InArte_2010-06

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Associazione di Ricerca Culturale e Artistica

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arte

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Rivista mensile a diffusione nazionale - anno VI - num. 06 - Giugno 2010

Il Sacro Monte di Varese

Bellezza e armonia

Il Sogno di Endymion


Eventi

Le 35 tele che compongono la personale di Giuseppe Modica, in mostra ino al 20 giugno, presso la Galleria Civica di Palazzo Loffredo, a Potenza, rappresentano le tappe di un viaggio all’interno della memoria. Quella intima e lirica dell’artista, ma di rilesso anche nostra, perché in esse rivive la Roma del boom economico e il sole caldo della Sicilia. L’elemento della inestra, che è protagonista delle opere selezionate da Laura Gavioli nell’arco dell’ultimo decennio di attività dell’artista, diventa uno specchio che rilette la rappresentazione reale e, come un iltro, ci restituisce l’immagine traslata dal ricordo e dal sentimento del pittore. La perizia del tratto, che appartiene alla grande scuola del igurativismo italiano e più in generale europeo, può illudere che quella che stiamo guardando è una fotograia visiva; ma, entrando all’interno dell’opera veniamo subito catturati dall’atmosfera sospesa e irreale che vi domina. In essa la presenza

umana non compare quasi mai; vi sono delle tracce, dei segni, come i limoni che compaiono sul tavolo come appena lasciati da qualcuno interrotto nell’atto di gustarne il sapore. Queste immagini diventano una custodia dell’assenza e del passaggio dell’uomo, che proprio nella sua non-presenza afferma la sua isicità. Il passaggio del tempo segna ogni piega, una crepa, ogni velatura del cielo (e quale miglior simbolo della trascendenza se non il passaggio delle nuvole in cielo?) che è presente in queste tele. Il lento trascorrere del tempo è uno dei cardini della poetica di questo artista: nei suoi quadri esso consuma le superici, i volti, le vite. La sedimentazione dell’immagine e la lunga elaborazione a cui essa viene sottoposta costruisce le pagine di un racconto che Modica scrive giorno dopo giorno, inché ogni mattonella, ogni raggio di luce, ogni rilesso di mare non è concluso e con lui la storia che esso custodisce. In queste tele, cioè, il tempo si immerge in ogni trama, ma più che rappre-

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Il racconto del tempo nelle opere di Giuseppe Modica di Fiorella Fiore

sentarne il lento, ma comunque inesorabile divenire, diventa l’immagine di una dimensione atemporale e sospesa. In questo spazio, in cui combacia un tempo presente e un tempo di memorie, si inserisce il

nostro sguardo che, catturando un particolare ogni volta diverso e, divenendone suo custode, diventa parte integrante di questo racconto ininito dipinto da Giuseppe Modica.

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