Himalayan and Indian Art

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Arte himalayana e indiana Himalayan and Indian Art

Firenze 18 maggio 2013 Florence May 18th, 2013 1


Amministratore unico Daniele Soldi Tel. +39 348 7327455 soldi@florencenumbernine.com

Segreteria e Coordinamento Fabrizio Calducci info@florencenumbernine.com Relazioni Culturali Francesco Morena Tel: +39 333 4788134 morena@florencenumbernine.com Segreteria Clienti Rossella Caggese ross@florencenumbernine.com Ufficio Francia Jean Gauchet Tel. +33 (0)6 12439429 gauchet@florencenumbernine.com

Fotografie Andrea Rum Prodotto editoriale Sideways snc www.sideways.it Traduzioni in inglese Lara Cox

Florence Number Nine Viale del Poggio Imperiale 9 50125 Firenze – Italia tel: +39 055 5277665 fax: +39 055 5277653 info@florencenumbernine.com www.florencenumbernine.com 2

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Arte himalayana e indiana Himalayan and Indian Art Jacopo Pandolfini Direttore del Dipartimento / Head of Department Tel: +39 328 0667766 pandolfini@florencenumbernine.com Antiquario, conoscitore e amante dell’ Oriente, Jacopo Pandolfini vanta una competenza pluridecennale nel campo del commercio di antichità asiatiche e islamiche. Viaggiando in Asia e in Medio Oriente, per professione e per diletto, ha sempre vissuto un’ esperienza diretta con l’arte e la cultura di questi luoghi.

Antique dealer, connoisseur and fond of Asian culture, Jacopo Pandolfini has a decades-long experience in the field of dealing Islamic and Asian antiques. Travelling for business and for pleasure, in Asia and in the Middle East, he has always lived a direct experience with the art and culture of these places.

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Firenze, Sabato18 maggio 2013 Florence, Saturday, May 18th, 2013 10.30 - 13.30 / 14.30 - 19.00 10.30am - 1.30pm / 2.30pm - 7.00pm

Arte cinese Fine Chinese Art Arte himalayana e indiana Himalayan and Indian Art Arte orientale da esportazione e Cineseria Asian Export Art and Chinoiserie Giappone, Corea e Sud-est asiatico Japan, Korea and South-East Asia Esposizione / Viewing Domenica 12 maggio 2013 Sunday, May 12th, 2013 15.00 - 19.30 3.00pm - 7.30pm Lunedì 13 – Giovedì 16 maggio 2013 Monday, May 13th - Thursday, May 16th, 2013 9.30 - 19.30 9.30am - 7.30pm online bidding on: www.the-saleroom.com www.artfact.com 5


Arte himalayana Himalayan Art

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151 Torana da tempio

Nepal, Valle di Kathmandu, XVIII-XIX secolo Lega in rame rame sbalzato con applicazioni dorate, cm 60 x 33 Stato di conservazione: ottimo Torana è un vocabolo sanscrito che sta ad indicare la cornice ad arco che adorna le statue o i dipinti delle divinità. Nell’ importante manufatto artistico qui presentato, questa raffinata decorazione incornicia tre placche dorate e tutto l’insieme prende il nome di torana. In questa forma, viene posto a guisa di timpano, sopra le porte o le finestre dei templi della Valle di Katmandu. Di splendida lavorazione, questo torana è composto da una elaborata cornice ad arco in lega di rame e tre preziose placche con una bellissima doratura a foglia. Sull’apice della cornice Garuḍa trionfa sui nāga che si attorcigliano, insieme ai motivi floreali, sui lati dell’arco. In basso si notano due teste di Makara. Nelle applicazioni dorate sono sbalzate tre divinità. In quella centrale è raffigurato Mañjuśrī a quattro braccia, nella posizione padmāsana. Con la mano superiore destra brandisce la khaḍga, spada fiammeggiante che distrugge l’ignoranza, nelle altre regge il libro, l’arco e la freccia. Nella placca alla destra di Mañjuśrī si riconosce Ganesh, seduto in posizione ludica līlāsana, le cui quattro mani reggono un mālā, un’ascia, un fior di loto e una ciotola di dolci. Nella placca sinistra vi é sbalzato il Dharmapāla Mahākāla nella variante Bhagavān con la kapāla, la karthika e una bacchetta intagliata con in cima un gioiello. Fra le volute della cornice e le depressioni degli sbalzi, si nota ancora una spruzzata del pigmento devozionale tikka. Da notare la splendida fattura delle placche e la grazia delle figure dorate, nonché l’intricato lavoro a sbalzo che arricchisce la cornice in lega di rame. A Torana from a temple Nepal, Valley of Kathmandu, 18th-19th century Embossed copper alloy with gilt applications, cm 60 x 33 Condition: excellent Torana in Sanskrit denotes the arched frame that adorns statues or paintings of deities. In this important art work, the refined decoration frames three gilt plaques and the whole takes the name torana. In this shape, it is placed like a tympanum above the doors or windows of the temples in the Valley of Kathmandu. This splendidly-made torana is composed of an elaborate arched frame in copper alloy and three precious gold leaf plaques. In the apex of the frame Garuḍa triumphs over the nāga that intertwine, together with floral motifs, around the sides of the arch. The lower area is decorated with two heads of Makara. Three deities are embossed using gilt application. In the central, Mañjuśrī is depicted with four arms, in the padmāsana position. With the upper right hand he brandishes khaḍga, flaming sword which destroys ignorance; the other holds the book, the bow and arrow. In the plaque to the right of Mañjuśrī, Ganesh can be recognised seated in the playful līlāsana position, and whose four hands hold a mālā, an axe, a lotus flower and a bowl of sweets. Dharmapāla Mahākāla in the Bhagavān variant is embossed on the plaque to the left, with the Kapāla, the karthika and the carved rod which is bejewelled at the tip. Set among the scrolls of the frame and in the depressions of the embossed work, one can still observe devotional tikka pigment. The plaques are superbly made and the grace of the gilt figures, as well as the intricate embossed work that embellishes the alloy copper frame, are striking.

€ 3.600,00 / 3.800,00 8


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152 Statua lignea raffigurante Virūpa

Nepal, XIX-XX secolo Legno di rosa, argento, turchesi, coralli, cm 17 Stato di conservazione: ottimo Raffinata statua lignea raffigurante Virūpa, uno degli 84 mahāsiddha, Yogi tantrici con poteri psichici e spirituali, riconosciuti dal buddhismo Vajrayana. In questa scultura è rappresentato un momento della vita di Virūpa. Dopo aver raggiunto l’illuminazione nel monastero di Nalanda, lo Yogi abbandonò le vesti religiose e iniziò un vita errabonda. Un giorno, fermandosi in una taverna, iniziò a bere e non smise più, rimanendo sempre sobrio. Quando i padroni, preoccupati, presentarono il conto, Virūpa sentenziò che avrebbe smesso di bere a mezzogiorno. Alzò la mano e fermò il sole, poi continuò a bere per tre giorni, dimostrando che lo scorrere del tempo é solo un illusione. Il corpulento Virūpa, qui scolpito in un tipo di palissandro, conosciuto anche come legno di rosa, è rappresentato con la mano sinistra alzata, l’indice proteso a fermare il sole e la destra che sorregge una kapāla di conchiglia. Il viso, dai lineamenti marcati, è barbuto e con folte sopracciglia, ai lobi pendono grandi orecchini con turchesi e coralli. L’acconciatura riccioluta è adornata da un diadema in argento sbalzato. Il fianchi sono cinti da un peplo in argento con raffinati motivi floreali. Tutta la statua è ricoperta di gioielli preziosi con turchesi, coralli, lapislazzuli, rubini e smeraldi incastonati. Sulla tracolla in argento si alternano alcune paste vitree. L’opera, di splendida lavorazione, è in ottime condizioni e il tipico colore del legno di palissandro regala una calda sfumatura rossa alla scultura. A wooden statue depicting Virūpa Nepal, 19th-20th century Rosewood, silver, turquoise and coral, cm 17 Condition: excellent Refined wooden statue depicting Virūpa, one of the 84 mahāsiddha, tantric Yogi with psychic and spiritual powers, recognised by Vajrayana Buddhism. This sculpture reveals a moment in the life of Virūpa. Having obtained enlightenment in the monastery of Nalanda, the Yogi abandoned religious robes and began a life of wandering. One day, stopping at a tavern, he began to drink and never stopped, always staying sober. When the owners, worried, presented him with the bill, Virūpa announced that he had stopped drinking at noon. He raised his hand and stopped the sun, then continued to drink for three days, showing that the passage of time is just an illusion. The corpulent statue of Virūpa, carved in palisander or rosewood, is shown with his left hand raised, the index reaching out to stop the sun and the right holding a kapāla of a shell. The bearded face, with strong features, presents thick eyebrows, big earrings dangle from his lobes decorated with turquoise and coral stones. The curly hair is embellished with an embossed silver crown. The sides are covered by a silver peplos skirt decorated with fine floral motifs. The whole statue is covered with precious jewellery inset with turquoise, coral, lapis lazuli, rubies and emeralds. The shoulder is decorated with silver decoration with glass paste motifs. The superbly-made work is in excellent condition and the typical colour of the rosewood gives a warm red shade to the sculpture.

Lot. 01

€ 2.200,00 / 2.400,00 10


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153 Parte di Prabhā

Nepal, XVI secolo Ottone, cm 26 x 11 Stato di conservazione: buono Questo frammento, decorato con piccole immagini di Buddha e maestri, circondava l’immagine di una divinità o di una figura importante legata al lignaggio dei personaggi ivi raffigurati. Lo stile con cui sono stati realizzati i girali nei quali sono racchiusi i personaggi, i fiori che sbocciano alle loro estremità, le fiammelle che sembrano ardere sul profilo della prabhā, lascia supporre che questo oggetto sia stato realizzato da artisti Newar della valle del Nepal. Alcuni dei maestri raffigurati rimandano ai retaggi culturali dei seguaci “degli insegnamenti antichi” (rNying-ma-pa) e di quelli “dei comandi” (bKa’-brgyud-pa), in particolare il terzo maestro partendo dalla cuspide del frammento. Questo personaggio, ritratto con abiti laici e lunghi capelli ricadenti dietro le spalle, potrebbe coincidere con il traduttore tibetano Khye’u-chung, appartenente ad una importante famiglia aristocratica tibetana e annoverato fra i venticinque principali discepoli del grande maestro tantrico indiano Padmasambhava, e quindi vissuto nell’VIII secolo. In tenera età Khye’u-chung fu riconosciuto come reincarnazione di un grande dotto indiano e, secondo la tradizione, imparò il sanscrito molto facilmente, pur essendo ancora bambino. Fu Padmsambhava ad introdurlo agli insegnamenti esoterici e con il tempo Khye’u-chung diventò a sua volta un grande maestro tantrico laico. Il motivo per cui viene generalmente ritratto in compagnia di un uccello, è legato alla sua capacità di richiamare volatili e di dare loro insegnamenti. Khye’u-chung trascorse tutta la sua vita in una mite e fertile valle del Tibet orientale. La presenza di fiammelle lungo il bordo della prabhā lascia supporre che essa circondasse l’immagine di una divinità irata o di un maestro tantrico, forse lo stesso Padmasambhava. Part of a Prabhā Nepal, 16th century Brass, cm 26 x 11 Condition: good This halo, decorated with small images of Buddha and masters, surrounded the image of a deity or an important master connected to the lineage of the characters depicted. The style in which the spirals were produced, the characters are enclosed, the flowers which bloom at their extremities and the small flames which appear to burn on the profile of the prabhā, lead one to suppose that this object was produced by Newar artists from the Nepal valley. Some of the masters depicted refer to the cultural legacy of the followers «of the ancient teachings» (rNying-ma-pa) and of those «of the commands» (bKa’-brgyud-pa), particularly the third master starting from the cusp of the halo. This character, depicted in lay clothing with long hair falling down his back, may coincide with Tibetan translator Khye’u-chung, who belonged to an important aristocratic Tibetan family, counted amongst the twenty-five main disciples of the great Indian tantric master Padmasambhava and hence lived in the 18th century. At a young age, Khye’u-chung was acknowledged as the reincarnation of a great Indian pandito, and tradition has it that he learnt Sanskrit very easily although still a child. It was Padmsambhava who introduced him to the esoteric teachings and in time Khye’u-chung became a great laic tantric master himself. The reason for which he is generally depicted in the company of a bird is tied to his ability to call and teach them. Khye’u-chung spent his entire life in a mild, fertile valley of eastern Tibet. The presence of the small flames along the edge of the prabhâ leads one to suppose that it surrounded the image of a wrathful deity or tantric master, perhaps Padmasambhava himself.

€ 3.500,00 / 3.800,00 12


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154 Vaiśravaṇa, Il Signore della ricchezza, abbondanza e prosperità Cina/Tibet, XVIII Secolo Lega di rame dorato con pigmenti, cm 20 Stato di conservazione: ottimo

Il Re Guardiano del Nord, che il buddhismo tibetano ha ereditato dai Lokapāla della tradizione indiana e dalle versioni centroasiatiche dei Re Celesti, siede qui in lālītasana sul dorso di un leone delle nevi, reso in questa scultura, secondo gli schemi tipici della tradizione cinese. Con il petto nudo e la schiena coperta da un mantello che scende avvolgendosi intorno al braccio sinistro a coprire le gambe, Vaiśravaṇa è ornato da una grande tiara, da vistosi orecchini ricadenti sulle spalle e da un pettorale con un nodo, uno degli otto simboli del buon auspicio del buddhismo. La mano destra atteggiata nella tarjanimudrā trattiene un gioiello fra il pollice e il medio, mentre il braccio sinistro sostiene una mangusta che sputa gioielli, simbolo della caratteristica del dio che é elargitore di ricchezza e dominatore dei serpenti che regnano nel sottosuolo. Questa statua di notevole pregio mostra un’ eccellente fattura con una ricca doratura e pigmento rosso che colora la crocchia di Vaiśravaṇa nonché la coda, e la bocca del leone. Vaiśravaṇa, The Lord of Wealth, Abundance and Prosperity Cina/Tibet, 18th century Copper-gilt alloy with pigments Condition: excellent, cm 20 Vaiśravaṇa, the Lord of Wealth, is the Buddhist counterpart of Kubera, the Brahmanical god of wealth and like him he presides over the domain of riches. As a Lokapala or Guardian King, Vaishravana looks after the Northern region and the Mount Sumeru, the centre of the universe. His abode is Alaka in the Himalayas, abounding in wealth and magnificence, where he is attended upon by Yakshas and Kinnaras. Vaiśravaṇa is also the king of Yakshas. The body of Vaishravana is golden yellow in colour and he has a stern expression. His right hand holds a banner of victory, while the left arm holds a mongoose, an animal associated with good fortune. The mongoose is shown spewing jewels symbolizing the boon of this Lord of wealth. Vaiśravaṇa in addition is also the Guardian deity of the north direction. Thus his image is often placed on the outer walls of monasteries and temples along with the guardians of the other three directions. This is believed to be a safeguard against harmful influences which violate the sanctity of the sanctum inside. In the present form he is shown seated on a roaring red lion, placed on a lotus base. His has a golden yellow complexion. Vaiśravaṇa has two hands, the right hand in holding a lemon and the left one a jewel–spitting mongoose, establishing him as the deity of wealth. A jewel offering has been shown in front of him. Vaiśravaṇa is wearing a five-pronged crown, symbolic of the Five Transcendental Buddhas. His hair is upswept in a knot with a jewel on it. His open eyes, frowning eyebrows, upturned lips, mustache and a beard are all painted. He wears a long and flowing scarf. The scarf passes around his head in the shape of a Prabhamandala (halo). The ornaments of the deity include necklaces, armlets and bracelets. Vaiśravaṇa has a snake around his body. In spite of adornment he is bare to the waist, and his legs are covered by a dhoti (skirt). In Tibet, he has been one of the primary protectors of the Gelug-pa Sect since the fourteenth century. There is a special ceremony in Tibet for imploring Vaiśravaṇa for riches, which is called Yanyung, and he plays an important part in the Tantras, in sorcery and exorcism. Vaiśravaṇa has two main aspects that of a warrior protector and that of deity of wealth. Here he has been shown as the deity of wealth. In southern Buddhism, particularly in the Indian sub-continent, Vaiśravaṇa is known as Jambhala, because he also carries a Jambhara (lemon) in one of his hands. Though he holds different attributes and forms e.g., a sword, a banner, lemon and flat vessel etc., his most common attribute or insignia is a mongoose (Nakula), often spewing jewels and in all descriptions he is said to be fat and pot-bellied in appearance. His female counter part is Vasundhara, the goddess of wealth and prosperity. Vaiśravaṇa, leader of the yaksha race, is a worldly guardian worshipped as both a protector and benefactor (wealth deity). He lives on the north side of the lower slopes of Mount Meru in the Heaven of the Four Great Kings. As the leader of the Four Direction Guardians, he like the others, swore an oath of protection before the buddha Shakyamuni. The stories and iconography of the Four Guardian Kings arise originally with the early Buddhist sutras and become fully developed in the later Mahayana sutras. They are common to all schools of Tibetan Buddhism. Paintings of the Kings are generally found in association with a larger thematic set featuring the buddha Shakyamuni and the 16 Great Arhats.

€ 13.000,00 / 14.000,00

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155 Statua di Mahākāla

Nepal, XVII-XVIII secolo Ottone, cm 34 x 27 Stato di conservazione: ottimo Mahākāla (“Grande Tempo” o “Grande Nero”) è certamente una tra le più importanti divinità protettrici del pantheon buddhista. Oltre ad essere un difensore della dottrina, assolve anche il ruolo di guardiano dei templi, dove è consuetudine trovare una sua effige. L’origine del suo culto e della sua iconografia è riconducibile a Bhairava, manifestazione feroce del dio induista Śiva. Nella valle del Nepal il culto di Mahākāla divenne popolare soprattutto a partire dall’epoca Malla, a giudicare anche dal numero considerevole di immagini attribuibili a quel periodo. Le sue rappresentazioni raramente corrispondono alle descrizioni che si trovano nei testi, e la sua iconografia incorpora aspetti di altre divinità buddhiste. Concettualmente legato a Bhairava, che nella valle gode di un culto molto importante – si veda ad esempio il grande tempio a lui dedicato che si trova a Bhaktapur, affacciato su una delle piazze principali – Mahākāla é a lui connesso anche per quanto riguarda aspetti più esteriori, quali l’iconografia e il nome, dato che Mahākāla è uno degli epiteti di Bhairava. Alcuni attributi di questa immagine, la spada, lo scudo e la testa recisa, sono gli stessi di Bhairava, mentre il coltello per la scuoiatura è un attributo tipico dell’iconografia di Mahākāla. Talvolta dunque è assai difficile, quando non impossibile, distinguere le due divinità. Oltre agli oggetti esibiti in mano, Mahākāla indossa un corredo di accessori macabri: una ghirlanda di teste umane recise di fresco, collane e orecchini realizzati con ossa umane, una decorazione di teschi posizionata sul diadema, e una pelle di tigre annodata sui fianchi in guisa di veste. Questa statua, inserita su una base lotiforme agganciata ad un’aureola di fiamme, poteva forse essere collocata a ridosso di una parete, forse all’interno di un tempietto familiare. A statue of Mahākāla Nepal, 17th-18th century Brass, cm 34 x 27 Condition: excellent Mahākāla (“Great Time” or “Great Black”) is one of the most important protective deities of the Buddhist pantheon. Besides being a defender of the doctrine, he also has the role of guardian of the temples, where it is common to find one of his effigies. The origin of his cult and iconography can be ascribed to Bhairava, the ferocious manifestation of Hindu god Shiva. In the Nepal Valley, the cult of Mahākāla became especially popular during the Malla period, also judging from the large number of images which can be attributed to that time. His representations rarely correspond to the descriptions found in literature, and his iconography incorporates aspects of other deities such as Samvara, Hevajra and Heruka. He was conceptually linked to Bhairava who was worshipped greatly in the valley – for example the large temple dedicated to him in Bhaktapur overlooking the main square. Mahākāla is also connected with him as far as exterior aspects are concerned, such as the iconography and the name, given that Mahākāla is one of the epithets of Bhairava. Some attributes of this image, the sword, the shield and the severed head, are the same as those of Bhairava, whilst the knife for skinning is a typical attribute of the iconography of Mahākāla. Hence, at times it is extremely difficult, if not impossible, to distinguish between the two deities (1). Besides the items exhibited in his hands, Mahākāla is wearing a number of macabre accessories: a garland of freshly severed human heads, necklaces and earrings produced from human bone, a decoration of skulls set on his diadem, and a tiger skin knotted around his hips as clothing. This statue is set on a lotus-shaped base hooked to a halo of flames and could perhaps have been placed close to a wall, possbily in a family chapel. (1) Mary Shepherd Slusser, Nepal Mandala. A Cultural Study of the Kathmandu Valley, Princeton University Press, Princeton 1982, pp. 291-292.

€ 4.500,00 / 4.800,00

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156 Decorazioni per stipiti di tempio Nepal o Tibet, XVI secolo Rame dorato, cm 52 x 22.50 Stato di conservazione: ottimo

Questi segmenti in rame sbalzato, realizzati da artisti Newar, ricoprivano, probabilmente, gli stipiti del portale di un tempio. Su di essi sono raffigurati due Nāga, sormontati da alcuni simboli sacri. I Nāga sono divinità serpentiformi che abitano e proteggono il sottosuolo, la cui origine risale ad antichi culti risalenti all’epoca della civilizzazione della Valle dell’Indo, intorno al 2500 a.C. Il regno dei serpenti, secondo la tradizione indiana, custodirebbe tesori meravigliosi e palazzi, sarebbe inoltre amministrato da tre grandi sovrani, menzionati in diverse leggende puraniche. Il culto dei Nāga venne assimilato dal buddhismo molto presto, mantenendo intatte le sue caratteristiche. Dal sottosuolo, il loro regno si allargò a tutte le fonti d’acqua: laghi, fiumi, sorgenti. I Nāga possono manifestarsi sottoforma di serpenti, di esseri per metà umani e per metà rettili, o in forma totalmente umana. Otto grandi Re Nāga sono comunemente elencati nei testi buddhisti. I due qui raffigurati hanno solo la parte inferiore del corpo serpentiforme, che esce dalle acque, in parte coperta da una corta veste mossa dal vento. Con le braccia essi sollevano il Vaso degli Inestinguibili Tesori sormontato da un fiore di loto, sul quale è adagiato un Triplice Gioiello fiammeggiante, costituito da tre gemme simboleggianti il Buddha, la sua dottrina e la comunità dei suoi seguaci. Il vaso è parzialmente coperto da una sciarpa in seta proveniente dal regno degli dei, e al suo interno è contenuta l’acqua di longevità in grado di generare ogni sorta di bene prezioso, materiale e spirituale. La funzione del vaso sormontato dal Triplice Gioiello è quella di elargire abbondanza e tenere lontane le forze nefaste. Decoration for temple jambs Nepal or Tibet, 16th century Copper-gilt, cm 52 x 22.50 Condtion: excellent These embossed copper segments produced by Newar artists probably covered the jambs of the doorway to a temple. They depict two Nāga, surmounted by a number of sacred symbols. Nâga are snake-like or snake deities which live in and protect the underworld, the origin of which dates back to ancient cults and the focus of which was snakes. The said cult dates back to the period of the civilisation of the Indo Valley in around 2500 BC. Indian tradition has it that their reign preserved both extraordinary treasures and palaces and was governed by three great sovereigns mentioned in many Puranic legends. The cult of the Nāga was absorbed by Buddhism at a very early stage, whilst still keeping its own characteristics. Their reign spread from the underworld to all water sources: lakes, rivers, springs. Nāga can manifest as sottoforma snakes, beings which are part human part snake, or completely human. Eight great King Nâga are commonly listed in Buddhist texts. Only the lower part of the body of the two depicted here emerging from the water is snake-like and they are partially covered by a short garment which flutters in the wind. They hold the Vase of Inexhaustible Treasures(2) surmounted by a lotus flower, on which there are Three Flaming Jewels, consisting of three jewels symbolizing Buddha, his doctrine and his community of followers. The vase is partially covered with a silk scarf from the kingdom of the gods and contains the water of longevity which can produce all kinds of precious gifts, both material and spiritual. The function of the vase surmounted by the Three Jewels is to bestow abundance and keep ill-omened forces at bay. (2)Cfr. Robert Beer, The Handbook of Tibetan Buddhist Symbol, Serindia, Chicago e London 2003, pp. 6-7.

€ 3.800,00 / 4.000,00

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157 Dharmadhātu Vagisvara Mañjuśrī Nepal, XVII-XVIII secolo Arenaria gialla, cm 23 Stato di conservazione: ottimo

In questa splendida e rara manifestazione, Mañjuśrī è rappresentato con sei braccia e tre teste. Come attributi ha come sempre la spada Khaḍga, ma in più tiene in mano anche l’ arco e la freccia (dhanu e śara). Due delle altre mani ospitano attributi la cui natura non é chiara. Uno dei due potrebbe essere il libro della Sapienza Trascendente (prajñāpāramitā), mentre l’altro, un vegetale o una piuma. L’ultima mano invece, con il palmo rivolto verso l’ esterno, é nel gesto di garanzia dei desideri (varadamudrā). E’ accompagnato inoltre da una paredra, probabilmente Sarasvatī, seduta sulla sua gamba sinistra. Simbolo per eccellenza di intelligenza e saggezza, questa particolare forma del Bodhisattva Mañjuśrī, é una variante tantrica della sua manifestazione più classica. Dharmadhātu Vagisvara Mañjuśrī Nepal, 17th-18th century Yellow sandstone, cm 23 Condition: excellent In this splendid and rare manifestation Mañjuśrī is represented with six arms and three heads. His attributes are, as always the Khadga sword, but he also holds a bow and arrow (dhanu and śara). It is unclear what the other two hands hold. One of the two could be a book on the Transcendent Wisdom (prajñāpāramitā), whilst the other a vegetable or feather. The last hand with its palm turned outwards is in the gesture of guaranteeing wishes (varadamudrā). He is accompanied by a paredra, probably Sarasvatī seated on his left leg. Symbol par excellence of intelligence and wisdom this particular form of the Bodhisattva Mañjuśrī, is a tantric variant of his most classical of manifestations.

€ 2.400,00 / 2.600,00 20


158 Statua di Krishna Mākhan Chor Nepal, valle di Kathmandu, XVIII secolo Scisto, cm 22 x 24 Stato di conservazione: molto buono

In questa importante scultura in scisto dall’ ottima fattura, è ritratto Krishna bambino, in un famoso episodio della sua infanzia che gli ha valso l’appellativo di Mākhan Chor (ladruncolo di burro), tiene infatti nella sua mano la palla di burro rubata alla madre adottiva Yashoda. Accovacciato su una base rettangolare disadorna, è rappresentato mentre si trascina sul ginocchio destro, bilanciando il suo peso con la mano sinistra, mentre l’altra è impegnata a sorreggere la palla di burro. Krishna è nudo, indossa solo gioielli: bracciali e cavigliere, una ghirlanda, un copricapo, dei grandi orecchini e una collana. La leggenda narra che i suoi gioielli servissero a illuminare la dispensa dove veniva tenuto il burro. La statua proviene dalla valle di Kathmandu, molto probabilmente dalla città di Patan. Essendo una scultura da esterno, presenta, oltre a una pregevole patina, residui di tikka vermiglio. Da notare inoltre la consunzione devozionale dei genitali e del naso. A statue depicting Krishna Mākhan Chor Nepal, Valley of Kathmandu, 18th century Schist, cm 22 x 24 Condition: very good This important and superbly-made schist sculpture depicts Krishna as a boy in the famous episode of his infancy when he went under the name Mākhan Chor (butter thief); indeed he holds a ball of butter stolen from his adopted mother, Yashoda. Kneeling on a rectangular base, he is portrayed on his right knee, balancing his weight with his left hand; whilst the other concentrates on sustain the ball of butter. Krishna is naked, wearing just his jewellery: bracelets and anklets, a garland, headgear, two large earrings and a necklace. The legend recounts that his jewellery served to light up the cupboard from which he took the butter. The statue came from the Valley of Kathmandu, most probably from the town of Patan. Being a sculpture for the outside, apart from having a very fine patina, it also presents tikka residue. To note, the devotional wear to the genitals and nose.

€ 2.200,00 / 2.600,00

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159 Padmapāni

Nepal, XV-XVI secolo Pietra con tracce policrome, cm 22,50 Stato di conservazione: buono Questo bellissimo frammento laterale di stele, originariamente facente parte di un complesso scultoreo più grande (forse un trittico con il Buddha storico centrale e Vajrapāṇi alla sinistra) ritrae in posa estremamente flessuosa il Bodhisattva Trascendente Avalokiteśvara nella sua manifestazione stante di Padmapāni, “il portatore di loto”. Dall’ aspetto femmineo e aggraziato é qui ritratto come un giovane che veste solo un leggerissimo peplo legato in vita. Tiene inoltre nella sua mano destra un sinuoso tralcio di loto, da cui prende il nome, che sale sulla sua spalla. Padmapāni, essendo il Bodhisattva della compassione, é mosso da grande pietà ed é di immediato aiuto per i bisognosi che lo invocano. Dal volto sereno e armonioso di questa finissima scultura é facile coglierne tutte le sue virtù. Ad un osservazione più attenta inoltre si possono notare alcune tracce policrome rosse e bianche oramai calcarizzate. Padmapāni Nepal, 15th-16th century Stone with polychrome traces, cm 22,50 Condition: good This very fine lateral stele fragment, originally forming part of a larger sculptural piece (possibly a triptych with the historic Buddha in the centre and Vajrapāṇi on the left), depicts the Transcendent Avalokiteśvara Bodhisattva in an extremely flexible pose, in the standing manifestation as Padmapāni “the lotus carrier”. From the feminine and graceful appearance, here he is depicted as a young man wearing just a very light peplo, tied at the waist. He holds in his right hand a sinuous lotus spray from where his name comes, that climbs up to his shoulder. Padmapāni, being the Bodhisattva of compassion, demonstrates great pity and immediately wants to help those who need it. From the serene face and harmony of this very fine sculpture is easy to accept all his virtues. On close attention, one can see traces of red and white polychrome.

€ 1.500,00 / 2.000,00

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160 Coppa da altare in Lapislazzulo

Nepal, XX secolo Lapislazzulo, metallo dorato, rubini e smeraldi, cm 13 x 15 Stato di conservazione: ottimo, con danno non visibile all’ interno della base Ricavata da un unico pezzo di lapislazzulo afghano screziato di qualità pregiatissima, questa splendida coppa incisa, rivela una elevata raffinatezza nella lavorazione in stile tibetano. Il bordo superiore è arricchito di una fila di coralli incastonati, mentre rubini e smeraldi tempestano le elaborate decorazioni in metallo dorato intorno alla coppa che accompagnano le incisioni nel lapislazzulo. Anche la base è tempestata di pietre preziose. Questo oggetto è posto sugli altari come offerta simbolica ma si differenzia per lo sfarzo dalle comuni coppe votive. La scelta del lapislazzulo è dovuta al significato che questa pietra rappresenta per la religione buddhista. Infatti essa simbolizza uno dei Sette Tesori (Dzö dün), il sphaṭika, ovvero la coscienza del sè. A lapis lazuli altar bowl Nepal,20th century Lapis lazuli, metal-gilt, rubies and emeralds, cm 13 x 15 Condition: very fine, invisible damage to the inside of the base Carved from a single piece of speckled afghan lapis lazuli of superb quality, this splendid incised bowl shows an elevated refined nature in the Tibetan stylistic production. The upper rim is embellished with a row of inset coral stones whilst rubies and emeralds heighten the elaborate decoration in metal-gilt around the bowl that accompany the lapis lazuli incisions. The base is further studded with precious stones. This object would have been placed on an altar as a symbolic offering and is different from most votive bowls .The choice of using lapis lazuli is due to the meaning of this stone for the Buddhist religion. Indeed, it symbolises one of the Seven Treasures (Dzö dün), the sphaṭika, or in other words, one’s conscience.

€ 2.200,00 / 2.400,00

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161 Copertina di libro

Tibet, XII-XIII secolo Legno intagliato, dorato e laccato, cm 60 x 15 Stato di conservazione: discreto Copertina di libro in legno intagliato, laccato di rosso e parzialmente dorato. La decorazione a rilievo si svolge sulla superficie esterna a vista. Si costituisce di una cornice rettangolare con un fregio floreale, che a sua volta contiene un’altra cornicetta più stretta ornata con un filare continuo di piccoli umboni, a mo’ di collana di perle o di rosario. Lo spazio rettangolare più interno mostra tre altari con altrettante divinità, collegati da un girale fitomorfo.La dinività all’interno della nicchia sulla destra è il bodhisattva Mañjuśrī (in tibetano jam dpal dbyangs), incarnazione della Sapienza (prajñā): seduto con le gambe incrociate in padmāsana, la posizione del loto, brandisce con la mano destra – emblema del principio maschile - la spada (khaḍga) con cui sgomina l’ignoranza, mentre nella sinistra (simbolo del principio femminile) tiene un fiore di loto su cui dovrebbe star posato il Libro della Saggezza Trascendente, dettaglio che in verità in questo intaglio non è perfettamente riconoscibile. Al centro si vede invece il bodhisattva Avalokiteśvara (in tibetano Chenrazig), raffigurato in una nicchia con piedistallo di maggiori dimensioni e più elaborata nel decoro rispetto alle altre due: seduto anch’esso in padmāsana, tiene nella mano sinistra sollevata il rosario buddhista (akṣamālā), in quella destra corrispondente il fiore di loto e tra le mani giunte al petto il cintāmaṇi, ovvero la pietra-gioiello che esaudisce tutti i desideri. Quest’iconografia di Avalokiteśvara, una delle tante che la riguardano, è nota come Ṣaḍakṣarin, poiché qui impersonifica il “Signore delle Sei Sillabe” (Ṣaḍ-akṣara) che formano la formula “Oṃ maṇi padme, hūm” con cui questo bodhisattva viene evocato. La divinità sulla sinistra è invece Vajrapāṇi (in tibetano Channa Dorje), il dio della pioggia e impersonificazione del Buddhismo Tantrico. Corpulento, sta in piedi a gambe divaricate nell’atto di fare un passo verso destra (pratyālīḍha). Nella mano destra sollevata tiene il suo attributo principale, ovvero il vajra simbolo dell’Assoluto; la mano sinistra, all’altezza del petto, dovrebbe essere nel gesto dell’esorcizzazione (karaṇamudrā), con il mignolo e l’indice distesi. Queste tre divinità insieme costituiscono un’iconografia abbastanza diffusa nell’ambito del Buddhismo tibetano, molto evocata dai fedeli che la considerano una sorta di amuleto, per il desiderio di Conoscenza (Mañjuśrī), per il bisogno di Compassione (Avalokiteśvara) e per la protezione contro incidenti e malanni (Vajrapāṇi). A partire dall’XI secolo, epoca in cui iniziò il cosiddetto Chidar, ovvero “l’ultima diffusione della fede [buddhista]”, i tibetani intrapresero una colossale opera di riscrittura dei testi sacri indiani, traducendoli dal sanscrito al tibetano. Fu allora che venne in auge un’arte del libro e della rilegatura, con la produzione di splendide copertine in legno intagliato, spesso laccato e dorato, tra le quali si può senz’altro annoverare questo interessantissimo esemplare. Solitamente, alla copertina superiore decorata si univa una inferiore pure di legno ma non lavorato; le pagine del testo erano prima avvolte in tessuto e quindi sistemate tra le due copertine.Riguardo alla sua datazione, proponiamo un arco cronologico tra il XII e il XIII secolo, avendo come riferimento e confronto un esemplare conservato nel Metropolitan Museum di New York datato all’inizio del XII secolo (inv. 1987.407.6). Scheda a cura del Prof. Francesco Morena

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A book cover Tibet, 12th-13th century Carved, lacquer and gilt wood, cm 60 x 15 Condition: fair A carved red lacquer and partially giltwood book cover. The relief decoration covers the area of the exterior surface that is visible. It consists of a rectangular frame with floral decoration, which in turn contains another smaller frame closer embellished with a continuous row of small umbos, like a pearl necklace or a rosary. The innermost rectangular space depicts three altars with as many deities, connected by a phytomorphic swirl motifs. The deity in the right-hand niche is the bodhisattva Mañjuśrī (in Tibetan jam dpal dbyangs), the embodiment of Wisdom (prajñā): seated with crossed legs in prajñā, the lotus position, brandishing the sword (Khadga) in the right hand - male symbol - with which to vanquish ignorance, whilst the left (female symbol) holds a lotus flower on which the Book of Transcendental Wisdom should rest, but in truth the detail in this carving is not perfectly clear. The bodhisattva Avalokiteśvara (Tibetan Chenrazig) is situated in the centre in a niche with a larger and more elaborate decorative base than the other two: also seated in padmāsana, the left hand is raised and holds the Buddhist rosary (akṣamālā), the right hand bears the lotus flower with a cintāmaṇi clasped to the chest, or in other words the jewel- stone that fulfils all desires. This iconography of Avalokiteśvara, one of many that are about him, is known as Ṣaḍakṣarin, as he personifies the “Lord of the Six Syllables” (Ṣaḍ-akṣara) that form the formula “ Oṃ maṇi padme, hūm” with which this bodhisattva is evoked. The deity on the left is Vajrapāṇi (Channa Dorje in Tibetan), the god of rain and impersonation of Tantric Buddhism. Corpulent, he is standing with legs apart in the act of taking a step to the right (pratyālīḍha). In his raised right hand he holds his main attribute, the Vajra, symbol of the Absolute; the left hand at the height of the chest, should be in the gesture of exorcism (karaṇamudrā), with the little finger and index finger extended. Together, these three deities form part of a widespread iconography in Tibetan Buddhism, much evoked by the faithful who see him as a kind of amulet, for the desire of Knowledge (Mañjuśrī), for the needs of Compassion (Avalokiteśvara) and for protection against accidents and illnesses (Vajrapāṇi). From the eleventh century, a period in which the so-called Chidar began, or “the last spread of the [Buddhist] faith”, Tibetans began a enormous rewriting of the sacred Indian texts, translating them from Sanskrit into Tibetan. It was then that the art of books and book-binding came into vogue, with the production of beautiful carved wood and often lacquered and gilded covers; this lot being an example of such. Usually, the decorated upper cover joined a wooden lower cover that would not have been carved; the pages of the text were first wrapped in fabric and then placed between the two covers. With regards to the dating, we suggest a time-span between the twelfth and thirteenth centuries, having as reference and comparison an example preserved in the Metropolitan Museum in New York that is dated to the beginning of the twelfth century (inv. 1987.407.6). Text by Prof. Francesco Morena

€ 1.500,00 / 1.800,00

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162 Prajñāparamitā

Nepal, XIX secolo Bronzo, cm 31 Stato di conservazione: buono Questa bella statua in bronzo raffigura il Bodhisattva Trascendente Prajñāparamitā. Proveniente dalla valle di Kathmandu questa particolare figura, che non é presente nella classificazione dei bodhisattva a otto a cinque o a tre figure, é in realtà la manifestazione di un gruppo di testi sacri da cui essa prende il nome. In sanscrito significa “Perfezione della Sapienza Trascendente”. Tali tasti, del I secolo A.C., sono tra i più importanti e antichi di tutto il buddhismo Mahāyānico. In questa sua variante non canonica, che la fa assomigliare a Śaḍakṣari-Lokeśvara, é seduta in posizione padmāsana ed ha nella sua mano sinistra il libro della sapienza trascendente, mentre nella destra tiene il rosario mālā contorto nel segno dell’ infinito. Le sue mani principali sono invece in posizione maṇidharamudrā. Da notare la cavità sul retro che la fa immaginare come facente parte di un gruppo scultoreo da esterno. A statue of Prajñāparamitā Nepal, 19th century Bronze, cm 31 Condition: good This fine bronze statue depicts the Transcendent Bodhisattva Prajñāparamitā. From the Valley of Kathmandu this particular figure, which is not present in the classification of the eight, five or three figure bodhisattva is actually a manifestation of a group of sacred texts from which it takes its name. In Sanskrit it means, “Perfection of Transcendent Wisdom”. These texts from the 1st century B.C. are amongst the most important and the most antique of all Mahāyānic Buddhism. In this non-canonical variant, like Śaḍakṣari-Lokeśvara, she is seated in the padmāsana position and the left hand holds a book on transcendent wisdom, whilst the right one holds the mālā rosary, twisted into the symbol of the infinite. The main hands are in the maṇidharamudrā position. The cavity on the reverse leads one to believe that it may well have been part of a sculptural group for an exterior.

€ 2.200,00 / 2.400,00

163 Buddha

Cino/Tibet con influenze mongole, XVIII secolo Lega di rame dorata con residui policromi, cm 16,50 Stato di conservazione: molto buono Statua raffigurante il Buddha storico Gautama seduto in posizione padmāsana (posizione del loto). Con la sua mano sinistra tiene la ciotola delle offerte (pātra) mentre con la mano destra tocca la terra che viene chiamata a testimone della veridicità delle sue parole (bhūmisparśamudrā). In questo bronzo di bellissima esecuzione, è da apprezzare l’ estrema grazia del volto che conserva ancora i suoi lineamenti dipinti con pigmenti policromi. Il corpo invece presenta una possibile ritinteggiata a colore dorato del XIX secolo. A Statue of Buddha Sino/Tibet with mongolian influences, 18th century Gilt copper alloy with polychrome remains, cm 16,50 Condition: very good The statue represents the historical Buddha Gautama in the Padmāsana position (lotus position). With his left hand he holds the alms bowl (pātra) whilst with the right he touches earth that he is called to testify on the truthfulness of his words (bhūmisparśamudrā). In this superbly executed bronze the graceful nature of the face is to be admired which still conserved its painted features with polychrome pigments. It is likely that the body repainted in a gold tone in the 19th century.

€ 2.300,00 / 2.500,00

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164 Jambhala Nero

Tibet, XVIII-XIX secolo Legno di Zitan e pigmento dorato, cm 17,50 Stato di conservazione: ottimo Statua lignea in rarissimo legno di Zitan, una specie di palissandro ormai estinto, raffigurante il dio dell’abbondanza e ricchezza, Jambhala. In questa particolare scultura di eccellente fattura, vi é rappresentato nella sua variante nera. A distinguerlo dalle altre forme (bianca, rossa, verde e gialla) é la kapāla ricolma di sangue che porta nella sua mano destra. Indossa un serpente nāga a guisa di collana mentre nella mano sinistra tiene una mangusta (nakula) che sputa gemme. Con le gambe in posizione pratyālīḍha schiaccia sotto i suoi piedi un cadavere riccamente adornato di monili, dalla cui bocca fuoriescono pietre preziose. Un bellissimo pigmento d’ oro ricopre il volto e gli orecchini di Jambhala dalla bocca fiammeggiante. Rifiniti in oro anche i bracciali, la base di loto e l’ aureola infuocata. A Black Jambhala Tibet, 18th-19th century Zitan wood and gold pigment, cm 17,50 Condition: excellent This statue is made of very rare Zitan wood, a species of palisander that is now extinct. It portrays the god of abundance and wealth, Jambhala. In this particular superbly-made sculpture he is represented in his black variant and can be distinguished from his other forms (white, red, green and yellow) by the kapāla brimming with blood, that he holds in his right hand. He wears a nāga serpent as a necklace whilst the left hand holds a mongoose (nakula) that spits out gems. The legs are in the pratyālīḍha position, flattening a richly decorated dead body under the feet; precious stones spill out from the mouth. A very fine gold pigment covers the face and Jambhala’s earrings with his flaming mouth. The bracelets, the lotus flower base and the flaming halo are also finished in gold.

€ 3.000,00 / 3.500,00

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165 Torso di Buddha Trascendente, presumibilmente Amitābha o Amitāyus Cino/Tibet, XVIII secolo Fusione in rame, cm 23 Stato di conservazione: diverse mancanze

Il torso qui raffigurato, a causa di svariate mancanze é di difficile identificazione. Generalmente infatti la posizione di gambe, braccia, mani (mudrā) e gli oggetti che esse stringono, possono definire, nell’ iconografia buddhista, l’ identità e la funzione dell’ immagine sacra. E’ comunque presumibile dedurre dalla postura verticale, dall’ estrema compostezza delle due uniche braccia, dalla ieratica espressione del volto, dalla presenza degli ornamenti regali e di un pernio frontale che fa intuire l’ antica presenza di una corona (simbolo del trionfo sulle leggi naturali), che si possa trattare di uno dei cinque Buddha Trascendenti (Jina). I Jina ,”vincitori”, (Akṣobhya, Ratnasambhava, Amitābha o Amitāyus, Amoghasiddhi, Vairocana) oltre ad essere associati ai cinque punti cardinali hanno la caratteristica di essere Buddha spirituali mai incarnati e quindi eterni, sempre presenti e fuori dalle leggi della natura. A differenza dei Buddha temporali e storici essi possono fornire un aiuto diretto al fedele sopratutto durante la meditazione. Osservando questo torso, si nota la simmetrica e rigida eleganza delle braccia che curvano leggermente verso il grembo che all’origine, avrebbe dovuto raccogliere le mani sovrapposte nel gesto della meditazione (dhyānamudrā). Questa posizione farebbe pensare ad Amitābha o alla sua variante Amitāyus. Amitābha detto anche il Buddha “dall’ incommensurabile splendore”, oltre ad essere colui che é sovrano del paradiso intermedio dell’ ovest, é il più antico dei cinque Jina ed é una delle figure più venerate di tutto il pantheon buddhista. Nelle sue mani in posizione di meditazione ha spesso la ciotola dell’ elemosina (pātra) che lo identifica come capo supremo dell’ ordine, mentre nella sua variante Amitāyus tiene la Kalaśa, il contenitore per il nettare dell’ immortalità. Da notare la severa ma serena bellezza del volto, nonché l’ elevata qualità della fusione e il buono stato di conservazione delle parti superstiti. Torso of a Transcendental Buddha, presumably Amitābha or Amitāyus Sino/Tibet, 18th century Copper fusion, cm23 Condition: some losses Due to various losses, this torso is difficult to identify. The position of the legs, arms, hands (mudrā) and the objects they hold can generally be defined, in Buddhist iconography, as the identity and function of the sacred image. It is possible to deduce from the vertical posture, from the extreme composure of the only two arms, from the solemn facial expression, by the presence of the regal ornaments and a frontal pivot that suggests there would have been an ancient presence of a crown (symbol of triumph over the natural laws), that this is one of the five Transcendent Buddhas (Jina). The “winner” Jina (Akṣobhya, Ratnasambhava, Amitābha o Amitāyus, Amoghasiddhi, Vairocana), in addition to being associated with the five cardinal points, have the characteristics of being spiritual Buddhas that have never been incarnated and are therefore eternal, ever-present and outside the laws of nature. Unlike the historical and temporal Buddhas they can directly help a faithful person, above all during meditation. Observing this torso, one can see the symmetry and rigid elegance of the arms that curve slightly towards the lap, which originally, would have held the overlapping hands in the meditation gesture (dhyānamudrā). This position makes one this of Amitābha or its variant Amitāyus. Amitābha, also known as the Buddha “from immeasurable splendour”, as well as being the sovereign of intermediary paradise of the west, is the oldest of the five Jina and is one of the most revered figures of all the Buddhist pantheon. Often with his hands in the meditation position he holds an alms bowl (pātra) that identifies him as the supreme head of the order, whilst in his variant Amitāyus he holds the Kalaśa, the container for the nectar of immortality. To note the severe but serene beauty of the face, as well as the high quality of the fusion and the good condition of the remaining parts.

€ 2.000,00 / 2.200,00

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166 Statua di Guru-Rimpoche Nepal, prima metà XX secolo Bronzo dorato, cm 34 Stato di conservazione: ottimo

In questa bellissima statua di produzione recente ma di elevata qualità e lavorazione, é raffigurato Padmasambhava, o Guru Rimpoche in Tibetano. E’ qui proposto nella sua più classica manifestazione, con il capo coperto dalla mitra portata solo dai dignitari della scuola Nyngma e le gambe in posizione semichiusa (ardhaparyaṅka). Nella sua mano destra protesa verso l’esterno stringe il Vajra in una posizione che indica l’ assoggettamento dei demoni, mentre nella mano sinistra ha la Kapāla nel cui interno é inserita la fiala dell’ immortalità. Sulla spalla sinistra ha appoggiata la bacchetta magica Khaṭvāṅga, che lo identifica come individuo conoscitore profondo del tantra e possessore di poteri soprannaturali. A statue of Guru-Rimpoche Nepal, first half of 20th century Bronze-gilt, cm 34 Condition: excellent In this very fine sculpture of recent production but of very high quality and manufacture, the figure of Padmasambhava or Guru Rimpoche in Tibetan is portrayed. Here he is in his most classical manifestation with his head covered by the mitre worn only by dignitaries of the Nyngma School and his legs in a semi-closed position (ardhaparyaṅka). In his right hand he stretches outwards and holds the Vajra in a position that indicates the subjection of the demons, whilst the left he holds the Kapāla in which the phial of immortality is contained. On the left shoulder the magic rod Khaṭvāṅga rests that identifies him as very knowledgeable of the tantra and owner of supernatural powers.

€ 1.200,00 / 1.300,00

167 Coppia di Mudrā

Tibet, XVIII secolo Rame placcato in oro zecchino, cm 15 Stato di conservazione: buono Nella tradizione scultorea tibetana spesso si trovano statue modulari, che acquistano specifiche identità a seconda degli attributi intercambiabili di cui vengono fornite. Questa coppia di braccia raffigura due ben distinte posizioni di mudrā: Il braccio più grande é nella mudrā di esposizione della dottrina (Vitarkamudrā), mentre il più piccolo che ha un Maṇḍala sul palmo, é nel gesto di comprensione (Ciñcihnamudrā). Sono entrambe di ottima fattura e completamente laminate in oro zecchino. A pair of Mudrā Tibet, 18th century Gold-plated copper, cm 15 Condition: good In the tradition of Tibetan sculpture one regularly finds modular statues that gain a specific identify according to the interchangeable attributes that they are given. This pair of arms portrays two clearly separate mudrā positions. The larger arm is in the mudrā demonstrating the doctrine (Vitarkamudrā), whilst the smaller one holding a Mandala in the palm is in a pose of understanding (Ciñcihnamudrā). They are both very well made and entirely laminated in pure gold.

€ 550,00 / 650,00

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168 L’Ādibuddha Vajrasattva

Tibet, XIX-XX secolo Bronzo dorato con tracce policrome, cm 20 Stato di conservazione: ottimo La bella statua qui proposta raffigura Vajrasattva, uno dei Buddha Primordiali (Ādibuddha). La loro peculiarità é quella di rappresentare le caratteristiche qualitative dell’ assoluto, ovvero di ciò che sta all’ origine di tutta la creazione ed é insondabile. Sono inoltre auto generati e preesistenti a qualsiasi cosa creata. Vajrasattva, oltre ad avere la corona a cinque punte (che lo identifica come non soggetto alle leggi naturali) ha nella mano destra (maschile) il Vajra, il simbolo dell’ assoluto, mentre nella sinistra (femminile) la campana Ghaṇṭā, che rappresenta la transitorietà. Vajrasattva é quindi l’ espressione della polarità e della dialettica tra l’ assoluto e il ciclo di morte e rinascita del Saṃsāra. Degne di nota, in questa statua, sono l’ ottima qualità e conservazione della pittura che caratterizzano il bel volto e la ricca decorazione della corona con piccole perle e coralli. The Ādibuddha Vajrasattva Tibet, 19th -20th century Bronze-gilt with traces of polychrome, cm 20 Condition: excellent This fine statue represents Vajrasattva one of the first Primordial Buddhas (Ādibuddha). Their difference is that they represent the qualitative characteristics of the absolute, or in other words all that there was at the beginning of all creation and that is unfathomable. They are auto-generated and pre-existent to anything that has been created. Vajrasattva, apart from wearing the five-pointed crown (symbol that he is not subject to natural laws) he hold in his right hand (male) the Vajra, the symbol of the absolute whilst in the left (female) the Ghaṇṭā bell, representing the transitory nature. Vajrasattva is therefore the expression of the polarity and dialect between the absolute and the cycle of death and rebirth of Saṃsāra. This fine statue is noteworthy for the excellent quality and condition of the painted face and for the rich decoration of the crown embellished with small pearls and coral stones.

€ 1.000,00 / 1.200,00 30


169 Vajrapāṇi con lo scorpione Tibet, XVIII secolo Terracotta stampata, cm 19 Stato di conservazione: buono

L’oggetto che qui si presenta è una cosiddetta tsa tsa, ovvero un’immagine sacra tibetana in argilla realizzata a scopo devozionale grazie all’ausilio di uno stampo metallico. In questo esemplare, molto interessante poiché ha conservato una grande quantità di dettagli e un’indubbia finezza di esecuzione, è raffigurato Vajrapāṇi, una delle divinità più importanti del pantheon buddhista. Questo Vajrapāṇi (letteralmente “che ha in mano il vajra”), dall’aspetto terrifico, è uno dei due modi in cui questa divinità si manifesta. Entrambe derivazioni del dio vedico Indra, una manifestazione di Vajrapāṇi lo mostra come bodhisattva pacifico (śānta) e trascendente accompagnatore del Buddha; l’altra è invece quella qui testimoniata, furente (krodha), che lo vuole dio della pioggia, come d’altronde lo è Indra. Come in questa tsa tsa, Vajrapāṇi furente è raffigurato con la corona a cinque teschi in capo, la pelle di tigre sul ventre, le gambe divaricate con un passo verso destra (pratyālīḍha). Nella mano destra portata in alto tiene il vajra, ovvero lo scettro emblema dell’Assoluto e dell’Eterno anch’esso ispirato allo strumento di Indra per scagliare fulmini e tempeste. Riguardo alla mano sinistra, essa può anche non tenere nulla. Tuttavia, esistono anche eccezioni a questa iconografia più diffusa, come quella che è esemplificata in questa scultura. Lo scorpione (vṛścika), animale che secondo le credenze buddhiste ha il potere di proteggere il fedele dalle influenze malefiche, appare piuttosto raramente insieme a Vajrapāṇi nelle immagini di questa divinità, anche se l’associazione tra questo animale e il Dio del Fulmine è prevista dalla tradizione. Scheda a cura del Prof. Francesco Morena Vajrapāṇi with the scorpion Tibet, 18th century Impressed terracotta, cm 19 Condition: good This object is the so-called tsa tsa, or a sacred Tibetan image made of clay for devotional purposes using a metal mould. This very interesting example, which has retained much of the detail and which has an undeniable finesse of execution, depicts Vajrapāṇi, one of the most important deities of the Buddhist pantheon. This Vajrapāṇi (literally “who holds the vajra”), with a terrifying appearance, is one of the two ways in which this deity is manifested. Both from the Vedic god Indra, a manifestation of Vajrapāṇi, shows him as a peaceful bodhisattva (śānta) and the transcendent companion of the Buddha; the other is shown in this example, as furious (krodha), as the god of rain, as Indra indeed is. As in this tsa tsa, the furious Vajrapāṇi is depicted with a crown of five skulls on his head, the tiger skin around the stomach and legs spread with a step to the right (pratyālīḍha). In his right hand he holds up high the vajra, the emblematic sceptre of the Absolute and Eternal, inspired by the instrument used by Indra to hurl lightning and thunder. The left hand can hold nothing; however, there are exceptions to this more widespread iconography, as is shown in this sculpture. The scorpion (vṛścika), an animal that according to Buddhist beliefs has the power to protect the faithful from evil influences, appears rarely with Vajrapāṇi in the images of this deity, although the association between this animal and the God of Thunder is traditional. Text by Prof. Francesco Morena

€ 750,00 / 950,00

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170 Spada tibetana Lokang

Tibet orientale, Derge, Provincia di Kham, XIX secolo Argento, ferro, corallo e turchese, cm 6,50 x 42,50 Stato di conservazione: ottimo Splendida daga in ferro con decorazioni in argento sbalzato, corallo e turchese, denominata Lokang, che in dialetto Kham significa “gamba laterale” (lo - “lato”, Kang - “gamba”). Veniva portata legata alla cintura dai nomadi Kampa. L’elsa è arricchita da coralli e fili d’argento e termina a forma di loto con una Tzipah (volto della gloria). Il fodero, in argento sbalzato, è decorato con un leone cinese, due coralli e un turchese, che rappresentano una Triratna (“Tre Gioielli”) e un drago Qing con una perla tra gli artigli. La lama porta il marchio di forgiatura della tribù Achang, nella provincia dello Yunnan. Gli Achang erano rinomati per le loro lame sin dalla dinastia Ming e praticavano il Buddhismo Hinayana. A Tibetan Lokang short sword Eastern Tibet, Derge, Province of Kham, 19th century Silver, iron, coral and turquoise, cm 6,50 x 42,50 Condition: excellent Iron, silver, coral & turquoise short sword (Lokang in Kham dialect). Lokang means “side leg” (lo – “side”; kang – “leg”). It is a leg sword that was worn hanging from a Kham nomad’s belt down his right side. A distinctive trait of Khampa swords is that when they are pulled out of their sheaths with the top of the sheath (left picture) facing upwards, the sharp blade of the sword was on the left. In other countries, it is on the right. In combat, a Khampa man would hit another man with the flat or blunt edge, because the aim was not to kill, but merely to win the fight. When a Khampa turned the blade side towards his opponent, he intended to inflict serious harm. This hilt has a silver Tzipah (“Face of Glory”) over an incised lotus flower & a silver wire wrapping that forms the grip. On top of the scabbard is a horizontal border with a second silver Tzipah flanked by a Cintamini (“Wish-Fulfilling Jewel”) on each side & lotus leaves on the back. Under the Tzipah on the front are a vertical silver repoussé panel with a Chinese foo lion, two inset corals and one turquoise that represent a Triratna (“Three Jewels”) and another Qing dragon holding a pearl in its claws. The dome on the bottom of the scabbard has swirling leaves around a lotus flower centre. The back of the hilt presents a Qing-style dragon on top over another incised lotus flower. The reverse of the scabbard bears a vertical incised silver panel with a tiger, a bird and a snow lion surrounded by leaf motifs. The knife blade is stamped with Chinese silver marks, indicating that the blade was made by the Achang tribe in the Yunnan Province, Southern China near the Burmese border. The Achang practiced Hinayana Buddhism and were known for their unique and superior knife-making techniques, which had a six hundred year old history started during the Ming Dynasty. The Achang blade was probably attached to the handle in Derge. Qing elements were prominent on objects from Eastern Tibet, which is on the Chinese border, because it was directly administered by Manchu China during the period when this knife was fabricated. Derge was famous throughout Tibet for its metal work. The Khampas were nomadic warriors known for their bravery, handsome faces and height, skill with horses and their intrepid independence. They helped the 14th Dalai Lama escape from Lhasa during the 1959 uprising.

€ 3.400,00 / 3.600,00 32


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171 Architrave raffigurante Mahākāla Nepal, XVIII secolo Legno policromo, cm 65 Stato di conservazione: molto buono

L’ oggetto qui presentato é un ottimo esempio della tipica scultura sacra da esterni del Nepal. Le pagode nepalesi hanno infatti come caratteristica architettonica quella di essere costruite in mattoni rossi e ricchissime decorazioni in legno scolpito. Uno degli elementi più affascinati sono gli intricatissimi e coloratissimi architravi che ritraggono svariate divinità, sostenendo e abbellendo la parte sottostante il tetto. Su quello qui proposto vi é raffigurato Mahākāla, uno degli otto Dharmapāla, ovvero demoni convertiti che nel pantheon buddhista svolgono la funzione di difensori e ammonitori. Da notarne l’ insolita rappresentazione nella forma molto particolare a quattro braccia (Caturbhuja). Ha come attributi comuni a tutte le sue varianti, la mannaia rituale Kartika e la calotta cranica Kapāla, inoltre in questa versione brandisce anche la spada fiammeggiante Khaḍga. Grazie a questa specifica rappresentazione il Dharmapāla assume il ruolo di difensore della sapienza. L’ oggetto presenta inoltre, come é d’uso in questo particolare tipo di scultura da esterno, diversi livelli di ritinteggiamento, di cui l’ ultimo risale alla fine del XIX secolo. An architrave depicting Mahākāla Nepal, 18th century Polychrome wood, cm 65 Condition: very good This object is a superb example of the typical sacred outdoor sculpture found in Nepal. The Nepalese pagodas are made in red brick and have extremely rich carved wood decorative motifs. One of the most fascinating elements is the intricate and very colourful architraves that depict the various deities, support and embellish the roof below. This sculpture portrays Mahākāla, one of the eight Dharmapāla, converted demons that, in the Buddhist pantheon, have the role of defender and advisor. To note the unusual representation with four arms (Caturbhuja). He carries the normal attributes of all his variants: the ritual Kartika blade and the skull cap, Kapāla, in this version brandishing the wavy sword Khadga. Thanks to this specific representation the Dharmapāla takes on the role of defender of wisdom. It also shows various levels of repainting, as is normal for this type of outdoor sculpture, the last of which goes back to the late 19th century.

€ 900,00 / 1.100,00

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172 Piccolo altare di Mañjuśrī

173 Kalaśa in cristallo

Nepal, XX secolo Argento, bronzo e corallo, cm 12 x 13 Stato di conservazione: ottimo

Nepal, XX secolo Cristallo, metallo dorato e pietre semi-preziose, cm 11 Stato di conservazione: buono

Piccolo altare di pregevole fattura in argento e arricchito con coralli dedicato al Bodhisattva Trascendente Mañjuśrī. Al centro, sovrastato da due Makara e dal mostro Cheppu, siede su di un leone la divinità in una particolare forma chiamata Siṃhāsana. Si differenzia dalla sua più classica raffigurazione per la sua cavalcatura, i suoi tipici attributi (la spada ed il libro) ora poggiati su due loti retrostanti e le mani nella posizione dell’ avviamento della ruota della dottrina (Dharmacakrapravartanamudrā). Secondo solo a Avalokiteśvara, Mañjuśrī (dall’amabile bellezza) é il Bodhisattva più venerato, poichè é simbolo di intelligenza e sapienza ed é considerato portatore di luce che fuga demoni e tenebre.

Splendido esempio di alto artigianato buddhista Nepalese, questa “fiala” (Kalaśa) é il contenitore del sacro “nettare dell’ immortalità” Amṛta (letteralmente dal sanscrito “non morte”). Questo prezioso recipiente si trova spesso adagiato tra le mani di svariate figure del pantheon buddhista. Tra le più frequenti, il Buddha Trascendente Amitāyus e alcune forme del Bodhisattva della Compassione Avalokiteśvara. Da notare l’intricato e ricco lavoro in metallo dorato e radici di rubino e smeraldo che impreziosisce il cristallo di rocca.

A small Mañjuśrī altar Nepal, 20th century Silver, bronze and coral, cm 12 x 13 Condition: excellent A very finely made small silver altar embellished with coral stone and dedication to the Transcendent Bodhisattva Mañjuśrī. In the central area below two Makara and the monster Cheppu, and seated on a lion, is the god of a particular form known as Siṃhāsana. It is differentiated from his more classical representation by being seted astride, the typical attributes (sword and book) are not resting on two lotus and the hands are in the position of turning the doctrine wheel (Dharmacakrapravartanamudrā). Second only to Avalokiteśvara, Mañjuśrī (friendly beauty) is the most venerated Bodhisattva, and bears the symbol of intelligence and wisdom and is considered the bringer of light that sends the demons in to the shadows.

A crystal Kalaśa Nepal, 20th century Crystal, gilt-metal and semi-precious stones, cm 11 Condition: good A splendid example of fine Nepalese Buddhist craftsmanship, this “phial” (Kalaśa) is the sacred container of the “nectar of immortality” Amrta (literally in Sanskrit “not death”. This precious recipient is often held by the various figures in the Buddhist pantheon. Among the most frequent is the Transcendent Buddha Amitāyus and some forms of the Bodhisattva of Compassion Avalokiteśvara. This object is intricately and richly decorated in metal-gilt with ruby and emerald roots that make the rock crystal all the more valuable.

€ 650,00 / 700,00

€ 400,00 / 500,00

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174 Padmasambhava repoussé

Tibet, XVIII secolo Rame sbalzato, cm 28 Stato di conservazione: buono con alcune mancanze Bella statua nella tipica lavorazione tibetana in rame sbalzato (repoussé) raffigurante Padmasambhava (VIII DC). Dei personaggi storici é probabilmente la figura in assoluto più importante per il buddhismo tibetano. Oltre ad aver introdotto gli insegnamenti del Buddha in Tibet, ha combattuto e sottomesso i demoni della religione preesistente Bön, convertendoli e trasformandoli in guardiani e protettori del Dharma (Dharmapāla). Da notare come la testa e le mani siano in fusione, nonché l’ ottima fattura complessiva dell’ opera. A repoussé Padmasambhava Tibet, 18th century Embossed copper, cm 28 Condition: good with some losses A fine statue of typical Tibetan production in embossed copper (repoussé) depicting Padmasambhava (8th A.D.). This figure of all the historical characters is perhaps the most important in Tibetan Buddhism. Apart from having introduced the teachings of Buddha to Tibet, he fought and put down the demons of the pre-existing religion, Bön, converting and transforming them into the guardians and protectors of the Dharma (Dharmapāla).The head and hands are in fusion and the overall quality of the production is worthy of note.

€ 950,00 / 1.100,00

175 Testa di Indra

Nepal, XVIII secolo Rame sbalzato, cm 19 Stato di conservazione: molto buono Bellissima testa a sbalzo su una spessa placca di rame raffigurante Indra, la divinità induista del tuono, della pioggia e dei fenomeni naturali. Figura tra le più antiche, era originariamente anche la divinità della guerra ed il re degli dei per gli Ariani, mitico popolo invasore dell’ India nel II millennio AC. Tale divinità é stata poi integrata insieme ad altri dei come Agni (dio del fuoco) nell’ attuale composizione del pantheon Induista. Proveniente dalla valle di Kathmandu, Nepal, é qui ritratta con la sua corona e monili regali. Head of Indra Nepal, 18th century Embossed copper, cm 19 Condition: very good A very finely embossed head decorated a thick copper plaque depicting Indra, the Hindu deity of thunderstorms, rain and natural phenomena. Among the most ancient of figures, he was originally also the god of war and king of the god for the Arians, the mythological population, invades of India in the 11 millennium B.C. This deity was subsequently integrated together with the other gods such as Agni (god of fire) in this Hindu composition. Coming from the Valley of Kathmandu in Nepal he is portrayed here with his crown and regal jewels.

€ 950,00 / 1.000,00 176 Doppio Vajra in seta

Tibet, XVIII secolo Ricamo in seta, cm 23 x 23 Stato di conservazione: buono con alcune usure Bellissimo esempio di ricamo religioso buddhista in seta, su base anch’ essa in seta e bordi finemente rifiniti con fili d’argento. Raramente alla tradizionale arte pittorica tibetana si affianca anche il ricamo per la rappresentazione di immagini sacre. Esistono infatti splendidi e poco comuni esempi di Thangka riccamente ricamate. Vi é qui rappresentato un doppio Vajra o “Vajra universale” (Viśvavajra) che indica la presenza dell’ assoluto in tutte le parti del mondo. Lo sfondo é decorato con splendidi temi raffiguranti fiori e draghi e sono presenti inoltre alcuni simboli del buon auspicio. A double silk Vajra Tibet,18th century Silk embroidery, cm 23 x 23 Condition: good with some wear A very fine example of Buddhist silk embroidery, on a silk base with finely finished silver thread edges. It is rare in the traditional art of Tibetan painting to find embroidered examples of sacred images; indeed there are few but splendid examples of richly embroidered Thangka. This lot shows a double Vajra or “universal Vajra” (Viśvavajra) that indicated the presence of the absolute in all parts of the world. The background is decorated with wonderful images depicting flowers and dragons and various symbols of good omens.

€ 750,00 / 850,00 36


177 Formella lignea raffigurante Durgā Nepal XVIII-XIX secolo Legno scolpito, cm 28 Stato di conservazione: buono

Questa interessantissima figura in legno proveniente dalla valle di Kathmandu, é uno splendido esempio di scultura modulare da tempio o da edificio sacro Newar. A differenza dell’ India, in Nepal le figure sacre che compongono esternamente le facciate, sono prevalentemente in legno, come questa formella di eccellente fattura e con patina generata dall’ uso devozionale e dal consumo naturale per gli agenti atmosferici esterni. Questo particolare modulo può essere stato la base di un capitello, un elemento di una composizione più grande (che generalmente adorna il timpano sovrastante le porte di ingresso alle pagode) o, più probabilmente, osservandone il consumo, l’ immagine principale di un tabernacolo. Vi é raffigurata Durgā, una delle divinità induiste più popolari in Nepal e a cui é dedicato il famoso e sanguinario festival Dashain. Detta anche “la poco accessibile” é qui seduta in posizione paryaṅka sopra un leone e brandisce in due delle otto braccia la spada e lo scudo. Le mani centrali invece sono nelle mudrā varadamudrā e abhayamudrā. Considerata simbolo di grande forza nonché Shakti di Śiva, Durgā nasce come variante di Pārvatī a cui la trimurti composta da Brahmā, Śiva e Viṣṇu infonde tutti i loro poteri per sconfiggere il demone Mahishasura che può essere ucciso solo da una donna. Questa dea guerriera infatti, nella sua forma più classica sfoggia molti attributi a lei donati caratteristici di altre divinità e nelle sue innumerevoli braccia brandisce un vero e proprio arsenale. Esistono inoltre molte varianti di Durgā alcune più serene altre adirate, mancando alcuni attributi, non é chiaro a quale di queste si possa accostare la scultura qui presentata, la più probabile comunque sembra Vana-Durgā. A wooden tile depicting Durgā Nepal, 18th-19th century Carved wood cm 28 Condition: good This extremely interesting wooden figure from the Kathmandu valley, is a splendid example of modular sculpture from a temple or sacred Newar building. Unlike in India, in Nepal the holy figures that make up exterior facades, are mostly made of wood, such as this tile of excellent workmanship with patina generated by devotional use and wear from natural outdoor weathering. This object may have been the base of a capital, an element of a larger composition (which usually adorned the tympanum above the entrance door of a pagoda) or more probably, looking at the wear, it was the principal image of a tabernacle. Durgā, one of the most popular Hindu deities in Nepal is portrayed and to whom the famous and bloody festival Dashain is dedicated. Also known as “the inaccessible”, she is here depicted in a seated paryaṅka position above a lion and she wields in two of the eight arms a sword and shield. The central hands are in the mudrā varadamudrā and abhayamudrā. Considered a symbol of great strength Shakti di Śiva, Durgā was born as a variant of Pārvatī, to which the Trimurti consisting of Brahmā, Śiva and Viṣṇu infuse all their powers to defeat the demon Mahishasura, that can only be killed by a woman. This warrior goddess in fact, is shown in her most classic form revealing her many donated attributes, characteristics of other deities, and in her many arms she wields a veritable arsenal. There are many other variants of Durgā some which are more serene others angrier, and as she lacks certain attributes, it is not clear which of these this sculpture represents, however Vana-Durgā would seem the most likely.

€ 1.200,00 / 1.400,00

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178 Vajrabhairava

Tibet, XVIII secolo Dipinto su tela, 59 x 43 Stato di conservazione: buono Il Dharmapāla rappresentato in questa thangka di straordinaria esecuzione è Yamāntaka nella sua forma di Vajrabhairava, l’espressione collerica del Bodhisattva Mañjuśrī. Lo caratterizza il suo colore blu scuro le sue nove teste, le trentaquattro braccia e le sedici gambe. Un’aureola di fiamme lo circonda e il suo volto centrale di bufalo è affiancato ai lati da due visi secondari anch’essi adirati. Le otto teste simboleggiano le otto direzioni e la nona il centro dell’ universo. Vajrabhairava (il Feroce Adamantino) appare nella sua nudità mentre schiaccia sotto i suoi piedi animali, demoni e divinità Induiste. Trattiene nelle mani diversi attributi tantrici, gli elementi supremi che spezzano il legame del karma, nelle due principali invece porta la kapāla e la kartika. Mentre Mañjuśrī è rappresentato al vertice della figura, in basso sono presenti i dieci guardiani delle direzioni (Dikpala): Indra, Varuna, Kubera, Agni, Nairrti, Vayu, Ishana, Brahma e Ananta. Al centro, sottostante la figura principale della thangka, é ritratto invece il giudice dei morti Yama. Vajrabhairava è la più importante divinità guardiana dell’ordine dei Gelug-pa. Con i suoi poteri allontana i profani “dai grandi misteri del Tantra” e combatte i nemici della fede e le forze opposte alla dottrina. Vajrabhairava Tibet, 18th century Painting on canvas, 59 x 43 Condition: good The Dharmapāla represented in this extraordinarily-made Thangka is Yamāntaka in his form of Vajrabhairava, the angry expression of the Bodhisattva Mañjuśrī. He is characterised by the dark blue colour, the nine heads, thirty-four arms and sixteen legs. A halo of flames surround him and his central face is a buffalo flanked on either side by two secondary angry faces The eight heads symbolise the eight directions and the ninth the centre of the universe. Vajrabhairava (the Fierce Adamant one) appears in his nudity whilst crushing animals, demons and Hindu deities under his feet. He holds in his hands various tantric attributes, the supreme elements that break the link of karma, in the two main hands he carries kapāla and kartika. While Mañjuśrī is represented at the top of the figure, below are the ten guardians of the directions (Dikpala): Indra, Varuna, Kubera, Agni, Nairrti, Vayu, Ishana, Brahma and Ananta. In the centre, below the main figure of the thangka, the judge of the dead, Yama is portrayed. Vajrabhairava is the most important guardian deity of the Gelug-pa order. With his powers he keeps away the uninitiated “of the great mysteries of Tantra” and fights the enemies of the faith and the forces opposed to the doctrine.

€ 8.500,00 / 9.000,00 38


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179 Gyalpo Pehar

Tibet, XVII Secolo Pietra policroma, cm 12 Stato di conservazione: buono

Tibet, XV secolo Pietra, cm 9,7 Stato di conservazione: buono

In questa scultura policroma è rappresentato Gyalpo Pehar. In base al mito buddhista Tibetano, è uno spirito appartenente alla classe gyalpo. Al suo arrivo in Tibet nell’ottavo secolo, Padmasambhava sottomise tutti gli spiriti Gyalpo e li pose sotto il controllo di Gyalpo Pehar che promise di non arrecare danni a esseri senzienti e diventò il custode principale del Gompa di Samye. Alcuni tibetani credono che questo Dharmapāla si impossessi del corpo di un medium e agisca come oracolo. Da notare l’ ottimo stato di conservazione dei colori e la pregevole patina che lo ricopre.

In questa scultura litica, seduto in postura maharajalīlāsana sul trono di loto, la divinità dell’abbondanza Kubera (terza variante di Vaiśravaṇa e Jambhala) regge con la mano destra il sacco di monete d’oro e con la sinistra la mangusta. Lunghi e decorati gioielli gli cingono il busto. Oltre a sfoggiare un’ ottima patina, sono visibili ancora i suoi pigmenti originali.

A statue of Gyalpo Pehar Tibet, 17th century Polychrome stone, cm 12 Condition: good This polychrome sculpture represents Gyalpo Pehar. Based on the Tibetan Buddhist myth, he is a spirit belonging to the Gyalpo class. On his arrival in Tibet in the 8th century Padmasambhava subjected all the Gyalpo spirits putting them under the control of the Gyalpo Pehar who promised not to harm the beings and he became the main custodian of the Gompa in Samye. Some Tibetans believe that this Dharmapāla possessed a body of a medium and acted as an oracle. The fine condition of the colours is of note as is the fine patina that covers the statue.

€ 2.900,00 / 3.000,00 40

180 Kubera (Dhanapati)

Kubera (Dhanapati) Tibet, 15th century Stone, cm 9,7 Condition: good In this lithic sculpture the deity of abundance Kubera (third variant of Vaiśravaṇa and Jambhala) seated in the maharajalīlāsana position on a lotus throne holds a bag of gold money in his right hand, a mongoose in the left. Long and decorative jewels are fastened around the bust area. There is a very fine patina and the original pigments are still visible.

€ 1.600,00 / 1.800,00


181 Divinità Bön

182 Karma-pa

Tibet, XVII secolo Lega di rame, cm 11,50 Stato di conservazione: ottimo

Tibet, XVII secolo Lega di rame, cm16 Stato di conservazione: ottimo

Questo particolare bronzo é di difficile identificazione. Alcune delle sue caratteristiche lo farebbero accomunare alla categoria dei Dharmapāla. Porta infatti la corona con cinque teschi, comune anche alle Dākinī, ma le sue gambe sono incrociate in posizione paryaṅka. Nelle sue quattro mani tiene lo scettro magico Khatvāṅga, la Kapāla, la Kartika ed il tamburello con due calotte craniche, damaru. Per alcuni di questi attributi si potrebbe ipotizzare una particolare manifestazione di Mahākāla, oppure una versione irata e non canonica di Guru-Rimpoche (Padmasambhava). Un’ altra ipotesi é che tale figura appartenga al pantheon delle divinità della religione Bön, e che quindi abbia attributi e rappresentazione differenti dal Buddhismo.

Statua in lega di rame di pregevole lavorazione. Il copricapo identifica la figura come un Karma-pa (Signore dell’attività buddhistica) capo del Karma Kagyu, una delle quattro scuole principali del buddhismo tibetano. Tale cappello simbolizza “la corona nera” (shanag) un campo energetico autogenerato visibile solo a chi ha alte realizzazioni spirituali. Qui il Karma-pa è ritratto con espressione serafica mentre siede meditativo, reggendo il libro con la mano sinistra.

A statue of the deity Bön Tibet, 17th century Alloy copper, cm 11,50 Condition: excellent This particular bronze is difficult to identify. Some of its characteristics would suggest it forms part of the Dharmapāla category. Indeed, it carries the five-skull crown similar to the Dākinī but the legs are crossed in the paryaṅka position. In its four hands he holds the magic sceptre Khaṭvāṅga, the Kapāla, the Kartika and the tambourine with two skull caps, Ḍamaru. For some of these attributes one could therefore hypothesis a certain manifestation of Mahākāla or an irate but not canonical version of Guru-Rimpoche (Padmasambhava). Another hypothesis is that it belongs to the pantheon of the Bön religion and therefore has attributes and representations that are different from Buddhism.

A statue of Karma-pa Tibet, 17th century Alloy copper, cm16 Condition: excellent A very finely made alloy copper statue. The headwear identifies the figure as a Karma-pa (Lord of the Buddhist activity), head of the Karma Kagyu, one of the four main schools of Tibetan Buddhism. This headgear symbolises “the black crown” (shanag), an auto-generated energy field visible only to those who have reached high spiritual levels. Here the Karma-pa is depicted with a seraphic expression whilst he sits meditating and holding a book in his left hand.

€ 2.900,00 / 3.000,00

€ 1.200,00 / 1.300,00 41


183 Statua raffigurante Jambhala

Nepal, inizi XIX secolo Legno con pigmento rosso, cm 31 Stato di conservazione: discreto, restauro visibile sul braccio destro Pregevole statua votiva lignea proveniente dalla valle di Kathmandu e raffigurante Jambhala, uno dei quattro protettori del mondo. Oltre ad essere il custode del nord é anche venerato come protettore dei tesori. Nella sua variante di Dharmapāla acquisisce il nome di Kubera. Da notare la spessa patina generata non solo dal tempo ma anche dai fumi dei lumi votivi e l’ abbondante presenza del tipico rosso pigmento devozionale tikka. A statue depicting Jambhala Nepal, early 19th century Wood with red pigment, cm 31 Condition: fair, visible repair to right arm A splendid wooden votive statue from the Valley of Kathmandu depicting Jambhala, one of the four protectors of the world. Other than being the Custodian of the north he is also venerated as being the protector of treasure. In the variant of Dharmapāla, he acquires the name, Kubera. The thick patina has been created not only through time but also by the use of votive candles and the presence of the characteristic red devotional pigment, tikka.

€ 750,00 / 850,00

184 Torso ligneo di Buddha

Nepal/Tibet, XIX secolo Legno policromo, cm 37 Stato di conservazione: buono con alcune mancanze Questo antico e bellissimo torso in legno duro, mostra una forma estremamente estetica, con uno splendido viso e un corpo armonioso, nonostante la mancanza delle braccia. Si apprezzano sulla superficie cospicue tracce di laccatura rossa, che ne fanno immaginare il suo aspetto originale. Questo particolare tipo di sculture da santuario sono venerate e esposte nei monasteri buddhisti del Tibet e del nord del Nepal. A wooden torso of Buddha Nepal/Tibet, 19th century Polychrome wood, cm 37 Condition: good with some losses This antique and very fine hardwood torso presents a wonderfully pleasing shape with its splendid face and harmonious body, despite the fact that it is missing its arms. There are conspicuous traces of red lacquer leaving one to imagine its original appearance. This particular type of sanctuary sculpture was venerated in the Buddhist monasteries of Tibet and in the north of Nepal.

€ 700,00 / 900,00

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185 Thangka di Vajrasattva

Tibet, XVIII secolo Pittura a colori naturali su tela, cm 54 x 48 Stato di conservazione: discreto Questa notevole thangka ritrae Vajrasattva, o essenza di Diamante, uno dei cinque Buddha primigeni (ĀdiBuddha). Comune alle quattro scuole del buddhismo tibetano, le pratiche di Vajrasattva sono un elemento essenziale del culto per purificare la mente. Sontuosamente decorata in oro e gioielli, la divinità è seduta su un loto in posizione padmāsana, tenendo il vajra nella mano destra e la campana ghaṇṭā con la sinistra, uno simbolo della presenza dell’ assoluto l’ altra di transitorietà. La sua testa è incorniciata in una aureola verde e blu a simboleggiare i raggi che rilascia dal suo corpo avvolgendolo in un cerchio con un nimbo dorato. Nella parte superiore della sua testa sono raffigurate tre figure di alto lignaggio della scuola Gelug-pa, mentre a destra di Vajrasattva siede Avalokiteśvara nella sua manifestazione a quattro braccia Ṣaḍakṣari-Lokeśvara, che, con le sue mani centrali, é nel gesto di contenimento del gioiello. A sinistra, indossando una pelle di tigre e avvolto in lingue di fuoco, sta il dio adirato Vajrapāni. Nella parte bassa della thangka invece tre difensori del Dharma con espressioni adirate (Dharmapāla) sostengono la composizione della pittura. A sinistra Palden Lhamo (l’unica degli otto Dharmapāla di sesso femminile), centralmente Mahākāla e a destra probabilmente Beg-ts’e. Thangka of Vajrasattva Tibet, 18th century Painting with natural colours on canvas, cm 54 x 48 Condition: fair In this beautiful thangka is depicted Vajrasattva, one of the five primogenial Buddha (ĀdiBuddha or Jina). Common to the four schools of Tibetan Buddhism Vajrasattva practices are an essential element of the cult to purify the mind. Sumptuously decorated in gold and jewels, the deity is seated on a lotus in the Padmāsana position, holding the vajra in his right hand and the ghaṇṭā bell in the left, one being the symbol of the presence of the absolute and the other of transience. His head is framed in a green and blue halo symbolising the rays from his body by wrapping it in a circle with a golden halo. In the upper section of his head three figures of high lineage of the Gelug-pa school are depicted, whilst Avalokiteśvara sits to the right of Vajrasattva in its four-armed manifestation Ṣaḍakṣari-Lokeśvara, which, with his central hands, he holds a jewel. On the left, wearing a tiger skin and wrapped in tongues of fire, the angry god Vajrapāni is situated. In the lower part of the thangka three defenders of Dharma with angry expressions (Dharmapāla) support the composition of the painting. On the left-hand side Palden Lhamo (the only female in the eight Dharmapāla), centrally Mahākāla and on the right possibly Beg-ts’e are portrayed.

€ 3.800,00 / 4.000,00 43


186 Thangka raffigurante Sitātapatrā Cino/Tibet XVIII-XIX secolo Pittura policroma su tela, cm 156 x 85 Stato di conservazione: ottimo

Di notevolissimo valore artistico e pittorico questa Thangka ritrae come figura principale la dea Sitātapatrā. Generalmente é rappresentata in due varianti, una più semplice con due braccia e il parasole (Chhatra) come attributo, e una estremamente complessa con mille teste, mille gambe e braccia e dieci milioni di occhi. E’ qui invece ritratta in una sua particolare forma ad otto braccia e tre volti. Di carnagione bianca e dal volto principale sereno ed estremamente aggraziato ha invece i visi secondari in aspetto irato, uno di colore blu con bocca aperta e uno rosso accigliato, tutti e tre hanno il terzo occhio sulla fronte. Seduta nella posizione del loto padmāsana sfoggia come attributi oltre al parasole, da cui ella prende il nome, la ruota ad otto raggi simbolo della dottrina buddhista (Dharmacakra), la freccia (Śara), il pungolo (Aṅkuśa) che aggancia e converte i dubbiosi sulla disciplina, lo stendardo (Dhvaja) che, oltre ad essere uno degli otto simboli del buon auspicio, indica che chi lo porta ha contribuito alla vittoria del buddhismo, il Vajra, simbolo dell’ assoluto, l’arco (Cāpa) che insieme alla freccia indicano la capacità di cogliere nel segno, ed il laccio (Pāśa) che serve a legare i demoni ed avvicinare quelli lontani. Intorno a Sitātapatrā si raccolgono ben trenta figure secondarie distribuite in sette file orizzontali di cui le più importanti e distinguibili sono al centro della prima e ultima file disposte sopra e sotto la divinità principale, quasi a formare un asse verticale. Nella figura più in alto si può distinguere con i due loti laterali che ospitano la spada ed il libro e le mani nella mudrā di avviamento della ruota della dottrina, il riformatore Tsongkhapa, nonché fondatore della scuola Gelug-pa. Mentre in quella in basso si trova Palden Lhamo (Śri Devi in sanscrito) l’ unica Dharmapala di sesso femminile che cavalca al’amazzone sul suo asino selvatico dotato di un occhio retrostante. E’ seduta su una pelle umana e porta nelle sue mani lo scettro (Daṇḍa) simbolo di dominio e potere punitivo, e la Kapāla contenente il sangue. Sopra la sua testa ha un ombrello fatto di piume di pavone che indica la sua totale immunità ai veleni. Figura originariamente derivata dalla Kali induista, la sua presenza é indice di una guerra feroce ai nemici del Dharma. Le rimanenti ventotto figure invece sono di difficile identificazione, ma é possibile ipotizzare che si possa trattare di ventotto tipi di Tārā. Da notare il suo bellissimo broccato originale in seta ricamata con decorazioni raffiguranti draghi e nuvole stilizzate e in ottime condizioni di conservazione. A Thangka depicting Sitātapatrā Sino/Tibet, 18th -19th century Polychrome paint on canvas, cm 156 x 85 Condition: excellent This Thangka, of great artistic and pictorial worth, portrays the goddess Sitātapatrā. Generally, she is represented in two variants, a more simple one with two arms and parasol (Chhatra) as her attribute and an extremely complex one with a thousand heads, a thousand arms and legs and ten million eyes. Here she is portrayed in a particular form with eight arms and three faces. Of white complexion, the main face is serene and extremely graceful whilst the other faces have an irate aspect, one blue with open mouth and the other red and frowning, all three have the third eye on the forehead. Sitting in the lotus pose, Padmāsana, in addition to the parasol, from which she is named, she also has the eight-spoked wheel symbol of Buddhist doctrine (Dharmacakra), the arrow (Śara), the goad (Aṅkuśa) that engages and converts the doubters, the standard (Dhvaja) which, apart from being one of the eight auspicious symbols, indicates that the wearer has contributed to the victory of Buddhism, the Vajra, a symbol of absolute, the bow (Cāpa) which together with the arrow indicates the ability to hit the mark, and the rope (Pāśa) that serves to tie up the demons and bring closer those who are far away. Thirty secondary figures are gathered around Sitātapatrā in seven horizontal rows, the most important and distinguishable are in the centre of the first and last row arranged above and below the main deity, almost forming a vertical axis. With the highest figure two lateral lotus flowers can be distinguished that contain the sword, the book and hands in the mudrā of turning the wheel of doctrine, the reformer Tsongkhapa and founder of the Gelug-pa school. Palden Lhamo (Śri Devi in Sanskrit) is represented in the lower area, the only Dharmapala female, riding her wild ass, with an eye on its back. She is seated on human skin and holds the sceptre (Daṇḍa) symbol of domination and punitive power and the Kapāla containing blood. Above her head is an umbrella made of peacock feathers which indicates her complete immunity to poison. The figure originally comes from the Hindu Kali, her presence is an indication of a fierce war against the enemies of the Dharma. The remaining twenty-eight figures are difficult to identify, but it is possible that they are twenty-eight types of Tārā. The beautiful original silk brocade embroidered with decorations depicting dragons and stylized clouds is of note and is in excellent condition.

€ 8.000,00 / 10.000,00 44


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188 Placca con Viṣṇu

187 Avalokiteśvara come Śaḍakṣari-Lokeśvara Nepal, inizi XIX secolo Bronzo in tecnica mista, cm 17 Stato di conservazione: buono

Questa statua, eseguita in una tipica lavorazione nepalese (la parte superiore in fusione e quella inferiore sbalzata) rappresenta il Bodhisattva trascendente Avalokiteśvara nella sua forma di Śaḍakṣari-Lokeśvara. Il Bodhisattva della compassione é considerato come la figura più importante di tutto il buddhismo in quanto la sua natura estremamente compassionevole, é rivolta ad aiutate ed alleviare la sofferenza di tutti gli esseri senzienti dei sei regni sottostanti al ciclo del Saṃsāra. A lui è dedicato il mantra “Oṃ, maṇi padme, hūṃ” e in questa particolare forma di Lokeśvara viene appunto definito “come signore delle sei sillabe”. Gli attributi che lo distinguono sono le gambe in posizione padmāsana, il rosario “mālā” nella destra, il loto nella sinistra, e le mani davanti unite (Maṇidharamudrā) a nascondere l’ invisibile “pietra preziosa del pensiero” Cintāmani.

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Nepal, XVIII secolo Rame sbalzato e laminato in oro, cm 10 Stato di conservazione: ossidazioni che non compromettono l’ oggetto Bella placca in rame sbalzato con tracce di doratura raffigurante il dio induista Viṣṇu. Lo distinguono gli attributi che stringe nelle sue quattro mani: la conchiglia (l’origine della vita), la ruota (l’esistenza che costantemente muta), la clava (la sapienza originaria, e l’esistenza individuale) ed il loto (la forza agente, origine dell’ universo). Insieme a Brahmā e Śiva, Viṣṇu fa parte della Trimurti (la triade divina su cui si basa l’ Induismo) ed esprimono rispettivamente i tre principi vitali: creazione, distruzione e preservazione. E’ da apprezzare come lo sbalzo denoti una modalità di rappresentazione tipica dell’ arte scultorea buddhista. Infatti in Nepal, nazione a maggioranza religiosa induista, e sopratutto nella valle di Kathmandu, luogo da cui proviene l’ oggetto, vi é un interessante fusione sincretica tra buddhismo e religione Indù che si riflette poi anche stilisticamente nelle varie manifestazioni artistiche religiose.

A figure of Avalokiteśvara as Śaḍakṣari-Lokeśvara Nepal, early 19th century Mixed technique, bronze, cm 17 Condition: good This statue, made in a typical Nepal manner (the upper part in fusion and the lower part embossed) represents the transcendental Bodhisattva Avalokiteśvara in its form as Śaḍakṣari-Lokeśvara. The Bodhisattva of compassion is considered as the most important figure in all Buddhism because of its extremely compassionate nature, and his willingness to help and alleviate the suffering of all beings of the six realms in the cycle of Saṃsāra. The “Oṃ, maṇi padme, hūṃ” mantra is dedicated to him and in this particular form of Lokeśvara, he is precisely defined as “lord of the six syllables.” The attributes by which he is recognised are the legs in Padmāsana position, the rosary in his right hand, lotus in his left, and hands united in front (Maṇidharamudrā) to hide the invisible “precious stone of thought”, Cintāmani.

A plaque depicting Viṣṇu Nepal, 18th century Embossed copper and gold laminate, cm 10 Condition: oxidisation that does not compromise the object A fine embossed copper plaque with traces of gilded depicting the Hindu god, Viṣṇu. He is recognisable by the attributes he holds in his four hands: the shell (origin of life), the wheel (existence that is constantly changing), the club (original knowledge and individual existence) and the lotus flower (strength, origin of the universe). Together with Brahmā and Śiva, Viṣṇu forms part of the Trimurti (the divine trinity on which Hinduism is based) and they express respectively the three vital beginnings: creating, destruction and preservation. The embossed nature of the object is fine and denotes a characteristic method of representation in Buddhist sculpture. Indeed in Nepal, a very Hindu country and above all the Valley of Kathmandu, from where this object comes, there is an interesting syncretic fusion between Buddhism and Hinduism that is reflected stylistically in the various religious artistic forms.

€ 750,00 / 850,00

€ 450,00 / 600,00


189 Gau

Tibet, XIX secolo Argento, rame e bronzo, cm 8,50 Stato di conservazione: ottimo Raffinato Gau, in rame e argento finemente cesellato, atto ad accogliere piccole sculture o pitture che raffigurano immagini religiose. Sulla cornice sono presenti motivi floreali che si intrecciano con gli otto simboli del buon auspicio. Talvolta all’ interno del Gau é contenuta anche la sacra seta bianca da offerta (Khata) o preghiere stampate o scritte su carta di riso. I due passanti laterali indicano che l’oggetto poteva essere facilmente trasportato in viaggio. A Gau Tibet, 19th century Silver, copper and bronze, cm 8,50 Condition: excellent A finely chased copper and silver Gau, to contain small sculptures or paintings with religious images. The frame bears floral motifs that interweave with the eight symbols of good luck. Sometimes the inside of the Gau also contains the sacred white offering silk (khata) or a prayer printed or written on rice paper. The two lateral metal loops indicate that the object could easily be transported when travelling.

€ 380,00 / 400,00

190 Gau in rame

Tibet, XIX secolo Rame con incisioni, cm 12 Stato di conservazione: buono Reliquiario da viaggio atto a contenere immagini sacre e preghiere. Sulla parte anteriore, oltre ai decori, vi é inciso l’ ideogramma che rappresenta, con il suo intreccio delle dieci sillabe del potere, il mantra del Kālachackra. Da notare la pregevole patina che lo ricopre. A copper Gau Tibet, 19th century Copper with incisions, cm 12 Condition: good A travel reliquary to contain sacred and prayer images. The front is decorated with an ideogram that represents an interweaving of the ten-syllabled mantra, Kālachackra. Covered in a precious patina.

€ 400,00 / 450,00

191 Lotto di due borsellini ed un acciarino Tibet, XIX secolo Cuoio, argento, turchese e corallo, cm 10 circa Stato di conservazione: buono

Queste piccole borse da cintura, di ricca lavorazione, presentano riporti in placca d’argento sbalzato su cuoio e i tipici turchesi e coralli tibetani. Da notare la differenza di forma e funzione. Due sono porta monete, uno dei quali con frange in filo di cotone colorato, il terzo è invece un acciarino il cui utilizzo è quello di contenere una pietra focaia che, sfregata sul rinforzo in metallo sottostante, provoca la scintilla. Ne esistono di vari tipi, dai più semplici ai più raffinati, la decorazione di questi tre oggetti é tra le più preziose. A group of two small bags and a flint-lock Tibet, 19th century Leather, silver, turquoise and coral, cm 10 Condition: good These small richly decorated belt bags show embossed silver plaques on the leather and typical Tibetan turquoise and coral stones. To note the different shape and function. Two are coin holders, one of which with a coloured cotton thread fringe. The third is a flintlock, which would have contained a flint, that when struck against the metal below it creates a spark. There are various types from the simpler ones to the more refined ones; the decoration of these three objects is amongst the most precious examples to be found.

€ 750,00 / 800,00 47


192 Fibbia porta borsello in argento e turchese Tibet, fine XIX secolo Argento sbalzato e turchese, cm 25 Stato di conservazione: molto buono

Elegante pendente da cintura in argento e turchese con tessuto originale. Nella parte superiore della placca d’argento finemente sbalzata si nota la figura di Cheppu, un guardiano leale e coraggioso ma dall’aspetto terrificante, che svolge una funzione protettiva da tutti i pericoli. Al centro un’ antica turchese ossidata dall’uso, contornata ai lati da un intreccio di draghi nuvola. Questo tipo di pendente viene generalmente appeso alla cintura per portare borsellini o acciarini. A silver and turquoise shoulder bag buckle Tibet, late 19th century Embossed silver and turquoise, cm 25 Condition: very good An elegant silver and turquoise belt pendant with the original fabric. The upper section of the silver plaque is finely embossed with the figure Cheppu, loyal and courageous guardian but with his terrifying appearance he carries out a protective role from all danger. The antique turquoise stone in the centre, oxidised from use, is outlined by an interweaving of dragons and clouds. This type of pendant generally hung from the belt to carry a small bag or flintlocks.

€ 450,00 / 500,00

193 Melong, specchio rituale Tibet, XIX secolo Metallo e bronzo, cm 14,50 Stato di conservazione: ottimo

Il Melong è uno specchio rituale sciamanico usato per le pratiche del Vajirayana, riti esoterici, vaticini, predizioni divinatorie e come amuleto protettivo. La sua origine risale alla religione Bön, dove gli sciamani, che ricoprivano la carica di astrologi, maghi e guaritori, ne facevano largo uso. Ancora oggi è consultato e indossato da quelli attuali oltre che da alcuni Lama. Come nell’antichità, viene benedetto con l’acqua che ha funzione sia di pulizia che di offerta agli dei. L’ oggetto qui presentato è di tipica forma rotonda con una faccia in metallo lavorato con motivi a nuvola dentro cerchi concentrici e una liscia, riflettente. All’attaccatura si nota la testa in bronzo del mostro Cheppu. La faccia non lavorata concentra le energie positive e accoglie gli spiriti e le divinità che il praticante invoca. Specchiandosi nel Melong viene trasmesso il potere di guarigione, la saggezza e la concentrazione. Inoltre, nei riflessi del metallo è possibile vedere il futuro. La faccia esterna invece, ha la funzione di scudo protettivo, infatti riflette le energie negative e gli spiriti maligni. Da apprezzare la bellissima patina dovuta al tempo e all’uso. Melong, a ritual mirror Tibet, 19th century Metal and bronze, cm 14,50 Condition: excellent The Melong is a shamanic ritual mirror used for Vajirayana practices, esoteric rites, prophecies, divine predictions and as a protective amulet. Its origin dates back to the Bön religion, where the shamans, who held the position of astrologers, magicians and healers, used it a lot. Still today it is consulted and worn by the Shaman as well as by some Lama. As in ancient times, it is blessed with water that has both a function of cleaning and also as an offering to the gods. This object is a characteristic round shape with a worked metal face decorated with cloud patterns in concentric circles and a smooth, reflective side. The bronze head of the monster Cheppu embellishes the point where it can be hung or worn. The unworked face concentrates the positive energies and welcomes the spirits and deities that the practitioner invokes. The power of healing, wisdom and concentration is reflected in the Melong. Furthermore, it is possible to see the future in the reflections of metal. The outer face instead, has the function of a protective shield; indeed it reflects the negative energies and evil spirits. There is a very fine patina from time and use.

€ 480,00 / 520,00

48


194 Thangka di Vajrayoginī

Nepal, XVIII-XIX secolo Tessuto dipinto su tela, cm 68 x 45 Stato di conservazione: molto buono Di pregevolissima fattura, questa thangka ritrae una delle dee mediatrici Ḍākinī nella sua forma di Yoginī, Vajrayoginī. Nota anche con il nome di Sarvabuddha-Yoginī, é caratterizzata, oltre all’ aura fiammeggiante e dal suo tipico colore rosso, dalla Kapāla nella sua mano sinistra e dalla Kartika nella destra. Inoltre, a distinguerla dalla sua variante Ḍākinī, porta sulla spalla sinistra lo scettro magico Khaṭvāṅga, mentre le gambe, entrambe poggiate a terra in un movimento che prelude quasi ad uno slancio verso sinistra (ālīḍha), schiacciano due figure che dovrebbero rappresentare l’ego e le passioni. La sua funzione, come tutte le Ḍākinī, é quella di tramite tra il praticante alla ricerca di nozioni di natura mistica ed i Buddha Trascendenti. Generalmente ognuna delle Ḍākinī ha un suo Buddha Trascendente di riferimento, mentre Sarvabuddha-Yoginī può rivolgersi indistintamente a ciascuno di loro. Sotto di essa, in una variante con un fior di loto, é raffigurata Sitatārā (Tara Bianca) che con i suoi sette occhi scandaglia il mondo in cerca di chi necessita di aiuto. Nonostante il consumo dovuto all’uso religioso, questa thangka é perfettamente leggibile. Inoltre degna di nota é la presenza della sua semplice cornice e tessuto protettivo originari ancora intatti. A Thangka of Vajrayoginī Nepal, 18th -19th century Fabric painted on canvas, cm 68 x 45 Condition. very good Superbly made, this thangka depicts one the mediator goddesses Ḍākinī in the form of Yogini, Vajrayoginī. Also known by the name Sarvabuddha-Yoginī, she is characterised, apart from by the flaming aura and her characteristic red colour, by the Kapāla in her left hand and by the Kartika in the right. Furthermore to distinguish her from the variant Ḍākinī, she carries the magic sceptre Khaṭvāṅga on her left shoulder, whiles the legs, both on the ground in a movement that almost preludes a jump to the left (ālīḍha), squashing two figures that may well represent ego and passion. Her function, as all Ḍākinī, is that to act as a mediator between the practitioner of the search of the mystical notions of nature and the Transcendent Buddhas. Generally each of the Ḍākinī has its own Transcendent Buddha of referral, whilst Sarvabuddha-Yoginī can refer to any of them. A variety of Sitatārā (White Tara) is under her holding a lotus flower. With its seven eyes, scours the world looking for those who need help. Despite the wear from religious use, this thangka is perfectly readable. Furthermore it is noteworthy for the simple frame and original protective fabric that is still intact.

€ 3.800,00 / 3.900,00 49


195 Thangka raffigurante Albero del Lignaggio Gelug-pa Mongolia, XIX secolo Tessuto dipinto con colori naturali, cm34 x 26 Stato di conservazione: buono, con alcune usure nei bordi

Tibet, XVIII-XIX secolo Pittura su tela, cm 33 x 26 Stato di conservazione: molto consunta

Di ottima fattura popolare, questa piccola e intricatissima Thangka raffigura l’ albero del lignaggio di una delle quattro scuole del buddhismo tibetano, quella dei cosiddetti berretti gialli, i Gelug-pa, “virtuosi”. Qui vi é rappresentato tutto il pantheon e le discendenze correlate a tale scuola che é la più popolare in Mongolia. Da una rappresentazione della terra si erge l’ imponente albero che accoglie diversi personaggi suddivisi in ordini precisi. E’ facile notare per le sue dimensioni maggiori, la figura più importante. Con i due fiori di loto laterali accoglienti il libro (pustaka) e la spada (khaḍga) attributi tipici di Mañjuśrī, si identifica Tzong Khapa (13571419) figura storica che apportò notevoli riforme, nonché il fondatore di tale scuola. Ad affiancarlo spiccano le figure di Vajrabhairava, patrono dei Gelug-pa, e il sadhita Cakrasaṃvara. Tra i vari ordini si possono distinguere quattro aree minori e quattro principali, due delle quali ospitano personaggi religiosi storici. Nella più grande invece sono chiaramente distinguibili, tra gli altri, tutti Dharmapāla, le Ḍākinī e i Bodhisattva. Da notare che nel gruppo più alto della Thangka e sovrastante tutta la composizione é presente la piccola figura dell’ Adibuddha Vajradhara che simboleggiala la felicità data dall’unione degli opposti. Presenta sul retro, visibile dalla cornice, iscrizioni di consacrazione.

Piccola Thangka di composizione inusuale raffigurante principalmente quattro maṇḍala (rappresentazione geometrica di un percorso iniziatico). Sono inoltre state applicate sulla pittura originale, tre piccole figure. Quella centrale raffigura Padmasambhava (VIII sec. DC) forse il più importante personaggio storico nel buddhismo tibetano, mentre le altre ai lati nella parte bassa sono: a sinistra, in una fattura meno raffinata, una Ḍākinī non meglio identificata che ha probabilmente però significati di natura tantrica, mente a destra siede Amitāyus ritratto in una forma meno comune, in amplesso con la sua consorte. E’ presente inoltre in basso, una quarta figura più grande delle altre, facente parte, insieme ai maṇḍala, della pittura originaria e a cui parrebbe essere dedicata tutta la Thangka. Purtroppo nonostante i paramenti religiosi non ne è chiara l’ identità, se ne può però dedurre l’ alto lignaggio del personaggio. Osservando la non comune composizione di questa Thangka, se ne potrebbe ipotizzare una creazione composita per un uso specifico privato.

A Thangka depicting the Gelug-pa family tree Mongolia, 19th century Fabric painted with natural colours, cm34 x 26 Condition: good with wear to edge Superbly made, this small and intricate Thangka depicts the tree of the lineage of one of the four schools of Tibetan Buddhism, which of the so-called yellow caps, the “virtuous” Gelug-pa. In this example, the whole pantheon is represented and the lineages related to this school which is the most popular in Mongolia. A massive tree arises from a representation of the earth including various figures subdivided into precise orders. It is easy to see the most important figure thanks to its large size. With the two lateral lotus flowers with the book (pustaka) and the sword (khadga) typical attributes of Mañjuśrī, Tsong Khapa (1357-1419) can be identified, a historical figure who brought about significant reforms, as well as being the founder of this school. Alongside him stands the figure of Vajrabhairava, the patron of the Gelug-pa and the sadhite Cakrasamvara. Among the various orders four minor and four main areas can be distinguished, two of which host historical religious figures. In the largest area they are clearly distinguishable, among others, all Dharmapāla, the Ḍākinī and Bodhisattva. Note that in the highest group of the Thangka and above the whole composition there is the small figure of Adibuddha Vajradhara, symbolising happiness given by the union of opposites. A consecration inscription is present on the reverse visible from the frame.

€ 750,00 / 850,00 50

196 Thangka con Maṇḍala

A Thangka with Maṇḍala Tibet, 18th-19th century Painting on canvas, cm 33 x 26 Condition: extensive wear A small Thangka of unusual composition depicting predominantly four mandala (geometric representations of an initiatory journey). Three small figures have been applied to the original painting: the central figure depicts Padmasambhava (8th century A.D.) possibly the most important historical figure of Tibetan Buddhism, whilst the two lateral figures in the lower section, which are less well made, portray an unidentified Ḍākinī on the left, with possible tantric meaning, and on the right Amitāyus is represented in a less usual way, in intimacy with his wife. A fourth figure, larger than the others, is also present in the lower section, forming part, together with the mandala, of the original picture and to which this Thangka seems to be dedicated. However despite the religious parameters the identity is not clear; but the noble lineage of this figure is certain. Observing the uncommon composition of this Thangka, one could hypothesize that it was made specifically for private use.

€ 600,00 / 700,00


197 Thangka Buthanese raffigurante Śākyamuni Buthan, inizi XIX secolo Tela di cotone, tinte naturali, cm 147 x 66 Stato di conservazione: molto buono

Rara Thangka buthanese di grandi dimensioni dedicata al Buddha storico Śākyamuni. Al centro, in padmāsana, siede il Buddha con la ciotola dell’ elemosina (pātra) nella mano destra e avvolto da vesti in stile buthanese. Soprastante il bodhisattva trascendente Samantabhadra medita fra un Buddha del passato e il Buddha del futuro. Śākyamuni é affiancato a sinistra con il fiore in mano da Padmapāṇi (colui che regge il loto), una manifestazione del Buddha della compassione Avalokiteśvara, e a destra da Mañjuśrī che incarna la saggezza di tutti i Buddha, entrambe le figure sono in posizione eretta. Sopra queste figure sono rappresentati due maestri delle scuole buddhiste buthanesi con i relativi copricapi. In basso al centro è raffigurato, nella sua iconografia classica Vajrapāni e agli angoli inferiori, Jambhala e Tārā Verde. La piccola figura alla destra di Vajrapāni potrebbe essere il ritratto di colui che ha commissionato la Thangka. La tela di cotone è dipinta con pigmenti naturali e tinte vegetali, i colori sono ancora molto vividi e le figure e i dettagli risultano chiari e leggibili. Il tessuto in seta che incornicia questa bella Thangka, è il suo supporto originale. A Bhutanese Thangka depicting Śākyamuni Bhutan, early 19th century Cotton cloth, natural dyes, cm 147 x 66 Condition: very good A large and rare Bhutanese Thangka dedicated to the historical Buddha Śākyamuni. In the centre, the Buddha sits in padmāsana with an alms bowl (pātra) in his right hand and wrapped in Bhutanese-style robes. Above the transcendent bodhisattva Samantabhadra meditates between a Buddha of the past and the Buddha of the future. Śākyamuni is flanked on the left with a flower in his hand by Padmapāṇi (the one who holds the lotus) a manifestation of the Buddha of compassion Avalokiteśvara, and on the right by f Mañjuśrī who embodies the wisdom of all the Buddhas; both figures are standing. Two masters of Bhutanese Buddhist schools are portrayed above the Buddhas with their associated headgear. In the lower central area Vajrapāni is depicted in his classic iconography and in the lower corners, Jambhala and Green Tārā. The small figure to the right of Vajrapāni may well be a portrait of the man who commissioned the Thangka. The cotton canvas is painted with natural pigments and vegetable dyes, the colours are still very vivid and figures and detail are clear and legible. The silk fabric that frames this very fine Thangka is its original support. It is also possible that the small figure framed in the lower left is a portrait of the patron.

€ 1.900,00 / 2.200,00 51


198 Recipiente da vivande in cloisonne Cina/Tibet, XIX secolo Bronzo cloisonne, cm 29 Stato di conservazione: ottimo

Questo contenitore cilindrico con manici ad anello e tappo, ha la forma dei consueti recipienti da alimenti e alcolici in bronzo. La splendida lavorazione in cloisonne, di ispirazione cinese (You), lo rende molto più raro e prezioso di quelli comuni. I colori vivaci su base azzurra, si alternano in un gioco di motivi floreali e mobilia domestica, che circondano tutta la superficie. Sul coperchio del recipiente fra le varie decorazioni, si individua il simbolo del tao in con lo Yin rosa e lo Yang in nero. Le profilature in bronzo lavorato sono sormontate da anelli in cloisonne blu Cina con il simbolo di lunga vita ripetuto su tutta la circonferenza. A cloisonné food container China/Tibet,19th century Cloisonné bronze, cm 29 Condition: excellent This cylindrical container with ring handles and stopper presents the characteristic shape of a food and wine container, bronze. The splendid Chinese-influenced cloisonné, (You), makes it much rarer and valuable compared to the more usual ones. The vivid colours on a blue ground alternate with interplay of floral motifs and pieces of furniture that can be found in the home surround the entire surface. The cover bears, set amidst various decorative motifs, the Tao symbol with a pink Yin and black Yang. The bronze bands are surmounted by Chinese blue cloisonné rings with the symbol of longevity repeated on the entire circumference.

€ 1.500,00 / 1.800,00

199 Manico di Phurba

Mongolia, XIX secolo Legno policromo, cm 16 Stato di conservazione: mancante di una parte Lo strumento rituale in forma di pugnale Phurba, ha radici molto antiche. Si ritiene che il suo uso primordiale sia stato quello di picchetto per le tende usato dagli sciamani nomadi dell’ area himalayana. La sua funzione era quella quindi di delimitare sul terreno uno spazio sacro ed impedire agli spiriti nocivi di penetrarvi. Concettualmente nel corso dei secoli ha acquisito più la funzione di un pugnale che sconfigge gli spiriti malevoli in vari tipi di rituali. Nel Nepal é a tutt’oggi usato dagli sciamani animisti negli esorcismi, mentre in Tibet é stato incorporato nel buddhismo dalla religione preesistente Bön, trasformandolo da oggetto spartano in uno molto ricco di decorazioni e simbolismi. L’ oggetto qui presentato é di notevole fattura e con policromia praticamente intatta, é purtroppo mancante della lama che é comunque la parte più spoglia del Phurba. Il triplice volto con la tipica testa di cavallo che spunta dai capelli é quello del Dharmapāla Hayagrīva (figura di origine Induista) che ha la funzione di proteggere gli scritti sacri spaventando gli spiriti maligni, grazie anche al suo nitrito. A Phurba handle Mongolia, 19th century Polychrome wood, cm 16 Condition: missing a part The ritual instrument in the form of the Phurba dagger has very ancient origins. It is believed that its primordial use was that of a tent peg used by the nomad shamans in the Himalaya area. Its function was to define a sacred space on the ground and protect it from harmful spirits entering. Over the course of the centuries, it has taken on the function more of a dagger to destroy the evil spirits in the various rituals. In Nepal, it is still used today by the Shamans in exorcisms, whilst in Tibet it was incorporated into Buddhism from the pre-exiting Bön religion, transforming it from a simple object into one full of decorative and symbolic value. This particular object is finely made and the polychrome is almost entirely intact; it is unfortunately missing the blade which is however, the barest part of the Phurba. The triple face with the characteristic horse’s head that emerges from the hair is that of Dharmapāla Hayagrīva (originally a Hindu figure) and has the function of protecting the sacred texts, frightening away the evil spirits thanks also to its neigh.

€ 550,00 / 750,00 52


200 Phurba sciamanico

Nepal, XIX secolo Fusione in rame, cm 20 Stato di conservazione: ottimo Dalla bella patina e dall’ aspetto funzionale, questo esemplare, ad uso rituale presso gli sciamani dell’ Himalaya, presenta tutti gli elementi tipici del Phurba, ma in versione stilizzata. Lo si denota dalle teste di Dharmapāla, dal Vajra che compone il corpo centrale e dal drago Makara, dalla cui bocca fuoriesce la lama tricuspidale, che su un filo presenta alcune dentellature dovute all’uso. A Shamanic phurba Nepal, 19th century Copper fusion, cm 20 Condition: excellent A fine patina and of a functional appearance, this example used for rituals amongst the Himalayan Shamans, presents all the characteristic elements of the Phurba, but in a stylised manner. The heads of Dharmapāla, Vajra that makes up the central body and of the dragon Makara, from whose mouth emerges the tricuspid blade; one edge bears some indentations from use.

€ 550,00 / 600,00

201 Grande Phurba

Tibet, XIX secolo Legno, cm 80 Stato di conservazione: buono Questo particolare Phurba, in legno lavorato con motivi a foglia di loto, dalle notevoli dimensioni e di ottima fattura, é, a differenza di quelli più piccoli, un elemento costitutivo di un tamburo rituale chiamato Ḍamaru. Oltre a svolgere la funzione di manico, la sua presenza rafforza la capacità rituale dell’ oggetto. Nelle comunità nomadi e agricole himalayane il tamburo Ḍamaru é di piccole dimensioni, dall’ aspetto molto primitivo ed usato in particolari riti di evocazione della pioggia. Assimilato dal buddhismo tibetano il tamburo si modifica, diventa più grande ed aumentano le decorazioni, come nel caso dell’ oggetto qui presentato, ed é generalmente usato in riti collettivi nei monasteri dell’ area himalayana. Da notare la splendida patinatura del legno. A large Phurba Tibet, 19th century Wood, cm 80 Condition: good This particular Phurba wood carved with lotus flower leaves, with its noteworthy size and being finely made is, on the contrary to the smaller versions, a constitutive element of a ritual drum known as the Damaru. Apart from being the handle its presence reinforces the ritual capacity of the object. In the nomadic and agricultural communities of the Himalayas, the Damaru drum is small has a very primitive appearance used mostly during ceremonies to bring on the rain. Assimilated by the Tibetan Buddhism the drum became large and more decorative as in this object, generally used in collective rites in the Himalayan monasteries. To note the splendid patina.

€ 500,00 / 650,00 202 Lampada a olio Sukunda

Nepal, XIX secolo Metallo dorato, cm 20 Stato di conservazione: molto usata Tipico esempio di Sukunda nepalese, una lampada a olio con contenitore per combustibile. In questo lume, la base della brocca è sbalzata a forma di fiore di loto ed una piccola figura di Ganesh è posizionata sopra un vassoietto atto ad accogliere la fiammella che lo illumina. Il manico è composto da cinque cobra (Naga) che sovrastano un piccola figura in preghiera. Si notano ancora le tracce di tikka sul metallo, che porta i segni dell’uso devozionale intenso. A Sukunda oil lamp Nepal, 19th century Metal-gilt, cm 20 Condition: much used This is a characteristic example of a Nepalese Sukunda, an oil lamp with container. The base of this lamp is in the form of a jug, embossed with a lotus flower and a small figure of Ganesh, positioned above a small vase and in the act of receiving the flame that lights it. There are still traces of tikka on the metal that shows that it would have been used a lot for devotional purposes.

€ 150,00 / 220,00 53


203 Tsa Tsa con Vajrapāni

Tibet, XVIII secolo Argilla stampata, cm10 Stato di conservazione: buono Questa piccola Tsa Tsa di ottima fattura, raffigura il dio irato della pioggia Vajrapāni nella sua rappresentazione più classica. Nella mano destra tiene il Vajra simbolo del fulmine, le sue gambe divaricate sono in posizione Pratyālīḍha e la mano sinistra é nella mudrā dell’ esorcizzazione Karanamudrā. Gli Tsa Tsa sono generalmente usati come offerte ben augurali e, al momento della creazione, per mezzo di uno stampo, vengono inseriti nell’ impasto di creta, semi e foglie benedette. A Tsa Tsa with Vajrapāni Tibet,18th century Impressed clay, cm10 Condition: good This small finely made Tsa Tsa depicts the irate god of rain Vajrapāṇi in his most classical representation. The left hand holds the Vajra, the symbol of lightening the legs are divaricated in the Pratyālīḍha position and the left hand is in the exorcising mudrā, Karanamudrā. The Tsa Tsa are generally used as good omen offerings and when being made, clay, seeds and leaves are placed in the mould all together.

€ 250,00 / 300,00

204 Vajrapāni in bronzo

Cino/Tibet, fine XIX secolo Bronzo nero, cm 13 Stato di conservazione: ottimo Piccola statua devozionale in bronzo brunito, raffigurante il dio della pioggia Vajrapāni (portatore di Vajra) nella sua forma più classica. Nella mano destra stringe un Vajra mentre la sinistra é nel gesto di esorcizzazione Karanamudrā. E’ considerato il protettore delle dottrine segrete tantriche. A bronze Vajrapāni Sino/Tibet, late 19th century Black bronze, cm 13 Condition: excellent A small burnished bronze statuette depicting the god of the rain Vajrapāṇi (carrier of Vajra) in his most characteristic form. The right hand holds a Vajra whilst the left is in an exorcizing gesture, Karanamudrā. He is considered the protector of secret tantric doctrines.

€ 380,00 / 420,00

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205 Corona Rituale Ringga

Tibet, XIX secolo Bronzo dorato con cinque pitture, cm 57 Stato di conservazione: ottimo Questo bellissimo esempio di corona rituale usato dai monaci buddhisti, sfoggia una elaboratissimo decoro a sbalzo. In ognuno dei cinque pannelli che la compongono é possibile notare gli otto simboli del buon auspicio intrecciati nel lavoro a tema vegetale e, alla base, il mostro protettivo Cheppu. Al centro di ogni sbalzo é presente, sorretta da un fiore di loto e ripetuta cinque volte ma con colori diversi, una piccola pittura raffigurante la Sādhita Guhyasamāja. Questa particolare figura non esiste come entità autonoma, é in realtà la visualizzazione, creata dal praticante, di uno dei più importanti e antichi testi tantrici da cui essa prende il nome. Tale testo è considerato come l’ essenza della sapienza del Buddha stesso e “l’ assoluto espresso in parole”. In quanto manifestazione di tali caratteristiche, Guhyasamāja quindi raccoglie in se, insieme alla sua Yoginī, gli attributi e le caratteristiche di tutti i Buddha storici, trascendenti e primigeni. Il fatto che questa figura sia ritratta sulla corona ne farebbe pensare un uso rituale tantrico. Attualmente, avendo perso i supporti originali pieghevoli e i lacci per legarla alla testa, i cinque pannelli sono stati fissati su di un supporto di produzione contemporanea. A Ringga ritual crown Tibet, 19th century Bronze-gilt with five paintings, cm 57 Condition: excellent This beautiful example of a ritual crown used by Buddhist monks, features very elaborate embossed decoration. In each of the five panels there are the eight auspicious symbols interwoven into the vegetal motifs and, at the base lies the protective monster Cheppu. At the centre of each, supported by a lotus flower and repeated five times but with different colours, is a small painting depicting the Sādhita Guhyasamāja. This particular figure does not exist as an autonomous entity; it is in reality the visualisation, created by the practitioner, of one of the most important and ancient tantric texts from which it takes its name. This text is considered as the essence of the wisdom of the Buddha himself and “the absolute expressed in words”. Guhyasamāja then collects, together with his Yoginī, the attributes and characteristics of all the historical Buddhas, transcendent and primordial. The fact that this figure is portrayed on the crown suggests a tantric ritual use. Currently, having lost the original folding supports and the ties for the head, the five panels have been fixed on a contemporary support.

€ 500,00 / 700,00 55


206 Due placche sbalzate

Tibet, XIX secolo Rame sbalzato laminato oro, cm 9 circa Stato di conservazione: ottimo Lotto di due piccoli sbalzi in rame laminati in oro e di ottima fattura, raffiguranti il primo, un Vajra, che é il simbolo sia del fulmine che della presenza del Buddha, mentre il secondo, in una postura delle gambe inusuale, Avalokiteśvara nella sua variante a quattro braccia Śaḍakṣari-Lokeśvara. Two embossed plaques Tibet, 19th century Gilt laminated embossed copper, cm 9 Condition: excellent A lot of two small finely-made plaques in gold laminated embossed copper. The first depicts Vajra symbol of lightening and of the presence of Buddha and the second depicts Avalokiteśvara with his legs in an unusual position, in his variant as the four-armed Śaḍakṣari-Lokeśvara.

€ 450,00 / 500,00

207 Pendente Viśvavajra

Nepal, XX secolo Argento dorato, corallo, pietre preziose e semipreziose, cm 13 Stato di conservazione: ottimo Prezioso pendente di grandi dimensioni rappresentante il Viśvavajra o Vajira universale (che attesta la presenza dell’assoluto in ogni luogo). Di raffinata manifattura di ispirazione Rana, questo gioiello, arricchito da decorazioni di turchesi e lapislazzuli lavorati e da un bordo di rubini e smeraldi, presenta al centro il tipico abbinamento del turchese con il corallo (dicotomia fra spirito e carne). A Viśvavajra pendant Nepal, 20th century Silver-plate, coral, semi-precious and precious stones, cm 13 Condition: excellent A precious large pendant representing Viśvavajra or universal Vajira (confirming the presence of the absolute everywhere). Well-made and Rana-inspired, this piece of jewellery embellished with turquoise and lapis lazuli decoration and with rubies and emeralds about the edge, presents the typical coupling of turquoise with coral (dichotomy between spirit and body).

€ 900,00 / 1.000,00

56


208 Gau dorato con Viṣṇu

Nepal, XX secolo Metallo dorato, corallo e pietre preziose e semi preziose, cm 7,50 Stato di conservazione: ottimo Prezioso Gau apribile (amuleto votivo) di ispirazione Rana in metallo dorato e pietre. Sul coperchio di raffinata esecuzione, dei lapislazzuli incisi danno forma al dio Viṣṇu che cavalca Garuḍa, ricavato da coralli lavorati, su una base di turchese e lapislazzulo. Gli orecchini di entrambi gli dei e la cornice sono di tormaline verdi incastonate. Fiori di coralli e turchesi cabochon, decorano ulteriormente l’oggetto. All’interno la dea Lakṣmī, consorte di Viṣṇu, riccamente adornata. A gilt Gau with Viṣṇu Nepal, 20th century Metal-gilt, coral, semi-precious and precious stones, cm 7,50 Condition: excellent A precious Rana-inspired Gau (votive amulet) in metal gilt and stones that can be opened. The finely made lid is embellished with engraved lapis lazuli in the shape of the god Viṣṇu astride Garuda with coral on a base of turquoise and lapis lazuli. Both the gods’ earrings and the frame are inset with green tourmaline stones. Coral flowers and turquoise cabochons further decorate the object. The inside bears a richly decorated depiction of the goddess Lakṣmī, wife of Viṣṇu.

€ 700,00 / 800,00

209 Gau con Buddha Gautama

Cino/Tibet, XIX-XX secolo Argento e rame, cm 11,50 Stato di conservazione: buono

Questo contenitore per reliquie, di dimensioni maggiori rispetto alla media, ha sulla sua parte superiore una complicata lavorazione in argento a motivi vegetali ed al centro il Buddha storico Gautama nella sua posizione più classica. Con la mano destra (Bhūmisparśamudrā) tocca la terra nel gesto dell’ annunciazione della verità, mentre con la sinistra tiene la ciotola delle elemosine che lo identifica come capo assoluto dell’ ordine. Al suo interno é ancora conservata una stampa su carta di riso raffigurante un’ immagine di non facile lettura, ma che probabilmente illustra un mandala. A Gau with Buddha Gautama Sino/Tibet,19th-20th century Silver and copper, cm 11,50 Condition: good This reliquary container, larger than average, presents detailed silver decoration of vegetal motifs and the historic Buddha Gautama in the centre in the most characteristic of positions. The right hand (Bhūmisparśamudrā) touches earth in the gesture of announcing the truth whilst the left holds alms bowl which identifies him as the absolute leader of the order. The inside still contains a print on rice paper depicting an image that is rather difficult to interpret, but may well illustrate a mandala.

€ 280,00 / 320,00 57


210 Bacchetta con testa di Makara Tibet, XIX secolo Legno policromo, cm 30 Stato di conservazione: ottimo

Bacchetta in legno dipinto a colori vivaci con finale scolpito a forma di drago marino Makara. Tale drago, o mostro acquatico, é quasi più da considerarsi una chimera, poiché é composto da elementi di vari animali. Sovente adorna i tetti delle pagode, nonché é elemento costitutivo di alcuni tipi di Phurba. La sua presenza su questa bacchetta può farne ipotizzare un probabile uso sciamanico rituale. A baton with the head of Makara Tibet,19th century Polychrome wood, cm 30 Condition: excellent A vividly and colourfully painted rod with the tip carved in the shape of the marine dragon Makara. This dragon, or aquatic monster, is more a chimera as it is made up of various animals. Often it decorates the pagoda roofs and is also a constitutive element of some types of Phurba. Its presence on this rod makes one think that is may well have had a ritual shamanist use.

€ 350,00 / 380,00

211 Tromba telescopica Dungchen

Tibet, XIX-XX secolo Rame e Bronzo, cm 168 Stato di conservazione: molto buono

Interessante strumento a fiato in uso presso i monaci buddhisti per accompagnare, con suoni bassi e gravi, i canti liturgici durante le celebrazioni religiose. Può anche essere usata come strumento di comunicazione tra le alte valli sulla catena Himalayana. A telescopic Dungchen trumpet Tibet, 19th-20th century Copper and bronze, cm 168 Condition: very good An interesting wind instrument used by the Buddhist monks to accompany the low and grave notes of the liturgical songs during religious ceremonies. It was also used as a means of communication between the valleys in the Himalayan Mountains.

€ 500,00 / 600,00 58


212 Sigillo rituale o gioiello Cintāmani Tibet, inizi XX secolo Argento, ambra corallo e turchese, cm 21 Stato di conservazione: ottimo

Raro sigillo rituale tibetano da monastero o gioiello sacro Cintāmani, di splendida lavorazione. Un grande drago circonda la base in argento sbalzato e un mostro si confonde con le decorazioni a forma di fronde che si ramificano fino a imprigionare l’importante disco di mila (nome tibetano dell’ambra). Al centro vi è un turchese incastonato da un lato e un corallo dall’altro. Nella base sottostante è sbalzato un Cheppu. Da notare la raffinatissima fattura, la cura dei particolari e la notevole grandezza del pezzo di ambra circolare. A ritual seal or Cintāmani jewel Tibet, early 20th century Silver, amber, coral and turquoise, cm 21 Condition: excellent A rare Tibetan ritual monastic seal or a sacred Cintāmani jewel, superbly made. A large dragon encircles the embossed silver base and a monster merges with the frond-like decoration that meanders up to imprison the important mila disc (Tibetan name of amber). There is an inset turquoise stone in the centre on one side and a coral stone on the other. The lower base presents an embossed Cheppu. It is of superbly refined manufacture, the care of the detail and the size of the circular amber piece are all worthy of great note.

€ 500,00 / 700,00

213 Amitāyus

Nepal, inizi XX secolo Bronzo nero, cm 55 Stato di conservazione: ottimo Statua di grandi dimensioni e di bella esecuzione, in bronzo nero su base in legno anch’ essa nera, raffigurante il Buddha trascendente Amitāyus. Lo distingue la corona e la Kalaśa tenuta in grembo che qui gli attribuisce il nome di “Buddha della vita eterna”. Da notare come questo tipo di fusione sia stato uno dei primi esempi di statuaria buddhista da esportazione ad arrivare in Europa. Amitāyus Nepal, early 20th century Black bronze, cm 55 Condition: excellent A large size and very fine made black bronze statue resting on a black wooden base, depicting the Transcendent Buddha Amitāyus. He is recognisable by the crown and Kalaśa he holds in his lap, from which he gets the name “Buddha of eternal life”. This type of fusion was one of the first examples of Buddhist statuary for exportation to arrive in Europe.

€ 1.000,00 / 1.100,00

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Arte indiana Indian Art

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214 Garuḍa in bronzo

India, XVII secolo Bronzo, cm 24 Stato di conservazione: ottimo Questo antico e importante bronzo rappresenta Garuḍa, uccello sacro e veicolo di Viṣṇu, simbolo di lungimiranza e nemico dei serpenti Nāga. Egli ha il corpo ornato da gioielli e si mostra genuflesso in profonda devozione. Il bronzo è un esempio della raffinata arte plastica indiana. Il piedistallo,su cui poggia Garuḍa (bhadrapitha che in sanscrito significa trono) denota l’importanza del bronzo e dell’iconografia; elefanti e serpenti alternati sono sorretti da una tartaruga che poggia su un basamento quadrato a forma di fiore di loto dischiuso. Il Garuḍa in oggetto è stato pubblicato su: “Il mito della fenice in Oriente e Occidente” Pagina 104 - 105 Francesco Zambon - Alessandro Grossato Edizione Marsilio. A bronze Garuḍa India, 17th century Bronze, cm 24 Condition: excellent This important bronze portrays Garuḍa the sacred bird and Viṣṇu’s vehicle, symbol of farsightedness and enemy of the Nāga serpents. He has a body decorated with jewels and is genuflected in deep prayer. The bronze is a fine example of the Indian art form. The pedestal on which he rests (bhadrapitha in Sanskrit means throne) denotes the importance of the bronze and iconography, alternating elephants and serpents are supported by a tortoise that rests on a square base in the form of an open lotus flower. This Garuḍa was published in “Il mito della fenice in Oriente e Occidente”, pages 104 – 105, by Francesco Zambon - Alessandro Grossato, published by Marsilio.

€ 5.500,00 / 6.000,00 62


215 Coppia di Colonne in Marmo

216 Vāmana quinta manifestazione di Viṣṇu

Raffinata coppia di colonne rastremate Jainiste in marmo bianco. Capitelli e base sono decorati con motivi che ricordano foglie. Molto probabilmente provenienti da un Mandir (tempio) Jainista dell’ area nelle vicinanze della città di Jaiselmer, zona desertica dell’ estremo ovest del Rajasthan e dell’ India.

Di pregevolissima manifattura, questa statua raffigura il brahmino nano (o fanciullo) Vāmana, il quinto Avatāra, nonché prima incarnazione in forma umana, del dio Viṣṇu. E’ qui ritratto nel suo classico aspetto paffuto, ma con quattro braccia anziché due. Nei Purāṇa viene narrato come Viṣṇu, sotto forma di Vāmana, si presenti alla corte del re Bali, un asura (demone) divenuto re di tutto il creato, chiedendo una porzione di terra grande quanto tre suoi passi. Vāmana, dopo che il re acconsente a tale proposta, si trasforma quindi nel gigantesco Trivikrama che, con il primo passo prende tutta la terra e con il secondo tutto lo spazio. Bali non avendo più niente da dare per il terzo passo, offre la sua stessa testa che Viṣṇu schiaccia ma, colpito dall’ umiltà dimostrata dall’ asura, lo rende immortale. Notevole il lavoro scultoreo su vesti e gioielli e le perfette ed aggraziate proporzioni dell’ opera qui presentata.

Rajasthan, India, XVIII secolo Marmo, cm 126 Stato di conservazione: molto buono

A pair of marble columns Rajasthan, India, 18th century Marble, cm 126 Condition: very good A refined pair of white marble tapering Jainist columns. Capitals and bases are decorated with leaf-like motifs. They probably come from a Jain Mandir (temple) near to the town of Jaiselmer, a desert area at the extreme west of the state of Rajasthan in India.

€ 1.600,00 / 1.800,00

India del Sud, Periodo Chola, XIII secolo Basalto nero, cm 32 Stato di conservazione: presenta alcune mancanze

Vāmana: fifth manifestation of Viṣṇu Southern India, Chola Period, 13th century Black basalt, cm 32 Condition: with some losses Superbly made this statue portrays the Brahman dwarf (or young boy) Vāmana, the fifth Avatāra, as well as the first incarnation in the human form of the god Viṣṇu. Here he is depicted with his classical chubby appearance, but with four arms instead of two. the Purāṇa tells how Viṣṇu, in the form of Vāmana presents himself at the court of the King Bali, an Asura (demon) who became king of all creation, asking for a portion of land as large as three of his steps. Vāmana, after the king agrees to this proposal, transforms himself into the gigantic Trivikrama who, with the first step takes all the earth and with the second all space. Bali, not having anything more to give for the third step, offers his own head which Viṣṇu crushes but, struck by the humility demonstrated by the Asura, makes him immortal. The sculptural work of the robes and jewellery is noteworthy, as are the perfect and graceful proportions of this piece.

€ 1.400,00 / 1.800,00 63


217 Agni

India del Sud, Periodo Chandela XII secolo Arenaria, cm 34 Stato di conservazione: ottimo In questo bellissimo frammento di Mandir in arenaria gialla é alloggiato, all’ interno di un edicola, la divinità del fuoco Agni, ritratta qui con la sua caratteristica barba. Originariamente in epoca vedica, questa divinità era considerata tra le più potenti e svolgeva un ruolo importantissimo nei rituali, ma con il passare dei secoli si é trasformata in una figura di importanza minore. Insieme ad Indra e Sūrya (il dio sole) componeva una sacra triade dove ognuno dei quali rappresentava un aspetto diverso del fuoco: Il fuoco di terra (Agni), il fuoco dell’ aria (i fulmini di Indra) ed il fuoco del cielo (il sole). Ognuna di queste divinità faceva parte del pantheon religioso del popolo ariano, che invase il subcontinente indiano intorno al II millennio AC. Successivamente le divinità degli Arii e quelle dravidiche (popolazione autoctona dell’India) si unirono a formare l’ attuale composizione del pantheon induista. Agni Southern India, Chandela Period, 12th century Sandstone, cm 34 Condition: excellent In this very fine fragment of yellow sandstone Mandir, the god of fire, Agni, is housed inside a niche, pictured here with his characteristic beard. Originally in the Vedic period, this deity was considered among the most powerful and played an important role in the rituals, but over the centuries he has become less important. Together with Indra and Sūrya (the sun god) he formed a sacred triad where each represented a different aspect of fire: the fire of the earth (Agni), the fire of the air (lightning of Indra) and the fire of the sky (the sun). Each of these deities was part of the religious pantheon of the Aryan people who invaded the Indian subcontinent around the second millennium B.C. Subsequently the Aryan and the Dravidian gods (indigenous people of India) joined together to form the current composition of the Hindu pantheon.

€ 1.400,00 / 1.800,00

218 Statua di Umā

India, periodo Gupta VI secolo Arenaria, cm 30 Stato di conservazione: buono Umā, la dea madre portatrice di luce, signora delle montagne e moglie di Śiva è rappresentata in questo bellissimo busto in tutta la sua femminilità. Il colore caldo della pietra arenaria mette in risalto le generose forme della dea. L’espressione del viso è serena e benevola, con un sorriso accennato sulle labbra carnose. Il capo, dall’elaborata acconciatura è circondato dalla prabha, un’aureola di luce, ricorrente nell’iconografia della dea. Anche l’elaborata collana che simboleggia la ricchezza spirituale e materiale, Umā infatti è la protettrice della conoscenza e dei raccolti, è un attributo tipico della dea. Questa scultura è un ottimo esempio della splendida produzione artistica del periodo Gupta. A statue of Umā India, Gupta period, 6th century Sandstone, cm 30 Condition: good Umā, the mother goddess and bringer of light, lady of the mountains and wife of Śiva is represented in this beautiful bust in all its femininity. The warm colour of the sandstone highlights the generous forms of the goddess. The facial expression is serene and benevolent, with a slight smile on the full lips. The head, with the elaborate coiffeur, is surrounded by the prabha, a halo of light, a recurring feature in the goddess’s iconography. The elaborate necklace that symbolises spiritual and material wealth, Umā indeed is the patron of knowledge and crops and it is a typical attribute of the goddess. This sculpture is a superb example of the fine artistic production of the Gupta period.

€ 1.700,00 / 2.000,00

64


219 Placca di Śiva nella forma di Vīrabhadra

India del Sud, XVII secolo Fusione in bronzo a cera persa, cm 24 Stato di conservazione: ottimo con consunzioni tipiche della devozione Eccezionale placca devozionale in bronzo dallo spessore consistente, raffigurante Śiva nella forma Vīrabhadra “il vittorioso”. In questa manifestazione il dio, riccamente adornato, é caratterizzato da quattro braccia, ognuna delle quali ha un attributo differente: la spada, arco e freccia, la mazza e lo scudo. E’ affiancato alla sua sinistra da una delle sue mogli, Satī e a destra da Dakṣa, suo suocero. Entrambi i personaggi sono protagonisti insieme a Śiva della leggenda che lo vede tramutare in Vīrabhadra. Durante una grande cerimonia sacrificale, Dakṣa, uno dei figli di Brahmā, esclude dal parteciparvi sua figlia Satī, la quale aveva sposato Śiva senza il suo consenso. Satī, sentendosi terribilmente umiliata, si getta nelle fiamme. Quando Śiva viene a conoscenza della tragica sorte della moglie, si adira ferocemente e si tramuta nel potente Vīrabhadra il quale, con la sua spada, decapita il suocero. Grazie però all’ intervento di Brahmā, Dakṣa ritorna in vita per mano di Śiva stesso, che sostituisce la sua testa con una di ariete. Da questo momento in poi Dakṣa, che prima aveva tanto disprezzato il genero, diviene a lui devoto. Questo particolare tipo di oggetto é generalmente venerato nelle abitazioni private e disposto in altari casalinghi allo scopo di liberarsi dalle colpe o proteggersi dalle malattie. Inoltre viene mostrato e portato in processione durante particolari festività. Infatti é generalmente alloggiato in speciali contenitori forniti di manico. Nel caso di questa bellissima placca, il manico é stato creato nella fusione stessa. Degna di nota é l’ ottima patina maturata con il tempo ed il consumo generato da secoli d’ intensa venerazione. A plaque of Śiva in the form of Vīrabhadra Southern India, 17th century Lost wax bronze fusion, cm 24 Condition: very fine with characteristic wear from veneration An exceptional devotional bronze plaque of consistent thickness, depicting Śiva in the form of “the victorious” Vīrabhadra. In this event the richly adorned god, is characterised by four arms, each of which has a different attribute: the sword, bow and arrow, mace and shield. He is flanked on his left by one of his wives, Satī and on the right by Dakṣa, his father-in-law. Both characters are the protagonists together with Śiva, who in the legend sees him turn into Vīrabhadra. During a grand sacrificial ceremony, Dakṣa, one of the sons of Brahmā, excludes his daughter Satī attendance, who had married Śiva without his consent. Satī, feeling terribly humiliated throws herself into the flames. When Śiva comes to know of his wife’s tragic fate he reacts angrily and is transformed into the fiercely powerful Vīrabhadra who, with his sword, decapitates his father-in-law. But thanks to Brahmā’s intervention, Dakṣa comes back to life thanks to Śiva himself who substitutes his head with a ram’s head and from this moment on Dakṣa, who before had so despised his son-in-law, becomes a devotee. This particular type of object is generally worshiped in private homes and is placed in household shrines in order to remove guilt or protect the household from disease. It is also displayed and carried in procession on special feast days. It is generally preserved in special containers with a handle and in the case of this fine example, the handle has been fused. The fine patina is worthy of note which has been acquired over time and signs of use generated by centuries of intense veneration.

€ 2.200,00 / 2.400,00 65


220 Siddha Shivaita

India del Sud, XVII secolo Bronzo, cm 11 Stato di conservazione: ottimo Questo bronzo dall’ eccezionale stato di conservazione rappresenta probabilmente un Shidda (in sanscrito adepto), ovvero un antico praticante Yoga che tramite intensa meditazione e rigorosa osservazione della disciplina tantrica, riesce ad acquisire facoltà paranormali divenendo Mahāsiddha (grande adepto). In una raccolta scritta nell’ XI / XII secolo si racconta le storie di ottantaquattro di essi. Il siddha qui proposto, seduto in posizione paryaṅka, protende le mani verso l’esterno con la sinistra nel gesto di esposizione della dottrina vitarkamudrā, mentre con la destra offre un oggetto non identificato. Da notare la splendida patina bruna e la quasi assenza di consumi del bronzo. A Shaivism Siddha Southern India, 17th century Bronze, cm 11 Condition: excellent This bronze, in exceptional condition, probably represents a Siddha (in Sanskrit master) or in other words, an old Yoga practitioner who, through intense mediation and rigorous observation of the tantric disciple, succeeds in acquiring paranormal faculties becoming Mahāsiddha (a great master). In the collection written in the 11th/12th century, stories of eighty-four of these are recounted. This siddha, seated in the paryaṅka position, extends his hands outwards, with the left one revealing the vitarkamudrā doctrine and the right offering an unidentifiable object. The splendid brown patina and lack of wear of the bronze are remarkable.

€ 3.500,00 / 3.600,00 66

221 Lakṣmīnarasiṁha

India del Sud, Karnataka, XVIII secolo Bronzo, cm 10,50 Stato di conservazione: buono Il bronzo devozionale qui proposto, oltre ad esse di notevole fattura presenta una delle più apprezzate divinità nel sud dell’ India. Vi é infatti ritratto Narasiṁha, la quarta incarnazione di Viṣṇu. Riconoscibile prevalentemente dalla sua testa di leone, ha inoltre come caratteristica quattro braccia, in una delle quali stringe la ruota. In questo particolare bronzo, la divinità é accompagnata dalla sua consorte Lakṣmī seduta sulla sua gamba sinistra. Grazie a questa presenza, la composizione prende il nome di Lakṣmīnarasiṁha. Da notare sul retro un’ antica rottura che farebbe pensare alla presenza di un ventaglio di serpenti Nāga, ripiegati sulla testa del bronzo, oramai perduti. A figure of Lakṣmīnarasiṁha Southern India, Karnataka, 18th century Bronze, cm 10,50 Condtion: good This devotional bronze, in addition to being remarkably made represents one of the most popular deities in Southern India. Narasiṁha is portrayed, the fourth incarnation of Viṣṇu. Recognisable mainly by its lion’s head, it also features four arms, one of which holds the wheel. In this particular bronze, the deity is accompanied by his consort Lakṣmī sitting on his left leg. Thanks to this presence, the composition takes on the name of Lakṣmīnarasiṁha. The reverse bears an old break which suggests the presence of Nāga serpents, folded on the head of the statue but that are now lost.

€ 750,00 / 850,00


222 Bala Krishna

India, XVII secolo Rame, cm 9 Stato di conservazione: ottimo Bella statua raffigurante Krishna bambino nella sua posizione danzante e giocosa. Tiene alzata la gamba destra ed il braccio sinistro, mentre con l’altra mano, protesa verso l’esterno, tiene una palla di burro. Da osservare la dimensione più grande della media per questo tipo di bronzetto devozionale. A figure of Bala Krishna India, 17th century Copper, cm 9 Condition: excellent A fine statue portraying the young Krishna in his dancing and playful pose. He holds his right leg and left arm up whilst the other hand, stretched outwards, holds the ball of butter. The size of this statue is larger than average for this type of devotional bronze.

€ 1.000,00 / 1.200,00

223 Bala Krishna

India del sud, XVII secolo Bronzo, cm 6,50 Stato di conservazione: buono, mancante della base Bellissimo bronzetto votivo di elevata fattura e dalla bella patina raffigurante Krishna bambino intento a danzare. La gamba destra ed braccio sinistro e sono sollevati in un elegante gesto e nell’ altra mano protesa in avanti tiene una palla di burro. Il suo corpo é riccamente abbellito con gioielli di fattura tipica dell’ India del sud. A figure of Bala Krishna Southern India, 17th century Bronze, cm 6,50 Condition: good, missing base A very fine votive small bronze statue, superbly made and with beautiful patina depicting the young boy Krishna intent on dancing. The right leg and left arm are raised in an elegant gesture and the other hand stretches out to hold a ball of butter. His body is richly embellished with jewels typically found in Southern India.

€ 450,00 / 550,00

224 Bala Krishna

India del Sud, XVIII secolo Bronzo, cm 5,50 Stato di conservazione: discreto, mancante della base Piccolo bronzetto raffigurante Bala Krishna (Krishna bambino) nella sua postura danzante. Lo caratterizza il suo tipico atteggiamento giocoso e la palla di burro che tiene nella mano destra. Presenta un’ elevata consunzione devozionale. A figure of Bala Krishna Southern India, 18th century Bronze, cm 5,50 Condition: fair, missing base A small bronze statuette depicting Bala Krishna (Krishna as a young boy) in his dancing pose. He has typically playful behaviour and holds the ball of butter in his right hand. There is much wear due to veneration.

€ 350,00 / 400,00

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225 Pietra Jainista raffigurante Ādināth India, area di Bundi, Rajashtan XIV sec. Pietra bianca, cm 16 Stato di conservazione: buono

India, XI secolo Lega di rame, cm 11 Stato di conservazione: ottimo

Questo bel frammento di pietra scolpita proviene da un tempio Jainista dell’area di Bundi. Rappresenta uno dei ventiquattro Tirthaṅkar, profeti illuminati che si sono succeduti nei cicli della storia per rivelare all’umanità il credo Jainista, religione basata sul rispetto e sulla non violenza. Il significato di Tirthaṅkar é “il vittorioso” o “l’attraversatore del guado”. Nel frammento qui presente è rappresentato il primo e più importante Tirthaṅkar, Ādināth, chiamato anche Rishabha, seduto nella posizione di meditazione del loto, padmāsana. Sulla base, dove sono appena leggibili figure zoomorfe, spicca invece il simbolo della mezzaluna.

Questo bronzo, dalla splendida patina, raffigura un tempietto che ospita, ripetuto quattro volte in un elegante postura eretta, Ādināth, il primo dei ventiquattro Tirthaṅkar della religione Jainista. Da notare che tra le incisioni scritte che adornano la base ed il perimetro del piccolo tetto, vi é riportata la data in calendario Vikram Samvat, 1109, corrispondente all’ anno, secondo la datazione gregoriania, 1053 D.C.

A Jain stone depicting Ādināth India, Bundi area, Rajashtan,14th century White stone, cm 16 Condition: good This fine stone fragment comes from a Jain temple in the Bundi area. It represents one of the twenty-four Tirthaṅkar, illuminated prophets who return throughout history to reveal the Jain belief to humanity, a religion based on respect and peace. The meaning of Tirthaṅkar is “the victorious” or “crosser of the ford”. In this fragment, the first and most important Tirthaṅkar is represented, Ādināth, also known as Rishabha, seated in the lotus meditation pose, Padmāsana. The base is decorated with the symbol of the half-moon and zoomorphic figures.

€ 550,00 / 700,00 68

226 Edicola dedicata ad Ādināth

An aedicule dedicated to Ādināth India, 11th century Alloy copper, cm 11 Condition: excellent This bronze, with its splendid patina, depicts a little temple that hosts on all four sides in an elegant standing position Ādināth, the first of twenty-four Tirthaṅkar from the Jain religion. Of note are the engravings written on the base and the perimeter of the small roof, including the date from the Vikram Samvat calendar, 1109, which corresponds to the date 1053 A.D. in the Gregorian calendar.

€ 1.400,00 / 1.600,00


227 Testa di Bodhisattva

Afghanistan/Pakistan, cultura Gandhāra I secolo A.C.VI secolo D.C. Stucco bianco, cm 9 Stato di conservazione: buono Questa piccola testa in stucco di bella fattezza e con chioma fluente legata in un morbido chignon sopra la testa, raffigura probabilmente un Bodhisattva del pantheon buddista. La caratteristica principale dell’arte del regno del Gandhāra è quella di una pregevolissima fusione tra lo stile ellenico, importato da Alessandro Magno nella sua campagne espansionistica verso l’ India, e temi e iconografie buddiste. Tale sincretismo avviene anche in senso inverso, abbiamo infatti ottimi esempi di divinità greche raffigurate con caratteristiche prettamente asiatiche. Questo volto molto probabilmente faceva parte di una formella con più personaggi e complesse scene di stampo religioso o mitologico, come era d’uso anche nella Grecia antica. Da notare le aggraziate forme di questo Bodhisattva, nel cui volto sereno é possibile distinguere tutti gli elementi delle due culture originarie. Head of Bodhisattva Afghanistan/Pakistan, Gandhāra culture, 1st century B.C.- 6th century A.D. White stucco, cm 9 Condition: good This small finely-made stucco head with flowing hair tied in a soft chignon on top of the head, probably depicts a Bodhisattva of the Buddhist pantheon. The main feature of the art of the Gandhāra kingdom is that of a very precious Hellenic-style fusion, imported by Alexander the Great during his expansionist campaigns toward India, and Buddhist themes and iconography. This syncretism also happened in reverse, in fact there are some superb examples of Greek gods depicted with typically Asian features. This face most likely formed part of a panel with other figures and more complex a religious or mythological scenes, as was customary even in ancient Greece. The graceful forms of the Bodhisattva, in whose serene face it is possible to distinguish all the elements of the two original cultures, are noteworthy.

€ 550,00 / 650,00

228 Testa Gupta in terracotta

India, Uttar Pradesh, VI secolo Terracotta, cm 19 Stato di conservazione: ottimo

Questa bellissima testa é realizzata nella tipica lavorazione in terracotta del periodo Gupta, impero che dominò l’India fra il 240 e il 550 D.C. Era di grande sviluppo delle arti visive, architettoniche e scientifiche, é considerata “l’età dell’oro” della cultura indiana. La scultura qui proposta faceva parte del complesso statuario decorativo del tempio di Bhitargaon nell’Uttar Pradesh. L’espressione è placida, le labbra sono profondamente incise in un sorriso, gli occhi a mandorla sono socchiusi e il naso, lievemente aquilino, è modellato in una forma molto realistica. Un’elaborata acconciatura incornicia il viso e i grandi orecchini ovali hanno decorazioni a forma di fiore. Tutte queste caratteristiche farebbero associare il volto qui raffigurato a quello di un’ apsāraḥ, una ninfa seduttrice. Ex collezione Alsdorf A terracotta Gupta head India, Uttar Pradesh, 6th century Terracotta, cm 19 Condition: excellent This very fine head is typical of the terracotta production of the Gupta period, an empire that dominated India between 240 and 550 A.D. It was a great era of development in the visual arts, architecture and science and it is considered “the Golden Age” of the Indian culture. This sculpture was part of a statuary decorative complex of the Bhitargaon temple in Uttar Pradesh. The expression is placid, the lips deeps incised in a smile and the almond-shaped eyes are half closed and the slightly aquiline nose is shaped in a very realistic form. The elaborate coiffeur frames the face and the large oval earring are in the shape of flowers. All these characteristics lead one to associate this figure with an Apsara, a seductive nymph. Ex Alsdorf Collection

€ 4.500,00 / 4.700,00 69


229 Sambandar

India del sud, periodo Chola, XIII secolo Bronzo, cm 36 Stato di conservazione: ottimo In questo bronzo, Sambandar è nella classica espressione danzante sopra di un fiore di loto, con la gamba sinistra sollevata e il braccio sinistro esteso. Porta una cintura con campane (kinkini sara) un cordoncino sacro che gira intorno al suo corpo flessuoso ed elaborati gioielli adornano le sue caviglie, le braccia, il torace, il collo e le orecchie. Il volto è gioioso, con gli occhi a forma di mandorla, sormontato da un alto copricapo conico. Secondo la leggenda, Sambandar accompagnava spesso il padre al tempio. Quando suo padre si allontanò per il bagno rituale, il bambino fu lasciato solo e si mise a piangere.Al ritorno il padre, trovò il bambino a giocare felicemente con una coppa d’oro piena di latte e dei dolci. Quando suo padre chiese l’origine di quel dono, Sambandar indicò l’immagine della dea seduta accanto a Śiva. Dopo aver bevuto il latte divino, il bambino iniziò a cantare e ballare lodando Śiva e Pārvatiī. Nell’ iconografia induista Sambandar si distingue dal Krishna danzante prevalentemente per la postura della mano destra che indica la divinità femminile a lui benefattrice. Il bronzo qui presentato è un elegante esempio dell’ arte statuaria Chola, ed é ricoperto da una bellissima patina verde generata dal tempo. E’ presente un restauro minore visibile sulla caviglia destra. Sambandar Southern India, Chola period, 13th century Bronze, cm 36 Condition: excellent In this bronze Sambandar is in the classical position of dancing above a lotus flower, with the left leg raised and the left arm extended. He wears a belt with bells (kinkini sara), a sacred cord that goes around his sinuous body and elaborate jewellery adorn his ankles, arms, chest, neck and ears. The face is joyful, with almond-shaped eyes, surmounted by a tall conical hat. According to legend, Sambandar accompanied often his father to the temple. When his father went off to the ritual bath, the baby was left alone and began to cry. On his father’s return, he found the child playing happily with a golden cup full of milk and sweets. When his father asked about the gift, Sambandar pointed to the image of the goddess sitting next to Śiva. After having drunk the divine milk, the baby began to sing and dance, praising Śiva and Pārvatiī. In Hindu iconography Sambandar is distinguishable from the dancing Krishna mainly for the gesture of the right hand which indicates to his benefactor goddess. This bronze is a fine example of Chola statuary art and is covered with a very fine green patina generated over time. There is a minor restoration to the right ankle.

€ 15.000,00 / 16.000,00 70


230 Buddha stante

India settentrionale, XII secolo Clorite, cm 52 Stato di conservazione: ottimo Questo Buddha stante, dal volto sereno e delicatamente sorridente, è raffigurato mentre compie con la mano destra il gesto di allontanamento della paura, chiamato abhayamudrā. Il gesto, diretto verso il fedele che a lui si rivolge con devozione, indica la sua facoltà di pacificare e di proteggere gli esseri umani da qualsiasi minaccia offenda la loro sfera spirituale o fisica. Il ginocchio sinistro leggermente flesso in avanti indica, ancora una volta, uno slancio amorevole e soccorritore verso il fedele. Pieghe sottili, scolpite delicatamente, evocano una lunga veste, forse in leggerissima mussola di cotone, che ricopre il corpo di questo Buddha sino alle caviglie, in parte trattenuta morbidamente dalla sua mano sinistra. Il Buddha è raffigurato su un fiore di loto con petali rivolti verso il basso e verso l’alto, una caratteristica che appare nella scultura dell’India settentrionale a partire dal X secolo. Il tipo di aureola che gli circonda il capo, costituita da una fila di grandi perle e da fiammelle a forma di riccioli, i due gioielli fiammeggianti disposti sullo schienale del trono ai lati del Buddha, e la struttura stessa dello schienale decorato, sorretto da elefanti e leoni, sono elementi tipici dell’arte prodotta in Bihar durante la dinastia Pāla, tra il X e l’ XI secolo. A standing Buddha Northern India, 12th century Chlorite, cm 52 Condition: excellent This standing Buddha, his peaceful face gently smiling, is portrayed with his right hand in the fear-allaying gesture, abhayamudrā. The gesture, directed at the faithful who addresses him with devotion, indicates his ability to pacify and protect human beings from any threat to their spiritual or physical sphere.(1) The left knee, slightly thrust forward, also indicates his loving and compassionate élan towards the faithful. Thin, delicately sculpted folds evoke a long robe, possibly of light muslin, wrapping this Buddha’s body down to the ankles, and gently held in his left hand. The Buddha stands on a lotus flower with petals pointing both up and down, a characterisitic that appears in north Indian sculpture starting from the 10th century.(2) The type of halo around his head, made of a row of large pearls and of wavy flames, the two flaming jewels on the throne-back on either side of the Buddha and the very structure of the decorated backrest, supported by elephants and lions, are all typical elements of the art of Bihar during the Pāla dynasty, between the 10th and 11th centuries.(3). (1) Fredrick W. Bunce, Mudrâs in Buddhist and Hindu Practices. An Iconographic Consideration, D.K. Printworld, Delhi 2001, p. 2. (2) Pratapaditya Pal, Indian Sculpture, vol. 2, Los Angeles County Museum of Art in association with University of California Press, Berkley, Los Angeles, London 1988, p. 168, fig. 75. (3) Susan L. Huntington e John C. Huntington, The Art of Ancient India, Weatherhill, Boston and London 2001, p.397, fig 18.10 e p. 461, fig. 20.15.

€ 11.000,00 / 13.000,00 71


231 Grande dipinto del tempio di Jay Jagannath India, Puri, XX secolo Gouache su tela, cm 163 x 92 Stato di conservazione: ottimo

Questo ricco e imponente dipinto dai colori vivaci è un ottimo esempio di Patachitra, un antico stile di pittura su tela, tradizionale dell’Orissa. La storia e il folklore dei Patachitra, sono strettamente legati al culto di Jay Jagannath (il Signore dell’universo) peculiare rappresentazione di una delle incarnazioni di Viṣṇu, venerato a Puri e in tutta la regione. L’opera qui mostrata è suddivisa in sezioni con scene religiose Visnuite e raffigurazioni di alcune aree del complesso del tempio di Puri. Al centro della tela si nota il “thia badhia”, una rappresentazione schematica del famoso tempio di Jagannath. La torre (shikhara) svetta sopra il santuario che accoglie la triade divina: Jagannath sulla destra, sua sorella Subhadra al centro e il fratello Balabhadra sulla sinistra. Soffermandosi sulle tre figure si apprezzano gli ornamenti di ghirlande di fiori bianchi, un particolare “costume” (vesa) chiamato “bada-singhara”, il più elaborato che le tre divinità indossano nel corso della giornata. Sotto si trovano Śiva e Brahmā. Sul bordo superiore del dipinto si susseguono le incarnazioni di Viṣṇu e nella fascia sottostante sulla destra sono rappresentati Rāma e Lakṣmī che combattono il demone Rāvaṇa. Nella parte inferiore, affiancata da due leoni, è rappresentata l’entrata del tempio. I Patachitra hanno essenzialmente un uso devozionale domestico e possono essere più o meno elaborati. Questo dipinto denota un’ ottima fattura stilistica che si differenzia da quelli più comuni. A large painting of Jay Jagannath temple India, Puri, 20th century Gouache on canvas, cm 163 x 92 Condition: excellent This rich impressive and brightly coloured painting is a wonderful example of Patachitra, an ancient style of painting on canvas, traditional of the Orissa. The history and folklore of Patachitra are closely linked to the Jay Jagannath cult (Lord of the universe) a peculiar representation of one of the Viṣṇu’s incarnations, worshiped in Puri and throughout the region. This work is divided into sections with Visnuite religious scenes and depictions of some areas of the temple complex of Puri. The centre of the canvas depicts the “thia badhia”, a schematic representation of the famous Jagannath temple. The tower (shikhara) stands above the sanctuary that contains the divine triad: Jagannath on the right, his sister Subhadra in the centre and brother Balabhadra on the left. The way the three figures are adorned with garlands of white flowers, a special “custom” (vesa) known as “bada-singhara”, are the most elaborate that the three deities wear during the day. Below are Śiva and Brahmā. Around the upper edge of the painting, there are the incarnations of Viṣṇu and in the lower band on the right Rāma and Lakṣmī are represented fighting the demon Rāvaṇa. In the lower area, flanked by two lions, the entrance of the temple is represented. The Patachitra essentially have a domestic devotional use and may be more or less elaborate. This painting is stylistically very well made which differentiates it from the more usual ones.

€ 1.400,00 / 1.600,00

72


232 Statua di Rādhā

233 Statuetta in bronzo raffigurante Lakṣmī

Bella statua scolpita in un duro legno, proveniente dal’ India del Sud e raffigurante Rādhā che, adornata di gioielli e di grandi orecchini, poggia su di un piedistallo decorato con ai lati due pappagalli. Questo particolare tipo di statua originariamente aveva lunghissime mani e braccia estroflesse che purtroppo sono andate perse. E’ possibile notare ancora la presenze di colori devozionali rosso e ocra ormai fissati sull’ eccezionale patina depositata dal tempo su questa scultura.

Antica statuetta votiva in bronzo rappresentante Lakṣmī, sposa di Viṣṇu e dea della luce, della bellezza, della terra e della fortuna. Qui è ritratta nell’iconografia classica associata al fior di loto: seduta nella posizione Padmāsana e con quattro braccia, le cui due superiori tengono i fiori di loto, simbolo della purezza che si eleva da fango. Si notano anche i gioielli che adornano la figura, che simboleggiano la regalità, la ricchezza e la generosità. La statuetta, smussata dal tempo e dall’uso devozionale, presenta una patina eccezionale.

India del sud, fine XVIII inizi XIX secolo Legno, cm 57 Stato di conservazione: mancante degli avambracci

A statue of Rādhā Southern India, late 18th- early 19th century Wood, cm 57 Condition: missing forearms A fine hardwood sculpture from Southern India portraying Rādhā, who adorned with jewels and large earrings, rests on a pedestal decorated on two sides by two parrots. This particular type of statue originally had very long hands and outstretched arms that unfortunately have been lost. One can still see the presence of the red and ochre devotional colours fixed by an exceptional patina deposited over time on this sculpture.

€ 850,00 / 950,00

India, XVI secolo Bronzo, cm 7 Stato di conservazione: buono, consunto dall’uso devozionale

A bronze statue depicting Lakṣmī India,16th century Bronze, cm 7 Condition: good, wear from devotional use An antique votive bronze statuette depicting Lakṣmī, wife of Viṣṇu and goddess of light, beauty the earth and fortune. Here she is portrayed with the classical iconography associated with the lotus flowers: she is seated in the Padmāsana position and with four arms, the two upper arms hold the lotus flowers symbol of purity. Of note are the jewels that embellish the figure, symbolising majesty, richness and generosity. The statuette, smoothed over time and from devotional use, presents an exceptional patina.

€ 450,00 / 520,00 73


234 Statuetta in bronzo raffigurante Nandī

India, XVII secolo Bronzo, cm 8,50 Stato di conservazione: ottimo con usure

Splendida statuetta votiva in bronzo raffigurante Nandī, mitica cavalcatura ed emanazione di Śiva, il cui manto candido è simbolo di purezza. Il bue sacro è ritratto in una placida posizione accovacciata ed è ornato di ricchi paramenti che circondano le corna, la groppa, che presenta la tipica gobba dello zebù, il muso e la coda. Al collo ha una gorgiera decorata con appese campane stilizzate. Anche le zampe, che nella mitologia shivaita rappresentano la rettitudine, la verità, l’amore e la pace, sono ornate da anelli che circondano i garretti. Da soffermarsi sull’ ottima patina sulla quale si apprezzano evidenti segni della tipica ossidatura data dall’antichità e residui di tikka, polvere votiva vermiglia. A bronze statuette depicting Nandī India, 17th century Bronze, cm 8,50 Condition: very fine with wear A splendid bronze votive statuette depicting Nandī, the mythical mount and emanation of Śiva, whose white mantle is a symbol of purity. The sacred ox is depicting in a recumbent position and decorated richly around the horns, the back with its typical zebù hump, the muzzle and the tail. Around the neck it bears a ruff decorated with stylised bells. The hooves, that in Shivite mythology represents honesty, truth, love and peace are decorated with rings. Fine patina and typical oxidisation from time and tikka residue.

€ 450,00 / 500,00

235 Garuḍa antropomorfo

India Centro Nord, XVIII secolo Bronzo, cm 15 Stato di conservazione: ottimo Bel bronzo votivo raffigurante la divinità Induista Garuḍa che, generalmente raffigurato con becco e ali di aquila, é qui rappresentato nella sua variante antropomorfa. Chiamato anche il re degli uccelli é spesso ritratto come cavalcatura di Viṣṇu ed é acerrimo nemico della razza dei Nāga (serpenti). E’ simbolo di forza impetuosa e delle conoscenze esoteriche. E’ qui raccolto in preghiera mentre schiaccia un Nāga con un ginocchio. An anthropomorphic figure of Garuḍa Central-Northern India, 18th century Bronze, cm 15 Condition: excellent A fine bronze votive object depicting the Hindu deity Garuḍa who generally portrayed with a beak and eagle’s wings is here presented in the anthropomorphic variant. Also known as the King of the Birds he is often portrayed as Viṣṇu’s mount and is most bitter enemy of the Nāga race (serpents). He is a symbol of impetuous strength and esoteric knowledge. Here he is portrayed in prayer whilst he flattens a Nāga with his knee.

€ 520,00 / 600,00

74


236 Śiva in bronzo

India, XIX secolo Bronzo patinato, cm 18 Stato di conservazione: buono con mancanze In questo bronzetto Śiva, dio che personifica la fine di tutte le cose e contemporaneamente la nuova vita, é rappresentato in un suo tipico aspetto baffuto che sta ad identificarlo come guerriero o dotato di particolare forza. E’ inoltre in posizione eretta e porta con se il suo attributo principale, il tridente (triśūla), a cui é mancante la triplice punta. Di probabile provenienza dall’ India del sud sfoggia un’ ottima patina e una lavorazione simile ad alcune produzioni tribali. A bronze Śiva India, 19th century Patinated bronze, cm 18 Condition: good with losses In this small bronze Śiva, god that personifies the end of all things and at the same time new life, is represented in the typical way, as a standing moustached warrior carrying the trident (triśūla); the triple point is missing. It probably comes from Southern India and reveals an excellent patina and a similar manner to some tribal production.

€ 350,00 / 400,00

237 Tre bronzi raffiguranti Ganesh India, XVII-XVIII secolo circa Bronzo a cera persa, cm 7 circa Stato di conservazione: buono

Lotto di tre bronzetti devozionali di pregevole fattura raffiguranti il dio dalla testa di elefante Ganesh, protettore della scienza, dello studio e della scrittura. In queste tre raffigurazioni ha quattro braccia e porta come attributi, della frutta, dei dolci, il cappio ed il rosario. Da notare il più piccolo di fattura tribale, mentre quello di medie dimensioni é una rappresentazione più rara. Infatti quando ha come cavalcatura il ratto, Ganesh prende il nome di Vighneśvara, colui che supera ogni ostacolo. Tutti e tre presentano un’ ottima patinatura. Three bronzes depicting Ganesh India, circa 17th-18th century Lost wax bronze, cm 7 circa Condition: good Three small devotional bronzes finely made and depicting the god with the elephant’s head Ganesh, protector of science, study and writing. In these three representations he has four arms and carries fruit, sweets, a lasso and the rosary. The smallest one is rather tribal in its rendering whilst the medium-sized one has a rare representation. Indeed when he is astride a rat, Ganesh takes on the name Vighneśvara, he who overcomes any obstacle. All three have an excellent patina.

€ 750,00 / 850,00 75


238 Placca tribale di Vīrabhadra

India Centro Sud, XIX secolo Fusione in bronzo a cera persa, cm 18 Stato di conservazione: buono con mancanze Placca processionale di buona fattura popolare raffigurante Vīrabhadra (Śiva nella forma del “Vittorioso”). Dall’ interessante manifattura se ne deduce la sua origine presso popolazioni tribali. Presenta alcune mancanze ma sono chiaramente distinguibili tutti gli attributi impugnati dalla divinità, nonché il sole e la luna stilizzati ai lati. A tribal plaque depicting Vīrabhadra Central-Southern India, 19th century Lost wax bronze fusion, cm 18 Condition: good with losses A finely made processional plaque depicting Vīrabhadra (Śiva in his “Victorious “form). From the interesting manufacture, one can deduce that it came from a tribal population. There are some losses but the attributes of the deity are clearly visible together with the stylised sun and moon at the sides.

€ 450,00 / 500,00

239 Placca processionale di Vīrabhadra India del Sud, XVII secolo Fusione in rame a cera persa, cm 13 Stato di conservazione: buono con mancanze

Bell’ esempio di placca di fattura popolare in rame estremamente patinato ed espressivo, raffigurante la forma adirata di Śiva, Vīrabhdra. Sono da notare, oltre alla presenza dei personaggi Dakṣa e Satī, il sole e la luna stilizzati. Ad eccezione di altre rappresentazioni più classiche, il dio qui brandisce il tridente che é un attributo proprio di Śiva e non della sua trasmutazione feroce. A processional plaque of Vīrabhadra Southern India, 17th century Lost wax copper fusion, cm 13 Condition: good with losses A fine example of an extremely patinated and expressive copper plaque depicting Śiva, Vīrabhdra. Apart from the presence of the figures of Dakṣa and Satī the sun and moon are also portrayed in a stylised manner. On the contrary to other more classical representations, here the god brandishes his trident that is Śiva’s attribute and not that of his ferocious transformation.

€ 550,00 / 600,00 240 Śiva nella forma di Vīrabhadra India centrale, XVIII-XIX secolo Fusione in bronzo a cera persa, cm 26 Stato di conservazione: ottimo

Sovrastata da un imponente Nāga (cobra) e dal mostro Kīrtimukha, questa placca processionale, raffigurante la manifestazione irata a quattro braccia di Śiva, Vīrabhadra, denota un ottima fattura sopratutto nei dettagli. Ai lati, Insieme ai sottostanti Dakṣa e Satī in atteggiamento devozionale, sono presenti il sole e la luna oltre ad alcuni attributi Shivaiti come il Liṅga in unione con la Yoni (principio maschile e femminile) ed il bue sacro Nandī. Śiva in the form of Vīrabhadra Central India, 18th-19th century Lost wax bronze fusion, cm 26 Condition: excellent Dominated by an imposing Nāga (cobra) and by the monster Kīrtimukha, this processional plaque, depi- cting an angry manifestation of the four-armed Śiva, Vīrabhadra, is finely made above all in the detail. The sun and the moon and other Shivaism attributes, such as the Liṅga in union with the Yoni and the sacred ox, Nandī are depicted at the sides, together with the figures of Dakṣa and Satī in devotional pose.

€ 600,00 / 700,00

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241 Piccolo contenitore in rame cesellato Probabile provenienza India del nord, XVII secolo Lega di rame, cm 7 Stato di conservazione: ottimo

Piccolo recipiente in lega di rame con bocca rientrante. L’ottima fattura e il tipo di decorazione fanno ipotizzare una probabile influenza Moghul. La raffinatissima cesellatura presenta splendidi motivi floreali e decori con uccellini in vari atteggiamenti su tutta la circonferenza. Alla base vi è incisa un’iscrizione non decifrata. Da apprezzare la particolare cura dei dettagli, la forma inusuale e la bellissima patina. A small chased copper container Probable provenance from Northern India, 17th century Alloy copper, cm 7 Condition: excellent A small alloy copper recipient with concave lip. Being finely made and the type of decoration lead one to hypothesize a Moghul influence. The extremely fine chasing presents floral motifs and birds around the entire circumference. The base is incised with an illegible inscription. The incredible attention to detail, the unusual shape and the very fine patina are all elements worthy of note.

€ 400,00 / 500,00

242 Tavoletta miniata con scene di battaglia India, XIX secolo Legno dipinto, cm 38 x 28 Stato di conservazione: ottimo

Singolare esempio di raffinata arte miniaturistica, questa tavoletta di legno, materiale inusuale per le miniature indiane, rappresenta una sanguinosa battaglia. La scena, molto cruenta e curata nei dettagli presenta molte caratteristiche estetiche delle miniature Moghul commiste con lo stile iconografico dell’India. Infatti sulla sinistra si nota Śiva con un nāga in posizione di difesa attorcigliato alla collana di teschi. Il dio si erge ieratico davanti all’avanzare della cavalleria, mentre sul terreno roccioso si notano un elefante e un guerriero mutilato. La cornice, di un tenue rosa antico profilato in oro, presenta i tipici motivi floreali dell’arte Moghul. Da notare il cartiglio, anch’esso bordato in oro, che si presenta, in questa tavoletta, senza alcuna iscrizione. Illuminated tablet depicting a battle scene India, 19th century Painted wood, cm 38 x 28 Condition: excellent A singular example of a refined miniature on wood, an unusual material for Indian miniatures, represents a bloody battle scene. The elaborate and detailed scene contains many aesthetic characteristics found in Moghul miniatures with the iconographic style from India. Indeed on the left, Śiva is portrayed with a nāga in a defence position, with skull necklace. The god hieratically stands in front of the advance of the cavalry, while the rocky landscape contains an elephant and mutilate warrior. The rose-coloured gold-outlined antique frame presents typical floral motifs found in Moghul art. The cartouche that is also outlined in gold is without inscription.

€ 850,00 / 950,00

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243 Tessuto Moghul in seta ricamata India, fine XIX secolo Seta ricamata con fili dorati, cm 80 x 80 Stato di conservazione: ottimo

Elegante tessuto di seta verde pallido in forma quadrata con preziosi e finissimi motivi floreali ricamati con filo d’oro, rosso e verde nel tipico stile Moghul. Nell’ intricato lavoro si possono riconoscere quattro iscrizioni sacre in arabo che recano l’invocazione “Ya-Allah” (Oh Dio!). An emobroidered silk Moghul fabric India, late 19th century Gilt thread embroidered silk, cm 80 x 80 Condition: excellent Elegant pale green coloured square piece of silk, decorated with precious and very fine floral motifs embroidered in gold, red and green thread in the characteristic Moghul style. In this intricate piece of work one can identify four Arabic sacred inscriptions with invocation “Ya-Allah” (Oh God!).

€ 900,00 / 1.000,00

244 Scatola da spezie indiana con motivi geometrici

245 Scatola da spezie indiana

Bella scatola in bronzo con cerniere usata per contenere spezie. La patina che la ricopre sia all’interno che all’esterno, indica non solo l’antichità, ma anche la consunzione naturale di un oggetto di uso domestico. Il coperchio e il corpo sono completamente decorati con motivi geometrici ripetuti, classici del Madhia Pradesh e il manico piatto riporta teste di drago stilizzate alle estremità. La serratura è modellata a fiore di loto, anch’esso stilizzato. Esistono vari tipi di contenitori per spezie, alcuni in legno o in metallo, molto semplici e funzionali, che a volte riportano all’interno spazi per suddividere le varie spezie, altri, come questa, più elaborati e di valore artistico più alto.

Questo contenitore per spezie in bronzo, di tipica manifattura indiana, riporta raffinati decori a sbalzo. Il centro del coperchio è un grande fiore dai molti petali circondato dagli stessi motivi con frutti e foglie stilizzati che abbelliscono tutta la scotola. Il manico è costituito da un bel torchon che termina con due boccioli di loto e le robuste cerniere che chiudono la scatola, sono ancora integre. Da apprezzare la splendida patina brunita del bronzo.

India, Madhia Pradesh, XIX secolo Bronzo, cm 23 Stato di conservazione: buono

A container for Indian spices decorated with geometric motifs India, Madhia Pradesh, 19th century Bronze, cm 23 Condition: good A fine bronze container to hold spices with hinge. The patina that covers both the interior and the exterior indicates not only the old nature of the recipient but also the natural wear of a domestic object. The lid and the body are fully decorated with geometric motifs, typical of the Madhia Pradesh and the flat handle presents stylised dragons’ heads at the tip. The lock is in the form of a stylised lotus flower. There are various types of spice holders: some in wood others in metal; some are very simple and functional that on occasion feature smaller compartments inside to divide the spices; others can be more elaborate and with a higher artistic value.

€ 200,00 / 300,00 78

India, XIX secolo Bronzo, cm 23 Stato di conservazione: buono

A container for Indian spices India, 19th century Bronze, cm 23 Condition: good This bronze spice container is typical of Indian production, presenting refined decorative embossed motifs. The centre of the lid bears a large multi-petal flower surrounded by fruit and stylised leaves which embellish the entire box. The handle is decorated with a fine torchon that terminates in two lotus flower buds and the robust hinges that close the box are still integral. The very fine browned patina of the bronze is highly noteworthy.

€ 250,00 / 350,00


246 Lampada a olio

India del Sud, XIX secolo Bronzo, cm 20 Stato di conservazione: buono Elaborata lampada in bronzo da tempio (diya) a forma di hamsa (cigno sacro stilizzato). Il corpo decorato del volatile poggia su una base la cui estremità termina con cinque beccucci atti a raccogliere il ghee (burro chiarificato) da bruciare. Da apprezzare la bellissima patina, la forma e la completezza dell’oggetto, ancora munito di catena originale. An Indian oil lamp Southern India, 19th century Bronze, cm 20 Condition: good An elaborate bronze temple lamp (diya) in the form of hamsa (stylised sacred swan). The decorated body of the bird rests on a stand, its extremity ends in five beaks that collect the ghee (clarified butter) to burn. The superb patina, the shape and the completeness of the object are all of note and it is still fitted with the original chain.

€ 250,00 / 350,00

247 Pannello da tempio con Śiva

India del sud (Tamil Nadu) XIX secolo Legno policromo, cm 183 Stato di conservazione: ottimo

Grande stele da tempio in legno policromo finemente intagliato, dedicata a Śiva. Sulla parte superiore si nota il muso di Kīrtimukha affiancato da due apsarāḥ (spiriti femmina delle nubi e delle acque). Al centro il dio è ritratto in azzurro, mentre danza schiacciando il nano Apasmāra, che rappresenta l’ignoranza. Quattro delle sei braccia hanno i classici attributi di Śiva, e sfarzosi gioielli dorati adornano tutto il corpo. Sotto di lui, la consorte Pārvatī, che è la fonte di ogni potere dell’universo e il completamento dell’essenza di Śiva, danza in posizione speculare a quella del marito. E’ affiancata anch’essa da due apsarāḥ e calpesta un demone nano a carponi sulla base a fior di loto della stele. Le due braccia libere sono nella posizione dell’iconografia classica della devi, con una mano nell’abhaya mudrā e una adagiata sul fianco. Le altre quattro tengono il tridente, il disco, il bocciolo di loto e un arco. Un Nagā nero spunta alla sua destra. I colori sono ancora sgargianti e ricoperti da una calda patina. A temple panel depicting Śiva Southern India (Tamil Nadu), 19th century Polychrome wood, cm 183 Condition: excellent A large finely carved polychrome wooden temple stele dedicated to a Śiva. The upper section is decorated with the muzzle of Kīrtimukha flanked by two apsarāḥ (female spirits of the clouds and water). In the centre the god is depicted in blue, while dancing he crushes the dwarf Apasmāra, which represents ignorance. Four of the six arms hold the classic attributes of Śiva, and luxurious gold jewellery adorns the whole body. Under him is the consort Pārvatī, the source of all power in the universe and the completion of the essence of Śiva, dancing in the opposite way to that of her husband. She is also flanked by two apsarāḥ and tramples on a dwarf demon on all fours on the stele base made of lotus flowers. The two free arms are in the position of classical iconography of devi, with one hand in the abhaya mudrā and the other down the side. The other four hold a trident, disc, a lotus flower bud and a bow. A black Nagā appears to her right. The colours are still vivid and it is covered with a warm patina.

€ 800,00 / 1.200,00

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Comunicazioni Prima dell’asta riceverete un prospetto con l’elenco degli oggetti inclusi con i relativi numeri di lotto 80


Regolamento e le rispettive riserve. Dopo l’asta verrà inviato l’elenco di tutti i Vostri lotti con il relativo esito. I lotti invenduti potranno essere ritirati o, previo accordo con i ns. esperti, inseriti in aste successive.

Liquidazione del ricavato Trascorsi circa 30 giorni lavorativi dalla data dell’asta, e comunque una volta ultimate le operazioni d’incasso, provvederemo alla liquidazione, dietro emissione di una fattura contenente in dettaglio le commissioni e le altre spese addebitate.

Acquistare Come acquistare in Asta Le aste sono aperte al pubblico, la partecipazione è libera e senza obbligo alcuno di acquisto. Vengono precedute da un’esposizione dei lotti in vendita durante la quale è possibile esaminare gli oggetti e chiedere chiarimenti ai nostri esperti. Tutti gli oggetti vengono venduti “come visti”. Normalmente i lotti vengono posti in vendita seguendo l’ordine di catalogo e con il numero ad essi assegnato in catalogo. Il Battitore ha però facoltà di mutare l’ordine di presentazione dei lotti, di riunire più lotti tra loro o di separare i lotti. Il ritmo di vendita è approssimativamente di 90-100 lotti l’ora ma può variare a seconda della tipologia degli oggetti.

Registrazione Per partecipare alla gara e fare un’offerta, occorre procedere alla registrazione che potrà essere effettuata direttamente in sede oppure via e-mail. Ai partecipanti in sala verrà fornita una paletta numerata con la quale potranno effettuare le offerte.

Offerta in sala All’asta si può partecipare essendo fisicamente presenti in sala e rivolgendo direttamente al Battitore le proprie offerte di acquisto. Prima di partecipare all’asta è però necessario iscriversi e ricevere la propria “paletta”.

Offerta telefonica Si può partecipare alla gara d’asta per singoli lotti anche telefonicamente. I nostri centralinisti vi contatteranno durante l’asta, vi riferiranno le offerte fatte in sala e comunicheranno al Battitore le vostre offerte. Per usufruire di questa possibilità occorre inoltrare a FNN, entro e non oltre le ore 12 del giorno precedente a quello fissato per l’asta, apposita richiesta scritta secondo il modello predisposto. Le richieste verranno soddisfatte nei limiti del numero di linee telefoniche disponibili al momento e rispettando l’ordine di priorità nella presentazione delle richieste. È consigliato formulare già nel modulo di richiesta una offerta di acquisto nel caso che motivi tecnici ci impediscano di contattarvi telefonicamente.

Offerta scritta È possibile partecipare all’asta anche mediante offerta scritta inviando a FNN il modulo predisposto con l’indicazione del lotto e del prezzo massimo offerto. FNN parteciperà per vostro conto alla gara 81


Regolamento nei limiti del mandato conferitole. Il modulo predisposto, con allegata la fotocopia di un documento di identità, dovrà pervenire alla Casa d’Aste almeno 12 ore prima della data fissata per la gara.

Rilanci Il prezzo di partenza costituisce l’importo della prima offerta valida e la base per il successivo rilancio. L’importo del rilancio viene stabilito dal Battitore in una percentuale, generalmente del 10% dell’ultima offerta valida. In ogni caso il Battitore potrà variare l’importo dei rilanci nel corso dell’asta.

Pagamento Il pagamento dei lotti dovrà essere effettuato, in Euro, entro il giorno successivo alla aggiudicazione, utilizzando uno dei seguenti mezzi di pagamento. - contanti nei casi previsti dalla legge. - assegno circolare non trasferibile intestato a: Florence Number Nine srl - bonifico bancario presso conto da comunicare in privato. - assegno bancario solo previo accordo con la Direzione amministrativa.

Ritiro dei lotti I lotti, pagati nei tempi e modi sopra riportati dovranno essere ritirati entro 7 (sette) giorni a cura e spese dell’aggiudicatario, salvo diverso accordo con la Casa d’Aste. Per le proprietà che rimangono nei magazzini oltre detto termine, verranno applicate al compratore le spese di immagazzinaggio e, se ritenuto opportuno, di assicurazione del bene acquistato. La FNN sarà comunque esonerata da qualsiasi responsabilità in ordine alla custodia ed all’eventuale deterioramento dei lotti. FNN può, previo accordo scritto con l’aggiudicatario, curare a spese e rischio di quest’ultimo l’imballaggio ed il trasporto del lotti venduti.

Condizioni Condizioni generali di vendita 1. Mandato a vendere – Il Mandatario Florence Number Nine S.r.l. vende all’asta, in base alle proprie condizioni di vendita, agendo in nome e per conto del Mandante-Venditore. La vendita produce effetti direttamente sul Venditore e sul Compratore, senza assunzione di responsabilità da parte della FNN salvo quelle derivanti dal mandato ricevuto. 2. Accettazione – Il Mandante-Venditore dichiara espressamente di conoscere le condizioni di vendita e di averle preventivamente accettate. 3. Commissioni – La commissione dovuta dal Mandante-Venditore al Mandatario sarà calcolata per ogni singolo contratto sulla base di una percentuale sul venduto compresa tra l’8% ed il 15% previo accordo tra le parti. Su tale commissione è dovuta dal Mandante-Venditore l’IVA come per legge. 4. Riserva – Il valore degli oggetti sarà stimato in euro. Ogni oggetto sarà corredato da un prezzo minimo di vendita (c. d. riserva) fissato di comune accordo e mantenuto segreto tra il Mandante-Venditore ed il Mandatario, prezzo al di sotto del quale, salvo diverso accordo scritto, l’oggetto non potrà essere venduto. 82


Regolamento 5. Gara d’Asta – I beni verranno aggiudicati al maggior offerente ed il prezzo si intende in contanti. Non è opponibile alla Casa d’Aste il trasferimento a terzi di lotti già aggiudicati. FNN riterrà unicamente responsabile per il pagamento del prezzo l’aggiudicatario. La partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi dovrà essere comunicata alla Casa d’Aste prima dell’inizio della gara. 6. Durante l’asta il Banditore ha la facoltà di mutare l’ordine di presentazione dei lotti, di ritirarne uno o più, di riunire più lotti tra loro o di dividerne uno in più lotti. 7. I lotti sono aggiudicati dal Battitore; in caso di contestazioni, il lotto disputato viene rimesso all’incanto nella seduta stessa sulla base dell’ultima offerta raccolta. L’offerta effettuata in sala prevale sempre sulle commissioni d’acquisto di cui al n. 13. 8. Diritti d’Asta – Alla cifra di aggiudicazione di ogni singolo lotto sono da aggiungere a carico del compratore i diritti d’asta in ragione dei seguenti scaglioni percentuali: 22% per valori fino a € 30.000,00, 20% per valori per valori eccedenti questo limite e fino a € 100.000,00 e del 15% per tutti i valori eccedenti quest’ultimo limite. Sui diritti d’asta è poi dovuta l’IVA come per legge. 9. Invenduti – Con riferimento agli oggetti andati invenduti in asta, il Mandante-Venditore concede al Mandatario, per un periodo di 45 giorni successivi alla data dell’asta, la facoltà di procedere alla loro vendita a mezzo trattativa privata. In questo caso il prezzo di vendita sarà pari alla “riserva” con una riduzione del 10% ovvero della maggior percentuale da concordarsi con il Mandante-Venditore. 10. Vendita diretta – Su incarico del Mandante la Casa d’Aste potrà procedere alla vendita diretta del bene. L’oggetto verrà offerto in vendita a prezzo fisso, senza gara d’asta. Anche in tal caso FNN agirà come mandataria con rappresentanza. Le commissioni spettanti alla Casa d’aste sono le stesse previste al precedente n. 3. 11. Catalogo – Le valutazioni riportate in catalogo, espresse in Euro, sono puramente indicative ed effettuate ai fini d’asta. Le descrizioni in esso riportate rappresentano solo un’opinione, sia pur qualificata, e non espongono la Casa d’Aste ad alcuna responsabilità. Eventuali contestazioni dovranno essere formulate per iscritto entro 8 (otto) giorni dall’aggiudicazione. 12. Esposizione pre-asta – Ogni Asta verrà preceduta da un’esposizione dei lotti. Durante l’esposizione il Direttore della vendita sarà a disposizione dei potenziali acquirenti per i chiarimenti del caso. L’esposizione ha lo scopo di consentire la verifica dello stato di conservazione e delle qualità degli oggetti posti in vendita, nonché di chiarire eventuali errori ed inesattezze riportate in catalogo. Tutti gli oggetti saranno venduti “come visti”. 13. Commissioni d’acquisto – FNN può accettare offerte d’acquisto formulate per iscritto o telefonicamente su mandato di coloro che, pur volendo partecipare alla gara d’asta, non possono essere fisicamente presenti alla stessa. In tal caso i lotti saranno acquistati al prezzo più basso consentito dalla presenza di altre offerte sugli stessi lotti e compatibilmente con le riserve registrate. FNN non si ritiene responsabile, pur adoperandosi con il massimo scrupolo, per eventuali errori in cui dovesse incorrere nell’esecuzione di offerte (scritte o telefoniche) ricevute. Nel compilare l’apposito modulo, l’offerente è pregato di controllare accuratamente i numeri dei lotti, le descrizioni e le cifre indicate. La richiesta di partecipazione telefonica sarà accettata solo se formulata per iscritto prima della vendita. Nel caso di due offerte scritte identiche per lo stesso lotto, prevarrà quella ricevuta per prima. 14. Pagamento – Il pagamento totale del prezzo di aggiudicazione e dei diritti d’asta dovrà essere ef 83


Regolamento fettuato entro il giorno successivo alla vendita. 15. Ritiro degli acquisti – I lotti acquistati e pagati dovranno essere ritirati entro 7 (sette) giorni a cura e spese dell’aggiudicatario, salvo diverso accordo con la Casa d’Aste. Per le proprietà che rimangono nei magazzini oltre detto termine verranno applicate al compratore le spese di immagazzinaggio e, se ritenuto opportuno, di assicurazione del bene acquistato. La FNN sarà comunque esonerata da qualsiasi responsabilità in ordine alla custodia ed all’eventuale deterioramento dei lotti. 16. Beni notificati ex L. n.1089/39 – Per gli oggetti sottoposti alla notifica ai sensi degli artt. 2,3, e 5 della legge n. 1089 del 1 Giugno 1939, gli acquirenti sono tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni di legge vigenti in materia. L’aggiudicatario, in caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, non potrà pretendere da FNN o dal Venditore alcun rimborso sul prezzo e sulle commissioni d’asta già corrisposte. 17. Esportazione – L’esportazione dei beni culturali è disciplinata dal Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 per quanto riguarda l’esportazione verso i paesi Comunitari e dal Regolamento CEE n. 391/92 del 9 dicembre 1992 – come modificato dal Regolamento CEE n. 2469/96 del 16 dicembre 1996 e dal Regolamento CEE n. 974/01 del 14 maggio 2001 – per quanto riguarda l’esportazione nei paesi Extracomunitari. FNN non risponde del rilascio dei relativi permessi d’esportazione né può garantirne il rilascio. La mancata concessione delle suddette autorizzazioni non può giustificare l’annullamento dell’acquisto né il mancato pagamento del prezzo. 18. Diritto di seguito – Ai sensi del Decreto Legge n.118 del 30 Dicembre 2006 il Mandante-Venditore si fa carico del pagamento, ove previsto, del “diritto di seguito” che sarà trattenuto dall’importo netto a lui destinato dal Mandatario e che questi avrà cura di riversare alla SIAE. 19. Foro competente – Le presenti Condizioni di Vendita vengono accettate automaticamente da quanti concorrono all’asta. Per tutte le controversie è stabilita la competenza del Foro di Firenze.

Corrispettivo d’asta Corrispettivo d’asta e oneri fiscali Per ogni lotto venduto l’acquirente dovrà corrisponderà a FNN un corrispettivo d’asta calcolato in misura percentuale sul prezzo di aggiudicazione (il 22% se il prezzo non supera i € 30.000,00; il 20% se il prezzo eccede questo limite ma non supera i € 100.000,00; il 15% se il prezzo supera anche quest’ultimo limite). Su tale corrispettivo è dovuta dall’acquirente l’IVA al 21% come per legge.

Prezzo finale Pertanto il costo finale per l’acquirente sarà costituito dal prezzo di aggiudicazione maggiorato dei diritti d’asta e dell’IVA al 21% calcolata sui diritti d’asta stessi.

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Regolamento

Vendite dirette Vendita diretta FNN può concordare con il Mandatario la vendita diretta, cioè senza gara d’asta, degli oggetti ad essa affidati. Gli oggetti verranno offerti in vendita ad un prezzo prefissato d’accordo col Mandante. La vendita produrrà effetti direttamente tra Mandatario e terzo acquirente. Nelle operazioni di vendita diretta per conto terzi, sul prezzo esposto saranno applicate le seguenti condizioni: 1 – Per le singole vendite di oggetti il cui prezzo rientri nei 30.000= Euro saranno applicate le seguenti percentuali: mandante-venditore 10% (IVA esclusa); compratore 22% (IVA esclusa) 2 – Per valori eccedenti i 30.000= Euro e fino a Euro 100.000= Euro saranno applicate le seguenti percentuali: mandante-venditore 8% (IVA esclusa); compratore 20% (IVA esclusa) 3 – Per la vendita di oggetti il cui prezzo ecceda i 100.000= Euro saranno applicate le seguenti percentuali: mandante-venditore 5% (IVA esclusa); compratore 15% (IVA esclusa).

Richiesta stime Valutazioni FNN è a disposizione di chiunque voglia sottoporre i propri oggetti d’arte o di antiquariato all’esame dei suoi esperti per una valutazione. La stima è indicativa e attribuita ai soli fini d’asta. Gli oggetti da stimare possono essere presentati all’esame dell’esperto competente direttamente in sede, previo appuntamento telefonico. È anche possibile inviare via fax o via e-mail all’attenzione dell’esperto, idonea documentazione fotografica corredata di tutte le notizie relative all’oggetto da stimare. È consigliabile utilizzare il modulo di “richiesta stima” già predisposto da FNN. Una idonea documentazione prevede fotografie nitide e dettagliate dell’oggetto ripreso da varie angolazioni con ingrandimenti relativi a dettagli importanti quali firme, marchi, mancanze ecc. Comprende l’indicazione delle dimensioni, del materiale, della provenienza ed ogni altra informazione utile, inclusi precedenti pareri od expertises eventualmente acquisiti. La risposta vi verrà inviata con lo stesso mezzo in tempi stretti, compatibilmente con la natura dell’argomento trattato (e comunque non oltre 30 giorni).

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Terms and Conditions

Sell Free valuations FNN and its experts are at your disposal for a free valuation of objects you wish to sell at auction. You can call us or email us and we will arrange an appointment to bring your property to our offices in Via Poggio Imperiale 9, where our specialists will make the valuation. Alternatively, you can send pictures and detailed info of your property to our e-mail address: info@florencenumbernine.com, and our experts will do their best to provide a valuation.

Sale mandate If you decide to entrust FNN with the sale of your object, you will be asked to sign a “sale mandate” - in duplicate - containing: a list of the objects to be sold at auction; the reserve price for each of them; the amount of FNN’s commission; any possible cost for insurance, photos, transport, etc. The seller will be asked to provide his/her tax code and identity card for recording at the P.S. registers according to the current regulations.

Reserve price The reserve price is the confidential minimum price (after commission) set by the consignor. It is strictly confidential and protected by the auctioneer. If bidding ends before the reserve is reached, the property will not be sold.

Commissions Commissions The auction house and the consignor agree on the amount of a commission, comprised between the 8% and the 15% (plus VAT) of the sold price, that the consignor will pay out to the auction house if the property is sold.

Resale right European Union’s Artist’s Resale Right Directive has introduced the right of authors of original works and manuscripts, and their heirs, to an economic interest in every sale of the work concerned, following the first - the so-called “resale right”. This royalty has to be paid when the sale price is over € 3.000,00 and it is calculated as follows: 1. 4% for the portion of the sale price from € 3.000,00 to € 50.000,00; 2. 3% for the portion of the sale price from € 50.000,01 to € 200.000,00; 3. 1% for the portion of the sale price from € 200.000,01 to € 350.000,00; 4. 0,5% for the portion of the sale price from € 350.000,01 to € 500.000,00; 5. 0,25% for the portion of the sale price exceeding € 500.000,00; Florence Number Nine is bound to pay the “resale right” on behalf of the sellers to the Italian Society of Authors and Publishers (SIAE). The right will be withheld by FNN from the amount due to the seller.

Communications Before the auction you will receive a prospectus with a list of the objects included, with the respective lot numbers and reserves. After the auction you will be sent a list of all your lots with the respective outcome. Unsold lots may either be collected or, upon agreement with our experts, included in future auctions. 86


Terms and Conditions Payment settlement About 30 days after the date of the sale, or after the collection of payment has been completed, we shall proceed to settlement through the issue of an invoice detailing the commissions and other expenses charged.

Buy How to buy at auction Third Party Liability. Every person on Florence Number Nine’s premises at any time shall be deemed to be there at his/her own risk. He/she shall have no claim against FNN in respect of any accident which may occur or injury, damage or loss howsoever caused, save insofar as the injury, damage or loss shall be caused by the direct negligence of FNN’s employees. Auctions are open to the public with free entrance and there is no obligation to buy. Usually an exhibition of the lots on sale will precede the auction, to let customers examine the objects. Usually the lots are sold in progressive numerical order, according to the catalogue. FNN reserves the right to change the presentation order of the lots, and to aggregate different lots or separate the objects of a lot. Normally we are able to sell 90-100 lots per hour, depending on the objects. FNN AS AGENT - Except as otherwise stated, FNN acts as agent for the seller. The contract for the sale of any auction lot (“Lot”) is therefore made between the seller of the Lot (“Seller”) and the buyer of Lot. All Lots in the Auction Catalogue are sold on a “as is and where is” basis with any defects, damages, repairs or otherwise and neither FNN nor Seller makes any representation or warranty, expressed or implied, as to the merchantability, fitness for a particular purpose or condition of the Lot or as to the correctness of description. Before buying, all buyers are responsible to check, verify and satisfy themselves or to engage their own independent experts to do so concerning the condition or otherwise of any Lot and/or for the matters referred to in the Catalogue, condition report or otherwise. Withdrawal of Lot Prior to Sale - FNN reserves the right to withdraw any Lot at any time before the Sale or during bidding. Unless otherwise announced or notified by the auctioneer at the time of sale, all bids are per Lot as numbered in the eCatalogue and no Lot shall be divided for sale. FNN has absolute and sole discretion to refuse any bid; to advance the bidding in such a manner as the auctioneer may decide; to withdraw any Lot; to determine the successful bidder in the case of error or dispute whether during or after the Sale; to cancel the Sale at any point during the Sale; and/or to reoffer and resell any Lot unsold or in dispute. If any dispute arises during and after Sale, the decision of the auctioneer is final and conclusive and the buyer cannot hold FNN and/or Seller liable therefor.

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Terms and Conditions Export License and Import Tax & Restrictions It is the buyer’s responsibility to apply for any applicable export license (including CITES, handling and administrative charges or any other expenses of the competent authorities and/or service provider in connection therewith) to export out of Italy or for import license to the said place of import designated by buyer and such license can be in any name or description given by the country concerned. The fact that the buyer wishes to apply for any import or export licenses shall not in any way delay, affect or discharge the buyer’s obligation to pay within the said payment conditions nor FNN’s right to charge interest as mentioned below or storage charges for late or nonpayment/ collection.

Artist Resale right European Union’s Artist’s Resale Right Directive has introduced the right of authors of original works and manuscripts, and their heirs, to an economic interest in every sale of the work concerned, following the first - the so-called “resale right”. This royalty has to be paid when the sale price is over € 3.000,00 and it is calculated as follows: 1. 4% for the portion of the sale price from € 3.000,00 to € 50.000,00; 2. 3% for the portion of the sale price from € 50.000,01 to € 200.000,00; 3. 1% for the portion of the sale price from € 200.000,01 to € 350.000,00; 4. 0,5% for the portion of the sale price from € 350.000,01 to € 500.000,00; 5. 0,25% for the portion of the sale price exceeding € 500.000,00; Florence Number Nine is bound to pay the “resale right” on behalf of the sellers to the Italian Society of Authors and Publishers (SIAE). The right will be withheld by FNN from the amount due to the seller.

Registration A registration is needed to participate in an auction and bid. You can register directly at the auction house or via email. The attendees will be given a numbered paddle to place their bids. For higher value Lots, the buyer may be required to pay a deposit when registering to bid. You may also register to bid online through any of our live online auction providers and registration with these providers is necessary in order to bid. Details of these providers can be found on the FNN website. “FNN will not be responsible for any errors or differences in Language translations in our catalogues or communications with clients. Translations should be used as a guide only. “

Bidding in person You can participate in an auction by being physically present in the salesroom. To place a bid, you simply have to raise your paddle until the auctioneer acknowledges you. Bids start from the so called “starting price”, which is published on the catalogue (please consider that the starting price is usually lower than the lot’s estimate) You may also wish to bid online through any of our live online auction providers and registration with these providers is necessary in order to bid. Details of these providers can be found on the FNN website.

Telephonic offer You can participate in an auction via telephone. Our operators will call you during the auction, reporting the offers made in the auction room and they will communicate the auctioneer your bid. 88


Terms and Conditions To participate via telephone you should send a written request no later than 12.00am of the day before the auction, using the form provided by FNN. The requests will be satisfied within the limits of the availability of telephone lines at the time, with precedence given to the requests in order of receipt. We would therefore recommend customers to indicate in the request an offer that FNN can make on their behalf, solely in the event of technical connection problems.

Written offer You can participate in an auction also submitting a written offer, filling the appropriate form and indicating your maximum offer for a specific lot. FNN will bid on behalf of you, according your mandate. The filled in form has to reach the auction house no less than 12 hours before the scheduled time for the auction.

Bid raising The starting price is the sum of the first valid offer and represents the base for the following bids. The auctioneer usually raises the price by 10% of the last bid. In any case, the auctioneer may vary the rate of bid raising in the course of the auction.

Payment The bought lots must be paid – in Euro - no later than the day after the sale, in one of the following ways: - cash - bank draft payable to: FLORENCE NUMBER NINE srl - wire transfer (bank details will be privately provided) - Credit Card – VISA and Mastercard

Remedies for Non - Payment If the buyer fails to make full payment as required within FNN’s conditions,FNN shall be entitled in its absolute discretion to exercise one or more of the following rights or remedies (in addition to asserting any other rights or remedies available to FNN and/or Seller by Italian and EU Law): (i) to charge interest at 1.5% per month on the sale price of the Lot in question; (ii) to hold the defaulting buyer liable for the total amount due and to commence legal proceedings for its recovery together with interest, incidental charges and expenses and legal fees and costs on a full indemnity basis and any other payments to the fullest extent permitted under Italian and EU Law; (iii) to cancel the sale of such Lot; (iv) to resell the Lot publicly or privately on such terms as FNN shall think fit; (v) to forfeit any amount placed with FNN by buyer in part payment to FNN or Seller (but this is without prejudice to FNN and Seller to claim for the balance amount due and owing by buyer); (vi) to reject at any future auction any bids made by or on behalf of the buyer or to obtain a deposit from the buyer before accepting any bids; and (vi) to take other action(s) as FNN in its absolute discretion deems necessary or appropriate.

Collecting your purchase Regularly paid lots must be collected within 7 (seven) days at the purchaser’s own expense and risk, except in the case of different agreement. If you are not able to collect your property within this deadline, you will be subject to handling and storage charges by FNN. 89


Terms and Conditions FNN declines any responsibility concerning the conservation and safekeeping of the objects. Upon specific written instructions from the purchaser, FNN may, at the purchaser’s own expense and risk, arrange for packaging and transport.

Conditions Conditions of sale 1. Sale mandate – Agent Florence Number Nine srl sells at auction, at its sale conditions, acting on behalf of the Consignor-Seller. The sale acts directly on the seller and the buyer, as FNN declines any responsibility except those expressed in the subscribed mandate. 2. Acknowledgment - The Consignor-Seller acknowledges that he/she is bound by these terms and conditions. 3. Commission - The Consignor pays a commission to the agent for every single contract. This commission is fixed by the parties between 8% and 15%. In addition, the Consignor has to pay IVA (VAT) according to law. 4. Reserve – The object’s value will be determined in Euro. Every object will be accompanied by a confidential minimum sale price (so called “Reserve”) agreed by FNN and the Consignor. If any bid is below this price, the auctioneer may reject the advance, and the objects itself is not sold. 5. Auction – The highest bidder acknowledged by the auctioneer will be the purchaser and the price is understood cash. Transferring lots that have already been assigned to third doesn’t concern FNN in any way. Only responsible for the payment of the lot is the acknowledged purchaser. Those who wish ti participate at an auction on behalf of somebody else, have to communicate it to FNN before the auctions starts. 6. During the auction the auctioneer has faculty to change the presentation order of the lots; to cancel the sale of a lot; to aggregate more lots; to split a lot into different lots. 7. The auctioneer has absolute discretion in assigning the lots; in the case of error or dispute, the auctioneer can decide to re-open the bidding starting from the highest offer acknowledged. The bid in person has always the priority on the bidding commission – see n. 13 8. Auction rights – In addition to the purchase price the buyer has to correspond FNN the following auction rights: 22% for objects sold at a price up to € 30.000,00; 20% for objects sold at a price between € 30.000,01 and € 100.000,00; 15% for objects sold at a price over € 100.000,01. In addition, the buyer has to pay IVA (VAT) according to law. 9. Unsold – If a lot is left unsold, the Consignor gives the auction house the faculty, for 45 days after the auction, to sell it on a private sale. In this case, the sale price will be equal to the Reserve price minus 10% or other price to fix in agreement with the Consignor. 10. Direct sale – If expressly requested by the Consignor, the auction house can sell a lot at a fixed price, with no bidding. Also in this case FNN acts as an agent. The commission due to the agent are the same expressed at n.3.

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Terms and Conditions 11. Catalogue – Evaluations reported on the catalogue, expressed in Euro, are simply indicative. The descriptions of the objects contained in it are merely an opinion, even if qualified, and the auction house declines any responsibility about them. Any complain has to be submitted in writing within 8 (eight) days from the purchase. 12. Exhibition – An exhibition of the auction property will be held prior to the auction. The sales manager will be at everyone’s disposal for any clarification. The exhibition gives opportunity to view, inspect and evaluate the property on sale, and to report inaccuracy or errors in the catalogue. All objects are sold “As is”. 13. Purchase commission – FNN accepts offers in writing or via telephone from those who cannot be present in person at the auction. In this case lots will be purchased at the lower price possible, considering other offers and reserve prices. FNN is not responsible for any mistake in conducting an offer received in writing or via telephone. While filling the dedicated form, the bidder is warmly invited to double-check the lot’s number, the description and the suggested price. Participating via telephone is allowed only if a written request has been submitted before the auction and approved by the auction house. In the event of two equal bids for the same lot, the first one that had been submitted takes priority. 14. Payment - The bought lots (and relative commissions, taxes and rights) must be payed no later than the day after the sale. 15. Collecting your purchase - Regularly paid lots must be collected within 7 (seven) days at the purchaser’s own expense and risk, except in the case of different agreement. If you are not able to collect your property within this deadline, you will be subject to handling and storage charges by FNN. FNN declines any responsibility concerning the conservation and safekeeping of the objects. 16. Notified goods ex L. n. 1089/39 – Objects that are subject to notification under artt. 2,3 and 5 (Italian) law n. 1089 June 1, 1939, purchasers are bound to act in accordance with current law. If the State exerts its right of first refusal, the purchaser will not ask neither FNN nor the Seller any refund on the price and the commissions already payed. 17. Export – The export of cultural goods within the EC is ruled by Legislative Decree - January 22, 2004 – while the export towards non-European countries is ruled by EEC regulations n.391/92 – December 9, 1992 - and further modifications. FNN is not responsible for any export permit and cannot guarantee its release. In the absence of a required permit, the purchaser cannot revoke the purchase and its related payment. 18. Resale right – According to legislative decree n.118 – December 30, 2006 – the Consignor takes charge, if provided for by law, of the so called “Resale right”, that will be withhold from the net price due by the Agent, who will take care to repay it to SIAE. 19. Competent court – The above Conditions of Sale are automatically accepted by those who take part at the auction. For any controversy, the competence belongs to the court of Florence, Italy.

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Terms and Conditions

Commission Auction rights and Taxes For each lot sold the purchaser must correspond to FNN a commission on the purchase price: 22% for objects sold at a price up to € 30.000,00; 20% for objects sold at a price between € 30.000,01 and € 100.000,00; 15% for objects sold at a price over € 100.000,01. In addition, the purchaser has to pay IVA (VAT) according to law.

Final price The final price for the purchaser is calculated this way: acknowledged hammered price plus auction rights plus 21% IVA (calculated as described above).

Direct Sale Direct sale If expressly requested by the Consignor, the auction house can sell a lot at a fixed price, with no bidding. Also in this case FNN acts as an agent. The commission due to the agent are calculated on the shown price as follow: 1. Single object sold at a price up to € 30.000,00: 10% up to the Consignor (plus IVA); 22% up to the buyer (plus IVA). 2. Objects sold at a price between € 30.000,01 and € 100.000,00: 8% up to the Consignor (plus IVA); 20% up to the buyer (plus IVA).. 3. Objects sold at a price over € 100.000,01: 5% up to the Consignor (plus IVA); 15% up to the buyer (plus IVA).

Evaluations Evaluations Florence Number Nine auction house’s experts are at your disposal to provide estimates of your property. The estimates are simply indicative. The objects can be shown directly to the related department expert at our offices, upon phone appointment. It is also possible to submit via fax or e-mail photographic documentation of the object, together with all the basic info. We recommend to use the “Valuation request” form provided by FNN. For a better result, please submit clear photographs of the object from different angles, with enlargments and important details like signatures, stamps, etc. Don’ forget to note the size, material, technique and any other relevant information, including previous valuations or expertise. You will receive an answer by the same means as soon as possible, depending on the nature of the object itslef (however no later than 30 days). 92


Come arrivare

How to get here In auto / By car: Uscita casello “Firenze Impruneta” / A1 Highway exit “Firenze Impruneta”

In treno / By train: Stazione “S. Maria Novella”, Bus nn. 11, 36 e 37.

A piedi / Walking: Dalla Stazione S.M.N. 20 min. / From the Train Station 20 mins.

In aereo / By plane: Aeroporto “Amerigo Vespucci” Firenze, 20 min. in auto / Florence “ Amerigo Vespucci” Airport, 20 mins by car.

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Petrarca Viale Francesco

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Giardino dei Boboli

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Porta Romana

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auction house house auction

Scheda per le offerte / Absentee bid form Vi prego di acquistare, per nome e conto mio, i lotti sotto indicati. Accetto le condizioni di vendita pubblicate nel catalogo. Please bid on my behalf for the following lots. I agree to the terms of sale printed in the catalogue.

Nome / Name Indirizzo / Address Cap / Postcode

CittĂ / City Partita I.V.A. / VAT Number Tel.

Fax

E-mail

Le offerte sottoindicate sono per me vincolanti. I accept full responsibility the following bids.

Asta / Auction Nr. Lotto

Descrizione

Limite in Euro*

Lot number

Description

Max. Euro price*

* Escluso IVA e diritti d’asta / Escluding VAT and premium

Data / Date

Inviare via Fax o E-mail / Send by Fax or E-mail

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Firma / Signature


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