1 minute read
INTRODUZIONE
PREFAZIONE
Mai, come in questo momento, comunicare l’automobile e la mobilità necessita di competenza, dati di fatto e di una visione futura legittimata dalla profonda conoscenza di un settore che “soffre”, purtroppo da anni, di strumentalizzazioni e ignoranza diffusa. L’auto, insomma, viene utilizzata per spaventare le persone perché “è brutta, sporca e cattiva”. “Brutta”, in quanto viene descritta come “padrona delle strade” (soprattutto i cosiddetti Suv, come se fossero dei mostri); “sporca”, perché è ritenuta responsabile di tutti i mali che affliggono il pianeta (dall’effetto serra, all’inquinamento tout court); “cattiva”, quando si parla di sciagure della strada, come se fosse il mezzo su quattro ruote a decidere di investire un pedone o di schiantarsi contro un albero (fino a prova contraria, alla guida si trova sempre qualcuno). Attenzione, però, la storia cambia se si parla di vetture elettriche, quelle che piacciono tanto al “popolo gretino”. Improvvisamente, la macchina si trasforma in graziosa, educata e gentile. E che importa se per produrre le batterie vengono sfruttati, fatti ammalare e morire bambini nelle miniere lager africane e sudamericane. E che importa se l’energia proviene dalle combattute fonti fossili: tanto succede in luoghi lontani da casa nostra. E che importa se la caccia alla materia prima sarà all’origine di danni ambientali, speculazioni finanziarie e magari anche guerre. L’oro nero insegna. Questa premessa serve a far capire che dev’essere ristabilita la verità, che bisogna sconfiggere i portatori professionisti (e non, cioè chi dà per buono tutto quello che legge) di “fakes”. Ebbene, l’amico e collega Pier Luigi del Viscovo, con i suoi “Un giro in macchina”, giunto all’edizione 2019, grazie agli articoli pubblicati da “il Giornale”, “il Sole 24 Ore”, “Harvard Business Review” e il magazine “Al Volante”, punta proprio a ristabilire quelle verità che in tanti vogliono tenere nascoste o addirittura cancellare
Advertisement
11