Cerco il Mare... Chi l’ha visto?
Alberto Samonà
Excuse me … where’s the sea? For ages Sicily has been exposed to injustice, jerry and unauthorized building, amnesties, mafia and superficial administration, tons of tar and rubbish thrown into the sea, and exclusive clubs, skyscrapers and cottages on the beach, both in the west and east of Sicily.The new government seems to be willing to solve the problem and tells it is going to clean the water and the coast. But something sounds strange to us. Politicians say they want to revalue the old seaside areas, such as Romagnolo, Acqua dei Corsari, Mondello and Sferracavallo, but in the meantime they are renting beaches to people who want to open clubs, discos and lidos. We should rebel against it! Summer is coming and all of us are dreaming about a lovely beach where you can relax and have fun. Forget it! As a matter of fact, once again, we have to face reality: lines of lido huts – good for battery chickens – fences all over and no entrance to the beach. Sicily, get rid of that!
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Anni di soprusi e di cemento. Di costruzioni abusive e di sanatorie. Anni di mafia e di disinvoltura amministrativa. Di buongoverno e di malgoverno. Di mammelloni di spazzatura e di munnizza buttata a mare. Anni di cemento. Di morti ammazzati e di cemento. Di cemento e di falsa quiete. Di mare sporco e di club privati. Anni di palazzi a nove piani e palazzine di colore giallo. Di villini sulla costa occidentale e… di villini sulla costa orientale! Cosa è rimasto oggi di tutto questo se non le ferite inferte all’ambiente nei decenni del sacco edilizio? Di quel saccheggio in piena regola che, di fatto, ha sancito la distruzione dell’ecosistema marino di gran parte della costa siciliana. Ecco però che sono pronte le panacee di tutti i mali: le nuove politiche ambientali sembrano, infatti, protese ad una rinnovata valorizzazione dei litorali e del mare. In realtà, però, la maggior parte delle trombe squilla a vuoto. I tratti costieri fino a Cefalù e, dall’altro lato, fino a Castellammare del Golfo, sono ormai la brutta copia di se stessi, invasi da migliaia di villini costuiti senza alcun criterio. Nonostante i buoni risultati conseguiti in tema di tutela ambientale dalle amministrazioni comunale e provinciale, in Sicilia e in gran parte del Sud Italia le politiche di questi ultimi anni sono state improntate a ben altro. E infatti, si continua a spron battuto nella privatizzazione del mare, nella concessione di spazi a privati per lidi, discoteche sulle spiagge e altre simpatiche trovate di raffinato intrattenimento, ma che proseguono ulteriormente in quell’opera di sottrazione delle coste, che dura ormai da un quarantennio. Di fronte a questo tentativo sibillino non si può che opporre un rifiuto indignato, per l’orgoglio che ci dovrebbe contraddistinguere come siciliani e per la dignità che ancora, nonostante le umiliazioni, dovremmo avere. Adesso che il tiepido inverno (troppo caldo per essere vero: abbiamo distrutto pure il clima) ha lasciato spazio alla primavera e si prepara all’orizzonte un’altra estate, chi vorrebbe solo godersi un po’ relax tornerà a cercare una spiaggia, uno scoglio, una piattaforma su cui prendere il sole liberamente. E invece, ancora una volta, troverà cabine montate in serie sulla sabbia, pensate per scornacchianti polli in batteria, zone recintate perché affidate al lido balneare di turno e accessi al mare sempre più rari, perché chiusi dai cancelli di anonimi proprietari di villini ex abusivi che spadroneggiano come fossero semidei. Viva la Sicilia libera da tutto questo.
L’ INIZIATIVA
Cibi da gustare, Note da assaporare
Gastronomia e musica, portate da gustare e note da assaporare. Due ingredienti che, miscelati sapientemente, deliziano palato e udito e danno vita ad un piatto veramente ghiotto. Lo sa bene Luigi Farina, palermitano trapiantato a Napoli che, sei anni fa, assecondando una delle sue due grandi passioni, ha dato vita ad uno dei portali italiani di gastronomia più accreditati d’Italia, “Spaghetti Italiani”. Quindicimila i visitatori che, ogni giorno, frequentano le pagine del sito spaghettitaliani.com, che hanno adesso anche la possibilità di cimentarsi in un’originale riscoperta della storia e alla tradizione della gastronomia di un tempo. Uno dei fiori all’occhiello di “Spaghetti italiani” è, infatti, il recupero delle “Ricette dimenticate”. Ricette che appartengono al passato di tutte le regioni d’Italia, alla vita dei nostri nonni, molte delle quali tramandate oralmente, di fornello in fornello, di esperienza in esperienza e che rischiano di perdersi nei tempi e nella rapidità della cucina moderna. “É un patrimonio da non sottovalutare – precisa Farina – che noi vogliamo recuperare e dare in “adozione” ai ristoranti italiani con l’obbligo di preparare e presentare questi piatti come vuole la tradizione”. C’è spazio però anche per l’inventiva, perché in cucina, si sa, l’estro ha la sua importanza. Chi volesse rivisitare le antiche ricette potrà farlo, dunque, ma a condizione di servire una doppia portata: l’originale e quella riveduta e corretta. Naturalmente la collaborazione alla raccolta del prezioso materiale è “open” e porterà alla pubblicazione di una guida dei piatti
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di Clara Minissale fotografie di Massimo Barbanera
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dimenticati, un patrimonio che appartiene a tutti e che, certamente, farà riscoprire sapori e odori nascosti da qualche parte nella memoria. Ma non è tutto, perché l’originale portale di gastronomia, assecondando l’altra grande passione del suo presidente, ha deciso di pensare anche alla musica: per questo è stata creata l’associazione “Spaghetti italiani”, fondata da sei soci, tutti palermitani. Dopo aver fatto conoscere, tramite il frequentatissimo portale, il rapporto che lega alcuni noti musicisti (Ron, Lucio Dalla, Carmen Consoli, Caparezza, per citarne alcuni) a cibo e buon vino, l’intento adesso è di andare oltre le pagine web. È nata così “Aiutiamoli con gusto”, una manifestazione benefica che si concretizzerà in due distinti momenti: uno spettacolo che sarà messo in scena a Palermo ed una serata di gala dedicata alle donne. Lo scopo è, ancora una volta, di abbinare musica e cibo con manifestazioni in grado di sedurre i palati più diversi deliziando l’udito.
Inoltre, grazie a questa iniziativa, l’abbinamento tra musica e cibo servirà anche a dare un contributo in più sul fronte della solidarietà: “Aiutiamoli con gusto” nell’intenzione dei suoi promotori è, infatti, volta “a dare un sorriso e una speranza a chi soffre”. Servirà, in pratica, a raccogliere fondi da destinare all’associazione Piera Cutino che si occupa di talassemia. In particolare, sarà finanziata la realizzazione del padiglione “Franco e Piera Cutino”, presso l’ospedale Cervello di Palermo, dove sarà migliorata l’assistenza ai pazienti con nuovi posti letto per la degenza e con la creazione di un piano da destinare a casa albergo per i familiari. Lo spettacolo palermitano sarà una rivisitazione del rapporto cucina-musicateatro. In scena due attori, uno palermitano (Lucina Lanzara, ndr) ed uno napoletano che canteranno, nei rispettivi dialetti, temi e canzoni strettamente legate al cibo. Lo show, previsto in tre repliche per giugno prossimo, sarà messo in scena “Al Convento” e verrà presentato da Gianni Nanfa. A settembre invece è previsto il Gran Galà, uno spettacolo dedicato al gentil sesso con in scena un’orchestra composta da 36 elementi, rigorosamente donne, che accompagnerà artisti che dedicheranno la loro performance al tema della serata. Il ricavato di entrambe le manifestazioni sarà devoluto all’associazione Cutino. Insomma, gustando un buon piatto e ascoltando musica di qualità si potrà compiere anche una buona azione in favore di chi è meno fortunato.
Great food and wonderful music F o o d a n d m u s i c – a g re a t c o m b i n a t i o n f o r a f a n t a s t i c m e a l ! T h i s i s L u i g i F a r i n a ’s i d e a – b o r n i n P a l e r m o b u t c u r re n t l y living in Naples – who six years ago c re a t e d o n e o f t h e m o s t p o p u l a r I t a l i a n food web sites www.spaghettitaliani.com. Fifteen thousand people visit his site e v e r y d a y, re a d i n g re c i p e s a n d f i n d i n g out curiosities about old traditions a n d h a b i t s . A c t u a l l y, o n e o f t h e b e s t i s t h e “ O l d re c i p e s ” c o l u m n . B u t t h e re i s m o re : i n t h i s o r i g i n a l f o o d w e b s i t e y o u can also find information about music a n d , a c t u a l l y, h e h a s j u s t o rg a n i z e d a charitable event “Aiutiamoli con gusto”, divided in two parts: a show and a gala night dedicated to women. The goal is – once again – to match music and food. This event will support the thalassaemia association which is going t o b u i l d a n e w p a v i l i o n a t C e r v e l l o ’s Hospital in Palermo (dedicated to F r a n c o a n d P i e r a C u t i n o ) , i n o rd e r t o i m p ro v e m e d i c a l a s s i s t a n c e a n d g i v e a home to patients’ families.
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di MARILENA SANTALUNA pubblicitĂ elettorale a cura del candidato
IL PERSONAGGIO Igor Gelarda, poliziotto al fianco dei meno fortunati Igor Gelarda, 33 anni, torna a far parlare di sé. Il poliziotto con la vocazione per il volontariato ha in cantiere una nuova iniziativa che vedrà la luce a fine giugno: una mostra dal titolo “Tracce d’oriente”, che sarà accessibile anche ai non vedenti, grazie ad alcuni pannelli tattili, che, oltre a far percepire le immagini, emettono odori. L’esposizione verrà organizzata in collaborazione con l’università di Siena e con un’associazione di volontariato. Ma non è tutto, perché fra non molto verrà pubblicato anche un suo libro su un’altra delle sue passioni, la storia. S’intitolerà “Storia dei primi cristiani nella Sicilia occidentale” e uscirà nelle librerie entro l’anno. Poliziotto “per acquistare la casa e ce l’ho fatta”, confessa, ma in realtà la vita di Igor Gelarda è stata condizionata dalla sua esigenza di fare il bene, di donarsi al prossimo. Anche attraverso lo studio, suo altro grande amore, tant’è che, dopo la laurea in Lettere, ha vinto il dottorato di ricerca in “Storia della Sicilia antica”. Anche la scelta di diventare agente di polizia trova le sue radici, in fin dei conti, in una vita spesa al servizio degli altri. È il 1999 quando Igor si avvicina al rifugio “Scodinzolo”, ha 26 anni, e lì entra in contatto con tanti cuccioli sfortunati. “Attorno a me, oltre agli animali, vedevo anche tanta gente che soffriva – racconta – e ho compreso che forse il mio aiuto doveva essere indirizzato in un altro senso”. Nello stesso che lo ha portato a diventare, negli stessi anni, responsabile per la Sicilia di “Fare Verde”, l’associazione di volontariato ambientale che organizza campi di prevenzione per lo spegnimento di incendi. Poco dopo per il poliziotto-volontario si inaugura la stagione più toccante, quella di collaborazione con le suore di madre Teresa di Calcutta a piazza Magione: “Tante storie tra bambini, ospiti malati terminali”. Tante voci, tanti volti raccolti nel primo libro scritto dal poliziotto dal titolo “Ho incontrato l’amore a piazza Magione”, in cui sono raccontate undici storie di vita che toccano le corde del cuore.
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di Romina marceca
Il 2005 è l’anno in cui Igor mette in campo le sue idee. “Mi sono accorto che i percorsi organizzati al Kals’art, tutti meravigliosi e pieni di monumenti forse mai visti dai cittadini, però non erano fruibili ai disabili, a chi sulla sedia a rotelle – ricorda – non può salire scale monumentali e infilarsi in spazi troppo angusti”. Accade così che Igor prende il coraggio a 4 mani e si presenta in Comune con un progetto bell’e pronto: quattro itinerari tutti dedicati ai disabili. L’ok dell’Amministrazione comunale arriva subito. “È stata data la possibilità a centinaia di cittadini di potere ammirare chiese come San Giuseppe dei Teatini o Santa Maria La Nuova”. Un successo seguito a ruota dal secondo libro di Gelarda: “Guida per non vedenti”. È di poco tempo fa, poi, l’incontro fatale in Questura grazie al quale si è concretizzata l’idea della mostra “Tracce d’Oriente”: “Un esponente di una grossa associazione senza scopo di lucro – racconta – è venuto per sbrigare alcune pratiche. Allo sportello c’ero io e quando ha saputo il mio nome si è ricordato dell’iniziativa per Kals’art”. Da lì è scoccata la scintilla che ha messo in moto tutta l’organizzazione: “Ho iniziato a lavorare da giovane – dice Gelarda – in una ditta dove mettevo tappi alle bottiglie, poi sono diventato poliziotto e adesso sto ultimando il dottorato all’università. Insomma, la vita riserva sempre tante sorprese, tanti risvolti inattesi e con il mio impegno vorrei regalare momenti più gioiosi ai più sfortunati”.
Igor Gelarda, a charitable policeman
fotografie di MASSIMO BARBANERA
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Igor Gelarda is a 33 year old policeman who loves helping people. He is back with a new activity which will be ready in June: an exhibition - “Tracce d’oriente” (Eastern signs) - dedicated to blind people who will enjoy it thanks to tactile panels which – along with images – emanate different scents. Igor became a policeman because he wanted to buy a flat, but actually his life is devoted to people. He has a degree in Arts and a PhD in old Sicily history; in 1999 he became a voluntary worker for a dog pound and soon after he worked for Madre Teresa di Calcutta association; in 2005 he organized four itineraries for disabled people who had the great chance to visit some of the beautiful churches located in the oldest area of Palermo. “I started my career as a bottlecapping boy, then I became a policeman and now I’m finishing my studies at university. Well, life is always full of good things and I’d like to give a good time to those who are not so lucky”.
PALERMO SCONOSCIUTA
Il Genio: Padre della Città
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Per secoli il Genio di Palermo ha rappresentato l’identità stessa del popolo nelle sue diverse classi sociali. Tuttavia, è possibile trovare in questa figura, oggi sempre meno conosciuta, alcuni significati che rimandano agli antichi culti pagani presenti in Sicilia prima dell’affermazione della religione cristiana e praticati, in strette cerchie, anche dopo. Da sempre il Genio è considerato il simbolo di tutti i cittadini di Palermo, indipendentemente dalle loro origini di razza, dal loro credo e dalla loro condizione sociale. Sotto un profilo civico, perciò, questa figura assume un significato universale, perché comune a quanti siano nati in diverse epoche nel capoluogo siciliano. Il Genio, raffigurato in diverse statue, poste tutte in vari luoghi del centro storico di Palermo, è anche simbolo di virtù civiche, quali la creatività, l’indipendenza, la libertà e la stessa felicità della gente palermitana: il suo significato sociale, quindi, è quello di un vero e proprio santo protettore laico della città, tanto che nell’immaginario dei palermitani veniva spesso contrapposto alla protettrice religiosa di Palermo, Santa Rosalia, e ai simboli propri della spiritualità cristiana. Così è stato quando nel 1596 si decise il taglio a croce del più antico quartiere cittadino, il Cassaro, per celebrare la vocazione cristiana di Palermo: a questo atto il Municipio contrappose il suo nume eterodosso, in modo da creare un’originale convivenza tra i due aspetti della città, quello cristiano e religioso e quello laico e sociale.
Il Genio di Palermo, tuttavia, può anche essere considerato quale espressione di una spiritualità popolare antica, che rimanda anche ad un sapere iniziatico imperniato di influenze pagane, presenti in città ancora nel Rinascimento e nel successivo periodo illuministico. Infatti, un manoscritto anonimo, conservato nella Biblioteca Comunale di Palermo e datato 1703, presenta il Genio come la raffigurazione di “Saturno, dio della terra e del tempo, padre dei tempi e padre di dèi e uomini”. Stando a questa definizione, l’emblema laico della città sarebbe anche il simbolo di un’altra realtà, che trascende le contingenze sociali, per rimandare direttamente al mito. E infatti, secondo Diodoro Siculo, le prime istituzioni siciliane sarebbero state costituite nell’antica “età dell’Oro” proprio ad opera di Saturno, che giunse nell’isola, vi depose la falce della fertilità, fondando Palermo e divenendo suo re. Lo stesso manoscritto riferisce pure che il Genio di Palermo è il simbolo della cosiddetta “anima del mondo”, nel significato che veniva dato anticamente di questo concetto. L’identificazione del Genio con “l’anima mundi” consentirebbe di ritenere questo simbolo, non soltanto come espressione del tempo, ma anche come Colui che, inalterabile, lo muove: il “motore immobile”. Per similitudine, accostando il Genio della città a Saturno e definendo quest’ultimo come “padre dei tempi e padre di dèi e uomini”, si potrebbe concludere che questo nume laico delle virtù civiche altro non è se non una raffigurazione del “Padre eterno”, la divinità originaria che trascende la stessa caducità del tempo, per rimandare a una dimensione mitica e atemporale. Ma non è tutto, perché la presenza di influenze pagane riscontrabili nel simbolo laico della città di Palermo, è confermata anche dalla frase “suos devorat, alienos nutrit”, incisa nella statua del Genio posta all’interno di Palazzo delle Aquile. Una frase dal duplice significato: infatti, se l’interpretazione comune e sociale è nel senso che Palermo “divora i suoi figli e nutre gli stranieri”, ve ne è un’altra, che rimanda, ancora una volta, al valore magico del tempo e al superamento della dimensione del “divenire”. Di questo secondo significato si accenna proprio nel manoscritto conservato nella Biblioteca Comunale, in cui si afferma che il motto riferito ad un serpente che succhia il petto del Genio, il quale lo nutre e lo accarezza - significherebbe che “il tempo è divoratore delle cose che a lui soggiacciono ma riverisce il parto straniero e immortale della mente, in modo che le opere degne di eterna vita, non soltanto non vengono divorate dagli anni, ma piuttosto consumano e divorano i secoli quando siano espressione di immortalità e del Divino”. E Palermo sarebbe proprio espressione immortale del Divino.
di alberto samona’ The Genius: Palermo’s protector
fotografie di VINCENZO DI CRISTINA (Ufficio Stampa Comune di Palermo)
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For ages the Genius of Palermo has been considered as the identity of Palermo’s citizens, no matter which race, creed, social class or age. The Genius – whose statues are located in many different areas in the city centre, is the symbol of civic virtues, such as creativity, freedom, independence and happiness. It is also a sort of non-clerical protector and actually in the past it was set against Saint Rosalia, the city’s religious patron saint: it happened in 1596, when the city centre layout was cut in a cross to celebrate its Christian belief – the Town Hall replied with one of the many statues, creating an interesting mix of sacred and profane art. The Genius of Palermo can also be considered as the expression of the most primitive spirituality, which goes back to an esoteric civilization mixed to pagan features, as told in an anonymous manuscript – kept in the town library and dated back to 1703 – where the Genius is “Saturn, god of Earth and Time, father of gods and men”.
SICILIA MON AMOUR
Villa Piccolo, Oasi di Cultura a Capo d’Orlando
Su di una collina a pochi passi dal centro di Capo d’Orlando in località Piano Porti, sorge un luogo avvolto da un alone di mistero che sembra non avere un’esatta sistemazione temporale. Un inebriante profumo di fiori ci guida alla scoperta di una dimensione fantastica, un posto dove il tempo sembra essersi fermato. Per raccontare Villa Piccolo è necessario ricordare innanzi tutto l’originalità e la genialità dei proprietari che l’abitarono e che ancora oggi sembrano risiedere in questo palazzo dell’800. Utilizzata dapprima come residenza estiva, i baroni di Calanovella ne fecero in seguito la loro dimora abituale. Sul finire degli anni Trenta, la famiglia Piccolo abbandonò i fasti della mondanità palermitana per trasferirsi in questa riserva, finendo per trovare qui la propria vena artistica. I fratelli Lucio, Casimiro ed Agata Giovanna si appassionarono e coltivarono la letteratura, l’arte e gli studi agrari. Fu sicuramente su questa collina che i tre fratelli trovarono le ispirazioni che ancora oggi contraddistinguono gli interni della loro casa e il suo splendido giardino. Mobili, migliaia di volumi in tutte le lingue, ceramiche Deruta e di Faenza, porcellane cinesi e di Sassonia caratterizzano il museo senza “caratterizzarlo”. Dai quadri ai magici acquerelli fantasy di Casimiro Piccolo, passando per le ceramiche del Seicento e le armi antiche, tutto l’interno della villa sembra ricordare quella belle époque siciliana descritta nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il titolo nobiliare dei Calanovella è antichissimo, risalente addirittura al tempo delle crociate. I Baroni furono imparentati con uno dei Vicerè di Sicilia; Teresa Mastrogiovanni, madre dei fratelli Piccolo e sorella della madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. L’autore del “Gattopardo” e i tre Piccolo erano infatti cugini. Proprio qui lo scrittore soggiornò a lungo e scrisse gran parte del suo romanzo. Ancora oggi possono ammirarsi diverse lettere autografe del “Principe” ed è possibile visitare la camera dove dimorava durante la permanenza a Villa Piccolo. Per volontà testamentaria di Casimiro ed Agata Giovanna, nel 1972 fu istituita la “Fondazione famiglia Piccolo di Calanovella”, che è oggi presieduta da Bent Parodi di Belsito, giornalista e scrittore, autore, fra le altre pubblicazioni, del romanzo “Il principe mago”, mirabile testimonianza della vita degli ultimi gattopardi siciliani, con inediti proprio su Villa Piccolo e su alcuni momenti di vita vissuta nel dopoguerra dai tre fratelli Lucio, Casimiro e Agata Giovanna. La Fondazione Piccolo (coordinatore amministrativo Carmelo Germanà) si occupa della conservazione e del potenziamento del museo, ma è soprattutto un’instancabile fucina d’attività culturali avviate in collaborazione con le istituzioni siciliane e le vicine università di Messina e Palermo.
Il ricchissimo cartellone estivo composto di conferenze, cicli d’incontri, stage di studi, selezioni teatrali e cinematografiche, è la dimostrazione che la Fondazione è teatro di un’intensa attività di produzione intellettuale e luogo privilegiato d’incontro fra uomini di cultura siciliani e non. In effetti, non è possibile visitare la villa senza addentrarsi tra le meraviglie del suo giardino e rimanerne rapiti. Per la gioia dei sensi, si è subito avvolti da un vero tripudio di colori e profumi. Rose, gelsomini, ortensie, iris, ninfee, sono ancora oggi il risultato tangibile dell’abilità di Agata Giovanna nel campo della floricoltura: il suo vivaio divenne un vero e proprio parco naturale, con una varietà di esemplari, tra cui la Puya Berteroniana, una rara pianta originaria del Brasile, da lei coltivata per prima in Europa e presente in Sicilia soltanto a Villa Piccolo. Sempre in giardino si scopre l’immenso amore dei baroni per gli animali: all’ombra di uno dei tanti pini secolari si scorge un piccolo cimitero unico per il suo genere. Qui sono sepolti una trentina fra cani ed alcuni gatti ciascuno con una lapide e con sopra inciso il nome. Su questa collina che sovrasta Capo d’Orlando risiedono e sono, perciò, custodite le testimonianze del genio poetico di Lucio, dell’amore botanico di Angela Giovanna, dell’arte pittorica e delle visioni mitiche di Casimiro: tre straordinari esempi di “sicilianità”. Il Parco e il Museo sono visitabili dal lunedì al venerdì la mattina dalle ore 8.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 16 alle 19. Per informazioni, tel. 0941 957029.
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di Giuseppe sarao Villa Piccolo, a cultural oasis in Capo d’Orlando
fotografie di ENZO LI MANDRI
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Up on a hill, close to the small town of Capo d’Orlando (ME), there is a place which seems surrounded by an aura of mystery, where the smell of beautiful flowers takes us to an extraordinary villa, where time stands still. This is Villa Piccolo, the wonderful Italian villa where the Calanovella’s barons used to spend their summer in the 19th century. In the late 1930s, the Piccolo family moved from the magnificence of Palermo to this more secluded house, where they found their own artistic inspiration. Once here, the three brothers - Lucio, Casimiro and Agata Giovanna – intensified their studies, such as literature, art and botany, which also influenced the style of the house and the garden layout. In this gorgeous area Giuseppe Tomasi di Lampedusa also lived for a while and wrote much of his masterpiece – “The Leopard”. In 1972 the Piccolo Foundation (Fondazione famiglia Piccolo di Calanovella) was established, and it’s now an inexhaustible mint of cultural activities, which usually run in the summer. The garden and the museum open from Monday to Friday, from 08.30 to 12.30 and from 04.00 to 07.00 pm. For further info: 0941 957029.
I VIAGGI DI FEEL ROUGE Fra i magici vicoli di Praga
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di federico d’imera
Sulla sommità della collina di Malá Strana sorge maestoso il Castello di Praga, nella cui cinta muraria c’è la Cattedrale di San Vito. All’interno delle mura è possibile visitare anche il Vicolo d’oro, in cui si trova anche la casa di Kafka. Nel vicolo gli artigiani medievali si stabilirono costruendo casette in miniatura sui due lati della strada. La storia narra che il Vicolo sia stato anche abitato da maestri alchimisti. Lo scenario da sogno di Praga è scalfito solo parzialmente dai numerosi “cabaret club”: niente a che vedere con ciò che il nome lascerebbe presagire. In realtà si tratta di sexy bar dalle luminosissime insegne, al cui interno decine di ragazze di tutto il mondo si slanciano in spogliarelli, lap dance e altre provocanti esibizioni. Alcuni di questi club, poi, sono collegati con una scala interna a riservatissime camere da letto, in cui le provocanti ballerine e spogliarelliste offrono il proprio corpo ai sovraeccitati turisti muniti di portafogli ben imbottiti di banconote. La sera, la presenza di questi bordellibar trasforma il centro città da luogo romantico a teatro di incontri particolari. Luogo di ritrovo dei flussi di visitatori notturni è la lunghissima piazza Venceslao (divenuta famosa nella Primavera di Praga nel 1968 per la rivolta anticomunista), in cui decine di pr di colore offrono biglietti per il cabaret e… spesso ogni genere di sostanze stupefacenti. Nonostante la democrazia abbia riversato su Praga (come del resto su molte città dell’Est europeo ex comunista) tutto il proprio bagaglio di consumismo, droga e locali a luci rosse, l’anima della città sembra non esser stata ancora profanata dalla modernità. E così, fra i vicoli tagliati dalla nebbia si può ancora avvertire, invisibile, la presenza del golem, esoterica creatura che custodisce magicamente i segreti non conosciuti dalle orde di turisti profani in cerca di un weekend fascinoso.
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Ci avevano dipinto Praga come una delle città più fredde d’Europa e invece, quest’anno, il surriscaldamento del pianeta ha colpito e affondato anche la capitale della Repubblica Ceca. E così, alla neve e al freddo polare, lo scorso inverno si sono sostituiti i prati fioriti e gli splendidi tramonti al sole con lo sfondo del fiume Moldava (Vltava) che taglia in due la città. Il centro storico o “Stare Mesto” (letteralmente città vecchia) ci accoglie con un tripudio di colori che contrassegna gli edifici che si affacciano sui vicoli illuminati da lampioni dalla linea suggestiva. Lo scenario è affascinante e proietta i visitatori in un’atmosfera ottocentesca, da libro di fiabe mitteleuropee. Una suggestione che viene accresciuta anche dai molti teatri di marionette, teatri dell’opera e sale da concerto, che offrono un cartellone variegato di esecuzioni musicali con alcuni fra i compositori classici più celebri. Passeggiando fra i vicoli praghesi ci s’imbatte nel quartiere ebraico, dove sorge, fra le altre, la più vecchia sinagoga d’Europa (la Sinagoga Maisel), e dove si trova il cimitero ebraico, le cui tombe sono disseminate in un giardino circondato da edifici antichi. Spostandosi rigorosamente a piedi, si arriva nella piazza della Città Vecchia su un lato della quale si staglia l’Orologio astronomico, meta ogni giorno di migliaia di turisti, che salgono sulla sua sommità per scattare istantanee da una posizione privilegiata. Il Ponte Carlo (Karlòv most) unisce le due parti del cuore antico di Praga e conduce i visitatori nei variopinti vicoli di Malá Strana, al cui interno c’è il museo dedicato a Franz Kafka. Il Ponte, fra le principali mete turistiche della città, è molto amato anche dagli artisti locali, musicisti e venditori di souvenir che propongono ogni genere di mercanzia.
Prague People say that Prague is one of the coldest cities in Europe, but actually the planet superheating has also reached the Czech Republic capital. The old city centre - the “Stare Mesto” - welcomes you with a blaze of colours. The area is very charming and takes visitors into a 19th century atmosphere, like in a Central Europe fairy tale book. Walk in Prague’s small streets and you’ll end up into the Jewish quarter, where you can find the oldest synagogue in Europe (Maisel Synagogue) and its cemetery. From here you can also reach the old town main square, where you can enjoy the astronomical clock. Charles’ Bridge (Karlòv most) links the two oldest areas of Prague and takes tourists to the coloured lanes of Malá Strana, where you find Franz Kafka Museum. Up on Malá Strana hill, there is the majestic Prague Castle with its Saint Vito Cathedral. The magic atmosphere is partly disturbed by the numerous “cabaret clubs”: sexy bars with girls from over the world who lap dance and make shows. A tourist night attraction is the very long Wenceslas Square. Even if democracy has brought consumerism, drug and sexy shows, the core of the town has not been corrupted: in the many small side streets – plunged in the mist – you can still feel the presence of the golem, an exoteric creature who preserves the old mysteries of the most authentic Prague.
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Siciliani di California
fotografie di MASSIMO BARBANERA
Mammana accolto da Vito Cannella e Stefano Finazzo
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In California si parla siciliano. E non è un caso! Lo sviluppo di questo grande stato del Sud è stato, infatti, possibile proprio grazie all’impegno di tantissimi nostri connazionali e corregionali che fin dai primi del Novecento sono emigrati negli Usa in cerca di fortuna. Oggi, a San Pedro, popoloso porto di Los Angeles, sono oltre ventimila i siciliani che vi risiedono stabilmente. Proprio per questa ragione, la Provincia regionale di Palermo ha avviato una serie di scambi con le comunità siciliane della California, attivando una politica di reciproca collaborazione. Lo scopo è di valorizzare i legami della nostra cultura con le esperienze di vita degli emigranti siciliani in America. A questo proposito, nel febbraio scorso una missione guidata dall’assessore provinciale ai Rapporti con le Comunità italiane all’Estero, Giovan Battista Mammana, e dai consiglieri provinciali Gigi Tomasino e Ippolito Russo, si è recata in California per incontrare i rappresentanti della nostra comunità. Scopo dello scambio e della missione messa in atto dalla Provincia – immortalata dagli scatti e dalle riprese della troupe di Feel Rouge che ha seguito l’iniziativa – è di riscoprire analogie, riallacciare rapporti sociali e familiari e accorciare le distanze fra i siciliani nel mondo.
di carlo valenti
PROVINCIA REGIONALE DI PALERMO
da sinistra Gigi Tomasino, Giovanni Mammana, il console generale italiano Diego Brasioli e Ippolito Russo
Gli incontri con i tantissimi siciliani che risiedono nella regione sono stati incentrati sulla storia, l’architettura, le tradizioni, gli usi e i costumi comuni. Ma lo scambio culturale con i “nostri” che vivono oltreoceano è servito anche per gettare le basi per la creazione di un ponte virtuale fra la Provincia di Palermo e la vasta comunità siciliana che vive negli Stati Uniti. Un legame, quello fra la Sicilia e gli U.S.A., più che consolidato, tanto che proprio nel porto di San Pedro, una grande statua con scolpito un pescatore fa bella mostra a perenne ricordo del sacrificio dei siciliani che sono morti in mare a bordo dei loro pescherecci. Il mare è stata, infatti, una delle grandi risorse grazie alla quale nei decenni l’intera regione ha visto un impennata del proprio sviluppo. Tanti i siciliani che, partiti in cerca di fortuna e senza un soldo in tasca dalle coste della nostra isola, guidano da decenni in California floride aziende impegnate nei settori della pesca, del terziario, della ristorazione e dei servizi. Una presenza massiccia, che ha contribuito non soltanto all’economia degli States, ma anche alla salvaguardia delle tradizioni, degli usi e dei costumi della Sicilia. Tanto che Stefano Finazzo, presidente dell’Associazione Trappetesi nel Mondo e residente anch’egli in Usa, dichiara candidamente che “bisogna andare all’estero per rendersi conto di come sono i veri siciliani, e cioè un popolo di lavoratori onesti, sinceri e affettuosi con il prossimo”. “La scelta di attuare questo scambio con la nostra comunità residente in California – sottolinea l’assessore provinciale, Giovan Battista Mammana – nasce dalla volontà di avvicinare le istituzioni ai nostri connazionali, dando loro lo spazio che meritano, dimostrando la vicinanza della Provincia regionale di Palermo e rinsaldando quel legame di comune appartenenza alla Sicilia”. Favorire gli scambi – aggiunge l’assessore Mammana – significa contribuire al progresso, ricordando che lo sviluppo della California è anche figlio dell’impegno e dei sacrifici di tantissimi siciliani”.
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Finazzo e Mammana
La rappresentanza della comunità italiana di San Pedro, Los Angeles California
Sicilians from California
Francesca Valente, direttrice del Centro di Cultura Italiana L.A.
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Don’t get upset if you find out that many people speak Sicilian dialect in California. As a matter of fact, in the early 20th centur y many Sicilians moved to California an d they strongly contributed to the development of the countr y. The Regional Province of Palermo has created a network among the many Sicilian communities living in California - aiming to share culture and experience, building a virtual bridge between Palermo and USA to tell them that their native countr y has never forgotten them. As part of the project, last Februar y Giovan Battista Mammana (Provincial Councilor for the relationship among Italian comm unities abroad), Gigi Tomasino and Ippolito Russo (Provincial Councilors) went to California – and Feel Rouge’s cameras shot the event - to promote this new project with the local representatives. The strong relationship between Sicily and USA is well represented in San Pedro – Los Angeles port, a large community including 20.000 Sicilians - where there is a big statue of a Sicilian fisherman, recalling the many Sicilians who died on their fishing boats. The ocean is actually one of the most important resources which made California prosperous. Lots of Sicilians – who left Sicily with no money – now manage big fish industries, restaurants and companies, and Mr Stefano Finazzo – the president of the Trappeto Association, resident in USA – frankly says that abroad you can really see how the Sicilians work hard.
PROGETTO RECUPERO
Uscire dal Tunnel
per ricominciare a Vivere
Prima dell’applicazione dell’indulto i detenuti nelle carceri siciliane erano 6546, ma al 31 dicembre del 2006 sono scesi a 3789, di cui 629, pari al 16,60% del totale, sono tossicodipendenti; il 31,41% è costituito da soggetti ad alta sicurezza per reati più gravi e il 12,33% sono gli stranieri. Questa è la fotografia delle carceri siciliane. Ai detenuti ed ex detenuti scarcerati con l’indulto, tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti si rivolge la “Progettazione integrata tra autorità pubbliche e privato sociale - NAP Italia”, ideata da Andrea Giostra, responsabile della cooperativa Fenice. Il progetto coinvolgerà per tutto il 2007 le nove province della regione in un’azione di informazione e sensibilizzazione. Lo scopo, illustrato a fine gennaio, è fornire linee guida alla Comunità europea sulle azioni da applicare per arginare l’emarginazione sociale delle fasce deboli in osservanza ai dettami della “Strategia di Lisbona” e del Trattato di Amsterdam. Costo complessivo, 250 mila euro, finanziati per 200 mila dall’Unione europea e per 50 mila dai partner dell’iniziativa.
Il progetto nasce dalla collaborazione, senza precedenti nel suo genere, tra la cooperativa sociale Fenice di Palermo, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Sicilia - ministero della Giustizia; il centro per la Giustizia Minorile per la Sicilia - Ministero della Giustizia; la Prefettura di Trapani; l’Azienda U.S.L. 6 di Palermo; la Federserd; CNCA Sicilia; l’Università degli Studi di Palermo - Dipartimento di Psicologia; la Coop. Azzurra e la Co.gi.p.s. L’iniziativa prevede l’attivazione di seminari con cadenza mensile aperti ad operatori penitenziari in cui sarà illustrata la strategia europea di “Inclusione sociale” e gestiti da rappresentanti di enti pubblici e del privato sociale locale che da anni lavorano nel settore; verranno organizzati tavoli di progettazione, per la durata di 8 mesi, in cui saranno esposte le diverse realtà presenti in Sicilia, dalle province più sviluppate a quelle con problemi di start-up e la realizzazione di un report finale, che sarà consegnato a rappresentanti della Comunità europea, sulla base del quale definire le misure e le azioni da applicare in Sicilia e all’ assegnazione di Fondi 2007-2013.
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di amelia bucalo triglia
“La Sicilia si pone così in prima linea nella lotta all’emarginazione sociale di queste categorie deboli – dice Orazio Faramo, direttore generale del Provveditorato regionale dell´Amministrazione Penitenziaria (Prap) -. Come cita la Strategia di Lisbona la competitività si gioca anche sul piano dell’ informazione, sensibilizzazione e qualità sociale. Il Nap centra perfettamente l´obiettivo e siamo sicuri che, con la cooperazione tra pubblico e privato, riusciremo a gestire una realtà che dopo l´indulto è ancor più delicata”. Per Michele Di Martino, direttore generale del centro per la giustizia minorile per la Sicilia “non bisogna dimenticarsi dei minori. Nei primi mesi del 2006 i soggetti segnalati presi in carsici dai servizi della giustizia minorile della regione siciliane sono stati 1394, di cui il 5,73% tossicodipendenti. Un progetto come il Nap, aiuta anche a prevenire”. “Il dato più preoccupante è l’abbassamento della soglia della prima assunzione di sostanza stupefacente o alcolica - dice Guido Fallace, vicepresidente della Federserd sempre di più sono i ragazzini di 11 anni che ingeriscono pasticche di ecstasy per rimanere svegli e più attenti a scuola”.
Out of the tunnel towards a new life
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Before the last Italian pardon law, in Sicily there were 6546 prisoners, and on December 31 2006 - after the pardon law - the number has decreased to 3789: 16,60% are drug addicts, 31,41% are people sentenced for more serious crimes and 12,33% are foreigners. Andrea Giostra - the representative of the Fenice cooperative - has created an “Integrated project between public authorities and social private – NAP Italy”, which is addressed both to prisoners and pardoned prisoners, drug addicts and former drug addicts. The project will involve the nine Sicilian provinces and will give some guidelines to the European Community, to prevent social isolation of disadvantaged people, according to the Lisbon Strategy and the Amsterdam Treaty. The project – which will involve many different partners - will cost 250.000 euro (250.000 from the EU and 50.000 from the partners).
SPORT Il Calcio è Malato, Curiamolo! La tragedia di Catania, la morte del povero Raciti, è ancora nei nostri occhi, nei nostri cuori, nei nostri pensieri. Nonostante siano passati alcuni mesi, le ferite aperte dagli episodi di violenza a cui abbiamo assistito, non si sono rimarginate. Il cazzotto, la pugnalata inferta al calcio vero fa ancora male e gli effetti sono tuttora visibili. Chi vuole cancellare quelle tragiche scene ha torto: nel bene o nel male sono state uno spartiacque fra calcio ed altro, fra sport e quello che vuol dire soffrire dopo un avvenimento come il derby “di Sicilia” fra Palermo e Catania. Sui giornali, in tv, ma anche nei bar e fra la gente comune si parla di calcio, incastrando il periodo prima o dopo i “fatti del Massimino”. Un’altra inevitabile conseguenza!
Si è trattato di uno strappo all’immagine della Sicilia sportiva. Che tristezza entrare oggi negli stadi. Quelli silenziosi senza pubblico o quelli dove i tifosi organizzati non cantano più. Non possono (e non vogliono) mostrare striscioni o scandire slogan, sportivi intendiamo. Dove sono finiti i tamburi, le coreografie, le bandiere colorate e tutto quello che ha da sempre contraddistinto la passione sportiva dei tanti tifosi che affollavano gli stadi? Tutto è cambiato. La morte di Raciti è sempre argomento di dibattito sugli spalti. Le gradinate… Che bella sensazione quando erano popolate da tifosi veri, da famiglie con bandiere e panini. Oggi quel clima è solo un ricordo. Un dolce ricordo per un calcio che non c’è più. Tutta colpa dell’imbarbarimento della società e della tanta, troppa pubblicità e cassa di risonanza, che ha il calcio.
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fotografie di MASSIMO BARBANERA
di roberto gueli Football is in danger, let’s help it! We don’t have to forget the dreadful TV shots made at Catania’s stadium – when the policeman Raciti wa s death-stricken. Those shots mark the difference between football and something else, which should not be called sport. How sad is to go into a stadium where there are no supporters, no enthusiastic kids with flags and goodies. As a sad consequence, bad luck seems to hang over the three Premier League Sicilian teams - Palermo, Catania and Messina – whose results are not the best. Anyway, something is changing. You can see it from the kids’ eyes when they come to the stadium with their parents to support their team. Probably they are not aware of what’s happening, but politicians, journalists and experts know that if we want to help football – and sports in general - we have to start from kids, teaching them what fair play means.
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Tutto questo è accaduto nella stagione storica del pallone made in sicily, in cui – fatto eccezionale nella storia – la nostra isola è rappresentata con ben tre squadre in serie A, tre società sane e pronte a far divertire i propri sostenitori. E invece, quasi come un segno del destino, da quel tragico venerdì, anche il calcio giocato, la classifica di Palermo, Catania e Messina è cambiata. Il calcio siciliano arranca. Ma se guardiamo bene sui gradoni del San Filippo di Messina o del Barbera di Palermo un pizzico di voglia di ricominciare c’è. Gurdate bene i volti dei bambini che, malgrado tutto, vengono accompagnati dai genitori. C’è l’aria spensierata di chi probabilmente non sa quello che è accaduto allo stadio Cibali di Catania. Ecco! Proprio dai più piccoli, proprio da loro bisogna ricominciare. E occorre farlo subito! Lo dicono i politici, i dirigenti, i giornalisti e gli addetti ai lavori: ai bambini si deve tornare ad insegnare sport. Quello sport sano che tanto bene ha fatto al nostro Paese, come diceva il più grande presidente del Coni, Giulio Onesti. Il calcio non è morto. È convalescente e va rivalutato. Lo sguardo di chi va allo stadio per godersi lo spettacolo deve servire da traino per un futuro sempre più pulito.
TENDENZE Una città a ritmo di Tango Palermo è un popolo di tanghèri. Attenzione a non sbagliare l’accento: non a persone rozze ci riferiamo, ma a provetti ballerini di tango. E già, perché nascosta nella seducente penombra delle ormai numerose milonghe cittadine (i locali dove si balla il tango), gravita una folla di “insospettabili”: giornalisti, avvocati, professionisti di ogni genere, impiegati, studenti universitari. Ci si dà tutti del tu, in milonga, e c’è molta accoglienza anche nei confronti di chi balla da poco tempo e si guarda intorno un po’ intimidito e vagamente invidioso di chi esibisce invece padronanza perché, il tango, lo studia da anni. Chiariamo subito una cosa: è vero che il tango è un ballo di coppia, anzi il ballo di coppia per eccellenza, e che la donna ha tutti gli strumenti a disposizione per giocarsi la sua sensualità (obbligatoria scarpa col tacco, meglio se nelle varianti aggressive rossa/nera). Ma si scordi, il gentil sesso, di avere in pista gli stessi diritti dell’uomo. Il tango si balla insieme, è vero, ma è l’uomo a chiedere (leggi comandare) alla donna i passi che vuole. All’altra metà del cielo il compito di percepire queste indicazioni e di prendere qualche iniziativa attraverso gli adornos: piccoli sensualissimi passi che si eseguono tra una figura e l’altra. I partner più gentili sostengono, tuttavia, che ogni tango si crea in coppia. Sarà. Fatto sta che, dalle case di appuntamento e dai sordidi locali argentini di fine Ottocento, questo ballo è approdato anche a Palermo, facendo esplodere una vera e propria passione. Il passaggio non è stato così automatico: quello che Carlos Gardel definiva “Un pensiero triste che si balla” venne fatto conoscere a Parigi e, da lì, in tutto il mondo, da Astor Piazzolla. Che seppe miscelare abilmente le musiche tradizionali del tango con ritmi più colti e più facilmente esportabili.
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fotografie di Massimo Barbanera
di alessia franco
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Alle origini, si diceva, il tango è ballato con musiche che sono un mix di danze diffuse nei porti, creole e nere, con elementi di ritmi popolari (soprattutto italiani e spagnoli) introdotti nei porti di Buenos Aires e Montevideo dagli immigrati europei alla fine dell’Ottocento. L’Europa è lontanissima e irraggiungibile. Il tango diventa quindi pretesto per riunirsi, lontani da patria e affetto, dopo una giornata di lavoro. Lo si balla tra uomini - e diventa esercizio di bravura - o con le prostitute. Ancora oggi, per le vie di Buenos Aires, si incontra qualche vecchio tanghèro che usa ballare il tango con un fazzoletto tra la propria mano e quella della donna, per evitare ogni contatto. Ma torniamo a Palermo, anno 2007. Tanti i centri in cui si può imparare il ballo della passione. Fra le altre, l’associazione “Tango Pasión” di Christian Vaccaro e Katja Usunov, offre corsi di Tango Argentino presso “Oxygen Fitness Place”, in via Paruta 10. In città si balla quasi ogni sera e non c’è che l’imbarazzo della scelta per mettere in pratica quello che si è imparato a lezione. Per una o più sere a settimana, i locali diventano milonghe: il martedì all’Espace, il giovedì alla Tonnara Bordonaro, il venerdì e la domenica ai Candelai, il sabato a Palazzo Pantelleria e, sempre la domenica, al Cuba Libre. Si balla a tutte le età e a tutti i livelli. Un consiglio alle donne: provate a ballare ad occhi chiusi, come recita una struggente canzone argentina. E’ davvero tutta un’altra musica…
Dancing tango in town People from Palermo love tango and they love calling themselves tanghèri. Be careful and put the stress in the right place, otherwise you’ll name them as “rude people” (tàngheri, it’s a Sicilian dialect word). In the darkness of the many local milonghe (venues where you can dance tango) you can meet a lot of unexpected people: journalists, layers, professionals, clerks and students. In the milonga, people are very friendly and beginners are very welcome. As you know, tango is a paired dance and the woman has many tools to show her sensuality, such as the sexy black and red high heel shoes. Anyway, if you are a feminist, forget to be the leader, as the man leads and the woman can only add some sensual movements, the so-called adornos. In Palermo you can dance almost every night: on Tuesdays at Espace, on Thursdays at Tonnara Bordonaro, on Fridays and Sundays at Candelai, on Saturdays at Palazzo Pantelleria and on Sundays at Cuba Libre.
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in foto Katja Usunov e Christian Vaccaro
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ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA Classico, Moderno, Contemporaneo: Grande Musica al Politeama
Riportare gli abbonati in sala attraverso proposte musicali di qualità. Offrire manifestazioni che fuoriescano dal cliché del classico concerto e ospitare artisti mai approdati a Palermo ma che hanno affollato i più importanti teatri del mondo. Sono questi alcuni dei punti di forza della 48ª Stagione Concertistica dell’Orchestra Sinfonica Siciliana sotto la direzione artistica di Francesco Di Mauro. Trenta i concerti inseriti nel cartellone abbonamenti, con la possibilità di acquistare a prezzo ridotto anche tre eventi speciali. l’inizio il 13 ed il 14 aprile con Yuri Temirkanov, direttore musicale e direttore stabile della St. Petersburg Philharmonic Orchestra, definito dalla stampa internazione “il più grande direttore al mondo”: Temirkanov arriva in Sicilia accompagnato, per la prima volta, dal Coro di Cracovia. Il programma del concerto prevede la realizzazione di un progetto con la regia di Alexander Sokurov. Per l’occasione, le musiche dell’Alexander Nevsskij di Prokof’ev – in genere eseguite dalle orchestre in sincronia con le immagini cinematografiche dell’omonimo film di Eisenstein del 1938 – riproposte dal regista, in una versione inedita e moderna. Il secondo grande evento musicale è in programma il 3 ed il 4 novembre e prevede la presenza di Rolf Beck con il coro di Bamberg. In esecuzione il Messiah di Haendel
nella preziosa revisione orchestrale di Mozart mai eseguita prima a Palermo. A Dicembre è invece in cartellone un terzo momento d’eccezione ed è il grande ritorno – dopo il successo dei Carmina Burana del luglio 2006 – di Rafael Frübeck de Burgos. Il direttore spagnolo dirigerà L’Enfance du Christ di Berlioz, con il Coro della Comunidad de Madrid. Il programma della Stagione 2007 prevede poi la presenza di “pilastri” della direzione d’orchestra che da oltre trent’anni fanno parte della storia dell’OSS: da Gabriele Ferro a Giuseppe Cataldo, da Hubert Soudant ad Alain Lombard. Accanto a loro, anche i nuovi talenti ormai lanciati nel panorama internazione, da Lothar Koenigs a Zolst Hamar. Approderanno, inoltre, per la prima volta a Palermo il violinista Kristóf Baráti e il pianista Alexander Melnikov. Per il pubblico che predilige il repertorio più tradizionale, la Sinfonica riserva alcune pagine impegnative di autori quali Mahler, Bruckner e Stravinskij. Le incursioni nella musica contemporanea avverranno attraverso l’ascolto di Aldo Clementi (il suo Concerto per violino ed orchestra è un’anteprima tutta siciliana), Betta, Kurtag e Schnittke. Tra le ricorrenze da celebrare in musica, il cinquantenario della morte di Sibelius: per l’occasione, la Sinfonica eseguirà alcune sue sinfonie e poemi sinfonici.
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Politeama theatre calendar: from classical to modern music More subscribers, quality music and world wide famous artists: these are some of the main goals of the 48th Season of the Sicilian Symphonic Orchestra, directed by Francesco Di Mauro. The calendar includes 30 concerts and special three-concert tickets are available. The program is starting on April 13 and 14 with Yuri Temirkanov, St. Petersburg Philharmonic Orchestra’s director, called by the press “the best director in the world”. He will play with the Krakow Choir and for the first time the Alexander Nevsskij music (by Prokof’ev) – which are usually played along with Eisenstein’s film (1938) – will be proposed in a new version. The second big event director (November 3 and 4) is Rolf Beck and the Bamberg Choir. He’ll perform the Messiah (by Haendel) in Mozart’s orchestra version, first time in Palermo. The Spanish director Rafael Frübeck de Burgos – back in Palermo after the great Carmina Burana July 2006 – will direct Berlioz Enfance du Christ with the Comunidad de Madrid Choir. For further info, please contact the Politeama Garibaldi Theatre (Tuesday to Friday, 09.30-01.00 pm and 04.0007.00 pm) at 091588001.
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Una Stagione concertistica particolarmente ricca, dunque, che si è aperta lo scorso 12 gennaio, con la Sinfonia n.9 di Ludwig van Beethoven, scelta dal direttore stabile Alberto Veronesi (che l’ha anche diretta), con la partecipazione di un cast d’eccezione: il Coro della Filarmonica Karol Szymanowski di Cracovia, il soprano Natasa Katai Ciappa, il mezzosoprano palermitano Marianna Pizzolato, il tenore Juan Carlos Valls e il basso Maurizio Lo Piccolo. Infine, dopo il successo di pubblico registrato nella scorsa stagione, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana ripropone anche nel 2007 l’iniziativa dal titolo “Conversazioni Musicali”, un ciclo di conferenze in programma al Politeama Garibaldi, con la partecipazione di noti relatori. Nell primo appuntamento, lo scorso 16 marzo, si è discusso della “Minima Wagneriana”. Lo scorso 23 marzo, invece, Jacopo Pellegrini ha parlato di “Orpheum vir superavit – l’idea di musica sacra nel Mozart Viennese”. Il 13 aprile Carla Moreni ha illustrato “La fiaba del principe Nevskij e la realtà dell’eroe Prokof’ev”. A seguire, l’Alexander Nevskij nella visione moderna del regista Alexander Sokurov. “Un capolavoro diffamato di Richard Strauss” è invece il titolo della conversazione in programma il 18 maggio e affidato al relatore Quirino Principe. Tutte le informazioni relative anche ai costi dei biglietti e degli abbonamenti possono essere richieste presso il botteghino del Politeama Garibaldi, dal martedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19 o al numero 091588001.
di monia rossi
fotografie di Massimo Barbanera
32 pubblicitĂ elettorale a cura del candidato
L’ Universo sotterraneo del Rap Palermitano
di valeria lo verde morante
MUSICA
fotografie di Antonio Chinnici
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In Italia c’è un genere musicale che, più di altri, si impenna periodicamente e per aree geografiche: il rap. Nei mesi passati è stata la volta di Roma con Fabri Fibra (quello di Applausi per Fibra) e adesso dei Flaminio Maphia (con La mia banda suona il rap). Anni fa c’era stato un boom del rap milanese, soprattutto grazie agli Articolo 31. Anche a Palermo c’è il rap, ed è un movimento vivace ed attivo, sebbene non visibile come altrove. Se il rap palermitano gode di buona salute lo sanno in pochi perché è rimasto un fenomeno di nicchia, con poche occasioni per guadagnare una vera ribalta. Nonostante questo ci sono tante produzioni realizzate in città. Certo, a Palermo non sarà mai come oltreoceano, con rapper muscolosi, ornati d’oro massiccio, circondati da pupe in abiti succinti. Qui è tutta un’altra vita. Che proviamo a raccontare. Il rap a Palermo esiste da vent’anni, durante i quali ci sono stati momenti buoni, soprattutto a fine anni ‘90. Indiscusso leader del rap cittadino è Othello, due dischi all’attivo, una propria etichetta (info: www.combostudio.it) e numerose collaborazioni col rap italiano “che conta”, da Piotta a Tormento, da Mondo Marcio a Cor veleno.
Gran conoscitore del genere musicale che propone, Othello, considerato uno dei dieci migliori rapper italiani, spiega: “A Palermo c’è stato un buon momento per il rap, ma come sempre gli addetti ai lavori palermitani non si guardano intorno come a Roma e Milano e noi siamo costretti a fare tutto da soli. Intorno al mio disco c’è un grande interesse da parte del mondo cristiano e ne sono orgoglioso anche perché da alcuni anni mi sono avvicinato alla fede”. E continua: “In Italia non c’è stato un ricambio di scena, chi viene fuori adesso c’era da tempo, ma non aveva avuto l’occasione giusta. Anche qui siamo pressoché gli stessi e tutti lavoriamo per emergere. Io ho sempre desiderato che ci si aiutasse l’un l’altro, ma c’è chi fa rap con coscienza e chi pensa solo al business”. Daniele Curaci, che con dj Amon conduce Beat street (lunedì, mercoledì e venerdi alle 14,00) su Radio Azzurra e con Frankie Loop sta curando il progetto Bassa frequenza e completando il secondo album A voi il resto, aggiunge: “Tanti giovani si avvicinano al rap e anche solo con un pc a casa cercano di farsi sentire, ma la musica andrebbe valorizzata meglio. Le prospettive future non sono eccellenti anche perché non c’è alcun supporto dal territorio e se la situazione migliorerà sarà solo merito dell’impegno di tutti noi rapper. Ma – conclude – le cose non vanno meglio nel resto d’Italia: Tormento ha fatto un grande album, ma si ascolta Fabri Fibra, perché funziona solo ciò che viene pubblicizzato”.
Rap: underground music in Palermo In Italy there is a music genre that, more than others, periodically affects geographical areas: it’s rap. Last months rap music invaded Rome with Fabri Fibra (Applausi per Fibra) and now with Flaminio Maphia (La mia banda suona il rap). Years ago rap music invaded Milan with its Articolo 31. In Palermo this music is active with bands who operate underground, being a sort of niche music, whose golden age was in the late ‘90s. Of course, our local rappers are not like the big ones, full of muscles and gold necklaced, worshipped by scantily dressed women. The main local leader is Othello (two CDs and his own label - info: www.combostudio.it) and many music collaborations with the best Italian rappers, such as Piotta, Tormento, Mondo Marcio and Cor veleno. Another local rapper is Daniele Curaci, who hosts Beat street (Mondays, Wednesdays and Fridays, at 2.00 pm) along with dj Amon on Radio Azzurra. He is also working on his second CD A voi il resto, and along with Frankie Loop he is working on the project “Bassa frequenza”.
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pubblicitĂ elettorale a cura del candidato
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“Sono stato allievo di Mimmo Cuticchio. Il suo teatro e la tradizione siciliana dell’opera dei pupi – racconta Vincenzo – sono la base professionale di un lavoro che poi ho sviluppato personalmente. Ho preferito concentrarmi sulla parte vocale e sull’utilizzo del corpo, lasciando da parte la manipolazione dei pupazzi. Avendo fatto tesoro dei ritmi del cunto tradizionale sono andato alla ricerca di forme più arcaiche, ancora vive nella tradizione africana, le cui assonanze sono presenti nella cultura della mia isola”. Nel 2005 non tarda ad arrivare il riconoscimento: il premio dell’Associazione Nazionale Critici quale autore, attore e regista. Se ci fosse bisogno di accreditarlo, si potrebbe aggiungere che come attore ha lavorato con tanti registi: Giancarlo Sbragia, Salvo Licata, Roberto Guicciardini, Sandro Sequi, Giancarlo Sepe, Egisto Marcucci, Mario Moretti, Pasquale De Cristofaro, Gabriele Lavia, Mario Martone, Roberto De Simone; e con attori come Renato De Carmine e Giulio Brogi, Toni Servillo e Gianni Agus o Mariano Rigillo.
fotografie di Serafino Amato
di FRANCESCA DI RAFFAELE
Costante e intenso interprete di un teatro fisico, quasi viscerale, capace di scavare nella tradizione per cavarne letture nuove e originali ecco il cantastorie moderno, Vincenzo Pirrotta. Direttore d’orchestra di mattanze e storie di Giufà, capace di riscrivere le Eumenidi di Eschilo dalla traduzione di Pasolini alla forma del cuntu e della narrazione epica, dedicata in genere a mori e paladini, e quindi in dialetto siciliano, proponendo una espressività mediterranea fatta di risonanze arcaiche, di liturgia popolare, e capace di fondere, come avveniva nel teatro greco, l’elemento popolare con forme alte e contenuti densi. Classe 1971, nato a Palermo e cresciuto a Partinico, allievo del maestro Mimmo Cuticchio, dal 1996 muovendo dall’opera dei pupi, Vincenzo Pirrotta ha reinventato con la sperimentazione le sonorità arcaiche della tradizione popolare sulle tracce di quelle contaminazioni maghrebine e nordafricane presenti nella cultura meridionale.
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TEATRO Vincenzo Pirrotta fra Cunto e Dramma
Oggi, autore e affermato regista, gode di piena attenzione da parte della stampa e occupa le programmazioni dei teatri nazionali con i suoi spettacoli Eumenidi, U’Ciclopu di Euripide nella versione pirandelliana, e con La Sagra del Signore della Nave (prodotto dal teatro India di Roma), con il quale è stato in tournée a novembre e dicembre 2006 facendo tappa anche al teatro Nazionale di Oporto in Portogallo e grazie al quale ha appena vinto il premio UBU 2007 per la miglior regia insieme a Latella e Tiezzi: un apologo La Sagra (testo di Pirandello) sulla dignità della natura dell’uomo, animale nobile, comparata a quella del porco, animale vile, in cui continuando la sua ricerca sui ritmi mediterranei, si compenetrano la danza, la musica, il canto e la parola recitata. Nel 2007 è stato a Napoli, Todi, Città di Castello e Brescia con La Ballata delle balate spettacolo, che ha debuttato lo scorso ottobre al Nuovo Montevergini nell’ambito del Palermo Teatro Festival, attraverso cui autore e regista indaga sul rapporto tra spiritualità e mafia questa volta con uno stile in cui insolitamente domina sulla scena l’immobilità e la parola viene imprigionata dentro un rosario (nel ruolo del protagonista-latitante l’attore Filippo Luna) fatto di misteri dolorosi e misteri gloriosi. “L’idea – racconta Vincenzo - nasce dalla suggestione che subii sette anni fa quando, dopo l’arresto di Pietro Aglieri si disse che durante la sua auto-reclusione di latitante celebrasse messa”. Parole sacre travisate e tradite dalle quali viene alla luce il rapporto tra il sangue versato di Cristo e quello delle cinquemila vittime di mafia, dalla strage di Ciaculli del ‘68 fino al ‘92. “La mia coscienza civile è ancora viva – dice – e voglio sottolineare quanto dobbiamo ancora fare i conti con un certo tipo di fascino che la mafia esercita.”. E lo sottolinea in maniera più convincente citandoci una parte della sua ballata che dice “se anche un uomo d’onore è riuscito a sedersi in parlamento vuol dire che la mafia fa parte di questo Stato. Il suo fascino e il suo potere la rendono invincibile!”.
Vincenzo Pirrotta: an actor, a story-teller, a dramatist
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Deep and constant interpreter of a physical theatre, he likes digging into the tradition to find out new and original texts: that’s him, the new story-teller, Vincenzo Pirrotta. He likes re-writing Aeschylus’s Eumenidi or Pasolini’s works in the style of the cuntu, the most traditional narration in Sicilian dialect; he likes staging Euripides’s U’Ciclopu in Pirandello’s way, mixing Mediterranean terms with archaic echoes and folk tradition: in short, he is able – as it happened in the old Greek theatre – to blend folk literature with more sophisticated contents. Born in Palermo and raised in Partinico, he studied with Mimmo Cuticchio, and since 1996 – starting from puppet shows – he has “re-invented” the old local folk tradition and has mixed it with Maghrebi and North-African culture. Today, he is a famous author and director, and works for many national theatres. He is currently touring with his La Sagra del Signore della Nave (produced by the Teatro India in Rome), and he is going to perform in Portugal (Oporto National Theatre). In January he is touring in Italy (Naples, Todi, Città di Castello and Brescia) with his La Ballata delle balate..
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Dalla realtĂ alla fiction
DAVIDOFF SERVICE Design e Arredamento
High Tech
Impreziosire l’ambiente della casa attraverso l’armonia dell’estetica e della funzionalità. Essenziale, puro, elegante, capace di sposarsi con l’arredamento è il design che Davidoff Service offre a clienti per tutte le tasche. L’azienda, leader nel mercato high tech, offre una vasta gamma di prodotti, dagli impianti hi fi ai prodotti dolby surround, all’home teatre e cinema, ai televisori al plasma, ai pannelli lcd, ai videoproiettori. Presente sul mercato da diversi anni e diretta dal titolare Davide Scalici, Davidoff Service rappresenta il meglio per costruire l’articolo in base alle esigenze del compratore, dalla spesa allo spazio, dai dettagli alla semplicità, mantenendo sempre alta la qualità delle immagini e della musica. Il prodotto di punta? La tv, appesa al muro o appoggiata ad un piano, con lettore cd, dvd o decoder digitale terrestre integrati. O con pc estraibile in ogni occasione. Il tutto con grandi rifiniture esterne per assecondare le ultime tendenze stilistiche, dal wengè, allo schermo a specchio o in cristallo, alle cornici antiriflesso per una visuale ampia e costante da qualunque angolazione. Un oggetto che, insieme ad altri, fa esso stesso da pezzo d’arredamento ed è il risultato di grandi marchi. Davidoff, esclusivista Hantarex, vanta prodotti made in Italy e ultra moderni oltre che essere venditore di case tradizionali e estere come la Pioneer o la Sony. Davidoff offre un ampio ventaglio di servizi, dalla consulenza alla vendita, al rental, alla prova e assistenza tecnica a domicilio, gratuita e oltre i due anni di garanzia previsti dall’Unione Europea. Scelta dai clienti fidelizzati e non, è, ormai, la meta di architetti che si affidano al Service per la progettazione tecnica degli impianti, luce, video e audio. Ma anche di quanti vogliano acquistare o noleggiare attrezzature per case, uffici, negozi, wine bar e locali notturni. In sintesi, quella di Davide Scalici è un’impresa che, nella sua attività a 360 gradi, coniuga consulenza, trasparenza e cortesia, ossia quel valore aggiunto che la rende più competitiva rispetto alla concorrenza. Chi vuole adeguarsi allo stile e all’innovazione Davidoff, può recarsi al punto vendita di via Catania 69 a Palermo. Chi, invece, non volesse scomodarsi, può contattare il Service al numero telefonico 091/6264513 e richiedere un intervento direttamente a destinazione.
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fotografie di Massimo Barbanera
di VIENNA LEONARDO Design and high-tech furniture
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Davidoff service - leader in hightech market - offers a broad range of products such as hi-fi and dolby surround equipment, home theater, plasma and LCD TVs, projectors and much more. This young company was established only six years ago and its manager - Davide Scalici - and the nine employees are ready to help you in finding everything you are looking for: sleek TVs, cutting edge PCs, wengee wood, reflective or crystal screens, anti-glare frames, and so on. Besides the most well know companies such as Pioneer, Sony or Hantarex – of which it is the sole agent – Davidoff also offers a wide range of services, including the planning of electrical, audio and light systems as well as the rental of equipment to businesses and individuals. Competence, expertise and kindness make Davidoff service clearly stand above the competition. If you want to check for yourself, you are always welcome at 69, via Catania in Palermo or call at 091/6264513.
CINEMA
24 FOTOGRAMMI
IL 7 E L’8
di Ficarra e Picone La carriera di un comico è un viaggio sul filo di un rasoio, il rischio? Quello di ripetersi, di non suscitare più il sorriso nello spettatore, di venire meno quindi alla propria funzione. La comicità è un’arte che necessita di talento, fantasia, ma che vive soprattutto di tempi, di pause, di situazioni, di riferimenti. E’ in questo senso che il lavoro del duo palermitano ha pienamente centrato il bersaglio. Il talento c’è e questo si sapeva, ma è l’architettura del film, che lo esalta e lo sottolinea. Una storia banale in fondo, ma argomentata in modo alternativo, semplice ed efficace. Il concetto dello scambio di vite è tutt’altro che il fulcro della trama, piuttosto un pretesto per lasciare interagire dei personaggi ottimamente caratterizzati. Il ritmo è incalzante almeno per tre quarti di film e nulla è lasciato al caso: Non c’è una singola sequenza che non preveda una battuta, un verso, un’espressione, che mantenga viva l’ilarità dello spettatore. Si ride per la spontanea comicità di Ficarra e Picone, ma anche per la loro professionale capacità di cogliere i tempi giusti, le espressioni più colorite. Ficarra è una maschera, in certi momenti ricorda la mimica di Franco Franchi, anche se il personaggio, scaltro e indisponente, è di tutt’altro stampo. Picone al contrario è l’apoteosi della semplicità, gioca a fare il classico “pezzo di pane” e condisce la sua interpretazione di battute innocenti e gustose. La coppia funziona non c’è che dire, l’uno la nemesi dell’altro, tanto più in questo film, che ha il pregio non indifferente di immergerla in un contesto credibile e caratteristico. Apprezzabile la Palermo, che traspare da questo film. Per una volta la città per come la viviamo noi: colorata, teatrale, contraddittoria, viva. Da sottolineare anche il contributo prezioso della cinematografia nostrana, con i deliziosi cameo di alcuni fra i più noti attori palermitani, Tony Sperandeo e Paride Benassai su tutti. La flemma di Remo Girone, la voce profonda di Arnoldo Foà ed il fascino di Eleonora Abbagnato (forse troppo bella per giocare a fare la ragazza normale) ingentiliscono un film, che merita di essere visto e che ripaga pienamente lo spettatore, anche della coda disumana al botteghino. Una commedia per come dovrebbe essere, che si lascia alle spalle clichè e stereotipi linguistici di una sicilianità che fu, per proporre una nuova, più realistica (di conseguenza anche più comica) immagine della nostra città e della nostra gente.
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Proprio niente di meglio da fare?
Meglio di una fiction in Tv....
Ficarra & Picone’s new film Being a comedian is a very difficult job, and if you stick to clichés the audience may stop laughing. You need skills and creativity, as well as the right pauses, situations and references. This time the Palermitan duo has hit the mark, wisely using skills and good plot structure. The plot is quite standard, but it is carried on with new ideas, and the mistaken identity of two babies is just the starting point, not the plot itself. The rhythm is pressing and nothing is left unattended: each single sequence calls a joke or a line and catches the audience’s attention. Ficarra is like a mask and now and then he recalls us the great Franco Franchi, without trying to imitate him. Picone – on the contrary – is the best example of a simple and naive man who makes us laugh for his spontaneity. The film is set in Palermo and – just for a change - we don’t find the usual clichés and we can enjoy the city the way it is, with its colours, contradictions and liveliness. Among the actors – some from theatre – we mention Tony Sperandeo, Paride Benassai, Remo Girone, Arnoldo Foà and the charming Eleonora Abbagnato, whose mastery will be a rewarding payback after the long queue to buy the ticket. Dignitoso, ma non lo ricorderete per tutta la vita.
di Steven Soderbergh
Un omaggio nostalgico al cinema anni ‘40. Una fotografia ricercata, fatta di tagli elegantemente obsoleti e di contrasti esasperati, un’ atmosfera rarefatta e profondamente noire, una Cate Blanchett semplicemente meravigliosa, sensuale ed algida, vittima e carnefice, eterea ed oscura: Queste le uniche note positive. Il resto delude non poco. Clooney è imbarazzante, un ruolo disegnato veramente male e recitato peggio, al limite del risibile. Maguire ha due espressioni, una con la maschera di Spiderman e una senza, e senza puo’ interpretare un liceale, al massimo. La trama poi si attorciglia su se stessa, anziché intrigare, lascia perplessi. La citazione di Casablanca alla fine, date certe premesse, semplicemente non è consentita, né accettabile. Che Soderbergh sia uno dei maggiori talenti in circolazione è fuori di dubbio e proprio per questo era lecito aspettarsi di più. Pare proprio il caso di dire, per rimanere in tema di omaggi, “non ti dovevi disturbare...” PRO La fotografia merita e regala attimi di buon cinema, Cate Blanchett è onirica, quasi trasparente. CONTRO Clooney è peggio dell’ispettore Clouseau e Maguire del suo personaggio ha solo gli abiti di scena.
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di Zack Snider
di ALESSANDRO GARRAFFA
INTRIGO A BERLINO
La Storia che diventa leggenda, la leggenda che si eleva a mito. La graphic novel di Frank Miller, ci riporta agli occhi, con l’impeto rosso del sangue, un capitolo esiziale dell’esperienza umana: La battaglia epica fra Forza e Potere, concetti spesso confusi, ma profondamente diversi. Il Potere si compra, la forza si acquisisce, il potere è effimero, la forza imperitura, il potere logora, la forza rinsalda, il potere è brama di dominare sugli altri, la forza è fierezza di difendere le proprie idee.“Beatissimi voi, ch’offriste il petto alle nemiche lance”. Sturm und drang, meravigliosa potenza dell’uomo che proietta la propria libertà oltre la morte. Cupo e scintillante di metallo, saturo di una grandeur che soltanto il sangue versato puo’ alimentare, il sangue di Sparta, civiltà della forza, il sangue di Leonida, eroe che non conosce sconfitta. Onore ai caduti, antichi e moderni, onore a chi combatte, anche se solo per morire libero.
PRO
Un’esperienza catartica, che spiega il vero significato della vittoria.
CONTRO
Il nodo alla gola non va più via.
STILL LIFE di Jia Zhang Ke
Una Cina dissestata, una civiltà a metà fra demolizione e rifondazione, uno scenario surreale in continua catastrofe, attraversato da personaggi alla spasmodica ricerca del loro passato. “Non dobbiamo mai dimenticare chi siamo”, perchè l’essere, inteso come identità, è l’unico punto fermo, l’unico appiglio in un mondo, in cui tutto crolla, scivola sotto il livello dell’acqua o perché no si proietta nel cielo come un missile in una splendida parentesi surreale. Precarietà come abitudine, come stile di vita, assuefazione al deracinement. La scena finale è la meravigliosa chiave di lettura di questo film: Un uomo in equilibrio su un filo, sospeso fra due palazzi in demolizione. Un’opera che non strizza l’occhio allo spettatore medio, ma che indubbiamente ha un contenuto estetico e concettuale di altissimo livello.
PRO
Un affresco realistico e travagliato di una civiltà sospesa fra antico e moderno, fra macerie e sviluppo.
CONTRO
Ritmi lenti, armonie (e dissonanze) orientali. Solo per cinefili.
SAW III
di Darren Lynn Bousman Paradigma dello stravolgimento di un buon concetto di base, questo terzo capitolo è la contraddizione in termini dell’idea di partenza. Splatter immotivato, esplicito, gratuito, assolutamente svuotato di quella tensione che caratterizzava il primo episodio. Gli equilibri si spostano e l’angoscia per i giochetti mortali del cinico e mefistofelico Jigsaw viene sostituita da un senso di disgusto generale. L’intreccio e i colpi di scena passano in secondo piano e tutto si riduce a una successione scontata e sadica di torture mortali. Un’insistenza morbosa e granguignolesca sui crani scoperchiati, sugli arti frantumati, sui corpi dilaniati. Orrore si, ma per il film.
PRO
Jigsaw muore, quindi non ci sarà un quarto capitolo... (ma anche si....)
CONTRO
Da vedere senza mezzi termini.
Capolavoro, quando si esce dalla sala ringraziando.
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Tutto: praticamente è una piccola guida su come NON fare un film horror.
ARTE & DINTORNI
Nuova Vita per l’Oratorio Santo Stefano Protomartire
“Du ancili, n’artaru, mura scorciati, n’armariu di vitru sfacciatu, pidana di marmu, sapitura, ma un si nni canta missa”, così la poetessa Francesca Guajana racconta in versi l’oratorio di Santo Stefano Protomartire, un luogo di culto, ormai sconsacrato, situato nel cuore del centro storico di Palermo, proprio di fronte al Monte di Pietà. Eretto dall’omonima Compagnia fondata nel 1580, fu costruito dai genovesi a seguito di una spaccatura della Nazione Genova, in contrapposizione con la chiesa di San Giorgio dei Genovesi. In origine, l’oratorio era costituito da una cappella con soffitti a cassettoni dipinti, pareti affrescate, pavimentazione in maiolica e sotterranei adibiti a cripte mortuarie; successivamente, nel XVII secolo, fu abbellito con stucchi di Giacomo Serpotta e del figlio Procopio, arredi lignei e opere del pittore genovese Bernardo Castello che in quindici grandi tele rappresentò proprio la vita di quel Santo Stefano a cui era intitolato il luogo.Fin qui la vita fulgida di questo spazio, poi il decadimento e il trafugamento delle opere lo hanno consegnato spoglio alla storia dei nostri giorni.
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di angelo luca pattavina
di Carlo Carrà rubata da un ufficio pubblico nel 1999, un’anfora del VII-VI secolo trafugata dal Museo Archeologico A. Salinas nell’agosto del 2003 e un Fonte Battesimale del 1574 trafugato nel 1989 dalla Chiesa Santa Maria La Nova. I risultati di questo impegno lentamente arrivano e lo testimonia il ritrovamento nel 2005, a seguito di una telefonata anonima proprio allo sportello del Centro, della “Madonna del Lume” di Rodrigo Cenzuales, un’opera del 1733 che era stata trafugata nel 2004 dalla Chiesa S. Stanislao Kostka al Capo di Palermo. L’iniziativa, ormai giunta alla sua sesta edizione, continua a svilupparsi, anche all’estero, con contatti stabiliti sia con le Ambasciate, sia con gli Istituti Italiani di Cultura, in modo da creare una “rete” che riesca a dare ancor più visibilità a un problema che in Italia ha un volume d’affari secondo solo a quello del commercio della droga. “A tant’altro si dovrà pensare e tant’altro si dovrà realizzare per ricostruire, fin che si può, sulle nostre radici culturali, le orme del nostro passato”, sostiene saggiamente il presidente Gippetto, “per rievocare i temi della nostra identità storica e i beni tangibili, affinché la genialità di ieri resti a disposizione della fruizione del domani”. L’oratorio Santo Stefano Protomartire si trova in piazza del Monte di Pietà, 5. Per informazioni, si può telefonare al numero 091.322480 o collegarsi al sito www.extroart.org.
Extroart, a new life for the Santo Stefano Protomartire Oratory Since 1998 the Santo Stefano Protomartire Orator y a deconsecrated church in the ol d city centre, opposite the pawn agency (Monte di Pietà) – has been managed by Extroart, a no profit association whose president is Ludovico Gippetto. Since then, it has been the location of the International Multimedial Art Centre, organizing a lot of interesting events: handicrafts and charitable activities, exhibitions, concerts, art meetings (sculpture, painting, music and architecture). Among the most important events: a conference with the wrapping artists Christo and Jeanne-Claude in 2000, Medhat Shafik’s “The wall of silence” - the Sicilian rock sculpture winning the Golden Lion in 1995 Venice Biennale, or the “Wanted” project – postcards picturing some of the many wanted works of art. The orator y is in piazza del Monte di Pietà, 5. For further info: 091.322480 and www.extroart.org fotografie Massimo Barbanera
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Dal 1998 la Curia Arcivescovile di Palermo lo ha affidato ad Extroart, un’associazione no profit, presieduta da Ludovico Gippetto, che lo ha riconvertito in Centro Internazionale Multimediale d’Arte Contemporanea, facendone un “cantiere aperto” in restauro. Da allora numerose iniziative lo hanno visto al centro dell’attenzione: manifestazioni di rilancio di attività artigianali, eventi di beneficenza, realizzazioni di mostre, concerti, proiezioni e simposi di scultura, pittura, musica e architettura (di grande importanza l’incontro organizzato nel 2000 con gli artisti dell’impacchettamento Christo e Jeanne-Claude). Un’attività a 360 gradi che vede l’organizzazione protagonista anche alla Biennale di Venezia del 1995 come produttore de “Il Muro del silenzio”, un’opera monumentale in pietra siciliana dell’artista Medhat Shafik, esposto nel Padiglione Egitto premiato con il Leone d’Oro.Ma la più interessante delle iniziative è quella del progetto “Wanted”, una vera e propria campagna pubblicitaria realizzata attraverso uno sportello informativo aperto presso il Centro e dei cofanetti contenenti cartoline raffiguranti opere d’arte trafugate, che ha il fine di diffonderne la conoscenza per arrestare la loro illecita commercializzazione. Un progetto che ha come icona rappresentativa quella inestimabile “Natività” del Caravaggio trafugata dall’Oratorio di San Lorenzo nel lontano 1969 e di cui ancora oggi non si hanno notizie, ma che annovera tra le altre, solo per citare quelle sottratte a Palermo, anche la “Marina di Carrara”
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“Alete e il Grande Sogno”
titolo autore edizioni pagine prezzo
ALETE E IL GRANDE SOGNO CATERINA SAVASTA NUOVA IPSA 156 10,00 €
Per segnalazioni di libri da recensire rivolgersi all’indirizzo mail dex@neomedia.it, vi verrà dato un parere di lettura o fissato un appuntamento presso la Redazione di FeelRouge in via Mariano Stabile 110 con Deborah Pirrera.
“Alete e il grande sogno” Don’t take it as a book review, take it as a good piece of advice! Don’t miss “Alete e il grande sogno” - a fairy tales book for children. Actually, anyone should read it: kids, adults, fast grown-up children, no grown-up adults, and finally, adults and children together. Just like in the old times, when grandparents smell good and didn’t care about wrinkles, when a ball was just a ball to run after in a dirty ground, when Sunday’s matches were only a way to spend some time with your family, and Raffaella Carrà was dancing and singing on TV. Caterina Savasta – a local writer, teacher and archeosophy expert - has written this book to remind you about fairy tales, knights, the queen of the night, the orange postwoman called Pallina and her bicycle Pacletta. It’s a book that will make your kids laugh, and will amuse your inner child too.
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Per questo numero di Feel Rouge mi sento di dare al pubblico un consiglio di lettura, che sarebbe riduttivo chiamare con il termine tecnico di “recensione”. No, questo è proprio un consiglio. “Alete e il grande sogno” della palermitana Caterina Savasta è un libro di fiabe e racconti, quelli che le farfalle hanno suggerito alla zia di Alice, quindi per eccellenza un libro per bambini. In realtà tutti dovrebbero leggerlo: bambini, adulti, bambini cresciuti troppo in fretta, adulti che non sono cresciuti affatto e, l’optimum, adulti insieme ai bambini. Come i vecchi tempi, quando i nonni profumavano ancora di buono e avevano tempo; quando i nonni erano felici di esserlo. I bei vecchi tempi in cui una palla era ancora una sfera da rincorrere su un campetto pieno di fossi, le partite della domenica erano solo un modo per divertirsi tifando, la sera ci si riuniva tutti, adulti e bambini, davanti al varietà della Carrà, e … “se fai il bravo, ti cucino l’osso buco che so ti piace tanto”. Quei tempi lì, insomma. Ed ecco allora Caterina Savasta, laureata in lettere, insegnante, impegnata nel sociale, cultrice di Archeosofia, a ricordarci che esistono le favole, quelle con i Cavalieri, la Regina delle notti, la postina arancione che non può che chiamarsi Pallina e Pacletta la sua bicicletta. E come le favole esistono anche i bambini con la loro allegria contagiosa, la fantasia incontenibile che non conosce il limite del reale e quando non trova altra soluzione, inventa, i bambini che ridono e gli adulti che vorrebbero tornare ad esserlo solo ogni tanto, magari con l’aiuto di un buon libro. Ma di questi bambini spesso ci si dimentica, oppure semplicemente non si capisce quello che vogliono dire. Mi è capitato di leggere un articolo di recente in cui una mamma single con due bambini, come ce ne sono tante, in continue difficoltà economiche tra lavori precari e bollette, nei momenti di maggiore scoraggiamento trovava che i suoi migliori, se non unici maestri, erano i suoi due bambini. Ecco, forse dalla loro leggerezza avremmo tutti qualcosa da imparare perché una partita torni ad essere tale, i varietà (quelli che ancora si possono tollerare) un momento di aggregazione, e un libro di storie, o i cd che contiene per chi avesse poco tempo, l’occasione per ritrovarsi bambini con i propri bambini.
di DEBORAH PIRRERA
LIBRI: SPAZIO AGLI ESORDIENTI
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