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IN ITALIA CRESCONO LE AUTOMOBILI IBRIDE E A GAS
IN ITALIA CRESCONO LE AUTOMOBILI IBRIDE E A GAS
Una vettura su venti monta un propulsore elettrificato. Nel 2018 rialzo del 30%.
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Nel 2018 sono state immatricolate 87mila vetture ibride, il 30% più dell’anno precedente. I numeri assoluti non sono tuttavia indicativi quanto lo è il loro peso sugli acquisti totali: 4,5%, ossia quasi uno su venti. Questi propulsori rappresentano la vera innovazione nella motoristica da tanti anni a questa parte e tutto lascia supporre che il fenomeno diventerà sempre più di massa nel prossimo futuro, sotto la spinta delle frequenti e diffuse limitazioni al traffico nei centri urbani, che inopinatamente colpiscono anche i motori benzina e diesel di ultimissima generazione. Per ibrida si intende un’auto spinta alternativamente da due motori, uno termico e uno elettrico, con un distinguo: mentre le ibride più comuni si ricaricano da sole durante la marcia, recuperando l’energia cinetica, le ibride plug-in consentono anche di attaccarsi alla rete elettrica e ricaricare il pacco batterie, che ha una capacità superiore e dunque consente più chilometri in modalità elettrica. Meglio queste ultime, dunque, senza dubbio. Eppure, negli ultimi tre anni la quota delle ibride è più che raddoppiata, passando dal 2,1 al 4,3%, laddove le plug-in hanno chiuso il 2018 allo 0,2% (comunque il doppio dell’anno precedente). È vero che sono più recenti e i modelli disponibili sono davvero pochi, ma non è solo questo. In termini di prezzo, costano intorno a diecimila euro più della corrispondente vettura ibrida, se parliamo di auto fino a 30.000 euro, mentre per quelle da 40/60.000 euro in su il maggior prezzo può superare facilmente i 15mila euro. Si tratta di macchine destinate a una clientela insieme abbiente
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e sensibile all’ambiente, tanto che l’offerta appare più sbilanciata sull’alto di gamma che non sulle utilitarie. Diverso il discorso per i motori a gas. Sono ritenuti più eco-friendly, ma non è a questo che debbono la loro quota di mercato, in buona salute sopra l’8% negli ultimi anni. Il driver della domanda è essenzialmente il prezzo del carburante: un terzo in meno per il metano e meno della metà nel caso del GPL, rispetto alla benzina. Sono tanti soldi, che consentono di recuperare in fretta il maggior costo iniziale, contenuto in poche migliaia di euro.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 16 febbraio 2019
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