Viotti - Gabetta | Ravel, Lalo, Wagner, Debussy | 25.3 | Program book

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Lorenzo Viotti Sol Gabetta 25

marzo 2019


FONDAZIONE DI DIRITTO PRIVATO

S TAG I O N E D I C O N C E R T I 2 018 | 2 019

Lunedì 12 novembre 2018, ore 20 Inaugurazione

Riccardo Chailly

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Lunedì 25 marzo 2019, ore 20

Lunedì 13 maggio 2019, ore 20

Sol Gabetta, violoncello Lalo Concerto per violoncello Wagner Tristan und Isolde, Preludio Debussy La mer; Printemps

Mozart Sinfonia n. 29 K 201 Šostakovič Sinfonia n. 5 op. 47

Bruckner Sinfonia n. 8

Arcadi Volodos, pianoforte Beethoven Concerto per pianoforte n. 3 op. 37 Ives Sinfonia n. 2

Mirga Gražinytė-Tyla

Maxim Vengerov, violino Šostakovič Concerto n. 1 per violino op. 77 Bartók Concerto per orchestra

Daniele Gatti

Avviso al pubblico

Cambio di programma per il concerto Lunedì 1 aprile 2019, ore 20 Lunedì 27 maggio 2019, ore 20 di lunedì 1 aprile Fabio Luisi 2019 Michele Mariotti Valery Gergiev

Lunedì 4 febbraio 2019, ore 20

Orchestra del Teatro Mariinskij Debussy Prélude à l’après-midi d’un faune Mendelssohn Sinfonia n. 4 op. 90 Italiana Musorgskij - RavelLunedì Quadri da un’esposizione

Lunedì 15 aprile 2019, ore 20

Myung-Whun Chung

Sergey violinoLuisi dirige la 1 aprile alleKhachatryan, ore 20 Fabio Bruch Sinfonia n. 7 di AntonConcerto Bruckner al posto della Sinfonia n. 8 per violino n. 1 Mahler annunciata in cartellone. In apertura di serata l’Ouverture di Domenica 13 ottobre 2019, ore 20 Lunedì 11 marzo 2019, ore 20 Sinfonia n. 1 Titan Oberon di Carl Maria von Weber, tra i capolavori sinfonici Daniel di Harding Edward Gardner Lunedì 29 aprile 2019, ore 20 Isabelle Faust, violino Igor Levit, pianoforte maggior rilievo nella storia dell’Ouverture tedesca. Ringraziamo Britten Janáček Riccardo Chailly il maestro Luisi per Emmanuel la disponibilità a modificare il programma Concerto per violino op. 15 Jealousy, Preludio dall’opera Jenufa Tjeknavorian, violino Berlioz Beethoven Sibelius in segno di stima e affetto verso Zubin Metha, cheSymphonie ha scelto fantastique op. 14 Concerto per pianoforte n. 4 op. 58 Concerto per violino op. 47 Dvořák di dirigere l'Ottava di Brahms Bruckner per il suo ritorno Sinfonia n. 7 op. 70 Sinfonia n. 1 op. 68 alla Scala in maggio. I programmi possono subire variazioni per ragioni artistiche e tecniche. Si prega di verificare sul sito www.filarmonica.it

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Teatro alla Scala LunedĂŹ 25 marzo 2019, ore 20 Concerto sinfonico della

Filarmonica della Scala Direttore

Lorenzo Viotti Violoncello

Sol Gabetta

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Siamo lieti di offrire ai nostri abbonati e a tutti gli spettatori del concerto questo programma interamente realizzato dalla Filarmonica della Scala


PROGR 1 2

Maurice Ravel [1875 - 1937] Alborada del gracioso Composizione: 1918 Prima esecuzione: Parigi, Salle Erard, 17 Maggio 1919 Organico: ottavino, due flauti, due oboi, corno inglese, due clarinetti, clarinetto basso, due fagotti, controfagotto; quattro corni, due trombe, tre tromboni, bassotuba; timpani, percussioni; due arpe; archi Durata: 8 minuti circa

Édouard Lalo [1823 – 1892] Concerto per violoncello e orchestra in re minore Prélude; Lento - Allegro maestoso Intermezzo; Andantino con moto - Allegro presto Introduction; Andante - Allegro vivace Composizione: 1877 Prima esecuzione: 1878 Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; quattro corni, due trombe, tre tromboni; timpani; archi Durata: 26 minuti circa


AMMA 3 4

Richard Wagner [1813 - 1883] Tristan und Isolde Vorspiel und Liebestod Composizione: 1857-1859 Prima esecuzione: 1859 Organico: tre flauti, due oboi, corno inglese, due clarinetti, clarinetto basso, tre fagotti; quattro corni, tre trombe, tre tromboni, bassotuba; timpani; arpa; archi Durata: 17 minuti circa

Claude Debussy [1862 – 1918] La mer tre schizzi sinfonici L 111 De l’aube à midi sur la mer Jeux des vagues Dialogue du vent et de la mer Composizione: Bichain, Agosto 1903 - Parigi, 5 Marzo 1905 Prima esecuzione: Parigi, Concerts Lamoureux, 15 Ottobre 1905 Dedica: Jacques Durand Organico: due flauti, ottavino, due oboi, corno inglese, due clarinetti, tre fagotti, controfagotto; quattro corni, tre trombe, due cornette, tre tromboni, bassotuba; timpani; percussioni; due arpe; archi Durata: 23 minuti circa


Claude Monet Impressione, levar del sole, 1872. Olio su tela. MusĂŠe Marmottan Monet, Paris In copertina: Henri de Toulouse-Lautrec Donna rossa con camicia bianca, 1889. Olio su tela. Madrid

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Maurice Ravel Alborada del Gracioso

Testi di Andrea Malvano È professore associato presso l’Università di Torino, dove insegna Storia della Musica. Ha pubblicato libri e saggi in riviste internazionali, dedicati al romanticismo tedesco, al repertorio francese tra Otto e Novecento e all’Archivio Storico della Rai. Lavora alla direzione artistica dell’Associazione De Sono.

A Parigi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la Spagna era di casa. Per strada giravano Manuel de Falla, Isaac Albéniz, Pablo Picasso, ovunque venivano programmate opere dedicate al mondo iberico, ventagli con pizzo e nacchere non potevano mancare nei mercatini sulle rive della Senna. Non era quasi mai un folclore autentico, ma una suggestiva rivisitazione di una tradizione ormai secolare; da Boccherini a Rimskij-Korsakov la Spagna aveva sempre disteso il suo fascino su tutta l’Europa. Bizet, Lalo, Chabrier e Debussy furono solo alcuni dei compositori che non seppero resistere allo charme di quel mondo luminoso. Ma ad andare davvero al di là dei Pirenei erano in pochi. Addirittura Théophile Gautier in Voyage en Espagne (1840) era arrivato a dire: «I balli spagnoli esistono solo a Parigi». Solo Maurice Ravel poteva contare su un cromosoma inequivocabilmente iberico: nato a Ciboure, in terra basca, a due passi dai Pirenei, rimase per tutta la vita legato alla terra spagnola. Già nel 1895, a vent’anni, si era cimentato con la stesura di una Habanera per due pianoforti, destinata a confluire nel terzo movimento della Rhapasodie espagnole. Ma nel 1905, offrì il primo vero omaggio a quella cultura, così vicina e insieme lontana da Parigi, con Alborada del gracioso, quarta pagina della raccolta pianistica Miroirs. Ravel fino a quel momento non era riuscito a conquistare gli ambienti accademici, ma aveva ottenuto il successo del pubblico, fin dalle sue prime composizioni; e con Miroirs voleva lasciare un segno proprio per un’originale concezione poetica: non Images (come stava facendo Debussy), ma Miroirs, ovvero specchi che cercano di riflettere la realtà senza passare attraverso il filtro soggettivo e deformante dell’immaginazione. 7


Alborada suscitò da subito grande entusiasmo (il titolo rimanda a quelle variopinte riflessioni musicali che l’antica cultura spagnola amava raccontare durante le prime ore dell’alba): non a caso fu trascritta per orchestra dallo stesso Ravel nel 1918. Certo, il soggetto iberico nella Parigi di quegli anni rappresentava un usato sicuro dal successo prevedibile; ma l’opera colpisce soprattutto per una straordinaria capacità di inventare la Spagna, mescolando fantasia e realismo. Le sonorità pizzicate dell’apertura sono un rimando assolutamente esplicito al suono della chitarra andalusa; le terzine ribattute alludono senza troppe reticenze a un vocabolo tipico della tradizione nata al di sotto dei Pirenei; e anche l’episodio in tempo lento materializza il mondo magico della notte spagnola, tra echi di serenate e languidi pensieri d’amore. Ma l’orchestrazione sfavillante, continuamente cangiante, e i ritmi ossessivi, che sembrano ipnotizzare l’ascoltatore, sono tutti di Ravel: un ritratto del folclore spagnolo che si fa ora scheletrico, ora nerboruto, ora leggero come un soffio di vento, proprio come una visione che scorre al confine tra il sogno e la realtà.

Pierre-Auguste Renoir Estate (La Gitana), 1868. Olio su tela. Alte Nationalgalerie, Berlino

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Édouard Lalo Concerto in re minore per violoncello e orchestra Nato nelle Fiandre da una famiglia di origine spagnola, Édouard Lalo studiò tra Lille e Parigi, manifestando uno spiccato interesse per il classicismo e per le ricerche sul repertorio strumentale. Nonostante una notevole propensione per la composizione, colse i suoi primi successi solo intorno al cinquantesimo anno di età, quando cominciò a dedicarsi con grande impegno al genere del concerto solistico. Decisivo fu l’incontro con Pablo de Sarasate, il grande violinista di Pamplona, a cui Lalo dedicò la celebre Symphonie espagnole (1875): partitura acclamata dal pubblico per diversi decenni. Ma altrettanto rilevante fu la fama del successivo Concerto in re minore, nato poco dopo grazie alla collaborazione con il violoncellista Adolphe Fischer, primo interprete dell’opera a Parigi nel 1877. Lalo iniettò dentro alla partitura tutta la sua energia creativa, affidando al solista una pagina di grande intensità espressiva. Il dialogo con l’orchestra è a tratti drammatico (soprattutto nel primo movimento): coltellate violente dell’insieme si alternano alle meditazioni del violoncello, dando l’impressione di raccontare una storia piena di contrasti. Il protagonista della vicenda avanza cercando nell’isolamento la sua dimensione emotiva; solo dai legni arrivano pacati segnali di incoraggiamento. Ma le due posizioni faticano a trovare un punto di incontro, offrendo all’ascoltatore l’impressione del dialogo tanto fascinoso quanto impossibile. Nel secondo movimento 10

Pierre-Auguste Renoir Mura in Spagna, 1892. Olio su tela


Henri Matisse Femme espagnole, 1917. Olio su tela

le parti trovano invece una magica sintonia: il solista sfodera tutto il suo charme lavorando su intervalli, ritmi e melodie che alludono inequivocabilmente alla cultura iberica, esplorata pochi anni prima nella Symphonie espagnole. Un Andantino con moto, nel quale si avverte tutto il profumo delle notti andaluse, si mescola a un Presto vivace, che trasforma l’orchestra in una creatura pulsante e colorita come una strada piena di gente. Questo clima, a metà tra la serenata chitarristica e la danza carica di eros, si prolunga nel finale, che incendia il temperamento ritmico del violoncello, restituendo all’ascoltatore la sensazione di un lieto fine vivace e incontenibile, in perfetto allineamento con le aspettative del pubblico parigino. In quegli anni i frequentatori delle sale da concerto francesi cercavano soprattutto immagini dalla musica; e questo Concerto, nella sua scarsa memorabilità melodica, ci costringe a osservare l’insieme, senza necessariamente soffermarci sui particolari; proprio come succede davanti a una tela impressionista, dove i colori dominano sulla forma. Sarebbe toccato a Debussy il compito di intervenire su questo patto non scritto tra compositori e fruitori parigini, stimolando l’imprevedibilità immaginativa e i processi della memoria.

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Rogelio de Egusquiza Tristano e Isotta (Morte), 1910. Olio su tela. Museo de Bellas Artes de Bilbao

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Richard Wagner Tristan und Isolde Vorspiel und Liebestod Nel Trionfo della morte di Gabriele D’Annunzio c’è una pagina in cui il protagonista descrive l’emozione provata all’ascolto di Tristano e Isotta: «Nell’ombra e nel silenzio dello spazio raccolto, su dall’orchestra saliva un sospiro invisibile, un gemito spirava, una voce sommessa diceva il primo richiamo del desiderio in solitudine, la prima confusa angoscia nel presentimento del supplizio futuro». Le parole sono riferite al Preludio che introduce il primo atto; ma sono perfette per leggere un’opera che racconta un’inarrestabile corsa all’annientamento. Lo stesso Wagner, quando nel 1854 cominciò a lavorare sulla leggenda trovadorica di Tristano e Isotta, accennò senza troppe reticenze alla volontà di tornare sul binomio amore-morte: Poiché in tutta la mia esistenza non ho mai accolto nella sua perfezione la felicità dell’amore, voglio elevare a questo, che è il più bello di tutti i sogni, un monumento, un dramma in cui il desiderio d’amore sia pienamente soddisfatto. Ho in mente il progetto di un Tristano e Isotta, la concezione musicale più semplice, ma più intensa; con la vela nera che sventola alla fine io voglio poi avvolgermi per morire.

Quella vela nera era il simbolo concreto di una concezione poetica che anela al punto di contatto sottile e inesprimibile che separa la vita dalla morte. Le parole pronunciate da Isotta, alla fine dell’opera, sono lo specchio di una ricerca che valica i confini della musica e del teatro: «Sento l’esser mio svanire! Ne l’immenso ondeggiar, nel crescente clangore, nel fulgore d’una luce immortale, attratta…rapita…mi sento smarrire! Sommo bene». Tutto il Tristano esiste in funzione di questo momento, di una riflessione musicale che cerca di avvicinarsi alla filosofia, per capire se davvero avesse ragione Schopenhauer quando diceva che «vivere non è altro che un morire perennemente trattenuto». Gli anni, del resto, erano proprio quelli in cui il pensiero di Schopenhauer cominciava a pesare non poco sulle esperienze estetiche. Wagner in quella concezione filosofica avvertiva un 13


«cordiale e sincero desiderio di morte»; non poteva quindi trascurare l’invito contenuto nel Mondo come volontà e rappresentazione, quando solo alla musica viene accordato il privilegio di coincidere con la volontà di sopravvivenza, intesa come forza e insieme sofferenza di un’esperienza condannata inevitabilmente alla fine. La storia di Tristano e Isotta era perfetta. Lei è la promessa sposa del re di Cornovaglia; lui il fedele cavaliere che ha il compito di condurla all’altare. Ma tra i due c’è una vicenda in sospeso: Tristano ha ucciso il fidanzato di Isotta, e ora attende la vendetta di una donna lacerata dal dolore. Il viaggio in mare dall’Irlanda alla Cornovaglia li obbliga a condividere la stessa nave. Isotta ricorre alle arti magiche apprese dalla madre: invita Tristano a bere in un calice dove pensa di aver messo il filtro della morte, ma la sua ancella ha sostituito le fiale. Il loro brindisi avviene pertanto con una pozione che dà l’amore, un sentimento cieco e incondizionato che porta i due a dimenticarsi immediatamente del passato. Ma quando re Marke li sorprende in intimità, Tristano viene sfidato dallo scudiero di corte, Melot, che gli infligge una ferita mortale. La stoccata non ha conseguenze immediate e Tristano viene esiliato in Bretagna, dove attende con ansia l’arrivo di Isotta e dei suoi filtri terapeutici. La nave, però, tarda a giungere; e quando arriva, ormai è troppo tardi. Tristano muore tra le braccia dell’amata; e Isotta lo segue poco dopo, sublimando nella morte il dolore dell’amore. Naturalmente non stupisce il fatto che molto del Tristano sia nato a Venezia, la città che da sempre fonda gran parte del suo fascino sull’agonia nella quale è costretta a vivere. Nel 1857 tutto il secondo atto fu composto in laguna, e poco importa che la partitura sia stata completata in Svizzera, due anni dopo. Certamente quell’atmosfera in bilico tra la vita e la morte deve aver lasciato un segno incisivo nella sensibilità di Wagner: la stessa cellula generatrice dell’opera, il celeberrimo 14

Gustav Klimt Morte e vita, 1908-15. Olio su tela. Leopold Museum, Vienna


Rogelio de Egusquiza Tristan and Isolde (Morte), 1901. Studio. Biblioteca Nacional, Madrid

“accordo del Tristano” (fa-si-re#-sol#) su cui si apre il Preludio all’atto I, accompagna per tutta l’opera un presentimento di morte, il Liebestod (morte d’amore), verso cui tendono sistematicamente tutte le azioni dei protagonisti. La prima rappresentazione avvenne a Monaco nel 1865; ma nel frattempo Wagner estrasse dall’opera un dittico sinfonico, composto dal Preludio all’atto I e dal finale (la morte d’amore di Isotta, con parte vocale trascritta in orchestra), che venne eseguito nel 1859 a Praga sotto la direzione di Hans von Bülow. La pagina raccorda alfa e omega dell’opera mettendo in evidenza quanto l’esordio sia proteso verso l’epilogo: come se il Liebestod fosse un concetto perfettamente chiaro fin dalle prime battute. Tutto nasce da un lamento dei violoncelli, che si abbatte su un arcano incontro dei legni (l’accordo del Tristano, appunto), creando una tensione destinata a sfociare poche battute dopo in un sospiro che sa di amore e di morte nello stesso tempo, proprio come i sentimenti dei protagonisti. Poi l’orchestra progressivamente si ispessisce, continuando a muoversi su due idee brevilinee che sembrano una conseguenza dell’altra. Il segreto sta tutto nell’armonia, quel flusso di accordi impossibile da analizzare con l’orecchio della tradizione, che in Wagner diviene lo strumento di una tensione continua, sistematicamente frustrata. È proprio quel movimento in cerca di un centro gravitazionale a rendere impercettibile la saldatura con il Liebestod di Isotta, l’epilogo di una vicenda inesorabilmente in bilico tra la gioia e il dolore: quell’anelito all’infinito che anima il Preludio è la perfetta preparazione di un finale che in realtà, protendendosi verso il nulla, grida a ogni nota il suo struggente attaccamento alla vita. La sera del 10 giugno 1865, uscendo dallo spettacolo al Teatro Nazionale di Monaco, Ludwig II di Baviera mandava a Wagner un biglietto in cui parafrasava le ultime battute di Isotta: «Mio unico, mio santo! Quale rapimento. Perfetto. Sopraffatto dalla delizia. Naufragare…affondare – inconscio – suprema voluttà – Opera divina! Eternamente, sinceramente, fino alla morte e oltre». Sembrano le parole di un ascoltatore in preda al delirio, spintosi al di là del normale confine che separa uno spettatore dal palcoscenico. Ma in realtà Ludwig aveva colto in pieno il senso di un’arte che ambiva a prendere il posto della religione: si era accorto subito che per assistere al Tristano e Isotta occorreva lasciare da parte ogni forma di razionalità. 15


JoaquĂ­n Sorolla L'ora del bagno, 1904. Olio su tela

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Claude Debussy La mer Debussy scelse di vivere a Parigi, la città in cui il sapore dell’oceano si sente solo nei plateaux royales delle grandi brasseries. Ma quelle rare volte in cui decise di fuggire dalla grande metropoli, si ritrovò quasi sempre a due passi dal mare. Cannes nel 1870 fu il rifugio della famiglia Debussy in fuga da una Parigi assediata da Bismarck. Fiumicino, negli anni del Prix de Rome, fu una rivelazione agli occhi di un compositore nauseato da un Roma «laida, piena di marmo e di preti». Arcachon nel 1880 fu la residenza estiva del giovanissimo musicista al seguito della contessa Nadejda von Meck. E la Normandia nel 1904 fu la meta della romantica scappatella con la futura moglie Emma, nonché nel 1915 il luogo in cui cercare rifugio dalle cannonate della Grande Guerra. Insomma, Debussy conobbe molti luoghi in cui comporre un’opera ispirata alle grandi distese marine. Eppure La mer nacque nel 1903 a Bichain, in Borgogna, lontano da qualsiasi scenario costiero. Voi mi direte che l’Oceano non bagna esattamente le colline borgognone! E che questo potrebbe assomigliare ai paesaggi d’atelier! Ma ho innumerevoli ricordi; questo vale molto di più, a mio avviso, che una realtà il cui fascino pesi generalmente troppo sul vostro pensiero.

Debussy, scrivendo al suo editore Durand, era perfettamente consapevole di aver intrapreso il lavoro in un ambiente privo di suggestioni marine; ma la scelta andava nella direzione del ricordo, della sfumata rivisitazione mnemonica: fin dalle prime intenzioni La mer non doveva essere una pittoresca descrizione del reale. Per l’orizzonte d’attesa contemporaneo, abituato a vedere ancor prima che ascoltare musica, l’operazione era piuttosto ambiziosa. E così, due anni dopo, alla prima esecuzione del 15 ottobre 1905, il pubblico non riuscì proprio a sentire il 17


mare: come se qui ricordi, che Debussy aveva invocato all’inizio del lavoro, non riuscissero a filtrare nella sensibilità degli ascoltatori. Pierre Lalo concludeva così la sua recensione: «Non sento, non vedo il mare». Louis Schneider scriveva: «il pubblico è apparso particolarmente interdetto: gli si era annunciato il mare, qualcosa di grande, di colossale, e gli è stata servita dell’acqua sporca in una bacinella». Satie, addirittura, ironizzò sulla contraddizione tra la precisione dei titoli e l’indefinitezza della musica: «Nello schizzo intitolato De l’aube à midi sur la mer amo molto il passaggio tra le dieci e le undici meno un quarto». Il fatto non è poi così sorprendente. Debussy voleva tagliare i ponti con la tradizione evocativa di Chabrier, Charpentier e Lalo. Il suo interesse non si rivolgeva certo alla descrizione pittorica, ma alle corrispondenze misteriose che legano la natura all’immaginazione. La mer stimola l’ascolto nella direzione del ricordo involontario, proprio come succede a Proust in molti passi della sua Recherche. I titoli trovano un contatto con alcuni elementi lessicali legati alla produzione delle marine sinfoniche, da Mendelssohn fino a Rimskij-Korsakov: ondeggiamenti degli archi, orchestrazioni dai riflessi cangianti, profondità di registro che alludono alle immensità degli abissi. Ma la sintassi di Debussy privilegia la corrosione di ogni elemento semantico, l’affossamento dell’extramusicale in una dimensione inconsapevole che l’ascoltatore deve sforzarsi di recuperare. De l’aube à midi sur la mer allude chiaramente a un percorso di progressiva intensificazione luminosa, un viaggio che culmina nell’abbagliante corale degli ottoni conclusivo; ma nello stesso tempo mette in discussione la categoria sottesa al titolo, quella linearità del tempo che tende a frantumarsi in una serie di episodi deliberatamente scollegati. Anche Jeux de vagues si avvale di un’orchestrazione estremamente raffinata per riflettere il capriccioso movimento delle onde; ma poi affianca la scomposizione timbrica delle battute iniziali a una serie di temi lineari, che alludono ora al ritmo delle 18

Joaquín Sorolla Paesaggio di mare, 1904. Olio su tela


Joaquín Sorolla Giovane pescatorev, 1904. Olio su tela

danze iberiche, ora alla cantabilità delle romanze di tradizione partenopea, senza procedere sulla strada della frammentazione additata dal titolo. Ma la completa emarginazione dell’extramusicale prende forma nell’ultimo schizzo, Dialogue du vent et de la mer, quando il violento battibecco tra lessico aereo e marino delle prime battute sfuma in una struttura squisitamente musicale, tutta giocata attorno a un tema che sembra aver perso contatto con ogni riferimento programmatico. E così, quando il corale degli ottoni ascoltato nel primo schizzo torna a farsi sentire, l’ascoltatore è ormai distante dall’immagine solare intuita in precedenza; e la sua memoria si scompone in direzioni imprevedibili, ricreando la stessa sensazione che contraddistingue un ricordo inghiottito dall’ombra. Il pubblico del 1905 non era ancora pronto per una raccolta di schizzi, che dichiara fin dal sottotitolo la sua natura inachevé, da consegnare al completamento del fruitore. Ma qualche anno dopo, quando le categorie del simbolismo sarebbero state digerite anche dagli ascoltatori più radicati a terra, La mer si sarebbe imposta come un modello assoluto di ricerca sui rapporti tra significati e significanti della partitura. I francesi avrebbero accolto con freddezza nel 1925 un’opera che qualche anno prima avrebbero portato in trionfo, come la Alpensymphonie di Strauss. E la parola d’ordine di Mallarmé e dei simbolisti, «suggerire, non dire», avrebbe trovato un senso anche tra le pagine della storia musicale.

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Maurice Ravel

1875

Maurice Ravel nasce il 7 marzo a Ciboure, nei Bassi Pirenei. Dopo pochi mesi la famiglia si trasferisce a Parigi. 1889 È ammesso al Conservatorio nella classe di pianoforte. Dal 1893 comincia a dedicarsi alla composizione. 1898 Accede alle classi di composizione e contrappunto di Gabriel Fauré e del severo André Gedalge. Scrive la Pavane pour une infante défunte. 1903 Compone Shéhérazade, raccolta di tre poemi per voce e orchestra. 1905 Per la quarta ed ultima volta si presenta al Prix de Rome, ricevendo una nuova bocciatura. 1907 Durante una crociera fluviale, offertagli dal proprietario del quotidiano Le Matin in polemica con la giuria del Prix de Rome, compone la Rhapsodie espagnole. Dello stesso anno è il primo lavoro teatrale, L’heure espagnole, eseguito nel 1911. Sempre di questo periodo sono Gaspard de la nuit per pianoforte e Ma mère l’oye per pianoforte a quattro mani. 1909 Ravel è con Fauré, Koechlin e Schmitt tra i fondatori della Société Musicale Indépendante, in opposizione alla reazionaria Société Nationale. 1911 Compone, per pianoforte, i Valses nobles et sentimentales. 1912 Dopo due anni di lavoro va in scena Daphnis et Chloé, commissionato da Diaghilev per i Ballets Russes. Nell’anno che segue, sempre su incarico di Diaghilev, Ravel orchestra, insieme a Igor Stravinskij, la Chovanščina di Musorgskij. 1916 In piena guerra Ravel è arruolato come conduttore di autocarri ed inviato al fronte di Verdun. Un anno dopo viene congedato e termina Le Tombeau de Couperin, dedicato a diversi compagni d’arme morti in combattimento. 1920 Termina La valse e lavora su L’enfant et les sortilèges, su testo di Colette. La prima esecuzione sarà a Montecarlo nel 1925, sul podio Victor De Sabata.

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1921

1928

1929

1933

1935

1937

Si trasferisce a Montfort, nella campagna parigina, ma compie spesso viaggi e tournée, in Europa ed oltreoceano. Tra le composizioni di questo periodo spiccano al Sonata per violino e violoncello e la Tzigane per violino e pianoforte. Riceve la laurea honoris causa ad Oxford. Nello stesso anno, tornato in Francia, compone il Boléro, richiestogli da Ida Rubinstein per un proprio balletto. Inizia la stesura dei due Concerti per pianoforte e orchestra, che si concluderà due anni più tardi. Il Concerto per la mano sinistra è dedicato al pianista Paul Wittgenstein, mutilato del braccio destro. I primi sintomi di una malattia cerebrale creano a Ravel difficoltà motorie e di parola. Nel marzo del ’34, in Svizzera, poche righe su un biglietto rappresentano la sua ultima lettera. Compie due viaggi in Marocco e in Spagna con l’amico Léon Leyritz, ma le sue condizioni continuano a peggiorare. Si impone un intervento chirurgico al cervello. Il 19 dicembre Ravel viene operato a Parigi, il 27 entra in agonia e si spegne il 28 all’alba.


Édouard Lalo

1823

1832 1839

1840 1849

1850 1856 1859 1865 1866

1871

1873 1877

Édouard Lalo nasce il 27 gennaio a Lille. Rompendo, non senza difficoltà, con la tradizione militare familiare, manifesta assai presto la sua passione per la musica. Studia al Conservatorio di Lille, frequenta i corsi di Müller (violino) e Baumann (composizione). Contro la volontà del padre, parte per Parigi per proseguire i suoi studi musicali al Conservatorio superiore sotto la guida di Habeneck (violino). Compone con passione melodie e musica strumentale apprezzate più all'estero che in Francia. Compone brani per piccoli gruppi vocali o strumentali. In particolare sei Romanze popolari, sei Melodie su testi di Victor Hugo, due Trii per pianoforte e molte opere per violino e pianoforte. Si guadagna faticosamente da vivere dando lezioni o suonando come orchestrale all’OpéraComique. La sua adesione alla Grande Société Philharmonique gli permette di conoscere Berlioz. Partecipa alla fondazione del Quartetto Arminguad, come violista, per il quale scriverà nel 1859 il Quartetto op. 19. Fonda il proprio "Quartetto d'archi". Sposa il mezzosoprano Julie Bernier de Maligny. Termina Fiesque, la sua prima opera che non venne mai rappresentata. Lalo dovrà accontentarsi di far eseguire alcuni estratti dell’opera in forma concertante a Parigi tra il 1872 e il 1877, prima di mutilare la partitura per riutilizzarne ampie parti nelle sue opere tardive come il Divertissement per orchestra o la Sinfonia in sol minore. Nonostante l’appoggio di personalità come Gounod, otterrà un relativo riconoscimento soltanto negli anni Settanta, quando partecipa alla nascita della Société nationale de musique. Compone il Concerto per violino. Compone il Concerto per Violoncello.

1874/5 Compone le sue opere più celebri: la Sinfonia spagnola, in realtà un concerto per violino in cinque movimenti, interpretata per la prima volta dal famoso Pablo de Sarasate, e l'opera Il Re d'Ys. 1882 Scrive il balletto Namouna, richiesto dal Palais Garnier di Parigi, che va in scena all’Opera de Paris con la coreografia di Lucien Petipa. Ottiene un'accoglienza tiepida da parte del pubblico ma entusiastica da parte di compositori Debussy, Fauré e Chabrier. 1886 Prima rappresentazione, trionfale, all’Opéra-Comique (allora Salle du Châtelet) dell'opera Il Re d'Ys. L’opera viene tradotta in tutte le lingue e rimarrà un successo fino agli anni Venti del Novecento. 1888 Viene nominato Ufficiale della Legione d'Onore. 1892 Si spegne a Parigi, il 22 aprile.

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Richard Wagner

1813 1828

1833

1836

1840 1842

1845 1848

1850

1853 1858

1862

22

Nasce a Lipsia il 22 maggio. Alla morte del padre la famiglia si trasferisce a Dresda. Per completare gli studi, torna a Lipsia, dove s’iscrive ai corsi di Musica dell’Università e approfondisce la composizione con Christian Theodor Weinlig. Diviene Direttore del Coro del Teatro di Würzburg e intraprende la composizione della sua prima opera per il teatro: Die Feen. È direttore musicale del Teatro di Magdeburgo, dove conosce e sposa Minna Planer. Lavora poi al teatro di Riga e a Londra. Giunge a Parigi, dove conosce Meyerbeer e approfondisce l’opera di Feuerbach e di Proudhon. La prima di Rienzi a Dresda è un grande successo; Der fliegende Holländer, presentato l’anno successivo, non ottiene uguale favore, ma segna un primo tentativo di emanciparsi dalla struttura dell’opera tradizionale divisa in numeri chiusi. Wagner ottiene il posto di Kapellmeister alla corte di Dresda. Completa la partitura di Tannhäuser e inizia la composizione di Lohengrin. Partecipa ai moti rivoluzionari ed è costretto a riparare a Weimar e poi in Svizzera. Del 1849 è il saggio L’opera d’arte dell’avvenire. A Zurigo elabora Opera e dramma, forse il suo principale scritto teorico; scrive anche il violento pamphlet antisemita Il giudaismo nella musica. Viene dato alle stampe il testo del Ring des Nibelungen. Si trasferisce a Parigi, dove due anni più tardi ha luogo la celebre rappresentazione di Tannhäuser: Nonostante l’opera sia subissata di grida e fischi, Wagner diventa il simbolo della nuova musica. Gli viene concesso di tornare in Germania. Si impegna in una serie di tournée.

1864

1865

1868

1870

1876

1882 1883

Re Ludwig II di Baviera chiama Wagner a Monaco e appiana i suoi debiti. Wagner intreccia una relazione con Cosima, figlia di Liszt e moglie del direttore d’orchestra Hans von Bülow. Il 10 giugno von Bülow dirige a Monaco la prima di Tristan und Isolde. L’anno successivo Wagner si trasferisce presso Lucerna, dove Cosima lo raggiunge. Conoscono Nietszche a Basilea. È ancora von Bülow il direttore della prima de Die Meistersinger von Nürnberg. L’anno successivo va in scena Das Rheingold, primo titolo della Tetralogia. Wagner sposa Cosima. Wagner chiede la costruzione di un teatro nuovo, pensato per realizzare il Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale. L’architetto Otto Brückenwald viene incaricato del progetto, concepito insieme al compositore e realizzato a Bayreuth tra il 1872 e il 1875. Negli stessi anni Wagner porta a termine i capitoli mancanti del Ring des Nibelungen. Il Festival di Bayreuth viene inaugurato dall’esecuzione completa del Ring. Wagner si dedica alla direzione d’orchestra e alla composizione di Parsifal. Parsifal va in scena a Bayreuth. I Wagner si trasferiscono a Venezia per trascorrervi l'inverno. Wagner si spegne il 13 febbraio a Palazzo Vendramin Calergi a Venezia.


Claude Debussy

1862

1872

1880

1884

1887 1888 1889

1890 1894

Claude-Achille Debussy nasce a Saint-Germain-en-Laye, primo di cinque figli. Il padre è un commerciante di porcellane, la madre una cucitrice. A sette anni riceve le prime lezioni di pianoforte. Entra al conservatorio di Parigi, dove studia composizione con Ernest Guiraud, armonia con Émile Durand, pianoforte con Antoine Marmontel e organo con César Frank. Debussy mostra fin dai primi anni un talento di straordinaria originalità, oltre a qualità di pianista che avrebbero potuto aprirgli la carriera concertistica. Si trasferisce in Russia dove impartisce lezioni di musica ai figli di Nadežda von Meck, la ricchissima vedova di un imprenditore delle ferrovie nota soprattutto per essere stata mecenate e confidente di Čajkovskij. Negli stessi anni Debussy conosce la cantante madame Vesnier, che ispirerà le sue prime composizioni per voce e pianoforte su testi di Verlaine. Debussy vince il Prix de Rome con la scena lirica L’enfant prodigue. Si trasferisce a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, l’anno seguente. A Roma ha modo di ascoltare, senza troppo apprezzarle, le composizioni degli operisti italiani. Invia all’Accademia la cantata La demoiselle élue, i cui caratteri innovativi suscitano sospetto e perplessità. Si reca per la prima volta a Bayreuth. Si svolge a Parigi l’Esposizione Universale. Debussy ha modo per la prima volta di ascoltare i gamelan di Giava, che influenzeranno alcune sue composizioni, in particolare per l’uso della scala pentatonica. Conosce Gabrielle Dupont, con cui avrà una relazione per quasi dieci anni. Scrive la Suite Bergamasque. Viene eseguito alla Société Nationale il poema sinfonico Prélude à l’après-midi d’un faune, ispirato a Mallarmé.

Sposa la modella Rosalie Texier. Scrive i Nocturnes. Va in scena all’Opéra-Comique Pelléas et Mélisande, l’opera su testo di Maurice Maeterlinck cui Debussy ha lavorato per dieci anni. 1904 Conosce Emma Bardac, madre di un suo allievo e moglie di un banchiere parigino, e lascia per lei Rosalie Texier, che tenta di suicidarsi sparandosi in Place de la Concorde. Lo scandalo costringe Debussy ed Emma a riparare in Inghilterra. La coppia si stabilisce ad Eastbourne, dove Debussy completa gli schizzi sinfonici La mer. Nel 1905 nasce Claude-Emma, detta Chouchou, unica figlia di Debussy che per lei scriverà nel 1908 la suite per pianoforte Children’s corner. 1908 Sposa Emma. 1911 Compone Le martyre se Saint-Sébastien su testo di Gabriele d’Annunzio. 1912 Diaghilev gli commissiona per i Ballets Russes il balletto Jeux, il cui scarso successo immediato sarà compensato da una profonda influenza sulla musica delle avanguardie novecentesche. Nello stesso anno Debussy completa la suite per orchestra Images. Le innovazioni linguistiche si fanno anche più evidenti dei Préludes per pianoforte dell’anno successivo. 1915 Compone gli Études per pianoforte. 1918 Debussy muore di cancro a Parigi durante un bombardamento. 1899 1902

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Lorenzo Viotti Direttore Nato a Losanna, ha studiato pianoforte, canto e percussioni a Lione. Ha poi frequentato il corso di direzione d’orchestra di Georg Mark al Conservatorio di Vienna e parallelamente ha suonato come percussionista in diverse importanti orchestre, tra cui i Wiener Philharmoniker. Si è ulteriormente perfezionato nella direzione con Nicolás Pasquet al Conservatorio Franz Liszt a Weimar. Dopo aver vinto nel 2013 il Concorso Internazionale di Direzione d’orchestra di Cadaquès e quello della MDR di Lipsia, si è imposto all’attenzione internazionale nel 2015, a 25 anni, quando ha ottenuto il Nestlé and Salzburg Festival Young Conductors Award. Da allora ha diretto molte delle più importanti orchestre del mondo, come la BBC Philharmonic di Manchester, la Royal Liverpool Philharmonic, l’Orchestra sinfonica di Tokyo e quella di Osaka, l’Orchestre National de France, i Bamberger Symphoniker, i Bremer Philharmoniker, l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, la Münchner Rundfunkorchester, l’Orchestre de Chambre de Lausanne, la Tonkünstler Orchestra austriaca, l’Orchestra Filarmonica di Rotterdam, l’Orchestra sinfonica di Göteborg e quella della Radio danese, la Camerata Salzburg, la ORF Radio- Symphonieorchester di Vienna, la Staatskapelle di Dresda e quella di Berlino, la Gustav Mahler Jugendorchester, la Royal Philharmonic Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia

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Teatro alla Scala, la Gulbenkian Orchestra, la Netherlands Philharmonic, la Radio-Sinfonieorchester Stuttgart. Nel 2016 ha debuttato con successo e senza preavviso con il Concertgebouw di Amsterdam, i Wiener Symphoniker e l’Orchestre de Chambre del Festival di Verbier. Nell’agosto 2016 ha inoltre esordito al Festival di Salisburgo sul podio dell’ORF Radio-Symphonieorchester. Nel 2017 ha diretto ancora concerti a Salisburgo, e a Pasqua ha condiviso il podio con Christian Thielemann per una serata in onore di Herbert von Karajan, in occasione del 50° anniversario del Festival di Pasqua da lui fondato. Tra i suoi impegni più recenti, i fortunati debutti con la Gustav Mahler Jugendorchester, i Münchner Philharmoniker e la Staatskapelle Berlin. A partire dalla stagione 2018-19 è stato nominato Direttore musicale della Gulbenkian Orchestra. Nell’ambito dell’opera, ha diretto La Belle Hélène di Offenbach al parigino Théâtre du Châtelet, La cambiale di matrimonio di Rossini alla Fenice di Venezia, Carmen a Klagenfurt, Rigoletto all’Opera di Stoccarda e alla Semperoper di Dresda, Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti all’Opera di Lione, Werther di Massenet a Zurigo, Klagenfurt e Francoforte e Tosca al New National Theatre a Tokyo. Ad aprile dirige Carmen all’Opéra Bastille di Parigi. Nel 2017 ha vinto il prestigioso International Opera Award nella categoria “emergenti”.


Sol Gabetta Violoncello In seguito ai suoi recenti debutti con i Berliner Philharmoniker e Sir Simon Rattle, con la Los Angeles Philharmonic e Gustavo Dudamel e con la BBC Symphony Orchestra diretta da Sakari Oramo (concerto d’apertura ai BBC Proms), Sol Gabetta ha intrapreso la nuova stagione come Artiste ètoile al Festival di Lucerna. Come parte della sua residenza al Festival si è esibita con i Wiener Philharmoniker e Franz Welser-Möst, con la Mahler Chamber Orchestra e François-Xavier Roth e con la London Philharmonic Orchestra diretta da Marin Alsop. Ospite molto ricercata dai principali festival, Sol Gabetta ha inaugurato l’edizione 2018 del Festival dello Schleswig-Holstein con la NDR Elbphilharmonie Orchester e Christoph Eschenbach e del Festival di Bad Kissingen con la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen e Paavo Järvi. La musica da camera è il centro focale di tutto il lavoro di Sol Gabetta, che ha recentemente collaborato con il Quartetto Hagen al Festival di Salisburgo, alla Tonhalle di Zurigo, all’Elbphilharmonie di Amburgo e alla Wiener Konzerthaus. In passato è apparsa, sempre in musica da camera, al Lincoln Center di New York nella serie ‘Great Performers’ insieme a Bertrand Chamayou, pianista con cui collabora regolarmente, alla Wigmore Hall di Londra, ai Festival di Lucerna, Verbier, Schwetzingen, Rheingau, Schubertiade Schwarzenberg e Beethovenfest Bonn. Sol Gabetta trova ispirazione continua da un’ampia

cerchia di collaboratori ed incontri musicali che avvengono al Solsberg Festival, fiorito sotto la sua direzione artistica. In riconoscimento dei suoi straordinari traguardi artistici, Sol Gabetta è stata premiata con un Herbert von Karajan Prize al Festival di Pasqua di Salisburgo nel 2018, dove si è esibita come solista con la Staatskapelle Dresden e Christian Thielemann. Il prestigioso premio ECHO Klassik ha riconosciuto i suoi traguardi con cadenza biennale nel periodo tra il 2007 e il 2013, e di nuovo di recente nel 2016, quando è stata nominata Strumentista dell’Anno per la sua interpretazione del Concerto per violoncello n. 2 di Pēteris Vasks. Ha inoltre ricevuto nomination ai Grammy Award, un Gramophone Young Artist of the Year Award nel 2010, un Würth-Preis of the Jeunesses Musicales nel 2012 e riconoscimenti speciali al Concorso Tchaikovsky di Mosca e al Concorso Internazionale ARD di Monaco. Sol Gabetta continua a costruire la sua estesa discografia con SONY: la pubblicazione più recente è una registrazione dal vivo comprendente i Concerti per violoncello di Elgar e Martinů insieme ai Berliner Philharmoniker e Sir Simon Rattle/ Krzysztof Urbański. Nel 2017 Sol Gabetta ha intrapreso con Cecilia Bartoli una tournée europea per promuovere il loro album Dolce duello, edito da Decca. Si esibisce su un violoncello di Matteo Goffriller del 1730 (Venezia), su concessione dell’Atelier Cels. Dal 2005 insegna presso l’Accademia di Musica di Basilea.

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Filarmonica della Scala Orchestra La Filarmonica della Scala viene fondata da Claudio Abbado e dai musicisti scaligeri nel 1982. Carlo Maria Giulini guida le prime tournée internazionali; Riccardo Muti, Direttore Principale dal 1987 al 2005, ne promuove la crescita artistica e ne fa un’ospite costante nelle più prestigiose sale da concerto internazionali. Da allora l’orchestra ha instaurato rapporti di collaborazione con i maggiori direttori tra i quali Leonard Bernstein, Giuseppe Sinopoli, Seiji Ozawa, Zubin Mehta, Esa-Pekka Salonen, Riccardo Chailly, Yuri Temirkanov, Daniele Gatti, Fabio Luisi, Gustavo Dudamel. Profonda è la collaborazione con Myung-Whun Chung e Daniel Harding. Daniel Barenboim, Direttore Musicale del Teatro dal 2006 al 2015, e Valery Gergiev, sono membri onorari, così come lo sono stati Georges Prêtre, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch. Nel 2015 Riccardo Chailly ha assunto la carica di Direttore Principale. La Filarmonica realizza la propria stagione di concerti ed è impegnata nella stagione sinfonica del Teatro alla Scala. Sono oltre 800 i concerti all’estero tenuti durante le numerose tournée. Ha debuttato negli Stati Uniti con Riccardo Chailly nel 2007 e in Cina con Myung-Whun Chung nel 2008. È ospite regolare delle principali istituzioni concertistiche internazionali. Da cinque anni è protagonista del Concerto per Milano, il grande

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appuntamento sinfonico gratuito in Piazza Duomo, tra le iniziative Open Filarmonica nate per condividere la musica con un pubblico sempre più ampio, di cui fanno parte anche le Prove Aperte, il cui ricavato è devoluto in beneficenza ad associazioni non profit milanesi che operano nel sociale, e il progetto didattico Sound, Music! dedicato ai bambini delle scuole primarie milanesi. Particolare attenzione è rivolta al repertorio contemporaneo: la Filarmonica della Scala commissiona ogni anno un nuovo lavoro orchestrale ai compositori del nostro tempo. Consistente la produzione discografica per Decca, Sony ed Emi. Da gennaio 2017 è disponibile il nuovo CD Decca diretto da Riccardo Chailly con Ouvertures, Preludi e Intermezzi di Opere che hanno avuto la “prima” al Teatro alla Scala. Un nuovo CD diretto da Chailly e dedicato a Nino Rota è in uscita nel 2019. L’attività della Filarmonica della Scala non attinge a fondi pubblici ed è sostenuta da UniCredit, Main Partner istituzionale dell’Orchestra, e dallo Sponsor Allianz.


Musicisti Violini Primi Salvatore Quaranta (Spalla) Dino Sossai* Suela Piciri* Duccio Beluffi Agnese Ferraro Fulvio Liviabella Gianluca Scandola Corine Van Eikema Damiano Cottalasso Evguenia Staneva Francesco Borali Elitza Demirova Claudio Mondini Francesca Monego Enrico Piccini Violini Secondi Anna Longiave* Stefano Dallera Stefano Lo Re Paola Lutzemberger Antonio Mastalli Roberta Miseferi Roberto Nigro Gabriele Porfidio Estela Sheshi Alexia Tiberghien Rita Mascagna Susanna Nagy Marta Nahon Andrea Pellegrini

Viole Laura Vignato* Carlo Barato Thomas Cavuoto Francesco Lattuada Georgiana Bordeianu Liliana De Castro Fernandez Federica Mazzanti Fabio Merlini Lorenza Merlini Catharina Rauch Maria Giulia Tesini Violoncelli Massimo Polidori* Jakob Ludwig Marcello Sirotti Massimiliano Tisserant Ilario Fantone Adriano Melucci Nasim Saad Andrea Scacchi Sara Spirito Francesco Stefanelli Contrabbassi Alessandro Serra* Attilio Corradini Omar Lonati Claudio Nicotra Roberto Parretti Andrea Cocco Michelangelo Mercuri Claudio Schiavi Jacopo Tarchini

Flauti Marco Zoni* Massimiliano Crepaldi Ottavino Francesco Guggiola Oboi Francesco Pomarico* Gianni Viero Corno Inglese Renato Duca Clarinetti Mauro Ferrando* Pierluigi Capezzuto Clarinetto Basso Stefano Cardo Fagotti Valentino Zucchiatti* Nicola Meneghetti Riccardo Papa Controfagotto Marion Reinhard Corni Danilo Stagni* Roberto Miele Claudio Martini Stefano Curci Piero Mangano

Trombe Francesco Tamiati* Massimo Longhi* Gianni Dallaturca Mauro Edantippe Nicola Martelli Tromboni Torsten Edvar* Renato Filisetti Giuseppe Grandi Tuba Javier Castano Medina Timpani Biagio Zoli* Percussioni Gianni Arfacchia Giuseppe Cacciola Gerardo Capaldo Francesco Muraca Antonello Cancelli Matteo Flori Arpa Luisa Prandina* Elena Corni Tastiere Takahiro Yshikawa * prima parte

I contrabbassi della Filarmonica montano corde

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UniCredit & Filarmonica della Scala un comune impegno per la musica a shared commitment to music UniCredit sostiene la cultura, e la musica in particolare, perché crede nel loro valore e considera fondamentale il loro apporto per favorire il dialogo e lo sviluppo economico e sociale sostenibile delle comunità.

UniCredit supports culture – and music in particular – because it believes in their importance and feels that they make a significant contribution to community spirit and sustainable economic and social development.

Con questo spirito, UniCredit affianca come Main Partner la Filarmonica della Scala e l’accompagna in tutte le sue attività, dalla Stagione di concerti in Teatro, alle tournée in Italia e all’estero, ai progetti di Open Filarmonica, alla produzione discografica.

In keeping with this belief, UniCredit is proud to be the Main Partner of the Filarmonica della Scala and supports all its activities: from the concert season at La Scala, to tours in Italy and abroad, and from Open Filarmonica projects to record production.

Grazie alla condivisione di importanti obiettivi, la Banca e la Filarmonica hanno costruito nel tempo una solida partnership, che ha coinvolto un pubblico sempre più ampio e nuovo in esperienze musicali di grande impatto e in rilevanti progetti di solidarietà.

UniCredit and the Filarmonica have built a strong partnership over the years thanks to their shared objectives, working together to engage a new and broader audience in exciting musical experiences and major charity initiatives.

Attraverso le attività della Filarmonica, Orchestra d’eccellenza, impegnata nel sociale e molto presente anche sulla scena internazionale, UniCredit esprime, in linea con la sua natura paneuropea, la vicinanza alle persone e promuove il benessere e la coesione delle comunità per cui opera.

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The world-class Filarmonica orchestra is deeply committed to social issues and also has a significant profile on the world stage. Its activities embody UniCredit’s aim of building close bonds with the people it serves as a pan-European bank and help it to improve the quality of life and togetherness of the communities where it operates.


Associazione Filarmonica della Scala

Fondatore Claudio Abbado Presidente Fabrizio Saccomanni Presidente onorario Alexander Pereira Sovrintendente del Teatro alla Scala Direttore principale Riccardo Chailly Soci onorari Daniel Barenboim Valery Gergiev Georges PrĂŞtre Lorin Maazel Wolfgang Sawallisch

Coordinatore artistico organizzativo Damiano Cottalasso Comunicazione e edizioni Marco Ferullo Segreteria artistica Alessandra Radice Coordinamento generale Hetel Pigozzi Organici e coordinamento della produzione Renato Duca

Consiglio di Amministrazione Fabrizio Saccomanni, Presidente Renato Duca, Vicepresidente Carlo Barato Damiano Cottalasso Maurizio Devescovi Carla Mainoldi Andrea Manco Piero Mangano Francesco Micheli Daniele Morandini Roberto Parretti Luisa Prandina Cesare Rimini Severino Salvemini Ernesto Schiavi Gabriele Screpis Francesco Tagliavini

Collegio dei revisori dei conti Tullio Turri, Presidente Giovanni Cucchiani Paolo Lazzati

Soci Orchestra Filarmonica Emanuela Abriani, Matteo Amadasi, Gianni Arfacchia, Giorgio Baiocco, Carlo Barato, Duccio Beluffi, Riccardo Bernasconi, Andrea Bindi, Lorenzo Bonoldi, Simonide Braconi, Giuseppe Cacciola, Maddalena Calderoni, Gerardo Capaldo, Alice Cappagli, Stefano Cardo, Javier Castano Medina, Cavuoto Thomas, Christian Chiodi Latini, Rodolfo Cibin, Attilio Corradini, Damiano Cottalasso, Massimiliano Crepaldi, Stefano Curci, Gianni Dallaturca, Stefano Dallera, Francesco De Angelis, Giorgio Di Crosta, Renato Duca, Brian Earl, Mauro Edantippe, Torsten Edvar, Giuseppe Ettorre, Mauro Ferrando, Alessandro Ferrari, Agnese Ferraro, Renato Filisetti, Gabriele Garofano, Marco Giubileo, Olga Gonzalez Cardaba, Giuseppe Grandi, Simone Groppo, Silvia Guarino, Alois Hubner, Joel Imperial, Sandro Laffranchini, Francesco Lattuada, Fulvio Liviabella, Stefano Lo Re, Omar Lonati, Anna Longiave, Martina Lopez, Jakob Ludwig, Paola Lutzemberger, Francesco Manara, Andrea Manco, Piero Mangano, Nicola Martelli, Claudio Martini, Laura Marzadori, Antonio Mastalli, Olga Mazzia, Fabrizio Meloni, Nicola Meneghetti, Augusto Mianiti, Roberto Miele, Roberta Miseferi, Jorge Monte De Fez, Daniele Morandini, Francesco Muraca, Gianluca Muzzolon, Pierangelo Negri, Claudio Nicotra, Roberto Nigro, Kaori Ogasawara, Maurizio Orsini, Giovanni Paciello, Roberto Parretti, Daniele Pascoletti, Tatiana Patella, Andrea Pecolo, Emanuele Pedrani, Alfredo Persichilli, Suela Piciri, Claudio Pinferetti, Massimo Polidori, Cosma Beatrice Pomarico, Gabriele Por dio, Luisa Prandina, Marion Reinhard, Danilo Rossi, Emanuele Rossi, Giuseppe Russo Rossi, Anna Salvatori, Luciano Sangalli, Gianluca Scandola, Gabriele Screpis, Alessandro Serra, Enkeleida Sheshaj, Estela Sheshi, Eugenio Silvestri, Francesco Siragusa, Gaetano Siragusa, Marcello Sirotti, Dino Sossai, Danilo Stagni, Evgenia Staneva, Francesco Tagliavini, Francesco Tamiati, Fabien Thouand, Alexia Tiberghien, Massimiliano Tisserant, Marco Toro, Eriko Tsuchihashi, Gianluca Turconi, Corinne Van Eikema, Gianni Viero, Lucia Zanoni, Marco Zoni, Valentino Zucchiatti.

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Mecenati Atelier Emé Esselunga S.p.A. Etro Fondazione Bracco Fratelli Prada S.p.A. Heracles Srl Rosetti Marino S.p.A.

Sostenitori *promotore Mario Joseph Abate Carlo Luigi Acabbi Ludovica Acerbi Camilla Achilli Emilia Acquadro Folci Noris Agosta Emilio Aguzzi de Villeneuve Carlo Giuseppe Aguzzi de Villeneuve Giuliana Albera Caprotti Adalberto e Anna Alberici Simona Alberizzi Fossati Luigi e Juliana Albert Stefano Alberti de Mazzeri Alberto Albinati Alberto Alemagna Ali Group Srl Guido Carlo Alleva Alvise Alverà Silvia Amati Bassani Amici della Scala Ennio Amodio Emilia Amori Mosca Steel Consulting Amulio Cipriani Lamberto Andreotti Cristina Angé Festorazzi Annas Srl Elisabetta Arrigoni Erica Astesani Anna Maria Aureli Rina Baderna Francesco Baggi Sisini Stefano Baia Curioni Giovanna Balestreri Carla Ballabio Gian Piero Bandera

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Paola Banducci Antonio Banfi Nice Barberis Gianni Barberis Canonico Antonella Barbier Randolfi Giuseppina Barbier Meroni Jenny Barbieri Milena Barbieri Oppizzio Giuseppina Barboni Rocca Orsina Baroldi Ignazio Giorgio Basile Andreina Bassetti Rocca Nicolò e Maria Vittoria Bastianini Carnelutti Fabrizio Battanta Matteo Bay Lucia Beato Borradori Rosa Bedoni Antonio Belloni Enrico Belloni Giancarlo Belloni Giulia Barbara Belloni Massimo Belloni Giorgio Giovanni Bellotti Carla Beltrami Zasso Jacob Benatoff Giuseppe Bencini Enrica Bencini Ascari Dina Berardi Terruzzi Paola Berardo Castelli Ernesto Beretta Roberto Beretta Camilla Beria di Argentine Paolo Berlanda Lina Bruna Bernardini Fabio Bernasconi Fabrizio Bernasconi Mercedes Bernasconi Mirella Bernasconi Vivante Maria Luisa Bernini Giuseppe Bernoni Maria Luisa Bertacco Umberto Bertelé Marina Bertoli Sirtori Milena Bertuzzi Rustioni Allegra e Dino Betti van der Noot Gloria Biagi Francesca Bianchi Barbara Bianchini Anna Bianchini d’Alberigo Luigi Binaghi Roberta Binda Nicole Blanga Fouques Daniele Blei Stefano Boeri Silvia Bohm

Giovanna Bologna Marina Bonacina Sciake Bonadeo Cesare Bonadonna Lidia Bonatelli Enrico Bonatti Kinina Bonatti Maria Enrica Bonatti Giuseppe Bonfardeci Giancarlo Bongioanni Maria Pia Bonomelli Ada Borella Federica Borella Emilio Borra Giuliana Bortolazzi Andrea Bosetti Luciana Bottoli Stefano Bottoli Amelia Boveri Puni Andrea Bracchetti Marco Bracchetti Roberto Bracchetti Alvise Braga Illa Gerardo Braggiotti Sebastiano e Bianca Maria Brenni Corinna Brenta del Bono Guido Brignone Ennio Brion Francesco Roberto Riccardo Brioschi Roberta Brivio Sforza Christopher Broadbent Maria Grazia Brunelli Pizzorno Titta Bruttini Carlo Buora Claudio Emilio Buzzi Cesare Buzzi Ferraris Gregorio Luigi Maria Caccia - Dominioni Giovanni Caizzi Gabriella Calabrese Gabriella Calori Vincenzo Caltabiano Antonietta Calvasina Vittoria Calvi Laura Camagni Claudio Camilli Maria Teresa Camisasca Lucia Campisi Borra Silvana Cannavale Viola Gregorio Cappa Luisa Cappelli Emilia Capponi Francesco Arnaldo Caridei Antonella Carnelli de Micheli Camerana Dora Carpaneda Silvia Casalino Rivetti


Lucia Cassani Arrigoni Guglielmo Castelbarco Albani Verri Laura Castelli Rebay Gigliola Castellini Curiel Maria Pia Cattaneo Mario Cattaneo Enzo Sergio Antonio Cattaneo Lidia Cavaggioni Gisella Cavaggioni Introini Giovanni Cavalli Tommaso Cavallini Enrica Cebulli Achille Cecchi Adolfo Cefis Luigi Cella e Piera Ferraris Centro del Funerale di Gheri Merlonghi Srl Carlo Cerami Lionel Ceresi Elisabetta Ceschi Caprotti Matteo Francesco Enrico Chiapasco Elisabetta Chiesa Enrico e Alessandra Chiodi Daelli Sergio Chiostri Simonetta Ciampi Gianfranco Ciboddo Anna Cima Cima 1915 Srl Marina Cimbali Giovanni Ciocca Letizia Cipolat Franca Cocchetto Emilio Cocchi Vittorio Codecasa Giulia Maria Teresa Cogoli Mario Colasurdo Liliana Collavo Valeria Collini Laura Franca Colombo Giulio Federico Colombo Colombo E C. Ascensori Srl Renata Colorni Comitalia – Compagnia Fiduciaria Fedele Confalonieri Luigi Consiglio Monica Coretti Elisa Corsi Tettamanti Carlo e Angela Corsi Maura Cortese Pacchioni Maurizio Corvi Mora Maria Laura Cozzi Lazzati Bianca Maria Cozzi Luzzatto Adolfo Cremonini Alfredo e Marialuisa Cristanini Cristina Cristiani Giovanni Cucchiani

Gianfilippo Cuneo Anna Cuppini Vittore Curti Antonella Dainotto Maria Danielli Brambilla Andrea Daninos Gianfranco De Giusti Elena Maria Giuseppina De Hierschel de Minerbi Vincenzo De Luca Giacomo De Marini Margot De Mazzeri Lorenza De Medici Sergio De Micheli Anna De Simone Margherita Del Favero Gianni e Rita Ostini Dell’Orto Giovanni Desimoni Marco Di Guida Leda Di Malta Demuru Maria Carla Discalzi Rosanna Dompieri Donatella Donati Maria Grazia Donelli Elena Du Chéne de Vére Maria Caterina Du Chéne de Vére Anna Du Chéne de Vére Margherita Du Chéne de Vére Villa Lorenzo e Anna Enriques Adriana Ercole Bruno Ermolli Giuseppe Faina Marco Fantini ed Ermella Zanieri Giorgio Fantoni Rita Farina Enrico Farsura Ariberto Fassati Gian Giacomo Faverio Gloria Favretti Grazia Fedi Gariboldi Anna Feltri Maria Pia Ferrari Paolo Ferrario Silvia Ferriani Giuliana Ferrofino Cesarina Ferruzzi Anna Maria Fiorelli Mariani Riccardo Fiorina Maria Cristina Fioruzzi Adriana Florit Respublica Fondazione Fiera Internazionale Milano Fondazione E.A. Alberto Fontana Maria Luisa Fontana Paola Maria Formenti Mirella Formenti Pio

Paola Formenti Tavazzani Alberto Fossati Maurizio Foti Cesare Pietro Franzi Laura Frassani Catanese Letizia Frezzotti Maria Frosi Merati Giulia Frosi Venturini Simone Fubini Carla Melissa Gabardi Irene Gaetani D Aragona Giorgio Gagliardini Fiorenzo Galli Elvira Gamba Busnelli Antonio Gandolfi Carlo Garbagnati Gian Maria e Anna Garegnani Mario Garraffo * Carla Gaslini Trotter Marina Gasparotto Curti Romolo Genghini Francesco Gerla Elena e Angela Gerosa Gustavo Ghidini Ambretta Ghio Federico Ghizzoni Roberto Giacomelli Bianca Maria Giamboni Paolo Giannini Mochi Camilla Ginori Conti Alberto Giordanetti Antonio Eugenio Giuliani Fernanda Giulini Vittorio Giulini Marina Gnecchi Ruscone Agostini Paola Gnesutta Nicoletta Gola e Giulia Larrieu Gaetana Gola Jacono Silvio Golia Marino Golinelli Micaela Goren Monti Tiziana Gosce Alessandra Greco Claudio e Luisa Grego Marva Griffin Wilshire Milvia Groff Stefania Grunzweig Patrizia Gualtieri Federico Guasti Francesca Maria Guidobono Cavalchini Massimo Guzzoni Jacopo Guzzoni Enrique e Maria Luisa Hausermann Alessandra Maria Heukensfeldt Slaghek Fabbri Mania Hruska

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Alberta Bianca Imperiali Investitori Sgr S.p.A. Giovanni Iudica e Maria Lorenza Sibilia Giustina Jaeger Victoria Josefowitz Giacomo Jucker Annalisa Kahlberg Francesca King Carla Klinghofer Enrico Lainati Giovanni Lalatta Paolo Alberto Lamberti Guido Landriani Pier Luigi Lanza Neda Lapertosa Antonia Lareno Faccini Mariateresa Lazzari Giorgetti Paolo Lazzati Elisabeth Le Van Kim Augusta Lebano Filippo Lebano e Maria Debellich Goldstein Pasquale Lebano e Bianca Maria Ranzi Viviana Lecchi Benjamin Lerner Elisabetta Levoni Graziella Levoni Libreria Antiquaria Mediolanum Bianca Lisi Lanzoni Cristina Litta Modigliani Franca Lo Bianco Claudio Locatelli Flavio Locatelli Pompeo Locatelli Maria Giovanna Lodigiani Giampaolo Longhin Marzio Longo Giampaolo Lottaroli Pietro Stefano Lucchini Ester Luciano Codagnoni Giacomo Umberto Lunghini Laura Lungo Riccardo Luzzatto Elio Maestri Carla Magnoni Pessina Umberto Maiocchi Guglielmo Maisto Luigi Majnoni D Intignano Maria Pia Malugani Giovanni Mameli Adriana Manara Guglielmo Manetti Rocco Mangia Silvana Mangiameli Beatrice Mangiameli Molinari Michele Mantero

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Roberto Marchesi Josepha Marchetti Piergaetano Marchetti Angelo e Alessandra Marchiò Alessandra Marcora Daniela Mari Floriana Maris Fernanda Marzoli Guy Andrea Attilio Cesare Marzorati Mario Marzorati Paola Marzorati Polar Gianni e Marialuisa Massardo Antonella Massari Maria Consolata Massone Silvana Mattei Maria Pia Matteoni Donatella Maveri Corrado Franco Maveri Gaia Maveri Maura Maveri Rota Roberto Mazzotta Mediaset S.p.A. Maria Pia Medolago Albani della Beffa Jacques Megevand Filippo Menichino e Orietta Tonini Brunella e Andrea Mennillo Massimo Menozzi Anna Rosa Meoni Merati Cartiera di Laveno S.p.A. Hillary Mary Merkus Srl Mia Francesco Micheli Paolo Vittorio Michelozzi Francesco Migiarra Mario e Lisetta Miglior Rosa Milesi Alberto Milla Carl Emil Minder Marco e Letizia Mirabella Roberti Luigi Augusto Miserocchi Rosita Missoni Jelmini Vittorio Moccagatta Ermete Molinari Alfredo e Isabella Molteni Corbellini Vincenzo Monaci Renata Monico Maddalena Montagnani Marina Montel Matilde Monti Michele Monti Fosca Montibelli Giovanni Morandi Noris Morano Orsi Warly Moreira Tomei Valentina Ippolita Moretti

Albino Moretti Giovina Moretti di Noia Tono Morganti Marzia Mori Ubaldini Alberto Moro Alberto Moro Visconti Franco Mosca Liliana Moscheri Claudio Murgia Musical Viaggi Sas Massimo Napolitano Delly Napolitano Perenze Giulia Natoli Federico Nordio Mario Notari Nucci Notari Lanzi Gian Battista e Chiara Origoni della Croce Francesco Orombelli Roberto Orsi e Bianca Maria Giamboni Giovanni Ortolani Thierry Oungre Gasparino Padovan Paolo Pagliani Gabriella Pagliani Torrani Roberto Pancirolli e Simona Valsecchi Angela Panzeri Roberto Paoli Maria Luisa Paolucci Vittorelli Giancarla Papa Angelo Pasini Maria Luisa Pasti Michelangelo Pastore Giovanni Pavese Laura Pavese Elena Pavesi Tegami Marco Pecori e Carla Comelli Pascale Pederzani Valeria Pella Maria Amedea Pelle Bruno Pennino Linda Perini Silvia Peruzzotti Marino Piacitelli Maria Piera Pigorini Carlo Piona Cecilia Pirelli Ferruccia Plaj Caldana Roberto Poli Francesco Pomati Alessandro Pontiggia Janine Simone Potherat Roberto Pratesi Stefano Preda e Elena Gambini Adalberto Predetti e Paola Caprotti Emanuela Predetti


Santina Prina Mariani Giorgio e Anita Quagliolo Riccardo Quarti Liliana Querci Innocenti Brunella Radici Marcella Raggi Carla Ratti di Desio Pragliola Marco Rayneri Dino Rebay Giovanni Rebay Antonio Recalcati Angelo Recalcati Beno Antonio Reverdini Emma Ricci Saraceni Cesare Rimini Luigi e Teresa Rinaldi Fabrizio Rindi Pia Ripamonti Gilda Ripamonti Giovanna Risso Bianchi Flavio Riva Emma Rivolta Sala Carla Bruna Rizzani Gabriella Annunziata Rizzi Gianni Rizzoni e Carla Ghellini Sargenti Luisa Robba Maria Antonia Robbiani Giorgio Rocco Ghilla Roditi Roberta Rodolfi Gabaldo Silvia Maddalena Romagnoli Patrizia Romani Cesare Romiti Federico Ronzoni Carol e David Ross Maria Angela Rossi Boccalero Mercedes Rossi Sandron Maria Angela Rossini Morini Anna Rosso Annamaria Rota Luigi Roth Maria Cecilia Rovetta Roberto Ruozi Elisabetta Rusconi Clerici Bassetti Virginia Russo Renzo Rustici Juanita Sabbadini Emilia Sacchi Spinelli Rossana Sacchi Zei Giovanni Saibene Paolo Saibene Floreana Saldarini Elsa Saltamerenda Severino Salvemini Stefano Salvetti

Claudia Salvi Henry Marialuisa Sangalli Stefano Sangalli Studio Legale Associato Santa Maria Barbara Santoli Carlo Sarasso Silvia Sardi Srl Sarge Gabriella Sarogni Gianluca Sarto Laura Sartori di Borgoricco Giuseppe Sbisà e Valentina Favretto Sbisà Iris Scaccabarozzi Tarter Luciana Scaramella Guglielmo Scattaro Manuela Vicky Schapira Carlo Schiavoni Peter Antonio Schilling Giuseppe e Giovanna Scibetta, Lucia Pamara Carlo Luigi Scognamiglio Pasini Daniela Scolari Codecasa Giuliana Seccafieno Dall’Ora Liliana Servi Sandra Severi Sarfatti Anna Sikos Silvio Fossa S.p.A. Paola Siniramed Antonio Somaini Massimo Sordi Luisa Sormani Cortesi Giuseppe e Giovanna Spadafora Mirella Sparaci e Lucia Formenti Decio e Cristina Spinelli Ressi Monica Cristiana Maria Staffico Stanza del Borgo Srl Lionello Stock Vlasta Strassberger Blei Lorenzo Stucchi Studio Giovanni Terruzzi Studio Associato Rovella Studio Legale Discepolo Studio Legale Majorana Studio Legale Zambelli - Luzza Federico Sutti Rosalba Tabanelli Mariani Boguslawa Targetti Kinda Giorgio Tarzia Tecnet S.p.A. Anna Laura Tedeschi Somaini Giuseppe Tedone Marco Francesco Testa Eugenio Tettamanti Daria Tinelli di Gorla Carlo Tivioli Francesca Torelli

Emanuele Torrani Flavio Torrini Albert Totah Roberto Tramarin Laura Tremelloni Giovanni Trocano Francesca Trucchi Annamaria Turri Tullio Turri Alessandro Turri Marina Vaglio Alberto Valentini Olivia Valli Collini Ombretta Valli Musiani Maria Luisa Vanin Tarantino Attilio Ventura Franco e Marialuisa Veroner Giovanni Viani Miriam Vicentini Rusconi Maria Savina Vigilante Roberto ed Elda Villani Piera Visconti Luchino Visconti di Modrone Antonio Visentin Vitale&Co. S.p.A. Enrico Vitali Franca Vitali Camillo Vitali Mazza Paolo Vitali Mazza Michela Vitali Scarpa Karin Wachtel Weber Shandwick Srl Ruth Westen Carlo Winchler Gianbruno Zamaretti Paolo M. Zambelli e Giulia Cocchetti Zambelli Chiara Zambon Margherita Elena Maria Zambon Marta Zambon Ghirardi Claudio Zampa Annalisa Zanni Franco Zanoletti Alberto e Nadia Zanolla Annalisa Zanotti Umberto Zanuso Elisabetta Zevi Franco Zito Chiara Zoppelli Cenzi Zorzoli Pigorini

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Ph. Filarmonica della Scala ©G.Gori

Le grandi emozioni meritano un grande palcoscenico.


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