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CON IL BONUS SULL’USATO VIA LE EURO 0

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TRIBUTI

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CON IL BONUS SULL’USATO VIA LE EURO 0

Si sta facendo strada l’idea che lo strumento davvero efficace, per spingere chi possiede una vecchia auto a rottamarla, sia quello di dargli dei soldi per comprarsene una più recente. Il problema è che gli italiani non rottamano le auto vecchie di 30 anni, poco sicure e molto inquinanti. Le Euro 1/2/3, ossia immatricolate dal 1993, vengono radiate in ragione dell’8% all’anno e la percentuale è in crescita di circa mezzo punto ogni anno, tanto che è verosimile prevedere che in meno di un decennio ce ne saremo sbarazzati del tutto.

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Invece quelle antecedenti, le cosiddette Euro 0, sono molto più resistenti: il tasso di radiazione è inferiore all’1% all’anno e si tratta di 3,8 milioni di targhe. Vero è che moltissime di queste figurano solo nel P.R.A. e nella realtà sono state dismesse e abbandonate (chissà in che luogo e in che forma?), tanto che l’Unrae le stima in circa 1,5 milioni, come è anche probabile che i loro proprietari le usino poco. Ben venga dunque la proposta che Ercole Messina, presidente di AIRVO, l’associazione dei rivenditori di auto usate, ha presentato al MiSE al viceministro Galli, di incentivare l’acquisto di un’auto usata Euro 4, a fronte della rottamazione di una più vecchia. L’iniziativa è in linea con quanto già raccomandato al viceministro e allo stesso ministro Di Maio dal presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, e dal presidente dell’Associazione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, che consegnò al Governo anche un’analisi predisposta dal Centro Studi Fleet&Mobility. La logica che regge queste raccomandazioni è semplice: assumendo che chi guida un’auto molto vecchia lo faccia quasi sempre per convenienza economica, la distanza che lo separa da un’auto nuova è in media di oltre 20.000 euro, laddove il prezzo medio delle vetture usate si stima intorno ai 7.000 euro.

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Se il Governo davvero vuole incidere sulla sicurezza e sulle emissioni nocive delle auto, deve smetterla con le iniziative demagogiche come l’eco-bonus/malus, che hanno prodotto solo confusione e rallentato le scelte d’acquisto degli italiani, per concentrare i soldi dei contribuenti sugli automobilisti disponibili a rottamare una macchina vecchia, scambiandola con una usata meno inquinante e più sicura.

Articolo pubblicato su il Giornale, l’8 maggio 2019

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