magazine
Talenti di casa: sette artisti sotto ai riflettori
Inverno 2019/2020
Botta e risposta con quattro Sindaci delle nostre valli
Vino: i consigli di Roberto Anesi
1 Foto di Andrian Valeanu da Pixabay
EDITORIALE
Questo numero è speciale, speciale per una serie di motivi, ma sicuramente quello che spicca tra tutti è la ricchezza dei contenuti. Inutile dilungarsi in parole che sarebbero superflue. Come invece è d’obbligo un ringraziamento agli Intervistati e ai nostri Inserzionisti.
In ordine di apparizione… A
audace performers che mostra nelle sue realizzazioni un pensiero sulla cultura montana. Sorprende ancora l’arte creativa di Roberta Segata già nota per il progetto WE ARE HERE sulla tempesta Vaia. Innovative le opere di Marco Nones, performer che ha abbracciato con passione il tema dell’equilibrio dell’ecosistema, pesantemente coinvolto dagli effetti dell’inquinamento atmosferico. Ultima, ma non per importanza l’intervista ad Ariane Benedikter, ambasciatrice per il clima di “Plant for the Planet”. Non mancano ulteriori servizi che portano all’attenzione del lettore temi di grande attualità: ritorna nel numero invernale un intervento della dr.ssa Maria Teresa Fossati. Spazio anche a sezioni riservate alle offerte museali, alle novità sciistiche e alla salute e al benessere. E ancora tanti consigli per “gustare” il meglio che le nostre vallate sanno offrire.
Foto di Pexels da Pixabay
lle porte della nuova stagione sciistica abbiamo posto alcune domande all’atleta Giacomo Bertagnolli. Il regista Giacomo Gabrielli racconta dei suoi impegni cinematografici: JOURNEY e B309. Manuel Riz stupisce ancora con una mostra alquanto originale: UNTERL@NDIA. Vi conquisteranno le immagini dell’esposizione da poco presentata a Tokio del fotografo nonché ambasciatore Fuji Film Pierluigi Orler. Il vino ai giorni nostri: tendenze e consigli del sommelier Roberto Anesi. Grazie alla disponibilità di Silvano Welponer, Maria Bosin, Edoardo Felicetti e Silvano Parmesani, abbiamo avuto l’opportunità di porre delle domande che hanno evidenziano i temi principali della loro azione amministrativa. Seguono artisti del calibro di Claus Soraperra e il suo ultimo lavoro KITSCH KOREA GLOBAL presentato alla Trienala Ladina 2019, di Pierangelo Giacomuzzi,
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Good luck Giacomo GINEVRA COCCIARDI
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Giacomo Bertagnolli alle porte della nuova stagione Cosa ti ha fatto appassionare di più dello sci di discesa? Cosa ti piace maggiormente di questo sport? Innanzitutto, è uno sport che ho fatto sin da quando ero piccolino, e questo è già un buon motivo. Ho messo gli sci a due anni e mezzo. La seconda ragione è che ho sempre avuto le piste di fianco a casa. Inoltre, a me sono sempre piaciuti gli sport un po’ più pericolosi, dal downhill all’arrampicata. Se dovessi scegliere tra sci di fondo e da discesa sceglierei sempre quelli da discesa: c’è velocità, adrenalina, azione. Sono gare che ti giochi in un minuto, un minuto e mezzo. Per quanto riguarda i prossimi obiettivi, la stagione si sta avvicinando… quali sono i tuoi programmi per l’inverno? Quest’inverno c’è la Coppa del Mondo, con all’incirca 30/40 competizioni, quindi sarà una bella stagione piena. Anche perché l’obiettivo questa volta è di fare tutte le gare. Per di più, quest’anno ho cambiato guida, avevo bisogno di qualcuno che mi facesse
fare il salto di qualità. Per questo ho iniziato ad allenarmi accanto ad Andrea Ravelli, che fa parte della guardia di Finanza ed ha lui stesso sciato in Coppa Europa. Parliamo ora invece di tempo libero, se ne hai. Cosa ti piace fare? Come occupi il poco tempo che non passi sugli sci? Allora, io di tempo libero ne ho poco, anche perché adesso mi sono iscritto alla Facoltà di Scienze Motorie a Verona, quindi il tempo libero che avevo me lo sono mangiato così. In ogni caso, la priorità rimane comunque lo sci, quindi tutti gli esami universitari dovrò darli nella sessione di luglio, perché durante gli appelli invernali, tra le varie trasferte, sono sempre via: ad esempio il prossimo febbraio lo passerò tutto in Russia, quindi sarà difficile dare degli esami. Se poi dovesse rimanermi del tempo libero vorrei andare al mare, visto che non ci sono ancora andato, e soprattutto poi vorrei riposarmi un po’… che non sarebbe male!
Giacomo Bertagnolli nasce a Cavalese, classe 1999, ed ha già un palmares degno di nota: inizia a sciare a due anni e debutta in Coppa del Mondo nel febbraio 2015, a St. Moritz, in Svizzera. Nel 2017 vince un oro, un argento e un bronzo ai Mondiali di Tarvisio e, alla fine dello stesso anno, viene insignito del Collare d’oro al merito sportivo dal CONI. Nel 2018 partecipa ai suoi primi Giochi Paralimpici, quelli di Pyeongchang: porta a casa due ori, nello slalom gigante e nello slalom speciale, un argento nel supergigante e un bronzo nella discesa libera. Nella passata stagione invernale ha conquistato altri 4 ori mondiali e 1 argento.
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INTERVISTA
Comunicare con l’anima GINEVRA COCCIARDI
Abbiamo intervistato Giacomo Gabrielli, classe 1989, regista e produttore. Il 23 ottobre 2019 ha presentato in Val di Fassa il suo nuovo film “A Journey”. Giacomo cresce a Moena, e già all’età di 8 anni si appassiona alla regia, passione che lo porterà a studiare a Roma e, poco più di un anno fa, a trasferirsi a Londra. Pochi giorni dopo la prima del suo film abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere sul suo amore per la regia e sul suo nuovo film.
INTERVISTA
sta il regi n o c ey
n elli i r A jour b a mo G o c a i G
Giacomo Gabrielli con Arek Hersh
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INTERVISTA
Cosa ti ha fatto appassionare alla regia e qual è la cosa che preferisci dell’essere regista? Ho iniziato molto giovane ad appassionarmi di regia, dopo aver visto il film “Schindler’s List”, di Steven Spielberg. La parte bella del fare il regista è che, a differenza degli altri membri della troupe, hai la possibilità di toccare tutti gli ambiti del “fare un film”, supervisioni il progetto e quello che esce è veramente il tuo prodotto, la tua visione. Puoi raccontare delle storie che tramite un film proiettato sul grande schermo suscitano emozioni che non sono paragonabili a nessun altro tipo di arte. Il 23 ottobre è uscito il tuo nuovo film “A Journey” è la storia di due percorsi: il viaggio dei ragazzi di oggi con il Treno della Memoria e quello di Arek Hersh, deportato ad Auschwitz dalle SS ad appena 11 anni, si intrecciano fino a raggiungere la meta di Birkenau, il più letale dei campi di sterminio del Terzo Reich. Com’è nata l’idea del film? Allora, Schindler’s List non mi ha solo aiutato a dire “voglio fare il regista da grande”, mi ha anche inculcato la passione per la Seconda Guerra Mondiale, in particolare per la storia della Shoah, gli episodi accaduti non sul campo di guerra ma sulle retrovie, quell’aspetto che non tutti conoscevano fino a dopo la guerra. La cosa che mi ha sempre scioccato dell’Olocausto è come un intero popolo, il popolo tedesco, ha potuto aderire a ideali così sbagliati come quelli della Shoah, dello sterminio degli ebrei e della pulizia etnica, dell’omogeneizzazione di un popolo. Questa cosa mi ha così colpito fin da ragazzino, che ho deciso di scriverci una storia. Dal momento che non volevo fare un film di fiction per non essere paragonato a Schindler’s List o a Il Pianista di Polanski, che sono film inarrivabili, sia da un punto generico del cinema, sia da quella particolare sull’Olocausto, ho deciso di fare il mio film, per metà recitato e per metà reale. Volendo fare un documentario sui giovani di oggi che vanno a vedere i campi di concentramento, ho seguito i ragazzi del Treno della Memoria. Quando, una volta ritornato, ho guardato le riprese, mi sono accorto che mancava
INTERVISTA
qualcosa, perché la mia idea iniziale era quella di fare un parallelo tra i due viaggi, quello dei giovani e di qualcuno che l’aveva fatto veramente come deportato. Per qualche tempo ho sperato di trovare questa persona ma dopo un po’ ho perso la speranza, non trovavo nessuno, quindi ho lasciato perdere. Ho fatto vedere il film come lo avevo montato a colui che a oggi è diventato il mio produttore associato, Vincent Frattini, che mi disse: “No Giacomo, qui manca l’intervista a chi l’ha veramente vissuto”. Vincent è stato il Caronte che mi ha portato a conoscere Arek Hersh, che è uno degli ultimi che portano sul braccio il tatuaggio di Auschwitz. Se il film è venuto proprio come lo volevo io devo quindi ringraziare Vincent e Arek. Sono inoltre molto felice che Arek sia anche potuto venire alla proiezione in Val di Fassa a cui hanno partecipato quasi mille persone. Nel corso delle interviste tu ed Arek siete diventati amici. Certo la sua storia e le sue esperienze devono averlo segnato, portandolo ad essere la persona che è oggi. Ci puoi raccontare un po’ che tipo è Arek? Arek è un ebreo polacco nato nel 1928 che è stato deportato all’età di 11 anni dalla sua piccola cittadina in vari campi di concentramento per poi finire ad Auschwitz. Ora lui e la moglie Jean hanno la missione di portare avanti il messaggio, di portare avanti quel famoso “per non dimenticare”, che sembra banale, ma è la cosa più importante da fare. Arek ha certamente avuto esperienze molto forti durante la Seconda Guerra Mondiale. Al giorno d’oggi Arek è molto lucido, si ricorda ancora tutto. Certo era ancora un ragazzino, quindi la visione che ha è quella di un ragazzino, vedeva il mondo dal basso all’alto, ma comunque in maniera furba: appena arrivato ad Auschwitz, disse di avere 17 anni, anziché 14, cosa che lo salvò, poiché venne ritenuto utile per lavorare. Finita la guerra, l’Inghilterra l’ha “adottato”, insieme ad altri 300 ragazzi, e da quel momento vive lì. Raccontaci un po’ dei tuoi progetti futuri… idee, speranze? Io vivo da un anno e mezzo in Inghilterra e ho già girato il mio primo film in lingua inglese.
Adesso l’intenzione è di promuovere bene questi due film, “A Journey” e “B309”, quest’ultimo che parla di abuso sessuale e di homelessness, ovvero di senza tetto. Quest’ultimo è un film di fiction ed è un pellicola in cui ci siamo andati molto pesanti, usando immagini forti ed esplicite. Pensa, io ho iniziato con i film romantici, per una mera questione di estetica, immagini e musica. Quando ho iniziato a prendermi sul serio, sono andato a Roma e ho iniziato a girare horror, poi maturando ho sviluppato la voglia di girare sempre film violenti ma con tematiche reali, sociali. Per il futuro ho tante grandi idee in mente, tanti bei progetti, alcuni già scritti. Ora però è il momento di finire di produrre i film con i miei soldi, io voglio solo fare il regista, e di trovare un produttore che mi dia fiducia, che mi dica: “Bene Giacomo, mi piace come lavori, mi piacciono le tue idee, adesso ti do io il budget, e tu devi solo dirigere”. Ecco, questo sarebbe il mio obiettivo fondamentale. Quindi dover fare io solo l’artista, non il tecnico che deve gestire il budget. Per me è molto importante, perché dover gestire il budget tende a distrarti da quella che è l’evoluzione artistica del progetto. Nel frattempo, continuo a mantenere la mia azienda in Italia, la FilmArt, che produce televisione, e che mi dà l’opportunità di poter reinvestire nel cinema.
Un momento dell riprese ad Auschwitz
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PROGETTI
Unterl@ndia Intenti figurativi sull’esistenza quotidiana La visione di Manuel Riz
PROGETTI
Realtà o immaginazione? Invito alla riflessione o provocazione? Una cosa è certa: i lavori di Manuel Riz non lasciano indifferenti. Poi sta all’osservatore trarre delle conclusioni. Di sicuro l’espressività che traspare dalle sue realizzazioni fa sorridere, ci si diverte nel guardare la parte ironica legata alla quotidianità e alla globalizzazione delle comunità più periferiche. Ma poi, se ci si ferma ad esaminare le creazioni con maggior attenzione, un senso di scompiglio pervade sulla leggerezza iniziale. Si incomincia a riflettere… ed ecco che l’artista ha fatto centro.
Di questo lavoro Manuel ha presentato una mostra al Kundsforum Unterland di Egna il 26 ottobre, che è rimasta visitabile fino al 9 novembre. Di seguito alcuni spunti, ma se volete approfondire: manuelriz.blogspot.com
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PROGETTI
Weinstraße Il primo tema affronta la produzione enogastronomica locale che negli anni è diventata uno dei richiami turistico-culturali fra i più rinomati del territorio della Bassa Atesina, ovvero la Weinstraße. Attraverso la presenza di bottiglie di vino e cartelli stradali adeguatamente rielaborati, si è posta in risalto la discordanza delle parole Wein + Straße, laddove nella realtà quotidiana il concetto di vino/strada contrasta con le norme di legge nazionali che sanzionano la guida in stato di ebbrezza.
Gasthof Il secondo passaggio è dedicato al flusso migratorio di richiedenti asilo - e non solo – in molti comuni delle due provincie di Trento e Bolzano che hanno aderito al progetto SPRAR. Il problema dell’accettazione o del conflitto fra indigeni e migranti, ha dimostrato talvolta un “nervo scoperto” all’interno di una società attenta al volontariato, devota alla fede cattolica e all’apparenza politicamente corretta, ma impreparata nell’accettare nel proprio ambiente persone “diverse” da loro. Gasthof evidenzia il fatto che i flussi migratori hanno portato negli anni una nuova forza lavoro anche nelle aree suburbane dove, le mansioni che la popolazione locale rinuncia ormai di svolgere, sono occupate da lavoratori extracomunitari che familiarizzando con il nuovo ambiente, inserendosi gradualmente nella società.
PROGETTI
MANUEL RIZ (Canazei 1976). Diplomato in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), con una tesi sull’evoluzione del Carnevale fassano, ha collaborato presso la sede RAI di Bolzano in qualità di programmista-regista. Dal 2001 è il vignettista del settimanale delle valli Ladine La Usc di Ladins. Mostre personali: Scedola - Mostra di fumetti e vignette satiriche. Museum Ladin San Martin de Tor, Val Badia (2005). Dolomites Shop - Lia mostra d’Ert Circolo, Ortisei (2016). Unterl@ndia - Mostra espositiva Kundsforum Unterland, Egna (2019).
Familie Pixel Con l’avvento sempre più preponderante dei mezzi di comunicazione digitali, molto spesso i rapporti interpersonali sono filtrati tramite gli strumenti tecnologici come smartphone, PC, e-mail e social media di varia natura. La presenza di questi nuovi media sostituisce quella forma di dialogo e di oralità anche nelle famiglie, nelle quali un tempo si instaurava un dialogo soprattutto attorno a un tavolo durante i pasti. Da questa condizione è nata l’idea di elaborare il tema della famiglia contemporanea, facendo emergere la condizione di una socialità artificiale che avviene al di fuori delle mura domestiche, ma che in realtà esprime una condizione di estrema solitudine dell’uomo contemporaneo, che passa il proprio tempo non a confrontarsi con una persona fisica, ma piuttosto con un freddo schermo pixelato.
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EVENTI
UN WEEKEND RICCO DI EVENTI
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arcialonga è sinonimo di tradizione e successo – ha vinto per il secondo anno di fila il prestigioso premio internazionale come miglior evento “Visma Ski Classic” - ma non per questo il Comitato Organizzatore chiude la porta alle nuove idee, proponendo Marcialonga Super Sprint, una gara in ad eliminazione che si correrà il venerdì sera sui 100 metri del celebre rettilineo finale in Viale Mendini, nel centro di Cavalese. Una competizione che si preannuncia ricca di adrenalina e colpi di scena, che va ad arricchire il vasto programma del weekend 24-26 gennaio 2020 che si apre il venerdì pomeriggio a Predazzo con Marcialonga Baby. Il sabato l’attenzione è sullo Stadio del fondo di Lago di Tesero dove, alle 9.30 del mattino, parte la spettacolare Marcialonga Story. Si prosegue con la Minimarcialonga e con Marcialonga Young. Marcialonga trova spazio anche per la solidarietà: è la Marcialonga Stars, un connubio di sport e beneficienza in collaborazione con LILT Trento. La domenica è il momento della 47^Marcialonga con i suoi campioni, i bisonti, il tifo e la certezza di una nuova vittoria.
L’IMPEGNO DELLE SCUOLE Le scuole di Fiemme e Fassa, dalle materne alle superiori, accolgono ogni anno tante iniziative sulla Marcialonga con l’obiettivo di trasmettere esperienze e valori, e ricevere in cambio dai bambini e dai ragazzi e dalla loro spontaneità altrettanti importanti insegnamenti. Dallo scorso anno è stato attivato un nuovo progetto che vede uniti gli studenti superiori e i bambini sul tema “Il mio volontario preferito”. Lo scopo è incentivarli ad osservare gli indispensabili collaboratori che operano dietro le quinte dell’evento, con il sogno di aiutarli e crescere con i valori di cui il volontariato si nutre.
I VOLONTARI La ricetta del successo di Marcialonga è molto semplice, fatta di persone che si uniscono e lavorano insieme, di cuori spinti da passione e da mani che lavorano sodo. GRAZIE a tutti coloro che prestano la propria opera ed il proprio tempo per Marcialonga: siete il nostro più grande successo.
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Interviste
4 domande a 4 Sindaci delle nostre valli
Inverno 2019/2020
sommario
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Avanguardie artistiche
Interpretare la realtĂ
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Dati alla mano
sommario Il bello della lettura Servizi, curiosità ed eventi 2 6 10 14 20 24 52 60 68 70 74
Good luck Giacomo, intervista a Bertagnolli Comunicare con l’anima, a Journey con il regista Gabrielli Unterl@ndia, la mostra di Manule Riz Marcialonga, un weekend di eventi Orler, le immagini di Pierluigi alla Galleria X Roppongi di Tokio Vino ai nostri giorni, i consigli di Roberto Anesi Plant for the Planet, intervista ad Ariane Benedikter Paradiso animale, rispetto, coscienza, moderazione, condivisione Abusi, la sopraffazione di esseri su altri esseri Essere amici, un dono prezioso Disturbi oculari, le malattie più frequenti
Roberto Anesi – Ph. Pierluigi Orler
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Musei&Mostre TAN-ART MUSEO GEOLOGICO DELLE DOLOMITI MUSEO LADIN DE FASCIA MUSEO MOSTRA LA GRAN VERA MUSEO MARMOLADA GRANDE GUERRA 3000 M MART - MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Opera di Riccardo Schweizer, TanArt – Canazei
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Salute, Benessere, Sport
Archivio ski area Alpe Lusia/San Pellegrino
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Ristoranti, Rifugi, Baite, Gusto
Speciale Sport&Co
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Val di Fassa Un inverno in musica… sci ai piedi
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Skiarea Fiemme-Obereggen Chi ama sciare ha trovato un eden
In copertina
magazine
Inverno 2019/2020
Iscr. Tribunale di Trento Nr. 7/15 del 13/05/2015
SNOWART IMAGES Pierluigi Orler www.orlerimages.com
fiemmefassamagazine@gmail.com www.fiemmefassamagazine.com
Direttore Responsabile Sofia Brigadoi
Art&Graphics Grafart - Trento
Ufficio Stampa&Pubbliche Relazioni Luigi Casanova
Stampa Litografica Editrice Saturnia
Ufficio Marketing&Comunicazioni Ginevra Cocciardi
Alcune immagini utilizzate nella rivista sono di Pixabay www.pixabay.com
Fiemme&Fassa Magazine
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FOTOGRAFIA
LE IMMAGINI DI PIERLUIGI ORLER VOLANO IN ORIENTE
Metti assieme un fotografo, un giornalista storyteller, un videomaker e un luogo magico come Castelluccio di Norcia: ecco che l’incanto è assicurato. Pierluigi Orler fotografo trentino, ambasciatore Fuji Film, Luigi Alfieri giornalista story-teller e Graziano Bosin Videomaker Trentino, diventano divulgatori della “grande bellezza” Italiana, approdando a Tokyo, con un filmato e uno scrigno ricco di foto,
per raccontare di una terra italiana dal fascino irresistibile. Racconteranno nel paese del Sol Levante come, ogni anno, a dispetto di ogni ostacolo, la piana di Castelluccio, nascosta tra le montagne umbre, offra l’incredibile spettacolo di una fioritura selvaggia e unica, esplodendo in una tavolozza che si colora del rosso intenso dei papaveri, del blu lapislazzuli dei fiordalisi fino al giallo caldo della lenticchia.
FOTOGRAFIA
Foto e filmato nascono da un progetto nato da Fuji Film Italia e affidato al professionista di Predazzo Pierluigi Orler in occasione del lancio del nuovo obiettivo Fujinon XF16-80mmF4 R OIS W. Il corto ha avuto un grande successo: dapprima è stato inserito nel blog di casa Fuji, poi, forte di più di 45mila visualizzazioni su Youtube, è stato scelto dalla multinazionale giapponese dell’immagine per essere esposto, col suo corredo di foto, nella prestigiosa Galleria X Roppongi di Tokio.
Il filmato di Orler racconta il back stage di questo lavoro sull’altopiano. In particolare, i giapponesi, da sempre adoratori dei fiori e della bellezza, hanno apprezzato il racconto di come, dopo il tremendo terremoto, che ha raso al suolo Castelluccio, la gente del posto ha saputo tenere duro, restare sul territorio, ricostruire. Nessuno ha tradito una terra dove l’armonia del paesaggio sa dare forza e coraggio a chi lo ama e lo capisce. Un po’ come è accaduto sulle nostre Dolomiti dopo il devastante passaggio del VAIA, che con le sue violente distruzioni non ha saputo fermare la vita della montagna.
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FOTOGRAFIA
“Come le rondini sono tornato” è l’incipit della storia che racconta il miracoloso matrimonio tra l’uomo e la natura. “A Castelluccio vivono uomini secchi, forti e tenaci che rispettano la terra come nessun altro. Uomini che piantano i loro semi, li accudiscono con cura, ma lasciano che tra i legumi cresca quello che la natura vuole, dai rossi papaveri agli azzurri fiordalisi. Ma la natura è come gli uomini, sa essere buona e pure crudele. Sa disegnare il paesaggio perfetto, così come riesce a distruggerlo in pochi attimi, senza alcun preavviso. La terra si è aperta ed ha tremato forte a Castelluccio. Le case sono cadute, le stalle sbriciolate, ma la bellezza ogni anno, imperterrita, spinge con forza dal terreno e rinasce. Il vento sparge un’energia che contagia le anime. I sassi squadrati, i coppi, le travi torneranno al loro posto. Lo sguardo vola come una rondine sopra le piane colorate e i boschi, che teneramente abbracciano il piccolo borgo ferito. Ora che abbiamo visto sappiamo per certo che, come le rondini, ritroveremo il nostro nido”.
Pierluigi Orler ripreso dal videomaker Graziano Bosin di Dolomiti tv (foto di Luigi Alfieri)
FOTOGRAFIA
CosĂŹ come hanno ritrovato il loro nido gli uccelli delle valli dolomitiche, cosĂŹ come le marmotte hanno ritrovato le loro tane, e i cervi i loro cespugli.
Se desiderate approfondire: http://bit.ly/2O578eE
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Il vino ai nostri giorni: tendenze e consigli
Abbiamo interpellato Roberto Anesi, per parlare di un alimento tra i più complessi e affascinanti che esistano: il vino. Roberto si è aggiudicato nel 2017 il premio di Miglior Sommelier italiano. Ad ottobre ha ricevuto un’ulteriore riconoscimento dall’Associazione Italiana Sommelier come Miglior Professionista dell’anno, premio Solidus. Premio che ha ricevuto ai primi di dicembre al Senato della Repubblica a Roma.
Ph. Pierluigi Orler
SAPORI
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SAPORI
Il mercato del vino è in continua evoluzione, la ricerca negli ultimi anni ha fatto passi molto importanti sia dal punto di vista della qualità che in merito alla commercializzazione del prodotto. In queste brevi righe che seguiranno, volevo trattare alcuni argomenti di attuale discussione in modo molto semplice, e fornire anche delle regole di base per chi consuma il vino in casa o per chi non si può dotare delle attrezzature che invece vengono utilizzate nella ristorazione.
Ph Pixabay
Le chiusure alternative Vi sarà capitato di vedere sugli scaffali bottiglie chiuse con tappi di silicone o quelli così detti “a vite”. Magari avrete pensato di evitarli in quanto non ritenuti all’altezza o di insufficiente qualità, ma sfatiamo subito questo mito. Se i tappi di silicone presentano una serie di problematiche per le quali non mi sento di consigliare apertamente il consumo di vini con questo tipo di chiusura, dobbiamo dire che invece la tecnologia moderna permette ai tappi a vite di conservare il vino perfettamente, oltre che di essere assolutamente pratici nell’utilizzo quotidiano. Sempre meno in futuro troveremo bottiglie chiuse con tappi di sughero in quanto questi diventeranno sempre più costosi e meno disponibili a causa dei lunghi tempi di maturazione della pianta del sughero, che purtroppo non può garantire l’assenza del difetto del profumo e del gusto di tappo, nonostante i forti investimenti nella ricerca fatti negli ultimi anni. In certi mercati mondiali il tappo a vite rappresenta ormai il 95% del vino venduto sugli scaffali dei supermercati, quindi il mio consiglio è quello di liberarvi dai preconcetti e incominciare a consumare queste bottiglie sicuri di trovare un prodotto integro e senza controindicazioni, nemmeno per l’evoluzione nel tempo.
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Per consumare un vino con piacere, ricordate sempre questi due dettagli fondamentali:
Scegliete un calice di buona qualità
Vini basso contenuto di alcol Per una serie di ragioni differenti, non ultimo il discorso delle sue normative sul consumo di alcol alla guida, il mercato sta particolarmente privilegiando queste tipologie di vini con livelli di alcol piuttosto bassi. Il periodo dei vini caratterizzati da strutture imponenti e di contenuti alcolici elevati, è finalmente alle nostre spalle. Ricordate che la qualità di un vino non viene sancita dal contenuto alcolico come molto spesso si sente dire, ma è l’insieme di tutti gli elementi che devono interagire armonicamente tra loro per determinarne il valore. Trovare un vino con un livello di alcol più basso è quindi un elemento che ne favorisce la bevibilità, la condivisione e il consumo.
Vini rosati Il comparto dei vini rosati è stato ghettizzato in questi anni da tutte le categorie coinvolte nel commercio del vino, dagli stessi produttori, dai distributori, dal settore della ristorazione e dagli hotel. Da poco tempo però, i rosé stanno ritornando prepotentemente alla ribalta. Si tratta di vini facilmente abbinabili e spesso anche dal favorevole rapporto qualità prezzo. Sulle nostre tavole e per il consumo di tutti giorni, questi prodotti possono essere il giusto compromesso per accompagnare diverse pietanze in modo ideale. Provateli ad esempio in abbinamento con la pizza!
Spesso, durante le mie lezioni, consiglio ai corsisti di risparmiare qualcosa sull’acquisto delle bottiglie per investire invece senza alcuna remora nell’acquisto di un calice da degustazione. Questo per poter apprezzare la ricchezza aromatica del vino e quindi elevare ai massimi livelli di piacevolezza la degustazione. Cercate di evitare il lavaggio in lavastoviglie nella quale i calici si potrebbero rompere facilmente. Lavateli sotto l’acqua calda e asciugateli con una pezza che non lasci odori, che ovviamente andrebbero ad alterare la percezione degli aromi del vino.
Fate attenzione alle temperature di servizio Ogni vino ha la sua temperatura di servizio e sbagliare quest’ultima significa comprometterne gran parte della qualità. Dimentichiamo quindi completamente il concetto di temperatura ambiente come corretta temperatura per consumare i vini rossi. Consumate vini bianchi e vini rosati a una temperatura attorno agli 8/10 °C, arrivate invece fino ai 16 °C per i vini rossi delicati, mentre per quelli più strutturati potete spingervi fino ai 18°C. Queste temperature non sono facili da padroneggiare a casa, un consiglio è quello di mettere la bottiglia di vino rosso in frigo 30 minuti prima cenare e di togliere il bianco dal frigo sempre mezz’oretta prima del pasto, dal momento che spesso i nostri frigoriferi sono troppo freddi. È una regola empirica, ma spesso si ottengono ottimi risultati in casa.
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Quello che però credo non debba mai mancare nel mondo del vino sono la condivisione e la curiosità. Assaggiate quindi sempre cose nuove, ma soprattutto fatelo con amici cari e persone importanti per voi. Nel mondo del social il vino è uno dei pochi elementi che alla base di tutto mantiene una forte socialità, questo non va mai dimenticato!
Buoni brindisi a tutti! Roberto Anesi
Ph. Alessandro Toller
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ATTUALITÀ
botta e risposta con quattro sindaci delle nostre valli SOFIA BRIGADOI In questi periodi gestire anche un piccolo comune è oltremodo impegnativo. La scarsità di risorse, la complessità delle scelte nella gestione dell’economia turistica e dei servizi rivolti alla persona, il dopo Vaia e molto altro, rende il lavoro di un’amministrazione sempre più difficile. Inoltre, molto spesso accade che i cittadini pretendano sempre di più e non siano disponibili alla lettura complessiva di un ambito sociale. In vista delle elezioni amministrative del prossimo maggio abbiamo pensato di intervistare i Sindaci che rappresentano i Comuni più estremi delle due valli, con domande che hanno evidenziato i temi principali della loro azione amministrativa.
cavalese
moena
predazzo
canazei
cavalese SILVANO WELPONER Sindaco di Cavalese
Nato a Bolzano il 7 gennaio 1955 Data elezione: 10/05/2015 Data nomina: 24/05/2015 Seconda esperienza amministrativa Coalizione di liste civiche: Tradizione e Futuro, Lista Masadina, Alleanza Cavalesana Indipendenti
ATTUALITÀ
Cavalese ha dovuto affrontare molte emergenze fra le quali la funzionalità dell’Ospedale. È stato ripristinato il punto nascita, un successo per l’intera comunità. Ma vista la vocazione sportiva e turistica delle valli dell’Avisio, non sarebbe stato più urgente costruire un’elevata specializzazione in Ortopedia/Traumatologia e fornire ai cittadini un’adeguata riabilitazione senza indurre la gente a scendere ad Arco? Questa era una delle proposte emerse quando ancora era assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali Ugo Rossi, ed era una delle idee che ci era stata avanza anche a livello di Conferenza dei sindaci, ma rinunciare al punto nascita per noi non era vantaggioso. Un punto nascita, laddove può essere mantenuto, porta una serie di vantaggi e servizi aggiuntivi, quali un reparto di Pediatria, di Ginecologia oltre che la presenza 24 ore su 24 di un Anestesista. Un punto nascita attivo significa avere un Ospedale e non più una sorta di pronto soccorso, quindi è stato fondamentale fare questa scelta. Dopodiché c’è stato qualche disagio in merito alla disponibilità della sala chirurgica poiché prioritariamente mantenuta per gli interventi ginecologici, quindi in certi momenti non disponibile per quelli ortopedici o di chirurgia generale. Ma a oggi la piena disponibilità della sala chirurgica destinata all’ortopedia e alla chirurgia generale ha sopperito a questo problema iniziale. Quindi da un certo punto di vista abbiamo mantenuto capra e cavoli, mentre prima avevamo solo uno dei due. Questa è la sostanza dei fatti.
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ATTUALITÀ
La Sua Amministrazione ha concluso il percorso pedonale storico del rio Gambis. Ci lascia due parole sull’impegno profuso? Alla fine del ’99 l’amministrazione di Mauro Gilmozzi, che a quel tempo era sindaco, aveva dato incarico all’architetto Micheletti per predisporre una sorta di rivalutazione e valorizzazione delle aree spondali del Gambis. Dopodiché, per mancanza di fondi,
passeggiata ha dato vita e vigore all’antica strada dei Molini. Il percorso non è ancora completo perché il progetto complessivo prevederebbe di partire dalla zona del Parco e, risalendo lungo il Gambis, si arrivi fino a quella di Montebello per poi ridiscendere nuovamente, quindi un anello. Chiaramente il desiderio di realizzare la parte mancante c’è, ma bisogna trovare le risorse. Per il momento quest’intervento non è in bilancio… abbiamo altre urgenze da affrontare, tipo il rifacimento del tetto dello Stadio del Ghiaccio, la realizzazione di una centrale idroelettrica in Val Moena… insomma ci sono altre priorità. Il rifacimento del Teatro Comunale è a un punto fermo. Come mai?
la cosa non è più andata avanti. A giugno del 2010 il Fondo di riserva della Provincia ha dato la possibilità di presentare, in forma preliminare, dei progetti. I tempi erano brevi e abbiamo colto l’opportunità per ripresentare il prospetto del Gambis, naturalmente rivisitato sempre dall’architetto Micheletti, poiché a livello urbanistico bisognava apportare delle modifiche. È stato un lungo processo, ma è andato a buon fine e quest’estate abbiamo finalmente potuto inaugurarlo. Abbiamo dedicato il percorso a don Bruno Bonelli, emerito sacerdote e illustre entomologo amante della natura. Questa
Fermo non è, ma che procede lentamente è vero. In questa fase non voglio sbilanciarmi perché non ho il titolo per farlo. Dico solo che vorrei che si raggiungesse un accordo definitivo tra Provincia, Demanio statale e Comune di Cavalese. Fintanto che quest’intesa non è completa non posso dire di più. L’accordo ha lo scopo di recuperare il budget necessario per finanziare la nuova realizzazione del Teatro. Sicuramente verrà il tempo giusto, abbastanza a breve, per dare delle risposte più approfondite. Farò anche una riunione pubblica per spiegare come sono andate le cose e perché si sta procedendo a rallentatore. Pensa di partecipare alle prossime elezioni 2020 nel ruolo di candidato Sindaco? Questo me lo chiedono in molti… non sono ancora certo della posizione che prenderò… voglio aspettare per capire come evolve la situazione. Non è un sì, non è un no. È un forse.
ATTUALITÀ
MARIA BOSIN Sindaco di Predazzo
Nata a Predazzo il 28 agosto 1967 Data elezione: 10/05/2015 Data nomina: 11/05/2015 Seconda esperienza amministrativa Partito: Impegno Comune per Predazzo
Predazzo è uno dei pochi Comuni a non aver vissuto eccessi di conflittualità fra maggioranza e opposizione durante i Suoi mandati. Nella legislatura che sta terminando quali successi la rendono più orgogliosa?
oltre a quelle non direttamente percepibili ma altrettanto fondamentali, come acquedotti, fognature, illuminazione pubblica. Alcune purtroppo sono avviate ma non ancora completate, mi riferisco in particolare alla Biblioteca, al biolago, alla riqualificazione di Via Fiamme Gialle, alla ciclabile e al piazzale delle Scuole elementari. Fra gli obiettivi presentati rientrava l’apertura di una Casa per la Salute territoriale. Come mai il progetto non è partito nonostante le numerose promesse? La Casa della Salute era uno dei progetti che ci stava particolarmente a cuore. Nella nostra precedente legislatura eravamo riusciti a condividerne la realizzazione e sottoscritto un protocollo d’intesa con la Provincia, che aveva addirittura stanziato le risorse. Nel 2013, dopo le elezioni provinciali, c’è stato un improvviso cambio di approccio, che addirittura metteva in discussione il nostro Ospedale di Fiemme. Per questo il consiglio comunale di Predazzo ha preferito lottare insieme a tutta la popolazione delle valli dell’Avisio per garantire prima di tutto i servizi ospedalieri, onde evitare che insistere sulla Casa della Salute potesse diventare un pretesto per depotenziare il Nosocomio. Ora bisogna comunque non abbassare la guardia, anche se gli sforzi profusi sono stati in parte premiati, ma forse vi sono i presupposti per poter immaginare di riprendere i ragionamenti sulla Casa della Salute, che dovrebbe essere complementare e non concorrente all’Ospedale, occupandosi dei servizi territoriali, delle cronicità e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali.
Ph. credits Marcialonga
Sono anni particolarmente difficili per gli amministratori pubblici, sempre più burocrazia e contemporaneamente risorse umane ed economiche in continua diminuzione. Per questo è importante unire le forze, cercando di convergere sugli obiettivi. È normale ed anche costruttivo vi siano delle divergenze di opinioni, ma poi è fondamentale trovare soluzioni. Questo credo sia motivo di orgoglio per tutta la squadra, perché le cose che abbiamo portato avanti sono proprio il frutto di questa collaborazione. Di opere ne sono state fatte tante, ne cito solo alcune come il Museo, la ristrutturazione del Cinema, la caserma dei Vigili del fuoco, quella dei Carabinieri, il trampolino HS66,
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Il 30 ottobre dello scorso anno ci siamo svegliati con i nostri boschi devastati. Come state agendo per mettere in sicurezza le situazioni critiche del vostro territorio? (Mezzavalle-Mulat). Purtroppo, la tempesta Vaia ha colpito pesantemente Predazzo, il comune catastale tristemente in vetta alla classifica trentina per territorio forestale abbattuto. È stato un lavoro immenso perché oltre al bosco abbiamo dovuto occuparci anche delle strade e di alcuni rivi. Per quanto riguarda il legname, più della metà è stato asportato, il rimanente è comunque tutto contrattualizzato, tranne piccole chiazze delle quali se ne occuperà la squadra boschiva comunale.
Indubbiamente la sicurezza è una priorità, e benché nell’imminenza della calamità il primo pensiero sia stato quello di esboscare più velocemente possibile, passata l’emotività abbiamo convenuto con i servizi provinciali che l’esbosco doveva procedere di pari passo con le opere di protezione, paramassi e paravalanghe. Il versante più impegnativo è sicuramente quello del Mulat, sia per la delicatezza dell’intervento, trovandosi sopra il centro abitato, che per l’ammontare delle opere, che supereranno i 3 milioni di euro. Negli ultimi mesi sono comunque arrivati i primi stralci dei finanziamenti provinciali e ci è stato possibile finalmente procedere con l’appalto dei paramassi, in quanto, visto il costo elevato delle opere, non abbiamo potuto anticipare l’importo con risorse comunali, come avevamo fatto con altre opere minori, riuscendo così ad agire in tempi più rapidi ed ottenendo poi il rimborso dalla Provincia. In totale gli interventi legati alla calamità supereranno la cifra di 5 milioni di euro, un notevole impegno amministrativo che ora vede completarsi la parte maggiormente legata al nostro ruolo e proseguire nella fase più strettamente realizzativa. Benché suddivise in stralci, tutte le opere saranno coperte da finanziamenti provinciali. Pensa di partecipare alle prossime elezioni 2020 nel ruolo di candidato Sindaco? Come squadra abbiamo iniziato a parlarne, la calamità è stata sicuramente l’appesantimento di un lavoro già di per sé impegnativo, quindi è normale che la stanchezza si faccia sentire. Indubbiamente in questi anni abbiamo avuto anche tante soddisfazioni e ci sono opere che dovrebbero essere completate. Inoltre, non mancano idee e progettualità per il futuro, accanto all’entusiasmo per l’assegnazione delle Olimpiadi, un’opportunità, che se colta al meglio, dovrebbe ripagare la nostra comunità degli investimenti fatti negli anni, sia in termini di risorse economiche che di impegno amministrativo. Al di là dei progetti per il futuro, sento comunque il desiderio di ringraziare gli assessori, i consiglieri e tutti i concittadini che mi hanno affiancata e supportata in questo cammino, indubbiamente non privo di errori, ma sicuramente animato dallo spirito di fare il meglio per il nostro paese.
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ATTUALITÀ
moena EDOARDO FELICETTI Sindaco di Moena Nato a Cavalese il 12 agosto 1985 Data elezione: 10/05/2015 Data nomina: 11/05/2015 Prima esperienza amministrativa Partito: Ega Frescia
Nella zona tra Forno e Moena non è ancora iniziato il recupero degli schianti. Per quale motivo non siete ancora intervenuti? Come è risaputo il Comune di Moena è uno dei territori più colpiti dalla tempesta Vaia. Per affrontare quest’emergenza si è diviso il territorio in quattro zone. Tutte presentano problemi di viabilità forestale. Le altre zone sono state vendute e si sta procedendo con il recupero. Per la zona in questione le difficoltà sono ulteriormente accentuate, pensiamo alla difficoltà ad attraversare la frazione di Sorte, all’ impossibilità di chiudere completamente le strade che portano a Medil e Penia (uniche strade di accesso alla zona) per garantire agli abitanti di raggiungere le proprie case. L’adeguamento della viabilità è quello che ci ha impegnato in questi mesi. Si sta ultimando la progettazione e contemporaneamente alla realizzazione si procederà con la vendita.
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Il turismo è l’attività trainante della nostra economia. I dati APT riscontrano un calo nelle presenze turistiche a Moena rispetto agli altri paesi della valle e di questo se ne lamentano anche gli imprenditori turistici. Quali sono le strategie che questa amministrazione ha messo in moto o quali intenderà presentare per contrastare questa flessione? I dati sono utili se si leggono nella giusta maniera. Varie possono essere le motivazioni che hanno portato a questo risultato, teniamo presente che alcune strutture alberghiere quest’estate non hanno aperto. I dati del parcheggio Navalge per l’estate segnano un incremento, ciò significa che Moena resta una meta gettonata. Indipendentemente da ciò è importante continuare a spingere. Numerosi sono gli eventi che vedono il comune di Moena tra i protagonisti, sia economicamente che a livello logistico. Ricordiamo tra i principali, la Marcialonga, i ritiri delle squadre, lo snowvolley, la Fassa marathon. Non dimenticandosi del sostegno dato per il Giro d’Italia ed il mondiale juniores. Il comune si occupa anche di addobbare ed abbellire il paese, sia l’estate che l’inverno e dell’intrattenimento dell’ospite con spettacoli e manifestazioni. Si vuole creare le condizioni per avere un turismo culturale sviluppando il tema della Grande Guerra e sportivo creando percorsi per mountainbike.
A Moena risulta un cospicuo avanzo di amministrazione. Come mai? Amministrare con raziocinio le risorse annuali a disposizione e, se possibile, mettere da parte qualcosa per fare interventi più importanti, in una situazione normale, sarebbe considerata una cosa positiva. Dal 2015 a metà del 2018 questo concetto si è invertito. La normativa non consentiva di utilizzare gli avanzi di amministrazione quindi le risorse avanzate si sono accumulate formando una cifra importante. Le occasioni per utilizzare l’avanzo bloccato ci sono state ed alcune sono state colte (conferimento nel fondo strategico), mentre altre è stato ritenuto non attivare perché si era impegnati con progetti finanziati con altre fonti. Nella seconda metà del 2018 il vincolo è stato tolto e parte dell’avanzo è stato utilizzato. Queste risorse ci hanno permesso di finanziare la parte non coperta delle somme urgenze dell’alluvione del 3 luglio, per alcuni interventi legati a Vaia e appena si potrà si continuerà con gli interventi programmati. Pensa di partecipare alle prossime elezioni nel ruolo di candidato Sindaco? Sono ancora molto preso dal lavoro che c’è da fare e non ho riflettuto bene sulla cosa. L’idea di continuare questo percorso è molto stimolante. Ci sono delle cose che vorrei portare a termine e tante altre che si devono fare. L’esperienza fatta in questi anni sarebbe un arma importante per il lavoro amministrativo. Sento di poter dare ancora tanto e nei prossimi mesi si vedrà se è possibile costruire un progetto convincente.
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canazei SILVANO PARMESANI Sindaco di Canazei
Nato a Bolzano il 23 giugno 1970 Data elezione: 10/05/2015 Data nomina: 11/05/2015 Esperienze pregresse: Consigliere e Assessore Comune di Canazei dall’8/05/2005 al 16/05/2010 Partito: Aria Neva
In questo momento storico si sta parlando molto di turismo sostenibile. Durante il Suo mandato ha messo in atto delle strategie che vanno verso scelte di questo tipo? Francamente penso ci sia già un buon equilibrio. Certo, ci sono oggettivamente dei problemi di mobilità sia pubblico che privato, e bisognerebbe effettuare dei lavori sull’asse di valle per migliorare lo scorrimento del traffico, questo soprattutto in alcuni periodi dell’anno, dove si riscontrano dei seri problemi di viabilità, ma ci stiamo lavorando e
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Foto M. Pilati
comunque ribadisco che questo problema sussiste solamente in alcuni periodi dell’anno. L’aria comunque qui da noi è pulita e lo dimostra la presenza della pernice bianca che ama vivere in ambienti intatti. Per quanto riguarda invece altre azioni messe in atto, posso affermare che c’è una grande sensibilità da parte di tutti noi nei confronti dell’ambiente. Sono stati fatti investimenti anche costosi affinché qualunque tipo di intervento strutturale fosse ben inserito nell’ambiente che lo ospita… porto ad esempio la Funivia Alba-Col dei Rossi che è perfettamente collocata nel conte-
sto naturale che la circonda. Questo significa, ed è probabilmente uno dei dati più importanti, che non c’è la paura di investire in opere strutturali, anche se più costose, che siano in armonia al paesaggio. Anche la volontà di inerbire al seguito di interventi denota una grande sensibilità. Basta sentire i commenti dei turisti che salgano qui da noi… sono positivi sia per la pulizia e l’ordine che trovano in Paese - questo merito non è solo dell’amministrazione ma anche dei cittadini - sia per l’ambiente che trovano quando salgono in alta montagna. Detto questo penso che nessuno di noi abbia voglia di deturpare e di mettere in atto azioni che possano in qualche modo danneggiare ciò che di più prezioso abbiamo. La mobilità dei Passi dolomitici e in particolare del Passo Sella ha creato grande discussione anche a livello interprovinciale. Lei si è confrontato con i Suoi colleghi della Val Gardena nel trovare delle strategie comuni? Non basta solo confrontarsi con i colleghi della Val Gardena, della Val Badia e di Livinallongo, anche se lo stiamo facendo da tempo per trovare una soluzione che vada bene a tutti. Chiaramente un progetto di questo spessore non può essere risolto da quattro persone, necessiterebbe di essere affrontato in modo molto più ampio… bisognerebbe istituire un tavolo di lavoro che possa portare delle soluzioni, più che difendere delle posizioni.
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I glaciologi affermano che fra 20 anni il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più. Quali riflessioni avete fatto in merito? Abbiamo notato che i teli geotessili utilizzati per limitare lo scioglimento del ghiaccio non hanno ottenuto risultati risolutivi se non quello di “salvare” parte della neve fresca per le piste. Attualmente stiamo lavorando a un progetto culturale della Marmolada, un museo a cielo aperto. In questo format si potrebbe anche pensare di proporre uno studio ad hoc per quanto riguarda eventuali azioni atte quantomeno a rallentare la ritirata del ghiacciaio. Comunque, se si parla di riscaldamento globale, affermo che il rischio è quello di dire frasi ad effetto che prendono solo in giro la gente più che garantire delle soluzioni. Non sono fatto per questo tipo di affermazioni, sono più pragmatico, se mi concede il temine, e cerco di parlare di cose che posso risolvere. Le garantisco che quello che provo nel vedere il ghiacciaio della Marmolada ritirarsi così repentinamente mi crea un grande dolore.
Pensa di partecipare alle prossime elezioni del maggio del 2020 nel ruolo di candidato Sindaco? No, ma vorrei approfondire la risposta. Mio padre non c’è più dal 2011 e ha lasciato a noi figli un’Azienda di famiglia da portare avanti. Penso di dover fare onore al suo lavoro e al suo impegno e quindi di proseguire l’attività. Sono dispiaciuto e rammaricato di dover lasciare il ruolo così importante. Sono orgoglioso di essere il sindaco di un paese che per me è il più bello del mondo. Fare due cose nello stesso momento lo trovo a mio avviso inattuabile. Ci sono persone che rivestono più ruoli di rilievo nello stesso lasso di tempo e mi sembra molto strano. Penso che se fai bene un lavoro non puoi occuparti contemporaneamente di altre cose con la stessa energia. Lascio perché penso che i miei concittadini che si meritino qualcuno a “tempo pieno”. Canazei non è grande, ma le assicuro che è abbastanza complessa e articolata da gestire. Non basta la passione, ci vuole anche il tempo per farlo.
Foto M. Pilati
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ELIO VANZO
LE AVANGUARDIE ARTISTICHE DI FIEMME E FASSA Per avanguardia artistica si intende un modo di operare audace, fuori degli schemi convenzionali e spesso in anticipo sulle tendenze di una società, un termine che oggi si usa molto meno rispetto al passato, quando serviva a designare i movimenti artistici rivoluzionari che nacquero all’inizio del Novecento e si protrassero fino al secondo dopoguerra. Noi lo utilizzeremo perché descrive bene il profilo di alcuni artisti delle nostre valli che qui vogliamo presentare, proprio perché essi agiscono secondo i loro rispettivi e particolari linguaggi non convenzionali, impegnati ad apportare nuove idee e nuovi punti di vista sulle realtà del nostro territorio in particolare, e del territorio di montagna in generale, sempre più coinvolte nella dinamica di un deciso cambiamento sociale, culturale e climatico.
Claus Soraperra
Sono CLAUS SORAPERRA, PIERANGELO GIACOMUZZI, ROBERTA SEGATA e MARCO NONES, che qui abbiamo scelto (senza voler escludere tanti altri bravi artisti che lavorano tra noi, ugualmente meritevoli di essere rappresentati) quale esempio di un’arte nuova ed impegnata, caratterizzata dalla scelta di risiedere e aderire al proprio territorio e di operare in favore di un più consapevole orizzonte culturale. Un’opera la loro che per di più, pur traendovi ispirazione, non rimane circoscritta all’interno delle nostre valli, ma che essi hanno esportato tramite mostre ed eventi in regione e sul territorio nazionale e internazionale, dimostrandone la validità attuale come la vera arte deve essere: del nostro tempo.
CHEESBURGER 2019 – Tecnica mista
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Pierangelo Giacomuzzi ARTIFICIAL GOD LADIN FLAG VERSION 2017 Stampa su stoffa frame modificato da video carate revenge in the alps
Roberta Segata OLTRE LA SIEPE THE FIRST STEP OUT 2014 Archivial pigment print su alluminio
Marco Nones RESTORES LIFE 2019 Semi di cirmolo, vetro e piombo
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ARTE
Claus Soraperra Vive e lavora a Canazei, e tramite la sua ricerca artistica e i suoi nuovi progetti si pone oggi degli obbiettivi concreti, ben delineati e fermi, che risuonano come un manifesto programmatico di feroce critica al falso senso di identità derivante dai fenomeni della globalizzazione.
Le sue parole, relative al suo ultimo lavoro, “KITSCH KOREA GLOBAL - l’illusione del reale” presentato alla Trienala Ladina 2019 lo descrivono perfettamente: “L’identità, che oggi più che mai nel nostalgico e cattolico Tirolo, è arma di difesa contro la globalizzazione, deve essere forte e predominante, definendo i propri confini di appartenenza non solo geografici ma anche storici, accomunando elementi del bavarismo, mediati dal Alpin style ormai tanto caro ai tabloid dei global chic locali e del populismo autonomista-tirolese. Appropriarsi, da parte delle genti tirolesi e ladine dello spazio geografico e storico, è la risposta al fenomeno contemporaneo del turismo, che se non è governato diviene ‘merce’, attivando quelle regole del capitalismo, alla domanda-offerta”. Ne deriva che la sua mission è “Cercare lo spazio dove risiede oggi l’identità, dei
ladini e delle genti del Tirolo storico, ormai contaminate e in stretto contatto con il ‘turbo-turismo’ e la globalizzazione, per sostenere che l’’Identität Raum’ è un vuoto riempito da un ‘simulacro’. La mia azione artistica, attraverso la negazione del medium pittorico tradizionale a favore dell’elaborazione fotografica destrutturata e l’introduzione di oggetti, permette all’immagine di rappresentare sé stessa, come se lo spazio di rappresentazione fosse uno spazio auto-referenziale. Le mie figure vogliono ostentare la ricchezza storica e contemporanea dei tirolesi, mettendo in luce le contraddizioni tra la globalizzazione e la difesa identitaria. Ciò che ne esce è un realismo traumatico e spaventoso, ovvero la figurazione della realtà attraverso i codici del proprio trauma, ovvero la trasformazione del global in ‘glocal’”.
L’opera di Soraperra rappresenta un modello esemplare di ricerca artistica dove l’efficacia dell’immagine così deliberatamente trasformata diventa un potente mezzo di diffusione e denuncia che segue il credo sociale e politico dell’artista, in favore della presa di coscienza dell’appropriazione di concetti e immagini realmente distorti ad uso del nuovo consumismo turbo-turistico, riuscendo ad essere incisiva nella sua corrosiva immediatezza agli occhi di chi guarda, più di qualsiasi articolo o trattato sull’argomento.
ARTE
HAMBURGER 2019– Tecnica mista
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È un artista che si inserisce nella categoria dei performers, quelli che utilizzano un’azione orchestrata per presentare al pubblico non un oggetto d’arte materiale ma un’idea, un concetto che si vuole manifestare sulla base di un progetto ben preciso. Il modo di vivere e la progettualità artistica sono ben integrate e coerenti nel mondo di Pierangelo, tanto che le sue azioni performative sono la diretta conseguenza di un suo pensiero su come dovrebbero essere e funzionare la società e la cultura montane. Vive tra Moena e Ziano di Fiemme e, per scelta, ha deciso di non voler vivere tramite il lavoro artistico, ma attraverso le professioni di boscaiolo e contadino allevatore: attività che lo mettono a diretto contatto con la terra e il territorio permettendogli di sviluppare nel contempo il suo pensiero, rivelato dalle sue stesse parole: “Ladino, pragmatico, darwinista, odio il fumo e non capisco perché certa gente non rida mai, appassionato di treefisting e montagna, mi occupo essenzialmente d’altro: semino, taglio l ‘erba, butto giù alberi, sventro pannocchie e accudisco gli animali con le medesime... non ho una linea formale certa da seguire, nel senso che scelgo il medium creativo in base all’idea e non viceversa, non sono un artista\ curatore anni 80 per intenderci, diciamo che ho idee che seguono una certa logica, d’intenti, di progettazione e di messaggio. So che quello che faccio non lo faccio solo per me, ognuno ha il suo ruolo in questo mondo, il mio è a metà tra il letame, il larice e un video in bassa risoluzione... ma sembra funzionare in qualche maniera. Non ho interessi univoci, mi mantengo con altro che non sia l’arte, per essere più libero essenzialmente. Non credo nei macrocosmi e nelle monoculture, poco in Dio e molto nella Montagna, quella vera. Prediligo l’idea piuttosto che la tecnica, e penso che l’armonia nelle cose, per certi versi, sia necessaria, anche se il caos ha indubbiamente il suo fascino. Non credo nella bellezza a tutti i costi, la trovo noiosa, ti distoglie dalla realtà, dall’idea nuda e cruda... quella che cerco”.
Pierangelo Giacomuzzi
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ARTE
Giacomuzzi è famoso per aver avviato nel 2013 un nuovo progetto di Arte etica e provocatoria denominato TREEFISTING, in cui si fondono Arte Natura e Sesso. Quali esempi del suo lavoro possiamo ricordare la mostra/evento del 2016 “Frèl, la purificazione della materia” presso il Museo Arte Contemporanea di Cavalese dove, sul concetto di uno strumento agricolo ormai desueto che serviva per separare il grano dalla paglia, ha invitato una serie di artisti dell’arco alpino a creare una serie di lavori di purificazione da una falsa idea della
DOLOMITI SUPER SHEEP 2017 – Frame video
montagna, creata ad uso e consumo del turismo massificato. O la performance del 2017 “Dolomiti SuperSheep” dove egli si improvvisa pastore che avvia, con corno e bastone, un nucleo di attoniti sciatori verso le risalite degli affollati impianti. Infine, le sue sono azioni che sotto un’apparenza volutamente allegra e irrisoria contengono la serietà di un credo che vuole mettere a nudo le tante contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo e i nostri luoghi, e che attraverso un particolare linguaggio artistico esprimono ed esortano alla passione per la parte più vera della nostra terra.
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Roberta Segata
LARCH 2014 Archivial pigment print su alluminio
L’artista, che vive e lavora a Cavalese ha una duplice formazione: si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti G.B. Cignaroli di Verona e si è formata come danzatrice nel campo del teatrodanza all’Accademia di Carolyn Carlson ad Arzo in Svizzera e nel suo l’Atelier a Parigi. Questi due aspetti formativi hanno generato una inedita fusione del suo particolare linguaggio artistico: l’uso del corpo come strumento narrativo e della fotografia, insieme al video, come privilegiati mezzi d’espressione.
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In ogni sua opera la Natura è sempre stata uno dei soggetti maggiormente visitati, alla ricerca di un dialogo con essa che diventi al tempo stesso un modo per ritrovare le proprie radici e la rappresentazione di un paesaggio inconscio che ci orienta a ragionare sull’uomo e sulle sue relazioni con il contesto naturale, la sua prima casa. Le sue immagini sono centrate sulla correlazione tra il soggetto e lo sfondo, e producono risultati inattesi e stranianti, instaurando una conversazione attiva tra gli elementi rappresentati. Sono riflessioni ed intuizioni che coinvolgono la parte più profonda di noi, quella più istintiva e inconscia, piena di contrasti e contraddizioni, ma sicuramente la più familiare e inscindibile. Oggi la sua pratica artistica ha modificato il suo focus che si concentra sempre di più sul Territorio, sul luogo d’appartenenza: sviluppando progetti che coinvolgono le Comunità montane, raccontate attraverso la natura e le persone, la loro relazione, la loro storia, la loro tradizione con i suoi inevitabili mutamenti. Come ci ha rivelato nel suo recente lavoro dedicato agli sconvolgimenti al tempo stesso naturalistici e interiori provocati da Vaia: “WE ARE HERE”, presentato durante l’estate scorsa presso il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, attraverso una faticosa opera dove Roberta Segata ha percorso luoghi e foreste devastati, fotografando ciò che ha sentito, più che veduto, fissando sul video le impressioni delle persone uniformemente partecipi di un uguale dilemma, nel loro essere sospese tra un passato di serena linearità e un futuro di inconoscibile mutamento. E infine consegnando alla comunità un necessario reportage dell’anima dove l’umano partecipa alla inconcepibile sofferenza del naturale, impotente a porgerle un qualsiasi rimedio od aiuto, se non quello di comprenderla in sé. La Natura e l’Uomo rimangono quindi sempre e innanzitutto il fulcro della sua riflessione, ma è cambiato il modo di guardarli, la ricerca e il desiderio di svelare ciò che è celato nella consuetudine, nell’essere umano e nel suo attaccamento al proprio spazio interiore ed esteriore.
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Marco Nones È un artista e performer che ha appassionatamente abbracciato il tema dell’equilibrio dell’ecosistema, pesantemente coinvolto dagli effetti dell’inquinamento atmosferico, in favore di una compensazione e rielaborazione più armoniosa del rapporto tra Uomo e Natura. Il suo lavoro trae ispirazione prima di tutto dalla sua profonda capacità di entrare in una partecipazione quasi simbiotica con l’elemento naturale anche più semplice e minuto, dapprima attentamente osservato ed in seguito elaborato, tramite la sua opera, in una poetica che ne sottolinea l’importanza universale e quasi sacrale, reinserendolo nel ciclo perpetuo di cui noi siamo parte.
I suoi lavori, sospesi tra l’oggetto e il concetto, sono prodotti nel laboratorio della Podera a Masi di Cavalese, una sorta di fucina di rielaborazione del dato naturale, dove trovano deposito i materiali su cui l’artista focalizza la sua attenzione, raccolti e conservati in attesa della loro rivelazione nuova e trasformata in messaggio per i nostri occhi spesso disattenti. Ne nascono opere create con radici e legni, licheni, terre, semi e resine di conifere, favi delle api, ricomposti spesso assieme a materiali pesanti e meno naturali come piombo e ferro, quasi a sottolineare il loro rapporto con la cultura manifatturiera dell’Homo Faber.
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Perfino il ghiaccio, materiale splendente ed effimero trova posto nell’opera di Nones, come nell’installazione formata da 120 cervelli di ghiaccio appoggiati su 120 tavole create con gli abeti rossi che si sono schiantati a terra in Val di Fiemme durante la tempesta Vaia dell’ottobre 2018, che l’artista ha lasciato sciogliere quest’anno in due performances in piazza Duomo a Trento e nel cuore di Egna, per denunciare l’indifferenza caratteristica del nostro tempo: “L’indifferenza spiega Marco Nones - mutando il nostro paesaggio interiore, trasforma il panorama esteriore e con lui i riferimenti visivi che guidano i nostri passi”.
RESTORES LIFE 2019 Semi di larice, vetro e piombo
Nei suoi ultimi lavori, l’artista si è rivolto verso una possibile ricomposizione del trauma generato dalla Tempesta Vaia, che inaspettatamente ha coinvolto nel generale dissesto anche il nostro territorio finora considerato immune da effetti climatici estremi. Nella sua opera “Restores Life”, semi di abete, cirmolo e larice sono conservati all’interno di provette di vetro su una base di piombo, materiali volti a proteggere un materiale prezioso, da conservare e lasciare quale simbolo di nuova consapevolezza, di monito e eredità culturale per un futuro i cui diversi esiti possiamo già indovinare, a seconda delle nostre azioni.
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Intervista ad Ariane Benedikter, ambasciatrice per il clima di “Plant for the Planet� e portavoce per i temi ambientali tra i giovani di tutta Europa
GIOVANI
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Ariane ha vent’anni ed è nata a Bressanone. Quest’anno è stata insignita dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella dell’onorificenza di Alfiere d’Italia. Vive e studia a Salisburgo.
LUIGI CASANOVA
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GIOVANI
Sei ambasciatrice per il clima di un progetto che si pone la volontà di piantare più alberi possibili per proteggere la Terra. Dati alla mano risulta che la vostra associazione ha interrato oltre 15 miliardi di piante in pochi anni. Come siete organizzati voi giovani a livello internazionale? Sono un’ambasciatrice per il clima da ormai nove anni e il lavoro degli ambasciatori è quello di creare attenzione per i temi ambientali soprattutto tra i giovani. Per questo motivo anch’io vado in diverse scuole e faccio delle presentazioni sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze. Parlo anche di come si può contribuire alla protezione della natura e dell’ambiente, facendo dei workshop. Inoltre, l’obiettivo principale di “Plant for the Planet”, ovvero “Piantare per il Pianeta” è di interrare più alberi possibili, perché le piante non sono soltanto la base per gli ecosistemi, ma estraggono la CO2, un gas serra, dell’atmosfera. L’iniziativa è nata in Germania nel 2007 e, con l’aiuto di alcuni adulti, è diventata un’iniziativa internazionale. Siccome siamo degli ambasciatori provenienti da tutto il mondo ci sentiamo via Online-Meeting per parlare di nuove idee. Regolarmente ci vediamo invece agli incontri annuali. Dal vostro giovane punto di vista come leggete la situazione del Pianeta? Personalmente penso che la situazione sia molto grave, anche se si percepisce un miglioramento. L’urgenza del tema ha attivato molte persone che si dimostrano più attente verso l’ambiente… anche nelle piccole cose, che sono fondamentali. Ovviamente sarà difficilissimo ridurre le emissioni al punto di contenere un +2° nei prossimi 5 anni. Ma penso anche che sia importante motivare più gente possibile ad agire in modo positivo nei confronti del nostro habitat.
È possibile invertire la situazione? Se sì, cosa possiamo fare? Non penso si posa invertire la situazione, anche se non bisogna perdere la speranza, insieme possiamo mettere in atto molti accorgimenti per migliorarla. Come già detto anche per le piccole cose, come ad esempio comprare i prodotti stagionali, regionali e/o fair trade, spegnere le luci quando si va fuori casa, controllare il consumo d’acqua, usare i mezzi pubblici, andare a piedi/bici. Usare i sacchetti di stoffa invece di quelli di plastica. Poi, fondamentale, è la raccolta differenziata e anche non buttare gli attrezzi elettronici fino a quando non funzionano più. Perché tante piccole cose messe insieme, fanno una grande differenza!
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Sei convinta che l’umanità sia in grado di affrontare un tale impegno collettivo? Qualora noi abitanti ricchi del pianeta divenissimo anche virtuosi, come è possibile imporre a popoli che vivono fame e disperazione ulteriori sacrifici? Ridurre la povertà nel mondo equivarrebbe a risolvere gran parte dei problemi dovuti al riscaldamento globale. Le due questioni sono e saranno intensamente intrecciate e l‘una non è risolvibile senza l‘altra.
A marzo il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ti ha assegnato l’onorificenza di Alfiere d’Italia. Un grande onore ma ti ha anche investito di ulteriori responsabilità. Non mi sarei mai aspettata di ricevere un riconoscimento così importante. Ero talmente sorpresa quando ho ricevuto la notizia di essere stata selezionata, che non sapevo più cosa dire. La giornata a marzo poi è stata emozionante. Secondo me premiare una giovane ambientalista rappresenta il riconoscimento di tutto il lavoro che i giovani stanno facendo per proteggere l’ambiente.
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Vaia
dati alla mano
A un anno di distanza dalla tempesta Vaia siamo in grado di fornire un consuntivo preciso riguardante l’evento. Va detto che sin da principio i Servizi forestali avevano, a grandi linee, quantificato i danni. Ora riteniamo utile fornire questi dati, poiché i numeri aiutano a comprendere con maggior precisione la complessità e le conseguenze che il fenomeno avrà nel tempo.
Danni forestali nei diversi ambiti regionali colpiti da Vaia (aggiornamento ottobre 2019)
Regioni o Province
Ettari stimati
Metri cubi schiantati
Danni economici totali da schianti e idrogeologici in milioni di euro
Trentino
19.500
4 milioni
360
Veneto
12.500
2,5 milioni
1.700
Bolzano
4.500
1,5 milioni
250
Friuli Venezia Giulia
3.500
700.000
615
Lombardia
2.500
400.000
40
42.500
9.100.000
2.965
Totale
AMBIENTE
I Comuni coinvolti sono 494. La superficie media boscata abbattuta si aggira sul 3% del capitale complessivo. In alcuni comuni i danni hanno riguardato anche il 50% del patrimonio. Il record di pioggia caduta è stato registrato a Soffranco (BL) con 715,8 mm, la media negli altri paesi è stata tra i 500 e 600 mm. I dati sono simili a quelli rilevati nel 1966, con alcune eccezioni al rialzo e altre appena più modeste. Allora l’evento era stato accompagnato dallo scioglimento di notevoli quantità di neve in quota. I versanti e i torrenti non erano adeguatamente gestiti. La superficie forestale era minore. Per questo insieme di motivi i danni a persone e abitati erano stati sensibilmente superiori. Il vento ha registrato il suo picco a Passo Rolle 217,3 Km/h, la media complessiva nei fondovalle, dai 120 ai 160 Km/h, mentre in quota era maggiore. Non è possibile un paragone con l’alluvione del 1966 in quanto, a quei tempi, ad alte altitudini il monitoraggio non era strutturato. Le particolari condizioni climatiche del 2019, con periodi freddi che hanno intercalato la stagione, che comunque ha registrato temperature medie superiori al passato, hanno impedito al bostrico e altri parassiti una diffusione che comportasse immediati danni al patrimonio rimasto in piedi. Probabilità che potrebbe verificarsi a causa della lentezza nel recupero del legname in molte zone colpite. In tutta l’area coinvolta delle Alpi orientali potrebbero verificarsi ulteriori danni al patrimonio stimabili fra i 2 e i 4 milioni di m3. Altri danni, già verificatisi nel corso dell’anno, sono dovuti a ulteriori eventi ventosi. Affinché il bosco ritrovi una sua stabilità è probabile ci vogliano diversi anni: tutti i proprietari saranno quindi costretti a rincorrere queste situazioni, sia le emergenze dovute a parassiti animali e vegetali che a quelle derivanti da eventi atmosferici di una certa entità. La provincia di Bolzano ha raccolto il 72% del legname abbattuto, gli altopiani di Asiago e Marcesina si avvicinano al 50%, la Magnifica Comunità di Fiemme ha portato a strada oltre un terzo degli schianti, 130.000 m3. La media del Trentino si aggira sul 20%.
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AMBIENTE
Riflettendo sull’accaduto avremmo piacere che tutti i soggetti interessati dall’evento, ognuno nei rispettivi ruoli, non perdesse l’occasione di ragionare sui cambiamenti climatici e di aprire, anche nelle valli dell’Avisio, nuove opportunità lavorative, soprattutto manuali. Vaia ci ha offerto l’occasione di pensare alla montagna in modo più rispettoso. Non sprechiamo quest’opportunità, anche se quanto abbiamo vissuto è stato doloroso.
IN TRENTINO Dei 4 milioni di schianti complessivi ben 1,3 milioni si sono avuti in Val di Fiemme. Come termine di paragone gli impieghi boschivi annuali in Provincia non superavano i 500.000 m3, in Fiemme e Fassa i 100.000 m3. Per la provincia di Trento si tratta di utilizzi che avrebbero coperto oltre 8 anni di lavoro, per le valli dell’Avisio 13 anni. In Trentino si sono aperti 552 cantieri forestali, sono state impegnate 354 imprese trentine, 88 sono esterne alla Provincia (nazionali o estere).
Sono stati interessati da frane o cedimenti strutturali oltre 1700 Km di strade forestali su un patrimonio che supera i 5.000 Km. Molte di queste strade dovranno essere totalmente ristrutturate causa il passaggio di quantità eccezionali di legname anche con mezzi di trasporto sovradimensionati. Sono stati interessati da danni oltre 2000 km di sentieri (su un totale che supera i 6.000 Km), 814 percorsi dei quali 240 totalmente recuperati. Prima di Vaia il legname di conifere in piedi (cioè venduto direttamente a una
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Foto M. Pilati
AMBIENTE
ditta senza fatturazione) veniva ceduto con valori compresi fra i 60 e gli 80 euro al m3. Tali differenze sono motivate dalle diverse qualità del legname e dalle difficoltà del prelievo. A seguito di Vaia, chi ha venduto subito, è riuscito a strappare valori che variavano dai 25 ai 30 euro al m3. Oggi si incassano dai 10 ai 12 euro al m³, anche causa il depauperamento qualitativo subito dal legname lasciato a terra. Alcuni comuni del bellunese in questi giorni hanno venduto il loro legname a prezzi che variano fra i 2 e i 5 euro al m3,
pur di vedere il loro territorio almeno parzialmente liberato dalla massa legnosa a terra. Prima di Vaia il legname di conifere venduto a piazzale, cioè lavorato da ditte o pubbliche o private, aveva un prezzo medio che si aggirava sui 92/95 euro con punte fino a 150 euro per il larice e 120 euro per l’abete rosso. Subito dopo Vaia il prezzo è caduto a 55/60 euro, oggi si vende a 45 euro. In pratica il guadagno per il proprietario è azzerato.
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PARADISO ANIMALE
SOFIA BRIGADOI
Rispetto A volte si ha la percezione che piĂš un essere sia piccolo e meno provi dolore. La sofferenza non si distingue in grande o piccola, possiede la stessa forza devastante in qualunque misura.
PARADISO ANIMALE
Un piccolo ghiro fa capolino fra le foglie di un faggio a fine estate Ph. di Buno Boz - www.brunoboz.com
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PARADISO ANIMALE
È ingiusto calpestare la vita di quegli esseri che riteniamo “meno sensibili”. Quando si abusa degli animali esclusivamente per trarne guadagno, si dimentica i principi morali del rispetto per la vita. Tutti abbiamo il diritto di condurre un’esistenza dignitosa e di morire con altrettanta dignità.
Moderazione
PARADISO ANIMALE
Foto di Luca Toffolon del Collettivo Fotosocial (www.collettivofotosocial.com) estratta dal progetto fotografico “I pascoli migranti�, per il quale il fotografo ha seguito per 14 mesi il lavoro di un pastore soffermandosi sulle dinamiche del nomadismo e del moderno rapporto uomo e ambiente
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PARADISO ANIMALE
Esiste una moda senza crudeltà . La bellezza e l’eleganza di un essere umano non sono date da un ritaglio di pelliccia applicato a un abito, ma dal saper indossare la propria pelle.
Coscienza
PARADISO ANIMALE
Due cuccioli di volpe che giocano
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Agente Fiemme Fassa
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PARADISO ANIMALE
Nessun essere basta a se stesso, l’in sé per sé non esiste.
Condivisione
Due farfalle appoggiate a un piccolo fiore Two butterflies on a small flower
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ABUSI
ABUSI
LA
SOPRAFFAZIONE DI ESSERI SU ALTRI ESSERI SOFIA BRIGADOI Non si può ignorare il fatto che storicamente, ma anche ai nostri giorni, è una rarità constatare che le donne sin da bambine non godono della stessa libertà e dello stesso rispetto al quale generalmente possono sentirsi gratificati (quasi) tutti gli uomini… la violenza che vede i tiranni sfruttare e dominare intere popolazioni, o i mercanti di schiavi che obbligavano i neri a remare nelle navi che li portano a morire di fatica nelle piantagioni americane, fino alle deportazioni staliniane in Siberia di masse di oppositori: sì, la sopraffazione è anche questa di uomini su altri uomini. Ma niente di paragonabile a quella che da sempre induce le donne a un permanente stato di soggezione.
TUTTE DI UN POPOLO. TUTTE DI UNA RELIGIONE. Gli stati dove vige la vendita delle spose bambine. I paesi dove all’uomo è permesso avere due, sei, dieci mogli o concubine. Le religioni che consentono o addirittura impongono barbari costumi. Sono regole e usanze che ancora oggi dividono a metà la platea femminile nella quale siano osservabili condizioni paritarie con l’uomo. Ma un’altra piaga incombe sulla donna, oggi più che mai virulenta: la violenza di uomini che uccidono, abusano, seviziano psicologicamente e fisicamente mogli, compagne, fidanzate, amanti… la lista è lunga, infinita. È vero, non bisognerebbe imporre il proprio pensiero, ma i motivi sono validi e portano il nome di tante donne che troppo spesso per paura o per il quieto vivere hanno subito e subiscono angherie di ogni genere. Aggiungo che Dio porti in pace tutti questi uomini… sì che Dio li porti in pace, ma all’inferno!
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RELAZIONI
Come comportarsi con gli amici? Come vorremmo che loro si comportassero con noi. (Aristotele)
Essere amici RELAZIONI
MARIA TERESA FOSSATI Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa
Siano consapevoli di quanto è importante l’amicizia?... … quella vera, naturalmente, non quella che si distribuisce con tanta facilità sui social. Quell’amicizia lì è finzione, è illusione, è inganno. Consente sì di vantarsi di avere schiere di “amici”, ma chi è onesto con sé stesso, in cuor suo sa bene che non è così. E allora ci si chiede: gli “amici” del web, al di là della parola, ci sono quando abbiamo bisogno di una parola di conforto? L’amicizia vera è tutta un’altra cosa. Ha radici più solide, più consistenti, più durature. Ci dona calore affettivo, ci allarga il cuore, ci permette di dire che possiamo contare su quella persona. Anche a distanza di anni, anche se non ci si è rivisti per lungo tempo. Spesso questo tipo di rapporto si è formato nell’infanzia o nell’adolescenza, quando noi stessi eravamo fragili e in evoluzione. Allora era forte il bisogno di un confronto fra pari. Fra coetanei più o meno nelle stesse condizioni fisiche ed emotive. Fra giovani che avevano in comune la frequentazione di ambienti analoghi, fossero quelli scolastici, dello sport o del divertimento.
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RELAZIONI
L’amicizia è una relazione preziosa che dobbiamo saper trattare con riguardo. E che a tutte le età ha caratteristiche diverse per i maschi e per le femmine.
Anche se molte differenze sono il risultato dell’educazione e della tradizione, o di abitudini familiari trasmesse senza critica. Se i maschietti giocano con le macchinine e le femmine con le bambole, è dovuto al fatto che i giocattoli che ricevono sono quelli. Scelti da adulti terrorizzati all’ipotesi di indirizzarli vero il sesso “sbagliato”. Adulti a loro volta condizionati da idee rigide e non aperte a valutazione, ragionamento, osservazione e riflessione. Ma la paura di un’ipotetica attrazione per persone del proprio sesso, l’errata convinzione che ci possa essere un’influenza in quella direzione (una specie di contaminazione?) a volte spinge i maschi (adolescenti, e ancor più adulti) a rallentare e anche a rinunciare ad amicizie calde, profonde, gratificanti, ma che potrebbero suscitare sospetti in persone malevole e distruttive. Così però gli uomini spesso precludono a loro stessi rapporti di qualità.
Per le donne è diverso, loro si abbracciano anche con l’abbraccio “vero”, quel contatto di corpi che non ha niente di sessuale, ma permette al contrario di percepire la calda vicinanza che arricchisce e consola perché è espressione di solidarietà, condivisione e autentico affetto. Le donne si scambiano baci, si toccano senza malizia, passeggiano a braccetto (cosa che i maschi non fanno!), stanno ore a parlottare sedute vicine vicine. Del resto l’amicizia sincera, profonda coinvolgente è un elemento che aiuta a superare i momenti difficili. Quelli che la vita non risparmia a nessuno: le donne ne traggono beneficio, gli uomini no. Inoltre, non si può negare che l’amicizia femminile aiuta, se è il caso, a sopportare la vita banale della solo casalinga.
RELAZIONI
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Ph. Pixabay
“Chi trova un amico trova un tesoro”, dice il proverbio. Perché gli uomini (i maschi) troppo spesso non lo seguono? Ne hanno paura. E succede che alla fine della vita lavorativa, si ritrovano con tanto tempo libero, ma vuoto. Ore che non sanno come riempire. Se amici ne avevano, forse li hanno persi per strada. È la loro formazione alla mascolinità, rigorosa a proposito dei rapporti umani, che li priva dell’apporto dell’amicizia, in precedenza difficilmente coltivata. Oltre alla caratteristica degli atteggiamenti fisici (ma anche emotivi), a proposito dell’amicizia femminile, si nota che da qualche tempo questa ha cambiato segno. Da quando le donne non sono più in competizione per la conquista di un maschio che dia loro visibilità. Alla donna non è più necessario sposarsi per dare un senso alla sua vita. Per avere potere, per raggiungere una posizione
economica anche di rilievo, per conquistare una dimensione sociale. La donna ora studia lavora si impegna e fa carriera. Certo, se ha una famiglia e dei figli, per lei l’onere è forte e continuo. Ma anche soddisfazioni, risultati e riconoscimenti. A volte poi, per fortuna, i nuovi partner collaborano. Ma l’amicizia vera ha bisogno di trasparenza perché è basata su lealtà, fiducia e riserbo. Una confidenza fatta all’amico, all’amica, non deve assolutamente essere divulgata. Solo se la discrezione è totale, l’amicizia sopravvive. Questo perché una caratteristica dell’amicizia è la fragilità. Se nella coppia ferite date da contrasti, tensioni, o da eventuali tradimenti, sia pure con sofferenza, amarezza, disagio, possono essere superate; o magari accantonate con fatica, dedizione, per senso della famiglia e spirito di sacrifico, così non è per l’amicizia.
Quando un’amicizia si rompe è finita per sempre. Patetici e inutili sono i tentativi di aggiustare un’amicizia finita. A volte amici comuni con il migliore intento, con buona volontà, s’impegnano, ma più dell’apparenza non riescono a recuperare. È la sostanza, quella che fa il valore di un’amicizia, che è andata irrimediabilmente perduta.
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SALUTE
Gli occhi sono il mezzo più potente per comunicare e trasmettere emozioni agli altri. Spesso è sufficiente uno sguardo per capire cosa sta pensando una persona e, in certe occasioni, un’occhiata è più efficace di tante parole.
L’anima è la nostra dimora, i nostri occhi sono le sue finestre
Kahlil Gibran
Il benessere degli occhi Dr. ANDREA PESCHEDASCH Responsabile di Oculoplastica - Ospedale di Trento e Rovereto
Ma l’occhio, nella sua bellezza, è un intricato meccanismo che può incorrere in numerosi problemi legati proprio alla sua complessità strutturale. I più comuni sono i difetti di vista o quelli legati a un fisiologico invecchiamento. Tra i più gravi si trovano le malattie invalidanti per la vista. In questo breve articolo proveremo a spiegare in modo semplice e comprensibile le patologie più comuni
SALUTE
DIFETTI DI VISTA L’occhio senza difetti visivi è detto emmetrope ed è la condizione nella quale si ha una visione ideale, con il fuoco delle immagini proiettato sulla retina. Nei difetti visivi il fuoco invece si trova in posizioni differenti, i più comuni sono la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo e la presbiopia che, a differenza dei primi tre, è comune dopo i 40 anni.
n La miopia provoca una visione sfuocata da lontano, e può comparire a qualsiasi età. Nella miopia il fuoco delle immagini è posto davanti alla retina. n L’ipermetropia il fuoco è posto dietro la retina, ma permette comunque una buona visione da lontano, perché l’occhio, grazie all’elasticità di alcune sue strutture, riesce a sopperire al difetto spostando il fuoco sulla retina, ma questo continuo sforzo può causare sintomi di affaticamento e in alcuni casi emicrania. n L’astigmatismo semplice è un difetto più complesso che crea una visione sfuocata in orizzontale o in verticale (le allunga o le allarga): da lontano se miopico, da vicino se ipermetropico. Se al difetto dell’astigmatismo si associa la miopia o l’ipermetropia si definisce composto e crea un ulteriore peggioramento visivo. n La presbiopia è il semplice difetto di visione da vicino legata all’età e dovuta alla perdita di elasticità delle strutture oculari.
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SALUTE
PATOLOGIE OCULARI In questo capitolo prenderemo in esame le malattie oculari più frequenti: il glaucoma, la maculopatia, la cataratta e le mosche volanti. n Glaucoma, il killer silenzioso della vista. Il glaucoma è una delle malattie più gravi dell’occhio, poiché può portare alla cecità. Tale patologia è ereditaria e non dà segnali premonitori quali dolore o calo visivo. Solo in caso di glaucoma acuto il fenomeno si associa a emicrania, nausea e vomito. La causa è dovuta a un aumento della pressione dell’occhio che porta a uno schiacciamento delle cellule nervose visive. Con la morte di queste cellule c’è una progressiva perdita della visione periferica che, successivamente, sfocia in un progressivo calo della vista. Può essere diagnosticata in tempo mediante una visita oculistica di screening da eseguire dai 40 anni in poi. n Maculopatia. La maculopatia è la malattia della retina che negli ultimi anni è aumentata in modo incisivo. Colpisce la zona nobile della retina detta macula, che è responsabile della visione chiara e definita. Le cause della patologia sono legate a fattori genetici, fumo, età, esposizione intensa alla luce solare, dieta ricca di grassi, miopia di grado alto e diabete. È caratterizzata dalla progressiva perdita della visione centrale. Se monolaterale è difficile da individuare, se bilaterale i sintomi si rivelano con maggior facilità. Si potrà quindi notare una distorsione delle immagini e una macchia nera di non visione centrale (per esempio fissando il viso di una persona vedrete le orecchie ma non gli occhi e la bocca). Per valutare eventuali sintomi da maculopatia si consiglia di effettuare un auto-test: fissate un oggetto a quadretti, tipo foglio di quaderno, chiudete alternativamente prima un occhio e poi l’altro e valutate se la visione delle linee è normale.
CORPO CILIARE
STRUTTURA OCULARE
CONGIUNTIVA SCIERA CAMERA POSTERIORE COROIDE IRIDE
RETINA MACULA
CORNEA PUPILLA CRISTALLINO CAMERA ANTERIORE
VISTA NORMALE
VISTA CON MACULOPATIA
CORPO VITREO NERVO OTTICO
SALUTE
VISTA NORMALE
n Cataratta. La cataratta causa una riduzione della vista e una percezione meno brillante dei colori. Tutto ciò è dovuto alla perdita di trasparenza del cristallino, la lente naturale dell’occhio posta dietro l’iride. Le cause della cataratta sono dovute all’invecchiamento, al diabete, all’uso di cortisonici e all’esposizione alla luce solare. La malattia si cura con un intervento chirurgico nel quale viene aspirato il cristallino e sostituito con una lente artificiale del potere che si desidera. Questo permetterà di eliminare difetti di vista quali la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo e, con particolari lenti, anche parzialmente la presbiopia.
VISTA CON CATARATTA
n Mosce volanti, miodesopsie. Le mosche volanti sono uno dei sintomi che spesso spaventa di più le persone, ma che, nella maggior parte dei casi, non rappresenta un problema serio. Le miodesopsie sono un fenomeno dovuto alla perdita di trasparenza del corpo vitreo, una struttura gelatinosa costituita prevalentemente da acqua, che disidratandosi, determina l’addensamento di fibrille al suo interno. Queste ultime fluttuando nel vitreo vengono di conseguenza percepite nel proprio campo visivo. Il disturbo tende a rimanere, ma con il tempo se ne attenua il fastidio. Può colpire qualsiasi fascia d’età, le cause sono dovute all’invecchiamento, scarsa idratazione, traumi oculari e si associa più frequentemente alla miopia. Il disturbo spesso si accompagna a flash luminosi. Il consiglio è di eseguire sempre un controllo oculistico, poiché in alcuni casi alle miodesopsie si possono collegare problemi della retina quali fori, rotture retiniche, risolvibili con un semplice trattamento laser. Si raccomanda di bere molto e assumere integratori specifici per il vitreo.
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Fiemme&Fassa Musei e Mostre
TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Salute e Benessere IL PIACERE DI PRENDERE DEL TEMPO PER SÉ STESSI
Sport&Co
SEMPRE PIÙ PROPOSTE E DIVERTIMENTO
Ristoranti, Rifugi e Baite
Nelle pagine a seguire…
PERCHÉ CAMMINARE STIMOLA L’APPETITO!
Gusto
TENTAZIONI DEL PALATO
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Dipinto di Riccardo Schweizer
Dalla metafisica alla pop art, dalla transavanguardia alla pittura tipica fassana, anche questa stagione la galleria d’arte a Canazei regala emozioni
ono numerosi gli artisti che vedono le loro opere esposte in galleria: da maestri autoctoni, come Matthias Sieff, la cui ricerca artistica si basa sullo studio del corpo femminile e maschile ed è caratterizzata da un’interpretazione forte e personale, o Luigi Pederiva, pittore estremamente prolifico (in Val di Fassa quasi tutti posseggono un quadro), amante dei paesaggi dolomitici e delle gondole di Venezia, ad artisti altoatesini tra i quali Josef Costazza, le cui opere sono riconoscibili per la semplificazione e l’essenzialità nei suoi paesaggi, ridotti a dei contorni espressivi. Bruno Ronco, Adolf Vallazza e Riccardo Schweizer sono altri nomi importanti che vanno a comporre la grande raccolta collezionata alla Tan-Art a Canazei. Non solo numerosi artisti, ma anche tante epoche diverse si possono trovare nella galleria. La piccola collezione di opere dell’Ottocento vi trasporterà indietro nel tempo, per poi accompagnarvi nel Novecento italiano, attraverso gli anni Settanta con degli straordinari bassorilievi, fino a riportarvi ai giorni nostri, con altrettante opere magnifiche. Oltre sessanta i pezzi esposti.
Donare un’opera d’arte è sicuramente un gesto speciale, ogni occasione può essere quella giusta, un matrimonio, un compleanno, una ricorrenza per un presente che non sarà facilmente dimenticato. Molte opere esposte sono in vendita, anche a prezzi accessibili e, con l’avvicinarsi del Natale, questa potrebbe essere l’occasione per fare un regalo particolare, insolito ed emozionante.
Inoltre la galleria TAN-ART è intenta ad allestire una mostra personale del pittore fassano Luigi Pederiva.
info: Tanart snc - Strèda Roma, 66 - Canazei (TN) Orario al pubblico: aperto dal martedì alla domenica 10.30 - 12.30 / 16.30 – 19.30. Disponibilità di visita anche in altri orari su appuntamento ai numeri: Tel. 0462.602428 - Cell. 340.8194060 - tanartcanazei@gmail.com
Scultura di Matthias Sieff
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TAN-ART
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MUSEI&MOSTRE
Un viaggio nelle Dolomiti Patrimonio UNESCO Tra fossili del triassico, tesori del sottosuolo e passeggiate tra i masi
Il Museo Geologico delle Dolomiti, nel cuore di Predazzo, è una porta sulle montagne più belle del mondo. Dal 2012 sede territoriale del MUSE – Museo delle Scienze, racconta la storia delle Dolomiti – parte del prestigioso elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO – e il loro millenario rapporto con il territorio e la popolazione. Il Museo, istituito nel 1899 e completamente rinnovato nel suo percorso espositivo nel 2015, nel periodo invernale offre tante occasioni di scoperta, per tutte le età, tra visite guidate, laboratori didattici, escursioni sul territorio e percorsi di educazione scientifica relativi alle scienze della Terra. Pezzo forte del museo, il patrimonio geologico: un tesoro di oltre 12.000 esemplari, tra cui la più ricca collezione di fossili invertebrati delle scogliere medio-triassiche conservata in Italia. Articolato su due piani, l’allestimento permette ai visitatori di immergersi nei paesaggi dolomitici, scoprendone la storia e il significato grazie a un approccio
museologico contemporaneo. Al piano terra il percorso offre una finestra sulle Dolomiti, con l’obiettivo di evidenziarne la centralità nella nascita del pensiero scientifico, approfondire le motivazioni e i criteri sui quali si basa il loro valore universale, fornire chiavi di lettura efficaci per la loro valorizzazione. Il piano interrato, invece, si propone come un viaggio tra le Dolomiti di Fiemme e Fassa presentate nelle loro peculiarità e nei loro rapporti con i massicci montuosi circostanti: il Lagorai, il Catinaccio, il Sella, la Marmolada, i Monzoni.
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Da Natale un susseguirsi di proposte imbianca l’inverno museale Ad animare gli spazi museali tantissime iniziative nel periodo invernale: da segnalare, tra le principali proposte, “Arte e geologia nella Dolomiti”, una facile passeggiata – in programma ogni martedì dalle 10 alle 12 – attraverso i più bei masi del paese per ripercorrere una storia carica di arte e umanità, a cui seguirà una visita audioguidata del museo; e “GeoLabs formato famiglia”, una serie di laboratori e proposte educative – ogni venerdì alle 17 – per scoprire il mondo con gli occhi di un geologo. Il calendario degli appuntamenti: “Tombola dei minerali” (20 e 28 dicembre, 4 gennaio e 7 febbraio), “Il mondo misterioso delle grotte nelle Dolomiti” (27 dicembre e 21 febbraio), “A pesca nel mare del Triassico” (3 e 10 gennaio e 6 marzo) e “Dolomiti: belle, ma perché? Un patrimonio da scoprire” (24 gennaio e 20 marzo). Da non perdere, infine, le mostre a tema: “Il mondo misterioso delle grotte nelle Dolomiti”, visitabile fino al 21 febbraio 2020, un suggestivo allestimento che presenta gli studi sulle principali grotte nelle Dolomiti e le creature mitiche che le abitano, e la nuovissima “Fiés, quando la geologia diventa arte”, a cura di Irene Trottel, che sarà aperta al pubblico dal 7 marzo 2020. A dicembre a Trento, al MUSE - Museo delle Scienze, torna la Nanna al museo: il 7 e il 20 dicembre – per poi proseguire con cadenza mensile anche nel 2020 – l’indimenticabile esperienza di addormentarsi, con tutta la famiglia, tra orsi, leoni, dinosauri e antenati preistorici sognando avventure scientifiche. Tutte le info su: www.muse.it CONTATTI E ORARI Martedì - Sabato: 10.00-12.30 e 16.00-19.00 Aperture straordinarie: 30 dicembre 2019, 10.00 - 12.30 e 16.00 - 19.00 - Chiuso a Natale e Capodanno La prima domenica del mese il museo è aperto e gratuito (da ottobre a maggio) Museo Geologico delle Dolomiti - Piazza SS. Filippo e Giacomo 1 - Predazzo (Tn) T. +39.0462.500366 - E. museo.predazzo@muse.it
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Le nostre cime testimoni della storia anche in inverno S
ciare o camminare sulle montagne ammantate di neve non significa solo praticare sport, ma anche avvicinarsi alle vicende umane che hanno segnato la storia e il futuro di queste valli. Pare inverosimile che un centinaio di anni fa, questo territorio fu teatro della più cruenta guerra mai vissuta quassù. In inverno le tracce delle trincee e delle postazioni sono meno visibili ma si respira appieno l’atmosfera della forza della natura e del scarifico durissimo compiuto da quegli uomini, per combattere, vivere, e resistere durante tre anni sulle montagne. Il 1916 fu l’inverno più nevoso dello scorso secolo, durante il quale ci furono più morti per valanghe e congelamenti che per il fuoco sul campo di battaglia. Landesschützen e Standschützen tirolesi contro Alpini e Fanti italiani, giovani vite spezzate in aspri combattimenti.
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A Moena presso il Teatro Navalge ci si può calare nelle trincee e nelle ampie sale espositive de La Gran Vera 1914 -1918 completando cosi la conoscenza di quello che offre questo straordinario territorio. Livio de Francesco col Fronte dei Ricordi, da più di vent’anni restaura e apre anelli storici come quelli del Fango visitabili soprattutto in estate e alla portata di tutti. Michele Simonetti “Federspiel” ha curato con Mauro Caimi il Museo – Mostra la Gran Vera di Moena, e lanciato l’idea del Parco della Memoria della Grande Guerra che riunirà le passeggiate sui percorsi storici, il Sentiero della Pace e il Museo, in un’unica offerta culturale dedicata alla storia. Persone che con le istituzioni e i volontari da sempre preservano, tutelano e promuovono la memoria del patrimonio culturale del nostro territorio.
Il paesaggio che solcate con gli sci o attraversate con le escursioni è un vero museo all’aperto. Le postazioni del San Pellegrino, il Lusia, il Col Margherita, la zona del Colbricon – Passo Rolle, il Forte Dossaccio, i monumenti della Valle di san Nicolò, il Cimitero Militare di Santa Giuliana a Vigo di Fassa, sono alcune delle mete più suggestive raggiungibili con passeggiate o con gli sci per essere oggi su quei campi di battaglia. Sono il luoghi della nostra storia, delle nostre radici. Cime dove i nostri nonni hanno dovuto dare tutto quello che avevano. Uomini, donne, interi paesi vivevano accostati alla linea del fronte. Fiemmesi e fassani possono andare alla riscoperta del fronte Tirolese difeso fino alla morte dai loro antenati. Info: www.granvera.it - www.frontedeiricordi.it - Cell. 346.2415776
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MUSEI&MOSTRE
Alba dalla Regina: fra colori e storia Ci sono delle occasioni per cui vale sempre la pena alzarsi presto la mattina e affrontare il freddo dell’inverno a 3.265 m; una di queste è l’evento “Alba dalla Regina”, che si tiene ogni anno sulla Marmolada. L’alba è un momento topico della giornata di ognuno, porta sempre con sé nuove speranze, nuove promesse e a volte anche nuovi timori. Tuttavia, di fronte allo spettacolo che si può ammirare dalla terrazza panoramica di Punta Rocca, il tempo si ferma, il cuore perde un battito e tutto quel vortice di pensieri che ti riempie la testa si interrompe bruscamente: l’emozione del sole che sorge, tingendo le Dolomiti di mille colori, è troppo travolgente. Si parte al mattino presto, mentre tutt’intorno il mondo è ancora addormentato. Con la funivia si sale da Malga Ciapela fino a Punta Rocca per ammirare l’alba dalla terrazza panoramica a 3.265 m. Gli sciatori potranno poi rientrare con gli sci ai piedi a Malga Ciapela, vivendo l’emozione di scendere per primi lungo la Bellunese, la pista più lunga del Dolomiti Superski, sulle scie del gatto delle nevi. Incontreranno poi i non sciatori a Serauta, dove il ristorante self-service li accoglierà con una ricca colazione sia dolce, che salata. Le emozioni che si possono vivere a 3.000 m non finiscono però qui, perché sarà possibile per tutti effettuare una visita al Museo Marmolada Grande Guerra 3.000 m. Qui, ripensando al freddo provato durante la mattina, i visitatori possono scoprire la vita dei soldati a oltre 3.000 m, in continua lotta con gli elementi. In inverno, più che in altre stagioni, è facile immedesimarsi nei panni di italiani e austro-ungarici immersi nelle nevi perenni della Marmolada a combattere per la propria patria.
Info pratiche Biglietto: € 40,00. Abbigliamento consigliato: da sci o comunque a cipolla (il freddo a 3.265 m in inverno può essere pungente). Info e prenotazioni La prenotazione è fortemente consigliata e dà diritto alla precedenza. visitmarmolada@funiviemarmolada.com o 334.6794461. L’evento è suscettibile a cancellazione in caso di condizioni meteo avverse, per info consultare: www.funiviemarmolada.com o la nostra pagina facebook @marmoladamovetothetop dopo le 17.00, altrimenti telefonare al n. 0437.522984/334.6794461 prima delle 17.00.
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SALUTE
TERME DOLOMIA
ALLA SORGENTE DELLA SALUTE Centro termale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per aerosolterapia, fangoterapia e cura idropinica. Accreditato per fisioterapia e riabilitazione motoria È l’acqua termale del “bagn da tof di Alloch” - unica sorgente solforosa del Trentino – a rendere esclusivo il Centro, che propone numerosi trattamenti naturali e cure supertecnologiche. Un’assistenza di altissimo livello, potenziata dall’azione terapeutica dell’acqua termale, assicura il massimo della rigenerazione energetica e fisiologica. Le terme sono convenzionate per la cura idropinica, l’aerosolterapia e la fangoterapia. In abbinamento alla cura idroponica si eseguono impacchi alle erbe medicinali (fieno) per la disintossicazione di reni e fegato. Oltre alle terapie convenzionate, sono effettuati molteplici trattamenti tra i quali la balneoterapia, la massoterapia, la fisioterapia. Il Centro dispone inoltre della HUMAN TECAR per la riabilitazione motoria anche in fase infiammatoria (tecnologia in grado di riattivare e accelerare i naturali processi di riparazione di muscoli, ossa e tendini). In aggiunta ai rimedi terapeutici, il Centro è specializzato in percorsi di benessere termale e propone sedute anti-cellulite, impacchi disintossicanti alle erbe medicinali, impacchi idratanti al latte e oli essenziali. Manipolazioni fisioterapiche e anti-stress, massaggi curativi e rigeneranti, peeling orientali con argille, e molto altro. Una linea completa di prodotti cosmetici realizzati con l’acqua termale Alloch integra l’offerta e propone il vantaggio di portare a casa i benefici dell’acqua termale: dalla crema per pelli miste a quella anti-age, dal detergente in crema, all’acqua micellare. Non mancano inoltre le emulsioni per il corpo, gambe e piedi, oltre a una linea di doccia-shampoo.
Da ricordare: l’acqua termale è fonte di salute nelle fasi di prevenzione, per impedire o diminuire i sintomi e la frequenza di varie patologie n della terapia, sono infatti indicate in determinate patologie croniche per mitigare i sintomi di picco e migliorare le condizioni di salute del paziente n della riabilitazione, aiutando notevolmente il paziente a riprendere una vita normale in seguito a interventi chirurgici (vascolari o ortopedici) Dona un reale beneficio alle seguenti patologie: n Sindrome dell’intestino irritabile (stipsi, colite spastica…) n Otorinolaringoiatriche (gola, orecchio,naso) n Broncopneumologiche (bronchite, asma, broncopatie…) n Reumatiche (osteoartrosi, reumatismi extra articolari) n Dermatologiche (psoriasi, dermatiti…) n Angiologiche (ulcere venose, postumi di flebopatie…) La tecnologia al servizio della salute: n Tecarterapia, Raggi infrarossi, Lampada al quarzo, Magnetoterapia Tutti i trattamenti proposti sono eseguiti da operatori qualificati. I benefici delle acque termali non hanno età. Tutti possono fruire di un ciclo di cure convenzionato all’anno se in possesso della ricetta medica
Info: Terme Dolomia presso l’Hotel Terme Antico Bagno – Strada di Bagnes, 25 – Pozza di Fassa Tel. 0462.762567 – Cell. 329.8926298 – www.termedolomia.it – info@termedolomia.it
BENESSERE E SPORT
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CENTRO ACQUATICO DELLA VAL DI FASSA Dòlaondes: un universo d’acqua e vapore. Tecnologia, materiali biologici e colore per lo spettacolare centro acquatico di Canazei che si conferma il nuovo atout dell’accoglienza fassana Il protagonista del centro acquatico è il luogo, nel cuore delle Dolomiti ladine, che offre una vista incomparabile verso un territorio ancora capace di suscitare emozioni uniche Quattro le aree tematiche collegate tra loro e disposte su una complessiva area di 2.400 mq
WATER&FUN
Cinque vasche con vista mozzafiato sulle montagne S’impone sull’ambiente circostante la scenografica vasca semiolimpionica, mentre per esclusività e forma spicca la piscina “Fun” adibita appunto al divertimento con air-bubbles, nuoto controcorrente, nonché quattro lettini idromassaggio per rilassarsi e togliersi di dosso la stanchezza. Massimo dell’emozione per i bambini da 0 a 3 anni, con la vasca “Kids”, e per finire l’indispensabile la vasca che accoglie l’arrivo di uno scivolo che si snoda anche all’esterno della struttura per regalare discese rocambolesche di 111 metri. Chicca del centro acquatico la piscina esterna, godibile in tutte le stagioni.
SPORTS&FITNESS
Personal trainer e istruttori qualificati al vostro servizio Per migliorare la forma fisica è a disposizione una palestra attrezzata con macchinari d’ultima generazione.
EAT&DRINK
Per uno snack veloce o per gustare un piatto salutare Numerose le proposte per gustare un piatto veloce o un salutare drink con la possibilità di accedere gratuitamente al servizio WIFI.
EGHESWELLNESS
Il menù del benessere che trae spunto dall’antica filosofia della bioclimatologia delle termae romane Lunga tradizione per la Spa di Dòlaondes che mediante i benefici apportati dall’aqua offre Calidarium, Idromassaggio, Laconicum, Tepidarium e il Frigidarium. Aromarium, Thalasso, Cammomilla Grotta, per stimolare la circolazione sanguinea e favorire l’eliminazione delle tossine, e infine la sauna Filandese. Elegante e accogliente la zona relax in cui troverete docce tropicali, nebulizzatori alla menta e al maracuja e molto altro. Info: Dòlaondes Canazei – Tel. 0462 608891 – Fax: 0462 601507 – www.dolaondes.it – info@dolaondes.it
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BENESSERE E SPORT
LA TUA PISCINA, IL TUO CENTRO BENESSERE, LA TUA CURA PER IL CORPO
ACQUA SPA CAVALESE A
cqua Spa di Cavalese significa nuoto, attività fisica e benessere, ma anche divertimento per tutta la famiglia e tanti momenti di relax e coccole! Un centro completo dove puoi trovare tutto quello che serve per ritrovare la forma fisica e mentale o per trascorrere una giornata di salutare rilassamento. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: PISCINA, SPA, MASSAGGI, FITNESS & WELLNESS sono a tua completa disposizione. Oltre a nutrita offerta di CORSI NUOTO e CORSI FITNESS in ACQUA. Nell’accogliente FITNESS BAR potete trovare bibite, panini, insalate e insalatone, salutari centrifughe e una ristorazione veloce ma curata in ogni dettaglio. LA PISCINA
Apertura annuale con orario continuato Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 21.00 Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 20.00
Spettacolare e funzionale, offre un servizio a 360° con una vasca a cinque corsie per il nuoto libero (omologata FIN), vasche ricreative adibite al gioco e al divertimento con una temperatura di 32°, il “biscione” uno scivolo lungo 81 metri, e diversi Whirlpool per il relax. Non manca la vasca esterna comunicante con quella interna, aperta tutto l’anno. Diverse le aree riposo per rilassarsi o per godersi il panorama dalle ampie finestre. Grazie alla Scuola nuoto “ADS Amatori Nuoto Fiemme” è possibile frequentare corsi collettivi e privati per ogni età e livello, nonché corsi per gestanti, idrokinesiterapia, Watsu, TMA e altro. E per il fitness in acqua non mancano i corsi Hydrofitness, Hydrobike & Jumping.
Per informazioni: Piscina Comunale di Cavalese - Via Rossini, 3 – Cavalese - Tel. 0462.341810
www.sagis.tn.it – piscinacavalese@gmail.com -
ADS Amatori Nuoto Fiemme Cell. 329.0503497 - amatori.nuoto.fiemme@gmail.com -
Piscina Comunale Cavalese Amatori Nuoto Fiemme
BENESSERE E SPORT
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LA BEAUTY SPA Numerosi i trattamenti proposti per viso e corpo seguiti da personale specializzato che saprà consigliarvi sui procedimenti più indicati e specifici per il vostro tipo di pelle. Ampia scelta per i massaggi: rilassanti, anti-stress, sportivi, decontratturanti, connettivali, drenanti, ayurvedici e molti altri ancora. Si offre anche il servizio di ceretta con leggero massaggio compreso, pedicure e manicure.
CENTRO BENESSERE - CENTRO ACQUATICO Hai voglia di rilassarti? Passa con noi un’indimenticabile giornata benessere! Sauna, Bio sauna, Bagno a Vapore, Percorso Kneipp e rituali Aufguss. Fare la sauna non significa solo sudare ma accelerare la rigenerazione energetica e fisiologica. Ogni sauna ha le proprie caratteristiche e, ognuna di esse, conduce a determinati benefici. Il nostro obiettivo è di scoprirli insieme. Ti accompagniamo in un percorso che può variare dalle 2 alle 4 ore in base al tuo tempo di soggiorno nel centro. Insieme scopriremo, se già non li conosci, i metodi di raffreddamento dopo le diverse temperature delle saune grazie ai rituali dell’Aufguss e ti spiegheremo come utilizzare gli oli essenziali Bio. Il tutto accompagnato da una varietà di musiche che ti aiuterà a fare un pieno di nuova energia. Vieni a trovarci e scoprirai un luogo di benessere puro, con percorsi relax uniti agli effetti naturali dell’acqua e del vapore, che aiutano a riappacificare l’anima e ridisegnare le forme del corpo. SAUNA NUDISTA Mercoledì e Venerdì SAUNA CON COSTUME Tutti gli altri giorni Orari di apertura: Dal lunedì al venerdì: 15.00 – 21.00 Sabato e domenica: 14.00 – 20.00 NELLA TARIFFA È COMPRESO L’ACCESSO ALLE PISCINE
Beauty Spa Aperto tutti i giorni solo su prenotazione: Ketty 348.1334859 oppure beautyspasagis@gmail.com
STADIO DEL GHIACCIO Si tratta di una struttura spettacolare poiché ricorda la forma di un diamante. È agibile sia d’inverno che d’estate grazie all’ampia pista refrigerata. Niente di meglio per passare un pomeriggio o una serata sui pattini con degli amici, o per le famiglie che desiderano provare l’ebbrezza di una scivolata sul ghiaccio. Un’arena sportiva utilizzata anche dai giocatori di hockey e per il pattinaggio artistico. Per chi desiderasse osservare i propri cari vi è una comoda tribuna che si affaccia sulla pista. I pattini si possono noleggiare nello stadio oppure portare da casa. Lo stadio è situato a pochi minuti a piedi dal centro di Cavalese ed è fornito di ampio parcheggio. ORARIO DI APERTURA Dal 25/12/2019 al 06/01/2020: 15.00 – 18.00 e 21.00 - 23.00 Dal 07/01/2020: dal lunedì al venerdì 15.30-17.00/21.00-23.00 Sabato 15.00 - 17.00 e 21.00 - 23.00 Domenica 15.00 – 17.00. Domenica sera chiuso Per maggiori informazioni: Stadio del Ghiaccio Via Cermis, 3 – Cavalese TN Tel. 0462.231252 info@sagis.tn.it – www.sagis.tn.it
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RISTORANTI, RIFUGI E BAITE
Gustare i prodotti che contraddistinguono questo territorio, vuol dire compiere un tour tra i sapori e i profumi di montagna! Un felice incontro tra tradizione e innovazione grazie alla varietà dei prodotti e delle ricette proposte.
BOTTEGA STORICA TRENTINA
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a storia del maso inizia nel 1809, esiste ancora una trave che riporta la data, ma sarà Valentino Giacomelli nel 1952 a trasmettere a intere generazioni la passione per la cucina. Al seguito dell’acquisto il maso viene ampliato e un bar con terrazza prende forma in concomitanza con la realizzazione del primo skilift del Loze. Il locale era aperto alla domenica, quando anche i “Pardaciani” facevano festa. Negli anni a seguire si sono avvicendati i figli, ma è con Antonietta e Piergiorgio che nel 1981 ha inizio l’attività di ristorazione. Ora è il turno della figlia Elisabetta che insieme al marito Paolo, in sala, e al fratello Gianni, al bar, collaborano per mantenere vivo il ricordo del nonno Valentino. Il Maso Miola propone ai suoi ospiti una cucina tipica con materie prime locali. L’ottima preparazione dei piatti della tradizione e le loro sapienti rivisitazioni hanno garantito al locale il prestigioso marchio dell’Ecoristorazione, a cui si accompagnano le altre collaborazioni con enti quali la Strada dei formaggi, Tradizione e Gusto, Botteghe storiche, Alleanza Slow Food. Nel 2018 il locale è stato rinnovato completamente l’arredamento per renderlo ancora più confortevole.
Info: Ristorante Miola - Località Miola, 1 – Predazzo - Tel. 0462.501924 – Cell. 340.3761958 - www.ristorantemiola.com - info@ristorantemiola.com Orari bar, dalle 9.00 alle 24.00 - Orari ristorante, dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 19.30 alle 21.30 - Chiuso il martedì (a parte il periodo natalizio) Si accettano cani. Si accettano tutte le carte di credito (tranne la Diners)
RISTORANTI, RIFUGI E BAITE
Hotel Miralago
Baita Ciamp dele Strie
Dove le Dolomiti si rispecchiano nel lago
Metti una “strega” nel piatto
I N
ato come rifugio, l’Hotel Miralago del Passo San Pellegrino, in Val di Fassa, è il luogo ideale per trascorrere una vacanza tra le Dolomiti, sentendosi in armonia con la natura. Coccolati e rilassati in ambienti caldi, tipicamente alpini, circondati dalle maestose cime dei gruppi della Marmolada e del Civetta. In posizione tranquilla e soleggiata, l’hotel offre 14 camere, tutte recentemente ristrutturate. Per dedicarsi qualche momento di relax, abbiamo un piccolo centro salute con sauna e bagno turco, Spa-Whirpool e solarium. Il nostro ristorante La Stua de Zach propone piatti all’insegna della qualità, con l’attenta cura al dettaglio dei proprietari. Per gli ospiti dell’hotel, ogni mattina ricco buffet per la colazione, mentre per la cena offriamo la scelta tra piatti nazionali e tipici regionali. Ogni settimana inoltre, cena ispirata all’antico ricettario trentino. Il ristorante è inoltre inserito nel circuito AIC. In inverno la Skiarea del Passo San Pellegrino è centro del carosello sciistico che collega il Veneto al Trentino. Meta preferita dagli sciatori e dagli amanti della tranquillità, a pochi km dall’hotel c’è inoltre un anello di fondo. Per i non sciatori, c’è la possibilità di intraprendere splendide passeggiate, avventurose ciaspolade a contatto con la natura o un giro in slitta trainata da cavalli. A disposizione c’è lo skibus gratuito per poter scoprire anche le altre aree sciistiche della Val di Fassa.
Info: Ristorante-Hotel Miralago – Loc. Lago delle Pozze Passo S. Pellegrino – Soraga Tel. 0462.573791 – Fax 0462.573088 www.albergomiralago.com – miralago@dolomiti.com Rifugio Miralago
n uno scenario naturale straordinario la Baita riesce ad accontentare anche i palati più esigenti. La location ha mantenuto la sua originalità ispirandosi alla leggenda ladina di Re Laurino (il Re dei Nani) e delle streghe, che sembra abitassero nella vallata. Con il castello, le stube dedicate a Streghe e Vivane, il pozzo dei desideri, la miniera degli Gnomi, il ponte levatoio, le cascatelle d’acqua che sgorgano dalla roccia, il tutto animato da stupendi affreschi murali, si ha l’impressione di entrare in un altro “mondo”. Al piano superiore, un accogliente e spazioso locale permette di riposare o scaldarsi davanti al caminetto acceso, gustando una tra le numerose bevande proposte: bevande calde o grappe della tradizione, alla caffetteria. Ma passiamo alla gastronomia: lo chef Tony vi sorprenderà con piatti rivisitati, ma sempre rigorosamente legati alla tradizione della cucina dolomitica. E per gli amanti della pizza c’è anche il forno a legna. La Baita si può raggiungere da Moena, con gli impianti di risalita dell’Alpe Lusia, (località Ronchi, a 10 minuti dal centro del paese), oppure si può raggiungere da Bellamonte, località Castelir, con la cabinovia New Gondola. Quando scende la sera la Baita diventa ancora più suggestiva, prenotando il gatto delle nevi o la motoslitta potrete trascorrere una serata all’insegna della buona cucina in un ambiente accogliente e unico.
Info: Ciamp dele Strie, Loc. Campo – Castelir, Bellamonte Cell. 339.8685080 – www.ciampdelestrie.it – info@ciampdelestrie.it Baita Ciamp dele Strie
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RISTORANTI, RIFUGI E BAITE
Baita Passo Feudo
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Vette di gusto
a Baita Passo Feudo si trova in una posizione invidiabile anche in inverno. E’ posta a 2200 metri, alle spalle l’imponente massiccio del Latemar la fa da padrone, mentre tutt’attorno una vista da togliere il fiato vi accompagna ogni dove: dalle Dolomiti del Trentino Alto-Adige al Gruppo del Lagorai. Un luogo di classe e accogliente che ketty e Alberto gestiscono con uno spirito di grande ospitalità, coccolando i propri ospiti sia per la ricercatezza gastronomica che per quei piccoli accorgimenti che fanno sentire i clienti come a casa propria. Infatti, all’interno nel confortevole
visitfiemme.it - Foto F. Modica
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Info: Baita Passo Feudo – Località Passo Feudo – Predazzo Tel. 347.9919582 Baita Passo Feudo official
ristorante o all’esterno sulla magnifica terrazza solarium, si possono gustare insoliti piatti tipici e ottimi dolci, cucinati da Chef specializzati nella cucina tradizionale trentina. Tra i piatti annoveriamo il risotto al profumo di pino mugo, i ravioli di capriolo su burro di mirtilli, gli straccetti e le bistecche di cervo e l’ottima pizza sono solo alcuni dei piatti che la famiglia Felicetti è lieta di offrire. Anche la mise en place denota la volontà di servire le pietanze con gusto e raffinatezza. La baita propone anche un servizio bar, niente di meglio per iniziare la giornata con un’ottima colazione o per godere di una pausa tra una sciata e l’altra. Il servizio è veloce e curato, molti apprezzamenti sono stati rivolti al personale, che si mostra sempre disponibile e gentile. Questo gioiello alpino è inserito nel circuito dello Ski Center Latemar, comprensorio che si è avvalso l’eccellenza per la preparazione delle piste, ed è raggiungibile da Predazzo con la telecabina e seggiovia Gardonè-Passo Feudo.
GUSTO
Produzione propria di carni scelte e salumi trentini
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FRATELLI CORRÀ
el 1850 Giacomo Corrà iniziò a produrre salumi che presto divennero noti in tutta la Val di Non per la loro bontà. Oggi, dopo quattro generazioni, i fratelli Luca e Pio, ereditando dal padre le antiche ricette e le tecniche d’un tempo, continuano a lavorare carni selezionate per preparare artigianalmente e nel segno della tradizione di famiglia salumi tipici trentini. Un ritorno alla natura e ai sapori genuini: è da questa filosofia che i fratelli Corrà prendono spunto producendo prodotti gustosamente preparati secondo antiche tradizioni “insaporiti” da tocchi d’innovazione che non mancheranno di appassionare anche i palati più esigenti. Modeste produzioni dai sapori unici, ricette che raccontano con i loro profumi la mescolanza di tradizioni trentine e tirolesi, essendo la Val di Non terra di confine. Ponendo maggior cura nella scelta dei tagli di carne da lavorare (da noi direttamente macellati) abbiamo lasciato immutati i metodi di lavorazione, di affumicatura (completamente naturale e non forzata) e di lenta stagionatura, garantendo prodotti unici, in grado di distinguersi per la loro fattezza artigianale, il loro profumo e soprattutto per la loro genuina bontà. Prodotti nati dall’orgoglio e dalla maestria dei nostri avi, e mantenuti in vita da noi con la stessa tenacia e passione. Nostra grande specialità è la “Mortandela Affumicata della Val di Non”, prodotto tipico della nostra Valle: consiste in un prodotto simile al salame composto da trita scelta di Puro Suino, avvolta nel retino del maiale, affumicata con segatura di faggio e bacche di ginepro, e stagionata. Siamo anche maestri nella produzione di Lucaniche, sei diverse selezioni di Speck, Carne Salada, Pancetta Affumicata, Salamini di Selvaggina, Prosciutto Cotto affumicato e molti altri prodotti. Un’ulteriore nota di qualità alla nostra produzione è data dall’aggiunta di una nuova linea di Wurstel completamente naturali; i wurstel denominati “Valdivù” si contraddistinguono infatti per la totale assenza di conservanti, coloranti, glutine e lattosio; sono stati inseriti nel prontuario della celiachia. E come questi potrete scoprire molti altri prodotti golosi e genuini.
INFO: PUNTO VENDITA DI SMARANO Via Roen 2/C - Predaia fraz. Smarano - Val di Non (TN) Telefono 0463.536160 - Fax 0463.631039 PUNTO VENDITA DI MOENA Piaz de Ramon, 13 - Moena - Val di Fassa, (TN) www.fratellicorra.it - info@fratellicorra.it Fratelli Corrà
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GUSTO
CAMPO BASE INSOLITI SPIRITI
Le radici nella tradizione, il futuro nell’innovazione
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BIRRA DI FIEMME Quando la birra è sinonimo di tradizione
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partire dagli ultimi anni ‘90, quando ancora i birrifici artigianali erano rari, la birra ha iniziato ad assumere un ruolo fondamentale per la famiglia Gilmozzi. Sono Stefano e Michele, padre e figlio, a dedicarsi con passione alla produzione di Birra Fiemme, supportati anche dagli altri componenti della famiglia: mamma Luisa, Stefania e Francesca. Birra di Fiemme, prodotto naturale e di qualità, può contare su materie prime presenti sul territorio: la preziosa acqua di alta montagna; il luppolo, coltivato direttamente dalla famiglia nei campi di Masi a Cavalese; il malto d’orzo che, di recente, oltre alla produzione in provincia di Verona, viene anch’esso coltivato in Valle. Birra di Fiemme è una birra destinata a essere prodotta al 100% in Trentino e ben si accosta all’aggettivo artigianale, in questo caso sinonimo anche di famiglia, qualità, territorialità. I campi, per chi volesse passeggiare nel verde, si trovano a Masi di Cavalese sopra la Località Santa; a Lago di Tesero in Località Gatto; a Ziano di Fiemme in Via Nazionale.
Info: Birra di Fiemme - Via Colonia, 60 – Daiano Tel. 0462.479147 www.birradifiemme.it – info@birradifiemme.it Aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. La domenica dalle ore 9.00 alle ore 12.00. Birra di Fiemme
icerca, creatività e cultura sono il mix vincente di liquori e distillati la cui anima prende vita tra le nostre montagne. Sapori in grado di testimoniare la ricchezza di questi luoghi e mantenere intatti i riti della tradizione. Alla volontà di salvaguardare il sapere di un territorio, CAMPO BASE unisce il desiderio di ideare nuove combinazioni e proporre sapori inconsueti derivanti da infusioni e distillazioni di erbe e frutti sani e naturali, capaci di soddisfare anche i palati più esigenti. Prodotti di altissimo livello che non sono solo sinonimo di qualità, ma anche un valore aggiunto per il nostro territorio. Tra le combinazioni più originali ricordiamo il liquore al Fieno con aggiunta di Rhum Caraibico, la tradizionale grappa alla Genziana rivisitata nel liquore Genziana e Camomilla, dove quest’ultima è chiamata a smorzare le note grevi della radice del fiore, oppure il liquore allo Zenzero e Miele, emblema dell’incontro della tradizione con le culture orientali. Grazie alla collaborazione con una delle più importanti realtà a livello trentino e nazionale, i prodotti CAMPO BASE stanno avendo sempre maggior successo anche al di fuori del territorio trentino e sono spesso utilizzati da alcuni dei più famosi bartender nazionali per comporre i loro ricercati cocktail e ben si prestano per ottimi Long Drinks con aggiunta di ghiaccio e soda. Novità dell’inverno 2019/20 è l’apertura di un punto vendita diretto a Moena: INSOLITI SPIRITI spalanca le porte in Piaz de Ramon, 18 (a fianco del negozio di rame), un invito a tutte quelle persone che sono alla ricerca di sapori diversi e ricercati. CAMPO BASE è sempre e comunque presente nei migliori negozi e locali della Valli di Fassa e Fiemme ed è distribuita in esclusiva da ZORZI MAX. Preparatevi a intraprendere questa meravigliosa avventura con noi!
Info: CAMPO BASE, Piaz de Ramon, 18 – Moena (TN) – Tel. 347.4214312 www.campobasespirits.it – info@campobasespirits.it. Zorzi Max, Via Nazionale, 100 – Ziano di Fiemme – Tel. 0462.571132 Campo Base Spirits -
insolitispiritimoena
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Val di Fassa: un inverno in musica… sci ai piedi Da inizio a fine stagione, la valle dolomitica porta tutta l’energia delle note sulle piste, con eventi targati RDS e festival come “Val di Fassa Panorama Music”
Per essere alla moda sulle Dolomiti basta seguire il “Val di Fassa Winter Style” che detta pure la playlist dell’inverno 20192020. Da inizio a fine stagione il leitmotiv (è il caso di dire), in particolare sulle piste da sci, è la musica. A dicembre, per ben tre week end di fila, la colonna sonora che accompagna i primi slalom è marchiata RDS: 7 e 8 dicembre nella skiarea Ciampac di Alba di Canazei, 14 e 15 dicembre nella skiarea Catinaccio di Vigo e 21 e 22 dicembre nella skiarea San Pellegrino di Moena gli sciatori sono protagonisti di “RDS - Play the Winter - Val di Fassa”, con dj set, giochi, premi, l’intrattenimento dei più popolari conduttori dell’emittente radiofonica nazionale e tanta musica “on the air” sulle piste. Il divertimento si porta subito in quota - assieme a tanti volti noti dello spettacolo che amano il “Val di Fassa Winter Style” e non perdono mai l’inaugurazione di un nuovo inverno - dove si mantiene ad alti livelli sino a fine stagione quando, dal 21 marzo all’11 aprile, torna, sulle terrazze di alcuni tra i rifugi più panoramici, il ritmo del “Val di Fassa Panorama Music”. La formula vincente del festival propone dieci concerti (concentrati nei fine settimana) per dieci rifugi che fanno rimbalzare, da una skiarea all’altra, l’eco del country, proposto da gruppi nazionali e d’oltralpe, che caratterizza la quinta edizione.
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Fassa, naturalmente, è l’ideale resort bianco per famiglie e bambini: tracciati per i principianti, fun slope per imparare a “scivolare” con il sorriso, baby park e asili sulla neve, assicurano entusiasmanti esperienze. I bambini, poi, sono i primi destinatari della ricca varietà di corsi proposti dalle cinque scuole di sci della valle - ovvero Canazei, Campitello, Pozza, Vigo e Moena - che si fregiano tutte del “Sigillo d’oro” per la qualità dell’insegnamento, specie verso i più piccoli.
La Val di Fassa, oltre che per il lifestyle di tendenza, si conferma, grazie alla sua posizione privilegiata tra i gruppi dolomitici della Marmolada, del Sella e del Sassolungo, una meta sciistica di grande appeal. Gli sciatori possono contare su 7 skiarea collegate per lo più sci ai piedi - e con un efficiente servizio skibus - servite da 80 moderni impianti di risalita - ultimi fiori all’occhiello la cabinovia del Ciampac e la funifor “Alba Col dei Rossi” - 4 skitour tra cui il famoso Sellaronda e il sempre più apprezzato Skitour Panorama, 6 snowpark, per un totale di 210 km e 152 piste valligiane. Non solo piste al top, ma anche particolare accoglienza nei rifugi, che quest’anno si distingue con l’apertura a dicembre 2019 del nuovissimo “In Alto”: ai 2514 metri del Col Malgherita del San Pellegrino, il rifugio si impone sulla scena dei presidi alpini della Val di Fassa come la struttura più alta e panoramica sui tracciati sciistici. Una valle dall’offerta straordinaria per gli sciatori esperti, grazie a sfidanti piste nere come la “Ciampac” nell’omonima skiarea, la “Vulcano” del Buffaure, la “Alberto Tomba” del Catinaccio e le competitive “Pra di Tori” del Carezza, “Aloch”, sempre del Buffure, “La Volata” del San Pellegrino, dove da anni si svolgono gare (e allenamenti) di Coppa del Mondo e Coppa Europa di slalom, gigante, discesa libera e snowboard (le ultime due lo scorso febbraio hanno anche ospitato con successo i “Mondiali Junior di sci alpino”).
“Val di Fassa Winter Style” significa pure slow ski e dolce vita: dai sette appuntamenti (da dicembre a marzo) con lo sci all’alba e le ricche colazioni in rifugio griffati #trentinoskisunrise, agli emozionanti aperitivi sulla neve in luoghi panoramici come gli “Happy Cheese”. Le esperienze si moltiplicano anche con gradevoli escursioni, a piedi o sulle ciaspole, il benessere di Qc Terme Dolomiti e Terme Dolomia di Pozza, lo shopping dei prodotti tipici e le lusinghe dalla gastronomia locale, che tocca le vette dell’eccellenza.
Azienda per il Turismo della Val di Fassa Strèda Roma, 36 - I - 38032 Canazei TN tel +39 0462 609500 - fax +39 0462 602074 www.fassa.com
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FASSA
VAL D I FASSA: SKITOUR PANORAMA & WINTER STYLE
Curve a ritmo di musica
A dicembre la colonna sonora che accompagna i primi slalom è marchiata RDS: il 7 e 8 dicembre nella skiarea Ciampac di Alba di Canazei, il 14 e 15 dicembre nella skiarea Catinaccio di Vigo. Il divertimento musicale in quota si mantiene ad alti livelli sino a fine stagione quando, dal 21 marzo all’11 aprile, tornano sulle terrazze di alcuni dei rifugi più panoramici i concerti siglati “Val di Fassa Panorama Music”. Le piste dei desideri Al cospetto dei gruppi dolomitici della Marmolada, del Sella, del Sassolungo e del Catinaccio, coccolati dall’accoglienza nei rifugi, gli sciatori possono contare su moderni impianti di risalita: ultimi fiori all’occhiello le cabinovie Fodom e Ciampac, e lo spettacolare funifor “Alba-Col dei Rossi”, inseriti in un carosello sciistico di 70 km di piste. Skitour Panorama made in Val di Fassa, si estende dalla skiarea Catinaccio a quella di Belvedere - Pordoi e Col Rodella, transitando per Ciampac e Buffaure. Innevamento programmato, piste per ogni tipo di sciatore, spalancano l’orizzonte al divertimento: 5 le perle nere a disposizione degli sciatori che amano il brivido, e per quelli che preferiscono sciare in modo più easy lo spasso è moltiplicato su Snowpark Buffaure, Funcross Col Rodella, nuova Funcross Canazei che si aggiunge a Familypark, Funslope e BigAir Bag. Skitour Panorama è anche resort bianco per famiglie e bambini: tracciati per principianti, baby park per imparare a “scivolare” con il sorriso, parco giochi con servizio custodia e animazione sulla neve. Senza dimenticare che tutto ciò è collegato con il famoso Sellaronda. Neve e relax: questione di stile “Val di Fassa Winter Style” è anche sinonimo di slow ski: dagli appuntamenti con lo sci all’alba e le ricche colazioni in rifugio griffate #trentinoskisunrise, agli emozionanti aperitivi sulla neve “Happy Cheese”, a quelli memorabili sulla Terrazza delle Dolomiti, per ammirare il tramonto a quasi 3000 metri. Le esperienze si ampliano con gradevoli escursioni a piedi o sulle ciaspole. Sempre in tema di coccole, a intense giornate all’aria aperta, si accompagnano perfettamente le pause al centro acquatico Dòlaondes di Canazei.
Il “Val di Fassa Winter Style” sale in cattedra e detta la playlist dell’inverno 2019-2020: nella valle dolomitica, dove la preparazione dei tracciati è sempre impeccabile, i protagonisti saranno il divertimento, l’eccellenza della sciabilità, i rifugi, la musica, i panorami, gli eventi, le esperienze.
La Val di Fassa da dicembre 2019 ad aprile 2020 è pronta a offrire un inverno spettacolare Info: www.valdifassalift.it
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ski Area catinaccio Rosengarten
L’arrivo è l’altopiano del Ciampedie, una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a quota 2000, al centro del Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. Si accede con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le nuove seggiovie da Pera di Fassa, utilizzabili anche da pedoni ed escursionisti senza sci ai piedi. Siamo all’interno dello Skitour Panorama, il tour che unisce tutte le piste della Val di Fassa. Un tour, come dice il nome, dai panorami indimenticabili e dalle discese emozionanti!
101 La NOVITÀ dell’inverno 2019/20 è la rinnovata pista Vajolet 2, che corre lungo l’omonima seggiovia. La pista è stata allargata e “raddrizzata” in diversi punti. Una pista blu, facile, ideale per principianti e scuole di sci, ma con caratteristiche da soddisfare anche chi sa “far correre” gli sci. Il risultato? Pista Cigolade + Pista Vajolet 2 = quasi 4 km di pista azzurra da Pra Martin fino alla base della Vajolet 2 ideali per imparare e per divertirsi “in conduzione”. Quest’intervento si aggiunge al rinnovamento delle seggiovie realizzato nel 2017 e 2018 grazie al quale tutte le piste sono servite da veloci e comode seggiovie ad agganciamento automatico che si uniscono alla funivia VigoCiampedie e alla seggiovia Campo scuola. Adesso gli sciatori, pedoni ed escursionisti, possono salire da Pera fino al Ciampedie con tre comode e veloci seggiovie ad ammorsamento automatico oltre che da Vigo con la funivia. La pista di richiamo della Skiarea è la Pista Thöni. Una pista rossa completamente rinnovata negli ultimi anni, che si presenta con pendii larghi ed omogenei e un bel muro nel tratto finale. In tutto 4 km di divertimento, dai 2100 m di Pra Martin, ai 1400 di Vigo. Da non perdere la pista nera Alberto Tomba, indimenticato campione che in questa skiarea si allenava. La skiarea è ideale per le famiglie con il grande parco giochi, l’organizzazione professionale della Scuola di Sci di Vigo, con servizi di custodia e animazione per i bambini, che possono divertirsi in sicurezza, mentre mamma e papà si divertono in pista, o si rilassano sulla terrazza di uno dei sei rifugi a pochi metri dagli impianti. Ovviamente i bambini possono essere anche avviati allo sci: la skiarea offre tapis roulant e campo primi passi, campo scuola, e piste azzurre per imparare. Ma al Ciampedie si può vivere la neve anche senza sci! Sei rifugi, di cui cinque raggiungibili a piedi a pochi metri dall’arrivo della Funivia, con un’ottima gastronomia e terrazze dai panorami indimenticabili. Info Skiarea: 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it www.valdifassalift.it
I non sciatori possono raggiungere l’altopiano del Ciampedie anche con le seggiovie da Pera e scoprire il Ciampedie ed il Catinaccio anche senza gli sci. Alcuni itinerari suggeriti: ❆ il giro del Ciampedie: un anello facile attorno all’altopiano del Ciampedie, un percorso con scorci panoramici unici sulla Val di Fassa e le sue Dolomiti. Uscite accompagnate sono organizzate dalla Scuola di Sci di Vigo di Fassa. ❆ la gita verso Gardeccia: una fantastica gita che vi porterà a camminare nel cuore del Catinaccio. A Gardeccia si trovano alcuni rifugi aperti anche con possibilità di pernottamento! Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso la zona del Vajolet e del Passo Principe (Rifugio Passo Principe aperto da febbraio a Pasqua, condizioni nivo/ meteo permettendo), ma è bene affidarsi all’accompagnamento di una guida alpina.
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YOUNG, SUNNY AND COOL Emozione e magia nella ski area Alpe Lusia/San Pellegrino Da dicembre ad aprile la ski area Alpe Lusia/San Pellegrino è il paradiso degli sport invernali con 100 km di piste ampie e ben delineate, 24 impianti di risalita e 2 snowpark. Questo comprensorio sciistico del Dolomiti Superski offre piste per tutte le esigenze: dai tracciati super tecnici dove si allenano i grandi campioni della Nazionale Italiana di Sci Alpino, a quelli piÚ easy adatti anche alle famiglie o per chi muove i primi passi con gli sci. Non mancano le aree dedicate al mondo del freestyle e del freeride controllato. A questi si aggiungono escursioni con le ciaspole, nordic walking, pattinaggio su ghiaccio e snowtubing.
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6 piste disegnate in uno scenario tra più belli al mondo 3 nere da brivido: La VolatA (Passo San Pellegrino) che parte dal Col Margherita una lunghezza di 2400 m per 630 m di dislivello e muri che sfiorano la pendenza del 50%. Adrenalinica anche la Piavac (Alpe Lusia), celebre per i due muri iniziali, tra i più pendenti e impressionanti delle Dolomiti. A chi ama misurarsi con la velocità la Direttissima (Alpe Lusia) offre un percorso cronometrato gratuito. 3 rosse da non perdere: Monzoni (Passo San Pellegrino) con una larghezza media di ben 51 metri e continui cambi di pendenza nella parte finale del tracciato e Mediolanum (Alpe Lusia), un percorso di media difficoltà che parte dalla meravigliosa terrazza panoramica di Le Cune a quota 2214 m. La larga pista di Laresei (Falcade), esposta al sole, ha sullo sfondo uno dei panorami più spettacolari al mondo, quello delle Pale di San Martino.
Curve d’amore
Archivio Immagini Apt Val di Fassa
Magiche atmosfere per la pista degli Innamorati (Falcade): 10 km che si snodano dalla cima del Col Margherita fino a Falcade, in un itinerario che mostra in tutta la sua bellezza la Marmolada e le Cime del Focobon, tra boschi puntinati di caratteristiche baite di legno. Non meno affascinante la pista Zirmes della Ski Area Alpe Lusia che si snoda tra i boschi di cirmolo, al cospetto delle Pale di San Martino.
Sci nordico nel silenzio di boschi innevati Sono oltre 36 i chilometri di tracciati, perfettamente battuti, dedicati allo sci nordico nella ski area Alpe Lusia/San Pellegrino. Il Centro Fondo Alochet (Passo san Pellegrino) offre anelli di diversa difficoltà. Nel Falcade sorge invece il Centro Fondo Pietro Scola con 10 km di piste per tutti i livelli, accessibili anche in notturna.
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Un tour anche per il palato Il paesaggio da cartolina della ski area Alpe Lusia/San Pellegrino offre scenari in cui rilassarsi, stupire il palato con le specialità locali proposte dai rifugi come InAlto, il nuovo locale situato sulla vetta del Col Margherita. A 2.030 metri, ai piedi della punta Cima Uomo, si trova invece l’omonimo chalet, raggiungibile con gli sci, a piedi e in auto. Qui la gestione familiare è sinonimo di maniacale cura della qualità che si declina su più proposte: un ristorante free flow, un ristorante à la carte, il Kioski per un pranzo veloce, e un bar con dolci fatti in casa. Chi vuole concedersi un drink sulla neve con vista sul Col Margherita non può perdersi il lounge bar Outside. In area Costabella, al Passo San Pellegrino, sorge Baita Paradiso. Gli interni in legno e la sua raffinata semplicità fanno di questo luogo una culla di emozioni senza tempo dove assaporare i classici piatti della tradizione trentina ma anche pizza, dolci e le novità proposte dallo chef. Lo storico rifugio Capanna Passo Valles propone ricette tipiche a base di formaggi e selvaggi, dolci appena sfornati e distillati per tutti i gusti con una splendida vista sulle Pale di San Martino e sul Monte Civetta. Il rifugio Flora Alpina in località Valfredda propone piatti della tradizione
con una particolare ricerca delle materie prime. Lo Chalet Valbona è una delle tappe immancabili per chi scia all’Alpe Lusia, soprattutto per coloro che non disdegnano ostriche e champagne con vista sulle Dolomiti. L’ambiente caldo e confortevole, con legno e travi a vista, propone sia un self-service per chi ha fretta di tornare in pista, sia una stube con menù alla carta con piatti di pesce, carne e vegetariani. L’American Bar con terrazza solarium è il luogo dei cocktail e finger food, bollicine e tentazioni per il palato.
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InAlto, il nuovo rifugio al Col Margherita Tra le new entry vi è InAlto, il nuovo rifugio sul Col Margherita, straordinaria terrazza naturale situata a quota 2.514 metri. La location, adiacente alla stazione a monte della funivia, unisce vette incontaminate e proposte per chi cerca una sosta per un pranzo, un aperitivo o uno spuntino con vista in una giornata sulla neve ma anche in piena estate. Il locale, con ampie vetrate panoramiche, offre un punto di vista sulle principali cime dolomitiche: dalla parete sud della Marmolada, al monte Pelmo, dalla maestosità del Civetta fino alle Pale di San Martino.
Non solo sci per le 2 Perle: Moena e Falcade Moena accende le luci magiche dei tradizionali Mercatini di Natale. A partire dal weekend di sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre. Si proseguirà poi con il weekend dell’Immacolata e, a seguire, tutti i giorni dal 13 dicembre fino a Natale. Non solo shopping ma anche divertimento per i più piccini, con laboratori, spettacoli d’intrattenimento e la magia di maghi nelle piazze del paese. Anche l’intrattenimento musicale non mancherà con concerti dal vivo e gruppi corali locali che animeranno le strade del paese. A Falcade colpiscono lo sguardo i tipici “tabià” e merita una visita il museo dello scultore Augusto Murer. Sempre da Falcade, salendo in cabinovia a Le Buse si trova Il Giardino delle Formiche, un emozionante sentiero tematico a quasi 2.000 metri di altezza che conduce al Bosco degli Artisti, esposizione di opere a cielo aperto che valorizza l’abilità creativa di diversi scultori e pittori della Val Biois. Un vero e proprio percorso ad anello di circa 1 km dove i visitatori sono invitati a scoprire le diverse opere nascoste tra gli alberi. Un itinerario ancora più affascinate quando a fare da cornice è un soffice manto bianco: il sentiero viene infatti battuto per permettere una passeggiata in quota anche con la neve. Info: CONSORZIO IMPIANTI ALPE LUSIA - SAN PELLEGRINO, Strada Loewi, 42 - Moena Tel. 0462.573440 - info@alpelusiasanpellegrino.it - www.alpelusiasanpellegrino.it
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FAMIGLIAINVERNO 2019-20 VAL DI FIEMME - TRENTINO
SKIAREA FIEMME-OBEREGGEN CHI AMA SCIARE HA TROVATO UN EDEN
Foto F. Modica
Lunghe giornate di sole da vivere fin dalle prime luci davanti a scenari spettacolari: sciando in Val di Fiemme si accarezzano i profili delle Dolomiti UNESCO, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. 91 piste estese per un totale di 113 chilometri, perfettamente innevate fino ad aprile e 150 km di piste per lo sci di fondo che consentono di esplorare scorci di natura straordinari. Rifugi, chalet, cabinovie e seggiovie assumono forme sempre più armoniose e trasparenti per integrarsi con una natura eloquente. Ogni forma e ogni materiale si ispira all’ambiente circostante: la stagione sciistica alle porte annuncia nuovi gesti stilistici sulla neve, in sintonia con la natura delle Dolomiti.
INFO: www.visitfiemme.it - info@visitfiemme.it - Tel. 0462.241111
FAMIGLIAINVERNO 2019-20
VAL DI FIEMME - TRENTINO
UN REGNO BIANCO DI NOVITÀ
Foto Gaia Panozzo
Foto F. Modica
LOOX: IL NUOVO APRÈS SKI DI OBEREGGEN Cambia look la stazione a valle di Obereggen, nello Ski Center Latemar. Qui, il nuovo après ski “Loox” intratterrà gli sciatori anche dopo il tramonto. Il tetto sinuoso sembra replicare lo skyline del massiccio del Latemar. Un vortice di travi di legno rapisce lo sguardo anche dall’esterno, attraverso la vetrata. Il nome Loox, che deriva da “Looking” e “Lux”, dalla vista a tutto tondo sulle Dolomiti e le Alpi occidentali e dal concetto innovativo di illuminazione. L’après ski si integra nella natura che lo circonda. Un open air bar con terrazza accoglie gli sciatori per una pausa rilassante. Il bar, il ristorante e la pizzeria del “Platzl”, invece, invitano a farsi travolgere dal piacere culinario. Le nicchie rialzate, sopra la scala, si aprono come le logge di un teatro. L’atmosfera calda e luminosa è accentuata dal tetto color bronzo e dal design della facciata che riflette piacevolmente il paesaggio. Loox propone eventi musicali fino a notte fonda. LA NUOVA SEGGIOVIA “PININFARINA”: SICUREZZA PER I BAMBINI, DESIGN E VELOCITÀ Nel comprensorio Fiemme Obereggen un’altra novità della stagione invernale 2019-20 è il nuovo impianto di risalita. L’attuale seggiovia a 4 posti “Reiterjoch” sarà sostituita da una moderna seggiovia disegnata dallo studio internazionale di design Pininfarina. Il nuovo impianto, realizzato dalla ditta Leitner, è dotato di seggiole a 8 posti, per garantire agli sciatori una risalita comoda e veloce, dalle piste di Obereggen a quelle di Pampeago e quindi di Predazzo. Oltre al rinnovo delle stazioni a valle e a monte, Pininfarina, l’azienda torinese portabandiera del design italiano, ha progettato anche le seggiole, combinando l’estetica con il massimo della sicurezza. Un innovativo dispositivo di sicurezza per bambini, infatti, assicura che anche i piccoli sciatori possano fluttuare in totale tranquillità verso il Passo di Pampeago. POTENZIAMENTO DELL’INNEVAMENTO PROGRAMMATO Il comprensorio sciistico Val di Fiemme Obereggen ha ulteriormente potenziato l’impianto d’innevamento dell’intero comprensorio per garantire piste perfette da dicembre ad aprile inoltrato. RINASCE IL RIFUGIO EPIRCHER LANER ALM A Obereggen, nello Ski Center Latemar, è stato ricostruito il rifugio “Epircher Laner”, rivisitando lo stile architettonico tradizionale. Il rifugio, in legno e pietra, accoglie gli sciatori in una calda un’atmosfera alpina e contemporanea, con sale da pranzo e terrazze disposte su due piani. A servire il rifugio un innovativo impianto di risalita telemix, con seggiovie e cabine sulla stessa fune e sedute riscaldate. 16 OPERE D’ARTE IN PISTA A PAMPEAGO Nello Ski Center Latemar, la pista Agnello di Pampeago e la sua variante invitano a un divertente ski-safari fotografico fra 16 opere d’arte visibili anche dalla seggiovia Agnello. Altre 11 opere si possono ammirare solo d’estate attraversando il parco d’arte più alto del mondo: RespirArt.
Foto ©Obereggen_LatemarAG
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Le imperdibili 7 Ogni prospettiva parte dall’alto per le 7 straordinarie piste distribuite nelle 5 skiarea, che offrono discese audaci, ripidi canalini, muri vertiginosi, scenari mozzafiato e una natura estrema al cospetto delle Dolomiti: la pista Torre di Pisa, Agnello, Pala di Santa e Oberholz dello Ski Center Latemar, la pista Olimpia dell’Alpe Cermis, la pista Lastè di Bellamonte-AlpeLusia e la Paradiso del Passo Rolle.
PISTA PALA SANTA Altopiano con vista Sempre nello Ski Center Latemar si può testare la pista nera Pala di Santa che gode di un’emozionante vista a 360° sulle montagne circostanti. Una moderna seggiovia quadriposto conduce a monte della pista, e invita lo sciatore a iniziare una nuova avventura. Le prime curve paiono facili, ma poi d’un tratto si prospetta una fantastica sorpresa: una pendenza del 58% indurrà il discesista a disegnare con grinta e determinazione le proprie tracce sulla neve. Prima di giungere al termine della pista c’è un bivio: che si scelga la sinistra o la destra (che arriva più vicina all’impianto di risalita), la gioia di sciare continua. Al termine del pendio si incrocia la pista che scende da Obereggen e riporta verso Fiemme. www.latemar.it
PISTA TORRE DI PISA DI PREDAZZO La nera da brivido Si trova nello Ski Center Latemar, sul versante di Predazzo, l’apprezzata pista nera Torre di Pisa, che deve il nome a una tra le più ammirate guglie dolomitiche. La discesa si snoda a monte della seggiovia Gardoné-Passo Feudo per un chilometro e mezzo con un dislivello di 459 metri (pendenza max: 59%; pendenza min: 10%; larghezza max: 60 mt; larghezza min: 20 mt.). www.latemar.it PISTA AGNELLO DI PAMPEAGO Oltre lo sci altre emozioni A Pampeago, la stella più acclamata dello Ski Center Latemar è la pista Agnello, una rossa lunga 2600 metri, con un dislivello di 420 metri, che prevede un tracciato vario tanto quanto i panorami che si possono ammirare. Memorabile il mitico Muro: 350 metri di pendenza da urlo. Su questa pista si svolgono anche importanti manifestazioni sportive. Ma non è finita qui: ciò che la rende speciale, davvero unica tra tutte, sono le opere a bordo pista di artisti che offrono allo spettatore un nuovo e originale approccio con l’arte: 16 istallazioni create durante la Manifestazione d’arte RespirArt che sono una glorificazione della ricchezza e della bellezza della natura che li ospita. www.latemar.it
Foto F. Modica
FAMIGLIAINVERNO 2019-20
VAL DI FIEMME - TRENTINO
PISTA OBERHOLZ L’Olimpo dello sciatore
PISTA OLIMPIA La “interminabile” dell’arco alpino
La nera storica di Obereggen invita anche gli sciatori più preparati a mettere in pratica una buona dose di abilità, energia fisica e scioltezza. Un tracciato che stupisce per le pendenze che variano in continuazione e per le 3 varianti offerte: scendendo a sinistra un muretto fino alla baita Laner; a destra un muro naturale (prosecuzione di quello iniziale); ancora prima, la cosiddetta variante bosco. Giunti alla Laner si può fare un piccolo riposo e scendere nel secondo tratto della Oberholz, imboccando il dolce canalone in direzione Pampeago. Chi, invece, scende verso Obereggen, può godere di un falsopiano prima di giungere a un nuovo bivio. Mentre a sinistra si apre la pista Ochsenweide, proseguendo si continua la discesa in un tripudio di emozioni fino a giungere all’arrivo. Il muro iniziale è quello che ha reso famoso lo slalom di Coppa Europa e delle leggendarie sfide di due grandi campioni: Alberto Tomba a Giuliano Razzoli.
L’Olimpia dell’Alpe Cermis è la pista per eccellenza, la più lunga delle Dolomiti (7,5 km). Un tracciato spettacolare che vanta un dislivello di 1400 metri e che mette a disposizione tre possibilità di discesa: Olimpia 1 la nera che ospita un muro iniziale da “paura”, Olimpia 2 che promette 3 km di curve adrenaliniche nel fitto del bosco, e Olimpia 3 una discesa di media difficoltà che è anche palcoscenico della sconcertante salita dello sci di fondo durante il Tour de Ski. L’impareggiabile bellezza delle discese è garantita fino a stagione inoltrata grazie all’ottima esposizione a nord e all’innevamento artificiale. Se l’intenzione è quella di guardare anche le stelle durante la sciata, Olimpia 3 è la pista perfetta. Ogni mercoledì e venerdì, dalle 19.30 alle 22.30 è adibita allo sci notturno.
www.obereggen.com
www.alpecermis.it
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PISTA LASTÈ DI BELLAMONTE-ALPE LUSIA, Panorami da capogiro La rossa Lastè, offre non solo discese ampie e soleggiate con una pendenza media del 17%, ma anche uno spettacolo unico al mondo: l’enrosadira che all’alba e al tramonto emerge come per magia sulle Pale di San Martino, sulla Catena del Lagorai, il Latemar e il Catinaccio. Questa pista, davvero molto panoramica, si raggiunge con i due tratti della nuova e silenziosa Cabinovia Bellamonte 3.0 e con la seggiovia Campo-Lastè. È un tracciato vario, con un dislivello medio del 17%. Inizialmente presenta una bassa pendenza, con qualche divertente gobbone, poi inizia un bellissimo e lungo muro, ampio e soleggiato. La pista Lastè, lunga 2,8 km con un dislivello di 485 metri, conduce al Rifugio Lusia dove è possibile mangiare ma anche pernottare in accoglienti e rilassanti camere in stile rustico, dotate di servizi private e una vista spettacolare sulle Dolomiti. Poco più sotto si incontra anche la scenografica Baita Ciamp de le Strie, con i suoi ambienti fiabeschi dedicati alla leggenda di re Laurino. www.alpelusia.it
PISTA PARADISO DEL PASSO ROLLE, Nell’anima delle Dolomiti Paradiso, perché quando si raggiunge la stazione a monte pare di essere proprio in cima al tetto del mondo. Una pista nera che sfiora il Cimon della Pala e che, come già accennato, incanta per una vista da togliere il respiro. La pista Paradiso è lunga circa 1500 metri, parte da una quota di 2.195 m. slm. e arriva a 1.877 m. slm. L’esposizione volta a nord e l’altitudine permettono alla neve sul tragitto di restare compatta fino a stagione inoltrata. La pista parte con un ripido muro che curva leggermente a sinistra, dove si trova un secondo tratto lungo e pendente. Quindi, la pista spiana per qualche metro fino a presentare un ultimo bellissimo muro che scende a picco sulle seggiovie Paradiso e Ferrari. www.passorolleonline.com
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