Portfolio third part

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Progetto di Restauro - Angela Squassina

Il corso di restauro si è diviso in due parti a seconda dei semestri: nel primo è stata affrontata per lo più la base teorica dei fodamenti del restauro architettonico, nel secondo semestre invece si sono messe in atto le regole e i pensieri studiati attraverso l’analisi di un edificio dal carattere storico. In questo caso è stata presa come esempio significativo Casa della Dogana, a Padova, sulla strada che conduce al Duomo. L’edificio apparentemente poco significativo, nonostante il forte carattere storico, si è rivelato una delle case romaniche dai caratteri più antichi presenti a

Padova. Studiare casa della Dogana si è rivelato particolarmente interessante, perchè le numerose osservazioni hanno portato alla luce informazioni riguardo alle fasi costruttive di questo edificio dalla storia particolarmente travagliata. La volontà iniziale di operare attraverso un semplice restauro stilistico è stata completamente rivalutata man mano che comparivano nuovi segni sulla superficie della facciata. “La percepibilità della storia vissuta dall’edificio costituisce il suo principale appeal, fondato su un sentire più complesso ed articolato rispetto al vedere che si limita a paragonare l’oggetto con

L’icona del suo stato integro. La percepibilità della storia, dunque, molto spesso è bellezza dell’opera, dove la storia non è solo ciò che consente il resoconto documentato degli accaduti del tempo, ma è prima di tutto un racconto di tutto questo, in cui le ambiguità, le sospensioni, i rinvii enigmatici sono importanti quanto i fatti narrati”. L’obiettivo principale del nostro progetto di restauro è stato quello di eliminare l’intonaco dell’ultimo restauro degli anni ‘70, per riportare alla luce un segno stratigrafico importante, ormai completamente cancellato, e per rendere più armoniosa la figura dell’edificio.


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URBAN ARCHAEOLOGY Workshop 2014 - Fabrizio Barozzi

Il Workshop di quest’anno aveva lo stesso tema del precedente: la riqualificazione di Marghera. I temi principali erano tre: A post industrial garden, Urban archaeology e The gateway to Venice; riassumevano quindi le idee: - di avvicinare i diversi mondi del porto, dell’area industriale e residenziale, i quali si sono costruiti intorno alla venezia storica, sfruttandone le potenzialità a livello energetico, urbano e territoriale; - di ripensare le grandi cattedrali industriali, oggi in rovina, le quali nascondono potenzialità non solo per quanto riguarda il recupero funzionale ma anche

e soprattutto per la loro scala urbana; - di modificare il fronte lagunare, l’area, attraverso il ridisegno delle darsene e il collegamento con Mestre, costituisce l’occasione per riflettere su un nuovo accesso a Venezia non più per via ferroviaria o stradale ma riscoprendo il percorso d’acqua originario. Il professore Barozzi ha impostato il suo corso sulla costruzione di una COSTELLAZIONE: rientrando nel tema dell’archeologia urbana, il programma del workshop consisteva nel reinterpretare dal punto di vista architettonico e funzionale i grandi manufatti dell’area industriale, per creare dei focolari, all’inter-

no di un tessuto urbano modulare e diffuso, dai quali sarebbe scaturita la rigenerazione di Marghera. Il nostro gruppo in particolare, ha avuto la possibilità di rielaborare interamente il manufatto industriale: ci sono stati assegnati dei comuni magazzini, che rispondevano al requisito di “grande manufatto” più che per l’imponenza per la loro lunghezza. La semplicità e lo stato di degrado dei magazzini ci hanno fatto riflettere sulla necessità di ripensare un ingresso adeguato, vista anche la loro collocazione, all’intera area, associando alla riqualificazione di queste strutture poco significative, la costruzione di torri abitative.


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Magazzini a Marghera Piante Sezioni Prospetti


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Torri residenziali e residenze a schiera Assonometria area della riqualificazione


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LABORATORIO INTEGRATO 3

Progetto Urbano - Margherita Vanore

L’ultimo laboratorio di progettazione del ciclo triennale consisteva nel progetto urbano; per la prima volta ci troviamo in un’ambientazione diversa da quella di Venezia. Il lotto preso in considerazione costituisce un’ex area industriale a Napoli, in direzione nord rispetto alla stazione centrale. Oltre allo stato avanzato di degrado, la zona presentava problematiche più profonde, legate all’insediamento delle vecchie fabbriche in un momento critico della città: il lotto è caratterizzato dal forte dislivello rispetto alla strada altamente trafficata di via Don bosco, com-

prende una serie di terrazzamenti di difficile gestione ed è delimitato nel lato ovest da una rampa molto trafficata, dalla quale le macchine si immettono nella strada principale rialzata (via Don Bosco) facendo una brusca curva a gomito. Le prime riflessioni fatte a scala urbana hanno portato all’individuazione di alcuno Landmark, come l’Albergo dei Poveri, con con una facciata di 400 metri sulla strada, e il quartiere amministrativo di Toyo Ito, che si distingue nel territorio per l’altezza e la modernità di costruzione, anche Piazza Nazionale rientra nella categoria dei contrassegni del territorio

in senso orizzontale. Per impostare il progetto, il riconoscimento dei landmark e le considerazioni riguardo ai loro pregi e difetti ci ha permesso di capire qual era lo scopo che avremmo voluto raggiungere e il progetto di riqualificazione di parte della città che avremmo voluto ottenere: la zona necessitava di essere scoperta in quanto momento focale della città, non problematico, trovandosi tra tessuti edificati e altezze del suolo diverse e in quanto luogo fortemente attrattivo e funzionale, attraverso uno sviluppo orrizzontale accompagnato da uno anche verticale. Coprire per Scoprire e la torre abitativa


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Ago e Sfera “La torre e la cupola del Crystal Palace introducono un contrasto archetipico che continuerà a ricomparire nella storia di Manhattan: l’ago e il globo. Rappresentano i due estremi del vocabolario finale di Manhattan. L’ago: massimo impatto fisico con minimo impiego di suolo. Il globo: massimo volume interno entro la minima superficie esterna. La storia di Manhattan è una dialettica fra l’ago che vuole diventare globo e il globo che tenta di trasformarsi in ago. Ibridi di successo combineranno la capacità dell’ago di attirare l’attezione occupando poco suolo con l’ampia ricettività della sfera.” Delirious New York, Rem Koolhaas Lo schizzo raffigura lo studio della piazza centrale, che avrebbe costituito il nuccleo degli spazi pubblici all’interno del complesso Rokko Housing II, di Tadao Ando. Lo slittamento è creato inserendo la griglia compositiva all’interno della topografia, prendendo quindi lo spazio intermedio come asse, in modo da ottenere una serie di assemblaggi molto varia. Process and Idea, Tadao Ando


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PORTFOLIO di LAUREA Scienze dell’Architettura a.a. 2013/2014 Federica Linguanti



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