EIKON N.22/2013

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EIKON ARTMAGAZINE

Trimestrale di cultura dell’immagine contemporanea

Rivista trimestrale supplemento di MuseoHermetico - Distribuzione nelle gallerie d’arte, nei Musei e su abbonamento -

EIKON 22/2013

Arte_Design_Fotografia_Teatro_Poesia_Cinema_Grafica_ Fumetto_Illustrazione_Video_Eventi_Concorsi www.federcritici.org Anno VI n.22/2013

TEATRO CONTEMPORANEO

MY - Y S T E R I A La follia della poesia, la poesia della follia


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N.22

N. 22 Gennaio - Marzo 2013 Trimestrale di arte, design, cinema, teatro, fotografia, poesia, grafica, illustrazione, fumetto, video, eventi, concorsi

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MARIO LONGHI L’arte che mi diverte MICHELE FATTORI

Direttore responsabile Maria Elena Bonacini 08 Redazione Maria Rita Montagnani Anna Maria Ronchin Paul David Redfern Marina Zatta Barbara Vincenzi Giorgio Bolla Ada Massignani

TEATRO CONTEMPORANEO MY - YSTERIA La follia della poesia La poesia della follia

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GAME ART ART (R)EVOLUTION Il Museo Temporaneo di Assassin’s Creed

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ARTE GRAFICA GLI ARTISTI VINCITORI DEL PREMIO EX LIBRIS

Pietro Negri Editore Corso Palladio, 179 36100 Vicenza Stampa Grafiche Corrà Arcole (VR)

ARTE CONTEMPORANEA

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ARTE ALCHEMICA GLI ARTISTI VINCITORI DEL PREMIO AFRODITE 2012

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L’ARTE NIGRESCENTE Massimo Omnis Micaela Mormica Patricia Glauser

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ARTE POETICA FABIO SERCIA L’Arte del vedere MARIO BENATTI Il senso delle cose

Supplemento della testata Museohermetico Reg. Trib. VI. 1115 del 12.09.2005 roc n. 13974 Eikon Magazine

Realizzato a cura di: Federcritici per l’arte e la cultura dell’immagine

Corso Palladio, 179 - Vicenza info@federcritici.org www.pietronegrieditore.jimdo.com

SOMMARIO


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ARTE CONTEMPORANEA a cura di Ada Massignani

MARIO LONGHI L’Arte che mi diverte

“L’Arte per me è qualcosa che amo e mi diverte ed è anche un’occasione in più a mia disposizione per misurarmi con un mondo dove, gl’ interessi più remoti, quello dello spirito e dell’animo, debbono prevalere ogni giorno ed andare di pari passo con il cosmo che trova spesso rappresentazione nei miei quadri.” Mario Longhi

“Pittura elaborata e meditata d’intensa effusione cromatica e di notevole sensità di pensiero introspettivo. Mario Longhi si addentra con serio impegno in una ricerca pittorica partecipe dell’informale, organizzando un vivido magma di colori fluenti in masse corpose, che generano illuminazioni e apparizioni fantomatiche su sfondi di tenebre misteriose. L’elemento dominante è il dinamismo di un flusso ondoso entro spazi siderali, percorsi da enigmatiche entità migranti. L’impressionante immensità spaziale suscita anche immagini di profondità della psiche ove da ombre immani filtrano barlumi di verità affioranti dal subconscio. Alcune opere escono da questa aura informale e cosmica, con annotazioni veristiche che si interpretano con la pop-art sempre però coinvolte in atmosfere vaporose, che possono anche assumere valenze animistiche, vale a dire il senso di una presenza divina in tutto il creato.” Piero Franceschetti - critico d’arte

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Info: mario.longhi@fastwebnet.it

ARTE CONTEMPORANEA Mario Longhi è un artista complesso che ama mettersi in gioco, come si vede dall’ampiezza e differenza di temi e tecniche. Negli anni ‘70 con la tecnica dell’olio, Longhi effettua un attento studio del figurativo con paesaggi e marine. Negli anni ‘80 approda al figurativo moderno, una tecnica mista con collage, olio e acrilici. Il colore è sempre sontuoso protagonista della sua poetica. In questi dipinti ci mostra paesaggi sconfinati di mondi mai esplorati, una dimensione sospesa tra fiaba e fantascienza. Con la partecipazione costante ai concorsi di pittura che inizia dalla fine degli anni ‘80 Mario Longhi ha avuto un apprezzamento deciso dalla critica, con elogi di Aldo Lucchetti e Piero Franceschetti. L’artista affida le sue riflessioni sui valori della civiltà, della cultura, sui grandi interrogativi della scienza, astronomia, genetica e della filosofia, e riattribuisce all’arte il compito della denuncia sociale, come il decisamente ispirato dipinto “Rifiuti” dell’84, malinconico presagio del nostro tempo. Un giornalista ha definito il suo “un astrattismo romantico”: mi permetto di sostituire l’aggettivo romantico con lirico, poichè se da un lato le opere astratte di Mario Longhi scandagliano dimensioni interiori dall’altro è certo invece che l’ispirazione lirica della sua cromia fa sempre breccia nel cuore del riguardante.” Valentina Casarotto docente di storia dell’arte

Mario Longhi nel corso della sua lunga carriera di artista non ha mai smesso di confrontarsi con le tecniche classiche dell’incisione a puntasecca, l’acquaforte e l’acquatinta, le ceramolle e la maniera nera, bagaglio indispensabile per chi come lui non ha mai voluto fermarsi solo alla pittura. Negli ultimi anni l’artista ha ripreso a frequentare la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e continua a sperimentare ludicamente nuove forme espressive alla ricerca perenne di un confronto con il mondo in cui vive.

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ARTE CONTEMPORANEA a cura di Barbara Vincenzi

MICHELE FATTORI Un percorso di studi articolato lo porta a laurearsi in Scienze della comunicazione ma, interessi molteplici e la frequentazione di mondi paralleli e corsi di letteratura, filosofia contemporanea ed infine la passione per il Cinema, arricchiscono il tragitto personale e la personalità di Michele Fattori, che via via si accosta all’arte, alla pittura, intesa come elemento capace di coniugare e restituire diversi saperi. Un processo mentale, il suo, che si struttura tra passionalità e conoscenza, che conduce il giovane artista marchigiano a concepire una sua produzione legata alla gestualità pittorica, come atto creativo ultimo che nasce dall’impeto interiore, per manifestarsi sulla tela in opere di chiara matrice informale-astratta. Le sue opere risentono di diverse influenze artistiche delle avanguardie novecentesche cui si accosta e che studia, ma sono il frutto di una conoscenza più articolata e ampia, che fanno di Michele un’artista complesso e genuino, curioso e sperimentatore, capace di sviscerare nel gesto pittorico “frammenti” di un discorso più profondo.

1.

Una pittura di carica espressionista, puramente dettata dalle pulsioni più recondite dell’animo che, restituiscono emozioni e spessori diversi per dare spazio, in un’azione quasi catartica, a frenetiche e rapide pennellate di colori accesi accanto a neri totalitari. Tratti spatolati di toni brillanti si fanno largo tra neri cupi, in una visione cadenzata che riprende gli accordi musicali, in particolare del jazz, per divenire ritmica parte integrante di un tutto, dell’opera, come gesto incalzante, o dissonante, di un atto liberatorio da leggere a più livelli. In alcuni dipinti i tratti nervosi dei neri s’intervallano a gialli accesi rossi e blu in contrasti irrequieti d’istinti essenziali; in altre opere, invece, assaporiamo i larghi respiri di bianchi che si coniugano ai rossi, creando spazi, luoghi della mente che ricercano risposte ai più remoti quesiti. Una pittura che ha corrispondenza con la riproduzione mentale dove riflessioni e pensieri s’intervallano ad azioni dando vita a percorsi più sobri e strutturati e ad altri più animati e vorticosi. Pittura che si nutre del gesto e dell’azione ricordando Pollock o Vedova, ma che riprende alcune citazioni tratte dalla pop-art, in un interagire di contaminazioni rivisitate dove, larghe linee verticali s’intersecano a linee orizzontali creando spazialità separate di pieni e vuoti o semplicemente una divisione di luoghi, dove larghe pennellate più serene o maggiormente inquiete veicolano pensieri ancestrali.

2.

Un percorso in cui l’atto del “fare pittura” ha il sopravvento, ma dove intravediamo la sagoma di un angelo, o stelle e rettangoli, che divengono simbologie tratte da suggestioni precedenti e depositarie di discorsi stratificati nel tempo. Gesti che “traghettano” significazioni polisemiche in una ricerca tutta personale per restituire a diversi livelli di astrazioni possibili letture. Barbara Vincenzi

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3.


EIKON22 1) Untitled 100x100cm, acrilico su tela

ARTE CONTEMPORANEA

2) Anime Rosse 150x150cm, acrilico su tela,

3) Broken Angel 150x150cm, acrilico su tela

4) Il Circo 150x150cm, acrilico su tela 4.

5) Ghost Dog 150x150cm, acrilico su tela

6) Untitled 50x50cm, acrilico e china su tela 6.

5.

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TEATRO CONTEMPORANEO a cura di Maria Rita Montagnani

M Y- Y S T E R I A

La follia della poesia, la poesia della follia Non c’è follia senza mistero, e la mente umana ne è l’emblema, così come non c’è mistero senza una recondita o palese follia, la vita stessa ce lo insegna anche attraverso il suo diretto opposto. Questo spettacolo-evento vuole mostrare al pubblico che anche nella contemporaneità è ancora possibile esprimere pensieri e forme d’arte che possano operare grande suggestione e impatto emotivi. Il progetto MY-YSTERIA riguarda uno spettacolo teatrale a carattere multidisciplinare, imperniato sulla particolare commistione tra parola-immagine- suono-movimento, nel segno della contemporaneità e della sua qualità espressiva in tutte le sue forme artistiche. Per i contenuti non solo teatrali che lo spettacolo MY-YSTERIA porge al pubblico,in un contesto di contaminazione e intreccio espressivo,esso rappresenta una forma per molti versi originale e anche innovativa del farsi spettacolo, non dell’azione scenica,bensì del pensiero creativo,delle sue pause, dei suoi silenzi, dei sospesi emotivi attraverso ciò che si vede e che non solo si guarda e attraverso ciò che si sente e che non solo si ascolta. Il nucleo fondante del progetto è qui rappresentato dall’(h) YSTERIA, che è appunto quella follia oltre-umana che muove ogni energia creativa verso una forma d’arte, rappresentando allo stesso tempo anche un insondabile mistero. E’ appunto da questo mistero che origina lo spettacolo, dall’enigma della mente umana, di cui la follia e la poesia rappresentano la luce abbacinante e allo stesso tempo una fitta oscurità. La fotografia insieme alla musica e alla danza, cercano di diradarne le trame, rendendole oltremodo ancor più enigmatiche e suggestive. MRM Dipendiamo da quel tonfo leggero dell’anima che ricade su se stessa. Dipendiamo da quel doloroso sussulto della vita che crepita come il legno divorato dal fuoco. Dipendiamo da quel fatale desiderio di una mancanza che riveli la nostra presenza, il nostro essere attraverso ciò che non abbiamo o non abbiamo più. Tutte le cose che si stringono, costringono, imprigionano, legano la mente nel punto in cui essa è veramente libera. Così l’anima si annoda. Così la follia diventa angelo e demone e la vita e la morte sono le ali che essi si scambiano. Essere ovunque e in nessun luogo allo stesso tempo, quando il tempo non esiste più. Milo Rossi Come luoghi sconsacrati, sfuggiti al clangore della vita, invasi d’erba e silenzi antichi, inestirpabili, restiamo chiusi dentro un sogno polveroso, aspettando che un mattino ci porti via da queste lacrime. Milo Rossi

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TEATRO CONTEMPORANEO

Letteria Giuffrè Pagano - regista dello spettacolo Sono stata invitata da Maria Rita Montagnani a partecipare al progetto MYYSTERIA nell’estate scorsa. Conoscevo Maria Rita da poco, prima di allora avevo avuto con lei solo alcuni incontri, in cui però avevo già colto una certa sensibilità e lo sguardo acuto. Nel corso di quelle brevi discussioni intorno “alle cose dell’arte”, avevo fatto vedere i miei lavori alla critica appena conosciuta, le sue considerazioni mi sono sembrate puntuali e profonde. Forse una certa attenzione alla parola poetica, per i contenuti e i significati nascosti al di là delle semplici apparenze, la ricerca della verità nella vita come nell’espressione artistica, sono le cose che hanno stimolato maggiormente le nostre discussioni e creato il magnetismo che ha portato poi alla collaborazione per lo spettacolo. La mia formazione per certi versi potrebbe sembrare molto articolata: la pittura da una parte, la sperimentazione di nuovi linguaggi e il teatro dall’altra. Le forme “esterne” dell’espressione artistica, eterogenee e a volte contrastanti, non sono d’ostacolo al contenuto primigenio della ricerca, tutt’altro. Sin da giovanissima mi piaceva spaziare tra le arti, mettendole in pratica alcune, assaporandone da spettatrice altre. Sicuramente l’idea della Montagnani di portare sulla scena qualcosa che solitamente è riservato alle sale espositive o alla carta stampata, mi ha stimolata a provare, ancora una volta, un modo nuovo di creare spettacolo, di fare teatro. Così inizia il percorso di MY-YSTERIA. Volevamo da subito una scena contaminata, in cui diversi linguaggi potessero trovare una dialettica comune al servizio dell’idea cardine. Devo dire che il nucleo era già forte: il tema della follia, per quanto più volte trattato, è imprescindibile per chi si occupa di arte. La parola poi, calda, dirompente, mai banale o scontata. Non è facile però portare sulla scena testi poetici. La poesia ha bisogno di pazienza, di ascolto, di solitudine. Come rendere efficace una lettura di poesie perché non restasse, per lo spettatore, una semplice lettura di poesie? Dal punto di vista registico questa è stata l’incognita maggiore. Lavoro sulla scrittura da molti anni, nei miei lavori inserisco spesso segni grafici, calligrafie, parole. Nell’attesa di cogliere il movimento, quel momento che permette alla parola di diventare segno, di-segno, traccia e di nuovo parola. Superfici in cui i significati insiti dentro le parole di una lingua diventano non più lingua ma linguaggio, arcaico, misterioso, incompleto. La calligrafia diventa ora segno ora forma ora traccia e memoria di un passato sospeso, reperto trovato chissà dove o un oracolo che ci svela qualcosa di noi. Attraversando una babele di segni, la calligrafia sulla superficie della tela diventa irriconoscibile, un nonlinguaggio. Qui c’è il sapore del mistero, l’incontro con il non-conosciuto. L’ambivalenza è sempre prepotentemente presente. Le molteplici chiavi di lettura, i diversi livelli di comprensione sono ancora più importanti nella scena teatrale, dove l’arte diventa ancora più “spuria”. Questo il mio approccio al progetto MY-YSTERIA, come regista ho cercato di valorizzare il rapporto tra le forze messe-in-scena e a porgere al pubblico quella riflessione poetica contemporanea che qui ci è suggerita delle indimenticabili parole del poeta Milo Rossi. E ancora il contrappunto tra questo e i corpi delle danzatrici, che iscrivono i loro movimenti in un diagramma tra vuoti e pieni, tra il componimento musicale, suggestivo e fresco, e le immagini dense dei due fotografi Luca Lupi e Lidia Giusto. La scena teatrale diventa il luogo del silenzio, non quel silenzio fatto di vuoto, ma un silenzio denso, sospeso nel tempo e nella memoria. Il viaggio dello spettatore prende vita tra i silenzi e le note del pianoforte che accompagnano l’apparire e lo scomparire delle immagini. In questo la parola di Milo Rossi si innesta come una linfa, riempie l’attimo sospeso di una vibrazione antica, sensuale, tragica. La voce è di Maria Rita Montagnani. Tutto è misurato, in un equilibrio che alla percezione dello spettatore assume la forza di una foglia d’autunno, mossa dal vento leggero, che sta per staccarsi al ramo. E i primi freddi irrompono con la forza dell’inevitabile ciclo del tempo, ma la foglia resiste e quando va via lo fa nella certezza della rinascita. Così la vita e la morte si avvolgono in un sensuale abbraccio che rabbrividisce. Per me il teatro ha senso quando catapulta lo spettatore in un luogo intimo, accogliente e rischioso. E MY-YSTERIA lo è.

L’autrice: Maria Rita Montagnani

La regista: Letteria Giuffrè Pagano

Davide Coppola, compositore e musicista Martina Princivalle, grafica e videomaker

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TEATRO CONTEMPORANEO

“A proposito di te il tuo volto vola con il vento dove le parole si perdevano nei colori di questo sgomento, non ti rivedrò se non nelle mie notti lunghe come ombre, non mi rivedrai se non in ciò che cancellerai in un corpo qualunque. A proposito di te non mi è rimasto che la lama di un lamento, anche il mio volto adesso vola, vola perché è diventato vento.” Milo Rossi Ho messo il mio cuore ad asciugare, qui, dove la pioggia è eterna. Milo Rossi

ARTISTI SELEZIONATI

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TEATRO CONTEMPORANEO

MY-YSTERIA AL TEATRO MIELA DI TRIESTE “Dipendiamo da quel tonfo leggero dell’anima che ricade su se stessa.” Inizia così, con questa prosa poetica di Milo Rossi, poeta toscano contemporaneo, lo spettacolo “MY-YSTERIA, la follia della poesia – la poesia della follia.” che ha debuttato domenica 4 novembre al Teatro Miela di Trieste. Il progetto, ideato dal critico d’arte Maria Rita Montagnani, ha condotto lo spettatore dentro i luoghi della mente, dove la follia genera ed è generata.

La poesia di Milo Rossi , fulcro di tutto lo spettacolo, è entrata ed uscita da queste luoghi attraverso la voce della stessa Montagnani, una voce calda, dirompente, non costruita, emozionata ed emozionante. Ciò che provava lei è stato trasmesso agli spettatori. La poesia di Milo Rossi è intensa, profonda e drammatica come ce ne sono poche. Milo Rossi costruisce mondi, fatti di chiaroscuri, di luce e di ombre, di amore e di morte. Sono voli e cadute di una mente labirintica che trattiene tutte le passioni e le paure per poi creare dei testi che penetrano come pugni nello stomaco e non ti lasciano più.

Movimenti del tempo colti dagli occhi di due fotografi eccezionali come Luca Lupi e Lidia Giusto. Nei loro scatti non c’è solo bravura, c’è anima.

Davide Coppola, giovanissimo compositore triestino, è riuscito a creare un tappeto sonoro che ha colto l’essenza della poesia e delle fotografie. Singoli suoni, che via via, come sinapsi, si uniscono a grappolo ed esplodono in musiche sospese, fluttuanti, di un misticismo interiore a tratti lentissime ( momenti statici della mente), a tratti veloci , dove il dinamismo si sviluppa in danze fatte di ostinati che sorreggono melodie che diventano vortici dentro i quali si muove la follia. I quattro quadri di danza, firmati dal trio Ambra Cadelli, Giovanna Cavan, Ombretta Miccoli hanno dato vita alla follia. Una follia alienata che si muove come un fantasma dentro una realtà fatta di vuoto e che si ritrova dentro se stessa e rivive indossando la vita. Il nastro, l’anello e il bracciale rosso diventano il fil rouge sul quale si muove, prima come bambola, per esplodere in una danza finale, dove il rosso acceso della passione la conduce alla vita contro la morte della mente. Il gesto della caduta della sedia, quasi a voler allontanare da sè la costrizione su cui essa è costretta a sedere è emblematico. Tutto lo spettacolo è stato tenuto in mano dalla regista Letteria Giuffrè Pagano in modo magistrale, creando, attraverso le luci e della scelta della tecnica di allestimento, quel cosmo, fatto di un sogno lacerato e lacerante, ma vivo, dentro il quale si è mosso lo spettacolo. Una forma d’arte a trecentosessanta gradi, fatta di “vera arte”. (Marica Geminiani)

Una follia di luoghi fisici claustrofobici, gli ex manicomi, le fabbriche abbandonate, i cimiteri e una solitudine di spazi aperti, il cielo, il mare, luoghi apparentemente contrastanti, ma che in realtà sono il veri luoghi del pensiero e del pensare, fatti di oggetti dimenticati, abbandonati in qualche ansa della mente, fatti di una vita che non è quella umana, ma è volo di uno stormo che diventa quasi l’occhio di mille occhi della mente, di foglie che fremono, di statue che vanno oltre la vita.

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TEATRO CONTEMPORANEO

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Note biografiche MILO ROSSI è un poeta toscano contemporaneo, le cui opere sono caratterizzate da uno stile ricercato e una sintesi formale inconfondibile, scarna ed asciutta eppure intrisa di humus emotivo. Molte delle sue poesie sono state pubblicate in cataloghi e riviste d’arte e lette all’interno di eventi artistici e mostre, ed hanno affiancato opere di artisti affermati. Una raccolta delle sue poesie sarà prossimamente pubblicata da un importante editore italiano. LUCA LUPI vive e lavora a Fucecchio, Firenze. Dal 1995 si dedica alla fotografia editoriale e di beni culturali intrecciando l’attività professionale ai propri progetti di ricerca. LIDIA GIUSTO, genovese, storica dell’arte, da anni si dedica alla ricerca nella fotografia d’autore nell’ambito dell’archeologia urbana , dell’industriale abbandonato e dell’urban exploration. DAVIDE COPPOLA, giovane compositore triestino, frequenta il Triennio di pianoforte e il corso di composizione presso il Conservatorio” G. Tartini” e la facoltà di lettere e filosofia di Trieste. Scrive musiche originali e adattamenti per spettacoli e documentari. AMBRA CADELLI , ballerina e coreografa di Trieste, tiene corsi di danza moderna e modern-jazz presso L’Associazione Culturale Teatro Immagine Suono - ACTIS di Trieste. GIOVANNA CAVAN E OMBRETTA MICCOLI, ballerine professioniste di Trieste, con Ambra Cadelli, si dedicano a progetti di danza partecipando a manifestazioni e festival nazionali ed internazionali. LETTERIA GIUFFRÈ PAGANO, artista visiva e regista messinese, da anni si dedica alla sperimentazione di nuovi linguaggi, soprattutto nell’ambito della video arte e i linguaggi della scena. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1999 fonda il gruppo Telluris Associati col quale realizza regie e progetti di formazione. Partecipa a esposizioni, festival e residenze in Italia e all’estero (New Delhi e Singapore). Dal 2010 è direttrice artistica del festival teatROmania/emersioni sceniche di Roma. Alcune sue opere pittoriche fanno parte di collezioni pubbliche e private. MARTINA PRINCIVALLE, giovane grafica di Trieste, frequenta la facoltà di architettura presso lo IUAV di Venezia e studia clarinetto presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste. Il progetto “MY-YSTERIA” prevede anche una grande rassegna d’arte contemporanea dal titolo omonimo (MY-YSTERIA) che comprenderà tutti i linguaggi espressivi sul tema della follia, della sua rilevante influenza in ambito individuale, esistenziale e filosofico, del suo immenso apporto psichico, artistico e letterario e della sua valenza semantica nella nostra cultura occidentale. Pertanto, a quei direttori artistici che fossero interessati a portare My-ysteria nei loro teatri, così come agli enti e sedi pubbliche espositive che fossero interessati ad ospitare la rassegna,rivolgiamo l’invito a contattare l’autore del progetto. (Maria Rita Montagnani: e-mail mrmontagnani@gmail.com)

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M Y- Y S T E R I A

TEATRO CONTEMPORANEO

LA FOLLIA DELLA POESIA, LA POESIA DELLA FOLLIA

Momenti dello spettacolo del 4 Novembre 2012

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GAME ART

ASSOCIAZIONE

ART (R)EVOLUTION

Il Museo Temporaneo di Assassin’s Creed

1. Ludovic Ribardière, da Project Legacy ® Ubisoft

ART (R)EVOLUTION, il Museo Temporaneo di Assassin’s Creed da Milano pronto per nuove tappe Nel grande serbatoio visivo delle arti contemporanee una in particolare desta la nostra attenzione in modo forte e autentico: la game art, strettamente legata alla concept art con la quale divide le fasi progettuali e creative alla base del videogioco. Sì, il videogioco! Una nuova espressione contemporanea dell’arte, la prima nella storia a nascere già consapevole della propria finzione. Il contesto. Tra settembre e novembre Milano ha ospitato il primo Museo Temporaneo di ‘Assassin’s Creed’, un titolo fra i più famosi e amati in tutto il mondo che ha venduto più di 37 milioni di copie nei suoi quattro episodi precedenti e ora in continua salita con l’uscita dell’ultimo. Le mostre. Sono italiane le menti che hanno ideato e curato la mostra più grande mai dedicata a un videogioco in un museo nazionale, anzi in due musei milanesi: due scrittori che hanno venti anni di esperienza in campo culturale, editoriale e di ideazione di progetti speciali. Prima di tutta la gamification oggi diffusa, Debora Ferrari e Luca Traini dal 2008 hanno dato inizio a un vero e proprio crescendo per il nuovo modo di concepire la game art come arte portante del XXI secolo, in prima mondiale e in una visione tutta italiana, un nuovo marchio del Made in Italy con raffinate connessioni estetiche e scientifiche che ha avuto la sua consacrazione alla Biennale di Venezia dello scorso anno con il padiglione di Neoludica. Art is a Game 2011-1966. Con Assassin’s Creed Art (R)Evolution, il videogioco Ubisoft di matrice europea che ha fatto conoscere a 38.000.000 di utenti le città d’arte italiane, entriamo nel nuovo Rinascimento del XXI secolo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla partecipazione attiva e scientifica di Ubisoft Italia, con Alberto Coco e Stefano Rigattieri che hanno collaborato con tutto il team milanese, e Riccardo Hofmann esperto di relazioni esterne che si è già dedicato a Venezia al binomio arte e tecnologia.

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La sezione al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci presentava un centinaio di opere originali firmate dagli artisti di Ubisoft, che dal 2007 a oggi hanno lavorato ai diversi episodi del videogioco. Le opere, anche se realizzate in digitale, vengono proposte in materiali fedeli alla tipologia d’immagine, grazie alla partnership con Demart, e il pubblico può godere di veri quadri in tela, in affresco, in

2. Olivier Martin, ®Ubisoft, Vatican Vault, crystal, cm 90x50

plexiglass, in legno, in pelle, in fine art e in mosaico. Anche altri artisti contemporanei danno un importante contributo all’interpretazione della ricchezza culturale di Assassin’s Creed. Massimo Giuntoli con l’opera “Osmosi” dà nuova vita ai video della saga con un’architetturale di luci. Samuele Arcangioli ha progettato e realizzato la “Macchina dei ritratti”, una stanza di 4 metri in cui il pubblico si trova ad attraversare le diverse identità dei soggetti principali della serie. Edward Paul Quist, artista di Brooklyn, presta appositamente un’opera della sua recente ricerca sul codice genetico con un video fortemente collegato alle emozioni del protagonista all’interno dell’Animus. All’interno dell’esposizione, il Museo della Scienza offre la Macchina Volante e il Cannone ad Otto Canne di Leonardo Da Vinci per esaltarne la presenza e la sua genialità nel videogioco. Due postazioni da gioco su PC – create appositamente da Mirco Ferrari Labs – permettono al pubblico di accedere a workshop specifici e vedere le interviste agli sviluppatori di Assassin’s Creed. Al Museo WOW Spazio Fumetto di Milano, sono state esposte circa ottanta tavole di comics di Assassin’s Creed, alcune delle quali prodotte con la partnership di Artestampa per rendere al meglio i supporti cartacei di Fine Art e di grafica. Chicche dell’esposizione al Museo del Fumetto sono: il Codice di Altaïr in versione inedita e in parte pubblicato sul catalogo edito da Skira, tre ritratti su tavola realizzati da Samuele Arcangioli, il Tributo ad Ezio Auditore realizzato dall’artista No Curves e venti opere selezionate dal contest artistico lanciato da Musea ed E-Ludo sul sito www.acartrevolution.com. Ora tutte le opere insieme sono pronte per itinerare in grandi musei italiani e stranieri. Artisti. Realizzare un videogioco è un lavoro di squadra. Le opere esposte nella mostra ASSASSIN’S CREED® ART (R) EVOLUTION sono realizzate con il contributo di alcuni tra gli artisti che hanno lavorato negli anni alla saga ASSASSIN’S CREED® : Gilles Beloeil, Donglu Yu, Patrick Lambert, Vincent Gaigneux, Martin Deschambault, Ludovic Ribardière, Olivier Martin, Eve Berthelette, Raphael Lacoste, Patrick Gagné, Patrick Desgreniers, Olivier Ammirati, William Wu. Eventi. Tra settembre e novembre si sono tenute conferenze e workshop nelle due sedi con i partner scientifici e gli artisti, workshop di gioco con MFLabs, approfondimenti scientifici coi curatori museali, didattica per le scuole. Tutto il programma è scaricabile con l’app gratuita disponibile sugli stores.


EIKON22 Il libro. ASSASSIN’S CREED ART (R)EVOLUTION, edito da Skira nel 2012 e inserito nel catalogo di libri d’arte, è il primo catalogo d’arte interamente dedicato a un videogioco fra i più amati e conosciuti al mondo. Un videogioco molto particolare che ha fatto della Storia e dell’Arte il cuore del suo motore, affezionando non solo i giocatori ma anche critici e studiosi. Nel libro sono racchiusi 190 artwork concepiti in 6 studios internazionali di Ubisoft che creando le missioni del gioco fanno rivivere arte e architettura medievale, rinascimentale e moderna, tra il 2012 e il 1191. Interviste ai creatori, saggi critici e una piccola guida ai luoghi d’arte arricchiscono il volume. Hanno contribuito anche Ricardo Cones, Luca Roncella, Salvo Fallica e Salvatore Mica. Forme d’arte di tutti i tempi riprendono vita in migliaia di concept che caratterizzano Assassin’s Creed, un’opera d’arte multidimensionale e multisensoriale, da attraversare attivamente giocando o godere come linguaggio contemporaneo.

4. Ludovic Ribardière, Problem solvers, polistirene 250x200

Anche una stanza binaria, nuova forma metrica, dedicata a Ezio Auditore. Arte ha la radice di arma, Assassino, Una lama celata incide i sogni: Disegno forte, sofferto di un mondo. In palio una pace che verrà tardi. Tutto è lecito: la realtà è in gioco, Osmosi fra primi e ultimi livelli. Resterà la bellezza del gesto, Ezio, E la gioia di vittorie senza odio. (Debora Ferrari, Luca Traini)

3. Il curatore racconta, workshop su Leonardo in Assassin’s Creed

I canali social, web e le app coi QR. Grazie alla partnership con E-Ludo Interactive ed E-Ludo Lab e alla sponsorizzazione tecnica di MFLabs di Mirco Ferrari, la mostra è interattiva e multimediale, comunica al mondo attraverso i social differenziati e con una App gratuita scaricabile sugli stores ci si può mantenere aggiornati sui programmi e gli incontri, avere video e foto, conoscere approfonditamente gli attori di questo Museo Temporaneo. In mostra con i QR il pubblico approfondisce i temi e le visioni, facendo delle pareti con le opere delle vere porte di accesso a contenuti cross mediali. Conclusioni. Siamo nel Terzo Millennio e negli anni Venti di questo nuovo secolo. La game art e la concept art col videogioco stanno trasformando velocemente il nostro linguaggio e il nostro rapporto con la creatività. Questa è una ‘rivoluzione’ tutta italiana che come al solito porterà aria nuova anche nel resto del mondo. Del resto fare cultura coi contenuti da noi è un’attitudine innata. Il Museo Temporaneo sarà in altre tappe italiane e straniere: da non perdere! E.C.

5. Edward Paul Quist e, dietro, la Macchian dei ritratti di S. Arcangioli

Sitografia: www.acartrevolution.com, www.ubisoft.it lucatraini.blogspot.it, wikipedia:Debora Ferrari, www.gameartgallery.it, www.gameartgalleryeu, www.e-ludo.it, neoludica.blogspot.it. E social 6. Opere di grafica e comics di Assassin’s Creed®

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ARTE GRAFICA A cura di Anna Maria Ronchin

III BIENNALE EX LIBRIS PALLADIO Museo Civico di Brunico Bolzano 8 febbraio/10 Marzo 2013

La Biennale internazionale Ex Libris Palladio, giunta alla terza edizione, è nata per commemorare Andrea di Pietro della Gondola, detto Palladio nel 2008, con l’intento squisitamente filantropico di rinnovare lo spirito dell’epoca rinascimentale, determinante per la storia del libro; infatti, fu nel XV secolo che si diffusero i caratteri mobili in Europa. Il noto privilegio concesso a Giovanni da Spira (1469) segna l’alba della stampa, con il diritto di pubblicare in tutto il territorio della Serenissima Repubblica; poi seguirono molti stampatori-editori, tra loro il più celebre fu Aldo Manuzio. L’ex libris indica spesso l’occasione per la quale è stato realizzato, come in questo caso, i cinquecento anni della nascita di Andrea Palladio, protagonista con i suoi Quattro libri dell’architettura della diffusione dell’arte tipografica, alla quale l’ex libris è intimamente coniugato. Correlata alla stampa era la produzione della carta, attività praticata lungo le Riviere della Terraferma, dal Sile, al Brenta, dal Retrone ai corsi minori che scendevano alla capitale e di cui Veneziani detenevano il monopolio internazionale. Infatti, fu nei piccoli centri dove risiedevano i proprietari delle cartiere che comparvero i primi tipografi-editori a Treviso, Padova, Verona l’anno dopo la scomparsa di Giovanni da Spira (1471) e tre anni dopo anche a Vicenza. Il primo stampatore-editore vicentino fu Leonardo Achates. Egli si trasferì a Santorso da Basilea, intorno alla metà del settimo decennio del XV secolo e qui pubblicò opere significative, come il Canzoniere di Francesco Petrarca, conservato ancora oggi nella città berica; lo stesso mecenate di Palladio, Giangiorgio Trissino, si servì dell’arte calcografica per pubblicare i suoi scritti e partecipare attivamente al dibattito sulla lingua italiana.

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La Regione Veneto e il Comune di Vicenza patrocinano la Biennale Int. Ex Libris Palladio, perché rinnova l’intraprendenza degli stampatori-editori prima tedeschi, poi veneti che aprirono le loro botteghe per editare documenti e testi, divenuti poi dei classici della letteratura latina e italiana. L’evento ideato e curato da Anna Maria Ronchin, è di spessore internazionale per la qualità e la provenienza degli artisti selezionati ed è diventato l’appuntamento biennale, che approccia il grande pubblico al patrimonio culturale libraio, promuovendo la creatività italiana e straniera. Nell’arte exlibristica si sono cimentati artisti eccellenti dapprima a penna, poi con le tecniche della stampa xilografica, calcografica, serigrafica, off-set, fino a quelle più recenti come la linoleumgrafia, la fotoincisione e il digital-graphic.

La prima Biennale Internazionale Ex Libris Palladio ha selezionato le opere di Guy Jahan, Parigi; Milvia Bortoluzzi e Annamaria Ghirardello, Thiene (Vicenza); Manù, Manuela Simoncelli , Mussolente (Vicenza). Nel 2010 la II Edizione della Biennale Internazionale Ex Libris Palladio ha posto in palio dei premi che i singoli artisti hanno scelto per affinità ed interesse estetico ed ai quali hanno dedicato il loro ex libris. I vincitori sono: Pitor Tomaso, Schio (Vicenza) I premio Gilda degli Insegnanti; Luisa Tinazzi, Povegliano Veronese (Verona) e Max Paggin, Vicenza II premio ex aequo della Giuria; Mirta Caccaro, Dueville (Vicenza), premio Libreria Do Rode; Noemi Carrau Gual, Barcellona Spagna, premio Galleria Aquafortis, Treviso; Renato Da Sparé, Verona, premio Corniceria San Paolo, Vicenza; Maria Grazia Martina, Breganze (Vicenza) premio Galleria Scaletta 62, Vicenza . Ciascun ex libris è ispirato all’opera di Palladio, alle scelte stilistiche dell’architetto che ha fatto grande Vicenza ed è caratterizzato da disegni e simboli che rappresentano il proprietario, oppure l’associazione, la galleria cui è stato dedicato. L’ex libris, tradizionalmente, rappresenta il singolo proprietario del libro e nella III Biennale Internazionale Ex Libris Palladio i destinatari che hanno messo in palio i premi, sono i seguenti: Museo Diocesano di Vicenza , I premio; la ditta Angeloni di Mestre-Venezia, II e III Premio; poi seguono le Gallerie d’Arte Busellato di Asiago, Scaletta 62 e Berga di Vicenza. I vincitori sono Krzysztof Marek Bak, docente associato dell’Università della Slesia (Polonia) insignito del primo premio; Max Paggin, disegnatore del “Giornale di Vicenza”, che ha ottenuto il secondo premio; il terzo è stato assegnato all’artista padovana Patrizia Da Re ; gli altri vincitori sono i polacchi Eugeniusz e Pavel Delekta; l’artista bielorussa Galina Lwowa e la torinese Giulia Martino. La III Biennale Internazionale Ex Libris Palladio sarà ospitata dal Museo della Grafica di Brunico, Stadtmuseum Bruneck, a cura dell’Associazione Pro Museo di Brunico, in via BruderWillram-Str. 1, 39031 Bruneck/Brunico dall‘8 febbraio al 30 marzo 2013 nei seguenti orari il martedì e il venerdì 15-18/ sabato e domenica 10-12 www.stadtmuseum-bruneck.it tel: 0474/553292.


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ARTE GRAFICA

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1. Max Paggin - II premio 2012 2. Patrizia Da Re - III Premio 2012 3. Eugeniusz Delekta 4. Pawel Delekta 5. Galina Lwowa 6. Krisztof Marek Bak - I Premio 2012 7. Giulia Martino

0445 605044

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ARTE ALCHEMICA

Presidente di Giuria: Maria Rita Montagnani - critico d’arte

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GIURIA PREMIO AFRODITE Arte Nigrescente: opere premiate MASSIMO OMNIS Ground zero-figure in bilico L’opera appare come una emersione nebulosa dal fondo nero della Nigredo, portando in superficie macchie di memorie calcinate ed evanescenti su cui si rapprendono figure rossastre che sembrano non voler apparire completamente, né sparire del tutto. Come se la percezione del dolore o della nostalgia fosse per l’artista qualcosa di indefinito ma persistente, che conduce comunque la propria interiorità a ripiegarsi sull’essenza di qualcosa di fatalmente vitale. (M.R.M.)

Ground zero - figure in bilico

MICAELA MORRILLO Triage La coscienza nigrescente ci conduce in questa opera attraverso un’atmosfera allucinatoria, dove l’artista sembra rappresentarsi in più sembianze in un interno claustrofobico e dal taglio fotografico, che si apre su una realtà parallela e quasi fantasmatica. Coesistono una sospensione emotiva e la fredda consapevolezza che qualcosa di molto inquietante si sia appena compiuto o stia per compiersi. Il biancore diffuso sta a sottolineare ancor di più la drammaticità della scena, accentuandone la cupezza. (M.R.M.) Triage

PATRICIA GLAUSER L’impiccata L’opera della Glauser rappresenta il confronto con la morte e le sue molteplici connessioni, il senso d’inadeguatezza, la debolezza della natura umana, la fragilità dei sentimenti, l’incalzare del tempo e la grande paura dell’uomo consapevole davanti all’ignoto. L’inconoscibile che si presenta in ogni aspetto della nostra vita, prende a tratti il sopravvento, divenendo un sinistro presagio e una concreta minaccia, soprattutto quando non sappiamo fare un compromesso con la morte ed offrirle dentro di noi il suo spazio simbolico. (M.R.M.)

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L’impiccata


PercezioneNigrescente MASSIMO OMNIS

Massimo Onnis Pittore Scultore Designer www.massimoonnis.com Pittore Scultore Designer dalla calda e squisita vena poetica. È nato a Villacidro, vive e opera a Nuoro. Autodidatta. Sin dalla più giovane età si è avvicinato con passione al mondo delle arti figurative. Attraverso la pittura, egli esprime i sinceri vincoli affettivi che lo legano alla sua terra natia, ricca di luci e di colori, di tradizioni secolari e di folklore genuino. Ha esposto in mostre personali e collettive in prestigiose località del mondo e nelle più rinomate località della Sardegna tra quali il museo MAN di Nuorio. E’ presente alle più importanti Biennali al Mondo (Venezia -NewYork-Mosca-Documenta-LondraParigi -Izimir - Palermo ) e nei più prestigiosi concorsi Internazionali. Ha meritatamente riscosso i più lusinghieri consensi del pubblico e della critica a tutti i concorsi e rassegne per la originalità della sua Arte. La stampa specializzata si è più volte interessata alla sua attività di artista con articoli e recensioni. Critici qualificati hanno visionato e scritto sulle sue opere indicandolo come uno dei migliori artisti contemporanei. Tra cui citiamo: Antonio Malmo, Paolo Brambilla, Sante Venturi, Marino Trioschi, Vincenzo Zoccola Zambrano, Walter Fabbri, Carlo Zoli, Emilio Borin, Dino Pasquali, Umberto Tessari, Ettore Panighi, Gianni Ingoglia, Umberto Zaccaria, Renato Salvadeo, Ivan Patuzzi,Renato Lusa, Stefano Rosselli, Enzo Babini, Ivan Simonini, Cristiana Collu, Teresa Francesca Giffone, Mariarosaria Belgiovine, Loreta Larkina, Giulio Angioni, Francesca Biondolillo. E’ fondatore del movimento “GroundZero tutto si distrugge tutto si ricostruisce” dedicando una monografia ai fatti dell’11 settembre 2001. Ha vinto 2 “pennelli D’oro” una “Gondola per l’Arte” e tanti altri prestigiosi premi in concorsi e manifestazioni Internazionali Le sue opere sono presenti in prestigiose Gallerie e collezioni private in tutto il mondo. E’ presente nei migliori cataloghi di arte specializzata.

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CoscienzaNigrescente MICAELA MORRILLO

SULLA PITTURA La mia pittura è una presa di coscienza, una forma informativa e meditativa sul nascosto e il misterioso. La realtà ricca e sovrabbondante, caotica, eccessiva, sovrannumeraria va scardinata nei suoi elementi minimi di significato, l’ossatura impalpabile. Un volto può rivelare la personalità del momento, una natura morta contenere qualcosa di vivo, l’interno richiamare l’esterno, l’avanti rivelarsi nel dietro, il singolare manifestare la sua natura plurale, il morto afferrare il vivo. Sono attratta da ciò che vedo e non comprendo, dalla natura ambigua delle cose, dall’emergere di realtà nascoste, dalla coesistenza in una sola cosa di contrari, di forze opposte. La pittura è sempre un tentativo di comprensione e/o segno di una evoluzione. Per creare è possibile utilizzare due processi: 1) creazione concettuale 2) creazione concettuale e realizzazione manuale (la mera realizzazione manuale non è creativa). Nel primo caso, nella concettualizzazione evolve la mente (evolve una parte soltanto dell’essere), nel secondo caso, nel fare con le mani ciò che la mente ha immaginato, evolve tutto l’essere. Se il primo processo è informativo, il secondo aggiunge all’informazione la qualità della meditazione (cioè un livello diverso di comprensione). I simboli sono emersioni di realtà nascoste nella realtà caotica, ricca e sovrabbondante. A volte come soggetto entro nei miei lavori in quanto materia vicina che contiene tutto quanto tento di comprendere. Il pensiero può impedire o favorire l’azione, le immagini possono seguire o precedere l’azione. Il pensiero e le immagini creano realtà. Le divisioni interne, i personaggi interni che si alternano, si oppongono, entrano in gioco, sono intrinseci all’esperienza di ciascuno, rappresentarle è incarnare il processo di azione e di non azione.

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Micaela Morrillo (Mormica) Nata a Bologna. Si diploma al Liceo classico di Ravenna. Studia pittura presso La scuola di Arti e Mestieri San Giacomo di Roma e si specializza in pittura ad olio con il maestro Giovanni Arcangeli. Partecipa a Fumetti Dirompenti rassegna di fumetto a Roma nel 2008 e 2009 - XL di Repubblica pubblica un suo lavoro in“Matite rosa shocking”. Studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze con Adriano Bimbi e all’Accademia di Belle Arti di Bologna con Simone Pellegrini. Ha partecipato ad alcune mostre collettive a Roma. Attualmente lavora tra Bologna e Ravenna.

CONTATTI: Tel : 3288139512 Email: mormica76@gmail.com http://mormica.see.me


IntellettoNigrescente PATRICIA GLAUSER

Patricia Glauser patriciaglauser@gmail.com http://www.patriciaglauser.com +39 339 8144018 +39 055 8587039 Nata in Colombia nel 1967. Nel 1998 lascia suo lavoro come dentista per venire in Italia a studiare arte. Dopo aver fatto diversi corsi di disegno e pittura, nel 2001 s’iscrive all’Accademia di belle Arti di Firenze dalla quale si diploma in pittura nel 2006. Nel 2009 segue il master in Arti Visive alla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze (LABA). Oltre al suo lavoro come artista, è insegnante di Anatomia dell’Immagine alla LABA. MOSTRE PERSONALI: 2012: In Bianco, L’atelier Art studio and Gallery, Patricia Glauser, Firenze. 2010: Insight Outside, Luca Gambacorti, Galleria Lato, Prato Firenze. 2007: Un parcours a deux temps, Elsa Fajardo, Wavre, Belgio. * MOSTRE COLLETTIVE: 2012: Visone bianco e nero, pensieri a colori, Barbara Vincenzi, Venezia.* 2012: Gender fluid, Barbara Vincenzi, Centro D’Arte Moderna, Pisa. * 2012: Visioni in Bianco e Nero, Barbara Vincenzi, Studio Iroko, Milano.* 2011: BE, Cristina Madini, Galleria Rosso Cinabro, Roma. 2011: Oniricum, Angelo Pieroni, Museo della Specola, Firenze.* 2011: Artdesignweek show, Galleria Bardi Contemporanea, Firenze. 2009: Verde que te quiero verde, Vittorio Corsini, Piazza Ghiberti, Firenze. 2009: Lavori finali, D’A Spazio D’arte, Fabio Cresci, Empoli, Firenze. 2009: Communication box, Pedro Riz a Porta, Fabio Cresci, Via dei Bardi, Firenze. 2004: Profezie di bellezza 4, A. Tirelli, Caffé Storico Letterario Giubbe Rosse, Firenze. 2004: Mostra di Pittura, Radu Dragumirescu, ex Chiesa di San Carlo di Barnabisti, Firenze.* PREMI Finalista, Premio Afrodite 2012, La percezione simbolica, Arte Nigrescente, Finalista, Premio Yicca 2009 BIBLIOGRAFIA - Serena Bedini, Inside-Outside,due artisti, due mondi, due percorsi, due tele. “I.OVO, arte e cultura contemporanea”, N.10, Ottobre 2012 - Emanuela Catalano, Dialoghi tessili “Expo Art”, N.13, Ottobre 2012, pag. 27. Rivista Prato news y demas revista y catalogos nombre y autore catalogo Revista eikon

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ARTE ALCHEMICA

Presidente di Giuria: Maria Rita Montagnani - critico d’arte

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GIURIA PREMIO AFRODITE Arte Rubescente: opere premiate ALBA D’ALPAOS Chi sei Quella che vediamo ritratta è una figura che rappresenta un disvelarsi occultandosi e un offrirsi sottraendosi, come un’epifania archetipica che si serviva di un linguaggio oscuro ma pregnante per manifestarsi. La D’Alpaos sottolinea molto appropriatamente questo senso d’attesa e di tensione all’interno dei meccanismi psichici, soprattutto attraverso lo sguardo di questa figura d’Anima, che scruta ogni cosa senza mai lasciarsi afferrare completamente. Forse essa non sa chi è o forse chiede all’osservatore di porsi la stessa domanda, che suona sempre più per ciascuno di noi, come un sibillino quesito della Sfinge.-

(M.R.M.) Chi sei

GIULIO CESARE MATUSALI Verso qualcosa Il costellarsi della coscienza rubescente, ha condotto l’artista a concepire l’opera “Verso qualcosa”, come un micro-cosmo sotto forma di un casellario di memorie e di archiviazioni emotive, dove ogni singola tessera e frammento, concorrono a formare un unicum di vissuto e immaginato, che in definitiva rappresenta una possibile configurazione della vita stessa. Matusali ne ha distillato l’essenza e sublimato le tracce psichiche in una forma fortemente stigmatizzata, che pare contenere al tempo stesso, l’elemento onirico e quello reale, che all’interno di un’espressione artistica, divengono pressoché indistinguibili. (M.R.M.) Verso qualcosa

La maschera di Lachesi

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NEVIO MONACCHI La maschera di Lachesi Monacchi si ispira al mito greco, racchiudendo l’intelletto rubescente nelle sembianze della Moira Lachesi, la “filatrice” del destino umano. Vi è dunque un tentativo di ricongiungere il passato col presente, la realtà con l’immaginazione, ciò che non è mai avvenuto con ciò che sarà. La sua sintesi artistica è a tal proposito, interamente inscritta nella maschera del fato, maschera come Persona, Persona come maschera immutabile e oltre-umana, con cui il divino si è sempre manifestato agli uomini. Curiosamente la Lachesi di Monacchi, presenta un volto tutt’altro che impersonale, quasi sofferente, ricettacolo di amare consapevolezze e forse di devastanti pensieri, come se anche su di essa gravasse un pesante senso di morte.(M.R.M.)


PercezioneRubescente ALBA D’ALPAOS RESTAURI

contatti regina.ludmila@alice.it www.dalpaosalba.it CURRICULUM ESPOSITIVO - 2010 IL BELLO DELLE DONNE (Cremona ) - 2010 I SEGRETI DELLA NATURA (Galleria Il Leone, Roma ) - 2010 SENSI D’AUTORE (Bologna) - 2010 MOSTRA DI DANIELA ACCORSI (Nizza, Francia ) - 2011 MOSTRA CONTEMPORANEA ARTE VISIVA (Alba) - 2011 ARTE PER LA VITA (Santa Maria in Cosmedin, Roma ) - 2011 (XXII) MOSTRA MERCATO D’ARTE MODERNA E CONEMPORANEA (Fiera di Padova ) - 2011 RIFLESSI FEMMINILI (Art Gallery’56, Torino ) - 2011 ARTE UNICEF (Paladiana Milazzo_ME ) - 2011 CENTRO DIFFUSIONE ARTE (Palermo) - 2011 ESPOSIZIONE PUBBLICA ASTA (Parigi, Quartiere Drouot) - 2011 SENSI D’ AUTORE (Accademia delle Scienze, Torino) - 2011 FRASEOLOGIA VISIVA (Torino Art Gallery) - 2011 THE BODY (Galleria Web Art, Treviso) - 2011 ODIERNA_SONS OF CONTEMPORARY (Roma ) - 2011 MOSTRA INTERNAZIONALE ITALIA ARTE (Torino ) - 2011 LOVER PASSION (Palazzo Margani , Roma ) - 2011 MOSTRA A CURA DI SALVATORE RUSSO (Palermo ) - 2011 FIRME D’ARTE (Palazzo municipale, Pieve d’ Alpago – BL ) - 2011 MOSTRA D’ARTE REGARD (Villa Magdalena, Torino ) - 2012 CONCORSO INTERNAZIONALE (Città di Corchiano) - 2012 IMMAGINI SPAZIO ARTE (Cremona) - 2012 EFFETTO ARTE (Palermo) - 2012 SPECIALE TORINO ART GALLERY - 2012 LABIRINTI D’ ARTE IN COLLABORAZIONE CON LA BIENNALE DI VENEZIA ( Torino) - 2012 VIVI ARTE VIVA, LIBRO OPERA D’ ARTE ( Torino) - 2012 INCONTRI E CONFRONTI (Torino) - 2012 BELTA’ D’ ARTE (Sala espositiva Giacco, Torino) - 2012 ACCORSI ARTE ( Mostra virtuale, Torino) - 2012 NEW CODE (Museo del Castello Estense, Ferrara ) - 2012 CULURAL CONTACT ( San Vidal, Venezia Montreal ) - 2012 THE BODY (Galleria Web Art, Fiera di Longarone) - 2012 PREMIO SEGNO…(Galleria ZAMENOF a VENEZIA) - 2012 LE QUATTRO FENICI (Domus Talenti Roma) - 2012 VINCITRICE PREMIO AFRODITE Arte rubescente - 2012 ARTE FIERA Longarone con Web Art - 2012 PERSONALE COMUNE PIEVE D’ALPAGO - 2013 BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE DI PALERMO

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CoscienzaRubescente GIULIO CESARE MATUSALI

É intorno alla metà degli anni 70’ il suo esordio quando produce opere di matrice concettuale: le “Fotocopie”; “un metro quadrato di maccheroni”; “sovrapposizione” e 2. Verso qualcosa opere materiche quali: “dodici storie”; “la grande storia” e “ruggine”. Nel 1979 dipinge “Decorazione di una tela d’artista 100x100”, un’opera ancora concettuale ma che dà inizio ad un nuovo corso della sua pittura, scaturita dall’idea di considerare l’arte mera decorazione e quindi un inutile beffardo gioco. I dipinti più rappresentativi di quel periodo sono “Polli” (il pollo che assurge ad elemento di decoro) e “Piscianti”. La sua prima importante personale è del 1989 con l’esposione di 12 tele dedicate all’ “Assedio” e curata da Natale Rossi e con testo critico di Vinicio Saviantoni “Negli anni successivi le attenzioni dell’artista continuano ad essere rivolte al contemporaneo, alla società che tutto frammenta e organizza... Sono di quel periodo infatti le opere eseguite adottando un modo di costruire il quadro che è legato alla serie, alla successione e frammentazione di immagini ...” Nel 2009 ( dopo 20 anni ) fà la sua seconda mostra personale “Ristabilimento di Connessioni” con l’esposizione di 19 tele e 19 disegni curata da Giuseppe Salerno con testo critico dello stesso. Ha partecipato in seguito a mostre collettive alla galleria Spaziottagoni di Roma quali: “Artisti al 100x100” e “Macro”, “Essere o Avere” alla galleria “Cà Zanardi di Venezia” e “Uovo d’artista” al Palazzo Ducale e alla galleria “Il granarone” di Calcata, all’ISA Istituto Superiore Antincendi, come finalista della XV edizione del Premio Internazionale Massenzio Arte, due dipinti sono stati esposti al Festival Internazionale di Arte ArtCevia 2011, Comune di Arcevia, Comune di Serra de’ Conti, Comune di Fabriano, dal 27 agosto al 10 novembre 2011.— personale del maggio 2011 al borgo di Calcata curata da Giuseppe Salerno, Mostra personale “TSUNAMI ANCHE A ROMA”, Action Café, dal 7 al 26 giugno 2011, A Giugno 2012, espone opere grafiche e pittoriche alla galleria “La_lineaartcontemporanea” di Roma, a cura di Claudio Marchionni e Virginia Carbonelli, A Ottobre 2012 tiene una personale di disegni 2005-2012 al Caffè Letterario di Roma, a dicembre 2012 una collettiva a Tuscania a cura di Giuseppe Salerno a cui è presente con due disegni su tela, a Bologna dal 10 gennaio al 30 presso la galleria WIKIARTE espone due acrilici nell’ambito della manifestazione Expo WIKIARTE Bologna 2^ edizione Il suo concetto di arte che ha ispirato i suoi ultimi lavori si può sintetizzare con la sua seguente frase “L’arte è semplicemente cercare un piccolo spazio che sta’ da qualche parte”. Dipinge perlopiù grosse tele ad acrilico ed esegue piccoli disegni ad inchiostro su tela e cartoncino.

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Giulio Cesare Matusali lavora a Roma presso il suo studio di via Duilio 13 telefono fisso 06/32609202 e cell. 328 0826693. sito internet: http://www.giuliocesarematusali.it/ email: giuliocesare.matusali@fastwebnet.it inscritto sia a facebook, twitter , a premio celeste e a see.me


IntellettoRubescente NEVIO MONACCHI

Nasce nel 1972 a Sant’Angelo in Vado nelle vicinanze di Urbino. Vive e lavora a Novafeltria nel Montefeltro. Presenta per la prima volta il suo lavoro nel 2003 presso la Piccola Galleria Comunale di Pesaro, partecipa e allestisce successivamente diverse mostre personali e collettive, fra cui nel 2004 una personale nella sala grande del Palazzo Mediceo nell’antica città medioevale di San Leo. Espone nel 2005 alla “LV Rassegna Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea G.B.Salvi” di Sassoferrato. Nel dicembre 2005 gennaio 2006 presso la sede del Collegio Raffaello, il Comune di Urbino e l’associazione “Urbino Arte” presentano una sua serie di quarantuno tavole sul tema del Corpo. Nel maggio 2006 allestisce una personale allo Studio D’Ars di Milano e a Parigi (giugno 2006) espone nella Chapelle Saint Louis de la Salpétrière. Nell’ottobre 2006 espone alla Galleria Cortina (Milano). Partecipa al 57° Premio Michetti. A settembre 2007 partecipa alla mostra “Genesi” tenutasi nella Rocca dei Sanvitale di Fontanellato (Parma). E’ ospite della Die Ecke Galerie di Monaco nell’ottobre del 2007. Nello stesso anno, “50 Artisti per Alda Merini”, presso Archivi del 900, Milano. Settembre 2008, “Nero”, Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato (Piacenza) Settembre _ Ottobre 2008, “Solidi Figurativi”, personale alla Galleria Blanchaert di Milano. Novembre _ Dicembre 2008, Masters of Brera, presso Liu Haisu Art Museum di Shanghai. E’ invitato al Premio Maccagno tenutosi al Museo Parisi Valle (VA) dal 30 maggio al 19 luglio 2009. Nel corso del 2009/2010, D’ars 50, Mappe d’Artista 1959 – 2009. Mostra di arte contemporanea itinerante; Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni”, Trento. Società Umanitaria di Milano, Galleria Angelica, Roma, Museo d’Arte Contemporanea Casa del Console, Savona … . Giugno 2010; Misure Celesti, chiesa di San Francesco, Como. Aprile 2011; Danza con l’arte, Galleria Spaziottagoni, Roma Maggio 2011, esposizione nel foyer del Teatro Rossini (Pesaro) in occasione della rappresentazione dello spettacolo multimediale “De divina proportione”. E’ fra gli artisti che compongono la raccolta 13X17 (ed. Rizzoli) curata da P.Daverio e J. Blanchaert . Vince nel giugno del 2008 il Primo Premio nella sezione pittura alla XXIV Rassegna Internazionale Giovanni Segantini. Alcuni suoi dipinti sono entrati e far parte della collezione dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica di San Marino e del MiM presso il castello di San Pietro in Cerro (Piacenza). INFO neviomonacchi@gmail.com Mob. +39 3333865967 Sito web attualmente in costruzione.

25 2. La maschera di Lachèsi


ARTE ALCHEMICA

Presidente di Giuria: Maria Rita Montagnani - critico d’arte

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GIURIA PREMIO AFRODITE Arte Rubescente: opere premiate ELISABETTA CRISPONI Il segreto del silenzio

Il segreto del silenzio

Nell’opera della Crisponi ci avvolge uno spazio senza tempo, con un’atmosfera che potrebbe essere stata simile a quella del primo giorno del mondo, quando nulla ancora vi era all’infuori che il manifestarsi di un grande e insondabile mistero, quello della vita umana.Qui la natura si ritrova tutta raccolta all’interno di un ascolto cosmico, dove attesa e silenzio scandiscono i respiri di un grande segreto. Qui l’esistenza si ferma ancora per cogliere il suono nascosto nella musica delle cose, esortandoci ad un profondo raccoglimento spirituale e interiore.Solo così entreremo in una conoscenza più grande e incommensurabile, che prescinde da ogni conoscenza umana.(M.R.M.) BERARDINO TOTARO La seduzione del sapiente

La seduzione del sapiente

In questa opera l’artista ci offre la coscienza albescente sotto forma di una grande ambivalenza, quella duplice fascinazione operata dal sapiente e che può portare all’epifania di una verità come pure ad una pericolosa mistificazione. Ovunque vi sia in gioco una forza che possa trasformare e portare la luce,vi sarà comunque e sempre la possibilità di una fitta oscurità, contemplando e costellando anche l’archetipo dell’ “Ombra”. Nell’immagine di questo armadietto semi-aperto che invita ad entrare, vi si trovano una testa scolpita ed una maschera in aperta dialettica attraverso un silenzio e un’immobilità metafisica, che rende simbolica ed enigmatica l’intera composizione. Come se quelle due entità in-umane prendessero vita solo dai nostri pensieri e dalle nostre parole. (M.R.M.) MAX GASPARINI - Atra-bile

Atra-bile

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Nella “bile nera” Gasparini rintraccia la primordiale tendenza dell’uomo alla totalità dell’essere, che l’intelletto albescente racchiude nell’energia tesa all’integrazione delle parti inconsce all’interno della personalità individuale. Due volti fusi, in quest’ opera, rappresentano il maschile e il femminile come controsessualità psichica, come fine e finalità dell’Opus Magnum, quali aspetti opposti e complementari che costituiscono il fondamento della nostra vita psicologica e interiore. Ogni essere umano infatti,che sia uomo o donna, non può prescindere da questa radicale sizigia, da cui tutto parte e a cui tutto ritorna, portando con sé vita e morte, amore e dolore, luce e buio. Come un mandala, un Ouroboros o il cerchio magico attraverso la cui circolarità, la nostra vita si dipana. Così abbiamo bisogno del simbolo, per rendere la medesima a tratti meno indecifrabile.- (M.R.M.)


PercezioneAlbescente ELISABETTA CRISPONI

Elisabetta Crisponi nasce a Genova nel 1971, figlia del Mediterraneo, trascorre la sua infanzia influenzata da una madre toscana, un padre sardo, una nonna emiliana.. rinchiusa nel suo mondo, come un piccolo uovo che assorbe il bene e il male dall’esterno per dare origine al suo essere. Nel 2009 si avvicina all’arte pittorica quasi per caso, ma con essa, e tramite il suo scrivere che mai l’ha abbandonata in tutti gli anni passati, trova la chiave, l’energia, la forza giusta per far esplodere il suo sole, rompendo il suo guscio e venendo al mondo. Pittura e poesia sono i suoi strumenti per incenerire inibizioni, paure, traumi placando quell’irrequietezza che sempre le è stata compagna. In”frasi accostate” questo lei dice di se e della sua pittura: “Ecco il mio sentire, forse il tuo sentire. Molte cose avevo da dire al mondo, da svelare a me stessa, così un giorno presi i colori ed iniziai a parlare, per liberare l’urlo che suonava in me ormai da troppo tempo. Ora sono io con il mio arcobaleno d’emozioni che finalmente dice al mondo - le cose van dette per come son vere -.” Galleria espositiva: 2011:Collettiva d’arte “la Place des Artists” Imola 2012: Rassegna d’arte “De Mulieribus” Trieste 2012:Collettiva d’arte “Arte sotto i portici” Bologna 2012: Biennale Internazionale di Arte Asolo 2012: Mostra di pittura “Bazzano città d’arte” 2012: Collettiva d’arte “La Place des Artists” Castelguelfo 2012: Mostra collettiva “La Bottega dei colori” Castiglione dei Pepoli 2012: Collettiva d’arte “la Place des Artists” Imola 2012: Mostra d’arte “Italiani a Parigi” IV edizione presso galleria “Etienne de Causans” a PARIGI 2012: Mostra d’arte presso Galleria De’Marchi Bologna 2013: dal 26 gennaio al 9 febbraio mostra d’arte presso Atelier d’Art-Expertice. Storici d’arte in Firenze. Contatti sael1971@libero.it http://elisabettacrisponiart.blogspot.it

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CoscienzaAlbescente BERARDINO TOTARO

Contatti: web: www.berardinototaro.it email: berardinototaro@tiscali.it

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Berardino Totaro nasce a San Severo, in Puglia, nel 1953. Fin da bambino manifesta un grande interesse per il disegno e la pittura in particolare. Compie studi classici e si laurea in psicologia a Roma, dove vive per tutto il periodo occorrente agli studi. In questa città si appassiona per la classicità, in particolare per l’architettura romana e rinascimentale. Nei musei studia la pittura dei maestri del passato e nel contempo frequenta botteghe artigiane dove osserva e cerca di apprendere i segreti delle tecniche. Sono questi i luoghi privilegiati della conoscenza e della formazione artistica. Nel 1989 si stabilisce a Lucera e qui, dove a tutt’oggi dimora, si dedica alla pittura. L’ultima ricerca stilistica di Totaro rievoca le atmosfere dello “Studiolo” rinascimentale dove è ambientato il suo discorso iconografico, umanistico, sociale e concettuale. Ogni tavola, finemente dipinta, è avvolta in atmosfere spiccatamente dechirichiane: narrazioni pittoriche in cui l’elemento dominante è la Maschera. Le Maschere di Totaro ci pongono in una dimensione psicoanalitica della realtà e ci conducono in scenari strettamente legati alla sfera dell’inconscio, inoltre la presenza di numerosi echi letterari innalza il valore culturale di queste opere caratterizzate da un tratto grafico particolarmente certosino. Maschere i cui occhi, solo apparentemente vuoti ed inespressivi, raccontano la vita umana indagandone i sentimenti più intimi e reconditi; oggetti muti che osservano statue, giocattoli, chimere, libri, scacchi: un immaginario pittorico popolato da presenze metafisiche che aleggiano sospese in dimensioni senza tempo.


IntellettoAlbescente MAX GASPARINI

Attività espositiva: In permanenza presso Arthouse Gallery Leiden | Kunsthuis Delft | Kunsthuizen gallery Alkmaar | Galleria Whitelabs Milano| Galleria Arte è Kaos Alassio | |Galleria Palma arte Alseno Piacenza Personali 2012 Milano, Libreria Bocca galleria Vittorio Emanuele, “Expectation”curata da Giorgio Lodetti Milano, Galleria Whitelabs , “Vis a Vis 4| the dreamers” curata da Nicola Davide Angerame Alassio, galleria Arte è Kaos, “Faceland” Venezia, Palazzo Zenobio, Padiglione Islanda, “Presenze” curata da Virgilio Patarini Salerno, galleria Il Novecento Arte 2011 Albenga, Museo di palazzo Oddo; Al Nero, curata da Francesca Bogliolo | Alassio, Galleria Arte è Kaos, “Before Black” | Leiden , KunsthuizenGallery,”New face”| Bologna, Camera con vista, circuito off fiera 2010 Alassio, Galleria Arte è Kaos, “Face off” | Milano, Galleria Previtali, “La città dal volto invisibile “ a cura di Alessandra Redaelli 2008 Soncino (Cr), Rocca Sforzesca, “Camille e le altre” a cura di Luciano Cinquini. 2007 Paratico (BS) Oselanda, “Mito, sogno, realtà”, assessorato alla cultura. Collettive e fiere 2013 Parigi, New Art Fair , Espace Cardin Collettive e fiere 2012 Strasburgo, St’Art | Gent, Lineart Gent Labin (Croazia) Galleria Alvona, “Italian Artist”curata da Vinko Saina Amburgo Affordable art fair | Amsterdam Affordable art fair | Roma Affordable Art Fair Verona, fiera, Art Verona Pola (Croazia), Museo d’arte contemporanea dell’Istria “Tu Smo 3” Biennale Internazionale delle arti visive Cava di Roselle Grosseto, “Premio Basi 2012, mostra finalisti” curata da Silvia Petronici Spoleto, Ospedale di Spoleto; “Arte in terapia” curata da Alberto D’atanasio Leida (olanda), Hooglandise Kerk, “Kunst e interior” Alseno (Pc), Galleria Palma arte, collettiva Lille, (Francia) Lille artfair Perugia, Rocca Paolina “in chartis Mevaniae due” curata da Alberto D’Atanasio Venezia, Ex magazzini del sale Bucintoro, “La fine del mondo tra Apocalisse e Apocatàstasi, gli artisti? I nuovi profeti”, curata da Alberto D’Atanasio | Lussemburgo “art e antique fair 2012” Bevagna, Museo civico “In Chartis Mevaniae” curata da Alberto D’Atanasio | Milano superstudiopiù Affordable artfair | Bergamo BAF 2012| Max Gasparini nato a Rovato il 28 Marzo 1970 mail maxgasparini@libero.it sito www.maxgasparini.com facebook maxgasparini. page

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LO SCATTO DIGITALE

a cura di Giuseppina Mastrovito

PAUL DAVID

PHOTOMORFOSI REDFERN metamorfosi della fotografia

Nell’era del terzo millennio parlare, o scrivere, di arte digitale è prassi normale al punto che l’argomento non suscita più tanto scalpore come negli anni passati. In questa rubrica intitolata “Lo scatto digitale” si cercherà di ricostruire i vari steps che hanno visto crescere e, successivamente, affermarsi l’arte tecnologica e digitale. Come per tutte le forme di arte anche quella digitale ha avuto i suoi precursori e sperimentatori che hanno contribuito, a partire dagli anni Cinquanta, a rendere l’arte digitale arte a tutti gli effetti. In Italia il Friuli Venezia Giulia è certamente tra le prime regioni a distinguersi in quest’ambito. Tre i periodi storici quelli, cioè, più significativi per l’arte digitale giuliana: il 1960 con Edward Zajec, il 1970 con Matjaz Hmeljak e il 1990 con Mauro Mauri e Paul David Redfern. I primi due provengono dal mondo “matematico” e hanno iniziato a sperimentare il digitale a Trieste. Gli ultimi due, entrambi goriziani, provengono invece dal mondo creativo: pittura Mauri (1945-2001), fotografia e grafica Redfern. Tutti e quattro gli artisti hanno usato per la creazione delle proprie opere il computer con i relativi softwares. Il risultato finale però è completamente diverso per ciascuno di questi sperimentatori ed è proprio questa diversità che li colloca da subito in un preciso e specifico ambito artistico. Il computer, pertanto, non più mera macchina ma strumento creativo per esprimere arte. Per quanto riguarda la fotografia artistica, Redfern, isontino ma di origini americane, è tra i primi autori nazionali a cimentarsi e a credere fortemente nel digitale. Nella seconda metà degli anni Ottanta egli inizia a “contaminare” la fotografia tradizionale con “escursus” digitali la cui procedura è ben descritta in un contributo di Giuseppina Mastrovito riportato dalla rivista Chitarra classica (anno VI, n ‹8, Maggio 2009, pp. 24-25) consultabile anche online all’indirizzo: http://digilander.libero.it/pauldavidredfern/interv istaMastrovito.html.

Links utili: http://digilander.libero.it/pauldavidredfern/Index.html

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Dai primi lavori fotografici elaborati al computer, denominati dallo stesso artista “Photomorfosi”, a quelli più recenti è evidente la maturità raggiunta dall’autore grazie anche ai progressi fatti in questi anni dal mondo informatico. Il percorso evolutivo di Redfern, artista digitale, è costituito principalmente da quattro tappe fondamentali: 1) primi anni Ottanta: utilizzo della tecnica del collage 2) metà anni Ottanta: sperimentazione e contaminazione tra la fotografia tradizionale e il collage 3) fine anni Ottanta: primi interventi di elaborazione digitale su immagini realizzate con la tecnica del collage. Le elaborazioni sono in bianco e nero e l’artista si serve del programma di fotoritocco “Digital Darkroom”, l’antenato di “Photoshop”. A questo periodo appartiene l’mmagine dal titolo “Il n°7”.

1988 - “Il n°7”, 1° intervento digitale

1994 - “Il calice,

PHOTOMORFOSI/Metamorfosi della fotografia

4) anni Novanta: “Adobe Photoshop” è presente sul mercato. Redfern ne padroneggia il suo utilizzo fin dall’inizio unendo anche l’uso dei primi computers a colori “Macintosh”. Da questo momento, siamo nel 1994, comincia la realizzazione delle “Photomorfosi”. Nel 1996 le “Photomorfosi” sono pubblicate dalla storica rivista di fotografia “Progresso fotografico”. Seguono altre pubblicazioni su riviste specializzate come ad esempio “Computer Arts” (rivista grafica) e “Fotocomputer”. E’ catalogato, inoltre, come artista digitale nel “SIRPAC” , il Sistema Informativo Regionale del Patrimonio Culturale del Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali di Villa Manin di Passariano (UD). Recentemente è stato anche oggetto di studio in una tesi di laurea specialistica dal titolo “Dalla fotografia analogica alla digitale, i nuovi media e la società di massa. I pionieri della fotografia digitale in Friuli Venezia Giulia”, Università degli studi di Udine Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea Specialistica in DAMS (anno accademico 2010/2011) laureanda Annalisa


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LO SCATTO DIGITALE

2008 - codexM 2008 - Scaretotem 2010 - Ritratti dell’anima 2012 - I Templari 1 2

Secchi e relatore dott. Claudio Domini. All’artista e alle sue “Photomotfosi” è dedicato, infatti, l’intero capitolo VII. Dal 1994, anno in cui Redfern realizza le sue prime “Photomorfosi”, numerosi sono stati gli appuntamenti espositivi ai quali ha partecipato e molti i convegni ai quali è stato presente in qualità di relatore. Le sue “Photomorfosi” fanno oramai parte di collezioni pubbliche e private e si trovano anche in quelle museali come il “Museum of Modern and Conteporary Art” di Fiume-Rijeka, in Croazia. Dal 2000 Redfern, alla continua ricerca di nuovi spunti e nuove possibilità creative, si avvale anche del linguaggio 4 cinematografico prediligendo, però, le immagini statiche per il montaggio finale dei suoi move. Nel 2007 vince il premio “We show award” per il miglior video artistico online con il move “The earth – il cuore della terra”. Grazie alla “commistione” e alla “contaminazione” di più linguaggi, nonché alla particolare tecnica “pittorica” delle sue “Photomorfosi”, Redfern è presente sovente a meeting internazionali d’arte contemporanea dove realizza in diretta le proprie opere artistiche con l’ausilio del fidato I-Mac, della stampante Epson 3800 e della fotocamera digitale Nikon 3100.

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ARTE POETICA

a cura di Giorgio Bolla

FABIO SERCIA L’Arte del vedere G.B.:Fabio, cosa pensi del rapporto tra poesia e immagine? F.S.: Credo che la poesia, e l’immagine, siano due forme espressive complementari e che si potenzino a vicenda. Prova a pensare alle canzoni: musica e testo, prova ad acoltarle da sole e poi insieme. Cambia tutto. La musica dà un incredibile potenza alle parole e viceversa. Credo che sia un po’ così anche con poesie e foto. Abbiamo potuto personalmente sperimentare questo binomio con un paio di video dove fotografia e poesia si combinavano tra loro fornendo un eccezionale risultato di potenza espressiva. È stata un’esperienza entusiasmante!! È come dare una terza dimensione alle emozioni, un volume a delle forme a due dimensioni. Chissà se ha un senso cercare nelle cose, e fissarle con una foto. Lo ha sempre avuto, sin dalla notte dei tempi. Da sempre l’uomo ha voluto fissare i propri ricordi, le proprie emozioni, per renderle in qualche modo eterne. È solo cambiato nel corso degli anni il modo di farlo. Dai graffiti sulle pareti di una caverna che fissavano il ricordo di una scena di caccia, al disegno, alla pittura e poi alla fotografia prima con i sali d’argento ora con i pixel elettronici. Abbiamo bisogno di associare momenti ad immagini. Anche la nostra memoria in fondo funziona così. Non facciamo altro che disegnare su di un supporto stabile (pietra, carta, tela pellicola) la nostra memoria per farla divenire resistente al tempo. Forse è un modo per divenire immortali. Chi lo sa... Proprio in questi giorni mi è capitato di rivedere delle fotografie di famiglia di 40-50 anni fa. Alcune risalivano agli anni 30 e le persone ritratte ora non ci sono più. Che emozione... Cosa sarebbe dei nostri ricordi senza la memoria delle immagini? G.B.: Bianco e nero o colore? F.S.: Non faccio una scelta a priori. Ci sono situazioni adatte al bianco e nero e altre che rendono meglio con il colore. È sempre l’emozione a guidarti. Ci sono foto che scatti pensandole già in bianco e nero e altre che ti accorgi solo in un secondo momento della particolare potenza espressiva che acquistano convertendole dal colore al bianco e nero. Una volta, ai tempi della pellicola, uscivi con caricato in macchina un rulllino bianco e nero o a colori. La scelta la facevi prima e dovevi sforzarti di vedere in bianco e nero. Oggi non è più così, decidi dopo. Non so dirti se sia meglio o peggio. D’altronde con il digitale è così: perdi qualcosa in termini di sguardo fotografico, ma acquisti in libertà. Notizie biografiche Nato nel 1962, Medico Chirurgo, Fabio Sercia lavora come Urologo in Ospedale. Da sempre appassionato di fotografia. Da qualche anno collabora con Giorgio Bolla con il quale ha pubblicato alcuni libri di poesie e fotografie.

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G.B.: Cerchi prima il soggetto, o la luce? F.S.: Bisogna cercare entrambi, soggetto e luce. Ho scattato un sacco di foto che sarrebbero state molto migliori con una diversa luce... ma se poi manca il soggetto interessante la luce può essere perfetta ma la foto sarà banale. Credo che bisogna rifuggire dal banale, soprattutto oggi. Bisognerebbe sforzarsi di avere uno sguardo diverso sulle cose e trovare un altro punto di vista fotografico ma non solo. La fotografia ti insegna che le cose cambiano e molto a seconda di come le guardi, e a seconda dell’angolo dal quale le inquadri. Quando riesco a fare questo in fotografia sono contento. Purtroppo non riesce sempre, anzi...


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RECENSIONI

Recensioni scrivere a giorgio.bolla@libero.it Via Comino, 52 35126 Padova

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POESIA & IMMAGINE

a cura di Giorgio Bolla

MARIO BENATTI Il senso delle cose “Inviarti segni su sassi/voglio perchè il vento/bramoso e violento/insaziato rimanga. Non come/sull’arenile l’estate passata/con le orme di dita pulsanti./Incido eterni messaggi/di serre di sogni non fatti/e case di cose non viste/e cesti d’inauditi racconti./Ai passaggi del tempo/il baluginio dei raggi del sole/parole articolerebbe viventi/dai segni sui sassi.” G.B.: E’ la poesia sempre e comunque messaggio? M.B.: Se ci facciamo soccorrere dall’etimologia della parola poesia, ci ritroviamo davanti un poeta che intende costruire o che, comunque, anche al di là dell’intenzione, costruisce. Può costruire per altri: un pensiero, una filosofia, una Weltanschaung, una cesta di sentimenti, una religione, persino una scienza, quella della parola. Il titolo della poesia da te citata è “Messaggi”, tratta da un’omonima mia raccolta del 2001. Dentro proprio quella poesia c’è tuttavia, in apparente contraddizione, il poeta senza messaggi, perché “incide eterni messaggi” relativi a “sogni non fatti”, a “cose non viste”, ad “inauditi racconti”. In ultima analisi io ritengo che, in ogni modo, un attento lettore di poeti possa cogliere da ogni poesia una comunicazione del poeta, non sempre peraltro come insegnamento. Messaggio viene dal francese Message, derivato dal francese antico mes ossia inviato, che è a sua volta, dal latino missum, vale a dire messo, inviato. Il poeta non è, come direbbe Alberto Cappi citando San Paolo un “vas electionis”, ma certamente un inviato speciale tra la comunità dei viventi umani.

Mario Benatti è nato nel 1929 a Mantovanella (MN). E’ medico dermatologo, grafologo e giornalista pubblicista. Ha scritto su giornali locali ed è tuttora collaboratore del settimanale La Cittadella. Ha al proprio attivo alcuni libri di argomento agiografico e il volume di aforismi Pensieri dal cuoio capelluto (2008). Nel campo della poesia ha pubblicato numerose raccolte di versi, da Poesia piccola nel 1961 a Due parole nel 2009. E’ presente in varie antologie poetiche e nel 2011 è uscita una sua raccolta antologica 1961-2011 dal titolo Poesie nel tempo. Nel 2012 è stato tradotto in Romania con una raccolta bilingue Poesie al tramonto.

G.B.: I tuoi maestri di Poesia ... M.B.: Non credo che parlare di me come poeta autodidatta sia spregevole. E’ certo tuttavia che mi erano entrati nell’anima, dall’adolescenza in là, quasi come maestri: Giacomo Leopardi perché sentivo i suoi malinconici innamoramenti e John Keats perché mi affascinavano i suoi versi delle Odi , soprattutto di quella su un’urna greca, a cercare la coincidenza tra bellezza e verità. L’incontro poi in Johann Wolfgang Goethe dell’amore per l’Italia insieme al suo lavoro intorno ad un personaggio complicato quale Faust, mi portò a concentrarmi per un po’ di tempo sulla sua strutturazione dei versi, anche in tedesco, lingua da me molto amata. Al Liceo Scientifico sfiorai Vincenzo Cardarelli che, con il classicismo formale e la dolorosa memoria, mi riportava a Recanati. Lessi con avidità, molto più avanti, Eugenio Montale con la sua poesia scabra e sapiente e, soprattutto, Mario Luzi con la sua tormentata religiosità. G.B.: Hai la fortuna, Mario, di vivere a Mantova, città di metafore e percorsi poetici. Che rapporto hai con questa tua città? M.B.: Il mio rapporto con la città, Mantova, è di vicinanza. Mi sento un vicino non indifferente, attento alla sua storia e alla sua attualità. Ho fatto anche il consigliere comunale per due mandati. Percepisco la poesia che ne emana in ogni angolo sia nobile sia popolare. Ma la mia città è la Mantovanella, una piccola grande corte a tre chilometri verso nord. Là sono nato e là ho vissuto con la gente del luogo i miei primi trent’anni. Ora è una corte un po’ conservata, un po’ restaurata e un po’ rovinata. La osservo, col cuore palpitante, e la fotografo ogni volta che le passo accanto per recarmi al vicino cimitero di Santa Maddalena. G.B.:Poesia taumaturgica? M.B.: Poesia taumaturgica? Può fare il miracolo di amarla. Non credo che chi scrive poesie si senta così potente da operare cose straordinarie. A pensarci bene, però, un po’ magico potrebbe sentirsi e così il lettore potrebbe essere avvinto dalla magia della parola. Resta tuttavia la costruzione, di cui alla risposta che ti ho dato con la prima domanda. G:B: Il senso del tempo: cosa pensi di questo, la poesia è forse un modo per avvicinarlo? M.B.: Il tempo è un contenitore invisibile con dentro le nostre ore, fin che ne abbiamo. Lui, il tempo, non è né bello-vicino né brutto-distante: sono i nostri respiri e sospiri a qualificarlo. Penso che la poesia non sia un modo per avvicinare il tempo; semmai può essere uno strumento per avvicinare l’eternità, che è senza tempo.

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