Feel Rouge Magazine 7

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DENTRO FEEL ROUGE

Se rinasce la Speranza ph: Baiamonte

Vincenzo Agostino, padre di una vittima della mafia

THE CITY’S REBIRTH We are well aware that mafia has not been defeated yet, and this difficult fight cannot be won with arrests and repentances only. To succeed we must change our mentality and this is a long process which takes a lot time and must involve the community itself, the political system, business activities and the youth’s behavior. By the way, it’s evident that since a while Sicily has started believing that things can be changed and that the mafia system can be uprooted. People are more and more aware that the Cosa Nostra system is dangerous for all of us. That’s why in this issue we talk about the Addiopizzo committee, telling how something amazing happened in just one night, when someone glued some stickers on the walls around the city. Our schedule follows a single thread: we talk about Sasà Salvaggio and his Sicilian tales which tell about intriguing aspects of Sicily, then we move to the important activities undertaken by the productive side of the city, and we go on talking about life in Palermo with its contradictions, to end up with a mini-survey on sports facilities.

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Nessuno s’illude che la mafia sia vinta per davvero e definitivamente. Questa è una battaglia profonda che non si compone solo di arresti o pentimenti, ma riguarda comportamenti e mentalità che potranno venire sradicati solo col tempo (molto tempo) e con esempi positivi e coraggiosi che vengano dalle parti essenziali della società, politica, imprenditoria, gioventù. Però c’è un diritto che la Sicilia temeva di avere perso e che è tornata a riassaporare. Quello di sperare che le cose cambino, che il “pensiero” mafioso non sia irredimibile, che le generazioni future possano contare su altre prospettive. Da qualche tempo la speranza si nutre di concretezze maggiori. Di convinzioni diverse almeno di una parte dei cittadini. Non è vero che “a Palermo è sempre stato così e sempre sarà così…”. Non può essere vero. Sta finalmente facendosi largo l’idea che restare passivi ed accettare il codice di prepotenza proposto da tutto ciò che possiamo chiamare mafia è dannoso ed assurdo. Che bisogna reagire, che se comincia uno, gli altri prenderanno coraggio a lo seguiranno perché capiranno che non è inutile. Potremmo fare tanti nomi, scegliamo quello di Vincenzo Agostino, simbolo di chi è ancora in cerca di risposte. Dunque, “Addio mafia” è un augurio e una realtà da costruire. Dando voce a chi si è ribellato al racket delle coscienze che alberga dentro di noi. Ecco perché ci è sembrato significativo raccontare com’è nato il movimento che ha scosso la Sicilia gettando un seme destinato ad alimentare tante piante del domani. Quel momento, quello degli “attacchini” che disseminarono la città di strani “pizzini” destinati a diventare celebri, l’abbiamo battezzato “la notte che cambiò Palermo”. Anche in questo caso sappiamo bene che il titolo è una spettacolarizzazione giornalistica, che il cambiamento è appena iniziato e si avverte per il momento solo in pochi dettagli. Ma c’è stato. Lo testimonia l’ampliamento dell’attenzione dei giovani a certi problemi. Ed allora è giusto farne il manifesto di una speranza che rinasce. Il percorso seguito in questo numero da Feel Rouge è circolare. Perché abbraccia anche il desiderio di raccontare una Sicilia diversa, ridanciana ma colta come nei Racconti di Sasà Salvaggio; dà spazio alle iniziative di una parte produttiva della città che sta assumendo sempre maggiore rilevanza, come nel caso della piccola editoria, del jazz o di un cartone animato targato Palermo; continua a descrivere una metropoli che contiene nel proprio ventre tante storie diverse, spesso contraddittorie; a visitare in una mini-inchiesta gli impianti sportivi della città che della incoerenza sono spesso un incredibile esempio.


ADDIO MAFIA

La Notte che cambiò Palermo La notte che cambiò Palermo era il 29 giugno 2004. Una notte di inizio estate, un lieve vento di scirocco attraversava la città. Tre giovani in maglietta e jeans si aggiravano con circospezione tra le vie del centro, nel salotto bene: quello con le vetrine piene di glitter, lustrini, paillettes. Dalle tasche tirarono fuori alcuni adesivi listati a lutto e in pochi minuti tappezzarono le vie tra il Politeama e il Massimo con quella frase che sarà difficile da dimenticare. “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Uno schiaffo al finto perbenismo e alla coscienza dei cittadini. Così ha avuto inizio una straordinaria avventura. Così è nato Addiopizzo, il comitato cittadino contro il racket delle estorsioni. Dall’idea di quei tre ragazzi la città, o almeno una parte di essa, ha cambiato volto e in quasi quattro anni gli iscritti sono ormai diecimila. “L’idea dei volantini - racconta Ugo Forello, uno dei tre padri fondatori - è nata in una bella serata in cui abbondava il vino. Eravamo io, Vittorio e Francesco”. Laureati di fresco, gli amici volevano cimentarsi nell’imprenditoria aprendo un piccolo pub. E’ stato proprio quando hanno iniziato a ponderare le spese che uno di loro ha detto: “E se ci chiedono il pizzo?”. “Ognuno di noi - dice Vittorio Greco - ha ricevuto una formazione con una sensibilità abbastanza forte nei confronti dei problemi connessi alla mafia”. E così, dati alla mano, i tre amici hanno scoperto che almeno l’80 per cento dei commercianti pagava il pizzo. L’idea provocatoria dei volantini a lutto è stata una conseguenza naturale. A stamparli fu un tipografo ignaro di quello che sarebbe accaduto. Il 30 giugno la città si risvegliò tra lo stupore della gente. Il prefetto Giosuè Marino riunì il comitato per la sicurezza con le più alte autorità delle forze dell’ordine. Tra le ipotesi c’era quella del gesto di un commerciante disperato, ma si pensò pure alla mafia. L’allora questore, Francesco Cirillo, fece anche una richiesta alla magistratura per perseguire gli autori per procurato allarme sociale. Qualche cittadino, addirittura, si sentì offeso da quella frase. Quella mattina sotto choc c’erano anche i tre autori della manifestazione.

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di romina marceca Una delle iniziative di AddioPizzo in una foto d’archivio di Gero Cordaro

“Non ci aspettavamo che succedesse tutto quel clamore - ricorda Francesco Calabrese. In una lettera spiegammo il perché attraverso i quotidiani”. La prima uscita, anche se ancora sotto mentite spoglie, risale al 29 agosto successivo. L’anniversario per la morte di Libero Grassi, quell’anno, fu denso di avvenimenti. Uno striscione per ogni cavalcavia della città e un altro commemorativo davanti al luogo dell’omicidio. Lì, quel giorno, qualche giornalista scorse tra i visi di alcuni giovani una partecipazione commossa tanto da avvicinarli e scambiare con loro qualche battuta. Da lì a poco i ragazzi di Addiopizzo, che in quel momento contava una manciata di aderenti, sarebbero usciti allo scoperto con nomi e cognomi. Dall’arresto di Provenzano a quello dei Lo Piccolo e fino alla nascita della prima associazione antiracket, Addiopizzo è sempre presente. Diverse le iniziative volte ai cittadini che, a tutt’oggi, sono fondamentalmente tre. In primis la diffusione del consumo critico con diecimila cittadini iscritti; poi c’è il settore delle scuole con progetti che coinvolgono attivamente gli studenti (il prossimo appuntamento è il 5 maggio). La terza è quella volta a diffondere il pensiero critico attraverso temi connessi a mafia e legalità. Per intenderci, i giovani di Addiopizzo scavano nelle responsabilità politiche dei pubblici poteri: hanno chiesto di farsi da parte sia a Cuffaro che a Crisafulli. “Il nostro è un comitato apartitico. Per essere credibili noi è giusto che anche i poteri che ci rappresentano lo siano”.

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foto di Francesco Baiamonte


ADDIOPIZZO One night – it was June 29, 2004 – something unusual happened in Palermo. It was summer and a hot wind blew on the city. Three boys were suspiciously walking in the most respectable area of the city, between Politeama and Massimo theatres when suddenly they took some black stickers out of their pockets and covered the area with a sentence that locals will never forget: “people paying protection money have no dignity”. That’s how this extraordinary adventure started and Addiopizzo – the city non-party committee against protection money, the so-called pizzo, was established. Since then the city has changed a lot and in about four years the committee can count ten thousand subscribers. The idea of making stickers was of three newly graduated guys – Ugo, Vittorio and Francesco – who wanted to open a night club. “What should we do if someone asks us to pay the pizzo?” At that time about 80% of local traders had to pay protection money. Three months later, on the anniversary of Libero Grassi’s death, all city bridges were decorated with huge banners, and Addiopizzo’s guys spread the voice around. Since then, the committee has been very active with different activities and school projects.

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E la Panella disse No al Racket senza l’aggiunta di ricotta). Una tradizione che la famiglia Conticello porta avanti nel cuore del centro storico di Palermo dal 1834. Ma l’imprenditore è anche l’uomo che ha messo in campo la rabbia dei cittadini oppressi dal pizzo e l’ha fatto senza tentennamenti. Nel suo locale sono arrivate anche le telecamere della tv araba Al Jazeera, dell’inglese Cbs e della cinese CC Tv. Sul fronte delle indagini la polizia ha trovato però, tra i pizzini di Salvatore Lo Piccolo e del figlio Sandro, i boss della mafia arrestati nel novembre scorso, un lunghissimo elenco di imprenditori che pagano: un segno che la strada da percorrere è ancora lunga. Dal giorno della prima deposizione pubblica la vita di Conticello è cambiata. Adesso

Conticello parla ai giovani di consumo critico in una foto dell’archivio di Gero Cordaro

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In aula, senza abbassare lo sguardo, ha puntato l’indice contro il suo esattore del pizzo. “E’ quel signore lì con le stampelle, Giovanni Di Salvo”. E da quel giorno, il 18 settembre scorso, Vincenzo Conticello, imprenditore palermitano, è diventato uno dei simboli dell’antiracket in Italia, l’uomo che ha avuto il coraggio e il senso civico di opporsi alla mafia a viso aperto, senza cedere alla paura. La voglia di riscatto contro il racket delle estorsioni è stata poi seguita da altri imprenditori, Andrea Vecchio e Alfonso Guajana, per fare due esempi. Conticello, 52 anni, è il titolare della storica “Focacceria San Francesco”, locale simbolo dello slow food alla siciliana con il tipico pani ca’ meusa, schietto o maritato (cioè con o

di romina marceca

VINCENZO CONTICELLO


vive con quattro “angeli custodi” che non l’abbandonano mai, il suo avvocato di parte civile - Stefano Giordano, anche lui sotto scorta -  ha subito più volte intimidazioni da parte della criminalità organizzata. I quattro estortori di Conticello, al termine del processo di primo grado, sono stati condannati a pene esemplari: Francolino Spadaro - indicato come l’attuale boss della Kalsa e figlio del precedente reggente, Tommaso, ha avuto 16 anni; Giovanni Di Salvo, l’esattore, 13 e mezzo; Lorenzo D’Aleo, 10 anni. Vito Seidita, un altro presunto componente della banda che Conticello era stato costretto ad assumere nel suo locale, è stato condannato in abbreviato a 8 anni di carcere. Tutti imputati di estorsione aggravata. Nel locale è un viavai continuo di cittadini riconoscenti. Gente comune, studenti, professionisti, giornalisti e colleghi imprenditori e commercianti vessati dal pizzo. Conticello è diventato anche un punto di riferimento per chi ancora non ha trovato il coraggio di denunciare. “Spesso mi telefonano da Reggio Calabria, ma anche da Messina, Napoli, Salerno. Ho messo in contatto con i carabinieri diverse persone. La mia paura, l’unica è che tutto questo movimento si possa arrestare da un momento all’altro. E’ per questo che ripongo una gran fiducia nei giovani. Loro sono la nostra speranza”.   La parola pizzo, nel senso criminale di tangente estorta, viene direttamente dal siciliano “u pizzu” che è il becco degli uccelli. Una storia curiosa. Discende da “vagnari u pizzu”, far bagnare il becco, cioè dare un bicchiere di vino a una persona da cui si sia ricevuto un favore, in segno di ringraziamento. Da questa espressione gentile è venuta poi la metafora, ben più sgraziata, di far bagnare il becco, cioè il “pizzo”, ai mafiosi, in senso metaforico. “ Un concetto per me impossibile da accettare - dice Conticello - La mia famiglia la mafia la conosce bene. La mia bisnonna, Ermelinda Alaimo, era una “fimmina” di un certo tipo, capace di tirare perfino le orecchie ai piccoli Riina e Provenzano quando venivano in focacceria con le loro famiglie da Corleone. Mia nonna sapeva come comportarsi con loro ”. Oltre ai personaggi importanti, tra cui Hillary Clinton, Richard Gere, Tom Cruise e Sylvester Stallone, la famiglia Conticello ha visto sfilare sotto i propri occhi anche nomi storici della mafia siciliana. Luciano Liggio, ad esempio, era un affezionato cliente. Lucky Luciano, invece, anni prima aveva aperto una confetteria che confinava proprio con il locale dei Conticello. L’odor di mafia nella zona non è mai mancato. La strada in cui sorge il locale è a ridosso del quartiere della Kalsa, uno tra quelli a più alto tasso mafioso. “ Conoscevo e conosco certe facce - conclude Conticello -, non mi fanno paura, perché è gente che è cresciuta con me. Le nostre vite hanno preso strade diverse, ma non voglio perdere la speranza che qualcosa prima o poi cambierà ”.

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foto di Francesco Baiamonte


When businessmen say no to extorters

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Last September 18, looking straight at him, he said he was his extorter. Since that day Vincenzo Conticello – a business man from Palermo – has been assigned a security escort and has become the symbol of the anti-racket system in Italy. Mr Conticello is the owner of one of the oldest fast food restaurants in Sicily selling typical food, such as spleen sandwiches. A business started in 1834 in the old historical city centre of Palermo, well famous among tourists, and shot by many TV cameras, such as the Arabian Al Jazeera, the English Cbs and the Chinese CC Tv. Since his deposition, his life has completely changed and even his lawyer has been intimidated. His four extorters have been condemned with exemplary sentences. The restaurant is always full of customers, students, professionals, journalists and extorted traders who have not found the courage to denounce their extorters. The Conticellos have known the big names of the mafia system, such as Luciano Liggio and Lucky Luciano, who had a shop just next to his. “I know many mafiosi as I grew up with them, but I’m not afraid of them. Our lives have taken a different way and I really hope that something will change for them too very soon


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PROVINCIA IN TRASFERTA

Da Bruxelles agli States

Informazione Pubblicitaria tradizioni di Sicilia, pensati per rievocare un antico legame tra gli emigrati siciliani e la cultura d’origine. “ La mostra - afferma l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Giovanni Mammana - è un percorso di bellezze di grande suggestione e rappresenta un’occasione per relazionarci e confrontarci con un contesto europeo che necessita di molte attenzioni. Attraverso le immagini vogliamo suscitare negli emigrati un misto di nostalgia, ricordi, emozioni,

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Una valigia di ricordi e di speranze. La Trinacria è nel mondo. E’ partita al seguito di tanti siciliani che, dopo anni di sacrifici e nostalgia, hanno trovato all’estero un lavoro, una casa, una famiglia. I ricordi, però, non svaniscono. Possono affievolirsi, ma restano. E rivivono a Bruxelles, in Belgio, nelle immagini della mostra fotografica itinerante “Autunno Italiano” promossa dall’assessorato Politiche sociali della Provincia di Palermo. Scatti che raffigurano volti, luoghi e


sensazioni, e portare la testimonianza di volti, colori e luoghi in cui ognuno di loro ha le proprie radici culturali. Incontrare i nostri conterranei è servito anche a creare i presupposti per uno sviluppo economico basato su importanti relazioni con i siciliani che vivono all’estero ”. Alla missione condotta a Bruxelles ha partecipato anche il presidente del consiglio provinciale, Maurizio Gambino, che parla della mostra fotografica come un mezzo importante per “ coniugare e continuare il rapporto con i siciliani che sono andati via e mostrare com’è adesso la nostra Sicilia ”. Presente anche il consigliere provinciale Gigi Tomasino.

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Mammana, Tomasino e Gambino


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Mammana insieme a Maria Grazia Cucinotta

Ma “Autunno Italiano” è solo una delle due iniziativa realizzate dalla Provincia di Palermo nell’ambito del progetto “Incontro con le comunità siciliane in Bruxelles ed Atlantic City” finalizzato a rafforzare il legame tra le comunità di siciliani che vivono all’estero e la terra d’origine. La città del New Jersey, negli Stati Uniti, infatti, ha ospitato il debutto della Confederazione dei siciliani del nord America (CSNA). L’organizzazione, presieduta da Vincenzo Arcobelli, è nata per favorire la promozione culturale, di collegamento e coordinamento con i siciliani dell’America settentrionale. Durante la convention intitolata “Per unire i siciliani d’america” sono stati premiati i connazionali che hanno tenuto alto il nome della Sicilia nel mondo come l’imprenditore Lino Saputo, il presidente della Fondazione nazionale italo-americani (NIAF) Sal Zizza, il fondatore del Senior Citizens Center, Peter Cardella e gli attori e produttori cinematografici Ben Gazzara e Tony Lo Bianco. Testimonial della bellezza siciliana nel mondo, l’attrice Maria Grazia Cucinotta. «Il progetto - spiega Mammana nasce dall’osservazione delle esperienza di vita dei nostri emigrati che vivono e lavorano fuori dalla patria d’origine. Da anni cerchiamo di incontrarli e ospitarli quando vengono in Sicilia per fare sentire a ognuno di loro questo forte senso di appartenenza alla terra natia. E la Cucinotta... è una bella siciliana che vuole essere il nostro totem per rappresentare la Sicilia nel mondo».

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AUTUNNO ITALIANO

Vincenzo Arcobelli, presidente del CSNA

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Autunno Italiano (Italian Fall) is a touring photo exhibitions supported by the Assessorato Politiche sociali della Provincia di Palermo: great pictures showing the beauties of Sicily, its traditions, culture and people. The first stop is in Brussels where a long time ago many Sicilians moved to find a job, a home and a family. The assessor Giovanni Mammana says that this is also a great occasion to establish good connections with Sicilian expats and create financial activities. This exhibition is part of a larger project supported by the Province of Palermo which aims to create a link also with Atlantic City in New Jersey (USA), where recently an important meeting has been held by the Confederazione dei siciliani del Nnord America (CSNA). This organization – whose president is Vincenzo Arcobelli – intends to create closer relationships with the Sicilians living in Northern America. During the convention, some of the world wide famous Sicilians have been awarded, such as the actress Maria Grazia Cucinotta.


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Sole, mare e... piccola editoria. Questa è Palermo: un’immagine da cartolina e un’insaziabile voglia di cronaca, politica, economia, sport, spettacolo, moda, arte, viaggi, cultura e gossip. Un buffet di notizie servite su quotidiani, settimanali, mensili e periodici da acquistare in edicola o da sfogliare, gratuitamente, al bar, al cinema, al ristorante o presso enti pubblici e privati. Per stuzzicare la fame di informazione, la piccola editoria palermitana trova spazio tra i “big” della carta stampata puntando su un ingrediente fondamentale chiamato pubblicità. Perché la pubblicità paga. Ma per sfornare un prodotto editoriale di qualità, gli inserzionisti non bastano. Servono anche dosi di impegno, professionalità e creatività, indispensabili, non solo per conquistare, ma per mantenere la propria fetta di mercato. Negli ultimi anni, gli “chef” di casa nostra hanno creato quotidiani e riviste da leggere e da ammirare come Anteprima, Balarm, Cult, Feel Rouge, I love Sicilia, Sicilia Tempo, Il Quotidiano di Palermo, Il Siciliano, Kaffé, Lapis, Mediterraneo, Panormus, Passpartù, Scirocco e Zoe. Perdonateci se dimentichiamo qualcuno, ma l’editoria palermitana è davvero ricca di “piatti”, gustosi e disponibili nei formati mini, tabloid e “lenzuolo”. Qualcuno privilegia il contrasto del nero sul bianco dei testi, mentre altri lasciano parlare le immagini. L’importante è esserci. Perché la gente vuole vedere e farsi vedere. Ed è disposta a pagare per informarsi, conoscere e apparire. Le pagine della piccola editoria nascono tra la strada e i palazzi del potere, spesso raccontano di una città non più istituzionale, ma vera e si addentrano nel mondo dei “vip” per scoprire l’uomo (o la donna) che si nasconde dietro il personaggio (imprenditore, calciatore, politico, attore...). Spazio anche alla città che si diverte e a un lungo elenco di locali alla moda, di artisti e di spettacoli che illuminano le notti palermitane quando i quotidiani sono già in stampa e la spia rossa delle telecamere è spenta. La nostra piccola editoria cresce. Pensiamo a Feel Rouge che ha appena compiuto un anno e mezzo oppure all’ultimo sfornato: Il Quotidiano di Palermo. Unico, nel suo genere, perché è il primo quotidiano gratuito edito in città.

di Valentina li castri

Free Press Boom

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PICCOLA EDITORIA


FOCUS ON

L’idea di lanciare la stampa free press nasce da un grande bisogno di informare i cittadini a costo zero e di avvicinare il mondo dell’editoria “rosanero””alle principali capitali italiane, europee e internazionali. Ma il modello della stampa gratuita non è una novità, almeno non per Cult che già nel 2001, quando il mercato era ancora sgombro, entrava nelle case dei palermitani passando prima dalla cassetta della posta. E poi c’è Balarm che dal web è approdato alla carta stampata seguendo la naturale evoluzione di un’attività giornalistica iniziata nel 2003. Internet ha sicuramente ispirato Panormus che in coda al principio del “non pagare per accedere ai contenuti” ha deciso di innalzare la distribuzione della rivista da 10 mila a 30 mila copie. La piccola editoria ha fatto breccia anche nei cuori di tre giovani - Rosario Lo Porto, Alfio Scaglione e Giulio Pillitteri - che fino a pochi mesi fa erano assolutamente estranei al mondo della carta stampata. Poi la scelta di costituire una cooperativa e pubblicare Il Siciliano per richiamare l’attenzione sull’identità dei siciliani e arrivare lì dove i quotidiani non vanno. La piccola editoria, insomma, è uno “slow food”. Anzi... una “slow press”. Perché offre notizie da assaporare lentamente per riscoprire il piacere di leggere, sfogliare, approfondire, e commentare. Per saziare la fame d’informazione e svelare una nuova città forse trascurata dalla frenesia dei quotidiani e delle televisioni che servono piatti da consumare rapidamente spesso dimenticando il sapore dei contorni.

Le Testate Ad ulteriore testimonianza della crescita esponenziale della piccola editoria cittadina. ecco una lista dei principali periodici palermitani e dei loro attuali direttori. Anteprima - Antonella Caradonna Balarm - Fabio Ricotta Cult - Marcello Clausi Feel Rouge - Paolo Vannini Giornale di Palermo - Teresa Campagna I Love Sicilia - Francesco Foresta Il Siciliano - Alfio Scaglione Lapis - Agata Finocchiaro Panormus - Giulia Noera Passpartù - Valerio Tripi Scirocco - Valentina Gebbia Sicilia Tempo - Mario Grispo Zoe - Gioia Gange

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Free press boom

fotografie di Cristiano Interguglielmi

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Palermo seems to be greedy for news, politics, economy, sport, fashion, art, gossip, etc. Myriads of information scattered on newspapers, magazines and periodicals available at the newsagent’s as well as – for free – in bars, restaurants, cinemas and anywhere else. The small size press relies on advertisement, as well as on experts and good teams, who are extremely important to keep your slice of the market. In these last years many newspapers and magazines have been published, such as Anteprima, Balarm, Cult, Feel Rouge, I love Sicilia, Sicilia Tempo, Il Quotidiano di Palermo, Il Siciliano, Kaffé, Lapis, Mediterraneo, Panormus, Passpartù, Scirocco and Zoe – available in black and white or coloured leaflets, in all kinds of shapes and sizes. The newest one is Il Quotidiano di Palermo, a newspaper in free distribution imitating most European capitals. In Palermo the free press started in 2001 with Cult - distributed my hand mail - and the on-line Balarm. A couple of months ago, three young guys established a cooperative and published the “il Siciliano”, a magazine aiming to explore the Sicilian identity.


STORIE DI PALERMO

Pizza Taxi & Poker

Nuccio non sa sorridere

Nuccio vive in trenta metri quadrati al primo piano di una vecchia palazzina nella prima traversa dopo Piazza Pietro Micca, due stanze cucinino e gabinetto. Nella prima stanza, a cui si accede da una ripida scala di una sola rampa, senza finestre, se non si considera una piccolissima apertura all’altezza del soffitto, ma dalla quale non entrano la luce, il sole e l’aria, Nuccio ha messo un piccolo tavolo quadrato coperto con una cerata gialla a fiori e due sedie. L’altra stanza, piccolissima, ha la finestra,

ma non è possibile aprirla per intero perché è coperta in parte dall’armadio di Nuccio. Il cucinino, largo come un corridoio, ha la finestra in fondo, una pila ed una lastra di marmo su cui Nuccio ha sistemato una macchina per il gas. Il gabinetto, originariamente con il solo water, ha ora anche la doccia con i tubi di ferro attaccati al muro collegati ad un vecchio scalda acqua di quelli quadrati, che Nuccio ha

accomodato con l’aiuto di un giovane del Ghana col quale lavava le macchine. Dopo otto anni di lavoro al lavaggio, Nuccio aveva chiesto al proprietario di assumerlo. Non gli aveva risposto né sì né no. Ma dalla settimana successiva aveva iniziato a riferirgli di lamentele dei clienti, a trovare difetti nel suo lavoro e a provare fastidio per il chiacchierio di Nuccio con l’amico durante il lavoro.

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di gaetano salvaggio

Roberto e la “strada” intrapresa Ufficialmente e anagraficamente, Roberto è uno studente universitario di scienze politiche, iscritto fuori corso che, alla bella età di 34 anni suonati, è lontano 12 materie dalla laurea. Roberto da qualche anno parla con tutti ed in tutte le occasioni della sua tesi ed ipotizza argomenti di diritto costituzionale comparato, ma quelli che lo conoscono pensano che Roberto abbia messo in giro la voce di questo impegno, più per fornire ad amici e parenti un interessante argomento di conversazione su di sé, che per un reale inizio del lavoro di studio e di ricerca, dal quale è distante anni luce, anzi, al ritmo di esami fin qui

iscritto alle scuole pubbliche, all’azione cattolica ed ai boy scout, ma Roberto più che affidato, si è sempre considerato abbandonato in mani estranee, così è cresciuto nella convinzione che i suoi lo amassero poco e lo apprezzassero ancora meno. Ritiene invece di essere amato e stimato da Lidia, sua fidanzata, laboriosa trentenne farmacista, che in realtà lo tiene in standby, ma è in attesa di sostituirlo alla prima, congrua ed apprezzabile occasione.

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sostenuti, forse lustri se non decenni luce. Figlio unico di genitori, dice lui anaffettuosi, Roberto è il cocco di tre zie, due sorelle di mamma e una sorella di papà, tutte rimaste signorine che per lui stravedono e che hanno un unico argomento ed un unico pensiero: l’adorato nipote! Provvedendolo di coccole e contanti. I genitori di Roberto, buoni professionisti, piccolo-borghesi ed ex sessantottini, prima di sfiduciarlo definitivamente, lo hanno sempre


Insomma di lì a un mese si trovò disoccupato. Nuccio non ha ricordi della sua vita, dell’infanzia e dell’adolescenza, fatta eccezione per il servizio militare, ricordi di alzatacce e pasti regolari. Della famiglia ricorda con certezza che suo padre voleva portarlo con sé “a manovale” a giornata e che lui non c’era andato. Nuccio non è brutto, ma ha i denti marci perciò non ha mai avuto una ragazza e adesso pensa solo a raccogliere mance per fidanzarsi (come pensa lui) a pagamento. Da qualche anno Nuccio consegna la spesa a domicilio per conto di un salumiere aiutandosi con un vecchio carrello del supermercato con le ruote scombinate. La sera del venerdì e del sabato Nuccio fa il doppio lavoro, consegna le pizze a domicilio con un motorino della proprietaria della pizzeria. La domenica e per le feste, Nuccio va a pranzo da sua sorella, che vive con il marito ed i figli a Bagheria per via del caro case a Palermo. Nuccio porta i dolci e ne riceve in cambio l’affetto dei suoi nipoti e un po’ di compagnia. La casa di sua sorella è l’unico posto dove Nuccio sa di essere riconosciuto. La sera Nuccio è sempre stanco e ha dolore alle spalle, ma ai reumatismi ha fatto l’abitudine: a trentotto anni vorrebbe essere un ragazzo allegro, ma la vita gli sbatte in faccia la sua squallida quotidianità. Ha sempre una leggera contrazione alla bocca dello stomaco. Nuccio crede di avere la gastrite.

Nuccio can’t smile Nuccio lives in a 30 square meter flat - two small rooms, a small kitchen and a toilet - on the first floor of an old small building, in Palermo downtown. In the first room – windowless – there is a small table with a yellow cloth and two chairs. In the other room there is a window, but it cannot be opened because the wardrobe blocks it. In the kitchen there is also a window, a basin and the stove. The toilet – originally with a WC only - has now a shower, whose pipes are hooked to the wall. Nuccio worked for eight years in a car wash, but when he asked to be hired with a permanent contract, the owner started complaining about him and in a month he was fired. He doesn’t remember much of his youth. He just remembers his father asking him to work as a hodman, but he refused. Nuccio is not ugly at all, but he has rotten teeth and that’s why – he thinks – he hasn’t a girlfriend. The only thing he can do is to collect tips and pretend to have a girlfriend for an hour. Nuccio is now working as a shopping delivery boy, and on Fridays and Saturdays he delivers pizzas. On Sundays and holidays he has lunch with his sister and her family who live in Bagheria. Her home is the only place where he feels comfortable. At night he is always very tired and his back hurts, but he got used to his rheumatisms. When it’s time to go to bed he feels a pain at his stomach pit. It might be gastritis – he thinks.

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Non avendo una occupazione né ufficiale né ufficiosa, Roberto ha molto tempo libero per coltivare i suoi molteplici interessi: va a correre allo stadio delle Palme, tiene in perfetto stato la sua berlinona Alfa Romeo, con la quale scarrozza le zie a fare shopping, alla messa della domenica e periodicamente al cimitero, gioca molto spesso a poker e partecipa con alterna fortuna ai tornei dello stesso gioco, ma soprattutto evita la luce del mattino, perché, come lui asserisce, gli irrita gli occhi, ed è per questo motivo che inizia la sua giornata nel primo pomeriggio, svegliandosi e prendendo il caffè quando gli altri digeriscono il pranzo; esce di casa sempre con gli occhiali da sole per non mostrare gonfiori e rossori provocati dalle estenuanti nottate al tavolo di lavoro… verde, tra whisky e sigarette. In un passato non molto lontano ha esplorato, in realtà stancandosi prestissimo, i campi di altri attività che i genitori gli consigliavano, come ad esempio leggere un libro o una dispensa, frequentare lezioni, conferenze e dibattiti. Fatti i tentativi infruttuosi di leggere Nietzsche, rimasto incomprensibile, di ritentare con Kundera, ritenuto non condivisibile, Roberto ha opinato di concentrarsi sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dei molti immobili delle zie, che presto o tardi… Alle zie che spesso gli chiedono di scegliersi una strada, Roberto risponde di averla già trovata. Si trova benissimo in via Principe di Belmonte.

ROBERTO AND HIS WAY

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Roberto is 34 and he is a never-ending university student – still 12 subjects to the end. A couple of years he started talking about his final exam on Comparative Law, but those who know him think that this is just a new subject for conversation. He is the only child of anaffectionated parents and he is hyper cuddled by his three spinster aunts, who love him and give him all the money he needs. His parents - activists in the 1968 protest movement - are good professionals and took care of him, but he thinks they didn’t. He thinks that his girlfriend – Lidia – loves him, even if she seems to be on standby, waiting for a more convenient love affair. Roberto doesn’t work and has a lot of spare time: he loves jogging and playing cards late in the night, trying to avoid the daylight which – he says – tires his eyes. He has an impeccable Alfa Romeo, which he uses for taking his aunts around, to the mass on Sundays or to the family cemetery. He gets up early in the afternoon, and has breakfast when people have just finished lunch.When he was younger he tried to follow his parents’ advice, reading books, joining conferences and lectures. He got tired very soon and started managing the many aunts’ properties, which sooner or later … To those who tell him that it’s time to find his way, he answers: I have found it, and it takes me to Via Principe di Belmonte, just where I live.


SASA’ SALVAGGIO Ve la do Io la Sicilia!

Ha fatto dell’umorismo siciliano il suo cavallo di battaglia, ha esportato oltreoceano con i suoi spettacoli il folklore e il calore di questa terra ed oggi ha partorito il suo ultimo progetto televisivo per lanciare un’immagine diversa della nostra isola, non più solo terra di mafia ma anche di tanta storia e cultura. Dopo “Siciliani Brava Gente” arriva “Racconti di Sicilia”, fatica televisiva del comico palermitano Sasà Salvaggio, in onda sul circuito televisivo di Feel Rouge. Dodici episodi della durata di sette minuti, che descrivono duemila anni di ironia e di

cultura siciliana. Sono tratti dal libro “L’isola che ride” dello storico Santi Correnti e registrati nella suggestiva cornice del Teatro Massimo di Palermo. Un nuovo progetto che arriva dopo una carriera di grandi successi televisivi, carriera cominciata all’età di 20 anni, quando Sasà, giovane impiegato delle Poste decide di licenziarsi per entrare nel mondo dello spettacolo. “Ricordo ancora quel momento, fu un trauma per i miei, lasciare un posto di lavoro sicuro per andare alla ricerca di qualcosa di incerto non è facile da accettare per nessun genitore.

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di nadia la malfa fotografie di Cristiano Interguglielmi

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All’inizio non avevo voglia di sfondare nel mondo dello spettacolo, volevo solo divertirmi; per questo decisi di abbandonare tutto, poi è stato un crescendo di successi in televisione e in teatro, e lì i miei capirono che la strada che avevo intrapreso era quella giusta”. Tutto inizia con il programma “Non è la Rai, non è Canale 5, ma allora che schifiu è”, poi arriva “Sgrilla la notizia”, versione siciliana della notissima trasmissione televisiva Striscia la Notizia e quell’urlo “Hua”, che caratterizzerà il suo personaggio e soprattutto gli permetterà di essere notato da Antonio Ricci, che lo vorrà prima come inviato e poi proprio come conduttore di Striscia la Notizia accanto a Luca Laurenti. E’ l’aprile del 2004 e per Sasà è l’inizio di una escalation mediatica travolgente. “La chiamata di Ricci è stato uno dei momenti più emozionanti che abbia mai vissuto, non me l’aspettavo. Confesso di aver accettato senza pensarci un attimo, spinto anche da una grande dose di incoscienza. Ma di fronte a proposte del genere c’è poco da pensare”. Per uno strano scherzo del destino è nato a Milano, concepito per fortuna da genitori siciliani, “senza offesa per i milanesi”.


Fino all’età di sette anni Sasà vive nella grande metropoli, poi si trasferisce a Palermo. “Non ho avuto alcuna difficoltà ad acquisire lo slang palermitano, anzi ne ho fatto il mio cavallo di battaglia”. Una comicità travolgente, la sua, che gli scorre nel sangue. “Si, è nel mio Dna, oggi studio all’università Estetica e i miei docenti mi hanno sempre detto che possiedo doti comunicative e prossemiche innate; credo che non avrei potuto fare altro nella vita, da piccolo pensavo di voler fare il “panellaro”, si lavora poco e si guadagna tanto… Poi il destino è stato più clemente”. La carta vincente del successo? “L’essere siciliano, credo che si abbia un’arma in più ed è rappresentata dalla necessità che nutre fortemente chi vive in questa terra, qui siamo tutti precari e questo ti permette di lottare a denti stretti per ottenere qualcosa, di avere più forza e quando si raggiungono i traguardi importanti è tutto molto più bello perché più sudato”. Oggi si divide tra il lavoro e la famiglia, è sposato con Stefania e ha due meravigliosi gemelli. Disputa qualche partita del cuore con la nazionale artisti e si dedica alla passione per il vino: infatti sta producendo un vino dal nome “Sasàmore”, che assicura essere anche afrodisiaco. I proventi di questa iniziativa serviranno anche a finanziare nuovi progetti, rivolti a rilanciare l’immagine della Sicilia nel mondo. Una Sicilia che Sasà ha intenzione di continuare a promuovere col suo volto più sorridente.

SASA’ SALVAGGIO A well known Sicilian comedian who has exported the Sicilian humor all over the world – has recently presented his new work “Racconti di Sicilia” (Sicilian tales), a collection of twelve short films (7 minutes each), staged by Feel Rouge. They talk about life in Sicily and its culture and traditions. Sasà started staging when he was 20 – at that time he was a clerk in the local mail service and when he decided to quit his good job, his parents got very disappointed. At the beginning, staging was just fun for him, but gradually it became a professional job. His career started with a local broadcasting “Non è la Rai, non è Canale 5, ma allora che schifiu è”and soon after he passed to “Sgrilla la notizia”. His weird “hua” call caught Antonio Ricci’s attention who would hire him for “Striscia la notizia”. It was April 2004, and since then Sasà has been becoming more and more famous. He was born in Milan – her Sicilian mother married a man from Milan – but when 7 he moved back to Sicily. He learned Sicilian dialect very soon and it’s his Sicilian soul that makes him so interesting. Recently he has produced a new aphrodisiac wine – Sasàmore – whose profits will support activities to launch Sicily in the world.

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Il Cartone Animato di Palermo

Com’è nata l’idea di Benedetta? “Il soggetto è nato qualche anno fa come cortometraggio, poi abbiamo avuto l’idea del cartone animato e abbiamo cominciato a cercare la produzione, che nell’animazione costa più di un

cortometraggio in pellicola. Alessandra ha trovato i produttori, ovvero Rai e Comune di Palermo. In Rai l’idea è piaciuta così tanto che al primo appuntamento ci hanno proposto il contratto, poi grazie all’ex vicesindaco di Palermo, l’On. Dario Falzone abbiamo trovato il secondo produttore. Tutto senza nessuna conoscenza né raccomandazione”. Un interesse legato all’impegno sociale di Benedetta. “Si, abbiamo privilegiato temi come la dispersione scolastica e lo sfruttamento del lavoro minorile perché guardando i cartoni animati di questi anni, al di là delle favole proposte dai giapponesi o le solite situazioni sportive, ci siamo accorte che nessuno tratta temi sociali e abbiamo sentito l’esigenza di dover dire anche attraverso l’animazione quello che non va e che potrebbe essere sistemato.

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Benedetta, una ragazzina di 11 anni che vende frutta agli angoli delle strade, è la protagonista dell’omonimo cartone animato realizzato da Larcadarte con la coproduzione della Rai e del Comune di Palermo ed è in assoluto la prima collaborazione fra la Rai e un comune in Italia. Rosalba Vitellaro, regista di Benedetta si occupa di regia da 15 anni, producendo soprattutto cortometraggi e documentari. Da tre anni insieme ad Alessandra Viola ha creato il centro di produzione Larcadarte e hanno deciso di cimentarci con l’animazione.

di Valeria lo verde morante

BENEDETTA


Io mi rifaccio al neorealismo, che adoro e che ha fatto scuola ovunque nel mondo, inoltre raccontiamo una realtà attuale, perché i ragazzini per le strade ci sono ancora. La Rai ha fatto una scelta anomala chiedendo un mediometraggio di 26 minuti, anziché i soliti 13, quindi un piccolo film. E la collaborazione continuerà perché ci hanno chiesto altri soggetti e stiamo lavorando a un progetto che, pur trattando un argomento legato al territorio potrebbe essere venduto in tutto il mondo, però non posso aggiungere altro”. Alla realizzazione di Benedetta hanno collaborato alcuni artisti siciliani conosciuti… “ Abbiamo cercato di mantenere un’impronta siciliana, grazie alle musiche degli Agricantus e alla partecipazione di attori palermitani come Claudio Gioè, Corrado Fortuna e Donatella Finocchiaro per le voci dei personaggi. Non è stato difficile coinvolgerli perché hanno subito apprezzato l’idea, e per il prossimo progetto vorremmo coinvolgere altri artisti siciliani ”.

BENEDETTA, A CARTOON SET IN PALERMO Benedetta is a 11 year old girl and she sells salt, fruit and filled football coupons in the street. She is the protagonist of the homonymous cartoon, made by RAI and Palermo Municipality. The director is Rosalba Vitellaro, coming from Palermo and at her first cartooning. How did you come up with Benedetta? “We wanted to make a short film, then we ended up in a cartoon but, as cartooning is very expensive we had to find a producer. RAI enjoyed the idea so much that we got a contract at the very first meeting”. Is there a social commitment in it? “We have privileged social subjects such as school dispersion and children’s employment because cartoons don’t usually talk about it. We want to tell about life, the way it is. RAI asked us to make a short feature film - 26 minutes instead of standard 13. We are working on a local project which might be sold all over the world. We also have tried to give a Sicilian imprint, and the whole team is from Sicily: designers, musicians and actors for the characters’ voices.

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Benedetta detta “Cruci” (croce in dialetto) ha 11 anni e vive nel cuore del mercato della Vucciria a Palermo. Lavora ad un incrocio vendendo sale, schedine precompilate e frutta agli automobilisti fermi al semaforo, insieme con i suoi quattro amici Nicu, Petru, Saro e Turcu. La loro è una vita dura, alla quale Benedetta si sottrae con la sua fervida immaginazione, finché un giorno per lei realtà e fantasia iniziano a scambiarsi di posto diventando difficili da riconoscere. Un problema? Tutt’altro, forse, è anzi il modo per sottrarsi allo sfruttamento del perfido Enzo. Il semaforo, che per loro rappresenta un “luogo di lavoro”, si trasforma così in qualcos’altro, che permette di credere che prima o poi sarà possibile affrancarsi da questa schiavitù dei giorni nostri. Una favola dolce-amara, che lascia spazio alla malinconia e ha un profondo legame con la realtà quotidiana.

- Benedetta è uno special di 26’ in animazione tradizionale (tutto disegnato a mano) realizzato a Palermo, con artisti siciliani e ambientato a Palermo (le location del cartone animato sono tutte cittadine e riprese dalla realtà). - E’ andato in onda su RaiDue martedì 20 novembre alle 7,50, orario di prime time per i cartoni animati. - La lavorazione è durata un anno e mezzo ed ha impegnato 60 persone, di cui 15 disegnatori e poi animatori, chi ha fatto storyboard, chi la colorazione. - Il Comune di Palermo ha collaborato al progetto tramite l’ex vice sindaco On. Falsone che ha coinvolto nell’iniziativa il Dott. Diliberto e la Dott.ssa Rotondi del gruppo tecnico dell’Assessorato alle Attività Sociali. - Per essere valutato e approvato, il cartone è stato sottoposto al gradimento di un gruppo di bambini.

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LA SCHEDA

FOCUS ON

FOCUS ON

LA STORIA


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GIANBECCHINA

Un’Avventura Lunga un Secolo

S’intitola “Gianbecchina 1918-2001: un’avventura lunga un secolo” l’antologica dedicata a uno degli esponenti di maggior rilievo dell’arte italiana del Novecento, ed esposta fino al primo giugno all’ex galleria civica “Empedocle Restivo”, nel Ridotto del teatro Politeama. A raccontare l’artista nato a Sambuca Zambut nel 1909, ci sono oltre cento opere pittoriche e circa centocinquanta grafiche. La mostra, allestita dal figlio Alessandro Becchina e curata da Tanino Bonifacio e Francesco Gallo, ripercorre la parabola personale, il percorso della sua opera, i suoi luoghi e contiene anche un inedito, l’ultimo lavoro realizzato dal pittore di Sambuca

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di laura nobile

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due giorni prima di morire: uno schizzo, che ritrae il volto di una giovane e quello di una vecchia, rimasto senza titolo.L’esposizione si sviluppa secondo un itinerario storico-cronologico, accompagnato da installazioni multimediali: l’esperienza giovanile, “Corrente”, il Realismo lirico e sociale, negli anni Quaranta, col quale varcò i limiti del naturalismo ottocentesco e diede vita a una moderna concezione del paesaggio, la parentesi dell’Astrattismo, negli anni Sessanta, all’interno del quale tuttavia non tralascia mai il riferimento naturalistico; “Gente di Sicilia”, con una ritrattistica che esprime la geografia umana degli umili e evidenzia un’immagine della Sicilia come metafora della condizione umana, segnata dal lutto e dalla sofferenza; fino a “Gli affreschi del Sacro”, Il ciclo del pane e il Grande paesaggio. «Questa è la più ampia mostra antologica finora realizzata - dice Tanino Bonifacio - e in particolare qui, dopo la fase dell’esordio


e il periodo di formazione, viene messo in evidenza il cosiddetto periodo milanese di “Corrente”, il movimento sviluppatosi tra il 1934 e il ’40, che lo mise in contatto con numerosi pittori, scrittori e poeti». In particolare, Gianbecchina aderì a Corrente dal tra il ’36 e il ’40, attraverso i lunghi soggiorni tra Roma e Milano. Un laboratorio di idee da cui scaturisce un profondo senso di “responsabilità civile” verso quell’umanità dolente che resiste ai drammi della storia e alle rovine della guerra. A partire dal ’34 i segni distintivi dell’opera di Gianbecchina sono quindi la passione, la coscienza civile e un idealismo utopico, in netta opposizione alla “retorica romana” del regime fascista. Tra le opere di questo periodo figurano “Nudi”, “Disfatta”, “Caccia al cinghiale”, “Rosa”, “Donna e chitarra” e “La fidanzata”: i toni formali ed espressionistici virano qui dichiaratamente verso l’espressionismo, e delineano personaggi tratti dalla vita quotidiana e uomini che portavano i segni dolenti della vita vissuta. La mostra resterà visitabile fino al primo giugno, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 dal martedì alla domenica. L’ingresso è libero, altre informazioni su www.gianbecchina.it o telefonando allo 091 588951.

A CENTURY LONG ADVENTURE In the former “Empedocle Restivo” town museum – in the Teatro Politeama’s foyer - an interesting exhibition is currently displayed, entirely dedicated to Gianbecchina, one of the most important Italian painters in the 20th century (born in Sambuca Zambut, 1909). The exhibition - “Gianbecchina 1918-2001” – includes more than 100 paintings and about 50 graphic works, and shows his personal itinerary, including the last unfinished work he made two days before dying: a sketch of a young girl and an old woman. The exhibition follows a historical and chronological itinerary and is enriched by multimedia installations: his youth, the lyrical and social realism with which in the 40s he started his modern landscape interpretation; the abstractionism period in the 60s; “People from Sicily” portraits of the poor people from Sicily who become a metaphor of more general sad human conditions; the “Frescos of the sacred”, the Cycle of bread and the Great landscape. Starting from 1934 his works are characterized by his utopian idealism, in contrast to the fascist regime. The exhibition will close on June 1 (from 9.00 to 01.00 pm, and from 04.00 to 08.00 pm).

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I LUOGHI DELLO SPORT

Il Palazzetto Negato

Imponente all’esterno, con gli oltre 7mila metri quadrati di estensione, d’impatto all’interno con i suoi 5mila posti a sedere. È così che appare oggi il Palasport di Fondo Patti, ad un primo sguardo. Spogliatoi per gli atleti e gli arbitri privi di acqua calda, bagni per gli spettatori in condizioni igieniche pessime; altri spogliatoi abbandonati, e bagni privi di sanitari o docce, è quello che si scopre, purtroppo, visitando i suoi interni. È questa la fotografia di un impianto che atteso per oltre trenta anni, viene inaugurato nell’ottobre del 1999, come il più grande impianto polivalente palermitano, che ha tutte le carte in regola per lo sviluppo di svariate attività sportive: pallavolo, pallacanestro, pallamano, pugilato, scherma e arti marziali. Speranze queste che, nonostante le ottime

premesse iniziali, vengono mantenute solo per i primissimi anni: quelli della Iveco Palermo, squadra femminile che disputa la serie A1 di pallavolo nella stagione 1999/2000. Eppure la soluzione potrebbe essere a portata di mano di un’amministrazione comunale che ogni anno spende 400mila euro per il mantenimento dell’impianto. “ Basterebbe concederlo in gestione, come fa ogni amministrazione comunale italiana, ad una società sportiva che ne ridurrebbe le spese, consentendo di mantenere condizioni igienico -strutturali dignitose e soprattutto l’agibilità che ancora oggi manca ”. È quanto racconta Francesco Lima, direttore sportivo dell’Ares Palermo, squadra di pallacanestro che milita in B2, che dal settembre 2006 è in trattativa con il comune di Palermo, per ottenere la gestione

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di Valentina Furgiuele

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fotografie di Cristiano Interguglielmi


de ll’impianto.“ Da due stagioni ci siamo trasferiti da Ribera a Palermo, con la speranza di poter sfruttare le potenzialità di una città da un milione di abitanti ”, confessa Lima; “ purtroppo rimaniamo con il dubbio, che è quasi un alibi, che siano queste condizioni a non permetterci di fare il grande salto ”. L’augurio di tutti è che il comune valuti effettivamente le condizioni, per richiedere una cifra adeguata ad un impianto che al momento è dotato di un’agibilità parziale, grazie alla quale fino a giugno potrà ospitare al massimo mille persone. In queste senso, appare ottimistica l’apertura dell’assessore comunale allo Sport, Alessandro Anello. “ Sarebbe nell’interesse dello sport, concedere il campo del Palasport in esclusiva all’Ares, per una situazione di convenienza comune che, comunque, ci permetterebbe di utilizzare l’impianto per l’organizzazione di manifestazioni extra-sportive. Stiamo portando avanti una bozza di convenzione, che spero venga firmata entro i primi di giugno, in modo da poter organizzare la prossima stagione, conciliando il calendario delle gare con quello degli eventi ”.

INFO PALASPORT FONDO PATTI Anno di costruzione: 1999 Capienza: 5.000 posti a sedere Media spettatori: 1000 persone Giorno gara: domenica pomeriggio Prezzo biglietto: 2 euro Telefono: +39 0916842874 The forbidden indoor STADIUM An imposing building - 7.000 square meters large and 5.000 seats – with no hot water, derelict spectators’ toilets and partial safeness. This is how the indoor stadium in Fondo Patti appears today. Inaugurated in 1999 - after a 30 year wait - this stadium was supposed to be the biggest multipurpose sport building in Palermo, able to train any kind of sportspeople and disciplines. The solution to re-launch these premises – which cost 400.000 euro per year to the local administration – comes from Ares Palermo, a B2 basketball team who has been asking to manage the stadium since 2006. Francesco Lima – the team manager – says that two years ago the team moved to Palermo from Ribera, willing to exploit the capabil ities of such a big city. Unfortunately the contract has not been signed yet but the local councillor responsible for sports approves it and the stor y should come to an end by June 2008

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FEEL ROUGE SPORT Un Bomber da Battaglia Feel Rouge non è solo un programma televisivo e un giornale. Feel Rouge è anche sport. Già da due anni la società con Carlo Valenti ai vertici ha deciso di credere ed investire in una squadra di calcio a 5. L’associazione sportiva dilettanti Feel Rouge presieduta da Rino Guida milita nel campionato di serie D e dopo una falsa partenza (due pareggi e due sconfitte nelle prime quattro partite) adesso ha stravolto la classifica posizionandosi in zona play off. Merito dell’allenatore Adriano Varrica, dell’organico composto da ragazzi universitari e anche del capocannoniere Salvatore Battaglia. Studente e laureando in economia e finanza e promotore finanziario, Battaglia è costretto a dividersi tra studio, lavoro e sport. Ma a giudicare dal breve tempo che lo separa dal raggiungimento della laurea e dalle dodici reti che ha segnato fino ad ora, pare che ci riesca molto bene. Prima di indossare la maglia dell’A.S.D Feel Rouge, il capocannoniere ventitreenne aveva calcato campi da gioco da calcio a 11. Ha militato nelle giovanili dell’Elenka Tommaso Natale, poi nella Futura S.R.L. “ Come gioco preferisco il calcio a 11, ma nel calcio a 5 mi diverto di più anche e soprattutto per il gruppo che sta dietro una squadra come la Feel Rouge. Con i miei compagni vado più che d’accordo sia in campo che nella vita privata e tra di noi non c’e affatto competizione. Ho una rapporto amichevole anche con il nostro mister ”. D’altronde per Salvatore il calcio è una passione che nasce da piccolissimo. “ Il calcio è solo un divertimento anche perché nel mio futuro vedo altro. Voglio intraprendere una carriera lavorativa in banca anche se non smetterò mai di praticare questo sport.

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Salvatore Battaglia


di irma annaloro SALVATORE BATTAGLIA, A GREAT STRIKER As you might know by now Feel Rouge is a TV program and a magazine too, but you might not know that Carlo Valenti – Feel Rouge manager – two yeas ago decided to invest in sports, supporting a volleyball team as well as a five-a-side team. After a false start (two draws and two defeats in the first four matches), the Asd Feel Rouge team – headed by Rino Guida – is currently playing in the D division and has changed the final results, being now in the play-off round. This is thanks to its great coach Adriano Varrica, the team itself and the top goal scorer Salvatore Battaglia who scored up to 12 goals. He is a 23 year old university student and works as a financial promoter . Salvatore - before playing in Asd Feel Rouge’s team - used to play in 11-a-side teams, such as Elenka Tommaso Natale and Futura Srl. He loves playing football and he started when he was just a kid. He also enjoys gokarting and he successfully participated in many provincial races. Unfortunately he injured his arm and he had to give up but he still keeps his professional kart ready. His dream now is to bring his team to the C2 Division: “I love playing with my team and we are also good friends in life. I also like playing in a five-a-side team where there are good and healthy competition and not money interests.

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Io penso che questo sia un calcio più vero e più sano del grande calcio. Alcuni valori vengono a mancare e gli interessi sono diversi. Dove circola denaro è si pensa di più alla carriera da calciatore che allo sport vero e proprio”. Non si può certo dire che il calcio sia l’unica passione di Salvatore Battaglia. “Quattro anni fa ho iniziato a praticare il go-kart, ho partecipato a diverse gare a livello provinciale. Poi ho avuto un piccolo infortunio al braccio e ho dovuto mollare questo sport. Ma il mio kart professionale l’ho conservato gelosamente”. Adesso il capocannoniere continua ad allenarsi con la speranza che la squadra possa raggiungere l’obiettivo che ormai si prefigge da due anni, e cioè fare il salto di categoria in C2 magari anche mantenendosi in zona play off. Accanto alla voglia di crescere e far bene in campo rimangono i ricordi di due bellissimi anni trascorsi nell’A.S.D. Feel Rouge.“Non potrò mai dimenticarmi dell’incontro con il Santa Flavia, partita di ritorno della scorsa stagione. In quel periodo mi capitava di saltare qualche allenamento. Il giorno della partita prima di entrare in campo sentii dal mister delle parole di sconforto. Non era certo bello sentirsi dire di essere stato convocato solo per mancanza di altri giocatori. Mi schierò in campo dieci minuti dopo il fischio di inizio e ho disputato quasi l’intero match. Ho giocato una bellissima partita sotto la pioggia e quasi allo scadere dell’incontro ho segnato la rete del 3 a 2”. Ma qual è stato il goal più bello che ha segnato fino ad ora? “Sicuramente la seconda rete segnata alla Castelbuonese. Ho beffato il portiere con un potente tiro da fuori area”.


BANCOSPORT.IT

L’ Emozione On Line

Informazione Pubblicitaria “Il gioco telematico è una realtà importante per le scommesse ippiche e sportive che copre circa il 40% del mercato. Nel futuro acquisirà sempre più ampi spazi di mercato rivestendo maggiore rilevanza rispetto alla modalità di raccolta sul territorio, per gli innegabili vantaggi che tale modalità di gioco offre in termini di comodità, sicurezza e flessibilità.” Il debutto dei nuovi giochi introdotti dalla Finanziaria 2007, i cosiddetti Skill Games o giochi di abilità con partecipazione a distanza, darà ulteriore propulsione a questo settore. I giocatori scalpitano in attesa del Burraco, degli Scacchi, della Dama, del Black Jack, del Poker e di decine di altri giochi on line che presto saranno disponibili in aggiunta alle scommesse sportive ed ippiche o al Gratta e Vinci on line”. Chi parla è Michele Lupo, amministratore di un gruppo di società concessionarie dei Monopoli di Stato, che gestisce il gioco telematico con il marchio Bancosport: “La nostra società, che ha una tradizione ventennale nel mondo delle scommesse, si è affacciata al gioco telematico da due anni e può vantare già oltre diecimila clienti attivi ed una media di accessi giornaliera che si avvicina ai 5000 singoli contatti.” Il successo di Bancosport è legato ad una formula che unisce i vantaggi del gioco telematico ad una particolare attenzione alla soddisfazione dei clienti, grazie all’esperienza maturata nelle agenzie che operano sul territorio a diretto contatto con il pubblico. Prosegue Michele Lupo: “I Promoter Bancosport sono la nostra forza propulsiva perché si sostituiscono alla realtà spesso irraggiungibile di molti siti telematici, barricati dietro inconcludenti Call center. Lo scommettitore sa che con noi può godere della comodità offerta dal gioco telematico, ma con la certezza di un contatto umano in grado di risolvergli tutti i dubbi che gli si presentino”. Ma Bancosport non è solo un business per i suoi promoter. In questi due anni di attività ha regalato molte emozioni e soddisfazioni agli appassionati. Alcuni milioni di euro di vincite sono stati distribuiti agli scommettitori, regalando oltre 100.000 euro ad un singolo giocatore che aveva indovinato una giocata sistemistica. Continua Lupo: “E’ necessario demitizzare il clichè secondo il quale il gioco sia di per sé foriero di rovina. Solo alcune forme di gioco ossessivo lo sono. Bancosport adotta una politica di controllo del gioco che scoraggia i comportamenti compulsivi. Perché per noi il gioco è, e vogliamo che resti, un’ emozione da ricordare. Giocare è un divertimento, e noi vogliamo portare questo divertimento in ogni casa e in ogni famiglia”.

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BANCOSPORT, ONLINE EXCITEMENT Computerized gaming is an important aspect of horse and sport betting, covering about 40% of the market. The so-called Skill Games will give a good push to such games and very soon people will be able to play online Chess, Black Jack and Poker, as well as online sport and horses betting and scratch cards. Michele Lupo – the manager of a group of companies concessionary of the government monopoly, called Bancosport says: Our company has more than 10.000 clients and an average of 5.000 on-line accesses a day. Bancosport promoters are our assets and betters can safely play aware that should any problem occur, a human being will be available to solve it. Bancosport also carries out policy of control, discouraging compulsive behaviors: betting is just a game and we want families to enjoy it�.

BancoSport

Michele Lupo, amministratore Bancosport

Via Richard Wagner, 5 +39 0916121188 +39 0916129775 info@bancosport.it www.bancosport.it

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IL VALORE DI UN BEL SORRISO ANTONIO RUGGIRELLO, LA NUOVA IMPLANTOLOGIA

Informazione Medico-Pubblicitaria Entrando nello Studio del Dr. Antonio Ruggirello, odontoiatra implantologo a Palermo, per un attimo si ripensa a quando da piccoli i nostri genitori ci portavano dal dentista, all’odore di eugenolo che ci impregnava le narici mentre l’aspetto severo dello studio con le sue pareti bianche e asettiche ci incuteva terrore e ci faceva tremare le gambe….qui però non si sente quell’odore, le pareti sono colorate e c’è pure uno spazio giochi per bambini… Dr. Ruggirello, com’è cambiato nel tempo il modo di porsi nei confronti del paziente da parte dell’odontoiatra? Nella società occidentale contemporanea osserviamo ormai da qualche anno una sempre crescente richiesta di salute e non semplicemente di terapia e questo secondo me a buon diritto. Anche una ricostruzione tecnicamente perfetta potrebbe infatti risultare inutile se qualche tempo dopo il paziente fosse costretto a tornare dall’odontoiatra per risolvere analoghi problemi. L’odontoiatra dev’essere invece in grado di assicurare un buon livello di salute orale permanente, raggiungendo in questo modo quello che è ormai diventato, a ragione, un obbiettivo comune, e cioè l’innalzamento della qualità della vita. Cosa significa “Qualità” per un paziente odontoiatrico? La qualità percepita è la risultante di diversi fattori, che vanno dalla confortevolezza dell’ambiente alla cortesia e professionalità del personale che opera con l’odontoiatra, fino ad arrivare, ovviamente, al risultato finale, che deve restituire al paziente la funzionalità, ma anche, oggi più che mai, un bel sorriso. C’è una branca dell’odontoiatria dove rileva maggiormente una richiesta di innalzamento della qualità di vita da parte del paziente odontoiatrico? Si, non ho dubbi; il grande cambiamento a cui si assiste nel corso dell’ultimo decennio

riguarda certamente l’implantologia, ossia la branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire i denti venuti a mancare a causa di fattori traumatici o di malattia gengivaleparodontale; la sostituzione viene fatta con viti in titanio che si integrano nell’osso e vanno a costituire i pilastri dei nuovi denti, che in tutto e per tutto saranno sovrapponibili, per funzione ed estetica, a quelli di un soggetto sano della stessa età e struttura ossea. Da cosa deriva secondo lei questo cambiamento? E’ un cambiamento della richiesta da parte del paziente col quale, fortunatamente, è coinciso un cambiamento della tecnica implantologica, che proprio negli ultimi anni è diventata sempre meno invasiva e più rispettosa dei tessuti sani del paziente, nonché più rapida, indolore e, perché no, meno costosa. Mi spiego meglio: da un lato abbiamo l’utente medio di oggi, che è culturalmente più evoluto rispetto al passato, riesce sempre più a discriminare ciò che è qualitativamente buono da ciò che non lo è, ha un’aspettativa di vita maggiore e non si accontenta più, superati i 50 anni ,

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foto Davide Carrozza

Ciò significa che l’implantologia si avvale di tecniche diverse? Si. La tecnica maggiormente in uso negli anni ’80 e ‘90, e tutt’ora utilizzata in alcuni casi, era quella bifasica, in cui le viti in titanio venivano inserite e ”seppellite” sotto la gengiva per un periodo medio di 3-6 mesi in cui non potevano essere assolutamente utilizzate in quanto si attendeva che si osteointegrassero, ossia diventassero un tutt’uno con l’osso; nella tecnica monofasica a carico immediato invece la vite, che è un pezzo unico con il moncone, viene avvitata direttamente sull’osso senza incidere profondamente la gengiva, evitando il più possibile di traumatizzare i tessuti; il grande vantaggio per il paziente è che lo stesso giorno in cui si procede all’inserimento delle viti, può

subito masticare con i propri denti ancorati sulle viti in titanio, e questo senza che l’osteointegrazione ne risulti compromessa. Ciò si traduce in un evidente vantaggio funzionale per il paziente, che non è più costretto ad aspettare dei lunghi periodi prima di potere utilizzare gli impianti in titanio; inoltre presenta il grande vantaggio estetico di avere subito denti provvisori non solo da utilizzare, ma anche da potere mostrare senza alcun imbarazzo. Lei però ha anche parlato di questa tecnica come “poco invasiva” e “meno costosa”; da cosa dipendono queste caratteristiche? La tecnica monofasica a carico immediato non è dolorosa proprio perché, essendo minimamente invasiva, non traumatizza la bocca con edemi e ferite: c’è poco sangue e ancor meno gonfiore post-intervento; è meno costosa perché i tempi di realizzazione, e dunque i costi, sono inferiori; inoltre, non volendomi addentrare in un campo più che mai spigoloso, devo dire che è anche venuto meno un certo monopolio, e la concorrenza, si sa, fa sempre bene al mercato .

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di dover mangiare utilizzando la classica triste “dentiera” e di doverla togliere la notte assumendo il classico aspetto raggrinzito e precocemente invecchiato; dall’altro lato abbiamo, da qualche anno, la possibilità di utilizzare in implantologia la tecnica monofasica a carico immediato.


Esempi di Implantologia

Ma perché, secondo lei, oggi si dà tanta importanza in particolare all’aspetto estetico della bocca? La bocca è importante perché il primo approccio conoscitivo con una persona è quello con il suo volto, ed è questo che ricordiamo richiamando alla mente il nome di qualcuno; le zone del volto che più lo caratterizzano sono gli occhi e la bocca; di conseguenza un bel sorriso e una bella dentatura diventano parte integrante del nostro aspetto e del modo con cui ci predisponiamo nei confronti degli altri. Pubbliredazionale a cura della Dott.ssa Clara La Mattina

THE IMPORTANCE OF A NICE SMILE We are at Dr. Antonio Ruggirello’s surger y, an implant expert dentist from Palermo. Dr. Ruggirello, what’s new in the relationship between the patient and the dentist? Since a couple of years people have been going to the dentist for treating their mouths when they have dental problems, as well as when they want to have a nicer smile. The dentist must be able to guarantee a high standard of permanent oral health and improve the qua lity of his/her patient’s life. What’s “quality” for a patient? Quality is the combination of many factors, such as courtesy, professionalism and a great ser vice. In my field big changes have been made in dental implantation, a technique we use when we need to replace missed teeth after traumatic events or gingivitis. The new implantation technique is less invasive, less expensive and faster: patients can chew with their own teeth soon after the implantation, and this technique isn’t painful and the mouth isn’t subjected to edemas or wounds. Why is your smile so important nowadays for people? Your smile is the first thing that people note on you, and that’s why healthy teeth become an essential part of your look.

INFORMAZIONI Dr. Antonio Ruggirello Indirizzo

Via Giovanni Bonanno, 51 Palermo infoline

+39 0916253089 +39 3334079110 website

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PROFUMO DI JAZZ Dal Garage ai Locali di Tendenza

Il Jazz, anche da noi, è diventato oggi musica elegante e apprezzata dai più, passando dai locali underground alle sale da concerto e diffondendosi da pochi pub alla moda alla più ampia rete dei locali aperti al pubblico. Oggi a Palermo c’è una larga e costante offerta e domanda di musica jazz. Considerato più moderno della musica classica e meno commerciale della musica pop, il Jazz dilaga: è proposto in ogni manifestazione pubblica, accanto a vini e formaggi e nelle cerimonie istituzionali. Linguaggio della libertà d’espressione, grazie alla possibilità dell’improvvisazione; messa in evidenza della sensibilità e del virtuosismo dell’individuo anche all’interno del gruppo, nel giro di a solo; sonorità riconoscibili, cui abbiamo ormai fatto l’orecchio. Tutti caratteri che, uniti al fascino dell’esotico americano, fanno del jazz la musica del momento.

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Joel Frham


Salvatore Bonafede

di giulio pirrotta

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A Palermo il movimento verso l’affrancamento e l’apprezzamento del jazz fa certamente riferimento alla presenza del Brass Group, che, in oltre trent’anni d’attività - oggi consolidata con la nascita della Fondazione “regionale” - ha nutrito della musica di Louis Armstrong, Charlie Parker e Miles Davis generazioni di giovani e meno giovani dal garage di via Duca della Verdura allo spazio a cielo aperto dello Spasimo. Insieme al Brass molti hanno compartecipato alla promozione e diffusione del jazz: dal Centro Reinhardt di Claudio Lo Cascio, a Enzo Randisi, per citare solo alcuni nomi storici. Successo conquistato, dunque, e difeso con impegno dalla sempre più ampia schiera di musicisti jazz: professionisti (Bonafede, Costa, Spitaleri, Urso, D’Anna, Cafiero, Maugeri, Giordano, Milici, Lo Bianco, Schiavone, Giambanco, Collura ecc.); e dilettanti, allievi delle varie scuole di musica jazz: Brass, Musica Insieme, Alea, ecc. Negli ultimi anni l’offerta si è ancora ampliata con i concerti jazz proposti dal Teatro Metropolitan, con il ciclo Summer Night degli Amici della Musica, con il progetto Nuovamente Jazz di Ars Nova, Culturae e Caleidoscopio, con le performance dell’orchestra dis/accordo. Un ‘trend’ di crescita? Un’evoluzione nelle proposte? Nuove generazioni? Si potrà valutare tra qualche tempo. Intanto Palermo si conferma città legatissima al jazz.


JAZZ MUSIC IN PALERMO Jazz music has moved from underground venues to concert halls, from trendy bars to open spaces. In Palermo everybody asks for jazz now, being aware that this kind of music allows musicians to express themselves, especially in their great solo performances. In Palermo the pioneering jazz organization is the Brass Group, which started 30 years ago in a shabby garage and gradually moved to more comfortable venues, playing Louis Armstrong and Charlie Parker and starring great local professional musicians, such as Bonafede, Costa, Spitaleri, Urso, D’Anna, Cafiero, Milici, etc., as well as beginners coming from the many local jazz schools. In these last years the concerts have increased in number, and great performances have been performed at Teatro Metropolitan, in the Summer Night by the Amici della Musica, Nuovamente Jazz by Ars Nova, and Culturae e Caleidoscopio by the Dis/ accordo’s orchestra. beaches, exclusive shopping malls, golden markets and off-road trips in the red desert.

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Greg Osby



ARTE A BAGHERIA

Quell’Urlo che viene dal Cuore Morbide linee tracciate sulla tela a raffigurare sensualità e movimento. Impercettibili disequilibri emozionali e una straordinaria voglia di comunicare e risolvere i fantasmi dell’anima attraverso l’arte, sono parte essenziale della personale di Aurora Giuffria, che ha inaugurato la sua mostra a palazzo Aragona Cutò di Bagheria. L’evento organizzato col patrocinio del Comune di Bagheria e con la collaborazione della FI.DA. PA e del Rotary Club di Bagheria ed il Lions Club Palermo Federico II, utilizzerà il ricavato delle opere esposte ed i cataloghi fotografici presentati da Angela Scafidi in beneficenza alla Parrocchia S. Giovanni Bosco di Bagheria, guidata da padre Francesco Stabile. Per ogni quadro versi dedicati dal poeta Marco Failla; dipinti appesi in pannelli luminosi e una musica di sottofondo, queste alcune anticipazioni che Aurora ci concede insieme a qualche piccola curiosità. Architetto, designer, restauratore d’arte, donna, pittrice… molti i ruoli che interpreti nella tua vita. Qual è il più difficile? La mia vita è stata un percorso sereno, dove la mia realizzazione professionale, quella di architetto, è anche un mio stile di vita. Amo programmare e seguire coordinate che riescano a dare equilibrio ad un palazzo così come al mio stato d’animo. Se devo scegliere penso che dimostrare di essere donna rimane il lavoro più difficile! Consigli a tutti di comprare pennelli e colori per provare a trovare se stessi? Per me la pittura è stata una cura catartica ed un’esperienza karmica. Ho iniziato da molto piccola, disegnavo insieme a mio padre e quando lui venne a mancare nel 1982 decisi di seguire un corso di pittura organizzato dalle suore, ed è stato lì, mentre copiavo disegni e paesaggi, che ho iniziato a liberare la fantasia, decidendo di dare voce all’urlo silenzioso che veniva dal cuore.

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di frine marchese Possibilità, Identità, Lacrime, Fiume, Disperso, Questi alcuni dei titoli dei tuoi quadri. Il tuo è un animo inquieto! Forse lo è stato un tempo, ma l’arte mi ha aiutata a mettere su tela quella che poteva essere la rabbia, la malinconia. Oggi quando qualcosa non voglio tenerla dentro la disegno per liberarmene. In ogni quadro racconto una parte di me, un’emozione rubata alla gente. Una tela a cui tu stessa dici di essere legata, si intitola Finta Preda. Chi rappresenta? La Finta Preda sono io davanti a chi pensa che sia fragile per capire, debole per svelare l’inganno, e come me sono tutte quelle persone, che con un pizzico di convenienza, giocano a far credere di non essere abili predatori. Un progetto bellissimo questo che vede devolvere parte del ricavato per una giusta causa... Io ed Angela Scafidi con le sue fotografie, abbiamo voluto dare attenzione al grande debito morale che abbiamo nei confronti di chi nasce in condizioni disagiate e aiutarli è un piccolo gesto che vorremmo seguissero tutti. Per informazioni consultare il sito www.auroragiuffria.com

Paintings, photos and poems for charity

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Soft lines on canvas representing sensuality and movement, imperceptible emotional unbalances and a strong need to give off your soul. These are the main features of Aurora Giuffria’s solo exhibition, displayed at palazzo Aragona Cutò in Bagheria, sponsored by FI.DA.PA, Bagheria Rotary Club and Palermo Lions Club, whose profits will be donated to the S. Giovanni Bosco church to help needy young mothers. All paintings have been photographed by Angela Scafidi and they are accompanied by Marco Failla’s poems. For further info please contact www.auroragiuffria.com


I DIRITTI DEGLI AUTORI Rock all’Agricantus

Creatività, originalità e iniziativa. Non si può che cominciare col piede giusto se un progetto è stato insieme un laboratorio e un’occasione diretta per esibirsi e mettersi alla prova. Con questo spirito di consapevolezza si è svolto il concerto “Rock 10&Lode” parte finale del progetto “Laboratorio d’Autore: Tuteliamo la nostra creatività” ideato da Gianni Zichichi della Lab Servizi Formativi, con la collaborazione dell’Istituto Professionale di Stato “Gaetano Salvemini” di Palermo e il contributo della S.I.A.E. E così dopo la realizzazione di alcuni seminari su diversi

temi tra cui Spettacolo e Autoimprenditoria, Dalla Musica al Testo, S.I.A.E. e tutela del Diritto d’Autore è partita una serata al teatro Agricantus che ha visto, in rappresentanza di varie Scuole Superiori della Città di Palermo, diversi ragazzi, gruppi e band confrontarsi su un palco portando in scena rock, pop, gospel, hip-hop ed heavy-metal con brani inediti di loro composizione. Con grande apprezzamento tra il pubblico che si aspettava una serata più “amatoriale” e che invece si è ritrovato davanti all’impegno e alla bravura di giovani talenti. Da applaudire.

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Some of the local school bands featuring creativity, originality and initiative had the great chance to compete in the concert - “Rock 10&Lode” - organized by the students of the Istituto Professionale Gaetano Salvemini of Palermo along with the support of the SIAE (Italian Society of Authors and Publishers). The concert was played at the Agrigantus theatre and many rock, pop, gospel, hip-hop and heavymetal school bands played their unpublished music on stage. It was a great success and students revealed to be very professional in performing and what was supposed to be a “students’ concert” turned into a great show. The prize for the most original song was awarded to Zen.it Poss band. The concert was part of a wider project sponsored by the SIAE, which included a set of conferences on subjects such as showbiz, music and texts, SIAE and copyright. The main goal of the project is to protect art from piracy and make students understand that copyright is the right reward for those who want to live with art, creativity and personal skills and expertise. As the project has been very successful the next step will be to organize a larger network of schools involving also the schools in the smaller towns scattered in the province.

di francesca di raffaele

MUSIC AND COPYRIGHT

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Per premiare l’intervento di tutti sono state assegnate varie targhe ed in particolare una, come premio come “miglior testo originale”, consegnata dal Direttore Nazionale dell’Ufficio Eventi della SIAE, Filippo Gasparro, alla band Zen.it Posse che ha proposto il brano “Io vengo dallo ZEN”. Essere protagonisti dei propri progetti musicali vuol dire anche conoscerne l’aspetto legale e amministrativo. La finalità di lungo termine fissata per questo progetto è stata, infatti, quella di porre le basi per la nascita di una consapevolezza in tema di diritto d’autore e di pirateria musicale per la creazione del proprio lavoro artistico, quale può essere il testo di una canzone, fino alla conoscenza e alla condivisione della normativa che regola il Diritto d’Autore, come diritto alla giusta remunerazione a colui il quale ha fatto dell’estro del proprio ingegno il suo “lavoro”. Dopo il successo di questo primo progetto, testimoniato anche dal positivo commento espresso durante la serata da Marco Betta presente allo spettacolo, la S.I.A.E., rappresentata per l’occasione dalla Direttrice della Sede Regionale, Marcella Guaia, ha annunciato già di voler proseguire con queste iniziative e coinvolgere prossimamente, in un progetto di più ampio respiro, tutte le Scuole Superiori della Provincia di Palermo.


CINEMA

24 FOTOGRAMMI

IO SONO LEGGENDA di Francis Lawrence

Non un brutto film, intendiamoci. La storia è inquietante e originale, la suspence resa ottimamente sia per l’interpretazione del protagonista che per la sceneggiatura ben congegnata. Ma questo horror apocalittico è la dimostrazione lampante di come il cinema hollywodiano tenda ad appiattire la riflessione sociale, ad annichilire il problema delle minoranze, a farsi strada a forza di ottimismo ingiustificato, propinando happy end a tutti i costi. Il problema, a dir la verità, non sorgerebbe neppure se non si tenesse conto dell’opera di Richard Matheson, cui questo film è ispirato. L’idea dell’ultimo uomo sulla Terra, unico superstite scampato ad un’epidemia devastante che trasforma gli uomini in creature vampiresche, è senza dubbio un canovaccio succulento attorno al quale costruire una pellicola horror, come del resto aveva già intuito nel 1971 Boris Sagal con il suo “1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra”(“The Omega Man”), con Charlton Heston. Fa specie però, che in entrambe le trasposizioni cinematografiche, questo concetto di fondo venga svuotato delle sue valenze sociologiche e ridotto ad un semplice contenitore di situazioni adrenaliniche o tutt’al più intimistiche là dove invece nel racconto di Matheson serviva da propellente per una riflessione sociale sul significato della normalità e sul valore delle minoranze. Il Robert Neville di Will Smith, come del resto quello di Heston, ripiega insistentemente sul concetto di solitudine assoluta, lenta follia, bisogno esasperato di un contatto impossibile. Alla fine diventa “leggenda” salvando col suo sacrificio la speranza di pochi ritrovati superstiti, ma in Matheson questa “leggenda” ha connotati molto diversi, intesa nell’accezione di favola oscura: leggenda sono per l’uomo i vampiri, i mostri che turbano i sogni e incutono paura. Leggenda finisce col diventare Robert Neville, al tramonto dell’umanità. Lui, uccisore di vampiri, in un mondo di vampiri, è il vero e proprio mostro, spauracchio di una nuova psicologia che non ha più l’uomo come centro dell’universo, minoranza da sopprimere per il benessere sociale.

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Proprio niente di meglio da fare?

Meglio di una fiction in Tv....

I AM LEGEND One cannot say it’s a bad film, as the plot is intriguing, the suspense is excellent and both the protagonist and the script are great. But once again an apocalyptic horror film becomes the evidence that Hollywood movie industry flattens social aspects, annihilating the problems of minorities, proposing unjustified happy ends. You wouldn’t perceive the problem is you didn’t know Richard Matheson’s book. The idea of the last man on Earth - the only survivor to a devastating epidemic which has changed men into vampires – is quite intriguing. It’s quite interesting that film empty the plot of its sociological aspects and reduce it to a simple box of adrenalinic events instead of considering Matheson’s message on minorities. Will Smith’s Robert Neville, focuses on the concept of absolute loneliness, slow madness, a strong need of impossible human contacts. In the end he becomes the legend, rescuing the very few survivors with his sacrifice. In Matheson’s book the legend has a different meaning: the vampires, the monsters who disturb our dreams and ordinary life. In this film Robert Neville becomes the legend, the man who can kill vampires becomes a monster himself, in a world where man is not the centre of the universe and the minority has to be eliminated for the community survival. Dignitoso, ma non lo ricorderete per tutta la vita.


di Woody Allen

E’ un film anomalo, non certo il Woody Allen cui siamo abituati. Non già per certe influenze dostoevskiane, già palesate in film come Match Point, quanto per una certa prevalenza dell’impianto fotografico su quello testuale. Pare che in questo film Allen abbia cercato di spostare l’attenzione sull’espressività piuttosto che sull’espressione, sull’esternazione visiva del dramma piuttosto che sulla sua codificazione linguistica. La torbida londra medioborghese che ci racconta Cassandra’s Dream è fatta di apparenze e di angosce, di debolezze e di violenza e di colori tetri tendenti al grigio. La trama è scontata ma il suo dipanarsi è denso, morboso. E’ vero, soltanto a tratti si riconosce la verve dell’autore, ma più che di esercizio di stile, si tratta di sperimentazione. PRO Delitto e castigo, per una tragedia dei nostri giorni che Allen dipinge più che raccontare. CONTRO Dialoghi meno incisivi del solito, anche se un paio di scambi li ricorderete a lungo

AMERICAN GANGSTER

di ALESSANDRO GARRAFFA

SOGNI E DELITTI

di Ridley Scott

Ispirato alla biografia del gangster Franc Lukas, anche questo film di Scott come molta della sua produzione precedente, si dipana sulla dicotomia fra due grandi personaggi, la loro parabola e il loro scontro. Il risultato però, al contrario del solito, è alquanto piatto e atono. Non che ci siano dei difetti facilmente additabili, ma nel complesso la perfezione formale e strutturale non spinge il discorso al di là dell’ordinario. Il film scorre lento, caratterizzando con dovizia di particolari i protagonisti, ma rimanendo privo di momenti veramente significativi e di un effetto climax che proietti verso la conclusione. Denzel Washington per altro è incapace di recitare ruoli al di là dell’immagine politically correct, che Hollywood gli ha assegnato da tempo.

PRO

Nell’assieme un film di ottima fattura, non brillante ma qualitativamente valido.

CONTRO

Quando si legge regia di Ridley Scott ci si aspetta sicuramente di più.

CLOVERFIELD di Matt Reeves

Evidenti pregi, innegabili difetti. Se per cinema intendiamo distrazione e divertissement, intrattenimento allo stato brado, Cloverfield cattura l’attenzione e genera tensione. Innova, perché ignora e demolisce i canoni classici ormai troppo cari al cinema di genere e propone un’esperienza di terrore tutta in soggettiva, con qualche picco di notevole intensità. D’altra parte è una storia priva di concetto e di identità, che si preoccupa molto di togliere il fiato ma per nulla di significare o motivare gli avvenimenti. Un monster movie anomalo, dove il protagonista è una presenza assenza, di cui si vede e si intuisce pochissimo.

PRO

Tensione, divertimento e un certo ritmo.

CONTRO

La telecamera in soggettiva segue percorsi suoi... Asternersi dalle prime file o munirsi di antiemetici.

30 GIORNI DI BUIO di David Slade

Ennesima testimonianza della tendenza dell’horror moderno a trascurare identificazione e contenuto, il film di Slade è un onesto B-Movie, che mutua in maniera del tutto gratuita dalla tradizione il topos del vampiro sanguinario, qui addirittura organizzato in cooperativa. Ottime da una parte le ambientazioni gelide e notturne delle nevi perenni e la tensione dell’effetto preda, discutibili invece dall’altra sia le prove dei protagonisti sia una certa tendenza a ricadere negli stilemi ormai obsoleti del genere. Anche in questo caso un horror in cui i“mostri” vengono fuori dal nulla senza un motivo specifico e nel nulla scompaiono, senza averci detto qualcosa di loro.

PRO

Un horror di situazione che in certi punti riesce anche a coinvolgere

CONTRO

Da vedere senza mezzi termini.

Capolavoro, quando si esce dalla sala ringraziando.

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Poco originale e poco ispirato. Troppi fatti, pochi concetti.


GRANDI ALBERI

L’ Anima Verde della Sicilia

Un’antica saggezza degli Indiani Hopi sostiene che “il cielo è sostenuto dagli alberi. Quando l’uomo bianco li avrà tagliati tutti, esso cadrà sulla terra e li schiaccerà”. Per non rimanere vittime della nostra stessa incuria, per una migliore conoscenza dei monumenti vegetali della nostra isola, affinché si stimoli in tutti noi una maggiore coscienza ambientale, l’Azienda Regionale Foreste Demaniali ha edito un volume: “I grandi alberi di Sicilia”. Un viaggio affascinante alla scoperta dell’anima più verde ed antica della nostra terra, un ponte teso tra il passato ed il futuro della storia naturale dell’isola, frutto di un lavoro di ricerca che l’Azienda ha intrapreso nel 2004 in collaborazione con il Dipartimento di Botanica dell’Università di Palermo. Scritto e curato dai botanici Rosario Schicchi e Francesco Maria Raimondo, arricchito dalle suggestive immagini del fotografo Massimo Lo Verde, il libro è il documento di una campagna di censimento degli alberi monumentali forestali e tradizionalmente coltivati della Sicilia. Basti pensare che l’Italia possiede un patrimonio arboreo di circa 22.000 alberi “di notevole interesse”, oltre 2.000 di “grande interesse” e 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”. Il censimento effettuato in Sicilia ha individuato 412 esemplari, di cui cento sono descritti nel volume perché ritenuti particolarmente rappresentativi dei paesaggi che caratterizzano le province siciliane. Alberi, ma non solo. Questi giganti della natura, protesi verso il cielo ma con le radici fortemente piantate al suolo, testimoni muti del trascorrere del tempo e delle generazioni, nel loro essere e divenire, oltre a costituire un irrinunciabile polmone vitale per le popolazioni locali, rappresentano infatti anche un patrimonio artistico-culturale che può essere considerato alla stessa stregua dei monumenti in pietra, dei centri storici o delle grandi strutture architettoniche.

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Carrubbo di Caschetto


di Angelo luca pattavina

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Nella presentazione al volume, l’Ispettore Generale dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali, Antonino Colletti, avanza un’ipotesi di lettura: “da sfogliare come l’album delle foto di famiglia ove ogni immagine rimanda alle origini della terra in cui ogni esemplare racconta una parte della storia e attorno al quale sono nate dicerie e leggende curiose tramandate fino ai nostri giorni”. Come quella del Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio, sull’Etna, in cui si narra che la regina Giovanna d’Aragona, durante un viaggio dalla Spagna a Napoli, si fermò in Sicilia e, sorpresa da un temporale, trovò riparo, con tutto il suo seguito di cento cavalieri, sotto l’ampia chioma del colossale castagno. O come quella del Cipresso di San Benedetto il Moro, nel cimitero di Santa Maria di Gesù a Palermo che, secondo la tradizione popolare, ha avuto origine dalla prodigiosa radicazione di un bastone che il santo aveva infisso nel terreno accanto alla piccola casupola, oggi diventata cappella, in cui egli visse.


O ancora, quella della Roverella che cresce vicino l’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, dove la Patrona di Palermo, nei 12 anni in cui visse lì, si recava per pregare, riscaldarsi al sole, asciugarsi e spazzolarsi i capelli. O quella, infine, delle fate che dimorano nelle cavità dell’Olivastro di Inveges, nel comune di Sciacca, di cui si dice che nessuno possa toccare i suoi rami, né tanto meno tagliarli o raccoglierne i frutti. Conserviamo dunque questi alberi, custodiamo questo immenso patrimonio di scienza e cultura ereditato dai nostri avi. Oltre alla necessità di strumenti legislativi più incisivi e organici per la loro tutela e valorizzazione, “bisognerebbe evitare - scrivono gli autori del volume - ogni sorta di danneggiamento, anche quelli più banali, come i danni alla corteccia del fusto e dei rami per incisione con coltelli”. E allora basta scrivere stucchevoli dichiarazioni d’amore sulla corteccia degli alberi, anche su quelli che non hanno 2000 anni. Del resto, annotava il poeta americano Joyce Kilmer agli inizi del ‘900: “Credo che non vedrò mai una poesia bella come un albero. Perché le poesie le fanno gli sciocchi come me. Un albero lo può fare solamente Dio”.

THE GREEN HEART OF SICILY An ancient Hopi Indian prophecy states that “one day, when the white man would cut down the last tree, the sky would fall and crush him”. To save our trees and to teach people to respect them the State Forests Agency has recently published a book on the most beautiful trees of Sicily – an interesting research started in 2004 along with the University Botany Department. The book lists the tree specimens grown in Sicily and the many monumental trees scattered all over the island that because of their beauty and age can be considered as artistic and cultural heritage. Some of these trees have a story with them, such as the “A hundred horses’ chestnut tree”, located in Sant’Alfio, on Mount Etna slopes. The legend tells that the Queen Giovanna d’Aragona, travelling from Spain to Naples, crossed Sicily and being stopped by a severe storm, sheltered under the huge foliage of this tree with her 100 knights. The book also invites people to respect trees, avoiding writing on them. In the early 20th century the American poet Joyce Kilmer said: I think I shall never see a poem lovely as a tree. Poems are made by fools like me, but only God can make a tree.”

Quercia Virgiliana di S.Maria del Bosco

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“Geografie dell’anima”

titolo autore edizioni pagine prezzo

GEOGRAFIE DELL’ANIMA DAVIDE LACAGNINA EDIZIONI DI PASSAGGIO 207 15,00 €

“Geografie dell’anima”

“Geografie dell’anima”

Davide Lacagnina walks you along the void of the soul which after a difficult transformation ends in an inevitable consciousness, thanks to the power of the human mind. The plot develops in an interior conflict between god and bad, love and hate, right and wrong, passion and indifference, such as in Narcissus and Echo. The author explores unspoiled paths taking you to the exaltation of the beauty, penetrating the most secluded areas delimitating art and nature. The book is set in old Palermo: the Palatine Chapel, Palazzo Abatellis, Via Alloro and Piazza Marina – memories of the past glories of the town.

Recorre, paso a paso, la vía del vacío en un continuo devenir, hasta tener conciencia de una saludable transformación radical que atravesa las artes nobles del ingenio humano.   Incluso mediante un conflicto interior entre el bien y el mal, entre lo lícito y lo ilícito, entre la pasión y la indiferencia como la que nació entre Narciso y Eco. En esta obra el autor decide recorrerlositinerariosinexplorados o poco conocidos que conducen a la exaltación de lo bello, introduciéndose por los meandros inexplorados  que señalan la línea de demarcación entre paisaje y arte.

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L’ uomo, oltre a coltivare sogni, vive di illusioni. Ancor di più in un’era in cui non importa più Essere quanto Apparire. I mezzi di comunicazione di massa non fanno altro che esaltare l’incapacità e il non saper fare niente ritenendoli – insieme – componenti essenziali per affermarsi nel mondo del nulla. Nelle “Geografie dell’Anima” di Davide Lacagnina viene percorsa, passo dopo passo, la via del vuoto in un continuo divenire, che conduce ad una trasformazione radicale attraverso una salutare presa di coscienza. Questa passa in mezzo alle arti nobili dell’ingegno umano. Anche mediante un conflitto interiore tra bene e male, tra lecito ed illecito, tra amore ed odio, tra passione ed indifferenza come quella instaurata tra Narciso ed Eco, “la ninfa dei monti figlia di Etere e di Geo, punita da Era a non potere più parlare” e, di conseguenza, impossibilitata per l’eternità ad esternare intimi sentimenti. Scagli la prima pietra chi non ha mai coltivato il gusto dell’autocompiacimento. La storia è piena di esempi che esaltano e ripropongono il mito di Narciso, dell’essere pensante che si esalta solo attraverso l’immagine riflessa della propria vanità. “L’alter ego di Narciso prende corpo nella percezione della natura che lo circonda” e che lo aiuta a crescere e ad apprezzare anche gli angoli più remoti dell’anima. Sono quelli manifestati con l’ausilio dell’arte, massima espressione della spiritualità dell’ homo sapiens. In questo lavoro l’autore si fa carico del compito di ripercorrere itinerari inesplorati o poco conosciuti che conducono all’esaltazione del bello, incuneandosi nei meandri inesplorati che segnano la linea di demarcazione tra paesaggio ed arte. Quella immortalata dall’estro attraverso secoli di storia segnati da dominazioni, stili, impressioni tutte convergenti in quel caleidoscopico universo culturale disseminato in una Sicilia che vanta un patrimonio di inestimabile pregio. Purtroppo, sovente non adeguatamente apprezzato. In questo volume si respira l’aria della terra che ci piace ricordare. è quella dell’arte normanna, della Cappella Palatina, di Palazzo Abatellis, della vecchia Via Alloro, dei palazzi storici di Via Garibaldi o di Piazza Marina. ripercorsi e rivissuti insieme all’autore il quale coinvolge il lettore trascinandolo per mano, come novello mentore, alla conquista di sensibilità ormai assopite ma che, grazie a quest’opera, ritornano a vivere nel loro antico splendore. è la nostra vita che, mediante raffinati e sapienti fotogrammi incorniciati dalle parole, viene riproposta in tutta la sua sontuosità, solo per riappropriarci di antichi sapori, che sono quelli che alimentano i sentimenti e nutrono il sapere.

di francesca di giovanni

LIBRI: SPAZIO AGLI ESORDIENTI



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