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AUTO, I PERCHÉ DEL CROLLO: FRENANO I NOLEGGI E KM0 BONUS-MALUS NON PERVENUTO
AUTO, I PERCHÉ DEL CROLLO: FRENANO I NOLEGGI E KM0, BONUS-MALUS NON PERVENUTO
Magari non fa notizia, ma sono stati i noleggi e i km0 a tirare giù le vendite di auto nuove a marzo. Il rent-acar, complice una Pasqua ancora lontana in aprile, ha immatricolato molto meno dello stesso mese dell’anno scorso. Anche il noleggio a lungo ha rallentato, ma a questo probabilmente dobbiamo abituarci, almeno per questo 2019. L’altra bella frenata arriva dai km0, poiché i costruttori hanno alzato il piede dall’acceleratore della quota a tutti i costi, vuoi perché qualcuno la quota la sta facendo lo stesso, vuoi perché la rete ha molto stock e va alleggerita, vuoi perché stare a certe quote costa troppo e non vale tanto la pena, soprattutto per il costruttore nazionale. Nella sostanza economica, marzo ha mostrato un mercato più sano, per la parte relativa alle minori auto-immatricolazioni, e più ricco, sia per questo e sia per i minori noleggi, che assorbono sconti molto alti.
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Poi ci sono i minori acquisti delle società, un migliaio di auto ma meno 11%, che è il sintomo di quanto sentano la recessione in atto e di quanto credano alla ripresa dell’economia. Infine, le quasi 2.000 auto che mancano all’appello dei privati, francamente una goccia pari a meno 1,6%, tanto che ognuno può giustificarla come vuole. Né il bonus né il malus hanno giocato. Il primo perché privo del Decreto e della piattaforma necessaria a richiederlo, il secondo perché le immatricolazioni riguardavano ordini fatti entro febbraio.
Prosegue invece l’aumento della CO2, passata da 112,9 grammi/ km del marzo 2018 ai 119,2 del mese scorso, dovuta alla fuga dal diesel a favore dei motori a benzina, sotto le inopinate spinte delle
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amministrazioni locali, che preferiscono aumentare il contributo al riscaldamento globale pensando di contrastare l’inquinamento delle città. Cosa giustissima, ma perseguibile solo limitando la circolazione delle auto vecchie, senza penalizzare le nuove che di fatto hanno emissioni inquinanti ormai irrilevanti.
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 2 aprile 2019
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