708 MARZO
Russia
APRILE 2017 MAGAZINE UFFICIALE ANIMA | CONFINDUSTRIA
oltre le sanzioni Come muoversi tra vendor list, localizzazioni e joint venture
Smart manufacturing: in 5 anni tre quarti delle aziende digitalizzeranno i processi Logistica in fabbrica, rinnovare i carrelli per sicurezza e risparmio energetico All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia - n. 714 / Costo orario medio dell’operaio n. 23 / Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2017
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1 | marzo aprile 2017
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3 | marzo aprile 2017
Export in Russia, istruzioni per l’uso Da 1,2 miliardi di euro a 609 milioni. Il valore dell’export di tecnologie meccaniche italiane verso la Russia si è dimezzato dal giorno in cui – era il 2014 – Usa e Unione europea hanno applicato sanzioni economiche verso Mosca in risposta alle operazioni di Vladimir Putin in Ucraina. Una distensione sullo scenario internazionale consentirebbe all’industria italiana dei settori alimentare, acqua, oil&gas, edilizia, climatizzazione ed efficienza energetica di recuperare competitività. Ma, in attesa di segnali chiari dalla geopolitica, la meccanica trova vie alternative per mantenere vivo il suo export; nella sezione Export&Mercati di questo numero analizziamo casi e modalità in cui il business con la Russia è stato reso possibile grazie ad azioni di localizzazione o da joint venture, con un particolare focus sui meccanismi delle verndor list nel settore oil&gas. Facciamo luce, inoltre, sul sistema sanzionatorio e sulla necessità di limitare i rischi tramite copertura finanziaria. Torniamo poi a parlare di Industria 4.0, per capire nuovi dettagli sul meccanismo incentivante di super e iper ammortamento: come l’agevolazione prevista per il revamping, i requisiti per poter definire un bene “interconnesso” e il dettaglio di chi, effettivamente, può fruire dei bonus. Ma 4.0 significa anche necessità di finanziamenti per innovare la fabbrica; per farlo è possibile accedere a strumenti particolari come i “Meccanica Bond” promossi dalla Federazione Anima con il Politecnico di Milano. Continua inoltre l’approfondimento sulle normative legate allo smaltimento dei Raee: anticipiamo cosa cambierà da agosto 2017, mese in cui la normativa inerente sarà applicata a tutti i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Parliamo poi di carrelli industriali: analizziamo i vantaggi per le aziende di dotarsi di un parco macchine al passo con i requisiti di sicurezza e consumi richiesti oggi. E di efficienza energetica: con un esempio di risparmio di energia e di risorse generato all’analisi della qualità dell’aria compressa. News dalle aziende, schede di prodotto, approfondimenti tecnici e recensioni completano questo numero dell’Industria Meccanica.
L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73 Direttore responsabile Giuseppe Bonacina - bonacina@anima.it Direttore editoriale Alessandro Durante - durante@anima.it Comitato editoriale Michele Bendotti, Giuseppe Bonacina, Sandro Bonomi, Maurizio Brancaleoni, Alberto Caprari, Alessandro Durante, Paola Ferroli, Andrea Orlando, Mario Salvi Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Pietro Luigi Cavallotti, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini Redattore Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Segretaria di redazione Cinzia Alchieri - alchieri@anima.it - Tel. 02 45418.211 Hanno collaborato a questo numero: Laura Aldorisio, Silvia Borghi, Franco Canna, Hanz Giovanni Chiappetta, Giampiero Colli, Dante Ghisi, Giulia Linfozzi, Mauro Ippolito, Federico Musazzi, Matteo Mussi, Irene Nava, Matteo Piccinali, Gloria Presotto, Alessandro di Simone, Michele Strozzi, Sabrina Suardi, Marcello Zinno Impaginazione Abc Production Fabio Lunardon - lunardon@anima.it Responsabile della pubblicità Mario Salvi - salvi@anima.it Direzione e Redazione ANIMA Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it | Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo (6 numeri) Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Progetto editoriale e grafico ANIMA - L’Industria Meccanica Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it
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La Redazione - @IndMeccanica
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397
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36 L’efficienza energetica è questione d’un soffio
8 RUBRICA | Donne e uomini al timone
di Gloria Presotto
11 RUBRICA | i 400 caratteri Brevi dal mondo dell’industria
14 Contatori d’acqua e calore: non tutti sono conformi alle direttive
38
16 Approfondimenti tecnici
SICUREZZA&AMBIENTE
18
40 Rifiuti elettronici: la nuova sfida chiamata Open Scope di Sabrina Suardi – Gruppo Safe
AUTOMAZIONE&PRODUZIONE
45 Ad Hannover Messe 2017 innovazioni per il 4.0 e i sistemi energetici 46 Il Catalogo degli Apparecchi: il Conto Termico 2.0 entra nel vivo
20 Iperammortamento: le condizioni, i destinatari e altri chiarimenti
di Federico Musazzi e Giampiero Colli
di Franco Canna
48 Tariffe elettriche: nel 2018 a regime la riforma, tolti progressività e sussidi incrociati
24 Meccanica Bond per investire in Industria 4.0
di Giulia Linfozzi
25 Una collaborazione per attrezzare le macchine utensili 26 Rivoluzione 4.0: in Italia 3 aziende su 4 digitalizzeranno i propri processi entro cinque anni 28 RUBRICA | Italia Innovation HUB SPS, il ponte tra automazione e digitalizzazione
SOMMARIO N. 708
34
Le avversità non le affrontiamo perché sono difficili, ma sono difficili perché non le affrontiamo. (Seneca)
EFFICIENZA&ENERGIA
5 | marzo aprile 2017
l’industria meccanica 708 | 6
77 Selezione del personale: come trasformare i dipendenti da centro di costo a leva per il profitto
50
di Dante Ghisi
80 Petrolio, il prezzo al barile si stabilizza di Irene Nava
82 Il futuro delle valvole industriali e l’approccio local content nel settore Oil&Gas
EXPORT&MERCATI
Intervista a Bader Al-Jarallah, valve engineering specialist di Saudi Aramco
84 Host 2017: in mostra il futuro del Food Tech
52 Post-Trump: nuovi scenari per la Russia e il rublo si rafforza
Intervista a Simona Greco, Exhibition Director di HostMilano
di Mauro Ippolito, Wings Partners
86 Geico al sesto posto nella classifica “great place to work Italia”
54 La risposta di Mosca alle sanzioni: priorità al made in Russia
88 Settore high-tech navale: accordo per il mercato cinese
di Laura Aldorisio
60 La Russia al bando: le sanzioni europee
89 News dalle aziende
di Alessandro di Simone, Easy Frontier
92 RUBRICA | Recensioni 64 FLASH INTERNAZIONALIZZAZIONE
94 ELENCO | In questo numero
66 Il certificato d’origine del prodotto: a cosa serve, come ottenerlo e come non incorrere in sanzioni di Matteo Mussi e Silvia Borghi, Lawtelier
96 ABBONAMENTI 97 TABELLE ANIMA – BIANCHE, BLU, ARANCIO
70 RUBRICA | i 400 caratteri Brevi dal mondo dell’industria
72
SOMMARIO N. 708
LOGISTICA&MOVIMENTAZIONE 74 Rinnovare il parco carrelli: una questione di sicurezza 76 Ufficializzati gli EPD - Environmental Product Declaration nel settore serrature, ferramenta e maniglie di Marcello Zinno
7 | marzo aprile 2017
La propensione a sperimentare non è sufficiente, ma l’avversione a sperimentare equivale alla morte. (Ezra Pound)
Taku Ichii
Ettore Jovane
Big Kaiser, azienda specializzata nella realizzazione di utensili e soluzioni per lavorazioni meccaniche di altissima qualità e precisione, ha nominato Taku Ichii come nuovo Ceo, che succede a Peter Elmer. Peter Elmer ha contribuito in maniera significativa a costruire un’azienda altamente innovativa, ampliando la gamma di prodotti e la presenza sul territorio. Taku Ichii è entrato a far parte del gruppo Big Daishowa nel 2004, negli ultimi anni ha avuto modo di conoscere l’ambiente lavorativo, e ora entrerà a far parte del management di Big Kaiser.
Ettore Jovane è stato nominato responsabile della business unit Air conditioning di Samsung Electronics Italia a diretto riporto di Daniele Grassi, vice president consumer electronics del gruppo. Nel nuovo ruolo, Jovane gestirà due team di lavoro, il primo dedicato al business dell’area professionale e dell’area consumer, il secondo dedicato allo sviluppo dei sistemi Dvm; quest’ultimo sarà guidato da Diego Ciocca, a diretto riporto di Jovane, oggi nominato presales & technical support manager.
RUBRICA | Donne e Uomini al timone
è il nuovo Ceo di Big Kaiser
è stato nominato responsabile della business unit Air conditioning di Samsung Electronics
Hannes Baumgartner
Vincenzo Quintani
In occasione del Cda Thomas Baumgartner, che in seconda generazione ha guidato l’azienda della Fercam dal 1981, ha passato oggi le redini al figlio primogenito Hannes. «I passaggi generazionali sono sempre un momento cruciale e delicato per il proseguimento e lo sviluppo delle aziende familiari», afferma Thomas Baumgartner. «La fiducia accordatami costituisce per me anche una grande responsabilità, che accolgo volentieri, onorando i valori vissuti da mio nonno e da mio padre», dice Hannes Baumgartner.
Vincenzo Quintani è il nuovo coordinatore del gruppo Smart Metering di Csi, l’associazione che rappresenta le imprese costruttrici di componenti e sistemi per impianti in Anie. Il gruppo Smart Metering ha come obiettivo quello di promuovere l’impiego delle tecnologie statiche di misura, divulgandone gli aspetti tecnico-scientifici e normativi. «Un sistema di Smart Metering è un’infrastruttura cardine su cui innestare servizi caratteristici delle smart city, nell’ottica di un paradigma IoT verso il quale ci stiamo evolvendo», ha spiegato Quintani.
è il nuovo amministratore delegato di Fercam
è il nuovo coordinatore del gruppo Smart Metering di Csi
l’industria meccanica 708 | 8
Donne e Uomini
Paolo Pastorino
è il nuovo presidente Assobagno Nel corso dell’assemblea Assobagno tenutasi lo scorso 7 febbraio, è stato designato il nuovo Consiglio direttivo che, all’unanimità, ha eletto Paolo Pastorino, Ad Deltacalor, presidente Assobagno che succede a Mauro Guzzini. «Ringrazio innanzitutto Mauro Guzzini e il Consiglio direttivo per l’attività svolta in quest’ultimo triennio. La nuova squadra rappresenta molto bene l’associazione in tutte le sue variabili. Ci impegneremo a sviluppare l’internazionalizzazione e punteremo al consolidamento del mercato interno e allo sviluppo della base associativa», ha dichiarato Pastorino.
Emanuele Orsini
è il nuovo presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini è il nuovo presidente di FederlegnoArredo. «La filiera del legnoarredo rappresenta uno dei settori manifatturieri più importanti del paese. – ha sottolineato Orsini – Per questo va tutelato e rafforzato con politiche di crescita. Una ferma convinzione mi guiderà nei prossimi anni: incentivare il lavoro di squadra per rafforzare la federazione. Un ringraziamento particolare a Roberto Snaidero sotto la cui guida FederlegnoArredo ha raggiunto risultati impensabili fino a qualche anno fa».
9 | marzo aprile 2017
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i 400 caratteri
DRONI
I medicinali arrivano dall’alto Un drone di carta usa e getta per portare aiuti, come sangue e vaccini, in zone con poche strade, colpite da una calamità naturale o in guerra. Dopo il lancio da un aereo in volo, il drone Apsara, realizzato da Otherlab, finanziato dalla Darpa, può percorrere
IoT
fino a 150 chilometri e atterrare in un raggio di 10 metri dal bersaglio. Costruito con cartone, nastro da imballaggi e qualche elemento hardware, anche se perso non rappresenta un grave costo.
BIG DATA
POLITECNICO DI MILANO
Nuovi partner per il Mercato del lavoro: Premio Amba per polo di ricerca Ibm analizzato con il web la startup XMetrics Altre quattro aziende si uniranno ai “centri di collaborazione” cognitivi creati da Ibm nella nuova sede del Centro globale Watson IoT a Monaco. Avnet, Bnp Paribas, Capgemini e Tech Mahindra collocheranno i propri team di sviluppo presso il centro, dove Ibm intende creare un ecosistema di innovazione in cui decine di clienti e partner lavoreranno con 1.000 professionisti Ibm per esplorare le potenzialità delle nuove tecnologie legate all’Internet delle Cose.
Monitorare in tempo reale la domanda di lavoro delle aziende in Europa con i big data. È lo scopo di un progetto quadriennale coordinato dal Crisp dell’Università di Milano-Bicocca con la partecipazione di TabulaeX – spin-off dell’ateneo milanese – e Iwak della Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte. Il mercato del lavoro sarà analizzato non più tramite sondaggi ma con i dati provenienti dalle posizioni aperte in Internet.
11 | marzo aprile 2017
Mip Politecnico di Milano anche quest’anno è nella classifica delle sei migliori startup al mondo premiate con un Amba Entrepreneurial Venture Award, premio della Association of MBAs che certifica gli standard qualitativi dei master in business administration. Il premio è stato vinto da XMetrics di Andrea Rinaldo, un dispositivo indossabile che rileva ed elabora i dati biometrici grazie a tre sensori biomeccanici e un algoritmo pensato per i nuotatori.
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i 400 caratteri ECONOMIA CIRCOLARE
INDUSTRIA AGROALIMENTARE NUOVI MATERIALI
Da rifiuti a materie prime
Il futuro si pulisce da solo
Dai funghi un polistirene “bio”
Selezionare, trasformare e re-immettere sul mercato i rifiuti come materie prime secondarie. Ecco la nuova destinazione del polo di Scapigliato, la discarica più grande della Toscana dove ogni anno vengono smaltite 460mila tonnellate di rifiuti. Il polo è gestito da Rea Impianti, che ha deciso di investirvi 50 milioni di euro. Verrà creato anche il Centro toscano per l’economia circolare, per la ricerca e la promozione di startup nel settore.
La prima superficie metallica antibatterica e fluidorepellente al mondo. A progettare la soluzione che ci porterà a produrre elettrodomestici e macchinari per l’industria agroalimentare autopulenti c’è un team europeo di ricercatori coordinato dall’Università degli Studi di Parma, assieme a una rete di aziende partner, tra cui la vicentina Ecor Research, unica italiana. L’innovazione è nata nell’ambito del progetto TresClean, promosso dal programma Horizon 2020.
Un materiale molto simile al polistirene espanso ma al 100% compostabile: si chiama Mogu, ed è prodotto da Mycoplast, azienda di Inarzo (Varese). Grazie alla capacità dei funghi di crescere su qualsiasi materiale organico che contenga cellulosa, di cui si cibano, paglia, sfalci, segatura, bucce di pomodoro e fondi di caffè vengono trasformati in un prodotto utilizzabile in bioarchitettura, nel design o nel packaging.
MUSEI
Arte e automazione si incontrano a Oslo Il nuovo museo Munch di Oslo sarà gestito con il sistema di building management Desigo CC di Siemens. L’ordine per il museo d’arte della capitale norvegese, del valore di 1,1 milioni di euro, comprende tutte le apparecchiature per l’automazione, pannelli, interfacce, l’ingegneria, la programmazione, la messa in servizio e la formazione per i dipendenti del museo. Il progetto dovrebbe essere completato entro la fine del 2019.
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13 | marzo aprile 2017
La direttiva MID detta i criteri di fabbricazione dei misuratori divisionali
RUBRICA | Approfondimenti tecnici
I
contatori di calore sono strumenti di misura che rispondono alla direttiva Mid. Anima, in una lettera al ministero dello Sviluppo economico, ha denunciato la diffusa resistenza a installare strumenti che siano conformi alla direttiva in vigore. Un fenomeno che riguarda in particolare i contatori d’acqua e calore, cosiddetti “divisionali”, cioè i misuratori installati all’interno degli edifici che consentono la suddivisione del costo di acqua e calore tra diversi utilizzatori che risiedono nel medesimo immobile. La direttiva Mid impone la conformità di tutti i dispositivi e dei sistemi per le funzioni di misura a garanzia delle transazioni commerciali. Nonostante le precise disposizioni della norma, nella gran parte degli operatori persiste il dubbio sulla conformità dei misuratori “divisionali” ai criteri di fabbricazione previsti dalla Mid. Nella lettera Anima condivide il timore di situazioni illegali che si possano diffondere con l’obiettivo di evitare la conseguente applicazione dei provvedimenti relativi alla verificazione periodica e alla sostituzione degli stessi misuratori. L’utilizzo di questi strumenti di misura si è diffuso, in particolare, dall’introduzione di norme relative al risparmio energetico negli edifici. Senza verifiche e sostituzioni si conserverebbe la situazione delle installazioni precedenti all’entrata in vigore della Mid e quindi nessuna richiesta normativa di conformità alla metrologia legale e nessun obbligo di verifica o sostituzione. Di conseguenza verrebbe perpetuata una situazione in cui gli strumenti di misura sono privi di regolamentazione. A livello divulgativo c’è molto lavoro da fare ancora perché gli operatori rispettino le norme a vantaggio di una maggiore qualità della misura e si sottopongano a controlli periodici obbligatori. . l.a.
Contatori d’acqua e calore: non tutti sono conformi alle direttive Anima condivide in una lettera al ministero dello Sviluppo economico il timore che si diffondano situazioni illegali
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15 | marzo aprile 2017
AMBIENTE, LEGISLAZIONE
Materiali a contatto con acqua potabile: aggiunto limite per il cromo esavalente
RUBRICA | Approfondimenti tecnici
Il 16 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 14 novembre 2016 del ministero della Salute, che introduce un nuovo limite massimo ammissibile in acqua potabile per il cromo esavalente. Nello specifico, il nuovo provvedimento andrà a integrare il Decreto legislativo 2 febbraio 2001 n.31, che costituisce il recepimento italiano della Direttiva europea 98/83/CE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. Con la pubblicazione del nuovo decreto, l’elenco dei parametri del D.lgs. 31/2001 è stato integrato con l’aggiunta, come misura precauzionale di gestione del rischio, di un valore di parametro provvisorio per il Cr(VI) pari a 10 µg/l, in applicazione del principio di precauzione e sulla base delle misure recentemente adottate nel Regno Unito. Il testo del decreto è disponibile in Gazzetta Ufficiale. LEGISLAZIONE EUROPEA
Pubblicata la direttiva europea sui valori limite di esposizione professionale nei luoghi di lavoro È stata pubblicata lo scorso 1 febbraio la Direttiva (UE) 2017/164 della commissione, del 31 gennaio 2017, che definisce un quarto elenco di valori indicativi di esposizione professionale in attuazione della direttiva 98/24/CE del consiglio. In particolare, sono elencati i valori limite per 31 sostanze chimiche che, una volta recepiti, andranno a integrare i valori limite di esposizione professio-
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approfondimenti tecnici nale (previsti dall’allegato XXXVIII del D.lgs. 81/08) e dovranno quindi, laddove previsto, essere considerati nella valutazione del rischio chimico. La Commissione europea (in attuazione alla direttiva sugli agenti chimici 98/24/EC) può infatti proporre valori limite indicativi di esposizione professionale al fine di proteggere i lavoratori dai rischi derivanti dalle sostanze chimiche. LEGISLAZIONE EUROPEA
Ministero Ambiente: pubblicato il decreto per i sottoprodotti Il 15 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 13.10. 2016, n. 264 “Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti”. Il regolamento, entrato in vigore il 2 marzo, è composto da 11 articoli, più due allegati. Più in dettaglio, il provvedimento: • è emanato tenendo conto degli articoli 184bis e 185 del D.lgs. 152/06 “Norme in materia ambientale”, come anche dell’art. 2bis del Dl 171/2008, rubricato “Disposizioni in materia di biomasse combustibili relative alla vinaccia esausta ed al biogas nei processi di distillazione”; • ha come oggetto la definizione di «alcune modalità con le quali il detentore può dimostrare le condizioni generali» contenute nell’art. 184bis del D.lgs. 152/06, «al fine di favorire ed agevolare l’utilizzo come sottoprodotti di sostanze e oggetti che derivano da un processo di produzione e che rispettano specifici criteri [...]» (art. 1); • si applica ai «residui di produzione» (art. 3), così come definiti all’art. 2; • riporta le condizioni generali da dimostrare «in ogni fase del-
la gestione del residuo» (art. 4, comma 1); • indica «alcune modalità con cui provare la sussistenza delle circostanze riportate» all’art. 4 comma 1, «fatta salva la possibilità di dimostrare, con ogni mezzo ed anche con modalità e con riferimento a sostanze ed oggetti diversi da quelli precisati nel presente decreto, o che soddisfano criteri differenti, che una sostanza o un oggetto derivante da un ciclo di produzione non è un rifiuto, ma un sottoprodotto» (artt. 5 - 6 - 7 - 8); • dispone, all’articolo 10, che le «Camere di commercio istituiscono un apposito elenco in cui si iscrivono, senza alcun onere, i produttori e gli utilizzatori di sottoprodotti»; • riporta, in allegato 1, «per specifiche categorie di residui produttivi, un elenco delle principali norme che regolamentano l’impiego dei residui medesimi, nonché una serie di operazioni e di attività che possono costituire normali pratiche industriali». L’allegato ha per oggetto «le biomasse residuali destinate all’impiego per la produzione di biogas e le biomasse residuali destinate all’impiego per la produzione di energia mediante combustione»; • introduce, all’allegato 2, i contenuti minimi della «scheda tecnica e la dichiarazione di conformità di cui agli articoli 5 [rubricato “certezza dell’utilizzo”] e 7 [rubricato “requisiti di impiego e di qualità ambientale”]».
vigore relative alla cosiddetta “durezza” (contenuto di calcio e magnesio) dell’acqua potabile. In alcune regioni infatti il valore molto basso di questo parametro ha indotto le autorità sanitarie a discriminare l’uso di addolcitori con la motivazione che renderebbero l’acqua non potabile. Il ministero ha spiegato che nella legislazione in vigore «per il parametro “durezza” viene indicato un range di valori consigliati, e pertanto il mancato rispetto di questi valori non rappresenta una vera e propria non conformità e dovrà, di volta in volta, essere valutato ai fini dell’emanazione del suddetto giudizio di idoneità. Nell’equilibrio delle concentrazioni indicate, la composizione in sali minerali che conducono ad una durezza di 10 – 15° F rappresenta il miglior contenuto raccomandabile a livello sanitario. Ciò nonostante non è possibile affermare con certezza che una durezza inferiore al limite consigliato di 10°F sia dannosa alla salute soprattutto se, dopo il trattamento dell’acqua con un’apparecchiatura conforme al DM 25/2012, viene data opportuna informazione all’utente». Pertanto, il chiarimento legittima pienamente l’uso degli addolcitori anche in presenza di modesti valori di durezza dell’acqua e consente alle aziende del settore di operare con certezza nel rispetto del decreto ministeriale 25 del 2012, offrendo ai consumatori una adeguata informazione.
AMBIENTE, LEGISLAZIONE
Durezza e potabilità dell’acqua: chiarimento del ministero della Salute Su richiesta dell’associazione Aqua Italia, il ministero della Salute ha fornito un chiarimento sulle norme in
17 | marzo aprile 2017
Contenuti a cura dell’area tecnica Anima Per iscriversi alla newsletter: tecnico@anima.it
AUTO ZION PROD ZION l’industria meccanica 708 | 18
OMANE E DUNE 19 | marzo aprile 2017
AUTOMAZIONE&PRODUZIONE
Iper ammortamento: le condizioni, i destinatari e altri chiarimenti Nel decreto per il Mezzogiorno sono contenute le correzioni alla legge di bilancio
di Franco Canna
l’industria meccanica 708 | 20
P
uò accadere, in Italia, che la legge di conversione del decreto recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno, diventi l’occasione per un piccolo “ritocco” alla disciplina degli incentivi per l’innovazione alle imprese introdotti con la legge di bilancio. Ma vediamo con ordine che cosa è successo. Perché è stata rivista la legge di bilancio? Dopo una genesi piuttosto lunga e travagliata, che ha visto il testo originariamente pensato dal ministero dello Sviluppo economico subire diverse revisioni per rispondere alle legittime pressioni di diversi gruppi di interesse, l’iter di approvazione della legge di bilancio 2017 ha visto un’improvvisa accelerazione a dicembre a causa del terremoto politico causato dal referendum istituzionale, con l’urgenza di aprire la crisi di Governo: dopo il passaggio in Commissione bilancio alla Camera dei deputati, il testo della legge è stato toccato pochissimo per poi essere approvato, una volta approdato al Senato, con voto di fiducia. Questo scatto di velocità ha però lasciato incompiuto il lavoro di revisione del testo legislativo, che ha finito così col presentare diversi errori e imprecisioni, anche nella parte relativa al Piano nazionale Industria 4.0 contenuto nella legge. Il “revamping” ora è agevolato al 250% Nell’allegato A della legge di bilancio, contenente l’elenco dei beni che possono godere dell’agevolazione dell’iperammortamento al 250%, è infatti stato commesso, per esplicita ammissione del ministero, un errore materiale.
21 | marzo aprile 2017
Nel capitolo relativo ai «beni strumentali con funzionamento controllato da sistemi computerizzati e/o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti» sono state individuate alcune condizioni per consentire una semplice differenziazione tra queste macchine e quelle a cui spetta “solo” il beneficio del super ammortamento al 140%. Il testo richiede infatti il rispetto di cinque «requisiti tecnici di base» più due condizioni che rendano le macchine «assimilabili e/o integrabili a sistemi cyber fisici», a scelta tra le seguenti cinque: − sistemi di tele manutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto; − monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo; − caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico); − dispositivi, strumentazione e componentistica intelligente per l’integrazione, la sensorizzazione e/o l’interconnessione e il controllo automatico dei processi utilizzati anche nell’ammodernamento o nel revamping dei sistemi di produzione esistenti; − filtri e sistemi di trattamento e recupero di acqua, aria, olio, sostanze chimiche e organiche, polveri con sistemi di segnalazione dell’efficienza filtrante e della presenza di anomalie o sostanze aliene al processo o pericolose, integrate con il sistema di fabbrica e in grado di avvisare gli operatori e/o di fermare le attività di macchine e impianti. Le ultime due voci sono frutto di un
errore che è stato risolto con la già citata legge di conversione del decreto per il Mezzogiorno. L’ultima, infatti, era già stata inserita nell’elenco successivo ed è stata eliminata. La penultima – quella che contiene il riferimento al revamping – non poteva certo essere una condizione. E così la legge ha dovuto sanare anche questa “svista”, modificando il testo come segue: «Costituiscono inoltre beni funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale delle imprese in chiave industria 4.0 i seguenti: dispositivi, strumentazione e componentistica intelligente per l’integrazione, la sensorizzazione e/o l’interconnessione e il controllo automatico dei processi utilizzati anche nell’ammodernamento o nel revamping dei sistemi di produzione esistenti». Morale della favola: anche l’acquisto di componenti e sistemi “intelligenti” per ammodernare macchine e impianti esistenti è adesso inserito nella lista dei beni agevolati con l’iperammortamento al 250%.
Chi può fruire dell’iperammortamento? Se l’incentivo del super ammortamento era indirizzato a tutte le partite Iva, professionisti e artigiani compresi, non era finora chiaro quale fosse la platea dei destinatari ai quali si rivolge la possibilità di fruire dell’iperammortamento. La guida alle misure del Piano Industria 4.0, pubblicata a febbraio dal ministero dello Sviluppo economico, scioglie ogni dubbio: la misura è rivolta a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, comprese le imprese individuali assoggettate all’Iri, con sede fiscale in Italia, incluse le stabili organizzazioni di imprese residenti all’estero, indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano. Fermi restando i beni elencati nella legge, che per loro natura trovano impiego prevalentemente nell’industria manifatturiera, possono accedere all’iperammortamento anche centri logistici, supermercati, farmacie e – in generale – attività impren-
Possono accedere all’iperammortamento tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa con sede fiscale in Italia. Non possono accedervi professionisti e artigiani l’industria meccanica 708 | 22
ditoriali non manifatturiere. Non possono accedervi invece professionisti e artigiani. I requisiti per poter definire un bene “interconnesso” Un altro nodo lasciato aperto dalla legge di bilancio è quello dell’interconnessione. Per fruire dei benefici dell’iperammortamento è infatti indispensabile produrre una dichiarazione a firma del legale rappresentante dell’azienda (o una perizia in caso di beni il cui valore sia superiore ai 500mila euro) che attesti due cose: che il bene acquistato corrisponde a una delle merceologie elencate nell’allegato A (o B nel caso del software) e che il bene acquistato sia stato effettivamente «interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura». La già citata guida del ministero dello Sviluppo ha finalmente offerto una definizione del concetto di interconnessione. Nell’opuscolo informativo diramato dal MiSe si legge infatti che, affinché un bene possa essere definito “interconnesso” ai fini dell’ottenimento del beneficio dell’iperammortamento, è necessario e sufficiente che: - scambi informazioni con sistemi interni (es. sistema gestionale, sistemi di pianificazione, sistemi di progettazione e sviluppo del prodotto, monitoraggio anche in remoto e controllo, altre macchine dello stabilimento, ecc.) e/o esterni (es. clienti, fornitori, partner nella progettazione e sviluppo collaborativo, altri siti di produzione, supply chain, ecc.) per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute (esempi: TCP-IP, HTTP, MQTT, ecc.);
Revamping: ora è nella lista dei beni iper-incentivati - sia identificato univocamente, al fine di riconoscere l’origine delle informazioni, mediante l’utilizzo di standard di indirizzamento internazionalmente riconosciuti (es. indirizzo IP). Sì all’iperammortamento per i beni costruiti in economia Talvolta le imprese manifatturiere ricorrono alla cosiddetta “costruzione in economia”, sviluppando e realizzando da sé attrezzature e macchine non disponibili sul mercato. Come ha chiarito una circolare dell’Agenzia delle entrate, anche in questi casi è possibile usufruire degli incentivi di super e iperammortamento. Per determinare il valore del bene su cui calcolare l’incentivo occorre sommare le voci di spesa che hanno concorso alla sua realizzazione: costi diretti, costi indiretti, per la quota ragionevolmente imputabile, e oneri finanziari di produzione. Gli oneri straordinari (causa scioperi, incendi, calamità naturali) sostenuti durante la costruzione dei cespiti non possono essere invece sommati perché non sono capitalizzabili. Anche in questo caso vige l’obbligo dell’autocertificazione o, nel caso
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l’investimento superi i 500mila euro, della perizia. Gli incentivi sono cumulabili tra loro Nello stesso documento il ministero chiarisce anche che le agevolazioni del super e dell’iperammortamento possono essere cumulate con altri incentivi in vigore per favorire l’innovazione e la competitività delle imprese. In particolare questi benefici sono cumulabili con: Nuova Sabatini, Credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, Patent Box, incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (Ace), incentivi agli investimenti in startup e Pmi innovative, Fondo centrale di garanzia. Particolarmente interessante è la possibilità di sommare i contributi in conto capitale previsti dalla Nuova Sabatini (3,575% per cinque anni) e credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (50% del maggior capitale investito rispetto all’anno precedente per il periodo 2017-2020). La somma dei benefici può arrivare anche al 100% del costo dell’investimento.
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i Industria 4.0 se ne parla molto. È ora di metterla in pratica. La Federazione Anima supporta le imprese della meccanica italiana che vogliono investire in impianti, tecnologie e ricerca e sviluppo 4.0.
AUTOMAZIONE&PRODUZIONE
Come? Attraverso l’iniziativa “Meccanica Bond Industria 4.0”, un progetto di sistema che consentirà alle imprese di ottenere il capitale necessario per finanziare progetti di investimento di medio-lungo termine necessario per acquisire nuovi impianti, fare ricerca e sviluppo, investire in brevetti o acquisire altre imprese. Il Politecnico di Milano è il partner scientifico del progetto “Meccanica Bond Industria 4.0”. “Meccanica Bond Industria 4.0” offre agli investitori la possibilità di diversificare il rischio e alle imprese l’opportunità di avere a disposizione risorse di denaro consistenti su un orizzonte di medio lungo termine attraverso un’operazione di cartolarizzazione di sistema.
Meccanica Bond per investire in Industria 4.0 Un progetto di Sistema sviluppato dalla Federazione Anima con il Politecnico di Milano per finanziare progetti a medio-lungo termine Per informazioni: anima.it/quattropuntozero
«Il profilo adeguato all’utilizzo dei bond è quello di aziende sane e solide e che prevedono un investimento in tecnologie 4.0 a partire da 2-3 milioni di euro in su. I bond sono misure compatibili con i benefici previsti dal Piano Industria 4.0, come il superammortamento e il credito d’imposta su R&S», dichiara Giancarlo Giudici, professore associato di Finanza Aziendale al Politecnico di Milano Dig School of Management. «Federazione Anima vuole così sostenere lo sviluppo delle nuove tecnologie e la necessità di “fare squadra” insieme a tutti gli associati che vogliono crescere», dice Andrea Orlando, direttore generale della Federazione Anima.
Cosa sono i mini-bond Sono titoli di debito (obbligazioni) che, a seguito delle innovazioni legislative introdotte negli anni recenti, consentono alle imprese, anche di piccola e media dimensione costituite come società di capitale, di diver-
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sificare le tradizionali fonti di finanziamento del debito bancario. Dal 2013 questa tipologia di strumenti ha consentito di raccogliere 11 miliardi di euro a beneficio di oltre 200 imprese.
Una collaborazione per attrezzare le macchine utensili
no a livello dei siti web e nel Dmg Mori Journal. Klas Forsström, global president di Sandvik Coromant, ha affermato: «Unendo le forze con un costruttore leader di macchine utensili, ad esempio sui progetti chiavi in mano, giochiamo un ruolo attivo nell’innovazione tecnologica del settore». Un esempio della collaborazione tra Sandvik Coromant e Dmg Mori è il caso recente che ha coinvolto Rota Metal, un rivenditore in Turchia, e il suo cliente Polat Makina. Polat, un’azienda che si occupa di decanter e separatori, utilizzati per il trattamento delle acque reflue, applicazioni industriali, minerarie e alimentari, nel passaggio dalla lavorazione individuale alle macchine multi-task si è servita di una soluzione di utensili completamente nuova basata sulla soluzione di attrezzamento modulare a cambio rapido Coromant Capto. Dmg Mori ha fornito alcune macchine, mentre Sandvik Coromant si è occupata della parte degli utensili. In questo modo, il tempo di lavorazione di un prodotto finito in acciaio inossidabile Duplex è passato da 2.500 a 500 minuti. Si tratta di un risparmio dell’80% che sta aiutando la società a recuperare rapidamente l’investimento. i.n.
L’intesa prevede che vengano forniti anche i relativi servizi di assistenza
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andvik Coromant, specializzata in utensili da taglio e sistemi di attrezzamento, diventerà premium partner dell’azienda costruttrice di macchine utensili Dmg Mori. Sandvik Coromant fornirà alle macchine Dmg Mori i propri prodotti e servizi: in alcuni mercati, ad esempio, con ogni tornio universale della serie NLX e con i centri di torni-fresatura NT verranno forniti kit di utensili di avviamento personalizzati e i relativi servizi di assistenza. Sandvik Coromant metterà a disposizione degli utilizzatori delle macchine Dmg Mori utensili di tornitura, troncatura e scanalatura, filettatura, fresatura, foratura, barenatura e alesatura. Grazie a questa partnership, la società fornirà i propri sistemi di attrezzamento e le proprie conoscenze, soluzioni e servizi industriali. L’intesa, destinata a rafforzare ulteriormente la relazione su scala globale tra le due aziende, prevede che Sandvik Coromant affianchi il costruttore di macchine utensili nell’ambito di eventi “open-house”, fiere e seminari tecnici. Inoltre, le due aziende collaboreran-
Nella foto: da sinistra a destra Dr. Masahiko Mori, Ceo Dmg Mori; Klas Forsström, President Sandvik Coromant; Christian Thönes, Chairman Executive Board Dmg Mori; Björn Roodzant, VP Marketing Communication; e Sean Holt, General Manager Sales Area Americas
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AUTOMAZIONE&PRODUZIONE
Rivoluzione 4.0: in Italia 3 aziende su 4 digitalizzeranno i propri processi entro cinque anni Pwc prevede un incremento medio annuo dei ricavi del 2,9% e una riduzione media dei costi del 3,6%
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l sistema produttivo guarda alla digitalizzazione delle operations e all’utilizzo sempre più spinto delle informazioni, sia nell’area del processo produttivo sia nello sviluppo del prodotto e del mercato. L’impatto di questi interventi è già oggi valutato come dirompente, in grado di abbattere i costi facendo lievitare nel contempo i ricavi. Questo significa 421 miliardi di dollari di risparmi e poco meno di 500 miliardi di ricavi annui aggiuntivi. Price Waterhouse Coopers ha avviato un programma intenso dedicato all’Industria 4.0. Innanzitutto un roadshow in cinque città italiane per inquadrare l’opportunità di trasformazione delle aziende, comprenderne le implicazioni fiscali e dare una risposta concreta alle domande in merito alle modalità di applicazione del Piano di incentivazione del governo. A seguire, con Federazione Anima e Icim, una serie di workshop formativi itineranti. Incontri di mezza giornata nei mesi di aprile, maggio e giugno che hanno l’obiettivo di condividere pratiche di successo nel massimizzare i ritorni per le aziende a seguito di investimenti in innovazione tecnologica. «Sulla scia di altri paesi manifatturieri, il governo italiano vede nell’Industry 4.0 l’opportunità per un ammodernamento dei processi produttivi di fabbrica, nonché l’occasione per dare una spinta propulsiva al Pil generato dal settore manifatturiero negli ultimi anni un po’ trascurato. Le possibilità ci sono tutte come dimostra una recente survey di PwC» dice Vincenzo Grassi, partner di PwC. I risultati emersi dall’indagine sul 4.0 condotta da PwC su un campione mondiale di 2000 imprese, di cui 100 italiane, hanno offerto indicazioni rilevanti. Anche in Italia, dove gli investimenti
in questi ambiti passeranno in cinque anni dall’attuale 5,2% dei ricavi al 6,7%, le attese in termini di benefici sono rilevanti. L’81% del campione, attraverso l’implementazione di queste tecniche, si aspetta miglioramenti di efficienza superiori al 10%, per il 69% degli intervistati anche i costi si ridurranno a doppia cifra, il 57% pensa infine che le crescita dei ricavi supererà il 10%. Dall’indagine emergono una serie di temi: Industria 4.0 – dalle parole all’azione Tre quarti delle aziende ipotizzano di digitalizzare fortemente i propri processi entro i prossimi cinque anni. Ci si aspetta un significativo incremento del portafoglio dei prodotti e servizi digitali e di raggiungere un livello avanzato di competenze entro il 2020. La digitalizzazione porta miglioramenti esponenziali nelle performance Nei prossimi cinque anni si attende un incremento medio annuo dei ricavi del 2,9% e una riduzione media dei costi del 3,6%. Se solo la metà delle aspettative si verificheranno, Industria 4.0 avrà ridisegnato profondamente il panorama competitivo e portato un cambiamento radicale nei settori coinvolti. Migliorare la relazione digitale con i clienti I clienti saranno al centro dei cambiamenti apportati alla catena del valore, ai prodotti e ai servizi e molti degli intervistati affermano che utilizzeranno appositi strumenti di data analytics. Anche nel B2B le aziende dovranno interrogarsi sui bisogni del cliente finale e adattare a esso i propri prodotti. Focus sulle persone e sulla cultura per guidare la trasformazione La sfida principale non sarà legata
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alla tecnologia, ma alla mancanza di cultura e abilità digitale nelle proprie organizzazioni. Sarà fondamentale sviluppare una solida cultura digitale e attrarre, fidelizzare e formare specialisti digitali. Data analytics e digital trust alla base dell’Industria 4.0 Le aziende pioniere hanno già iniziato a utilizzare i data analytics come guida nel processo decisionale. Inoltre, maggiore è l’espansione dell’ecosistema digitale, maggiore risulta essere l’importanza di stabilire la “fiducia digitale”. Solidi sistemi di risk management e di data integrity possono aiutare le aziende a evitare rischi legati alla sicurezza dei dati. «Le domande più ricorrenti da parte delle aziende che incontriamo riguardano gli investimenti che possono rientrare nel 4.0», continua Vincenzo Grassi. «L’interpretazione della norma è estensiva. Il governo vuole includere quante più innovazioni possibili purché migliorino l’efficienza del sistema produttivo. Ci sono due allegati al decreto del governo. L’allegato A fa riferimento agli investimenti in hardware (impianti e macchine che favoriscono l’interconnettività) esplicitando quali sono quelli che rientrano in 4.0. L’allegato B fa riferimento al software (piattaforme e sistemi che regolano le attività del processo manifatturiero). Non è complicato accedere agli incentivi. Come renderli efficienti nell’ambito dei processi della fabbrica generando ricadute positive su tutto l’indotto è il tema principale. Lo stimolo fiscale può diventare un beneficio per il Pil manifatturiero», chiude Grassi. Anima tirerà le fila del lavoro con PwC e Icim il prossimo 11 luglio all’assemblea generale dei soci Anima sul tema innovazione e 4.0. l.a.
RUBRICA
ITALIA INNOVATION HUB
Innovazione, meccatronica, fabbriche sempre più digitali. Passa da questi temi lo sviluppo dell’industria meccanica. Per raccontarla inauguriamo insieme a Messe Frankfurt una nuova rubrica: per tutto l’anno racconteremo trend e soluzioni per progettare e produrre in modo smart. Un percorso nell’industria del futuro che iniziamo con la presentazione della fiera dedicata alle tecnologie per l’automazione, sistemi e componenti.
German Pavilion
Digital Breakfast 4.0
La fiera SPS IPC Drives Italia sarà a Parma dal 23 al 25 maggio
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SPS, il ponte tra automazione e digitalizzazione
collaborazione con Anie Automazione e PwC, che offrirà informazioni e orientamento alle realtà che vorranno mettersi alla prova sul proprio grado di adeguamento a Industria 4.0. In quest’area infatti potranno trovare risposte ai loro dubbi in merito al Piano Governativo Industria 4.0 sia dal punto di vista tecnico, sulle tecnologie che possono essere implementate usufruendo dell’iperammortamento, sia dal punto di vista fiscale e normativo. Passando da domande generali sulla quarta rivoluzione a incentivi, finanziamenti e software, gli esperti sapranno disegnare la situazione, dando consigli utili su come muoversi e organizzando tavoli di lavoro in fiera sulle tematiche ritenute più interessanti.
I nuovi padiglioni
A
l suo settimo compleanno, per far fronte alla continua crescita delle richieste di partecipazione, Sps Italia cambia per estendersi su nuovi padiglioni che permetteranno di offrire una maggiore superficie espositiva e percorsi di visita diversificati. I tre padiglioni della vecchia disposizione con ingresso unico diventano quattro: al padiglione 4, dove si potrà accedere direttamente dall’ingresso Sud, si affiancheranno quest’anno il padiglione 2, il 5 e il 6 con il nuovo ingresso Ovest. Al padiglione 7 invece le sale convegno.
L’area 4.0 Nel padiglione 4 troveranno spazio proposte, soluzioni e applicazioni per la digitalizzazione della produzione. Tornerà, dopo il successo della prima edizione, l’area Know how 4.0, dove saranno esposte ben 28 demo funzionanti di applicazioni in ottica 4.0 delle aziende più all’avanguardia nel panorama dell’automazione industriale. I visitatori potranno così toccare con mano e comprendere le dinamiche di questo nuovo modo di produrre. Nella stessa area saranno collocati – in un’ottica di sistema – i principali player del mondo It, che hanno scelto Sps come piattaforma per incontrare il mondo manifatturiero. Aziende come Cisco, Sap, Hewlett Packard Enterprise, Intel e Oracle – per fare qualche nome – esporranno e organizzeranno tavoli di lavoro, seminari e incontri incentrati su soluzioni e risposte digital in chiave 4.0. A corollario dell’offerta di soluzioni e applicazioni ci sarà poi lo sportello informativo “Pronto 4.0”, realizzato in
Nei padiglioni 3, 5 e 6 troveranno spazio i principali fornitori di componenti e sistemi per l’automazione e nuove categorie merceologiche legate alle tecnologie del momento: Meccatronica, Industrial IoT, Big Data, Cybersecurity, applicazioni robotiche, software di progettazione e simulazione. Il doppio ingresso al quartiere espositivo, Centro e Ovest, favorirà il flusso dei visitatori senza colli di bottiglia.
L’Open Lounge Tra i padiglioni 5 e 6 sarà allestita una ricca area esterna denominata “Open Lounge”. Qui i visitatori, utilizzando i coupon del ticket di ingresso, potranno godere momenti di relax e fruire dell’offerta espositiva all’aperto. Qui infatti sarà ospitata un’area dedicata all’Agricoltura 4.0 e a un settore – quello agricolo – caratterizzato da un elevato contenuto di automazione. L’area Farm 4.0 metterà in mostra le più moderne e tecnologiche macchine agricole e nel corso di una tavola rotonda di approfondimento, nel palinsesto convegnistico il 24 maggio, verrà presentato l’Osservatorio realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e Assofluid sul settore macchine/movimento terra in Italia.
I convegni Nelle sale, che saranno posizionate nel padiglione 7, si terranno sia i convegni scientifici, che danno diritto al riconoscimento di crediti formativi (Cfp), sia le Tavole Rotonde dedicate ai diversi “Fil Rouge”, che tradizionalmente mettono al tavolo fornitori e fruitori di automazione industriale e dove verranno illustrate case history
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RUBRICA concrete di soluzioni realizzate insieme ad un cliente. Vediamo gli argomenti che saranno trattati nei tre giorni di fiera. Il 23 maggio si aprirà con la presentazione dei dati di mercato da parte di Anie Automazione. Seguirà poi per il Fil Rouge Digital la tavola rotonda intitolata “Industria e Digital Transformation. Sinergie e contaminazioni tra Automazione e Information Technology”. Lo stesso giorno per il Fil Rouge Manifattura 4.0 il tema della tavola rotonda è “Il rilancio del manifatturiero in Italia: investimenti tecnologici e formativi nella revisione dei processi produttivi”. Il convegno scientifico di questa giornata è dedicato a “Industrial Software e Servitizzazione”: esperti del settore si confronteranno sulle tecnologie emergenti sull’evoluzione dei mercati indentificandone i trend, le opportunità e i rischi. Il 24 maggio sarà protagonista l’Automotive con la tavola rotonda “La catena del valore nel settore automoti-
ve: applicazioni delle nuove tecnologie abilitanti”. Nella stessa giornata spazio anche a “Tecnologie fluid power 4.0 per il packaging, macchine agricole e movimento terra”: parleranno i rappresentanti dei più quotati marchi operanti nel settore della meccanizzazione agricola e sarà presentato lo studio promosso da Messe Frankfurt Italia e Assofluid, realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, sul settore macchine/movimento terra in Italia. Sempre il 24 maggio, in collaborazione con Animp, la tavola rotonda “Processo e Manifatturiero, due mondi che si incontrano nel paradigma Industry 4.0”. In questa seconda giornata si terrà anche il secondo convegno scientifico dedicato al tema “Robot, visione, motion e IIOT”. Il 25 maggio si parlerà di Food & Pharma in una tavola rotonda intitolata “Le aziende alimentari e farmaceutiche: soluzioni innovative per settori industriali all’avanguardia”. f.c.
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CONFERENCE & EXHIBITION
STRONGER TOGETHER 2017 edition
17 18 19 MAY 2017 fieramilano Rho -
MILAN Italy
WWW.MADEINSTEEL.IT
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siderweb.com
THE ITALIAN STEEL COMMUNITY
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l’evento internazionale dedicato alla filiera dell’acciaio dalla produzione all’utilizzo
pensiamo insieme all’acciaio di domani 33 | marzo aprile 2017
EFFICIEN ENER l’industria meccanica 708 | 34
ZA & RGIA 35 | marzo aprile 2017
EFFICIENZA&ENERGIA
L’efficienza energetica è questione d’un soffio Risparmiare sugli impianti grazie all’analisi della qualità dell’aria compressa di Gloria Presotto
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ell’impianto di Koog aan de Zaan, una delle sedi olandesi della multinazionale del food Tate & Lyle, le falle nel sistema dell’aria compressa causavano perdite di 6000 litri al minuto. Dopo il check dei sistemi da parte di Festo, azienda specializzata in soluzioni di automazione pneumatica ed elettrica, queste falle sono state scoperte e riparate, con un risparmio – considerato il costo dell’aria compressa di 0,019 euro per metro cubo – di circa 75mila euro all’anno. Ma non si tratta solo di una questione economica. L’analisi della qualità dell’aria compressa garantisce anche una maggiore sicurezza ai processi produttivi. Questo strumento consente inoltre una maggiore durata dei componenti pneumatici, perché fornisce una migliore qualità al carburante degli impianti pneumatici: cioè aria compressa ottimizzata. È necessaria perciò l’analisi dell’alimentazione d’aria nel punto di consumo, sia prima della messa in funzione dell’impianto, sia nell’ambito della manutenzione periodica dei contratti di assistenza. Come per i motori a combustione ad alta compressione, anche la moderna tecnologia pneumatica richiede particolari caratteristiche del propellente aria, per garantire un funzionamento perfetto di tutti i componenti e senza inconvenienti. Queste caratteristiche sono definite all’interno della norma DIN ISO 8573, che prevede una qualità dell’aria tale da presentare una quantità di particelle, umidità residua e olio messi in circolo dal compressore, al di sotto di una soglia stabilita dalla stessa norma. L’analisi dell’aria compressa fornisce tutti i dati necessari a garantire il rispetto della normativa, dalla fase di produzione dell’aria compressa, fino alla preparazione e alla distribuzione.
Anche la moderna tecnologia pneumatica richiede particolari caratteristiche del propellente aria, per garantire un funzionamento perfetto di tutti i componenti La determinazione della qualità dell’aria compressa nei punti di consumo principali e l’analisi dell’aria in funzione dell’applicazione sono garanzia di sicurezza, in particolare nelle applicazioni di micro-pneumatica. In tal modo infatti è possibile identificare eventuali punti deboli e sviluppare possibili soluzioni, disponendo del know-how e degli strumenti tecnici necessari.
I fattori di guasto Cosa può danneggiare un impianto? Nelle linee di aria compressa la presenza di particelle come la ruggine può provocare un’usura eccessiva per l’effetto abrasivo e intasare le strutture filiformi dei componenti. Oppure un’eccessiva umidità residua può mescolarsi ai lubrificanti contenuti nei componenti pneumatici, riducendone drasticamente o addirittura annullandone l’efficacia, provocando maggiore attrito, eccessiva usura e guasti ai componenti.
Infine, la lubrificazione di base dei componenti pneumatici può essere rimossa anche dai residui d’olio presenti nell’aria compressa prodotti dai compressori. Questo contenuto d’olio residuo può inoltre danneggiare le guarnizioni, provocando perdite o il blocco di valvole e attuatori.
L’efficienza energetica come un servizio modulare Gli Energy Saving Services di Festo offrono a chi utilizza aria compressa una serie di servizi per identificare e sfruttare i potenziali di risparmio di aria compressa in modo sistematico e sostenibile. Il tutto è stato pensato in maniera modulare, così da poter essere adattato a richieste specifiche . I servizi vanno dall’analisi energetica della produzione dell’aria compressa all’Analisi del consumo e della qualità dell’ aria compressa, fino alla localizzazione delle perdite.
Tra i fattori di guasto, la presenza di ruggine o un’eccessiva umidità residua
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ZA E IEN39 | marzo aprile 2017
SICUREZZA&AMBIENTE
Rifiuti elettronici: la nuova sfida chiamata Open Scope Produttori e Importatori, cosa cambia di Sabrina Suardi – Gruppo Safe Consorzi Ecoped, ecoR’it, Ridomus ed Ecopower per la gestione di Raee, pile e accumulatori esausti
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uanto tempo passa dall’ultimo acquisto prima che il nostro smartphone, la nostra lavastoviglie, il nostro computer vengano superati dai nuovi fiammanti modelli? L’incessante progresso tecnologico ha permesso da una parte lo sviluppo di prodotti sempre più all’avanguardia e dall’altra la loro sempre più rapida obsolescenza. Nell’ultimo decennio in Europa l’aumento esponenziale della quantità di rifiuti tecnologici prodotti, la presenza di componenti pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e l’insufficiente tasso di riciclo hanno sollevato gravi problemi nella gestione dei rifiuti. Questi i principali temi ai quali si è tentato di rispondere attraverso le Direttive 2002/96/CE e 2012/19/UE recepite nell’Ordinamento nazionale prima mediante il Decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151 e da ultimo mediante il Decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49. La normativa richiede la partecipazione attiva di produttori e importatori Con l’obiettivo di prevenire e limitare il conferimento indiscriminato dei Raee verso le discariche, attraverso l’implementazione di politiche volte al riuso e al riciclo, la normativa in vigore richiede una partecipazione attiva di tutti i produttori e importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche che si assumono, quindi, l’onere di finanziare la raccolta, il trattamento, il recupero e lo smaltimento ecologicamente corretto dei prodotti giunti a fine vita. Il finanziamento avviene attraverso il pagamento di un Eco contributo Raee determinato sulla base dalle apparecchiature immesse sul mercato nazionale nell’anno di riferimento e fatte oggetto di dichiarazione
sul Registro ufficiale del ministero dell’Ambiente (Registro Aee). L’Eco contributo potrà venire poi applicato al prodotto, aggiunto al prezzo di vendita (visible fee) o integrato nello stesso. A giugno 2016 a tale onere si è poi addizionato, con l’entrata in vigore del tanto atteso Decreto Tariffe, il versamento di un secondo contributo – da parte dei produttori e importatori – riguardante il finanziamento delle attività di vigilanza e controllo del sistema Raee e di monitoraggio dei tassi di raccolta e degli obiettivi di recupero. La quota si compone di una parte fissa e di una variabile, quest’ultima annualmente calcolata
1. 2. 3.
sulla base della quota di mercato detenuta. Quali prodotti rientrano nelle categorie previste dalla normativa Raee? A fronte di una sempre più stringente richiesta di collaborazione da parte del legislatore, è lecito per i produttori/importatori chiedersi quali siano le apparecchiature elettriche ed elettroniche che debbano essere dichiarate. Rispondere a tale domanda non è sempre così semplice. Il Decreto Legislativo n. 49 del 2014 prevede, infatti, dieci macro-categorie alle quali appartengono altrettante sotto-categorie e spesso questo può confondere le cose:
grandi elettrodomestici; piccoli elettrodomestici; apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; 4. apparecchiature di consumo e pannelli fotovoltaici; 5. apparecchiature di illuminazione; 6. strumenti elettrici ed elettronici (a eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni); 7. giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport; 8. dispositivi medici (a eccezione di tutti i prodotti impiantati e infettati); 9. strumenti di monitoraggio e di controllo; 10. distributori automatici It.
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Rientra nella definizione di Aee? Può essere assegnato a una delle categorie previste dalla normativa o fa parte delle esclusioni? Sono solo alcuni dei quesiti che è necessario porsi e ai quali sapranno rispondere i consorzi in qualità di sistemi collettivi certificati. Sul tema è intervenuto anche il comitato di vigilanza e controllo che, con il compito di vigilare sulla corretta applicazione della normativa Raee, si è espresso circa le richieste di chiarimento provenienti dai sistemi collettivi e dai produttori, sanando i dubbi sussistenti sull’operatività della normativa rispetto a talune Aee comunemente ritenute escluse come, ad esempio, chiavette Usb, power bank, inverter e caricabatteria da trazione universali. Nel corso degli anni la sfida al raggiungimento di obiettivi di raccolta dei Raee sempre più impegnativi, e la conseguente necessità di includere nel campo di applicazione tutte le apparecchiature usate dai consumatori e quelle a uso professionale, ha permesso un perfezionamento della normativa e uno studio più approfondito del tema. Da agosto 2018 entrerà in vigore l’Open Scope, ambito di applicazione aperto Una svolta in tal senso si avrà nel 2018, dal 15 agosto in particolare. Dal periodo transitorio in cui ci troviamo si passerà all’Open Scope, ambito di applicazione aperto, a partire dal quale la normativa inerente sarà applicata a tutti i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, non solo quindi, come accade oggi, a quelle espressamente elencate nelle macro-categorie, fatte salve le poche eccezioni esplicitamente previste dalla norma.
Per legge i produttori e importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche finanziano la raccolta, il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei Raee A oggi, infatti, le esclusioni riguardano solo le apparecchiature necessarie alla sicurezza nazionale (armi, munizioni e materiale bellico destinato a fini militari), le apparecchiature progettate e installate come parte di un’altra apparecchiatura esclusa e le lampade a incandescenza. In regime di Open Scope, a queste esclusioni esplicite si sommeranno quelle relative a: apparecchiature destinate a essere inviate nello spazio, utensili industriali fissi di grandi dimensioni, installazioni fisse di gran-
di dimensioni, mezzi di trasporto ad eccezione di quelli elettrici a due ruote non omologati, macchine non stradali a uso esclusivo professionale, apparecchiature concepite esclusivamente a fini di ricerca e sviluppo e dispositivi medici non sterili. Un’importante novità sia per gli operatori del settore, sia per i produttori e importatori di Aee che, a breve, non dovranno più chiedersi se la loro apparecchiatura è inclusa nel campo di applicazione della normativa, ma se – eventualmente – non lo è.
Da giugno 2016 è entrato in vigore il Decreto Tariffe, che prevede un secondo contributo per finanziare le attività di vigilanza del sistema RAEE l’industria meccanica 708 | 42
Contenuto Redazionale
I dati, l’acqua del terzo millennio: come riceverli e gestirli in sicurezza
«Innovazione significa fare per primi qualcosa che cambia un certo prodotto, processo o settore. Nel mio caso, togliere il piombo dai rubinetti per venderli in California e USA ai sensi delle norme là esistenti l’ho avuto come input da due grandi past president di Anima degli ultimi 15 anni, Savino Rizzio e Sandro Bonomi». Così ha esordito Paolo Marenco, ingegnere genovese, che ha una storia all’insegna dell’innovazione. La sua strada si è incrociata da subito con l’industria meccanica, Ansaldo Energia il primo impiego post laurea. Quindi a fine anni ‘90 è con Anima e i suoi soci che il rapporto si è fatto più stretto. Gli abbiamo chiesto di raccontarci come si arriva dalla qualità dell’acqua potabile alla cyber security, di cui si occupa oggi come director di Aizoon. Ci spieghi meglio Era il 1996 quando Rizzio con la sua azienda Vir mi stimolò – ero direttore del Tecnoparco del Lago Maggiore – ad aiutare l’industria della rubinetteria a fare ricerca insieme. E fu Sandro Bonomi con la sua azienda Enolgas a spingere per aggregare i produttori in un consorzio di ricerca – Ruvaris, rubinetti e valvole ricerca e sviluppo – che diede una svol-
ta all’industria italiana del settore. Ho guidato Ruvaris dalla nascita nel 1998 fino al 2014, facendo crescere due giovani chimici, oggi account manager di Nsf e Sai Global, enti di certificazione americano e australiano rispettivamente. Cosa ha realizzato Ruvaris? Ha sviluppato la prima tecnologia chimica – Ruveco – per togliere il piombo da rubinetto e valvola per acqua potabile, e da qui ha stimolato con Anima Avr l’industria italiana dell’ottone a realizzare ottoni senza piombo. Una bella storia di innovazione partita dall’Italia e da Anima. Che parallelo vede con la cyber security di cui si occupa oggi con Aizoon? Dalla sicurezza dell’acqua per consumo umano alla sicurezza dei nostri sistemi e collegamenti web – i dati sono l’acqua del terzo millennio se ci pensiamo – la filosofia è la stessa: proteggere da danni la nostra vita, la famiglia, le aziende.
43 | marzo aprile 2017
Danilo Massa è il guru a capo della technology unit cyber security di Aizoon.
Contenuto Redazionale
Massa, ci fa degli esempi, ovviamente anonimi, di casi industriali di attacchi che avete affrontato e risolto come Aizoon? I più diversi. Dal garantire il grattacielo di New York da attacchi che lo privino della luce, a consentire a un primario produttore di caffè di controllare in sicurezza a distanza i Plc, a garantire la cyber security aziendale e personale a un leader mondiale del settore dolciario. Ogni settore è attaccabile oggi, dal più grande e visibile al più piccolo e nascosto. È necessario rendersene conto e, come per l’acqua che esce dal rubinetto, fare in modo che i dati che arrivano dal mondo esterno ed entrano in noi – le nostre aziende – non creino problemi all’organismo. Non solo l’industria ma anche la pubblica amministrazione – quindi la casa di noi cittadini – va protetta. Anche su questo abbiamo esperienza come Aizoon con regioni italiane. Negli ultimi anni, a seguito di una crescente consapevolezza da parte dell’industria, ci siamo focalizzati molto sulla prevenzione, supportando i nostri clienti ad esempio sullo sviluppo di veicoli industriali e non al fine di evitare manomissioni che possono avere ripercussioni sulla sicurezza fisica degli utilizzatori. Personalmente, una delle maggiori soddisfazioni è quella di poter essere un punto di riferimento fisso da parte di aziende mondialmente riconosciute che si rivolgono a noi in caso di problemi e per proteggersi, dandoci piena fiducia.
l’industria meccanica 708 | 44
Ad Hannover Messe 2017 innovazioni per il 4.0 e i sistemi energetici Tra le tecnologie in mostra: pelle per i robot, valvole proporzionali e filtri smart
L’
edizione 2017 di Hannover Messe, che quest’anno compie 60 anni, si terrà dal 24 al 28 aprile. L’evento sarà incentrato sulla digitalizzazione della produzione (Industry 4.0) e sui sistemi energetici (Integrated energy). Saranno esposte più di 500 tra applicazioni di Industria 4.0, robot autodidatti con sensibilità al tatto quasi umana e soluzioni tecnologiche avanzate per un futuro energetico più sostenibile. La fiera conterà circa 6.500 espositori, e la Polonia sarà il paese partner ufficiale. Lo scopo dell’edizione 2017 della fiera è far capire alle imprese quali siano i benefici delle soluzioni tecnologiche legate a Industria 4.0, ad esempio la manutenzione predittiva attraverso l’apprendimento automatico: l’analisi della grande quantità di dati generata dalla produzione digitalizzata potrà permettere infatti alle macchine che producono di imparare e automigliorarsi. Grande importanza avranno anche i cobot, cioè i robot collaborativi, che oggi sono semplici da usare come uno smartphone, in grado di apprendere automaticamente e connessi al cloud. Inoltre, stanno diventando sempre più intelligenti ed economici. Così come sta accadendo per i droni, si evolveranno verso un mercato di massa aprendo la strada a nuovi modelli di business. Un altro elemento caratteristico della produzione digitalizzata è che i beni prodotti rimarranno connessi per tutto il loro ciclo di vita, continuando a fornire un flusso di dati utili. Questo permetterà ai produttori di sviluppare nuovi servizi. Anche l’industria dell’energia sta venendo trasformata dalla digitalizzazione, con la transizione verso sistemi energetici ad alta efficienza, basati su fonti rinnovabili e su strutture di generazione distribuite. In fiera saran-
no presenti soluzioni integrate per tutta la catena del valore dell’energia. Una delle innovazioni esposte in questa edizione della fiera è la prima pelle sensibile per ricoprire i robot industriali tradizionali, creata da un’azienda di Vienna per la sicurezza nella collaborazione uomo-macchina realizzabile su misura. Evita incidenti misurando i cambiamenti nella pressione dell’aria. Una scalfittura di due millimetri è sufficiente perché il sensore registri il contatto e arresti il robot in dieci millisecondi. Tra le innovazioni presenti in fiera ci sarà anche un fusibile interruttore sezionatore con viti speciali, realizzato per essere montato sulle sbarre blindate senza interrompere l’alimentazione. Inoltre, è equipaggiato con dei moduli di rilevamento, trasformatori di corrente e mini adattatori per rilevare un fusibile bruciato, misura la corrente di fase e fornisce informazioni sul proprio stato operativo: è infatti progettato per il controllo da remoto. Sarà presente anche un sistema di valvole innovativo prodotto in Scandinavia che, a differenza delle pompe idrauliche convenzionali, che a volte causano perdite di energia perché funzionano sempre alla massima potenza anche quando il flusso è ridotto, assicura che la pompa trasmetta solo il volume di flusso che gli utenti attivi necessitano realmente in un dato contesto. Altre innovazioni che il visitatore potrà osservare sono un sistema di videocamere termiche progettato per la misurazione della temperatura in assenza di contatto nelle condizioni difficili delle camere di combustione industriale, un robot industriale in grado di imparare nuovi compiti visuali di selezionamento e prelievo in soli cinque minuti, primo al mondo in grado di eseguire ordini impartiti via smartphone, uno strumento di misurazione innovativo che registra segnali transitori e vibrazioni assicurando sempre riserve di energia sufficienti e monitorando i dati di misurazione in tempo reale, così che le macchine possono essere spente nel giro di millisecondi in caso di incidente, filtri di areazione smart che usano una piattaforma IoT per adattare il livello di filtro dell’aria al livello di inquinamento del momento ottimizzando le performance e riducendo il consumo energetico. All’interno dell’esposizione sarà presente un centro per le attività di startup, Young Tech Enterprises, con un’area espositiva, eventi, dibattiti e workshop. Hannover Messe ospita circa 50 startup in esposizioni collettive finanziate da istituzioni governative o da altre organizzazioni, oltre che 30 startup che partecipano alla fiera come espositori individuali. i.n.
45 | marzo aprile 2017
Il Catalogo degli Apparecchi: il Conto Termico 2.0 entra nel vivo Snellite le procedure di accesso all’incentivo, si eliminano i tempi di approvazione da parte del Gse
di Federico Musazzi e Giampiero Colli
l’industria meccanica 708 | 46
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in vigore dal 31 maggio 2016, ma una delle più grandi novità del Conto Termico 2.0 si sta finalizzando proprio in questi giorni. Si tratta del catalogo degli apparecchi che possono garantire una via d’accesso semplificata all’incentivo.
Questo catalogo è infatti in fase di “lancio” e tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo ha avuto un’importante accelerazione con la pubblicazione sul sito istituzione del Gestore dei servizi energetici della cosiddetta “vetrina” degli apparecchi pre-qualificati. Tale vetrina costituisce un passo decisivo verso la definizione del catalogo vero e proprio perché permette al Gse di iniziare a rendere pubbliche quelle soluzioni tecnologiche che, in breve tempo, otterranno il via libera all’idoneità da parte del soggetto istituzionale preposto a erogare i finanziamenti. È stata sviluppata con un ruolo attivo delle associazioni di Anima, in particolare Assoclima e Assotermica, che si sono interfacciate con il Gse per raccogliere gli elenchi di apparecchi dai rispettivi associati. Un lavoro che conta numerose centinaia di prodotti, testimoniando la qualità della manifattura del nostro Paese e la dinamicità del nostro mercato. Ma come sono fatti questi elenchi? Si tratta di una lista di apparecchi, macchine e sistemi finalizzati alla produzione di energia termica e all’incremento dell’efficienza energetica, principalmente di ambito domestico perché di potenza inferiore ai 35 kWt o di superficie lorda fino a 50 m2 per i collettori solari termici. Il catalogo, a regime, sarà articolato in sei sezioni, in base alla tipologia di apparecchio: caldaie a condensazione, pompe di calore elettriche o a gas, caldaie a biomassa, collettori solari termici, scaldacqua a pompa di calore, sistemi ibridi a pompa di calore. Con la sua implementazione definitiva, saranno quindi snellite le procedure di accesso diretto all’incentivo, eliminando i tempi di approvazione da parte del Gse e dando la garanzia all’acquirente di non vedere la propria domanda respinta in un secondo momento. È bene comunque segnalare che tali elenchi avranno un valore esemplificativo e non esaustivo; è possibile, quindi, che anche altri dispositivi di mercato non inseriti nel catalogo siano rispondenti ai requisiti previsti, e quindi ammissibili al nuovo Conto Termico con la procedura standard. Toccato questo non trascurabile aspetto di semplificazione delle procedure è utile porsi un’ulteriore domanda: perché sono così alte le aspettative di tutti gli operatori verso il nuovo Conto Termico?
Per molte buone ragioni. Innanzitutto esso costituisce un’ottima leva per la riqualificazione energetica degli edifici, che a oggi costituisce una grossa fetta del mercato dell’edilizia. Soprattutto, poi, il suo aggiornamento potenzia il meccanismo di sostegno che era già stato introdotto dal decreto 28/12/2012, ma che fino a ieri non aveva funzionato. I beneficiari sono ancora le pubbliche amministrazioni, le imprese e i privati – che potranno accedere a fondi per 900 milioni di euro annui complessivi – ma il meccanismo, nel suo complesso, è rinnovato rispetto a quello introdotto dal decreto del 2012. Sono infatti stati introdotti nuovi interventi di efficienza energetica con particolare riferimento alle tecnologie impiantistiche presenti in Anima. Per citarne uno su tutti: gli apparecchi ibridi a pompa di calore e caldaia a condensazione. Un’altra variazione riguarda anche la dimensione degli impianti ammissibili e un innalzamento del limite per la loro erogazione in un’unica rata (dai precedenti 600 agli attuali 5mila euro), che dovrebbe accorciare notevolmente i tempi di ritorno dell’investimento per l’utente finale. Inoltre è prevista una significativa riduzione dei tempi di pagamento, che passano da 6 a 2 mesi.
Le associazioni Assoclima e Assotermica hanno lavorato con il Gse nell’organizzazione degli elenchi di macchine, apparecchi e sistemi finalizzati alla produzione di energia termica e incremento dell’efficienza energetica
47 | marzo aprile 2017
Tariffe elettriche: nel 2018 a regime la riforma, tolti progressività e sussidi incrociati Lo scopo è creare una bolletta più equa e favorire l’efficienza
di Giulia Linfozzi
L
a bolletta elettrica degli italiani, nelle sue caratteristiche principali, è rimasta immutata dagli anni Settanta al 2015. Squadra che vince non si cambia? Non proprio, perché ormai la struttura tariffaria è diventata ampiamente anacronistica. Gli anni Settanta sono stati il periodo delle gravi crisi petrolifere e dei conseguenti provvedimenti energetici restrittivi, del prezzo del petrolio e dell’inflazione alle stelle. In quel contesto sono nate le tariffe elettriche domestiche a scaglioni progressivi, e con esse i primi sussidi incrociati.
Il sistema per cui chi consuma di più paga di più è ancora equo? Fino alla fine del 2015 chi consumava di più non solo pagava di più, ma finanziava anche le bollette di chi, avendo consumi annuali inferiori a 2.700 kWh, si vedeva applicate tariffe sottocosto. C’è chi sostiene che fosse, e sia ancora, giusto così: più si consuma più si spende. Ma in un contesto in cui si cerca di promuovere tecnologie efficienti e sostenibili, siamo sicuri che questo sistema sia ancora equo? O forse non è più così vero che chi ha alti consumi annuali, ovvero le famiglie numerose e chi è costretto a passare in casa tante ore al giorno, è di conseguenza più benestante e si merita di pagare bollette più salate? Le tariffe elettriche con quattro scaglioni crescenti nel settore domestico hanno provocato negli anni una distorsione che andava a favorire i bassi consumi, non a beneficio dei meno abbienti ma a discapito delle tecnologie elettriche efficienti, come le pompe di calore, dato che la loro installazione comportava un importante aumento dei consumi, della potenza impegnata e di conseguenza dei costi in bolletta.
Le tariffe elettriche domestiche a scaglioni progressivi sono nate negli anni ’70 e rimaste in vigore fino alla fine del 2015
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Con la riforma delle tariffe elettriche, a regime nel 2018, si elimina la progressività a favore di una nuova tariffa lineare più equa, senza sussidi incrociati Cambiare il sistema tariffario è necessario per favorire tecnologie elettriche efficienti Assoclima, l’associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione, già da tempo porta avanti azioni di sensibilizzazione in molte sedi istituzionali e presso l’opinione pubblica, ribadendo che le tecnologie energeticamente efficienti e rinnovabili non devono essere ostacolate da una tariffa elettrica svantaggiosa. Se vogliamo spostare i nostri consumi verso il vettore elettrico l’unico modo per farlo è intervenire su un sistema tariffario ormai desueto. Il senso della riforma delle tariffe elettriche, iniziata nel 2016 e a regime nel 2018, secondo le disposizioni della Delibera 2 dicembre 2015 582/2015/R/eel e in attuazione del Decreto legislativo n. 102/2014, è infatti proprio quello di eliminare la progressività a favore di una nuova tariffa lineare più equa, senza sussidi incrociati. La tariffa elettrica è formata dalle seguenti componenti: servizi di rete, servizi di vendita, oneri generali e imposte. Dall’inizio del 2017, all’avvio del secondo step previsto dalla riforma, per i servizi di rete è stata eliminata ogni progressività e ogni sussidio incrociato tra clienti domestici; i servizi di vendita seguono già una struttura non progressiva mentre per gli oneri generali bisognerà aspettare il 2018. Per il 2017 continua quindi la differenziazione tra clienti residenti e non residenti per le componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema (attraverso l’applicazione di una quota fissa per i non residenti) e mantenendo due scaglioni di progressività di consumo (fino a 1.800 kWh/anno e oltre 1.800 kWh/anno). Anticipata la nuova tariffa non progressiva per chi dal 2014 al 2016 ha ottenuto la D1 È bene ricordare che già dal 2014, con l’introduzione della tariffa sperimentale D1 per chi installava un impianto a pompa di calore per riscaldare la propria abitazione, si era fatto un primo grande passo avanti nella
direzione di una tariffa più aderente ai costi dei servizi forniti dal sistema elettrico. Solo per chi, dal 2014 al 2016, ha richiesto e ottenuto la D1 (la sperimentazione è terminata il 31 dicembre 2016 e con essa la possibilità di richiedere la tariffa dedicata) il provvedimento dell’autorità prevede che già nel 2017 venga anticipata l’applicazione della nuova struttura tariffaria non progressiva, che entrerà in vigore a regime nel 2018 per tutti i clienti domestici. Chi ha scelto l’efficienza energetica è stato quindi premiato con un anno di anticipo. Per ovviare ai problemi a cui potrebbero andare incontro le famiglie a basso reddito è stato potenziato il Bonus elettrico, un’agevolazione sulla bolletta annuale introdotta dal Governo e resa operativa dall’autorità per l’energia con la collaborazione dei comuni, per assicurare un risparmio sulla bolletta annuale alle famiglie in condizione di disagio economico. In questo modo ci si assicura che il nuovo sistema tariffario sia veramente più equo, oltre che più coerente con la logica di mercato.
Le vecchie tariffe elettriche hanno favorito i bassi consumi a discapito delle tecnologie elettriche efficienti come le pompe di calore
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EXPO & ME CATI l’industria meccanica 708 | 50
ORT ERI 51 | marzo aprile 2017
EXPORT&MERCATI
1.
Post-Trump: nuovi scenari per la Russia e il rublo si rafforza Gli effetti del riavvicinamento delle due grandi potenze di Mauro Ippolito, Wings Partners
l’industria meccanica 708 | 52
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A cosa è dovuto il rafforzamento del rublo? Il rublo, dal canto suo, ha visto un continuo rafforzamento sia nei confronti del dollaro sia nei confronti
Andamento cambio Euro-Rublo (fonte dati: Reuters, Wings Partners SIM SpA)
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dell’euro nel corso del 2016 (dopo aver registrato un minimo a 86 per dollaro a inizio 2016), a conferma che le decisioni di politica estera continuano a pesare più dello stato di salute dell’economia interna che, seppur in miglioramento, vede spazi limitati proprio a causa delle sanzioni. Nel 2016, infatti, il rublo ha visto un rafforzamento di oltre il 25% proseguito anche nelle prime settimane del 2017, con stime per una prosecuzione del trend capace di portare le quotazioni ai livelli di massimo registrati nel 2015. L’effetto positivo è legato in parte al miglioramento dell’economia russa, che ha registrato un calo dello 0,5% nel 2016 ma che dovrebbe crescere del 2% nel 2017 proprio con la riduzione delle sanzioni, secondo quanto riportato dal ministro dell’Economia Oreshkin. In parte invece è legato alla ripresa delle quotazioni del petrolio, da cui l’economia russa dipende per circa due terzi, che porterebbe ad avere un surplus fiscale stanti gli attuali prezzi del greggio e che si è verificata anche grazie all’accordo con l’Opec per tagliare l’output giornaliero. Tuttavia il ministro delle Finanze Siluanov sottolinea come il continuo rafforzamento del rublo renda meno competitiva l’industria nazionale e stima a 65 rubli per dollaro il livello ottimale. Questo valore sarebbe opportuno anche per il ritorno agli acquisti di
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L’
elezione del neo presidente americano Donald Trump ha avuto un effetto devastante nel mondo politico non solo americano, obbligando di fatto tutti a confrontarsi con un cambiamento radicale della politica mondiale. Il presidente Trump, infatti, non ha smorzato i temi che lo hanno portato all’elezione (in primis la volontà di erigere un muro a confine con il Messico e di rimpatriare la produzione Usa proprio dal Messico), e ha anche aperto scenari fino a poco prima impensabili soprattutto dal lato della politica estera. Non è nuova la simpatia che Trump ha nei confronti del leader russo Vladimir Putin, e da un punto di vista geopolitico, i nuovi scenari che si prospettano vedono la Russia nella posizione di poter beneficiare della nuova amicizia con gli Usa. Un’amicizia che potrebbe portare alla rimozione delle sanzioni emesse da parte degli Stati Uniti dopo l’annessione della Crimea alla Russia, e allo stesso tempo favorire i rapporti commerciali tra Russia e Usa, con ingenti interessi sul suolo russo da parte degli affari di famiglia Trump. La decisione di rimuovere le sanzioni sulla Russia è stata avviata anche dall’Unione europea nel tentativo di anticipare gli Stati Uniti, ma le decisioni in Consiglio europeo sono sempre lunghe e difficili. Chi invece non ha voluto perdere tempo è stato proprio Trump, che ha ri-autorizzato un flusso di affari “limitato” con i Servizi di sicurezza federali della Russia, quell’Fsb erede del Kgb. Di fatto il primo tassello per riallacciare i rapporti.
dollari da parte della banca centrale russa, che punta a rimpinguare le riserve valutarie e a portarle entro un arco di tempo indefinito a 500 miliardi. Questa azione dovrebbe essere imminente, con acquisti compresi tra gli 80 ed i 100 milioni al giorno, a meno che non si registrino svalutazioni improvvise della moneta.
La copertura finanziaria limita gli effetti dell’oscillazione delle valute Se questa azione è ottimale per i vertici russi, non lo è per chi con la Russia ha rapporti commerciali. Infatti l’azione della banca centrale e l’andamento del petrolio creano incertezze tali da porre attenzione sul cambio euro-rublo (a cui va ad aggiungersi anche l’incertezza causata dalla politica di Trump e il suo effetto sul dollaro), nonché sui flussi futuri da parte degli esportatori, implementando azioni di copertura per annullare l’effetto avverso che il cambio potrebbe registrare nella fase di incasso. Coprire parte dei propri flussi di cassa tramite la copertura finanziaria limita i rischi di vedere erodere parte dei propri margini di profitto e assicura una buona gestione finanziaria aziendale. Per un approfondimento del tema hedging valutario si rimanda al numero 706 de L’Industria Meccanica.
EXPORT&MERCATI
2.
La risposta di Mosca alle sanzioni: priorità al made in Russia di Laura Aldorisio
l’industria meccanica 708 | 54
«I
l rapporto commerciale di Cib Unigas con la Russia è sempre stato articolato». Inizia così il racconto dei vari passaggi effettuati da Filippo Pancolini, amministratore delegato dell’azienda, per aprire le strade dell’export. «Abbiamo iniziato negli anni ’90 costituendo una società mista con il gruppo Gazprom con un’attività produttiva in Siberia. Rendendoci conto della difficoltà di gestione con il partner russo, abbiamo intrapreso altra strada: i tempi non erano ancora maturi per una relazione così strutturata». Cib Unigas decide allora di operare nel paese attraverso due distributori esclusivi, uno a Mosca, che serviva la parte europea, e uno a Ekaterinburg, per la zona siberiana. I due distributori garantivano l’assistenza tecnica in loco e la disponibilità di un magazzino di prodotti: un prodotto come il bruciatore, che non rientra nelle sanzioni, è strumentale, e richiede, perciò, la manutenzione post vendita. Dal 2003 al 2014 gli affari sono aumentati in maniera esponenziale. «Un volume d’affari talmente grande» continua Pancolini, «che per sviluppare ulteriormente il mercato russo, che rappresenta oggi il 40% del nostro fatturato, nel 2014 abbiamo costituito una società controllata a Mosca. Abbiamo assorbito gli asset e assunto il personale dei due precedenti distributori». Oggi Cib Unigas in Russia è una affermata realtà commerciale che vanta anche una linea di assemblaggio. «Abbiamo già comprato il terreno per un nuovo stabilimento a Mosca da aprire nel 2018. Vogliamo consolidare la presenza e sviluppare un made in Russia. Un fattore determinante perché ci sono società statali e parastatali che hanno indicazione di acquistare il prodotto made in Russia. Questa strategia consente la vendita di pro-
Pancolini, di Cib Unigas: Abbiamo già il terreno per un nuovo stabilimento a Mosca dotti sia made in Italy che di produzione locale, mantenendo inalterato il livello di qualità e di prestazioni». Come deciso dal parlamento russo, entro cinque anni almeno il 50% del valore del prodotto dovrà essere made in Russia, anche i bruciatori. «In quest’ottica ci stiamo orientando all’acquisto di componenti made in Russia, il più delle volte di società europee che assemblano in loco. L’inizio di quest’anno riflette l’andamento positivo in crescita delle vendite come gli ultimi esercizi. Sebbene il mercato sia in espansione e strategico per noi, permangono alcuni fattori critici o sensibili in relazione al sistema del Paese, come la volatilità del cambio e un sistema creditizio non in linea con le esigenze».
Gli fa eco la voce di Bruno Fierro, amministratore delegato di Bono Sistemi, i cui prodotti sono stati danneggiati dalle sanzioni imposte dall’Ue alla Russia. Ma più ancora delle sanzioni a essere nocivo per il commercio è stato il crollo del rublo. «Le trattative per l’acquisto di alcune caldaie per produrre energia dai semi di girasole, di cui la Russia è ricca, sono al momento sospese, dato che il valore del rublo si è dimezzato». Racconta che Il Gruppo Cannon è presente in Russia da più di 20 anni con una filiale di rappresentanza, Cannon Mosca. Ma non era sufficiente. Nel 2005 la decisione di aprire una società, Cannon Eurasia, per importare le macchine prodotte in Italia e fornire ricambi e assistenza tecnica.
Fierro, Bono Sistemi: più delle sanzioni pesa il cambio del Rublo 55 | marzo aprile 2017
Gare di appalto, uno sconto del 15% per i fornitori locali
I
l decreto governativo n. 719 riguarda la classificazione dei prodotti industriali per i quali non ci sono equivalenti nella Federazione russa. Vengono stabiliti i piani di sostituzioni alle esportazioni settoriali. Il governo ha presentato le percentuali di localizzazione che vuole ottenere anno su anno dal 2016 al 2020. Piani speciali che si riferiscono ai settori automotive, macchine per la trasformazione del cibo, trasporti, agricoltura e, naturalmente, prodotti per oil&gas. La contromossa russa alle sanzioni è dare priorità al made in Russia. Il primo gennaio 2017 è entrato in vigore il decreto della Federazione russa n. 925 “Sulla priorità delle merci di origine russa e dei lavori e servizi effettuati/prestati da fornitori russi rispetto alle merci di origine straniera e ai lavori e servizi effettuati/prestati da fornitori stranieri”. Il decreto prevede che le aziende russe a controllo pubblico adottino il regime di priorità nei confronti dei fornitori russi o dell’Unione economica eurasiatica (Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Russia). Il decreto stabilisce che, nella fase di selezione all’interno di una gara d’appalto, i fornitori russi possano beneficiare di uno sconto virtuale del 15% rispetto ai prezzi indicati nell’offerta, diventando più competitivi rispetto ai fornitori stranieri.
Il decreto 925 per punti Nella fase di conclusione del contratto, se il vincitore della gara d’appalto è un fornitore locale, il contratto si conclude al prezzo indicato nell’offerta, quindi senza lo sconto del 15%. Al contrario, se il vincitore della gara d’appalto è un fornitore straniero, il prezzo del contratto viene ridotto del 15% rispetto a quanto proposto dal fornitore stesso. La regola non si applica, in particolare, in tre casi: se soltanto un offerente ha preso parte al bando di gara, se i prodotti offerti sono soltanto stranieri, se il fornitore gode dello status di “fornitore unico”.
Secondo quanto indicato da Confindustria Russia in un recente dibattito, per le aziende il principale modo per ottenere lo status di fornitore unico è stipulare un contratto speciale di investimento, con cui esse si impegnano a stabilire o ampliare la loro produzione in Russia in cambio di garanzie e incentivi fiscali.
Chi ha già localizzato: la joint venture di Termomeccanica Termomeccanica Pompe ha siglato una joint venture con partner locali il cui obiettivo è progettare, produrre e provare pompe per la trasmis-
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sione del petrolio. A dicembre 2014 è stato firmato il Memorandum of Understanding e ad aprile 2016 è stato inaugurato lo stabilimento. Nome della joint venture: Transneft Oil Pumps Jsc perché i partner sono Transneft Jsc, la società che gestisce la rete di pipeline oil&gas del paese, e Konar Jsc, un produttore. La fabbrica copre un’area di 23mila metri quadrati a Chelyabinsk, negli Urali, e la sua capacità produttiva è di circa 200 pompe all’anno.
Dove localizzare? Zone economiche speciali In alcune regioni sono state create le “Korporatsie Razvite” (Corporazioni per lo sviluppo), strutture pubbliche di sostegno agli investimenti affiancate alle zone economiche speciali. I prerequisiti per diventare residente sono l’esistenza dell’azienda richiedente come persona giuridica ai sensi dell’ordinamento russo (no filiali) e la localizzazione dell’intera azienda all’interno della Zes. I vantaggi per gli imprenditori, a oggi sono presenti più di 500 investitori di cui circa 90 stranieri, sono le esenzioni e le agevolazioni di carattere fiscale, immobiliare e amministrativo. Viene fornito il supporto amministrativo dagli enti federali e regionali. La zona doganale è libera (0% tassa e Iva sull’importazione degli impianti, componenti e materiali importati sul territorio di Zes; 0% imposte dell’esportazione per la merce pronta, esportata fuori dall’Unione doganale).
Industrial parks Sorti per iniziativa privata (circa il 70%) da partenariati tra settore pubblico e privato o interamente dalle pubbliche istituzioni. Nei siti proposti si può localizzare qualsiasi tipo di produzione senza il rischio di sostenere spese aggiuntive. Attualmente sono presenti 190 par-
chi industriali, situati nelle regioni più industrializzate. L’Associazione ”Parchi industriali” (Aip), partner di Confindustria Russia con cui Anima sta collaborando, è l’unico ente ufficialmente registrato: riunisce 125 compagnie e 89 parchi situati in 45 regioni. Per gli investitori stranieri, i parchi industriali sono un comodo mezzo d’investimento e di localizzazione dei propri prodotti, soprattutto grazie alla presenza delle infrastrutture necessarie. Per le società che operano nei parchi industriali sono previste agevolazioni fiscali.
Monotowns Piccole città le cui economie sono dominate da una singola industria o azienda, eredità dell’economia pianificata sovietica. È stato un creato un fondo per le monotowns per attrarre flussi di investimento, diversificare l’economia e creare nuovi posti di lavoro in queste aree. Il fondo può essere utilizzato per la costruzione o ricostruzione di infrastrutture, la partecipazione o realizzazione di nuovi progetti di investimento, la formazione di un team per l’amministrazione dei progetti di sviluppo delle monotowns per l’organizzazione di corsi di formazione. Oggi sono 319 le monotowns (9 con indice di priorità e con regime fiscale agevolato). Il budget totale per il periodo 2014-2017 è di 29,6 miliardi di rubli,
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mentre la somma del prestito è compresa tra 100 milioni e 1 miliardo di rubli con tasso di interesse pari al 5% annuo e durata non superiore a 8 anni. Il prestito può coprire al massimo il 40% dell’investimento totale e l’ente richiedente il prestito deve essere una persona giuridica residente nella Federazione russa.
Chi non ha (ancora) localizzato, e perché Alberto Zerbinato, Ceo di Ici Caldaie, fattura 40milioni di euro di cui 5 in Russia. «Ma prima erano 8-9 milioni di euro. Siamo calati da quando sono iniziati i litigi», cioè dalle sanzioni. Il prodotto di Ici passa attraverso i distributori. L’azienda ha una società di rappresentanza in loco. «Oggi la Russia chiede di localizzare. Non mi convince il neoprotezionismo che si riscontra soprattutto nelle grandi potenze mondiali. Da una parte godiamo dei vantaggi globali ma, dall’altra, la politica fa il coro dell’alzata dei muri». Ici sta valutando di produrre in Russia ma «certo le condizioni non sono agevoli, basti pensare alle infrastrutture che ci sono qui e che lì sono assenti. La qualità viene messa a rischio». Si va perché non si può perdere il mercato. Rimango dubbioso perché gli investimenti industriali sono in balia della politica».
Settore Oil & Gas, come entrare nelle vendor list russe L
e aziende italiane spesso si fanno trovare impreparate nei rapporti commerciali con i russi. Un caso emblematico può essere quello dell’export delle tecnologie per oil & gas, uno dei settori maggiormente danneggiati dalle sanzioni.
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Gli errori di ieri delle imprese italiane
Le possibilità di oggi per le imprese italiane
Si rileva una scarsa conoscenza del paese dove si vuole esportare Mancanza di contratti adeguati per gestire persone e organizzazioni all’estero Scarsa definizione degli obiettivi da raggiungere per il personale distaccato all’estero Mancanza di personale madrelingua Mancanza di materiale in lingua (presentazione, website) Ieri le imprese cercavano una figura altamente specializzata o un distributore con costi maggiori ma anche tempistiche più lunghe che prometteva analisi di mercato in un periodo di tempo indefinito
Oggi le imprese hanno bisogno di una figura non necessariamente specializzata, che svolga un lavoro giornaliero e costante di ricerca di informazioni in un periodo di tempo breve e ben definitoe che possa lavorare per obiettivi e risultati tangibili, il primo dei quali la creazione di un customer database. Investimenti in ricerche di mercato e piano strategico di qualifiche nelle vendor lists degli end users Assunzione di personale madrelingua per il monitoraggio dei tenders online e la preparazione della documentazione
Gli end users russi pubblicano online tutti i tender in lingua russa, alcuni sui propri siti, altri su piattaforme terze specializzate nella gestione dei tender. In tutti i casi sono anche evidenziate le procedure per l’ottenimento delle qualifiche. Tali qualifiche consentono di partecipare ai tender gestiti direttamente e anche a quelli gestiti dagli Epc contractor: questi ultimi sono sempre più obbligati a scegliere i fornitori nelle vendor list degli end user. Alcuni esempi, si possono consultare su L’Industria Meccanica on line.
Dai distributori ai tender diretti, la storia di Chimec Chimec fattura 90 milioni di euro all’anno ed è presente in più di trenta paesi. Nel 2008 l’azienda ha aperto l’ufficio di rappresentanza a Samara e nel 2012 a Mosca. Dal 2015 Chimec si è accreditata verso i principali gruppi petroliferi e piattaforme tender. Ora il 50% è diretto al cliente finale (tender). Chimec ha registrato un incremento del profitto, una maggiore opportunità di cross-selling, lo sviluppo dei contatti con decision-makers, il costante aggiornamento sulle procedure dei tender e attività competitor. Nel 2016 è stato rifiutato l’accreditamento di Chimec alle raffinerie Rosneft. Le motivazioni riguardavano la sede legale in un indirizzo di massa, l’assenza della sufficiente solidità finanziaria, l’assenza di profitto nei precedenti esercizi e che il capo contabile coincideva con il direttore generale dell’impresa. L’azienda ha avviato le modifiche necessarie per poter rientrare nei criteri di Rosneft.
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Focus Russia e Technology day per supportare le imprese La meccanica italiana ha risentito delle decisioni politiche a livello di scambi commerciali. In Russia venivano esportate 1,2 miliardi di tecnologie meccaniche italiane nel 2013, anno in cui ha avuto inizio una discesa senza freno. Nel 2014 si è registrato il primo calo, per poi scendere a 857 milioni di euro l’anno seguente fino ai 609 milioni nel 2016, la metà dell’export registrato nel 2013. «La rimozione delle sanzioni verso la Russia da parte degli Usa sarebbe certamente una buona notizia per tutti noi», ha affermato Alberto Caprari, presidente di Anima. Anima il prossimo 17 maggio promuove un Focus export sulla Russa per accompagnare gli imprenditori nel labirintico aggiornamento delle norme commerciali verso la Russia. Nel corso dell’anno, Anima organizzerà un technology day in Russia. «Auspichiamo una distensione nei rapporti con la Russia, pur nel rispetto dei principi di solidarietà e reciproca salvaguardia che vigono tra gli stati membri dell’Ue e con tutti quegli stati che hanno avviato processi di avvicinamento all’Unione europea. Per le tecnologie per i settori alimentare, acqua, oil&gas, edilizia, climatizzazione, efficienza energetica e green industry significherebbe recuperare più del 30% delle esportazioni verso questo grande paese. Qualunque intervento politico distensivo sullo scenario internazionale è pertanto un aiuto enorme verso l’industria manifatturiera italiana». Per partecipare al Focus Russia: www.anima.it
EXPORT&MERCATI
3.
Russia al bando: le sanzioni europee Un quadro della situazione che mette in difficoltà (soprattutto) il settore italiano dell’Oil&Gas
di Alessandro Di Simone, EasyFrontier
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L
e sanzioni. Un tool politico ed economico la cui efficacia (nonché legittimità) è da sempre in discussione. Ne esistono di svariate tipologie – tra queste, sanzioni economiche, diplomatiche, militari e financo sportive. Le finalità possono essere le più disparate, e quelle perseguite dai sanzionatori possono risultare completamente altre rispetto agli effettivi esiti ottenuti sul terreno. In tempi cupi della storia Patria, le sanzioni imposteci dalla Società delle Nazioni (l’antesignana dell’Onu) furono ribattezzate “assedio economico” – eufemismo che, in altre epoche e in altri Paesi, sarebbe forse stato reso in maniera più volgare ma più appropriata con “It’s the economy, stupid”.
Nonostante le sanzioni, la Russia avanza Passando alla Federazione Russa, è superfluo addentrarsi in puntute osservazioni sull’opportunità e – soprattutto – sull’efficacia di sanzioni varate unilateralmente da una manciata di paesi che rappresentano (considerando la Ue non come soggetto unitario, ma come 28 singoli paesi) a malapena un quinto degli Stati membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Rileva piuttosto osservare come il rinnovo delle sanzioni del dicembre scorso ne abbia esteso la validità al 31 luglio 2017 – ovvero, tre anni ininterrotti di restrizioni durante i quali la Russia ha, nell’ordine: consolidato il controllo della Crimea (ormai riconosciuta quale parte della Federazione da una decina di Paesi membri dell’Onu); rinfocolato a suoi vantaggio i vari irredentismi nel Baltico e nella “Nuova Russia”; vinto – sostanzialmente in solitaria – la guerra di Siria. Alla trionfale avanzata russa, condotta non solo manu militari ma anche con un sapiente battage mediatico a colpi di tweet sarcastici e parate fastose, la Ue ha contrapposto un classico impianto sanzionatorio imperniato su (in ordine di fastidiosità crescente) travel ban, asset freeze e misure restrittive all’export per determinate entità coinvolte nella crisi ucraina. Di specifico interesse per le aziende associate permangono le restrizioni commerciali varate con il Reg. (UE) 833/2014 del 31 luglio 2014, modificato dal Reg. (UE) 960/2014, dal Reg. (UE) 1290/2014 e dal Reg. (UE) 2015/1797 – che pietisticamente concede la possibilità di mettere “benzina” nei veicoli spaziali russi, indispensabili per i programmi dell’Ase (Agenzia Spaziale Europea). Scendendo a un livello ulteriore di dettaglio, le restrizioni riguardano in primis i beni dual use elencati in All. I del Reg. (CE) 428/2009, che non possono essere esportati qualora siano destinati a un uso o a un utilizzatore finale militare o ad aziende operanti in
ambito militare (elencate in All. IV del Regolamento). Non sono, pertanto, vietate le esportazioni di prodotti e tecnologie dual use per l’industria aeronautica civile e spaziale, per uso non militare e per utenti finali non militari. Un’importante considerazione riguarda invece i beni non duali che possono essere esportati anche a enti militari e alle aziende nel detto allegato.
Le restrizioni all’export dei prodotti dell’Oil&Gas Una caratteristica peculiare dell’impianto sanzionatorio implementato nei riguardi della Federazione è la restrizione all’export di determinati prodotti connessi all’industria petrolifera (tubi e aste utilizzati per oleodotti, gasdotti e per l’estrazione del petrolio, utensili di perforazione, pompe – identificati in base al relativo codice di Nomenclatura Combinata ed elencati nell’All. II del Regolamento). Tali beni sono soggetti a un regime autorizzativo preventivo, che in Italia è gestito dalla Div. IV del ministero dello Sviluppo economico (MiSE), in conformità a quanto prescritto per le autorizzazioni relative all’esportazione di beni dual use. Qualora tali prodotti siano destinati all’utilizzo per prospezione e produzione di petrolio in acque profonde o in Artico o per progetti relativi allo scisto bituminoso, l’autorizzazione all’esportazione non può essere concessa. È anche vietata la fornitura di trivellazioni, prove pozzi, carotaggi e strutture galleggianti qualora questi servizi siano destinati agli impieghi appena detti Una particolare attenzione va posta, specialmente nel commercio con paesi “sensibili” sotto il profilo sanzionatorio, al potenziale impatto della cosiddetta clausola catch all sulle operazioni commerciali in essere. In sintesi, il Reg. (CE) 428/2009 individua una sterminata varietà di circostanze per le quali un bene non dual use in senso tecnico (e cioè non ricompreso nell’All. 1 del regolamento stesso) potrebbe comunque essere soggetto a requisiti di autorizzazione preventiva, con tutto quel che ne consegue sul piano commerciale. Risulta quindi opportuno adottare rigorose procedure di trade compliance nel commercio verso la Russia e altri paesi sensibili, onde scongiurare altrimenti imprevedibili misure ex post (quali un fermo merce generato da una catch all lanciata dal ministero dello Sviluppo economico) – anche in considerazione di un quadro sanzionatorio che, dopo il siluramento del generale Michael Flynn (National Security Adviser della Casa Bianca ritenuto “vicino” alla Russia), potrebbe permanere immutato ben oltre la fatidica data del 31 luglio 2017.
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ANIMA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE: UN SERVIZIO DI SUPPORTO QUALIFICATO PER LE AZIENDE NEL PROPRIO BUSINESS ESTERO PRESENTA
FOCUS PAESE 2017: PER TROVARE LE RISPOSTE CHE CERCHI
Federazione Anima a supporto delle Aziende del comparto, presenta i nuovi incontri di approfondimento su alcuni Mercati Esteri selezionati per aree di prospettico sviluppo e interesse per la filiera meccanica, con l’obiettivo di dare strumenti e orientamenti concreti ai problemi che le imprese si trovano ad affrontare nella loro attività di estensione delle opportunità commerciali all’estero.
NUOVI PAESI - NUOVE DATE 2017
Perché lo sviluppo Export di qualunque azienda necessita sempre più di CONOSCENZA e STRATEGIA su mercati, opportunità e nuove dinamiche.
17 MAGGIO => RUSSIA
RELATORI DEI FOCUS: ICE + collegamento Skype con corrispondenti Locali | Studi Legali internazionali | Istituti Bancari internazionali | Professionisti Sviluppo Business Estero | Esperti in tematiche doganali | Consolati e Ambasciate
PARTECIPANTI DEI FOCUS: Responsabili Export, amministrativi, imprenditori e manager, direttori marketing/vendite, in generale tutti coloro che si trovino ad essere coinvolti nell’internazionalizzazione d’impresa. I FOCUS SI RIVOLGONO: sia aziende in fase di start up sui Paesi, sia coloro che già vi svolgono una attività, ma desiderino implementarla, modificarla o abbiano specifiche problematiche da affrontare. I Focus Paese ANIMA non sono convegni generalisti, ma incontri specialistici concreti, volutamente riservati a massimo 20 partecipanti, per favorire l’interazione e il confronto diretto tra aziende e relatori, professionisti autorevoli in ambito internazionale.
8 FEBBRAIO => CINA 22 MARZO => IRAN 10 MAGGIO => USA new
14 GIUGNO => DUBAI - EMIRATI 28 GIUGNO => MESSICO 5 LUGLIO => VIETNAM
new
20 SETTEMBRE => IRAN post elezioni new 11 OTTOBRE => MAROCCO 8 NOVEMBRE => ARGENTINA LO SAPEVI? LA PARTECIPAZIONE AI FOCUS PAESE ANIMA PUO’ ESSERE FINANZIATA A FONDO PERDUTO ATTRAVERSO I FONDI INTERPROFESSIONALI PER LA FORMAZIONE CONTINUA. INFORMATI O CHIEDI ASSISTENZA SULL'UTILIZZO DI FONDIMPRESA A internazionalizzazione@anima.it
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FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DELL'INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Per informazioni: mail: internazionalizzazione@anima.it - tel. +39 0245418.500 - fax +39 0245418.545 63 | marzo aprile 2017 via Scarsellini 11/13 - 20161 Milano
flash interna
GHANA e ECUADOR: Accordo di partenariato economico con la Ue Per beneficiare dei trattamenti tariffari preferenziali previsti per l’import in Ue di prodotti originari del Ghana e dell’Ecuador e per l’import in Ghana e in Ecuador di prodotti originari dell’Ue, è necessario presentare documentazione attestante l’origine preferenziale delle merci: • per le spedizioni di prodotti originari il cui valore totale non superi i 6.000 euro, sarà sufficiente la dichiarazione su fattura; • per le spedizioni di prodotti originari il cui valore totale superi i 6.000 euro, dichiarazione su fattura nel caso in cui l’azienda sia titolare dello status di Esportatore Autorizzato (in presenza di abituali esportazioni o operazioni potenziali, sarebbe consigliabile estendere l’autorizzazione per usufruire del suddetto vantaggio); • per le spedizioni di prodotti originari il cui valore totale superi i 6.000 euro, richiesta di emissione del certificato EUR1 nel caso in cui l’azienda non sia titolare dello status di Esportatore Autorizzato. Per completezza di informazione ricordiamo che la presenza dell’EUR1 o della dichiarazione su fattura deve essere riportata nella casella 44 del DAU. Si ricorda che, nel caso di esportazioni, per beneficiare delle agevolazioni daziarie, i prodotti spediti in Ghana e in Ecuador dovranno rispettare le specifiche regole di origine e l’esportatore dovrà possedere, ed eventualmente esibire su richiesta delle autorità competenti, le relative prove di origine, come previsto nell’Accordo di partenariato economico. (Fonte: Istituzioni)
MAROCCO: la Banca Mondiale prevede una crescita del 4% La Banca Mondiale ha diffuso le proprie previsioni relative alla crescita economica nel 2017 che, a livello mon-
diale, dovrebbe attestarsi al + 2,7%. L’area del Medio Oriente e del Nord Africa dovrebbe registrare una crescita maggiore (+ 3,1%) rispetto alla media mondiale. Secondo gli esperti della Banca Mondiale, l’Egitto sarà quest’anno l’economia più dinamica nel Nord Africa, con una crescita del + 4,4%, seguito da Marocco (+ 4%) e Algeria (+ 2,9%). Il Cmc - Centro Marocchino di studi sulla Congiuntura ha elaborato previsioni simili a quelle della Banca Mondiale, prospettando una crescita del + 4,1% per l’anno appena iniziato (quasi 3 punti in più rispetto all’1,2% del 2016). Tra i fattori che incoraggerebbero la crescita marocchina ci sono migliori raccolti agricoli, soprattutto di cereali, che farebbero salire le produzioni delle attività primarie del 7,6%. Anche il settore industriale dovrebbe registrare una performance migliore rispetto a quella dell’anno scorso, mentre le costruzioni ed i grandi lavori sarebbero favoriti dai programmi di edilizia sociale e di infrastrutture di base. Il Cmc prevede che gli investimenti in Marocco aumenteranno del 4,8% nel 2017, grazie all’afflusso di capitali esteri, al riassestamento degli investimenti privati nazionali e ai programmi pubblici di potenziamento infrastrutturale.
(Fonte: Ice)
Ue: Vertice Berlino - Position paper Confindustria e Bdi Confindustria e Bdi, l’Associazione di rappresentanza dell’industria tedesca, dando seguito a uno degli impegni assunti nella dichiarazione congiunta condivisa nel vertice di Bolzano dello scorso ottobre, hanno definito un Position Paper congiunto sul rafforzamento del corporate banking in Italia, in Germania e nella Ue. Il Position Paper parte dal presupposto che, tra i principali ostacoli alla crescita economica nell’eurozona, vi è la carenza di finanziamenti, che limita gli investimenti
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zionalizzazione e ostacola l’innovazione e lo sviluppo delle imprese. La finanza è una leva strategica per tornare a crescere ed essere competitivi. Il canale bancario è essenziale e va rivitalizzato. Accanto a ciò occorre favorire l’accesso delle imprese ai mercati finanziari e dei capitali. A questi fini, Confindustria e Bdi hanno condiviso, tra le altre, le seguenti priorità: - mettere fine all’incertezza normativa evitando un’ulteriore stretta regolatoria; - completare l’Unione Bancaria, cruciale per spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano nazionale e per preservare il mercato unico dei servizi finanziari; - ridurre, a livelli sostenibili e in un lasso ragionevole di tempo, lo stock di non performing loans che grava sui bilanci di diverse banche; - scongiurare il rischio che un’applicazione restrittiva delle regole sugli aiuti di Stato alle banche e della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche - pur mirando a una migliore governance e a salvaguardare i contribuenti - generi, in un sistema integrato come quello europeo, effetti negativi in tutta l’area. - consolidare ulteriormente il sistema bancario per avere meno banche, ma più efficienti; e aggiornarne i modelli di business anche al fine di un potenziamento del ruolo a supporto delle imprese. - rafforzare i mercati dei capitali e sviluppare strumenti di finanza alternativa per finanziare i progetti delle imprese. (Fonte: Istituzioni)
CINA: Bakery China 2017 - Shanghai, 10-13 maggio 2017 Fiera annuale internazionale di riferimento specifico per i macchinari, prodotti, imballaggi per la panificazione. I prodotti di riferimento: macchine e forni per panificazione, confetteria, pasticceria e pizza; macchine per la produzione di gelati; macchine professionali per caffè;
attrezzature per il packaging; attrezzature per la refrigerazione commerciale; attrezzature per Horeca.
(Fonte: Anima)
EUROPA: La transizione energetica dell’Europa è pienamente in corso La seconda relazione sullo stato dell’Unione dell’energia indica che la modernizzazione dell’economia dell’Unione europea e la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio sono ormai in atto. L’Europa è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi al 2020 per le emissioni di gas a effetto serra, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Per l’Unione dell’energia il 2016 è stato l’anno dell’incisività: la visione racchiusa nella strategia quadro per un’Unione dell’energia è stata tradotta in iniziative legislative e non legislative concrete, soprattutto con il pacchetto Energia pulita per tutti gli europei, presentato il 30 novembre 2016. L’Ue nel suo insieme ha continuato a compiere buoni progressi verso la realizzazione degli obiettivi, in particolare quelli in materia di clima ed energia per il 2020 (cfr. MEMO/17/162 e MEMO/17/163). L’accordo di Parigi (dicembre 2015); e la sua rapida ratifica da parte dell’Ue ha consentito l’entrata in vigore del primo accordo universale giuridicamente vincolante sul clima, il 4 novembre 2016. Nel 2016, la Commissione ha presentato inoltre una strategia europea per la mobilità a basse emissioni caratterizzata da un obiettivo ambizioso e chiaro: entro la metà del secolo le emissioni di gas a effetto serra provenienti dai trasporti dovranno essere inferiori di almeno il 60% rispetto al 1990 ed essere instradate saldamente su un percorso di avvicinamento allo zero, pur assicurando sia le esigenze di mobilità dei cittadini e delle merci sia la connettività globale. (Fonte: Istituzioni)
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Il certificato d’origine del prodotto: a cosa serve, come ottenerlo e come non incorrere in sanzioni È necessario quando i prodotti da esportare sono destinati a Paesi Extra Ue di Matteo Mussi e Silvia Borghi, Lawtelier*
N
ella quotidianità, molte aziende che esportano prodotti verso l’estero hanno la necessità di munirsi del certificato d’origine del prodotto tutte le volte in cui i prodotti in esportazione sono destinati a un paese che non appartiene all’Unione europea e che non ha stipulato accordi con l’Unione europea per l’ottenimento di benefici daziari (si parla, in tal caso, di “prodotto di origine non preferenziale”).
Il certificato d’origine del prodotto ha essenzialmente lo scopo di consentire l’applicazione di misure di politica commerciale quali, ad esempio, i dazi antidumping e compensativi; le misure di salvaguardia; i contingenti quantitativi; l’applicazione selettiva dei dazi; le elaborazioni delle statistiche di commercio con l’estero; l’applicazione di ogni altra misura che all’importazione o all’esportazione, sia connessa con l’origine delle merci, quali, ad esempio talune clausole di contratti (anche contratti pubblici) ovvero l’apposizione di etichette di origine. Attualmente il certificato d’origine del prodotto trova la propria disciplina nel Regolamento Europeo n. 952/2013 del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell’Unione europea. A integrazione del predetto regolamento, sono stati emanati il Regolamento Delegato n. 2446/2015 del 28 luglio 2015, che integra il codice doganale, e il Regolamento di esecuzione n. 2447/2015 del 24 novembre 2015, recante le modalità di applicazione di talune disposizioni del codice doganale. A livello italiano, il ministero dello Sviluppo economico è stato incaricato di dare attuazione alla normativa europea e, a tal fine, ha emesso numerose circolari (tra le quali si segnala la circolare n. 75361 del 26.8.2009, contenente le linee guida per il rilascio dei certificati). Il certificato d’origine è rilasciato dalla Camera di Commercio del luogo dove l’impresa, che deve esportare il prodotto, ha la propria sede legale o l’unità locale iscritta nel Registro delle Imprese. In via eccezionale, l’impresa può rivolgersi alla Camera di Commercio dove è situata la merce da esportare, ma è necessaria la preventiva autorizzazione della Camera di Commercio competente per territorio. Per ottenere il certificato, il legale rappresentante dell’impresa richiedente deve presentarsi alla Camera di Commercio e compilare l’apposito formulario, indicando l’origine del prodotto. Al formulario dovranno, poi, essere allegati la fattura di esportazione del prodotto, che deve essere firmata in originale e deve contenere i pesi e le marche, e la fotocopia della carta d’identità del legale rappresentante dell’impresa richiedente. La Camera di Commercio verifica, quindi, la regolarità formale della richiesta e della documentazione a essa allegata e rilascia il certificato d’origine a un modico costo. Come si può intuire da quanto sopra illustrato, non è, quindi, la Camera di Commercio a determinare l’origine del prodotto, bensì è l’impresa richiedente a dichiararla sotto la propria responsabilità. Le dichiarazioni così rilasciate dall’impresa per l’ottenimento del certifica-
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to d’origine sono considerate dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà ai sensi del D.P.R. N. 445/2000 e, dunque, hanno valore di dichiarazioni rese di fronte a Pubblico Ufficiale (che, in questo caso, è la Camera di Commercio). Considerato il valore che le predette dichiarazioni hanno, le responsabilità dell’impresa, in caso di dichiarazioni non corrette, variano a seconda che l’origine non preferenziale dichiarata sia falsa o semplicemente errata. Qualora sia riscontrabile un mero errore nell’individuazione dell’origine del prodotto, le conseguenze per l’impresa dichiarante sono di norma la revisione dell’accertamento doganale degli elementi contabili; la possibile applicazione di dazi antidumping; l’applicazione delle misure doganali previste in relazione all’origine effettivamente accertata e l’applicazione di sanzioni amministrative. Nel caso, invece, di dichiarazioni circa l’origine del prodotto rivelatesi false, vale a dire rilasciate con la volontà cosciente e non coartata di compiere il fatto e nella consapevolezza di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero, alle misure appena viste in caso di mero errore, si aggiungono quelle derivanti da una responsabilità dell’impresa sul piano penale. L’art. 76 del D.P.R. N. 445/2000, infatti, prevede che chiunque rilasci false dichiarazioni, formi atti falsi o ne faccia uso nei casi previsti dal D.P.R. è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. Nello specifico, la disposizione penale applicabile è l’art. 483 c.p., il quale prevede che chiunque attesti falsamente a un pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni. Alla fattispecie di reato prevista dall’art. 483 c.p. se ne possono affiancare altre, ricorrendone i presupposti, come ad esempio la truffa, qualora il soggetto che ha dichiarato una falsa origine del prodotto abbia procurato a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno (in tale caso la pena prevista è la reclusione da uno a cinque anni e la multa da euro 309,00 a euro 1.549,00). Per scongiurare il rischio di incorrere nelle responsabilità e nelle sanzioni di cui sopra, è dunque necessario indicare correttamente l’origine del prodotto in sede di richiesta del certificato d’origine; di conseguenza, l’interrogativo che si pone all’impresa è quali siano i criteri cui ricorrere per poter determinare correttamente l’origine di un prodotto. Sul punto viene in soccorso il Codice doganale dell’Unione europea (Regolamento n. 952/2013), il quale all’art.
60 prevede che le merci interamente ottenute in un unico paese o territorio sono considerate originarie di tale paese o territorio. Cosa accade quando le merci sono state prodotte in due o più paesi L’applicazione di tale principio risolverebbe agevolmente ogni problema se non fosse che, nella prassi, accade assai spesso che un prodotto sia il frutto di molteplici fasi di lavorazione che si svolgono in diversi paesi. Per questo motivo, sempre l’art. 60 precisa, al II comma, che le merci, alla cui produzione contribuiscano due o più paesi o territori, sono considerate originarie del paese o territorio in cui hanno subito l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale ed economicamente giustificata, effettuata presso un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione. Ma che cosa si intende per ultima trasformazione o lavorazione sostanziale ed economicamente giustificata? In linea generale, la sostanzialità dell’intervento può essere individuata nella lavorazione che incide sulle caratteristiche merceologiche del semilavorato o del prodotto finito in modo tale da determinarne una classificazione in una voce di Nomenclatura Combinata diversa da quella relativa a ciascuno dei prodotti non originari utilizzati per realizzare quello di cui va dichiarata l’origine: in altre parole, il cambiamento del codice tariffario di norma è di per sé un’evidenza dell’ottenimento di un prodotto nuovo rispetto a quelli di partenza e dunque del fatto che vi sia stata una lavorazione sostanziale. In tali casi, si parla di “salto di codice” o “salto tariffario” che può manifestarsi come cambio della voce o della sottovoce doganale. Ciò detto, va però rilevato che, per taluni prodotti, il Regolamento Delegato n. 2446/2015 ha direttamente e specificamente fissato i criteri da applicare per risalire alla loro origine. L’allegato 22-01 al Regolamento Delegato n. 2446/2015, infatti, illustra, per molte voci doganali, ordinate secondo le sezioni del Sistema Armonizzato (SA), i criteri, organizzati in primari e residuali, per individuare il luogo in cui è stata effettuata l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale e dunque, in ultima analisi, l’origine di un prodotto. A titolo di esempio si consideri che, per prodotti quali i reattori nucleari, le caldaie, le macchine, gli apparecchi e i congegni meccanici e le parti di queste macchine o
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*Lo studio legale Lawtelier Avvocati Associati è specializzato nella redazione e negoziazione di contratti internazionali con paesi extra-europei, nell’assistenza alle imprese nel recupero credito a livello internazionale e nell’invio di lavoratori all’estero.
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apparecchi la regola primaria considera, quale paese di origine dei prodotti fabbricati a partire da sbozzi, quel paese in cui lo sbozzo è stato finito, a condizione che la finitura includa la configurazione del prodotto nella forma definitiva mediante la rimozione del materiale (diversa dalla levigatura o dalla lucidatura o da entrambe) o includa processi di formazione quali la piegatura, la martellatura, la pressatura o la stampa. Se il paese di origine non può essere stabilito applicando tale regola primaria, è possibile fare ricorso al criterio residuale che, per i prodotti in questione, individua il paese di origine delle merci in quello in cui ha origine la maggior parte dei materiali, da stabilirsi in base al valore dei materiali. Il medesimo capitolo 84 dell’allegato 22-01 enuncia anche alcuni criteri interpretativi per applicare correttamente la regola primaria o quella residuale, in caso di particolari lavorazioni, quali la raccolta di parti, l’assemblaggio di raccolte di parti, lo smontaggio di prodotti. Va poi segnalata la disposizione dell’art. 33 del Regolamento delegato n. 2446/2015 (la cosiddetta “norma antielusiva”), la quale, per i prodotti non inclusi nell’Allegato 22-01, prevede che, qualora l’ultima trasformazione non sia stata economicamente giustificata, le merci hanno come origine il paese o il territorio di cui è originaria la maggior parte dei materiali, determinata sempre sulla base del valore degli stessi. Da notare che per trasformazione o lavorazione non economicamente giustificata si intendono quelle trasformazioni o lavorazioni che, sulla base degli elementi disponibili, risultano avere avuto soltanto lo scopo di eludere le misure applicabili alla merce di origine non preferenziale. La regola del valore aggiunto Inoltre, in taluni casi – in particolare quando i componenti del prodotto provengano da uno Stato diverso da quello in cui avviene quella particolare fase di lavorazione del bene che è determinante per giungere al prodotto finito – il Regolamento Delegato n. 2446/2015 fa ricorso alla “regola del valore aggiunto”, contemplata anche nel menzionato allegato 22-01: la regola funge da criterio (alternativo o residuale, a seconda dei casi) per stabilire l’origine di un prodotto e considera il valore acquisito dal prodotto con la lavorazione e/o la trasformazione e/o l’incorporazione di pezzi. In questo senso, se il valore acquisito dal prodotto con la lavorazione supera una certa percentuale (stabilita a priori dal Regolamento Delegato) del prezzo franco fabbrica del prodotto stesso, tale lavorazione può essere considerata sostanziale
e determinare, così, l’origine del prodotto. Occorre, però precisare che la regola del valore aggiunto è applicabile solo per particolari categorie di prodotti menzionati nell’allegato n. 22-01, come ad esempio i filati di seta, mentre non trova applicazione per i prodotti del citato capitolo 84 (i reattori nucleari, le caldaie, le macchine, gli apparecchi e congegni meccanici e le parti di queste macchine o apparecchi). Può, infine, accadere che un prodotto non sia contemplato nell’allegato 22-01 del Regolamento Delegato n. 2446/2015 e che ad esso non sia nemmeno applicabile la norma antielusiva prevista dall’art. 33 del Regolamento. La Posizione Comune dell’Ue In tale caso, per poter individuare l’origine di un prodotto, è possibile fare ricorso alla cosiddetta “Posizione Comune” dell’Unione europea, che consiste in un complesso di regole adottate dall’Unione europea durante i negoziati, in sede Wto, sull’armonizzazione delle regole di origine. Tale Posizione Comune non è codificata nel Codice doganale; essa è stata però riconosciuta dall’Agenzia delle Dogane con la circolare 20/D del 2005 e, pur se non legalmente vincolante, è dunque possibile farvi valido riferimento allorché si tratti di dover determinare l’origine non preferenziale di prodotti che non ricadono nell’allegato 22-01. In concreto, le regole previste dalla Posizione Comune possono essere riconducibili alle regole di seguito riportate e possono essere applicate singolarmente o in combinazione fra di loro, a seconda di quanto previsto specificamente per ogni singolo prodotto di interesse: a) la regola Cth (“Change of Tariff Heading” o “Cambio di Voce Doganale”), la quale prevede che il prodotto finito possa acquisire l’origine di un determinato paese solo se la voce doganale, in cui tale prodotto finito è classificato, sia diversa rispetto alla voce doganale di tutte le componenti utilizzate nella fabbricazione del prodotto (si tratta quindi della regola del “salto di codice” o “salto tariffario” vista in precedenza); b la regola del valore aggiunto, il cui funzionamento è già stato illustrato nei precedenti paragrafi; c) la regola della lavorazione o trasformazione specifica, la quale prevede che un bene acquisisca l’origine del paese in cui è sottoposto a determinate lavorazioni minime, che sono descritte nel testo della regola medesima.
69 | marzo aprile 2017
RUBRICA | i 400 caratteri
CLIMATIZZAZIONE
realtà virtuale
Aermec vince l’Innovation Awards 2017
Schneider Electric acquisisce Mwpowerlab Srl
Aermec ha ricevuto il premio Innovation Awards 2017 dalle organizzazioni statunitensi Ashrae, Ahri e Ahr Expo nel corso dell’esposizione che si è tenuta a Las Vegas lo scorso gennaio. L’azienda veronese ha presentato un refrigeratore modulare che consente un significativo risparmio energetico, ottimizzando il rendimento con un basso utilizzo di gas refrigerante. Aermec conta oltre 700 dipendenti e nel 2016 ha fatturato oltre 195 milioni di euro.
Una software company italiana che produce tecnologie 3D real-time amplierà l’offerta di soluzioni per la simulazione e l’asset management basate su realtà virtuale e aumentata di Schneider Electric. L’azienda, attiva nella gestione dell’energia e nell’automazione, ha annunciato il 2 febbraio l’acquisizione di Mwpowerlab Srl, con cui collabora già da tempo nel campo della formazione per gli operatori e delle soluzioni di simulazione.
CROCIERE
INNOVAZIONE
Navi italiane: possibile intesa per 4,8 miliardi
Mitsubishi premia Turboden
Norwegian Cruise Line ha firmato un’intesa con Fincantieri per quattro navi da crociera da circa 800 milioni, cui se ne potrebbero aggiungere altre due: un ordine che potrebbe valere 4,8 miliardi. Le navi, costruite con attenzione ai consumi e all’impatto ambientale, avranno una stazza lorda di 140mila tonnellate, e una lunghezza di quasi 300 metri. Potranno ospitare 3.300 passeggeri, e verranno consegnate a distanza di un anno l’una dall’altra dal 2022.
Turboden ha vinto il premio Best Innovation Prize 2016, assegnatole dalla casa madre Mitsubishi Heavy Industries. L’ultima innovazione sviluppata dalla divisione R&D di Turboden è la turbina a 5 stadi Organic Rankine Cycle (Orc), una soluzione di macchinari efficiente per il recupero del calore dai processi industriali e dalle fonti geotermiche. Per aumentare l’efficienza della turbina, è stato aumentato il numero di stadi da tre a cinque, per gestire più efficacemente la pressione rilasciata.
ACQUISIZIONI
FILIALI
Hörmann acquisisce il 70% di Pilomat
Nidec Corporation acquisisce Emerson Electric
Il Gruppo Hörmann, attivo nel settore delle chiusure, ha acquisito il 70% delle quote dell’azienda italiana Pilomat, con sede a Grassobio (Bergamo). Il restante 30% delle quote è rimasto invece di proprietà della famiglia Toffetti, e l’azienda conserverà il proprio nome. Con oltre 30 dipendenti, Pilomat è specializzata nella produzione di dissuasori mobili e fissi e di road blocker per la protezione degli edifici e per il controllo degli accessi.
Nidec Corporation ha acquisito le divisioni drives, motors e electric power generation di Emerson Electric Co., azienda produttrice di motori per uso industriale, a eccezione delle acquisizioni da perfezionare in alcune giurisdizioni. La divisione acquisita è diventata una filiale di Nidec. Le restanti acquisizioni, inclusa quella di Leroy Somer Electro-Technique, saranno completate entro il 30 settembre 2017.
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i 400 caratteri
METROPOLITANA
Thyssenkrupp: manutenzione a Milano e Napoli Thyssenkrupp Elevator Italia si aggiudica la manutenzione di ascensori e scale mobili delle metropolitane di Milano e di Napoli per un totale di 585 impianti di cui 352 (237 ascensori, 115 scale mobili) a Milano in oltre 60 stazioni per circa 55 km e 233 (83
ascensori e 150 scale mobili) a Napoli, in 23 stazioni per oltre 20 km. Si tratta di contratti per oltre 9 milioni di euro. L’azienda consta di un team di tecnici manutentori specializzati e presidi fissi pronti a intervenire 24h su 24h.
SPA
LAVORO
Produzione: dagli Usa a Pordenone
Gli studenti Generatore di premiano le imprese vapore certificato da Apave
Jacuzzi sposta la produzione di alcuni prodotti dagli Usa a Valvasone Arzene (Pordenone), storico polo produttivo. Infatti l’azienda, che ha già trasferito a Milano la sede del quartier generale europeo, intende potenziare la propria presenza in Europa e Asia nel mercato delle Spa. L’Italia è adatta allo scopo per ragioni logistico-distributive dovute alla collocazione geografica e per la presenza di linee di fabbricazione già avviate.
Dab Pumps SpA ha vinto i titoli di “Migliore azienda per la soddisfazione dello stagista 2016” e di “Migliore azienda per numero di offerte 2016”. I premi sono stati assegnati all’azienda lo scorso 1 dicembre, in occasione del Best Talent Hunter, contest dedicato alle imprese che si sono distinte per aver agevolato studenti o neolaureati dell’università di Padova nel percorso di inserimento lavorativo.
71 | marzo aprile 2017
EFFICIENZA
Bono Energia ha fornito allo zuccherificio francese Cristal Union un generatore di vapore alimentabile a bio combustibile, insieme a un sistema di monitoraggio che permette all’impianto di funzionare fino a 72 ore senza presenza continua dell’operatore. L’ente di certificazione Apave ha attestato che i valori delle emissioni sono sotto i limiti previsti dalla legge, e ha confermato il raggiungimento del 97,5% di efficienza.
LOGI CA & MOVI MENT l’industria meccanica 708 | 72
ISTI& ITA73 | marzo aprile 2017
LOGISTICA&MOVIMENTAZIONE
Rinnovare il parco carrelli: una questione di sicurezza I motivi per cui le macchine non marcate CE andrebbero sostituite
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I carrelli di nuova generazione sono dotati obbligatoriamente di tutti gli accorgimenti di sicurezza previsti dalla nuova norma costruttiva armonizzata UNI EN ISO 3691-1
I
carrelli immessi sul mercato prima del 1996 (dunque non marcati CE) dovrebbero essere sostituiti da carrelli attuali. Così suggerisce Aisem, l’associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione: infatti, la legislazione sulla sicurezza dei carrelli e sulla loro sostenibilità ambientale si è evoluta, soprattutto con l’introduzione della normativa comunitaria. È del 1991 la Direttiva 86/663/CEE (marcatura “Ɛ”), mentre nel 1996 è stata introdotta la Direttiva Macchine 98/37/CE (marcatura CE). Attualmente è in vigore la Direttiva Macchine 2006/42/CE. All’evoluzione normativa è corrisposto, negli anni, un aumento in sicurezza e prestazioni delle macchine prodotte e quindi immesse sul mercato. I carrelli di nuova generazione, infatti, sono dotati obbligatoriamente di tutti gli accorgimenti di sicurezza previsti dalla nuova norma costruttiva armonizzata UNI EN ISO 3691-1, e per questo Aisem sconsiglia di fare il controllo periodico e di continuare a usare carrelli più vecchi del 1996. In ogni caso, la manutenzione della macchina è a carico degli utilizzatori o datori di lavoro, così come un eventuale intervento di adeguamento ai requisiti di sicurezza per l’utilizzo dei carrelli in un dato contesto. È bene quindi che chi usa i carrelli si preoccupi di fare dei controlli periodici, e che compili il “libretto per la verifica”, secondo le indicazioni della linea guida Ispesl. Le innovazioni ora rese obbligatorie per la sicurezza riguardano, ad esempio, l’inserimento del freno, la prevenzione della caduta del carico, la stabilità laterale, la visibilità, la protezione del montante. Inoltre, i nuovi carrelli sono conformi alla Direttiva
97/68/CE, che ha imposto graduali riduzioni delle emissioni. E i costruttori sono stati obbligati a introdurre sistemi che limitano la rumorosità dei carrelli, secondo quanto prevedono le direttive. La legge, infatti, fissa un limite di esposizione giornaliera, e se viene superato il datore di lavoro deve prendere provvedimenti: a seconda dell’entità dell’eccedenza dal valore fissato può dover fornire delle protezioni individuali per l’udito oppure intervenire per riportare il valore dell’esposizione sotto il limite. Anche per l’esposizione alle vibrazioni la legge prevede una soglia da non superare, stabilita in base a una esposizione di otto ore. Tra le carenze dei carrelli più vecchi c’è anche il fatto che non hanno il sedile con sospensione elastica regolabile in funzione del peso del carrellista, oggi invece obbligatorio. Anche guardando all’impatto ambientale i nuovi carrelli rappresentano un passo in avanti: permettono infatti più del 20% di risparmio energetico, grazie ai motori elettrici a corrente alternata, ai sistemi di recupero dell’energia in fase di frenatura, ai caricabatteria di nuova generazione e alle batterie al litio, che producono più energia e si ricaricano più in fretta. L’adeguamento dei carrelli di recente produzione ai nuovi requisiti prevede anche una maggiore ergonomia del posto guida e il manuale di uso e manutenzione, assente per la maggior parte delle macchine prodotte prima del 1996. Infine, un carrello vecchio può aver subito da parte di chi lo ha usato modifiche diverse dalle operazioni di manutenzione previste: in questo caso la sicurezza del carrello non è più garantita. i.n.
Grazie alle nuove tecnologie si può ottenere un risparmio energetico del 20%
75 | marzo aprile 2017
Ufficializzati gli EPD, Environmental Product Declaration, nel settore serrature, ferramenta e maniglie Assoferma partecipa al progetto condotto da Arge a livello europeo di Marcello Zinno
D
a anni Assoferma – associazione nazionale fabbricanti serrature, ferramenta e maniglie, federata in Anima – partecipa attivamente al progetto condotto dall’associazione europea del settore, Arge – the european federation of associations of locks&builders hardware manufacturers – nella stesura degli Epd, environmental product declaration. Si tratta di dichiarazioni di impatto ambientale dei prodotti redatte in collaborazione con importanti enti specializzati nel settore e tese a dimostrare l’incidenza di tutte le materie prime e dei processi industriali atti a realizzare il singolo prodotto esclusivamente dal punto di vista ambientale. Alla luce della tendenza a produrre beni che tutelino le risorse del nostro pianeta e che abbiano un impatto sull’ambiente sempre più ridotto, anche il settore dei fabbricanti serrature, ferramenta, maniglie e altri accessori ha fortemente voluto attivarsi per questo lavoro di respiro europeo. Il motivo è duplice. Innanzitutto si riesce a dare una dimensione quantitativa al fenomeno della “green economy”: il singolo Epd è capace di quantificare tutti i consumi necessari alla realizzazione di quel determinato prodotto, dall’uso della materia prima al trasporto necessario a monte e a valle della catena produttiva, passando per tutta l’energia usata per il fabbisogno e la produzione. Inoltre, essendo aumentata la sensibilità a questo tema tra le aziende, la dimostrazione di avere un prodotto che ha un basso impatto ambientale diverrà
(ma possiamo dire che già lo è) un driver commerciale, in quanto sia il settore pubblico che quello privato considereranno sempre più rilevante anche la dinamica ambientale. Dopo anni di lavoro, sono stati da poco ufficializzati gli Epd di rilevanza europea riferiti alle seguenti categorie di prodotto: window fittings, hinges, door&window handles, panic exit devices, padlocks, locking cylinders, locks, push button locks, letter boxes, glass door gear, sliding door gear, door closers, shutter hardware devices, electro-mechanical devices. Assoferma è stata l’unica associazione italiana a siglare in esclusiva l’accordo con Arge e a disporre dei diritti di utilizzo della documentazione. A seguito di ciò Assoferma ha conferito la licenza d’uso degli Epd alle aziende associate che hanno manifestato esplicito interesse alla partecipazione a questo progetto. Queste aziende (Alban Giacomo SpA, Antipanic Srl, Assa Abloy SpA, Cisa SpA, Hoppe SpA, Krona Koblenz SpA, Savio SpA, Viro SpA) sono le uniche utilizzatrici degli Epd a livello italiano. Trattandosi di un progetto europeo i costi di partecipazione sono stati molto limitati rispetto al lavoro di stesura di un Epd condotto da parte della singola azienda (nell’ordine dello 0,3% rispetto ai costi di gestione di un singolo progetto aziendale condotto in autonomia). Segno, questo, della forte sinergia realizzata a livello associativo. Al tempo stesso le dichiarazioni includono i loghi degli organismi che hanno contribuito alla loro stesura oltre a quello dell’associazione europea di cui Assoferma fa parte. A partire dal 2017, quindi, le otto aziende italiane vantano l’utilizzo di Epd di prodotto per dimostrare, attraverso una documentazione di valore, il ridotto impatto ambientale dei propri prodotti.
Dimostrare di avere un prodotto con un basso impatto ambientale diverrà un importante driver commerciale
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Selezione del personale: come trasformare i dipendenti da centro di costo a leva per il profitto Un buon headhunter è determinante per l’azienda nella fase della ricerca di Dante Ghisi
L
a differenza tra la sopravvivenza di un’azienda e l’esistenza e lo sviluppo della stessa la fanno, sodi Dante Ghisi prattutto nell’attuale contesto, le persone. Fin qui tutto bene, perché credo che in molti siamo consapevoli che ogni giorno debba rappresentare un’occasione di lavorare insieme per il comune obiettivo, che non può che essere lo sviluppo della nostra azienda attraverso lo sviluppo delle competenze dei nostri migliori collaboratori. È sempre così? Certamente no. Ma come rendere realmente generatrici di valore per l’impresa le varie attività e prassi di gestione delle persone? Sono queste infatti le tipologie di azioni che trasformano i nostri dipendenti da centro di costo a leva per il profitto. Per quanto riguarda la selezione del personale, prima di selezionare è necessario ricercare. E dopo aver selezionato, va costruito un patto e un percorso con la risorsa individuata. Il patto va rinnovato a scadenze predeterminate e anche il percorso va aggiornato e rimodulato. Vi è poi l’indispensabile monitoraggio della motivazione della risorsa inserita. Il monitoraggio consente anche di stabilire se e quando è necessario interrompere il rapporto di lavoro, nel momento in cui attese dell’azienda e attese o prestazioni del dipendente non trovano più una linea comune. È evidente che come facciamo selezione riveste un peso sempre maggiore e determinante oggi rispetto, per esempio, a dieci anni fa. Oggi sbagliare selezione signi-
Servirsi delle agenzie spesso non consente di trovare i candidati più adatti fica subire un costo sovente non sostenibile. Spesso viene sottovalutata la fase più importante del processo di selezione: la ricerca. Si consideri invece che un buon headhunter concentra in essa l’ottanta per cento della garanzia di successo. È prassi diffusa farsi fornire dei curricula dalle agenzie, per effettuare poi il processo di selezione con risorse interne, ma il risparmio è solo apparente. Come possiamo decidere di convocare per un’intervista una persona anziché un’altra solamente basandoci su un curriculum? Inoltre la maggior parte dei candidati più adatti non sta pensando di cambiare azienda, quindi non invia curricula e non è conosciuta dalle agenzie. Per “stanare” i migliori serve un headhunter. L’headhunter diventa il consulente gratuito di carriera del manager o dello specialista che noi dobbiamo inserire nella nostra azienda. Il rapporto headhunter-candidato-impresa è orientato a un unico obiettivo: le migliori performances del candidato nell’impresa, per un adeguato periodo di tempo.
Con la risorsa individuata va costruito un patto, da rinnovare a scadenze predeterminate
77 | marzo aprile 2017
Accesso stabile e competitivo alle materie prime strategiche: contesto internazionale e strategia europea
Intervista all’Ing. Danilo Bonato Direttore Generale di Consorzio Remedia, Membro del Comitato di Alto Livello EIP Raw Materials della Commissione Europea
Ing. Bonato, lei è il direttore di Remedia, ci può dire di cosa si occupa il suo consorzio? Remedia è un consorzio senza fini di lucro dell’industria elettronica e dell’elettrodomestico, con oltre 1.500 aziende associate, che si occupa degli adempimenti normativi dei produttori per quanto riguarda la raccolta e il riciclo ambientalmente sostenibile dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) ai sensi del decreto legislativo n. 49 del 2014.
Quale esperto dei temi del riciclo e dell’efficienza delle risorse, lei partecipa al Comitato Strategico della European Innovation Partnership (Eip) Raw Materials, nata nel 2012 nell’ambito programma “Europe 2020”. Quali sono gli obiettivi che perseguite attraverso questa iniziativa? La Eip Raw Materials coinvolge attivamente i principali stakeholders del mondo delle istituzioni, dell’industria e della ricerca e punta ad assicurare un approvvigionamento affidabile e competitivo delle materie prime rispetto ai
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fabbisogni dell’industria continentale, generando allo stesso tempo benefici per la società europea nel suo insieme, attraverso la promozione dell’innovazione lungo tutta la catena del valore delle materie prime. In termini pratici l’iniziativa punta a favorire l’innovazione tecnologica, a promuovere la cooperazione internazionale e a rendere più efficace il quadro normativo di riferimento per il settore dei materiali.
Contenuto Redazionale
Perché questa forte attenzione al tema delle materie prime da parte della Commissione Europea? Le materie prime sono una componente fondamentale dell’economia Europea e sono essenziali per mantenere e migliorare la qualità della vita degli individui e delle famiglie. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’utilizzo di un numero crescente di materiali usati per la fabbricazione dei prodotti da parte dell’industria. Garantire un accesso affidabile e competitivo a determinate materie prime è dunque una preoccupazione sempre più forte a livello nazionale e globale.
Ci può fare qualche esempio? I materiali non direttamente collegati alla produzione di energia sono intrinsecamente connessi a tutte le catene del valore produttive, sia “upstream” che “downstream”. Basta guardarci attorno: se entriamo in un centro medico troviamo moderne apparecchiature che contengono magneti permanenti ad alte prestazioni basati su alcune terre rare, per strada osserviamo sistemi di distribuzione elettrica che si basano sulla disponibilità in grandi quantità di rame e di alluminio, le automobili che guidiamo sono equipaggiate con pneumatici fabbricati con gomma naturale, Inoltre, il rapido sviluppo del settore high tech e delle tecnologie green richiede l’accesso ad un numero sempre maggiore di materiali speciali e di difficile approvvigionamento.
Anche le tecnologie green sono dunque fortemente dipendenti dalla disponibilità di materiali innovativi? Certamente. Basti ricordare che il miglioramento delle performance ambientali dei nostri sistemi produttivi è strettamente collegato alla innovazione dei materiali e sempre più lo sarà. Ad esempio, le emissioni nocive dei motori a scoppio sono limitate da convertitori catalitici che contengono PGM, le turbine eoliche necessitano di neodimio e i pannelli fotovoltaici impiegano silicio, tellurio e indio.
L’innovazione tecnologica porta dunque ad una domanda sempre più ampia e sofisticata di materie prime strategiche. Senza dubbio. Pensate che, ad esempio, il numero di sostanze contenute in una scheda elettronica in soli 30 anni è passato da poche unità a oltre 60. Ciò è legato al fatto che i prodotti sono sempre più complessi; un moderno smartphone da 300 Euro può arrivare a contenere oltre 500 componenti.
Torniamo all’iniziativa Europea sulle materie prime; come si sta muovendo la Commissione e in particolare la Direzione Generale “Crescita”? È necessario focalizzarci sulle materie prime “critiche”, vale a dire quei materiali di forte rilevanza economica per la nostra industria che presentano allo stesso tempo forti rischi di approvvigionamento. La prima analisi sulle materie prime risale al 2010. Quattordici materie prime critiche sono state identificate in un paniere di 41 materiali abiotici non utilizzabili per produrre energia. Nel 2013 questo gruppo di sostanze critiche è stato aggiornato, considerando 54 materiali di partenza e includendo anche sostanze biotiche. Proprio in questi giorni è in corso una ulteriore revisione dello studio, che prende in esame un totale di 79 materie prime utilizzate dall’industria europea.
Prodotti più complessi: le sostanze contenute in una scheda elettronica sono passate da poche unità a più di 60
79 | marzo aprile 2017
Petrolio, il prezzo al barile si stabilizza L’intesa raggiunta a fine 2016 dall’Opec prevede di tagliare circa 1,2 milioni di barili al giorno di Irene Nava
N
egli ultimi tre mesi il prezzo del petrolio ha ricominciato a salire. Dopo due anni di calo inarrestabile, infatti, il costo al barile è tornato a superare i 50 dollari. Il crollo del prezzo, arrivato nei primi mesi del 2016 a meno di 30 dollari al barile, era stato una conseguenza della decisione dei paesi Opec di produrre in eccesso rispetto alla domanda: fino a 33,7 milioni di barili al giorno. A partire da fine novembre 2016 c’è stato un principio di cambiamento, dopo che l’Organizzazione degli esportatori di greggio si è riunita a Vienna e ha raggiunto un accordo sulla riduzione della produzione, e quindi dell’offerta. A gennaio 2017 si è riunito un comitato di paesi Opec e non Opec con il compito di monitorare il programma di tagli alla produzione, e ha confermato che per il momento l’accordo sta venendo rispettato. Nonostante alcune previsioni, come quella di Goldman Sachs, indichino circa 60 dollari al barile la quota che verrà raggiunta entro l’anno, per altri il prezzo si assesterà intorno ai 50 dollari. L’intesa raggiunta a fine 2016 prevede di tagliare circa 1,2 milioni di barili al giorno: il tetto giornaliero massimo scende così a 32,5 milioni di barili, con un’ingente quantità di eccedenze ancora da smaltire. In aggiunta, i paesi non Opec hanno accettato di diminuire la pro-
duzione giornaliera di 600mila barili, e tra questi gioca un ruolo importante la Russia: a novembre l’impegno preso da parte sua è stato di tagliare 300mila barili al giorno. L’Indonesia non ha potuto accettare i termini dell’accordo e uscirà dall’Organizzazione. Invece all’Iran, impegnato a riprendere spazio nel quadro internazionale dopo la fine dell’embargo, è stato concesso di far salire la propria produzione a circa 3,8 milioni di barili al giorno. L’Arabia Saudita ha fissato il proprio impegno di riduzione a meno 500mila barili al giorno. Si tratta dell’evoluzione più recente di una “guerra dei prezzi” iniziata a fine 2014, che aveva avuto l’effetto immediato di mettere alle strette le società statunitensi impegnate nell’estrazione di shale oil e shale gas. Una tecnica che aveva permesso al paese di raggiungere una certa autonomia energetica, nonché di passare da paese importatore a uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo: questo finché il rapporto tra i costi di estrazione e il prezzo del petrolio sul mercato era vantaggioso. Con il crollo dei prezzi, l’estrazione di shale oil è diventata antieconomica, e molte società sono state costrette a ridurre produzioni e costi. Alcune hanno congelato gli investimenti in attesa della risalita dei prezzi, altre hanno dichiarato fallimento: la prima è stata la texana Wbh Energy, alla quale sono seguite altre, come ad esempio la
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Oil&gas: a OMC Ravenna per un futuro energetico sostenibile
Paragon Offshore. E le grandi compagnie hanno messo in atto acquisizioni e fusioni. Le conseguenze, però, si sono fatte sentire anche per gli stessi paesi Opec, molti dei quali basano fino al 90% delle entrate pubbliche sulla produzione di petrolio. Al di là di casi in cui l’economia nazionale è entrata definitivamente in crisi, come è accaduto in Venezuela, anche paesi come l’Arabia Saudita sono dovuti ricorrere a tagli alle spese sociali e al welfare statale, su cui spesso avevano basato il consenso nei confronti della classe dirigente. Per un paese importatore come l’Italia una situazione simile può apparire vantaggiosa, considerando anche il minor costo dell’energia e del carburante per i cittadini, d’altra parte le aziende impegnate in questo settore devono trovare nuove soluzioni. Tipicamente, le imprese in momenti simili vedono uno spostamento degli investimenti dalle sezioni esplorative a quelle del raffinamento. Tuttavia, guardando ad esempio il piano Eni per il 20162019, per l’esplorazione sono state stanziate 1,6 miliardi di barili equivalenti di petrolio di nuove risorse a un costo unitario di esplorazione di 2,3 dollari. A inizio 2017, infatti, Eni ha perforato il pozzo di delineazione Merakes 2, primo della scoperta di Merakes in Indonesia. La scoperta si trova a 35 km dal campo di Jangkrik, operato da Eni, la cui produzione è attesa nel secondo trimestre del 2017.
La federazione Anima è stata presente a Omc – Offshore Mediterranean Conference and Exhibition, a Ravenna dal 29 al 31 marzo 2017. “Transition to a sustainable Energy mix – the contribution of the o&g industry” è stato il tema di quest’anno della fiera biennale dedicata all’industria dell’oil&gas. Anima ha partecipato con uno stand espositivo di tipologia “collettiva” con alcune aziende associate: Alfa Valvole, Cosmec, Gruppo Aturia, Rtm Breda, Ses Asa Engineering. Erano inoltre presenti la società partner Icim e l’associazione collegata Asme. È intervenuta in qualità di partner Anima la società Euler Hermes. La fiera è dedicata a tutti i lavoratori e i soggetti interessati in ambito offshore, e ha l’obiettivo di diffondere le conoscenze scientifiche e tecnologiche del settore e di promuovere lo sviluppo di strumenti e processi necessari all’esplorazione, allo studio e all’uso responsabile e sostenibile delle risorse energetiche del Mediterraneo. Si tratta di un’area di discussione e di scambio per chi opera nel settore oil&gas, con una particolare attenzione all’industria energetica italiana. Ricerca e sviluppo, risultati tecnologici e sfide per il futuro sono stati al centro dell’esposizione, diventata ormai un evento internazionale.
81 | marzo aprile 2017
Il futuro delle valvole industriali e l’approccio local content nel settore Oil&Gas Intervista a Bader Al-Jarallah, valve engineering specialist di Saudi Aramco
«C
redo che la partecipazione a iniziative di local content non sia più facoltativa per i produttori che sono determinati a mantenere la loro presenza in alcune aree del mondo». Questa l’opinione di Bader Al-Jarallah, ingegnere presso la compagnia nazionale saudita di idrocarburi Saudi Aramco, a proposito della sempre maggiore adozione delle normative chiamate local content rules (Lcr) da parte di paesi produttori di Oil&Gas. Questo tipo di norme viene promosso dai paesi produttori «con l’obiettivo di creare posti di lavoro sul territorio, migliorare l’economia locale e trasferire le tecnologie». Per i produttori di valvole è necessaria una risposta adeguata per raggiungere i traguardi prefissati, e infatti vengono incoraggiati dagli operatori e appaltatori Epc a promuovere l’approccio di local content. Per Bader AlJarallah questo sistema «si basa su valori condivisi ed è una situazione win-win», ma bisogna procedere caso per caso nel delineare una strategia aziendale al riguardo, dal momento che «ci sono difficoltà e sfide connesse con l’attuale diffusione, quindi ogni progetto deve essere valutato come un business case autonomo». Il suo punto di vista sulla possibilità, grazie alla presenza del local content, di ridurre i costi finali di investimento è che questi ultimi non possono essere abbattuti nel breve termine, «in quanto ci sono dei costi aggiuntivi associati all’avvio di nuovi progetti, come il trasferimento del know-how, la formazione locale del personale adeguato, la creazione della supply chain». E prosegue: «Ecco perché il successo di un programma dedicato al local content dipende dal livello di supporto fornito dal paese ospitante. In questo modo nel lungo termine ci
sarà un valore aggiunto in termini di riduzione dei costi finali di investimento». Il futuro delle valvole: aderenti agli standard internazionali e su misura Bader Al-Jarallah è anche presidente del comitato di standard di progettazione delle valvole e membro del comitato scientifico di Ivs 2017, la fiera dedicata alle valvole industriali e al controllo del flusso. In questo settore, a suo parere, in futuro rivestiranno un ruolo di sempre più grande importanza le valvole aderenti agli standard internazionali: «La sfida è produrre valvole che soddisfino il livello di qualità atteso mantenendo un prezzo competitivo per soddisfare le esigenze del mercato», afferma. Un’altra tendenza in crescente sviluppo è quella della richiesta, da parte degli utilizzatori finali, di valvole su misura. In questo caso, per soddisfare requisiti specifici per applicazioni nuove e sempre più tecniche, «i costi previsti per la progettazione, la certificazione e i test saranno di gran lunga superiori rispetto al costo di produzione», e i produttori dovranno lavorare a stretto contatto con gli utilizzatori finali. Lo slogan di Ivs 2017 è “Knowledge exchange and visions for the global future in the valve industry”. «Tutte le memorie ricevute sono state esaminate attentamente dal comitato scientifico di Ivs, quindi mi aspetto una conferenza di alto livello tecnico», afferma Bader Al-Jarallah, il quale prospetta anche un numero di visitatori in aumento rispetto alla prima edizione. Parlando della fiera, afferma in conclusione: «Credo che Ivs sarà il luogo d’incontro ideale per i decision makers e gli ingegneri del mondo delle valvole e delle soluzioni flow control».
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I produttori di valvole dovranno lavorare a stretto contatto con gli utilizzatori per soddisfare requisiti specifici
Ivs 2017: innovazioni per il futuro delle valvole La seconda edizione di Ivs – Industrial valve summit sarà a Bergamo il 24 e 25 maggio. La fiera biennale è dedicata alle nuove tecnologie riguardanti le valvole industriali e il controllo del flusso. Sia lo spazio espositivo che le conferenze concorrono a delineare una panoramica delle tecnologie emergenti e delle tendenze del mercato dell’intera supply chain dell’industria delle valvole, fornendo le informazioni necessarie agli operatori del settore e un’area di discussione intorno alle future innovazioni. Avranno spazio anche momenti formativi a cura dei partner Ivs, in cui verranno affrontate in dettaglio le tematiche del settore per fornire competenze pratiche e accademiche necessarie alla produzione per guadagnare competitività sul mercato globale. Altri articoli su: industriameccanica.it
83 | marzo aprile 2017
Host 2017: in mostra il futuro del Food Tech Snack su misura grazie alla stampa 3d. Punti vendita che diventano sempre più punti di consumo. Tecnologie intelligenti. Le nuove sfide dell’industria del food si raccontano a Fiera Milano dal 20 al 24 ottobre.
Intervista a Simona Greco, Exhibition Director di HostMilano
Q
uali saranno le novità più interessanti di questa edizione di Host? La formula di HostMilano, con la presenza di tutto il settore Ho.Re.Ca. organizzata in macro-aree che favoriscono l’ibridazione fra filiere, fa sì che ogni edizione sia praticamente a sé, sempre nuova e diversa. Per quanto riguarda in particolare il comparto del food equipment, abbiamo appena rinnovato per altre 4 edizioni l’accordo con Anima, che prevede una serie di attività che porteranno benefici diretti alle aziende associate, come il supporto diretto amministrativo, legislativo e normativo, l’organizzazione di un panel di eventi e workshop dedicati durante la manifestazione e la condivisione con cadenza semestrale di dati e trend economici e di mercato relativi ai settori rappresentati in manifestazione. Un’altra caratteristica interessante è il sempre maggiore coinvolgimento dei professionisti, dagli chef ai maestri delle varie specialità, che come sappiamo sono decisori sempre più importanti e interlocutori centrali delle
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aziende nel processo di scelta e acquisto delle tecnologie. Oltre ad azioni volte a rendere ancora più efficace la loro esperienza di visita, avremo anche iniziative molto speciali come Obiettivo Apprendistato, un progetto di formazione volto a facilitare l’inserimento dei giovani talenti delle scuole alberghiere in un percorso professionale qualificato.
Verranno affrontate tematiche specifiche? L’innovazione tecnologica corre a ritmi sempre più veloci e pone ai professionisti del mondo Ho.Re.Ca. delle sfide impensabili solo fino a pochi anni fa. Pensiamo per esempio alle stampanti 3D: sono già una realtà per alcune applicazioni food ed entro pochi anni rivoluzioneranno il mondo del vending, con distributori automatici capaci di produrre in tempo reale snack “su misura” a partire da ingredienti semilavorati. L’analista di mercato TechCrunch stima che negli Usa gli investimenti in questo campo superino già gli 1,2 miliardi di dollari. Un’altra tematica che non è nuova in sé, ma che sta assumendo nuove connotazioni è l’ibridazione. Sfuma ad esempio la differenza fra punti vendita e punti di consumo, per cui il cliente ricerca locali dove può sia acquistare prodotti da consumare a casa, sia fermarsi per un momento conviviale. Questo significa che da un lato si aprono nuovi mercati per i produttori di food equipment e dall’altro emerge la necessità di sviluppare prodotti per esigenze diverse rispetto a quelli pensati per la ristorazione classica.
In che direzione si muove il mondo del food? La tecnologia deve essere sempre più un prezioso alleato dello chef e del maestro nel preservare la qualità e la salubrità degli ingredienti durante tutte le fasi del processo di conservazione e lavorazione. Col passare degli anni vediamo infatti che il salutismo, il ritorno agli ingredienti semplici del territorio e della tradizione, l’attenzione alla naturalità e alla “etichetta corta” non sono mode passeggere ma tendenze a lungo termine destinate a rimanere. Pensiamo per esempio all’Internet of Things, che renderà sempre più “intelligenti” le apparecchiature permettendo una relazione uomo-macchina del tutto nuova e una crescente semplicità di utilizzo. Per favorire un concetto qualitativo e smart di innovazione a tutto campo, HostMilano promuove Smart Label, riconoscimento realizzato con il Politecnico di Mi-
lano, che valorizza le soluzioni più all’avanguardia delle aziende presenti, in due categorie: una Smart Label per i prodotti con contenuto innovativo caratterizzante in termini di funzionalità, tecnologia, sostenibilità ambientale, risvolti etici e sociali; e una Innovation Smart Label per i prodotti con un elevato contenuto di innovazione, che propongano rottura e superamento di trend consolidati del settore.
Presenze di buyer ed espositori esteri? Prevedete più visitatori? L’edizione 2015 si è chiusa con ottimi numeri, abbiamo superato quota 150 mila visitatori e quest’anno puntiamo a consolidare questo risultato. Gli indicatori vanno già in questa direzione, basti pensare che a oggi abbiamo oltre 1.400 espositori già confermati, di cui circa il 41% internazionali. Il programma Hosted Buyer è da sempre uno dei punti forti di HostMilano. Il nostro investimento continua a crescere e a essere sempre più profilato qualitativamente, anche grazie all’importante collaborazione con Ita – Italian Trade Agency, che ci supporta con la sua expertise dei mercati di provenienza. Avremo almeno 1.500 buyer invitati, con queste provenienze: Europa 10%, Mediterraneo 6%, Medio Oriente 15%, Nord America 23%, Centro e Sudamerica 8%, Russia 18%, Sudafrica 1%, Asia e Oceania 19%.
Si nota qualche andamento particolare nell’afflusso di visitatori ed espositori internazionali? In ogni edizione, in base ad attente ricerche di mercato, individuiamo alcuni mercati target più attivi sui quali focalizzarci in modo particolare e per questa edizione sono Usa, Canada e Paesi del Golfo. Come espositori, la top ten dei Paesi più presenti vede invece sul podio la Germania con 86 aziende (+26%, erano 68 nello stesso periodo 2014) seguita da Spagna, Francia e Usa e da un drappello di nazioni quali Regno Unito, Grecia, Svizzera, Paesi Bassi, Portogallo, Austria e Svezia. Ma, con un eclatante +47% a crescere di più sono gli Stati Uniti, presenti con 44 aziende (contro 30 nello stesso periodo 2014) di cui 9 alla prima esperienza. g.p.
85 | marzo aprile 2017
Geico al sesto posto nella classifica “great place to work Italia” La proposta di candidatura viene dai dipendenti
G
eico è al sesto posto nella classifica stilata da Great Place to Work Institute: il riconoscimento la promuove a una delle migliori aziende italiane in cui lavorare nella categoria medium companies. La candidatura al premio è stata voluta dagli stessi dipendenti dell’azienda, all’insaputa del presidente e amministratore delegato Ali Reza Arabnia. Un gesto che ha radici nella storia di Geico: una delle quattro aziende al mondo specializzate in impianti per la verniciatura delle scocche delle auto, con poco più di 100 dipendenti nella sede di Cinisello Balsamo, nel 1996 aveva ceduto la maggioranza al gruppo Fiat. Nel 2005 Arabnia, che aveva sposato Laura Neri, figlia del fondatore, decide di riacquistare le quote cedute e riesce a rilanciare l’azienda. La quale, però, nel 2009, deve fare i conti con la recessione ed è costretta a fare ricorso agli ammortizzatori sociali. Erano stati cancellati moltissimi ordini, per cui la cassa integrazione rappresentava l’unica soluzione. Finalmente, nel 2010, l’azienda riesce a ottenere due importanti commesse, e Arabnia fa una scelta che non si vede tutti i giorni: decide di ripagare
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la quota di stipendio persa dai suoi dipendenti durante la cassa integrazione. Si tratta di una cifra di quasi due milioni di euro: i dipendenti hanno ricevuto il rimborso di una mensilità più un premio. Infine, nel 2011 la giapponese Taikisha si interessa a questo competitor italiano, e rileva il 51% dell’azienda. Di fronte a un periodo di crisi l’azienda ha deciso di non puntare sulla riduzione dei costi, ma sull’innovazione: viene creato a Cinisello, accanto all’azienda, un centro tecnologico dove vengono progettati prototipi per ridurre consumi energetici. Questa la premessa alla candidatura al premio di Geico, che partecipa quest’anno per la prima volta all’osservazione, nella classifica delle medium companies, cioè organizzazioni che hanno da 50 a 500 collaboratori. Il premio è stato istituito da Great Place to Work Institute, società specializzata nello studio dell’ambiente organizzativo e nella consulenza alle aziende per il miglioramento degli ambienti di lavoro. La classifica viene realizzata a partire da questionari compilati dalle persone che lavorano in un’azienda, i risultati dei quali pesano
per i 2/3 del punteggio finale. La restante parte dipende invece dall’analisi delle pratiche di gestione delle risorse umane, descritte dalle società. Geico ha vinto anche il premio “Spazi di lavoro”, per le aree dedicate ai dipendenti e al loro benessere in azienda. Oltre agli uffici, l’azienda è composta dal centro di ricerca Pardis Innovation Centre, cui si accede tramite il Giardino dei pensieri di Laura, uno spazio che Ali Reza Arabnia ha voluto dedicare a sua moglie e a tutti i dipendenti. Al suo interno, uno spazio per la meditazione, la palestra aziendale, la zona bistrot e un’area culturale e di intrattenimento composta da un anfiteatro e da una galleria fotografica. i.n.
La ricetta: investire in innovazione anche in tempi di crisi
87 | marzo aprile 2017
Settore high-tech navale: accordo per il mercato cinese Una joint venture per fornire componenti elettrici e di automazione
I
l technology group Wärtsilä e la China State Shipbuilding Corporation (Cssc) hanno siglato un accordo per formare una joint venture: Cssc Wärtsilä Electrical & Automation Co Ltd (CWE&A) si rivolge al crescente mercato cinese nel settore dei sistemi elettrici e dell’automazione (E&A), in particolare per quanto riguarda applicazioni high-tech per navi, e sarà pienamente operativa entro la metà del 2017.
CWE&A fornirà ai clienti con sede in Cina sistemi e componenti elettrici e di automazione prodotti da Wärtsilä. Infatti, il settore dell’high-tech navale è in costante crescita nel mercato cinese e i cantieri sono sempre più impegnati nella realizzazione di nuovi progetti. L’attività commerciale comprende project engineering, project management, avviamento e gestione delle forniture inerenti ai sistemi di automazione, navigazione e comunicazione, sistemi dinamici di posizionamento, sistemi di propulsione elettrica, sistemi di distribuzione dell’energia, sistemi di intrattenimento, illuminazione architettonica, sistemi di sicurezza, e la loro piena integrazione. «Le navi stanno diventando sempre più complesse, con soluzioni E&A che hanno un ruolo sempre più importante, e con l’avvento della digitalizzazione nell’industria marittima CWE&A sarà in grado di rispondere alle esigenze dei clienti in quest’ambito», ha affermato Jaakko Eskola, Ceo di Wärtsilä. «Le tecnologie all’avanguardia di Wärtsilä e il nostro posizionamento forte nel mercato cinese costituiscono la base per poter fornire ai nostri clienti il miglior servizio possibile con soluzioni avanzate E&A», ha affermato Mr Wu Qiang, presidente di Cssc. i.n.
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news Pressare raccordi XL in pochi secondi Risparmio di tempo anche dell’80% rispetto alla saldatura I raccordi Megapress possono giuntare tubi di acciaio a parete normale nei diametri da 3/8” a 2” mediante pressatura, e i nuovi raccordi XL possono essere utilizzati anche nei grandi impianti. Per questo Viega ha sviluppato Pressgun Press Booster, un dispositivo da applicare alla pressatrice per pressare i raccordi nei nuovi diametri 2” ½, 3” e 4”. La pressatura si effettua mediante Press Booster, applicabile a tutte le pressatrici Viega, dal modello tipo 2 alla Pressgun 5. L’amplificatore della forza di pressatura consente di pressare i raccordi XL in pochi secondi: in funzione del diametro installato, il risparmio di tempo rispetto alla saldatura può raggiungere anche l’80%. I raccordi a pressare Megapress XL sono realizzati in acciaio zinco-nichelato. L’elemento di tenuta è di Fkm, idoneo alle applicazioni con temperature fino a 140°C. Sono inoltre dotati di SC-Contur, un dispositivo che durante la prova di tenuta rileva la presenza di raccordi inavvertitamente non pressati. Il programma Viega Megapress XL ha le certificazioni VdS per impianti Sprinkler, Tüv per impianti ad aria compressa e di riscaldamento Dnv/ Gl, Lr e Rina per installazioni in ambito navale. www.viega.it
Misuratori di inclinazione senza contatto Tutti i parametri possono essere rilevati in tempo reale Gli inclinometri della famiglia Tms/Tmm di Sick effettuano una misura senza contatto dell’angolo d’inclinazione di un oggetto in riferimento alla gravità terrestre, grazie all’utilizzo della tecnologia Mems. Sono disponibili in versione monoasse con range di misura fino a 360° e in versione doppio asse in grado di rilevare in contemporanea due assi fino a ± 90°, oltre che nelle declinazioni con uscita analogica (0-10V e 4-20mA) e Can Open. Dotati di custodia, sono adatti all’utilizzo sia indoor che outdoor. Possono essere applicati in diversi campi: dagli Agv alle macchine agricole, dalle presse alle turbine eoliche, dai veicoli per la raccolta rifiuti ai trivellatori. Ogni applicazione richiede un particolare controllo, come l’antiribaltamento, la discesa planare o le misure angolari, e tutti i parametri possono essere rilevati dagli inclinometri in tempo reale grazie al tool di programmazione Pgt-12-Pro. I parametri configurabili sono molteplici e permettono ad esempio di escludere false letture dovute a eventuali vibrazioni o di impostare il punto di zero evitando così accorgimenti di posizionamento. La parametrizzazione degli inclinometri non richiede l’ausilio di un Plc, e i valori possono essere salvati nella memoria interna o su una scheda Sd. www.sick.com
89 | marzo aprile 2017
Logistica di magazzino: transpallet elettrico e sdoppiatore
RUBRICA | News
Possibile risparmio del 10-20% nei consumi di energia Om Still lancia il transpallet elettrico uomo a bordo Sxh20 e lo sdoppiatore uomo a bordo Sxd che, dotato di due forche di sollevamento, può trasportare due pallet simultaneamente. Entrambi i modelli montano motori da 3kW. L’Sxh può raggiunge una velocità di 12 km/h, ha una portata di 2mila kg e la larghezza di 770mm permette buona manovrabilità nelle corsie di pallet. L’Sxd può raggiungere i 10 km/h, può trasportare fino a 800 kg sulle forche e 1.200 kg sulle razze inferiori, e ha una portata di 2mila kg in utilizzo transpallet senza il sollevamento forche. Gli Sxh e Sxd possono montare batterie fino a 500Ah. I clienti che lavorano su più turni in modo intensivo possono configurare la sostituzione laterale della batteria. Di serie su entrambi i modelli il Blue-Q, un sistema che permette risparmi del 10-20% nei consumi di energia attraverso una gestione intelligente delle curve caratteristiche, con conseguente ottimizzazione della trazione. Questo risparmio si traduce in minori emissioni di CO2 relative alla produzione di corrente elettrica. Sia l’Shx che l’Sxd hanno la funzione di rallentamento in curva in base all’angolo di sterzata, inoltre il modello Sxd può essere configurato con il rallentamento automatico in base all’altezza di sollevamento. www.om-still.it
Controller di corrente bidirezionale multifase Permette il trasferimento di potenza fra sistemi a doppia batteria Texas Instruments ha presentato il controller di corrente DC/DC bidirezionale multifase completamente integrato, che offre un trasferimento di alimentazione elettrica superiore a 500W per fase fra sistemi a doppia batteria per autoveicoli a 48V e 12V. Il controller analogico LM5170-Q1 a elevata integrazione permette il controllo della modalità di corrente media. I veicoli elettrici ibridi utilizzano sia una batteria ad alta tensione a 48V sia la batteria standard a 12V per autoveicoli. Di solito i progettisti gestiscono questi sistemi a doppia batteria con uno schema a controllo digitale, che comprende più componenti discreti come amplificatori di rilevamento della corrente, driver del gate e circuiti di protezione. Questi schemi di controllo interamente digitale sono ingombranti e costosi. Texas Instruments offre un’architettura mista in cui il microcontroller opera una gestione intelligente di livello superiore, mentre il controller LM5170-Q1 analogico fornisce la conversione di potenza. L’LM5170-Q1 raggiunge un’efficienza superiore al 97%, ha driver del gate half-bridge integrati con picco di 5A per capacità a elevata potenza ed è certificato Aec-Q100. www.ti.com
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news Componenti resistenti in super-tecnopolimero Uniscono le proprietà dei metalli ai vantaggi dei materiali plastici I componenti in super-tecnopolimero di Elesa sono materiali fortemente innovativi e dalle ottime prestazioni. Grazie alla presenza di elevate percentuali di fibra di vetro legata al polimero di base e/o alla presenza di fibra sintetica aramidica, questo materiale permette di raggiungere resistenze meccaniche e termiche molto superiori a quelle dei tecnopolimeri tradizionali e tipiche dei metalli. Per poter realizzare prodotti in tecnopolimero per applicazioni fino a ora prerogativa del metallo, è necessario progettare il componente in modo da garantire che siano sfruttate le caratteristiche dei materiali polimerici, ottimizzando forme e spessori e beneficiando della minor densità del materiale. I componenti in super-tecnopolimero uniscono le proprietà meccaniche e termiche tipiche dei metalli ai principali vantaggi dei materiali plastici, come la resistenza alla corrosione e la leggerezza. Inoltre il basso coefficiente di attrito comporta una minima manutenzione. Altri vantaggi sono l’amagneticità e l’isolamento elettrico. Tra le possibili applicazioni ci sono gli elementi dentati di bloccaggio Rdb, realizzati proprio in super-tecnopolimero e per questo dotati di un’elevata resistenza meccanica. www.elesa.com
Cavi testati a -40 e a +60° centigradi Nel catalogo sono fornite informazioni sulle temperature di utilizzo I movimenti continui costituiscono di per sé una sfida per i cavi, e questo vale ancor di più se sono esposti a temperature estreme di -40° Celsius o di +60° Celsius. Igus sta testando da più di dieci anni i propri cavi sottoposti a movimento continuo in tali condizioni, e ora ha aggiunto un nuovo banco di prova, con la predisposizione di un secondo container da 40 piedi. In entrambi i container è possibile movimentare catene portacavi con cavi di diverse lunghezze (anche in scorrimento) e velocità. Grazie a numerosi test in condizioni reali Igus è in grado di indicare nel catalogo chainflex tre diverse informazioni. Vengono fornite indicazioni sulle temperature a cui un cavo si adatta all’utilizzo, in posa fissa o in movimento, in base alla prova di piegatura a freddo standard. Inoltre viene indicato per ciascun cavo chainflex una temperatura a cui può essere impiegato con sicurezza in una catena portacavi. Ogni temperatura è legata al verificarsi di possibili problemi: nei test a freddo il rischio principale è la rottura della guaina, invece in presenza di temperature troppo elevate il pericolo consiste nel fatto che la cordatura perde la sua struttura rompendosi a causa della continua flessione nella catena portacavi. www.igus.it
91 | marzo aprile 2017
recensioni
Frane e alluvioni – Guida al modello di conoscenza e al comportamento
Giuseppe Marziano Ed. Dario Flaccovio Editore www.darioflaccovio.it Euro 28,00
Conoscenza, previsione e prevenzione sono le parole guida di questo testo su frane e alluvioni. I fenomeni franosi o quelli alluvionali e il loro prodursi in caso di eventi naturali come quelli sismici o idrogeologici possono essere conseguenza di interventi scorretti, non attentamente pianificati, o di speculazione sul territorio. Conoscere i suoli e gli elementi precursori delle frane e della loro riattivazione può rendere il fenomeno “frana” riconoscibile, prevedibile e dunque gestibile. Lo stesso vale per i cambiamenti climatici. La conoscenza del territorio e degli elementi che possono innescare tali fenomeni costituisce pertanto la base di quella cultura e conoscenza del rischio che deve essere il nostro nuovo modo di prevedere e prevenire grazie all’adozione di norme comportamentali adeguate.
RUBRICA | Recensioni
Progetti di brand & marketing communication
Emanuele Invernizzi, Stefania Romenti - Ed. FrancoAngeli www.francoangeli.it
Il sistema monetario internazionale: dall’approccio egemone a quello multivalutario Olga Marzovilla, Gian Cesare Romagnoli - Ed. FrancoAngeli www.francoangeli.it Euro 35,00
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca finanziata dall’Istituto S. Pio V sul sistema monetario internazionale. Questa ricerca analizza l’evoluzione e i mutamenti del s.m.i. nel passaggio dall’egemonia del dollar standard all’adozione possibile di un vero approccio multivalutario. È articolata in cinque parti, e i saggi che la compongono ripercorrono le tappe fondamentali della evoluzione del s.m.i. La prima parte tratta dell’evoluzione del s.m.i., la seconda del sistema economico e monetario internazionale, in particolare le monete egemoni e la Cina, la terza dell’evoluzione del cambio dollaro-euro, la quarta del ruolo che l’oro continua ad avere. La parte finale analizza i ratings sovrani in relazione alla crisi economico-finanziaria e a quella di secondo livello ancora in atto in Europa.
Euro 30,00
Questo libro rappresenta il risultato della fruttuosa relazione esistente tra l’Università Iulm e le aziende partner dell’executive master in relazioni pubbliche d’impresa (Marpi). Il libro è una raccolta di progetti sul tema della brand&marketing communication, scritti dai partecipanti all’edizione 2016 dell’executive master, con un saggio introduttivo di Renato Fiocca. Essi offrono stimoli concettuali e spunti pratici utili sia a chi già lavora per confrontarsi su pratiche professionali diverse dalla propria, sia agli studenti che sono interessati ad approfondire il tema della comunicazione di marketing.
Efficienza energetica negli edifici
Francesca R. d’Ambrosio Alfano, Ernesto Donciglio, Livio Mazzarella, Luca Alberto Piterà - Editoriale Delfino www.editorialedelfino.it Euro 33,00
L’efficienza energetica degli edifici è un argomento di grande attualità. Un testo unico, che comprenda tutta la legislazione vigente in modo coerente, sarebbe un punto di partenza per una fase nuova e consentirebbe di consolidare le regole e le indicazioni necessarie per la definizione della prestazione energetica degli edifici maturate sino a oggi e di guardare oltre. Con questo testo Aicarr fa un passo in più: da una parte getta delle basi per il futuro, fornendo alle istituzioni una base di lavoro per procedere alla stesura del testo unico, dall’altra fornisce ai professionisti un utile strumento per districarsi tra le leggi sull’efficienza energetica in edilizia con, in aggiunta, il necessario raccordo con le specifiche norme tecniche richiamate in modo diretto o indiretto dalla legislazione.
Il dizionario dell’automazione
Armando Martin Editoriale Delfino www.editorialedelfino.it Euro 17,00
Erede del Dizionario di automazione e informatica industriale (2006), il Dizionario dell’automazione – le parole dell’innovazione (2016) si candida a essere un prezioso alleato per padroneggiare il lessico professionale di un settore complesso e in continua trasformazione. Questo volume raccoglie i termini maggiormente usati nell’automazione (azionamento, fieldbus, inverter, motion control, pac, plc, robot, scada ecc.) e quelli legati alla rivoluzione digitale in atto nei sistemi produttivi (ad esempio big data, industry 4.0, internet of things, smart sensor, wearable technologies), per un totale di 65 lemmi sviluppati in forma monografica con un linguaggio semplice e rigoroso.
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ESSERE SOCI ANIMA CONVIENE! CONVENZIONI E PARTNER ANIMA | APRILE 2017
Federazione ANIMA, attenta alle crescenti esigenze su aspetti produttivi, strategici e gestionali del sviluppato e costantemente arricchisce un esclusivo programma di proprie convenzioni e ac business. I settori coinvolti sono i più vari e ciascuno contribuisce a un concreto supporto nell'at Soci ANIMA. Le schede dettagliate delle convenzioni sono disponibili per i Soci all'interno del (inserendo le chiavi di accesso). Inoltre… tutti i Soci usufruiscono in modo automatico anche dei vantaggi legati alle Convenzi ANIMA appartenente al Sistema Confindustriale. ASSICURAZIONI, FINANZA, ASSISTENZA LEGALE ▪ Atradius Italia ▪ Euler Hermes Siac ▪ Ferdinandi & Ferdinandi ▪ Geisim ▪ Lawtelier Avvocati Associati [NEW] ▪ Studio Legale Bovesi - Cartwright - Pescatore ▪ Valla & Associates, Inc. P.C. [NEW] CERTIFICAZIONI ▪ Icim ▪ Nemko ▪ NSF International ▪ Pascal CONSULENZA E FORMAZIONE DOGANALE - LOGISTICA ▪ Easyfrontier - Progetto Dogana Facile ▪ Caloni Trasporti [NEW] CONSULENZA GESTIONALE E FINANZIARIA ▪ Wings Partners ▪ IB Market ▪ PrestaCap [NEW] ▪ Protection Trade ▪ UBI >< Banca CATERING E SERVIZI AZIENDALI ▪ Edenred [NEW] ▪ La Corte del Re ▪ Pellegrini Card [NEW] CORSI DI FORMAZIONE ▪ Formamec
PUBBLICAZIONI ▪ Maggioli Editore ▪ Bonazzi grafica
SERVIZI DI AUDIOCONFE ▪ Chorus Call SOFTWARE ▪ Icona [NEW]
STUDIO FOTOGRAFICO ▪ Studio Fotografico Giova
TRADUZIONI, INTERPRET SERVIZI DI COMUNICAZI ▪ Globe Group [NEW] ▪ Imagine Traduzioni [NEW ▪ Promoest
VIAGGI E TURISMO ▪ Acca Palace Milano ▪ Barcelo' Milano e Roma ▪ B&B Hotels Italia ▪ DOMINA Hotels [NEW] ▪ Ermes Viaggi ▪ Holiday Inn Milan Gariba ▪ Klimahotel Milano ▪ Melià Milano e worldwid ▪ Sheraton Fourpoints Mil ▪ Sheraton Roma ▪ Travel Roma - Hotel Rom
Federazione ANIMA non è respons riportate, verificare sempre presso
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE ▪ One Executive ▪ Studio Colombo Marco - Welfare aziendale Flexiblebenefit.eu INAIL ▪ Studio di consulenza industriale Maldera INFORMAZIONI ECONOMICHE E COMMERCIALI ▪ Bureau Van Dijk ▪ Siderweb 93 | marzo aprile 2017
FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZ DELL'INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED
Maggiori informazioni sul www.anima.it/convenzi
In questa pagina pubblichiamo un indice analitico in ordine alfabetico di persone, aziende ed enti citati in questo numero della rivista. Non sono compresi i nomi degli autori di articoli o interviste, già presenti nel colophon a pagina 4.
ELENCO | In questo numero
Nomi
Pagina
Nomi
Aermec
70
Agenzia delle dogane
69
Agenzia spaziale europea
62
Ahr Expo
70
Ahri Aicarr Aisem Aizoon Alban Giacomo SpA Al-Jarallah Bader Anie Anie Automazione Animp Ansaldo Energia Antipanic Srl Apave Aqua Italia Arabnia Reza Ali Arge Ashrae Assa Abloy SpA Association of MBAs Associazione parchi industriali Assoclima Assoferma Assofluid Assotermica Avnet Avr Bakery China Banca Centrale Russa Banca mondiale Baumgartner Hannes Baumgartner Thomas Bdi Big Daishowa Big Kaiser Bnp Paribas Bono Energia Bono Sistemi Bonomi Sandro Camera dei deputati Camera di Commercio Capgemini Caprari Alberto Centro marocchino di studi sulla congiuntura Chimec China State Shipbuilding Corporation Cib Unigas Cisa SpA Cisco Commissione europea Confindustria Confindustria Russia Consiglio europeo Cristal Union Dab Pumps SpA
70 92 75 44 76 82 8 29, 30 30 43 76 71 17 86 76 70 76 11 57 47, 49 76 29 47 11 43 65 53 64 8 8 64 8 8 11 71 55 43 21 17, 67 11 59 64 59 88 55 76 29 17, 65, 78 64, 65 56, 57, 59 16, 53 71 71
Dario Flaccovio Editore Darpa Datalogic Deltacalor Diego Ciocca Digimarc Dmg Mori Easy Frontier Ecoped Ecopower Ecor Research ecoR’it Editoriale Delfino Elesa Elmer Peter Emerson Electric Eni Enolgas Ernesto Donciglio Eskola Jaakko Federazione Russa Federlegno Arredo Fercam Festo Fiat Fiera Milano Fierro Bruno Fincantieri Fiocca Renato Flynn Michael Forsström Klas Francesca R. d'Ambrosio Alfano FrancoAngeli Fsb Gazprom Geico Gestore dei servizi energetici Giudici Giancarlo Goldman Sachs Governo italiano Governo russo Grassi Daniele Grassi Vincenzo Great Place to Work Institute Greco Simona Gruppo Safe Guzzini Mauro Hannover Messe Hewlett Packard Enterprise Hoppe SpA Hörmann HostMilano Ibm Ice Ichii Taku Ici Caldaie Icim
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Pagina 92 11 90 9 8 90 25 60 40 40 13 40 92 90 8 70 81 43 92 88 56, 62 9 8 37 86 84 55 70 92 62 25 92 92 53 55 86 46 24 80 21, 27, 49 59 8 27 86 84 40 9 45 29 76 70 84 11 64 8 57 27
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Nomi
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Igus Intel Invernizzi Emanuele Ispesl Istituto S. Pio V Italian Trade Agency Ivs Iwak Jacuzzi Johann Wolfgang Goethe-Universität Jovane Ettore Kgb Konar JSC Krona Koblenz SpA Lawtelier Avvocati Associati Leroy Somer Electro-Technique Lloyd’s Register of shipping Marenco Paolo Martin Armando Marziano Giuseppe Marzovilla Olga Massa Danilo Mazzarella Livio Messe Frankfurt Italia Ministero dell’Ambiente Ministero della Salute
90 29 92 75 92 85 82 11 71 11 8 53 56 76 66 70 89 43 92 92 92 44 92 30 17, 41 16, 17 14, 21, 62, 67 11 70 13 70 13 86 70 70 43 81 90 62 53, 80 29 53 24 9 11 55 80 9 70 92 25 24, 29, 30, 85 53 27, 29 88 8
Rea Impianti Registro Italiano Navale Remedia Ridomus Rinaldo Andrea Rizzio Savino Romagnoli Gian Cesare Romenti Stefania Rosneft Rota Metal Ruvaris Sai Global Salteco Samsung Electronics Sandvik Coromant Sap Saudi Aramco Savio SpA Schneider Electric Senato Sick Siemens Siluanov Anton Snaidero Roberto Società delle Nazioni SPS Italia TabulaeX Taikisha Tate & Lyle Tech Mahindra TechCrunch Termomeccanica Pompe Texas Instruments Thyssenkrupp Elevator Italia Transneft JSC Trump Donald Turboden Tüv Unione Doganale Unione economica eurasiatica
13 89 78 40 11 43 92 92 59 25 43 43 90 8 25 29 82 76 70 21 89 13 53 9 62 28 11 87 37 11 85 56 90 71 56 52, 53 70 89 57 56 53, 59, 62, 64, 65, 67, 69 13 11 71 92 89 89 43 76 88 80 52 62, 69 11 57
Ministero dello Sviluppo economico Mip Poltecnico di Milano Mitsubishi Heavy Industries Museo Munch Mwpowerlab Srl Mycoplast Neri Laura Nidec Corporation Norwegian Cruise Line Nsf Offshore Mediterranean Conference Om Still Onu Opec Oracle Oreshkin Maxim Orlando Andrea Orsini Emanuele Otherlab Pancolini Filippo Paragon Offshore Pastorino Paolo Pilomat Piterà Luca Alberto Polat Makina Politecnico di Milano Putin Vladimir PwC Qiang Wu Quintani Vincenzo
95 | marzo aprile 2017
Unione europea Università degli Studi di Parma Università di Milano-Bicocca Università di Padova Università Iulm VdS Viega Vir Viro SpA Wärtsilä Wbh Energy Wings Partners Wto Xmetrics Zerbinato Alberto
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INSERTI ECONOMICI Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia/estero
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INSERTI ECONOMICI a cura della Redazione e dell’Ufficio Studi ANIMA - per richieste contattare: alchieri@anima.it - redazione@anima.it (disponibili anche in inglese)
Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 714 - 1^ Quindicina di marzo 2017 - pubblicata su questo numero Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 23 - 31 gennaio 2017 - pubblicata su questo numero Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe prestazioni di personale Italia/estero | Tabella bianca 1° gennaio 2017 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione l’industria meccanica 708 | 96 per la produzione di energia” - pubblicata su questo numero
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
IN ITALIA
SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2017
Statistical survey on average tariff quotation for staff â&#x20AC;&#x2122;s services in Italy Sector mechanical and engineering industries
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81 | gennaio febbraio 2017
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lâ&#x20AC;&#x2122;industria meccanica 707 | 82
Edizioni: A.S.A. S.r.l. - Via A. Scarsellini 13 - 20161 Milano - tel. +39 0245418.200 - fax +39 0245418.240 | Direttore Responsabile: dott. Giuseppe Bonacina | Riproduzione vietata - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 334.1981.
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia
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83 | gennaio febbraio 2017
Edizioni: A.S.A. S.r.l. - Via A. Scarsellini 13 - 20161 Milano - tel. +39 0245418.200 - fax +39 0245418.240 | Direttore Responsabile: dott. Giuseppe Bonacina | Riproduzione vietata - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 334.1981.
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
ALL’ESTERO
SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2017
Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services abroad Sector mechanical and engineering industries
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l’industria meccanica 707 | 84
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85 | gennaio febbraio 2017
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TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale allâ&#x20AC;&#x2122;estero
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
nei Paesi europei ed extra europei
SETTORE IMPIANTI E COMPONENTI DI GRANDE DIMENSIONE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA January 2017 Statistical survey on average tariff quotation for staff services in Europe and outside Europe Sector energy generation plants and large components
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lâ&#x20AC;&#x2122;industria meccanica 707 | 86
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TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
Janvier 2017
Enero 2017
Relevés statistiques des cotations moyennes des tarifs pour les prestations du personnel en europe et en dehors de l’europe Secteur installations et composants de grandes dimensions pour la production d’energie Estudio estadìstico de las cotizaciones medias de las tarifas por prestaciones del personal en europa y fuera de europa Sector instalacionesy grandes componentes para la producción de energía
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l’industria meccanica 707 | 88
TABELLA GENNAIO 2017 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
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89 | gennaio febbraio 2017
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lâ&#x20AC;&#x2122;industria meccanica 707 | 90
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TABELLA N. 22 - 14 GENNAIO Costo| orario di un operaio del settore della meccanica generale TABELLA N. 22 - 2016 GENNAIO| 2016 Costo medio orario medio di un operaio del settore della meccanica generale
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91 | gennaio febbraio 2017
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TABELLA N. 22 - GENNAIO 2016 | Costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale
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TABELLE 1^ QUINDICINA DI DIMARZO 2017| Listino | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 714 (Piazza di Milano) TABELLE 1^ QUINDICINA MARZO 2017 Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 714 (Piazza di Milano)
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TABELLE 1^ QUINDICINA DI MARZO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 714 (Piazza di Milano)
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TABELLE 1^ QUINDICINA DI MARZO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 714 (Piazza di Milano)
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TABELLE 1^ QUINDICINA DI MARZO 2017 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 714 (Piazza di Milano)
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