione italiana leasing - fanno emergere come il mercato leasing dei primi 7 mesi del 2014 abbia movimentato un totale di 9,3 miliardi di euro attraverso 188.446 nuove operazioni, registrando una crescita tendenziale del 10,8% nel numero di stipule e del 6,3% nel valore. In crescita soprattutto i comparti tradizionali del leasing auto e strumentale; ed è proprio lo strumentale che vede aumentare il numero dei contratti del 9,3% rispetto ai primi 7 mesi del 2013, arrivando a finanziare oltre 3,7 miliardi di euro. Un indubbio stimolo ad orientare le imprese ad acquisire nuovi macchinari e beni strumentali attraverso il leasing finanziario sono, oltre alla nota disciplina fiscale della legge stabilità 2014, la c.d. “Nuova Sabatini” o “Decreto beni strumentali”, corroborati dal recente credito di imposta previsto nel “Decreto Competitività”. Il decreto beni strumentali, istituito dal decreto-legge c.d. “del Fare” (art. 2 decreto-legge n. 69/2013) è rivolto alle Pmi, operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti, anche mediante operazioni di leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.
SU INDUSTRIAMECCANICA.IT L’ARTICOLO COMPLETO A FIRMA DI CHIARA PALERMO, ASSILEA l’industria meccanica 693 | 22
Idrostatico o idrodinamico, in entrambi i casi un Tonero. Il tipo di trasmissione è una scelta dell’operatore. La guida di un carrello elevatore è un’esperienza molto personale, noi vogliamo che la tua sia unica! Per rispondere alle preferenze individuali degli operatori, i carrelli elevatori Toyota Tonero ti offrono la possibilità di scegliere il tipo di trasmissione che più si addice alla tua personalità e al tuo stile di vita: idrodinamica o idrostatica. Scegli per il tuo carrello la trasmissione con la quale ti senti più sicuro ed a tuo agio.
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FOCUS | Macchine e Automotive
Fotogramma dal film “Il sorpasso”, 1962
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FOCUS | Macchine e Automotive
V
ittorio Gassman sfrecciava a oltre 130 chilometri orari fra le curve a strapiombo sul Tirreno
insieme a un giovane Jean-Louis Trintignant a bordo di una stupenda Lancia Aurelia B24s. Era il film Il sorpasso (1962) che sarebbe rimasto uno dei quadri cinematografici più rappresentativi del miracolo economico italiano a metà Novecento. L’automobile italiana, insomma, era ed è tutt’ora nell’immaginario un simbolo dell’italianità, e non solo espressione di un lusso per pochi, ma – è il caso di un’auto-feticcio come la Fiat 500 – simbolo di un made in Italy alla portata di tutti e copiato in tutto il mondo. Oggi “il sorpasso”, numeri alla mano, è avvenuto ai danni dell’industria automobilistica italiana, ed è amaro almeno quanto il finale del capolavoro di Dino Risi: importiamo molte più auto di quante ne produciamo. [ Nelle prossime pagine ve lo raccontiamo... ] di Carlo Fumagalli
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FOCUS | Macchine e Automotive
Automotive, Fiat e Chrysler, la capacità di innovare di un’azienda è un prerequisito per la sua sopravvivenza sui mercati internazionali.
Al convegno Ucif interverrà Nevio Di Giusto, Amministratore delegato Centro Ricerche Fiat La tradizione automobilistica italiana nasce alla fine dell’Ottocento e, attraversando tutto il secolo breve, sviluppa competenze di eccellenza nell’ingegneria e nel design dei veicoli e dei loro componenti e nella progettazione dei processi industriali del settore automobilistico. Dopo oltre cento anni di sviluppo, il veicolo può essere considerato un prodotto maturo ma c’è ancora spazio per l’innovazione, che riveste un ruolo strategico delle attività di innovazione per garantire la competitività nel lungo periodo di un’impresa, e di un intero sistema industriale, che si confronta su scala mondiale. La Fiat sta attraversando una fase importante della propria storia. L’acquisizione di Chrysler ha proiettato il costruttore nazionale in una dimensione globale aggiungendo una sfida culturale a quelle industriali. Una sfida che poche aziende italiane hanno tentato e che altri concorrenti, in un recente passato, non sono riusciti a concludere: creare un’unica squadra partendo da due organizzazioni con storie consolidate, fortemente permeate dalla cultura del territorio di origine e quindi con modi di pensare e di agire molto diversi, facendo incontrare il pragmatismo e la schematicità delle organizzazioni americane con la flessibilità e la creatività nazionali. La capacità di innovare di un’azienda è un prerequisito per la sua sopravvivenza sui mercati internazionali e l’innovazione è la risultante dell’interazione tra le attività di Ricerca e Sviluppo e tutti gli altri processi aziendali. In aggiunta è necessario avere una rete estesa di collaborazioni esterne all’impresa per condividere rischi e investimenti durante la fase precompetitiva. L’innovazione del veicolo, insomma, è uno dei semi per i sistemi di mobilità del futuro. Il nostro Paese sta coltivando questo seme? Sarano questi i temi dell’intervento di Nevio Di Giusto, direttore del centro ricerche Fiat al convegno organizzato da Ucif il 14 ottobre a Milano. l’industria meccanica 693 | 26
[ ...segue ]
Un gap importante per un comparto che rappresenta una buona fetta del Prodotto interno lordo italiano, e che – è bene ricordarlo – non vive certo da solo, ma in simbiosi con un indotto e una value chain che comprende produttori di impianti e servizi, dalla lavorazione allo stampaggio fino alla finitura, verniciatura, granigliatura, vibrofinitura ecc. Insomma, in un mondo in cui parliamo sempre di più di sistemi, e in cui la trasversalità fra meccanica e meccatronica porta a intrecciare diversi ambiti contigui, possiamo dire che quasi tutte le branche della meccanica traggono beneficio dal mondo dell’automotive, ed è per questo che l’evoluzione del mercato dell’auto, con tutte le difficoltà del momento, riveste un ruolo importante per il mondo industriale ad esso connesso. Ma come possiamo dare nuovo impulso al settore? Anche per rispondere a questa domanda il prossimo 1 4 ottobre, al Politecnico di Milano, l’associazione dei costruttori di impianti di finitura in seno ad Anima, Ucif, organizza un convegno dedicato all’automotive, cercando spunti per creare sinergie e innovazione su tutta la filiera di riferimento. Un mercato in difficoltà I numeri dunque parlano chiaro, nel 2013 abbiamo prodotto 388.645 auto e siamo stati importatori netti per circa 2/3 del mercato. Nello stesso anno sono state vendute un milione e trecentomila auto (per l’e-
FOCUS | Macchine e Automotive
dove va l’Italia? sattezza 1.304.645) secondo i dati elaborati da Anfia che il Presidente Roberto Vavassori commenta così: «L’Italia, per le sue caratteristiche di mercato di sostituzione con un determinato profilo demografico e una mobilità urbana in evoluzione, non tornerà al record di 2 milioni e mezzo di immatricolazioni del 2007. Possiamo e dobbiamo, tuttavia, recuperare il livello fisiologico che, per un Paese come il nostro, si attesta a 1,8 milioni di unità l’anno, partendo da una politica industriale per il rilancio della filiera produttiva. I nostri volumi di produzione continuano ad assottigliarsi, mentre Paesi come la Spagna e la Repubblica Ceca, che non possono vantare una tradizione industriale paragonabile a quella dell’auto italiana, restano abbondantemente sopra il milione di unità prodotte». Questione di storia Peraltro l’industria dell’auto italiana è storicamente caratterizzata da un particolare modello, costituito di fatto dalla presenza di un unico grande produttore, «Tanto che il calo della produzione e lo scarto fra auto prodotte e immatricolate» spiega Giuseppe Berta, Docente alla Bocconi di Storia industriale e storia contemporanea e vera autorità in materia, «è dovuto al processo di crisi della Fiat che ha portato alla fusione con Chrysler verso la nascita di un’azienda globale senza più i limiti storici della produzione italiana di auto». Una crisi in realtà ormai protratta nel tempo: «Già dagli anni ’90
Gli imprenditori Ucif: “Chiediamo un’industria in linea con Germania e Francia” Il convegno organizzato da Ucif, in programma al Politecnico di Milano il prossimo 14 ottobre, farà luce sull’intera filiera dell’automotive. L’industria del trattamento delle superfici, declinato in tutte le sue specializzazioni, è infatti legato a filo doppio con il mondo dell’autovettura. Una recentissima indagine promossa dall’associazione in vista dell’appuntamento di ottobre, permette infatti di valutare l’impatto dell’automotive sul mondo industriale rappresentato da Ucif (poco più della metà dell’intero settore della finitura italiana) con risultati interessanti. L’80% delle aziende, infatti, ha l’automotive come industria di sbocco dei propri prodotti, facendo il settore automobilistico il primo utilizzatore degli impianti di finitura prodotti. Un’industria che corre, visto l’aumento degli investimenti in percentuale sul fatturato per quasi due terzi delle aziende, e considerando l’aumento dell’andamento dei prezzi per più della metà dei casi, ma che è preoccupata dalle difficoltà che il settore automobilistico italiano sta incontrando sul mercato. «Rispetto agli anni d’oro della Fiat, in cui si investiva molto, abbiamo visto un enorme declino nella produzione di componenti meccanici dalle fonderie italiane, tanto che oggi, per fare un esempio, di teste e blocchi motore in Italia non se ne fanno praticamente più», spiega Renzo Boarino, Direttore Generale di Pangborn Europe, «Eppure nella produzione di basamenti motore avevamo una tecnologia alll’avanguardia e fonderie del Gruppo Fiat che facevano scuola». Componenti oggi costruiti all’estero. «Tuttavia Paesi come Germania e Francia hanno mantenuto questi prodotti nella produzione locale, e sono assolutamente competitivi: possibile che nel nostro Paese non sia fattibile?» Domanda che per ora rimane aperta. «È un problema di costi energetici» suggerisce Marco Leva di Imf Engineering. Fortunatamente questa tecnologia tutta italiana non è andata persa: le imprese italiane fornitrici hanno di fatto seguito i costruttori europei e mondiali nei nuovi siti produttivi, anche se la distanza rende tutto più difficile. Fondamentale rimane comunque la capacità di innovare continuamente processi e prodotti. «Negli ultimi anni si è inoltre sviluppato, dal punto di vista dell’innovazione, una grande attenzione ai recuperi energetici» spiega Paolo Colombaroli di Geico. «ovvero la gestione degli impianti in modo da avere meno impatto sia energetico che ambientale (con impatto sia economico che ambientale), che anche Ucif sta promuuovendo la campagna “Non sprechiamo l’Energia. Con noi lo Sviluppo è sostenibile.” Lanciata a inizio anno». 27 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
FOCUS | Macchine e Automotive si registra una costante caduta, combinata poi a un sensibile ridimensionamento della presenza di mercato e della gamma d’offerta (mancano oggi modelli fortunati come in passato tanto fra le utilitarie quanto per le medio alte)». Il tutto acuito dal processo di grave contrazione del mercato italiano degli ultimi anni, probabilmente in questo caso ancora più grave rispetto alla media continentale europea. Facile poi vedere come diversi modelli industriali rispondano in maniera opposta alla crisi se si analizza ad esempio quanto accaduto negli
L’utomobile vive in simbiosi con un indotto e una value chain che comprende produttori di impianti e servizi, dalla lavorazione allo stampaggio fino alla finitura: fondamentale rilanciare il settore
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BRE OTTO
Save the date il mercato dell’autovettura italiana: l’intera filiera a confronto il convegno organizzato da Ucif al Politecnico di Milano, ore 14.00
Usa, anch’essi scossi nel 2008 da una gravissima caduta del mercato: «La crisi aveva portato in Nord America a un crollo di produzione da 16 a 10 milioni di auto, dopo di che si è assistito a una risalita sempre più intensa che sta riportando il mercato anche a livelli più alti (oggi veleggia verso i 17 milioni dei vetture vendute)» continua Giuseppe Berta, «In Europa vediamo proprio il contrario: una caduta meno intensa che tuttavia è proseguita negli anni successivi, aggravata inoltre da politiche di austerity che non hanno rilanciato i consumi». Diverse politiche economiche dunque, ma anche caratteristiche culturali differenti, che vedono una mobilità più diffusa in Nord America di quanto non accada in Europa, dove peraltro la propensione al consumo è ridotta dall’andamento demografico e da una valenza simbolica del prodotto auto meno forte rispetto al passato, l’industria meccanica 693 | 28
e che deve fare i conti con l’acutissima competitività delle case produttrici sul mercato europeo. Come rilanciare il comparto? Che il mercato domestico dell’auto abbia ben poche possibilità di riprendere strada nel breve/medio periodo è suggerito proprio dalla recente trasformazione che – tema di attualità stringente – sta vivendo Fiat: «Sembra infatti che la maggiore casa automobilistica italiana, nei panni ormai di impresa globale» conclude Giuseppe Berta, abbia accentuato ancora di più un orientamento verso i mercati esteri». Detto questo, per un recupero del settore in Italia basterebbero pochi interventi mirati, come sostiene Roberto Vavassori: «Non incentivi a pioggia, che si limitano ad anticipare le vendite, danneggiando il mercato, ma misure strutturali che rendano il settore più sostenibile, per esempio grazie a una fiscalità meno opprimente e più capace di promuovere gli investimenti in tecnologie ecologiche fatti dall’industria negli ultimi anni». Eppure in questo pericoloso scenario, che rischia peraltro di far scappare dal nostro Paese anche i gruppi multinazionali che hanno basi produttive in Italia, un dato positivo per l’industria italiana c’è, « È quello» secondo Vavassori « della componentistica italiana, che grazie alle esportazioni ha continuato a crescere (pur con un gap immenso rispetto a tedeschi e giapponesi), compensando il calo di fatturato in Italia. Sappiamo, infatti, che dietro l’autoveicolo c’è un’intera filiera produttiva che continua a distinguersi per l’eccellenza, a volte quasi l’unicità, dei suoi distretti, per la flessibilità e la capacità di innovazione, oltre che per la vocazione all’export. Ma non solo: ci sono anche altre filiere collegate (es. macchine utensili e fonderie), dotate di un elevatissimo know how, che va difeso». □
Con il patrocinio di:
In collaborazione con:
IPCM RMO L’Industria Meccanica
14/ 10/ 2014
IL MERCATO DELL’AUTOVETTURA ITALIANA: L’INTERA FILIERA A CONFRONTO PER VALORIZZARE L’INDUSTRIA NAZIONALE
Politecnico di Milano Piazza Leonardo da Vinci 32 ore 14.00/18.00
FOCUS | Macchine e Meccatronica
MECCATRONICA Ottimizzare
l’impiego di energia per essere più competitivi sul mercato secondo Siemens
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MBRE SETTE
SAVE THE DATE Al Parco Scientifico Tecnologico del Kilometro Rosso di Bergamo, la prima edizione di Forum Meccatronica. Mostra convegno itinerante organizzata da Messe Frankfurt e Anie Automazione per la divulgazione della conoscenza delle tecnologie e la promozione delle stesse sul mercato, ore 10.00
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nvestire in innovazione è essenziale per intercettare le opportunità che potranno scaturire dal consolidamento della ripresa internazionale. Fra i nuovi mercati nati dalle potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica si colloca la Smart factory, ossia la fabbrica resa evoluta e intelligente dove le tecnologie meccatroniche rivestono un ruolo fondamentale. La meccatronica, infatti, ha un’importante ricaduta sulla competitività di un’azienda: progettare in quest’ottica significa integrazione di tecnologie e soluzioni ma anche nuove metodologie gestionali e di utilizzo della conoscenza. Nella fase di sviluppo il principale driver è costituito dalle esigenze specifiche del cliente che grazie alla meccatronica ottiene una macchina sempre più affidabile e in grado di implementare servizi sofisticati ed innovativi.
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FOCUS | Macchine e Meccatronica
Intervista a Sabina Cristini, Business Unit Manager Mechanical Drives di Siemens L’impiego di soluzioni meccatroniche consente ottimizzazione dell’utilizzo di energia; è quindi un modo per abbattere i costi del processo produttivo ed essere più competitivi sui mercati internazionali? Progettare soluzioni con un approccio meccatronico, permette lo studio e la realizzazione di soluzioni integrate e ottimizzate. Con soluzioni studiate al meglio, anche con il supporto di competenze dedicate, si ottengono progetti scalabili e flessibili. Questo permette di avere visione e gestione sull’intero life cycle di prodotto, dalla fase di ideazione/progettazione alla fase di test, produzione, manutenzione in campo. Sistemi scalabili a livello di piattaforme hw e sw permettono fasi di progettazione più brevi: oltre a soluzioni hw con famiglie univoche di controllori e azionamenti, anche il sw può essere riutilizzato a blocchi modulari. Fasi di test e di commissioning in campo risultano più brevi e sicure, grazie alla simulazione e messa in servizio virtuale eseguibile a priori. È possibile anche intervenire, oltre che sulla progettazione, nell’attività di manutenzione e controllo? C’è senz’altro la possibilità di creare architetture di macchine che utilizzino componenti compatibili, permettendo anche nel life cycle una minore varietà di componenti a scorta come ricambi. I nostri controllori, per esempio, hanno funzioni integrate per back up dei dati e acquisizione dei dati macchina. Anche in remoto si possono diagnosticare stati e funzionalità di macchina, agendo a distanza per effettuare back up e ripristini di funzione, evitando viaggi per la sola supervisione. Inoltre grazie a Profinet con tutti i suoi più attuali profili, la comunicazione tra i diversi sistemi a vari livelli permette di aumentare la produttività, flessibilità, comunicazione ed efficienza degli impianti. Quindi, integrazione e comunicazione dei sistemi permettono la maggiore trasparenza in fase di produzione anche su scarti e consumi, garantendo la possibilità di minimizzare gli sprechi di materiale ed energia.
Grazie a progetti scalabili e flessibili si ottiere una gestione dell’intero life cycle di prodotto, dalla fase di progettazione e test, fino a produzione e manutenzione
Nella moderna concezione di Smart Factory, la sinergia tra diverse soluzioni tecnologiche è fondamentale. A che punto è in Italia l’impiego di tali applicazioni?
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FOCUS | Macchine e Meccatronica Siamo, va detto, ancora agli inizi rispetto agli obiettivi per il futuro (anche se in Italia esistono casi di fabbrica Smart), ma per poter ripartire è necessario aiutare le piccole e medie imprese a migliorare le basi tecnologiche degli impianti: la direzione è data dal concetto di Industry 4.0. In particolare possono essere individuate due grandi aree tecnologiche per le Smart Factory: innovazioni che toccano il cuore del processo manifatturiero e quelle che supportano le decisioni per gestire una fabbrica. Più nel dettaglio come interviene l’innovazione tecnologica nell’evoluzione di processo e gestione di una Smart Factory? Nel primo caso, oltre all’impiego di macchinari sempre più automatizzati, sta crescendo la domanda per soluzioni intelligenti in grado di offrire elevata produttività, flessibilità e efficienza, con macchine che interagiscono tra loro. Per supportare, invece, le decisioni di fabbrica, esistono sistemi per gestire grandi volumi di dati e monitorare diversi parametri. Queste soluzioni IT permettono quindi la gestione operativa, ad esempio, sulle scorte e le forniture, oltre anche alla gestione del rischio, monitorando problemi e disservizi nei vari punti della produzione. Siemens contribuisce attivamente alla realizzazione di questo futuro, rendendo disponibili piattaforme sempre più orientate alla gestione della lean and efficient manufacturing, grazie al portafoglio di soluzioni di automazione ampio e personalizzabile. Soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, investire in innovazione significa porre le basi per la crescita futura del Paese. È d’accordo con questo pensiero? La ricerca e l’innovazione sono la chiave per potersi distinguere in un panorama internazionale molto complesso. Questo è vitale per il nostro Paese in particolare. In Italia, nonostante la crisi, ci sono ancora aziende importanti, tante competenze e know-how. Dobbiamo avere coscienza dei nostri punti di debolezza, ma anche dei punti di forza. Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Tuttavia, per far fronte alle sfide nei Paesi esteri che ci garantiscono significativi livelli di export, dobbiamo puntare a fare sinergia e crescere come dimensioni medie delle aziende per aumentare le possibilità di investimento e d’azione. Insomma, la chiave è la condivisione e la collaborazione fra imprese? Senz’altro, lo vediamo ogni giorno. Siemens ha come pilastro il valore di condividere con clienti e partner le proprie competenze e le proprie soluzioni e tecnologie,
impegnandosi anche in attività di formazione e trasferimento della conoscenza. Un esempio tra tanti è l’attività del nostro gruppo di Application Engineer, a disposizione per la definizione di soluzioni specifiche e nelle fasi di sviluppo prototipali per i nostri clienti. Un’altra è la creazione del Centro Tecnologico Applicativo Macchine Utensili di Siemens nato a Piacenza per garantire a costruttori e utenti finali servizi a supporto della crescita, grazie a training specifici, approfondimenti tematici, technology day, oltre alla collaborazione con l’Università: ad esempio il Politecnico di Milano, che tiene da 3 anni il corso “Macchine utensili” per gli studenti del terzo anno.
Industry 4.0; in Italia siamo solo all’inizio del percorso, ma la Smart Factory è il punto di svolta per attuare innovazioni di processo e di prodotto Quale concetto o innovazione vi proponete di presentare in occasione del Forum Meccatronica il prossimo 24 settembre a Bergamo? L’intervento di Siemens verterà sul Virtual commissioning, una attività fondamentale possibile proprio grazie all’approccio meccatronico. Grazie alle nostre piattaforme sw e all’integrazione garantita da tutti i nostri componenti di automazione, il cliente ha la possibilità di anticipare le fasi di progettazione meccanica ed elettronica, di simulazione e test, raggiungendo la fase di accettazione da parte del cliente in tempi più rapidi e con una maggiore sicurezza di risultato. Ad esempio il pacchetto Mechatronic Concept Designer consente di progettare in modo rapido e con maggiore qualità, rende possibile una collaborazione multidisciplinare meccanica, elettronica e automazione, per ottenere progetti in tempi più rapidi e con minori problemi di integrazione. Permette di ridurre il time-to-market e di riutilizzare le conoscenze pregresse, per un migliore processo decisionale grazie alla valutazione delle idee. Permette, infatti, di simulare e interagire con la macchina in qualsiasi punto del processo di progettazione. □ c.f.
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1ma edizione
24 settembre 2014 - BERGAMO, Kilometro Rosso LE AZIENDE PARTECIPANTI ABB B&R AUTOMAZIONE INDUSTRIALE BECKHOFF AUTOMATION BONFIGLIOLI MECHATRONIC RESEARCH EMERSON INDUSTRIAL AUTOMATION
24 settembre 2014
ESA ELETTRONICA FESTO
BERGAMO, Kilometro Rosso
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PROGRAMMA DELLA GIORNATA 10.00-11.00
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Apertura lavori “Innovare e competere con le tecnologie dell’automazione”
Tavola rotonda - FOCUS OEM “Progettazione meccatronica i vantaggi per la filiera: integrazione e innovazione”
Tavola rotonda - FOCUS END USER “Essere più efficienti grazie alla meccatronica: consumi, flessibilità e manutenzione”
LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA
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FIERE
D
al 30 settembre al 4 ottobre 2014, a Fieramilano, la prossima edizione di Bi-Mu/Sfortec, manifestazione internazionale dedicata alla più qualificata offerta di macchine utensile a asportazione e deformazione, robot, sistemi di automazione e tecnologie annesse. Promossa da Ucimu-Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, la mostra è organizzata da Efim-Ente fiere italiane macchine. Come da tradizione, clou dell’evento sarà Bi-Mu, biennale della macchina utensile, giunta alla sua ventinovesima edizione, cui si affiancherà Sfortec, salone dedicato a subfornitura tecnica e servizi all’industria. Nell’edizione 2012, la mostra ha registrato 58.875 visite da 77 paesi. Dall’analisi dei dati di presenza dei visitatori emerge che tutti i principali settori utilizzatori sono rappresentati con propri operatori. Il 20,7% dei visitatori appartiene al settore macchine utensili, il 16,2% all’automotive, il 5,4% all’aeronautica e aerospaziale, il 5,2% all’energia, il 4,1% all’alimentare, il 4% all’imballaggio. Secondo quanto emerso dal sondaggio condotto alla fine della scorsa edizione, gli operatori che hanno affollato i 90 mila metri quadrati di esposizione complessiva per scoprire l’offerta delle 1.160 imprese (45% straniere) appartengono alle aree aziendali più strategicamente
Torna BI-MU Sfortec, la biennale di riferimento per la macchina utensile A Fieramilano fra settembre e ottobre, la fiera favorisce l’incontro tra domanda e offerta di sistemi di produzione connesse con i processi decisionali di acquisto: il 20,8% svolge un ruolo nell’area tecnica, il 15,8% nell’area produzione, il 12,1% un ruolo di vertice in azienda, mentre l’11,6% è impiegato nell’area commerciale e il 7,3% in quella acquisti. D’altra parte, l’85% degli intervistati ha dichiarato di essere coinvolto nel processo di acquisto dell’impresa a cui appartiene. L’alto profilo dei visitatori è determinato anche e soprattutto dalla ricca presenza di espositori qualificati e fidelizzati, che alla ventottesima edizione della manifestazione hanno esposto 3000 macchine per un valore pari a 466 milioni di euro. Per favorire l’incontro tra domanda e offerta di sistemi di produzione, come è consuetudine, a Bi-Mu sarà organizzato un ciclo di incontri B2B tra espositori italiani e qualificate imprese utilizzatrici di alcuni tra i mercati più dinamici. Nel 2012 furono 2000 i business meetings concretizzati. l’industria meccanica 693 | 34
Per valorizzare la presenza degli operatori in mostra, accanto al tradizionale appuntamento con la rassegna convegnistica di quality bridge, gli organizzatori proporranno Il Mondo Della Finitura Delle Superfici, esposizione della più qualificata offerta dei costruttori di impianti di finitura, e Pianeta Giovani, spazio dedicato agli studenti interessati a comprendere contenuti e caratteristiche del settore dei sistemi di produzione. All’interno di Bi-mu sarà inoltre allestito Focus Mecha-Tronika, spazio che nasce come “spin-off espositivo” della omonima manifestazione per ospitare le “soluzioni intelligenti” capaci di ottimizzare la gestione di macchine e processi industriali. All’interno dell’area saranno rappresentati i seguenti comparti della meccatronica: tecnica di montaggio ed assemblaggio, robot industriali, visione artificiale, automazione industriale computer e periferiche, prototipazione rapida. □
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IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Assotermica
Scarichi a parete, strada aperta D
opo tanto impegno, una bella vittoria per Assotermica, l’associazione che in seno ad Anima rappresenta i produttori di apparecchi e componenti per impianti termici: la pubblicazione del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica (Gazzetta Ufficiale del 18 luglio 2014) contiene infatti un’importante novità in materia di evacuazione dei fumi di scarico degli impianti termici e aumenta significativamente i casi in cui è possibile scaricare a parete (da 4 a 6), rivedendo le tipologie e le caratteristiche dei generatori che possono beneficiare di tale semplificazione. Può esprimere così la propria grande soddisfazione il Presidente di Assotermica Alberto Montanini per una misura auspicata da tempo: «L’attuale formulazione, che confidiamo chiarisca una volta per tutte la materia in oggetto, si inserisce nel quadro degli indirizzi di efficientamento energetico indicati dall’Ue, che con le recenti misure di Ecodesign spingerà decisamente verso l’adozione di tecnologie ad alta efficienza, quali le caldaie a condensazione e gli apparecchi ibridi». Ha detto Montanini, «Fino ad oggi la legislazione per l’evacuazione dei fumi non richiamava in alcun modo queste tecnologie mentre le modifiche approvate e pubblicate in Gazzetta Ufficiale sono un passo importante per eliminare una delle principali criticità ad una maggiore diffusione di sistemi ad alta efficienza». In particolare con l’articolo 14, ai comma 8 e 9, è prevista la possibilità di scaricare a parete per i generatori di calore a gas a camera stagna in sostituzione di generatori che già scaricavano a parete o in canna col-
La direttiva europea appena recepita semplifica delle modalità di evacuazione degli scarichi per caldaie a condensazione e apparecchi ibridi, e garantisce maggiore diffusione di sistemi ad alta efficienza.
Ora possiamo guardare con più serenità ai Regolamenti di Ecodesign ed Etichettatura Energetica. Alberto Montanini, Presidente Assotermica lettiva ramificata, ma soprattutto tale semplificazione viene estesa al caso di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, qualora non vi siano sistemi di evacuazione a tetto idonei o comunque adeguabili e qualora vengano installati generatori a condensazione con emissioni medie ponderate di ossidi di azoto non superiori a 70 mg/kWh. Le stesse caldaie a condensazione con analoghi limiti di emissione potranno scaricare a parete anche nei casi in cui l’obbligo di evacuare i fumi a tetto risulta incompatibile con norme di tutela degli edifici oggetto dell’intervento o il progettista attesta e assevera l’impossibilità tecnica a realizzare lo sbocco sopra il colmo del tetto. In aggiunta a ciò, per i generatori l’industria meccanica 693 | 36
ibridi compatti composti almeno da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore sparisce qualsiasi condizione di verifica sia dell’impossibilità tecnica che dell’adeguabilità dei sistemi fumari. «Il lavoro da fare è ancora molto» conclude Montanini, «ma ora possiamo guardare con più serenità ai Regolamenti di Ecodesign ed Etichettatura Energetica, che diventeranno operativi a partire da settembre 2015», momento in cui potranno essere messe sul mercato solo caldaie ad alta efficienza energetica. □
Scarica gli approfondimenti e il testo del decreto SUl sito di Anima/assotermica
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FOCUS | Energia e incentivi
Efficienza
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Italia prima al mondo per la cogenerazione
1,5 milioni di tep, corrispondenti a circa 3,5 milioni di tonnellate di CO2: è il risparmio conseguito nel 2012 producendo in cogenerazione secondo i dati elaborati dal Gestore dei Servizi Energetici.
di Gabriele Susanna, Responsabile Unità cogenerazione del Gse
l’industria meccanica 693 | 38
FOCUS | Energia e incentivi
energetica L’
efficienza energetica è una delle sette priorità individuate dalla Strategia Energetica Nazionale (Sen) per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea al 2020. In questo ambito, uno dei principali strumenti che negli ultimi anni ha dimostrato la sua efficacia è la cogenerazione. Quest’ultima è, allo stato attuale, una delle modalità di produzione dei vettori energetici per usi finali più efficiente; permette, infatti, di produrre contemporaneamente energia elettrica e calore sfruttando in maniera ottimale l’energia primaria contenuta nel combustibile. Come si evince dall’ultimo rapporto dell’American
Uno sviluppo possibile anche grazie al supporto del meccanismo dei certificati bianchi. Council for an Energy-Efficient Economy (Aceee), l’Italia è il secondo Paese al mondo dopo la Germania nel ranking delle economie mondiali più avanzate in tema di efficienza energetica. Più in particolare, però, si può notare che è anche il primo paese al mondo per utilizzo della co39 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
generazione. Tale risultato rappresenta il forte sviluppo che questa tecnologia ha avuto storicamente in ambito industriale nel nostro Paese, principalmente a servizio di processi produttivi con impianti di produzione medio-grandi.
FOCUS | Energia e incentivi Più di 1 milione di certificati bianchi per la Car Per supportare lo sviluppo della cogenerazione in Italia è stato introdotto, con l’emanazione del decreto del 5 settembre 2011, un regime di sostegno attraverso il sistema dei Certificati Bianchi (Cb-Car). Il meccanismo prevede il rilascio di certificati bianchi determinati sulla base dei risparmi di energia primaria conseguiti. Il tep risparmiato viene moltiplicato per un coefficiente K che varia da 1 a 1,4, in funzione della taglia dell’impianto. Possono accedere ai Cb-Car, per un periodo di 10 anni, le unità riconosciute Car che, a decorrere dal 7 marzo 2007, sono entrate in esercizio a seguito di nuova costruzione o sono sottoposte a interventi di “rifacimento”. Nel caso in cui tali unità siano abbinate a una rete di teleriscaldamento, il periodo di incentivazione può essere esteso a 15 anni. Possono accedere al regime di sostegno, per un periodo di 5 anni e in numero pari al 30% di quanto riconosciuto alle unità sopramenzionate, le unità di cogenerazione entrate in esercizio tra il 1° aprile 1999 e il 6 marzo 2007 se riconosciute cogenerative ai sensi delle norme applicabili alla data di entrata in esercizio. I certificati bianchi riconosciuti agli impianti di cogenerazione possono essere scambiati sulla piattaforma gestita dal Gme, con contratti bilaterali o mercato, oppure ritirati dal Gse a un prezzo di ritiro determinato sulla base dell’anno di entrata in esercizio dell’unità e costante per tutto il periodo di incentivazione. Dall’entrata in vigore del regime di sostegno sono stati riconosciuti circa 1.200.000 Cb-Car per le produzioni dal 2008 al 2013. Per il 40% di tali certificati gli operatori hanno scelto l’opzione del ritiro da parte del Gse. Per rappresentare lo stato della diffusione della cogenerazione in Italia è utile analizzare le informazioni l’industria meccanica 693 | 40
contenute nelle richieste pervenute al Gse ai fini del riconoscimento Car, relativamente alla produzione dell’anno 2012. 14mila MW di cogenerazione: risparmi annui per 1,5 milioni di tep Dall’analisi emerge che la capacità di generazione installata in cogenerazione è stata pari a circa 14.000 MW. Le turbine a gas a ciclo combinato, in termini di capacità di generazione elettrica installata, sono risultate la tecnologia maggiormente utilizzata (circa 85%), mentre i motori a combustione interna, in termini di numerosità, sono risultati la tecnologia maggiormente diffusa. La produzione di energia elettrica lorda è stata pari a circa 63 TWh (22% della produzione elettrica Nazionale) e la produzione di energia termica utile è stata pari a circa 33 TWh. Sulla base dei rendimenti di primo principio e dell’indice Pes sono stati riconosciuti circa 27 TWh di energia elettrica Car. La differenza tra l’energia elettrica totale prodotta e quella riconosciuta Car è principalmente dovuta alla notevole diffusione, in termini di produzione di energia elettrica, delle turbine a gas a ciclo combinato con recupero di calore, caratterizzate da un elevato rapporto “energia elettrica/calore” utile e da un basso rendimento globale. Tale tecnologia, infatti, è installata presso utenze caratterizzate da una ridotta richiesta termica rispetto al fabbisogno elettrico oppure nei casi in cui l’obiettivo principale è la produzione elettrica per l’esportazione verso la rete, sfruttando utenze termiche localizzate presso l’area predisposta per la produzione di energia elettrica. Per le turbine a gas e i motori a combustione interna si può riscontrare un’elevata percentuale di energia elettrica ad alto rendimento sulla produzione complessiva. Ciò è
FOCUS | Energia e incentivi dovuto rispettivamente all’elevato rendimento termico e al medio-alto rendimento elettrico. Dall’analisi complessiva è possibile valutare che producendo in cogenerazione, nel corso del 2012, si è conseguito un risparmio di energia primaria, rispetto alla produzione separata di energia elettrica e calore, di circa 1,5 milioni di tep, corrispondenti a circa 3,5 milioni di tonnellate di CO2. Un’ulteriore analisi dei dati pervenuti al Gse, consente di definire la diffusione geografica della cogenerazione in Italia. Si evince, infatti, che la cogenerazione è maggiormente diffusa nelle regioni del nord Italia, sia in termini di numerosità sia di capacità di generazione elettrica installata. Per quanto concerne la capacità di generazione media, invece, il dato maggiore si riscontra nelle regioni del sud Italia. Dall’Europa più attenzione alla Car L’attenzione riservata alla cogenerazione, sia a livello comunitario sia a livello nazionale, si riscontra ancor più nel recente recepimento della Direttiva 2012/27/UE. In particolare, alla cogenerazione viene assegnato un importante ruolo per il raggiungimento degli obiettivi in termini di efficienza energetica e si stabilisce che qualsiasi possibile sostegno sia subordinato alla condizione che l’energia elettrica prodotta provenga da cogenerazione ad alto rendimento. È opportuno ricordare che attualmente la Car, oltre al rilascio dei certificati bianchi, beneficia: • dell’esonero dall’obbligo di acquisto dei certificati verdi previsto per i produttori e gli importatori di energia elettrica con produzioni e importazioni annue da fonti non rinnovabili; • della priorità di dispacciamento per l’energia elettrica riconosciuta di cogenerazione rispetto
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alle fonti convenzionali; dell’accesso al servizio di scambio sul posto dell’energia elettrica prodotta da impianti con potenza nominale fino a 200 kW; di condizioni tecnico-economiche semplificate per la connessione alla rete elettrica; di una maggiorazione della tariffa incentivante per impianti alimentati a Fonti Energetiche Rinnovabili (Fer); dell’incentivazione dell’energia elettrica prodotta in Car da impianti alimentati a Biometano; dell’esenzione dal pagamento degli oneri generali di sistema (SEU/SESEU-B).
Un ulteriore strumento messo in campo, fondamentale per lo sviluppo e la diffusione della cogenerazione, è rappresentato dalla valutazione globale del potenziale della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento e teleraffreddamento. Tale valutazione ha come scopo l’individuazione delle eventuali barriere alla diffusione e l’individuazione delle strategie, delle politiche e delle misure che possono essere adottate entro il 2020 e il 2030 per realizzare il potenziale individuato e gettare le basi per il futuro di questa tecnologia efficiente ed efficace in termini energetici, ambientali ed economici. □
Come funziona la cogenerazione? Con il termine cogenerazione si intende la produzione combinata di energia elettrica/meccanica e di energia termica (calore), ottenute a partire dalla stessa energia primaria. Se un’utenza richiede contemporaneamente energia elettrica ed energia termica, anziché installare una caldaia e acquistare energia elettrica dalla rete, si può pensare di produrre energia elettrica recuperando il calore residuo per soddisfare le esigenze termiche. Da questo punto di vista la cogenerazione può dare un risparmio energetico che però non è scontato. È necessario, infatti, valutare quando è davvero vantaggiosa e rispetto a quale alternativa. A disciplinare questo settore ci sono stati negli anni diversi interventi normativi. L’ultimo è il decreto legislativo 102 del 4 luglio 2014, che recepisce la direttiva comunitaria 2012/27/UE in materia di efficienza energetica. Troviamo poi il decreto ministeriale del 4 agosto 2011, che definisce le grandezze e le caratteristiche da rispettare affinché la produzione simultanea di energia termica ed elettrica possa essere definita come Cogenerazione ad Alto Rendimento (Car). In ultimo c’è il decreto ministeriale del 5 settembre 2011 che istituisce il regime di sostegno per la Car. Per valutare il risparmio di energia conseguito da un impianto di cogenerazione, rispetto alla produzione separata, è stato introdotto un indice di risparmio di energia primaria (Primary Energy Saving - PES) che, se superiore al 10%, consente di certificare l’energia elettrica prodotta da un impianto come Car. È previsto, inoltre, che nella determinazione della quantità di energia elettrica cogenerata si tenga conto del rendimento di primo principio (cioè il rapporto fra energia elettrica e termica prodotte e energia del combustibile) conseguito dall’impianto. Nel caso in cui l’impianto non raggiunga la soglia minima di rendimento del 75% (80% per alcune tecnologie), solo una parte dell’energia elettrica prodotta può considerarsi cogenerativa e partecipare alla determinazione dell’indice Pes.
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FOCUS | Energia e incentivi
Il costo dell’energia?
“Sviluppare la Borsa del Gas e razionalizzare gli incentivi alle rinnovabili”
di Giuseppe Bonacina
Nell’attuale infrastruttura energetica italiana il gas garantisce una fornitura affidabile che sarà sempre più complementare all’apporto, in crescita ma intermittente, delle rinnovabili. l’industria meccanica 693 | 42
FOCUS | Energia e incentivi
Intervista a Giuseppe Zampini, Ansaldo Energia
L
o sviluppo dei Paesi industrializzati nel corso di quest’ultimo secolo è stato possibile grazie alla disponibilità di tre fonti energetiche abbondanti e relativamente poco costose: carbone, petrolio e, negli ultimi decenni, metano. Fonti tuttora dominanti nello scenario energetico mondiale, nonostante il ricorso al nucleare e alle rinnovabili. Ritiene che questa situazione continuerà a condizionare lo sviluppo industriale del mondo per molti decenni ancora? Lo sviluppo macroeconomico dei paesi si basa (e penso si baserà) in generale sullo sviluppo industriale che può essere più o meno energivoro a seconda dell’industria prevalente nel paese. Questo sviluppo può iniziare e proseguire nel corso del tempo se si dispone di energia elettrica a costo contenuto e di una infrastruttura interna di trasporti efficiente e veloce. Se ci concentriamo sulla produzione di energia elettrica ci rendiamo conto che per tenere bassi i costi, un paese necessita di fonti di energia primaria a costo medio basso e di tecnologie che permettano la conversione in energia elettrica con efficienza medio alta. Ecco spiegato il perché dell’utilizzo prevalente delle fonti fossili e delle tecnologie turbine a vapore prima e turbine a gas in un secondo momento in tutto il secolo scorso. È vero altresì che l’unica fonte e tecnologia rinnovabile disponibile a bassi costi nel secolo scorso era quella idroelettrica che però ha il difetto di non essere sempre sfruttabile in tutti i paesi e non sempre presente. Discorso a parte merita invece il nucleare che, nonostante abbia bisogno di particolari vincoli di sicurezza e in generale complessità, ha risolto per lungo tempo brillantemente il problema del costo al cittadino/industria dell’energia elettrica (vedi caso Francia o Giappone). Nel corso degli ultimi anni poi si sono sviluppate alcune tecnologie rinnovabili (prevalentemente solare fotovoltaico ed eolico) anche se il costo di produzione di energia elettrica di queste ultime rimane ancora oggi non paragonabile a quello delle fonti tradizionali (vedi necessità incentivi). Se vogliamo azzardare qualche previsione usiamo come riferimento i dati del World Energy Outlook (edito da International Energy Agency, 2013) che ogni anno prevede la domanda e la relativa produzione elettrica per gli anni a venire. Prendendo come riferimento il 2035, il Weo prevede che le fonti fossili rappresenteranno ancora le fonti principali di produzione: il carbone con il 33% della produzione (in discesa però da un 44% oggi) e il gas
Giuseppe Zampini, 67 anni, ingegnere nucleare, inizia la sua carriera professionale in Nira (Nucleare Italiana Reattori Avanzati). Vive poi in Ansaldo la diversificazione delle attività dopo l’uscita dell’Italia dal nucleare. Dall’89 al ‘97 si occupa di impianti di cogenerazione in Italia e negli Stati Uniti per poi raggiungere il vertice di Ansaldo Energia, dove dal 2001 ricopre il ruolo di Amministratore Delegato. Nel mese di dicembre 2012 viene eletto Presidente di Confindustria Genova, dopo esserne stato vice Presidente dal 2009. al 22% (stabile). Anche il nucleare è stabile al 12% della produzione, mentre le fonti rinnovabili crescono da un 21% oggi ad un 30% nel 2035. Indipendentemente dall’effettivo peso che le fonti fossili avranno nel futuro si può essere certi che saranno la fonte che fornirà energia elettrica al più basso costo (a parità di altre condizioni) contribuendo a vincere la sfida nel futuro per lo sviluppo di un paese. Negli ultimi anni la diffusione delle fonti rinnovabili nel nostro paese è stata quasi esplosiva, seppur concentrata nel fotovoltaico e nell’eolico. Tuttavia, a fronte di una auspicabile minor dipendenza dalle fonti fossili, non mancano le perplessità. Per il fotovoltaico (usato prevalentemente da privati) abbiamo di fatto arricchito tedeschi e cinesi che sono i maggior produttori di pannelli; per l’eolico (gestito dal pubblico) molti impianti sono fermi o poco utilizzati. Come valuta le possibilità delle rinnovabili nel nostro Paese anche come stimolo alla ripresa produttiva? Concentriamoci (solo per semplicità) sul solare fotovol-
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FOCUS | Energia e incentivi taico e sull’eolico che, alla luce dei consuntivi degli ultimi anni in Italia, rappresentano le due tecnologie emergenti nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Come tutte le nuove tecnologie anche le rinnovabili (non idroelettriche) meritano di essere valutate alla luce di un bilancio netto costi-benefici. In generale si può dire che le nuove tecnologie abbiano bisogno di essere incentivate (con soldi pubblici) quando rappresentano effettivamente un cosiddetto breakthrough tecnologico, cioè quando sono in grado di cambiare drasticamente le condizioni a contorno del settore di appartenenza. Nel caso dell’eolico e del solare queste due tecnologie, da sole, non riescono a risolvere il problema dell’approvvigionamento di energia elettrica in un paese moderno. Infatti, anche se immaginassimo il mondo della produzione elettrica fatto di sole rinnovabili, ci renderemmo conto che sarebbe impossibile ottenere energia quando necessario, semplicemente perché il vento e il sole producono in modo intermittente e non controllabile. C’è poi da aggiungere che soprattutto per il solare fotovoltaico, il costo di produzione senza incentivi non è (e non sarà per tanto tempo) competitivo in nessun paese del mondo. Considerando inoltre che non esistono in Italia veri e propri Oem (Original Equipment Manufacturer, produttori cioè tecnologicamente indipendenti)
del settore fotovoltaico e eolico, risulta molto difficile che lo sviluppo (incentivato) di questi due settori produca una seria e duratura crescita economico/produttiva del paese Italia. Come e quanto le tecnologie emergenti legate alle smart grid e alle smart city possono contribuire a razionalizzare e ridurre i consumi energetici? Più che di smart grid o smart city io parlerei di evoluzione necessaria della rete elettrica, da un lato, e dell’utilizzo dell’energia elettrica, dall’altro. La maggior parte dei progetti e dei prodotti smart grid o smart city sono ancora sulla carta, stante la difficoltà di applicazione nel nostro Paese caratterizzato da una rete datata e da città molto antiche. Apprezzo comunque lo sforzo di questo processo di razionalizzazione e di evoluzione necessaria. Se parliamo del lato offerta, quindi della rete, indipendentemente dal concetto smart, essa deve essere oggi, e sempre di più in futuro, affidabile, efficiente e sostenibile anche se lo sforzo maggiore deve essere fatto lato domanda: non è pensabile che oggi venga gestito l’utilizzo dell’energia elettrica così come si faceva all’inizio del secolo scorso. Se per smart intendiamo allora la convergenza di Ict e applicazioni per la gestione efficiente dell’energia, penso che i margini di riduzione di consumi e in generale di razionalizzazione siano molto elevati.
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FOCUS | Energia e incentivi La nostra industria manifatturiera, che costituisce il tessuto produttivo del Paese, lamenta da sempre un costo dell’energia molto più alto rispetto alla media europea. È davvero impossibile correggere oggi questa situazione? Ho sempre sostenuto e sostengo tuttora che la soluzione alla diminuzione dei prezzi dell’energia sia l’introduzione di maggiore competizione e la adeguata scelta della tecnologia più appropriata per il nostro Paese. L’Italia si trova ad avere un’infrastruttura energetica principalmente basata su gas e rinnovabili (in maggioranza idro, solare fotovoltaico ed eolico). Con riferimento al gas il problema è la fornitura basata su vecchi contratti bilaterali che andrebbero quantomeno aggiornati: la soluzione ideale sarebbe lo sviluppo ulteriore e definitivo della famosa “borsa del gas”, che ancora oggi registra volumi molto bassi. L’introduzione delle rinnovabili tende ad abbassare i prezzi di mercato libero, ma il costo elevato della loro necessaria incentivazione è stato totalmente scaricato sui cittadini. Si auspica quindi una razionalizzazione degli incentivi alle rinnovabili che hanno bisogno adesso di “camminare con le proprie gambe”: solo allora, infatti, si potrà apprezzare un abbassamento cospicuo dei prezzi dell’energia.
Il primo Piano Energetico Nazionale risale al 1981. Da allora ne sono stati elaborati altri, ma sempre in gran parte disattesi. Quale Piano sarebbe, a suo avviso, il più realistico ed efficace tenendo conto della struttura produttiva del nostro Paese, costituito in gran parte da aziende manifatturiere di medie e piccole dimensioni? Per quanto riguarda il tessuto produttivo del Paese, indipendentemente dalla dimensione delle aziende manifatturiere il vero problema rimane, come accennato nella risposta precedente, il costo elevato dell’energia. Per quanto riguarda invece i piani energetici bisogna considerare l’attuale infrastruttura energetica italiana che, come già ricordato, dipende in maggior parte da gas e rinnovabili intermittenti. Questa, a ben vedere e se ben sfruttata, è una fortuna per il nostro paese: il gas fornisce una fornitura affidabile, efficiente, sostenibile e anche flessibile che si comporta, e si comporterà sempre di più in futuro, in modo complementare rispetto alla fornitura crescente, ma intermittente, delle rinnovabili. Se riusciamo ad abbassare il livello dei costi per le aziende produttrici e quindi dei prezzi per il cittadino, non penso siano necessari stravolgimenti radicali alle infrastrutture energetiche del Paese. Si potrebbe addirittura pensare di strutturare a livello europeo un mercato vero e proprio della flessibilità operativa. Turano Lodigiano 800MW Combined Cycle Power Plant
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FOCUS | Energia e incentivi Esiste o è esistito un “made in Italy” tecnologico in campo energetico? Dal 2004, anno in cui abbiamo abbandonato la licenza Siemens, l’Italia possiede, attraverso Ansaldo Energia, la tecnologia delle turbine a gas (le più complesse in campo energetico come tecnologia). Considerando anche l’indotto, abbiamo una miriade anche di piccole e medie imprese italiane che si sono attivate nel settore che oggi possiamo definire una vera e propria “filiera” energetica. Recentemente l’Amministratore Delegato di Fondo Strategico Italiano, azionista di Ansaldo Energia da dicembre 2013, Maurizio Tamagnini ha parlato della società come “un vero capo filiera, in grado di trainare la meccanica per l’energia italiana in modo sostenibile e con benefici per l’export del nostro Paese. La meccanica è infatti una delle migliori rappresentazioni del “made in Italy”: rimanere competitivi è quindi un obiettivo fondamentale che si devono dare sia l’azienda che la sua filiera”, parole di stima e di grande stimolo per tutti noi. Nonostante la rinuncia dell’Italia al nucleare, Ansaldo Energia, con la società controllata Ansaldo Nucleare, continua a impiegare le proprie tecnologie e le proprie esperienze in impianti all’estero. Come si configura oggi l’attività di Ansaldo Nucleare in questo settore? Ansaldo Nucleare è attiva sia in Europa che su altri mercati principalmente nel settore del service agli impianti in esercizio e nello smantellamento degli impianti. In Argentina stiamo effettuando due significativi interventi di service, che ben descrivono le attuali domande dei mercati: stiamo intervenendo per estendere la vita utile dell’impianto Candu di Embalse, alla cui costruzione abbiamo contribuito negli anni ‘70, migliorandone la sicurezza tramite la fornitura di una nuova stazione diesel per assicurare l’alimentazione elettrica ai sistemi di sicurezza in caso di perdita della rete. Nel campo del decommissioning, l’unico per il quale operiamo anche in Italia, siamo presenti in Lituania e in Russia con nostri progetti e forniture. È recente l’acquisizione della “Nuclear Engineering Services” (Nes), società inglese impegnata nel più grande programma di smantellamento nucleare nel Regno Unito: con questa operazione Ansaldo Nucleare potrà offrire una gamma di servizi ancora più ampia per affrontare al meglio i mercati internazionali, a partire da quello inglese caratterizzato da prospettive molto promettenti, avvalendosi di competenze più vaste nei settori del decommissioning e degli impianti nucleari. Non abbiamo infatti abbandonato il nostro segmento di mercato tradizionale, ossia la fornitura di nuovi impianti e componenti, che in questo periodo risente della crisi finanziaria; stiamo comunque partecipando alla
progettazione dei nuovi reattori Ap1000 in via di realizzazione in Cina e negli Stati Uniti, nonché a un impianto sperimentale, in via di realizzazione in Belgio, del tipo Accelerator Driven System, atto a trasformare le scorie nucleari a lunga vita e ridurre drasticamente la problematica dei depositi. Passano i decenni, ma la produzione di energia mediante fusione nucleare rimane una tecnologia quasi impossibile da realizzare. Ansaldo Nucleare, o altre imprese italiane, partecipano al progetto internazionale “Iter” in Francia? Ansaldo Nucleare è attiva nel campo della fusione nucleare da molti anni e ha contribuito ad alcuni dei più significativi sviluppi tecnologici richiesti per il raggiungimento della fusione controllata tramite confinamento magnetico del plasma. La più grande esperienza di questo tipo è appunto il progetto Iter, al quale partecipano, oltre all’Unione Europea, Stati Uniti; Russia, Giappone,
La nostra industria continua a impiegare la propria tecnologia in impianti nucleari all’estero Cina, Corea del Sud ed India. Per questo progetto, il più grande impianto sperimentale a fusione nucleare del mondo progettato per dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica dell’energia da fusione, stiamo realizzando, insieme a due aziende manufatturiere italiane, Mangiarotti e Walter Tosto, larga parte della camera anulare sotto vuoto destinata a confinare il plasma: si tratta del più significativo contratto di fornitura componenti fin qui assegnato da Iter. Stiamo inoltre perfezionando, tramite la realizzazione di prototipi basati su una tecnologia sviluppata da Enea, la tecnologia per la realizzazione del componente più sollecitato termicamente della prima parete, quella che “vede” le temperature di milioni di gradi del plasma. Infine, di concerto con altre imprese italiane, ci stiamo posizionando per partecipare alla realizzazione dei significativi impianti ausiliari richiesti da un impianto sperimentale di questa portata. □
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Focus | Food
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L’acqua
nell’industria alimentare Macchine per la produzione di alimenti:
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una diversa collocazione dell’apparecchiatura di trattamento dell’acqua può modificare l’ambito di applicazione della legge?
di Roberto Cattaneo
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alla pubblicazione del Dm 25/2012 sono cresciute le preoccupazioni riguardanti l’idoneità delle apparecchiature per trattamento dell’acqua destinata a fornire una macchina per la produzione di alimenti, quasi a confermare quanto sia trascurata la continuità tra i provvedimenti che riguardano l’acqua potabile e la loro complementarietà con quelli concernenti la produzione degli alimenti. La vera fonte dei provvedimenti che riguardano l’acqua potabile e i materiali a contatto con l’acqua potabile è la direttiva 98/83/CE, recepita in Italia con il D.Lgs. 31/2001, di cui il Dm 174/2004 e, solo infine, il Dm 25/2012 costituiscono l’attuazione. Il Dm 31/2001 definisce quali siano le “acque destinate al consumo umano” e nella definizione comprende quelle “per la preparazione di cibi e bevande”. Il regolamento 178/2002 sulla legislazione alimentare, adotta la medesima definizione di acque destinate al consumo umano, confermando che per la produzione di alimenti occorre sia utilizzata l’acqua così come definita dalla direttiva 98/83/CE, recepita in Italia con il D.Lgs. 31/2001. L’acqua destinata al consumo umano e per produrre alimenti deve avere le caratteristiche previste dalla direttiva 98/83/CE. Recentemente la Commissione, nel rispondere al nostro Ministero della Sanità, ha sostenuto che sia compito dello Stato membro valutare, caso per caso, se eventuali non conformità siano pericolose per la salute umana, e quindi provvedere di conseguenza. Tuttavia è evidente che questo tipo di approccio apre un procedimento amministrativo che pone a confronto lo stato con chi distribuisse acqua non conforme, che non offre alcuna certezza agli operatori. È vero che la Commissione afferma che l’acqua deve essere conforme al
Focus | Food punto di prelievo dalla rete idrica, e che dopo questo punto, se utilizzata per la produzione di alimenti, deve essere valutata nell’ambito delle norme che riguardano gli alimenti (reg. 178/2002). Quindi, per esempio, si potrebbe utilizzare acqua filtrata non conforme per la produzione di caffè, purché il caffè sia conforme al regolamento appena citato. Ma è vero anche che ciascuno stato può intervenire per valutare se l’acqua filtrata, non conforme, utilizzata, sia oppure no rischiosa per la salute umana. Per esempio, i fabbricanti di caraffe filtranti hanno subito un controllo, poi superato, esattamente per arrivare a stabilire che l’acqua filtrata non fosse dannosa per la salute umana. Offre invece più certezza agli operatori attenersi al dettato legislativo, che impone l’uso di acqua potabile per la produzione di alimenti. Ci si chiede se questa precisa prescrizione possa essere disattesa semplicemente adottando una soluzione tecnologica che consenta di installare l’apparecchio per il trattamento dell’acqua non fuori dalla macchina per la produzione di alimenti, tra la rete idrica e la macchina, ma all’interno della macchina stessa, avvicinando così l’apparecchiatura per il trattamento dell’acqua al punto in cui entra nella macchina. È importante evidenziare che questa soluzione tecnologica ha come risultato solo quello di spostare l’apparecchiatura di trattamento dell’acqua più vicino al punto di prelievo da parte della macchina stessa, occultando l’apparecchiatura di trattamento dell’acqua all’interno della macchina. In estrema sintesi quindi, ci si domanda se una diversa collocazione dell’apparecchiatura di trattamento dell’acqua, rispetto alla macchina, possa modificare l’ambito di applicazione della legge. È piuttosto evidente che l’ambito di
applicazione della legge è il medesimo, ovunque sia collocata l’apparecchiatura di trattamento; le norme di cui stiamo parlando si applicano alle apparecchiature destinate ad intervenire sullo stato dell’acqua per il consumo umano e non risulta esistere alcuna differenza rispetto al luogo in cui tali apparecchiature devono essere installate. Se così non fosse, si potrebbe aprire un acceso dibattito ogni volta che fosse individuata una nuova soluzione di installazione per ciascuno dei prodotti compresi dal Dm 25/2012 e generare così artificiosi equivoci sull’ambito di applicazione della legge. Possiamo aggiungere che, considerata la portata generale delle norme di fonte Ue per disciplinare il contenuto e l’uso dell’acqua potabile, i cittadini che usufruiscono di questo bene presumono che tutta l’acqua disponibile per l’uso umano sia potabile. Tutti abbiamo presente qualche fontanella su cui appare la scritta: “Acqua per uso non potabile”, a riprova che la “non potabilità” dell’acqua è un’eccezione, quando proveniente da una fonte che tutti riconoscono come un punto di accesso all’acqua potabile. Sarebbe curioso se si legittimasse l’uso di apparecchiature non conformi al Dm 25/2012, che modificano le caratteristiche dell’acqua, la conducono fuori dai parametri previsti per l’acqua destinata al consumo umano e si facesse credere al pubblico che si tratta ancora di acqua con le caratteristiche per essere definita potabile a termini di legge. Sarebbe necessario, in questa ipotesi, che il fabbricante, indicasse chiaramente che non si tratta di acqua potabile, così come avviene per le fontanelle a cui si è fatto cenno. Dopo aver messo sull’apparecchiatura per il trattamento dell’acqua la tranquillizzante dicitura “questa apparecchiatura per il trattamento 49 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
Technological solutions and application of the standards. The case of water treated for food and drink production Since the publication of Ministerial Decree 25/2012 there has been increasing concern regarding the suitability of equipment for treating water destined to supply food and drink production machines, suggesting how great a gap there is between the provisions on drinking water and their compatibility with those regarding food and drink production. The real source of the provisions regarding drinking water and materials in contact with drinking water is Directive 98/83/EC, implemented in Italy by Legislative Decree 31/2001, brought into effect by Min. Decree 174/2004 and, finally, Min. Decree 25/2012. Legislative Decree 31/2001 defines “water destined for human consumption” and includes in this definition water “for preparing food and drink”. Regulation 178/2002 on food legislation adopts the same definition of water destined for human consumption, confirming that water used for food and drink production must be as defined in directive 98/83/EC, implemented in Italy under Leg. Decree 31/2001. Water destined for human consumption and food production must have the characteristics required under directive 98/83/EC. A recent reply from the Commission to the Italian Ministry of Health maintained that it is the task of each member state to evaluate, case by case, if any non-conformities are a danger to human health and to act accordingly. However it is clear that this type of approach opens an administrative procedure that puts the government in opposition to whoever distributes non-conform water, offering operators no certainty. It is true that the Commission states that the water must be conform where it is drawn from the water supply and that, after this point, if used for food and drink production, it must be evaluated under the regulations concerning food and drink
Focus | Food dell’acqua non produce acqua potabile”, gli utilizzatori non avranno più dubbi sul comportamento da tenere nei confronti di quest’acqua. Ovviamente occultare, per esempio all’interno di una macchina, una apparecchiatura che modifica l’acqua fino a renderla non più potabile, esporrà l’occultatore alle conseguenze del caso. Ecco perché, comunque si voglia immettere sul mercato una apparecchiatura per il trattamento dell’acqua, in sostanza si sia costretti a comunicare all’utilizzatore quale sia il risultato del trattamento operato dall’apparecchiatura. Se quest’ultima produce acqua potabile gli obblighi sono individuati dal Dm 25/2012, ma se non produce acqua potabile, esiste un obbligo di comunicazione all’utilizzatore che, per gli usi professionali, deriva dalla necessità di superare un equivoco che può avere conseguenze legali: non si può far credere che un’apparecchiatura abbia una conformità che invece non ha, perché questo comportamento potrebbe essere considerato una frode, se non si avverassero conseguenze peggiori a seguito dell’uso dell’acqua trattata, e non conforme a legge. Conseguenze ancora peggiori si possono prevedere se l’utilizzatore è un consumatore non professionale, considerata la tutela speciale dedicata a questo soggetto dal codice del consumo. Quindi l’acqua destinata alla produzione di alimenti si può trattare, ma con apparecchiature conformi alle norme applicabili e che hanno come fonte primaria la direttiva sulle acque destinate al consumo umano. E il risultato del trattamento deve essere comunque un’acqua potabile; resta salva la possibilità di esporsi ad un controllo da parte delle autorità competenti idoneo a verificare che il trattamento non conforme sia pericoloso oppure no per la salute. □
(Reg. 178/2002). So, for example, one could use non-conform filtered water for the production of coffee, as long as the coffee is conform to the above-mentioned regulation. But it is also true that each state can intervene to judge whether the filtered water used is a danger or not to human health. For example, manufacturers of water filters underwent a test, which they passed, precisely to succeed in establishing if the filtered water was a danger to human health. Operators, on the other hand, would be safer to obey the legislative requirement that requires the use of drinking water for food and drink production. We wonder if this precise requirement might be rejected simply by adopting a technological solution, enabling the watertreatment equipment to be installed not externally to the food and drink production machine, between the water supply and the machine, but inside the machine itself, thus bringing the water-treatment equipment to the point of entry into the machine. It is important to point out that this technological solution only results in the water-treatment equipment being moved closer to the machine’s own water source, concealing the water-treatment equipment inside the machine. In a nutshell, therefore, one wonders whether moving the water-treatment equipment, with respect to the machine, can modify the field of application of the legislation. It is fairly evident that the field of application of legislation is the same, wherever the treatment equipment is located. The regulations we are discussing apply to the equipment designed to modify the state of water for human consumption and there is no apparent difference with respect to the place this equipment is installed. If this were not so, a heated discussion might arise every time a new installation solution was found for each of the products included under Min. Decree 25/2012, giving rise to unnecessary misunderstandings regarding the field of application of the legislation. We might add that, given the overall body of EU standards regulating the content and use of drinking water, citizens who use this product assume that all water available for human use is fit for drinking. We can all think of a public fountain bearing the l’industria meccanica 693 | 50
words: “Non-potable water”, showing that the “non-potable” nature of water is an exception, when coming from a source recognised by all as an outlet of drinking water. It would be curious if the use of equipment non-conform to Min. Decree 25/2012 were legitimised – equipment that modifies the water’s properties and leads it away from parameters laid down for water for human consumption – and the public were led to believe that this water still had the properties required to be defined legally as potable. In this case, the manufacturer would have to clearly indicate that the water was not for drinking, as for the fountains mentioned above. Once the water-treatment equipment is reassuringly labelled as “this watertreatment equipment does not produce drinking water”, users will no longer have any doubts as to how to regard this water. Obviously if someone conceals equipment, for example inside a machine, which modifies water so that it is unfit for drinking, they must take the consequences. This is why, however one wants to market water-treatment equipment, essentially one is obliged to inform the user of the result of treatment using this equipment. If it produces potable water, it is legislated under Min. Decree 25/2012. But if it does not produce drinking water, there is an obligation for businesses to communicate this to the user, arising from the need to resolve a misunderstanding that might have legal consequences. One cannot lead people to believe that equipment conforms when it does not. Such behaviour might be considered as fraudulent, even if more serious consequences did not arise from using the treated, non-conform water. Even worse consequences might be foreseen if the user is not a professional consumer, given the special safeguards covering this category by the consumer code. So water for food and drink production can be treated, but with equipment conforming to applicable standards, based primarily on the Directive regarding water for human consumption. And the result of the treatment must, in any case, be potable water. The possibility remains of an inspection by the competent authorities to verify whether the non-conform treatment is a danger to health or not. □
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ià nella prefazione di quella che è considerata la prima trattazione gastronomica dell’Italia unita, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, con le sue 790 ricette raccontate da Pellegrino Artusi nel 1891, si dava enfasi all’importanza della carne nella cucina italiana. Non è un caso quindi che proprio il settore della carne e dei salumi sia saldamente legato alla tradizione alimentare della Penisola. Ma dietro all’alimento in sé, naturalmente, c’è un mondo industriale altamente specializzato, un buon macchinario, un buon costruttore, un buon packaging; tanto che proprio il continuo successo riscontrato dal settore dipende dalla capacità di innovare sia il prodotto sia i processi di produzione e confezionamento. Con queste premesse è in programma per il prossimo 30 settembre a Milano il convegno dedicato a “Il futuro dell’industria delle carni tra innovazione tecnologica ed evoluzione
Meat technology Nuove prospettive nel mercato globale
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Save the date meat tech / ipack-ima “Il futuro dell’industria delle carni tra innovazione tecnologica ed evoluzione del mercato” Palazzo Greppi - Università degli studi di Milano, ore 14.00 l’industria meccanica 693 | 52
del mercato” organizzato da MeathTech (Processing & Packaging for the Meat Industry) nell’ambito delle “Giornate di Ipack-Ima”, con la collaborazione di Assofoodtech e Assica: un appuntamento rivolto a fornitori di tecnologia, industria, imprese produttive e commerciali, operatori dei mercati generali, Gdo e Horeca. «L’Importanza del convegno coincide con l’importanza del contesto internazionale del settore produttivo e commerciale», spiega Carlo Angelo Sgoifo Rossi, Professore all’Università di Milano al dipartimento Scienze Veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare, «Solo in questi ultimi
FOCUS | Food anni, infatti, ci siamo resi conto del vero significato di globalizzazione: le merci si muovono da un’estremità all’altra del mondo con estrema semplicità anche per i più piccoli operatori della filiera della carne, tanto che oggi il mercato si confronta dal punto di vista del prezzo e della qualità e opportunità con tutto il mondo». Scenario commerciale interessante, probabilmente più difficile per chi non ha gli strumenti per adeguarsi, ma positivo per le possibilità che si aprono a chi sa proporsi positivamente. «In questo contesto» continua Sgoifo Rossi, «risulta importantissimo il tema della sicurezza alimentare, che dovrebbe svilupparsi in una seria globalizzazione di tutti i presidi di sicurezza, che comprenda non solo gli aspetti igienico-sanitari, bensì tutta la sicurezza della filiera che gravita intorno al prodotto (tra cui l’ambiente e lo stesso operatore); aspetti per i quali l’Europa, ma il particolare l’Italia, rappresentano un’eccellenza». Un mercato in forte evoluzione dunque, così come si sta evolvendo di pari passo la consapevolezza del consumatore finale: «Siamo di fronte a una rinnovata consapevolezza, sia da parte dei consumatori, sia da parte dei costruttori di macchine per la produzione alimentare», spiega Emilia Arosio, Vice Presidente di Assofoodtec e Presidente di Comaca, la sezione che rappresenta, a livello nazionale, il settore delle macchine per la lavorazione delle carni, «Oggi chi compra è molto preparato e attento alla qualità dell’alimento, ed è importante ricordare che una materia prima, per quanto ottima, non è sufficiente se non viene lavorata da un macchinario conforme e costruito in maniera idonea: è da sottolineare infatti una grande sensibilità nei costruttori, attenti all’innovazione e alla sicurezza in un contesto dove è sempre più fondamentale il
ruolo del trattamento dei materiali di macchine e attrezzature per la salubrità degli alimenti».Un buon esempio è il settore dei salumi, senza dubbio legato alla tradizione alimentare italiana e mediterranea, che deve gran parte del suo continuo successo alla capacità delle imprese di innovare sia il prodotto sia i processi di conservazione e confezionamento. «Per quanto riguarda l’aspetto produttivo, pur nella salvaguardia delle ricette tradizionali e con i limiti tecnologici della produzione dei salumi (che sono conservati attraverso l’aggiunta di sale), gli ultimi decenni hanno visto un importante miglioramento dei salumi sotto l’aspetto nutrizionale e qualitativo», spiega Alberto Beretta di Assica, «Le analisi nutrizionali svolte nel 2011 - rispetto ai di 15 anni prima - mostrano infatti una diminuzione dei grassi e, soprattutto. un contenuto di sodio
notevolmente ridotto, in una percentuale che va dal 4% circa fino a oltre il 45% a seconda del prodotto». Risultati che sono la conseguenza di un generale miglioramento produttivo realizzato dall’industria anche attraverso un progresso delle tecnologie per la lavorazione e conservazione che aiutano le imprese ad accrescere il controllo sui processi di conservazione e la sicurezza e la sanificabilità degli impianti. «Le necessità dell’industria per il futuro riguardano l’innovazione e l’automazione in ambiti finora poco toccati» continua Alberto Beretta, «come gli impianti di prima lavorazione (macchinari di selezione, taglio e tritatura) o nel mondo dell’etichettatura, il miglioramento della semplicità ed economicità di pulizia e sanificazione degli impianti e lo sviluppo di nuove tecnologie di conservazione (come ad esempio
Macchine e attrezzature: importanza e criticità del trattamento dei materiali per la salubrità degli alimenti di Maurizio Podico, Comitato scientifico Istituto Tifq La sempre maggior attenzione alle caratteristiche igienico-sanitarie degli alimenti, dopo aver posto sotto controllo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, gli aspetti relativi ai problemi microbiologici ha condotto ad estendere l’indagine anche ai materiali e oggetti con cui gli alimenti vengono a contatto (Moca). Tale scelta del Legislatore, concretizzata anche dall’attività ispettiva degli Organi di Controllo Ufficiali, deriva dalla volontà di ridurre il rischio che alimenti salubri possano essere contaminati da sostanze indesiderate derivanti in primis da imballaggi o contenitori sia dopo il confezionamento che durante la loro lavorazione. Tutto ciò ha indotto gli operatori del settore alimentare ha innalzare la soglia di attenzione su questo fronte non solo per quanto attiene il prodotto finale, ma anche in relazione alle fasi intermedie di produzione. 53 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
FOCUS | Food attraverso l’uso delle alte pressioni), l’implementazione di macchinari capaci di gestire in maniera flessibile i materiali di confezionamento, senza perdere in efficienza (confezioni al minuto)». Per quanto riguarda il confezionamento il salto di qualità del settore è avvenuto grazie allo sviluppo dei preaffettati in atmosfera protettiva, «Una innovazione che, a partire dalla fine degli anni ‘90, ha permesso lo sviluppo del libero servizio, consentendo al settore, da un lato, di intercettare le crescenti esigenze di servizio del consumatore moderno.
Siamo di fronte a una rinnovata consapevolezza da parte di costruttori e consumatori, sempre più attenti alla sicurezza Dall’altro ha favorito la penetrazione nella Gdo internazionale dove i banchi assistiti non esistono» conclude Beretta, «In questo contesto, tra le richieste dell’industria spiccano lo sviluppo di materiali a più basso impatto ambientale e con una immagine positiva presso i consumatori (carta/cartone, bioplastiche), il miglioramento della costanza delle caratteristiche fisiche dei materiali (filtri Uv, barriere all’ossigeno) e delle caratteristiche di marketing e presentazione degli stessi (mantenimento dell’aspetto del prodotto, anche in relazione alle diverse condizioni di illuminazione dei supermercati) e, in prospettiva, lo sviluppo di materiali di imballaggio attivi, capaci, grazie alla loro stessa natura chimico/fisica, di mantenere inalterate le qualità organolettiche più a lungo». □ c.f.
Perché tali materiali siano conformi alle normative vigenti è necessario che, principalmente, siano rispettati i seguenti requisiti. • Venga apposto il marchio di idoneità al contatto con gli alimenti con il famoso logo “bicchiere e forchetta” • Venga redatta una dichiarazione di conformità come previsto dall’art. 16 del Regolamento CE n. 1935/2004 e s.m.i. che indica, inoltre, molte categorie di materiali da sottoporre a disciplina specifica (all. 1) come ad esempio : ceramiche, gomme naturali, vetro, resine a scambio ionico, carta e cartone, materie plastich, cellulosa rigenerata, siliconi, prodotti tessili, vernici e rivestimenti, cere, legno, metalli e leghe. Tali indicazioni sono state, poi, oggetto di norme specifiche che hanno definito sia gli ambiti nei quali tali materiali possono essere usati, sia i parametri da utilizzare per definirne la conformità. In linea generale è necessario sottoporre a valutazione tutti i materiali che sono: già in contatto con gli alimenti; destinati a venire in contatto con gli alimenti; che ragionevolmente possono venire in contatto con gli alimenti ed il loro uso sia per tale scopo previsto. Ne deriva che la norma è da applicare non solo al materiale di confezionamento, ma anche a tutti i macchinari, gli utensili, le parti di attrezzature o di macchine per produrre, preparare o trasportate matrici alimentari (dai tritacarne, alle macchine per trafilare le paste alimentari financo alle macchine per il caffé, ecc.). A una lettura superficiale del dettato normativo si potrebbe giungere alla conclusione che sia necessaria solo una verifica iniziale della sussistenza dei requisiti, senza ulteriori verifiche successive, ma in realtà così non è. I materiali, infatti che compongono le varie parti di impianti o di macchinari, idonei in fase iniziale, possono poi subire modifiche e deterioramenti tali da renderli non conformi. Si pensi, ad esempio, a saldature, accoppiamenti di materiali incompatibili, temperature errate di fusione di materie plastiche, ecc. ma anche per effetto di trattamenti di pulizia o manutenzione non corretti nelle fasi di utilizzo. È, infatti, responsabilità del produttore dei macchinari e degli impianti definire non solo i limiti di impiego ma anche le modalità con cui i macchinari o gli impianti devono essere gestiti. All’inizio le indicazioni in tal senso erano abbastanza generiche e proibivano l’impiego di alcuni tipi di sostanze (acidi forti o ossidanti su cromature basi forti su leghe di alluminio, ecc.). Successivamente si è passato a definire quali potessero essere le classi di sostanze da impiegare per poi introdurre un vero e proprio elenco di sostanze/ prodotti il cui uso assicurava il mantenimento delle caratteristiche igieniche di partenza dei materiali. Tali indicazioni sono riportate nei manuali o documenti di manutenzione e utilizzo dei macchinari e degli impianti e, nei casi più rilevanti, riportati su cartelli o sticker presenti sui macchinari o nelle parti dei macchinari interessate. In un’ottica di qualità o in presenza di particolari criticità, il produttore dovrebbe, comunque, dare assistenza agli utilizzatori dando risposta ai quesiti specifici sull’impiego di processi di pulizia e/o sanificazione basati su sostanze non contemplate nei citati documenti. La casistica evidenzia come spesso si tenda a sottovalutare o, addirittura, non affrontare queste problematiche con conseguenze che possono perfino condurre a rendere gli impianti, inizialmente conformi, fuori norma e quindi non idonei alle funzioni per cui sono stati acquistati. □ l’industria meccanica 693 | 54
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IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Acism
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Direttiva MID, stop all’anarchia
e novità legislative sui prodotti hanno tempi lunghi per essere adottate con efficacia in Italia. Bisogna superare le resistenze del mercato che ne deve sostenere il costo, perché come tali sono considerate, sempre; bisogna che si depurino le interpretazioni legali da interventi faziosi, bisogna che qualche controllo di polizia faccia scalpore nell’opinione pubblica e sul mercato. Superate queste irrinunciabili fasi, la norma comincia a essere attuata. Di solito non in modo continuativo, ma secondo cicli rinnovati da interventi dell’autorità amministrativa o di controllo competente.
sui misuratori di acqua e calore di Roberto Cattaneo
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L’applicazione della direttiva Mid (Metrological Instruments Directive) sta attraversando queste fasi, ma in tempi diversi, a seconda che si parli di misura dei carburanti, del gas o acqua e calore. Per quanto riguarda la misura di acqua e calore siamo all’inizio: stanno appena indebolendosi le resistenze alla introduzione di strumenti di misura conformi alla direttiva. Tuttavia, continua a riproporsi una domanda che è sorta dalla pubblicazione della direttiva. Potrebbe essere considerata una domanda retorica positiva, tanto è facile la risposta; invece, siccome la risposta alle domande dipende dalla forza politica e commerciale di chi la pone, allora la risposta è diventata un problema. Si parla di contatori d’acqua e calore cosiddetti “divisionali” cioè dei misuratori installati all’interno degli edifici e che consentono la suddivisione del costo di acqua e calore tra diversi utilizzatori che risiedono nel medesimo immobile. Nonostante la prescrizione della
IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Acism direttiva Mid sia inequivocabile ed enunci che la conformità alla Mid è imposta a dispositivi e sistemi per le funzioni di misura giustificate da motivi di interesse pubblico, tutela dei consumatori, imposizione di tasse e di diritti e lealtà delle transazioni commerciali, ciò sembra non sia ancora sufficiente per sgombrare il dubbio sulla necessaria conformità dei misuratori “divisionali” di acqua e calore ai criteri di fabbricazione previsti dalla Mid. Dal punto di vista normativo non ci sono ragioni per escludere alcun misuratore, ovunque installato, che produca una misura direttamente utilizzata per la determinazione di un prezzo, dalla conformità alla direttiva Mid e dalla conseguente necessità della marcatura “CE - M”. Le giustificazioni possono essere solo di opportunità e sono la premessa per determinare situazioni illegali. Per le funzioni di misura appena evidenziate, dall’entrata in vigore del recepimento nazionale della direttiva Mid, è obbligatorio l’uso di misuratori con validità legale e conformi alla direttiva Mid. È finita l’anarchia nazionale sui misuratori di acqua e calore. E sembra che finirà non soltanto per i misuratori Mid installati, ma anche sui misuratori di acqua e calore già installati e, per gran parte, privi di una qualsiasi conformità metrologica. Almeno, così ha annunciati il Ministero nella recente giornata informativa organizzata da Acism, Unioncamere e Canale Energia lo scorso 11 luglio. □
Aims of the MID Directive and measuring what we pay for New legislation on products is very slow in being effectively implemented in Italy. There is opposition to be overcome from the market, which has to pay for this, because this is – unfailingly – the view taken. Sectarian contributions must be filtered out of purely legal interpretations. And some police raids are needed to attract the attention of public opinion and of the market. Once these obligatory stages have been gone through, the law starts to be implemented. Not, usually, in one continuous process, but in successive cycles with intervention from authorities with administrative or control functions. Application of the MID (Measuring Instruments Directive) is going through these phases, but timing is different depending on whether fuel, gas or water and heat are concerned. As far as water and heat are concerned, we are just beginning - opposition to the introduction of measuring instruments in compliance with the directive is only just beginning to weaken. Nonetheless, a recurring question has arisen out of the publication of the directive. It might be considered a positive rhetoric question, as the answer is so easy. Instead, since the answer to the questions depends on the political and commercial power of the asker, the answer has become problematical. We are talking about the so-called “individual consumption” water and heat meters installed in buildings, which enable the various occupants to divide up their costs of
water and heat. The Directive is unequivocal, stating that MID compliance is required from measuring devices and systems justified by reasons of public interest, consumer protection, imposition of taxes and duties and fair business transactions. Despite this, all this appears not be sufficient to remove doubts as to the required conformity by “individual consumption” water and heat meters to manufacturing criteria laid down by MID: From a legal viewpoint, there is no reason to exclude any meter, wherever installed, that produces a measurement directly used to determine a price, from conforming to the MID Directive and consequently from the required “CE – M” marking. Any excuses can only be opportunistic and are the first step towards illegal situations. For the measuring functions just mentioned, since Italian enactment of the MID Directive, meters used must be legally valid and conform to MID. This puts an end to chaos in Italy regarding water and heat meters. And it looks like ending not only for MID meters being installed, but also for water and heat meters already installed which, for the most part, do not conform to any measuring standard. At least, this was the announcement made by the Ministry on July 11th, at an information day organised by ACISM (Italian association of measuring instruments manufacturers), Unioncamere and Canale Energia. □
Una giornata informativa organizzata da Acism, Associazione dei costruttori italiani strumenti di misura, ha dato segnali positivi riguardo alle novità legislative che argineranno le non conformità metrologiche. 57 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
Progetto Dogana Facile
8481 8481 10 00 8481 20 00 8481 41 00 8481 49 8481 49 10 8481 49 90 8481 80 8481 80 32 8481 80 34 8481 80 38
Il “multipurpose” della classificazione doganale
l’industria meccanica 693 | 58
di Chiara Ciuccarelli Easyfrontier, Progetto Dogana Facile
Progetto Dogana Facile
S
i è soliti dedicare questo spazio della Rivista ai temi dell’ultim’ora, quelli più soggetti ad evoluzione normativa, quelli prospettici o quelli legati alle problematiche più sentite dalle aziende, più complesse da comprendere, che vanno gestite per superare ostacoli o evitare questioni, anche gravi, con l’autorità doganale e che, gioco forza, essendo più visibili, si trasformano in quelle più importanti, quasi le uniche esistenti. Sono importanti, naturalmente, e in quanto tali vanno affrontate, ma, altrettanto naturalmente, lo
mondo e rispetto ai quali l’Unione europea, di nuovo ahimè, ha pochi strumenti se non quelli degli embarghi commerciali, che si ripercuotono sulla possibilità di muoversi serenamente su certi mercati. Anche questa materia, più spesso nota perché si sottoscrivono dichiarazioni di estraneità (o meno) dei prodotti alle black list, ha un suo background, le sue ragioni e la sua logica per essere affrontato consapevolmente ed evitare di incorrere in fermi o sanzioni. Di nuovo: cosa fare per prenderla per il verso giusto?
UN CODICE PER OGNI MERCE
dovrebbero essere non solo sull’onda e limitatamente ad un caso, ma partendo dal perché, dalla conoscenza e comprensione delle normative e dinamiche sottostanti, sì che da problemi diventino fattori di gestione pro-attiva, conoscenza strategica e di pianificazione aziendale. Cito il tema dell’origine, sia preferenziale sia non preferenziale: quale azienda non ha (avuto) a che fare con certificati di circolazione, dichiarazioni su fattura, certificati di origine, troppo spesso, ahimè, senza avere troppa consapevolezza di cosa scrivere o in difficoltà a richiedere e reperire le informazioni, a dialogare con fornitori, clienti e autorità, a comprendere il perché di determinate normative nei paesi esteri? Come fare e da dove iniziare per gestirlo in maniera ordinata, corretta, preventiva? Il tema delle misure restrittive all’import e all’export, altrettanto noto e sempre più spesso in evoluzione per via dei gravi fatti che segnano varie aree del
Bene, questi e altri aspetti doganali che vedremo, condividono il medesimo punto di partenza: le merci, e la loro classificazione doganale. Questo tema passa spesso in secondo piano solo che quello che per l’autorità doganale è quasi scontato, essendo la base per l’applicazione di moltissime normative che le compete applicare, rischia di spiazzare l’azienda, focalizzata sul legittimo interesse a far arrivare la merce a destino o presso di sé, ma incapace di vederne la chiave risolutiva, la metodologia con cui governarli. A far poca chiarezza contribuiscono anche pratiche doganali delegate e che, in onore della velocità, sacrificano il ben fare le cose e la compliance doganale che invece è e sarà sempre più elemento fondamentale per divenire affidabili e sicuri agli occhi della dogana, il cui sempre più stretto rapporto di partenariato con le aziende è basato prima di tutto sulla conoscenza e consapevolezza degli operatori. 59 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
Per razionalizzare e gestire correttamente tali aspetti senza viverli come problematici, piuttosto trasformandoli in strumenti di competitività, partiamo dal principio che “Ciò che sta sopra non si regge senza ciò che sta sotto” (C.S. Lewis), retrocedendo al punto di partenza per poi provare a rileggere il resto con altri occhi. Ecco, la classificazione delle merci è la prima lettera dell’abbecedario doganale: prima di accertare il valore, il dazio, l’origine, prima di conoscere e applicare misure restrittive, formalità sanitarie, fitosanitarie, normative tecniche extra-doganali, la Dogana si chiede: di quale merce si sta parlando? Quale la sua classificazione tariffaria? Cos’è la classificazione La classificazione è un sistema di codifica numerica delle merci: sistema, perché si fonda su una piattaforma di regole giuridiche di codificazione e interpretazione della loro designazione; numerica, perché le cifre la rendono univoca e metalinguistica. L’attenzione va rivolta principalmente al fatto che si tratta di un apparato di regole giuridiche, obbligatorie, volte ad individuare, qualificare e nominare i prodotti; troppo superficialmente è invece rivolta al fatto che si concretizza in una mera sequenza numerica che ne sminuisce significato e portata relegandola. Fin quando fermiamo lo sguardo al mercato interno ha rilevanza statistica, ma fuori da tali confini, la portata è ben più ampia, perché all’esito di quella attività sono collegati molteplici effetti giuridici. L’idea di classificare è ricollegabile primariamente alla necessità di rendere fluidi i traffici internazionali. La sistematizzazione sovranazionale vigente, infatti, su cui si basa la classificazione di moltissimi paesi ed economie nel mondo, è riconducibile alla Convenzione internazionale sul Sistema Armonizzato di
8481 1 10 00 1 20 00 1 41 00 481 49 1 49 10 1 49 90 481 80 1 80 32
Progetto Dogana Facile
designazione e codificazione delle merci1 che esplicita, tra le finalità, la facilitazione del commercio internazionale, della raccolta e analisi delle statistiche, una semplificazione dei documenti commerciali e la trasmissione dei dati, la necessità di disporre di dati esatti e comparabili in sede di negoziati commerciali internazionali. Il Sistema Armonizzato (Sa) (o Harmonized System – Hs) è dunque il sistema di codifica delle merci riconosciuto e applicato in tutti gli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane (Omd)2, che adottano la predetta Convenzione: essa prevede che tutte le merci, nell’ambito degli scambi commerciali internazionali, siano identificate univocamente con un codice di sei cifre. Come classificare Il Sistema Armonizzato è strutturato in 21 Sezioni, 99 Capitoli identificati dalle prime due cifre, ciascuno suddiviso in Voci Doganali (Vd) – prime quattro cifre – e in Sottovoci – sei cifre –, secondo un criterio progressivo di dettaglio descrittivo della merce (ad esempio capitolo 84 “... macchine, apparecchi e congegni meccanici; parti […]”; 8481 Oggetti di rubinetteria, […]; 8481 20 Valvole per trasmissioni oleoidrauliche o pneumatiche). L’Unione europea, che prima di diventare l’Unione di oggi è stata una unione doganale su di essa prioritariamente e imprescindibilmente basata, ha previsto all’art. 28 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue, l’adozione di una Tariffa Doganale Comune nei rapporti con i Paesi terzi, stabilita con regolamento n. 2658/873, in cui è definita la c.d. Nomenclatura Combinata4 (Nc) delle merci – sistema comunitario di classificazione che identifica le merci con due ulteriori cifre rispetto alle sei del Sa – e la Tariffa Integrata Comune5 (Taric) che aggiunge le cifre nona e decima, per le imporl’industria meccanica 693 | 60
tazioni, cui corrispondono ulteriori misure tariffarie. Per rendere uniforme l’applicazione delle codifiche, il Sistema Armonizzato comprende innanzitutto delle Note Esplicative, su cui si fondano anche quelle della Nomenclatura Combinata dell’Ue. Ulteriore supporto è fornito dalle Decisioni e dai Pareri di classifica, adottati dal Comitato del Sistema Armonizzato i quali, pur non vincolanti, costituiscono un’utile ed esaustiva trattazione dei casi considerati. Infine, per dipanare dubbi interpretativi, le autorità doganali possono rilasciare, su richiesta, una Itv (Informazione Tariffaria Vincolante) avente efficacia vincolante per il solo richiedente. Che classificare non sia banale lo dimostrano l’ampio strumentario normativo, le numerose sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea, le numerosissime Itv rilasciate dalle dogane comunitarie (troppo poche, ahimè, quelle italiane), le – a volte amare – sorprese in sede di verifica merci quando si credeva che tutte fossero una sol cosa mentre, in applicazione delle regole, ogni cosa doveva avere la sua classificazione. Che l’attività di classificazione sia propedeutica ad ogni altra, lo prevedono sia il regolamento 2658/87 per il quale la nomenclatura «risponde nel contempo alle esigenze della tariffa doganale comune, delle statistiche del commercio estero della Comunità» (posta come prima, NdR) «e di altre politiche comunitarie relative all’importazione o all’esportazione di merci» nonché la posizione nel Codice doganale, che la pone al primo posto tra i «Principi in base ai quali sono applicati i dazi […] e le altre misure previste nel quadro degli scambi di merci» (Titolo II). Perché classificare: scopi e vantaggi di una idonea qualificazione delle merci Ora, il primo dato ricollegabile alla
Progetto Dogana Facile
classificazione è certamente l’aliquota daziaria associata e applicata all’attraversamento delle frontiere Ue. Val la pena ricordare come il primo pilastro della nostra Unione è l’unione doganale realizzata con l’abbattimento dei dazi doganali interstatuali e l’applicazione di un’unica tariffa alle frontiere esterne – primo elemento dell’accertamento doganale (poi valore, origine, e quantità) – dopodiché le merci circolano liberamente conformemente alle regole del mercato interno e tenendo conto di certe disposizioni della politica commerciale comune. Passando alle «altre politiche comunitarie all’importazione o all’esportazione di merci» e dunque ribadendo che non di sole statistiche si tratta, non di solo dazi, la classifica è determinante per verificare se siano previsti anche dazi antidumping o certificati, per determinare l’origine dei prodotti e
dichiarare se le merci possono godere di benefici daziari o legittimamente vantare il “made in” e poi, se le merci rientrano nelle liste proibite o sotto autorizzazione ed eventuali misure applicabili a destino, per richiedere una Ivo (Informazione Vincolante in materia di Origine) o la tutela doganale dalla contraffazione. Ed è altrettanto importante, con diverso approccio, per accedere alle semplificazioni doganali. Già. Se si vuole diventare esportatore autorizzato, beneficiare di procedure semplificate o della certificazione Aeo – tutte attività peraltro inserite nel Progetto Dogana Facile di Anima – la dogana riconoscerà il richiesto grado di affidabilità doganale in relazione alla capacità di governare, anzitutto, il fenomeno classificatorio: è essenziale internalizzare il processo per dimostrare che si dichiara correttamente le merci in dogana per
applicare correttamente sia l’aliquota daziaria, evitando contestazioni e revisioni dell’accertamento, sia tutta la legislazione afferente. Per chi vuole essere parte integrante di una economia globalizzata, la classifica si rivela così fondamentale e strategica, ma occorre fare un salto, decidendo di non nascondersi dietro la delega rappresentativa in dogana e diventandone timonieri attraverso il coinvolgimento delle risorse aziendali e la definizione di un processo. Così si potrà iniziare a parlare la medesima lingua della dogana, comunitaria e dei paesi terzi, quella di fornitori e clienti di ogni paese: ne va della trasparenza verso la dogana, della compliance normativa e di un accrescimento della competitività con la possibilità, specie per le Pmi, di misurarsi meglio anche con le più grandi aziende. □
SAVE THE DATE La situazione in Iran: evoluzione, involuzione o stabilità? A Milano un convegno Easyfrontier sulle modifiche delle condizioni dell’embargo. Milano, ore 14.30 INFO SU WWW.ANIMA.IT
Formazione Doganale, continuano gli approfondimenti inseriti nel Progetto Dogana Facile Il 24 settembre verranno trattati il sistema mondiale e quello comunitario di classificazione, anche con riferimento alle conseguenze che la classificazione può avere riguardo all’esatta attribuzione dell’origine, al pagamento dei dazi e delle altre imposte e alle eventuali restrizioni all’import e all’export. Inoltre, verranno fornite le metodologie di implementazione della classifica doganale nei sistemi informativi aziendali. Il seminario del 22 ottobre presenterà i criteri per la corretta determinazione del valore in dogana e delle conseguenze derivanti da dichiarazioni infedeli, sia sotto il profilo amministrativo sia sotto quello penale. Verranno analizzati documenti, procedure e strumenti di supporto all’accertamento del “valore in dogana”. L’applicazione della legge è tesa a tutela non solo degli interessi erariali, ma anche di un principio fondamentale dell’Ordinamento comunitario (e nazionale), quale quello della libera concorrenza. Punto forte dei seminari, tagliati su misura per il settore della meccanica, sarà l’interattività in aula, dove il docente e i partecipanti attraverso esempi e casistiche scomporranno le difficoltà della materia per arrivare alle soluzioni più efficaci e efficienti. Obiettivo delle due giornate di formazione e di Anima, è dotare le aziende delle conoscenze necessarie per il rispetto consapevole della normativa nonché per l’uso strategico delle regole, dando loro i mezzi per affrontare il mercato internazionale in maniera sempre più competitiva. Entrambe le giornate si svolgeranno dalle ore 9.30 alle 18 a Milano presso la sede Anima. 61 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
La Convenzione è stata adottata a Bruxelles il 14 giugno 1983 e condivisa a livello mondiale dagli Stati appartenenti alla World Customs Organization
1
2 La WCO è l’organizzazione incaricata della gestione degli aspetti tecnici relativi all’Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio (GATT - General Agreement on Tariffs and Trade), stabilito nell’ambito della World Trade Organization (WTO).
Regolamento (CEE) n. 2658/87 del 23 luglio 1987 relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla Tariffa Doganale comune, Articolo 1.
3
La Nomenclatura Combinata è basata sul SA elaborato dal Consiglio di cooperazione doganale (attuale OMD), istituito dalla Convenzione internazionale di Bruxelles del 1983, e relativo Protocollo di emendamento del 24 giugno 1986, approvati a nome della CEE con decisione del Consiglio 87/369/CEE del 7 aprile 1987.
4
Regolamento (CEE) n. 2658/87 del 23 luglio 1987 relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla Tariffa Doganale comune, Articolo 2.
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Foto © Redazione - www.industriameccanica.it
IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Assogrigliati
Un grigliato CE? Componenti strutturali in acciaio e alluminio ed en1090-1: la commissione europea inizia a far chiarezza sui prodotti da marcare CE. Il punto sul grigliato metallico
I
di Federico Cacciatori
grigliati metallici possono essere esclusi dall’applicazione della marcatura CE? La risposta è sì, ma non è scontata, e si deduce da precise considerazioni. A un anno esatto dalla piena entrata in vigore del Regolamento Cpr – che ricordiamo ha fissato condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, abrogando la Direttiva 89/106/CEE CPD – lo scorso 1 luglio è scaduto il periodo di coesil’industria meccanica 693 | 62
stenza della norma (armonizzata alla Direttiva Cpd e al Regolamento Cpr) EN 1090-1 Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 1: Requisiti per la valutazione di conformità dei componenti strutturali che, insieme alla EN1090-2 Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 2: Requisiti tecnici per strutture di acciaio ed EN1090-3 Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 3: Requisiti tec-
IL SETTORE PROTAGONISTA | Anima / Assogrigliati
nici per le strutture di alluminio, che rappresenta ora l’unico riferimento per i costruttori di componente strutturali in acciaio e alluminio. Da tale data la EN1090-1, e quindi la marcatura CE, è divenuta l’unico strumento per la qualificazione dei prodotti rientranti nel campo di applicazione della stessa: su questo punto il Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha redatto già una nota di chiarimento. Nella sostanza, le imprese che realizzano strutture o parti di esse, in acciaio o in alluminio, sono chiamate a: • effettuare prove iniziali di tipo; • implementare un controllo continuo del processo produttivo, attraverso l’implementazione continua di un controllo di produzione di fabbrica (Fpc); • effettuare test periodici a campione sui prodotti realizzati. Sembrerebbe tutto chiaro, ma recentemente gli operatori del settore hanno iniziato a porsi una domanda: cosa sono o meglio quali sono più precisamente questi componenti strutturali? La domanda, per la quale sono iniziate a circolare le interpretazioni più disparate (tra l’altro non sempre corrette), non è passata inosservata alla Commissione Europea che si è
attivata per cercare di fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto, la marcatura CE sulla base della EN1090-1 è possibile quando vengano rispettate le seguenti condizioni: il prodotto rientra nello scopo della norma; il prodotto è un prodotto strutturale col significato del Regolamento Cpr, ovvero: il prodotto è destinato ad essere incorporato in maniera permanente nell’opera di costruzione edificio o opera di ingegneria civile; il prodotto ha una funzione strutturale in relazione all’opera di costruzione - quindi un eventuale “guasto/ collasso” andrebbe a pregiudicare il Requisito Base 1 delle Opere di Costruzione); ed è inoltre possibile quando il prodotto non sia già coperto da una specifica tecnica europea dedicata (hEN, ETAG o ETA). Per dare un’indicazione in più al mercato, la Commissione Europea ha recentemente pubblicato, sul portale della Dg Enterprise & Industry, una ‘lista negativa’ di prodotti che a livello di Comitato Europeo di Normazione si è condiviso di escludere dal campo di applicazione della EN1090-1. Troviamo quindi elencati alcuni prodotti, tra cui ad esempio: • porte industriali, commerciali e da garage e cancelli - senza caratteristiche di resistenza al
fuoco o controllo del fumo secondo la norma EN 13241-1; • componenti per controsoffitti; • ponteggi; • condotte e tubazioni; • scale in acciaio e alluminio, passerelle e recinzioni che fanno parte integrante di una macchina. Esistono però anche prodotti per i quali, pur essendovi una condivisione sulla valutazione in rapporto alla EN1090-1, permangano differenti approcci interpretativi e punti di vista: tra questi il grigliato metallico. I grigliati metallici sono elementi alla base della realizzazione di superfici pedonali e veicolari, piattaforme di carico, passerelle, pianerottoli, gradini e recinzioni. Tali prodotti, che sono utilizzati quindi a servizio dell’opera stessa, non possono essere considerati prodotti strutturali ovvero non ricoprono una funzione strutturale in relazione all’opera. In altre parole un eventuale loro danneggiamento e/o rottura non inficerà il requisito base delle opere di costruzione n.1: la resistenza meccanica e la stabilità (allegato I Regolamento UE - n. 305/2011). In considerazione di quanto sopra, i grigliati metallici possono ritenersi esclusi dal campo di applicazione della EN1090-1. □
Opere di costruzione - Requisito base 1 Resistenza meccanica e stabilità Le opere di costruzione devono essere concepite e realizzate in modo che i carichi cui possono essere sottoposti durante la realizzazione e l’uso non provochino: • il crollo, totale o parziale, della costruzione; • gravi ed inammissibili deformazioni; • danni ad altre parti delle opere di costruzione, o a impianti principali o accessori, in seguito a una grave deformazione degli elementi portanti; • danni accidentali sproporzionati alla causa che li ha provocati. 63 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
Foto © Depositphotos
FOCUSFIERE | Energia
2015, l’Italia ha la sua fiera per le valvole industriali N
ell’anno di Expo la prima edizione di Ivs – Industrial Valve Summit, la nuova fiera italiana dedicata alle valvole industriali e alla relativa filiera in programma a Bergamo – l’appuntamento avrà poi cadenza biennale – il 27 e il 28 maggio prossimo. C’è anche la Commissione europea alla presentazione dell’evento al Palazzo delle Stelline di Milano, a testimoniare l’ampio respiro dell’appuntamento e la volontà di porre sempre di più l’industria al centro della scena per mantenere l’Europa un leader economico nel mondo. Una grande occasione di confronto dunque, e di valorizzazione del manifatturiero, che comprenderà focus sui comparti Power e Oil&Gas Upstreaming e che ha l’ambizione di porsi non solo come evento fieristico, ma come vero e proprio simposio tecnico-scientifico d’eccellenza, proponendo inoltre incontri diretti con delegazioni di mercati esteri emergenti di maggior interesse. Organizzata da Confindustria Ber-
gamo e l’Ente Fiera Promoberg in collaborazione con la Commissione Europea, la manifestazione nasce dalla volontà dei produttori italiani che hanno preso pienamente coscienza della loro forza nel mondo e vogliono ora dare ancora più visibilità al loro lavoro anche sul territorio italiano. «Il mondo delle valvole industriali rappresenta un’eccellenza per il Paese Italia» ha spiegato Maurizio Brancaleoni, Vice Presidente di Anima e già Presidente di Avr e Ceir, «con i suoi più di 150 aziende che producono valvole di alta qualità e che esportano in tutto il mondo, il nostro Paese rappresenta il maggior produttore ed esportatore di valvole industriali utilizzate nell’industria energetica mondiale». Un recente studio, pubblicato da Anima, evidenzia come, con una produzione nazionale stimata in oltre 5 miliardi di dollari Usa, l’export del solo settore dedicato all’estrazione/raffinazione/distribuzione di gas l’industria meccanica 693 | 64
Nasce Ivs – Industrial Valve Summit, l’appuntamento biennale organizzato con la collaborazione della Commissione Europea in programma il 27-28 maggio prossimo e petrolio ha raggiunto, nel 2013, l’invidiabile cifra di 3,8 miliardi di dollari, rappresentando, rispetto alla domanda mondiale del settore (stimata, da alcuni enti di ricerca internazionali, in circa 16,7 miliardi di dollari) un importante 23%: «si può così affermare» conclude Maurizio Brancaleoni, «che una valvola su quattro, installata al mondo, è Italiana». Ivs – Industrial Valve Summit sarà infine lo scenario per il lancio di Valve Academy, un progetto di formazione internazionale caratterizzato da percorsi qualificati voluti per creare, grazie al contributo delle aziende, competenze specialistiche per tutte le figure tecniche del settore – in particolare i neo assunti – su tematiche di particolare rilevanza quali compatibilità dei materiali, long life learning program dedicato ai sistemi di tenuta delle valvole. □ c.f. GUARDA IL SERVIZIO VIDEO SU INDUSTRIAMECCANICA.IT
ANIMA | Speciale centenario
100 ANNI
Vol. 4
di industria Nel febbraio 1914 nasceva Anima. In questa rubrica raccontiamo le storie di uomini e di aziende che hanno fatto grande la meccanica italiana.
dal 1919
1 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
ANIMA | Speciale centenario
GRANDI IMPRESE
BĂśhler Uddeholm Italia Spa
fondazione
www.bohler-uddeholm.it pagina n. 65
Bolzoni Spa
fondazione
www.bolzonigroup.com pagina n. 67
Officine Meccaniche Galletti O.M.G. Srl
fondazione
www.omg.it pagina n. 69
Ici Caldaie Spa
fondazione
www.icicaldaie.com pagina n. 71
Vaillant Group Italia Spa
fondazione
www.vaillant-group.com pagina n. 73
Camozzi Automation Spa
fondazione
1890 1945 1947 1958 1960 1964
www.camozzi.com pagina n. 75
Dab Pumps Spa
fondazione
1975
www.dabpumps.com pagina n. 77
DL Radiators Spa
fondazione
1986
www.dlradiators.com pagina n. 79
Cillichemie Italiana Srl
evento
1912 1946 1952 1958 1964 1971 1976 1989
fondazione
Mustad Spa www.mustad.it pagina n. 66
fondazione
Pavan Srl www.pavan.com pagina n. 68
fondazione
Rovatti Pompe Spa www.rovatti.it pagina n. 70
fondazione
Carpenteria Meccanica Almici Spa www.almici.it pagina n. 72
fondazione
Immergas Spa www.immergas.com pagina n. 74
fondazione
Alfa Valvole Srl www.alfavalvole.it pagina n. 76
fondazione
Pneumax Spa www.pneumaxspa.com pagina n. 78
fondazione
1963
www.cillichemie.com pagina n. 81
l’industria meccanica 693 | 2
Clivet Spa www.clivet.com pagina n. 80
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Böhler Uddeholm Italia
Storia d’acciaio F
iliale italiana della Voestalpine Edelstahl GmbH, divisione del gruppo siderurgico Voestalpine, Böhler Uddeholm Italia è operativa da decenni sul mercato italiano quale distributore dei brand delle omonime acciaierie europee, leader nel mercato degli acciai speciali. Böhler è presente in Italia dal 1890, Uddeholm dal 1971. Nel 1999 le due Società vengono fuse e incorporate quali divisioni di vendita della
Böhler Uddeholm Italia SpA. Nel 2010 si aggiunge quale terza divisione Buderus Edelstahl, che distribuisce i prodotti dell’acciaieria tedesca. Una società che si è trasformata nel corso degli anni, in un secolo di grandi cambiamenti per l’industria italiana, della quale Böhler Uddeholm Italia è sempre stata partner affidabile, con prodotti e servizi di elevata qualità che hanno garantito una lunga storia di successi sul mer-
65 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
cato italiano degli acciai da utensili e speciali. Le sedi si sono trasformate da semplici uffici di rappresentanza commerciale, nel centro di Milano, ad ampi magazzini modernamente attrezzati con sistemi completamente automatizzati per lo stoccaggio, la movimentazione e il taglio a misura degli acciai, ubicati a Milano, Padova e Torino. La rete di vendita si è ampliata e articolata, con filiali proprie, distributori esclusivisti e rivenditori, al fine di garantire un servizio efficiente su tutto il territorio nazionale. Il grande successo di Böhler Uddeholm Italia è legato certamente anche all’elevato livello della gamma dei prodotti commercializzati. A partire dagli iniziali acciai da costruzione non legati, l’offerta si è progressivamente evoluta, al passo con i cambiamenti e le nuove esigenze del mercato, per arrivare a specializzarsi in acciai speciali ad alto rendimento, acciai altolegati e leghe speciali (come ad esempio le leghe a base di nickel), sempre più sofisticate ed in grado di soddisfare anche le richieste provenienti da settori di nicchia particolarmente esigenti, come l’Oil & Gas, l’energia, il settore aerospaziale, ecc. Uno sviluppo del prodotto reso possibile dal grande impegno delle acciaierie in ambito di ricerca e sviluppo, dalle innovazioni introdotte nei processi metallurgici, dall’implementazione di nuove tecniche di produzione, con impianti all’avanguardia che dalla fusione tradizionale hanno portato alle più recenti tecnologie della rifusione Pesr (pressure electro slag remelting), rifusione ad arco sotto vuoto (Var), metallurgia delle polveri (Pm) e fusione primaria sotto vuoto (Vim). Una storia, quindi, quella di Böhler Uddeholm Italia, di antica tradizione metallurgica, sempre orientata al futuro, all’innovazione tecnologica a sostegno di un’industria in continua evoluzione. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Mustad Milioni di viti
al giorno, da 100 anni D
a cent’anni Mustad produce in Italia l’integralità della sua vasta gamma di viteria. La lunga storia e le sfide che l’azienda si è trovata ad affrontare l’hanno portata a
re produttività, qualità e soluzioni tecniche innovative. Questa filosofia aziendale basata sul miglioramento continuo è diventata la mentalità di tutti i 110 dipendenti Mustad ed
Stabilimento Balangero (TO)
sviluppare una gamma di prodotti a elevato contenuto tecnologico, con lo scopo di svolgere la loro funzione facendo risparmiare tempo e fatica a chi li utilizza. L’azienda nasce nel 1912 producendo chiodi per ferri da cavallo prodotto assai differente dalla vite, ma sempre derivato di filo d’acciaio, e poco per volta a tale produzione si affianca quella delle viti per legno. Nel dopoguerra la tecnologia di carbonitrurazione, unita ad acciai ad alto contenuto di carbonio, porta all’ inizio della produzione delle viti autofilettanti. Con l’ingresso, a cavallo degli anni ’80, nel settore industriale dell’auto, l’azienda ha una forte spinta a incrementare gli investimenti per ricerca-
è stata applicata integralmente al processo produttivo indipendentemente dalla vite prodotta e dal suo destinatario. La Mustad SpA è oggi uno dei più grandi produttori europei di viti cementate con le sue due unità
Stabilimento Pinerolo (TO) l’industria meccanica 693 | 66
produttive a Balangero e Pinerolo, entrambe in provincia di Torino. Quotidianamente vengono prodotti milioni di pezzi che vengono venduti sia alle più importanti industrie, che a distributori specializzati in Italia e in Europa. L’azienda è certificata ISO/TS 16949:2002 ISO 9001:2000 dai Lloyd’s Regiter e ha conseguito nel corso del 2012 la marcatura CE di tutta la gamma di viti per il legno. La gamma produttiva comprende una vasta scelta di prodotti per l’assemblaggio dei diversi materiali: legno, Pvc, alluminio, ferro e lamiera, plastica oltre alla possibilità di sviluppare viti speciali a seconda delle esigenze del cliente. Negli ultimi anni poi l’azienda ha accentuato l’aspetto del “servizio”, non inteso solo come disponibilità di magazzino ma anche come rapidità nelle spedizioni, ampiezza di gamma per coprire le esigenze in continua evoluzione, consulenza presso i clienti da parte di tecnici specializzati per risolvere o razionalizzare le esigenze di fissaggio e l’eventuale studio di prodotti specifici su misura. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Bolzoni 70 anni di eccellenza 1
945, gli incendi della guerra si sono appena spenti, gli uomini tornano nelle loro terre, vestiti solo di voglia di futuro. In un capannone riattato, con pochi attrezzi ma tanto coraggio, creatività e tenacia, Luigi e Livio Bolzoni danno vita alla Ditta Fratelli Bolzoni. I due fratelli trasformano le jeeps abbandonate dall’esercito americano in macchine agricole per trainare rimorchi, vomeri e motofalciatrici. Si dedicano quindi all’edilizia, costruendo un sistema per il trasporto di laterizi e successivamente all’industria, sviluppando soluzioni specifiche per sollevamento e trasporto. Il settore delle attrezzature per la movimentazione di materiali diventa presto l’attività principale dell’azienda. Nel 1973 la struttura societaria cambia in Società per Azioni. Nel 1975 Bolzoni inizia ad investire nell’export, creando filiali dirette in Francia, Spagna ed Inghilterra, ed una rete di distributori in tutta Europa e nel mondo. Nel 1987 la fusione con l’italiana Teko, specializzata nella produzione di transpallet manuali e piattaforme elevatrici, estende la
gamma di prodotti offerti. Il processo di crescita prosegue con l’apertura nel 1989 di uno stabilimento produttivo a Chicago, che consente di meglio rispondere alle necessità del mercato statunitense. Nel 2001 l’acquisizione del gruppo finlandese Auramo, costruttore di attrezzature per movimentazione industriale con specifica focalizzazione sui prodotti forestali e l’industria della carta, arricchisce la gamma prodotti con pinze per bobine di carta, pinze per balle ed altre attrezzature specialistiche riconosciute a livello mondiale. Nel 2004 l’enorme potenziale di crescita del mercato cinese stimola Bolzoni a investire in Cina e all’apertura di una filiale nell’area di Shanghai. Nel giugno 2006 Bolzoni SpA è quotata nel segmento Star di Borsa Italiana. Nell’ottobre dello stesso anno avviene l’acquisizione di Meyer, secondo costruttore tedesco e quarto a livello mondiale di attrezzature per carrelli elevatori, tra cui piastre rotanti, posizionatori forche, pinze e, in particolare, pinze per pallet multipli di grande successo e altamente apprezzate. Bolzoni diventa quindi leader di settore in Germania e incrementa la propria quota a livello mondiale. Nel 2007 apre a Podenzano un innovativo ed altamente automatizzato impianto 67 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
di produzione forche per carrelli elevatori e per attrezzature per movimentazione materiali. Rafforza ulteriormente la propria posizione in Cina, Asia ed area Pacifica grazie all’apertura in Cina nel 2012 di uno stabilimento di produzione forche e nel 2013 di uno stabilimento di produzione attrezzature per carrelli elevatori e traslatori. Oggi Bolzoni ha 6 stabilimenti produttivi situati in Italia, Germania, Finlandia, America e Cina. Il Gruppo è presente a livello mondiale grazie a 20 filiali dirette con oltre 900 dipendenti e rivenditori indipendenti che coprono tutti i continenti. Attraverso i marchi Bolzoni Auramo e Meyer, il Gruppo Bolzoni propone una gamma completa di prodotti – fra i quali pinze per prodotti forestali, pinze per pallet multipli, pinze per cartoni ed elettrodomestici, pinze parallele, push pulls, traslatori, posizionatori forche, piastre rotanti, forche, piattaforme elevatrici – concepiti per una movimentazione sicura e senza danneggiamento del carico e massima produttività, e per soddisfare ogni specifica esigenza di movimentazione materiali nell’industria dei prodotti forestali, elettrodomestici, logistica, alimentare e delle bevande, chimica, automotive ed altre. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Pavan Group Tanto da raccontare,
molto ancora da scrivere E
ra il 1946 quando gli ingegneri meccanici Nico e Mario Pavan, imprenditori di grande capacità, già esperti nel settore dei pastifici per tradizione familiare, posero il primo mattone dell’azienda, fondando le Officine Meccaniche Ingg. Nico e Mario Pavan con la quale diedero avvio alla produzione di macchinari per la produzione di pasta. Nel 1947 viene esposta alla fiera di Milano la prima pressa semiautomatica ed è un successo. L’azienda cresce e nel 1954 i dipendenti sono più di 90. È nel decennio 1960-70 che Pavan diventa protagonista mondiale nel settore e si costruiscono nuovi stabilimenti. Nel 1970 Pavan diventa una Società per azioni. Con l’ingresso del gruppo di azionisti guidato da Angelo Ferro e Andrea Cavagnis nel 1987, quegli stabilimenti sono diventati una grande realtà industriale, un Gruppo dall’impronta fortemente imprenditoriale, con oltre 600 addetti e clienti prestigiosi in tutto il mondo. Oggi Pavan Group è una realtà solida e autorevole che opera nel settore alimentare come fornitore globale di soluzioni industriali, dalla materia prima al prodotto finito e confezionato, attraverso otto brand prestigiosi Golfetto Sangati, Pavan, Mapimpianti, Montoni, Toresani, Stiavelli, Dizma e Pizeta. Si tratta delle principali aziende italiane del settore impiantistico alimentare, divenute parte integrante del Gruppo a seguito di una lungimirante strategia di crescita e sviluppo, pianificata per allargare la piattaforma di offerta. Oggi queste aziende, valorizzate
in Pavan Group, operano singolarmente o insieme, in una logica di integrazione trasversale del processo produttivo. Pavan Group offre la più vasta gamma di soluzioni per la produzione di pasta secca lunga, corta e a nidi, pasta precotta come il couscous, nonché macchinari per pasta fresca ripiena, piana ed estrusa, piatti
misura esclusivamente nella bontà dell’alimento finale, ma anche e soprattutto nella capacità di innovare il processo produttivo, personalizzandone le prestazioni in funzione delle specifiche esigenze e adeguando ogni intervento all’incessante richiesta di novità, efficienza ed economicità su vasta scala. Ma anche in questa dimensione glo-
pronti e gnocchi. Sviluppa inoltre la produzione di trafile, lavatrafile e sistemi di confezionamento per pasta, prodotti da forno, snack, generi alimentari e altri articoli. Grazie a questa logica di filiera integrata e specializzata che fonde tecnologia, flessibilità e affidabilità, Pavan Group eccelle realizzando i suoi impianti su misura per il cliente, con processi progettuali e costruttivi di elevato profilo. Tutte soluzioni tecnologiche caratterizzate da creatività ed estrema personalizzazione d’intervento. Nell’industria del food infatti, l’eccellenza non si
bale le donne e gli uomini di Pavan Group sanno che con il loro impegno ed entusiasmo contribuiscono a tenere vivo lo spirito pionieristico degli esordi. Tutti insieme scrivono i nuovi capitoli di un grande progetto: continuare a essere la realtà industriale di riferimento in un mercato in continua evoluzione, grazie alla capacità di crescere in sintonia con i mutamenti dei gusti, degli stili di vita e delle abitudini alimentari delle persone, in ogni angolo del pianeta. Una sfida in atto dal secolo scorso, ma che deve vivere ancora i suoi risvolti più appassionanti. □
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SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Galletti L’innovazione
che fa la differenza
L
a società nasce nel 1947, immediato dopoguerra, per opera dei fratelli Davide e Bruno Galletti come officina per la riparazione e la conversione di mezzi bellici a fini civili. Nel tempo si specializzarono nella produzione di roto-presse per la fabbricazione di tubi in calcestruzzo a elevata resistenza: per garantire tale efficienza hanno sviluppato una macchina che alimentasse le “tubiere” con una miscela di qualità, il mescolatore. In particolare, svilupparono un innovativo mescolatore ad asse verticale di tipo planetario, (che dopo aver guadagnato sempre più quote di mercato sarà riconosciuto in alcune aree del mondo come il “mescolatore Galletti”) capace di trattare un calcestruzzo asciutto che permettesse una rapida essiccazione per consentire la sformatura a freddo dei tubi. A partire dagli anni ‘80, la produzione si è poi allargata inserendo a catalogo anche dei mescolatori diversi, quali il modello turbina per far fronte alle richieste di alcuni mercati allora emergenti fino al mescolatore a doppio asse orizzontale, utilizzato per la produzione di calcestruzzo preconfezionato per le grandi opere civili. Tutti i prodotti sono corredati da una vasta gamma di accessori e possono essere forniti con sistemi per il trasporto e lavorazione del calcestruzzo, quali dosatori per additivi, fibre metalliche e in polipropilene, ossidi e polistirene. La produzione include inoltre alcuni prodotti speciali per applicazioni in miniere, vetrerie, fonderie, in ambienti a rischio e in sistemi mobili
quali vagoni ferroviari o container. La taglia dei prodotti va dagli 0,001 ai 9 metri cubi di calcestruzzo e l’intero ciclo di mescolazione varia da un minimo di 50-60 secondi ai 120-150 secondi La famiglia Galletti con le nuove generazioni: al centro Paolo complessivi. Il processo di Galletti, Presidente del Gruppo internazionalizzazione ha portato che ha già oltre 300 mescolatori in l’azienda a dotarsi di sedi per l’as- funzione. A tale scopo, a inizio 2012 sistenza e la ricambistica in Spagna è stato acquistato uno stabilimento (1988), Francia (2006), Usa (2005) e di oltre 1000 m2 con uffici annessi per la produzione e commercializza- per avere una solida base di svilupzione nel sud-est asiatico in Cina nel po per gli anni a venire e dove già si 1999-2000, fino all’India nel 2008. trova un fornito magazzino di parti Dal 18 novembre 2000 i mescolatori ed alcune macchine in pronta consedestinati al mercato della Repubbli- gna. ca Popolare Cinese vengono prodot- Recentemente il Gruppo ha acquiti in moderni stabilimenti in Zhuhai sito una partecipazione in Sima (Guandong), e sono commercializ- Trasmission Machinery Co. Ltd. zati con il marchio Sicoma. Dal 2008 invece si è avviata anche Lo spostamento a Oriente degli in- la progettazione e costruzione di vestimenti nel campo delle costru- un nuovo stabilimento produttivo zioni ha spinto la direzione di Omg in località Ferriera di Torgiano, nel a costituire nel 2008 una società da quale si stanno svolgendo operazioriferimento per il mercato indiano, ni di taglio e saldatura delle lamiere, Sicoma Mixers India Pvt. Ltd, con verniciatura automatizzata all’acsede a Bangalore, con lo scopo di qua dei singoli componenti prodotti fornire prodotti e servizi nel merca- dall’azienda. to indiano; oltre alla vendita, da fine L’ azienda ha conseguito nel 1995 2011 è iniziata anche la produzione la certificazione di qualità in accordi mescolatori in loco, con il ridutto- do con la ISO 9001, prima azienre italiano di Omg. da produttrice di mescolatori nel La filiale Sicoma North America mondo a raggiungere un tale risulrappresenta un altro punto di forte tato, continuamente confermato e investimento per lo sviluppo futuro recentemente aggiornato alla ISO dell’azienda per servire un mercato 9001:2008 nel 2009. □ 69 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Rovatti Pompe Dal 1952 una Family
Company all’avanguardia nella tecnologia dell’acqua
F
ondata nel 1952 a Fabbrico (Reggio Emilia) dal Cavaliere Virgilio Rovatti, tenace imprenditore cresciuto nella meccanica, il nome Rovatti pompe è da sempre sinonimo di sviluppo tecnologico nel proprio settore. La continua evoluzione tecnica e strategica ha portato l’azienda all’ampliamento della propria attività, dalla produzione di pompe per uso agricolo alla leadership nella costruzione di pompe per il convogliamento di acque pulite e il trattamento di liquidi carichi in molteplici settori applicativi. Parallelamente al progressivo consolidarsi sui mercati internazionali, l’azienda ha mantenuto l’intera produzione in Italia, sia nella sede storica di Fabbrico che in nuove strutture, dove l’impiego delle più avanzate tecnologie, il ricorso a severi test di funzionalità nell’evoluta sala prove e il consolidato know-how dei tecnici e progettisti in forza all’azienda sono in grado assicurare alla clientela una costante qualità del prodotto accanto alla massima rispondenza ai rigorosi standard tecnici richiesti dal settore. Mentre un attivo programma di ricerca ad ampio raggio (condotto in sinergica collaborazione con Università e Istituti specializzati) si è sempre concentrato su innovazioni tecnologiche e rispetto dell’ambiente, lo studio di nuovi processi produttivi, lo sviluppo di soluzioni
costruttive d’avanguardia e l’impiego di nuovi materiali permettono all’azienda di incrementare continuamente l’efficienza, l’affidabilità e le prestazioni di tutte le pompe fabbricate. Da più di 60 anni la Società è guidata dalla famiglia Rovatti, oggi alla terza generazione, caratterizzandosi per dinamismo imprenditoriale, valore dei collaboratori e impegno nel proporsi come partner strategico per qualsiasi problematica legata al convogliamento delle acque. Grazie infatti ai costanti investimenti strutturali, alla consolidata esperienza acquisita sul campo e
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alla snella struttura organizzativa, l’azienda è stata in grado di affermarsi come leader nella produzione di pompe centrifughe che assicurano il massimo rendimento idraulico con il minimo consumo di energia, caratterizzate da livelli di sicurezza, durata in servizio e semplicità di manutenzione ai vertici del mercato. Da questi presupposti si sviluppa la diversificazione di una vastissima gamma di pompe ed elettropompe centrifughe per installazioni di superficie e di profondità, in molteplici metallurgie e soluzioni costruttive, che costituiscono la risposta più avanzata alle diverse applicazioni per le quali sono destinate. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Ici Caldaie Esperienza
industriale da 50 anni I
ci Caldaie è un’azienda con oltre 50 anni di storia ed esperienza nella gestione energetica e nella produzione del calore. Nasce nel 1958 in provincia di Verona grazie al sogno di Remigio Lucchini, fondatore e anima dell’azienda, operando come azienda manifatturiera per la produzione di caldaie in acciaio ad alto contenuto d’acqua per processi industriali, settore in cui oggi detiene una leadership produttiva a livello mondiale fornendo generatori di media e grande potenzialità destinati a produrre energia ad alta efficienza nell’ambito residenziale ed industriale. L’esperienza maturata negli anni in ambito industriale, permette all’azienda di trasferire il know-how acquisito nella progettazione e realizzazione di generatori di vapore industriali a quello delle caldaie civili per il mercato residenziale e commerciale, con particolare specializzazione nella realizzazione di impianti centralizzati. Forte di questa rara competenza, Ici Caldaie decide di volgere con ambizione lo sguardo al mercato internazionale, intraprendendo l’iter che l’ha portata nel 2003 al conferimento delle certificazioni internazionali ISO 9001/94 e ISO 9002 e arrivando a posizionarsi come azienda di riferimento nel panorama globale. Il concetto di “alta tecnologia del calore” che da sempre guida l’azienda, inizia ora a concretizzarsi anche con la gestione dei sistemi di generazione del calore e una nuova filosofia che ponga la soddisfazione del cliente al centro dell’azienda. In quest’ot-
tica, Ici Caldaie abbina alla fornitura di prodotti di grande qualità e innovazione anche il miglior servizio, accompagnando il cliente dalla scelta del sistema più idoneo fino alla manutenzione, gestione e controllo dell’impianto, garantendo il miglior rendimento e il maggior risparmio energetico in esercizio. È un momento storico di grandi innovazioni per Ici Caldaie, che arricchisce la propria gamma prodotti introducendo moduli satellite in grado di rendere l’utente autonomo e consentire al contempo significativi risparmi in termini di efficienza rispetto alle tradizionali caldaie murali. All’ingresso sul mercato dei nuovi prodotti e dei nuovi servizi viene affiancata un’ulteriore sfida, la progettazione e lo sviluppo di hardware e software per la gestione intelligente dei sistemi. Siamo nel 2009 e nasce Eterm, sistema di gestione elettronica per la massima efficienza e l’utilizzo consapevole di energia nei sistemi di generazione di calore, anche integrati. Oggi Ici Caldaie è un punto di riferi-
Ici nel 1958
mento tra le aziende operati nell’area dei generatori di vapore per processi industriali e riscaldamento. Lo spirito pioniere e innovativo che la contraddistingue spinge l’azienda a investire continuamente nella ricerca e sviluppo di progetti che puntino alla creazione di nuovi sistemi energetici a basso impatto ambientale, esplorando nuove applicazioni, nuove tecnologie e tipologie di fonti energetiche alternative. Tra queste ultime, grandi risorse si stanno investendo nella produzione di calore da idrogeno per il mercato residenziale, con una tecnologia che renderà in grado le unità plurifamiliari di essere auto-sufficienti nelle produzioni energetiche, ridurre le emissioni inquinanti a zero e vendere gli esuberi energetici in rete. □
Ici oggi 71 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Carpenteria Meccanica Almici
Tonnellate di materiale sollevato in tutto il mondo N
el 1958 fondata da Sergio e Tarcisio Almici nasce come impresa familiare nei pressi della propria abitazione la Carpenteria Meccanica Fratelli Almici. Radicata in un territorio del nord Italia, tra Brescia ed il Lago di Garda, da secoli legato alla lavorazione dell’acciaio, la società inizia la propria attività contribuendo alla nascita ad allo sviluppo dei primi insediamenti siderurgici con forno elettrico e treni laminazione. Nei primi anni sessanta viene costruito un nuovo insediamento che sarà ingrandito e sviluppato nel corso degli anni e che rappresenta la sede attuale. Negli anni ’80 da società a responsabilità limitata viene trasformata in SpA ed assume la dicitura di Carpenteria Meccanica Almici SpA, nome che conserva ancora oggi. In oltre mezzo secolo di costante crescita, la società ha visto riconosciuta unanimemente la sua professionalità e qualità nel settore del sollevamento, ottenendo un ruolo di primaria importanza nel mercato nazionale ed internazionale. Ogni giorno, da oltre cinquant’anni, in varie parti del mondo vengono sollevate e movimentate migliaia di tonnellate di materiale da più di 1800 gru prodotte da Carpenteria Meccanica Almici Spa. Nel settore di sollevamento pesante la Carpenteria Meccanica Almici Spa offre una completa gamma di macchine, con portate che variano da 5
t. fino ad oltre 500 t, progettate nelle classi più severe delle norme Fem e in accordo alla Direttiva Macchine per la marcatura CE. Tutti i componenti sono realizzati all’interno dello stabilimento raggiungendo un alto grado di flessibilità e qualità. Le gru Carpenteria Meccanica Almici Spa garantiscono elevate prestazioni e massima affidabilità, impie-
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gate in quei settori produttivi dove servizio continuo, lunga durata nel tempo, facilità di manutenzione rappresentano i fattori primari di successo e competitività. Tra la produzione della Carpenteria Meccanica Almici citiamo Gru per parco rottame, Gru di carica forno, Gru di colata, Gru per billette e laminati con pinze e magneti, Gru per bramme, Gru per coils. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Vaillant Da 50 anni un‘anima
italiana V
aillant ha da poco festeggiato i cinquant’anni in Italia; era il 1960 quando l’azienda tedesca è entrata nel mercato italiano e da subito ha imparato a conoscere, ad amare, a capire il nostro Paese. Mezzo secolo dopo la precisione e l’affidabilità tedesca si sono integrate alle migliori doti italiane: la creatività, la disponibilità, la franchezza, dando vita ad un’azienda tedesca con un’indiscutibile anima italiana. All’apertura della sede milanese è seguita negli anni la costruzione di una grande rete di servizio. Nel 1990 la sede italiana è diventata a tutti gli effetti una filiale del grande gruppo tedesco.Negli anni la crescita è stata costante e non si è mai fermata. L’organizzazione di vendita conta oggi 27 agenzie commerciali e sempre sono in aumento gli installatori fidelizzati che hanno sposato il destino dell’azienda. Da più di 20 anni Vaillant annovera una capillare ed efficiente rete di circa 500 Centri Assistenza Tecnica Ufficiali distribuiti su tutto il territorio nazionale: i Vaillant Service. 240 sono esclusivisti Vaillant, di questi, 113 sono Vaillant Service Plus, professionisti del calore ulteriormente selezionati per l’eccellente livello di servizio reso sia agli utenti sia agli installatori. Gli shoow-room Vaillant Service Plus sono 150. È difficile, ormai, entrare in un qualsiasi edificio italiano e non trovare una caldaia, o uno scaldabagno, o un impianto solare che esponga il marchio del leprotto. Così come è sempre più facile incon-
trare nelle vallate più impervie, o nei borghi più remoti, un furgoncino della nostra assistenza che risale tornanti per raggiungere i clienti più lontani, ma non per questo meno importanti. Gli apparecchi Vaillant installati e funzionanti, tra caldaie e scaldabagni, sono circa 2 milioni e 200 mila, quelli venduti sono circa 3 milioni e mezzo. Numeri raggiungibili anche perché abbiamo pezzi di ricambio disponibili anche per prodotti di 30 anni fa. Ogni anno vengono formate circa mille persone fra centri assistenza, installatori e progettisti, E i tecnici effettuano più di 1 milione e 200 mila visite all’anno. Spiega Gherardo Magri, Amministratore Delegato di Vaillant Group Italia: «L’orgoglio Vaillant è portare ovunque, nel modo più capillare, il proprio modo d’essere. In ogni singola caldaia, anche la più piccola, è concentrato un patrimonio di conoscenze e di esperienze unico al mondo. Un patrimonio che vogliamo mettere alla portata di tutti. Sappiamo che il nostro cliente ha due necessità: la prima, diretta, è 73 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
creare nei luoghi in cui vive il clima ideale per un benessere personale; la seconda, indiretta, è salvare anche all’esterno un clima ugualmente sano e vivibile. Dal 1874 Vaillant tiene in conto queste due richieste con la continua ricerca di soluzioni tecniche avanzate, che siano però sostenibili dall’ambiente. Da oltre cinquant’anni l’Italia conosce questo nostro modo di essere. La promessa è che nei prossimi 50 anni lo sarà sempre di più. Vogliamo regolare la temperatura del mondo mettendoci molto calore umano». □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Immergas Dopo 50 anni
verso nuove sfide N
essuno ha mai tenuto un vero “diario” dove poter leggere tutta la storia di Immergas, dove ritrovare tutti i fatti e tutte le persone che, anno dopo anno, dal 1964 a oggi, l’hanno fatta crescere e dove scoprire cosa ha davvero reso unici e irripetibili i primi 50 anni di un’officina meccanica nata in un piccolo paesino della pianura emiliana. Oggi Immergas è un global player nel settore del riscaldamento e del clima domestico: due stabilimenti, in Italia e in Slovacchia, con complessivamente 700 addetti, le attività industriali in fase di start up in Medio Oriente e un fatturato consolidato nel 2013 di 226 milioni di euro, con l’export che assorbe il 60% della produzione totale che ammonta a 310.000 apparecchi. Immergas, attiva dal 2010 nelle energie rinnovabili con ImmerEnergy, basa il suo successo sul flusso di investimenti dedicati all’innovazione, oltre il 3% del fatturato annuo, e sulla competenza delle persone. La nuova caldaia Victrix Tt, la caldaia del cinquantesimo, già nel nome indica la strada percorsa: la sigla Tt significa “Top Tech”, il meglio della tecnologia;
Amadei Alfredo vice Presidente di Immergas con Graziano Delrio Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
è prodotta infatti nelle nuove linee di montaggio e collaudo, progettate e create nel quartier generale di Brescello, basate sull’alta automazione con 9 robot antropomorfi che ottimizzano la competitività delle linee e sono frutto di team interni Immergas, di competenze e know how aziendali. È il “medium tech” italiano che continua a competere e vincere. Investimenti e persone, un doppio filo che fin dal 1964 ha unito Romano Amadei (Presidente dalla fondazione), Gianni Biacchi (scomparso nel 2003) e Giuseppe Carra (scomparso nel 2006). La seconda generazione è già al lavoro ed è pienamente inserita in Immergas, con Alfredo Amadei vice Presidente e Alessandro e Gionata Carra con importanti ruoli
manageriali. Dal sogno di tre giovani (tutti meno che trentenni) il 5 febbraio 1964 è nata un’impresa che ha saputo crescere e che continua sulla strada dello sviluppo: il giro di boa dei 5 milioni di caldaie è datato 2013 (il primo milione nel 1997). Attualmente Immergas è presente in 43 Paesi, erano 29 nel 2003. La presenza in 5 continenti, con 10 filiali e 15 partner commerciali, è la conferma che il mix di prodotto e i servizi avanzati che Immergas ha scelto come tratto distintivo possono diventare la via maestra anche per i secondi 50 anni. La parola che come un tratto unificante, un filo conduttore, riassume i primi 50 anni e al tempo stesso fa immaginare i prossimi, è dedizione; unita alla passione e all’impegno quotidiano sarà il vero motore di Immergas, che si sente pronta ad affrontare nuove sfide. In occasione del cinquantesimo è stato pubblicato il volume multimediale “Per sempre, Immergas! 1964-2014” che è stato presentato il 30 maggio 2014 durante l’inaugurazione della nuova linea produttiva, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. □
La sede di Immergas a Brescello negli anni ’60 e Domus Technica, il Centro di Formazione Avanzata Immergas inaugurato nel 2010. l’industria meccanica 693 | 74
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Camozzi Una storia di successo
che dura da 50 anni
M
ezzo secolo all’insegna della continua espansione internazionale, dell’innovazione di processo e di prodotto, della qualità e della vicinanza ai propri clienti ovunque si trovino e in qualsiasi settore operino. Sono le basi su cui fonda la propria attività Camozzi, che proprio quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario della fondazione. Camozzi è l’esempio di come un’azienda italiana possa diventare un punto di riferimento a livello mondiale nel proprio settore, sia sul versante della qualità di prodotto sia su quello dei processi industriali. Capofila dell’omonimo gruppo specializzato nei settori dell’automazione, macchine utensili, macchine tessili e trasformazione delle materie prime, Camozzi SpA è una multinazionale con un fatturato consolidato che nel 2013 ha sfiorato i 200 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente nonostante la difficile congiuntura di mercato. Sicuramente merito della lungimiranza dei tre fratelli Attilio, Luigi e Geromino che nel 1964 la fondarono per produrre componenti per l’automazione industriale, partendo dalla produzione di raccordi ad aria compressa e che oggi hanno passato il testimone ai rispettivi figli trasmettendo loro gli stessi solidi valori che sono stati alla base del successo aziendale. La vocazione internazionale di Camozzi è sempre stata evidente (l’80% del fatturato viene conseguito oggi sui mercati esteri) e si traduce nella capacità di essere presenti in modo capillare, in tutto il mondo, con una filosofia di fondo: essere
dove si trovano i prodotti dei propri clienti, esercitando in questo modo un ruolo importante per aziende che oltre a componenti affidabili ed in linea con le normative e gli standard dei rispettivi paesi, cer- Da sinistra verso destra, i tre fratelli Geromino, Attilio e Luigi cano veri partner che nel 1964 fondarono l’azienda partendo dalla produzione di i n t e r n a z i o n a l i , raccordi ad aria compressa. capaci di essere al loro fianco in modo rapido ed effica- l’azienda è focalizzata da anni e che ce, ovunque sia necessario. Per que- caratterizzeranno anche i prossimi sto, oggi, Camozzi SpA è un network investimenti sono essenzialmente internazionale con sede in Italia,ma tre: l’integrazione dei componenti presente in tutti i continenti, con elettronici e meccanici per ottenere filiali commerciali in 21 paesi, 53 soluzioni meccatroniche avanzate, distributori esclusivi e sei unità pro- la miniaturizzazione dei componenduttive che occupano complessiva- ti per ottimizzarne gli ingombri e le prestazioni e lo sviluppo della tecnomente 1.200 dipendenti. Una crescita legata a una strategia logia proporzionale indispensabile ben definita caratterizzata da inve- per garantire un controllo preciso e stimenti continui sia per lo sviluppo veloce. □ di nuovi prodotti e nuove tecnologie (possibile anche grazie al supporto del Centro Ricerche Camozzi) che per l’implementazione di metodi gestionali sempre più efficienti basati sui principi della Lean Production. Per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo tecnologico, temi su cui Lo stabilimento di Polpenazze 75 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Alfa Valvole Pensare
come i propri Clienti L
a Società Alfa Valvole, nasce nel 1971 e si afferma negli anni come una delle più importanti aziende italiane nella costruzione di valvole a sfera. Nel 1974 la prima grande svolta della Società: subentra una nuova guida, nuove idee, nuove risorse, nuove assunzioni. Gli orizzonti delle aree di vendita si allargano oltre i confini nazionali, macchinari e impianti vengono rinnovati. L’Azienda aderisce all’iniziativa “Assicurazione della qualità” a difesa del prodotto, nell’interesse sia proprio che degli utilizzatori. Costruite in acciai al carbonio, in acciai inossidabili e leghe speciali, le valvole prodotte nello stabilimento di Casorezzo (in provincia di Milano), trovano applicazione nei più svariati campi dell’industria per il controllo di qualsiasi fluido, sia gassoso che liquido in tutti i settori dell’Engineering impiantistico, Cosmesi, Detersivi, Alimentare, Energia Elettrica, Farmaceutico, Gas e Gpl, Impianti Chimici, Petrolchimici, Petrolifero, Riscaldamento/Condizionamento e in tutti i mercati del mondo, così come su navi, traghetti, piattaforme petrolifere marine. Con il nuovo stabilimento costruito nel 1990 la Società compie un decisivo passo in avanti e si pone sulla strada della trasformazione in struttura produttiva moderna a livello mondiale. Ovviamente si coglie l’opportunità per rinnovare e incrementare ulteriormente macchinari, attrezzature, apparecchiature. Si istituisce il laboratorio prove per le analisi delle materie prime e le prove non distruttive. Nel 1995 Alfa acquisisce la Società Penta Srl specializzata in
valvole a sfera a sedi metalliche (materiale speciale “Pentafite”, prodotto esclusivamente da Alfa) per impieghi fino a 800°C e Cl. 4500 (PN 720), potendo così proporre valvole per le condizioni di lavoro più estreme. Negli ultimi anni Alfa non solo ha allargato la gamma dimensionale dei suoi consolidati prodotti, ma ne ha valorizzato e migliorato le caratteristiche di qualità, affidabilità e sicurezza. Le sue valvole a sfera flottanti e trunnion sono state infatti ampliate fino ai 30” ed è stata introdotta la linea degli attuatori pneumatici Avt.
l’industria meccanica 693 | 76
La Società certifica la qualità e l’affidabilità del prodotto fornito, fornendo inoltre il supporto necessario all’utilizzatore per la corretta scelta della valvola più adatta alle proprie esigenze. Grazie alla qualità dei materiali impiegati, alla accuratezza delle lavorazioni e dei collaudi, le valvole Alfa possiedono le caratteristiche per abilitare l’azienda a entrare nelle Vendor’s list delle principali Società anche nei settori più severi e accreditati, quali quelli dell’offshore e del nucleare. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Dab Pumps 40 anni
tra innovazione e tecnologia
M
anca poco al traguardo dei 40 chi più autorevoli a livello mondiale. anni per Dab Pumps. Le quat- La Ricerca, così strategica per contro ininterrotte decadi di attività, servare i vantaggi competitivi in un dedicate a produrre tecnologie all’a- settore che richiede prodotti sempre vanguardia per la movimentazione più green e sostenibili in tutto il loro dell’acqua, si celebreranno nel 2015. ciclo di vita, è sviluppata nei poli di Dab Pumps nasce infatti nel 1975 in ricerca e sviluppo di Brendola e San provincia di Padova, all’inizio come Germano dei Berici (VI) e di Biensupporto commerciale per un piccolo pool di aziende dei settori dello stampaggio di acciaio inox, della tranciatura di lamierini, della pressofusione delle carcasse e avvolgimento dei motori e, in maniera pioneristica, dello stampaggio ad iniezione dei componenti plastici per le pompe, tra le prime realtà del settore a fare questa lavorazione. Nel tempo il Dab Pumps, stabilimento di Mestrino nel 1978 marchio va a comprendere tutta l’attività produttiva e, coltivando l’attitudine a condurre a sé le attività strategiche, nel 2010 conclude l’integrazione di marchi strategici come Leader, Tesla, Alma, Brisan e Wacs. Oggi Dab è un universo composito ma compatto, con i suoi otto stabilimenti in Italia e nel mondo, e le sue undici rap- Dab Pumps, sede centrale di Mestrino nel 2014 presentanze commerciali, opera in 120 paesi del mondo. E lo tina (PI). Impiega oltre 70 persone, fa con il medesimo attaccamento ai occupa circa 2.300 metri quadrati, e valori del gruppo che hanno fatto gli sforzi sull’innovazione e sul migrande l’avventura imprenditoriale glioramento dei prodotti possono del piccolo marchio padovano, che è contare attualmente sul 2,5% del diventato oggi il più grande produt- fatturato aziendale. Percentuale già tore di pompe in Italia e uno dei mar- importante, ma in crescita nei pros77 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
simi anni per fronteggiare la rapidità dell’evoluzione tecnologica, anche nel settore delle elettropompe. Dab iniziò costruendo le prime pompe verticali multistadio, ma la vera svolta ci fu quando intuì che la pompa jet autoadescante, che tanto successo aveva negli Stati Uniti, sarebbe diventata strategica anche in Italia. Così fu. Poi affrontò il problema della stagionalità rivolgendosi ai mercati dell’altro emisfero. Con l’acquisto di Vema, attorno alla metà degli anni ’80, ebbe a disposizione tutte le linee di produzione per le pompe da riscaldamento. Risparmio, efficienza, rispetto dell’ambiente ed alte prestazioni sono oggi garantite dalla vasta gamma di circolatori come Evoplus ed Evosta, dai gruppi di pressurizzazione dell’acqua come quello del nuovo sistema integrato e.sybox, dalla linea di pompe sommerse anche ad energia solare, e da tutti glia altri prodotti che completano il campo di applicazioni domestico, residenziale, industriale, delle acque reflue, dell’agricoltura e dell’ irrigazione. Con la fondazione di D Training grande attenzione poi alla formazione: i prodotti, oggi, sempre più evoluti, richiedono infatti competenze tecniche e un aggiornamento costante del quadro normativo che regola il settore. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Pneumax Il valore
del made in Italy F
ondata nel 1976 la Pneumax SpA ha conquistato nel tempo una posizione di primo piano nel panorama mondiale della componentistica per l’automazione pneumatica. Negli stabilimenti di Lurano, in provincia di Bergamo, che occupano 40.500 m2 su una superficie di oltre 94.000 m2, sono operative macchine di ogni tipo e di ultima generazione che consentono all’azienda di costruire con estrema flessibilità ogni particolare necessario alla sua produzione. Gli addetti sono oggi oltre 330, tra operai ed impiegati, e operano in un ambiente moderno e confortevole. La loro attività è integrata con le procedure del sistema di qualità aziendale ISO 9001:2008, 14001:2004 (per la tutela dell’ambiente) e OHSAS 18001:2007 per la gestione della sicurezza. La proprietà è suddivisa fra due famiglie, tutti i titolari sono operativi in azienda, garantendo così la continuità e la condivisione degli obiettivi nel tempo. La sua storia inizia però nel 1969 con il primo capannone di 600 m2
ed il suo sviluppo prosegue a pieno ritmo negli anni successivi: nel 1976 il lavoro è svolto da 8/9 persone in tutto. Nel 1979 viene affiancato, alla struttura iniziale, un piccolo capannone di 400 m2 con 20 persone, e l’anno seguente nasce una palazzina uffici con altri 1500 m2 di laboratorio e 30/35 persone. Nel 1984 si aggiungono 1000 m2 e nel 1992 viene compiuto il primo grande investimento per un immobile di 8.000 m2 con già 100/110 persone Nel 1998 si effettua poi un’ulteriore espansione, con la costruzione di un laboratorio di 1500 m2 nel 2000 e nel 2002 viene ultimata la realizzazione di due stabilimenti gemelli,
per altri 20.000 m2 con un totale di 34.000 m2 coperti. Dal 2001, avendo acquistato alcune realtà industriali, è stata costituita la Pneumax Holding S.p.A. che attualmente coordina l’attività di 26 aziende, con un fatturato aggregato di 100 milioni di euro e oltre 500 collaboratori. Oggi Pneumax propone una gamma produttiva ampia e tecnologicamente avanzata che fornisce soluzioni a ogni problema applicativo. La sua estensione comprende il trattamento dell’aria, la sua distribuzione ed il suo utilizzo. L’integrazione con l’elettronica inoltre permette la gestione delle elettrovalvole attraverso sistemi seriali semplificando enormemente i cablaggi. Seguono, non meno importanti, gli accessori che completano la funzionalità degli impianti e sono costituiti da raccordi, sensori, fissaggi per cilindri, regolatori di flusso, valvole unidirezionali, temporizzatori, moltiplicatori di pressione, ecc.. La gamma della ma-
nipolazione è un ulteriore vantaggio per l’utilizzatore poiché trova a sua disposizione numerose possibilità di prendere un pezzo, spostarlo e ruotarlo con estrema precisione e ripetibilità. Pneumax pone particolare attenzione nell’utilizzo di materiali e processi produttivi innovativi, che garantiscono il massimo delle prestazioni e della durata, con un costo contenuto, rendendo la Pneumatica sempre più competitiva. □ l’industria meccanica 693 | 78
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
DL Radiators Creatività italiana
nel riscaldamento
D
e’Longhi è il principale e storico produttore di radiatori e condizionatori, inizialmente solo portatili e successivamente anche fissi. Si impegna nell’innovazione e nel design nella produzione di piccoli elettrodomestici e negli anni ottanta diventa pioniere nel rivolgersi al consumatore finale anche nel settore del riscaldamento. Inizia, infatti, nel 1986 la produzione di radiatori fissi ad acqua destinati all’impianto di riscaldamento. L’attività produttiva dei radiatori e termoarredo De’Longhi si concentra interamente in Italia, in due stabilimenti Dl Radiators con estensione complessiva pari a 65.000 metri quadrati. Il primo stabilimento operativo dal 1986 a Moimacco (Udine) produce i corpi scaldanti a piastra e i Multicolonna De’Longhi. Lo stabilimento di Fossalta di Piave, acquisito nel 1999, produce i radiatori decorativi e termoarredo. Dl Radiators vanta la scelta accurata di acciaio certificato e di provenienza europea, processi di stampaggio e saldatura dedicati per assicurare accuratezza e precisione che determinano poi la qualità funzionale ed estetica del prodotto finito. Il processo di verniciatura e collaudo si completano sempre internamente. Sgrassaggio e fosfatazione, immersione cataforetica, finitura con polveri epossidiche e cottura finale vengono espletate all’interno degli stabilimenti di Dl Radiators in impianti altamente controllati e testati a garanzia di superfici lisce e vernici brillanti.
Il 100% dei prodotti finiti viene collaudato ad immersione in pressione e subisce un accurato controllo estetico visivo. Risale al 2005, nello stabilimento Dl Radiators di Moimacco la prima produzione di radiatori fissi elettrici che ampliano gli orizzonti aziendali. Continua infatti la produzione di una gamma di prodotti di qualità con la Consumer brand awareness più alta della categoria e rivolti ad un’utenza per lo più professionale e, parallelamente, si apre la strada al mondo Consumer, ai suoi gusti e alle sue esigenze. L’azienda Dl Radiators risponde ai requisiti della norma europea ISO 9001: 2008, che detta le linee guida per un sistema di gestione volto alla soddisfazione del cliente. Tutti i prodotti sono conformi alla norma europea EN 442, specifica per il settore del riscaldamento. Sensibile all’impatto delle proprie attività sull’ambiente, Dl Radiators 79 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
ha sviluppato un sistema di gestione ambientale che l’ha portata ad ottenere nel 2003 la certificazione UNI EN ISO 14001. In un’ottica di miglioramento continuo, nel 2011 Dl Radiators ha realizzato un impianto fotovoltaico totalmente integrato di più di 10.000 pannelli. Nel 2011 De’Longhi istituisce il gruppo DeL Clima a cui confluiscono DL Radiators, Climaveneta e Rc Group. DeL Clima, dove DeL sta per De’Longhi, rappresenta il ramo professionale di tutte le attività De’Longhi. L’intero gruppo ha un fatturato complessivo superiore ai 350 milioni di euro. Con una creatività totalmente italiana, Dl Radiators concentra la sua product innovation in combinazione di finishing, colori e stile, funzionalità intelligenti e intuitive, qualità dei materiali scelti e delle soluzioni tecnologiche adottate, affidabilità, facilità di installazione, manutenzione e prestazioni eccellenti. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Clivet 25 anni, pronti
per il futuro F
ondata da Bruno Bellò nel 1989 a Feltre, nei suoi 25 anni di attività Clivet si è affermata come una realtà di riferimento nel settore della climatizzazione a ciclo annuale e del trattamento dell’aria, sviluppando prodotti e sistemi specializzati per ogni destinazione d’uso del residenziale, del terziario e dell’industria e per ogni condizione climatica. Fin dalle sue origini, i sistemi Clivet si fondano su 6 principi che permettono all’azienda di offrire il comfort con il massimo risparmio energetico nell’intero ciclo di vita dell’impianto: tecnologia in pompa di calore, sistemi integrati, centralità del rinnovo dell’aria, alta efficienza stagionale, multifunzione, decentralizzazione. Questi principi rappresentano la base sulla quale Clivet ha costruito le tappe dello sviluppo tecnologico che l’hanno resa un pioniere nel comfort totale e sostenibile. Nel 1990 Clivet è tra le prime aziende ad utilizzare la tecnologia in pompa di calore con compressori scroll e scambiatori ad alta efficienza per il massimo risparmio energetico. Nel 1992 sviluppa unità rooftop dedicate agli ambienti ad alto affollamen-
to con elevata richiesta di rinnovo dell’aria. Nel 1997 introduce un nuovo modo di concepire l’impiantistica: i Sistemi Specializzati per le diverse destinazioni d’uso, diventando leader nel settore terziario da sempre attento al comfort coniugato al risparmio. Nel 2001 con Spinchiller ottiene la massima efficienza stagionale grazie all’utilizzo della tecnologia scroll modulare. Nel 2004 lancia i sistemi di rinnovo e purificazione dell’aria a recupero termodinamico dell’energia Elfofresh e Zephir con i quali rivoluziona l’impiantistica. Contemporaneamente, sfruttando il know-how acquisito nel settore terziario ed industriale, sviluppa Elfosystem: il sistema che racchiude in un unico impianto l’essenza del comfort per il settore residenziale. Nel 2008 nasce Gaia, la pompa di calore per le abitazioni monofamiliari che integra in sé tutti gli elementi necessari a riscaldare, raffreddare, produrre acqua calda sanitaria e sfrutta l’energia solare, garantendo risparmio energetico e riducendo le emissioni.
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Con il 2013 arriva la rivoluzione anche per il monofamiliare con basso fabbisogno energetico ed il plurifamiliare con impianto decentralizzato: Elfopack, la pompa di calore multifunzione che riscalda, raffredda, produce acqua calda sanitaria, rinnova e purifica l’aria, deumidifica. La nuova unità-sistema sfrutta i condotti della ventilazione meccanica controllata per il trasferimento del caldo e del freddo, semplificando notevolmente la progettazione e l’installazione dell’impianto. L’azienda ha oggi una gamma completa di prodotti e sistemi adatti ad ogni esigenza del residenziale, del terziario e dell’industria ed una produzione completamente italiana concentrata nei 50.000 m2 di stabilimenti a Feltre, Belluno. 700 dipendenti in Italia e all’estero, 7 filiali commerciali in Gran Bretagna, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Russia, Emirati Arabi, India, 40 agenzie, 70 distributori, 120 centri assistenza collaborano ogni giorno con entusiasmo per esportare in oltre 70 paesi il comfort totale e sostenibile. □
SPECIALE CENTENARIO | Un secolo di meccanica
Cillichemie Batte
la polmonite virale L
a Cillichemie, nata in Italia negli anni ’60 si conquista in breve tempo una posizione di riguardo nel settore del trattamento dell’acqua proprio a partire dagli anni ’70 quando il centro ricerche e sviluppo realizza e brevetta importanti nuove tecnologie nel settore trattamento e depurazione dell’acqua, così come nuovissime formulazioni di prodotti condizionanti da additivare all’acqua in circolazione nei grandi impianti per la produzione di energia, circuiti di raffreddamento, nei cicli di produzione nell’industria grande e piccola così come per il settore idrotermosanitario, piscine olimpioniche e nell’edilizia residenziale, collettività e alberghiera. In questo periodo, nel settore idrotermosanitario, si presenta un problema ancora abbastanza sconosciuto, cioè la crescente diffusione di violente polmoniti virali provocate dalla Legionella Pneumophila, batterio che si annida negli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria e impianti di condizionamento dell’aria. La Cillichemie si attiva immediatamente alla ricerca di un prodotto in grado di debellare una proliferazione del batterio e di eliminare anche la presenza del biofilm che si forma nei circuiti dell’acqua calda, biofilm nel quale il batterio si annida e prolifera enormemente. Cillichemie, in collaborazione con una società svizzera, continuando con le ricerche e sperimentazioni, riesce a realizzare un prodotto particolarmente efficace ed in grado di agire in modo determinante contro
il batterio della Legionella Pneumophila, cioè il Cillit-Allsil che si può impiegare per la disinfezione dell’acqua anche ad uso potabile, e quindi è stato possibile mettere a disposizione uno specifico ed efficace disinfettante anti Legionella Pneumophila. Il Cillit-Allsil inoltre riduce e progressivamente elimina il biofilm presente negli impianti sottraendo così al batterio il suo terreno fertile con la conseguenza che la moltiplicazione viene pressochè totalmente ridotta. Attualmente migliaia di alberghi, cliniche, comunità in genere, vengono protetti tramite il dosaggio proporzionale di Cillit-Allsil ed il problema della Legionella Pneumophila si è assai ridotto ed è stato eliminato praticamente ovunque viene effettuata la disinfezione e trattamento dell’acqua con il Cillit-Allsil, mentre il problema resta ancora evidente presso tutti quegli impianti che non
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vengono adeguatamente protetti. Oltre all’importante e socialmente utile realizzazione della specifica formulazione anti Legionella Pneumohila del Cillit-Allsil progressivamente durante gli anni ’70/’90 vengono realizzate e inserite nel mercato molte tra le più importanti invenzioni e novità nel settore della depurazione dell’acqua, invenzioni che in considerevole parte nascono nei laboratori di ricerca e sviluppo del Gruppo Cillichemie/Bwt. Inoltre, durante tutto questo periodo, il Gruppo Cillichemie/Bwt continua a crescere e ad espandersi, e oggi è presente sul mercato con oltre 60 aziende solamente in Europa, oltre a essere presente in tutti i continenti, compreso l’Asia e l’Australia. Alla fine degli anni ’90 il Gruppo Cillichemie/Bwt si rende indipendente dalla consociata tedesca, la sede viene trasferita a Salisburgo in Austria e nei primi anni ’90 il Gruppo Cillichemie/Bwt entra in Borsa raggiungendo i 3500 dipendenti, e con un fatturato di oltre 600 milioni di euro. Il Gruppo Cillichemie/Bwt comunque continua a crescere e espandersi conquistando nuovi mercati in paesi lontani come l’America Centrale, il Sudamerica e la Russia. □
ANIMA | Presidenti
Intervista a Eugenio Baldini, Presidente Ucc
Caldareria, mantenere in Italia
manifatturiere
Pier Eugenio Baldini, Cosmec Srl, è il nuovo Presidente UCC in carica fino al 2016. Nel corso della sua presidenza viene affiancato dai VicePresidenti Bruno Fierro, Bono Sistemi Spa, e Giulio Pontiggia, Stf di Salvatore Trifone & Figli Spa. Sono stati eletti in qualità di Consiglieri Ucc Silvio Sarti, Alfa Laval Olmi Spa, Paolo Sparvoli, Antonio Merloni Cylinders Ghergo Group Spa, e Giuseppe Cumino, Tenaris Spa. Federico Cattaneo, Sea Spa, è il nuovo Tesoriere associativo.
Foto © Depositphotos
le capacità
Quali sono le sue priorità da NeoPresidente? Sono orgoglioso di far parte di Ucc che tutela e rappresenta la caldareria italiana nel mondo. L’onere di essere stato eletto Presidente significa promuovere e esaltare la grande eccellenza italiana del nostro settore. Nel mio manifesto programmatico è in primo piano lo sviluppo delle opportunità concrete di internazionalizzazione. L’export è il volano del settore della caldareria che ha intenzione di mantenere in Italia le capacità manifatturiere e i livelli occupazionali che ne derivano. Tale è l’obiettivo di ogni nostro gesto quotidiano.
Abbiamo sempre più bisogno di aggredire i mercati emergenti facendo massa critica come ci insegna l’esperienza imprenditoriale di ogni azienda associata a Ucc. Lo strumento delle reti di imprese, ad esempio, può risultare un utile strumento per favorire la creazione di sinergie allo scopo di rafforzare la competitività dell’intero comparto. Tale metodologia è l’unico strumento adeguato per migliorare il posizionamento degli italiani nei confronti degli Epc europei e internazionali che al momento non favoriscono l’italianità applicando il mero criterio del costo a scapito della qualità.
Come Ucc favorisce l’internazionalizzazione delle sue aziende associate?
Che cosa suggeriscono i dati 2013 e le previsioni 2014 del settore? Ucc raggruppa più di sessanta aziende italiane costruttrici di serbatoi in pressione, scambiatori di calore, tubazioni speciali, caldaie industriali e serbatoi in serie a catalogo. I dati di consuntivo 2013 per il settore hanno registrato una crescita del valore della produzione (+2%), mentre per il 2014 si prevede una situazione di stabilità. Le esportazioni, rivolte principalmente ai mercati euro-
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ANIMA | Presidenti
pei e asiatici, sono aumentate (+5%) e si prevede possano conservare gli stessi livelli anche nel corso del 2014. L’occupazione nel 2013 è rimasta invariata e si prevede rimarrà tale anche nel corso del 2014. Come effetto della crisi finanziaria internazionale, si avverte una stretta creditizia che, da un lato, impedisce alle aziende di operare nuovi investimenti per innovare e restare competitive e, dall’altro, ostacola il proseguimento di progetti già avviati e causa il rallentamento di alcune commesse. Gli investimenti sono rimasti invariati nel 2013 e si prevedono in crescita nel 2014 (+5,1%) anche se fortemente condizionati dalla congiuntura internazionale che si spera possa offrire nei prossimi mesi un quadro di maggiori certezze. Quali sono le ultime novità in campo normativo a cui sta lavorando Ucc? Abbiamo dato vita al gruppo di lavoro italiano Iwg per il comparto delle attrezzature in pressione nato dalla sinergica e fattiva collaborazione tra Ucc e il comitato americano Asme - American Society of Mechanical Engineers; in particolare le attività riguarderanno la Sezione VIII ed alla Sezione IX dell’Asme Bpvc. La creazione di questo progetto rappresenta una seria opportunità per l’industria meccanica Italiana, per accedere a un sistema normativo di caratura mondiale e per portare un valido contributo tecnico attraverso un ruolo attivo nel settore. Come Ucc incrementa la formazione delle aziende del comparto? Ucc è da sempre attiva nell’organizzazione di eventi formativi ad alto contenuto tecnico; siamo certi di fornire un servizio importante per le aziende che operano nel settore della Caldareria, offrendo Corsi spiccatamente ritagliati per le esigenze di tutto il comparto che opera nei Pressure Equipment. Ucc si fa carico della formazione del personale attraverso corsi specializzati. L’associazione investe in attività di formazione sia di tecnici che di maestranze, con lo scopo principale di garantire uno sviluppo innovativo agli associati e, contemporaneamente, valorizzare il settore con nuove attività ad alta intensità di conoscenza.
l.a.
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FOCUS | Sicurezza nel Mercato
flash interna ARGENTINA - Condanna dell’Omc per le restrizioni alle importazioni L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha deciso che l’Argentina, con le misure di restrizione alle importazioni, non ha rispettato le regole degli accordi commerciali previste dall’organizzazione. La decisione, anche se confidenziale, è stata già comunicata sia all’Argentina che ai paesi accusatori, tra cui l’Unione Europea. Si condanna l’utilizzo da parte del governo argentino delle licenze non automatiche d’importazione, aldilà degli obblighi di registrazione ed autorizzazione previa di tutte le importazioni, per le forme attraverso cui esse si applicano, che non rispetterebbero le regole della Organizzazione Mondiale del Commercio. Alcuni dei Paesi più colpiti ritengono che l’Argentina ha deciso di adottare queste misure come politica commerciale del paese, al fine di favorire politiche di reindustrializzazione e di import substitution, nonché per limitare il deficit della bilancia commerciale. Il danno provocato da queste misure sulle esportazioni europee si quantificherebbe, secondo la Ue, in 3,1 miliardi di Usd, a valori del 2011. (fonte Ice Buenos Aires) CINA - Chongqing: creazione del primo centro d’importazione per macchinari A Chongqing verrà costituito il primo centro d’importazione di macchinari, funzionale al collegamento ferroviario Chongqing-Duisburg, dove saranno sdoganati direttamente i beni importati via ferrovia. Si tratta di una misura adottata per riempire i treni della citata tratta ferroviaria con macchinari di produzione europea, spostando le operazioni di sdoganamento dalle attuali dogane di Tianjin, Shanghai e Canton verso il nuovo centro di Chongqing. (fonte Consolato Generale d’Italia a Chongqing).
BRASILE - Crescita nel settore Oil & gas Il Brasile sarà la seconda maggiore fonte di crescita dell’offerta di petrolio nei prossimi cinque anni. Petrobras è diventata la società più indebitata al mondo, con forti problemi di liquidità derivanti dal controllo del prezzo della benzina. Di conseguenza Petrobras ha dovuto ridurre gli investimenti per i prossimi anni. Altre imprese, come ad esempio Statoil e Chevron, stanno invece progettando di portare gli investimenti ad un ammontare di circa 14 miliardi di dollari all’anno fino al 2018 nel Paese. È prevista per quest’anno una rapida ripresa nella produzione. Tra il 2013 e il 2019, l’aumento medio stimato è infatti di 160 mila barili/giorno all’anno. Per quanto riguarda il settore del gas, è in programma una joint venture tra Cemig e Gas Natural che darà vita ad una nuova società, la Gas Natural do Brasil S.A. (Gnb). Per il volume commercializzato, la nuova impresa sarà maggiore della paolista Comgas, principale distributrice di gas del Brasile. (Fonte ICE San Paolo)
BRASILE - Ridotti alcuni dazi all’importazione Ridotta dal 12% al 2% l’aliquota del dazio all’import di lamiere d’acciaio al carbonio laminate a caldo per un periodo di 108 giorni, per un totale massimo di 18.500 tonnellate. Tra i beni che godranno di una riduzione di aliquota pari al 2% in regime di eccezione tariffaria, ma con scadenza 31 dicembre 2015, figurano anche compressori a gas e forni industriali. Le aliquote si aggiravano in precedenza tra il 14% e il 20%. Lista completa degli ex-tariffari che godono di riduzioni dei dazi (fonte newsletter Ice San Paolo nr. 3 del 5 agosto 2014).
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FOCUS | Sicurezza nel Mercato
zionalizzazione CINA - Chongqing: creazione del primo centro d’importazione per macchinari Chongqing verrà costituito il primo centro d’importazione di macchinari, funzionale al collegamento ferroviario Chongqing-Duisburg, dove saranno sdoganati direttamente i beni importati via ferrovia. Si tratta di una misura adottata per riempire i treni della citata tratta ferroviaria con macchinari di produzione europea, spostando le operazioni di sdoganamento dalle attuali dogane di Tianjin, Shanghai e Canton verso il nuovo centro di Chongqing. (fonte Consolato Generale d’Italia a Chongqing). AFRICA : Lamu Port, Southern Sudan-Ethiopia Transport (LAPSSET) Corridor Project Il Presidente del Kenya e i suoi omologi di Uganda, Etiopia e Sud Sudan si sono incontrati per discutere gli sviluppi del “Lamu Port, Southern Sudan-Ethiopia Transport (Lapsset) Corridor Project” che collegherà il porto kenyota di Lamu con la città di Isiolo, nel centro del Paese e di qui si diramerebbe a nordest verso Addis Abeba e a nordovest fino al nuovo Stato del Sud Sudan attraverso l’Uganda. Presentato il Rapporto Prometeia-Ice “Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori” Lo scorso 1° luglio è stato presentato a Milano il Rapporto “Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori” realizzato da Prometeia per conto dell’Agenzia Ice. Rispetto alle precedenti edizioni Il Rapporto è stato ripensato per consentire una maggiore fruibilità da parte di imprese e istituzioni, delineando l’evoluzione del commercio estero e le linee guida dell’attività di internazionalizzazione.
BRASILE – Macchinari, attrezzature e componenti Abimaq (associazione brasiliana dell’industria dei macchinari, attrezzature e componenti) ha definito come “recessiva” l’attuale situazione del settore ed ha affermato che quest’anno ci sarà un nuovo calo, probabilmente superiore al 10%. Nel 2013 le vendite sono state vicine a 80 mld di R$. Da gennaio a maggio 2014 il fatturato del segmento (pari a 28,59 mld di R$), è calato del 13,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per quanto riguarda le vendite sul mercato interno il calo del fatturato è stato del 33,7%. La crescita delle esportazioni del 48%, non è stata sufficiente a compensare la riduzione della domanda interna. Sempre da gennaio a maggio le importazioni (per un totale di 12,4 mld di US$), sono calate del 7,3%. Abimaq ha dichiarato che il settore ha operato in questi cinque mesi del 2014 solo per il 76,2% della sua capacità produttiva. (fonte Newsletter Ice San Paolo). CINA - Chongqing: politiche preferenziali porto franco di Lianglu Cuntan Il nostro Consolato Generale a Chongqing ha reso disponibile un documento che riassume le politiche preferenziali riconosciute dalle autorità di gestione del porto franco di Lianglu Cuntan alle aziende estere che decidessero di utilizzare questa nuova piattaforma per distribuire le loro merci esportate in Cina.
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NEWS
Rubinetterie Bresciane
inaugura il nuovo stabilimento di Gussago È
alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Ministro del lavoro Giuliano Poletti, del Presidente della Commissione Industria al Senato Massimo Mucchetti, del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, di numerose altre autorità e di tutti i lavoratori del gruppo con le loro famiglie, che Sabato 06 settembre 2014 è stato inaugurato il nuovo ed avveniristico stabilimento di Rubinetterie Bresciane dei fratelli Aldo e Carlo Bonomi. L’intervento del Presidente del Consiglio, attesissimo, e delle altre autorità presenti, riportati il giorno successivo da tutti i quotidiani nazionali, evidenziano l’urgenza delle riforme necessarie, prima fra tutte la riforma fiscale. «Era il 1901 quando nonno Tobia ed i suoi due fratelli, da pionieri dell’imprenditoria Lumezzanese, fondarono l’azienda che avrebbe preso il nome di Rubinetterie Bresciane» ha detto Aldo Bonomi nel suo discorso inaugurale, «Dal 1973, data dell’entrata in azienda di mio fratello Carlo e mia, prende corpo con forza l’idea di avere una nostra azienda, all’avanguardia sul mercato italiano ed altamente competitiva su quello internazionale. Questo non è però un punto di arrivo, ma rappresenta per noi, sempre nel segno della continuità, un nuovo inizio per una nuova generazione: Alessandra, Mario, Marta, Massimo e Monica dovranno raccogliere il testimone carico di valori e di storia e lanciarsi verso ulteriori traguardi alla ricerca di nuovi primati e successi.
Oggi, oltre 300 persone in Italia e 50 all’estero, tutti i giorni con la loro professionalità contribuiscono a tenere alto il nome del nostro Gruppo in Italia e nel Mondo. La nostra azienda è stata nel tempo uno dei riferimenti per la comunità e per il territorio: dal 1901, infatti, hanno lavorato con noi centinaia di persone e oggi, l’indotto della nostra attività, ci consente di rapportarci con oltre 3000 aziende e con migliaia di interlocutori. Per far fronte alle mutate esigenze del mercato, abbiamo realizzato il nuovo stabilimento su una superficie di 120.000 mq di cui 40.000 mq coperti, con un investimento complessivo di 50 milioni di euro. La capacità produttiva giornaliera media è di 60.000 valvole, 30.000 raccordi, 200.000 particolari da plurimandrino, 40 tonnellate di particolari stampati. Abbiamo dotato l’impianto delle più moderne tecnologie di produzione,
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nel massimo rispetto dell’ambiente e secondo criteri di sviluppo sostenibile, uno dei pochissimi stabilimenti in Italia classificato in Classe A, con soluzioni innovative per la logistica interna e per lo sfruttamento delle energie alternative. A tutto ciò vanno aggiunti i costanti investimenti negli stabilimenti di Lumezzane, Marcheno e Brozzo» Sono queste le premesse che portano all’enunciato fondamentale del Bonomi Group: continuare a crescere in Italia per essere competitivi nel mondo. In una cornice di serenità la visita del Presidente del Consiglio è proseguita di reparto in reparto tra strette di mano amichevoli e domande riguardanti la produzione dei vari componenti delle valvole a sfera e della raccorderia in ottone. Il tour aziendale si è poi concluso con le domande dei giornalisti, e l’annullamento filatelico realizzato dalle Poste Italiane per l’occasione. □
MERCATO
Flessibili italiani di qualità S
viluppata su due stabilimenti su una superficie totale di 6500 metri quadrati in una zona tra il Lago d’Orta e il Lago Maggiore, in provincia di Novara, M.R.G. Srl è un’azienda che da oltre trent’anni opera nel settore delle tubazioni flessibili di raccordo. La spinta all’innovazione e la costante ricerca della qualità hanno permesso di raggiungere importanti obiettivi di mercato e certificazioni da parte di importanti enti normatori europei e internazionali. La gamma di prodotti ricopre standard sia di comune uso idrosanitario, sia di specifiche per l’uso nel settore alimentare e del condizionamento. Le materie prime, garantite “made in Italy”, assicurano resistenza, affidabilità e durata. Ogni lotto produttivo è certificato con uno Statement of Conformity che attesta l’origine e le specifiche dei materiali impiegati. I reparti sono dotati di macchinari moderni di alta produttività. M.G.R. è tra le prime aziende del settore ad aver ottenuto il prestigioso marchio O.Q.C. dell’ente americano Nsf International, che attesta che l’intero processo manifatturiero avviene presso gli stabilimenti dell’azienda secondo certificati standard di produzione e di qualità. I flessibili della M.R.G. sono prodotti con diversi liners (silicone, Pex, Epx, Epdm, Silter) e approvati per uso idrosanitario e alimentare o per uso nel settore del riscaldamento e condizionamento (Hvac). La struttura esterna di contenimento è in treccia di acciaio inox Aisi 304 o Aisi 316 o in nylon. La raccorderia è prodotta da barra di ottone CW614N / CW617N / CW510L, con o senza trattamenti superficiali di protezione e, a richiesta, in acciaio inox.
M.R.G. ha ottenuto il marchio O.Q.C. dall’ente americano Nsf International che certifica che l’intero processo manifatturiero avviene presso gli stabilimenti dell’azienda con materiali e procedimenti di elevata qualità e nel rispetto di un severo Codice Etico. I diversi reparti di produzione sono attrezzati con macchinari di ultima generazione, dotati di sistemi di controllo qualità, come i torni plurimandrini a controllo numerico, le trecciatrici per tubi flessibili in acciaio e nylon, le macchine automatiche e semiautomatiche per l’assemblaggio della componentistica, le macchine da collaudo in linea e da laboratorio, tutte dotate di dispositivi per la protezione della sicurezza, secondo il D.Lgs 81/2008. La componentistica è realizzata seguendo, in ogni fase lavorativa, i modelli di “best practice”, le norme di gestione ISO 9001:2001 e i principi di una produzione “green”, adottando standard di controllo adeguati alla criticità del prodotto. Il Sistema di Gestione per la Qualità dell’azienda, certificato in conformità alla normativa UNI EN ISO 9001:2000, coinvolge tutte le funzioni aziendali, ognuna per le proprie competenze. Un altro tratto distintivo della M.G.R. è costituito dall’adozione di un Codice Etico, che ha lo scopo di 87 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
definire in maniera chiara e trasparente i principi guida su cui si basano tutte le attività sia all’interno dell’azienda sia nei rapporti con gli stakeholder e con i clienti. Consapevole che le risorse umane rappresentino da sempre una componente indispensabile per il successo di un’impresa, al proprio interno l’azienda è impegnata a sviluppare le capacità, le competenze e l’autonomia dei dipendenti affinché il loro impegno lavorativo diventi un valore determinante per il conseguimento degli obiettivi dell’impresa e nel contempo il loro potenziale di energia e creatività sia valorizzato in termini di crescita umana e professionale. Ma l’adozione del Codice Etico comporta anche il rispetto di altri fondamentali principi, come scelta dei fornitori e degli acquisti, impegno ambientale, sicurezza. □
MERCATO
Soluzioni per il comfort, la sicurezza
e l’efficienza energetica A
livello globale Bosch vede grandi opportunità di crescita nel mercato dell’energia e delle tecnologie costruttive, in particolare nel settore dell’edilizia commerciale e residenziale e dei servizi. L’obiettivo è quello di incrementare il fatturato annuo del proprio settore Energia e Tecnologie Costruttive dagli attuali 4,6 miliardi di euro a 8 miliardi nel 2020 e con i servizi per le aziende di generare un miliardo di euro, sempre entro il 2020. Gli edifici esistenti rappresentano il 40% del consumo globale di energia (più dell’industria, 32% e dei trasporti, 28%) e quindi offrono un grande potenziale per il risparmio energetico: basti pensare che attualmente il 75% dei sistemi di riscaldamento installati nelle abitazioni non sono efficienti. Bosch fornisce consulenza professionale in materia di efficienza energetica e offre soluzioni interconnesse per il riscaldamento (condensazione e fonti rinnovabili), la cogenerazione, Orc (Organic Rankine Cycle) e per i sistemi di gestione e di accumulo di energia, che possono essere facilmente monitorati tramite smartphone, tablet o PC. Bosch è anche leader a livello mondiale nel settore dei sensori microelettromeccanici (Mems). Nel 2013 l’azienda ne ha prodotti un miliardo e per quest’anno è previsto un aumento del 30% (in pratica, oggi uno smartphone su due è dotato di sensori Bosch). Questi sensori intelligenti rappresentano un elemento fondamentale del progresso tecnologico, sono infatti dotati di un’interfaccia radio e di un microcontroller che consentono di trasmettere dati
Grandi progetti di Bosch nei settori del risparmio di energia nell’edilizia e nei sensori microelettromeccanici (Mems). Il Gruppo è costituto dall’azienda Robert Bosch GmbH e da più di 360 tra consociate e filiali in oltre 50 Paesi. Nel 2013 ha investito 4,5 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, registrando circa 5000 brevetti in tutto il mondo
via internet, per esempio a dispositivi mobili. Che si parli di guida automatica, di casa intelligente, di trasporti o di logistica, si sta sviluppando una nuova qualità di comfort, di sicurezza e di efficienza e Bosch sta creando le condizioni per consentire questa svolta attraverso lo sviluppo di soluzioni avanzate e l’integrazione di nuovi software. Ne è un esempio il progetto pilota di Bosch nel Principato di Monaco con l’obiettivo di rendere la città interconnessa. Il progetto verterà inizialmente sulla mobilità, le infrastrutture della città e dei servizi pubblici (reti di autobus, gestione parcheggi, raccolta rifiuti, l’industria meccanica 693 | 88
lavori stradali) saranno collegate in rete fornendo ai residenti tutte le informazioni utili in tempo reale, per poi rendere Monaco quasi totalmente interconnessa entro il 2015. Il Gruppo Bosch è fornitore globale di tecnologie e servizi. Nel 2013, grazie ai circa 281mila collaboratori impiegati nelle aree di business Tecnologia Automotive, Energia e Tecnologie costruttive, Tecnologia industriale e Beni di consumo, ha registrato un fatturato di 46,1 miliardi di euro (a seguito di cambiamenti legislativi i dati del 2013 sono solo parzialmente confrontabili con i dati relativi al 2012). □
Disegnate il vostro futuro.
Corsi SKF: un’occasione unica per far crescere la vostra professionalità. Un’offerta didattica costantemente aggiornata, per rispondere a un mercato in continuo movimento e un Training Center dotato di aule e laboratori didattici, dove si coniugano teoria e pratica. Inoltre il nostro è un centro accreditato per la formazione e il conseguimento della certificazione ISO18436, relativa all’analisi vibrazionale livello 1 e 2, rilasciata dal prestigioso BINDT (British Institute of Non-Destructive Testing). Per iscrizioni chiamare il numero verde 800 019711 oppure visitare il sito www.skf.it (sezione corsi) e compilare il modulo di adesione.
Calendario corsi di formazione SKF luglio-dicembre 2014 Formazione Nome del corso Certificazione ISO 18436
Manutenzione
Affidabilità e diagnostica
Progettazione Ingegneria di manutenzione
Durata
Data
Analisi Vibrazionale livello 1.
32 ore
20-24 Ott
Analisi Vibrazionale livello 2.
40 ore
7-12 Lug, 10-15 Nov
Bearing Basics. Corso base sui cuscinetti volventi.
1,5 giorni
3-4 Lug, 27-28 Ott
Bearing Maintenance. Corso sul montaggio/smontaggio dei cuscinetti volventi e loro manutenzione.
1 giorno
4 Set, 19 Nov
La trasmissione di potenza.
1 giorno
5 Set, 11 Dic
Corso sulla conoscenza e l’utilizzo dei riduttori industriali.
2,5 giorni
6-8 Ott
Tecniche di allineamento e bilanciamento.
1,5 giorni
17-18 Nov
Corso sulla gestione della lubrifi cazione.
1,5 giorni
15-16 Set, 15-16 Dic
Corso sulla conoscenza e sulla diagnostica dei motori elettrici.
2 giorni
17-19 Set
Analisi e classificazione dei danneggiamenti dei cuscinetti volventi.
1,5 giorni
1-2 Lug, 22-23 Set, 9-10 Dic
Corso sulle tecniche di diagnostica e analisi non distruttive su macchine rotanti.
2,5 giorni
14-16 Lug
Corso base sull’analisi vibrazionale.
2 giorni
8-10 Set, 24-26 Nov
Corso avanzato sull’analisi vibrazionale.
2 giorni
10-12 Set, 26-28 Nov
Corso di specializzazione sull’analisi vibrazionale.
1,5 giorni
9-10 Ott
Bearing Applications. Scelta e dimensionamento dei cuscinetti volventi.
3 giorni
13-16 Ott, 1-4 Dic
Failure Mode, Effects and Criticality Analysis.
1 giorno
20 Nov
Corso sulle strategie di manutenzione.
1,5 giorni
24-25 Set, 3-4 Nov
Corso sulle metodologie per misurare l’efficacia di manutenzione.
1 giorno
26 Set, 5 Nov
SKF Solution Factory – via Guido Rossa 2, Moncalieri, Torino www.skf.it The Power of Knowledge Engineering ® SKF è un marchio registrato del Gruppo SKF. | © Gruppo SKF 2013
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MERCATO
Sistema di gestione flotta L
o scorso anno Linde Material Handling ha realizzato la propria piattaforma d’eccellenza “Connected Solutions”, progettata per garantire la massima connettività e per combinare in un’unica soluzione le competenze nel campo della gestione delle flotte e della logistica IT. Nel luglio scorso è stata presentata l’ultima generazione di prodotti Linde per la gestione delle flotte. La famiglia, denominata “Connect”, è costituita da un database locale e da un portale dati cloud, da un nuovo software di gestione e di analisi e da una libreria di moduli software, che possono essere combinati per formare singoli pacchetti funzionali, adeguati alle specifiche esigenze del cliente. I componenti hardware principali del Linde Connect includono: una unità di gestione degli accessi (connect: access management unit) e una unità (connect: data unit) che consente di mettere in rete la flotta di carrelli o le varie attrezzature per la movimentazione presenti nel magazzino tramite Bluetooth o connessione wireless, sincronizzando tutto con i database locali oppure con il server principale Linde Data Cloud. Linde ha posto pone particolare attenzione all’integrazione dei veicoli già operativi, anche di altri costruttori. Con il sistema di gestione della flotta connect: fleet management system, la parte hardware di Connect sarà disponibile come retrofit. La famiglia di prodotti Connect comprende sei moduli: • connect:ac (accesso) per l’identificazione dell’operatore; • connect:dt (dati) per la raccolta di dati provenienti del veicolo (ore di funzionamento, dati dei sensori, messaggi di errore ecc.); • connect:an (analisi) per la creazione
Le soluzioni di Linde MH “Connect” per la gestione della flotta di carrelli si caratterizza per progettazione modulare, dati wireless, integrazione su veicoli operativi di report e valutazioni; connect:in (integrazione) per l’interconnessione della piattaforma connect: con i sistemi di gestione aziendali di livello superiore. Sistemi e soluzioni per il controllo dei veicoli a parziale guida automatica sono in fase di progettazione con i nomi connect:tr (tracciamento) e connect:at (automazione). Le funzionalità sono implementate tramite una combinazione di diversi moduli software e vengono continuamente ampliati con nuovi strumenti. • connect:portal, piattaforma che permette all’utente di accedere a tutti i dati tecnici del veicolo raccolti tramite accesso remoto grazie a un computer o a dispositivi mobili, indipendentemente dalla propria posizione. • connect:desk, nuovo software di gestione e analisi, che viene installato localmente presso i rispettivi gestori della flotta; serve per organizzare e assegnare i veicoli e gestire le autorizzazioni degli operatori e i corsi di formazione. La pianificazione delle manutenzioni, l’analisi di utilizzo, l’ottimizzazione della flotta, i rapporti sui danneggiamenti, i resoconti di operatore e macchina possono essere gestiti su questa piattaforma decentralizl’industria meccanica 693 | 90
zata. Le funzioni di connect:desk sono proporzionali in base alle necessità del cliente e la piattaforma permette la memorizzazione dei dati nel Linde Data Cloud per la successiva consultazione ed elaborazione. Sia l’unità connect:data che quella connect:access management con codice PIN o lettore RFID sono disponibili per un montaggio successivo. L’ unità connect:data viene aggiornata tramite la rete mobile e può, quindi, registrare e trasmettere questi ulteriori dati senza intervenire sul veicolo. Un kit Bluetooth viene offerto per l’integrazione su carrelli elevatori ed attrezzature per la movimentazione che finora potevano comunicare solo via cavo. Presto Linde andrà anche a utilizzare le informazioni relative ai veicoli presenti nel Linde Data Cloud per rendere i processi service molto più efficienti. Per esempio, sarà possibile individuare automaticamente e trasmettere i codici di errore in modo che il tecnico non debba necessariamente essere in loco per la diagnosi dei guasti. Inoltre, sarà possibile sapere quando anticipare la manutenzione programmata del veicolo, per prevenire problemi più gravi, automatizzando l’ordinazione delle parti di ricambio. Questo significa maggiore trasparenza, processi più veloci ed una maggiore operatività del carrello. □
MERCATO
Sicurezza e affidabilità delle gru K
onecranes, quale azienda leader a livello mondiale nel lifting businesses ha sviluppato il servizio di verifica CRS (Crane Reliability Study), per un’analisi approfondita sull’affidabilità delle gru. Le verifiche CRS forniscono un quadro approfondito della sicurezza, delle condizioni e dell’efficienza degli impianti di sollevamento, con informazioni preziose per prevedere e controllare il costo complessivo di gestione. Le verifiche CRS usano tecnologie e metodi avanzati. Presentano un quadro approfondito sulle condizioni degli impianti, individuando problemi che le nomali ispezioni non rilevano. I risultati delle verifiche consentono di prendere decisioni ponderate su come ottimizzare l’uso degli impianti, creando piani di modernizzazione che migliorano l’affidabilità delle gru e quindi l’intera produttività di ogni cliente. Secondo Giacomo Galli, Service Manager di Konecranes srl, “Il piano di verifiche si basa sull’avanzata competenza maturata dall’azienda in ogni ambito operativo industriale. La cosiddetta vita residua delle gru, ad esempio, è una questione complessa, con necessità di ricostruirne la storia operativa, gli spettri di carico e le classificazioni dei componenti delle gru oltre a indagini tecnologicamente approfondite per asseverare i risultati teorici: le verifiche CRS analizzano tutti questi aspetti e li presentano in modo preciso e dettagliato, fornendo informazioni con-
Il servizio di verifica CRS (Crane Reliability Study) di Konecranes fornisce un quadro approfondito delle condizioni di sicurezza e di efficienza degli impianti di sollevamento, con informazioni preziose per prevedere e controllare il costo degli eventuali interventi di manutenzione
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crete, basate su risultati analitici e oggettivi”. Le verifiche CRS comprendono tre attività principali: • un’ispezione tecnica dettagliata, per appurare le condizioni correnti delle gru, con particolare attenzione a sicurezza, produttività e affidabilità; • l’osservazione dei processi effettivi, valutazione che insieme a un audit con esame della documentazione cronistorica e interviste al personale, permette di valutarne le esigenze attuali e future; • un’analisi della durata di progetto degli impianti, mirata a ottenere un quadro chiaro della vita residua sicura per la gru e i componenti. I rapporti finali sono frutto delle informazioni acquisite ed elaborate grazie all’esperienza di Konecranes nella manutenzione di oltre 400mila gru. Grazie alla sua rete di assistenza globale, Konecranes offre servizi specialistici di manutenzione e modernizzazione per ogni tipo di gru industriale. I clienti possono avvalersi di tali servizi per un singolo impianto o per l’intera azienda, migliorando la produttività e la sicurezza dei loro processi industriali. Grazie a oltre 600 punti assistenza in quasi 50 paesi, i clienti di Konecranes accedono alla più vasta rete del settore, per un’assistenza di elevata qualità 24 ore su 24. Nel 2013 il fatturato complessivo del Gruppo Konecranes è stato di 2,100 miliardi di euro. Il gruppo ha 11.800 dipendenti, distribuiti in oltre 600 sedi di 48 paesi. □
MERCATO
Espansione internazionale di Rollon R
ollon, con sede a Vimercate, poco a nord di Milano, è una delle principali aziende a livello mondiale nella produzione di componenti per la movimentazione lineare. Di recente ha annunciato l’apertura di due nuove filiali: a Shanghai, in Cina, e a Bangalore, in India. Si aggiungono al recente Rep. Office a Mosca, in Russia, e al Regional Office a San Paolo in Brasile. L’avviamento delle nuove filiali mira a un presidio diretto del territorio da cui guidare l’espansione del Gruppo nelle rispettive aree. Per la loro gestione Rollon ha nominato country manager locali, con la convinzione che per imporsi
in modo efficace serva conoscere la specificità dei singoli mercati ma anche la lingua e la cultura dei diversi Paesi. India, Cina e Brasile stanno vivendo una rapida crescita a cui si lega la domanda di tecnologia. In questo contesto si inserisce Rollon, il cui vero punto di forza è l’attenzione allo sviluppo di soluzioni personalizzate a seconda dell’applicazione, partendo della conoscenza approfondita di ciascun settore industriale. Le nuove aperture consolidano il percorso di internazionalizzazione dell’azienda, con filiali già attive e di successo in Europa (Germania e Francia) e negli Stati Uniti, e confer-
P
mano il trend di crescita del Gruppo: Il 2013 si è chiuso con un fatturato di 54,8 milioni di euro (in crescita rispetto ai 53,6 milioni del 2012), generato per l’85% dall’estero. In aumento anche le assunzioni di personale, con 18 dipendenti under 35 assunti negli ultimi tre anni, per un totale nel mondo di circa 300 dipendenti. Il Gruppo continua a puntare con convinzione sull’Italia, che resta il cuore propulsore della ricerca e della produzione grazie a un reparto R&D molto attivo e uno stabilimento produttivo di 12mila metri quadrati in cui lavorano oltre 100 persone. □
Cogenerazione, una sCelta Consapevole
Cogenerazione
trigenerazione
gruppi elettrogeni
autonomia
sicurezza
una divisione di
affidabilità
l’industria meccanica 693 | 92
vantaggi energetici, economici e ambientali
www.intergen.it intergen@intergen.it
MERCATO
Soluzioni Wärtsilä per tre nuove navi di Evergas
La fornitura prevede per ogni nave due motori principali dual-fuel 50DF, due generatori diesel ausiliari 20DF, il sistema di trasmissione e il propulsore a passo variabile. Sarà così possibile aumentare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale.
L
a soluzione integrata Wärtsilä, che comprende il sistema di propulsione principale, il sistema di approvvigionamento gas e il sistema di gestione carico, sarà installata su tre nuovissime GNL/Multigas Carrier da 27.000 m3 per Evergas, la compagnia navale danese che si occupa del trasporto di gas petrolchimici e GNL (gas naturale liquefatto). Questa
commessa, siglata nel marzo scorso, fa seguito a quella del 2013, che riguardava altre tre unità. Le navi, costruite nel cantiere navale cinese SOE (Sinopacific Offshore & Engineering), possono vantare straordinaria efficienza e flessibilità grazie al loro design innovativo. Secondo Jaakko Eskola, Senior Executive, Presidente & Vicepresidente
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Ship Power, Wärtsilä Corporation «È con grande soddisfazione che Wärtsilä accoglie l’opportunità di proseguire la preziosa collaborazione con Evergas e SOE. Il grande successo della precedente esperienza è testimoniato dalla scelta di ricorrere alla soluzione integrata sviluppata da Wärtsilä anche per le tre nuove navi. La nostra soluzione integrata soddisfa perfettamente i requisiti progettuali, così da garantire un eccellente risparmio energetico e la massima ridondanza». Martin Ackermann, CEO di Evergas, ha invece dichiarato «Queste navi sono le più grandi, le più flessibili e tecnologicamente avanzate costruite sino ad ora. Grazie ai motori dual-fuel di Wärtsilä, che consentono la propulsione con GNL pulito, le navi soddisferanno i criteri della normativa Tier III e avranno un impatto ambientale minimo. Per noi si tratta di un aspetto estremamente importante. Il contributo di Wärtsilä a questo progetto è stato determinante e questa nuova commessa è un’eccellente opportunità per proseguire l’ottima collaborazione tra le nostre due aziende”. Wärtsilä fornirà per ogni nave due motori principali dual-fuel 50DF, due generatori diesel ausiliari 20DF, il sistema di trasmissione e il propulsore a passo variabile. Inoltre, fornirà il sistema di gestione carico con impianto di riliquefazione e un sistema di approvvigionamento GNL integrato, così da migliorare l’efficienza energetica della nave. Grazie a questi sistemi sarà possibile ottimizzare l’energia necessaria per il raffreddamento del carico e di conseguenza ridurre l’impatto ambientale. Queste navi, dalla lunghezza di 178 m, saranno consegnate nel 2015 e la collaborazione tra Wärtsilä e il cantiere navale proseguirà fino al momento del varo. □
NEWS | Dalle Aziende
www.dollmar.com
Impianti di lavaggio Particolarmente indicati per la pulizia di componentistica meccanica Dollmar Meccanica, storica costruttrice di impianti di lavaggio, presenta due nuovi impianti per la pulizia di componentistica meccanica Il primo “RDV.4” (nella figura) è una soluzione di lavaggio a base acquosa dedicata al trattamento di pezzi con morfologia particolarmente complessa studiata per coniugare un’elevata efficienza a un minor impatto ambientale. Il secondo “DM Multisolvent” unisce i vantaggi di un impianto di lavaggio a base solvente con la polifunzionalità di un processo interamente automatico con la possibilità di scegliere fra 20 diversi programmi di lavaggio con solventi idrocarburici o alcool modificati. Il punto di forza degli impianti di pulizia di Dollmar Meccanica è il supporto di Dollmar SpA, che sviluppa e fornisce soluzioni di lavaggio specifiche per ogni materiale e inquinante da rimuovere, garantendo una soluzione ad hoc per ogni cliente e un competo servizio post vendita. Nel corso dell’anno è stata implementata una partnership con MotulTech, azienda specializzata nello sviluppo e produzione di lubrificanti speciali per molte applicazioni industriali, come la lavorazione dei metalli, lubrificazione ad alto rendimento e il trattamento termico.
www.elesa.it
Rulliere modulari per la movimentazione folle
www.mandelli.com
Centro di lavoro
Gli elementi di scorrimento sono a rulli o a sfere
Utilizzato per componenti con diametro sino a 2100 mm e peso sino a 7000
Modularità, sostituibilità, scorrevolezza, silenziosità e resistenza: sono questi i tratti distintivi della nuova linea di rulliere “Eleroll” per la movimentazione folle firmate Elesa, azienda specializzata nella progettazione e produzione di componenti per l’industria meccanica. I componenti principali sono gli elementi di scorrimento diversificati nella versione a rulli o a sfere, per rispondere a ogni tipo di esigenza. Gli elementi a rulli (RLT-U) sono realizzati in tecnopolimero a base poliammidica nero, che assicura un’elevata capacità di carico, o in poliuretano termoplastico grigio antitraccia e anti-graffio, idoneo alla movimentazione di prodotti delicati e con un’alta resistenza agli urti. Gli elementi a sfere (RLS-U) sono in tecnopolimero a base acetalica bianco e sono ideali per la movimentazione omnidirezionale. L’ampia gamma di accessori componibili in tecnopolimero a base poliammidica rende le nuove rulliere adatte a diverse applicazioni, migliorandone il posizionamento, la funzionalità e la sicurezza. Fondata nel 1941, con sede a Monza e 11 filiali all’estero, Elesa esporta i propri prodotti in oltre 60 paesi nel mondo.
Il centro di lavoro “Spark 2100X” a tornire della Mandelli è stato progettato per soddisfare le esigenze degli utilizzatori finali principalmente nel campo aerospaziale, oil&gas ed energetico. In particolare, si segnala la versione corse X 2000 mm, Y 2000 mm, Z 1800 mm., corredata di una testa di tornitura tiltante 6000 HSK 100 con caricamento automatico, magazzino rack ≥ 300 posti, cambio pallet automatico, 3 stazioni di deposito pallet e CN Siemens. Tale configurazione a 5 assi viene utilizzata per lavorazioni di componenti con un diametro massimo di 2100 mm e peso massimo di 7000 kg. I principali punti forti del nuovo centro di lavoro sono: elevata modularità della configurazione; diminuzione degli spazi occupati dai pezzi semilavorati; elevata precisione; riduzione dei tempi di lavorazione; riduzione delle fasi di lavorazione; capacità di lavorare tutti i tipi di materiali dalle leghe leggere (con elevate velocità e accelerazioni) a materiali tenaci come il titanio (con notevoli potenze e coppie); automazione flessibile; sistema di evacuazione trucioli adatto a trattare efficacemente qualunque tipo di truciolo.
l’industria meccanica 693 | 94
DIVENTA SPONSOR
INSIEME PER UNA NUOVA CULTURA ANTINCENDIO
padova
27 novembre
2014
9-18
Centro Congressi “A. Luciani” Via Forcellini, 170
Una mostra-seminario itinerante dedicata ai temi riguardanti la «cultura della sicurezza antincendio, le soluzioni e gli aspetti tecnico-normativi-impianti fissi antincendio» (art. 7 del D.M. 05 Agosto 2011 e s.m.i.). L’obiettivo è far conoscere e divulgare le più recenti innovazioni con il contributo di tecnici, professionisti, addetti antincendio, addetti ai servizi di sicurezza e di prevenzione, consulenti, esponenti degli ordini professionali, aziende, imprenditori.
Ministero del lavoro e delle politiche Sociali
STI
I PREV
ITI CREDATIVI FORM ONE PAZIA I C E PARTGRATUIT
CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
ore
NEWS | Dalle Aziende durante la perforazione di acciaio e materiali inossidabili. Inoltre, i substrati e le geometrie opportunamente combinati consentono di ottenere elevati avanzamenti e velocità di taglio. La sede prismatica garantisce il posizionamento preciso dell’inserto per ottenere un foro centrale e un serraggio sicuro.
1600 (e oltre) e abbinato al 5° asse del gruppo divisore per tornitura ad asse orizzontale e a teste tilting per tornitura ad asse verticale. i.Tank può portare a termine ogni genere di operazione, assicurando sempre una grande capacità di asportazione trucioli a tempi e costi ridotti.
www.hoffmann-group.com
Punte a testina intercambiabili Si caratterizzano per stabilità e lubrorefrigerazione ottimizzata dell’inserto Hoffmann Group presenta la nuova serie di punte a testina intercambiabile “Garant HiPer (High Performance) Drill” con diametri da 9 a 13 mm. Si tratta della prima gamma realizzata con processo additivo, un metodo innovativo che consente di equipaggiare gli utensili con canalini triangolari per il lubrorefrigerante. Grazie a questo sistema produttivo, è possibile posizionare i canalini per il lubrorefrigerante all’interno dell’utensile in modo da garantire la sua stabilità ottimale. Un ulteriore vantaggio per l’utilizzatore consiste nel fatto che, rispetto alle testine dotate di canalini tradizionali, in 10 secondi le nuove punte trasportano fino a una quantità doppia di lubrorefrigerante alla pressione di 50 bar. Ciò assicura una lubrorefrigerazione ottimizzata dell’inserto con una stabilità uguale a quella dei prodotti realizzati in modo convenzionale. La serie di punte a testine intercambiabili è ora predisposta per le applicazioni con diametri da 13 a 32 mm nei rapporti di lunghezza 1,5xD, 3xD, 5xD, 8xD e 12xD. Come i modelli precedenti, anche la nuova serie di punte a testina intercambiabile si distingue per la precisione di concentricità, l’elevata capacità di asportazione e la precisione
www.mcmspa.it
Centro di lavoro multifunzione Presenta grande capacità di asportazione trucioli a tempi e costi ridotti In MCM le richieste dei mercati e il know-how accumulato hanno permesso la progettazione della famiglia “i.Tank”,: proposta articolata ed elastica, capace di rispondere alle problematiche odierne più complesse nei settori aeronautico, automotive, energetico e meccanica generale. La sua particolare struttura coniuga stabilità, accelerazioni importanti ed elettromandrini capaci di alte velocità e coppie estreme. L’area di lavoro può essere dimensionate a seconda delle classi di pezzi da lavorare, senza restrizioni di taglia o peso. La sua versatilità ha consentito l’apertura a una gamma Multitasking, in parallelo a quella storica dei centri di lavoro orizzontali a quattro e a cinque assi di MCM. Il concetto multifunzione per operazioni di fresatura, tornitura e rettifica è applicato a macchine cubo 700, 1200, 1300, l’industria meccanica 693 | 96
www.arimetal.it
Protezioni antinfortunistiche Sono realizzate con profilati modulari in alluminio Ari Metal costruisce strutture modulari di protezione per l’industria e la sicurezza nelle aree di lavoro in ottemperanza alle direttive comunitarie. Le protezioni perimetrali sono costruite in base al sistema costruttivo modulare “l’alluminio di sistema”, ovvero un sistema basato su profilati modulari in alluminio anodizzato che risultano flessibili, economici nelle applicazioni e di buon impatto estetico. Tutte le protezioni (a bordo macchina o perimetrali) sono progettate e costruite secondo le necessità del cliente con pannellature in materiale plastico, lamiere in alluminio o reti in ferro elettrosaldato, verniciato o zincato. Il montaggio è semplice e veloce e, grazie all’utilizzo di agganci rapidi, l’assemblaggio dei pannelli sui sostegni può essere effettuato anche da un solo operatore. Le recinzioni non richiedono manutenzione e possono essere smontate rapidamente.
NEWS | Dalle Aziende
www.apengroup.com
Unità di riscaldamento per grandi coperture Si caratterizza per bassi consumi e ridotte emissioni di NOx e CO2 Apen Group ha progettato la nuova serie di unità monoblocco di riscaldamento “AH-Sport” specifica per coperture pressostatiche e tensostrutture per manifestazioni sportive, fieristiche ecc. I generatori sono equipaggiati con lo scambiatore di calore serie PCH con bruciatore a gas modulante a bassa emissione di NOx regolato da una scheda elettronica di controllo CPU-Plus per la gestione dell’accensione, dello spegnimento, della modulazione del bruciatore premiscelato e della segnalazione dei fault. La variabilità della potenza termica erogata e, di conseguenza, della portata termica (consumo di combustibile) in funzione della richiesta di calore è gestita dal modulo PCH che, al diminuire della richiesta di calore dall’ambiente, aumenta il rendimento fino al 105% (rendimento su Hi). Il modulo di riscaldamento PCH è provvisto di un bruciatore a totale premiscelazione aria-gas e di un dispositivo di modulazione della potenza termica che, oltre ad azzerare l’emissione di monossido di carbonio, riduce notevolmente l’emissione sia di ossidi di azoto a meno di 30 ppm sia di anidride carbonica. I generatori utilizzano ventilatori a ridotto rumore aerodinamico di tipo Plug-Fan di ultima generazione caratterizzati da una girante libera con
6 pale curve e profilo tridimensionale ad alta efficienza aeraulica, abbinata e controllata da un motore premium ad altissima efficienza energetica con controllo della velocità di rotazione integrato nel motore elettrico che riduce i consumi del generatore a vantaggio di un notevole risparmio energetico. La regolazione della temperatura è “a punto fisso con compensazione di ambiente” mediante sonda posizionata sulla mandata (NTC1). Il comando a controllo remoto della nuova serie Multicontrol di Apen Group, che svolge la funzione di cronotermostato stand alone, consente anche il controllo di un sistema composto fino a 32 macchine contemporaneamente.
sano prendere decisioni informate e consapevoli su manutenzione ed eventuali sostituzioni. Si possono così ridurre sensibilmente i tassi di guasto e i costi di manutenzione. Altre interessanti proposte di Alstom riguardano un gas isolante ecologico in alternativa al classico esafluoruro di zolfo, un interruttore in corrente continua ultrarapido per reti Supergrid, una soluzione digitale intelligente per il monitoraggio e il controllo di sistemi d’impianto primari e secondari.
www.datalogic.com
Sensori di visione Dispongono di un illuminatore a luce infrarossa
www.alstom.com
Soluzione gestionale per l’energia In base ai dati raccolti consente di prendere le decisioni migliori Tra le innovazioni tecnologiche recenti presentate da Alstom Grid si segnala “Asset Management Solution”, una soluzione gestionale che ottimizza il valore e l’affidabilità delle risorse elettriche di impianti industriali. In pratica, il sistema raccoglie e analizza i dati provenienti da qualsiasi tipo di apparecchiatura elettrica, compresi i componenti di terze parti; quindi, attraverso sofisticate logiche di analisi, fornisce una valutazione completa dello stato delle risorse aziendali, in modo che si pos97 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
Datalogic, leader a livello internazionale nei settori dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale, presenta due interessanti novità all’interno della famiglia di sensori di visione: i modelli “DataVS2” con illuminatore integrato a luce infrarossa e la release software 1.5. In particolare, i nuovi modelli di sensori integrano un potente illuminatore a led con emissione infrarossa e un filtro luce ambiente in grado di filtrare la radiazione luminosa proveniente dall’esterno. La combinazione di queste due caratteristiche consente di ridurre l’influenza dei fattori ambientali, con il risultato di una elevato livello di affidabilità e precisione, superiore a quello dei modelli precedenti.
NEWS | Dalle Aziende
www.dabpumpus.it
www.eliwell.com
Quadro di comando per pompe
Piattaforma di controllori
Consente il funzionamento in automatico di due elettropompe
Particolarmente adatti per la refrigerazione commerciale
Dab Pumps presenta “E.box”, quadro elettronico di comando per la protezione e il funzionamento automatico di una o due elettropompe sommergibili o di pressurizzazione sia monofase che trifase. Grazie alla possibilità di regolazione della corrente, il quadro, nella versione plus, è compatibile con tutti i modelli di pompa sia monofase che trifase con una corrente fra 1 e 12 A e con potenza fino a 5,5 kW. Invece, nella versione basic, pensata per applicazioni domestiche, il quadro è compatibile con tutti i modelli di pompa monofase con corrente fra 1 e 12 A e potenza fino a 2,2 kW. Il quadro consente le funzioni di svuotamento e riempimento per il drenaggio di acque sia meteoriche che nere. È previsto il funzionamento con galleggianti a bulbo o standard e con un trasduttore di livello che permette il settaggio di livelli da 0 a 5 m. È l’ideale anche per pilotare gruppi di pressurizzazione con funzionamento con pressostati con sensore di pressione (0-10 V, 4 ... 20 mA) e permette lo scambio dell’ordine di partenza delle pompe a ogni avvio, ogni 24 ore o a intervalli predefiniti. Il quadro è predisposto per il monitoraggio via GSM
Eliwell ha lanciato sul mercato della refrigerazione commerciale la nuova piattaforma di controllori nEW 961 ed nEW 971 per la gestione di unità con compressore a bordo “plug-in”. Grazie alle innovative soluzioni tecniche adottate, i controllori risultano particolarmente adatti per i costruttori ad alti volumi produttivi e, in aggiunta, rappresenta una valida soluzione di rinnovamento per i frigoriferi che oggi utilizzano termostati elettromeccanici portando a un risparmio energetico fino al 20%. In particolare, si segnala: l’innovativa tastiera “touch” integrata, il sistema di montaggio, l’alimentazione universale, la compatibilità con applicazioni a idrocarburi e il relè di potenza integrato. Questo lancio rappresenta il primo passo per il rinnovamento dei prodotti nel formato 32x74 con un programma di investimenti per l’ampliamento della gamma in termini di funzionalità e accessori. Eliwell da oltre trent’anni offre sistemi di controllo e servizi per unità di refrigerazione e aria condizionata, con prodotti innovativi e tecnologicamente avanzati. Fa parte del gruppo Schneider Electric
l’industria meccanica 693 | 98
www.metalwork.it
Sistema per movimentazione automatizzata È preciso e ripetibile e non necessita di piastre di adattamento tra un componente e l’altro Chi deve realizzare una macchina di montaggio deve scegliere i singoli componenti e progettare l’insieme che li accolga e li fissi tra loro. Il progettista ha a disposizione, sul mercato, una quantità enorme di componenti: slitte, pinze ecc. Il sistema “V-Lock” realizzato dalla Metal Work facilita queste operazioni perché consente di: collegare tutto con tutto (pinze con slitte, rotanti, unità di guida, ma anche con strutture di profilati in alluminio di qualsiasi marca); collegare con ogni orientamento spaziale; collegare in modo semplicissimo, veloce da serrare, accessibile da ogni lato; collegare in modo estremamente rigido. Non sono necessarie piastre di adattamento tra un componente e l’altro; il sistema è preciso e ripetibile, in modo che quando viene tolto un componente per fare manutenzione, poi si riposizioni precisamente. Tutti i componenti presentano, sulle superfici deputate all’accoppiamento, una coda di rondine larga 40 mm ed estesa per tutta la lunghezza del componente. Trasversalmente vi sono delle scanalature precise, larghe 6H7, con passo di 20 mm, in cui si inserisce una speciale chiavetta forata.
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NEWS | Dalle Aziende
www.faacgroup.com
www.ligento.de
www.vortice.com
Barriera per controllo accessi
Cogeneratore a biomassa
Attivatore di tiraggio per camini
Assicura oltre due milioni di cicli in utilizzo continuo
Produce 140 kWh di elettricità e 240 kWh di calore o vapore
Faac, azienda italiana leader nell’automazione dei cancelli, presenta la barriera “B 680H” in tecnologia Hybrid (operatore oleodinamico più motore elettrico brushless a 24 V DC). Si caratterizza per la lunga vita operativa (oltre due milioni di cicli di apertura e chiusura in condizioni di utilizzo continuo), la sicurezza (un encoder assoluto integrato garantisce l’inversione su ostacolo), l’elevata flessibilità applicativa, un design che facilita gli interventi di riparazione. La velocità della sbarra è regolabile elettronicamente. I tempi di apertura sono molto brevi: meno di 1,5 s per sbarre di 2,3 m e meno di 6 s per sbarre di 8,3 m. La sbarra può essere prolungata per varchi tra 2 e 8 m. L’energia elettrica è fornita da un alimentatore switching che accetta tensioni tra 100 e 240 V AC ed è immune a sbalzi di rete. Installando il modulo XBat 24 (batterie al nichel-metal idruro), comprensivo di caricabatterie, si garantisce il funzionamento anche in assenza di alimentazione primaria. Infine, la scheda elettronica a microprocessore E680 garantisce l’integrazione della sbarra in sistemi di gestione complessi.
La società tedesca Ligento Green Power ha realizzato il cogeneratore “Ligentoplant 120-140 ” che utilizza legno per produrre elettricità e calore. In pratica, si trasforma, grazie a un processo termochimico, il cippato in syngas pulito che viene utilizzato come combustibile per il cogeneratore endotermico a ciclo Otto per la produzione di energia elettrica (140 kWh) e di calore o vapore (240 kWh). In alternativa, l´impianto può essere utilizzato come generatore di syngas per l´industria. La grande disponibilità di biomassa legnosa, il crescente costo dell´energia elettrica e termica e la tariffa incentivante prevista dal DM 6 luglio 2012 sulle fonti energetiche rinnovabili rendono questo impianto molto interessante e adattabile a ogni situazione. I vantaggi si possono così riassumere: adeguamento economico e tecnico alle esigenze dell’utente (acqua calda, vapore, gas di processo ecc.); sistema modulare in container per una rapida messa in funzione; impianto a soluzione completa (essiccazione del legno, produzione di gas, processo di combustione, distribuzione del calore); essiccazione ad alta efficienza di diversi materiali.
A impianto spento può essere utilizzato come un normale aspiratore
l’industria meccanica 693 | 100
Vortice ha realizzato “Tiracamino”, un appare cchio da installare sul tetto degli edifici per aspirare i fumi caldi uscenti dal camino a circa 200 °C. A camino spento può essere utilizzato come un normale aspiratore. Non è invece adatto per impianti di emergenza o destinati alla cottura di cibi. Le principali caratteristiche tecniche e funzionali dell’apparecchio sono: adatto per camini aperti con bocca di fuoco di area massima di 1 m2 e canna fumaria con lunghezza minima di 4 m; motore a induzione dotato di cuscinetti a sfera che sopporta elevate temperature di esercizio e lunghi periodi di funzionamento; costruzione in acciaio resistente agli agenti atmosferici e protezione in resina poliestere anticorrosiva per possibile utilizzo in zone con clima marino; cavo metallico per ancoraggio alla base; griglia di protezione ad anelli di acciaio antinfortunistica e antivolatile; controtelaio di base per fissaggio alla canna fumaria; regolatore di velocità elettronico Scnr. L’apparecchio non richiede una speciale manutenzione periodica grazie alla particolare conformazione della girante che previene l’accumulo di fuliggine.
NEWS | Dalle Aziende
www.weg.net/it
Software per il controllo pompe
namento uguali per tutte le pompe senza alcuna supervisione. Un’altra caratteristica importante è rappresentata dalla capacità di disporre di pompe master e slave flottanti piuttosto che di pompe master e slave prefissate come avviene nei sistemi di tipo tradizionale. La transizione tra gli azionamenti master avviene in modo continuo, senza interruzione del processo. Gli azionamenti sono disponibili in taglie da 1,1 a 370 kW e comprendono la collaudata interfaccia grafica HMI.
Può gestire e monitorare in modo coordinato fino a sei pompe Weg presenta il software per il controllo di processo “Pump Genius” che consente di ottimizzare il funzionamento dei propri sistemi di pompaggio. Il software opera con l’azionamento Weg CFW11 è utilizzabile con qualunque sistema che richieda portata o pressione costanti ed è in grado di gestire e monitorare in modo coordinato fino a sei pompe. L’impiego del software con pompe in parallelo aumenta la flessibilità del sistema di pompaggio in esercizio e nell’applicazione, aumentando nel contempo la durata utile del sistema. Questo fornisce la portata necessaria in base alle richieste del sistema di pompaggio, consentendo nel contempo la diagnosi dei guasti e facilitando il mantenimento del funzionamento senza interruzioni. Il software tiene conto dei punti di taratura superiore e inferiore, dei requisiti in termini di tempo di funzionamento comandando l’attivazione in anticipo o in ritardo delle pompe in base ai tempi di funzionamento del motore. Rispetto a soluzioni software alternative, monitora le ore di funzionamento di tutte le pompe del sistema, aggiungendo e rimuovendo pompe in base alle variazioni della richiesta, tutto senza richiedere l’impostazione di alcun timer per il ciclo. Questo garantisce tempi di funzio-
Sul mercato italiano distribuisce soluzioni e prodotti sviluppati da aziende leader a livello internazionale, quali Motorola Solutions, Vocollect, Intermec e Zebra Technologies.
www.Xyleminc.com
Gruppi antincendio Disponibili con motore elettrico o diesel
www.kfi.it
Mobile computer Soddisfa le specifiche esigenze dei lavoratori in movimento Il nuovo mobile computer “Workabout Pro 4” di Motorola Solutions (distribuito in Italia da KFI) consente la massima personalizzazione per soddisfare le esigenze specifiche dei lavoratori in movimento. Possiede un ampio schermo con opzione di scansione a lungo raggio, in grado di leggere tag Rfid in onde lunghe, onde corte e ultra high frequency. Il dispositivo rugged è compatibile con gli accessori esistenti e con la maggioranza dei moduli realizzati dai partner per i dispositivi nelle versioni precedenti. KFI è azienda specializzata nell’implementazione di soluzioni integrate di identificazione e raccolta dati automatica, nel comparto industriale, nella logistica distributiva e nel trasporto merci. l’industria meccanica 693 | 102
I gruppi di pressione antincendio della Xylem Lowara “serie Gem” sono modulari e in accordo alla norma EN 12845 per gli impianti automatici a sprinkler e alla norma UNI 10779 per gli impianti a idranti. In accordo con le recenti disposizioni, l’unità antincendio come singola pompa è comprensiva di tutti i componenti principali collegati e assemblati presso lo stabilimento Lowara. I nuovi gruppi antincendio sono disponibili con motore elettrico e con motore diesel. I gruppi di pressione sono realizzati con pompe centrifughe in ghisa o in acciaio. I gruppi sono disponibili in tre versioni: un’elettropompa orizzontale tipo end-suction completa di parte idraulica e quadro elettrico; un’elettropompa orizzontale tipo end-suction con pompa pilota solidale al basamento dell’elettropompa, parte idraulica e quadri elettrici; una motopompa con pompa idraulica tipo end-suction, completa di parte idraulica, quadro elettrico e serbatoio del gasolio. Le principali specifiche tecniche sono: portata max 1300 m³/h; prevalenza: max 112 m; potenza max 132 kW; pressione max 12 bar.
www.energy2014.ilsole24ore.com
14° ITALIAN ENERGY SUMMIT THE FUTURE OF ENERGY - MERCATI E RELAZIONI INTERNAZIONALI, CONSUMI E SOSTENIBILITÀ MILANO, 29-30 SETTEMBRE E 1 OTTOBRE 2014 SEDE GRUPPO 24 ORE, VIA MONTE ROSA 91
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RELATORI CON LA PARTECIPAZIONE DI: Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico - Gian Luca Galletti, Ministro dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Giuseppe Alfano Alfano Energia Miguel Antoñanzas E.ON Italia Roberto Aquilini AIGET Carlo Bagnasco Energetic Source Fabrizio Barbaso Commissione Europea Manuel Baritaud International Energy Agency (IEA) Frank Bataille Credit Suisse Massimo Bello Tremagi Group Sissi Bellomo Il Sole 24 ORE Alberto Biancardi Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico Alessandro Bianchi Nomisma Energia Giorgio Biscardini Strategy& (Formerly Booz & Company)
Andrea Bolla Vivigas Fabio Caiazzi Greennetwork Trading UK Plc Luigi Carbone Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico Gianpaolo Chimenti PwC Matteo Codazzi CESI Franco Cotana Università degli Studi di Perugia CRB - Centro nazionale di Ricerca sulle Biomasse Stefano da Empoli I-COM Luca Dal Fabbro Domotecnica Marta Dassù Aspen Institute Dario Di Santo Fire Nicolò Dubini Harebell Paolo Esposito CBA Studio legale
Cristian Fabbri Hera Comm Pietro Ferrari Independent Resources Fulvio Fontini CEER Monica Frassoni EUASE - European Alliance to Save Energy Daniele Gamba SNAM Rete Gas Paolo Luca Ghislandi AIGET Jacopo Giliberto Il Sole24 ORE Peter Kiss KPMG Power & Utilities EMEA Andy Lane BP Laura La Posta Il Sole 24 ORE Ennio Macchi Politecnico di Milano Piero Manzoni Falck Renewables Paolo Martinotti Energrid
Leonardo Maugeri Harvard Iron Bank Investment Maurizio Melis Radio 24 - Il Sole 24 ORE Marco Merler Dolomiti Energia Michele Messina Simp Gas Massimo Nicolazzi Centrex Italia Massimo Parati Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico Lorenzo Parola Paul Hastings Studio Legale Vittorio Emanuele Parsi Aseri Ubaldo Perla Acquirente Unico Alberto Ponti Societè Generale Roberto Potì * Edison Fedora Quattrocchi Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia
IN COLLABORAZIONE CON
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Servizio Clienti Tel. 02 5660.1887 Fax 02 7004.8601 info@formazione.ilsole24ore.com
Andrea Roncoroni ESSEC Business School Paris Gianpaolo Russo Trans Adriatic Pipeline Italia Alberto Sartori CVA Trading Francesco Sciaudone Grimaldi Studio Legale Amrita Sen Energy Aspects Gianni Silvestrini Kyoto Club Francesco Sperandini GSE Carlo Stagnaro Istituto Bruno Leoni Carlo Tamburi Enel Valeria Termini Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico Pierre Vergerio Edison Paolo Vigevano Acquirente Unico * è stato invitato a partecipare
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Il Sole 24 ORE Formazione ed Eventi Milano - via Monte Rosa, 91 Roma - piazza dell’Indipendenza, 23 b/c ORGANIZZAZIONE CON SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO ISO 9001:2008
NEWS | Dalle Aziende
comunicazione ACE850; la messaggistica GOOSE è integrata e quindi rispondente alle nuove specifiche relative alle Smart Grid). In pratica, il quadro costituisce un sistema intelligente specifico per il telecontrollo, perché consente di controllare e gestire le reti minimizzando gli interventi on site e le interruzioni.
www.it.schneider-electric.com
Quadro elettrico per media tensione Assicura la tenuta contro gli effetti dell’arco interno Schneider Electric ha realizzato “iQuadro SM6”, quadro elettrico per applicazioni in media tensione che consente di accedere a tutte le informazioni chiave per la gestione di un impianto, scegliendo il livello di dettaglio desiderato delle informazioni. Il quadro si compone di elementi modulari, isolati in aria, che garantiscono elevata affidabilità alle reti di distribuzione secondaria e sono particolarmente adatte a realizzare reti in media tensione, cabine di trasformazione MT/BT e reti di distribuzione fino a 36 kV. La soluzione assicura il più alto grado di protezione possibile, grazie alla tenuta contro gli effetti dell’arco interno conseguita con diversi accorgimenti. Il quadro è fornito in tre versioni: Basic (soluzione base che permette supervisione, controllo e diagnostica del quadro MT attraverso il gateway intelligente EGX300); Performance (per il protocollo IEC61850 di livello 1; l’utilizzo del gateway di conversione ECI850 permette di trasformare qualsiasi dispositivo in un prodotto comunicante in IEC61850 e Modbus TCP/IP contemporaneamente); Advanced (protocollo IEC61850 di livello 2 e Modbus TCP/IP grazie alla scheda di
www.linde-mh.it
Carrelli frontali elettrici a grande portata La gamma comprende 4 quattro modelli con portate da 6 a 8 t e uno da 8 t a baricentro 900 mm Negli ultimi tre anni, Linde Material Handling ha progressivamente rinnovato l’intera gamma di carrelli elevatori elettrici, con mezzi più potenti, più efficienti e più ergonomici. In particolare, la nuova “Serie Linde E60 - E80” comprende quattro modelli con portate da 6 a 8 t, oltre a una versione con portata 8 t a baricentro 900 mm. Per movimentare in modo veloce e sicuro questi carichi elevati e sollevarli alla massima altezza, i carrelli elettrici da 80 V sono equipaggiati con una potente trasmissione incapsulata con due motori di trazione AC trifase da 11 kW integrati nell’assale anteriore. Dispongono di freni lamellari a bagno d’olio, esenti da manutenzione, con recupero di energia e moduli di potenza sincronizzati., mentre due motori di sollevamento l’industria meccanica 693 | 104
AC trifase da 21 kW ciascuno, estremamente silenziosi, permettono una velocità di sollevamento fino a 0,46 m/s e di discesa fino a 0,56 m/s. Inoltre, grazie ai due motori anteriori di trazione, i carrelli sono facile da manovrare con un raggio di volta di soli 3 m. Il tettuccio di protezione e il telaio compatto formano un vano estremamente solido, offrendo la massima integrità strutturale e una sicura protezione per l’operatore. Allo stesso tempo, i profili del montante, più sottili, assicurano un’ottima visibilità. La cabina spaziosa è la medesima che equipaggia i carrelli termici di pari portata. Le caratteristiche principali includono un maggiore spazio per i piedi e un sedile molto confortevole con sospensione idraulica dotato di diverse possibilità di regolazione. È disponibile inoltre, come equipaggiamento speciale, un sedile con schienale allungabile, riscaldato ed ammortizzato pneumaticamente. La velocità del carrello e il sistema idraulico di sollevamento sono controllati con precisione e sensibilità grazie alla doppia pedaliera e al Linde Load Control, mentre il Linde Curve Assist è disponibile come equipaggiamento di serie. Questo sistema riduce la velocità del veicolo in curva a seconda dell’angolo di sterzata. Un’altra caratteristica importante è il freno di parcheggio automatico, che può essere programmato in modo da pilotarne l’inserimento in determinate condizioni operative e che si aziona automaticamente all’arresto del carrello. Grazie alla ventilazione attiva, i gas prodotti durante la ricarica della batteria vengono eliminati, permettendo la ricarica anche in ambienti chiusi. Il sistema BlueSpot, collaudato e che segnala il sopraggiungere del carrello, è disponibile come equipaggiamento speciale.
FOCUS | Sicurezza nel Mercato
Le attività di Anima per le Imprese Settembre - Dicembre 2014
24 settembre 2014 - Bergamo - Km Rosso Parco Scientifico
Forum Meccatronica: Innovare e competere con le tecnologie dell’automazione (partner Indutria Meccanica)
24 settembre 2014 c/o Anima - Milano
Il sistema di classifica doganale come punto cruciale degli scambi con l'estero: attribuzione di origine, pianificazione daziaria, barriere doganali e non - (workshop Progetto Dogana Facile Anima)
26 settembre 2014 - Milano, sede UNI
Aisem - Evento UNI EN280 - La sicurezza delle piattaforme mobili elevabili
29 settembre - 1 ottobre 2014 - Milano
14° Italian Energy Summit Il Sole 24 Ore - The Future of Energy (partner Anima e Indutria Meccanica)
30 settembre al 4 ottobre 2014 - Fieramilano Rho
BIMU - SFORTEC 2014 (presenza in fiera Anima e Industria Meccanica)
8-10 ottobre 2014 - Verona Fiere
Smart Energy Expo (presnza Italcogen)
9 ottobre, 2014 - Verona
Stati Generali Efficienza Energetica (partnership Anima - Enea)
9 ottobre, 2014 c/o Anima - Milano
Anima - la Nuova Direttiva Ped: una panoramica sui cambiamenti
10 ottobre, 2014 - Baveno (VB)
Avr - manifattura in Europa, forze e debolezze: una visione strategica - le sfide di Avr
15 ottobre 2014 c/o Anima - Milano
La situazione in Iran: evoluzione, involuzione o stabilità? (workshop Progetto Dogana Facile Anima)
22 al 25 ottobre 2014 Bologna Fiere
SAIE 2014 (presenza Ucomesa)
22 al 24 ottobre 2014 - Bologna Fiere
H2O - XII Mostra Internazionale delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell'acqua potabile e il trattamento delle acque reflue (presenza Acism / Avr / Aqua Italia)
22 ottobre 2014 - c/o Anima - Milano
La conoscenza delle regole e dei criteri per la determinazione del valore delle merci in Dogana. Le voci di costo che concorrono a definire il valore e le sue eccezioni (workshop Progetto Dogana Facile Anima)
5 al 8 novembre 2014, Rimini Fiera
Key Energy 2014 (presenza Italcogen)
6 novembre 2014 - Rimini Fiera
DEE 2012/27/UE Efficienza Energetica: una direttiva, molte opportunità - Convegno Italcogen
08 novembre e il 12 novembre, 2014 Giordania e Kurdistan Iracheno
Seminario macchine per le costruzioni (presenza Ucomesa)
10 Novembre 2014, Milano
Assemblea Generale Anima
27 novembre 2014 - Padova
Uman: Sicurtech Village
105 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
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Recensioni
Il ritorno alla competitività dell’espresso italiano. Situazione attuale e prospettive future per le imprese della torrefazione di caffè Maurizio Giuli, Federica Pascucci - Ed. FrancoAngeli, 2014 - Euro 39,00
Intorno al caffè espresso si è sviluppato in Italia un sistema di business ampio ed articolato. Queste trasformano - il caffè verde - in caffè torrefatto e lo vendono in differenti canali, nel presente lavoro, l’attenzione verterà soprattutto sul canale Ho.re.ca.: canale storico del caffè espresso. Si tratta di un settore importante in cui i mercati esteri rappresentano uno sbocco commerciale strategico. L’evoluzione che si sta verificando è l’affermazione di nuovi competitors e la diffusione del consumo di caffè anche in Paesi tradizionalmente lontani. L’obiettivo di questo lavoro è riflettere sul posizionamento competitivo delle imprese italianee fornire indicazioni per il miglioramento di tale posizionamento in una prospettiva futura.
Risorse sovraumane. Autoritratto dei manager italiani di oggi Monica Fabris, Emma Villa - Ed. FrancoAngeli, 2014 - Euro 19,00
Chi sono i manager italiani di oggi? Possiamo ancora descriverli come individualisti, egoisti, interessati solo al potere e ai soldi? I manager oggi si fanno portatori di una nuova cultura centrata su merito e responsabilità, proprio nel momento in cui la crisi economica ne mette a dura prova la stessa sopravvivenza. Storia individuale e collettiva trovano un punto di incontro nella ricerca incessante di nuove basi su cui rifondare stili di vita, modi di pensare e soprattutto di lavorare. In un continuum tra vita professionale e personale, il vero manager di oggi è prima di tutto una persona in carne ed ossa con passioni e aspirazioni. Le testimonianze autorevoli che accompagnano il testo creano un ponte tra l’evoluzione socioantropologica dei manager e i mutamenti del contesto politico ed economico, alimentando nuove domande.
Dodici passi per ottenere ciò che vuoi. Sfruttando al massimo la tua intelligenza Umberto Santucci - Ed. FrancoAngeli, 2014 - Euro 18,00
Vuoi migliorare la tua vita? Senti il bisogno di evolvere? Impara a sviluppare le capacità del pensiero. Prova il metodo dei dodici passi. Il filo rosso che collega i 12 passi di questo libro è la gestione efficace dei propri obiettivi dal momento in cui ci rendiamo conto di “dover fare qualcosa”, al cambio di prospettiva, alla visione positiva, al considerare il problema specifico come parte di un sistema più ampio, alla generazione di idee e soluzioni, fino alla produzione di risultati. Come? Imparando a giocare d’anticipo sugli eventi, a guardare oltre il singolo problema, a mirare diritto allo scopo ponendoci obiettivi concreti. Il metodo “12 passi” integra lettura, esercizi, ricerca web, applicazione pratica, per avere risultati visibili e misurabili.
Impresa futura. Nuove prospettive per l’impresa e il management del domani Renato Fiocca Ed. FrancoAngeli, 2014 - Euro 33,00
Questo libro suggerisce una serie di riflessioni sul ruolo dell’impresa e del management negli anni futuri. Le difficoltà e la crisi che hanno colpito i mercati e le imprese negli ultimi anni hanno lasciato segni profondi nel modo con il quale si possono gestire le imprese. Ritornare ai sistemi e ai modelli di management del passato non è pensabile. Ecco allora in tredici capitoli una serie di considerazioni, di suggerimenti, anche di provocazioni, indirizzate agli imprenditori e ai manager di oggi e di domani. Scritto con un linguaggio fresco e moderno, Impresa futura si fa apprezzare per l’ampiezza delle riflessioni e per la profondità di alcune valutazioni oltre che per la costante aderenza alla realtà delle imprese.
La risorsa idrica potabile
Silvana Di Giuseppe - Ed. Dario Flaccovio Editore 2014 - Euro 32,00 Il testo, nella sua agile formulazione, si propone di passare in rassegna i tre elementi fondamentali nell’organizzazione del sistema idrico-potabile: amministrazione, gestione e tutela. In particolare presenta una analisi critica degli indirizzi normativi e delle politiche gestionali che ne discendono. Le tesi proposte sono dunque mirate a provare che solo una più aderente conoscenza delle disponibilità naturali, intese in portata e tempi, determina una più coerente, efficace ed efficiente gestione della risorsa idrica, in termini di funzionalità industriale. L’ultima parte del volume, dedicata alla tutela, espone validi suggerimenti per il riconoscimento e l’adozione di metodi di salvaguardia delle fonti, non tralasciando considerazioni di carattere economico-territoriale sulla loro opportunità di applicazione. 107 | SETTEMBRE OTTOBRE 2014
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l’INDUSTRIAMECCANICA impresa. economia. politica. norme. export.
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687 SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | l’INDUSTRIAMECCANICA
687 SETTEMBRE OTTOBRE 2013
MAGAZINE UFFICIALE ANIMA | CONFINDUSTRIA
INSERTI ECONOMICI Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia / estero
SUPPLEMENTI ANIMA PER in italiano e in inglese edilizia energia
acqua comfort
sicurezza movimentazione
industria costruzioni
INTERVISTA AL PM GUARINIELLO SICUREZZA le vie dell’antincendio
ACQUA
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chi la tratta bene
RINNOVABILI cogenerazione verso il 20/20/20
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INSERTI ECONOMICI a cura della Redazione e dell’Ufficio Studi ANIMA - per richieste contattare: alchieri@anima.it - redazione@anima.it (disponibili anche in inglese)
Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 686 - 1^ Quindicina di settembre 2014 pubblicata su questo numero de L’Industria Meccanica n.693 (settembre-ottobre 2014)
Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 20 - 24 gennaio 2014 pubblicata su L’Industria Meccanica n. 689 (gennaio-febbraio 2014)
Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia / estero | Tabella bianca 1° gennaio 2014 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su L’Industria Meccanica n. 690 (marzo-aprile 2014)
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TABELLE 1^ QUINDICINA DI SETTEMBRE 2014 TABELLE 1^ QUINDICINA DI SETTEMBRE 2014 || Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 686 (Piazza di Milano)
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Edizioni: A.S.A. S.r.l. - Via A. Scarsellini 13 - 20161 Milano - tel. +39 0245418.200 - fax +39 0245418.240 | Direttore Responsabile: dott. Giuseppe Bonacina | Riproduzione vietata - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 334.1981.
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BEING PART OF INNOVATION Fieramilano, 19-23 maggio 2015 ipack-ima.com
IPACK-IMA, la piÚ completa mostra delle tecnologie e dei materiali per il processing e il packaging del settore alimentare e non alimentare, vi invita a partecipare all’appuntamento mondiale che darà il via a una grande VYROWD LQ DPELWR ȴHULVWLFR Nell’edizione del 2015 Ζ3$&. Ζ0$ YHGU¢ LO GHEXWWR GHOOH VXH QXRYH ȴHUH FRUUHODWH H DOWDPHQWH VSHFLDOL]]DWH Meat-Tech, Fruitech Innovation e Dairytech – sviluppate per valorizzare tre importanti business community del VHWWRUH IRRG FKH FRPSRQJRQR OD JUDQGH Ζ3$&. Ζ0$
Connected events:
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SETTEMBRE OTTOBRE 2014 | l’INDUSTRIAMECCANICA
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