3 minute read

Trezzi (Nuveen): “Puntiamosugli asset reali” pag

TREZZI (NUVEEN): “PUNTIAMO SUGLI ASSET REALI”

Risorse naturali, infrastrutture e immobiliare nel mirino della società, che ha annunciato la riorganizzazione delle attività legate ai real asset in un’unica piattaforma, per rispondere meglio alla crescente attenzione degli investitori

Advertisement

Gaia Giorgio Fedi

S

> Sergio Trezzi

Managing director di Nuveen econdo una ricerca condotta da Nuveen, oltre due terzi degli investitori istituzionali sta pianificando di aumentare l’allocazione su infrastrutture, risorse naturali e altri asset alternativi, riposizionando i portafogli sulla transizione verso un’economia “net zero”. Per rispondere meglio a queste esigenze (ma non solo), la società ha annunciato il rafforzamento della piattaforma Real Assets, con una riorganizzazione delle attività legate agli asset reali e il lancio di due nuove business unit, come ha spiegato Sergio Trezzi, managing director di Nuveen.

Qual è la ratio dietro questa riorganizzazione?

Abbiamo deciso di mettere in un’unica piattaforma le nostre competenze nei vari campi - real estate, risorse naturali (aziende agricole, foreste, agroindustria, materie prime) e infrastrutture - per permettere agli investitori di accedere più facilmente alle nostre capacità di investimento in real asset. Circa due terzi della nostra clientela, sia istituzionali sia wealth manager, vuole inserire i real asset nell’asset allocation per diversificare e beneficiare del premio per la liquidità, cioè l’extra rendimento garantito dagli asset illiquidi. A questi aspetti si aggiunge una terza dimensione, cioè la gestione della compensazione delle emissioni di gas serra. I governi si stanno impegnando verso un futuro a zero emissioni nette, con la Commissione europea che ha fissato dei target da rispettare entro il 2050. Da qui al 2050 occorreranno 40.000 milardi di euro da investire nella transizione; parliamo del 40% delle masse del risparmio gestito a livello globale. Questo vuol dire che lo stock deve cambiare, e che non si può più pensare solo in ottica di rischio/rendimento, ma anche all’impatto. In questo contesto, i real asset sono molto importanti.

Su cosa puntate in particolare?

Siamo focalizzati su tre grandi aree. Innanzitutto, le risorse naturali (cioè principalmente gli investimenti in aziende agricole e foreste), che sono diventate uno degli elementi più interessanti per gli istituzionali, fondamentali per contrastare le emissioni e affrontare le sfide ambientali, e molto resilienti di fronte al ciclo economico. Le risorse sono in gran parte possedute da privati, ma saranno necessari dei trasferimenti per aumentarne la produttività, investendo in tecnologie. I rendimenti sono molto interessanti, intorno all’8-9%. La seconda area è data dalle infrastrutture per energia pulita, quali quelle solari, eoliche e idroelettriche. Il Pnrr prevede che una parte enorme dei 250 miliardi di finanziamenti (da moltiplicare per due con il contributo dell’Ue) andrà in infrastrutture verdi, e l’esperienza nella gestione di questi investimenti è quanto mai rilevante. La terza area è il real estate, in cui con 140 miliardi in gestione siamo il quinto più grande operatore globale, su cui abbiamo obiettivi molto ambiziosi. Il nostro parco immobiliare sarà su net zero entro il 2040, in anticipo di un decennio sui target europei.

Come cambia l’approccio degli investitori?

Bisogna distinguere tra le varie tipologie. Il segmento delle assicurazioni, che da sempre ragiona sul lungo termine, è già molto avanti nell’integrare e utilizzare i mercati privati. I fondi pensione stanno crescendo su infrastrutture clean energy, e iniziano a posizionarsi sulle risorse naturali. Entrambi poi hanno forti esposizioni al real estate, che stanno evolvendo, con investimenti fuori dall’Europa. Poi ci sono i wealth manager, che oltre al private debt sono molto interessati alle infrastrutture per l’energia pulita, e con l’aumento della percezione sulla necessità della transizione si stanno anche orientando di più sulle risorse naturali, che prima vedevano solo come elementi tematici.

This article is from: