FiemmeFassa Magazine Estate 2013

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ESTATE 2013

trekking tra montagna e cultura

MAGAZINE

animali, il riscatto degli innocenti

re Leone, un condominio vegetale

Quando le emozioni diventano estreme








progetto: areagrafica.tn.it

OBEREGGEN - PAMPEAGO - PREDAZZO

sUlle TraCCe Dei CaMPioni latemar Cycling arena Il passo di Pampeago, 5 volte meta di arrivo del Giro d’italia dall’estate 2012 è l’unico passo dolomitico asfaltato chiuso al traffico. Il percorso parte da Pampeago (Trentino) per arrivare fino a Obereggen (Alto Adige).

CiClisMo Da sTraDa in alTa qUoTa


Sommario naTUra all’oPera

estate 2013

sPorT&CoMPanY

Trekking Val di Fiemme

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Quando le emozioni diventano estreme

40 Trekking Val di Fassa Gli alberi dell’eternità

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ParaDiso aniMale

Il cammino che entra nell’anima Le nuove frontiere del benessere FiemmE-motion Val di Fassa: un’estate d’esperienze esaltanti

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aree ProTeTTe Centro visitatori “Terra Foresta”

MUsei

I “buoni” e i “cattivi”

Muse… curioso di natura

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Le pin up montane

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rePorTaGe Dal PassaTo La donna che superò le barriere della geologia La festa da mont Fiemme&Fassa Estate 2013 di Sofia Brigadoi e Alessandra Zanon Iscr. Tribunale di Trento nr. 11 dell’11/06/2013 e-mail: fiemmefassamagazine@mail.com Direttore Editoriale: Sofia Brigadoi Responsabile Marketing: Alessandra Zanon Progetto e impaginazione: Rosanna Cori - Area Grafica www.areagrafica.tn.it - info@areagrafica.tn.it In copertina: Viandante/Wanderer di Renato Ceolan Stampa: Tipolitografia Alcione - Lavis

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ConsiGli Di leTTUra I Misteri del Cjaslir

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inforMaTiVi

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A Luigino. Amico, maestro, guida. Con affetto e gratitudine Sofia e Alessandra 9



Foto Flavio Delli Zotti

Un prestigio che ha qualche milione di anni Per milioni di anni queste montagne non hanno scritto storia. Sono passate da un’epoca all’altra quasi anonime: pochi gli abitanti, prima cacciatori, poi agricoltori, che si stringevano in piccoli villaggi di case costruite in pietra e legno, con le stalle addossate alle abitazioni, e semplici orti dove perlopiù a buttare ce la facevano solo cavoli e patate. Sentieri e mulattiere collegavano i paesi che, per la maggior parte dei mesi invernali, restavano isolati. Una vita dura, semplice, segnata da sacrifici e tanto lavoro. Sono eco secolari quelle che si spingono fino a noi, voci di montanari che hanno abitato questi luoghi con rispetto. È a loro che volgiamo la nostra gratitudine, con l’augurio che anche voi, come è accaduto per i primi viaggiatori che sono approdati in queste valli, sappiate cogliere quelle eco lontane e la magia che le avvolge. A voi tutti auguriamo un buon viaggio in Terra Dolomitica. 11


natura all’opera

Trekking tra cultura e 18 proposte ad hoc per escursioni impegnative

Gran Canyon delle Dolomiti – Bletterbach

Partire equipaggiati, per tornare soddisfatti La montagna vi è amica, ma bisogna rispettarla. Scegliete itinerari adatti alle vostre capacità e studiate preventivamente il percorso. Portate con voi una carta topografica, abbigliatevi in modo adeguato, con un particolare riguardo alle calzature, e non avventuratevi in quota quando le condizioni meteo non sono ottimali. Se desiderate tentare itinerari a voi sconosciuti o per i quali non vi sentite sicuri, rivolgetevi alle guide alpine. Il primo comprensorio ci porta al Passo Lavazè in Val di Fiemme, un altipiano posto a 1900 metri di quota, caratterizzato da ampie radure prative, ombreggiate da foreste di pino cembro.

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Corno Bianco (Weisshorn)

Da Passo Lavazè si sale in macchina fino a Passo Oclini (1989 m). A piedi, seguendo la segnaletica che indica Weisshorn, ci si inoltra verso ovest su un comodo sentiero erboso che indirizza a Gurndin Alm. Una lunga serie di gradini ci permette di superare estese boscaglie di pini mughi che rendono l’ambiente circostante a dir poco favoloso. Si sale così in vetta, alle bianche placche del Corno (2317 m). Monumentale il panorama verso le guglie del Latemar. Ponendo l’attenzione verso il basso si scorge la gola del Rio delle Foglie-Bletterbach, in Alto Adige, dove si trova il Gran Canyon delle Dolomiti, un sito di valore geologico senza paragoni, dichiarato Monumento patrimonio UNESCO. Mediante un percorso ad anello si scende sul sentiero panoramico Knopfweg, in ambiente selvaggio e quindi si raggiunge l’omonima sella Gurndin Alm, poi il breve ritorno al Passo Oclini. Una piacevole gita di ca. due ore.


montagne selvagge Foto: Albert Ceolan

di media difficoltà e facili per famiglie.

Trovate il vostro percorso ideale Santuario della Madonna di Pietralba (Wallfahrtsort Maria Weißenstein)

Si tratta di un percorso che appaga sia sotto il profilo spirituale (indipendentemente dalle convinzioni religiose che si possono avere), sia sotto il profilo paesaggistico. Una gita piacevole che invita alla meditazione. Dal Passo Lavazè si prende la strada forestale in direzione del Santuario della Madonna di Pietralba, struttura architettonica del 1553. Durante il cammino privo di importanti dislivelli, è possibile distinguere in modo netto la placca porfirica atesina, dalle prime rocce dolomitiche (Corno Bianco 2317 m). Spettacolare la vista della Valle dell’Adige e della natura che la circonda. A piedi A/R sei ore. Il percorso è eseguibile anche in bicicletta in ca. tre ore.

percorsi:

facile

medio

impegnativo

Lago e biotopo

Dal passo ci portiamo verso il lago, uno stupendo biotopo ricco di vegetazione tipica delle rare torbiere d’alta quota. Da ammirare sono i canneti e le coloratissime libellule. Dal lago parte un comodo anello, con possibilità di sosta, che si snoda ai margini dell’intero pascolo. Un luogo ideale per vivere la montagna in libertà e permettere ai bambini di giocare senza pericoli. Località ricca di funghi e pascolata da caprioli e cervi. Sugli alberi si rincorrono scoiattoli e ciuffolotti. Poco più di un’ora. Il tragitto è anche ciclabile.

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Il secondo comprensorio si estende nella suggestiva Catena del Lagorai.

Dal fondovalle alle vette: Sottosassa > Cima Cece

Da Predazzo si segue per un breve tratto la strada del Passo Rolle (SS50), quindi si prende una strada forestale (a dx) che indica il campeggio Valle Verde sul rio Travignolo. Possibilità di parcheggio. Poco dopo, su una strada boschiva recante l’indicazione Valmaggiore, ci si spinge verso il Lago di Cece (1879 m, presenza di un bel baito) e quindi al lago della Caserina (2088 m), due perle d’acqua inserite in pascoli aspri. In ambiente sempre più selvaggio, si sale al bivacco Paolo e Nicola (sent. 335, sei posti letto). Un nuovo sentiero, il 349, porta alla forcella Cece fino in vetta (quota 2754), circondati da resti di trincee e osservatori della Grande Guerra, alcuni restaurati di recente. Lo sguardo ci offre una vista superba: nelle Dolomiti i gruppi del Latemar e delle Pale di San Martino, a seguire l’imperiale catena porfirica di Lusia e Bocche per arrivare alle rocce vulcaniche di Cima d’Asta e al lungo profilo della catena del Lagorai. Il percorso è impegnativo, quasi 1800 metri di dislivello, nove ore di cammino andata e ritorno: si porta a casa l’incontro con ambienti che si ritenevano perduti: bosco, praterie, laghi, morene glaciali e rocce verticali.

I laghi di Colbricon

Da malga Rolle (1900 m), poco sotto l’omonimo passo, una comoda strada sterrata ci porta all’ampio sentiero 348 verso i laghi di Colbricon. Si cammina su lisce lastre di porfido, ai lati poderose

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radici di pino cembro e di abeti catturano muschi e fiori. Si arriva al rifugio e in riva ai due laghi (1920 m), luogo fiabesco: nelle prime ore della giornata si possono incontrare caprioli e cervi, ma sono decine le specie di uccelli che comunque accompagnano il cammino. Una breve escursione (dieci minuti) porta verso il luogo del ritrovamento archeologico dei primi insediamenti umani in valle di Fiemme: sono i bivacchi dei cacciatori di 8/10 mila anni fa. In poco tempo si possono raggiungere, accompagnati dallo squittire delle numerose marmotte, anche le fortificazioni della Grande Guerra (forcella Ceremana). Verso il Lagorai svetta la cima di Colbricon (2602 m), all’opposto le guglie ardite del Cimon della Pala (3184 m), detto il Cervino delle Dolomiti, nelle Pale di san Martino. Spettacoli, colori e profumi che rimarranno impressi nella memoria. Andata e ritorno su sentiero facile poco più di un’ora.

Sentiero Marciò Foresta di Paneveggio

Si parte dal Centro Visitatori del Parco Naturale di Paneveggio verso il rio Bocche. Qui ci si inoltra in un sentiero semplice, ben segnalato, che aiuta a comprendere la complessità della vita nella foresta di Paneveggio. Fustaie di abete rosso colonnari (famose per il legno dei violini) si alternano a perticaie più giovani che ci presentano anche ontani, o sorbi. Una vegetazione mista che ospita animali importanti: dal cervo al capriolo, dallo scoiattolo alle arvicole, dalle cince ai picchi. E tanti suoni. Accompagnati dallo scrosciare del torrente. Grazie alle tabelle messe a dimora dal Parco i ragazzi imparano a distinguere piante e altri ospiti della foresta demaniale. Anello facile, ben segnalato, un’ora di passeggio nell’aria leggera. A poca distanza dal Sentiero si trova l’area faunistica del cervo, che ospita, in condizioni seminaturali, alcuni esemplari di questo imponente ungulato.


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Il terzo comprensorio si trova nel Gruppo del Latemar, recentemente inserito nel Patrimonio di Dolomiti Unesco, grazie alla spettacolarità delle torri e alla specificità geologica. La cima più alta è il Cimon del Latemar, 2846 m, che si specchia nel celebre lago di Carezza.

Nel cuore dei campanili del Latemar

Si tratta di una proposta impegnativa, che necessita di una buona preparazione escursionistica. Sono circa otto le ore di cammino. Il tragitto è incantevole, lunare. Un paradiso impresso nella roccia. Dal Passo Feudo, raggiungibile mediante gli impianti a fune del Latemar (Predazzo) o dall’Alpe di Pampeago (Tesero), si accede al cuore del Gruppo. Il sentiero CAI-SAT 516 conduce al rifugio Torre di Pisa (2671 m), che si trova in una posizione scenografica sulla cresta del Cavignon. Dal rifugio si prosegue verso la Forcella dei Camosci (2651 m), luogo di pascolo degli acrobati delle rocce. Spettacolare l’insieme di guglie e pinnacoli che si innalzano al cielo. Imboccando il sentiero 516 A si giunge al bivacco Latemar (2365 m). In quel punto si scende ancora per accedere alla selvaggia Valsorda, detta anche “la valle delle sorgenti”, quindi si prosegue lungo la “cava delle bore” fino ad arrivare alla frazione di Forno (1136 m). Mediante la comoda pista ciclabile si raggiunge il parcheggio degli impianti a fune del Latemar.

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Sentieri tematici nella natura

Tre i percorsi proposti raggiungibili con la telecabina Predazzo-Gardonè. Molti anni or sono sul Monte Feudo viveva un drago. Dopo di lui se sono arrivati molti altri ed è così che è sorta LA FORESTA DEI DRAGHI, con partenza a 1650 m, lunghezza 1,4 km, anche carrozzabile. Se volete conoscere meglio queste magiche creature alate, siete arrivati nel posto giusto. Cercate le prove del loro passaggio lungo un tragitto incantato, realizzato in collaborazione con l’Istituto d’Arte Soraperra di Pozza di Fassa. Da non perdere IL PASTORE DISTRATTO, 1650 m, lunghezza 1,5 km. Martìn, un pastorello di


Foto: Archivio Museo Geologico – Predazzo

Foto Archivio Commissione Sentieri della Società degli Alpinisti Tridentini

sentiero geologico del Dos Capèl

L’itinerario è comodamente raggiungibile sia dall’abitato di Predazzo mediante gli impianti a fune del Latemar, sia dall’Alpe di Pampeago (Tesero). Si tratta di uno dei percorsi più avvincenti della zona. Natura e cultura in un unico itinerario che si estende tra i 1700 e i 2230 m, nel quale è possibile scoprire l’affascinate origine di queste montagne, gemme nate dal mare, da sedimenti di atolli corallini che, per effetto dell’azione atmosferica, riconsegnano molluschi, alghe e microorganismi fossilizzati. Il percorso presenta 32 punti di osservazione con tabelle esplicative, posti in zone esclusive dal punto di vista geologico. La varietà di fiori presenti è generosa grazie alla diversità delle rocce (stelle alpine e sassifraghe). Ricca la presenza di funghi. Ca. due ore di passeggiata.

Predazzo, ti farà vivere momenti di puro divertimento a stretto contatto con la natura. Novità 2013 il giocolibro Martìn e l’Acqua, ritirabile (come tutti gli altri giocolibri) presso il punto informazioni di Gardonè. Il SENTIERO GEOLOGICO DEL DOS CAPEL, vedi sopra. Due i percorsi proposti: facile 3 km, di media difficoltà 4 km. Quello facile, adatto alle famiglie, si può percorrere con il giocolibro dell’ “Agente speciale geologico”.

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natura all’opera

Sulle creste della Grande Guerra

Dal passo San Pellegrino (1918 m), ci si incammina sulla comoda strada alpina, sentiero SAT 604, che porta al laghetto paludoso di Campagnola e quindi al Passo Selle (2530 m), un’area che ospitò la vasta cittadella di retrovia austro-ungarica dal 1915 al 1917. Da qui ci si inerpica lungo la dorsale SAT 637 che porta alla sommità della Cima di Costabella e si prosegue lungo il panoramico sentiero attrezzato Bepi Zac che, mantenendosi in quota, raggiunge forcella Cadin (2664 m). Seguendo il tragitto si trovano diversi osservatori e postazioni di mitragliatrice della Grande Guerra, tutti recuperati e restaurati con cura da volontari. I più esperti possono impegnarsi in una spettacolare salita alla Cima dell’Uomo (3010 m). I panorami mozzano il fiato, le sorprese si susseguono e ci aprono, con più scorci, la vista sull’estesa parete sud della Marmolada. Camminando in silenzio è facile osservare nei vicini valloni o abbarbicati su pareti impossibili, branchi di camosci e stambecchi. Da forcella Cadin seguendo il sentiero 637b si ritorna al passo San Pellegrino. Per persone allenate, cinque ore e, con variante a Cima dell’Uomo, sette ore.

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La prima area che vi proponiamo in Val di Fassa si trova al Passo San Pellegrino, un valico montuoso affascinate sia sotto l’aspetto orografico, sia culturale, con inaspettati accessi risalenti all’epoca del primo conflitto mondiale


Fuchiade: attraverso i pascoli d’alta quota

Da passo San Pellegrino (1918 m) con comoda strada si raggiunge il lago delle Pozze (rifugio Miralago) e si prosegue lungo una strada carrabile priva di asperità fino all’alpeggio di Fuchiade (Fuciade). La prima parte della camminata è caratterizzata da un bosco di conifere ricco di effluvi balsamici, superato il quale la vista si apre verso una valle d’incanto: una sequenza di baite alpine adagiate su prati e dolci declivi, ancora oggi curati come un giardino: una esplosione di fiori colorati, tra i quali alcune rare specie di orchidee alpine, profumi intensi delle diverse essenze selvatiche

tra le quali emerge, in tutta la sua fragranza, quella del timo serpillo che copre i grandi massi erratici. Una volta giunti al famoso rifugioristorante Fuchiade si può proseguire, sempre su comodo sentiero, verso la Valfredda. Nei prati sovrastanti si rincorrono le marmotte, che vi osservano curiose ed attente e poco sopra i camosci cercano preziosi licheni nei ghiaioni sottostanti Cima dell’Uomo e la Val di Tasca. Verso sud-ovest si apre lo scenario delle Pale di San Martino con lo spettacolare incipit dei Campanili del Focobòn. Si ritorna per lo stesso percorso: due ore tra andata e ritorno; si percorre anche in bici o, fino al rifugio Fuchiade, con trasporto in carrozza trainata da splendidi cavalli norici.

Il lago di passo San Pellegrino: specchio per le pareti di porfido

Foto: Archivio Commissione Sentieri della Società degli Alpinisti Tridentini

Foto: Giuseppe Ciani, Archivio Apt Val di Fassa

Da passo San Pellegrino su una comoda stradina si scende, in pochi minuti, al lago, un vero e proprio smeraldo incastonato fra larici contorti e manti di rododendri. È possibile sostare al cospetto e godersi il panorama approfittando di alcune strutture di riposo o per fare un pic-nic. In soli venti minuti si può compiere l’intero giro dello specchio d’acqua e osservare ammirati la suggestiva immagine del maestoso Cimon di Bocche riflessa nelle acque limpide di questo tipico laghetto alpino. Si passeggia fra fragranti arbusti di ginepri, mughi, fitte piante di mirtillo nero, estensioni di crescione e altre piante palustri d’alta quota. Macchie di colore che ci riportano ai pittori impressionisti. Da frequentare fino a tardo autunno cogliendo i colori dorati dei larici. Una breve deviazione porta a malga San Pellegrino: trenta minuti.

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il secondo comprensorio ci porta nel Gruppo del Catinaccio (rosengarten), nel regno incantato di re laurino, dove ci attendono scenografiche guglie e panorami emozionanti i tre percorsi suggeriti iniziano dalla località Gardeccia, raggiungibile nei seguenti modi: con bus navetta da Pera di Fassa; con la funivia da Vigo di Fassa + 40 minuti seguendo il sentiero 540 “Sentiero della Foresta” (vedi itinerario 1). con le seggiovie da Pera di Fassa: tre seggiovie + 40 minuti lungo il sentiero 540 “Sentiero della Foresta”; due seggiovie + 40 minuti lungo il Sentiero delle Leggende.

nel bosco con i ragazzi il sentiero della foresta

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Da Gardeccia (1948 m) un facile sentiero il 540 con dislivelli minimi ci porta al Ciampedie (1997 m). Il percorso attraversa un bosco misto di conifere: pini cimbri, larici e abeti intervallati da qualche mugo e cespugli di rododendro. Un cammino didattico-naturalistico che, con l’aiuto di semplici tabelle, in poche parole illustra la complessità della vita in quota: animale e vegetale, i problemi legati all’acqua (nelle sue varie forme) e ai cambiamenti climatici. Il percorso, essendo tutto all’ombra, è percorribile senza alcun affanno anche nelle giornate più calde. Lungo il percorso si intravvedono, come incastonate in una cornice arborea, le valli di San Nicolò e Jumela. Andata e ritorno, un’ora e trenta minuti. È possibile effettuare il tragitto anche in senso contrario: da Ciampedie, dopo la salita con la funivia del Catinaccio-Rosengarten da Vigo di Fassa.


Foto: Archivio Commissione Sentieri della Società degli Alpinisti Tridentini

Da un pinnacolo all’altro. Ascensioni poetiche nel cuore del Catinaccio L’escursione che vi proponiamo è tra le più selvagge del Gruppo. Un percorso per palati paesaggistici fini e una buona preparazione escursionistica. Da Gardeccia (1948 m), si percorre la strada sterrata 546 fino ad arrivare al rifugio Preuss (2243 m). Il sentiero 584 porta a passo Principe (2609 m) servito dall’omonimo rifugio e quindi si sale lungo un faticoso ghiaione al Pas de Antermoia (2770 m). È possibile raggiungere il passo anche vincendo l’esposta via ferrata, destinata ad alpinisti attrezzati, fino a toccare quota 3004 metri. Dal passo si scende al vallone d’Antermoia fino al lago (2495 m) raccolto in una tipica morena glaciale. Poco distante il rifugio Antermoia (2497). Si risale grazie al sentiero 583 al Pas de Laussa e si raggiunge quindi il Pas da le Scalete (2348 m), a contatto con le imbizzarrite creste del Larsec. Ci si cimenta dunque in una lunga ed esposta discesa, a tratti attrezzata, tra diroccate guglie e, attraversando un fitto bosco di pini mughi ricchi di sentori, si ritorna al rifugio Gardeccia. Nel percorso si incontreranno una moltitudine di specie di fiori alpini: l’astro alpino, il raponzolo, le sassifraghe e, sopra tutti, sua maestà la stella alpina. Percorrenza sei ore, chi affronta la via ferrata preveda un’ora in più.

Il mito delle torri del Vajolet

L’alpinismo in piccoli gruppi, per leggere spettacoli unici. Da rifugio Gardeccia (1948 m) mediante il sentiero 546 si sale al rifugio Preuss (2243 m), così chiamato in onore del grande e sfortunato alpinista tedesco (l’indomito alpinista della purezza, della scalata senza alcun mezzo di progressione e di assicurazione). Si continua sull’impervio sentiero 542 fino a raggiungere il rifugio Re Alberto (2616 m). Un luogo magico, protetto dal Catinaccio Rosengarten (2981) che nel mondo germanico è conosciuto come “Gartl”, il piccolo giardino e che riserva lo scorcio più elegante ed indimenticabile sulle Torri del Vajolet (2821 m), famose per l’ardimento delle vie che le percorrono e palestra d’arrampicata la più affascinante delle Dolomiti intere. Le torri sono sette, ma le più famose e decantate sono le tre più meridionali, la Delago (2790 m), la Stabeler (2805 m) e la Winkler (2800 m). Uno spettacolo unico è osservare, una volta giunti al passo Santner (20 min dal rifugio Alberto), la conca di Bolzano. Ogni passo è accompagnato dal leggero volo dei gracchi alpini, dalla presenza dei fringuelli della neve e, con un po’ di fortuna, dal passaggio di camosci. Andata e ritorno occupano circa cinque ore: sul tratto che sale dal rifugio Preuss al rifugio Alberto è necessaria una certa esperienza.

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Passo sella e sassolungo. Una sfilata di eleganza fra guglie e pareti verticali

“Formidabile blocco roccioso, forse il più elegante e ardito di tutte le Dolomiti”, così Luca Visentini ha descritto il Sassolungo e il Sassopiatto. Uno spettacolo di incomparabile bellezza, come nell’osservazione di una tela di Segantini, grazie ai toni dei fiori che occupano le fessure rocciose, le piccole cenge che invitano lo sguardo a scivolare nei colorati prati dell’alpe di Siusi. Da Passo Sella (2176 m) lungo un sentiero facile e con brevi variazioni di pendenza (Augustusweg 527) si raggiunge il rifugio Sassopiatto (2256 m). Prima di giungere al rifugio è possibile imboccare una deviazione che, in meno di due ore, ci permette di raggiungere la cima del Sassopiatto (2955 m). Da questo punto di osservazione si può ammirare uno spettacolo straordinario verso la Val Duron. Proseguendo dal rifugio Sassopiatto (sentiero 526) nel nostro periplo del massiccio raggiungiamo, senza particolari strappi, prima il rifugio Vicenza (2225 m) e quindi il Comici (2153 m) per poi trovarci nuovamente al Passo Sella. Si tratta di un percorso facile, che offre scenari unici e diversi fra loro; pareti verticali e piccole guglie sono addolcite da declivi prativi e bucolici pascoli che sembrano una cartolina d’altri tempi. Nella prima parte leggiamo l’intera valle di Fassa e nella seconda lo sguardo si posa sull’Alpe di Siusi e sulla Val Gardena. Un lembo di Dolomiti,

Col rodella: il belvedere su fassa

Foto: Archivio Commissione Sentieri della Società degli Alpinisti Tridentini

il terzo comprensorio si snoda nell’alta Val di fassa, nel “regno dei colossi di pietra”

ristretto, ma ricco di suggestioni: la sintesi più emotiva e spettacolare dell’intera regione. Il tutto si percorre in sei ore, due ore in più se si affronta la variante al Sassopiatto.

Val Duron: la gita dei romantici

Si parte da Campitello salendo la prima parte della strada comunale di Val Duron con il servizio taxi fino a rifugio Micheluzzi (1850 m). Un’ampia strada sterrata, la 532, risale la valle costeggiando un tortuoso torrente e piccole torbiere. Il cammino che porta verso Pas Duron (2204 m), costellato da piccole baite un tempo utilizzate come ricoveri temporanei per il fieno, è segnato dal classico paesaggio alpestre, arricchito da diverse specie floreali e da una moltitudine di essenze alpine. Manca poco alla meta: il rifugio Alpe di Tires (2440 m) è lì che vi aspetta. Si tratta di un percorso facile, ma di grande impatto emotivo. La vista scorre lungo una variopinta tempera di cime dolomitiche: il Sassopiatto, l’autoritario gruppo del Catinaccio d’Antermoia, le fragili ed improbabili Cime di Terrarossa (2654 m), i Dents da Ciavàl. Si rientra lungo lo stesso percorso avendo così modo, grazie alla dolce discesa, di riprendere il dialogo con le timide marmotte e rimirando l’austerità dei “Frati di Duron”, le insolite forme laviche che hanno resistito per millenni all’erosione delle acque e dei venti. Andata e ritorno in sei ore circa.

Si tratta di una traversata piacevole che da Passo Sella porta alla sommità del Col Rodella (2485 m), il promontorio che si sporge su Fassa, permettendo una visione d’insieme della Valle. Dal passo ci si dirige verso Forcella Rodella (2308 m) attraverso una depressione prativa, delicato abbrivio alla Punta Grohmann e si raggiunge quindi il rifugio des Alpes (2392 m). Percorrendo il sentiero Federico Augusto, il 529, si sale in vetta al Col Rodella. Il percorso è adatto a tutti, una porta di facile accesso alle meraviglie che rendono esclusiva questa parte di territorio. Andata e ritorno due ore.

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Ciampedie, il “Campo di Dio”, una balconata panoramica sulle Dolomiti a pochi minuti dal fondovalle. È la porta d’ingresso al Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale UNESCO, raggiungibile con la funivia da Vigo di Fassa o con le seggiovie da Pera di Fassa. Da qui, 6 rifugi a pochi metri dagli impianti e molti altri lungo i sentieri, passeggiate ed escursioni di ogni difficoltà, parco giochi con custodia bimbi, percorsi tematici (Sentiero della Foresta, Sentiero delle Leggende).

NOVITÀ ESTATE 2013:

> tutti i giovedì, dal 27/06 al 05/09, escursione naturalistica accompagnata (9.30-11.30); > tutti i martedì e venerdì, dal 02/07 al 03/09, escursione di nordic walking con guida (9.45-11.45). Le escursioni partono dal Ciampedie e sono gratuite, salvo il trasporto con gli impianti a fune.

APERTURA IMPIANTI: Funivia Vigo-Ciampedie dal 09/06 al 06/10/2013 Seggiovie da Pera di Fassa dal 23/06 al 15/09/2013

INFO IMPIANTI ED ESCURSIONI: Catinaccio Impianti a Fune S.p.A. Vigo di Fassa Tel. 0462 763242 www.catinacciodolomiti.it

CENTRO ESCURSIONI MONZONI COSTABELLA Moena / Passo San Pellegrino / Seggiovia Costabella

Un museo a cielo aperto La seggiovia Costabella porta in un territorio ricco di storia e natura. Le creste di Costabella e dei Monzoni durante la Ia Guerra Mondiale (1915-1918), furono teatro di battaglie d’alta quota fra l’esercito italiano e austriaco. Le testimonianze della presenza dei due eserciti sono numerose e ben conservate. È un territorio prezioso anche per la natura: i Monzoni sono stati definiti il museo geologico e mineralogico più interessante d’Europa ed è ricca la presenza di marmotte, camosci e stambecchi. Alcuni percorsi: Costabella-Passo delle Selle (facile), Alta Via Bepi Zac (via attrezzata), Alta Via Federspiel (via attrezzata), Costabella-Fuchiade (facile).

APERTURA SEGGIOVIA dal 23/06 al 08/09/2013 Info: Catinaccio Impianti a Fune S.p.A. tel. 0462.573016 / 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it

progetto: areagrafica.tn.it

CENTRO ESCURSIONI CATINACCIO/ROSENGARTEN Un viaggio in mezzo alla natura

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paradiso animale

I “buoni” e i “cattivi” Specie sotto accusa: il riscatto degli innocenti “Il redebus è un uccello che vola all’indietro perché non gli interessa dove va ma dove sta. Fa uova quadrate perché non rotolino dalle scarpate e i pastori le cuociono per giocare a dadi” Marco Avanzini e Francesco Rigobello

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a sempre gli animali e le erbe della montagna sono parte della vita quotidiana e dell’immaginario delle popolazioni alpine. Spesso essi sono umanizzati e nel loro essere trasformati in creature pensanti, si caricano di significati positivi o negativi. Eppure, anche se fastidiosi e insopportabili come mosche e zanzare, oppure scomodi e incalzanti come rovi ed erbacce fanno parte di un delicato e a volte insospettabile equilibrio. Quello dell’uomo con gli animali è un rapporto difficile e spesso contraddittorio. Nel corso della storia alcuni animali sono stati vittime di superstizioni e credenze che spesso hanno inciso sul loro benessere e addirittura sul loro stato di conservazione. Gli stambecchi, ad esempio, in molte località delle Alpi rischiarono l’estinzione perché era diffusissima la credenza che un piccolo osso a forma di croce (in realtà una cartilagine) che

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irrobustisce i grossi vasi sanguigni alla base del cuore, avesse un particolare potere di protezione e di guarigione da ogni male; gli stambecchi erano uccisi per poter entrare in possesso di questo amuleto. Nel 1600 questa credenza fu considerata demoniaca e il principe vescovo di Bressanone nel tentativo di mettere fine alla superstizione ordinò lo sterminio di tutti gli stambecchi presenti nelle Dolomiti con la convinzione che solo così la gente avrebbe smesso di credere al magico potere dell’animale e se ne sarebbe dimenticata. Gli animali e la natura non hanno certo bisogno di accezioni negative o positive per catturare l’attenzione e meritare la nostra tutela ma ancor oggi sopravvivono leggende che non hanno più motivo di esistere. Solo conoscendo meglio la natura che ci circonda, riusciremo a preservare piante e animali dei quali spesso abbiamo dimenticato il ruolo insostituibile.


L’immagine del pipistrello è tradizionalmente legata al mondo degli inferi

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i rapaci notturni sono altri animali che l’uomo lega agli spiriti e all’aldilà

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Tra gli animali selvatici più perseguitati c’è sicuramente il pipistrello. Nei paesi cattolici questo mammifero è stato sempre temuto a causa della sua capacità di sopravvivere e volare agilmente nella più totale oscurità. La sua immagine è tradizionalmente legata al mondo degli inferi, dove anche il demonio è rappresentato con ali di pipistrello. A causa della sua cattiva fama, il pipistrello è stato prima inchiodato vivo alle porte dagli antichi romani (che in questo modo si difendevano da streghe e malattie), poi, nel corso di molti secoli, utilizzato per creare filtri d’amore o curare disturbi legati alla vista (negli anni Sessanta si vendeva sangue di pipistrello perché si pensava che grazie a esso gli uomini avrebbero potuto vedere meglio nelle ore notturne). Ancor oggi si teme che il mammifero con le “mani alate”, come dice il nome del loro ordine (Chiroptera), si attacchi ai capelli costringendo le persone a rasarsi. Si tratta di una diceria del tutto falsa: e pensare che un pipistrello è in grado di mangiare oltre 2000 zanzare a sera, svolgendo un ruolo biologico importantissimo! Altri animali che l’uomo lega al mondo degli spiriti e dell’aldilà sono i rapaci notturni: ad esempio si dice che chiunque ascolti il canto della civetta, del gufo o dell’allocco, è avvisato della morte di un parente o di una persona vicina. Tale leggenda ha una spiegazione storica: nel medioevo per segnalare la presenza di un malato si accendeva una lanterna all’esterno della casa, la cui luce attirava una gran quantità di insetti. A loro volta questi rappresentavano una fonte di cibo per i rapaci notturni i quali, attratti da tale abbondanza, cantavano per delimitare il territorio. Tenendo conto che nel medioevo la medicina era piuttosto arretrata, e che di solito il malato moriva, il canto della civetta è stato a lungo associato alla morte. Anche gli insetti sono portatori di storie e tradizioni. L’ape, sempre più rara a causa dell’utilizzo di pesticidi e all’eliminazione dei prati spontanei, era considerata un animale “sacro” che non si doveva mai uccidere. Anche il ragno in casa non doveva essere toccato, poiché portava prosperità e ricchezza. E se di domenica vediamo una coccinella, allora saremo fortunatissimi: in fondo è stata considerata per secoli sacra alla Madonna. E poi, ancora, lucciole e farfalle, che non possono essere uccise poiché sono le anime dei defunti.


Piante buone, piante cattive

A Urtica dioica

Hepatica nobilis pianta

Daphne mezereum fiori

nche i bambini sanno che le ortiche sono piante cattive. Sono piante infestanti, è difficile liberarsene e… soprattutto, pungono! Guai a toccarle e tanto meno caderci dentro. Tutto vero, però… in primavera i teneri germogli sono raccolti e se ne fanno dei deliziosi risotti, minestre, frittate, tortelli, torte salate, ripieni, ecc. Dalla macerazione dei fusti si può ricavare una resistente fibra tessile e l’industria usa la pianta intera per estrarne clorofilla. E’ usata anche per tingere la seta e la lana. L’ortica ha proprietà diuretiche, depurative, antireumatiche, antiemorragiche, ipoglicemizzanti. Con le foglie si possono lavare i capelli rinforzandoli, pulendoli e rendendoli più belli; oppure, messe a macerare sono usate nell’agricoltura biologica per proteggere e fertilizzare le piante coltivate. Le dafne (Daphne mezereum, D. cneorum, D. striata) sono piante legnose di piccole dimensioni, da 30 a 150 cm, che fioriscono all’inizio della primavera producendo fascetti di fiori, da bianchi a rossi. Belli da vedere, questi fiori sono profumatissimi, di un aroma delizioso che è un vero piacere annusare. A fine estate producono delle bacche da gialle a rosse, a seconda delle specie. Tanto è buono e delicato il profumo dei fiori, così sono velenosi i frutti e tutta la pianta. Il contatto con la linfa infatti, può dare origine a infiammazioni cutanee, con la possibile formazione di vescicole e ulcerazioni, mentre, per ingestione abbiamo irritazione e ulcerazione di bocca e gola, nausea, vomito, intensi dolori addominali, convulsioni e depressione cardiocircolatoria. Con un po’ di attenzione non si corrono rischi, ma è capitato che qualcuno abbia mangiato i frutti credendoli buoni e commestibili, per poi accorgersi dello sbaglio fatto. L’erba trinità (Hepatica nobilis) è una piccola pianta erbacea, primaverile, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. I fiori, azzurri o violetti, sono molto belli e facili a vedersi un po’ su tutti i nostri monti, infatti è una delle prime piante a fiorire appena diminuiscono i rigori invernali. Il nome Hepatica deriva dal greco antico “hèpar” oppure ”hèpatos” (= fegato), nome derivato dalla forma particolare delle foglie ma anche dal colore della pagina inferiore della foglie stesse. Proprio per queste caratteristiche, durante il medioevo, l’Erba trinità è stata comunemente usata dagli erboristi per curare malattie legate al fegato. Peccato che, come tutte le ranunculacee, anche l’Erba trinità sia velenosa.

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Gli alberi dell’eternità Il Re Leone e le due Regine Luigi Casanova

L’energia che la terra dona all’universo scorre attraverso gli alberi

Foto: Nicola Angeli - Archivio Servizio Foreste e fauna della PAT

natura all’opera

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Foto: Nicola Angeli - Archivio Servizio Foreste e fauna della PAT

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osa leggiamo negli alberi monumentali? Perché si legano con tanto fascino al nostro immaginario? Non solo perché raccolgono lunghe storie, non solo perché gli scienziati vi scoprono gli effetti dei mutamenti climatici, sofferenze e specificità genetiche altrimenti perdute, ma perché ci stupiscono esprimendo la forza, la resistenza, il coraggio presenti nella vita della natura. Alcuni sono massicci grazie a diametri del tronco eccezionali, altri sono dotati di rami nodosi e contorti e, non di rado, si vedono alberi che presentano più cime. Molti hanno vissuto su terreni generosi, i meno fortunati hanno dovuto cercare alimento spaccando rocce e pareti eppure, nonostante le avversità, si sono spinti verso il cielo. Tutti gli alberi emanano un’energia speciale, che hanno raccolto sfidando inverni crudi, autunni siccitosi, abbondanti nevicate che li hanno privati delle fragili cime, trombe d’aria e saette. Ma non sono morti. Hanno continuato a crescere, anche una volta raggiunta la maturità sessuale, espandendo le chiome in cerca di acqua e sole. Piante che durante i secoli hanno sopportato ogni tipo di minacce e violenze, ma che hanno fortunatamente trovato comprensione nell’uomo che le ha protette dal taglio. Per molti di loro sono trascorsi centinaia e centinaia di anni, nei quali hanno visto passare generazioni di boscaioli, pastori e viandanti. In silenzio.


le valli di fiemme e fassa sono ricche di monumenti vegetali Ci ha colpito il Re Leone, un Pino cembro situato vicino al lago delle Buse (P.Manghen) a 1950 metri di quota: possente, con un diametro basale di 7,10 metri, 800 anni portati con la magnificenza di un re che ancora domina il suo regno che introduce alla Catena del Lagorai. Salendo da Masi di Cavalese sopra l’intermedia del Cermis il regno si chiude con due splendide

fanciulle, eleganti, slanciate, sono le due Regine, le colonne della Casaia, abeti alti 50 metri con una circonferenza che raggiunge i 3 m. Poco distante, più in basso, verso Lago, un insieme di abeti bianchi maestosi, anche questi alti fino a 50 m, concludono il reame delle foreste di Fiemme, sono i nobili, conti e baroni: abeti rossi e bianchi possenti che fanno da sentinelle alle Regine. Salendo nel cuore della valle di Fassa, in Val Duron, presso la malga, ci accoglie forte di fronde robuste, un conico abete rosso, straordinario perché cresciuto a quote insolite per questa specie. Camminando lenti nei boschi delle valli dell’Avisio

l’aUsTero e fiero ConDoMinio CHe osPiTa nUMerose ViTe il re leone Pinus cembra Altezza: m 20 / Età: 800 anni / Diametro basale: m 7,10 Legno pregiato - Aghi a ciuffi di cinque - pigne con pinoli - ricco di licheni ParTe sUPeriore: aVifaUna Ghiandaia (Garrulus glandarius), Cinciallegra (Parus major), famiglia dei Paridi, è lunga 15 cm. È molto curiosa. Il canto è melodioso e vario. Particolare risulta il suo ininterrotto svolazzare tra gli alberi e l’appendersi a testa in giù per beccare formiche e pidocchi dalle piante lungo i rami.

TronCo: aVifaUna e MaMMiferi

famiglia dei corvidi, colori stupendi, stridio gracido. Raccoglie e nasconde nel terreno i pinoli, permettendo la rinnovazione dell’albero. Altri uccelli che traggono beneficio della sua presenza sono il ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), petto color rosso vivo, si nutre dei semi e dei boccioli, il gallo forcello (Tetrao tetrix tetrix), usa l’albero per il controllo dell’area d’amore. Sosta per centinaia di uccelli migratori.

Picchio nero (Dryocopus

Civetta nana (Glaucidium

martius), si nutre di insetti e larve nascoste nel tronco e, come la civetta, ricava il nido nel tronco.

passerinum), rapace notturno, minuscolo, crea il nido nel tronco.

scoiattolo (Sciurus vulgaris), roditore, si nutre di pinoli.

TronCo e sUolo: MaMMiferi e inseTTi Capriolo (Capreolus

Cervo (Cervus

capreolus), è della stessa famiglia del cervo, ma più piccolo. Anche le corna sono ridotte (presenti solo nel maschio), variano da una a più punte.

elaphus), trova riparo sotto le forti fronde. Ungulato possente, può pesare tra gli 80 e 200 kg. Le corna sono massicce e ramificate (palco). Ogni anno cadono per poi ricrescere tra maggio e giugno.

Sono centinaia gli insetti che trovano un habitat ideale nei tronchi vecchi dell’albero, tra i quali il coleottero osmoderma eremita (Coleoptera) o il lepidottero (Callimorpha quadripunctaria).

Topo (Mus musculus).

formica (Formicidae), Molte le specie di funghi che vivono in simbiosi con il pino cembro, tra queste il boleto (Suillus Sibiricus).

grande varietà, nidi riparati dalle fronde, possono ospitare anche oltre un milione di esseri.

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Foto: Nicola Angeli - Archivio Servizio Foreste e fauna della PAT

possiamo cercare e trovare decine di questi alberi. E rimanere sempre più incantati. Alberi che sono dei grandi condomini. Ospitano scoiattoli, uccelli grandi e piccoli. Intere famiglie di picchi, di rampichini, di cinciallegre e civette nane trovano rifugio nelle fessure, in fori profondi, nelle intersezioni fra rami e con il tronco. Quanti concerti abbiamo ascoltato sotto fronde di tutti i colori e in ogni stagione. Sono alberi solcati da flussi di formiche, da insetti quasi invisibili, da scolitidi del legno, da larve. Sono alberi che ospitano fungaie che si assopiscono per anni e poi, in condizioni solo ottimali, forniscono miceti commestibili e velenosi, producono muffe, licheni. Gli alimenti dei tanti folletti che vivono e difendono i nostri boschi. Sotto di essi poche volte troviamo prato: è più facile leggere la presenza di una rinnovazione varia che cresce rigogliosa nonostante la poca luce perché alimentata da un suolo che nei decenni si è arricchito di fertilità, di massa legnosa decaduta. E che ha trovato nell’uomo il dovuto rispetto.

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reportage dal passato

Maria Mathilda Ogilvie Gordon, la prima geologa che esplorò le Dolomiti

Maria Mathilda Ogilvie Gordon Una donna che superò le barriere della geologia Marco Avanzini Museo delle Scienze - Trento e Museo geologico delle Dolomiti - Predazzo

L’

anno 1891 doveva rappresentare una svolta nella vita della ventisettenne scozzese Maria Mathilda Ogilvie. Nonostante gli sforzi dei molti amici, all’inizio di quell’anno le era stata rifiutata l’ammissione all’Università di Berlino poiché in Germania l’istruzione superiore era ancora negata alle donne. Anche il famoso Barone Freiherr Ferdinand Von Richthofen, geologo di fama internazionale non era riuscito a procurarle una licenza speciale. Fu anche per questo che, alla fine di luglio, i coniugi Von Richthofen invitarono Maria Ogilvie ad accompagnarli in un viaggio di cinque settimane in Dolomiti. Lei aveva il compito di tenere compagnia alla baronessa Irmgard e quest’ultima, la sera dell’arrivo a Ortisei, le aveva raccomandato di non aprire le imposte della piccola locanda fino a suo ordine. La mattina seguente fu servita all’insolito gruppo la colazione sul balcone e Maria Ogilvie per la prima volta si trovò di

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fronte alle Dolomiti. “Fu in quel momento che, all’improvviso, io vidi le Dolomiti di fronte a me, una vista meravigliosa come mai prima mi era accaduto. Erano così affascinanti che l’impressione che ne provai, mi rimase impressa per tutta la vita, come un segnale di Dio”. Richthofen, fin dai primi giorni la affidò a una guida alpina e con lui scesero in Valle di Fassa, uno dei luoghi più famosi tra i ricercatori di quel tempo. Arrivati a Predazzo si fermarono alla locanda, la Nave d’Oro, che aveva ospitato molti grandi scienziati. Negli stessi luoghi dove trentatré anni prima aveva sviluppato le sue interpretazioni sull’evoluzione dei massicci montuosi a partire da antichi fondali tropicali, Richthofen presentò la giovane Maria Ogilvie a guide locali (tra le quali Joseph Costner che divenne suo compagno di escursioni per tutti gli anni seguenti), locandieri e raccoglitori di fossili, augurandosi che questo le potesse essere utile in


Il Sassolungo visto dal Col Rodella

Foto A. Beretta

Schema del gruppo del Sassolungo (visto dal Sella) pubblicato da M. M. Ogilvie Gordon e Juilus Pia nella loro opera del 1939: “Zur Geologie der Langkofelgruppe in den Südtiroler Dolomiten”

futuro. Tornata in patria, Maria Ogilvie decise che le Dolomiti sarebbero diventate parte della sua vita. Nel 1893 il suo scritto “Geology of the Wengen and Cassian strata in South Tirol” venne pubblicato sulla rivista della Geological Society of London, città dove si laureò come prima donna in Inghilterra. Pochi anni dopo, nel 1900, Ogilvie - che nel frattempo si era sposata e aveva dato alla luce tre figli - venne a sapere che le Università tedesche erano finalmente state aperte anche alle donne. Fu quindi la prima a laurearsi come Dottore in Filosofia presso l’Università di Monaco. Negli anni seguenti Ogilvie Gordon si dedicò alla geologia del Gruppo Sella, della Val di Fassa e del Gruppo del Sassolungo ma dopo aver raccolto materiale a sufficienza e aver approntato il manoscritto, scoppiò la prima guerra mondiale e non fu più possibile pubblicare il lavoro. Finita la guerra, con il suo amico e geologo viennese Otto

Ampferer, Maria M. Ogilvie Gordon completò gli studi e nel 1927 fu finalmente possibile stampare la grande opera “Das Grödner, Fassa und Enneberg Gebiet in den Südtiroler Dolomiten” ancora oggi un punto di riferimento per la geologia di questi luoghi. Maria M. Ogilvie Gordon non fu attiva esclusivamente nella ricerca geologica. Per tutta la vita si batté anche per l’equiparazione dei diritti della donna e fece parte della presidenza dell’International Council of Women che si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Il suo essere donna, e in più di lingua inglese, allora completamente sconosciuta nei territori dolomitici, le creò parecchie difficoltà durante i suoi lunghi soggiorni in montagna. Tuttavia la sua straordinaria forza di volontà e la sua passione per le montagne le resero possibile dedicarsi intensivamente alle “sue” amate Dolomiti fino a età avanzata.

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Raccolta del fieno in località Soreghes, anni 20

Tradizioni perdute

La Festa da mont

Foto:Archivio Digitale dell’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn” – Vich/Vigo di Fassa (TN)

reportage dal passato

La fienagione impegnava uomini, donne e bambini in uno sforzo collettivo dal quale originava la loro stessa sopravvivenza. Era anche però un’occasione per fare festa, per stare in compagnia degli altri, per scambiare opinioni e novità, per ballare e cantare: le donne ne approfittavano per concedersi qualche leziosità. Non di rado nascevano simpatie e legami tra i giovani Maria Piccolin Sommavilla

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ino a quando l’allevamento e l’agricoltura costituirono la base alla vita dei nostri antenati, il mese di agosto era dedicato, anche, alla fienagione sui prati di montagna, in ladino les monts. Le vaste praterie alpine che d’estate verdeggiano tra il limite superiore del bosco e le cime rocciose, sono da noi suddivise, ormai da centinaia d’anni, in parti di proprietà collettiva, sfruttate come pascolo, ed in appezzamenti privati utilizzati come prati per la produzione di ottimo foraggio. Quasi ogni famiglia vi possedeva allora un piccolo capanno, bait da mont, ove ci si trasferiva per il breve periodo, due o tre settimane, dedicato allo

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sfalcio dei prati e alla preparazione del foraggio. Non di rado tali capanni appartenevano a due o anche tre diversi proprietari che li utilizzavano di comune accordo, sia come riparo ove cucinare pasti veloci sul fuoco tra le pietre, sia come ricovero per la notte, con giacigli improvvisati sopra il mucchio di fieno appena raccolto. Dunque nelle settimane tra la fine di luglio (i vecchi dicevano dò Sèn Giacum, 25 luglio) e oltre metà agosto (ovvero da Sèn Bèrtol, 24 agosto), i nostri alpeggi brulicavano di gente di ogni età impegnata nella fienagione. Un lavoro che procedeva spedito e sempre uguale: appena giorno gli uomini uscivano a falciare l’erba, che più tardi


le donne avrebbero sparpagliato e rivoltato, anche con l’aiuto dei bambini più grandicelli; nel pomeriggio tutti contribuivano alla raccolta del fieno ben essiccato dall’aria e dal sole. Col bel tempo il lavoro procedeva ovviamente con celerità e soddisfazione, ma bastavano poche gocce di pioggia per fermare questa primitiva catena di produzione. Quindi nei giorni di cattivo tempo non si poteva lavorare, ma era festa da mont. Ci si riuniva presso uno dei capanni più grandi, o magari presso il rifugio ove e quando c’era, e si cantava, si faceva musica, si ballava, si raccontavano storie, insomma ci si divertiva. C’era sempre nel gruppo dei contadini qualche musicista dilettante: molti sapevano suonare la fisarmonica o il violino sia per accompagnare il canto, anche a più voci, che per improvvisare semplici melodie popolari adatte al ballo. Naturalmente non mancavano persone anziane, ricche di esperienza e di vita vissuta, disposte a

raccontare ai più giovani le loro storie e avventure o vecchiette che conoscevano a memoria le nostre favole – contìes – con cui intrattenere i bambini più piccoli e magari anche gli adulti. La festa da mont era un momento di vero divertimento e svago, aspettato e apprezzato da tutti, ma in particolare dai giovani che avevano in questo modo l’occasione di conoscersi meglio; non di rado vi nascevano simpatie e legami che poi si rafforzavano, o finivano, col ritorno al paese e alla vita di tutti i giorni. Si racconta appunto di una vecchina, che aveva trovato l’amore della sua vita proprio in una di queste feste, lo aveva poi sposato condividendone una vita lunga e felice, allietata dalla nascita di numerosi figli e nipoti; ebbene, questa nonna, sentendosi vicina alla fine, sembra abbia chiesto al parroco, piena di aspettative e di speranza, se anche in Paradiso si celebrassero, almeno ogni tanto, di queste meravigliose feste da mont.

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paradiso animale

Magda e Tommaso

Animali in mostra Le Pin up montane Belle, dolci e sensibili: sono loro a dare un tocco di magia alle nostre valli AA. VV.

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he cosa sarebbe la montagna senza bestiame? è grazie alla presenza degli allevatori che praticano il loro mestiere con passione che, nelle vallate e su per i monti, possiamo ancora ammirare mucche e cavalli al pascolo. Una scenografia poetica che infonde gioia e un senso di pace profonda.

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Desideriamo raccontare la storia di due reginette di bellezza. Le abbiamo scelte sì perché sono belle, ma anche perché alcuni episodi della loro vita ci hanno incuriosito. Sono le vicende di Magda, una mucca Bruna alpina dallo sguardo docile e amorevole, e Lakota dell’allevamento Zaluna, splendida e vivace cavalla Haflinger.


Lakota al pascolo nei prati dell’Agritur Col Verde

ai giudici con eleganza. Infatti per vincere non sono sufficienti le forme aggraziate ma vigorose, non è sufficiente essere state addobbate con grazia, strigliate sulla schiena, coperte di lacca. No, anche le movenze, specialmente il passo, sono importanti. Magda viene da tre generazioni cresciute in quota, ma il papà è francese, un toro dotato di potenza straordinaria. Per la mostra è stata preparata dai ragazzi, Stefano e Tommaso. Sia nel vestito, sia nel passo. Una vittoria straordinaria, anche inattesa poiché Magda era in dolce attesa. Un dubbio la attraversava: - Sono più importanti dieci minuti di vanità o mantenere attenzione specifica verso il nascituro? - si era detta. - Ma sì, per dieci minuti posso salire in passerella… chissà se i giudici comprenderanno la mia ansia. Ha vinto, battendo concorrenti eleganti e affascinanti. E solo quattro giorni dopo partoriva sua figlia, “Mitica”. Un nome impegnativo, chissà se la figlia riprenderà i percorsi della vanitosa madre? Non ci resterà che seguire queste mostre e così rendere onore ai tanti allevatori che dedicano passione autentica verso i loro animali. E ringraziare i due ragazzi della Negritella per l’impegno e l’orgoglio che portano verso il loro lavoro.

Lakota, la bionda cavalla Haflinger Magda, mucca vanitosa

Magda sa di essere bella, guardatele gli occhi e lo comprenderete. Ma non sperava di risultare eletta come la più bella delle valli di Fiemme e Fassa, di riuscire a vincere una competizione così aspra e ricca di concorrenti di tante razze, Frisona, Pezzata rossa e Grigio alpina. Magda è una mucca serena e laboriosa, produce con continuità 30 litri di latte al giorno. Ma è anche vanitosa, vive nell’Azienda Negritella di Luigi e Ludovico Degiampietro (Moena). È di razza Bruna alpina, quindi si trova a suo agio mentre cerca le erbe più ricche dei pascoli di passo San Pellegrino, mentre valuta i fiori da lasciare e quelli saporiti da ingerire, mentre attraversa scoscesi pendii, particolarmente erti e impegnativi. Per lei è stato più difficile, lo scorso 29 settembre, durante la rassegna delle compagne di alpeggio, adattarsi ai passi dovuti per una modella, alzare il portamento e fluire davanti

Il manto lucido e dorato brilla al sole. La criniera bionda e setosa le arriva fino alle spalle. Lo sguardo è fiero, l’andatura è favolosa. Sa di essere bella perché appena scattiamo la prima foto pare mettersi in posa. Marzia e Valentino Bosin sono i proprietari. L’hanno vista nascere nel loro Agritur Col Verde a Predazzo, e da allora Lakota è diventata la cavalla del cuore di Marzia. Seguiamo il suo racconto rapiti, perché i trascorsi della splendida giumenta raccontano una storia tutta da ascoltare. “Lakota è una cavalla con un carattere forte e ombroso. Non è stato facile domarla, ma ne è valsa la pena” racconta Marzia. “Ha un pedigree eccellente. Quinn, la madre, è una campionessa pluripremiata nelle mostre autunnali a Masi di Cavalese; Hopi Nethou, il padre, è uno stallone che ha conquistato il 1° posto nella rassegna nazionale degli stalloni Haflinger a Merano. Nel 2007 è stata l’unica “famiglia” che in una mostra ha raggiunto il podio: Quinn come campionessa nella categoria fattrici, Felicia del Zaluna (sorella di Lakota) quale campionessa di categoria

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Lakota e Marzia Magda e Luigi

Bionda, biondissima come Marilyn Monroe

e campionessa mostra, mentre Lakota ha conquistato il titolo di campionessa di categoria e campionessa di riserva. Ricordo con tenerezza la prima volta che abbiamo portato Lakota a una rassegna: aveva quattro mesi e non si era mai staccata dalla madre. Quando è toccato a noi entrare nel ring ho avuto il timore che si ribellasse. Non poteva avere con la madre un contatto visivo e un qualsiasi altro puledro di quell’età avrebbe nitrito disperatamente, o si sarebbe rifiutato di camminare. Invece lei è entrata senza problemi. Poi si è fermata in mezzo al campo, immobile come una statua, a testa alta e, con uno sguardo fiero, ha dimostrato al mondo intero di non avere paura di nulla. Una vera campionessa. Anche la sorella Felicia era una puledra con un

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carattere forte. Lei e Lakota erano molto unite. Purtroppo un tragico evento le ha separate per sempre. È accaduto cinque anni fa a settembre. Era quasi buio e Felicia, seguita dalla sua puledra, era uscita dal bosco. All’improvviso uno sparo ha squarciato il silenzio e la pallottola ha colpito Felicia vicino all’occhio. Si è accasciata a terra per non rialzarsi più. Probabilmente il bracconiere che ha sparato deve averla scambiata per un cervo. Fortunatamente la puledra di Felicia fu adottata da un’altra cavalla molto generosa del branco, che già allattava il suo piccolo. Anche Lakota è diventata mamma per ben tre volte (due femmine e un maschio) tutti con ottime prospettive. Tengo a dire che sono innamorata della mia cavalla, non la cambierei per nulla al mondo”.


RISTO R A NTE • P IZ ZERI A Brennero

Val Gardena Passo Sella

Canazei

BOLZANO

Passo Pordoi Passo Fedaia

Vigo di Fassa

Moena Cavalese

Passo S. Pellegrino

Predazzo

Ora

Piaza del Malgher, 20 - Pozza di Fassa (TN) Tel. e fax 0462 76.46.96 info@legiare.net - www.legiare.net

POZZA DI FASSA

TRENTO

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sPorT&CoMPanY se nella vostra mente si sono insinuati pensieri del tipo: vorrei… un limite da superare, praticando un’attività divertente - sfidare la natura e le sue leggi - sentire l’adrenalina che schizza in alto - essere talmente preso da non sentire la fatica, questo articolo fa per voi

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“no liMiTs” sU MisUra

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Tra le rocce in cerca della libertà Sulle Dolomiti potranno scatenarsi tutti gli appassionati dell’arrampicata, delle vie ferrate e delle escursioni ad alta quota. La scelta è estremamente ampia, ma se desiderate avvicinarvi correttamente e in sicurezza ai vari ambienti della montagna e superare vie altrimenti invalicabili, vi consigliamo di ricorrere alle guide alpine, professionisti in grado di farvi trascorrere giornate memorabili, ricche di emozioni e soddisfazioni, ma senza correre rischi inutili. La montagna non è pericolosa per chi l’affronta con coscienza e rispetto. Le proposte sono molte: escursioni, ascensioni in via ferrata, corsi di roccia per bambini e adulti, arrampicate classiche e a richiesta.

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Guide alpine della scuola di alpinismo Dolomiti Val di fassa alta Val di fiemme, sulla cima della Torre stabeler 2805 m, nel Gruppo del Catinaccio


Con la testa in mezzo alle nuvole L’ebbrezza di volare tra i cieli delle Dolomiti è un’esperienza unica e straordinaria. Il paesaggio si presta, ma gli improvvisi cambiamenti delle correnti ascensionali possono creare, per chi non è un esperto, seri inconvenienti. Fortunatamente oggigiorno è possibile anche da neofiti provare l’emozione di un volo tra queste splendide montagne. Grazie ai parapendio biposto e a istruttori qualificati, non è necessaria alcuna preparazione particolare. Chiunque con un briciolo di coraggio può ambire a sorvolare queste incantevoli vallate in totale sicurezza. Alcune zone della Valle di Fiemme e Fassa sono delle perfette rampe di lancio naturali per chi desidera prendere il volo.

Parapendii in termica al Campionato Triveneto alpe Cermis 2011 organizzato dal Club Volavisio di Cavalese

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rafting per vivere un fiume di emozioni Le nostre Valli sono una terra ricca di acque. Discendere in gommone in totale sicurezza le rapide impetuose, provare il piacere dell’insolito in una natura ancora incontaminata, lasciarsi trasportare da montagne d’acqua in un fragore incredibile è una delle attività sportive più affascinati. Il fiume Avisio è una vera palestra acquatica per chi desidera cimentarsi in ogni grado di difficoltà. Non serve essere degli esperti con particolari qualità fisiche, basta solo avere un po’ di coraggio e la volontà di provare nuove sensazioni, al resto pensano le guide. L’itinerario è da Masi di Cavalese alla diga di Molina di Fiemme e per i più esperti il tratto Ziano-Lago di Tesero.

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Turisti con un istruttore del team avisio rafting durante una discesa in gommone

Per ulteriori informazioni: APT della Val di Fassa Tel. 0462 609500 www.fassa.com info@fassa.com APT della Val di Fiemme Tel. 0462 241111 www.visitfiemme.it info@visitfiemme.it


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sPorT&CoMPanY

norDiC WalKinG il cammino che entra nell’anima della natura Pino Dellasega

Cofondatore della Scuola Italiana Nordic Walking

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avorito forse dal difficile momento economico che porta le persone a scegliere - anche nello sport - le attività poco costose e la riscoperta di valori più semplici, il Nordic Walking non conosce crisi e vive a tutt’oggi un periodo di progressiva ascesa. La primavera e l’estate sono comunque il momento in cui le persone scoprono e abbracciano con maggiore vigore questa disciplina, soprattutto per lasciarsi alle spalle i rigidi mesi invernali e rimettersi in forma. Nato per camminare, l’uomo ha ridotto nell’arco dei secoli questa capacità a causa dell’invenzione di tante comodità che ne hanno sicuramente agevolato l’esistenza, ma che - con l’andare del tempo - hanno contribuito all’insorgere di danni fisici e patologie quali obesità, problemi cardiovascolari, diabete e molti altri. Sono ormai lontanissimi i tempi in cui il cammino era l’unico “mezzo” per andare al lavoro, a scuola o per compiere gli impegnativi pellegrinaggi che – guidati dal grande bisogno di spiritualità - contribuivano alla salute del corpo, oltre che alla sintonia tra corpo e mente.

Conosciamo meglio La traduzione italiana di Nordic Walking è CAMMINATA NORDICA. Questa disciplina è nata nei primi decenni del secolo scorso in Finlandia ed era inizialmente praticata dagli atleti dello sci di fondo per la preparazione a secco durante l’estate ed i mesi autunnali. Con l’andare del tempo è stata sempre più perfezionata e sviluppata, fino a diventare un vero e proprio esercizio di fitness. Il Nordic Walking consiste in una camminata naturale alla quale viene aggiunto l’utilizzo funzionale di due bastoncini, spingendo sui quali si ottiene il coinvolgimento del maggior numero di muscoli possibile con conseguente aumento del dispendio energetico e l’apporto di numerosi benefici fisici. Fa bene al cuore e alla circolazione, rafforza le braccia e le spalle, migliora la postura della schiena, scioglie le contrazioni muscolari nella fascia cervicale e tonifica i


il nordic Walking glutei e gli addominali. Inoltre, il Nordic Walking è utilizzato come movimento utile per contrastare il diabete, per la riabilitazione oncologica delle donne operate al seno, per la riabilitazione dei pazienti cardiopatici, per il recupero da traumi fisici, per combattere l’obesità e per l’eliminazione dello stress. È il movimento “brucia grassi” per eccellenza, basti pensare che durante una normale camminata facciamo 6.000 passi ogni ora, mentre se inseriamo l’uso corretto dei bastoncini - in una sola seduta di allenamento - aggiungeremo anche 6.000 spinte con le braccia. Il Nordic Walking si può praticare in montagna, in collina, al mare o nei parchi cittadini, è poco costoso e si può fare a tutte le età. Per ottenere il massimo dei benefici e avere la massima efficienza dai movimenti, la tecnica è diventa determinante e quindi il consiglio è sempre di iniziare a praticare questa attività con un istruttore. Per saperne di più potete visitare il sito www.scuolaitaliananordicwalking.it

Camminare aiuta a unire mente e corpo

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Oggi siamo arrivati quasi ad un punto di “non ritorno”: l’uomo deve capire che si deve fermare e che - con molta umiltà - deve fare un passo indietro per riscoprire quei momenti e quelle attività all’apparenza semplici, ma che custodiscono grandi valori. Fra queste, il cammino ha un’importanza fondamentale. Camminare poi in due splendide vallate come le nostre - Fiemme e Fassa - risulta particolarmente magico e appagante; andare in montagna non significa soltanto risalire un sentiero che conduce verso una cima, ma elevare lo spirito e la mente. I nostri sentieri ci offrono il privilegio di attraversare foreste che suonano, praterie coperte di arnica e rododendri, laghetti color turchese dove la bianca dolomia ama specchiarsi per fare risplendere ancora di più quelle gemme di un tesoro chiamato “Dolomiti”, un patrimonio che il mondo ci invidia. Se poi desideriamo elevare il semplice muoversi in libertà a qualche cosa di veramente speciale, attraverso il Nordic Walking abbiamo la grande opportunità di aggiungere due bastoncini e qualche lezione che ci aiuti a imparare la corretta coordinazione alternata braccia-gambe. A questo punto ne ricaveremo quasi la sensazione di volare e la capacità di ascoltare con maggiore beneficio l’ambiente circostante. Camminare con i bastoncini non è solo movimento, ma diviene - per chi lo interpreta nella maniera corretta - un cammino dentro noi stessi. Attraverso il Nordic Walking s’impara che ciò che conta veramente non sono i chilometri percorsi, ma ciò che il cammino ci insegna: l’osservazione

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e l’ascolto della Natura e delle sue “lezioni”, la comprensione del fatto che l’uomo non debba essere un conquistatore della Madre Terra, ma un passeggero rispettoso e cosciente della propria caducità rispetto a un Mondo che resiste da milioni di anni. La mia filosofia è “non si vive per fare sport, ma si fa sport per vivere meglio” e - mai come in questo momento - la sento più appropriata. Oggigiorno lo sport corre veloce, tutti vogliono ottenere risultati nel più breve tempo possibile e così tutto è portato all’esasperazione; invece lo sport dovrebbe essere una crescita, una metafora della vita stessa, un comprendere che con il sacrificio - si possono abbattere quasi tutti gli ostacoli. Per questo vedo nel Nordic Walking il giusto compromesso: un’attività fisica rivolta allo star bene che - mettendo in moto gambe e braccia in perfetta sintonia - riporta l’uomo al primordiale contatto a quattro appoggi con la Terra, permettendogli di rimettere in moto simultaneamente il cuore e il cervello. È straordinario accorgersi d’un tratto che l’aver imparato a camminare bene con i bastoncini non è un punto di arrivo, ma di partenza; un cammino semplice e naturale per rileggere la propria vita, per iniziare la camminata con mille pensieri e tornare sereni. Concludo riportando un aneddoto sul Dalai Lama che fa riflettere. Un giorno gli chiesero quale fosse la cosa che lo sorprendeva di più dell’Umanità; ed il Dalai Lama rispose: “Gli uomini. Perché perdono la salute per guadagnare soldi, poi spendono i soldi per riavere la salute”.


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le nuove frontiere Percorsi sensoriali Moena: a piedi scalzi nel bosco. Per sognare

liberi di sentire. Di stimolare forme di conoscenza non solo visive. Percorsi alternativi per potenziare i sistemi intuitivi e riscoprire quelle percezioni naturali che con il tempo hanno perso la loro energia. Un concentrato di suoni, colori, forme e profumi per stare meglio

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Nel percorrere la comoda strada forestale che da Moena sale al passo di Carezza, dopo circa un chilometro dall’abitato si incrocia un tragitto singolare: “Il percorso sensoriale a piedi scalzi di Ischiez” che si apre lungo il rio Costalunga. Si tratta di un percorso facile, adatto a tutti, che stimola alla riflessione, ma anche al gioco. Da farsi naturalmente a piedi nudi, cogliendo la morbidezza del suolo boschivo, la fragranza dei muschi, le morbidezza delle sabbie. L’acqua fresca del rivo è un ottimo tonificante e apporta a piedi e gambe un massaggio naturale. Nel ritorno, grazie a poche e significative tabelle, potremo riflettere su messaggi importanti: il valore del camminare, la scoperta del silenzio, la forza delle piante colonnari e della foresta, che invitano a riscoprire la nostra spiritualità e il legame che abbiamo con la natura. Ci è stato raccontato che dopo questa esperienza molti escursionisti hanno ripreso, in ambiti idonei, a camminare scalzi: un modo per riappropriaci di sensazioni credute perse, ma oggi ritrovate.

Turisti a piedi nudi nel rio Costalunga (Moena)


del benessere per aprire un dialogo con la natura e noi stessi a Bellamonte per riattivare la circolazione e scaricare le tensioni

A soli 7 km di distanza da Predazzo, adagiata su un alpeggio di rara bellezza dominato dalle Pale di San Martino e dalla Catena del Lagorai, si trova la località di Bellamonte. Lungo il tracciato di Nordic Walking troverete un percorso alternativo da effettuare a piedi nudi. Vasche contenenti legno, corteccia, pietra, ciottoli, ghiaia e sabbia vi porteranno a risvegliare piacevoli sensazioni, stimolare la circolazione, scaricare le tensioni, depurando e rilassando corpo e mente (metodo Kneipp). L’ambiente circostante favorirà la sensazione di benessere: il verde dei prati, i colori dei fiori e del bosco, il profumo emanato dalle corolle e dalle resine degli alberi, il canto degli uccelli intervallato al fruscio del vento, renderà ancor più gradevole la vostra passeggiata. Dalla scorsa estate il percorso è animato e teatralizzato da accompagn-Attori che coinvolgono i partecipanti al fine di sentire appieno la natura circostante.

Percorso sensoriale a Bellamonte

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i suoni delle Dolomiti: intese d’arte tra le cime

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nche quest’anno, fra il 29 giugno e il 30 agosto, le montagne del Trentino, le sue malghe, le rocce, i boschi, i suoi laghi, accoglieranno artisti di fama internazionale, ospiti di un festival unico al mondo: I Suoni delle Dolomiti. Musicisti, ma anche scrittori e alpinisti, si incammineranno assieme al pubblico verso luoghi incontaminati portando la propria esperienza artistica e umana in alta quota, esibendosi in straordinari teatri naturali nel massimo rispetto dell’ambiente circostante. La musica come linguaggio universale, la

montagna come spazio di libertà: è questo il pensiero forte attorno al quale ruota un festival che, anno dopo anno, vetta dopo vetta, è diventato uno degli eventi più attesi da chi ama abbinare l’arte e la montagna. Le Valli di Fiemme di Fassa ospiteranno nel corso dell’estate 2013 alcuni dei concerti in programma offrendo agli appassionati di musica e di montagna che scelgono questi territori per le loro vacanze estive, la possibilità di condividere momenti di vita e di ascolto fuori dal comune. enrico rava, Gianluca Petrella Val san nicolò, loc. Jonta - Val di fassa

Foto: Roberto Keller

il Calendario 29.

> Val di Fassa, Dolomiti ore 14 Val Salei nina Zilli, faBriZio Bosso Musica dell’anima: un ricordo di Amy Winehouse

12.

> Val di Fiemme, Alpe di Pampeago ore 14 Buse de Tresca MaUro oTTolini soUsaPHoniX Jazz con ironia

13.

> L’Alba delle Dolomiti Val di Fassa, Dolomiti ore 6 Col Margherita eZio Bosso, iTalian Cello ConsorT Six Breaths Il respiro della musica all’alba

Per consultare il programma completo visita il sito www.isuonidelledolomiti.it

1 .

> Val di Fassa, Dolomiti ore 14 Val San Nicolò, Jonta elina DUni Dall’Albania una voce che fonde tradizione e innovazione

23, 24.

Il Tabià dei Suoni > Val di Fiemme, Paneveggio ore 11 e 15 Baita Premessaria isaBelle faUsT Un magico violino fra i pregiati legni della Val di Fiemme. Appuntamento riservato a un numero chiuso di persone e a pagamento

2 .

> Val di Fassa, Dolomiti ore 14 Rifugio Boè anJa leCHner, aGnÈs VesTerMan, GarTH KnoX Note classiche fra tradizione e modernità

3.8

L’Alba delle Dolomiti > Val di Fassa, Dolomiti ore 6 Rifugio Vajolet ViniCio CaPossela, PsaranTonis Antropos, colui che guarda in alto Canzoni per rocce, vento e terra

4.8

Uomini, Cime e Racconti > Val di Fassa, Costabella ore 14 Rifugio Berg Vagabunden Hütte niVes Meroi, roMano BeneT La storia di due alpinisti d’eccezione - coppia in cordata e nella vita - che affrontano i giganti della terra con lealtà

22.8

> Val di Fassa, Dolomiti ore 14 Malga Bocche MaTHias eiCK, Paolo VinaCCia, Daniele Di BonaVenTUra Jazz dal Nord e dal Sud d’Europa

29.8

> Val di Fiemme, Lagorai ore 14 Alpe Cermis, Laghi di Bombasèl alessanDro CarBonare, franCesCo Di rosa, franCesCo Bossone Fiati classici

30.8

> Val di Fassa, Dolomiti ore 14 Rifugio Fuciade neri MarCorÈ, lUCa BarBarossa, fiorella Mannoia La montagna abbraccia un incontro eccezionale

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aree ProTeTTe

CenTro VisiTaTori “Terra foresTa”

Un’estate alla scoperta della biodiversità

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iamo nella maestosa foresta demaniale, un vasto lembo di bosco che si estende per circa 2700 ettari a ventaglio sull’alto bacino del Travignolo, tra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le Cime di Bocche, ad una quota compresa tra i 1400 e 2150 metri. È questa la foresta dei violini, così chiamata perché da queste piante si ricava il legno di risonanza usato dai liutai di ogni tempo per realizzare strumenti a corda che suonano nelle orchestre di tutto il mondo. Il Centro Visitatori del Parco si chiama “Terra Foresta” perché è lì a raccontare la straordinaria natura che sta fuori. Quest’estate all’interno è allestita la mostra “Biodiversità – Biodiversity”, che vuole essere un’esclamazione di meraviglia per la natura e per la straordinaria molteplicità della vita sulla Terra. La biodiversità è un tema vasto e complesso: in questa mostra il gergo non vuole essere specialistico perché si vuol fare in modo che la biodiversità sia innanzitutto “vista”. Sembra poco, sembra facile, ma non è così. La verità è che non siamo più capaci di stare a vedere, il più delle volte non ne abbiamo la pazienza. La mostra ci invita a riflettere


e rende concreto un termine che alle volte percepiamo astrattamente. Coerentemente con gli obiettivi del Parco, la mostra è stata realizzata interamente con pannelli di cartone pressato (Re-bord), un materiale ecologico, riciclabile al 100%. Fuori dal Centro il visitatore può percorrere lo straordinario Sentiero Marciò che si addentra nella foresta di abeti rossi, che costituiscono quasi il 90% degli alberi presenti. Tra questi ne sopravvivono ancora di secolari, che possono raggiungere i 40 m di altezza. Nell’ultima parte del percorso si attraversa, su uno spettacolare ponte sospeso, il torrente Travignolo, che scorre in una stretta gola formando rapide e cascate. A pochi passi dal Centro Visitatori troviamo l’area faunistica del cervo, che ospita, in condizioni seminaturali, alcuni esemplari di questo magnifico ungulato. Presso il Centro Visitatori sarà possibile anche prendere a noleggio delle mountain bike, con cui avventurarsi lungo le numerose strade secondarie della zona. In particolare, segnaliamo la possibilità di raggiungere in bicicletta gli spettacolari scenari dolomitici della vicina Val Venegia attraverso l’agevole pista ciclopedonale

che collega Paneveggio a Malga Venegia. E per i meno allenati c’è la possibilità di caricare la Mtb sulla navetta gratuita che serve la Val Venegia e di godersi, in discesa, il rientro a Paneveggio. Il servizio è attivo fino all’8 di settembre, e nei week-end del 14/15 e 21/22 sempre di settembre. Biodiversità - Biodiversity Riflessioni sulla molteplicità della vita Centro Visitatori di Paneveggio Dal 15 giugno all’8 settembre Apertura: 9-12.30 / 14-17.30 www.parcopan.org

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MUsei

MUse…

CUrioso Di naTUra!

Il progetto architettonico firmato da Renzo Piano è uno straordinario valore aggiunto e il profilo dell’edificio gioca con rimandi alle montagne circostanti, in un affascinante

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dal 2 luglio 2013, il nuovo MUse Museo delle scienze di Trento

Foto: Massimo Zarucco. Archivio Ufficio stampa PAT

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ttivo, attrattivo, memorabile. Il MUSE è un sogno che si realizza, quello di offrire un luogo piacevole sul modello di science center e musei internazionali. Un nuovo museo delle scienze e una nuova modalità di confrontarsi col pubblico: exhibit multimediali, giochi interattivi, la sperimentazione in prima persona e l’intreccio del “sapere” col “fare” sono la cifra che caratterizza il nuovo museo: un vero e proprio viaggio sensoriale tra scienza e natura. Molte le esperienze “intriganti” che il visitatore potrà compiere nel nuovo museo, come ritrovarsi tra i dinosauri della più grande mostra dell’arco alpino, toccare con mano un ghiacciaio, attraversare una serra tropicale, ascoltare i suoni del bosco e capire come si sono formate le nostre Dolomiti.


Foto: Massimo Zarucco. Archivio Ufficio stampa PAT Foto:Archivio MUSE Museo delle Scienze

Foto:Archivio MUSE Museo delle Scienze

equilibrio tra vuoti e pieni. L’edificio - certificato leed gold - è all’avanguardia per risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili. I due percorsi della mostra permanente, verticale e orizzontale, mettono in luce la dimensione naturale del territorio alpino e producono un dialogo tra zone alpine e resto del mondo, tra sensibilità locali e impegno globale, tra conservazione della natura e tecnologia, all’insegna dello sviluppo sostenibile. A questi spazi sono affiancate due zone dedicate alle esposizioni temporanee, periodicamente rinnovate. Tra i punti di forza del MUSE, la serra tropicale - una vera e propria green house dove far crescere e proteggere una foresta pluviale – il Maxi Ooh! spazio unico a misura di piccolissimi (0-5 anni) dove imparare sperimentando con i sensi e il FabLab, laboratorio di fabbricazione digitale dove, con software open source e tecnologie all’avanguardia, il pubblico può tradurre in risultati concreti le sue idee creative. Ma il MUSE non è solo uno spazio espositivo, è anche una piazza, un luogo di incontro e di

scambio, teatro di eventi creativi a cavallo tra arte e scienza, caratterizzati da un linguaggio innovativo ma sempre inappuntabile dal punto di vista scientifico. Al suo interno, il visitatore troverà stimoli e proposte di approfondimento sempre nuove e aggiornate, assieme ad attività coinvolgenti per tutte le fasce d’età, dai piccolissimi agli adulti. Progetti specifici saranno ideati per i gruppi scolastici e per quelli dei turisti. Il giorno dell’inaugurazione, una grande festa animerà il MUSE e il vicino parco delle Albere. Dopo i discorsi ufficiali di presentazione, interventi scientifici e artistici animeranno lo spazio antistante il museo e intratterranno il pubblico in attesa di entrare a visitare la nuova struttura e i suoi allestimenti. 12.000 mq tutti dedicati alla natura, alla scienza, alla scoperta.

Corso del Lavoro e della Scienza, 3 38123 TRENTO - Italia Tel. 0461 270311 - www.muse.it

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Foto: Sirio Blue Vision S.r.l.Varena

sPorT&CoMPanY

fiemme-motion

emozione in movimento per una vacanza ecosostenibile e senz’auto

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iamo fatti della stessa sostanza dei sogni. La pensava così William Shakespeare. Ed è forse per questo che la Val di Fiemme, fatta di foreste di abeti balsamici, sogna un turismo senz’auto. FiemmE-motion è il progetto di mobilità sostenibile messo a punto da questa valle soleggiata, fra Dolomiti del Trentino. Navette, bici e monopattini elettrici, bici tradizionali, autobus di linea efficienti, impianti di risalita, collegamenti pedonali, servizi di bike sharing e tettoie fotovoltaiche per ricaricare le bici. FiemmE-motion coinvolge tutta la Val di Fiemme: Comunità Territoriale, Comuni, Azienda per il Turismo, Hotel, aziende, artigiani e commercianti. L’idea, collaudata nell’estate 2012, è di permettere agli ospiti della Val di Fiemme di lasciare l’auto nel parcheggio dell’hotel e di muoversi in piena libertà utilizzando mezzi e servizi a basso impatto ambientale. Da giugno a settembre 2013, gli hotel coinvolti offrono la FIEMME-MOTION card che permette di viaggiare gratuitamente nelle valli dolomitiche di Fiemme, Fassa e nel Primiero su tutti gli autobus di Trentino Trasporti, con sconti del 30 per cento per tutto il Trentino.

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Nella Card sono contenuti servizi di navetta urbani, agevolazioni per i servizi di bike-sharing, ingressi liberi per musei e laboratori al Museo Geologico delle Dolomiti , passeggiate a tema ed escursioni guidate nei luoghi eco-sostenibili ed eco-sensibili e trekking guidati al Bosco che Suona, sul Corno Nero e in Val Cadino, inoltre esperienze guidate nelle palestre di roccia indoor e outdoor. I collegamenti sono favoriti da bus navetta, da trenini, dal Fiemme e Fassa Bike Express sulla pista ciclabile e persino dalle carrozze trainate dai cavalli. Inoltre, dai paesi partono escursioni guidate in bicicletta (anche con pedalata assistita). Questa valle trentina “riciclona” e pulita, quindi, è sempre più attenta alla qualità della vita. Fiemme non si accontenta di respirare l’ossigeno generato da 60 milioni di alberi (secondo una stima dell’Apt Val di Fiemme ce ne sarebbero 200 per ogni turista). Infatti, quando si parla di rispetto ambientale, Fiemme vanta diversi primati. Basta dire che oltre un terzo dei ventimila abitanti usa quotidianamente energia termica o elettrica proveniente da fonti alternative, fra cui due grandi centrali di teleriscaldamento e l’impianto fotovoltaico pubblico a terra più grande d’Italia. La Val di


fiemme-Motion Card • Uso illiMiTaTo DeGli aUToBUs Di linea Di TrenTino TrasPorTi eserCiZio CirColanTi in TUTTo il TrenTino. • navette, trenini e carrozze nei paesi. • sconti per noleggio biciclette, e-bike, trike e tandem. • agevolazioni per il fiemme e fassa Bike express sulla pista ciclabile • Colonnine di ricarica gratuita per bici elettriche e auto elettriche nei paesi. • Trekking guidati: ogni martedì, alla scoperta del Bosco che Suona; ogni giovedì sul Corno Nero, dove osano le aquile; ogni

Fiemme, fra le prime nella raccolta differenziata dei rifiuti, nell’estate 2013 potrebbe ricevere il suo terzo Premio speciale dei Comuni Ricicloni d’Italia, visti i risultati sempre più entusiasmanti. Gli sport invernali sono in prima fila nella promozione dell’eco-sostenibilità. I Campionati del Mondo di Sci Nordico 2013 hanno sposato, per esempio, il progetto “Fiemme Vallevviva”, per diffondere la cultura del rispetto ambientale e della vivibilità. Guardando al futuro, Fiemme vorrebbe essere la prima valle alpina a traffico limitato. Per mostrare quali spazi potrebbero aprirsi ai suoi residenti e quali vantaggi si potrebbero ottenere a favore della vivibilità e dello stile di vita, la Valle propone l’evento “Fiemme senz’auto”, domenica 9 giugno 2013, con la chiusura della Statale 48 da Cavalese a Predazzo, fra sfilate

venerdì nel bosco antico della Val Cadino sulla Catena del Lagorai. • Passeggiate nei paesi con visite guidate a piccoli musei, botteghe artigiane e produttori enogastronomici ed escursioni guidate in bicicletta (anche con pedalata assistita). • Esperienze guidate nelle palestre di roccia indoor e outdoor. • laboratori per ragazzi e adulti in collaborazione con il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo.

di carrozze con i cavalli, auto e bici elettriche, concerti, giochi, dimostrazioni, degustazioni, mostre all’aria aperta e spettacoli. L’unica regola è l’utilizzo di mezzi eco-compatibili, partendo dai piedi e dalla bicicletta, fino ai roller, al monopattino, alla carrozza trainata da cavalli e a qualsiasi altro mezzo non inquinante. Questa scelta di rispetto parte al cospetto di panorami dolomitici dichiarati dall’Unesco “Patrimoni Naturali dell’Umanità” e fra due parchi naturali, quello di Paneveggio Pale di San Martino e quello del Monto Corno. info: apt Val di fiemme, Tel. 0462 241111 info@visitfiemme.it www.visitfiemme.it

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sPorT&CoMPanY

Foto: R. Cavulli - Archivio Trentino Marketing

Val di fassa: a piedi, di corsa o sui pedali un’estate d’esperienze esaltanti

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uando i prati si tingono di smeraldo e il sole intiepidisce l’aria, invitando a godere dall’alba al tramonto delle meraviglie delle Dolomiti, la valle ladina brilla con il suo crogiolo di pascoli, boschi, specchi d’acqua e rocce da attraversare, a piedi o con la bike, lungo sentieri d’erba e minerali. Infinite le possibilità d’avventurarsi, specie con i mezzi più ecologici per eccellenza - le gambe - per sentirsi in piena sintonia con la natura, tra i gruppi di Sella, Sassolungo, Marmolada, Catinaccio e le altre vette fassane. Gli escursionisti trovano grande soddisfazione nelle facili passeggiate dal fondovalle, alla mezza quota sul “Troi di ladins” (85 km in 15 tappe “battezzate” l’estate scorsa), fino al trekking e all’arrampicata più impegnativi. Ma non solo traversate a piedi. Qui le due ruote sono le regine dei mesi caldi per salire e scendere valichi famosi e percorrere i giri più appassionanti come il Sellaronda Mountainbike

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Tour (escursione guidata in doppio senso di marcia, come lo sci) o il nuovissimo “Dolomiti Lagorai Bike Grand Tour” che si snoda tra Val di Fassa, Val di Fiemme, Primiero e Valsugana. Si tratta di un impegnativo anello di 6 giorni in 6 tappe da percorrere in senso orario o antiorario, da giugno ad ottobre anche con l’uso degli impianti, cambiando ogni giorno meta e pedalando in media 50-60 km al dì su strade per lo più sterrate con dislivelli che variano tra i 460 m e i 2330 m a frazione (itinerari Gps, hotel e servizi per bikers: www.fassa.com. Da provare pure “Hike to and bike back”, l’innovativa escursione circolare (in senso antiorario) che, grazie all’uso degli impianti di risaluta e un unico pass, combina felicemente tratti a piedi in quota, partendo dal Buffaure (sopra Pozza) e raggiungendo comodamente il Ciampac (sopra Alba di Canazei), e in bici (con possibilità di noleggio e riconsegna mezzi nelle stazioni degli impianti) a fondovalle.


Bike” (8 settembre) e vede l’apice nell’arrivo a Passo Pordoi del “Toure de Pologne” (28 luglio). L’importante manifestazione ciclistica quest’estate prende il via dal Trentino e, nella seconda tappa, porta i big della disciplina ai 2239 metri del traguardo. Non mancano, poi, le avvincenti gare per chi prende la montagna di corsa, come il “Vertical Kilometer” (19 luglio) e la “Dolomites Skyrace” (20 luglio), validi per l’assegnazione del titolo europeo di specialità. Se lo sport d’alto livello invita a perlustrare paesi, fondovalle e soprattutto ad ascendere, usando gli impianti a fune meglio se muniti di PanoramaPass (tessera in 3 formule per l’uso illimitato degli impianti), la quota sorprende anche gli escursionisti meno allenati conducendoli, per facili sentieri, ai palchi fioriti del festival “I Suoni delle Dolomiti”. La rassegna, tra giugno e agosto, trova in Fassa impareggiabili anfiteatri naturali per musicisti, poeti, attori che, inebriati dall’incanto della valle, la restituiscono al pubblico in memorabili performance. Quest’estate gli FOTO: R. Brunel - Archivio Apt Val di Fassa

Da giugno a ottobre, la valle offre, a grandi e piccini, infinite possibilità di escursioni, relax e benessere e un fitto calendario di appuntamenti sportivi e artistici Per gli spiriti avventurosi, invece, niente di meglio delle pazze discese di downhill e cross country del “Fassa Bike Resort” del Belvedere di Canazei e del Buffaure di Pozza. Mentre è dedicata a tutti, specie famiglie e bimbi che amano le pedalate tranquille, la “Pista ciclabile delle Dolomiti” che, in 47 km, unisce Fassa alla vicina Val di Fiemme (tempo medio di percorrenza: 3 ore). Un tracciato panoramico che si percorre anche solo in discesa grazie al “Bike Express Fassa-Fiemme” (diverse corse tutti i giorni, tranne il sabato), bus con rimorchio per l’attrezzatura, che permette d’andare in bici da Canazei (1465 m) a Molina (965 m), i due capolinea delle valli, e rientrare a bordo. Una valle entusiasmante per i ciclisti che vanno su di giri sin dalla primavera grazie al fitto calendario d’eventi che s’inaugura con la “Sellaronda Hero” (22 giugno), prosegue tra il resto con la “Sellaronda Bike Day” (23 giugno ed “Eco” 15 settembre), la “Val di Fassa

FOTO: R. Brunel - Archivio Apt Val di Fassa

appuntamenti fassani della rassegna sono otto, dall’inaugurazione il 29 giugno in Val Salei (ore 14) affidata alla voce di Nina Zilli e alle note jazz di Fabrizio Bosso, passando per la raffinata performance di Vinicio Capossela in compagnia del musicista greco Psarantonis al Rifugio Vajolet il 3 agosto (ore 6) all’Alba delle Dolomiti, fino al finale nella conca di Fuciade il 30 agosto (ore 14) con un trio d’eccezione: Neri Marcorè, Luca Barbarossa e Fiorella Mannoia (info: www.fassa.com). azienda per il Turismo della Val di fassa Strèda Roma, 36 Canazei Tel. +39 0462 609500 Fax +39 0462 602278 www.fassa.com

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i Misteri del Cjaslir

ConsiGli Di leTTUra

storia di un santo vescovo e di una presunta strega

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ressanone 1628. Daniel Zen, Principe Vescovo di modeste origini, appena eletto si trova a gestire un processo di massa contro presunte streghe della sua terra, la Val di Fassa: tra queste Dorothea de Freina, donna dai poteri misteriosi che egli ha conosciuto in gioventù. Ben presto viene colpito da uno strano morbo incurabile: maleficio? avvelenamento? complotto politico?... Due vite parallele, tragicamente intrecciate, di cui è testimone Peter Stauber, suo compagno di studi e biografo, sullo sfondo delle Guerre di religione e dei conflitti che segnarono nel secolo XVII i rapporti fra Stato e Chiesa, tra Fede e

Ragione: uno scontro fra mondi inconciliabili, una vicenda sospesa tra le sopravvivenze di antichi culti agresti e l’ossessione del Sabba. In realtà, che cosa si nasconde dietro il culto delle tre Sante Vergini? Chi erano veramente le donne accusate di stregoneria? Quali misteri cela ancora il colle del Cjaslir? Il racconto di una vicenda storica accaduta quattrocento anni fa nella città vescovile di Bressanone e in Val di Fassa, che addentrandosi tra i meandri delle molte risposte possibili indaga il senso della devozione ancestrale che ancora oggi permane intorno al Santuario di Santa Giuliana.

L’autore

fabio Chiocchetti Nato a Moena, laureato in filosofia a Bologna, dirige da anni l’Istituto Culturale Ladino di Vigo di Fassa ed è impegnato da una vita nel campo della lingua e della cultura ladina. In questo ambito ha pubblicato numerosi contributi di linguistica, filologia, storiografia e critica letteraria, ed è curatore di varie pubblicazioni concernenti lessicografia, toponomastica, musica e tradizioni popolari della sua terra. Scrive canzoni (ovviamente in ladino) e testi per il teatro musicale. In campo letterario ha recentemente pubblicato (con lo pseudonimo di “Piere dal Polver”) La storia vera del Drach de Dona (ICL-UdL 2005) e, in italiano, Il volo di Ícaro. Storie di ordinaria marginalità a Salvador da Bahía (Nicolodi 2004). Uscita:

Giugno 2013

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i benefici del sale in montagna a Castello si può Gli effetti positivi di una di una vacanza in quota, combinati a sedute di “Haloterapia” sono un vero toccasana per il corpo e per la mente. in trenta minuti di trattamento si ottengono i vantaggi di tre giorni di mare

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l clima in montagna è tonificante, ossigena i tessuti, stimola l’apparato respiratorio, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, fa aumentare i globuli rossi e distende il sistema nervoso. L’Oro bianco (così il sale era chiamato ai tempi di Marco Polo, per onorare un dono così prezioso), combinato alla purezza dell’aria che scaturisce dalle sconfinate abetaie delle nostre montagne significa una doppia inalazione di salute e vigore.

Dove

Oggi è possibile avvalersi del duplice beneficio con un metodo naturale che utilizza il cloruro di sodio micronizzato, sale minerale di roccia purissima, nebulizzato all’interno di un locale interamente ricoperto di sale. A Castello di Fiemme, presso l’Hotel Latemar, in un ambiente molto confortevole, con pareti completamente ricoperte di salgemma bianco e il pavimento

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colmato di cristalli di sale, si possono effettuare delle vere sedute di energia. Per rendere ancor più piacevole il trattamento e aiutare a ritrovare un benessere non solo fisico ma anche psichico, la grotta è stata dotata di cromoterapia e aromaterapia.

Benefici

Una seduta nella grotta (indicativamente 30 minuti) regola la respirazione, rafforza il sistema immunitario, è un efficace trattamento per la salute della pelle perché pulisce e disinfetta il derma superficiale, presenta un formidabile aiuto contro lo stress e l’instabilità nervosa, riduce l’ansia e l’insonnia. La grotta del sale è indicata a tutti: neonati, bambini, anziani, donne in gravidanza, sportivi ecc. Una seduta nella Grotta permette al nostro organismo di assorbire una quantità tale di microelementi paragonabile a una permanenza di tre giorni in riva al mare. Un’altra notizia, anzi una garanzia. Haloterapia, inoltre, è detraibile dalle dichiarazioni dei redditi.

Info: Hotel Latemar Via Latemar, 16 - Castello di Fiemme Tel. 0462 340055 - Fax 0462 342970 www.latemarhotel.it - info@latemarhotel.it


salUTe e BelleZZa Cure termali e beauty farm

novità 2013:

Terme Dolomia

Tecarterapia, è in grado di curare patologie dolorose e infiammatorie come tendiniti cervicalgie, lombalgie e lombosciatalgie. Nelle lesioni traumatiche o postumi di fratture; nel postchirurgico protesico e nella medicina estetica (cellulite). raggi infrarossi, per la cura di bronchiti e delle malattie dell’apparato respiratorio: in associazione all’areosolterapia termale ne amplifica l’effetto benefico e terapeutico. Indicati per la cura delle malattie della pelle, del tessuto muscolare e articolare stimolandone il processo di guarigione. lampada al quarzo: raggi ultravioletti che favoriscono un’azione

Per la cura del vostro corpo e il benessere della vostra mente

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e acque termali, ossia l’antichissimo rimedio naturale per curare molteplici disturbi, senza conseguenze collaterali, in valle c’è. Terme Dolomia a Pozza di Fassa è l’unico centro termale nelle Valli dell’Avisio. Ed è convenzionato con Servizio Sanitario Nazionale. Le cure termali sono effettuate con l’acqua del “bagn da tof di Alloch”, ricchissima di sali minerali. Le sue acque sono state utilizzate fin dal 1493 per curare personaggi illustri. L’acqua termale Alloch, trova indicazione nelle seguenti patologie: • Sindromi dell’intestino irritabile (stipsi…) • Otorinolaringoiatriche: gola (faringite cronica, laringite...) • orecchio (otite...) • naso (rinite allergica, sinusite cronica, rinofaringite…) • Broncopneumologiche (bronchite cronica, asma bronchiale...) • Reumatiche (reumatismi…) • Osteoartrosi e altre forme degenerative (artrite, cervicalgie…) • Dermatologiche (psoriasi…) • Angiologiche (insufficienza venosa…) • Riabilitazione motoria (riabilitazione post intervento chirurgico agli arti...) Le terme sono convenzionate per la cura idropinica, l’aerosolterapia e la fangoterapia. Oltre alle cure convenzionate, vengono effettuate visite specialistiche, balneoterapia, mesoterapia, analgica, manipolazioni vertebrali, fisioterapia, agopuntura, impacchi disintossicanti, trattamenti anti cellulite, impacchi idratanti, trattamenti antistress, massaggi curativi e rilassanti, trattamenti shiatsu, rassodanti, anti aging e molto altro. Insomma oltre alle cure per la vostra salute , trattamenti di bellezza per il vostro corpo. Importante: i benefici delle acque termali non hanno età: dai 0 ai 100 anni si può accedere sia per la prevenzione sia per la cura. Tutti possono fruire di un ciclo di cure convenzionato all’anno se in possesso della ricetta medica. Presso le Terme Dolomia è possibile dunque approfittare delle vacanze per recuperare l’equilibrio psico-fisico, allontanando lo stress. E per la bellezza potrete avvalervi della linea di prodotti cosmetici.

biorigenerante specie in presenza di malattie dermatologiche (psoriasi, ecc.) in abbinamento al fango e acqua termale determina un importante miglioramento. Ultrasuonoterapia, ionoforesi, tens: terapie antalgiche nel trattamento sintomatico di stati infiammatori associati al dolore. Magnetoterapia, l’energia elettromagnetica per favorire un’azione antinfiammatoria, antalgica e per la cura di osteoporosi e esiti di fratture. Il beneficio si ottimizza se alle terapie sono associati i fanghi termali. Tutti i trattamenti sono eseguiti da operatori qualificati.

Info: Terme Dolomia presso l’Hotel Terme Antico Bagno Strada di Bagnes, 25 - Pozza di Fassa Tel. 0462 762567 - 329 8926298 www.termedolomia.it - info@termedolomia.it

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salUTe e BelleZZa l’avanguardia è nelle erbe officinali

laBoraTorio la.Co.Da. Cosmetici naturali ricavati da piante selezionate del nostro territorio

I

l laboratorio LA.CO.DA. formula e produce cosmetici utilizzando prodotti naturali quali piante officinali, prodotti dell’alveare e frutti ricchi di vitamine. Elabora e realizza linee cosmetiche con principi attivi super selezionati e “su misura” per ogni problema. Si rivolge a erboristerie e professionisti estetici, ma anche ad alberghi e agritur che desiderano una linea di cortesia personalizzata e legata al territorio. Tutti i prodotti sono ideati e formulati con la volontà di inserire in ognuno di essi parte della nostra regione. L’acqua di montagna è senza dubbio un elemento di estrema importanza nella realizzazione dei trattamenti di bellezza: è leggera e pura, quasi distillata naturalmente, possiede un pH neutro, è povera di metalli pesanti e praticamente priva di inquinanti e sostanze chimiche. Le piante selezionate sono raccolte principalmente in Valle di Fiemme o in Trentino: arnica, iperico, calendula e malva, sono solo alcune delle erbe officinali impiegate. Il territorio offre inoltre preziosi frutti della terra quali il mirtillo, l’uva rossa, e olio d’oliva che sono ricchi di principi attivi essenziali in cosmetica. Il laboratorio propone anche una gamma a base di prodotti dell’alveare, miele, propoli e cera d’api, estremamente efficaci grazie alle loro molteplici proprietà. Tutti i prodotti del laboratorio, veri elisir di bellezza in esclusiva dalle nostre Valli, si possono trovare presso la Parafarmacia “A fior di pelle” di Ziano di Fiemme. Info: Laboratorio Cosmetico Dagostin Via dell’Ischia, 8 - Ziano di Fiemme Tel. 0462 571591


salUTe e BelleZZa quando l’ingegno dell’uomo e l’opera della natura si fondono, prendono vita manufatti con il potere di donare nuove energie

spirits of Dolomites www.dormirebenecuscinodicirmolo.com

N

asce nelle Dolomiti il Pino cembro, un albero raro dalle innumerevoli proprietà. Il suo legno ricco di essenze rilascia un piacevole profumo per anni. Per questo motivo in passato era utilizzato per costruire mobili, cassapanche, culle (si era osservato che i bimbi che riposavano in un giaciglio realizzato con il legno di cirmolo dormivano più tranquilli), e per realizzare splendide stube, preziose e particolarmente utili per il benessere che trasmettono. In seguito ad approfondite ricerche, è stato scientificamente dimostrato che le essenze sprigionate dal cirmolo trasmettono energie positive e quindi sono un valido contributo per curare e prevenire i disturbi tipici del sonno (insonnia, risvegli notturni precoci, difficoltà ad addormentarsi), le emicranie e i dolori cervicali dovuti a stress o a errata postura. Respirando tale essenza di notte sprigionata dal cuscino confezionato con il cirmolo si ripristina il battito cardiaco a ritmi fisiologici, il cuore lavora meno e invecchia meno e questo permette di dormire meglio. La famiglia Reppucci ha unito alla

competenza medica la profonda conoscenza della fisica, per trasformare i prodotti della natura in beneficio per la salute. Nasce così il cuscino Spirits of Dolomites, che combina le singolari proprietà del cirmolo a quelle della lana merinos da sempre rinomata per le caratteristiche isolanti e assorbenti (conduce verso l’esterno ogni traccia di umidità), anti-parassitarie (il cirmolo è anti-acaro e anti-tarme). Novità: Appuntamenti con il benessere – Corsi pratico-teorici sulle virtù del cirmolo e delle erbe officinali di montagna per appassionati che desiderano avvicinarsi alla natura. Riconoscimento, raccolta, trasformazione e utilizzo di prodotti del nostro territorio. Per informazioni e prenotazioni telefonare dalle ore 8.00 alle ore 12.00 al numero 0462 232430. Info: Azienda Agricola Reppucci&Figli, Piazza Cesare Battisti, 2 - Cavalese Cell. 335 1371360 www.dormirebenecuscinodicirmolo.com


salUTe e BelleZZa

Un nuovo gioiello dell’ospitalità alpina Centro Benessere aretè Club per rafforzare gli effetti naturali della montagna con cure bio-ecologiche e terapie naturali

U

na nuova SPA, che va incontro al desiderio sempre più diffuso di restare in forma e in salute. Il Benessere come protagonista indiscusso della rigenerazione, per riconciliare il corpo alla mente. Gli oligominerali abbondantemente presenti in montagna e l’aria pura che si respira soprattutto in estate grazie alle infinite abetaie, contribuiscono a creare un maggiore benessere per l’organismo. Per potenziare il risultato non c’è niente di meglio che avvalersi di trattamenti speciali di salute e bellezza.

ecologico. Novità: la BIOSAUNA e la SAUNA con AUFGUSS. Si tratta di una terapia davvero unica, realizzata da un operatore specializzato. Consiste nel versare contemporaneamente acqua e ghiaccio impregnati di oli biologici essenziali sulle pietre calde della biosauna o della sauna. Un valido rimedio per l’apparato respiratorio e cardiovascolare, oltre che per la pelle e l’intero organismo. Lo splendido solarium che si affaccia sulla Catena del Lagorai permette di godere di momenti di intimo relax.

i Capisaldi dell’aretè Club

Il Fitness Bar è lieto di accogliervi per un gustoso momento di riposo.

SAUNA e HAMMAM sono certamente tra i trattamenti base e andrebbero eseguiti anche d’estate. Un vero toccasana per le vie respiratorie e per la pelle resa più secca dall’esposizione ai raggi solari e quindi più suscettibile alle rughe. Inoltre, nel caso si desiderasse effettuare un massaggio, permettono di preparare la pelle ad assorbire con maggiore facilità oli e creme. Percorso KNEIPP, trattamento elisir per ossigenare gli arti inferiori. L’ideale dopo lunghe camminate poiché stimola la circolazione e aiuta a smaltire l’acido lattico. Percorsi RELAX, MASSAGGI con oli essenziali e TRATTAMENTI naturali di BELLEZZA viso, percorsi day spa, depilazioni, manicure, pedicure e trucco, effettuati nel reparto del Centro Estetico bio-

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Promozioni: convenzione speciale destinata ai possessori della Fiemme-motion Card. Centro Benessere Aretè: € 4 di riduzione sui prezzi ufficiali (feriale € 13 anziché € 17; pre-festivo e festivo € 16 anziché € 20). È possibile combinare il Centro Benessere con la quota d’ingresso nella Piscina Comunale: riduzione di € 4 sui prezzi ufficiali (feriale € 16 anziché € 20; pre-festivo e festivo € 19 anziché € 23). Dove: l’Aretè Club si trova presso la Piscina Comunale di Cavalese. Info: Aretè Club, Tel. 0462 232369 www.areteclub.it - info@areteclub.it


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faMilY HaPPiness

Divertimento a gogò GEOPARC Bletterbach, un

canyon unico in europa Allacciare le scarpe da trekking per intraprendere un’escursione nel GEOPARC Bletterbach,

Kinder Park Ciampedie,

divertimento garantito con la mascotte lauri Ciao sono Lauri, la mascotte del Kinder Park Ciampedie! Vi aspetto nel bellissimo “giardino delle rose” del Catinaccio, raggiungibile tramite la Funivia Catinaccio da Vigo di Fassa oppure dalle seggiovie da Pera di Fassa. I bambini possono essere accompagnati da genitori, nonni, zii, (naturalmente paga solo il bambino),

Avisio Rafting,

discese da brivido Il fiume Avisio nasce dalla Marmolada e scorre impetuoso fino alla Val di Fiemme. Qui, per oltre cinque chilometri scende gentilmente tra

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sulle Dolomiti le proposte di svago non mancano. Piacevoli, spassose oltre che istruttive. Di seguito alcuni preziosi consigli per ogni età

è letteralmente come fare un tuffo nella storia del mondo. Percorrere il letto del rio Bletterbach camminando nel canyon, tra i fossili, impronte di sauri, cascate, differenti formazioni rocciose e saltare da un lato all’altro del torrentello, fa vivere forti emozioni sia ai piccoli che ai grandi. Il Museo GEOlogico a Redagno e il Centro Visitatori sopra Aldino, aperti entrambi da maggio a fine ottobre tutti i giorni dalle ore 09.30 alle 18.00 raccontano

dell’evoluzione della terra e custodiscono interessanti reperti di fossili e di orme di sauri provenienti dal canyon. Entrambi i musei possono essere visitati con il biglietto d’ingresso del GEOPARC Bletterbach, il quale è gratuito per i ragazzi sotto i 16 anni. Inoltre per quelli che vogliono sapere proprio tutto su questo canyon unico nel suo genere e riconosciuto Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, il Centro

oppure potete rimanere in assistenza con le nostre bravissime animatrici, per un’ora, mezza giornata, oppure per tutto il giorno (età minima 3 anni). Nel parco potete divertirvi

liberamente con tutti i giochi disponibili... gonfiabili, giostrina, sabbiera, scivoli, altalene, reti elastiche e tanti altri spassosi passatempi, dalle 9.30 alle 17.30. Inoltre, tutte le mattine organizziamo giochi creativi (disegni, trucchi e lavoretti). Se non siete ancora convinti... che aspettate?! Venite a trovarmi e lo vedrete voi stessi...

le rocce, permettendo una fantastica ed emozionante discesa in gommone, naturalmente accompagnati da un istruttore e in totale sicurezza. Prima di buttarsi nell’avventura si indossa l’abbigliamento da fiume fornito dal Centro e si esegue una breve lezione teorico-pratica a secco, quindi si raggiunge il

punto di imbarco per dare sfogo all’adrenalina. Ogni gommone può ospitare sei persone che saranno munite di pagaia, mentre la guida seduta in coda, coordinerà i paiagatori. La durata della discesa è di circa due ore, è alla portata di chiunque sappia nuotare e con un’età compresa fra gli otto e gli ottant’anni. L’itinerario è da Masi di Cavalese alla diga di Molina di Fiemme. Per

Visitatori ad Aldino offre giornalmente alle ore 10.30 delle visite guidate, mentre dal Museo GEOlogico a Redagno si parte ogni domenica alle ore 10.00 per il GEOtour guidato. I caschi che da quest’anno sono obbligatori si possono noleggiare in loco. info: www.bletterbach.info Tel. 04 1 88 94 il team del GeoParC sarà lieto di fornire ulteriori indicazioni.

info: scuola sci Vigo di fassa P.zza J.B.Massar, 1 Vigo di fassa Tel/fax 04 2 3125 Tel/fax 04 2 3121 www.scuolascivigo.com info@scuolascivigo.com

i più esperti il tratto si snoda tra Ziano e Lago di Tesero. Ricordate di portare soltanto il costume da bagno, al resto ci pensa il team Avisio Rafting! info: avisio rafting Partenza Cabinovia Cermis strada di fondovalle Masi di Cavalese Tel. 34 5323839 info@avisiorafting.it www.avisiorafting.it


Latemar,

Montagnanimata Ti piace divertirti? Allora c’è un posto speciale per te: un bosco abitato da draghi e misteriosi personaggi. In una cornice da favola, dove le meravigliose guglie del Latemar fanno da allestimento scenico, grandi e piccini possono liberare la fantasia. Sei un appassionato di dragologia? Puoi scoprire un mondo popolato da affascinanti creature alate, con attività e laboratori per creare il tuo personale manuale tecnico per esperti dragologi. Sei un esploratore? Prova a

Adventure Dolomiti,

il più grande Parco avventura del Trentino Nella natura, per vivere emozioni uniche spostandosi da un albero all’altro tramite passaggi emozionanti: ponti tibetani, reti, carrucole,

Sporting Center, Water Ball, per

vivere emozionanti acrobazie sull’acqua Si chiama Water Ball il nuovo gioco proposto dallo SPORTING Center, in funzione presso il Bar ai Tennis in Via Rododendri a Predazzo (ex parco dei bambini). L’attrazione consiste nel provare l’emozione di camminare e rotolare sull’acqua grazie a delle sfere trasparenti o colorate in PVC del diametro di due metri. Si accede attraverso l’apertura e in seguito la sfera viene

percorrere la Foresta dei Draghi o il sentiero del Pastore Distratto, ma non senza il tuo giocolibro, che ti aiuterà a scovare le loro tracce. Magari sei un super-coraggioso, allora partecipa con il tuo gruppo alle missioni “Leroistus” o a quella del “Il dono di Prakon”: sette le importanti prove interattive da superare, dagli effetti speciali sorprendenti. Se invece ti senti un piccolo geologo, puoi viaggiare nel tempo tra le rocce, percorrendo il sentiero geologico del Dos Capèl. Se invece ti piace ridere a crepapelle non perdere la settimana della Clownerie, Circo Latemar

(dal 28 luglio al 2 agosto). Ma non è tutto, adrenalina a mille con l’attrazione Alpine Coaster, per sfrecciare tra i boschi di larici e abeti, con salti e curve per vivere un’esaltante discesa. E ancora: Pista Tubby, con due emozionanti paraboliche. Tutte le

settimane spettacoli e fantastiche attività. Consulta il sito e buon divertimento! Aperto dal 16 giugno al 15 settembre.

camminata su corda, transiti su teleferica e molto altro, ma in totale sicurezza. SETTANTASEI le linee di percorsi suddivise in CINQUE livelli di difficoltà: Kid Explorer, per inesperti e piccoli (un metro da terra); KID EXPLORER PLUS (2 MERTRI DA TERRA), Junior Adventure (4 METRI DA TERRA), per gli ospiti più temerari che desiderano provare passaggi leggermente più impegnativi (altezza minima consentita 1.20 cm); Emotion (FINO A 10 METRI DA TERRA), con attraversamenti da urlo per scoprire le proprie

capacità di equilibrio e presa; Braves Only (FINO A 15 METRI DA TERRA), adrenalina a mille per questo percorso posizionato nelle parti più alte degli alberi. I passaggi sono impegnativi e le sensazioni da vero “arrampicatore” sono garantite. Tutti i percorsi sono sotto la supervisione degli istruttori, quindi assolutamente sicuri. Novità 2013: NUOVE LINEE vi aspettano. Un ampio prato con spazi attrezzati concede l’opportunità

di combinare allo svago un piacevole pic nic. Per chi non desidera volare da un albero all’altro, la zona offre l’occasione di intraprendere delle meravigliose passeggiate nel bosco. Divertimento assicurato per tutte le età.

gonfiata con dell’aria e chiusa con una cerniera lampo speciale. Potrete respirare liberamente e sbizzarrirvi in evoluzioni acrobatiche in piena libertà, senza bagnarvi e in totale sicurezza. È facile e divertente, infatti, l’età

consigliata è dai sei anni in su. Se sei perplesso vai a vedere, anzi, a provare, ti accorgerai che è più facile di quel che pensi. La piscina copre un’ampiezza di sette per otto metri. Presso il Bar ai Tennis è possibile anche saltare sui tappeti elastici, giocare a tennis o sdraiarsi sull’erba in un ambiente rilassante e sicuro per i bambini, con possibilità

di un pasto veloce o un’invitante zucchero filato. In caso di maltempo le attività verranno trasferite presso lo Sporting Center. Orario: dalle 8.30 alle ore 22.00.

info: latemar 2200 Te. 04 2 502929 www.latemar.it predazzo@latemar.it

info: adventure Dolomiti Val di fiemme P.31 Piazzol - Castello Molina di fiemme Tel. 34 13 5350 Tel. 338 33 348 www.adventuredolomiti.it info@adventuredolomiti.it GPs:4 °1 ’10”n 11°25’10”e

info: Bar al Tennis (campi scoperti), Via rododendri - Predazzo Cell. 348 555 2 8 sporting Center (campi coperti, da tennis), Via Venezia, 28 - Predazzo Cell. 333 41 0031 www.sportingcenterpredazzo.it info@sportingcenterpredazzo.it seguiteci su facebook!

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Piscina di Cavalese, Summer Young,

che rinfrescarsi nelle vasche esterne mentre si ammira lo spettacolare panorama che si apre sulla Catena del Lagorai. Una sensazionale novità vi aspetta: il SUMMER YOUNG per vivere un’estate di puro spasso in compagnia. Il programma è sorprendente. Un assaggio? Attività di gioco e sport in piscina e nello splendido parco esterno, seguiti da Istruttori Federali FIN. Orienteering, Nordic Walking e tantissime attività ludiche da condividere con gli amici

e gli animatori, e perché no… se piove, si va a tutti a pattinare allo Stadio del Ghiaccio. Provare per credere. Dal 1 luglio al 31 agosto ogni lunedì, mercoledì e venerdì.

Per orari e prezzi e altre informazioni www.sagis.tn.it o direttamente alla Piscina Comunale di Cavalese.

Centro Sportivo Tesero, un’oasi per

calcio A5, campo bocce, campo da pallavolo, ping pong, calcetto balilla, biliardo, freccette, flipper e sala videogiochi. Durante la stagione

estiva si organizzano divertentissimi tornei alla quale possono partecipare tutti. Il bar offre l’ occasione di consumare uno spuntino o di gustare un buon gelato. Vantaggi: MINIGOLF, paghi oggi e entri gratis domani; HAPPY BIRTHDAY, festeggia il tuo compleanno con l’utilizzo gratuito dei giochi; lezioni di tennis su prenotazione e, NOVITÀ

2013, il TENNISPASS per giocare a tennis tutta l’estate a un prezzo super conveniente! Pacchetti scontatissimi con “SENTIERI IN COMPAGNI”, convenzionato con la FAMILY CARD e la GREEN CARD. Dal lunedì al mercoledì, dalle ore 18.00 alle ore 20.00 aperitivo (prezzo speciale) con gioco a minigolf gratuito.

i simpatici pony e un campo dedicato alla piccola monta. Non resta che provare! Orari: 9.00/12.00 – 15.00/19.00.

Info: Happy Ranch, Loc. Ischia Campitello di Fassa Tel. 338 5222653

un tuffo nello sport e nel divertimento Un universo d’acqua e vapore vi aspetta alla Piscina Comunale di Cavalese. Oltre alla vasca per il nuoto, quella fitness e didattica, troverete un’oasi per i bambini con vasche baby e scivolo. Sono a disposizione anche cinque Whirlpool e una zona relax davvero unica. D’estate è possibile godere della nuovissima area esterna attrezzata con sdraio e lettini, oltre

tutta la famiglia Se cercate una luogo che presenti numerose opportunità di svago per bambini e adulti, siete arrivati nel posto giusto. Il Centro, che si trova a Tesero in un’area verde circondata da alberi di abeti e larici, con ampio parcheggio sito lungo la strada che porta a Pampeago, è suddiviso in aree attrezzate: parco giochi per bambini con altalene, scivoli, sabbiere e molto altro, minigolf 18 buche, campo da tennis in terra rossa e erba sintetica, campo

Happy Ranch, a

cavallo lungo i sentieri e i boschi delle Dolomiti Scoprire questi luoghi in sella, a stretto contatto con la natura, significa entrare prepotentemente nella filosofia che permea questo meraviglioso sport. Se desiderate regalare al vostro corpo e alla vostra mente una vera vacanza dallo stress quotidiano, dovreste provare a salire in sella a un cavallo. La sensazione di liberta che ne scaturisce è davvero inimmaginabile, una vera iniezione di energia. Questo è possibile al

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maneggio Happy Ranch, gestito da Martino e Rinaldo Rasom, che si trova a Campitello di Fassa, in località Ischia, in una radura di rara bellezza. Qui è possibile intraprendere passeggiate di un’ora, mezza giornata o trekking di interesse naturalistico di una giornata intera. Chi lo desidera può prendere anche lezioni di equitazione, sia per quanto riguarda la monta all’inglese, sia per quella all’americana. Adulti, ragazzi e bambini: per questi ultimi ci sono

Info: Centro Sportivo Tesero, Bar Bocce, Via Stava, 59/d, passeggiata Loc. Aleci Tesero Tel. 0462 813661


per i vostri occhi

professionalitĂ competenza cortesia

lenti a contatto di alto livello • occhiali da sole e vista

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ristoranti, locande e Agritur

La cultura del buon mangiare Genuinità a tavola: un patrimonio da salvaguardare Locanda Kürbishof, un

gioiello dall’accoglienza impeccabile Nel piccolo borgo di Guggal ad Anterivo, situato nelle immediate vicinanze del bosco nel Parco Naturale del Monte Corno, vi è un locale rustico, ma di gran classe. Ricavato da una vecchia stalla/fienile costruita nel 1772, da qualche anno è stato ristrutturato e ora offre ai clienti un ambiente accogliente e raffinato:

Ristorante Sissi, La Stua, per il

piacere e per piacere Locale di gran classe, ricavato in stuben del cinquecento impreziosite con decori tipici, quadri

Ristorante Sottovoce in Stazione, un mix

di rigore trentino e accoglienza romana Il piacere di assaporare piatti fatti come si deve è il desiderio di chiunque scelga di andare al ristorante. Ma se a un buon pasto aggiungiamo la simpatia, l’accoglienza, la professionalità, nonché un tocco di ospitalità romana (la gestione è a conduzione familiare e loro sono

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due le stube tirolesi del XVI e del XVII secolo, in cui risaltano una stufa in maiolica, e un camino. L’esercizio è a conduzione familiare, dove tutto è all’insegna della tradizione. Una meta da non perdere per

chi desidera riscoprire vecchie ricette realizzate con materie prime della zona, dove gli ingredienti provengono dall’orto dei padroni di casa e la carne dal macellaio del borgo. Creatività e ricercatezza traspaiono da ogni pietanza, tra le specialità i canederli di ortica su grattugia e “Ziegerkas”; la sella di vitello cotta nel fieno e, per i dolci, il parfait allo sciroppo di tarassaco con tortino al papavero in gelatina di petali di rosa.

Ampia scelta anche per i vini: oltre 100 le etichette tra le quali scegliere. L’accoglienza presenta un savoir-faire impaccabile, che Hermann, Sara e i due figli Mathias e Angelica, rivolgono immancabilmente a tutti gli ospiti. Sono a disposizione due graziose camere per gli ospiti.

antichi e pregiate sculture. Un plauso meritano le stufe di maiolica che donano un tocco di classe e calore in più al locale. Un rifugio per palati smaliziati, per chi ama abbinare i piaceri della buona tavola a un ambiente ricercato ed elegante. Un’eleganza sobria, come la

cucina, tradizionale e nel contempo attenta ad abbinare ingredienti insoliti, ingegnosamente dosati per creare un’armonia di sapori (i prodotti utilizzati sono del luogo e freschi di stagione). Il ristorante è partner di “Tradizione e Gusto”. Menù a chilometri zero, che invitano a riscoprire antichi sapori e antichi saperi. L’accoglienza è all’altezza del locale, Ingrid, la proprietaria, è una persona deliziosa e

attenta alle esigenze del cliente. Nutrita la cantina dei vini, che propone il meglio dei viticoltori del Trentino Alto Adige. La Stua è anche albergo, e offre deliziose camere per gli ospiti arredate in legno massiccio con letto a baldacchino, caminetto o stufa in maiolica.

di Roma), allora siete arrivati nel posto giusto. Cucina tradizionale trentina, ma non solo: nelle creazioni di Noemi, la padrona di casa, c’è posto anche per quella

dai sapori mediterranei e romani. La pasta è fatta rigorosamente in casa, così come i dolci, il pesce è una prelibatezza e rigorosamente fresco ma solo nel fine settimana, mentre la pizza presenta una pasta che risulta leggera e gustosa. Nutrita la scelta alla carta che varia a seconda della stagione in corso. Interessante

anche la carta dei vini, con scelte di etichette regionali. Il locale è attuale e allo stesso tempo tipico, la mise en place vanta un tocco originale, il servizio è perfetto. Lo trovate anche su Tripadvisor. Da provare.

Info: Locanda Kürbishof, Guggal, 23 - Anterivo Tel. 0471 882140 www.kuerbishof.it info@kuerbishof.it

Info: Ristorante La Stua, P.zza Dante, 2 - Cavalese Tel. 0462 340235 www.hotellastua.com info@hotellastua.com

Info: Ristorante Sottovoce in Stazione, Via Nucleo Stazione, 9 c/o Vecchia Stazione Castello di Fiemme Tel. 0462 235597


Agritur Fior di Bosco, il sapore della tradizione L’ambiente è curato e accogliente. Il servizio, raffinato e cordiale. La cucina, preparata con prodotti biologici dell’Azienda, porta in tavola sapori semplici e genuini. Il segreto? Innanzitutto le persone, Isabella e Graziano, che hanno custodito nel tempo l’atmosfera e lo stile di una volta, con la volontà di portare avanti con passione il lavoro di generazioni di casari e nel frattempo di

La Locanda del Passatore, arte

culinaria d’ingegno Si tratta di uno dei locali più interessanti della zona: charme e tradizione sono sapientemente uniti. Stupisce la cucina, la cortesia, l’insolito tocco Urban Style negli

Ristorante Miola, l’Ecoristorazione per eccellenza Maso Miola è tra le poche strutture in Fiemme e Fassa che presenta il marchio dell’Ecoristorazione Trentino, una garanzia in più per chi cerca ricette realizzate con prodotti tipici del territorio e soluzioni gastronomiche curate nei minimi particolari. Elisabetta, la proprietaria, è una Lady Chef che sa come esaltare il gusto dei frutti della nostra terra. La modernità dei suoi spunti parte sempre dalla tradizione, mentre la cura nei dettagli e la

innovare, con l’utilizzo di tecnologie raffinate, la propria azienda. Una nota di pregio infatti, è la lavorazione del latte in formaggi e burro, un grand tour per buongustai, e l’uso

arredi che risalta grazie alla location immersa nel verde, nel cuore della Valle di Cembra. Menù alla carta che propone una cucina creativa, in parte tradizionale, dove si fa largo uso di prodotti agricoli locali, e in parte internazionale,

capacità nel combinare gli ingredienti, hanno reso le sue ricette esclusive. Fra i tanti piatti sfiziosi, sono da citare il filetto di biotrota in crosta di nocciole; il tomino della malga cerin di Tesero al radicchio e pistacchi; gli gnocchi di polenta al ragù di coniglio, il tutto accompagnato da grandi vini. L’accoglienza familiare, (trent’anni di gestione) garantisce la serietà del servizio, l’ambiente è tipicamente rustico. Si accettano cani. Il ristorante si trova in posizione panoramica vicino al paese, offre un ampio parcheggio privato e una splendida terrazza dalla quale ammirare il

di strumenti e tecniche antiche, che conferisce ai prodotti un sapore unico e sostanzioso. Infine, non dimentichiamo la protagonista: la mucca Grigio alpina autoctona, che regala ogni giorno la materia prima per la realizzare i prodotti firmati “Fior di Bosco”. L’atmosfera che si respira nell’Agritur è rilassante e fa sentire in perfetta armonia con

l’ambiente circostante. È così che si è creato un piccolo miracolo dell’ospitalità. A disposizione degli ospiti vi sono otto stanze finemente arredate con legno della Val di Fiemme. L’Agriturismo si trova in Valfloriana, la valle dei fiori, compresa tra la Val di Fiemme e la Valle di Cembra.

nella quale trionfano la creatività e lo stile, nonché la capacità di assemblare sapori senza mai coprirli. Numerose le specialità tra le quali citiamo i ravioli di pasta fresca con mozzarella di bufala e tagliatelle di verdura; la lingua tiepida di vitello con vinaigrette allo scalogno, erba cipollina e pomodori freschi; la tartara di patate stufate e finferli. Anche i dolci non sono da meno, un connubio davvero originale di espressività in cui spicca una ricetta curiosa: la zuppetta fredda di pere con riccioli di ricotta e

cialde alle mandorle. Non resta che provare. Ampia la scelta dei vini con etichette di cantine locali di grande eccellenza, vini nazionali e internazionali. Possibilità di pernottamento in graziose e romantiche camere finemente arredate. Una nota di merito va all’accoglienza, alla signora Maria, che sa come farti sentire a casa.

panorama sottostante. Numerose le passeggiate che si possono intraprendere grazie alla favorevole posizione. Il ristorante fa anche parte del circuito la Strada dei formaggi, di Tradizione e Gusto (la gastronomia a km zero che ha l’obbiettivo di valorizzare i prodotti tipici locali e della

tradizione), e aderisce al progetto “Alleanza tra i cuochi italiani e i presidi Slow food”. Aperto tutti i giorni.

Info: Agritur Fior di Bosco Loc. Sacina, 55 - Valfloriana Tel. 0462 910002 Cell. 329 0125349 www.agriturfiordibosco.com info@agriturfiordibosco.com

Info: La Locanda del Passatore Via Campagnola, 16 Faver – Tel. 0461 683111 www.locandadelpassatore.com info@locandadelpassatore.com

Info: Ristorante bar Miola, località Miola, 1 - Predazzo Tel. 0462 501924 Cell. 340 3761958 www.ristorantemiola.com info@ristorantemiola.com

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rifugi e baite

Quando il gusto vi porta in quota Nell’anima delle Dolomiti per assaporare piatti tipici Rifugio Pian dei Fiacconi, alla corte

della “Regina” Il gruppo della Marmolada detiene, in Dolomiti, un’indiscussa sovranità, da cui il nome di “Regina delle Dolomiti”, appunto per la massima elevazione dell’intero sistema dolomitico di cui ospita anche il più grande ghiacciaio. Il rifugio Pian dei Fiacconi

un ottimo ristoro per un’uscita giornaliera di relax, ideale per famiglie e gruppi di amici, per un pranzo o una cena

in compagnia seduti ad ammirare un panorama mozzafiato sulle Dolomiti e sul ghiacciaio della Marmolada. Possibilità di pernottamento, servizio ristorante e bar. Info: Rifugio Pian dei Fiacconi Marmolada Tel. 328 1218738 - 349 1682933 www.piandeifiacconi.com info@piandeifiacconi.it

Rifugio Vajolet,

con un servizio di pulmini per Gardeccia (+ un’ora di cammino) sempre da Pera con la seggiovia (mezz’ora di cammino per Gardeccia + un’ora), o da Vigo con la funivia del Catinaccio (un’ora e mezza). I gestori Karin e Fabio saranno lieti di ospitarvi per il pranzo o la cena, con piatti tipici della cucina Ladina e Regionale. Delle vere chicche le stanze per trascorrere la notte, vi consentiranno di svegliarvi all’alba, in un

luogo unico, dove osano solo le aquile. Apertura da metà giugno alla fine di settembre.

Info: Rifugio Vajolet zona del Catinaccio (Rosengarten) Tel. 0462 763292 info@rifugiovajolet.com

Rifugio Capanna Cervino, una

caratterizzano le dimore di montagna. Offre cortesia e professionalità e il privilegio di combinare una sosta gustosa circondanti da un panorama affascinante. Il ristorante, tra le numerose specialità della

tradizione, si distingue per alcuni piatti dal sapore autentico: gli “arrosticini di Bovino Highland” di produzione propria e, per la merenda, la specialità della casa è la “fortaia” (Strauben). L’atmosfera accogliente e familiare traspare anche nelle sette camere a disposizione degli ospiti, gradevolmente arredate in stile rustico. Intorno, solo un suono sconosciuto… quello del silenzio. In estate il rifugio è comodamente raggiungibile a piedi

grazie a una comoda strada forestale (c. 1,5 km da Passo Rolle), oppure utilizzando il bus navetta. Da Capanna Cervino è possibile intraprendere il popolare Trekking del Cristo Pensante. Apertura sia estiva, sia invernale. Il Rifugio è aperto dal 20 giugno al 6 ottobre e aderisce al progetto “I Rifugi del Gusto”.

ospitalità tra natura e storia A chi ama il contatto con la natura più selvaggia, proponiamo un rifugio storico, silenzioso e ospitale. Sotto le rinomate Torri del Vajolet, nella zona del Catinaccio, al centro di numerose camminate, escursioni e vie attrezzate, si trova uno dei luoghi più spettacolari dove guardare le Dolomiti. Rifugio Vajolet, 2243 metri, è raggiungibile da Pera

terrazza dominata dalle spettacolari Pale di San Martino Il Rifugio Capanna Cervino ha mantenuto intatto nel tempo lo spirito e l’ospitalità che

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sorge ai piedi di questo meraviglioso ghiacciaio a quota 2626 m, punto d’appoggio per alpinisti ed escursionisti è anche

L

a cultura della buona tavola sta spopolando. Il desiderio di un “ritorno alla natura” ha portato l’uomo a rintracciare sapori quasi dimenticati. Sono tornate in auge ricette semplici e naturali, dagli ingredienti senza eccessi, ma di carattere. Se all’incomparabile bellezza di queste montagne aggiungiamo un caratteristico pranzo in quota, il quadro sarà completo.

Info: Capanna Cervino Tel. 340 0747643 www. capannacervino.it capanna.cervino@tin.it info@capannacervino.it


Baita Ciamp dele Strie, singolarità fatata sull’Alpe di Lusia Mito e stile, accoglienza e cultura del mangiar bene, sono questi gli elementi che caratterizzano Ciamp dele Strie. Parliamo di un locale davvero originale, creato prendendo spunto dalla leggenda ladina di Re Laurino (il Re dei Nani) e delle streghe, anzi strie, che sembra abitassero nella vallata. L’ambiente riassume le vicende qui evocate: il castello di Re Laurino, le stube dedicate a Streghe e Vivane (creature incantevoli e gentili), il pozzo dei desideri, la miniera degli Gnomi, il ponte levatoio, le cascatelle d’acqua che sgorgano dalla roccia, il tutto animato da stupendi

Malga Sass, sapori

genuini e ospitalità nella verde Valfloriana A Malga Sass si arriva a piedi o comodamente in macchina. Nel periodo estivo, da giugno a ottobre, si possono trascorrere dei momenti

Malga Sadole,

una lunga tradizione per una sosta unica In questa accogliente Malga, ristrutturata di recente, ci si sente subito a casa: la gestione familiare garantisce un’accoglienza calorosa e nel contempo un servizio impeccabile. L’ambiente è quello tipico delle dimore di montagna, rustico, l’arredamento è in legno massiccio. Dalla terrazza esterna si può

affreschi murali. La cucina propone piatti che attingono ad antiche ricette, ma con sapori rivisitati da un tocco di creatività. Le ampie terrazze che circondano la baita sono poste in modo da godere al meglio della spettacolare vista delle Pale di San Martino e della Catena del Lagorai, e invitano gli ospiti ad assaporare un pranzo all’aperto, oppure a rilassarsi sotto i raggi del sole. C’è inoltre la possibilità di usufruire dell’area attrezzata e coperta per un allegro pic nic, vicino al parco giochi per bambini. Il Ciamp dele Strie, oltre che dalle strade forestali che partono una da Moena e l’altra da Bellamonte,

è comodamente raggiungibile dopo aver preso i due tronchi della seggiovia che da Castelir portano in località Morea. Da qui, percorrendo il sentiero botanico nel bosco (si trova direttamente all’arrivo

della seconda seggiovia in località Morea), in soli dodici minuti si raggiunge la baita. Sono gradite le prenotazioni per le cene.

di puro relax, godendo di un panorama a 360° che si estende dalle vette del Gruppo del Cevedale, alle cime del Similaun, dalla Catena del Lagorai alla sommità del Cimon de Tres e a quella della Pala delle

Buse. La cucina, curata ma al contempo semplice e genuina, propone un’ampia scelta di piatti tipici, con carni e formaggi ottenuti dalle vacche di razza Grigio alpina provenienti dal pascolo della Malga, nonché un’ampia scelta di dolci abilmente eseguiti in casa. Deliziose le camere per gli ospiti, che assicurano un riposo all’insegna della quiete. Malga Sass si trova in posizione ideale per compiere escursioni e passeggiate, grazie al rigoglioso bosco di abeti e larici che circonda la valle. Un paesaggio che

ritempra l’animo e aiuta a rilassare corpo e mente. La Malga si trova in Valfloriana ed è collegata da una strada asfaltata che parte da Casatta. Su prenotazione si organizzano anche cene e menù di degustazione. Vi è inoltre la possibilità di acquistare prodotti tipici quali il miele dell’Apicoltura Castel Belfort, varie tipologie di formaggi nostrani, lucaniche e mortadelle.

burro e formaggi sono freschi e autoprodotti, come pure lo speck e i salumi. Tutti i mercoledì presso la Malga è possibile assistere alla dimostrazione “La trasformazione del latte”, un appuntamento esclusivo per grandi e piccini, un’occasione unica per apprezzare i prodotti artigianali tipici di una terra ricca per natura.

Info: Malga Sadole Loc. Sadole Ziano di Fiemme Cell. 348 7120227

ammirare un panorama incantevole: la Catena del Lagorai abbraccia il ridente alpeggio, dove il Monte Cauriol pare averla vinta sulle altre cime. La cucina è squisita e abbondante. Cibi genuini, preparati con prodotti di produzione propria e abilmente elaborati dai padroni di casa, vi aiuteranno a riscoprire il gusto delle buone ricette di una volta. Latte, jogurt,

Info: www.ciampdelestrie.it Cell. 339 8685080

Info: Malga Sass Valfloriana Tel. 345 1116762 www.malgasass.com malgasass@hotmail.it

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GoUrMeT

note eno-gastronomiche

Bontà valligiane dai sapori autentici, sapientemente preparate seguendo vecchie ricette, ma arricchite da un tocco di fantasia e originalità, segnano le potenzialità gastronomiche del luogo Birra di Fiemme, gusto pieno e ricercato Dissetante, naturale e sana, una birra unica, volutamente

Delizie Welponer,

il piacere prende quota Sul corso principale

Il Ghiottone, novità 2013:

la sala degustazione L’attività, fondata nel 1943 dal nonno Faustino, prosegue ora con Faustino e Claudia che nel 2004 la innovano con l’apertura di un nuovo negozio a Cavalese. Il loro punto di forza è l’esperienza nel settore e la conoscenza acquisita negli anni, entrambi elementi essenziali per far capire ai clienti la differenza nella scelta

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non pastorizzata e priva di conservanti e stabilizzanti. È importante sapere che la birra più ricca e più salutare è quella cruda, cioè non pastorizzata. Oltre a ciò la birra di Fiemme contiene luppoli e malti selezionati e, naturalmente, l’acqua

pura che sgorga dalle montagne. Numerose le proprietà che scaturiscono dalla sua composizione: contiene vitamine e sali minerali e un equilibrato rapporto di calcio e fosforo. Il desiderio di tradizione e la volontà di riportare alla luce un’antica alchimia, hanno permesso a Stefano Gilmozzi di ricreare una bevanda dissetante e salutare, dal gusto pieno e ricercato. Particolari le

caratteristiche: una media amarezza si sposa con un leggero aroma di luppolo, dal retrogusto lievemente asciutto, acidulo e fruttato. Un modo naturale per riscoprire le ricette della tradizione.

di Cavalese, in un ambiente accogliente e unico nel suo genere, l’assortimento non potrebbe essere più intrigante. Per i più golosi, miele, confetture, cioccolate e biscotti. Per i palati più decisi una scelta vastissima di polenta e funghi, speck,

salumi e formaggi. Vi stupirà il ricco assortimento di grappe: bianche o aromatizzate, giovani o invecchiate. Fiore all’occhiello dell’azienda la cantina fornita con oltre trecento etichette dei migliori vini regionali e non. Realizzano inoltre bellissimi cesti regalo personalizzati per ogni occasione. Da oltre 40 anni Delizie Welponer è impegnata nel selezionare i migliori

prodotti artigianali della Valle e del Trentino, per garantire un’offerta di articoli d’alto livello, ma sempre a un costo accessibile. Degustazioni gratuite di grappe, vini, speck, formaggi, confetture e biscotti.

dei prodotti, che essendo tipici e artigianali, provengono da piccole

aziende radicate sul territorio, dove la cura e la selezione delle materie prime sono la base fondamentale per ottenere un prodotto di qualità. Per voi hanno selezionato i migliori produttori locali e italiani per offrire quanto di meglio si

possa trovare. Novità per l’estate: caffè tostato artigianalmente, oltre a duecento varietà di tè, tisane e infusi.

info: Birra di fiemme Via Colonia, 0 - Daiano Tel. 04 2 4 914 Cell. 338 8 94 2 www.birradifiemme.it s.gilmozzi@birradifiemme.it

info: Delizie Welponer, via f.lli Bronzetti, 2 Cavalese tel. 04 2 340252 www.deliziewelponer.it info@deliziewelponer.it (spedizioni in tutta italia)

info: il Ghiottone l’altro Ghiottone Piazza scopoli, 5 Cavalese Tel. 04 2 340180 info@ilghiottone.info www.laltroghiottone.com facebook: il Ghiottone & l’altro Ghiottone twitter: @ighiottoni


Caseificio Sociale Val di Fassa, prodotti

rigorosamente fassani e selezionati Il Caseificio Sociale Val di Fassa è stato fondato nel 1963 a Campitello di Fassa da alcuni agricoltori del Paese. Successivamente si sono uniti gli allevatori di Vigo, di Soraga e infine dell’intera Val di Fassa. Da febbraio 2012 il caseificio si è trasferito nella nuova sede di Pozza di Fassa, in fregio alla strada statale 48 delle Dolomiti. Attualmente la cooperativa raggruppa circa 40 allevatori e lavora quasi tutto il latte proveniente dal territorio

Fior di Bosco,

dolcemente tipico Sapori veri, genuini e stuzzicanti lavorati seguendo tecniche artigianali e antiche ricette, hanno consentito

Agri 2000,

coniglio fiammazzo di qualità Da oltre trent’anni la passione e la professionalità di Michele Zanon ha portato l’azienda agricola a creare un marchio di alto livello. Dall’allevamento alla lavorazione della carne, seguendo dei processi naturali atti a garantire un prodotto sano ed equilibrato. Nello spaccio aziendale potrete trovare prodotti come ragù, wurstel, hamburger, carne disossata, speck

fassano, garantendo dei prodotti ricavati attraverso un rigoroso e tradizionale metodo artigianale. I prodotti possono essere acquistati presso i punti vendita del Caseificio (aperto tutti i giorni dal 1 luglio al 10 settembre) o tramite la rete di

commercializzazione del Gruppo Formaggi del Trentino e nei migliori negozi specializzati nazionali. Il rinomato “Cuor di Fassa – Cher de Fascia” è tra gli articoli più richiesti, ma completano l’offerta altri noti formaggi come il Mezzano Trentino

Alta Montagna, il Trentingrana DOP, la tosella, varie caciotte sia naturali che aromatizzate, il fontal e altri, nonché burro, yogurt, vini, miele, confetture e salumi. Punti vendita: • strada Dolomites, 233 Pozza di fassa • streda de Pent de sera, 1 Campitello di fassa • Piaz G. Marconi, 4 Canazei sono aperti tutti i giorni dal 30/0 al 20/09 info: Caseificio sociale Val di fassa strada Dolomites, 233 Pozza di fassa Tel. 04 2 40 caseificiovaldifassa@gmail.com

a Beppino e Cristina di creare dei prodotti in sintonia con la nostra terra e col mutare delle stagioni. Confetture extra di lamponi, frutti di bosco, mirtillo nero

e le lucaniche, il tutto rigorosamente genuino e curato personalmente

e rosso; una vasta gamma di prodotti della pasticceria fresca e secca, strudel, sacher, torte da ricorrenza, cioccolatini, torroni, caramelle, confezionati in modo esclusivo, per un regalo o semplicemente per portare in tavola il sapore del vero prodotto artigianale. Particolare attenzione è rivolta all’attività apistica, simbolo di continuità del lavoro iniziato negli anni trenta dai nonni dei proprietari che presenta prodotti

specifici come il miele di acacia, di rododendro, il versatile millefiori di alta montagna (ottimo anche per dolcificare tè e tisane), e la melata di abete. Per completare la gamma sono disponibili anche una nutrita varietà di mieli monofloreali, realizzati in diverse zone del territorio nazionale.

dal proprietario. Novità: da quest’estate nello spaccio troverete

carne suina e bovina, insaccati, formaggi locali e altre gustose specialità della valle. Un’ulteriore garanzia per chi desidera portare in tavola i prodotti naturali della tradizione di montagna.

info: fiordibosco, Via Garibaldi, - Predazzo Tel. 04 2 5024 4 fax 04 2 5024 4 www.fiordibosco.it info@fiordibosco.it

info: agri 2000 spaccio aziendale, Via alberti, 1/a Tesero Tel. 04 2 813118 sede allevamento Tel. 04 2 815033 agri2000az.agricola@gmail.com

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MoDa Una nuova location per l’esposizione di uno stile autenticamente “fatto in italia”

Boutique Penelope i progetti riescono se ci si mette intraprendenza, determinazione e il cuore

L

e idee e le energie non mancano a Carla, proprietaria della Boutique Penelope, che da poco ha trasferito la propria attività sul corso principale di Cavalese. L’inestinguibile desiderio di presentare idee attuali e di soddisfare le proprie clienti, l’hanno spinta a proporre una nuova sede e uno stile leggermente rivisitato. Il locale si presenta luminoso e particolarmente accogliente. Il mood in vetrina propone capi femminili e originali, che certificano filati puri della migliore qualità italiana sul mercato. Esposti allegramente su di un originale appendiabiti di legno sono i foulard, omaggi creativi dalle forme geometriche e floreali, che correlano di raffinatezza, luce e colore l’ambiente. Ciò che traspare è la volontà della proprietaria di vestire d’eleganza le clienti, ma in modo semplice e non impegnativo. Una scelta, come quella di guardare al futuro con fiducia e positività.

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Info: Boutique Penelope Via f.lli Bronzetti, 13 - Cavalese Tel/fax 0462 231478 Orario apertura: 9.00 - 12.30 / 15.30 - 19.30 Aperto tutti i giorni nei mesi estivi e invernali


moda

Acquisti intelligenti, colorati, romantici e allegri. Finezze di moda e oggetti alla moda per un

regalo e perché no… anche per concedersi un piccolo piacere che fa tanto bene alla vita! Giga Store,

Jeanseria & Casual Modelli dei migliori brand per clienti attenti ai dettagli che desiderano esprimere un’idea, un’emozione ed esaltare la propria individualità indossando linee pratiche e nel contempo di ottima qualità. Questa l’idea di Carlo Weber, Giga per gli amici, che nel 1987 ha creato questo eclettico store: la cura nel selezionare per i propri clienti capi e accessori

Undercolors of Benetton,

dall’intimo agli accessori è tempo di colore Intimo, e non solo… collezioni multishape

Milleidee, un

negozio ricco di sorprese Ha quasi dell’incredibile: nel negozio c’è un’inaspettata varietà merceologica. Si può trovare di tutto e la gentile disponibilità delle proprietarie invoglia a individuare anche quello per cui non sei entrata. Cerchi disperatamente un’idea per fare un regalo? Lì troverai infinite proposte

di prestigiose etichette gli ha consentito di fidelizzare la clientela e di consolidare nel tempo una strategia vincente. Moda uomo e donna: Sun 68, Franklin&Marshall, Roy Rogers, Siviglia, 40 WEFT, Seventy - 1970, e infine, in esclusiva per la donna la firma Twenty Easy che per la prossima stagione presenta uno stile giovane e disimpegnato. Non mancano i caldi Woolrich, i giacconi

Canadesi della Goose e gli originali dei marinai di Boston FIDELITY e le italianissime ORFATTI. Splendide le calzature della D.A.T.E., New Balance, Crime e Premiata. Le cinture di Zerbini completano il look. Info: Giga Store, Via F.lli Bronzetti, 19 Tel. 0462 230266 Fax 0462 230266 www.gigastore.cc info@gigastore.cc

per tutta la famiglia, caratterizzate da linee leggere, comode, super colorate, ma soprattutto spiritose. Davvero carine e di tendenza sono le stampe con il personaggio di Gorjuss by Santoro, una tenera bambina creata dalla mano della famosa illustratrice inglese Suzanne Walcott, e le intramontabili linee con gli

animali. Cotone al 100% per tutti i capi di intimo e pigiameria: adulti, ragazzi e neonati (0-12 anni). Da rimarcare che grazie all’elevato livello di sicurezza dei prodotti rivolti ai bambini, la Undercolors of Benetton ha ottenuto il marchio “Eco Safe” rilasciato dal Gruppo ICQ, attestante l’assenza di sostanze pericolose. Accattivante la linea mare che propone costumi, copricostumi, asciugamani e simpatici accessori in sgargianti tonalità del giallo,

arancio e verde oltre agli evergreen rosso, blu e nero. Uno zoom meritano le linee versatili e indovinatissime della mix&match, da abbinare secondo il proprio gusto, per uno stile unico e originale. Che dire… la collezione estate 2013 è un’esplosione di allegria! Venite a provarla.

per ogni esigenza e per tutte le tasche. Ti sposi? Puoi approfittare per creare la tua lista di nozze. Vuoi portare a casa un souvenir per i tuoi cari? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Casalinghi, utensili, ceramiche, cristalli, piccoli elettrodomestici, oggettistica per abbellire la vostra casa, magneti e articoli in legno. E inoltre materiale elettrico,

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Comprare una casa è come comprare una nuova parte di sé: è molto più che un immobile, è lo specchio del suo proprietario.


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