Focus ON 25

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ANNO 5 NOV-DIC 2019

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C REDIAMO N ELLA

CO MU NI C A Z I O NE

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E CI PIACE RACCONTARLA, IN TUTTE LE SUE FORME.

IN TERPRETIAM O

L’ I NNOVA Z I O NE

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PER SCOPRIRE OGNI GIORNO NUOVI STIMOLI E OPPORTUNITÀ.

ABBIAMO U N A

V I S I O NE G LO BA L E

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DALL’ITALIA AL MONDO, A CACCIA DEGLI ULTIMI TREND.

DIAMO VOC E AI

PRO F ES S I O NI S T I

E

PERCHÉ L’ESPERIENZA FA SEMPRE LA DIFFERENZA.

OF F RIA M O

PU NT I D I V I S TA

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DAL CREATIVO AL MANAGER, DALLA START UP AL TOP BRAND.

ANA L I ZZI A M O I

PRO GE T T I

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CASE HISTORY E SOLUZIONI CONCRETE IN Q UALSIASI BUSINESS.

DEF IN IAMO UN

CO DI C E CO MU NE

N

PER PARLARE LA STESSA LINGUA E CAPIRCI AL VOLO.

APRIAMO UN

TAVO LO DI CO NF RO NTO

A

PRON TO A OSPITARE I DECISION MAKER DELLA COMUNICAZION E .

SIAMO UNO

S PA Z I O L I B E RO

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DOVE DIALOGARE, DISCUTERE, CONDIVIDERE.

G UA R D I A M O

LO NTA NO

PER CONOSCERE A FONDO LA REALTÀ E GUIDARE IL FUTURO.


EDITORIALE

FRANCESCA CAGLIANI

D

icembre 2019. Si chiude un intenso anno che ci ha visti impegnati, in modo terribilmente appassionato, a riempire di contenuti le pagine di FocusON. Contenuti che abbiamo fortemente voluto condividere con voi per raccontare il nostro personale punto di vista relativo ad una serie di tematiche.

Abbiamo parlato di tecnologia, di eco-sostenibilità, di energie rinnovabili, di tendenze, di musica, design, di realtà che crescono e si sviluppano nel tempo. E di tanto altro. In questo numero dedichiamo spazio ad una completa analisi sulla lamentela, vista come elemento distintivo delle varie culture europee e non, di come le persone si comportano rispetto alla percezione che hanno di dati concreti ma, talvolta, interpretati in modo totalmente personale. Parliamo anche di due ruote, con un reportage puntuale su uno degli eventi di settore più importanti del mondo. Trovano spazio poi gli “elenchi”, nuovo trend che ispira i lettori (del web e della carta), diventato vero e proprio “never without”. Abbiamo poi dato voce ad Eolo, operatore di telecomunicazioni leader nel campo della banda ultra larga wireless per il mercato residenziale e delle imprese, che ci parla di spopolamento dei piccoli comuni italiani e di come affrontarlo. Infine siamo andati a curiosare nel “dietro le quinte” di un evento a luci rosse che mira a diventare il più importante d’Italia: l’ErosFest. A volte vale la pena di aprirsi a mondi che non conosciamo, per confrontarci e trovare nuovi punti di vista e di analisi. Concludo con un breve ma sentito ringraziamento a tutto il Team, il meraviglioso Team con un’enorme T maiuscola. Francesca Passoni e Andrea Altellini, anima e cuore di questo giornale, tutti i collaboratori che hanno dato enorme valore alle pagine di FocusON con tanta dedizione e, dulcis in fundo, Dario De Lisi il nostro prezioso Direttore Editoriale che ha creduto fin dall’inizio in questo meraviglioso progetto, permettendo che crescesse e si sviluppasse nel tempo. Grazie di cuore. Il 2020 ci riserva tante novità che non vediamo l’ora di condividere con voi, ma di cui per adesso non sveliamo ancora nessuna anticipazione. FocusON cambierà, si evolverà per ritrovarsi su una strada nuova, tutta da scoprire. Insieme.


MANUELA ANDALORO Oltre 18 anni di esperienza in servizi finanziari, strategia, digital transformation, marketing e comunicazione. Dopo esperienze in multinazionali, nel 2017 fonda SmartBizHub: azienda di consulenza in strategia, comunicazione e posizionamento. Appassionata di future tech, diversità di pensiero oltre che di genere, le STEM, gli “impact-makers” e l’Italia. MANUELA CI PARLA DELLA PERCEZIONE DELLA REALTÀ, COSÌ DIFFERENTE TRA CULTURE E PAESI. UN VIAGGIO NEL TEMPO FINO AI PRIMI DEL NOVECENTO E POI VELOCISSIMI VERSO IL FUTURO, TRA ANALISI E STUDI SCOPRIAMO I SEGRETI DELLA SOCIETÀ LIQUIDA.

SILVIA PISANU Giornalista milanese con alle spalle diversi anni di esperienza come fashion editor in rilevanti riviste di settore. Oltre alla carriera giornalistica ha anche lavorato per importanti showroom di Milano. Silvia ama la musica, l’arte, il cinema e il buon vino. Attualmente collabora come freelance con alcune testate e da questo numero farà parte della squadra di Focus ON. NUOVI TEMPI, NUOVI METODI, NUOVI

ELENCHI.

COMUNICARE

NEL

2020 ATTRAVERSO L’ESSENZIALE, INPUT E STIMOLI CHE ATTRAVERSANO L’ONLINE E L’OFFLINE PER RAGGIUNGERE IN COMUNICATORI DI DOMANI, LA PAROLA A SILVIA.


CONTRIBUTORS

ALBERTO TASINATO Classe 1989 e una grandissima passione per i motori che a 16 anni lo vede fondare una squadra di corse di moto, in gara ai campionati italiani Superstock. È in Australia che si avvicina al mondo della comunicazione, specializzandosi nella produzione di eventi. Diventa Direttore di produzione e si dedica a dare corpo alla creatività, trasformando la sua attitudine in una professione. EICMA 2019, UN APPUNTAMENTO CHE SI RICONFERMA PUNTO DI RIFERIMENTO PER GLI AMANTI DELLE DUE RUOTE. CE NE PARLA ALBERTO IN UN’AVVENTURA TRA MOTORI E UNA CONTINUA RICERCA DI IDENTITÀ ATTRAVERSO LE MOTOCICLETTE.

FRANCESCA CAGLIANI Dopo una Laurea in Architettura, un master in New Entertainment Design decide di dedicarsi alla sua vera passione: il giornalismo. Pri ma in Ambiente Cucina del gruppo Il Sole 24 Ore, poi con Condé Nast per 6 anni, occupandosi principalmente di moda e bellezza. Oggi è Co-Founder di LikeMi e Likemimagazine oltre che Direttore Responsabile di Focus ON. DIETRO LE QUINTE DI UN FESTIVAL EROTICO, L’EROS FEST, CHE MIRA A DIVENTARE PUNTO DI RIFERIMENTO NEL MONDO HARD. FRANCESCA CI RACCONTA L’EVOLUZIONE DELL’INTRATTENIMENTO PER ADULTI.


LA COVER STORY a pagina 8 www.focuson.press

ANNO 5 NUMERO 25 Chiuso in Redazione il 20 gennaio 2020 Registrazione presso il Tribunale di Milano n.140

FRANCESCA CAGLIANI DIRETTORE RESPONSABILE

DARIO DE LISI DIRETTORE EDITORIALE

FRANCESCA PASSONI CAPOREDATTORE

ANDREA ALTELLINI ART DIRECTION

PRESENZ A A DV commerciale@focuson.press REDAZION E redazione@focuson.press SEGNAL AZIO N I E IN FO info@focuson.press EDITOR E SG Company S.p.A. P. IVA 09005800967 SED E Corso Monforte 20 20122 Milano


INDICE

ON_COVER

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I PERICOLI DELLA PERCEZIONE E DELLA LAMENTELA di Manuela Andaloro

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LA COVER DELLULTIMO NUMERO DI FOCUS ON È STATA REALIZZATA DA ANDREA ALTELLINI ART DIRECTOR DI MILANO Art director e photo editor piemontese, dopo un’esperienza maturata in multinazionali e agenzie di comunicazione, tra Milano e Firenze, nel 2018 entra a fare parte del team di SG Company in qualità di art director corporate. Da allora gestisce la visual identity del magazine Focus ON, fino a quest’utima edizione.

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EOLO: CONTINUIAMO A PUNTARE SUI NOSTRI PICCOLI COMUNI by Eolo

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EICMA 2019, APPUNTAMENTO D’ECCELLENZA PER GLI AMANTI DELLE DUE RUOTE di Alberto Guido Tasinato

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BEST OF: COMUNICARE PER ELENCHI di Silvia Pisanu

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EROS FEST 2019 di Francesca Cagliani

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LUCA BINETTI


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I PERICOLI DELLA PERCEZIONE e DELLA LAMENTELA: perchè abbiamo torto su quasi tutto e viviamo in una “società liquida”. liquida” 8


M A N U E L A A N DA LO R O

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A PERCEZIONE NON È REALTÀ: LE COSE NON STANNO COSÌ MALE COME SI PENSA

A ottobre 2020 avrò trascorso 13 anni di vita, privata e lavorativa, tra Regno Unito e Svizzera, con forti interazioni con Paesi come la Germania e la nativa Italia, e in vari modi con il resto d’Europa. Pagine e pagine potrebbero essere scritte sulle grandi lezioni di vita che derivano dal lavorare e vivere in contesti multinazionali, e in un certo modo, la curva d’apprendimento e di apertura mentale che deriva dall’interpretare e convivere con culture e approcci diversi e molto simili al contempo. Dall’avere tre lingue e tre passaporti in casa, alla comprensione dell’ approccio che le società hanno nei confronti della realtà del proprio Paese. Non ci si deve stupire, ad esempio, di come le similitudini tra persone di diversa nazionalità, non si basino su luogo di nascita e passaporto, ma su livello di istruzione, cultura e comprensione del quadro globale. Se guardiamo alla popolazione europea, tedeschi, italiani, inglesi e svizzeri con simili esperienze di vita privata e professionale hanno molto più in comune di due inglesi, tedeschi, svizzeri o italiani presi a caso tra la popolazione del loro Paese e con background o formazione molto differente. Le similitudini sono trasversali, non verticali e non si basano su un passaporto e luogo di nascita. Sappiamo come è cambiata la scena sociale e politica gradualmente dalla crisi finanziaria del 2008 ad oggi, l’impatto che i media, le piattaforme sociali e la percezione della realtà hanno avuto e continuano ad avere sulla nostra società, economia e democrazia. Non posso fare a meno di notare però come l’approccio culturale cambi, e il binomio percezione e realtà si modifichi a seconda

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che si parli di Paesi come Italia, Regno Unito e Germania, ad esempio, o della Svizzera. La media dei cittadini dei primi tre Paesi citati, confermano i dati IPSOS che vedremo a breve, hanno una percezione decisamente negativa, e profondamente errata, della realtà dei fatti del loro Paese. Un Paese come la Svizzera si piazza spesso sulla scala opposta, a realtà effettiva corrisponde spesso una percezione profondamente positiva, e anch’essa errata, della realtà dei fatti del Paese. Ricordo con tenerezza un’ ex collega che durante la mia prima settimana lavorativa in Svizzera, dopo anni trascorsi tra Milano e Londra, mi disse con orgoglio “Sai, la Svizzera è il Paese migliore del mondo, abbiamo anche le università migliori del mondo.” “Davvero?” Risposi sorridendo. Ricordo anche con meno dolcezza le tante lamentele che ex colleghi inglesi, tedeschi o italiani muovono, con altrattanta scarsa cognizione di causa, ai propri Paesi. Sia una percezione troppo negativa sia troppo positiva del proprio Paese, non ha un impatto positivo sul bene sociale e sulla democrazia.Da dove arriva questa discrepanza, come è possibile avere una percezione così inaccurata, per eccesso o difetto, della realtà di fatti misurabili?

LE SIMILITUDINI SONO TRASVERSALI, NON VERTICALI E NON SI BASANO SU UN PASSAPORTO E LUOGO DI NASCITA. Guardando il quadro mondiale dei Paesi analizzati dai vari studi IPSOS, possiamo affermare per esempio che i cittadini in Italia, Stati Uniti, Francia e Australia hanno torto su fatti chiave sulla loro società: gli svedesi sono i più precisi. Dal 2014 IPSOS conduce studi su come le persone guardino alle principali realtà sociali nel loro paese dal 2014. Queste sono state riunite in un libro - I pericoli della percezione “The Perils of Perception – Why We’re Wrong About Nearly Everything”.



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Lo studio si basa su oltre 50.000 interviste in questi paesi e 28 domande - da livelli di immigrazione, tassi di criminalità, gravidanza adolescenziale, livelli di obesità, quanto siano felici le persone, i tassi di disoccupazione, la proprietà dello smartphone e molte altre realtà sociali. Studi precedenti hanno dimostrato per esempio che gli italiani hanno torto su molti aspetti della loro società, ad esempio: • Gli italiani hanno ipotizzato che il 49% degli italiani in età lavorativa fosse disoccupato, mentre in realtà il dato è al 12% • Pensavano che il 30% del loro Paese fosse costituito da immigrati, mentre le cifre effettive sono del 7% • Gli italiani hanno ipotizzato che il 35% delle persone in Italia ha il diabete, quando in realtà è solo il 5% I dati riportati da IPSOS sono a dir poco allarmanti e spaziano per tutti i settori della vita pubblica del Paese. Riguardo ad esempio all’economia: nel 2014, a fronte di un tasso reale di disoccupazione del 12%, gli italiani credevano che nel loro paese ci fossero il 49% di disoccupati, come se un italiano su due stesse cercando lavoro senza trovarlo. Gli italiani credono di avere un’economia simile alla Grecia, quando in realtà quest’ultima ha un Pil equivalente più o meno alla sola Lombardia. L’Italia è la seconda manifattura d’Europa e una delle prime dieci economie mondiali, ma più di un italiano su 7 non lo sa. Rispetto alla popolazione: gli over 65 attualmente rappresentano il 22% della popolazione totale, ma per l’opinione pubblica italiana corrispondono al 48% del totale. L’età media è 45 anni, ma gli italiani pensano che sia di 59. La distorsione nell’ambito economico e demografico si può in parte spiegare come esagerazione di fatti reali come la crisi economica, la precarizzazione del lavoro e l’invecchiamento della popolazione. Anche gli Stati Uniti hanno torto su molti aspetti della loro società.

• Gli americani pensavano che il 17% della loro popolazione fosse musulmana, quando la cifra effettiva si aggirava intorno all’1% • Hanno ipotizzato che il 24% delle ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni partorisse ogni anno, quando la cifra effettiva è del 2,1% All’altra estremità dello spettro, la Svezia sembra avere cittadini molto precisi su alcuni fatti: per esempio, hanno ipotizzato che il 32% dei prigionieri in Svezia fosse immigrato, quando la cifra effettiva era del 31%. Ma anche gli svedesi sbagliano: hanno ipotizzato che il 24% della popolazione fosse disoccupato, quando all’epoca era dell’8%. Ma perchè il binomio percezione verso realtà non ha equilibrio? Perchè tendiamo a travisare i fatti, avere visioni scorrette, spesso negative,


e in ultima sede a lamentarci di una realtà che, oggettivamente, è positiva, funziona e garantisce alti standard di vita, specialmente in ottica europea? Perchè tanta distanza tra percezione e realtà? IPSOS ha esaminato molte possibili spiegazioni, dal sistema educativo, alla natura dei media e della politica, ai livelli di fiducia e agli atteggiamenti nei confronti del governo. In una società globalizzata, liquida e complessa, la realtà diventa sempre più difficile da comprendere, e quindi la percezione dall’opinione pubblica rischia di allontanarsi sempre di più dai dati reali, fino al punto in cui si va a formare un vero e proprio abisso tra ciò che è vero e ciò che è ritenuto vero. Il due volte premio Pulitzer Walter Lippmann, nel suo storico saggio del 1922 Public Opinion, aveva già studiato la facilità con la quale le idee dell’opinione pubblica potessero essere distorte. Egli sosteneva che l’opinione il più delle volte non rispecchia la realtà, troppo complessa per essere realmente capita: l’opinione dipende dallo pseudo-ambiente esterno che ogni individuo si costruisce in base a pregiudizi e visioni stereotipate della realtà, in maniera più emotiva che razionale. Nonostante la sua malleabilità, negli anni però l’opinione pubblica diventa sempre più importante.

IN UNA SOCIETÀ GLOBALIZZATA, LIQUIDA E COMPLESSA, LA REALTÀ DIVENTA SEMPRE PIÙ DIFFICILE DA COMPRENDERE, E QUINDI LA PERCEZIONE DALL’OPINIONE PUBBLICA RISCHIA DI ALLONTANARSI SEMPRE DI PIÙ DAI DATI REALI, FINO AL PUNTO IN CUI SI VA A FORMARE UN VERO E PROPRIO ABISSO TRA CIÒ CHE È VERO E CIÒ CHE È RITENUTO VERO.

Vi è poi la questione della scarsa credibilità delle istituzioni e di un individualismo sempre più accentuato. La crisi delle istituzioni è stata letta particolarmente bene dal sociologo polacco Zygmunt Bauman: egli descriveva

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la contemporaneità come società liquida, un mondo in cui l’unico senso è il consumo e in cui tutte le solide e collettive certezze del passato – credo religiosi, stati, partiti – sono crollati lasciando l’individuo sperduto tra caos e incertezza. In questa confusione è facile che emerga l’egoismo del singolo: come scrive Giovanni Orsina nel suo libro “La democrazia

I SOCIOLOGI CI DICONO CHE ANCHE LE PERSONE PIÙ INTROVERSE INFLUENZANO DIECIMILA INDIVIDUI IN UNA VITA MEDIA del narcisismo”, il cittadino moderno è un uomo-massa egoista che ha perso ogni fiducia negli altri e che si ritiene unica misura della realtà intorno a lui. Per questo si sente legittimato a credere a quello che vuole e non accetta nessuna opinione diversa dalla sua, come vediamo nella crescente polarizzazione della politica e dall’imbarbarimento del dibattito pubblico. L’uomo-massa diffida istituzioni ormai liquefatte, dei dati e degli esperti. I sociologi ci dicono che anche le persone più introverse influenzano diecimila individui in una vita media. Immaginiamo quante persone abbiamo influenzato consapevolmente o inconsapevolmente nella nostra vita fin’ora. Sfruttiamo al meglio e in maniera strutturata il potere che abbiamo. In quanto individui istruiti, moderni, cittadini del mondo in molti casi con comprensione delle dinamiche sociali e globali, con a cuore l’interesse della nostra società, dei nostril figli e delle generazioni future, essendo consapevoli di tutto ciò, abbiamo il dovere, il diritto e la responsabilità di non cedere alla retorica dell’”uomo-massa egoista”, e di portare avanti un modello culturale di cittadinanza che possa misurarsi con le grandi sfide dei nostri giorni.


WE ARE

www.double.video


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EOLO: CONTINUIAMO A PUNTARE SUI NOSTRI PICCOLI COMUNI Dal 3 dicembre su missionecomune.eolo.it è online l’Academy dei Sindaci nuova sezione dedicata alla formazione digitale per i Sindaci dei piccoli comuni

by EOLO

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ono passati otto mesi dal lancio di EOLO Missione Comune, progetto di EOLO, operatore di telecomunicazioni leader nel campo della banda ultra larga wireless per il mercato residenziale e delle imprese, che ha come obiettivo accelerare la modernizzazione e l’inclusione dei comuni con meno di 5mila abitanti. EOLO Missione comune ha l’obiettivo di alzare l’attenzione sullo spopolamento nei piccoli borghi e mette a disposizione a 100 comuni l’anno premi digitali per un valore pari a 1 milione di euro. La risposta dei cittadini dei piccoli comuni, invitati a votare il proprio comune del cuore sulla piattaforma dedicata e ad attivarsi con “missioni” a supporto sui social media, è stata eccezionale: circa 1,3 milioni di voti sulla

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piattaforma e la creazione di oltre 2.000 contenuti per le missioni social.

EOLO MISSIONE COMUNE HA L’OBIETTIVO DI ALZARE L’ATTENZIONE SULLO SPOPOLAMENTO NEI PICCOLI BORGHI E METTE A DISPOSIZIONE PREMI DIGITALI Numeri che confermano l’importanza reale e concreta del tema alla base dell’ideazione del progetto di EOLO, e cioè la necessità di operare in maniera concreta contro il fenomeno dello spopolamento, particolarmente sentito nei comuni con meno di 5mila abitanti, portando servizi e innovazione con la volontà di iniziare


un percorso di restituzione verso i territori sui quali l’azienda opera da anni. Dopo il grande successo ottenuto mettendo al centro dell’iniziativa i cittadini, EOLO Missione Comune si arricchisce di un progetto dedicato ai Sindaci di questi piccoli comuni, che ogni

L’ACADEMY OSPITERÀ CONTENUTI DI VARIA NATURA: DA CONSIGLI PRATICI A TEMI PIÙ ISTITUZIONALI giorno si trovano a dover gestire in prima linea quelle che sono le conseguenze dello spopolamento. Durante l’Assemblea Nazionale di Anci ad Arezzo, è stata annunciata quindi l’Academy dei sindaci, la prima iniziativa dedicata a supportare la professione del sindaco in Italia e rivolta in particolare ai 3.600 sindaci dei piccoli comuni italiani che sono in gara nel progetto EOLO Missione Comune. Cuore dell’Academy è la piattaforma multimediale, dedicata alla formazione e alla condivisione di best practice di digitalizzazione dei Comuni, per riunire e condividere le iniziative di successo

che hanno come fondamento la tecnologia come abilitatore dello sviluppo di territori, in modo da mettere a disposizione di cittadini e altri sindaci il racconto delle eccellenze realizzate. La sezione Academy dei Sindaci del sito missionecomune.eolo.it è online dal 3 dicembre con i primi contenuti a cura di Marco Bussone, Presidente Unione nazionale dei comuni comunità enti montani (Uncem), che parla delle potenzialità insite nella trasformazione digitale delle aree alpine, Massimo Castelli, che racconta la digitalizzazione nella sua doppia veste di Sindaco di Cerignale e coordinatore Anci Piccoli Comuni e Luca Cavobianchi, Marketing Business EOLO, che condivide alcuni consigli su come scegliere la giusta velocità di banda. L’Academy ospiterà contenuti di varia natura: da consigli pratici a temi più istituzionali e ogni Sindaco in Italia potrà candidarsi a raccontare le azioni svolte sul proprio territorio per essere d’esempio e d’ispirazione verso gli altri, inviando una richiesta alla mail: missionecomune@eolo.it

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EICMA 2019: APPUNTAMENTO D’ECCELLENZA PER GLI AMANTI DELLE DUE RUOTE TA S I N ATO A L B E RTO G U I D O

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al 7 al 10 Novembre 2019 i padiglioni di Fiera Milano a Rho hanno ospitato l’ EICMA, Esposizione Internazionale Ciclo Motociclo e Accessori, che arriva così alla sua 77esima edizione. Oltre 1.800 brand (record della rassegna: + 47,54% rispetto al 2018 e + 10,29% rispetto al 2017) provenienti da più di 40 paesi disposti in otto padiglioni, 2 in più rispetto al 2018, ennesimo ed evidente segnale di crescita della manifestazione meneghina che conferma la posizione di assoluto rilievo internazionale. Un appuntamento unico nel suo genere che non solo ha messo in scena le novità delle due ruote ma ha inoltre animato le giornate con conferenze stampa internazionali, workshop, interventi di piloti di importanza mondiale ma anche momenti agonistici e spettacoli nell’area

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esterna MotoLive. Il tutto rivolto da una parte al pubblico B2B, di Aziende ed Operatori, dall’altra ad un pubblico B2C, di appassionati e curiosi .

EICMA E TUTTA LA CITTÀ DI MILANO CELEBRANO QUESTO “MOTO RIVOLUZIONARIO” RENDENDO ONORE AL GENIO DI LEONARDO DA VINCI “Moto Rivoluzionario” è il pay off di EICMA 2019, un messaggio molto forte ed evocativo che affonda le radici nel passato, ma che ci proietta da subito nel futuro, spronandoci a guardare oltre la nostra viscerale passione, accogliendo un’idea più ampia della mobilità che oggi più che mai vive un periodo di


cambiamento; dopo un lungo periodo di affinamento e specializzazione nel settore, è ora di rivoluzionare. EICMA e tutta la città di Milano celebrano questo “Moto

COME ACCADEVA NEGLI ANNI SESSANTA A LONDRA TRA ROCKERS E MOD, ANCHE OGGI LE PERSONE CERCANO LA LORO IDENTITÀ NELL’ACQUISTO DI UNA MOTOCICLETTA. Rivoluzionario” rendendo onore al genio di Leonardo Da Vinci a cinquecento anni dalla sua scomparsa (inventore, peraltro, delle prime catene di trasmissione – Codice di Madrid I). Ma non è tutto. L’edizione 2019 ha visto un’altra importante novità: la messa in opera del progetto EICMA For Kids, un’iniziativa che ha coinvolto più di mille bambine e bambini dai 4 agli 11 anni, per far provare loro

gratuitamente moto e bici con, parallelamente, approfondimenti sulla sicurezza stradale. LA COMUNICAZIONE CHE GUIDA IL MERCATO. Non è una novità che la comunicazione arrivi prima di qualsiasi specifica tecnica, di qualsiasi novità stilistica. È scritto nei dati delle vendite: chi non imbocca “la strada giusta”, o semplicemente non investe nel dialogo con il pubblico, non riesce a vendere i propri contenuti e di conseguenza i propri prodotti. Ma come si è spostata nell’ultimo decennio la comunicazione del mondo a due ruote? Quali sono le tipologie più vendute, i cambiamenti più interessanti e perché? Partiamo col dire che il mercato delle due ruote è in positivo. Da gennaio a novembre 2019 sono stati immatricolati 225.794 veicoli, con una crescita del +6,4% rispetto ai primi 11 mesi del 2018. Per tradurre questi numeri dobbiamo scendere però nel dettaglio, suddividendoli in categorie per poter risalire al “motivo di

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vendita”. La categoria infatti ci aiuta a creare un cluster in cui condivideranno dati degli individui con degli interessi simili. Come accadeva negli anni sessanta a Londra tra Rockers e Mod, anche oggi le persone cercano la loro identità nell’acquisto di una motocicletta. Un dato salta immediatamente all’occhio. Consultando la classifica delle moto più vendute in Italia, notiamo che i primi 3 posti sono occupati da moto “Enduro Stradale”, un dato fondamentale per interpretare la tendenza del mercato.

1 – BMW R 1250 GS 2 – HONDA AFRICA TWIN 1100 3 – BENELLI TRK 502 (Fonte dati: Ministero dei trasporti e delle infrastrutture) Elaborato da UNRAE per ANCMA

MOTO MIA PORTAMI VIA… Il viaggio, la scoperta e la voglia di catapultarsi in un’avventura con la propria motocicletta, sono gli ideali più forti nella scelta; la capacità di un mezzo di affrontare qualsiasi condizione, la sua fruibilità a tutto tondo, il bisogno di poter contare su una “compagna di viaggio”. Il dettaglio ancora più curioso è che la grande richiesta arriva proprio dalle grandi città, dove questo bisogno di evasione dall’ordinario si trasforma in un sogno a due ruote. Se parliamo di futuro però, parliamo di tempo; allora siamo costretti a considerare l’età di chi compra e a proiettare i sogni delle nuove generazioni nel mercato di domani. Chi compra oggi una Enduro Stradale risponde ad un messaggio che arriva dal passato, lanciato negli anni ’80 con l’esplosione della “cultura del deserto”, delle memorabili Dakar, competizioni su lunghe rotte affrontate su moto specialistiche rumorose, di infinito fascino e inarrestabili, che allora vedevano la loro era d’oro.

potrà stare a guardare, perché la conversione all’elettrico è già qui e non c’è tempo per fare i nostalgici. E noi che compriamo, siamo chiamati ad affrontare il futuro che ci aspetta con il massimo senso di responsabilità. Abbandonare qualche retaggio sostenuto dalla nostra passione è un segno di coraggio e forse ci accorgeremo che il futuro può essere meno spaventoso di quanto siamo portati a pensare. In fondo chi domani comprerà una Enduro Stradale elettrica, lo farà per gli stessi ideali che muovono il mercato di oggi. Il “Made in Italy” come sappiamo gioca un ruolo molto importante, l’intera filiera nazionale delle due ruote è protagonista nel mondo per qualità, stile, sostenibilità e innovazione. L’esperienza del nostro paese in questo settore sta crescendo, anche in questa fase di cambiamento stiamo dimostrando di essere in prima linea con un know how importante da spendere. Il nostro paese rimane uno dei protagonisti assoluti di questo settore e sarà interessante come risponderà il mercato al futuro. I motori sono accesi, anche se non si sentono. Buon E-viaggio.

BACK TO THE FUTURE Oggi come ieri un messaggio è nell’etere, risuonano termini ancora difficili da capire; Litio, Inverter, Brushless e altro non sono che il nuovo linguaggio di un settore che non

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BEST OF: COMUNICARE PER ELENCHI Come è cambiata nel tempo la comunicazione online? Perché i lettori preferiscono articoli sempre più brevi e schematici rispetto ad approfondimenti che, fino a qualche tempo fa, erano protagonisti indiscussi sulle testate nazionali?

S I LV I A P I S A N U

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ell’era della Digital Transformation – e ormai ci siamo dentro con tutte le scarpe – anche la comunicazione, anzi forse soprattutto lei, ha subito o beneficia di svariate e quanto più veloci trasformazioni e modifiche partendo dal fatto che, ed è innegabile, la fruizione di notizie avviene sempre più prepotentemente attraverso schermi di smartphone e computer a discapito della carta, divenuta quasi un romantico ricordo che si affacciava alla nostra attenzione già dalla colazione per carpire anche solo al volo le notizie più importanti di giornata. I bar e i mezzi pubblici erano invasi da lettori che stavano per iniziare il turno di lavoro senza mancare di un’infarinatura sul mondo proprio prima del loro ingresso in ufficio (ricordiamo tutti la nascita di Metro nel 2000, il primo

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quotidiano italiano a diffusione gratuita). Oggi, invece, ci si fa spazio tra i vagoni, senza differenziazioni generazionali, con la faccia assorta dentro i pixel. Proprio in questi ultimi anni di lavoro mi sono sentita sempre più spesso sollecitata a non essere prolissa e a tagliare, dove possibile, gli articoli. La motivazione si cela dietro due parole: il tempo e il mezzo. Le persone, sembrerebbe, vanno sempre più di corsa e all’approfondimento preferiscono notizie flash, piccole pillole o semplicemente tendono a fermarsi ai titoli. Questo avviene tanto più se il medium attraverso il quale leggono si muove dall’alto al basso. Sarà per la mancanza di un solido livello di attenzione o perché si attribuisce valore al sapere un po’ di tutto e non troppo di poco che i contenuti si spogliano


di parole e vanno diretti al dunque. L’avvento dei Social, in particolare di Instagram che si sviluppa sul concetto di immagine fotografica e quindi su una sollecitazione visiva, ci sta educando sempre di più a una fruizione veloce e immediata.

LE PERSONE VANNO SEMPRE PIÙ DI CORSA E ALL’APPROFONDIMENTO PREFERISCONO NOTIZIE FLASH, PICCOLE PILLOLE O SEMPLICEMENTE TENDONO A FERMARSI AI TITOLI Facile e per tutti. Anche le testate giornalistiche, volendo essere al passo con il momento, fanno propri degli escamotage da ritenere un plus per andare incontro al lettore. Trovano così sempre più piede, e la vicinanza al Natale e alle festività fa gioco a questo tipo di comunicazione, le selezioni online: quelle indicazioni rapide che si sviluppano sottoforma di elenco punteggiato che, per tematiche, suggerisce una sorta di “best of” o, al contrario, demonizza qualcosa che non va (a riguardo leggo spesso un estratto delle città peggiori in cui vivere o di quelle a minor reddito). La musica, ad esempio, è da sempre protagonista delle charts: gli album più venduti, le canzoni del momento, la selezione della tal radio o il toto-vincitori di un concorso. Ma non da meno oggi lo è la felicità con i consigli dei passi basici per ottenerla. In periodo di regali ci sono i dieci più consigliati che poi, a Capodanno, si trasformano nelle mete più ambite. Per gli studenti si classificano le università migliori in cui studiare, per le città i luoghi topici assolutamente da non perdere e per invogliare il lettore a partecipare lo si invita “a mandarci i dieci migliori libri letti da consigliare” soprattutto se è estate e stiamo per andare al mare e fermare il tempo a favore di un po’ di relax. A fine anno, poi, è tutto un bilancio e un elenco di buoni propositi per iniziare al meglio.

Un tempo questo gioco lo si faceva per andare a fare la spesa: block notes, penna, sguardo veloce dentro il frigorifero e giù a scrivere cosa comprare. Oggi diventa un esercizio di “risposte smart” da farti venire in mente al volo, un riassunto dentro un’enormità di cose possibili che scegli di scegliere e quindi anche di non scegliere. È un focus on acceso al neon che premia la selettività. Trovo che sia divertente anche perché non è affatto detto che dietro a un piccolo elenco non ci sia un lavoro di ricerca minuzioso e ben fatto. Per incuriosire qualcuno spesso basta poco, come una sola parola emozionale, perciò ben vengano gli elenchi e le statistiche che li muovono, sperando che dietro a una capitale sconosciuta o a un libro non letto si scelga ogni tanto di andare a scoprire se il privilegio di essere dentro una “top ten” sia stato davvero meritato. È giusto che ogni cosa segua i propri tempi e che con essi si modifichi purché l’offerta resti sempre varia, premiando la conoscenza e non la deriva dell’impoverimento. E ora ve lo chiederei volentieri e con curiosità quali sono le classifiche a cui date maggior risalto e se, nell’effettivo, ne avete mai trovate di risolutive rispetto alla necessità del momento.


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EROS FEST 2019, MILANO SI TINGE DI ROSSO A distanza di circa 7 anni dall’ultimo Mi-Sex, quella che è stata la fiera erotica italiana per eccellenza, Milano torna parlare del settore dell’intrattenimento per adulti con un nuovo format. Siamo stati dietro le quinte di un festival erotico che mira a diventare punto di riferimento nel mondo hard.

Te s t o d i F R A N C E S C A C A G L I A N I Foto di Luca Binetti

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ovembre 2019. In una fredda serata invernale decidiamo di andare a scoprire un mondo a noi sconosciuto, quello dell’ErosFest, importante manifestazione erotica in scena al Pepenero, storico locale a luci rosse che scalda le serate milanesi da ormai quasi dieci anni. Vogliamo capire cosa sta dietro all’organizzazione di un evento che, pur essendo alla sua prima edizione, mira a diventare punto di riferimento nel mondo hard nazionale e internazionale. Ad accoglierci c’è Leonardo, Direttore Artistico e creatore del brand Pepenero. Zero pregiudizi, siamo pronti a scoprire cosa c’è dietro a tutto questo. LEONARDO, CI RACCONTI CHI SEI E COME È INIZIATA LA TUA CARRIERA? Sono Leonardo Dionigi, Direttore Artistico e creatore del brand Pepenero. Pepenero nasce da un progetto realizzato da un imprenditore che mi ha contattato in qualità di esperto del mondo della notte. Avevo, ai tempi, un’agenzia

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di modelle, cubiste e pubbliche relazioni notturne. Da Perugia mi sono trasferito a Riccione, con l’obiettivo di cambiare un progetto imprenditoriale che secondo me era sbagliato. Un locale così grande come il Pepenero non poteva funzionare solo come un “classico” Night Club. Da lì è iniziata una sfida per creare un vero e proprio brand. A livello imprenditoriale questa è stata la chiave, ossia pensare al locale non solo fine a se stesso ma iniziare ad immaginarlo come un brand. Presto Pepenero è diventato “di moda” e si è pian piano affermato come il marchio sexy più riconosciuto in Italia, prima a Riccione poi a Milano. COME È NATO L’EROS FEST? L’Eros Fest è una mia idea. Io non sono un amante del mondo hard e del porno ma credo che debba essere dato spazio a tutti. Amo definire il Pepenero come un “asilo per adulti” dove poter giocare nella piena legalità. Il mondo hard per noi è un mondo un pò estremo


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L EO NA R D O DI O N IG I © L u c a Bi n e t t i


ma al giorno d’oggi è sempre più presente, banalmente anche sulle tv nazionali, quindi è giusto che trovi il suo spazio, ovviamente nel rispetto di tutti. L’Eros Fest è quindi nato come una sfida, volevo mettermi alla prova per capire se poteva funzionare un festival come questo. Siamo al secondo giorno (di tre, ndr.) e mi ritengo più che soddisfatto! QUANTO TEMPO CI VUOLE PER ORGANIZZARE UN EVENTO COME QUESTO? Per me non è stato troppo impegnativo perché nonostante io non faccia parte del mondo hard, conosco molte Pornostar e molte figure chiave che lavorano in questo ambito. C’è una distinzione obbligatoria da fare. Non tutte le attrici hard sono anche Pornostar. Un’attrice può decidere di lavorare solo sul set, oppure di diventare, parallelamente, anche una Sexy Star, che quindi si esibisce live sul palco, proprio come avviene durante queste serate di ErosFest. E, inoltre, ci sono tante Sexy Star che fanno abitualmente spettacoli live ma che non hanno mai girato film hard. QUAL’ È L’EVOLUZIONE DEL PORNO IN QUESTO MOMENTO SECONDO TE? QUALI SONO LE INNOVAZIONI DI TECNOLOGIA E COMUNICAZIONE IN QUESTO SETTORE? Nella “realtà” oggi siamo secondo me molto più orientati ad un concetto di “porno casalingo”. Sembra che la maggior parte delle persone sia interessata a cosa fa la sera la vicina di casa o come si comporta la figlia di quel conoscente che sembra tanto casta ma che, forse, nasconde un lato più trasgressivo. Oggi quindi è molto diffuso il porno amatoriale che ci permette di scoprire, di scrutare e di indagare nella vita degli altri, senza finzione. Un esempio molto concreto di questo approccio è legato al mondo dei Social Network, che ci mettono davanti agli occhi la vita degli altri. Tutti noi pubblichiamo foto e contenuti, e tutti noi guardiamo cosa postano gli altri.

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CHE CANALE DI COMUNICAZIONE USATE DI SOLITO PER PEPENERO E PER EROS FEST? COME VI PROMUOVETE? Nella storia del Pepenero il grande successo è legato ad un programma TV, che conducevo io in abiti da capitano, e dove le Peperine erano protagoniste insieme ad un concorrente settimanale che era coinvolto in divertenti giochi, che possiamo tranquillamente definire “trash”. Andava in onda su 22 TV locali più 2 nazionali, quindi ha portato tanta audience e tanto interesse. Uno degli “slogan” più ricorrenti era: “Abbassate le tapparelle, alzate al massimo il volume della TV, svegliate anche la nonna. Balla il Pepenero, balla l’Italia”. In questo modo siamo entrati nelle case degli Italiani, in modo simpatico, con la giusta dose di ironia. Non era un programma hard, anzi! Oggi la promozione, soprattutto legata a questo evento hard, è davvero molto complicata. Se è vero che oggi la promo passa per il 70% attraverso i Social, è anche vero che i Social non vogliono i locali a luci rosse sulle loro piattaforme. Non possiamo fare né ADV né alcun tipo di pubblicità. Ci muoviamo quindi con affissioni, newsletter che inviamo ad un database che abbiamo di nostri clienti, che però, come potete immaginare, va trattato con molta riservatezza. Non tutti amano essere in un database di un locale a luci rosse. Supervisiono tutte le fase della comunicazione, in modo da dare una garanzia di riservatezza. In ogni caso, ad oggi, il miglior modo per fare promozione nel nostro ambito rimane il passaparola. QUAL’ È LA COSA PIÙ RISCHIOSA DEL TUO LAVORO? Il più grande rischio degli imprenditori del mondo hard è quello di innamorarsi di una ballerina! Se fai questo lavoro devi essere capace di mantenere molti equilibri. Non puoi andare in tilt vedendo un reggicalze, altrimenti questo ambito non fa per te! Il giusto “distacco” è necessario per poter gestire un locale e un festival come questi.


LA COSA PIÙ DIVERTENTE INVECE? In realtà la cosa che più fa sorridere è vedere le ballerine che iniziano questo lavoro. Sono spesso “inibite” e incontrano delle difficoltà anche solo a togliere un reggiseno. Magari l’hanno fatto mille volte in spiaggia, ma sul palco diventano improvvisamente timide. La timidezza lascia poi spazio alla professionalità, ma sono sempre affascinato e sorrido perché forse è anche il bello di non dare per scontato nulla. LA COSA PIÙ CURIOSA O IMBARAZZANTE CHE TI È CAPITATA? È successo davvero di tutto! Vi racconto un episodio che in realtà non è divertente, ma fa pensare a come siano sottili certi equilibri quando lavori in un locale come questo. Una volta è arrivato un cliente abituale, che vedevo spesso nel mio Club. Ho notato, serata dopo serata, che stava spendendo davvero un sacco di soldi. Mi sono avvicinato e mi sono permesso di fargli notare che secondo me avrebbe dovuto prestare attenzione alle spese folli che stava affrontando. L’ho fatto per lui, totalmente contro il mio interesse! Era solo un modo per metterlo davanti ad una realtà che mi sembrava abbastanza fuori controllo. Lui ha reagito malissimo. È andato all’ingresso, ha acquistato due bottiglie di Crystal e, davanti alla porta principale del locale, guardando le telecamere di sicurezza, le ha svuotate sul pavimento. Mi sono reso conto che ho sbagliato. Le persone devono scegliere come e quando spendere i propri soldi. Nel nostro lavoro cerchiamo di metterci umanità, per non sembrare “loschi personaggi” come invece molti ci descrivono. Quindi mi sono sentito di farlo ma, evidentemente, ho sbagliato. Ci sono però anche storie molto belle, inaspettate. Ci sono due ragazzi in carrozzina, con problemi motori molto molto gravi, che sono arrivati una sera di 9 anni fa al Pepenero di Riccione. Dopo la prima volta che sono entrati, accompagnati da una bravissima Assistente Sociale che ha pensato, era giusto soddisfare la curiosità di due ragazzi di 25 anni, mi sono

affezionato a loro moltissimo e posso ad oggi definirli “i miei nipotini acquisiti”. Vengono spesso a trovarmi, a festeggiare il compleanno e a divertirsi. COME È NATA LA COLLABORAZIONE CON PERVERT? La collaborazione con Pervert nasce proprio dal fatto che non volevo creare una fiera erotica come l’ex Mi-Sex, o come tante altre fiere italiane e internazionali che vengono pensate e realizzate con una concezione molto più standardizzata. Un capannone, degli stand e basta. Volevo creare una festa, una situazione molto più glamour. Pervert è una realtà forte, conosciuta e protagonista della notte milanese da oltre ventisei anni, con un cast di performer professionisti in grado di animare la serata in modo stravagante ma, allo stesso tempo, ad alto contenuto artistico . Ci tengo a precisare che la mia concezione di locale a luci rosse non è strettamente legata solo al mondo maschile. Non credo che il mio locale, o tutti gli altri, debbano essere frequentati solo da uomini, anzi! Qui tutti sono i benvenuti: uomini, donne, coppie, comitive di amici. La settimana prossima, ad esempio, sarà nostra ospite una scuola di Pole Dance, che ha organizzato un’esibizione live. Questa è la motivazione per cui un contenuto di intrattenimento differente da quello dello striptease classico può integrarsi alla perfezione. Una curiosità? Mi è capitato di avere mogli che vengono di nascosto ad organizzare una festa a sorpresa ai mariti! E poi si trovano insieme a festeggiare qui, fra le ballerine e i nostri spettacoli. PROGETTI FUTURI? Come Pepenero sono arrivato al massimo a livello imprenditoriale. Ora sarebbe bello poter far evolvere il brand, insieme a delle persone capaci, per portarlo fuori dal locale e farlo crescere anche in altre direzioni. Un esempio? Playboy! Un brand unico al mondo che rimarrà per sempre simbolo indiscusso. Ho comunque altre idee in cantiere, ma non in

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questo settore. Un vero progetto futuro che mi piacerebbe si realizzasse è trovare una moglie con cui costruire una famiglia! Si conclude così la nostra intervista, il locale si sta pian piano affollando e la musica si sta facendo sempre più forte. Le Peperine iniziano a sfilare fra i tavoli e i pali da lap dance, mettendo in mostra curve mozzafiato che catturano gli sguardi dei clienti. Le Pornostar sono pronte, il palco è illuminato e lo spettacolo può cominciare. Mentre le luci calano intercettiamo una delle ospiti VIP della serata, Priscilla Salerno, famosa attrice e produttrice hard che vive e lavora in America. È bellissima, fasciata in un elegante abito rosso che valorizza la massimo le sue curve. Il suo è uno dei nomi più importanti nel “panorama hot” internazionale. Una sua caratteristica? Voler promuovere un “porno per donne”. Perché Priscilla è convinta che la mission più importante sia quella di mantenere la propria femminilità invariata nel tempo. Con qualche piccolo trucco. RACCONTACI CHI SEI E DI COSA TI OCCUPI Sono Priscilla Salerno, sono un’attrice e una produttrice e lavoro in America. Faccio questo mestiere da oltre 15 anni e ho vinto numerosi premi di cui vado molto fiera. Sono anche stilista, Interior designer e mi sono appena laureata in lingua spagnola. Attualmente sono in tour fino a fine dicembre e poi torno a Miami, città dove vivo da sei anni. COSA NE PENSI DI EVENTI COME L’EROS FEST? Finalmente hanno capito anche in Italia l’importanza di creare eventi come questo. Non siamo ancora ai livelli dei festival americani, come quelli di Miami e Las Vegas, ma siamo sulla buona strada! A Milano certamente mancava un appuntamento come questo.Dopo il festival erotico di Bergamo il Mi-Sex è diventato punto di riferimento ma adesso è arrivato il momento di andare oltre e proporre delle novità.

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DA PRODUTTRICE, COSA NE PENSI DEL “PORNO PER DONNE”? Proprio in questi giorni sono stata protagonista di un dibattito in cui mi sono trovata ad andare in contrapposizione con il porno maschilista, sessista e limitato. Io produco un tipo di porno dove la donna è messa al centro. Per me il porno deve avere alla base un’idea di eleganza, di rispetto e di classe. In America mi chiamano la Sofial Loren del porno! La mia casa di produzione, la Priscilla Salerno Production, è sempre orientata a produrre porno per donne. Dei veri e propri “tutorial” di eleganza. Come possiamo tenerci il nostro uomo? Ve lo spiego io! Spesso la routine ammazza l’eros, mettendoci nella condizione di dimenticarci di essere donne. Dobbiamo assolutamente tenere sempre alta l’attenzione del nostro uomo nei nostri confronti. Racconto alle donne, attraverso il mio lavoro e le mie produzioni, come farsi desiderare, dando loro tutti gli strumenti per essere belle, sexy e intriganti. Questa è la mia mission. QUAL’ È SECONDO TE L’EVENTO EROTICO PIÙ INTERESSANTE DEL MONDO? Senza alcun dubbio gli AVN Awards di Las Vegas. Organizzazione eccellente, con tutte le Pornostar più famose e importanti. Una festa vera e propria dove il nostro mondo celebra il lavoro di tutti coloro che ne fanno parte. Il mio grande desiderio è quello di terminare la mia carriera con un premio mondiale. Sono molto determinata…quando avrò questo premio, perché vi assicuro che lo avrò, terminerò con entusiasmo e gratitudine questo percorso e mi dedicherò all’attività di stilista che tanto amo. Quello che da fuori può sembrare un mondo “strano” in realtà, se non si ha il pregiudizio di non volerlo conoscere più da vicino, si mostra come un mondo molto più “normale” di quanto ci si immagini. Volti sorridenti, persone che regalano un abbraccio e che si imbarazzano davanti alla macchina fotografica (abbiamo realizzato contestualmente degli splendidi ritratti di cui vi mostriamo un’anteprima, opera del fotografo Luca Binetti).


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P R IS C IL L A SA L E R NO © Lu c a B i ne tt i


È stato bello entrare in un ambiente unconventional che ci ha accolti nonostante i nostri abiti fossero differenti, il nostro makeup fosse inesistente e i nostri tacchi non superassero i pochi centimetri. Le differenze non esistono nella realtà, ma esistono solo nella mente di chi non vuole conoscere. Felici di aver accettato questa sfida insolita e felici di aver incontrato persone tanto gentili, abbandoniamo la serata (in realtà la “vera festa”

stava per iniziare) convinti che la sfida più bella sia sempre quella di dare parola alle persone, di mettersi in gioco e cercare di conoscere prima di giudicare. Chiunque e qualsiasi cosa. In questa avventura mi ha accompagnato un team d’eccezione: Sara Radaelli , Andrea Dettori e Davide Corradi di SG Company S.p.A. Il Fotografo Luca Binetti con il prezioso aiuto di Mattia Agnolin.

FOCUS ON: PORNHUB Abbiamo voluto proporre un approfondimento, passando per un attimo dall’offline all’online, per un’analisi dei dati di uno dei portali “hot” più famosi del mondo: Pornhub. Pornhub è un sito web canadese di pornographic video sharing che permette la libera condivisione di materiale video pornografico. Nato nel 2007 da un’idea di Matt Keezer è stato costruito sulla falsariga di YouPorn, portale dedicato al mondo hard che ha segnato una vera e propria rivoluzione online in questo ambito. Dopo dieci anni dal suo lancio, Pornhub ha deciso di rendere pubblici i dati statistici, che mostrano quanto il settore hard e porno sia in costante crescita. Era il gennaio 2019 quando questi dati sono apparsi sul web. La quantità di materiale audio e video è esorbitante e occupa su un server di proprietà di Pornhub lo spazio record di 684.352 GB. E questo dato, dopo quasi un anno dalla sua pubblicazione, sarà sicuramente cresciuto in modo esponenziale. Nel 2008, ad un solo anno dalla data di lancio del portale, erano a disposizione degli utenti solo 134 ore di video hard. Nel corso dei 10 anni, l’utilizzo da parte dei visitatori è notevolmente cambiato. All’inizio, infatti, tutti i video venivano visualizzati su supporti fissi, mentre nel 2018 le statistiche hanno evidenziato come questa abitudine sia cambiata, con una fruizione di contenuti su tablet e smartphone pari a circa il 75%. Anche i tempi di permanenza sono cambiati drasticamente, passando da circa 13 minuti a meno di 10. Questo perché avendo molto più materiale a disposizione si passa più facilmente da un contenuto all’altro e anche perché, grazie a delle implementazioni tecniche da parte dell’azienda, il portale è stato ottimizzato relativamente al caricamento dei contenuti. Nel 2018 le visite registrate da portale sono state di 33,5 miliardi, con un aumento di 5 miliardi di visite rispetto al 2017. Questo dato evidenzia quindi una media giornaliera di oltre 92 milioni di visitatori che hanno effettuato circa 962 ricerche al secondo. Ma non è tutto. Un altro dato incredibile è l’aumento giornaliero registrato, che rivela che ogni minuto oltre 63 mila nuovi utenti atterrano sul portale e vengono visualizzati, in totale, oltre 200 mila video. Una riflessione su questo mondo a luci rosse e su come sia in grado di generare numeri così grandi è una delle motivazioni che ci ha spinti a voler conoscere più da vicino questa realtà, anche offline. Chi ci lavora, come ci lavora e in che modo si stia sempre di più diffondendo un tipo di intrattenimento che da un lato è lontano dai media, ma che nonostante ciò è così forte e in crescita costante.

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ON_CAMERA

LUCA BINETTI



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opo un diploma all’Istituto di Cinema e Fotografia ho iniziato a lavorare per la società Fotografi Associati, occupandomi di fotografia e post produzione nell’ambito moda. Successivamente ho lavorato per anni in Condé Nast, come post produttore e image editor. Nel 2008 è iniziata una nuova avventura, Revecta srl. una società che forniva servizi editoriali e fotografici alle grandi case editrici. Attualmente sono Co-Founder di LikeMi e Likemimagazine. La fotografia, per me, è un mezzo tramite il quale posso dare vita a delle emozioni, degli stati d’animo. L’obiettivo è il mio occhio, un occhio interiore che racconta storie personali che amo condividere con lo spettatore.

p. 32_ Golem Low p. 34_ Yegola p. 36_ Madama Lancaster p. 37_ Andreas Kalamos p.38_ Cristina Miller p.39_ Vanessa Sardi (dettaglio), Liana Winter p. 40_ Trip Conte p. 41_ Martina Smeraldi p. 42_ Vanessa Sardi











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