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Ci sono tanti modi di partecipare ad un evento mitico e avventuroso come la Dakar… e Luciano Carcheri può dire di averne provate parecchie.
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Ne ha corse molte in motocicletta, poi una in automobile ed ora sta per affrontare nuovamente una Dakar con un’auto d’epoca… la stessa Nissan Patrol GR con la quale aveva gareggiato nel 1998!
Luciano Carcheri e la sua Nissan alla Dakar del 1998
E’ questo un progetto che parte da lontano, da quando tempo fa gli organizzatori avevano deciso di organizzare una “gara nella gara” riservata a veicoli storici. Sarà composta da 12 tappe, di una lunghezza varabile tra i 200 e i 300 chilometri, che si correranno “in parallelo” con la Dakar principale ma saranno differenti e meno complicate, per evitare troppi problemi meccanici a mezzi che, pur preparati bene, sono comunque “datati”.
L’evento è stato battezzato “Dakar Classic” e quest’anno vedrà al via una trentina di veicoli tra auto e camion degli anni ‘80 e ‘90.
E tra questi la Nissan di Luciano Carcheri e Roberto Musi, due soci FIF che orgogliosamente porteranno il logo della Federazione a spasso per il deserto Saudita.
“La mia passione per i motori – dice Carcheri – comincia con l’enduro motociclistico, di cui ho vinto un Campionato Italiano, e con le motoslitte del Team Italia, con cui ho partecipato a due campionati Europei.
L’Africa e la Parigi Dakar sono sempre state la mia passione: vi ho corso per otto volte di cui sette in moto e una in auto. Ma non posso certo dimenticare tutti gli altri prestigiosi rally Internazionali a cui ho preso parte: Incas Rally Perù, Rally di Tunisia, Rally del Marocco e Rally dei Faraoni. Questi ultimi due li ho corsi in auto con una Isuzu D-max e una Mitsubishi Pajero”.
Ma Luciano Carcheri è un pilota a tutto tondo, che non si è limitato alla sabbia delle piste africane.
“Nel 2016 sono passato alla pista, correndo il Gran Premio Storico di Montecarlo con una monoposto Taraschi, e nel 2017 ho corso tutto il campionato Nascar Euro Series su una Toyota del team Alex Caffi Motorsport, classificandomi al terzo posto finale della Categoria Elite 3”.
E ora torni alla Dakar assieme a Roberto Musi… ma sarà una gara totalmente diversa a quelle a cui hai partecipato in passato.
“Ritorno alla Dakar con la stessa passione e soprattutto con la stessa Nissan Patrol GR con la quale 23 anni prima avevo corso la Parigi Granada-Dakar. Un’emozione indimenticabile. Fu un’edizione molto dura, 10.600 chilometri con moltissime dune e attraversamenti di erg, una Dakar davvero impegnativa ma che riuscii a portare a termine sino al mitico
Lago Rosa… e oggi si torna in ballo, da ambasciatre FIF in compagnia di Roberto Musi, anche lui super-esperto in materia”.
Musi infatti vanta oltre 200 rally e spedizioni nel deserto dal 1986 ad oggi.
Spiccano tra queste, oltre alla Dakar, il Rally di Tunisia, del Marocco, dei Faraoni, l’Abu Dhabi Desert Challenge, il Dubai Desert Challenge, l’ Italian Baja, il Baja Aragon, il Baja Portalegre. Inoltre altri rally, nella vesti di organizzatore, team manager, responsabile assistenza, reporter, navigatore oltre che di pilota. Eventi quali Africa Race, Sand Dream Rally, Libya Desert Challenge, Albania Rally, 24 Hours Rally Greece, Turkmenistan Desert Race lo hanno visto tra i protagonisti, senza dimenticare le tante gare del Campionato Italiano Cross Country ed una miriade di spedizioni nel Sahara alla guida di gruppi di fuoristradisti.
“Vengo anche io dal mondo delle moto – dichiara Musi – per poi approdare ai 4x4. Sono da sempre appassionato di motori e di tecnologia. Ho sempre studiato moltissimo e poi provato sul campo quello che studiavo, in particolare nel deserto, prima sui miei veicoli poi su quelli dei clienti che mi hanno dato fiducia. Dal punto di vista tecnico mi considero particolarmente esperto di telaistica e sospensioni mentre, una volta a bordo, reputo che la navigazione, la guida tra le dune e la determinazione nel voler “portare in fondo la macchina” siano il mio forte”.
Ma come sarà la Dakar Classic 2021? Pare che circa il 50% del percorso sarà su sabbia…
“Ritornare alla Dakar nella categoria Classic – è Carcheri che parla – per noi è un ritorno alle origini della corsa “originaria” ideata da Thierry Sabine. Il nostro obiettivo è rivivere la vera Dakar, come nel passato, quando si caricavano i ricambi in macchina e si arrivava a Dakar facendo tutto da soli, senza assistenza”.
Ma non sarà uno scherzo, anche perché correre con un’auto “classic” non diminuisce i problemi né la voglia di andare forte e competere. La Nissan che porterà in gara i colori FIF è una Patrol GR Y61 del 1998, con un propulsore V6 “vitaminizzato” e portato a 4.500 cc (all’origine il motore era di 3.000 cc) mentre il cambio è originale Nissan a innesti frontali. Differenziali e semiassi sono Ashcroft.
Il telaio originale è stato modificato e rinforzato con l’aggiunta di una gabbia roll bar con funzione strutturale, su cui è posta una leggerissima carrozzeria in fibra di carbonio.
Sedili, cinture di sicurezza ed impianto di estinzione sono OMP, computer/interfono Terratrip. Sono stati montati due ammortizzatori Ohlins per ciascuna ruota e i freni sono ovviamente a disco. I cerchi sono AVUS e gli pneumatici Michelin.
E per finire una nota per il serbatoio benzina, che vanta ben 450 litri di capacità… ma in Arabia Saudita, si sa, il carburante te lo tirano dietro…