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Trimestrale di Cultura, Scienza e Tecnica del Benessere
Sped. abb. post. - PubblicitĂ 70% - Filiale di Milano - Anno 20 - N. 3 - Luglio 2006
Organo Ufficiale FIRP
I bambini sorridono alla reflessologia
www.firp.it
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A ottobre riapre la Scuola Triennale di Reflessologia Iscrivetevi e coinvolgete anche i vostri amici!
Segreteria: Tel. 0363.350135 www.firp.it
tivo Il Diret a Firp e l .O. one R ti i z a d e R tut a o n a r augu E BUONZE! N VAC A
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Luglio 2006
SOMMARIO
REFLESSOLOGIAOGGI Direttore Responsabile: Manuela Mancini Comitato di Redazione: Stefano Suardi, Biagio Franco, Elena Cirelli, Raffaello Cuter Consulente editoriale: Carlo Gaeta Progetto grafico Promotion Merate s.r.l. Merate (LC) Stampa MEDUSA - Caravaggio (Bg) - Via L. Da Vinci Tel. 0363/53919 Direzione, Redazione e Pubblicità Via A. Manzoni, 29 24053 Brignano Gera d’Adda (BG) C/C post. 36643203 Segreteria c/o Studio Media P.zza Locatelli, 10 24043 Caravaggio (Bg) Tel. 0363/350135 (9-12; 14,30-17,30) Fax 0363/350654 E-mail: info@firp.it CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Raffaello Cuter Vicepresidenti: Biagio Franco, Elena Cirelli Segretario: Stefano Suardi Consiglieri: Guido Zandi, Erminio Frezzini, Martino Papetti, Emilio Leorin, Angelo Paglietti Collegio dei Revisori dei Conti Luigi Gandolfi, Renzo Zanier, Sonia Arnaboldi Collegio dei Probiviri: Clara Venturelli, Ariella Lupi, Mario Nadin
Trimestrale di Cultura, Scienza e Tecnica del Benessere Organo ufficiale della FIRP Autorizzazione del Tribunale di Bergamo del 25/2/05
EDITORIALE ATTUALITÀ REFLESSOLOGIA SPECIALE CONVEGNO Le relazioni
Scuola Firp Parlano di noi VIAGGI FIRP ALBUM FIRP
Il contatto è bambino 3 Professionisti riconosciuti 4 L’arte del reflessologo 6 La reflessologia sorride ai bambini I Tanti sorrisi da Riccione II Feed-back di un convegno riuscito VI Archeoreflessologia: dagli Egizi ai Camuni VIII Il tatto e il bambino X Il villaggio dei bambini XII La nascita della postura e del movimento XIV La nascita psicologica del bambino XV Clown terapia, la forza del sorriso XVI Un’alimentazione sana per i nostri figli XVII Piccoli piedi... crescono XVIII Buon compleanno RO XIX Rinascita di un grande bonsai XX Dislessia: ritmo e reflessologia XXI Tuina: dalla Cina col sorriso XXII Sinergie vincenti per le cefalee da postura XXIII Deficit di attenzione e iperattività XXIV Il bambino interiore XXV Diplomati 2005 XXVI Rassegna stampa del convegno XXVIII Alla scoperta dell’Egitto 9 Cartoline da Riccione 11
Tutti i diritti sono riservati. Testi e immagini inviati al giornale non verranno restituiti. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente l’opinione dei singoli autori. Abbonamento annuale € 26,00, arretrati € 8,00. Versamento su vaglia postale o C.C.P. n. 36643203 intestato a FIRP, Via Manzoni, 29 -24053 Brignano Gera D’Adda (BG).
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Mille sorrisi al Convegno 2006 con una madrina d’eccellenza: Silvia Cuter nel ruolo di splendida odalisca.
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EDITORIALE
di Manuela Mancini
Il contatto è bambino
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a piccoli c’è stato un periodo in cui, per conoscere quello che ci stava intorno, portavamo ogni oggetto alla nostra bocca, per sentirlo con la mucosa delle labbra, per poterlo definire, per sapere che gusto o che sapore aveva… e anche oggi che siamo adulti, il contatto non ha perso per noi la sua valenza simbolica. Le carezze ed il contatto avvolgente e penetrante del massaggio, infatti, ci riportano simbolicamente ai primi felici contatti esplorativi di ogni bambino col mondo esterno e con la propria mamma. Infatti, nelle prime settimane di vita, quasi tutte le relazioni col mondo avvengono tramite un piacevole contatto sensoriale con la madre che accarezza, tiene in braccio, allatta, coccola e manipola il proprio bambino. E' attraverso questi contatti che il bambino scopre e sperimenta l'unità con se stesso e con il mondo esterno: la madre. Ed é sempre attraverso il tatto che il bambino scopre se stesso e la sua identità ed individualità. Il tatto ci fa esistere; ci individua come esseri a sé e nello stesso tempo ci lega all'altro ed al mondo esterno. Attraverso il massaggio, la mano che tocca e scivola sul corpo parla di te e di me. È come se la mano dicesse al piede, alla gamba, alle spalle: “Questo è il tuo piede, questa è la tua gamba, questa è la tua spalla, e così di seguito, questo è tutto il tuo corpo, questo sei tu!”. Quel "tu" che hai smarrito in questa vita caotica e frenetica, dove ci sono sempre troppe cose da fare e non c'è più tempo per te. E lo smarrimento procura dolore e sofferenza, che non è solamente psichica, ma anche fisica. Quella stessa sofferenza che la mano nel massaggio cerca e rivela e che, nello stesso istante, tramuta in sollievo, in piacere. Ed il miracolo si compie e la vita e la sua linfa riprendono a scorrere col sangue... e la nostra esistenza ricomincia a fiorire.
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di Raffaello Cuter
ATTUALITÀ
Professionisti riconosciuti L’impegno Firp nell’ambito del Coordinamento Libere Associazioni Professionali
L’
intervento della Firp a difesa dei professionisti Reflessologi per il riconoscimento del loro lavoro procede da anni su due linee: partecipazione attiva all’IAS (Interassociazione Arti per la Salute) e partecipazione attiva al Colap (Coordinamento Libere Associazioni Professionali). Attraverso l’IAS viene portata avanti un’azione culturale e politica in collaborazione con le principali associazioni italiane di altre discipline che hanno come scopo lo sviluppo del completo benessere nelle persone. Con le altre cento associazioni del Colap, invece, cerchiamo di valorizzare le associazioni professionali che non rientrano in professioni difese da ordini specifici. Di seguito pubblichiamo integralmente il testo del manifesto CoLAP.
Il manifesto del CoLAP Principi della riforma delle libere professioni Centralità strategica dei servizi professionali per lo sviluppo e l’ammodernamento del Paese, così come ribadito anche dalla Commissione U.E. 1 Pieno recepimento ed attuazione operativa dei principi comunitari di concorrenza e libera circolazione dei professionisti e delle professioni intellettuali, nella salvaguardia di quelle norme che attengono alla correttezza dei comportamenti e, in particolare, dei codici etici e deontologici propri di ciascuna attività professionale. 2 Regolamentazione delle libere As-
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sociazioni professionali, in conformità e per la completa attuazione delle direttive CEE92/51 e 89/48 e, dunque, riconoscimento giuridico (sulla base della valutazione dei requisiti di natura organizzativa) della loro capacità di svolgere funzioni di attestazione a garanzia dei consumatori dei requisiti professionali dei propri iscritti, i quali potranno “fregiarsi” di un apposito marchio distintivo di qualità. Le Associazioni professionali riconosciute opereranno senza nessuna esclusiva ed in regime di piena concorrenza. 3 Conferma degli Ordini quali con-
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trollori di attività professionali per le quali permane un effettivo interesse pubblico da tutelare, in quanto attengono ad interessi costituzionalmente garantiti o comunque di grande rilievo sociale. 4 Riesame e modernizzazione delle norme che definiscono gli atti professionali in privativa. 5 Accesso ad ogni libera professione garantito a tutti i soggetti che lo richiedono e che abbiano: - conseguito un titolo di studio attestante una formazione di base adeguata per quella attività professionale - ovvero (o anche) svolto un periodo di tirocinio di tipo operativo o, in alternativa, frequentato con esito positivo corsi specialistici che garantisca una formazione professionalizzante altrettanto adeguata. - ottenuto un’eventuale certificazione di parte terza (ad esempio in conformità alla norma EN 45013) oppure, in alternativa, nei casi previsti, superato un Esame di Stato organizzato in modo da poter costituire una efficace valutazione delle capacità del candidato ad esercitare una determinata libera professione. - stipulato una polizza assicurativa relativa ai rischi inerenti l’esercizio dell’attività professionale. 6 Verifica periodica della permanenza dei requisiti (capacità, conoscenze aggiornate e operatività) che hanno consentito l’accesso alla libera professione.
8 Pieno dispiegamento delle modalità organizzative di offerta dell’attività professionale e, dunque, disciplina dell’attività professionale resa in forma societaria che preveda la possibilità di esercitare attività professionali, oltre che come liberi professionisti, singoli od associati, anche sotto forma di: - società professionali costituite da soli professionisti; - società di capitali; - società di servizi. Su tutti gli atti ufficiali dovrà apparire la forma giuridica adottata assieme alla firma del professionista che ha compiuto l’atto professionale per ogni attività riservata. 9 Abolizione di ogni tariffa obbligatoria per legge (minima o massima), salvo i casi in cui la prestazione debba essere resa obbligatoriamente. Conferma della normativa contenuta dal d.leg.157/95 per l’offerta anomala. 10 Abolizione del divieto di pubblicità (con esclusione della pubblicità comparativa), fermo restando il rispetto dei Codici d’autotutela dei pubblicitari.
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di Martino Papetti
REFLESSOLOGIA
L’arte del reflessologo (Seconda parte)
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e non operiamo armonizzan- rato la situazione del cliente quandoci col cliente e vedendolo in do questi ha trasformato il suo motutta la sua “bellezza interiore” do di vedere, sentire, pensare e vie positività, siamo consapevoli che vere. Questa condizione non può il ben-essere non viene portato alla essere imposta dall’esterno ma desua esaltazione e che ve crescere dall’interil reflessologo perpe- Continuiamo l’analisi no, è la persona che tua il mal-essere del degli aspetti salienti deve avere consapesuo cliente. Si potrebvolezza del suo camdella nostra be infatti creare un biamento, della sua professione: circolo vizioso che crescita, del suo eleporta la persona a un varsi. dare è ricevere peggioramento del Se non raggiungiasuo stato, anche se in apparenza mo questo obbiettivo noi siamo, noi gli abbiamo tolto il suo dolore, come per la stragrande maggio“noi l’abbiamo fatto stare bene”, ranza dell’umanità la medicina uffinella realtà noi ci mettiamo al suo ciale, una cura per il sintomo e non servizio per perpetrare il suo stato per la causa. d’animo negativo e con questo riu- Elevarsi a questo modello di crescisciamo a fidelizzare la persona e a ta non è facile, bisogna da prima creare dipendenza. incominciare a capire ciò che si sta Ora, cosa possiamo fare per cam- facendo e solo dopo tanto allenabiare questo modo di vedere e di mento si incomincia a “far penetraagire sulla persona? re” dentro di sé la tecnica e si acNon si può diventare un bravo re- crescono le proprie capacità. E’ un flessologo solo perché la persona è po’ come quando si impara ad anrimasta soddisfatta, perché abbia- dare in bicicletta: all’inizio bisogna mo tolto quel fastidioso mal-essere, concentrarsi su tutti i passaggi: cerperché non c’è più dolore. chiamo l’equilibrio, i piedi pedalaTogliere il dolore non ha lo stesso si- no, ogni azione deve essere stugnificato di cambiare la condizione diata e meditata, mentre quando in cui si è generato il dolore, ossia subentra la pratica la persona e la la causa. Posso dire di aver miglio- bicicletta funzionano all’unisono.
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Attenzione, però! Perché una volta imparato si ha la tendenza a diventare meccanici e quindi a ripetere sempre le stesse cose, mentre noi abbiamo il dovere di essere sempre consapevoli di ciò che stiamo facendo. Quindi perché il miracolo si compia l’approccio al cliente deve avvenire attraverso dei pensieri positivi, di piacere, di mio benessere interiore. Sono le emozioni che devo andare a scatenare, lo strumento più efficace per favorire il cambiamento e la trasformazione del cliente. Perciò la mia azione farà scaturire la rabbia che gli sblocca lo stress continuo, le lacrime che gli scaricano le tossine e il riso che gli rafforza il sistema immunitario e combatte il dolore. Ecco perché arrabbiarsi, piangere oppure ridere come, al contrario, trattenere il tutto, possono modificare sensibilmente gli organi, i visceri e tutti i sistemi di omeostasi, quindi il ben-essere della persona. Ridere tanto apre i polmoni, dilata il ciclo respiratorio e aumenta la quantità di ossigeno, come pure aumentando il battito cardiaco si favorisce la circolazione, si abbassa la pressione e si alzano le difese immunitarie. Una sana risata stimola la produzione di beta endorfi-
ne, sostanze che aumentano la resistenza al dolore. Piangere dopo un’emozione lubrifica gli occhi ed elimina anche le tossine accumulate, mentre trattenere il pianto provoca facilmente il mal di testa. Così come esprimere la propria rabbia evita uno stato di depressione, che abbassa sempre le difese immunitarie, mentre reprimerla è causa di contrazioni muscolari, dolori alla cervicale, alla schiena e cambiamenti della postura. Tutto quanto qui esposto non è farina del mio sacco, ma è uno studio comprovato niente di meno che
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REFLESSOLOGIA
dall’Università statale dell’Ohio (USA), a conferma dello stretto legame fra emozioni negative e malattie. Qualcuno infatti diceva che le emozioni sono come gli aquiloni: sono belle solo quando volano. Allora lasciamole andare e facciamole volare! Quindi se le mie emozioni, i miei sentimenti, tutto il mio essere, sta suonando, sta orchestrando, sta perfezionando la sinfonia, la persona che ascolta, di contro, recependo tutto questo, deve solamente comportarsi come un diapason, ossia vibrare, accordarsi e suonare all’unisono con me. Solo così si accorgerà di aver trasformato il suo modo di vedere, sentire e vivere il proprio disagio,
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giungendone alla causa. Ed io?... A me cosa è successo? Cosa ho fatto? Come sono diventato l’artefice di tutto ciò? Di questa alchimia? Come ho fatto a diventare “bravo”? “Io non ho fatto niente”, sarei tentato di pensare. Eppure questo non è vero, perché le nozioni erano già tutte dentro di me, le mie mani si muovevano per me grazie al mio sapere, la mia energia pulsava tramite me grazie alle esperienze, ma la cosa più bella e senza spiegazioni, è il semplice fatto che all’altra persona ho donato tutto ciò di cui aveva bisogno, oppure è stata lei a prendere da me esclusivamente ciò di cui aveva bisogno. Sono diventato per l’altro come una grande spugna da cui si può attingere tutta quella forza, quell’energia necessaria al cambiamento. E tutto ciò è stato possibile grazie a quello che altre persone, altre energie mi hanno elargito nel tempo e mi hanno donato senza interessi, così che io ora, senza egoismo alcuno, senza pretendere interessi alcuni, le stesse consapevolezze le sto trasmettendo a chi viene in contatto con me, forse per casualità o forse per destino e ci troviamo ad incrociare il nostro cammino e a percorrere questa strada insieme… Non importa per quanto, non importa per dove, ma l’importante è che io dia e lui riceva, lui dia ed io riceva. Forse è solo questo il senso della nostra vita.
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La reflessologia sorride ai bambini Riccione, Palazzo del Turismo 29 aprile - 1 Maggio 2006
• Reportage • Sintesi degli interventi • I diplomati 2005 I
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SPECIALE CONVEGNO
TANTI SORRISI D La Reflessologia sorride al mondo del Benessere
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l nostro sipario anche quest’anno si è aperto sul mare e sul cielo azzurro di Riccione, ma con qualcosa in più: tanti sorrisi. Quei sorrisi che la tecnica reflessologica può donare al futuro del nostro pianeta: i bambini. Così la Reflessologia ha sorriso ai bambini, mostrandoci tutto quanto può essere fatto per aiutare le piccole piantine a crescere, mettendo accanto a loro, nel terreno, un paletto, un sostegno per il loro esile fusto. Così che il piccolo albero possa crescere, giorno dopo giorno, sempre più dritto e forte. E siamo tutti tornati un po’ bambini, perchè il clima dell’evento è stato goliardico, vivace, giocoso e molto appassionante… un po’ come se il bambino dentro di noi si fosse ridestato. E così l’aria di fiaba e magia, indispensabile per ogni bimbo, si è materializzata intorno a noi con il primo intervento di Carlo Ongaro: “Archeoreflessologia: dagli Egizi ai Camuni” che ci ha mostrato le antiche e sacre origini della nostra tecnica attraverso il misterioso ritrovamento di incisioni rupestri, veri e propri graffiti, nella roccia della Val Canonica. E sull’importanza delle coccole si è basato l’intervento del Presidente Firp, Raffaello Cuter, “Il tatto e
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I DA RICCIONE il bambino” che ha evidenziato come il massaggio sia un’imprescindibile fonte di nutrimento, un modo per far crescere sani i nostri figli. Nel “Villaggio dei bambini” Elena Girelli e Sonia Arnaboldi hanno illustrato, sia in teoria che in pratica, alcuni percorsi reflessologici utili per fornire ai nostri figli il carburante necessario per andare lontano, mentre Michela Poggioli, fisioterapista, ci ha insegnato come è avvenuta, nel neonato, “la nascita della postura e del movimento”. Ma un bambino che si rispetti ama i sorrisi e gli scherzi: allora cosa c’è di meglio di tanti simpaticissimi clown per farci tornare tutti bambini? Fabio Fabbrucci e i volontari dell’associazione “Dottor Clown” di Rimini hanno inscenato una serie di divertenti gag, per farci comprendere ancor meglio i principi della “Clown Terapia” diffusa da Patch Adams negli ospedali. Ma quando possiamo dire che un neonato esiste? Quando avviene la “nascita psicologica del bambino?” Alessandro Ziche, psicologo e consulente di neuropsichiatria infantile, ci ha spiegato che la nascita psicologica è un processo di separazione-individuazione e ce ne ha illustrato le varie fasi. Sul linguaggio delle minuscole estremità si è soffermato Biagio Franco in “Piccoli piedi… crescono”, perché i piedi sono un mondo bello e grande che
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La sorridente platea del convegno Firp 2006 nel salone del Palazzo del Turismo di Riccione
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continua a mandarci segnali, con le sue bellezze e i suoi traumi e noi reflessologi abbiamo la possibilità di migliorarlo. Immancabili, come per tutti i bambini, i festeggiamenti di “buon compleanno”, in questo caso per la nostra rivista “Reflessologia Oggi” che da piccola è diventata quasi adulta: 20 anni! Vent’anni di pagine Firp, di eventi, informazioni, casi reflessologici e soprattutto vent’anni della nostra storia in quanto Federazione. Ce ne ha parlato appassionatamente Carlo Gaeta, il nostro consulente editoriale che, per l’occasione, ha sfoderato un esilarante mini-romanzo con tante immagini e vignette a colori sui fatti e i misfatti della Reflessologia e della Firp in questi vent’anni… E nel volano delle emozioni, dai sorrisi siamo passati alle lacrime: commovente è stato l’intervento di Carlotta Filippini Fantoni sul piccolo Simone (“Rinascita di un grande bonsai”) che ha migliorato notevolmente i sintomi della sua Leucemia linfo-
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blastica acuta grazie all’aiuto della Reflessologia. Così che, per la prima volta dopo tanti anni, al Convegno di Riccione Simone è ritornato a toccare il mare… che non vedeva più dal tempo lontano della sua malattia… E che dire della Reflessologia usata come tecnica complementare a mediazione corporea con funzioni di supporto, rinforzo e riequilibrio nei casi di dislessia?
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Ce ne ha parlato Tiziana Vidini in “Dislessia: ritmo e rflessologia” mentre, per non farci dimenticare l’esotismo dell’Oriente, tanto caro ai sogni dell’infanzia, Guido Zandi ci ha accompagnato mano nella mano nella storia e nelle affascinanti manovre del “Tuina: dalla Cina col sorriso”, che potremmo considerare uno degli antenati della nostra tecnica. E che fare nei casi, così frequenti nei bambini, di mal di testa e svogliatezza? Anche le “cefalee da postura” possono essere risolte grazie alla tecnica reflessolo-
gica utilizzata in sinergia con la digitopressione: parola di Orlando Volpe! E non poteva mancare neanche il caso del bambino disattento e iperattivo, a cui va stretto il banco di scuola: Flavio Violetto ci ha illustrato il percorso reflessologico in un caso di “Deficit d’attenzione ed iperattività”. Così, contenti e soddisfatti come tutti i bambini, che si godono istante per istante il proprio presente, dopo il Convegno abbiamo assistito alla consegna dei Diplomi, un momento di grande soddisfazione per coloro che hanno coronato con immenso entusiasmo tre anni di Scuola, di sacrifici e di crescita, sia personale che professionale. Alla sera ci siamo scatenati nei consueti balli di gruppo e nelle danze anni ’60-’80. I nostri “bambini” hanno davvero ricevuto tanto… ma dobbiamo dire che anche gli adulti non si sono proprio potuti lamentare…
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Tanti sorrisi al convegno Firp 2006. nella pagina a lato, in alto, il tavolo della presidenza; al centro, Guido Zandi protagonista insieme ai ragazzi della clown-terapia; sopra, i bambini veri protagonisti dell’evento.
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L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO
Feed-back di un convegno riuscito Valutazioni a margine del 22° meeting Firp
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ari associati, studenti, e docenti FIRP, il 29, 30 aprile e 1 maggio, si è tenuto a Rimini il convegno annuale F.I.R.P. quest’anno centrato sul tema “La reflessologia sorride ai bambini”. Al termine delle giornate di lavoro vi abbiamo chiesto di compilare un questionario per sapere le vostre opinioni sui giorni trascorsi insieme e anche raccogliere idee e suggerimenti per migliorarci sempre di più in futuStefano Suardi, ro. Qui di seguito Segretario Generale FIRP vi presentiamo i risultati ottenuti analizzando le vostre risposte. La valutazione generale del convegno F.I.R.P. 2006 che emerge dall’analisi del campione è risultata più che sufficiente con una risposta media pari a 3,76 su di una scala crescente da 1 a 5.
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Si evidenzia quindi un deciso miglioramento rispetto al risultato del convegno 2005 che aveva ottenuto una valutazione appena sufficiente con un voto medio di 3,1 raggiunta solo grazie al buon punteggio ottenuto dagli interventi riguardanti la reflessologia. L’87% del campione di 127 partecipanti al convegno 2006 ha dato un giudizio positivo all’evento. I dati evidenziano una situazione opposta a quella del 2005 dove tra i rispondenti al questionario si è evidenziata una netta spaccatura tra soddisfatti e insoddisfatti (grafico 1). Anche i risultati legati agli aspetti organizzativo logistici denotano un miglioramento nei questionari relativi al convegno 2006, indice di una migliore soddisfazione per la struttura scelta e di un grado generale di consenso che si riflette in tutti gli aspetti del convegno (grafico 2). Alla domanda che chiedeva di giudicare la durata del convegno rispetto agli argomenti trattati, il 69,9% del campione (88 schede su 127) dichiara che è stata giusta. Anche in questo aspetto si evidenzia un miglioramento rispetto al 2005. Alla domanda sull’intenzione di pra-
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ticare in futuro la reflessologia come professione la percentuale di risposte positive rimane altissima e cresce fino al 91,3% del campione, 116 schede su 127 (tab. 1). Dai questionari abbiamo tratto anche consigli e spunti interessanti che terremo sicuramente in considerazione per migliorare il convegno F.I.R.P. del prossimo anno come ad esempio: • Aumentare gli interventi dedicati esclusivamente alla reflessologia; • Fare più esempi di esperienze e di patologie; • Possibilità di fare più pratica; • Qualche ora in più da dedicare al tempo libero per unire l’utile (convegno) al dilettevole (mare).
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Durata Convegno in relazione agli argomenti svolti (Convegni 2005/2006)
Convegno 2006
Convegno 2005
Valutazioni generali confronto Convegni 2005/2006
Convegno 2006
Convegno 2005
Aspetti organizzativo/logistici confronto 2005/2006 Convegno 2006 Convegno 2005
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LE RELAZIONI
Archeoreflessologia: dagli Egizi ai Camuni
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ella primavera del 2004, a seguito di una segnalazione, venimmo a conoscenza di strane orme incise nella roccia in Val Camonica, dove circa 8000 anni fa era fiorente la cosiddetta civiltà Camuna. Recatici sul poCarlo Ongaro sto, la sorpresa fu enorme: sulla roccia c’erano effettivamente scolpite delle orme ma la cosa che ci stupì maggiormente fu vedere all’interno della sagoma del piede le figure dell’uomo incise. Il significato di quelle incisioni per noi era chiaro: qualcuno anticamente aveva voluto rappresentare ciò che per noi era scontato, ovvero l’uomo riflesso nel piede. Successivamente alla visita, fissammo un incontro con il dott. Ausilio Priuli, l’archeologo responsabile di tutta l’area, il quale ci spiegò che a suo parere l’interpretazione più
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plausibile di quelle forme incise era il caratteristico passaggio dal mondo adolescenziale al mondo adulto. A questo punto avanzammo la nostra ipotesi di interpretazione e, con nostra sorpresa, egli ci rispose che poteva essere veritiera. Da allora siamo ritornati sul luogo diverse volte per esplorare l’area senza lasciar niente d’intentato… In effetti, anche nel mondo dell’antico Egitto ci sono testimonianze che ci fanno supporre che la reflessologia fosse una pratica conosciuta. Ogni reflessologo conosce lo spezzone di geroglifico, che si trova nella cosiddetta tomba del medico Ankmahor, in cui vengono rappresentati due Nubiani di pelle scura che probabilmente eseguono un massaggio reflessologico a mani e piedi, ma la cosa interessante è che la traduzione del testo fa riferimento esplicito alla classica situazione reflessologica! Questa particolare rappresentazione grafica è composta da due elementi essenziali: uno è l’immagine, l’altro è la parola scritta, il geroglifico che descrive l’atto. L’antico autore vuole affermare che l’azione ivi svolta riguarda essenzialmente una cura medica: “Guariscimi
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ma non farmi troppo male” dice l’ignoto cliente del medico egizio. Evidentemente questa frase si riferisce non ad un semplice massaggio, bensì ad un qualcosa di più incisivo: quel “guariscimi” così categorico è un’esortazione che riconduce l’attività reflessologica ad una vera e propria cura. La seconda parte dello scritto ci indica che l’azione del medico può essere dolorosa. Un altro elemento non secondario riguarda il contesto in cui viene rappresentata la scena: una tomba. Come mai un valido ed importante personaggio sente l’esigenza di descrivere il suo operato nella tomba? Bisogna ricordare che per gli Egizi, come per altre culture, la morte era un passaggio verso l’eternità e la
tomba il santuario da cui veniva traghettato l’uomo. Con tutta probabilità, il sepolcro è stato scelto per rendere sacro ed eterno questo messaggio. E oggi noi sappiamo che Ankmahor non era solo un medico, ma anche un sacerdote. L’antico autore ricorda a noi, reflessologi moderni, che la pratica reflessologica non può essere relegata ad un semplice massaggio, neanche ad una semplice cura, bensì ad un atto sacro che si perpetua nel tempo. Per concludere possiamo affermare con certezza che il mondo reflessologico non è più orfano, ma possiede delle radici profonde, sacre, dalle quali poter attingere forza per continuare l’opera intrapresa dai nostri antichi padri.
Strane orme incise nella roccia in Valcamonica: l’uomo sta all’interno della sagoma del piede. 8.000 anni fa i Camuni avevano scoperto la reflessologia?
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LE RELAZIONI
Il tatto e il bambino
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on di solo pane vive l’uomo, ma …”.Se questa frase dei Vangeli è valida per ogni essere umano adulto, tanto più si adatta ai bambini, soprattutto nei primi mesi di vita. Il neonato, infatti, non ha la concezione del tempo e tanto meno la possibilità di confrontare le sue esperienze con altre già vissute da sé o da altri, non ha anRaffaello Cuter cora la capacità mentale di giudicare ciò che vive. Per lui ogni sensazione è legge, il vissuto di oggi è il vissuto di sempre, l’assoluto. Ne consegue che ogni esperienza negativa, ogni trauma sensoriale, diverrà per lui non solo un rifiuto, una chiusura verso quell’esperienza, ma una chiusura, un rifiuto nei confronti della vita, con tutte le conseguenze di insicurezza,
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tensione e senso di colpa che si porterà dentro per sempre. All’opposto, ogni esperienza sensoriale piacevole porterà serenità, sicurezza e quindi benessere al bambino di oggi e all’adulto di domani. Essere toccato, per un bambino, è una necessità non meno importante del mangiare e del bere. Tutti i sensi, vista, udito, gusto, odorato e tatto, sono vie per stimoli vitali nella sua crescita fisica e psichica, ma il tatto lo è in modo particolare. Tatto che è stato il primo a svilupparsi, che gli ha permesso di sentire il tepore rassicurante del liquido amniotico e il piacere, sempre più cercato, del contatto con la liscia membrana delle pareti dell’utero e che deve essere valorizzato per dargli un nutrimento diverso dal ci-
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bo, ma non meno importante di esso. E’ attraverso la pelle che l’uomo instaura i contatti col mondo esterno, ed è soprattutto attraverso di essa che il mondo esterno, genitori per primi, può instaurare un contatto positivo con il bambino, un contatto che lo farà crescere sereno e quindi sano, sia psichicamente che fisicamente. Dobbiamo nuovamente imparare a dialogare con lui attraverso la pelle. Ho detto nuovamente imparare perché tutto questo non è una novità; infatti come tutte le madri nel mondo animale dei mammiferi, anche la donna sapeva istintivamente massaggiare (gli animali lo fanno leccando) i suoi ‘cuccioli’, ce lo dimostra l’uso ancora presente del messaggio, come fatto normale e spontaneo, in diverse zone del mondo, dall’India all’isola di Bali, dalla Nuova Guinea ai Maori della Nuova Zelanda, dall’Africa alle Isole Fiji. Queste mamme non hanno certamente mai letto nulla su come crescere i loro bambini. Un meraviglioso proverbio Maori insegna: “Massaggia le gambe della tua piccola affinché possa camminare con grazia attraverso le pianure”. Parlare con un bambino anche con le mani non è viziarlo, ma nutrirlo anche del nostro affetto.
Quando imbocchiamo un figlio, non pensiamo certo che si vizierà e vorrà essere imboccato per tutta la vita, anzi lo aiutiamo verso una sua autonomia nell’alimentazione. Quando lo massaggiamo non lo rendiamo dipendente da noi ma creiamo in lui le basi per la sua futura naturale libertà ed indipendenza. Tutto questo è espressione della nostra e della sua umanità. Per quanto riguarda l‘ambiente più adatto, il bambino deve trovarsi a proprio agio e quindi è necessario un ambiente riscaldato, normalmente illuminato e non rumoroso. E’ bene evitare nel momento del massaggio che vi siano interferenze e stacchi a causa di altre persone, poiché fra madre e figlio si deve instaurare un feeling d’amore che è crescita sia per chi dà sia per chi riceve il massaggio.
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Al bambino parliamo anche attraverso le coccole. Nei disegni due esempi di carezze: al viso e al collo
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LE RELAZIONI
Il villaggio dei bambini
Elena Cirelli e Sonia Arnaboldi con la piccola Gabriela
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a reflessologia rappresenta per il genitore uno strumento unico volto a stabilire e mantenere un legame più profondo tra sé ed il proprio figlio. Gli adulti che rivestono un ruolo importante nella vita del bambino possono ricorrere al massaggio plantare per alleviare, se non addirittura cancellare, in modo naturale, qualsiasi forma di stress accumulato. L’uso del contatto fisico, proprio della reflessologia, aiuterà il bambino ad
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acquisire un senso d’autostima e di benessere, perché prenderà coscienza che l’adulto, con il massaggio, si occupa di lui e delle sue esigenze. In seguito, osservando o magari imitandone i gesti come per gioco, apprenderà anche una serie di sane abitudini. L’obiettivo di aiutare i propri figli ha fornito a molti genitori una motivazione importante per conoscere la nostra tecnica reflessologica e per verificarne l’effetto riequilibrante. E’ un contatto che, aiutandoli ad acquistare fiducia in se stessi, rende i bimbi consapevoli del proprio corpo, pertanto è un ottimo elemento complementare per la loro crescita. Numerosi sono gli studi che hanno dimostrato i benefici derivati dal contatto fisico e, in particolare, da quello esercitato con le mani, su bambini di qualsiasi età. Del resto ricordiamo che la pelle e il sistema nervoso si originano dallo stesso foglietto embrionale (ectoderma). Un massaggio, una carezza, un contatto di “pelle” ci fa sentire bene “dentro”, ci trasmette sensazioni che le parole non sanno esprimere. Così, quando un genitore si sente in diffi-
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coltà nel manifestare i propri sentimenti al figlio, il massaggio plantare può aiutarlo ad interagire con lui, senza verbalizzare. L’uso costante delle tecniche di massaggio reflessologico aiuta il corpo di chi lo riceve a trasformare particolari schemi, ad apportare le naturali modifiche che permettono il mantenimento ottimale dello stato di benessere e quindi della qualità della vita. E’ importante comprendere che, in ciascuna fase dello sviluppo del bambino, i messaggi provenienti da mani e piedi, convogliati e inviati al cervello, producono una serie d’informazioni assolutamente necessarie ai fini dell’organizzazione del corpo che cresce e si sviluppa; è pertanto necessario che queste informazioni giungano correttamente. Con la pressione esercitata sui piedi, noi forniamo una serie di stimoli tali da permettere al corpo del bimbo di ricercare in sé quell’energia e quei percorsi per mantenere l’omeostasi. E come i muscoli ben allenati e svi-
luppati permettono di migliorare le prestazioni fisiche, così un cervello sollecitato dai messaggi ricevuti con il massaggio darà il meglio di sé. E’ importante non associare il massaggio ad una problematica specifica: tutto deve essere dato e ricevuto come un gioco o una coccola da fare come e quando si vuole. Pressioni, sfioramenti, manipolazioni dei piedi dovranno avvenire con delicatezza, come fossero una coccola o una carezza. Diamo ai mostri bimbi tutto il carburante necessario per arrivare lontano, anche il massaggio reflessologico.
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La nascita della postura e del movimento
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a postura è la manifestazione più evoluta della nostra qualità di vita corporea: anche tu, che stai leggendo in questo momento, hai assunto una postura: seduta, in piedi, sdraiata o magari in movimento. Ma quando il Michela Poggioli nostro corpo ha iniziato a sperimentare la postura? Possiamo affermare che le prime esperienze di movimento e di postura iniziano a nascer e in epoca prenatale: durante la gravidanza il bambino, all’interno dell’utero, viene costantemente sostenuto e sollecitato a muoversi e a cambiare postura. Naturalmente questo rappresenta l’ambiente più protetto e confortevole che si possa immaginare per
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un essere vivente (animali compresi): si vive immersi costantemente nel liquido amniotico, la temperatura è sempre piuttosto alta, la luce e i rumori arrivano rarefatti e attutiti e la forza di gravità è quasi del tutto ininfluente. Verso gli ultimi mesi di gravidanza il bambino sperimenta un contenimento sempre maggiore poiché il suo corpo si ingrandisce, matura anche progressivamente il sistema nervoso centrale che gli consente di sperimentare alcuni movimenti e di rispondere alle sollecitazioni con i riflessi motori: primo fra tutti la spinta “propulsiva” durante il travaglio e il parto. Siamo alla nascita, alla conoscenza del mondo esterno: aria invece di liquido – il primo atto inspiratorio - alimentazione esterna, forza di gravità . In questa prima fase – fino verso i tre mesi – il neonato si muove grazie ai GMs: Movimenti Generalizzati spontanei che daranno luogo lentamente alla comparsa dei movimenti volontari.
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La nascita psicologica del bambino
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a nascita psicologica è qualcosa di diverso rispetto alla nascita biologica, anche se l’una dipende dall’altra in un continuo intreccio. Proviamo ad immaginarci di incontrare un bambino di pochi giorni dal suo concepimento, chi incontriamo? Alla nostra visione si presenta un insieme di poche cellule indifferenziate, il nostro ipotetico bambino ha un aspetto alquanto insolito per come comunemente si intende un bambino. Cosa succede mettendosi nei panni del bambino, ad esempio “cosa pensa”? Un bambino così piccolo “non pensa”, almeno per come intendiamo noi il pensiero, ma ha esperienze sensoriali. Sempre il nostro bambino “cosa ricorda”? Un bambino così piccolo “non ricorda”, ma ha tracce mnestiche sensoriali… Diceva provocatoriamente Winnicott: “… il neonato non esiste” (“La conquista del sé, attaccamento e separazione nel ciclo di vita”, pp. 87 Ed. Unicopli, 1992 Milano) e questo è il centro della nostra discussione, il nostro bambino non è, cioè non ha ancora consapevolezza di sé e non
è ancora in rapporto all’ambiente ma ne è inconsapevolmente parte. La nascita psicologica della persona comprende il passaggio dal sentire al percepire, dal percepire al riconoscere, Cinzia Naibo e Alessandro Ziche dal riconoscere al nominare, sino al rappresentare e rappresentarsi… ed è un percorso lungo e complesso. Questo processo di sviluppo è possibile grazie al fatto che il nostro bambino incontra persone che lo pensano, lo coccolano, lo guardano, lo toccano, l’amano, lo fanno nascere. Persone che gli permettono di tradurre e raccordare le esperienze corporee in esperienza psichica.
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Clown-terapia, la forza del sorriso
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olto divertente e spensierato l’intervento di Fabio Fabbrucci e dei suoi clowns che, sotto l’ombrello dell’associazione Dottor Clown Rimini, si sono lanciati in un’avventura che vede come protagonisti i medici di ogni reFabio Fabbrucci, Gigliola Celetti, parto ospedalieMia Tadei e Sonia Ferlini ro. Il fine? La sorriso-terapia, per concedere ai ricoverati un sorriso e un po’ di leggerezza. Relatori dell’intervento: Fabio Fabbrucci, Presidente dell’associazione Dr. Clown Rimini, Mia Tadei, Vicepresidente, Gigliola Celetti, infermiera e reflessologa e Sonia Ferlini, Responsabile Area Formazione. Bambini e anziani di ogni reparto, infatti, apprezzano molto la visita dei clown, perché li aiuta a distrarsi dalle paure e dalla solitudine; inoltre realizzare le loro fantasie può aumentare l'emissione di endorfine e
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accelerarne la guarigione. D’altronde, lo diceva già Patch Adams, che decise di fare il medico quando, da giovane, venne curato in un istituto per la cura di malattie mentali per una forte depressione. La conoscenza della malattia gli permise di aiutare un ragazzo ad affrontare i suoi deliri grazie a dei giochi e così si accorse che aiutare gli altri gli procurava gioia ed emozione e decise di iscriversi all'Università. Qui però incontrò un ambiente asettico, dove viene incoraggiato il distacco dal paziente, dove si insegna tutto sulla malattia e niente sul malato e diventò un ribelle… Patch allora riempie una stanza di palloncini, una vasca da bagno di tagliatelle, va in giro con un naso da clown e le scarpe grandi e spiega: "Sappiamo tutti quanto sia importante l'amore, eppure, con quale frequenza viene provato o manifestato veramente? I mali che affliggono la maggior parte dei malati non possono essere curati con una pillola." Fare il clown vuol dire amare i pazienti; vuol dire donare noi stessi per la loro gioia. Fare il clown sembra facile; ebbene, è ancor più semplice. Basta amare.
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Un’alimentazione sana per i nostri figli
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siste un nesso molto forte tra quello che mangiamo e la nostra energia, lo stato d’animo e il sorgere di eventuali patologie. Biotti ci ha messo in guardia rispetto a un’alimentazione, per così dire, consumistica e veloce, come quella offerta dai fast food e dai cibi congelati, preconfezionati e alterati da conservanti e sostanze chimiche. Le regole di una buona tavola? Usare il congelatore il meno possibile, consumare in grande quantità sostanze integrali, che hanno passato poche fasi di lavorazione industriale e prediligere cibi freschi, di giornata. Evitare, inoltre, pane, zuccheri, alcolici. Queste sostanze, infatti, sono le responsabili di molte patologie infantili, prime fra tutte la candida albicans. Senza dimenticare che il cibo non dovrebbe riempirci o intossicarci, ma nutrirci e portarci più energia. Ci sono due aspetti del pasto che influenzano il nostro umore e le nostre vibrazioni: quelli biochimici e quelli materiali. I primi includono le sostanze nutrienti e i processi che queste subiscono una volta ingerite: vengono infatti trasformate in
Manuela Mancini e Gabriele Biotti
“neurotrasmettitori” (i messaggeri del cervello che rendono possibile il pensiero e la consapevolezza delle emozioni) e in “ormoni” (sostanze che dirigono l’attività delle nostre ghiandole endocrine). Mentre gli aspetti immateriali, più sottili, coinvolgono i nostri sensi e quello che sentiamo, proviamo, percepiamo, gustiamo, vediamo rispetto al cibo che ingeriamo. Quindi un’attenzione speciale va dedicata all’alimentazione dei nostri figli.
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Piccoli piedi... crescono
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bambini sono il nostro domani. La loro salute è il nostro principale obiettivo e dovere di genitori e, come tali, cerchiamo di adoperarci perché questo stato sia sempre ottimale. Nei piedi dei nostri figli possiamo leggere il loro stato di salute e anche le eventuali disfunzioni; ma oltre a questo, se noi guardiamo meglio i piedini, possiamo scorgere sia la personalità Biagio Franco che il comportamento del bambino. I piedi dei neonati mostrano chiaramente che la parte anteriore del piede è ampia e quella corrispondente al tallone è stretta, in quanto le dita dei piedi hanno necessità di molto spazio. Perché le dita hanno bisogno di spazio e la zona falangea metatarsale dei piedi è molto larga? Perché il bimbo nei primi 4-5 anni vuole apprendere il più possibile. Le dita, infatti, sia delle mani che dei piedi, sono delle antenne di ricezio-
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ne di energia, ossia captano l’energia necessaria per apprendere; in reflessologia, infatti, sulle dita dei piedi sono riflessi il cervello e tutta la testa. La zona sottostante le dita, per noi reflessologi, corrisponde alla zona cuore e polmoni; è la sede della nostra energia vitale da dove scaturisce il nostro potenziale energetico. Ecco perché costringere i bambini ad indossare scarpe strette vuol dire costringerli a recepire di meno e a trattenere la loro energia vitale bloccandone il potenziale energetico. Il tallone corrisponde alla stabilità fisica ed emozionale e sopporta il 60% del nostro peso corporeo. Se il tallone è molto stretto ci indica che il bimbo ha poca resistenza fisica e pertanto fa fatica a stare in piedi, a camminare; anche psicologicamente fa fatica a progredire nella vita. Nei primi 4-5 anni, la cosa più importante per il bambino è apprendere e pertanto non ha bisogno di un tallone largo, perché i genitori pensano a lui, a farlo “camminare” attraverso il loro insegnamento. I piedi sono un mondo, “un mondo bello e grande” fatto di bellezze ma anche di traumi e noi reflessologi abbiamo, fortunatamente, la possibilità di migliorarlo.
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Buon compleanno RO
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resentarsi al Convegno Nazionale FIRP è sempre una grande emozione, ancor più per chi è stato chiamato nel suo ruolo di consulente editoriale a ripercorrere le tappe salienti della storia di Reflessologia Oggi, l’house organ federativo il cui primo numero uscì dalla tipografica nell’ormai lontana primavera del 1987. Storia davvero singolare quella di RO, fatta di molti capitoli, tutti entusiasmanti e degni di nota, con una sequenza infinita di argomenti trattati, non solo reflessologici. Cinque direttori, decine e decine di collaboratori, almeno un terzetto di grafici creativi a dare forma alla pubblicazione e un paio di bravi stampatori che, una volta tanto, è il caso di citare: la Vigrafica di Monza (che ci ha seguito per oltre 15 anni) e la Medusa di Caravaggio (subentrata un paio di anni fa). Insomma, una grande avventura che abbiamo voluto ripercorrere attraverso le copertine più “famose”, soprattutto quelle ricche di colorata inventiva, ma in particolare quelle che hanno segnato un ciclo: il nr.1 del maggio 1987 con il primo direttore, dott. Gaetano Mauro; nel maggio 1988 il primo numero diretto da Daniela Butti; nel marzo 1989 l’avvento dell’avv. Francesco Macrì;
il nr. 3 del 1990 che sottolinea l’entrata in scena di Giovanna Di Sacco che sarà al timone della rivista fino al 1996 anno in cui alla direzione arriva l’effervescente Manuela Mancini, ancora oggi giornalista responsabile della testata. Ed il ricordo va inesorabilmente a due preziosi “albi” della nostra lunga collana: il triste capitolo interamente dedicato Carlo Gaeta al Maestro reflessologo Elipio Zamboni, prematuramente scomparso nel luglio del 1992, e il numero caratterizzato dall’eloquente titolo “Caro Piede…”, obiettivo primario di tutte le nostre attenzioni. Ebbene, proprio il piede, nostra cara e importante estremità, è stato l’attore protagonista di Reflessologia Oggi. E’ proprio il caso di dire che grazie a lui la rivista ha lasciato una bella impronta nel panorama editoriale dei giornali associativi dedicati al benessere.
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La rinascita di un grande bonsai
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imone nasce nel 1990 e nel Giugno 1993 si ammala di Leucemia linfoblastica acuta del tipo T. Viene sottoposto a chemioterapia e radioterapia ad altissimo dosaggio per un anno e mezzo. Nel Settembre 1994, essendo scomparse tutte Carlotta Filippini Fantoni le cellule neocon il piccolo Simone plastiche, Simone viene preparato per il trapianto di midollo. Sopporta e reagisce bene al trapianto ma il corpo è notevolmente intaccato dal protocollo preparatorio. Purtroppo, dopo un mese dal trapianto si verifica un’aggressione del sistema immunitario del donatore verso i tessuti del corpo di Simone, che si manifesta con una gravissima dermatite cutanea localizzata a mani e piedi e a tutto l’apparato digerente. La cura necessaria è a ba-
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se di cortisone, ciclosporine, talidomide, tutto a dosi altissime. Simone alterna periodi in cui sembra migliorare ad altri in cui invece è ridotto ad una larva. L’unico luogo che sembra sia confacente alla sua salute è la montagna. Nel Giugno 2005 la madre di Simone mi chiede se è possibile aiutarlo con la Reflessologia. Le reazioni di Simone fino ad oggi sono state le seguenti: la motricità fine delle mani è migliorata ulteriormente, permettendogli di migliorare la scrittura, di aumentare la resistenza a scrivere e di perfezionare la pittura di oggetti di piccole dimensioni; contemporaneamente sono migliorati la frequenza scolastica ed il profitto. Simone è diventato più loquace, più ilare e questo ha favorito la socializzazione: non rifugge più il dialogo, ma anzi lo ricerca e frequenta di più i propri coetanei. Sono diminuite l’angoscia e le somatizzazioni; inoltre, i medici hanno riscontrato che, pur non assumendo l’ormone della crescita, soppresso dagli stessi medici, c’è stato un aumento, anche se minimo, della crescita.
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Dislessia: ritmo e reflessologia
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enton sosteneva che: “la Dislessia è una difficoltà durevole nell’apprendimento della lettura e nell’acquisizione del suo automatismo…”. Le cause? Un esauriente studio imputerebbe alla alterazione di alcuni Geni del Cromosoma 15 la causa della Dislessia. I bambini affetti da Dislessia sono intelligenti, senza problemi nè alla vista nè all’udito. Eppure la loro competenza nella lettura risulta fortemente inadeguata. Tutto ha inizio con l’arrivo della madre di Alba, che mi chiede la disponibilità di aiutare sua figlia con la Reflessologia. Accetto. Alba è una graziosa bimba di 10 anni. Chiusa, insicura, ansiosa. La frequenza del Trattamento è inizialmente di una volta alla settimana e il tempo dedicato al medesimo è variabile e adattato alla “tenuta” della bambina. Il supporto al riequilibrio e il mantenimento dello stato di benessere/rilassamento si ottengono, in questo caso, attraverso l’interazione tra la manualità scelta per esprimere l’Atto Reflessologico (nel caso di Alba il “passo del Bruco” sarà ritmico, cadenzato) e i punti riflessi formanti il percorso stesso.
Nel corso del trattamento, ancora in atto, alcuni importanti obiettivi sono stati raggiunti, come il dormire tutta la notte serenamente e senza risvegli; il non sentire più un cerchio alla testa; non vivere costantemente all’erta; l’avere più chiaro il senTiziana Vidini so del ritmo; l’avere allungato i tempi di attenzione. Il lavoro sviluppato attraverso il Trattamento Reflessologico, a favore di un riequilibrio delle emozioni, ha consentito ad Alba di liberare quell’energia che era stata usata per controllare le sue emozioni e paure e di utilizzarla per migliorare le proprie abilità. La Reflessologia è un’Arte che fa suo un Movimento Antico, la cui modalità d’espressione può aiutare a riprendere possesso e coscienza di questi indispensabili Ritmi universali.
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Tuina: dalla Cina col sorriso
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a storia del celeste impero – un territorio della grandezza dell’Europa – ha più di 4000 anni e l’opera fondamentale più antica sulla medicina cinese, il Testo classico di medicina interna dell’Imperatore Giallo, fu iniziata nel I secolo a.C., nel Guido Zandi primo periodo con la piccola Daniela della dinastia Han. L’opera, che tratta le basi teoriche della medicina e la pratica dell’agopuntura, contiene una serie di indicazioni sul fatto che il massaggio cinese, allora ancora chiamato anmo (an significa premere con la mano, mo significa strofinare), aveva lo scopo di lenire dolori e rilassare i muscoli. Al massaggio cinese si attribuiva inoltre la funzione di sbloccare il flusso dell’energia vitale Qi. L’odierno termine specifico per la forma particolare della tecnica ma-
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nuale cinese Tuina, che deriva da tui – premere, spingere – e na – afferrare, cogliere – è stato coniato all’epoca della dinastia Ming (1368-1644) e fu introdotto come materia d’esame alla Scuola reale di medicina, ed è dello stesso periodo l’ulteriore sviluppo del massaggio, o Tuina, applicato ai bambini. Le teniche in parte dolorose e in parte energiche del Tuina per adulti, con le quali si agisce sui canali del Qi e dello Xue, non erano adatte ai bambini, anche perché il sistema dei canali nei bambini non è ancora completamente maturo. Dall’epoca Ming, la terapia Tuina divenne accessibile non solo all’imperatore e alla sua corte, ma anche al popolo. Oggi il Tuina si pratica negli ospedali di tutta la Repubblica Popolare, e lo s’insegna e si studia come specialità nella facoltà di medicina. Dopo uno studio di base della medicina occidentale e della Medicina Tradizionale Cinese, della durata di cinque anni, i medici Tuina oggi si specializzano per un periodo di ulteriori tre anni. Il Tuina gode nuovamente di gran fiducia come metodo terapeutico per un ampio spettro di malattie, soprattutto dell’apparato motorio.
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Sinergie vincenti per le cefalee da postura
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a qualche tempo mi interesso dello studio della MTC (medicina tradizionale cinese) e dei meridiani energetici con i vari agopunti, incluso lo Shiatsu, che considero una tecnica complementare alla Reflessologia. Così ho utilizzato la sinergia di queste tre importanti metodi applicandola al caso di una bambina di sette anni con problemi di postura. Oltre alla Reflessologia, che considero un riequilibratore molto efficace e ad ampio spettro, ho praticato dei trattamenti di digitopressione utilizzando alcuni punti di Agopuntura (chiamati Tsubo nello Shiatsu). Questi punti sono in molti casi già presenti nella nostra mappa del piede, ma sotto un altro nome, oppure vengono attraversati mentre si opera sul riflesso di un organo. In pratica, la mappa del piede e della gamba contiene in sé molti punti di agopuntura, la cui conoscenza può essere di contributo al lavoro offerto dal reflessologo. Agli effetti benefici ottenuti con il trattamento dei punti riflessi nella seduta reflessologica, si aggiungono quelli del trattamento con digito-
pressione degli agopunti. Ogni volta, infatti che trattiamo un piede con la nostra tecnica, ci capita di imbatterci su punti che hanno valenze di riequilibrio energetico che vanno ben oltre la nostra intenzione di stimolazione. Il merito del rieOrlando Volpe quilibrio energetico passa almeno da due diverse ma importanti vie, quella dei riflessi diretti e quella degli agopunti. Una sinergia vincente e di arricchimento per entrambi le tecniche. La bimba che ho trattato, dopo 6 trattamenti ha visto diminuire notevolmente sia il mal di testa che il mal di schiena. Questo è un semplice esempio di come medicina allopatica e tecniche bionaturali possano insieme portare benessere cooperando in sinergia.
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Deficit di attenzione e iperattività
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econdo le più recenti conoscenze antropologiche e psicologiche, lo sviluppo della persona è una sintesi di natura e cultura, il risultato di una maturazione che passa attraverso l’apprendimento. Un percorso complesso la cui riuscita può esFlavio Violetto sere ostacolata da vari fattori, tra cui il Deficit D’Attenzione ed Iperattività (DDAI). Di cosa si tratta? Con il termine attenzione si intende la “gestione delle risorse cognitive in stretta relazione a: motivazione, comprensione, memoria.” Mentre col termine iperattività si intende descrivere “un quadro di difficoltà derivante da un comportamento disattento, impulsivo, eccessivamente attivo.” Ma cosa può fare la Reflessologia? Vi sono due ordini di problemi sui quali il trattamento reflessologico può in-
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fluire positivamente: supporto al piano educativo e al trattamento farmacologico. Per quanto riguarda il primo punto, visto che ai genitori viene chiesto di mettere in discussione il proprio comportamento nei confronti del figlio e dato che questo comporta una serie di difficoltà psicologiche e di stress, senza dubbio il massaggio per il genitore è prevalentemente rilassante. La consapevolezza di essere capiti, di veder riconosciuto il proprio problema e la prospettiva di una soluzione, sono fattori che tranquillizzano il genitore, il quale affronta le difficoltà con più leggerezza. Per quanto riguarda poi il supporto al trattamento farmacologico, la traccia per il trattamento sul bambino è: Massaggio metamorfico su tutto il nervoso centrale e sulla colonna e Massaggio reflessologico su: Testa in toto, Rachide/nervoso, Respiratorio, Endocrino, Circolatorio. Per Massaggio Metamorfico si intende uno sfioramento circolare dei polpastrelli delle dita, molto leggero e continuo. L'intenzione del reflessologo in questo frangente non si focalizza sugli organi, ma sul "soffio vitale" che li anima.
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Il bambino interiore
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e non ritornerete come bambini, non entrerete mail!..." ci insegna il Vangelo. E difatti il Regno dei Cieli è caratterizzato da colori intensi, profumi inebrianti, musiche dolcissime, venti avvolgenti e caldi che ci accarezzano, mani amorevoli che ci abbracciano... che solo gli occhi e le orecchie di un bimbo possono comprendere. Sono la purezza e la semplicità del bimbo dentro di noi che ci fanno amare la vita: ecco perché la riscoperta e la cura di quella parte della nostra personalità chiamata bambino interiore ci porterebbe molti doni ed effetti salutari. Potremmo infatti scoprire che il nostro bambino non ha bisogno di grandi cose, ma si nutre di gesti semplici, come camminare su un prato, disegnare con dei pastelli, giocare i giochi di sempre o passare una serata tra amici. Il contatto col nostro bambino interiore ci aiuterebbe a non proiettare i suoi bisogni, pene e desideri sui nostri figli reali, che diventerebbero così ai nostri occhi persone vere, a tutto tondo, col loro progetto di vita e il desiderio che noi, genitori adulti, li aiutiamo a realizzarlo. In questo modo i bambini reali sarebbero meno viziati, meno soli da-
vanti alla Tv e più sereni. Il contatto col nostro bimbo interiore, infine, ci aiuterebbe a riscoprire e vivere la nostra spiritualità trasversale, ciascuno secondo la propria personale attitudine. Il bambino interiore ha gli occhi adatti per scoprire il divino e intravedere negli altri esseri umani non solo le parti bambine e vulnerabili, ma anche la scintilla dell’Essenza DiManuela Mancini vina, che brilla negli occhi di ciascuno. Per contattare la nostra parte bambina, Manuela Mancini ha condotto una visualizzazione guidata tratta dal libro: “Il caleidoscopio interiore. La psicologia del Sé e il Voice Dialogue” di Franca Errani Civita – MIR Edizioni, pp. 108, 109, 110. Il bambino rappresenta la realtà del cuore, dell’immaginazione, dell’intuizione e del sogno che non possiamo più negare per inseguire un falso successo!
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SCUOLA FIRP
Diplomati 2005 SCUOLA DI MILANO Agus Adriano Barbarisi Carmine Caldironi Marco Capone Francesca Cerri Cristina De Vita Tiziano Ferrandi Gloria Ghitti Tiziana Lupicino Rosalba Merigo Gianfranca Merlino Manuela Minozzi Laura Mora Lucia Maddalena Parmeggiani Claudia Ratto Mariassunta Ricci Roberto Skerl Massimo
SCUOLA DI TORINO Beole' Gemma Filippini Fantoni Maria Carla Forcellini Simonetta Fornello Sonia Ghelfi Erika Gino Laura Rapetti Maria Chiara Romani Angela Valido Angela Vietti Stefania Zarpellon Claudio
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SCUOLA DI PORDENONE Bianchi Milella Cecilia Bincoletto Mariangela Bolzon Maurizio Bottaro Marzia Cattaruzza Arianna Celeghin Eva Degetto Monica Donadoni Caterina Fini Orietta Gonano Nadia Cinzia Ielasi Marisa Magris Moira Mantoan Simone Menegon Jeannette Pagura Marika Porto Silena
Gruppo Diplomati 2005 con i docenti FIRP
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PARLANO DI NOI
Rassegna stampa del Convegno
Le pagine di alcuni quotidiani nazionali hanno pubblicato la notizia del Convegno Firp svoltosi a Riccione. Riportiamo copia degli articoli e invitiamo tutti gli amici reflessologi a far pervenire alla Redazione di RO notizie di ultima pubblicazione che "parlano di noi".
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VIAGGI FIRP
Alla scoperta dell’Egitto sto caso la quotazione definitiva verrà fatta una volta raccolte le adesioni di gruppo (il prezzo indicativo è di 1280 euro a persona). Il programma dettagliato di questo viaggio è disponibile nel sito FIRP. LA DISPONIBILITA’ DEI POSTI VA VERIFICATA CON I TOUR OPERATOR. AFFRETTATEVI A PRENOTARE TELEFONANDO ALLA SEGRETERIA FIRP (0363.350135).
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n’interessante proposta viaggio per gli amici reflessologi alla scoperta dei tesori dell’antico Egitto e della splendida barriera corallina. Il tour è organizzato dai Viaggi del Turchese per l’autunno 2006, con partenza il 22-23 ottobre e rientro il 1° novembre, una bellissima crociera sul Nilo più Mar Rosso con partenza da Bergamo Orio al Serio per Il Cairo e successivo soggiorno marino per dieci giorni in pensione completa, menù internazionale, trasferimenti inclusi con soggiorno in cabina doppia sul ponte superiore motonave Paradise Club Corall 5 stelle e camera doppia al mare presso l’Hotel Radisson SAS Golden Resort 5 stelle di Sharm, direttamente sulla spiaggia, compreso il volo interno per la visita allo stupendo tempio di Abu Simbel. In que-
All’interno del viaggio in Egitto di fine ottobre, gli interessati hanno la possibilità di partecipare ai seguenti workshop, a cura di Manuela Mancini: RESPIRA IL TUO SOGNO, workshop di Respiro Trasformativo (sette ore complessive, da suddividersi nei tempi liberi del soggiorno) Transformational Breath® (Respiro Trasformativo) è una potente tecnica di autoguarigione, autopotenziamento e autotrasformazione che si serve di un particolare modello di respiro per stimolare i processi naturali di recupero del corpo e della mente, ottenendo come risultati cambiamenti nel fisico, nella consapevolezza, nell’energia e nella qualità delle nostre esperienze. Programma: Perché respirare in modo consapevole – Gestire le emozioni “scomode” respirando – Lettura del Respiro – Simbologia del Respiro – Sessione di Respiro di gruppo – Condivisioni LA VIA DELLA DEA, workshop di massaggio intuitivo (otto ore complessive, da suddividersi nei tempi liberi del soggiorno) Programma: Come massaggiare – Tecniche e manualità di base – Sentire l’energia – L’egoaltruismo: massaggiare con piacere senza stancarsi – Scambi di massaggio – Sviluppare l’intuito Info tel: 039/23.03.578 - e-mail: manmancini@tiscali.it Investimento per ogni workshop: 80 euro.
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