Feel Rouge Magazine 3

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Buon anno, Palermo d’uomo, cosmopolita per vocazione e consapevole della propria identità e della propria storia. Buon 2007 a tutti.

Alberto Samonà

Happy New Year, Palermo! The year is over and a new one is around the corner. That’s not a big deal, as it happens every year! What’s new is that 2007 brings already some news with it: in spring and after five years, Palermo’s citizens are voting for a new mayor, and even if some candidates have been named, the main protagonists are only two. From our side, we would like the new mayor to continue the old town restoration, supporting the cultural events which exploit the city treasures. We also would like to have more parks, such as the Parco della Favorita, and have our local beach Mondello free from those huts which spoil the view. In the Foro Italico there is now a fresh lawn where people can walk on Sundays, but we would like the promenade to go as far as the Bandita, Romagnolo and Acqua dei Corsari, areas that were really beautiful a long time ago and now have been destroyed by ugly blocks of buildings. We also would like people to understand – once for ever – that smog is very dangerous: why don’t people walk, cycle or use public transportation? As far as city safety is concerned, we would like the local government to carry actions out, in order to put thieves off. Last but not least, we would like Palermo’s football team to be at the top of the Italian and European lists. In short, we dream about an open-minded city, aware of its identity and value. We wish you a Happy 2007!

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Un anno finisce ed uno nuovo comincia. Fin qui nulla di straordinario. Il 2007, però, ancora prima del suo inizio porta già con sé una novità: dalla prossima primavera, infatti, i palermitani saranno chiamati a scegliere il proprio sindaco. Dopo cinque anni si tornerà alle urne e si deciderà chi dovrà guidare la città nel prossimo quinquennio. Nonostante i molteplici nomi fatti in queste settimane, è quasi certo che, alla fine i candidati al principale scranno di Palazzo delle Aquile restino in due, quello del centrodestra e quello dell’Unione, eccezion fatta per qualche lista civica “non allineata” che potrebbe presentare un proprio nome di disturbo. Se il candidato della Casa delle Libertà sarà quasi certamente il sindaco Diego Cammarata, quello del centrosinistra dovrebbe venire fuori dalle cosiddette primarie, con le quali gli elettori ulivisti saranno chiamati a scegliere il proprio favorito: su tutti campeggia il nome dell’ex primo cittadino Leoluca Orlando. Comunque sia, nei prossimi mesi la campagna elettorale entrerà nel vivo e i candidati si confronteranno sui temi della città. Da parte nostra, vorremmo che chi verrà eletto sindaco prosegua nell’azione di recupero del centro storico avviata in quest’ultimo decennio, favorendo anche quelle iniziative culturali in grado di valorizzare i tesori di questa nostra città. E vorremmo vedere Palermo ancora più verde, con il Parco della Favorita restituito finalmente ai palermitani. Un sogno che vorremmo realizzato è poi la trasformazione della spiaggia di Mondello in una grande distesa attrezzata e finalmente libera da quelle antiestetiche cabine a cui purtroppo molti di noi sembrano essersi tristemente affezionati. Recuperato finalmente il Foro Italico con il bel prato all’inglese meta di rilassanti passeggiate domenicali, auspichiamo che il lungomare della città torni ad estendersi anche alla Bandita, a Romagnolo e ad Acqua dei Corsari, luoghi che un tempo erano il fiore all’occhiello di Palermo e che dagli anni sessanta in poi sono stati devastati dal cemento e dal catrame sgorgato dalle connivenze politico-mafiose. E vorremmo che i palermitani si rendano conto, una volta per tutte, dell’intollerabilità dei livelli di inquinamento causati dai gas di scarico delle autovetture, invogliati in questo da politiche di potenziamento del trasporto pubblico (in futuro tram e metropolitana leggera dovrebbero risolvere non pochi problemi) e da scelte coraggiose che invitino a lasciare l’auto a casa in giorni prestabiliti. Sul versante legalità, occorrono azioni di prevenzione legate anche al mondo della scuola e del lavoro ed efficaci strumenti repressivi, in grado di scoraggiare i delinquenti. Infine, dopo gli “anni dell’inferno” sogniamo futuri trionfi rosanero che portino il Palermo al vertice del calcio italiano ed europeo. Insomma, sogniamo una città futura a misura


REPORTAGE

Gastronomia e Musica

C’è un problema che ti assilla? Vuoi sapere se il tuo partner ti ama davvero o se è la persona giusta per te? Il tuo matrimonio è in crisi? Il tuo lavoro non ti piace? Poche decine di euro ed ogni difficoltà sarà dissolta, disciolta, scomparsa. Promessa di sedicenti maghi e moderni fattucchieri che assicurano “competenza, gentilezza e comprensione”, “capacità di sciogliere i dubbi, eliminare l’ansia ed illuminare il futuro”, consulti personalizzati altamente professionali. Massima serietà, ovviamente. Che si tratti di tarocchi, sfere di cristallo o fondi di caffè, l’occulto è un business assai diffuso anche a Palermo tanto che, negli ultimi anni, si sono moltiplicati in città i corsi per imparare a leggerli. Ma se considerate che alcuni di questi promettono di trasformarvi in abili cartomanti in sole due ore…beh, la valutazione sulla “serietà” è presto fatta. L’ universo parallelo fatto di arcani, amuleti, pietre e segni divinatori che, naturalmente, bisogna sapere interpretare, comunque affascina e incuriosisce molte più persone di quante non siano disposte a dichiararlo. Chi non si è mai fatto leggere le carte almeno una volta, anche per gioco, sperando di trovare negli arcani le tanto agognate risposte ai quesiti della vita? Basta spulciare i giornali locali o navigare un po’ in internet per trovare a Palermo annunci di professionisti dell’occulto pronti a rispondere a qualunque tipo di esigenza, quesito o curiosità, compresi i tanto temuti riti per togliere le negatività (“Preparo riti di purificazione, risaldi d’amore, propiziazione per questioni economiche, amore, amicizia, affetti. Rituali per togliere le negatività. Ma, per serietà, non prendo in considerazione domande relative a salute o operazioni che non siano di sola magia positiva”). La cronache dei giorni nostri sono piene di storie di approfittatori senza scrupoli che fanno leva sulla buona fede della gente per spillare quattrini promettendo guarigioni e varie stregonerie. Stime ufficiali dicono che almeno un sesto della popolazione siciliana fa ricorso a cartomanti e maghi e la capacità del siciliano medio di prestare fede a varie credenze risulta superiore alla media nazionale ed europea. Magia e tarocchi, dunque, esercitano sempre uno strano fascino. Sarà perché il legame tra la loro storia e la Sicilia affonda le radici in secoli lontani. Secondo una delle ipotesi sull’origine della parola, tarocco deriverebbe dalla varietà di arance introdotta in Sicilia dagli arabi. Le prime carte furono realizzate proprio dagli arabi e vennero fatte con fogli dorati decorati a sbalzo. Furono definite “taroccate” perché ricordavano proprio la buccia dorata e ruvida delle arance.

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di Clara Minissale

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fotografie di Angela Scafidi


Un legame antico, dunque, che si perpetua oggi, nella quotidianità, in maniera insospettabile. Ne sia un esempio la forma di alcuni dolci tipici dell’isola che sono riconducibili ad antiche simbologie magiche. I mustazzola, per esempio, tagliati a rombo, ricordano una forma legata ai riti sacrificali; le‘mpanatigghi sono a mezzaluna, simbolo del divenire; i biscotti ad “S ”, tipici dell’isola, richiamano il simbolo del serpente, arcano impenetrabile. Villa Giulia, a Palermo, nasce come un perfetto esempio di sovrapposizioni di forme geometriche, quadrati e cerchi, che simboleggiano il terreno ed il divino e al suo interno c’è una gran quantità di simboli (fontane, statue) che non sono altro che rappresentazioni allegoriche. Anche il Genio di Palermo, simbolo pagano della città, sarebbe riconducibile ad antiche influenze iniziatiche e persino Monte Pellegrino, la montagna dei palermitani, secondo una leggenda avrebbe origini divine (il mito fa risalire a Saturno la fondazione del “Castello di Cronio” alle pendici del monte). Insomma, ci sono tutti gli elementi per ritenere che Palermo sia una città “magica”: già prima del ’600 erano operativi diversi circoli esoterici, radicatisi poi nel Secolo dei Lumi e a quanto pare esistenti anche oggi sotto il più assoluto riserbo. Una realtà, questa, ben diversa dallo pseudo-esoterismo fasullo di maghi e fattucchiere, ma che denota come in città l’interesse per l’occulto attraversi trasversalmente ampie fasce, da quelle “popolari” e più inclini a credere ad amuleti, fatture e superstizione, a quelle più colte, in cui si annidano insospettabili cultori delle vie iniziatiche.

Palermo and its occult powers Have you got a problem? Do you want to know if your partner loves you and if he/she is the right person for you? Is your marriage in crisis? Don’t you like your job? Pay some euros and your troubles will disappear. That’s what would-be sorcerers and modern wizards promise, guaranteeing “expertise, kindness and sympathy”, “capacity of resolving doubts, eliminate anxiety and read the future”, in short, highly professional tailored consultations and reliability! Tarot, crystal balls or coffee grounds - the occult science is a good business in Palermo and in these last years “reading courses” have increased in number. The good news is that some of these training courses last two hours!! Well, judge yourself how reliable they might be! The parallel universe – made of mystery, amulets, stones and divinatory signs – is very fascinating and intrigues a lot of people, even if some might deny it! The newspapers are full of sad stories of profiteers who steal money from simple people, guaranteeing good health and other witchcraft. Official statistical data show that one sixth of the Sicilian people consults sorcerers and wizards, and this number is significantly higher than the national and European average.

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di MARILENA SANTALUNA

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fotografie di ANGELA SCAFIDI


IL PERSONAGGIO Igor Gelarda, poliziotto

Sembra più la trama di un film che il racconto della vita di un imprenditore di successo, che nei suoi primi cinquant’anni di vita è riuscito a costruire un vero impero commerciale. È la storia di Giuseppe Ferdico, palermitano, classe 1956, da qualche anno protagonista della vendita al dettaglio di detersivi e prodotti alimentari e che in poco tempo è riuscito ad affacciarsi nel mercato della grande distribuzione, guadagnando una considerevole fetta di mercato, nonostante l’incalzante “sfida” della concorrenza. Abbiamo incontrato Ferdico nella sede del suo impero nella zona industriale di Carini, da dove parte tutta la merce destinata ai suoi punti vendita. Quando decise di buttarsi in questa attività, Giuseppe Ferdico lavorava come gruista in una ditta di costruzioni, guadagnando bene, ma quel tanto che bastava per mantenere la famiglia. Un giorno nel 1981, d’accordo con la moglie, che si sarebbe dovuta occupare dell’attività, decise di prendere in affitto un piccolissimo locale in via Galileo Galilei a Palermo, dove nacque il primo negozio di detersivi. Attività che ben presto Ferdico si trovò a gestire di persona, dopo essersi licenziato, visto che la moglie si trovò a dovere accudire i due figli in fasce. Era lui ad occuparsi dell’acquisto della merce, della distribuzione e dell’organizzazione di tutto il lavoro, ma purtroppo, lavorando all’ingrosso, in pochi anni si accumulò una bella somma di debiti, a causa di mancati o ritardati pagamenti dei clienti. È stato in quel momento che l’imprenditore capì che era arrivato il momento di tuffarsi nella vendita al dettaglio, per avere un rapporto diretto con il consumatore che paga direttamente all’emissione dello scontrino. Da quel momento l’impero di Giuseppe Ferdico ha cominciato a crescere fino ad arrivare ai successi di oggi, con 300 dipendenti e ben 15 punti vendita tra Palermo e provincia. Fiore all’occhiello è il grandissimo centro commerciale di Carini, il più grande di tutta la Sicilia occidentale, che conta al suo interno ben 30 negozi dalle più svariate attività, grazie alla presenza di grossi marchi e aziende leader. Dai generi alimentari alle

scarpe, alla biancheria intima al vestiario, fino alla possibilità di mangiare seduti in un fast food o vedere le partite di calcio su Sky, mentre si fanno gli acquisti. Il centro di Carini dopo avere aperto i battenti ad aprile scorso ha già confermato, in poco tempo, l’esattezza della strategia aziendale. Quante persone ogni giorno comprano da Ferdico? “Da un attento studio delle statistiche degli scontrini emessi giornalmente dai tutti i punti vendita, ci siamo resi conto che i numeri sono veramente sbalorditivi. Almeno 20 mila persone ogni giorno entrano nei nostri negozi, per comprare prodotti o alimentari, spendendo da un euro in su”. Quali sono i programmi futuri dell’azienda Ferdico? “Abbiamo già i progetti pronti per aprire nel giro di tre anni al massimo altri tre centri commerciali tra Palermo città e Trapani. Solo con questi prevediamo di offrire circa mille posti di lavoro”.

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di Enrico perez Giuseppe Ferdico, the king of Palermo shopping

fotografie di MASSIMO BARBANERA

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Giuseppe Ferdico’s life – the story of a successful businessman - could easily be the plot of an interesting film. Born in 1956, he started some years ago as a detergents and food wholesaler and in very few years he has entered the large-scale retail trade: now he owns 15 shops in Palermo and vicinity and he has 300 employees. His pride is the huge shopping centre in Carini (near Palermo) which is now the largest in western Sicily: 30 shops selling good quality food, shoes, underwear, clothes etc. The shopping centre – which also houses a fast food where you can enjoy a meal while watching Sky football matches - opened last April and has already reappointed Mr. Ferdico as a successful businessman.


LA CITTA’ SCONOSCIUTA

Il Genio: Padre di Palermo La maggior parte della gente usa elettrodomestici e dispositivi per la cura della persona così frequentemente, come parte della propria routine quotidiana da non coglierne più il valore. La “Casa del Rasoio” di via Cavour crede che anche i momenti della vita più “ordinari” possono essere vissuti in maniera speciale e per questo questa azienda offre prodotti all’avanguardia che non solo funzionano in maniera ottimale, ma forniscono una dimensione extra alla vita di ogni giorno, prodotti che migliorano la qualità della nostra vita e che usiamo quotidianamente: dagli elettrodomestici da cucina al ferro da stiro, per passare all’aspirapolvere fino ai rasoi, agli spazzolini elettrici e ai prodotti per la cura della persona. Come dice il nome stesso, la “Casa del Rasoio” è un negozio specializzato nella vendita dei rasoi elettrici, di cui se ne possono trovare diversi modelli di svariate marche differenti. Ma la “Casa del Rasoio” non è solo questo, è anche vendita di: ferri da stiro, taglia capelli, regola barba, depilatori, spazzolini da denti elettrici, telefoni cellulari, macchine fotografiche, televisori, hi fi, videocamere, orologi, sveglie e svariati piccoli elettrodomestici, dalle caffettiere agli umidificatori.

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fotografie di MASSIMO BARBANERA


The Razor’s house The “Casa del Rasoio” is a company specialized in electrical razors. It was established in Palermo in 1964, when Andrea Montesanti, a Reminton technician, decided to run his own business. He started selling razors only and in 1969 he decided to include many other modern appliances, such as: irons, hair cutters, epilators, electrical toothbrushes, mobiles, cameras, hi-fis, TVs and other smaller devices, such as humidifiers and espresso machines. In 2000 the Casa del Rasoio became a limited partnership and moved to a larger shop, in Via Cavour 131. Here you can find anything you may need for your daily life, and it is a great place for your exclusive presents.

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La “Casa del Rasoio” è un’azienda storica della città di Palermo. L’azienda nasce nel 1964 quando Andrea Montesanto, allora impiegato della Remington nell’assistenza e vendita dei rasoi, decide di aprire una attività propria. Pian piano amplia l’offerta introducendo la vendita di altre marche di questo tradizionale articolo e da negozio specializzato in rasoi elettrici nel 1969 decide di iniziare a vendere anche prodotti di altro genere. Nel 2000 la Casa del Rasoio è passata da conduzione familiare a Sas, così la sede ora gestita dai figli si sposta dal civico 111 al 131 di via Cavour. Cambia la moda, subentra l’era del digitale, ma dopo quarantadue anni la domanda del rasoio elettrico non è diminuita, il ‘cavallo di battaglia’ della Casa del Rasoio rimane sempre il rasoio elettrico. Certo oggi è però diventato più un prodotto da regalo, lasciando spazio ai più moderni regola barba, taglia capelli o depilatori anche per uomini. Le nuove tecnologie stanno infatti diventando sempre più strumenti di moda che si affiancano a quelli tradizionali. La “Casa del Rasoio” sa che le nuove tecnologie sono oggi potenti mezzi espressivi: strumenti di informazione, di svago, mezzi che favoriscono le relazioni sociali e gli incontri ed è per questo che questo negozio guarda con molta attenzione alle più moderne e diffuse tecnologie presenti sul mercato, non tralasciando però gli oggetti tradizionali che circondano le nostre abitudini e necessità quotidiane.


SICILIA MON AMOUR

Villa Piccolo, Oasi di Cultura a Capo d’Orlando

Quanti di voi passerebbero un pomeriggio domenicale a passeggio per la discarica di Bellolampo? La risposta sembra scontata, perché a nessuno verrebbe in mente di trascorrere del tempo tra cumuli di immondizia maleodoranti. Eppure, sino a non molto tempo fa l’area era un bosco di querce con una ricchissima vegetazione. L’odierna discarica, attivata soltanto nel 1930, oggi si estende su di un’area di 470 mila mq e sorge a ridosso di due grossi agglomerati urbani ad alta densità abitativa: Borgo Nuovo e il Cep, con conseguenti problemi di inquinamento atmosferico. La “musica” è cambiata nel 2001, quando un giovane agronomo palermitano ha sottoposto all’amministrazione comunale un programma di rimboschimento per il recupero di Bellolampo. Nessuno prima di quella data aveva pensato che l’area, almeno in una porzione, avrebbe potuto riacquistare parte del verde perduto a causa del deposito indiscriminato di rifiuti accumulatosi per decenni. E invece, il “progetto di rimboschimento dell’area bonificata di Bellolampo” è stato approvato l’anno successivo, e la sua realizzazione resa possibile utilizzando i fondi messi a disposizione dal P.o.r. 4.10 che prevede il “rimboschimento di superfici non agricole”, quali cave e discariche appunto. L’agronomo che ha immaginato il recupero della discarica è il quarantenne Paolo Valentini che è stato designato direttore dei lavori, mentre gli interventi sono stati affidati dall’impresa “consortile Bellolampo” di Favara. Se si considera che al momento non esistono proposte simili di recupero in tutto il centro e sud d’Italia, si può tranquillamente affermare che Palermo, spesso accusata di essere poco attenta ai problemi ambientali (la raccolta differenziata dei rifiuti raggiunge a malapena il 3%), grazie a questo ambizioso progetto si è posta all’avanguardia in questo genere di interventi. Il recupero, iniziato nel maggio del 2004, è pressocché ultimato e terminerà con la consegna dell’area all’Amia entro la fine dell’anno. La fascia risanata è la porzione di terreno denominata “Vallone Celona”, visibile anche da piazzale Einstein. In pratica, è l’area in cui venne installata la scritta Hollywood che ha dominato la città in occasione della 49ª biennale di Venezia, e dove in seguito è stata sistemata la gigantesca lettera “A” che ha celebrato la promozione del Palermo nella massima serie.

Copertoni, sacchetti di plastica e pattume d’ogni genere si apprestano a lasciare spazio ad una rinnovata vegetazione: dieci ettari di terreno sistemati a gradoni con pendenze del 25 per cento ricordano i giardini pensili babilonesi. Il dottor Valentini ci spiega che “Per un intervento che rispetti la natura sin nei minimi particolari, abbiamo innanzi tutto previsto la realizzazione di una recinzione costituita da paletti di castagno. La staccionata è necessaria per evitare che eventuali rifiuti aerei (i temutissimi ed oltremodo inquinanti sacchetti di plastica, ndr) raggiungano questa rinnovata oasi; tutt’intorno è stata scavata una fascia frangifuoco per difendere le piante”. L’idea del progettista è quella di restituire all’area l’originaria destinazione di lecceto. Sono state già impiantate, non senza fatica, circa 55 mila tra querce, palme e arbusti tipici della macchia mediterranea. Più di 40 differenti essenze, tra le quali artemisia, salvia, origano, rosmarino, inula viscosa e ginestra fanno da contraltare ai cattivi odori provenienti dalla discarica. La costruzione di due vasche per la raccolta delle acque piovane ed un impianto d’irrigazione a goccia, consentono per il futuro l’autosufficienza (anche economica) dell’intera opera. L’artista Maurizio Cattelan, autore della scultura Hollywood su cui oggi rinasce il bosco così commentava la sua opera: “E’ solo una palizzata di metallo…non so se la mia sia un’opera d’arte: forse è solo una cartina di tornasole per le nostre ossessioni…è un sogno costruito a colpi di taglia e incolla, in cui le immagini sono proiezioni del desiderio”. Ossessioni che mutano in desideri. Sogni trasformati in realtà da chi, come Paolo Valentini, è consapevole che la rinascita della propria città, passi anche per una maggiore attenzione dell’ambiente in cui si vive.

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di Giuseppe sarao How a dump turns into a beautiful garden

fotografie di Antonio Chinnici

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Would you like to spend your Sunday afternoon in Bellolampo, the local dump? No, of course and nobody would like to walk on smelly rubbish mounds! In 2001, a young agronomist from Palermo submitted a reforestation plan to the local administration, willing to rescue part of that green area which had been destroyed by the indiscriminate piling up of rubbish. The project was approved the very next year: the agronomist Paolo Valentini has been appointed site director and the works have been committed to a Sicilian company. Since then, about 55.000 trees have been planted (oaks, palms and other Mediterranean species), along with 40 different sweet-smelling plants, such as artemisia, sage, oregano, rosemary, elecampane and broom, to overwhelm the bad smell from the nearby dump. The plan includes also two big rain water pools and an irrigation system, to self-water the newly planted vegetation.


SICILIA MON AMOUR

Presepi da tutto il mondo, per il Natale all’Olivella

Ci sono oltre trecento micro Presepi ad animare quest’anno il Natale di via Bara all’Olivella. Di carta e di terracotta, di cera e di vetro, di corallo, turchese, legno ed oro, di pietra e d’argento. E poi addobbi, luminarie, sovraporta decorativi e installazioni, per illuminare durante tutto il periodo natalizio e fino all’Epifania la stradina che dal teatro Massimo conduce al Museo archeologico. Il progetto, ideato dai Figli d’arte Cuticchio che in via Bara hanno il teatrino e il laboratorio dei pupi, motore di tutte le attività, si chiama “Pupi, figure e presepi - Natale all’Olivella”. Da circa una ventina d’anni, anche se non sempre continuativamente, la manifestazione del Natale all’Olivella è diventata una consuetudine, una vera e propria festa del teatro di figura, incorniciata dai laboratori e dalle botteghe artigiane, che quest’anno per l’occasione accoglieranno le collezioni di mini presepi di Michele Amenta, provenienti da tutte le parti del mondo, e datati dalla fine del Settecento ai nostri giorni. Presso il laboratorio di via Bara 48, dove nascono i pupi dei Cuticchio, ne saranno esposti due: uno realizzato con la carta e l’altro, in terracotta, “allestito” dentro un cucchiaino da caffè che simulerà la grotta di Betlemme. Sul fronte più specificatamente teatrale, Mimmo Cuticchio ha coinvolto, oltre agli spettacoli tradizionali dell’Opera dei pupi, altre tre compagnie di teatro di figura, sotto il filo conduttore del gioco, del rito e della festa: il Teatro del Corvo di Milano, i Burlatti di Bergamo e i Teatrini di Napoli, gruppi non inseriti nei circuiti ufficiali ma caratterizzati da una grande dedizione al proprio specifico teatrale. Gli spettacoli si svolgeranno nella sede del Teatrino, al civico 95 di via Bara ma resterà sempre visitabile al pubblico il laboratorio dei pupi dei Cuticchio, che custodisce decine di bellissimi paladini, splendidi saraceni e tanti altri personaggi. «Questa iniziativa nasce anche dall’esigenza di distinguere i diversi generi e conservare le radici della nostra cultura. Troppo spesso generi ed espressioni teatrali vengono confusi - dice Mimmo Cuticchio - i pupi sono chiamati burattini, le marionette per pupazzi; tutto sembra fondersi e l’idea che spesso ne viene fuori è che in quanto appartenente al teatro di figura, anche il teatro dei pupi si rivolga ai bambini».

Ma così non è. A dimostrarlo ci sono gli spettacoli in programmazione che Cuticchio presenterà nel corso della manifestazione: “Malagigi brucia l’arte”, tratto da antichi canovacci, “Rinaldo abbandona le armi e si fa pellegrino”, “Nero e terribile tradimento di Gano ai danni dei paladini” e “Morte di Orlando e di Gano di Magonza”. I Burlatti presenteranno invece uno spettacolo realizzato con burattini e oggetti vari, “Immon &Dizia: una favola riciclata”, ispirata a “Pierino e il lupo” di Prokof’ev. Il Teatro del Corvo si esibirà con la sua “Macedonia”, secondo la tecnica dei burattini, pupazzi e musica dal vivo, e Bruno Leone, anima dei Teatrini di Napoli, porterà le sue guarattelle per giocare con “Pulcinella e i santi”. Tutte le informazioni allo 091-323400.

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di Laura nobile Cribs from all over the world in Palermo

in foto il Presepe di Andrea Ardizzone

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This Christmas will give life to more than 300 micro-cribs, on exhibition in via Bara all’Olivella (Palermo): paper, clay, wax, glass, coral, turquoise, gold, stone and silver cribs, and any kind of Christmas decorations, lights and installations will decorate the little street which takes you from the Teatro Massimo to the Archeological Museum. This project - “Puppets, figures and Christmas cribs in Olivella” - conceived by the Figli d’Arte Cuticchio having there its so well-known puppet theatre/workshop, has been a tradition unfortunately uncontinuously - for twenty years. The local handicraft shops will house Michele Amenta’s mini-cribs, coming from all over the world and some dating back to the 18th century. At the Cuticchio’s puppet workshop (Via Bara 48) you’ll find two extraordinary cribs: one in paper and one in clay, the latter being “organized” in a tea spoon, symbolizing Bethlehem grotto. The event also includes many shows: Teatro del Corvo from Milano, Burlatti from Bergamo and the Teatrini from Napoli. For further info: 091323400.


I VIAGGI DI FEEL ROUGE Andar per borghi

in Umbria

Se ad un tratto vi ritrovate in una terra in cui i gioielli dell’architettura e dell’arte medievale si coniugano a suggestivi scenari naturalistici e ad eventi culturali tutto l’anno e se a questo aggiungete un risotto al tartufo o la visita ad un eremo sperduto fra i boschi, non c’è dubbio che siete capitati in Umbria. L’inverno nel centro Italia è certo pesante, ma i fortunati che possono approfittare di una settimana di vacanza nel periodo natalizio o anche nella prossima primavera non resteranno affatto delusi: si può scegliere di prenotare una stanza d’albergo nel centro storico di Perugia, o per chi ama soggiornare in luoghi circondati dal verde, scegliere una residenza storica fuori dalle mura della città, e da lì iniziare questo itinerario alla scoperta dell’Umbria. A pochi chilometri da Perugia sorge Torgiano, piccolo centro che deve il proprio nome ad una torre consacrata al dio Janus, anche se su questa ipotesi ci sono opinioni contrastanti: all’interno del borgo si può visitare il Museo del vino, ideato da Giorgio e Maria Grazia Lungarotti e gestitodallaFondazioneLungarotti.LafamigliaLungarotti gestisce l’omonima casa vinicola e anche un agriturismo a poggio delle Vigne (info: 075-982994). E sempre a Torgiano sorge il Museo dell’Olivo e dell’Olio, gestito pure questo dalla Fondazione. Due gioielli da visitare! Spostandosi ad est c’è Spello, un delizioso borgo divenuto celebre anche per le suggestive “Infiorate di Spello” (9 – 10 giugno 2007), in cui nelle strade del

Panorama di Amelia

Castello di Narni

paese si fa a gara per realizzare la composizione floreale più grande e colorata, in uno scenario da galleria d’arte urbana (www.infiotatespello.it). Non lontano dal lago di Bolsena ci accoglie Orvieto, con il suo delizioso centro storico, ricco di edifici e chiese antiche, prime fra tutte il Duomo, ritenuto uno fra le più significative testimonianze gotiche d’Italia. Il duomo di Orvieto è celebre anche per gli affreschi sul Giudizio Universale di Luca Signorelli, iniziati dal Beato Angelico con l’aiuto di Benozzo Gozzoli. Da segnalare anche la città sotterranea, testimonianza di secoli di scavi nel sottosuolo ad opera dei suoi abitanti. Altro gioiello è Spoleto che sorge su una rocca posta di fronte al Monteluco, al quale è congiunto dal ponte delle Torri. Giungendo da sud in automobile, Spoleto saluta i visitatori con la poderosa mole della Rocca. Il bosco del Monteluco, in periodo medievale, venne scelto dagli eremiti come luogo ideale per i propri ritiri spirituali, testimoniati ancora oggi da decine di eremi che sorgono nella fitta vegetazione: da visitare l’eremo francescano, con possibilità di trascorrervi un comodo soggiorno, prenotando per tempo (0743-40711). In direzione di Terni, non si può non far tappa alla Cascata delle Marmore. Le sue acque spumeggianti che precipitano lungo tre salti per un dislivello di circa 165 metri, creano un effetto fantastico di luce e fragore. Occorre, però, fare attenzione agli orari, perché l’erogazione dell’acqua viene interrotta più volte al giorno. Gli orari variano a seconda dei mesi dell’anno e dei giorni della settimana (per informazioni, tel. 0744-62982 email: cascata@micanet.net). Da lì, in meno di mezz’ora si raggiunge la città di Terni, nota per le sue acciaierie e per le sue industrie, molte delle quali dismesse. Anche un vecchio capannone, però, puo’ essere riconvertito a centro culturale e così, la città oggi sta puntando sulla realizzazione di grandi eventi di richiamo turistico nelle aree un tempo occupate dalle industrie. A venti minuti d’auto c’è Narni: per chi ama l’arte e la storia, i sotterranei della città offrono una varietà di ambienti da visitare, nell’ambito di un percorso underground caratterizzato, fra l’altro, dalla presenza di una chiesa affrescata nel XIII e XV  secolo e da una cella ricca di graffiti realizzati dai reclusi del tribunale dell’Inquisizione (0744722292. email Info@narnisotterranea.it). La settimana può ben terminare ad Assisi, con la visita alla Basilica superiore ed a quella inferiore dove sono custodite le reliquie di San Francesco. La città è dominata dalla Rocca, costruita dal Cardinale Albornoz nel 1367 su una precedente costruzione imperiale voluta ed utilizzata da Federico Barbarossa nei suoi soggiorni italici. Per consigli sui luoghi da vedere ci si può rivolgere all’Agenzia di promozione turistica dell’Umbria (075575951 info@apt.umbria.it).

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di daniela gargano la Cascata delle Marmore, nei pressi di Terni

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Enchanting small villages in Umbria One day, if you find yourself walking in a land where medieval monuments mix well with impressive views and cultural events, and you smell truffle risotto in the air … you are not lost, you are in Umbria! You can book a room in any hotel downtown Perugia, or if you love nature you can spend a night in an old manor house, just outside the walls, a good starting point for your journey in Umbria. In few kms, you’ll reach Forgiano: don’t miss the olive oil and wine museums. Heading east, you’ll meet Spello, a very nice small village famous for its Infiorate. Not far from Bolsena, there is Orvieto, with its rich buildings and old churches, such as the Duomo, considered one of the finest examples of Gothic architecture in Italy. More treasures are to be found in Spoleto, perched on a rock facing Monteluco, which can be easily reached through the Bridge of the Towers. Heading Terni, don’t miss the Marmore Falls. In 20 minutes by car, you’ll reach Narni: if you love art and history, its hidden passages will make your day. You can end your one-week journey in Assisi, and visit its superior and inferior Basilica, where S. Francis’s relics are kept.


Calendario Feel Rouge 2007

Una Smorfia per un Bambino

Inaugurare il nuovo anno con i sorrisi dei campioni dello sport e della generosità siciliana per dare una speranza a chi soffre. Un calendario bello, ma anche molto buono! Nessuno scenario esotico con mari trasparenti e palme tropicali per gli atleti siciliani, tanto meno atteggiamenti sexy e costumi microscopici, ma “smorfie” divertenti per regalare un anno di sorrisi ai bimbi che soffrono. Quattordici splendidi campioni della nostra regione che si sono contraddistinti in varie discipline sportive sono i protagonisti del un nuovo calendario per il 2007 preparato dallo staff di “Feel Rouge”. Dopo il successo ottenuto lo scorso anno con la realizzazione del calendario Feel Rouge 2006, che ha permesso con il ricavato di aiutare l’A. S.L.T.I. (associazione siciliana per la lotta contro la leucemia ed i tumori infantili con sede operativa presso l’ospedale dei bambini di Palermo) nell’adeguamento della ludoteca del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale G. Di Cristina, anche quest’anno la Business & Communications di Carlo Valenti promotore del progetto, ha pensato di ripetere l’iniziativa realizzando “Una smorfia per un bambino”.

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fotografie di MASSIMO BARBANERA


di stefania calo’

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“L’obiettivo intelligente” di Massimo Barbanera ha ritratto i 14 campioni come i nuovi “dei” della nostra epoca “strappandoli all’Olimpo degli stadi per la durata di uno scatto per esaltare la loro moderna classicità”. Le foto consistono in alcuni primi piani scherzosi dove i nostri “modelli per un giorno” si sono esibiti in simpatiche smorfie e boccacce con l’intento di procurare un sorriso ai piccoli amici affetti da malattie oncologiche. Il visual design del progetto è stato curato da Alex Garraffa, autore altresì del backstage televisivo. Non si tratta di un calendario qualunque e l’hanno capito anche gli atleti che hanno prestato la loro immagine per la missione di beneficenza con grande coinvolgimento e simpatia. L’anno di Feel Rouge comincia con lo sfottò a Luca Toni di Giovanni Tedesco, calciatore dell’ U.S. Città di Palermo, per poi ammirare il mese successivo la cestista Oriana Milazzo. Il mese di Marzo vede immortalato il palermitano Alessandro Parisi, terzino dell’F.C. Messina, quello di aprile la bella siciliana dell’atletica Vincenza Calì, mentre a maggio è possibile ammirare il campione di vela Marco Casagrande. I mesi estivi hanno come protagonisti il calciatore del Calcio Catania Giuseppe Mascara, la cestista del Banco di Sicilia Ribera Susanna Stabile e il campione di canoa Luca Moncada. La pallanuotista Maddalena Musumeci è l’atleta di Settembre, il surfista Marco Giordano quello di ottobre, e la giovane promessa di vela Federica Sorbello è la “modella” di Novembre.


A chiudere il 2007 sarà il campione di Formula 3 Salvatore Gatto. Infine immortalati nel calendario anche Rachid Berradi, campione di atletica, nella pagina che anticipa il calendario 2008 e, in terza copertina, la piccola campionessa del Badminton, Ermelinda Musso. Nella scelta dei soggetti l’organizzazione si è avvalsa della preziosa consulenza sportiva di Roberto Gueli, noto giornalista Rai, mentre le pubbliche relazioni sono state curate da Gaetano Salvaggio. Tutti i campioni siciliani hanno posato gratuitamente dal momento che i proventi della vendita del Calendario Feel Rouge 2007 saranno interamente devoluti in beneficenza all’Associazione Siciliana per la Lotta contro la Leucemia ed i Tumori Infantili “Liberi di crescere”, che si impegna per fornire alle strutture ospedaliere gli strumenti che consentiranno l’ottimale svolgimento di un sempre maggior numero di attività e servizi; l’obiettivo per il 2007 è riuscire a contribuire in maniera sostanziale alla realizzazione della “terza camera sterile”, un ambiente a contaminazione controllata per ridurre al minimo la possibilità di infezioni. La realizzazione di questa struttura consentirà a numerosi piccoli pazienti di non allontanarsi dalla propria città durante la degenza e ai loro familiari di assisterli più da vicino.

Sport helps to raise funds for leukemia Welcome the New Year with your favourite champions and help sick children! No exotic lands and turquoise water with sexy models in tiny costumes in Feel Rouge 2007 Calendar: just the funny faces of 14 Sicilian multi-discipline champions who have posed free of charge for the photographer Massimo Barbanera. The proceedings will be given to “Liberi di crescere”, a Sicilian Association against leukemia and children’s cancer. The first month is dedicated to Giovanni Tedesco (U.S. Città di Palermo football player) and February is dedicated to the basketball player Oriana Milazzo. March is for Alessandro Parisi (F.C. Messina back), April for the wonderful Vincenza Calì (athletics) and May is for Marco Casagrande (sailing champion). The summer months are dedicated to Giuseppe Mascara (Catania football player), Susanna Stabile (Banco di Sicilia Ribera basket player) and Luca Moncada (canoeing champion). Maddalena Musumeci (waterpolo) is in September, Marco Giordano (surfing) is in October and Federica Sorbello (sailing) is in November. Last but not least is Salvatore Gatto (Formula 3 champion), along with Rachid Berrai (athletics) and the young Ermelinda Musso (badminton).

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CALCIO A 5

Palla al centro, in campo Feel Rouge !

E tre! Feel Rouge, oltre ad essere un programma televisivo e una rivista bimestrale, adesso è anche una squadra di Calcio a cinque: “Associazione Sportiva Dilettantistica Feel Rouge” è il nome ufficiale della società, presieduta da Liborio “Rino” Guida e nata dal suo incontro con Carlo Valenti, “patron” storico della Business & communications. La formazione milita nel campionato di serie D di Calcio a cinque e in questa prima frazione del torneo ha già conseguito brillanti risultati, vincendo numerose partite e confermandosi fra le migliori del suo girone. La squadra è allenata da Adriano Varrica e gli allenamenti si svolgono con l’ausilio del preparatore atletico Domenico Undiemi. La rosa completa, fra titolari e riserve, è composta da quindici giovanissimi atleti, quasi tutti palermitani: sono Valerio Alagna, Cosimo Aleo, Salvatore Battaglia, Davide Calderone, Saverio Costa, Marco Crisci, Gabriele de Gregorio, Daniele Guida Rutilio, Rino Guida Rutilio, Aurelio Imburgia, Antonio Latino, Walter Oliveri, Leandro Panzavecchia, Gabriele Planeta e Adriano Varrica. Il più anziano fra loro ha ventotto anni, mentre il più giovane ne ha quindici. In realtà sono un po’ tutti titolari, perché a turno scendono in campo tutti.

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di enrico perez fotografie di MASSIMO BARBANERA

I ragazzi componenti della squadra erano e sono fra di loro tutti amici e hanno dato vita ad un gruppo compatto, tralasciando singole individualità e protagonismi. I valori dello sport e quelli dell’amicizia, quindi, sono il fondamento dell’A.S.D. Feel Rouge e dello spirito con cui i ragazzi scendono in campo. Fra breve sarà anche on line il sito web della squadra, che verrà dedicato al numeroso pubblico appassionato della realtà del calcio a 5. “Grazie all’impegno serio, qualitativo e professionale dei ragazzi della rosa, quasi tutti universitari e con una età media di 20 - 21 anni, – sottolinea il presidente Rino Guida – ho voluto costruire questo progetto, che spero possa essere vincente”. Dalla redazione del magazine, in bocca al lupo! Feel Rouge plays … football!

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One, two and … three! Feel Rouge - TV program and magazine - is now a football team. The new club – whose foundations are positive sport values and friendship – is called “Associazione Sportiva Dilettantistica Feel Rouge”, and it was set up after the successful meeting between Liborio “Rino” Guida - its president - and Carlo Valenti - “the patron” of Business & Communications Company. The new five-a-side team is playing in the third division and up to now it has been very successful. The coach is Adriano Barrica and the practice is supported by Domenico Undiemi. The team – regular and reserve players included – is made up of fifteen very young players, most of all from Palermo: Valerio Alagna, Cosimo Aleo, Salvatore Battaglia, Davide Calderone, Saverio Costa, Marco Crisci, Gabriele de Gregorio, Daniele Guida Rutilio, Rino Guida Rutilio, Aurelio Imburgia, Antonio Latino, Walter Oliveri, Leandro Panzavecchia, Gabriele Planeta and Adriano Varrica. Good luck, Feel Rouge!


GLAMOUR FITNESS CLUB Open Day Aerobica, step, spinning, gag, acqua gym e body pump: una giornata speciale e gratuita, dalla mattina alla sera per divertirsi insieme agli istruttori di fama nazionale della Federazione Italiana Fitness nella “storica” palestra palermitana di via Romagna. La “Glamour Fitness Club” ha invitato gli appassionati e tutti coloro, che hanno voluto avvicinarsi ad un mondo di sport “alternativo”, all’Open Day che si è svolto venerdì 1 dicembre. La Glamour, come ci ha affermato la direttrice del centro Giovanna Zanoer, ha abbattuto il vecchio concetto di “palestra” e si basa su una concezione di fitness e benessere totalmente diversa rispetto ai club tradizionali, un club all’insegna dell’innovazione e del divertimento. La filosofia con la quale è stata organizzata questa manifestazione, che è poi quella del centro, si può riassumere in 4 parole chiave: Fun, Family, Friends, Feeling Good (divertimento, famiglia, amici, sentirsi bene). Un nuovo modo dunque di vivere la palestra? “È cambiata radicalmente la modalità di fruizione del servizio sportivo che non è più solo pratica agonistica ma desiderio di star bene con se stessi. La passione e la determinazione sono la nostra filosofia. La passione per lo sport e le arti da combattimento. La determinazione nel raggiungere gli obiettivi. Una passione che ha permesso ad un sogno di diventare realtà: una palestra che non é solo una palestra, ma una grande famiglia. La nostra palestra è presente a Palermo da più di 20 anni ed è cresciuta, da allora, diventando una realtà estremamente qualificata nel panorama delle strutture del settore. Una crescita che ha seguito le evoluzioni espresse dalla tecnologia e dalle nuove discipline nate in questi ultimi anni, ma anche da una sensibilità generale sempre più forte verso ciò che riguarda la cura del corpo e la forma fisica. Una nuova impostazione mentale che nasce dalla consapevolezza di quanto il corpo influenzi il benessere psichico e di quanto sia fondamentale mantenersi in forma per stare bene con se stessi, per avere una buona qualità della vita, per essere sereni e positivi in ogni ambito, dalla famiglia al lavoro. Una filosofia che Glamour ha sposato in pieno e che risulta subito evidente: l’ambiente, infatti, suggerisce una sensazione di serenità e benessere, di professionalità e attenzione ad ogni particolare”. L’open day è stato un’occasione per offrire un giorno di divertimento non solo ai vostri clienti? “Esatto. Tutti coloro che hanno voluto trascorrere una giornata di sport hanno usufruito delle nostre strutture, della sala fitness, della piscina e della zona ristorazione. I presenti hanno partecipato alle lezioni degli istruttori FIF scesi per noi da tutta Italia. Alessandro Oliveri, Monica Scurti e Gioacchino Valenti insieme al nostro staff composto da Giuliana Picara, Roberta Di Piazza, Daniela Veraci, Laura Ludica e Sebastiano Ferracane, si sono alternati in pedana dalle 17 alle 20. Ma sono state organizzate anche lezioni di acqua gym e spinning con Salvo Mistretta , Mauro Spinelli, Dario De Santis e Dario Crisafi. Un vero successo: una giornata divertente e trascorsa in allegria”.

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fotografie di Antonio Chinnici

GLAMOUR FITNESS CLUB OPEN DAY

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Ma la giornata non si è conclusa qui? “No, i nostri ospiti hanno partecipato al sorteggio dei premi messi a disposizione dagli sponsor dell’evento: il noleggio di un gommone di Nautica Renier, un corso di vela al Clubino del mare, una collana da donna e un orologio da uomo di Mogok, un accappatoio e un giubbotto sono stati offerti da Tecnica sport, un profumo “Cartusia” da Oltre Motostory, e Bodystore durante la giornata ha distribuito nella sala fitness integratori e vitamine. Inoltre abbiamo sorteggiato pure due pizze della pizzeria Margò e sono stati offerti dei buoni della galleria d’arte Sakbe, della pelletteria Cottone e del nostro centro estetico. Poi, durante la serata nella zona ristorazione della Glamour due barwomen hanno preparato dei particolari e deliziosi cocktail mentre gli ospiti sono stati allietati da un’esibizione di tango argentino e danza del ventre. Dulcis in fundo, la serata si è conclusa con un party organizzato da Feel Rouge. La sala fitness e aerobica si sono trasformate in delle vere piste di discoteca, dove si è ballato tutta la notte con i dj di Radio Time, Lello Sanfilippo e Fabio Flesca”.

On December 1, Glamour Fitness Club had its open day: a long special day to enjoy sports– free of charge, from morning till night – and practice the most modern fitness activities, such as aerobics, step, spinning, gag, water gym and body pump. Glamour Fitness Club is an “old” sport venue which - as the manager Ms Giovanna Zanoer says - it’s not a traditional gym: Fun, Family, Friends and Feeling Good are its key words, along with peace, health and professionalism. In the open day, all people who wanted to enjoy sports had the chance to use the club equipments, such as the fitness room, the swimming pool and the restaurant. People also learnt from great FIF instructors from Italy (Alessandro Oliveri, Monica Scurti and Gioacchino Valenti) and met Glamour’s staff (Giuliana Picara, Roberta Di Piazza, Daniela Veraci, Laura Iudica, Sebastiano Ferracane, Salvo Mistretta, Mauro Spinelli, Dario De Santis, Dario Crisafi). A great success, which didn’t stop soon as the sponsors offered casting of lots with wonderful prizes: a dinghy (Nautica Renier), a sailing course (Clubino del Mare), a necklace and a wristwatch (Mogok), a bathrobe and a jacket (Tecnica Sport), etc. The night was refreshed with coloured cocktails and cheered by tango and belly dancing. Last but not least, a huge disco party organized by Feel Rouge with Radio Time DJs.


LAS CONGAS

Mucho Gusto

Dopo tanti anni di attività live, i Las Congas, fondati nel 2000 dai fratelli Enrico e Daniele Taormina, hanno pubblicato il loro primo cd intitolato Mucho gusto, un modo tipicamente cubano di presentarsi ed aprirsi alla gente, che significa “molto piacere”. Mucho gusto é un disco che si nutre della loro antica passione per le percussioni ma è arricchito dalle variopinte sonorità che hanno reso popolare nel mondo la musica latinoamericana. E’ un’autoproduzione curata come un cd ufficiale e probabilmente incrementerà ulteriormente l’attività dal vivo del gruppo, già impegnato in circa 180 concerti l’anno fra locali e feste di piazza. Incontriamo i fratelli Taormina per farci raccontare qualcosa in più di questo disco d’esordio. Il primo cd è arrivato dopo tanti anni di musica… “Ci pensavamo già da tempo, adesso era l’occasione giusta perché eravamo riusciti a creare un’orchestra che avesse quel numero di componenti indispensabili per eseguire brani cubani. Siamo andati in sala d’incisione con l’intenzione di fare una demo e, una volta lì, l’appetito è venuto mangiando e ci siamo rimasti sette mesi, impegnandoci al massimo delle nostre potenzialità. E’ un disco per molteplici palati, che esprime un miscuglio di emozioni. Ascoltarlo è un occasione per rilassarsi e divertirsi, poiché le dodici canzoni che contiene si rivolgono sia a chi ha voglia di un pizzico di adrenalina sia a chi preferisce rilassarsi e concentrarsi sulle particolari dolcezze di alcuni brani”. Avete una definizione per la vostra musica di oggi? “Potremmo definirla sudamericana, perché rispetto alla generalizzazione latino-americana ci identifica meglio, ma nel tempo si sono aggiunte tante altre influenze. Abbiamo arrangiato in chiave europea e mediterranea standard cubani o latini famosi nel mondo, che hanno già nella loro composizione un miscuglio di generi come la rumba, il flamenco, la salsa”. Avete iniziato in due e adesso siete dodici, cui a volte si aggiungono coriste o ballerini. “Essere in tanti nasce dalla necessità di ottenere determinate sonorità che un trio o un quartetto non potevano realizzare. Ma essere dodici è un’arma a doppio taglio. Ci sono poche occasioni per suonare in tanti, altrimenti ci esibiamo in quartetto o quintetto, che è anche un modo per portare avanti il progetto, ma ci spiace per il pubblico, che non può assistere all’aspetto completo e migliore del gruppo”.

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di valeria lo verde morante

E’ difficile andare d’accordo in così tanti? “A volte si, ma lavorare fra fratelli è un vantaggio perché ci si conosce meglio e anche le discussioni non hanno strascichi: è più facile risolvere i problemi fra di noi che con chiunque altro”. Quali sono i momenti più importanti del vostro percorso? “Sicuramente la collaborazione con l’Havana Club, di cui siamo la band ufficiale per il sud Italia, perché ci ha permesso di fare dei tour fuori dalla Sicilia. Poi abbiamo fatto dei festival latini e abbiamo partecipato a dei concorsi con buoni risultati. Abbiamo avuto la fortuna di aprire un concerto di Isac Delgado, di Ernestico, il percussionista di Jovanotti e della Drummeria, un gruppo di batteristi famosi in tutto il mondo. Ovviamente noi siamo una cover band, con i limiti di non aver ancora affrontato degli appuntamenti con gli inediti che però realizzeremo presto. Stiamo provando a mescolare le sonorità sudamericane con quelle tradizionali del folklore siciliano, il risultato è interessante, ci piace molto e continueremo in questa direzione”.

Las Congas: Mucho Gusto

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Las Congas - a band started in 2000 by two brothers, Enrico and Daniele Taormina - has cut its first CD Mucho gusto - a mix of great percussions and LatinAmerican sounds. Why have you been waiting so long before recording your first CD? We had been thinking about it for a long time, but we were waiting for the right people to play some Cuban tunes. Actually we were supposed to record just a demo and then we stayed for seven months. In our CD there are twelve songs and they please anyone – those who want to relax and those who want to excite his/her adrenaline. What can you call your music? We might call it SouthAmerican with some European and Mediterranean sounds. What are the most important steps in your career? We are the official southern Italy Havana Club’s band and this helped us a lot. We also took part to many Latin music festivals and won many competitions. We also opened important concerts such as: Isac Delgado, Ernestico (Jovanotti’s percussionist) and Drummeria (a world-wide famous drums band). At the moment we are only a cover band, but you’ll listen to our productions very soon!


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Dal piano di Sokolov ai violoncelli di Sollima

di carlo fiore

GLI AMICI DELLA MUSICA

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Il 2007 degli Amici della Musica è diviso in due non solo dalla consueta bipartizione oraria tra le stagioni del pomeriggio e della sera, ma anche da due diversi intenti divulgativi. Se infatti la stagione pomeridiana – di lunedì, al Polietama Garibaldi – è riservata al repertorio classico per antonomasia (grosso modo da Bach a Brahms), la stagione serale è fortemente connotata da opere composte prima del barocco e dopo il tardo romanticismo (musica “antica”, dunque, e “contemporanea”). Dividere la musica in settori, se pur storicamente scomodo, è utile per rendere conto di un’innegabile situazione reale: ancora oggi, tutto ciò che si ascolta di risalente a prima dei Concerti brandeburghesi di Bach e a dopo il Deutsches Requiem di Brahms viene percepito dai più come diverso dalla musica “classica” che ci si aspetterebbe. E siccome recarsi in teatro per ascoltare musica è sì un’attività culturale ma altrettanto uno svago, è importante assecondare le aspettative delle diverse fasce di pubblico senza che nessuna delle due si senta trasportata a forza verso lo spettacolo di una “Corazzata Kotiomkin” (ironico riferimento al film “La Corazzata Potemkin” di S. Ejzenstein n.d.r.) di fantozziana memoria. Ecco dunque susseguirsi, al pomeriggio, virtuosi degli strumenti ad arco e del pianoforte, oppure gruppi da camera; alla sera, invece, ensemble più eterogenei e spesso dotati di supporto elettronico. Da un lato importanti porzioni del repertorio da concerto più blasonato – segnaliamo, per esempio, il pianista virtuoso turco (perché no?) Fazil Say (il 15 gennaio) e il violinista Salvatore Accardo (29 gennaio) insieme all’Orchestra di Padova e del Veneto; giovani certezze come Giuseppe Albanese (pianista), che si esibirà il 5 febbraio; solidi capisaldi internazionali come il Wiener Kammerensemble, a Palermo, il 12 febbraio e tanti altri.


Alla sera degli Amici della Musica, invece, il frac si addice molto meno, e deliberatamente, poiché l’associazione propone un cartellone dove il “classico” e il “contemporaneo” convivono senza essere reciproche forche caudine. Così il pianoforte visionario del russo Grigory Sokolov (il 23 gennaio) sta insieme alla chitarra elettrica di Ralph Towner (il 16 gennaio), come uno dopo l’altro si esibiscono i violoncelli complementari del nostro Giovanni Sollima (l 6 marzo) e di Mario Brunello che duetterà in video con Vinicio Capossela il il 27 marzo, per finire con le percussioni di Evelyn Glennie, strabiliante virtuosa che sarà a Palermo il 17 aprile e in grado di far musica con qualsiasi oggetto. Fin qui l’“impaginazione” della stagione, dalle griglie, come si è visto, rigorose ma ampie. Difficile consigliare una data o l’altra e, forse, non è neppure utile farlo. Conta più riconoscere in questa programmazione uno dei più stabili punti di riferimento del tempo libero a Palermo: divertente, istruttiva, accessibile. Su quest’ultimo dettaglio vale la pena fermarsi: giacché, a parte una politica dei prezzi al botteghino realmente “politica”, buona parte delle stagioni viene anche anticipata, al mattino, con prove aperte ai studenti delle scuole medie e superiori.

Sokolov’s piano and Sollima’s cellos The 2007 season of the Amici della Musica is divided in two parts: the afternoon session – at the Politeama Garibaldi on Mondays – is dedicated to the most classical repertoire (from Bach to Brahms), while the evening session is strongly characterized by music composed before the Baroque and after the late Romanticism periods. In the afternoons, string instruments alternate with chamber music while more heterogeneous ensembles delight evenings. Among the other musicians we mention: the Turkish pianist Fazil Say (January 15), the Italian Salvatore Accardo (January 29) along with the Padua and the Venetian Orchestra, new artists such as the pianist Giuseppe Albanese (February 5), international attractions such as the Wiener Kammerensemble (February 12) and many others. No need to wear tails in the evenings, as the Amici della Musica Association proposes a playbill where classical and contemporary music alternate harmoniously: the visionary piano of the Russian Grigory Sokolov (January 23), Ralph Tower’s electric guitar (January 16), Giovanni Sollima’s cellos (March 16) and Mario Brunello, who is going to video-play with Vinicio Capossela (March 27), and last but not least Evelyn Glennie with her crazy any-object percussions (April 17).

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fotografie di MASSIMO BARBANERA


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Noi Ragazzi Del ‘67

i professionisti – ricorda Gino Urso, che a quel tempo si faceva chiamare Gino Rovi – una grande soddisfazione, oltre che un onore. Il solo ad essere un professionista era proprio Spicuzza, che veniva dal teatro Zappalà”. Prima di approdare alla ribalta, Spicuzza staccava le parti del copione. Aveva il compito, cioè, di distribuire le battute agli attori, che quindi non avevano mai il copione tutto intero, ma la loro parte e le battute immediatamente precedenti e successive. Venne mandato in scena perché un bel giorno non si trovava chi impersonasse il Notaio in Mi vogghiu maritari, di Santi Savarino. E da allora ci rimase. “I Nuovi Baldi nascono con Romano Trizzino, che si tirò fuori da un altro gruppo teatrale del tempo, I draghi – dice Paolo Gennaro – nessuno di noi si sentiva un professionista. Eppure abbiamo anche portato in scena pièce di tutto rispetto:

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Erano i tempi in cui per fare teatro bastava davvero poco, un gruppo di volenterosi di belle speranze che tirava tardi la sera con le prove, in un primo piano umido di via Civiletti. Così, a fine anni ’60 nacquero “I nuovi Baldi”, un gruppo di dilettanti armati di capacità ma soprattutto di entusiasmo, in cui spicca il nome di Pippo Spicuzza, artista recentemente scomparso, che dedicò tutta la vita al teatro in maniera esclusiva. Gli altri (Romano Trizzino, Toti Giusino, Gino Urso, Paolo Gennaro, Francesco Sino, solo per citarne alcuni), con il palcoscenico hanno mantenuto un rapporto costante, ma non come attività principale: chi commercia pellami, chi è funzionario statale in pensione, chi da molto tempo non vive più a Palermo. Resta il ricordo di quel biennio d’oro, dal 1967 al 1969, in cui i Nuovi Baldi giravano per la Sicilia, diretti anche da uomini di teatro del calibro di Accursio Di Leo. “Di Leo preferiva spesso lavorare con noi che con

di alessia franco

VITA DA PALCOSCENICO


da Il cortile degli Aragonesi, di anonimo, a Li palermitani in festa, di Giovanni Meli. Facevamo anche abbonamenti”. Francesco Sino, altro attore della compagnia, da tempo vive a Bologna, rimpiangendo “il cabaret abbozzato ancora alla maniera dei vecchi Travaglini, in cui si provava soffrendo”. “Ho iniziato dopo il servizio militare – ricorda Toti Giusino – ero amico di Pippo Spicuzza, che già frequentava i Nuovi Baldi. Alle spalle avevo soltanto qualche recita parrocchiale. E’ stata una esperienza molto bella, ma si intuiva già allora che a Palermo non c’era futuro. E siccome la vira è fatta di scelte, alla fine sono rimasto nella mia città, e ho scelto un lavoro normale”. La favola dei Nuovi Baldi dura poco: un paio d’anni, si diceva. Poi si esaurisce per i soliti motivi: gelosie, discordie interne, mancanza di pubblico in sala. Si chiude. Ciascuno torna al proprio lavoro. Restano i ricordi, insieme a qualche foto in bianco e nero conservata gelosamente dentro grossi album rilegati in pelle.

“ The ’67 old boys” It was the time when one needed very little to work in the theatre: a bunch of promising actors and a damp basement in Via Civiletti. That’s how the “I nuovi Baldi” – a group of enthusiastic amateur players – was formed, in the late 60s. One of them, Pippo Spicuzza who has recently died - became a full time professional actor, while some of the others (Romano Trizzino, Toti Giusino, Gino Urso, Paolo Gennaro, Francesco Sino, just to mention some), have always been playing as part-time actors, being hides dealers, civil servants, etc. Only the memoir of that golden period (1967-1969) is left, when the Nuovi Baldi used to play all around Sicily, directed by big names such as Accursio Di Leo. Before becoming a professional actor, Spicuzza was in charge of distributing the lines to the actors, who never had the entire script. One day – as the notary in “Mi vogghiu maritari” by Santi Savarino was missing he was sent on the stage. And he stayed there since.

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Dalla realtà alla fiction

di romina marceca

IL COMMISSARIO DANILO

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Il regista lo ha notato mentre passeggiava a Mondello in una mattina di sole di un anno fa e da lì è iniziata la sua avventura come attore nella fiction della Rai “Giovanni Falcone, l’uomo che sfidò Cosa Nostra”. Danilo Terrana, 38 anni, è un commissario della polizia municipale, fa parte della scorta del sindaco di Palermo dal 1994. Nella vita è diventato poliziotto per scelta. Nella fiction per caso. Tutto è iniziato quando all’aitante vigile urbano è stata chiesta una consulenza durante le riprese del film in un tratto della località balneare. Qualche consiglio su come gli attori, che interpretavano la parte della scorta del giudice ucciso dalla mafia, dovevano muoversi, stare sulla scena; poi alcune riprese in cui è comparso anche Terrana. Da lì alla scritturazione per (in gergo) “un piccolo ruolo” il passo è stato breve: Terrana è stato inserito nel cast fra gli uomini della scorta del giudice Falcone, interpretato da Massimo D’Apporto, anche grazie al benestare del comando della polizia municipale e del suo comandante Maurizio Pedicone. “Una bella esperienza – racconta Danilo – che mi ha dato la possibilità di conoscere ancora più da vicino la vita del giudice Falcone, cogliere le sfumature della sua esistenza blindata, della gestione degli affetti, del suo sacrificio”. Ma per Terrana l’occasione offerta dalla casa di produzione è stata anche un’opportunità per riflettere sulla vita dei cinque colleghi della scorta che morirono con Falcone nell’attentato il 23 maggio del 1992. “La vita degli uomini della scorta, anche per la mia esperienza ultradecennale, è molto stancante e comporta diversi sacrifici – racconta Terrana –. Quest’avventura mi ha fatto conoscere ancora più da vicino quali rinunce, sino alla morte, abbiano dovuto compiere gli uomini della scorta per compiere il loro dovere”. L’esperienza con gli attori D’Apporto ed Elena Sofia Ricci nei panni di Francesca Morvillo non è stata tutta rose e fiori. “Gli orari di lavoro erano molto stancanti ma la piacevole atmosfera che si è creata sul set, anche con D’Apporto e la Ricci, attori di grande professionalità, mi faceva dimenticare gli orari proibitivi “ ricorda Terrana.


“Le riprese cominciavano alle sette del mattino e terminavano alle 16. Spesso dovevamo spostarci da Palermo e siamo stati anche a Trapani, Erice e San Vito Lo Capo”. Il commissario di polizia municipale è sposato da cinque anni, ha un figlio di tre anni e mezzo e dichiara che la sua priorità è la famiglia. “Mi piacerebbe ricevere altre proposte per prendere parte ad altre produzioni, ma su tutto lascerei l’ultima parola a mia moglie”. Terrana, che è amante degli sport (ne ha praticati diversi: dal nuoto e dal free climbing alla kick boxing), è abituato ai bagni di folla proprio per la professione che svolge e quindi ha dimestichezza con le telecamere e i flash fotografici. “Grazie al mio lavoro e ai sindaci che ho scortato ho avuto modo di conoscere diversi personaggi – racconta –. Ricordo l’incontro col Dalai Lama, quello con Richard Gere, e ancora i cantanti Zucchero e Baglioni, con il quale si è instaurato un rapporto molto bello”. Ma la popolarità che ha raggiunto a Palermo dopo la sua partecipazione alla fiction Rai, quella lo ha colto di sorpresa. “Non immaginavo tutte queste dimostrazioni di affetto – dice – e se da un lato mi lusingano, dall’altro mi imbarazzano”. Dopo questa esperienza adesso il poliziottoattore si augura “un futuro dove sia sempre crescente l’altruismo e il rispetto nei confronti del prossimo e sopratutto della vita. Spero che questi film siano sempre meno cruenti e che si possa celebrare la vita e non più la morte dei servitori dello Stato”.

“Danilo, the police officer” from real life to fiction Danilo Terrana is a 38 year old policeman and one of the mayor’s escort since 1994. Last year he was strolling in Mondello, Palermo’s beach, when he met the tv director who was shooting “Giovanni Falcone, l’uomo che sfidò Cosa Nostra” (Giovanni Falcone, the man who challenged Cosa Nostra), starring Massimo D’Apporto as the judge Falcone. He was asked for professional advice on how actors – playing the escort of the judge killed by the mafia – had to move on stage. First he was engaged for some short shots and then – after his commanding officer’s approval – he was given a small part in the fiction. In short, policeman by choice, actor by chance. The new actor’s dream: a better future where altruism prevails and films celebrate the life – not the death – of government officers.

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CINEMA

24 FOTOGRAMMI

IL LABIRINTO DEL FAUNO di Guillermo Del Toro

Una storia, una fiaba oscura, un labirinto di specchi che non si puo’ attraversare senza mettere in gioco sé stessi, la propria visione della realtà, quello in cui intimamente crediamo e quello che forse temiamo di più. E questo perchè, non tragga in inganno il contesto, non si parla del franchismo, né di politica, e nemmeno d’altra parte di fantasia o di mitologia, si parla dell’uomo e della sua sopravvivenza, del peso della realtà, che lo schiaccia, e dell’anelito di speranza, che lo solleva. L’avamposto di montagna, teatro dello scontro fra le forze di regime e quelle della resistenza, diventa cosi un luogo assoluto dell’esistenza, dove l’uomo incontra sè stesso e da sè stesso fugge. Non ci sono umanità diverse, soltanto criteri di ricerca differenti. C’è la volontà cieca dell’uomo metallico, di appartenere, di essere nel vettore della forza, di esercitare il dominio brutale sul suo simile, attraverso l’oggetto, il grilletto, il numero, la chiave e i lucchetti. Una volontà che non lo protegge tuttavia nello scontro decisivo con la sua finitezza, col vuoto che percepisce prima e dopo di sè. C’è, d’altra parte, l’illusoria fuga dell’indifeso, proteso nostalgicamente al raggiungimento di un luogo perduto nel tempo, di un trono vacante, che attende il suo ritorno: il suo posto nel mondo. La metafora si sviluppa cosi, distinguendo i due universi, uno meccanico, l’altro ancestrale. Ruggine, stridori, lustrini, ticchettii, divise, spari configurano visivamente e acusticamente la condizione dell’uomo di regime. La bambina, viceversa, affonda, come le radici di un albero, in un contesto ctonio e fangoso, fatto di pietre e di acqua, di latte e di sangue, un mondo dove non esistono confini e catene, dove tutte le porte possono essere aperte dalla chiave del pensiero. E’ un sottile gioco delle parti, in cui tutti cercano spasmodicamente il loro posto e paradossalmente, nessuno lo trova. Almeno non nella realtà. Così il capitano, vittima della sua ossessione per il tempo, che inesorabilmente cancella il suo passato e la sua futura memoria, cosi la bambina, vittima della brutalità di un mondo, cui non riesce ad appartenere, cosi la madre, inconsapevole oggetto di una strategia di sopravvivenza fallimentare, cosi i partigiani, effimeri vincitori, in attesa del prossimo capitano. Resta la fiaba. Delirio? Fantasia? Trascendenza? Nessuno ce lo dice. Volutamente forse. Siamo obbligati alla scelta. In che cosa credere? A quello che vediamo, naturalmente. Ed è proprio ciò che riusciamo, o non riusciamo, a vedere nelle cose del mondo, che ci fa stare da una parte o dall’altra, al di qua o al di là della barricata.

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Proprio niente di meglio da fare?

Meglio di una fiction in Tv....

Pan’s Labyrinth It’s a story, a dark fairy tale, a labyrinth of mirrors that you cannot cross without putting yourself on the line, re-considering your personal vision of the world, your beliefs and affections. Don’t be mislead by the plot itself, don’t focus on politics, fantasy or mythology, as actually the film talks about men and life, about the burden of real life which smashes you, and on the opposite side, about the hope which pulls you up. The mountain – the place where régime and resistance forces meet – is just a place where the man meets himself, and from himself he tries to escape. There are no different humanities, but different search criteria. There is a man who wants to be part of something and dominate other people through objects, guns, numbers, keys and locks. But, after the final fight, he will see the gap and the void which surrounds himself. On the opposite side, there is the false escape of an undefended person, who tries to find a place lost in time, looking for his vacant throne – his place in the world. There are therefore two universes: one is mechanical, the other one is ancestral. Rust, screeching, medals, tapping, uniforms and shooting represent the condition of the régime man – both visually and acoustically. On the contrary, the little girl sinks in sludge, stones and water, milk and blood, in a place where there are no borders or chains, where doors can be opened by the thought. It’s a game where everybody spasmodically looks for his/her role, but paradoxically nobody can find it. It happens to the captain, victim of his time obsession, which inexorably deletes his past and his future; it happens to the little girl, who is victim of the brutality of that world she cannot belong to; it happens to her mother, unconscious victim of an unsuccessful survival strategy; it happens to the partisans, fleeting winners waiting for the next captain. The only thing we still hold is the tale itself. Fantasy? Transcendency? Nobody would tell us – consciously, at least. But we have to decide and choose what we want to believe at. And it’s what we see - and what we don’t see - that takes us on this side – or on the other side – of the barricades. Dignitoso, ma non lo ricorderete per tutta la vita.


di Mario Monicelli

Un confortante senso di umanità, cui la modernità ci ha disabituati. Uno spaccato di esperienza bellica che ci racconta di morte e di persone, non di battaglie nè di eroi. Elogio della semplicità, della compassione, che non ha bisogno di enfasi, dell’ironia, che ci tiene attaccati alla vita. Il refrain della commedia all’italiana? Ce ne sono i caratteri è vero. Questo plotone che trasforma la campagna d’Africa fascista in una missione umanitaria, queste figure gerarchiche messe alla berlina, la semplicistica, forse troppo, distinzione fra la sensibilità nostrana e il pragmatismo teutonico. Eppure c’è qualcosa che va oltre, uno sguardo sereno ma profondamente partecipe delle umane vicende: debolezze, ostinazioni, paure e speranze, emozioni autentiche senza costruzioni retoriche. Un’esperienza che attinge al dramma e alla commedia della vita, quella vera, raccontata con un distacco appassionato.

PRO

Il canto del cigno (ma anche no) di un autore che ha regalato momenti indimenticabili

CONTRO

Qualche incongruenza in certa parte del registro linguistico e nel reperimento dei mezzi scenici.

di ALESSANDRO GARRAFFA

LE ROSE DEL DESERTO

I FIGLI DEGLI UOMINI di Alfonso Cuaròn

Non è un fiasco, ma poco ci manca. Al di là di una certa infarcitura di rimandi e citazioni dotte o presunte tali (notevole il “Pig in the Wind” di Pinkfloydiana memoria) il film paga l’assenza di una trama vera e propria: l’assunto iniziale, ovvero l’infertilità del genere umano, rimane un assioma privo di motivazioni e soprattutto di conseguenze. Tutto scorre esattamente come ci si puo’ immaginare e certe banalità didascaliche risultano veramente imbarazzanti: la nave della speranza, battezzata Tomorrow, ne è un esempio. Vaghi, troppo, i riferimenti al regime orwelliano di questa Inghilterra futuribile, tutto è lasciato all’intuizione, ma il risultato è che alla fine ci si chiede un po’ da cosa si stia scappando e perchè. Neanche il cameo di Micheal Caine, impreziosisce un film, la cui unica nota positiva, oltre una discreta colonna sonora, è una certa maestria nei movimenti di camera

PRO

La scena del pianto del bimbo, che lentamente zittisce le barbarie della guerra, è veramente intensa...

CONTRO

...ma è anche l’unica degna di nota e quel “tirami il dito” a Caine, potevano veramente risparmiarselo...

ECCE BOMBO di Nanni Moretti

Ritorna nelle sale in versione restaurata, buona occasione per rivederlo, buona occasione per riflettere. Pur proponendosi come autocoscienza di un personaggio singolare, Ecce Bombo racconta in realtà l’immobilismo di una generazione smarrita, che ripercorre stereotipi sessantottini ormai privi del loro impatto sulla realtà. Una gioventù narcisista, svuotata e abulica, fossilizzata attorno al tavolino di un bar, alla ricerca di improbabili slanci, come quello di far visita ad un amico morto da tre anni. Un dialogo intavolato con l’esplicito proposito di non capirsi, una surreale ricerca di qualcosa, che si fa di tutto per non trovare. Come aspettare l’alba guardando ad Ovest. Ecce Bombo.

PRO

Un’ opera autoironica e surreale, a tratti irresistibile, con alcuni momenti di nonsense da antologia

CONTRO

Immancabilmente autocentrata, sconsigliata a chi non tollera Moretti.

IL MIO MIGLIORE AMICO di Patrice Leconte

Prevedibile e monotona commedia di genere, che brilla tuttavia di una certa classe, più per merito di illustri interpreti, che del distratto regista. Trama veramente banale, a tratti patetica, si veda la scontatissima sequenza del “Chi vuol esser milionario”. Nulla vi sorprenderà se non una certa superficialità di contenuti, che emerge soprattutto dai dialoghi, scarni e poco ispirati. Il tema dell’amicizia si riduce cosi ad un andirivieni di situazioni grottesche e luoghi comuni, che lasciano poco spazio all’ironia e persino al sentimento. Si ride poco, troppo poco, nonostante la bravura indiscutibile di un sempre verde Auteuil. Nell’assieme un film da evitare, proprio per questa sconfortante sensazione di dejà vu, che attanaglia sin dalle prime battute.

PRO

Qualche prova attorale degna di nota.

CONTRO

Da vedere senza mezzi termini.

Capolavoro, quando si esce dalla sala ringraziando.

3

Se avete visto il trailer, il film non aggiungerà nulla.


BENVENUTI IN GALLERIA

Il Louvre di Palermo

Si chiude l’anno artistico di Palermo con una nascita. Anzi una rinascita. Quella della sua Galleria d’Arte Moderna. E con essa di tutto l’Ottocento e Novecento artistico siciliano e internazionale che finora è stato ospitato nelle sale del Ridotto del Teatro Politeama inaugurate il 24 maggio del 1910 dal Re Vittorio Emanuele III. Dopo quasi cento anni, infatti, finalmente i capolavori dell’arte degli ultimi due secoli abbandonano quella che è stata la loro sede “temporanea” per trovare una migliore e più congeniale esposizione nei locali di quella che adesso è la nuova Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”. La denominazione resta quella del suo fondatore, l’assessore comunale, giurista e cultore delle arti che, insieme all’architetto Ernesto Basile, all’industriale Vittorio Ducrot e a mecenati come Ignazio Florio, acquisì le opere che costituirono il nucleo centrale della galleria; ma quello che può essere considerato il “Louvre palermitano” si sposta ancora più in centro, nel complesso monumentale di Sant’Anna nel cuore antico della città, proprio di fronte a quel Palazzo Ganci che Luchino Visconti scelse per ambientare il suo “Gattopardo”, lì dove in epoca musulmana sorgeva il popoloso mercato Sûq-el-attârin, “il mercato dei droghieri” in cui si commerciavano droghe e spezie, un luogo prima lambito dal mare poi diventato “piano della Misericordia” da un’antica chiesa del XIII secolo intitolata proprio alla Madonna della Misericordia. Un sito con una storia che inizia dal Vespro del 1282 quando lì c’era il palazzo del prefetto odiato dal popolo palermitano, quel Giovanni di Saint-Rémy, giustiziere del re Carlo d’Angiò, e arriva sino al restauro completato in questi mesi. Più di settecento anni per un luogo in cui si intrecciano storie diverse, quelle del palazzo nobiliare voluto dal mercante catalano Gaspare Bonet nel 1488, quelle del convento francescano di Sant’Anna iniziato nel 1606 e tutte quelle, sacre e profane, che nel tempo si sono succedute quando via via gli spazi sono stati adibiti a sede delle Regie Scuole Normali, a quartiere delle Guardie daziarie municipali, a Liceo ginnasio e a granaio municipale.

Fino ad oggi, in cui finalmente, il cosiddetto “complesso di Sant’Anna”, accogliendo la nuova galleria d’arte moderna, costituisce, assieme alla Galleria regionale di Palazzo Abbatellis e al Museo archeologico “Antonino Salinas”, un vero e proprio polo museale di livello internazionale, con sale per mostre temporanee e per attività didattiche, una biblioteca, un book-shop ed una caffetteria. Tre piani e oltre 4.700 metri quadrati di superficie complessiva per un percorso espositivo ridefinito in maniera specifica e funzionale per dare risalto alle opere di Emilio Greco, Renato Guttuso, Giuseppe Sciuti, Francesco Lojacono, Antonino Leto, Ettore De Maria Bergler, Franz von Stuck, Plinio Nomellini, Gino Severini, Carlo Carrà, Mario Sironi, Fausto Pirandello, Felice Casorati, Pietro Consagra, e di tanti altri artisti d’origine siciliana e non. Una nuova perla per una città che sta puntando anche sull’arte (moderna e contemporanea) come mezzo di rinascita culturale e che ormai sembra non temere di confrontarsi anche con altre realtà italiane, come Roma, Milano e Venezia, storicamente più consolidate a livello artistico. E allora “auguri”. E figli d’arte.

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di angelo luca pattavina Welcome to Palermo’s Louvre

fotografie Ufficio Stampa Comune di Palermo

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Our Modern Art Museum has – at last - a new location. The old museum was inaugurated about a hundred years ago, on May 24 – 1910, by the king Vittorio Emanuele III and since then it has been housing our local and international art heritage (19 and 20 centuries) in some of the rooms of the Teatro Politeama foyer. After such a long time, these masterpieces leave their “temporary” location and move to the magnificent newly restored Sant’Anna building, in the historical city centre, just off Palazzo Ganci, the palace that Luchino Visconti wanted as the set for his “Gattopardo”, and the Arabian open air market “Sûq-el-attârin”, where once spices were sold. The museum is going to keep the same name Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”, after his founder, the town councilor and art expert, who – along with the architect Ernesto Basile, the magnate Vittorio Ducrot and some patrons such as Ignazio Florio – acquired the paintings which today represent the core of the museum. The new threestorey building is 4.700 sqm large and its new exhibition courses highlight the works of great artists, such as Emilio Greco, Renato Guttuso, Giuseppe Sciuti, Francesco Lojacono, Antonino Leto, Ettore De Maria Bergler, Franz von Stuck, Plinio Nomellini, Mario Sironi and many others.


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“Io Batte Cuore”

“Il primo giugno di quest’anno sono nate le nostre bambine: Matilde e Laura. Matilde è Down. Non è stato facile, all’inizio, capire perché. Perché proprio a noi era capitata questa ‘disgrazia’ ? Perché quel cromosoma in più?...”. Una voce fuori dal coro quella dell’autrice messinese Daria D’Angelo che in un proliferare di gialli e noir, alcuni ben scritti altri solo cattive imitazioni, decide invece di raccontare una storia vera che diventa un romanzo intenso e a tratti commovente senza mai scadere nel melodramma. Quando la realtà si mette a fare a gara con l’immaginazione può accadere anche questo, che un dramma iniziale come la nascita di una bambina down in una famiglia “normale” e normalmente impreparata inizialmente porti solo scompiglio, dubbi e paure ma poi si trasformi in tutt’altro. Seguiamo la storia della piccola Matilde dal momento in cui si trova ancora nel grembo materno a quando comincerà a fare i suoi primi passi, i primi giochi, a relazionarsi con il prossimo, dove il prossimo sono la sorella Laura, i genitori e i familiari tutti ma poi saranno anche vicini di casa, sconosciuti, maestri e compagni di scuola. E allora l’allegria contagiosa, l’astuzia e la simpatia di Matilde, unite al suo straordinario coraggio e a una sana voglia di vivere, saranno subito sotto gli occhi di tutti e non potranno che attirarle l’amore del prossimo. Una strada particolarmente dura quella che ha dovuto percorrere Matilde, sin dalla sua nascita, che forse non sarebbe stata comunque possibile affrontare senza la presenza rassicurante e forte di Laura e dei genitori che hanno saputo mettere da parte ogni esitazione al momento giusto e lasciare che alla fine trionfasse solo l’amore, un amore comunque speciale.

titolo IO BATTE CUORE autore DARIA D’ANGELO edizioni EFFEDUE pagine 110 prezzo 10,00 €

“Io batte cuore” Daria D’Angelo, a writer from Messina, sounds as a discordant note within the proliferation of thrillers and noirs – novelty or just bad imitations: “Matilde and Laura were born on June 1 last year and soon we discovered that Matilde was suffering from Down’s syndrome. At first, it wasn’t very easy to understand why we had such a “bad luck”, that extra chromosome …”. The writer tells us a true story which soon becomes a moving – never melodramatic though – novel, where the birth of a Down’s syndrome’s baby in a “normal” family, unprepared to such an event – brings fear, troubles and doubts. We’ll follow Matilde’s adventures from the very beginning in her mother’s uterus to her first steps, games, friendship, where everybody plays a role: her sister Laura, her parents, her neighborhood, teachers, school friends and strangers.

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Per segnalazioni di libri da recensire rivolgersi all’indirizzo mail dex@neomedia.it, vi verrà dato un parere di lettura o fissato un appuntamento presso la Redazione di FeelRouge in via Mariano Stabile 110 con Deborah Pirrera.

di DEBORAH PIRRERA

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