PER L’ULTIMA VOLTA
Grazie Capitano! quando Corini tornerà da avversario sul prato verde della Favorita. A Maurizio Zamparini il merito di avere fatto rinascere il calcio a Palermo ed averne consolidato la posizione nel panorama nazionale ed europeo; ad Eugenio Corini quello di avere ricordato a tutti, a tantissimi calciatori in primis, che in uno sport devono avere preminenza innanzitutto i valori sani e l’entusiasmo e poi, soltanto in un secondo tempo, i miliardi e la notorietà.
Thanks, Captain! Palermo team supporters thank Eugenio Corini for his great help to the team. He has been a great player with his fair-playing and a fantastic mediator between the company and the team itself. That’s why the supporters, once heard about his leaving, have organized a demonstration at the Renzo Barbera Stadium. How can they forget the way he used to incite them during the match, or the great relationship he established with his supporters and Palermo? This is not the right context to discuss if the soccer company has properly understood his important role within the team, but for sure the management should investigate the matter, trying to postpone his leaving or proposing him a role as a manager. In short, the supporters wish that the relationship Palermo-Corini would never stop and they have clearly demonstrated it with the petition they made last year to appoint him freeman of Palermo. To Maurizio Zamparini goes the merit to have consolidated Palermo’s team within the national and European soccer world, but to Eugenio Corini goes the merit to have shown that soccer is, first of all, enthusiasm and honesty.
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Grazie! Il popolo rosanero, i milioni di tifosi palermitani sparsi per tutto il globo, non possono trovare parola migliore per salutare Eugenio Corini. Il Capitano del Palermo, adesso, è lontano, fisicamente e con la testa, ma è rimasto nel cuore di tutti gli sportivi che non dimenticheranno il grande apporto dato da questo piccolo grande uomo alla rinascita del calcio in città. Corini, in questi anni, ha preso per mano la squadra, dato una direzione all’impostazione di gioco, fatto da intermediario fra la società e lo spogliatoio e soprattutto, ha acceso i cuori di tutti i tifosi per lo stile e l’eleganza mostrati non solo sul campo, ma nel comportamento di ogni giorno. E infatti, non sorprendono le manifestazioni, organizzate spontaneamente davanti allo Stadio Renzo Barbera alla notizia della partenza del Capitano. Per Corini, in tutti questi anni, la piazza rosanero è stata la scommessa vinta di chi, nonostante intere stagioni di gavetta e di battaglie gregarie (vedi quelle con il Chievo), crede fermamente nelle proprie possibilità e può riemergere da protagonista nel massimo campionato, pur ripartendo dal girone infernale della serie B. Come dimenticare i continui incitamenti ai tifosi per far sì che dagli spalti non mancasse mai il giusto apporto di entusiasmo verso la squadra? E come dimenticare, soprattutto, il felice connubio che nel tempo si è venuto a creare fra il calciatore, l’uomo e Palermo, fra l’uomo e i palermitani? Non è questa la sede per discutere se la società rosanero lo abbia compreso o meno; certo è che la U. S. Città di Palermo (o la “Palermo calcio” come ancora tutti la chiamano) ha, forse, peccato di eccessiva fretta nell’affrontare il casoCorini, quando la questione avrebbe meritato un maggiore approfondimento. Inutile negare che tutti avremmo auspicato una chiusura in rosanero della carriera di questo sportivo, sia pure il più tardi possibile, e magari un suo successivo ingresso nella dirigenza della società di viale del Fante. Insomma, l’auspicio era che il matrimonio fra il Palermo e il Capitano non si interrompesse mai, come nella migliore tradizione delle “storie d’amore” fra i grandi club ed i grandi campioni. Un auspicio rafforzato dall’amara considerazione che, nel calcio moderno, è difficile, se non impossibile, trovare giocatori considerati “bandiere della squadra”, eccezion fatta per alcuni anziani del football di casa nostra, come Totti, Maldini, Buffon, Del Piero e pochi altri ancora. L’amarezza è accresciuta dal fatto che appena l’anno scorso erano state decine di migliaia i palermitani ad avere sottoscritto una petizione per chiedere fosse conferita la cittadinanza onoraria ad Eugenio Corini: anche questo, un atto inequivocabile che la dice tutta sul rapporto fra la città e la sua “bandiera” vivente. Fotografie di un amore reciproco che non possono essere stracciate nemmeno adesso che il Capitano è andato via e non lo saranno neanche in futuro,
REPORTAGE
I Mille Colori di Palermo
Sembra, a leggere giornali e libri, per chi ne avesse ancora il tempo e la voglia, o navigando su internet, per chi non si interessa più alla Tv, che la parola “interculturalità” e i suoi derivati vadano per la maggiore accanto a “vallettopoli”, “scandali”, “stragi” e poco altro. L’interculturalità, anche se forse non si era ancora trovato un termine tecnico per definirla, ha invece sempre avuto a Palermo una sua culla naturale, e forse per questo poco sbandierata. Non ne parlavano di certo in questi termini i Fenici che ne furono i fondatori nell’ VIII secolo a. C. a cui fecero seguito Cartaginesi e Romani; né i Barbari che ne fecero scempio prima dell’arrivo degli Arabi.
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di deborah pirrera fotografie di Massimo Barbanera
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Non si definivano di certo integrati i Normanni che convissero a lungo con gli Svevi e ancora Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Borboni. Dobbiamo forse immaginare che ogni popolo si sia susseguito all’altro senza mai incontrarsi, o scontrarsi? improbabile, e la florida architettura che per fortuna ancora esiste e resiste, e le tante testimonianze culturali ce lo confermano. L’interculturalità é qualcosa a cui il palermitano è da sempre naturalmente educato. Forse fanno più fatica i giovani, o alcuni giovani, che storcono ancora il naso alla presenza a scuola di compagni provenienti spesso dal sud del mondo, ma tutti tendenzialmente etichettati sotto il generico appellativo “u turcu”. Alcuni trovano divertente ingaggiare faide di antica memoria verso i “nuovi invasori” ma, con altrettanta velocità, sono disposti a ricredersi, cosa che spesso accade, qualora scoprano in loro dei bravi giocatori di calcio, che è meglio avere alleati piuttosto che avversari. Lì dove il calcio non arriva intervengono progetti, metodologie differenziate di apprendimento, programmi ministeriali e il rinnovamento della stessa didattica: tutti volti all’inserimento degli alunni stranieri. Con uno sguardo ancora al sociale, il pullulare delle strutture che si occupano di assistenza e prima accoglienza verso gli stranieri a Palermo, dal fornire posti letto alle informazioni relative al territorio e al supporto pratico per la risoluzione dei problemi, offre il polso dell’attenzione cittadina verso gli extracomunitari. Dai centri di accoglienza al ripopolare quartieri un tempo semi abbandonati e oggi quanto mai vivi il passo è stato breve. Dal serio al faceto, diamo un’occhiata alla cucina palermitana, fiore all’occhiello della città. Con l’estate si spalancano porte e finestre e le strade del centro brulicano di odori e di locali all’aperto. Proprio nel mese di maggio l’Istituto Platone ha dedicato sei incontri tematici dal titolo “Cucina e cultura dei popoli” che ci ricordano l’arte culinaria nostrana, perché di arte trattasi, che dalla semplicità della cucina ellenica dalla quale è nata, nei secoli si è aperta ad un caleidoscopio meraviglioso di influenze diverse: quella araba nei dolci, cassate cannoli e gelati in primo luogo, francese nella preparazione del pesce e della caponata di melanzane, spagnola in quella della carne, i famosi involtini alla palermitana, e per finire, certo ultima non per importanza, la pasta derivata dalle coltivazioni di grano duro di matrice romana, quella con sarde e finocchietto fra tutte. Per concludere parola alle parole. Idioma personalissimo quello palermitano e riconoscibile, di difficile scrittura, frutto anch’esso di innumerevoli commistioni il cui studio oggi forse dovrebbe essere incentivato. I Greci diedero il via, greco il nome della città Panormos tutta porto; data la lunghezza del periodo del colonialismo ellenico tanti i termini che ne sono rimasti nel nostro idioma; ai bizantini si deve la “u” finale di molti termini e il raddoppiamento di “n” e “m” (quannu, jamma); ma i tre secoli di dominazione araba ne hanno profondamente mutato la struttura specie in quei termini legati all’agricoltura e alle tecniche di irrigazione (sceccu, gebbia) ai normanni i termini di matrice gallo italica e agli spagnoli il resto (curtigghiu, lastima). Palermo insomma crogiolo di popoli e culture, luogo in cui da sempre culture differenti vivono e convivono, solitamente nel rispetto reciproco. L’interculturalità, intesa come scambio, per noi non è un’invenzione del XXI secolo.
Palermo multicolour If you are still willing to watch TV, read magazines and browse the Internet, you’ll find out that everybody talks about “interculturality”, along with other subjects such as “vallettopoli” (show girl’s scandal) and slaughters. On the contrary in Palermo the word interculturality is not so trendy, maybe because we have been “doing” interculturality for ages. Just a couple of examples: in town there are a lot of associations which take care of nonEU immigrants, giving them a shelter and helping them to solve daily problems; our local dialect is a mix of different idioms; the local cuisine is a great mix of different cultures and now that doors and windows are wide open because of the heat you can realize it. Last May the Istituto Platone organized six interesting meetings on the local cuisine “art” which is an interesting mix of Greek cuisine and influences from the many different dominations that happened in Sicily.
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DIEGO CAMMARATA
La mia Sfida per la Città del Futuro
Gli slogan elettorali sono di due tipi, a volte veritieri e altre suggestivi, ma privi di riscontri reali. Nel caso di Diego Cammarata vale la prima affermazione: e infatti, i palermitani, rinnovandogli la fiducia con una valanga di voti hanno confermato che è lui, indiscutibilmente, il “Sindaco della nuova Palermo”. La gente, alle scorse elezioni, in pratica, ha dimostrato di avere apprezzato il lavoro svolto dal 2001, credendo più ai risultati visibili in città che non agli attacchi frontali degli avversari usciti sconfitti dalle urne. Risultati, che preparano la Palermo del futuro.
I palermitani l’hanno rieletta sindaco a grande maggioranza. Quali atti avranno priorità nell’attività amministrativa del prossimo quinquennio? In questi anni abbiamo avviato un programma a lunga scadenza, per dare risposte concrete e immediate, da un lato, alle emergenze e ai bisogni di questa città e, dall’altro lato, per creare e promuovere le condizioni di sviluppo con l’avvio di un percorso di crescita. Nei prossimi anni continueremo questo programma e questo percorso di sviluppo, cosa che stiamo, del resto, già facendo, consolidando la realizzazione di infrastrutture e di servizi e badando alle più forti emergenze sociali. Una delle priorità è proprio la riqualificazione dell’intervento sociale per rispondere alle esigenze delle fasce più deboli dei cittadini, ma anche la realizzazione delle opere inserite nel piano per la mobilità e delle grandi infrastrutture, la prosecuzione della riqualificazione del centro storico, l’offerta di servizi alle periferie, e ovviamente va completato il processo, avviato da questa amministrazione, della stabilizzazione dei lavoratori precari. In particolare servono risorse per la metropolitana, per completare la rete idrica, per affrontare la questione della casa che è una questione nazionale, che riguarda tutte le grandi città e che deve vedere la partecipazione di tutte le istituzioni, perché sono necessarie risorse e un confronto serio. Ho intenzione di chiedere al governo nazionale una legge speciale per Palermo, per sostenere economicamente le grandi emergenze della città. Continueremo, insomma, a lavorare al grande piano strategico per lo sviluppo della città. Durante la scorsa campagna elettorale ha incontrato migliaia di persone e stretto migliaia di mani. Quale dei tanti incontri e dei tanti appuntamenti a cui ha partecipato le è rimasto maggiormente impresso? Sicuramente quello con la signora Maria del Borgo Vecchio. Mi ha fermato durante un giro nel quartiere in campagna elettorale, per chiedermi la sistemazione dello spazio dove si trova una statua di Padre Pio con una recinzione e un’aiuola, per evitare che diventasse un punto di raccolta di rifiuti. Le ho assicurato che sarebbe stato fatto e lei mi ha salutato, dicendomi che è importante che un sindaco ascolti chiunque e si occupi anche di queste piccole cose. Così è stato. Il primo
telegramma che ho ricevuto il giorno della mia elezione è stato proprio quello della signora Maria, che mi ringraziava e mi faceva gli auguri. Mi ha emozionato e commosso: mi ha dato la conferma che i cittadini hanno compreso il lavoro fatto in cinque anni e il metodo diverso, che guarda alla concretezza, prendendo gli impegni e mantenendoli, senza sfruttare le attese e i bisogni. Quello stesso pomeriggio mi sono presentato a casa della signora con un mazzo di fiori”.
Come cambierà il sistema dei trasporti in città, per smaltire il traffico e combattere lo smog? Palermo è stata a lungo penalizzata dalla mancanza di grandi infrastrutture e siamo dovuti partire dalla necessaria programmazione e progettazione, elaborando innanzitutto il piano integrato per il trasporto pubblico di massa. Gli elementi che lo compongono sono la metropolitana leggera automatica dallo svincolo di via Oreto a Tommaso Natale – Partanna Mondello, il completamento dell’anello ferroviario in sotterranea, tre linee di tram che collegheranno le periferie con il centro, il raddoppio del passante ferroviario da Brancaccio all’aeroporto di Punta Raisi, l’ammodernamento della circonvallazione, dove, in tempi record, è stato aperto il sottopassaggio di via Leonardo da Vinci, mentre adesso si lavora alla realizzazione di quello di via Perpignano. Sono in corso, inoltre, i lavori per la realizzazione di nuovi parcheggi, per un totale di circa 12 mila posti auto. Da qualche anno, il centro storico, cuore di Palermo, è tornato a pulsare: tantissime le ristrutturazioni di storici edifici e le attività culturali che hanno animato i quartieri più antichi. Un biglietto da visita anche per il turismo. Negli ultimi anni gli interventi avviati nel centro storico tra pubblico e privato sono stati più di mille. Sono state rilasciate le concessioni per cinque nuovi alberghi a cinque stelle, un’ulteriore testimonianza dell’interesse degli investitori per la città che muoverà un indotto importante. Nel centro storico sono nati anche nuovi teatri e nuovi musei, a partire dalla civica Galleria d’arte moderna che ha trovato una sede definitiva e prestigiosa dopo ben cento anni. Il recupero storicoarchitettonico del complesso monumentale di Sant’Anna la Misericordia è il più grande intervento di restauro nel centro storico di Palermo dal dopoguerra ad oggi. Un altro luogo magnifico, recuperato e trasformato in un nuovo spazio per la cultura, è il complesso monumentale di Montevergini, che comprende un’ampia parte conventuale d’origine quattrocentesca e una chiesa. Nella prima hanno trovato sede l’Atelier Montevergini, una sorta di lounge bar con spazi espositivi, e soprattutto una residenza per gli artisti. Nella chiesa, invece, è stato allestito uno spazio per rappresentazioni teatrali e concerti. È diventata la casa del teatro palermitano. Parallelamente al recupero del centro storico, abbiamo puntato anche a riaffermare l’identità della città, il significato della sua cultura e il valore delle sue risorse storiche, ambientali e monumentali: la riqualificazione della Kalsa,
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di federico d’imera
intesa non solo come recupero dei monumenti ma anche come rivitalizzazione del territorio, operazione fatta con le edizioni della rassegna Kals’Art, è uno dei nostri fiori all’occhiello: abbiamo utilizzato la cultura come elemento di recupero e rivitalizzazione di un intero quartiere, la Kalsa, appunto, uno dei più antichi della città. Abbiamo riqualificato ma anche creato le occasioni per portare cultura, musica, intrattenimento: in una parola, occasioni perché la gente tornasse ad affollare e a vivere il quartiere.
Ai Cantieri culturali nasceranno la scuola nazionale di cinema e un grande museo d’arte contemporanea. In pratica, sorgerà una vera e propria cittadella della cultura nel cuore della Zisa. È un’ulteriore occasione di crescita per la città e un’opportunità in più per i nostri giovani. Per realizzare la sede distaccata della Scuola nazionale di cinema si stanno ristrutturando tre disastrati padiglioni (quasi 5 mila metri quadrati in tutto) nell’ex complesso industriale che fino agli anni Sessanta fu sede delle Officine Ducrot. Appena le nuove strutture saranno pronte per l’uso (realizzarle, appunto, è l’impegno assunto dell’Amministrazione comunale), toccherà alla Regione e alla Fondazione Scuola nazionale di cinema completare l’iter per far partire le attività
didattiche (l’accordo comprende un Dipartimento Documentario, un Archivio Regionale, un Laboratorio Sperimentale del Cinema dell’Audiovisivo e delle Nuove Tecnologie). Il Museo euromediterraneo delle arti contemporanee sarà, invece, una nuova vetrina per le tendenze artistiche del nostro tempo. Ad ospitarlo sarà il padiglione 19 che stiamo ristrutturando.
Il mondo del cinema, da qualche tempo, ha eletto Palermo come set privilegiato per film e produzioni televisive che finalmente non trattano più soltanto della la piaga mafiosa. Ci si accorge di Palermo per la sua storia, la sua gente, la sua cultura. Come spiega questa rinnovata attenzione? È una rinnovata attenzione legata soprattutto al percorso di crescita e di sviluppo compiuto in questi anni dalla città. Palermo ha una storia millenaria, una cultura e un’architettura la cui straordinaria ricchezza ha le sue radici nella contaminazione operata nei secoli. In questi anni abbiamo puntato a valorizzare l’eccezionale patrimonio artistico e architettonico della città, recuperando la nostra migliore tradizione, nella consapevolezza che non c’è futuro senza memoria. A questo proposito, abbiamo creato una “Film commission” comunale, per dare risposte concrete alle produzioni cinematografiche che hanno scelto la nostra città come set e che hanno la necessità di avere supporti sul territorio, con il compito di agevolare la possibilità di effettuare riprese e offre numerosi servizi utili alla realizzazione di una pellicola. Centinaia, in questi anni, le produzioni cinematografiche che hanno ricevuto supporto e assistenza grazie alla “Film commission”. Che città sarà la Palermo del futuro? Palermo, l’ho detto più volte, è la capitale dell’Euromediterraneo. Lo è per collocazione geografica, per vocazione culturale, per potenzialità economiche. è una grande sfida. Palermo può svolgere un ruolo da protagonista nel processo di integrazione tra l’Europa ed il Mediterraneo, e quindi nel rapporto tra la costituenda area euromediterranea (nel 2010) ed il resto del mondo. Per far diventare la città il baricentro di questo processo di evoluzione non solo economica, l’Amministrazione ha già avviato un articolato programma di azioni mirate alla sua modernizzazione e all’internazionalizz azione competitiva. In vista del 2010, il Paese intero dovrebbe avere una grande attenzione verso Palermo, perché da qui possono partire meccanismi di sviluppo che possono farla diventare il ponte con i paesi della sponda sud del Mediterraneo ed il resto d’Europa. Credo che per la città sia il momento di avere investimenti importanti. Il Sindaco di Palermo come trascorre il tempo libero? Trascorro il tempo libero, il poco che mi rimane, con i miei figli e con le persone a cui voglio bene. Quando ci riesco, ma ormai il tempo a disposizione è sempre meno, faccio attività sportiva, soprattutto nuoto e corsa.
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Diego Cammarata:“Palermo and I, together for the future”
fotografie di VINCENZO DI CRISTINA (Ufficio Stampa Comune di Palermo)
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In the last elections, Palermo’s citizens have shown that they have appreciated the work that the mayor Diego Cammarata has been doing since 2001. In this interview the mayor talks about his fulfilled goals and his next new tasks, including a more efficient transportation system (underground and tram systems), the construction of big infrastructures and improvement of the old downtown. Special attention will be dedicated to culture, and the Cantieri Culturali della Zisa will become a proper art citadel, with a national school of documentary film and a big of contemporary art museum.
LA CITTA’ RITROVATA La Nuova Primavera di Via Alloro
L’ alloro è molto apprezzato a Palermo. Abbandonate le suggestioni classiche, il palermitano si sofferma su un utilizzo della pianta più concreto, ma non meno prezioso. Vogliamo mettere, ad esempio, il gusto che dà l’alloro a un piatto semplice, in cui si incontrano sapori di terra e sapori di mare, come il merluzzo bollito? Altro esempio: le proprietà curative dell’alloro. Se avete acidità di stomaco, se avvertite pesantezza dopo il pasto domenicale, se insomma siete stati colpiti inesorabilmente dalla classica mappazza, non c’è che un rimedio: acqua e alloro. Non c’è da stupirsi, quindi, se nel cuore del centro storico di Palermo sorga la via Alloro che prende il nome da un antico giardino popolato da queste piante dai molteplici utilizzi. Da qualche tempo, la via Alloro è diventata una delle mète preferite, non soltanto dai giovani e non soltanto la sera. Merito, probabilmente, di una serie di locali, negozietti e attività culturali che affiancano armoniosamente una via intrisa di odori e di storia. Vale la pena di dare una scorsa, seppure molto superficiale, alle costruzioni impregnate di storia: dalla Cinquecentesca Chiesa della Gancia ai palazzi Sambuca, Monroy, Bonagia, Bellacera, Castrofilippo, a Palazzo Patella, che ospita la celeberrima “buca della salvezza”, che fu il passaggio verso la libertà di Filippo Patti e Gaspare Bidona, ribelli antiborbonici. Come non citare, in questa brevissima carrellata, Palazzo Abatellis, galleria regionale della Sicilia, che ospita il celebre e ammirato Trionfo della Morte. Se la via Alloro è diventata luogo di ritrovo per molti, però, è merito anche di tutti quelli che, attraverso le proprie iniziative, hanno saputo dare una suggestione attuale a questo spaccato di storia cittadina. Nelle scuderie di Palazzo Cefalà, ha sede la Galleria di Architettura Expa.
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fotografie di MASSIMO BARBANERA
di ALESSIA FRANCO
Un ambiente sofisticato e ad un tempo spartano, in cui fermarsi a bere, chiacchierare, ascoltare della musica o assistere agli spettacoli teatrali in cartellone. Ma Expa è soprattutto una galleria di architettura, che ha ospitato, per la prima volta, la Biennale di Venezia, attraverso quattro mostre. Palermo come prototipo delle città-porto. Già che siete a spasso per via Alloro, vale la pena dare un’occhiata ad Officine Achab, una galleria di design portata avanti con entusiasmo dagli architetti Roberta De Grandi e Daniela Vinciguerra. Uno spazio aperto all’Europa, ma frutto di un’attenzione costante delle due professioniste al territorio. Questa primavera, le Officine hanno ospitato una mostra di accessori realizzati con i tessuti di Marimekko, storica marca finlandese degli anni Cinquanta. Per gli amanti del buon vino, infine, e di un tempo scandito non da orologi ma dal tintinnio dei calici che si toccano, è d’obbligo fare una capatina all’enoteca Cana, molto amata dai palermitani di tutte le età, meta di eventi, di incontri e di tutto quello che ruota attorno alla bevanda di Bacco. Tra i meriti dell’alloro, e della via ad esso intitolata, infine, quello di avere ispirato racconti e suggestioni. Come nel racconto La bambina all’Alloro, del giornalista Alberto Samonà: eccola la sua Palermo, dove il sole riscalda e brucia, mentre il mare, che una volta c’era, lo immagini, ma c’è sempre, anche se non lo vedi. E il vento, lo scirocco, ma anche il maestrale, danza insieme alla polvere che riempie il vicolo, che lo rende sempre vivo e lo fa diventare il centro di se stesso.
New happenings in via Alloro
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Via Alloro is now considered one of the best districts of Palermo, thanks to its nice shops, bars, night clubs and cultural events entertaining people day and night. In the former stables of Palazzo Cefalà there is the Galleria di Architettura Expa, an elegant - and simple in the same time - venue where you can relax, drink, talk and enjoy its stage shows. Expa is also an architecture gallery, which - among the many exhibitions housed the Biennale di Venezia. W h i l e w a l k i n g i n v i a A l l o ro , s t o p a t Officine Achab, a design gallery o w n e d b y t w o a rc h i t e c t s - R o b e r t a De Grandi and Daniela Vinciguerra – which last spring exhibited Marimekko accessories, an important 50s Finnish textile brand. If you want to enjoy a glass of good wine, stop at Cana and enjoy its multi-age atmosphere.
CITTA’ DA SCOPRIRE Palazzo Branciforte, tra Storia e Innovazione Un moderno spazio contemporaneo, un luogo urbano nuovo. Sarà questo il volto di Palazzo Branciforte, acquisito a fine 2005 dalla Fondazione Banco di Sicilia, non appena saranno ultimati i lavori di restauro, che lo faranno tornare all’originaria bellezza. Dapprima residenza privata del conte di Raccuja, il cinquecentesco palazzo celebrò in seguito i fasti della famiglia Branciforte per essere, infine, “luogo di benefico sollievo degli indigenti per sottrarli ai sistemi iugulatori all’usura”. Dal 1801 divenne, infatti, sede del monte di Pietà di Palermo che lo destinò alla “pegnorazione dei beni non preziosi” con il nome di Monte Santa Rosalia. Molti degli spazi architettonici originari del palazzo hanno oggi perso la loro primitiva funzione e il restauro consentirà proprio di recuperarli quasi per intero: l’edificio, inizialmente, occupava solo una porzione del complesso attuale ed era caratterizzato dalla presenza di un camminamento interno con un doppio ordine di logge sui lati settentrionale e meridionale, da cui si accedeva alla scala principale, che consentiva di raggiungere i piani nobiliari superiori destinati ad abitazione. In seguito il palazzo fu ampliato e la strada da pubblica divenne, così, privata, e inglobata all’interno della residenza. Al piano terra della nuova ala dell’edificio fu realizzata una scuderia coperta da volte a crociera sostenute da colonne di marmo grigio di Billiemi. Ai piani superiori vennero ampliate le stanze di rappresentanza e di abitazione, raggiungibili dalla scala già esistente attraverso una loggia che congiungeva le due ali del palazzo passando sopra alla strada. Il fronte principale divenne quello su Via Bara all’Olivella, dove fu trasferito il vecchio portone ligneo. Il nuovo polo culturale che nascerà all’interno del rinnovato palazzo prevede la creazione di nuovi spazi espositivi e dinamici
dedicati all’arte ed alla cultura. Il recupero ed il ripristino degli ambienti più rappresentativi vogliono restituire nuova vita all’edificio, rendendogli l’originaria bellezza ed al contempo creando ambienti adeguati alle diverse funzioni, nel rispetto delle originarie caratteristiche morfologiche e degli elementi architettonici più espressivi. Quasi unico nel suo genere, il programma di riqualificazione architettonica prevede la realizzazione di spazi aperti dedicati ad allestimenti espositivi, sia temporanei sia permanenti, dedicati interamente all’arte nelle sue innumerevoli e molteplici forme. È, inoltre, prevista la realizzazione di una biblioteca e di una sala conferenze, ma la vera innovazione sarà la creazione di un luogo destinato esclusivamente ad ospitare gli “atelier della contemporaneità”: quest’area accoglierà grandi mostre di artisti contemporanei e darà loro la possibilità di alloggiare all’interno del palazzo. Lo sviluppo del progetto, affidato alla celebre designer e architetto di fama internazionale Gae Aulenti, non è solo un restauro, ma – come spiega il presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Gianni Puglisi – “è soprattutto una grande ambizione culturale, perché questa operazione consentirà al centro di Palermo di diventare un cuore pulsante del sistema delle arti, attraverso la nascita una grande rete degli spazi culturali in cui Palazzo Branciforte costituirà il polo per l’arte contemporanea”. In una Palermo ricca di storia e tradizioni, occorre che la cultura edilizia del passato diventi un patrimonio di massa; è necessario che il cittadino sia reso consapevole di avere un passato storico cui potersi riallacciare per potenziare la propria personalità. Ogni testimonianza del passato può essere un punto di partenza per l’evoluzione culturale, trasformando l’amore per l’antico e la tutela del patrimonio artistico in un fatto di stile e di “tendenza”.
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di giuseppe sarao Palazzo Branciforte, a blend of history and innovation
fotografie di Massimo Barbanera
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Bought in the late 2005 by the Fondazione Banco di Sicilia, Palazzo Branciforte will be turned into a modern contemporary art centre, as soon as the restoration works are over. Originally the building was the Raccuja family’s private home and later on it passed to the Branciforte family. In 1801 it housed the pawn agency and was called Monte Santa Rosalia. During the centuries many of the rooms lost their original function and the restoration work will bring the original harmony back. The project includes the building of large open spaces, which will be dedicated to temporary and permanent exhibitions, as well as a library and a conference room. An area will also be dedicated to artists who will have the chance to live and work there. The project will be supervised by the famous architect Gae Aulenti and palazzo Branciforte will become the heart of contemporary art in Palermo.
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Grotta dei Puntali
pascolo. Questo ha determinato sicuramente nuovi equilibri naturali, ma soprattutto ha protetto il luogo dalle incursioni selvagge da parte dell’uomo. Ciò non vuol dire – precisa Balistreri – che non abbiamo avuto problemi nella gestione della riserva, che è stata istituita nel 2001, ma i pastori stanno gradatamente capendo che vogliamo proteggere il territorio. Esattamente come hanno fatto loro, consapevolmente o inconsapevolmente”. La Grotta dei Puntali oggi ospita ben sei specie di chirotteri (leggi pipistrelli), che convivono nello stesso ambiente, e varie specie di ragni, mentre all’esterno si trovano mammiferi e rettili. Rigogliosa la vegetazione, tra cui spiccano l’acetosella e le ortiche, il cappero e il fico d’India. Il sito è anche ricco di testimonianze fossili: rappresenta, infatti, uno dei più grandi giacimenti tra quelli concernenti i grandi mammiferi del pleistocene superiore. Gli scavi hanno portato alla luce un insieme faunistico noto come “Fauna ad Elephas mnaidriensis”, una delle forme nane di elefante che caratterizzano le faune continentali pleistoceniche siciliane.
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Spesso si frequentano posti già conosciuti piuttosto che sperimentarne di nuovi, magari vicinissimi a casa nostra. Luoghi dalla grande bellezza, ma che spesso ignoriamo per tutta la vita. Oltre ad essere un luogo comune, questa è una verità innegabile. Con le belle giornate estive, visitate pure le spiagge, i santuari, il bosco della Ficuzza e tutti quei posti che già conoscete e che durante l’inverno avete trascurato. Ma, se avete voglia di scoprire qualcosa di diverso a due passi da casa e se siete disposti a trasformarvi da gitanti ad escursionisti, allora lasciatevi sedurre dalla Grotta dei Puntali. Una “Riserva Naturale Integrale” alle porte di Palermo: si trova a pochi chilometri da Carini, è gestita dai “Gre” - “Gruppi Ricerca Ecologica”, ed è un vero e proprio scrigno di natura e storia. “Potrà sembrare strano, ma si deve la conservazione dell’ambiente naturale della Grotta dei Puntali proprio ai pastori abusivi – sorride Umberto Balistreri, presidente dei Gre – che, nel corso dei decenni, hanno progressivamente recintato il territorio, considerandolo come proprio ed adibendolo al
di alessia franco
UN’OASI A POCHI PASSI DALLA CITTA’
Tra le altre specie fossili rinvenute, l’Hippopotamus pentlandi (Ippopotamo), la Crocuta crocuta spelaea (Iena), il Bos primigenius siciliae (Bue primigenio), il Bison priscus siciliae (Bisonte), il Cervus elaphus siciliae (Cervo), la Sus scrofa (Cinghiale). Come è facile immaginare, la riserva non è nemmeno avara di testimonianze antropologiche: le prime ricerche archeologiche furono condotte nel 1970, per conto della Soprintendenza alle Antichità, da Giuseppe Mannino, che individuò una frequentazione della grotta quasi ininterrotta dal Paleolitico superiore sino alla media età del Bronzo. I reperti più antichi risalgono al paleolitico superiore: frammenti ceramici, punti di selce, lame, grattatoi e bulini. Al neolitico appartengono alcuni esemplari ceramici di grandi vasi a pareti spesse lisciati a stecca o a mano con decorazioni a linee o brevi tratti incisi nell’argilla cruda. Allo stesso periodo si riferiscono frammenti di due scodelloni che presentano una decorazione incisa a denti di lupo, orci, bottiglie, scodelle dalla decorazione molto varia. Ma la grotta è conosciuta soprattutto per i suoi suggestivi graffiti, molto simili allo stile di Levanzo. Come fare a visitare questo piccolo gioiello alle porte di casa? Basta chiamare, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 (il lunedì e il mercoledì anche dalle 16 alle 18.30) gli uffici della riserva al numero 091/8660193 e prenotare la propria visita.
Grotta dei Puntali, an oasis nearby People often tend to visit the usual venues and places, instead of e x p l o r i n g n e w a re a s , w h i c h s o m e t i m e s a re j u s t n e a r b y a n d b e a u t i f u l . W i t h g o o d w e a t h e r l e t ’s e n j o y b e a c h e s , sanctuaries, the Ficuzza woods and t h e o t h e r w e l l k n o w n a re a s , b u t i f y o u w a n t t o e x p l o re s o m e t h i n g n e w – s t i l l s t a y i n g c l o s e b y – t re k t o t h e G ro t t a d e i P u n t a l i . T h i s i s a w o n d e r f u l n a t u re re s e r v e d c a v e l o c a t e d v e r y c l o s e t o P a l e r m o , a c o u p l e o f k m s f ro m C a r i n i , a n d m a n a g e d b y t h e “ G re ” – ( E c o l o g y re s e a rc h g ro u p s ) G r u p p i R i c e rc a E c o l o g i c a ” . I n s i d e t h e G ro t t a d e i P u n t a l i s i x d i f f e re n t s p e c i e s o f c h i ro p t e r s ( b a t s ) l i v e t o g e t h e r a l o n g w i t h m a n y d i f f e re n t t y p e s o f s p i d e r s , w h i l e j u s t o u t s i d e t h e c a v e t h e re a re m a n y m a m m a l s a n d re p t i l e s . A l s o t h e l o c a l p l a n t s a re v e r y i n t e re s t i n g : w o o d s o r re l s , n e t t l e s , c a p e r s a n d p r i c k l y pears.The cave is also very well known f o r i t s i m p re s s i v e g r a f f i t i , v e r y s i m i l a r to the ones you can find in Levanzo. If you want to visit it, call 091/8660193 ( 0 9 . 0 0 - 0 1 . 0 0 p m f ro m M o n d a y t o S a t u rd a y – a l s o 0 4 . 0 0 t o 0 6 . 3 0 p m o n M o n d a y a n d We d n e s d a y ) .
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VINO & SAPORI
Le Cronache del Gusto parlano Siciliano
Il nome scelto è una felice sintesi di lavoro e passione, di notizie da cercare e divulgare e del piacere di assaporare e far conoscere buon cibo e buon vino. “Cronache di gusto” (www. cronachedigusto.it) è il primo giornale siciliano on line di enogastronomia nato a Palermo e diretto da Fabrizio Carrera, “giornalista e appassionato di cibo e vino”, come lui stesso ama definirsi. Al suo fianco, in questa esperienza, altri colleghi giornalisti e un gruppo di gourmet con la passione per la scrittura. Notizie, inchieste, reportage, rubriche e commenti sull’enogastronomia di qualità, indicazioni anche su cosa fare la sera, dove cenare e tutto ciò che fa tendenza in fatto di bere e mangiare di qualità. «Nel mondo enogastronomico ci sono parecchie notizie che non trovano spazio perché non ci sono “strumenti” per raccoglierle», spiega Carrera il quale, oltre che per l’enogastronomia, mostra una discreta curiosità anche per il mondo virtuale e per la sua immediatezza. Così è nata l’idea di fare un giornale on line con notizie non solo locali ma da tutta Italia, strizzando un occhio anche al resto del mondo. Perché il buon bere e il buon mangiare, si sa, non devono essere relegati entro gli “stretti” confini nazionali. Al grido di “un popolo che mangia meglio è un popolo più felice” e facendo proprio il motto che “non c’è piacere senza conoscenza e non c’è conoscenza senza piacere”, giornalisti ed esperti raccontano i successi delle aziende, la storia dei vignaioli, i prodotti tipici, le nuove etichette. Parlano degli chef più promettenti o dei cibi dimenticati. Descrivono i locali più accoglienti, le ricette e gli itinerari per golosi con tanto di errori che si commettono più comunemente nei ristoranti. Nascono così le inchieste sulla lievitazione, fondamentale per una buona riuscita della pizza o sul
cappuccino, con giornalisti assaggiatori che provano personalmente ciò di cui poi scriveranno. E se è vero che uno dei vantaggi di internet è la sua velocità di diffusione, è vero anche che, da buon siciliano, il direttore di “cronachedigusto” ha un occhio di riguardo per i figli della sua isola ricca di paradossi. Grazie all’esperienza che gli deriva da una curiosità innata (“già da bambino – racconta – sentivo una irrefrenabile attrazione per i banchi alimentari dei supermercati”) e dalle conoscenze acquisite (“ho anche la collezione completa del “Gambero rosso” dal 1992”), sa bene che la Sicilia produce tanto ma non promuove a sufficienza. “La nostra terra dal punto di vista enogastronomico, è ricca di prodotti di qualità. Ed è proprio in questo mondo, infatti – dice Carrera con un pizzico di orgoglio – che si riscontra maggiormente la nostra modernità. I siciliani che vi appartengono viaggiano, si confrontano, parlano con scioltezza altre lingue”. Ma scontano un ritardo atavico. Basti pensare che in Sicilia si produce tanto buon vino “ma siamo ultimi per consumo”. E proprio il vino è la sua passione, perché evoca convivialità ed edonismo. “Meglio i bianchi perché è più difficile far un buon bianco che un rosso”. E detto da un ex astemio, c’è da crederci! E per chi volesse gustare buon cibo e buon vino in città, questo è l’itinerario consigliato da “Cronache di gusto”. Aperitivo da Oliver in viale Strasburgo, pizza da Tulip in viale del Fante. Bye bye Blues a Mondello o Piccolo Napoli al Borgo vecchio per il pesce. Pizzo in via XII gennaio per la carne. Per una buona cena l’Osteria dei Vespri o il Ristorantino. E un nome da ricordare “Donna Ina”, un locale aperto da poco a Villafrati che farà presto parlare di sé. Ce n’è per tutti i gusti.
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di Clara minissale News on Sicilian wine and food
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fotografie di MASSIMO BARBANERA
www.cronachedigusto.it is a new web site developed and maintained by Fabrizio Carrera, journalist and food/wine expert. This is the first Sicilian on-line magazine with news, surveys and reportages on good quality food and wine, as well as information on restaurants, night clubs and happenings. You also find info on the best local food companies, wineries, local produces and new brands. Columns on the most promising chefs and old traditional recipes, as well as tips on subjects as baking powder process or how to make a good cappuccino. If you want to taste good wine and food, this is the suggested itinerary: Aperitif at Oliver in viale Strasburgo and a nice pizza at Tulip in viale del Fante. For fish dishes try Bye Bye Blues in Mondello or Piccolo Napoli at Borgo Vecchio, and Pizzo in via XII Gennaio for meat. For a great meal try Osteria dei Vespri or Il Ristorantino. Keep also in mind “Donna Ina�, a new promising restaurant in Villafrati.
IL PERSONAGGIO Luca Bonanno,
dalla parte della Giustizia
Te ne accorgi già quando incontri i suoi occhi scuri, dallo sguardo aperto e deciso, che Luca Bonanno, avvocato penalista, classe 1974, sa il fatto suo. Vive il suo lavoro con passione e si definisce “idealista”. A chi gli chiede come questo possa conciliarsi con una professione che spesso lo porta a difendere anche chi si è macchiato di colpe riprovevoli, risponde senza esitare che il diritto di ciascuno ad avere una buona difesa è uno di quegli ideali in cui crede. Il giudizio morale soggettivo, secondo lui, non deve né può interferire con la professionalità di un buon avvocato così come sarebbe impensabile che interferisse sull’operato di un buon medico, che deve svolgere al meglio il proprio lavoro chiunque sia il paziente. “L’attività dell’avvocato – puntualizza Luca Bonanno – riguarda la difesa dell’imputato, non certo del reato! Chiunque, nel nostro sistema democratico, ha diritto ad un giusto processo, alle sue garanzie e alla presunzione di innocenza. L’attività difensiva potrà certo comportare anche l’assoluzione di un colpevole, ma qualche altra volta eviterà ad un innocente un ingiusta condanna. Ed io credo che sia meglio un colpevole in libertà che un innocente in prigione!” Una convinzione che sta alla base della decisione di Bonanno di occuparsi anche dei casi di chi non può usufruire, nonostante un reddito bassissimo, del gratuito patrocinio: “perché è ingiusto che a qualcuno sia negata la possibilità di difendersi nel migliore dei modi”, dice con calore. Quindi, il giovane penalista racconta di alcuni episodi affinché si comprenda quanto sia difficile, per chi non ha mezzi, riuscire a districarsi in un mondo costituito da un’ infinità di norme burocratiche. “Se un reato cade in prescrizione o un cavillo può fare annullare prove raccolte in modo irregolare, non è certo colpa dell’avvocato, ma la responsabilità è di un sistema giudiziario che non riesce, per inefficienza, a terminare in tempi ragionevoli i processi, e anche di un complessivo sistema investigativo incapace di raccogliere sempre prove valide”. Ed i più penalizzati da quella che, a volte, non è esagerato considerare come una vera e propria “giungla” di documenti, carte bollate e certificati, sono proprio coloro i quali sono economicamente svantaggiati e non possono permettersi assistenza legale.
La sua attenzione per i valori della solidarietà e in favore della gente comune è l’occasione per ricordare la sua vocazione giovanile per la politica: già segretario organizzativo dei giovani democratici cristiani, nel 1998 è anche diventato segretario regionale giovanile del Cdu. Con il tempo, tuttavia, rendendosi sempre più conto che quegli ideali, che lo avevano spinto ad interessarsi alla politica attiva, erano ormai tramontati, inesorabilmente sopiti dietro ad interessi individuali, ha deciso “di lasciare spazio a sete di poltrone”, per realizzare il suo sogno coltivato fin da bambino e, quindi, studiare sodo per diventare avvocato. Oggi, dopo la specializzazione in diritto penale e diritto penale minorile, un master in “General Management” e uno in Diritto Comunitario, ma soprattutto grazie alla guida attenta e professionale del suo maestro, l’avvocato Enzo Fragalà - presso il cui studio collabora - Luca Bonanno si ritiene soddisfatto. “Ciò non vuol dire”, precisa, “che mi consideri giunto alla meta, anzi ho sempre più il desiderio di migliorarmi, di andare avanti, senza per questo perdere di vista le cose che per me sono state importanti, l’altruismo e la correttezza professionale. Al fianco e in difesa dei più deboli. Sempre!” Luca Bonanno and his sense of justice As soon as you meet his black eyes you realize that Luca Bonanno – a criminal lawyer born in 1974 - knows exactly what he wants. He works with strong passion and he calls himself an “idealist”. When you ask him if he likes working for people who have made bad crimes, he answers that everybody has the right to have a defence lawyer. A lawyer is like a doctor who takes care of any kind of people. He also strongly believes that the worse-off have the right to free legal aid and actually he works for them and help them to solve the many bureaucracy problems. He has learned a lot from the lawyer Enzo Fragalà and he is very happy about his job but he wants to grow and improve himself, having altruism and correctness as main goals..
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di valentina mannino
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fotografie di MASSIMO BARBANERA
I VIAGGI DI FEEL ROUGE
Los Angeles,
Fra Spiagge e Grattacieli
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fotografie di Massimo Barbanera
di hermes lo nigro
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Los Angeles (nome completo Città della Chiesa della Nostra Signora degli Angeli della Porziuncola di Assisi, mica bruscolini!), ci accoglie maestosa con i suoi odori, i suoi grattacieli e il calore della sua gente, assolutamente eterogenea per razza, gusti e look. Los Angeles è, al tempo stesso il cuore e l’anima della California e per estensione ed abitanti è la seconda metropoli degli Stati Uniti. Indubbiamente, il suo simbolo universalmente più conosciuto è la maestosa scritta sulle colline di Hollywood che sovrasta la città e che –per chi solo per un attimo lo avesse dimenticato– ricorda il ruolo primario dell’industria cinematografia statunitense. Hollywood è da tutti ritenuta il cuore del cinema mondiale, anche se molti studios hanno da tempo trasferito armi e bagagli altrove! Ma non è tutto oro quel che luccica e durante la notte, frequentare la zona di Hollywood Boulevard è poco raccomandabile come, del resto, anche la zona di Downtown (provare per credere!). La strada più elegante della città è Rodeo Drive a Beverly Hills. A Rodeo Drive e nelle strade circostanti, infatti, sorgono i più famosi negozi di alta moda del mondo con firme prestigiose come Armani, Valentino, D&G, Louis Vuitton, Gucci, Bulgari, Polo Ralph Lauren, Prada e chi più ne ha più ne metta. Giusto per la cronaca, sempre a Beverly Hills si trovano alcune maestose ville di divi del cinema e dello spettacolo, in stile assolutamente americano… Il cattivo gusto è di rigore! Passeggiando per Los Angeles, un modo curioso di affrontare il rapporto con la metropoli è di riconoscere in città i set di alcuni fra i più celebri film della cinematografia mondiale, come “Gioventu’ bruciata” o “Sunset boulevard”, giusto per fare due fra le centinaia di esempi possibili, o i telefilm dei “Chips”, “Beverly hills”, “Melrose place” e tanti altri.
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Los Angeles, a film set with beaches and skyscrapers Los Angeles welcomes you with its perfumes, its tall buildings and the warmth of its people, different in race, taste and look. The world wide famous landmark is of course the big sign on Hollywood hills o v e r l o o k i n g t h e c i t y, w h i c h r e m i n d s you its star role in the film making field. Rodeo Drive is its most elegant avenue in Beverly Hills, and here you find the best classy shops.In Beverly Hills you also find some of t h e m o s t b e a u t i f u l f i l m s t a r ’s v i l l a s and many of the most famous film sets. D o n ’t m i s s “ B a y w a t c h ” , t h e beach made famous by the TV film of the same title, sided by a 30 km long cycle path. Malibu is another nice beach and don’t miss the Chinese Theatre, the TV and Radio Museum, Sunset Strip, Getty Museum, Museum of Modern Art, Pasadena and the H u n t i n g t o n L i b r a r y. In the afternoon enjoy Santa Monica, a nice resort surrounded b y t h e m e t ro p o l i s , a n d Ve n i c e , an area famous for its beach, multicolour houses and bohemian atmosphere.
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Ecco perché non pochi visitatori hanno la sensazione di essere già stati a Los Angeles, pur essendo la prima volta che vi mettono piede! In effetti, comunque, noleggiare un’auto non sarebbe un’idea malvagia, visto che le distanze da affrontare sono ragguardevoli anche per i più tenaci camminatori. E anche questo non trascurabile particolare è stato sperimentato in prima persona dalla troupe di Feel Rouge ! Peccato mortale non fare una capatina sulla spiaggia della baia di “Baywatch”, resa famosa dall’omonimo telefilm, costeggiata da una pista ciclabile che prosegue per circa trenta chilometri. Un’altra spiaggia in cui andare è quella di Malibu, che si estende per 27 miglia a ovest della Contea di Los Angeles, nei cui dintorni sorgono – inutile dirlo – maestose ville di personaggi più o meno famosi, ma certamente ricchissimi. Da vedere ancora il “Teatro Chinese” ma anche il Museo della Televisione e della Radio, Sunset Strip, Getty Museum, Museum of Modern Art, Pasadena e l’Huntington Library. E inoltre, merita una sosta anche Santa Monica, tranquilla cittadina balneare circondata dalla metropoli; di Santa Monica è interessante l’area pedonale in cui si trovano boutique di tendenza e ristoranti mica male. Questa è, inoltre, una delle pochissime zone della città in cui si vede la gente passeggiare. Un’altra località da non perdere è Venice, cittadina famosa per la sua spiaggia (Venice beach), ma anche per le costruzioni variopinte e per l’atmosfera decisamente bohemien. Morale della favola, beato chi ha tempo per girare tutto! Insomma, dal deserto delle Mojave, alle montagne di San Gabriel e Big Bear, dalle spiagge di Malibu e Santa Monica, con la sua pista ciclabile e i numerosi campi di beach volley, Los Angeles è una metropoli affascinante, che cattura la testa e il cuore del turista.
CORSICA 2007
Giochi delle Isole
Ha riscosso un grande successo l’XI edizione dei Giochi delle Isole, la grande kermesse sportiva organizzata dal COJI (Comité d’Organisation des Jeux des Iles), che ha visto sfidarsi in Corsica, oltre tremila atleti, in rappresentanza di 23 isole di tutto il mondo. Una grande festa dello sport, promossa per favorire l’integrazione sociale tra atleti di culture diverse, che ha regalato una settimana di grandi emozioni, in un mix di spettacolo e divertimento. A darsi battaglia nelle specialità della Ginnastica, Vela, Atletica Leggera, Basket, Judo, Tennistavolo, Pallamano, Tennis, Nuoto e Pallavolo, sono stati gli atleti delle isole Azzorre, Baleari, Canarie, Capo Verde, Cipro, Corfù, Corsica, Creta, Elba, Isole Far Oer, Guadalupe. E a difendere i colori della loro terra c’erano anche i rappresentanti delle isole di Haiti, Jersey, Korcula, Madeira, Malta, Mayotte, Martinica, Polinesia Francese, Reunion, Sardegna, Sicilia e Wight. Alla fine ad avere la meglio è stata la rappresentativa delle isole Canarie, che
si è aggiudicata il titolo, totalizzando 139 punti. Si chiude invece con l’amaro in bocca la partecipazione alla prestigiosa competizione sportiva per la Sicilia, che sfiora il titolo per il secondo anno consecutivo, piazzandosi al secondo posto, con 114 punti. Soddisfatto per il successo della manifestazione, il presidente del Coni Sicilia, Massimo Costa: “Il bilancio di questa edizione è sicuramente straordinario perchè unire e vedere i giovani di tutto il mondo divertirsi, a prescindere dall’importanza dell’aspetto tecnico-agonistico, è sicuramente una bella soddisfazione per noi educatori dello sport, che cerchiamo di promuovere occasioni di confronto e di incontro internazionale. E’ stata sicuramente una manifestazione impegnativa, che ha richiesto enormi sacrifici, abbiamo portato infatti in Corsica oltre 300 atleti da tutta la Sicilia e ci dispiace per il risultato, che è comunque ottimo. Speriamo di centrare l’impresa il prossimo anno in Guadalupe, dove attrezzeremo una squadra più competitiva”.
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fotografie di Massimo Barbanera
di nadia la malfa Island Games
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The 11th edition of the Jeux des Iles (Island Games) organized by the COJI (ComitÊ d’Organisation des Jeux des Iles) has been very successful, and more than 3000 athletes from 23 islands from all ov e r t h e w o r l d h a v e competed. A big happening whose goal is to promote social integration, offering a great show to its spectators. Among the participants: the Azores, Balearic Islands, C a n a r i e s , C a p e Ve r d e , C y p r u s , Corfu, Corsica, Crete, Elba, Far Oer Islands, Guadalupe, Haiti, Jersey, Korcula, Madeira, Malta, Mayotte, Martinique, French Polynesia, Reunion, Sardinia, Sicily and the Isle of Wight who competed in the following sports: Gymnastics, Sailing, Athletics, Basket, Judo, Te n n i s t a b l e , H a n d b a l l , Te n n i s , S w i m m i n g a n d Vo l l e y b a l l . The Canaries have won with 139 points, followed by Sicily (114 points). A great success for the Coni Sicilia president Massimo Costa - and our 300 Sicilian athletes
FIUMARA D’ARTE
Devozione alla Bellezza
“La bellezza giustifica tutto, anche la tua esistenza”
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di Angelo luca pattavina Schiavocampo, Finestra sul mare di Tano Festa, la Stanza di barca d’oro di Hidetoshi Nagasawa, Energia mediterranea di Antonio Di Palma, il Labirinto di Arianna di Italo Lanfredini, Arethusa, la decorazione in ceramica della caserma dei carabinieri di Castel di Lucio, firmata da Pietro Dorazio e Graziano Marini, il Muro della ceramica di 40 artisti nazionali e internazionali) vanno a formare un enorme museo a cielo aperto, quello che oggi è riconosciuto come il più grande museo d’arte contemporanea en plein air d’Europa. A tutto questo si aggiunge nel 1991 la costruzione dell’Atelier sul mare, un particolare albergo a Castel di Tusa dove la realizzazione di alcune stanze è affidata ad artisti ed intellettuali (e anche qui la fama e l’evocazione non sono da meno: La stanza della terra e del fuoco di Luigi Mainolfi, La bocca della verità di Mario Ceroli, Sogni tra segni di Renato Curcio e Agostino Ferreri, Energia di Maurizio Moschetti, La stanza del profeta. Omaggio a Pier Paolo Pasolini di Dario Bellezza, Adele Cambria e dello stesso Antonio Presti). Le camere sono vere e proprie sculture abitabili, luoghi che inducono ad un vero e proprio viaggio dello spirito, dove l’ospite diventa egli stesso opera d’arte.
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C’è un uomo in Sicilia che ha dedicato la propria vita all’arte e alla bellezza. Forse c’è stato un momento nella vita di quest’uomo in cui deve essersi imbattuto in queste parole del libro dei Mabinoggion, se è vero che da 25 anni il suo pensiero e le sue azioni sono state improntate ad una vera e propria devozione alla bellezza. Non quella oggettiva, perché, si sa, quella sta negli occhi di chi guarda, ma quella ideale, che si esplicita nell’impegno civile ed estetico dell’uomo verso se stesso e la comunità in cui vive. Questa è la storia di Antonio Presti, artista e mecenate dell’arte. Inizia nel 1982, quando, per onorare la memoria del padre da poco scomparso, fa costruire una gigantesca opera in cemento armato dello scultore Pietro Consagra, dal titolo surreale “La materia poteva non esserci” e la colloca alla foce della fiumara di Tusa, il letto di un antico fiume che un tempo scorreva tra i monti Nebrodi. È solo la prima di una serie di otto enormi sculture che vengono poste lungo il greto del fiume, in un territorio aspro e desolato tra Tusa e Santo Stefano di Camastra, passando per paesi come Castel di Lucio, Pettineo, Mistretta e Motta d’Affermo. Le opere, tutte di artisti di fama mondiale e dai nomi evocativi (Una curva gettata alle spalle del tempo di Paolo
Nel tempo, poi, sono state promosse anche altre iniziative, realizzate in giro per la Sicilia: “Un chilometro di tela”, per esempio, o “L’offerta della parola”, la “Casa d’arte Stesicorea”, oppure l’ancora in corso “Terzocchio per Librino”, tutti progetti incentrati come sempre alla devozione alla bellezza e all’impegno sociale. Oggi “Fiumara d’arte” compie 25 anni e finalmente, dopo lunghe battaglie fatte di negazioni e di rifiuti da parte delle istituzioni politiche e giudiziarie, festeggia il riconoscimento di “patrimonio artistico della Regione Siciliana”, e il conseguente diritto alla tutela, con l’apertura di nuove stanze d’artista nell’Atelier sul mare e con la realizzazione di nuove sculture che andranno ad arricchire il parco della fiumara. Ma, soprattutto, compie il grande passo, diventando Fondazione, con l’obiettivo di creare una collaborazione costante con Università, Accademie e Istituzioni in modo da diventare luogo vivo in cui i giovani possano essere educati alla conservazione, valorizzazione e progettazione di opere d’arte. L’atelier sul mare è a Castel di Tusa, in via Cesare Battisti 4, per informazioni si può chiamare il numero 0921.334295 o collegarsi sul sito www.ateliersulmare.it. «La bellezza, dice Presti, non salverà il mondo, ma può tentare di offrire quell’emozione e quello stupore che gli uomini hanno rifiutato per inseguire falsi valori della nostra contemporaneità». Dio salvi la Bellezza!
A torrent of art as devotion to beauty “Beauty explains everything, your life included”. There is a man in Sicily who has dedicated his whole life to art and beauty and his name is Antonio Presti, artist and patron of the arts. This year his “creature” - the so c a l l e d F i u m a r a d ’ a r t e ( To r r e n t o f a r t ) c e l e b r a t e s i t s 2 5 t h b i r t h d a y, a n d after long struggles with the local bureaucracy and political institutions it is going to be appointed as artistic h e r i t a g e o f S i c i l y. Many are the benefits: more attentive preservation, new rooms in the Atelier sul mare hotel (an interesting h o t e l i n C a s t e l d i Tu s a w h o s e r o o m s have been designed by artists) and new sculptures in the local regional park. The Fiumara d’arte is also going to become a foundation, whose goal is to cooperate with universities, art schools and institutions to support new artists and promote art. V i s i t t h e A t e l i e r s u l m a re h o t e l i n C a s t e l d i Tu s a , v i a C e s a re B a t t i s t i 4 a n d f o r further information, call at 0921 334295 o r v i s i t w w w. a t e l i e r s u l m a re . i t
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TERESA NICOLETTI Una Voce Siciliana incanta il Mondo A giugno ha ricevuto l’Oscar del Mediterraneo per una sua composizione, un’aria sacra per voce violino e organo, scritta su commissione e cantata durante la cerimonia di intitolazione della piazza intestata a Papa Giovanni Paolo II. L’ennesimo premio per Teresa Nicoletti, mezzosoprano palermitano che da anni calca con successo i palcoscenici di alcuni dei più importanti teatri lirici del mondo. Oltre ai numerosi premi nazionali ed internazionali – l’Art Award dell’Unesco, il Premio Internazionale Pigna d’Argento per la lirica, il Premio Nazionale Liolà per il teatro, il Premio Internazionale Universo Donna per la carriera – le sue composizioni sono state eseguite in Europa, Asia e America. Contemporaneamente ha studiato medicina, diventando medico audiologo. Con tanti sacrifici, perché la professione operistica, oltre all’esperienza acquisita sul palco, comporta uno studio quotidiano. Ma Teresa Nicoletti è un’artista che raggiunge i suoi obiettivi, che si divide fra due mondi distanti come il canto e la medicina e, forse proprio per questo, conserva una piacevole naturalezza nel raccontare i suoi successi. Si dice che la sua voce è uno strumento che lei ha saputo valorizzare al meglio. “Ma se si pensa di essere arrivati è già la fine, per un cantante è fondamentale l’umiltà, questa professione è una continua crescita. Poi ciascuno ha una voce caratteristica, quindi bisogna saper riconoscere le proprie possibilità e scegliere di conseguenza il proprio repertorio. La mia voce, per le sue caratteristiche anatomiche, per il tipo di registro e per la mia personalità, è orientata verso un repertorio drammatico, quindi canto Verdi e non Rossini, perché non si deve fare tutto, ed essere ingordi nel tempo comporta un logorio delle corde vocali”. Lei ha suonato ovunque, soprattutto all’estero. Quanto conta il confronto con un pubblico diverso? “Ogni volta che si affronta un pubblico è un mettersi alla prova. Da chiunque sia composto il pubblico a guidare tutto è il sentimento, io apro il mio cuore sia col cinese che con l’americano e devo cercare di arrivare al loro cuore con l’interpretazione, che deve essere sincera. Perciò è importante la comunicazione e la bravura del cantante sta nell’istaurare immediatamente un legame con chi ti ascolta”. Parliamo di Mia Ustica, una sua composizione. Com’è nata e cosa la lega all’isola? “A Ustica faccio il medico cinque giorni al mese. Il popolo delle isole è particolare, vive un rapporto intenso con la natura e col mare, che è barriera e
punto di comunicazione. La natura imponente e i colori fortissimi incidono caratterialmente sugli individui. A Ustica non esiste criminalità, c’è una sensazione di pace e questa musica è un simbolo di pace. Col popolo usticese ho preso l’impegno di cantare Mia Ustica in tutto il mondo, Il sindaco dell’isola, Aldo Messina, mi ha insignito della cittadinanza d’onore e dopo il New Jersey e la California la canterò anche a Mosca”. Può essere gratificata per come stanno andando le cose “In realtà non si arriva mai, ma sono contenta, perché lavoro con impegno. A settembre farò tre concerti in America, poi uno a Mosca e a novembre debutterò al Teatro dell’Opera di Stato di Belgrado col Nabucco di Verdi. La carriera lirica è un continuo evolversi, e mi piacerebbe cantare in ogni parte del mondo”. Ma è facile esibirsi in tutti questi teatri? Lei lo dice con una grande naturalezza, ma non credo sia così semplice… “Per essere scritturata devo esibirmi di fronte ad una commissione che mi giudicherà. È un continuo esame, sono sempre in viaggio ed è una grande fatica sia fisica che mentale: diciamo che per affrontare questo tipo di vita bisogna avere tanta passione”. E esibirsi all’estero è stata una sua scelta o è capitato? “È capitato. Ma cantare nella propria città è meraviglioso. A Palermo ho cantato con grandi direttori ed è stata una forte emozione, soprattutto quando ho cantato al Teatro Massimo, uno dei teatri più importanti del mondo”. Teresa Nicoletti: a Sicilian voice enchants the world Teresa Nicoletti is a mezzo-soprano from Palermo and for years she has been successfully singing in many theatres in Europe, Asia and America. Last June, one of her compositions - a sacred air for voice, violin and organ – was awarded with the Mediterranean Oscar. She is also an audiologist and her life is divided between these two hard jobs, and maybe that’s why she is so natural when she tells about her success: “Anytime you face an audience, you are testing yourself and audiences give you different feedbacks. The trick is to be always yourself, in America and in China. Express yourself and try to create a good relationship with your audience straight away, anywhere you are”.
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di VALERIA LO VERDE MORANTE
PARCO DEI NEBRODI
Palcoscenico d’Estate
Sessanta spettacoli, da giugno a settembre, in un palcoscenico d’eccezione, il territorio del Parco dei Nebrodi. Il cartellone della rassegna “Nebros, il palco di Pan”, promossa dall’Ente Parco dei Nebrodi, comprende concerti, letture, mostre e spettacoli teatrali ospitati in luoghi di eccezionale valore ambientale e monumentale che animeranno l’estate siciliana con una serie di appuntamenti di grande qualità. Fino al 12 settembre, la rassegna si dipanerà nei comuni del Parco: piazze, chiostri, bagli e contrade diventeranno teatri all’aperto, vivacizzando un territorio, quello del Parco già così ricco e variegato dal punto di vista ambientale, artistico-monumentale, storico e gastronomico. La rassegna intende valorizzare le già esistenti potenzialità economiche, artistiche e storiche di cui è ricco il distretto dei Nebrodi. L’idea forza è quella di “destagionalizzare” il flusso turistico, attraverso la programmazione di un cartellone di 60 eventi, molti dei quali pongono l’accento sulla valorizzazione artistica ed espressiva dell’identità e della cultura nebroidee. L’intento, perciò, è quello di valorizzare le location dei 23 comuni del Parco oltre ad alcune zone limitrofe all’area protetta, e far riscoprire ed apprezzare l’identità territoriale, le realtà locali, dagli usi ai costumi fino alla rete dei percorsi del gusto. “Il ricchissimo cartellone proposto dalla rassegna “Nebros,il Palco di Pan” – spiega il commissario straordinario del Parco dei Nebrodi, Salvatore Giarratana – rappresenta non solo una occasione di intrattenimento colto e di qualità, ma anche uno straordinario strumento di conoscenza del territorio e una vetrina per presentare anche alla ribalta nazionale ed internazionale quest’importante area protetta della Sicilia”.
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di federico d’imera
Molti gli spettacoli di richiamo del cartellone, che ha preso il via lo scorso 15 giugno sotto la direzione artistica di Sebastiano Alioto: la compagnia Flamenjazz porterà in scena, nella Piazza San Giacomo di Capizzi (8 luglio), le radici di un canto nato dall’incontro tra la cultura musicale spagnola e quella araba, gitana, africana e siciliana; il cantautore siciliano Pippo Pollina, presenta una suggestiva antologia di “Racconti e canzoni”: teatro della kermesse, Piazza Vittorio Emanuele di Acquedolci (1 luglio), dove verrà valorizzata la Grotta di San Teodoro, che ospita il più importante patrimonio preistorico e paleontologico dell’Isola, in cui venne trovata “Thea”, la donna di più antica memoria in Sicilia, vissuta 12000 anni fa. E ancora il 21 luglio sono previsti i Tinturia in concerto a Bronte; il 26 luglio la cantautrice Noa a Sant’Agata Militello; il “Cabaret Yddish” di e con Moni Ovadia, una rappresentazione scenografica di steppe e retrobottega, di strade e sinagoghe, che l’artista definisce, “il suo esilio, la musica della diaspora”, sarà ambientato il 31 luglio nella villa comunale di Mistretta; il gruppo di musica folk Asteriskos, il 28 luglio si esibirà nella cornice naturale della cresta arenacea del Pizzipiturro a Cesarò; il tenore Alberto Profeta, presenta un accorato recital di celebri opere liriche, il 1° agosto, nel magnifico palazzo Cupane di Mirto; il padrino della musica italiana Roy Paci, in piazza duca di Camastra a Santo Stefano il 14 luglio; il romanziere e saggista santagatese, di fama nazionale, Vincenzo Consolo conduce i visitatori in un viaggio “Consolo legge Consolo”, attraverso le pagine dei suoi romanzi più celebri ambientati nella sua madre terra nella suggestiva scenografia del castello Gallego, di Sant’Agata Militello il prossimo 4 agosto. E ancora, molti altri spettacoli di teatro, gospel, jazz e musiche tradizionali, per un’estate all’insegna della cultura fra i suggestivi paesi del Parco. Parco dei Nebrodi, a summer stage
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Don’t miss the sixty shows organized in wonderful natural settings in some of the Parco dei Nebrodi best areas and monuments, from June 15 to September 12 by Sebastiano Alioto. The programme includes concerts, readings and exhibitions set in the most magnificent squares, cloisters and mansions of the area, to liven up and exploit the natural beauty of small towns and villages. In the programme: Flamenjazz (Capizzi, Piazza San Giacomo, July 8), playing an interesting blend of Spanish, Arabian, African and Sicilian music; the singer-songwriter Pippo Pollina with an evocative stories and songs (Acquedolci, July 1); the band Tinturia (Bronte, July 21); the singer Noa (Sant’Agata Militello, July 26); the “Cabaret Yddish” of and with Moni Ovaia, a spectacular performance of streets and synagogues (Mistretta, Villa Comunale, July 31); the folk band Asteriskos up in the mountains (Pizzipiturro, Cesarò, July 28); the tenor Alberto Profeta (Mirto, Palazzo Cupane, August 1); Roy Paci (Santo Stefano, Piazza Duca di Camastra, July 14); the famous writer Vincenzo Consolo (Sant’Agata Militello, Castello Gallego, August 4).
JESSICA NUCCIO
Quando il Canto è Passione
Jessica Nuccio, classe 1985, una voce soave e una forte determinazione: palermitana doc, a ventidue anni ha già le idee chiare sul proprio futuro. Canta lirica e musica leggera, con una predilezione per Mozart, il Don Giovanni e Il Flauto magico in testa. È un soprano leggero e fa parte dell’accademia lirica del Mediterraneo, diretta dal maestro Pietro Ballo. Fra le artiste palermitane è considerata una delle più promettenti. “Ho cominciato da piccola – ricorda – e sono entrata in conservatorio senza sapere cosa dovessi fare con precisione. All’età di otto anni ho cantato in pubblico per la prima volta: in quell’occasione ho eseguito l’ “Ave Maria di mio padre”, un brano del repertorio di Mario Merola. Questa è stata per me una vera e propria opportunità, perché sono stata notata da alcuni osservatori che invitarono i miei genitori a coltivare la mia voce ed a farmi studiare canto. Da lì ho incominciato il mio percorso, frequentando dapprima il conservatorio e continuando, successivamente, con il coro delle voci bianche del Teatro Massimo”. Il canto è tutto per lei, anche se la sua competenza spazia anche su altri generi: e difatti, nonostante la giovanissima età, ha studiato il violino per sei anni e il pianoforte per tre. A chi le chiede cosa preferisca, Jessica risponde che ama la musica, le piace suonare, ma il suo
vero strumento musicale è la voce e per questa ragione predilige senza dubbio il canto. Ha anche provato a fare danza moderna, “più che altro per sapermi muovere”, dice, e spiega che per cantare in teatro, è necessario sapersi muovere sul palcoscenico, essere sciolti. Questa, la ragione che l’ha spinta a frequentare per un certo periodo una scuola di danza moderna e contemporanea, fra l’altro con risultati soddisfacenti. È reduce da un intenso inverno di impegni artistici: nello scorso periodo natalizio, ha tenuto vari concerti con l’Orchestra da camera Florulli, diretta da Lidio Florulli – “che per me – sottolinea – è come un padre artistico”. Fra i progetti a breve scadenza, Jessica Nuccio, subito dopo l’estate, dovrebbe esibirsi nel “Gobbo di Notre Dame”, insieme a “Teatro e vita”, una compagnia di Palermo che ha messo in scena anche Pirandello. Nel musical farà la parte principale, quella di Esmeralda. “Il mio obiettivo – aggiunge – è di andare sul palco con un’opera lirica. Se non dovessi diventare un grande soprano, quantomeno vorrei, comunque, essere una brava cantante e già questo non è un obiettivo semplice, perché richiede impegno e assoluta dedizione al lavoro”.
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fotografie di Giorgio Di Fede
di ALBERTO SAMONA’
A questo proposito, di recente Jessica è stata contattata per partecipare ad un’opera molto importante che dovrebbe essere messa in scena in autunno in una città siciliana: un impegno di assoluto prestigio, che le permetterebbe di far conoscere ulteriormente la propria voce fuori dai confini palermitani. Ama Palermo e la Sicilia, ma le piacerebbe anche poter tentare di far conoscere le proprie doti artistiche in altre città italiane: “Ho anche provato a partecipare ad un importante festival musicale nazionale, fuori dalla Sicilia – rivela – ma la strada per i giovani come me è sempre molto difficile e infatti, in pochi riescono ad essere conosciuti al grande pubblico. E a volte, per farlo occorre scendere a compromessi, quelli che io non accetto”.
Jessica Nuccio, when singing becomes passion
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Jessica Nuccio is a 22 year old girl with great voice and strong determination. She sings both opera and pop music, and she loves Mozart, Don Giovanni and the Magic Flute. She is a soprano and she is a member of the Mediterranean Opera Academy, directed by maestro Pietro Ballo. She is also considered one of the most promising artists from Palermo. Singing is her life but she is also very good in playing the violin and the piano. If you ask her what she prefers, she’ll tell you that she likes playing, but she loves singing and her voice is her best instrument. Last Christmas she was very busy with the Florulli Chamber Orchestra, directed by Lidio Florulli, who she considers her artistic father. Among the many other projects, Jessica Nuccio is going to sing in the “Notre Dame de Paris” musical as Esmeralda. She has also been invited to take part to an important opera performance which will give her the chance to go far.
CINEMA
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TRANSFORMERS di Micheal Bay
Un mito dell’infanzia dei trentenni, riproposto in stile colossal action movie, insomma un’operazione commerciale che prometteva troppo bene per non portarla avanti. Eppure c’è da dire che il film mantiene le sue promesse, niente di eccezionale per carità, ma il puro intrattenimento va valutato secondo canoni specifici. E’ in quest’ottica che Transformers diventa un ottimo film. Divertimento, senza prendersi troppo sul serio. C’è una chiave ironica godibilissima, che percorre tutta la trama, un umorismo un po’ di circostanza (le ovvie situazioni di anomalia quando si ha a che fare con automobili che diventano robot giganti) un po’ di maniera (le classiche gag del ragazzino impacciato alle prese con la ragazza dei suoi sogni), che a tratti però coinvolge abbastanza per l’ottima scelta di tempi dei dialoghi e per la buona caratterizzazione dei personaggi. Il film presenta, come ovvio, un comparto tecnico di straordinaria efficacia: Effetti visivi, animazione dei modelli, utilizzo delle luci e delle interazioni fra realtà e computer grafica sono quanto di meglio proposto sinora dall’industria degli SFX. Micheal Bay fa solo quello che sa fare, ma lo fa bene: il film ha un buon ritmo e una certa spensierata coerenza. Forse soltanto nel finale si perde un po’ nella frenesia dell’azione, smarrendo quel senso di “divertissement” che rende godibile questo omaggio ai miti di qualche infanzia fa. Sembra scontata, data la fortuna al botteghino, l’apertura di un ciclo di sequel che sicuramente porterà stancamente ai minimi termini un concetto di base, che pure nella sua prima esposizione non si è rivelato affatto malvagio. Nota di demerito per la colonna sonora, veramente anonima nel suo piglio vagamente action: un restyling dei pezzi della serie animata sarebbe stato molto più significativo e di impatto. Nell’assieme comunque, due ore di divertimento senza nessuna pretesa, frenetico, gradevole, a tratti anche comico. La mano di Spielberg si sente. Ottimo diversivo per una serata estiva.
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Proprio niente di meglio da fare?
Meglio di una fiction in Tv....
Transformer A myth for people in their thirties, Transformers comes up again as a colossal action movie and it proves to be a promising business. The film keeps the standard and –even if it won’t be a top film – it is quite enjoyable. There is a bit of everything: good irony in the plot, good sense of humour – sometimes suitable to the occasion (when cars transform in huge robots) or just cliché (the clumsy young fellow who falls in love with her dream girl) – good dialogues and character’s defining. The special effects are excellent: visual effects, great animation, expertise in managing real shots and computer graphics. Michael Bay knows his job and it’s clear that this is just the beginning, as many parts have still to come. The only discordant note is the featureless soundtrack, while a soundtrack restyling would have been more impressive. In short, it’s a nice way to spend a summer night. Dignitoso, ma non lo ricorderete per tutta la vita.
di David Yates
L’ORDINE DELLA FENICE
Svogliata, a tratti patetica, trasposizione cinematografica di un episodio interlocutorio della saga del maghetto con gli occhiali. Quella che probabilmente nelle pagine del romanzo doveva essere una pausa di riflessione narrativa. utile ad approfondire la caratterizzazione dei personaggi e delineare le dinamiche emotive alla base degli avvenimenti successivi, diventa sullo schermo una parentesi vuota, un succedersi di situazioni irrilevanti, La sensazione alla fine è che non sia successo praticamente nulla. Quel poco che succede, in realtà, è raccontato in maniera cosi banale e sommaria, da venire quasi privato del suo significato. Davvero per guadagnare miliardi di dollari basta inventarsi una storia che finisce con il classico “i buoni hanno qualcosa che i cattivi non hanno: l’amicizia”? Pare di si. Allora che dire, abbiamo sbagliato tutti mestiere. PRO Alcuni personaggi sono ben interpretati. CONTRO Ai limiti dell’inverosimile l’incapacità del regista di dare corpo alle dinamiche emotive del protagonista.
VACANCY di Nimrod Antal
di ALESSANDRO GARRAFFA
HARRY POTTER
Non è un gran film, ma per lo meno non pretende di esserlo. Per questo stupisce. Un thriller girato “a mano libera”, spendendo tutto il budget nell’arruolamento di un cast di livello e lasciando invece all’idea di fondo e alle trovate del regista il grosso dell’intrattenimento. La struttura è esile, il concetto semplice, ma questo Antal sa come tenere il pubblico in tensione: gli basta veramente poco per creare atmosfera e trasmettere scosse adrenaliniche. Ottimo in questo senso il contributo dei due protagonisti, credibili anche quando si trovano in mezzo alle classiche azioni “insensate” tipiche da vittima di un horror. Nell’assieme un film che si fa seguire, senza stupire magari, ma senza annoiare.
PRO
Un thriller vecchia maniera, come se ne vedono pochi ultimamente.
CONTRO
Un finale forse un po’ troppo scontato.
FEARLESS di Ronny Yu
La vita di Huo Yuanjia era sicuramente argomento da cui trarre un film di straordinari contenuti. Il culto ossessivo della forza, la devastazione spirituale del potere, l’illuminazione e infine la difesa della dignità di un popolo. Insomma un’epopea da trattatare con la dovuta serietà intellettuale. Se è vero che tutti questi argomenti vengono affrontati singolarmente, è palese la mancanza di un legame concettuale fra queste fasi. Una narrazione di disarmante superficialità, dinnanzi ad un’esperienza di vita che invece propone esiziali spunti di riflessione. Dove il film riesce è invece nel mostrare la bellezza e l’armonia del Wushu, come espressione della perfezione spirituale. Jet Li si muove al ritmo del vento, la forza lo percorre come un arco teso. Ma da solo non basta a fare di questo film un omaggio degno alla memoria di un grande combattente. Come dire, un brutto film con momenti di straordinaria bellezza.
PRO
Suggestive sequenze di danze marziali. Qualche scena di pregevole ispirazione.
CONTRO
Troppo disunito e sbrigativo, soprattutto nei passaggi fra le diverse fasi narrative
FAST FOOD NATION di Richard Linklater
Ti aspetti un film di denuncia, di controinformazione. Invece ti resta una strana impressione di stanchezza, di ambiguità, di contraddizione. All’interno di questa trama, tutto ciò che va contro le multinazionali della carne, la fast food nation, in realtà viene dipinto come scialbo, abulico, inconcludente. I giovani attivisti che “liberano” le vacche, sembrano buoni solo a perdersi in chiacchiere, e chi segue ideali di giustizia ed equità sociale alla fine trova più comodo arrendersi alle evidenze. In una storia fatta di personaggi falliti e incapaci, l’unico che emerge alla fine è proprio questo Bruce Willis versione “american dream” che ti dice che in fondo se i messicani vengono a farsi sfruttare in USA , è perchè guadagnano cifre che al loro paese sono impensabili, e chi siamo noi per privarli di questo sogno? Se alla fine la carne “è piena di merda” basta cuocerla e non succede niente, insomma basta allarmismi, gli americani devono “tirar fuori le palle”...
PRO
Mah...
CONTRO
Da vedere senza mezzi termini.
Capolavoro, quando si esce dalla sala ringraziando.
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Film di regime, travestito da documentario di controinformazione.
TEATRO
Shakespeare al Malaspina . l’impegno are ducia, poi n è se non insegn n fi la sa o c o u n i d ro Prima lt a c a il teatro re e la fati D’altronde la costanza, il sudo a, la pazienz lto artigianale. quando o parliamo, cena”: m i u c i d mestiere m di S prio quello Ed è pro o di “Equal Ip hakespeare che m iS ci occupia ne del “Re Lear” d inorili: Claudio io m z ri un’esplora registi e tre carce erativa e on la coop Billi c tr o e lg rm le a P i lo coinvo d o gan”, Pa l Malaspina Collovà a niso-Officine Oura Culture Teatri” m io teatrale “D i Bologna con “Bloo di Milano con d a ri a al Becc Euro, al Pratello ociazione e Scutellà e Giusepp L’idea nasce dall’ass ndi comunitari ”. i fo “Puntozero Palermo e gestisce i Euro, Collovà, d a a ra st e ie p h o c e ri nale, ch al. Su u q E internazio dal o a tt m e fa i d te ta del prog is riconosciu rgo e reg drammatu le altre due strutture sì quello che tra o o lt ha coinvo Giustizia. “E’ nato c iziati nel 1997 in di i, o ro n te a is d in ti a i più M avan ti a rt gista – è tr i, tre o p re i il tt a g ie sp tt i proge – fa a volta, in gi Corsari, con Mirag articolati. Per la prim eazione di un e ll’id complessi rili collaborano ne perché”. o e in carceri m riguardo a che cosa rcere ha preso il a e c , o in bre. atro progett enza di te oncluderà a dicem in ri e sp e a st c , e si h Que c e , o tondo rso ann via lo sco i due anni a tutto segnamento e d Un’attività o, ha mirato all’in di quelle arti g o lu ena: mpetenze primo ne di co alla messa in sc ne io iz is u q c zio o all’a alla costru no intorn che ruota grafia ai costumi, e a fine anno o h dalla scen a, in un lavoro c uno spettacolo ri i e d z z e n re tt io ato taz dell’a rappresen o momento, è arriv vo lla e n rà e c ti d n la sfo o re c se n o c In un di regia, e, teatrale. i teatro e i recitazione) e prov d o ri to ra a d in e sp le il labo a la c a sico, musi nuti del M training (fi o nove ragazzi dete on la coreografa c d coinvolgen vorato con Collovà, musicisti-attori la o n n co i che han uberti e i, insieme al prezioso L a r d n a Vetr Aless ro e Nino degli assistenti. je o P o c c Gia re è il tori e egli educa lia in Shakespea dità. d o rt o p p su ere mig blema dell’ ia nella fa La traged , in particolare, il pro anche da loro, e ta tema scelto che è stata sollecita te sopravvivono n a e m m a tr ra e a fi e lì ha “Un cui Quello ch nel dio - e in . u e la n a C ri e a e ic d he esp intuito è c arole shak qua e là p hanno fin da subito a follia, divide il e su i figli colpiti e ch cui il padre, nella ’affetto de sso d in e n to n io z e ra m hia mo n pa ase alla dic .r.) si è ad u regno in b ella trama reale n.d c’è, infatti, una ,n a (delle figlie i fratelli… In scen Collovà è molto a tr io d e u lit la iC che lo dalla ”. Il teatro d corpo e le emozioni nze, a ss ri e d n il rie gra rso ferenti espe ssa attrave fisico, e pa , mette in relazione dif apacità di essere c o attraversan ialogo a più voci, la ta ad essere uno d iu n a u o ra tr u a a parare inst , il te . In questo nto, perché anche im ere a o p p ru g n e u ett di cambiam o, senza m strumento rissa sul palcoscenic uno, è un buon a ess a vivere un ncolumità fisica di n l’i lio g ta . n le e a rep on istico e pers risultato art
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“Equal Ipm di Scena” is a performance of Shakespeares’s King Lear staged by three producers and three detention centres: Claudio Collovà at Palermo Malaspina with the Dioniso-Officine Ouragan theatre company, Paolo Billi at Bologna Pratello with the “Bloom Culture Teatri” company and Giuseppe Scutellà at Milan Beccaria with the “Puntozero” company. The idea comes from the Euro association working in Palermo with the EU Equal project funds and the two year project intends to teach the know-how of a performance staging, such as setting, costumes and equipment, to young prisoners. The project includes also a performance staged on July 3-5 and December. It will also be documented in a catalogue by Massimo Marino (Bologna Dams professor) and Maurizio Buscarino (Kantor’s photographer).
di fRANCESCA DI RAFFAELE
Shakespeare in jail
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Lo spettac olo e 5 all’Istitu , andato in scena il 3 to verrà rapp Penitenziario Min luglio e poi il 4 orile Mala resentato s cittadino. a dicemb re in uno pina, Il Re Lear spazio se inoltre, do condo Collovà, Bill i c Massimo umentato in un ca e Scutellà verrà, ta M logo cura a ri n o , st Dams di B to da ologna, co orico dello spetta colo al Buscarin n le imma o, fotogra gini di Ma fo u del teatro di ricerca it di Kantor e di gra rizio n parte aliano.
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“La Carnagione delle Bionde”
titolo autore edizioni pagine prezzo
LA CARNAGIONE DELLE BIONDE ELIO CARRECA GBM EDITORE 163 12,50 €
Per segnalazioni di libri da recensire rivolgersi all’indirizzo mail dex@neomedia.it, vi verrà dato un parere di lettura o fissato un appuntamento presso la Redazione di FeelRouge in via Mariano Stabile 110 con Deborah Pirrera.
“La Carnagione delle Bionde” I don’t like detective novels, and I know that this is quite unpopular in a period when this kind of novels is very much appreciated in Palermo. I have to admit that I started reading Elio Carreca’s novel with some skepticism, but in the end I got fascinated. What I liked most – besides the plot, a spy story in an omnivorous and cybernetic routine – are the characters. The detective Lupo – a former secret services agent moved from Israel to Palermo - the narrator obsessed by a recent past time, and Palermo – the setting of the story – which becomes the metaphor of the society’s decay. Besides the two main characters there is a plethora of minor characters who respond to the collective imagination. In this book Carreca shows his love for narration using detailed descriptions, analyzing feelings and expressing considerations, without ruining the plot, extremely rich in unexpected turns of events.
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Non sono un’estimatrice di gialli, lo ammetto consapevole dell’impopolarità di questa affermazione in un momento in cui la letteratura si tinge di giallo anche a Palermo; con un certo scetticismo, quindi, mi sono addentrata tra le pagine del libro di Elio Carreca, esordiente di tutto rispetto che può già fare i conti con un discreto successo di vendite e con una proposta concreta da parte della casa editrice GBM, rimanendone però decisamente affascinata. A catturare l’attenzione del lettore, e la mia, oltre alla raffinata trama narrativa di uno spy story totalmente calato in un quotidiano onnivoro e cibernetico che spesso trae spunto dalla cronaca recente, sono sicuramente i protagonisti. Lupo, l’investigatore, ex agente dei servizi segreti trasferito da Israele a Palermo, io narrante scettico e reso rabbioso dai fantasmi di un passato non troppo remoto e Palermo, appunto, in cui la storia è ambientata: città che tra i mille e risaputi volti, a fatica ne nasconde uno che diviene metafora del comune disfacimento della società civile. Dietro ai due protagonisti per certi versi simili e ugualmente intensi, una pletora di personaggi minori a fare da sfondo, che troveranno eco nell’immaginario collettivo dei palermitani e non, senza troppa fatica. Per una volta il giallo mostra l’anima, che diventa gusto per la parola, spazio per riflessioni e stati d’animo argutamente scandagliati, per i sentimenti, per le descrizioni che si fanno punto di forza del libro, senza danneggiarne la trama, che rimane fitta di eventi e colpi di scena come ogni giallo che si rispetti. Lupo uscirà cambiato da questa storia, in parte più risolto rispetto alle sue ansie e angosce, dietro le quali, come è giusto che sia, potremmo leggere tra le righe lo stato d’animo dell’autore che si dice “scrivere e vivere nell’ansia”. Palermo: “…agli ultimi posti per reddito, ma quarta nella classifica nazionale dei consumi…era percorsa da un flusso sotterraneo e costante di denaro di cui nessuno teneva a parlare, né a spiegare la provenienza. Nascosto e misterioso. Da non vedere né cercare… una realtà parallela e non ammessa pubblicamente da cui nasceva una zona grigia semiclandestina, popolata da personaggi in grado di soddisfare - se adeguatamente pagati - vizi privati e desideri di trasgressione…”, simile per molti versi a qualunque altra realtà occidentale dei nostri giorni che, visti con gli occhi di Carreca, fanno un po’ paura.
di DEBORAH PIRRERA
LIBRI: SPAZIO AGLI ESORDIENTI
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