Edward Gardner Igor Levit 11
marzo 2019
FONDAZIONE DI DIRITTO PRIVATO
S TAG I O N E D I C O N C E R T I 2 018 | 2 019
Lunedì 12 novembre 2018, ore 20 Inaugurazione
Riccardo Chailly
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Lunedì 25 marzo 2019, ore 20
Lunedì 13 maggio 2019, ore 20
Sol Gabetta, violoncello Lalo Concerto per violoncello Wagner Tristan und Isolde, Preludio Debussy La mer; Printemps
Mozart Sinfonia n. 29 K 201 Šostakovič Sinfonia n. 5 op. 47
Bruckner Sinfonia n. 8
Arcadi Volodos, pianoforte Beethoven Concerto per pianoforte n. 3 op. 37 Ives Sinfonia n. 2
Mirga Gražinytė-Tyla
Maxim Vengerov, violino Šostakovič Concerto n. 1 per violino op. 77 Bartók Concerto per orchestra
Daniele Gatti
Avviso al pubblico
Lorenzo Viotti sostituisce Mirga Gražinytė-Tyla Lunedì 1 aprile 2019, ore 20 Lunedì 27 maggio 2019, ore 20 di lunedì Luisi 25 marzo Michele Mariotti Valery Gergiev nel concertoFabio
Lunedì 4 febbraio 2019, ore 20
Orchestra del Teatro Mariinskij Debussy Prélude à l’après-midi d’un faune Mendelssohn Sinfonia n. 4 op. 90 Italiana Musorgskij - Ravel Mirga Gražinytė-Tyla Quadri da un’esposizione
Lunedì 15 aprile 2019, ore 20
Myung-Whun Chung
Khachatryan, nonSergey potrà dirigere violino il concerto di lunedì 25 marzo Bruch 2019. A sostituirla è LorenzoConcerto Viotti, il ventottenne direttore svizzero che per violino n. 1 Mahler torna alla testa della Filarmonica dopo il felice debutto, lo scorso ottobre, Domenica 13 ottobre 2019, ore 20 Lunedì 11 marzo 2019, ore 20 Sinfonia n. 1 Titan nella Stagione Sol Harding Gabetta Daniel Edward GardnerSinfonica. Confermata la presenza della solista Lunedì 29 aprile 2019, ore 20 Isabelle Faust, violino Igor Levit, pianoforte che esegue il Concerto per violoncello del compositore francese Éduard Britten Janáček Riccardo Chailly Lalo. Il dall’opera programma Alborada del gracioso Ravel, nella Concerto per violino op. 15 Jealousy, Preludio Jenufa presenta Emmanuel Tjeknavorian, violino di Maurice Berlioz Beethoven Sibelius versione per orchestra, in sostituzione dell’annunciata suite sinfonica Symphonie fantastique op. 14 Concerto per pianoforte n. 4 op. 58 Concerto per violino op. 47 Dvořák Brahms Printemps di Claude Debussy, il wagneriano Preludio e Morte Sinfonia n. 7 op. 70 Sinfonia n. 1 op. 68 da Tristano e Isotta, e La mer. I programmi possono subire variazioni per ragioni artistiche e tecniche. Si prega di verificare sul sito www.filarmonica.it
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Teatro alla Scala LunedĂŹ 11 marzo 2019, ore 20 Concerto sinfonico della
Filarmonica della Scala Direttore
Edward Gardner Pianoforte
Igor Levit
Main Partner
Il concerto sarĂ trasmesso in diretta su Rai Radio3 Siamo lieti di offrire ai nostri abbonati e a tutti gli spettatori del concerto questo programma interamente realizzato dalla Filarmonica della Scala
PROGR 1 2 3
Leóš Janáček [1854 - 1928] Žárlivost / Gelosia
Ludwig van Beethoven [1770 – 1827] Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol magg. op. 58
Antonín Dvořák [1841 - 1904] Sinfonia n. 7 in re min. op. 70
AMMA Preludio sinfonico all’opera Jenůfa
Composizione: 1895 Prima esecuzione: Praga, Orchestra Filarmonica Ceca, 14 novembre 1906 Organico: due flauti, due oboi, corno inglese, due clarinetti, clarinetto basso, due fagotti; quattro corni, due trombe, tre tromboni, basso tuba; timpani; percussioni; arpa; archi Durata: 6 minuti circa
Allegro moderato Andante con moto Rondo; Vivace
Composizione: Praga, 13 Dicembre 1884 - 17 Marzo 1885 Prima esecuzione: Londra, Crystal Palace, 22 Ottobre 1885 Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; quattro corni, due trombe; tre tromboni; timpani; archi Durata: 35 minuti circa
Allegro maestoso Poco adagio Scherzo; Vivace Finale; Allegro
Composizione: 1805 - 1806 Prima esecuzione: Vienna, Theater an der Wien, 22 Dicembre 1808 Organico: flauto, due oboi, due clarinetti, due fagotti; due corni, due trombe; timpani; archi Durata: 34 minuti circa
František Kupka Movement, 1913. Olio su tela In copertina: František Kupka The Musician Follot, 1910. Olio su tela. MoMA, New York
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Leóš Janáček Žárlivost / Gelosia
Testi di Giovanni Gavazzeni Saggista e critico musicale de Il Giornale, è collaboratore di Amadeus, del Venerdì di Repubblica e del canale satellitare Sky Classica.
Leoš Janáček (1854-1928) scrisse Žárlivost (Gelosia) come Preludio all’opera Jenůfa, che il musicista aveva tratto dalla pièce della scrittrice boema Gabriela Preissová, Její pastorkyňa (La sua figliastra). Secondo il musicologo ceco Bohumír Štědroň il preludio era pronto il 31 dicembre 1894, probabilmente in una versione per pianoforte a quattro mani; fu orchestrato all’inizio del ’95 per essere poi scartato prima delle prove della prima rappresentazione di Jenůfa (Brno, 1904). «Per me questo compatto preludio è solamente un motto per Jenůfa, libero da ogni legame tematico con l’opera», scrisse il compositore per accompagnare le esecuzioni sinfoniche del brano, come quella diretta nel 1917 da Karel Kovařovic nella natìa Brno. L’Autore sottolineava che il preludio condivideva con l’opera «lo stesso luogo – le montagne slovacche, la stessa gente, e sempre la stessa infelice eccitabilità», i temi base dell’opera: amore e gelosia. In Jenůfa il personaggio di Laca Klemeň, nipote della Vecchia massaia Buryja, nutre una crescente gelosia nei confronti di Števa Buryja, il fratellastro superficiale e alcolizzato, che gli viene preferito da Jenůfa come fidanzato. La passione-gelosia di Laca arriva al punto di sifugurare l’amata per impedirne il matrimonio con il rivale, con tutte le tragiche conseguenze che porterà il suo folle gesto di gelosia e violenza. Il Preludio è anche associato ad un’altra composizione corale che Janáček scrisse nel 1888 per voci virili, Zárlivec (L’uomo geloso, 1888), basata a sua volta su un motivo folclorico tratto dalla raccolta di Canti tradizionali moravi realizzata nel 1865 da František Sušil. Si narra di un giovane che giace ferito in una capanna di montagna, al cui fianco veglia la fidanzata. Janáček nel preludio cita alcuni frammenti di questa precedente composizione corale, come il dialogo fra i due 7
fidanzati, fra i quali spicca la risposta del brigante, “Dammi, mia cara, la mia sciabola riflettente, voglio vedere come la mia faccia è diventata pallida”; come il ronzio delle mosche, la cui cellula cromatica discendente passa anch’essa dal coro al preludio sinfonico. Nella conclusione della scena la ragazza avverte che qualcosa sta avvelenando il cuore dell’uomo e, sebbene gli porga la sciabola come le chiede, si mantiene a distanza di sicurezza, pronta a fuggire. L’uomo è immobilizzato, ma un motivo «ostinato che ritorna come infliggendo profonde e mirate ferite, morsi dell’invidia, dolorosi (Janáček)», lo tormenta. Egli comprende i fondati timori della donna perché si è messa a distanza di sicurezza: “Chi ti ha dato l’avvertimento [di stare lontana] ti ama con fedeltà”. Janáček cita anche le parole finali dell’uomo che confessa la sua criminale gelosia: “Avrei preferito tagliarti la testa così dopo la mia morte nessuno ti avrebbe potuto avere”. Così dietro ai motivi ripresi dal coro L’uomo geloso, si profila quanto Janáček aveva in mente: realizzare nel preludio una sorta di istantanea del carattere impetuoso e violento dei montanari moravi sintetizzando anche i principi base di Jenůfa (amore e gelosia).
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Ludwig van Beethoven Concerto n. 4 in sol magg. op. 58 Beethoven presentò al pubblico il Quarto concerto per pianoforte in sol maggiore nel corso di una ‘colossale’ Accademia, la sera del 22 dicembre 1808, al Teatro an der Wien. Accanto ai battesimi storici della Quinta e Sesta sinfonia trovarono spazio anche un inno e il Sanctus della Messa in Do, la Fantasia per pianoforte in sol minore op. 77, la Fantasia per pianoforte e coro op. 80. Un programma massacrante che spossò i musicisti durante le prove, provocando incidenti durante il concerto. Nella Fantasia corale il clarinettista fece un errore che mandò in furia Beethoven. L’allievo Ferdinand Ries ricordava che il Maestro “insultò i musicisti dell’orchestra in maniera pesante e così forte che tutto il pubblico potesse sentirli. Poi gridò: “Dall’inizio”.» Il successo finale fu eclatante, ma i professori d’orchestra non avevano dimenticato le offese giurando di non voler suonare mai più musica di Beethoven. Un’altra meravigliosa scena narrata dal compositore Ludwig Spohr che l’aveva udita dal direttore dell’An der Wien, Seyfried, dipinge Beethoven che salta in piedi per seguire uno “sforzando” abbattendo le candele del piano fra gli sghignazzi del pubblico. Quando la musica ricominciò, Seyfried mise due ragazzi reggi-moccolo al lato del compositore. Giunti allo sforzando uno ricevette un colpo in faccia e gettò la candela a terra terrorizzato; l’altro evitò il colpo tenendosi in spasmodica e comica agitazione. Il pubblico non trattenne le risate e la rabbia del compositore aumentò. Il Quarto concerto che vide la luce in quella serata straordinaria e storica fu scritto nel 1805 e terminato l’anno successivo (le cadenze furono improvvisate e poi pubblicate nel 1809 con una famosa battuta di accompagnamento: “cadenza – ma senza cadere”). Prima dell’Accademia pubblica c’era stata una vernice in forma privata nel palazzo del principe Joseph von Lichnowsky. Il dedicatario dell’opera 58 però non fu Lichnowsky ma il giovane arciduca Rodolfo d’Asburgo, che era diventato allievo del compositore e che sarà mecenate e protettore decisivo, non 9
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František Kupka Piano Keys Lake, 1909. Olio su tela
privo di coraggio nello sfidare le maldicenze che non mancavano di sottolineare come Beethoven fosse un un repubblicano, poco attento agli obblighi di un suddito imperial-regio. La serata dell’Accademia se costituì l’addio del compositore al pubblico nella veste di solista, fu una grande prova di forza del compositore che ribadì la sua posizione unica. Nello specifico il Quarto concerto fu avvertito come una composizione di grande originalità, caratteristica da attribuire, secondo Giorgio Pestelli, «al celebre esordio, in cui il pianoforte, quasi improvvisando a sipario chiuso, espone da solo quel primo tema che pervade tutto il movimento con una serie inesauribile di implicazioni e variazioni (…). La soluzione del Quarto concerto fa capo alla tradizione dello stile improvvisatorio: la vera esposizione incominciando alla battuta 14, si può considerare quanto avviene alla stregua di una fantasia preludiante ancorché tematica; si può anche pensare alla Fantasia op. 80 che nel concerto del 22 dicembre 1808 Beethoven al pianoforte aveva presentato non con l’attuale Adagio d'apertura, scritto in occasione della stampa, ma con una libera improvvisazione. Al suo apparire dovette lasciare di stucco gli ascoltatori il non sentire un’introduzione orchestrale ma solo le note ribattute del pianoforte che poi scompare.» Per l’inaudita originalità dell’Andante con moto lasceremo ancora la parola a Pestelli che sottolinea come «la poetica del conflitto è rappresentata nel contrasto fra il solista e l’orchestra: questa resa aggressiva dal terreo colore della frase ritmica degli archi, quello raccolto in una pura frase di corale, attutita dalla sonorità “una corda” in una luce di ansiosa ma intima preghiera; anche la soluzione del conflitto è originale rispetto ad altri luoghi beethoveniani, perché questa volta è il “principio supplichevole” che vince, quando il sinistro monito dell’orchestra poco per volta si affievolisce: come il coro delle furie, placate dal canto di un nuovo Orfeo, che si chinano per lasciare il passo». L’associazione di questo insolitamente breve movimento con il mito di Orfeo che con il canto placa le fiere risale alla biografia beethoveniana di Adolf Bernhard Marx (la frase fu poi attribuita spesso a Liszt). «L’uscita è nel Rondò finale, pagina che corre su piedi leggeri, nella quale la visione interiore è confermata dall’uso intenso di strumenti solisti (i legni sopra tutti) che specie negli ultimi episodi conversano con il pianoforte secondo un rapporto che, ancora una volta, era più tipico della musica da camera che delle vaste forme concertanti». 11
Antonín Dvořák Sinfonia n. 7 in re min. op. 70 La Settima sinfonia di Dvořák, spesso chiamata “Grande sinfonia in re minore” per differenziarla dalla precedente Quarta nella stessa tonalità, comincia in un clima di drammatico dubbio (un cupo e austero “pedale”) per concludersi in un’atmosfera di rinnovato entusiasmo. Per molti commentatori questo arco evolutivo aveva un parallelo con la situazione in cui si trovava Dvořák, in procinto di espandere la sua popolarità ben oltre i pur vasti confini asburgici, soprattutto dopo il trionfo straordinario goduto a Londra dallo Stabat Mater nel 1883 e 1884. Dvořák da una parte si sentiva parte sempre più attiva del forte movimento nazionalistico ceco – a fortiori dopo la morte di Smetana nel 1884 – e dall’altra avvertiva di dover attenuare la componente ‘slava’, tenendo conto quanto la tradizione sinfonica musicale tedesca, incarnata dal suo mecenate-collega Johannes Brahms, fosse importante. Tra l’altro il giudizio di Brahms, pur così largo nell’ammirazione della freschezza d’ispirazione e della fertilità melodica del collega ceco, fu sempre fortemente negativo sulle opere apertamente nazionalistiche come l’Ouverture Ussita e l’oratorio Santa Ludmilla. Dvořák dunque voleva cercare, come Smetana prima di lui, di sorpassare il nazionalismo per raggiungere una dimensione più larga e universale. E questo riuscì pienamente nella nuova sinfonia. A queste scelte di campo si aggiunsero difficoltà più materiali con l’editore Fritz Simrock, a cui Brahms lo aveva raccomandato, seguendolo con amicale cura. Simrock avrebbe desiderato ricevere da Dvořák opere più commerciabili, come i deliziosi Duetti moravi che tanti benefici economici avevano portato alla sua casa editrice. Quanto Simrock offrì per la nuova Settima sinfonia, 3000 marchi (un quinto di quanto aveva ricevuto Brahms per la Terza), fu per Dvořák un offesa. L’editore 12
consigliava di scrivere altre “danze slave a quattro mani”, per le quali avrebbe fatto metà fatica e guadagnato quasi quanto una sinfonia. La nota risposta negativa di Dvořák non precluse comunque la futura nascita di un’altra meravigliosa serie di Danze slave (l’op. 76 nel 1886): «a giudicare da quanto mi scrivete si arriva alla semplice conclusione di non scrivere più sinfonie, né grandi opere vocali o strumentali, ma solo canzoni, pezzi per piano o danze: come artista che vuole fare la differenza posso dirle che non lo farò! Consideri, caro amico, che questo è il mio modo di vedere le cose, da musicista.» Anche un’altra diatriba con Simrock rivela i contrasti nell’animo del compositore: l’editore voleva fosse indicato sul frontespizio il nome di battesimo alla tedesca (Anton): mentre l’Autore lo voleva alla ceca (Antonín). Si finì con un compromesso salomonico: “Ant.” L’ombra di Brahms domina la rapida gestazione della Settima sinfonia (dicembre 1884 – marzo 1885), lavoro che era stato commissionato al compositore ceco dalla Royal Society di Londra. Brahms aveva messo le mani avanti chiedendo notizie della nuova sinfonia: la immaginava completamente diversa dalla precedente, la “slava” Sesta, che Dvořák aveva scritto per Hans Richter e la Filarmonica di Vienna. Stessi interpreti che avevano battezzato a Vienna la Terza sinfonia di Brahms (1883), novità che Dvořák era andato a riascoltare appositamente a Berlino nel gennaio dell’84. Il soffio drammatico di Brahms alita sul taglio solenne del primo tema dell’Allegro maestoso, la cui ispirazione giunse all’Autore durante il suo passatempo preferito: guardare l’ingresso dei treni. Il treno in questione era colmo di patrioti ungheresi e cechi d’Ungheria che giungevano alla stazione di Praga per manifestare al Teatro nazionale. Motivo per il quale i commentatori si sono spesi molto per collegare i sentimenti patriottici di Dvořák con il lirismo esaltato e impetuoso del primo tema. Grande è il contrasto che segue con il tema bucolico e conciliatorio proposto da flauti e clarinetti e ripreso dai violini (accostato alla cantilena dei violoncelli nell’Andante del secondo concerto per pianoforte di Brahms). L’opposizione fra tema epico e lirico, svolto con maestria degna della lezione di Brahms, raggiunge nello sviluppo singolare drammaticità. Ancora più in alto si sale con secondo movimento, Poco adagio. «Dopo l’umile preghiera iniziale che si eleva dai legni sui pizzicati degli archi e sul quale si ferma il movimento nella calda e poetica luce dell’oboe, passando dal lirismo coinvolgente del secondo tema, quello implorante e appassionato degli archi, 13
FrantiĹĄek Kupka Compliment, 1912. Centre Georges Pompidou, Parigi
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le volate romantiche del corno, i fregi elegiaci del clarinetto e del flauto, gli ardori dei violini e dei violoncelli, tutto canta in un’espressione spoglia di pathos e sentimentalismo» (Guy Erismann). Al tempo lento che evoca l’ombra dei due giganti ammirati da Dvořák (Brahms e Wagner), segue uno Scherzo non frenetico come certi furiant precedenti, ma di sapore nettamente ceco nella canonica successione di un Vivace di grande rilievo ritmico e un Trio melodico. L’impressione di un carattere meno unitario dell’Allegro conclusivo si deve al suo spirito decisamente rapsodico, non al magistrale trattamento tematico della forma sonata: da una marcia guerriera decisa si modula a una melodia serena la cui gioia si irraggia fino alla coda che esalta la marcia in apoteosi ottimistica. Entusiasmo che accompagnò la prima esecuzione diretta dall’Autore a Londra molto più che l’importante prima viennese (1887, direttore Hans Richter), e soprattutto che salutò le due esecuzioni a Berlino dirette da Hans von Bülow (1889), la cui fotografia Dvořák volle incollare sul frontespizio dell’autografo, aggiungendo una dedica: “Evviva! Hai portato questa opera alla vita!”
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FrantiĹĄek Kupka Linee rette e circolari, 1937. National Gallery Prague
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Leóš Janáček
1854
Leoš Janáček nasce il 3 luglio a Hukvaldy, presso Příbor, in Moravia. Anche il nonno, come il padre, era stato insegnante e musicista, nonché uomo di approfondita cultura generale. 1865 È ammesso nel coro della chiesa del convento agostiniano di Brno, dove riceve un’importante formazione musicale di base. 1872 Si diploma nelle discipline storiche, in musica e in geografia. Nello stesso Istituto, comincia il periodo di due anni di insegnamento gratuito. Nel frattempo, sostituisce Křížkovský alla guida del coro del monastero della Vecchia Brno e diventa maestro del “Coro dell’unione degli artigiani Svatopluk”. 1874 Iscrittosi alla Scuola per organisti di Praga, concentra i primi due anni di corso in uno, componendo lavori di apprendistato, brani religiosi e organistici. 1877 Viene pubblicato per la prima volta un suo lavoro, il Graduale per coro misto dall’offertorio Exaudi Deus. 1878 Compone Idyla per archi. 1880 Nasce una Sonata per violino e un Quartetto d’archi, entrambi perduti. In maggio, ottiene la cattedra presso l’Istituto Magistrale. 1881 Il 13 luglio sposa l’allieva di pianoforte, Zdenňka Schulzová. In dicembre, diventa direttore della nuova Scuola per organisti di Brno. 1885 Scrive Kačena divoká (L’anitra selvatica) per coro misto e con finalità anche scolastiche, e i quattro cori per voci maschili Čtveřice mužských sborů dedicati a Dvořák. 1887 Compone l’opera Šárka su testo di Julius Zeyer ispirato alla mitologia cèca. 1888 Fonda un’orchestra permanente alla Scuola musicale della Beseda. 1901 Pubblica la raccolta di più di duemila canti moravi. 1904 Viene allestita a Brno, con grande successo, Jenůfa.
1905
Compone la Sonata per pianoforte Zulice, 1.X.1905 (Dalla strada, 1-X-1905), della quale ci sono rimasti solo due tempi. 1909 Scrive Sedmdesát tisíc (I settantamila). 1916 Termina Vlčí stopa (L’orma del lupo), Hradčanské pís ničky (Canzonette di Hradčany) e Kaspar Rucky per coro femminile, destinati a una formazione vocale da lui fondata durante la guerra. Viene rappresentata Jenůfa a Praga, Vienna e in molte altre città tedesche nella traduzione dello scrittore Max Brod, suo futuro biografo. 1919 Compone la cantata Zápisník zmi zelého (Il diario di uno scomparso). È nominato direttore del Conservatorio di Brno, 1920 Nasce, vero e proprio omaggio all’idea di una nazione cèca libera, il poema sinfonico Balada blanická. 1923 Comincia la Sinfonia in quattro tempi Dunaj (Il Danubio), che rimarrà incompleta. 1925 Riceve il dottorato dall’Università Masarýk di Brno. Compone Věc Makropulos (L’affar Makropulos). Scrive il Concertino per pianoforte e ensemble cameristico. 1926 Compone la Sinfonietta per grande orchestra su commissione del Sokol Festival e dedicata alle Forze Armate Cecoslovacche. Scrive il Capriccio per la mano sinistra e ensemble cameristico e la Glagolská mše (Messa glagolitica), ispirata a un simbolico panteismo religioso. 1928 Insieme a un frammento del Concerto per violino e al Quartetto n. 2 per archi – intitolato, con esplicita allusione amorosa, Listý duº věrné (Lettere intime) – nasce l’opera Z mrtvého domu (Da una casa di morti), ancora attraversata da un brivido di intensa e dolorosa protesta sociale. Muore a Ostrava, il 12 agosto.
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Ludwig van Beethoven
1770
1778 1782 1784
1787
1792
1794 1795
1798 1800 1803
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Ludwig van Beethoven viene battezzato a Bonn il 17 dicembre. Le ristrettezze economiche e i disordini psicologici del padre Johann segnano la sua infanzia. Il padre tenta, senza successo, di lanciare Ludwig come bambino prodigio. Inizia la vera e propria educazione musicale sotto la guida di C. G. Neefe, organista di corte. L’arrivo a Bonn del giovane arcivescovo Maximilian Franz vivacizza la stagnante atmosfera della cittadina. Viene fondata, tra l’altro, una Università, che Beethoven stesso frequenterà per qualche tempo. Beethoven si reca per la prima volta a Vienna, dove forse incontra Mozart, ma la morte della madre lo obbliga a interrompere il viaggio. A Bonn Beethoven incontra Haydn e, sempre stipendiato dall’arcivescovo, decide di recarsi nuovamente a Vienna per prendere lezioni dal grande maestro. Oltre che con Haydn, Beethoven studia con Salieri e Albrechtsberger. Con i primi concerti pubblici al Burgtheater si apre il periodo di maggior fortuna mondana ed economica di Beethoven. La fama di abile pianista gli apre le porte della nobiltà viennese; come compositore, oltre ai consensi di pubblico e critica, ottiene lucrosi contratti dalle case editrici. Tra il 1795 ed il 1815 Beethoven crea la maggior parte delle sue opere più famose: 8 delle 9 Sinfonie, 27 delle 32 Sonate per pianoforte, 7 concerti per strumento solista e orchestra, le musiche di scena per Coriolano ed Egmont, l’opera Fidelio ed un’imponente quantità di brani da camera. Si manifestano i primi sintomi di sordità. Il 2 aprile viene eseguita la Sinfonia n.1. Prima esecuzione della Sinfonia n.2. In estate Beethoven risiede nel rustico sobborgo di Heiligenstadt, dove
redige il famoso “Testamento”. Prima esecuzione pubblica, al Theater an der Wien, dell’Eroica. 1807 Sempre a Vienna viene eseguita la Sinfonia n.4. 1808 Il 22 dicembre, al Theater an der Wien, vengono presentate la Sinfonia n.5 e la n.6 Pastorale. 1809 L’Arciduca Rodolfo si impegna a versare uno stipendio annuale a Beethoven, a patto che egli rimanga a Vienna. Il 12 maggio la città, stretta d’assedio, si arrende alle truppe napoleoniche. 1812 Beethoven scrive a Teplitz, dove soggiorna nei mesi estivi, la lettera “all’immortale amata”. Viene eseguita la Sinfonia n.7. 1814 In febbraio prima esecuzione della Sinfonia n.8. In maggio, per i partecipanti al Congresso di Vienna, viene eseguito un concerto di musiche beethoveniane. 1815 Muore il fratello Kaspar Karl ed il nipote Karl viene affidato a Beethoven. Ne nasce una complessa controversia con la madre che il tribunale risolve, in favore del musicista, nel 1820. 1819 La sordità è totale. Il compositore può comunicare soltanto attraverso i cosiddetti “quaderni di conversazione”. 1824 Prima esecuzione, al Kärntnertortheater di Vienna, della Sinfonia n.9. 1825 Beethoven si stabilisce nella Schwarzenpanierhaus, ultima delle sue circa 30 residenze viennesi. 1827 Muore il 26 marzo, per un riacutizzarsi della cirrosi epatica di cui soffre da tempo. La sua scomparsa suscita a Vienna la più profonda emozione: circa 30.000 persone, tra cui le più eminenti figure della cultura, presenziano alle sue esequie. 1805
Antonín Dvořák
1841
1857
1865
1873
1876
1884
Nasce a Nelahozeves, un villaggio céco, l’8 settembre. Il padre suona il violino e la cetra ed è membro dell’orchestra del villaggio. Da questa il piccolo Antonín riceve le prime impressioni musicali e dal maestro del villaggio J.Spitz i primi rudimenti di violino.Ha quindi l’occasione di ascoltare fin dall’infanzia quei canti popolari boemi e quei rustici cori ai quali si ricondurrà più tardi la sua arte matura di compositore. Frequenta, con l’aiuto economico dello zio, la scuola d’organo di Praga. In quel periodo si guadagna da vivere come membro dell’orchestra da ballo “Komzak”, per la quale compone anche numerose danze, e suonando l’organo nelle chiese. Compone la prima sinfonia, Le campane di Zlonice, ritrovata e pubblicata solo nel 1923. Diventa violinista di fila del nuovo teatro nazionale céco, fondato nel 1862 da Bedřich Smetana. Sposa Anna Čermáková. Il matrimonio coincide con una crisi creativa che lo porta a distruggere quasi tutte le opere composte fino ad allora perché non corrispondono più alle sue ambizioni tecniche ed artistiche. È in questo periodo che si evidenzia nella produzione di Dvořák una sempre maggiore attenzione alla musica popolare céca, che gli procurerà i maggiori riconoscimenti internazionali e una borsa di studio del governo austriaco, grazie all’intervento di Hanslick e Brahms. Inizia in questo periodo la profonda amicizia e venerazione di Dvořák per Brahms e la studiosa applicazione per avvicinarsi alla complessità del suo ideale sinfonico. Muore la figlia maggiore. Il lutto proietta la sua ombra sulle composizioni del periodo, in particolare sul commovente Stabat Mater. Primi trionfi personali, proprio con Stabat Mater, in Inghilterra, dove Dvořák tornerà nove volte.
1892
1895
1900
1901 1904
Accetta, dopo molte insistenze, l’incarico di direttore artistico del Conservatorio nazionale di musica di New York, dove rimarrà fino al 1895. Risalgono a questo periodo le sue opere più celebri: la Sinfonia n.9 Dal nuovo mondo, il quartetto in fa maggiore Americano, la Sonatina in sol maggiore per violino e pianoforte, il Concerto in si minore per violoncello e orchestra. Ritorna in patria e si dedica alla composizione di poemi sinfonici di carattere prevalentemente romantico e nazionalistico. Termina la composizione della sua più importante opera lirica, Rusalka, tratta dalla leggenda di Undine. Riceve, tra i molti riconoscimenti del governo austriaco, la Medaglia d’oro per l’Arte e la Scienza, che prima di lui solo Brahms aveva ottenuto, ed è nominato senatore a vita, onore che prima di lui non era toccato a nessun musicista. Viene nominato direttore del Conservatorio di Praga. Muore il 5 maggio. Viene seppellito nel cimitero degli eroi del Vyserhad, alla presenza di un’immensa folla venuta da tutta la Boemia.
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Edward Gardner Direttore Edward Gardner è direttore principale della Bergen Philharmonic dall’ottobre 2015 e ha guidato l'orchestra in numerose tournée internazionali, con concerti a Berlino, Monaco e Amsterdam, ai BBC Proms e al Festival di Edimburgo. Come direttore ospite, nella stagione 2017-18 ha debuttato con la New York Philharmonic, la San Francisco Symphony, la Finnish Radio Symphony e la Netherlands Philharmonic; ha fatto ritorno sul podio del Gewandhausorchester, della Deutsches Symphonie-Orchester, della Danish National Symphony e della Philharmonia Orchestra. Nella stagione 2018-19 si segnalano gli impegni, oltre che con la Filarmonica della Scala, con Chicago Symphony, la Netherlands Radio Philharmonic, la Royal Stockholm Philharmonic e la London Philharmonic Orchestra, con quest’ultima per concerti a Londra e New York. Tra gli esordi operistici figura una nuova produzione di Kát’a Kabanová alla Royal Opera House. Direttore musicale dell’English National Opera per dieci anni (2006-15), Gardner ha una collaborazione continuativa con il Metropolitan Opera di New York dove ha diretto produzioni di Carmen, Don Giovanni, Der Rosenkavalier e Werther. Ha diretto alla Scala, alla Chicago Lyric Opera, al Glyndebourne Festival Opera e all’Opéra National de Paris;
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l’opera in forma di concerto continua a far parte del suo lavoro con la Bergen Philharmonic, con cui ha realizzato un acclamato Peter Grimes ai Festival Internazionali di Bergen e Edimburgo. Appassionato sostenitore dei giovani talenti, Edward ha fondato la Hallé Youth Orchestra nel 2002 e dirige regolarmente la National Youth Orchestra of Great Britain. Ha stretti rapporti con la Juilliard School of Music, e con la Royal Academy of Music. Artista esclusivo Chandos, la discografia di Gardner include musiche di Grieg, Bartok, Sibelius, Janáček, Elgar, Mendelssohn, Walton, Lutoslawski, Britten, Berio e Schoenberg. Nato a Gloucester nel 1974, Gardner ha studiato a Cambridge e alla Royal Academy of Music. In seguito è diventato assistente direttore della The Hallé Orchestra e direttore musicale di Glyndebourne Touring Opera. I suoi numerosi riconoscimenti includono l'assegnazione del Royal Philharmonic Society Award come direttore dell’anno (2008), un Olivier Award come miglior rivelazione nell’opera (2009) e un OBE per il servizio alla musica ai Queen’s Birthday Honours (2012).
Igor Levit Pianoforte Igor Levit è stato nominato “Strumentista dell’anno” dalla Royal Philharmonic Society nel 2018. Lo scorso ottobre Sony Classical ha rilasciato il suo quarto album, Life, dedicato a musiche di Bach, Busoni, Bill Evans, Liszt, Wagner, Rzewski e Schumann. Si è esibito di recente alla Carnegie Hall, a San Francisco, Lucerna, Lisbona, Berlino, Vienna. A primavera terrà recital a Parigi e Tokio. Dopo il debutto con la Chicago Symphony Orchestra al Ravinia Festival e con i Wiener Philharmoniker al Festival di Salisburgo nel 2018, in questa stagione farà il suo debutto con la Filarmonica della Scala, l’Orchestre de Paris, il Gewandhausorchester. Il recente tour con i Wiener lo porterà a esibirsi alla Carnegie Hall sotto la guida di Michael Tilson Thomas a marzo 2019. Nelle recenti stagioni ha debuttatto con Royal Concertgebouworkest, Royal Stockholm Philharmonic, Berliner Philharmoniker, Staatskapelle di Dresda, Cleveland Orchestra, London Symphony Orchestra. Nel 2017 ha tenuto il concerto di apertura ai Proms accanto alla BBC Symphony Orchestra diretta da Edward Gardner e un tour in Asia con la Bavarian State Orchestra diretta da Kirill Petrenko. Levit è artista esclusivo Sony Classical e il disco di debutto, con le
cinque ultime Sonate di Beethoven, è stato premiato dal BBC Music Magazine nel 2014. A ottobre 2015, Sony Classical ha rilasciato il suo terzo disco solista in collaborazione con il Festival Heidelberger Frühling che include le Variazioni Goldberg di Bach, le variazioni Diabelli di Beethoven e The People United Will Never Be Defeated! di Frederic Rzewski. Nato a Nižnij Nowgorod nel 1987, Igor Levit si è trasferito in Germania a otto anni. Ha completato i suoi studi alla Hannover Academy of Music, Theatre and Media nel 2009. Si è perfezionato con KarlHeinz Kämmerling, Matti Raekallio, Bernd Goetze, Lajos Rovatkay e Hans Leygraf. Come il più giovane partecipante del Concorso Arthur Rubinstein di Tel Aviv nel 2005, Igor Levit ha vinto il secondo premio, il premio miglior esecutore di musica da camera, quello come miglior esecutore di musica contemporanea e il premio del pubblico. A Berlino, dove vive, suona uno Steinway D Grand Piano su gentile concessione del fondo Independent Opera at Sadler’s Wells.
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Filarmonica della Scala Orchestra Claudio Abbado fonda la Filarmonica della Scala insieme ai musicisti scaligeri nel 1982. Carlo Maria Giulini guida le prime tournée internazionali; Riccardo Muti, Direttore Principale dal 1987 al 2005, ne promuove la crescita artistica e ne fa un’ospite costante nelle più prestigiose sale da concerto internazionali. Da allora l’orchestra ha instaurato rapporti di collaborazione con i maggiori direttori tra i quali Leonard Bernstein, Georges Prêtre, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch, Myung-Whun Chung, Valery Gergiev, Zubin Mehta, Esa-Pekka Salonen, Yuri Temirkanov, Daniel Harding, Daniele Gatti. Dal 2015 Riccardo Chailly ha assunto la carica di Direttore Principale. La Filarmonica realizza la propria stagione di concerti ed è impegnata nella stagione sinfonica del Teatro alla Scala. Sono oltre 800 i concerti all’estero tenuti durante le numerose tournée. Ha debuttato negli Stati Uniti con Riccardo Chailly nel 2007 e in Cina con Myung-Whun Chung nel 2008. È ospite costante delle principali istituzioni concertistiche internazionali. Da cinque anni è protagonista del Concerto per Milano, il grande appuntamento sinfonico gratuito in Piazza Duomo, tra le iniziative Open Filarmonica nate per condividere la musica con un pubblico
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sempre più ampio. Ne fanno parte anche le Prove Aperte, il cui ricavato è devoluto in beneficenza ad associazioni non profit milanesi che operano nel sociale, e il progetto Sound, Music! dedicato ai bambini delle scuole primarie milanesi. Particolare attenzione è rivolta al repertorio contemporaneo: la Filarmonica della Scala commissiona ogni anno un nuovo lavoro orchestrale ai compositori del nostro tempo. Consistente la produzione discografica per Decca, Sony ed Emi. Da gennaio 2017 è disponibile il nuovo CD Decca diretto da Riccardo Chailly con Ouvertures, Preludi e Intermezzi di Opere che hanno avuto la “prima” al Teatro alla Scala. Nuove incisioni con Riccardo Chailly sono in uscita nel 2019. L’attività della Filarmonica della Scala non attinge a fondi pubblici ed è sostenuta da UniCredit, Main Partner istituzionale dell’Orchestra, e dallo Sponsor Allianz.
Musicisti Violini Primi Salvatore Quaranta (Spalla) Fulvio Liviabella* Agnese Ferraro* Alessandro Ferrari Alois Hubner Andrea Pecolo Suela Piciri Gianluca Scandola Damiano Cottalasso Evguenia Staneva Francesco Borali Elitza Demirova Francesca Monego Enrico Piccini Violini Secondi Anna Salvatori* Emanuela Abriani Stefano Dallera Stefano Lo Re Paola Lutzemberger Roberta Miseferi Gabriele Porfidio Alexia Tiberghien Cristina Ardizzone Rita Mascagna Susanna Nagy Leila Negro
Viole Danilo Rossi* Thomas Cavuoto Marco Giubileo Giuseppe Russo Rossi Luciano Sangalli Liliana De Castro Fernandez Giuseppe Mari Federica Mazzanti Filippo Milani Marcello Schiavi
Flauti Marco Zoni* Massimiliano Crepaldi
Trombe Marco Toro* Mauro Edantippe
Oboi Fabien Thouand* Gianni Viero
Tromboni Torsten Edvar* Renato Filisetti Giuseppe Grandi
Violoncelli Patrizio Serino* Gianluca Muzzolon Marcello Sirotti Massimiliano Tisserant Adriano Melucci Costanza Persichella Andrea Scacchi Sara Spirito
Clarinetti Mauro Ferrando* Christian Chiodi Latini
Timpani Andrea Scarpa*
Clarinetto Basso Stefano Cardo
Percussioni Gianni Arfacchia
Fagotti Gabriele Screpis* Marion Reinhard
Arpa Olga Mazzia*
Contrabbassi Francesco Siragusa* Attilio Corradini Claudio Nicotra Roberto Parretti Alessandro Serra Michelangelo Mercuri Jacopo Tarchini
Corno Inglese Renato Duca
Corni Jorge Monte De Fez* Roberto Miele Claudio Martini Giulia Montorsi
Tuba Brian Earl
* prima parte
I contrabbassi della Filarmonica montano corde
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UniCredit & Filarmonica della Scala un comune impegno per la musica a shared commitment to music UniCredit sostiene la cultura, e la musica in particolare, perché crede nel loro valore e considera fondamentale il loro apporto per favorire il dialogo e lo sviluppo economico e sociale sostenibile delle comunità.
UniCredit supports culture – and music in particular – because it believes in their importance and feels that they make a significant contribution to community spirit and sustainable economic and social development.
Con questo spirito, UniCredit affianca come Main Partner la Filarmonica della Scala e l’accompagna in tutte le sue attività, dalla Stagione di concerti in Teatro, alle tournée in Italia e all’estero, ai progetti di Open Filarmonica, alla produzione discografica.
In keeping with this belief, UniCredit is proud to be the Main Partner of the Filarmonica della Scala and supports all its activities: from the concert season at La Scala, to tours in Italy and abroad, and from Open Filarmonica projects to record production.
Grazie alla condivisione di importanti obiettivi, la Banca e la Filarmonica hanno costruito nel tempo una solida partnership, che ha coinvolto un pubblico sempre più ampio e nuovo in esperienze musicali di grande impatto e in rilevanti progetti di solidarietà.
UniCredit and the Filarmonica have built a strong partnership over the years thanks to their shared objectives, working together to engage a new and broader audience in exciting musical experiences and major charity initiatives.
Attraverso le attività della Filarmonica, Orchestra d’eccellenza, impegnata nel sociale e molto presente anche sulla scena internazionale, UniCredit esprime, in linea con la sua natura paneuropea, la vicinanza alle persone e promuove il benessere e la coesione delle comunità per cui opera.
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The world-class Filarmonica orchestra is deeply committed to social issues and also has a significant profile on the world stage. Its activities embody UniCredit’s aim of building close bonds with the people it serves as a pan-European bank and help it to improve the quality of life and togetherness of the communities where it operates.
Associazione Filarmonica della Scala
Fondatore Claudio Abbado Presidente Fabrizio Saccomanni Presidente onorario Alexander Pereira Sovrintendente del Teatro alla Scala
Coordinatore artistico organizzativo Damiano Cottalasso Comunicazione e edizioni Marco Ferullo Segreteria artistica Alessandra Radice
Direttore principale Riccardo Chailly
Coordinamento generale Hetel Pigozzi
Soci onorari Daniel Barenboim Valery Gergiev
Organici e coordinamento della produzione Renato Duca
Consiglio di Amministrazione Fabrizio Saccomanni, Presidente Renato Duca, Vicepresidente Carlo Barato Damiano Cottalasso Maurizio Devescovi Carla Mainoldi Andrea Manco Piero Mangano Francesco Micheli Daniele Morandini Roberto Parretti Luisa Prandina Cesare Rimini Severino Salvemini Ernesto Schiavi Gabriele Screpis Francesco Tagliavini
Collegio dei revisori dei conti Tullio Turri, Presidente Giovanni Cucchiani Paolo Lazzati
Soci Orchestra Filarmonica Emanuela Abriani, Matteo Amadasi, Gianni Arfacchia, Giorgio Baiocco, Carlo Barato, Duccio Beluffi, Riccardo Bernasconi, Andrea Bindi, Lorenzo Bonoldi, Simonide Braconi, Giuseppe Cacciola, Maddalena Calderoni, Gerardo Capaldo, Alice Cappagli, Stefano Cardo, Javier Castano Medina, Cavuoto Thomas, Christian Chiodi Latini, Rodolfo Cibin, Attilio Corradini, Damiano Cottalasso, Massimiliano Crepaldi, Stefano Curci, Gianni Dallaturca, Stefano Dallera, Francesco De Angelis, Giorgio Di Crosta, Renato Duca, Brian Earl, Mauro Edantippe, Torsten Edvar, Giuseppe Ettorre, Mauro Ferrando, Alessandro Ferrari, Agnese Ferraro, Renato Filisetti, Gabriele Garofano, Marco Giubileo, Olga Gonzalez Cardaba, Giuseppe Grandi, Simone Groppo, Silvia Guarino, Alois Hubner, Joel Imperial, Sandro Laffranchini, Francesco Lattuada, Fulvio Liviabella, Stefano Lo Re, Omar Lonati, Anna Longiave, Martina Lopez, Jakob Ludwig, Paola Lutzemberger, Francesco Manara, Andrea Manco, Piero Mangano, Nicola Martelli, Claudio Martini, Laura Marzadori, Antonio Mastalli, Olga Mazzia, Fabrizio Meloni, Nicola Meneghetti, Augusto Mianiti, Roberto Miele, Roberta Miseferi, Jorge Monte De Fez, Daniele Morandini, Francesco Muraca, Gianluca Muzzolon, Pierangelo Negri, Claudio Nicotra, Roberto Nigro, Kaori Ogasawara, Maurizio Orsini, Giovanni Paciello, Roberto Parretti, Daniele Pascoletti, Tatiana Patella, Andrea Pecolo, Emanuele Pedrani, Alfredo Persichilli, Suela Piciri, Claudio Pinferetti, Massimo Polidori, Cosma Beatrice Pomarico, Gabriele Por dio, Luisa Prandina, Marion Reinhard, Danilo Rossi, Emanuele Rossi, Giuseppe Russo Rossi, Anna Salvatori, Luciano Sangalli, Gianluca Scandola, Gabriele Screpis, Alessandro Serra, Enkeleida Sheshaj, Estela Sheshi, Eugenio Silvestri, Francesco Siragusa, Gaetano Siragusa, Marcello Sirotti, Dino Sossai, Danilo Stagni, Evgenia Staneva, Francesco Tagliavini, Francesco Tamiati, Fabien Thouand, Alexia Tiberghien, Massimiliano Tisserant, Marco Toro, Eriko Tsuchihashi, Gianluca Turconi, Corinne Van Eikema, Gianni Viero, Lucia Zanoni, Marco Zoni, Valentino Zucchiatti.
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Mecenati Atelier Emé Esselunga S.p.A. Etro Fondazione Bracco Fratelli Prada S.p.A. Heracles Srl Rosetti Marino S.p.A.
Sostenitori *promotore Mario Joseph Abate Carlo Luigi Acabbi Ludovica Acerbi Camilla Achilli Emilia Acquadro Folci Noris Agosta Emilio Aguzzi de Villeneuve Carlo Giuseppe Aguzzi de Villeneuve Giuliana Albera Caprotti Adalberto e Anna Alberici Simona Alberizzi Fossati Luigi e Juliana Albert Stefano Alberti de Mazzeri Alberto Albinati Alberto Alemagna Ali Group Srl Guido Carlo Alleva Alvise Alverà Silvia Amati Bassani Amici della Scala Ennio Amodio Emilia Amori Mosca Steel Consulting Amulio Cipriani Lamberto Andreotti Cristina Angé Festorazzi Annas Srl Elisabetta Arrigoni Erica Astesani Anna Maria Aureli Rina Baderna Francesco Baggi Sisini Stefano Baia Curioni Giovanna Balestreri Carla Ballabio Gian Piero Bandera
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Paola Banducci Antonio Banfi Nice Barberis Gianni Barberis Canonico Antonella Barbier Randolfi Giuseppina Barbier Meroni Jenny Barbieri Milena Barbieri Oppizzio Giuseppina Barboni Rocca Orsina Baroldi Ignazio Giorgio Basile Andreina Bassetti Rocca Nicolò e Maria Vittoria Bastianini Carnelutti Fabrizio Battanta Matteo Bay Lucia Beato Borradori Rosa Bedoni Antonio Belloni Enrico Belloni Giancarlo Belloni Giulia Barbara Belloni Massimo Belloni Giorgio Giovanni Bellotti Carla Beltrami Zasso Jacob Benatoff Giuseppe Bencini Enrica Bencini Ascari Dina Berardi Terruzzi Paola Berardo Castelli Ernesto Beretta Roberto Beretta Camilla Beria di Argentine Paolo Berlanda Lina Bruna Bernardini Fabio Bernasconi Fabrizio Bernasconi Mercedes Bernasconi Mirella Bernasconi Vivante Maria Luisa Bernini Giuseppe Bernoni Maria Luisa Bertacco Umberto Bertelé Marina Bertoli Sirtori Milena Bertuzzi Rustioni Allegra e Dino Betti van der Noot Gloria Biagi Francesca Bianchi Barbara Bianchini Anna Bianchini d’Alberigo Luigi Binaghi Roberta Binda Nicole Blanga Fouques Daniele Blei Stefano Boeri Silvia Bohm
Giovanna Bologna Marina Bonacina Sciake Bonadeo Cesare Bonadonna Lidia Bonatelli Enrico Bonatti Kinina Bonatti Maria Enrica Bonatti Giuseppe Bonfardeci Giancarlo Bongioanni Maria Pia Bonomelli Ada Borella Federica Borella Emilio Borra Giuliana Bortolazzi Andrea Bosetti Luciana Bottoli Stefano Bottoli Amelia Boveri Puni Andrea Bracchetti Marco Bracchetti Roberto Bracchetti Alvise Braga Illa Gerardo Braggiotti Sebastiano e Bianca Maria Brenni Corinna Brenta del Bono Guido Brignone Ennio Brion Francesco Roberto Riccardo Brioschi Roberta Brivio Sforza Christopher Broadbent Maria Grazia Brunelli Pizzorno Titta Bruttini Carlo Buora Claudio Emilio Buzzi Cesare Buzzi Ferraris Gregorio Luigi Maria Caccia - Dominioni Giovanni Caizzi Gabriella Calabrese Gabriella Calori Vincenzo Caltabiano Antonietta Calvasina Vittoria Calvi Laura Camagni Claudio Camilli Maria Teresa Camisasca Lucia Campisi Borra Silvana Cannavale Viola Gregorio Cappa Luisa Cappelli Emilia Capponi Francesco Arnaldo Caridei Antonella Carnelli de Micheli Camerana Dora Carpaneda Silvia Casalino Rivetti
Lucia Cassani Arrigoni Guglielmo Castelbarco Albani Verri Laura Castelli Rebay Gigliola Castellini Curiel Maria Pia Cattaneo Mario Cattaneo Enzo Sergio Antonio Cattaneo Lidia Cavaggioni Gisella Cavaggioni Introini Giovanni Cavalli Tommaso Cavallini Enrica Cebulli Achille Cecchi Adolfo Cefis Luigi Cella e Piera Ferraris Centro del Funerale di Gheri Merlonghi Srl Carlo Cerami Lionel Ceresi Elisabetta Ceschi Caprotti Matteo Francesco Enrico Chiapasco Elisabetta Chiesa Enrico e Alessandra Chiodi Daelli Sergio Chiostri Simonetta Ciampi Gianfranco Ciboddo Anna Cima Cima 1915 Srl Marina Cimbali Giovanni Ciocca Letizia Cipolat Franca Cocchetto Emilio Cocchi Vittorio Codecasa Giulia Maria Teresa Cogoli Mario Colasurdo Liliana Collavo Valeria Collini Laura Franca Colombo Giulio Federico Colombo Colombo E C. Ascensori Srl Renata Colorni Comitalia – Compagnia Fiduciaria Fedele Confalonieri Luigi Consiglio Monica Coretti Elisa Corsi Tettamanti Carlo e Angela Corsi Maura Cortese Pacchioni Maurizio Corvi Mora Maria Laura Cozzi Lazzati Bianca Maria Cozzi Luzzatto Adolfo Cremonini Alfredo e Marialuisa Cristanini Cristina Cristiani Giovanni Cucchiani
Gianfilippo Cuneo Anna Cuppini Vittore Curti Antonella Dainotto Maria Danielli Brambilla Andrea Daninos Gianfranco De Giusti Elena Maria Giuseppina De Hierschel de Minerbi Vincenzo De Luca Giacomo De Marini Margot De Mazzeri Lorenza De Medici Sergio De Micheli Anna De Simone Margherita Del Favero Gianni e Rita Ostini Dell’Orto Giovanni Desimoni Marco Di Guida Leda Di Malta Demuru Maria Carla Discalzi Rosanna Dompieri Donatella Donati Maria Grazia Donelli Elena Du Chéne de Vére Maria Caterina Du Chéne de Vére Anna Du Chéne de Vére Margherita Du Chéne de Vére Villa Lorenzo e Anna Enriques Adriana Ercole Bruno Ermolli Giuseppe Faina Marco Fantini ed Ermella Zanieri Giorgio Fantoni Rita Farina Enrico Farsura Ariberto Fassati Gian Giacomo Faverio Gloria Favretti Grazia Fedi Gariboldi Anna Feltri Maria Pia Ferrari Paolo Ferrario Silvia Ferriani Giuliana Ferrofino Cesarina Ferruzzi Anna Maria Fiorelli Mariani Riccardo Fiorina Maria Cristina Fioruzzi Adriana Florit Respublica Fondazione Fiera Internazionale Milano Fondazione E.A. Alberto Fontana Maria Luisa Fontana Paola Maria Formenti Mirella Formenti Pio
Paola Formenti Tavazzani Alberto Fossati Maurizio Foti Cesare Pietro Franzi Laura Frassani Catanese Letizia Frezzotti Maria Frosi Merati Giulia Frosi Venturini Simone Fubini Carla Melissa Gabardi Irene Gaetani D Aragona Giorgio Gagliardini Fiorenzo Galli Elvira Gamba Busnelli Antonio Gandolfi Carlo Garbagnati Gian Maria e Anna Garegnani Mario Garraffo * Carla Gaslini Trotter Marina Gasparotto Curti Romolo Genghini Francesco Gerla Elena e Angela Gerosa Gustavo Ghidini Ambretta Ghio Federico Ghizzoni Roberto Giacomelli Bianca Maria Giamboni Paolo Giannini Mochi Camilla Ginori Conti Alberto Giordanetti Antonio Eugenio Giuliani Fernanda Giulini Vittorio Giulini Marina Gnecchi Ruscone Agostini Paola Gnesutta Nicoletta Gola e Giulia Larrieu Gaetana Gola Jacono Silvio Golia Marino Golinelli Micaela Goren Monti Tiziana Gosce Alessandra Greco Claudio e Luisa Grego Marva Griffin Wilshire Milvia Groff Stefania Grunzweig Patrizia Gualtieri Federico Guasti Francesca Maria Guidobono Cavalchini Massimo Guzzoni Jacopo Guzzoni Enrique e Maria Luisa Hausermann Alessandra Maria Heukensfeldt Slaghek Fabbri Mania Hruska
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Alberta Bianca Imperiali Investitori Sgr S.p.A. Giovanni Iudica e Maria Lorenza Sibilia Giustina Jaeger Victoria Josefowitz Giacomo Jucker Annalisa Kahlberg Francesca King Carla Klinghofer Enrico Lainati Giovanni Lalatta Paolo Alberto Lamberti Guido Landriani Pier Luigi Lanza Neda Lapertosa Antonia Lareno Faccini Mariateresa Lazzari Giorgetti Paolo Lazzati Elisabeth Le Van Kim Augusta Lebano Filippo Lebano e Maria Debellich Goldstein Pasquale Lebano e Bianca Maria Ranzi Viviana Lecchi Benjamin Lerner Elisabetta Levoni Graziella Levoni Libreria Antiquaria Mediolanum Bianca Lisi Lanzoni Cristina Litta Modigliani Franca Lo Bianco Claudio Locatelli Flavio Locatelli Pompeo Locatelli Maria Giovanna Lodigiani Giampaolo Longhin Marzio Longo Giampaolo Lottaroli Pietro Stefano Lucchini Ester Luciano Codagnoni Giacomo Umberto Lunghini Laura Lungo Riccardo Luzzatto Elio Maestri Carla Magnoni Pessina Umberto Maiocchi Guglielmo Maisto Luigi Majnoni D Intignano Maria Pia Malugani Giovanni Mameli Adriana Manara Guglielmo Manetti Rocco Mangia Silvana Mangiameli Beatrice Mangiameli Molinari Michele Mantero
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Roberto Marchesi Josepha Marchetti Piergaetano Marchetti Angelo e Alessandra Marchiò Alessandra Marcora Daniela Mari Floriana Maris Fernanda Marzoli Guy Andrea Attilio Cesare Marzorati Mario Marzorati Paola Marzorati Polar Gianni e Marialuisa Massardo Antonella Massari Maria Consolata Massone Silvana Mattei Maria Pia Matteoni Donatella Maveri Corrado Franco Maveri Gaia Maveri Maura Maveri Rota Roberto Mazzotta Mediaset S.p.A. Maria Pia Medolago Albani della Beffa Jacques Megevand Filippo Menichino e Orietta Tonini Brunella e Andrea Mennillo Massimo Menozzi Anna Rosa Meoni Merati Cartiera di Laveno S.p.A. Hillary Mary Merkus Srl Mia Francesco Micheli Paolo Vittorio Michelozzi Francesco Migiarra Mario e Lisetta Miglior Rosa Milesi Alberto Milla Carl Emil Minder Marco e Letizia Mirabella Roberti Luigi Augusto Miserocchi Rosita Missoni Jelmini Vittorio Moccagatta Ermete Molinari Alfredo e Isabella Molteni Corbellini Vincenzo Monaci Renata Monico Maddalena Montagnani Marina Montel Matilde Monti Michele Monti Fosca Montibelli Giovanni Morandi Noris Morano Orsi Warly Moreira Tomei Valentina Ippolita Moretti
Albino Moretti Giovina Moretti di Noia Tono Morganti Marzia Mori Ubaldini Alberto Moro Alberto Moro Visconti Franco Mosca Liliana Moscheri Claudio Murgia Musical Viaggi Sas Massimo Napolitano Delly Napolitano Perenze Giulia Natoli Federico Nordio Mario Notari Nucci Notari Lanzi Gian Battista e Chiara Origoni della Croce Francesco Orombelli Roberto Orsi e Bianca Maria Giamboni Giovanni Ortolani Thierry Oungre Gasparino Padovan Paolo Pagliani Gabriella Pagliani Torrani Roberto Pancirolli e Simona Valsecchi Angela Panzeri Roberto Paoli Maria Luisa Paolucci Vittorelli Giancarla Papa Angelo Pasini Maria Luisa Pasti Michelangelo Pastore Giovanni Pavese Laura Pavese Elena Pavesi Tegami Marco Pecori e Carla Comelli Pascale Pederzani Valeria Pella Maria Amedea Pelle Bruno Pennino Linda Perini Silvia Peruzzotti Marino Piacitelli Maria Piera Pigorini Carlo Piona Cecilia Pirelli Ferruccia Plaj Caldana Roberto Poli Francesco Pomati Alessandro Pontiggia Janine Simone Potherat Roberto Pratesi Stefano Preda e Elena Gambini Adalberto Predetti e Paola Caprotti Emanuela Predetti
Santina Prina Mariani Giorgio e Anita Quagliolo Riccardo Quarti Liliana Querci Innocenti Brunella Radici Marcella Raggi Carla Ratti di Desio Pragliola Marco Rayneri Dino Rebay Giovanni Rebay Antonio Recalcati Angelo Recalcati Beno Antonio Reverdini Emma Ricci Saraceni Cesare Rimini Luigi e Teresa Rinaldi Fabrizio Rindi Pia Ripamonti Gilda Ripamonti Giovanna Risso Bianchi Flavio Riva Emma Rivolta Sala Carla Bruna Rizzani Gabriella Annunziata Rizzi Gianni Rizzoni e Carla Ghellini Sargenti Luisa Robba Maria Antonia Robbiani Giorgio Rocco Ghilla Roditi Roberta Rodolfi Gabaldo Silvia Maddalena Romagnoli Patrizia Romani Cesare Romiti Federico Ronzoni Carol e David Ross Maria Angela Rossi Boccalero Mercedes Rossi Sandron Maria Angela Rossini Morini Anna Rosso Annamaria Rota Luigi Roth Maria Cecilia Rovetta Roberto Ruozi Elisabetta Rusconi Clerici Bassetti Virginia Russo Renzo Rustici Juanita Sabbadini Emilia Sacchi Spinelli Rossana Sacchi Zei Giovanni Saibene Paolo Saibene Floreana Saldarini Elsa Saltamerenda Severino Salvemini Stefano Salvetti
Claudia Salvi Henry Marialuisa Sangalli Stefano Sangalli Studio Legale Associato Santa Maria Barbara Santoli Carlo Sarasso Silvia Sardi Srl Sarge Gabriella Sarogni Gianluca Sarto Laura Sartori di Borgoricco Giuseppe Sbisà e Valentina Favretto Sbisà Iris Scaccabarozzi Tarter Luciana Scaramella Guglielmo Scattaro Manuela Vicky Schapira Carlo Schiavoni Peter Antonio Schilling Giuseppe e Giovanna Scibetta, Lucia Pamara Carlo Luigi Scognamiglio Pasini Daniela Scolari Codecasa Giuliana Seccafieno Dall’Ora Liliana Servi Sandra Severi Sarfatti Anna Sikos Silvio Fossa S.p.A. Paola Siniramed Antonio Somaini Massimo Sordi Luisa Sormani Cortesi Giuseppe e Giovanna Spadafora Mirella Sparaci e Lucia Formenti Decio e Cristina Spinelli Ressi Monica Cristiana Maria Staffico Stanza del Borgo Srl Lionello Stock Vlasta Strassberger Blei Lorenzo Stucchi Studio Giovanni Terruzzi Studio Associato Rovella Studio Legale Discepolo Studio Legale Majorana Studio Legale Zambelli - Luzza Federico Sutti Rosalba Tabanelli Mariani Boguslawa Targetti Kinda Giorgio Tarzia Tecnet S.p.A. Anna Laura Tedeschi Somaini Giuseppe Tedone Marco Francesco Testa Eugenio Tettamanti Daria Tinelli di Gorla Carlo Tivioli Francesca Torelli
Emanuele Torrani Flavio Torrini Albert Totah Roberto Tramarin Laura Tremelloni Giovanni Trocano Francesca Trucchi Annamaria Turri Tullio Turri Alessandro Turri Marina Vaglio Alberto Valentini Olivia Valli Collini Ombretta Valli Musiani Maria Luisa Vanin Tarantino Attilio Ventura Franco e Marialuisa Veroner Giovanni Viani Miriam Vicentini Rusconi Maria Savina Vigilante Roberto ed Elda Villani Piera Visconti Luchino Visconti di Modrone Antonio Visentin Vitale&Co. S.p.A. Enrico Vitali Franca Vitali Camillo Vitali Mazza Paolo Vitali Mazza Michela Vitali Scarpa Karin Wachtel Weber Shandwick Srl Ruth Westen Carlo Winchler Gianbruno Zamaretti Paolo M. Zambelli e Giulia Cocchetti Zambelli Chiara Zambon Margherita Elena Maria Zambon Marta Zambon Ghirardi Claudio Zampa Annalisa Zanni Franco Zanoletti Alberto e Nadia Zanolla Annalisa Zanotti Umberto Zanuso Elisabetta Zevi Franco Zito Chiara Zoppelli Cenzi Zorzoli Pigorini
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Siamo main partner della Filarmonica della Scala dal 2003. Perché crediamo nel valore della musica, nella sua capacità di unire le persone e nella magia di avvicinare le nuove generazioni a un patrimonio culturale unico. Perché la cultura conta.
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Le grandi emozioni meritano un grande palcoscenico.