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Sped. abb. post. - PubblicitĂ 70% - Filiale di Milano - Anno 21 - N. 1 - Marzo 2008
Trimestrale di Cultura, Scienza e Tecnica del Benessere
www.firp.it
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Marzo 2008
SOMMARIO
REFLESSOLOGIAOGGI Direttore Responsabile Manuela Maria Mancini Comitato di Redazione Raffaello Cuter Simonetta Sala Stefano Suardi Consulente editoriale Carlo Gaeta Progetto grafico Promotion Merate s.r.l. Merate (LC) Stampa MEDUSA - Caravaggio (Bg) - Via L. Da Vinci Tel. 0363/53919 Direzione, Redazione e Pubblicità Via A. Manzoni, 29 24053 Brignano Gera d’Adda (BG) C/C post. 36643203 Segreteria c/o Studio Media P.zza Locatelli, 10 24043 Caravaggio (Bg) Tel. 0363/350135 (9-12; 14,30-17,30) Fax 0363/350654 E-mail: info@firp.it CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente Raffaello Cuter Vicepresidente vicario Emilio Leorin Vicepresidente Guido Zandi Segretario Stefano Suardi Consiglieri: Elena Cirelli Erminio Frezzini, Ariella Lupi, Simonetta Sala, Clara Venturelli, Collegio dei Revisori dei Conti Sonia Arnaboldi, Claudio Gatti, Renzo Zanier Collegio dei Probiviri Gloria Fabbroni, Laura Minisini, Emanuela Passador
Trimestrale di Cultura, Scienza e Tecnica del Benessere Organo ufficiale della FIRP Autorizzazione del Tribunale di Bergamo del 25/2/05
EDITORIALE
Il dolce sentire
CONVEGNO NAZIONALE Reflessologi a 360°
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L’impero dei sensi
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Programma Convegno
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ATTUALITÀ
Finalmente il riconoscimento?
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REFLESSOLOGIA
Riconoscere il proprio corpo
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Nel microscopio del piede per leggere la colite
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VITA FIRP
In-formarsi conviene!
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NUOVI ORIZZONTI
Quando corpo e anima s’incontrano
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L’evoluzione della coscienza
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Album fotografico
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SCUOLA FIRP
Tutti i diritti sono riservati. Testi e immagini inviati al giornale non verranno restituiti. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente l’opinione dei singoli autori. Abbonamento annuale € 26,00, arretrati € 8,00. Versamento su vaglia postale o C.C.P. n. 36643203 intestato a FIRP, Via Manzoni, 29 -24053 Brignano Gera D’Adda (BG).
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L’album della Scuola Firp Scuola di Milano
Scuola di Pordenone
Scuola di Savona
Scuola di Torino
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24°CONVEGNO NAZIONALE FIRP
A PIEDI NUDI NEI SENSI Riccione - 18-20 Aprile 2008 Palazzo del Turismo o ament t n u p Ap re perde n o n da
TOM PERRY
L’ALPINISTA SCALZO Ospite d’onore venerdì 18 aprile ore 21,30 Hotel Nautico "La realtà è che la sensazione di benessere che provo quando tolgo gli scarponi, è impagabile. Ho capito perchè: a piedi nudi la terra mi trasmette tutta la sua energia, mi rigenera spiritualmente, mi sento un altro. Mi riappacifica col mondo, mi sento testimone di valori positivi, autentici, senza speculazioni e intermediazioni". Tom Perry
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EDITORIALE
di Manuela Maria Mancini
Il dolce sentire
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na musica penetrante e profonda che ti avvolge e ti entra dentro, una scheggia di cioccolato fondente che si scioglie sotto il palato, il profumo di una rosa, tenue e vellutato, il ricordo in un tramonto rosso in mezzo al deserto e sotto un immenso cielo plumbeo, il nutriente abbraccio della persona che amiamo…. “Tu chiamale, se vuoi emozioni”… Canterebbe Lucio Battisti… sapendo bene che alla base delle emozioni ci sono le sensazioni. Quelle cinque finestre sul mondo che ci aprono alla vita e alla sua forza. Senza i cinque sensi non potremmo essere vivi, sperimentare, sperimentarci e raccogliere informazioni sul mondo, su ciò che è fuori di noi, attorno a noi. Proprio per questo il nostro Convegno annuale si intitola “A piedi nudi nei sensi”. Tre giornate per riprendere e ricordare il “senso dei sensi”, il loro sviluppo nelle varie fasi della storia dell’uomo. Non mancheranno i casi reflessologici dedicati ai sensi bloccati dallo stress e alla loro risoluzione, attraverso il nostro massaggio. Il nutrito programma continua con un intervento dedicato ai cinque sensi in Reflessologia e a come accorgersi, dalle reazioni sul piede, se e quali sensi sono bloccati, terminando con la musica intesa come massaggio sensoriale. Infine, la vicenda di un manager stressato che non vedeva più i colori della vita – in senso reale e metaforico. Concluderà la kermesse il Tao e la Reflessologia: due visioni dell’esistenza e dell’uomo a confronto. Più affino i miei sensi e più sento la vita, gli altri e me stesso. Essere reflessologo a 360 gradi significa sentirsi e sentire l’altro, senza i sensi non potrei provare empatia e compassione per chi mi sta porgendo i suoi piedi: i sensi mi permettono di entrare nel mondo dell’altro, di conoscerlo e – quindi – anche di aiutarlo a guarire… I sensi ci riportano all’adesso, l’unico momento in cui abbiamo veramente il potere di cambiare, di scegliere il futuro, lontani dall’Ego e dai giochi della mente, che mente... I sensi ci riportano al qui e ora, alla scoperta del potere dentro di noi che solo ci permette di vivere con l’altro rapporti spirituali, basati sull’ascolto vero, sull’amore, sulla consapevolezza e sulla reale comunicazione. Solo se sapremo comunicare con noi stessi attraverso i nostri cinque sensi, sapremo comunicare anche con l’altro, un altro “me stesso”. Allora buon viaggio nel dolce “sentire”…
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di Stefano Suardi
CONVEGNO NAZIONALE
Reflessologi a 360°
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iamo entrati nel vivo dei lavori La sensorialità è forse la componenche ci porteranno a Riccione il te più enigmatica dell’essere umano: prossimo 18-20 Aprile per l’an- i sensi sono fondamentali per ricevenuale Convegno FIRP. Protagonisti re gli stimoli che toccherà al nostro dell’edizione 2008 saranno i 5 sensi. cervello elaborare, permettendoci di Il tema di quest’anno rappresenta sviluppare a partire da essi un penun’evoluzione naturale, oltre che una siero complesso; si può dire che siascelta di contino alla base delle nuità, rispetto al Un convegno nostre azioni passato. Se infatti quotidiane, ma per “risentirsi” e riattivare ciononostante la il tema del 2007 ‘Amore e Psiche’, nostra parte più i cinque ponti tra attraverso la me“evoluta” e raziol’Io corporeo, psichico tafora del mito, ci nale ne è quasi proponeva le imspaventata, coe spirituale percettibili conme se li percepisnessioni che legano corpo, mente e se retaggio ed eredità del nostro esanima, i cinque sensi sono le porte sere istintuale e primitivo, una sorta attraverso le quali parte la nostra di alter ego che si mantiene molto esplorazione. più vicino a un perduto stato di natu-
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ra, o persino ad una condizione “animale”. Questo intrinseco e contraddittorio fascino del mondo dei cinque sensi umani non è, in realtà, l’unico motivo che ci ha suggerito di dedicare il nostro convegno a questo tema, piuttosto abbiamo voluto ampliare la prospettiva, andare oltre quello che è la nostra pratica quotidiana e l’attività del reflessologo. La FIRP è scuola e il convegno fa parte del suo percorso formativo, ma la formazione non sta nei confini di questa o quella materia, deve avere una valenza maggiore, offrire spunti nuovi che possano aprire la mente a ulteriori sviluppi, indirizzare verso nuove ricerche. Da qui la scelta di non limitarci ad un aspetto puramente tattile e tecnico ma di allargare il campo a tutti gli altri sensi, per avere una percezione globale della persona e poter costruire un proficuo rapporto tra paziente e reflessologo. E’ perciò sembrato logico continuare l’affascinante percorso iniziato già nel convegno dello scorso anno e approfondire la ricerca di quei “ponti” che esistono tra il nostro Io corporeo e quello psichico e spirituale. Come sempre abbiamo cercato di proporre relatori e argomenti diversificati, alcuni tecnici, altri sorprendenti, altri di semplice evasione, ma ad un’analisi più attenta vi apparirà chiaro come tutti siano legati dal filo conduttore del recupero della sensorialità originaria come canale per liberare le energie soffocate, bloccate
o contaminate. Del resto questo è lo scopo della reflessologia, fin dalle sue origini. La moderna tecnologia sembra in grado di connettere tutto e tutti, in ogni angolo del mondo, ma in realtà ci offre stimoli preconfezionati, di pronto uso e consumo, che atrofizzano sempre di più le nostre percezioni istintuali, allontanandoci irreversibilmente da una delle parti più reali della nostra persona. Diventa quindi importante recuperare questa parte primordiale di noi stessi e fare in modo che i cinque sensi siano in grado di lavorare liberamente e in sinergia. Il nostro augurio è che il convegno offra quegli stimoli di curiosità che possano innescare un successivo processo di ricerca, personale o di gruppo, nell’ambito delle classi o dei laboratori che arricchiscono la nostra proposta formativa.
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Immagini dal convegno 2007
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Pagina 6
di Arianna Mossali
CONVEGNO NAZIONALE
L’impero dei sensi
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uante cose facciamo con i davvero è così, per quale motivo donostri sensi? Vedere, sentire, vremmo vergognarcene o esserne gustare, sono solo alcuni dei intimoriti? Forse, perché la parte rariflessi indipendenti dalla volontà zionale del nostro Io, quella che ci riumana: un’ampia gamma di vibra- conosce come homo sapiens sazioni con cui siamo tanto abituati a piens, evoluto, civilizzato, ci vuole alconvivere, che ben difficilmente ci l’altezza della modernità in cui viviamo: una realtà in soffermiamo a pensare alle diL’importanza del recupero cui Internet, la tecnologia, i tranamiche che redella sensorialità sporti rapidi e i ritgolano questo mi febbrili ci riflusso che investe per il nostro benessere chiedono di esseininterrottamente il nostro corpo e il nostro cervello; co- re costantemente in moto e connessi sì come, probabilmente, pochi di noi con ogni angolo del pianeta; il risulsi interrogano su quello che prova tato è che spesso non ci rendiamo una persona privata delle prerogati- conto che le moderne comodità, per ve sensoriali. E’difficile capacitarsi quanto importanti, in realtà ci offrono del fatto che per i nostri progenitori (e “emozioni preconfezionate”: tutti noi così è tuttora per gli animali) vista, abbiamo sentito lamentare come gli udito, tatto, olfatto non fossero affat- stimoli offerti dai mass media, dalla to un optional, bensì uno strumento telematica (ma anche da una frenetifondamentale, un radar multifunzio- ca giornata di lavoro) siano “di pronnale senza il quale sarebbe stato im- to uso e consumo”, perché modellati su contenuti troppo spesso superfipensabile sopravvivere. Parte integrante del fascino del mon- ciali e modelli stereotipati e massifido dei cinque sensi è certamente do- cati, spesso studiati a tavolino per vuto a questo potere ambivalente suscitare esattamente “quella” partiche essi esercitano sul nostro incon- colare reazione o moto istintivo, senscio: li associamo a sensazioni gra- za richiedere al cervello alcuno sforzo devoli, come la vista di una persona di elaborazione e di approfondimenamata o il sapore del cibo preferito; to; d’altra parte il nostro sistema rieppure al tempo stesso li temiamo, cettivo in queste circostanze non ha in quanto retaggi, “coda” ed eredità il tempo materiale di assimilare le del nostro essere primordiale e del informazioni da cui è travolto, e di nostro passato animalesco. Ma, se riorganizzarle in pensieri strutturati e
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complessi; le sensazioni che riceviamo si “bruciano” in pochi istanti in una sorta di autodistruzione, e la persona si trasforma così da soggetto attivo in spettatore passivo del mondo che lo circonda. Da sempre la medicina alternativa (e non solo) sottolinea l’importanza del recupero della sensorialità connessa alla sfera dell’inconscio per dare sfogo alle energie represse che, se negative, possono sedimentarsi nell’inconscio avvelenando il corpo tanto quanto la psiche, oppure deflagrare con conseguenze imprevedibili; e la sensorialità altro non è che la chiave che ci spalanca le porte dell’istintualità. Basta pensare alle reazioni irrazionali e incontrollate che possiamo avere venendo a contatto con una vista o un suono particolarmente gradito, o sgradito; chissà quale corda del nostro inconscio viene sfiorata quando ciò avviene, quali immagini e ricordi associati a quella particolare sensazione riemergono alla superficie, il più delle volte senza che ce ne rendiamo conto? Non solo: i cinque sensi sono stati anche definiti “le porte attraverso cui il mondo entra dentro di noi”: alla luce del fatto che essi ci consentono di percepire ciò che avviene nel mondo che ci circonda, i sensi diventano anche qualcos’altro, il mezzo attraverso cui l’essere umano esiste o dovrebbe esistere come protagonista della propria esistenza, della propria immanenza, del proprio essere presente nel momento che si sta vivendo;
ciò significa che le sensazioni che egli riceve dall’esterno dovrebbero consentirgli di provare emozioni, di elaborare pensieri, opinioni, giudizi più o meno consapevoli; in una parola, di essere tutto ciò che differenzia l’essere senziente dal vegetale o dall’inanimato. Essere protagonisti “qui ed ora”, capaci di sentimenti e di ragionamenti che scaturiscono direttamente dallo scenario che si sviluppa intorno a noi, dovrebbe quindi essere il punto d’arrivo e il risultato di un’armoniosa sinergia di input sensoriali che, legandosi ed amalgamandosi l’uno con l’altro (per usare una similitudine decisamente “sensoriale”, come le poche, singole note musicali da cui nasce la magia di una canzone), ci danno di questo scenario una percezione che potremmo definire globale, completa, a tutto campo, multidimensionale: ma forse il termine più corretto è proprio “olistica”, che si richiama esplicitamente alla concezio-
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ne, tramandata dalle filosofie orientali, dell’essere e del corpo umano come sintesi di parti ed elementi meravigliosamente fusi insieme a formare un’unità, che è a sua volta parte insostituibile di un’entità maggiore, il cosmo, l’universo. Un simile mondo a scatole cinesi, inserite l’una dentro l’altra in un’armonia miracolosa, diciamoci la verità, ben poco ha a che vedere con la giornata standard di chiunque tra noi: tutti sappiamo che la società, gli impegni, il mondo del lavoro richiedono di vivere un tempo frammentato da cui sembrano essere stati banditi i giorni e le ore, tutto si calcola sul metro dei minuti, se non dei secondi; proprio per questo motivo le discipline olistiche e alternative sono talvolta passibili di derisione da parte dei “profani”, che facilmente accusano studiosi, terapeuti e pazienti di non tener conto del contesto attuale della società industrializzata, di vivere, come si suol dire, “fuori dal mondo”. Questa accusa, tuttavia, appare quanto meno frettolosa e superficiale: recupero della sensorialità non significa certo mollare tutto e traslocare in qualche remoto angolo di mondo per vivere a stretto contatto con la natura e apprezzare appieno le bellezze che essa ci regala; non c’è nulla di irrealistico né di impossibile nel cercare degli spazi, anche di pochi secondi nell’arco di una giornata, ad esempio, per osservare un parco cittadino a cui passiamo davanti tutti i giorni senza realmente vederlo; o
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per pensare al sapore del classico panino-pausa-pranzo, invece di trangugiarlo davanti allo schermo del computer come belve metropolitane che pensano al cibo solo come nutrimento necessario (e magari, dopo averci pensato, ci decideremo finalmente a cambiare bar, a tutto vantaggio della digestione). Questi spazi, in apparenza insignificanti, sul nostro sistema ricettivo hanno l’effetto di una bella manciata di legna da ardere gettata su un falò morente: lo vediamo riprendere vita all’istante, risorgere allegro e sfavillante dalle ceneri sotto cui stava soffocando. Mantenere i nostri recettori imbrigliati nel recinto degli stimoli usa-e-getta istantanei è lo spegnimento del fuoco della creatività, delle emozioni, e della capacità analitica e critica che è alla base del ragionamento; e la gerarchia che sembra essersi stabilita tra i nostri sensi e che, nella vituperata “era dell’immagine”, inevitabilmente vede primeggiare in maniera schiacciante la vista, sicuramente non aiuta un recupero di questa deriva. Chissà cosa ne penserebbe un certo signor Marcel Proust, per il quale solo un alito del profumo dolcissimo delle madeleines spalancava le porte di un mondo parallelo cerebrale che sorgeva, come uno spettro spaventosamente concreto e reale, dalle nebbie dei suoi ricordi infantili. E pensare che lui, il signor Proust, sosteneva di andare “alla ricerca del tempo perduto…”.
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CONVEGNO NAZIONALE
P R O G R A M M A A PIEDI NUDI NEI SENSI Reflessologia e sensorialità: un dialogo possibile XXIV Convegno Nazionale FIRP - Palazzo del Turismo Riccione, 18-20 aprile 2008 Venerdì 18 Aprile 2008 15,00 Apertura Convegno - Benvenuto - Interpretazione dei sensi nell’evoluzione dell’uomo - I “sensi” della salute - I cinque sensi: strumento di lavoro del reflessologo - A proposito di udito Cena 21,30 Incontro con TOM PERRY, l’alpinista scalzo (Sala conferenze, Hotel Nautico)
STEFANO SUARDI GIULIANA BRUNO CRISTINA SALVETTI BIAGIO FRANCO CRISTINA TORRIANI CARLO GAETA
Sabato 19 Aprile 2008 9.30 - Teatro del sé. Reale e virtuale attraverso i sensi negli stati di coscienza - Oltre le mani Coffee break - Vita da Yogi - Il legame simbolico tra l’alimentazione e i 5 sensi Pranzo 15.00 - Comparazione: Tao e reflessologia - Black-out dei sensi - Il suono, l’ascolto, l’io Coffee break - Il sesto senso - Sperimentazione
CLARA SERINA ARIELLA LUPI STEFANIA SOMARÉ SERGIO MALTONI RITA COLANTROPO MARCO SUPERBI ORLANDO VOLPE CARLO SINIGAGLIA MICHELE RASIZZI CARLO ONGARO SILVIA RUSSO
Cena di gala
Domenica 20 Aprile 2008 9.30 CONSEGNA DIPLOMI “PALAZZO DEL TURISMO” - Analogie tra culture - Un by-pass sensoriale: un percorso insperato - Testa in toto: perché? Pranzo Saluti e arrivederci al 2009
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GUIDO ZANDI TIZIANA VIDINI RAFFAELLO CUTER
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di Biagio Franco
ATTUALITÀ
Finalmente il riconoscimento?
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a quando sono entrato a far va al riconoscimento delle qualifiche parte della FIRP, ovvero dal professionali, che dà facoltà alle As1986, mi sento ripetere all’infini- sociazioni professionali non regolato lo stesso ritornello: “Ci stanno final- mentate di collaborare per “l’elaborazione di piattaforme comente riconoscendo…”, “C’è una perso- Una giornata da muni” per le professioni di loro pertinenza (Art. nalità che si sta impericordare e un 26); alle Associazioni gnando per il nostro riprimo vero passo vengono richiesti questi conoscimento…”, “Abrequisiti: essere rapprebiamo buone probabiverso il nostro sentative a livello naziolità di essere riconosciuobiettivo nale; essere monitorate ti…”, ma poi tutto è dal CNEL (Consiglio Nasempre finito lì, dietro di sempre zionale dell’Economia e quelle parole. Diversi Ministri, come l’On. Michele Vietti e del Lavoro); essere state costituite con l’On. Francesco Paolo Lucchese, per atto pubblico almeno quattro anni citarne alcuni, hanno tentato di soste- prima della data di presentazione nere la nostra causa, ma senza otte- della domanda; avere uno Statuto nere nulla di concreto. Eppue qualco- che: a) sancisca un ordinamento a sa si sta muovendo: il 20 dicembre base democratica e senza scopo di scorso ben quarantasette associazio- lucro; b) specifichi il tipo di formazione ni appartenenti al Colap (Comitato Li- richiesta per entrare a far parte delbere Associazioni Professionali) han- l’Associazione stessa; c) garantisca la no presentato domanda di ammis- rappresentatività elettiva delle cariche sione alle piattaforme europee sulla interne, la trasparenza degli assetti base dall’articolo 26 del decreto legi- organizzativi e dell’attività dei relativi slativo di recepimento della direttiva organi, l’esistenza di una struttura orN° 36 del 2005 (direttiva qualifiche). ganizzativa e tecnico-scientifica adePoi, all’improvviso, il colpo di scena: il guata all’effettivo raggiungimento 23 ottobre 2007 il governo emanava delle finalità dell’Associazione; essere un decreto legislativo collegato al re- in possesso di un elenco degli iscritti, cepimento della direttiva europea aggiornato annualmente e compren2005/36 del 7 Settembre 2005, relati- sivo dell’indicazione delle quote ver-
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sate per gli scopi statutari; sottostare a un Codice Deontologico professionale che preveda la possibilità di sanzioni; prevedere l’obbligo della formazione permanente. Dal 1998, anno in cui l’Assemblea generale ha approvato l’aggiornamento dello Statuto, a seguito dell’apertura delle Scuole FIRP su tutto il territorio nazionale, la FIRP risulta in possesso di tutti questi requisiti. Così, con la collaborazione del Colap, a cui la FIRP è iscritta, la nostra Segreteria, nella persona di Stefano Suardi, ha raccolto in pochi giorni tutta la documentazione richiesta nella direttiva da presentare ai Ministeri preposti. E il sottoscritto il 20 Dicembre 2007, su invito del Presidente Cuter, si è presentato al Colap per la registrazione. Un dato significativo: su circa duecento Associazioni iscritte al Colap, solo la FIRP e altre quarantasei Associazioni risultavano pienamente rispondenti ai requisiti richiesti dal decreto. Accompagnati dal Coordinatore nazionale del Colap, Dott. Giuseppe Lupoi, e dai componenti del Direttivo nazionale del Colap, fra i quali l’Avv. Giuseppe Montanini, ci siamo recati presso la sede del CNEL, dove ci ha ricevuto il Dott. Giuseppe Casadio, Presidente della 2° Commissione Lavoro del CNEL, che ha espresso il suo appoggio al Colap e a tutte le Associazioni presenti, affermando che “la soggettività delle Associazioni professionali non regolamentate oramai è visibile sia nei fatti che nella forma”, e qui abbiamo
consegnato la documentazione indirizzata all’On. Antonio Marzano, Presidente del CNEL. Successivamente, al Ministero di Giustizia, una delegazione del Colap è stata accolta dal consigliere Parziale, stretto collaboratore del Sottosegretario Luigi Scotti, mentre noi abbiamo provveduto a consegnare alla segreteria per il relativo protocollo la documentazione indirizzata all’On. Clemente Mastella. La tappa successiva è stata il Ministero delle Politiche Europee, dove ci ha accolto il Dott. Gianfranco dell’Alba, Capo di Gabinetto del Ministro Emma Bonino, che ha dimostrato piena disponibilità e supporto al Colap e a tutte le Associazioni presenti, informandoci della collaborazione che vede il Ministro delle Politiche europee impegnato, insieme al Ministro della Giustizia, per la realizzazione di un testo intermedio tra il decreto legislativo di recepimento della Direttiva Qualifiche e i decreti per le candidature. Infine, al Dott. dell’Alba abbiamo consegnato la documentazione indirizzata all’On. Emma Bonino. Dopo questo incontro abbiamo assistito alla conferenza stampa in cui il Coordinatore Nazionale del Colap, Giuseppe Lupoi, ha informato i giornalisti sull’esito degli incontri della giornata. Dopo anni di immobilismo politico e di dure battaglie, finalmente una giornata da ricordare e un primo vero passo per le Associazioni professionali non regolamentate, come la nostra, verso un atteso riconoscimento.
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di Cesare Paloschi
REFLESSOLOGIA
Riconoscere il proprio corpo he cosa si può Partire dai piedi, di prevenzione e data la sua capacità di rilaschiedere alla Reflessologia? Che per riarmonizzare sare il corpo e la mencosa è in grado di offrii colori e i suoni te, è un metodo che può eliminare tensioni re? Ogni tecnica è valida se definisce le sue stonati del disagio e stress: possiamo quindi affermare che caratteristiche ma, soprattutto, i suoi limiti. Certamente la l’obiettivo della reflessologia è la saReflessologia ha un grande potere lute. Quando però si pensa alla “salute” ci si immagina una situazione di completa assenza di malattia, mentre in realtà non esiste una distinzione netta tra stato di salute e stato di malattia. Il nostro corpo e la nostra mente interagiscono continuamente con gli oggetti, le persone, la natura, l’infinitamente piccolo che ci circonda e l’infinitamente grande in cui siamo immersi e questo concerto di stimoli e interazioni influisce in modo determinante sulla qualità della nostra vita. Essere in sintonia con ciò che sta dentro e fuori di noi ci porta a uno stato di benessere, mentre essere in crisi conduce al malessere psicologico e biologico. Ciò che succede nel corpo riflette quello che succede nella mente e viceversa. La tensione continua e la rigidità a livello del corpo provocano la diminuzione dell’energia e della vitalità del soggetto. I conflitti emotivi irrisolti e gli “stress”
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cui siamo quotidianamente sottoposti determinano una serie di tensioni muscolari croniche che disturbano la nostra salute emotiva. Ogni muscolo contratto blocca dei movimenti e il corpo umano non scorda nulla di quanto avviene nella vita del soggetto. Il nostro modo di essere e i nostri malesseri ci parlano della nostra storia, quindi riscoprire il proprio corpo significa riconciliarsi con esso, riconoscerne le ragioni, rispettarne i bisogni, diminuire le difese che lo inibiscono, acquisire la coscienza della sua unità organica. La malattia è un insieme di colori, di suoni e di segnali stonati che ci fanno soffrire, Di fronte alla sofferenza l’uomo può fingere di non sentire o delegare ad altri il compito di capire, invece di cercare di interpretare il significato di questi segnali e tentare di rimetterli in armonia col resto del mondo. Quindi l’atteggiamento verso la malattia non deve essere di abbandono ad un evento disastroso, ma è necessario mantenere sempre un comportamento non drammatico né rassegnato. La reflessologia è un metodo particolarmente efficace perché è semplice da attuare, incisivo nel suo operare, facilmente e istintivamente accessibile, infatti non esiste un contenuto riservato a dei “professori” che non possa e non debba essere compreso e imparato anche dalle persone non specializzate. Benché sia ancora necessario mol-
to lavoro e studio per chiarire i delicati meccanismi delle interferenze organo-funzionali, il massaggio reflessogeno, per le sue caratteristiche di semplicità e di immediatezza, si presta ad essere utilizzato da chiunque voglia applicarlo. Poiché effettuiamo una stimolazione plantare con le nostre mani, è la nostra sensibilità, la nostra capacità percettiva che ci guida, che ci consente di soddisfare le esigenze dei nostri pazienti o clienti che siano. Il nostro “ego”, per un istinto che porta scritto nel codice genetico, conosce le possibilità dell’autoguarigione. L’esperienza insegna che spesso la prima indicazione da seguire, la più facile, quella che l’istinto dice essere la strada giusta, si rivela la via vincente per il trattamento di una patologia. La stessa zona dolente su cui dobbiamo insistere, perché
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Durante il trattamento reflessologico è la nostra sensibilità che ci guida
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REFLESSOLOGIA
dove c’è dolore c’è la massima necessità di operare, è un fattore indicativo. Chi si sottopone a un massaggio reflessologico non deve farsi troppe domande, nè mirare a tutti i costi ad ottenere un risultato immediato, ma semplicemente lavorare con pazienza e costanza lasciando fare alla natura il suo corso rigenerativo. A livello psicosomatico sono quattro i punti da tenere in considerazione; la stimolazione di un punto specifico della pelle provoca sempre gli stessi riflessi nervosi primari, distanti dal punto di stimolazione, detti di “repere”. La stimolazione di un punto specifico della pelle provoca nello stesso tempo un riflesso nervoso secondario in un punto localizzato di un L’uomo cerca di soddisfare il suo naturale bisogno di contatto e calore
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viscere, di un segmento nervoso e di un elemento psichico. La stimolazione dello stesso punto cutaneo provoca sempre identiche reazioni a catena. La stimolazione può derivare da qualunque elemento della catena dei riflessi, psiche, segmento del sistema nervoso, viscere o cute, dove per cute non si intende solamente il tatto ma anche la vista, l’udito, il gusto e l’olfatto. L’uomo cerca di soddisfare il suo naturale bisogno di contatto fisico, di amore, di carezze, di calore e in questo contesto anche il massaggio reflessologico può divenire uno strumento per rispondere a tale necessità. Quindi, se il cliente dice: “Non farmi male”, la risposta è: “Agirò in modo da meritare la tua fiducia”...
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REFLESSOLOGIA
di Orlando Volpe
Nel microscopio del piede per leggere la colite gnostiche sui piedi dei Qualunque sia il nostro Un disturbo clienti. Ho imparato percorso nella vita, ci molto diffuso molte cose da quelle capita prima o poi di ininterpretato sedute ed una di quecontrare alcune persoattraverso la ste vorrei condividerla ne che segnano il nostro cammino. Può dar- filosofia orientale con voi in questo artisi che non ce ne rendiae occidentale nel colo. Riguarda la colite o inmo conto, ma è una cosuo trattamento fiammazione del cosa che accade a tutti lon. inevitabilmente, non reflessologico Prima di cominciare, fosse altro perché la vita però, vorrei mandare un abbraccio è fatta di relazioni. Per quanto riguarda il mio cammino ed un ringraziamento a Gigi. verso la Reflessologia, devo il mio Da quattro anni è in una residenza interesse a questa materia, oltre che per anziani a seguito di un ictus. Vaal “fato”, ad un reflessologo (ex do- do a trovarlo di tanto in tanto e, sebcente Firp) di nome Luigi Delfino Brero, meglio conosciuto come Gigi. Lo conobbi nel 1992. Andai da lui perché avevo bisogno di rilassarmi dallo stress lavorativo che mi aveva causato una calcolosi al rene sinistro. Non sto a raccontarvi tutti i passaggi, ma il risultato fu che riuscii a stare meglio e ad eliminare il calcolo. Da quando divenne mio docente in Firp, andavo spesso nel suo studio dove mi concedeva di rimanere mentre lui effettuava le ricerche dia-
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Luigi Delfino Brero (secondo da destra) stimato docente FIRP della Scuola di Torino, prematuramente scomparso
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REFLESSOLOGIA
bene sia provato da ciò che è successo, la prima cosa che fa quando mi vede è di prendermi la mano e cominciare a fare il passo del bruco sulle mie dita. Quell’uomo la reflessologia ce l’ha nel sangue... A supporto di quello che scriverò, allego un disegno fatto da Gigi dove si evidenziano le aree del colon che possono essere colpite da colite, almeno dai tipi di colite più frequenti che possiamo trovare nei nostri clienti (pag. 17). E’ possibile che molti di voi abbiano già visto questo disegno, poiché in questi anni ne ho distribuito qualche copia. In ogni caso, ora sarà di tutti. Interpretazione: Come potete vedere dall’illustrazione, le porzioni di colon sono presenti nei due piedi. Durante la ricerca, è possibile che la zona riflessa ci informi della situazione a carico dell’organo, tuttavia è consigliabile non fare gli indovini ma indagare col cliente se soffre di colite. Di norma, una colite che perdura nel tempo è già stata diagnosticata a livello medico e questo semplifica il nostro lavoro per l’impostazione di un trattamento mirato. La situazione presente nell’addome si riflette nel piede, forse non è così facile da “leggere” ma di sicuro il piede non mente mai. Siamo noi che possiamo sbagliare interpretazione. La zona riflessa del colon si presenterà quindi in maniera diversa a se-
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conda della situazione dell’organo. In questo caso però va ricordato che il piede è un microcosmo e come tale in pochi centimetri può riflettere tutta una serie di situazioni di contorno rispetto all’oggetto del nostro trattamento. A grandi linee, giusto per dare un’indicazione, ma non in assoluto, in quanto vi sono molte varianti in gioco, si può dire che quando la zona del colon e dell’intestino tenue è poco idratata, secca o bianca e con la pelle che si “sfarina” tra le dita, è più facile ritrovare una situazione di transito lento o stitichezza. Tale riferimento può interessare anche altri organi, come il pancreas nel caso del diabete, per esempio. Viceversa, quando la zona è più umida o il piede tende a sudare, è più facile ritrovare una situazione di transito frequente o diarrea. Tale riferimento può interessare comunque anche uno stato nervoso presente da tempo nella persona oppure del momento. La visione occidentale Nella visione occidentale o meglio della medicina allopatica, la colite è definita una infiammazione del colon (sindrome del colon irritabile). Un disturbo piuttosto frequente che interessa tra il 10% e il 15% della popolazione. I sintomi della colite possono essere: dolore addominale associato a crampi, sensazione di gonfiore e peso accompagnata a stitichezza e/o diarrea. La maggior parte delle persone può controllare
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questi sintomi attraverso una dieta adeguata oppure utilizzando qualche farmaco nelle fasi acute e tenendo sotto controllo lo stress. Quest’ultima affermazione sta ad indicare che lo stile di vita è stato riconosciuto come possibile componente scatenante di questa patologia. La colite può insorgere a causa di infezioni batteriche o virali (alimentari, da farmaci, ecc.), malattie (gotta e diabete) oppure trasformarsi in una forma cronica senza che all'origine vi sia una causa ben precisa (colite ulcerosa, morbo di Crohn). Ricapitolando, nella cura abbiamo: dieta adeguata, riduzione dello stress, farmaci, fermenti lattici e aggiungerei anche l’attività fisica. La visione della colite in Medicina Tradizionale Cinese Nella MTC, si fa più riferimento al colon inteso come “viscere” piuttosto che alla colite. Il suo corretto funzionamento è abbinato al corretto funzionamento del Polmone in quanto questi due organi sono abbinati. Per chiarire quanto ho detto prima, in MTC esistono visceri ed organi. Ogni organo è abbinato ad un viscere. In questo caso l’organo è il Polmone ed il viscere il colon o Grosso Intestino. Il suo compito è quello di rendere fluida l’energia stagnante ed è il collettore dei rifiuti dell’organismo. In riferimento al suo legame con il polmone, è facile che quando è in disarmonia si possa riempire di aria e generare flatulenza e stipsi. Tra i sin-
tomi fisici, vi sono: cefalea, dolore sordo alla nuca appena alzati, occhi rossi, mal di schiena, rigidità muscolare a collo e spalle, pollici ed indici deboli. Quando la funzione del colon non è ottimale, a livello psicologico si ha una difficoltà a rilasciare la psiche, viene meno il pensiero positivo, l’iniziativa a fare le cose, vi sono difficoltà nella comunicazione e si cominciano a trattenere le cose (libri, soprammobili, vestiti, fotografie) accumulando tutto in casa od in cantina pur senza averne bisogno. L’abbassamento dell’umore così come la depressione portano stitichezza e i problemi al colon posso-
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Orlando Volpe al lavoro durante il Convegno Nazionale 2007
no portare difficoltà respiratorie. Nella cura troviamo: rimedi erboristici ma oggi anche farmaci come in occidente, ginnastica (per lo più stretching), modificazione dello stile di vita con presa di coscienza della situazione, Agopuntura, Reflessologia, Tuinà. Il trattamento Probabilmente, il trattamento ideale è quello che considera la fisiologia del nostro organismo sia in chiave occidentale che in quella orientale o della MTC. Il piede per sua natura è una fonte di benessere e di segnali sulla nostra salute. Anche un massaggino praticato da una mano inesperta può sortire un effetto benefico. È il nostro organismo che attraverso il tocco sul piede riesce a trasformare questo contatto in riequilibrio energetico. Nella pratica (lasciando da parte la personalità dell’operatore), la differenza tra chi pra-
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tica la Reflessologia avendola studiata a fondo e chi la pratica senza un’adeguata preparazione professionale sta nel modo in cui ci si approccia al trattamento e nella selezione tra ciò che è prioritario in quel dato momento e ciò che non lo è. Possiamo aggiungerci anche il cuore (inteso come amore) se vogliamo e non sbaglieremmo, ma non è sufficiente da solo, occorre anche sapere cosa si fa. Devo sottolineare che, per quanto riguarda il piede, sia che si lavori considerando la fisiologia occidentale che quella della MTC, i risultati sono equiparabili. Il segreto credo stia nell’elaborazione che fa il nostro organismo rispetto agli stimoli ricevuti. Questo, nonostante risulti evidente a tutti dai risultati, è tuttavia un mistero. Seppur non è la panacea di tutti i mali, la Reflessologia funziona e bisogna fidarsi…Fidarsi che chi ha “costruito” il nostro organismo è di certo un “grande”... Parlare di fiducia nella Reflessologia a dei reflessologi può sembrare blasfemo, ma la fede talvolta si applica inconsciamente a cose che facciamo tutti i giorni (basta pensare a quando prendiamo un aereo, un treno o un pullman. Non indaghiamo se chi lo guida ha preso la patente da poco o se sta bene quel giorno, ma lo stesso affidiamo a queste persone la nostra vita...) e non si applica ad altre che ci toccano più da vicino. Sono sicuro che molti dei lettori di RO sanno già be-
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nissimo come affrontare una colite e quindi non mi dilungherò a descrivere nei dettagli un possibile trattamento, ma vorrei semplicemente condividere con voi quello che ho osservato in questi ultimi anni rispetto a questo tipo di disarmonia. Vi sono secondo me alcune zone del piede che più di altre possono essere indicate come “quasi essenziali” per ottenere una buona stimolazione dell’organismo ed un riequilibrio energetico in presenza di colite. Indipendentemente dal tipo di colite che ci troviamo ad affrontare, dobbiamo sempre partire dal presupposto che bisogna agire anche sulle possibili disarmonie collaterali e soprattutto porre attenzione su ciò che manifesta o dice il cliente. Essendoci tutte queste varianti, il trattamento empirico non potrà mai sostituire quello “ad hoc” per il caso soggettivo. Riporto quindi solo alcuni punti che, oltre al colon, ritengo importanti da trattare nei vari tipi di colite esposti nel disegno : - Per la colite da intolleranze alimentari o colite da fermentazione è molto indicato l’intestino tenue e la milza - Per la colite da farmaci, da non dimenticare il fegato ed i reni - Per la colite da ipersecrezione gastrica, trattate lo stomaco ed il pancreas - Per la colite da lassativi, l’intestino tenue ed il cuore (inteso come circo-
lazione sanguigna), la tiroide ed il fegato - Per la colite putrefatta, fegato tenue, milza - Per la colite da agenti patogeni,reni, vescica (spesso questo tipo di colite causa cistite dovuto alla vicinanza del sigma con le pareti della vescica). Per tutti i tipi di colite, cervello, polmone, collo, trapezio, spalle, ganglio mesenterico superiore ed inferiore, ipofisi e tiroide, tenue e milza. Nel caso di algie, il nervo vago (zona stomaco). Che dire, buon lavoro! Spero che un giorno la Firp introduca la Reflessologia della mano come materia scolastica. Anche su questo organo i punti da trattare sarebbero diversi e molto utili.
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di Clara Venturelli
VITA FIRP
In-formarsi conviene! Siete pronti a ripartire con i nostri corsi?
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rocede con soddisfazione l’anno scolastico 2007-2008 nel cui ambito sono inseriti ulteriori gradi di aggiornamento. Abbiamo incominciato veramente bene, con un Master per tutto il corpo docente Firp sulla biomeccanica del piede, la legge del piede, la biopatomeccanica – le interferenze con la reflessologia… insomma, tante nozioni utili sia per il nostro lavoro che per la nostra conoscenza personale. Bravo il docente Marco Caldironi che ha saputo fornirci, con tanta professionalità e competenza, materiale su cui riflettere e lavorare. Altro incontro gradito: il corso di ”reflessologia della mano” aperto a tut-
Marco Caldiroli durante il Master dedicato ai docenti Firp
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ti i soci. Le mani: questi nostri strumenti di lavoro che devono essere trattatie bene e curati con molta attenzione. E, per fare questo, ci sono state insegnate tecniche di autotrattamento che per noi sono sicuramente più comode dell’auto massaggio plantare (e poi, diciamoci la verità, chi riesce a farsi fare regolarmente dei massaggi di reflessologia da qualche collega???). Siamo poi passati ad imparare dei trattamenti che saranno un ottimo aiuto quando, sul piede, incontreremo delle difficoltà. A volte ci possono essere micosi che ci sconsigliano di lavorare sul piede, oppure problemi di circolazione così
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evidenti da farci titubare: ancora, persone che non amano farsi toccare i piedi o con lesioni tali da non consentire un massaggio‌ in questi casi, ecco le nostre mani, ottime sostitute.
Se questi vi sembrano temi interessanti, aspettate i prossimi!!! Ne siete stati giĂ informati ma, se ve ne foste dimenticati, li trovate elencati nella pagina seguente. Aspetto le vostre prenotazioni e vi abbraccio.
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VITA FIRP
P R O G R A M M A Z I O N E Data
Corso
C O R S I
Tipologia
Località
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29/03/2008 La legge degli opposti: Ying e Yang in reflessologia
Master
Torino
9- 17
05/04/2008 La gestione del cliente
Aggiornam. Caravaggio
9,30-17,30
06/04/2008 Approccio alla reflessologia emozionale
Aggiornam. Pordenone
8.30 – 17.30
13/04/2008 Incontri di approfondimento
Aggiornam. Pontida
9 - 17
27/04/2008 Apparato Digerente. Controlli intrinseci ed estrinseci Master
Caravaggio
9,30-17,30
03/05/2008 Incontri di approfondimento
Aggiornam. Caronno P.
14 - 18
18/05/2008 Incontri di approfondimento
Aggiornam. Pontida
9 - 17
07/06/2008 Incontri di approfondimento
Aggiornam. Caronno P.
14 - 18
08/06/2008 Incontri di approfondimento
Aggiornam. Pontida
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• Tranne diversa indicazione, tutti i corsi si terranno a Caravaggio – Hotel Verri - via Beata Vergine (salvo diversa indicazione orario 9,30 – 17,30) • I corsi si effettueranno al raggiungimento del numero minimo di presenze richieste. Per averne conferma sarà compito del partecipante contattare, una settimana prima, i numeri indicati o il sito Firp • Le adesioni si ricevono: presso le sedi scolastiche, presso la segreteria Firp – 0363 350135 – info@firp.it presso Clara Venturelli al n. tel. 039 324016 - clara.venturelli@libero.it • Al momento dell’iscrizione è necessario versare un acconto minimo di Euro 30 presso le scuole o alla segreteria Firp. I corsi si terranno anche in caso di blocco del traffico (in questo caso avremo qualche ora in più per approfondire gli argomenti trattati).
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di Aldo Oneto
Quando corpo e anima s’incontrano … Ku-nye, il massaggio tradizionale tibetano
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l massaggio tradizionale tibetano o Ku-nye è un trattamento che lavora sul corpo fisico e su quello energetico ed è suddiviso in due tipologie principali: una a scopo terapeutico, per lenire e curare disturbi di varia natura e mettendo l’enfasi sul disturbo in questione, l’altra rivolta a persone sane a scopo preventivo, rilassante, che miri a dare una sensazione di benessere generale. Per questo tipo di persone, il massaggio tradizionale tibetano serve a rilassare il corpo e l’energia in disordine, svolgendo una funzione di prevenzione contro l’insorgere di svariati disturbi, riducendo lo stress, le tensioni muscolari e soprattutto calmando stati di origine mentale quali ansia, agitazione, cefalee miotensive, insonnia. L’operatore deve tener conto dell’età, del sesso e della personalità del ricevente ed in base a questi fattori si impiegheranno oli diversi e si tratteranno zone diverse. La parola KU, infatti, significa “ applicazione di olio, oleazione “ sul corpo del ricevente. A questo olio utilizzato per il massaggio si aggiungono delle sostanze aromatiche in funzione della tipolo-
gia umorale della persona da trattare. Per le persone con caratteristiche “vento”, si utilizza l’olio di sesamo con semi di anice verde, noce moscata o chiodi di garofano; per le persone di tipo “bile”, è adatto l’olio extravergine di oliva con calendula, zafferano o sandalo; per le tipologie “flemma”, si usa l’olio di sesamo con semi di cumino o zenzero. Si procede in tal modo alla fase di oleazione su tutto il corpo con movimenti dolci e profondi. Il Ku-nye si suddivide in tre fasi: questa prima fase di oleazione del KU prosegue poi con la mobilizzazione delle dodici articolazioni maggiori, comprese le ossa delle dita della mano e del piede e subito dopo con l’applicazione del calore su aree specifiche eseguita con i palmi del terapeuta, oppure con l’esposizione del paziente al sole, a fonti di calore naturali o con l’impiego di pietre, mattoni o impacchi caldi: l’applicazione del calore incrementa l’assorbimento dell’olio, aprendo i pori, in tal modo la fase del KU è completata. La seconda parte, la fase centrale del massaggio, è chiamata NYE e consiste nello
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Nye schiena
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NUOVI ORIZZONTI
Skin rolling
scioglimento delle tensioni a livello muscolare tramite frizioni, impastamenti, stiramenti, sfregamenti, allungamenti, picchettamenti, skin rolling, pressioni e digitopressioni su punti e meridiani specifici connessi agli organi interni ed ai tre umori (vedi appendice “I tre umori”). In sostanza il NYE agisce su cinque parti: muscoli, pelle, tendini, punti specifici e meridiani, che sono canali particolari dove scorre l’energia del “vento”. I punti specifici sono collegati ai canali dove passa l’energia e sono in collegamento con gli organi interni e con gli umori (vento, bile e flemma), che seguono i loro percorsi energetici. A livello ancora più sottile questi punti sono in relazione anche con gli Elementi Primordiali (Spazio, Aria, Fuoco, Acqua e Terra ) di cui siamo costituiti (vedi appendice “I cinque elementi”). Abbiamo perciò tre livelli di operatività, dal più grossolano al più sottile. Lavorando con i punti energetici si interviene non solo sui blocchi
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fisici, ma anche su problemi più profondi. Il massaggio termina con la fase “qi”, che significa rimuovere l’olio non assorbito, utilizzando la farina di ceci come sostanza di base, oppure assortita con altri tipi di farine a seconda dei casi specifici. In pratica si cosparge la farina sul corpo, coprendo la mano con un panno di cotone o di spugna, imprimendo dei movimenti con una certa pressione lungo la zona in senso verticale ed orizzontale. Questa è la fase di pulizia finale che culmina nell’atto di farsi un bagno o una doccia. Ambiente ottimale per il massaggio è un luogo in cui l’atmosfera soddisfi il godimento dei cinque sensi: per l’olfatto si useranno incensi od oli essenziali, per la vista si dovranno disporre delle piante, delle thangkhas (immagini sacre indiane,tibetane ecc.) con delle pietre, alcuni sassi di fiume, ottimo un ambiente semibuio; per il tatto, lenzuola ed asciugamani morbidi e un buon contatto delle mani dell’operatore sul corpo del paziente; per l’udito sono indispensabili musiche rilassanti o suoni della natura, rumore dell’acqua, suoni degli uccelli; per il gusto si consiglia di offrire tisane o the bancha prima e dopo il trattamento. I migliori orari per ricevere il massaggio sono al mattino ed alla sera ed è consigliabile farlo a stomaco vuoto o semivuoto. Ci sono alcune controindicazioni da tener presente: è bene non effettuare il massaggio in casi di fratture recenti, vene varicose, strappi e contusioni,
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ascessi e scottature, ferite e ulcerazioni, colpo di frusta, osteoporosi, lesioni spinali che compromettano l’uso degli arti, neoplasie e carcinomi, operazioni recenti, intossicazioni, dolori acuti, shock, morsi di serpenti ed insetti pericolosi, allergie a oli, metalli e creme, malattie contagiose, danni neurologici e febbre. I TRE UMORI Le Tre Energie Principali, Vento, Bile e Flemma sono tre sistemi energetici distinti, che pur avendo funzioni ben definite e specifiche, sono strettamente e permanentemente correlate fra loro, garantendo il buon funzionamento del nostro corpo. Questi Tre Principi corrispondono in gran parte alla teoria del Tridosha del sistema ayurvedico indiano; infatti nel secondo secolo dopo Cristo durante il regno del Re tibetano Lha-Tho to-ri Nyen Tsen si verificarono importanti contatti religiosi e culturali tra l’India ed il Tibet. Non si può inoltre non notare un parallelismo con la teoria dei Quattro Umori di Ippocrate. Queste Tre Energie Principali sono chiamate anche “ I Tre Umori “ e si manifestano nella vita psicosomatica di ognuno, e non a caso sono chiamati anche i tre Nyepas ovvero “ i tre colpevoli o i tre aggressori”. Sono infatti le manifestazioni biologiche dei Cinque Elementi Primordiali, e in quanto tali responsabili di tutte le funzioni psicologiche e fisiche del corpo, sia dell’omeostasi che dello scatenarsi dello squilibrio psico-energeti-
co-somatico. I Tre Umori delineano l’impalcatura dell’approccio terapeutico tibetano, sono energie organiche, l’espressione biologica della natura e della potenza degli Elementi nel nostro essere. L’umore Vento è in analogia con l’elemento Aria, di natura neutra, facilmente alterabile, può provocare alterazioni agli altri due umori; è di natura sottile, considerato il più importante in quanto è strettamente legato al prana ed alla coscienza: è l’energia del movimento e confrontato con la medicina occidentale può essere associato al sistema nervoso centrale, al sistema nervoso autonomo, alla respirazione ed alla sfera psico-emotiva. È associato alla passione dell’attaccamento e del desiderio. L’umore Bile è in analogia con l’elemento Fuoco, di natura calda, associato al calore digestivo, a tutte le funzioni termoregolatrici del corpo, al metabolismo, all’energia. E’ legato alla passione dell’ira, della collera ed all’emozione dell’orgoglio. L’umore Flemma, (in tibetano BadKan), deriva dalle due parole Acqua e Terra. Le funzioni principali che le competono sono quelle di dare stabilità al corpo ed alla mente, di permettere il movimento e la lubrificazione di tutte le articolazioni, di
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Digitopressione
conciliare il sonno e tutte le funzioni vegetative. A livello energetico è legato alla passione dell’ignoranza, intesa come mancanza di chiarezza, alla sensazione di avere la mente confusa ed ottusa. L’umore Flemma è connesso alla pelle, ai tessuti, ai capelli ed in generale a tutte quelle componenti dell’organismo che sono umide e bagnate. I CINQUE ELEMENTI “Tutto ciò che nasce e muore è composto dai Cinque Elementi: senza Terra non c’è formazione, senza Acqua non c’è coesione, senza Fuoco non c’è maturazione, senza Aria non c’è crescita, senza Spazio non c’è sviluppo“ (Dal Trattato Esegetico del Terzo Tantra della Medicina Tibetana)*. Non si può parlare di Medicina Tradizionale Tibetana senza tracciare a grandi linee i suoi principi di base, cioè la teoria dei Cinque Elementi e dei Tre Umori che ne derivano. Se-
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condo la concezione tibetana il nostro universo è composto da Cinque Elementi: Spazio, Aria, Fuoco, Acqua e Terra, che sono considerati i costituenti di base dell’universo, le particelle infinitesimali di cui è fatta tutta la materia, compresi gli esseri umani. Le leggi fondamentali della natura sono ravvisabili sia a livello di macrocosmo che di microcosmo: l’elemento Spazio pervade tutti gli elementi e favorisce lo sviluppo dello spazio medesimo e rappresenta la coscienza (colore blu); - l’elemento Aria ha una natura fredda e mobile, presiede alla funzione motoria e nervosa, alla crescita, all’ispirazione, alla creatività (colore verde); - L’elemento Fuoco, di natura calda, presiede alla temperatura del corpo, all’energia, alla maturazione e al coraggio (colore rosso); - l’elemento Acqua di natura umida e bagnata, presiede alla coesione o forza di attrazione all’interno della materia, alla passività, alla ricettività, alla calma (colore bianco); - l’elemento Terra, di natura solida, presiede alla formazione della materia e quindi alla stabilità, al realismo e si esprime nel corpo, nelle ossa e nella carne (colore giallo). * I Tantra sono Testi degli Insegnamenti Vajrayana, il Buddismo prevalente in Tibet, ma in questo contesto viene citato uno dei Quattro Tantra della Medicina, che rappresentano il corpus dell’intera materia medica.
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L’evoluzione della coscienza veva ciò che molte persoE’ appena uscito il nuovo Dalla profezia DVD su “La profezia di Cedi Celestino alla ne stavano già sperimentando nella loro vita. lestino”, edito da Medusa Video, subito dopo la gior- profezia del 2012: Ciò che caratterizza il nostro momento storico, innata epocale trascorsa la prima volta fatti, è la possibilità di vicon James Redfield, il famosissimo autore del be- di James Redfield vere la propria verità-sincronicità in maniera const-seller che ci ha cambiain Italia scia. Il mio messaggio è to la vita, nel profondo. Le sue sono state parole semplici, dirette e che le persone devono diventare leader appunto per questo molto efficaci e tra- di se stessi e chi legge il libro si trova sformative per le nostre vite. Quella di proprio al centro del suo universo, da cui ha parlato Redfield in occasione del vero protagonista. La misura della nosuo seminario milanese dell’autunno stra connessione spirituale sta proprio in scorso abilmente organizzato dalla Li- quanta sincronicità riusciamo a vivere breria Esoterica di Milano è una spiritua- consapevolmente nella nostra vita”. Eclità ordinaria, autentica, fatta di piccoli co a voi la sintesi del suo seminario che grandi pensieri, intenzioni e gesti. Una ha approfondito, nella visione di oggi, il spiritualità che fa di ogni giorno ordina- contenuto delle sue profezie, ora più rio un giorno straordinario. Un modo che mai attualissime. per rendere spirituale la materia e materiale lo spirito, lasciandosi condurre dalle sincronicità, ossia le coincidenze significative che guidano i nostri passi verso il nostro scopo divino, la leggenda personale di ognuno di noi. La profezia di Celestino, stampato in proprio nelle prime 3000 copie dall’autore e poi promosso con la moglie Salle per un tour nelle piccole librerie di Alabama, Florida, North Carolina e Virginia, vendette centomila copie nel giro di sei mesi. Gli abbiamo chiesto perché? “Perché descri-
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James Redfield e la moglie Salle
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Le undici illuminazioni della Profezia di Celestino: 1-Una massa critica, è la nuova considerazione del mistero che circonda la vita di ognuno di noi su questo pianeta. Tutti abbiamo un destino e la nostra intenzione ogni mattina dovrebbe essere quella di sentirlo, di vivere questa sincronicità. 2- Un presente più esteso, amplia la nostra conoscenza del tempo storico. Ci permette di vivere la materialità in modo spirituale. Tutte le economie del mondo operano in maniera spirituale, avere successo significa rendere il mondo un posto migliore. 3- Una questione di energia, inaugura una nuova visione della vita. Stabilisce che l’universo fisico è composto da energia pura, una forza che in qualche modo reagisce a ciò che pensiamo. La chiave per vivere e sentire le energie è stare aperti. 4- La lotta per il potere, denuncia la tendenza umana a impossessarsi dell’energia degli altri esseri umani controllandoli e impadronendosi delle loro menti. Questa illuminazione riguarda il sentire l’energia tra noi e gli altri, così sentiamo che da alcune persone l’energia ci arriva, da altre ci viene tolta. Se restiamo aperti possiamo comprendere quando la persona ci dà energia e quando ce la prende, anche noi lo facciamo. La chiave per vivere la quarta illuminazione è capire questo da un punto di vista personale. Tutti vogliamo più energia, ma spesso la acquisiamo in modo sbagliato, attraverso la manipolazione. La chiave di questa illuminazione, per interrom-
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pere questo meccanismo è quella di elevarci al di sopra di questo gioco e dargli un nome, dicendo con onestà alla persona come vi sentite in sua presenza. “Io accanto a te mi sento criticato”. Se desiderate vivere una vita elevata dovete avere il coraggio di aprirvi a questi processo. In questo modo impareremo ad acquisire energia direttamente dall’interno, dalla fonte divina in noi, dall’Anima e non dal nostro Ego. 5 - Il messaggio dei mistici, l’Universo può fornirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno, se solo sappiamo aprirci. Questa illuminazione è quella che ci cambia di più la vita. I mistici di tutte le religioni descrivono l’esperienza del divino nello stesso modo. Il contatto con l’Universo si esprime in una sensazione di Amore, non per un oggetto, ma come stato generale dell’essere. L’Amore è l’emozione principale, che ci porta verso un’evoluzione più elevata. Qualunque sia il sentimento di partenza (rabbia, odio…) è importante sapere come ritornare all’amore ed essere molto disciplinati per poterlo fare. L’Amore è la misura principale della nostra connessione spirituale e porta con sé uno stato euforico, una sensazione di sicurezza qualsiasi cosa succeda fuori di noi. Questa illuminazione ci insegna ad aprirci al divino dentro di noi attraverso, ad esempio, la meditazione e un’intenzione quotidiana di volerci connettere con la nostra energia originaria senza venire intrappolati nei giochi degli altri. Fare una meditazione ogni giorno è importante per portarci l’energia dell’intuizione, unica a permetterci di gestire l’elevato grado di cambia-
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mento della nostra epoca. 6- Chiarire il passato, possiamo iniziare a fare chiarezza su chi siamo veramente perdonando, espandendo il nostro senso di destino che ci fa capire qual è la nostra missione spirituale. Stiamo andando sempre più verso la nostra benedizione, la comprensione di questa missione di vita non è mai completa. La nostra missione si evolve sempre di più attraverso la nostra vita. La missione è anche la verità che noi raccontiamo e questa verità è sempre più chiara mentre la nostra vita scorre. Abbiamo una verità per ogni persona che incontriamo e l’altro ha una verità per noi. Questo avviene sempre ed è sempre avvenuto nella storia, ma ora possiamo farlo in modo consapevole. Se non raccontate la vostra verità c’è una verità che manca nel mondo. Ma allora come fare per comprendere la nostra verità? Ogni persona con cui abbiamo parlato ci ha sempre dato delle sincronicità. La nostra vita è un film che si srotola dal tempo della nostra nascita fino ad oggi, quindi chiediamoci: “Cosa avevo in mente quando ho scelto papà, mamma, i miei fratelli.”? “Perché ho incontrato quelle persone in quel preciso momento?” “Perché svolgo questo lavoro?”.Siete esattamente dove dovete essere. Osservate il film della vostra vita e chiedetevi: per che cosa mi stavo preparando? Sicuramente qualcosa che rende il mondo migliore. 7- Lasciarsi trascinare dalla corrente, descrive il modo in cui certi oggetti si pongono nel nostro cammino e certi pensieri ci fanno da guida. Questa illu-
minazione ci permette di scoprire il meccanismo dell’evoluzione umana, del nostro partecipare al mondo, dell’ascolto delle verità, dello scorrimento dell’energia personale, delle sincronicità. La domanda importante è: come raccontare la mia verità? Trovando le parole per esprimerla in modo che gli altri la possano capire. L’intenzione è di trovare la soluzione per ogni problema ed essere sicuri che la soluzione ci sarà data. Troviamo le domande più rilevanti nella nostra vita e creiamo un campo di preghiera che ci porterà la risoluzione. Quindi 1) formulate la domanda, 2) ascoltate l’intuizione, 3) seguite le intuizioni ed esplorate la sincronicità (qualcuno ci porta la risposta al momento giusto), 4) trovate la soluzione, sarete guidati fino alle risposte giuste ai vostri problemi. La chiave della settima illuminazione è di ricordarsi di questo processo che già accade nel mondo e di portarlo al livello della consapevolezza. 8- L’etica interpersonale, spiega come usare l’energia in modo nuovo con le persone che entrano a far parte della nostra vita. Bisogna agire con gli altri come desideriamo trattino noi. Quando interagiamo con l’altro è fondamentale che parliamo al suo essere spirituale aperto, alla parte della sua anima capace di aprirsi al divino. Questo significa ignorare l’ego (la personalità, che
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NUOVI ORIZZONTI
magari ci critica o prova rabbia, rancore) e cercare la luce negli occhi dell’altro. A volte non è facile, ma funziona sempre. Questo processo è sempre accaduto nel mondo, ma in modo inconsapevole. La nostra sfida è di renderlo conscio e questo ci porterà a una più alta spiritualità. La luce che potete accendere in un’altra persona può cambiare il mondo. Questa è la missione di tutti noi. Mettendo in atto la vostra etica interpersonale, il flusso della vostra vita si amplifica e la nostra missione è di portare quante più persone verso questa spiritualità autentica: come sarebbe il mondo se tutti facessero così? Il mondo cambierebbe in una notte. Ognuno di noi acquisisce sempre più energia spirituale e può vivere questa energia ogni giorno. Se pensiamo che un giorno possiamo diventare Luce, iniziamo a muoverci verso la Luce col nostro corpo. E quando noi crediamo in questo riusciamo anche a vederlo. 9- La cultura emergente, spiega come cambierà la cultura nel prossimo millennio grazie all’evoluzione consapevole. La scienza conferma questa crescita della cultura emergente spirituale e la chiave per abbracciare questa illuminazione è pensare ai nostri corpi come a un disegno dell’energia che può funzionare in modo ottimale. Più ispirazione spirituale abbiamo e più lentamente invecchieremo, questo è il nostro futuro. Se tutta l’umanità arriva a questa consapevolezza, il ciclo di vita/morte si fermerà. 10- Mantenere la visione, questa Illuminazione ci chiede di restare aperti e fiduciosi, aumentando il flusso di questa
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energia spirituale nella nostra vita e nella nostra evoluzione personale. Questo accade quando lasciamo il mondo materiale e accogliamo il fatto che ci sia un aldilà, così che il processo della morte diventa sempre più un processo di transizione da una dimensione a un’altra. Potremo sempre più fare questa transizione in maniera conscia perché ci verrà insegnato come farla. 11 – Il potere dell’intenzione, la chiave è affermare che “Il Regno degli Angeli ci aiuterà in questo mondo”. Veniamo tutti qui con un piano ideale ed è qui che occorre la vera unità. Quando spiritualizziamo questa dimensione, modifichiamo anche l’aldilà. E’ questa l’integrazione della decima illuminazione. Con l’ego possiamo creare tante cose, ma il rovescio della medaglia è tanta ricchezza accompagnata da tanto dolore, questa è la lezione per poter tornare al nostro essere più alto. Sta ad ognuno di noi decidere qual è l’obiettivo del nostro ego o quale della nostra anima. L’undicesima Illuminazione è quella della creazione e include la condivisione in gruppi di preghiera. Se più persone si riuniscono a pregare per una visione comune, allora la preghiera diventa più forte. Se la preghiera più forte è un’affermazione, allora ogni affermazione è una preghiera. Unitevi al nostro gruppo di preghiera collegandovi al sito www.celestinevision.com E non dimenticate mai che la caratteristica più importante del nostro momento storico è che la verità e la sincronicità possono essere vissute sempre in modo consapevole!