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CAPITALI VERSO GLI STATES

L’economia Usa è quella meno colpita dal triplice shock dei prezzi dell’energia, del rallentamento cinese e della futura riduzione della liquidità. Il Paese produce ed esporta petrolio, è meno esposto al ciclo della Cina, e la Fed dovrebbe muoversi con cautela

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Sofia Fraschini

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> Kevin Thozet

Membro del Comitato Investimenti di Carmignac a ripresa statunitense non sarà intaccata e sarà favorita da petrolio, bassa esposizione al ciclo globale e Cina. Secondo Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, inoltre, il tapering non sarà un rischio. Ecco come puntare su Wall Street.

Quali le prospettive per gli Usa nei prossimi mesi?

La ripresa globale dovrebbe continuare nel 2022, anche se a un ritmo più lento, soprattutto a causa del triplo shock dei prezzi dell’energia, del rallentamento ciclico e strutturale cinese e della futura riduzione della liquidità del dollaro. Tuttavia, l’inasprimento netto atteso delle politiche fiscali dovrebbe ridursi, senza però intaccare la ripresa statunitense, visto che la maggior parte delle misure di stimolo adottate dagli Stati Uniti durante la pandemia ha avuto la forma di ammortizzatore sociale (di cui finora è stato speso solo il 25%). Inoltre, gli elevatissimi livelli di risparmio sono destinati a diminuire, prima o poi, soprattutto viste le tensioni sul mercato del lavoro e, parallelamente, i livelli record di nuove opportunità di impiego. Per quanto gli Stati Uniti, e tutti gli altri Paesi del mondo, siano esposti ai rischi descritti, l’economia americana è in realtà quella meno colpita.

Qual è l’asso a stelle e strisce?

Il Paese è produttore ed esportatore di petrolio, e ha grande disponibilità di capitale per finanziare il mercato locale dello shale gas, settore in cui potrebbero aumentare gli investimenti a seguito dell’incremento dei prezzi del petrolio. L’economia Usa è anche molto meno esposta al ciclo globale e alla Cina rispetto ai Paesi asiatici e a quelli europei.

Il tapering è un rischio?

Sul fronte monetario, tutti gli occhi sembrano essere puntati sull’imminente tapering della Fed, ma anche in questo caso l’inasprimento è un fenomeno che interessa un numero crescente di Paesi. Le aspettative di una stretta nei prossimi anni si stanno infatti intensificando nei Paesi sviluppati e ricordano molto quella adottata dai mercati emergenti a partire dal 2011. Inoltre, pur non essendo immune da un cosiddetto “policy error”, la Federal Reserve gode di una forte credibilità. D’altronde, il tapering è stato annunciato con largo anticipo e ampiamente comunicato, con tempistiche relativamente ben definite. Per ora la Fed adotta un atteggiamento molto cauto e non vuole stroncare la ripresa.

Come investire in questa fase a Wall Street?

Ora che il mondo sta entrando in una fase di crescita degli utili significativamente più bassa, sebbene positiva, i titoli che hanno la capacità di crescere in ogni tipo di scenario attireranno probabilmente la maggior parte dei capitali. Questo tipo di aziende si trova principalmente negli Stati Uniti, a maggior ragione dato che l’approccio graduale della Fed e l’appiattimento della curva dei rendimenti implicherebbero normalmente una sovraperformance dei titoli growth con visibilità degli utili. Alla luce di ciò, cerchiamo di individuare le aziende meno dipendenti dal ciclo economico e con un elevato pricing power, che dovrebbero sovraperformare rispetto al resto del mercato, essendo probabile che le altre aziende risentano di una minore attività e di una contrazione dei margini. Diverse aziende del settore tech, dell’healthcare o dei beni di consumo presentano queste caratteristiche. Non si può poi escludere uno scenario alternativo, con un sentiment meno pessimista, trainato da consumi resilienti, grazie alla crescita dei salari, all’effetto ricchezza e alle ingenti quantità di risparmio che sostengono l’economia statunitense.

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