Auschwitz voci dal lager haiku

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FLORIANA PORTA

AUSCHWITZ Voci dal Lager

Raccolta di haiku

2010


In copertina: Bambini prigionieri ad Auschwitz.

Š Copyright Floriana Porta 2010 E-mail: florianaporta@libero.it www.florianaporta.it


Premessa

In un angolo del campo di concentramento, a un passo da dove si innalzavano gli infami forni crematori, nella ruvida superficie di una pietra, qualcuno, chi?, aveva inciso con l'aiuto di un coltello forse, o di un chiodo, la più drammatica delle proteste: «Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia». (Luis Sepulveda)

Non è stato facile esprimere in poesia l'orrore dei campi di sterminio nazisti, che hanno annientato dodici milioni di vite umane, ma il mio desiderio di concentrare in poesia tutta la disperazione e l'atrocità dei Lager era troppo forte, ed oggi vi presento questa mia piccola raccolta di haiku1. La voglio dedicare, idealmente, a tutte le vittime di Auschwitz, il più grande campo di concentramento nazista. E' la prima volta che affronto un tema così atroce e complesso, ma amo le sfide e ho dato fiato alla rabbia che avevo dentro mentre leggevo le disumane condizioni dei prigionieri, le violenze che subivano, l'inferno che hanno vissuto per molti anni, e dove l'indifferenza del mondo ha purtroppo giocato un ruolo chiave sul destino degli ebrei e delle vittime del nazismo. E sono arrivata a questa conclusione: l'indifferenza, spesso, è peggio dell'odio. Floriana Porta

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L'haiku è una forma poetica originaria del Giappone, rigidamente costruita da tre versi di cinque, sette e ancora cinque sillabe. Si tratta probabilmente della forma poetica più breve esistente al mondo, e per loro natura gli haiku non hanno mai un titolo. Essi erano anticamente chiamati hokku ed erano la strofa iniziale di composizioni più lunghe, dette renga.


Auschwitz Voci dal Lager


Auschwitz - Voci dal Lager

OSSA SPORGENTI

Voci dal Lager. Occhiaie dilatate dei cadaveri.

Ossa sporgenti. Il freddo lancinante mi inghiottisce.


Auschwitz - Voci dal Lager

FREDDO SEPOLCRO

Dentro il Bunker baracche in mattoni. Ossa e teschi.

Muro di cinta, alto, lungo, quadrato: freddo sepolcro.


Auschwitz - Voci dal Lager

I BAMBINI BRUCIANO

La carne nuda. Nelle camere a gas: ecco l'inferno!

Lugubri forni. I bambini bruciano, eroi nell'ombra.


Auschwitz - Voci dal Lager

OLOCAUSTO

Sopravvissuti. I morti sono vivi, i vivi morti.

Qui gli angeli odorano di morte. Olocausto.


Auschwitz - Voci dal Lager

FILO SPINATO

Filo spinato. Prima notte nel campo: solo orrore!

Un muro grigio, teatro dell'inferno. Disperazione.


Auschwitz - Voci dal Lager

I FANTASMI DI AUSCHWITZ

Nuvole nere. I fantasmi di Auschwitz: voci perdute.

Polvere, vento. Negli occhi il terrore cupo, pesante.


Auschwitz - Voci dal Lager

VERSO LA MORTE

E' soffocante il viaggio nel vagone: corpi, bestiame.

Ore di marcia nell'inferno del Lager... verso la morte.


Auschwitz - Voci dal Lager

NEL BUNKER DELLA FAME

Gamella vuota. Nel mondo dei dannati mi accartoccio.

Deportazione: resta solo la fame, col suo silenzio.


Auschwitz - Voci dal Lager

Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.» (Elie Wiesel, La notte)


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