l'Industria Meccanica 707 - gennaio-febbraio 2017

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707 GENNAIO FEBBRAIO 2017

MAGAZINE UFFICIALE ANIMA | CONFINDUSTRIA

Macchine e software, come si accede agli incentivi?

Case History: la logistica smart rinnova la fabbrica Contratti Italia - Cina: quale legge si applica

Manuale di istruzioni e uso: come scriverlo senza finire nei guai

All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia – n. 712 / Costo orario medio dell’operaio n. 22 / Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2017


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1 | gennaio febbraio 2017


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Idee e soluzioni per la meccanica Quali soluzioni per migliorare il business della mia azienda? È la domanda a cui vogliamo dare risposta attraverso le pagine di questa rivista. Perché è così che ci siamo immaginati L’Industria Meccanica: una rivista che parla di soluzioni per la meccanica. E lo facciamo analizzando, numero per numero, un tema legato alle macro-aree più importanti per l’industria di oggi, attraverso gli approfondimenti dei nostri autori e gli esperti del settore. Uno di questi è l’automazione e la produzione. Sempre più integrata nella fabbriche, sia grandi che piccole, tanto che, per agevolarla, da quest’anno è attivo il piano del Governo per incentivare lo sviluppo dell’industria 4.0. Ma come accedere agli incentivi senza avere sorprese? Quattro pagine della rivista sono dedicate proprio a una corretta interpretazione.

L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73

Direttore responsabile Giuseppe Bonacina - bonacina@anima.it Direttore editoriale Alessandro Durante - durante@anima.it Comitato editoriale Michele Bendotti, Giuseppe Bonacina, Sandro Bonomi, Maurizio Brancaleoni, Alberto Caprari, Alessandro Durante, Paola Ferroli, Andrea Orlando, Mario Salvi Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Pietro Luigi Cavallotti, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini Redattore Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Segretaria di redazione Cinzia Alchieri - alchieri@anima.it - Tel. 02 45418.211 Hanno collaborato a questo numero: Laura Aldorisio, Pierangelo Andreini, Franco Canna, Roberto Cattaneo, Hanz Giovanni Chiappetta, Marta Macchi, Irene Nava, Matteo Piccinali, Gloria Presotto, Michele Strozzi, Sabrina Suardi Impaginazione Abc Production Fabio Lunardon - lunardon@anima.it

Anche la logistica e la movimentazione nelle aziende stanno diventando sempre più smart. Raccontiamo qui la case history di un’azienda meccanica che ha digitalizzato il proprio sistema logistico in chiave 4.0 E poi l’export e l’internazionalizzazione, da anni un grande traino della nostra economia. In questo numero ci soffermiamo sulle vicissitudini di trattati internazionali, come il Ttip tra Ue e Usa. E sui rapporti con la Cina. Se da un lato, come ci dice Laura Ferrarini di Confindustria in un’intervista, che lo status di economia di mercato alla potenza orientale metterebbe a rischio 200mila posti di lavoro in Europa, questa rimane sempre un partner commerciale importante per l’Italia: vediamo allora nel dettaglio quale legge applicare nei contratti internazionali. Sicurezza e ambiente sono altri temi trasversali di cui ogni imprenditore deve tener conto. In questo numero vediamo per esempio come scrivere una buona linea guida di un manuale di uso e manutenzione di una macchina o un’apparecchiatura evitando conseguenza giuridiche. Iniziamo inoltre il primo di una serie di articoli per capire come stanno cambiando per le aziende le regole dello smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici. Articoli di attualità, notizie dalle aziende e approfondimenti tecnici completano questo numero dell’Industria Meccanica.

Responsabile della pubblicità Mario Salvi - salvi@anima.it Direzione e Redazione ANIMA Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it | Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo (6 numeri) Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Progetto editoriale e grafico ANIMA - L’Industria Meccanica Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it

È vietata la riproduzione di articoli e illustrazioni de “L’Industria Meccanica” senza autorizzazione e senza citarne la fonte. La collaborazione alla rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli autori non impegnano né la rivista né ANIMA e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane degli autori stessi. .

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397

La Redazione - @IndMeccanica l’industria meccanica 707 | 4


8 RUBRICA | Donne e uomini al timone 11 RUBRICA | i 400 caratteri Brevi dal mondo dell’industria

16 Hera sanzionata per violazione della disciplina sui termini di pagamento 18 Approfondimenti tecnici

20 AUTOMAZIONE&PRODUZIONE 22 IPER4.0, come si accede agli incentivi? di Franco Canna

26 12 mesi per cambiare mentalità 28 Quale Export per il 2017 30 Le storie di chi esporta di Gloria Presotto

31 I consigli di chi aiuta le aziende all’estero di Irene Nava

32 La meccanica segna un +1,1% nel 2016. In crescita il mercato interno

SOMMARIO N. 707

34 EXPORT&MERCATI 36 Trattati internazionali: strumento del passato o un nuovo futuro?

5 | gennaio febbraio 2017

Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta. (Platone)


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38 Cina come economia di mercato: ecco perché No Intervista a Lisa Ferrarini di Laura Aldorisio

42 Contratti tra Italia e Cina: libertà e obblighi delle parti di Hanz Giovanni Chiappetta e Matteo Piccinali, Lawtelier

58 Come scrivere un buon manuale di istruzioni e uso di Roberto Cattaneo

62 Rifiuti elettrici ed elettronici: cosa cambia per le aziende di Marta Macchi, Sabrina Suardi – Gruppo Safe

66 Tecnologia e quantità di informazione, Come cambiano lavoro e valore delle risorse d Pierangelo Andreini

44 FLASH INTERNAZIONALIZZAZIONE 46 Food technologies: in Cina il made in Italy è cresciuto del 22% in 5 anni Intervista a Zhu Nianlin

70 Competenze di Industria 4.0: in Emilia-Romagna sempre più diffuse 72 Le aziende a scuola: i professionisti educano all’imprenditorialità 74 Risparmiare fino al 48% sui downtime produttivi 76 RECENSIONI

48

78 ELENCO | In questo numero 80 ABBONAMENTI 81 TABELLE ANIMA – BIANCHE, BLU, ARANCIO

LOGISTICA&MOVIMENTAZIONE

50 Fabbrica intelligente, logistica intelligente di Michele Strozzi

54 Codice Asme Boiler and Pressure Vessel: parte il terzo gruppo di lavoro italiano

56

SOMMARIO N. 707

SICUREZZA&AMBIENTE

“Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare” Eraclito (535-475 a.C.)

7 | gennaio febbraio 2017


Robert Blackburn

Giuseppe Zampini

Robert Blackburn dal primo gennaio 2017 è il nuovo Ceo di Hoffmann Group. Blackburn viene dalla carica di presidente supply chain operations & information services in Basf Se, guidando la digitalizzazione e la trasformazione globale del colosso chimico. «Sono molto contento di poter cogliere nuove sfide in Hoffmann Group da affrontare con una strategia a lungo termine e insieme ai collaboratori, per condurre il Gruppo nella nuova era digitale», ha dichiarato il nuovo Ceo.

L’assemblea ordinaria degli azionisti di Ansaldo Energia di gennaio ha deliberato il rinnovo delle cariche al vertice della società, nominando Giuseppe Zampini nuovo presidente e Filippo Abba’ nuovo consigliere. Il successivo consiglio di amministrazione ha proposto Abba’ come nuovo amministratore delegato e ha conferito alcune deleghe strategiche a Zampini. Zampini subentra a Umberto della Sala che manterrà il ruolo di membro del consiglio di amministrazione.

Ferruccio Resta

Paolo Battarino

Ferruccio Resta è il nuovo rettore del Politecnico di Milano. Succede a Giovanni Azzone. Da gennaio e fino al 2022 sarà alla guida di un’università con 42mila studenti e 1.300 docenti. «Occorre investire sulle risorse umane e sulle infrastrutture, e puntare su una formazione innovativa perché cambiano le professioni che i nostri figli dovranno affrontare», ha affermato. Resta è docente ordinario di meccanica applicata alle macchine.

Nexive nomina Paolo Battarino chief information officer a diretto riporto dell’amministratore delegato Luca Palermo. Battarino entra quindi in Nexive con l’importante compito di guidare l’innovazione dell’azienda, sia da un punto di vista strategico che strutturale, con l’obiettivo di raggiungere una piena integrazione della funzione It nel business di Nexive. «Siamo orgogliosi di poter accogliere Paolo Battarino nella nostra azienda», ha commentato Luca Palermo, amministratore delegato di Nexive.

RUBRICA | Donne e Uomini al timone

è il nuovo Ceo di Hoffmann Group

è il nuovo rettore del Politecnico di Milano 2017-2022

è il nuovo presidente di Ansaldo Energia

è il nuovo chief information officer di Nexive

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Donne e Uomini al timone Vittorio Chiesa

è il nuovo presidente del Comitato scientifico di Mce 2018 Fra le prime novità di Mce 2018 spicca la nomina di Vittorio Chiesa alla presidenza del Comitato scientifico della manifestazione. «L’aspetto informativo e formativo è da sempre uno dei punti di forza della nostra manifestazione», spiega Massimiliano Pierini, aggiungendo: «La scelta del professor Chiesa rientra nell’intento di creare una maggiore sinergia fra i trend del mercato e l’evoluzione tecnologica del mondo dell’impiantistica».

Patric Berger

è vice presidente South Emea di Nuvias Group Nuvias Group, holding specializzata nella distribuzione ad alto valore aggiunto per le regioni pan-Emea, comunica la nomina di Patric Berger a vice presidente della regione South Emea. Nel suo nuovo ruolo, Berger sarà responsabile delle strategie commerciali per l’intera regione, che comprende Francia, Italia, Spagna, Malta e il bacino Mediterraneo. Berger sarà inoltre responsabile dello sviluppo del nuovo business Nuvias in quest’area e opererà dalla sede francese del gruppo a Versailles.

9 | gennaio febbraio 2017


ANIMA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE: UN SERVIZIO DI SUPPORTO QUALIFICATO PER LE AZIENDE NEL PROPRIO BUSINESS ESTERO PRESENTA

FOCUS PAESE 2017: PER TROVARE LE RISPOSTE CHE CERCHI

Federazione Anima a supporto delle Aziende del comparto, presenta i nuovi incontri di approfondimento su alcuni Mercati Esteri selezionati per aree di prospettico sviluppo e interesse per la filiera meccanica, con l’obiettivo di dare strumenti e orientamenti concreti ai problemi che le imprese si trovano ad affrontare nella loro attività di estensione delle opportunità commerciali all’estero.

PAESI SELEZIONATI PER GLI INCONTRI 2017

Perché lo sviluppo Export di qualunque azienda necessita sempre più di CONOSCENZA e STRATEGIA su mercati, opportunità e nuove dinamiche.

10 MAGGIO => USA

8 FEBBRAIO => CINA 22 FEBBRAIO => GIAPPONE 22 MARZO => IRAN 14 GIUGNO => DUBAI - EMIRATI 5 LUGLIO => VIETNAM

RELATORI DEI FOCUS: ICE + collegamento Skype con corrispondenti Locali | Studi Legali internazionali | Istituti Bancari internazionali | Professionisti Sviluppo Business Estero | Esperti in tematiche doganali | Consolati e Ambasciate

PARTECIPANTI DEI FOCUS: Responsabili Export, amministrativi, imprenditori e manager, direttori marketing/vendite, in generale tutti coloro che si trovino ad essere coinvolti nell’internazionalizzazione d’impresa. I FOCUS SI RIVOLGONO: sia aziende in fase di start up sui Paesi, sia coloro che già vi svolgono una attività, ma desiderino implementarla, modificarla o abbiano specifiche problematiche da affrontare. I Focus Paese ANIMA non sono convegni generalisti, ma incontri specialistici concreti, volutamente riservati a massimo 20 partecipanti, per favorire l’interazione e il confronto diretto tra aziende e relatori, professionisti autorevoli in ambito internazionale.

20 SETTEMBRE => MESSICO 11 OTTOBRE => MAROCCO 8 NOVEMBRE => ARGENTINA

LO SAPEVI? LA PARTECIPAZIONE AI FOCUS PAESE ANIMA PUO’ ESSERE FINANZIATA A FONDO PERDUTO ATTRAVERSO I FONDI INTERPROFESSIONALI PER LA FORMAZIONE CONTINUA. INFORMATI O CHIEDI ASSISTENZA SULL'UTILIZZO DI FONDIMPRESA A internazionalizzazione@anima.it

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FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DELL'INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE

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i 400 caratteri ROBOTICA

Il polpo artificiale per la manutenzione dei macchinari Un robot morbido: il primo prototipo al mondo, realizzato dalla Harvard University, si chiama Octobot, ed è a forma di polpo dai tentacoli deformabili. Oltre alla manutenzione, le sue applicazioni comprendono l’ispezione dei macchinari, le operazioni di ricerca e salvataggio, la riabilitazione tramite endoscopi e protesi. È alimentato con acqua ossigenata, che reagisce con un catalizzatore di platino sviluppando gas.

Foto di: Lori K. Sanders / Harvard University

FUSIONI

Nasce Mitsubishi Electric Hydronics & It Cooling Systems Dalla fusione di Climaveneta SpA, Rc Group SpA e DeLclima Finance Srl è nata Mitsubishi Electric Hydronics & It Cooling Systems SpA, in cui è confluito anche il personale della ex corporate operativa Melco Hydronics and It Cooling, già DeLclima SpA.

ESPANSIONE

Automation -15% Esa acquisisce Selema

per iscrizioni entro il 20/12/2016 Esa Automation ha acquisito Se-

lema Srl, azienda di Bentivoglio (Bologna) specializzata nella produzione di azionamenti per motori elettrici. Nata nel 1978, Selema ha uno stabilimento di circa 4mila metri quadri. Esa Automation ha acquisito un anno fa Elcon, espandendosi nel settore del Cnc e del motion. L’azienda sta investendo nel settore dell’automazione industriale, in linea con i principi di IoT e IoS dell’Industria 4.0.

La nuova organizzazione, operativa dal primo gennaio 2017, opererà sul mercato tramite i brand Rc e Climaveneta, che da legal entities diventano divisioni focalizzate sulle attività chiave per il business.

RISK BAROMETER

AMBIENTE

Interruzione delle attività, la più temuta

L’energia che viene dalle foglie

L’Allianz Risk Barometer è un sondaggio annuale che analizza i rischi aziendali. Secondo l’ultima edizione, ciò che le aziende temono di più a livello globale è, per il quinto anno consecutivo, l’interruzione delle attività. Al secondo posto si colloca l’imprevedibilità del mercato, causata dal crescente protezionismo o dal terrorismo. Al terzo i rischi informatici, mentre al quarto le catastrofi naturali.

Una cella solare fotosintetica che produce il syngas, un gas artificiale di carbonio e idrogeno. Si tratta di una nuova foglia artificiale realizzata dai ricercatori dell’Università dell’Illinois a Chicago. Il catalizzatore è stato innovato: rispetto alla precedenti sperimentazioni, oggi è mille volte più veloce e meno costoso. L’obiettivo ora è di innalzare l’efficienza del processo dal NOVITA’ 5% al 20%. 2017

11 | gennaio febbraio 2017

Statistiche-Paese, case studies ancora più mirate per i prodotti delle aziende partecipanti!


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i 400 caratteri ECONOMIA

MERCATI

TECNOLOGIA

La gamification Settore medicale: migliora la gestione Italia quarto delle flotte mercato europeo

Riconoscimento ottico dei caratteri premiato da Inspect

Usare dinamiche del gioco per motivare le persone. Questo approccio, chiamato gamification, è stato usato in ambito aziendale per stimolare dei cambiamenti comportamentali nei dipendenti. In particolare, è stato usato nelle aziende che possiedono una flotta per influenzare la decisioni quotidiane al volante e, tramite il senso di competizione, i premi e i riconoscimenti, motivarli al miglioramento.

Datalogic, azienda attiva nei settori dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale, ha ricevuto il primo premio dalla rivista europea Inspect, che tratta di machine vision e optical metrology, nell’ambito dell’Inspect Awards 2017. Il premio è stato assegnato per Impact+ Ocr, un sistema per il riconoscimento ottico dei caratteri stampati sulle confezioni di prodotti nell’industria alimentare.

Il report “Medical device industry” svolto nel 2017 dal gruppo Bpc, attivo nel supporto all’internazionalizzazione delle imprese, afferma che l’Italia è il quarto mercato in Europa di dispositivi medicali, dopo Germania, Francia e Gran Bretagna. Il mercato italiano conta quasi 4.300 aziende (di cui il 44% sono distributori, il 52% produttori e il 4% fornitori di servizi). Il primo cliente è il governo italiano con gli ospedali pubblici.

PROGETTI

Maldive: l’acqua del mare sarà potabile Un dissalatore che utilizzerà esclusivamente energia rinnovabile, attraverso l’impiego di pannelli solari termici e fotovoltaici. È un progetto che riunisce l’università, il Governo italiano e il Governo maldiviano, e si propone di rendere l’acqua del mare potabile

per gli abitanti dell’isola di Magoodhoo, sull’atollo di Faafu, e per il MaRHE Center, il centro di ricerca e formazione dell’Università di Milano-Bicocca alle Maldive.

13 | gennaio febbraio 2017


RUBRICA | I 400 caratteri

TECNOLOGIA

INDUSTRIA

La casa galleggiante e autosufficiente

Un colosso per lo stoccaggio d’idrogeno

Si chiama Waternest 100, l’ha progettata un italiano ed è una casa ecosostenibile e riciclabile al 90%. Non solo: è anche autosufficiente dal punto di vista energetico grazie ai pannelli fotovoltaici che ricoprono il tetto. Il progetto, che assomiglia tantissimo a un uovo galleggiante enorme, consta di un involucro abitativo di 4 metri circa in altezza e 12 metri in diametro e si propone come una soluzione abitativa non dannosa per l’ambiente.

È di Air Liquide il più grande sito di stoccaggio d’idrogeno al mondo. Situato in Texas a 1.500 metri sotto terra, misura 70 metri di diametro e ha la capacità di stoccare una quantità di idrogeno equivalente a 30 giorni di produzione di un Smr (steam methane reformer) di grandi dimensioni. Permette dunque di disporre di un sistema di stoccaggio su grande scala per accrescere l’affidabilità e l’efficacia dell’approvvigionamento di idrogeno ai clienti.

BOLOGNA

AMBIENTE

L’aeroporto di Bologna è hitech

Gestione dei rifiuti sulle navi da crociera

Puntare sul Cloud Computing. Grazie alla tecnologia Microsoft e alla consulenza di Alterna, l’aeroporto di Bologna ha dato avvio a un progetto di trasformazione digitale che fa leva sulla valorizzazione dei dati per offrire una migliore esperienza ai viaggiatori, generando un impatto positivo sul territorio. Il progetto punta a ottimizzare la gestione dei dati per una nuova soluzione di customer engagement “on demand”.

Wärtsilä ha recentemente sviluppato un’offerta completa per la gestione dei rifiuti secchi nelle navi da crociera. Questa nuova offerta va a integrare il portfolio dell’azienda per il trattamento dell’umido, fornendo così un sistema di gestione dei rifiuti completo. La soluzione articolata del full treatment fornirà alle imbarcazioni un metodo pulito e sicuro dal punto di vista ambientale ma anche efficiente sotto il profilo energetico.

FIERE

COMMERCIO

Comfort a biomassa

Novità per gli accordi di libero scambio

Una fiera dedicata a prodotti e soluzioni per il riscaldamento, per uso domestico ma anche industriale, alimentati a biomasse. Si chiamerà Bie - Biomass Innovation Expo e si svolgerà in Fiera Milano, nel padiglione 10, dal 13 al 16 marzo 2018 in concomitanza con Mostra Convegno Expocomfort. La manifestazione aggiungerà valore a quel tessuto imprenditoriale di Mce che lavora sull’efficienza energetica e sulla qualità ambientale.

Ghana ed Ecuador hanno aderito agli accordi di libero scambio con l’Ue. Per le spedizioni di prodotti originari il cui valore totale non superi i 6mila euro, sarà sufficiente la dichiarazione su fattura, mentre per quelle che li superano, servirà una dichiarazione su fattura nel caso in cui l’azienda sia titolare dello status di Esportatore Autorizzato . Qualora non disponga di questo status, sarà invece necessaria una richiesta di emissione del certificato EUR1.

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i 400 caratteri STARTUP

AMBIENTE

Un progetto per le startup agroalimentari

Smart forest: Trasporto e logistica: monitorare i boschi Fercam rileva le con la digitalizzazione attività di Artoni

“Open Agri” è un nuovo progetto per l’agricoltura urbana e periurbana, coordinato dal Comune di Milano e che vede il Parco Tecnologico di Lodi Ptp-Science Park tra i partner. Finanziato con 6,2 milioni di euro dalla Commissione europea Open Agri avrà sede nella Cascina Nosedo di Vaiano Valle (Milano) ed è finalizzato da un lato allo sviluppo delle start up tecnologiche dall’altro ad aiutare la periferia di Milano con iniziative di inclusione sociale.

In Trentino si prova ad applicare alcune tecniche delle “città intelligenti” ai boschi nelle aree non urbanizzate, quasi l’80% del territorio. È un’iniziativa in collaborazione fra la società Trilogis, il Consorzio dei Comuni trentini, la Fondazione Edmund Mach e la Fondazione Bruno Kessler. Dalle immagini ricavate dai radar degli aerei in volo sul territorio è già oggi possibile tenere sotto controllo l’estensione e il mutamento delle specie boschive.

TRASPORTO

Fercam ha siglato un accordo per il rilevamento delle attività di trasporto e logistica del gruppo Artoni, attivo dal 1933 con sede a Reggio Emilia e una rete di 60 filiali. Con un fatturato di circa 200 milioni di euro annui derivante dalle attività Artoni, il fatturato del gruppo Fercam raggiungerà i 900 milioni di euro, di cui la maggior parte riferita ad attività di logistica distributiva e contract logistics.

AMBIENTE

Treni a energia eolica Treni spinti dal vento. È l’iniziativa della rete ferroviaria olandese Ns, Nederlandse Spoorwegen, partita dal 1 gennaio 2017, un anno in anticipo rispetto alle previsioni. Il progetto dei treni a energia eolica, i groene trein (“treni verdi”), che ogni giorno contano 5.500 corse e trasportano circa 600 mila passeggeri, è stato realizzato in partnership con il produttore di energia Eneco.

CORRENTE CONTINUA

India: l’energia viaggia per 1.830 km Abb, insieme all’operatore nazionale per fornitura di energia indiano PowerGrid, fornirà un’interconnessione Uhvdc, un sistema in altissima tensione in corrente continua a 800 kV. Esso consentirà di trasportare energia a 80 milioni di utenti, da Raigarh, nell’India centrale, a Pugalur, nello stato meridionale di Tamil Nadu: una distanza di 1.830 km. Con una capacità di trasmissione di 6mila megawatt, integrerà energia termoelettrica ed eolica.

15 | gennaio febbraio 2017

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RUBRICA | Approfondimenti tecnici

O

ggi Hera paga i fornitori a 60 giorni. Fa notizia perché, fino a qualche mese fa, nelle ultime gare d’appalto il terzo distributore di gas nazionale proponeva di aderire volontariamente a termini di pagamento più lunghi rispetto a quelli previsti dalla legge: 120 giorni invece che 60, come previsto dalla direttiva 2011/7/ UE. I termini di pagamento divenivano, così, oggetto di possibile trattativa contrattuale. La scelta del termine di pagamento a 120 giorni veniva premiata con l’assegnazione di un migliore punteggio di gara. L’Antitrust ha sanzionato la società per 800mila euro per aver violato in maniera reiterata e diffusa la disciplina sui termini di pagamento nell’ambito delle transazioni commerciali intercorse con imprese di misuratori di gas. Si tratta del primo caso di applicazione dei poteri dell’Agcm in materia. Un punto di non ritorno raggiunto in forza dell’impegno del servizio legale Anima, che ha segnalato il problema all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Comportamenti simili inquinano i rapporti di mercato e turbano il rapporto tra gli operatori. Per voce del servizio legale di Anima, i produttori di contatori del gas, associati in Acism, hanno invitato le stazioni appaltanti ad adeguarsi alla direttiva europea sul ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione. Una posizione, questa, fortemente ricercata e voluta da Antonio Tajani, ora presidente del Parlamento europeo e allora vicepresidente della Commissione europea. Ma Hera, come emerso dall’istruttoria, da ben tre anni dal recepimento della direttiva reiterava tali condotte. «Si stava creando una situazione ancora più paradossale, dal momento in cui a essere in ritardo con i pagamenti verso un’impresa era un’altra impresa, come lo è Hera, capace anche di dettare i comportamenti di tutta la filiera», sottolinea Roberto Cattaneo, servizio legale Anima. Su richiesta delle imprese, è stato proprio Roberto Cattaneo a interrogare l’Antitrust, dopo aver cercato di evitare qualsiasi contenzioso, e a presentare la documentazione a supporto. Al termine dell’istruttoria la società Hera è stata sanzionata. L’azienda ha annunciato il ricorso, ma fino a oggi non ci sono state nuove azioni legali.

Hera sanzionata per violazione della disciplina sui termini di pagamento Agcm ha avviato l’istruttoria su segnalazione del servizio legale Anima Intanto l’ultima gara d’appalto pubblicata non è come le precedenti. Si viene pagati a 60 giorni. La decisione di Agcm è retroattiva, ma sui contratti con Hera in essere nessuna variazione sui tempi di pagamento. Il ritardo scatena una reazione a domino danneggiando l’economia a più livelli e su più fronti. Il rapporto di forza tra i fornitori e la società non ha uguali proporzioni. Il fornitore minore se non pagasse a 60 giorni non riceverebbe la merce dai suoi relativi fornitori. Simili comportamenti mettono a rischio le imprese di piccole dimensioni. L’associazione Acism con il supporto di Anima ha ottenuto quello che un’azienda difficilmente avrebbe potuto raggiungere singolarmente. l.a.

Comportamenti simili inquinano i rapporti di mercato e turbano il rapporto tra gli operatori

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LEGISLAZIONE

RUBRICA | Approfondimenti tecnici

In corso l’aggiornamento del regolamento sui materiali a contatto con acqua La Federazione Anima sta collaborando con il ministero della Salute e l’Istituto superiore della sanità (Iss) per la revisione del Decreto 06 aprile 2004, n. 174, “Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano”. Il testo del decreto prevedeva già una revisione da attuare nel 2012, inoltre qualche anno fa quattro stati membri (Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, ovvero i 4Ms) hanno cominciato a lavorare insieme per allineare i propri requisiti nazionali. Il lavoro impostato dal ministero e dall’Iss è volto a implementare anche nella legislazione italiana i requisiti che stanno nascendo dal lavoro dei 4Ms, allo scopo di entrare nel meccanismo del mutuo riconoscimento delle approvazioni/certificazioni di prodotti e materiali a contatto con acqua potabile. Il primo passaggio è stato quello di abbozzare un corpo del testo del decreto volto all’introduzione, anche in Italia, di un sistema di autorizzazione per i prodotti a contatto con acqua destinata al consumo umano. La proposta è stata avanzata da Confindustria a seguito della consultazione di tutti i settori interessati, Anima in primis. L’introduzione di un meccanismo di approvazione/ certificazione rappresenta una svolta significativa rispetto all’attuale testo del decreto, che prevede un’autocertificazione, ma è un passaggio che si rende necessario per rispettare i requisiti in via di definizione dai 4Ms. La proposta di decreto redatta da Confindustria (disponibile per i soci

Anima: tecnico@anima.it) è già stata valutata positivamente anche da Accredia ed è stata ufficialmente presentata al ministero. Per i prodotti di interesse della Federazione Anima (pompe, valvole, apparecchiature trattamento acque, contatori ecc.) è stata proposta un’autorizzazione con un “coinvolgimento ridotto” dell’ente di certificazione. Tali prodotti sono infatti definiti “a basso impatto” poiché le superfici a contatto con acqua potabile sono ridotte rispetto a prodotti “a non basso impatto” (es. tubazioni), co-

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stantemente e interamente a contatto con l’acqua, per i quali è proposta una certificazione di prodotto “vera e propria”. In ogni caso nulla vieterebbe ai costruttori di un prodotto a basso impatto di scegliere volontariamente la via della certificazione “vera e propria” del prodotto. È in programma da gennaio l’avvio di un’attività per lo sviluppo delle parti mancanti della proposta: • uno schema di certificazione che dovrà rappresentare le indicazioni/procedure che gli enti che si accrediteranno dovranno


approfondimenti tecnici Legislazione

F-Gas: aggiornata la guida attuativa della Commissione europea

seguire per certificare i prodotti; • gli allegati tecnici del decreto che definiranno i materiali utilizzabili e che saranno sviluppati recependo il lavoro sviluppato dai 4Ms. Il ministero prevede di ultimare il lavoro di stesura del testo completo del decreto nel corso del 2017. A pubblicazione avvenuta si prevede di introdurre un periodo transitorio di almeno tre anni per consentire agli operatori economici di organizzarsi e adattarsi ai nuovi requisiti.

Con riferimento al Regolamento (UE) N. 517/2014 sui gas fluorurati a effetto serra, si segnala che lo scorso 2 dicembre la commissione ha aggiornato la guida “Information for importers of equipment containing fluorinated greenhouse gases on their obligations under the EU F-gas Regulation” (Guidance document: Imports of pre-charged equipment: version 2.2, 2 December 2016), destinata agli importatori di apparecchiature precaricate con gas fluorurati a effetto serra. Questi ultimi sono infatti direttamente coinvolti in quanto soggetti che devono attenersi a quanto previsto dal provvedimento in materia di tracciabilità dei gas HFC immessi sul mercato europeo. Si ricorda infatti che l’articolo 14 del regolamento stabilisce che dal 1° gennaio 2017 le apparecchiature di refrigerazione e di condizionamento d’aria e le pompe di calore caricate con idrofluorocarburi sono immesse in commercio unicamente se gli idrofluorocarburi caricati nelle apparecchiature sono considerati all’interno del sistema di quote europeo. In particolare, all’atto di immettere in commercio apparecchiature precaricate i fabbricanti e gli importatori di tali apparecchiature assicurano che la conformità alle prescrizioni sia pienamente documentata e redigono una specifica dichiarazione di conformità. In aggiunta, dal primo gennaio 2018, qualora gli idrofluorocarburi contenuti nelle apparecchiature non siano stati immessi sul mercato prima di caricare le apparecchiature, gli importatori di tali apparecchiature assicurano che, entro il 31 marzo di ogni anno, l’accuratezza della documentazione e della dichiarazione di conformità sia verificata, per l’anno civile precedente, da un organismo di

19 | gennaio febbraio 2017

controllo indipendente. All’interno della guida attuativa della Commissione europea sono riportate le informazioni per l’immissione sul mercato da parte degli importatori. FORMAZIONE ANIMA

Accesso al mercato USA: i seminari di Anima per il 2017 Anima organizza tre seminari in tema mercato USA, nella propria sede in via Scarsellini 13. Il 21 marzo 2017 avrà luogo il primo: “Norme UL: fondamenti di sicurezza di prodotto per l’accesso al mercato USA”. Il 22 marzo 2017 si terrà il secondo seminario: “UL 508A - quadri elettrici: designing for safety compliance in industrial control panels” (con possibilità di riconoscimento di sei Cfp dall’ordine degli ingegneri). Lo stesso 22 marzo si terrà anche l’incontro “UL 746C, plastiche: valutazione dei materiali plastici utilizzati nelle applicazioni elettriche e meccaniche”.

Contenuti a cura dell’area tecnica Anima Per iscriversi alla newsletter: tecnico@anima.it


AUTO ZION PROD ZION l’industria meccanica 707 | 20


OMANE E DUNE 21 | gennaio febbraio 2017


AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

IPER4.0, come si accede agli incentivi? Ammortamenti, rilancio della Sabatini, rinnovo del credito imposta per ricerca e sviluppo. Alcuni aspetti da sapere sul piano nazionale per la smart industry

di Franco Canna

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allo scorso 21 settembre, quando è stato presentato al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, il Piano nazionale Industria 4.0 ha catalizzato l’attenzione di media e imprenditori. Entrato nel corpo della legge di bilancio, il Piano è operativo dal primo gennaio di quest’anno con una serie di misure di grande interesse per le aziende manifatturiere. Vediamo gli aspetti concreti di tre delle misure più interessanti: iper e super ammortamento, rilancio della legge Sabatini e rinnovo del credito imposta per la ricerca e sviluppo. Facciamo subito chiarezza su un punto: tutti gli investimenti in beni strumentali, ad eccezione delle automobili, possono accedere anche per il 2017 al beneficio del super ammortamento al 140%. Si tratta di un provvedimento che ha riscosso grande successo nel 2016 e che ha contribuito alla ripresa della domanda interna in molti settori del manifatturiero. Il super ammortamento vale per tutti gli «investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2017, ovvero entro il 30 giugno 2018 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2017 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione». La vera novità è però l’iper ammortamento al 250%. È un beneficio pensato per le aziende manifatturiere che intendono non solo ammodernare il proprio parco macchine (per quello c’è il “semplice” super ammortamento), ma indirizzare i propri sistemi produttivi verso il futuro, verso quello “smart manufacturing” di cui tanto si parla. Le ottime intenzioni del legislatore si sono però trasformate sostanzialmente in due tabelle – i famigerati allegato A e allegato B – che stanno destando più di qualche perplessità. Vediamo perché.

L’elenco delle macchine con accesso all’iper ammortamento L’allegato A contiene l’elenco di tutti i beni materiali che possono accedere al beneficio dell’iper ammortamento. È suddiviso in tre sezioni: una prima dedicata ai sistemi di produzione, una seconda ai sistemi per l’assicurazione della qualità e una terza pensata invece per i miglioramenti dell’ergonomia. La prima sezione è quella più complessa e contiene di fatto un elenco di macchine utensili per asportazione, taglio laser, deformazione, sistemi per trasformazione dei materiali, macchine per assemblaggio e imballaggio e poi robot e sistemi per la logistica. Per distinguere questi beni da quelli che possono accedere al semplice super ammortamento vengo-

Anima collabora a una guida sul Piano 4.0 Il “Gruppo di Lavoro Investimenti” del Mise, a cui Anima partecipa, sta redigendo una guida ai beni incentivabili con il Piano 4.0. Si tratta di uno strumento d’ausilio al rilascio dell’attestazione di conformità, da parte degli enti di certificazione ovvero della perizia tecnica da parte dei professionisti abilitati, che attesti che il bene oggetto di investimento risulti funzionale al modello di “Industria 4.0” e conforme agli allegati A e B alla legge di bilancio. La guida, partendo dalla definizione di Industry 4.0, chiarisce tra le varie cose quali sono i “Beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti”, e quali caratteristiche devono avere per essere effettivamente definite 4.0. Non basta, ad esempio, acquistare una macchina innovativa per ottenere l’agevolazione, ma tale macchina deve anche essere interconnessa al sistema informativo di fabbrica e integrata con altre componenti del ciclo di lavorazione (logistica/magazzino, catena di fornitura, produzione).

Industria 4.0 e lo strumento dell’Iperammortamento - 22 febbraio Politecnico di Milano (entrata via Bonardi), Ed. 11 Sala Rogers. Un appuntamento organizzato da Anima, Federchimica e Politecnico di Milano

Manufacturing Forum. I nuovi orizzonti della manifattura e dell’Industria 4.0 - 13/14 marzo Sede Gruppo 24 Ore, via Monte Rosa 91. Un evento dedicato all’industria per capire come fare sistema per realizzare la fabbrica intelligente

Per informazioni: www.anima.it

23 | gennaio febbraio 2017


AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

no elencati una serie di requisiti che questi beni devono avere: controllo per mezzo di Cnc e/o Plc; interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica; integrazione con il sistema logistico ecc. La seconda sezione elenca una serie di sistemi per il monitoraggio dei processi produttivi al fine di migliorarne la qualità (sistemi di misura, macchine di prova, sistemi per la tracciabilità ecc.). La terza invece si sofferma sugli aspetti di usabilità, ergonomia e interfacciamento uomo macchina e prevede incentivi per esoscheletri e altri sistemi di ausilio all’operatore, postazioni ergonomiche, wearable e Hmi avanzate. Come si può evincere, insomma, non basta acquistare sistemi avanzati. La lista delle macchine è fortemente sbilanciata sull’industria per la lavorazione della lamiera, sui sistemi per la trasformazione dei materiali e sui sistemi di fine linea (assemblaggio e imballaggio). Restano escluse moltissime aree.

Software iper-incentivati se si investe anche in macchine per l’industria

Incentivi per i software: a quali condizioni? Nella prima stesura del piano non erano previsti incentivi per investimenti in beni immateriali; grazie all’intervento di Confindustria digitale è stato invece stilato l’elenco dei software compresi nell’allegato B. Si tratta di soluzioni per la progettazione, la simulazione, la sicurezza, la realtà aumentata, ecc. tutte connesse alla manifattura digitale. Per questi beni immateriali l’incentivo previsto è la maggiorazione dell’ammortamento al 140% (non quindi al 250% come per i macchinari). Ci sono due “ma”: il primo è che questi software devono essere «connessi a investimenti in beni materiali Industria 4.0»; in altre parole, si tratta di una sorta di incentivo accessorio a quello previsto per gli investimenti in macchinari: se si investe in macchine per l’industria 4.0, anche la quota software viene agevolata. Il secondo è che sono esclusi tutti i software acquisiti tramite abbonamento, per i quali è quindi previsto un canone annuo e non una spesa fissa di acquisizione. Questo da una parte è logico, perché super e iper ammortamento per loro stessa natura si rivolgono a spese in conto capitale; dall’altra parte è un peccato perché uno dei cardini tecnologici di Industria 4.0 è proprio la fruizione di servizi software in modalità “as-a-service”, quindi con abbonamento.

Accedere all’incentivo: quando è richiesta la perizia La fruizione dell’incentivo del super e dell’iper ammortamento è automatica. Per accedere ai benefici basterà una dichiarazione da parte del legale rappresentante dell’azienda attestante che il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui all’allegato A o all’allegato B e che sia interconnesso ai sistemi di gestione della produzione. Solo nel caso in cui il valore del bene superi i 500mila euro è richiesta una perizia tecnica giurata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un’attestazione equivalente da un ente di certificazione accreditato.

Le spese in ricerca e sviluppo, crescono soglie e importo massimo L’incentivo collegato alle spese in ricerca e sviluppo è stato prorogato di un anno, fino al 31 dicembre 2017. La novità è però la modifica delle soglie: la quota della

l’industria meccanica 707 | 24


La lista delle macchine si concentra sull’industria della lavorazione della lamiera, la trasformazione dei materiali, assemblaggio e imballaggio spesa oggetto di incentivo passa infatti dal 25% al 50% del totale anche per le spese interne, mentre l’importo massimo annuale riconosciuto ad ogni beneficiario sale da 5 a 20 milioni. L’obiettivo del bonus è quello di incrementare del 30% l’attività di ricerca e sviluppo in Italia entro il 2017, attualmente stimata 15 miliardi di euro annui, che dovrebbe raggiungere così i 19,5 miliardi di euro.

Il credito agevolato, due novità La legge di bilancio conferma e migliora anche gli interventi di supporto al finanziamento sulle piccole e medie imprese previsti dalla legge Sabatini. Complessivamente la legge stanzia una dote di capitale pari a 560 milioni di euro per le domande presentate nel 2017 e nel 2018. Si tenga presente che finora sono state presentate oltre 19mila domande di agevolazione per un ammontare di contributo concesso superiore a 360 milioni di euro. Innanzitutto viene rifinanziata la misura vigente (i cui fondi erano finiti la scorsa estate), offrendo alle Pmi un contributo in conto interessi nella misura del 2,75% annuo per i finanziamenti collegati a investimenti, anche mediante operazioni di leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica a uso produttivo, nonché per gli investimenti in hardware, software e in tecnologie digitali. La legge di bilancio prevede però due novità: l’incen-

tivo è infatti maggiorato del 30% (quindi arrivando al 3,575%) per i contributi collegati a investimenti che agevolino «la transizione del sistema produttivo nazionale verso la manifattura digitale» (Industria 4.0) in «macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie, compresi gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (Rfid) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti». Inoltre questi progetti avranno il diritto di accedere a una quota pari al 20% del totale dei fondi a disposizione.

L’incentivo per R&D è prorogato di un anno con innalzamento delle soglie

25 | gennaio febbraio 2017


AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

12 mesi per cambiare mentalità L’esperienza di IBM nel campo della tracciabilità, dell’oil&gas e dell’industria alimentare

l’industria meccanica 707 | 26


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a quarta rivoluzione industriale è stato il tema della 46esima assemblea annuale del World Economic Forum, che si è appena conclusa a Davos in Svizzera. L’Italia vanta la seconda manifattura a livello europeo e la quinta a livello mondiale. Non può perdere l’opportunità dell’Industria 4.0. Secondo Ibm, «il momento è ora perché alcune condizioni sono irripetibili», come ha ripetuto durante una conferenza stampa su Industria 4.0 Enrico Cereda, amministratore delegato di Ibm Italia. Il cosiddetto “Piano Calenda”, dal nome del ministro dello Sviluppo economico, prevede 13 miliardi di euro di investimento per il 4.0 in scadenza a fine 2017, così come il quantitative easing, un’agevolazione fortemente voluta da Mario Draghi, presidente Bce. «Sembra la tempesta perfetta», come ripete Ibm. Sono spinte convergenti che creano condizioni abilitanti. Si può esemplificare il concetto rivoluzionario del 4.0 in diffusione, accessibilità, integrazione e interconnessione dei dati. Oggi si dispone di tecnologie intelligenti e artificiali che possano lavorare sui big data. Ibm annuncia: «siamo pronti ad aiutare le aziende italiane all’applicazione immediata sui prodotti e impianti». Al fianco del colosso, una costellazione di partner che diventano «buoni compagni di viaggio», come li definisce Cereda. Non è solo un programma ma in alcune zone d’Italia è già una case history. Ibm ha traghettato già alcune aziende nello sviluppo del 4.0: una Pmi del settore alimentare nel nord est del paese, alcune imprese del mercato oil&gas, un produttore di macchinari per le sigarette in Emilia Romagna o ancora di tonno, prodotto la cui tracciabilità è fattore essenziale. Gli imprenditori guadagnano di po-

Il fattore competitivo: produzione customizzata ter controllare l’avanzamento della produzione da remoto, verificarne e manovrare i sistemi di sicurezza, gli accessi. E soprattutto, poter prevedere i guasti senza aspettare di doverli subire, con un risparmio di tempo e di costo che oggi la trasformazione digitale sta tracciando. Sono realtà che hanno registrato un aumento della produttività. La percentuale non è ancora significativa ma la sua presenza è sostanziale. Oggi Ibm ha calcolato che nel parco aziendale italiano, solamente il 7% vanta un’intelligenza cognitiva strutturata, la gran parte della conoscenza aziendale è rimasta manuale. «La capacità di trarre conoscenza da informazioni di tipo non strutturato è un elemento di innovazione forte e accessibile per il mondo manifatturiero». Ibm conta seimila clienti in tutto il mondo per il tema del 4.0. In Italia la multinazionale ha mosso i primi passi dopo l’annuncio a fine

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settembre del ministro Calenda, che può non rimanere una possibilità sulla carta. Ibm suggerisce un’architettura di riferimento nelle vesti di un’integrazione sia verticale che orizzontale di anelli della fabbrica dal settore Ricerca e sviluppo fino al cliente finale. Le tecnologie per poter ottenere vantaggi dal 4.0 sono scalabili. Al servizio di quella tecnologia soccorre gli imprenditori anche la rivoluzione culturale. Un roadshow di Ibm per entrare in contatto con il territorio sarà utile a ricordare agli imprenditori che ci sono solo 12 mesi per poter cambiare mentalità. «Oggi se ne avverte l’esigenza ma non si vede ancora il come». Il fattore competitivo è quello della produzione customizzata, «un mondo dell’artigianato industrializzato che configura il prodotto per quello specifico cliente», insomma, il 4.0. l.a.


Quale Export per il 2017 l’industria meccanica 707 | 28


I

nternazionalizzazione e mercati esteri sono sempre più al centro della vita delle imprese. Per fare il punto sui più recenti cambiamenti geopolitici, il 25 novembre si è tenuto, nella sede del Sole-24 Ore, l’evento organizzato da Anima “Quale export per il 2017”. Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente di Anima Alberto Caprari, l’intervento di Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, ha descritto la situazione dell’export manifatturiero italiano. Per quanto riguarda la situazione economica generale in Italia, facendo un bilancio degli ultimi tre anni, «665mila persone sono uscite dall’inattività», ha affermato Fortis, aggiungendo che «il Pil è cresciuto del 1,6%, i consumi del 3%. C’è stata una crescita degli occupati: si parla di 656mila nuovi posti di lavoro. Inoltre la produzione industriale è cresciuta del 2,3%, e l’export del 7,4%». L’Italia nel contesto mondiale «ha la quinta miglior bilancia commerciale al mondo escludendo l’energia, e la quarta escludendo energia e veicoli», ha dichiarato, aggiungendo che, come emerge da un confronto tra la struttura del saldo commerciale con l’estero per i manufatti non alimentari nel 1995 e nel 2015, «nel ’95 la maggior parte del surplus commerciale era generato dai prodotti intermedi e dai beni finali di consumo, mentre oggi la meccanica e i mezzi di trasporto rappresentano più della metà del surplus». L’Italia, inoltre, «è il secondo paese al mondo con il maggior numero di prodotti della meccanica aventi un saldo commerciale migliore di quello della Germania, con l’export dei prodotti in metallo tornato oltre i livelli pre-crisi». Secondo Fortis, rigore e crescita vanno combinati per la ripresa. In uno scenario macroeconomico in cui c’è stato un forte rallentamento dell’eurozona e del commercio mondiale, ha affermato, «il problema è rilanciare la domanda interna, dare potere d’acquisto, fare investimenti».

29 | gennaio febbraio 2017


Le storie di chi esporta A confronto le esperienze di Pwc, Cib Unigas, Euler Hermes, Alessi, Gruppo Pieralisi, Ge Italy durante l’evento Anima “Quale export per il 2017” di Gloria Presotto

«I

nternazionalizzare richiede gli strumenti adatti. Non si può fare business all’estero senza un adeguato supporto da parte di enti e istituzioni». L’opinione di Sandro De Poli di Ge Italy, multinazionale attiva nel campo della tecnologia e dei servizi, è stata condivisa da tutti i partecipanti alla tavola rotonda all’interno dell’evento “Quale export per il 2017”, organizzato da Anima a Milano il 25 novembre. «È di fondamentale importanza il supporto di strutture come Sace, ad esempio, che ci sta aiutando molto soprattutto nel business dell’oil&gas» spiega De Poli. Per Vincenzo Grassi di Pwc, multinazionale esperta in servizi di consulenza legale e fiscale: «molte aziende non sanno a quali paesi rivolgersi, mancano una strategia e le risorse umane adatte. Bisogna aiutare le piccole e medie imprese a focalizzare gli sforzi. La qualità dei prodotti italiani è conclamata: è il servizio a fare la differenza». Fondamentale per esportare, è anche, ovviamente, una conoscenza profonda del paese in questione: «Facciamo il 40% del nostro export in Russia, dove abbiamo creato una nostra controllata» dice Filippo Pancolini di Cib Unigas, specializzata nella produzione di bruciatori industriali. «Le criticità principali sono il sistema creditizio e la mancanza di un supporto locale. Nell’internazionalizzazione ci ha aiutato molto l’esperienza quasi ventennale in questo paese». Andare all’estero coi mezzi giusti è infatti il primo pas-

so per evitare inconvenienti: «Le insolvenze stanno crescendo e non solo nei paesi emergenti: anche in Uk e Francia. È fondamentale, perciò, scegliere un’azienda che ti possa pagare: per questo serve una realtà locale che dia informazioni e affidarsi a società di assicurazione che possano assistere in tutto il ciclo del recupero crediti» spiega Luca Burrafato di Euler Hermes, compagnia di assicurazione del credito. Per Matteo Alessi, di Alessi Srl, che produce oggetti di design, negli ultimi tempi «sta cambiando, in senso positivo, il supporto dello Stato alle aziende che vogliono esportare. Adesso c’è una grande attenzione». Purtroppo, a volte, neppure questi strumenti bastano e le dinamiche geopolitiche creano delle serie difficoltà alle aziende. Il Gruppo Pieralisi, il cui core business sono le macchine olearie, si è scontrato di recente con questo tipo di criticità: «L’olio di oliva viene prodotto nelle zone mediterranee, tra cui il Medio Oriente. In Siria, dopo la guerra, dei nostri mille impianti non ne è rimasto neppure uno» spiega Gennaro Pieralisi. «Un paese su cui facciamo affidamento è invece la Spagna, che produce metà dell’olio del mondo». Nella foto in alto: Alessandro Decio (Sace), Michele Scannavini (Ice), il moderatore Lello Naso, e Nicola Lener (ministero degli Affari esteri).

l’industria meccanica 707 | 30


P

er andare all’estero con la propria impresa si può ricorrere agli strumenti di supporto offerti dalle istituzioni, che stanno modificando il proprio sistema di attività nell’ottica di migliorarne l’efficacia e favorirne il coordinamento. Se ne è parlato in occasione dell’evento Anima “Quale export per il 2017”, nella sede del Sole-24 Ore, durante la tavola rotonda istituzionale “Supporto alle imprese”. I cambiamenti riguardano in primo luogo la condivisione di obiettivi e programmi: «con Sace ogni trimestre ci incontriamo con i nostri team», ha dichiarato Michele Scannavini, presidente di Ice, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Sace, che si occupa del sostegno alle imprese italiane nei loro progetti all’estero, «dal 2012 al 2015 ha accresciuto i propri volumi di operatività ogni anno del 17%», ha affermato Alessandro Decio, amministratore delegato e direttore generale. Il supporto alle aziende viene anche dalla Farnesina, che conta «circa 200 tra ambasciate e consolati in giro per il mondo ed è sempre più integrata con la rete di uffici Ice all’estero», ha commentato Nicola Lener, capo ufficio internaziona-

I consigli di chi aiuta le aziende all’estero Sace, Ice e ministero degli Affari esteri alla tavola rotonda di Anima: “Supporto alle imprese”

Sono 200 le ambasciate e i consolati italiani nel mondo integrati con gli uffici Ice lizzazione delle imprese del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. In un confronto tra il sistema italiano e quello tedesco, Scannavini ha sostenuto che essendo il tessuto industriale italiano costituito in massima parte dalle piccole-medie imprese, «deve recuperare competitività con la flessibilità». Secondo Decio, pur tenendo conto delle differenze strutturali, «dobbiamo metterci come obiettivo che il peso dell’export raggiunga come percentuale del Pil lo stesso peso che ha in Germania». Aggiungendo che Sace «ha aumentato in modo significativo i propri volumi di supporto alle esportazioni, e lavora con 2.500 aziende». Sono stati in seguito discussi alcuni mercati, primo tra tutti quello Usa, dove, secondo quanto, a due settimane dalla vittoria di Trump, ha affermato Scannavini, «dopo la campagna elettorale si continuerà a fare business come prima». La Russia invece, per Decio, è un mercato in cui si aprono sicuramente delle prospettive, «a meno di ulteriori sconvolgimenti o instabilità politiche». Anche l’Iran è un mercato che si sta aprendo, così come l’India, dove, ha dichiarato Lener, «la meccanica sarà certamente uno dei settori chiave», e l’Asean, in particolar modo il Vietnam, dove sono previste iniziative e missioni nel breve periodo.

Russia e Iran: due mercati da tenere sott’occhio

di Irene Nava

31 | gennaio febbraio 2017


La meccanica segna un +1,1% nel 2016. In crescita il mercato interno

6%

34% 32%

6%

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’Ufficio studi Anima ha appena pubblicato i dati di preconsuntivo 2016 dell’industria meccanica italiana. Le aziende hanno prodotto un +1,1% rispetto al 2015 ed esportato un +0,9%. Due sono le novità: il mercato interno è in leggera ripresa e, per contro, le esportazioni non assurgono più ad ancora di salvezza delle imprese. La percentuale di export è pari al 58,5%, un decimale in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A metà anno le cifre delle esportazioni non avevano soddisfatto le previsioni, una situazione che si è ripetuta anche a settembre 2016. Ma ci sono comparti controcorrente, come gli impianti e le macchine per il condizionamento, che hanno toccato quota +4% nell’export. Per il 2017 le aspettative per la meccanica italiana sono positive sia a livello produttivo (+0,7%) sia come esportazione (+0,6%). L’indice di produzione già oggi rileva una crescita pari a quella già vissuta in anni di buon andamento, come il 2003. In questi ultimi semestri sta aumentando il ritmo.

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34%

Energia

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Movimentazione

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Alimentare

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Industria Edilizia Sicurezza


PECONSUNTIVO 2016 - PREVISIONI 2017 2015

2016 44.730

44.256

PRODUZIONE - MILIONI EURO

2017* 45.042

VARIAZIONI IN TERMINI REALI EXPORT - MILIONI EURO INVESTIMENTI - MILIONI EURO OCCUPAZIONE - NUMERO DI ADDETTI

16/15 %

17/16 %

1,1

0,7

1,1

0,7

25.951

26.180

26.346

0,9

0,6

946

949

958

0,3

0,9

209.456

209.627

209.786

0,1

0,1

58,6%

58,5%

58,5%

* PREVISIONE

ELABORAZIONE UFFICIO STUDI ANIMA - NOVEMBRE 2016

INDICE DELLA PRODUZIONE DELL’INDUSTRIA MECCANICA VARIA (BASE 1980 = 100)

140 120

98,8 94,2 90,3 85,3 89,2 95,8 94,6 95,5 97,9 99,9 102,8 104,6 106,4 109,1 106,9 108,8 112,5 118,6 121,3 105,2 105,6 106,4 105,8 104,5 104,9 106,8 107,9 108,6

100 80 60 40 20

* PREVISIONE

ELABORAZIONE UFFICIO STUDI ANIMA - NOVEMBRE 2016

33 | gennaio febbraio 2017

2017*

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2015

2014

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2012

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2008

2007

2006

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2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

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1996

1995

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1991

1990

0


EXPO & ME CATI l’industria meccanica 707 | 34


ORT ERI 35 | gennaio febbraio 2017


EXPORT&MERCATI

Trattati internazionali: strumento del passato o nuovo futuro? Il Ttip è naufragato. Ecco perché. di Alessandro Durante

D

i Ttip, letteralmente Transatlantic Trade Investment Partpership, tra Unione europea e Stati Uniti, se ne è parlato molto in questi ultimi tre anni, forse un po’ troppo e probabilmente un po’ a sproposito. Se a questo aggiungiamo un pizzico di strumentalizzazione politica fine a se stessa, ingrediente che non manca mai neanche nei periodi di peggiore carestia, il gioco è fatto. Un trattato internazionale di grandissima rilevanza per il commercio europeo viene affossato senza pietà. Apparentemente. In realtà le cose stanno in modo un po’ diverso, ma sempre centrale è il ruolo e, soprattutto, la potenza della comunicazione digitale che i social media consentono a ognuno di noi. Il Ttip è stato innanzitutto vittima di se stesso e di chi lo ha strenuamente promosso. Anzitempo. Il primo ele-

mento da considerare è proprio il “fattore tempo”. Avete presente quanto tempo occorre per stilare un qualunque contratto tra due parti che vogliono acquistare o vendere un bene? Pensate a quante volte avete dovuto leggere, correggere, rivedere, discutere il contratto di acquisto della vostra casa. Almeno un mese. Ipotizziamo che il valore del bene sia stato di 250mila euro e che siamo di fronte a due controparti che effettivamente vogliono l’una vendere e l’altra acquistare il bene oggetto del contratto. Ora, sostituiamo le due controparti con le macchine istituzionali, amministrative, legali e commerciali di due federazioni di stati come gli Usa (50 Stati) e la Ue (28 Stati), aggiungiamo il fatto che nessuno dei due ha ancora ben definito al proprio interno cosa “vendere” e cosa “accettare” e infine che il valore del contratto oscilla in un incremento del Pil della Ue tra i 70 e i 120 miliardi di euro e di un incremento di 50-100 miliardi di euro per gli Usa. Fatta questa premessa risulta evidente che per un’operazione di questo tipo il tempo necessario alla sua finalizzazione non possa essere inferiore ai 10-15 anni, se le macchine burocratiche Ue e Usa funzioneranno alla perfezione.

Cosa rende complicato un accordo come il Ttip? Principalmente da parte degli Usa la contrarietà nei confronti di un accordo “mediano” su ogni punto che avrebbe portato a modifiche, e quindi costi, su ogni aspetto del trattato, mentre la Ue non è stata in grado di parlare con una voce sola. Riguardo a quest’ultimo aspetto il caso Ttip, così come sta accadendo per Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada, ha il pregio di aver fatto fare a tutti noi una seria riflessione sul modello e sull’affermazione dell’uso in politica internazionale dei social media. Questo fenomeno, che potremmo chiamare della “discussione diffusa”, è ormai abitualmente usato anche dai personaggi politici, da qualche anno a questa parte, su qualunque tavolo di confronto e a qualunque livello contribuendo ad aumentare il grado di incertezza nelle decisioni. È probabilmente giunto il momento di ricondurre i cittadini europei allo strumento della delega. Riportare la fiducia nei decisori politici, attraverso l’esercizio del voto, deve essere il primo obiettivo di tutti i paesi per poter tornare a governare la politica, soprattutto internazionale.

l’industria meccanica 707 | 36


Perché è importante il Ttip? Luci e ombre della Trump-onomics

S

in dalla fine della seconda guerra mondiale il rapporto, politico soprattutto, con gli Stati Uniti è risultato centrale per l’Europa. Ancora di più lo è stato negli anni post crisi che hanno visto gli Usa guidare la ripresa mondiale, soprattutto grazie a consumi interni dinamici e robusti. Oggi la Trump-onomics, come la definiscono gli americani e per quanto la possiamo ipotizzare oggi, presenta opportunità e rischi in egual misura. «Dai discorsi fatti in campagna elettorale ci possiamo aspettare una politica fiscale fortemente espansiva caratterizzata da aumento di spesa pubblica e sgravi fiscali a famiglie e imprese» afferma Alessandra Lanza head of industrial and regional sales di Prometeia «creando una situazione sicuramente favorevole per chi esporta beni e tecnologie ad alto valore aggiunto come l’Italia». Allo stesso tempo i rischi dell’America First, annunciato ancora nella fase di passaggio di consegne con l’amministrazione Obama, non sono pochi e assai rilevanti come sottolinea ancora Alessandra Lanza. «È facile immaginare un aumento del deficit pubblico, già molto alto, unito a un importante deficit commerciale. Due deficit gemelli che, se affiancati all’annunciata deregulation dei mercati finanziari, a misure fortemente protezionistiche, a una protratta volatilità dei mercati valutari e al rialzo dei rendimenti nei confronti dei paesi emergenti, rappresentano la base perfetta per nuove bolle speculative». La politica “Trumpiana” rappresenta per l’elettore medio Usa una via d’uscita per limitare gli aspetti negativi della globalizzazione che le famiglie subiscono. Non è detto che la stessa ricetta sia applicabile, in tutto e per tutto, alle imprese americane. Soprattutto quando vediamo che il 23% delle importazioni dal Messico nel 2014 è fatto da aziende statunitensi ed è pari a più di 92 miliardi di dollari. È certamente vero che questa cifra rappresenta meno dell’1% del Pil degli Usa ma di questi tempi saranno veramente disposti a costruire un muro e a rinunciarvi?

Import di aziende US da proprie filiali estere Canada 52% UK 37% Messico 23% Francia 11% Germania 7% Taiwan 5% Korea 4% Cina 4% Italia 2% Giappone 2% Fonte elaborazioni Prometeia

Peso delle Relazioni Economiche US vs Paesi Nato Import: 30% Export: 37% Filiali estere di aziende US: 42,5% Filiali in US di aziende estere: 51% Fonte elaborazioni Prometeia

37 | gennaio febbraio 2017


EXPORT&MERCATI

Cina economia di mercato: ecco perché No Metterebbe a rischio 200mila posti di lavoro in Europa e alcuni dei principali settori della nostra industria. Lisa Ferrarini, vicepresidente per l’Europa di Confindustria, spiega perché la Cina non può ricevere il titolo di Mes.

Intervista a Lisa Ferrarini, Vicepresidente per l’Europa di Confindustria

di Laura Aldorisio

l’industria meccanica 707 | 38


Q

uando vedrà la conclusione il dossier sul riconoscimento della Cina come economia di mercato?

Con l’adozione il 9 novembre scorso di una proposta legislativa da parte della Commissione europea è stato dato avvio all’iter. Tale proposta dovrà essere sottoposta all’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo sulla base della procedura di co-decisione prima di poter essere applicata. Il processo decisionale si prefigura altamente complesso sia sotto il profilo politico che procedurale per cui ad oggi è difficile poter prevedere tempistiche certe in merito alla sua conclusione. È un tema che viene spesso collegato all’antidumping. Lo ritiene corretto? La Commissione europea – assai inopportunamente dal nostro punto di vista – sta trattando in parallelo il tema del Mes alla Cina e la proposta di “modernizzazione” del sistema antidumping, ma si tratta di dossier differenti, con finalità diverse. La “modernizzazione” è sul tavolo delle istituzioni Ue dal 2013 e riguarda l’intero dispositivo antidumping per renderlo, nelle intenzioni dell’esecutivo comunitario, più al passo con i tempi, mentre la proposta “Mes Cina” è volta a modificare soltanto il calcolo del dumping cinese per rispondere alla richiesta della Cina di essere riconosciuta come economia di mercato a seguito di alcune disposizioni del Protocollo con cui essa ha aderito all’Omc. Entrambe le proposte prevedono la modifica dei Regolamenti di base antidumping ed antisovvenzioni ed è proprio a fronte di tale circostanza che sta ulteriormente crescendo la già grande preoccupazione delle imprese, poiché le soluzioni tecniche individuate nel tentativo di trovare un bilanciamento tra i due dossier appaiono improprie e lesive dei legittimi interessi dell’industria. Come il riconoscimento del Mes alla Cina penalizza l’Italia? Riconoscere il Mes alla Cina significherebbe vincolare lo strumento antidumping all’utilizzo dei prezzi interni al mercato cinese come parametro per calcolare il dumping, il che comporterà inevitabilmente dazi più bassi, in quanto basati su valori non corrispondenti alle dinamiche del mercato, e insufficienti a tutelare le imprese italiane ed europee. Sullo sfondo di questa complessa vicenda resta, infatti, immutata una certezza inopinabile: oggi come ieri, la Cina non è sicuramente un’economia di mercato e, nonostante alcuni – limitati - progressi, la strada per acquisire questo status appare ancora lunga.

39 | gennaio febbraio 2017


EXPORT&MERCATI

Può e, se può, come un imprenditore rilevare le distorsioni del mercato cinese? Provare l’esistenza di sovvenzioni e di distorsioni del mercato cinese è già oggi estremamente complicato. La particolare struttura economica cinese con imprese controllate o di proprietà diretta dello Stato e fortemente sussidiate ha come risultato un livello dei prezzi all’esportazione innaturalmente basso tale da provocare danni alle imprese e contrastabile solo con l’antidumping. Finora, le imprese avevano almeno la certezza che spettava ai produttori cinesi dimostrare di operare nel rispetto dei cinque criteri macroeconomici Ue per essere considerati “di mercato”. Con le proposte sul tavolo, la Commissione vorrebbe invece far ricadere sulle imprese europee l’onere della prova, con la conseguenza che queste nell’attivare delle inchieste antidumping dovranno stanare e provare sussidi e distorsioni camuffate ad arte quando è la stessa Commissione Ue ad affermare che la Cina non è un’economia di mercato. Qual è la posizione di Confindustria? Come sta lavorando assieme al Governo? Siamo assolutamente contrari e il Governo italiano, che è da sempre sensibile al tema, ci affianca in questa battaglia, avendone messo in chiaro fin da subito i termini con la Commissione europea e continuando a mantenere la linea negoziale. Quali sono i rischi per le imprese italiane? L’Italia è il paese Ue che fa maggiormente ricorso agli strumenti di difesa commerciale. Venendo meno la tutela dal dumping cinese, molti settori industriali di primaria importanza subirebbero contraccolpi durissimi. Non si tratta solo di acciaio, i settori oggetto delle politiche predatorie cinesi sono moltissimi: la meccanica, la chimica, la bulloneria, le calzature, le biciclette, la carta, il vetro, la ceramica. Non è possibile prevedere dove impatterà domani l’eccesso di capacità produttiva cinese o quali settori verranno presi di mira. Il problema è reale, grave e potrebbe avere effetti strutturali sulla crescita economica e sull’occupazione. Le stime della stessa Commissione europea indicano che sono a rischio oltre 200mila posti di lavoro in Europa di cui diverse migliaia in Italia. Quali sono oggi gli strumenti di difesa commerciale? Tali strumenti sono essenziali per combattere la concorrenza sleale e ristabilire condizioni di parità sul mercato. L’antidumping è lo strumento utilizzato più frequentemente. Gli altri sono l’antisovvenzioni e la salvaguardia, attivata in presenza di flussi anomali di importazioni che invadono il mercato europeo. I principi e le regole gene-

rali per la loro applicazione sono stabiliti a livello multilaterale e poi recepiti da ciascuno stato membro dell’Omc nella propria normativa interna (per l’Ue, i Regolamenti di base). Nell’utilizzo di questi strumenti, la Ue ha fissato delle prassi che vanno oltre a quanto richiesto dagli obblighi Omc, ad esempio clausole che garantiscono livelli di dazi non punitivi se sufficienti a eliminare il pregiudizio per le produzioni europee, laddove altri membri dell’Omc, inclusi gli Stati Uniti, non applicano autolimitazioni di questo tipo riuscendo a imporre aliquote di dazio molto più elevate. A oggi quali sono i motivi principali per i quali Pechino non compete con l’Europa ad armi pari? La concorrenza cinese, con gli enormi vantaggi comparati in termini di costi dell’energia, lavoro e rispetto delle norme ambientali di cui gode, è già di per sé particolarmente insidiosa. C’è poi il problema della sovraccapacità produttiva che distorce il mercato globale da tempo e non vi è alcuna ragione di ritenere che si arresterà. Se alla Cina venisse accordato il Mes e la possibilità di utilizzare la metodologia di calcolo riservata alle economie di mercato, i dazi applicabili sarebbero ridicoli, completamente inutili. L’antidumping ha agito come deterrente verso la concorrenza sleale cinese. Senza di esso non vi sarà più argine. Inoltre, mercati strategici come Usa e Giappone hanno chiaramente indicato di non voler avallare la richiesta cinese di essere considerata un’economia di mercato con il rischio che si inneschino distorsioni dei flussi commerciali con gravi effetti negativi sulla competitività delle produzioni italiane ed europee. Come la Cina può diventare una destinazione vantaggiosa per i prodotti italiani o un partner commerciale adeguato? La Cina è un partner commerciale imprescindibile e l’interesse delle nostre imprese per questo mercato è sempre vivo. Tuttavia, restano molti problemi aperti, mancanza di trasparenza, discriminazione delle imprese straniere, inadeguata protezione e applicazione dei diritti di protezione intellettuale, restrizioni all’export di materie prime. Il maggior numero di casi di difesa commerciale coinvolge la Cina. La produzione di merci contraffatte in questo mercato è a livelli allarmanti. Si sta negoziando un accordo sugli investimenti e già si discute di un possibile negoziato commerciale, ma le premesse non sembrano le migliori. Dalla sua adesione all’Omc nel 2001, la Cina non sembra ancora volersi pienamente conformare agli obblighi previsti.

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Bakery China, La Porta Per L’Immenso Mercato Cinese Del Settore Panificazione E Pasticceria Asia Pacific’s leading event serving the entire value chain for the bakery and confectionery market

Bakery China 2017

May. 10-13, 2017 Shanghai New Int’l Expo Center Halls: E1-7, W1-5, N4-5 (over 170,000sqm)

Official Wechat Account

Organizer: China Association of Bakery and Confectionery Industry Bakery China Exhibitions Co., Ltd.

41 | gennaio febbraio 2017

www.bakerychina.com li.jiang@bakerychina.com 86-10-8219 1892


EXPORT&MERCATI

Contratti tra Italia e Cina: libertà e obblighi delle parti Come scegliere legge applicabile e foro competente

di Hanz Giovanni Chiappetta e Matteo Piccinali, Lawtelier

Lo studio legale Lawtelier Avvocati Associati è specializzato nella redazione e negoziazione di contratti internazionali con paesi extra-europei, nell’assistenza alle imprese nel recupero credito a livello internazionale e nell’invio lavoratori all’estero.

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U

n aspetto di grande importanza da considerare al momento della redazione di un contratto a carattere internazionale con controparte non italiana consiste nella definizione della legge applicabile e nella determinazione del foro competente, ossia del giudice cui spetterà la risoluzione delle controversie che dovessero eventualmente insorgere nel corso del rapporto. Tolte alcune eccezioni, la legge cinese permette di scegliere la legge applicabile La Legge cinese sui Contratti (LC) prevede la libertà delle parti di scegliere la legge alla quale sottoporre il contratto, fatti salvi i casi di inderogabilità della disciplina applicabile, dovendo – ad esempio – essere comunque sottoposti alla legge cinese i contratti di joint venture, i contratti di cooperazione per lo sfruttamento e lo sviluppo delle risorse naturali e i contratti riguardanti operazioni di acquisizione di società di diritto cinese, conclusi tra soggetti cinesi e stranieri e da eseguirsi in Cina.

Fermi i citati casi, l’interpretazione operata dalla Corte Suprema sulla LC in materia di contratti internazionali precisa che le parti indichino in modo espresso la legge applicabile al contratto al momento della stipula dello stesso o – in pendenza di giudizio – al più tardi prima della scadenza dei termini di difesa; in difetto di accordo, il contratto sarà regolato dalla legge del paese con il quale il contratto presenta il collegamento più stretto secondo i criteri del diritto internazionale privato applicabile. Si segnala che le convenzioni internazionali ratificate dalla Cina hanno priorità sulla legge nazionale, salvo il caso in cui sussista una riserva

La legge cinese sui Contratti prevede la libertà delle parti di scegliere la legge alla quale sottoporre il contratto, fatti salvi i casi di inderogabilità della disciplina applicabile. formulata dalla Cina in tal senso; ipotesi che ricorre, ad esempio, per la Convenzione di Vienna del 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili, avendo la Cina espresso la riserva che la citata convenzione trovi applicazione solo qualora entrambe le parti abbiano sede in Stati contraenti. Le parti possono scegliere un tribunale legato al luogo della controversia Con riguardo alla determinazione del foro competente – secondo la Legge sulla Procedura Civile – le parti di un contratto internazionale hanno la facoltà di designare, mediante accordo scritto, come tribunale competente quello del luogo che abbia un collegamento con la controversia (fatta eccezione per i casi di inderogabilità del

foro cinese, ad esempio in materia di beni immobili in Cina, di successioni mortis causa in Cina, derivanti da operazioni portuali in Cina o relative all’esecuzione di un contratto di joint venture o di cooperazione per lo sfruttamento di risorse naturali in Cina). Escluse le citate ipotesi, è in ogni caso sempre opportuno valutare l’utilità di scegliere – in alternativa al foro italiano – il foro cinese, o di optare per un arbitrato internazionale (Icc, Cietac, eventualmente con sede a Hong Kong), soprattutto nell’ipotesi in cui si debba dare esecuzione a un provvedimento – come la condanna al pagamento di una somma di denaro – rispetto al quale risulti più efficiente attribuire la competenza a una Corte locale.

È opportuno valutare la scelta – in alternativa al foro italiano – del foro cinese, o di un arbitrato internazionale. 43 | gennaio febbraio 2017


flash interna

Israele, Grecia e Cipro: Accordo sul gasdotto per l’Europa Il ministro israeliano delle infrastrutture nazionali, energia e risorse idriche, Yuval Steinitz, ha incontrato il 12 dicembre scorso a Gerusalemme il ministro greco dell’economia, sviluppo e turismo, Giorgos Stathakis e il collega cipriota dell’energia, commercio, industria e turismo, Georgios Lakkotrypis, per promuovere una più stretta cooperazione economica nel settore dell’energia con l’Europa e incontrare al più presto il commissario europeo per l’energia e l’azione sul clima, Miguel Arias Canete. Obiettivo dell’incontro è stata la decisione di promuovere la costruzione di un gasdotto che colleghi Israele a Cipro e alla Grecia e di qui l’Italia e la Bulgaria (progetto per il quale l’Unione europea ha già preparato uno studio di fattibilità) per esportare gas naturale e rendere l’Europa meno dipendente da un punto di vista energetico dalla Russia. Nello stesso giorno il commissario europeo per l’energia ha reso noto che i 124 accordi commerciali bilaterali per la fornitura di gas saranno riunificati in un solo strumento, sempre nell’ottica di ridurre la dipendenza dell’Unione europea dalla Russia. (Fonte: Ice Tel Aviv)

AUSTRALIA: Aog – Australian Oil & Gas (22/24 febbraio 2017) Aog – Australian Oil & Gas è considerata la più importante manifestazione del settore petrolifero e gas, non solo per l’Australia. Con un valore della produzione di circa 41.1 miliardi di dollari australiani (25.8 miliardi di euro), il settore energetico è stato quello che ha contribuito maggiormente alla crescita del Pil australiano nel 2015. Dal 2011 il settore sta crescendo a un tasso annuo composto del 3,4%. Lo Stato che più sta investendo in progetti inerenti l’Oil & Gas è proprio il Western Australia. Ice-Agenzia, realizzerà un Punto Italia all’interno dell’area espositiva riservata al nostro paese, dotato di

info-desk, area incontri e catalogoteca.

(Fonte: Ice-Agenzia)

AUSTRALIA: Missione imprenditoriale in Australia (12-16 marzo 2017) Confindustria e Ice-Agenzia, sotto l’egida del ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con la Cabina di regia per l’internazionalizzazione e con il supporto di Federalimentare e relative associazioni di categoria, Anima-Assofoodtec, Assocalzaturifici e Aimpes, organizzano una missione imprenditoriale in Australia dal 12 al 16 marzo 2017. Nella fase attuale di transizione verso un’economia non dipendente esclusivamente dalle risorse minerarie, ma maggiormente focalizzata sui servizi agribusiness, manifatturiero avanzato e infrastrutture, i fondamentali economici dell’Australia permangono stabili e il paese continua nella sua crescita costante. Obiettivo della missione è quello di promuovere e incrementare la presenza di aziende italiane sul mercato australiano attraverso incontri mirati con distributori e importatori per i beni di consumo, e aziende produttrici e importatori per i macchinari. L’iniziativa è rivolta ai seguenti comparti industriali: prodotti alimentari e bevande, macchinari per la produzione, trasformazione e conservazione degli alimenti, calzature, pelletteria. L’iniziativa include incontri bilaterali con operatori del settore selezionati da Ice Sydney. (Fonte: Ice)

ITALIA: Ravenna, Omc 2017 - Offshore Mediterranean Conference & Exhibition (29 / 31 marzo 2017) Manifestazione fieristica a cadenza triennale, fra le più importanti del settore Oil&Gas del bacino del Mediterraneo. Anima parteciperà con uno stand istituzionale, dove le aziende associate potranno prenotare una postazione reception e usufruire di zone dedicate a incontri

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zionalizzazione B2B, al fine di favorire le relazioni con controparti pubbliche e private, nazionali e internazionali. La partecipazione a Omc 2017 con Anima costituisce l’occasione per intessere relazioni e incontrare gli esponenti della filiera dell’Oil&Gas, in un contesto di alto livello professionale che riunisce oltre 18mila visitatori provenienti da 69 paesi. (Fonte: Anima)

KAZAKISTAN - Expo Astana 2017 L’Italia partecipa a Expo Astana 2017. L’evento promozionale, che ha come tema l’energia del futuro, sarà realizzato ad Astana dal 10 giugno al 10 settembre 2017. L’Expo focalizza l’attenzione mondiale sulle nuove modalità di generazione da fonti sostenibili. In particolare l’Expo intende promuovere: • le migliori esperienze internazionali nel campo dello sviluppo sostenibile dell’energia; • lo scambio di conoscenze sul futuro energetico con società, istituzioni accademiche e scientifiche, imprese industriali e altre istituzioni; • lo sviluppo scientifico e tecnologico delle energie pulite; • le opportunità, le sfide, la domanda dell’energia nel futuro; • la formazione attraverso l’arte, la cultura e l’intrattenimento; • una piattaforma innovativa per la distribuzione delle moderne tecnologie e della conoscenza finalizzate alla creazione di un futuro verde e sostenibile; • la conoscenza del Kazakistan come paese con un rapido tasso di sviluppo economico e un chiaro impegno verso lo sviluppo sostenibile. Ice Agenzia è alla ricerca di istituzioni italiane qualificate, imprese, strutture accademiche e di ricerca interessate a partecipare e a sponsorizzare il padiglione italiano. (Fonte: Ice)

USA: Study tour itinerante Ohio e Michigan 2017 Segnaliamo un’iniziativa promossa da Ice Agenzia in collaborazione con Ucimu, relativa a un tour imprenditoriale (12-19 marzo 2017) negli stati federali di Ohio e Alabama. Le aziende italiane che vi prenderanno parte avranno l’opportunità di entrare in contatto con le realtà aziendali locali mediante visite mirate e B2B. Settori di interesse: automotive, componentistica meccanica. (Fonte: Ice)

RUSSIA: L’Unione europea proroga le sanzioni economiche di sei mesi Il Consiglio europeo ha prorogato le sanzioni economiche riguardanti settori specifici dell’economia russa per un ulteriore periodo di sei mesi (cioè fino al 31 luglio 2017). La decisione è stata formalizzata il 19 dicembre 2016 mediante procedura scritta e all’unanimità. Il 19 marzo 2015 il Consiglio europeo ha convenuto di far dipendere la durata delle sanzioni dalla piena attuazione degli accordi di Minsk, che doveva avvenire entro il 31 dicembre 2015. In particolare, le sanzioni economiche prorogate da questa decisione: - limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’Ue da parte dei cinque maggiori enti finanziari russi di proprietà dello Stato e delle loro filiali controllate a maggioranza stabilite al di fuori dell’Ue, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa; - impongono un divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi; - stabiliscono un divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia; - limitano l’accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio. (Fonte: Istituzioni)

45 | gennaio febbraio 2017


Food technologies: in Cina il made in Italy è cresciuto del 22% in 5 anni Intervista a Zhu Nianlin, President of China Association of Bakery and Confectionery Industry

La fiera Bakery China 2017 sarà a Shanghai dal 25 al 27 ottobre

Il mercato cinese del settore panetteria e pasticceria sta crescendo rapidamente. Senz’altro: ci sono più di 100mila pasticcerie, in Cina, in questo momento. Il nostro paese nel 2015 ha prodotto circa 32.232.600 tonnellate di prodotti di pasticceria e panetteria (il 5,83% in più rispetto al 2015). A fronte di una domanda in così forte crescita, la produzione interna delle attrezzature per il settore bakery è ancora limitata. Esiste perciò una forte domanda di importazione dall’estero di attrezzature tecnologicamente avanzate e sicure, specialmente da Europa Occidentale, Nord America, Giappone e Sud-Corea. Quali tecnologie italiane per il food sono più richieste in Cina? Le importazioni di macchinari, attrezzature e ingredienti dall’Italia sono cresciute del 22% nel periodo 2010-2015 (+20% nel 2015 rispetto al 2014). La Cina, infatti, è un paese che ha forte bisogno di importare dall’estero attrezzature tecnologicamente avanzate e ingredienti per il settore bakery. L’esperienza e la qualità italiana sono molto ricercate. Prevedete lo sviluppo di un particolare settore? Il settore dell’Home Baking sta diventando un nuovo trend per l’industria cinese. Le aziende che tradizionalmente servono l’industria stanno ora iniziando a produrre anche prodotti pensati per la produzione domestica e artigianale. Il settore bakery è sempre più mischiato con le industrie del caffè, bevande e catering, motivo per cui la fiera prevede ora anche una nuovissima area dedicata a coffee, beverage and fine food. g.p.

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Fig. 1 – Importazioni cinesi nel settore Bakery (Mondo Italia) – Elaborazione Reed Exhibitions su dati UN Tradecom.

BAKERY CHINA TRADE STATISTICS

TOTAL

ITALY

TRADE VALUE 2015 (MILLION USD)

$ 51,704.8

$ 341.8

SHARE (%) 2015

0.7%

RANKING 2015

17

Y/Y GROWTH 2014-2015

-14%

20%

CAGR 2010-2015

8%

22%

Fig. 1B – Importazioni cinesi nel settore Bakery (Mondo Italia) – Elaborazione Reed Exhibitions su dati UN Tradecom. 400

50%

46%

200 100

$ 128 0%

0

17% $ 218

$ 187

2010

2011

Trade Value

2012

$ 251 15%

40%

$ 342

300

$ 284

30%

20%

13%

20% 10% 0%

2013

2014

2015

Y/Y Growth

Fig. 2B - Importazioni cinesi dall’Italia – Elaborazione Reed Exhibitions su dati UN Tradecom. CHINA IMPORTS FROM ITALY - BAKERY CHINA (TOP 10 PRODUCT GROUPS) 120%

CAGR (2010-2015)

100% 80% 60% 40% 20% 0% 0

50

100

150

200

250

TRADE VALUE (MILLION USD) - 2015 CHOCOLATE COLD STORAGE TECHNOLOGY

BAKERY CANNED/TINNED FOOD

DAIRY PASTA

47 | gennaio febbraio 2017

CONFECTIONERY PROCESSING/MANIFACTURING MACHINERY AUXILIARY PACKAGING MATERIALS

Y/Y GROUTH (%)

TRADE VALUE (MILLION USD)

CHINA IMPORTS FROM ITALY - BAKERY CHINA


LOGI CA & MOVI MENT l’industria meccanica 707 | 48


ISTI& ITA49 | gennaio febbraio 2017


LOGISTICA&MOVIMENTAZIONE

Fabbrica intelligente, logistica intelligente Industria 4.0 disegna un modello di fabbrica in cui anche la logistica deve adottare tecnologie improntate alla cosiddetta “digital economy”. Nuova Star sta affrontando questa sfida con la collaborazione di Infolog

di Michele Strozzi

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N

uova Star è una azienda storica del territorio bolognese nata nel 1946 come piccola officina meccanica per la produzione di parti metalliche per le ferrovie. Nel 1957 inizia la produzione delle prime cerniere per armadietti metallici, ma solo nel 1967, spinta da una specifica richiesta di mercato, si specializza nella costruzione di cerniere per elettrodomestici. Oggi Nuova Star è una realtà a respiro fortemente internazionale esportando oltre il 90% della produzione. Il fatturato è di circa 30 milioni di euro annui raggiunti grazie a un organico di 107 persone inserito in un contesto dove all’alto livello tecnologico si fonde una forte propensione verso l’automazione spinta. Nuova Star può dirsi, infatti, un esempio tangibile di “fabbrica automatica” che ha applicato e sta applicando con rigore i principi di Industria 4.0 secondo la logica “Kaizen” di miglioramento continuo basato sul coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali.

Il ruolo della logistica in Nuova Star All’interno di una fabbrica digitalizzata anche l’approccio alla logistica deve necessariamente essere diverso. Oggi la logistica deve ridurre il più possibile i tempi di attraversamento del singolo componente – da quando entra la materia prima fino alla spedizione – riducendo al contempo i costi complessivi di produzione. In questa logica di ottimizzazione dei flussi, i componenti di base stampati vengono prelavati dal reparto tranciatura con carrelli sincronizzati e portati nel reparto assemblaggio, dove vengono eseguiti in modo automatico collaudo e montaggio grazie alla perfetta armonia tra operai specializzati, macchine automatiche e robot come guidati da una mano intelligente che li assiste e guida. In realtà, questo complesso sistema di movimentazione dei prodotti è la parte più evidente di una serie di investimenti in sofisticati sistemi informatici che gestiscono l’intera catena produttiva con un costante e integrato scambio di informazioni. È ciò che viene definita “logistica 4.0”, che in Nuova Star è stata perfettamente assimilata sia dai vertici dell’azienda, sia dalla base produttiva. Per questo motivo, non ha creato e continua a non destare preoccupazioni di alcun tipo tra gli operatori dell’azienda l’implementazione di sistemi Erp (enterprise resource planning) per la gestione dei processi gestionali aziendali estesi, Mrp (material resource planning) per la pianificazione dei materiali e degli approvvigionamenti, Mes (manufacturing

exection system) per i sistemi di rilevazione di produzione sul campo e schedulatori a capacità finita, Wms (warehouse management system) per la gestione delle scorte e la logistica operativa di magazzino, Scm (supply chain management) per la gestione informatizzata della filiera dei fornitori e terzisti, Bpm (business process management) per la informatizzazione delle procedure interne di qualità e tecniche, Bi (business intelligence) per il controllo tramite indicatori di performance, Cad/ Cam & Plm (computer aided design/computer aided manufacturing & product lifecycle management) per la gestione tridimensionale della progettazione tecnica e dati tecnici di prodotto dalla prototipazione alla industrializzazione, Edi (electronic data interchange) per l’interscambio dati e documenti aziendali commerciali. Nella trasformazione digitale di Nuova Star i principali progetti aziendali in corso prevedono una progressiva virtualizzazione del funzionamento e del controllo di processo aziendale. «Si pensi alla sola introduzione del concetto “Paperless” – dice Marco Cuccarello, general operations manager di Nuova Star. A fronte di una domanda del mercato sempre più isterica, siamo in grado di modificare un ordine più volte durante una giornata senza che l’operatore che effettua il picking si accorga del cambiamento. Procedendo infatti al suo normale prelievo di rifornimento programmato per la sera ritroverà sul proprio terminale mobile in radiofrequenza l’elenco degli articoli, magari aggiornato dinamicamente dal sistema qualche secondo prima. Questo significa permettere all’azienda di reagire istantaneamente alle richieste dei clienti in modo sistematico, perfettamente procedurato, gestendo l’urgenza come normalità. Al contempo, il cliente finale pretende e premia con la propria fedeltà, e il mantenimento del prezzo, le aziende che gli permettono di reagire altrettanto velocemente, mantenendo nel contempo alti standard qualitativi, di configurabilità del prodotto e tempi di consegna costanti». Il percorso iniziato da Nuova Star sulla strada della logistica 4.0 è solo all’inizio. Infatti, sono in corso studi per capire come implementare gradualmente nuovi sistemi “intelligenti” cioè dotati di autonomia elaborativa, decisionale, predittiva e reattiva, basata su elaborazioni di dati rilevati dal campo in tempo reale. «Allo stesso modo – prosegue Cuccarello – pensiamo che i futuri sistemi software adottati dovranno essere multi-piattaforma e multi-tier; dovranno essere tecnicamente abilitabili all’utilizzo via Cloud e garantire che

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Il sistema 3D intelligente di assistenza alla guida carrelli coadiuva e interfaccia le operazioni di logistica di un operatore, in realtà aumentata

LOGISTICA&MOVIMENTAZIONE

Sistema Fgs (forklift guidance system) intellimag

le applicazioni siano fruibili anche direttamente via internet, mentre il dato dovrà essere trattato in modo certificato e sicuro». Sui vantaggi derivanti da questi investimenti Marco Cuccarello è molto chiaro: «Il tema industria 4.0 sarà dominante nei prossimi anni e determinerà un’ulteriore selezione tra le aziende che non investiranno in questa direzione. Gli investimenti che sta facendo Nuova Star stanno concretamente velocizzando e rendendo più flessibili le attività per andare incontro alle esigenze dei clienti, inoltre, pensiamo di poter risparmiare nel giro di pochi anni almeno il 10% sui costi delle attività dirette e indirette dell’azienda».

Le nuove soluzioni per Erp e logistica 4.0 Per questo processo di digitalizzazione Nuova Star si avvale della collaborazione di aziende esperte quali Infolog, una società Ict specializzata in ambito Erp e logistica 4.0. «La scelta è caduta su Infolog – sottolinea Marco Cuccarello – dopo aver fatto un’attenta analisi di mercato per capire quali fossero le aziende con la maggior competenza sulle parti che volevamo sviluppare. A tal proposito ci siamo focalizzati su un partner con una forte esperienza di sistemi integrati e fortemente presente sul mercato con soluzioni molto innovative. L’obiettivo è quello di procedere verso un percorso che ci consenta di traghettare l’azienda verso l’eccellenza, attraverso non solo l’implementazione di sistemi robotizzati, la di-

gitalizzazione della produzione ma anche e soprattutto verso il miglioramento delle competenze. Oggi tutta la fase di sviluppo legata alla digitalizzazione della nostra azienda e quindi dei flussi produttivi, la stiamo gestendo insieme a Infolog». Infolog si trova a Modena e con oltre 200 impianti realizzati si pone come main contractor o system integrator per progetti corporate di warehouse management system (Wms) di supply chain management (Scm). Spiega Giorgio Tesorieri, business unit manager di Infolog: «Le nostre soluzioni si integrano naturalmente con tutti i maggiori sistemi Erp nazionali e internazionali o con i sistemi legacy già presenti nelle aziende. Abbiamo concluso ormai cinque anni fa la fase prototipale dei nostri sistemi Wms 4.0 nati dalla R&S interna, e ora stiamo realizzando interi progetti con un approccio consulenziale proattivo, permettendo alla imprese clienti di ottenere un ritorno dell’investimento e risultati tangibili nel breve/medio termine». La soluzione che offre Infolog per dare risposte tempestive ai clienti e alle nuove sfide imposte dal mercato si chiama Intellimag. Si tratta di un software dotato di schedulatore operativo integrato per la distribuzione del lavoro in tempo reale; in aggiunta ai sistemi “nativi” di realtà virtuale aumentata tramite forklift guidance system (Fgs), alle apparecchiature di comunicazione tra operatore/operatori e sistema produttivo e alla sensoristica IoT (Internet of Things). Un modo per abilitare le aziende nella trasformazione verso l’impresa 4.0.

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53 | gennaio febbraio 2017


Codice Asme Boiler and Pressure Vessel: parte il terzo gruppo di lavoro italiano Ăˆ attivo dal 1 gennaio. Obiettivo: semplificare le procedure di modifica

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e aziende della caldareria italiana fanno un nuovo passo in avanti nella collaborazione con Asme che ha come scopo l’aggiornamento del codice Asme BPV (boiler and pressure vessels code), uno dei principali standard di riferimento dei Pressure Equipment di tutto il mondo. Dal primo gennaio, infatti, è attivo il nuovo Italy International working group section V (Non destructive examination), dedicato alla sezione V del codice, ovvero quella dedicata ai controlli non distruttivi. L’Italy Iwg sect V, è il terzo gruppo di lavoro autorizzato in Italia da Asme, the American society of mechanical engineers, nato su richiesta degli utilizzatori e del mercato. In Italia ci sono due Iwg già operanti: Italy International working group sect. VIII (Rules for construction of pressure equipment) e Italy International working group sect. IX (Welding, brazing, and fusing qualifications), i quali hanno già prodotto modifiche e integrazioni alle relative parti del codice che verranno inserite nell’edizione 2017. Altri gruppi esistono solo in Cina, Germania, India, e Corea. Per quanto riguarda l’Italia, infatti, è la prima volta che Asme autorizza un ente a portare avanti dei gruppi di lavoro. Con lo specifico obiettivo di proporre modifiche e integrazioni al codice, gli International working group sono aperti a tutti i tecnici interessati che hanno esperienza nel mondo Asme, e hanno l’obiettivo di semplificare le procedure di modifica del codice quando un gruppo di individui in un paese o in una regione fuori dagli Stati Uniti o dal Canada vuole contribuire al lavoro di aggiornamento delle norme, e in Italia sono nati nel 2013. Questa apertura nasce dall’esigenza di non perdere i riscontri e le conoscenze degli esperti che utilizzano il

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codice al di fuori degli Stati Uniti, più numerosi di quelli statunitensi. Cos’è il codive Bpv? Il codice Asme Bpv - Boiler and Pressure Vessels, pubblicato per la prima volta nel 1914, è un complesso di norme relative ai recipienti a pressione, generatori di vapore, saldatura, tubazioni, componenti nucleari ecc. Accettato in più di 100 paesi, costituisce un supporto valido per fabbricanti, utilizzatori, autorità di controllo e tutte le realtà che operano nel mondo Oil&Gas e Power Generation. È stato sviluppato da Asme, ente normatore che si occupa di redigere codici, e viene periodicamente aggiornato e integrato per adeguarsi al progresso tecnologico e alle necessità degli utenti. La certificazione Asme infatti è un fattore distintivo a livello internazionale: anche dove non è obbligatorio dal punto di vista legislativo, spesso il sistema di certificazione Asme è richiesto dagli utilizzatori come garanzia di conformità al codice. Le società certificate Asme in Italia sono al momento circa 250 per un totale di 480 certificati Asme nel mondo (4% del totale), al quarto posto dietro ad America del Nord, Corea del Sud e Cina e davanti a India, Germania e Giappone. i.n.

Per ulteriori informazioni contattare la segreteria dell’International Working group sect V. Anima/Ucc caldareria@anima.it 0245418506 www.caldareria.it


SICU REZZ AMB TE l’industria meccanica 707 | 56


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SICUREZZA&AMBIENTE

Come scrivere un buon manuale di istruzioni e uso Da una difficoltĂ di comprensione possono nascere conseguenze giuridiche di Roberto Cattaneo, Servizio legale Anima

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ualche parola in più nelle istruzioni di uso e manutenzione di macchine a uso professionale può contribuire alla sicurezza, a un uso migliore, e a ridurre le incomprensioni tra cliente e fornitore. Sia da parte del fabbricante che da parte del cliente una maggiore attenzione a questo documento può aiutare a riconsiderare l’effettivo ambito delle proprie responsabilità. Nella redazione delle istruzioni, infatti, il mero rispetto della legge costituisce il presupposto necessario e appena sufficiente per ottenere un buon risultato di comunicazione tra fabbricante e cliente. Per redigere un ottimo documento bisogna abbandonare l’idea che si tratti di un documento meramente tecnico e considerarlo certamente condizionato dalle norme di diritto, ma anche finalizzato a trasmettere con trasparenza al cliente le possibilità offerte dalla propria macchina. Le istruzioni sono spesso carenti in contenuto e linguaggio La linea guida per la redazione del manuale di istruzioni e d’uso di una macchina è costituita dall’ormai famoso elenco previsto dall’allegato I, punto 1.7 della direttiva macchine, che per prima ne ha stabilito l’obbligo. Le informazioni sulla macchina che abbiano la prerogativa di soddisfare le richieste della norma non devono trascurare la soddisfazione di ciascuna delle richieste di informazioni prevista come obbligatoria. La redazione, la presentazione, il tipo di linguaggio usato nelle istruzioni sono liberi. Questa libertà non è assoluta: il contenuto delle informazioni deve risultare facilmente comprensibile al lettore, il quale frequentemente non ha la medesima formazione del redattore delle istru-

Una errata interpretazione delle informazioni si traduce in una responsabilità del fabbricante sulle conseguenze durante l’uso della macchina. zioni, e non deve essere incompleto. L’obiettiva difficoltà di comprensione delle informazioni deve essere considerato un difetto delle stesse, che si traduce in una responsabilità del fabbricante nei confronti del cliente sulle conseguenze che può avere durante l’uso della macchina. Le istruzioni delle macchine professionali sono frequentemente carenti dal punto di vista del contenuto previsto dalla legge, utilizzano un linguaggio che abusa termini tecnici che non sempre fanno parte del patrimonio di conoscenza di tutti, non sono redatte secondo schemi, non seguono una esposizione logica chiara, rendendo più complessa la ricerca delle informazioni da parte dell’utilizzatore, trascurano il contributo di comunicazione che può derivare da una buona grafica, e spesso confondono le responsabilità del fabbricante con quelle dell’utilizzatore,

rendendo poco distinguibili le une rispetto alle altre. E infine il difetto più grave: il fabbricante difficilmente riesce a leggere le istruzioni che ha redatto in chiave critica e a considerare il punto di vista di chi, con quelle istruzioni, deve fare funzionare la macchina. È difficile che il fabbricante si chieda cosa può fare per rendere più comprensibili le istruzioni, in funzione e in conseguenza delle domande che riceve dal cliente. L’attività che precede la conclusione della vendita e quindi l’installazione di macchine complesse, costituita da indagini volte a comprendere le esigenze del cliente, da verifiche sul luogo d’installazione, dalla condivisione di parti progettuali della macchina, dalla preparazione del personale addetto al funzionamento della macchina, non sempre trova il proprio opportuno collocamento all’interno delle

È necessario informare il cliente sulla preparazione necessaria al personale che usa la macchina e su come formarlo. 59 | gennaio febbraio 2017


istruzioni, nonostante sia riferibile alle prescrizioni del citato punto 1.7. Purtroppo è difficile trovare una buona redazione delle istruzioni di uso e manutenzione di una macchina. D’altra parte le richieste di integrare il contenuto delle istruzioni che spesso i clienti avanzano e che sono volte a limitare le proprie responsabilità sull’uso della macchina non contribuiscono al miglioramento di questi documenti. Le istruzioni distinguono le responsabilità del fabbricante e del cliente La direttiva macchine non mette in evidenza il fatto che le istruzioni, oltre a essere un adempimento obbligatorio, costituiscono un importante strumento di comunicazione con il cliente e con le autorità di controllo, e sono utili a definire il confine tra le responsabilità del fabbricante e quelle dell’utilizzatore della macchina. Infatti, una migliore e trasparente esposizione delle informazioni può ridurre la necessità del cliente di chiedere chiarimenti al fabbricante; una migliore definizione dell’uso della macchina, cioè di quello che il cliente ne può fare, contribuisce a precisare quali sono le responsabilità che si è assunto il fabbricante dichiarando l’utilizzo al quale la macchina è destinata. Le responsabilità che possono derivare dalle conseguenze di istruzioni mal redatte, oppure con informazioni che abbiano indotto in errore l’operatore, non devono essere valutate alla luce delle sole direttive di prodotto e delle norme tecniche, ma nell’ambito delle norme dell’intero ordinamento giuridico nazionale. Un difetto delle istruzioni può avere le medesime conseguenze, in caso di danni a cose e persone, di un difet-

to del manufatto. La percezione di questa responsabilità non è ancora abbastanza radicata.

La preparazione del personale evita che la macchina diventi un pericolo La tentazione della sintesi eccessiva è sempre in agguato. Stiamo parlando di prodotti destinati al mercato professionale, quindi può essere giustificata la presunzione circa l’adeguata preparazione dell’utilizzatore, la sua capacità di leggere con la necessaria cultura tecnica le istruzioni. Tuttavia questa presunzione necessita almeno di una premessa: che sia stata adeguatamente descritta dalle istruzioni la preparazione che deve avere l’utilizzatore e sia stato prescritto l’uso esclusivo della macchina da parte di personale adeguato. Occorre cioè chiarire, senza equivoci, che il fabbricante ha la responsabilità delle conseguenze dell’uso della macchina solo se quest’ultima è stata usata secondo le prescrizioni dal medesimo predisposte, che riguardano anche le condizioni del sito in cui è installata, il luogo di lavoro, e le capacità del personale addetto. Il cliente, informato e consapevole della preparazione che deve avere

il personale addetto all’uso della macchina, sarà anche consapevole delle proprie responsabilità circa le capacità del personale stesso e dei i rischi relativi all’uso della macchina. La preparazione del personale è fondamentale per evitare che qualsiasi macchina, anche la più innocua, possa diventare fonte di pericolo sul luogo di lavoro. Per quanto riguarda la redazione delle istruzioni, è da tenere in conto che il linguaggio che si usa per parlare con una persona deve essere adeguato alla considerazione della preparazione che la stessa ha o dovrebbe avere. L’utilizzo abituale della macchina, da parte del cliente, può costituire una ragione per presumere che il cliente sia già a conoscenza delle informazioni che riguardano la macchina e quindi, è facile che alcune informazioni importanti siano trascurate. È un errore da evitare. Per il fabbricante è un obbligo scrivere con chiarezza le istruzioni previste dalla norma, che comunque costituiscono il livello informativo minimo, a cui si possono aggiungere altre descrizioni complementari, facoltative, ma utili a evitare un utilizzo improprio della macchina. Le istruzioni per la formazione degli operatori sono da mettere in relazio-

Il fabbricante assicura l’acquisto di una macchina conforme alle norme di sicurezza vigenti. Dal momento della consegna le responsabilità d’uso sono del cliente. l’industria meccanica 707 | 60


ne a quanto previsto dalle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, delle quali costituiscono un complemento, da parte del fabbricante dell’attrezzatura.

Le istruzioni sono un documento con valenza legale Il fabbricante assicura al cliente l’acquisto di una macchina conforme alle norme di sicurezza vigenti, marcata CE. Lo informa sulla preparazione necessaria e su come utilizzarla. Dal momento della consegna il fabbricante non ha più il controllo della macchina: la conformità della macchina alle norme di fabbricazione non assicura, né può assicurare, che il cliente e i suoi sottoposti non ne faranno un uso pericoloso. Da questo momento le responsabilità relative all’uso della macchina sono del cliente. Le istruzioni che accompagnano la macchina possono contribuire in modo consistente a definire il confine tra le responsabilità che fanno capo al fabbricante e quelle che fanno capo al cliente. Infatti una dettagliata descrizione della destinazione di uso della macchina e della preparazione necessaria del personale consente, da una parte, di circoscrivere e delimitare le situazioni fonte di potenziale pericolo che possono derivare da un uso scorretto della macchina e, dall’altra, di trasferire la responsabilità di queste ultime sul cliente, il quale ha a disposizione tutti gli strumenti necessari per evitare che si verifichino. La considerazione delle responsabilità che possono derivare da istruzioni poco chiare, incomplete, disorganizzate, cioè la valenza legale di questo documento, non è ancora patrimonio di tutti. Le istruzioni sono generalmente redatte come se si trattasse di un documento tecni-

co, è diffusa la tendenza a ridurre al minimo le informazioni, soprattutto relative all’installazione e alla prima attivazione delle macchine, e le istruzioni non vengono sufficientemente valorizzate nei confronti del cliente.

Nelle istruzioni sono definite le operazioni necessarie alla manutenzione e la loro periodicità Una volta che la macchina è nella disponibilità dell’utilizzatore, le istruzioni sono affidate alla professionalità dello stesso: con le istruzioni l’operatore deve poter usare la macchina. Per mantenere la macchina in efficienza è necessario utilizzarla nel modo previsto dall’istruzione e provvedere periodicamente alle operazioni di manutenzione. Per qualche ragione, o per abitudine, le operazioni di manutenzione vengono distinte in ordinarie e straordinarie. Si tratta di una distinzione arbitraria, di cui non si trova traccia nelle norme di prodotto. Entrambe infatti hanno la medesima finalità: mantenere la macchina nello stato di efficienza necessario per utilizzarla in sicurezza. Con le istruzioni per la manutenzione il fabbricante consente all’utilizzatore di conoscere quali siano le operazioni necessarie per continuare a usare la macchina e con quale periodicità. Utilissimo registrare le operazioni di manutenzione, perché consentono di verificare con maggiore chiarezza le responsabilità in caso di inconvenienti sulla macchina a vantaggio di entrambe le parti, fabbricante e cliente. In questo contesto è utile ricordare il confine che le operazioni di manutenzione non devono valicare, cioè la distinzione tra la manutenzione e l’immissione sul mercato di una nuova macchina.

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Esigenze di utilizzo diverse: gli obblighi del fabbricante È una questione che spesso affrontano i fabbricanti, ed è spesso risolta in termini commerciali, non giuridici. Per il diritto la questione si risolve con sufficiente trasparenza. Il fabbricante immette sul mercato una macchina marcata CE e per farlo ha dovuto esaminarla dal punto di vista dei rischi che conseguono all’uso della medesima, trovando la soluzioni per eliminarli a uno a uno, e informando l’utilizzatore su quelli che residuano. Questi ultimi sono spesso legati alla funzione stessa della macchina (esempio tipico: la pericolosità della lama di una sega). Nel momento in cui l’utilizzatore ha l’esigenza di servirsi della macchina per uno scopo diverso da quello originario, oppure in condizioni diverse (per esempio, rendere mobile una macchina che originariamente era fissata al suolo), il fabbricante non ha più solo il compito di mantenere l’efficienza della macchina, ma anche di modificarla per soddisfare esigenze di utilizzo diverse da quelle presenti al momento dell’immissione della macchina sul mercato. L’originale marcatura CE non è più in grado di assicurare la conformità della macchina alle direttive applicabili, perché non ha considerato i rischi, e i rimedi agli stessi, che sono stati modificati dal fabbricante. Non si tratta più, quindi, di operazioni di manutenzione della macchina, ma di una modifica che deve avere come conseguenza una nuova analisi dei rischi e una nuova marcatura CE. Di diritto, tutti i soggetti che possono essere considerati fabbricanti possono modificare la macchina. Di fatto, il fabbricante che ha immesso la macchina sul mercato avrà qualche vantaggio operativo e documentale sui concorrenti.


SICUREZZA&AMBIENTE

Rifiuti elettrici ed elettronici: cosa cambia per le aziende Cosa sono i Raee, perché riciclarli e quali sono gli obblighi normativi di Marta Macchi, Sabrina Suardi – Gruppo Safe Consorzi Ecoped, ecoR’it, Ridomus ed Ecopower per la gestione di Raee, pile e accumulatori esausti

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n Italia sono oltre 200 milioni i Raee dimenticati, ossia tutti quei rifiuti, piccoli o grandi, derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che, non più utilizzate, vengono abbandonate nei cassetti, nelle cantine o in scatoloni riposti in soffitta. Si tratta di apparecchi non più funzionanti o tecnologicamente obsoleti come cellulari, computer, frullatori, sveglie, frigoriferi, lavatrici, televisori, stampanti, tostapane, rasoi, piastre per capelli, ferri da stiro, robot, bilance, lampadine, aspirapolvere, mezzi industriali e molto altro ancora. Spesso questi rifiuti vengono smaltiti in modo non corretto, con conseguenze altamente pericolose per l’ambiente e per l’uomo. Ogni rifiuto elettrico o elettronico, infatti, contiene al suo interno sostanze dannose che possono causare danni enormi. Solo alcuni esempi. Clorofluorocarburi: presenti nei frigoriferi, congelatori e condizionatori. Raggiungono la stratosfera distruggendo la fascia di ozono, aumentano il rischio di tumori alla pelle, malattie degli occhi e indebolimento del sistema immunitario. Piombo: contenuto nelle saldature degli apparecchi, può provocare effetti tossici acuti e cronici sulle piante e sugli animali, e nell’uomo gravi danni al sistema nervoso e danni vascolari. Cadmio: si trova in componenti, semiconduttori, tubi catodici di vecchio tipo e può portare a danni irreversibili ai reni, danneggiamento del sistema osseo e disturbi della crescita. Ed è, soprattutto, altamente cancerogeno. Mercurio: si trova in termostati, sensori, interruttori, attrezzature medicali e cellulari; viene assorbito facilmente dagli organismi e trasferito, tramite i pesci, nella catena alimentare. Nell’uomo provoca danni al cervello, al coordinamento e al bilanciamento. Terrificante, no?

I Raee si dividono in due categorie: domestici: i rifiuti originati dai nuclei domestici e i Raee di origine commerciale, industriale, istituzionale e di altro tipo, analoghi, per natura e quantità, a quelli originati dai nuclei domestici. I rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, Aee, che potrebbero essere usati sia dai nuclei domestici sia da utilizzatori diversi sono in ogni caso considerati Raee provenienti dai nuclei domestici (e vengono definiti Raee dual use); professionali: i rifiuti provenienti da Aee destinate ad attività amministrative ed economiche, la cui fornitura sia quantitativamente importante o le cui caratteristiche siano di uso esclusivo professionale, ovvero apparecchiature non impiegate in casa.

Ma i Raee contengono anche materie prime riciclabili o nobili, che possono essere recuperate e riutilizzate, creando così nuove risorse in grado di costituire la base dell’economia circolare del paese. Ecco perché è importante smaltire correttamente i Raee. Come? Se per i cittadini esistono differenti modalità di riciclo (isole ecologiche, “uno contro uno”, “uno contro zero”, Raee coupon), la questione diviene più articolata quando si parla di aziende produttrici di rifiuti. Modalità di smaltimento per le aziende e obblighi per i produttori Le aziende, infatti, hanno l’obbligo di smaltire – secondo normativa in vigore – i Raee generati dalle proprie attività in maniera individuale organizzando, quindi, un sistema autosufficiente o affiancandosi a un consorzio per disporre il ritiro delle

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apparecchiature giunte a fine vita. L’aumento esponenziale della quantità di apparecchiature obsolete e l’insufficiente tasso di riciclo hanno sollevato gravi problemi nella gestione dei rifiuti, permettendo alla criminalità di proliferare e dando vita a traffici illegali e discariche a cielo aperto con tutto ciò che ne consegue. Questi i principali temi ai quali cerca di rispondere la normativa in vigore (Decreto Legislativo 14 marzo 2014, n. 49) mediante l’implementazione di politiche volte al riuso e al riciclo delle Aee e delle loro componenti. Tuttavia, gli ambiziosi obiettivi previsti sarebbero difficilmente raggiungibili senza il contributo essenziale di una cittadinanza attiva. A questo proposito entrano in gioco i produttori e/o importatori di Aee che hanno l’obbligo di garantire una corretta informazione verso i consumatori circa la necessità di non smaltire


i Raee come rifiuti urbani misti ma di raccoglierli separatamente attraverso i sistemi di raccolta esistenti. Ecco perché la normativa, in applicazione del principio “chi inquina paga”, cardine della politica ambientale a livello internazionale, trasferisce sui produttori di Aee la responsabilità di organizzare e finanziare la corretta gestione dei Raee. Da ciò discendono diversi obblighi, tra i quali: progettare le apparecchiature in modo che possano essere riutilizzate o riciclate; iscriversi al Registro Aee – registro nazionale dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche – comunicando annualmente, in genere entro il 30 aprile, l’immesso sul mercato italiano dell’anno precedente; marcare i prodotti in modo da consentire l’individuazione del produttore e apporre il simbolo del “cassonetto barrato” (simbolo previsto dalla Norma EN 50419) per facilitarne la raccolta differenziata; garantire il ritiro del rifiuto, a fronte dell’acquisto di una nuova apparecchiatura (ritiro “uno contro uno”), anche agli utenti professionali. Si tratta di un sistema in continuo sviluppo tanto che, il 17 giugno 2016, proprio a garanzia dei produttori che adempiono correttamente a quanto richiesto dalla normativa, è stato istituito il sistema dei controlli attraverso l’entrata in vigore del tanto atteso Decreto Tariffe. La norma richiede il versamento annuale, entro il 30 settembre, delle tariffe calcolate sulla quota di mercato di ogni produttore, a copertura degli oneri connessi al funzionamento degli organismi di vigilanza. Un puzzle, quindi, che si sta comple-

A partire dal 2018 due saranno le principali domande che una qualsiasi azienda dovrà porsi: quali prodotti entreranno nel campo di applicazione? Quali saranno gli obblighi per la mia società, impresa, ente? tando di tutti i suoi pezzi. Il quadro subirà ulteriori cambiamenti da agosto 2018, data in cui entrerà in vigore l’Open scope, che prevede l’estensione del campo di applicazione a tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici salvo le esclusioni esplicite previste dalla norma. Anche molte aziende, che fino a oggi non erano vincolate a tali adempimenti, saranno chiamate a rispondere in tema di Raee. A partire dal 2018 due saranno quindi le principali domande che una qualsiasi azienda dovrà porsi: quali prodotti entreranno nel campo di applicazione? Quali saranno gli obblighi per la mia società, impresa, ente? Questioni a cui i consorzi sapranno e dovranno rispondere fornendo consulenza

tecnico normativa. Il tema è di grande attualità e richiede impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti al fine di contrastare con ancora più efficacia fenomeni che vedono, accanto a una industria del recupero e riciclo virtuosa e in rapida crescita, anche un mercato illegale che alimenta le discariche del sud del mondo e non solo. La non corretta gestione dei Raee genera solo in Italia la presenza di circa 300 discariche illegali di rifiuti ormai privi dei componenti valorizzabili e che, a contatto con il terreno, rilasciano componenti altamente tossici sia per l’ambiente sia per tutti noi. E anche da qui, ahimè, passa il futuro del pianeta.

Le aziende hanno l’obbligo di smaltire i Raee generati dalle proprie attività in maniera individuale o affiancandosi a un consorzio. l’industria meccanica 707 | 64


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Tecnologia e quantità di informazione, come cambiano lavoro e valore delle risorse Il sapere immagazzinato negli oggetti non è più gestibile da un solo individuo

di Pierangelo Andreini

Sono le idee a dare corpo all’informazione Riuscirà la cultura a stare al passo del sapere tecnico che potrà raddoppiare nei prossimi vent’anni? Si direbbe di no, perché la sedimentazione delle conoscenze avviene metabolizzando l’informazione in termini diversi da quanto comunemente si crede. Il motore che fa progredire conoscenza e coscienza non è, infatti, l’informazione, tanto più quella tecnica, intesa come insieme distinto di nuovi trovati pronti per essere raccolti e utilizzati, ma le idee. Sono le idee a dare corpo all’informazione, poiché le idee sono schemi integranti che derivano dall’interazione dell’uomo con l’ambiente e attuano il portato dei nuovi apprendimenti adeguando costantemente la struttura cognitiva e rappresentativa della realtà. In tal modo incrementano la consapevolezza del sapere e lo trasfondono nel contesto culturale, ma ciò richiede del tempo. Tuttavia altre volte nel corso della storia l’uomo è stato capace di compiere salti con cui ha vinto la gara con se stesso, di qui il condizionale nella risposta. Sarà di nuovo capace di colmare il gap? E questo mentre la situazione incalza e nel frattempo la cultura appare sempre più soggetta alla tecnologia, e l’innovazione tecnologica, piuttosto che la crescita del benessere dell’uomo e del sistema che lo ospita, è sinonimo di progresso? Difficile rispondere.

Il progresso tecnologico pone il problema della distruzione o dequalificazione del lavoro Di fatto la tecnologia sta progredendo con una velocità tale che in pochi anni potrà realizzare una rivoluzione epocale con conseguenze difficilmente prevedibili e che spetta alla cultura governare. Abbiamo già iniziato a vedere come computer, sensori, automazione, intelligenza artificiale, genomica, big data e altro stanno determinando nuovi comportamenti e regole che cambiano le nostre esistenze, mettendo in discussione i vecchi paradigmi e rimodellando nel profondo l’economia con effetti che già ora appaiono dirompenti, in particolare sul lavoro. Perché la società fortemente tecnologizzata verso cui stiamo tendendo trasforma e riduce l’attività dell’uomo, come tradizionalmente richiesta, generando problematiche complesse di redistribuzione e protezione dell’impiego, al punto che nel medio periodo la transizione in atto potrebbe assicurare una crescita produttiva senza creare lavoro. In ogni caso già da oggi c’è da attendersi che l’automazione e la robotica avanzata sostituiscano il lavoro mediamente qualificato, divaricando l’occupazione tra quella ad altissima qualificazio-

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ne, ben remunerata, sia economicamente sia sul piano della soddisfazione e del prestigio sociale, e quella manuale più umile, dequalificata e sottopagata. Ciò pone in primo piano la questione della gestione sociale e politica del progresso tecnico, e un modo per affrontarla può essere pensare che la distruzione o dequalificazione del lavoro operata dalla tecnologia sia temporanea, perché la tecnologia stessa creerà nuove occupazioni. Si tratterebbe, dunque, di aspettare che il problema si risolva da solo, com’è successo in passato nelle precedenti transizioni, provvedendo in qualche modo a chi temporaneamente viene escluso dalla tecnologia. E per una società invecchiata, come quella europea, non sarebbe del tutto un male che il lavoro duro e ripetitivo possa essere eliminato. Ma possiamo limitarci a contare su un tale automatismo? Direi di no, significherebbe vivere alla giornata e rinunciare a confrontarsi con la realtà per anticipare le soluzioni possibili, e questo anche per contrastare l’insorgere di derive populiste, costantemente in agguato, come ci insegna la storia.

I tipi di formazione necessari per governare la transizione Dobbiamo quindi riconsiderare da subito il legame tra società e lavoro in rapporto al senso complessivo della persona, individuando alternative che assicurino e conservino il valore educativo dell’impegno e attuino soluzioni che affrontino con forza la questione culturale e per essa della formazione, affinché sia integrale e continua. Non è cosa facile, dato che per effettuare un salto utile per governare la transizione si devono innanzitutto formare operatori che siano in grado di progettare, implementare e impiegare le nuove tecnologie, specie il digitale, asservendole alle finalità di sviluppo dei territori, delle città, delle imprese. Occorrono poi addetti che sappiano svolgere più attività contemporaneamente, adattandosi in modo flessibile con continuità al cambiamento, capaci di lavorare in squadra, di comunicare fuori e dentro l’ambiente dove operano, sfruttando appieno la connessione costante tra gli attori della società, economici e non solo, offerta dal nuovo corso. Il futuro sarà nelle mani di chi saprà mettersi al volante della propria esistenza, guidandola per cogliere tutte le opportunità, soprattutto formative, a ciò necessarie, in un contesto dove per imporsi l’istruzione, l’informazione, e l’interazione tra uomo e macchina saranno sempre più determinanti.

L’informazione determinerà sempre più il valore delle risorse Di fatto, la capacità innovativa e adattativa necessaria per vincere, delle persone e per esse del sistema economico, è legata in primo luogo alla quantità di conoscenze che si riesce ad acquisire e a trasfondere nell’operato, creando valore, rispondendo cioè efficacemente a precise richieste sociali, o creandole altrettanto efficacemente. Perché le strategie di competitività sono soprattutto strategie sociali di creazione di stili, modelli e know-how in grado di sviluppare e guidare nella direzione giusta il potenziale produttivo. Il funzionamento efficiente di un sistema economico dipende quindi dalla sua capacità ed efficacia nell’assumere ed elaborare le informazioni necessarie per dare ordine alla materia sotto forma di tipologie, qualità e quantità di beni e servizi che riflettono il più accuratamente possibile le richieste, implicite ed esplicite, dei consumatori e dell’ecosistema nel suo complesso. Le risorse materiali di cui disporranno le prossime generazioni saranno infatti sempre le stesse, la differenza starà nell’ordine crescente che l’uomo sarà capace di immettere nella loro manipolazione iniettandovi le sue conoscenze, e quindi nel loro contenuto di informazione. Le “cose” che fanno parte della vita quotidiana, e tanto più in prospettiva quelle future, sono così utili proprio perché contengono un’enorme quantità di informazione. Un’informazione, che si è andata accumulando e stratificando con le generazioni in termini di conoscenza e cultura, che ci ha permesso nei secoli di plasmare la materia in modo che rispondesse precisamente ai nostri bisogni, alla nostra estetica, alla nostra visione del mondo. Questa conoscenza è cresciuta esponenzialmente e il sapere necessario per produrre e utilizzare gli oggetti e che si trova in essi immagazzinato, anche nei più comuni, è così articolato e complesso che ha travalicato da molto tempo la capacità di un singolo individuo di possederlo. Basti pensare al telefono portatile, di cui ne esistono miliardi, e alla progressiva miniaturizzazione degli oggetti che ne concentra le funzioni e acuisce il problema. Per affrontare questa incapacità, vecchia come la tecnologia, l’uomo si è organizzato specializzandosi.

Una rete sociale di conoscenza per far fronte alla complessità degli oggetti Ma frattanto la complessità ha continuato a crescere al punto che ora i tecnici specializzati, che progettano e utilizzano processi, impianti e macchine per produrre

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manufatti ed erogare servizi, possono svolgere il loro lavoro solo perché dispongono di strumenti, come computer, software e altri dispositivi, che incorporano grandi quantità di informazioni che loro non posseggono o posseggono solo in parte. Un problema che adesso mostra la faccia nella sua interezza e che l’uomo ha affrontato dai primordi con la modalità che gli è più congeniale, quella di costruire reti sociali in cui molti individui cooperano, ora in modo incredibilmente complesso e sofisticato, nella produzione e flusso dell’informazione e nella sua trasposizione materiale. Così dando vita a sistemi economici alimentati dal deposito sociale di conoscenza e know-how che consentono di trasfondere le idee nell’ambiente per fronteggiare la sfida adattativa posta dal vivere e sopravvivere. E chissà se nel futuro, tra alcuni decenni, quando l’umanità raggiungerà i dieci miliardi, questa congenialità non porti alla realizzazione di un network di complessità prossima a quella del nostro sistema nervoso, dove decine di miliardi di cellule, i neuroni, sono unite in un’immensa rete attraverso decine di migliaia di miliardi di sinapsi, ovvero di connessioni, visto che lo sviluppo di internet delle cose prevede che già nel 2020 si avranno 50 miliardi di oggetti connessi al servizio dell’uomo. Si realizzerebbe una sorta di cervello collettivo, stimolato da un incessante flusso di informazione, che metabolizza la conoscenza per guidare il mondo.

Il ruolo educativo dell’impresa con l’alternanza scuola-lavoro È questo il modo in cui avverrà il salto per avvicinare la cultura al sapere e la prospettiva che attende i giovani d’oggi o è fantascienza? Di nuovo è difficile rispondere. Quel che è certo è che nel frattempo ciò che potrà essere digitalizzato lo sarà, che emergeranno nuovi mestieri, che il lavoro tradizionale sarà progressivamente eliminato e che il sistema dell’istruzione non può, da solo, fornire agli allievi tutti i mezzi necessari per elaborare l’enorme quantità di informazioni e di stimoli che ogni giorno ricevono. Una sfida per la scuola, dunque, ma soprattutto per la politica. Specie in Italia dove le classi dirigenti che si sono via via succedute hanno colpevolmente ritardato l’aggiornamento del sistema dell’istruzione e l’adozione di misure appropriate, come l’alternanza scuola-lavoro, solo da pochi mesi entrata nel secondo anno di obbligatorietà. Altri paesi l’hanno introdotta già da molto tempo, così anticipando l’ingresso dei giovani nelle aziende e l’insostituibile ruolo educati-

La cultura fatica a stare al passo del sapere tecnico, perché sedimentare la conoscenza richiede tempo vo dell’impresa. E così assicurando la possibilità di imparare lavorando, di acquisire sul campo le informazioni e le consapevolezze che servono, di abbinare lo studio dei libri di testo a quello della tecnologia, come scritto all’interno del prodotto-servizio, di formare i giovani anche sul lavoro, in modo che possano da subito concorrere a creare nuovo lavoro con la loro forza di “nativi digitali”. Difficile non capire la gravità di questo ritardo. Mario Silvestri, ingegnere e umanista, antesignano dell’insegnamento delle materie dell’energia e fondatore dell’impiantistica nucleare in Italia, lo considererebbe un’ennesima manifestazione di “caporettismo”. Un difetto congenito che penalizza il paese, inteso, e uso le sue parole, come continuato «sfasamento tra le possibilità e gli obiettivi» conseguenza della superficialità delle analisi «frutto di scarsa cultura che si trasfonde principalmente nel tentativo inconscio di perpetuare l’ignoranza, trascurando l’addestramento, l’educazione e l’istruzione delle nuove generazioni». Un vizio che per Silvestri affligge l’Italia sin dall’Unità e che è alla base delle varie sconfitte subite, più o meno drammatiche a seconda delle circostanze. Riusciremo a correggerlo? Sì, per quanto detto, ma ci vorrà del tempo.

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Contenuto Redazionale

Che relazione vedete tra industria e cyber security? La quarta rivoluzione industriale, sintetizzata nel termine Industry 4.0, sta cambiando per sempre la produzione, la società e l’economia mondiale. Le nostre fabbriche si stanno trasformando sempre più in sistemi aperti, costantemente interconnessi, ricchi di informazioni disponibili. Il ministero dello Sviluppo economico italiano ha indicato con chiarezza le nove tecnologie abilitanti per sopravvivere al cambiamento, e tra queste vi è la cyber security. Le fabbriche sono luoghi con reti dati sofisticate che connettono sistemi fisici e digitali, accolgono un numero incrementale di dispositivi connessi, hanno sistemi interconnessi e interdipendenti, adattamenti in real time. Queste sono le nuove condizioni per produrre, sono una scelta obbligata. Portano indubbi vantaggi, ma anche maggiore esposizione al rischio di attacchi e di furti cibernetici. Qualsiasi punto intelligente del sistema può diventare un inconsapevole mezzo di attacco o punto di accesso per l’alterazione o la sottrazione di dati.

Cos’è per voi la cyber security? Per noi la cyber security è una scelta di vita, è la fantastica sfida che ci guida ogni giorno, ventiquattr’ore al giorno. Per noi non è solo tecnologia. In aizoOn, adottiamo un approccio olistico, oltre all’analisi costante delle nuove minacce, quelle per intenderci sconosciute, e la messa in sicurezza dei sistemi, manteniamo una visione d’insieme dell’impatto del rischio sul business dei nostri clienti.

Cosa deve fare oggi un’azienda per proteggersi? Con l’aumento esponenziale del numero di attacchi a cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio, è necessario affiancare all’analisi e all’intelligenza umana capacità di analisi nuove che consentano un approccio semi-supervisionato.

Come avete deciso di affrontare questa nuova tendenza? in modo innovativo e scientificamente robusto, forti di una esperienza decennale in Cyber Security e Data Analytics, abbiamo creato “aramis”: una innovativa piattaforma di sicurezza che mette l’intelligenza artificiale al servizio dell’intelligenza umana, per consentire agli analisti di concentrarsi su ciò che è realmente importante, analizzando quei segnali deboli che consentono di scoprire gli attacchi e i furti nello loro prime azioni.

Cyber security per l’industria meccanica: esigenza o optional? Ne parla Federico Cornagliotto, director di aizoOn, azienda italiana attiva a livello mondiale. Grazie all’utilizzo di avanzate tecniche di machine learning e advanced cyber analytics, aramis permette di monitorare la propria rete in modo efficiente e ricavare informazioni dettagliate e accurate quando servono.

Quando ne parleremo in Anima, coi dovuti approfondimenti? Dal prossimo mese un banner sul sito di Anima riporterà i nostri riferimenti per domande - risposte e organizzazione di incontri One 2 One. Nel prossimo numero di L’Industria Meccanica vi porteremo dei casi, esempi di attacchi, risoluzioni, protezione preventiva. A maggio ci incontreremo in Anima in una mezza giornata tematica organizzata come tavolo di lavoro con le aziende socie interessate. Un bel percorso articolato di informazione-formazione su un tema chiave come la cyber security, che L’Industria Meccanica realizza per prima in Italia.

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L

a meccatronica e l’automazione si stanno diffondendo sempre di più nelle imprese. Questo è uno dei dati emersi dall’indagine “Mappatura delle competenze meccatroniche in Italia 2016”, realizzata dal Politecnico di Milano e promossa da Messe Frankfurt Italia e Anie Automazione, che è stata presentata il 2 dicembre presso il Corriere della Sera durante l’incontro “Cultura 4.0 – Storie di automazione e non solo”. Le aziende intervistate hanno una forte diffusione di tecnologie come robotica, Plm, sensori, big data Giambattista Gruosso, professore del Politecnico di Milano, ha commentato i risultati della ricerca, condotta su un campione di 5.086 aziende di cui hanno risposto 860, situate in quattro province: Modena, Parma, Reggio Emilia e Bologna. Tra le aziende del territorio sono state scelte quelle di macchinari, beni di consumo e servizi, in particolare che si servono di meccatronica e automazione. Dall’indagine è emerso che le aziende intervistate hanno una forte diffusione di tecnologie come robotica, Plm, sensori, big data ecc. Una vocazione all’innovazione che non è limitata alle grandi aziende. Dall’indagine emerge infatti che anche le piccole e medie imprese investono nella ricerca: caso limite è la provincia di Modena, con il 62,99% delle spese di ricerca fatto dalle medie imprese, ma anche nelle altre tre province il dominio delle grandi aziende negli investimenti di ricerca non è assoluto. Tra le nuove tecnologie, le più diffuse sono quelle che riguardano la robotica, il product lifecycle management, gli smart sensors e i big data. L’automazione, stando ai risultati dell’indagine, viene applicata soprattutto nella progettazione, nel settore risorse e sviluppo e nei servizi. Aumenta la competenza meccatronica, il problema della cyber security tra i più sentiti Sicuramente c’è maggiore consapevolezza, rispetto alle edizioni passate dell’indagine, di cosa sia l’Industria 4.0: lo dimostrano le definizioni date in risposta al questionario, che parlano di automazione, interconnessione delle macchine, sfruttamento di grandi quantità di dati, manutenzione predittiva. Altre domande riguardano invece i passi necessari alla trasformazione in chiave 4.0. «Spesso viene chiesto un maggior coinvolgimento dell’imprenditore: c’è discrepanza tra management e ufficio tecnico», ha affermato Gruosso. Si auspica quindi una contaminazione tra le

Competenze di Industria 4.0: in Emilia-Romagna sempre più diffuse L’indagine realizzata dal Politecnico di Milano e promossa da Messe Frankfurt Italia e Anie Automazione

funzioni aziendali, che andranno adeguatamente formate. Altra necessità per il futuro è quella di mettere in relazione i dati aziendali con altri dati: «manca oggi la possibilità di accesso a banche dati condivise», ha commentato Gruosso. Tra i rischi più sentiti c’è quello legato alla sicurezza delle informazioni, per il quale, secondo Gruosso, non sono ancora disponibili soluzioni concrete. Anche se, secondo Massimo Daniele di Schneider Electric, la cyber security sta «entrando sempre più nel mondo dell’automazione in chiave normativa per sensibilizzare le aziende».

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Le aziende a scuola: i professionisti educano all’imprenditorialità Nel 2016/2017 gli studenti partecipanti sono 18mila

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unior Achievement Italia, nel corso dell’evento “Moving entrepreneurship education forward” (il 16 gennaio al Miur) ha presentato i dati del suo progetto “Impresa in azione” che porta le aziende a scuola per educare all’imprenditorialità. La partecipazione degli studenti è cresciuta del 38% passando dai 13mila studenti dall’anno scolastico 2015/2016 a 18mila nell’anno 2016/2017, mentre le classi che hanno aderito al progetto sono passate da 700 a 900, con un totale di mille docenti disponibili ad accompagnare gli studenti in questo percorso. L’incremento è avvenuto nel primo anno di attuazione dell’obbligo di alternanza fra scuola e lavoro previsto dalla Legge 197 (la Buona Scuola). Inoltre, l’Italia si posiziona al primo posto in Europa per il numero di studenti che hanno ottenuto la certificazione “Entrepreneurial skills pass”, che attesta conoscenze teoriche e pratiche in ambito economico, finanziario e imprenditoriale. Il ministero dell’Istruzione è partner di Ja Italia, insieme ai ministeri dell’Istruzione di Belgio, Finlandia, Estonia

e Lettonia, nella ricerca applicata “Innovation cluster for entrepreneurship education”, i cui risultati saranno pubblicati nell’autunno 2017. Gli studenti che partecipano al programma di educazione imprenditoriale “Impresa in azione” entrano in contatto con il mondo delle imprese attraverso professionisti che accompagnano le classi con il ruolo di mentor, chiamati “dream coach”, volontari che mettono a disposizione la propria esperienza professionale e le proprie conoscenze.

Le conoscenze imprenditoriali facilitano l’ingresso nel mondo del lavoro «Aspiriamo a un sistema scolastico dove l’educazione all’imprenditorialità diventi per tutti. Ponendoci come i promotori dell’entrepreneurship education hub italiano (Ee-Hub), che ha già coinvolto diverse aziende e istituzioni, intendiamo non solo valutare e diffondere le più efficaci iniziative di educazione imprenditoriale, ma

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L’Italia prima in Europa per numero di studenti con la certificazione “Entrepreneurial skills pass”

Fiera leader mondiale Il mondo del bagno, tecnica degli edifici, dell’energia e della climatizzazione, energie rinnovabili

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Energy

Noi vi presentiamo le soluzioni: efficienza energetica, energie rinnovabili, comfort www.ish.messefrankfurt.com visitatori@italy.messefrankfurt.com Tel. +39 02-880 77 81

anche sviluppare un curricolo verticale che interessi tutte le fasce scolastiche, a partire dalla scuola primaria». Questo l’appello di Eliana Baruffi, presidente di Junior Achievement Italia. L’Ee-Hub è uno dei tre tavoli di lavoro del pact for youth italiano, iniziativa in cui Ja Italia offre la propria esperienza nella promozione dell’educazione imprenditoriale a scuola come veicolo di sviluppo di competenze trasversali fondamentali non solo per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ma anche come leva di cittadinanza. Tra le aziende partner che già sostengono la mission di Junior Achievement Italia ci sono: Abb, Accenture, Assefi, Assolombarda, Axa, Bata, Citi, Credit Suisse, ExxonMobil, Fondazione Cariplo, Fondazione Varrone, GE, Hyundai Motor Company Italy, Jp Morgan, LinkedIn, Manpower Group, Mediobanca, MetLife, Mitsubishi Ufj Financial Group, Ricoh, Siemens, Struttura Valle D’Aosta, The Walt Disney Company Italia, Tree, UniCredit. i.n.

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Paese partner


Risparmiare fino al 48% sui downtime produttivi Foto © Fanuc America

Evitare il fermo dei robot grazie all’Industry 4.0

C

osa succede ai robot dopo che lasciano l’impianto di produzione? Fanuc America non aveva notizie sulla loro operatività fino a quando non si manifestava un problema. Peccato che un eventuale fermo di questi macchinari costasse ai clienti almeno 20mila dollari al minuto. Così l’azienda ha deciso di cambiare la strategia di go-tomarket grazie all’aiuto dell’Internet of Things e ad aprile dello scorso anno è stata lanciata la collaborazione con Cisco, specializzata nella fornitura di apparati di networking. Si è trattato di collegare nel cloud i macchinari venduti grazie alla Cisco intercloud fabric, che ha permesso alla multinazionale nipponica di monitorare da remoto il suo parco robot. Le tecnologie Cisco (switch e componenti di sicurezza) integrate nei macchinari si combinano con i sistemi di machine learning e le analitiche legate ai big data che questi sistemi producono quotidianamente. I benefici? Cisco li ha stimati in una riduzione di downtime e difetti rispettivamente del 48 e 49%, nonché in un aumento del 16% dell’efficienza complessiva degli impianti.

Il sistema si chiama Field (Fanuc intelligent edge link and drive) e funziona in modo piuttosto lineare: ogni volta che nell’impianto si verifica un’anomalia o un’eccezione vengono generati degli alert automatici, indirizzati sia al personale di Fanuc sia al cliente, così da coordinare gli interventi manutentivi. Ad esempio, nel caso in cui venga rilevato un maggior sforzo su un certo robot gli operatori della manutenzione della società giapponese sono avvertiti da un messaggio sul proprio smartphone e contemporaneamente i server nel data center della società analizzano il warning e, utilizzando la casistica precedente e nuove tecniche di analisi predittiva, identificano il problema, ordinano in automatico le parti e contattano la business unit Motion controls robotics, così che si possa inviare direttamente presso la sede del cliente anche una squadra di manutentori. Per ora questo sistema è applicabile a tutti i robot, periferiche e sensori Internet of Things utilizzati nei sistemi di automazione Fanuc dei clienti statunitensi, ma il progetto è di estendere la sua portata su scala globale. g.p.

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HANNOVER EXPRESS L’unico volo DIRETTO dall’Italia ad Hannover. L’UNICA POSSIBILITÀ di visitare la fiera per 8 ore in un solo giorno

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Mercoledì 26 aprile da Milano Malpensa

Il pacchetto Hannover Express prevede tutto quanto necessario per arrivare in fiera rapidamente e senza pensieri. La partenza è prevista alle ore 7.30 da Milano Malpensa e, all’arrivo ad Hannover, pullman privati conducono direttamente in Fiera: l’ingresso ai padiglioni è immediato grazie alla tessera precedentemente fornita. Alle ore 18 circa nuovo trasferimento all’aeroporto ed imbarco sul volo Milano Malpensa. L’arrivo è previsto alle ore 22 circa. Il pacchetto Hannover Express è apprezzato da molti anni dai visitatori e dagli espositori per invitare in fiera clienti e rivenditori.

INDUSTRIA MECCANICA segnala ai propri lettori la tariffa speciale ridotta di 660 Euro + IVA per persona per le prenotazioni confermate entro il 26 febbraio. Dopo tale data la quota è di 740 Euro + IVA

Per informazioni e prenotazioni: Hannover Express - Tel. 02 53578213 E-mail: hannoverexpress@publitec.it - Prenotazioni on line: http://www.hannoverexpress.it 75 | gennaio febbraio 2017


recensioni

BIM e project management

Andrea Ferrara - Eva Feligioni - Ed. Dario Flaccovio Editore www.darioflaccovio.it Euro 45,00 Dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, il Bim è divenuto obbligatorio. Questo testo su Bim e Project management descrive gli strumenti da adottare nella progettazione, costruzione e gestione di un’opera mediante le tecniche e le procedure del Bim. Il presente testo, rivolto ai professionisti e studiosi del settore, descrive gli strumenti da adottare sostenendo l’innovazione come opportunità per lo sviluppo del processo produttivo. Analizzando i vantaggi operativi ed economici propri della progettazione integrata, il libro BIM e Project management si sofferma sui meccanismi di interoperabilità e condivisione dei dati, a seguito del recepimento della Direttiva 2014/24/UE e della revisione del Codice dei Contratti Pubblici.

RUBRICA | Recensioni

Durabilità del calcestruzzo: i fattori che la influenzano Riccardo Schvarcz Ed. Dario Flaccovio Editore www.darioflaccovio.it Euro 38,00 Questo volume approfondisce i fattori che influenzano la durabilità del calcestruzzo, fornendo un grande contributo a uno dei temi più dibattuti e poco approfonditi degli ultimi anni, ovvero l’ammaloramento e il degrado delle opere. In particolare si affrontano tutti gli aspetti critici che riguardano la durabilità delle strutture in calcestruzzo armato e non armato, secondo i principi fondamentali sui quali si basano le norme tecniche per le costruzioni e le normative europee che responsabilizzano sempre più le diverse figure coinvolte nel processo edilizio. Nel corso della trattazione si approfondiscono le tematiche dal punto di vista cantieristico non tralasciando le basi teoriche di riferimento.

L’organizzazione dell’ufficio tecnico di progettazione nelle PMI.

Guido Rufo - Ed. FrancoAngeli www.francoangeli.it Euro 23,00 Nelle piccole e medie imprese ci si misura quotidianamente con ritardi nei tempi di progettazione, continue modifiche al prodotto, disegni non aggiornati, costi eccessivi, ecc. In parallelo l’attività di un’impresa è fatta di pianificazione, controllo, standardizzazione, riduzione di tempi e costi, agendo in modo tempestivo e rapido. Questo libro, sviluppando concetti che vanno dalla pianificazione delle attività alla valutazione degli indicatori di performance, dalla configurazione di prodotto al Pdm, fornisce alla direzione tecnica tutti gli strumenti e i metodi per una gestione evoluta dell’area tecnico-progettuale. L’impostazione pratica e immediatamente fruibile adottata dal testo, è tale da farlo divenire un vero e proprio “vademecum”.

L’Europa del dissenso

Francesco Antonelli, Laura Giobbi, Valeria Rosato Ed. FrancoAngeli www.francoangeli.it Euro 20,00 Teorie e analisi sociopolitiche. L’Unione europea ha cominciato a essere avvertita come qualcosa che tocca seriamente e da vicino la vita delle persone; guardata con preoccupazione e persino con ostilità, è divenuta oggetto di critiche e di forme di dissenso. I saggi qui raccolti si propongono di offrire utili chiavi di lettura e di interpretazione a tale riguardo, sulla base di analisi che toccano temi e profili di indagine concernenti sia la varietàproblematicità dei punti di vista teorici sul progetto di Unione europea, sia le manifestazioni e declinazioni del fenomeno genericamente classificabile sotto le etichette di antieuropeismo o di euroscetticismo.

Leadership relazionale

Ann Lake, Andrea Baldo Ed. FrancoAngeli www.francoangeli.it Euro 21,00 I tipi psicologici come chiave di successo in azienda e nella vita privata. Il volume è una guida decisamente innovativa, semplice ma efficace, rivolta a chi opera nelle aziende e in tutti i contesti organizzativi. A fianco di tutte le competenze che ogni manager e professionista deve possedere per avere successo nella propria carriera lavorativa, la capacità di costruire e mantenere relazioni positive e costruttive con i propri interlocutori occupa oggi un posto di rilievo. Il modello offre un quadro di riferimento di descrizione delle relazioni interpersonali, che non si ferma alla semplice “ripetizione” di formule e comportamenti, ma che parte da un profondo allineamento dell’individuo con le sue caratteristiche più profonde per costruire poi un ponte verso gli altri. Esso apre la possibilità di superare l’antica “regola d’oro” della relazione con il prossimo.

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ESSERE SOCI ANIMA CONVIENE! CONVENZIONI E PARTNER ANIMA | GENNAIO 2017 Federazione ANIMA, attenta alle crescenti esigenze su aspetti produttivi, strategici e gestionali delle proprie aziende associate, ha sviluppato e costantemente arricchisce un esclusivo programma di proprie convenzioni e accordi con partner strategici di business. I settori coinvolti sono i più vari e ciascuno contribuisce a un concreto supporto nell'attività aziendale quotidiana dei Soci ANIMA. Le schede dettagliate delle convenzioni sono disponibili per i Soci all'interno dell'area riservata del sito ANIMA (inserendo le chiavi di accesso). Inoltre… tutti i Soci usufruiscono in modo automatico anche dei vantaggi legati alle Convenzioni di Confindustria, in quanto ANIMA appartenente al Sistema Confindustriale.

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TRADUZIONI, INTERPRETARIATO, SERVIZI DI COMUNICAZIONE ▪ Globe Group [NEW] ▪ Imagine Traduzioni ▪ Promoest

FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DELL'INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE

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Maggiori informazioni sul sito www.anima.it/convenzioni-anima | gennaio febbraio 2017


In questa pagina pubblichiamo un indice analitico in ordine alfabetico di persone, aziende ed enti citati in questo numero della rivista. Non sono compresi i nomi degli autori di articoli o interviste, già presenti nel colophon a pagina 4.

ELENCO | In questo numero

Nomi Abb Abba’ Filippo Accenture Accredia Acism Agcm Aimpes Air Liquide aizoOn Alessi Alessi Matteo Allianz Alterna Anie Automazione Ansaldo Energia Antitrust Antonelli Francesco Aog – Australian Oil & Gas Arias Canete Miguel Artoni Asme Assefi Assocalzaturifici Assofoodtec Assolombarda Axa Azzone Giovanni Baldo Andrea Baruffi Eliana Basf Se Bata Battarino Paolo Bce Berger Patric Bie - Biomass Innovation Expo Blackburn Robert Bpc Burrafato Luca Calenda Carlo Caprari Alberto Cattaneo Roberto Cereda Enrico Chiesa Vittorio China Association of Bakery and Confectionery Industry Cib Unigas Cietac

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Nomi

15, 73 8 73 18 16 16 44 14 69 30 30 11 14 70 8 16 76 44 44 15 54, 55 73 44 44 73 73 8 76 73 8 73 8 27 9 14 8 13 30 27 29 16 27 9 46 30 43

Cisco Citi Climaveneta SpA Commissione europea Comune di Milano Confindustria Confindustria digitale Consiglio europeo Consorzio dei Comuni trentini Cornagliotto Federico Corriere della Sera Corte Suprema Credit Suisse Cuccarello Marco Daniele Massimo Dario Flaccovio Editore Datalogic De Poli Sandro Decio Alessandro DeLclima Finance Srl della Sala Umberto Draghi Mario Ecoped Ecopower ecoR’it Elcon Eneco Esa Automation Euler Hermes Expo Astana 2017 ExxonMobil Fanuc Federalimentare Feligioni Eva Fercam Ferrara Andrea Ferrarini Lisa Fiera Milano Fondazione Bruno Kessler Fondazione Cariplo Fondazione Edison Fondazione Edmund Mach Fondazione Varrone Fortis Marco FrancoAngeli Ge Italy Giobbi Laura

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Pagina 74 73 11 15, 16, 19, 39 15 18, 38, 40, 44 24 39, 45 15 69 70 43 73 51, 52 70 76 13 30 31 11 8 27 62 62 62 11 15 11 30 45 73 74 44 76 15 76 38 14 15 73 29 15 73 29 76 30, 73 76


Nomi Governo italiano Governo maldiviano Grassi Vincenzo Gruosso Giambattista Gruppo Pieralisi Gruppo Safe Harvard University Hera Hoffmann Group Hyundai Motor Company Italy Ibm Icc Ice Ice-Agenzia Infolog Inspect Istituto superiore della sanità Jp Morgan Junior Achievement Italia Lake Ann Lakkotrypis Georgios Lanza Alessandra Lener Nicola LinkedIn Manpower Group MaRHE Center Mce - Mostra Convegno Expocomfort Mediobanca Melco Hydronics and It Cooling Messe Frankfurt Italia MetLife Microsoft Ministero degli Affari esteri Ministero della Salute Ministero dell'istruzione Ministero dello Sviluppo economico Mitsubishi Electric Hydronics & It Cooling Systems Mitsubishi Ufj Financial Group Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano Nederlandse Spoorwegen Nexive Nianlin Zhu Nuova Star Nuvias Group Obama Barack

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Nomi

13, 40 13 30 70 30 62 11 16 8 73 26 43 31 44 52 13 18 73 72 76 44 37 31 73 73 13 9, 14 73 11 70 73 14 31 18 72 44, 69 11 73 23 15 8 46 50, 51, 52 9 37

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Omc - Organizzazione mondiale del commercio Omc 2017 - Offshore Mediterranean Conference & Exhibition Palermo Luca Pancolini Filippo Parco Tecnologico di Lodi Ptp-Science Park Parlamento europeo Pieralisi Gennaro Pierini Massimiliano Politecnico di Milano PowerGrid Prometeia Pwc RC Group SpA Reed Exhibitions Resta Ferruccio Ricoh Ridomus Rosato Valeria Rufo Guido Sace Scannavini Michele Schneider Electric Schvarcz Riccardo Selema Srl Siemens Silvestri Mario Sole-24 ore Stathakis Giorgos Steinitz Yuval Struttura Valle D’Aosta Tajani Antonio Tesorieri Giorgio The Walt Disney Company Italia Tree Trilogis Trump Donald Ucimu UniCredit Unione europea Università dell’Illinois Università di Milano-Bicocca Wärtsilä World Economic Forum Zampini Giuseppe

Pagina 39 44 8 30 15 16, 39 30 9 8, 70 15 37 30 11 47 8 73 62 76 76 31 31 70 76 11 73 68 29, 31 44 44 73 16 52 73 73 15 37 45 73 36, 39, 44, 76 11 13 14 27 8


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INSERTI ECONOMICI Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia/estero

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INSERTI ECONOMICI a cura della Redazione e dell’Ufficio Studi ANIMA - per richieste contattare: alchieri@anima.it - redazione@anima.it (disponibili anche in inglese)

Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 712 - 1^ Quindicina di gennaio 2017 - pubblicata su questo numero Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 22 - 14 gennaio 2016 - pubblicata su questo numero Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia/estero | Tabella bianca 1° gennaio 2017 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione l’industria meccanica 707 | 80 per la produzione di energia” - pubblicata su questo numero


TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

IN ITALIA

SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2017

Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services in Italy Sector mechanical and engineering industries

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Edizioni: A.S.A. S.r.l. - Via A. Scarsellini 13 - 20161 Milano - tel. +39 0245418.200 - fax +39 0245418.240 | Direttore Responsabile: dott. Giuseppe Bonacina | Riproduzione vietata - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 334.1981.

TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia


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TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia


TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

ALL’ESTERO

SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2017

Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services abroad Sector mechanical and engineering industries

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TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale all’estero


TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

nei Paesi europei ed extra europei

SETTORE IMPIANTI E COMPONENTI DI GRANDE DIMENSIONE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA January 2017 Statistical survey on average tariff quotation for staff services in Europe and outside Europe Sector energy generation plants and large components

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TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei


TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei

Janvier 2017

Enero 2017

Relevés statistiques des cotations moyennes des tarifs pour les prestations du personnel en europe et en dehors de l’europe Secteur installations et composants de grandes dimensions pour la production d’energie Estudio estadìstico de las cotizaciones medias de las tarifas por prestaciones del personal en europa y fuera de europa Sector instalacionesy grandes componentes para la producción de energía

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TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei

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l’industria meccanica 707 | 90

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TABELLA N. 22 - 14 GENNAIO Costo| orario di un operaio del settore della meccanica generale TABELLA N. 22 - 2016 GENNAIO| 2016 Costo medio orario medio di un operaio del settore della meccanica generale


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91 | gennaio febbraio 2017

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TABELLA N. 22 - GENNAIO 2016 | Costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale


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TABELLE TABELLE 1^ QUINDICINA DIDIGENNAIO 2017 | Listino Materiali di Interesse Meccanica 712 (Piazza di Milano) 1^ QUINDICINA GENNAIO 2017 | Listino PrezziPrezzi Materiali di Interesse delladella Meccanica VariaVaria N. 712N.(Piazza di Milano)

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TABELLE 1^ QUINDICINA DI GENNAIO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 712 (Piazza di Milano)


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TABELLE 1^ QUINDICINA DI GENNAIO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 712 (Piazza di Milano)

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TABELLE 1^ QUINDICINA DI GENNAIO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 712 (Piazza di Milano)


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TABELLE 1^ QUINDICINA DI GENNAIO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 712 (Piazza di Milano)

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