NELLO SPAZIO DI UN SOGNO di Floriana Porta
NELLO SPAZIO DI UN SOGNO
L'INCONTRO TRA ARTE, NATURA E POESIA I PREZIOSI COLORI E GLI EFFETTI DI LUCE DELLE OPERE PITTORICHE DI CLAUDE MONET ACCOMPAGNANO LE POESIE DI FLORIANA PORTA
FLORIANA PORTA
Floriana Porta, poetessa, fotografa e pittrice, nasce nel 1975 a Torino. Lavora attualmente a molti progetti artistico/culturali dedicati al mondo della poesia e degli haiku. Grazie ad alcuni importanti concorsi poetici ha ricevuto diversi riconoscimenti ed ha pubblicato le sue poesie con Bel Ami Edizioni nel 2010 (Sogni e visioni, collana DieciLune Poesia) e con Aletti Editore nel 2013 (Luoghi di Parole V, Habere Artem e Verrà il mattino e avrà un tuo verso). Ha pubblicato due sillogi poetiche: "Il respiro delle ombre" e "Verso altri cieli". Le tematiche cardini della sua poetica: le riflessioni sull'esistenza, le forze cosmiche e la ricerca dell'essenzialità. Dal 2011 è membro della Giuria del prestigioso Concorso Internazionale Poesia Haiku dell'Associazione culturale Cascina Macondo e dal 2013 del Premio Italia Mia. Viaggio sentimentale in Italia, bandito dall'Associazione Italiana del Libro. Per informazioni visitate il sito wwww.florianaporta.it
CLAUDE MONET
Claude Monet (1840-1926), tra tutti i pittori dell'impressionismo, può essere considerato il più impressionista di tutti. La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile, benché egli sopravviva molto più a lungo dell'impressionismo. La sua formazione avvenne in maniera composita, trovando insegnamento ed ispirazione in numerosi artisti del tempo. A diciotto anni iniziò a dipingere, sotto la direzione di Boudin, che lo indirizzò al paesaggio en plain air. Recatosi a Parigi, ebbe modo di conoscere Pissarro, Sisley, Renoir, Bazille. In questo periodo agisce su di lui soprattutto l'influenza di Courbet e della Scuola di Barbizon. Nel 1863 si entusiasmò per «La Colazione sull'erba» di Manet e cercò di apprenderne il segreto. Nel 1870 conobbe la pittura di Constable e Turner. In questo periodo si definisce sempre più il suo stile impressionistico, fatto di tocchi di colore a rappresentare autonomi effetti di luce senza preoccupazione per le forme. Nel 1872 dipinse il quadro che poi diede il nome al gruppo: «Impression. Soleil levant». Questo quadro fu esposto nella prima mostra tenuta dagli impressionisti nel 1874. In questo periodo lo stile di Monet raggiunge una maturazione che si conserva inalterata per tutta la sua attività posteriore. Partecipa a tutte le otto mostre di pittura impressionista, tenute fino al 1886. I suoi soggetti sono sempre ripetuti infinite volte per esplorarne tutte le varianti coloristiche e luministiche. Tra le sue serie più famose vi è quella che raffigura la cattedrale di Rouen. La facciata di questa cattedrale viene replicata in ore e condizioni di luminosità diverse. Ogni quadro risulta così diverso dall'altro, anche se ne rimane riconoscibile la forma di base pur come traccia evanescente e vaporizzata. Dal 1909 al 1926, anno della sua morte, esegue una serie di quadri aventi a soggetto «Le ninfee». In questi fiori acquatici sono sintetizzati i suoi interessi di pittore, che rimane impressionista anche quando le avanguardie storiche hanno già totalmente demolito la precedente pittura ottocentesca.
TRA POESIA E PITTURA
OMBRE E TRASFORMAZIONI
Fuori dall'ombra i nostri corpi, racchiusi in un silenzio criptico, sono in eterna trasformazione. Nella sera, nelle notti insonni, morbide ombre svaniscono in canti di parole, tra verdi salamandre.
UN VIAGGIO NELLA POESIA
Il mio viaggio inizia su strade di poesia, dove i ricordi sospesi mi sussurrano preghiere dell'anima deprivate dai respiri. Prendo un'altra strada che mi porta nei labirinti della memoria, tra sorrisi stropicciati e intrecci di profumi. Ogni strada sa dimenticare le voci in lontananza della malinconia.
A PIENO RESPIRO
I frammenti visivi delle cose perdute si sono dissolti, sottovento, in un unico fiato. A pieno respiro. Ne esploro i margini, dove il tempo dormiente imbianca il tuo nulla, si fa luce e ci guarda.
SONO DIVENTATA VENTO
Guardami, nello svanire d'un fiore, nell'echinosi della notte innevata e sulla sabbia che sale, perplessa. Mi riconosci? Sono diventata vento alle porte della cittĂ davanti alla luna.
CANTI E SILENZI DEL POETA
La vita del poeta è esperienza trasformata in arte, è l'immagine smembrata dell'interiorità. È un desiderio che rincorre un'illusione, un silenzio nel silenzio. È l'armonia del mondo e il suo canto è ancora udibile.
ECHI D'AMORE
Qui e lĂ echi d'amore, sottovoce. LĂ , sul confine di stagioni immacolate sazie di neve. In fragili essenze che si sfogliano come petali in sfacelo. Emorragie d'un cuore ferito.
IL NERO ABISSO DELLA NOTTE
Oltre la soglia di memorie dipinte attendo di vedere il nero abisso della notte. E il buio avanza imbottito di metamorfosi intorpidite. La notte: un luogo dietro cui si nasconde la poesia, confinata nell'attimo di sguardi d'un nero velati, in mattini senza sogni.
IL MOTORE DEL NULLA
Isomorfiche visioni stellari e marine, emergono - in me e fuori di me allo stato nascente, ancora una volta. Meccanismi e ingranaggi del motore del nulla.
MARE CAPOVOLTO
Mosaici di solitudini scompariranno nei palmi della penombra. Verso il buio. Nelle onde ormai cieche dei miraggi. Fino a un mare capovolto in cui svanire.
DENTRO LA MEMORIA
In te affondo, dentro la memoria. In lei si spalancano processi osmotici, spazi immaginari alla rinfusa, appena illuminati. Luci offuscate s'alzano al di sopra d'acque marine poco profonde. Ed io, rabdomante della luce, mi tuffo in questi abissi senza respiro.
A PELO D'ACQUA
Increspature a pelo d'acqua - come ticchettii d'inumana follia precipitano nel greto del fiume, al confine dei venti che non fiatano. Qui tutto si è smarrito. Qui l'anima piÚ non invecchia e tace.
QUI, NEL PROFONDO
Viaggi e luoghi avanzano, scavalcano destini ai vertici del mondo, sempre sulla stessa strada. Qualsiasi loro percorso ha radici nella materia incandescente. Ne scorgo i riflessi, i vasti orizzonti. Proprio qui, nel profondo impenetrabile delle terre del cielo. Nell'oltrepassare la soglia, verso sinuose aperture cosmiche che abitano il cuore dell'uomo.
AZZURRA MAGIA
Un'azzurra magia s'allontana dall'ultimo raggio d'estate, preda di suoni e di luci tremebonde. Trasuda un passato d'intatta bellezza, nel fitto gocciare delle ore.
AI CONFINI DELLE PAROLE
Argille chiare, ferme, restie. Il luogo appassito - sempre socchiuso delle crisalidi. Ai confini delle parole.
QUANDO MI PARLI
Quando mi parli scivolo nella notte che vive in me, su una fune tesa, punto d'incontro di solitudini senza spiegazione e di fili senza ordine. Un fremito, aderente al tuo profumo, accarezza e sfiora il cielo pi첫 di una volta. Lo nasconde nel cavo della mano per poi lasciarlo andare.
UNA MEMORIA DEL PASSATO
Sabbie e cromie formano colonne di una materica bellezza rutilante di colori. Una memoria del passato, sempre diversa eppure sempre uguale a se stessa. Verso un fine e una fine a cui non si può sfuggire e di cui ho perso ogni traccia.
ADAGIO CADERE...
Quest'adagio cadere di forme e linguaggi, di simboli e trasparenze, si lasciano trasportare in una sofisticata danza. L'impetuosa mano dell'uomo ha accarezzato la caduta dei miti antichi. E quest'adagio cadere sfugge in terreni inesplorati.
REFOLO D'INVERNO
Tra fumighi silenzi gonfi di neve voglio seguire i passi dei sogni che si perdono nell'ombra. La poesia, un soffio di luce. Resiste al fiato delle tenebre un refolo d'inverno.
ALFABETI CHE NON PARLANO
Ora si muovono sillabe armoniose, alfabeti che non parlano. Non pi첫 soli, stretti a me, s'affilano in un grido che non s'ode, in grafemi riemersi da soffi marini, all'incrocio dei segni.
PAROLE
Parole ferite scendono in ampi valloni, oltre i nostri corpi, dentro di noi. Infinito muro di sillabe senza memoria, partenogenesi di veritĂ .
ESEGESI SUBLIME
Al di qua e oltre l'orizzonte estatico sgorga un'esegesi sublime e dionisiaca che crea vita. Un'altra giace lì, inesplorata. E nel buio muove lo sguardo, al di là del reale al di là delle galassie nel flusso del divenire. Anche il cielo è l'eco di un pianto celeste in un respirare silenzioso.
RITORNARE RADICE
Origine, nascita. Un'altra dimensione tormentata, indefinita che esiste, continua, incarnandosi in forme tenui che non si interrompono, simili a sguardi. Per ritornare radice nella terra da cui ripartire.
GUARDANDO
In una sola stanza richiudo me stessa, intrecciando la luna con il sole. Guardando segretamente, con la coda dell'occhio, oltre le immagini, oltre il passato. Guardando il vento e le nuvole, in trasparenza, simili alla neve. Guardando gli occhi dell'eterno inverno che mi passa accanto. Un'altra occhiata, poi basta.
L'OMBRA DEL CIELO
L'ombra del cielo è inattingibile, finisce e nasce su spiagge disseccate che disegnano curve isoipse . LÏ, tra quelle infinite curve, vita e rinascita sospingono le nuvole oltre il biancore madido della mia pelle, nel grembo notturno.
AUTUNNO
Non c'è piÚ spazio tra il rosso e il giallo, infreddoliti colori di un algebrico autunno senza cornici. Come in un futuro che mi ripulisce, riportandomi a nuova vita. Come in un verde sorriso al suo ultimo passaggio.
COME IN UN DIPINTO
Nei passi quotidiani dipingo i colori pastosi e i segni di paesaggi rossoverde, scenari d'imbastite primavere che attraversano gli occhi di ognuno di noi. RugositĂ impertinenti del mio vissuto.
MUSICA
Nella musica atonale di note danzanti s'insinua un pallore, reso acefalo da evoluzioni ed involuzioni senza fine. Eterno grembo d'infinite fragilitĂ .
TRA IL NULLA E L'ESSERE
Tra universi muliebri donne senz'ombra cercano la luna, tra il nulla e l'essere. Oltre i confini del mondo ctonio silenziose ritmie ingoiano i sogni. Cerco le tracce di una luna in attesa di nascere. Ăˆ la sola che ride.
DOVE COMINCIA L'ULTIMA LUNA
Quando nascono dai miei occhi, scorrendo in prospettiva, primitive alchimie inzuppate d'infiniti brusii d'erba e d'argilla, i colori si mischiano dove un qualche bosco finisce, per poi svanire dove comincia l'ultima luna.
RITORNO
Ritorno senza sapere nulla. Sviluppando pensieri in fuga, tra i sassi verdi. Ritorno sarò tutto o sarò niente. Tra i colori della terra e quelli del cielo. Ritorno al mio stato piÚ puro, virgineo. Dove la roccia incontra la montagna su ogni pennellata.
HAIKU: IMPRONTE DI VUOTO
HAIKU DI FLORIANA PORTA
COSA SONO GLI HAIKU
"Chiunque può comporre haiku, purché sia dotato di sensibilità e conosca l'uso della scrittura". Tadao Araki, Maestro giapponese di haiku
Gli haiku sono brevissime poesie tradizionali giapponesi, formate da tre versi: il primo è di cinque sillabe, il secondo di sette ed il terzo di cinque. Sono piccoli "gioielli" poetici di diciassette sillabe. Tadao Akari diceva: "Praticare il haiku per un haijin non è solo comporre poesie, secondo specifiche regole metriche e retoriche, significa anche adeguarsi a un'etica di comportamento che rispecchia un modo diverso di porsi nel mondo e un diverso rapporto con la natura di cui ci si ferma un attimo a contemplare la bellezza e l'instabilità. Inoltre, la brevità di 17 sillabe a disposizione costringe a uno sforzo di sintesi e a una precisione di linguaggio che è esercizio di alta scuola, ma non è riservato a pochi eletti... Si può dire che comporre haiku è alla portata di chiunque abbia sensibilità e conosca l'uso della scrittura. In Giappone si crede che chiunque, consapevole o no, è poeta di haiku, dovunque si trovi e qualunque sia la sua lingua."
Nel dedalo blu mani accarezzano puri fantasmi.
Viaggio, fremito: il ciclo dell'anima sotto la neve.
Dagli abissi dolore e tristezza... bianco mistero.
Pianti di stelle. Vacillano nell'ombra nuvole d'oro.
Ora non piove. Seguiamo le nuvole dal Paradiso.
Fragile ninfea. Cento bave di vento oltre lo spazio.
Anima cieca. Le foglie si bagnano al crepuscolo.
Bocca a bocca l'azzurro mi sorrise. E poi fu pace.
Cuore di ghiaccio. Due magnolie stellate, madreperlacee.
E' rugiadoso il bocciolo cobalto. Tiepido vento.
Sotto le stelle Eterna emozione: voci nel vento.
Alba pallida. Un serpente alato: segno divino.
Fiocchi di neve. Il prato innevato dipinge pace.
Rane e cicale. All'ombra dei ciliegi lo specchio d'acqua.
Cielo, inferno: i draghi famelici ci divorano.
In tortuosi sentieri la fata libellula muta, respira.
Lungo la strada parlo con le nuvole, ombre di Luce.
Nidi di ragno: il luogo del risveglio senza rugiada.
Canto l'amore. Campanule azzurre: pioggia di fiori.
Cielo zaffiro: dal bianco all'azzurro, fino al mare.
Musica sacra: canti antifonari di luce nuova.
Nuvole rosa. Sotto la pioggia nuovi germogli.
Fiori di seta indicano le stelle. Sogno azzurro.
Occhi sfuggenti. Su colonne d'argento: il tuo sorriso.
Fresca è l'aria! Nei profondi silenzi sono sepolta.
Un aquilone, sognando la poesia, danza nel Sole.
Spazio azzurro. I sentieri dei sogni: nuovi destini.
Mite sorriso. La voce delle onde forma un cerchio.
Echi profondi. Sotto gli occhi di Dio fiori di neve.
Luogo non-luogo. E oltre le montagne mi allontano.
Tra le parole rimaste nei miei sogni grilli e locuste.
Stelle curiose. È lungo questo viaggio verso l'ignoto?
Sole nel sole. Fluisce, rifluisce all'unisono.
Tu e il sole. Tra cielo e inferno ombre di streghe.
Mai più il sole. Questo è il confine della poesia.
Cielo nemico, torri in lontananza. Poi fu silenzio.
Mare inquieto, sole all'orizzonte: è vera luce.
Frammenti di me. Nelle pozze dell'oblio mi addormento.
Sul davanzale gatti insonnoliti fanno le fusa.
Mi segue l'ombra, in un letargo chiuso, sprangato.
Mare blu-verde: musica poetica verso le stelle.
Paesaggi sublimi. Un viaggio attraverso veli di nebbia.
Tutto s'annebbia. Dentro le cattedrali cerco rifugio.
Assioma dell'amore. Moti vibrazionali in un istante.
Centro supremo: tridimensionalità oltre-umana.
L'alba dei tempi. Cavalli di nuvole crepuscolari.
C'era il vento. Non so dove andare tutt'a un tratto.
Anime e nuvole Nel respiro del cielo: sfere celesti.
Fugge l'anima d'istante in istante. Solo un soffio.
Fatui bagliori E sospiri di vento. Aria di marzo.
Luna sottile. Tra i pori, le stelle, come farfalle.
Azzurra notte. Solo per un attimo mi sento viva.
Fossili d'ambra tra vene e memoria, dentro la nebbia.
Ombre bruciate. Silenziosi pensieri nel sole giallo.
Moti vitali. Il freddo sulla pelle lento, svanisce.
Quieti d'abisso, nei bisbigli di luce e nel respiro.
Note azzurre: ritmi immutabili come nuvole.
Costeggio, pigra, i freddissimi sogni oltre il cielo.
Ombre nel vento che forano le nubi. La prima luce!
Sotto i mare Silenzi irreali e vaghe ombre.
In uno stagno di antichi silenzi scorre la vita.
Inabissati. Dietro molli colline, nuovi respiri.
Raggi cosmici. Nel languore notturno pietre di luna.
Ombre sommerse, avvolte nel silenzio, si abbracciano.
Sole smarrito. Nel bosco sibillino caldi profumi.
Notte di fango. Tra foglie e germogli qualcuno grida.
Corpi di pietra. Frammenti granitici nella scuraglia.
Ponte di pietra. Su sentieri sassosi cala la luce.
Stelle morenti. Silenziosi respiri All'orizzonte.
Foglie strappate afferrate dal vento. Sguardi smarriti.
Occhi dischiusi. Colori spennellati tra i coleotteri.
Poso la testa nella volta del cielo. Flusso vitale.
Sole nascente. Il rumore del tempo in un abbraccio.
Breve istante: l'invisibile scia d'api ferite.
In un respiro silenzi assoluti, dentro e fuori.
La pigra danza d'ali di crisalide: un lieve sogno.
Due aironi. Il loro primo volo Disegna onde.
Gli anemoni Inseguiti dal vento scrivono versi.
A ogni passo, nello spettro del tempo, non sono sola.
E nel tremore rimescolo l'anima. Metamorfosi.
Terrore di tenebra. Mi sussurra di notte il mare bigio.
Nelle viscere e fin dentro la morte, vuoti taglienti.
In questa luce l'universo s'incarna tra i giganti.
Coltre nevosa. Stalattiti di luce Senza odore.
Mondo sommerso. Giardini di corallo in profonditĂ .
ÂŤLe tecniche vanno e vengono [...] L'arte rimane la stessa: una rappresentazione della natura che richiede impegno e sensibilitĂ . Io mi misuro e combatto con il sole [...]. Bisognerebbe dipingere con oro e pietre prezioseÂť. Claude Monet
"In realtĂ , l'animo con cui Monet" guarda la natura contiene una sottigliezza spirituale straordinaria, che gli permette di non essere un illustratore, ma un poeta". (Mario Dal Bello, dal libro Ritratti d'autore, 2009)
"Voi ritagliate dei pezzetti di cielo e li gettate in faccia alla gente. Niente sarebbe piĂš stupido come dirvi grazie: non si ringrazia un raggio di sole". (da una lettera del 1899 di Georges Clemanceau a Claude Monet)
«Tutti parlano della mia arte e credono di capirla; come se fosse necessario capirla, quando invece basterebbe amarla». Claude Monet
«Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare». Claude Monet
«Non sono un gran pittore, né un gran poeta; so soltanto che faccio quel che penso per esprimere quel che provo». Claude Monet
Š Copyright Floriana Porta 2014 All rights reserved - www.florianaporta.it Tutte le immagini pubblicate all'interno del libro sono prive di diritti e sono di pubblico dominio. In copertina: Claude Monet, Meadow at Bezons (1874)