Feel Rouge Magazine 10

Page 1




sommario Editoriale

5

Cara Scuola

7

Chinatown a Palermo 11

Feel Rouge Magazine Periodico di costume e società Anno III n° 10 Ottobre/Novembre 2008 Registrazione presso il Tribunale di Palermo

Amici animali: Randagismo 16

N° 16/06 del 26/09/2006 Iscritto al Registro Operatore di Comunicazione n. 16760

Farmacielle: esperti in fitoterapia 18 Calcio Palermo: Ballardini 20 Calcio Catania: Zenga 24 Gente di mare: Ravazzolo 28 Sport senza età: Fini Fichera 30 Impianti sportivi: Campo Ostacoli 34 Feel Rouge Calcio a 5 38 Nuove discipline: Horse ball 42 Terapie Psichiche: Coralmente 44

Editore

Carlo Valenti Direttore Responsabile

Paolo Vannini Consulenze

Roberto Gueli Hanno collaborato: Irma Annaloro, Marcella Bellanca, Jessica Corrao, Valentina Furgiuele, Alessandro Garraffa, Salvo Intravaia, Saro Laganà, Valentina Li Castri, Romina Marceca, Federica Messineo, Valeria Lo Verde Morante, Angelo Pattavina, Loredana Rinaldi, Gaetano Salvaggio, Danila Tarantino. Fotografie

Francesco Baiamonte Progetto Grafico

Marina Cerami

Sita: Sistemi di Gestione 46

Segretaria di redazione

Anna Mileci

Legalità: Premi Puglisi 48 Vela: Trofeo Challenge Florio 50 Nuovo Volto Feel Rouge 52 Musica: Tinturia e dintorni 56

Pubbliche relazioni

Annalisa Aiello Carmelo Piraino Gaetano Salvaggio Claudia Sardina Stampa

Priulla Concessionario Pubblicità

Artigianato d’èlite: Vetri d’Arte 58 24 Fotogrammi 60 Libri 62 Fool Rouge 64 4

Business & Communications s.r.l. via Mariano Stabile, 110 90139 Palermo Tel. +39 091321834 Fax +39 0918431230

redazione@feelrougetv.it www.feelrougetv.it Foto di copertina di Francesco Baiamonte. Da sinistra: Sasà Salvaggio, Chiara Picone, Roberta Misuraca, Anita Sorano.


EDITORIALE

Il pericolo dell’assuefazione C’è un pericolo subdolo che la società di oggi ci propone e che molto spesso è alla base dei malumori quotidiani. Ed è l’abitudine che abbiamo fatto a

di PAOLO VANNINI

dentro feel rouge

certe storture fino a considerarle normali, a non indignarci più dei piccoli e grandi abusi che ci circondano, ad alzare le spalle per qualunque ingiustizia che non riguardi il nostro universo personale. E’ un pericolo che in Sicilia dovremmo conoscere bene perché per molti anni la maggior parte della popolazione ha tenuto proprio questo atteggiamento nei confronti della mafia e delle sue infiltrazioni. Ma il discorso in questo caso va oltre e prende in esame la nostra voglia, o forse ormai la nostra capacità, di incidere nei mutamenti della società, di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose che ci sembrano incivili. Migliorare il mondo era l’utopia degli anni ’60 e ’70, poi è subentrato un “riflusso” morale, sporadicamente cancellato da qualche Live Aid che ci smuoveva le coscienze. Oggi quanti di noi sono disposti ad impegnarsi anche nel privato per avere comportamenti più etici? Quanti applicano a sé stessi i principi di cui molto spesso parlano in pubblico? Per questo non vogliamo dimenticare i temi forti che hanno caratterizzato i precedenti numeri di Feel Rouge: ce n’era uno ad esempio relativo alla credibilità della politica e delle sue istituzioni, alla sua capacità di parlare davvero alla gente e di intervenire sui problemi quotidiani. L’inizio dell’autunno ha portato spunti di riflessione: dalle perplessità su una riforma scolastica che interviene su fatti formali ma non impedisce che le famiglie debbano sobbarcarsi spese elevatissime a fronte di servizi sempre meno efficienti; alla questione dell’integrazione con l’altro, straniero o disabile che sia. Un aspetto che costituisce un passaggio obbligato della “globalizzazione” e della progressiva trasformazione anche delle nostre città sempre più multi etniche. Ed ancora, per il tema della crescita collettiva di una coscienza in Sicilia (ricordate “Addio Mafia”?), la grande partecipazione notata ai Premi Puglisi svoltisi allo Spasimo, serata cui dedichiamo ampio spazio, ed un evento di cui non troverete specifico servizio ma cui vogliamo comunque riservare un pensiero: il Festival della Legalità svoltosi a Palermo, una rassegna che oltre a tenere desta l’attenzione sulla lotta alle abitudini criminali (che è cosa leggermente diversa, e più insidiosa, del singolo reato), ha avuto il merito di riportare alla luce un bene cittadino come Villa Filippina. Il magazine prosegue poi il suo semplice cammino cercando di accendere i riflettori su realtà positive, come gli artisti siciliani che hanno l’orgoglio di restare a lavorare in questa terra spesso avara di possibilità, e ribadendo l’affetto verso lo sport e le sue storie affascinanti, che vanno dal calcio alla vela fino all’equitazione, scenario della nuova puntata della nostra inchiesta sugli impianti. Ci sono poi gli aspetti ludici che fanno ugualmente parte del nostro essere. Così, dopo giorni che hanno consacrato le bellezze siciliane come le migliori del paese, dalle prime due classificate a Miss Italia alla “velina” bionda, Feel Rouge rilancia il proprio ruolo in materia attraverso un concorso che offre anche spazi professionali a chi voglia intraprendere questa strada. La copertina, realizzata grazie ad alcuni fra i principali protagonisti della nostra “squadra”, ne fa fede strappandoci un sorriso. E a proposito, giusto per non equivocare, 5x5 non fa 40… Ma non vi dico quanto fa, perché spero che lo sappiate da soli… 5



Ma il grembiule non nasconde i guai

di SALVO INTRAVAIA

CARA SCUOLA

La scuola riparte con tante novità: grembiulini, voto di condotta e, dal prossimo anno, il “maestro unico” alla scuola elementare. Innovazioni che appena pochi mesi fa per insegnanti, genitori e alunni erano semplicemente inimmaginabili. Eppure è tutto vero. Ma siamo certi che attraverso questa strada si riuscirà a tirare fuori dal baratro delle classifiche OcsePisa i quindicenni siciliani, ultimi in Europa? C’è poi il caro-libri, gli edifici scolastici che “non ce la fanno più” e tantissimi ragazzini e bambini 7


che preferiscono piccoli lavoretti alla scuola. Insomma: una realtà complessa, spesso affrontata con “strategie” tampone. Cosa cambierà quest’anno? «Se ci riferiamo a grembiulini e voto in condotta – spiega Rosario Ognibene, preside della Scuola Media Pertini a Brancaccio – cambierà pochissimo: questi mi sembrano provvedimenti di facciata». E allora? «Le scuole hanno bisogno di soldi che gli enti locali ci erogano col contagocce. La mia scuola sta cadendo a pezzi e io non so come intervenire». Una cosa è certa: i “cervelloni” dell’Organizzazione Internazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (Ocse) pochi mesi fa hanno consegnato la maglia nera in Matematica, Lettura e Scienze ai quindicenni siciliani. Per uscire dalla cortina fumogena delle chiacchiere basta citare pochi dati. In Matematica, con 423 punti, i ragazzini dell’Isola si piazzano dopo i coetanei di Turchia e Uruguay. I loro compagni veneti totalizzano 510 punti e in Lombardia 487. E per essere ancora più chiari l’Ocse ci ricorda che circa un quarto (23,5 per cento) dei nostri adolescenti possiede un livello di conoscenze e competenze, sempre in Matematica, al di sotto del livello 1: “conoscenze tanto limitate da potere essere applicate soltanto in poche situazioni familiari”. Situazione che non cambia in Scienze e Lettura. Ma nessuno ha mai dimostrato l’inferiorità della “razza siciliana” rispetto alle altre. Si tratterà di altro, quindi. «Non saranno certo provvedimenti che ricordano il passato a migliorare la situazione. Occorre imparare a gestire la complessità» conclude il Preside Ognibene. I voti al posto dei giudizi alla scuola elementare e media, il grembiulino, il pugno di ferro contro gli alunni più vivaci e un taglio generalizzato alle ore di lezione riusciranno a sovvertire la classifica? Non sembra, almeno stando ai giudizi degli stessi capi d’istituto che vivono giornalmente la realtà scolastica. Ma si sa, le famiglie (anche quelle siciliane) sono distratte e si faranno passare sotto il naso tutte le novità che in pochi mesi cambieranno il volto alla scuola. I genitori non si possono permettere

8

Fotografie realizzate presso l’Istituto “Rousseau” di Palermo


di “fare filosofia” e devono stare attenti al portafogli. A Palermo, in barba ai limiti imposti dal Ministero dell’Istruzione, per una prima media occorre essere pronti a spendere anche 389 euro: 103 in più del tetto ministeriale. E in una prima di liceo classico, anziché 320 euro, si possono arrivare a spendere anche 530 euro, dizionari esclusi. C’è poi il resto del corredo scolastico che varia parecchio in funzione della griffe. In prima elementare, per zaino, diario, penne, matite, tuta, scarpe da ginnastica, grembiule e merenda occorre mettere in conto da un minimo di 93 euro a un massimo di 542 euro, se si segue la moda. Restano coloro, e sono tanti ancora in città, che alle aule scolastiche preferiscono la strada o qualche lavoretto per arrotondare il budget familiare. Giuseppe (nome di fantasia) è un bambino che frequenta la scuola elementare nel popolare quartiere palermitano del Capo. Non sempre si presenta a scuola perché aiuta il padre che fa il “rizzitaro”. Lui è piccolo ma sa già come si maneggiano e si aprono i ricci di mare. A lui e alla sua famiglia importerà poco se alla scuola elementare rimarranno tre maestre (su due classi) o la maestra unica. Di unico in famiglia hanno un pensiero, quello di “campare”. 9



Chinatown a Palermo

di DANILA TARANTINO

VITA DA IMMIGRATI

Grazie ad un parcheggio di fortuna alle 16,30 mi trovo già in via Maqueda e comincio la mia passeggiata in direzione della Stazione Centrale. Vado alla scoperta della Chinatown palermitana, quella più tradizionale e numerosa anche se ormai gli immigrati asiatici si sono diffusi nell’intera città. In zona, quasi tutte le attività commerciali sono gestite da Cinesi o Pakistani anche se di tanto in tanto tra un negozietto e l’altro ci si imbatte in qualche ta-

11


I NUMERI

di Romina Marceca

Trend in ascesa, 200 nuove istanze all’anno In tutte le maggiori città italiane ormai è una realtà consolidata. Tant'è che su internet c'è anche un portale, Chinatown Italia, con tutte le idee, ristoranti, botteghe e quant'altro sulla cultura cinese. A Palermo il fenomeno si sta allargando giorno dopo giorno. Chinatown è arrivata anche sulla nostra isola, prima a spizzichi e bocconi poi sempre più dirompente con diversi supermercati. Anni addietro i negozi contrassegnati dalle lanterne rosse erano a macchia di leopardo in tutta la città, oggi c'è una vera e propria città nella città soprattutto in via Lincoln. Un palazzo, l'ex centro Barone abbigliamenti, adesso è tutto in mano agli affaristi dagli occhi a mandorla, un vero e proprio centro commerciale. I numeri parlano chiaro e i fatti ancor di più. I cittadini cinesi regolarmente residenti nella provincia di Palermo sono 1.230, di cui 560 hanno un'attività propria. I dati arrivano dalla Questura di Palermo e parlano anche di una forma di lavoro con una propria peculiarità. «La maggior parte delle attività commerciali svolte dai cinesi - fanno sapere dalla polizia - riguarda quelle cosiddette "di vicinato" , ovvero di commercio non alimentare esercitate in locali aventi una superficie limitata». Per quanto concerne la distribuzione dei residenti e dell'ubicazione delle attività commerciali, risulta una concentrazione nell'area centrale, ricompresa tra le arterie di via Francesco Crispi, via Lincoln e di corso Calatafimi, registrando ultimamente un incremento anche nelle zone residenziali della città. In via Dante, ad esempio, si sono fatti largo piccoli supermercati e boutique dove i prezzi sono stracciatissimi. E capita che un'occhiata su abiti al pazzesco prezzo di due euro scappa a tutti. Forse perché, frastornati dai cartellini pazzi che invadono le vetrine della Palermo bene, ci si chiede in quale tessuto sia confezionata la merce cinese. Di fatto gli affari andranno bene perché il trend delle presenze è sicuramente in ascesa. Tanto è vero che per l'anno in corso si registrano 178 nuove istanze. Sono imprenditori per istinto, i cinesi, che hanno creato delle sorta di enclave in cui appartamenti, negozi e botteghe sono di loro proprietà, attuando una vera e propria conquista del territorio. Una tecnica che sembra avvicinarsi a uno dei presupposti fondamentali per lo sviluppo e la solidità di qualsiasi organizzazione criminale. Ad oggi però i dati ufficiali non indicano allarmi. Una vicinanza alla mafia sembrava esserci stata nel 2006, quando una mattina diverse botteghe di via Lincoln si ritrovarono con l'attak nei lucchetti. Si gridò all'intimidazione da parte della criminalità organizzata, forse per una resistenza al pagamento del pizzo. Poi si seguì la pista di un regolamento di conti tra gli emigrati. Il mistero avvolge quell'evento sino ad oggi. In campo criminale i cinesi non si sarebbero fatti ancora avanti. Le cronache non registrano arresti a loro carico. Mai coinvolti nemmeno una rissa, né alcuna difficoltà di integrazione sembra sfiorare questi cittadini che vivono come una sorta di civiltà fantasma nella nostra città. 12

baccheria o farmacia locale. Mi guardo in giro un po’ incuriosita, attratta dai colori accesi delle vetrine e dai tradizionali

lampioncini

rossi appesi all’entrata dei negozi. Mi accorgo di un negozietto

di

abbigliamento

accattivante ed entro, ma vengo immediatamente invitata ad uscire. «Qui non vendiamo al dettaglio» mi dice una voce; mi rendo conto che il mio interlocutore parla abbastanza bene l’italiano e provo a fargli qualche domanda apparentemente disinteressata. Non sembra molto incuriosito dalle mie chiacchiere quindi vado al sodo e gli spiego il vero motivo della mia visita. Non si mostra molto disponibile ma riesco comunque a farmi raccontare qualcosa. Fabio, scusate il nome di scarsa fantasia, vive a Palermo da quattro anni, ha una famiglia molto numerosa, che a ben guardare i pancioni delle due sorelle è destinata ad allagarsi. Giunto in Italia un paio d’anni fa, vive a Palermo da soli tre mesi. Fabio arriva a Roma insieme ad un amico, ma ben presto le loro strade si separano. Non ha una casa e per evitare l’affitto dorme nel ristorante in cui lavora. I proprietari, anche loro cinesi, ovviamente non hanno idea che lui viva nel loro locale ma gli lasciano volentieri le chiavi per tornare a casa prima dell’orario di chiusura. Ma una mattina qualunque e senza alcun preavviso, il proprietario passa dal ristorante, apre la porta a vetri e vede il suo cuoco dormire su un letto improvvisato con sedie e tovaglie. Quello è stato l’ultimo


giorno che Fabio ha messo piede in quel ristorante. Non avendo un lavoro né un posto dove dormire prende un treno e raggiunge il resto della famiglia che vive e lavora a Palermo già da un anno. Il negozio nei dieci minuti passati insieme si è riempito, Fabio comincia ad innervosirsi e mi spiega che i tunisini che vanno a rifornirsi da lui, di tanto in tanto rubano. Nelle sue parole intuisco una punta di razzismo ma non ci giurerei. A questo punto saluto e vado via, e proseguo nella mia passeggiata. All’altezza di Palazzo Sant’Elia attraverso la strada ed entro in un altro negozietto che vende bigiotteria. Qui l’ambiente è decisamente più familiare e vengo subito messa a mio agio. Lorenzo e Sabrina, questi sono i nomi che usano i proprietari del negozio, sono arrivati in Italia dieci anni fa e da quattro vivono a Palermo. Con loro riesco subito ad entrare in confidenza, sono molto sorridenti e sembrano essere gentili con tutti. Mi raccontano dei loro viaggi, di come si vive in Cina e del motivo per il quale l’hanno lasciata. Nelle loro parole intuisco un forte rammarico anche se ribadiscono più volte «non avevamo altra scelta». Sono entrambi originari di un piccolo centro non molto distante da Shanghai e sono andati via dal loro paese «perché in Cina la gente comune, pur lavorando tutto il giorno, vive in povertà» mi spiega Lorenzo, e come quasi tutti gli extracomunitari sono arrivati in Italia con il loro bagaglio e le loro illusioni, sperando di trovare la gallina dalle uova d’oro. Ma non tutto è oro ciò che luccica e Lorenzo e Sabrina questo lo sanno bene. Hanno girato in lungo e in largo quasi tutta l’Italia fino a quando tre anni e mezzo fa hanno deciso di fermarsi a Palermo e, dopo aver cambiato diversi lavori, sono riusciti finalmente ad aprire una loro attività. Il negozio è pieno di chincaglierie ed è molto luminoso e ordinato; anche l’atmosfera è molto piacevole. Sabrina e Lorenzo sono sposati da un anno ma soltanto al municipio anche se sono entrambi cristiani, e vivono in un piccolo bilocale non lontano da via Maqueda. Infine, chiedo loro cosa fanno nel tempo libero, se frequentano qualche 13


locale o se vanno al cinema, e rimango molto stupita nel sentire che non hanno assolutamente del tempo libero, tenendo il negozio tutto il giorno aperto, persino la domenica. Sabrina, che ha vissuto per un po’ sia a Milano che a Roma, mi spiega inoltre che a Palermo non esiste una vera e propria comunità cinese e che non ci sono dei locali frequentati soltanto da loro; se capita, vanno di tanto in tanto a farsi un bicchierino a “I Candelai”. Provo a cambiare zona; vado in altri negozi dalle parti di via Notarbartolo dove in pochi anni moltissimi orientali hanno preso casa in affitto, si sono inseriti bene, ma vivono le loro abitudini quasi in silenzio. L’unica diversità che noto è nei prezzi, decisamente molto più cari. In uno degli esercizi però assisto ad una scenetta abbastanza curiosa, protagoniste due signore di mezza età che si lamentano. «Non soltanto i Cinesi ci mandano in crisi l’economia ma si permettono pure di assumere gli Italiani»; «hai visto com’è finita – dice quella più anziana – adesso sono loro che danno lavoro a noi». è una convinzione abbastanza condivisa che la comunità cinese sia da ostacolo alla nostra economia e che le loro attività fomentino la crisi del commercio locale: vendendo ad un prezzo molto inferiore beni equivalenti, i nostri negozianti sarebbero quindi costretti a svendere le loro merci. C’è sempre qualche ragione materiale che fa da ostacolo all’integrazione. I cinesi di Palermo non sempre vengono ben visti per il loro essere una comunità molto chiusa, qualcuno ne parla persino in termini di “invasori”, alcuni, anche se non molti, invece auspicano una reale convivenza tra etnie differenti come avviene nelle grandi capitali Europee. Anche Palermo si deve confrontare con problemi di questo tipo e imparare a convivere

con

queste

ampie

realtà

extracomunitarie per una loro integrazione sia in termini economici che L’ex palazzo Barone di via Lincoln a Palermo, oggi centro commerciale cinese

14

sociali, cosa che porterà certamente vantaggi alla nostra città.



RANDAGI SMO RANDAGISMO

U n p ro b l e m a m o r a l e

Ogni anno in Italia oltre 150.000 animali domestici vengono abbandonati, moriranno in incidenti stradali, subiranno maltrattamenti, saranno vittima dell’addestramento dei cani da combattimento; il resto trascorrerà la propria esistenza nella gabbia di un canile sperando nell’adozione di una famiglia. Un fenomeno in crescita, che non accenna a regredire ed ampiamente diffuso da Nord a Sud, che ha la sua punta massima nel periodo di apertura della caccia. L'animale viene considerato alla stregua di un oggetto o di un giocattolo di cui ci si può disfare in qualunque momento. L'abbandono è fonte di numerosi problemi. L'animale lasciato solo non è abituato a procacciarsi il cibo e spesso muore di fame e di sete. Alcuni animali, abbandonati perché vecchi o già malati, non hanno alcuna possibilità di riuscire a sopravvivere. Il randagismo rappresenta una fonte di rischio per la popolazione umana ed animale. La diffusione di malattie infettive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo, la compromissione dell’igiene dell’abitato urbano, i problemi conseguenti a morsicature o altri incidenti, il perturbamento dell’equilibrio ecologico nelle campagne e nei parchi, le molestie alla quiete pubblica e le razzie che animali randagi e inselvatichiti possono operare, cau16


di FEDERICA MESSINEO

Foto di Riccardo Richiusa

sano danni notevoli alla collettività. Per la prevenzione del

venzioni tra società con fini di lucro e pubbliche am-

randagismo e la tutela degli animali domestici, sono state

ministrazioni incapaci di trovare soluzioni che ten-

approvate numerose leggi regionali, dotate di copertura

gano conto del rispetto degli animali.

finanziaria, che affidano alle Amministrazioni comunali

Per prevenire il randagismo sono state presentate

compiti di tutela degli animali e precise responsabilità

da associazioni in collaborazione con veterinari una

nella prevenzione del randagismo. Ma la normativa na-

lista di proposte concrete ad integrazione delle

zionale è ancora ampiamente disattesa ed intorno a

leggi esistenti: dall’istituzione del cane di quartiere,

questo vuoto si sono sviluppati fenomeni che fanno del

alla riqualificazione dei canili sanitari e dei rifugi,

randagismo un vero e proprio business. è il caso di tanti

dalla registrazione di cani e gatti nello stato di

rifugi privati, molto spesso veri e propri lager, nati da con-

famiglia, alla defiscalizzazione degli acquisti e delle spese per chi adotta un randagio e la necessità di convenzionare gli ambulatori dei professionisti privati, la diffusione di campagne di adozione, lo sviluppo di programmi di sterilizzazione dei randagi e l’introduzione del divieto di vendita degli animali, vero e proprio serbatoio del randagismo. Ma un ruolo attivo può e deve essere svolto dai cittadini perché abbandonare un cane è un reato punito dalle leggi dello Stato. Ogni persona ha la possibilità ed il dovere di denunciare alle Forze dell’Ordine chi ha abbandonato, chi maltratta un animale o anche chi non registra il proprio animale all’anagrafe canina. Ma abbandonare un animale è soprattutto un reato “morale”, un gesto di profonda inciviltà che non può essere lasciato ancora passare in silenzio. Per questo se tutti saremo in grado di dare voce alla nostra coscienza, potremmo fermare coloro che ancora considerano un animale un oggetto da usare finché si vuole e poi gettarlo ai margini di una strada. 17


Patrizio Fascianella

FITOTERAPIA

Farmacielle, fiducia nelle risorse umane informazione pubblicitaria Tutti abbiamo sentito parlare ed abbiamo almeno una volta utilizzato anche inconsapevolmente la fitoterapia, medicina naturale che utilizza le sostanze contenute nelle piante come rimedi di cura. E’ una delle più antiche pratiche usate dall’uomo per curare i propri disturbi, se ne trovano tracce, difatti, in civiltà antichissime; ma con l’avvento della chimica e dei primi farmaci la fitoterapia è stata accantonata, per essere riscoperta, negli ultimi decenni, sia come metodo integrativo da affiancare a quello tradizionale, sia come

18

rimedio più dolce, con molti meno problemi dal punto di

sè stessi" e di ritrovare la propria forma. è per la sua con-

vista delle controindicazioni e degli effetti collaterali. Le so-

tinua volontà di innovazione e di ricerca, di una qua-

stanze usate nella fitoterapia sono moltissime e tutte

lità sempre migliore che propone trattamenti di fondo ad

completamente naturali, vengono raccolte nel loro pe-

azione più dolce, che aiutano a prevenire le malattie e a

riodo di maggiore efficacia e poi trattate in modo da esal-

curare problemi cronici agendo in profondità senza aggre-

tarne

dire l'organismo e stimolandone le reazioni benefiche. Il

le

proprietà

curative.

La

nostra

epoca

è

profondamente segnata dalla ricerca di una vita più sana,

risultato è un'azione più efficace, duratura e soprattutto

di un ritorno alla natura e ai valori essenziali, proprio da

priva di effetti collaterali. Il successo di FarmaCielle si

questa ricerca nasce FarmaCielle, azienda nata in Sicilia,

spiega anche per il livello di padronanza tecnologica e

a Palermo, che opera nel settore parafarmaco da circa un

scientifica ormai raggiunta in questo campo, cerca ogni

ventennio; mette a punto e produce integratori alimen-

giorno con sacrificio, dedizione e studio di essere sempre

tari e prodotti erboristici in forme farmaceutiche solide

all'avanguardia per dare un apporto importante alla vita

e liquide; parla di innovazione e avventura, di rischi e di

dell'uomo e quindi alla sua salute.

decisioni coraggiose, desiderosa di rispondere alle attese

Alcuni dei prodotti offerti dalla FarmaCielle: EUROGEL,

dei consumatori, proponendo un approccio globale alla sa-

scatola da 10 flaconcini bevibili; a base di gelatina reale

lute ed al benessere: offrire, cioè, dei trattamenti naturali,

purissima. Prodotto adatto a tutti gli ordini di medici in

destinati sia alla cura sia alla prevenzione dei piccoli pro-

particolare modo ai pediatri, dermatologi e geriatri. Bio-

blemi quotidiani. I prodotti naturali proposti rispondono

Vis, scatola da 15 flaconcini bevibili; a base di Carnitina-

particolarmente bene alle "malattie della civilizza-

prodotto utile nelle prescrizioni per i cardiologi, i medici

zione", che generano stress, una cattiva alimentazione e

generici, pediatri, geriatri e oculisti. Provitamin A-E, sca-

una cattiva igiene di vita, alla necessità di "stare bene con

tola da 24 cps a base di provitamina A-E prescrivibile da


oculisti, dermatologi, urologi e odontoiatri. Aumenta le resistenze locali alle infezioni di qualsiasi genere e tipo. Royal-E, scatola da 24 compresse a base di vitamina E naturale può essere utile in dermatologia, ginecologia, oculistica, e medici generici. la Vitamina “E” (Tocoferolo), volgarmente denominata vitamina antinvecchiamento, ha un potente effetto antiossidante. Eu-Visus, scatola da 30 compresse a base di mirtillo nero viene preferito da oculisti e angiologi. Migliora la sensibilità retinica e del campo visivo in generale; viene impiegato nella terapia di alcuneforme diarroiche e per le donne affette da varici e fragilità capillare. Eurofer, scatola da 24 compresse a base di opoestrattiva vegetale di ferro; preferito da ginecologi, geriatri, pediatri e medici generici. Gimnesnel, scatola da 60 compresse a base di gimnema silvestre e chitosano; quindi ai dietologi e dietisti nel trattamento coadiuvante del sovrappeso e dell’obesità. Diurfito, scatola da 60 compresse a base di ortosiphon è un ottimo diuretico, usato anche nel trattamento delle celluliti. Osteosan, scatola da 24 compresse a base di calcio di estrazione naturale e vitamina D3, prodotto utile in menopausa e quindi in ginecologia; può essere consigliato soprattutto alle donne ancora giovani per prevenire il grave problema dell’osteoporosi. Passival, scatola da 20 compresse e flacone da 175 ml, a base di Passiflora; è un blando calmante, antispasmodico. somministrabile anche a bambini dai 3 anni in su. Eurolax, flacone da 120 ml; a base di erbe lassative. Facilmente somministrabile anche a bambini dai 3 anni in su. Può essere assunto anche da pazienti affetti da diabete per la presenza del fruttosio anziché dello zucchero. Euroton, scatola da 24 compresse; è un tonico energetico con poteri afrodisiaci. Aiuta il nostro organismo ad affrontare le più disparate situazioni di stress, sia psichico che fisico, associate allo stile di vita moderno. Ultimo, ma non per importanza, dei prodotti nati è Valedol in tubo da 100 ml; crema massaggio specifica per il benessere delle articolazioni. Allevia i dolori alla schiena, ginocchia, mani e piedi; viene usata anche per il trattamento delle smagliature. La FarmaCielle, grazie alla sua rete di Informatori Scientifici, è conosciuta in tutte le regioni d'Italia e dai maggiori distributori del territorio nazionale per la sua precisione e serietà; il segreto del suo successo risiede nel credere profondamente nella forza espressa dalle risorse umane, dalle tecnologie, nella capacità imprenditoriale e nel rispetto dei valori.

Patrizio Fascianella seduto tra i suoi due collaboratori Giovanni De Simone e Maria Concetta Causa

19


STORIE ROSANERO

Dietro gli occhiali di Ballardini

Riposare? Non conosce soste la vita calcistica di Davide Ballardini. Dopo una partita, comincia a studiare la prossima. Lui l’allenatore con gli occhiali da sole, che non parla mai al singolare, evita polemiche e pensa sempre in

positivo esaltando i suoi collaboratori. Il suo staff è sacro: il vice Carlo Regno; il preparatore atletico Andrea Rinaldi; il preparatore dei portieri Mario Paradisi;

il

preparatore

di

richiamo (quello che si occupa degli infortunati, ndr.) Stefano Melandri. Con loro si confronta, con loro discute, con loro vive in simbiosi. Viaggio nel mondo di “Balla”, il tecnico voluto da Zamparini al posto di Colantuono, 20


Sempre disponibile il tecnico del Palermo, tra una conferenza e l’altra, ha raccontato il suo essere allenatore ma… semplicemente, senza voli pindarici o massime. Senza occhiali scuri, come quando, lontano dalle telecamere qualche gesto di stizza o uno sfogo fuori dai denti arriva. «Io sono un provinciale, uno testardo e tenace» dice, uno che si dilettava a guidare il trattore a cingoli di famiglia («quello con due leve e una frizione

di ROBERTO GUELI

quelli che indossa in campo

durissima, ha presente?»), uno che adora la bicicletta («a

San

Benedetto

del

Tronto facevo lunghe pedalate sul mare e spero di farle anche a Palermo»), uno che ama il proprio lavoro: allenare. C’è stato il suo zampino nella “storica” salvezza del Cagliari lo scorso anno ma anche, anni addietro, nel bel campionato della Sambenedettese o nei risultati ottenuti nel settore giovanile del Milan. Altri tempi. Ora c’è il Palermo: «Ho trovato un gruppo molto coeso. Voglioso di far bene e recuperare. Giocatori e uomini di livello che sono certo faranno divertire i tifosi rosanero». I suoi tempi sono noti. dopo appena una giornata di campionato.

Quelli di un allenatore che parla in inglese con gli

Lo aveva contattato il West Ham, ma il Palermo è arri-

stranieri del gruppo; studia tattica sette giorni su sette

vato per primo. Potere del presidente che ora si coccola il

e rispetta prima gli uomini e poi i calciatori soprattutto

suo nuovo tecnico e aggiunge: «Si vede finalmente il

quando deve fare scelte dolorose ovvero formazione,

gioco». A Cagliari viveva barricato al centro sportivo di As-

riserve, sostituzioni: «Momenti difficili che però vivo

semini, a Palermo ha tentato lo stesso al “Tenente Ono-

con tranquillità insieme al gruppo. Sono tutti molto ma-

rato” di Boccadifalco: «Purtroppo è un centro militare e

turi e capiscono. Soprattutto chi non gioca e va in pan-

non ci sono i confort necessari ovvero foresteria e stanze

china o in tribuna».

per dormire. Nessun problema: viviamo tutti insieme -

Tanti allenamenti programmati. Orari rigidi e disciplina.

dice il tecnico - in un hotel residence all’Addaura, fuori città

Poi c’è la domenica, che è solo un’appendice al lavoro,

e senza famiglia, meglio evitare distrazioni. Mi sveglio e

un esame della passione con cui lavora (con staff e

dalla terrazza vedo il mare e questo mi basta. Il calore dei

squadra) giorno dopo giorno. Ballardini è un “antidivo”

tifosi mi commuove sempre».

o se volute un “anti-allenatore” senza luci della ribalta. 21


Non fa proclami ma pensa positivo: «E ne sono con-

SCHEDA

vinto. In campo si va per vincere, consapevoli di essere

forti».

In

questo

si

avvicina

all’interista

Mourinho, che sembrerebbe l’opposto di Ballardini: «Apprezzo le metodiche del collega dell’Inter di cui ho visto alcuni allenamenti quando guidava il Chelsea e

Davide Ballardini è nato a Ravenna il 6 gennaio 1964.

seguo con attenzione il calcio inglese (soprattutto l’Ar-

La sua carriera di tecnico comincia da giovanissimo pro-

senal, ndr.) dove lui ha lavorato e vinto».

prio alla guida delle squadre minori della sua città. Si

Ha cambiato il Palermo nel morale, nel disegno tat-

specializza nel settore giovanile e passa prima al Milan

tico e tecnico ed i giocatori dicono in coro che ora si di-

(dal 1999 al 2002) poi al Parma. Fra gli allenatori che

vertono. La pensano così anche i tifosi: «Speriamo di

lo ispirano Arrigo Sacchi e Osvaldo Bagnoli. La sua

far sempre bene ma le giornate storte ci saranno. Io

prima panchina da professionista è quella della Sam-

non mi abbatto mai ed a Cagliari di settimane negative

benedettese in C1, stagione 2004/05, con la quale

ce ne sono state ve l’assicuro - dice Ballardini - con le

raggiunge i play off dove viene battuto dal Napoli. Ri-

grandi possiamo giocarcela alla pari ma solo a dicem-

ceve la prima chiamata del Cagliari in serie A nel set-

bre potremmo trarre dei bilanci e speriamo siano po-

tembre 2005 quando sostituisce Arrigoni ma viene a

sitivi». Le sue parole chiave, quelle che ripete con

sua volta esonerato per far posto a Sonetti. Nel dicem-

maggiore insistenza nelle interviste, sono: attenzione,

bre scorso (2007) accade il contrario, è lui che suben-

generosità, qualità.

tra a Sonetti e stavolta il lavoro a Cagliari è proficuo.

Lo scudetto? «Al Milan». Il Palermo «Non mi sbilan-

Ottiene 32 punti in 21 giornate e salva con una gior-

cio». I suoi maestri? «Sacchi e Bagnoli… ma i miei

nata di anticipo la compagine sarda che sembrava

schemi sono duttili». La moglie? «Svedese conosciuta

spacciata.

durante uno stage con allenatori a Taormina». Primo

Non rinnova il contratto a Cagliari e Zamparini decide di

appuntamento? «Due giorni dopo a Capo Gallo a Mon-

puntare su di lui per il Palermo dopo la rottura con Co-

dello. Anche se il primo bacio gliel’ho dato a casa mia,

lantuono. Al suo arrivo, i rosanero invertono il cammino

a Marina di Ravenna». Insomma, Sicilia nel cuore. Ro-

negativo dell’inizio, vincono tre gare di fila in casa e

sanero nel destino.

si riportano in posizioni più alte di classifica.

Foto di Tullio Puglia

22



ZENGA SUPERSTAR

La ballata dell’Uomo Ragno

Da Uomo Ragno ad allenatore giramondo, da scavezzacollo sciupafemmine a tecnico di tempra e intelligenza. L’avventura di Walter Zenga in rossoazzurro sta regalando sorrisi e soddisfazioni alla Sicilia e a Catania, che si ritrova al centro delle cronache calcistiche per imprese sorprendenti e positive. Bella figura a San Siro e contro la Juve, punti d’oro conquistati al Massimino, l’entusiasmo di una truppa di giocatori che non hanno nomi altisonanti ma fame di arrivare. Un cocktail che spesso funziona nel pallone, soprattutto quando non hai pacchi di milioni di euro da investire in campioni dal rendimento più o meno sicuro. Un personaggio ritrovato per il nostro calcio che dà spesso l’impressione di chiedere spettacolo e originalità anche fuori dal rettangolo di gioco. Zenga ne sa dispensare con abilità, raramente è banale, non si tira indietro alle battute, possiede sufficiente personalità per tenere 24


di PAOLO VANNINI Zenga con la moglie Raluca (foto tratta dal suo sito internet)

sato ha fatto la felicità del gossip. Zenga che da capellone è diventato totalmente pelato ma non ha perso il fascino e la grinta di un tempo, Zenga uomo del “Continente” che non ha avuto paura di mettersi testa a tutti. Quando Catania lo scelse, nella primavera scorsa, in piena bagarre salvezza, ci furono molte perplessità. Zenga esordiva come allenatore in serie A dopo aver vissuto esperienze diversissime ma distanti dalla mentalità del nostro campionato. Tre diverse squadre in Romania, a Bucarest, fra cui la più titolata del paese, la

in gioco in Sicilia in una situazione difficile, Zenga che sta dimostrando che l’Uomo Ragno non è stato affatto ammazzato, ma tesse le sue tele anche con qualche anno in più e con un ruolo diverso. Bravo Walter, uno che non si è piegato alle mode ma ha scelto un suo modo per restare in alto.

Steaua; un tentativo in Turchia e persino negli Emirati Arabi, nell’Al Ain; la stagione forse più convincente, col titolo vinto in Serbia alla guida della Stella Rossa Belgrado. E l’unico intermezzo italiano era nel Brera, la terza squadra di Milano che disputava l’Interregionale… Nessuno sembrava dare fiducia ad una leggenda del passato, forse un po’ scomoda per la sua etichetta da guascone. Ma chi dice che un guascone non può avere grandi capacità professionali? Zenga è partito bene, ha salvato il Catania, è stato confermato, ha impostato una squadra piena di sudamericani di secondo piano, ha creduto in elementi che erano al debutto o poco più (Paolucci, Plasmati, Biagianti), ha gestito bene il turn over. Ora si torna a parlare di lui per meriti sportivi e non solo per un brillante passato (fu eletto tre volte miglior portiere del Personaggio tanto lo rimane lo stesso. Il suo sito comprende persino una sezione dedicata al suo privato, con le foto del viaggio di nozze e il racconto di una vacanza realizzata quest’estate, certo non da ragioniere ma da uomo alla ricerca di emozioni in elicottero sul Grand Canyon e in giro per l’America. Con Raluca, la moglie romena, altra donna bellissima che si aggiunge ad un elenco che in pas-

Foto di Tullio Puglia

Mondo dal 1989 al 1991) sul campo.

25




GENTE DI MARE

Ravazzolo, sfida in solitario

28

La storia è di quelle che appassionano ed incuriosiscono

tante progetto internazionale, il “Transat 2009”: una

subito. Una storia di grande amore per il mare e di forte

competizione considerata una tappa obbligata per gli skip-

spirito di avventura.

per professionisti, per tutti gli specialisti di navigazione

è quella di Ingo Ravazzolo, bellissimo e solare skipper

d’altura in solitario, la cui partenza è prevista nel set-

palermitano, con un lungo percorso sportivo, che final-

tembre 2009, da La Rochelle (Francia), scalo a Funchal

mente corona il suo sogno.

(Madeira) ed arrivo finale a Salvador de Bahia, Brasile.

Un sogno coltivato fin da bambino, all’ombra del padre,

Un lungo periodo di navigazione, 4000 miglia da percor-

appassionato velista, che gli insegna e gli trasmette la sua

rere, misurandosi con l’Oceano Atlantico, le insidie del

passione e la sua esperienza. E dopo anni di regate, di

tempo, il sonno, la stanchezza e la fatica.

vela, di competizioni e di preparazione tecnica, eccolo

Ma è soprattutto la sfida con sè stesso e la voglia di vivere

pronto ad affrontare la grande sfida.

intensamente ogni momento con grande spirito di li-

Con la sua imbarcazione, un collaudato pogo1, categoria

bertà e di entusiasmo ad animare la sua personale com-

mini transat 6.50, prenderà parte al più grande ed impor-

petizione.


di LOREDANA RINALDI Un progetto molto ambizioso e pieno di difficoltà, un ritorno alla navigazione in solitario, senza cellulari, apparecchiature sofisticate o imbarcazioni di appoggio, fidandosi soltanto del proprio istinto e della propria competenza. Tutto concentrato sulla forza, la capacità, la resistenza fisica e l’esperienza. L’intenso e programmato allenamento, in questi anni di preparativi, ha permesso ad Ingo Ravazzolo di partecipare alle varie regate di qualificazione. Un allenamento specifico organizzato con addirittura più di un anno di anticipo rispetto all’evento. «Per la realizzazione di questa impresa – dice Giuseppe Cappuzzello, psicologo e trainer di Ingo – è necessario, oltre al raggiungimento di una condizione atletica eccellente, una preparazione psichica ancor più importante per sostenere sia i faticosissimi ritmi quotidiani che le difficoltà imprevedibili. è per questo motivo che, oltre ad allenamenti di “endurance” sia a secco che in barca – continua Giuseppe Cappuzzello – si procederà a delle sedute di psicoterapia per perfezionare l’impatto emotivo e di stress». Sullo scafo, oltre ai loghi degli sponsor ufficiali della manifestazione, campeggerà una scritta significativa: “La Sicilia prende il largo”. è l’immagine forte e dirompente di un’avventura che ha tutto il sapore di un successo annunciato.

Ingo Ravazzolo, padre palermitano e madre nordica, è nato nel 1974 a Palermo ed è residente oggi alle Isole Eolie. Da sempre amante della vela, ha alle spalle un lungo percorso sportivo che lo ha portato a praticare anche windsurf, nuoto, kayak. Innamorato del mare siciliano, ha regalato con ogni tipo di barche come optimist, laser, catamarani Mattia e Tornado e nuovamente tavole a Vela. Laureato e Vicepresidente di un Circolo Velico in Sicilia, Ravazzolo oggi è riuscito a coronare un suo piccolo sogno, mettendo in acqua il suo Mini 6.50, un collaudato Pogo1, precedentemente battente bandiera Francese. Affascinato delle regate oceaniche in solitario, dopo aver raccolto numerose esperienze veliche e percorso migliaia di miglia, dalle crociere costiere alle lunghe regate d'altura, si prepara a realizzare un’impresa transoceanica a bordo del suo piccolo Mini, inaffondabile, sicuro e robusto. l.r. 29


SPORT SENZA ETÀ

Finy Fichera, attraverso lo Stretto a 80 anni

30

Taormina è lo sfondo fenomenale di questa storia. «La-

dino è una terrazza con vista sull’Etna e sulla baia di

sciamo stare il fatto che sono campione europeo di nuoto

Naxos. Qui è stata scritta una parte della Storia di Taor-

master, questo può interessare solo a qualche giornalista

mina. Storia con la S maiuscola, mi raccomando». Perché,

che si occupa di statistiche, perché per il sottoscritto es-

domandiamo noi? «Vi faccio solo un esempio, partendo

sere al top in Europa è ordinaria amministrazione»: a par-

proprio da un’impresa compiuta lo scorso 25 agosto. Al-

lare è Finy Fichera, taorminese doc, 80 candeline

l’età di 80 anni ho attraversato, a nuoto, lo Stretto di Mes-

spente da pochi mesi. All’anagrafe, ufficialmente, è Alfio

sina e sono l’atleta più vecchio di sempre ad aver mai fatto

Fichera. «Sì, è vero – spiega – ma nel mondo mi cono-

qualcosa del genere. Non vi basta? Il mio nome sarà

scono tutti come Finy. Alfio è solo scritto nella carta d’i-

scritto nel guinness dei primati per questa traversata-re-

dentità».

cord».

Che il vecchio campione della “Perla dello Jonio” sia un

Una prodezza per qualunque sportivo da divano. Che

grande personaggio, è cosa nota. Basta sentirlo parlare,

questo campione senza età, pluripremiato in Sicilia e nel

raccontare anche le cose più semplici. «A casa mia, a parte

Mondo, definisce invece in modo totalmente diverso. E

il sole, accetto solo la gente che entra di cuore. Il mio giar-

spiega come si è preparato: «Ma perché mi ostino a chia-


di SARO LAGANA’ marla traversata? Per me è stata più che altro una passeggiata. Un mese prima di questa tranquilla nuotata da Messina a Cannitello avevo iniziato ad allenarmi, 3.500 metri al giorno in acqua, dopo alcuni esercizi di stretching di buon mattino. Questo l’ho imparato dai miei gatti. I miei felini, appena alzati, provvedono subito a sgranchirsi gli arti in modo tale da iniziare la giornata nel migliore dei modi. Io ogni mattina mi sveglio alle 5.30, mi sgranchisco le gambe e vado in salotto a fare colazione, con thè, tanto miele e alcune fette biscottate col formaggio Philadelphia. Poi vado al mare o in piscina: ogni giorno, tranne la domenica. Tutto ciò mi è servito per rendere un semplice allenamento quella che io chiamo passeggiata. Perché, vedete, c’è una grande differenza tra una gara di 50 metri e una traversata di 5.000 metri. In quella di 50 metri si arriva sfiniti, senza energie, mentre in quella lunga si arriva freschi e sereni. Nuotare è facile come camminare. Colgo l’occasione per dare un consiglio ai giovani: fate nuoto, perché vi fa stare bene ed è l’unico sport veramente completo. Le altre attività sportive, come calcio, tennis e pallavolo, sono certamente piacevoli da praticare, ma non vi porteranno mai da nessuna parte. Ve lo dice uno che con il nuoto ha fatto tanta strada. E la recente passeggiata dalla Sicilia alla Calabria ne è una chiara testimonianza». 31




VIAGGIO NEGLI IMPIANTI SPORTIVI

Quel campo fra gli ostacoli

è all’interno dell’incantevole cornice del Real Parco, nel-

34

mento e il salto libero dei cavalli, nonché un impianto

l’importante riserva paesaggistica che collega Palermo a

doccia per la pulizia degli animali: è questa la dotazione in-

Mondello, che si estende il Campo ad ostacoli della Fa-

terna dell’impianto. è tramite un elenco di prenotazione,

vorita. Con i suoi circa 70mila metri quadrati, l’im-

che gli spazi facenti parte della struttura, sono concessi ai

pianto sportivo palermitano ha una grande tradizione

privati, 50 box, ed al Nucleo ippomontato della Polizia mu-

storica, alle spalle. è al lontano 1799 infatti, che si fa ri-

nicipale, ospitato al suo interno, insieme ad centro di Ip-

salire la sua realizzazione, quando Ferdinando IV di Bor-

poterapia,

in

convenzione

con

il

Comune

per

i

bone, costretto a fuggire da Napoli e a rifugiarsi a

diversamente abili.

Palermo, decide di creare proprio all’interno del parco della

Nonostante le buone premesse, ancora una volta, pur-

Favorita di Palermo una riserva di caccia ed un galoppa-

troppo, ci si trova di fronte ad un impianto comunale

toio. Con il passare dei decenni, in cui si sono avvicendate

fantasma. Letame, trucioli, prati abbandonati; manuten-

le migliori famiglie dell’aristocrazia palermitana per ammi-

zione discontinua, se non addirittura assente. Mancanza

rare le gesta equestri dei cavalieri militari, la struttura ha

di adeguati impianti idrici, fognari ed elettrici, serie di ina-

preso le sembianze dell’attuale campo ad ostacoli.

dempienze e carenze strutturali. è una condizione di de-

Un campo in erba con tribuna, tre campi in sabbia (uno

grado assoluto, quella in cui si trova l’impianto, dove in

dei quali con tribunetta) e un corridoio per il riscalda-

mancanza di una regia unica, ogni privato che, grazie ad


di VALENTINA FURGIUELE un contratto di concessione annuale rinnovabile, decide di scuderizzare il proprio animale in questa struttura comunale, agisce in maniera autonoma. è comune, tra gli appassionati, una sensazione di malessere nei confronti di una situazione, per nulla qualificante, anche per l’amministrazione comunale di Palermo. Malumore che si assopisce, o forse si inasprisce, in occasione delle manifestazioni sportive, quando d’improvviso l’impianto cambia volto. Sono i vari circoli di equitazione che, pagando un affitto, ottengono la concessione per gestire l’impianto e riportarlo in condizioni dignitose. «Ottenuta la concessione, abbiamo trovato una struttura senza attrezzature. Assenti trattore, ostacoli, parte idrica», testimonia Marco Greco, presidente del circolo ippico San Giorgio di Palermo, ed organizzatore in35


sieme all’assessorato allo Sport del Comune di Pa-

36

Se è viva da parte dell’amministrazione comunale, in pri-

lermo, dell’edizione 2008 dei campionati regionali di salto

mis dell’assessore comunale allo Sport, Alessandro Anello,

ad ostacoli di equitazione, tornati a Palermo dopo sei anni.

la volontà di rilanciare l’impianto, la soluzione, auspi-

Ci si chiede se la stessa cosa accadrà in occasione della

cata da più parti per garantire una condizione vivibile è af-

Coppa degli Assi, in programma dal 17 al 19 ottobre, che

fidarlo in gestione al privato. Nessun conflitto di

quest’anno festeggerà la 50esima edizione. Per la mani-

interessi, infatti, fra le associazioni private, in grado di

festazione sono stati stanziati 327.000 euro dalla Regione

poter mantenere impianti così grandi in condizioni di-

ma l’impressione è che i soldi potrebbero essere spesi me-

screte. «Sarebbe un vantaggio per tutti, avere una strut-

glio e con più razionalità. Il finanziamento infatti è rela-

tura in ordine e disporre di un impianto riqualificato -

tivo solo al restyling dell’impianto per la settimana di gare,

sottolinea Greco, che, comunque, ammette - le associa-

subito dopo tutto torna come prima. Un esempio banale:

zioni da sole non bastano, occorre richiedere al Coni, at-

l’affitto del parco ostacoli costa 10.000 euro per una

traverso il Credito sportivo, finanziamenti predisposti per

sola settimana, quando rifarlo totalmente nuovo ne coste-

ristrutturare questo tipo di impianti. Oppure spendere me-

rebbe circa 50.000. Bisognerebbe operare nell’ambito di

glio, per interventi definitivi, i tanti soldi erogati dalla Re-

un progetto più ampio e a lunga scadenza.

gione in occasione del Concorso Internazionale».



FEEL ROUGE CALCIO A

5

Palermo in C, dal boom alla crisi In un tempo in cui il calcio a 11 raccoglie consensi da

38

sotto il profilo agonistico – sostiene Anello - Fino a cinque

parte di tanti ragazzi che iniziano a dare calci ad un pallone

anni fa diverse società palermitane militavano in serie A.

ancor prima di andare a scuola, ci si chiede quale sia oggi

Adesso invece a Palermo ci sono cinque squadre che di-

lo stato di salute del calcio a 5, che anni addietro ebbe un

sputano solo un campionato minore in serie C».

clamoroso boom in Italia ed in particolare a Palermo. Oggi

Il calcio a 5 è da considerare uno sport in termini non ago-

che anche la squadra che porta il suo nome gioca in serie

nistici dunque, ma dilettantistici. In città è cresciuto il nu-

C, Feel Rouge ha voluto tracciare un quadro sul movimento

mero di impianti sportivi privati. Una cosa è certa. Da

del “calcetto” palermitano ascoltando il parere dell’asses-

cinque anni fa ad ora il mondo del calcio a 5 palermitano

sore comunale allo sport Alessandro Anello, che viene

è di gran lunga cambiato. «Io penso che si sia chiuso un

proprio dallo sport attivo ed è stato un praticante del cal-

ciclo in cui molti presidenti volevano investire su questo

cio a 5 ad alto livello. «Il calcio a 5 ha fatto passi indietro

sport – prosegue Anello - Adesso non ci sono più queste


Qui di seguito le squadre di calcio a 5 che disputeranno il campionato in serie C1: - A.S.D. 3M CALCETTO (Palermo) - A.S.D. ACIREALE CALCIO A 5 (Catania) - ATLETICO VILLAFRANCA (Messina) - A.S.D. C. ENNESE (Enna) - A.S.D. FEEL ROUGE (Palermo) - A.P.D. FICARAZZI 2000 (Catania) - POL. FUTSAL PUNTESE (Catania) - A.S.D. GAZZARA CLUB TERRASINI (Palermo) - C.S. KAMARINA (Ragusa) - POL. LIBERTAS BORGO MOLARA (Palermo) - A.P.D MELILLI (Siracusa) - A.S.D PRO VITTORIA (Ragusa)

di IRMA ANNALORO

- A.S.D. AZZURRI RADIO ITALIA (Palermo)

- A.P.D. REAL BAGHERIA (Palermo) - A.S.D SPORTING CLUB FIUMARA (Messina) - A.S.D. WISSER CLUB (Palermo)

intenzioni. Spesso e volentieri gli enti non forniscono alle società i contributi di cui hanno bisogno per portare avanti una squadra e per supportare i costi che richiede un livello agonistico. C’e da dire anche che il calcio a 5 non ha il palcoscenico televisivo che invece il calcio a 11 ha garantito». Due sport dunque che condividono la tecnica calcistica e i principi fondamentali del gioco ma che ruotano attorno ad interessi diversi. Quando si parla di calcio a 11 si parla più di business che di sport. Proprio per questo motivo il calcio a 5 fa fatica a decollare. «Non gode di diritti televisivi e non ci sono sponsor privati che vogliono

investire

in

questo

sport. Ormai il calcio a 5 è da considerarsi uno sport minore». C’è una nota positiva però che riguarda il “piccolo” calcio palermitano. Sotto il profilo della pratica è in crescita. è più facile organizzarsi in dieci per andare a fare una partita di calcetto. «Come assessore comunale allo sport commenta Anello - voglio ri39


La Rosa: Fuxa Daniele (Portiere) Reina Riccardo (Secondo portiere) Guida Rino (Centrale difensivo) Guida Daniele (Centrale difensivo) Latino Antonio (Centrale difensivo) Nastro Eugenio (Centrale difensivo) Alagna Valerio (Laterale) Aleo Cosimo (Laterale) Battaglia Salvo (Laterale) Costa Saverio (Laterale) Gentile Antonio (Laterale) Mondino Daniele (Laterale) Mosca Massimiliano (Laterale) Tedeschi Mario (Laterale) Abisso Bepi (Universale) Tuvé Ciccio (Universale) Ventimiglia Gigi (Universale) lanciare una disciplina che mi sta molto a cuore. Ho

Allegra Fabrizio (Centrale avanti)

già messo a disposizione delle società diversi im-

Calderone Davide (Centrale avanti)

pianti sportivi. Sono in stretto contatto con la Fede-

Nicolicchia Tommaso (Centrale avanti)

razione e mi auguro che i programmi di molti club che sperano di tornare alle massime serie possano realizzarsi». L’ASD Feel Rouge da quest’anno è una delle società palermi-

A.S.D. Feel Rouge

tane di calcio a 5 che disputeranno il campionato di serie C

Via Aquileia 34, Palermo

provando a riportare in alto la metropoli. Un campionato più prestigioso, ad unico girone, che richiede un impegno a li-

Presidente

vello agonistico e tecnico superiore. Abbiamo ascoltato il pre-

Rino Guida

sidente Rino Guida per sapere quali sono gli obiettivi della squadra che si affaccia ad un nuovo campionato, con un nuovo

Vice Presidente

allenatore ed una rosa integrata da diversi elementi. «Que-

Carlo Valenti

st’anno ci aspettano squadre agguerrite – afferma Guida - le favorite sono l’AKIS di Acireale, il Villafranca Tirrena e il Real

Dirigente

Bagheria che ha in organico giocatori di notevole esperienza.

Roberto Gueli

Qualcuno ha inserito tra queste squadre anche Feel Rouge. Il

Petra Tomasello

nostro obiettivo è salvare il titolo classificandoci tra le prime dieci. Poi, se dovessimo raggiungere qualcosa in più, che ben venga. Come si dice, l’appetito viene mangiando».

Allenatore Giacomo Mosca

Quest’ anno la rosa composta da ventuno elementi è stata guidata fino alla quarta giornata da Rosario Mercanti cui, dopo un

Preparatore Atletico

inizio negativo è subentrato Giacomo Mosca, coadiuvato dal

Franco Targia

preparatore atletico Franco Targia. Della passata stagione sono stati confermati dodici elementi, e ne sono già arrivati

Preparatore Portieri

altri di grande esperienza che faranno da chiocce ai giovani.

Ignazio Di Salvo

«Quest’anno Feel Rouge calcio a 5 ha a disposizione il Palaoreto sia per gli allenamenti che per disputare le partite di cam-

Collaboratori

pionato - spiega il presidente Guida - colgo l’occasione per

Giuseppe Gangitano

ringraziare l’Assessore Alessandro Anello che ha messo a di-

Salvatore Molinaro

sposizione della società l’impianto del Palaoreto e gli sponsor

Ignazio Mangiacavallo

che ci sostengono. Inoltre c’e una novità rispetto allo scorso anno. Feel Rouge calcio a 5 ha a disposizione dei mezzi me-

Addetto Stampa

diatici. Sky 830 infatti trasmette il mercoledì alle ore 23.00

Marcella Bellanca

e il giovedì alle ore 1.00 l’intera partita di campionato. Un canale che ha una copertura notevole e che rappresenta un trampolino di lancio per questo sport». 40

Fotografo Ufficiale Francesco Baiamonte


NUOVE DISCIPLINE

Horse ball, un canestro a cavallo

Che sia in un canestro, in rete, in buca, colpita o lanciata, la palla è sovrana assoluta negli sport di squadra più praticati nel territorio nazionale. Meno attenzionate sono le gare equestri, dove gli uomini saggiano da sempre equilibrio e stile coltivando l’ancestrale ed esclusivo rapporto che li lega al cavallo, animale dalla bellezza nobile per antonomasia. Tra gli sport in cui si realizza l’intrigante binomio pallacavallo c’è l’horseball, nato in Francia verso la fine degli anni ’70, un riuscito mix tra finalità del basket, agilità del volteggio e dinamismo del polo. Una partita di horseball contrappone due squadre di quattro giocatori che devono riuscire, senza scendere da cavallo, a tirare una palla (munita di 6 maniglie di cuoio) dentro il canestro avversario, posizionato in verticale a 3,50 metri d’altezza. 42

Larissa Corsetti con i ragazzi dell’Eos


di JESSICA CORRAO Valori pedagogici e ludici importanti permeano il regola-

cadifalco), da un anno e mezzo, è l’unico catalizzatore

mento della competizione.

cittadino per chiunque voglia cimentarsi a Palermo in

Regole come l’obbligo di effettuare 3 passaggi tra 3

questa originale attività.

giocatori diversi di una stessa squadra prima di potere

Nella multidisciplinarità offerta dal maneggio, è possi-

segnare un canestro o il limite dei dieci secondi entro

bile accrescere il senso di sicurezza e la fiducia nel rap-

i quali il cavaliere deve passare la palla, rendono il gioco,

porto col cavallo, oltre che la consapevolezza delle

oltre che sorprendentemente rapido, spettacolare, un

proprie capacità equestri, praticando, due volte a set-

vero e proprio sport collettivo, dove prevale lo spirito e

timana, l’horseball.

l’intesa di squadra.

«è accessibile a tutti indipendentemente dall'età e dal

Il centro equestre Eos di via Pandolfini (in zona Boc-

livello equestre dei cavalieri - spiega l’istruttrice Larissa Corsetti - infatti esistono la categoria giovanissimi, per i bambini di 5-6 anni, la categoria esordienti 9-12, allievi 12-14, cadetti 14-16 anni e infine la categoria adulti». Nonostante i gesti appaiano estremamente acrobatici ed audaci, avvengono nella massima sicurezza grazie a delle protezioni, come, ad esempio, la cinghia di ramassage che unisce le due staffe e permette al giocatore di potersi chinare per andare a raccogliere la palla quando cade a terra. Inoltre, poichè i cavalieri hanno spesso entrambe le mani occupate nel gioco, il cavallo dispone di una grande libertà d’azione, e il suo dressage comprende l’inserimento di automatismi, solitamente per il marcamento e le traiettorie. «Le Ponyadi di Roma del 4 - 6 settembre 2008 sono state la nostra prima uscita a livello nazionale, - racconta la Corsetti - i miei ragazzi, nonostante l’emozione del debutto, hanno dato filo da torcere ad avversari più esperti e blasonati, rendendo onore al movimento da poco nato a Palermo. Ci auguriamo, con l’aiuto del comitato federale, di poter attirare sempre più proseliti in questo sport educativo, sano ed agonisticamente valido». 43


TERAPIE INNOVATIVE

Coralmente, ca n t a r e p e r v i nce r e il d isa gi o p sic h ic o

è un coro davvero anomalo e dal valore indescrivibile Coralmente, nato nel 2003 e fortemente voluto dal Dott. Beppe Romano, dirigente di psichiatria del Dipartimento di salute mentale della Ausl 6, il quale per anni ha pensato che un’esperienza di condivisione collettiva e aggregazione come cantare in coro potesse essere di aiuto ai suoi pazienti, costretti ad affrontare, oltre alla malattia psichica, la conseguente emarginazione sociale. “Coralmente” non è un coro di matti, ma un coro con i matti, che in oltre cinque anni, tra utenti, operatori e volontari, ha visto transitare al suo interno quasi trecento persone ed ha avuto un grande impatto anche grazie alla partecipazione a progetti non specificatamente psichiatrici, come la Festa dello sport o Vivicittà. «Ci pensavo dal 1996 - racconta Romano - poiché anch’io canto in un coro ed è un’esperienza che mi piace molto; soprattutto volevo inserire all’interno del trattamento delle malattie mentali la lotta al pregiudizio e allo stereotipo che vuole gli ammalati di mente incapaci di fare qualunque cosa e di condividere con gli altri. Noi lavoriamo sulla persona, la vediamo recuperare parte della abilità perdute o danneggiate, ma senza una società capace di riaccoglierla rischiamo di fare un lavoro inutile». Da quel momento inizia la proposta all’azienda, finché nel 2003, l’attuale capo dipartimento, dott. Governanti, accetta di tentare, stanziando una piccola cifra per pagare il maestro. Romano preferisce non enfatizzare i miglioramenti di salute avvenuti grazie alla partecipazione al coro, per non strumentalizzare l’attività in questo senso, però racconta che il coro ha permesso ad alcune persone 44

Il Dott. Beppe Romano durante le prove


ciascuno ha un ruolo in relazione alle proprie capacità,

fruire di un’opportunità di socializzazione che sicura-

perché è un’esperienza di gruppo che aiuta a relazio-

mente ha reso la loro vita più gradevole. Oltre alla

narsi e integrarsi con gli altri, e c’è un impegno mentale

gratificazione dei familiari, che attraverso quest’attività

preciso, perché il lavoro di ciascuno serve anche agli

hanno rivalutato le potenzialità del figlio ammalato: «ma

altri».

come, ha queste difficoltà e poi canta in inglese o in la-

Fra le note di merito di “Coralmente” c’è un repertorio

tino…».

vastissimo che comprende brani di vario genere e la

«Questo ovviamente – spiega Romano - non significa che

partecipazione a tante manifestazioni non legate al

tutti coloro che fanno parte del coro guariscono, ma è

contesto della salute nonché molte esibizioni fuori città.

un’opportunità in più e il coro diventa per loro qualcosa di

«Chi ci conosce magari organizza delle manifestazioni

importante: ci sono persone incapaci di onorare un impe-

e ci contatta – conclude - se abbiamo la possibilità eco-

gno che magari non fanno un’assenza al coro».

nomica partecipiamo, perché spostarci in 30 persone è

Anche il clima è importante; i maestri di canto spesso sono

anche oneroso e l’azienda non sempre può aiutarci,

rigidi, cercano la perfezione, invece il maestro Livio Gir-

però ad esempio per l’esibizione a Isnello il sindaco ci

genti, con la collaborazione dell’insegnante di tecnica vo-

ha offerto il pullman». Il coro si è esibito anche al Tea-

cale Elide Scarlata, durante le prove riesce a creare un

tro Don Bosco, a Piazza Magione, al Teatro Politeama,

ambiente molto gioviale.

ed a Bagheria è stato inserito nel cartellone della Notte

«Abbiamo deciso di non

Bianca. Fare conoscere questa attività all’esterno delle

rifiutare nessuno - conti-

strutture preposte giustifica da sola la sua esistenza.

di VALERIA LO VERDE MORANTE

di diradare i rapporti con le strutture psichiatriche e di usu-

nua Romano - non è un coro di professionisti e

Per info su Coralmente: tel 091.70382520

non lo sarà mai, quindi

e-mail: coralmentedsmpa@yahoo.it

45


SISTEMI DI GESTIONE

Sita, l’evoluzione del management

SITA srl Sistemi Integrati Territorio Ambiente C.da Tonnarella snc - Zona Industriale 90018 Termini Imerese (PA) Tel/Fax +34 0918139668 www.sitalab.net

informazione pubblicitaria

L’ultimo decennio del XX

service.

secolo

verrà,

Entra nel mercato per offrire al mondo delle imprese con-

mente,

ricordato

dalle

sulenza, formazione, analisi di laboratorio e ricerca nei

aziende come il decen-

comparti: della microbiologia, della chimica, della fisica,

nio della globalizza-

della biologia, dell’informatica, dell’ingegneria, applicate

zione: poste ad operare

alla filiera produttiva. Con la centrale operativa (labora-

in un contesto sempre

tori e direzione) ubicata presso l’agglomerato industriale di

più competitivo, le im-

Termini Imerese, l’azienda estende il suo raggio d’azione

prese

devono

forzata-

in tutta la regione Sicilia e si appresta a varcarne i confini.

mente tenere il passo con

Dotata di sistemi di gestione aziendali integrati, cioè

il ritmo incessante del

di strumenti volti ad ottimizzare la propria organizzazione

progresso tecnologico,

attraverso un sistema di pianificazione e controllo delle

cambia-

proprie attività nel rispetto degli obblighi legislativi e nel-

mento dei mercati e con

l’ottica del miglioramento continuo, affrontare in modo at-

il proliferare di provvedimenti normativo-legislativi. Di

tivo e preventivo la problematica connessa all’ambiente,

fronte a questo scenario viene spontaneo chiedersi come

alla sicurezza e alla soddisfazione del cliente. I sistemi

le aziende decideranno di rispondere alle sollecitazioni

qualità e i sistemi di gestione ambientale e sicurezza rap-

esterne, quale ruolo esse assumeranno per le scelte stra-

presentano pertanto un aspetto essenziale della propria

tegiche dell’impresa e soprattutto com’è possibile far sì

cultura aziendale, rivolta al miglioramento continuo di

che delle occasioni di preoccupazione e pressione si tra-

aspetti che in azienda devono integrarsi oltre che per mo-

L’amministratore unico Anna Rosso

46

sicura-

con

il

rapido

sformino in un’opportunità di sviluppo, efficienza maggiore

tivi di efficienza e di organizzazione, anche per la corretta

e miglioramento dei processi. è evidente che tali muta-

gestione di quanto prescritto dalla legge.

menti vanno affrontati ponendo particolare attenzione alla

Entriamo nel laboratorio: ne fanno parte analisti di varia

qualità del sistema di produzione e del servizio realiz-

competenza, già esperti, seri, professionali, dinamici con

zato, al rispetto dell’ambiente, alla capacità di tutelare la

una chiara e forte mentalità Customer Oriented, che

sicurezza e la salute dei lavoratori e con l’impegno ad ope-

possiedono competenze specifiche nell’ambito delle analisi

rare secondo criteri socialmente responsabili che rispet-

di laboratorio dedicate all’ambiente e all’agroindustria.

tino i diritti umani. Nel corso degli ultimi dieci anni sono

La direzione ha esclusivamente compiti gestionali e di

molte le aziende che, per gestire la complessità crescente

coordinamento, un centro di gestione servizi che provvede

del mondo industriale hanno adottato un sistema di ge-

a fornire ad i suoi analisti tutti gli strumenti necessari per

stione generalmente improntato ai modelli normativi.

un efficiente ed efficace servizio di laboratorio.

S.I.T.A. (sistemi integrati territorio e ambiente), nasce nel

Gli analisti, invece, operano direttamente secondo la loro

2006 per la naturale evoluzione di MCQ group, che opera

specificità professionale e con una tecnologia all’avan-

da molti anni nel campo della consulenza per l’organizza-

guardia, offrendo concretamente servizi ad alto valore ag-

zione ed il management dedicato alle imprese ed alla pub-

giunto.

blica amministrazione, nella prospettiva del global

Tutte le attività di analisi, sono dunque coordinate e ge-


stite dalla Direzione Aziendale e sono affidate esecutivamente agli analisti più competenti per ciascuna di esse. I principali campi di competenza di SITA in sintesi sono: •

Controllo degli ambienti di lavoro

(DPR 303/56, D.Lgs. 195/06) con particolare riferimento agli agenti chimici, fisici e microbiologici. •

Consulenza relativa agli adempi-

menti del testo unico sulla sicurezza e la salute dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008). •

Consulenza e assistenza nella ge-

stione dei sistemi di autocontrollo alimentare – HACCP (pacchetto igiene). •

Monitoraggio delle emissioni in atmo-

sfera (D.Lgs. 152/06). •

Controllo dell’inquinamento atmosfe-

rico (DPCM 28/3/83 – D. Lgs. 152/06). •

Valutazione

inquinamento

acustico

(Legge 447/95 e successivi decreti attuativi). •

Controllo e monitoraggio acque reflue

(Legge 152/06 e successive modifiche). •

Caratterizzazione rifiuti e bonifica siti

inquinati (D.Lgs. 22/97 – DM 05/02/98 – DM 471/99). •

Controllo

acque

potabili

(D.

Lgs.

31/2001 e successive modifiche). •

Consulenza ed assistenza nell’otteni-

mento delle certificazioni di qualità ISO. Particolare vanto per SITA, è la prestigiosa collaborazione con UNINET- LAB, Sistema di laboratori di Ateneo (uninetlab) rete di laboratori dell’università di Palermo per il “testing” ed il trasferimento alle piccole e medie imprese di nuove tecnologie, nonché l’accreditamento avuto presso l’assessorato “Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia” (n° 85, prot. 85538). Dal 22 Luglio 2008, l’Azienda, è certificata ISO 9001 e dal 10 Luglio 2008 , ha avviato con l’Istituto Superiore di Sanità le procedure per il riconoscimento del laboratorio ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. Le aziende che seguiamo (oltre 200), sono istituzioni pubbliche ed aziende private che spaziano dalla centrale energetica a diversi comuni siciliani, concessionarie auto, induIl biologo Enrico Bonuso

strie ceramiche, frantoi, officine navali, industrie di marmo, ospedali, caseifici. 47


I PREMI PER LA LEGALITÀ ALLO SPASIMO

Nel nome del Padre (Puglisi)

48

Anche quest’anno Palermo ha ospitato il Premio Inter-

tuto la ‘ndrangheta della Lo-

nazionale Padre Pino Puglisi.

cride puntando tutto sul mondo

Giovedì 11 settembre, nella splendida cornice del com-

giovanile in linea con l’insegna-

plesso monumentale Santa Maria dello Spasimo, si è

mento fondamentale di Don

svolta la cerimonia di premiazione di personalità quotidia-

Pino Puglisi: «Far crescere i

namente impegnate nella difesa dei diritti umani e nella

bambini con una mentalità

diffusione del concetto di legalità.

nuova e diversa significa to-

Giunto alla quarta edizione, il premio Internazionale Padre

gliere braccia e manovalanza

Pino Puglisi, promosso dall’associazione “Jus Vitae

alla mafia».

Onlus” di padre Antonio Garau, in collaborazione con la

Una serata ben riuscita, magi-

fondazione “The Brass Group” di cui è presidente Igna-

stralmente condotta dai giorna-

zio Garsia e la CISL Palermo guidata da Domenico Mi-

listi Roberto Gueli e Tiziana

lazzo, ha voluto mettere in risalto il tema dei bambini ed

Martorana, grande partecipa-

in particolare, la lotta nei confronti di ogni forma di sfrut-

zione ed ospiti di riguardo, dal direttore del tg1 Riotta al

Padre Antonio Garau

tamento dei minori africani.

presidente del Palermo Zamparini, ma soprattutto il de-

Tra i premiati di quest’edizione Alberto Michelini, gior-

siderio di far rivivere, anno dopo anno il messaggio che

nalista che ha lavorato come inviato speciale del TG1 im-

padre Puglisi ha voluto lasciare al mondo attraverso il suo

pegnato nella difesa dei diritti umani in Africa; il segretario

sacrificio. Sì perché la ragione che ha spinto padre Garau

del sindacato dello Zimbabwe Wellington Cibebe che ha

ad inventarsi il Premio Padre Puglisi è proprio quella di te-

dedicato la propria vita alla lotta per la libertà del suo po-

nere vivo il ricordo del sacerdote palermitano ucciso e poi

polo subendo numerose torture e violenze nonché la de-

dimenticato. «L’idea del premio ci è venuta in mente in se-

tenzione in carcere; e poi ancora Monsignor Giancarlo

guito all’esperienza fatta con Roberto Faenza con il quale

Bregantini, Arcivescovo di Campobasso, che ha combat-

abbiamo collaborato per la realizzazione del film ”Alla luce


sul tema della Birmania, quest’anno l’attenzione si è spostata sui bambini e sullo sfruttamento dei minori in Africa, specialmente nel Burundi. La scelta è stata dettata dal fatto che l’Associazione Jus Vitae da anni è a stretto contatto col Burundi ed in particolare con una casa famiglia che opera nel territorio con la quale ha anche attivato delle adozioni a di-

di MARCELLA BELLANCA

stanza; la grande disponibilità di chi opera in quel territorio difficile a portare la propria testimonianza in occasione del premio ha poi fatto il resto: alla serata sono intervenuti infatti, Monsignor Murwuwundi Theogene e Monsignor Nkurikiye Protais; commovente anche la testimonianza di Marguerite Barankitse donna straordinaria che ha salvato la vita a migliaia e migliaia di bambini. Uno degli aspetti fondamentali del Premio Padre Puglisi è la possibilità di incontrare i personaggi premiati confrontandosi con le loro esperienze di vita; nel corso del loro soggiorno a Palermo, i vincitori della quarta edizione hanno dialogato con i giornalisti, i dirigenti della CISL, i rappresentanti della Confcooperative ed alcuni dirigenti scolastici. «Se quest’anno i nostri ospiti hanno incontrato il mondo degli adulti, il prossimo anno vorrei che parlassero al mondo dei bambini - commenta padre Garau - ogni scuola avrà in consegna uno dei premiati per ascoltarne la testimonianza in modo da rafforzare tra i giovani il concetto magnificamente espresso da Padre Puglisi con la famosa frase "Se ognuno di noi fa qualcosa insieme possiamo fare molto"; vogliamo dimostrare loro che nel mondo ci sono tanti uomini che ogni giorno lottano contro ogni forma di ingiustizia non sottraendosi e anzi affrontando le proprie responsabilità». Roberto Gueli con il presidente del Palermo Maurizio Zamparini

In fondo Padre Puglisi diceva sempre che bisognava iniziare dal basso, dai bambini, dalle scuole, dai diritti ne-

del Sole” dedicato alla vita di padre Puglisi; la proiezione

gati. A Brancaccio lottava ogni giorno contro la

del film di Faenza in moltissime scuole d’Italia è servita a

mafia… lì l'hanno ucciso, lì bisogna ricominciare.

far conoscere la storia e l’operato di Padre Puglisi a migliaia di ragazzi che, fino a quel momento, non avevano mai sentito parlare del sacerdote di Brancaccio ed è per

Un momento della serata l’esibizione di Jenny B

questo - continua padre Garau - che ho sentito forte il desiderio di celebrare Don Pino Puglisi con una certa continuità,

impedendo

che

cadesse

nuovamente

nel

dimenticatoio». Nel 2004 a Papirolandia, bene confiscato alla mafia, padre Garau organizza la prima edizione del premio lungo la spiaggia di Castellammare del Golfo: «Ricordo che quella sera pioveva dovunque ma, cosa assolutamente straordinaria, sul luogo scelto per la commemorazione non cadeva neppure una goccia d’acqua. Abbiamo anche ottenuto con una certa facilità il patronato del presidente della Repubblica tanto che ad un certo punto ho pensato che ci fosse una volontà forte, al di sopra di me, ad aver stabilito che la manifestazione dovesse aver luogo». Il premio Internazionale Padre Pino Puglisi è giunto oggi alla quarta edizione; l’anno scorso il premio era incentrato 49


TROFEO CHALLENGE FLORIO

L’America’s Cup di Favignana

Il Trofeo Challenge nasce e si svolge nel ricordo di Ignazio Florio, capostipite della storica famiglia che nel 1874 comperò le isole Egadi ed estese le attività di lavorazione industriale del tonno. Di queste "imprese" imprenditoriali rimangono a Favignana le strutture impiantistiche che mostrano l'alto livello di tecnologie raggiunto, oltre che un ricordo indelebile, dell'uomo innanzitutto, nella memoria e nella storia degli abitanti delle isole Egadi. Quest’anno si è conclusa la terza edizione del Trofeo Challenge "Ignazio Florio", regata ad inviti, organizzata dallo Yacht Club Favignana, che si è articolata in prove costiere tra le isole Egadi e prove sulle boe nello specchio d'acqua tra Favignana e Trapani. Quattro giorni e quattro notti all'insegna della vela, dello spettacolo e della musica hanno animato questa splendida isola siciliana che ha registrato l'ennesimo boom di presenze. Oltre ottanta le testate e le tv nazionali ed estere accreditate per seguire l'evento; grandi nomi dello sport e del mondo dello spettacolo, così come tanti esponenti di rilievo del mondo politico, istituzionale e giornalistico per una kermesse davvero d'eccezione, durante la quale si sono alternati nomi del calibro di Ugo Pagliai e Paola Gassman, Cinzia Tani e 50

L’organizzatrice Chiara Zarlocco insieme a Simone Montedoro


Simone

Montedoro,

Sasà Salvaggio e Rocco Barbaro, Enzo Garramone, Francesca Sanipoli;

Lamberto

Bava,

Mita Medici, Fabio Canino e Francesca Nunzi. A trionfare in questa 3° del

Trofeo

di CARLO VALENTI

edizione

Challenge Ignazio Florio, l’Ottavo Peccato, barca Giuseppe

dell’armatore Tesorone

con al timone il finanziere Gigi Ravioli, a cui è

stata

consegnata

un’autovettura

Merce-

des Smart, premio per i primi classificati. Ravioli ha commentato la vittoria dicendo: «Vincere è sempre un piacere, soprattutto quando il livello e la qualità dei partecipanti è molto alto come nell'edizione di quest'anno». Seconda classificata, un'altra barca dello Yacht Club Favignana, Nino di Giovanni Calandrino, al quale è andata la somma di 6.000 euro; sul podio anche Alvarosky, guidato da Francesco Siculiana del Club Velico Siciliano che intasca il premio destinato ai terzi classificati di 3.000 euro. «è una soddisfazione enorme per lo Yacht Club Favignana che due imbarcazioni affiliate al nostro circolo occupino i gradini più alti del podio - afferma Chiara Zarlocco, organizzatrice

Chiara Zarlocco al centro, fra gli attori Ugo Pagliai e Paola Gassman

e vero motore della manifestazione, a margine della cerimonia di premiazione - sono stati quattro giorni meravigliosamente intensi: l'isola di Favignana è stata come sempre una cornice incantevole per il Trofeo Challenge Ignazio Florio e le condizioni meteo marine ci hanno regalato una sfida avvincente e competitiva. Il mio ringraziamento va a tutti gli equipaggi che hanno interpretato magnificamente lo spirito del Challenge, regalandoci tante emozioni. Senza dimenticare gli uomini della Guardia di Finanza e della Croce Rossa che hanno "vegliato" su di noi dal primo all'ultimo momento. Siamo orgogliosi di aver riprodotto, qui a Favignana, una piccola Coppa America, un Challenge destinato a diventare - conclude la Zarlocco - un appuntamento fisso del calendario velico».

51


V O LT O N U O V O

FEEL FOUGE

La corsa delle miss, oltre alle gambe c’è di più

52

Tutto nasce per gioco un’estate del ‘53, nel periodo di ri-

l’estate… così nacque Miss Muretto!

presa e del boom economico del dopoguerra.

Noti e meno noti, nazionali e non, il concorso di bellezza

Alassio era già allora il fulcro della mondanità internazio-

è diventato anche un modo per divertirsi in compagnia e

nale e, tra grandi feste ed estati da favola, nasceva il mito

magari, se si è fortunati, godere di una maggiore atten-

del "Muretto di Alassio", storico luogo di ritrovo che, per

zione anche per una sola serata. In realtà, il concorso di

una geniale intuizione del pittore Mario Berrino e di Ernest

bellezza diventa una piccola soddisfazione anche per quei

Hemingway, cominciava ad accogliere le piastrelle con le

genitori che seguono le figlie cimentarsi per conquistare la

firme dei personaggi più famosi del mondo.

benedetta fascia, orgoglio familiare. Per coloro che parte-

Ed è in quell’atmosfera unica ed eccezionale che a ferra-

cipano a quelli nazionali il discorso diventa diverso. Qui si

gosto si cominciò ad eleggere la ragazza più bella del-

può anche svoltare. Ovvero, se si dovesse riuscire ad ar-


sponsabile casting dell’agenzia di moda Rose Fashion Agency di Palermo, che è riuscita, nonostante il peso della pancia di sei mesi, a non calare neanche per un attimo le attenzioni verso ogni singola partecipante e per la prima volta nella storia del concorso a convogliare ben sei splendide palermitane, ed una lettone residente a Palermo, alle semifinali nazionali di Sesotto il sole cocente di agosto, rese piacevoli dalla confortante location offerta da Roberto Rizzo al circolo del tennis 2 di Palermo, vera base del backstage del tour, poi le tappe provinciali, poi la finale regionale ed infine per sei palermitane la soddisfazione della semifinale nazionale a Sestriere. Esperienza dura, sì, ma unica per le aspiranti reginette della finale di Alassio, e che ha visto sfiorare il titolo nazionale la palermitana Federica Fantaci 18 anni, paragonata ad Ornella Muti che con il suo volto ammaliante ha conquistato, se non altro, il giudizio positivo degli addetti ai lavori, classificandosi al 2° posto. Location

di FEDERICA MESSINEO

striere. Prima le pre-selezioni, poi le prove, dure ed infinite

varie per il tour palermitano, le ragazze provengono da Palermo ma anche dai vari comuni della provincia. Dalla cornice sulla riva del mare del Solemar dell’Addaura, alla Tonnara dell’Orsa di Cinisi, alle calde piazze di Carini, Misilmeri e Piana degli Albanesi, ovunque un successo.

Da sinistra: Rosa Di Stefano, Sasà Salvaggio, Caterina Gambino (2° Classificata), Roberto Gueli, Mariagrazia Tirrito, Carlo Valenti, Chiara Picone (1° Classificata), Suzana Skuta (3° Classificata), Nicola Giarraffa.

rivare alle finali nazionali tutto può accadere e la lotta si fa seria. Chissà mia figlia dovesse… Sì, è vero il mondo dello spettacolo è oramai pieno di personaggi che proprio da questi concorsi hanno preso le ali per il successo. Trampolino di lancio, vetrina, su questi elementi trovano risposta i numeri sempre maggiori di partecipanti. L’esclusiva delle selezioni del concorso nazionale di Miss Muretto a livello provinciale è affidata a Rosa Di Stefano, organizzatrice, nonché re-

Rosa Di Stefano

53


Dopo lo strepitoso successo di Miss Muretto la Rose Fashion Agency ha collaborato con Feel Rouge, il magazine e format tv che va in onda su diverse emittenti locali del sud Italia, per la selezione delle aspiranti conduttrici e testimonial del “Volto Feel Rouge” tenutosi il 12 Settembre 2008 nel suggestivo circolo del Costa Ponente, Fossa del Gallo, Mondello. Bellezza, simpatia, spontaneità ed esuberanza, sono le caratteristiche che sono state ricercate per il nuovo volto. L’intrattenimento è stato assicurato, in primo luogo, dalla presentatrice Maria Grazia Tirrito, storico volto del Format, dagli ospiti che hanno costituito la giuria: Marcello Clausi di Cult; il fotografo, Luca Lo Bosco, la modella Eliana Chiavetta, la 2° classificata di Miss Muretto 2008 Federica Fantaci, Alessandro Martello, la giornalista Aurora Pullara, la stilista Silvia Tessitore, la prima conduttrice di Feel Rouge Giulia Teri, Anita Sorano inviata di Feel Rouge tv. Roberto Gueli ed Alessandro Aricò, presiedevano con personalità i giudizi tecnici ed istituzionali. La verve di Sasà Salvaggio e dei componenti della giuria, gli interventi tecnici di Rosa Di Stefano, hanno guidato la serata. Non sono mancati i momenti comici interagendo e “distur-

bando” le miss, grande divertimento e spettacolo per il pubblico del Costa Ponente che ha accolto con grande consenso l’evento. Durante la serata per testare portamento ed eleganza, le ragazze hanno sfilato indossando i costumi da bagno, disegnati per l’occasione dalla stilista Fabiola Fernandes, truccate e acconciate da Beppe Grispo e la sua “Compagnia della Bellezza”. A dar luce alle partecipanti sono stati invece gli splendidi gioielli di Mogok, uno degli sponsor della serata, che alle prime tre classificate ha donato un gioiello, insieme al centro di estetica “O Sole Mio” City SPA di via Libertà, che ha fatto dono di buoni per usufruire dei servizi del centro e alla Palestra Evolution Center di via Abruzzi, che ha omaggiato borsoni e abbonamenti alle tre classificate. Oltre alle gambe e ai sorrisi delle ragazze, un momento dedicato a delle prove singolari per dimostrare doti di indubbia presenza scenica: prova di conduzione e di posture fotografiche, ed infine, forse, quella più dura, che le ha messe a confronto diretto con il pubblico e la giuria. Solo tre si sono aggiudicate alla fine i contratti lavorativi offerti da Carlo Valenti Editore, e rispettivamente: alla prima classificata, Chiara Picone è andata la conduzione di Feel Rouge tv, la seconda classificata, Caterina Gambino, sarà testimonial di uno spot televisivo ed alla Da sinistra: Caterina Gambino, Mariagrazia Tirrito, Chiara Picone e Suzana Skuta.

54

terza classificata, Suzana Skuta, è stato offerto un servizio pubblicitario su Feel Rouge Magazine.



TINTURIA E DINTORNI

La musica che nasce in Sicilia ...e non se ne va

C’era una volta un ragazzo che amava la musica. Un giorno incontrò i Tinturia e insieme formarono una band di “monelli” che da oltre dieci anni fa ballare la Sicilia. U chiù tintu è proprio l’ultimo arrivato, un picciotto di Agrigento con i riccioli scuri e l’aria sognante. Imprevedibile, stravagante, trascinante, anticchia fusu e cunfusu: Lello Analfino è la voce e l’anima dei Tinturia, ma anche l’emblema di tanti giovani che in Sicilia sono nati e qui vogliono vivere e lavorare. «Sono un codardo perché amo la mia terra e non voglio lasciarla - dice il cantante spesso parto per lavoro, sto fuori qualche giorno, ma poi torno perché la Sicilia è casa. Crearsi un futuro in questa meravigliosa Isola è una sfida continua: bisogna lottare quotidianamente contro la burocrazia, i politici e la mafia, contro chi vuole trasformare la nostra terra in un sottobosco. Qualcuno dice che sono un rivoluzionario, ma non è vero. Io 56

Lello Analfino


hanno tanta voglia di fare - spiega il presentatore - ma che spesso non vengono valorizzati a livello nazionale perché le radio snobbano la musica siciliana». Gli ospiti dell’evento sono Mario Venuti, Ditirammu, Qbeta, Max Busa degli Alì Baba e Lello Analfino. Peppe, la voce dei Qbeta, dice che «per lavorare al sud ci vuole cesso lo ottiene, ma chi resta deve faticare almeno il doppio». E le soddisfazioni non mancano: «Sfondare nel mondo della musica senza lasciare la propria terra è difficile - aggiunge Max Busa - ma noi puntiamo sul motto che l’unione fa la forza e il calore del pubblico ci sta dando ragione». Arriviamo a Cinisi. Lello ci raggiunge dopo qualche minuto. Indossa una magliettina a righe bianche e blu, jeans e scarpe rosse. Troviamo un posto tranquillo per chiacchierare, ma bastano pochi minuti per capire che Lello Analfino non è soltanto un artista che ha scelto di

di VALENTINA LI CASTRI

più tenacia. Chi decide di andare al nord per avere suc-

restare in Sicilia, ma è un uomo innamorato della sua Trinacria come di un’ammaliante sirena dai lunghi capelli dorati come i raggi del sole e gli occhi azzurri come il mare. Le sue parole sono una dichiarazione d’amore in piena regola: «Sono innamorato della Sicilia perché la Sicilia è casa. è un posto meraviglioso che purtroppo fa “scruscio” soltanto in occasioni negative. Io, invece, dico anche cosa c’è di buono e sono convinto che meriti un’occasione per rimettersi in gioco».

Max Busa

dico

soltanto

I Qbeta

quello che penso ed esprimo il mio dissenso attraverso la musica». Con la sua indole gioiosa e irriverente, Lello porta sul palco l’essenza di una terra amara e duci dove esistono regole, eccezioni e contraddizioni. Le sue canzoni raccontano “di mari e d’amuri”, il titolo del suo ultimo lavoro, di venditori ambulanti e pescatori. Melodie folk rock svelano una Sicilia di colori, profumi e sapori. Patria di disoccupazione, alcool, droga e immigrazione. Il primo contatto con il leader dei Tinturia è al telefono. Proviamo a rintracciarlo da giorni, poi, una mattina, squilla il cellulare. è lui. La voce è un po’ assonnata. Fissiamo un appuntamento per la stessa sera. Lo incontriamo a Cinisi durante Scruscio 2008, la manifestazione ideata da Massimo Minutella per «valorizzare gli artisti che pensano, scrivono, cantano, ma soprattutto vivono in Sicilia. Un’occasione per rendere il giusto merito a quei musicisti che

Massimo Minutella

57


ARTIGIANATO D’ÈLITE

Smalti di Sicilia su Vetro informazione pubblicitaria Giuseppina Vassallo e Daniela Rao, artiste-artigiane, nate a Palermo, provenienti da percorsi di studio differenti, la prima in decorazione, in architettura l’altra, decidono nel 2002 di lavorare insieme dando vita ad un’intensa ed introversa produzione artistica, durante la quale hanno sperimentato svariate tecniche pittoriche su diversi materiali, quali tele, ceramiche, vetro. Non rinunciando mai all’utilizzo della tela come tradizionale supporto per oli e smalti, rielaborano l’uso artistico del “vetro”. La scelta è quella di un materiale affascinante dalle molteplici potenzialità, che diventa supporto alternativo su cui far scivolare smalti e pigmenti. Lo scorso anno, hanno cominciato a farsi notare al pubblico, partecipando a mostre collettive e concorsi nella provincia palermitana. Il riscontro positivo con il pubblico, determina la volontà di costituirsi come associazione culturale al fine di proporre una nuova sensibilità artisticoartigianale. Protagonista è l’originale linea di oggetti e complementi d’arredo denominata “Smalti di Sicilia su vetro”. Lo studio e la ricerca di antiche tecniche pittoriche, come quella del “fixè sous verre” (già presente nel Mediterra-

SMALTI DI SICILIA SU VETRO Design e Decorazione Arch. Daniela Rao 3288117500 Pina Vassallo 3200646687

www.smaltidisiciliasuvetro.com info@smaltidisiciliasuvetro.com

58


neo in epoca Romana), ha portato alla rielaborazione di un nuovo linguaggio pittorico applicato agli oggetti attraverso un lavoro esclusivamente manuale, realizzando così un artigianato d’élite. Concettualmente, si rifanno al movimento artistico “Art and Craft Moviment” con simili scopi: rivedere il “valore qualitativo” ed artistico di oggetti in vetro d’uso comune, azzerato

S intes i tra ar te, ar tigianato e desi gn

dalla produzione industriale. Come l’Art - Nouveau (fine 800 primi 900) riprendono il vetro, che grazie alle caratteristiche stesse della materia oggi si riadatta, come allora, alle premesse formali di un gusto contemporaneo. La decorazione si concentra su oggetti come piatti, candelieri, sculture, vasi, tavoli e complementi d’arredo, rilanciando il vetro come fatto “artistico”. L’originale tecnica utilizzata, si può definire un “drapping di smalti stratificati” con l’aggiunta di pigmenti metallici che ben si adattano ad una visione moderna ed attuale della decorazione artistica. Oltre la tecnica della stratificazione, caratteristica fondamentale è la realizzazione di texiture e reticolati (unicamente relizzati a mano) che adagiati sulla superficie trasparente del vetro, diventano dei veri e propri merletti smaltati. Una precisa sequenza delle trame (texiture) e delle stratificazioni ne determina i colori e i disegni che diventano narrazione cromatica della nostra terra d’origine. Sintesi tra arte ed artigianato quindi, per la linea di oggetti prodotti in edizione limitata. Ciascun oggetto è infatti progettato e poi realizzato in edizione limitata e quindi numerato, al fine di non tradire lo scopo ultimo dell’attività artistico-artigianale. L’attività delle artiste si concentra anche sulla progettazione e realizzazione di arredo e decoro di interni (cafè, enoteche, appartamenti). Gli oggetti e i decori vengono realizzati anche su espressa richiesta di ogni singolo cliente. Le artiste-artigiane si propongono una incessante ricerca sperimentale, tra tradizione ed innovazione progettando e ridisegnando in chiave moderna “immagini” divenute icone della nostra terra, al fine di imprimere un’inconsueta connotazione stilistica dell’immagine “Sicilia”. Lo scopo quindi delle artiste Daniela Rao e Giuseppina Vassallo con la loro Associazione Culturale “Kore Arte contemporanea” è quello di promuovere la linea di oggetti “Smalti di Sicilia su vetro” al fine di contribuire a far conoscere un nuovo, originale artigianato, con l’intento di far emergere e rilanciare una nuova cultura dell’artigianato artistico in Sicilia. 59


di ALESSANDRO GARRAFFA

24 FOTOGRAMMI BURN AFTER READING di Ethan e Joel Coen Divertente intreccio tra il comico e il noir, l'ultimo film dei Coen tradisce una certa natura ricreativa. Grottesco, spietato, spesso disarmante, Burn After Reading ci disegna con fare beffardo l'approssimazione e la bastarda casualità delle umane cose. Sceneggiatura filante e ben strutturata, che evita le ripetizioni ed esalta il ritmo, narrando attraverso i dialoghi ciò che non fa vedere. Come al solito i Coen danno vita a personaggi molto curiosi, un po' border line, ma estremamente umani. Ironia un po' pulp, ma senza strafare: si sorride spesso e quando meno te lo aspetti. I dialoghi tra le alte sfere dell'Intelligence sono poi un inquietante e surreale quadretto su una realtà tutt'altro che inverosimile. La pretesa di perfezione attorno al concetto di organizzazione di stato, in effetti è più una nostra esigenza concettuale che un dato di fatto. Burn after reading denuncia l'ipocrisia, l'arrivismo, l'egoismo e l'ottusità di una cultura di cui gli stessi interpreti sono consapevolmente strumento, con un registro che privilegia il comico, pur raccontando il drammatico. Il dramma di una società fondata sul sospetto reciproco e sull'indifferenza per le sorti e i sentimenti degli altri. Quello che forse manca a questo film è un po' di originalità. Il concetto di base “tutti spiano tutti” è in effetti un dejà vu e in qualche modo anche la resa di alcune scene è abbastanza scontata. Sotto tono anche l'interpretazione di Malkovich, che risente probabilmente di un personaggio non all'altezza degli altri. Tutto sommato però un film piacevole, fluido, senza momenti di stasi narrativa, non esalta, ma a tratti sorprende e fa sorridere. Ennesima opera dei Coen degna di nota, una conferma della loro discreta qualità e forse anche dei loro limiti.

PRO Sceneggiatura ben strutturata e ottime interpretazioni, decisamente piacevole da seguire. CONTRO Non troppo originale, per argomenti e lavoro di camera.

X-FILES:

VOGLIO CREDERCI

di Chris Carter

Qualcosa che non andava fatto. Riesumare una serie tv che doveva il suo successo più all'alone di mistero su ciò che non faceva vedere che all'interesse per ciò che raccontava; trasformarne un episodio tutt'altro che significativo in un lungometraggio, allungando le pause, stiracchiando i contenuti. Insomma un obbrobrio stilistico e concettuale. La storia è cosi ridicola che neanche vale la pena accennarla. Sembrerà un'ovvietà ma per chi si aspettasse da questo film una prosecuzione del tema fondamentale della serie, cioè misteri e insabbiamenti su incontri con esseri alieni, tenga presente che il sottotitolo “voglio crederci” non ha nulla a che vedere con questo argomento. I personaggi sono caricature di loro stessi, con un Fox Mulder in fase ribelle, che non conclude assolutamente nulla di buono, e una Scully sempre più bigotta, pregna di quel perbenismo deleterio, buono solo ad esprimere disprezzo per gli altri. Il film racconta veramente poco: la sensazione è che certi dialoghi siano inutilmente lunghi e che spesso neanche arrivino a spiegare le dinamiche emotive o i passaggi che portano all'intuizione. Assenti ingiustificati anche il mistero, l'assurdo che spesso erano stati protagonisti della serie e che in questo episodio lasciano invece il posto al patetico e al ridicolo. Insomma qualcosa che dovreste risparmiarvi.

PRO Ogni tanto si ride... ma mi suggeriscono che non è una commedia. CONTRO Orribile, insulso, noioso. 60


di ANGELO LUCA PATTAVINA

LIBRI Storie da Banco Cocktail & Racconti di Walter Viviano

«Non è soltanto pericoloso ciò che circola al buio. Certo è più facile perdersi, sbagliare e lasciarsi andare, ma anche per questo motivo è più facile socializzare, rilassarsi e divertirsi». Lo sa bene Walter Viviano, classe 74, bilancia, professione barman. Uno che il buio lo vive bene, perché la notte è il suo giorno. E dal buio della notte, da quel groviglio di vite che si incontrano e si sfiorano in ogni angolo della città, davanti al bancone di qualche locale, di notte, quando, come diceva Edward Young, «anche un ateo crede quasi in un Dio», Walter, (un Bukowski palermitano dall’altro lato del bancone), ha tirato fuori alcune storie, alcuni spaccati di vita vissuta anima e corpo. “Storie da banco”, storie della notte che rimangono al banco, perché “il barman è tuo amico”, perché il barman quando sa ascoltare e osservare potrebbe scriverne uno al giorno di libri. Storie in cui dentro c’è di tutto. Ci sono i tre moschettieri con i loro sogni di gloria (“Compà, grapiemo u’ locale. Tanto che ci vuole. Uno fa i cocchitel, uno mette a musica, l’avutru sta a cassa, chi ci vuole?”), c’è la Marchesa con la sua finesse (“Talè è buono ca ma stricu mura mura ma a tia un ta rugnu!!!”), c’è l’amico Marcos (a cui è

Titolo:

Storie da Banco

Autore:

Walter Viviano

Edizione: Pietro Vittorietti Edizioni Anno:

2008

Pagine:

128

Prezzo:

10 euro

dedicato il libro, leggere per capire), ci sono stranezze e confidenze, casualità e solitudini, loquacità e silenzi. E poi ci sono loro, i veri protagonisti della notte: cocktails e

grafica nuova, molto accattivante, in perfetto stile lounge

shots, che la liquefanno a base di margarita e negroni,

che si adatta efficacemente al suo contenuto. Il libro è

manhattan e daiquiri, birra e mojito. Cocktail & Rac-

stato presentato in una lettura drammatizzata dall’attrice

conti. Storie maschie per fegati forti e cuori leggeri. Rac-

Marika Pugliatti, accompagnata dal sax soprano di Giusi

contate tra risate e languori. Con un sottofondo di Miles

Machì, durante l’happy hour organizzato alla fine di luglio

Davis e Vinicio Capossela. Sicuramente divertente, a

al Kuè, il wine bar situato nella storica cornice di piazza

tratti malinconico. Soft and hard. Storie da banco, ma

Marina. «Un sogno sognato in un tropico familiare. Un

anche qualche digressione su avventure personali, viaggi

sogno assetato” che un po’ per caso, un po’ per sfida, tra-

trasgressivi, feste trascendenti e amori sfuggenti. Con un

sforma il barman in scrittore, le storie vissute in storie rac-

sorprendente finale coscienzioso. Perché la vita, quella

contate. “Per noi che andiamo a farci una spaghettata

che sfila e barcolla davanti agli occhi di Walter, merita d’es-

mentre voi vi state preparando per andare in ufficio, che

sere vissuta. E condivisa.

ci facciamo l’ultima birra mentre voi mettete lo zucchero

“Storie da banco”, che rappresenta il libro d’esordio del

nel caffè, che ci spogliamo mentre vi vestite, tutto ciò è,

nuovo marchio editoriale “Pietro Vittorietti Edizioni”

tra virgolette, normale». Parola di Walter Viviano. Parole

(che prende il posto di Sigma Edizioni) si presenta in una

nella notte. 61


di GAETANO SALVAGGIO

FoolROUGE

62

Scherza coi Fanti e lascia stare i Santi SCHERZA COI FANTI E LASCIA STARE I SANTI”, borbotta il vecchio sacrestano trascinandosi curvo attraverso la grande navata della chiesa, mentre Mario Cavaradossi attende al restauro del dipinto che adorna una delle cappelle e trova una “RECONDITA ARMONIA DI BELLEZZE DIVERSE” fra la sbiadita immagine di una “BELTADE IGNOTA CINTA DI CHIOME BIONDE” e la propria amante, la bruna e ardente Flora Tosca. “SCHERZA COI FANTI E LASCIA STARE I SANTI”, ripete sempre più irritato ed infastidito il vecchio, accudendo ora ad una cappella, ora all’altra, mentre il pittore continua a paragonare il casto ed azzurro occhio della sacra immagine, all’occhio nero e profondo di Tosca che evoca irrefrenabili ed irriferibili passioni. Quindi, se è vero che il bene ed il male stanno nello sguardo e nella mente di chi osserva ed elabora pensieri, è anche innegabilmente vero che poi ciascuno vede e fa del sacro l’uso che più gli aggrada, che gli viene utile fare o che gli viene detto di fare senza tenere minimamente in conto il credo o la sensibilità degli altri che ritengono invalicabili i confini fra il sacro ed il profano o meglio di ciò che è stato loro insegnato ed hanno imparato a riconoscere e ritenere tali. Presso i nostri concittadini il ricorso al sacro ed in particolare alla protezione dei santi origina non sempre, ma a volte, da povere e scadenti ragioni (ricordo accorati e urlati appelli a Santa Rosalia per aiuti soprannaturali allo stadio della Favorita per invocate e miracolose parate su calci di rigore, o per la strada richieste di aiuto al pelosissimo Sant’Onofrio per il ritrovamento di oggetti smarriti, sempre che tale specializzazione sia prevista da Santa Romana Chiesa). Ma si sa a volte le mode cambiano, alcuni santi vanno in ribasso, e ne vengono attenzionati e promossi altri emergenti e ritenuti più fruibili e fungibili. Così, è successo che in città si sono moltiplicate le statue di Padre Pio. In grande numero ne sono state collocate nelle vie e nelle piazze di tutti i quartieri, a volte piccole, a volte grandi, a volte isolate, a volte in gruppi artistici e quasi sempre in posizioni idonee in spazi indovinati. Ultimamente però statue e statuette del miracoloso Santo e della B. V. Maria, con tanto di piccoli monumenti con basi a gradoni di marmo, recintati e protetti da ringhiere, con spazi per vasi di fiori e piante, sono spuntate al centro di piazze e piazzette, ad angoli inutilizzati e ad improbabili incroci. Queste locations vengono ideate ed offerte da comitati spontanei, dalla generosità di pie famiglie che ne seguono la realizzazione e ne curano costantemente l’aspetto e la pulizia, sostituendo i fiori appassiti, l’acqua dei vasi, curando la piante, con un servizio di sorveglianza h24, affidato a baldi giovani in lenti da sole, che sostano nei pressi di questi sacri insediamenti e si alternano nella pia devozione restando sempre all’erta e circospetti seduti su scooters e motorini. Tanta devozione ha solitamente un riscontro miracoloso, se vogliamo giudicare dagli effetti prodigiosi che inconsapevolmente Padre Pio provoca sui suoi devoti. Gli scooters ed i motorini, spesso ed in poco tempo, diventano smaglianti e costosissime moto, tant’è che per adeguarsi al tono delle moto, anche i giovanotti cominciano a vestire sempre meglio fino a quando diventano essi stessi il festival della griffe. Così il sacro luogo del Santo di Pietralcina diviene riferimento certo per incontri e scambi fra chi cerca viaggi di sogno e chi vende sogni di viaggi, di certo non pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo. Ma c’è anche chi della devozione altrui fa uso e strumentalizzazione a scopo di pubblica igiene. Infatti in molti, privati cittadini ed amministratori, hanno collocato o fatto collocare santi e madonne in luoghi che, per antica e consolidata abitudine, i palermitani consideravano discariche per vecchi elettrodomestici, mobili e materassi, pneumatici, serbatoi e lastre di eternit e perfino carcasse di auto, moto e “lape”. Incredibile ma vero, molte di queste discariche a cielo aperto sono sparite. A tale mirabile risultato si è giunti facendo leva sul profondo rispetto nutrito dai palermitani che con i santi non scherzano. E così tante donne hanno visto i loro mariti riportare a casa o in garage vecchie reti, stipetti e materassi perché “u ni potti ittari, ci misinu a Patri Piu!“.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.