florence number nine
Giappone, Corea e Sud-est asiatico Japan, Korea and South-East Asia 日本、韓国、東南アジア美術
Firenze 18 maggio 2013 Florence May 18th, 2013 1
Amministratore unico Daniele Soldi Tel. +39 348 7327455 soldi@florencenumbernine.com
Segreteria e Coordinamento Fabrizio Calducci info@florencenumbernine.com Relazioni Culturali Francesco Morena Tel: +39 333 4788134 morena@florencenumbernine.com Segreteria Clienti Rossella Caggese ross@florencenumbernine.com Ufficio Francia Jean Gauchet Tel. +33 (0)6 12439429 gauchet@florencenumbernine.com
Fotografie Andrea Rum Prodotto editoriale Sideways snc www.sideways.it Traduzioni in inglese Lara Cox
Florence Number Nine Viale del Poggio Imperiale 9 50125 Firenze – Italia tel: +39 055 5277665 fax: +39 055 5277653 info@florencenumbernine.com www.florencenumbernine.com 2
Ufficio UK Jeremy Woon Tel. +44 79 69393329 j.woon@florencenumbernine.com Relazioni con la clientela di lingua giapponese Barbara de Lutio Tel: +39 349 7577874 delutio@florencenumbernine.com Relazioni con la clientela di lingua russa Natalya Baklarova Tel: +39 347 8825028 baklarova@florencenumbernine.com Ufficio Stampa Davide Morena Tel: +39 333 4998666 davide@florencenumbernine.com
Giappone, Corea e Sud-est asiatico / Japan, Korea and South-East Asia 日本、韓国、東南アジア美術 Francesco Morena / フランチェスコ・モレーナ Direttore del Dipartimento / Head of Department / 学科責任者 Tel: +39 333 4788134 morena@florencenumbernine.com Francesco Morena è stato professore di Arte dell’Estremo Oriente presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e Ispettore Onorario per il Ministero dei Beni Culturali italiano. È autore di numerosi libri e saggi in cataloghi di mostre in tutta Europa, riguardanti l’arte cinese, l’arte giapponese, il collezionismo europeo di manufatti estremo-orientali e le influenze che questi hanno avuto sull’arte occidentale. Ha all’attivo molte collaborazioni scientifiche con musei italiani ed europei. Tra i suoi lavori più significativi ricordiamo il catalogo della raccolta storica di arte cinese e giapponese nelle collezioni pubbliche di Firenze (“Dalle Indie orientali alla corte di Toscana. Collezioni di arte cinese e giapponese di Palazzo Pitti”, Firenze 2005); il catalogo della mostra “Netsuke. Sculture in palmo di mano. La Raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali” (Milano 2008); il volume “Chinoiserie. The Evolution of the Oriental Style in Italy from the 14th to the 19th century” (Firenze 2009); il catalogo della mostra “di linea e di colore. Il Giappone, le sue arti e l’incontro con l’Occidente” (Firenze 2012) ed il catalogo della mostra “Giapponismo. Suggestioni dell’Estremo Oriente dai Macchiaioli agli anni ‘30” (Firenze 2012). Per maggiori informazioni sull’attività scientifica del Prof. Francesco Morena Vi invitiamo a visitare www.orientart.it, il suo blog dedicato all’arte orientale. Francesco Morena has teached Asian Art at the Istituto Universitario Orientale in Naples and is currently Ispector for the Italian Ministry of Cultural Goods. He is the author of many books, exhibition catalogues and essays on Chinese and Japanese Art, the European collectionism of Far-Eastern Arts and the influences that Oriental cultures had on Western Art. Notable writings: “Dalle Indie orientali alla corte di Toscana. Collezioni di arte cinese e giapponese di Palazzo Pitti”, Florence 2005); “Netsuke. Sculture in palmo di mano. La Raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali”, Milan 2008; “Chinoiserie. The Evolution of the Oriental Style in Italy from the 14th to the 19th century”, Florence 2009; “Line and Colour. Japanese Art and its Connection with Europe”, Florence 2005; “Giapponismo. Suggestioni dell’Estremo Oriente dai Macchiaioli agli anni ‘30“, Florence 2012). The complete list of the publications of Francesco Morena is on his Blog, www.orientart.it
1972年イタリア生まれ。2008~2010年ナポリ東洋大学にて日本史、中国 美術史教師として就任。イタリア文化財、文化 活動省名誉検査官。現在、 日本、韓国、東 南アジア美術学科責任者。多数のエッセイとカタログ著者。イタリア全国にて日本美術 展のキュレーターも行う。世界中で、ロンドン東洋陶磁協会と根津美術館の講演を行 う。最も重要な出版物は “Dalle Indie orientali alla corte di Toscana. Collezioni di arte cinese e giapponese di Palazzo Pitti”, Florence 2005; “Netsuke. Sculture in palmo di mano. La Raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali”, Milan 2008); “Chinoiserie. The Evolution of the Oriental Style in Italy from the 14th to the 19th century”, Firenze 2009; “Line and Colour. Japanese Art and the European connection”, Florence 2012); “Giapponismo. Suggestioni dell’Estremo Oriente dai Macchiaioli agli anni ‘30”, Florence 2012). 出版物リストについては www.orientart.it を参照して下さい。
Barbara de Lutio / バーバラ・デ・ルーテイオ Assistente / Assistant / アシスタント Tel: +39 349 7577874 delutio@florencenumbernine.com
海外リレーションオフィスのアシスタント 日本語メールでのお問い合わせも承っております。
3
4
Firenze, Sabato18 maggio 2013 Florence, Saturday, May 18th, 2013 10.30 - 13.30 / 14.30 - 19.00 10.30am - 1.30pm / 2.30pm - 7.00pm
Arte cinese Fine Chinese Art Arte himalayana e indiana Himalayan and Indian Art Arte orientale da esportazione e Cineseria Asian Export Art and Chinoiserie Giappone, Corea e Sud-est asiatico Japan, Korea and South-East Asia Esposizione / Viewing Domenica 12 maggio 2013 Sunday, May 12th, 2013 15.00 - 19.30 3.00pm - 7.30pm Lunedì 13 – Giovedì 16 maggio 2013 Monday, May 13th - Thursday, May 16th, 2013 9.30 - 19.30 9.30am - 7.30pm online bidding on: www.the-saleroom.com www.artfact.com 5
6
Metalli
Metals 金工 金工
7
451 Bue sdraiato
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XIX secolo. Bronzo, cm. 27 x 45 x 22. Firmato “Takusai” (澤斎). Stato di conservazione: buono. Questa scultura – importante per dimensioni e raffinatezza di lavorazione – raffigura un bue (牛, ushi) sdraiato, con le zampe anteriori sistemate sotto il ventre, collo robusto e capo leggermente rivolto verso sinistra. Molto bella ed elegante è la resa della peluria che si situa tra corna e muso. La patina bronzea ha tonalità bruna screziata di riflessi a volte rossastri, a volte verdi. A recumbent ox Japan, Edo period (1615-1868), 19th century. Bronze, cm. 27 x 45 x 22. Signed “Takusai” (澤斎). Condition: good. This important sculpture depicts a recumbent ox (牛, ushi) with its front hoofs arranged under the belly, with robust neck and the head slightly turned to the left. Very fine and elegant rendering of the hair featured between the horns and muzzle.The bronze patina has speckled brownish tonalities with some reddish reflections.
€ 2.000,00 / 2.500,00 8
452 Vaso a forma di carpa
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Bronzo, h. cm. 29. Stato di conservazione: discreto (una pinna staccata). Vaso da fiori (花生け, hanaike) in bronzo a forma di carpa (鯉, koi). La fusione dell’oggetto è molto bella, così come la resa dei dettagli e la patina rossastra che riveste l’oggetto. Il tema della carpa che risale la cascata è un classico della cultura giapponese: secondo una leggenda molto nota quella carpa che fosse riuscita a superare la Porta del Drago lungo il corso del Fiume Giallo si sarebbe trasformata in un drago. Questo soggetto è perciò simbolo di forza e perseveranza, qualità che si crede possegga la carpa. A vase in the form of a carp apan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Bronze, h. 29 cm. Condition: good. A bronze carp-shaped (鯉, koi) vase (花生け, hanaike). The fusion is very fine as is the rendering of the detail and the reddish patina that covers the object.The theme of the carp going up the waterfall is typical in Japanese culture: according to a legend, it was well-known that if a carp managed to get over the Dragon Gate along the Yellow River it would transform itself into a dragon.This subject is therefore a symbol of strength and perseverance, qualities which the carp is believed to possess.
€ 800,00 / 1.000,00 9
453 Vaso
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Bronzo con intarsi in altri metalli, h. cm. 97. Firmato “Haruda Kiyosada”. Provenienza: Collezione M. Watcher, New York. Bibliografia: T. Fattorini, “I meravigliosi bronzi del Giappone. Antichi e moderni”, Milano 1990, p. 87. Stato di conservazione: buono (manca una zampa di un drago-ansa). Vaso monumentale in bronzo costituito dall’assemblaggio di più pezzi, decorato sull’esterno con motivi in alto e basso rilievo, arricchito da incrostazioni e ageminature in oro, argento e altre leghe metalliche. Sull’ampio piatto superiore si vede una composizione con armi (katana, frecce, arco e bastone) tra le onde; l’esterno del piatto mostra un drago tra le nuvole. Sulla superficie del contenitore, ai lati del quale si innestano due anse a forma di drago a tutto tondo, si staglia da una parte una scena con un samurai a cavallo che si dirige verso il mare con un ventaglio da guerra (軍扇, gunsen), dall’altra una composizione con tre samurai (侍), due seduti e uno stante. Gli anelli sottostanti sono ornati con decori geometrici, vegetali (bambù) e con un drago tra le nuvole in accentuato rilievo, mentre la base più in alto accoglie tre sculture a tutto tondo raffiguranti altrettanti karasu-tengu (鴉天狗, esseri mitologici con becco di uccello), ognuno dei quali suona un diverso strumento, due tamburi (鼓, tsuzumi) e un flauto (尺八, shakuhachi). Sulla base che sostiene l’intero vaso si sistemano tre demonietti oni (鬼) a tutto tondo vestiti solamente di abito succinto legato alla cintola. La forma di questo vaso è nota come usubata (letteralmente “bordo sottile”). In una versione molto più semplificata divenne popolare già nel XVII secolo, utilizzata per contenere composizioni di fiori. Nel periodo Meiji fu, insieme ai grandi incensieri korō (香炉), quella che più entusiasmò gli occidentali, i quali ebbero numerose occasioni di vederne durante le Esposizioni Universali. * Questo manufatto è stato notificato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per questo non può lasciare il territorio italiano. A vase Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Bronze with inlay in other metals, h. cm. 97. Signed “Haruda Kiyosada”. Provenance: Collection M.Watcher, New York. Bibliography:T. Fattorini, “I meravigliosi bronzi del Giappone. Antichi e moderni”, Milan 1990, p. 87. Condition: good (missing foot of a dragon-handle). A monumental bronze vase made up of several pieces, decorated on the exterior with designs in high and low relief, enriched by encrustation and gold damascening, silver and other metal alloys. The large upper plate is decorated with weapons (katana, arrows, bow and stick) set amongst the waves; the exterior of this plate is decorated with a dragon in the clouds. The surface of the container, the sides of which feature two handles in the shape of dragons in the round, bears on one side a scene with a samurai on horseback moving toward the sea with a war fan (軍扇, gunsen) and on the other a composition with three samurai (侍): two seated and one standing. The rings below are decorated with geometric, vegetal (bamboo) and a dragon in the clouds in accentuated relief, whilst the upper base boasts three sculptures in the round representing karasu-tengu (鴉天狗, mythological beings with a bird’s beak, each of which plays a different instrument, two drums (鼓, tsuzumi) and a flute (尺八, shakuhachi).The base that supports the entire vase is embellished with three oni (鬼) demons, also in the round and dressed in clothes that are barely tied at the waist. The shape of this vase is known as usubata (literally “slender edge”). In a much simpler version, they became popular in the 17th century, to hold flowers. In the Meiji period these vases were, together with the fine korō (香炉) censers, the most popular objects in the West, having had many opportunities to see them during the World Expositions.
Lot. 01
* This piece has been notified by the Italian Ministry of Cultural Heritage and therefore cannot leave Italian territory.
€ 4.000,00 / 6.000,00 10
11
454 Vaso
Giappone, inizio del XX secolo. Bronzo, h. cm. 30,5. Firmato “Yoshitada sei” (吉政造, “Realizzato da Yoshitada”). Stato di conservazione: buono (un paio di ammaccature). Elegante vaso piriforme, posante su base ad anello e con bocca estroflessa. Sul corpo, nella zona in cui la pancia si assottiglia per diventare collo, si innesta plasticamente una sorta di lucertola. A vase Japan, early 20th century. Bronze, h. cm. 30,5. Signed “Yoshitada sei” (吉政造, “Made by Yoshitada”). Condition: two minor bruises. An elegant pyriform vase resting on ring base and with flared lip. A form of lizard is grafted on the surface in the narrower area of the body meets the neck.
€ 450,00 / 500,00
455 Vaso
Giappone, inizio del XX secolo. Bronzo, h. cm. 24. Firma illeggibile sulla base. Stato di conservazione: buono. Il vaso – in bronzo di patina rossastra - ha forma stilosa e raffinatissima: pancia appiattita, alto piedistallo con base a sezione circolare, collo cilindrico con diametro che raggiunge la massima ampiezza nei pressi della bocca e anse ad anello con presa supplementare. Esemplifica una produzione bronzea giapponese di gusto già Deco. A vase Japan, 20th century. Bronze, h. cm. 24. Undecipherable signature on base. Condition: good. The bronze vase with reddish patina features a stylish and extremely elegant shape, with flattened body resting on a tall pedestal with circular section base, cylindrical neck that is at its widest near the lip and ring shaped ansae. A fine example of the Japanese bronze production in the art deco style.
€ 450,00 / 500,00 12
456 Drago
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), inizio del XX secolo. Bronzo, cm. 10,7 x 20,5. Stato di conservazione: buono. Grazioso okimono (置物) in bronzo raffigurante un drago (竜, ryū) con le fauci spalancate e gli artigli delle zampe divaricati. Elaborato nei dettagli, si caratterizza per una bella patina bruno-rossastra. A dragon Japan, Meiji period (1868-1912), early 20th century. Bronze, cm. 10,7 x 20,5. Condition: good. A pleasing okimono (置物) depicting a dragon (竜, ryū) with its jaws open and claws outstretched. Elaborate in its detail it is characterised for its fine reddish-brown patina.
€ 400,00 / 500,00
457 Incensiere
Giappone, XIX secolo. Bronzo, cm. 8 x 17 x 12. Firmato con kaō, a stampo entro cartiglio sul lato inferiore. Stato di conservazione: buono. Incensiere (香炉, korō) a sezione rettangolare posante su quattro piedini a forma di petali. Nei pressi della bocca si svolge una banda con motivo geometrico di svastiche. Sui due lati maggiori si dispongono invece altrettante scene con tigri (虎, tora) e bambù (竹, take), elementi resi in accentuato altorilievo. La fusione è bella; nel contenitore si notano evidenti tracce di un suo uso prolungato. A censer Japan, 19th century. Bronze, cm. 8 x 17 x 12. Signed with kaō, a stamp between cartouche on underside. Condition: good. Rectangular-shaped censer raised on four small petal-shaped feet. A geometric band of swastikas decorate the area around the lip. The two larger sides portray scenes with tigers (虎, tora) and bamboo (竹, take), elements that are rendered in high relief.The fine fusion shows clear traces of prolonged use.
€ 300,00 / 400,00 13
458 Specchio
Giappone, XIX secolo. Bronzo, cm. 24,5 x 15. Firmato “Tenkaichi Fujiwara Yoshitsugu” (天下一藤原吉次, “Fujiwara Yoshitsugu primo sotto il Cielo”). Stato di conservazione: buono. Specchio (鏡, kagami) in bronzo di forma circolare con manico. Sul lato non riflettente si staglia una decorazione in rilievo con corolle floreali e foglie disposte liberamente. A censer Japan, 19th century. Bronze, cm. 24,5 x 15. Signed: “Tenkaichi Fujiwara Yoshitsugu” (天下 一藤原吉次, “Fujiwara Yoshitsugu first under the heavens”). Condition: good. A bronze circular mirror (鏡, kagami) with handle. The non-reflective side bears freely rendered relief decoration of floral corollas and foliage.
€ 250,00 / 300,00
459 Incensiere
Giappone, XVIII-XIX secolo. Bronzo, h. cm. 15,5. Stato di conservazione: buono. Raffinato incensiere (香炉, korō) in bronzo a sezione circolare, posante su tre gambe sottili. I due manici, il coperchio e la presa sono modellati naturalisticamente a forma di rami fioriti di pruno (梅, ume).
A censer Japan, 18th-19th century. Bronze, h. cm. 15,5. Condition: good. A refined circular bronze censer (香炉, korō) raised on three slender legs. The two handles, lid and grip are shaped naturalistically in the form of cherry blossom branches (梅, ume).
€ 300,00 / 400,00 14
460 Vasetto
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Bronzo con dorature, h. cm. 11,5. Stato di conservazione: buono. Piccolo vasetto a balaustro in bronzo con minuta decorazione geometrica sulla spalla. A small vase Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Bronze with gilding, h. cm. 11,5. Condition: good. A small baluster-shaped vase with minute geometric decoration around the shoulder.
€ 150,00 / 200,00
461 Coppia di vasi
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Bronzo, h. cm. 29. Firmati entrambi sotto la base. Stato di conservazione: buono. Coppia di vasi per fiori di tipo usubata in bronzo. Hanno sezione circolare e posano su quattro zampe ritorte; sono entrambi dotati di coppia di manici a forma di drago, e hanno ampio orlo della bocca. Sul corpo si stagliano due grandi riserve rettangolari, entrambe con fondo geometrico con motivi circolari: in una si vedono, in accentuato rilievo, due unicorni kirin (麒麟), mentre nell’altra compaiono Kanzan (寒山) e Jittoku (拾得), due giovani monaci buddhisti cinesi vissuti nel periodo Tang (618-907) noti per la loro docilità e per la grande amicizia che li legava. A pair of vases Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Bronze, h. cm. 29. Both signed on base. Condition: good. A pair of usubata type bronze flower vases. They are of circular section and are raised on four curved feet; they both have a pair of handles in the form of dragons and an ample lip rim.The bodies present large rectangular reserves bearing geometric circular motifs: one portrays two unicorns (麒麟) and the other Kanzan (寒山) and Jittoku ( 拾得), two young Buddhist monks who lived in the Tang period (618-907) and were well-known for the docility and the great friendship that tied them together.
€ 1.200,00 / 1.400,00 15
462 Vaso
Giappone, periodo Showa (1926-1989), 1950 circa. Bronzo parzialmente dorato, h. cm. 20,5. Firmato “Gyokuhō” (玉宝), sul corpo del vaso). Iscrizione: “Hashutsujo shinchiku kinen” (派出所新築記念, “A ricordo della costruzione del nuovo edificio della filiale”). Stato di conservazione: ottimo. Elegante vaso in bronzo posante su base ad anello con corpo globulare e ampia bocca sottolineata da bordino. Sulla superficie esterna si svolge una raffinata decorazione con una tigre su uno sperone di roccia che ruggisce alla luna mezzo nascosta tra le nuvole. La firma Gyokuhō fa riferimento a Torita Seiji (1908-1964), artista attivo presso le manifatture di bronzi della città di Takaoka, prefettura di Toyama. I bronzi di Takaoka (高岡銅器, Takaoka dōki) sono da sempre noti in tutto il Giappone per la loro qualità. Questo vaso testimonia in pieno l’abilità di questi maestri, capaci di conferire alle superfici metalliche colorazione molto suggestive ed evocative. A vase Japan, Showa period (1926-1989), 1950 circa. Partially gilt bronze, h. cm. 20,5. Signed “Gyokuhō” (玉宝), on the body of the vase). Inscription: “Hashutsujo shinchiku kinen” (派出所新築記念, “In memory of the construction of the new branch”). Condition: very fine. An elegant bronze vase resting on a circular foot with globular body and wide lip highlighted by edging.The outer surface boasts refined decoration with a tiger set on a rock roaring to the moon that is half-hidden by the clouds. The signature Gyokuhō refers to Torita Seiji (1908-1964), an artist active in bronze production in Takaoka, Prefecture of Toyama.The bronzes by Takaoka (高岡銅器,Takaoka dōki) have always been well-known in Japan for their fine quality.This vase testifies to the skill of these masters, capable of giving extremely suggestive and evocative colour to these metal surfaces.
€ 300,00 / 500,00 16
463 Vaso
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Bronzo parzialmente dorato, h. cm. 44,5. Stato di conservazione: buono (alcune cadute degli inserti metallici). Vaso per fiori (花瓶, kabin) in bronzo a sezione circolare che raggiunge la massima ampiezza sul corpo. Ha collo robusto e bocca solo leggermente svasata. Ad eccezione della sequenza di riserve lanceolate disposta nei pressi della bocca, ornate all’interno con stilizzazioni geometriche, la decorazione si dispone liberamente sulla superficie esterna del vaso. Consiste in una composizione con tronchi e rami fioriti di ciliegio (桜, sakura), tra i quali volano un uccellino solitario e un falco, colto nel momento in cui aggredisce con le zampe un altro uccellino. Gli elementi della scena sono in accentuato rilievo rispetto alla superficie del vaso, anch’essa lavorata in scanalature di aspetto naturalistico; alcuni dettagli sono ravvivati a oro. Bellissimo esemplare di bronzo giapponese del periodo Meiji, appartenente alla tipologia destinata al mercato dell’esportazione. Ha patina bruno-rossastra molto suggestiva e un’eccezionale rifinitura dei dettagli. A vase Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Bronze, partially gilded, h. cm. 44,5. Condition: good (some losses to metallic inserts). A bronze, circular section vase for flower (花瓶, kabin) reaches its maximum width around the body. It presents a robust neck and the lip is only slightly flared. With the exception of the sequence of reserves arranged near the rim, with geometric patterns inside, the decoration is freely displayed on the exterior of the vase. It consists of a composition with tree trunks and cherry blossom branches (桜, sakura), between which a lone bird and hawk fly, caught in the moment of attacking another bird.These elements are in accentuated relief; some details are heightened in gold. A fine piece of Japanese bronze from the Meiji period, belonging to the type made for the exportation market.The vase presents a striking reddish-brown patina with exceptional finishing to the detail.
€ 5.000,00 / 6.000,00 17
18
Cloisonné
Enamels 七宝金工
19
464 Vaso
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), inizio del XX secolo. Metallo smaltato, h. cm. 50. Marchio di Kumeno Teitarō stampato sotto la base. Stato di conservazione: ottimo. Grande e suggestivo vaso in metallo a sezione circolare che raggiunge ampiezza massima nei pressi della spalla; ha collo breve e curvo, e bocca estroflessa. L’intera superficie è stata dapprima lavorata a martello (repoussé), dall’interno per la resa tridimensionale di alcuni elementi e sull’esterno per la densa punteggiatura (nanako) che serve a dare l’impressione dell’acqua; quindi è stata rivestita di smalti iridiscenti policromi con la tecnica denominata tsuiki-jippō, ovvero senza l’applicazione di cloisons. Il decoro consiste di tre grandi carpe (鯉, koi) in uno stagno con fiori di loto sparsi; verso la bocca si vedono glicini (藤, fuji). Kumeno Teitarō (1865-1939) di Nagoya fa parte di quella schiera di artisti-artigiani giapponesi che contribuirono enormemente al rinnovamento dei linguaggi figurativi del proprio paese, anche nell’ambito dei metalli smaltati. La decorazione e le tecniche che caratterizzano questo vaso furono adottate anche da altri maestri smaltatori giapponesi, come Ogasawara Shūzō (due suoi più piccoli vasetti molto simili a questo si trovano nel Victoria and Albert Museum di Londra: G. Irvine, “Japanese Cloisonné: The Seven Treasures”, Londra 2006, p. 44), Hayashi Kodenji (“Barry Davies Oriental Art. Japanese Enamels of the Golden Age”, Londra 1990, n. 12) e Ogasawara Takajirō (C. Kozyreff, “Tradition and Transition: le Japon de 1842 à 1942”, Brusseles 1992, p. 372: per un vaso con simile decoro acquistato nel 1905 all’Esposizione Universale di Liegi). Un vaso di Kumeno Teitarō trattato con le stesse tecniche è conservato presso l’Ashmolean Museum di Oxford (O. Impey – J. Seaman, “Japanese Decorative Arts of the Meiji Period 1868-1912”, Oxford 2005), p. 86, n. 41, tav. 8); altri due a sua firma si trovavano nella Khalili Collection (J. Earle, “Splendors of Imperial Japan. Arts of the Meiji period from the Khalili Collection”, Londra 2002, nn. 229 e 231). A vase Japan, Meiji period (1868-1912), early 20th century. Enamelled metal, h. cm. 50. Mark of Kumeno Teitarō struck under base. Condition: very fine. A large, impressive metal vase of circular section widest point near the shoulder presents a short curved neck, and flared lip. The entire surface iss first decorated with the repoussé technique, giving a three-dimensional effect to some elements on the inside and on the outside with pointillé (nanako), bestowing the impression of water; it was then covered with iridescent polychrome enamels using the tsuiki-jippō technique, that being without the application of cloisonné.The decoration consists of three large carps (鯉, koi) in a pond scattered with lotus flowers, wisteria (藤, fuji) decorates the area around the lip. Kumeno Teitarō (1865-1939) from Nagoya was part of the Japanese group of artists-craftsmen who contributed greatly to the renewal of figurative artistic languages in the country, also in the field of enamelled metal. The decoration and techniques that characterise this vase were also adopted by other Japanese master enamellers, such as Ogasawara Shūzō (two of his smaller vases that are very similar to this example are found in the Victoria and Albert Museum, London: G. Irvine, “Japanese Cloisonné:The Seven Treasures”, London 2006, p. 44), Hayashi Kodenji (“Barry Davies Oriental Art. Japanese Enamels of the Golden Age “, London 1990, no. 12) and Ogasawara Takajirō (C. Kozyreff, “Tradition and Transition: le Japon de 1842 à 1942 “, Brussels 1992, p. 372, for a similarly decorated vase purchased in 1905 at the Universal Exposition of Liege). A vase by Kumeno Teitarō treated with the same techniques is housed at the Ashmolean Museum in Oxford (O. Impey - J. Seaman, “Japanese Decorative Arts of the Meiji Period 1868-1912”, Oxford 2005), p. 86, no. 41, pl. 8) and two others with his signature were in the Khalili Collection (J. Earle, “Splendors of Imperial Japan. Arts of the Meiji period from the Khalili Collection”, London, 2002, nos. 229 and 231).
€ 2.000,00 / 3.000,00 20
21
465 Coppia di grandi vasi con coperchio
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, h. cm. 74. Stato di conservazione: buono. I due grandi vasi hanno sezione circolare, basso e robusto collo curvo, coperchio a calotta emisferica con lobature, dotato di presa all’incirca sferica. La superficie esterna è completamente rivestita di smalti policromi applicati con la tecnica del cloisonné (七宝, shippō). La decorazione si compone di un complesso fondo di tralci e corolle stilizzate con fenici, sul quale si sovrappongono tre grandi riserve. All’interno di ognuna di queste ultime, su fondo giallo, rosa e azzurro, si sviluppano graziose composizioni di fiori rispettivamente con anatra (鴨, kamo), scimmia (猿, saru) e scoiattolo (木鼠, kinezumi). Oltre alle grandi dimensioni, questa coppia di vasi si distingue anche per una decorazione raffinata, dai colori vivaci ma delicati. A pair of large vases with lids Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Cloisonné enamelled metal, h. cm. 74. Condition: good. These two large circular section vases are low and robust with a curved neck, hemispherical calotte type lid with lobbing, with spherical knobs.The exterior is entirely decorated with polychrome cloisonné enamel (七宝, shippō) and is a complex base of vine sprays and stylised corollas with phoenixes. There are three large reserves which present delicate floral compositions and respectively with a duck (鴨, kamo), monkey (猿, saru) and squirrel (木鼠, kinezumi) on yellow, pink and blue grounds. These vases stand out not only for their large size but also for the refined nature of the decoration, with bright yet delicate colours.
€ 7.000,00 / 8.000,00 22
466 Coppia di vasi
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Metallo smaltato, h. cm. 18. Stato di conservazione: buono. I due vasetti, di bella forma a sezione circolare, mostrano sull’esterno un fondo blu scuro sul quale si inserisce un drago (竜, ryū) realizzato con l’applicazione di smalti iridescenti nelle sfumature del celeste. Esemplificano un genere di manufatto molto gradito agli occidentali verso la fine dell’Ottocento. A pair of vases Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Enamelled metal, h. cm. 18. Condition: good. The exterior of these two small vases of circular section depict a dragon (竜, ryū) using iridescent enamels on a dark blue ground. Exemplary of its type, for the production was particularly agreeable for westerners towards the end of the 19th century.
€ 400,00 / 600,00
467 Lanterna
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX - inizio del XX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, h. cm. 42. Stato di conservazione: buono. Deliziosa lanterna in metallo lavorato a cloisonné con inserzioni minuziose e molto dettagliate. A sezione esagonale si compone di base a quattro gradini, fusto circolare che sorregge un altro basamento sul quale si innesta la gabbia lavorata ‘a giorno’, quest’ultima sormontata da calotta a sezione esagonale con finali ricurvi e pomello globulare. Sull’esterno si svolge un finissimo tappeto di piccole spirali, sul quale si sovrappone sul fusto un drago (竜, ryū) e sul coperchio fenici (鳳凰, hō-o) alternate al simbolo araldico aoi-mon (葵紋). Questo genere di forma di lanterna - di origini cinesi - è nota in giapponese come tōrō (灯籠). Usate fin da tempi molto antichi nei templi nei templi buddhisti, queste lanterne, in pietra o bronzo e di dimensioni monumentali, entrarono a far parte anche dell’arredo laico.
A lantern Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th - early 20th century. Cloisonné enamelled metal, h. cm. 42. State of conservation: good. A splendid cloisonné metal lantern with minute and very detailed inserts. Hexagonal in shape it is raised on four small steps on a circular stem that supports another openwork cage-like structure, in turn topped by a hexagonal calotte with recurved finials and globular pommel.The exterior surface is made up of a fine mesh of tiny spirals, on which is a dragon (竜, ryū) is superimposed with phoenixes (鳳凰, hō-o) on the lid alternating with a heraldic symbol, aoi-mon (葵紋). This kind of lantern - of Chinese origin - is known in Japanese as tōrō (灯籠). Used in ancient times in the Buddhist temples, these lanterns, stone or bronze and monumental in size, also became part of secular furnishings.
€ 700,00 / 900,00 23
468 Grande piatto
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, diam. cm. 46. Stato di conservazione: buono. Piatto circolare in metallo posante su base ad anello. La superficie a vista si sviluppa su un’unica curva. Vi si dispone una decorazione a smalti apllicati con la tecnica del cloisonné (七宝, shippō) consistente in una composizione con una gru (鶴, tsuru), un’anatra (鴨, kamo) e farfalle (蝶, chō) in un’ambientazione di stagno, con fiori e piante di vario genere tra cui loti (蓮, hasu). A large dish Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Cloisonné enamelled metal, diam. cm. 46. Condition: good. A circular-shaped metal dish resting on a ring base. The surface develops in a single curve with cloisonné enamel decoration (七宝, shippō) portraying a crane (鶴, tsuru), duck (鴨, kamo) and butterflies (蝶, chō) placed in a marshland setting with flowers and plants of various types including lotus plants.
€ 700,00 / 800,00
469 Coppia di vasi
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, h. cm. 29,5. Stato di conservazione: buono. I due vasi, a forma di balaustro, presentano sull’esterno una decorazione a smalti policromi applicata con la tecnica del cloisonné (七宝, shippō). Sul corpo si stende un fondo rosa di tonalità morbida sul quale si inserisce una delicata composizione con uccelli posati su rami fioriti. In basso verso la base e in alto verso il collo si svolge un complesso pattern di arabeschi vegetali e geometrizzanti, tra cui si insinuano fenici stilizzate (鳳凰, hō-ō). A pair of vases Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Cloisonné enamelled metal, h. cm. 29,5 Condition: good. Two baluster-shaped vases present a polychrome enamel decoration applied using the cloisonné (七宝, shippō) technique.The body displays a soft toned, pink-coloured ground on which there is a delicate composition of birds perching of flowering branches. A complex pattern of vegetal arabesque and geometric patterns, suggesting stylised phoenixes (鳳凰, hō-ō) decorate the area near the base and in the upper section towards the neck.
€ 700,00 / 800,00 24
470 Grande vaso
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, h. cm. 93,5. Stato di conservazione: discreto (lievissimi danni). Grande vaso in metallo a sezione circolare. L’ampiezza aumenta progressivamente dalla base fin sulla spalla, per poi diminuire lungo il collo e ampliarsi nuovamente in prossimità della bocca. L’intera superficie esterna è rivestita di smalti policromi applicati a cloisonné (七宝, shippō). Su un fondo celeste si dispongono uccelli e tralci fioriti di vario genere. A large vase Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Cloisonné enamelled metal, h. cm. 93,5. Condition: fair (very minor damage). Circular-shaped metal vase. The size increases progressively from the base to the shoulder to diminish around the neck and widen again near the rim.The entire outer surface is covered in cloisonné polychrome enamel(七宝, shippō). The blue ground is decorated with birds and flowering sprays of various types.
€ 2.000,00 / 3.000,00 25
471 Vaso
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, metallo lavorato a traforo, h. cm. 21 (con base). Stato di conservazione: buono. Piccolo vaso in metallo smaltato a sezione circolare, con base ad anello, breve collo e bocca svasata; la zona inferiore si inserisce in una base di produzione europea, sostenuta da due traverse incrociate con anello lavorato a traforo. La decorazione, a smalti policromi applicati con la tecnica del cloisonné (七宝, shippō), mostra su un fondo verde chiaro una composizione floreale con crisantemi (菊, kiku), iris e garofanini. Belle le inserzioni di smalto iridescente per alcune corolle. Si tratta di un grazioso manufatto, esemplare tipico della produzione di metalli smaltati giapponesi del periodo Meiji, notevole per l’omogeneità dei colori e per la minuzia dei sottili cloisons. A vase with base Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Cloisonné enamelled metal, openwork metal, h. cm. 21. Condition: good. A small enamelled metal vase of circular section raised on ring base, with short neck and flared lip, the lower area rests on a European-made base, supported by two crossed stretchers with a ring decorated with fretwork. The polychrome enamel decoration is applied using the cloisonné technique (七宝, shippō) and features a light green base with a floral composition made up of chrysanthemums (菊, kiku), irises and carnations. Fine inserts of iridescent enamel petals. This is a pleasing piece, characteristic of the Japanese enamelled metal production of the Meiji period, important for the uniformity of colour and cloisonné detail.
€ 400,00 / 500,00
472 Vaso
Giappone, periodo Meiji, fine del XIX secolo. Metallo smaltato a cloisonné, h. cm. 44. Stato di conservazione: buono. Vaso a sezione circolare in metallo smaltato con la tecnica del cloisonné (七宝, shippō). La decorazione si svolge sull’intera superficie esterna con una ricca composizione floreale su fondo blu. Rappresenta una tipologia di manufatto smaltato giapponese esplicitamente ispirata agli analoghi oggetti cinesi, realizzata soprattutto nel tardo XIX secolo.
A vase Japan, Meiji period (1615-1868), late 19th century. Cloisonné enamelled metal, h. cm. 44. Condition: good. A circular-shaped cloisonné enamelled metal vase (七宝, shippō). The decoration fills the entire surface with a rich composition of flowers on blue ground. It represents the typology of Japanese enamel production specifically inspired by the analogous Chinese objects, made above all in the late 19th century.
€ 300,00 / 500,00 26
473 Candeliere
Giappone, fine del XIX – inizio del XX secolo. Ottone smaltato a cloisonné, h. cm. 152. Stato di conservazione: buono. Particolare candelabro in ottone a sezione circolare, costituito da tre pezzi in assemblaggio. Lungo l’esile ed elegante fusto si inseriscono anelli di varia grandezza che scandiscono una decorazione realizzata a smalti policromi applicati con la tecnica del cloisonné (七宝, shippō). A candlestick Japan, late 19th - early 20th century. Cloisonné enamelled brass, h. cm. 152. Condition: good. A particular brass circular-shaped candlestick made up of three pieces. Long slender and elegant stem decorated with ring-like forms of varying sizes using a polychrome cloisonné (七宝, shippō) enamel technique.
€ 3.500,00 / 4.000,00 27
28
Ceramiche
Ceramics 焼物 金工
29
474 Vassoio
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Ceramica Satsuma invetriata, dipinta e dorata, cm. 46 x 46. Firmato sul retro. Stato di conservazione: leggera consunzione degli smalti. Grande vassoio quadrato in ceramica con angoli bilobati; ha fondo piatto e tesa leggermente inclinata; il retro non è invetriato. La decorazione - incorniciata da una bordura di motivi floreali e geometrici stilizzati, e dipinta a smalti policromi di tonalità tenue, con diffusi tocchi d’oro - consiste di una scena di battaglia, con due samurai (侍) a cavallo che si affrontano a colpi di alabarda, circondati dai rispettivi eserciti che accorrono da parti opposte. Lo scontro è ambientato presso un corso d’acqua; sullo sfondo si erge immoto il cono perfetto del Monte Fuji. I dettagli della decorazione sono resi con grande minuzia, e la scelta coloristica è molto elegante. Si può tranquillamente inserire tra le ceramiche Satsuma di più alta qualità. A tray Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Glazed, painted and gilt Satsuma pottery, cm. 46 x 46. Signed on reverse. Condition: good (minor consumption of the enamels). A large square ceramic tray with bi-lobed corners with flat base and sloping rim, the reverse is unglazed. The decoration - framed by a border of floral motifs and stylised geometric patterns, and painted in polychrome enamels with warm tones, with diffuse touches of gold - consists of a battle scene with two samurai (侍) on horseback attacking each other with halberds, surrounded by their respective armies who come from opposite sides.The battle takes place in a stream; the perfect cone of Mount Fuji stands motionless in the background. The decoration is rendered in great detail and colouristic choice is extremely elegant. It can safely be placed amongst the high quality Satsuma ceramics.
€ 800,00 / 1.000,00 30
475 Coppia di vasi
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Ceramica Satsuma invetriata, dipinta e dorata, h. cm. 18,5. Firmati “Shizan” (志山), in oro e nero sotto la base. Stato di conservazione: buono. Coppia di vasi in ceramica a sezione circolare con piede ad anello, brevissimo collo e bocca sottolineata da uno spesso bordino. Decorati in ricca policromia e diffuse stesure d’oro, mostrano sull’intera superficie esterna una decorazione con una scena continua di paesaggio, con alberi, rocce, padiglioni e figure umane. Si tratta di buoni esemplare di ceramica di tipo Satsuma realizzata probabilmente a Kyoto nel periodo Meiji, e destinata all’esportazione verso l’Occidente. A pair of vases Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Glazed, painted and gilt Satsuma pottery, h. cm. 18,5. Signed “Shizan” (志山), in black and gold on base. Condition: good. A fine pair of ceramic vases of circular section raised on ring feet, very short necks and lips with thick rims. Rich polychrome decoration and diffuse gold; the entire exterior surfaces present a continuous landscape scene with trees, rocks, pavilions and figures. They are fine examples of the Satsuma pottery made probably in Kyoto during the Meiji period destined for exportation to the West.
€ 700,00 / 800,00
476 Vaso
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX – inizio del XX secolo. Ceramica Satsuma invetriata, dipinta e dorata, h. cm. 23. Marchio “Dai Nihon Satsuma sei” (大日本薩摩製, “Prodotto Satsuma del Grande Giappone”, a oro e nero sulla base). Stato di conservazione: buono. Grazioso esemplare di ceramica di tipo Satsuma a sezione circolare, con ampiezza massima nei pressi della spalla, breve collo cilindrico e bocca filettata da bordino. Ricoperto di un’invetriatura blu, sulla quale si dispongono due grandi riserve rettangolari, entrambe ornate di raffinate composizioni con piccoli uccelli e fiori di vario genere (crisantemi, glicini e bambù, tra gli altri), dipinte a smalti di tonalità tenue. Destinato all’esportazione verso l’Europa e e gli Stati uniti, questo vaso è un tipico prodotto ceramico della famiglia Satsuma, riconoscibile per l’impasto ceramico di color crema con minuta craquelure e per il decoro esuberante, ravvivato da diffusi tocchi d’oro. A vase Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th - early 20th century. Glazed, painted and gilt Satsuma pottery, h. cm. 23. Mark: “Dai Nihon Satsuma sei” (大日本薩摩製, “Produced by Satsuma of the Great Japan”). Condition: good. A pleasant example of Satsuma-type ceramic of circular section, with the widest point at the shoulder and featuring a short cylindrical neck and lip with rounded rim. Blue overglaze, with two large rectangular reserves, both decorated with refined compositions portraying small birds and various flowers (including chrysanthemums, wisteria and bamboo), painted in warm colours in enamel. Intended for export to Europe and the United States, this vase is characteristic pottery of the Satsuma family, recognisable by the cream-coloured pottery with fine craquelure and for the exuberant decoration heightened by touches of gold.
€ 500,00 / 600,00 31
477 Grande piatto
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), inizio del XX secolo. Ceramica Satsuma invetriata e dipinta, diam. cm. 55,5. Stato di conservazione: buono. Grande piatto a sezione circolare in ceramica di color camoscio. Decorato sulla superficie a vista a vivaci smalti policromi in rilievo con una scena di dame in uno scorcio di paesaggio ricco di fiori e vegetazione. A large dish Japan, Meiji period (1868-1912), early 20th century. Glazed and painted Satsuma pottery, diam. cm. 55,5. Condition: good. A large beige-coloured circular ceramic dish. Decorated with vivid polychrome enamels in relief, it portrays a scene of a lady set in a landscape rich with flowers and vegetation.
â‚Ź 800,00 / 1.000,00 32
478 Grande vaso
Giappone, Arita, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Porcellana invetriata e dipinta, h. cm. 77. Stato di conservazione: buono. Monumentale vaso in porcellana a sezione circolare con ampia bocca a contorno polilobato. L’intera superficie esterna è decorata a smalti policromi, alcuni dei quali in leggero rilievo: si vede un ridondante assemblaggio di motivi floreali, di uccelli, di draghi, con due grandi riserve all’interno di ognuna delle quali una scena con personaggi maschili e femminili. Bell’esemplare di porcellana di stile ‘Imari’ del periodo Meiji, realizzato nelle fornaci di Arita per il mercato dell’esportazione. A large vase Japan, Arita, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Glazed and painted porcelain, h. cm. 77. Condition: good. A monumental circular-shaped porcelain vase with a wide poly-lobed rim. The entire outer surface is decorated with polychrome enamels, some of which are slightly in relief; there is a redundant assembly of floral motifs, birds, dragons, with two large reserves in which there are scenes with male and female figures. A fine example of ‘Imari’ style porcelain from the Meiji period, made in the kilns at Arita for the exportation market.
€ 4.000,00 / 5.000,00 33
479 Cinque piatti
Giappone, XVIII – XIX secolo. Porcellana dipinta e invetriata, diam. cm. 17,5; 21,2; 21,5; 23,5; 21,5. Stato di conservazione: buono. Gruppo di cinque piatti in porcellana. Uno dipinto in blu di cobalto sotto coperta e smalti policromi sopra l’invetriatura con uccelli e rami fioriti, produzione di tipo Imari, Arita; uno con orlo lobato, combinazione di scena in blu di cobalto e invetriatura verde di tipo céladon; uno dipinto in blu di cobalto al di sotto dell’invetriatura trasparente con girale fitomorfo e corolle circolari, densa craquelure, produzione di Arita; uno polilobato con scena di anatre, fiori e erbe, molto raffinato, produzione di Arita; uno con ornato floreale in accentuato rilievo nei colori giallo, bianco, verde e blu. Five dishes Japan, 18th-19th century. Painted and glazed porcelain; diam. cm. 17,5; 21,2; 21,5; 23,5; 21,5. Condition: good. A group of five porcelain dishes. One painted with underglaze cobalt blue and polychrome enamels on the glaze with birds and flowering branches, Imari-type production, Arita; one with lobed edge, combination of cobalt blue and celadon-type green glaze, another painted in cobalt blue under a transparent glaze with phytomorphic swirl motifs and circular corollas, dense craquelure, Arita production, another multi-lobed edge with scenes of ducks, flowers and grass, very refined Arita production; another with floral motifs in accentuated relief in yellow, white, green and blue colours.
€ 700,00 / 800,00
480 Tazza
Giappone, Arita, XIX secolo Porcellana ‘bianco e blu’ (sometsuke) dipinta e invetriata, diam. cm. 12,5. Marchio: “Fuki choshun” (富貴長春, “ Ricchezza, longevità, nobiltà, giovinezza”, sotto la base). Stato di conservazione: ottimo. Bella tazza in porcellana di Arita, dipinta in blu di cobalto steso al di sotto dell’invetriatura trasparente, decorata con un ricco motivo floreale. A bowl Japan, Arita, 19th century ‘Blue and white’ (sometsuke) porcelain, diam. cm. 12,5. Mark: “Fuki choshun” (富貴長春, “Wealth, longevity, nobility, youth”). Condition: very fine. A fine Arita porcelain bowl with cobalt blue painted under transparent glaze decorated with rich floral pattern.
€ 150,00 / 200,00 34
481 Due bottigliette
Giappone, Arita, periodo Meiji (1868-1912). Porcellana dipinta e invetriata, h. cm. 15,5 e 18. Stato di conservazione: buono. Due bottigliette in porcellana di Arita, una dipinta a solo blu di cobalto sotto coperta, l’altra con l’aggiunta dello salto rosso. Hanno entrambe corpo globulare e sottile e lungo collo cilindrico. Two small bottles Japan, Arita, 19th century ‘Blue and white’ (sometsuke) porcelain, diam. cm. 12,5. Mark: “Fuki choshun” (富貴長春, “Wealth, longevity, nobility, youth”). Condition: very fine. A fine Arita porcelain bowl with cobalt blue painted under transparent glaze decorated with rich floral pattern.
€ 150,00 / 200,00
482 Tazza con piattino
Giappone, Arita, metà del XIX secolo. Porcellana invetriata e dipinta, cm. 5,2 x 9,8 (tazza), diam. cm. 12,3 (piattino). Firmati “Zoshuntei Sanpo Zu” (“Fatti da Zoshuntei Sanpo”, sotto la base). Stato di conservazione: buono. Grazioso insieme con tazza circolare posante su base ad anello e piattino in porcellana molto sottile, dipinta a smalti policromi stesi al di sopra dell’invetriatura trasparente per la resa di una raffinata decorazione floreale. Il nome Zoshuntei fu usato per primo da Hisatomi Yojibei Masayasu (1812-1878), un mercante che si specializzò nella commercializzazione di porcellane destinate all’esportazione – principalmente verso l’Olanda - ancora nel periodo Edo (1615-1868). Le redini dell’impresa andarono quindi nelle mani del fratello minore Hisatomi Yohei Masaoki (1832-1871) che fu attivo in quel cruciale periodo della storia giapponese in cui il paese uscì dal suo secolare isolamento per entrare nel mercato globale. L’azienda chiuse definitivamente nel 1926. A cup and saucer Japan, Arita, mid 19th century. Glazed and painted porcelain, cm. 5,2 x 9,8 (cup), diam. cm. 12,3 (saucer). Signed “Zoshuntei Sanpo Zu” (“Made by Zoshuntei Sanpo”). Condition: good. Delightful porcelain cup and saucer, painted in polychrome enamels on transparent glazing, refined floral decoration. The name Zoshuntei was first used by Hisatomi Yojibei Masayasu (18121878), a dealer who specialised in marketing of porcelain for export - mainly to the Netherlands - in the Edo period (1615-1868). The company fell into the hands of his younger brother Hisatomi Masaoki Yohei (1832-1871) who was active in this important period of Japanese history when the country emerged from centuries of isolation to enter the global market.The company closed in 1926.
€ 150,00 / 200,00 35
483 Grande piatto
Giappone, Arita, periodo Meiji (1868-1912). Porcellana invetriata e dipinta, diam. cm. 39,5. Stato di conservazione: buono. Piatto circolare in porcellana decorata in blu di cobalto sotto coperta e smalti policromi stesi al di sopra dell’invetriatura. Sulla superficie a vista si dispone un decoro di motivi floreali con loti stilizzati, il quale racchiude una scena centrale con un “cane cinese” (karashishi). Sull’esterno della parete si svolge un arabesco fitomorfo in blu. A large dish Japan, Arita, Meiji period (1868-1912). Glazed and painted porcelain, diam. cm. 39,5. Condition: good. A circular porcelain dish decorated in underglaze cobalt blue and polychrome enamels applied over the glazing. Floral motifs with stylised lotus flowers decorate the surfaces and enclose a central scene portraying a “Chinese dog” (karashishi).The exteriors walls bear blue phytomorphic arabesque patterns.
€ 500,00 / 600,00
484 Vaso montato a lume
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Ceramica ‘Bizen’ parzialmente invetriata, metallo dorato, h. cm. 47. Stato di conservazione: buono. Vaso in ceramica a sezione circolare che raggiunge la massima ampiezza nei pressi della pancia. E’ decorato sull’esterno con la raffigurazione a rilievo di un drago (竜, ryū) tra le nuvole, ravvivato da luminosi dettagli in oro. Verso la fine dell’Ottocento è stato montato come lume, con base e bocca con sito per la lampada in metallo dorato. A vase mounted as a lamp Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Partially glazed ‘Bizen’ ceramic and gilt metal, h. cm. 47. Condition: good. Circular section ceramic vase which reaches its widest point in the body. The exterior is decorated with a dragon (竜, ryū) in relief set amidst clouds and heightened by luminous gold detail. Towards the end of the 19th century, it was mounted as a lamp with a bulb fitting set in the mouth; both the mouth and the base are of gilt metal.
€ 350,00 / 400,00 36
485 Coppia di vasi
Giappone, inizio del XX secolo. Ceramica con intarsi in lacca a cloisonné, h. cm. 35,5. Stato di conservazione: buono. Coppia di vasi in ceramica a sezione circolare con ampiezza massima nei pressi della spalla, dalla quale si muove la linea curva del collo che termina nell’ampia bocca svasata. L’intera superficie esterna è stata lavorata prima della cottura a profonde e larghe incisioni verticali per la resa delle naturali escrescenze della corteccia d’albero.Vi si sovrappone una decorazione con rami fioriti, uccelli, farfalle e una banda geometrica verso la base, realizzata con l’intarsio di stesure laccate all’interno di sottili cloisons metallici, a simulare l’effetto del cloisonné a smalti vitrei. I manufatti che combinano la ceramica con la tecnica del cloisonné sono definiti in giapponese col termine jiki-shippō (磁器七宝), letteralmente “ceramica-cloisonné”. I due esemplari qui presentati si distinguono per le tonalità calde del decoro a smalto, che si combinano perfettamente con il marrone scuro sull’esterno e il color camoscio sull’interno e sulla base della ceramica. A pair of vases Japan, early 20th century. Pottery with cloisonné lacquered inlay, h. cm. 35,5. Condition: good. A pair of ceramic vases of circular section with the widest point around the shoulder, from which the curved line of the neck ends in a flared lip. Before being placed in the kiln, the entire outer surface was worked with deep and wide vertical incisions to render the natural outgrowth of the tree bark.They are also decorated with flowering branches, birds, butterflies and a geometric motif band near the base, made with lacquer inlay set within thin metal cloisons to simulate the effect of vitreous enamel cloisonné. Artefacts that combine ceramics with the cloisonné technique are defined in Japanese with the term jiki-shippō (磁器七宝), literally “ceramic-cloisonné.” The two examples presented here are characterised by the warm tones of the enamel, which perfectly combine the dark brown on the outside with the beige tones on the inside and on the base of the ceramic pieces.
€ 2.000,00 / 3.000,00 37
486 Servizio di dodici piatti
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), inizio del XX secolo. Porcellana invetriata e dipinta, diam. cm. 25,5 ognuno. Marchio: “Nihon Yokohama Imura sei” (日本横濱井村製, “Fatto da Imura Yokohama nel Giappone”) con emblema di fabbrica; “Kyōmeikan ga” (鏡明館画, “dipinto da Kyōmeikan”) entro medaglione circolare. Iscrizioni: su tutti stampato a inchiostro nero “S.81” entro cartiglio ovale. Stato di conservazione: ottimo. Questo elegantissimo servizio si compone di dodici piatti piani. Tutti hanno orlo polilobato, sagomatura ripresa anche sul cavetto. La porcellana in cui sono stati modellati è di straordinaria qualità, bianchissima e priva di qualsiasi impurità, sottile e morbida al tatto. Su ognuno dei piatti si svolge una decorazione dipinta al di sopra dell’invetriatura trasparente con smalti policromi di tonalità tenui e pastellose. L’ornato non occupa solamente il fondo ma anche il retro, conferendo una certa continuità alla scena, oltre che una grande raffinatezza di insieme. La qualità della pittura è altissima, stesa con tocchi minuti, quasi si trattasse di una miniatura, eseguita da un artista di grande talento e sensibilità. Le scene raffigurate consistono in paesaggi di vario genere, con alberi, picchi montani e architetture; su alcuni compaiono anche piccoli animali, come uccelli e farfalle. Nonostante i toni cromatici pacati, si intuisce subito che l’artista ha voluto rappresentare ogni luogo in un particolare momento dell’anno, in accordo con il susseguirsi delle stagioni. Si vedono infatti scene innevate, vedute d’estate, sbocciare di fiori primaverili, panorami intrisi di melanconia autunnale. Evidentemente ogni piatto, e quindi ogni paesaggio, rappresenta un particolare mese, e i dodici piatti insieme l’intero anno. Grazie alla presenza di certi particolari naturali o architettonici, si riesce a identificare in alcuni casi il luogo specifico raffigurato. Tra gli altri, il Monte Fuji (富 嶽), il tempio Kiyomizudera (清水寺) e il Kinkakuji (金閣寺, il cosiddetto “Padiglione d’oro”) di Kyoto. Questa scelta di raffigurare famose vedute del Giappone riprende una tematica antica nella storia dell’arte giapponese, sviluppata ad esempio da artisti quali Katsushika Hokusai (1760-1849) oppure Utagawa Hiroshige (1797-1858) e, in tempi più vicini all’esecuzione di questo servizio, dai primi fotografi attivi in Giappone sul finire del XIX secolo Il marchio che compare sulla base di tutti i piatti fa riferimento alla fabbrica di porcellane Imura. Fondata all’inizio dell’epoca Meiji con sede a Kyoto, e specializzata sia nella produzione sia nella vendita, nel 1878 circa aprì succursali anche a Yokohama, almeno quattro, nelle quali lavoravano non meno di duecento persone (v. T. Hida, “Exporters of Meiji Decorative Arts”, in O. Impey e M. Fairley (a cura di), “The Nasser D. Khalili Collection of Japanese Art”, Londra, 1995, vol. 1, Selected Essays, pp. 70-95: p. 88). Gli artisti e gli artigiani a disposizione della Imura si occupavano sia della produzione di vasellame sia della decorazione, non di rado utilizzando vasellame bianco proveniente da altre fornaci del Giappone o anche dall’estero (la porcellana prodotta con questa filiera è denominata etsuke). Per questo nella produzione Imura sono presenti diversi generi di ceramica, come quella Satsuma, Owari, Kaga, Kutani, Seiji e, naturalmente, Kyoto. Poiché il suo mercato di riferimento era quasi esclusivamente quello europeo e statunitense, la porcellana Imura si caratterizza per forme di tipo occidentale e per decori che ammiccano al gusto degli acquirenti stranieri. Per presentare i suoi prodotti la Imura partecipò a molte delle Esposizioni Universali che si tennero tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ottenendo sempre consensi di pubblico e di vendite. Nella migliore produzione Imura compare, oltre al marchio di fabbrica, spesso accompagnato dal marchio romboidale (igeta) che si trova anche sui piatti ora in analisi, anche la firma del pittore responsabile della decorazione. In questi piatti l’artista è Kyōmeikan. La qualità di questo servizio è grandissima, notevolmente superiore anche a quella che caratterizza una grande parte del vasellame giapponese di epoca Meiji esportato in Europa e Stati Uniti d’America. Vasellame con questo marchio si conserva ad esempio nel V&A Museum (inv. FE.15-1981) e nel Bristish Museum (inv. 1986, 1011) di Londra. A set of twelve dishes Japan, Meiji period (1868-1912), early 20th century. Glazed and painted porcelain, diam. cm. 25,5 each. Mark: “Nihon Yokohama Imura sei” (日本横濱井村製, “Made by Imura Yokohama in Japan”) with the emblem of the manufacturer; “Kyōmeikan ga” (鏡明館画, “painted by Kyōmeikan”) set within a circular medallion. Inscription: stamped in black ink set within oval cartouche on all dishes “S.81”. Condition: very fine. This extremely elegant service is composed of twelve dishes. All have polylobed edges, a shape that is echoed on the cavetto.The porcelain is of an extraordinary quality, very white and free of any impurities, slender and soft to the touch. Each of the dishes features painted decoration over the transparent glazing with soft toned polychrome enamels. The decorative detail is not only the base but also on the rear, giving continuity to the scene as well as fine great overall elegance. The painting quality is extremely high, with minute strokes, as if it were a miniature, carried out by an extremely talented and sensitive artist. The scenes depict various landscapes, with trees, mountain peaks and architecture as well as small animals, birds and butterflies. Despite the quiet colour tones, it is immediately clear that the artist wanted to represent each place in a particular moment of the year, following the seasons. They depict snowy scenes, summer views, blooming spring flowers and landscapes full of melancholy autumn. Clearly each dish and thus each landscape represents a particular month and the twelve dishes together complete a full year. Thanks to the presence of certain natural or architectural detail, it is possible to identify in some of the examples the specific place depicted. These include Mount Fuji (富 嶽), the Kiyomizudera shrine (清水寺) and Kinkakuji (金閣寺, the so-called “Golden Pavilion”) in Kyoto. This choice of depicting famous views of Japan takes up a theme found regularly in the history of ancient Japanese art, developed by artists such as Katsushika Hokusai (1760-1849) or Utagawa Hiroshige (1797-1858) and, in more recent times, by early photographers who were active in Japan in the late 19th century The mark that appears on the underside of all the dishes refers to the porcelain factory, Imura. Founded at the beginning of the Meiji period and based in Kyoto, it specialised in both production and sales and in about 1878 it also opened branches in Yokohama, where in at least four there we more than two hundred workers (see T. Hida, “Exporters of Meiji Decorative Arts “, in O. Impey and M. Fairley (eds.),” The Nasser D. Khalili Collection of Japanese Art “, London, 1995, vol. 1, Selected Essays, p. 70-95: p. 88). The artists and craftsmen at Imura were responsible for making the pottery and its decoration, often using white pottery from other kilns in Japan or indeed abroad (porcelain produced with this die is known as etsuke). For this reason therefore, there are several types of ceramics in the Imura production, such as Satsuma, Owari, Kaga, Kutani, Seiji and naturally, Kyoto. As its market was almost exclusively European and American, Imura porcelain is characterised by Western-style shapes and for decorative detail that looked at the taste of foreign buyers. Imura participated in many of the World Expositions to present the productions, which took place between the late nineteenth and early twentieth century, always well-acclaimed by the public and increasing the sales. In addition to the trademark, in the finest Imura pottery, a diamond mark (igeta) could often be found, which is also present on these dishes, the signature of the painter responsible for the decoration. In these dishes, the artist is Kyōmeikan. The quality of this service is superb, even better than that which characterises a large part of Japan’s Meiji period pottery that was exported to Europe and the United States. Pottery with this mark can be found in the V&A Museum (inv. FE.15-1981) and the British Museum (inv. 1986, 1011) in London.
€ 2.000,00 / 3.000,00 38
39
487 Piastrella
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Porcellana Kutani invetriata, dipinta e dorata, cm. 30 x 45. Firmata “Hekizan” (碧山) con due sigilli a smalto rosso. Marchio: “Dai Nihon Kutani/ seizōjin/ Taya Shūken/ shinjō/ Suiho Chōtarō (?)” (大日本九谷/ 製造人/ 田屋秀憲 / 神助 / 久保錠太郎, “Realizzata da persone della Kutani del Grande Giappone; con l’aiuto degli Dei, Taya Shūken e Suiho Chōtarō (?)”), a oro su cartiglio arancio sul retro. Stato di conservazione: buono. Bella piastrella rettangolare in porcellana, dipinta, invetriata e dorata sulla faccia anteriore, non invetriata su quella posteriore. La scena dipinta - racchiusa entro una cornice a fondo arancio con motivi floreali e farfalle a oro con due cartigli in accentuato altorilievo al centro dei lati corti - mostra due cani tra una rada vegetazione; in alto a sinistra sta mezza nascosta tra le nuvole la luna piena. Esemplare di porcellana Kutani del periodo Meiji, particolarmente raffinato per la dettagliata decorazione realizzata da un abile pittore che firma la composizione col nome Hekizan. A plaque Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Painted and gilt glazed Kutani porcelain, cm. 30 x 45. Signed “Hekizan” (碧山) with two red enamel seals. Mark: “Dai Nihon Kutani/ seizōjin/ Taya Shūken/ shinjō/ Suiho Chōtarō (?)” (大日本九谷 / 製造人 / 田屋秀憲 / 神助 / 久保錠太郎, “Made by people from Kutani of the Great Japan; with the help of the Gods, Taya Shūken and Suiho Chōtarō (?)”), gold on orange cartouche on reverse. Condition: good. A beautiful rectangular porcelain tile, painted, glazed and gilded on the front, unglazed on the reverse.The painted scene - enclosed in a frame decorated on an orange ground with gold floral motifs and butterflies - depicts two dogs set in sparse vegetation, in the upper left corner a full moon is half-hidden amongst the clouds. A fine example of Kutani porcelain from the Meiji period, that is particularly refined for its detailed decoration by a skilled painter who signed the composition with the name Hekizan.
€ 1.500,00 / 2.000,00 40
488 Teiera
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Porcellana ‘Kutani’ invetriata e dipinta, h. cm. 14,5. Stato di conservazione: piccola rottura all’interno del coperchio. Raffinata teiera in porcellana dal corpo globulare. Ha coperchio a calotta ribassata sormontato da presa a forma di due corolle floreali. La decorazione, dipinta a smalti di tonalità tenue ed elegante sulla superficie invetriata, consiste di una poetica scena ambientata nei pressi di uno stagno, abitato da un gruppo di anatre. A teapot Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Glazed and painted ‘Kutani’ porcelain, h. cm. 14,5. Condition: small fractures to the inside of the lid. An elegant porcelain teapot with globular body.The cap-shaped lid is surmounted by a knob in the form of two floral corollas.The enamel painted decoration, of soft and graceful tones on the glazed surface, consists of a poetic scene set near a pond with a group of ducks.
€ 200,00 / 250,00
489 Bruciaprofumi
Giappone, XIX secolo. Porcellana Kutani invetriata e dipinta, bronzo dorato, cm. 15 X 11 x 8. Marchio: “Fuku”. Stato di conservazione: buono. Grazioso bruciaprofumi (香炉, korō) in porcellana di tipo Kutani. Posante su quattro piedini a mensola, ha sezione rettangolare che sul corpo si amplia progressivamente per poi restringersi nei pressi della bocca. Il coperchio ha forma di tronco di piramide, sormontato da presa come leone buddhista (獅子, shishi) a tutto tondo; sui lati si stagliano altrettante aperture, due circolari e due ogivate. Due mascheroncini in accentuato rilievo a testa di leone si vedono sul corpo, al centro dei due lati brevi. La decorazione è stata dipinta a smalti nero, rosso, giallo, verde, melanzana e blu, stesi al disopra dell’invetriatura trasparente. Sul corpo consiste di un paesaggio continuo, con rocce, alberi, specchi d’acqua, padiglioni e una figura umana sullo spuntone di una roccia. Nell’Ottocento questo incensiere è stato trasformato in lume, inserendo tra coperchio e contenitore una bella montatura in bronzo dorato con decoro vegetale di gusto Neoclassico, utile per reggere la bella lampadina antica che ancora ora si trova intatta al suo posto. An incense burner Japan, 19th century. Painted and glazed Kutani porcelain, gilt bronze, cm. 15 x 11 x 8. Mark: “Fuku”. Condition: good. A pleasing Kutani type porcelain incense burner (香炉, korō). Raised on four feet, it features a rectangular section and the body widens to then narrow towards the lip.The lid is in the shape of a truncated pyramid, surmounted by a handle in the form of a Buddhist lion (獅子, shishi) in the round. The body bears two mascherons in accentuated relief with lion heads in the centre of the shorter sides. The decoration is painted with black, red, yellow, green aubergine and blue enamels over a transparent glaze and the body bears a continuous landscape with rocks, trees, water, pavilions and figures on a rock. This type of incense burner was mounted as a lamp in the 19th century inserting a fine bronze-gilt mount between the lid and container with vegetal neoclassical-style motifs, useful to support an antique lamp that is still in its place, intact.
€ 400,00 / 600,00 41
490 Coppia di vasi
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Porcellana Kutani invetriata, dipinta e dorata, h. cm. 37. Marchio: “Dai Nihon Kutani/ kita Shodō shi-i/ Itai ga (?)” (“Kutani del grande Giappone/ dipinti da Itai (...) (?)”), a smalto rosso sotto la base. Stato di conservazione: buono. Bella coppia di vasi in porcellana a sezione circolare. Posano su base ad anello e hanno corpo piriforme, nella sezione superiore del quale si innesta un lungo collo a cilindro che raggiunge la massima ampiezza nei pressi della bocca; su due lati del collo, appena sopra un rigonfiamento ad anello, si dispongono gli elaborati manici. Dipinti a smalti policromi e tocchi d’oro stesi al di sopra dell’invetriatura trasparente, si caratterizzano per un fondo rosso-aranciato ornato di arabeschi vegetali e geometrici a oro, interrotto sul corpo da grandi riserve polilobate, all’interno delle quali si svolgono delicate composizioni di fiori e uccelli. Di forma aggraziata, questi due vasi sono esemplari di una produzione di tipo Kutani destinata all’esportazione verso l’Europa e gli Stati Uniti. Realizzati sul finire del XIX secolo, in epoca Meiji (1868-1912), si distinguono per una esuberante decorazione minuta e ben congegnata, condotta utilizzando una tavolozza di smalti dai toni tenui e pastellosi. A pair of vases Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Glazed, painted and gilt Kutani porcelain, h. cm. 37. Mark: “Dai Nihon Kutani/ kita Shodō shi-i/ Itai ga (?)” (“Kutani from the Great Japan/ painted by Itai ( ...) (?)”). Condition: good. A fine pair of circular section porcelain vases. Raised on a ring foot with pyriform bodies, the upper section leads to a long cylindrical neck which reaches its maximum width around the lip. Elaborated handles are present on the two sides of the neck, just above the swelling of the ring. Painted with polychrome enamels and touches of gold over a transparent glaze, they are characterised by an orange and red-coloured ground decorated with vegetal and geometric gold arabesques, interrupted on the body by large poly-lobed reserves, in which there are delicate compositions of flowers and birds. Of graceful shape, these two vases are examples of Kutani type production for exportation to Europe and the United States. Made at the end of the 19th century, in the Meiji period (1868-1912), they are characterised by exuberant minute and well-designed decoration, made using a palette of soft tones.
€ 1.500,00 / 2.000,00 42
491 Fukurokuju
Giappone, seconda metà del XIX secolo. Porcellana Kutani invetriata, dipinta e dorata, h. cm. 38. Stato di conservazione: ottimo. La scultura - realizzata in porcellana, quindi parzialmente invetriata, dipinta a smalti rosso, verde, nero, melanzana e bianco (tutti a leggero rilievo tattile), ai quali si aggiungono stesure in oro – raffigura un uomo corpulento, vestito di ampia tonaca ornata di motivi geometrici e nuvole stilizzate: ha barba fluente e il cranio di proporzioni spropositate; tiene sotto il braccio sinistro un bastone di legno al naturale, e nella mano destra un rotolo. Il personaggio è Fukurokuju (福禄寿), divinità di origini cinesi simbolo di longevità e saggezza. In Giappone fa parte dei Sette Dei della Fortuna (七福神, Shichifukujin), molto popolari nel periodo Edo (1615-1868). La scultura è ben eseguita, nell’alternarsi di superficie non invetriata e smaltata, e nella raffinata disposizione della policromia in combinazione con il bel corsivo del bianco in rilievo sul bianco. Fukurokuju Japan, second half of 19th century. Glazed, painted and gilt Kutani porcelain, h. cm. 38. Condition: very fine. The porcelain partially glazed sculpture is painted with red, green, black, aubergine and white enamels (all in low relief) on top of which is a layer of gold – depicts a corpulent male dressed in an ample robe decorated with geometric motifs and stylised clouds, the long beard and skull are out of proportion; he hold a wooden stick under his left arm and a scroll in the right hand. He is supported by the base. The figure represents Fukurokuju (福禄寿), a deity originally of Chinese origin and symbol of longevity and wisdom. In Japan, he is one of the Seven Gods of Fortune (七福神, Shichifukujin), who were very popular in the Edo Period (1615-1868). The sculpture has been finely carved alternating unglazed areas with enamelled areas, with a refined arrangement of polychrome detail and the fine cursive of white in relief on white.
€ 1.000,00 / 2.000,00 43
492 Grande bacile
Giappone, seconda metà del XIX secolo. Porcellana di tipo Kutani invetriata, dipinta e dorata, cm. 15 x 40,5. Marchio “Kutani sei” (九谷製, “Prodotto Kutani”). Stato di conservazione: buono. Grande bacile in porcellana a sezione all’incirca circolare, invetriata e dipinta a smalti policromi (tre tonalità di verde, giallo, melanzana e nero) stesi con consistenza tattile al di sopra dell’invetriatura. La decorazione mostra all’interno una scena con tre tartarughe (亀, kame) tra fiori e foglie di loto; sull’esterno si vedono ancora fiori di loto, e su uno stelo una ranocchia (蛙, kaeru). La particolarità di questo bel bacile è la sua resa naturalistica, sia nella forma sia nei dettagli del decoro. A partire dalla base circolare, che simila uno stelo di fiore di loto ritorto; e quindi, in particolare, sull’esterno della parete, con i dettagli dei loti e l’anfibio modellati in accentuato rilievo. E’ una caratteristica tipica dell’arte giapponese, modellare le forme dei recipienti con richiami al mondo naturale. A large bowl Japan, second half of 19th century. Glazed, painted and gilded Kutani porcelain, cm. 15 x 40,5. Mark: “Kutani sei” (九谷製, “Made in Kutani”). Condition: good. A large circular-shaped porcelain bowl, glazed and painted with polychrome enamels (three tones of green, yellow, aubergine and black) applied with tactile consistency. On the inside the bowl is decorated with three turtles (亀, kame) set amongst flowers and lotus leaves, the outside is heightened with lotus flowers and a frog on a stem (蛙, kaeru). The particularity of this fine bowl is its naturalistic rendering, both in form and in the detail of the decoration. Starting from the circular base, which suggests a twisted stem of lotus flower, and then in particular on the exterior, with the details of the lotus flowers and the amphibian moulded into accentuated relief. It is characteristic of Japanese art to mould the shape of the containers with references to the natural world.
€ 900,00 / 1.000,00 44
493 Grande bacile
Giappone, seconda metà del XIX secolo. Porcellana di tipo Kutani invetriata, dipinta e dorata, cm. 25,5 x 33. Marchio sotto la base. Stato di conservazione: buono. Grande coppa in porcellana a sezione circolare, posante su base ad anello e con bocca leggermente svasata. Dipinta in ricchissima policromia, con smalti a rilievo di bella consistenza tattile, e diffuse stesure dorate, la decorazione mostra sull’esterno una scena affollata di personaggi e ambientata all’aperto. Tra alberi e rocce si vedono sedici Rakan (羅漢) – gli asceti della tradizione buddhista - accompagnati da alcuni giovani inservienti e dagli animali che solitamente seguono qualcuno di loro. Nella zona inferiore della coppa e lungo la base si dispongono fasce decorate a motivi geometrici e naturalisti. Un’analoga banda si vede all’interno della bocca, mentre sul fondo si staglia un bel drago tra le nuvole. Si tratta di un bell’esemplare di porcellana di tipo Kutani del XIX secolo, prezioso per l’elaborata decorazione policroma e per le grandi dimensioni, in pressoché perfetto stato di conservazione. A large bowl Japan, second half of 19th century. Glazed, painted and gilt Kutan porcelain, cm. 25,5 x 33. Mark under base. Condition: good. Large porcelain bowl of circular section, resting on a ring base and with slightly flared lip. Painted in very rich polychrome enamels in relief and of a fine tactile consistency, diffuse gilding, the decoration on the exterior portrays a crowded outdoor scene. Set between trees and rocks are the sixteen Rakan (羅漢) - the ascetics of the Buddhist tradition - accompanied by some young attendants and animals that normally follow one of them.The lower part of the cup and the base are decorated with bands of geometric patterns and naturalistic motifs. A similar band is seen inside the lip, whilst a fine dragon set amongst clouds decorates the background. It is a fine example of Kutani type porcelain from the19th century, important for the elaborate polychrome decoration and large dimensions; in almost perfect condition.
€ 1.000,00 / 1.500,00 45
494 Tigre
Giappone, XIX secolo (?). Ceramica invetriata, h. cm. 33,5. Stato di conservazione: ottimo. Grande scultura in ceramica raffigurante una tigre (虎, tora) seduta sulle zampe posteriori, con collo e capo accentuatamente in torsione verso sinistra. Prima della cottura l’intera superficie esterna è stata cosparsa di profonde incisioni dalla disposizione piuttosto casuale per la resa del pelo dell’animale; è stata quindi rivestita di un spessa invetriatura di color giallo brillante, ad eccezione di occhi, dentatura e artigli che si presentano invece bianchi. Il lato inferiore non è invetriato. L’aspetto di questa tigre non corrisponde alla reale fisionomia del felino. Riprende, bensì, un’iconografia riguardante questo animale in uso nelle arti del Giappone fin da tempi molto antichi. I pittori giapponesi non ebbero infatti occasione di vedere dal vivo una tigre se non in tempi piuttosto recenti. Per raffigurarla, perciò, si rifecero a modelli cinesi oppure coreani, anch’essi piuttosto vaghi in fatto di verosomiglianza. Il risultato è che il potente animale assunse i caratteri spesso di un docile micione, dall’aria più simpatica che feroce. Si vedano, ad esempio, le tigri di Hasegawa Tōhaku (1539-1610), uno dei più importanti pittori del periodo Momoyama (1573-1615) e ispiratore di molti artisti giapponesi attivi nei secoli seguenti, tra cui quella nel paravento conservato presso il Museum of Fine Arts di Boston (inv. 11.7073), per confronto iconografico con il tipo di tigre raffigurato in questa scultura in ceramica. A tiger Japan, 19th century (?). Glazed ceramic, h. cm. 33,5. Condition: very fine. A large ceramic sculpture depicting a tiger (虎, tora) sitting on its hind legs, neck and head are markedly twisted left. Before firing, the entire external surface was deeply engraved, rather random for the rendering of the animal fur; it was then coated with a thick bright yellow glaze, except for the eyes, teeth and claws which are white. The underside is unglazed. The appearance of this tiger does not correspond to the real appearance of a tiger. It refers to an animal iconography used in Japanese art since ancient times. See, for example, tigers by Hasegawa Tōhaku (1539-1610), one of the most important painters of the Momoyama period (1573-1615) who inspired many Japanese artists active in the subsequent centuries, including one depicted on a screen housed in the Museum of Fine Arts in Boston (inv. no. 11.7073) for an iconographic comparison with the type of tiger depicted here.
€ 1.500,00 / 2.000,00 46
47
48
Lacche
Lacquer 漆器 金工
49
495 Scatola per specchio
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVII – inizio del XVIII secolo. Legno laccato e dorato, peltro, cm. 4 x 12,5. Stato di conservazione: discreto (piccoli sollevamenti e cadute della lacca). Scatola per specchio (鏡箱, kagamibako) in legno di cipresso giapponese (桧, hinoki) a sezione circolare, costituita da contenitore e coperchio, i quali hanno entrambi orli sottolineati da un rivestimento in peltro. L’intera superficie, ad eccezione dell’interno del contenitore laccato di nero (rōiro-nuri), è ricoperta di polveri d’oro a “buccia di pera” (梨地, nashiji). All’esterno e all’interno del coperchio si sovrappone una decorazione in oro e argento in leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) con uccelli, fusti di bambù (竹, take) e una bassa staccionata; una composizione simile, ma senza uccelli, si vede anche sul lato inferiore del contenitore. Il contenitore per specchio è uno dei pezzi sempre presenti nella scatola per la toeletta (手箱, tebako). Fin dalla loro introduzione dalla Cina nel periodo Yayoi (300 a.C. - 300 d.C. circa), gli specchi in bronzo giapponesi più diffusi sono stati quelli di forma circolare. Sul retro non riflettente dello specchio è solitamente presente un anello al quale si aggancia un cordoncino in seta per appenderlo; in alternativa lo specchio poteva essere sistemato su un apposito sostegno. La forma della scatola per lo specchio fu stabilita almeno nel XII secolo. Simili composizioni con staccionata, boschetto di bambù e uccelli ricorrono anche sulle porcellane di tipo Kakiemon prodotte nel tardo XVII secolo. A mirror box Japan, Edo period (1615-1868), late 17th - early 18th century. Lacquered and gilt wood, pewter, cm. 4 x 12,5. Condition: fair (minor losses to lacquer). A mirror box (鏡箱, kagamibako) in Japanese cypress wood (桧, hinoki) of circular shape, consisting of a container with its lid, both of which have pewter finish edges. The entire surface, with the exception of the interior of the black lacquered (rōiro-nuri) container, is covered with “pear-skin” gold dust (梨地, nashiji). The outside and inside of the cover overlaps with a gold and silver decoration that is slightly in relief (薄肉高蒔絵 usuniku-takamaki-e) with birds, bamboo stems (竹, take) and a low fence; a similar composition, but without birds, is also seen on the lower side of the container. A container for a mirror is one of the pieces always present in the toiletries box (手箱, tebako). Since their introduction from China in the Yayoi period (300 BC - circa 300 AD), the most common Japanese bronze mirrors were those of a circular shape. A ring is usually present on the back as it not being used as a mirror, to which a silk cord is attached to be able to hang it; alternatively the mirror could be placed on a suitable support.The shape of the box for the mirror was established as early as the 12th century. Similar compositions with a fence, bamboo woodland and birds are also found in the Kakiemon type porcelain produced in the late 17th century.
€ 1.200,00 / 1.400,00 50
496 Scatola per specchio
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII – inizio del XIX secolo. Legno laccato e dorato, cm. 4,8 x 13,6. Stato di conservazione: buono (lievi danni). Scatola per specchio (鏡箱, kagamibako) in legno laccato a sezione circolare. L’interno e il lato inferiore presentano una sesura di oro e polveri metalliche “a buccia di pera” (梨地, nashiji); la fascia laterale è invece laccata di marrone scuro; sul coperchio si svolge invece una composizione con steli fioriti di vario tipo, tra cui prevalgono rigogliosi crisantemi (菊, kiku). Applicata su fondo nero in hiramaki-e (平蒔絵, “pittura cosparsa piatta”), i particolari sono resi con le tecniche del nashiji, del kin-fundame (金 粉溜, stesure d’oro omogenee), con dettagli in tsukegaki (付画) e harigaki (針画). In generale, il tipo di decoro a lacca che si vede sul coperchio di questa bella scatola è quello denominato Kōdaiji-maki-e (高台寺蒔絵), dal nome di un famoso gruppo di arredi laccati realizzati con questa tecnica verso la fine del XVI secolo per il Kōdaiji, un meraviglioso tempio di Kyoto. La stessa composizione di crisantemi su questa scatola ricorda da vicino quelle che ornano alcuni degli oggetti laccati del Kōdaiji. A mirror box Japan, Edo period (1615-1868), late 18th - early 19th century. Lacquered and gilt wood, cm. 4,8 x 13,6. Condition: good (minor damage). A circular lacquer wood mirror box (鏡箱, kagamibako).The interior and underside have “pear-skin” gold and metal powder grounds (梨 地, nashiji), the lateral band bears a dark brown lacquer, the lid is decorated with various flowers, predominantly blooming chrysanthemums (菊, kiku). Applied on a black ground in hiramaki-e (平蒔絵) the detail is made using nashiji and kin-fundame (金粉溜, homogenous gold) techniques, tsukegaki (付画) and harigaki (針画). The type of lacquer on the lid of this fine box is known as Kōdaiji -maki-e (高台寺蒔 絵), named after a famous set of lacquer furniture made using this technique towards the end of the 16th for the Kōdaiji, a wonderful shrine in Kyoto. The composition of chrysanthemums on this box closely resembles those that adorn some of lacquered objects in this temple.
€ 1.200,00 / 1.400,00 51
497 Scatola per incenso
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII secolo. Legno laccato e dorato, cm. 5,8 x 6,5 x 4,8. Stato di conservazione: buono (lievi danni). Bellissima scatola per incenso in legno laccato a tre scompartimenti (香合, kasane kōgō) con coperchio. La forma riprende per tutta l’altezza quella del ventaglio pieghevole (扇, ōgi) che è riprodotto in dettaglio sul coperchio. L’intera superficie sia interna sia esterna è rivestita di un fondo “a buccia di pera” (梨地, nashiji) sul quale, all’esterno, si svolge una composizione con linee saettanti, rami fioriti di pruno (梅, ume) e, sparsi, emblemi araldici circolari, con tre foglie di malva all’interno (葵紋, aoi-mon). Gli elementi sono resi con diverse tecniche: il fondo oro omogeneo (金粉溜, kin-fundame), il leggero rilievo (薄 肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e), l’applicazione di sottili linee d’oro (付画, tsukegaki) e di ritagli di foglia d’oro (功金, kirikane), il tutto in dimensioni molto vicine alla miniatura. Si tratta di una manufatto di speciale qualità, sicuramente destinato ad un personaggio di rango elevato della grande e ramificata famiglia Tokugawa, alla quale appartiene lo stemma sopra descritto. An incense container Japan, Edo period (1615-1868), late 18th century. Lacquered and gilt wood, cm. 5,8 x 6,5 x 4,8. Condition: good (minor damage). A very fine lacquer wooden box for incense with three compartments (香合, kasane kōgō) and lid. It is in the shape of a fan (扇, ōgi) which is reproduced in detail on the lid. Both the inside and outside entire surfaces are “pear-skin” coated (梨地, nashiji) on which, on the outside, there is further linear decoration, cherry blossom branches (梅, ume) and circular heraldic emblems containing three mallow leaves (葵紋, aoi-mon). It is made with different techniques: the gold homogeneous ground (金粉溜, kin-fundame), the low relief (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e), the application of thin gold lines (付画, tsukegaki ) and gold leaf pieces (功金, kirikane), all almost miniature in size. It is of very high quality, destined for a high-ranking figure in the Tokugawa family, to whom the coat-of-arms described above belonged to.
€ 900,00 / 1.000,00 52
498 Scatola per documenti
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XVIII secolo. Legno laccato e dorato, radice di maranta intrecciata, metallo, cm. 11 x 30 x 27. Stato di conservazione: buono (lievi danni). Bellissima scatola per documenti (文匣, bunko) in legno laccato con la superficie esterna rivestita di radice di maranta (maranta arundinacea) intrecciata e rivestita di lacca rossa di tipo bengara. Si costituisce di due parti, una delle quali leggermente più grandi serve come coperchio; al centro dei due lati lunghi della sezione più piccola si inseriscono borchie in metallo a forme di fiore di susino con anello, al quale si lega un nastro intessuto che ferma contenitore e coperchio. L’interno delle due sezioni è rivestito di polveri d’oro con densita hirameji su fondo nero; vi si sovrappongono rametti fogliati a oro di densità omogenea (金 粉溜, kin-fundame) con dettagli in leggero rilievo (付画, tsukegaki) e a incisione (針画, harigaki), disposti intorno ad un emblema araldico (紋, mon) in kin-fundame formato da nove palle, otto più piccole disposte intorno ad una maggiore. Lo stemma appena descritto è stato usato da numerose e importanti famiglie giapponesi, tra cui gli Hosokawa. Non è perciò impresa facile attribuire questa scatola al nobile che ne commissionò la realizzazione. Per un manufatto analogo nella forma, nella dimensioni e nell’utilizzo della radice di maranta intrecciata, si veda M. Shôno-Slàdek, “The Splendour of Urushi. The Lacquer Art Collection at the Museum of East Asian Art, Cologne”, Colonia 1994, n. 137. A document case Japan, Edo period (1615-1868), 18th century. Lacquered and gilt wood, interwoven maranta root, metal, cm. 11 x 30 x 27. Condition: good (minor damage). A very fine lacquer wooden box to hold documents (文匣, bunko) coated with maranta root (Maranta arundinacea) on the outer surface, interwoven and coated with red bengara type lacquer. It is made up of two parts, one slightly larger serving as the lid; metal studs are inserted in the centre of the two long sides of the smaller section to forms of plum flowers with a ring, to which a woven tape is attached that closes the container and the lid. The interior is lined with gold dust, hirameji density on a black ground, homogeneous gold leafy twigs overlap (金粉溜, kin-fundame) with detail in low relief (付画, tsukegaki) and engravings (針画, harigaki), arranged around a heraldic emblem (紋, mon) in kin-fundame made up of nine balls, the eight smaller ones arranged around a one. The above-described coat-of-arms has been used by many important Japanese families, including the Hosokawa family. It is therefore not an easy to attribute this box to the noble person who would have commissioned it. For similar objects in shape, size and in the use of the woven maranta root, see M. Shôno-Slàdek, “The Splendour of Urushi. The Lacquer Art Collection at the Museum of East Asian Art, Cologne,” Cologne 1994, no. 137.
€ 3.000,00 / 5.000,00 53
499 Scatola da scrittura
Giappone, periodo Edo (1615-1868), prima metà del XIX secolo. Legno laccato e dorato, metallo, cm. 4 x 21 x 24. Provenienza: Bonham’s, Londra. Stato di conservazione: discreto (lievi danni). Scatola da scrittura (硯箱, suzuribako) in legno laccato a sezione rettangolare. Nel contenitore è presente l’alloggiamento per il dosatore d’acqua (水滴, suiteki), la pietra per sciogliere l’inchiostro e un panetto di inchiostro. L’intera superificie, sia interna sia esterna, è rivestita omogenamente di particelle metalliche “a buccia di pera” (梨地, nashiji). Sul coperchio si svolge una scena di paesaggio con una barca su fiume, lingue di terra e un salice piangente, elementi resi in accentuato alto rilievo (高蒔絵, takamaki-e), con dettagli in leggero rilievo (付画, tsukegaki) e scaglie d’oro (功金, kirikane). All’interno del coperchio ancora una scena fluviale con un salice e un mulino. Nel contenitore onde marine e due uccelli in oro omogeneo (金 粉溜, kin-fundame). Le scene sul coperchio fanno molto probabilmente riferimento al fiume Uji nei pressi di Kyoto, e il salice piangente è una chiara indicazione di un’ambientazione estiva. A writing materials box Japan, Edo period (1615-1868), first half of 19th century. Lacquered and gilt wood, metal, cm. 4 x 21 x 24. Provenance: Bonham’s, London. Condition: good (minor damage). A rectangular lacquer wood writing box (硯箱, suzuribako).This container also has a compartment to keep water (水滴, suiteki), the stone to dissolve the ink and an ink pad. The entire surface, both inside and outside, is covered with homogenous “pear-skin” metallic particles (梨地, nashiji).The lid bears a landscape scene with a boat on the river, stretches of land and a weeping willow tree, elements that are rendered in enhanced high relief (高蒔絵, takamaki-e), with detail in low relief (付画, tsukegaki) gold leaf(功 金, kirikane.) Inside the lid is a river scene with another willow tree and a windmill whilst the inside of the container is decorated with waves and two birds in homogeneous gold (金粉溜, kin-fundame).The scenes on the lid most likely refer to the river Uji near Kyoto and the weeping willow is a clear indication of summer.
€ 1.200,00 / 1.400,00 54
500 Scatola da scrittura
Giappone, periodo Edo (1615-1868), inizio del XIX secolo. Legno laccato e dorato, metallo, cm. 3,5 x 18 x 21,5. Stato di conservazione: discreto (lievi danni, consunzione). Scatola da scrittura (硯箱, suzuribako) in legno laccato a sezione rettangolare. Nel contenitore è presente un vassoio per i pennelli, la pietra per sciogliere l’inchiostro e dosatore d’acqua (水滴, suiteki) in metallo a forma di fiore di loto con suo alloggiamento (è probabile che non sia quella originale). L’intera superificie, sia interna sia esterna, è rivestita omogenamente di particelle metalliche “a buccia di pera” (梨地, nashiji). Sul coperchio, al centro, si vede un drago (竜, ryū) a oro omogeneo (金 粉溜, kin-fundame) con dettagli in leggero rilievo (付画, tsukegaki). All’interno del coperchio si vede una tigre (虎, tora) con bambù (竹, take) in leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e); all’interno del contenitore, tra il vassoio e il vano a sinistra, fusti di bambù e rami fioriti di pruno (梅, ume) in usuniku-takamaki-e d’oro e d’argento, dettagli in tsukegaki e harigaki (針画 ). A writing material box Japan, Edo period (1615-1868), early 19th century. Lacquered and gilt wood, metal, cm. 3,5 x 18 x 21,5. Condition: fair (minor damage, signs of use). A rectangular lacquer wood writing material box (硯箱, suzuribako). It includes a tray for brushes, a stone to dissolve the ink and a metal water doser (水滴, suiteki) in the shape of lotus flower (it is probably not original).The entire surface, both inside and out, is evenly covered in “pear-skin” metallic particles (梨地, nashiji).The centre of the lid is decorated with a dragon (竜, ryū) in homogeneous gold (金粉溜, kin-fundame) with detail in low relief (付画, tsukegaki). A tiger (虎, tora) with bamboo (竹, take) adorns the inside of the lid in low relief (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) and inside the container, between the tray and the left-hand compartment, are gold and silver bamboo stems and flowering plum branches (梅, ume) in usuniku takamaki-e, with detail in tsukegaki and harigaki (針画).
€ 1.800,00 / 2.000,00 55
501 Scatola
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII secolo. Legno laccato e dorato, cm. 8,2 x 8,2 x 7,2. Stato di conservazione: discreto (un restauro sul coperchio, consunzione). Scatolina in legno laccato e dorato a sezione quadrata, formata da recipiente e coperchio con lato superiore bombato. Rivestita all’interno e sul lato inferiore di una rada stesura di particelle metalliche e d’oro (平目地, hirameji), mostra invece sull’esterno un tappeto a “buccia di pera” (梨地, nashiji), sul quale si dispongono steli fioriti e sparsi dei medaglioni circolari con losanga all’interno, resi in oro omogeneo (金 粉溜, kin-fundame) con tsukegaki (付画, fili d’oro a rilievo) e harigaki (針画, incisioni nell’oro) per la resa dei dettagli. Nonostante il danno, si tratta di un oggetto molto interessante, che sicuramente faceva parte di un completo destinato ad una giovane sposa. Non è infatti impossibile che il motivo geometrico che compare più volte nella decorazione sia in realtà uno stemma araldico (紋, mon). A box Japan, Edo period (1615-1868), late 18th century. Lacquered and gilt wood, cm. 8,2 x 8,2 x 7,2. Condition: fair (restoration to lid, wear). A small lacquer and giltwood square box, made up of the container and its bombé lid. It is lined on the inside and underneath with sparse gold metal particles (平目地, hirameji) and the outside in “pear-skin” covering (平目地, nashiji), on which flowering stems and circular medallions with lozenge shaped motifs on the inside, are rendered in a homogeneous gold (平目地, Kin-fundame) with tsukegaki (付画, threads of gold in relief) and harigaki (針画, gold engraving) for the details. It is a very interesting object, which would have been made for a young bride. It is not impossible that the geometric pattern that appears various times is actually a coat-of-arms (紋, mon).
€ 450,00 / 500,00
502 Scatolina
Giappone, periodo Edo (1615-1868), metà del XIX secolo. Legno laccato, dorato e argentato, cm. 1,7 x 9,8 x 7,6. Stato di conservazione: buono. Deliziosa scatolina (小箱, kōbako) in legno laccato a sezione rettangolare, costituita da basso contenitore e coperchio. Decorata a oro e polveri metalliche con la tecnica del maki-e, sul lato inferiore e all’interno con fondo hirameji (平目地), all’esterno con fondo nashiji (梨地, “a buccia di pera”), presenta sul lato superiore una preziosa scena con steli fioriti di crisantemo (菊, kiku) oltre una bassissima staccionata di bambù (竹, take): gli elementi del decoro, a oro e argento, sono in leggero rilievo (薄肉高 蒔絵, usukuki-takamaki-e), realizzati con le tecniche del kin-fundame (金 粉溜, stesura di oro omogenea e densa), dell’harigaki (針画, incisione dei dettagli) e dello tsukegaki (付画, leggero rilievo dei dettagli). Si tratta di un oggetto di grande qualità, raffinatissimo per minuzia della decorazione ed equilibrio della composizione, in perfette condizioni di conservazione.
A small box Japan, Edo period (1615-1868), mid-19th century. Lacquered and gilt and silver-plated wood, cm. 1,7 x 9,8 x 7,6. Condition: good. A splendid (小箱, kōbako) lacquer rectangular wooden box, consisting of a container with lid. Decorated with gold and metal powders using the maki-e technique, on the underside and inside with hirameji ground (平目地), outside with nashiji ground (梨 地, “pear-skin”); the upper side presents a delightful scene with flowering chrysanthemum stems (菊, kiku) with a very low bamboo fence (竹, take), the elements of gold and silver decoration, are slightly in relief (薄肉高 蒔絵, usukuki-takamaki-e) using the techniques of kin-fundame (金粉溜, preparation of homogenous and thick gold), harigaki (針画, engraving of detail) and tsukegaki (付画, detail in low relief). It is an object of superb quality, with refined detail and balance of composition, in perfect condition.
€ 1.000,00 / 1.200,00 56
503 Braciere
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XVIII-XIX secolo. Legno laccato e dorato, metallo, cm. 30 x 58 x 53. Stato di conservazione: buono (lieve usura). Straordinario braciere (hibachi, 火鉢, letteralmente “ciotola da fuoco”) ricavato da una grande sezione di tronco. L’interno ospita il contenitore in metallo, mentre l’esterno conserva le naturalità asperità della corteccia; vi si sovrappone una decorazione a oro in rilievo (高蒔絵, takamaki-e) raffigurante una scena autunnale con covoni di fieno e tralci di crisantemo (菊, kiku). Questo genere di braciere entrò in uso in Giappone già dal periodo Heian (794-1185): allora il contenitore per il fuoco era generalmente realizzato in ceramica. L’hibachi poteva avere molti scopi, tra cui - principalmente - scaldare, ma anche cucinare. Questo esemplare è notevole, per le dimensioni, lo stato di conservazione e per l’idea di gusto tipicamente giapponese di utilizzare un materiale naturale (il tronco) adattandola ad una funzione pratica senza stravolgerne l’aspetto. A brazier Japan, Edo period (1615-1868), 18th-19th century. Lacquered and gilt wood, metal, cm. 30 x 58 x 53. Condition: good (minor wear). An extraordinary brazier (hibachi, 火鉢, literally “fire bowl”) carved from a large section of a trunk.The inside houses a metal container, while the exterior retains its natural roughness of the bark; superimposed by decorative gold detail in relief (高蒔絵, takamaki-e) depicting an autumnal scene with haystacks and chrysanthemums (菊, kiku). This type of brazier was in use in Japan from the Heian period (794-1185): then the container to hold the fire would have been ceramic.The hibachi could have had many purposes, including – mainly heating, but also for cooking. This example is remarkable for its size, its condition and also for the typically Japanese method to use a natural material (the trunk) adapting it to a practical function without changing its appearance.
€ 4.000,00 / 5.000,00 57
504 Fiasca per sake
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato, metallo, avorio, h. cm. 16. Stato di conservazione: buono (lievi danni). Elegante fiasca da sake (徳利, tokuri) in legno laccato e dorato. Ha sezione sagomata in lobature irregolari, che ricorda – anche per la presenza della rientranza verso la base che percorre per intero il perimetro della fiasca – una porzione di fusto di bambù (竹, take). Rivestita per intero di un fondo di poveri d’oro a “buccia di pera” ( 梨地, nashiji), mostra sulla superficie superiore una scena in maki-e (蒔絵) con un fluire di onde su cui galleggiano corolle stilizzate di crisantemo (菊, kiku), ad un angolo della quale si trova la piccola apertura filettata di metallo con coperchio in avorio. Sul corpo, al centro del lato più breve, si staglia invece un emblema araldico (紋, mon) con quattro petali divisi da croce, reso a oro omogeneo (金 粉溜, kin-fundame) e lacca nero (rōiro-nuri). La forma di questa fiasca, naturalistica e raffinata, esprime al meglio la passione del popolo giapponese per le variegazioni della Natura, che furono inesauribile fonte di ispirazione in ogni tipo di forma artistica. A sake flask Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood, metal, ivory, h. cm. 16. Condition: good (minor damage). Elegant sake flask (徳利, tokuri) in lacquer and giltwood. It presents an irregular lobe-shaped section, which reminds one a section of a bamboo stem (竹, take). Covered in full with a “pear-skin” gold ground (梨地, nashiji) the upper surface depicts a scene in maki-e (蒔絵) with waves on which stylised chrysanthemum corollas (菊, kiku) float, in a corner of which is the small metal opening with the ivory lid. The body, at the centre of the shortest side, features a heraldic emblem (紋, mon) with four petals divided by a cross, rendered in homogeneous gold (金 粉溜, kin-fundame) and black lacquer (rōiro-nuri). The shape of this flask, both natural and refined, finely expresses the passion of the Japanese people for the changes of Nature, which were inexhaustible sources of inspiration in every art form.
€ 500,00 / 600,00
505 Scatola da lettere
Giappone, XIX secolo. Legno laccato e dorato, maniglie in metallo, cm. 6 x 28 x 10. Stato di conservazione: buono (lievi danni). Bella scatola da lettere (文箱, fubako) in legno laccato a sezione rettangolare. Costituita da contenitore e coperchio di tipo kabuse-buta-zukuri (被蓋 造), quest’ultimo ha ampio incavo a cornice lobata al centro dei due lati lunghi, in corrispondenza delle borchie con anello alle quali si lega il laccio che tiene chiusa la scatola. Rivestita uniformemente di lacca nera (rōiro-nuri), presenta su tutta la superficie una stesura di polveri dorate più o meno rada (平目地, hirameji). Sul coperchio si svolge una suggestiva immagine, con un cervo su uno sperone di roccia con erbe autunnali (秋草, akigusa). Il fondo di lacca nera e le particelle metalliche suggeriscono un’immagine notturna, alla luce di un cielo stellato.
A box for letters Japan, 19th century. Lacquered and gilt wood, metal handles, cm. 6 x 28 x 10. Condition: good (minor damage). A fine rectangular lacquer wood box to conserve letters (文箱, fubako). It is made up of the container and its lid, of kabuse-buta-zukuri type (被蓋造), the lid presents a large recess in the lobed frame centrally situated in the two long sides, corresponding with the studs and ring to close the box. Uniformly coated in black lacquer (rōiro-nuri) and gold powder (文箱, hirameji). The lid portrays a striking image of a deer on a rocky outcrop with autumnal grass (秋草, akigusa). The black lacquer ground and metal particles suggest a nocturnal image with a starry sky.
€ 1.000,00 / 1.200,00 58
506 Portavivande
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato, cm. 21 x 18 x 16. Stato di conservazione: discreto (usura). Contenitore per cibo portatile (下重箱, sagejūbako) in legno laccato. Si compone di un vassoio di forma all’incirca quadrata con angoli stondati, su due lati del quale si innesta un manico sufficientemente alto per permettere l’alloggiamento di tre scomparti, e del coperchio che chiude quello superiore. L’intera superficie, sia interna sia esterna, del portavivande è decorata a oro e polveri metalliche con la tecnica del maki-e (蒔絵, “pittura a oro cosparso”). All’esterno, sul fondo nashiji (梨地, “a buccia di pera”), si dispongono alcuni rami fioriti di crisantemo (菊, kiku) a oro di densità uniforme (金 粉溜, kin-fundame) con dettagli in leggero rilievo tsukegaki (付画) . Il sagejūbako è un accessorio indispensabile della cultura giapponese. Dal periodo Edo (1615-1868) esso era utilizzato in molti contesti, ma soprattutto nell’occasione delle scampagnate, uno dei divertimenti prediletti dei giapponesi, di qualsiasi classe sociale. Realizzati prevalentemente in legno finemente laccato, come in questo esemplare, i portavivande divennero emblema di una società che trovava nella natura il luogo ideale per divertirsi in comunità. A covered food container Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood, cm. 21 x 18 x 16. Condition: good (signs of use). A portable lacquer wood food container (下重箱, sagejūbako) consisting of a square-shaped tray with rounded corners, two sides bear a handle sufficiently high to allow three compartments, and the lid which closes the upper compartment.The entire surface, both inside and out, is decorated in gold and metal powders with the technique of maki-e (蒔絵, “sprinkled picture”). The outside on a nashiji ground(梨地, “pear-skin”), bears flowering chrysanthemum branches (菊, kiku) in a uniform density gold (金粉 溜, kin-fundame) with detail in tsukegaki (付画) low relief. The sagejūbako is an essential accessory of Japanese culture. From the Edo period (1615-1868) it was used in many contexts, but especially for picnics, a favourite pastime of the Japanese, of any social class. Made prevalently in finely lacquered wood, as is this example, the food container became a symbol of a society whose ideal place to enjoy other people’s company was in a natural outdoor setting.
€ 800,00 / 1.000,00 59
507 Portavivande
Giappone, primo quarto del XX secolo. Legno laccato e dorato, intarsi in madreperla, cm. 42,5 x 24 x 24. Stato di conservazione: buono (piccole cadute di lacca all’interno e di alcuni intarsi di madreperla). Contenitore per cibo portatile (下重箱, sagejūbako) in legno laccato a sezione quadrata. Si compone di cinque scomparti, il più alto dei quali è dotato di coperchio piatto; il completo è inoltre provvisto di un altro coperchio in tutto analogo da utilizzare se si dividono i cinque scomparti in due gruppi autonomi di due e di tre. Tutte le superfici interne sono rivestite di polveri d’oro “a buccia di pera” (梨地, nashiji). L’esterno presenta invece un fondo omogeneo di lacca nera (rōiro-nuri) sul quale si dispone una decorazione a oro in leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) e intarsi di madreperla (青貝, aogai) con pini (松, matsu), rami fioriti di pruno (梅, ume) e fusti fogliati di bambù (竹, take), piante che insieme costituiscono il gruppo dei “Tre Amici dell’Inverno” (松竹梅, shōchikubai). Simili tecniche anche per l’eterea composizione floreale all’interno dei due coperchi. Si tratta di un manufatto molto raffinato, notevole per la profonda intensità del fondo di lacca nera e per l’eleganza della semplice decorazione, esemplare di arte della lacca giapponese dell’inizio del Novecento. A food container Japan, first quarter of 20th century Lacquered and gilt wood, mother-of-pearl inlay, cm. 42,5 x 24 x 24. Condition: good (small loss to lacquer on inside and to some mother-of-pearl inlay). A portable square, lacquer and wooden food container (下重箱, sagejūbako). It consists of five compartments, the top one is fitted with a lid; there is also another entirely analogous lid to use if the five compartments were divided into two separate groups of two and three. All interior surfaces are covered with “pear-skin” gold dust (梨地, nashiji).The exterior features a homogeneous black lacquer ground (rōiro-nuri) with gold low relief decoration (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) and mother-of-pearl inlay (青貝, aogai) with pines (松, matsu), plum blossom (梅, ume) and leafy bamboo shoots (竹, take), plants that together make up the “Three Friends of Winter” (松竹梅, shōchikubai). It has been very finely made and is remarkable for its deep intensity of the black lacquer ground and the simple elegance of decoration, a superb example of the art of Japanese lacquer from the early 20th century.
€ 1.800,00 / 2.000,00 60
508 Vassoio
Giappone, periodo Meiji (1868-1912) Legno laccato e dorato, cm. 3 x 45,5 x 27,2. Stato di conservazione: buono, ma evidente imbarcatura della struttura. Vassoio in legno di foma rettangolare, laccato sulla base di nero, di rosso sulla superficie a vista e sulle pareti. Sul fondo si staglia la figura di Hotei con il sacco, verso il quale si avvicina un bambino con ventaglio. Il decoro delle figure è a oro steso omogeneamente (金 粉溜, kin-fundame), con dettagli in leggero rilievo (付画, tsukegaki) e tratteggi di inchiostro. A tray Japan, Meiji period (1868-1912). Lacquered and gilt wood, cm. 3 x 45,5 x 27,2. Condition: good but evident warping to structure. A rectangular wooden tray with black lacquer base, red surface and walls. It is decorated with the figure of Hotei with sack, towards whom a young boy with fan approaches. The figures are homogenously decorated in gold (金 粉溜, kin-fundame), with low relief detail (付画, tsukegaki) and ink outline.
€ 400,00 / 500,00
509 Pannello
Giappone, seconda metà del XIX secolo. Legno laccato e dorato, cm. 42 x 29 (con cornice in legno dorato). Stato di conservazione: discreto (filatura in basso). Pannello rettangolare in legno laccato decorato in alto rilievo (高蒔絵, takamaki-e) con una composizione notturna con un gufo su un ramo, racchiusa entro cornice a meandro di greche. I dettagli sono in lacche colorate, fili d’oro a leggero rilievo (付画, tsukegaki) e minuti ritagli di foglia d’oro (功金, kirikane). Si tratta con ogni probabilità di un pannello che faceva originariamente parte di un arredo più complesso. La composizione mostra notevoli affinità con una nota stampa di Hiroshige pubblicata verso la metà degli anni Trenta dell’Ottocento, un esemplare della quale è conservato nel Museum of Fine Arts di Boston (inv. 21.7944). A panel Japan, second half of 19th century. Lacquered and gilt wood, giltwood frame, cm. 42 x 29. Condition: fair (hairline cracks in lower section). A rectangular lacquer wood high relief (高蒔絵, takamaki-e) panel with a nocturnal composition depicting an owl on a branch, enclosed in a frame of Greek fretwork. The coloured lacquer detail, low relief gold thread (付画, tsukegaki) and minute gold leaf detail (功金, kirikane). It is probably a panel that would have once formed part of a more complex piece. The composition reveals noteworthy affinities with a well-known print by Hiroshige published towards the mid 1830’s, an example of which is conserved in the Museum of Fine Arts di Boston (inv. 21.7944).
€ 1.000,00 / 1.500,00 61
510 Scatola da cancelleria
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato con intarsi di madreperla, cm. 13,7 x 42,2 x 33,3. Stato di conservazione: discreto (lievi danni). Scatola da cancelleria (料紙箱, ryōshibako) a sezione rettangolare, con contenitore, vassoio e coperchio a lato superiore piatto. Rivestita uniformemente, sia all’interno sia all’esterno, di un fondo di polveri metalliche “a buccia di pera” (梨地, nashiji), mostra sull’esterno del coperchio una decorazione in leggero altorilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e), con dettagli in tsukegaki (付 画) e qualche incrostazione di madreperla (青貝, aogai), con pini (松, matsu), bambù (竹, take) e pruno (梅, ume). All’interno del coperchio tre gru (鶴, tsuru) in volo, in oro a stesura omogenea (金 粉溜, kin-fundame) con dettagli tsukegaki. Pruno, pino e bambù costituiscono insieme il gruppo dei cosiddetti “Tre amici dell’inverno” (松竹梅, shōchikubai), poiché tutte queste piante hanno la forza di resistere ai rigori dell’inverno. Come tema è prediletto nella tradizione giapponese soprattutto intorno al periodo del Capodanno. Le gru sono invece augurio di longevità. A stationery articles container Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood with mother-of-pearl inlay, cm. 13,7 x 42,2 x 33,3. Condition: fair (minor damage). A rectangular stationery box (料紙箱, ryōshibako) with container, tray and flat lid. Uniformly covered both on the inside and outside, with a base of “pear-skin” metallic powders (梨地, nashiji), the outer surface of the lid is decorated in low relief (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e), with detail in tsukegaki (付画) and some mother-of-pearl inlay (青貝, aogai), pine (松, matsu), bamboo (竹, take) and plum (梅, ume). Three cranes (鶴, tsuru) are depicted in flight inside the lid, in homogenously spread gold (金粉溜, kin-fundame) with tsukegaki detail. Plum, pine and bamboo together form a group called the “Three friends of winter” (松竹梅, shōchikubai), as all these plants have the strength to withstand rigorous winters. It is a favourite subject matter in the Japanese tradition in particular around the New Year period.The cranes are a good omen for longevity.
€ 2.500,00 / 3.000,00
511 Vassoio per abiti
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX – inizio del XX secolo. Legno laccato e dorato, cm. 8,5 x 66 x 44,5. Stato di conservazione: discreto (danno su un angolo). Vassoio per abiti (乱箱, midarebako) in legno laccato e decorato a oro e lacca rossa. L’intera superficie, sia interna sia esterna, è rivestita di polveri metalliche “a buccia di pera” (梨地, nashiji) su fondo marrone scuro. All’interno si svolge una decoro in leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) con dettagli di fili d’oro in leggero rilievo (付画, tsukegaki) e stesure di lacca rossa. La scena consiste di rami fioriti di pruno (梅, ume), corolle di crisantemi (菊, kiku) e altri fiorellini. Questo genere di grande vassoio serviva nel Giappone tradizionale per contenere abiti da conservare nelle stanze da notte degli appartamenti. A clothes tray Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood, cm. 8,5 x 66 x 44,5. Condition: good (damage to one corner). A lacquered wood tray for clothes (乱箱, midarebako) decorated with gold and red lacquer. The entire surface, both outside and inside, are covered with “pear-skin” metallic powders (梨地, nashiji) on a dark brown ground. The low relief decoration (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) consists of low relief gold thread detail (付 画, tsukegaki) and red lacquer layers. The scene consists of blossoming plum branches (梅, ume), chrysanthemum petals (菊, kiku) and other small flowers. This kind of large tray was used in traditional Japan to keep the clothes in the apartment rooms at night.
€ 1.200,00 / 1.400,00 62
512 Stipetto
Giappone, XIX secolo Legno laccato e dorato, argento, cm. 25 x 33 x 22,5. Firmato “Morikawa saku” (守川作, “Fatto da Morikawa”) con sigillo a forma di vaso biansato. Stato di conservazione: buono. Piccolo stipo (小箪笥, kōdansu) a sezione rettangolare in legno laccato, con montature e maniglie in argento lavorato a traforo e incisione. Il lato superiore costituisce il coperchio di un primo ampio vano nel quale è presente anche un vassoio. Altri due cassetti, di cui uno di maggiori dimensioni rispetto all’altro, si aprono sul lato più corto dello stipetto. L’intera superficie esterna del piccolo arredo (ad eccezione del lato inferiore) è rivestita di un’impiallacciatura di legno di keyaki (槻, zelkova serrata), sulla quale si dispongono sparsi alcuni motivi quasi circolari con composizioni di elementi floreali, animali e geometrici, realizzati in maki-e (蒔絵, pittura cosparsa) di oro e d’argento. L’interno dei cassetti e del vassoio è ornato con minute particelle metalliche (梨地, nashiji, a buccia di pera) su fondo di lacca nera, mentre la faccia interna del coperchio superiore presenta un decoro con una composizione floreale all’interno di un ampio vaso tripode, realizzata in accentuato rilievo (高蒔絵, takamaki-e) su fondo nero. Al fianco di quest’ikebana compare anche la firma a tre caratteri Morikawa saku (守川作, “Fatto da Morikawa”) seguita dal sigillo in lacca rossa a forma di vaso bronzeo biansato, tipico quest’ultimo degli artisti appartenenti alla nota scuola di laccatori Kajikawa. Il fascino maggiore di questo bel mobiletto sta proprio nell’accostamento tra l’impiallacciatura con le sue ondulazioni naturali tipiche del legno di keyaki, e la perfezione degli ornati in maki-e, dai toni di oro e argento perfettamente equilibrati. A small cabinet Japan, 19th century. Lacquered and gilt wood, silver, cm. 25 x 33 x 22,5. Signed “Morikawa saku” (守川作, “Fatto da Morikawa”) with seal in the shape of a two-handled vase. Condition: good. A small rectangular lacquered wood cabinet (小箪笥, kōdansu), with silver mounts and incised fretwork handles. The upper side is the lid of a first large compartment in which there is also a tray.There are another two drawers, one of which is larger than the other, and they open on the shorter side of the cabinet.The entire exterior surface of the small piece of furniture (with the exception of the underside) is covered with a veneer of keyaki wood (槻, zelkova serrata), on which are arranged various circular compositions of floral motifs, animals and geometric motifs realised in gold and silver maki-e (蒔絵). The interior of the drawers and tray are decorated with minute metal particles (梨地, nashiji, “pear-skin”) on black lacquer ground, whilst the inner side of the lid presents floral decoration realised in high relief (高蒔絵, takamaki-e) on a black ground. The signature also appears to the side of this ikebana made up of three characters “Morikawa saku” (守川作, “Made by Morikawa”) followed by a red lacquer two-handled bronze vase-shaped seal, this being typical of artists belonging to the well-known Kajikawa School for lacquerers. The beauty of this cabinet lies in the combination of the veneer with its natural undulations that are characteristic of keyaki wood, and the perfectly balanced maki-e decoration in gold and silver tones.
€ 2.000,00 / 3.000,00 63
513 Scatolina
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato, cm. 2,2 x 8,2 x 7,1. Stato di conservazione: buono. Piccola scatola (小箱, kōbako) a sezione rettangolare in legno laccato, composta da contenitore e coperchio. Mentre l’interno e il lato inferiore presentano una decorazione di polveri d’oro e metalliche “a buccia di pera” (梨地, nashiji), l’esterno è rivestito di un fondo omogeneo e denso di oro (金 粉溜, kin-fundame). Sul coperchio si vede una composizione in alto rilievo (高蒔絵, takamaki-e) con i Sette Dei della Felicità (七福神, Shichifukujin), disposti in un cerchio ideale, ognuno dei quali tiene in mano il capo di un filo, mentre gli altri capi sono tenuti tutti da Hotei in basso sulla destra. I dettagli delle figure sono ottenuti utilizzando una grande quantità di tecniche, dalle stesure pittoriche di lacca rossa e argento, all’apposizione di ritagli d’oro (功金, kirigane), dal leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) all’apposizione di linee dorate (付画, tsukegaki). E’ un oggetto di grande raffinatezza, per realizzare il quale l’anonimo artista suo autore ha messo in atto con perizia ed eleganza una bella varietà di tecniche. Esso si distingue inoltre per il soggetto reso in maniera caricaturale, quasi comica, molto divertente.
514 Scatola
Giappone, XIX secolo. Legno laccato e dorato, cm. 2,7 x 20,5 x 8,5. Stato di conservazione: discreto (lievi danni, consunzione). Bella scatola a sezione rettangolare in legno laccato, con contenitore sostenuto da quattro piedini a mensola e coperchio con lato superiore leggermente bombato. Gli interni del coperchio e del contenitore e il lato inferiore di quest’ultimo sono rivestiti da un fondo di polveri d’oro “a buccia di pera” (梨地, nashiji). Sull’esterno, tra coperchio e lati del contenitore, si dispone un raffinato decoro di pini (松, matsu) e fiori di pruno (梅, ume) tra rade particelle dorate sparsi su fondo di lacca nera (rōiro-nuri): gli elementi sono a oro in leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) con dettagli a filo in rilievo (付画, tsukegaki). Pino e pruno sono, insieme al bambù (竹, take), due dei “Tre Amici dell’Inverno” (松竹梅, shōchikubai), piante accomunate dalla loro capacità di resistere ai rigori dell’inverno. Come tema decorativo esso era usato soprattutto in occasione del Capodanno. Di questa scatola si può ammirare la suggestione della polvere dorata sul fondo nero che evoca un’ambientazione notturna.
A box Japan, 19th century. Lacquered and gilt wood, cm. 2,7 x 20,5 x 8,5. Condition: minor damage and use. A fine rectangular lacquer wooden box raised on four feet; the lid presents a slightly bombé top. The inside of the lid and container and the underside of the latter are all covered with “pear-skin” ( 梨地, nashiji) gold dust. On the outside, between the lid and the sides of the container, there is refined decoration depicting pine ( 松, matsu) and plum blossom (梅, ume) set between sparse gilt particles scattered on a ground of black lacquer (rōiro-nuri): the gold elements are in low relief (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) and others in relief (付画, tsukegaki). The pine and plum are, together with bamboo (竹, take), two of the “Three Friends of Winter” (松竹梅, shōchikubai), plants that can all withstand the rigours of winter.This box was used above all during the New Year period.The suggestion of gold dust on a black ground evoking a nocturnal setting is to be admired.
€ 500,00 / 600,00 64
A small box Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood, cm. 2,2 x 8,2 x 7,1. Condition: good. This small rectangular lacquer wooden box (小箱, kōbako) is made up of the container and lid. Whilst the interior and underside are decorated with “pear-skin” gold and metallic dust (梨地, nashiji), the exterior is covered with a dense and homogeneous gold ground (金粉溜, kin-fundame). The lid bears a high relief composition (高蒔絵, takamaki-e) portraying the Seven Gods of Happiness (七福神, Shichifukujin), in an ideal circle, each holding the beginning of a thread, while the others are all held Hotei in the lower right.The details of the figures are obtained by using many techniques; from red and silver lacquer paint layers, the affixing of gold pieces (功金, kirigane), low relief (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e ) and gold lines (付 画, tsukegaki). It is an extremely refined object, achieved by an anonymous artist, with skill and elegance, using a fine variety of techniques. It also of note for the caricatured subject matter, which is almost comical and amusing.
€ 800,00 / 900,00
515 Scatola da cancelleria
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), inizio del XX secolo. Legno laccato con intarsi di madreperla, cm. 8,5 x 22,3 x 30. Stato di conservazione: discreto (lievi danni e consunzione). Scatola da cancelleria (料紙箱, ryōshibako) in legno laccato a sezione rettangolare, formata da contenitore e coperchio sovrapposto con modanatura ogivale ala centro dei due lati lunghi. Rivestita completamente di lacca nera (rōiro-nuri), presenta sul coperchio una elegante decorazione floreale dipinta (密陀絵, mitsuda-e); i petali di un fiore sono invece resi con l’intarsio di madreperla iridescente (青貝, aogai). Oggetto interessante e bel realizzato, particolare per l’utilizzo della tecnica della lacca dipinta, qui combinata con successo con l’intarsio di madreperla. A stationery articles container Japan, Meiji period (1868-1912), early 20th century. Lacquered wood with mother-of-pearl inserts, cm. 8,5 x 22,3 x 30. Condition: minor damage and signs of use. A lacquer rectangular wooden stationery box (料紙箱, ryōshibako), made up of the container and its lid. Entirely covered in red lacquer the lid bears elegant painted floral decoration (密陀絵, mitsuda-e), the flower petals are rendered in iridescent mother-of-pearl (青貝, aogai).This extremely interesting and finely made object is particular for the technique used for the painted lacquer and the happy combination of mother-of-pearl inlay.
€ 500,00 / 600,00 65
516 Tavolino
Giappone, XIX secolo. Legno intagliato, laccato e dorato, cm. 53 x 50 x 36. Stato di conservazione: discreto (danni). Piccolo e grazioso tavolino (卓, taku) in legno laccato, composto di piano rettangolare posato su base lavorata sui lati ‘a giorno’ con forme ogivate, sistemata su quattro gambe ricurve che, a loro volta, poggiano su base a contorno sagomato. La decorazione, a oro in hiramaki-e (平蒔絵) e takamaki-e (高蒔絵) con dettagli in kirikane (功金), tsukegaki 付画 e harigaki (針画), mostra motivi di nuvole (雲, kumo), arabeschi floreali (唐草, karakusa) e ‘monete’ concatenate (宝つなぎ, shippō tsunagi). Sul piano superiore è visibile invece una bella composizione con tre gru (鶴, tsuru) e crisantemi (菊, kiku); ancora crisantemi, sistemati naturalisticamente in medaglioni circolari, si ritrovano anche sul piano superiore della base. A small table Japan, 19th century. Carved, lacquered and gilt wood, cm. 53 x 50 x 36. Condition: fair (damage). A small lacquered wood table (卓, taku), consisting of a rectangular top resting on a base with fretworked sides, raised on four recurved legs which, in turn, rest on a shaped base.The decoration, in gold hiramaki-e (平蒔絵) and takamaki-e (高蒔絵) with details in kirikane (功金) tsukegaki (付画), and harigaki (針画) reveals clouds (雲, kumo), floral arabesques (唐草, karakusa) and linked ‘coins’ (宝つなぎ, shippō tsunagi). The upper table surface presents a fine composition with three cranes (鶴, tsuru) and chrysanthemums (菊, kiku); the lower surface is also decorated with chrysanthemums, naturalistically arranged within circular medallions.
€ 1.200,00 / 1.400,00 66
67
68
Inrō e netsuke Inrō and netsuke 印篭と根附 金工
69
517 Inrō
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato, intarsi in madreperla e peltro, vetro, cm. 9,8 x 11,5 x 3,7. Firmato “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) (in lacca a rilievo sulla base) con sigillo in lacca rossa entro cerchio. Stato di conservazione: buono (segni di usura). Grande inrō (印篭) in legno laccato a due scompartimenti, di cui quello inferiore notevolmente più piccolo, con laccio e ojime in vetro di colore verde. Rivestito all’interno di un fondo “a buccia di pera” (梨地, nashiji), l’esterno è invece ricoperto di un fondo di oro omogeneo (金 粉溜, kin-fundame), sul quale si svolge una decorazione in accentuato rilievo con intarsiati di madreperla (青貝, aogai) e peltro (ossidatosi). La composizione, con un ponte tra gli iris, è un evidente riferimento all’Ise monogatari (伊勢物語, “I racconti di Ise”), raccolta di poesie con brevi testi introduttivi del IX secolo attribuita tradizionalmente ad Ariwara no Narihira (825-880). L’episodio in questione è quello intitolato Yatsuhashi (八橋), “Gli otto ponti”: un aristocratico si trovò in un luogo idilliaco, formato da canali attraversabili grazie ad otto ponti; quel giorno era particolarmente bello per la meravigliosa fioritura di iris, e l’uomo se ne fece ispirare per comporre una bella poesia. Yatsuhashi è stato uno dei temi prediletti da Ogata Kōrin (1658-1716), più volte affrontato, come nel famoso paravento del Metropolitan Museum di New York, diventando quasi una cifra della sua opera. Per questo l’inrō qui discusso riporta la sua firma (Hokkyō è un prestigioso titolo onorifico che Kōrin acquisì nel 1701). Inoltre, il suo stile (con l’intarsio di madreperla e peltro) è un ulteriore richiamo a questo artista che si crede si sia dedicato non solo alla pittura ma anche all’invenzione di composizioni per altri ambiti, come quello della lacca.
70
518 Inrō
Giappone, metà del XIX secolo circa. Legno laccato e dorato, intarsi in madreperla e peltro, argento, cm. 6,3 x 5,2 x 2,6. Firmato “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) (in lacca a rilievo sulla base). Stato di conservazione: buono.
Bell’inrō (印篭) in legno laccato a tre scompartimenti con coperchio, dotato di laccio e ojime in argento. La decorazione si costituisce di una scena continua con luna (月, tsuki) ed erbe autunnali (秋草, akigusa). E’ stata realizzata rivestendo l’intera superficie esterna di un fondo di lacca dorata denso e omogeneo (金 粉溜, kin-fundame) con sovrapposizione di fili dorati in leggero rilievo (付画, tsukegaki) e intarsi di madreperla ( 青貝, aogai) e peltro. Il soggetto poetico, il tipo di composizione, le tecniche e i materiali utilizzati in quest’inrō fanno immediatamente pensare al grande Ogata Kōrin (1658-1716), pittore fondatore della Scuola Rinpa, la cui firma compare su questo pezzo (Hokkyō è un prestigioso titolo onorifico che Kōrin acquisì nel 1701). Sebbene sia noto soprattutto per i suoi dipinti, all’eccletico Kōrin si attribuiscono invenzioni artistiche anche in altri ambiti, come quello della laccatura. La sua firma, tuttavia, fu utilizzata spesso nei secoli successivi alla sua morte per connotare, come in questo oggetto della metà del XIX secolo circa, pezzi stilisticamente affini alla sua produzione certa.
An inrō Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood, mother-of-pearl and pewter inlay, glass, cm. 9,8 x 11,5 x 3,7. Signed “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) (lacquer in relief on base) with red lacquer seal set within circle. Condition: good (signs of use). A large lacquer wood inrō (印 篭) with two compartments, the lower one much smaller, with cord and green-coloured glass ojime. Lined with “pear-skin” base (梨地, nashiji), the exterior is covered in a homogeneous gold ground (金粉溜, kin-fundame), bearing relief decoration with mother-of-pearl inlay (青貝, aogai) and pewter (oxidised). The composition of a bridge set amongst the iris, is a clear reference to ‘”Ise Monogatari” (伊勢物語, ‘The Tales of Ise’), a collection of poems with short introductory texts from the 9th century traditionally attributed to Ariwara no Narihira (825 -880). The episode in question is entitled “Yatsuhashi” (八橋), “The eight bridges”.Yatsuhashi was one of the favourite themes of Ogata Kōrin (1658-1716), depicted on various occasions, as in the famous screen of the Metropolitan Museum in New York. For this reason the inrō discussed here bears his signature (Hokkyō is a prestigious honorary title that Kōrin acquired in 1701). Furthermore, his style (with the mother-of-pearl and pewter inlay) is a further recall to this artist, who is believed to have dedicated himself not only to painting but also to creating compositions in other mediums, such as lacquer work.
An inrō Japan, Meiji period (1868-1912), circa mid-19th century. Lacquered and gilt wood, mother-of-pearl and pewter inlay, silver, cm. 6,3 x 5,2 x 2,6. Signed “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) (lacquer in relief on base). Condition: good. A fine three case inrō (印篭) in lacquer wood with lid, cord and silver ojime. It is decorated with a continuous scene of a moon (月, tsuki) and autumnal grasses (秋草, Akigusa) and was made by coating the entire outer surface with a thick and smooth gilt lacquer ground (金粉溜, kin-fundame) with overlapping low relief gold threads (付画, tsukegaki) and mother-of-pearl inlay (青貝, aogai) and pewter. The poetic subject matter, the type of composition, the techniques and materials used in this inrō make one immediately think of the great Kōrin Ogata (16581716), founder painter of the Rinpa School, whose signature appears on this piece (Hokkyō is a prestigious title honorific that Kōrin acquired in 1701). Although known primarily for his paintings, other artistic inventions are attributed to the eclectic Kōrin, such as lacquer work.
€ 700,00 / 800,00
€ 700,00 / 800,00
519 Inrō
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XIX secolo. Legno laccato e dorato, intarsi di madreperla, pelle di pesce, ojime in vetro, cm. 6,2 x 6,8 x 2,8. Firmato “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) con sigillo Hōshuku (in lacca sulla base). Provenienza: “Collect. A. Huc 108 Laques” (etichetta adesiva). Stato di conservazione: buono. Inrō (印篭) a tre scompartimenti in legno laccato e dorato, con intarsi in madreperla (青貝, aogai) e pelle di pesce (鮫, same). Il decoro, in oro a stesura omogenea (金 粉溜, kin-fundame) in alto rilievo (高蒔絵, takamaki-e) mostra su un lato Jittoku (拾得, in cinese Shide) e sull’altro Kanzan (寒山, in cinese Hanshan) con un rotolo tra le mani. Kanzan e Jittoku sono stati due eccentrici monaci buddhisti Zen, che sembra siano vissuti in Cina durante il periodo Tang (618-907). Kanzan era un poeta che visse nei pressi del Monte Tientai (天台, Tendai in giapponese) nella provincia dello Zhejiang (浙江), mentre Jittoku lavorava nelle cucine del tempio Guoqingsi (国清寺), nel quale era stato introdotto dal Maestro Bukan (豊干, in cinese Fenggan) che gli aveva dato per questo il suo nome, che significa “trovatello”. I due monaci divennero presto inseparabili, e si credette in seguito che fossero l’incarnazione dei bodhisattva Monju (文殊, in sanscrito Manjusri) e Fugen (普賢, in sanscrito Samantabadhra). Questo bell’inrō mostra caratteri stilistici tipici delle lacche della scuola Rinpa, fondata dal pittore Ogata Kōrin (1658-1716), qui ricordato con l’apposizione della sua firma.
520 Netsuke con leone buddhista
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XVII-XVIII secolo. Avorio marino intagliato e inciso, h. cm. 3,8. Stato di conservazione: ottimo.
Netsuke (根附) raffigurante un leone buddhista (shishi, 獅子) seduto sulle zampe posteriori, posante su basso plinto a forma di parallelepipedo con i quattro angoli sagomati. Nell’ambito dell’arte dei netsuke lo shishi è un soggetto molto diffuso. La prima menzione di un netsuke in una fonte letteraria, presente nel “Kōshoku ichidai onna” (好色一代女, “Vita di una libertina”), romanzo del 1686 di Ihara Saikaku (1642-1693), fa riferimento proprio ad un pezzo con un leone. Fu un soggetto molto sfruttato soprattutto nell’area di Kyoto: gli artisti che l’affrontarono, pur non avendo mai visto dal vivo un leone o un cane tibetano, avevano a disposizione numerosissime fonti cui ispirarsi, tra dipinti, sculture e repertori a stampa. Questo netsuke si caratterizza per una composizione che rimanda alla forma dei sigilli cinesi e giapponesi. Pur esistendo dei netsuke che funzionano realmente come sigillo, il tipo di netsuke che solo ne ricorda l’impianto – qui esemplificato - ha avuto un certo successo, fin dal XVII-XVIII secolo. Ne è prova la presenza di simili pezzi tra le illustrazioni del “Sōken kishō” del 1781, in particolare tra quelle esplicitamente riferite ai soggetti di derivazione cinese. Un netsuke molto simile a questo si trovava nella collezione Hindson (N.K. Davey, “Netsuke. A comprehensive study based on the M.T. Hindson Collection”, Londra 1974, p. 330, n. 1009).
An inrō Japan, Edo period (1615-1868), 19th century. Lacquered and gilt wood, mother-of-pearl and fishskin inlay, glass ojime, cm. 6,2 x 6,8 x 2,8. Signed “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) with Hōshuku seal (in lacquer on base). Provenance: “Collect. A. Huc 108 Laques” (adhesive label). Condition: good. A lacquer and gilt wood three case Inrō (印篭), inlaid with mother-of-pearl (青 貝, aogai) and fish skin (鮫, same). The gold decoration (金粉溜, kin-fundame) in high relief (高蒔絵, takamaki-e) shows Jittoku (拾得, Shide in Chinese) on one side and on the other Kanzan (寒山, in Chinese Hanshan) holding a scroll. Kanzan and Jittoku were two eccentric Zen Buddhist monks who lived in China during the Tang period (618-907). Kanzan was a poet who lived near Mount Tientai (天台, Tendai in Japanese) in the province of Zhejiang (浙江), whilst Jittoku worked in the kitchens of the Guoqingsi shrine (国清寺), where he was introduced by Master Bukan (豊 干 , in Chinese Fenggan) who for this reason had given him his name, which means “foundling.”The two monks soon became inseparable, and as a result, it was believed that they were the embodiment of the Bodhisattva Monju (文殊 in Manjusri Sanskrit) and Fugen (普賢 in Samantabadhra Sanskrit). This fine inrō shows stylistic characteristics of the lacquerwork of the Rinpa School, founded by the painter Ogata Kōrin (1658-1716), remembered in this work by including his signature.
Netsuke depicting Buddhist lion Japan, Edo period (1615-1868), 17th-18th century. Carved and incised marine ivory, h. cm. 3,8. Condition: very fine. Netsuke (根附) depicting a Buddhist lion (shishi, 獅子) sitting on its hind legs, on a low parallelepiped-shaped plinth with four rounded corners. In the netsuke art, the shishi is a very popular subject matter. The first mention of a netsuke in a literary source, present in the “ Kōshoku ichidai onna” (好色 一代女, “Life of a libertine”), a novel by Ihara Saikaku (1642-1693) of 1686, refers to a netsuke with a lion. It was a subject that was used mainly in Kyoto: the artists that depicted it, despite never having seen a real lion or a Tibetan dog, had numerous sources for inspiration at their disposal, including paintings, sculptures and prints. This netsuke is characterised by a composition that refers to the shape of the Chinese and Japanese seals. Whilst there actually are netsuke that function as seals, the type of netsuke that only suggests one - exemplified here - had a certain success, as of the 17th and 18th centuries. Proof of this can be seen in similar pieces in the illustrations of “Sōken kishō” in 1781, particularly among those explicitly related to subjects of Chinese origin. A very similar netsuke to this example was in the Hindson collection (N.K. Davey, “Netsuke. A comprehensive study based on the MT Hindson Collection”, London 1974, p. 330, n. 1009).
€ 1.000,00 / 1.500,00
€ 600,00 / 700,00 71
521 Netsuke con leone buddhista
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XVII-XVIII secolo Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 3,3. Stato di conservazione: buono. Netsuke (根附) di tipo katabori (型彫, a tutto tondo) in avorio raffigurante uno shishi (獅子) con le quattro zampe posate su una base ovaleggiante. Non sono presenti i fori dell’himotōshi, ma il laccio (紐, himo) passa agevolmente nello spazio libero compreso tra la base e il ventre. Netsuke raffiguranti il cosiddetto ‘leone buddhista’ (shishi o karashishi in giappone, shizi in cinese) sono stati realizzati fin dal XVII secolo, ovvero agli albori di quest’arte. Gli intagliatori che vi si dedicarono poterono trovare spunti di ispirazione in molte fonti a loro disposizione, come i dipinti (in particolare quelli della Scuola Kanō), le sculture di ambito religioso e i repertori a stampa allora in circolazione, tra cui il “Wakan sansai zue” (和漢三才図会, 1712-1716) di Terajima Ryōan, nel quale lo shishi è considerato come la più importante tra le “cento bestie”, oppure lo “Ehon shoshin hashiradate” (絵本初心柱立) del 1715. Il pezzo che qui si analizza mostra senz’altro le caratteristiche di una produzione arcaica. Non solo per la composizione nel complesso, ma anche per la stilizzazione dei dettagli dell’animale, lontani da quel naturalismo che diverrà prevalente intorno alla metà del Settecento. Netsuke depicting Buddhist lion Japan, Edo period (1615-1868), 17th-18th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 3,3. Condition: good. An ivory netsuke (根附) of the katabori type (型彫, in the round) depicting a shishi (獅子) with all four paws resting on a near oval-shaped base. There are no himotōshi holes, but the cord (紐, himo) passes easily between the space between the base and the belly. Netsuke depicting the so-called ‘Buddhist lion’ (shishi or karashishi in Japanese, shizi in Chinese) have been made since the 17th century, or in other words from the beginning of this art.The carvers who devoted themselves to it found inspiration in many sources available to them, such as paintings (especially those of the Kanō School), the sculptures in religious buildings and thanks to the prints which were already in circulation, including the “Wakan sansai zue “(和漢三才図会, 1712-1716) by Terajima Ryoan, in which the shishi is considered as the most important amongst the” hundred beasts, “or the” Ehon shoshin hashiradate” ( 和漢三才図会) of 1715. This piece certainly shows the characteristics of an archaic production, not only because of the composition as a whole, but also for the stylisation of the details of the animal, far from that sort of naturalism which was to become prevalent around the mid-eighteenth century.
€ 800,00 / 900,00 72
522 Netsuke con cane
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII secolo. Avorio intagliato e inciso, h. cm. 3,6. Stato di conservazione: buono.
Intagliato in avorio e lavorato parcamente a incisione, questo netsuke (根附) raffigura un cane su una base ovaleggiante. Seduto sulle zampe posteriori, quelle anteriori stanno invece dritte; al collo tiene un guinzaglio. Al centro della base è presente un foro per il passaggio del laccio himo (紐) . Oltre a quelle autoctone, già nel periodo Edo esistevano in Giappone razze di cani importate dall’Europa. Si trattava in particolare di una specie di levriero, di taglia grande e snello, senza pelo. Riteniamo che il cane rappresentato in questo netsuke sia di questo tipo. Esso fu spesso raffigurato dagli intagliatori di netsuke, soprattutto da quelli attivi nell’area di Kyoto, e in particolare da Tomotada, dai suoi allievi e dai suoi affiliati e seguaci. I netsuke con base, che ricordano nella forma i sigilli sia cinesi sia giapponesi, furono realizzati almeno dal XVIII secolo. Nel “Sōken kishō” (“Strani e meravigliosi accessori per la spada”) del 1781, illustrazioni di questo genere di netsuke sono inserite nella sezione dedicata ai pezzi di gusto cinese. Netsuke depicting dog Japan, Edo period (1615-1868), late 18th century. Carved and incised ivory, h. cm. 3,6. Condition: good. Netsuke (根附) depicting a dog on an oval-shaped base. Seated on its hind legs, it has a collar around his neck. At the centre of the base there is a hole for the himo (紐) to pass through. In addition to the autochthonous breeds of dogs, in the Edo period in Japan, other dogs imported from Europe already existed too. It was in particular a kind of greyhound, large in size, slender with a short-haired coat.We believe that the dog represented in this netsuke is of this type. It was often represented by the netsuke carvers, especially those active in the area of Kyoto, and in particular Tomotada and his affiliates and followers. The netsuke with a base recall the Chinese and Japanese seals, which were made from the 18th century onwards. In the “ Sōken kishō “ (“Sword Furnishings and Paraphernalia “) of 1781, illustrations of this type of netsuke are included in the section dedicated to pieces of Chinese taste.
€ 500,00 / 600,00
523 Netsuke con cinese
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XVIII secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 11,5. Stato di conservazione: ottimo. Netsuke (根附) in avorio raffigurante un personaggio cinese stante, riconoscibile come tale per il lungo abito decorato a incisione con un motivo di girale fitomorfo con ampio colletto circolare, per il cappello a falda larga legato sotto il mento in uso tra i Mancesi della dinastia Qing (1644-1911) e per i caratteri fisiognomici del volto, sul quale spicca folta e lunga barba; il personaggio ha tra le mani un cordoncino con finale a nappa. Il soggetto del cinese è abbastanza frequente nell’ambito dell’arte del netsuke; tuttavia, nell’ambito del tema degli stranieri esso non ottenne la stessa attenzione che attrassero invece gli europei. Fu affrontato dagli intagliatori prevalentemente nel Settecento, con opere in avorio, molto spesso di grandi dimensioni. Caratteristiche queste che si ritrovano puntuali nel bell’esemplare che qui si presenta, notevole inoltre per la bella patina giallo intenso che lo riveste, ben visibile soprattutto sul retro dove – all’altezza del bacino – compaiono anche i due fori dell’himotōshi, uno di maggiori dimensioni rispetto all’altro ma entrambi particolarmente espressivi e ben fatti. Netsuke depicting a Chinese figure Japan, Edo period (1615-1868), 18th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 11,5. Condition: very fine. Ivory netsuke (根附) depicting a Chinese figure, recognisable as such for the wide collar engraved with a phytomorphic pattern, the wide-brimmed hat tied under the chin used by the Manchurians during the Qing Dynasty (1644-1911) and for the physiognomy of the face depicted with a long beard; the figure holds a cord with tassel in his hands. The subject of the Chinese figure occurs regularly in the art of the netsuke even if not with the same attention as the Europeans. It became popular with the sculptors in the 18th century when working in ivory and they were often large in size.This is a beautiful example with a fine intense yellow patina, clearly visible on the reverse where at the height of the pelvis there are two himotōshi holes, one larger that the other, but both well carved.
€ 2.000,00 / 2.500,00 73
524 Netsuke con Onchi Sakon Mitsukazu
Giappone, periodo Edo (1615-1868), seconda metà del XVIII secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, intarsi in corno, h. cm. 9,5. Stato di conservazione: ottimo. Questo esaltante netsuke (根附) raffigura un uomo stante vestito di un ampio soprabito smanicato allacciato in vita da una cintura di tessuto. A quest’ultima, sul fianco destro, si aggancia un sagemono (下物, letteralmente “oggetto da appendere”) con netsuke circolare di tipo manjū (饅頭), mentre sul fianco sinistro si vede una katana (刀) infoderata. Alla cintura si appende anche la corda che lega le zampe di una lepre morta. Con le due braccia in alto sorregge una scimmietta – i cui occhi sono ravvivati dall’intarsio di minute puntine di corno - che si arrampica tra spalle e testa dell’uomo. Con i capelli rasati sul davanti nell’acconciatura tipica dei samurai (侍), l’espressione del volto è arcigna, quasi feroce, con la fronte corrugata, la bocca serrata in una smorfia e gli occhi spiritati. Il personaggio qui presentato è Onchi Sakon Mitsukazu, fedele vassallo di Kusunoki Masashige (1294-1336), una delle figure militari più note nell’intera storia del Giappone. Uno degli episodi riguardanti la vita e l’azione di Onchi Sakon Mitsukazu è quello in cui si camuffò da ammaestratore di scimmie (猿回し, sarumawashi) per entrare non riconosciuto nella fortezza dei rivali Ashikaga. Per dimensioni, finezza dell’intaglio, equilibrio della composizione, resa dei dettagli minuti, scelta del soggetto piuttosto raro, straordinaria patinatura con toni di giallo caldo e intenso, questo è senz’altro un netsuke notevole I due fori dell’himotōshi, sistemati sul retro della figura all’altezza del bacino, sono particolarmente riusciti e mirabili. Netsuke depicting Onchi Sakon Mitsukazu Japan, Edo period (1615-1868), second half of 18th century. Carved, incised and stained ivory, with horn inlay, h. cm. 9,5. Condition: very fine. This exciting netsuke (根附) depicts a man dressed in a large sleeveless coat tied at the waist by a belt. A sagemono (下物, literally “object to hang”) is attached to this on the right side, with a circular manjū-type netsuke (饅頭), whilst on the left side a sheathed katana (刀) is visible. A rope is also attached to the belt that ties the legs of a dead hare.With his two arms he supports a monkey - whose eyes are made of two minute horn points of inlay work - that climbs between man’s head and shoulders.With his hair shaved in the front in the typical Samurai (侍) coiffeur, the facial expression is grim, almost fierce, with his brow furrowed, his mouth tightened into a grimace and his eyes wild.The character presented here is Onchi Sakon Mitsukazu, a faithful vassal of Kusunoki Masashige (1294-1336), one of the most famous military figures in Japan’s history. For the size, refined nature of the carving and balance of the composition, the rendering of minute details, choice of a rather rare subject matter, the extraordinary patina with warm and intense shades of yellow, this is certainly a significant netsuke. The two holes of the himotōshi, situated on the back of the figure in the pelvis area, are particularly successful and admirable.
€ 4.000,00 / 6.000,00 74
525 Netsuke con Tekkai Sennin
Giappone, periodo Edo (1615-1868), prima metà del XIX secolo. Legno di bosso intagliato, h. cm. 5,3. Stato di conservazione: ottimo. Il netsuke (根附) raffigura un uomo anziano dal fisico emaciato, vestito solo di un ampio abito stretto in vita da una cintura; sulle spalle ha un piccolo mantello di foglie di artemisia. Con le mani tiene un bastone di legno: su quella destra poggia anche il mento. Alla cintura è legata una fiaschetta a zucca a due corpi. I capelli sono lunghi fino a ricadere sulle spalle ingobbite, e ai lobi porta altrettanti orecchini ad anello. I due fori dell’himotōshi si trovano sul retro all’altezza del bacino, uno più in basso rispetto all’altro. Il personaggio è molto probabilmente l’immortale (仙人, sennin) Tekkai (in cinese Li Tieguai), uno degli Otto Immortali daoisti (八仙, Hassen). Secondo la leggenda, Tekkai si recò in visita a Laozi (老子), il fondatore del Taoismo, che risiedeva sul Monte Hua: la sua anima volò in quella direzione mentre il suo corpo rimase nel luogo di partenza. I suoi discepoli, credendolo morto, deciserò però di cremare le spoglie. Al suo ritorno, perciò, Tekkai fu costretto a cercare un altro corpo per occuparlo: trovò quello di un mendicante storpio e infermo, ed è per questo che l’iconografia più diffusa è quella che lo mostra come è rappresentato in questo netsuke.
526 Netsuke con Chinnan Sennin
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, base a sigillo in oro, h. cm. 7,7. Stato di conservazione: buono (minuta mancanza sulla barba). Finissimo netsuke (根附) in avorio raffigurante un immortale della tradizione daoista (sennin). Il personaggio sta in piedi, con la mano sinistra posata su un bastone in legno. Veste solo di un ampio abito legato in vita, e indossa un mantello di foglie d’artemisia. Il capo sta rivolto all’insù verso destra; sulle spalle tiene un drago (竜, ryū). Tutta la composizione posa su un sigillo circolare in oro, impreziosito sul retro da un tronchetto che arriva alle caviglie della figura, sul quale si avvolge un ramo fogliato. I due fori dell’himotōshi sono sul retro, all’altezza dle bacino. La presenza del drago permette di riconoscere in questo personaggio l’immortale Chinnan (陳楠, in cinese Chen Nan). Si tratta di un bell’esemplare di netsuke del tardo settecento, raffinato per dettagli incisi; la composizione è classica per questo genere di soggetto mitologico. Molto fine è l’aggiunta europea della base in oro che funge anche da sigillo.
Netsuke depicting Tekkai Sennin Japan, Edo period (1615-1868), first half of 19th century. Carved boxwood, h. cm. 5,3. Condition: very fine. The netsuke (根附) depicts a physically emaciated man, dressed in just a loose robe tied at the waist by a belt; around his shoulders he has a small cloak made of artemesia leaves. He holds a wooden stick, and on the right hand he also rests his chin. A pumpkin-shaped flask is tied to the belt.The hair is long, reaching the hunched shoulders, and he has many earrings in his ears. The two holes of the himotōshi are on the back at the pelvis area, one lower than the other. The character is the immortal (仙人, sennin) Tekkai (Li Tieguai in Chinese), one of the Eight Daoist Immortals (八仙, Hassen). According to legend, Tekkai paid a visit to Laozi (老子), the founder of Taoism, who lived on Mount Hua, his soul flew in that direction whilst his body remained where it was. His disciples, believing him to be dead, decided therefore to cremate his remains. On his return, therefore,Tekkai was forced to look for another body to occupy and he found a lame and sick beggar. It is for this reason that the most widespread iconography of him is that that is represented in this netsuke.
Netsuke depicting Chinnan Sennin Japan, Edo period (1615-1868), late 18th century. Carved, incised and stained ivory, base with gold seal, h. cm. 7,7. Condition: good (minute loss on beard). A very fine ivory netsuke (根附) depicting an immortal of the Daoist tradition (sennin).The standing figure rests his left hand on a stick. He is dressed with an ample robe tied at the waist and Artemisia leaf cloak. The head looks upwards to the right; and a dragon (竜, ryū) rests on his shoulders.The composition rests on a gold circular seal, embellished behind by a trunk that ends at the figure’s ankles on which leafy branch is wrapped. The two holes of the himotōshi are located on the reverse, at the height of the pelvis. The presence of the dragon allows one to recognise the figure as the immortal Chinnan (陳楠, in Chinese Chen Nan). It is a fine example of a netsuke from the late 18th century, refined for its incised detail, the classical composition for this type of mythological subject. The addition of the gold base acting as a seal adds a very fine European touch to the overall piece.
€ 1.200,00 / 1.300,00
€ 1.000,00 / 1.500,00 75
527 Netsuke con Shōki e oni
Giappone, periodo Edo (1615-1868), inizio del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, intarsi in corno, h. cm. 8. Stato di conservazione: buono. Netsuke (根附) in avorio raffigurante Shōki stante. Ha il capo rivolto verso destra e tiene nella mano destra una spada mentre con la sinistra regge una gamba del diavoletto oni (鬼) che si aggrappa tra spalla e capo. La figura è vestita di abito alla cinese ornato da motivi stilizzati di onde e tiene sul capo un berretto morbido. Ha barba lunga e folte sopracciglia. Le pupille degli occhi sono minuti intarsi di corno; la bocca è aperta in un ghigno di sfida. I due fori dell’himotoshi si trovano sul retro all’altezza del bacino, uno più in alto rispetto all’altro. Shōki (鍾馗, in cinese Zhong Kui) è un personaggio semi-leggendario vissuto in Cina verso l’inizio del VII secolo che, dopo la morte, si assunse l’onere di sconfiggere tutti i demoni. Molto amato anche in Giappone, i bambini lo onorano il cinque maggio nella festa del Tango no sekku. Netsuke depicting Shōki and oni Japan, Edo period (1615-1868), early 19th century. Carved, incised and stained ivory, horn inlay, h. cm. 8. Condition: good. Ivory netsuke (根附) in ivory depicting Shōki standing. His head is turned to the right and holds a sword in his right hand while his left hand holds a leg of the devil oni (鬼) that holds on between his shoulders and head.The figure is dressed in Chinese-style dress decorated with stylised wave motifs and wears a soft beret on his head. He has a long beard and bushy eyebrows.The pupils are decorated with minuscule pieces of horn inlay; his mouth is opened in a challenging sneer.The two himotōshi holes are situated on the back at the height of the pelvis, one higher than the other. Shōki (根附, in Chinese Zhong Kui) was a semi-legendary figure who lived in China at the beginning of the 7th century; after his death, he took on the burden of defeating demons.Very popular in Japan, children honour him on 5th May on the festivity Tango no sekku.
€ 1.200,00 / 1.400,00 76
529 Netsuke con bue
Giappone, Scuola di Kyoto, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII – inizio del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, intarsi in corno, cm. 2,1 x 5,5 x 2,6. Stato di conservazione: buono.
528 Netsuke con topo e castagne
Giappone, Scuola di Kyoto, periodo Edo (1615-1868), seconda metà del XVIII secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, intarsi in corno, cm. 2,5 x 5,7 x 5,7. Stato di conservazione: buono. Netsuke (根附) in avorio e intarsi di corno raffigurante un topo accucciato su sei castagne. I due fori dell’himotōshi, uno di maggiori dimensioni rispetto all’altro, sono sistemati sul lato inferiore della composizione. Questo netsuke, raffinato nell’intaglio ma al contempo potente per dimensioni e composizione, è esemplare di una produzione kyotoita della seconda metà del Settecento, caratterizzata da un esplicito naturalismo.
Netsuke (根附) in avorio raffigurante un bue sdraiato con le zampe accovacciate sotto il ventre. Gli occhi sono minuti intarsi di corno. I due fori dell’himotōshi si trovano sul lato inferiore. Questa composizione di bue sdraiato si può dire ‘classica’ nell’ambito dell’arte del netsuke. Era soprattutto nel repertorio degli intagliatori attivi a Kyoto, e appare per lo meno verso la metà del Settecento. E’ stato sicuramente uno dei ‘cavalli di battaglia’ di Tomotada (友忠) , uno dei maggiori intagliatori di netsuke del Settecento, e dei suoi discepoli. Il netsuke qui presentato, non firmato, mostra senz’altro affinità stilistiche con le opere della bottega di Tomotada. Si può pertanto attribuire ad un suo seguace.
Netsuke depicting mouse and chestnuts Japan, Kyoto School, Edo period (1615-1868), second half of 18th century. Carved, incised and stained ivory, with horn inlay, cm. 2,5 x 5,7 x 5,7. Condition: good. An ivory and horn inlaid netsuke (根附) depicting a mouse curled up on six chestnuts. One of the two holes of the himotōshi is larger than the other; both are located on the underside of the composition. This netsuke, refined in its carving but at the same time important for its size and composition, is exemplary of the Kyoto production of the second half of the 18th century, characterised by explicit naturalism.
Netsuke depicting an ox Japan, Kyoto School, Edo period (1615-1868), late 18th - early 19th century. Carved, incised and stained ivory, with horn inlay, cm. 2,1 x 5,5 x 2,6. Condition: good. An ivory netsuke (根附) depicting a recumbent ox with its legs under the belly. The eyes are embellished with minute pieces of horn inlay.The two holes of the himotōshi are located on the lower side. This composition of the recumbent ox is a ‘classic’ in the art of netsuke. It was especially so in the repertoire of the sculptors in Kyoto and it appears around the mid-eighteenth century. It was certainly one of Tomotada’s ‘hobbyhorses’ (友 忠), a leading netsuke carver in the eighteenth century.This example that is unsigned clearly shows stylistic affinities with the works by the Tomotada workshop. It can be attributed to one of his followers.
€ 2.000,00 / 2.500,00
€ 1.200,00 / 1.300,00 77
530 Netsuke con danzatore di Bugaku con la maschera di Ryō-ō, il Re Drago Giappone, Osaka, XIX secolo. Legno di cipresso intagliato, inciso e dipinto, h. cm. 10. Stato di conservazione: discreto (cadute di colore).
Netsuke (根附) in legno di cipresso ( 桧, hinoki) dipinto in verde, rosso e marrone. Raffigura un danzatore vestito di un ampio abito sul quale si sovrappone una casacca smanicata allacciata in vita; tiene nella mano destra un ventaglio mentre con la sinistra si tocca l’inguine. Ha il capo coperto da un fazzoletto e il volto protetto da un’elaborata maschera con finale a testa di animale mitologico e lunga barbetta. Si tratta di un attore di Bugaku (舞楽), una forma di danza tradizionale giapponese che venne in auge nella corte del periodo Heian (794-1185), apprezzata anche in epoca Edo. La maschera è quella di Ryō-ō (龍王), il Re Drago, un ruolo ispirato ad un personaggio cinese realmente vissuto al tempo della Dinastia dei Qi Settentrionali (550-577): si tramanda che avesse un viso così bello che per fare paura ai suoi avversari in battaglia, e non distogliere l’attenzione dei suoi alleati, doveva indossare una maschera terrifica. Questo bel netsuke non firmato, notevole per le dimensioni e la qualità dell’intaglio, esemplifica lo stile delle opere del grande Yoshimura Shūzan (吉村周山 1700-1773) di Osaka, uno dei più originali netsukeshi di sempre, autore di pezzi eseguiti esclusivamente in legno di cipresso giapponese (hinoki), poi dipinti. Netsuke depicting Bugaku dancer with the Ryō-ō mask, the King Dragon Japan, Osaka, 19th century. Carved, incised and painted cypress wood, h. cm. 10. Condition: good (loss to colour). Green, red and brown painted cypress wood (桧, hinoki) netsuke (根 附). It depicts a dancer dressed in a loose robe with a sleeveless blouse over the top tied at the waist; he holds a fan in his right hand and the left hand rests just below the waist. His head is covered with a handkerchief and the top covered by an elaborate mask in the form of a mythological animal’s head, with long beard. This netsuke depicts an actor Bugaku (舞 楽), a form of traditional Japanese dance that came into vogue in the court of the Heian period (794-1185), and that was also appreciated in Edo era. The mask is to Ryō-ō (龍王), the Dragon King, a role inspired by a Chinese figure who actually lived at the time of the Northern Qi Dynasty (550-577); it is said that he had such a beautiful face that to put fear into his opponents in battle, and not divert the attention of his allies, he had to wear a terrifying mask. This beautiful unsigned netsuke, remarkable for the size and quality of the carving, exemplifies the style of the works of the great Yoshimura Shūzan (吉村 周山 1700-1773) of Osaka, one of the most original netsukeshi ever, author of pieces made exclusively in Japanese cypress wood (hinoki) which were then painted.
€ 1.800,00 / 2.000,00 78
531 Netsuke con topi e ghiande
Giappone, Scuola di Ise-Yamada, seconda metà del XIX secolo. Legno di bosso intagliato e inciso, intarsi in corno, h. cm. 4,5. Stato di conservazione: buono (un lievissimo danno sul lato inferiore). Grazioso netsuke (根附) in legno di bosso raffigurante un topo posato su un gruppo di ghiande, con due topini che avvinghiano alle sua spalle. Gli occhi di tutti gli animali sono in corno. Bello il lavoro di minuta incisione per la resa del pelo e simpatica la composizione. Per i suoi caratteri stilistici, si può situare questo netsuke nell’ambito della scuola di Ise-Yamada. I membri di questa scuola - fondata da Suzuki Masanao (1815-1890)- si specializzarono proprio nella realizzazione di netsuke con soggetti animali. A netsuke depicting mice and garlands Japan, Ise-Yamada School, second half of 19th century. Carved and incised boxwood, horn inlay, h. cm. 4,5. Condition: good (very minor damage on the under side). An agreeable boxwood netsuke (根附) depicting a mouse resting on a group of acorns with two smaller mice on its shoulders.The animals’ eyes are made of horn. A fine work for the minute engraving depicting the fur and for the pleasing nature of the composition. For its stylistic characteristics this netsuke can be placed in the Ise-Yamada School. The members of this school, founded by da Suzuki Masanao (1815-1890) - specialise in animal netsuke.
€ 1.200,00 / 1.500,00
532 Netsuke con topo con il martello di Daikoku
Giappone, Scuola di Kyoto, periodo Edo (1615-1868), metà del XIX secolo Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, intarsi in corno, cm. 2,6 x 4,5 x 2,6. Firmato “Ran’ichi” (蘭一). Provenienza: etichetta adesiva di collezione “68...”. Stato di conservazione: ottimo. Compatto ed elegantissimo netsuke (根附) raffigurante un topo accovacciato, con le zampette anteriori a tenere un martello. Non vi sono fori per l’himotōshi, ma il laccio passa agevolmente tra gli spazi aperti presenti nella zona inferiore della composizione, tra zampe, ventre e coda. Intagliato con straordinaria attenzione della resa dei caratteri più minuti, presenta intarsi in corno per gli occhi. Di particolare pregio la fattura del pelo dell’animaletto, di grandissima qualità tattile. La presenza del martello tra le zampe del topo è un chiaro riferimento a Daikoku (大黒), uno dei Sette Dei della Fortuna (七福神, Shichifukujin), dio della casa e protettore della ricchezza. Attivo a Kyoto intorno alla metà del XIX secolo, Ran’ichi è stato uno dei numerosi allievi di Rantei (蘭亭), con il quale condivideva la specializzazione nella lavorazione dell’avorio e la predilezione per i soggetti animali, soprattutto lepri e topi resi in maniera naturalistica. Un netsuke di Ran’ichi raffigurante un topo si trovava nella collezione Hindson (N.K. Davey, “Netsuke. A comprehensive study based on the M.T. Hindson Collection”, Londra 1974, p. 89, n. 246).
533 Netsuke con Shiba Onkō
Giappone, periodo Edo (1615-1868), prima metà del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 2,8. Stato di conservazione: discreto (una piccola rottura con mancanza).
L’episodio raffigurato in questo interessante netsuke (根附) è quello che fa riferimento ad un episodio della giovinezza di Shiba Onkō, il quale sarebbe diventato da adulto lo storico cinese Sima Guang (1009-1086). Si tramanda che il piccolo Shiba Onkō dimostrasse un giorno una grande prontezza di riflessi rompendo un grande orcio pieno d’acqua nel quale era caduto un suo compagno, facendo così in modo che si salvasse. Nel netsuke che qui si presenta - di bella compattezza e patina - l’aneddoto è rappresentato con sintesi estrema pur non perdendo niente del suo sviluppo narrativo. Una composizione molto simile a questa caratterizza un netsuke già nella collezione Hindson (N.K. Davey, “Netsuke. A comprehensive study based on the M.T. Hindson Collection”, Londra 1974, p. 350, n. 1055).
Netsuke depicting mouse with Daikoku’s hammer Japan, Kyoto School, Edo period (1615-1868), mid-19th century. Carved, incised and stained ivory, with horn inlay, cm. 2,6 x 4,5 x 2,6. Signed “Ran’ichi” (蘭一). Provenance: attached label from “68...” collection. Condition: very fine. A compact and elegant netsuke (根附) depicting a crouching mouse, with the front paws holding a hammer.There are no holes for the himotōshi, but the lace easily passes between the open spaces in the inferior area of the composition, between the paws, belly and tail. Carved with extraordinary attention to the rendering of the minutest of detail, there is horn intarsia for the eyes. Of particular note is the fur of the animal, of extremely fine tactile quality. Active in Kyoto circa the mid-19th century, Ran’ichi was one of the numerous pupils of Rantei (蘭亭), with whom he specialised on the working of ivory and the predilection for animals above all hares and mice, rendered in the most naturalistic manner. A netsuke by Ran’ichi depicting a mouse can be seen in the Hidson collection (N.K. Davey, “Netsuke. A comprehensive study based on the M.T. Hindson Collection”, London 1974, p. 89, no. 246).
Netsuke depicting Shiba Onkō Japan, Edo period (1615-1868), first half of 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 2,8. Condition: fair (small break with loss). This episode of this interesting netsuke (根附) refers back to the youth of Shiba Onkō, who in adulthood became the Chinese historical scholar Sima Guang (1009-1086). It is believed that one day the young Shiba Onkō showed great quickness in his reflexes breaking a large pitcher full of water into which a friend had fallen, thereby saving him. This netsuke, wonderfully made and with fine patina, represents the tale in extreme synthesis but without losing any of the narrative development. A very similar composition can be found in the Hindson collection (N.K. Davey, “Netsuke. A comprehensive study based on the M.T. Hindson Collection”, London 1974, p. 350, n. 1055).
€ 1.800,00 / 2.000,00
€ 1.000,00 / 1.500,00 79
534 Netsuke con “siniu”
Giappone, XIX secolo. Legno di ebano intagliato e inciso, h. cm. 5. Stato di conservazione: buono (un piccolo restauro sul retro). Interessante e raro netsuke (根附) in legno d’ebano lavorato a intaglio, raffigurante un animale seduto su una base di forma ovaleggiante. Per gli zoccoli, le due corna e la folta peluria a barbetta che pende dal mento, l’animale ha certamente l’aspetto di una capra. Piuttosto inusuale è però la lunghezza del collo, in questo esemplare impegnato in una rilevante torsione verso sinistra. Esistono altri netsuke con questo soggetto, alcuni dei quali databili al Settecento. L’animale viene solitamente descritto – a partire almeno da Henry L. Joly, autore del seminale “Legends in Japanese Art” del 1908 - come uno “siniu”, identificato come uno delle tante strane creature della mitologia prima cinese e poi giapponese. Tuttavia non esistono nei testi antichi notizie che lo riguardano. Inoltre, il termine “siniu” mal si adatta alla più diffusa trascrizione fonetica della lingua giapponese. Per questo, tale soggetto rimane tuttora un enigma da risolvere, anche se l’ipotesi più verosimile è che si tratti in realtà della raffigurazione di un qualche mammifero erbivoro dell’Asia orientale, e che il termine “siniu” sia frutto di un errore di traslitterazione, ma ormai entrato nel vocabolario tecnico di chi si occupa di netsuke.
80
535 Netsuke con Seiōbo
Giappone, XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 10,7. Firmato “Masatomo” (正友). Stato di conservazione: buono.
Grande netsuke (根付) in avorio raffigurante una dama che tiene nelle mani un cestino. I dettagli della decorazione sono resi a sottile incisione e inchiostratura. Il personaggio raffigurato è Seiōbo (i西王母, in cinese Xiwangmu), la “Regina Madre dell’Occidente”, divinità del Daoismo molto popolare in Cina che ebbe un certo seguito - soprattutto iconografico - anche nel Giappone del periodo Edo (1615-1868).
Netsuke depicting “siniu” Japan, 19th century. Carved and incised ebony, h. cm. 5. Condition: good (small repair to back). An interesting and rare netsuke (根附) in carved ebony depicting an animal seated on a near oval-shaped base. For the hooves, two horns and the thick beard, the animal certainly seems to be a goat. However, the length of the neck is rather unusual, in this example twisting left. There are other netsuke with this subject matter, some of which date back to the eighteenth century. The animal is usually described - at least since Henry L. Joly, author of the seminal “Legends in Japanese Art” of 1908 - as a “siniu”, identified as one of the first Chinese and then Japanese many mythological creatures. However, there are no 根附 in the ancient texts relating to it. Furthermore, the term “siniu” is ill-suited to the most common phonetic transcription in the Japanese language. For this reason, this subject still remains an enigma, although the most likely hypothesis is that it is a representation of some herbivorous mammal from Eastern Asia and that the term “siniu” is the result of an error of transliteration, but has now entered the technical vocabulary for netsuke.
Netsuke depicting Seiōbo Japan, 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 10,7. Signed “Masatomo” (正友). Condition: good. A large ivory netsuke (根付) depicting a lady holding a basket the detail of the decoration are rendered with subtle engravings and staining. The figure depicted is Seiōbo (西王母, in Chinese Xiwangmu), the “Queen Mother of the West”, a Daoist deity very popular in China and that had a certain popularity – above all for the iconography – also in Japan during the Edo period (1615-1868).
€ 450,00 / 500,00
€ 800,00 / 1.000,00
537 Netsuke con ammaestratore di scimmie 536 Netsuke con samurai
Giappone, periodo Edo (1615-1868), metà del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e parzialmente dipinto, diam. cm. 4,6. Firmato “Baihōsai” (貝宝斎) con sigillo “Naomitsu” (直光) sul retro. Stato di conservazione: buono. Interessante netsuke (根附) circolare di tipo manjū (饅頭) intaglio sulla superficie a vista in profondo bassorilievo con la figura di un samurai (侍) vestito di armatura. Nella mano destra tiene un pennello, mentre in quella sinistra ha un foglio di carta lungo e stretto (短冊, tanzaku). I dettagli della figura sono ravvivati da inchiostratura; la bocca è sottolineata da inchiostro rosso. Sul retro sono presenti solamente la firma e il sigillo dell’artista.
Giappone, seconda metà del XIX secolo Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 4,3. Stato di conservazione: buono.
Netsuke (根附) lavorato in avorio raffigurante un uomo stante con la gamba destra sollevata al ginocchio. Vestito di un ampio soprabito decorato a motivi geometrici, porta sul capo un fazzoletto annodato, mentre ai piedi calza i tradizionali geta. Con la mano destra tiene due lembi di un panno con il quale regge una scimmia vestita di casacca, tenuta su anche dalla mano sinistra dell’uomo. Il soggetto raffigurato in questo piacevole netsuke è quello dell’ammaestratore di scimmie (猿回し, sarumawashi). I giochi organizzati da questa figura con le sue scimmie ammaestrate erano molto popolari durante il periodo Edo. Gli spettacoli si svolgevano prevalentemente per strada, e molto successo ottenevano quelli presentati intorno alla festività del Capodanno.
Netsuke depicting a samurai Japan, Edo period (1615-1868), mid-19th century. Carved, incised and partly painted ivory, diam. cm. 4,6. Signed “Baihōsai” (貝宝斎) with “Naomitsu” seal (直光) on reverse. Condition: good. Interesting netsuke (根附) of the circular manjū type (饅頭) carved on the visible surfaces in deep low relief with a Samurai figure (侍) dressed in a suit of armour. In the right hand he holds a paint brush, whereas the left holds a long and narrow sheet of paper (短冊, tanzaku). The details of the figure are heightened by the tinting, the mouth for example being highlighted in red ink. The reverse bears the artist’s signature and seal, active in the mid-19th century and specialising in this type of netsuke.
Netsuke depicting monkey trainer Japan, second half of 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 4,3. Condition: good. Ivory netsuke (根附) depicting a man with the right leg raised at the knee. Clothed in an ample overcoat decorated with geometric motifs, he wears a tied handkerchief on his head whilst wearing the traditional geta on his feet. The figure holds two strips of cloth in his right hand which the monkey, dressed in a jacket, is supported by, helped by the man’s left hand. The subject depicted in this pleasing netsuke is a monkey trainer (猿回し, sarumawashi) and the games organised by this figure with his monkeys were very popular during the Edo period. The shows generally took place along the road and many around the time of the New Year festivities.
€ 800,00 / 1.000,00
€ 1.300,00 / 1.500,00 81
538 Netsuke con Oniyarai
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato e inciso con intarsi di madreperla e vetro colorato, h. cm. 6,2. Stato di conservazione: un piede incollato e caduta di alcuni intarsi. Raffigura un demone oni (鬼) colto nell’atto della corsa. Con entrambe le mani tiene stretto al capo e alle spalle un cappello di paglia per proteggersi dal lancio di fagioli da cui cerca di sfuggire. I due fori dell’himotōshi sul retro sono filettati da un bordino. Sul netsuke (根附) si inseriscono numerosi intarsi di madreperla e vetro di tipo Shibayama, disposti sia come indicazione di una decorazione sia in maniera più casuale, in particolare sul cappello di paglia. Questi ultimi, più piccoli e più scuri, rappresentano i fagioli secchi lanciati dal “cacciatore di diavoli” professionista (yaku harai) nella cerimonia dell’Oniyarai (鬼祓), l’esorcismo tradizionalmente praticato a Capodanno con il quale si mettevano fuori casa i demoni: oltre al lancio di fagioli secchi, si pronunciava la frase “Fuori i diavoli, dentro la fortuna!” (“Oniwa soto fukuwa uchi!”). Netsuke depicting Oniyarai Japan, second half of 19th century. Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved and incised ivory, with mother-of-pearl and coloured glass inlay, h. cm. 6,2. Condition: one foot has been glued and some loss to inlay. This example depicts a demon oni (鬼) caught in the act of the getaway. With both hands held tight to his head he hides behind a straw hat for protection from the throwing of beans, from which he tries to escape. There are two himotōshi holes on the reverse.There are numerous mother-of-pearl and Shibayama-type glass inlay on this netsuke (根附), either to suggest decoration or in a more casual manner, in particular, on the straw hat. Here, they are smaller and darker, to represent the dried beans that have been launched by the professional “devil hunter” (yaku harai) in the Oniyarai ceremony (鬼祓), exorcism traditionally practiced at the New Year so as to send any demons out the house. In addition to the throwing of dried beans, the phrase “the devils out, in the luck!” was pronounced (“Oniwa soto fukuwa uchi!”).
€ 1.000,00 / 1.500,00 82
539 Netsuke con oni che scolpisce una maschera Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, intarsi in corno, cm. 5,7. Firmato: “Gyokuzan” (玉山). Stato di conservazione: ottimo.
Spettacolare netsuke (根附) in avorio raffigurante un oni (鬼) intento a scolpire una gigantesca maschera del demone Hannya, uno dei più noti personaggi del repertorio del teatro Nō. Il diavoletto veste la classica casacca indossata da questi esseri del pantheon buddhista e popolare giapponese, impreziosita sul dorso di minuti intarsi di corno. Nei pressi della maschera si vedono due ciotole e forse una scopa, strumenti che utilizzerà per la sua opera. Questo Gyokuzan, artista attivo nel tardo XIX secolo, è stato un intagliatore proprio specializzato nella lavorazione di netsuke in avorio con soggetto di oni. Netsuke depicting oni carving a mask Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, horn inlay, cm. 5,7. Signed: “Gyokuzan” (玉山). Condition: very fine. A superb ivory netsuke (根附) depicting an oni (鬼) intent on carving a large mask of the demon Hannya, one of the most famous characters of the Nō. Theatre repertoire. The little devil is dressed in the characteristic worn by these beings of the Buddhist and popular Japanese pantheon, embellished on the back by minute horn inlay. Gyokuzan, artist active in the late 19th century, specialised in ivory netsuke that depicted oni.
€ 600,00 / 700,00
541 Netsuke con rospo
Giappone, seconda metà del XIX secolo. Legno di bosso intagliato e inciso, intarsi in corno, cm. 2,4. Firmato. Stato di conservazione: buono (manca un intarsio in corno). A netsuke depicting a frog Japan, second half of 19th century. Carved and incised boxwood, horn inlay, h. cm. 2,4. Signed. Condition: good (some loss to horn inlay).
€ 400,00 / 600,00
540 Netsuke con scheletro e oni Giappone, seconda metà del XIX secolo. Avorio marino intagliato e inciso, h. cm. 6. Stato di conservazione: buono.
Scultura in avorio raffigurante uno scheletro che con la mano sinistra mantiene una sorta di spada-bastone, mentre con la destra trattiene un demone oni (鬼) che trasporta sulle spalle. Mentre i demoni oni ne hanno fatto parte fin dal Settecento, gli scheletri entrano nel repertorio dei netsukeshi soprattutto verso la metà del XIX secolo. Fu allora che si cominciarono a produrre non solo netsuke ma anche piccole sculture (置物 , okimono) raffiguranti scheletri interi oppure solo crani. Si tratta di un oggetto divertente soprattutto per l’espressione da una parte stupita e preoccupata del demone, dall’altra arcigna e severa dello scheletro. Netsuke depicting skeleton and oni Japan, second half of 19th century. Carved and incised marine ivory, h. cm. 6. Condition: good. Ivory sculpture depicting a skeleton holding a sort of sword-stick in his left hand, whilst his right holds a demon oni (鬼) that is on his shoulders. Whilst demon oni have been part of the netsuke repertory since the eighteenth century, the skeletons entered towards the mid-19th century. It was then that not only netsuke were produced but also small sculptures (置物, okimono) depicting skeletons or just skulls.This example is an amusing object, particularly for the two expressions, on the one hand the demon is amazed and worried and the other shows a sullen and severe skeleton.
€ 400,00 / 600,00
542 Netsuke con i Sette Saggi del Boschetto di Bambù Giappone, Scuola di Edo-Tokyo, seconda metà del XIX secolo. Legno di bosso intagliato e inciso, h. cm. 2,8. Firmato “Issai”. Stato di conservazione: buono.
Netsuke depicting the Seven Sages of the Bamboo Grove Japan, Edo-Tokyo School, second half of 19th century. Carved and incised boxwood, h. cm. 2,4. Signed: “Issai”. Condition: good.
€ 350,00 / 400,00 83
544 Tre netsuke
Giappone, XIX secolo. Legno intagliato dipinto e osso, h. cm. 3,2; 4; 7,5. Stato di conservazione: buono.
543 Netsuke con karasu-tengu che esce dall’uovo
Gruppo di tre netsuke: uno in legno intagliato e dipinto raffigurante uno sbadigliatore, firmato; uno in legno intagliato e inciso raffigurante Fukurokuju; uno in osso con figura stante.
Netsuke depicting a karasu-tengu emerging from its egg Japan, 19th century. Carved bone, h. cm. 3. Condition: good.
Three Netsuke Japan, 19th century. Carved and painted wood, bone, h. cm. 3,2; 4; 7,5. Condition: good. A group of three netsuke: one carved and painted wood portraying a yawning figure, signed; another in carved and incised wood depicting Fukurokuju, and the other bone netsuke representing a standing figure.
€ 150,00 / 200,00
€ 500,00 / 600,00
Giappone, XIX secolo. Osso intagliato, h. cm. 3. Stato di conservazione: buono.
545 Due netsuke
Giappone, XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato con intarsi in corno, legno di bosso. h. cm. 2,7 e 3,7. Firmati, quello in avorio “Masatsugu” (正次). Stato di conservazione: buono. Due netsuke (根附): uno in avorio raffigurante un bambino cinese (唐 子, karako) mentre tenta di fuoriuscire da una conchiglia, con intarsi in corno per le ciocche, firmato Masatsugu; l’altro in legno raffigurante una donna inginocchiata che realizza un ventaglio. Two netsuke Japan, 19th century. Carved, incised and stained ivory, with horn inlay, boxwood. h. cm. 2,7 e 3,7. Signed: the ivory netsuke “Masatsugu” (正次). Condition: good. Two netsuke (根附): one in ivory depicting a young Chinese boy (唐子, karako) with shell heightened by horn inlay work for the locks of hair, signed Masatsugu; the other wooden netsuke depicts a kneeling woman making a fan.
€ 600,00 / 700,00 84
546 Astuccio per pipa
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato con ojime in agata, cm. 20. Firmato Hokusai (北斎). Stato di conservazione: ottimo. Astuccio per pipa (kiseruzutsu) in avorio, intagliato sull’esterno a simulare una foglia di fiore di loto. A pipe case Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved ivory with agate ojime, cm. 20. Condition: very fine. Signed: Hokusai (北斎). An ivory case (kiseruzutsu), carved on the outside to suggest lotus flowers and leaves.
€ 200,00 / 300,00 85
86
Okimono 置物
金工
87
547 Il Buddha Amida
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 4,5. Firma illeggibile sotto la base, entro cartiglio quadrato in lacca rossa. Stato di conservazione: ottimo. Questa piccola scultura raffigura il Buddha Amida (阿弥陀, in sanscrito Amitābha) seduto nella posizione del loto (padmāsana) con le mani nel gesto della meditazione (dhyānamudra); veste solo di un’ampia tunica che avvolge praticamente tutto il corpo, lasciando in vista solo parte del petto. Questo okimono (置物) raffigura abbastanza fedelmente una delle icone religiose e artistiche più venerate e note del Giappone, ovvero il Grande Buddha di Kamakura, l’icona principale del tempio Kōtoku-in (高徳院). The Buddha Amida Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 4,5. Indecipherable signature under base, in red lacquer set within square cartouche Condition: very fine. This small sculpture depicts Buddha Amida (阿弥陀, in Sanskrit Amitābha) seated in the lotus position (padmāsana) with the hands in meditation (dhyānamudra); he is dressed in an ample tunic that covers almost all the body, leaving in sight just the chest. This okimono (置物) depicts faithfully one of the most venerated religious and artistic Japanese icons: the Great Buddha of Kamakura, the main icon of the Kōtoku-in (高徳院) shrine.
€ 500,00 / 600,00
548 I Sette Dei della Felicità
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, cm. 5,5 x 13,8 x 4. Firmato “Gyokushin” (玉新 ). Stato di conservazione: ottimo. Okimono (置物). La composizione raffigura la “Nave dei Tesori” (宝船, Takarabune) con a bordo i Sette Dei della Felicità (七福神, Shichifukujin), un gruppo di divinità di provenienza eterogenea molto popolare e amato in Giappone. Il gruppo si compone di Bishamonten, Ebisu, Daikoku, Benten, Hotei, Jurōjin e Fukurokuju. A loro i fedeli si rivolgevano per chiedere favori di ordine pratico, come la salute, la ricchezza e l’amore. Spesso sono raffigurati a bordo di un’imbarcazione che, secondo la tradizione, approderebbe sulle coste giapponesi con i suoi celesti passeggeri la mattina del Capodanno. The Six Gods of Happiness Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, cm. 5,5 x 13,8 x 4. Signed “Gyokushin” (玉新 ). Condition: very fine. Okimono (置物).The composition depicts the “Treasure boat” (宝船,Takarabune) with the Seven Gods of happiness on board (七福神, Shichifukujin), a group of deities who were much loved in Japan. The group is made up of Bishamonten, Ebisu, Daikoku, Benten, Hotei, Jurōjin and Fukurokuju and their faithful subjects turn to them for favours of a practical nature such as for health, wealth and love. They are often depicted on a boat that, according to tradition, docked on the Japanese coastline with the celestial passengers aboard on the morning of the New Year.
€ 600,00 / 700,00 88
549 Hotei
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato e inciso, h. cm. 12. Firmato “Shōkō” (勝光). Stato di conservazione: rottura e piccola mancanza sulla mano destra e sul retro. Raffinato okimono (置物) in avorio lavorato in più pezzi, raffigurante Hotei stante, vestito di ampia tonaca aperta sul davanti a mostra petto massiccio e ventre prominente. Con il braccio sinistro regge una bastone ad un’estremità del quale si annoda un grande sacco di iuta, all’esterno del quale sta legato un ventaglio rigido (uchiwa). Hotei (布袋, in cinese Budai, letteralmente “sacco di lino”) è stato un monaco buddhista eccentrico vissuto in Cina tra il IX e il X secolo. Per la sua condotta in vita fu considerato incarnazione del Buddha del futuro Maitreya (弥勒, in giapponese Miroku). Divenne simbolo di distacco dai beni terreni, amato dal popolo per la sua serenità. In Giappone, durante il periodo Edo (1615-1868), entrò a far parte del gruppo di divinità popolari dei Sette Dei della Fortuna (七福神, Shichifukujin). Hotei Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved and incised ivory, h. cm. 12. Signed “Shōkō” (勝光). Condition: good (crack and small loss to right hand and on reverse). A refined ivory okimono (置物) made from various pieces, depicting Hotei standing, dressed in a robe open at the front to reveal his massive chest and prominent abdomen. With his left arm holding a stick at one end of which is tied a large sack to which a fan is tied on the outside (uchiwa). Hotei (布袋, Budai in Chinese, literally “linen bag”) was a Buddhist eccentric monk who lived in China between the 9th and 10th centuries. For his behaviour during his lifetime, he was considered the incarnation of the Buddha of the future, Maitreya (弥勒, Miroku in Japanese). He became a symbol of the separation from earthly goods and was loved by the people for his serenity. During the Edo period (1615-1868), in Japan he became part of the group of popular deities knows as the Seven Gods of Fortune (七福神, Shichifukujin).
€ 500,00 / 1.000,00 89
550 Bambino musicista
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno intagliato, parzialmente dorato e intarsiato di madreperla, avorio intagliato e inciso, h. cm. 21. Firmato Miyabi (宮尾) su cartiglio rettangolare sul retro. Stato di conservazione: buono (caduta di alcuni intarsi di madreperla). Elegante okimono (置物) raffigurante un adolescente nell’atto di suonare un tamburo. La scultura posa su base in legno a sezione rettangolare sostenuta da quattro piedini e ornata sui quattro lati da un decoro fitomorfo in oro a leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e). Il corpo del bambino, colto in un leggero movimento di danza, è in legno, arricchito di intarsi di madreperla ( 青貝, aogai) a forma di corolla. Mani, piedi, tamburo, bacchetta, fascette della cintura, e capo con cappello sono in avorio lavorato finemente a incisione. Si tratta di un bell’esemplare di okimono destinato al mercato occidentale, grazioso per il soggetto e raffinato per la complessità dei dettagli. A young musician boy Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved wood, partially gilded and with mother-of-pearl inserts, carved and incised ivory, h. cm. 21. Signed “Miyabi” (宮尾). Condition: good (loss to some mother-of-pearl inserts). An elegant okimono (置物) depicting an adolescent in the act of playing a drum.The sculpture rests on a wooden base of rectangular section raised on four feet and heightened on all four sides with gold phytomorphic patterns in low relief (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e).The boy’s wooden corolla-shaped body caught in the pose of dancing is embellished with mother-of-pearly inlay (青貝, aogai). Hands, feet, drum and drum sticks, belt loops and the figure’s head with hat are all made from finely engraved ivory. This is a fine example of an okimono made for the western market, with a pleasing subject matter that is refined in the complexity of the detail.
€ 2.000,00 / 3.000,00 90
551 Airone
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato e inciso, metallo e base in legno, h. cm. 23. Firmato “Kōichi” (光一 ). Stato di conservazione: un restauro sul dorso, piccole lacune. Avvincente scultura in avorio raffigurante un airone (sagi). Le due lunghe zampe sono in metallo, e la base in legno intagliato. Questo okimono (置物) rappresenta al meglio le qualità dei manufatti in avorio realizzati in Giappone nel periodo Meiji e destinati all’esportazione verso l’Europa e gli stati uniti. L’airone è stato un soggetto più volte utilizzato per questo genere di scultura: vedi ad esempio l’esemplare nella collezione Kanter (L. Bordignon, “The Golden Age of Japanese Okimono”, Woodbridge 2010, pp. 92-93). A heron Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved and incised ivory, metal, wooden base, h. cm. 23. Signed “Kōichi” (光一 ). Condition: good (repair on back, small lacunas). A wonderful ivory sculpture depicting a heron (sagi) with two long legs are metal resting on a carved wooden base. This okimono (置物) represents the finest of quality of ivory production in Japan during the Meiji period that was destined for the exportation market in Europe and the United States.The heron is one most popular subject used for this type of sculpture, see the example in the Kanter Collection (L. Bordignon, “The Golden Age of Japanese Okimono”,Woodbridge 2010, pp. 92-93).
€ 6.000,00 / 7.000,00 91
552 Fruttivendolo
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 28. Firmato “Tamayuki” (玉之); sul retro iscrizione (火之思). Stato di conservazione: buono. La statuetta (置物, okimono) raffigura in maniera alquanto realistica un fruttivendolo: nella mano sinistra tiene un cesto in paglia con alcuni rami fioriti, mentre con la destra tiene alla corda un cesto più grande dal quale spuntano rape daikon (大根). Si tratta di un tipico prodotto destinato all’esportazione verso l’Occidente, di pregio per i dettagli incisi e inchiostrati, a realizzare un’opera di estremo realismo. A fruit and vegetable seller Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 28. Signed “Tamayuki” (玉之); inscription on reverse “火之思”. Condition: good. This realistic statuette (置物, okimono) depicts a fruit seller: the left hand holds a basket with some flowering branches whilst with the right holds a larger basket from which daikon (大根) protrude. It is a typical object made for exportation towards the West, important for the engraved and stained detail and of extreme realism.
€ 1.500,00 / 2.000,00 92
553 Kannon
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 26,5. Firmato “Ryū” (龍 ) con sigillo. Stato di conservazione: buono. Okimono (置物) intagliato in un unico pezzo d’avorio raffigurante il bodhisattva Kannon (観音). Riccamente ingioiellata, tiene nella mano detra uno scacciamosche e in quella sinistra l’anfora kundika, nella quale si crede conservi l’elisir di lunga vita. Sul capo, nel mezzo, è ben visibile la figura del Buddha Amida (阿弥陀), di cui Kannon è emanazione. Intagliato in maniera raffinata, presente una certa ricercatezza di dettagli e una bella patina gelatinosa. A figure of Kannon Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 26,5. Signed “Ryū” (龍 ) with seal. Condition: good. An okimono carved from a single piece of ivory depicting the bodhisattva Kannon (観音). Richly bejewelled, she holds a fly swatter in her right hand and a kundika amphora in the left, in which it is believed she conserved the elixir of longevity. The figure of Buddha Amida (阿弥陀) is visible in the centre of her head from whom Kannon is an emanation. A finely caved piece with richness of detail and fine gelatinous patina.
€ 1.000,00 / 1.500,00 93
554 Beltà femminile
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), inizio del XX secolo. Avorio intagliato, inciso, inchiostrato e dipinto, h. cm. 35 (con base in legno intagliato). Firmato su cartiglio inserito sotto la base. Stato di conservazione: ottimo. Grande okimono (置物) in avorio intagaliato, inciso e inchiostrato raffigurante una beltà femminile (美人, bijin) stante, con il capo decisamente rivolto verso sinistra. Tiene nella mano destra un libro aperto, mentre con quella sinistra sorregge il manico di uno shamisen (三味線). Di bella fattura e soggetto ammiccante, questa scultura è esemplare di una produzione giapponese in avorio destinata al mercato occidentale. “A beautiful woman” Japan, Meiji period (1868-1912), early 20th century. Carved, incised, stained and painted ivory, carved wood base, h. cm. 35. Signed on cartouche inserted under the base. Condition: very fine. A finely carved, incised and stained ivory okimono (置物), depicting a beautiful standing woman (美人, bijin), decisively turning her head to the left. She holds an open book in her right hand while in her left she holds the handle of a shamisen (三味線). Well-made and this sculpture is exemplary of Japanese ivory production destined for the Western market.
€ 2.800,00 / 3.000,00 94
555 Due uomini che spingono un carro trainato da un cavallo Giappone, fine del XIX – inizio del XX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, base in legno, cm. 10,5 x 30,5 x 8. Firmato. Stato di conservazione: buono.
Okimono (置物) in avorio, raffigurante una complessa scena di lavoro nei campi. Esemplare di produzione eburnea destinata all’esportazione. Two men pushing a cart pulled by a horse Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th - early 20th century. Carved, incised and stained ivory, wooden base, cm. 10,5 x 30,5 x 8. Signed. Condition: good. An ivory okimono (置物) depicting a complex scene of workers in the fields. Exemplary of ivory production destined for exportation.
€ 200,00 / 300,00
556 Uomo e due bambini
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, h. cm. 12. Firmato. Stato di conservazione: lievi danni. Raffinato okimono (置物) in avorio con una composizione organizzata su una base ovale: vi si posizionano un uomo che tiene sulle spalle una fascina di legna, accompagnato da due bambini, uno dei quali piegato a raccogliere un kaki da un cesto a terra. Tipico lavoro in avorio esplicitamente destinato al mercato dell’eportazione. A male figure with two young boys Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, h. cm. 12. Signed. Condition: good (minor damage). A refined ivory okimono (置物) with the figural composition organised over an oval base, the man holding a bundle of wood is accompanied by two boys, one of whom is bent over to pick up a kaki fruit from a basket on the ground. A characteristic ivory group specifically made for the exportation market.
€ 800,00 / 1.000,00 95
557 Pescivendolo e bambino
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio intagliato, inciso e inchiostrato, inserto in vetro, h. cm. 18,7. Firmato. Stato di conservazione: buono (rotture minime). Grazioso okimono (置物) in avorio raffigurante un uomo che tiene nella cesta un bambino. La figura ha la gamba sinistra sollevata per sfuggire al morso di un granchio, evidentemente scappato dalla grande cesta colma di pesci posata sulla piattaforma che serve da base per tutta lacomposizione. Bel lavoro di epoca Meiji destinato all’esportazione verso l’Europa e gli Stati Uniti. A figure of a fish seller with young boy Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Carved, incised and stained ivory, glass inserts, h. cm. 18,7. Signed. Condition: good (minor breaks). A pleasing ivory okimono (置物) portraying a man holding a young boy in a basket. The figure has his left leg raised to avoid being bitten by a crab, which evidently escaped from the basket full of fish. He is supported in part by the basket that serves as a base for the whole composition. A fine Meiji period piece destined for exportation to Europe or the United States.
€ 500,00 / 600,00
558 Bottiglietta
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Avorio, argento, intarsi di madreperla e smalti colorati, h. cm. 14,7. Firmato “Masayuki” (正之). Stato di conservazione: buono (alcune cadute di intarsi). Deliziosa bottiglietta a sezione circolare. Ha corpo in avorio, base, piede, spalla e collo in argento. Le due sezioni metalliche hanno contorni sagomati in eleganti ogive; sulla superificie si dispongono cloisons in argento che accolgono colate di smalto vetroso dai toni iridescenti; sul corpo in avorio, dall’alto, ricadono rigogliosi tralci fioriti abitati da un uccellino e da una farfalla: tutti gli elementi della composizione sono a minuto intarsio di madreperla (青貝, aogai). La stile e la tecnica usati per questa bottiglietta sono noti come Shibayama, dal nome di una cittadina nella quale erano attivi alcuni artigiani specializzati nell’intarsio di materiali vari a scopo decorativo. I rappresentanti di questa scuola – fondata da Ōnogi Senzō verso il 1780 - attivi nel periodo Meiji riuscirono a presentare i loro lavori nelle Esposizioni Universali, ottenendo un grande successo di vendite e di critica. A small bottle Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Ivory, silver, mother-of-pearl and coloured enamel inlay, h. cm. 14,7. Signed “Masayuki” (正之). Condition: good (some loss to inlay). A delightful bottle of circular section, featuring an ivory body, with silver base, feett, shoulder and neck.The two metal sections have shaped contours in elegant ogive forms, the surfaces present silver cloison detail with iridescent tones of the enamel and the ivory body presents blooming flowering branches inhabited by a bird and a butterfly; all elements of the composition are in minute inlaid mother-of-pearl (青貝, aogai). The style and technique used for this small bottle are known as Shibayama, named after a town in which some craftsmen were active who were specialised in the inlay of various materials for decorative purposes.The representatives of this school - founded by Ōnogi Senzō around 1780 - active in the Meiji period presented their work at the Universal Exhibitions, obtaining both great commercial success and critical acclaim.
€ 900,00 / 1.000,00 96
559 Coppia di vasi
Giappone, periodo Meiji (1868-1912). Avorio intagliato e inciso, base in legno parzialmente dorato, interno in metallo, h. cm. 32. Firmato “(?) Mitsuyuki” (?光之) a incisione su cartiglio rettangolare su uno dei vasi. Stato di conservazione: buono (crepe naturali dell’avorio). Esuberante e ben lavorata coppia di vasi, ognuno dei quali ricavato da un’unica sezione di zanna di elefante. Posanti su base ovaleggiante in legno lavorata in maki-e (蒔絵) con sottile arabesco, i due vasi sono dotati di rivestimento interno in metallo. Sull’esterno, si svolge una ricca decorazione in accentuato rilievo con numerosi personaggi maschili e femminili intenti in varie attività; le scene sono ambientate in scorci di paesaggi, con alberi, padiglioni e ponti. A pair of vases Japan, Meiji period (1868-1912). Carved and incised ivory, partially gilt wood base, metal interior, h. cm. 32. Signed: “(?) Mitsuyuki” (?光之). Condition: good (natural ivory cracks). An exuberant and finely worked pair of vases each carved from a single section of elephant tusk resting on oval-shaped wooden bases, worked in maki- e (蒔絵) with subtle arabesque motifs, the two vases are coated in metal inside. The exterior presents a rich decoration in accentuated relief with numerous male and female figures intent in a variety of activities; the scenes are set within landscapes with trees, pavilions and bridges.
€ 3.000,00 / 5.000,00 97
560 Grande piatto
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato con intarsi di avorio e di madreperla, diam. cm. 46. Stato di conservazione: discreto (lievi danni). Grande piatto circolare in legno posante su base ad anello e con parete curva. Laccato di nero sul fondo e di rosso sull’interno della parete, sulla quale si dispone un leggero florilegio dipinto, mostra sul fondo una bella composizione con un’aquila (鷲, washi) posata sul ramo di un albero di pruno (梅, ume) in fiore che aguzza la vista nella direzione di due piccoli uccellini in volo. Esuberante e ben lavorata coppia di vasi, ognuno dei quali ricavato da un’unica sezione di zanna di elefante. Posanti su base ovaleggiante in legno lavorata in maki-e (蒔絵) con sottile arabesco, i due vasi sono dotati di rivestimento interno in metallo. Sull’esterno, si svolge una ricca decorazione in accentuato rilievo con numerosi personaggi maschili e femminili intenti in varie attività; le scene sono ambientate in scorci di paesaggi, con alberi, padiglioni e ponti. A large dish Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered wood with ivory and mother-of-pearl inlay, diam. cm. 46. Condition: fair (minor damage). A large circular wooden dish resting on an ring base, with curved sides. Black lacquer ground with red interior walls presenting light floral motifs; finely decorated with an eagle (鷲, washi) perched on a plum tree (梅, ume) branch in blossom looking keenly towards two small birds in flight.
€ 350,00 / 400,00 98
561 Coppia di pannnelli
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato, intarsiato in avorio, cm. 76 x 44. Stato di conservazione: buono (consunzione). Coppia di interessanti pannelli di tipo ‘Shibayama’, probabilmente un tempo parte di un arredo. Hanno entrambi sulla superficie a vista una decorazione realizzata in lacca a rilievo (高蒔絵, takamaki-e) parzialmente dorata con diffusi inserti di avorio. Uno raffigura un uomo anziano con bastone all’ombra di rami di susino (梅, ume), l’altro un uomo che tiene in mano un vaso con una pianta, probabilmente un giardiniere. A pair of panels Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood, glass inlay, cm. 76 x 44. Condition: minor wear. An interesting pair of ‘Shibayam’ type panels probably made to form part of a piece of furniture. They are both decorated with partially gilt lacquer in relief (高蒔絵, takamaki-e) with many ivory inserts. One portrays an elderly made with stick in the shade of plum branches (梅, ume), in the other a man holds a plant pot, and is probably a gardener.
€ 1.000,00 / 1.500,00 99
562 Pannello
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), fine del XIX secolo. Legno laccato e dorato con intarsi di avorio e madreperla, con cornice in legno rivestito di tessuto, cm. 61 x 51. Stato di conservazione: buono. Il pannello in legno ospita una bella decorazione condotta in lacca a rilievo ( 高蒔絵, takamaki-e) parzialmente dorata, con dettagli a leggeri fili dorati (付 画, tsukegaki ), con l’aggiunta equilibrata di inserti di avorio e di madreperla ( 青貝, aogai). La scena mostra due vigorosi samurai (侍) che si affrontano in un’ambientazione di paesaggio. Si tratta di un manufatto di altissima qualità decorativa e perfezione tecnica nella realizzazione, di una tipologia che ottenne molto successo in Europa e negli Stati Uniti sul finire dell’Ottocento. A panel Japan, Meiji period (1868-1912), late 19th century. Lacquered and gilt wood with ivory and mother-of-pearl inlays, fabric-covered wood frame, cm. 61 x 51. Condition: good. The wooden panel houses a fine lacquer and partially gilt relief decoration (高蒔絵, takamaki-e) with gilt thread detail (付画, tsukegaki) and the addition of ivory and mother-of-pearl inserts.The scene depicts two vigorous samurai affronting each other in a landscape setting. It is of extremely high decorative quality and with a perfect technique in the realisation of a typology that was very successful in Europe and the United States towards the end of the 19th century.
€ 3.500,00 / 4.000,00 100
563 Amida
Giappone, periodo Edo (1615-1868). Legno intagliato e dorato, intarsi in vetro, h. cm. 58. Stato di conservazione: discreto (consunzione, distacco di alcune foglie del basamento, lievi danni). Suggestiva scultura in leggerissimo legno di cipresso giapponese (桧, hinoki) raffigurante il Buddha Amida (阿彌陀, in sanscrito Amitābha), stante su un piedistallo a forma di fiore di loto, protetto alle spalle da un’adeguata aureola a mandorla lavorata a giorno con un ricamo sinuoso. La divinità ha le mani nei gesti del benvenuto al fedele nel paradiso della Terra Pura (浄土, Jōdo), e in particolare nei mudra noti in giapponese col termine Gebon Jōshō (下品 上生). Di grande suggestione l’espressione ieratica e serena del volto tondo, con gli occhi socchiusi, le morbide labbra che appena si toccano e i lobi delle orecchie allungate. Si tratta di un’opera che ha occupato un posto in un tempio buddhista: la patina che la riveste è senza dubbio frutto di una prolungata esposizione ai fumi delle candele devozionali. Stilisticamente mostra una certa analogia con le opere di epoca Heian (794-1185), durante la quale si produsse alcuni dei maggiori capolavori della stuatuaria giapponese di ambito buddhista. A figure of Amida Japan, Edo period (1615-1868). Carved giltwood, glass inlay, h. cm. 58. Condition: fair (use, some leaves on the base have become detached, minor damage). An evocative sculpture in very light Japanese cypress wood (桧, hinoki) depicting the Buddha Amida (桧in Sanskrit Amitābha) standing on lotus flower-shaped pedestal, protected behind an openwork decorated mandorla. The deity has his hands in a welcoming gesture to the faithful into the paradise of the Pure Land (浄土, Jōdo), and in particular into the mudra known in Japanese as Gebon Jōshō (下品上生).With an evocative, serious yet serene expression on his roundish face, he has his eyes half closed, the soft lips barely touch and he has elongated earlobes. It would have been situated in a Buddhist temple: the patina that covers it is undoubtedly the result of prolonged exposure to devotional candle smoke. Stylistically, it shows a certain analogy with the works of the Heian period (794-1185), during which some of the greatest masterpieces of Japanese statuary in a Buddhist context were produced.
€ 4.000,00 / 6.000,00 101
102
Tessuti
Fabrics 織物 金工
103
564 Kesa
Giappone, periodo Showa (19261989), metà del XX secolo. Garza con ricami in parte dorati, cm. 110 x 192. Stato di conservazione: ottimo. A kesa Japan, Showa period (1926-1989), mid-20th century. Embroidered gauze with gilt areas, cm. 110 x 192. Condition: very fine.
€ 300,00 / 500,00
565 Kesa
Giappone, inizio del XX secolo. Seta dipinta a inchiostro e colori, anello in avorio, cm. 109 x 220,5. Firmata “Shōsen” con sigillo in basso a destra. Stato di conservazione: buono. Particolare e rara kesa (袈裟, mantello indossato dai preti buddhisti) in seta di color avorio dipinta a inchiostro e colori con una scena raffigurante il gruppo dei Sedici Rakan, seduti e abbigliati secondo la loro consuetudine, ognuno dei quali in compagnia dei suoi soliti attributi. I rakan (羅漢, in sanscrito arhat e in cinese lohan) sono personaggi sacri del Buddhismo che, pur avendo raggiunto l’Illuminazione, hanno rinunciato al Nirvana per continuare il ciclo delle rinascite per sperimentare gli insegnamenti del Buddha. Molto venerati in tutta l’Asia, i rakan sono stati un soggetto prediletto dagli artisti di ambito buddhista perché, con i loro corpi emaciati e i volti scarni e espressivi, offrivano numerose e variegate soluzioni artistiche. E’ interessante notare che l’autore di questo dipinto su tessuto abbia proprio scelto il soggetto dei rakan per un manufatto esplicitamente riservato al clero buddhista, di una tipologia che gli stessi rakan solitamente indossavano. A kesa Japan, early 20th century. Ink-painted silk with colours, ivory ring, cm. 109 x 220,5. Signed “Shōsen” with seal in lower right. Condition: good. A particular and rare ivory silk kesa (袈裟, cloak worn by Buddhist priests) painted in ink and colours depicting a scene of the group of Sixteen Rakan, seated and robed according to their customs. The rakan (羅漢 in Sanskrit arhat and in Chinese lohan) are sacred figures of Buddhism who, whilst having attained enlightenment, have renounced Nirvana to continue the cycle of rebirth to experience the in the Buddhist context because, with their emaciated bodies and thin and expressive faces, they offer many varied artistic solutions.
€ 1.500,00 / 2.000,00 104
566 Kesa
Giappone, metà del XIX secolo. Seta broccata in oro, cm. 113,5 x 194,5. Stato di conservazione: buono. Attraente kesa (袈裟, mantello indossato dai monaci buddhisti) in seta di colore rosso broccata in oro cartaceo per la resa di un pattern di crisantemi (菊, kiku). I sei riquadri sono invece di color avorio, broccati anch’essi con splendido oro cartaceo a formare un motivo di fiori di peonia (牡丹, botan). Ha fodera di colore viola-murasaki (紫). A kesa Japan, mid-19th century. Gold-embroidered silk, cm. 113,5 x 194,5. Condition: good. An attractive kesa (袈裟, robe worn by Buddhist monks) in red silk with gold brocade heightened by chrysanthemums (菊, kiku). The six inserts are of an ivory colour with splendid gold brocade forming peony flower motifs (牡丹, botan).The lining is of a violet- -murasaki colour (紫).
€ 1.200,00 / 1.300,00 105
567 Yokogesa
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XIX secolo. Seta operata, cm. 55 x 140. Stato di conservazione: discreto. Interessante e attraente yokogesa (横糸袈裟) in seta di colore marrone chiaro decorata a ricamo con una serie di medaglioni circolari con tre foglie stilizzate all’interno, disposti su sei file orizzontali parallele. La fodera è anch’essa in seta, di color indaco. La yokogesa è una variante del mantello buddhista (袈裟, kesa) che si caratterizza per minore grandezza e forma diversa.Veniva usata dai preti indossandola intorno al busto, facendo passare la bretella (presente anche in questo esemplare) al di sopra della spalla sinistra. Il motivo circolare che orna questo bell’esemplare di tessuto con funzione liturgica è in realtà l’emblema araldico (葵紋, aoi-mon) della famiglia Tokugawa, alla quale appartennero tutti gli shōgun che governarono il Giappone durante il periodo Edo. Va comunque ricordato che i rami collaterali dei Tokugawa erano numerosi, e in molti utilizzavano lo stesso stemma, sebbene alcuni con varianti nelle nervature delle foglie all’interno del cerchio. A yokogesa Japan, Edo period (1615-1868), 19th century. Figured silk, cm. 55 x 140. Condition: fair. An interesting and attractive yokogesa (横糸袈裟) in light brown silk embroidered with three stylized leaves set within a series of circular medallions, arranged in six horizontal parallel rows.The lining is in indigo-coloured silk. The yokogesa is a variant of the Buddhist robe (袈裟, kesa) and is characterised by its smaller size and different shape. It was worn by the priests around the upper body, by passing the strap (also present in this example) above the left shoulder. The circular pattern that decorates this fine example has liturgical functions and is actually the heraldic emblem (袈裟, aoi-mon) of the Tokugawa family, to which all the shōgun who ruled Japan during the Edo period belonged. However, it should be remembered that the collateral branches of the Tokugawa were numerous, and many of them used the same coat-of-arms, although with variations to the veining of the leaves set within the circle.
€ 1.200,00 / 1.300,00 106
568 Kesa
Giappone, periodo Edo (1615-1868), fine del XVIII secolo. Seta con ricami in parte dorati, cm. 104 x 191. Stato di conservazione: ottimo. Splendida e importante kesa (袈裟, mantello indossato dai monaci buddhisti) in seta di colore verde broccata per la resa di un complesso pattern di leoni buddhisti (獅子, shishi) e uccelli tra nuvole e motivi floreali. I ritagli – che come è noto fanno riferimento alla disposizione delle divinità in un mandala buddhista – sono in seta di color ocra, broccati a fili d’oro cartaceo a formare un motivo di tralci di crisantemi (菊, kiku). In un angolo della fodera verde è presente un’etichetta sulla quale si legge testualmente: “Arisugawa nishiki Brocade Specially name of loyal family. Produced at prince arisugawa his own factly in nishijin Kyoto. Design Fieenix and Lion. Specially Buddhist motive”. A kesa Japan, Edo period (1615-1868), late 18th century. Embroidered silk, in part gilded, cm. 104 x 191. Condition: very fine. A splendid green silk brocade kesa (袈裟, the robe worn by Buddhist monks) important for the rendering of a complex pattern of Buddhist lions (獅子, shishi) set between birds, clouds and floral motifs.The pieces of fabric are ochre-coloured silk, with gold brocade forming chrysanthemum motifs (菊, kiku). In a corner of the green lining there is a label with the wording: “Arisugawa nishiki Brocade Specially name of loyal family. Produced at prince arisugawa his own factly in nishijin Kyoto. Design Fieenix and Lion. Specially Buddhist motive.”
€ 3.000,00 / 5.000,00 107
569 Ricamo con tre figure di cinesi
Giappone, seconda metà del XIX secolo. Seta con ricamo, cornice in legno dipinto e dorato, vetro protettivo, cm. 161 x 104,5. Stato di conservazione: minimi danni. Splendido ricamo giapponese raffigurante tre saggi cinesi in una composizione a piramide: il personaggio al centro tiene tra le mani un bel ventaglio decorato con un fusto di bambù (竹, take) tra le mani. Ai piedi delle figure si vedono rocce e fiori, soprattutto crisantemi (菊, kiku), mentre in alto si stagliano nuvole, fusti di bambù e uccelli, tra cui due fagiani (雉, kiji). L’arte del ricamo Shishū (刺繍) ha in Giappone una lunga e gloriosa storia che si può far risalire per lo meno al periodo Heian (794-1185). Durante iul periodo Meiji (1868-1912) essa ottenne un grande successo anche in Europa e negli Stati Uniti, così che molti esemplari ne furono importati. E’ probabile che questa sia stata anche la sorte di questo spettacolare ricamo, notevole per dimensioni, finezza di elaborazione e eleganza di composizione. Embroidery depicting three Chinese figures Japan, second half of 19th century. Embroidered silk, painted and giltwood frame, protective glass, cm. 161 x 104,5. Condition: minimal damage. Fine Japanese embroidery depicting three Chinese sages in a pyramidal composition, the character in the centre holds a beautiful fan decorated with a bamboo stem (竹, take) in his hands. At the base of the figures there are rocks and flowers, in particular chrysanthemums (菊, kiku), whilst in the upper part high clouds together with bamboo stems and birds, including two pheasants (雉, kiji) decorated the scene. The art of embroidery (刺繍, shishū) in Japan has a long and glorious history that can be traced back to the Heian period (794-1185). During the Meiji period (1868-1912) it had a lot of success in Europe and the United States, so that many examples they were imported. It is probably that this was also was the case for this spectacular piece of embroidery, noteworthy for its large size, finesse of detail and elegance of composition.
€ 2.000,00 / 3.000,00 108
109
110
Ukiyo-e 浮世絵 金工
111
570 Anonimo
“Parinirvana” Giappone, periodo Edo (1615-1868). Stampa a solo inchiostro nero (sumizuri-e) di formato lungo e stretto (ōsoban), cm. 34,8 x 17,1. Stato di conservazione: discreto. Anonymous “Parinirvana” Japan, Edo period(1615-1868). Black ink print (sumizuri-e) of long narrow format (ōsoban), cm. 34,8 x 17,1. Condition: fair.
€ 500,00 / 600,00
571 Utagawa Kunimaru (1794-1829)
“Veduta prospettica”, 1811 circa. Dalla serie “Nuova edizione di immagini in prospettiva” (Shinpan uki-e, 新版浮絵 ). Firmata “Utagawa Kunimaru ga” (“Utagawa Kunimaru dipinse”). Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande (ōban), cm. 23,8 x 36,3. Stato di conservazione: discreto (controfondata, colori leggermente sbiaditi). Utagawa Kunimaru (1794-1829) “Perspective view”, circa 1811. From the series “New Edition of Images in Perspective” (“Shinpan uki-e”, 新版浮絵 ). Signed “Utagawa Kunimaru ga” (“Utagawa Kunimaru painted”). Polychrome print (nishiki-e) in large format (ōban). Condition: fair (mounted, colours slightly faded).
€ 700,00 / 800,00 112
572 Katsukawa Shunchō (attribuite), attivo 1780-1800 circa
“Scene di amplesso”, 1790 circa. Due xilografie policrome (benigirai-e), cm. 20,5 x 29,7 (cm. 40,4 x 49,8, con cornice in legno dorato e vetro protettivo). Stato di conservazione: discreto (colori leggermente sbiaditi e piega nel mezzo). Le due stampe raffigurano una scena di amplesso tra due adulti. Sono ambientate all’interno di una stanza nella quale, oltre alle figure, sono presenti alcuni oggetti, tra cui un poggiatesta, un completo da fumo e il lato inferiore di due paraventi. Intorno agli amanti si dispongono iscrizioni che, come usualmente in questo genere di composizioni, sono dialoghi tra i due di tenore erotico. Lo stile delle composizioni e la resa dei dettagli delle figure rimandano senz’altro alle opere di Shunchō (春湖), artista della scuola Katsukawa (勝川) attivo negli ultimi decenni del Settecento, particolarmente noto proprio per la sua maestria nel concepire shunga (春画), le “immagini della primavera”, così come sono note le stampe e i dipinti giapponesi di tema erotico. Si vedano ad esempio i fogli della serie intitolata “Affascinanti metodi di seduzione” (Imayō irokumi no ito) del 1789-1791, e si mettano a confronto con quelli qui presentati per comprendere le analogie (C. Uhlenbeck – M. Winkel, “Japanese Erotic Fantasies. Sexual Imagery of the Edo Period”, Amsterdam 2005, pp. 126-127, n. 37). Inoltre, questa serie è stata anch’essa stampata con la tecnica del benigirai-e (letteralmente z“immagini che odiano il beni”) usata per le due stampe qui in discussione. Essa si caratterizza per una paletta cromatica in cui è escluso il rosso beni ricavato dal costoso cartamo (Carthamus tinctorius): si diffuse intorno al 1790 come reazione di artisti e editori ad un editto suntuario dello shogunato Tokugawa che proibiva l’utilizzo di diversi blocchi per la resa della policromia. E’ tuttavia curioso che Shunchō abbia adottato il benigirai per le stampe erotiche, considerando che quest’ultime erano vietate dalla legge, motivo per cui spesso non riportano – come in questi due esemplari – la firma dell’autore che invece compare in grandissima parte delle stampe dell’Ukiyo-e. Katsukawa Shunchō (attributed to), active 1780-1800 circa “Erotic scenes”, 1790 circa. Two polychrome woodcuts (benigirai-e), gilt wooden frame and protective glass, cm. 20,5 x 29,7. Condition: fair (slightly faded colour and fold in middle). The two prints depict a scene of sexual intercourse between two adults. It is set in a room in which, in addition to the figures, there are various objects, including a headrest and the lower side of two screens. Around the lovers are inscriptions, and as one usually finds in this type of compositions, they are of erotic content.The compositional style and the rendering of details of the figures looks to the works of Shunchō (春湖), an artist of the Katsukawa school (勝川) active in the last decades of the 18th century, particularly well-known because of his skill in designing shunga (春 画), “images of spring”, as these Japanese prints and paintings of an erotic nature are known as. See the sheets of the series entitled “Fascinating methods of seduction” (“Imayō irokumi no ito”) of 1789-1791 and compare with those presented here to see the similarities (C. Uhlenbeck - M. Winkel, “Japanese Erotic Fantasies. Sexual Imagery of the Edo Period”, Amsterdam 2005, p. 126-127, n. 37). In addition, this series was also printed with the benigirai-e technique also used for the two prints here. It is characterised by a colour palette that is excludes red made from safflower (Carthamus tinctorius) and became widespread in the 1790’s as a reaction by artists t oan edict that prohibitd the use of various blocks for the rendering of the polychrome. It is therefore strange that Shunchō used benigirai for erotic prints, as these prints were prohibited by law, a reason why - as in these two examples - the author’s signature does not generally appear, as it did on the contrary in a very large part of the Ukiyo-e prints.
€ 2.000,00 / 3.000,00 113
573 Kitagawa Utamaro (1753-1806)
“Banchetto all’ombra dei ciliegi fioriti” (“Ōka no utage”), 1790-1791 circa. Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), cm. 37,4 x 74,5. Firmate “Utamaro ga” (歌麿画, “Utamaro dipinse”). Editore: Iwatoya Kisaburō. Sigillo della censura: kiwame. Stato di conservazione: discreto (colori sbiaditi, restauri). Questa meravigliosa composizione è perfetta esemplificazione della straordinaria abilità del grande Utamaro nel costruire immagini complesse con numerosi personaggi e dettagli. La scena raffigurata mostra un incontro di dame dell’alta aristocrazia giapponese riunite per un banchetto all’aperto nella straordinaria cornice di un prato con alcuni ciliegi in fiore, probabilmente nella zona di Asukayama a Edo (attuale Tokyo). Gli ospiti sono protetti dagli sguardi indiscreti da una cortina di tessuti ornati con un simbolo araldico (紋, mon) in guisa di motivo floreale stilizzato di ossalidi (酢漿草, katabami), e per questo la stampa potrebbe celebrare un particolare evento realmente accaduto. Pur non essendo datato precisamente, questo trittico è collocato cronologicamente dalla critica intorno al 1790-1791 (S. Asano – T. Clark, “The Passionate Art of Kitagawa Utamaro”, catalogo della mostra (Londra-Chiba 1995), Tokyo 1995, n. 53), poiché stilisticamente risente ancora dell’influenza delle opere di Torii Kiyonaga (1752-1815), soprattutto nell’eleganza della posa delle figure allungate e in quell’espressione civettuola delle dame che rimarrà una delle cifre stilistiche di tutta la carriera di Utamaro. 114
Kitagawa Utamaro (1753-1806) “Picnic in the shade of cherry blossom” (“Ōka no utage”), circa 1790-1791. A triptych of polychrome prints (nishiki-e) of large format (ōban), cm. 37,4 x 74,5. Signed “Utamaro ga” (歌麿画, “Utamaro painted”). Publisher: Iwatoya Kisaburō. Seal of censor: Kiwame. Condition: fair (slightly faded colour, restorations). This marvellous composition is a perfect example of the extraordinary skill of Utamaro to construct complex images with numerous characters and details. The scene here depicted shows a meeting of noble ladies gathered for a Japanese outdoor picnic in the extraordinary setting of a cherry blossom meadow, probably in the area of Asukayama in Edo (today Tokyo).The guests are protected from prying eyes by a curtain of fabric decorated with a heraldic symbol (紋, mon) in the form of a stylized floral motifs (酢漿 草, katabami), and for this reason the print may well be celebrating a specific event that actually took place. Although not dated precisely, this triptych is placed chronologically by scholars around 1790-1791 (S. Asano - T. Clark, “The Passionate Art of Kitagawa Utamaro”, exhibition catalogue (London-Chiba 1995),Tokyo, 1995, no . 53), even though stylistically one can still see the influence of the works by Torii Kiyonaga (1752-1815), in particular in the elegance of the pose of the elongated figures and in the flirtatious expression of the ladies, which remains one of stylistic characteristics in Utamaro’s artistic career.
€ 7.000,00 / 8.000,00 115
575 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
574 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Il ponte Ōhashi a Nakasu” (“Ōhashi Nakasu no zu”, 大橋中洲之図), 1835 circa. Dalla serie “Belle vedute di Edo” (“Kōto shōkei”, 江都勝景), 1835-1839 circa. Firmata “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) in basso a destra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande (ōban), cm. 23,4 x 35,8. Editore: Kawaguchiya Shōzō (Shōeidō, Eisendō). Stato di conservazione: colori sbiaditi, controfondata, ma nel complesso discreto. Altri esemplari: Boston Fine Arts Museum, inv. 21.8937; Honolulu Academy of Arts, inv. 23289; Edo-Tokyo Museum di Tokyo, inv. 90203019. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Ōhashi Bridge at Nakasu” (Ōhashi Nakasu no zu, 大橋中洲之図), circa 1835 From the series “Beautiful Views of Edo” (“Kōto shōke”i, 江都勝景), 18351839 circa. Signed: “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted”) in lower right. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 23,4 x 35,8. Publisher: Kawaguchiya Shōzō (Shōeidō, Eisendō). Condition: colours are slightly faded, mounted, overall fair. Other examples: Boston Fine Arts Museum, inv. 21.8937; Honolulu Academy of Arts, inv. 23289; Edo-Tokyo Museum in Tokyo, inv. 90203019.
€ 800,00 / 900,00 116
“Provincia di Suruga: il boschetto di pini di Miho” (“Suruga, Miho no matsubara,” 駿河三保のまつ原), 7° mese del 1853. Dalla serie “Luoghi famosi nelle Sessanta e oltre province del Giappone” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 36,5 x 26,8. Editore: Koshimuraya Heisuke (Koshihei). Incisore: Yokohama Takejirō (Hori Take). Sigilli nanushi dei censori: Watanabe e Mera. Stato di conservazione: discreto (controfondata, colori sbiaditi). Altri esemplari: Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.26225; Honolulu Academy of Arts, inv. 23024; British Museum, Londra, inv. 1902,0212,0.397.57; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10953-60.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Province of Suruga: the pinewood of Miho” (“Suruga, Miho no matsubara”, 駿 河三保のまつ原), 7th month of 1853. From the series “Famous Places in the Sixty-odd Provinces of Japan” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 36,5 x 26,8. Publisher: Koshimuraya Heisuke (Koshihei). Engraver:Yokokawa Takejirō (Hori Take). Nanushi Censor seal:Watanab and Mera. Condition: fair (mounted and faded colours). Other examples:Waseda University Theatre Museum,Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.26225; Honolulu Academy of Arts, inv. 23024; British Museum, London, inv. 1902,0212,0.397.57; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst,Wien, inv. KI 10953-60.
€ 500,00 / 600,00
576 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Provincia di Hitachi: il tempio Daijingū di Kashima” (“Hitachi, Kashima, Daijingū”, 常陸鹿嶋太神宮), 8° mese del 1853. Dalla serie “Luoghi famosi nelle Sessanta e oltre province del Giappone” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 36,5 x 23,8. Editore: Koshimuraya Heisuke (Koshihei). Incisore: Yokohama Takejirō (Hori Take). Stato di conservazione: discreto (controfondata, colori sbiaditi). Altri esemplari: Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 06.823.21; Honolulu Academy of Arts, inv. 23033; British Museum, Londra, inv. 1902,0212,0.397.49; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10953-18.
577 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“La baia della cascata nella provincia di Noto” (“Noto, taki no ura”, 能 登滝之浦), 9° mese del 1853. Dalla serie “Luoghi famosi nelle Sessanta e oltre province del Giappone” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 35,6 x 23,8. Editore: Koshimuraya Heisuke (Koshihei) Incisore: Yokokawa Takejirō (Hori Take). Stato di conservazione: buono (rifilata). Altri esemplari: Library of Congress, Washington; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Minneapolis Institute of Arts; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.17009; Honolulu Academy of Arts, inv. 24126; British Museum, Londra, inv. 1902,0212,0.397.1; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10953-39.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Province of Hitachi: the Daijingū di Kashima Shrine” (Hitachi, Kashima, Daijingū, 常陸鹿嶋太神宮), 8th month of 1853. From the series “Famous Places in the Sixty-odd Provinces of Japan” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 36,5 x 23,8. Publisher: Koshimuraya Heisuke (Koshihei). Engraver:Yokokawa Takejirō (Hori Take). Condition: fair (mounted and faded colours). Other examples:Waseda University Theatre Museum,Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 06.823.21; Honolulu Academy of Arts, inv. 23033; British Museum, Londra, inv. 1902,0212,0.397.49; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst,Wien, inv. KI 10953-18.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Waterfall Bay in the Province of Noto” (“Noto, taki no ura”, 能登滝之浦), 9th month of 1853. From the series “Famous Places in the Sixty-odd Provinces of Japan” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 35,6 x 23,8. Publisher: Koshimuraya Heisuke (Koshihei). Engraver:Yokokawa Takejirō (Hori Take). Condition: good (trimmed). Other examples: Library of Congress, Washington; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Minneapolis Institute of Arts; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.17009; Honolulu Academy of Arts, inv. 24126; British Museum, London, inv. 1902,0212,0.397.1; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst,Wien, inv. KI 10953-39.
€ 500,00 / 600,00
€ 1.400,00 / 1.500,00 117
578 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Provincia di Musashi: il fiume Sumida, mattina nevosa” (“Musashi, Sumidagawa, Yuki no ashita”, 武蔵 隅田川雪の朝), 8° mese del 1853. Dalla serie “Luoghi famosi nelle Sessanta e oltre province del Giappone” (“[Dai Nihon] Rokujûyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 34,2 x 22,9. Editore: Koshimuraya Heisuke (Koshihei) Stato di conservazione: discreto (rifilata, colori leggermente sbiaditi). Altri esemplari: The Metropolitan Museum, New York, inv. JP594; Tokyo National Museum, inv. A-10569_7568; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Minneapolis Institute of Arts; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.17100; Honolulu Academy of Arts, inv. 09803; British Museum, Londra, inv. 1902,0212,0.397.53; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10953-16. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Province of Musashi: Sumida River, snowy morning” (“Musashi, Sumidagawa, Yuki no ashita”, 武蔵 隅田川雪の朝), 8th month of 1853. From the series “Famous Places in the Sixty-odd Provinces of Japan” (“[Dai Nihon] Rokujūyoshū meisho zue”, 六十余州名所図絵), 1853. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 34,2 x 22,9. Publisher: Koshimuraya Heisuke (Koshihei). Condition: fair (trimmed, colours slightly faded). Other examples:The Metropolitan Museum, New York, inv. JP594;Tokyo National Museum, inv. A-10569_7568; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Minneapolis Institute of Arts; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.17100; Honolulu Academy of Arts, inv. 09803; British Museum, London, inv. 1902,0212,0.397.53; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst,Wien, inv. KI 10953-16.
€ 1.600,00 / 1.800,00 118
579 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“N. 1. Nihonbashi: veduta di nuvole all’alba” (“Nihonbashi, Shinonome no kei”, 一 日本橋 東雲の景), 7° mese del 1855. Dalla serie “Luoghi famosi delle Cinquantatré Stazioni” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 34,5 x 23,5. Editore: Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Stato di conservazione. discreto (alcuni colori sbiaditi). Altri esemplari: Library of Congress, Washington; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.30251; Honolulu Academy of Arts, inv. 23090; British Museum, Londra, inv. 1915,0823,0.722. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “N. 1. Nihonbashi:View of clouds at dawn” (“Nihonbashi, Shinonome no kei”, 一 日本橋 東雲の景), 7th month of 1855. From the series “The Famous Fifty-Three Stations” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e) ), cm. 34,5 x 23,5. Publisher:Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Condition: fair (colours are slightly faded). Other examples: Library of Congress, Washington; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.30251; Honolulu Academy of Arts, inv. 23090; British Museum, London, inv. 1915,0823,0.722.
€ 1.100,00 / 1.200,00
580 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“N. 28. Fukuroi: i famosi aquiloni di Tōtōmi” (“Fukuroi, meibutsu Enshū tako”, 二十八 袋井 名物遠州たこ), 7° mese del 1855. Dalla serie “Luoghi famosi delle Cinquantatré Stazioni” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare giallo sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 35,1 x 23,8. Editore: Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Sigillo della censura aratame. Stato di conservazione: discreto. Altri esemplari: Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.5271; Honolulu Academy of Arts, inv. 23115; British Museum, Londra, inv. 1915,0823,0.749; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10957-2; Amsterdam, Van Gogh Museum, inv. N65 V/1962. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “N. 28. Fukuroi: the famous kites at Tōtōmi” (“Fukuroi, meibutsu Enshū tako”, 二 十八 袋井 名物遠州たこ), 7th month of 1855. From the series “The Famous Fifty-Three Stations” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆, “The brush of Hiroshige”) in a rectangular yellow cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e) ), cm. 35,1 x 23,8. Publisher:Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Censor seal: aratame. Condition: fair. Other examples: Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.5271; Honolulu Academy of Arts, inv. 23115; British Museum, London, inv. 1915,0823,0.749; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10957-2; Amsterdam, Van Gogh Museum, inv. N65 V/1962.
€ 700,00 / 800,00
581 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“N. 7. Fujisawa: il Monte Fuji sulla sinistra del boschetto di pini Nanki” (“Fujisawa, Nanki no Matsubara hidari no Fuji”, 七 藤沢 南期の松 原在り不二), 7° mese del 1855. Dalla serie “Luoghi famosi delle Cinquantatré Stazioni” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 34,5 x 22,5. Editore: Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Sigillo della censura aratame. Stato di conservazione. buono. Altri esemplari: Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.30257; Honolulu Academy of Arts, inv. 10208; British Museum, Londra, inv. 1915,0823,0.728; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10505-13. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “N. 7. Fujisawa: Mount Fuji on the left of a pinewoodi Nanki” (“Fujisawa, Nanki no Matsubara hidari no Fuji”, 七 藤沢 南期の松原在り不二), 7th month of1855. From the series “The Famous Fifty-Three Stations” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e). Publisher:Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Censor seal: aratame. Condition: good. Other examples: Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.30257; Honolulu Academy of Arts, inv. 10208; British Museum, London, inv. 1915,0823,0.728; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst,Wien, inv. KI 10505-13.
€ 1.200,00 / 1.300,00 119
582 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“N. 41. Narumi: il negozio con i famosi tessuti tinti Arimatsu” (“Narumi, meisan Arimatsu shibori mise”, 四十一 鳴海 名産有松しぼり店), 7° mese del 1855. Dalla serie “Luoghi famosi delle Cinquantatré Stazioni” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855 Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 34,1 x 22,5. Editore: Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Sigillo della censura aratame. Stato di conservazione: buono. Altri esemplari: New York, The Metropolitan Museum, inv. JP637; Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.5282; Honolulu Academy of Arts, inv. 24915; British Museum, Londra, inv. 1915,0823,0.762; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10505-4; Amsterdam, Van Gogh Museum, inv. N501 V/1986. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “N. 41. Narumi: the shop with the famous coloured Arimatsu fabrics” (“Narumi, meisan Arimatsu shibori mise”, 四十一 鳴海 名産有松しぼり店), 7th month of 1855. From the series “The Famous Fifty-Three Stations” (“Gojūsan tsugi meisho zue”, 五十三次名所図会), 1855. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆,“The brush of Hiroshige”) in a rectangular red cartouche on the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 34,1 x 22,5. Censor seal: aratame. Condition: good. Other examples: New York, The Metropolitan Museum, inv. JP637; Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.5282; Honolulu Academy of Arts, inv. 24915; British Museum, London, inv. 1915,0823,0.762; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10505-4; Amsterdam, Van Gogh Museum, inv. N501 V/1986.
€ 1.200,00 / 1.300,00 120
583 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“La baia di Kurodo nella provincia di Kazusa” (“Kazusa Kurodo no ura”, 上総黒戸の浦), 4° mese del 1858. Dalla serie “Trentasei vedute del Monte Fuji” (“Fuji sanjūrokkei”, 富士 三十六景), 1858 circa. Firmata “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare rosso in basso a sinistra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 37 x 25,2. Editore: Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Stato di conservazione: colori leggermente sbiaditi (soprattutto il rosso). Altri esemplari: British Museum, London, inv. 1902,0212,0.396.35; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.26336; The Library of Congress di Washington; Honolulu Academy of Arts, inv. 16787; Minneapolis Institute of Arts; Norton Simon Museum, inv. P.1975.2.74. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “The bay of Kurodo in the province of Kazusa” (“Kazusa Kurodo no ura”, 上総 黒戸の浦), 4th month of 1858. From the series “Thirty-six Views of Mount Fuji” (“Fuji sanjūrokkei”, 富士三十 六景), circa 1858. Signed: “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted”) in rectangular cartouche in lower left. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 37 x 25,2. Publisher:Tsutaya Kichizō (Kōeidō). Condition: colours are slightly faded (above all the red). Other examples: British Museum, London, inv. 1902,0212,0.396.35; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.26336; The Library of Congress di Washington; Honolulu Academy of Arts, inv. 16787; Minneapolis Institute of Arts; Norton Simon Museum, inv. P.1975.2.74.
€ 1.200,00 / 1.300,00
584 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Acquazzone improvviso sul ponte Shin-Ōhashi e Atake” (“Ōhashi Atake no yūdachi”, 大はしあたけの夕立), 9° mese del 1857. Dalla serie “Cento Famose vedute di Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所 江戸百景), 1856-1859. Firmata “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare rosso in basso a sinistra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 33,2 x 22. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: discreto (controfondata). Altri esemplari: Library of Congress, Washington; Tokyo National Museum, inv. A-10569_7342; The Metropolitan Museum, New York, inv. JP3174; Minneapolis Institute of Arts; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 34.292; Honolulu Academy of Arts, inv. 06445; British Museum, Londra, inv. 1948,0508,0.5; Ritsumeikan University, Kyoto, inv. Z0173-063; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 11174; Amsterdam, Van Gogh Museum, inv. N81 V/1962; Giverny, Fondation Claude Monet; Colonia, Museum für Ostasiatische Kunst, inv. R 54, 14/75. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Sudden Shower at the Shin-Ōhashi and Atake Bridge” (“Ōhashi Atake no yūdachi”, 大はしあたけの夕立), 9th month of 1857. From the series “One Hundred Famous Views of Edo” (Meisho Edo hyakkei, 名 所江戸百景), 1856-1859. Signed “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted ”) in a rectangular red cartouche in the lower left. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 33,2 x 22.. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: fair (mounted). Other examples: Library of Congress, Washington; Tokyo National Museum, inv. A-10569_7342;The Metropolitan Museum, New York, inv. JP3174; Minneapolis Institute of Arts; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 34.292; Honolulu Academy of Arts, inv. 06445; British Museum, London, inv. 1948,0508,0.5; Ritsumeikan University, Kyoto, inv. Z0173-063; Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 11174; Amsterdam, Van Gogh Museum, inv. N81 V/1962; Giverny, Fondation Claude Monet; Cologne, Museum für Ostasiatische Kunst, inv. R 54, 14/75.
€ 1.500,00 / 2.000,00
585 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Il giardino di susini a Kamata” (“Kamata no umezono”, 蒲田の梅園), 2° mese del 1857. Dalla serie “Cento famose vedute di Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所 江戸百景), 1856-1859. Firmata “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine sinistro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 34,5 x 22,6. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: colori leggermente sbiaditi. Altri esemplari: Metropolitan Museum, New York, inv. JP2510; Brooklin Museum, New York, inv. 30.1478.27; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.16751; Harvard Art Museum, inv. 1933.4.182; Honolulu Academy of Arts, inv. 28607; Minneapolis Institute of Arts; British Museum, Londra, inv. 1906,1220,0.732; Waseda University Theatre Museum; Edo-Tokyo Museum di Tokyo, inv. 83200027. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “The Plum Orchard at Kamata” (“Kamata no umezono”, 蒲田の梅園), 2nd month of 1857. From the series “One Hundred Famous Views of Edo” ” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所江戸百景), 1856-1859. Signed “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted ”) in the red rectangular cartouche in the left margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 34,5 x 22,6. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: colours are slightly faded. Other examples: Metropolitan Museum, NewYork, inv. JP2510; Brooklin Museum, New York, inv. 30.1478.27; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.16751; Harvard Art Museum, inv. 1933.4.182; Honolulu Academy of Arts, inv. 28607; Minneapolis Institute of Arts; British Museum, London, inv. 1906,1220,0.732; Waseda University Theatre Museum; Edo-Tokyo Museum in Tokyo, inv. 83200027.
€ 1.500,00 / 1.700,00 121
586 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Veduta dall’alto della collina del tempio Yushima Tenjin” (“Yushima Tenjin sakaue tenbō”, 湯しま天神坂上眺望), 4° mese del 1856. Dalla serie “Cento famose vedute di Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所 江戸百景), 1856-1859. Firmata “Hiroshige hitsu” (広重筆, “Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare giallo in basso a sinistra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 35,7 x 23,2. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: buono (alcune macchie, resti di colla). Altri esemplari: Brooklin Museum, New York, inv. 30.1478.117; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.16685; Harvard Art Museum, inv. 1933.4.182; Honolulu Academy of Arts, inv. 14506; British Museum, Londra, inv. 1906,1220,0.734; Edo-Tokyo Museum di Tokyo, inv. 83200118. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “View from the top of the slope of Yushima Tenjin shrine” (“Yushima Tenjin sakaue tenbō”, 湯しま天神坂上眺望), 4th month of 1856. From the series “One Hundred Famous Views of Edo” ” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所江戸百景), 1856-1859. Signed “Hiroshige hitsu” (広重筆, “The brush of Hiroshige”) in the yellow rectangular cartouche in the lower left. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e) cm. 35,7 x 23,2. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: good (some stains from the glue). Other examples: Brooklin Museum, New York, inv. 30.1478.117; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.16685; Harvard Art Museum, inv. 1933.4.182; Honolulu Academy of Arts, inv. 14506; British Museum, London, inv. 1906,1220,0.734; Edo-Tokyo Museum in Tokyo, inv. 83200118.
€ 1.600,00 / 1.800,00 122
587 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Oumayagashi” (“Oumayagashi”, 御厩河岸), 12° mese del 1857. Dalla serie “Cento famose vedute di Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所 江戸百景), 1856-1859. Firmata “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine destro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 32,6 x 21,5. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: rifilata, colori leggermente sbiaditi. Altri esemplari: Edo-Tokyo Museum, Tokyo, inv. 83200106; The Metropolitan Museum, New York, inv. JP1547; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.9504; Honolulu Academy of Arts, inv. 22802; British Museum, Londra, inv. 1906,1220,0.708. Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Oumayagashi” (“Oumayagashi”, 御厩河岸), 12th month of 1857. From the series “One hundred Famous Views of Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名 所江戸百景), 1856-1859. Signed “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted ”) in a rectangular red cartouche on the right margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 32,6 x 21,5. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: trimmed, colours are slightly faded. Other examples: Edo-Tokyo Museum, Tokyo, inv. 83200106; The Metropolitan Museum, New York, inv. JP1547; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.9504; Honolulu Academy of Arts, inv. 22802; British Museum, London, inv. 1906,1220,0.708.
€ 900,00 / 1.000,00
588 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Alba al tempio Kanda Myōjin” (“Kanda Myōjin akebono no kei”, 神田 明神曙之景), 9° mese del 1857. Dalla serie “Cento Famose vedute di Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名 所江戸百景), 1856-1859. Firmata “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare rosso sul margine destro. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 33,2 x 21,8. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: controfondata, rifilata. Altri esemplari: Edo-Tokyo Museum, Tokyo; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 52.1418 ; Honolulu Academy of Arts, inv. 22699; British Museum, Londra, inv. 1948,0410,0.64.
589 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Minowa, Kanasugi a Mikawashima” (箕輪金杉三河しま), 1857 (anno del serpente). Dalla serie delle “Cento famose vedute di Edo” (Meisho Edo hyakkei, 名所江戸百景), 1856-1859. Xilografia policroma (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno e vetro protettivo, cm. 35 x 23,2. Firmate “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare in basso a sinistra. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: buono (colori leggermente sbiaditi). Altri esemplari: Altri esemplari: Metropolitan Museum New York, inv. JP63; Edo-Tokyo Museum, Tokyo; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.10440; Honolulu Academy of Arts, inv. 11486; British Museum, Londra, inv. 1906,1220,0.705.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Dawn at the Kanda Myōjin Shrine” (“Kanda Myōjin akebono no kei”, 神田明 神曙之景), 9th month of 1857. From the series “One hundred Famous Views of Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名 所江戸百景), 1856-1859. Signed “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted ”) in a rectangular red cartouche on the right margin. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 33,2 x 21,8. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: mounted, trimmed. Other examples: Edo-Tokyo Museum, Tokyo; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 52.1418 ; Honolulu Academy of Arts, inv. 22699; British Museum, London, inv. 1948,0410,0.64.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Minowa, Kanasugi at Mikawashima” (箕輪金杉三河しま), 1857 (year of the snake). From the series “One Hundred Famous Views of Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所江戸百景), 1856-1859. Large size (ōban), polychrome woodcut (nishiki-e), wooden frame and protective glass, cm. 35 x 23,2. Signed “Hiroshige ga” (広重画,“Hiroshige painted ”) in a rectangular cartouche in the lower left. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: good (colours slightly faded). Other examples: Metropolitan Museum New York, inv. JP63; Edo-Tokyo Museum, Tokyo; Waseda University Theatre Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 21.10440; Honolulu Academy of Arts, inv. 11486; British Museum, London, inv. 1906,1220,0.705.
€ 900,00 / 1.000,00
€ 550,00 / 650,00 123
590 Utagawa Hiroshige (1797-1858)
“Giardino del tempio Hachiman di Fukagawa” (“Fukagawa Hachiman yama-hiraki”, 深川八まん山ひらき), 1857 (anno del serpente) Dalla serie delle “Cento famose vedute di Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所江戸百景), 1856-1859. Xilografia policroma (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno e vetro protettivo), cm. 35 x 23,2. Firmate “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettanolare in basso a sinistra. Editore: Uoya Eikichi. Stato di conservazione: buono (colori leggermente sbiaditi). Altri esemplari: Altri esemplari: Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10522-4; Tokyo National Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.35835; Honolulu Academy of Arts, inv. 22754.
124
591 Utagawa Hiroshige II (1826-1869)
“Fukagawa Hachiman” (深川八幡 ), 6° mese del 1863 Dalla serie “Vedute di luoghi celebri di Edo” (“Edo meishō zue”, 江戸名 勝 圖會), 10° mese 1861 – 2° mese 1864. Firmata “Hiroshige hitsu” (“Il pennello di Hiroshige”) nel cartiglio rettangolare in basso a sinistra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 32,8 x 21,7. Stato di conservazione: senza margini e rifilata, ma colori vivi.
Utagawa Hiroshige (1797-1858) “Garden of the Hachiman Shrine at Fukagawa” (“Fukagawa Hachiman yama-hiraki”, 深川八まん山ひらき), 1857 (year of the snake) From the series “One Hundred Famous Views of Edo” (“Meisho Edo hyakkei”, 名所江戸百景), 1856-1859. Polychrome woodcut (nishiki-e), large size (ōban), wooden frame and with protective glass, cm. 35 x 23,2. Signed “Hiroshige ga” (広重画, “Hiroshige painted”) in a rectangular cartouche in the lower left. Publisher: Uoya Eikichi. Condition: good (colours slightly faded). Other examples: Osterreichisches Museum für angewandte Kunst, Wien, inv. KI 10522-4; Tokyo National Museum, Tokyo; Boston Museum of Fine Arts, inv. 11.35835; Honolulu Academy of Arts, inv. 22754.
Utagawa Hiroshige II (1826-1869) Fukagawa Hachiman (深川八幡 ), 6th month of 1863 From the series “Views of Famous Places of Edo” (“Edo meishō zue”, 江戸名勝 圖會), 10th month 1861 – 2nd month 1864. Signed “Hiroshige hitsu” (“The brush of Hiroshige”) in a rectangular cartouche located in lower left. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 32,8 x 21,7. Condition: without margins and trimmed, vivid colours.
€ 550,00 / 650,00
€ 900,00 / 1.000,00
592 Utagawa Hiroshige II (1826-1869)
“Nezu” (根津 ), 11° mese del 1862 Dalla serie “Vedute di luoghi celebri di Edo” (“Edo meishō zue”, 江戸 名勝 圖會), 10° mese 1861 – 2° mese 1864. Firmata “Hiroshige ga” (“Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare in basso a destra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 35,8 x 24,4. Editore: Fujiokaya Keijirō (Shōrindō). Stato di conservazione: colori solo leggermente sbiaditi. Altri esemplari: Boston Museum of Fine Arts, inv. 00.1206; Minneapolis Institute of Arts, inv. P.75.51.645.
593 Utagawa Hiroshige II (1826-1869)
“Lingua di sabbia a Mitsumata” (“Nakazu Mitsumata”, 中洲三ッ俣 ), 3° mese del 1862. Dalla serie “Trentasei Vedute della Capitale Orientale” (“Tōto sanjūrokkei”, 東都三十六景 ), 6° mese 1861 – 9° mese 1862 Firmata “Hiroshige ga” (“Hiroshige dipinse”) nel cartiglio rettangolare in basso a destra. Stampa policroma (nishiki-e) in formato grande verticale (ōban tate-e), cm. 36,3 x 24,8. Editore: Sagamiya Tōkichi (Aito). Stato di conservazione: colori leggermente sbiaditi. Altri esemplari: Boston Museum of Fine Arts, inv. 06.631; Honolulu Academy of Arts, inv. 28898.
Utagawa Hiroshige II (1826-1869) “Nezu” (根津 ), 11th month of 1862 From the series “View of Famous Places of Edo” (“Edo meishō zue”, 江戸名勝 圖會), 10th month 1861 – 2nd month 1864. Signed “Hiroshige ga” (“Hiroshige painted”) in rectangular cartouche in lower right. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 35,8 x 24,4. Publisher: Fujiokaya Keijirō (Shōrindō). Condition: colours are slightly faded. Other examples: Boston Museum of Fine Arts, inv. 00.1206; Minneapolis Institute of Arts, inv. P.75.51.645.
Utagawa Hiroshige II (1826-1869) “Strip of sand at Mitsumata” (“Nakazu Mitsumata”, 中洲三ッ俣 ), 3rd month of 1862. From the series “Thirty-six Views of the Eastern Capital” (“Tōto sanjūrokkei”, 東 都三十六景 ), 6th month 1861 – 9th month 1862. Signed “Hiroshige ga” (“Hiroshige painted”) in rectangular cartouche in lower right. Polychrome print (nishiki-e) in large vertical format (ōban tate-e), cm. 36,3 x 24,8. Publisher: Sagamiya Tōkichi (Aito). Condition: colours are slightly faded. Other examples: Sagamiya Tōkichi (Aito). Boston Museum of Fine Arts, inv. 06.631; Honolulu Academy of Arts, inv. 28898.
€ 1.100,00 / 1.200,00
€ 1.500,00 / 2.000,00 125
594 Utagawa Kunisada (17861865)
“Munekiyo scopre Tokiwa Gozen con i suoi figli”, 1856 (11° anno del dragone) Dittico di stampe policrome (nishiki-e) di formato grande (ōban), cm. 35,6 x 50. Firmate entrambe “Toyokuni ga” (豊国画, “Toyokuni dipinse”) in cartiglio rosso. Editore: Fujiokaya Keijiro. Sigillo della censura: aratame. Stato di conservazione: discreto (colori leggermente sbiaditi; restauro). Altri esemplari: British Museum, Londra, inv. 1902,0606,0.128. Utagawa Kunisada (1786-1865) “Munekiyo discovers Tokiwa Gozen with her children”, 1856 (11th year of the dragon) A diptych of polychrome prints (nishiki-e) of large format (ōban), cm. 35,6 x 50. Both signed “Toyokuni ga” (豊国画, “Toyokuni painted”) in a red cartouche. Publisher: Fujiokaya Keijiro. Censor seal: aratame. Condition: fair (colours slightly faded, restorations). Other examples: British Museum, London, inv. 1902,0606,0.128.
€ 500,00 / 600,00
595 Utagawa Kunisada (17861865)
“Ariwara no Narihira”, metà del XIX secolo circa. Trittico di stampe policrome (nishiki-e) di formato grande (ōban), cm. 37,2 x 75,5. Firmate: “Kōchōrō Toyokuni ga” (香蝶楼豊国 画, “Kōchōrō Toyokuni dipinse”) la stampa sinistra e quella destra; “Ichiyōsai Toyokuni ga” (一陽斎豊国画, “Ichiyōsai Toyokuni dipinse”) la stampa centrale. Editore: Ebisuya Shōshichi (Kinshōdō). Stato di conservazione: buono. Utagawa Kunisada (1786-1865) “Ariwara no Narihira”, circa mid 19th century. A triptych of polychrome prints (nishiki-e) of large format (ōban), cm. 37,2 x 75,5. Signed “Kōchōrō Toyokuni ga” (香蝶楼豊国画, “Kōchōrō Toyokuni painted”) print on the left and the print on the right “Ichiyōsai Toyokuni ga” (一 陽斎豊国画, “Ichiyōsai Toyokuni painted”). Publisher: Ebisuya Shōshichi (Kinshōdō). Condition: good.
€ 1.000,00 / 1.200,00
126
596 Utagawa Kunisada (1786-1865)
“A caccia di farfalle su fiume Sumida” (“Sumida no hotarugari”, 隅田乃 蛍狩): attori di teatro Kabuki, 3° mese del 1853. Stampa policroma (nishiki-e) di formato grande (ōban), con cornice in legno e vetro protettivo, cm. 47,5 x 34,5. Firmata “Toyokuni ga” (豊国画, “ Toyokuni dipinse”) nel cartiglio sul margine destro. Editore: Tsujiokaya Bunsuke (Kinshōdō). Sigilli nanushi dei censori Watanabe e Mera. Stato di conservazione: colori sbiaditi, rifilata. Altri esemplari: Boston, Museum of Fine Arts, inv. 11.44084a-c (foglio sinistro di un trittico).
597 Utagawa Kunisada (1786-1865)
“Mukojima”, 1860 circa. Dalla serie “Capitale Orientale. Le trentasei vedute del Monte Fuji” (“Tōto Fuji sanjūrokkei”, 東都富士三十六景 ). Stampa policroma (nishiki-e) di formato grande (ōban), cornice in legno e vetro protettivo, cm. 52 x 42. Firmata “Toyokuni ga” (豊国画, “ Toyokuni dipinse”) nel cartiglio sul margine destro. Editore: Tsujiokaya Bunsuke (Kinshōdō). Stato di conservazione: discreto. Altri esemplari: Tsubouchi Memorial Theatre Museum.
Utagawa Kunisada (1786-1865) “Hunting for butterflies on the river Sumida” (“Sumida no hotarugari”, 隅田乃 蛍狩): Kabuki theatre actors, 3rd month of 1853. Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 47,5 x 34,5. Signed: “Toyokuni ga” (豊国画, “ Toyokuni painted”, in the cartouche on theright margin. Publisher:Tsujiokaya Bunsuke (Kinshōdō). Nanushi seals of the censors Watanabe and Mera. Condition: faded colours, trimmed. Other examples: Boston, Museum of Fine Arts, inv. 11.44084a-c (left sheet of a triptych).
Utagawa Kunisada (1786-1865) “Mukojima”, circa 1860. From the series “Oriental Capital.The Thirty-six views of Mount Fuji” (“Tōto Fuji sanjūrokkei”, 東都富士三十六景 ). Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), wooden frame and protective glass, cm. 52 x 42. Signed “Toyokuni ga” (豊国画, “ Toyokuni painted”) in a cartouche in the right-hand margin. Publisher:Tsujiokaya Bunsuke (Kinshōdō). Condition: fair. Other examples:Tsubouchi Memorial Theatre Museum.
€ 500,00 / 600,00
€ 250,00 / 300,00 127
598 Utagawa Kunisada (1786-1865)
“Beltà” (intitolata 青楼松内之全盛) Trittico di stampe policrome (nishiki-e) di formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 44,5 x 86. Firmate “Kōchōrō Kunisada ga” (香蝶楼国貞画, “Kōchōrō Kunisada dipinse”). Editore: Iseya Sanjurō. Stato di conservazione: buono. Altri esemplari: Tokyo, Waseda University Theatre Museum. Utagawa Kunisada (1786-1865) “Beautiful Women” (entitled 青楼松内之全盛). A triptych of polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 44,5 x 86 Signed “Kōchōrō Kunisada ga” (香蝶楼国貞画, “Kōchōrō Kunisada painted”). Publisher: Iseya Sanjurō. Condition: good. Other examples:Tokyo,Waseda University Theatre Museum.
€ 550,00 / 600,00 599 Toyohara Kunichika (1835-1900)
“Mezzobusti con attori di teatro Kabuki con ruoli maschili” Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 44,5 x 86. Firmate “Kunichika hitsu” (国周筆, “Il pennello di Kunichika”). Stato di conservazione: macchie.
Toyohara Kunichika (1835-1900) “Half busts of Kabuki theatre actors in male roles” A tryptich of polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 44,5 x 86. Signed “Kunichika hitsu” (国周筆, “The brush of Kunichika”). Condizion: stains.
€ 550,00 / 600,00
600 Utagawa Yoshiiku (1833-1904), Utagawa Kunisada (1786-1865) e Toyohara Kunichika (1835-1900)
“Tre scene con beltà e figura maschile” Stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 44 x 83. Utagawa Yoshiiku (a sinistra): dalla serie “Trentasei fiori selezionari in piena fioritura: la loro calligrafia” (“Zensei jihitsu sanjūroku kasen”, 全盛自筆 三十六花撰 ), 7° mese del 1869; firmata “Chōkarō Yoshiiku ga” (“Chōkarō Yoshiiku dipinse”, 朝霞楼芳幾画 ); editore: Yorozuya Magobei. Utagawa Kunisada (al centro, parte di un altro trittico): firmata “Kunisada ga” (“Kunisada dipinse”, 国貞 画); editore Maruya Jinpachi. Toyohara Kunichika (a destra): firmata “Kunichika fude” (“Il pennello di Kunichika”, 国周筆). Stato di conservazione: buono. Utagawa Yoshiiku (1833-1904), Utagawa Kunisada (1786-1865) and Toyohara Kunichika (1835-1900) “Three scenes with beautiful women and a male figure” Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 44 x 83. Utagawa Yoshiiku (on the left): from the series “Thirty-six Selected Flowers in Full Bloom: their calligraphy” (“Zensei jihitsu sanjūroku kasen”, 全盛自筆 三十六花撰 ), 7th month of 1869; signed “Chōkarō Yoshiiku ga” (“painted by Chōkarō Yoshiiku”, 朝霞楼芳幾 画 ); publisher:Yorozuya Magobei. Utagawa Kunisada (in the centre, part of another triptych): signed “Kunisada ga” (“Kunisada painted”, 国貞 画); publisher Maruya Jinpachi. Condition: good.
€ 400,00 / 500,00 128
601 Toyohara Kunichika (1835-1900) “L’attore Onoe Kikugorō V” (尾上菊五郎). “L’attore Ichikawa Sadanji I” (市川左団次). Due fogli del trittico “Godendosi il fresco nel giardino delle Sette Erbe autunnali” (“Yūsuzumi aki no nanagusa”,夕涼穐七草), 7° mese del 1869. Stampe policrome (nishiki-e) di formato grande (ōban), cm. 45,5 x 36,5 e cm. 40,2 x 29 (con cornice e vetro protettivo). Firmate “Kunichika hitsu” (国周筆, “Il pennello di Kunichika”) con sigillo circolare rosso (toshidama). Editore: Yorozuya Magobei. Stato di conservazione: buono. Altri esemplari: Boston, Museum of Fine Arts di Boston (inv. 11.41707a-c); Tokyo, Tsubouchi Memorial Theatre Museum. Toyohara Kunichika (1835-1900) “The actor Onoe Kikugorō V” (尾上菊五郎). “The actor Ichikawa Sadanji I” (市川左団次). Two sheets from the triptych “Enjoying the coolness in the garden of the Seven Autumnal herbs” (“Yūsuzumi aki no nanagusa”,夕涼穐七草), 7th month of 1869. Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), cm. 45,5 x 36,5 e cm. 40,2 x 29 (frame and protective glass). Signed “Kunichika hitsu” (国周筆, “The brush of Kunichika”) with circular red seal (toshidama). Publisher:Yorozuya Magobei. Condition: good. Other examples: Boston, Museum of Fine Arts di Boston (inv. 11.41707a-c);Tokyo,Tsubouchi Memorial Theatre Museum.
€ 400,00 / 500,00 129
602 Utagawa Kunisada (17861865)
“Gli attori Daifukuya Soroku (大黒屋惣六), Iimotoshinonu (妹志のぬ) e Haiyaku Kensaku (姉宮城野)”, 8° mese del 1853 Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 44,5 x 84,5. Firmate “Toyokuni ga” (“Toyokuni dipinse”, 豊国画). Editore: Ebisuya. Stato di conservazione: buono. Utagawa Kunisada (1786-1865) “The actors Daifukuya Soroku (大黒屋惣六), Iimotoshinonu (妹志のぬ) and Haiyaku Kensaku (姉宮城野)”, 8th month of 1853 Polychrome print triptych (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 44,5 x 84,5. Signed “Toyokuni ga” (“Toyokuni painted”, 豊国 画). Publisher: Ebisuya. Condition: good.
€ 550,00 / 600,00
603 Utagawa Kunisada (17861865) e Utagawa Yoshiiku (1833-1904)
“Tre stampe con beltà femminili in interno” Stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 43,5 x 83,5. Utagawa Yoshiiku (a sinistra): firmata “Ikkunsai Yoshiiku ga” (“Ikkunsai Yoshiiku dipinse”, 一薫斎芳幾画); in alto a sinistra cartiglio con iscrizione “Takigawa” (滝川). Utagawa Kunisada (al centro): firmata “ōkō Kunisada ga” (“ōkō Kunisada dipinse”) . La stampa sulla destra non firmata ma molto probabilmente Utagawa Yoshiiku. Stato di conservazione: colori vivi ma rifilate. Utagawa Kunisada (1786-1865) and Utagawa Yoshiiku (1833-1904) “Three prints depicting interior scenes with beautiful women” Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass Utagawa Yoshiiku (left) signed: “Ikkunsai Yoshiiku ga” (“Ikkunsai Yoshiiku painted”, 一薫斎芳幾 画); cartouche with inscription in upper left “Takigawa” (滝川). Utagawa Kunisada (centre): signed “ōkō Kunisada ga” (“ōkō Kunisada painted”). The right-hand print is not signed but is most probably by Utagawa Yoshiiku Condition: vivid colours, but trimmed.
€ 400,00 / 500,00
130
604 Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) “L’attore Ichikawa Ebizō V (1791-1859) nel ruolo di Matsuōmaru” “L’attore Nakamura Utaemon IV (1796-1852) nel ruolo di Umeōmaru” Due fogli di un dittico dedicato al dramma “Sugawara denju tenarai kagami” (菅原伝授手習鑑), 1840 circa. Stampe policrome (nishiki-e) di formato grande (ōban), cm. 55 x 42 (con cornice e vetro protettivo). Firmate “Ichiyūsai Kuniyoshi ga” (“Ichiyūsai Kuniyoshi dipinse”, 一勇斎国芳画). Editore: Maru-ya Seijirō. Stato di conservazione: colori vivi ma rifilate. Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) “The actor Ichikawa Ebizō V (1791-1859) in the role of Matsuōmaru” “The actor Nakamura Utaemon IV (1796-1852) in the role of Umeōmaru” Two sheets from the diptych dedicated to the play “Sugawara denju tenarai kagami” (菅原伝授手習鑑), 1840 circa. Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), cm. 55 x 42 (frame and protective glass). Signed “Ichiyūsai Kuniyoshi ga (“Ichiyūsai Kuniyoshi painted”, 一勇斎国芳画). Publisher: Maru-ya Seijirō. Condition: vivid colours but trimmed.
€ 400,00 / 500,00 131
605 Utagawa Kuniyoshi (17981861)
“I fantasmi della principessa Nowake e del prete Hōkaibō tra Miyakodori no Oshizu e Yosuke”, 7° mese del 1847. Dedicato al dramma Kabuki “Sumidagawa Gonichi no omokage” (隅田川続俤). Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 44,5 x 86. Firmate “Ichiyūsai Kuniyoshi ga” (“Ichiyūsai Kuniyoshi dipinse”, 一勇斎 国芳 画) con sigillo yoshi kiri. Editore: Ebiya Rinnosuke Sigilli dei censori: Muramatsue Yoshimura. Stato di conservazione: discreto. Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) “The ghosts of princess Nowake and the priest Hōkaibō between Miyakodori no Oshizu and Yosuke”, 7th month of 1847. Dedicated to the Kabuki play “Sumidagawa Gonichi no omokage” (隅田川続俤). Polychrome print triptych (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 44,5 x 86. Signed “Ichiyūsai Kuniyoshi ga” (“Ichiyūsai Kuniyoshi painted”, 一勇斎 国芳 画) with yoshi kiri seal. Publisher: Ebiya Rinnosuke. Censor seal: Muramatsue Yoshimura. Condition: fair.
€ 550,00 / 600,00
606 Utagawa Yoshiiku (1833-1904)
“Tre stampe con beltà nei pressi del ponte Ryōgoku”, 1869. Dalla serie “Otto vedute ravvicinate del ponte Ryōgoku” (“Ryōgoku Hakkei no uchi”, 両国) Stampe policrome (nishiki-e) di formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 42,5 x 80. Firmate “Kunsai Yoshiiku” (“Il pennello di Kusai Yoshiiku”, 薫斎芳幾筆) Editore: Kaga-kichi. Stato di conservazione: colori vivi ma rifilate. Altri esemplari: Tokyo, Waseda University Theatre Museum. Utagawa Yoshiiku (1833-1904) “Three prints depicting beautiful women near the Ryōgoku bridge”, 1869. From the series: “Eight Scenes near the Ryōgoku Bridge” (“Ryōgoku Hakkei no uchi”, 両国). Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 42,5 x 80. Signed: “Kunsai Yoshiiku” (“The brush of Kusai Yoshiiku”, 薫斎芳幾筆). Publisher: Kaga-kichi. Condition: vivid colours, but trimmed. Other examples:Tokyo,Waseda University Theatre Museum.
€ 400,00 / 500,00
132
607 Utagawa Yoshitsuya (18221866)
“Scena di corteo” Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno e vetro protettivo, cm. 48 x 86,5. Firmate “Ichieisai Yoshitsuya ga” (“Ichieisai Yoshitsuya dipinse”, 一英斎芳艶画). Stato di conservazione: discreto. Utagawa Yoshitsuya (1822-1866) “Procession scene” A triptych of polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), frame and protective glass, cm. 48 x 86,5. Signed “Ichieisai Yoshitsuya ga” (“Ichieisai Yoshitsuya painted”, 一英斎芳艶画). Condition: fair.
€ 300,00 / 400,00
608 Utagawa Yoshiiku (1833-1904)
“Tre scene con beltà”, 2° mese del 1869. Dalla serie “Trentasei ristoranti in colori primaverili” (“Shunshoku sanjūroku kaiseki”, 春色三十六会席). Stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 42,5 x 80. Firmate “Ikkeisai Yoshiiku ga” (“Ikkeisai Yoshiiku dipinse”, 一蕙斎芳幾画) quella al centro, “Chōkarō Yoshiiku ga” (“Chōkarō Yoshiiku dipinse”, 朝霞楼芳幾画) quelle ai lati. Editore: Omiya Kyūsuke (Sawa Kyūjirō). Stato di conservazione: buono. Altri esemplari: Boston, Museum of Fine Arts. Utagawa Yoshiiku (1833-1904) “Three scenes with beautiful women”, 2nd month of 1869. From the series: “Thirty-six Restaurants in Spring Colours” (“Shunshoku sanjūroku kaiseki”, 春色三 十六会席). Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 42,5 x 80. Signed: “Ikkeisai Yoshiiku ga” (“Ikkeisai Yoshiiku painted”, 一蕙斎芳幾画) in the centre,“Chōkarō Yoshiiku ga” (“Chōkarō Yoshiiku painted”, 朝霞楼 芳幾画) for the lateral scenes. Publisher: Omiya Kyūsuke (Sawa Kyūjirō). Condition: good. Other examples: Boston, Museum of Fine Arts.
€ 400,00 / 500,00
133
609 Utagawa Kunisada (17861865)
“Scena da un dramma di teatro Kabuki con quattro attori”, 1° mese del 1857. Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), con cornice in legno dorato e vetro protettivo, cm. 44,5 x 84,5. Firmate “Toyokuni ga” (“Toyokuni dipinse”, 豊国画) entro cartiglio su tutte le stampe. Editore: Enshūya Hikobei. Sigillo della censura: aratame. Stato di conservazione: buono. Utagawa Kunisada (1786-1865) “Dramatic scene with four Kabuki theatre actors”, 1st month of 1857. Polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), giltwood frame and protective glass, cm. 44,5 x 84,5. Signed:“Toyokuni ga” (“Toyokuni painted 豊国画) set within a cartouche on all the prints. Publisher: Enshūya Hikobei. Censor seal: aratame. Condition: good. Other examples:Tokyo,Waseda University Theatre Museum.
€ 600,00 / 700,00
610 Chikanobu Toyohara (18381912)
“I fiori tradizionali dell’est” (“Onko higashi no hana”, 温故東の花: 旧幕府御大禮之節 町人御能拝見之図) ), 1889 Trittico di stampe policrome (nishiki-e) in formato grande (ōban), cornice e vetro protettivo, cm. 50 x 84. Firmata “Yōshū Chikanobu fude” (“Il pennello di Yōshū Chikanobu”, 楊洲周延筆) con sigillo toshidama. Editore: Egawa Hachiemon. Stato di conservazione: buono. Altri esemplari: Tokyo, Edo-Tokyo Museum. Chikanobu Toyohara (1838-1912) “Traditional Eastern Flowers” (“Onko higashi no hana”, 温故東の花: 旧幕府御大禮之節町人 御能拝見之図) ), 1889 A triptych of polychrome prints (nishiki-e), large size (ōban), frame and protective glass, cm. 50 x 84. Signed “Yōshū Chikanobu fude” (“The brush of Yōshū Chikanobu”, 楊洲周延筆) with toshidama seal. Publisher: Egawa Hachiemon. Condition: good. Other examples:Tokyo, Edo-Tokyo Museum.
€ 700,00 / 800,00
134
611 Tsukioka Kōgyo (1869-1927)
“Attore di teatro Nō” “Pontone 9” (“Ukibune kyū”, 浮 舟 九), 1926. Stampa policroma (nishiki-e), cornice in legno e vetro protettivo, cm. 33 x 47,2. Firmata “Kōgyo” (耕漁) con sigillo. Editore: Seibi Shoin. Stato di conservazione: buono. Tsukioka Kōgyo (1869-1927) “Theatre Nō Actor” “Pontone 9” (“Ukibune kyū”, 浮 舟 九), 1926. A polychrome print, wooden frame and protective glass, cm. 33 x 47,2. Signed “Kōgyo” (耕漁) with seal. Publisher: Seibi Shoin. Condition: good.
€ 200,00 / 300,00 135
136
Pittura
Paintings 画 金工
137
612 Dama nel paesaggio innevato
613 Uccelli e aceri
Lady in snowy landscape Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku) ink and colours painted on silk, silk frame and wooden knobs, cm. 128 x 51. Signed in the lower left with seal. Condition: good.
Birds perched on a maple tree Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku) ink and colours painted on silk, silk frame and horn knobs, cm. 102 x 32,5. Signed in lower right corner with seal. Condition: very fine.
â‚Ź 800,00 / 1.000,00
â‚Ź 350,00 / 400,00
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su seta, cm. 128 x 51 (cornice in seta e pomelli in legno). Firmato in basso a sinistra con sigillo. Stato di conservazione: buono.
138
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su seta, cm. 102 x 32,5 (cornice in seta e pomelli in osso). Firmato in basso a destra con sigillo. Stato di conservazione: ottimo.
614 Tigre
615 Beltà e attendente
Giappone, XIX-XX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su seta, cm. 108 x 41,5 (cornice in seta e pomelli in legno). Firmato in basso a destra con due sigilli. Stato di conservazione: buono.
Giappone, XX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su seta, cm. 101 x 34 (cornice in seta e pomelli in avorio). Firmato “Miyagawa Chōshun” in basso a destra con sigillo. Stato di conservazione: ottimo.
A tiger Japan, 19th-20th century. Vertical scroll (kakejiku) ink and colours painted on silk, silk frame and wooden knobs, cm. 108 x 41,5. Signed in the lower right with two seals. Condition: good.
A beautiful woman with her attendant Japan, 20th century. Vertical scroll (kakejiku) ink and colours painted on silk, silk frame and ivory knobs, cm. 101 x 34. Signed “Miyagawa Chōshun” in lower right with seal. Condition: very fine.
€ 600,00 / 700,00
€ 450,00 / 500,00 139
616 Paesaggio costiero con pino e barche
617 Oche al fiume
Coastal scene depciting pine tree and boats Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku), ink and colours painted on paper, silk frame, 105 x 29,5. Signed “Heian Naoyoshi Mori fude” in lower right with seal. Condition: fair (restorations).
Ducks on the river Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku), ink and colours painted on silk, silk frame with wooden knobs, cm. 105 x 39. Signed on the left margin with seal. Condition: very fine.
€ 500,00 / 600,00
€ 600,00 / 700,00
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su carta, cm. 105 x 29,5 (cornice in seta). Firmato “Heian Naoyoshi Mori fude” in basso a destra con sigillo. Stato di conservazione: discreto (restauri).
140
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su seta, cm. 105 x 39 (cornice in seta e pomelli in leno). Firmato sul margine sinistro con sigillo. Stato di conservazione: ottimo.
618 Paesaggio fluviale
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su seta, cm. 144 x 46 (cornice in seta e pomelli in legno). Firmato con iscrizione e sigillo in alto a sinistra; sigillo in basso a destra. Stato di conservazione: buono.
619 Paesaggio con Fuji
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro e colori su carta, cm. 33 x 54,5 (cornice in seta e pomelli in legno). Firmato “Ryoumei” (?) in basso a sinistra con sigilli. Stato di conservazione: discreto.
A riverscape Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku) ink and colours painted on silk , silk frame and wooden knobs, cm. 144 x 46. Signed with inscription and seal in the upper left; lower right seal. Condition: good.
Landscape with Fuji Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku) ink and colours painted on paper, silk frame and wooden knobs, cm. 33 x 54,5. Signed “Ryoumei” (?) in lower left with seal. Condition: fair.
€ 600,00 / 700,00
€ 450,00 / 500,00 141
620 Rondini e ciliegio in fiore
621 Crisantemi e poesia
Swallows and cherry blossom Japan, 19th century. Vertical scroll (kakejiku) ink, colours and gofun painted on paper, silk frame and ivory knobs, cm. 112 x 42. Signed in the upper right with seal. Condition: very fine.
Chrysanthemum and poetry Japan, 19th-20th century. Vertical scroll (kakejiku) ink, colours and gofun painted on paper, silk frame and horn knobs, cm. 112 x 36,5. Signed in the lower right with seal. Condition: very fine.
â‚Ź 400,00 / 500,00
â‚Ź 300,00 / 350,00
Giappone, XIX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro, colori e gofun su carta, cm. 112 x 42 (cornice in seta e pomelli in avorio). Firmato in alto a destra con sigillo. Stato di conservazione: ottimo.
142
Giappone, XIX-XX secolo. Rotolo verticale (kakejiku) dipinto a inchiostro, colori e gofun su seta, cm. 112 x 36,5 (cornice in seta e pomelli in osso). Firmato in basso a destra con sigillo. Stato di conservazione: ottimo.
622 Anonimo pittore giapponese
“Scene di amplesso”, seconda metà del XVII secolo. Due dipinti a inchiostro, colori e gofun su carta, cm. 26 x 42 ( cm. 52 x 68,5 con passe-partout). Stato di conservazione: discreto (piccole lacune e restauri). I due dipinti raffigurano entrambi una coppia di amanti nel momento dell’amplesso. Le figure, delineate a sottili tratti di inchiostro, si impongono su uno sfondo cartaceo completamente vuoto, se si eccettua il tessuto decorato in viva policromia sul quale stanno sdraiate. Particolarmente denso è il nero usato per la fluente capigliatura delle dame e per il copricapo eboshi (烏帽子) indossato dall’uomo. Il corpo delle figure è illuminato da una stesura di gofun (胡 粉). Molto probabilmente questi dipinti facevano parte di un lungo rotolo orizzontale (絵巻物, emakimono), formato che ben si prestava alla visione privata. Come specificato nel manuale di pittura intitolato Gasen (“Della pittura”), messo a punto da artisti della scuola Kanō e pubblicato nel 1721, ognuno di questi rotoli si componeva di dodici diverse scene con riferimento ai mesi dell’anno. Rotoli di tema erotico furono realizzati in Giappone almeno dal periodo Heian (794-1185).Tuttavia, essi proliferarono soprattutto nel XVII secolo. Non sono noti artisti dediti a questi temi ma è probabile che il genere attraesse l’attenzione trasversale dei membri di tutte le scuole pittoriche. Si può però affermare che molti di questi dipinti mostrino affinità stilistiche con i modi della Scuola Tosa. Anonymous Japanese painter “Erotic scenes”, second half of 17th century. Two ink paintings, colour and gofun on paper, cm. 26 x 42. Condition: good (small lacune and restorations). The two paintings both depict a pair of lovers in the moment of intimacy. The figures, outlined in thin ink strokes, are set against an empty background, except for the vivid polychrome decorated fabric on which they are lying. The black is particularly dense for the flowing hair of the ladies and the eboshi headdress (烏帽子) worn by the man. The body of the figures is illuminated by gofun (胡 粉).These paintings probably formed part of a long horizontal scroll (絵巻物, emakimono) a format that was well-suited to private viewing. As specified in the manual on painting entitled “Gasen” (“On Painting”), developed by the Kanō School artists published in 1721, each of these scrolls consisted of twelve different scenes referring to the months of the year. Scrolls of an erotic nature had been made in Japan since the Heian period (794-1185). However, they especially proliferated in the 17th century. The artists are unknown; however it is likely that all members of all schools of painting were interested in this genre. However, many of these paintings show stylistic similarities to the Tosa School.
€ 2.000,00 / 3.000,00 143
623 Scuola Tosa
Scena di corte, periodo Edo (1615-1868), XVIII-XIX secolo. Inchiostro, colori, oro e gofun su carta, cm. 38,5 x 129 (con cornice in legno e vetro protettivo). Stato di conservazione: buono. Il dipinto raffigura una scena con numerosi personaggi ambientata all’interno di una residenza. Grazie all’artificio del fukinuki yatai (吹抜屋台, letteralmente “tetto scoperchiato”), l’osservatore riesce a penetrare all’interno della grande sala sulla sinistra nella quale numerose dame, un uomo e un bambino sono colti in varie attività; sulla destra si vedono altri cortigiani seduti in parte su un terrazzamento e in parte sul pavimento di una sala contigua, che si affaccia su uno scorcio di giardino con alberi, rocce e un corso d’acqua. L’intera scena è incorniciata in alto e in basso da bande merlettate in oro, che richiamano la forma delle nuvole. Sulla destra e sulla sinistra si vedono invece brani letterari vergati in stile corsivo. La presenza di queste porzioni di scrittura ai lati e l’altezza del dipinto fanno ipotizzare che si tratti di una porzione di un rotolo orizzontale (emakimono, 絵巻物) il quale, tutto intero, illustrava con testo e immagini l’intera storia di cui questo stralcio è un brano. Si trattava sicuramente di un racconto di epoca Heian (794-1185) - probabilmente del celebre Geniji monogatari (源氏物語, “Il romanzo del Principe Splendente”) - poiché i personaggi che lo animano sono abbigliati alla moda del tempo. Al periodo Heian fanno inoltre riferimento le tecniche pittoriche con cui è stato realizzato questo dipinto, e anche la scelta del formato del rotolo orizzontale, poiché molti tra i capolavori della pittura giapponese del X-XII secolo furono emakimono dipinti a colori brillanti con temi tratti dalla letteratura contemporanea. Nel periodo Edo i temi e lo stile della pittura tradizionale giapponese (Yamato-e, 大和絵) di epoca Heian furono la cifra distintiva in particolare degli artisti della Scuola Tosa (土佐派). Fondata nel XV secolo, essa sopravvisse con alti e bassi fino al XIX secolo, proponendo opere anche molto belle molto affini ai prototipi più antichi. Tosa School Court scene, Edo period (1615-1868),18th-19th century. Ink, colours, gold and gofun on paper, wood frame with protective glass, cm. 38,5 x 129. Condition: good. The painting depicts an interior scene with several characters in a home.Thanks to the artifice of fukinuki yatai (吹抜屋台, literally “uncovered roof “), the viewer is able to see into the large room on the left where many ladies, a gentleman and a young boy are captured in various activities; on the right there are various courtiers seated on a terrace in part and in part on the floor of an adjoining room, overlooking a beautiful view of garden with trees, rocks and a river.The entire scene is framed in the upper and lower sections by gold-laced bands, recalling the shape of clouds. On the right and on the left there are literary texts in cursive writing. The presence of these portions of writing to the sides and in the upper part of the painting lend one to believe that this could be a portion of a horizontal scroll (emakimono, 絵巻物) which, when in one piece, would have illustrated with text and images the entire history of which this is an excerpt. It was definitely an account from the Heian period (794-1185) - probably by the famous “Geniji monogatari” (源氏物語, “The tale of the Shining Prince”) - as the characters are dressed in the fashion of the period. In the Edo period, the themes and traditional Japanese pictorial style (Yamato-e, 大和絵) of the Heian period were the distinctive, especially with the artists from the Tosa School (土佐派). Founded in the 15th century, the School survived until the 19th century and boasted very fine artists.
€ 1.500,00 / 2.000,00 144
624 Coppia di cervi
Inchiostro e colori tenui su seta, cornice in legno e vetro protettivo, cm. 41 x 19,5. Firmato “Sosen hitsu” (狙仙筆, “Il pennello di Sosen”) con sigillo rosso “Mori Shusho”. Stato di conservazione: buono. Bel dipinto raffigurante una coppia di cervi, con il possente maschio visto dal di dietro e la femmina che teneramente gli si avvicina. Mori Sosen (1747-1821), insieme al fratello Shūhō (1738-1823), è stato fondatore di una scuola pittorica di grande successo con base ad Osaka. La specialità di questi artisti era la pittura di animali, trattati con stile naturalistico, in maniera simile a quanto andavano facendo contemporaneamente a Kyoto gli artisti della scuola Maruyama. Mori Sosen è particolarmente noto per le sue scimmie, ma anche i cervi furono tra i suoi soggetti prediletti.
625 Carpe
Inchiostro e colori tenui su seta, cornice in legno e vetro protettivo, cm. 41 x 19,5. Firmato “An-ei tsuchinoto-e boshun utsu/ Ōkyo” (安永亥暮春写/ 應舉, “Dipinto nella tarda primavera del 1779/ Ōkyo”) con due sigilli dell’artista. Stato di conservazione: buono (macchia sul lato inferiore). Bel dipinto a inchiostro e colori tenui su seta raffigurante tre carpe (鯉, koi) in un corso d’acqua con alcuni fusti d’erba. Maruyama Ōkyo (1733-1795), fondatore dell’omonima scuola di Kyoto, è stato uno dei maggiori artisti giapponesi del Settecento. Creatore di uno stile pittorico definito ‘naturalistico’ in cui si combinavano elementi della tradizione giapponese e spunti della pittura occidentale, molto abile soprattutto nell’affrontare il soggetto di animali, Ōkyo ebbe un grande numero di discepoli, seguaci ed imitatori.
A pair of deer Ink and soft tones on silk, wooden frame with protective glass, cm. 41 x 19,5. Signed “Sosen hitsu” (狙仙筆, “The brush of Sosen”) with red Mori Shusho seal. Condition: good. A fine painting depicting a pair of deer, with the male stag seen from behind and the female tenderly goes towards him. Mori Sosen (1747-1821), together with his brother Shūhō (1738-1823), was founder of the very successful painting school based in Osaka. The artists specialised in depicting animals in a naturalistic way and in a similar manner to the Maryama School in Kyoto of the same period. Mori Soosen is particularly well known for his monkeys, but also deer were another of his favourite subjects.
Carp Ink and soft colours on silk, wooden frame and protective glass, cm. 41 x 19,5. Signed “An-ei tsuchinoto-e boshun utsu/ Ōkyo” (安永亥暮春写/應舉, “Painting in late Spring of 1779/ Ōkyo”) with two seals of the artist. Condition: good (stain on underside). A fine ink and colour painting on silk depicting three carp (鯉, koi) racing through the water with stalks of grass. Maruyama Ōkyo (1733-1795), founder of the homonymous school in Kyoto was one of the most important 18th century artists. Creator of a pictorial style defined “naturalistic”, he combined elements from Japanese tradition with details taken from western painting and was extremely skilled at depicting animals. Ōkyo had a large number of disciples followers and imitators.
€ 1.200,00 / 1.500,00
€ 1.200,00 / 1.500,00 145
626 Paravento a due ante con cavallo e stalliere
Giappone, XIX secolo. Carta dipinta a inchiostro e colori, cornice in seta e cornice in legno con borchie in metallo, cm. 173 x 182. Stato di conservazione: lievi danni. Paravento (屏風, byōbu) a due ante in carta dipinta a inchiostro bruno e colori, con cornice in seta operata ornata di medaglioni con motivi vegetali e animali stilizzati, a sua volta racchiusa entro scheletro ligneo dotato di borchie in metallo lavorato a traforo. La decorazione dipinta, che si svolge senza soluzioni di continuità sulle due ante, mostra una scena con un cavallo che si fa governare da uno stalliere nei pressi della rimessa in legno alla quale sta appeso il sacco con il foraggio per l’animale. A two panel screen depicting horse and groom Japan, 19th century. Ink and colours on paper, silk frame, wood frame with metal nails. Condition: good (minor damage). A two panel screen (屏風, byōbu), brown and coloured ink pained on paper, silk framed and decorated with medallions, vegetal motifs and stylised animas, enclosed with a wooden structure, in turn fitted with fretworked metal studs. The painted continuous decoration reveals a scene with a horse being led by the groom near a wooden shed where there is a bag containing horse food.
€ 600,00 / 700,00 146
627 Paravento
Giappone, inizio del XX secolo. Legno intagliato e laccato con intarsi in madreperla, tessuto ricamato, cm. 182 x 272. Stato di conservazione: ottimo. Paravento (屏風, byōbu) a quattro ante con scheletro ligneo decorato nei quattro ampi riquadri inferiori con un sinuoso motivo di onde stilizzate, realizzate in parte lacca dorata in leggero rilievo (薄肉高蒔絵, usuniku-takamaki-e) e in parte con intarsio di madreperla (青貝, aogai). I quattro riquadri superiori presentano invece un’armoniosa composizione continua realizzata a ricamo di ventagli pieghevoli (扇,ōgi), ognuno dei quali ornato di uno specifico fiore. I quattro pannelli sono giunti da laccio in seta intrecciata. Si tratta di un arredo di notevoli qualità decorative, nel quale si combinano con equilibrio diverse techiche artistiche tradizionali giapponesi. A screen Japan, early 20th century. Carved and lacquer wood with mother-of-pearl inlay, embroidered fabric, cm. 182 x 272. Condition: very fine. A four panel wooden screen (屏風, byōbu) decorated in the four large lower panels with a sinuous motif of stylised waves, in part in gilt lacquer slightly in relief (薄肉高蒔 絵, usuniku-takamaki-e) and in part with mother-of-pearl inlay (青貝, aogai). Instead, the four upper panels present a harmonious continual composition depicting embroidered folding fans (扇, ōgi), each of which decorated with a specific flower.The four panels are joined together with woven silk ties and it has remarkable decorative qualities, combining various traditional Japanese artistic techniques.
€ 6.500,00 / 7.000,00 147
628 Paravento a sei ante con scena autunnale
Giappone, periodo Edo (1615-1868), XVIII-XIX secolo. Carta dipinta a inchiostro, colori, oro e gofun, cornice in legno e seta con borchie in metallo, cm. 171,5 x 372. Firmato “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) con sigillo, in basso a sinistra. Stato di conservazione: buono. Bel paravento (屏風, byōbu) a sei ante decorato con una scena autunnale, disposta senza soluzione di continuità sull’intera superficie a vista. La composizione mostra staccionate in bambù intrecciato e tralci di crisantemi (菊, kiku) sparsi, elementi per lo più rilevati rispetto alla superficie della carta. Abbondante è la profusione d’oro, usato in stesure sui rilievi e a spruzzo sul fondo cartaceo. Di grande impatto decorativo, questo paravento mostra senz’altro caratteristiche stilistiche riferibili alla cosiddetta Scuola Rinpa (琳派) di Kyoto. Fondata da Tawaraya Sōtatsu (俵屋宗達, ?-1640 circa) e Hon’ami Kōetsu (本阿弥光悦, 1558-1637) verso l’inizio del XVII secolo, la Scuola Rinpa si costituì però ufficialmente solo un secolo dopo circa grazie all’attività dei due fratelli Ogata(尾形), Kenzan (乾山, 1663-1743) e Kōrin (光琳, 1658-1716), i quali fecero proprii rielaborandoli gli insegnamenti dei due artisti sopra citati che li avevano preceduti. In particolare, Kenzan si dedicò alla gestione di alcune fornaci ceramiche e alla calligrafia, mentre Kōrin – pur collaborando con il fratello nella sua attività di ceramista – si concentrò soprattutto nella pittura, consolidando uno stile che sarebbe diventato un punto di riferimento per una nutrita schiera di seguaci, discepoli e imitatori che avrebbero mantenuta viva la tradizione Rinpa fino al XX secolo. Tale fu l’importanza di Kōrin per la scuola che essa prese proprio da lui il nome: il termine Rinpa si compone infatti dei due caratteri “pa” (派) di “scuola” e “Rin” (琳) di Kōrin. Lo stile Rinpa è piuttosto eclettico: vi si ritrovano spunti di ispirazione dalla pittura monocroma (suibokuga, 水墨畫) e dalla pittura di “fiori e uccelli” (kachōga, 花鳥画) di derivazione cinese, riproposte in Giappone fin dal periodo Muromachi (1333-1573) in particolare dagli esponenti della Scuola Kanō (狩野派), ma, soprattutto, riferimenti all’antica tradizione pittorica giapponese (Yamato-e, 大和絵) del periodo Heian (794-1185), con la sua profusione di esuberante policromia e dorature. Anche nei temi, gli artisti della Scuola Rinpa riproposero soggetti ‘classici’ giapponesi, tratti dalla letteratura oppure dalla Natura, con particolare riferimento alle variazioni stagionali. Il paravento qui discusso è per l’appunto esemplare di questa predilezione degli artisti Rinpa per le tematiche della Natura e dell’alternarsi delle stagioni, e insieme testimonianza della loro abilità nel costruire immagini molto poetiche che possono, erroneamente, essere in certi casi interpretate come semplicemente decorative per chi non conosca la ricchezza di contenuti di questi temi naturali e di quanta importanza ebbero nello sviluppo dell’intera cultura giapponese. Per stile esso si pone in un filone pittorico inaugurato da Sōtatsu e dai pittori della sua bottega, in cui si produssero numerosi paraventi con composizioni floreali non dissimili da questo che, tuttavia, è senz’altro più tardo rispetto al XVII secolo. La firma “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) con sigillo che compare è quindi ingenuamente apocrifa, poiché lo stile del presente paravento non corrisponde ai modi del Maestro. A six panel screen depicting autumnal scene Japan, Edo period (1615-1868), 18th-19th century. Ink-painted paper, colours, gold and gofun, wood and silk frame with metal studs, cm. 171,5 x 372. Signed “Hokkyō Kōrin” (法橋光琳) with seal in lower left. Condition: good. A fine six panel screen (屏風, byōbu) decorated with an autumnal scene, over the entire visible surface. The composition depicts interwoven bamboo fences and scattered chrysanthemum branches (菊, kiku). Abundant is the profusion of gold used on the relief word and sprayed on the paper ground. Of great decorative impact, this screen shows clear stylistic features of the so-called Rinpa School (琳派) of Kyoto. Founded by Tawaraya Sōtatsu (俵屋宗達 ? -1640 circa) and Hon’ami Kōetsu (本阿弥光悦, 1558-1637) at the beginning of the 17th century, the Rinpa school was officially established only after a century thanks to the activity of the two Ogata brothers (尾形), Kenzan (乾山, 1663-1743) and Kōrin (光琳, 1658-1716). In particular, Kenzan is dedicated himself to the management of ceramic furnaces and calligraphy, whilst Kōrin - while collaborating with his brother in his work as a potter - focused primarily on painting, consolidating a style that would become a point of reference for a many followers, disciples and imitators who have kept alive the Rinpa tradition as late as the 20th century. Such was Kōrin’s importance, that the school took his name: the term Rinpa consists in fact of two characters “pa” (派) “school” and the “Rin” (琳) of Kōrin.The Rinpa style is eclectic inspiration from the monochrome painting (suibokuga, 水墨畫) and Chinese-derived “flowers and birds” painting (kachōga, 花鳥画), that was reintroduced in Japan from the Muromachi period (1333 - 1573), but above all references to the ancient tradition of Japanese painting (Yamato-e, 大和絵) of the Heian period (794-1185), with its profusion of exuberant polychrome and gilding. The screen here is a perfect example of this predilection by the Rinpa artists for themes of nature and the seasons, with testimony of their ability to build poetic images that can erroneously be interpreted in some examples as purely decorative. For the style, it stands in a pictorial tradition inaugurated by Sōtatsu and the painters of his workshop, which produced many screens with floral displays not dissimilar to this one that however, is certainly later than the 17th century.The signature “Hokkyō Korin” (法橋光琳) with seal that appears, is therefore naively apocryphal.
€ 10.000,00 / 15.000,00 148
149
150
Corea
Korea 金工
151
629 Paravento a otto ante con tralci di vite e grappoli d’uva Corea, XX secolo. Inchiostro su carta, cornice in legno e borchie in metallo, cm. 180 x 326. Stato di conservazione: discreto (macchie).
Paravento a otto ante, ornato sul davanti con un grande dipinto su carta raffigurante una bella composizione di tralci di vite con uva. I rami contorti, i pampini, i grappoli e i raspi, tutti gli elementi sono resi con sapiente utilizzo delle gradazioni dell’inchiostro nero, in un vorticare di linee e campiture dal nero più intenso al grigio più morbido. In alto a destra e in basso a sinistra si svolgono iscrizioni in caratteri cinesi, grazie alle quali apprendiamo che l’artista si firma come “Kim Bongkwan” e nome d’arte “Ko-am” (letteralmente “colui che sta nella roccia”), il quale realizzò questo dipinto per farne dono ad un suo amico-collega; vi compare inoltre una poesia, il cui contenuto ha all’incirca questo tenore: “come si intrecciano i tralci della vite così anche le nostre vite si sono intrecciate”. Il dipinto si fa apprezzare per il ritmo con cui si svolge la composizione, caratterizzata da un potente movimento a spirale che dalla destra in alto si amplia progressivamente dirigendosi a sinistra, scemando contemporaneamente anche i toni di inchiostro dal nero più denso al grigio più evocativo. An eight panel screen decorated with bunches of grapes and vine sprays Korea, 20th century. Ink on paper, wooden frame and metal nails, cm. 180 x 326. Condition: good (stains). Eight panel screen, decorated on the front with a large painting on paper depicting a fine composition of vine sprays with grapes.The twisted branches, the vines, the grapes and stems have all been rendered with a skilful use of tonalities of black ink, in a swirl of lines and fields from the deepest black to a softer grey.The upper right and lower left bear Chinese inscriptions, thanks to which we can see the artist has signed as “Kim Bongkwan” with his artistic name “Ko-am” (literally “the one who is in the rock” ), who painted this as a gift for a friend; there is also a poem written on the screen. The painting can be appreciated for its composition, characterised by a powerful spiral movement that from the top right progressively grows moving left, at the same time the fading ink tones change from a dense black to a more evocative grey.
€ 3.000,00 / 5.000,00 152
630 Bambù
Corea, fine del XIX - inizio del XX secolo. Inchiostro su carta, cornice in legno e borchie in metallo, cm. 129 x 160,5. Provenienza: Collezione di un diplomatico in Asia. Stato di conservazione: discreto (alcune macchie). Paravento a due ante montato come dipinto, realizzato a inchiostro su carta, raffigurante una composizione di fusti fogliati di bambù nella quale compare – sulla destra – una lunga iscrizione in caratteri cinesi. Si tratta di un dipinto di grande intensità, mirabile per la scelta dell’artista di tagliare in alto e in basso i fusti di bambù, quasi a voler condurre lo spettatore all’interno del boschetto. Gli elementi della composizione sono resi a tonalità più o meno dense di inchiostro. L’effetto complessivo è molto evocativo: l’atmosfera brumosa e liquida riporta alla mente mattinate rugiadose, nelle quali il silenzio etereo viene interrotto solo dai ritmi dei suoni della Natura. A panel depicting bamboo Korea, late 19th - early 20th century. Ink on paper, wood frame, metal studs, cm. 129 x 160,5. Provenance: Collection of a Diplomat in Asia. Condition: fair (some stains). A two panel screen mounted as a painting, ink on paper, depicting a composition of leafy bamboo stalks in which appear a long inscription in Chinese characters on the right. This is a painting of great intensity, admirable for the artist’s choice to cut the top and bottom of the bamboo stalks, as if to lead the viewer into the woodland.The elements of the composition are rendered with a dense tonality of ink. The overall effect is very evocative: the misty atmosphere brings to mind dewy mornings in which the ethereal silence is broken only by the rhythm of the sounds of Nature.
€ 2.000,00 / 3.000,00 153
631 Buddha
Corea, VII-X secolo; Thailandia (?), XIX-XX secolo. Bronzo, argento parzialmente dorato, ametista e ammonite fossile, h. cm. 20. Stato di conservazione: buono. Curioso e affascinante oggetto, costituito da una statuetta in bronzo raffigurante un Buddha arricchita da un’elaborata e preziosa montatura che combina un blocco di ametista che funge da aureola per la scultura, un blocco di ammonite fossilizzato che serve da base e un florilegio in argento parzialmente dorato che, non solo lega gli elementi, ma esalta la composizione nel complesso. La statuetta raffigurante il Buddha è senza dubbio molto, molto più antica rispetto alla montatura. Per caratteri stilistici la si può attribuire ad una manifattura coreana del cosiddetto ‘Periodo di Silla unificato’ (VII-X secolo circa), epoca in cui gli scultori coreani prendevano come riferimento le opere tridimensionali degli artisti cinesi della dinastia Tang (618-907). Dotata in origine di una ‘mandorla’, questa piccola scultura devozionale esemplifica una tipologia di statuetta che si usava depositare all’interno delle pagode dei templi buddhisti. Per un gruppo di piccole sculture simili a questa conservate nel Museo Guimet di Parigi vedi P. Cambon, “L’Art coréen au musée Guimet”, Parigi 2001, n. 12. A figure of Buddha Korea, 7th-10th century;Thailand (?), 19th-20th century. Bronze, partially gilt silver, amethyst and fossilized ammonite, h. cm. 20. Condition: good. A curious and fascinating object, consisting of a small bronze statue depicting a Buddha embellished by an elaborate and valuable frame that combines an amethyst block that acts as the sculpture’s halo, a block of fossilized ammonite that serves as a base and an anthology silver partially gold that, not only links the elements, but enhances the composition as a whole. The statuette of the Buddha is undoubtedly much older than the frame. For its stylistic features, it can be attributed to a Korean production, the so-called ‘Unified Silla’ period (circa VII-X century), a period in which Korean sculptors were influenced by the three-dimensional works of Chinese artists of the Tang Dynasty (618-907). Originally fitted with a ‘mandorla’, this small devotional sculpture is a fine example of the type of statue that was used in the pagodas of Buddhist temples. For a similar group of small sculptures, conserved in the Musée Guimet in Paris see P. Cambon, “L’Art coréen au musée Guimet “, Paris, 2001, no. 12.
€ 3.000,00 / 5.000,00 154
632 DivinitĂ
Corea, inizio del XX secolo. Inchiostro e colori su carta, cornice in legno e vetro protettivo, cm. 112,5 x 56,5. Stato di conservazione: discreto (piegature e altri lievi danni). Due dipinti ognuno dei quali raffigurante una composizione con divinitĂ , soprattutto di ambito confuciano. Si distinguono per la viva policromia e il disegno a grandi figure con caratteri stilistici pronunciati, al limite della caricatura, tipici della pittura popolare coreana del XIX-XX secolo. Deities Korea, early 20th century. Ink and colours on paper, wood frame and protective glass, cm. 112,5 x 56,5. Condition: fair (folds and other minor damages). Two paintings, both portraying a deity in a Confucian setting.They stand out for their polychrome vivacity and the pronounced stylistic features, typical of the Korean popular painting of the 19th and 20th centuries.
â‚Ź 1.000,00 / 2.000,00 155
633 Quattro scene con l’“Illustrazione della processione verso il mausoleo imperiale” (陵行圖) Corea, dinastia Choson (1392-1910), XIX secolo. Inchiostro e colori su carta, cornice in seta, cm. 84 x 60 e 81 x 51,5 (con cornice in legno e vetro protettivo). Proveneinza: Collezione di un diplomatico in Asia. Stato di conservazione: buono.
Questi quattro dipinti, ognuno dei quali raffigurante – come indica il titolo - una “processione verso il mausoleo imperiale”, con numerosi dignitari e personaggi appartenenti – come indicato dalle iscrizioni - alla corte dell’imperatore, rappresentano un documento importante nella storia della cultura coreana del periodo Choson (1392-1910). Appartengono a quel genere di illustrazione denominato uigwe (儀軌), ovvero documenti ufficiali compilati per ordine della Soprintendenza dogam (都監), un ufficio dedito alla pianificazione e all’organizzazione dei complessi riti imperiali di tradizione confuciana. Gli uigwe – di solito combinazione di testo e illustrazioni - erano compilati dopo cerimonie quali i matrimoni, la costruzione e il restauro di edifici importanti, la realizzazione di ritratti reali e i funerali. Ne venivano redatte più copie da conservare nella reggia e negli archivi storici di corte tra cui, principalmente la biblioteca Oegyujanggak (外奎章閣) fondata nel 1782. I funerali, in particolare, erano riti particolarmente complessi: prevedevano il funerale stesso, ma anche la processione e un periodo di tre anni di servizi commemorativi. La collezione reale di uigwe nel 2007 è stata dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco. Nel 2011 il National Museum of Korea ha organizzato una mostra intitolata “The Return of the Oegyujanggak Uigwe from France: Records of the State Rites of the Joseon Dynasty”, con una serie di uigwe fino ad allora conservati nella Bibliothèque nationale de France, sequestrati dall’esercito francese in seguito alla campagna militare in Corea del 1866. Four scenes with the “Illustration of the procession towards the Imperial mausoleum” (陵行圖) Korea, Choson Dynasty (1392-1910), 19th century. Ink and colour on paper, silk frame, cm. 84 x 60 e 81 x 51,5 (with wooden frame and protective glass). Provenance: Collection of a Diplomat in Asia. Condition: good. These four paintings, each depicting - as the title suggests - a “procession towards the imperial mausoleum”, with many dignitaries and figures belong - as indicated by the inscriptions – to the Emperor’s court, and the paintings represent an important documentation of the history of Korean culture in the Choson period (1392-1910). They belong to the illustrations known as ‘uigwe’ (儀軌), official documents compiled by order of the ‘dogam’ (都監) Superintendent, an office dedicated to the planning and organisation of complex imperial rituals from the Confucian tradition. The ‘uigwe’ - usually a combination of text and illustrations - were completed after ceremonies such as weddings, after the construction and restoration of important buildings, the painting of royal portraits, and funerals. More than one copy was made to be conserved in the palace and in the court historical archives, including the Oegyujanggak library (外奎章閣) founded in 1782. Funerals, in particular, were particularly complex rites that included the funeral itself and also a procession and a period of three years of memorial services. In 2007, the royal collection of ‘uigwe’ was declared a UNESCO World Heritage site. In 2011, the National Museum of Korea organised an exhibition called “The Return of the Oegyujanggak Uigwe from France: Records of the State Rites of the Joseon Dynasty,” with a series of ‘uigwe’ until then having been conserved in the Bibliothèque Nationale de France and seized by the French army after the military campaign in Korea in 1866.
€ 2.000,00 / 3.000,00 156
157
634 Il Buddha Tejaprabha tra una moltitudine di divinità
Corea, dinastia Choson (1392-1910), XIX secolo, 1866 Seta grezza dipinta a pigmenti minerali, cm. 164 x 159 (con cornice). Provenienza: Collezione di un diplomatico in Asia. Stato di conservazione: buono (segni del tempo). Il gruppo presenta al centro il Buddha Tejaprabha (熾盛光如來, Chisong kwangbul, il “Buddha della Luce Divampante”), circondato dai Sette Spiriti delle Stelle (七星如來, Chil Sung, riconoscibili perché aureolati) e affiancato dai due bodhisattva Sūryaprabha (日光菩 薩, la Radiosità del Sole) e Chandraprabha (月光菩薩, la Radiosità della Luna), identificabili come tali dalla sfera, una rossa per il sole e l’altra bianca per la luna, che sormonta la testa di entrambi; gli altri personaggi sono le rappresentazioni antropomorfiche dei Nove Pianeti (navagraha), delle Ventotto Costellazioni (naksatra), dei do158
dici segni dello Zodiaco, oltre ad un certo numero di ufficiali celesti. La figura barbuta in basso al centro seduta è invece la Stella del Polo Nord (Pukkuk song), qui rappresentata come fosse un saggio taoista. Il Buddha Tejaprabha, adorato come Signore del Paradiso che governa le stelle e le costellazioni e protettore dalle calamità naturali, è al centro di alcuni rituali buddhisti messi in atto per contrastare le influenze maligne delle stelle. Questa sua funzione è precisata molto bene nelle sacre scritture in cui viene citato. I Sette Spiriti delle Stelle sono divinità taoiste, che si crede controllino il destino e il continuo alternarsi di giorno, notte e stagioni. Le donne che hanno appena partorito tradizionalmente offrono a queste divinità una matassa di filo come richiesta di lunga vità per il neonato, mentre in Corea i fedeli offrono solitamente tributi in denaro. Dipinti che li raffigurano vengono di solito sistemati in padiglioni di tempio che sono loro esplicitamente riservati. I due bodhisattva Sūryaprabha e Chandraprabha appartengono al seguito di Bhaiśajyaguru, il Buddha della Medicina. In questo dipinto compaiono dunque come divinità associate al cielo.
Pur essendo quindi strettamente legata alla religiosità buddhista, quest’opera mostra evidenti caratteri di contaminazione, sia con il Daoismo sia con la religione autoctona coreana, ovvero lo sciamanesimo. Questo sincretismo si diffuse in Corea soprattutto nel XVIII secolo. In una società allora fortemente impregnata di valori neo-confuciani, il Buddhismo era praticato principalmente dalle donne e dai membri delle classi meno elevate. Esso era perciò una religione popolare in cui comparivano stimoli dottrinari piuttosto eterogenei, non dogmatici. Questa tendenza ebbe un suo seguito anche nell’Ottocento. Il tema del Buddha Tejaprabha tra divinità celesti fu importato in Corea dalla Cina. Nell’Impero si era sviluppato relativamente tardi, non prima del IX secolo. Tra le rappresentazioni più note di questo soggetto, vanno senz’altro ricordate quelle realizzate nel XIV-XV secolo da artisti attivi in siti ubicati sia buddhisti sia daoisti lungo il corso del fiume Fen, nella provincia dello Shanxi. Si tratta prevalentemente di dipinti murali di dimensioni rilevanti, concepiti per fare da quinta scenica all’icona scolpita più importante del padiglione. Gran parte di queste straordinarie pitture si trova attualmente in musei statunitensi, tra i quali il Metropolitan di New York, l’University Museum di Philadelphia, la Nelson-Atkins Gallery of Art di Kansas City e il Cincinnati Art Museum. Per tutti si rilevano forti analogie stilistiche e compositive, e perciò è presumibile che gli artisti si siano rifatti ad una fonte comune, forse un repertorio a stampa. A loro volta, gli artisti coreani specializzati nella pittura di tema buddhista trovarono ispirazione in queste opere cinesi dello Shanxi, provincia ubicata a nord del paese, non lontanissima dal confine con la Corea. Il dipinto chi qui si analizza è nel formato che nella pittura coreana di soggetto buddhista è certamente più diffuso. Si tratta infatti di una sorta di stendardo denominato t’aenghwa, vocabolo che immediatamente rimanda al formato thangka della pittura buddhista tibetana. Questo genere di dipinto era solitamente esposto nei templi, probabilmente appeso alle spalle di una scultura. E’ dipinto a colori vivacissimi, tra i quali prevalgono il rosso, il verde e il blu, che insieme costituiscono la tavolozza più utilizzata dai pittori coreani tra il XVIII e il XIX secolo. Anche lo stile con cui sono state dipinte le figure è quello più tipico della pittura coreana di tema buddhista dell’Ottocento: alle ampie campiture di colore si aggiungono tratti sottili a inchiostro, per la definizione dei particolari delle mani e dei volti; molto tipiche sono le piccole boccucce in rosso e le arricciolature per la resa di baffetti e barbette. Ai piedi delle figure, nella zona inferiore della composizione compare, come usuale in questo genere di dipinti coreani, un grande cartiglio rettangolare in rosso (purtroppo incompleto perché tagliato in basso) sul quale si dispone una lunga iscrizione a caratteri cinesi. Si tratta di una pregheria, all’inizio della quale compare il riferimento all’anno in cui molto verosimilmente fu realizzato il dipinto: 同治五年, “Tongzhi wu nian”, il quinto anno del regno dell’imperatore cinese Tongzhi (regno 1862-1874), ovvero il 1866. Una data questa che sembra compatibile con lo stile di questo dipinto. Come confronto si propone qui un’opera (cm. 136 X 139,2) di analogo soggetto (non sono però presenti i Sette Spiriti delle Stelle), conservata presso il British Museum di Londra (J. Portal, “Korea. Art and Archeology”, Londra 2000, fig. 77; A. Snodgrass in J. Menzies, a cura di, “Radiant Awakening”, catalogo della mostra, Sidney 2001), anch’essa datata al 1850-1860.
The painting here presented is an example of the commonest format of Buddhist Korean art. It is a kind of curtain called t’aenghwa, a word that immediately recalls the Tibetan thangka. T’aenghwa were usually set in Buddhist temples, hanged at the back of a sculpture and working as a wing for it. It is painted in very bright colours, red, green and blue that formed together the commonest palette used by Korean painters between 18th and 19th century. Also the style of the figures is the most typical of the period: the stains of colour are circumscribed by thin ink brush strokes that define the details of hands and faces; the small red mouths and the curled moustaches and beards are common elements in the Korean paintings of this kind. In the lower zone of the painting there is a red scroll with an inscription in Chinese characters. It is a pray, beginning with a date that is a reference for the datation of the painting: 同治五年, “Tongzhi wu nian”, the fifth year of the reign of the Chinese Emperor Tongzhi (reigned 1862-1874), that corresponds to 1866. Compare this piece with a similar painting in the British Museum, London. A little bit smaller than the one here presented (cm. 136X139,2), it represents the same subject but with the absence of the Seven Spirits of Stars (J. Portal, “Korea. Art and Archeology”, London 2000, tav. 77; A. Snodgrass, in J. Menzies, edited by, “Radiant Awakening”, exhibition catalogue, Sidney 2001).
€ 10.000,00 / 15.000,00
Tejaprabha Buddha with the North Pole Star among many deities Korea, Choson dynasty (1392-1910), 1866. Ink and mineral pigments on raw silk, cm. 164 x 159 (with frame). Conditions: good (minor damages). A wonderful Korean painting with a Buddhist scene with many figures. The main deity is Tejaprabha (熾盛光如來, Chisong kwangbul) the “Buddha of Blazing Light”, sorrounded by the Seven Spirits of Stars (七星如來, Chil Sung) and by the two bodhisattva Sūryaprabha (日光菩薩, “Sun Rudiance”) and Chandraprabha (月光菩薩, “Moon Radiance”). The other figures represent the Nine Planets (navagraha), the Twenty-eight Constellations (naksatra), the Twelve Signs of the Zodiac, and other heavenly officials.The bearded seated figure in the lower center is the North Pole Star (Pukkuk song) shown here as a Daoist sage. Tejaprabha Buddha is worshipped as the Lord of Heaven, king of stars and constellations, with the power to protect people from natural calamities. The Seven Spirits of Stars are Daoist divinities: people believe they are able to control destiny and the continuous alternation of days, nights and seasons. Sūryaprabha and Chandraprabha are in the retinue of Bhaiśajyaguru, the Buddha of Medicine, but in this painting they are associated to the Heaven. Despite his main Buddhist iconography, this painting shows an evident contamination with Daoism and with Korean Shamanism.This kind of syncretism spreads troughtout Korea above all in the 18th and 19th century. In a neo-confucian society as the Koreans were at that time, Buddhism had some success mainly among women and lower class society members. It was a popular religion with heterogeneous doctrinal references. In Korean art the theme of Tejaprabha Buddha with many heavenly deities was imported from China, where it spread from 9th century. Among the most known representations of this subject in China there are the mural paintings realized in 14th-15th century in some temples along the Fen river (Shanxi province). Of huge dimensions, they served as a scenic wing for the main icon of the room, usually a wooden sculpture. Most of these masterpieces of religious Chinese art are now in American museums including the Metropolitan in New York, the University Museum in Philadelphia, the Nelson-Atkins Gallery of Art in Kansas City and the Cincinnati Art Museum. 159
635 I Protettori della Legge (Sinjung)
Corea, dinastia Choson (1392-1910), fine del XIX secolo Inchiostro e pigmenti minerali su seta grezza, cm. 180 x 148 (con cornice). Provenienza: Collezione di un diplomatico in Asia. Stato di conservazione: ottimo. Dipinta a inchiostro e colori vivaci su base in tessuto grezzo, l’opera raffigura una nutrita assemblea di divinità: si tratta di Protettori della Legge buddhista (dharma), nel gruppo noto come Sinjung. La più evidente caratteristica dell’accolita Sinjung è la provenienza eterogenea di queste divinità. Pur avendo tutte il compito di difendere la dottrina del Buddha, esse hanno origine in contesti filosofici e religiosi diversi. Questa iconografia è dunque esemplificazione di quel sincretismo che ha riguardato tutte le numerose declinazioni geografiche in Asia della filosofia di origini indiane. 160
In Corea il Buddhismo assimilò fin dal suo arrivo concetti e divinità daoiste, confuciane e della locale primigenia religione sciamanista. Già Yon Kaesomun, nel suo Samguk Sagi del 643 d.C., descriveva Buddhismo, Daoismo e Confucianesimo come le tre gambe di un tripode, ognuna delle quali è indispensabile all’altra per sorreggere il recipiente, della Conoscenza, aggiungiamo noi. Il fenomeno prese maggiormente il largo nel XVIII-XIX secolo, periodo in cui il Buddhismo divenne la religione popolare più seguita, nonostante l’élite culturale e amministrativa del paese facesse maggiormente riferimento al Neo-Confucianesimo. La pittura del periodo, esemplificata nell’opera che qui si discute, trattò spessissimo questi soggetti sincretici. Le due figure più grandi sul registro superiore - in posizione frontale, con le mani giunte al petto e vistosa corona ingioiellata - sono Jeseokcheon e Beomcheon, rispettivamente Indra e Brahma, divinità popolari indiane che si convertirono al Buddhismo, qui in vesti di bodhisattva. Venerate in India come protettori del paese, capaci di sradicare il male e di prevenire i disastri, in Corea si credeva che Indra e Brahma portassero fortuna, che salvassero dalle calamità e che proteggessero i templi. Nel
Buddhismo Indra è considerato come personificazione dell’Illuminazione: nella mitologia indiana egli sovrintendeva al sole, ai tuoni e alla pioggia, e grazie a questi suoi poteri poté sconfiggere tutti i demoni, tra i quali il potente dio della guerra Asura. Quale protettore della Legge, governava il Doricheon (in sanscrito Trayastrimsa), un luogo paradisiaco ubicato sul monte Sumeru, il centro della mitologia buddhista. Da parte sua, prima della sua conversione al Buddhismo, Brahma era associato con l’origine della creazione. Nel registro inferiore di questo dipinto si vedono i Quattro Re Celesti (in sanscrito lokapāla, in coreano sacheonwang), anch’essi strenui protettori della Legge e difensori delle quattro direzioni del cosmo (solitamente le loro rappresentazioni vengono sistemate ai quattro angoli di un altare oppure di un mandala). Raffigurati come esseri dalla potente muscolatura, vestiti di armature, con lunghe barbe, lineamenti scolpiti e occhi strabuzzanti, essi sono Vaiśravana (Damun-cheonwang), Virudakha (Jeungjang-cheonwang), Dhrtarastra (Jiguk-cheonwang) e Virūpākśa (Gwangmok-cheonwang). Uno di loro, sulla destra del dipinto, offre il cintāmani, il gioiello che esaudisce tutti i desideri, alla figura centrale di dignitario, la quale tiene con la mano sinistra una spada mentre con la destra si carezza la barba. Come lui, anche altri personaggi della composizione non sono facilmente identificabili ma si può affermare che siano divinità confuciane e daoiste, e quindi di origini cinesi come conferma la presenza nelle mani di molti di loro della tavoletta hu, a disposizione degli alti funzionari che ebbero l’onore di essere ricevuti in udienza dall’imperatore. Nel registro centrale compaiono infine due figure di maggiori dimensioni e dalla muscolatura oltremodo possente ben in vista. Potrebbero essere due manifestazioni del bodhisattva Vajrapāni, uno tra i più convinti e potenti sostenitori della Legge del Buddha. In Asia estremo-orientale statue di queste figure erano poste a guardia dei santuari: piuttosto note sono le sculture con questo soggetto realizzate in Giappone, paese in cui queste divinità sono note come Niō. Il soggetto del gruppo Sinjung ha avuto molto successo nella pittura coreana di tema buddhista soprattutto nel XIX secolo. Si possono individuare due varianti principali. Una nella quale compare un numero limitato di figure, tra le quali i tre protettori principali, ovvero Jeseokcheon, Beomcheon e Witaecheon (in sanscrito Skanda, anch’esso di origini induiste, raffigurato come un guerriero e assente nel dipinto che qui si discute) e altri pochi personaggi: ad esempio di questa iconografia si può portare il dipinto del 1859 conservato nel tempio Daeseung (provincia settentrionale di Gyeongsang). L’altra variante, altrettanto diffusa, è invece quella in cui il numero di protettori è molto maggiore, così come esemplificato nell’opera del 1803 conservata nel tempio Gimryong ancora nella stessa provincia di Gyeongsang. In tutti questi dipinti ottocenteschi con soggetto di Sinjung, così come in quello qui analizzato, si nota immediatamente la grandissima profusione di colori, tra cui prevalgono il rosso e in misura minore il verde e il blu, e di dettagli. In particolare, il nostro sembra potersi datare ad un periodo successivo a quelli citati, comunque all’interno del XIX secolo. Ci sembra che esso abbia infatti certe affinità stilistiche e compositive con l’esemplare conservato presso il Los Angeles County Museum of Art, in cui compare anche Witaecheon, datato da un’iscrizione al 1891 (cm. 121,9 x 137,1, inv. AC1998.268.2: v. Drawing on Faith, catalogo della mostra, Seoul-Los Angeles 2003). Questo genere di dipinto – noto in coreano col termine taenghwa che ha foneticamente moltissime affinità con il vocabolo tibetano thangka che identifica simili stendardi di soggetto buddhista - ornava solitamente le pareti degli edifici dei templi coreani, formando una sorta di quinta scenografica per le sculture. Esso si diffuse nella penisola fin dal XVI secolo. Tuttavia, le continue invasioni alle quali è stata sottoposta la Corea nel corso della sua storia, con conseguenti e irrimediabili distruzioni, sono il principale motivo per cui questi dipinti si possono dire abbastanza rari. L’opera qui analizzata si distingue per una bella qualità pittorica, oltre che per un’eccellente stato di conservazione. The Defenders of the Law (Sinjung) Korea, Choson dynasty (1392-1910), late 19th century. Ink and mineral pigments on raw silk, wooden frame and protective glass, cm. 180 x 148. Conservation: excellent. Painted in ink and bright colours on raw material, this work depicts a wide range of deities: the Buddhist Defenders of the Law (dharma), of the group known as the Sinjung. The most noticeable characteristic of the Sinjung acolytes is the heterogenous backgrounds of these deities. Even though they are tasked with defending the Buddhist doctrine, they have backgrounds in various philosophical disciplines and religions. This iconography is, therefore, an example of the syncretism which merged philosophies of Indian origin throughout the many geographical areas in Asia. In Korea, right from the beginning Buddhism assimilated concepts and deities from Daoism, Confucianism and from Shamanism, the original local religion. Back in 643 BC, in the Samguk Sagi, Yon Kaesomun described Buddhism, Daoism and Confucianism as three legs of a tripod, each essential to uphold the container, that is, of consciousness. This phenomenon grew in the 18th - 19th century, a period in which Buddhism became the most popular and wide-spread religion, despite the fact that the country’s cultural and political elite identified more with Neo-Confucianism.The art of this period very often covered this topic of syncretism, as also shown in this piece.
The two largest figures in the upper register - facing the front, with their hands joined at their chests and ostentatious jewelled crowns - are Jeseokcheon and Beomcheon, Indra and Brahma respectively. They are popular Indian deities who converted to Buddhism, here dressed as Bodhisattva. Indra and Brahma are revered in India as defenders of the country, able to eradicate evil and prevent catastrophes. In Korea, it was believed that they brought good luck, saving people from disasters and protected temples. In Buddhism, Indra is considered to be a personification of Enlightenment: in Indian mythology he governs the sun, thunder and rain, and was able to defeat all demons with his powers, including the powerful god of war Asura. As a Defender of the Law, he ruled over Doricheon (Trayastrimsa in Sanskrit), a place of paradise on Mount Sumeru, the centre of Buddhist mythology. Before his conversion to Buddhism, Brahma was associated with the origin of creation. In the lower register of this painting, we can see the Four Heavenly Kings (in Sanskrit lokapāla, in Korean sacheonwang), who are also tireless Defenders of the Law and protect the four corners of the universe (usually they are portrayed as four sides of an altar or mandala).They are represented as strong muscular beings in armour, with long beards, chiselled features and with their eyes wide open. They are Vaiśravana (Damun-cheonwang), Virudakha (Jeungjang-cheonwang), Dhrtarastra (Jiguk-cheonwang) and Virūpākśa (Gwangmok-cheonwang). One of them, on the right-hand side of the picture, offers the cintāmani - the gem which makes all wishes come true - to the dignatary in the centre. This central figure is holding a sword in his left hand and is touching his beard with his right hand. He, as well as other people in the picture, is not easily identifiable but we can tell they all are Confucian and Daoist deities, and therefore of Chinese origin. This is also confirmed by the hu board many of them are holding in their hands, at the disposal of the high officials who had the honour of being received at the Emperor’s hearing. Finally in the central register, there are two figures, larger in size and with extremely defined musculature in full view. These could be two representations of the bodhisattva Vajrapāni, one of the strongest and most committed supporters of the Law of Buddha. In Far-East Asia, statues of this figure were used to guard sanctuaries: the most well-known sculptures depicting this subject hail from Japan, a country where these divinities are known as Niō. The subject of the Sinjung group was very successful in Korean paintings representing Buddhist themes, especially during the 19th century. We can identify two main variations on the theme. The first variation is the presence of less figures, which generally included the three main protectors, namely Jeseokcheon, Beomcheon e Witaecheon (“Skanda” in Sanskrit, of Hindu origins, depicted as a warrior and absent from the painting we have here) and a few other characters: another example of this iconography is a painting dating back to 1859 preserved in the temple of Daeseung (in the northern province of Gyeongsang). The other variation, which is just as widespread, is the one in which there appear to be a much higher number of protectors, as exemplified in a work dating back to 1803 preserved in the temple of Gimryong, also located in the province of Gyeongsang. In all these nineteenth century paintings depicting Sinjung, including the one we have here, the large cornucopia of details and colours, predominantly red and to a lesser extent green and blue, are immediately visible. The specific case we have here could be dated to a period subsequent to the ones mentioned, but in any case it falls within the 19th century. This example appears to have some stylistic and compositional affinity with the example preserved at the Los Angeles County Museum of Art dated 1891 in its inscription (121.9 x 137.1 cm. inv. AC1998.268.2: v. “Drawing on Faith”, catalogue of the exhibition, Seoul-Los Angeles 2003); in this example,Witaecheon is also present. This type of painting (known in Korean as taenghwa which phonetically is very similar to the Tibetan word thangka which refers to similar standards of Buddhist representations) usually decorated the walls of the buildings of the Korean temples, forming a sort of wings of a theatre for sculptures. Its popularity spread throughout the peninsula from the 16th century. Nonetheless, the continuous invasions that Korea was subject to throughout its history with consequent and irreparable destruction are the main reason why these paintings are considered to be quite rare. This work stands out in terms of its beautiful pictorial quality as well as its excellent state of preservation. In the lower zone of the painting there is a red scroll with an inscription in Chinese characters. It is a pray, beginning with a date that is a reference for the datation of the painting: 同治五年, “Tongzhi wu nian”, the fifth year of the reign of the Chinese Emperor Tongzhi (reigned 1862-1874), that corresponds to 1866. Compare this piece with a similar painting in the British Museum, London. A little bit smaller than the one here presented (cm. 136X139,2), it represents the same subject but with the absence of the Seven Spirits of Stars (J. Portal, “Korea. Art and Archeology”, London 2000, tav. 77; A. Snodgrass, in J. Menzies, edited by, “Radiant Awakening”, exhibition catalogue, Sidney 2001).
€ 7.000,00 / 8.000,00
161
636 Ritratto del Gran Maestro Son [Zen] Uryong
Corea, dinastia Choson (1392-1910), fine del XIX – inizio del XX secolo. Inchiostro e pigmenti minerali su seta grezza, cm. 138 x 112 (con cornice). Intitolato “Uryong Daeseonsa jinyeong” (“Ritratto del Gran Maestro Zen Uryong”) nel cartiglio in alto a destra. Provenienza: Collezione di un diplomatico in Asia. Stato di conservazione: ottimo. Meraviglioso dipinto a inchiostro e colori su seta, raffigurante un monaco buddhista seduto su una sedia. Ritratto di tre-quarti, con il capo leggermente rivolto a sinistra, l’abate tiene nella mano destra posata sul ginocchio un rosario, mentre in quella sinistra – sollevata al petto – ha un lungo e sottile bastone. L’ambientazione è arricchita di numerosi elementi: oltre alle cortine sul fondo e agli angoli di pavimentazione reticolata, sulla destra – appena dietro la sedia – si vede un basso tavolino dalle gambe ricurve sul quale sta posato un libro, probabilmente sacre scritture; sulla sinistra è ancora un curioso tavolino intagliato naturalisticamente in una sezione di tronco, sul quale si posa un incensiere evidentemente in bronzo dorato con gambe ricurve e mascherone leonino con anello. Nell’angolo superiore destro è presente un cartiglio con una lunga iscrizione in caratteri cinesi. La pittura è condotta in maniera minuziosa, talvolta a sottili pennellate tal’altra ad ampie campiture. L’abile artista che l’ha realizzata ha dimostrato di conoscere approfonditamente le regole della pittura occidentale, impostando la scena con attenzione alla prospettiva e al sapiente dosaggio degli sfumati, dominando tecniche complesse quali la velatura e i colori su colori (si veda ad esempio lo straordinario effetto della scia di fumo che si emana dall’incensiere acceso). Questi elementi occidentali sono combinati con caratteristiche pittoriche più specificatamente estremo-orientali, di origine cinese, ad esempio la resa calligrafica di certi dettagli. Pur rimandendo anonimo, l’autore di questo superbo ritratto ha raggiunto esiti di grande qualità, riuscendo a trasmette all’osservatore quel senso di saggezza e consapevolezza che il Maestro Zen Uryong (così identificato dall’iscrizione nel cartiglio in alto a destra) possibilmente trasmetteva a coloro i quali lo frequentavano. Nell’ambito della pittura coreana di tema buddhista, il genere del ritratto di monaci (chinyong) ha sempre avuto un ruolo particolarmente importante. Soprattutto nella scuola Son [Zen], nella quale il monaco eminente eraa per i discepoli non solo il personaggio di spicco del tempio ma anche la guida spirituale, fonte insostituibile di saperi che divulgava direttamente, senza l’intermediazione delle sacre scritture. Per questo, i ritratti di monaci Zen non potevano essere semplici dipinti più o meno verosimili ma dovevano cercare di afferrare l’essenza interiore del Maestro, le sue più intime qualità filosofiche. Solo così il ritratto poteva diventare una sorta di icona da venerare per i discepoli, e non una mera immagine commemorativa. Portrait of the Great Master Son [Zen] Uryong Korea, Choson Dynasty (1392-1910), late 19th century – early 20th century. Ink and mineral pigments on raw silk, wooden frame and protective glass, cm. 138 x 112. Entitled “Uryong Daeseonsa jinyeong” (“Portrait of the Great Master Zen Uryong”) on the top right-hand corner. Conditions: excellent. This splendid painting depicts a Buddhist monk sitting on a chair. A three-quarter length portrait, the abbot’s head is ever so slightly turned to the left. In his right hand, resting on his lap, he holds rosary beads, whilst his left hand – raised to his chest – holds a long thin stick.The setting is decorated with several elements. As well as the curtains in the background and the angles of the network of paved flooring, on the right – just behind the chair – there is a low table with rounded legs on which lies a book that is probably scripture. On the left there is another curious little table which has been realistically carved to look like a section of tree trunk. An incense burner sits on top of it that is clearly made of bronze and gilded with rounded legs and a ringed lion mascaron. On the top right-hand corner there is a cartouche with a long inscription in Chinese characters. The painting has been meticulously carried out, sometimes with delicate brushstrokes, sometimes with large fields of colour. The talented artist of the work demonstrates a deep understanding of the rules governing Western art: s/he has composed the scene paying attention to perspective and the skilful mixing of hues.The artist has mastered complex techniques such as glazing and colour on colour (for instance the extraordinary effect of the trail of smoke coming from the lit incense burner). These Western elements are combined with more traditional pictorial characteristics from the Far East, originating in China, for example the calligraphic quality of certain details. Although the name of the painter of this superb portrait remains unknown, the quality of his/her work is extremely high. S/he succeed in conveying to the observer that sense of wisdom and knowledge Master Zen Uryong (identified by the inscription on the cartouche on the top right) would pass on to those who would visit him. In the context of Korean Buddhist painting, portraiture of monks (chinyong) has always played an especially important role. In particular the Son [Zen] school, where the prominent monk was for disciples not only the leading figure in the temple, but a spiritual guide, an irreplaceable source of knowledge that would be disclosed directly, without recourse to sacred writings.Therefore portraits of Zen monks could not be simple paintings that more or less took the likeness of the sitter, they had to try to grasp the inner essence of the Master, his most intimate philosophical qualities. Only in this way could the portrait become a sort of icon for disciples to worship and not a mere commemorative image.
€ 6.000,00 / 7.000,00 162
163
164
Sud-est dell’Asia South-east Asia 金工
165
637 Torso di divinità
Cambogia, Khmer, XII secolo. Arenaria scolpita, h. cm. 43. Stato di conservazione: discreto (evidenti lacune e lievi danni). Affascinante scultura in arenaria raffigurante il torso di una divinità non ben identificabile. L’opera è priva di testa, avambracci, zona inferiore delle gambe e piedi. Eppure, rimane intatta la potenza espressiva del suo modellato plastico, eseguito secondo i canoni estetici e stilistici della grande statuaria cambogiana di epoca Khmer, la civiltà che ha dato il meglio di sé nei templi della capitale Angkor. Torso of a deity Cambodia, Khmer, 12th century. Carved sandstone, h. cm. 43. Condition: fair (clear losses and minor damages). A fascinating sandstone sculpture depicting the torso of a deity, who is not clearly identifiable.The work has no head, forearms, lower legs and feet.Yet, the expressive power of the forms remains intact, carved according to the aesthetic and stylistic cannons of the great Cambodian statuary of the Khmer period, the civilization that gave the best of themselves in the temples of the capital, Angkor.
€ 5.000,00 / 6.000,00 166
638 Bodhisattva
Cambogia, Khmer, XII secolo. Bronzo, h. cm. 17,5. Stato di conservazione: buono. Bellissima statuetta in bronzo raffigurante una divinità buddhista nello stile di Angkot Vat. Di grande eleganza è la postura delle braccia, disposte in un leggero movimento verso avanti. La patina dell’oggetto è straordinariamente viva. Bodhisattva Cambodia, Khmer, 12th century. Bronze, h. cm. 17,5. Condition: good. A very fine bronze statue depicting a Buddhist deity in the style of Angkot Vat. Extremely elegant arrangement of the arms which are in a slight forward movement. The object’s patina is extraordinarily lively.
€ 4.000,00 / 5.000,00 167
639 Quan Âm
Vietnam, XVIII secolo. Legno intagliato, laccato e dorato, h. cm. 80. Stato di conservazione: buono. Spettacolare scultura in legno intagliato, laccato e dorato raffigurante il bodhisattva Quan Âm (觀音, in sanscrito Avalokiteśvara, la Guanyin cinese e la Kannon giapponese) seduto con le gambe incrociate nella posizione del loto (padmasana) con le mani giunte all’altezza del petto nel gesto dell’añjali mudrā, segno di saluto; alle sue spalle si dispongono a raggiera dieci braccia supplementari (cinque per lato), ognuna della quali ha mano in un particolare mudrā. Il volto è sormontato da un’alta corona: l’espressione del viso, con gli occhi socchiusi e le labbra morbide, trasmette appieno quella serenità e misericordiosità che fanno di questo bodhisattva il più amato in Asia dell’intero pantheon buddhista. Quan Âm Vietnam, 18th century. Carved, lacquered and gilt wood, h. cm. 80. Condition: good. A spectacular carved, lacquered and gilt wood sculpture depicting the bodhisattva Quan Âm (觀音, in Sanskrit Avalokiteśvara, Guanyin in Chinese and Kannon in Japanese) seated with the legs crossed in the lotus position (padmasana) and hands joined together at the height of the chest in the añjali mudrā salute; ten supplementary arms each having a specific mudrā spread from around the shoulders.The head is surmounted by a tall crown, and the deity wears the expression, with the eyes half-closed and the lips soft that transmits serenity and mercy, making this bodhisattva the most loved in the entire pantheon of Buddhism in Asia.
€ 7.000,00 / 8.000,00 168
169
640 Buddha
Birmania, XVIII secolo. Legno intagliato, laccato e dorato, h. cm. 47. Stato di conservazione: discreto (danni e lacune). Bella scultura in legno intagliato, laccato e dorato raffigurante un Buddha assiso nella cosiddetta “posizione del loto” (padmasana); ha la mano destra nel bhumisparshamudra, il gesto che invoca la terra a testimoniare la santità del Buddha, mentre quella sinistra – ora mancante – doveva doveva essere nel dhyanamudra, la posa della meditazione. Nonostante le lacune e i danni, la figura riesce ad emanare ancora tutta la sua sacralità. Buddha Burma, 18th century. Carved, lacquered and gilt wood, h. cm. 47. Condition: fair (damages). A fine carved lacquered and giltwood sculpture depicting a seated Buddha in the so-called “lotus position” (padmasana); the right hand in bhumisparshamudra, the gesture that invokes the earth to witness the holiness of Buddha, whilst the left hand – now missing, should have been in dhyanamudra, the meditation pose. Despite the losses and damage, the figure emanates all of its sacredness.
€ 1.300,00 / 1.500,00
641 Buddha
Birmania, XVIII secolo (?). Bronzo con tracce di doratura, h. cm. 21,5. Stato di conservazione: lievi danni. Icona in bronzo con tracce di doratura raffigurante il Buddha seduto nella “posizione del loto” (padmasana), con la mano destra nel bhumisparshamudra, il gesto che invoca la terra a testimonianza della santità del Buddha, e quella sinistra nel dhyanamudra, la posa della meditazione. Scultura di un certo interesse artistico, notabile anche per l’espressione ieratica del volto della divinità. Bella patina. Buddha Burma, 18th century (?). Bronze with traces of gilt, h. cm. 21,5. Condition: minor damage. A bronze with traces of gilding depicting a seated Buddha in the “lotus position” (padmasana); the right hand in the bhumisparshamudra the gesture that invokes the earth to witness the holiness of Buddha, whilst the left hand is in dhyanamudra, the meditation pose. The sculpture possesses a certain artistic interest, notable for the deity’s solemn facial expression. Fine patina.
€ 1.000,00 / 2.000,00 170
642 Due miniature con scene buddhiste
Thailandia, XVIII-XIX secolo. Inchiostro, colori e oro su carta, montate su tela con telaio in legno, cm. 41 x 31,4. Stato di conservazione: piccole cadute di materia e colore. Interessante coppia di dipinti con scene di tema buddhista, realizzati a inchiostro, colori e oro su carta, quindi montati su tela e intelaiati su legno. Two miniatures with Buddhist scenes Thailand, 18th-19th century. Ink, colours and gold on paper, mounted on canvas and in wooden frame, cm. 41 x 31,4. Condition: small losses to the material and colour. An interesting pair of paintings with Buddhist scenes, in ink, colours and gold on paper and mounted on canvas and in wooden frame.
â‚Ź 500,00 / 600,00 171
643 Xilofono
Birmania, XIX-XX secolo Legno laccato e dorato, intarsi in vetri colorati, bambù, cm. 51,5 x 105,5 x 42. Stato di conservazione: buono. Raffinato strumento a percussione birmano, notabile per la bella decorazione a lacca dorata e minuti intarsi di vetri colorati che orna la cassa, con danzatori e motivi vegetali e geometrici in alto rilievo. Lo xilofono birmano (pattala) si compone di un’ampia cassa di risonanza sulla quale posano ventiquattro barrette, ognuna delle quali corrisponde ad un tono della scala musicale. Tradizionalmente lo xilofono andava a sostituire l’arpa nelle performance di musica da camera a due strumenti. Tuttavia, in tempi recenti, si può assistere anche a duetti con entrambi gli strumenti. Per uno xilofono analogo a questo per forma e dimensioni nella Curzon Collection a Kedleston Hall (Derbyshire) si veda R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer”, Londra 2000, pp. 176-177, n. 127. Xylophone Burma, 19th-20th century Lacquer and gilt wood, coloured glass inlay, bamboo, cm. 51,5 x 105,5 x 42. Condition: good. Refined Burmese percussion instrument, noteworthy for the fine lacquer decoration and minute coloured glass inlay that decorate the frame with dancers and geometric and vegetal motifs in high relief.The Burmese xylophone (pattala) is made up of a large resonator frame on which rest twenty-four bars, each corresponding to a tone of the musical scale.Traditionally the xylophone substituted the harp in two-instrument camera music concerts. However in recent times, there are duets with both these instruments. There is an analogous example for the shape and size in the Curzon Collection at Kedleston Hall (Derbyshire) see R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer”, London 2000, pp. 176-177, no. 127.
€ 700,00 / 800,00 172
644 Arpa a forma di barca
Birmania, XIX secolo. Legno laccato e dorato, intarsi in vetro colorato, tessuto, h. cm. 79. Stato di conservazione: buono. Bellissima arpa birmana a forma di barca, in legno laccato e parzialmente dorato, con decorazioni di arabeschi a pastiglia in altorilievo, con intarsi minuti di vetro. Posa su sua base in legno. L’arpa saung è lo strumento nazionale birmano. Sembra che la sua introduzione dall’India meridionale si possa far risalire al V-VI secolo d.C., e da allora è rimasta il principale strumento della musica da camera della Birmania. Il repertorio tradizionale delle sonate per arpa non è stato messo per iscritto fino a tempi recenti, e quindi il passaggio avveniva direttamente tra maestro e discepolo; al contrario di quanto è invece accaduto per i testi, raccolti già in passato in apposite antologie. Per un’arpa analoga a questa nmel Victoria and Albert Museum di Londra si veda R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer,” Londra 2000, pp. 177-178, n. 128. A boat-shaped harp Burma, 19th century. Lacquer and giltwood, coloured glass inlay ,material, h. cm. 79. Condition: good. A very fine Burmese harp in the shape of a boat, lacquered and partially gilt wood with arabesque high relief decoration with minute glass inlay. It rests on a wooden stand. The saung harp is a national Burmese instrument. It seems that it was introduced from southern India and may go back to 5th-6th century AD and from then it remained the most important instrument in Burma for camera music.The traditional repertoire for the harp was not written down until recently and so it passed down from teacher to pupil, contrary to texts which were collected in specific anthologies.There is an analogous harp in the Victoria and Albert Museum, London, see R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer,” London 2000, pp. 177-178, n. 128.
€ 900,00 / 1.000,00 173
645 Contenitore con coperchio
Birmania, fine del XIX secolo – inizio del XX secolo. Bambù laccato e dorato, inserti in vetro, h. cm. 100. Stato di conservazione: buono. Importante contenitore per offerte votive birmano (hsun ok) probabilmente della fine del XIX secolo, con scheletro in bambù rivestito all’interno di lacca rossa e all’esterno lavorato in accentuato rilievo dorato con diffusi intarsi di vetri colorati. La combinazione della lavorazione a rilievo thayo (letteralmente “carne e ossa”), consistente nell’applicazione di una miscella di resina laccata e calce per la resa di motivi in rilievo, con gli inserti in vetro permette di collocare questo contenitore alle manifatture dell’area di Mandalay. Questo stile ebbe il momento di maggiore sviluppo proprio tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Questo genere di oggetto, nato per soddisfare le richieste dei benestanti locali, ebbe tuttavia un certo successo anche in Europa sullo scorcio dell’Ottocento: ne è dimostrazione l’arrivo in Inghilterra già nel 1895 di due esemplari non dissimili da questo, ora conservati presso il British Museum di Londra (R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer”, Londra 2000, pp. 155-156, n. 156). Container with lid Burma, late 19th century – early 20th century. Lacquered and gilt bamboo, glass inserts, h. cm. 100. Condition: good. Important container for Burmese votive offerings (hsun ok) probably from the late 19th century, bamboo frame covered on the inside with red lacquer and on the exterior with gilt high relief and diffuse coloured glass inlay. The combination of the relief work thayo (literally “meat and bone”) consists of the application of a mix of lacquer resin and lime to render the motifs in relief; from the glass inserts we know that this container was produced in the area of Mandalay. This style was at the height of its success at the late 19th century and early 20th century indeed in Europe too and the arrival in England in 1895 of two not dissimilar examples prove this; they are now conserved in the British Museum in London (R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer”, London 2000, pp. 155-156, no. 156).
€ 400,00 / 500,00 174
646 Due contenitori con coperchio Birmania, XIX secolo. Bambù laccato e dorato, h. cm. 96. Stato di conservazione: buono.
Coppia di grandi contenitori con coperchio in bambù laccato e dorato; l’interno è rivestito di lacca rossa. Questo genere di contenitore con coperchio è noto col termin di hsun ok. Si tratti di vasi usati per contenere offerte che il fedele poteva portare al tempio, sistemati solitamente in coppia ai lati dell’icona del Buddha. Two containers with lid Burma, 19th century. Lacquered and gilt bamboo, h. cm. 96. Condition: good. A pair of large lacquer and gilt bamboo containers with lids, the insides are covered in red lacquer. This type of container with a lid was known as a hsun ok, that were vases used to contain offerings from the faithful in the temple, usually in pairs and placed either of the Buddha icon.
€ 1.500,00 / 2.000,00 175
647 Bacile (khwet)
648 Bacile (khwet)
A basin (khwet) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 22,5 x 30. Condition: good.
A basin (khwet) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 22,5 x 30. Condition: good.
€ 150,00 / 180,00
€ 150,00 / 180,00
649 Scatola per il betel (kun it)
650 Scatola per il betel (kun it)
A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 22 x 28. Condition: good.
A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 15,5 x 17,5. Condition: good.
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 22,5 x 30. Stato di conservazione: buono.
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 22 x 28. Stato di conservazione: buono.
€ 150,00 / 180,00
651 Scatola
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 21,5 x 23,5. Stato di conservazione: buono. A box Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 21,5 x 23,5. Condition: good.
€ 150,00 / 180,00
176
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 22,5 x 30. Stato di conservazione: buono.
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 15,5 x 17,5. Stato di conservazione: buono.
€ 150,00 / 180,00
652 Scatola per il betel (kun it)
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 17 x 18,5. Stato di conservazione: buono. A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 17 x 18,5. Condition: good.
€ 150,00 / 180,00
653 Scatola per il betel (kun it)
654 Scatola per il betel (kun it)
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 20 x 21. Stato di conservazione: buono.
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 19,5 x 21,2. Stato di conservazione: buono.
A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 20 x 21. Condition: good.
A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 19,5 x 21,2. Condition: good.
€ 150,00 / 180,00
655 Scatola per il betel (kun it)
€ 150,00 / 180,00
656 Scatola per il betel (kun it)
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 25 x 26,5. Stato di conservazione: buono.
Birmania, XIX-XX secolo. Bambù laccato, cm. 22 x 23,5. Stato di conservazione: buono.
A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 25 x 26,5. Condition: good.
A betel box (kun it) Burma, 19th-20th century. Lacquered bamboo, cm. 22 x 23,5. Condition: good. Estimate: 150-180.
€ 150,00 / 180,00
€ 150,00 / 180,00
177
657 Manoscritto
Birmania, inizio del XX secolo. Tessuto laccato e dorato, cm. 14,5 x 59 ognuna. Stato di conservazione: buono. Pagine di manoscritto laccate e dorate, finemente miniate con figure e motivi di vario genere a oro su fondo rosso. Manoscritti di questo genere era commissionati da fedeli nell’occasione dell’ordinazione di un monaco. Solitamente si trattava del Kammavaca, una selezione di testi del Vinaya che riguardano le regole da seguire da parte dei monaci. Il presente esemplare ha base in tessuto rivestito di numerosi strati di lacca, sull’ultimo dei quali si dispone foglia d’oro applicata con la tecnica detta shwe zawa. La lingua in cui è vergato il testo è parte Pali e parte birmano (per un esemplare analogo conservato nel British Museum: R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer,” Londra 2000, pp. 78-79, n. 10). A Manuscript Burma, early 20th century. Lacquered and gilt fabric, each cm. 14,5 x 59. Condition: good. Lacquered and gilt manuscript pages, finely decorated with figures and various patterns on a red ground. Manuscripts of this type were commissioned by the faithful on the occasion of the ordination of a monk. They were generally from the Kammavaca, a selection of texts of the Vinaya that concern the rules the monks have to follow. This example is on fabric with numerous layers of lacquer, the uppermost layer presents gold-leaf applied with the technique known as shwe zawa. The language in which the text is written is pat Pali and part Burmese (an analogous example is conserved in the British Museum: R. Isaacs – T.R. Blurton, “Visions from the Golden Land. Burma and the art of lacquer,” London 2000, pp. 78-79, no. 10).
€ 400,00 / 500,00 178
658 Nat
Birmania, XIX-XX secolo. Legno intagliato, h. cm. 80. Stato di conservazione: discreto (crepe naturali del legno, rotto lo scacciamosche). Elegante scultura in legno intagliato raffigurante un personaggio stante in postura ritmata. Nella mano tiene uno scacciamosche, indossa abito di corte kon-baung e tiene copricapo a cono. Si può identificare con un Nat, ovvero con uno spirito evocato nella tradizione popolare birmana connessa con il Buddhismo. A figure of Nat Burma, 19th -20th century Carved wood, h. cm. 80. Condition: fair (natural cracks in the wood, fly swatter broken). Elegant carved wooden sculpture depicting a standing figure in ritmata position. The hand holds a fly swatter, wearing a court dress Kon-baung and cone-shaped hat. The figure depicts Nat, the spirit evoked in the poplar Burmese tradition connected with Buddhism.
€ 800,00 / 1.000,00
659 Coppia di Manok-thi-ha Birmania, XIX-XX secolo. Legno intagliato, h. cm. 70. Stato di conservazione: buono.
Coppia di sculture in legno intagliato raffiguranti due animali fantastici, ognuno dei quali formato da due corpi di leone, testa umana e ali di uccello. Le sculture raffigurano due Manok-thi-ka, e molto probabilmente servivano in origine come guardiani in un tempio o in un monastero. Secondo la mitologia buddhista, il Manok-thi-ka sembra vivesse sul Monte Meru, il centro della dottrina. In Birmania questo animale fantastico rientrava principalmente nel bestiario adottato dal popolo Shan, una minoranza buddhista dislocata attualmente principalmente lungo il confine nord-occidentale tra Birmania e Thailandia. A pair of Manok-thi-ha Burma, 19th-20th century. Carved wood, h. cm. 70. Condition: good. A pair of carved wooden sculptures depicting two fantastic animals each with the body of a lion, human head and bird wings. The sculptures depict two Manok-thi-ka and probably originally served as temple or monastery guardians. According to the Buddhist mythology the Manok-thi-ka was supposed to have lived on Mount Meru, the centre of the doctrine. In Burma, this fantastic animal lived in the bestiary adopted by the Sahn people, a dislocated Buddhist minority, that was situated at the north-west frontier between Burma and today’s Thailand.
€ 2.000,00 / 3.000,00
179
660 Reggi parasole
Birmania, XIX secolo. Legno e bambù intagliato, laccato e dorato, metallo dorato, intarsi in vetro, h. cm. 135. Stato di conservazione: cadute di foglia d’oro, consunzione. Scultura in legno raffigurante un essere antropomorfo inginocchiato. La testa, che si inserisce nel collo grazie ad un perno, è in legno laccato, dorato e arricchito da intarsi in vetro. Con entrambe le mani la figura tiene il lungo manico in bambù laccato e dorato di un parasole che ha pagina in metallo dorato con intarsi in vetro. Il portatore si può identificare con un Belu, ovvero un essere mitologico della tradizione birmana, una sorta d’orco ma benevolente, riconoscibile per i canini lunghi e aguzzi. A parasol holder Burma, 19th century. Wood and carved bamboo, lacquer and gilt, metal-gilt, glass inlay, h. cm. 135. Condition: loss to gold-leaf, wear. A wooden sculpture depicting an anthropomorphic kneeling figure. The head, inserted into the neck thanks to a pin, is made of lacquered giltwood and embellished with glass inlay. Both hands hold a long lacquer and gilt bamboo parasol handle, the pages are in metal-gilt with glass inlay. The carrier is Belu, a mythological being from Burmese tradition, a sort of benevolent ogre, recognisable for his long and sharp canines.
€ 1.000,00 / 2.000,00
661 Sportello
Birmania, XIX-XX secolo. Legno laccato e dorato, metallo, cm. 106,5 x 71. Stato di conservazione: consunzione. Sportello a due ante in legno laccato e dorato, racchiuso entro cornice lignea. Sul fronte è presente una ricca decorazione a foglia d’oro su fondo di lacca nera, applicata con la tecnica shwe zawa, raffigurante una scena di scontri tra divinità. A door Burma, 19th -20th century. Lacquer and giltwood, metal, cm. 106,5 x 71. Condition: wear. This lacquered and giltwood two panel door is enclosed within a wooden frame. The front presents rich gold leaf decoration on a black lacquer ground applied with the shwe zawa technique depicting a scene of disputes amongst deities.
€ 200,00 / 300,00 180
662 Coppia di cervi
Birmania, XIX secolo. Legno intagliato, laccato e dorato, corna di cervo, cm. 88. Stato di conservazione: buono. Coppia di meravigliose sculture in legno intagliato, laccato e dorato, raffiguranti due cervi. Le corna delle due statue sono vere corna di cervo. I due quadrupedi stanno regalmente accucciati, con le due zampe posteriori al ventre e quelle anteriori protese in avanti; il lungo ed elegante collo eretto a sostenere il capo leggermente inclinato, in un esemplare verso sinistra nell’altro verso destra. A pair of deer Burma, 19th century. Carved, lacquer and gilt wood, deer antler, cm. 88. Condition: good. A marvellous pair of carved lacquered and gilt wood sculptures depicting deer.The animals are in a recumbent position with the two back hoofs under the belly and the front ones stretched out, the long and elegant neck is erect and supports the slightly inclined head, one looking left and the other right.
â‚Ź 3.000,00 / 5.000,00 181
663 Portavivande
Birmania, inizio del XX secolo. Bambù laccato, h. cm. 57,5. Stato di conservazione: lievissimi danni. Contenitore per vivande in legno laccato di forma cilindrica costituito da quattro scomparti, il più in alto dei quali dotato di coperchio; su quest’ultimo si posa una sorta di pomello che è in realtà una tazza con relativo piattino; lo scomparto più in alto ospita anche un piatto. La decorazione che riveste completamente l’esterno consiste di scene con figure ed elementi naturali in lacca rossa, nera e verde. Questo genere di portavivande è noto in birmano col termine di htamin jaint. Non si tratta di una forma autoctona birmana: essa fu invece introdotta dall’India all’inizio del XX secolo, da quella folta schiera di indiani che giunsero in Birmania con incarichi negli uffici governativi durante il protettorato inglese. A food container Burma, early 20th century. Lacquered wood, h. cm. 57,5. Condition: minor damage. A lacquered wood cylindrical food container made up of four compartments, the top one with a sort of knob that is actually a cup with its saucer; the top compartment also holds a dish. It is entirely decorated with scenes of figures and natural elements in red, black and green lacquer. This type of food container was well-known in Burma with the name htamin jaint. It was introduced from India at the beginning of the 20th century by the large group of Indians who went to Burma with government office positions during the English protectorate.
€ 600,00 / 700,00 182
664 Cassapanca
Birmania, XIX secolo. Legno intagliato, laccato e dorato, cm. 55 x 83 x 48,5. Stato di conservazione: discreto (consunzione). Cassapanca in legno laccato a sezione rettangolare, costituita da contenitore e coperchio piatto. Sul fropnte presenta una complessa e molto dettagliata decorazione con scene riguardanti la vita del Buddha, realizzata a foglia d’oro su fondo di lacca nera, con la tecnica nota col termine shwe zawa. Questo genere di cassapanca è noto in birmano col nome di sadaik. Si tratta di un arredo immancabile in ogni monastero buddhista, solitamente adibito a contenere manuscitti di tema sacro. Per questo, grandissima parte di queste cassapanche sono decorate sull’esterno con scene relative alla vita del Buddha (jataka). A chest Burma, 19th century. Carved, lacquered and gilt wood, cm. 55 x 83 x 48,5. Condition: fair (wear). A lacquered wooden rectangular-shaped chest made up of the container and its lid The front bears complex and detailed decoration depicting scenes from the life of Buddha, realised in gold leaf on a black lacquer ground with the well-known technique, shwe zawa. This type of chest was known in Burma as a sadaik: a necessary item of furniture in every Buddhist monastery and it would usually hold religious manuscripts.This this reason a very large part of these chests are decorated with scenes from the life of Buddha (jataka).
€ 2.000,00 / 3.000,00 183
665 Coppia di cervi
Birmania, XIX secolo. Legno intagliato, laccato e dorato, intarsi in vetri colorati, h. cm. 48,5. Stato di conservazione: danni e restauri. Coppia di graziosi cervi in legno laccato e dorato, con diffusi intarsi di vetri colorati disposti prevalentemente sulla gualdrappa. A pair of deer Burma, 19th century. Carved, lacquer and gilt wood, h. cm. 48,5. Condition: damage and repairs. A pair of gracious sculptures in lacquered and gilt wood depicting deer, featuring numerous coloured glass inlay predominantly on the caparison.
â‚Ź 350,00 / 400,00 184
666 Coccodrillo
Birmania, XIX-XX secolo. Legno intagliato, cm. 220. Stato di conservazione: buono. Impressionante scultura in legno raffigurante realisticamente un coccodrillo di oltre due metri di lunghezza. I dettagli dell’intaglio sono concepiti con l’esplicito scopo di rendere al meglio le naturali caratteristiche del grande rettile. A crocodile Burma, 19th-20th century. Carved wood, cm. 220. Condition: good. An impressive wooden sculpture of a crocodile.The details of the carving and the dimensions recreate naturalistically the aspect of a real reptile.
â‚Ź 1.500,00 / 2.000,00 185
667 Coppia di anatre Hintha Birmania, XIX secolo (?). Bronzo, cm. 18 x 28 x 15. Stato di conservazione: buono.
Coppia di versatoi in bronzo a foma di anatra. Modellate in uno stile sintetico, al limite dell’astrazione, presentano sulle ali e tra collo e petto una decorazione di tipo geometrico in rilievo. Le due anatre qui raffigurate sono molto probabilmente rappresentazioni degli uccelli mitologici Hintha. Le origini di questo mito vanno ricercate in India, dove questi uccelli sono noti col nome sanscrito di Hamsa. Simboleggiano un’unione perfetta e armonia, e sono spesso identificate con lo spirito supremo di Brahma. In Birmania sono messe in relazione con alcune leggende riguardanti la nascita di questa cultura. In particolare, esse rappresentano da sempre la popolazione Mon (un Hintha compare anche sulla bandiera di questo popolo): disclocati attualmente in una lingua di terra a sud del paese, al confine con la Thailandia, si crede che i Mon siano i progenitori del popolo birmano. A pair of Hintha ducks Burma, 19th century (?). Bronze, cm. 18 x 28 x 15. Condition: good. A pair of bronze ewers in the form of ducks. Modelled in a synthetic style at the limit of abstraction, they bear a geometric pattern in relief on their wings between the neck and chest. These two ducks are probably representations of the mythological birds Hintha.The origins of this myth come from India where these birds are known with the Sanskrit name Hamsa.They symbolise a perfect and harmonious union and are often identified with the supreme spirit of Brahma. In Burma, there are many legends regarding the origins of this culture, in particular that they represent the Mon population (a Hintha is also on this population’s flag): currently separated on a stretch of land in the south of the country at the frontier with Thailand, it is believed that the Mon are the progenitors of the Burmese people.
€ 1.200,00 / 1.400,00 186
668 Scatola
Birmania, fine del XIX secolo. Argento lavorato repoussé, cm. 8 x 30,5 x 7,5. Stato di conservazione: buono. Deliziosa scatola in argento lavorata minuziosamente a repoussé con la raffigurazione su tutta la superficie esterna, ad eccezizone del lato inferiore, di dettagliatissime scene di tema buddhista racchiuse entro riserve dal contorno ogivato. A box Burma, late 19th century. Repoussé silver, cm. 8 x 30,5 x 7,5. Condition: good. A delightful silver box worked using the repoussé technique depicting very detailed Buddhist scenes enclosed within reserves with ogival frames on all the eternal surfaces, except the underside.
€ 1.800,00 / 2.000,00 187
669 Coppia di portatori di gong
Birmania, XIX-XX secolo Legno intagliato, h. cm. 128. Stato di conservazione: consunzione; una mancante di braccio. Coppia di sculture in legno intagliato raffiguranti due uomini stanti su base che simula l’aspetto di una roccia, con le gambe divaricate al ginocchio e braccio destro l’uno e sinistro l’altro sollevati. In origine queste due figure servivano a sorreggere orizzontalmente un palo al centro del quale si situava il gong. Nonostante abbiano perso questa loro funzione, queste due sculture conservano alte qualità di decorazione. A pair of gong holders Burma, 19th-20th century. Carved wood, h. cm. 128. Condition: wear, one missing arm. A pair carved wooden sculptures depicting two standing men with legs divaricated at the knee, one with right arm raised the other with the left arm raised. They rest on a base that has been carved to look like a rock. These two figures would have served to support horizontally a pole in the centre of which a gong was situated. Even though they have lost their function, they still have a fine decorative quality.
€ 4.500,00 / 5.000,00 188
670 Kalaga
Birmania, inizio del XX secolo. Tessuto lavorato a ricamo e imbottito con inserti di metallo e vetro, cm. 54 x 54. Stato di conservazione: buono. Suggestivo kalaga raffigurante in un grande medaglione centrale una divinità che brandisce una spada in groppa ad un elefante. La scena è racchiusa entro una cornice di bande che simulano arabeschi fitomorfi e pattern geometrici. Lavoro polimaterico e minuzioso, realizzato su fondo di velluto scuro, in accentuato rilievo per imbottitura della scena centrale, con ricamo di tessuti grezzi e inserimento di anellini metallici di diverse dimensioni e di perle di vetro trasparente. Ha fodera in lino a trama larga. Il kalaga è la forma tradizionale di arazzeria birmana. Originatasi nella zona di Mandalay, ha nel repertorio dei soggetti soprattutto scene buddhiste e di animali, reali e mitologici. Kalaga Burma, early 20th century. Embroidered fabric and quilting with inserts of glass and metal, cm. 54 x 54. Condition: good. A suggestive kalaga depicting a deity set within a large central medallion who brandishes a sword on the rump of an elephant.The scene is set within a frame that simulates phytomorphic arabesques and geometric patterns. It is realised on a dark-coloured velvet ground in accentuated relief for the quilting of the central scene; with embroidery on raw fabrics with the insertion of metallic rings of varying sizes and transparent glass pearls. It has a linen lining, with wide weft. The kalaga is a traditional form of Burmese tapestry. It originated in the area of Mandalay and Buddhist scenes together with animal, royal and mythological scenes all forming part of its repertory.
€ 250,00 / 300,00 189
671 Grande kalaga
Birmania, fine del XIX - inizio del XX secolo. Tessuto lavorato a patchwork con inserti di madreperla montato su tavola in legno, cm. 124 x 274. Stato di conservazione: discreto (lievi danni, consunzione, lacune). Grande pannello rettangolare in tessuto lavorato con l’applicazione di ritagli di velluto a formare il tema figurato. Al sapiente patchwork si aggiunge il diffuso inserimento di anellini in madreperla che illuminano la composizione coi loro riflessi iridescenti. La scena - racchiusa in una cornice di arabeschi fitomorfi con animali mitologici negli angoli - presenta divinità buddhiste e devoti; il posto d’onore è però riservato al magnifico elefante che campeggia al centro del pannello. Gli arazzi kalaga erano tradizionalmente usati in Birmania per più scopi, tra i quali quello meramente decorativo oppure quello di suddivisione di un ambiente. Le figure nella scena di questo esemplare rimandano evidentemente allo stile dei costumi del teatro tradizionale birmano in voga nella zona di Mandalay sul finire del XIX secolo (un kalaga stilisticamente affine a questo si trova nel Victoria and Albert Museum di Londra, inv. IM.159-1924). A large Kalaga Burma, late 19th - early 20th century. Patchwork material with mother-of-pearl inserts mounted on wooden board, cm. 124 x 274. Condition: fair (minor damage, wear, loss). A large rectangular panel with patchwork application of velvet squares. The skilful patchwork, together with the insertion of small mother-of-pearl rings, lightens up the composition to give iridescent reflections.The scene, enclosed in a frame of phytomorphic arabesques with mythological animals in the corners, presents Buddhist deities and devoted people; the place of honour is however reserved for an elephant that is situated in the centre of the panel. The Kalaga tapestries were traditionally used in Burma for many reasons, amongst which for mere decoration or for the division of areas.The figures in this example clearly reveal the style of the traditional theatrical costumes in Burma in vogue in the area of Mandalay towards the end of the 19th century (a stylistically similar kalaga can be found in the Victoria and Albert Museum in London, inv. IM.159-1924).
€ 1.000,00 / 2.000,00 190
191
Regolamento
Vendere Valutazioni gratuite Florence Number Nine con i suoi esperti è a disposizione di chiunque per una valutazione gratuita dei propri oggetti ai fini d’asta. La stima può avvenire, previo appuntamento telefonico, presentando gli oggetti nella sede di Via Poggio Imperiale n.9, ovvero inviando idonea documentazione fotografica corredata di tutte le informazioni utili alla stima dell’oggetto.
Mandato per la vendita Qualora il proprietario decida di conferire a FNN l’incarico di vendere i propri oggetti in asta, alla loro consegna verrà invitato a sottoscrivere un “mandato a vendere”, di cui riceverà copia, contenente la lista degli oggetti da mettere in asta, i prezzi di riserva per ciascuno di essi determinato, l’importo della commissione pattuita e gli eventuali costi per assicurazione, foto, trasporto ed ogni altra spesa che si rendesse necessaria. Il Mandante-Venditore dovrà inoltre fornire il proprio codice fiscale ed esibire un documento d’identità per l’annotazione sui registri di P.S. come previsto dalle vigenti leggi in materia.
Riserva È l’importo minimo (al netto delle commissioni) stabilito dal venditore al di sotto del quale l’oggetto affidato non può essere venduto. Detto importo è strettamente riservato e non viene rivelato dal Banditore in Asta. Qualora il prezzo minimo non venga raggiunto, il lotto risulterà invenduto e l’oggetto verrà ritirato dall’Asta.
Commissioni Sui lotti venduti è dovuta dal Mandante-Venditore alla Casa d’Aste una commissione sul prezzo di aggiudicazione compresa tra l’8% ed il 15% previo accordo tra le parti. Su tale commissione è dovuta dal venditore l’IVA come per legge.
Diritto di seguito Il D.lg 118/2006 ha previsto per gli autori di opere e di manoscritti ed i loro eredi il c.d. diritto di seguito, cioè il diritto ad un compenso sul prezzo di ogni vendita, successiva alla prima, dell’opera originale. Detto compenso, dovuto nel caso il prezzo di vendita sia pari o superiore ai € 3.000, è determinato nella misura che segue: 1. 4% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 3.000 ed € 50.000; 2. 3% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 50.000,01 ed € 200.000; 3. 1% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 200.000,01 ed € 350.000; 4. 0,5% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 350.000,01 ed € 500.000; 5. 0,25% per la parte del prezzo di vendita superiore ad € 500.000 FNN è tenuta per legge a versare il “diritto di seguito” per conto dei venditori alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE) e tratterrà il relativo importo dalle somme dovute al Mandante-Venditore.
Comunicazioni Prima dell’asta riceverete un prospetto con l’elenco degli oggetti inclusi con i relativi numeri di lotto 192
Regolamento e le rispettive riserve. Dopo l’asta verrà inviato l’elenco di tutti i Vostri lotti con il relativo esito. I lotti invenduti potranno essere ritirati o, previo accordo con i ns. esperti, inseriti in aste successive.
Liquidazione del ricavato Trascorsi circa 30 giorni lavorativi dalla data dell’asta, e comunque una volta ultimate le operazioni d’incasso, provvederemo alla liquidazione, dietro emissione di una fattura contenente in dettaglio le commissioni e le altre spese addebitate.
Acquistare Come acquistare in Asta Le aste sono aperte al pubblico, la partecipazione è libera e senza obbligo alcuno di acquisto. Vengono precedute da un’esposizione dei lotti in vendita durante la quale è possibile esaminare gli oggetti e chiedere chiarimenti ai nostri esperti. Tutti gli oggetti vengono venduti “come visti”. Normalmente i lotti vengono posti in vendita seguendo l’ordine di catalogo e con il numero ad essi assegnato in catalogo. Il Battitore ha però facoltà di mutare l’ordine di presentazione dei lotti, di riunire più lotti tra loro o di separare i lotti. Il ritmo di vendita è approssimativamente di 90-100 lotti l’ora ma può variare a seconda della tipologia degli oggetti.
Registrazione Per partecipare alla gara e fare un’offerta, occorre procedere alla registrazione che potrà essere effettuata direttamente in sede oppure via e-mail. Ai partecipanti in sala verrà fornita una paletta numerata con la quale potranno effettuare le offerte.
Offerta in sala All’asta si può partecipare essendo fisicamente presenti in sala e rivolgendo direttamente al Battitore le proprie offerte di acquisto. Prima di partecipare all’asta è però necessario iscriversi e ricevere la propria “paletta”.
Offerta telefonica Si può partecipare alla gara d’asta per singoli lotti anche telefonicamente. I nostri centralinisti vi contatteranno durante l’asta, vi riferiranno le offerte fatte in sala e comunicheranno al Battitore le vostre offerte. Per usufruire di questa possibilità occorre inoltrare a FNN, entro e non oltre le ore 12 del giorno precedente a quello fissato per l’asta, apposita richiesta scritta secondo il modello predisposto. Le richieste verranno soddisfatte nei limiti del numero di linee telefoniche disponibili al momento e rispettando l’ordine di priorità nella presentazione delle richieste. È consigliato formulare già nel modulo di richiesta una offerta di acquisto nel caso che motivi tecnici ci impediscano di contattarvi telefonicamente.
Offerta scritta È possibile partecipare all’asta anche mediante offerta scritta inviando a FNN il modulo predisposto con l’indicazione del lotto e del prezzo massimo offerto. FNN parteciperà per vostro conto alla gara 193
Regolamento nei limiti del mandato conferitole. Il modulo predisposto, con allegata la fotocopia di un documento di identità, dovrà pervenire alla Casa d’Aste almeno 12 ore prima della data fissata per la gara.
Rilanci Il prezzo di partenza costituisce l’importo della prima offerta valida e la base per il successivo rilancio. L’importo del rilancio viene stabilito dal Battitore in una percentuale, generalmente del 10% dell’ultima offerta valida. In ogni caso il Battitore potrà variare l’importo dei rilanci nel corso dell’asta.
Pagamento Il pagamento dei lotti dovrà essere effettuato, in Euro, entro il giorno successivo alla aggiudicazione, utilizzando uno dei seguenti mezzi di pagamento. - contanti nei casi previsti dalla legge. - assegno circolare non trasferibile intestato a: Florence Number Nine srl - bonifico bancario presso conto da comunicare in privato. - assegno bancario solo previo accordo con la Direzione amministrativa.
Ritiro dei lotti I lotti, pagati nei tempi e modi sopra riportati dovranno essere ritirati entro 7 (sette) giorni a cura e spese dell’aggiudicatario, salvo diverso accordo con la Casa d’Aste. Per le proprietà che rimangono nei magazzini oltre detto termine, verranno applicate al compratore le spese di immagazzinaggio e, se ritenuto opportuno, di assicurazione del bene acquistato. La FNN sarà comunque esonerata da qualsiasi responsabilità in ordine alla custodia ed all’eventuale deterioramento dei lotti. FNN può, previo accordo scritto con l’aggiudicatario, curare a spese e rischio di quest’ultimo l’imballaggio ed il trasporto del lotti venduti.
Condizioni Condizioni generali di vendita 1. Mandato a vendere – Il Mandatario Florence Number Nine S.r.l. vende all’asta, in base alle proprie condizioni di vendita, agendo in nome e per conto del Mandante-Venditore. La vendita produce effetti direttamente sul Venditore e sul Compratore, senza assunzione di responsabilità da parte della FNN salvo quelle derivanti dal mandato ricevuto. 2. Accettazione – Il Mandante-Venditore dichiara espressamente di conoscere le condizioni di vendita e di averle preventivamente accettate. 3. Commissioni – La commissione dovuta dal Mandante-Venditore al Mandatario sarà calcolata per ogni singolo contratto sulla base di una percentuale sul venduto compresa tra l’8% ed il 15% previo accordo tra le parti. Su tale commissione è dovuta dal Mandante-Venditore l’IVA come per legge. 4. Riserva – Il valore degli oggetti sarà stimato in euro. Ogni oggetto sarà corredato da un prezzo minimo di vendita (c. d. riserva) fissato di comune accordo e mantenuto segreto tra il Mandante-Venditore ed il Mandatario, prezzo al di sotto del quale, salvo diverso accordo scritto, l’oggetto non potrà essere venduto. 194
Regolamento 5. Gara d’Asta – I beni verranno aggiudicati al maggior offerente ed il prezzo si intende in contanti. Non è opponibile alla Casa d’Aste il trasferimento a terzi di lotti già aggiudicati. FNN riterrà unicamente responsabile per il pagamento del prezzo l’aggiudicatario. La partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi dovrà essere comunicata alla Casa d’Aste prima dell’inizio della gara. 6. Durante l’asta il Banditore ha la facoltà di mutare l’ordine di presentazione dei lotti, di ritirarne uno o più, di riunire più lotti tra loro o di dividerne uno in più lotti. 7. I lotti sono aggiudicati dal Battitore; in caso di contestazioni, il lotto disputato viene rimesso all’incanto nella seduta stessa sulla base dell’ultima offerta raccolta. L’offerta effettuata in sala prevale sempre sulle commissioni d’acquisto di cui al n. 13. 8. Diritti d’Asta – Alla cifra di aggiudicazione di ogni singolo lotto sono da aggiungere a carico del compratore i diritti d’asta in ragione dei seguenti scaglioni percentuali: 22% per valori fino a € 30.000,00, 20% per valori per valori eccedenti questo limite e fino a € 100.000,00 e del 15% per tutti i valori eccedenti quest’ultimo limite. Sui diritti d’asta è poi dovuta l’IVA come per legge. 9. Invenduti – Con riferimento agli oggetti andati invenduti in asta, il Mandante-Venditore concede al Mandatario, per un periodo di 45 giorni successivi alla data dell’asta, la facoltà di procedere alla loro vendita a mezzo trattativa privata. In questo caso il prezzo di vendita sarà pari alla “riserva” con una riduzione del 10% ovvero della maggior percentuale da concordarsi con il Mandante-Venditore. 10. Vendita diretta – Su incarico del Mandante la Casa d’Aste potrà procedere alla vendita diretta del bene. L’oggetto verrà offerto in vendita a prezzo fisso, senza gara d’asta. Anche in tal caso FNN agirà come mandataria con rappresentanza. Le commissioni spettanti alla Casa d’aste sono le stesse previste al precedente n. 3. 11. Catalogo – Le valutazioni riportate in catalogo, espresse in Euro, sono puramente indicative ed effettuate ai fini d’asta. Le descrizioni in esso riportate rappresentano solo un’opinione, sia pur qualificata, e non espongono la Casa d’Aste ad alcuna responsabilità. Eventuali contestazioni dovranno essere formulate per iscritto entro 8 (otto) giorni dall’aggiudicazione. 12. Esposizione pre-asta – Ogni Asta verrà preceduta da un’esposizione dei lotti. Durante l’esposizione il Direttore della vendita sarà a disposizione dei potenziali acquirenti per i chiarimenti del caso. L’esposizione ha lo scopo di consentire la verifica dello stato di conservazione e delle qualità degli oggetti posti in vendita, nonché di chiarire eventuali errori ed inesattezze riportate in catalogo. Tutti gli oggetti saranno venduti “come visti”. 13. Commissioni d’acquisto – FNN può accettare offerte d’acquisto formulate per iscritto o telefonicamente su mandato di coloro che, pur volendo partecipare alla gara d’asta, non possono essere fisicamente presenti alla stessa. In tal caso i lotti saranno acquistati al prezzo più basso consentito dalla presenza di altre offerte sugli stessi lotti e compatibilmente con le riserve registrate. FNN non si ritiene responsabile, pur adoperandosi con il massimo scrupolo, per eventuali errori in cui dovesse incorrere nell’esecuzione di offerte (scritte o telefoniche) ricevute. Nel compilare l’apposito modulo, l’offerente è pregato di controllare accuratamente i numeri dei lotti, le descrizioni e le cifre indicate. La richiesta di partecipazione telefonica sarà accettata solo se formulata per iscritto prima della vendita. Nel caso di due offerte scritte identiche per lo stesso lotto, prevarrà quella ricevuta per prima. 14. Pagamento – Il pagamento totale del prezzo di aggiudicazione e dei diritti d’asta dovrà essere ef195
Regolamento fettuato entro il giorno successivo alla vendita. 15. Ritiro degli acquisti – I lotti acquistati e pagati dovranno essere ritirati entro 7 (sette) giorni a cura e spese dell’aggiudicatario, salvo diverso accordo con la Casa d’Aste. Per le proprietà che rimangono nei magazzini oltre detto termine verranno applicate al compratore le spese di immagazzinaggio e, se ritenuto opportuno, di assicurazione del bene acquistato. La FNN sarà comunque esonerata da qualsiasi responsabilità in ordine alla custodia ed all’eventuale deterioramento dei lotti. 16. Beni notificati ex L. n.1089/39 – Per gli oggetti sottoposti alla notifica ai sensi degli artt. 2,3, e 5 della legge n. 1089 del 1 Giugno 1939, gli acquirenti sono tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni di legge vigenti in materia. L’aggiudicatario, in caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, non potrà pretendere da FNN o dal Venditore alcun rimborso sul prezzo e sulle commissioni d’asta già corrisposte. 17. Esportazione – L’esportazione dei beni culturali è disciplinata dal Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 per quanto riguarda l’esportazione verso i paesi Comunitari e dal Regolamento CEE n. 391/92 del 9 dicembre 1992 – come modificato dal Regolamento CEE n. 2469/96 del 16 dicembre 1996 e dal Regolamento CEE n. 974/01 del 14 maggio 2001 – per quanto riguarda l’esportazione nei paesi Extracomunitari. FNN non risponde del rilascio dei relativi permessi d’esportazione né può garantirne il rilascio. La mancata concessione delle suddette autorizzazioni non può giustificare l’annullamento dell’acquisto né il mancato pagamento del prezzo. 18. Diritto di seguito – Ai sensi del Decreto Legge n.118 del 30 Dicembre 2006 il Mandante-Venditore si fa carico del pagamento, ove previsto, del “diritto di seguito” che sarà trattenuto dall’importo netto a lui destinato dal Mandatario e che questi avrà cura di riversare alla SIAE. 19. Foro competente – Le presenti Condizioni di Vendita vengono accettate automaticamente da quanti concorrono all’asta. Per tutte le controversie è stabilita la competenza del Foro di Firenze.
Corrispettivo d’asta Corrispettivo d’asta e oneri fiscali Per ogni lotto venduto l’acquirente dovrà corrisponderà a FNN un corrispettivo d’asta calcolato in misura percentuale sul prezzo di aggiudicazione (il 22% se il prezzo non supera i € 30.000,00; il 20% se il prezzo eccede questo limite ma non supera i € 100.000,00; il 15% se il prezzo supera anche quest’ultimo limite). Su tale corrispettivo è dovuta dall’acquirente l’IVA al 21% come per legge.
Prezzo finale Pertanto il costo finale per l’acquirente sarà costituito dal prezzo di aggiudicazione maggiorato dei diritti d’asta e dell’IVA al 21% calcolata sui diritti d’asta stessi.
196
Regolamento
Vendite dirette Vendita diretta FNN può concordare con il Mandatario la vendita diretta, cioè senza gara d’asta, degli oggetti ad essa affidati. Gli oggetti verranno offerti in vendita ad un prezzo prefissato d’accordo col Mandante. La vendita produrrà effetti direttamente tra Mandatario e terzo acquirente. Nelle operazioni di vendita diretta per conto terzi, sul prezzo esposto saranno applicate le seguenti condizioni: 1 – Per le singole vendite di oggetti il cui prezzo rientri nei 30.000= Euro saranno applicate le seguenti percentuali: mandante-venditore 10% (IVA esclusa); compratore 22% (IVA esclusa) 2 – Per valori eccedenti i 30.000= Euro e fino a Euro 100.000= Euro saranno applicate le seguenti percentuali: mandante-venditore 8% (IVA esclusa); compratore 20% (IVA esclusa) 3 – Per la vendita di oggetti il cui prezzo ecceda i 100.000= Euro saranno applicate le seguenti percentuali: mandante-venditore 5% (IVA esclusa); compratore 15% (IVA esclusa).
Richiesta stime Valutazioni FNN è a disposizione di chiunque voglia sottoporre i propri oggetti d’arte o di antiquariato all’esame dei suoi esperti per una valutazione. La stima è indicativa e attribuita ai soli fini d’asta. Gli oggetti da stimare possono essere presentati all’esame dell’esperto competente direttamente in sede, previo appuntamento telefonico. È anche possibile inviare via fax o via e-mail all’attenzione dell’esperto, idonea documentazione fotografica corredata di tutte le notizie relative all’oggetto da stimare. È consigliabile utilizzare il modulo di “richiesta stima” già predisposto da FNN. Una idonea documentazione prevede fotografie nitide e dettagliate dell’oggetto ripreso da varie angolazioni con ingrandimenti relativi a dettagli importanti quali firme, marchi, mancanze ecc. Comprende l’indicazione delle dimensioni, del materiale, della provenienza ed ogni altra informazione utile, inclusi precedenti pareri od expertises eventualmente acquisiti. La risposta vi verrà inviata con lo stesso mezzo in tempi stretti, compatibilmente con la natura dell’argomento trattato (e comunque non oltre 30 giorni).
197
Terms and Conditions
Sell Free valuations FNN and its experts are at your disposal for a free valuation of objects you wish to sell at auction. You can call us or email us and we will arrange an appointment to bring your property to our offices in Via Poggio Imperiale 9, where our specialists will make the valuation. Alternatively, you can send pictures and detailed info of your property to our e-mail address: info@florencenumbernine.com, and our experts will do their best to provide a valuation.
Sale mandate If you decide to entrust FNN with the sale of your object, you will be asked to sign a “sale mandate” - in duplicate - containing: a list of the objects to be sold at auction; the reserve price for each of them; the amount of FNN’s commission; any possible cost for insurance, photos, transport, etc. The seller will be asked to provide his/her tax code and identity card for recording at the P.S. registers according to the current regulations.
Reserve price The reserve price is the confidential minimum price (after commission) set by the consignor. It is strictly confidential and protected by the auctioneer. If bidding ends before the reserve is reached, the property will not be sold.
Commissions Commissions The auction house and the consignor agree on the amount of a commission, comprised between the 8% and the 15% (plus VAT) of the sold price, that the consignor will pay out to the auction house if the property is sold.
Resale right European Union’s Artist’s Resale Right Directive has introduced the right of authors of original works and manuscripts, and their heirs, to an economic interest in every sale of the work concerned, following the first - the so-called “resale right”. This royalty has to be paid when the sale price is over € 3.000,00 and it is calculated as follows: 1. 4% for the portion of the sale price from € 3.000,00 to € 50.000,00; 2. 3% for the portion of the sale price from € 50.000,01 to € 200.000,00; 3. 1% for the portion of the sale price from € 200.000,01 to € 350.000,00; 4. 0,5% for the portion of the sale price from € 350.000,01 to € 500.000,00; 5. 0,25% for the portion of the sale price exceeding € 500.000,00; Florence Number Nine is bound to pay the “resale right” on behalf of the sellers to the Italian Society of Authors and Publishers (SIAE). The right will be withheld by FNN from the amount due to the seller.
Communications Before the auction you will receive a prospectus with a list of the objects included, with the respective lot numbers and reserves. After the auction you will be sent a list of all your lots with the respective outcome. Unsold lots may either be collected or, upon agreement with our experts, included in future auctions. 198
Terms and Conditions Payment settlement About 30 days after the date of the sale, or after the collection of payment has been completed, we shall proceed to settlement through the issue of an invoice detailing the commissions and other expenses charged.
Buy How to buy at auction Third Party Liability. Every person on Florence Number Nine’s premises at any time shall be deemed to be there at his/her own risk. He/she shall have no claim against FNN in respect of any accident which may occur or injury, damage or loss howsoever caused, save insofar as the injury, damage or loss shall be caused by the direct negligence of FNN’s employees. Auctions are open to the public with free entrance and there is no obligation to buy. Usually an exhibition of the lots on sale will precede the auction, to let customers examine the objects. Usually the lots are sold in progressive numerical order, according to the catalogue. FNN reserves the right to change the presentation order of the lots, and to aggregate different lots or separate the objects of a lot. Normally we are able to sell 90-100 lots per hour, depending on the objects. FNN AS AGENT - Except as otherwise stated, FNN acts as agent for the seller. The contract for the sale of any auction lot (“Lot”) is therefore made between the seller of the Lot (“Seller”) and the buyer of Lot. All Lots in the Auction Catalogue are sold on a “as is and where is” basis with any defects, damages, repairs or otherwise and neither FNN nor Seller makes any representation or warranty, expressed or implied, as to the merchantability, fitness for a particular purpose or condition of the Lot or as to the correctness of description. Before buying, all buyers are responsible to check, verify and satisfy themselves or to engage their own independent experts to do so concerning the condition or otherwise of any Lot and/or for the matters referred to in the Catalogue, condition report or otherwise. Withdrawal of Lot Prior to Sale - FNN reserves the right to withdraw any Lot at any time before the Sale or during bidding. Unless otherwise announced or notified by the auctioneer at the time of sale, all bids are per Lot as numbered in the eCatalogue and no Lot shall be divided for sale. FNN has absolute and sole discretion to refuse any bid; to advance the bidding in such a manner as the auctioneer may decide; to withdraw any Lot; to determine the successful bidder in the case of error or dispute whether during or after the Sale; to cancel the Sale at any point during the Sale; and/or to reoffer and resell any Lot unsold or in dispute. If any dispute arises during and after Sale, the decision of the auctioneer is final and conclusive and the buyer cannot hold FNN and/or Seller liable therefor.
199
Terms and Conditions Export License and Import Tax & Restrictions It is the buyer’s responsibility to apply for any applicable export license (including CITES, handling and administrative charges or any other expenses of the competent authorities and/or service provider in connection therewith) to export out of Italy or for import license to the said place of import designated by buyer and such license can be in any name or description given by the country concerned. The fact that the buyer wishes to apply for any import or export licenses shall not in any way delay, affect or discharge the buyer’s obligation to pay within the said payment conditions nor FNN’s right to charge interest as mentioned below or storage charges for late or nonpayment/ collection.
Artist Resale right European Union’s Artist’s Resale Right Directive has introduced the right of authors of original works and manuscripts, and their heirs, to an economic interest in every sale of the work concerned, following the first - the so-called “resale right”. This royalty has to be paid when the sale price is over € 3.000,00 and it is calculated as follows: 1. 4% for the portion of the sale price from € 3.000,00 to € 50.000,00; 2. 3% for the portion of the sale price from € 50.000,01 to € 200.000,00; 3. 1% for the portion of the sale price from € 200.000,01 to € 350.000,00; 4. 0,5% for the portion of the sale price from € 350.000,01 to € 500.000,00; 5. 0,25% for the portion of the sale price exceeding € 500.000,00; Florence Number Nine is bound to pay the “resale right” on behalf of the sellers to the Italian Society of Authors and Publishers (SIAE). The right will be withheld by FNN from the amount due to the seller.
Registration A registration is needed to participate in an auction and bid. You can register directly at the auction house or via email. The attendees will be given a numbered paddle to place their bids. For higher value Lots, the buyer may be required to pay a deposit when registering to bid. You may also register to bid online through any of our live online auction providers and registration with these providers is necessary in order to bid. Details of these providers can be found on the FNN website. “FNN will not be responsible for any errors or differences in Language translations in our catalogues or communications with clients. Translations should be used as a guide only. “
Bidding in person You can participate in an auction by being physically present in the salesroom. To place a bid, you simply have to raise your paddle until the auctioneer acknowledges you. Bids start from the so called “starting price”, which is published on the catalogue (please consider that the starting price is usually lower than the lot’s estimate) You may also wish to bid online through any of our live online auction providers and registration with these providers is necessary in order to bid. Details of these providers can be found on the FNN website.
Telephonic offer You can participate in an auction via telephone. Our operators will call you during the auction, reporting the offers made in the auction room and they will communicate the auctioneer your bid. 200
Terms and Conditions To participate via telephone you should send a written request no later than 12.00am of the day before the auction, using the form provided by FNN. The requests will be satisfied within the limits of the availability of telephone lines at the time, with precedence given to the requests in order of receipt. We would therefore recommend customers to indicate in the request an offer that FNN can make on their behalf, solely in the event of technical connection problems.
Written offer You can participate in an auction also submitting a written offer, filling the appropriate form and indicating your maximum offer for a specific lot. FNN will bid on behalf of you, according your mandate. The filled in form has to reach the auction house no less than 12 hours before the scheduled time for the auction.
Bid raising The starting price is the sum of the first valid offer and represents the base for the following bids. The auctioneer usually raises the price by 10% of the last bid. In any case, the auctioneer may vary the rate of bid raising in the course of the auction.
Payment The bought lots must be paid – in Euro - no later than the day after the sale, in one of the following ways: - cash - bank draft payable to: FLORENCE NUMBER NINE srl - wire transfer (bank details will be privately provided) - Credit Card – VISA and Mastercard
Remedies for Non - Payment If the buyer fails to make full payment as required within FNN’s conditions,FNN shall be entitled in its absolute discretion to exercise one or more of the following rights or remedies (in addition to asserting any other rights or remedies available to FNN and/or Seller by Italian and EU Law): (i) to charge interest at 1.5% per month on the sale price of the Lot in question; (ii) to hold the defaulting buyer liable for the total amount due and to commence legal proceedings for its recovery together with interest, incidental charges and expenses and legal fees and costs on a full indemnity basis and any other payments to the fullest extent permitted under Italian and EU Law; (iii) to cancel the sale of such Lot; (iv) to resell the Lot publicly or privately on such terms as FNN shall think fit; (v) to forfeit any amount placed with FNN by buyer in part payment to FNN or Seller (but this is without prejudice to FNN and Seller to claim for the balance amount due and owing by buyer); (vi) to reject at any future auction any bids made by or on behalf of the buyer or to obtain a deposit from the buyer before accepting any bids; and (vi) to take other action(s) as FNN in its absolute discretion deems necessary or appropriate.
Collecting your purchase Regularly paid lots must be collected within 7 (seven) days at the purchaser’s own expense and risk, except in the case of different agreement. If you are not able to collect your property within this deadline, you will be subject to handling and storage charges by FNN. 201
Terms and Conditions FNN declines any responsibility concerning the conservation and safekeeping of the objects. Upon specific written instructions from the purchaser, FNN may, at the purchaser’s own expense and risk, arrange for packaging and transport.
Conditions Conditions of sale 1. Sale mandate – Agent Florence Number Nine srl sells at auction, at its sale conditions, acting on behalf of the Consignor-Seller. The sale acts directly on the seller and the buyer, as FNN declines any responsibility except those expressed in the subscribed mandate. 2. Acknowledgment - The Consignor-Seller acknowledges that he/she is bound by these terms and conditions. 3. Commission - The Consignor pays a commission to the agent for every single contract. This commission is fixed by the parties between 8% and 15%. In addition, the Consignor has to pay IVA (VAT) according to law. 4. Reserve – The object’s value will be determined in Euro. Every object will be accompanied by a confidential minimum sale price (so called “Reserve”) agreed by FNN and the Consignor. If any bid is below this price, the auctioneer may reject the advance, and the objects itself is not sold. 5. Auction – The highest bidder acknowledged by the auctioneer will be the purchaser and the price is understood cash. Transferring lots that have already been assigned to third doesn’t concern FNN in any way. Only responsible for the payment of the lot is the acknowledged purchaser. Those who wish ti participate at an auction on behalf of somebody else, have to communicate it to FNN before the auctions starts. 6. During the auction the auctioneer has faculty to change the presentation order of the lots; to cancel the sale of a lot; to aggregate more lots; to split a lot into different lots. 7. The auctioneer has absolute discretion in assigning the lots; in the case of error or dispute, the auctioneer can decide to re-open the bidding starting from the highest offer acknowledged. The bid in person has always the priority on the bidding commission – see n. 13 8. Auction rights – In addition to the purchase price the buyer has to correspond FNN the following auction rights: 22% for objects sold at a price up to € 30.000,00; 20% for objects sold at a price between € 30.000,01 and € 100.000,00; 15% for objects sold at a price over € 100.000,01. In addition, the buyer has to pay IVA (VAT) according to law. 9. Unsold – If a lot is left unsold, the Consignor gives the auction house the faculty, for 45 days after the auction, to sell it on a private sale. In this case, the sale price will be equal to the Reserve price minus 10% or other price to fix in agreement with the Consignor. 10. Direct sale – If expressly requested by the Consignor, the auction house can sell a lot at a fixed price, with no bidding. Also in this case FNN acts as an agent. The commission due to the agent are the same expressed at n.3.
202
Terms and Conditions 11. Catalogue – Evaluations reported on the catalogue, expressed in Euro, are simply indicative. The descriptions of the objects contained in it are merely an opinion, even if qualified, and the auction house declines any responsibility about them. Any complain has to be submitted in writing within 8 (eight) days from the purchase. 12. Exhibition – An exhibition of the auction property will be held prior to the auction. The sales manager will be at everyone’s disposal for any clarification. The exhibition gives opportunity to view, inspect and evaluate the property on sale, and to report inaccuracy or errors in the catalogue. All objects are sold “As is”. 13. Purchase commission – FNN accepts offers in writing or via telephone from those who cannot be present in person at the auction. In this case lots will be purchased at the lower price possible, considering other offers and reserve prices. FNN is not responsible for any mistake in conducting an offer received in writing or via telephone. While filling the dedicated form, the bidder is warmly invited to double-check the lot’s number, the description and the suggested price. Participating via telephone is allowed only if a written request has been submitted before the auction and approved by the auction house. In the event of two equal bids for the same lot, the first one that had been submitted takes priority. 14. Payment - The bought lots (and relative commissions, taxes and rights) must be payed no later than the day after the sale. 15. Collecting your purchase - Regularly paid lots must be collected within 7 (seven) days at the purchaser’s own expense and risk, except in the case of different agreement. If you are not able to collect your property within this deadline, you will be subject to handling and storage charges by FNN. FNN declines any responsibility concerning the conservation and safekeeping of the objects. 16. Notified goods ex L. n. 1089/39 – Objects that are subject to notification under artt. 2,3 and 5 (Italian) law n. 1089 June 1, 1939, purchasers are bound to act in accordance with current law. If the State exerts its right of first refusal, the purchaser will not ask neither FNN nor the Seller any refund on the price and the commissions already payed. 17. Export – The export of cultural goods within the EC is ruled by Legislative Decree - January 22, 2004 – while the export towards non-European countries is ruled by EEC regulations n.391/92 – December 9, 1992 - and further modifications. FNN is not responsible for any export permit and cannot guarantee its release. In the absence of a required permit, the purchaser cannot revoke the purchase and its related payment. 18. Resale right – According to legislative decree n.118 – December 30, 2006 – the Consignor takes charge, if provided for by law, of the so called “Resale right”, that will be withhold from the net price due by the Agent, who will take care to repay it to SIAE. 19. Competent court – The above Conditions of Sale are automatically accepted by those who take part at the auction. For any controversy, the competence belongs to the court of Florence, Italy.
203
Terms and Conditions
Commission Auction rights and Taxes For each lot sold the purchaser must correspond to FNN a commission on the purchase price: 22% for objects sold at a price up to € 30.000,00; 20% for objects sold at a price between € 30.000,01 and € 100.000,00; 15% for objects sold at a price over € 100.000,01. In addition, the purchaser has to pay IVA (VAT) according to law.
Final price The final price for the purchaser is calculated this way: acknowledged hammered price plus auction rights plus 21% IVA (calculated as described above).
Direct Sale Direct sale If expressly requested by the Consignor, the auction house can sell a lot at a fixed price, with no bidding. Also in this case FNN acts as an agent. The commission due to the agent are calculated on the shown price as follow: 1. Single object sold at a price up to € 30.000,00: 10% up to the Consignor (plus IVA); 22% up to the buyer (plus IVA). 2. Objects sold at a price between € 30.000,01 and € 100.000,00: 8% up to the Consignor (plus IVA); 20% up to the buyer (plus IVA).. 3. Objects sold at a price over € 100.000,01: 5% up to the Consignor (plus IVA); 15% up to the buyer (plus IVA).
Evaluations Evaluations Florence Number Nine auction house’s experts are at your disposal to provide estimates of your property. The estimates are simply indicative. The objects can be shown directly to the related department expert at our offices, upon phone appointment. It is also possible to submit via fax or e-mail photographic documentation of the object, together with all the basic info. We recommend to use the “Valuation request” form provided by FNN. For a better result, please submit clear photographs of the object from different angles, with enlargments and important details like signatures, stamps, etc. Don’ forget to note the size, material, technique and any other relevant information, including previous valuations or expertise. You will receive an answer by the same means as soon as possible, depending on the nature of the object itslef (however no later than 30 days). 204
Come arrivare
How to get here In auto / By car: Uscita casello “Firenze Impruneta” / A1 Highway exit “Firenze Impruneta”
In treno / By train: Stazione “S. Maria Novella”, Bus nn. 11, 36 e 37.
A piedi / Walking: Dalla Stazione S.M.N. 20 min. / From the Train Station 20 mins.
In aereo / By plane: Aeroporto “Amerigo Vespucci” Firenze, 20 min. in auto / Florence “ Amerigo Vespucci” Airport, 20 mins by car.
na
Petrarca Viale Francesco
Via
Ro
ma
Giardino dei Boboli
Vi al
eM
ac
hi av
el
li
arin a
ta d
egli
Ube rti
le eria Imp
ngelo ichela ale M Piazz
Via F
Via Se
io ogg el P le d Via
nese
Porta Romana
205
auction house house auction
Scheda per le offerte / Absentee bid form Vi prego di acquistare, per nome e conto mio, i lotti sotto indicati. Accetto le condizioni di vendita pubblicate nel catalogo. Please bid on my behalf for the following lots. I agree to the terms of sale printed in the catalogue.
Nome / Name Indirizzo / Address Cap / Postcode
CittĂ / City Partita I.V.A. / VAT Number Tel.
Fax
Le offerte sottoindicate sono per me vincolanti. I accept full responsibility the following bids.
Asta / Auction Nr. Lotto
Descrizione
Limite in Euro*
Lot number
Description
Max. Euro price*
* Escluso IVA e diritti d’asta / Escluding VAT and premium
Data / Date
Inviare via Fax o E-mail / Send by Fax or E-mail
206
Firma / Signature
207
208