l'Industria Meccanica 697 - maggio-giugno 2015

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697 MAGGIO GIUGNO 2015 | l’INDUSTRIAMECCANICA

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697 MAGGIO GIUGNO 2015

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OLTRE LA MECCANICA

Come sarà la manifattura del futuro?

Beyond mechanics Additive and hybrid manufacturing through 3D printing Con un editoriale di Giambattista Gruosso

Industria e acciaio, verso un futuro sostenibile Case history: special steels

Edilizia, la riprogettazione dell’edificio rilancia il settore Jobs act, le nuove regole del lavoro

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FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DELL'INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE

Expo, è il momento del made in Italy D

L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73 Direttore responsabile Giuseppe Bonacina - bonacina@anima.it Direttore editoriale Alessandro Durante - durante@anima.it

iamo un’anima all’Expo. Lo aveva detto a dicembre l’arcivescovo di Milano Angelo Scola. E ora ci siamo. Expo Milano 2015 ha preso il via, dopo la prima esposizione del 1881 e la seconda, davvero internazionale, del 1906. Quell’Expo portò con sé grandi benefici economici, che si infransero pochi anni dopo nella Guerra mondiale, con il crollo del grande edificio ottocentesco dell’Europa. La nostra Expo, vorremmo fosse invece un punto di partenza per una vera ripresa economica. In un momento in cui l’Italia sta vivendo, pur nella crisi, una congiuntura positiva, grazie anche a un petrolio ancora basso e agli effetti del Qe della Bce, con un cambio euro/dollaro ai minimi storici. E vorremmo che l’anima (o l’Anima) di Expo – per riprendere le parole del cardinale – fossero le tecnologie meccaniche dell’industria del food e del risparmio energetico, che lavorano ogni giorno per nutrire il pianeta e dare energie per la vita. Ecco perché Anima è presente all’Esposizione all’interno di Palazzo Italia, tramite il progetto speciale Confindustria per Expo 2015. Una casa delle tecnologie che è possibile visitare anche online, sul portale expo2015. anima.it, e seguendo l’hashtag #animaperexpo. In questo numero della rivista apriamo la panoramica sui settori della meccanica con la siderurgia: siamo andati a visitare l’acciaieria Ori Martin a Brescia, e vi raccontiamo dei nuovi investimenti nel risparmio energetico. Parliamo poi di automazione, con una provocazione: la stampa 3D sarà davvero il futuro del manufacturing? Passiamo infine all’edilizia, con un’analisi sui dati emersi dal Progetto BiTech e un’intervista a Nadia Boschi di Lend Lease. Altro tema d’attualità è la riforma del lavoro, facciamo quindi il punto sui decreti già attivi del Jobs Act. E la sicurezza sul lavoro: spieghiamo l’iniziativa di formazione per carrellisti di Aisem e gli ultimi aggiornamenti europei sulle perforatrici. Per l’internazionalizzazione analizziamo lo scenario commerciale del Brasile, e chiudiamo con notizie sull’Oil&Gas, Idrotermosanitario e news dalle aziende della meccanica italiana. La Redazione - @IndMeccanica

Comitato editoriale Michele Bendotti, Giuseppe Bonacina, Sandro Bonomi, Maurizio Brancaleoni, Alberto Caprari, Alessandro Durante, Paola Ferroli, Andrea Orlando, Mario Salvi Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Pietro Luigi Cavallotti, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini Redattore Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Segretaria di redazione Cinzia Alchieri - alchieri@anima.it - Tel. 02 45418.211 Hanno collaborato a questo numero: Sabrina Cairoli, Alessandra Castaldo, Roberto Cattaneo, Fulvio Liberatore, Maria Grazia Micucci, Martino Di Nola, Andrea Pasquini, Gloria Presotto, Ernesto Vitiello Contributo speciale di: Jan Larsson, Siemens Plm Giambattista Gruosso, Politecnico di Milano Impaginazione Alessia Garbujo e Fabio Lunardon Responsabile della pubblicità Mario Salvi - salvi@anima.it Direzione e Redazione ANIMA Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo (6 numeri) Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Progetto editoriale e grafico ANIMA - L’Industria Meccanica Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it

È vietata la riproduzione di articoli e illustrazioni de “L’Industria Meccanica” senza autorizzazione e senza citarne la fonte. La collaborazione alla rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli autori non impegnano né la rivista né ANIMA e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane degli autori stessi. .

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397

l’industria meccanica 697 | 4


SOMMARIO | NUMERO 697

“Se non cerchi l’inaspettato, non troverai mai la verità” Eraclito (535– 475 a.C.)

EDITORIALE

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Un ingranaggio che si connette con uno smartphone. Non abbiate paura di innovare. . . . . . . . . . . . . . . . 9 Giambattista Gruosso

RUBRICA | Donne e uomini al timone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 CASE HISTORY | Siderurgia Acciai speciali: Ori Martin non conosce crisi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 di Carlo Fumagalli

FOCUS | Siderurgia Distribuzione, la crisi siderurgica vista da Assofermet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

22

EXPO 2015 Il favoloso mondo dell’industria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 La tecnologia dietro la buona tavola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

AUTOMAZIONE | Stampa 3D Il futuro dell’industria? Un sistema ibrido fra tradizione e manifattura addittiva. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Additive and hibrid manufacturing through 3d printing Dalle case alle valvole: tutte le applicazioni della stampa 3D . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Il Fab Lab al servizio delle Pmi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Contraffazione 3D: la violazione della proprietà intellettuale diventa meno controllabile . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

AUTOMAZIONE | News SPS: l’Industry 4.0 fa tappa a Parma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

LAVORO | Le nuove regole Jobs Act: al via le tutele crescenti e i nuovi ammortizzatori sociali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Lavoro e licenziamento, come cambiano le regole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 di Ernesto Vitiello

FOCUS | Edilizia intelligente Smart City Index: il QI delle città. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 di Gloria Presotto Progetto Bi-Tech: un’occasione per ripartire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 Lo Smart Building? Nodo di una rete intelligente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Intervista a Nadia Boschi L’edificio del futuro? Si progetta con il Bim. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50

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SOMMARIO | NUMERO 697

48

FOCUS | Sicurezza 12.000 carrellisti abilitati da Aisem: chi non è in regola rischia sanzioni penali e amministrative . . . . . . . 52 di Andrea Pasquini Perforatrici: da febbraio la barriera di sicurezza è un obbligo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 di Roberto Cattaneo e Sabrina Cairoli

PROGETTO DOGANA FACILE | Internazionalizzazione Brasile: la chiave per conquistare un mercato difficile è la conoscenza delle agevolazioni già presenti . . . 60 di Martino di Nola e Alessandra Castaldo

FIERE | Oil & Gas Omc 2015: il futuro dell’Europa deve essere l’indipendenza energetica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

FIERE | Automazione A Mecspe luci e ombre sul futuro del manifatturiero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 Intervista ad Alessandro Gentili

FLASH INTERNAZIONALIZZAZIONE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68

60

FIERE | Idrotermosanitario ISH 2015 Tecnologia al servizio del comfort . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70

AZIENDE

Cebora, evoluzione continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72

MERCATO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74

Domotica di nuova generazione; Automazione del magazzino di Modena della Caprari Spa; Climatizzazione firmata Clivet per il Moxy Hotel; Efficienza energetica, smart grid e smart city; Nuove sedi a Parma e Treviso per la Chimar; Audit tecnico di Siemens ai sistemi antincendio; Una macchina da caffè italiana: World Barista Championship; Logistica integrata da magazzino; Tellure Rôta, i risultati del 2014.

NEWS. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 APPUNTAMENTI ANIMA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88 RECENSIONI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 TABELLE ARANCIO

Listino prezzi materiali di interesse della meccanica varia - n. 693. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93

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EDITORIALE

I

Un ingranaggio che si connette con uno smartphone. Non abbiate paura di innovare

Giambattista Gruosso Politecnico di Milano Da molti anni opera sulla simulazione e sull’analisi dei sistemi elettrici ed elettronici, con particolare attenzione alla meccatronica, alla smart factory e allo sviluppo di software per la simulazione. Negli ultimi anni si è occupato di modelli di previsione e di analisi dei consumi e dei guasti nei sistemi elettromeccanici con l’estensione verso i sistemi embedded e l’Internet of Things. Giambattista Gruosso è senior member IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) ed è autore di numerose pubblicazioni nel settore.

l settore dell’automazione e delle macchine in genere sta vivendo una nuova primavera grazie alle diffusione sempre più capillare di tecnologie abilitanti quali l’internet of Things, la stampa 3D, il Machine to Machine, il Virtual Commissioning. Questo cambiamento radicale, rivolto ad aumentare la competitività e nello stesso tempo rilanciare nuovi prodotti e servizi in grado di incrementare la catena del valore di produzioni tradizionali, assume tanti nomi: Smart Factory, Automazione 4.0, Industria 4.0. Questi termini stanno entrando in maniera virale dentro il linguaggio comune, ma guardandosi intorno sembra che tutto questo rimanga relegato alle colonne dei giornali e dei convegni, senza trovare una piena aderenza nel tessuto industriale. Considerando i dati ricavati da sondaggi e dibattiti con il management si vede come molte aziende abbiano un’ estrema paura di fare errori durante l’implementazione di nuove tecnologie, soprattutto perché hanno difficoltà a comprendere come queste tecnologie possano essere impiantate nei propri processi o nei propri prodotti e quali siano i benefici che ne possano arrivare. Molte altre realtà sembrano non sapere, invece, dove iniziare per mettere mano al cambiamento. Sia gli uni che gli altri denotano una difficoltà a comprendere e gestire l’innovazione all’interno dei propri processi. Al contempo sono tutti concordi nell’affermare che il cambiamento è necessario e non si può solo rimanere a guardare. È necessario quindi generare una cultura del 4.0 che sia soprattutto fatta di casi di successo e di linee guida per la diffusione massiva di queste tecnologie nel tessuto produttivo. Questo si può ottenere solamente attraverso un coinvolgimento del management di primo livello per generare tavoli di innovazione all’interno delle proprie imprese e soprattutto in grado di guardare in settori diversi elementi di competitività per i propri prodotti e servizi. Non deve spaventare proporre al mercato un ingranaggio che si collega allo smartphone per raccontare di sé (condizioni di lavoro, di fabbricazione etc.) o che fotografato possa generare la ricetta per auto prodursi con lavorazioni additive, ma bisogna imparare a convincere il mercato che è quello di cui aveva bisogno. Se pensiamo alle tecnologie consumer la lezione da imparare è grande: hanno reso indispensabili alcuni gesti e abitudini che solo qualche anno fa non sentivamo il bisogno di compiere. Innovare oggi in settori tradizionali non è impossibile, ma richiede coraggio, visione e una grande capacità di fare sistema. □

9 | MAGGIO GIUGNO 2015


RUBRICA | Donne e Uomini al timone

Gennaro Pieralisi

ambasciatore della Regione Marche a Expo 2015 Assofoodtec (Associazione italiana costruttori macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare) federata Anima è orgogliosa di annunciare la selezione del suo associato Gennaro Pieralisi - Presidente dell’omonimo gruppo leader mondiale nella produzione di macchine olearie - fra i 15 testimonial delle Marche nel mondo per Expo 2015. Pieralisi entra a far parte della squadra di imprenditori scelti dalla Regione Marche come rappresentanti di tutti i territori e i settori che portano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo, in virtù della sua storia personale e del Gruppo che rappresenta. Cinquant’anni fa, dopo la laurea in ingegneria meccanica all’università di Pisa, Pieralisi seppe cogliere le opportunità offerte dal mercato per accompagnare e poi guidare l’azienda di famiglia, fino a farla diventare il principale gruppo fornitore di impianti per la produzione di olio d’oliva a livello mondiale. Il ruolo di ambasciatore della Regione a livello internazionale prevede la sua presentazione come caso di eccellenza rappresentativo del territorio, nell’ambito del racconto delle migliori identità italiane che caratterizzerà il Padiglione Italia durante i sei mesi della manifestazione. Il prestigioso riconoscimento contribuisce a rafforzare il legame tra Assofoodtec e Expo 2015, veicolato anche attraverso le storie di successo dei suoi associati. «Sono particolarmente lieto di rappresentare la mia Regione e anche la mia azienda in una manifestazione il cui ‘oggetto sociale’ è il cibo - ha commentato il Presidente Pieralisi. Con le nostre macchine produciamo circa il 75% dell’olio di oliva di tutto il mondo».

Fabio Bruschi, nuovo Direttore Italia di Honeywell Honeywell Building Solutions, azienda specializzata nel settore delle soluzioni integrate e dei servizi per edifici intelligenti, annuncia la nomina di Fabio Bruschi come nuovo Direttore Generale per l’Italia. Avrà il compito di sviluppare il business building solutions sia nel mercato italiano delle nuove realizzazioni che nelle maggiori ristrutturazioni di edifici esistenti non residenziali, dove sempre più i clienti chiedono risparmi energetici, sostenibilità e una maggiore sicurezza attraverso il supporto alla progettazione integrata affiancata alla capacità di un livello di servizio mirato al miglior ciclo di vita dell’edificio. Fabio Bruschi, laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico delle Marche, proviene dal settore Information Technology.

Giorgio Castiglioni è il nuovo Direttore Generale di Geberit e Pozzi-Ginori in Italia Lo scorso 3 febbraio, Geberit ha reso noto di aver soddisfatto tutti i presupposti per l’acquisizione del Gruppo Sanitec. Si tratta adesso di portare avanti il processo di integrazione tra le due imprese: in questo contesto Geberit ha annunciato che Giorgio Castiglioni è il nuovo Direttore Generale dell’organizzazione commerciale congiunta di Geberit e Pozzi-Ginori in Italia. Geberit ringrazia Mauro Lot per l’impegno dedicato a Pozzi-Ginori negli anni passati e annuncia che per lui è previsto un ruolo importante nel management della nuova società. La gestione degli affari correnti non subirà nessuna variazione: le precedenti unità commerciali distinte proseguiranno, fino ad ulteriore comunicazione, tutte le loro attività.

l’industria meccanica 697 | 10


RUBRICA | Donne e Uomini al timone

Christian Manca nominato Ceo in 2G Italia Christian Manca, già Chief Operating Officer di 2G Italia con delega alla progettazione, post-sales, assistenza e acquisti, è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione Ceo della società. Nato nel 1988, Christian Manca, entra nel 2010 in 2G GmbH presso la sede centrale di Heek nel ruolo di Key Account Manager Italy. «La posizione che assumo in 2G Italia è per me il coronamento di un percorso coerente di crescita ma anche una sfida. Ricevo la guida dell’azienda dopo che questa ha raggiunto nell’arco di 4 anni una posizione di leadership in Italia nella cogenerazione a motori endotermici, con più di 110 unità installate in tutto il Paese e in tutti i settori. Il lavoro per me e per tutti i miei collaboratori in Italia e i colleghi nel gruppo non mancherà di certo».

Massimo Padovan Business Development Manager di Motul Tech Massimo Padovan è entrato a fare parte del team di Motul Italia in qualità di Business Development Manager di Motul Tech, la divisione del gruppo Motul dedicata alla produzione di lubrificanti per il settore industriale. I prodotti Motul Tech ad alte prestazioni per la lavorazione dei metalli si rivolgono ad aree con un elevato potenziale industriale. Motul Tech, grazie alla propria rete di ingegneri e ricercatori professionisti, è dotata di unità tecniche specializzate, che forniscono prodotti e servizi utili ai produttori in molti settori: lubrificazione nei processi industriali, lavorazione dei metalli e asportazione di truciolo, lubrificazione a elevate prestazioni, lubrificazione ad alto rendimento per taglio di pietra e minerali, applicazioni in condizioni estreme.

Andrea Toselli è il nuovo Direttore vendite di Kwb Italia Cambio al vertice di Kwb Italia: Horst Stuffer lascia l’azienda dopo dieci anni di eccellente lavoro. La guida della filiale italiana dell’azienda stiriana, produttrice di caldaie a biomassa, viene momentaneamente assunta dalla casa madre austriaca e dal nuovo direttore vendite. Erwin Stubenschrott, fondatore, socio e amministratore delegato di Kwb GmbH, assume momentaneamente la guida della filiale italiana di Kwb, azienda specializzata nel settore del riscaldamento a biomassa. Al suo fianco ci sarà Andrea Toselli, il nuovo direttore vendite di Kwb Italia che porta con sé un’esperienza pluriennale nel settore del riscaldamento e una fitta rete di contatti su tutto il territorio italiano.

Martina Casani è il nuovo Direttore Marketing di Solair Solair, società software rivolta al mondo dell’Internet of Things (IoT) e M2M annuncia la nomina di Martina Casani come Direttore Marketing. Casani ha maturato importanti esperienze prima in ambito consulenziale e successivamente in aziende di servizi, con ruoli di crescente responsabilità nell’area Marketing e Comunicazione. Casani arriva da Enter, tra i più innovativi cloud provider europei, dove ha svolto dal 2010 il ruolo di Direttore Marketing dell’intero portfolio di servizi - dati, internet e cloud computing. Martina Casani si occuperà del posizionamento di Solair come soluzione leader nell’ambito dell’Internet of Things. Seguirà le attività di promozione della piattaforma e di prodotti Solair.

11 | MAGGIO GIUGNO 2015


CASE HISTORY | Siderurgia

ACCIAI SPECIALI Ori Martin non conosce crisi

di Carlo Fumagalli l’industria meccanica 697 | 12


CASE HISTORY | Siderurgia

D

all’ufficio a vetri della direzione si può avere sotto controllo, dall’alto, tutto lo stabilimento di Ori Martin, a Brescia. Gli autocarri in entrata carichi di rottame. Il rossore del forno elettrico visibile in fondo al capannone. L’edificio che ospita il laminatoio. Le billette, la vergella, i laminati in barre stoccati in ordine e pronti per essere caricati. «Siamo una piccola realtà, se rapportati al mondo della siderurgia», ci dice Natale Gaudenzi, direttore dello stabilimento, «ma è qui che facciamo la differenza: siamo flessibili nei confronti del mercato». La capacità di lavorare su commessa, in effetti, è quasi un’unicità nel settore dell’acciaio, ma non è il solo elemento che ha reso il gruppo Ori Martin immune dai contraccolpi della crisi che ha investito, ad esempio, tutti i fornitori del settore edile. Ha giocato un ruolo decisivo, infatti, il coraggio di cambiare in corsa tipologia di

convive con la città. Così, integrata nel tessuto urbano a due passi da un parco e dalle scuole pubbliche, «è da sempre stimolata a investire per migliorare l’efficienza e contenere le emissioni», spiega Uggero de Miranda, vicepresidente e diretto discendente della famiglia che ha fondato l’azienda. Oggi è in allestimento un progetto da 12 milioni di euro che, una volta ultimato, convoglierà il calore in un impianto di teleriscaldamento della città di Brescia e, attraverso una turbina, produrrà energia elettrica per gli usi interni di stabilimento. Dal maglio ad acqua alla colata continua Certo, agli inizi del secolo la città non si estendeva fino al quartiere occupato dall’acciaieria. Anzi, già prima della vocazione al ferro e l’acciaio l’area del quartiere di San Bartolomeo a Brescia ospitava nel

Il sistema iRecovery sarà capace di recuperare energia termica dai fumi con generazione di vapore e cederla alla rete cittadina produzione: dai tondi per cemento armato, che hanno fatto la fortuna dell’azienda a metà Novecento, alla produzione odierna di acciai speciali per la meccanica. Oggi lo stabilimento di Brescia fattura circa 350 milioni e dà lavoro a 400 persone, ed è fra i produttori più avanzati d’Europa. E per leggere questi risultati non va dimenticato un fattore sociogeografico: l’acciaieria Ori Martin

1902 la Società Ing. Conti, divenuta Ori, Officine Riunite Italiane, sette anni più tardi. Costruivano soprattutto turbine. Quando dopo la crisi del ’29 muore il figlio del fondatore viene messa in liquidazione una delle più grandi aziende meccaniche a capitale bresciano. È qui che la storia della Ori si intreccia con quella di Oger Martin. Ingegnere di Liegi, era venuto in 13 | MAGGIO GIUGNO 2015

SPECIAL STEELS Ori Martin knows no crisis From the glass offices of management, on high, the entire premises of ORI Martin in Brescia can be kept under control. The trucks entering, laden with scrap metal. The electric furnace, glowing red at the end of the large shed. The building where the rolling mill is housed. The billets, the wire rod, the bars, tidily stacked and ready for loading. «We are a small company, in comparison with the steel sector» Natale Gaudenzi, plant manager, tells us, «but this is where we make a difference - we are flexible in dealing with our market». The ability to make to order (MTO) is actually quite unique in the steel sector. But this is not the only thing which has protected the ORI Martin Group from the effects of the recession that has hit, for example, all construction industry suppliers. A decisive role has been played by their courage in changing production type midstream, from the rebars that brought the company success in the mid-twentieth century, to their current production of special engineering steels. Nowadays the Brescia plant has a turnover of about 350 million Euro and employs 400 people. It is one of Europe’s most advanced manufacturers. And, in reading these results, a socio-geographical factor should be kept in mind – the ORI Martin steelworks is part of the town. Integrated into the urban area, just a step from the park and from the local schools, «we have always been stimulated to invest to improve efficiency and reduce emissions», explains Uggero de Miranda, vice president and direct descendant of the family that founded the company. Today, a 12 million Euro project is underway which, when finished, will channel heat into a district heating plant for the town of Brescia and, through a turbine, will produce electricity for the plant’s internal use. From the water-powered hammer to continuous casting Of course, at the beginning of the century


CASE HISTORY | Siderurgia the town had not expanded as far as the area of the steelworks. In fact, before being used for iron and steel, in 1902 the area of the district of San Bartolomeo in Brescia was the location of Società Ing. Conti which, seven years later, became ORI (Officine Riunite Italiane). Their main product was turbines. After the recession of 1929 and the death of the owner’s son, the company – one of the largest joint-stock engineering firms in Brescia – went into liquidation. And it was here that the paths of ORI and Oger Martin met. This engineer from Liège had come to Italy when only twenty-one years old, sent by the engineering firm that employed him to explore the market. But in 1933, with Lorenzo Ferretti, he founded Ferretti & Martin, which produced hammered steel from disused railway tracks and specialised in manufacturing agricultural implements. On 18th January 1940 the two partners took a great step and purchased ORI, acquiring the brand. And when the economy picked up after the war, their hot-rolling activity was able to really take off, starting, just like today, from the scrap metal, of which there was no shortage in post-war Italy. From then on, growth was continuous, with the installation in 1950 of the first EAF (electric arc furnace) and the introduction in 1965 of continuous casting. Investing in the production process The real sight to be seen, of the furnace that fires the rolling mill of ORI Martin, is underneath the ground. A walking beam furnace (in Italian, forno a Longheroni), manufactured by Forni Industriali Bendotti. To see the machinery in movement, you must go down some steps and walk along, following the route inside the furnace. «The installation of the new furnace was an investment made last year.» explains Natale Gaudenzi, «This important change now enables us to process larger billets». Indeed, the furnace can load billets measuring from 140x140 mm to 160x160 mm, in varying lengths up to 12 metres. The furnace was made using a modular system by Forni Industriali Bendotti and was then transported and assembled on-site over three months. «This is part of a wider refurbishing of the plants» Gaudenzi continues, «In fact at the same time we modified the casting section to obtain larger billets and we replaced the heat treatment annealing

furnaces to improve product performance and homogeneity». The billets reach the hot-rolling phase having gone through a delicate step. From melting down the scrap metal, until it is tapped into the ladle. This is where the phase of secondary steelmaking begins, where elements are added to achieve the specific chemical levels need for every type of product. In fact, ORI Martin products are made for a variety of markets: special steels destined particularly for the automotive sector, but also many clients are hot-work and cold-work steel toolmakers. «As far as the steelworks are concerned» Gaudenzi explains «about 50% of production is made up of cold-work steel, while about 15% is destined for making car suspensions, 10% is case hardening steel and another 10% is high carbon steel. The rest is mostly made up of 100Cr6 and welding steel». Sustainability - clean energy by recovering heat from fumes We were the first in Italy to install a continuous-feed, Consteel furnace says Uggero de Miranda. This is one way of reducing energy consumption. Thanks to this technology, from 1990 to today, we have calculated a reduction of about 20% of the furnace’s energy requirement per ton produced. At the end of 2015, the i-Recovery system will start working, able to recover heat energy from fumes with steam generation and to re-use it. ORI Martin’s partners in the project are Turboden and Tenova. Tenova technology will make heat recovery possible, which will enable the production of electricity using ORC (organic Rankine cycle) technology provided by Turboden. Heat energy will also be produced, which will be fed into the urban district heating network of Brescia, run by A2A. «In this way we save money and obtain clean energy» De Miranda continues «But we have always been stimulated – in part by our closeness to the town – to invest in environmental sustainability». Including from an acoustic point-of-view. «We have just completed the soundproofing partition of the scrap metal deposit». This is not simply about obeying regulations, but is something more - a factory that provides employment in an area, like that of Brescia, which has founded the greater part of its value on industry and on steel. □ l’industria meccanica 697 | 14

Produzioni avanzate e lavoro su commessa Un’acciaieria storica nel cuore di Brescia


CASE HISTORY | Siderurgia

Il forno di riscaldo del laminatorio di Ori Martin a Brescia

Italia appena ventunenne per conto dell’azienda meccanica per cui lavorava, per esplorare il mercato. Ma nel 1933 fonda con Lorenzo Ferretti la Ferretti&Martin, che dalla lavorazione a maglio del ferro recuperato da rotaie in disuso si era specializzata nella fabbricazione di attrezzi agricoli. Il grande passo avviene il 18 gennaio 1940: i due soci rilevano la Ori e ne acquisiscono il marchio. E con la ripresa economica post-bellica può davvero prendere il via l’attività di laminazione, oggi come allora a partire dal rottame, che del resto non mancava in un’Italia colpita dalla guerra. Da lì in avanti sarà una continua evoluzione, con l’installazione nel 1950 del primo forno elettrico ad arco e l’introduzione nel ’65 della colata continua.

Investimenti nel processo produttivo Il vero spettacolo nel vedere il forno di riscaldo che alimenta il laminatoio di Ori Martin è sotto il livello del suolo. Un forno walking beam (altrimenti detto a Longheroni), fabbricato da Forni Industriali Bendotti. Per vedere il movimento della macchina bisogna scendere una serie di scalette e camminare seguendo il percorso all’interno del forno. «L’installazione del nuovo forno è un investimento fatto l’anno scorso», spiega Natale Gaudenzi, «con questa importante sostituzione siamo ora in grado di riscaldare billette di dimensioni superiori», viene infatti caricato con billette di sezione da 140x140 mm a 160x160 mm e di lunghezza variabile fino a 12 metri. Il forno è stato realizzato con siste15 | MAGGIO GIUGNO 2015

ma modulare da Forni industriali Bendotti, ed è stato poi trasportato e assemblato in loco in tre mesi. «Fa parte di un più ampio adeguamento degli impianti» continua Gaudenzi, «infatti abbiamo allo stesso tempo modificato la sezione di colaggio per avere billette di sezione maggiore e sostituito i forni di ricottura dei trattamenti termici per avere un prodotto più performante e omogeneo». Le billette che arrivano alla fase di laminazione hanno già passato una fase delicata. Dalla fusione del rottame, fino allo spillaggio nella siviera. È qui che ha inizio la fase di metallurgia secondaria, dove vengono aggiunti i giusti elementi per arrivare ai livelli chimici specifici per ogni tipologia di prodotto. I prodotti Ori Martin vanno infatti a una molteplicità di mercati: acciai speciali


CASE HISTORY | Siderurgia Recupero termico: gli approfondimenti su industriameccanica.it

destinati in modo particolare al settore automotive, ma non solo, molti clienti sono stampatori a caldo e a freddo nel campo dell’utensileria. «Per quanto riguarda l’acciaieria» spiega Gaudenzi, «circa il 50% della produzione è composta da acciai per stampaggio a freddo, mentre circa il 15% è destinato alla produzione di molle auto, il 10% sono acciai per cementazione e un altro 10% acciai ad alto tenore di carbonio. Il resto è costituito principalmente da 100cr6 e acciaio per saldatura». Sostenibilità: energia pulita dal recupero del calore dei fumi «Siamo stati i primi in Italia a installare un forno Consteel, a carica

continua», dice Uggero de Miranda. La riduzione dei consumi energetici passa anche da qui: grazie a questa tecnologia dal 1990 ad oggi è stata calcolata una riduzione del 20 % circa del fabbisogno energetico del forno per ogni tonnellata prodotta. Alla fine del 2015 entrerà in funzione l’impianto i-Recovery, capace di recuperare dell’energia termica dai fumi con generazione di vapore e di riutilizzarla. Il progetto vede in campo insieme a Ori Martin le aziende Turboden e Tenova. Con la tecnologia Tenova sarà possibile il recupero del calore, che permetterà di produrre sia energia elettrica con tecnologia Orc (Organic Rankine Cycle) messa a punto da l’industria meccanica 697 | 16

Turboden, sia energia termica, che verrà ceduta alla rete di teleriscaldamento urbano di Brescia gestita da A2A. «In questo modo si ottiene risparmio ed energia pulita» continua De Miranda, «del resto siamo sempre stati stimolati, anche dalla vicinanza con il nucleo urbano, a investire in sostenibilità ambientale». Anche dal punto di vista acustico: «In questi giorni abbiamo completato il tamponamento per l’insonorizzazione del parco rottame». Non si tratta solo di rispettare le regole, è qualcosa di più: una fabbrica capace di dare lavoro a un territorio, come il bresciano, che sull’industria e sulla siderurgia ha fondato gran parte del proprio valore. □


CASE HISTORY | Siderurgia

Distribuzione, la crisi siderurgica vista da Assofermet A

nche i commercianti e i distributori di prodotti siderurgici sono in difficoltà. La crisi che negli ultimi anni ha colpito duramente l’acciaio europeo – con una domanda inferiore di circa il 30 % rispetto ai livelli pre-crisi e un eccesso produttivo di quasi 80 milioni di tonnellate – non ha risparmiato il comparto rappresentato da Assofermet: 800 aziende, che movimentano circa il 70% della distribuzione italiana, per un giro d’affari di oltre 10 miliardi di euro e un parco clienti di 150mila imprese. Un mondo che subisce da anni il rallentamento del settore. Con alcune differenze tra i vari rami. «Gli acciai lunghi, destinati soprattutto al settore delle costruzioni, pagano da lungo tempo la crisi che affligge tutta l’edilizia, e faticheranno a rialzarsi fino a quando non si riprenderà l’intero comparto» spiega Michele Ciocca, Presidente di Assofermet Acciai. «Va meglio ai prodotti piani, impiegati nei beni strumentali, nella meccanica e nell’automotive. Grazie alle recenti manovre della Banca Centrale Europea, che hanno riattivato le esportazioni, l’incremento di volumi è stato infatti del

10-15% rispetto allo scorso anno». Un export che si rivolge soprattutto ai Paesi dell’Eurozona, in primis alla Germania. Quanto potrà essere sostenuta questa ripresa, tuttavia, rimane un punto interrogativo: «Viviamo ormai con visibilità molto corte. Si parla di una crescita del Pil dello 0,7%: per ora ci accontentiamo», conclude Ciocca. Non semplice la situazione anche per il settore dei rottami: «Con una siderurgia in crisi, soprattutto quella a forno elettrico, si verifica il problema della carenza di rottame» dichiara Romano Pezzotti, Presidente di Assofermet Rottami. «In Italia attualmente produciamo quasi 12 milioni di tonnellate (11.841.000), mentre il fabbisogno ammonta a 19 milioni e mezzo. Il restante deve essere importato dall’estero (soprattutto da Francia e Germania), con tutte le difficoltà di reperibilità e costi che ne derivano». Un altro male strutturale che affligge il comparto è la scarsa solidità finanziaria delle aziende. «La sicurezza dei pagamenti non c’è più. I nostri clienti non stanno economicamente bene: non sono perciò affidabili, garanti17 | MAGGIO GIUGNO 2015

ti e assicurati». Purtroppo, infatti, «Questa crisi ha fatto una grossa selezione. Chi non ha saputo adeguare il proprio modello di business ai nuovi ritmi del mercato, è rimasto indietro». E il caso Ilva? Sorprendentemente, non ha avuto un forte impatto: «La situazione era già così compromessa che Taranto ha influito poco o niente» spiega Michele Ciocca. «Certo, a livello Paese sono aumentate le importazioni, e questo è un dato negativo per il sistema. Tuttavia comprare l’acciaio non è più un problema: Cina, India e Turchia lo vendono a prezzi molto bassi. La questione fondamentale è invece sempre lo stessa: l’Europa produce molto più acciaio di quanto l’industria ne richieda» conclude. «La mia opinione personale» dice invece Pezzotti «è che le criticità ambientali dell’ex Italsider siano inferiori a quelle di altri stabilimenti europei e anche nazionali. Ad oggi, con il minerale a 50 dollari a tonnellata, se l’Ilva funzionasse a regime sarebbe il fiore all’occhiello della siderurgia europea. Purtroppo ha subito quello che è successo in questi anni». □ g.p.


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atria del buon gusto, del cibo di qualità, della dieta mediterranea. Eppure l’Italia è solo al quinto posto nel mondo per capacità produttiva alimentare. Un risultato insoddisfacente, secondo Giorgio Squinzi. «Si tratta di un dato incredibile se pensiamo a cosa rappresenta nell’immaginario collettivo la nostra cultura alimentare» ha infatti dichiarato il Presidente di Confidustria, «le prospettive di scalare posizioni ci sono perciò tutte e sono concretamente aggredibili. Dobbiamo sfruttare appieno l’Expo, lavorando insieme al governo, per imporre il made in Italy e difenderne caratteristiche uniche e inimitabili». Ecco il perché di “Fab Food, La fabbrica del gusto italiano”, la mostra organizzata da Confindustria e curata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Lo scopo dell’installazione, presente in Expo all’interno di Padiglione Italia, è illustrare le connessioni della filiera agro-alimentare italiana, dal seme nel campo ai prodotti consumati a tavola, passando per l’industria alimentare italiana. Per farlo, un percorso individuale e interattivo accompagna il visitatore verso la consapevolezza che le scelte di oggi influenzano il cibo di domani. Del tutto in linea con il claim di Expo 2015, “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Un tema che affonda le sue radici nella storia del Paese, nella sua cultura da sempre ambasciatrice di buon cibo, alimentazione equilibrata, amore per la natura. Un tema che non entra in gioco solo dal punto di vista culturale e sensoriale. Quello alimentare è infatti un comparto rilevante dell’industria nazionale, un settore che deve essere valorizzato al massimo in questa occasione unica. Strutturata in dieci sale, Fab Food prevede diversi step: si inizia con l’area dei sensi, in cui al visitatore viene posta la domanda «Qual è il cibo

Il favoloso mondo dell’Industria Fab Food: un’occasione unica per il rilancio del made in Italy dei tuoi desideri?», per proseguire con la giostra “Nutrire il pianeta”, in cui l’ospite viene sfidato ad affrontare le problematiche e le possibili soluzioni legate al tema di Expo per sfamare nel 2050 9 miliardi di persone. “Obiettivo sicurezza” prevede invece che si riordinino nella giusta sequenza le fasi di lavorazione, trasformazione, conservazione e imballaggio di prodotti, simulando la guida di un muletto all’interno degli spazi di una fabbrica. Ci si addentra poi nel mondo della tecnologia, delle innovazioni che rendono possibile la produzione di cibo sano, con alti standard e sempre minori sprechi di risorse. “Riflessi di tecnologia”, “Figure in forma” e “Ricette di innol’industria meccanica 697 | 18

vazione” sono le sezioni dedicate a questi temi. Giostre, installazioni audiovisive, sale degli specchi, juke-box: l’approccio è ludico, ma l’intenzione serissima. Si tratta di valorizzare attraverso la vetrina unica di Expo 2015 le imprese nazionali e le loro tecnologie, mostrare al mondo il know-how italiano, il saper coniugare sostenibilità, tradizione, qualità e innovazione. In campo non ci sono solo le industrie del food: il tema di Expo “Energy for life” comprende anche la filiera energetica. Pompe di calore, dunque, caldaie, climatizzazione: tutti settori in cui il made in Italy rappresenta l’eccellenza nel mondo. □


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The wonderful world of industry Fab Food: a unique occasion for relaunching Made in Italy Country of good taste, of food of quality, of Mediterranean diet. And yet Italy is just at the fifth place in the world for food processing capacity. An unsatisfying result according to Giorgio Squinzi. “It is actually unbelievable if we think what collective imagination means for our food culture” said the President of Confindustria “Prospects of climbing positions are effective and actually potential. We should take advantage of Expo in the whole by co-operating with Government, so to make Made in Italy assert itself and safeguard aspects unique and inimitable”. This is the meaning of “Fab Food, the factory of Italian taste”, the show arranged by Confindustria and curated by the National Museum of Science and Technology of Milan. The purpose of the above exhibition, located at Expo within Italian Pavillon, is to point out the connexions of the Italian agro-food supply chain, from seeds in the fields to products consumed on the table, through the Italian food industry.

To this purpose, there is an individual and interactive path accompanying visitors toward an awareness that choices of today will affect the food of tomorrow. Completely in line with the claim of Expo 2015 “Nourishing the planet, energy for life”, an issue which is deeply rooted in the Italian history, in its culture which is all along ambassador of good food, balanced nutrition, love for nature. An item which does not only involve cultural and sensorial aspects. Food sector is a major branch of Italian industry, which should be appraised at most in a unique occasion as Expo is. Structured in ten rooms, Fab Food offers different steps: starting from sensorial area, where visitors are asked “Which is the food of your wishes?”, than going on with the merry-go-round “Nourishing the planet” where the guest is provoked to face with problems and possible solutions related to Expo matters aimed at feeding 9 billion people in 2050. On the other hand “Target safety” provides that steps of ma-

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nufacturing, processing, preservation and packaging of products be rearranged in the correct frame, by simulating the drive of a fork lift inside the rooms of a factory. Then one enters the world of technology, of innovations making possible production of healthy food, with high standard and ever fewer food waste. “Reflections of technology”, “Images in shape” and “Recipes of innovation” are the dedicated sections. Merry-go-rounds, audiovisual equipment, rooms of mirrors, juke-boxes: the contact is playful, but the intent very professional. At the showcase of Expo 2015 may indeed Italian companies and their technologies, Italian know-how and the right combination of sustainability, tradition, quality and innovation be appraised and showed to the world. On the field there are not just food industries: the issue of Expo “Energy for life” includes the energy supply chain as well. Thus, heat pumps, boilers, air conditioning: all sectors where Made in Italy stands for the excellence worldwide. □


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La tecnologia dietro la buona tavola Tutti i numeri della manifattura italiana per il food

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iù di trentaquattro miliardi di euro, è il valore dell’export dell’agroalimentare italiano. Del resto il cibo made in Italy è da sempre nostro ambasciatore nel mondo. Ma dietro una buona tavola, un buon prodotto, uno stile alimentare sano, vive e lavora un’industria che rende possibile questa qualità. Non di solo cibo vive l’uomo dunque, ma anche di industria. E di tecnologia: «non ne hanno bisogno solo i Paesi che devono ridisegnarsi diversificando le esportazioni e diminuendo la propria dipendenza dalle industrie estrattive, ma anche i Paesi dell’Africa e del Sud e Centro America, per i quali è importante sviluppare la propria capacità produttiva introducendo tecnologie aggiornate», ha spiegato Nicola Marzaro, presidente di Assofoodtec, l’associazione che rappresenta in Anima i costruttori di impianti, attrezzature per la pro-

duzione, la lavorazione e la conservazione alimentare, che insieme a Ucma rappresenta la filiera tecnologica alle spalle della tavola italiana. Il settore dei costruttori italiani di macchine per confezionamento e l’imballaggio, ad esempio, costituito da circa 600 aziende con un fatturato totale di oltre 6,2 miliardi di Euro, è da sempre una punta di diamante del nostro sistema industriale nal’industria meccanica 697 | 20

zionale. «Le nostre aziende, che realizzano all’estero mediamente oltre l’80% del proprio fatturato, operano da decenni su tutti i mercati mondiali e si contendono la leadership mondiale coi costruttori di macchine tedeschi» dichiara il Presidente di Ucima, Giuseppe Lesce. «L’Italia è il primo paese esportatore per pastifici ed estrusi, ed il terzo per il settore molitorio» dichiara il Presidente Ucma - Costruttori Macchine per l’Industria Alimentare, Claudio Maria Pollini. «I valori medi dell’export si attestano al 73% per le Macchine e Impianti per pastifici ed estrusi alimentari e all’89% per molini, mangimifici e sili; considerando che in Ucma convivono grandi e medio-piccole realtà con minore capacità di internazionalizzazione, i grandi gruppi arrivano in alcuni casi fino al 93-94%». Tra i paesi di destinazione l’Africa ha


EXPO 2015 avuto un netto recupero negli ultimi 3-4 anni nell’ambito pastifici ed estrusi, mentre Asia ed Europa hanno fatto da padrone per il settore molitorio. Entrambi i settori hanno dimostrato invece una buona tenuta nei mercati “tradizionali”, ossia Centro-Sud America ed Europa dell’Est. «Il comparto che rappresento ha sofferto nei primi anni di crisi, ma recentemente abbiamo registrato un trend positivo, con fatturati in crescita che oggi si aggirano sui 700 milioni di euro e un export pari al 70% della produzione totale» - sottolinea il Presidente del Gruppo Ucma Costruttori Macchine e Forni per Panificazione, Igino Sottoriva. «Grazie al grande sforzo fatto dalle imprese, oggi l’Italia è la prima esportatrice al mondo di macchine, forni e attrezzature per la Panificazione e la Pasticceria» Si parla d’eccellenza anche per il settore del gelato: «Non c’è nessun altro Paese al mondo che possa equiparare la sua offerta a quella del comparto del gelato artigianale e di produzione propria in Italia» commenta il Presidente Acomag - Costruttori Macchine Arredamenti Attrezzature per Gelato, Vittorio Bartyan. «È pertanto lecito parlare di Sistema Italiano del Gelato per descrivere un comparto in cui la grande professionalità, gli investimenti, le ricerche e l’innovazione hanno permesso al settore di crescere grazie al lavoro e al merito di tutti i suoi attori, facendo convergere chiunque abbia un interesse per il gelato artigianale sui prodotti, macchine, attrezzature e arredamenti italiani». Anche il caffè espresso, un prodotto storicamente legato alla cultura alimentare italiana, sta assistendo a un’internazionalizzazione della domanda: oggi i tre quarti della produzione nazionale viene assorbita dai mercati esteri e, osservando la dinamica delle aziende associate ad Ucimac, questa quota va oltre l’80%.

«Continuando a investire su innovazione e organizzazione, le aziende italiane sono riuscite a crescere nonostante il contesto economico sfavorevole dell’ultimo quinquennio, con un aumento del 12% della produzione e del 19,5% dell’export dal 2010 al 2014». mette in luce il Presidente Ucimac - Costruttori Macchine per Caffè Espresso ed Attrezzature per Bar Maurizio Giuli. «Piuttosto che parlare del significato di Expo 2015 per il settore delle tecnologie per il food, possiamo descrivere l’offerta delle nostre aziende per la manifestazione e il suo importantissimo tema» – dice il Presidente Costruttori Affettatrici, Tritacarne ed Affini Andrea Salati Chiodini. «Le imprese del nostro comparto innovano, investono, producono con l’obiettivo primario di evitare gli sprechi energetici e alimentari e assicurare la sicurezza dei lavoratori. Guardare sempre avanti senza dimenticare il nostro passato ci ha permesso di diventare la prima nazione al mondo nella produzione di macchine per la lavorazione di alimenti». «Nel settore delle Tecnologie per la refrigerazione alimentare l’Italia, con un valore di esportazione pari a circa 1,5 miliardi di euro su un totale di circa 21 miliardi di esportazione nel mondo, si colloca al terzo posto di un podio ideale a pari merito con Stati Uniti e Germania» – afferma il Presidente Costruttori Impianti Frigoriferi Marco Nocivelli. Se però scendiamo a livello delle Attrezzature Frigorifere per il Commercio, la quota italiana sul totale delle esportazioni raggiunge la percentuale del 20%. «Expo sarà l’occasione per sottolineare come le macchine prodotte dalle società italiane siano capaci di coniugare bellezza e ingegno, merchandising e innovazione tecnologica, tradizioni secolari e consumi sostenibili, caratteristiche che le rendono leader nel settore». □ 21 | MAGGIO GIUGNO 2015

Macchine per il confezionamento e l’imballaggio: 600 aziende, fatturato totale di oltre 6,2 miliardi di Euro, export 80% Costruttori Macchine per l’Industria Alimentare: export 73% per le Macchine e Impianti per pastifici ed estrusi alimentari; 89% per molini, mangimifici e sili; i grandi gruppi fino al 93-94% Costruttori Macchine e Forni per Panificazione: fatturato di circa 700 milioni di euro, export pari al 70% Macchine per Caffè Espresso ed Attrezzature per Bar: aumento del 12% della produzione e del 19,5% dell’export dal 2010 al 2014 Tecnologie per la refrigerazione alimentare: export 1,5 miliardi di euro su un totale di circa 21 miliardi di esportazione nel mondo. Al terzo posto a pari merito con Stati Uniti e Germania Attrezzature Frigorifere per il Commercio: 20% dell’export mondiale


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IL FUTURO DELL’INDUSTRIA? un SISTEMA IBRIDO FRA TRADIZIONE E MANIFATTURA ADDITIVA

Jan Larsson Senior Marketing Director EMEA Product Engineering Software Siemens PLM Software 23 | MAGGIO GIUGNO 2015


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egli ultimi anni, i rapidi progressi della stampa 3D non solo hanno portato questa tecnologia a disposizione dei consumatori, ma hanno anche permesso nuove tipologie di additive e hybrid manufacturing su scala più ampia. Secondo la società di analisi Idc, la stampa 3D sta per essere adottata da molte aziende in quanto vengono riconosciuti i costi e i benefici di fabbricazione dei prodotti realizzati con questa tecnologia. Idc prevede un aumento in termini di vendita delle stampanti 3D di dieci volte superiore tra il 2012 e il 2017. Questo trend riguarda soprattutto le imprese consumer e di piccole dimensioni, ma avrà anche un impatto importante in campo industriale. In particolare, la stampa 3D ha trasformato i modi possibili in cui i prodotti possono essere progettati, sviluppati, realizzati e distribuiti. Questi progressi hanno dato il via alla realizzazione di prodotti più completi, più sicuri, con tempi di consegna più brevi e costi inferiori. La sfida dell’additive manifacturing Se la stampa 3D da un lato offre la possibilità di accelerare e semplificare in modo significativo i processi, dall’altro pone anche numerose sfide. La prima è lo stato attuale delle cose e l’evolversi della tecnologia, la conoscenza delle applicazioni disponibili e le sfide provenienti dal mercato. Calcolare, per esempio, il trade-off tra costi di lavorazione e integrare un processo di stampa 3D per lo sviluppo di tecnologie di forgiatura è difficile in un contesto che cambia di continuo e che offre pochi punti di riferimento. I produttori che vogliono portare questa tecnologia al di là della fase di prototipazione e inserirla nella produzione, oggi sono veri e propri pionieri, con la conseguente difficoltà di giustificare investimenti e prendere decisioni di

implementazione. Questo sta a significare che un’implementazione di successo in una singola applicazione di manufacturing può richiedere mesi, se non addirittura anni. Inoltre, l’additive manufacturing richiede la conversione di geometrie Cad in file Stl, procedimento che comporta parecchie imprecisioni a differenza della tradizionale produzione con tecnica sottrattiva. Ci sono numerose altre sfide che ri-

ne (taglio, modellatura e attrezzature) all’approccio additivo - e infine ibrido - richiede una nuova mentalità e nuovi strumenti o processi. Questo apre anche nuove possibilità di analisi e di utilizzo di materiali diversi. Produzione su richiesta e su misura Due dei principali vantaggi della stampa 3D sono la possibilità di

L’evoluzione della produzione additiva In campo industriale, la stampa 3D è nata qualche decennio fa, ma il suo utilizzo era molto limitato. All’inizio era riservato solo alla prototipazione tramite la stereolitografia. Ciò ha permesso di realizzare prototipi per lo sviluppo del prodotto, ma i risultati iniziali sono stati molto scarsi e difficili, legati soprattutto al concetto di visualizzazione. In conclusione, la maggior parte dei progetti ha continuato a essere prodotta in serie tramite la produzione tradizionale, dato che, anche se gli utensili possono essere costosi, questo metodo realizza singole parti a basso costo ed è ottimo per grandi quantità. Di solito una produzione di questo tipo fornisce anche una migliore finitura superficiale. Le tecniche di additive manufacturing si sono evolute a partire dalla stereolitografia che trasforma un materiale plastico liquido in materiale solido. Tra le altre tecniche ci sono la tecnologia di sinterizzazione laser selettiva, la fusione a fascio di elettroni, la stampa 3D Polyjet 3D o la modellazione a deposizione fusa. Ognuna di queste ha dei pro e dei contro che vanno dalla resistenza del materiale alla facilità d’uso, passando per la risoluzione e i tassi di scarto. La produzione additiva crea, però, opportunità di progettazione che sono impossibili con un metodo tradizionale.

chiedono ulteriori ricerche al fine di garantire che un prodotto venga realizzato in modo coerente. L’additive manufacturing attualmente non consente il monitoraggio dinamico del processo, che è abbastanza uno standard all’interno di una produzione convenzionale. Non solo, essa richiede nuove macchine, ma il passaggio dalle tecniche sottrattive tradizionali di produziol’industria meccanica 697 | 24

creare prodotti personalizzati e non standard e disegni complessi come una singola unità. Questa tecnologia offre un’ampia gamma di vantaggi in termine di riduzione di tempo, risorse e costi. Un semplice esempio è la creazione di montanti. Piuttosto che realizzare un pilone che è pesante e ha bisogno di essere modellato, una versione 3D stampata presenta una struttu-


AUTOMAZIONE | Stampa 3D ra di supporto interna complessa ma vuota, nella forma desiderata. Questo processo è in definitiva più veloce e il risultato è più robusto, più snello e comporta meno utilizzo di materiale. Inoltre, un progetto che richiede la creazione di parti multiple assemblate in un secondo momento, può essere stampato come un unico oggetto. Quando si utilizzano tecniche convenzionali di produzione, anche gli assemblaggi relativamente semplici possono richiedere molti pezzi prodotti separatamente, aggiungendo costi e limitando le opzioni di progettazione. La personalizzazione a mano libera che offre l’additive manufacturing non solo permette la prototipazione rapida, ma anche che i progetti basilari possano essere modificati per esigenze individuali. Non solo le stampanti 3D permettono la creazione di nuovi progetti, ma consentono anche l’utilizzo di nuovi materiali. Questo non riguarda solo plastiche, metalli e leghe, ma intere nuove categorie di materiali che non sarebbero mai stati presi in considerazione nella produzione tradizionale. Vengono inclusi materiali malleabili e biologici per l’uso nel settore medico e alimentare. Anche nei metalli più tradizionali, c’è la possibilità di introdurre gradienti di densità o configurazioni multi-materiali che altrimenti non sono possibili. Un nuovo ambiente di progettazione Tutto ciò indica un percorso stimolante e innovativo per il futuro della produzione, ma con la consapevolezza che questa visione necessita di un nuovo ecosistema di progettazione e produzione. A livello di progettazione, questa tecnologia richiede nuovi strumenti Cad per la progettazione di strutture leggere e pattern di superficie complesse, così come l’additive manu-

facturing richiede regole di progettazione e supporto multi-materiale. La stampa 3D permette di realizzare strutture complesse, e soprattutto anche le parti interne che non si vedono. Queste parti richiedono prima un’analisi strutturale per misurare la capacità di resistere alle sollecitazioni e per testare le performance nei diversi contesti. La maggiore complessità strutturale aumenta le sfide per il controllo qualità, dato che il controllo tradizionale con macchina Cmm può non essere in grado di fornire un quadro completo. Allo stesso modo, occorrono modifiche ai sistemi di analisi Cae per offrire strumenti di ottimizzazione della topologia, calcoli di deformazione e di regolazione della potenza del laser. I nuovi sistemi Cam dovranno comprendere soluzioni multiasse additive, oltre che controlli e processi produttivi ibridi. In questo contesto, anche il più grande ecosistema di produzione deve essere ripensato. La capacità di generare parti su ordinazione permette di adottare un approccio inventario zero, che a turno porta a riorganizzare la supply chain. Tutto questo richiede, quindi, nuove competenze da parte dei dipendenti e un approccio molto più collaborativo durante l’intero ciclo di vita di progettazione e produzione. Un approccio ibrido Nonostante i numerosi vantaggi della stampa 3D, essa però non è priva di difetti, soprattutto in termini di precisione e risoluzione (consistenza della superficie). La soluzione può essere quella di adottare un sistema ibrido che integri la produzione additiva con quella tradizionale. Ciò significa realizzare un oggetto tramite un processo di produzione additiva e poi definire i dettagli smussando gli angoli più grezzi. Questo tipo di approccio risolve anche i problemi di tolleranze 25 | MAGGIO GIUGNO 2015

e di precisione, dato che le misure e le lisciature possono essere fatte sul prodotto finale. La possibilità di aggiungere e rimuovere il materiale in piccole quantità permette ai progettisti di aggiustare e modificare al volo, invece che ripartire da zero. In questo modo, le fasi di analisi e di test possono essere molto più veloci e accurate. Questo approccio, inoltre, migliora e semplifica la manutenzione e le riparazioni. I prodotti usurati o rotti possono essere sistemati con materiale aggiunto che viene poi affinato per diventare come nuovo. Scenari futuri Per realizzare prodotti semplici e in grande quantità, la produzione tradizionale resterà in vigore anche per i prossimi anni. In ogni caso una produzione additiva e ibrida offre nuove possibilità e un approccio differente alla progettazione e alla realizzazione di alcuni prodotti. A livello business c’è l’intenzione di utilizzare la stampa 3D nella produzione di alcune parti, ma è richiesta una conoscenza di processo che può comportare un enorme investimento di tempo e di risorse. Lo sviluppo di questo metodo, al di là di una produzione di nicchia e su piccola scala, richiede il sostegno di tutto il mercato per sviluppare gli strumenti necessari per sostenere i produttori che stanno incrementando l’utilizzo di macchine additive e ibride nel loro processo di fabbricazione. Siemens Plm Software sta lavorando per sfruttare al meglio queste funzionalità direttamente da Nx in modo da ridurre la perdita di dati o di precisione. La stampa 3D o ibrida si evolve quotidianamente verso un percorso innovativo. Ha tutte le caratteristiche per conquistare nuovi mercati e rivoluzionare l’approccio a una serie di sfide durante la creazione di prodotti in quasi tutti i settori della nostra vita. □


AUTOMAZIONE | Stampa 3D

Additive and Hybrid manufacturing through 3D printing

In recent years, the rapid advancements in 3D printing has not only made this technology available to consumers, but it has also enabled new types of additive and hybrid manufacturing on a larger scale. According to analyst firm IDC, 3D printing is now on the verge of mainstream adoption as businesses begin to recognise and embrace the cost and the product manufacturing benefits of the technology. IDC predicts that 3D printers will see a tenfold increase in worldwide unit shipments between 2012 and 2017. This is predominately being driven by consumer and small-scale businesses, but it also has a significant impact on industrial manufacturing. In particular, 3D printing has transformed the potential ways in which products are designed, developed, manufactured and distributed. These advances have opened doors for cleaner, lighter and safer products as well as shorter lead times and lower costs. The challenge While 3D printing offers the potential to significantly speed and streamline selected processes, it also brings its own set of challenges. The first is the current state and evolving nature of the technology, the available application knowledge and economic justification challenges. Calculating the tradeoffs between tooling costs, for example, and incorporating a 3D printing process for near-net shape development is difficult in a changing landscape with relatively few guideposts. Manufacturers who want to move this technology out of the prototype shop and into production today are classic early adopters, with the consequent difficulty in justifying investment and making implementation decisions. This combination means that a successful implementation in a single manufacturing application can take months, if not longer to complete. Furthermore, additive manufacturing requires converting CAD geometries to STL files, which involves inherent inaccuracies several orders of magnitude in difference to traditional subtractive/machining manufacturing. There are numerous other challenges that

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require additional research to ensure that a product can be produced consistently. Additive manufacturing does not currently allow dynamic monitoring of the process, something that is more or less standard with conventional machining. Not only does it require new machines, but the shift from traditional subtractive manufacturing techniques (cutting, shaping and tooling) to an additive – and ultimately hybrid – approach requires a new mindset and tools and processes to match. It also opens up new possibilities for analysis and different materials. On demand and bespoke manufacturing Two of the primary benefits of 3D printing are the ability to create one-off custom products and non-standard, complex designs as a single unit. This has a wide range of benefits that can offer savings on time, resources and costs. A simple example comes when creating struts. Rather than a solid bar that is heavy and needs to be shaped, a 3D printed version can be hollow with a complex internal support structure and can be printed in the shape required. This is ultimately faster and the result is stronger, lighter and uses less material. Also, a design that would require multiple parts being created and then joined later, can be printed as a single object. When using conventional detractive manufacturing techniques, even relatively straightforward assemblies can require lots of separately produced parts, adding expense and limiting design options. Using additive manufacturing, the object can be produced as one part in a single step, while being made lighter and more durable at the same time. The freeform customisation that additive manufacturing offers not only enables rapid prototyping, but also means basic designs can be modified to individual requirements. For the medical profession this means parts such as artificial knee and hip replacements can be created to the exact specifications of the patient. Not only can 3D printers enable the creation of new designs but also mean new materials. This is not just moving from pla-


AUTOMAZIONE | Stampa 3D stics to metals and alloys, but whole new material categories that would never be generally considered in traditional manufacturing. These include malleable and biological materials for use in the medical and food industry. Even in more traditional metals, there is an opportunity to introduce density gradients or multi-material configurations that are not possible with traditional metal forgings and castings. A new design ecosystem All of this points to an exciting and innovative path for the future of manufacturing, but realising that vision requires a whole new design and manufacturing ecosystem. At the design level, it requires new CAD tools for the design of lightweight structures and complex surface patterns, as well as additive manufacturing design rules and multi-material support. Additive manufacturing enables more complex structures – and especially unseen internal structures – in the finished parts. Such structures have an increased requirement for up-front structural analysis in order to gauge the ability to withstand required stresses and test performance in different scenaries. Increased structural complexity also introduces additional quality control challenges, as traditional CMM inspection may not be able to provide a complete picture Similarly, there needs to be changes to CAE analysis systems to offer topology optimisation tools, deformation calculations and laser power regulation. On the shop floor, new CAM systems will have to feature multi-axis additive solutions, as well as hybrid manufacturing controls and processes. In this environment, the wider manufacturing ecosystem also needs rethinking. The ability to generate parts to order make it possible to take a zero inventory approach, which in turn leads to restructured supply chains. Ultimately, all of this requires new worker skill sets and a much more collaborative approach to the entire design and manufacturing lifecycle. A hybrid approach Despite the numerous benefits that additive manufacturing brings, it is not without

its flaws, primarily in terms of accuracy and resolution (surface texture). The solution here is to adopt a hybrid approach that incorporates additive approaches with machining in a single system. This involves creating the object using an additive manufacturing process and then completing the finer detail by essentially shaving off the rough edges. This approach also solves the problem of tolerances and accuracy as measurement and smoothing can be done on the final product. The ability to add and remove material in small increments also enables designs to be tweaked and adjusted on the fly, rather than recreating it from scratch. As such, the analysis and testing phases can be much quicker and more accurate. This approach also improves and simplifies maintenance and repairs. Worn or broken products can simply have some material added and then refined to become good as new. Conclusion For simple, high volume products, traditional manufacturing will remain in place for the foreseeable future. But additive and hybrid manufacturing offers possibilities in whole new industries and a new approach to the design and creation of certain items. There is clearly a business case for using additive manufacturing for certain production parts, but developing the required process knowledge can involve a tremendous investment in time and resources. Developing this sector beyond just niche and small scale production requires the support of the whole industry to develop the tools required to support manufacturers that are adding additive and hybrid machines to their manufacturing process. As a case in point, Siemens PLM Software is working to drive these machines directly from NX so there is no more loss of data or precision going to intermediate formats. Additive and hybrid manufacturing is changing every day, and it’s tracking an exciting and innovative path. It has the potential to open up whole new sectors and revolutionise how we approach a wide number of challenges when creating products in almost every sector of our lives. □

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The evolution of additive manufacturing In industrial manufacturing, 3D printing has been around for decades, but only as a very niche part – initially reserved for prototyping via stereo lithography. This made it possible to create prototypes to help product development, but the results were initially very fragile and rough, so were strictly for aiding concept visualisation. Ultimately, most designs went on to being mass produced using traditional manufacturing as, although tooling can be expensive, this approach makes individual parts low cost and is great for high volume. This also usually provides a better surface finish. Additive manufacturing has since evolved from liquid polymer based stereo lithography. Other options include plastic or metal powder based options such as selective laser sintering and electron beam melting or polyjet 3D printing and fused deposition modelling. Each offers different pros and cons ranging from material strength, through to resolution, scrap rates and ease of use. What is clear though is that additive manufacturing creates design opportunities that are simply impossible with a traditional approach.


AUTOMAZIONE | Stampa 3D

I

n principio c’è il modello, un file Cad. Poi, uno strato di polimeri dopo l’altro, prendono forma ingranaggi, protesi mediche, gioielli. Ma anche barche, o abitazioni. Siamo a 3D Print Hub, la manifestazione di Senaf dedicata alla stampa 3D: tre giorni (dal 10 al 12 marzo) di esposizioni, convegni e workshop durante i quali il mondo produttivo si è confrontato con questa realtà poliedrica. C’è chi, come Massimo Moretti, ha pensato di stampare una casa. Un’idea visionaria, cuore di Wasp Project, startup partita due anni fa il cui scopo è coniugare edilizia e stampa additiva. L’intuizione di Moretti ha ben altre “dimensioni” rispetto a quelle dei classici prototipi: «Il nostro sogno

è fabbricare una macchina alta 12 metri, Big Delta, in grado di stampare una casa vera e propria. È per finanziare questo progetto che abbiamo costruito la nostra azienda, che realizza stampanti 3D per produrre piccoli oggetti in ceramica e porcellana. Tramite queste versioni in scala ridotta troviamo i proventi necessari per lavorare al nostro sogno e al contempo perfezioniamo le tecniche di stampaggio». A 3D Print Hub è esposta la versione di 4 metri del “sogno” finale: una stampante dalla struttura semplice, a tre assi verticali, il cui perfetto bilanciamento consente bassi consumi energetici. A muoversi infatti è solo l’estrusore a ugello rotante, in grado di deposi-

DALLE CASE ALLE VALVOLE

tare e compattare gli strati di materiale – in questo caso, un composto d’argilla – uno dopo l’altro. Non un semplice prototipo, ma una macchina pronta a entrare in commercio entro due mesi. «Sarà utile per produrre scenografie e sculture, ma anche barche, tramite l’utilizzo di speciali impasti di resina e fibra di carbonio» spiega Moretti. Lo scopo del progetto è apportare una vera e propria rivoluzione nel mondo delle costruzioni. «L’edilizia diventerà un lavoro intellettuale, un mondo composto da tante microaziende dove ogni muratore sarà il designer della propria opera» sostiene Moretti. Una macchina a impatto zero, alimentata in gran parte dall’energia solare, che utilizzerà come materiali di costruzione i prodotti presenti in loco, rivelandosi utile per creare strutture temporanee – villaggi profughi, ad esempio – e lavorare in situazioni ambientali estreme, dove il trasporto e lo stoccaggio dei materiali è dispendioso e difficile. Nell’ambito di 3D Print Hub, d’al-

tutte le applicazioni della stampa 3D

l’industria meccanica 697 | 28


AUTOMAZIONE | Stampa 3D tronde, i criteri guida sono l’ottimizzazione e lo sguardo rivolto al futuro. Altra impresa giovanissima ma già molto attiva è Billcotech: nata nel 2009 come studio di progettazione 3D ha presto ampliato le sue competenze, occupandosi anche di distribuzione e consulenza. «Quanto ci proponiamo» spiega Francesco Colonna, General Manager Billcotech «è di sostenere le piccole e medie imprese che vogliono crescere in questo settore, trovando l’applicativo corretto alla stampante corretta». Una delle aziende con cui opera Billcotech è la compagna di stand Meccatronicore, startup trentina dinamica e innovativa. Tra i clienti, molte realtà industriali. Questo tipo di tecnologia, infatti, è sempre più utilizzato in ambito meccanico: «I nostri clienti si servono di queste macchine per produrre prototipi di ingranaggi, maniglie, boccole e pezzi per la rubinetteria» spiega Colonna «ma anche raccordi e valvole. Bosch, ad esempio, ha utilizzato queste stampanti per prototipizzare delle pompe idrauliche». Una vera e propria rivoluzione, a quanto pare: «Se una volta l’azienda doveva rivolgersi a un esterno per i prototipi, ora ha tutto “in casa”, con vantaggi evidenti di tempo e costi». Produrre questi oggetti, infatti, è piuttosto economico: solo 26 euro per un kg di bobina di termoplastica. Le macchine esposte dall’azienda sono stampanti 3D che utilizzano tecnologia Fdm (Fused deposition modelling). Nella configurazione più economica c’è solo un estrusore e il piano in vetro non è riscaldato. Il modello top è invece dotato di due estrusori, che permettono di stampare in bicolor e beneficiare dell’ausilio del secondo per i sostegni delle stampe. Anche la scelta nei materiali è molto ampia: si possono estrudere diversi tipi di termoplastiche (Hips, Pva, Pla, Abs), fino a 300 gradi. □ g.p.

Tecnologie open source e prototipi a basso costo:

il Fab Lab al servizio delle Pmi P

rogettare secondo una filosofia open source, mettendo in comune spazi, esperienze e attrezzature. È il concetto alla base del Fab Lab – abbreviazione di “fabrication laboratory” – fenomeno d’origine americana sempre più presente anche nel nostro Paese. Si tratta di piccole officine, laboratori che mettono a disposizione servizi personalizzati di fabbricazione digitale, per lo più di stampa 3D. Sono circa settanta le realtà di questo tipo presenti in Italia, diffuse sia al Nord (Fablab Milano, Miocugino Srls, Fablab ReggioEmilia, Spazio Geco) che al Sud (Fablab Lecce, Fablab Palermo – per citarne alcune). Un nuovo modo di concepire il manufacturing, che potrà essere sfruttato con diversi benefici dalle Pmi. Infatti, se le grandi aziende utilizzano già da tempo l’Additive Manufacturing, appoggiandosi a dei service o acquistando direttamente le stampanti, le realtà più piccole sono state spesso ostacolate in questa evoluzione dai costi ingenti di tali tecnologie. Un gap da colmare quanto prima: secondo un’analisi condotta da Prometeia l’accesso alla stampa 3D permetterebbe alle Pmi nazionali di ampliare il proprio fatturato complessivo fino a 16 miliardi di euro. L’Am presenta infatti notevoli vantaggi: facilita la produzione sin dalla fase di studio dei prodotti, consente di ampliare la gamma produttiva e di renderla più conveniente nella produzione di piccoli lotti, limita gli sprechi di materiale e le giacenze di magazzino. In sintesi, ottimizza e rende più veloce il ciclo progettazione – produzione – distribuzione. Vantaggi che le piccole imprese del manifatturiero stanno cominciando ad apprezzare: il 40% delle realtà che si rivolgono ai Fab Lab appartengono proprio al settore della Meccanica, in particolare a quello metalmeccanico e meccatronico (dati ricavati dallo studio “Il rilancio delle imprese manifatturiere italiane e le nuove tecnologie digitali”, svolto da Aica, Intesa San Paolo, Prometeia e Net Consulting). I servizi che questi laboratori offrono sono essenzialmente di tre tipi: progettazione, prototipizzazione e produzione di prodotti mediante stampante 3d; attività di consulenza, riferimento per la fornitura di materiali stampabili. In un momento in cui le Pmi hanno poche risorse da dedicare alla ricerca e sviluppo, questi centri potranno diventare essenziali per sperimentare e imparare ad utilizzare nuove tecnologie e realizzare prototipi a basso costo. 29 | MAGGIO GIUGNO 2015


AUTOMAZIONE | Stampa 3D

Contraffazione 3d LA VIOLAZIONE DELLA PROPRIETà INTELLETTUALE DIVENTA MENO CONTROLLABILE COME CAMBIA LA DOGANA

U

na nuova mobilità delle idee che desta preoccupazione ma che suggerisce anche nuove strade per la tutela degli interessi delle imprese. Quale potrà essere in questo scenario il ruolo delle dogane? Sopprimere e dare la caccia ai disonesti oppure portarsi verso un nuovo paradigma dei controlli? Le stampanti 3D possono essere liberamente acquistate in tutto il mondo. Al momento dello sdoganamento le si classifica nel codice HS 8477 59, che non subisce aggressioni sotto il profilo daziario (la media è intorno al 5%). Ad oggi, solo Cina ed Hong Kong prevedono un’inte-

grazione del codice HS, nella propria nomenclatura, per le stampanti 3D. E analogamente subiscono trattamenti daziari generici (non specificamente rivolti al tipo di impiego) le materie prime (dalle plastiche alle polveri di metalli). Come noto, con la locuzione “stampa 3D” ci si riferisce a mezzi di produzione additiva riconducibili a due principali tipologie1: sinterizzazione (che consente la creazione di oggetti a partire da qualsiasi materiale che possa essere ridotto in polveri) e deposizione (che consente di lavorare solo, oggi, con plastiche liquide o, in qualche caso, paste alimentari).

Il tema giuridico/economico più frequentato, anche nel recentissimo Seminario presso la Camera di Commercio di Verona2 è quello, più immediatamente preoccupante, della contraffazione e della violazione dei diritti di proprietà intellettuale, divenute più facili e meno controllabili: infatti, la stampa di un file ottenuto illecitamente da un server posto nell’ormai non più così oscuro deep web attraverso una stampante dal costo di 1.500 euro chiavi in mano, consente di creare oggetti che gli utenti dovrebbero acquistare, a costi elevati, dal produttore. Ma per la dogana, cosa cambia? In

Fulvio Liberatore Presidente di Easyfrontier l’industria meccanica 697 | 30


AUTOMAZIONE | Stampa 3D che modo essa può contribuire ad una lotta contro tale forma di contraffazione? La dogana, in tutto il mondo, può intervenire solo ove vi sia un attraversamento fisico di confini, da parte di oggetti misurabili sul piano fisico, per quanto piccoli e occultati essi siano. Di converso, non ha potere (né capacità operativa) per intervenire su file posti in oscuri server remoti o presso le abitazioni e le sedi degli stampatori 3D. Ciò non vuol dire che i titolari dei diritti siano privi di protezione, anzi. Ma tale protezione non rientra nei compiti istituzionali e diretti delle autorità doganali. Il problema che vogliamo qui sollevare è, piuttosto, legato al possibile impatto che una profonda ristrutturazione della Global Value Chain – come quello che le stampanti 3D e, in particolare, quelle che utilizzano la tecnologia di sinterizzazione – potrà avere sulla gestione delle protezioni daziarie e sulle barriere non tariffarie che con tanto affanno tutti i Paesi del mondo allestiscono con le più diverse giustificazioni (sicurezza delle persone e dell’ambiente, riduzione dei consumi) ma il cui scopo reale è quello di proteggere le imprese locali dietro regole che impediscano uno sfruttamento efficace dei margini competitivi presenti in ogni settore economico. Infatti, adattando, con semplici (semplici industrialmente) operazioni di modifica nei file di stampa, i diversi componenti per le quali fos-

sero state escogitate, nelle diverse norme tecniche, limitazioni varie, i produttori potranno creare direttamente oggetti conformi alle regole in vigore nei diversi Paesi senza dover sottoporre i propri prodotti a fermi in dogana e a visite ispettive preventive. La necessità di omologazione resterà ma essa potrà essere condotta senza la macchina inceppante della burocrazia doganale, tipicamente complice di tali limitazioni. E, dove la protezione sia stata affidata alle barriere daziarie, i dazi potranno essere legittimamente evitati, avvenendo la produzione dei componenti e degli oggetti direttamente nel Paese del cliente. La prima obiezione è che già oggi si possono creare joint venture produttive in ogni Paese ottenendo lo stesso effetto: sì, ma i costi gravanti su tali operazioni industriali sono molto diversi. Infatti, una stampante “sinterica” (mi si perdoni lo spregiudicato aggettivo ma il contesto ci consente di violare qualche regola…) può costare intorno ai 150/200.000 dollari e non necessita altro che di una collocazione in un piccolo (40/50 m2) ambiente, di fonti di energia adeguate (ma meno impegnative di quelle richieste da altre tecnologie) e di una vigilanza minima. Un investimento che potrebbe essere condivisibile (tra più aziende magari operanti in settori di mercato diversi e non concorrenti), flessibile (stampanti di tal fatta

Il rischio: cosa impedirebbe a un’azienda di inviare file 3D di oggetti embargati? 31 | MAGGIO GIUGNO 2015


AUTOMAZIONE | Stampa 3D possono produrre qualsiasi oggetto compatibile con la tecnologia di sinterizzazione), aggiornabile (spesso senza necessità di interventi locali), centralizzabile nei Paesi che utilizzano leve daziarie e barriere non tariffarie intense. E la dogana, in questo scenario, cosa può fare oggi? La risposta è: nulla, secondo la normativa in vigore nei Paesi aderenti alla Wco (World Customs Organization). Infatti, l’intervento delle autorità doganali, per quanto mirato e articolato, è limitato ai prodotti che attraversano fisicamente i confini e non può estendersi a prodotti realizzati all’interno dei confini da essa difesi. Ed ecco la sfida, duplice (e la riflessione), che riteniamo debba essere posta alle autorità doganali di tutto il mondo: al di là e oltre il commercio illegale di prodotti contraffatti, esiste il commercio di prodotti funzionalmente identici a quelli che si adeguano pedissequamente alla normativa restrittiva imposta in un determinato Paese ma che a tale normativa non si adeguano, per ragioni di costo e tecnologiche. Oggi, tali prodotti “alternativi” si importano attraverso le dogane, domani (subito...) potranno essere prodotti al di là di tali barriere, in centri compiacenti e, opportunamente ma non troppo onerosamente, attrezzati. Le autorità doganali dovranno trovare soluzioni per impedire lo sviluppo di tali commerci che, se da un lato semplificano l’attività dei fabbricanti che operano sul mercato globale, dall’altro consentono a concorrenti molto decisi di oltrepassare senza reali rischi le barriere non tariffarie. E dovranno essere anche trovati punti di equilibrio laddove una barriera venga aggirata mediante la produzione pilotata remotamente di prodotti conformi e, soprattutto, quando una barriera tariffaria venga del tutto eliminata. Quali potrebbero essere le soluzioni

(sulle quali le imprese dovrebbero riflettere per poi proporre ipotesi compatibili con i propri interessi al Trade Contact Group e al Private Sector Consultative Group della Wco)? Innanzitutto andrebbe sollevata la questione dell’inefficacia, anzi, della controproduttività, delle barriere daziarie in generale, soprattutto quando poste nei confronti dei componenti di macchine e prodotti della meccanica: infatti, più si alzano le barriere tariffarie, più si stimola la ricerca di soluzioni che, alla lunga, possono superare le intenzioni dei legittimi detentori dei diritti sui prodotti realizzati con tecnologie di stampa 3D. Andrebbe poi valutata la possibilità di attivare monitoraggi e richieste di informazioni nel caso di importazione di prodotti per la stampa 3D, ossia macchinari e materie prime, se non altro per sapere dove e come verranno utilizzati. Infine, si dovrebbe stimolare l’apertura di tavoli di confronto sulle barriere non tariffarie, meno orientati al protezionismo tradizionale e alle politiche dissuasive: oggi, ad esempio – e non voglio certo fornire suggerimenti dolosi – cosa impedisce ad un’azienda di inviare file per la stampa 3D di oggetti embargati verso alcuni Paesi (Iran, Federazione Russa etc.)? Ovviamente facendosi pagare per prestazioni riconducibili sì al trasferimento di tali oggetti ma in modo indiretto, sì da evitare di ricadere nelle disposizioni sanzionatorie. La preoccupazione che abbiamo qui espresso sarà oggetto di ulteriore approfondimento anche nelle sedi istituzionali preposte (Wco e Ue) ma le nostre aziende dovrebbero essere ben consapevoli che, in un mondo del futuro presente come quello delineato dalla rivoluzione della stampa 3D, le sfide globali sono assai più veloci e pervasive di quanto possa apparire dall’esame dei soli aspetti più evidenti del fenomeno. □ l’industria meccanica 697 | 32

L’intervento dell’attività doganale è limitato ai prodotti che attraversano fisicamente i confini, e non può essere estendibile a quelli realizzati al loro interno.

Vedi l’intervendo di Maurizio Sobrero, “L’avvento della manifattura additiva: sviluppi tecnologici e modelli di business” in Stampa 3D, a cura di Galli e Zama, Bologna, 2014”. Il volume, collettivo, contiente interventi tutti di grande interesse per coloro che volessero esplorare l’evoluzione di tale tecnologia e i suoi impatti sotto il profilo, principalmente, girudico ed economico. 2 Stampanti 3D: nuove prospettive di violazione? - Camera di Commercio di Verona - 23 aprile 2015 1


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Sps

l’Industry 4.0 fa tappa a Parma

Tre i fil rouge della manifestazione: Pharma&Beauty, Automotive, Food&Beverage

L’

automazione oggi richiede sempre più efficienza. Dalla condivisione dei dati alla collaborazione uomo-macchina, dai cloud alle nanotecnologie, tutto è orientato verso un nuovo modo di intendere l’industria, dove strumenti sempre più sofisticati e sensibili garantiscano competitività, sicurezza e risparmio energetico. Si tratta dell’Industry 4.0, tema al centro di Sps Ipc Driver Italia, la fiera italiana che affronta le sfide e i cambiamenti della quarta rivoluzione industriale, a Parma dal 12 al 15 maggio. Materia sempre più discussa, ma di cui ancora poche aziende conoscono le enormi applicazioni, l’Internet of Things è invece una miniera di possibilità per le imprese nazionali di tutte le dimensioni, che mai come ora hanno bisogno di rinnovarsi per tornare competitive. Sps si propone dunque come un’importante occasione per approfondire gli aspetti tecnologici e metodologici di questa “Quarta rivoluzione industriale”. E proprio in ottica 4.0, l’edizione

2015 di Sps Italia è caratterizzata dalla presenza di numerose società produttrici di Industrial Software, la nuova frontiera dell’automazione, e dai System Integrator, punto di contatto fra i fornitori di automazione e gli utilizzatori finali, ai quali vengono dedicate due aree espositive. Presente anche il progetto Linking University, ripensato in un’ottica più completa e globale: Know How 4.0. Concepito come un tramite tra Impresa e Università, Startup, Enti pubblici, Associazioni, Laboratori di Misura e Centri di Ricerca, fornisce tanti “sportelli” informativi ai quali rivolgersi per scoprire progetti, finanziamenti e opportunità di investimento offerte alle aziende per favorire il loro percorso di innovazione, crescita e internazionalizzazione. Oltre al tema principale, tre i fil rouge al centro della manifestazione: Pharma&Beauty, Automotive e Food&beverage. Ad ognuno di essi sono dedicate tavole rotonde e approfondimenti: “Focus sull’Industria Automobilistica e dei Trasporti l’industria meccanica 697 | 34

in Italia: il vantaggio tecnologico di un settore all’avanguardia”, “Focus sull’Industria Alimentare in Italia: tracciabilità garanzia dell’eccellenza”, “Focus sull’Industria Farmaceutica e della Cosmesi in Italia: tracciabilità e mass customisation”. Fitta anche l’agenda dei seminari: si va da “Impianti industriali sotto attacco: come le tecnologie informatiche possono aumentare la sicurezza in ambito produttivo” a “Sensori ottici per applicazioni industriali: tecnologie Hamamatsu e sessioni dimostrative”, da “Il Cloud in ambito manifatturiero: opportunità e vantaggi di una tecnologia sempre più diffusa”, a “Sistemi di controllo e soluzioni per l’efficienza energetica nel Food & Beverage”. Con una superficie espositiva sempre in crescita e ben più di 100 nuovi espositori, l’edizione 2015 conferma i risultati positivi del settore, che continua a essere fonte di nuovi investimenti in tecnologia e in organizzazioni commerciali sempre più numerose e competenti. □


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Servo drive Soluzione ideale per i processi altamente dinamici e precisi B&R presenta la nuova generazione di servo drive “Acopos P3”. Il drive può controllare 1, 2 o 3 assi, offrendo una densità di potenza di 4 A per litro, il che lo rende uno dei dispositivi con funzioni di sicurezza integrate più efficienti sul mercato. Grazie alla compattezza dell’unità 3 assi, pari a quella di un drive monoasse convenzionale, è possibile ridurre lo spazio necessario nel quadro elettrico del 69%. Il tempo di ciclo di 50 µs per il controllo di corrente, velocità e posizione, apre nuove opportunità per il controllo di movimento, rendendo possibili dinamiche mai raggiunte sinora, che abbinate a un’elevata precisione sono la soluzione ideale per i processi altamente dinamici e precisi. L’opzione “a un cavo” disponibile anche per Acopos P3, permette di trasferire insieme potenza, dati dell’encoder e informazioni di sicurezza digitale tra il drive e il motore, riducendo i costi e i tempi di messa in servizio. B&R è un’azienda con quartier generale in Austria e sedi operative in tutto il mondo, tra cui l’Italia, dove è presente dal 1987. Combina le tecnologie più innovative con la miglior ingegnerizzazione dei prodotti per fornire soluzioni complete di automazione industriale, controllo di movimento, visualizzazione e comunicazione per una vasta gamma di applicazioni per l’industria.

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Favoriscono produttività, efficienza e qualità degli impianti

Con i sistemi d’identificazione RFID BIS V della Balluff è possibile rendere molto più efficiente e veloce la comunicazione dati senza contatto: le elettroniche BIS V, abbinate a RFID e sensoristica, dispongono, oltre ai quattro canali di antenna, di un master IO-Link integrato. Poiché i quattro canali antenna funzionano in modo indipendente, i costi vengono ridotti, occorrendo un minor numero di unità di monitoraggio. Con il Master IO-Link si ha a disposizione un nodo per informazioni supplementari, che consente di collegare direttamente ulteriori sensori e di creare una semplice struttura di rete. Il BIS V garantisce una trasmissione dei dati più rapida, brevi tempi ciclo e un’elevata sicurezza dei dati in applicazioni HF e LF. Un display e led di stato ne agevolano l’utilizzo. Dispone di una interfaccia USB per l’assistenza e l’hardware standard può essere facilmente collegato. Tutti i collegamenti sono facilmente accessibili e completamente innestabili. La custodia compatta in metallo con protezione EMC, dalle dimensioni ridotte (170 × 60 × 40 mm), è perfettamente integrabile e semplice da montare. Installabile in armadi elettrici o sul campo sino ad IP 65, su guide DIN o su profilo.

Emerson Industrial Automation fornisce tecnologie che favoriscono l’incremento di produttività, l’efficienza e la qualità degli impianti. Fra le sue soluzioni: alternatori, azionamenti e motori elettrici, dispositivi di distribuzione elettrica e soluzioni per trasmissioni meccaniche di potenza, per l’automazione del controllo fluidi e per l’accoppiamento a ultrasuoni. L’azienda offre soluzioni specifiche per ottimizzare ogni aspetto delle attività industriali: • Unidrive M – azionamenti in c.a. e servoazionamenti per l’automazione dell’industria manifatturiera da 0,25 kW a 2,8 MW; • Dyneo - piattaforma che combina l’insieme delle tecnologie dei motori sincroni a magneti permanenti con quelle legate alla variazione di velocità da 0,75 a 550 kW – IP55 e IP23 – IE3 e IE4; • Powerdrive MD2 e Powerdrive F300: nuova gamma di azionamenti c.a. flessibili e a elevata efficienza energetica per applicazioni di processo da 1,1 kW a 2,8 MW; • IMfinity: nuova gamma di motori ad alta e ad altissima efficienza per velocità fissa e variabile da 0,06 a 1800 kW; • Unimotor fm e hd: soluzioni brushless ad alta dinamica da 0,72 a 136 Nm (picco 408 Nm).

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www.rollon.com

Attuatori e guide lineari Ideali per molteplici applicazioni in diversi settori industriali Il Gruppo Rollon produce guide lineari, telescopiche e attuatori per molteplici settori industriali. Altri punti di forza di Rollon sono il supporto pre-vendita e la customizzazione dei prodotti. In particolare, si segnala il modello SYS, a cavallo tra una guida lineare e un attuatore che, nelle due versioni, offre i vantaggi di entrambe le soluzioni unitamente a una grande versatilità di utilizzo. Il profilo in alluminio e il carro a cuscinetti che lo compongono sono azionati tramite un sistema a pignone e cremagliera, dando vita a un asse lineare dagli ingombri ridotti, con ottime performance anche su corse particolarmente lunghe. È possibile tuttavia prevedere un’interpretazione differente di questo versatile sistema. Grazie al profilo in alluminio, nella versione senza azionamento e con carro folle, il SYS può essere utilizzato efficacemente come una guida lineare a tutti gli effetti, ma con un grosso vantaggio: si tratta infatti di un sistema autoportante, che non ha bisogno di essere montato su alcuna ulteriore struttura e può essere utilizzato efficacemente in applicazioni di pick and place o di asservimento, con vantaggi in termini di semplicità di progettazione delle macchine, lavorazione delle superfici e montaggio.

www.rulmeca.com

www.rw-italia.it

Rulli per il trasporto di pallets

Limitatori di coppia a sfere di precisione

Adatti per trasportatori a nastro ad alte velocità

Sono leggeri e ideali per automazioni ad alta dinamica

Rulmeca ha realizzato nuovi rulli folli e comandati per il trasporto di pallets. I rulli folli “Serie 119” sono molto scorrevoli in rapporto ai carichi ammessi. Si combinano con i rulli comandati “Serie 139”. I cuscinetti, alloggiati in sedi di poliammide color nero, sono del tipo radiale rigido serie 6205-2Z a lubrificazione permanente, protetti da coperchietti in polipropilene di color giallo. Il tubo D.80-89 in acciaio è bombato all’estremità, garantendo un perfetto accoppiamento con le sedi dei cuscinetti. L’asse d.20 standard è forato e filettato per fissaggio con viti per un facile montaggio e assicurare l’irrigidimento della struttura. La particolare forma delle testate, l’accuratezza degli accoppiamenti e il tipo di cuscinetti impiegati rendono questi rulli funzionali anche per trasportatori a nastro ad alte velocità. I rulli comandati “Serie 139” hanno le stesse caratteristiche generali dei rulli dei rulli folli. Il tubo D.80-89 è in acciaio saldato al pignone e bombato all’estremità folle su sede cuscinetto in poliammide color nero. Sono previsti in versione P1C per catena tangenziale semplice e P2C per anelli di catena. Con l’inserimento in gamma di questo tipo di rulli Rulmeca rafforza l’offerta di prodotti per la movimentazione di pallet.

R+W è un’azienda da sempre impegnata nell’offrire alla clientela prodotti e soluzioni in grado di migliorare e rendere più efficienti le trasmissioni meccaniche. Tutti i prodotti sono indicati per essere utilizzati su automazioni ad alta dinamica, dove velocità e precisione nel posizionamento sono le condizioni principali da soddisfare. Per migliorare tali condizioni, gli sforzi dell’azienda sono da sempre rivolti alla riduzione dei pesi e degli ingombri dei prodotti. Negli ultimi anni, nuovi materiali e nuovi trattamenti hanno permesso di ottenere risultati che in passato non erano sperabili, fino ad arrivare alla riduzione della massa di alcuni prodotti del 60%. Tra i prodotti dell’azienda si segnalano in particolare i limitatori di coppia a sfere di precisione “serie SL”, ideali per automazioni ad alta dinamica. R+W ha intrapreso, già da diversi anni, una stretta collaborazione con la facoltà di Ingegneria dell’Università di Bayeruth in Germania, che ha permesso lo sviluppo di nuovi materiali e reso possibile la loro applicazione. Il risultato sono componenti in grado di rendere le trasmissioni e gli impianti in cui sono inserite sempre più efficienti, riducendo il consumo energetico.

l’industria meccanica 697 | 36


AUTOMAZIONE | News

www.sick.it

Soluzioni per l’Industry 4.0 Novità per automazione industriale, produzione e logistica Sick è l’azienda di riferimento per rendere l’Industry 4.0 una realtà concreta. Nelle nuove serie di encoder e sensori per l’automazione industriale si segnala l’encoder assoluto AHM36, che in appena 36 mm racchiude grandi potenzialità, l’encoder di sicurezza DFS60S Safety, il dispositivo universale per il controllo del movimento in applicazioni dinamiche con gradi di protezione SIL2 e PLd, e l’encoder incrementale DBS60. La risoluzione fino a 5000 impulsi lo rende ideale per applicazioni standard nei diversi settori industriali. Oltre agli encoder, Sick presenta la nuova generazione di misuratori di distanza DT50-2 Pro. Basata sulla brevettata tecnologia del tempo di volo HDDM, questa famiglia garantisce una misura precisa e affidabile, con distanze di lavoro fino a 10 m su oggetti neri e fino a 30 m su oggetti bianchi e frequenze di campionamento che permettono di avere fino a 3000 valori di distanza al secondo. Altri prodotti di punta sono i sensori ultrasonici UC30, che consentono una misurazione indipendente dal colore, alta tolleranza alla contaminazione ed elevata soppressione dello sfondo, per misurazioni affidabili anche in ambienti complessi, grazie alla varietà di segnali output con range fino

a 8000 mm e al dettaglio di misura derivante dalla compensazione integrata di temperatura, e dalle funzioni di teach-in e IO-Link. Il sensore di precisione a breve distanza Profiler 2, invece, analizza fino a 4 aree in simultanea ed è stato progettato per realizzare misurazioni estremamente precise sugli assi x e z e per la misurazione della superficie di oggetti molto complessi attraverso 10 funzioni integrate, come la misura per ogni area di altezza o larghezza del profilo. Tra le novità anche la nuova serie Glare Sensor, progettata per risolvere i problemi derivanti dal rilevamento degli oggetti lucidi. Il sensore riconosce e discrimina oggetti e superfici in base alla loro lucentezza sfruttando la tecnologia brevettata Delta-S Technology, capace di individuare tramite led la differenza di lucentezza tra sfondo e tacca delle superfici. Nell’ambito della logistica l’azienda presenta TiM361, il nuovo laser scanner per il monitoraggio di aree bidimensionali con un angolo di scansione di 270° e un campo di lavoro fino a 8 m su target neri. I suoi componenti optoelettronici sono alloggiati in una robusta custodia metallica conforme ai requisiti per uso industriale. Le soluzioni logistiche di Sick includono anche prodotti per il rilevamento veloce e affidabile di fumo nei tunnel, scopo per cui è stato progettato il sensore VISIC50SF. La classificazione IP 6K9K garantisce la sua resistenza. Infine, si segnalano l’analizzatore Transic 100LP, un innovativo analizzatore in situ con principio laser per la misurazione affidabile e rapida di ossigeno in gas di processo umidi, e Flowsic 500, il primo smart meter con tecnologia a ultrasuoni per la misura fiscale di gas naturale, pensato per il settore della distribuzione. L’innovativa tecnologia di misura ultrasonica non prevede parti in movimento e, quindi, non è soggetta a usura meccanica. 37 | MAGGIO GIUGNO 2015

www.siemens.it

Controllori di nuova generazione Sono destinati a macchine di fascia medio-alta e agli impianti Con Simatic S7-1500, Siemens introduce una famiglia di controllori di nuova generazione per le macchine di fascia medio-alta e per gli impianti. Tra le caratteristiche più importanti vi sono: elevate prestazioni del sistema e diverse funzionalità integrate di serie facilmente implementabili, tra cui Motion Control, Security Integrated per la massima sicurezza informatica, e Safety Integrated per la sicurezza delle applicazioni. Maggiore efficienza è data dal progetto innovativo, per un funzionamento semplice e una messa in servizio sicura, dalle funzioni di diagnostica dello stato dell’impianto facilmente configurabili e dall’integrazione in TIA Portal che consente di ridurre i costi di progetto. La nuova generazione di controllori è stata lanciata sul mercato in più fasi. Il portafoglio iniziale era costituito dai tre tipi di CPU 1511, 1513 e 1516 per la fascia di potenza media, con diverse caratteristiche prestazionali, che si differenziavano, per esempio, nel numero di interfacce, nella velocità nelle operazioni a bit e nella dimensione del display e della memoria dati. Recentemente il controller Siemens Simatic S7-1500 ha ampliato la propria gamma con due nuove CPU standard e due CPU Failsafe.


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www. sew-eurodrive.it

Unità di controllo Per controllare fino a 64 assi in un millisecondo L’unità di controllo “Movi PLC power” di Sew-Eurodrive è la soluzione ideale per applicazioni di motion control a elevate prestazioni. Permette di controllare fino a 64 assi in un millisecondo, lasciando sufficiente potenza di calcolo per programmi applicativi complessi. L’unità di controllo è equipaggiata con SBusPLUS, bus di sistema basato su EtherCAT. La potenza di calcolo è inoltrata in modo sincrono agli azionamenti: l’intero drive train può essere processato in meno di un millisecondo. Una memory card CFast ad alta velocità contiene tutte le principali informazioni relative al firmware, all’applicazione e al settaggio degli assi e agevola l’eventuale attività di sostituzione dell’unità. In parallelo alla sezione real time del PLC e contenuto in una seconda memory card CFast, è disponibile in opzione Windows 7 Embedded. Le due sezioni sono collegate dalla connessione Ethernet interna. Questo sistema operativo è disponibile separatamente per l’ingegnerizzazione, la programmazione, la diagnostica e la visualizzazione. Dal momento che il sistema operativo e il software di ingegnerizzazione Movitools MotionStudio sono già preinstallati sulla seconda memory card, è sufficiente collegare una tastiera, un mouse e un monitor per essere operativi.

www.igus.it

Sistemi per catene portacavi con ruote Riducono l’attrito e sono adatti per corse lunghe La società tedesca Igus ha ampliato la serie “P4” di sistemi per catene portacavi con ruote con la versione “P4.80”. È così disponibile una gamma che consente di raggiungere corse di oltre 800 m pur mantenendo ottimi livelli di efficienza energetica. Le ruote, realizzate con speciali tribopolimeri, garantiscono un buon funzionamento senza necessità di manutenzione. Riducono notevolmente l’abrasione e l’usura delle catene portacavi, aumentando la durata del sistema. Il sistema P4 è stato specificamente progettato per corse superiori a 800 m, velocità di oltre 10 m/s e carichi addizionali fino a 50 kg/m. Le ruote superiori non toccano quelle inferiori, ma scorrono una accanto all’altra. Questo grazie all’uso di traversini con pettine che mantengono la linearità di movimento del sistema. Il passo ridotto e le dimensioni uniformi delle maglie con e senza ruote consentono di ridurre l’effetto poligonale, per questo la catena scorre in modo più armonico e silenzioso. La catena portacavi è disponibile in varie larghezze interne, da 100 a 400 mm, e con altezze interne di 32, 42, 56 e 80 mm. Tre diversi raggi di curvatura per ogni tipo di catena garantiscono flessibilità e adattabilità ai diversi requisiti dei condotti da guidare. l’industria meccanica 697 | 38

www.ra.rockwell.com

Sistema di monitoraggio È progettato per valori da -25 a +70 °C e da 18 a 32 V Il sistema “Allen-Bradley Dynamix Serie 1444” di Rockwell Automation permette di monitorare e proteggere i macchinari in quanto sfrutta i benefici dell’architettura integrata dell’azienda invece di utilizzare un dispositivo isolato per valutare lo stato di salute corrente dei macchinari stessi, prevede potenziali problemi ed evita danni a macchine critiche. L’integrazione dello stato di salute dei macchinari all’interno delle architetture di controllo attraverso una rete standard Ethernet TCP/IP EtherNet/IP, introduce grande flessibilità nella progettazione e nell’efficienza operativa del macchinario. Per un condition monitoring generico, i sistemi di monitoraggio Dynamix 1444 offrono elevata capacità di elaborazione e misurazione del segnale, mettendo a disposizione degli utenti gli strumenti necessari per rilevare e identificare i guasti e lo stato per tutte le classi di macchinari industriali. Tutti i dati possono essere inviati a un database di impianto o gestionali per essere archiviati e analizzati. I sistemi di monitoraggio della serie Dynamix 1444 sono progettati per valori che vanno da -25 a +70 °C e da 18 a 32 V. Sono progettati per l’utilizzo in ambienti pericolosi e conformi agli standard navali relativi a urti e vibrazioni.


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LAVORO | Le nuove regole

Jobs Act Al via le tutele crescenti e i nuovi ammortizzatori sociali. Morgan Stanley: “Italia sorpresa dell’Eurozona” l’industria meccanica 697 | 40


LAVORO | Le nuove regole

L

a sorpresa dell’eurozona sarà l’Italia. Così Morgan Stanley ha promosso le riforme strutturali del nostro Paese, combinate con gli effetti positivi di un euro svalutato e un prezzo del petrolio ancora basso. L’inizio dell’anno si è aperto con un mondo del lavoro in pieno cambiamento. Il Jobs Act, il pacchetto sulla riforma del lavoro che «rottama» l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e punta a rendere più flessibile il mercato, è legge. Nonostante gli scontri fra sindacati, governo e minoranze interne al Pd. E dal 7 marzo sono attivi i primi due decreti attuativi che danno il via al contratto a tutele crescenti e regolano gli ammortizzatori sociali. Manovre che hanno subito portato l’Ocse a rivedere al rialzo le stime sulla crescita dell’Italia, con un aumento dello 0,6% previsto sul Pil per quest’anno. La riforma del Jobs Act si affianca inoltre alla decontribuzione per 3 anni per le nuove assunzioni a tempo indeterminato prevista dalla legge finanziaria, oltre al taglio della componente costo del lavoro dall’imponibile Irap. Obiettivo: creare occupazione e combattere la precarietà, in un’Italia che conta oggi 3 milioni di disoccupati, fra cui 700mila giovani. Con un tasso di disoccupazione passato dal 6,4% del 2008 al 13% di quest’anno. Ma quali sono le nuove regole? Per i nuovi assunti il reintegro nel posto di lavoro rimane solo in caso di licenziamento discriminatorio e disciplinare, se un giudice riconosce che il fatto contestato non sussiste. Mentre negli altri casi la tutela è rappresentata da un indennizzo economico che cresce con l’anzianità di

Lavoro e licenziamento, come cambiano le regole Di Ernesto Vitiello, Studio Mondini & Rusconi

servizio. Inoltre viene ridisegnato il meccanismo degli ammortizzatori sociali, con l’introduzione della Naspi (la nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego), partita a maggio. In corso di approvazione invece i decreti che regoleranno le tipologie contrattuali (addio a co.co.co. e co.co.pro. dal 2016), la possibilità di demansionamento e l’allungamento del sussidio di disoccupazione. I dati pubblicati dal ministero del Lavoro a marzo, i primi a comprendere sia le misure del Jobs Act che la decontribuzione prevista dalla finanziaria, indicano un saldo attivo fra i nuovi assunti e i contratti cessati di circa 92mila unità. Probabilmente in gran parte costituiti da stabilizzazione dei vecchi contratti precari. Dati accolti come «confortanti» dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con quieto ottimismo da ministro Giuliano Poletti. Ma da leggere alla luce dei numeri Istat di marzo sull’occupazione, calata di 59mila unità. Ma per aumentare l’occupazione la riforma del lavoro dovrà essere accompagnata da una ripresa industriale. La doccia fredda di inizio anno, aperto dai dati destagionalizzati di gennaio che segnavano un calo della produzione industriale dello 0,7%, è stata in parte mitigata dalla notizia dell’aumento del 2% delle commesse a febbraio, soprattutto costituite da ordini all’estero. Ma è sulla ripresa del mercato interno che si gioca la partita dell’occupazione. Il bilancio a fine anno ci dirà se Morgan Stanley aveva ragione. □ c.f.

I

l d.lgs. 23 del 4 marzo 2015 ha finalmente dato corpo, per quanto riguarda i licenziamenti, ai principi programmatici di cui alla lettera c) comma 7 art. 1 della L. 10 dicembre 2014 n. 183 (Jobs Act). Campo di applicazione Premettiamo che è stato introdotto un doppio binario. Ai rapporti in corso continua ad applicarsi la normativa vigente. Il Jobs Act si applica quindi solo a coloro, operai, impiegati, quadri, non pubblici, assunti con contratto a tempo indeterminato dal 7 marzo 2015 (giorno successivo all’entrata in vigore del predetto d.lgs. n. 23), e per cui vi è l’esenzione contributiva per tre anni. Le novità riguardano 41 | MAGGIO GIUGNO 2015

quindi un modesto gruppo di lavoratori, destinato ovviamente a crescere, ma al momento assolutamente irrisorio rispetto al personale oggi occupato. Sarò comunque incrementato dalla conversione dei contratti a termine e dei rapporti di apprendistato e dal superamento della soglia dei 15 dipendenti per nuove assunzioni (ad esempio, la ditta Alfa occupa 15 dipendenti: se assume il sedicesimo la nuova normativa si applica a tutti i 16 dipendenti). Marginalità della reintegra La nuova normativa conferma il diritto alla reintegra del lavoratore: a) oggetto di licenziamento nullo (tra questi il discriminatorio e l’orale); b) ovvero nelle ipotesi in cui il Giudi-


LAVORO | Le nuove regole ce accerta il difetto di giustificazione per motivo consistente nella disabilità fisica o psichica del lavoratore; c) o infine nelle ipotesi di licenziamento soggettivo in cui sia direttamente dimostrato in giudizio l’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore. Di recente la Suprema Corte con la Sentenza 06.11.14 n. 23669 ha statuito che «va tenuta distinta dal fatto materiale la sua qualificazione per cui la reintegra postula la verifica della insussistenza del fatto materiale addotto a fondamento del licenziamento, che si esaurisce nell’accertamento positivo o negativo di esso senza margini per valutazioni discrezionali irrilevante, essendo il profilo della proporzionalità della sanzione rispetto alla gravità del comportamento addebitato». Come spesso succede il legislatore si è adagiato sulla giurisprudenza corrente. Oltre al reintegro compete il risarcimento del danno, pari ad una indennità commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR, dal licenziamento alla reintegra dedotto il percepito, in misura

non inferiore a 5 mensilità oltre al versamento dei contributi. Il risarcimento Nelle altre ipotesi di licenziamento ingiustificato il Giudice dichiara estinto il rapporto alla data del licenziamento, condannando il datore di lavoro al pagamento di 2 mensilità per ogni anno di servizio senza contribuzione: in ogni caso non meno di quattro e non più di ventiquattro mensilità. E nell’ipotesi di vizi formali di 1 mensilità per ogni anno di servizio, sempre senza contribuzione: in ogni caso non meno di due e non più di dodici mensilità. Gli importi sono dimezzati per le piccole imprese (meno di 15 dipendenti), con il limite massimo di sei mensilità. Il presente decreto si applica anche alle organizzazioni di tendenza. E’ disapplicata la procedura Fornero per il nuovo regime. Il componimento della vertenza Sono offerte due strade. Il datore di lavoro può revocare il licenziamento entro 15 giorni dalla comunicazione dell’impugnazione: in tal caso il rapporto è ripristinato

l’industria meccanica 697 | 42

con diritto del lavoratore alla retribuzione del periodo intercorrente. Entro i termini di impugnazione stragiudiziale del licenziamento il datore di lavoro può effettuare un’offerta di conciliazione, in sede sindacale, proponendo il pagamento in un importo esentasse e senza contributi pari a una mensilità per ogni anno di servizio: non memo di due e non più di diciotto mensilità, mediante assegno circolare. Ulteriori importi per una eventuale conciliazione “tombale” sono soggetti ai normali oneri fiscali. Lincenziamento collettivo Se effettuato senza forma scritta, si applica la normativa del licenziamento nullo. In caso di violazione della procedura o dei criteri di scelta si applica il regime del licenziamento ingiustificato, compresa l’ipotesi della insussistenza del fatto. Complessivamente, nulla di veramente rivoluzionario, ma certamente una strada per una modifica graduale del sistema che entrerà a regime, grosso modo, entro una decina di anni. □


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Smart city index: il QI delle città Al vertice i grandi comuni del Centro-Nord L

di Gloria Presotto

a dotta, la grassa, la rossa. E ora anche La smart. Ai tre soprannomi storici di Bologna, che raccontano della sua antica Università, del cibo opulento e dei palazzi di mattoni, ne va aggiunto un quarto. Il capoluogo emiliano è infatti al primo posto nello Smart city index 2014, il ranking delle città più “intelligenti” d’Italia. Sul secondo gradino del podio troviamo Torino, mentre la protagonista di Expo2015, Milano, è terza. In quarta posizione la Capitale, seguita da Trento, Firenze, Pisa, Verona, Parma e Brescia. Realizzato dalla società Between con il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo studio non l’industria meccanica 697 | 44

vuole essere una semplice classifica, ma uno strumento utile alle amministrazioni cittadine, che evidenzi i fenomeni in atto e mostri le possibili direzioni di sviluppo. Gli indicatori su cui si basa lo Smart Index sono 422 e appartengono a 12 diverse aree di riferimento: si va dalla diffusione della banda larga fissa all’informatizzazione di scuole e ospedali, dall’utilizzo di energie rinnovabili alla sicurezza urbana. Da non confondere, però, “smart” ed “ecologico”. Una smart city per essere definita tale necessita sia della componente green, legata alle tematiche dello sviluppo sostenibile, sia di quella digital, connessa alle infrastrutture e ai servizi digitali.


FOCUS | Edilizia intelligente Accade così che città molto attente alla tematica ambientale e con un’alta qualità della vita finiscano nella parte bassa della classifica, in quanto meno dedite alle innovazioni digitali: emblematico il caso di Bolzano, prima per le politiche green ma solo al 78esimo posto per le digitalizzazione. Uno sbilanciamento in senso opposto colpisce invece centri quali Monza (11esima nel digital e 68esima nel green), Vicenza (15esima e 73esima) e Como (25esima e 80esima). I risultati sono abbastanza prevedibili. Se nella prima parte della classifica dominano le città del CentroNord di medio-grande dimensione, dal cinquantesimo posto in poi troviamo i capoluoghi del Sud e i Comuni più piccoli, a dimostrazione che per costruire la Smart City occorre una massa critica (di risorse, di soggetti, di mercato) che attualmente è al di sopra degli 80.000 abitanti. In generale, il panorama emerso rivela alcuni dati positivi: ad esempio, rispetto al 2013, i Comuni dotati di banda larga sono triplicati, così come sono aumentate (+ 60%) le Aziende sanitarie che consentono il pagamento del ticket on-line. Più che raddoppiati (+ 130%) i Comuni che pubblicano Open Data sui propri portali, e aumentati del 400% i dataset pubblicati. In forte crescita anche i servizi di mobility: condividere i mezzi di locomozione piace molto, e così car sharing, bike sharing e car pooling sono sempre più diffusi. Buoni risultati pure sul fronte energetico: cresce del 45% il numero di impianti fotovoltaici e dell’81% il numero di impianti a bioenergia. Tuttavia, sostengono gli autori dello studio, occorre fare di più. Lo sviluppo delle Smart City italiane continua a essere troppo lento e disomogeneo, e l’emergere di best practice e modelli di riferimento appare difficile senza una metrica condivisa. □

La classifica della smartness:

1. Bologna 2. Torino 3. Milano 4. Roma 5. Trento 6. Firenze 7. Pisa

8. Verona 9. Parma

10. Brescia 45 | MAGGIO GIUGNO 2015


FOCUS | Edilizia intelligente

Lo smart BiTech: building: Progetto un’occasione per ripartire I

l mondo delle costruzioni è cambiato. L’edificio del futuro è smart. Non più un semplice involucro, ma un sistema complesso, dove componenti meccaniche ed elettroniche dialogano tra di loro e con l’utente. Questa l’idea al centro di Bitech, il progetto di Anima ed Anie presentato il 27 marzo al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Una collaborazione tra impiantistiche all’avanguardia, che oltre a riprogettare il building rilanci un settore – quello edilizio – che negli ultimi sei anni ha perso a valori correnti il 17%. «Per ripartire serve un approccio di filiera» ha dichiarato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi alla conferenza inaugurale «un coordinamento tra i vari operatori del

sistema. Il Progetto Building è una best practice in questo senso, poiché punta all’innovazione attraverso una prospettiva integrata». I numeri che fanno pensare positivo ci sono tutti, come evidenzia lo studio condotto dal Cresme: «Le tecnologie rappresentate da Anima ed Anie rivolte al mondo delle costruzioni hanno registrato nel 2013 un fatturato congiunto di 46 miliardi di euro: un ottimo risultato, del tutto in controtendenza con il drastico crollo del mercato edilizio» spiega Lorenzo Bellicini, presidente del Cresme. Negli anni della crisi (2008-2014), la spesa destinata agli impianti nelle nuove costruzioni è passata infatti da un peso percentuale del 9,8% sul costo di costruzione globale di un fabbricato a un l’industria meccanica 697 | 46

peso pari al 14,4%. «Il comparto del risparmio energetico, in particolare, ha conosciuto un vero boom: tra il 2008 e il 2014 il settore dell’illuminazione a sorgenti Led è cresciuto del 577% fino a quota 2,81 milioni di euro; quello degli impianti fotovoltaici è salito del 55%. Ottimi risultati anche per domotica (+34% a 368 milioni di euro), pompe di calore in gruppi refrigeratori, compressione condizionatori d’aria e di acqua (+20% a 472 milioni di euro), sistemi antintrusione (+4% a 7,68 milioni); sistemi tecnologici di prevenzione incendi (+2,2% a 2,35 milioni)». Le previsioni per i prossimi cinque anni parlano di un’impiantistica sempre più al centro del settore edilizio e di un mercato composto da


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microinterventi di riqualificazione, che coniughino un basso impatto ambientale con comfort abitativo e creazione di valore. «L’impiantistica a più alto grado di innovazione crescerà del 47,7%, percentuale che potrebbe accrescersi maggiormente qualora vengano rimossi molti dei vincoli burocratici che attualmente rallentano la crescita» conclude Bellicini. Per consolidare la ripresa, tuttavia, il sostegno del Governo è fondamentale. Necessaria innanzitutto una politica industriale più ampia, con misure a sostegno degli investimenti, che facilitino l’accesso al credito. «Fino ad ora le imprese hanno fatto ricerca e innovazione con le loro forze. Adesso bisogna costruire un quadro di sistema» ha detto

ancora Squinzi. «Come Anima stiamo seguendo con attenzione tutte le iniziative del Governo dedicate al settore dell’Edilizia e della Green Economy» – afferma Alberto Caprari, Presidente della Federazione Anima, «assicurando il nostro supporto in termini di proposte e riflessioni su tutto quanto riguarda le soluzioni per l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili (specialmente termiche ed idroelettriche in cui il nostro Paese è tra i leader), per dare un contributo fattivo a uno sviluppo positivo dell’economia, della sostenibilità ambientale e del modello sociale ed urbano nel nostro Paese. Il Progetto Bitech vuole essere un esempio concreto dell’impegno dell’Industria italiana delle tecnologie». □ g.p. 47 | MAGGIO GIUGNO 2015

Il progetto Bitech di Anima e Anie scommette sull’impiantistica ad alta innovazione


FOCUS | Edilizia intelligente

Lo smart building? E

difici intelligenti, tecnologie integrate, efficienza energetica. Quella dello smart building è una vera e propria rivoluzione. Tuttavia l’edificio smart “isolato” non basta: deve essere inserito in una rete. Il discorso di interfaccia edificio-rete è la necessaria evoluzione di un mercato che ha fatto una scelta di tipo sostenibile e di trasformazione verso l’efficienza. Quello europeo è sempre più un mercato di riqualificazione del patrimonio esistente; processo che parte necessariamente da un efficientamento del singolo edificio. L’eccellenza di quest’ultimo ha tuttavia un limite, dato dal contesto: ad esempio, è inutile installare il recupero delle acque grigie se poi non c’è una rete di supporto adatta. Allo stesso modo, l’efficientamento energetico di un edificio è ottimale solo se accompagnato da un’ottimizzazione dello stoccaggio. Per quanto riguarda l’energia elettrica, in Italia si sta già agendo in questo senso, stimolando una richiesta nelle fasce orarie a bassa domanda. Un discorso macro diventa perciò interessante se c’è un sistema che aiuta a fare degli scambi: un frigorifero produce calore in eccesso? Questa energia sarà comprata da qualcun altro. Per questo serve una rete smart, non solo per l’energia elettrica, ma anche per l’acqua e i rifiuti, a tutto tondo. Cosa sta cambiando a livello di mercato? L’ambiente smart è ormai un’espressione di brand, un valore aggiunto e distintivo della propria azienda. La sostenibilità è diventata un elemento di differenza, sintomo di un mutato modo di vivere lo spazio. Molte tra le imprese top 100 al mondo hanno scelto di migliorare i propri edifici in questo senso, non solo per una questione

di tipo ecologico: si è constatato che accorgimenti come il controllo del rumore, della luce e una migliore qualità dell’aria aumentano la produttività dei lavoratori. Si parla sempre più di ‘Active design’: palestre interne all’edificio, giardini pensili, sistemi che regolano la ventilazione in funzione della presenza. La nuova percezione che si sta diffondendo è che l’utente non sia più chi usufruisce di un ambiente, ma colui che lo gestisce a 360 gradi. C’è ancora della diffidenza verso questo nuovo tipo di tecnologie? Come si può superare? Non vedo tanto una diffidenza tout court, ma di certo ci sono degli ostacoli da superare. Innanzitutto è necessario realizzare un’interfaccia elementare, molto istintiva, che traduca in termini facili una tecnologia complessa. L’utente finale, sia un gestore d’albergo o il proprietario di un appartamento, deve avere una percezione semplice di queste tecnologie, anche delle più sofisticate. Altra cosa è il problema economico. Spesso abbiamo a che fare con clienti che guardano al primo costo piuttosto che al pay-back. Una soluzione sostenibile va cercata in un valore commerciale di riposizionamento di un determinato bene, che in questo caso è un bene costruito. Perciò dovrebbe essere resa obbligatoria un’etichettatura che certifichi che un edificio è qualitativamente migliore di un altro. Importantissimo a tal proposito il branding, sistema in cui l’eccellenza si misura attraverso dei green rating quali i LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), standard riconosciuti che misurano la sostenibilità di un edificio. Si ha così un ritorno di creazione di valore nella riqualificazione del patrimonio. □ g.p.

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FOCUS | Edilizia intelligente

Intervista a Nadia Boschi, PhD. Architect, Lend Lease

Nodo di una rete intelligente

Nadia Boschi opera nel settore delle costruzioni sostenibili da più di 20 anni. Ha maturato un’esperienza scientifica come Professore di Building Construction presso la Virginia Polytechnic Institute & State University (US) e di business, come Sustainability Executive di Lend Lease. Ha a lungo collaborato nello sviluppo di politiche e normative di rilevanza ambientale con il governo degli Stati Uniti, l’Unione Europea e l’Organizzazione mondiale della Sanità. È responsabile sostenibilità su grandi progetti in Cemea, lavorando principalmente su progetti di rigenerazione urbana, e responsabile dello sviluppo e implementazione del programma Sostenibilità aziendale, comprese le attività di trasformazione di mercato, implementazione e gestione ISO 14001, reporting ambientale interno ed esterno (CDC,DJSI), advising strategico per i clienti. Il suo lavoro è riconosciuto a livello internazionale e spesso offre lezioni in università come Harvard,Università di Sydney, Delft University, Politecnico di Torino. Partecipa a dibattiti internazionali ed è peer reviewer per riviste scientifiche.

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FOCUS | Edilizia intelligente

L’edificio del futuro? Si progetta con il Bim U

n nuovo modo di progettare, dinamico e interconnesso. Che riduce tempi, costi e possibilità d’errore. È il Bim, acronimo di Building Information Modeling. Una tecnologia che tramite specifici software di modellazione elettronica, strutturale e impiantistica, consente di ideare, costruire e gestire un sistema edificio durante tutto il suo ciclo vita. In breve, è la costruzione virtuale di un immobile che contiene oggetti intelligenti in un unico file sorgente, che può essere scambiato tra i diversi attori del processo, aumentando la collaborazione e lo scambio di informazioni. Il primo vantaggio di questo sistema rispetto ai tradizionali Cad 2D o 3D è la dinamicità. I modelli virtuali generati da questi strumenti descrivono infatti solo caratteristiche geometrico-dimensionali e il software serve per automatizzare il disegno a mano, producendo immagini destinate ad essere stampate e scambiate in formato cartaceo, mentre gli aspetti qualitativi sono forniti in allegato. Il Bim offre invece una descrizione intelligente degli oggetti, che si portano dietro tutti i parametri relativi ad aspetti geometrici, materiali e finiture, le specifiche tecniche, il produttore, la quantità e il prezzo. Ciò è molto utile a tutte le parti interessate, per comprendere meglio le soluzioni possibili e rendere il progetto flessibile, modificabile sulla base di variabili quali costi e

funzionalità. Il Bim, infatti, non si rivolge solo ai progettisti, ma a tutta la filiera delle costruzioni. A partire dalle aziende produttrici, che possono testare i loro prodotti in un ambiente virtuale prima di realizzarli, con un conseguente risparmio di tempo e risorse. La quantità di dati condivisi facilita poi tutta la supply chain. Ad esempio, un condizionatore d’aria all’interno di un Bim conterrà anche i dati circa le procedure dei fornitori, gestione e manutenzione, portate e requisiti di spazio. In tal modo, quando si deciderà di sostituirlo, tutti gli attori coinvolti nel Bim ne saranno a conoscenza e l’impresa saprà subito quale tipo di prodotto utilizzare. Tutto ciò senza fax o chiamate di rettifica. I benefici sono così evidenti che molti Paesi ne stanno fortemente incentivando l’adozione. Il 15 gennaio 2014 l’Unione Europea ha emesso una direttiva in cui sancisce che i 28 Stati membri potranno incoraggiare, specificare o imporre l’utilizzo del Bim in tutti i progetti finanziati da fondi pubblici. Nel Regno Unito, entro il 2016 il Governo richiederà un livello di Bim 2 per tutte le gare di appalto a finanziamento pubblico. Anche i Paesi Scandinavi sono orientati in questo senso: in Finlandia più del 70% dei progetti è gestito con strumenti Bim. Infine, negli Usa diversi enti federali chiedono gare di appalto in Bim sin dal 2003. □ l’industria meccanica 697 | 50


FOCUS | Edilizia intelligente

Building Information Modeling: le aziende potranno testare i loro prodotti in un ambiente virtuale, con un conseguente risparmio di tempo e costi

The house of the future? It is planned with Bim A new way of planning, dynamic and interconnexed. Which allows to cut time, costs and error probabilities. It is named Bim, that is Building Information Modeling, It is a technology that through specific softwares of electronic modeling, structural and engineering, allows to conceive, produce and run a building system during its whole life span. Briefly, it is the virtual building of a real estate including clever objects within a unique file source, which may be exchanged between the different players of the process, thus increasing both cooperation and exchange of information. The first advantage of the above system in comparison with the traditional Cad 2D or 3D is dynamism. Virtual models generated by the latter instruments describe indeed only geometric-dimensional aspects while software can mechanize the hand-design, through production of images designed for printing and converting into paper format, while quality properties are provided in annex. In the contrary, Bim offers a clever description of objects, provided with all parameters as far as geometric, material and finishing properties, technical specifications, manufacturer, quantity and price are concerned. This is really useful for all interested parts, in order to better understand possible solutions and make the project flexible and editable according to items such as costs and feature. 51 | MAGGIO GIUGNO 2015

As a matter of fact does Bim address not only to designers, but to the whole supply chain of construction. Starting from manufactures, who can test their products in a virtual environment before realizing them and as a result may save time and resources. The quantity of data shared facilitates then the entire supply chain. For instance, an air conditioner inside a Bim program will include as well data concerning supplier procedures, running and maintenance, capacity and space requirements. In this way, once it is decided to replace it, all players involved in Bim program will get acquainted and the company will know immediately the right type of product to use. All that without any corrections by means of either fax or phone calls. Benefits are so clear that many countries are boosting its introduction. On 15 January 2014 did European Union issue a directive ratifying that 28 Member States can promote, suggest or impose the use of Bim in all projects financed by public funding. In the United Kingdom, the Government will ask Bim level 2 for all tenders with public funding within 2016. Also Scandinavian countries are inclined in the same way: in Finland more than 70% of projects is run through Bim instruments. Finally, in the US several federal bodies have been asking tenders in Bim since 2003. â–Ą


FOCUS | Sicurezza

12.000 carrellisti

abilitati da Aisem Chi non è in regola rischia sanzioni penali e amministrative

di Andrea Pasquini

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FOCUS | Sicurezza

Sicurezza sul lavoro: la legge prevede la formazione obbligatoria per gli operatori Ma sono ancora molte le aziende in ritardo

V

elocità troppo alta, manovre sbagliate, ostacoli sul percorso, ma anche carenza di manutenzione. Sono queste, secondo Inail, le cause più frequenti di incidenti sul lavoro con carrelli elevatori. Una formazione dell’operatore condotta in maniera seria e ben strutturata è in grado di porre un freno a queste eventualità, riducendo i danni a persone e cose, senza dimenticare i buoni effetti sull’ottimizzazione della produttività aziendale e il risparmio. Una formazione che, vista la sua importanza, è prevista a norma di legge. Ma il tempo a disposizione è finito. Il 12 Marzo 2015 è scaduto, dopo una finestra di due anni, il termine ultimo per regolarizzare l’abilitazione degli operatori incaricati alla conduzione di carrelli. In questo periodo sono stati formati quasi 12.000 carrellisti, attraverso i circa 2000 corsi

organizzati da Aisem, l’associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione. Un ottimo risultato. Ma sono ancora molte le aziende in ritardo, che hanno la necessità di qualificare il proprio personale. Secondo l’art. 73 del Dlgs 81/2008, il datore di lavoro ha infatti l’obbligo di provvedere affinché i lavoratori ricevano una formazione adeguata all’utilizzo in sicurezza delle attrezzature da lavoro. Per alcune particolari attrezzature, le modalità di formazione e i soggetti formatori abilitati devono essere individuati con disposizioni aggiuntive pubblicate nell’Accordo Stato Regioni 53 CSR del 12 Febbraio 2012. Tra queste ci sono i carrelli elevatori, sia con sollevatore a forche che con sollevatore a braccio telescopico. Gli operatori ad oggi non ancora formati dovranno essere obbligatoriamente abilitati con corsi integrali di almeno 12 ore, poiché le facilitazioni previste per il riconoscimento della formazione pregressa erano accessibili solo fino al 12 Marzo. Inoltre, il testo di legge prevede che gli operatori debbano rinnovare la propria abilitazione ogni 5 anni con corsi di aggiornamento. Chi non è in regola rischia pesanti sanzioni amministrative e penali, per il non rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Aisem, attraverso Asa, Società di servizi della Federazione Anima, collabora dal 2013 con le aziende associate per abilitare gli operatori di carrelli industriali con uomo a bordo su sedile, secondo le regole definite dall’accordo della Conferenza Stato Regioni. Oltre all’attestato di abilitazione individuale previsto per legge per ciascun lavoratore formato, viene rilasciato anche un tesserino di “operatore qualificato Aisem”, garanzia del rispetto delle indicazioni delle Linee Guida redatte dall’Associazione dei costruttori. 53 | MAGGIO GIUGNO 2015

Dal punto di vista delle aziende Come è stata vissuta quest’esperienza di formazione? Quali sono state le criticità o, al contrario, i punti forti? Rispondono direttamente alcune aziende che negli scorsi mesi hanno scelto i corsi Aisem per formare il proprio personale.

---------------------------Gabriella De Nigris, Formazione delle Risorse Umane Azienda: Pam Supermercati Formazione svolta da: Aisem in partnership con Jungheinrich Italiana Srl Per quanto ci riguarda, il corso è stato positivo: siamo decisamente soddisfatti dell’organizzazione. Grazie ad una grande professionalità si è esaurito tutto in un mese e mezzo. Ho avuto a che fare con un solo referente, che aveva contatti con tutti i colleghi sparsi nel territorio: lavorare con un unico interlocutore mi ha facilitata non poco. La difficoltà è stata più che altro geografica: le sedi Pam sono sparse in tutta Italia, così ho dovuto gestire, da Venezia, corsi dal Piemonte al Lazio, fino all’estremo nord est, a Udine. Il tutto, come ho già detto, in tempi brevi. Sapere di avere in contemporanea due o tre aule è stato un bell’impegno. Giudico senz’altro utile questa esperienza: in un’azienda come la nostra i carrelli vengono utilizzati in maniera discontinua, e gli operatori erano per lo più autodidatti. Una maggior attenzione e formazione in questo senso, perciò, penso sia stata molto efficace. Non si è trattato dunque di un semplice adeguarsi alla normativa. ----------------------------


FOCUS | Sicurezza ---------------------------Federico Chiarolini, Responsabile della Sicurezza

---------------------------Alberto Persenico, Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione

Azienda: Ferrarelle Formazione svolta da: Aisem in partnership con Linde Material Handling Italia SpA

Azienda: Artsana Formazione svolta da: Aisem in partnership con Toyota Material Handling Italia Srl

Il corso organizzato è andato bene, non abbiamo incontrato difficoltà di sorta grazie alla chiarezza delle procedure che ci sono state proposte. Ci siamo trovati a dover aggiornare le competenze dei nostri carrellisti attraverso il corso di aggiornamento. È stata dunque svolta prima la parte teorica, che probabilmente è risultata essere quella più complessa e utile nel nostro caso. Bisogna considerare infatti che i nostri operatori sono veterani dell’utilizzo del carrello e hanno sviluppato sul campo grande abilità pratica, lo utilizzano ogni giorno, e spesso avevano già svolto dei corsi di formazione. La parte pratica infatti, seppur impegnativa e ben articolata, è risultata più semplice per i nostri carrellisti. Ci siamo dunque adeguati alla normativa vigente, ma, scegliendo di affidarci ai professionisti del settore, siamo riusciti a farlo attraverso dei corsi che hanno senz’altro dato un valore aggiunto anche a operatori già esperti. ----------------------------

Scinderei la questione in due parti: corso di formazione integrale e corso di aggiornamento. La prima, per chi non aveva mai utilizzato il carrello, è stata più che utile: necessaria. Il percorso formativo era adeguato e sia la parte teorica che quella pratica sono state seguite con interesse dai nostri operatori che hanno potuto usufruire della competenza fornita dai costruttori dei carrelli che si trovano poi a utilizzare. Per quanto riguarda l’aggiornamento, in questa fase dove era richiesto adeguare la formazione dei carrellisti già incaricati entro il Marzo di quest’anno, il corso poteva essere visto dagli operatori esperti come superfluo. Probabilmente, le legge dovrebbe prevedere corsi personalizzabili in base all’effettiva esperienza dei carrellisti. Non è stato semplice per un’azienda come la nostra formare un numero considerevole di operatori sparsi in tutto il territorio nazionale, con livelli di preparazione differenti. ----------------------------

TUTTE LE INFORMAZIONI PER ATTIVARE I CORSI AISEM: www.anima.it/sites/default/files/carrellisti_aisem.pdf www.INDUSTRIAMECCANICA.IT http://www.anima.it/sites/default/files/carrellisti_aisem.pdf SU INDUSTRIAMECCANICA.IT

l’industria meccanica 697 | 54

«Abbiamo risposto al fabbisogno formativo delle aziende utilizzatrici attraverso un sistema che garantisce qualità e affidabilità. In merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro, la partnership con le aziende costruttrici associate ad Aisem consente di proporre corsi sviluppati secondo l’esperienza di chi meglio conosce i carrelli elevatori, ovvero le stesse aziende che li progettano e li realizzano» ha dichiarato Andrea Orlando, Direttore Generale della Federazione Anima e responsabile del progetto formativo per l’attività di formazione condotta da Asa. «Nel Marzo 2013 siamo partiti convinti che ciò che abbiamo strutturato sia qualcosa di difficilmente eguagliabile a livello qualitativo e dunque i traguardi che ci eravamo fissati erano molto ambiziosi. Ma il riscontro sul campo che abbiamo ottenuto è stato addirittura superiore alle nostre aspettative» conclude Orlando. □


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FOCUS | Sicurezza

Perforatrici: di Roberto Cattaneo e Sabrina Cairoli

Le macchine non marcate CE possono essere piĂš pericolose per gli operatori, si apre la possibilitĂ di installazione della gabbia di sicurezza

A sinistra: perforatrice EN 16228 A destra: perforatrice EN 791 l’industria meccanica 697 | 56


FOCUS | Sicurezza

da febbraio la barriera di sicurezza è un obbligo L’

introduzione dell’obbligo della gabbia di sicurezza sulle macchine perforatrici ha lo scopo di isolare le parti in movimento della macchina dal possibile contatto con la persona che la sta utilizzando. Questa finalità è raggiunta applicando alla macchina una barriera mobile (gabbia) che impedisce l’accesso delle persone alle parti in movimento. La barriera è attiva, si interfaccia con gli impianti idraulici ed elettrici della macchina, provocando l’arresto del lavoro ogni volta che viene aperta. Tutte le macchine di nuova costruzione immesse sul mercato dopo il 13 febbraio 2015 (data di pubblicazione in Gazzetta della norma EN 16228), marcate Ce, sono dotate di una protezione di sicurezza delle parti in movimento. Le macchine già in uso possono essere dotate di gabbia di sicurezza; il consistente intervento necessario per l’installazione deve essere valutato insieme con il fabbricante, a causa delle difficoltà tecniche che può presentare. Dal punto di vista economico, in molti casi l’intervento di adeguamento potrebbe non essere conveniente. Gli interventi operativi sulla macchina necessari per l’utilizzo devono essere fatti con la gabbia aperta. Quindi la prima differenza di uso della macchina dotata di gabbia è che per intervenire sulla macchina è necessario agire, in primo luogo, sulla barriera che isola le parti in movimento dagli operatori. All’apertura della gabbia tutti i movimenti di perforazione si arrestano e le funzioni ridotte (Restricted operating mode - Rom) non sono

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FOCUS | Sicurezza

La Francia è la prima a invitare gli utilizzatori di perforatrici all’uso delle protezioni di sicurezza anche su macchine già in uso

attivate automaticamente, ma solo dopo azione volontaria dell’operatore. Anche dopo la chiusura della gabbia le funzioni possono essere attivate solo con azione volontaria dell’operatore. Così come già accade per le macchine che non siano dotate di gabbia, anche per le operazioni di utilizzo della macchina con la gabbia, carico e scarico dell’asta di perforazione, sono necessarie due persone, una che abbia la qualifica di operatore e un aiutante. Le procedure di lavoro conseguenti all’introduzione della gabbia impediscono che si presentino situazioni in cui la macchina perforatrice sia utilizzata da una sola persona. L’utilizzo della macchina con un solo operatore comporta, infatti, un notevole aumento dei rischi per l’operatore e non è previsto dal fabbricante. L’unica situazione in cui è possibile l’utilizzo della macchina con un solo operatore è quella in cui la macchina sia dotata di caricatore automatico per aste, senza aggiungere altre aste rispetto a quelle presenti sul caricatore stesso. Se fosse necessaria l’aggiunta di ulteriori aste sarebbe richiesta la presenza di una seconda persona. Tutto ciò considerato è comprensibile che sia necessario più tempo per l’utilizzo della macchina perforatrice dotata di gabbia. Si può ragionevolmente considerare dal 25 al 40 per cento in più di tempo necessario rispetto ad una macchina non dotata di gabbia di protezione. Con la gabbia di sicurezza installata è maggiore anche il tempo necessario, e sono diverse le modalità, per configurare la macchina dalla condizione di trasporto a quella di lavoro. Ciò in considerazione dell’ingombro e della massa, in molti casi rilevante, della gabbia che necessita di essere rimossa per questioni di ingombro in trasporto. Il peso della gabbia può interferire con la stabilità delle macchine l’industria meccanica 697 | 58

perforatrici di minore dimensione; potrebbe quindi essere necessario l’utilizzo di macchine di maggiore dimensione per l’esecuzione di perforazioni che potevano essere eseguite con macchine più piccole, ma non dotate di gabbia di sicurezza. I fabbricanti provvedono sempre all’istruzione del personale addetto alle macchine perforatrici; naturalmente quest’attività sarà svolta con ancora più attenzione, considerando l’introduzione del nuovo sistema di sicurezza che deve essere utilizzato al meglio per avere la massima efficacia. In situazioni eccezionali in cui la gabbia di sicurezza chiusa potrebbe impedire l’uso della macchina perforatrice, la normativa consente di valutare la possibilità di utilizzare la macchina con la gabbia aperta, parzialmente disinstallata o completamente disinstallata. Alcuni esempi di questo tipo di utilizzo si possono trovare nel manuale di uso di cui sono dotate le macchine. L’introduzione della gabbia di sicurezza ha aperto anche il dibattito relativo alla sicurezza delle macchine già in uso. Bisogna infatti considerare che le macchine in campo e senza gabbia rispondono a criteri di sicurezza considerevolmente diversi rispetto alle macchine con la gabbia, e quindi possono essere più pericolose per gli operatori. Queste macchine possono anche falsare il confronto competitivo tra le imprese utilizzatrici, visto che i tempi e le procedure di utilizzo delle macchine con la gabbia di sicurezza comportano costi di gestione maggiori. La Francia, per prima, con una nota tecnica del Ministero del lavoro, invita gli utilizzatori di alcune specifiche tipologie di perforatrici all’uso delle protezioni di sicurezza anche su macchine già in uso, introducendo un possibile scenario europeo in cui ciascuno Stato membro potrebbe risolvere la questione a modo proprio, trascurando le esigenze di armonizzazione della normativa tecnica. □


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PROGETTO DOGANA FACILE | Internazionalizzazione

Exportação Brasile: la chiave per conquistare un mercato difficile è la conoscenza delle agevolazioni già presenti di Martino Di Nola e Alessandra Castaldo, Easyfrontier Progetto Dogana Facile

l’industria meccanica 697 | 60


PROGETTO DOGANA FACILE | Internazionalizzazione

N

onostante stia attraversando una fase di quasi-stagnazione, con una crescita che attualmente sembra paralizzata, il Brasile rappresenta comunque un Paese di estremo interesse per tutte quelle aziende che vogliono espandersi sui mercati internazionali. Da solo rappresenta oltre metà del territorio dell’America del Sud, oltre che metà della popolazione e del Pil regionale. Paese dunque interessante di per sé e ancora più interessante come testa di ponte per un’espansione in America Meridionale. Ciononostante, l’espansione sul mercato brasiliano non è per nulla facile e ciò per una serie di motivi: alto tasso di corruzione, criminalità, estensione geografica, ecc. La penetrazione nel mercato, quindi, va studiata con attenzione, sia che si intenda investire direttamente sul territorio, sia che si

intenda semplicemente incrementare le esportazioni verso tale Paese di destinazione. Come per tutti quei Paesi che aspirano a diventare una potenza industriale (o che di fatto già lo sono), occorre innanzitutto notare che le importazioni sono rese difficili da una serie di barriere tariffarie non indifferenti: dazi alti già di per sé, che aumentano a dismisura se si considerano le varie addizionali, contributi, balzelli e quant’altro. Similmente a quanto accade, ad esempio, con l’India, basti pensare che un tornio, che sconterebbe un dazio puro del 14%, finisce per dover pagare un ammontare di diritti doganali che supera il 25,6% del proprio valore: i diritti doganali, infatti, non si esauriscono nel dazio semplice del 14%, ma vanno poi calcolati il contributo al fondo per

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la sicurezza sociale (8,6% sul valore composto bene+dazio), il contributo ai programmi di integrazione sociale (1,6% sulla base imponibile precedente) e la tassa per il rinnovo della flotta marittima (25% del nolo marittimo). In ogni caso, considerando le dimensioni e le potenzialità del mercato, il Brasile resta comunque attraente, ma per poter ottimizzare le proprie esportazioni occorre considerare una serie di agevolazioni già presenti, che, se ben sfruttate, possono ridurre di molto l’incidenza dei diritti di confine. Di quali agevolazioni si tratta? A seguire una breve panoramica che ne illustra i principi di funzionamento. Un grande mercato comune Innanzitutto, il Brasile fa parte del Mercosul, il più grande Mercato Co-


PROGETTO DOGANA FACILE | Internazionalizzazione

Il Brasile può diventare la testa di un ponte per tutto il Sudamerica

mune dell’America Meridionale, che comprende Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Venezuela (questi gli Stati membri a tutti gli effetti; Colombia, Cile, Perù, Ecuador e Bolivia sono per il momento associati, con gradi di integrazione variabili, ma si auspica un loro accesso a pieno titolo negli anni a venire). Caratteristica comune a tutti i Mercati Comuni, innanzitutto, è il fatto che fra i membri del Mercosul vi sia un’unione doganale: in breve, ciò significa che tutti i membri, oltre ad aver eliminato le barriere nei rapporti reciproci, applicano la stessa Tariffa Doganale esterna comune. Una volta applicata la Tariffa Doganale, i beni sono liberi di transitare senza dazio di importazione da un Paese all’altro. Inoltre, i prodotti originari di un membro Mercosul non pagano dazio di importazione negli altri Paesi, a patto che si rispetti un contenuto minimo di parti/componenti/valore aggiunto che sia di produzione locale, ossia le regole di origine. La regola di origine “principale” stabilisce che sono considerati originari del Mercosul quei prodotti che abbiano per lo meno il 60% di valore aggiunto regionale rispetto al loro valore franco fabbrica. Un’impresa che riesca dunque ad effettuare (o a fare effettuare) una lavorazione all’interno di un Paese Mercosul può godere di un notevole vantaggio daziario, a patto che la lavorazione rispetti le regole di origine. Altra leva strategica per le aziende, anche se di più difficile utilizzo, è la possibilità di sfruttare alcune disomogeneità all’interno delle singole Tariffe nazionali dei membri dell’Accordo: nonostante viga un’unione doganale, infatti, ai Paesi Membri è concesso stilare una lista di eccezioni, ossia di prodotti il cui dazio esterno è deciso a livello nazionale e non più unionale (il dazio è zero per i Paesi Mercosul, ma varia da Paese a Paese per prodotti importati dall’estero, ad esempio l’industria meccanica 697 | 62

per alcuni alimenti o alcuni tipi di acciai); certo è che queste possibilità di arbitraggio che sfruttano le disomogeneità dell’accordo si stanno via via riducendo, quindi una leva di tale genere potrebbe risultare inefficace nel lungo periodo. Al di là delle riduzioni accordate a livello intra-accordo, vanno poi tenuti presenti alcuni accordi di origine preferenziale che il Mercosul ha stipulato con un insieme di Stati terzi e che ricalcano le forme e lo stile di quegli accordi di origine preferenziale che anche la UE ha stretto con vari Paesi (in sintesi, come sempre, dazi ridotti o nulli per i prodotti che rispettano le regole di origine del singolo accordo). Al momento, il Mercosul ha stretto accordi con Comunità Andina (Bolivia, Ecuador, Colombia, Perù), Israele, Egitto, India, Messico, Cile: tali accordi, come intuibile, differiscono per l’ampiezza dei contenuti, e quindi delle categorie soggette a riduzione daziaria, ma sicuramente possono fornire enormi opportunità nei settori più disparati. Istituti a livello nazionale A livello nazionale poi, e non più solo a livello Mercosul, esistono due ulteriori tipi di istituti che consentono di ottenere sgravi ed esenzioni all’importazione in Brasile. Innanzitutto, l’istituto del Drawback: regime presente in numerosi Paesi, anche se sotto diversi nomi e diverse forme, che consiste sostanzialmente nell’esentare dal dazio (o meglio, nel farsi restituire il dazio pagato) tutte quelle importazioni di prodotti che andranno poi lavorati e/o riesportati. La limitazione di tale regime, dunque, sta nel fatto che non è utilizzabile se le spedizioni in Brasile sono destinate al mercato interno e non alla produzione di prodotti da esportare. Una seconda limitazione è costituita dal fatto che, qualora se ne volesse avvalere, l’impresa im-


PROGETTO DOGANA FACILE | Internazionalizzazione portatrice deve dimostrare di essere un esportatore abituale e che i prodotti importati siano distinguibili all’interno dei prodotti da esportare. Terza limitazione deriva dalla circostanza che il regime, che va autorizzato dall’autorità doganale, non comporta un’esenzione, bensì un rimborso, e, dunque, non presenta vantaggi immediati nella gestione della liquidità. Altro regime di importazione agevolata è il cosiddetto Ex Tarifario: si tratta in buona sostanza di un regime particolare di importazione, che va autorizzato dalle autorità brasiliane e che prevede riduzioni ed esenzioni di dazio qualora si importino prodotti che non possono essere facilmente reperiti in Brasile a costi ragionevoli. Per attivarlo occorre inoltrare richiesta formale alle autorità federali, fornendo una descrizione tecnica del prodotto e dimostrando, fin dove possibile, che non è possibile reperire un prodotto con caratteristiche simili a costo di mercato presso un produttore brasiliano. Seppure ottenere la c.d. riduzione Ex Tarifario sia un processo laborioso, esso si rivela un utile strumento per quei prodotti ad alto contenuto tecnologico che sono difficili da trovare (e da produrre) in molti Paesi in via di sviluppo. Il ruolo della certificazione Aeo Infine, è importante ricordare che anche in Brasile è stato recentemente attivato – nel dicembre 2014 – il programma Aeo (Authorised Economic Operator), in linea con le direttive guida di Wco e Wto. Programma già attivo a pieno ritmo in numerosissimi Paesi del mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per l’Unione europea, l’Aeo assume varie forme e denominazioni nei diversi Paesi, ma con un denominatore comune: maggiori semplificazioni e minori controlli in Dogana per quelle aziende che dimostrano

di conoscere e rispettare le normative doganali e di sicurezza, certificandosi come affidabili all’interno della catena di approvvigionamento internazionale. In Brasile era già stato lanciato nel 2008 un programma di cosiddetta “customs compliance”, chiamato “Linha Azul”, nel quale era già possibile riscontrare una stretta aderenza alle linee guida del Framework Safe della Wco (comprovata osservanza degli obblighi doganali, adeguato sistema di controllo interno, comprovata solvibilità finanziaria, etc…) e che ora è stato arricchito fino ad allinearsi coi programmi Aeo a livello internazionale. Programma che coinvolge imprese e dogane in un circolo virtuoso di minori controlli e maggiore efficienza, in Brasile esso si presenta oggi con una ulteriore, e gradita, novità: esso non riguarderà solo l’Agenzia delle Dogane brasiliana, ma mira a coinvolgere ed integrare i sistemi di tutte le diverse Agenzie che, a vario titolo, sono coinvolte nell’attività di import/export delle imprese (Ministero della Salute e dell’Agricoltura per i certificati fitosanitari, ad esempio). Dal momento che il Brasile si è allineato alla prassi internazionale in tema di Aeo, inoltre, sarà possibile concludere accordi di mutuo riconoscimento (Mutual Recognition Agreements – Mra) con i vari Paesi che adottano un programma Aeo, Ue inclusa: in tale modo sarà possibile, per un Aeo europeo, vedersi riconosciuti i medesimi privilegi di un Aeo brasiliano qualora volesse esportare in Brasile. Considerando che si tratta di un Paese in cui i rapporti doganali possono spesso diventare complessi, con situazioni di stallo che si protraggono a lungo, la possibilità di ottenere un trattamento preferenziale presso la Dogana brasiliana rappresenta una opportunità di estremo interesse per le imprese europee. □ 63 | MAGGIO GIUGNO 2015

Mercosul, Drawback, ex-Tarifario, ecco tutti i programmi utili per l’export


FIERE | Oil & Gas

Omc 2015: il futuro dell’Europa deve essere l’indipendenza energetica V

alorizzazione delle risorse domestiche, attenzione alle fonti rinnovabili, cooperazione, norme adeguate. Questa la ricetta per il futuro energetico dell’Europa che emerge da Omc 2015, la biennale dedicata all’Offshore, a Ravenna dal 25 al 27 marzo. In uno scenario incerto come quello attuale, dove crollo del greggio e instabilità geopolitiche aprono numerosi dubbi sulla sicurezza dei rifornimenti nel Continente, è necessario collaborare per raggiungere l’autosufficienza. «La cooperazione tra i Paesi mediterranei e gli operatori energetici» ha dichiarato durante il convegno d’apertura Bruno Lescoeur, Ceo di Edison «è una delle risposte più importanti che il settore può dare». La sfida è fare del Mediterraneo un hub energetico, un corridoio che negli assi Nord Sud ed Est Ovest rifornisca l’Europa e la svincoli da una gravosa dipendenza. «La regione mediterranea» spiega Giuseppe Tannoia, Direttore Regione Europa di Eni, «ha un grande potenziale non sfruttato: dal bacino Levantino risalendo l’Adriatico. Un’opportunità unica di giocare un ruolo fondamentale nel contesto energetico globale». E l’Italia? Buoni i risultati sul fronte delle rinnovabili, dove ha raggiunto con ampio anticipo gli obiettivi fissati per il 2020. Ma per essere competitiva all’interno del sistema

L’Italia? Ha un grosso potenziale non sfruttato. l’industria meccanica 697 | 64


FIERE | Oil & Gas

dovrà raddoppiare la sua produzione di idrocarburi e dotarsi di norme adeguate: «Grazie al Decreto Sblocca Italia, il Governo vuole raggiungere gli obiettivi di incremento della produzione nazionale di energia da fonti fossili avvicinando le norme nazionali di rilascio delle autorizzazioni a quelle degli altri Paesi europei produttori senza intaccare le prerogative di Regioni e enti locali» spiega Simona Vicari, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico. Il nostro è infatti uno dei Paesi più ricchi di risorse all’interno del Continente, soprattutto per quanto riguarda il gas. Fare degli investimenti in questo campo permetterebbe non solo di raggiungere l’autosufficienza, ma anche di inquinare meno e creare posti di lavoro. Tuttavia la questione non è così immediata e lo sviluppo delle attività estrattive in Italia continua a incontrare numerosi ostacoli. «Da decenni la politica energetica italiana non è in grado di realizzare un programma organico, strutturato e futuribile, a causa dei veti incrociati» sostiene Giuliano Resca, Presidente del Gruppo Cosmi, realtà che opera nel settore dell’impiantistica petrolchimica, in particolare offshore. «Come ha detto anche Giuseppe Tannoia di Eni, ci sono progetti per 15 milioni di euro, che farebbero partire 56 cantieri bloccati per mancanza di autorizzazioni specifiche». «In Emilia, ad esempio» continua Resca,

«per via del decreto Errani non è stato ancora rimosso il divieto di svolgere attività esplorative, nonostante diversi studi abbiano dimostrato che non esiste alcun meccanismo di causa-effetto che leghi i terremoti all’utilizzo delle trivelle». In effetti è dal 2009 che non viene effettuata una perforazione in mare, mentre l’ultimo pozzo a terra è stato scavato nel 2013, così come è evidenziato nel rapporto annuale della Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del Mise, presentato a Omc 2015: «Le difficoltà non sono esclusivamente burocratiche e non coinvolgono solo l’impatto ambientale» dichiara Piergiorgio Cittadini, Direttore Commerciale di Omal, azienda specializzata in valvole e attuatori. «Può essere che l’Eni non abbia interessi ad estrarre in Italia, avendo già miliardi di investimenti all’Estero; se così fosse, difficilmente si riuscirà a raggiungere una qualche forma d’indipendenza». Secondo Andrea Villa, Amministratore Delegato di Auma Italia, che produce attuatori elettrici e riduttori per valvole, bisogna puntare sulle rinnovabili: «Le risorse geotermiche sono spesso poco considerate, quando invece sarebbe necessario valorizzarle in quanto pulite. Un esempio? Il complesso di Larderello, che tramite Enel Green Power fornisce energia a quasi due milioni di famiglie italiane». □ g.p.

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FIERE FIERE| |Automazione Oil & Gas

A Mecspe, luci e ombre sul futuro del manifatturiero S

i può finalmente parlare di ripresa per il mondo della meccanica? Le opinioni sono contrastanti. Per l’Osservatorio di Mecspe, la fiera dedicata alle tecnologie per l’innovazione a Parma dal 26 al 28 marzo, la risposta è senz’altro positiva. Secondo i dati raccolti da Senaf, infatti, il numero degli addetti nel 2014, rispetto al 2011, si è mantenuto complessivamente stabile per il 62,1% delle aziende e il 26,8% ha dichiarato addirittura una crescita. Solo l’11,1% ha dovuto ridurre l’organico. Le previsioni per il 2015 vedono ben l’80,3% intenzionato a mantenere stabile il livello occupa-

zionale, il 14,8% prospetta incrementi e solo un 4,8% prevede cali. I più soddisfatti dell’andamento della propria azienda sono coloro che hanno puntato sulla formazione. Sono infatti quasi nove su dieci (89,8%) gli imprenditori che hanno investito nell’aggiornamento dei propri dipendenti. Un ottimismo che alcuni condividono solo in parte. Come Alessandro Gentili, Direttore di Hoffmann Italia, presente a Mecspe: «Hoffmann continua a investire in Italia: ha da poco stanziato sei milioni e mezzo di euro per la nuova sede di Padova. Non solo, nel 2014 sono state assunte 12

persone e si prevedono 150 nuovi dipendenti entro il 2020. Tuttavia» continua «non sono convinto che il settore sia ancora davvero ripartito; i risultati della nostra azienda non devono ingannare. Mi spiego meglio: nel 2014 Hofmann Italia è cresciuta del 20%, tre volte rispetto al mercato, registrando a livello di Gruppo un miliardo di fatturato. Quando una multinazionale si sviluppa così tanto, è perché erode le quote di mercato delle aziende domestiche. I nostri risultati non riflettono perciò un benessere generale, ma segnalano piuttosto una situazione di ristagno e difficoltà per le altre imprese». □

“Il 40% dei nostri ordini avviene on-line” Per Alessandro Gentili, Managing Director di Hoffmann Italia, l’innovazione si gioca sul fronte dei servizi.

La parola chiave di Mecspe 2015 è ‘innovazione’. Cosa significa per Hoffmann? Parlare di “innovazione tecnologica” sarebbe scontato: ormai la tecnologia è accessibile a tutti. Pur continuando a fare ricerca di prodotto, riteniamo perciò che la vera novità risieda nel service, che deve incrementare informazione, produttività e sicurezza. Tra le nostre proposte in questo campo c’è Garant 360 ° Tooling, una gamma completa di servizi che segue il cliente a tutto tondo durante pianificazione, approvvigionamento e impiego dell’utensile: lo aiuta a scegliere l’utensile più appropriato, gli offre la possibilità di scaricare gratuitamente tutti i dati dimensionali, i disegni, le schede tecniche ed i parametri di lavorazione dei anche su tablet e smartphone, mette a sua disposizione un distributore di utensili intelligente, propone servizi di riaffilatura e taratura. Sempre più importante, poi, è l’e-procurement, ossia la possibilità per il cliente di ordinare gli utensili attraverso il sito o importando il catalogo elettronico nel proprio sistema gestionale. Ormai il 40% delle nostre righe d’ordine avviene on-line, cosa che rende il processo più veloce, sicuro e trasparente. Contiamo presto di eguagliare la Germania, dove gli acquisti in rete costituiscono ben il 55% del totale. □ g.p.

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FOCUS | Sicurezza nel Mercato

flash interna ITALIA - Desk Ice di assistenza per gli ostacoli al commercio: Istanbul, Mosca, New York e Pechino Il Ministero dello Sviluppo Economico ha affidato all’Ice la realizzazione di quattro desk presso le sedi di Istanbul, Mosca, New York e Pechino per svolgere attività di informazione e assistenza a favore delle imprese italiane in materia sia di tutela della proprietà intellettuale che di ostacoli al commercio. Tutela della proprietà intellettuale. I desk per la tutela della proprietà intellettuale svolgono attività di: - assistenza di primo livello per la protezione della proprietà intellettuale, le indicazioni geografiche, le imitazioni e il c.d. italian sounding; - informazione: studio ed elaborazione sulle normative locali e redazione di rapporti su tematiche di interesse per le Pmi; - formazione (seminari) - comunicazione rivolta alle imprese - azioni di lobby con interlocutori pubblici e privati. Ostacoli al commercio I desk di assistenza per gli ostacoli al commercio svolgono attività di informazione sulle barriere tariffarie con studio ed elaborazione dei provvedimenti che hanno innalzato dazi o introdotto quote e di informazione sulle barriere non tariffarie, con studio ed elaborazione dei provvedimenti o prassi che incidano sostanzialmente sul libero accesso ai mercato delle imprese italiane. (fonte Agenzia Ice) Agevolazioni per le dichiarazioni d’intento Con la Risoluzione n. 38/E pubblicata il 13 aprile, l’Agenzia delle Entrate ha reso nota un’agevolazione relativa alla presentazione delle dichiarazioni di intento in

dogana, ammettendo la possibilità di presentare un’unica dichiarazione con riferimento a più operazioni di importazione. Il Decreto “semplificazioni fiscali” entrato in vigore lo scorso dicembre ha modificato le modalità di comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati contenuti nelle dichiarazioni di intento e gli adempimenti cui sono tenuti gli esportatori abituali al fine di beneficiare dell’acquisto di beni e servizi in regime di non imponibilità Iva. La nuova procedura ha trasferito in capo all’esportatore stesso l’obbligo di trasmettere in via telematica all’Amministrazione finanziaria le lettere d’intento. Nel caso delle importazioni era rimasta invariata la prassi consolidata della riferibilità univoca alla singola operazione doganale, con la presentazione della dichiarazione di intento in dogana per ogni singola operazione. La recentissima Risoluzione n. 38/E è intervenuta sul punto non ravvisando motivi ostativi alla possibilità di ammettere che una dichiarazione di intento possa riguardare una serie di operazioni doganali di importazione, fino a concorrenza di un determinato ammontare da utilizzarsi nell’anno di riferimento, al pari di quanto previsto per gli acquisti di beni e servizi da fornitori/ prestatori nazionali. In tal caso, dunque, andrà indicato l’importo corrispondente all’ammontare della quota parte del plafond Iva che l’operatore presume di utilizzare all’importazione nel periodo di riferimento. Il Decreto ha previsto anche che l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli la banca dati delle dichiarazioni di intento, fornendo così uno strumento in grado di consentire più efficaci attività di controllo. Easyfrontier nell’ambito del Progetto Anima Dogana Facile è a disposizione degli operatori per il servizio di predisposizione, trasmissione telematica e gestione delle dichiarazioni di intento a prezzi convenzionati.

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FOCUS | Sicurezza nel Mercato

zionalizzazione GERMANIA- Finanziamento Ue da 2,8 mld per infrastrutture Nel quadro del programma per la rete trans europea dei trasporti e della “Connecting Europe Facility” la Germania ha chiesto alla Commissione Ue un finanziamento da 2,8 miliardi di euro per circa 30 progetti infrastrutturali (70 milioni di euro per strade, 230 milioni per vie navigabili interne e porti, 2,5 miliardi per ferrovie). (Fonte Ministero degli Esteri). BRASILE - Piano degli acquisti per Giochi Olimpici 2016 L´Area Rifornimenti e Logistica del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici e Paraolimpici di Rio 2016 ha messo a disposizione delle imprese interessate, anche straniere, un Piano degli acquisti che comprende tutte le previste forniture nei più svariati settori: tra gli altri, materiale per le pulizie e per l’allestimento degli uffici, equipaggiamenti medico-sanitari, macchine e accessori relativi alla generazione e distribuzione di energia, materiali per l´edilizia. (Fonte Ambasciata d’Italia a Brasilia) COREA SUD - Nel 2014 andamento negativo per l’industria di macchinari e attrezzature L’industria brasiliana di macchine e attrezzature fa registrare un calo per il terzo anno consecutivo e quasi tutti i dati di bilancio del settore nel 2014 sono stati negativi: il fatturato lordo è sceso del 13,7% (dagli 82,5 mld di reais del 2013 ai 71,19 mld di reais nel 2014); il consumo apparente (produzione locale +import – export), è sceso del 15% totalizzando 108,20 miliardi di reais; le importazioni sono diminuite del 12,1% (il primo calo in 10 anni), raggiungendo 28,67 miliardi dollari. Il numero di posti di lavoro è sceso del 4,4% e l’utilizzo

della capacità produttiva (Nuci) è stata del 69,4%. L’unico numero positivo è relativo alle esportazioni, con una crescita del 7,4% totalizzando 13.39 miliardi di dollari, ovvero il 45% del fatturato totale del settore. Nel 2013, le vendite sul mercato interno ammontavano a 53,62 miliardi di reais; nel 2014 il volume calcolato è stato solo di 39,46 miliardi di reais. Il Presidente dell’Abimaq (Associação Brasileira de Máquinas e Equipamentos), ha dichiarato che l’industria brasiliana necessita di uno scontro di competitività sistemica trovandosi attualmente in un circolo vizioso caratterizzato da un aumento dei tassi di interesse e delle tasse, che peggiorano ulteriormente le prospettive del settore, anche se dal secondo semestre del 2015 la svalutazione del real nei confronti delle principali valute estere potrebbe stimolare l’acquisto di parti e componenti di minor valore aggiunto. (Fonte Ice San Paolo) TUNISIA - Prestito della Banca Africana di Sviluppo per la rete metano La Banca Africana di Sviluppo (Bad) ha concesso un prestito di quasi 50 milioni di Euro alla Società Tunisina Elettricità e Gas (Steg), per lo sviluppo della rete di distribuzione del gas metano. Sono previsti il raccordo di 19 comuni della regione alla rete gas, la costruzione di nuove linee principali di trasporto di 260 km di lunghezza e di linee secondarie di distribuzione per 404 Km. Beneficiari principali del progetto sono le piccole e medie imprese delle regioni interessate. Il costo totale di questo progetto - che dovrà essere completato nel 2019 - è di 56,5 mln di euro, finanziati principalmente dalla Bad, con la Steg ad integrare il differenziale di 7,1 mln di euro. Il prestito, concesso alla Steg in parallelo ad altri, si affianca a quello della realizzazione del programma ‘’Nawara Project’’. (Fonte Ice Tunisi)

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FIERE | Idrotermosanitario

Tecnologia al servizio del COMFORT Ish 2015 riflette l’andamento positivo del settore idrotermosanitario in Europa l’industria meccanica 697 | 70


FIERE | Idrotermosanitario

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umeri da record per Ish. La manifestazione dedicata al design innovativo per l’ambiente bagno, alle tecnologie di riscaldamento e climatizzazione e alle energie rinnovabili, a Francoforte dal 10 al 14 marzo 2015, ha confermato la propria importanza come piattaforma delle innovazioni per il settore. Tutti i numeri di riferimento della fiera hanno segnato un incremento. Circa 198.000 i visitatori, affluiti nel quartiere fieristico per conoscere le innovazioni tecnologiche e le ultime tendenze del settore: il 5% in più rispetto alla precedente edizione. 2.465 le aziende espositrici, che hanno presentato le loro novità su una superficie di circa 260.000 metri quadrati. Il 61% degli espositori e il 37% dei visitatori proveniva dall’estero. Le nazioni più rappresentate tra i visitatori sono state Italia, Francia, Paesi Bassi, Svizzera e Cina. Un netto aumento degli ospiti provenienti da Usa, Gran Bretagna e Irlanda dimostra inoltre la ripresa economica di mercati molto importanti per il settore Its. A Ish 2015 erano infine presenti complessivamente 618 nuovi espositori, di cui 161 tedeschi, 89 italiani e 23 spagnoli; dati che fanno presagire una lenta ripresa del mercato. Anche quest’anno Ish ha concentrato i temi principali in un’unica piattaforma e, con la sua ampia offerta espositiva, ha coperto tutti gli aspetti che riguardano l’edilizia future-oriented. «Tradizionalmente Ish è il primo appuntamento dell’anno al quale partecipa l’intero settore Its per presentare le ultime novità. Ecco perché siamo contenti di registrare un nuovo incremento di visitatori dall’estero: un dato che consolida l’internazionalità di questa manifestazione», ha dichiarato Wolfgang Marzin, presidente del comitato direttivo di Messe Frankfurt.

Il settore “Ish Water” si è focalizzato su soluzioni sostenibili per il settore idrosanitario in grado di soddisfare le esigenze individuali degli utenti in funzione della trasformazione demografica, così come su innovativi sistemi di gestione dell’acqua e sullo stato di igiene dell’acqua potabile. Per quanto riguarda il mondo dell’energia, ampio spazio è stato dedicato al tema dell’efficienza energetica. Le moderne tecnologie di riscaldamento, climatizzazione, refrigerazione e ventilazione racchiudono infatti un potenziale enorme per il risparmio energetico, a cui viene attribuito un ruolo importante per il raggiungimento degli obiettivi in materia di politica climatica. Fedele al motto “Comfort meets Technology”, Ish 2015 ha dimostrato come l’Europa possa svincolarsi dagli attuali rapporti di dipendenza per l’approvvigionamento energetico tramite l’utilizzo di prodotti a basso consumo e di fonti rinnovabili. L’andamento positivo degli ordini e il numero di nuovi contatti sono stati motivo di soddisfazione per gli espositori: il giudizio complessivo sulla fiera ha raggiunto l’84% di voti positivi. Altrettanto buoni sono stati la valutazione degli obiettivi fieristici (85%) e il giudizio complessivo sulla fiera (83%) espressi dagli espositori stranieri. Sul fronte dei visitatori, il grado di soddisfazione è stato ancora più elevato, raggiungendo il 97% sia per quanto riguarda la valutazione complessiva della manifestazione che per il raggiungimento degli obiettivi fieristici. Con una quota pari a circa un terzo, le imprese artigiane di idrosanitaria, impianti di riscaldamento e climatizzazione sono state come sempre la categoria più fortemente rappresentata. In questo gruppo rientrano circa 63.000 ospiti, un valore molto elevato che dimostra l’importanza di Ish per il comparto artigiano. □ 71 | MAGGIO GIUGNO 2015


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Cebora, evoluzione continua

................................................................................................................................. Dalla prima saldatrice Mig/Mag portatile alla qualificazione della gamma ruote e supporti

La storia .........................................................................

È passato molto tempo dal 1954, quando Emiliano Generali fondò la Ceb (Costruzioni Elettromeccaniche Bolognesi), azienda produttrice di caricabatteria e di saldatrici ad elettrodo che negli anni 60, fondendosi con Ora (Officina Ruote & Affini), diede vita a una delle più solide imprese nel panorama industriale italiano: Cebora. A partire dagli anni Ottanta la creazione di due distinte divisioni portò Cebora a un ulteriore incremento di mercato: la Divisione Saldatura viene infatti affiancata dalla Divisione Ruote Industriali, per l’ampliamento e la qualificazione della propria gamma di ruote e supporti. Sessant’anni di espansioni, ampliamenti degli stabilimenti e dell’organico, in un susseguirsi di generazioni sia tra i dipendenti che ai piani dirigenziali, hanno mantenuto sempre intatta la spinta al successo lasciata come impronta tangibile dal fondatore Emiliano Generali.

Sessant’anni di qualità .........................................................................

Il 2014, anniversario dei sessant’anni dell’azienda, è coinciso con un notevole aggiornamento della gamma dei prodotti e delle tecnologie a essi applicati. La strategia di business di quello che oggi con orgoglio chiamiamo Cebora Group nasce da ambizioni e sogni fondati sulla costante attenzione alla qualità del lavoro e alla professionalità dei collaboratori. Nel corso di questi anni Cebora ha allargato il suo mercato di riferimento grazie a intuizioni innovative che hanno portato alla realizzazione di prodotti rivoluzionari come la prima saldatrice Mig/Mag portatile (Pocket Mig) inventata nel 1984.

Progettare assieme al cliente .........................................................................

Grazie al personale tecnico di altissimo livello e a strumentazioni all’avanguardia, l’attenzione costante ai bisogni del singolo cliente è divenuto un obiettivo primario. Una strategia che si è rivelata vincente nel corso degli anni, portando a una costante implementazione del settore Ricerca & Sviluppo per ottenere prestazioni ottimali, bassi costi di produzione, altissima qualità. Il tutto attenendoci rigorosamente alle più rigide norme di sicurezza internazionali. Anche sul versante dell’elettronica e della progettazione dei software funzionali di ogni prodotto, Cebora si distingue per la progettazione

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in Italia e all’estero

................................................................................................................................. del tutto interna all’azienda. Dall’idea iniziale alla produzione, sino a imballaggio e spedizione, i prodotti non escono dagli stabilimenti Cebora sino al raggiungimento di ogni più esigente criterio di qualità. Costanti verifiche di qualità e razionalità progettuale sono in vigore su tutto il ciclo produttivo, supportato da importanti investimenti e da personale altamente specializzato a ogni livello. I prodotti vengono testati e collaudati anche nelle condizioni più estreme, garantendo così i massimi standard in termini di qualità, sicurezza e facile manutenzione.

Un gruppo all’avanguardia del made in Italy .........................................................................

Giunte al consolidamento dei loro ruoli di leader sui mercati di riferimento le due divisioni Cebora negli anni 2000 si evolvono ulteriormente verso i mercati internazionali diventando Cebora Welding&Cutting e Cebora Wheels&Motion, una nuova spinta innovativa sia dal punto di vista produttivo che dal lato marketing con una comunicazione rinnovata e sempre più al passo coi tempi. Oggi, a 60 anni dalla sua nascita, la spinta verso il futuro si accresce di una nuova realtà, Gefra Automazione, e nasce così il Cebora Group, ovvero il marchio ombrello sotto cui si concentrano 60 anni e 3 divisioni produttive di grande competenza.

Dopo 60 di storia una nuova acquisizione porta alla nascita del Cebora Group

Un partner mondiale .........................................................................

Efficienza produttiva, eccellente rapporto qualità-prezzo e massima rapidità nelle consegne, col minimo rischio per la merce, sono le basi della filosofia Cebora. A questo si unisce una dinamica forza vendita, supportata direttamente dall’ufficio marketing e dall’assistenza tecnica, per rispondere alle esigenze dei clienti su scala globale. Grazie alla selezione e implementazione costante dei servizi rivolti a importatori e distributori, Cebora è in grado di portare velocemente e con successo i suoi prodotti in ogni angolo del mondo. Il massimo supporto a Clienti e Rete Vendita è inoltre garantito dalla puntuale Formazione realizzata direttamente in azienda con corsi di aggiornamento tenuti dagli stessi tecnici che progettano le macchine e dal sito web costantemente aggiornato con i materiali relativi alle più recenti novità della produzione Cebora Group.

................................................................................................................................ Informazione redazionale

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MERCATO

Domotica

di nuova generazione C

ame, azienda leader nel settore dell’automazione, della sicurezza e del controllo degli accessi automatici, presenta “Ama”, il nuovo sistema domotico basato su un’innovativa tecnologia in grado di gestire la casa secondo le esigenze e lo stile di vita di chi la abita. La soluzione collega tutti i dispositivi presenti nell’abitazione (automazione, illuminazione, videocitofonia, termoregolazione, diffusione sonora, antintrusione) permettendo di gestire ogni spazio in modo intelligente e organizzato per offrire il massimo del comfort e della sicurezza. Il nuovo sistema si contraddistingue anche per la semplicità di programmazione e per la massima connettività del sistema, in grado di mettere

in comunicazione e integrare tutti i dispositivi presenti nella casa. È un sistema domotico evoluto, integrato e modulare che, grazie all’innovativa tecnologia Came Connect, consente di gestire i dispositivi domotici anche dall’auto, dall’ufficio o in vacanza. Il proprietario può monitorare tutti gli ambienti, visionare le immagini delle telecamere, lanciare scenari, gestire le varie utenze e interagire con l’abitazione da remoto, attraverso un semplice smartphone, un tablet o un PC. Inoltre, il sistema è collegato alla rete intenet per cui anche l’installatore può collegarsi all’impianto ed effettuare operazioni di assistenza tramite appositi tool di programmazione.

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L’innovativo sistema “Ama” della Came mette la tecnologia al servizio della vita quotidiana per gestire gli spazi domestici in modo semplice e secondo le esigenze di chi vi abita

In pratica, il sistema comprende moduli radio, installabili senza necessità di effettuare opere murarie e quindi consentendo di adattare i dispositivi wireless dell’impianto domotico agli spazi della casa e di integrare le soluzioni via filo coniugando, senza limiti, semplicità d’installazione e completezza di funzioni in ogni contesto. Il sistema può essere gestito attraverso il terminale touch screen in alta definizione Ama TS, disponibile nelle versioni da 7’’ e 10’’, filare o wireless, o con eleganti e moderni dispositivi di comando, realizzati su placca di vetro e con tasti a sfioramento. Le placche domotiche, tecnologicamente avanzate, facili da installare e in grado di ridurre al minimo i consumi, si attivano semplicemente avvicinando la mano al dispositivo. Disponibili in vari colori, riescono a inserirsi perfettamente in qualsiasi contesto d’arredo, diventando parte integrante e conferendo valore all’abitazione. □


MERCATO

Automazione del magazzino di Modena

della Caprari SpA

Il software StockSystemEvolution di Replica Sistemi è integrato a Sap e ai carrelli di OM Still. In tal modo il WMS gestisce i flussi logistici e si interfaccia con i carrelli per garantire flessibilità ed efficienza con portate elevate fino alla massima altezza

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l gruppo Caprari, tra le principali realtà internazionali nella produzione di pompe ed elettropompe centrifughe e nella creazione di soluzioni avanzate per la gestione del ciclo integrato dell’acqua, ha scelto di implementare il software StockSystemEvolution di Replica Sistemi per l’automazione del magazzino di Modena. Il WMS (Warehouse Management System) gestisce i flussi logistici e si interfaccia con i carrelli trilaterali MX-X di OM Still che, grazie al moderno concetto di modularità con il quale sono stati progettati, garantiscono il massimo di flessibilità ed efficienza con portate elevate fino alla massima altezza. Il sistema realizzato permette l’operatività semi-automatica con il posizionamento dei carrelli trilaterali nella corretta locazione definita dal WMS. La scelta dei carrelli MX-X di OM Still ha permesso a Caprari la gestione delle UDC (unità di carico) fino ad altezze di 14,5 m. L’integrazione dei sistemi si com-

pleta con l’interfaccia tra il WMS StockSystemEvolution e il WM di Sap, che esegue le funzionalità di ricevimento merce e di richieste di prelievo, mentre tutta la relativa movimentazione fisica viene governata da StockSystemEvolution. Attenta non solo alla crescita del business, ma anche all’impatto sociale e ambientale, Caprari sta investendo in risorse e tecnologie capaci di migliorare e ottimizzare sia l’operatività sia la sostenibilità. È per questo motivo che l’integrazione di StockSystemEvolution con i carrelli semiautomatici è stato uno dei plus determinanti nella scelta del software poiché le movimentazioni in magazzino devono essere effettuate ottimizzando i viaggi e cercando di ridurre le emissioni di CO2. Fondata nel 1945 da Amadio Caprari, l’azienda negli anni ha sempre ampliato e diversificato la propria attività, per rispondere con prodotti e servizi innovativi alle specifiche e

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mutevoli esigenze del mondo dell’acqua, nell’ottica di una partnership con la clientela sempre più stretta e specializzata. Grazie al know-how esclusivo e diversificato, oggi vengono fornite le migliori e più efficienti soluzioni per le principali esigenze idriche: dalle captazioni nei pozzi profondi al sollevamento delle acque reflue e di drenaggio, dall’alimentazione e distribuzione idrica nei settori civile, industriale ed agricolo, alle più svariate applicazioni nel trattamento delle acque. L’azienda elabora il “Caprari Corporate Social Responsibility”, che consiste nell’integrazione volontaria della dimensione sociale e ambientale nelle operazioni commerciali, nei processi decisionali e nei rapporti tra l’azienda e i propri interlocutori affinché lo sviluppo diventi sostenibile e soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di esaudire le proprie necessità. □


MERCATO

Climatizzazione firmata Clivet per il Moxy Hotel I

naugurato il 30 ottobre 2014, il Moxy Hotel dell’aeroporto di Milano Malpensa è un “boutique hotel” per il viaggiatore attento al budget. Progettato per i viaggiatori in cerca di un hotel divertente, elegante e un po’ provocatorio, con la sua frizzante hall, le camere tecnologiche e il servizio amichevole, offre una valida alternativa ai tradizionali e spesso poco entusiasmanti alberghi economici. L’hotel è stato costruito in meno di nove mesi grazie a un’innovativa struttura prefabbricata modulare, che assicura buona efficienza energetica, silenziosità e comfort. A questo contribuiscono anche i sistemi di climatizzazione e trattamento aria forniti dalla società italiana Clivet. Il raffrescamento è affidato a un refrigeratore di liquidi con tecnologia multiscroll Spinchiller2, che garantisce elevata efficienza energetica grazie alle valvole di espansione di tipo elettronico e agli evaporatori a piastre di scambio termico e all’impiego di più compressori Scroll di

L’azienda, specializzata in impianti in pompa di calore a energia rinnovabile, ha fornito i sistemi di raffrescamento e di rinnovo e purificazione dell’aria per il nuovo hotel presso l’aeroporto di Milano Malpensa taglia diversa sullo stesso circuito frigorifero. Grazie ad essi, il sistema adatta il funzionamento alle diverse condizioni di carico, garantendo la massima efficienza nel funzionamento stagionale, oltre che a pieno carico.

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Invece, il riscaldamento dell’hotel sfrutta la rete di teleriscaldamento dell’aeroporto. Il rinnovo e la purificazione dell’aria della hall e delle 162 camere sono gestiti da tre unità Zephir3 dotate di recupero termodinamico dell’energia contenuta nell’aria espulsa e filtri elettronici ad altissima efficienza, attivi su nanoparticelle, PM10, batteri e pollini. Il recupero termodinamico attivo a pompa di calore reversibile impiega l’aria viziata come sorgente termica, con altissima efficienza energetica anche grazie al compressore a capacità variabile e al sistema di ventilazione a controllo elettronico, eliminando inoltre le elevate perdite di carico dei recuperatori passivi. La potenza generata sostituisce gran parte della potenza prodotta dalla centrale frigorifera in funzionamento estivo o assorbita dalla rete di teleriscaldamento nel funzionamento invernale, senza combustibili fossili ed eliminando il circuito idraulico convenzionale. □


MERCATO

Efficienza energetica, smart grid e smart city

Questi alcuni dei temi protagonisti della terza tappa del Comfort Technology Roadshow organizzato da MCE e rivolto ai professionisti del settore

È

sbarcato il 22 aprile scorso a Roma, all’Università “La Sapienza”, il “Comfort Technology Roadshow”, l’evento targato MCE (Mostra Convegno Expocomfort) e rivolto ai professionisti del settore per informare e formare sui temi dell’efficienza energetica. Diffusione del solare termico e fotovoltaico, sistemi di cogenerazione, di pompe di calore, edilizia efficiente, zero energy buildings, smart grid, reti di monitoraggio ambientale e raccolta differenziata: ciò che farà delle città luoghi a misura di essere umano. Questi secondo Giuliano Dall’O’, docente del Politecnico di Milano, sono i parametri con cui è possibile misurare efficienza energetica e sostenibilità ambientale delle Smart City, tema portante dell’evento, insieme a Smart Plants. Nel corso del suo intervento Dall’O’ ha citato lo Smart City Index, definito dalla società Between con il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che misura il livello di “Smartness” di tutti i 116 Comuni capoluogo di Provincia. Secondo l’ultima rilevazione dello Smart City Index, nella parte alta della classifica si colloca Roma, piazzandosi al quarto posto. Le altre province del

Lazio, invece, militano negli ultimi posti della classifica. Proprio in questi giorni, la Regione Lazio ha ufficializzato il suo impegno in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, attraverso la presentazione di un documento strategico che avvia il processo di costruzione del Nuovo Piano Energetico Regionale, dopo oltre 14 anni di attesa. In effetti, secondo il documento strategico, “la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è ferma al 9,4% rispetto al 23,5% dell’Italia nel 2011. Quindi, la Regione Lazio deve passare da territorio sotto la media nazionale ad esempio virtuoso”. Grazie alla nuova programmazione, l’Europa finanzierà la Regione Lazio con circa 200 milioni di euro fino al 2020 per sostenere le politiche di efficienza energetica. Nello specifico, il Piano riguarderà azioni rivolte alla riqualificazione energetica del patrimonio pubblico con investimenti di 60 milioni di euro, 50 milioni saranno destinati invece alla realizzazione di infrastrutture in aree da attrezzare per insediamenti artigianali e industriali e ulteriori 40 milioni saranno a disposizione delle imprese agricole e alimentari. Nel corso del suo intervento, Marcello Capra del Ministero dello Sviluppo Economico ha illustrato come, 77 | mAGGIO GIUGNO 2015

tra il 2014 e il 2020, l’Italia nel suo complesso avrà l’opportunità di ricevere dall’Europa circa 35 miliardi di euro di finanziamenti per l’energia sostenibile. Circa 6 miliardi di euro attraverso Horizon 2020 per progetti di innovazione nei settori dell’efficienza energetica, delle tecnologie low carbon e delle Smart City, altri 6 miliardi attraverso Connecting Europe Facility, per investimenti in infrastrutture energetiche a elevato valore aggiunto e 23 miliardi da Fondi di Coesione 2014-2020 per investimenti in efficienza energetica, fonti rinnovabili, reti intelligenti e mobilità urbana. A confermare l’attualità e l’importanza dei temi al centro dell’incontro, vale la pena ricordare lo scenario che caratterizza il patrimonio edilizio italiano, •1 3,7 milioni di edifici il 70% circa dei quali costruiti prima che venisse introdotta qualsiasi norma sull’efficienza energetica in edilizia, che rappresentano, da soli, il 36% dei consumi energetici nazionali; •u n fabbisogno energetico medio per edificio pari a 180 kWh/m2, contro un fabbisogno medio di 160 kWh/m2 della Spagna e di 150 kWh/m2 della Francia. □


MERCATO

Nuove sedi a Parma e Treviso per la Chimar

Il gruppo di Limidi, eccellenza nella logistica avanzata, prosegue sulla strada del rafforzamento territoriale. Più servizi per i clienti del comparto meccanico

L

a presenza in Italia continua a essere un punto fermo della politica industriale di Chimar. Il gruppo di Limidi ha aperto due nuovi centri di logistica avanzata: Parma e Trevi-

Electric Drives Production Conference and Exhibition Nuremberg, Germany, 15 – 16 September 2015

so. «Aperture non casuali - precisa subito l’Ad Marco Arletti - nate dalla necessità di essere vicino al nostro cliente, una strategia che stiamo perseguendo da tempo che ci porta oggi

ad avere una rete territoriale diffusa che copre il territorio nazionale. Parma e Treviso rappresentano due aree strategiche, che ci aiuteranno nella crescita del nostro business». Le due nuove sedi nascono con l’obiettivo di offrire servizi di logistica avanzata per il settore meccanico, con un particolare riferimento al comparto degli impianti e delle macchine automatiche. «I nuovi siti logistici sono attrezzati per tutte le attività di confezionamento e possono contare su personale altamente specializzato continua Arletti - Chimar si colloca fra i più importanti produttori europei di imballaggi industriali in legno, compensato, cartone, materiali plastici e alluminio, con forti competenze nella progettazione di imballi speciali e nella logistica aggregata. Nel 2014 ha fatturato circa 40 milioni di euro e occupa complessivamente oltre 350 collaboratori». □

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MERCATO

Audit tecnico di Siemens ai sistemi antincendio

L

a Divisione Building Technologies di Siemens ha eseguito un audit tecnico completo sui sistemi antincendio e di estinzione incendio a CO2 che proteggono i macchinari degli impianti Amcor Flexibles. L’azienda fa parte del gruppo packaging Amcor, uno dei maggiori fornitori al mondo di imballaggi flessibili e in cartone pieghevole. L’audit si è rivelato complesso per diverse ragioni: da un lato, i 53 siti produttivi utilizzano differenti sistemi antincendio e di estinzione incendio, installati da diverse aziende di sicurezza; dall’altro, le leggi e le norme di sicurezza antincendio, specifiche per ogni paese, rendono difficoltoso il confronto tra i vari sistemi. Un audit basato su criteri di testing uniformi è quindi un requisito fondamentale. Amcor Flexibles ha coinvolto 187 dipendenti e subappaltatori nel progetto, mentre Siemens ha fornito 138 figure, tra responsabili di progetto, direttori vendite delle controllate nei vari paesi, esperti di sicurezza antincendio e di estinzione a CO2, addetti al servizio, nonché 18 esperti di Siemens Value Added Partners. L’audit è stato effettuato tra luglio 2013 e giugno 2014, mentre un numero ridotto di audit di produzione è in fase finale in quattro diversi paesi. Siemens si è aggiudicata il progetto, non solo grazie alla presenza capillare sul territorio mondiale, ma anche grazie alla propria gamma di prodotti, soluzioni e servizi di sicurezza antincendio, e all’esperienza in termini di leggi sulla sicurezza antincendio e regolamentazioni locali in tutto il mondo. L’azienda è quindi in grado

È stato effettuato nei mesi scorsi per Amcor Flexibles presso i suoi 53 siti produttivi di 19 paesi in Europa, Nord e Sud America. Siemens si è aggiudicata la commessa grazie alla propria gamma di prodotti, soluzioni e servizi di sicurezza antincendio e all’esperienza internazionale in termini di leggi e regolamentazioni locali in questa materia di stabilire un sistema di comparabilità indipendente, che permette agli esperti di sicurezza antincendio di effettuare audit utilizzando i medesimi criteri di prova, presso ogni sito produttivo. I risultati sono stati consolidati in un report, che include anche un dettagliato inventario. «Dal momento che l’audit è stato effettuato presso tutti i siti produttivi, ora abbiamo una panoramica completa dei diversi sistemi di sicurezza antincendio in diversi paesi e sappiamo che la rilevazione incendio, i sistemi di allarme e di estinzione incendio a CO2 lavorano in accordo

79 | mAGGIO GIUGNO 2015

con i nostri rigorosi requisiti di sicurezza antincendio. Grazie al report, inoltre, siamo in grado di identificare i punti deboli e di adottare misure per risolverli. Questo va ben oltre i controlli periodici e la conformità agli standard normativi specifici di ogni paese. Avremo inoltre modo di garantire una maggiore sicurezza antincendio alle nostre macchine e una migliore protezione ai nostri siti produttivi» ha affermato Ingo Legermann, Senior Manager Organisational Health, Safety and Environment di Amcor Flexibles Europe & Americas. □


MERCATO

Una macchina da caffè italiana

World Barista Championship È

una macchina da caffè interamente prodotta in Italia quella che l’organizzazione internazionale WCE (World Coffee Events) ha selezionato come attrezzatura ideale per le edizioni 2015, 2016 e 2017 per il campionato mondiale dei baristi. Si tratta della “VA388 Black Eagle”, ultima nata delle macchine per caffè espresso dello storico marchio Victoria Arduino, che dal 1905 unisce il migliore aspetto tecnico a un design di particolare eleganza. La nuova macchina, dotata della tecnologia T3, dopo aver superato brillantemente tutte le prove tecniche a cui è stata sottoposta dalla commissione internazionale, sarà il supporto dei campioni baristi di tutto il mondo, dalla finalissima del campionato tenuto a Seattle, negli Stati Uniti, dal 9 al 12 aprile scorso. I severi test della WBC hanno decretato che la VA388 Black Eagle è una macchina eccellente sotto diversi profili: stabilità termica (condizione essenziale per garantire un’ottima estrazione del caffè), efficienza energetica, ergonomicità e sostenibilità ambientale, grazie all’alta qualità e riciclabilità dei materiali che la compongono. Victoria Arduino è un brand dell’azienda Nuova Simonelli, che si riconferma così nuovamente partner tecnico del WBC, avendo già ricoperto tale ruolo negli ultimi sei anni. «Questo risultato – sottolinea l’Amministratore Delegato dell’azienda produttrice Nando Ottavi - è il coronamento di un impegno intrapreso da diversi anni nel campo dell’innovazione tecnologica anche attraverso la fattiva collaborazione

Il World Coffee Events continua ad affidarsi alla tecnologia italiana, scegliendo quale attrezzatura ufficiale per le prossime tre edizioni della competizione iridata l’ultima nata tra le macchine per caffè espresso della Victoria Arduino, brand storico della Nuova Simonelli

con vari centri di ricerca, università ed esperti internazionali del mondo del caffè». La VA388 Black Eagle unisce tradizione ed esperienza all’innovazione. Il risultato è alta tecnologia e massima affidabilità. Con la tecnologia T3 la macchina assicura standard di precisione in termini di estrazione, flessibilità, controllo e stabilità termica. In essa è però difficile separare tecnica e stile, poiché le sue forme sono anche molto funzionali all’uso. L’aspetto ergonomico è particolarmente presente e in grado di dare al barista altrettante soddisfazioni, al pari dell’aspetto tecnologico. Oltre a un profilo più l’industria meccanica 697 | 80

basso rispetto a modelli del passato, tutti i vari comandi, da quelli digitali a quelli manuali (tra cui un display per ogni gruppo) sono stati studiati per essere estremamente funzionali. Imponente alla vista, la macchina è anche particolarmente solida, in quanto realizzata quasi completamente in metallo di alta qualità, anche in tutti i componenti interni, per i quali è stato utilizzato rame, acciaio inox e alluminio. Oltre alla riciclabilità di tutti i materiali, la macchina evita la dispersione di energia e offre almeno il 40% di risparmio energetico rispetto a una macchina per caffè espresso standard. □


MERCATO

Logistica integrata da magazzino

OM Still consegna 21 nuove macchine a Jägermeister, 10 delle quali personalizzate con una livrea d’eccezione

O

M Still, azienda leader nella progettazione e produzione di carrelli elevatori, macchine da magazzino e sistemi per la logistica integrata, ha consegnato 10 carrelli elevatori elettrici, 7 commissionatori verticali e 4 transpallet alla Società Mast-Jägermeister per le sedi di Linden, Wolfenbüttel e Kamenz. Jägermeister era già stato cliente OM Still sino al 2010, quando decise

per un breve periodo di affidarsi a un altro fornitore. Il nuovo ordine testimonia la volontà dell’azienda di tornare ad affidarsi a OM Still, per cogliere nuovi e ambiziosi traguardi. A favore dei mezzi OM Still sono stati gli aspetti relativi alla sostenibilità ambientale, ergonomia e sicurezza. Grazie alla dimensione compatta e alle innovative caratteristiche tecniche che li

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caratterizzano, questi mezzi si adattano perfettamente alle esigenze di movimentazione del cliente e consumano meno energia dei carrelli utilizzati in precedenza. I carrelli sono stati inoltre personalizzati per meglio rispondere alle esigenze del cliente. Per ragioni di sicurezza Jägermeister ha scelto di limitare la velocità di guida dei mezzi, mentre per garantire agli addetti le migliori condizioni di lavoro possibili il sedile del guidatore è stato dotato di ammortizzatori pneumatici e riscaldamento integrato, allo scopo di garantire un comfort particolare. La ritrovata collaborazione tra le due aziende è stata celebrata in modo molto originale: i carrelli RX 20 sono stati infatti personalizzati con un’esclusiva “Jägermeister”: il cervo e il nome del marchio del noto produttore di liquore alle erbe sono stati dipinti sulla prima mano di verniciatura nera del carrello. □


MERCATO

T

ellure Rôta, azienda specializzata nella produzione di ruote per uso industriale, ha chiuso il 2014 con i ricavi di vendita in aumento del 14% (26,3 milioni di euro) rispetto all’anno precedente. L’incremento di fatturato è il frutto della presenza efficace sui mercati esteri e nazionale, che ha permesso di raggiungere un aumento del 15% dell’export e un più che promettente +13% in Italia. L’aumento dei ricavi nel canale diretto è il riflesso del solido lavoro di squadra che ha affiancato e supportato la forza vendita, proponendo ai clienti nuovi prodotti e soluzioni di movimentazione. Una più mirata focalizzazione degli obiettivi nel settore della logistica interna e la capacità del TR Lab Test & Research, laboratorio interno di ricerca e collaudo accreditato dalla Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna, di progettare prodotti innovativi con mescole in poliuretano elastico, hanno consentito di fornire soluzioni più efficienti e rispondenti alle esigenze del mercato. Hanno contribuito a questi risultati il rapporto continuativo con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, concretizzatosi attraverso la stipulazione di contratti di ricerca. Attivi anche le collaborazioni con diversi centri accreditati e gli investimenti in tecnologia. L’innovazione nel prodotto, combinata alla qualità dei servizi, ha permesso di mantenere e consolidare il rapporto con i clienti storici, nonché di acquisire 350 nuovi clienti. Nel canale indiretto si è ottenuto un ampliamento della rete di distribuzione, migliorando così la presenza capillare in Europa e incrementando la gamma trattata. Ciò è stato possibile attraverso la formazione, la costante consulenza tecnico-commerciale, i servizi su misura. Positivi anche i risultati della filiale Tellure Rôta do Brasil, che ha conseguito un incremento del fatturato del 37%, diventando un importante

Tellure Rôta,

i risultati del 2014

L’azienda modenese, specializzata nella produzione di ruote e supporti per uso industriale e civile, ha chiuso il 2014 con un +14% di vendita in un anno ancora poco soddisfacente per l’industria italiana. L’innovazione di prodotto, combinata alla qualità dei servizi, ha permesso di mantenere e consolidare il rapporto con i clienti storici, nonché di acquisire 350 nuovi clienti

punto di riferimento nel Paese per l’offerta di prodotti di elevata qualità, nonostante la contrazione e recessione del mercato sudamericano. A corollario di questi numeri è importante sottolineare che il numero dei dipendenti è rimasto inalterato a 144 unità, oltre a 19 contratti di somministrazione, per far fronte alla richiesta di capacità produttiva. l’industria meccanica 697 | 82

Costituita nel 1953 a Modena come piccola azienda artigianale, Tellure Rôta è diventata con il tempo una delle più significative realtà in Europa per la produzione di ruote e supporti per uso industriale, civile e domestico. Con un’ampia gamma di articoli a produzione interna, propone soluzioni di movimentazione per molteplici settori di applicazione. □



NEWS | Dalle Aziende

www.brevettistendalto.it

www.bticino.it

Catene per l’industria

UPS trifase

Le dimensioni vanno da 57 a 110 mm di altezza e da 50 a 500 mm di larghezza

È possibile collegare in parallelo 8 UPS per potenza max di 480 kVA

Brevetti Stendalto ha realizzato le nuove catene in nylon “serie H”, adatte per applicazioni complesse: macchine utensili, centri di lavoro di grandi dimensioni, impianti di perforazione, gru, impianti di sollevamento. Le nuove catene “H57”, “H80” e “H110” hanno dimensioni interne da 57 a 110 mm di altezza utile e da 50 a 500 mm di larghezza. Le maglie sono realizzate in poliammide rinforzata con fibra di vetro. Doppi rinforzi esterni rendono la catena estremamente stabile anche in applicazioni con montaggio su un lato, sia supportata che sospesa. Il rinforzo inferiore permette l’utilizzo della catena anche in corse lunghe in quanto crea una perfetta superficie di strisciamento per movimenti privi di vibrazioni e ridotte emissioni sonore. La serie è disponibile in diverse versioni con: coperchietto scatto/cerniera, copertura in nylon o alluminio, trafilato in alluminio, barrette in alluminio o acciaio, traversino lavorato. Può essere concepita anche aperta con coperchietti apribili in materiale plastico, completamente chiusa con coperture in materiale plastico, completamente chiusa con coperture in alluminio, particolarmente indicata per applicazioni su macchine per asportazione di truciolo.

L’accessibilità frontale di tutte le connessioni dei nuovi UPS “Keor T” di Legrand consente di semplificare e velocizzare le fasi d’installazione e manutenzione, ulteriormente accresciute nelle versioni con batterie interne o con trasformatore d’isolamento incorporato. Alcune caratteristiche tecniche contribuiscono a una drastica diminuzione del TCO (Total Cost of Ownership): soluzione tecnologica senza trasformatore; significativa riduzione delle perdite legata all’architettura IGBT a 3 livelli; riduzione dell’energia impiegata per il condizionamento dei locali; basso THD della tensione in uscita. L’UPS può essere alimentato da due sorgenti AC in maniera separata: la configurazione “dual imput” può essere selezionata al momento dell’installazione e facilmente ottenuta rimuovendo un ponte dai morsetti d’ingresso. La possibilità di collegare in parallelo fino a 8 UPS permette di ottenere diversi gradi di ridondanza, per offrire elevati standard di continuità di servizio e di sicurezza all’impianto o di raggiungere una potenza massima di 480 kVA. L’UPS è dotato di display touch screen che, attraverso un semplice menù, dà accesso a molteplici informazioni. La barra led, che caratterizza tutti gli UPS Legrand, visibile anche a distanza, permette di valutare in maniera molto rapida lo stato dell’UPS. l’industria meccanica 697 | 84

www.testo.it

Analizzatore di combustione Effettua misure di combustione, tiraggio, CO ambiente e pressione Testo presenta l’analizzatore di gas di combustione “Testo 310” dedicato agli installatori di caldaie per il riscaldamento. Si tratta di uno strumento robusto e semplice da usare, conforme a quanto richiesto dal nuovo DPR 74 per eseguire la regolazione e i controlli di efficienza energetica degli impianti termici. Offre quattro funzioni di misura: analisi di combustione, tiraggio, CO ambiente e pressione. Ai fini della misura diretta, lo strumento dispone di due sensori di gas per ossigeno e CO e di una sonda per il gas di combustione che integra la sonda di temperatura. Da queste misure si calcolano tutti i parametri significativi, come valore di CO2, rendimento, perdite, eccesso d’aria e CO non diluito. Inoltre, integra le formule e la procedura per la media delle tre misure come richiesto dalla norma UNI 10389-1. L’analizzatore può passare da una misura all’altra semplicemente premendo pochi pulsanti. Grazie all’azzeramento automatico dei sensori, lo strumento è pronto in 30 secondi dall’accensione. La nuova stampante sviluppata appositamente per questo strumento permette di presentare i risultati e lasciarli al cliente.


NEWS | Dalle Aziende Ovation Developers Studio, la suite standard di Emerson di strumenti tecnici, in modo che tutto ciò che è necessario per configurare e mettere in servizio le apparecchiature si trovi in un unico ambiente. Inoltre, Ovation Developers Studio ora incorpora AMS Suite, Intelligent Device Manager v11, il software di manutenzione predittiva Emerson.

www.tycofs.it

www.emerson.com

Sorveglianza con soluzioni video

Sistema di controllo esperto

Semplifica e ottimizza il lavoro degli addetti alla sicurezza

Migliora l’efficacia e la produttività e riduce i rischi di errore

Tyco Integrated Fire & Security, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni di sicurezza, ha lanciato “Exacq”, piattaforma di gestione intuitiva dei video che integra analisi per le applicazioni di sicurezza. Le nuove soluzioni utilizzano funzionalità di monitoraggio video interamente automatizzate per offrire un’analisi intelligente ad aziende globali, enti multi-sito e catene di negozi. Le soluzioni soddisfano tutte le esigenze di sicurezza: dalla rivelazione allo spegnimento degli incendi, dal controllo degli accessi all’intruder detection, fino alla videosorveglianza e alle analisi video. La tecnologia video potenziata permette di identificare minacce alla sicurezza in modo automatico da grandi volumi di informazioni ed estrarre all’istante statistiche utili, semplificando il lavoro degli addetti alla sicurezza e consentendo di passare meno tempo a visionare i filmati. In pratica, le soluzioni video avanzate offrono le seguenti funzionalità: rilevamento automatico, riduzione dei falsi allarmi, identificazione di oggetti e soggetti, tracciamento integrato dei beni, intelligence integrata per l’identificazione di eventi di interesse, un’unica interfaccia utente per piattaforme di videosorveglianza differenti, monitoraggio da remoto.

Emerson Process Management presenta l’ultima versione del sistema di controllo esperto “Ovation” utilizzato per il controllo di impianti di produzione di energia elettrica e trattamento di acque e acque reflue. Il sistema aggiornato presenta miglioramenti dell’interfaccia operatore, dell’ambiente di configurazione e delle apparecchiature da campo e strumenti per la creazione di grafici. Questi aggiornamenti si traducono in una maggiore efficienza e produttività dell’operatore e in un minor rischio di errori umani. La nuova interfaccia presenta barre degli strumenti basate sulle operazioni che offrono una funzionalità basata sul contesto nel quale l’utente sta lavorando. Le funzioni chiave sono in primo piano, per cui non è più necessario accedervi da finestre di selezione separate. Inoltre, permette di personalizzare e salvare le impostazioni dello spazio di lavoro, consentendo, per esempio, di visualizzare dati e allarmi di un punto in base alle preferenze. La nuova versione del sistema Ovation presenta anche un ambiente di configurazione e risoluzione dei problemi aggiornato per apparecchiature da campo Hart e Foundation fieldbus. Gli strumenti di configurazione sono ora incorporati in 85 | MAGGIO GIUGNO 2015

www.rotronic.it

Trasmettitori per misure di umidità e temperatura Utilizzabili anche senza alimentazione a sicurezza intrinseca Rotronic presenta i nuovi trasmettitori della serie “HygroFlex5-EX”, dotati di sonde “HC2-EX” intercambiabili in acciaio inox, per misurazioni di umidità e temperatura anche in condizioni estreme. Conformi agli ultimi standard internazionali, questi trasmettitori sono composti da un robusto trasmettitore in alluminio con o senza display, per cui è opzionale la visualizzazione del punto di rugiada e di altri parametri calcolati. Invece, le sonde di misura sono omologate per il funzionamento in zone 0/20 e 1/21. L’elettronica dello strumento, a separazione galvanica, consente il funzionamento del sistema senza utilizzare un’alimentazione a sicurezza intrinseca.


NEWS | Dalle Aziende

www.auma.it

Manuale per l’automazione degli attuatori Realizzato da Auma specificatamente per il settore dell’oil & gas Auma ha realizzato un nuovo manuale di riferimento per gli attuatori specificatamente studiato per il settore oil & gas. Elaborato sulla base dei 50 anni di esperienza dell’azienda nella fornitura di attuatori elettrici, il manuale è composto da 92 pagine di dati tecnici, consigli sui prodotti e illustrazioni esplicative. Concepito come guida ai sistemi di attuazione elettrica per il controllo delle valvole nel settore dell’oil & gas, il manuale contiene una serie di approfondimenti su funzionalità, sistemi di controllo e integrazione in reti di automazione. Tra i temi di riferimento sono presenti anche i sistemi a bus di campo e altri metodi di comunicazione alternativi, i sistemi di sicurezza funzionale Sil (Safety Integrity Level) e gli standard di certificazione. Nel manuale sono descritte anche applicazioni specializzate, come l’automazione delle valvole a sfera e farfalla e di valvole multiporta e di regolazione. La copia cartacea può essere richiesta a documentation@auma.com.

www.instron.com

www.datalogic.com

Video estensimetro

Scanner da banco

Utilizza una frequenza dati di 490 Hz in tempo reale

Acquisisce codici 1D e 2D da ogni piano di lettura

Instron ha realizzato il video estensimetro “EAV 2” che risponde agli standard di prova più severi, quali Iso 527, Astm D3039 e Astm D638. Il dispositivo si adatta facilmente alle normali variazioni delle condizioni ambientali e può essere integrato in qualsiasi macchina di prova che utilizzi un ingresso analogico ±10 V. Progettato per ridurre al minimo gli errori derivanti da variazioni di temperatura e di luce, è l’unico dispositivo sul mercato a utilizzare una frequenza dati di 490 Hz in tempo reale, conseguendo al contempo la precisione di 1 micron. Può essere utilizzato per misurazioni avanzate delle deformazioni con il metodo Digital Image Correlation, perché misura sia il modulo che la deformazione a rottura di quasi tutti i materiali. Instron è specializzata nella produzione di apparecchiature per prove strutturali con cui vengono testati i materiali più disparati, per prove di trazione, compressione e torsione, prove cicliche, prove di fatica, prove d’urto, prove con sistemi multiassiali e prove reologiche.

Datalogic presenta il nuovo “Magellan 9400i”, scanner bar code completamente dotato di tecnologia imaging. Insieme ai modelli 8400 e 9800i, fa parte della gamma degli scanner da banco per la lettura dei codici a barre. Numerose sono le configurazioni possibili, compresa quella con bilancia integrata. Il nuovo scanner è in grado di acquisire codici 1D e 2D da ogni piano di lettura, senza necessità di orientamento corretto del bar code. Progettato con un layout che permette la sostituzione immediata degli scanner a laser esistenti, la serie Magellan 9400i permette di passare al mondo del digital imaging in modo facile ed economico. Infine, questo scanner beneficia dell’affidabilità della tecnologia imaging e di alcune delle opzioni e funzionalità a valore aggiunto presenti anche sul top di gamma Magellan 9800i, quali il sistema di monitoraggio e prevenzione “ScaleSentry Shrink” e la nuovissima tecnologia di decodifica imaging watermark.

l’industria meccanica 697 | 86


NEWS | Dalle Aziende

www.smcitalia.it

www.honeywellsafety.com

www.turboden.it

Filtri regolatori

Inserti auricolari

Turbogeneratori ORC

Hanno campo di pressione di regolazione tra 0,05 e 0,85 MPa

Sono efficienti, morbidi e confortevoli

Consentono di aumentare l’efficienza nel settore oil & gas

SMC ha realizzato una versione speciale in acciaio inox dei filtri regolatori della serie AW. Si tratta dei modelli “AW30” e “AW40-X2622” che resistono alla corrosione grazie alla costruzione di tutto il corpo e dalla cartuccia filtrante in acciaio inox 316. Inoltre, sono in grado di lavorare a temperature tra -40 e 80 °C. Queste caratteristiche ne consentono l’utilizzo in ambito oil & gas e offshore e in ambienti aggressivi. Con un campo di pressione di regolazione tra 0,05 e 0,85 MPa e una pressione d’esercizio massima di 2 MPa, questi filtri regolatori possono essere usati con alte pressioni d’ingresso. Come per la versione standard il grado di filtrazione è 5 µm. Grazie all’integrazione del filtro e del regolatore in un’unica unità, i filtri presentano una gamma di attacchi compresa tra un quarto e tre quarti di pollice, cosa che permette di utilizzarli con qualsiasi apparecchiatura per il trattamento dell’aria: dai pannelli di automazione all’alimentazione degli attuatori quarter-turn heavy duty.

Honeywell presenta i suoi nuovi inserti auricolari “Howard Leight Firm Fit”, caratterizzati da una consistenza morbida e confortevole e da una migliorata protezione dai rumori rispetto ad altri inserti auricolari di forma cilindrica. Concepiti sulla base del feedback ricevuto dai clienti, mirano a migliorare il comfort di coloro che preferiscono una tenuta più salda allo scopo di “sentire” gli inserti nelle orecchie e per chi è abituato ai consueti inserti auricolari di forma cilindrica. Test di laboratorio indipendenti mostrano che questi nuovi inserti offrono una migliore protezione dai rumori con un SNR di 37 dB e sono il 40% più morbidi rispetto alla maggior parte degli inserti auricolari cilindrici attualmente disponibili. Inoltre, sono facili da far scivolare all’interno del condotto uditivo e da inserire. Realizzati in colore arancione brillante per una rapida identificazione visiva, sono disponibili nelle versioni con e senza cordino.

Turboden è una società italiana del gruppo Mitsubishi Heavy Industries, azienda leader a livello mondiale nella progettazione, produzione e manutenzione di turbogeneratori Organic Rankine Cycle (ORC), apparecchiature per la generazione elettrica e termica da fonti rinnovabili (biomassa, geotermia, solare termodinamico) e da recupero di calore di scarto da processi industriali, motori e turbine a gas. Con più di 290 impianti in 32 Paesi, offre turbogeneratori da 200 kW a 15 MW. La tecnologia ORC può aumentare l’efficienza dei siti oil & gas, sfruttando il calore di scarto inutilizzato per produrre energia meccanica ed elettrica e calore. Le taglie tipiche sono inferiori a 10 MW, molto adatte per la generazione distribuita e per sistemi di generazione per autoconsumo. La tecnologia ORC consente di avere un impianto semplice, affidabile, flessibile alle variazioni di carico e con ridotta necessità di supervisione.

87 | MAGGIO GIUGNO 2015


EVENTI ANIMA

Le attività di Anima

per le Imprese Maggio Giugno 2015

l’industria meccanica 697 | 88


Agenda eventi Associazioni 21 maggio c/o Expo

Assofoodtec – Cen Planary Meeting

9 giugno – Milano (sede Anima)

Ucc - Convegno “Cosa cambierà nell’applicazione della nuova PED: la Direttiva 2014/68/UE”. In collaborazione con Consorzio Pascal Srl

22 e 26 giugno - San Donato Milanese Ucc - ASME Training Event in Milano - Organizzato da ASME (Crowne Plaza Milano Linate Hotel) 24/27 giugno – Venezia

White Drop - Pianeta Acqua - L’acqua che trasporta. L’utilizzo strategico dell’acqua per il trasporto, l’energia, l’industria. (Anima relatore tecnico al convegno e tavola rotonda del 24 giugno)

Incontri internazionali normativi, legislativi e tecnici 28/29 maggio - Stoccolma (Svezia)

Eurovent Assemblea annuale

29 maggio - Bordeaux (Francia)

Acica - Eurosafe General Assembly

11/13 giugno - Harrogate (UK)

Congresso CEIR/Avr

Iniziative per la crescita sui mercati italiani/esteri 12 maggio – Torino

Roadshow Confindustria – Dogane e internazionalizzazione

12/14 maggio - Fiera Parma

SPS IPC Drives Italia – Mostra convegno di tecnologia per l’automazione elettrica, sistemi e componenti

19/23 maggio - Fiera Milano Rho

Intralogistica Italia. International trade fair, material handling, intralogistics and logistics

19/23 maggio - Fiera Milano Rho

Ipack Ima 2015 - Alimentare Movimentazione e logistica

20/22 maggio - Fiera Milano Rho

Made in Steel - Fiera dedicata all’industria siderurgica

22 maggio – presso Made in Steel

Aisem - Convegno Indagini supplementari apparecchi di sollevamento

27/28 maggio - Bergamo

IVS – Industrial Valve Summit offre un collegamento con il mondo dell’ingegneria e dei costruttori per l’acquisto, la manutenzione e/o distribuzione di valvole, attuatori e prodotti correlati

27/28 maggio - Assolombarda (Milano) Roadshow Confindustria - Dogane e internazionalizzazione 1 giugno e 5 giugno – Parigi

26° Congresso Mondiale sul Gas. Quest’anno si terrà a Parigi il 26° Congresso Mondiale sul Gas, organizzato dall’Unione Internazionale del Gas e considerato il principale appuntamento mondiale del settore

2/5 giugno – Beirut (Libano)

Libano - Collettiva italiana ICE a Project Lebanon 2015. L’ICE organizza la partecipazione collettiva alla Project Lebanon, dedicata al macro comparto dell’edilizia (materiali da costruzione, impianti, attrezzature e macchinari, elementi d’arredo, etc.).

10 giugno – Assolombarda (Milano)

Roadshow Confindustria - Dogane e internazionalizzazione

17 giugno – Milano (sede Anima)

Workshop – Project management: la marcia in più per competere nella complessità

18 giugno – Catania

MCE Comfort Technology Roadshow

15/19 giugno – Francoforte (Germania)

Achema - Fiera mondiale triennale per l’ingegneria chimica e l’industria di processo

24/27 giugno – Venezia

White Drop - Pianeta Acqua - L’acqua che trasporta. L’utilizzo strategico dell’acqua per il trasporto, l’energia, l’industria.

28 giugno - 8 luglio SABA SABA (Tanzania)

“Punto Italia” e missione ICE alla Fiera Internazionale SABA SABA (Tanzania) Settori principalmente interessati: agroindustria - agroalimentare energie rinnovabili e ambiente – edilizia - lavorazione metalli - oil & gas elettrodomestici e apparecchiature per la casa. 89 | MAGGIO GIUGNO 2015


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L’evento italiano sulla

Cogenerazione Dopo l’eccezionale successo del 2014, torna a Milano la mostra convegno sulla cogenerazione industriale e civile. Il target di riferimento è composto da progettisti, ingegneri, impiantisti, responsabili tecnici, manager, utilizzatori di energia e calore dall’industria, dal terziario e dai servizi. Il programma prevede: ✔ una sessione congressuale plenaria mattutina ✔ una parte espositiva ✔ una sessione pomeridiana con workshop e corsi di formazione ✔ buffet e coffee break offerti dagli sponsor ✔ in esclusiva gratuitamente tutti i contenuti in PDF

25 giugno 2015

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Recensioni

L’economia reale nel Mezzogiorno

A cura di Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis, Il Mulino – Euro 27,50 Se nelle regioni meridionali italiane si adottasse una logica industriale, l’Italia potrebbe diventare come la Francia e la Germania. Un’affermazione forte che i curatori argomentano per dimostrare la natura italoeuropea del Mezzogiorno nel Mediterraneo. Le tesi principali del volume sono due. La prima richiede per lo sviluppo del Mezzogiorno la creazione di un’«economia reale» forte in cui capacità organizzativa e razionalità produttiva si applichino a tutti i settori. La seconda è che i punti di forza e di eccellenza già presenti nell’economia reale del Mezzogiorno dimostrano la sua innovatività, ma non sono sufficienti per un’area con 26 milioni di abitanti. La vera chiave di volta è l’integrazione tra agricoltura, industria, turismo, logistica e infrastrutture.

Big data @l lavoro. Sfatare i miti, scoprire le opportunità Thomas H. Davenport, Ed. FrancoAngeli, 2015 - Euro 25,00

Davenport ritenne si trattasse dell’ennesimo esempio di momentanea infatuazione per l’ultima moda proveniente dal mondo delle tecnologie digitali. La ricerca condotta nel corso degli anni successivi lo portò però a ricredersi. In questo nuovo libro, Davenport spiega ai suoi lettori che cosa si cela dietro un’espressione ormai di moda “big data” e perché tutti coloro che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno di organizzazioni e istituzioni dovrebbero conoscerne il significato. Il primo e unico libro che descrive come le imprese possono concretamente utilizzare le grandi collezioni di dati per creare valore. Con decine di case history mostrerà come sfruttare questa nuova opportunità per migliorare lo sviluppo di nuovi prodotti e per rafforzare i rapporti con i clienti.

Content evolution. La nuova era del marketing digitale Alberto Maestri , Francesco Gavatorta, Ed. FrancoAngeli, 2015 - Euro 16,00

In un contesto in cui la voce del consumatore ha sempre più influenza, la grande diffusione dei mobile device e la continua richiesta di esperienze di marca memorabili spingono le aziende a progettare nuovi modi per creare valore dalle interazioni con i pubblici di riferimento. Quale sarà, allora, la strada da percorrere? Con un taglio che bilancia orientamenti strategici e consigli pratici, gli autori propongono in questo testo una chiave interpretativa originale. Pensato in primo luogo per quei professionisti che, all’interno di aziende e agenzie creative oppure come freelance, siano già in possesso dei concetti di base del marketing digitale, il volume si rivolge anche studenti di scuole di specializzazione e master, comunicatori e consulenti e a tutti coloro che si pongono all’ascolto e in cerca di nuovi stimoli su questi temi.

Teoria del controllo Dal Systems Thinking ai Sistemi di Controllo Piero Mella, Ed. FrancoAngeli, 2014 - Euro 37,00

La Teoria del Controllo si propone di definire la logica e le regole di funzionamento dei processi di controllo di una o più variabili, “[Y], [X]”. L’idea di sviluppare la Teoria del Controllo nasce dall’osservare come i Sistemi di Controllo svolgano un ruolo fondamentale in tutti gli ambienti operativi: nei fenomeni fisici, in quelli biologici, sociali, economici, organizzativi e nelle aree scientifiche e tecniche di ogni specie. Tali sistemi operano ovunque, e la loro azione incessante e instancabile rende possibile la vita, la società e la stessa esistenza, producendo un “mondo” ordinato e vivibile. Il testo sviluppa un percorso graduale per “educare” il lettore a capire come realmente operino i Sistemi di Controllo. Questa terza edizione, arricchita di numerosi esempi, presenta un nuovo capitolo sulla logica delle imprese quali sistemi di controllo.

APE Esempi pratici di Attestato Prestazione Energetica Giuseppe Dell’Olio, Dario Flaccovio Editore, 2015 - Euro 28,00

Un volume dedicato all’APE - Attestato Prestazione Energetica che offre agli operatori uno strumento che li aiuti a orientarsi nel mutevole mondo dell’efficienza energetica, in particolare nell’edilizia. È un argomento di grande attualità e di massima importanza. Oltre alle nozioni tecniche di base, quelle essenziali che sopravvivono ad ogni aggiornamento. Gli sviluppi matematici sono limitati al minimo indispensabile, ma le operazioni sono descritte in modo completo e senza omissioni, a partire dal rilievo sull’edificio fino alla redazione completa dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE). A parte alcune limitate eccezioni, l’Attestato di Prestazione Energetica è infatti obbligatorio per tutti gli edifici (o unità immobiliari) che vengono costruiti, venduti o affittati ad un nuovo conduttore. 91 | MAGGIO GIUGNO 2015


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INSERTI ECONOMICI Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia / estero

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Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 693 - 1^ Quindicina di aprile 2015 pubblicata su questo numero de L’Industria Meccanica n.697 (maggio-giugno 2015)

Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 21 - 26 gennaio 2015 pubblicata su L’Industria Meccanica n. 695 (gennaio-febbraio 2015)

Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia / estero | Tabella bianca 1° gennaio 2015 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su L’Industria Meccanica n. 696 (marzo-aprile 2015)


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Edizioni: A.S.A. S.r.l. - Via A. Scarsellini 13 - 20161 Milano - tel. +39 0245418.200 - fax +39 0245418.240 | Direttore Responsabile: dott. Giuseppe Bonacina | Riproduzione vietata - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 334.1981.

TABELLE 1^ QUINDICINA DI APRILE 20152015 | Listino Prezzi Materiali di Interesse delladella Meccanica VariaVaria N. 693 (Piazza di Milano) TABELLE 1^ QUINDICINA DI APRILE | Listino Prezzi Materiali di Interesse Meccanica N. 693 (Piazza di Milano)


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Siderweb è la community dell’acciaio italiano nonché l’anima di Made in Steel. Da 15 anni offre un servizio quotidiano di informazione, che si apre con un’accurata rassegna stampa giornaliera, e che propone notizie ed interviste esclusive, rubriche di approfondimento, la rilevazione prezzi certificata, ma anche quotazioni siderurgiche internazionali, dei metalli, del petrolio, delle valute e dei future, analisi tecnica dei prezzi e fondamentale dei cluster di filiera. L’Ufficio Studi di Siderweb, in costante rapporto con i player d’acciaio, offre un ventaglio di servizi personalizzati: master formativi, disamine e studi di potenziali mercati di sbocco, marketing ad-hoc, dossier ed analisi specifiche, reportistiche sui flussi mondiali e supporto strategico per il business. Ma Siderweb è anche eventi: “Made in Steel” tra tutti, principale conference & exhibition del sud Europa per la filiera dell’acciaio; e poi “Bilanci d’Acciaio”, unico studio sulle performance economico-finanziarie della filiera italiana dell’acciaio, che con oltre 2.500 aziende analizzate nell’ultima edizione si attesta come principale strumento di valutazione dello “stato di salute” della filiera nazionale; e ancora, Siderweb Outlook e focus di mercato: un’offerta a 360° per l’acciaio italiano.

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