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Inverno 2018/2019
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Interviste
Sogni, amore e passione
Bizzarrie
Genitori&Figli allo specchio
Clima
Una sfida da affrontare
AttualitĂ
Amici‌ per sempre
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EDITORIALE
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Il magazine che rivela sempre storie autentiche ed emozionanti
I
n questo numero abbiamo coinvolto il Liceo Artistico di Sèn Jan di Fassa, l’immagine di copertina è stata realizzata da Melania Piazzi. Ma non è tutto: nelle prime pagine troverete un servizio e delle opere straordinarie di questi ragazzi che affrontano l’arte con serietà e passione.
Non mancano gli articoli “più impegnativi”, tra questi parliamo di plastica e dei danni che sta provocando ai nostri mari e alla vita del Pianeta; della tempesta che ha devastato gran parte dei nostri boschi e messo a dura prova i cittadini. In queste valli non era mai accaduto qualcosa di simile, ma si tratta di un violento segnale che deve far riflettere sulle strategie da mettere in atto per costruire un futuro più sostenibile e in armonia con il nostro territorio. Ci teniamo ad aggiungere che argomenti come questi andrebbero approfonditi e non basterebbe un numero della rivista per riuscire nell’intento. Ma anche le micro-azioni possono fare la differenza: per mantenere coerenza con i messaggi che trasmettiamo, da 5 anni questa rivista utilizza carta riciclata e certificata, con stampa all’acqua. Non manca un approfondimento sulla Marmolada e del contenzioso che è tuttora in atto. Di grande impatto il servizio della psicologa, psicoterapeuta e sessuologa dott.ssa Maria Teresa Fossati che tocca un argomento gravemente desolante: la pedofilia. Alla luce dei ripetuti casi che si ripetono giornalmente e che sono in aumento, abbiamo dato la parola a una specialista. Divertenti le interviste “botta e risposta” che abbiamo riservato a madri&figlie e padri&figli: ne leggerete di tutti colori. Interessante la sezione riservata alle conversazioni con alcuni giovani delle valli che vi sorprenderanno per le loro risposte.
Ph. Pixabay
Spazio anche per le sezioni riservate alle offerte museali, alle novità sciistiche e alla salute e bellezza. Per finire offriamo numerosi consigli utili per gli acquisti o per trascorrere una piacevole serata. Come sempre un grazie di cuore ai nostri Inserzionisti che dimostrano di apprezzare la rivista come vetrina delle loro attività.
Il nostro impegno prosegue attraverso inchieste, cronache e curiosità sempre più ricche e coinvolgenti, con l’obiettivo di rendere ogni edizione migliore di quella precedente.
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IN COPERTINA
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Melania Piazzi ve
Brillanti aspettati
Melania (la prima a dx) durante la fase di realizzazione dello stencil Ph. Dimitry Korovin
Melania, classe '98, abita a Cavalese. Nel 2017 ha terminato il Liceo Artistico a Sèn Jan di Fassa (arti figurative) e da allora ha indirizzato le proprie energie per perseguire una grande passione: diventare maestra di sci. Obiettivo che è quasi alle porte. Nel cuore di Melania però c’è un'altra volontà: quella di frequentare dei corsi sullo studio delle pietre preziose e sulla progettazione e creazione di gioielli. Una “stranezza” di Melania? Adora i calzini colorati… ne ha a iosa.
Al seguito del tuo percorso di studi artistici hai affermato che il tuo modo di vedere il mondo è mutato e che ora cogli dettagli che prima ti sfuggivano. Ci puoi spiegare meglio? Il tempo trascorso al liceo è stato estremamente formativo. Come immagino capiti a molti alunni delle medie che decidono di frequentare un "artistico", ricordo di aver pensato: "Vado a imparare a disegnare e utilizzare gli attrezzi del mestiere”. Mi sono ricreduta (se penso a quel momento mi sento ancora ridicola e banale), ma non sapevo con esattezza cosa aspettarmi. Grazie al mio percorso di studi ho imparato a vedere tutte le cose da una prospettiva, a mio avviso, privilegiata. Ora riesco a cogliere l’arte in ogni cosa che osservo, positiva o negativa che sia… una magia che mi strappa sempre un sorriso. Qual è il ricordo più "vivo" dei tuoi anni di studio che porterai sempre con te? Negli ultimi due anni di liceo ho avuto la fortuna di imbattermi nella persona che mi ha permesso di capire me stessa e l’arte che desideravo esprimere. Ho avuto un periodo nel quale mi sentivo artisticamente incompresa, ma poi Claus
Soraperra, professore di pittura, è riuscito a far uscire quello che sentivo dentro e che volevo mostrare agli altri. Il suo approccio comunicativo e la sua “stranezza” di essere, sono stati fondamentali per la mia crescita artistica. Lui mi ha dato la spinta giusta. Terrò sempre a mente i suoi insegnamenti. Il soggetto che abbiamo scelto per la copertina (una Fiat 500 coupé con a bordo una coppia di cervi) è parte di un murales che hai realizzato qualche anno fa. Al seguito di una serie di lezioni teoriche sulla street art, sulla sua storia, ma soprattutto sul significato che essa ha nelle metropoli di ormai tutto il mondo, la nostra classe è passata ai fatti realizzando una serie di murales nel parcheggio del Fassa Coop Center a San Giovanni. Ogni opera, compresa la mia, è stata realizzata con la tecnica dello stencil. Un’esperienza davvero singolare e divertente… molte persone ci guardavano incuriosite, talvolta con aria perplessa poiché sembravamo dei piccoli Banksy (artista inglese considerato uno dei massimi esponenti della street art).
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CURIOSITÀ
Cristalli d’autore I fiocchi di neve sono classificabili in circa 80 varianti ognuna diversa dall’altra. Miliardi di molecole d’acqua che subiscono una trasformazione che ha dell’incredibile: da un cristallo esagonale di ghiaccio nascono infinite combinazioni che mutano la loro forma in base alla pressione atmosferica, all’umidità e alla temperatura dell’aria. Il processo di trasformazione inizia dalla nube per il verificarsi della “sublimazione” che porta il vapore acqueo allo stato solido, formando in questo modo piccole e uniche opere d’arte. La forma di stella a sei punte è solo una delle tante espressioni del cristallizzarsi delle goccioline che formano il fiocco. Ma ci sono una miriade di varianti tra le quali i fiocchi triangolari (tra i più rari) e quelli ad aghi che si formano durante le bufere di neve.
Microscopici Tuoni e fulmini Un mito da sfatare, invece, è che durante una nevicata sia impossibile il verificarsi di tuoni e fulmini. In inverno, infatti, lo “scontro” tra correnti fredde e calde che dà origine ai temporali è molto improbabile poiché la breve durata delle giornate impedisce all’aria di riscaldarsi. In alcune zone del Nord Europa, degli Stati Uniti e del Giappone, ed esclusivamente all’avverarsi di condizioni particolari, questo ambiguo fenomeno è accaduto. Rimane comunque di difficile percezione per l’attutirsi dei suoni, dovuto, appunto, al loro assorbimento da parte della neve stessa.
Ph. Pixabay
CURIOSITÀ
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Il luogo più freddo d’Italia Pur lontana dai record raggiunti da alcuni villaggi siberiani o canadesi, una delle località più fredde d’Italia è l’altopiano delle Pale di San Martino dove, per la natura carsica del territorio e per la presenza delle cosiddette “doline” (conche chiuse di rocce calcaree), si creano sacche di aria fredda che possono raggiungere la temperatura di -50°C. La temperatura più bassa riscontrata fino a ora in una di esse, denominata Busa Fradusta Nord, è di -49,6°C, alla quota di 2607 metri di altitudine, distanziando di più di 10°C la conca di Roda del Corvo (sull’altopiano di Asiago) e il Monte Ortigara, che ha raggiunto “solo” i -35,5 °C.
miracoli Nessun fiocco di neve somiglia all’altro. Un procedimento molto articolato che ha origine in atmosfera li rende tutti irripetibili
FILIPPO GREGORI
La neve è davvero bianca? Altra curiosità riguarda il colore della neve. Ovvero… com’è possibile che un cristallo trasparente diventi bianco ai nostri occhi? Senza addentrarsi in discorsi troppo complessi, la ragione è puramente fisica. Ogni oggetto assume un colore diverso secondo la quantità di luce che assorbe e, quando il raggio incontra il cristallo di neve, viene deviato. La luce passa di cristallo in cristallo e torna all’osservatore che riceve tutti i colori di partenza, la cui somma, in fisica, è il bianco. Indubbiamente, un’altra caratteristica affascinante durante una fitta nevicata è l’impressione di pace e di silenzio che pervade l’ambiente. Ebbene, esiste una spiegazione scientifica: questo fenomeno avviene perché tra i fiocchi di neve si creano dei piccoli spazi d’aria che hanno il potere di assorbire i rumori. Per questo motivo lo strato di neve fresca è in grado di filtrare e assorbire le onde sonore, limitando quindi la percezione dei suoni.
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AMBIENTE
Abbagli mortali L
LUIGI CASANOVA ’universo delle erbe selvatiche affascina sempre più persone. Al bisogno di sentirsi parte della natura si somma la ricerca di una cucina più naturale possibile, la volontà di evitare l’uso di medicinali sintetici, l’hobby della ricerca e della conservazione. Pensiamo quanto sia salutare raccogliere lo spinacio di monte, l’ortica, la carota selvatica, il timo, l’origano o la menta. Oppure utilizzare nella nostra farmacia casalinga l’achillea, l’iperico, la calendula o la farfara. E ancora, prepararci bevande e liquori con il sambuco, il cumino di monte, le pigne del cirmolo o del pino mugo. Ma attenzione: alcune specie possono essere confuse con altre dall’aspetto simile. Una similitudine che può portare a raccogliere varietà tossiche, talvolta mortali. Lo scorso anno due anziani di Schio hanno raccolto dei fiori di colchico d’autunno (Crocus speciosus), confondendolo con lo zafferano (Crocus sativo, che peraltro non cresce in modo spontaneo sulle Alpi) e sono morti dopo una lunga agonia. Anche il Crocus vernus, primaverile, è molto simile allo zafferano, ed è velenoso. Come si è visto questi errori portano alla morte.
Gentiana lutea
Fino a 60 anni fa nutrirsi con le erbe naturali era necessario per sopravvivere. Oggi lo si fa per diletto, ma come detto non tutto quanto ci offre la natura è sano, buono e commestibile. Si devono recuperare le attenzioni e le conoscenze dirette dei nostri nonni, evitare approssimazione e superficialità, in caso contrario le conseguenze possono essere anche tragiche. Se non si hanno le conoscenze necessarie è preferibile non raccogliere.
AMBIENTE
Crocus vernus
Di seguito alcuni tra i più comuni malintesi che recentemente hanno portato sofferenza nelle famiglie: n Clematis (Clematis vitalba), luppolo (Humulus Lupulus) e tamaro (Dioscorea communis) Tre piante fra loro simili, tutte rampicanti. Il luppolo è conosciutissimo, usato per aromatizzare la birra, i suoi germogli sono usati in cucina. La clematis è impiegata per fare le corde delle campane, ma di essa si consumano anche i germogli, ad esempio nelle frittate o nelle minestre. Va usata con prudenza, a lungo termine o assunta in grandi quantità risulta tossica. Il tamaro è un’erbacea bulbosa, pianta officinale diuretica. Va tenuto presente che le sue bacche hanno effetto letale sui bambini. n Mughetto (Convallaria majalis) e l’aglio selvatico (Allium ursinum) Il mughetto dal fiore profumatissimo è velenoso in tutte le sue parti, eppure viene usato per farne sciroppi. Le sue foglie sono confondibili con quelle dell’aglio selvatico che possono essere facilmente riconoscibili dal penetrante odore che emanano. Erba e bulbo dell’aglio sono usate da secoli come aromatici e in molte applicazioni culinarie. Ma attenzione, i suoi bulbi sono spesso confusi con quello del crocus, pianta velenosa. n Veratro (Veratrum lobelianum) e genziana gialla (Gentiana lutea) Il veratro è una pianta velenosa, mortale. E’ molto simile alla genziana e cresce in habitat identici. Le due piante si distinguono dalle foglie: nel veratro, oltre a essere un po’ pelose, sono alterne, mentre le foglie della genziana sono opposte. Di quest’ultima si usano le radici seccate (infusi alcolici – oli essenziali destinati alla cosmesi). n Aconito (Aconitum napellus) e radicchio dell’orso (Cicerbita alpina) L’aconito è una pianta superba, ricca di fiori penduli di colore viola carico o bianco-giallognolo. Storicamente è una pianta simbolo di maleficio. I suoi fiori sono velenosi, mortali. È facile confonderne i germogli e le giovani foglie con quelli dell’apprezzata cicerbita, o radicchio dell’orso, presente anche nelle nostre valli. Il radicchio dell’orso è pianta prelibata, amarognola, ricercatissima per i germogli mangiati sia crudi che cotti, o conservati sott’olio. Questa pianta è rara e protetta poiché in passato è stata vittima di razzie. Allium ursinum
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EVENTI
La Marcialonga stupisce ancora Anche per lo sport, come per la vita, la magia si crea quando sei in connessione con le persone e le loro emozioni. Quando chi ti guarda sente che quello che stai facendo ti piace, e che lo fai per rendere felici anche gli altri. È un segnale universale che supera qualunque tipo di barriera culturale e linguistica. Questo è il segreto, mantenere il contatto. La linea guida della Marcialonga ha sempre puntato in questa direzione, ma per l’edizione numero 46 ha messo in pista nuove strategie per collegare con maggior forza progetti e idee. In connessione è la parola d’ordine. In connessione con il territorio e la natura per rendere onore alla ricchezza delle nostre vallate. In connessione tra persone, generazioni e sportivi per condividere esperienze e visioni. In connessione tra passato e futuro perché l’oggi è l’unione dei due cicli. In connessione tra paesi, valli e nazioni per sviluppare opportunità sociali e territoriali. In connessione tra 3 diverse discipline: sci di fondo, bicicletta e corsa, per dare continuità allo spettacolo. In connessione tra circuiti e Comitati Organizzatori per programmare e gestire con successo eventi di questo calibro. Ma c’è anche qualcos’altro che traspare da questa manifestazione: la Marcialonga conquista. Noi del posto perché la sentiamo nostra, perché è coinvolgente e abbraccia diversi eventi ai quali tutta la famiglia può prendere parte, ed entusiasma i concorrenti, perché si svolge lungo un percorso unico al mondo, dove la partecipazione del pubblico è più che mai calorosa e avvincente.
Il nuovo Trofeo Nel trofeo destinato ai vincitori, il legno la fa da padrone. Legno che simboleggia il nostro territorio e che è stato fornito dalla Magnifica Comunità di Fiemme. L’abete rosso, pianta straordinariamente longeva, è l’anima del trofeo, in altre parole il logo stesso della Marcialonga, e rappresenta il lungo percorso compiuto dall’evento. La base è in larice, forte e resistente come le radici su cui si fonda la manifestazione, mentre la targhetta è stata creata con l’abete di risonanza, l’albero che ha dato vita a strumenti musicali di rara capacità acustica, e che denota la particolarità di un territorio.
EVENTI
Curiosità e news 4 ori olimpici al traguardo della 46^ edizione Quest’anno a varcare la linea del traguardo saranno 4 ori olimpici, ma soprattutto grandi amici che non hanno mai smesso di restare in connessione tra loro. A capitanare il quartetto Cristian “Zorro” Zorzi, oro nella staffetta 4x10 alle Olimpiadi di Torino 2006. Lo seguiranno Paolo Bettin, oro nella corsa in linea di ciclismo alle Olimpiadi di Atene 2004, Antonio Rossi, 2 ori nella canoa K1 e K2 alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e, last but not least, Juri Chechi, oro agli anelli alle Olimpiadi di Atlanta 1996.
#MarcialonGirl, una nuova community dedicata alle donne Per partecipare alla Marcialonga ci vuole preparazione, tenacia e carattere. Per una donna moltiplichiamo per due l’impegno. In passato nello sci di fondo la partecipazione rosa è stata del 20% sul totale. Qualcosa in più nella corsa 26%, mentre per la Marcialonga Craft la quota si ferma al 10%. Questo il motivo per cui, che si parli di fondo, ciclismo o corsa, il messaggio che l’organizzazione vuole lanciare alle donne con il progetto #MarcialonGirl è: credi in te stessa, se vuoi puoi. #MarcialonGirl vuol far sentire le donne importanti dal punto di vista sportivo e creare una community femminile di condivisione e supporto: chi partecipa alla Marcialonga è una fonte di ispirazione per altre donne che vorrebbero mettersi in gioco, ma non ne hanno il coraggio. Per diffondere questo messaggio sono state coinvolte 3 donne, le MarcialonGirl Ambassador. Non sono delle sportive, ma ognuna sarà impegnata in una delle discipline sportive all’interno degli eventi Marcialonga. Seguile su instagram: Enrica Vanzetta per lo sci di fondo (Enricavanzetta), Cristina Nicolini per la bicicletta (cri.nicolini) e Karen Pozzi per la corsa (karenpsport). Enrica Vanzetta
Cristian “Zorro” Zorzi
La Mostra, un valore aggiunto
Oltre 48 anni di Marcialonga saranno per la prima volta in esposizione al Palafiemme in occasione dello story village. Oggetti di culto che hanno caratterizzato ogni singola edizione. Collezione di cui il valore è soprattutto affettivo: annulli filatelici, poster, medaglie, pins e pettorali.
Un mappamondo di connessioni Nel corso degli anni hanno partecipato 82 nazioni e 242.147 atleti totali. Quest’anno a rendere ancor più speciale la manifestazione entreranno in pista 34 nazioni e 7500 atleti, di cui il 17% saranno donne e il 34% italiani.
Un’audience planetaria
21 nazioni trasmetteranno l’evento live, più altre 20 in differita, per un totale di oltre 150 ore di trasmissioni totali. On line gli articoli pubblicati sono più di 260.
Un altro traguardo raggiunto
La Marcialonga Cycling CRAFT nel 2019 sarà inserita all’interno del circuito prestigio, che raggruppa le migliori granfondo Italiane di ciclismo. Un bel traguardo per l’organizzazione che vede premiato con il miglior riconoscimento tutto l’impegno del comitato e dei volontari in questi dodici anni.
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AMBIENTE
SOFIA BRIGADOI Certo la plastica è leggera, indistruttibile e, soprattutto, a buon prezzo. Un materiale che ha segnato un’epoca e tuttora dà un contributo molto utile alla nostra quotidianità se non fosse per gli inammissibili dati che emergono giornalmente: degli imballaggi in plastica immessi al consumo solo poco più di 4 su 10 sono riciclati. Gli La storia della plastica inizia altri finiscono negli inceneritori, in discariche abusive tra il 1861 e il 1862 per opera o dispersi nell’ambiente. E parliamo di milioni di dell’inglese Alexander Parkes, tonnellate. che isola e brevetta il primo Ne sanno qualcosa i nostri oceani. Ogni anno un materiale plastico semisintetico numero sconcertante di plastica finisce in mare. Quella noto come Xylonite. Numerosi che si spezzetta è spesso ingerita erroneamente da studi si susseguono nel tempo, pesci, cetacei e uccelli che la scambiano per cibo. ma la svolta decisiva si ha C’è poi il problema degli additivi chimici in essa nel 1954 con la scoperta del contenuti che conducono a squilibri ormonali con polipropilene isotattico da parte conseguenti problemi anche riproduttivi. Una nuova dello scienziato Giulio Natta. ricerca scientifica certifica la presenza di particelle di Il boom economico scatta nel microplastica in pesci e invertebrati. 1957 con la produzione su scala Microplastica anche nel sale da cucina: 36 dei 39 industriale di plastica, allora campioni di sale analizzati, provenienti da diversi Paesi distinta con il marchio “Moplen”. nel mondo, il nostro incluso, contengono Spazzole, giocattoli, catini e frammenti di plastica inferiori ai 5 molti altri oggetti realizzabili con millimetri (ricerca scientifica la nuova invenzione, entrano di pubblicata sulla rivista prepotenza nelle nostre case. internazionale Environmental Science & Technology, nata dalla collaborazione tra Greenpeace e l’Università di Incheon in Corea del Sud). Questo scempio lo abbiamo creato noi e continuiamo a farlo. Stiamo mettendo a dura prova un fragile equilibrio: la vita animale e vegetale è a rischio, non solo a causa dei cambiamenti climatici, ma anche per la concentrazione sempre più elevata di plastica nel nostro Pianeta. E la produzione continua, anzi è in crescita su scala mondiale.
Una tartaruga marina impigliata in una rete di plastica.
AMBIENTE
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Viviamo nell’epoca dell’inquinamento, ne abbiamo di tutti i tipi. Però siamo anche in un momento in cui è possibile invertire la rotta, in primis modificando il nostro stile di vita. Come peraltro sarebbe importante ridurre in modo rilevante l’immissione sul mercato di imballaggi di plastica soprattutto usa e getta*.
Un albatros morto a causa dell’immondizia ingerita. Ph. Chris Jordan (U.S. Fish and Wildlife Service Headquarters) Wikimedia Commons.
Ma come possiamo fare? In che modo può il consumatore contribuire a risolvere il problema? Interrompendo la legge della domanda e dell’offerta. Diciamo no a tutti quegli oggetti di plastica che sappiamo di usare una volta sola. Piccoli gesti che possono salvare la vita a molti esseri viventi, la nostra compresa.
Una cicogna europea avvolta da un sacchetto di plastica. È stata salvata dal fotografo - Photograph by John Cancalosi, National Geographic.
* In arrivo nuove regole UE per ridurre i rifiuti che inquinano mari e spiagge. Per saperne di più visita: europa.eu
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SPORT&SPETTACOLO
tel. 0039 0462.602300 cell. 0039 335.7536315
cell. 0039 339.5444759
AMBIENTE
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C
inciallegre, cinciarelle, cince more, cardellini, lucherini, verdoni, fringuelli, merli, cesene, ghiandaie, passeri! E ancora: picchi muratori, picchi rossi maggiori, cornacchie nere e grigie e molti altri. Sono tantissimi gli uccelli che possiamo attrarre nei nostri giardini o sui nostri balconi in inverno. Un tripudio di colori, di ali, che affascina e rallegra. Una gioia per il cuore di chi osserva e un aiuto concreto per gli uccelli nel periodo dell’anno più difficile. Questi sono in sostanza gli effetti di una o più mangiatoie ben alimentate. Quindi... perché no?
MANGIATOIE GILBERTO VOLCAN
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Come alimentare gli uccelli in inverno
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AMBIENTE
Va premesso che, in linea generale, alimentare la fauna è un'operazione altamente sconsigliata per non alterare le normali dinamiche delle popolazioni (nascite, morti, emigrazioni e immigrazioni). Nel caso delle mangiatoie, allestite solitamente in contesti urbani e artificiali, possiamo fare un'eccezione, consci che queste non salveranno una specie, ma aiuteranno qualche esemplare a sopravvivere all'inverno e che, soprattutto, il loro effetto principale sarà quello di consentirci di osservare da vicino alcuni uccelli. Le mangiatoie quindi rispondono principalmente alla nostra voglia di Natura e al benessere che proviamo osservando la fauna.
Quali mangiatoie Sono tantissime le modalità in cui possiamo alimentare gli uccelli: dai semplici resti di pasto messi in un angolo del giardino o in un sottovaso per fiori, alle mangiatoie classiche posizionate in cima a un palo, a quelle più specializzate, magari da appendere a un albero, alle palline di grasso e semi, alla retina con grasso di maiale, alle "scodeghe" appese ad alberi o alle pareti della legnaia. Da noi, viste le frequenti nevicate, è bene pensare sempre a una mangiatoia provvista di tettoia o, in alternativa, a posizionarla in un luogo riparato. A mangiatoie diverse corrispondono uccelli diversi: sostanzialmente vi sono volatili che preferiscono alimentarsi "a terra" (passero, merlo, fringuello, ghiandaia, cornacchie, picchio verde) e altri, gli acrobati, sono a loro agio su retine e mangiatoie appese (tutte le cince, verdone, lucherino, picchio rosso maggiore etc.).
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Quali cibi Anche in questo caso la scelta è molto vasta: vi sono uccelli che mangiano di tutto e altri che preferiscono solo alcuni alimenti. A noi la scelta, anche in funzione delle specie che vogliamo attrarre: dal pane ai biscotti, alla pasta o al riso avanzato; dalla frutta (mele, pere etc.) a semi di vario tipo, al grasso animale molto gradito dalle cince. Nei negozi per animali o nelle aziende agrarie si trova un'ampia scelta di tutto quello che serve: semi di girasole, misto di semi, palline di grasso, mangiatoie di vario genere.
Le regole
Gli inconvenienti L'utilizzo delle mangiatoie può talvolta presentare degli inconvenienti. Quello più frequente è l'imbrattamento di feci delle zone circostanti la mangiatoia, e, se si tratta di balconi o staccionate, può dar fastidio. Se poi a imbrattare di feci sono i gracchi alpini, le nostre gròle, specie altamente gregaria e di discrete dimensioni, il problema… si vede! Come evitare i gracchi? Evitando di fornire loro cibo "facile", utilizzando mangiatoie appese agli alberi, lontano da rami, e quindi a loro inaccessibili.
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L'allestimento di una o più mangiatoie va sempre fatto con cura, rispettando tassativamente alcune regole. 1) Le mangiatoie vanno attivate solo durante l'inverno: per le nostre valli questo significa da inizio novembre a fine aprile. Il fine è di evitare che gli uccelli che si riproducono in zona, siano disturbati dal continuo andirivieni di altri, visti come intrusi nel loro territorio. 2) Una volta attivate le mangiatoie, vanno alimentate regolarmente, senza mai lasciarle vuote, per evitare che gli uccelli che si alimentano esclusivamente a queste si trovino improvvisamente senza cibo in pieno inverno. 3) Le mangiatoie vanno poste in zone aperte, lontane almeno qualche metro da cespugli, muretti o altri manufatti, ove potenziali predatori potrebbero nascondersi. 4) Non ci devono essere gatti liberi. La loro presenza è incompatibile con le mangiatoie, salvo che non vogliamo ritrovarci gli amati uccelletti morti sullo zerbino di casa (il gatto di casa spesso ci tiene a farci vedere quanto è bravo nella caccia...).
APPLICAZIONI
Informazioni utili a tempo zero per smartphone e tablet abbinati al portale web infofassa&fiemme.com
Lo slogan utilizzato “tutta la valle a portata di mano” si pone l’obiettivo di rendere più veloce e immediata l’informazione al turista o al residente. L’APP contiene informazioni come Eventi, orari dei mezzi di trasporto, dei Medici, Numeri utili e di Soccorso, e tante info delle attività partner che sostengono l’intero progetto dalla sua nascita nell’ottobre 2015. L’utente riceve giornalmente il programma degli eventi locali direttamente sul suo smartphone tramite la messaggistica push integrata nella APP. L’applicazione è presente su tutti i social: Instagram, Facebook, Twitter, You Tube, dove giornalmente i partner sono messi in evidenza per dar loro ancora una maggior visibilità. Il progetto infoFassa&Fiemme non si sostituisce alle Apt Locali di Fiemme e Fassa con le quali collabora e dalle quali arrivano tutte le info che riguardano gli Eventi locali.
Scaricare l’APP è completamente gratuito e la trovate nei rispettivi store AppStore e GooglePlay.
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sommario
magazine
Inverno 2018/2019
Servizi in… breve Articoli da leggere tutti d’un fiato
Brillanti aspettative
Microscopici miracoli
Abbagli mortali
Marcialonga è connessione
Una marea di plastica
Come alimentare gli uccelli in inverno
Interviste in movimento Intriganti, profonde, divertenti
Chapeau, a questi giovani tanto di cappello
Genitori&figli allo specchio
3 6 8 10 12 15
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Clima Una riflessione su quanto è accaduto alle nostre foreste Obiettivi comuni e una politica più coraggiosa
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1 19 24 38 62 66 86 91
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sommario
Editoriale Storie autentiche ed emozionanti InfoFassa&Fiemme Tutta la valle a portata di mano Benvenuta Arte Opere realizzate da studenti del Liceo Artistico G. Soraperra Amici… per sempre Noi valligiani siamo dei buoni padroni? Pedofilia Educare per proteggere I tesori del Latemar Ripristino di segnaletica Di chi è la Marmolada? Un conflitto inutile Fiemme e Fassa Super Inverno
Musei e Mostre
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Una ricca sezione di proposte da scoprire. Collezioni permanenti, progetti espositivi, attività, laboratori, meeting e visite guidate Una sala del Museo Marmolada Grande Guerra
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Salute, Benessere e Sport
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Gusto
SPECIALE SPORT&CO Eventi e novità dell’inverno in quota
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Val di Fassa Val di Fiemme QC Terme Dolomiti
Pubbliche Relazioni&Ufficio Stampa Luigi Casanova Magazine Inverno 2018/2019 Fiemme&Fassa Magazine estate 2018 Iscr. Tribunale di Trento Nr. 7/15 del 13/05/2015 Direttore Responsabile Sofia Brigadoi Ufficio Marketing&Communications Federica Zanon
In copertina Stencil di Melania Piazzi Art&Graphics Grafart - Trento
fiemmefassamagazine@gmail.com redazionefiemmefassa@gmail.com www.fiemmefassamagazine.com Fiemme&Fassa Magazine
Stampa Litografica Editrice Saturnia Molte immagini utilizzate nella rivista sono di Pixabay www.pixabay.com
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ARTE&PROGETTI
Le immagini di queste prime due pagine sono state realizzate nel 2016 dal gruppo The Crew, in altre parole dagli studenti della classe 5, sezione Arti Figurative, per l’anniversario dei 120 anni di fondazione del Fassa Coop Center a San Jan di Fassa. La tecnica utilizzata è quella dello stencil con colori esclusivamente ad acqua per il rispetto dell’ambiente. Le foto sono di Dimitry Korovin.
SOFIA BRIGADOI
Nelle seguenti pagine abbiamo voluto dare spazio a una serie di opere realizzate da studenti del Liceo Artistico Giuseppe Soraperra di Sen Jan di Fassa. Il mondo dell’arte e della cultura ci affascina e non a caso abbiamo sempre inserito, tra i contenuti della rivista, una sezione dedicata ai Musei e alle Mostre presenti sul territorio. Non concordiamo con un credo “quasi” comune in cui si afferma che di letteratura e di arte non si può vivere e che tali passioni debbano restare da coltivare collateralmente a una professione più sicura. Quindi dedichiamo alcuni passaggi per presentare un liceo che è una chicca delle nostre valli e che ha permesso a tanti ragazzi di sviluppare capacità artistiche e progettuali fondamentali per il proprio futuro.
Benvenuta
ARTE&PROGETTI
ARTE
Una valida proposta formativa Il Liceo Artistico, forte di una tradizione consolidata soprattutto nell’area laboratoriale, offre una formazione generale che spazia dalle principali arti visive alle arti applicate, senza tralasciare le conoscenze culturali fondamentali necessarie per un confronto armonico e partecipato con gli stimoli che il panorama contemporaneo offre e richiede. Le competenze acquisite permettono di esprimere la creatività e le abilità degli studenti sia in campo progettuale che nell’ambito dell’artigianato e nel più ampio panorama artistico. Il Liceo si propone infatti
come un ponte fra la conoscenza della tradizione, particolarmente radicata nella realtà della Valle di Fassa, e le correnti più innovative dell’arte contemporanea. Le due sezioni di “Arti figurative” e di “Design”, avendo un percorso comune nel primo biennio, permettono di orientare lo studente nella specificità degli indirizzi per il triennio successivo. Le competenze acquisite permettono l’accesso a qualsiasi tipologia di studio post-diploma e universitario, in particolare nell’area degli studi rivolti al design, all’architettura, alla conservazione e tutela dei beni culturali, al restauro e all’Accademia di belle arti. È inoltre possibile l’accesso diretto alla professione negli ambiti in cui sono richiesti un diploma e competenze grafiche, informatiche, progettuali e artigianali di alto livello.
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ARTE&PROGETTI
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Sezione
Carlotta Braito Sara Giacomelli Elena Girotti Patrik Zorzi
ARTI FIGURATIVE Già nel primo biennio gli studenti affrontano materie tipiche dell’ambito artistico, scoprendo così le proprie doti e le proprie tendenze estetiche. A partire poi dal terzo anno gli studenti della sezione Arti Figurative intraprendono un percorso di formazione che ha come obiettivo lo sviluppo delle doti tipicamente artistiche. Nel corso del triennio gli studenti possono approfondire le “Belle Arti” attraverso una rosa di materie affini, che concorrono a formare una visione critica e riflessiva nei confronti della società storica e contemporanea. La capacità del “fare” attraverso le molteplici tecniche esecutive che spaziano dal disegno alla modellazione e dalla pittura alla scultura, sono spesso al centro delle esperienze dei molteplici progetti interdisciplinari che le classi sperimentano sul territorio. Questa metodologia didattica, accanto all’alternanza scuola-lavoro permette agli studenti-artisti di relazionarsi con la committenza attraverso le loro proposte progettuali, e la realizzazione sul campo con i tempi e mezzi a loro disposizione.
ARTE&PROGETTI
Carlotta Braito
Classe I
Rane Grafite su carta 2016
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ARTE&PROGETTI
Sara Giacomelli Classe V
Nuvole intrecciate (progetto Ombra) Materiali misti 2018
Ph. Pixabay
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ARTE&PROGETTI
Elena Girotti
Ph. Pixabay
Classe V
Autoritratto con Alexandra David-Néel Collage su forex 2017
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Moena (TN)
ARTE&PROGETTI
Patrik Zorzi Classe V
Fire dragon (Progetto Wunder Tiere) Terracotta policroma 2018
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ARTE&PROGETTI
Sezione
DESIGN
Alessia Bevilacqua Victoria Sommariva Federico Merli Marco Scarian
Nel corso di design si affrontano le tematiche legate alla progettazione, alla modellistica nonché alle arti applicate e al restauro, poiché la scuola ha voluto recuperare il patrimonio artistico della nostra tradizione. Nelle attività di indirizzo, come la progettazione e il laboratorio, la didattica è molto interattiva, la teoria e la pratica procedono in parallelo e, sia gli studenti che gli insegnanti, sono impegnati a trovare soluzioni progettuali e tecniche attraverso delle azioni di sperimentazione e ricerca continua. I lavori di seguito presentati sono stati pensati e realizzati dagli studenti nell’ambito di un progetto dedicato a Natura & Design: la natura come maestra e fonte di ispirazione per la creazione di oggetti del quotidiano. Gli oggetti non devono essere solamente funzionali, in quanto anche la loro forma influisce su chi li utilizza e dalla bellezza degli oggetti d’uso comune si può comprendere molto della cultura dell’uomo e del suo tempo.
ARTE&PROGETTI
Alessia Bevilacqua
Classe IV
Geometric cloud Portafrutta in terracotta smaltata e foglia oro 2017/18
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ARTE&PROGETTI
Victoria Sommariva
Classe IV
Lullabay Poltrona: modellino in legno di cirmolo 2017/18
ARTE&PROGETTI
Federico Merli
Classe IV
Helicono Appendiabiti: modellino in legno laccato 2017/18
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I PRODOTTI: • Portoni Sezionali Residenziali • Portoni in Legno • Portoni a Libro e Scorrevoli • Porte Veloci • Infissi in PVC o Alluminio • Automatismi - Motorizzazioni
AGEVOLAZIONI – SERVIZI: • Detrazione Fiscale del 50% • IVA Agevolata 10% • Consulenza Tecnica e Sopralluoghi • Manutenzioni - Riparazioni • Assistenza
Agente Fiemme Fassa
ARTE&PROGETTI
Marco Scarian Classe IV
Bloody tree Tavolo: modellino in legno e plexiglass 2017/18
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ATTUALITÀ
SOFIA BRIGADOI
Amici…
per sempre Lo sappiamo, ma alle volte facciamo finta di non averne cognizione: gli animali provano emozioni esattamente come noi umani. Basta entrare in comunicazione con loro per capirlo, e più il legame è “stretto”, più intuiamo che il loro linguaggio è universale: non serve un dizionario per capirlo, non si avvale di belle frasi e promesse, ma scaturisce da un amore assoluto nei nostri confronti che non necessita di parole. Purtroppo non tutte le persone riescono a capirlo e talvolta si riscontra un’inspiegabile durezza nei loro confronti. Durezza che alle volte sfocia in crudeltà.
Ma noi valligiani, in linea di massima, come ci comportiamo nei confronti degli animali di casa? Siamo dei buoni “padroni”? Risponde a una serie di domande la dott.ssa Francesca Povolo, che si occupa della salute dei nostri piccoli amici presso l’Ambulatorio Veterinario l’Arca a Moena. “In Fiemme e Fassa c’è un po’ di discrepanza. I giovani sono molto attenti nei confronti degli animali… purtroppo c’è ancora una fascia di anziani che fa fatica a considerarli parte della famiglia. Non penso sia per mal curanza, hanno solo una visione diversa da quella attuale. Comunque la situazione è buona rispetto all’Italia meridionale che ha randagi ovunque… non parliamo poi di maltrattamenti. Qui se qualcuno vede un cane vagante o nota sopraffazioni ai loro danni, lo segnala. Lo stesso vale per i gatti, che il più delle volte le persone portano a casa. Direi che c’è grande attenzione”.
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Parliamo di maltrattamenti: ci sono stati dei casi anche qui da noi? “Purtroppo ci sono ancora delle circostanze in cui l’animale non è inteso come un amico. Talvolta si tratta di noncuranza o se vogliamo abbandono dell’animale, che magari sta male e non viene portato dal veterinario finché non è in fin di vita, quindi inguaribile. A quel punto arrivano chiedendo di eseguire un’eutanasia e tu non puoi fare più nulla”. Eutanasia su un animale che sarebbe stato curabile? “Sì, certo… arrivano in condizioni terminali e stremati dal dolore, ma noi ce ne accorgiamo quando non c’è stato l’interesse a curarlo. Sarei contenta se potessimo impedire di possedere un animale a persone così insensibili. Non meritano tanto affetto. È capitato anche che ci chiedessero di eseguire un’eutanasia su un animale guaribile, magari che presentava solo una gamba rotta”. Quindi, chiedono una sorta di omicidio assistito. “Tengo a precisare, anzi, lo sottolineo, che noi veterinari siamo obbligati a livello deontologico a curare l’animale quando in esso si riscontra la possibilità di ristabilimento. In questo caso ci rifiutiamo di offrire la prestazione e se, oltre alla richiesta insensata riscontriamo del maltrattamento, lo segnaliamo. Fortunatamente il più delle volte siamo in grado di mediare e di arrivare a un compromesso, quindi a fornire le prime cure necessarie per capire se vi potrebbe essere un margine di miglioramento. Talvolta è capitato che a prendersi cura della bestia fosse un parente del padrone”.
Grande dibattito è affiorato sui social network in merito alla presenza o meno del padrone durante l’eutanasia. Ne abbiamo lette di tutti i colori. Forse c’è un po’ di confusione in merito. “Sì, penso di sì. Senza entrare nel dettaglio, per gli animali che vengono portati quasi in stato di morte si procede con l’anestesia che conduce la bestia a uno stato di totale rilassamento, poiché a livello celebrale potrebbero sentire qual cosina. Quindi, si inietta il farmaco letale”. E se invece l’animale è vigile? “In questo caso si procede dapprima con un sedativo in muscolo per togliere completamente il dolore e rilassarlo. Poi con l’anestesia in vena, senza che l’animale se ne renda conto. Durante la sedazione sarebbe importante che il padrone fosse presente. In quello stadio l’animale si rende conto di dov’è, chi c’è e cosa succede. Poi naturalmente dipende dal rapporto che una persona ha con il proprio animale. Vedi situazioni in cui si arriva all’eutanasia dopo un percorso terapeutico, quindi al seguito di tutte le cure necessarie per salvare l’animale, ed effettivamente in questo caso è l’ultimo regalo che un padrone può mettere in atto per non farlo soffrire ulteriormente. Poi si passa alla fase finale in cui la presenza del padrone non è necessaria perché comunque l’animale non è presente”.
Tornando un passo indietro sta dicendo che un animale potrebbe provare dolore iniettando direttamente il farmaco che porta alla morte? “Sì, anche se non vi è certezza scientifica. In anestesia generale siamo certi che il dolore non lo sentono. Quindi si procede sempre con questa prima fase. Aggiungo che una volta sui bugiardini (foglietto illustrativo) del farmaco letale non era riportato che fosse d’obbligo effettuare in precedenza un’anestesia. Ora sì, è un obbligo di legge, perché altrimenti usi il farmaco in modo scorretto”. Quindi tutti i veterinari sarebbe obbligati ad anestetizzare prima l’animale? “Sì, certo!” Si sente di affermare che quest’obbligo è applicato da tutti i veterinari? Scuote la testa. “Comunque se l’animale non è in anestesia solitamente ha una reazione dovuta al dolore. Se è in anestesia al massimo può avere degli spasmi muscolari non indotti dal dolore. Non ti vedono e non ti sentono. Si addormentano con gli occhi aperti però non hanno riflesso corneale”.
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Quali sono le patologie maggiormente visibili sui nostri amici? “Oggigiorno, essendoci più attenzione nei confronti degli animali, sono spesso malattie legate alla vecchiaia. È frequente che l’animale muoia per insufficienza d’organo (cardiopatie, insufficienza renale, problemi epatici), oppure per forme tumorali. Nei cani riscontriamo numerose cardiopatie, nei gatti decessi per insufficienza renale. Per quanto riguarda i giovani gatti notiamo tutt’ora alcune malattie infettive”.
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Come possiamo proteggere la loro salute durante i mesi invernali? Tengo a precisare che l’alimentazione deve essere ben bilanciata in tutte le stagioni e non è necessario che vari tra l’estate e l’inverno, soprattutto se l’animale vive in casa. Se invece sta all’aperto bisognerebbe integrare la dieta con cibi che apportino più calorie. Per i cani che si portano fuori spesso, magari a fare sci alpinismo o gite impegnative, sarebbe bene somministrare degli acidi grassi polinsaturi (quelli che derivano dal pesce), reperibili in farmacia in perle o sciroppi. Se il cane non gradisce il pesce in crocchette o fresco, si può dare dello sciroppo o delle gocce. Anche per i gatti l’olio di pesce è un valido contributo che, oltre ad essere un buon antinfiammatorio naturale, li aiuta a fare un pelo più bello e folto… un toccasana soprattutto per quelli che soffrono d’artrosi. Ribadisco comunque che una dieta bilanciata è fondamentale: è bene prediligere buone marche di crocchette di umido, magari fatevi consigliare dal veterinario in base all’età del vostro animale o a eventuali patologie. Per una dieta casalinga è fondamentale non dare scarti da tavola, ma cucinare appositamente per il vostro pet una dieta consigliata dal veterinario nutrizionista… questo fin da cuccioli, in modo da non incorrere in patologie dell’accrescimento come la displasia d’anca, il rachitismo e problemi gastroenterici.
Latte sì o no ai gatti? “Se sono stati abituati sin da piccoli a berlo mantengono come noi la lattasi e riescono a digerirlo, altrimenti è meglio non darlo perché vanno in diarrea”. Gli animali possono soffrire di intolleranze alimentari? “Sì, un po’ come noi”. Altre accortezze? “Su cani a pelo corto e abituati a vivere in casa nelle nostre zone è meglio mettere il cappottino. Per quelli che hanno un pelo normale è bene prima di uscire cercare di ambientarli in un luogo meno caldo. Sarebbe opportuno non passare da +20° a -15° senza mettere in atto questa piccola accortezza e, fondamentale, è far muovere l’animale quando è fuori. Se si va al bar e lo si lega all’esterno per un’ora soffrirà il freddo, con il rischio di ammalarsi. Occhio anche ai polpastrelli che si piagano con grande facilità. Ci sono delle pomate apposite che creano una pellicola protettiva e mantengono la pelle idratata. Le scarpette sono utili per quei cani abituati solo in casa e che vengono portati sporadicamente fuori, magari sulla neve. Normalmente se un cane è abituato a uscire rinforza i polpastrelli e quindi non servono. Se si va a passeggio su strade dove è stato gettato del sale, è bene sciacquare le zampe al rientro. Sarebbe opportuno tagliare anche i peli tra i polpastrelli che sono i primi a ghiacciare”.
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Chapeau… a questi giovani t“ anto di cappello”! INTERVISTE
SOFIA BRIGADOI
Una cantautrice
una band
una ginnasta
uno snowboarder
Che cosa hanno in comune? Tutto, perché quello che li rende simili è l’energia e la passione che mettono in ciò che fanno. Siamo rimasti sorpresi dalle risposte che hanno dato, sbalorditi per la maturità e la consapevolezza che è emersa in ogni loro affermazione. Non vi resta che leggere le interviste e appurare anche voi che questi giovani hanno una marcia in più, talento e tanta voglia di fare qualcosa di buono. Noi confidiamo che di gioventù così ce ne sia molta. Forse siamo noi “adulti” a non essere in grado di capirli fino in fondo. I tempi sono cambiati, tutto oggigiorno è più complesso e macchinoso, anche trovare una propria dimensione è diventato più difficile. Ma questa generazione può farcela, probabilmente anche meglio di quello che ha fatto la nostra.
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Martina Iori Musica, raffinatezza e ricerca etnica
Martina è una cantautrice ventiduenne di Canazei, si è diplomata in violino presso il Conservatorio di Bolzano e, nel tempo libero, scrive canzoni. Con “Via con mia musega”, uno dei suoi brani originali cantati in lingua ladina, nel 2014 si aggiudica due importanti concorsi internazionali dedicati alla canzone in lingue minoritarie: il SUNS a Udine e il Liet International a Oldenburg (Germania). Nel febbraio del 2016 il suo trio è stato invitato a tenere un concerto nei Paesi Baschi a San Sebastian, capitale europea della cultura. Porta con sé il suo primo lavoro biografico intitolato “Amore&Buscofen”. L’accompagnano due tra i più apprezzati jazzisti della regione: MARCO STAGNI al contrabbasso, ed ENRICO TOMMASINI alla batteria.
INTERVISTE
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Sei nata in una famiglia di bandisti e il tuo battesimo musicale è avvenuto a soli otto anni, quando ti sei aggiudicata il terzo posto con la canzone “Magico” alla 46° edizione dello Zecchino d’Oro a Bologna. Ci puoi raccontare qualche altro passaggio che è stato fondamentale per la tua crescita musicale? Appena rientrata dalla magica esperienza allo Zecchino, ho cominciato a studiare violino alla Scuola di musica “Il Pentagramma”, assieme al Maestro Ezio Vinante. Da lì sono salpata nel mio viaggio musicale: a scuola, oltre al violino, si facevano anche lezioni di coro e musica d’insieme. Qualche anno dopo, insieme al mio papà e alle mie sorelle, sono entrata a far parte della Mùsega Auta Fascia, la banda dell’alta Val di Fassa, dove ho suonato il flauto traverso. Da poco ho lasciato il gruppo per dedicarmi al mio percorso in maniera un po’ più mirata: amo il mondo della musica e vorrei poter fare tantissime cose, perciò a volte bisogna lasciare andare qualcosa per poterne acchiappare un’altra. A marzo 2018 mi sono laureata in violino al Conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano e a novembre comincerò un biennio in viola in conservatorio a Bologna. Allo stesso tempo scrivo e compongo i miei brani, suonicchio la chitarra, l’ukulele e il pianoforte. Sono cantante del gruppo blues Origami e il mio attuale sogno è imparare a suonare il trombone a tiro. Nonostante la tua giovane età, i brani che proponi sono particolarmente evocativi e quando li interpreti non si può fare a meno di constatare una rara intensità esecutiva. Spiegaci da dove parte tutta quest’energia positiva e la maturità che emerge dai testi. Penso che tutto abbia avuto inizio quando ho riscoperto la mia lingua. Fino a quel momento avevo scritto qualche brano solamente in inglese. Poi però ho rivalutato il ladino, la sua dolcezza e musicalità, lo strumento perfetto per la mia arte. Da quel giorno mi sono sempre detta: “Lasciamo l’inglese agli inglesi!”. Ognuno ha la propria lingua per musicare i propri pensieri. Io ho la fortuna di avere l’italiano e, in particolare, il ladino, e non me li faccio scappare! In generale ci tengo sempre a non cadere nella banalità: dacché appartengo
all’universo particolare delle minoranze linguistiche, probabilmente, sono alla continua ricerca del modo perfetto di sfruttare la mia lingua e i suoi suoni, per raccontare al meglio le mie storie a chi mi ascolta. Ecco forse perché qualcuno può parlare di maturità legata ai miei testi. È vero, penso e ripenso infinite volte a quali parole adoperare e come costruire le frasi. Come dico sempre, scrivere una canzone non è mica come fare una pasta o una torta: non esiste la ricetta! Il tuo talento è palese, quanto l’originalità delle tue interpretazioni. Superfluo dire però che negli ultimi anni a farsi largo nelle hit parade della musica sono spesso gruppi e cantanti “one hit wonders”, meteore con tanto di data di scadenza appiccicata addosso. Come pensi di muoverti in un mondo così attento solo a far cassetta? Carlo Acutis diceva: “Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Senza intendere la frase nella maniera più drastica, penso che il mio desiderio in musica potrebbe costruirsi su una linea di pensiero simile. Ormai alla radio e in TV si sente musica tutta uguale, i brani si assomigliano fra loro e a volte non ci si accorge nemmeno dove finisce uno e inizia l’altro. Io credo nella mia particolarità linguistica e in come il ladino possa rendermi unica, scostandomi dal pianeta musicale che è valorizzato adesso, in cui io però non mi riconosco. Spero, in questo modo, di riuscire sempre più a far capire alla gente che la lingua non è una barriera, soprattutto in musica. È solamente il modo in cui l’artista sceglie di esprimersi, ma se la musica è bella e di qualità, la canzone è apprezzabile allo stesso modo. Anzi, il bello sta proprio lì: interessarsi a una lingua diversa dalla nostra e scoprire il significato di un brano che ci piaceva così tanto ancora prima di sapere il perché! Progetti futuri? Fare musica e vivere di musica. Più che un progetto è un sogno! Ogni giorno ringrazio il Signore per i doni preziosi che sono la musica e il canto. Se questo è il Suo volere, non ho dubbi che grazie a Lui riuscirò a far avverare il mio desiderio!
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Il gruppo nasce dall’incontro di Enrico Desilvestro e Riccardo Dellantonio e dalla voglia di creare una band unita dalla volontà di suonare e approfondire un nuovo linguaggio musicale. Nasce così un trio che, pur arrivando da strade differenti, trova un appassionante punto d’incontro: lo Swing Jazz. Damiana Dellantonio ci mette la voce e la grinta che la contraddistingue sul palco, alla batteria c’è Enrico e alle tastiere Riccardo. A partire dal 2012 il trio inizia a esibirsi in contesti locali con serate prevalentemente di sottofondo e aperitivo. Gradualmente il nome dei Majazztic si diffonde e cresce la necessità di adattare lo stile a un format di serate che richiede una musica più protagonista. Da allora la band, che nel frattempo aggiunge un altro componente alla tastiera, Marco Mattia, inizia a presentare una serie di brani e arrangiamenti musicali che conquistano un vasto pubblico. Il nome del quartetto si diffonde in tutto il Trentino, prevalentemente nelle Valli di Fiemme e Fassa, tanto da richiedere un coinvolgimento musicale che si avvicina al professionismo. Riccardo è costretto ad abbandonare per motivi di lavoro ed entra a far parte della formazione Roberto Dassala, chitarrista e bassista. Si creano nuovi brani, cover e arrangiamenti originali di pezzi famosi, guidati sempre da una voce femminile particolarmente carismatica.
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MAJAZZTIC La band valligiana che conquista il pubblico
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Risponde alle domande Damiana
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A parte gli arrangiamenti particolarmente riusciti di brani conosciuti e cover, cos’è che vi contraddistingue? La continua voglia di rinnovarci. Siamo un gruppo in costante evoluzione anche dal punto di vista del percorso di studi dei singoli componenti, di conseguenza mettiamo nella nostra musica tutto ciò che gradualmente apprendiamo. Puntiamo a un sound sempre nuovo, frutto delle più svariate contaminazioni. Basti vedere l’evoluzione della nostra strumentazione: siamo passati da tastiera e batteria a basso, chitarra, tastiere, synth, e drums e quanti più effetti elettronici riusciamo a recuperare! In ogni caso il nostro obiettivo è far ballare e divertire il nostro pubblico con la scelta di un repertorio che riteniamo godibile, frutto di studio e di lavoro insieme. Un pubblico entusiasta è ciò che più ci gratifica! Alle volte vi presentate come Trio, talvolta come Quartetto. Ci spiegate le differenze e in quali occasioni scegliete quale presentare? Il Trio, formazione originale, presenta quasi esclusivamente versioni di standard jazz (per standard s’intende un brano inciso talmente tante volte dagli esponenti del genere da esserne divenuto un vero e proprio classico). La strumentazione è naturalmente differente, così come i componenti: alle tastiere, barcamenandosi tra basso e pianoforte, rimane il nostro Riccardo. Il Quartetto invece propone un repertorio più noto a un pubblico più generico (in linea di massima definibile più pop-funk) e vede Roberto a basso e chitarra e Marco a tutto il resto. Tendenzialmente si propone il Trio in contesti minori o specifici sul jazz, come i Festival, dove il pubblico è quello di conoscitori del genere. Per chi ha voglia di saltare, ballare e cantare beh, ci sono i Majazztic Quartet! I vostri concerti sono sempre più richiesti (oltre 80 esibizioni in un anno). A detta di molti un successo dovuto alla qualità della musica che presentate. Voi cosa ne pensate? Speriamo sia così. Per noi proporre un repertorio qualitativamente di rilievo è essenziale, e lavoriamo molto per ottenerlo. Non c’è soddisfazione più grande del riconoscimento da parte di chi ci ascolta!
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Quali sono stati gli eventi più importanti ai quali avete suonato? A livello di Trio swing ci siamo esibiti in qualche Festival Jazz che vedeva la partecipazione di grandi musicisti: una sensazione bellissima, quella di vedere il nostro nome sulle locandine vicino al loro! Con il Quartetto abbiamo avuto l’occasione di suonare per eventi sportivi grossi (Marcialonga, Tour de Ski, Mondiali di Arrampicata): l’emozione di calcare palchi più importanti e di suonare la nostra musica davanti ad un pubblico vasto ed entusiasta è sempre indescrivibile! In ogni caso, più che l’evento di per sé, è il pubblico, ciò che per noi conta di più. C'è capitato di suonare davanti a 20 persone e di fare tra i concerti più entusiasmanti di sempre, così come di suonare senza particolare energia di fronte a centinaia di persone. È il pubblico, il vero protagonista dei nostri concerti. E quantità non comporta necessariamente qualità, come sempre. Per voi cos’è la musica? Eccola, la Domanda! Purtroppo in questo caso non posso rispondere in nome del gruppo, credo la musica costituisca per ciascuno di noi qualcosa di diverso, soggettivo e profondamente radicato. Per i Majazztic mi limiterò a rispondere, banalmente, che rappresenta una passione che ci accomuna e che è divenuta il nostro lavoro. Posso essere più specifica su me stessa. Per quanto mi riguarda, la musica è la mia vita. Sembra una risposta scontata, ma effettivamente è quello che mi accompagna costantemente in ogni momento della giornata, che c’è sempre stato e può darsi che sempre ci sarà. Non riuscirei a immaginare me stessa senza la musica, l’unico punto stabile (e al contempo sempre precario!) della mia vita. Progetti? Tanti, come sempre! Stiamo lavorando per rinnovare il repertorio. Vi aspettano nuovi brani, arrangiamenti e giochini elettronici! Ci piacerebbe riuscire a spostarci sempre di più. Abbiamo iniziato l’estate con una trasferta all’estero, speriamo che anche l’inverno ci riservi dei bei viaggetti! Ognuno di noi, poi, ha i propri progetti musicali indipendenti. Siamo alla costante ricerca del nostro suono, sia a livello di gruppo che individuale, di conseguenza lavoriamo per trovarlo anche grazie a collaborazioni ed esperienze differenti.
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Angelica Iellici La ginnasta in armonia con l’“imperfetto” L’alternanza e la scioltezza dei suoi movimenti non si trovano in un manuale di ritmica. Nascono da una volontà che non implica solo imparare schematicamente dei passi, ma anche dalla determinazione di trasmettere agli altri una passione che è parte di lei e di un universo che cresce nella musica, nell’eleganza e nella sincronia di movimento. Trasmettere partendo da se stessa: ogni movenza deve cadere naturale sulla pedana, in un mix di scioltezza, potenza e cura del dettaglio. Nulla di programmatico, per Angelica la ginnastica ritmica è una ragione di vita: “La mia passione è iniziata a circa cinque anni, con l’A.S.D Moena Sport Ginnastica, società con la quale gareggio ancora e collaboro. Nonostante i miei limiti, soprattutto fisici, poiché non ho mai avuto il corpo e le doti da ginnasta, ho sempre cercato di dare il meglio, migliorando le mie capacità sia tecniche che artistiche. Con perseveranza e tenacia ho raggiunto risultati inizialmente a livello regionale e, successivamente, a livello nazionale, partecipando lo scorso anno anche a una competizione internazionale”. Angelica ha 18 anni e vive a Moena.
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Hai iniziato a tre anni con la danza classica e poi hai ampliato la tua conoscenza con la ginnastica ritmica. Un percorso che ti ha portato a scegliere il Liceo Musicale e Coreutico Bonporti a Trento. Sappiamo che ora, terminati gli studi liceali, stai frequentando un corso tecnico organizzato dalla federazione ginnastica d’Italia a Roma. Quando diventerai insegnante di ginnastica ritmica quali saranno le tue priorità d’insegnamento? Insegnare una disciplina come la ginnastica ritmica, sicuramente non è facile. Si lavora con il corpo di bambine piccole, non ancora sviluppate, dunque vi deve essere una particolare sensibilità e accuratezza da parte delle insegnanti per poter così migliorare la percezione del corpo, dei muscoli delle ragazzine senza andare ad aggravare troppo su questi. Il mio obiettivo, quindi, è quello di formare atlete consapevoli di quello che fanno, rendendole partecipi del lavoro fatto in palestra, puntando non troppo sul duro allenamento inteso come ore e ore di preparazione con il capo chino, ma anzi sul trasmettere che la ginnastica ritmica è una disciplina che può essere intesa anche come gioco e che può migliorare le percezioni visive, uditive e la coordinazione, le quali, purtroppo, non tutti i bambini riescono a sviluppare. Quindi, in conclusione, le mie priorità di insegnamento sono trasmettere questa disciplina attraverso una concezione meno intransigente, ma, anzi, aperta a nuove forme di insegnamento che hanno come obbiettivo quello di far divertire i bambini, farli crescere e maturare. Siamo rimasti colpiti dalla tua affermazione: “Non ho mai avuto il corpo e le doti da ginnasta…”. Nonostante ciò che dichiari hai raggiunto ottimi risultati. Quali sono le strategie che metti in atto per essere comunque molto competitiva? “Quello che non mi uccide mi fortifica”. Penso che questa frase di Nietzsche esprima al meglio il mio percorso sportivo. Fin da piccola non mi sono distinta per particolari caratteristiche fisiche o doti, ma anzi sono sempre stata l’esatto contrario dell’immagine che ci si fa di ginnasta. Questo, però, non mi ha fermata, ho cercato di perfezionare tutto ciò su cui il mio fisico non andava ad incidere, ovvero la pulizia dei movimenti, l’espressività del mio corpo ed il maneggio dell’attrezzo. In questo modo sono riuscita a distinguermi dalle altre ginnaste per qualità differenti, ma non per questo meno importanti.
Il tuo è uno sport estremamente estetico. Puoi essere preparato quanto vuoi ma ci saranno sempre delle persone che giudicano la tua performance in base al loro concetto di bellezza e di bravura. Ci sono state delle occasioni in cui hai provato delusione al seguito di una valutazione? Tutti gli atleti hanno degli alti e bassi e anch’io ho avuto dei momenti di profonda delusione per un punteggio inferiore a quello che mi aspettavo o anche per commenti e critiche non del tutto costruttive, ma questo non mi ha fermata, anzi, ho sempre cercato di dare il massimo per dimostrare che, con la forza di volontà, si possono raggiungere i propri obbiettivi, prendendosi anche delle soddisfazioni personali. Le tue specialità sono il corpo libero, la fune, le clavette e il cerchio. Con quale ti senti più a tuo agio e perché? Nella ginnastica ritmica esistono sei specialità principali: corpo libero, palla, cerchio, clavette, fune e nastro. Una ginnasta, per essere tale, deve saperle affrontare tutte e sei e solamente a quel punto può decidere su quali specializzarsi e approfondire lo studio. Io venendo dalla danza classica nel corpo libero riesco a esprimere al meglio le mie emozioni attraverso il mio corpo con movimenti che spesse volte si rifanno anche alla danza contemporanea, studiata durante il mio percorso di studi a Trento, portando così una fusione tra ginnastica ritmica e danza le quali seppur differenti si completano. La mia potenza nei salti e in determinati movimenti, dettati da un fisico muscoloso e tonico, hanno fatto sì che mi avvicinassi sempre di più alla fune, chiamata più volgarmente ‘’corda’’, la quale mi permette di divertirmi a saltarci dentro sfidando la velocità della musica scelta appositamente per l’esercizio. Infine le clavette, un attrezzo che, come fa intendere l’articolo “le”, è composto da due oggetti, dunque vi deve essere una maggiore attenzione da parte della ginnasta, ma una volta prese in mano ti permettono di giocarci facendole girare, incastrandole e lanciandole quasi come un vero e proprio giocoliere. Che cosa vuoi dire a quelle bambine/ragazze che desiderano intraprendere un percorso simile al tuo? Grazie al mio percorso sportivo sono cresciuta molto, diventando consapevole delle mie capacità e soprattutto realista in ciò che posso e non posso raggiungere. Alle ragazzine che vorrebbero intraprendere il mio stesso percorso dico FATELO! Non sarà sicuramente facile, non sono qua per raccontare favole, ma può essere motivo di crescita e maturazione e poi chi lo sa, potrei venire io chiedervi un autografo un giorno!
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Mirko Felicetti Da una tavola di legno a quella da snowboard
Faceva il carpentiere. Il suo sogno? Diventare un atleta professionista a 5 cerchi. Lo scorso febbraio ha fatto centro, partecipando alle Olimpiadi di Pyeongchang in Korea. Ora punta a diventare un fuoriclasse e sa bene che per raggiungere l’eccellenza bisogna essere pronti a tutto: a gestire momenti bui e trionfi per raggiungere quell’equilibrio che distingue i grandi campioni. Mirko è pronto ad affrontare le difficoltà dell’impresa, perché, come afferma: “Non esiste un fuoriclasse che non sia nato dal sacrificio”. Mirko ha 26 anni e vive a Moena. A livello internazionale la sua carriera ha avuto inizio nel 2010, quando è stato convocato ai mondiali juniores in Nuova Zelanda (boardercross e snowboard alpino). Ed è proprio in quell’occasione, durante un training in boardercross, che cade e si rompe una vertebra. Da quel giorno ha deciso di seguire solo la specialità alpina. Numerosi i podi raggiunti sia a livello nazionale che internazionale. Tra questi menzioniamo le numerose vittorie ai Campionati Italiani e la medaglia d’argento conquistata in Coppa del Mondo a Rogla in Slovenia.
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A 14 anni hai iniziato a praticare lo snowboard con l’Unione Sportiva Monti Pallidi e ti sei dovuto impegnare molto affinché la tua passione divenisse un lavoro a tempo pieno. Quali sono stati i passaggi più importanti che ricordi? Mi ricordo bene l’anno in cui sono stato convocato in nazionale… ero un ragazzo che non temeva nessuno. Mi lanciavo in ogni sfida che mi veniva proposta e questo mi ha fatto diventare più forte ed esperto. Un altro ricordo che tengo stretto nel cuore è stato il mio primo anno in Coppa del Mondo. Con il mio allenatore, Andrea Matteoli, avevo stretto una forte amicizia, mi fidavo ciecamente di lui. È stato un anno fantastico in cui ho raccolto numerose soddisfazioni come atleta. Ma lui non mi ha insegnato solo a essere un buon sportivo, mi ha fatto capire tante cose, soprattutto di testa. Sono maturato molto grazie a lui. È stato un allenatore speciale. Com’è nata questa passione e perché ti piace tanto? Molti dei miei compaesani facevano gare di snowboard. Ero uno sciatore e quando ho lasciato l’agonismo mi sono incuriosito a questo sport perché non molto conosciuto dalle nostri parti. Ho iniziato a surfare con loro e ora eccomi qua.
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L’età degli sportivi in vetta alle classifiche mondiali si sta allungando. Questo vale anche per la tua disciplina? Il nostro sport ha molte età: ci sono atleti di 18 anni, ma anche di 40. È una disciplina nella quale devi avere molta forza fisica, ma anche molta forza mentale e soprattutto esperienza. I più “vecchiotti” li noti subito per come si comportano. Hanno una sciata più furba che prepotente. Sanno come muoversi lungo il tracciato e come affrontare con intelligenza le difficoltà. Da giovani si cerca sempre di strafare, ma non sempre paga. Oltre ad andare con la tavola, cosa ti piace fare? Ho una passione “matta” per la moto, ne ho una da strada e ci vado appena posso. Mi rilassa e nel contempo mi dà tanto aiuto per sviluppare una maggiore concentrazione. Condivido questa passione con degli amici e spesso la domenica ci facciamo dei bei giri insieme. Inoltre da sfegatato che sono per la moto, seguo tutti i circuiti del campionato di MotoGP e quelli di Superbike. Hai un imminente progetto futuro legato allo snowboard che vuoi condividere con noi? Quest’anno ci sono i mondiali in America. Siamo otto maschi molto forti e sarà dura prendersi la qualifica, ma io mi alleno apposta per lottare. Oltre a ciò vorrei tornare a essere forte e ricominciare a fare podi… so che sarà dura, perché ogni anno il livello si alza. Ci metterò tutto me stesso per riuscire in questo intento.
RELAZIONI
Pedofilia “Morire” in silenzio
MARIA TERESA FOSSATI Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa
C’è qualcosa di peggio della pedofilia? Eppure la parola, di formazione greca (paîs, paidós – bambino, e philia – amore), nasce con un significato puro, presto deteriorato dalla mancanza di rispetto del maschio adulto verso i piccoli. Non per niente ora i dizionari segnalano soltanto il significato attuale di: sessuale “ Perversione caratterizzata da attrazione erotica verso i fanciulli, indipendentemente dal loro sesso (Devoto-Oli).
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Genitori ed educatori: aprite gli occhi e parlate chiaro È questo un dilagante fenomeno di cui si parla poco, e tutto sommato si conosce poco, proprio perché, come sempre per tutto ciò che concerne sesso e sessualità, si preferisce, o meglio, si sceglie di coprire anziché approfondire. Gli adulti intesi non come pedofili, ma come genitori ed educatori, non hanno idea di quanto l’adescamento o il tentativo sia diffuso in rete, campo dove i giovani sono abili e addestrati, e loro molto meno o per niente. E allora gli adulti a cui per ora si fa riferimento (i genitori e gli educatori sprovveduti) non sapendo cosa fare, chiudono occhi e orecchi e fanno a figli e allievi vaghe paternali e imprecise raccomandazioni di stare attenti. Parlassero chiaro una buona volta.
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Predatori sessuali Il comportamento del pedofilo all’inizio è di interesse: distorto, anormale, cattivo, ignobile, ma non brutale. Sa come parlare a un bambino fragile; sa blandirlo, sedurlo, attrarlo dalla sua parte. Sia a tu per tu sia sul web, il pedofilo attira bambini e ragazzi con le belle maniere, la dolcezza (iniziale), la cura, la tenerezza. Usa un’attenzione che li affascina e li incanta, e di cui i piccoli hanno sempre bisogno. E che, evidentemente, non trovano in famiglia. Il pedofilo abusa sessualmente, stupra, violenta, ma non aggredisce. Non agisce con violenza, nel senso che non assale il minore che ha preso di mira. Lo fa suo con manifestazione d’affetto. E poi, malvagità aggiuntiva, se scoperto sostiene che era consenziente. Ma come si fa a parlare di consenso nel caso di bambini? Infatti la legge non l’ammette per i minorenni. Il pedofilo però con le sue azioni indirizza a una distorta modalità dell’amore, in ogni caso brutale e imposta perché rivolta a bambini o ragazzi immaturi e impreparati. Nel gioco perverso che egli, uomo malvagio, mette in atto, li inganna doppiamente, li ferisce a morte nell’anima. Non li uccide fisicamente (a volte succede anche questo) ma psicologicamente, affettivamente, emotivamente. Quindi l’adulto è colpevole più e più volte. Non solo per l’abuso fisico, che già di per sé dovrebbe essere sufficiente per una condanna adeguata, ma anche per il male che fa alla personalità in formazione della sua piccola vittima.
Vittime disorientate Il bambino nel rapporto col pedofilo adescatore si adegua, non si ribella perché si percepisce debole, in balia dell’adulto che sa come avvincerlo e convincerlo. All’inizio ne è anche lusingato: ha l’attenzione e la considerazione di un grande per lui importante e potente. E poi (perché negarlo?) con abilità questo maschio gli fa provare un piacere nuovo che lo turba, ma che lo attrae. È un elettrizzante segreto fra loro che presto diventa un peso insopportabile, ma di cui il bambino non riesce a liberarsi perché ormai è sprofondato in una rete inestricabile di complicità, paura e vergogna. Questo aspetto dell’approccio allettante dell’adescatore, tocca maggiormente i ragazzi entrati nella pubertà. Loro, in piena bufera ormonale ne sono attratti in modo confuso e contraddittorio. Ma una volta finiti nella trappola avvincente e perversa, eccitante e spietata del pedofilo che dà e pretende, a causa dei sensi di colpa, per loro diventa difficile uscirne. Troppo spesso bambini e ragazzi non hanno le conoscenze necessarie per cogliere il pericolo di quello che all’inizio appare come un gioco divertente e stimolante. Quanti hanno avuto la fortuna di ricevere da genitori illuminati una “vera” educazione sessuale? Quella che non si ferma al “come nascono i bambini”, ma stabilisce una corrente costante di confidenza e fiducia che permette di affrontare in famiglia qualsiasi argomento, anche il più scabroso, perché il genitore sa parlarne con distacco e senza imbarazzo. Questo concetto però amplia l’argomento; da affrontare, semmai, in un’altra occasione.
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PROGETTI
Recupero storico e naturalistico
I tesori del Latemar
PROGETTI
La Rete delle riserve con il nodo del Latemar, vuole dare voce a questo straordinario capitale di vita e di saperi. Grazie al lavoro progettuale della cooperativa Albatros, della Magnifica Comunità di Fiemme, della Regola Feudale di Predazzo, dei Comuni di Moena e Vigo di Fassa e del Comun General di Fassa, si ridarà vita a un percorso storico, faunistico e turistico che stava per essere perduto.
Il gruppo del Latemar (Inserito nel patrimonio delle Dolomiti monumento naturale del Mondo) è un massiccio dolomitico poco frequentato dall’escursionismo perché l’accessibilità è impegnativa. Ed è un peccato poiché i paesaggi che s’incontrano sono un inestimabile tesoro fatto di spettacoli rocciosi, di pascoli e di fauna selvatica. Il Latemar presenta anche tante storie che hanno costruito l’identità del gruppo. Non c’è solo la sirenetta del lago di Carezza, ma ci sono tante storie vere, di uomini che hanno vissuto e plasmato questa terra.
Si tratta di un ripristino di sentieristica esistente, con percorsi messi in sicurezza e accompagnati da una serie di “bandiere” e accattivanti tabelloni informativi in italiano e inglese, che daranno al visitatore una nutrita serie d’informazioni. Noi siamo rimasti affascinati da alcuni percorsi come quello delle Calchere utilizzate per fare la calce, della Gejia de l’Or, sasso che presenta le scritte lasciate dai pastori, dell’originale Sas de la Misura, un masso che indicava l’altezza minima che stabiliva la fine dell’adolescenza (mai vissuta) dei ragazzi di Medil e della Miniera del Bol, l’ematite che serviva a dipingere i mobili di legno o le facciate delle abitazioni.
Il progetto ha previsto anche il recupero della Cava de le Bore del 1917, purtroppo andata quasi totalmente distrutta causa un sommarsi di disattenzioni dell’uomo e alla forza dell’acqua del torrente. Il percorso è circolare, si parte da Medil e lì si ritorna: vi sono due tragitti, uno breve che impiega mezza giornata e uno più lungo che porta ad ammirare le selvagge cascate dei Gradienti. Questo percorso è solo uno dei tanti esempi di come si possa, attraverso la Rete delle riserve, dare valore culturale e turistico al territorio.
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CLIMA
(4 ottobre 2018) … lui è un inuit, un vero eschimese, e ne va fiero. Uno come lui non può lasciarsi andare alle lacrime. Ma sono incontenibili. Molti di loro vivono di caccia e di pesca, ma quello che sta accadendo alla loro terra li fa soffrire. Tutti. Il ghiaccio è sempre meno e quello che c’è è pericoloso e instabile. La caccia inizia troppo tardi, le slitte non si possono quasi più usare per raggiungere i territori di cacciagione. In molti posti si arriva ormai solo in barca. E anche qui il riscaldamento globale ha portato nuovi “nemici”, soprattutto per l’orso polare che è costretto a nuotare molto di più per cacciare le foche. Facile preda di squali e orche che si spingono sempre più a nord, anche loro per mangiare, per sopravvivere…
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(9 novembre 2018) … gli incendi sono partiti chissà dove e divorano tutto quello che trovano sul proprio cammino. Un vento caldo e asciutto proveniente dall’entroterra ossigena le fiamme, favorendone una rapida espansione. La causa principale del fenomeno, quella che ha dato inizio alla particolare violenza, è l’interminabile periodo di siccità che la California vive da oltre 358 settimane. In pochi giorni le vittime sono salite a 76, oltre 1.300 i dispersi…
SOFIA BRIGADOI
Mal comune non e mezzo gaudio Questo articolo potrebbe iniziare così…
Analoghi eventi estremi sono all’ordine del giorno, ne abbiamo solo citato qualcuno, e tutti hanno un filo conduttore comune: i cambiamenti climatici. La situazione è gravissima in tutto il Pianeta sia dal punto di vista economico che ambientale, con inevitabili ripercussioni sul settore sociale.
CLIMA
(29 ottobre 2018) … la corrente elettrica non c’è più. È buio fuori, anche in casa. Si cercano candele, lampade a cherosene, tutto quello che può fare luce senza corrente. Intanto fuori il vento ulula. Rabbioso, ce l’ha con tutto quello che incontra. Non si capisce da che parti arrivi, sembra incombere dall’alto. Senza tregua. Si sentono degli schianti anche al di là delle mura di casa, ci si chiede se sono alberi che cadono a terra… il rumore è quasi inconfondibile. La paura attanaglia le viscere. Come se non bastasse piove, da giorni, a dirotto. L’Avisio sta per superare gli argini. La notte sembra non avere mai fine. Le ore passano, interminabili. Finalmente arriva l’alba. Si guarda fuori dalle finestre… si esce all’aperto. Non ci vuole molto a capire cos’è successo: basta guardarsi intorno. Svariati alberi intorno a casa sono stati sradicati e poi c’è qualcosa di diverso da prima, alcune montagne hanno cambiato “faccia”. Paiono tristi, spelacchiate…
(28 maggio 2018) … è stata un’estate di siccità. La peggiore degli ultimi 100 anni. I contadini della piccola cittadina australiana giornalmente devono puntare il fucile contro qualche bestia scheletrita, asciutta e grinzosa come una foglia rinsecchita al sole. Non avere acqua significa niente fieno. Niente per nutrire quelle povere bestie che patiscono le pene di un inferno rovente…
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(28 settembre 2018) … le notizie arrivano a scaglioni. C’è stata un’altra potente scossa di terremoto in Indonesia nell’arcipelago di Sulawesi, che ha provocato uno tsunami: onde enormi hanno spazzato case e persone. Le più colpite sono la città di Palu, Donggala e altri villaggi costieri. L’elettricità è saltata e le comunicazioni con le zone colpite sono interrotte. Secondo una prima stima i morti sono circa 384. Numerosi i dispersi.
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Q
uando si sente parlare di riscaldamento globale le persone tendono a sfuggire dall’argomento, perché è troppo impegnativo e perché, il più delle volte, non li riguarda così da vicino. Sentire le notizie di disastri ambientali sui mezzi di comunicazione lascia molti di noi incuriositi, ma non particolarmente scossi. È quando li vivi di persona che tutto cambia e assume un altro peso, un’altra misura. Pesi e misure che sconvolgono interi Paesi, che mettono in ginocchio intere comunità. Eppure se non capita direttamente a noi, facciamo gli gnorri e andiamo avanti per la nostra strada, senza renderci conto che la nostra strada è anche quella degli altri ai quali siamo inscindibilmente legati. Quello che sta avvenendo è sotto i nostri occhi ed è ogni giorno sempre più avvertibile. I numeri non mentono: il 2018 è stato l’anno record per l’aumento delle temperature. La concentrazione di CO2 (anidride carbonica) è salita di pari passo. La storia ambientale della Terra ci insegna che fin dalla nascita il “nostro” pianeta ha vissuto periodi di siccità e afa, intervallati a glaciazioni. Mutamenti che hanno causato l’estinzione di specie e donato vita ad altre. Ma quello che ora sta accadendo corre a una velocità mai percepita prima e la causa di tale accelerazione è dovuta all’uomo. Caldo, siccità, bombe d’acqua, uragani, trombe d’aria, terremoti, tsunami… sono solo alcune delle conseguenze che il nostro stile di vita sta causando all’ambiente. Come possiamo cambiare rotta? Cominciando da noi stessi poiché un cittadino che s’interessa a questi argomenti sicuramente agirà in favore dell’ambiente e sosterrà una politica volta a tutelarlo con maggior coraggio e determinazione. Certo, occorrono sacrifici e grande impegno da parte di tutti. Ma guardiamo la situazione da più vicino. Cosa significa per noi, abitanti delle Alpi, un innalzamento così repentino delle temperature? Senza ombra di dubbio in meno di 10 anni vi sarà un aumento delle piogge e, come già percepibile, un accrescimento di eventi estremi. Le precipitazioni nevose subiranno una notevole riduzione, quasi scomparendo a quote inferiori ai 1800 metri, diminuirà anche la persistenza della neve al suolo. Se il trend rimarrà invariato, si potrà riscontrare la quasi totale scomparsa degli apparati glaciali, con la conseguente perdita di un’importante e strategica riserva d’acqua dolce.
Due i recenti episodi che hanno preso di mira le nostre valli. L’alluvione del 3 luglio a Moena e l’uragano del 29 ottobre 2018 che ha colpito le Dolomiti. Luigi Casanova ci offre una riflessione su quanto è accaduto alla fine di ottobre.
CLIMA
Mentre la prima luce della giornata si faceva spazio fra le nuvole e le nebbie, s’intuiva già la gravità del disastro forestale che aveva colpito le Dolomiti intere. Tutto è a terra, intere sezioni boschive cancellate, boschi giovani e boschi maturi, abeti e larici, il vento non ha risparmiato nulla, nemmeno le poche latifoglie dei nostri boschi. Mentre camminavamo ai margini delle frazioni si raccoglievano le lacrime dei residenti, angosciati, mai pensavano potesse accadere quanto invece è successo e in quell’ordine di misura. La grande nevicata autunnale del 1981 aveva provocato in Val di Fiemme oltre 100.000 metri cubi di schianti. Già allora si parlava
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di disastro. Oggi i numeri sono diversi, tutto è più sconvolgente. Nelle due valli dell’Avisio si stimano 700.000 mc. di schianti, oltre un milione di piante. Alcuni versanti delle nostre montagne sono irriconoscibili. S’impiegheranno tre anni per ristabilire una certa normalità, a raccogliere quanta più possibile massa legnosa, a recuperare la viabilità forestale, i sentieri che ben conoscevamo. Sui comuni, sulle ASUC, sulla Regola feudale di Predazzo, come sulla Magnifica Comunità di Fiemme, si abbatterà anche un deprezzamento notevole del legname, circa il 50% se si sarà veloci nel recupero, valore zero passati i due anni: quanto rimarrà a terra sarà destinato agli impianti a biomasse o alla produzione di pellets.
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CLIMA
Ma si deve guardare avanti, sempre. Come? È evidente che andrà rivista la selvicoltura fin qui attuata, i boschi del futuro dovranno essere più ricchi di specie, tante latifogli laddove possibile, e interventi diversificati assecondando l’esposizione dei versanti e le quote. Per decenni si dovranno ridurre le utilizzazioni annuali. Si dovrà ritornare a investire nella manodopera forestale pubblica, o provinciale o comunale per la piantumazione delle distese denudate, per interventi di diradamenti troppo Alla politica il dovere di varare spesso rinviati nel passato. Si dovrà prestare misure tese a ridurre drasticamente, attenzione ai temi della sicurezza idrogeologica da subito, le emissioni dei gas e delle frane. Basta costruire lungo gli argini climalteranti. A noi piccole comunità, di fiumi e torrenti, dobbiamo lasciare liberi i a noi cittadini, il dovere di evitare conoidi alluvionali, evitare stalle e abitazioni ogni spreco, di investire giorno per in aree a rischio geologico e valanghivo. giorno in sobrietà, in umiltà. Non Dovrebbe terminare la clientelare pratica delle significa rinunciare o avviarsi su deroghe: anche e specialmente in alta quota le percorsi di decrescita. No, significa invarianti urbanistiche dovranno rimanere tali. crescere, o meglio vivere, in modo Come gli spazi destinati a Rete Natura 2000, diverso: rispettando la natura, zone di conservazione speciale o di protezione rispettando noi stessi, studiando e speciale, dovranno ritornare a essere i santuari, costruendo alleanze, anche verso chi intoccabili, delle nostre montagne. sembra molto, molto diverso da noi. Se quanto detto finora riguarda noi abitanti Solo uniti vinceremo la scommessa delle Dolomiti, è doveroso offrire attenzione di un futuro migliore e ritroveremo anche oltre i confini delle nostre belle terre. armonia con la natura. Padre Ernesto Balducci, un intellettuale fiorentino dimenticato dalla politica, negli anni ’80 aveva scritto un libro profetico “L’uomo planetario”. Il messaggio lì contenuto era una presa di coscienza che ogni azione messa in pratica da ognuno di noi, sul tema dei conflitti o in quello ambientale, avrebbe avuto ripercussioni anche sul vicino: già allora era venuto il momento di fare politica in funzione della famiglia umana intera. Ebbene, gli avvenimenti tragici che scuotono ormai i popoli di tutte le nazioni, ci devono fare comprendere che tutti i confini sono stati abbattuti.
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RELAZIONI
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FEDERICA ZANON
Tesoro… ci conosciamo??? Intervista a 5 coppie di genitori e figli
Il legame che unisce genitori e figli è sempre qualcosa di speciale e in molti casi, se si è molto bravi e fortunati, si riesce a creare un indissolubile rapporto di amicizia e comprensione. Abbiamo posto 5 domande goliardiche a 5 coppie di genitori e figli… il risultato lo potete leggere nelle pagine a seguire. Perché, a volte, si conoscono i segreti e le cose più intime delle persone a noi più care, ma sono proprio le domande più innocue e meno personali quelle alle quali non si sa dare risposta! Ph. Pixabay
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RELAZIONI
Mamma Teresa Zanon (52) e figlia Anna Girotti (22) di Moena Intervista a Teresa Qual è per tua figlia la persona più attraente del mondo? Perché? Sicuramente il suo papà, lo adora proprio!
Qual è il lato più buffo del suo carattere? L’Anna in generale, è spiritosa e solare, è l’Anna!
Anna: il mio papà, io sono innamorata di lui, guai a chi me lo tocca! È una delle persone più belle che conosco!
Anna: che quando mi agito sono impacciata!
Se Anna avesse l’opportunità di partire da sola, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe al mare e al caldo, ma da sola ci andrebbe solo in vacanza. Moena è Moena, non andrebbe a vivere lontano. Anna: andrei in un posto “wild”, non so esattamente dove, e rimarrei lì per mesi e mesi all’avventura! Basta che non ci siano ragni!!! Per che cosa sarebbe disposta a pagare una cifra considerevole? Per magnar!!!! (ride).
Le interviste
Anna: comprerei un aereo per volare ovunque in ogni momento.
Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Fare il giro del mondo. Anna: andare in aeroporto, prendere un biglietto di un qualsiasi volo disponibile, solo andata!
RELAZIONI
Intervista ad Anna Qual è per tua mamma la persona più attraente del mondo? Perché? Il mio papà! È ancora innamorata come il primo giorno! Teresa: l’Alessandro (il marito)… anche se… Raoul Bova, ha un misto di maschio al punto giusto. Per me è proprio bello, la perfezione. Se Teresa avesse l’opportunità di partire da sola, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe a rilassarsi al Lago di Garda. Teresa: sicuramente al mare e al caldo, a fare… anche niente possibilmente!
Per che cosa sarebbe disposta a pagare una cifra considerevole? Per una casa su una spiaggia deserta. Teresa: per i miei figli, per lasciar loro qualcosa e sistemarli vita natural durante. Qual è il lato più buffo del suo carattere? Non è tanto buffa lei… (ride). Teresa: non ce ne sono… Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Non lo so! Non so se ha sogni… forse partire e andare via lontano da sola per tutto il resto della sua vita??? Teresa: cambierei vita, vorrei andare a vivere in Portogallo, ci sono stata e mi è piaciuto un sacco, la gente, la vita, mi piacerebbe trascorrere la mia vecchiaia lì, al mare e al caldo.
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RELAZIONI
Mamma Paola Giacomuzzi (60) e figlia Federica Morandini (23) di Predazzo Intervista a Paola Qual è per tua figlia la persona più attraente del mondo? Perché? Proprio ieri parlando con Federica dicevo quanto fosse bello il figlio di Bocelli e ha risposto “soma, mia tant, guarda che capelli, guarda qua…”. Abbiamo gusti tanto diversi, non saprei proprio… Federica: Clint Eastwood, da giovane… forse perché mio nonno guardava sempre i suoi film e quindi me lo ricorda. L’era proprio bel! Se Federica avesse l’opportunità di partire da sola, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe in vacanza in un posto non scontato, dove viaggiare e visitare la cultura… e vivere nuove esperienze.
Le interviste
Federica: andrei in Africa a fare volontariato.
Per che cosa sarebbe disposta a pagare una cifra considerevole? Le piacciono le cose belle, ama le macchine e i viaggi. Federica: per la mia famiglia. Qual è il lato più buffo del suo carattere? Sa essere autoironica e leggera nelle varie situazioni, ma non con me! Federica: boh… la mia goffaggine? Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Le piacerebbe potersi dedicare agli animali senza dover vivere di quello. E come sogno folle… il giro del mondo?? Federica: partire, fare il giro del mondo… col cane!
RELAZIONI
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Intervista a Federica Qual è per tua mamma la persona più attraente del mondo? Perché? Non so… proprio ieri mi ha detto del figlio di Bocelli… vara che bel che l’è! Le piacciono i suoi lineamenti, gli occhi scuri… Paola: Obama… non per l’aspetto anche se come uomo non è male, mi piace perché rappresenta la riscossa delle persone di colore. Se Paola avesse l’opportunità di partire da sola, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe in una città a fare shopping! Paola: un viaggio con l’Orient Express, tutto il percorso, magari quello da Parigi a Pechino. Mi piace molto viaggiare in treno!
Per che cosa sarebbe disposta a pagare una cifra considerevole? Per la famiglia. Paola: ah… ah… se ne avessi la disponibilità, acquisterei una megamonovolume e andrei a far shopping sfrenato e spudorato! Qual è il lato più buffo del suo carattere? Il suo non capire le battute. Paola: che mi spavento per niente, non sono paurosa nella vita ma prendo paura per le piccole cose, rischio di rimanere secca ogni volta che qualcuno mi è alle spalle e ho paura del buio! Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Prenderebbe un furgone e andrebbe a fare shopping! Paola: non ho sogni folli nel cassetto, vorrei solo scoprire culture e saperi dei popoli orientali attraverso un viaggio e un’esperienza nei Paesi Orientali.
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RELAZIONI
PapĂ Gianfranco Volcan (56) e figlio Stefano Volcan (20) di Moena
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Le interviste Intervista a Gianfranco Qual è per tuo figlio la persona più attraente del mondo? Perché? La famiglia??? Potrebbe essere perché è quella figura che gli dà maggior fiducia ed è un punto di riferimento sul quale può sempre contare. Stefano: mio padre e mia madre, perché lui è il mio braccio, lei è la mia mente. Se Stefano avesse l’opportunità di partire da solo, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe in Germania a lavorare. Stefano: andrei nel Sudamerica e starei 24 ore su un’amaca su un’isola disabitata. Per che cosa sarebbe disposto a pagare una cifra considerevole? Per sistemarsi, comprarsi una bella casa e una bella macchina. Stefano: per una bella villa con garage, piscina e perché no, anche la massaggiatrice! Qual è il lato più buffo del suo carattere? È molto espansivo, si fa voler bene ed è divertente. Stefano: io. Penso di essere buffo nel mio modo di pormi e comportarmi con le persone. Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Diventare un calciatore. Stefano: Indossare gli scarpini a 11 tacchetti (le scarpe da calcio) per il maggior tempo possibile, non per professione, ma per passione. Adoro questo sport!
Intervista a Stefano Qual è per tuo papà la persona più attraente del mondo? Perché? Credo sia mia madre perché han deciso di intraprendere un cammino insieme e spero lo portino sempre avanti come all’inizio. Gianfranco: la mia famiglia dell’infanzia e la mia famiglia attuale, perché sono per l’appunto i miei punti di riferimento e di forza. Se Gianfranco avesse l’opportunità di partire da solo, dove andrebbe e cosa farebbe? Prenderebbe la macchina, andrebbe in baita e starebbe lì più tempo possibile a rilassarsi dopo i suoi 56 anni di stress continuo. Gianfranco: andrei in un posto al caldo, ma solo d’estate, d’inverno amo la mia valle, la mia baita e gli sport invernali. Per che cosa sarebbe disposto a pagare una cifra considerevole? Per la macchina, sicuramente comprerebbe un bel SUV. Gianfranco: per vedere realizzati i miei figli, perché stiano bene e si possano costruire un solido e tranquillo futuro. Qual è il lato più buffo del suo carattere? È una persona molto divertente e quando canta, i movimenti della sua bocca mi fanno ridere. Gianfranco: non lo so, penso di essere una persona divertente ma dovrebbero essere gli altri a dirlo. Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Credo che sogni folli non ne abbia, so che una volta in pensione gli piacerebbe trasferirsi a Carano o Varena, probabilmente con l’armamentario più grande possibile di sci d’alpinismo. Gianfranco: sogni folli non ne ho, sogno semplicemente una vita tranquilla, spensierata e in salute.
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Mamma Patrizia Bortolotti (52) e figlia Sharon Weiss (25) di Cavalese.
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Le interviste
Intervista a Patrizia
Qual è per tua figlia la persona più attraente del mondo? Perché? Non saprei… Forse potrei essere io, perché siamo una cosa sola. Sempre. Sharon: Eric Dane, il Dottor Sloan di Grey’s Anatomy, è proprio bello! Neanche metter con uno di 20 anni, per me è l’uomo più bello del mondo! Se Sharon avesse l’opportunità di partire da sola, dove andrebbe e cosa farebbe? Non credo partirebbe da sola, soffre di nostalgia ed è molto attaccata alla famiglia. Magari partirebbe con me per andare al lago un paio di giorni. Sharon: in Africa a fare un safari, non so se da sola, sono una che va in panico facilmente e che ha sempre bisogno di una spinta. Per che cosa sarebbe disposta a pagare una cifra considerevole? Per gli animali, per lei sono vitali, si dedicherebbe a loro per aprire ad esempio un centro di accoglienza per cani abbandonati. Sharon: venderei tutto e partirei per andare su un’isola al caldo e cambiar vita. Qual è il lato più buffo del suo carattere? Lei per me è il sole, ha sempre il sorriso e fa delle smorfie divertenti dalla mattina alla sera! Sharon: l’essere scherzosa e spensierata. Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Dedicarsi agli animali in generale, non solo cani, tutti gli animali sono la sua passione. Sharon: comprarmi una casa in mezzo al verde circondata da cani, cavalli e tanti altri animali… insomma, una fattoria!
Intervista a Sharon Qual è per tua mamma la persona più attraente del mondo? Perché? Javier Bardem, marito di Penelope Cruz. Patrizia: le mie due figlie, perché nonostante tutto hanno una gran forza e un coraggio immenso. Se Patrizia avesse l’opportunità di partire da sola, dove andrebbe e cosa farebbe? Al caldo, sicuramente. Le piacerebbe andare ai Caraibi ma ha paura dell’aereo. Quindi credo andrebbe al mare, in un posto vicino, con il cane e mia sorella, semplicemente per godersi una vacanza in spiaggia. Patrizia: amo il mare, per me potrei andarci tutta l’estate per ritrovare pace e serenità e non pensare a niente. Per che cosa sarebbe disposta a pagare una cifra considerevole? Per noi, per la nostra salute e per vederci contente. Patrizia: per la nostra salute, delle mie figlie e mia. Qual è il lato più buffo del suo carattere? È molto ironica e autoironica, si prende in giro da sola! Patrizia: sono una persona allegra ed estroversa. Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Penso comprare un albergo e diventare albergatrice. Patrizia: aprire un albergo, comprarlo e gestirlo.
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RELAZIONI
Papà Luigi Chiocchetti (59) e figlio Gianluca Chiocchetti (22) di Moena. Intervista a Luigi Qual è per tuo figlio la persona più attraente del mondo? Perché? Non ne ho la minima idea. Davvero, so che ama la libertà di scelta e il non avere vincoli, quindi sicuro sarebbe una persona con queste caratteristiche. Gianluca: Belèn Rodriguez. Perché sì… Se Gianluca avesse l’opportunità di partire da solo, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe in Oriente e viaggerebbe in posti tranquilli, in montagna e paesini, non in grandi città. Gianluca: andrei in Asia a fare un viaggio mistico. Per che cosa sarebbe disposto a pagare una cifra considerevole? Per poter viaggiare. Gianluca: per comprare un jet privato per viaggiare in giro per il mondo. Qual è il lato più buffo del suo carattere? Quando deve uscire alla sera mi fa divertire il tempo che impiega nella preparazione di sé stesso. Gianluca: sono molto semplice e scherzoso. Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Poter disporre del suo tempo in massima libertà senza legami o vincoli. Gianluca: sposarmi, questa sì che è una follia!
Le interviste
RELAZIONI
Intervista a Gianluca Qual è per tuo papà la persona più attraente del mondo? Perché? Non so quale sia la più attraente del mondo, ma so che stima molto la zia Valentina perché ha un’elevata cultura musicale. Luca: Kennedy, perché è stato un personaggio molto importante per quel poco che ha potuto vivere. Se Luigi avesse l’opportunità di partire da solo, dove andrebbe e cosa farebbe? Andrebbe in Cina per percorrere l’intera muraglia cinese a piedi. Luca: andrei in una delle città più popolose del mondo, tipo Shanghai, per vivere e provare la confusione. Per che cosa sarebbe disposto a pagare una cifra considerevole? Per comprare una casa a Tenerife. Luca: per andare e vivere in un posto dove c’è sempre la stessa temperatura, che non deve essere sotto i 25°-26° Qual è il lato più buffo del suo carattere? L’essere ordinato??? Luca: voler sempre le cose perfette, per qualcuno questo è buffo. Qual è il suo sogno più folle nel cassetto? Tornare a dirigere il Coro Enrosadira, sogno folle perché purtroppo non ha il tempo di farlo e ha dovuto abbandonare il suo impegno. Luca: fare il giro del mondo in 3 mesi.
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Di chi e la
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Per la Marmolada è stata un’estate calda, soffocante. Non solo a causa delle alte temperature che continuano a provocare l’arretramento del ghiacciaio, ma anche e soprattutto per le polemiche sui suoi confini.
Un conflitto inutile L’estenuante guerra dei confini assume oggi i contorni di una farsa all’italiana e li consolida. Sembra proprio che gli obiettivi del turismo sostenibile e la coerenza verso le Dolomiti patrimonio dell’umanità, siano improponibili. Il turismo del futuro, anche strutturato su tempistiche brevi, avrebbe bisogno di una visione culturalmente aperta e capace di migliorare la situazione naturalistica e paesaggistica presente. I tempi delle guerre, di tutte le guerre, sono finiti. Oggi viviamo anni nei quali sono necessarie solo alleanze: il futuro si costruisce con il dialogo e proponendo qualità.
Marmolada? LUIGI CASANOVA
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È dagli anni ‘70 che la Marmolada subisce violenze, di tutti i tipi, dai rifiuti nei crepacci fino all’abuso del suo territorio, una situazione che ha portato la gloriosa storia della Regina delle Dolomiti a perdersi. Nonostante tutto questa straordinaria montagna è pronta a restituirci ricchezza, opportunità ed emozioni. Può accogliere semplici escursionisti grazie ai rifugi, come dare ospitalità agli alpinisti eccelsi, quelli del 7° grado. Può accogliere gli appassionati di storia che vogliono rileggere le sofferenze di quanti hanno combattuto sulle creste, come offrire opportunità di studio ai tecnici grazie all’industria dell’idroelettrica, o ai naturalisti che vogliono scoprire gli effetti dei cambiamenti climatici alle alte quote. La Marmolada rimane il regno degli sportivi, in inverno degli sciatori, specialmente scialpinisti, in estate di ciclisti e di podisti. Senza trascurare le suggestive impressioni raccolte da artisti di tutto il mondo al cospetto di tanta e stupefacente bellezza.
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Alcune possibilità di rilancio
Un investimento in umiltà permetterebbe a tutti gli attori del territorio di riportate in tempi brevi la Marmolada al suo splendore. Lo sappiamo tutti: le polemiche sostenute con livore si trasformano in rancore e impediscono un confronto costruttivo fra idealità diverse. Il rancore va lasciato fuori dalla porta e questo non significa cancellare la storia, ma guardare al futuro e progettare in funzione del bene comune e delle attese di un turismo proiettato al domani. Dove investire? È sufficiente prendere spunto dalle tante proposte emerse dai tavoli che si sono succeduti dal 2003 al 2013, quando persone preparate hanno cooperato per attuare, nel rispetto della montagna, decine di possibili buone pratiche sulle quali capitalizzare senza più guardare ai confini di presunte proprietà, pubbliche o private.
Vediamo con sintetici accenni dove sarebbe possibile investire in risorse umane ed economiche che riverserebbero sul territorio qualità, opportunità di nuovi lavori e recupero paesaggistico. Sicurezza nell’accessibilità al Passo Fedaia: sarebbe opportuno un collegamento fra le due aree sciabili a bassa quota, oppure un collegamento con navette; il rifacimento dell’attuale superata cestovia; una continua operazione di pulizia; la riorganizzazione dei parcheggi; un anello ciclabile sul lago (quota 2050, unico al mondo); la messa in rete dei Musei della Grande Guerra e dei sentieri naturalistici che colleghino le aree del bellunese, i Serrai di Sottoguda e la valle di Franzedas con le stupende vallate trentine (Contrin, Val San Nicolò, Passo San Pellegrino).
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Una montagna che merita attenzione
Tutto questo diverrebbe un esteso Ecomuseo della Regina, riprendendo così le attuali ambizioni del sindaco di Canazei, costretto, causa la guerra dei confini, a mantenere le sue attenzioni rivolte solo al versante trentino. Al momento alla Marmolada viene a mancare una visione d’insieme, di gruppo.
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Diatriba per i confini sulla roccia Sono innumerevoli le tappe della lotta sui confini della Marmolada. In parte comprensibili perché gli interessi privati e pubblici in gioco sono importanti, ma deleteri per la costruzione di uno sviluppo socio economico che sappia rispondere alle esigenze del turista di qualità e ai cambiamenti climatici in atto. Le ricordiamo brevemente. Nel 1974 due skilift costruiti dalla scuola dei maestri di sci di Canazei sopra Pian dei Fiacconi vengono fatti saltare in aria da ignoti. L’esplosione è stata la drammatica scintilla che ha fatto partire il lungo contenzioso sui confini fra i Comuni di Canazei e Rocca Pietore. A oggi tutti i pronunciamenti dei tribunali hanno sostenuto le ragioni del Comune di Canazei e quindi alla Provincia di Trento. Il decreto dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini (1982), la sentenza del Consiglio di Stato (1998) e quest’anno la deliberazione dell’Agenzia del Territorio di Roma, atti che riprendono le mappe del 1911 del Regio impero austroungarico. Nonostante questa continuità di sentenze il Veneto e il Comune di Rocca Pietore non si arrendono: non accettano il confine sulla cresta del displuvio che da Punta Rocca scende verso Serauta e rivendicano valore solo ai dettati del 1778 fra la Repubblica di Venezia e il Vescovado di Bressanone dove si concordava una divisione che faceva passare il confine tagliando quasi a metà il ghiacciaio. Preistoria. Gli ultimi passaggi del conflitto sono il frutto, velenoso, di un improvvido accordo firmato a Serauta dall’allora governatore del Veneto Gianfranco Galan, con il presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai, nel 2002. L’accordo prevedeva di spostare il confine 30 – 50 metri sotto la cresta lasciando così che eventuali lavori di riqualificazione dell’impianto facessero riferimento solo alla Regione Veneto. Il sostanziale vizio di forma dell’accordo alimenta oggi il conflitto: la Provincia autonoma di Trento non è e non era titolare di autorità nella modifica dei confini fra Regioni, Veneto e Trentino Alto Adige. Tutto è rimasto abbastanza tranquillo fino a tre anni fa quando attorno alla vetta di Punta Rocca sono spuntati interessi specifici che vorrebbero portare in quota un nuovo collegamento funiviario. Collegamento osteggiato dal Veneto in quanto sarebbe diretto concorrente della esistente funivia, oltre a temere un grave danno al turismo invernale dell’agordino. O come dicono gli ambientalisti perché il potenziale bacino sciistico della Marmolada, limitato, non può accogliere altre infrastrutture. L’accordo Dellai – Galan impedirebbe alla parte trentina ogni ulteriore accesso a Punta Rocca. Canazei si trova quindi a difendere i confini stabiliti dal Consiglio di Stato, mentre il Veneto rivendica la validità dell’accordo politico del 2002. Per questo motivo il 26 settembre la regione Veneto ha voluto forzare la mano convocando una riunione del Consiglio Regionale a Punta Serauta, quota 2950, per poi salire a Punta Rocca e issare la bandiera della Serenissima. Un simile atto istituzionale, tanto forte, non è certo stato di aiuto alla ripresa del confronto. Ph. Pixabay
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Inverno 2018-2019
Nelle pagine a seguire‌
Musei e Mostre Ponti di dialogo con la cultura
Salute e Bellezza Terapie antiche e supertecnologie per rigenerare mente e corpo
Rifugi, Baite, Ristoranti Un viaggio alla scoperta della buona tavola
Gusto Una montagna di gusto
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Sport&Co Passioni in quota
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MUSEI&MOSTRE
Attivo, attrattivo, memorabile… … sono queste le tre parole che meglio descrivono il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, disegnato da Renzo Piano e divenuto in cinque anni un punto di riferimento forte per il panorama culturale e turistico trentino e non solo. La sua capacità di attrarre visitatori grazie all’offerta espositiva sempre nuova, all’interattività degli exhibit e ai programmi in grado di coinvolgere bambini e adulti ha permesso di raggiungere i 3 milioni di visitatori in meno di 5 anni, collocandosi ai vertici tra i musei più visitati d’Italia, e al primo posto tra i musei scientifici. Accanto alla collezione permanente dedicata a scienza, natura, biodiversità, innovazione e tecnologia trovano spazio progetti
innovativi e numerose mostre temporanee che approfondiscono diverse tematiche nel corso dell’anno. Tra i progetti espositivi più importanti, prorogata fino a giugno 2019, la mostra “Genoma umano. Quello che ci rende unici” propone un viaggio nelle scoperte, storie e scelte che nascono dalla ricerca sul genoma umano e invita a riflettere su interrogativi suscitati dal progresso della genomica. Ulteriore proposta espositiva del Museo, fino al 23 marzo 2019, la mostra “Ghiacciai” offre una fotografia dei ghiacciai che ricoprono il nostro pianeta da diverse prospettive.
Novità dell’anno, GO!Muse la nuova Realtà Aumentata che dà vita ai grandi rettili preistorici che popolano il piano interrato del museo. Un’esperienza imperdibile tra tecnologia e lontana preistoria.
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Visita il MUSE e scopri la mostra “Genoma umano”
Se acquisti un biglietto intero, con questo voucher il secondo è gratuito. Valido fino al 31.03.2019.
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Al Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo (sede territoriale del MUSE), fino al 22 febbraio 2019, la mostra temporanea “La Regola Feudale di Predazzo, gestione del bene comune” ripercorre le principali tappe della storia di un'istituzione che ha preso forma nel tardo Medioevo fondando le sue radici sulla cultura della gestione condivisa e partecipata del territorio. Un percorso di avvicinamento e scoperta di un’importante realtà sociale ed economica di Predazzo e dei principi e valori che hanno animato, e animano tuttora, la sua plurisecolare storia. Oltre alla mostra, il Museo offre per tutto il periodo invernale, ogni martedì dalle 10.00 alle 12.30, l’attività “Arte e Geologia nelle Dolomiti”. A conclusione della passeggiata attraverso i più bei masi del paese condotta dall'Associazione Sentieri in compagnia, il Museo Geologico propone un viaggio alla scoperta della storia geologica delle Dolomiti attraverso video, ricostruzioni di ambienti e installazioni.
LA SCOPERTA Una specie mineralogica finora sconosciuta alla scienza che prende il nome dalla località dove è stata rinvenuta, la Val di Fiemme in Trentino: è la fiemmeite, un nuovo tesoro scientifico scoperto dai ricercatori del MUSE. Il riconoscimento è di straordinaria rilevanza se si pensa che è da due secoli che - sulle Dolomiti - non avveniva la scoperta di una nuova specie di minerale. Con l’identificazione della fiemmeite un ulteriore elemento di unicità - questa volta mineralogica - si aggiunge a quelli di carattere geologico, paleontologico, geomorfologico e paesaggistico, sui quali si fonda il riconoscimento delle Dolomiti quali Patrimonio mondiale dell’umanità.
Ph. Riccardo Demartin
IL MUSE SUL TERRITORIO
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MUSEI&MOSTRE
TAN-ART ARTE AI PIEDI DEL VERNEL
Dalle esposizioni di artisti del Trentino Alto Adige fino alle opere inedite di Riccardo Schweizer. Quattro appuntamenti da non perdere che Sergio e Flavio Rossi hanno accuratamente preparato per una stagione invernale all’insegna della cultura!
Sciatore di Othmar Winkler
Othmar Winkler, Adolf Vallazza, Gino Pancheri, Riccardo Scheweizer, Matthias Sieff, Josef Costazza, Luigi Pederiva, Beppino Soraperra. Da dove cominciare? È appena trascorsa la stagione estiva ricca di ricordi indimenticabili e numerosi eventi, e la galleria Tan-Art è già alle prese con una nuova stagione frizzante e accattivante. Per tutti gli amanti dell’arte in chiave moderna e contemporanea l’esposizione, ospite dell’antico maso di Strèda Roma a Canazei, è un’ottima occasione per scoprire tutti quegli artisti che hanno reso unica e florida la nostra regione. Nella galleria troverete un’innumerevole raccolta di opere appartenenti agli artisti locali e ai massimi esponenti della Pop Art italiana. Ma procediamo con metodo: il primo evento al quale non mancare è proposto dal 6 al 24 dicembre ed è intitolato “Trentino Alto Adige e la sua Arte”. Ideata dal curatore Flavio Rossi, la mostra vuole ripercorrere le tappe fondamentali del percorso di crescita della galleria: alcune opere segnano l’inizio della Tan-Art, mentre le più recenti trasformano il percorso espositivo in una sorta di intreccio, una riscoperta continua di linguaggi formali diversi e complementari tra loro. In un solo colpo d’occhio, si potranno ammirare gli artisti del nostro territorio nel grande salotto d’arte. Nel mese di gennaio la Tan-Art ospiterà le opere fotografiche di Davide Baldrati, artista emiliano ormai autoctono della Valle di Fassa. Dall’osservazione della natura nasce la curiosità verso una costante ricerca in ambito artistico, questo suo un impegno continuo è volto a tutelare le opere e la bellezza estetica dell’arte. La terza mostra da non perdere è dedicata a delle opere inedite di Riccardo Schweizer, già dall’8 dicembre visibili presso la Galleria “Forme d’arte” a Loppio di Mori. Sculture che riescono a raccontarsi da sole, la mostra darà la possibilità di apprezzare le realizzazioni uniche del maestro.
Saremo presenti in occasione del Trentino Ski Sunrise 2019 di marzo, al Rifugio Paradiso, Passo San Pellegrino, Moena. Siamo convinti che un’opera d’arte susciti sempre sensazioni infinite e mai banali, ed è questo l’invito che vorremmo lasciarvi per trascorrere al meglio le vacanze sulle Dolomiti. Info: TAN–ART s.n.c - Streda Roma, 66 - Canazei (TN) Orario al pubblico: aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10:30 alle12:30 e dalle 16:00 alle 19:30. Orario serale: dal 26 dicembre 2018 al 7 gennaio 2019, dalle 20.30 alle 22.00. Disponibilità di visita anche in altri orari su appuntamento ai numeri cell. 340.8194060 tel. 0462.602428, presso Locanda degli Artisti che si trova di fronte alla Galleria tel. 0462.601143, oppure contattate il Rifugio Fuciade, tel. 0462 574281 - www.fuciade.it - tanartcanazei@gmail.com
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Il Museo Marmolada Grande Guerra accoglie una delle più innovative e spettacolari esposizioni sulla Prima Guerra Mondiale. Si trova a 3000 metri alla stazione intermedia di Serauta, ed è attualmente il museo più alto d’Europa. È comodamente raggiungibile grazie alla funivia della Marmolada che parte da Malga Ciapèla e che, in tre distinti tronchi, porta fino alla stazione sommitale di Punta Rocca (3265 m). Lo spazio espositivo è raggiungibile da tutti, grazie all’ascensore che collega il piano d’imbarco della funivia di Serauta al museo stesso.
Museo Marmolada Grande Guerra LUOGO SIMBOLO DI UN CRUENTO CONFLITTO
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IL MUSEO: UN PERCORSO MULTIMEDIALE E MULTISENSORIALE
in dalla sua apertura il museo si è trasformato in un’importantissima attrazione, richiamando visitatori da numerosi paesi del mondo. Lo spazio espositivo è composto da una serie di ambienti interconnessi in modo scenografico ed è dedicato alla vita dei soldati, senza porre distinzioni fra le truppe italiane e quelle austro-ungariche che l’hanno vissuta. Una guerra fatta di stenti combattuta non solo contro il nemico, ma anche contro la natura, tra rocce, ghiaccio, neve e temperature polari. La visita parte da un ponte di legno fra vetrate frastagliate e colorate di blu e azzurro, per ricordare il ventre del ghiacciaio in cui si rifugiarono gli austro-ungarici e prosegue con un’introduzione storica: testi, immagini, mappe, testimonianze e video esplicativi, per poi giungere all’esposizione stessa dei reperti. Da qui due i
percorsi comunicanti, dedicati l’uno alla vita nelle baracche e l’altro alla vita in trincea. Ciò che rende speciale queste pagine di storia sono le testimonianze lasciate dai soldati che attraverso scritti e diari raccontano ai propri cari le pene vissute. Si prosegue poi nella sezione dedicata alla sanità, all’inverno con la Città di Ghiaccio e alla ricostruzione della baracca austro-ungarica. Di forte impatto la vetrina dedicata alla sanità dal titolo “Neve rosso sangue” contenete gli strumenti chirurgici utilizzati per curare le ferite o per l’assideramento, che fa comprendere come fosse appesa a un filo la vita di questi soldati. Nel percorso dedicato alla vita di trincea si incontrano anche le armi utilizzate all’epoca, con spiegazioni attraverso schede interattive, un simulatore dei suoni, dei cannocchiali, grazie ai quali è possibile osservare le gallerie della Grande Guerra ancora presenti a Serauta, e un simulatore del freddo. La parte finale dell’esposizione è dedicata a una collezione di reperti, conservati in cassetti tutti da scoprire, e alla conclusione della guerra.
Il museo merita di essere vissuto per rendere onore a quei soldati che vanno ricordati Info: Il museo è aperto tutti i giorni nei periodi e negli orari di apertura della funivia Marmolada #MoveToTheTop. L’ingresso è incluso nel biglietto della funivia, così come il servizio delle visite guidate, che vanno però prenotate in anticipo inviando una mail a visitmuseo@museomarmoladagrandeguerra.com o telefonando al 334.6794461. È inoltre possibile consultare il sito www.museomarmoladagrandeguerra.com, dove si trovano anche tutti gli eventi del museo, oppure seguirci su Facebook @MuseoMarmolada3000m.
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BENESSERE
CENTRO ACQUATICO DELLA VAL DI FASSA Dòlaondes: un universo d’acqua e vapore. Tecnologia, materiali biologici e colore per lo spettacolare centro acquatico di Canazei che si conferma il nuovo atout dell’accoglienza fassana Il protagonista del centro acquatico è il luogo, nel cuore delle Dolomiti ladine, che offre una vista incomparabile verso un territorio ancora capace di suscitare emozioni uniche Quattro le aree tematiche collegate tra loro e disposte su una complessiva area di 2.400 mq
WATER&FUN
Cinque vasche con vista mozzafiato sulle montagne S’impone sull’ambiente circostante la scenografica vasca semiolimpionica, mentre per esclusività e forma spicca la piscina “Fun” adibita appunto al divertimento con air-bubbles, nuoto controcorrente, nonché quattro lettini idromassaggio per rilassarsi e togliersi di dosso la stanchezza. Massimo dell’emozione per i bambini da 0 a 3 anni, con la vasca “Kids”, e per finire l’indispensabile la vasca che accoglie l’arrivo di uno scivolo che si snoda anche all’esterno della struttura per regalare discese rocambolesche di 111 metri. Chicca del centro acquatico la piscina esterna, godibile in tutte le stagioni.
SPORTS&FITNESS
Personal trainer e istruttori qualificati al vostro servizio Per migliorare la forma fisica è a disposizione una palestra attrezzata con macchinari d’ultima generazione.
EAT&DRINK
Per uno snack veloce o per gustare un piatto salutare Numerose le proposte per gustare un piatto veloce o un salutare drink con la possibilità di accedere gratuitamente al servizio WIFI.
EGHESWELLNESS
Il menù del benessere che trae spunto dall’antica filosofia della bioclimatologia delle termae romane Lunga tradizione per la Spa di Dòlaondes che mediante i benefici apportati dall’aqua offre Calidarium, Idromassaggio, Laconicum, Tepidarium e il Frigidarium. Aromarium, Thalasso, Cammomilla Grotta, per stimolare la circolazione sanguinea e favorire l’eliminazione delle tossine, e infine la sauna Filandese. Elegante e accogliente la zona relax in cui troverete docce tropicali, nebulizzatori alla menta e al maracuja e molto altro. Info: Dòlaondes Canazei – Tel. 0462 601348 – Fax: 0462 601507 – www.dolaondes.it – info@dolaondes.it
BENESSERE BENESSERE
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a natale regala benessere. Un bagno nel cuore del Patrimonio dell’UNESCO: bastano queste poche parole per aprire un universo da sogno. Qui a Pozza di Fassa regna sua “altezza” il benessere: tre livelli per un totale di 4.300 metri quadri, oltre a piscine e spazi esterni che permettono di godere dei benefici della “forest bathing” l’immersione nella natura come medicina preventiva. Un’oasi d’acqua e vapore alimentata con la preziosa acqua termale della sorgente Alloch. Numerose le pratiche: vasche idromassaggio, percorso Kneipp, cascate d’acqua, bagno giapponese, bagni a vapore, saune e biosaune, stanze del sale, aree relax. Unicità e personalizzazione anche per massaggi e trattamenti viso e corpo. Spazio anche all’esperienza gastronomica con diversi appuntamenti quotidiani tra i quali il prelibato buffet del pranzo e l’Aperiterme serale che il venerdì è firmato Cantine Ferrari.
Rendere unico e prezioso un regalo, personalizzarlo affinché diventi un momento da ricordare per sempre e trasmettere un chiaro messaggio: “Ti amo perché sei tu... ti voglio bene non perché è Natale... sei una persona speciale... voglio il meglio per te...”, testimonia affetto e un omaggio ai sentimenti. Oggigiorno uno dei desideri più sentiti è quello di concedersi momenti di puro relax in una spa. E perché allora non esaudire una fantasia così speciale dei nostri cari? Perché non regalare attimi di coccole che aiutano ad allontanare lo stress e far dimenticare impegni e scadenze? QC Terme con i Cassetti dei desideri e le Gift card, ha pensato a tutte quelle persone che vedono in un dono una manifestazione di affetto profondo: “Collect moments not things” è il mood con il quale vive il Natale e tutte quelle occasioni speciali in cui possiamo manifestare la nostra amicizia agli altri. Ricorrenze che diffondono nell’aria il desiderio di donare ai propri amati l’occasione di trascorrere del tempo di vera qualità. E perché no, potrebbe essere anche un fantastico regalo che facciamo a noi stessi, ma chiunque sia il destinatario rivela un sincero affetto o un profondo rispetto per se stessi. I Cassetti dei Desideri firmati QC Terme (cofanetti declinabili in diverse esperienze wellness) o le Gift card (ingressi giornalieri in spa), sveleranno al momento dell’apertura quale avventura nel mondo del benessere avete voluto regalare e personalizzare.
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SALUTE
TERME DOLOMIA
ALLA SORGENTE DELLA SALUTE Centro termale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per aerosolterapia, fangoterapia e cura idropinica. Accreditato per fisioterapia e riabilitazione motoria È l’acqua termale del “bagn da tof di Alloch” - unica sorgente solforosa del Trentino – a rendere esclusivo il Centro, che propone numerosi trattamenti naturali e cure supertecnologiche. Un’assistenza di altissimo livello, potenziata dall’azione terapeutica dell’acqua termale, assicura il massimo della rigenerazione energetica e fisiologica. Le terme sono convenzionate per la cura idropinica, l’aerosolterapia e la fangoterapia. In abbinamento alla cura idroponica si eseguono impacchi alle erbe medicinali (fieno) per la disintossicazione di reni e fegato. Oltre alle terapie convenzionate, sono effettuati molteplici trattamenti tra i quali la balneoterapia, la massoterapia, la fisioterapia. Il Centro dispone inoltre della HUMAN TECAR per la riabilitazione motoria anche in fase infiammatoria (tecnologia in grado di riattivare e accelerare i naturali processi di riparazione di muscoli, ossa e tendini). In aggiunta ai rimedi terapeutici, il Centro è specializzato in percorsi di benessere termale e propone sedute anti-cellulite, impacchi disintossicanti alle erbe medicinali, impacchi idratanti al latte e oli essenziali. Manipolazioni fisioterapiche e anti-stress, massaggi curativi e rigeneranti, peeling orientali con argille, e molto altro. Una linea completa di prodotti cosmetici realizzati con l’acqua termale Alloch integra l’offerta e propone il vantaggio di portare a casa i benefici dell’acqua termale: dalla crema per pelli miste a quella anti-age, dal detergente in crema, all’acqua micellare. Non mancano inoltre le emulsioni per il corpo, gambe e piedi, oltre a una linea di doccia-shampoo.
Da ricordare: l’acqua termale è fonte di salute nelle fasi di prevenzione, per impedire o diminuire i sintomi e la frequenza di varie patologie n della terapia, sono infatti indicate in determinate patologie croniche per mitigare i sintomi di picco e migliorare le condizioni di salute del paziente n della riabilitazione, aiutando notevolmente il paziente a riprendere una vita normale in seguito a interventi chirurgici (vascolari o ortopedici) Dona un reale beneficio alle seguenti patologie: n Sindrome dell’intestino irritabile (stipsi, colite spastica…) n Otorinolaringoiatriche (gola, orecchio,naso) n Broncopneumologiche (bronchite, asma, broncopatie…) n Reumatiche (osteoartrosi, reumatismi extra articolari) n Dermatologiche (psoriasi, dermatiti…) n Angiologiche (ulcere venose, postumi di flebopatie…) La tecnologia al servizio della salute: n Tecarterapia, Raggi infrarossi, Lampada al quarzo, Magnetoterapia Tutti i trattamenti proposti sono eseguiti da operatori qualificati. I benefici delle acque termali non hanno età. Tutti possono fruire di un ciclo di cure convenzionato all’anno se in possesso della ricetta medica
Info: Terme Dolomia presso l’Hotel Terme Antico Bagno – Strada di Bagnes, 25 – Pozza di Fassa Tel. 0462.762567 – Cell. 329.8926298 – www.termedolomia.it – info@termedolomia.it
BENESSERE E SPORT
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Centro Benessere Salino
OLIMPO Nel regno della bellezza
Il centro benessere salino OLIMPO è nato nel 2013, al seguito di una lunga pianificazione da parte di Valeria, la titolare, per ottenere un centro unico nel suo genere che fosse organizzato per offrire servizi sempre all’avanguardia e un’attenzione speciale al cliente e di qualunque fascia d’età. Olimpo offre numerosi servizi che spaziano dal centro salino alla classica pedicure, quindi ampio spazio ai percorsi benessere e momenti di puro relax. NOVITÀ BOMBA è la TECNOLOGIA NIR A INFRAROSSI. Una moderna apparecchiatura firmata AlmaLasers che ne garantisce qualità e risultato. Viene utilizzata su corpo e viso per rimodellare la silhouette e i contorni. Il tessuto risulta più tonico e armonioso, con riduzione di inestetismi di cellulite, ritenzione idrica, donando, grazie alla stimolazione di collagene, un aumento di tonicità alla pelle. Con questo sistema la pelle appare più giovane, sana e luminosa. Possibilità di provare gratuitamente le potenzialità dell’innovativa tecnologia.
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I servizi proposti sono: • Grotta di sale • Vasca di sale del Mar Morto • Bagno di vapore • Massaggi • Trattamenti viso e corpo • Ricostruzione unghie • Manicure, Pedicure, Epilazione • Laser 808 per l’epilazione permanente e progressiva • Trucco semipermanente • Solarium al collagene
Info: Centro Benessere Olimpo Via Fiamme Gialle, 64 – Predazzo Per informazioni o prenotazioni: cell. 389.2922300
Planet Gym La tua palestra
a Moena
Planet Gym è un punto di riferimento fisso per gli amanti del fitness e dell’attività con i pesi in sala. La struttura offre un esteso spazio attrezzato e un’ampia e arieggiata sala con specchi per i corsi fitness guidati dall’istruttore. In un’epoca dove la sedentarietà sta raggiungendo livelli preoccupanti, la figura del professionista delle Scienze Motorie e Sportive è fondamentale, anche per educare all’attività fisica come stile di vita. L’idea che si ha attualmente della sala pesi è molto diversa da quella di vent’anni fa. Adesso la clientela che frequenta questo tipo di realtà è molto disomogenea e diversificata. Questo il motivo per cui, oggi più che mai, è fondamentale che vi sia del personale qualificato sempre presente, in modo da rendere il benessere tramite il movimento fisico accessibile a chiunque. La qualità del servizio proposto dalla Planet Gym personalizza il programma di allenamento in sala pesi di ogni cliente. Nulla è lasciato all’improvvisazione, poiché durante la sessione di allenamento un istruttore è sempre presente, garantendo così competenza e affidabilità. Numerosi i corsi ai quali partecipare nell’arco della settimana, con proposte anche propedeutiche-educative per bambini e sessioni per la terza età. Da ricordare che, anche in ambito rieducativo pre, post operatorio e di riatletizzazione, la palestra di Moena offre servizio e assistenza.
Novità non convenzionale in casa Particolare consenso ha ricevuto il corso di Kettlebell Training, che sarà riproposto in primavera. Con quest’attrezzo è possibile eseguire esercizi statici e dinamici impossibili con altri attrezzi, in particolar modo obbligando a stabilizzare in maniera efficiente il bacino e le strutture muscolari che lo sostengono. Non si tratta di un “corso fitness” tradizionale ma di un vero e proprio PERCORSO di allenamento di gruppo, con esercizi via via sempre più complessi e coinvolgenti. Info: Palestra Planet Gym, Strada Don Giovanni Jori, 15 Moena
Tel. 0462.573473 Energyemotion Moena
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BENESSE E SPORT
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Acqua Spa di Cavalese significa nuoto, attività fisica e benessere, ma anche divertimento per tutta la famiglia e tanti momenti di relax e coccole! Un centro completo dove puoi trovare tutto quello che serve per ritrovare la forma fisica e mentale o per trascorrere una giornata di salutare rilassamento. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: PISCINA, SPA, MASSAGGI, FITNESS & WELLENES sono a tua completa disposizione. Oltre a nutrita offerta di CORSI NUOTO e CORSI FITNESS in ACQUA. Nell’accogliente FITNESS BAR potete trovare bibite, panini, insalate e insalatone, salutari centrifughe e una ristorazione veloce ma curata in ogni dettaglio.
LA PISCINA Spettacolare e funzionale, offre un servizio a 360° con una vasca a cinque corsie per il nuoto libero (omologata FIN), vasche ricreative adibite al gioco e al divertimento con una temperatura di 32°, il “biscione” uno scivolo lungo 81 metri, e diversi Whirlpool per il relax. Non manca la vasca esterna comunicante con quella interna, aperta tutto l’anno. Diverse le aree riposo per rilassarsi o per godersi il panorama dalle ampie finestre. Grazie alla Scuola nuoto “ADS Amatori Nuoto Fiemme” è possibile frequentare corsi collettivi e privati per ogni età e livello, nonché corsi per gestanti, idrokinesiterapia, Watsu, TMA e altro. E per il fitness in acqua non mancano i corsi Hydrofitness, Hydrobike & Jumping. Orario continuato. Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 21.00. Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 20.00
LA SPA Hai voglia di rilassarti? Passa con noi un’indimenticabile giornata benessere! Sauna, Bio sauna, Bagno a Vapore, Percorso Kneipp, e i rituali Aufguss. Fare la sauna non significa solo sudare ma portare a sé un’insieme di benefici che conducono il tuo corpo a un giovamento notevole, e la tua mente a uno stato di relax profondo. Ogni sauna ha le proprie caratteristiche e, ognuna di esse, porta determinati benefici. Il nostro obiettivo è di scoprirli insieme. Ti accompagniamo in un percorso che può variare dalle 2 alle 4 ore in base al tuo tempo di soggiorno nel centro… proviamo insieme a farti scoprire, se già non li conosci, i metodi di raffreddamento dopo le diverse temperature delle saune… ti avvolgiamo con i rituali dell’aufguss, spiegandoti le diverse qualità degli oli essenziali bio e trasportandoti lungo il percorso con una varietà di musiche, perché in sauna si può chiudere gli occhi e abbandonarsi a pensieri positivi, ma si può anche stare seduti e guardare il panorama, oppure ridere perché l’umore fa bene alla salute. Quello che vogliamo è regalarti un’emozione e farti portare a casa una bella esperienza e un piacevole ricordo di noi. Ti aspettiamo a braccia aperte!!!
BENESSERE E SPORT
LO STADIO DEL GHIACCIO È una struttura spettacolare poiché ricorda la forma di un diamante. È agibile sia d’inverno che d’estate grazie all’ampia pista refrigerata. Niente di meglio per passare un pomeriggio o una serata sui pattini con degli amici, o per le famiglie che desiderano provare l’ebbrezza di una scivolata sul ghiaccio. Un’arena sportiva utilizzata anche dai giocatori di hockey e per il pattinaggio artistico. Per chi desiderasse osservare i propri cari vi è una comoda tribuna che si affaccia sulla pista. I pattini si possono noleggiare nello stadio oppure portare da casa. Lo stadio è situato a pochi minuti a piedi dal centro di Cavalese ed è fornito di ampio parcheggio. Aperture e orari: 25 dicembre: dalle 21.00 alle 23.00. 26 dicembre e 6 gennaio: dalle 15.00 alle 18.00. Alla sera dalle 21.00 alle 23.00. Dal 7 gennaio: lunedì-venerdì dalle 15.30 alle 17.00. Alla sera dalle 21.00 alle 23.00. Sabato: dalle 15.00 alle 17.00. Alla sera dalle 21.00 alle 23.00. Domenica: dalle 15.00 alle 17.00.
IL CENTRO FITNESS Qui la scelta è infinita: dalla ZUMBA, disciplina che aiuta a restare tonici in modo divertente e allegro, allo SPINNING per rassodare e tonificare i muscoli. Dalla GINNASTICA POSTURALE per riportare l’equilibrio muscolare, alla HATA YOGA per portare beneficio alla colonna vertebrale e migliorare l’elasticità di tutto il corpo. Ma anche corsi di STEP & TONE, CORPO LIBERO, DIFESA PER LE DONNE e tante novità in arrivo per il 2019. Orario corsi: dal lunedì al venerdì. Per ulteriori informazioni chiamate Elisa – cell. 329.0503493
Lunedì Riposo settimanale Martedì e Giovedì 17.00 - 21.30 (sauna con costume) Mercoledì e Venerdì 17.00 - 21.30 (sauna nudista) Sabato e Domenica 15.00 - 21.30 (sauna con costume) Nella tariffa è compreso l’accesso alle piscine - il tempo di permanenza non è limitato - vale per tutti i giorni della settimana
LA BEAUTY SPA Numerosi i trattamenti proposti per viso e corpo seguiti da personale specializzato che saprà consigliarvi sui procedimenti più indicati e specifici per il vostro tipo di pelle. Ampia scelta per i massaggi: rilassanti, anti-stress, sportivi, decontratturanti, connettivali, drenanti, ayurvedici e molti altri ancora. Si offre anche il servizio di ceretta con leggero massaggio compreso, pedicure e manicure. Orario continuato. Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00. Sabato, domenica e festivi dalle 14.00 alle 19.00.
Per maggiori informazioni: ACQUA SPA DI CAVALESE Via Rossini, 3 – Cavalese - Tel. 0462.341810 www.sagis.tn.it – piscinacavalese@gmail.com Piscina Comunale Cavalese ADS Amatori Nuoto Fiemme Cell. 329.0503497 - piscinacavalese@gmail.com Amatori Nuoto Fiemme Stadio del Ghiaccio Via Cermis, 3 – Cavalese TN – Tel. 0462.231252 info@sagis.tn.it – www.sagis.tn.it
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SALUTE
Diagnosi e prevenzione della Maculopatia La maculopatia è una delle più frequenti cause di riduzione permanente della vista, causata dall’invecchiamento della retina, che colpisce una persona su dieci dopo i 60 anni, e una su quattro oltre i 75 anni. Le patologie della retina sono spesso insidiose e il paziente non se ne accorge fino a quando può essere troppo tardi per intervenire efficacemente e precocemente. Le cause della maculopatia sono varie: diabete, invecchiamento, raggi solari, luce blu (schermi computer e LED), fumo e genetica. Aimè, la genetica non è modificabile, ma l’epigenetica ovvero lo stile di vita e la prevenzione valgono l’altro 50% della genetica, perché allora non conoscere i tipi di prevenzione, e sottoporsi a una visita oculistica mirata a valutare tramite una TAC (OCT) della retina per nulla invadente, fondamentale per la diagnosi della maculopatia. CI SONO DUE TIPI DI MACULOPATIA: SECCA E UMIDA. La forma secca è caratterizzata da una progressiva alterazione dei fotorecettori della macula, la zona della visione distinta, questi si degradano fino a scomparire. Normalmente, queste aree iniziano a svilupparsi intorno al centro e permettono quindi di preservare la vista, il paziente affetto può vedere anche 10/10. Con il tempo queste macchie possono allargarsi e confluire una nell’altra e, quando il centro viene colpito, c’è una riduzione della vista. L’evoluzione è lenta e spesso confluisce nella forma umida caratterizzata dalla formazione di vasi sanguinei dove non dovrebbero esserci. Questi vasi hanno le pareti molto fragili e permettono la fuoriuscita di liquido e sangue che si accumula sotto la retina, danneggiando i fotorecettori. A questo punto il paziente inizia a vedere offuscato e distorto. Questi sintomi evolvono e compaiono rapidamente, da qui l’importanza della diagnosi precoce con OCT, dove si può osservare la retina come al microscopio con una luce al laser assolutamente non dannosa per il paziente che mostra lo stato della retina nella regione maculare. Tramite OCT può essere vista la neo-vascolarizzazione della coroide nella forma umida o nella forma secca e il grado di compromissione della retina.
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Nel mese di febbraio, svolgerò un mese dedicato all’OCT presso il mio centro oculistico a Cavalese, per la diagnosi precoce della maculopatia. Come posso aiutarvi nella prevenzione? Alimentazione: uno studio di Bordeaux ha dimostrato che la dieta mediterranea, con una predilezione per agrumi e olio extra vergine d’oliva rigorosamente biologico, consente di ridurre del 41% il rischio di degenerazione maculare. Nutrirsi bene in modo sano e vario protegge non solo la retina, ma l’intero organismo dalle patologie che hanno a che fare con l’invecchiamento cellulare. Anche il fumo gioca un ruolo negativo sull’invecchiamento delle cellule e della maculopatia. Gli UV del sole e la luce blu degli schermi e LED sono ulteriori cause. È importante usare gli occhiali da sole con alta protezione per gli UV e occhiali per diminuire la luce blu, attenzione a non avere LED che colpiscano direttamente gli occhi. Nel mese di prevenzione, sarò lieta di andare più in dettaglio su profilassi e cure. Dott.ssa Patrizia Gilmozzi Specialista in Oftalmologia Via Barattieri 1, Cavalese - 0462.342164
BENESSERE
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Cuscino di cirmolo Dormire su un cuscino di cirmolo
Ph. Pixabay
è il massimo del relax naturale!
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utti i nostri prodotti sono realizzati artigianalmente, con estrema cura nella scelta dei materiali e rigorosamente in sintonia con la natura. Il legno di cirmolo che utilizziamo proviene dalle foreste incontaminate della Val di Fiemme. Ogni cuscino è realizzato al seguito di un’accurata selezione di trucioli di pini cimbri con certificazione PEFC, unici per i pregiati oli essenziali contenuti, che aiutano a recuperare la forza fisica e il benessere mentale. Il legno contenuto nel nostro cuscino migliora le performance del sonno ed è particolarmente indicato a chi fa fatica ad addormentarsi o ha precoci risvegli notturni. Il cirmolo (pino cembro) migliore cresce nelle nostre valli dolomitiche e già da secoli contadini, falegnami e casalinghe ne conoscono l’influenza positiva sull’uomo. I ricercatori dell’Istituto Universitario Austriaco Humanresearch hanno dimostrato e misurato scientificamente l’effetto benefico del cirmolo sulla frequenza cardiaca, sulla qualità del riposo notturno, favorendo il sonno e il relax. Sono disponibili vari modelli per soddisfare
tutte le esigenze, oltre a una gamma di oli essenziali, di pomate, e altri prodotti terapeutici per artrosi e cervicale. Non manca la linea corpo pensata per sfruttare al meglio le proprietà delle piante che, con i loro oli essenziali, donano un dolce sollievo e un’ineguagliabile freschezza.
Eye Pillow, Il cuscino per gli occhi Anti-depressivo e sedativo naturale. L’ideale per dare sollievo a palpebre arrossate e gonfie, e per alleviare il mal testa. Esterno in 100% cotone, interno lavanda e vernizzo (antico grano di Fiemme).
Info: Azienda Agricola Reppucci & figli, Piazza Cesare Battisti, 2 – Cavalese. Per ordinazioni e consegna a domicilio chiama: 335.1371360 oppure 335.1371361 – Fax 0462.232504 www.spiritofdolomites.it – riccardo@spiritofdolomites.it. Potete trovarci anche in Via Dolomiti di fronte al Palacongresso a Cavalese.
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Produzione propria di carni scelte e salumi trentini
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FRATELLI CORRÀ
el 1850 Giacomo Corrà iniziò a produrre salumi che presto divennero noti in tutta la Val di Non per la loro bontà. Oggi, dopo quattro generazioni, i fratelli Luca e Pio, ereditando dal padre le antiche ricette e le tecniche d’un tempo, continuano a lavorare carni selezionate per preparare artigianalmente e nel segno della tradizione di famiglia salumi tipici trentini. Un ritorno alla natura e ai sapori genuini: è da questa filosofia che i fratelli Corrà prendono spunto producendo prodotti gustosamente preparati secondo antiche tradizioni “insaporiti” da tocchi d’innovazione che non mancheranno di appassionare anche i palati più esigenti. Modeste produzioni dai sapori unici, ricette che raccontano con i loro profumi la mescolanza di tradizioni trentine e tirolesi, essendo la Val di Non terra di confine. Ponendo maggior cura nella scelta dei tagli di carne da lavorare (da noi direttamente macellati) abbiamo lasciato immutati i metodi di lavorazione, di affumicatura (completamente naturale e non forzata) e di lenta stagionatura, garantendo prodotti unici, in grado di distinguersi per la loro fattezza artigianale, il loro profumo e soprattutto per la loro genuina bontà. Prodotti nati dall’orgoglio e dalla maestria dei nostri avi, e mantenuti in vita da noi con la stessa tenacia e passione. Nostra grande specialità è la “Mortandela Affumicata della Val di Non”, prodotto tipico della nostra Valle: consiste in un prodotto simile al salame composto da trita scelta di Puro Suino, avvolta nel retino del maiale, affumicata con segatura di faggio e bacche di ginepro, e stagionata. Siamo anche maestri nella produzione di Lucaniche, sei diverse selezioni di Speck, Carne Salada, Pancetta Affumicata, Salamini di Selvaggina, Prosciutto Cotto affumicato e molti altri prodotti. Un’ulteriore nota di qualità alla nostra produzione è data dall’aggiunta di una nuova linea di Wurstel completamente naturali; i wurstel denominati “Valdivù” si contraddistinguono infatti per la totale assenza di conservanti, coloranti, glutine e lattosio; sono stati inseriti nel prontuario della celiachia. E come questi potrete scoprire molti altri prodotti golosi e genuini.
INFO: PUNTO VENDITA DI SMARANO Via Roen 2/C - Predaia fraz. Smarano - Val di Non (TN) Telefono 0463.536160 - Fax 0463.631039 PUNTO VENDITA DI MOENA Piaz de Ramon, 13 - Moena - Val di Fassa, (TN) www.fratellicorra.it - info@fratellicorra.it Fratelli Corrà
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Caseificio Sociale Val di Fiemme
Arriva Fresca Fiemme una linea di prodotti freschi, freschissimi Fresca Fiemme è l’ultimo fiore all’occhiello del Caseificio Sociale Val di Fiemme, il cui obiettivo è proporre prodotti del territorio buoni e, come dice il nome, freschissimi. Tutti conoscono le specialità del Caseificio: Trentingrana, Formae Val di Fiemme, Fontal di Cavalese, Caprino e il Delicato Cavalese. La sua produzione casearia comprende infatti ottimi formaggi freschi, stagionati e affinati, di latte sia vaccino che caprino.
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a ecco la novità: dall’esperienza nella lavorazione del latte, dalla grande passione del mastro casaro e da una felice intuizione, è nata recentemente questa linea di prodotti freschissimi adatti a tutti i gusti e palati, da assaporare giornalmente, o per dare quel tocco in più a numerose ricette. Già, perché Fresca Fiemme propone latte fresco, panna fresca pastorizzata e yogurt. Quest’ultimo, un prodotto perfetto per tutta la famiglia, è offerto in tante versioni di gusto: bianco naturale, con base di confettura di frutta o al miele rigorosamente del territorio. Non manca la variante in vasetto, per il consumo domestico, o in bottiglia, da portarsi ovunque. Perfetto per iniziare la giornata nel modo giusto, ma anche come genuina ricarica di energia durante un’escursione. I prodotti, rigorosamente artigianali, esprimono al meglio il sapore della Val di Fiemme, terra da cui deriva tutto il latte impiegato. È in questo ingrediente speciale che si cela il segreto della bontà di questa linea, composta da prodotti in grado di esprimere tramite il loro sapore, tutta
Per maggiori informazioni e per prenotazioni telefonare allo 0462.340284 oppure scrivere a info@caseificiocavalese.it
la meravigliosa natura di questo territorio. Latte, panna e yogurt Fresca Fiemme sono perfetti per tutta la famiglia e in ogni momento dell’anno. Anche ora, con il primo vero freddo, questi prodotti freschissimi ci fanno sognare la neve che imbianca e rende il paesaggio della Val di Fiemme etereo e affascinante. Tutta la linea Fresca Fiemme può essere acquistata direttamente nel negozio adiacente al Caseificio, in una logica realmente a kilometro 0.
Visitate il sito: www.caseificiocavalese.it Caseificio Sociale Val di Fiemme
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CAMPOBASE INSOLITI SPIRITI Le radici nella tradizione, il futuro nell’innovazione
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BIRRA DI FIEMME Quando la birra è sinonimo di tradizione
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partire dagli ultimi anni ‘90, quando ancora i birrifici artigianali erano rari, la birra ha iniziato ad assumere un ruolo fondamentale per la famiglia Gilmozzi. Sono Stefano e Michele, padre e figlio, a dedicarsi con passione alla produzione di Birra Fiemme, supportati anche dagli altri componenti della famiglia: mamma Luisa, Stefania e Francesca. Birra di Fiemme, prodotto naturale e di qualità, può contare su materie prime presenti sul territorio: la preziosa acqua di alta montagna; il luppolo, coltivato direttamente dalla famiglia nei campi di Masi a Cavalese; il malto d’orzo che, di recente, oltre alla produzione in provincia di Verona, viene anch’esso coltivato in Valle. Birra di Fiemme è una birra destinata a essere prodotta al 100% in Trentino e ben si accosta all’aggettivo artigianale, in questo caso sinonimo anche di famiglia, qualità, territorialità. I campi, per chi volesse passeggiare nel verde, si trovano a Masi di Cavalese sopra la Località Santa; a Lago di Tesero in Località Gatto; a Ziano di Fiemme in Via Nazionale.
Info: Birra di Fiemme - Via Colonia, 60 – Daiano Tel. 0462.479147 www.birradifiemme.it – info@birradifiemme.it Aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. La domenica dalle ore 9.00 alle ore 12.00. Birra di Fiemme
a ricerca di nuove esperienze liquide parte da Moena in Val di Fassa, dove CAMPO BASE ha la propria testa e il proprio cuore, e si sviluppa in Trentino come luogo nel quale trovare la capacità di realizzare prodotti di altissima qualità grazie al sapere tramandato di generazione in generazione. In questo contesto, partendo dall’esperienza pluriennale nella vendita di grappe e distillati e dal desiderio di far avvicinare sempre più persone a questo mondo affascinante ma spesso di nicchia, è nato il progetto CAMPO BASE – INSOLITI SPIRITI. Grazie alla collaborazione con una delle più importanti realtà a livello trentino e nazionale, il progetto ha preso forma comprendendo che la chiave per il successo è il coraggio dell’innovazione. I nostri prodotti sono una sfida e un nuovo modo di proporre le tradizioni che parte dalla conoscenza della propria storia e, passando per la ricerca, arriva all’innovazione e alla distinzione. Siamo un gruppo che ha messo le basi da cui partire per esplorare nuove vie sconosciute e non ancora sperimentate. L’incontro tra diverse culture e realtà è il valore aggiunto dei prodotti CAMPO BASE, ad esempio nel liquore al Fieno è aggiunto Rhum Caraibico, la tradizionale grappa alla genziana è rivisitata nel liquore Genziana e Camomilla dove quest’ultima è chiamata a smorzare le note grevi della radice di genziana, il liquore allo Zenzero e miele è l’emblema dell’incontro della tradizione con le culture orientali. I prodotti CAMPO BASE stanno avendo sempre maggior successo anche al di fuori del territorio trentino grazie alla loro vocazione internazionale e sono utilizzati da alcuni dei più famosi bartender nazionali per comporre i loro ricercati cocktail e ben si prestano per ottimi longdrink con aggiunta di ghiaccio e soda. CAMPO BASE SRL è presente nei migliori negozi e locali delle Valli di Fassa e Fiemme ed è distribuita in esclusiva da ZORZI MAX. Preparatevi a intraprendere questa meravigliosa avventura con noi! Info: Zorzi Max - Via Nazionale, 100 - Ziano di Fiemme Tel. 0462.571132 www.campobasespirits.it CampoBaseSpirits
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Rifugio Carlo Valentini Il sapore della tradizione in un rifugio storico
I Il glorioso ritorno della “Grande Dame”
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o Chardonnay è uno dei protagonisti indiscussi nel panorama vinicolo, una varietà che riesce ad adattarsi quasi in ogni luogo ma che in alcuni territori riesce ad esprimere al meglio la sua essenza, non solo in Borgogna ma anche in Alto Adige. Andriano, nel cuore del Val d’Adige, è l’esempio perfetto: “Sono le ottime basi a creare un grande terreno. Attraverso i sommovimenti del suolo, ne è derivato un cono di deiezione ricco di argilla calcarea e di dolomia, il terreno ideale per vini straordinari. A questo bisogna inoltre aggiungere un altro fattore chiave: il clima”, spiega Rudi Kofler, enologo di Cantina Andriano. Queste particolari caratteristiche hanno convinto la Cantina a produrre per la prima volta un vino bianco di punta: lo Chardonnay Doran 2016, un vino prodotto con uve che crescono ad un’altitudine tra i 300 e 450 metri e che, insieme ai rossi Tor di Lupo, Gant e Anrar va a completare la rosa delle Selezioni di Cantina Andriano. Lo Chardonnay Doran 2016 è la prova tangibile dell’incredibile capacità espressiva dello Chardonnay: un vero e proprio omaggio alla “Grande Dame” delle varietà.
l Rifugio Carlo Valentini, a 2218 m di quota, è situato in una conca ai piedi dei gruppi dolomitici del Sella e del Sassolungo. Una posizione invidiabile che lo rende un ottimo punto di riferimento per gli amanti della natura, per gli escursionisti che desiderano scoprire la bellezza di questi luoghi e per gli alpinisti che vogliono arrampicare cime divenute leggendarie. Il rifugio è stato costruito da Carlo Valentini nel 1884, un luogo storico che regala la reale sensazione di trovarsi in montagna. Nel 2013 la struttura è stata rinnovata senza perdere però quella tipicità che la rende unica nel suo genere. Il rifugio è dotato di camere da letto con servizi privati disposte su tre piani e arredate con cura e in modo funzionale (spettacolare la vista sulle montagne circostanti). È possibile soggiornare in solo pernottamento, in pernottamento con prima colazione o in trattamento di mezza pensione. Il ristorante è curato dai proprietari e propone piatti della cucina casalinga seguita in ogni particolare, anche nella scelta dei prodotti. Il menù è molto vario e presenta specialità stagionali con una scelta tra piatti trentini, fassani e mediterranei. A richiesta menù per celiaci. Presso il rifugio è inoltre a disposizione dei clienti anche una sala attrezzata con pareti per arrampicata, per consentire ai principianti di avvicinarsi in tutta sicurezza a questa disciplina, e agli esperti di affinare la tecnica prima di affrontare le vere pareti naturali. Insomma un luogo ancora autentico per quelle persone che amano la vera montagna.
Info:
Cantina Andriano, Via Wehrburg 5 - Andriano Tel. 0471.510306 - office@cantina-andriano.com www.kellerei-andrian.com Kellerei • Cantina Andrian
Info: Rifugio Carlo Valentini, Strada del Sella, 23 – Passo Sella
Canazei - Tel. 0462.601183 – Cell. 339.8482308 www.dolomitesrefugeandhut.it - info@rifugiocarlovalentini.com Rifugio Carlo Valentini Passo Sella
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Baita Ciamp dele Strie
Hotel Miralago
Il top dell’ospitalità nelle Dolomiti
Dove le Dolomiti si rispecchiano nel lago
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n uno scenario naturale straordinario la Baita riesce ad accontentare anche i palati più esigenti. La location ha mantenuto la sua originalità ispirandosi alla leggenda ladina di Re Laurino (il Re dei Nani) e delle streghe. Varcata la soglia vi sembrerà di entrare in un mondo fatato, abitato ancora dagli gnomi. Per i più freddolosi o per chi ama un po’ di relax, è possibile gustare bevande calde o grappe della tradizione comodamente seduti davanti al camino. Lo chef Tony vi sorprenderà con piatti rivisitati, ma sempre rigorosamente legati alla tradizione. E per gli amanti della pizza c’è anche il forno a legna. La Baita si può raggiungere da Moena, con gli impianti di risalita dell’Alpe Lusia (località Ronchi, a 10 minuti dal centro del paese) che portano alle Cune, punto estremamente panoramico. Qui, prendendo la pista Cune, in 5 minuti si arriva alla baita. In alternativa, dalla partenza degli impianti di Bellamonte, località Castelir, si prende la nuova cabinovia New Gondola e, arrivati in località Morea, si scende fino a Campo con gli sci, si sale sulla seggiovia che porta alle Cune oppure quella che porta al Lastè, per poi scendere nuovamente con gli sci fino alla Baita. Quando scende la sera la Baita diventa ancora più suggestiva, prenotando il gatto delle nevi o la motoslitta potrete trascorrere una serata all’insegna della buona cucina in un ambiente accogliente e unico.
Info: Ciamp dele Strie Loc. Campo - Castelir - Bellamonte Cell. 339.8685080 - info@ciampdelestrie.it www.ciampdelesrtie.it Baita Ciamp dele Strie
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ato come rifugio, l’Hotel Miralago del Passo San Pellegrino, in Val di Fassa, è il luogo ideale per trascorrere una vacanza tra le Dolomiti, sentendosi in armonia con la natura. Coccolati e rilassati in ambienti caldi, tipicamente alpini, circondati dalle maestose cime dei gruppi della Marmolada e del Civetta. In posizione tranquilla e soleggiata, l’hotel offre 14 camere, tutte recentemente ristrutturate. Per dedicarsi qualche momento di relax, abbiamo un piccolo centro salute con sauna e bagno turco, Spa-Whirpool e solarium. Il nostro ristorante La Stua de Zach propone piatti all’insegna della qualità, con l’attenta cura al dettaglio dei proprietari. Per gli ospiti dell’hotel, ogni mattina ricco buffet per la colazione, mentre per la cena offriamo la scelta tra piatti nazionali e tipici regionali. Ogni settimana inoltre, cena ispirata all’antico ricettario trentino. In inverno la Skiarea del Passo San Pellegrino è centro del carosello sciistico che collega il Veneto al Trentino. Meta preferita dagli sciatori e dagli amanti della tranquillità, a pochi km dall’hotel c’è inoltre un anello di fondo. Per i non sciatori, c’è la possibilità di intraprendere splendide passeggiate, avventurose ciaspolade a contatto con la natura o un giro in slitta trainata da cavalli. A disposizione c’è lo skibus gratuito per poter scoprire anche le altre aree sciistiche della Val di Fassa. Dopo una giornata trascorsa sugli sci, godetevi qualche momento di relax presso le nuove QC Terme di Pozza di Fassa o al Centro Acquatico Dolaondes di Canazei, o alle Terme Dolomia.
Info: Ristorante-Hotel Miralago Loc. Lago delle Pozze Passo S. Pellegrino - Soraga Tel. 0462.573791 – Fax. 0462.573088 miralago@dolomiti.com www.albergomiralago.com Rifugio Miralago
areagrafica.tn.it 0462 230018
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In Val di Fassa l'inverno è Mondiale
Ph. Fedrico Modica
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iovani campioni, gare al centesimo e tanta adrenalina. Questi sono gli elementi che danno l’impronta all’inverno della Val di Fassa che, dal 18 al 27 febbraio 2019, ospita i “Mondiali junior di sci alpino”: i 500 migliori sciatori under 20 si sfidano per conquistare le 33 medaglie in palio sui tracciati “Aloch” di Pozza, dove si svolgono le prove delle specialità tecniche, e “La Volata” del Passo San Pellegrino, dove si tengono le gare di velocità. Un concentrato di competizioni ed eventi, che, oltre ad avvalorare la vocazione di culla dello sci della valle, che è pure centro di allenamento FISI della nazionale di sci alpino, ne restituisce l’immagine giovane tipica della stagione bianca. Un’icona dinamica che rispecchia il costante ammodernamento degli impianti di risalita della vallata, delle piste e dei tour sugli sci. Anche per questa stagione la Val di Fassa mette a disposizione degli appassionati: 7 skiarea, 86 moderni impianti di risalita - tra cui gli ultimi gioielli: l’innovativa cabinovia D-Line del
Ciampac (inaugurata a dicembre 2017) e la vicina funifor Alba-Col dei Rossi (aperta a dicembre 2015) - 4 skitour tra cui il “Sellaronda” e l’appassionante “Panorama”, 6 snowpark, per un totale di 210 km e 152 piste valligiane, affiancati da un perfetto sistema di innevamento programmato che garantisce un’ottima sciabilità. Tra le novità della stagione, anche la ristrutturazione della sede della scuola di sci Marmolada di Canazei, che diventa più grande e accogliente, si dota di un noleggio sci più ampio e di un nuovo deposito. L’offerta di corsi e lezioni resta sempre competitiva, come quella delle altre scuole della valle, ovvero Campitello, Pozza, Vigo e Moena.
Ph. Johanna Schnarf
113 Dal 18 al 27 febbraio, appuntamento con i “Mondiali junior di sci alpino” nella valle ladina, dove, per tutta la stagione, a disposizione degli appassionati, ci sono piste da sci, impianti e divertimento da campioni Divertimento dall’alba al tramonto In Val di Fassa chi è a caccia non solo di sci, ma anche di tanto divertimento, non resta deluso. In quota, ad esempio, quest’inverno sono addirittura sette gli appuntamenti con #trentinoskisunrise, lo sci all’alba per essere i primi a solcare le piste tirate a lucido e gustare una colazione genuina in rifugio che dà il giusto sprint all’intera giornata (iniziativa anche per non sciatori). Non mancano neppure gli aperitivi sulla neve al tramonto, quando il sole dipinge le cime delle Dolomiti dei colori dell’enrosadira. Chi preferisce i silenzi della natura li trova lungo i sentieri innevati. Ma ci sono anche le immersione nello splendore della natura più silenziosa con ciaspolate e passeggiate tra cime e boschi nella versione invernale di cristallo, oppure le scalate su ghiaccio e i voli in parapendio biposto per i più ardimentosi. Non manca il calore dei rifugi, con i piatti della tradizione per pranzi ma anche cene suggestive in quota, le osterie tipiche e la gastronomia d’eccellenza dei ristoranti gourmet e stellati del territorio. Le serate di tendenza sono un must degli après skì e dei pub valligiani, dove si ascolta musica e si balla fino a tardi.
Ph. Federico Modica
Giochi d’acqua e benessere Il piacere del relax è prerogativa delle nuove QC Terme Dolomiti di Pozza, dove ci sono oltre 4000 metri quadri di vasche idromassaggio, cascate d’acqua, bagni giapponesi, bagni a vapore, saune e biosaune, aree massaggi e, non da ultimo, piscine all’aperto che si affacciano sul gruppo del Catinaccio. Alle QC si ci si coccola con l’acqua della sorgente di Aloch, che diviene curativa nelle adiacenti Terme Dolomia (convenzionate con il servizio sanitario nazionale). Mentre l’acqua assume anche la forma del gioco, specie per i bambini, al Dòlaondes di Canazei e all’Acquapark Vidor di Pozza.
Azienda per il Turismo della Val di Fassa Strèda Roma 36 - Canazei (TN) tel. 0462 609500 - fax 0462 602074 www.fassa.com
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FASSA
EMOZIONI A NON FINIRE PER GRANDI E PICCINI L’attenzione per le famiglie e per i bambini è una costante dell’offerta della Val di Fassa: campetti scuola attrezzati, kindergarten e parchi giochi in quota quali l’Indian Village al Ciampac e il Kinderpark al Ciampedie, rendono fantastica l’esperienza sulla neve di grandi e piccini. SVAGHI ADRENALINICI Per arricchire ulteriormente il divertimento la Funslope Canazei, già ricca di attrazioni tra le quali la chiocciola, il piano e altri due tunnel, diviene extralarge con un avvincente tunnel di 15 m. Anche il Buffaure snowpark è stato ottimizzato e semplificato con una nuova family fun line. Novità assoluta e da provare la Funcross Col Rodella (misto tra bordercross e funslope). SERVIZI DI PRIM’ORDINE Proseguono inoltre i miglioramenti dei servizi al cliente: al seguito degli investimenti del 2017 con le nuove cabinovie Fodom e Ciampac e le 2 seggiovie Vajolet, anche la seggiovia Pian Pecei-Ciampedie è stata sostituita con un’innovativa 4 posti ad agganciamento automatico. Ampliate e migliorate le piste Belvedere 1 al Passo Pordoi e le piste Valvacin e Panorama al Buffaure. NON SOLO SCI Molta attenzione infine è posta a chi non pratica lo sci, ma vuole vivere esperienze uniche in quota sulla neve: CIASPOLATA AL GARDECCIA, OSSERVIAMO E CERCHIAMO I SEGNI NEL BOSCO D’INVERNO, passeggiata DOLEDA TOUR e i molti appuntamenti SKISUNRISE (vista dell’alba da 2000 m o più). Impreziosisce l’ampia offerta il centro acquatico Dòlaondes a Canazei.
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SKI TOUR PANORAMA
Bianche avventure in Val di Fassa
La Val di Fassa in inverno è un’esperienza indimenticabile sia per i fan dello sci e dello snowboard sia per chi ama la montagna e desidera approfondirne la conoscenza. Oltre alla Sellaronda (Giro dei quattro Passi intorno al massiccio del Sella), il comprensorio propone l’esclusivo skitour Panorama, un itinerario che si estende dalla skiarea Catinaccio a quella di Belvedere-Pordoi e Col Rodella, transitando per Ciampac e Buffaure. Una nuova scoperta a ogni curva, in piena libertà, per un totale di 70 km di piste servite da 39 impianti di risalita, con collegamenti ai principali paesi del fondovalle. Grazie all’avanzato sistema di innevamento programmato le piste si presentano sempre in ottime condizioni e offrono numerosi punti di svago e ristoro.
La vacanza in Val di Fassa è il connubio ideale per chi cerca natura, sport e divertimento. Un angolo di paradiso tra le più belle e affascinanti montagne delle Dolomiti.
Info: www.valdifassalift.it
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Ski Area Catinaccio Rosengarten
Foto: Archivio ApT Val di Fassa, Federico Modica, Nicolo Miana - Archivio Catinaccio SpA ImagoGarage
Da Vigo di Fassa a Pera di Fassa e viceversa L’arrivo è l’altopiano del Ciampedie, una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a quota 2000, al centro del Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. Si accede con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le nuove seggiovie da Pera di Fassa (utilizzabili anche da pedoni/escursionisti senza sci ai piedi!)
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iamo all’interno dello Skitour Panorama, il tour che unisce tutte le piste della Val di Fassa. Un tour, come dice il nome, dai panorami indimenticabili e dalle discese emozionanti! La novità dell’inverno 2018/19 è la nuova seggiovia “Pian Pecei-Ciampedie”, 4 posti ad agganciamento automatico, che ha sostituito la gloriosa seggiovia triposto Zemella del 1986.
Info skiarea: Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it www.valdifassalift.it
117 Quest’intervento completa il rinnovamento della skiarea iniziato nel 2017 con la sostituzione delle seggiovie Vajolet 1 e 2 da Pera di Fassa. Adesso gli sciatori e, non dimentichiamolo, anche i pedoni ed escursionisti, possono salire da Pera fino al Ciampedie con tre comode e veloci seggiovie ad ammorsamento automatico. Il tempo di percorrenza è dimezzato con un confort incomparabile! I tre nuovi impianti sono realizzati con il riposizionamento di altrettante seggiovie sostituite da altre società del Dolomiti Superski. Le opere edili, gli impianti e i sistemi di azionamento e supervisione sono nuovi, mentre è riutilizzata la parte meccanica. La pista di richiamo della Skiarea è la Pista Thöni. Una pista rossa completamente rinnovata negli ultimi anni, che si presenta con pendii larghi e omogenei e un bel muro nel tratto finale. In tutto oltre 4 km di divertimento, dai 2100 m di Pra Martin, ai 1400 di Vigo. Da non perdere la pista nera dedicata ad Alberto Tomba, indimenticato campione!
La skiarea è l’ideale per le famiglie grazie al grande parco giochi organizzato dalla Scuola di Sci di Vigo, che propone servizi di custodia e animazione per i bambini. Divertimento quindi in sicurezza, mentre mamma e papà si svagano in pista, o si rilassano sulla terrazza di uno dei sei rifugi a pochi metri dagli impianti. Ovviamente i bambini possono essere anche avviati allo sci: la skiarea offre tapis roulant e campo primi passi, campo scuola, e piste azzurre per imparare.
Ma al Ciampedie si può vivere la neve anche senza sci! Sei rifugi, di cui cinque raggiungibili a piedi a pochi metri dall’arrivo della funivia, con un’ottima gastronomia e terrazze dai panorami indimenticabili. Come accennato i non sciatori possono raggiungere l’altopiano del Ciampedie anche con le seggiovie da Pera, grazie ai nuovi impianti, e scoprire il Ciampedie ed il Catinaccio anche senza gli sci. Alcuni itinerari suggeriti:
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Giro del Ciampedie un anello facile attorno all’altopiano del Ciampedie, un percorso con scorci panoramici unici sulla Val di Fassa e le sue Dolomiti. Uscite accompagnate sono organizzate dalla Scuola di Sci di Vigo di Fassa. Gita verso Gardeccia partendo da Vigo di ❆ Fassa, si raggiunge il Ciampedie con la funivia,
quindi si scende verso la Loc. Pian Pecei (via sentiero nel bosco o con la seggiovia) e da qui, attraversato il nuovo sottopassaggio che supera la stazione di monte della seggiovia Vajolet 2, si segue il percorso che nel primo tratto costeggia la pista Cigolade e poi prosegue nel bosco. Partendo da Pera di Fassa salire con le seggiovie Vajolet 1 e 2 fino alla Loc. Pian Pecei e da qui si prosegue sullo stesso percorso. A Gardeccia si trovano alcuni rifugi aperti anche con possibilità di pernottamento! Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso la zona del Vajolet e del Passo Principe (Rifugio Passo Principe aperto da febbraio a Pasqua, condizioni nivo/meteo permettendo), ma è bene affidarsi all’accompagnamento di una guida alpina.
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YOUNG, SUNNY AND COOL LA VACANZA PERFETTA SULLA NEVE
Che amiate lo sci o lo snowboard, nella ski area Alpe Lusia/San Pellegrino il divertimento sarà comunque smisurato! Un unico skipass per 100 km di piste perfettamente innevate che si snodano nel cuore delle Dolomiti tra panorami affascinanti e rifugi accoglienti, snowpark super attrezzati e numerosi eventi, puntualmente organizzati durante tutta la stagione invernale. Tante le opportunità anche per chi non ama sciare. Si può camminare in mezzo ai boschi a piedi o con le ciaspole, divertirsi sulla neve con lo snowtubing, il bob o lo slittino, pattinare a ritmo di musica, fare delle romantiche gite in slitta trainati dai cavalli o rilassarsi nei centri wellness degli hotel di Moena, Passo San Pellegrino e Falcade.
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Nuova APP Lusia-SanPe La principale novità per la stagione invernale 2018/2019 è l’App Lusia-Sanpe, un’applicazione moderna e accattivante scaricabile gratuitamente da Google Play e App Store che, grazie all’avanzata tecnologia Skitude, accompagnerà lo sciatore fornendo informazioni sul comprensorio e sulle piste, con meteo e webcam sempre a portata di mano, registrando le sue attività, suggerendo itinerari, proponendo statistiche personalizzate e permettendo di ricostruire le proprie performance e geolocalizzare gli amici. Funzioni utili e divertenti per un’esperienza sugli sci ancora più coinvolgente!
Sempre più family friendly L’Alpe Lusia/San Pellegrino assicura emozioni ineguagliabili agli sciatori di ogni livello ed è un’ottima scelta soprattutto per i giovani e le famiglie. I bambini, in particolare, hanno a disposizione numerose aree dedicate interamente a loro con giochi, attività e sfide sulla neve dove divertirsi in piena sicurezza e prendere confidenza un po’ alla volta con gli sci. Ai 3 parchi gioco provvisti di zone riscaldate e servizio baby sitting, si affiancano 4 campi scuola situati in posizione soleggiata, 2 tracciati cronometrati lungo i quali sfidare sé stessi e gli amici in un’avvincente gara contro il tempo e diversi percorsi tematici con curve, salti, gobbe e archi utili per mettere alla prova le proprie abilità tecniche. Un’offerta ulteriormente rafforzata con l’ampliamento del campo scuola di Le Buse, facilmente raggiungibile in cabinovia da Falcade, che è stato dotato di una nuova sciovia, un lungo tapis roulant e un’ampia area primi passi dove far pratica e sperimentare in totale sicurezza le prime emozionanti discese. Sempre in un’ottica family friendly anche la pista Le Cune, che funge da collegamento strategico tra l’Alpe Lusia e Bellamonte, è stata addolcita e resa fruibile ai principianti.
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Spazio al freestyle Adrenalina, coraggio, fantasia. Gli snowpark dell’Alpe Lusia/San Pellegrino sono tutti ottimamente attrezzati e serviti da efficienti impianti di risalita. Al Morea Snowpark dell’Alpe Lusia troverete strutture adatte ad ogni rider, disposte e studiate per un approccio graduale: tra kick e box possiamo arrivare fino a 17 di fila! La grande novità delle ultime stagioni è il Morea Street Park dedicato ai rider più esperti e caratterizzato da un set up “urbano” fatto di ringhiere, muretti e wall. Il Sanpe Snowpark del Passo San Pellegrino si contraddistingue invece per la sua posizione centrale che lo rende facile da raggiungere e comodo a molti servizi, tra i quali noleggi, hotel, bar e rifugi. Si tratta di un park studiato nei minimi dettagli con tre diverse linee: Easy, Medium e L. Un enorme Big Air Bag lungo 15 metri permette poi di esercitarsi in salti e acrobazie garantendo un atterraggio morbido e sicuro.
Le stelle dello sci sulla pista La VolatA Grandi campioni di livello internazionale torneranno a sfidarsi sulla pista La VolatA che dalla cima del Col Margherita (2514 m) scende al Passo San Pellegrino (1918 m) con un tracciato adrenalinico fatto di curve e pendenze che sfiorano il 48%. Il primo appuntamento da non perdere è in programma dal 15 al 18 gennaio, quando, per il secondo anno consecutivo, si svolgerà la discesa libera femminile di Coppa Europa – Memorial Alberto Vendruscolo. Esattamente un mese dopo, dal 18 al 27 febbraio entreranno in scena le più forti promesse dello sci mondiale maschile e femminile, di età compresa tra i 16 e i 20 anni, per le prove veloci, discesa libera, superG e combinata, dei Mondiali Junior Val di Fassa 2019. Infine, dal 25 al 30 marzo, avranno luogo le gare di discesa e superG maschili e femminili dei Campionati Italiani Aspiranti riservati agli atleti nati nel 2001 e 2002. Come sempre, poi, La VolatA sarà sede degli allenamenti della Nazionale Italiana di Sci Alpino grazie alla continua e proficua collaborazione tra la Val di Fassa e la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) che prevede la messa a disposizione, per gli azzurri impegnati nelle importanti sfide del circo bianco, dei tracciati più tecnici e impegnativi delle diverse ski aree fassane.
TOP 5
LE ESPERIENZE DA NON PERDERE! n Ski Tour delle Emozioni Un’incredibile giornata sugli sci a cavallo tra Veneto e Trentino, in un continuo susseguirsi di panorami mozzafiato, suggestive baite in legno e bellissime cime dolomitiche. Il giro copre una distanza di circa 60 km sci ai piedi e attraversa tutto il comprensorio sciistico dell’Alpe Lusia/San Pellegrino con partenza da Moena o Falcade. Ideale anche per sciatori di media esperienza. n Pista degli Innamorati Avete mai sciato sulla pista più romantica delle Dolomiti? Si snoda dalla cima del Col Margherita (2514 m) all’abitato di Falcade (1100 m) tra boschi innevati, baite di legno e magnifici panorami. Perfetta per chi ama lo sci a ritmo lento e la neve 100% naturale: questa pista, infatti, viene aperta solo quando la natura lo consente. Un'idea speciale per festeggiare una ricorrenza di coppia o il giorno di San Valentino!
121 n Canalone Tomba Il grande Alberto Tomba era di casa sulle piste dell'Alpe Lusia e, in particolare, amava allenarsi su una variante molto ripida della pista Fiamme Oro 2 che in suo onore è stata poi chiamata "Canalone Tomba". Venite anche voi a provare l'emozione di una sciata da campioni! Basta salire in cabinovia fino a Le Cune e lanciarsi in un'esaltante discesa con panorama mozzafiato. n Campo Artva Sul Col Margherita è presente un campo attrezzato per la simulazione di uno o più travolti in valanga che possono essere individuati mediante la ricerca con l’ARVA. ll sistema è accessibile a tutti e, oltre alla modalità automatica, la centrale di controllo è dotata di un sistema manuale-portatile che si esercita attivando o disattivando ogni singolo apparecchio sepolto. n Conca di Fuciade Se vi va di trascorrere qualche ora di totale relax in uno dei luoghi più incantevoli delle Dolomiti, immersi nella pace e nel silenzio della montagna, la fiabesca piana di Fuciade fa al caso vostro! Ci si può arrivare con una facile passeggiata con le ciaspe, comodamente seduti in motoslitta o addirittura su una slitta trainata da cavalli: lo spettacolo è di quelli da togliere il fiato.
Info: CONSORZIO IMPIANTI ALPE LUSIA - SAN PELLEGRINO, Strada Loewi, 42 - Moena Tel. 0462.573440 - info@alpelusiasanpellegrino.it - www.alpelusiasanpellegrino.it
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Numerose le sorprese per gli appassionati di sport invernali, che potranno beneficiare di moderne infrastrutture e di servizi sempre più all’avanguardia. Focus anche sulle magnifiche 7, Piste spettacolari tra la neve e l’infinito per discese che rimangono nel cuore.
Tutte le novità e le top 7 della skiarea Fiemme-Obereggen S
ulle cime incantate delle Dolomiti Patrimonio UNESCO vi aspetta il comprensorio sciistico Fiemme-Obereggen in Trentino. Un “regno bianco” dove la sciabilità è garantita per tutta la stagione invernale. Tracciati di varia difficoltà che spalancano l’orizzonte a ogni tipo di sciatore. Piste rosse e nere con pendenze e passaggi pronti a regalare attimi di pura emozione, ma anche tracciati particolarmente indicati per tutta la famiglia.
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ovità! ianche n
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SKI CENTER LATEMAR Pampeago inaugura una nuova pista da slittino e l’istallazione di 3 inedite opere d’arte sulla pista Agnello. Nuova veste anche per lo Chalet Caserina e il Rifugio Zischgalm. La nuova pista da slittino di 400 metri sorge accanto al kindergarten “Bip Club”, il parco giochi situato alle pendici del Latemar a 2000 metri di altitudine, comodamente raggiungibile con la seggiovia quadriposto Latemar. Un’area speciale per i bimbi che mette a disposizione giostre, castelli e molti giochi da fare sulla neve. La pista da slittino completa l’ampia proposta e offre inoltre la possibilità di portare la slitta sulla seggiovia del campo scuola. Sulla pista Agnello sono 3 le nuove istallazioni d’arte da ammirare create durante la Manifestazione d’arte RespirArt. Ma non è finita qui. Lo Chalet Caserina di Pampeago ha rinnovato gli arredi strizzando l’occhio allo stile rustico, fra piacevoli gesti di charme contemporaneo. Ogni dettaglio è ispirato al Gruppo dolomitico del Latemar. La terrazza dello chalet, con vista dolomitica sul Latemar, invita a piacevoli momenti di relax: sdraio di legno impellicciate, morbidi pouf in tessuto e avvolgenti poltrone a sacco sono a disposizione degli ospiti. Per una cena sotto le stelle è possibile raggiungere lo Chalet Caserina con il gatto delle nevi o la motoslitta. Chi vuole tornare a piedi noterà che è la neve a illuminare ogni passo. Anche il Rifugio Zischgalm dello Ski Center Latemar si veste di un nuovo design arioso e luminoso, dove sono gli alberi a definire gli ambienti. Le linee contemporanee e il
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profumo di legno delle Dolomiti disegnano il rinnovo dello Zischgalm. Si aprono nuovi spazi. Oltre alla terrazza panoramica, all’ampia sala self-service, alla pizzeria interna e allo spazioso bar, c’è una stube accogliente di legno di cirmolo che propone piatti della tradizione altoatesina. www.latemar.it ALPE CERMIS Stile moderno e tocchi tradizionali per Lo Chalet con pista dedicata. Lo Chalet, in località Forcella di Bombasel, a quota 2.170 m., non è una semplice baita, ma un ristorante d’alta quota, con una vista spettacolare sul Cimon To della Trappola, le Dolomiti Orientali, la Catena Del Lagorai e le Pale di San Martino, e una sua pista dedicata, la rossa Busabella. L’utilizzo del legno felicemente abbinato con colori chiari e luminosi, farà sentire i propri ospiti in sintonia con la natura circostante. Lo Chalet è un ottimo punto di ritrovo per tutti quelli che apprezzano un ambiente raffinato, un’ottima cucina anche di pesce e una carta dei vini particolarmente assortita. Lo Chalet avrà una sua pista dedicata: la rossa Busabella che 600 metri più sotto si innesterà con la pista Prafiorì. Dal rifugio Paion si potrà raggiungere il nuovo ristorante Lo Chalet anche con un sentiero da percorrere con le ciaspole. www.obereggen.com SKIAREA BELLAMONTE-ALPE LUSIA Design moderno ed elegante per il nuovo Chalet 44 Alpine Lounge. Si trova a quota 2000 m., all’arrivo del secondo ronco della cabinovia Bellamonte 3.0, in località Morea. Una struttura elegante che s’inserisce in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Un design moderno ma nello stesso tempo caldo e accogliete, permette di gustare numerose specialità culinarie che variano dai piatti tipici alle più raffinate ricette contemporanee. Un servizio di pizzeria completa l’offerta. La vista è mirabile sia dall’interno, grazie alle ampie vetrate che si affacciano sulla Catena del Lagorai, che dall’esterno per merito dell’angolo cocktail posto sull’ampio terrazzo. Un comodo servizio di trasporto con motoslitta offre la possibilità di organizzare cene su prenotazione ed eventi privati. www.skiareaalpelusia.it
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LA PISTA AGNELLO DI PAMPEAGO, oltre lo sci ulteriori emozioni. A Pampeago, la stella più acclamata dello Ski Center Latemar è la pista Agnello, una rossa lunga 2600 metri, con un dislivello di 420 metri, che prevede un tracciato vario tanto quanto i panorami che si possono ammirare. Memorabile il mitico Muro: 350 metri di pendenza da urlo. Su questa pista si svolgono anche importanti manifestazioni sportive. Dallo scorso inverno è inoltre possibile raggiungere più comodamente i parcheggi di Pampeago mediante la Pista di rientro che prevede un’uscita in corrispondenza di ogni piazzale di sosta.
LA PISTA TORRE DI PISA DI PREDAZZO, la nera da brivido. Si trova nello Ski Center Latemar, sul versante di Predazzo, l’apprezzata pista nera Torre di Pisa, che deve il nome a una tra le più ammirate guglie dolomitiche. Una discesa da affrontare con grinta e determinazione che si snoda a monte della seggiovia Gardoné-Passo Feudo per un chilometro e mezzo. Sempre sul versante di Predazzo si trova la nota pista Cinque Nazioni che ha preso il nome del famoso trofeo che vedeva in gara Gross e Thoeni. Al Rifugio Passo Feudo, recentemente rinnovato, troverete professionalità e ospitalità. Dall’accogliente saletta panoramica di vetro, sasso e muro, è possibile godere di un’impagabile panorama. La ristorazione propone un servizio al tavolo, con ricette curate in ogni minimo dettaglio.
LA PISTA PALA SANTA, altopiano con vista. Sempre nello Ski Center Latemar si può testare la pista nera Pala di Santa che regala un’emozionante vista a 360° sulle montagne circostanti. Una moderna seggiovia quadriposto conduce a monte della discesa, e invita lo sciatore a iniziare una nuova avventura. Le prime curve paiono facili, ma poi all’improvviso si prospetta una fantastica sorpresa: una pendenza del 58% indurrà gli sciatori a disegnare con grinta e determinazione le proprie tracce sulla neve. Prima di giungere al termine della pista c’è un bivio: che si scelga la sinistra o la destra (che arriva più vicina all’impianto di risalita), la gioia di sciare continua. Al termine del pendio s’incrocia la pista che scende da Obereggen e riporta verso Fiemme. www.latemar.it LA PISTA OBERHOLZ, l’Olimpo dello sciatore. La nera storica di Obereggen invita anche gli sciatori più preparati a mettere in pratica una buona dose di abilità, energia fisica e scioltezza. Un tracciato che stupisce per le pendenze che variano in continuazione e per le 3 varianti offerte tutte da provare. Il muro iniziale è quello che ha reso famoso lo slalom di Coppa Europa e delle leggendarie sfide di due grandi campioni: Alberto Tomba a Giuliano Razzoli. Fa bella mostra di sé, donando armonia paesaggistica all’intera zona montana, l’architettonico rifugio Oberholz di legno di larice e ampie vetrate, che offre una vista a dir poco unica, nonché un servizio a 5 stelle sulla neve. Se l’intenzione è anche quella di slittare non resta che provare la pista da slittino di 750 metri Absam, in località Laner. www.obereggen.com
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LA PISTA OLIMPIA, la “interminabile” dell’arco alpino. L’Olimpia dell’Alpe Cermis è la pista per eccellenza, la più lunga delle Dolomiti (7,5 km). Un tracciato spettacolare che vanta un dislivello di 1400 metri e che mette a disposizione tre possibilità di discesa: Olimpia 1 la nera che ospita un muro iniziale da “paura”, Olimpia 2 che promette 3 km di curve adrenaliniche nel fitto del bosco, e Olimpia 3 una discesa di media difficoltà che è anche palcoscenico della sconcertante salita dello sci di fondo durante il Tour de Ski. L’impareggiabile bellezza delle discese sono garantite fino a stagione inoltrata grazie all’ottima esposizione a nord e all’innevamento artificiale. Se l’intenzione è di guardare anche le stelle durante la sciata, Olimpia 3 è la pista perfetta. Ogni mercoledì e venerdì, dalle 19.30 alle 22.30 è adibita allo sci notturno. www.alpecermis.it
LA PISTA PARADISO DEL PASSO ROLLE, nell’anima delle Dolomiti. Paradiso, perché quando si raggiunge la stazione a monte pare di essere proprio in cima al tetto del mondo. Una pista nera bella e veloce che sfiora il Cimon della Pala, perfetta per quegli sciatori che amano “tirare” le curve. La posizione è stupenda con una vista da togliere il respiro. La pista Paradiso è lunga circa 1500 metri, parte dalla quota di 2.195 m, per arrivare a 1.877 m. L’esposizione volta a nord e l’altitudine permettono alla neve di restare compatta fino a stagione inoltrata. La pista parte con un ripido muro che curva leggermente a sinistra, dove si trova un secondo tratto lungo e pendente. Quindi, la pista spiana per qualche metro fino a presentare un ultimo bellissimo muro che scende a picco sulle seggiovie Paradiso e Ferrari. www.passorolleonline.com INFO: www.visitfiemme.it - info@visitfiemme.it - Tel. 0462.241111
Credits by orlerimages.com, F. Modica, Codeluppi.
LA PISTA LASTÈ DI BELLAMONTE-ALPE LUSIA, panorami da capogiro. La pista rossa Lastè, offre non solo discese ampie e soleggiate con una pendenza media del 17%, ma anche uno spettacolo unico al mondo: l’enrosadira che all’alba e al tramonto emerge come per magia sulle Pale di San Martino, sulla Catena del Lagorai, il Latemar e il Catinaccio. La pista, lunga 2,8 km con un dislivello di 485 metri, conduce al Rifugio Lusia dove è possibile mangiare ma anche pernottare in accoglienti e rilassanti camere in stile rustico, dotate di servizi private e una vista spettacolare sulle Dolomiti. Alla seconda fermata della nuova e silenziosa Cabinovia Bellamonte è possibile intraprendere un’elettrizzante slittata lunga la pista da slittino Fraina (2 km). www.skiareaalpelusia.it
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