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AUTO, KM0 E NOLEGGIO TIRANO GIÙ IL MERCATO ININFLUENTE IL BONUS/MALUS

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AUTO, KM0 E NOLEGGIO TIRANO GIÙ IL MERCATO: ININFLUENTE IL BONUS/MALUS

Settembre effervescente quanto privo di alcun significato, visto il confronto con lo stesso mese dello scorso anno, che era stato pesantemente condizionato in negativo dal passaggio alle omologazioni col sistema WLTP (Worldwide harmonized light vehicles test procedure): i costruttori non avevano tutto il prodotto disponibile e inoltre avevano dovuto gonfiare la rete ad agosto targando tutte le macchine già omologate col sistema NEDC (New European Driving Cycle). Molto più interessante invece analizzare i nove mesi dell’anno, che mostrano una flessione del 2%, ma con dinamiche nuove rispetto agli anni scorsi, e un effetto quasi nullo del bonus/malus. Al mercato mancano circa 30mila immatricolazioni rispetto ai nove mesi 2018. Vediamo di capire come mai e cosa è successo. Cominciamo con l’offerta, che ha diminuito di 50.000 unità le auto-immatricolazioni: si pronuncia km0, alla cui mancanza hanno risposto i privati, acquistando macchine da targare in ragione di quasi 20mila in più. Altre 17mila sono finite nelle società di NLT captive, col sospetto che sempre della stessa cosa si tratti. Sia perché in fondo anche a questo serve una captive, sia perché le società NLT non-captive sono calate degli stessi volumi e un sospetto sorge. Dunque, a tirar giù le vendite sono stati il calo dei noleggiatori, dovuto al fatto che lo scorso anno ancora beneficiavano, in parte, del super-ammortamento, insieme alla frenata dei km0, al netto dei privati e delle captive. Uno sguardo agli effetti del bonus/malus sulle emissioni nel periodo marzo-settembre, proposto da Unrae (associazione dei costruttori) evidenzia alcuni fenomeni interessanti. Primo, ha interessato il 4 (quattro) percento del mercato, di cui lo 0,9% nella fascia del bonus (quelle auto a basse emissioni la cui vendita dovrebbe aiuta-

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re la lotta al riscaldamento del pianeta). Sono state immatricolate, con beneficio, poco più di 10.000 unità, rispetto alle 6.000 dello scorso anno, con un incremento che però è in linea con quello che già c’era stato nel 2018, senza incentivi. Come avevamo previsto da queste colonne, soldi dei contribuenti spesi senza alcun ritorno concreto. Quasi il 3 e mezzo percento dell’intervento ha interessato invece le auto da punire: le vendite sono aumentate del 43%. Qualcuno potrebbe dolersene ma, come anche avevamo detto all’epoca, questo malus altro non era che un mezzo per finanziare il bonus. A conti fatti, pare proprio che stia andando così. “Much ado about nothing”, avrebbe detto Shakespeare.

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 2 ottobre 2019

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