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1 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
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Sostieni i bambini accolti in un Villaggio SOS. Un gesto di responsabilità sociale che ci fa crescere tutti. Nessun bambino nasce per crescere da solo. Per questo SOS Villaggi dei Bambini accoglie ogni giorno, da 70 anni, bambini che non possono contare sul supporto della loro famiglia per crescere e diventare grandi. Il Villaggio SOS racconta il nostro modo di prenderci cura di loro. È un programma per la cura e la protezione dei bambini e per il sostegno delle famiglie. È un luogo fatto di case, di famiglie che le abitano e di bambini che crescono sentendosi protetti e amati, sapendo che i “grandi” sono presenti per accompagnarli e prendersi cura di loro. La tua Azienda può sostenere i bambini accolti in un Villaggio SOS e comunicare il proprio impegno a clienti e dipendenti.
l’industria meccanica 723 | 2
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE PUÒ DAVVERO MIGLIORARE IL FUTURO, BAMBINO PER BAMBINO.
I Villaggi SOS: il mondo come dovrebbe essere. In Italia, 1,2 milioni di bambini vive in condizioni di povertà. Sono oltre 91 mila i minorenni maltrattati e più di 26.000 i bambini e ragazzi che vivono fuori dalla loro famiglia. “Avevo 8 anni quando ho perso mia mamma, tutto il mio mondo è crollato. Abbiamo lasciato la nostra casa per un luogo sconosciuto. Un luogo che poi abbiamo imparato ad amare come casa nostra: il Villaggio SOS, la nostra seconda famiglia. Io e i miei fratelli siamo rimasti uniti - credo sia stata la mia ancora di salvezza - e con mio padre che continuava ad essere presente, ho potuto continuare a crescere spensierata. Oggi sono una donna e una mamma serena. Il Villaggio SOS ha trasformato la mia “mancanza” in straordinaria “ricchezza” di sentimenti, opportunità, interessi, conoscenze, valori. Ricchezza di motivi per essere felici.”
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Nel Villaggio SOS ogni bambino viene accolto e accompagnato in ogni fase della sua crescita. Ritrova un luogo in cui sentirsi protetto e al sicuro grazie alla presenza di un’educatrice che è al suo fianco, in qualsiasi momento. Prepara la colazione, lo accompagna a scuola, lo segue nei compiti, lo sostiene e lo aiuta a diventare grande e indipendente. Proprio come farebbe un genitore.
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Sostieni SOS Villaggi dei Bambini con la tua azienda: Partecipa a un progetto e comunica il tuo impegno. Invita i tuoi top client alla nostra Charity Dinner "Vieni a cena da Cracco in Galleria". Coinvolgi i tuoi dipendenti in attività di volontariato nei Villaggi SOS. Scegli i nostri regali di Natale per i tuoi clienti e dipendenti.
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l’INDUSTRIAMECCANICA L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73
Direttore responsabile Alessandro Durante - durante@anima.it Direttore editoriale Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini In redazione Laura Aldorisio - aldorisio@anima.it, Cinzia Alchieri (Segreteria di Redazione) - alchieri@anima.it Simone Gila - gila@anima.it Hanno collaborato a questo numero: Pasquale Alfano, Franco Canna, Fabrizio Cerignale, Daniele Cavioni, Mauro Ippolito, Alessandro Maggioni, Antonio Passarelli, Matilde Poidomani, Sabrina Suardi Impaginazione Abc Production - Fabio Lunardon - lunardon@anima.it Raccolta pubblicitaria Mario Salvi, Simonetta Galletti, Mariarosa Morselli - redazione@anima.it Direzione e Redazione Anima Confindustria Meccanica Varia Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it | Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it
È vietata la riproduzione di articoli e illustrazioni de “L’Industria Meccanica” senza autorizzazione e senza citarne la fonte. La collaborazione alla rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli autori non impegnano né la rivista né ANIMA e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane degli autori stessi.
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18 EDITORIALE | Normazione: nuovi livelli di governance per sostenere le politiche industriali in un mondo che cambia 10 RUBRICA | Donne e uomini al timone 12 RUBRICA | i 400 caratteri 14 Una blockchain per l’industria di Daniele Cavioni
20 EFFICIENZA&ENERGIA 22 Verso MCE 2020: le novità in fiera e trend nel settore nell’era della transizione energetica
26 SOMMARIO N. 723
EXPORT&MERCATI 28 Contrasti tra ricchezza e povertà mettono in crisi l’export dell’America Latina di Mauro Ippolito
C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti. (Henry Ford)
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32 Ultime novità sullo status di esportatore autorizzato di Matilde Poidomani, Team ricerca e sviluppo Easyfrontier
34 Egitto, riprende la crescita economica di Antonio Passarelli, desk Anima presso Ice-Agenzia
68 Le economie circolari creano valore solo se protette 72 Trattamento dell’acqua, dichiarazioni, garanzie, informazioni di Pasquale Alfano e Alessandro Maggioni
76 Scarti in azienda, la corretta gestione che genera valore di Sabrina Suardi
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78 RUBRICA | i 400 caratteri 79 RUBRICA | Recensioni 80 ABBONAMENTI 81 TABELLE ANIMA – BIANCHE, BLU, ARANCIO
AUTOMAZIONE&PRODUZIONE 42 L’evoluzione dell’Additive manufacturing non si ferma 48 Perché l’Additive manufacturing è sempre più importante per le aziende manifatturiere di Franco Canna
52 Informazioni in tempo reale, gestione intelligenza artificiale 54 Tecnologia, novità da tenere d’occhio
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SOMMARIO N. 723
SICUREZZA&AMBIENTE
La produttività non è mai casuale. È sempre il risultato di un impegno verso l’eccellenza, di pianificazione intelligente e di sforzi concentrati. (Paul J. Meyer) 7 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
EDITORIALE
Normazione: nuovi livelli di governance per sostenere le politiche industriali in un mondo che cambia
La revisione dello statuto Uni, l’ente italiano di unificazione, è un traguardo importante per l’industria, che da sempre considera il processo di normazione un elemento fondamentale per la competitività delle imprese. Attraverso la definizione di regole, elaborate coinvolgendo tutte le parti interessate e approvate con il consenso di tutti, è infatti possibile competere su parametri chiari e inequivocabili. I profondi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni a livello mondiale, con lo sviluppo del mercato cinese che si contrappone a quello americano, hanno imposto all’Europa, e quindi ai singoli Stati Membri, di modificare le proprie strategie e di sviluppare una politica industriale in grado di rilanciare la produzione nel rispetto di vincoli ambientali sempre più stringenti. Nell’ultimo decennio abbiamo assistito allo sviluppo della trasformazione digitale, che sta cambiando il modo di produrre delle aziende, e quindi le sue esigenze, e che ha introdotto nuovi temi come la cyber security, la IoT, l’intelligenza artificiale e l’analisi dei big data. Allo stesso tempo il cambiamento climatico in atto ha imposto nuovi vincoli introducendo nuovi concetti come quello della economia circolare e dell’efficienza energetica, che impongono alle aziende di adottare processi e realizzare prodotti sempre più sostenibili.
di Andrea Orlando, direttore generale di Anima Confindustria Meccanica e vicepresidente Uni
La Commissione Europea, che per anni ha lavorato allo sviluppo di un mercato unico e all’attenzione per la sicurezza del lavoratore, ha iniziato a sviluppare
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una politica industriale che consentisse di aumentare il livello di produzione interna rispetto al Pil introducendo nuovi concetti fondamentali per la salute del cittadino. Anche la normazione ha risentito di questo cambiamento e a livello europeo sono stati già avviati nuove attività sui temi emergenti e il programma di lavoro elaborato dal Cen (il Comitato europeo di normazione NdR) per il 2020 testimonia questo cambiamento. In questo contesto era indispensabile per l’Uni adattarsi alle nuove esigenze imposte dal mercato e di rivedere il proprio statuto per renderlo più adatto al contesto attuale e per dotarsi una Governance che consentisse di coinvolgere tutti i soggetti interessati nella definizione delle strategie di lungo periodo, fondamentali per supportare al meglio le esigenze dei propri associati. Il riconoscimento di Uni da parte del Governo con il Decreto Legislativo 223/2017, conferma l’importanza della normazione come elemento di supporto al sistema paese e per la realizzazione delle strategie industriali. La revisione dello statuto Uni, per quanto possibile, ha assecondato queste necessità e, in questa ottica, i quattro livelli di Governance previsti nel nuovo statuto, e sostenuti anche dal mondo industriale, rappresentano un elemento molto importante. Poter coinvolgere tutti gli interessi, pur salvaguardando
la presenza dei soci, rappresenta un passo importante per riuscire a sviluppare strategie che supportino i cambiamenti in atto. Solo attraverso il coinvolgimento di tutti è infatti possibile elaborare documenti realmente condivisi da tutti e utili per supportare lo sviluppo dei temi di interesse. Questo obiettivo è stato possibile grazie all’introduzione di diversi livelli di Governance che da una parte ha permesso di consolidare la presenza dei soci, compresi gli enti federati, indispensabili per i settori in cui operano e per l’industria, negli organi esecutivi e amministrativi, e dall’altra di introdurre il Comitato di Indirizzo Strategico aperto a tutte le parti e in particolare ai soggetti deboli definiti nel Regolamento Europeo 1025/2012. Questo Comitato infatti avrà il compito di raccogliere le proposte di tutte le parti interessate e di definire le linee di sviluppo dell’ente in modo da soddisfare le esigenze di tutti. A questi importanti cambiamenti, va aggiunto il maggiore coordinamento tra la parte di Governance e la parte operativa stabilendo che uno dei vicepresidenti dell’ente debba avere la delega a presiedere il Comitato Centrale Tecnico, incaricato di coordinare tutta l’attività normativa. Questi cambiamenti con altri importanti modifiche dello statuto, consentiranno all’Uni di continuare a svolgere un ruolo fondamentale per tutte le parti e per sostenere la politica industriale dell’Italia e dell’Europa.
9 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
Maurizio Tansini
Michele Puccio
Aisem è l’associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione, federata ad Anima Confindustria. Tansini rimarrà in carica per i prossimi due anni. «Ringrazio il past president, Pietro Almici, perché ha favorito lo sviluppo dell’associazione fino a rappresentare tutte le sezioni di Fem, la corrispettiva associazione europea del comparto, e quindi di tutta la movimentazione del materiale», dice il neopresidente Tansini.
L'apertura nel 2002 della filiale italiana di Computerlinks ha rappresentato per Michele l’opportunità per entrare nel mercato della distribuzione It. «Sono felice di questa nuova sfida e continuerò con entusiasmo ad operare con sguardo curioso e attento all’innovazione, nell'ottica di essere sempre in linea con il nostro payoff aziendale ‘five years out’ – conclude Michele Puccio».
RUBRICA | Donne e Uomini al timone
è il nuovo presidente di Aisem
direttore di Arrow Enterprise Computing Solutions
Martin Fischer
Fabrizio Fassone
Martin Fischer ha ricoperto funzioni direttive presso importanti fornitori automotive per circa due decenni, molti anni dei quali trascorsi anche negli Stati Uniti. In questo periodo, ha maturato una vasta esperienza nell’elettronica, ha spiegato Franz-Josef Paefgen, presidente del Consiglio di sorveglianza. Martin Fischer succederà a Franz Kleiner a partire dal gennaio 2020, e si assumerà la responsabilità dell’elettronica e degli Adas, delle regioni del nord e sud America, e della corporate quality.
In questo ruolo Fassone assume la responsabilità di guidare la strategia e il posizionamento della business unit di Sap Ariba e Sap Fieldglass con l’obiettivo di sviluppare e far crescere il business della divisione nei mercati di competenza. L’Intelligent Spend Management risponde alle richieste dei clienti di soluzioni innovative che semplificano i processi di approvvigionamento, consentono un migliore controllo della spesa e delle risorse e migliorano l'agilità e la trasparenza.
nel Consiglio di amministrazione di Zf
a Head of Intelligent Spend Group Sap Italia e Grecia
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Donne e Uomini
Fabio Buccigrossi
Emiliano Veronesi
Il manager ha l’obiettivo di allargare la presenza di Eset in Italia, multinazionale specializzata in servizi di cybersecurity, implementando nuove strategie commerciali per ampliare il business e indirizzare il mercato delle imprese di medie e grandi dimensioni. Ha inoltre il compito di strutturare le attività di canale, con l’intento di essere vicini ai partner e agli utenti finali, rispondendo prontamente alle nuove sfide di digital transformation. Laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, Buccigrossi ha iniziato la propria carriera nel mercato Ict nel 1994.
Emiliano Veronesi, 46 anni, è arrivato in Econocom dopo una selezione iniziata nella primavera 2019. A lui è affidata la responsabilità di Econocom in Italia, nonché la definizione e l’implementazione della nuova strategia dell’azienda, che punta a posizionarla come partner strategico e tecnologico nella fornitura di soluzioni as a service e pay per use. L’azienda fa capo al gruppo Econocom, il player europeo che abilita la trasformazione digitale e tecnologica delle aziende attraverso il disegno e la fornitura di soluzioni as a service.
country manager Italia di Eset
è il nuovo direttore generale di Econocom Italia
11 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
i 400 caratteri TECNOLOGIA
Milano, fulmini in laboratorio per test di resilienza Nei laboratori Cesi di Milano, il primo gruppo al mondo – partecipato da Enel e Terna – che crea condizioni climatiche estreme per testare la resistenza delle linee ad alta tensione. Soprattutto, si creano in laboratorio fulmini capaci di colpire un oggetto (principalmente un cavo, ma anche altri oggetti) con una scarica di milioni di volt. Una prova dal duplice obiettivo: il primo valuta l’isolamento dell’oggetto, il secondo la sua resistenza. In questo modo, i centri di ricerca e sviluppo dei produttori possono progettare e sperimentare, con il supporto dei tecnici del Cesi, l’affidabilità e la resilienza delle tecnologie di ultima uscita. MECCANICA
che state acquistando è l’utilizzo dell’oggetto, non l’oggetto stesso» afferma Stahel a Business Insider. La gru più grande del mondo L’architetto svizzero sostiene che, se si applicasse lo Installata nell’area della centrale nucleare di Hinkley stesso concetto anche ad altri beni, si potrebbero gePoint C (Regno Unito) la Sarens Sgc-250, sopranno- nerare guadagni maggiori producendo una quantità minata “Big Carl”. Si tratta della gru più grande al minore di oggetti. mondo per dimensioni e capacità di carico, in grado di raggiungere un’altezza complessiva di 250 m dal ROBOTICA livello del suolo e con una capacità di sollevamento e trasporto di carichi fino a 5.200 tonnellate. Big Camerieri che… Carl sarà operativo nel Regno Unito per i prossimi non chiedono la mancia quattro anni e servirà a portare in quota le oltre 700 sezioni prefabbricate necessarie per la realizzazione Robot in grado di spostarsi sugli ascensori all’indella centrale nucleare Hinkley Point C, tra cui le terno di strutture a più piani ed eseguire servizi di cupole di contenimento del nuovo reattore atomico. consegna ai clienti all’interno degli hotel. Servizio in fase di sperimentazione anche negli ospedali. Questo il progetto lanciato da Thyssenkrupp EleECONOMIA vator in collaborazione con i principali produttori di tecnologie robotiche. I sistemi d’interfaccia per Un nuovo modello ascensori robotizzati sono stati implementati per da seguire assistere le pulizie, effettuare il servizio in camera e Secondo Walter Stahel, architetto svizzero conside- trasportare bagagli, assistere le guardie di sicurezza, rato uno dei padri dell’economia circolare, il futuro così come per la consegna di prodotti farmaceutici sta nella performance economy. In parte già presente e pacchi. nell’economia attuale, questo sistema si basa sull’i- «Questa tecnologia viene già adottata in Italia nel dea che il proprietario di un bene non vende il bene centro produttivo di una nota casa di Alta Moda, a stesso, ma il servizio che questo offre a un prezzo Firenze – afferma Luis Vos, amministratore delegato ridotto. «Ogni volta che prendete un taxi o prenotate di thyssenkrupp Elevator Italia – che sfrutta attivaun albergo, un volo aereo o un biglietto del treno, ciò mente diversi robot».
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Una blockchain per l’industria
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Conservare in modo sicuro documenti ufficiali, seguire i passaggi all'interno della supply chain e tracciabilità totale dal produttore al consumatore. L’industria sta applicando la tecnologia della blockchain sempre più spesso e con costi più sostenibili. L’esempio sviluppato dalla Fondazione Quadrans. di Daniele Cavioni
15 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
L
a blockchain è la tecnologia alla base delle criptovalute, un hype a cui, ormai, si attribuiscono qualità quasi taumaturgiche. Ovviamente non è così, però è certo che sembra poter risolvere molti problemi nella gestione delle informazioni, tenendo conto che le applicazioni più recenti e avanzate riguardano le supply chain complesse, dove si usa per snellire le pratiche burocratiche e facilitare le operazioni tra i diversi partner. A parte le applicazioni più scontate e sicuramente più diffuse, come le monete digitali, infatti, sono stati sviluppati progetti molto concreti relativi alla tracciabilità di prodotti e materie prime nel settore agrifood e tessile, ma anche in ambienti più complicati come quello della pubblica amministrazione e molto delicati, come quello in via di sperimentazione sui rifiuti nucleari: progetto di tracciabilità presentato recentemente allo Startup Italia Open Summit 2019 da parte di Sogin Spa, società di Stato responsabile dello smantellamento delle centrali, degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia. Un esempio tra tutte, la startup innovativa italiana, Foodchain SpA che, utilizzando la blockchain Quadrans, lavora con imprese nel settore agroalimentare come l’azienda Leccese Pralina Srl, Caricom Ethiopia Plc, con pubbliche amministrazioni come il comune di Alessandria e importanti aziende nazionali strategiche come Sogin SpA (che ha appunto affidato l’incarico della sperimentazione blockchain al raggruppamento temporaneo di Imprese Infoedge Technology – AliasLab SpA – Foodchain SpA), società di ingegneria nei settori elettronica, automotive e aerospaziale come Sipal SpA e molte altre ancora. D’altronde che le potenzialità di questa nuova tecnologia siano decisamente interessanti lo dimostrano il dibattito e l’attesa ingenerata per la strategia nazionale in via di elaborazione dal gruppo dei 30 esperti riuniti dal ministero dello Sviluppo economico che dovrebbe uscire proprio nelle prossime settimane. Alla base, inoltre, c’è anche il costante e deciso impegno preso dalla Commissione Europea che ha sostenuto l’European Blockchain Partnership, un’iniziativa che si propone di portare a terra il potenziale dei servizi basati su blockchain per cittadini, pubbliche amministrazioni e aziende, alla cui presidenza per il 2019 e 2020 c’è l’Italia insieme a Svezia e Repubblica Ceca. Tutti segnali che portano a pensare che qualcosa, e forse molto, si sta già muovendo.
Una blockchain open source In questo contesto è interessante notare come, dalla visione e dall’impegno di chi ha creduto sin dall’inizio in questa tecnologia, sia nata in Svizzera la Fondazione Quadrans e l’omonima blockchain in continua evoluzione ma progettata, tra le altre cose, appositamente per l’industria e la pubblica amministrazione. «Una blockchain pubblica, open source, decentralizzata» chiarisce il presidente di Quadrans, Marco Vitale «che nasce dalle esperienze sviluppate in questo ambito fin dal lontano 2012, e che ha visto la nascita di Quadrans in Svizzera per un principio filosofico di “neutralità”, sicurezza e precisione. In una nazione» continua Vitale, «molto favorevole all’innovazione e caratterizzata da limitata burocrazia. L’infrastruttura concepita, dunque, riprende tutti i valori espressi che stanno alla base di questa tecnologia, è, infatti, decentralizzata, distribuita, aperta e accessibile a chiunque, pensata direttamente per operare in tutto mondo. Come tale non poteva che essere “apolide” come molte altre istituzioni internazionali». Quadrans, a detta di Massimiliano Sala, presidente del Cryptoboard della Fondazione, direttore del laboratorio di crittografia all’Università di Trento e di De Componendis Cifris, associazione dei crittografi italiani, è interessante perché, pur essendo già operativa, si ripromette di evolvere continuamente e risolvere, alcuni dei limiti intrinseci delle più rinomate blockchain pubbliche. «È pubblica, è permissionless», spiega Davide Costa – co-founder della Fondazione «questo vuol dire che non esistono enti terzi centrali che la controllano e che possano dettare o cambiare delle regole a loro piacimento. Le regole sono all’interno del protocollo, visibili a tutti e mantenute immutabili dai partecipanti al network attraverso il cosiddetto “meccanismo di consenso”. Tutti possono installare un nodo e far parte della rete, tutti possono utilizzare liberamente l’infrastruttura, tutti possono partecipare all’Airdrop che è in corso e ricevere gratuitamente 1000 token».
Un’infrastruttura pensata per l’industria Rispetto alle tradizionali blockchain, l’infrastruttura è progettata per limitare il consumo energetico della rete e la volatilità degli asset digitali utilizzati per far funzionare la piattaforma, che conta già più di 250 nodi
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LE PAROLE CHIAVE Blockchain
Una blockchain è una complessa struttura distribuita su una rete di computer che comunicano tra loro tramite un protocollo che stabilisce le regole di collaborazione e funzionamento. In pratica, dà vita a un registro distribuito che può contenere informazioni, transazioni o piccoli programmi (smart contract) che operano sui dati in essa contenuti. La particolarità della blockchain è che il suo sistema di regole facilita la collaborazione tra gli utenti, elimina e ostacola gli attori disonesti, è intrinsecamente sicura, trasparente e pubblicamente verificabile. I dati messi al suo interno non sono modificabili.
Coin
Indica la “Moneta digitale” di una piattaforma. La moneta digitale più famosa è sicuramente Bitcoin, ma ve ne sono molte altre. Ogni moneta è l’asset principale della crypto economia della blockchain che la gestisce. Alcune monete rappresentano una forma alternativa di denaro, altre servono per pagare i servizi resi all’interno della blockchain o dalla blockchain stessa come l’esecuzione degli smart contract. Il Quadrans Coin è una moneta che serve pagare il lavoro computazionale svolto sulla blockchain di quadrans o lo spazio di archiviazione che è occupato su di essa.
Token
Un token è un asset crittografico gestito da uno smart contract che serve a individuare un particolare credito, autorizzazione, possesso o diritto. Possiamo pensare al token come un “gettone digitale”, a una “fiche”, a un certificato trasferibile a terzi. Il token può rappresentare la possibilità di usufruire di un servizio (utility token, simile al gettone dell’autolavaggio) la possibilità di votare in una associazione, una frazione di possesso di un immobile. Per la loro natura digitale i token possono essere trasferiti istantaneamente da un proprietario al successivo, possono dare vita ad un mercato secondario e sviluppare quindi una serie di servizi smart. Il token Quadrans (Qdt) rappresenta il coinvolgimento del proprietario nella rete e dà diritto a ricevere periodicamente le nuove Quadrans Coin (Qdc) con cui è possibile operare sulla rete Quadrans.
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sparsi per tutto il mondo ed è pronta a essere studiata e utilizzata da chiunque. Tenendo conto che nei prossimi mesi, sul sito della Fondazione, usciranno White e Yellow paper ulteriori strumenti a disposizione di tutti. «In pratica, - aggiunge Marco Vitale - la Fondazione fornisce, a chiunque voglia cimentarsi, lo strumento tecnologico sul quale sviluppare le proprie applicazioni decentralizzate abilitando anche nuovi modelli di business impensabili sino a oggi. Abbiamo costruito un’autostrada digitale e tutti adesso sono liberi di utilizzarla e di costruire le proprie stazioni di sosta, o qualsiasi servizio ritengano utile». Le caratteristiche dell’infrastruttura poi sono particolari spiega Massimiliano Sala, una delle menti matematiche che sta costruendo l’infrastruttura: «Nel Bitcoin, milioni di nodi ricalcolano essenzialmente la stessa operazione in una gara a chi la termina prima. Il vincitore riceve una ricompensa, tutti gli altri invece non ricevono nulla, e quindi, di fatto, viene sprecata molta energia elettrica (che ricordiamo vede partecipare al mining milioni di server). Nell’architettura di Quadrans, i possessori di Token (che oggi si possono ricevere gratuitamente aderendo all’Airdrop) possono partecipare a questa gara computazionale, per cui si parla di migliaia di server (non milioni)». Inoltre, come già sottolineato è specificatamente pensata per l’industria e per la pubblica amministrazione dal momento che, aggiunge Sala «Al contrario di Ethereum, in Quadrans ci saranno due crittovalute: i Coin e i Token. Per l’uso dell’infrastruttura da parte degli utenti bastano i Coin che sono continuamente prodotti in quantità sempre crescente e quindi il loro valore sarà legato unicamente alle risorse computazionali (per dare un’idea, come usare un servizio Cloud commerciale). Cosa che manterrà basso il costo di transazione e scoraggerà la speculazione. Per quanto riguarda i Token essi sono una quantità fissa e sono legati al valore intrinseco della piattaforma Quadrans. Di conseguenza sarà possibile registrare delle fluttuazioni sul valore dei Token (e quindi del valore intrinseco della piattaforma), ma questo non inficerà in nessun modo la fruibilità della piattaforma (che è regolato esclusivamente dai Coin)».
In pratica la strutturazione appena illustrata dal professor Sala evidenzia come imprese e pubbliche amministrazioni potranno accedere alla blockchain avendo costi di scrittura in blockchain molto bassi e quindi sostenibili, ma soprattutto chiarisce come e perché si potranno effettuare stime ben precise dei costi da sostenere nel lungo periodo per l’utilizzo dell’infrastruttura.
Quando utilizzare la blockchain Rimane da svolgere un “nodo” non secondario, a cosa può servire la blockchain e in che modo entra in contatto con le necessità espresse da imprese e istituzioni. Anche su questo il professor Sala ha le idee chiare dal momento che come presidente del cryptoboard ha il compito di promuovere lo sviluppo della blockchain di Quadrans, ma anche della tecnologia blockchain in generale. «Per quanto riguarda Quadrans la risposta è molto semplice, l’infrastruttura è molto flessibile e può essere utilizzata per molteplici progetti. Le tre applicazioni principali che vedo al momento sono: la conservazione sicura di documenti ufficiali (digital notary); la tracciatura di passaggi all’interno di un processo produttivo (supply chain); la tracciabilità totale dal produttore al consumatore».
Un esempio di tracciabilità nel settore Food Quello della tracciabilità delle informazioni è un settore particolarmente interessante, Marco Vitale, infatti, è anche il Ceo di Foodchain SpA e la persona che ha contribuito a dare vita alla Fondazione Quadrans. «Il nostro modello di business è semplice. Crediamo nel futuro della blockchain soprattutto in ambito tracciabilità e flusso di informazioni e quindi nella ricostruzione digitale della supply chain. Con Foodchain SpA, ricostruiamo una sorta di digital twin di un oggetto fisico e della supply chain andando a tracciare tutti i singoli passaggi all’interno di un determinato processo produttivo seguendo il prodotto dall’ideazione al suo acquirente finale. Siamo nati e ci siamo specializzati in ambito agrifood, ma siamo già pronti anche per il settore tessile. Possiamo integrare praticamente tutti i gestionali o le macchine connesse in IoT, in questo modo la scrittura in blockchain è automatica e va idealmente a chiudere l’anello mancante della fabbrica intelligente, che lascia anche traccia di sé».
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Avendo una visione un po’ trascendentale si può dire che la blockchain aggiunge l’anima alla fabbrica intelligente, donandole memoria e quasi coscienza di sé. «È ovvio, conclude Vitale, che avendo progettato e conoscendo l’infrastruttura Quadrans meglio di chiunque altro, oggi abbiamo un vantaggio competitivo rispetto agli altri eventuali competitor che volessero utilizzare la stessa infrastruttura per “appoggiarvi” le proprie applicazioni e vendere i propri servizi o prodotti, ma con l’uscita del White paper, dello Yellow Paper nonché di tutti i dettagli tecnici nei minimi particolari e del codice
sorgente, ci aspettiamo di avere presto una adozione importante dell’infrastruttura Quadrans e la nascita di molte società che lavorino con questa tecnologia. Questo perché con la Fondazione abbiamo abbattuto “la barriera all’ingresso” della Ricerca e Sviluppo, condividendo e mettendo a disposizione della comunità il know how acquisito in anni di studi e sperimentazioni. D’altronde quando abbiamo deciso di promuovere un’infrastruttura pubblica lo sapevamo, ma rimaniamo convinti della nostra scelta.» E allora, adesso, vinca il migliore.
Come funziona la piattaforma costruita dall’integratore di sistema Foodchain?
Due prodotti che rappresentano una prima applicazione della blockchain Quadrans.
La storia del caffè Harenna Forest della Torrefazione San Domenico La storia di Model #00006 - Goupille
Quadrans è la Fondazione che ha l'obiettivo di promuovere l’omonima blockchain, un’infrastruttura globale, aperta, inclusiva, pubblica, decentralizzata e indipendente pensata originariamente (ma non solo) per imprese e istituzioni. In questi mesi sta rilasciando White e Yellow Paper, documenti attraverso i quali ha deciso di comunicare al mondo quali siano i suoi obiettivi tecnologici e la sua mission. La terza iniziativa in corso è l’airdrop, un processo attraverso il quale, distribuendo Token a persone o aziende riconosciute, si intende ampliare la comunità, diffondere la tecnologia e facilitarne l'utilizzo. Tutto in maniera completamente gratuita. Rappresenta l’inizio di un percorso, complesso ed ambizioso, ma necessario e importante, che potrebbe portare alla costruzione di una infrastruttura unica nel suo genere.
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ZA & RGIA 21 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
EFFICIENZA&ENERGIA
Verso MCE 2020: le novità in fiera e i trend di settore nell’era della transizione energetica
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A Fiera Milano Rho la biennale dedicata a impiantistica civile e industriale, climatizzazione e energie rinnovabili. Il settore coinvolge una meccanica in crescita e attenta agli obiettivi europei di decarbonizzazione. Sono state presentate le novità e i temi della prossima edizione.
«C
ol suo lavoro, l’industria sta mettendo i cittadini nelle condizioni di scegliere soluzioni per migliorare l’ambiente, diminuire consumi ed emissioni, e spendere meno», è il ringraziamento dell’assessore del Comune di Milano Marco Granelli alla filiera dell’idrotermosanitario e dell’efficienza energetica in occasione della presentazione dell’edizione 2020 di Mostra Convegno Expocomfort, la biennale dedicata a impiantistica civile e industriale, climatizzazione e energie rinnovabili in programma dal 17 al 20 marzo prossimo
a Rho-Fieramilano. Attesi oltre 160.000 operatori professionali in un settore che – dicono i dati elaborati dal Politecnico – ha registrato un totale di investimenti pari a 7 miliardi con un mercato potenziale che al 2021 potrebbe arrivare, nello scenario più positivo, addirittura a quasi 28 miliardi. Nella transizione energetica in atto un ruolo fondamentale è giocato dalla meccanica, che ha fatto propri i temi della decarbonizzazione e del raggiungimento degli obiettivi europei in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, sviluppo delle rinnovabili e aumento dell’efficienza energetica. «La meta del 2020 non è stato un proclama, ma un percorso che oggi ci proietta ai prossimi step del 2030 e del 2050» ha detto Alberto Montanini di Anima e Assotermica, «a Mce ci presentiamo come filiera, con obiettivi ed esigenze comuni».
Cresce la meccanica dell’idrotermosanitario Comfort ed efficienza energetica significa anche meccanica: le tecnologie italiane, dal riscaldamento e condizionamento al trattamento dell’acqua, dalle pompe fino ai rubinetti e valvole, continuano a registrare indicatori positivi. Rispetto al 2017, il consuntivo 2018 della produzione registra un +1,7% pari a 11.123,77 milioni di euro. Le stime per il 2019 prevedono però una crescita potenziale inferiore (+1,3%). L’export continua ad essere il punto di forza del settore con un +2,0%, ma con una stima inferiore per il 2019 (+1,5%). Buoni i risultati degli investimenti, dal 2017 in cui si investiva circa 379,78 milioni di euro al 2018 si arriva a 412,39 milioni di euro registrando +8,6% e le stime per il 2019 presumono sempre un segno positivo pari al +2,0% (420,69 milioni di euro). Trend positivo anche per l’occupazione che dovrebbe passare da + 0,2% del 2018 a + 0,1% del 2019. Trend positivo che necessità però di attenzione e continuità da parte delle istituzioni: «Il piano del Governo per l’industria 4.0 è stato il riferimento negli ultimi anni per le politiche di investimento per una trasformazione digitale delle nostre imprese» dice infatti il presidente di Anima Marco Nocivelli, «ci auguriamo che ci sia una continuità su queste misure, anche con una rimodulazione degli interventi in chiave di innovazione, efficienza e sostenibilità così da poter supportare la nostra industria nel suo sviluppo e crescita».
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Anima Confindustria sarà presente a Mce con le associazioni Acism, Aqua Italia, Assoclima, Assofoodtec - Costruttori impianti frigoriferi, Assopompe, Assotermica, Avr, Climgas, Italcogen, Ucc e Uman all’interno di un’ampia Lounge di 400 mq che, nelle scorse edizioni, è stata il crocevia di professionisti, media e imprenditori del settore.
In Italia investiti 7 miliardi in efficienza energetica L’anteprima della fiera presentata oggi a Milano è stata anche l’occasione per pubblicare i dati elaborati dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano. La ricerca (intitolata “L’efficienza energetica nel comparto industriale e nel terziario pubblico e privato”) registra per il 2018 un totale complessivo di investimenti in efficienza energetica realizzati in Italia pari a 7,1 miliardi di euro. Un dato che vale una crescita del 6,3%, leggermente in calo rispetto alla forte crescita degli ultimi 5 anni. Nel dettaglio degli investimenti, il segmento Home & Building guida la classifica (con ben il 65% del totale), seguito dal comparto industriale (nel complesso circa 2,3 miliardi, poco meno del 33%) e infine, la pubblica amministrazione, con il 2% del totale degli investimenti.
workshop punto di incontro fra mondo elettrico e termico, sarà allestito il fulcro dell’innovazione del presente e del futuro. La tecnica sanitaria, il trattamento acqua, l’attrezzeria e utensileria si troveranno nuovamente nei padiglioni 14/18, mentre il settore della componentistica sarà collocato ai padiglioni 2/4, avvicinandosi ai tradizionali spazi dedicati al riscaldamento e ai servizi per la progettazione, nei padiglioni 1/3, 5/7 e 10, dove grazie alla preziosa integrazione con Bie - Biomass Innovation Expo sarà possibile avere una panoramica più completa su prodotti e soluzioni per il riscaldamento e la produ-
Cambia il layout: le novità in fiera per l’edizione 2020 Una delle novità più importanti di Mce 2020 è il nuovo layout che ha rivisto l’intera disposizione dei padiglioni. La nuova configurazione degli spazi espositivi vedrà il mondo della climatizzazione, del condizionamento, della refrigerazione andare a occupare, oltre agli storici padiglioni 13/15 e 22/24, anche il padiglione 9/11. In quest’ultimo, insieme a Thats’ Smart, l’area espositiva e
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zione di energia da biomassa e combustione delle sostanze legnose.
Il programma di iniziative in fiera Dal 17 al 20 marzo, in fiera, prenderà corpo un programma di convegni e workshop dedicati ai temi più attuali per il settore. In particolare, «lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche intelligenti e connesse, e le nuove normative, anche alla luce degli obiettivi del Pniec che dovrebbe essere presentato proprio a Marzo 2020» ha spiegato Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia, «saranno il filo narrativo del programma di Mce e Bie 2020». A Mce e Bie 2020 si spazierà, dunque, dalla etichettatura energetica alla diagnosi, dall’efficienza energetica nel mondo industriale all’evoluzione del Mep Bim, dagli obiettivi del Pmiec 2020-2030 alla transizione energetica, dalla qualità dell’aria e dell’acqua ai sistemi di incentivazione, dalla smart mobility e home & building automation alle biomasse legnose e alla rigenerazione degli impianti esistenti, per finire con le nuove professionalità e l’economia circolare. Fra le iniziative, il 18 marzo durante il convegno istituzionale, verranno presentati i dati del mercato dell’Installazione impianti in Italia 2020-2023 realizzato dal
Cresme, che proporrà una fotografia aggiornata sullo stato dell’arte del settore. Anche Anima Confindustria sarà presente a Mce con undici associazioni quali Acism, Aqua Italia, Assoclima, Assofoodtec - Costruttori impianti frigoriferi, Assopompe, Assotermica, Avr, Climgas, Italcogen, Ucc e Uman all’interno di un’ampia Lounge di 400 mq che, nelle scorse edizioni, si è rivelata il crocevia di professionisti, media e imprenditori del settore. Una delle novità sarà l’evento di consegna dei riconoscimenti di “Percorso Efficienza&Innovazione”, la selezione dei prodotti e soluzioni di eccellenza delle aziende espositrici – a cura del Politecnico di Milano. Anche l’area Intelligent use of Water fra le novità, al padiglione 14, riservata alle soluzioni più all’avanguardia per vivere l’ambiente bagno. Uno spazio speciale sarà riservato al Mep Bim Forum (Mechanical, Electrical, PlumbingBim), il modello di progettazione meccanica degli impianti che consente di integrare nel miglior modo il sistema edificio-impianto. Carbon Neutral Building & Autonomous Drive Mobility saranno, invece, i driver del programma degli eventi di That’s Smart, l’area espositiva e workshop, punto di incontro fra il mondo elettrico e quello termico (Padiglione 9/11). Novità di quest’edizione sarà la presentazione dei dati di tre rapporti del Politecnico di Milano su Smart Mobility, Smart Building e Renewable Energy.
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ORT ERI 27 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
Contrasti tra ricchezza e povertà mettono in crisi l’export dell’America Latina EXPORT&MERCATI
Basta l’aumento del prezzo dei mezzi pubblici per accendere una rivolta popolare di Mauro Ippolito
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e proteste degli ultimi mesi scoppiate in molti paesi dell’America latina, e in particolare in Cile, Venezuela, Bolivia, Brasile, Peru ed Ecuador, nascono da una soffocata insofferenza legata alla grande disparità tra i pochi ricchi e i tanti poveri. È bastato, infatti, l’aumento di pochi centesimi del biglietto dei mezzi pubblici per far scattare la protesta in Cile, dove la maggior parte della popolazione utilizza i mezzi pubblici per spostarsi e dove le auto private sono un numero limitato rispetto alla popolazione. Al Cile, in breve tempo, si sono aggiunte le proteste dei paesi vicini tutti accomunati da un malcontento generale dovuto alla disparità di ricchezza, dove l’1% della popolazione detiene oltre un quarto della ricchezza totale e dove un elevato
numero di persone vive con salari che superano di poco i 500 dollari. Se in Cile la miccia è scattata con l’aumento del biglietto dei mezzi di trasporto pubblico, in Ecuador è stata la rimozione di sussidi sul carburante. In Brasile l’uccisione di una bambina per mano della polizia, le proteste per il disastro della diga di Brumadinho nonché gli incendi che hanno colpito la foresta amazzonica hanno dato vita a numerose manifestazioni in diverse città, mentre in Bolivia le proteste sono state causate da brogli elettorali tanto da portare il presidente uscente Evo Morales a chiedere asilo politico in Venezuela - dove tra l’altro continuano le tensioni tra i sostenitori di Maduro e quelli di Guaidò. A queste si sono aggiunte anche le proteste in Peru e Haiti contro gli attuali governi in carica.
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L’economia di molti paesi sudamericani si basa sull’export di materie prime, dal petrolio all’oro
Stato di buona salute apparente Eppure, leggendo le statistiche economiche, questi paesi godono di uno stato di salute buono favorito per lo più dall’export di materie prime. Infatti, tutti i paesi dell’America latina sono ricchi di risorse naturali (petrolio, rame, oro, argento, minerale di ferro solo per citarne i principali) e vivono una fase economica espansiva che non dovrebbe trovare terreno fertile nelle proteste. Solitamente, le proteste popolari sono scaturite da economie in difficoltà, cosa che apparentemente non caratterizza questi paesi. Tuttavia, l’iniquità e l’impunità dei vertici di Stato o di grandi aziende ha portato la popolazione a una ribellione che è sfociata anche in scontri violenti. Di seguito tre esempi delle diverse situazioni economiche di paesi chiave dell’export sudamericano (e delle rivolte popolari) con particolare attenzione all’andamento delle monete locali.
Il Cile risente delle tensioni Usa-Cina L’economia cilena è basata sull’export di materie prime, rame in particolare essendo il paese detentore di circa il 40% di metallo rosso al mondo, nonché di litio (un terzo delle riserve mondiali sono concentrate nel deserto di Atacama), oltre a ferro, molibdeno, piombo, zinco, oro e argento. La crescita del Pil a ottobre segnava un dato annualizzato al 3% con un’inflazione al 2,7% annuo e una bilancia commerciale dipendente dall’andamento delle materie prime, che negli ultimi mesi è risultata in deficit a causa delle minori esportazioni dovute a una domanda in calo soprattutto verso uno dei suoi partner commerciali, la Cina. L’effetto delle rivolte ha invertito le stime di crescita per il 2020 con attese per un Prodotto interno lordo in territorio negativo e un deficit pubblico in aumento dal
2% al 2,9% a fronte di aumenti di spese sociali per 1,2 miliardi di dollari. Tuttavia, l’economia risente di continui effetti negativi esogeni dovuti al rallentamento economico mondiale a causa delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Inoltre, il calo delle quotazioni delle principali materie prime riduce i profitti aziendali con effetto negativo sui salari, dove sono frequenti scioperi da parte dei lavoratori al fine di ottenere un miglioramento salariale. Il peso cileno da inizio anno ha subito una forte svalutazione raggiungendo i massimi a 800 peso contro il dollaro e 885 peso contro l’euro con una svalutazione da inizio anno rispettivamente del 15% e del 10%, tornando sui livelli superiori del 2016.
Ecuador, uno dei maggiori esportatori di petrolio L’economia dell’Ecuador si basa sullo sfruttamento delle risorse naturali, in particolare del petrolio di cui il paese è uno dei principali esportatori al mondo nonché membro dell’Opec dal 2007 (dopo un precedente periodo tra il 1973 ed il 1992) con una produzione giornaliera di 508mila barili (per il 2019). Il territorio del paese è ricco di rame, molibdeno, oro, argento, piombo, zinco e zolfo, oltre ad essere il primo esportatore di banane ed uno tra i principali esportatori di caffè e cacao. Il Pil nel terzo trimestre qualificava una crescita dell’1,38% annuo. Il paese continua ad essere un osservato speciale del Fondo monetario internazionale con il quale continua a discutere formulando riforme tributarie che consentano di ridurre il disavanzo di bilancio di 700 milioni di dollari. Tuttavia, permangono le preoccupazioni che il deficit fiscale sfuggirà al controllo. La proposta di riforma di Moreno, che includeva un aumento delle imposte sulle società, mirava a mettere il paese andino sulla buona strada per soddisfare i criteri del Fmi e qualificarsi per le erogazioni di prestiti, ma è stato bocciato da 70 su 133 legislatori, con solo 32 voti a favore e 31 astensioni. Questo potrebbe mettere in difficoltà il paese che potrebbe non riuscire a soddisfare i criteri per una erogazione del Fondo monetario internazionale. Senza l’Fmi il governo si troverà in seria difficoltà nell’adempiere al pagamento di 4 miliardi di debito scadenti nel 2022. L’Ecuador nel 2000 ha adottato il dollaro come moneta ufficiale (dollarizzazione) per contrastare l’impennata dell’inflazione dovuta alla crisi economica ed alla conseguente svalutazione del sucre (la moneta in uso dal 1884). Questo ha permesso all’Ecuador di non subire
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Le tensioni interne di questi paesi, il calo delle esportazioni e il rafforzamento del dollaro ne bloccano la crescita economica
gli effetti negativi dovuti alle tensioni interne. Se la situazione sembrava essere un buon compromesso nel 2000, oggi l’Ecuador non sembra beneficiarne. Infatti, non potendo stampare moneta, questa deve giungere dall’export e, considerando che circa il 60% dell’export ecuadoregno è generato dal petrolio, il calo del greggio e il rafforzamento del dollaro iniziano a creare gravi problemi monetari (tra i quali fuga di capitali) tanto da portare il presidente Moreno a ribadire un ritorno al sucre entro cinque anni, magari con un processo graduale che porti alla stabilità della moneta.
Brasile, prima economia del Sud America L’economia brasiliana, la prima economia del Sudamerica e tra le prime dieci al mondo, è incentrata per lo più sullo sfruttamento del territorio essendo una delle zone a maggior produzione di commodities agricole nonché essendo ricca di oro, argento e minerale di ferro, zinco, stagno oltre al petrolio e gas naturale. La produzione del minerale di ferro è pari al 30% della domanda globale e ricopre uno dei maggiori prodotti esportati soprattutto in Cina. Il Pil brasiliano è atteso in crescita dello 0,85% annuo con un’inflazione che dovrebbe calare al 3,6% ovvero al di sotto del 4,25% stimato dalla banca centrale. Secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il Brasile dovrebbe registrare una crescita economica per il 2020 e il 2021 dell’1,7% e dell’1,8% rispettivamente grazie anche all’approvazione di una riforma pensionistica da parte del Congresso (che innalza l’età pensionabile per uomini e donne e che dovrebbe ridurre il debito pubblico dal 77% al 76% entro il 2023 evitando l’innalzamento oltre il 102%) e un
miglioramento delle riforme strutturali che dovrebbero favorire un ritorno degli investimenti. Il malcontento generale, tuttavia, continua a minare le potenzialità di crescita del paese. Inoltre, l’interruzione delle operazioni di estrazione del minerale di ferro nella regione del Minas Gerais dopo il cedimento della diga a inizio 2019 ha messo in cattiva luce i governatori ritenuti corrotti bloccando l’espansione di nuovi siti e limitando l’export di minerale di ferro. La perdita di quote di mercato verso il principale paese importatore, la Cina, rischia di frenare la crescita di uno dei principali settori dell’economia con conseguente frenata nelle riforme da parte del governo. Il Real brasiliano ha registrato nel corso del 2019 un continuo calo nei confronti del dollaro, ad esclusione di alcune fasi di recupero, passando da 3,88 real per dollaro a 4,20 real per dollaro di fine novembre con una svalutazione di oltre l’8% con effetti negativi sui prezzi complice anche gli effetti negativi delle tensioni tra Usa e Cina, con quest’ultima primo importatore di materie prime brasiliane, nonché dal contagio della crisi Argentina. Ad agosto la Banca centrale del Brasile è dovuta intervenire per contrastare la svalutazione vendendo sul mercato (per la prima volta da 10 anni) dollari senza utilizzare strumenti aggiuntivi o l’impegno a riacquistare. Tuttavia, la Banca Centrale ha annunciato l’intenzione di vendere fino a 1,5 miliardi di dollari ma con un impegno di riacquisto, oltre a una vendita pianificata sul mercato spot di 550 milioni di dollari legata alle aste regolari di contratti swap. La perdita di valore si è registrata anche nei confronti dell’euro, con le quotazioni passate da 4,45 real per euro a 4,64 real per euro di fine novembre.
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Svalutazione del peso cileno, possibile ritorno al sucre per l’Ecuador, svalutazione del real brasiliano. Tra i vari fattori, pesa molto il calo delle importazioni da parte della Cina
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con la collaborazione
Ultime novità sullo status di Esportatore Autorizzato Uno status che garantisce risparmi in termini di costi e tempo nelle procedure doganali
EXPORT&MERCATI
di Matilde Poidomani, Team ricerca e sviluppo Easyfrontier
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ambiamenti in vista per le imprese che esportano. Il 26 luglio 2019 l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) ha pubblicato la nota 91956/RU con cui viene abolita, con effetto a partire dal 25 gennaio 2020, la previdimazione dei certificati di circolazione Eur.1, Eur-Med e A.Tr. nell’ambito di regimi preferenziali Ue-paesi terzi e, per quanto riguarda i certificati A.Tr., dell’unione doganale Ue-Turchia. La possibilità di previdimare tali certificati era stata introdotta per evitare di costringere gli operatori autorizzati alla procedura di domiciliazione (oggi, procedura ordinaria presso luogo approvato), non in possesso dello status di esportatore autorizzato, a doversi recare in dogana di volta in volta per richiedere l’emissione dei certificati di circolazione. La pratica della previdimazione è stata abolita poiché non prevista dagli accordi e non necessaria alla luce delle semplificazioni attuali. A seguito della pubblicazione della nota Adm 91956/RU, gli intermediari (spedizionieri internazionali, in primis) stanno esortando le aziende clienti a ottenere lo status di esportatore autorizzato. Infatti, venendo meno la possibilità di utilizzare i certificati di circolazione in bianco previdimati, la procedura di ottenimento (di Eur.1, EurMed e A.Tr) comporterà tempi di attesa e costi significativi: sarà necessario recarsi presso l’ufficio doganale ogni qualvolta si voglia esportare merce destinata ai paesi accordisti e alla Turchia. Da qui, l’invito rivolto alle aziende ad acquisire lo status di esportatore autorizzato.
Identificare le merci L’esportatore autorizzato è una semplificazione, prevista dagli accordi di libero scambio e normata dal Codice doganale dell’unione (Cdu), che consente agli esportatori unionali di rilasciare una prova dell’origine preferenziale sotto la forma di una dichiarazione di origine su fattura - o altro documento commerciale che consenta di identificare con precisione le merci. Nella maggior parte degli accordi in cui è previsto l’utilizzo dello status di esportatore autorizzato, la dichiarazione di origine su fattura (o altro documento commerciale) è totalmente sostitutiva dei certificati di circolazione Eur.1 (e, ove previsti, dei certificati Eur-Med). Una prova di origine – sia essa un Eur.1 o una dichiarazione di origine – è necessaria al fine di beneficiare, all’importazione nei paesi accordisti, del trattamento daziario agevolato, garantito ai soli prodotti che hanno acquisito l’origine preferenziale Ue (o dell’altra parte contraente) sulla base delle regole di origine contenute negli accordi. Sulla base di tutti gli accordi di libero scambio che consentono il ricorso allo status di esportatore autorizzato, un’azienda può essere autorizzata a rilasciare una dichiarazione su fattura a condizione che “effettui frequenti esportazioni” di prodotti verso il paese partner (oltre a
Abolita la pratica di previdimazione dei certificati di circolazione
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Gli intermediari stanno esortando le aziende clienti a ottenere lo status di esportatore autorizzato dover essere in grado di dimostrare alle autorità doganali il carattere originario dei prodotti e ad avere una comprovata conoscenza delle regole di origine). Il requisito di frequenza si traduce, nella pratica, non in un numero minimo di esportazioni effettuate in un determinato lasso di tempo, quanto piuttosto nella regolarità delle esportazioni verso i paesi accordisti, ossia una ricorrenza, anche minima, di tali operazioni negli anni. Tale regolarità può essere dimostrata anche allo stadio previsionale, ossia in presenza di accordi commerciali, ordini o anche solo manifestazioni di interesse all’acquisto da parte di clienti che intendono ricevere le merci nei paesi accordisti. Qualora l’operatore non rispetti tale requisito e, quindi, non sia in grado di ottenere lo status di esportatore autorizzato, può comunque ricorrere al certificato di circolazione Eur.1 per beneficiare del trattamento preferenziale.
Gli accordi con i paesi extra Ue Poiché l’accordo con la Corea del Sud non prevede l’utilizzo dell’Eur.1 in alternativa alla dichiarazione di origine, il requisito di frequenza è stato eliminato proprio al fine di garantire a tutti gli esportatori la possibilità di acquisire lo status di esportatore autorizzato e di beneficiare dei vantaggi dell’accordo. L’eliminazione dell’Eur.1 come prova dell’origine è caratteristica dei più recenti accordi conclusi dalla Ue. Analogamente all’accordo con la Corea del Sud, l’accordo con Singapore, in vigore dal 21 novembre 2019, prevede che la prova di origine possa essere costituita esclusivamente da una dichiarazione di origine rilasciata da un esportatore autorizzato. Negli accordi di “ultima generazione”, ossia gli accordi di più recente negoziazione (Canada e Giappone, ad oggi), al fine di rilasciare una prova dell’origine, gli esportatori Ue devono non più richiedere lo status di esportatore autorizzato ma devono fare domanda di registrazione al sistema Rex (Registered Exporter), a fronte del qua-
Oltre agli accordi con Canada e Giappone, già in vigore, il Rex sarà previsto anche nell’accordo tra Ue e Mercosur
le riceveranno un numero di registrazione da riportare nella dichiarazione di origine. Oltre agli accordi con Canada (Comprehensive Economic and Trade Agreement) e Giappone (EU-Japan Economic Partnership Agreement), già in vigore, il Rex sarà previsto anche nell’accordo tra Ue e Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela), di cui si conosce già il testo provvisorio ma non la data di entrata in vigore. È opportuno sottolineare che, salvo diversamente disposto negli accordi, un esportatore che non sia esportatore autorizzato o esportatore registrato può rilasciare una dichiarazione di origine per spedizioni di prodotti originari il cui valore non superi i 6.000 € (artt. 67 e 68, Regolamento di esecuzione 2015/2447).
Un’opportunità L’acquisizione dello status di esportatore autorizzato rappresenta, per le imprese, una grande opportunità per ottenere consapevolezza in materia di origine preferenziale e avere un controllo diretto su ciò che si dichiara in dogana nell’ambito degli scambi preferenziali. Dogana facile (servizio assicurato da Anima Confindustria in collaborazione con Easyfrontier) supporta le imprese per l’accertamento dell’origine preferenziale dei prodotti costruiti o commercializzati dalle aziende associate e nel processo di richiesta e ottenimento dello status di esportatore autorizzato.
Le parole dell’export Lo status di esportatore autorizzato è previsto in quasi tutti gli accordi di libero scambio conclusi dalla Ue. Da esso va tenuto distinto lo status di esportatore registrato (Rex) previsto esclusivamente, ad oggi, negli accordi con Canada e Giappone e nell’ambito dello Schema delle Preferenze Generalizzate (Regolamento 978/2012) Paesi accordisti: Si intende qui riferirsi ai paesi che prevedono l’emissione di tali certificati: non è il caso di Corea del Sud, Singapore, Canada e Giappone che non prevedono l’utilizzo di essi e accordano il trattamento preferenziale esclusivamente sulla base di “dichiarazioni di origine”. “Frequenti esportazioni”: tale condizione non è richiesta per l’ottenimento dello status di esportatore autorizzato nell’ambito dell’accordo con la Corea del Sud e, recentissimamente, dell’accordo con Singapore.
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Egitto,
riprende la crescita economica di Antonio Passarelli, desk Anima presso Ice-Agenzia
L EXPORT&MERCATI
a maggiore sicurezza politica in Egitto sembra avere restituito, dopo anni, un po’ di stabilità all’economia del paese. La nuova Costituzione egiziana (“attualizzata” dagli emendamenti approvati con referendum nello scorso mese di aprile) ha dato una prospettiva di lungo periodo al presidente Abdel Fattah al Sisi, con la possibilità di rimanere in carica fino al 2030. Ha inoltre ratificato in maniera formale il controllo dell’esecutivo sugli organi giudiziari e confermato l’alleanza fondamentale nell’opera riformatrice con l’esercito, che nel dettato costituzionale rappresenta oggi l’unico garante dell’ordine costituito - oltre a protettore della democrazia e delle regole costituzionali.
Effetto positivo delle riforme introdotte in campo fiscale e nella politica monetaria, nella normativa sugli investimenti e nello snellimento burocratico
La politica di al Sisi Abdel Fattah al Sisi - vecchio capo delle Forze armate egiziane ed ex ministro della Difesa del “defenestrato” Morsi - fin dalla sua elezione nel giugno 2014 ha orientato la sua azione politica in direzione della restaurazione dell’autorità dello stato, base imprescindibile per poter garantire nuovi investimenti e favorire l’occupazione, confrontandosi con le debolezze strutturali e congiunturali generate da anni di incertezze. La vittoria nel referendum costituzionale rappresenta la realizzazione, anche sul piano formale, del progetto di “securitizzazione” che permea la visione della classe dirigente egiziana, insieme all’impellente bisogno di garantire al paese sviluppo economico e ammodernamento dell’industria e delle infrastrutture.
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L’obiettivo è garantire all’economia egiziana una crescita più salda e sostenibile, coglierlo passa dalle riforme introdotte in campo fiscale e nella politica monetaria, nella riduzione del debito pubblico, nella normativa sugli investimenti e nello snellimento burocratico. È la stessa Banca Mondiale a riconoscere al governo egiziano di essere stato capace di attuare con successo una prima ondata di riforme macroeconomiche e strutturali, capaci di contribuire alla stabilizzazione dell’economia e di sostenere la crescita; con l’obiettivo di favorire la partecipazione sempre più dinamica del settore privato, anche se è sempre più importante - e anche contraddittorio - il ruolo dell’esercito in alcuni settori economici.
Una crescita che fa ben sperare I numeri danno ragione sul versante economico all’opera riformatrice; nell’anno in corso, secondo le stime e le previsioni aggiornate dell’Economist Intelligence Unit, la crescita del prodotto interno lordo reale egiziano fa ben sperare. Ha raggiunto il 5,6% (rispetto al 5,3% del 2018), i tassi di interesse (da 17.8% al 16,3%) e l’inflazione sui beni di consumo (da 16,7% al 15,7%) sono stimati in calo mentre continuano a crescere esportazioni e importazioni che in valore nel 2019 dovrebbero attestarsi rispettivamente in 32,4miliardi di dollari e 62,5miliardi di dollari. In chiaroscuro il dato sulla disoccupazione, con il tasso in costante calo durante il mandato di al Sisi che si attesta nel corso del 2019 al 7,5% (nel 2015 era al 12,8%) ma è accompagnato da una riduzione della partecipazione della forza lavoro. L’Egitto ha il più alto tasso di crescita demografica della regione (2,5%), con un numero pari a 600.000 nuove entrate annue nel mercato del lavoro. Numeri contrastanti emergono invece se si guarda alle condizioni sociali che rimangono difficili per ampia parte della popolazione. Tra il 2016 ed il 2018, la crescita dei salari nominali è inferiore all’inflazione e stime ufficiali riferiscono che la percentuale della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà nazionale nel 2018 sia salita al 32,5% rispetto al 27,8 del 2015, con i più alti tassi di povertà nelle zone rurali dell’Alto Egitto. La pressione demografica è tra gli elementi che spinge il paese verso lo sviluppo dell’edilizia residenziale e del settore delle costruzioni. Il ritmo di crescita dovrebbe mantenersi invariato e costante anche nel 2019, trainato dalla programmazione e implementazione di “mega-
L’Egitto sta vivendo una fase di stabilizzazione dell’economia e di crescita stabile, con maggiore partecipazione degli investimenti privati progetti” come quello legato alla “Nuova capitale”, ai compound turistici e residenziali di Heliopolis, di El Alamein sulla costa mediterranea, nell’alto Egitto e lungo il Mar Rosso. Oltre che a largo spettro nell’edilizia e nelle costruzioni, il rinnovamento profondo della dotazione infrastrutturale nel paese offre spazi potenziali importanti per le aziende italiane in materia di trasporti e logistica, sistemi “smart”, tecnologie sostenibili per un uso efficiente delle risorse idriche, raccolta e riciclo rifiuti e mobilità urbana. Un contributo importante a livello occupazionale per il paese si intravede nuovamente nel turismo, dopo i dati confortanti del 2018 con ben 11 milioni di presenze che sembrano lasciarsi alle spalle gli ultimi anni di crisi “reputazionale”. Rispetto al settore energetico, si tratta di un settore job-intensive e la forte ripresa registrata, unita ad alcune politiche a favore delle Pmi, potrebbero favorire nuovi sbocchi occupazionali oltre che, in prospettiva, attrarre nuovamente investimenti importanti; senza dimenticare il ruolo di elemento trainante nel rafforzamento delle riserve valutarie che nel 2019 dovrebbero raggiungere i 47miliardi di dollari.
I rapporti con l’Italia Nel 2018 secondo i dati di fonte locale diffusi dall’ente statistico nazionale (Capmas) elaborati dall’Ufficio IceAgenzia Il Cairo, con un interscambio complessivo pari a 5,53miliardi di dollari in leggera flessione (-1,7%), il nostro paese ha rappresentato il 4° partner commerciale dell’Egitto su scala globale e il 1° partner europeo. L’Italia è il 1° cliente egiziano con un import in costante crescita in ragione delle forniture energetiche pari a 2,04miliardi di dollari (+23,0% rispetto al 2017) e 6° fornitore con esportazioni pari a 3,49 miliardi USD (+3,1% rispetto al 2017). I dati Ice-Agenzia/Istat registrano invece nell’ultimo biennio un calo delle nostre esportazioni (-5,6%/2,91
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L’Italia è il quarto partner commerciale dell’Egitto su scala globale e il primo partner europeo. L’export italiano verso l’Egitto è costituito al 90% di prodotti industriali
il trasporto a partire dal 1° gennaio 2020 di 85,3 miliardi di metri cubi di gas in 15 anni - con i partner israeliani e statunitensi che sviluppano i due importanti giacimenti “Leviathan” e “Tamar” al largo delle coste israeliane. In ragione della crescente importanza del paese nel “mappamondo dell’energia”, la fiera “Egypt Petroleum Show - Egyps” negli ultimi anni si è affermata quale più importante manifestazione in Egitto dedicata alla filiera oil&gas ed evento di riferimento nella regione per operatori egiziani, arabi ed internazionali potendo contare anche sulla partecipazione di importanti rappresentanti istituzionali egiziani e dell’area mediterranea.
miliardi di euro nel 2017; -7.8%/2,68 miliardi € nel 2018) ,condizionato certamente dal clima delle relazioni bilaterali così come dall’imposizione di barriere non tariffarie che penalizzano i beni di largo consumo. Gli ultimi dati disponibili relativi ai primi sette mesi del 2019 sono ancora negativi per le nostre esportazioni (-2,7%/1,37 miliardi €).
Progetti italiani in Egitto
L’export italiano verso l’Egitto è costituito al 90% di prodotti industriali: per circa il 40% si tratta di macchinari con un valore pari a 1,02miliardi di euro - comunque in flessione nel 2018 (-3,7%).
Anima Confindustria sarà presente insieme a Ice-Agenzia per la prima volta con una Partecipazione collettiva italiana ufficiale a “Egyps 2020” in programma a Il Cairo presso il centro espositivo Egypt international exhibition center (Eiec) dall’11 al 13 febbraio 2020.
Gli esperti di “fDi Magazine” nel report “The fDi Report 2019” dedicato all’analisi delle tendenze globali degli investimenti greenfield registrano come nel corso del 2018, nel continente africano, l’Egitto ha continuato a rappresentare il primo paese di destinazione per Ide con 84 progetti e stime in valore pari a 11,4 miliardi di dollari (+22%). Il dato è naturalmente condizionato dagli ingenti investimenti in campo energetico.
La partecipazione italiana su un’area di 120 m² ospiterà 13 aziende e il contributo pubblico come sempre garantirà un abbattimento dei costi significativo, oltre che la realizzazione di azioni di comunicazione e promozione della presenza italiana alla manifestazione: la visione alla base dell’iniziativa è quella di favorire e sostenere la diffusione delle opportunità in questo momento di espansione del mercato e di forte concorrenza internazionale.
A tutto gas Nel corso del 2019 l’Egitto è tornato infatti a essere un esportatore netto di gas con l’ambizione di divenire hub energetico nell’area mediterranea, non solo in ragione della scoperta del giacimento off-shore di Zohr (operata in primo luogo da Eni) con i successivi investimenti per lo sfruttamento e la messa a regime, ma anche in considerazione della recente formalizzazione di contratti da parte dell’egiziana Delphinus Holding - per la vendita e
I principali progetti di sviluppo in Egitto nell’oil&gas sono a guida italiana e, al di là delle grandi imprese, decine di Pmi italiane già operano nella filiera e continua a crescere l’interesse nei confronti del paese da parte dei diversi comparti: dalle pompe e valvole alle condotte, dagli apparecchi di misurazione ai sistemi per la sicurezza, dal trattamento petrolifero alle soluzioni chiavi in mano per gli impianti di estrazione, dalla ricerca ai sistemi di controllo, dai componenti ai prodotti chimici e vernici.
Il paese sta investendo molto sul settore oil&gas, con l’ambizione di divenire hub energetico nell’area mediterranea
Il supporto di istituzioni e associazioni alle legittime aspirazioni delle nostre Pmi, in un mercato come quello egiziano, è un contributo concreto al comparto perché al di là delle tensioni degli ultimi anni - l’Egitto continua e continuerà a essere un partner commerciale importante e strategico per il nostro paese.
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Informazione pubbliredazionale
Il caso Iltom: efficienza energetica in ottica circolare
In casa Iltom, gruppo internazionale con sede a Romanengo in provincia di Cremona che opera nel settore della carpenteria leggera, l’attenzione ai consumi energetici è decisamente alta e centrale all’attività del Gruppo. Da tempo sono stati avviati progetti di efficientamento energetico in continua e costante evoluzione, grazie anche al particolare rapporto di collaborazione con Schneider Electric, che è al tempo stesso fornitore di tecnologia per la gestione dell’energia e cliente in quanto grande utilizzatore dei prodotti realizzati da Iltom per il settore elettrico.
Da azienda artigiana a gruppo internazionale La storia di Iltom è quella della tipica impresa familiare italiana, fondata negli anni ’70 come azienda artigiana per la lavorazione della lamiera e divenuta, oggi, una realtà internazionale con un giro d’affari intorno a 75 milioni di euro e circa 700 addetti. “Trattiamo carpenteria leggera, vale a dire spessori che vanno da 0,6 a 3 mm ed eccezionalmente più alti, per diverse tipologie di materiale metallico e i nostri clienti sono principalmente nel settore elettrico, di cui uno dei principali è
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proprio Schneider Electric, con la quale abbiamo instaurato un rapporto di partnership che ci vede coinvolti sia come fornitori sia come clienti.” dice Roberto Cagna, Supply Chain manager di Iltom. Iltom esegue al proprio interno l’intero ciclo di lavorazione della lamiera, partendo dal taglio passando per la piega fino ad arrivare all’assemblaggio e montaggio di assiemi complessi. Moderni impianti di verniciatura industriale a polvere e servizi di stampa digitale e serigrafia completano l’offerta del Gruppo. Il progetto, i bisogni, le soluzioni La dislocazione dei capannoni nella sede di Cremona e la loro indipendenza energetica non permetteva a Iltom di avere una visione chiara dei consumi energetici aziendali, fondamentali per ottimizzare ed efficientare la gestione dell’energia. “Sfruttando i vantaggi dell’industria 4.0, abbiamo rivisto l’infrastruttura delle reti elettriche razionalizzando e condensando la fornitura di energia in un’unica cabina Smart di media tensione che ci ha permesso di abbattere i costi delle accise, e abbiamo installato 52 misuratori che raccolgono i dati di consumo e li inviano alla piattaforma cloud EcoStruxure Facility Expert”, ci spiega Cagna. “Questo intervento ci permette di visualizzare in tempo reale tutti i consu-
mi, dai macchinari produttivi ai sistemi ausiliari. I consumi energetici si possono mappare, analizzare e dividere per tipologia di macchinari (per esempio le macchine per il taglio laser, i compressori, le presse, verificando anche i picchi di consumo), per edificio o per categoria di consumo (per esempio illuminazione, uffici, Ced). Per esempio, la piattaforma software ci consente di verificare il risparmio annuale che si ottiene dal nuovo impianto di illuminazione dei nostri stabilimenti con lampade a led, e di poter analizzare e gestire in modo ottimale il consumo del nuovo impianto fotovoltaico. In più, il fatto di ottenere una mappa precisa e facilmente fruibile anche da non “esperti” stimola a generare altri progetti di efficientamento”. Gli investimenti futuri Gli interventi di efficientamento energetico di Iltom sono stati estesi anche a livello di processo produttivo, con l’introduzione di macchinari di nuova generazione progettati già in ottica di risparmio energetico quali robot di piega, robot di verniciatura, impianti di carico/scarico, anche sulla spinta di Industria 4.0. “Si tratta di un intervento parallelo e grazie al sistema per la mappatura dei consumi possiamo monitorare tutta la fabbrica”, conclude Cagna.
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AUTO ZION PROD ZION l’industria meccanica 723 | 40
OMANE E DUNE 41 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
AUTOMAZIONE&PRODUZIONE
L’evoluzione dell’additive manufacturing non si ferma Sempre nuove tecnologie additive per l’industria. Sfruttano energie e concetti differenti e si adattano diverse produzioni. Mentre crescono i numeri del settore e dei produttori italiani
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tampanti a prezzi accessibili per l’utente finale, nuove modalità di produzione, sempre maggiore diffusione: il settore dell’additive manufacturing ha subito un’incredibile impennata negli ultimi anni. Lo dicono i numeri del settore, che crescono in maniera costante anno su anno. Un’analisi condotta dall’International Data Corporation e riportata da Fon Magazine prevede una spesa annuale per la stampa 3D (inclusi hardware, materiali, software e servizi) che dovrebbe crescere dai 14 miliardi di dollari di oggi fino a 23 miliardi di dollari nel 2022, con un incremento annuo di circa il 20%. Lo dicono le aziende, se è vero che per il prossimo anno, da un’analisi condotta in Germania dalla Vdma, circa il 60% delle aziende del settore coinvolte si aspetta uno sviluppo positivo, il 32% non teme effetti negativi e solo l’otto percento esprime aspettative negative. Lo dice la manifestazione fieristica di riferimento in Europa per la produzione additiva, Formnext, che ha visto salire nell’edizione del 2019 (a Francoforte dal 19 al 22 novembre) i propri visitatori da 26.919 a 34.532 e gli espositori da 632 a 852. Lo dice, infine, la stessa tecnologia delle stampanti 3D, che negli ultimi anni si è sviluppata in una grande varietà di processi di produzione in ambito industriale. c.f.
A che punto siamo con la stampa 3D in metallo La stampa 3D ha cominciato il proprio sviluppo con l’assemblaggio dei polimeri. La lavorazione dei metalli sta facendo grandi passi avanti, specializzandosi in diversi settori. Anche gli esperti hanno difficoltà a tenere traccia di tutti i diversi processi e settori di applicazione disponibili, dato che ne vengono sviluppati e pubblicati continuamente di nuovi, ma sicuramente se ne possono identificare almeno sette diverse tipologie (fonte Formnext).
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ADDITIVE MANUFACTURING E MATERIALI METALLICI: POST-PROCESSING STEPS Heat treatment
Support removal
Cleaning
Sand blasting/ vibratory finishing
Machining
Sintering
SLM EBM LENS WAAM Fonte Formnext
FDM BJ NPJ Molto utilizzata
Utilizzata per alcuni componenti
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tampanti a prezzi accessibili per l’utente finale, nuove modalità di produzione, sempre maggiore diffusione: il settore dell’additive manufacturing ha subito un’incredibile impennata negli ultimi anni. Lo dicono i numeri del settore, che crescono in maniera costante anno su anno. Un’analisi condotta dall’International Data Corporation e riportata da Fon Magazine prevede una spesa annuale per la stampa 3D (inclusi hardware, materiali, software e servizi) che dovrebbe crescere dai 14 miliardi di dollari di oggi fino a 23 miliardi di dollari nel 2022, con un incremento annuo di circa il 20%.
Utilizzata raramente
A che punto siamo con la stampa 3D in metallo La stampa 3D ha cominciato il proprio sviluppo con l’assemblaggio dei polimeri. La lavorazione dei metalli sta facendo grandi passi avanti, specializzandosi in diversi settori. Anche gli esperti hanno difficoltà a tenere traccia di tutti i diversi processi e settori di applicazione disponibili, dato che ne vengono sviluppati e pubblicati continuamente di nuovi, ma sicuramente se ne possono identificare almeno sette diverse tipologie (fonte Formnext).
Lo dicono le aziende, se è vero che, da un’analisi condotta in Germania dalla Vdma, circa il 60% delle aziende del settore coinvolte si aspetta uno sviluppo positivo, un 32% non teme effetti negativi e solo l’otto percento esprime aspettative negative per il prossimo anno. Lo dice la manifestazione fieristica di riferimento in Europa per la produzione additiva, Formnext, che ha visto salire nell’edizione del 2019 (a Francoforte dal 19 al 22 novembre) i propri visitatori da 26.919 a 34.532 e gli espositori da 632 a 852. Lo dice la stessa tecnologia delle stampanti 3D, che negli ultimi anni si è sviluppata in una grande varietà di processi di produzione in ambito industriale. c.f.
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foto Mesago - Mathias Kutt
Le italiane protagoniste a Formnext Anche l’eccellenza della stampa 3D italiana ha avuto una sua vetrina a Formnext, la manifestazione che si è confermata punti di riferimento a livello mondiale per l’additive manufacturing. La fiera organizzata a Francoforte da Mesago Messe Frankfurt GmbH è diventata così l’occasione per conoscere più da vicino lo stato dell’arte delle nostre imprese. Ecco alcune case history fra le realtà italiane presenti. Roboze, la precisione prima di tutto e materiali di avanguardia Tra le aziende più innovative presenti a Formnext c’è Roboze, realtà che si è specializzata in macchine ad alta precisione e in “super materiali” capaci di resistere a situazioni critiche. Qualità che hanno permesso all’azienda di conquistare anche porzioni di un mercato tradizionale che, negli ultimi mesi ha iniziato a guardare con interesse alla manifattura addittiva. «In Roboze progettiamo e produciamo quelle che oggi sono considerate le stampanti 3D più precise al mondo» spiega il Ceo Alessio Lorusso «macchine dotate di un brevetto “beltless technology” che al posto delle cinghie utilizza un cinematismo a ingranaggi, che riesce a essere sei volte più preciso rispetto alla media del mercato. Siamo specializzati in materiali compositi caricati in fibre di carbonio, e “super plastiche” che, per proprietà chimiche, termiche e meccaniche, possono sostituire i metalli in applicazioni estreme. Durante questa edizione di Formnext abbiamo lanciato in esclusiva mondiale con Sabic, azienda chimica nostro partner, Extem. Si tratta del tecnopolimero amorfo a più alte performance termiche al mondo, in grado di lavorare in ambienti molto ostili con temperature superiori ai 250 gradi. Per noi la tematica dei materiali è centrale, in quanto sviluppiamo le nostre macchine per essere in grado di processare i materiali più performanti, che possono sostituire i metalli in applicazioni estreme apportando un vantaggio di tempo e di costo ai nostri clienti».
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Rosler punta al mercato Italiano: ecco AM Solutions Imprese italiane ma anche aziende che nascono dalla volontà delle multinazionali di investire sul nostro territorio portando tecnologie particolarmente innovative. È il caso di Rosler, gruppo che ha 15 filiali e 150 uffici di rappresentanza in tutto il mondo e che, in Italia, ha dato vita ad Am Solutions, divisione dedicata all’additive manufacturing. «Rosler ha deciso di investire in Italia e, da oltre un anno» spiega Alfredo Terzi, «stiamo lavorando all’apertura di questa nuova realtà industriale. Am Solutions, si occupa di servizi di stampa 3D con tutto quello che è di contorno, dai servizi di ingegneria, design e ridesign dei componenti meccanici, all’analisi strutturale, a quella topologica che significa ottimizzazione del disegno in vista di una produzione attraverso addittive mananufacturing. Questo permette un alleggerimento dei componenti pur mantenendone le caratteristiche strutturali e meccaniche. Noi ci occupiamo di stampa 3D vera e propria, e quindi sia metallo che di tecnopolimeri per fare tutto quello che è il fast process. Ci occupiamo, inoltre, di tutto lo sviluppo di finitura superficiale attraverso le macchine di Rosler con tecnologie di shot blasting e di vibrofinitura».
Dal prototipo alla produzione industriale, Beamit “spinge sull’acceleratore” Tra le imprese italiane presenti a Francoforte anche Beamit, leader europeo di servizi di produzione additiva. L’azienda, che dispone di uno dei più grandi impianti di produzione additiva in metallo, è specializzata nell’additive manufacturing avanzato in metallo per settori come quello aerospaziale, energetico e della Formula 1. «Beamit è un’azienda leader nell’applicazione della tecnologia additiva e della stampa 3D» ricorda Gabriele Rizzi, «e dopo l’introduzione come partner industriale di Sandvik, abbiamo rinforzato la catena del valore che possiamo offrire, dalla parte dei materiali alle applicazioni industriali. Il nostro sistema di collaborazione con le industrie partner è quello di mettere le nostre competenze tecniche del processo additivo a disposizione per migliorare il processo produttivo e il design dei componenti da realizzare. In questo modo si possono trarre diversi benefici: ad esempio alcune parti di un componente realizzato da diversi settori invece di esser unite da saldature o sistemi meccanici, possono essere realizzati in un unico design. Questo porta a una diminuzione dei pesi e un miglioramento delle performance. Se fino a oggi, quando si parlava di stampa 3D si pensava alla prototipazione rapida, o a modelli di piccoli volumi, adesso questo concetto è cambiato. Ora stiamo lavorando per alti volumi di produzione perché è ciò che la domanda ci chiede. Tutte le applicazioni richieste dal settore automotive, ad esempio, possono essere declinate su applicazione industriali passando dalla prototipazione del singolo componente alla produzione con alti volumi di parti realizzate».
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Dalla meccanica tradizionale all’addittive manufacturing, la seconda vita di Zare Presente a Formnext anche Zare, nata negli anni 60 come azienda meccanica per agricoltura e macchine di movimento terra che negli anni si è riconvertita investendo sulla manifattura additiva con l’entrata in funzione, dal 2013, degli impianti di sinterizzazione laser dei metalli. «Oggi, siano una fabbrica dedicata alla produzione addittiva» spiega Giuseppe Pisciuneri, sales manager di Zare «e, dal 2018 abbiamo anche un nuovo reparto di macchine utensili, che utilizziamo per eseguire le riprese meccaniche su componenti che realizziamo con le tecnologie additive o la produzione diretta dal pieno di particolari ad alto valore aggiunto. Quello che è molto importante è centrare la funzionalità dei componenti, non solo dal lato additivo, ma anche da quello della tolleranza, della rugosità e della funzionalità di assemblaggio». Tecnologie fondamentali per emergere in un mercato che, nel 2019 ha visto la manifattura addittiva prendere molto più fiducia non solo in mondi spinti, come il motorsport, l’aerospaziale, l’oil&gas ma anche all’interno di settori come l’automazione industriale, packaging, la componentistica. Industrie che guardano con attenzione a tecnologie che danno un valore aggiunto» prosegue Pisciuneri, «o rispondono a una domanda che con le tecnologie tradizionali non trovava soluzioni. A livello generale, inoltre, le tecnologie additive aiutano molto le industrie manifatturiere a ridurre il time to market, ma anche a migliorare i prodotti riducendo il peso è aumentando l’efficienza in termini di produzione». Prima Addittive, il leader del taglio laser punta sulla stampa 3D Presente a Formnext anche Prima Addittive, la divisione del Gruppo Prima Industrie che sviluppa, produce, vende e distribuisce sistemi industriali per applicazioni metalliche di additive manufacturing. Grazie alla forte esperienza di Prima Industrie nel campo dei macchinari laser e dei servizi, Prima Additive supporta i propri clienti nello sviluppo di applicazioni innovative. Al centro le due principali tecnologie di additive manufacturing basate sull’uso di laser: Powder Bed Fusion & Laser Metal Deposition. «Abbiamo pensato di puntare su entrambe le tecnologie, quella Direct Energy Deposition e la Powder Bed Fusion» sottolinea Paolo Caleffati, vice presidente di Prima Industrie, «che sono complementari. La prima nasce da una derivazione tecnologica delle nostre macchine di taglio laser a 5 assi, la seconda deriva più da una storia di componenti. Per il momento abbiamo deciso di coltivare questo mercato per dare al cliente non solo un prodotto allo stato dell’arte ma anche un supporto allo sviluppo tecnologico, all’applicazione . Noi puntiamo molti sul nostro servizio after sales, che è molto importante in questo tipo di mercato e cerchiamo di rendere questo business profittevole anche per i nostri clienti, standole vicino e dando tutti gli strumenti, non solo in termini di macchine ma anche di know how. Le Pmi non chiedono solamente la macchina di addittive manufacturng a costi ragionevoli, ma vogliono un supporto a creare competenze interne. Questo è il nostro approccio al mercato e ci da un grande vantaggio nella relazione con il cliente e nel proporre queste tecnologie». fab. cer.
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RUBRICA: Sps Italia HUB
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Sps Italia HUB
Perché l’Additive Manufacturing è sempre più importante per le aziende manifatturiere di Franco Canna
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L
a possibilità di realizzare oggetti con forme innovative è solo uno degli aspetti che stanno rendendo le tecnologie additive una delle evoluzioni più interessanti per il futuro della manifattura. La produzione additiva consente infatti di personalizzare le produzioni andando incontro alle mutevoli esigenze della domanda. Non è un caso infatti che, già a fine 2016, la manifattura additiva sia stata inserita anche dal Governo italiano tra le tecnologie abilitanti per l’industria 4.0. Non solo: l’Additive Manufacturing consente di offrire anche risposta alle istanze che stanno emergendo sul tema della sostenibilità ambientale: permette infatti di ottenere un significativo alleggerimento dei prodotti stampati, con evidente impatto sul consumo energetico e sull’impronta ecologica del prodotto finito.
design-progettazione del componente ottenuto attraverso ottimizzazione topologica, permette di ottenere il digital twin del processo attraverso simulazione, di procedere alla raccolta e all’analisi in tempo reale dei dati dal processo, per arrivare a gestire anche la fase finale dell’ispezione attraverso tomografia computerizzata a raggi X, che offre anche indicazioni riguardo porosità e forme interne senza la necessità di controlli distruttivi”. Il processo full-digital permette inoltre di riutilizzare le informazioni digitali di prodotto e processo per guidare un’eventuale riprogettazione del componente e una possibile modifica della strategia di stampa.
Una tecnologia abilitante per l’Industria 4.0 La professoressa Colosimo è uno dei membri del Comitato Tecnico che Messe Frankfurt Italia ha costituito
Dal prototipo alla piccola serie Se fino a qualche anno fa le applicazioni industriali dell’Additive Manufacturing erano limitate alla realizzazione di qualche prototipo, oggi le tecnologie additive stanno conquistando sempre più anche il palco principale, quello della produzione vera e propria. Grazie all’evoluzione dei materiali e dei processi di stampa, oggi è possibile produrre in tempi rapidi delle piccole serie di prodotti customizzati, ma anche esemplari unici, in maniera economicamente conveniente. E farlo con materiali adatti all’impiego nel settore industriale, dai nuovi compositi alle leghe di metallo. Da ultimo, non vanno trascurati degli interessanti progetti di integrazione che mirano alla realizzazione di soluzioni di lavorazione ibride, composte cioè da centri di lavoro tradizionali e da soluzioni additive. In questo modo, per esempio, è possibile fare in maniera tradizionale (sottrattiva) alcune lavorazioni, e lasciare alla stampa 3D il compito di soprapporre all’oggetto le parti più complesse, magari realizzate anche con materiali dotati di diverse caratteristiche rispetto al grezzo di partenza.
Un fattore abilitante per la digitalizzazione L’Additive Manufacturing abilita inoltre una completa digitalizzazione del processo manifatturiero, in perfetta linea con le esigenze della smart factory. Il software è il cuore pulsante del processo produttivo. Come spiega la professoressa Bianca Maria Colosimo del Politecnico di Milano, “la digitalizzazione parte dal
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per curare i contenuti della nuova area dedicata proprio all’Additive Manufacturing nella prossima edizione – la decima – di SPS Italia, la fiera dell’automazione e del digitale che si terrà dal 26 al 28 maggio a Parma che ospiterà le aziende del settore tra cui big player quali Eos, Stratasys, Hp e Sisma. Quest’area farà parte del District 4.0, aggiungendosi alle altre tecnologie di frontiera già presenti: Automazione Avanzata, Digital & Software, Robotica e Meccatronica. Il progetto è supportato da Formnext, la fiera europea di riferimento per le nuove tecnologie al servizio della produzione industriale che Messe Frankfurt organizza ogni anno a novembre a Francoforte in Germania. Al tema è dedicata anche la prima delle quattro tappe di avvicinamento a SPS Italia (30 gennaio al Politecnico di Milano): una tavola rotonda dal titolo “Smart Production: l’Additive Manufacturing come tecnologia abilitante per l’Industria 4.0”.
Le potenzialità dell’AM Le macchine per il packaging Il settore delle macchine automatiche e in particolare di quelle per la realizzazione di confezioni per uso in ambito alimentare, farmaceutico e cosmetico, per esempio, potrebbe trarre grande giovamento dalle tecnologie additive. In questo settore infatti è sempre più importante produrre confezioni in maniera rapida e senza difetti né strutturali né estetici. Grazie all’Additive Manufacturing e al Conformal Cooling è possibile realizzare degli ugelli raffreddati in maniera capillare grazie a una rete di canali interni che non potrebbero essere realizzati con tecnologie sottrattive. L’Additive inoltre permette la realizzazione delle tante parti di ricambio personalizzate presenti in molti macchinari (anche in acciaio inox 316L) con costi di produzione molto bassi. Un ulteriore ambito di applicazione nel settore delle macchine automatiche in generale è la realizzazione di sistemi di presa customizzati nella forma e nei materiali. Non mancano però anche alcuni punti critici: in ambito alimentare e farmaceutico, per esempio, la rugosità tipica dei manufatti che escono dalle stampanti 3D non consente di rispettare i requisiti igienico sanitari imposti dalle autorità regolatorie; si rendono quindi indispensabili delle lavorazioni supplementari che fanno inevitabilmente lievitare il costo del componente.
Le potenzialità dell’AM - L’Automotive Uno dei trend più attuali e rilevanti nel settore automotive è la sostenibilità, sia ambientale sia economica, che si traduce nella necessità di trovare delle soluzioni che abilitino una riduzione delle emissioni e l’incremento dell’efficienza dei processi. La riduzione peso, per esempio, è fondamentale perché un veicolo più leggero richiede meno energia per circolare. E l’Additive Manufacturing consente non soltanto di produrre forme non realizzabili con altre tecnologie, ma anche di utilizzare il materiale solo dove serve ai fini strutturali. Restando in ambito Automotive, altre aziende si stanno interessando alle tecnologie additive per realizzare piccoli particolari di ricambio, parti consumabili di attrezzature e per studiare soluzioni migliorative di parti di macchine di produzione. Altri casi d’uso sfruttano la possibilità di ottenere oggetti in materiale plastico difficilmente realizzabili con tecnologie tradizionali.
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AUTOMAZIONE&PRODUZIONE
Informazioni in tempo reale, gestione intelligenza artificiale Intervista a Var One, Sap Gold Partner, specializzato nella trasformazione digitale delle piccole e medie imprese
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lcune volte basta l’installazione di un sensore, o di un software. Il grande vantaggio offerto dalle tecnologie 4.0 è la possibilità di controllare, in tempo reale, informazioni su macchinari e procedimenti produttivi che fino a qualche anno fa richiedevano maggiori tempi e costi di monitoraggio. L’intelligenza artificiale ha reso fattibile la manutenzione degli impianti tramite l’analisi dei dati, ma soprattutto l’opportunità di monitorare il funzionamento di un macchinario da remoto, anche a migliaia di chilometri di distanza. Var One, società di Var Group e principale partner europeo Sap Business One per la digital transformation, ha raccontato a Industria Meccanica un paio di case history interessanti al riguardo. Tutto sotto controllo La protagonista della prima storia è un’importante azienda italiana che produce caffè. Cafcof (nome di fantasia) ha un accordo con i rivenditori: i bar che acquistano la sua miscela ricevono una macchina da caffè in comodato d’uso, con un sovrapprezzo caricato direttamente sul costo della materia prima. L’azienda considera importante la qualità del proprio prodotto, che non dipende solo dalla miscela, ma anche dalla manutenzione della macchina. Bisogna quindi controllare che il rivenditore sia attento alla pulizia dell’impianto: la macchina da caffè è infatti dotata di sensori che monitorano la qualità dell’acqua e i parametri “vitali” della macchina stessa per poi trasmettere i dati rilevati ad una dashboard Iot (piattaforma web con interfacce grafiche dinamiche, che riceve tramite connessione Iot) che registra l’afflusso di informazioni e le rende disponibili e navigabili allo specialista tecnico. Non solo, è necessario sapere quanti caffè vengono erogati dalla macchina in questione, anche per evitare che il rivenditore possa acquisire lo stesso prodotto al di fuori del rapporto di fornitura (con sovrapprezzo per il macchinario in comodato d’uso, ndr) a un prezzo minore. La dashboard Iot è integrata anche al sistema Sap Erp di Cafcof e, tramite apposita interfaccia, attiva in automatico ed in tempo reale dei controlli incrociati con i dati di business presenti nell’Erp. Questo consente di sapere se il numero di caffè erogati è superiore al numero di caffè erogabili con una certa quantità di caffè acquistato, ma soprattutto si può monitorare la qualità dell’acqua e il corretto funzionamento della macchina. In caso di problematiche, viene inviato un alert automatico da parte della Dashboard Iot alla persona preposta dell’Azienda, a seguito del quale verrà contattato il possessore della macchina per avvertirlo del malfunzionamento. In questo modo è possi-
bile controllare lo stato di salute dell’impianto in questione – qui, della macchina di caffè – ed attivare prontamente la manutenzione “semplicemente” dall’incrocio dei dati in arrivo dai sensori presenti all’interno del macchinario. Nuovi sensori su vecchie macchine In generale, l’installazione di sensori IoT – rilevatori di vibrazioni anomale del macchinario, temperatura, ecc – è abbastanza economica e adattabile a buona parte dei macchinari in circolazione, mentre i sensori “ad hoc” con specifiche particolari sono sicuramente più costosi e difficili da reperire. Secondo Var One, l’ammodernamento di un impianto tramite sensori IoT nell’ottica di renderlo “intelligente” può richiedere anche solo un decimo dell’investimento che si avrebbe con la sostituzione del macchinario, per ottenere lo stesso risultato. Si può ragionare non solo sulla riqualificazione degli impianti, ma anche sulla gestione intelligente di un sistema di lavoro, una piccola rivoluzione senza il bisogno di sostituire alcuna macchina nel processo produttivo. Un investimento iniziale che porta a un guadagno nel giro di pochi anni. Chip più… cheap Prendiamo l’esempio di una nota casa automobilistica. L’azienda in questione ha speso ultimamente 100mila euro l’anno per la gestione e la compilazione dell’inventario di un solo plant. Il problema principale è dato dal fatto che l’amministrazione non è sicura del numero di cespiti presenti nel plant; inoltre è importante censire gli attrezzi di dimensione ridotte, ma di valore elevato (come trapani speciali) e che siano ancora a disposizione da qualche parte nel plant. È stata pensata, quindi, una soluzione insieme a Var One: dotare ogni pezzo, dal più piccolo al più grosso, di beacon (chip) gestiti all’interno di un sistema Rtls – Real time location system –, ossia un sistema di geolocalizzazione in tempo reale che fa uso di antenne che potenzialmente possono rilevare beacon all’interno di un raggio di 200 metri. Il vantaggio dei beacon? Costi non elevati e un basso consumo di energia. Questi chip danno quindi informazioni in tempo reale sul posizionamento di ogni pezzo, con la possibilità di controllarli in ogni momento sulla mappa digitalizzata dello stabilimento. Oltre alla riduzione dei costi, questo metodo ha portato alla possibilità di gestire l’inventario in ogni momento in tempo reale, avere il numero preciso di equipment e strumentazione presenti nel plant, avere un codice identificativo in cloud di ogni pezzo e la possibilità di ricevere un alert immediato quando il cespite esce dal raggio controllato dal sistema, quindi dallo stabilimento. s.g.
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Tecnologia, novità da tenere d’occhio
Una selezione delle più interessanti soluzioni per la meccanica Approfondimenti su www.industriameccanica.it
RUBRICA
COMPONENTI Cambiare le ganasce con un meccanismo a click Si chiama Garant Xtric la nuova morsa autocentrante di Hoffmann Group che dispone di un nuovissimo sistema a cambio rapido delle ganasce. Ciò permette, con un meccanismo a click, di cambiare velocemente le ganasce, a una precisione di micrometri. Le ganasce rotabili di 180 gradi garantiscono un ampio range e un’elevata variabilità nel fissaggio dei pezzi e, nel caso di rotazione di 180 gradi, anche delle teste porta ganasce, permettendo anche la chiusura del pezzo con presa interna. Per il serraggio con l’impiego di più morse, Garant Xtric può impostare esattamente il centro per raggiungere la massima precisione. Dal momento che sul pezzo arriva effettivamente l’intera forza di serraggio fino a 25 kN e non avviene nessun tipo di rifiuto, la morsa Garant Xtric è adatta sia per il serraggio di pezzi finiti che semilavorati. La pre-incisione per la presa del pezzo non è necessaria e si può, quindi, risparmiare fino al 50% di tempo nell’attrezzaggio. www.hoffmann-group.com
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Efficienza di processo Le soluzioni di Bosch Rexroth abilitano il miglioramento continuo dell’efficienza di processo. Apas Assistant: il braccio in pelle robotica che collabora con l’operatore in modo efficiente e sicuro. ActiveCockpit: grazie alla piattaforma di comunicazione interattiva per la raccolta dei dati ActiveCockpit, le informazioni sono trasparenti e immediatamente fruibili. ActiveAssist può ridurre i costi di errore di una linea di montaggio fino al 40% e i tempi di operatività sino al 20%. www.bosch.com
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GESTIONE ENERGETICA Recupero di energia rigenerata Il Power and energy Solutions (Pe-S) è un innovativo sistema che applica un approccio smart alla gestione energetica sia dei singoli macchinari o impianti che di tutta la fabbrica. È basato sulla piattaforma di automazione modulare e connessa Movi-C. La soluzione all in one di Sew-Eurodrive è in grado di ridurre i picchi di potenza e di recuperare l’energia rigenerata con un potenziale risparmio energetico del 30%. www.sew-eurodrive.it
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SERVOMOTORI Bassa inerzia, elevata linearità La gamma delle soluzioni Bldc di Ebm Papst si evolve con la proposta di servomotori Ø 42, 63 e 80 mm. Grazie alla tecnologia costruttiva (3 avvolgimenti, commutazione sinusoidale, low cogging torque, bassa inerzia), i robusti attuatori adesso potranno essere utilizzati in tutte le funzioni, dove la variazione di velocità e coppia deve essere eseguita con la massima precisione e rapidità. La modularità delle soluzioni, permette di proporre servomotoriduttori Ip54 ad alta densità di potenza con encoder 4096 imp/giro il cui ingombro sarà legato solamente alla scelta delle opzioni desiderate. www.ebmpapst.it
ROBOT Il primo robot industriale con i Motion Mode digitali I Kr Quantec sono robot Kuka di portata elevata pensati per essere usati praticamente in tutti i settori, dall’industria automobilistica alle fonderie fino al settore medicale. Adesso disponibili con portate da 120 a 300 kg e raggio d’azione compreso tra 2.700 e 3.900 mm nonchè in molte varianti speciali. Il Kr Quantec è il primo robot industriale al mondo con i Motion Mode digitali. A seconda della fase di lavoro il robot è in grado di alternare tra le diverse Motion Mode: Performance, Path o Dynamic. Tutte le suddette caratteristiche innovative del nuovo Kr Quantec lo rendono il numero uno nel campo dei robot per portate elevate, confermandolo come un investimento sicuro. www.kuka.com
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ADDITIVE Stampa su metallo Print Genius 250 è una macchina Pbf con volume di costruzione di 262x262x350 mm. Print Genius 250 è la soluzione ideale per applicazioni di stampa su metallo ad alta produttività per componenti di medie dimensioni. Nell’ambito delle tecnologia Ded Prima Additive ha recentemente lanciato la Laserdyne 430, una macchina compatta e precisa a 3 assi con volume di lavoro di 585x400x500 mm, elevata velocità di costruzione (max 40-50 cm3/h - tipico 20 cm3/h) ed eccellente qualità dei pezzi finiti, adatta per produzioni 3D, rilavorazioni e riparazioni. www.primaadditive.com
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LOGISTICA Il frontale elettrico che sfida i carrelli termici Still sposta in avanti il confine della logistica green presentando la nuova serie di frontali elettrici Rx 60 25/35. Con un’accelerazione da record, una velocità di marcia fino a 21 km/h e una velocità ed altezza di sollevamento ulteriormente migliorate, i nuovi Rx 60 25/35 combinano l’agilità, l’accelerazione, il dinamismo e la pronta frenata dei carrelli elettrici alle elevate prestazioni che un tempo solo i carrelli diesel o Gpl erano in grado di assicurare. Grazie a queste caratteristiche, gli Rx 60 25/35 si prestano all’impiego in diversi settori, come la logistica, il food & beverage e l’industria meccanica, offrendo una grande versatilità d’impiego. All’interno della nuova serie è possibile scegliere tra sette modelli in totale: alle versioni con telaio standard o lungo e con sollevatori telescopici, NiHo o Triplex, si aggiunge una speciale variante con baricentro di carico da 600 mm e conseguente maggiore portata residua. www.still.it
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SALDATURA LASER Soluzione all in one robotizzata Lapriss è un sistema integrato di saldatura laser robotizzata. Tutti gli elementi coinvolti nel processo di saldatura laser dei metalli vengono gestiti da un’unica e potente Cpu centrale nel controllo del robot, per una rapidità di comunicazione tra sottosistemi mai vista prima. Lapriss è dotato di oscillatori laser Panasonic di ultima generazione a diodi diretti (Ddl) combinati alla tecnologia Wbc (Wavelenght beam combine). Il risultato è un fascio laser di altissima qualità ed elevati rendimenti energetici. Grazie alle ridotte dimensioni e al peso esiguo della testa laser, Lapriss può impiegare robot Panasonic della serie Tm caratterizzati da un’assoluta precisione. Inoltre, il sistema integrato con un’unica interfaccia e con menù appositamente dedicati permette di semplificare e velocizzare le fasi di programmazione dei percorsi robot, del settaggio dei parametri di saldatura laser e il loro costante monitoraggio. www.roboteco-italargon.it/
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SERVIZI LOGISTICI Accurata gestione degli ordini di acquisto Il nuovo Servizio logistico S-Bbk 4.0 basato su sensori capacitivi, che rileva la giacenza residua nel contenitore e invia automaticamente l’ordine di rifornimento. EasySelf-24 Distributori automatici per industria 4.0, per la gestione di Dpi, utensileria manuale, utensileria elettrica, materiali vari di consumo e tutto quello che richiede una precisa tracciatura dei prelievi, una disponibilità h24 e un’accurata e automatizzata gestione degli ordini di acquisto. Tag RFiD applicati sul contenitore Kanban, per ridurre al minimo le operazioni di lettura da compiere per ordinare il materiale. I progetti di logistica integrata di Berardi Bullonerie sviluppano sinergie collaborative che vanno ben oltre le dinamiche standard cliente/ fornitore, ma tessono un robusto network nella catena del valore, che coinvolge ogni suo componente in un meccanismo win-win di successo. www.gberardi.com
SALDATURA LASER Soluzione all in one robotizzata Lapriss è un sistema integrato di saldatura laser robotizzata. Tutti gli elementi coinvolti nel processo di saldatura laser dei metalli vengono gestiti da un’unica e potente Cpu centrale nel controllo del robot, per una rapidità di comunicazione tra sottosistemi mai vista prima. Lapriss è dotato di oscillatori laser Panasonic di ultima generazione a diodi diretti (Ddl) combinati alla tecnologia Wbc (Wavelenght beam combine). Il risultato è un fascio laser di altissima qualità ed elevati rendimenti energetici. Grazie alle ridotte dimensioni e al peso esiguo della testa laser, Lapriss può impiegare robot Panasonic della serie Tm caratterizzati da un’assoluta precisione. Inoltre, il sistema integrato con un’unica interfaccia e con menù appositamente dedicati permette di semplificare e velocizzare le fasi di programmazione dei percorsi robot, del settaggio dei parametri di saldatura laser e il loro costante monitoraggio. www.roboteco-italargon.it
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SOFTWARE Una soluzione middleware versatile DataHub è una soluzione middleware versatile, potente e veloce, che consente di collegare in tempo reale il mondo della produzione, cioè client e server Opc Ua e Classic (Opc Da), e il mondo enterprise, cioè database Sql, client o broker Mqtt, ma anche fogli di calcolo Excel e piattaforme cloud. DataHub è in grado di comprendere e parlare le lingue del mondo della produzione e di quello It, e di creare un unico set di dati unificato a disposizione di qualsiasi piattaforma di analisi o visualizzazione. Per il monitoraggio e il controllo degli impianti, è possibile sfruttare l’interfaccia web Hmi integrata. DataHub permette di registrare i dati in qualsiasi database Sql, di creare una connessione sicura a qualsiasi piattaforma Industrial IoT, di attivare azioni basate sulle variazioni dei dati e infine, grazie a un add-in, di eseguire analisi in tempo reale con Microsoft Excel. Infine, la funzione di tunneling assicura una connettività di rete semplice da configurare. www.servitecno.it
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AUTOMAZIONE Cuscinetto con sensori di rilevamento a fibra ottica L’Skf Load Sensing Bearing semplifica la creazione di macchine rotanti, come le pompe, che usano cuscinetti obliqui a sfere. I sensori a fibra ottica integrati consentono di misurare in tempo reale i carichi sui cuscinetti. Contribuisce a velocizzare la progettazione e il processo di prova grazie all’accesso immediato a un’ampia varietà di dati sui cuscinetti. I cuscinetti, intercambiabili con i tipi standard, offrono numerosi vantaggi a progettisti e collaudatori, come progetti ottimizzati, minori costi di sviluppo, cicli di progettazione più brevi e la capacità di digitalizzare i processi di progettazione e collaudo. I nuovi cuscinetti possono essere impiegati in sicurezza negli ambienti pericolosi, poiché i dati di segnale vengono trasmessi ad alta velocità e in bassa potenza sulla fibra ottica anziché come segnali elettrici. Permettono altresì un consistente monitoraggio da remoto nei luoghi in cui la tecnologia wireless non può essere utilizzata. www.skf.com
MOVIMENTAZIONE Magazzini automatici verticali Vertimag Ef è il magazzino automatico verticale di Ferretto Group che sfrutta al massimo lo spazio in altezza, riducendo la superficie occupata fino a un decimo rispetto alle soluzioni tradizionali. Adatto a stoccare materiali di ogni formato e peso, Vertimag risponde alle esigenze dei più diversi settori industriali. Grazie al sistema Ergo-Tech garantisce flussi doppi di lavoro, in ergonomia e sicurezza. www.ferrettogroup.com
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SICUREZZA&AMBIENTE
Le economie circolari creano valore solo se protette
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Un tema di interesse per tutta l’industria. Lo scorso ottobre a Verona un incontro per tutelare il riutilizzo dei rifiuti
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l centro dell’attenzione mondiale c’è oggi la necessità di attivare efficaci sistemi di protezione dalle interferenze illecite, perché le risorse naturali contenute nei rifiuti, nello specifico batterie esauste al piombo e al litio, possano arrivare a essere riutilizzate in nuovi cicli produttivi riducendo l’impatto ambientale. Per questo motivo il consorzio Ecopower (riciclo batterie esauste, piombo e litio)ha promosso un incontro per presentare il proprio Protocollo di legalità, in media partnership con Quattroruote, che ha portato a Verona una nutrita rappresentanza del mondo Automotive, Material handling e istituzionale. Al centro l’intervento del generale di Brigata Maurizio Ferla, numero uno del nucleo dei Carabinieri per la Tutela ambientale. Si è parlato della “Circolarità virtuosa delle risorse” all’origine del sistema industriale delle economie circolari, un sistema capace di produrre un positivo impatto socio economico grazie ai meccanismi di ridistribuzione del valore creato.
Un vero e proprio cambio di paradigma, dalle economie lineari a quelle circolari che, con l’entrata in vigore dell’Open Scope 14 agosto 2018, arrivano oggi a comprendere anche prodotti quali le E.Bike, le caldaie a gas, i ponti sollevatori e le apparecchiature per la diagnostica delle officine. Come nelle auto, in ognuno di questi prodotti - elettrodomestici, smartphone e molti altri ancora, sono infatti contenute risorse naturali in via di esaurimento. Proteggerle dalle interferenze illecite, tracciando e certificando le filiere dei rifiuti fino alla disponibilità di
materie prime seconde da riutilizzare, crea benefici evidenti per l’ambiente, per le aziende e per la comunità riducendo i costi di produzione e creando nuovi posti di lavoro (alcune centinaia di migliaia, secondo le stime dell’Unione europea per i paesi membri). Crescono in modo esponenziale le opportunità di migliorare le performance di questo settore innovativo, alimentando la vera economia del futuro anche attraverso i contenuti di una nuova comunicazione dedicata che può contribuire a confermare la distintività dei brand più attenti all’ambiente. Molte più aziende sono e saranno spinte a investire di più promuovendo lo sviluppo tecnologico nella progettazione, nella produzione e nella corretta gestione dei loro prodotti a fine vita. I prodotti saranno sempre più green, progettati per facilitare il recupero delle risorse naturali preziose e limitare l’uso di sostanze inquinanti oltre al consumo di energia. Le singole filiere dovranno dimostrare di saper valorizzare le risorse contenute nei rifiuti, sviluppando validi sistemi di protezione dalle interferenze illecite che potrebbero rendere vano tutto questo. Ciò che conta quindi non è quanto
Elettrodomestici, smartphone e molti altri prodotti contengono risorse naturali in via di esaurimento che vanno riutilizzate 69 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
si raccoglie ma quanto del raccolto viene trattato da filiere tracciate, certificate e protette per tendere alla condizione di “Rischio zero”, con l’obiettivo di garantire la “Circolarità virtuosa delle risorse” che sempre più influenzano gli equilibri dei sistemi economici di tutto il mondo In questa nuova economia, il ruolo dei consorzi cambia completamente fino a farli diventare protagonisti del nuovo corso a disposizione delle aziende. I consorzi del Sistema Ecoped - Ridomus dal 2006 assistono e servono quotidianamente più di 600 soci, gli stessi che con un percorso etico, ne hanno indirizzato le attività verso la progettazione di filiere tracciate e certificate per ridurre l’impatto ambientale e seguire i rifiuti gestiti fino ad offrire loro la possibilità di acquistare le materie prime seconde ricavate da riutilizzare in nuovi cicli produttivi. Per il sistema del quale fa parte il consorzio Ecopower, promotore dell’evento, il risultato di questo pensiero è stata la naturale evoluzione in “Un sistema aperto a tutti”, che condivide i progressi di questo modello grazie al progetto EcoGuard, nato nel 2009, ispiratore di tutti gli altri sistemi di protezione specifici per ogni settore. Giuliano Maddalena, direttore del sistema Ecoped Ridomus del quale fanno parte anche i consorzi Ecopower – Pneulife e Safe, descrive così il progetto: «Abbiamo trovato in EcoGuard una macchina perfetta ancora oggi unica a livello europeo, capace di tracciare certificare e portare a valorizzazione le risorse contenute nei prodotti a fine vita affidati ai consorzi del nostro sistema».
Le singole filiere dovranno dimostrare di saper valorizzare le risorse contenute nei rifiuti Più di 10 anni di importanti investimenti «per garantire l’evoluzione del disciplinare EcoGuard - continua Maddalena - dei protocolli di legalità e dei sistemi di protezione da questo ispirati, concepiti su misura per ogni filiera progettata grazie alle attività di incubatore del sistema stesso. Il Protocollo di legalità Ecopower ne è l’ennesima prova». Come ha testimoniato Filippo Girardi, presidente del consorzio Ecopower: «Il sistema di cui facciamo parte impiega ben 1.300 giornate uomo all’anno, regolarmente destinate al controllo delle attività del sistema in ogni fase applicando gli indicatori di performance EcoGuard e per Ecopower quelli del nostro esclusivo Protocollo di legalità». Si verificano la provenienza dei prodotti, la qualità e la sicurezza degli stoccaggi limitati al necessario e si garantisce la destinazione dei rifiuti sempre e solo verso impianti che rispettano le regole del disciplinare EcoGuard e del Protocollo di legalità Ecopower nel caso delle batterie esauste al piombo e al litio e di altri rifiuti automotive. «La selezione è durissima ma la sicurezza è garantita. - prosegue Girardi - E per passare alla pratica, nel rispetto delle coordinate di informazione, formazione e comunicazione, l’esperienza e le competenze possono essere condivise con: la nostra
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Guida Litex che descrive la corretta gestione delle batterie al litio; i nostri Road show formativi e informativi che raggiungono in ogni parte d’Italia aziende e operatori del settore Automotive». Anche Ecopower si è progressivamente trasformato da semplice consorzio in una macchina estremamente efficiente che, collaborando con le istituzioni, continua a migliorarsi con il duplice fine di adeguarsi velocemente a ogni nuova norma attivata dal ministero dell’Ambiente, e risolvere le vulnerabilità che i frequenti illeciti ambientali scoperti rendono evidenti. Nuove frontiere aperte e nuove filiere create per far crescere l’economia circolare con tutti i suoi benefici così come è accaduto per il trattamento degli accumulatori agli ioni di litio o degli airbag difettosi, entrambi considerati rifiuti pericolosi. Un nuovo modo di interpretare la vita di ogni prodotto o materiale. Passare dall’economia lineare a una nuova economia circolare diventa quindi necessario. Creare sistemi aperti che rendano condivisibili le esperienze e le competenze maturate, rappresenta l’impegno che il sistema ha volontariamente messo in campo per proteggere l’ambiente e la reputazione dei brand dei soci e clienti.
Assotermica sta lavorando con la Commissione Europea per migliorare l'efficienza degli impianti di riscaldamento e diminuire l'impatto ambientale in Italia e in Europa.
Il progetto H2020 HARP (Heating Appliances Retrofit Planning) intende promuovere l'uso di impianti di riscaldamento più efficienti. HARP svilupperà un'applicazione che illustrerà ai consumatori l'efficienza del loro apparecchio di riscaldamento, le alternative e gli incentivi a disposizione per pianificare una riqualificazione energetica.
Perché è importante? Il riscaldamento e la produzione di acqua calda rappresentano l'80% della domanda energetica delle famiglie dell'UE e l'84% di questa energia è ancora generata da combustibili fossili. Purtroppo, la maggior parte delle persone pensa al proprio impianto di riscaldamento solo quando si rompe!
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Trattamento dell’acqua, dichiarazioni, garanzie, informazioni La differenza tra le parole e le azioni
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el 2012 il decreto (DM 7 febbraio 2012, n. 25) che prevede disposizioni tecniche sulle apparecchiature per il trattamento dell’acqua ha costituito una vera novità per il settore. Il trascorrere del tempo e la mancanza di controlli sistematici contribuiscono a far perdere la memoria dei contenuti importanti del decreto, soprattutto per gli apparecchi più diffusi e destinati all’uso domestico. Il D.M. 25/2012 stabilisce le prescrizioni tecniche relative alle apparecchiature per il trattamento dell’acqua destinata al consumo umano e si inquadra nel moderno contesto normativo in materia di qualità delle acque destinate al consumo umano, igiene dei prodotti alimentari, codice del consumo e libera circolazione delle merci. Il decreto ha l’obiettivo di garantire che i trattamenti non pregiudichino la qualità delle acque, già idonee sotto il profilo sanitario, che le apparecchiature di trattamento garantiscano gli effetti dichiarati e, soprattutto, che sia fornita al consumatore una informazione completa e adeguata sugli effetti dei trattamenti. Le linee Guida Anche il ministero della Salute ha “dimenticato” la revisione della linea guida - datata 2013 - che avrebbe dovuto essere aggiornata già due volte. Il contenuto del decreto dovrebbe essere ormai noto, nelle sue disposizioni generali. Vale la pena soffermarsi su alcune parole fondamentali del decreto stesso: dichiarazione, garanzia, conformità, verifica sperimentale. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato due linee guida come previsto dal Decreto; la prima edizione del 2013 è stata realizzata per presenta-
di Pasquale Alfano e Alessandro Maggioni
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re gli aspetti salienti delle tecnologie di trattamento conosciute a livello nazionale ed il contesto normativo di riferimento. La seconda edizione, pubblicata nel 2015, mira a garantire un’adeguata informazione diretta principalmente ai consumatori sulla valutazione dell’eventuale adozione di apparecchiature di trattamento di acque destinate al consumo umano, supportando le scelte sulla base di evidenze tecnico-scientifiche aggiornate. Dichiarazioni e garanzie di conformità e test di del prodotto È vero acquistano significato, ai fini dell’applicazione della norma, solo se hanno contenuto veritiero, e hanno contenuto veritiero se il fabbricante si è preoccupato di provare, a se stesso, ai propri clienti e alle autorità di vigilanza, che sussistono le condizioni per dichiarare, garantire la conformità. Perché le dichiarazioni e le garanzie sul prodotto siano veritiere, le condizioni sono: tracciabilità dei materiali con cui sono state costruite le parti dell’apparecchiatura a contatto con l’acqua; reperibilità delle caratteristiche dei materiali di costruzione, e delle prove alle quali sono stati sottoposte per stabilirne l’idoneità al contatto con l’acqua; richiamo alle disposizioni normative che richiedono le prove e correlazione tra garanzie, prove, dichiarazioni e le disposizioni stesse. È il rispetto di queste condizioni che rende quanto dichiarato dal fabbricante veritiero e verificabile dall’autorità di vigilanza, altrimenti si tratta semplicemente di attestazioni senza alcun fondamento di prova, destinate a frantumarsi davanti alla più elementare contestazione. Il decreto si limita a menzionare test sperimentali solo quando parla
delle pubblicità delle apparecchiature. Probabilmente perché in questo ambito la comunicazione ha la tendenza a esagerare sulle caratteristiche tecniche dei prodotti, essendo la massima espressione del commercio. Quindi i test diventano un argine alla comunicazione senza controllo. Ma questo non significa affatto che per dichiarare la conformità al decreto sul contatto con l’acqua, per formulare una garanzia per il consumatore sulle proprietà del prodotto o per dichiarare il rispetto delle norme, non sia necessario aver provveduto a provare il prodotto sperimentalmente a questi fini. Produrre le prove che attestino caratteristiche del prodotto è l’unico modo per dare un significato alla conformità del prodotto. Le verifiche prestazionali dei sistemi finalizzati al trattamento dell’acqua destinata al consumo umano, effettuate su un’acqua potabile trattata, permetteranno di determinare l’eventuale variazione dei valori delle sostanze rispetto all’acqua potabile a cui il sistema di trattamento è collegato. Tali variazioni, che non devono comportare il superamento dei limiti previsti dal D.lgs. 31 e s.m.i., devono essere riportate obbligatoriamente nelle istruzioni d’uso e manutenzione e, se commercializzato, sull’etichetta informativa della confezione del prodotto. I test permettono inoltre di individuare eventuali altre sostanze cedute durante il trattamento, anche non disciplinate dal D.lgs. 31 e s.m.i. e che dovranno essere indicate. Inoltre, la
verifica sperimentale, risulta essere l’unica evidenza oggettiva della prestazione del sistema di trattamento indicata dal produttore nella sua dichiarazione di conformità! Il Decreto definisce obblighi di informazione precisi per i produttori. In primo luogo, la Dichiarazione di Conformità che deve attestare che il dispositivo è conforme, tra le altre cose, al DM 174/2004 sui materiali a contatto con acque destinate al consumo umano, all’art. 9 del D.Lvo31/2001 e al Regolamento (CE) 1935/2004, in difetto di misure specifiche, sui materiali/oggetti a contatto con i prodotti alimentari. Sono poi importanti anche le Informazioni che il produttore deve indicare sulla confezione del prodotto e nei manuali; tra le altre, devono essere indicate con esaustività almeno le informazioni sulle finalità specifiche dell’apparecchiatura, sui valori dei parametri del D.lgs. 31/2001 che vengono modificati valori prestazionali garantiti e sulle prescrizioni per l’installazione, il collaudo e la manutenzione periodica, operazioni da effettuarsi in conformità al DM 37/2008 che regola le attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici. L’elemento fondamentale da considerare è che tutte le informazioni contenute nelle dichiarazioni devono poter essere provate. il produttore deve essere in grado di dimostrare, sia al consumatore sia alle autorità di vigilanza, il contenuto di ogni affermazione fatta sul proprio prodotto
Le garanzie sul prodotto devono essere verificabili dall’autorità vigilante, oltre a dovere superare specifici test
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TifqLab supporta le aziende a rispettare i requisiti legislativi: dalla valutazione tecnica preliminare, alla verifica, al dossier tecnico di prodotto in conformità al Decreto 25/2012 e questo può avvenire solo se si è provveduto a testare sperimentalmente il prodotto secondo tutte le prove necessarie per attestare le sue caratteristiche prestazionali. in definitiva, l’obiettivo di fondo del DM 25/2012 è che al consumatore deve essere garantita un’informazione pubblicitaria palese, veritiera e corretta; a tal fine è chiaramente stabilito che le prestazioni dichiarate dal produttore devono essere riferite esclusivamente a sostanze o parametri testati sperimentalmente. I test devono indicare tutte le variazioni dei valori delle sostanze rispetto all’acqua potabile a cui il sistema di trattamento è collegato ed eventuali sostanze che siano cedute durante il trattamento, anche se non disciplinate dal D.lgs. 31. Tre passaggi fondamentali TifqLab ha sviluppato una metodologia di intervento consolidata per supportare le aziende a rispettare i requisiti legislativi previsti dal DM 25/2012 suddivisi in 3 fasi distinte: 1. Valutazione tecnica preliminare: la fase prevede la verifica del documento delle parti in contatto; l’idoneità di tutti i materiali costituenti l’oggetto viene controllata al fine di verificare che ogni materiale possa soddisfare le caratteristiche richieste dai decreti di riferimento. I documenti e i disegni tecnici del prodotto sono analizzati al fine di definire eventuali test di laboratorio integrativi necessari.
2. Verifica sperimentale: la valutazione sperimentale viene impostata sul sistema di trattamento dell’acqua potabile applicando un protocollo analitico dedicato, che consente di valutare l’efficienza del sistema durante l’intera fase di trattamento dell’acqua. I parametri sono riferiti alle normative UE sull’acqua potabile, recepite in Italia dal D.lgs. 31 del 2001. 3. Dossier tecnico di prodotto: seguendo le fasi precedenti, viene redatto un unico e completo dossier tecnico con tutte le informazioni e le risultanze sperimentali, in linea con le normative del settore. La verifica sperimentale delle apparecchiature e dei sistemi dovrà essere impostata tenendo conto delle condizioni più critiche di utilizzo prevedibili; queste sono rappresentate dalla capacità nominale del sistema di trattamento del sistema e/o dalle sospensioni di non utilizzo, condizioni in cui la variazione dei valori delle sostanze chimiche o microbiologiche presenti nell’acqua, con il superamento di anche un solo limite indicato dal D.lgs. 31 e s.m.i., determina il fine vita del sistema. L’Istituto Superiore di Sanità ha redatto, per i soli sistemi di trattamento a cascata, un protocollo sperimentale per la valutazione degli effetti prodotti dalle caraffe filtranti sulla qualità chimica e microbiologica delle acque destinate al consumo umano, i cui materiali costituenti sono disciplinati dal Reg 1935/2004. I risultati di tali verifiche sperimen-
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tali hanno lo scopo di determinare la frequenza con cui effettuare interventi di manutenzione, di sostituzione delle unità filtranti e di istruire, cosi, specifici manuali d’uso e manutenzione per ogni tipologia di prodotto, nonché fornire al consumatore le corrette informazioni. Chiarezza nei manuali Infatti il DM 25/2012 attribuisce particolare importanza ai contenuti dei manuali d’uso e manutenzione; questi devono essere redatti in modo estremamente chiaro e devono distinguere le informazioni destinate all’installatore e manutentore qualificato da quelle di ordinaria manutenzione destinate direttamente all’utente finale. Dovranno essere riportati i valori evidenziati a seguito delle verifiche prestazionali effettuate, così da permettere da un lato al consumatore di poter avere le informazioni sui parametri direttamente influenzabili dal sistema di trattamento e dall’altro all’installatore di confrontare tali parametri con le caratteristiche dell’acqua in cui verrà installato il sistema di trattamento e valutarne in tal modo le prestazioni nelle reali condizioni di utilizzo.
L’Istituto Superiore di Sanità ha redatto un protocollo sperimentale per la valutazione degli effetti prodotti dalle caraffe filtranti
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la corretta gestione che genera valore Dalla produzione al rifiuto in un’ottica di economia circolare SICUREZZA&AMBIENTE
di Sabrina Suardi – Consulente legale ambientale
I
l termine “scarto” viene generalmente utilizzato con connotazione negativa, “di poco valore, di qualità scadente” si legge sulla Treccani. Eppure il paradigma potrebbe essere presto rivalutato. «La fortuna è lo scarto della pianificazione» sosteneva Wesley Branch Rickey, classe 1881, dirigente sportivo statunitense e membro della Baseball Hall of Fame. Se caliamo questa massima nella logica industriale moderna ci accorgiamo che essa non è affatto scontata. Siamo abituati a pensare ai cicli di produzione aziendale della più svariata natura come a semplici sistemi lineari generati da un input (la materia prima) che si risolve in un output (il prodotto finito), senza tenere troppo conto che tutto quanto sta nel mezzo (lo scarto), pur non rappresentando lo scopo primario del processo, può comunque generare valore – se gestito nel modo corretto. In un mondo che è stato messo di
fronte a una crisi ambientale senza precedenti, ripensare a un’economia più sostenibile – “circolare” – nella quale lo scarto diviene risorsa, è d’obbligo. Il destino finale… Il legislatore comunitario e italiano, a dire il vero, si era già portato avanti da almeno un decennio elaborando una vera e propria gerarchia per la corretta gestione dei rifiuti che ritroviamo all’art. 4 della Direttiva 2008/98/CE (recentemente modificata dalla Direttiva 2018/851/UE da recepire negli Stati membri entro il 5 luglio 2020), e all’art. 179, D.L.vo 152/2006, il quale, in particolare, recita: “1. La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento. 2. La gerarchia stabilisce, in generale, un ordine di priorità di ciò che costituisce la migliore opzione ambientale […]”.
l’industria meccanica 723 | 76
È evidente che l’istituto che meglio rappresenta l’esatta trasposizione materiale delle priorità indicate dalla citata gerarchia non è il rifiuto, ma il “sottoprodotto” (ci saranno analisi ulteriori nei prossimi numeri de L’Industria Meccanica), che permette di gestire i residui di produzione senza dover applicare i molti, seppur necessari, limiti previsti per la gestione dei rifiuti. Tuttavia, anche per questi ultimi le opportunità di valorizzazione sono molteplici, a partire dalla stessa norma che impone di preferire, ogni qualvolta possibile, il riciclaggio (recupero di materia) oppure il recupero di energia al fine di ridurre sempre più lo smaltimento. La discarica, quindi, viene lentamente ma inesorabilmente a costituire l’“ultima spiaggia”, l’opzione residuale in mancanza di una ulteriore possibile valorizzazione dello scarto. …dipende dalla produzione Come anticipato, quando si parla di rifiuti a tutela di ambiente e salute, la
normativa vigente non regola a puntino soltanto la tipologia del destino finale di cui abbiamo appena accennato, ma tutto il loro ciclo di gestione: dalla produzione all’effettivo recupero/smaltimento. Dovendo condensare ai minimi termini una materia assai complessa e delicata, è utile prendere in considerazione almeno le tre fasi che interessano il produttore del rifiuto: classificazione, deposito temporaneo e instradamento. Non si può di certo omettere l’importanza di una corretta classificazione, che si sostanzia nell’assegnazione del codice Cer più adeguato tra quelli indicati nell’Elenco europeo, utilizzando i criteri della natura e dell’origine. E servendosi, ove necessario, dell’analisi chimica sui componenti del rifiuto (caratterizzazione) offerta dai diversi laboratori certificati presenti sul territorio italiano. In questa prima fase non va dimenticato il rispetto dell’obbligo di registrazione - prescritto dall’art. 190, comma 1, lett. a), D.L.vo 152/2006 -, che impone al produttore del rifiuto di registrare, per l’appunto, natura e quantità dello stesso sul Registro di carico e scarico entro 10 giorni dalla produzione e dall’instradamento del prodotto. In attesa di quest’ultimo, tuttavia, il rifiuto può essere posto presso un’area, precisamente delimitata e perimetrata, dedicata al deposito temporaneo, senza necessità di alcuna autorizzazione preventiva. Proprio per questo, però, è necessario rispettare pedissequamente tutti i criteri per esso fissati dall’art. 183, c. 1, lett. bb), D.L.vo 152/2006, onde evitare le sanzioni previste per la gestione non autorizzata e l’abbandono dei rifiuti di cui all’art. 256 del medesimo decreto.
Bisogna passare dal concetto di economia lineare a quello di economia circolare, dove lo scarto diviene risorsa Un’altra fase particolarmente delicata, come accennato, è quella dell’instradamento. Esso deve essere accompagnato da regolare Fir – Formulario di identificazione dei rifiuti (art. 193, D.L.vo 152/2006), e dalle necessarie verifiche sugli eventuali fornitori dei servizi di trasporto, di trattamento e di eventuale intermediazione o commercio senza detenzione, per assicurarsi che tali soggetti siano dotati dei titoli abilitativi appropriati (iscrizione all’Albo Nazionale gestori ambientali o autorizzazioni al recupero o allo smaltimento) in relazione al tipo di rifiuto da gestire. Responsabilità e vantaggi Dunque una normativa ambientale di non sempre facile lettura ma che non ammette errore, prevedendo pesanti responsabilità, anche penali, in caso di violazione. Esiste una sola certezza: la responsabilità circa la corretta gestione del rifiuto è del suo produttore. È stata, peraltro, la stessa Corte di Cassazione, con sentenza n. 2246 del 18 gennaio 2017, ad ammettere la possibilità di invocare l’ignoranza
incolpevole della norma solo qualora si dimostri “di aver fatto tutto il possibile per richiedere alle autorità competenti i chiarimenti necessari e per informarsi in proprio, ricorrendo ad esperti giuridici”. Ci si riferisce alla consulenza legale ambientale che permette, attraverso la corretta interpretazione della normativa applicabile al caso concreto, non solo di prevenire eventuali violazioni della stessa ma di cogliere anche le opportunità offerte dalla medesima. Un esempio su tutti da citare riguarda la possibilità di ottenere, verificando puntualmente la sussistenza dei presupposti e la procedura territorialmente applicabile, riduzioni sostanziali della quota variabile della Tari “proporzionali alle quantità di rifiuti speciali assimilati che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo, direttamente o tramite soggetti autorizzati” (art. 1, comma 649, L. 147/2013). Una previsione di sicura agevolazione e, ancora una volta, in chiara ottica promozionale dei principi che animano l’economia circolare.
Tutta la gestione del prodotto è fondamentale in questo processo, dalla classificazione al deposito temporaneo, dall’instradamento allo smaltimento 77 | NOVEMBRE DICEMBRE 2019
i 400 caratteri per conseguire gli obiettivi 2030 di decarbonizzazione dell’Italia, verrà consentito dalla diffusione delle pompe di calore. Per accelerare il processo di diffusione di questa tecnologia, su proposta di Assoclima e Amici della Terra è stato costituito il Tavolo di filiera delle pompe di calore, cui hanno aderito numerose associazioni in rappresentanza di utenti, produttori, progettisti, installatori, produttori e distributori di energia elettrica. Il Tavolo di filiera ha raccolto e inviato alcune proposte al ministro Patuanelli, che contemplano quattro ambiti principali di intervento: tariffe elettriche, strumenti di incentivazione, formazione della filiera e informazione dei cittadini. PROGETTI FUTURI
FONTI ALTERNATIVE
Dialogo tra Anima e il Mise
Litio dalle saline Il litio, metallo famoso in tutto il mondo per la fabbricazione delle omonime batterie agli ioni di litio, è presente in poche zone del mondo. Estratto principalmente in Cina e sud America, in futuro la difficile reperibilità di questo elemento potrebbe causare problemi di approvvigionamento, ragione per cui si sta ragionando su come ampliare le fonti di litio. Tra chi si sta muovendo per cercare fonti alternativa troviamo NortVolt, iniziativa avviata in Svezia con la quale si sta cercando di mettere a punto l'estrazione di litio dai sali marini. Una strada che potrebbe essere seguita anche in Italia. ACCORDI STRATEGICI
Siglata la partnership tra Lcs e JHernando La multinazionale Lcs ha firmato un accordo nei pressi di Madrid con JHernando per una nuova partnership strategica. JHernando, specializzata nell’integrazione di sistemi di automazione e trasporto, diventa quindi partner ufficiale del Gruppo Lcs per il mercato spagnolo e portoghese e supporterà quest’ultimo nella vendita e realizzazione di soluzioni integrate per lo stoccaggio automatico, la movimentazione merci e la gestione del magazzino nella penisola iberica. Lcs rafforza così la propria presenza internazionale, integrando ulteriormente il proprio sistema di servizi. CLIMA
Pniec: le proposte del Tavolo di filiera delle pompe di calore Lo schema del Piano nazionale integrato Energia e clima prevede che più del 30% della crescita di consumi di fonti rinnovabili, necessaria
l’industria meccanica 723 | 78
Il vice ministro del ministero dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, a confronto con il mondo della meccanica. È accaduto lo scorso 29 novembre nella sede di Anima Confindustria, per condividere intenti su politiche per la ricerca e l’innovazione del nuovo piano Transizione 4.0, e strategie per rafforzare l’internazionalizzazione delle imprese. C’è piena convergenza sulla necessità di supportare la filiera industriale nazionale, ricca di risorse e competenze, nei prossimi progetti strategici che guideranno l’Italia verso la decarbonizzazione e la sostenibilità ambientale della nostra economia. Prossimo appuntamento ai tavoli di lavoro del ministero Transizione 4.0 e idrogeno. Sulla rivista online puoi trovare altre notizie di impresa, economia e industria. Visita industriameccanica.it e seguici su Twitter @IndMeccanica
recensioni
Isabella Corradini ED. Franco Angeli www.francoangeli.it Euro 20,00
In un mondo orientato ad una crescente digitalizzazione, sempre più i protagonisti saranno oggetti e dispositivi intelligenti, dotati di sensori e connessi in Rete. È la cosiddetta Internet delle cose (Internet of Things, IoT), una realtà già attiva sulla quale si investirà molto nei prossimi anni e che influenzerà la vita delle persone, delineando un ecosistema costantemente connesso. La protezione degli elementi esposti verso Internet diventa dunque essenziale sia per le aziende, dal momento che violazioni e interruzioni dei servizi avranno un forte impatto sulla reputazione del brand, sia per le persone, alle quali occorrerà una maggiore tutela nell’ambito del contesto digitale. Senza trascurare il grande valore economico che avrà l’enorme quantità di dati quotidianamente raccolti.
Comunicare bene Una chiave per il successo Giancarlo Visconti Ed. Franco Angeli www.francoangeli.it Euro 20,00
Quando si entra in contatto con altre persone - che lo si voglia o no - si comunica sempre. Ma nella quasi totalità dei casi questo avviene senza che ci si renda conto della qualità della comunicazione. Il processo comunicativo infatti, pur essendo sempre finalizzato - quindi con un suo preciso e spesso importante scopo - viene attuato “ come ci viene “, ricorrendo alle esperienze precedenti in modo inconsapevole e nella speranza di metterle a frutto nel miglior modo possibile. Purtroppo questo non è sufficiente a garantire un risultato ottimale. Per raggiungere il massimo della sua efficacia la comunicazione deve essere governata. Questo libro vi farà scoprire un mondo affascinante e vi consentirà di entrare in possesso dei fondamenti della comunicazione interpersonale.
La terza faccia della moneta Le dinamiche che guidano la nostra relazione con il denaro
Branded entertainment La rivoluzione del settore Marcom inizia da qui Elena Grinta Ed. Franco Angeli www.francoangeli.it Euro 17,00
La riduzione dell’attenzione dei consumatori verso la pubblicità tradizionale è un fatto ormai assodato. Molteplici sono le motivazioni: la crescente frammentazione del consumo dei media, un cambiamento sostanziale nel rapporto tra consumatore e brand, l’introduzione di nuove tecnologie e nuovi dispositivi che consentono alla comunicazione di raggiungere l’utente sempre e ovunque. Se la capacità del brand di essere visto e ascoltato è sempre più a rischio, la priorità assoluta di ogni azienda è spendere il proprio budget pubblicitario in modo efficace ed efficiente e ciò significa rivolgersi ad approcci nuovi: nascono così, e proliferano, strategie di branded entertainment, che a volte funzionano altre no.
Presa… in pieno! Gli italiani alle prese con le colonnine di ricarica Stefano Besseghini Ed. Alkes www.nuova-energia.com Euro 11,90
Permette una domanda? Noi ne abbiamo fatte sette, chiedendo a un campione di mille persone come si immaginano al volante di un’auto elettrica e alle prese (è proprio il caso di dirlo!) con un rifornimento. I risultati riscrivono in parte alcuni luoghi comuni sugli italiani al volante e per la maggioranza degli intervistati le colonnine di ricarica restano indecifrabili equazioni. Tutti questi spunti sono stati tradotti in tavole infografiche di immediata lettura, che hanno ispirato commenti (non di raro pungenti) e consigli di esperti del settore.
Sicuro è più bello
Massimo Bustreo Ed. Franco Angeli www.francoangeli.it Euro 29,00
Paolo Veronese Ed. idrovolanteedizioni www. Idrovolanteedizioni.it Euro 14,50
Affideresti i tuoi soldi alla scimmia bendata di Malkiel? O le tue decisioni alla gallina drogata degli Azande? Molto probabilmente no! Eppure tutti noi lanciamo spesso in aria, fiduciosi, una moneta. E scegliamo la terza faccia, lottando per difendere l’illusione che le nostre decisioni siano guidate dalla razionalità. Il nostro rapporto con il denaro, strumento e simbolo delle nostre relazioni prima che mezzo economico e di pagamento, non sempre passa dalla via più razionale, bensì da sentieri incoerenti, molte volte ingannevoli. I soldi non sono tutti uguali: esistono molte forme di denaro e molti usi dai significati psicosociali differenti. Argomentando i temi con stile profondo e divulgativo, il volume coinvolge il lettore attraverso giochi, stimoli ed esercizi, per imparare a... sbagliare meglio!
La sicurezza è alla base di ciò che significa essere impresa, cioè una comunità che lavora nel rispetto autentico per le persone. Per questo motivo, la sicurezza sul lavoro, comunque la si comunichi e la si pratichi, deve restare sempre il filo rosso che lega e tiene insieme passato e futuro, tradizioni e innovazione, persone e organizzazione, tecnologie e ricerca, azienda e ambiente. Questo libro offre l’occasione di riflettere su questi temi, presentando sollecitazioni e osservazioni derivanti dalla pratica e dall’esperienza giornaliera, buone prassi che spesso assumono persino una efficacia maggiore di molte disposizioni di legge.
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RUBRICA | Recensioni
Internet delle cose Dati, sicurezza e reputazione
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INSERTI ECONOMICI 717 COME CONTROLLARE LE ATTIVITÀ COMMERCIALI NEI PAESI CRITICI UN PIANO PER LE INFRASTRUTTURE ITALIANE
SETTEMBRE OTTOBRE 2018
Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale
MAGAZINE UFFICIALE ANIMA | CONFINDUSTRIA
EXPORT E IMPRESE: UN’INTERVISTA ALL’AGENZIA DELLE DOGANE
SUPPLEMENTI GREAT TECH FOR IN ITALIANO E IN INGLESE
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All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n.729 - Costo medio dell’operaio n.24 - Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2018
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(disponibili anche in inglese) Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 745 - 1^ Quindicina di gennaio 2020 - pubblicata su questo numero Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 26 - 31 gennaio 2020 - pubblicata su questo numero | Tabella bianca 1° gennaio 2020 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su questo numero
TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
IN ITALIA
SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2020
Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services in Italy Sector mechanical and engineering industries
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TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia
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TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia
TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
ALL’ESTERO
SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2020
Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services abroad Sector mechanical and engineering industries
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TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale all’estero
TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
nei Paesi europei ed extra europei
SETTORE IMPIANTI E COMPONENTI DI GRANDE DIMENSIONE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA January 2020 Statistical survey on average tariff quotation for staff services in Europe and outside Europe Sector energy generation plants and large components
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TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
TABELLA GENNAIO 2020 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
Janvier 2020
Enero 2020
Relevés statistiques des cotations moyennes des tarifs pour les prestations du personnel en europe et en dehors de l’europe Secteur installations et composants de grandes dimensions pour la production d’energie Estudio estadìstico de las cotizaciones medias de las tarifas por prestaciones del personal en europa y fuera de europa Sector instalacionesy grandes componentes para la producción de energía
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TABELLA N. 26 - 31 GENNAIO Costo| orario di un operaio del settore della meccanica generale TABELLA N. 26 - 2020 GENNAIO| 2020 Costo medio orario medio di un operaio del settore della meccanica generale
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TABELLE TABELLE 1^ QUINDICINA DIDIGENNAIO 2020 | Listino Materiali di Interesse Meccanica 745 (Piazza di Milano) 1^ QUINDICINA GENNAIO 2020 | Listino PrezziPrezzi Materiali di Interesse delladella Meccanica VariaVaria N. 745N.(Piazza di Milano)
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Windows Collaboration Display: un nuovo appuntamento con l’innovazione. Sharp in collaborazione con Microsoft ha progettato e realizzato Windows Collaboration Display: uno schermo interattivo da 70’’ che unisce sapientemente collaborazione, intelligenza artificiale e principi dell’Internet of Things. La straordinaria tecnologia touchscreen di Sharp nella sua massima espressione, con un display capacitivo 4K in grado di offrire una user experience unica, si integra perfettamente agli strumenti offerti da Microsoft Office 365® e Teams® consentendo di creare uno spazio di lavoro ancora più smart dove i meeting sono interessanti, interattivi e produttivi. Con Windows Collaboration Display l’ufficio del futuro è già qui.
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