FOGLIE n.11/2014

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 11 • 15 Giugno 2014

PAC ALTRA OCCASIONE

MANCATA

Ancora una volta penalizzato il SUD turismo rurale Il 21 giugno la quarta edizione di “Masserie sotto le Stelle”

AGROALIMENTARE La 14^ edizione “Frutticoltura e Mostra pomologica” La top ten dei cibi inquinanti: “vincono” le ciliegie cilene




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Editoriale

Arance, con nuova norma +200mln di kg all’anno in vendite e consumi di Vito Castellaneta

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Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

S Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione

Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Annalinda Laruccia, Nica Ruospo, Maria Fortino, Gianni Colaianni, Rino Pavone Annamaria Fanelli Pubblicità Click On Studio Via Q. Sella, 40 - 70122 - Bari Tel. 080 9755146 www.clickonstudio.it

arà proibito in Italia produrre bevande che si definiscano aranciata ma che all’interno non contengano almeno un quinto di succo d’arancia. A quattro anni di distanza dall’iniziativa “non lasciamo sola Rosarno-coltiviamo gli stessi interessi” portata avanti dalla Coldiretti, la Camera dei Deputati ha approvato (217 si e 49 no) all’interno della “Legge Comunitaria”, la norma che innalza la percentuale di succo di arance nelle aranciate prodotte e commercializzate in Italia, portandola dal 12 al 20%. Il provvedimento aiuterà i produttori di arance e farà consumare più frutta ai giovani: sono previsti 200 milioni di chili di arance all’anno in più che saranno consumate dai 23 milioni di italiani che bevono bibite gassate, il che significa cinquantamila chili di vitamina C in più. Una battaglia che pone l’Italia all’avanguardia nella indispensabile lotta per cambiare norme antistoriche ed avere l’indicazione di origine in etichetta che vuole la stragrande maggioranza dei cittadini e trova ostacoli solo dalle potenti lobby industriali. La decisione concorre a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre le

spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità in forte aumento. Non va peraltro dimenticato l’impatto economico sulle imprese agricole poiché l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria (non dimenticando le aree Gargano e Metaponto). Potremmo quindi essere ad un punto di svolta: è del 1961 che la legge permette di vendere bibite colorate “a base di agrumi” con un contenuto del loro succo limitato al 12%. Gli agricoltori hanno sempre sostenuto l’opportunità di alzare questa soglia ma a vincere (sinora) era stata la lobby industriale preoccupata dei costi da affrontare per rinnovare gli impianti, per l’elasticità della domanda che potrebbe portare ad una riduzione di consumi rispetto ad un inevitabile aumento di prezzo del prodotto (ma secondo ricerche di marketing, i consumatori sarebbero ben lieti di spendere qualche centesimo di euro in più per avere un aranciata più sana) , per la concorrenza ipotizzabile da parte di aziende straniere sottratte al vincolo.

Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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Sommario AGRICOLTURA

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mondo gal

8 Pac: Martina, come spendere i fondi 14 l’importanza della vitamina D 16 Ciliegie al Fashion District

agroalimentare

Il Ministro ha incontrato gli assessori circa 60 mln per Puglia Nardoni, su accordo Pac Italia ed agricoltura divise a metà I commenti del mondo politico sbloccate 28 mila domande Agricoltura: pagamenti PAC Frutticoltura e Mostra pomologica Giornata, presso i Vivai Giannoccaro

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Sole e salute 5 regole per combattere il deficit esporsi alla luce solare Pistacchi contro il diabete Bassi livelli di insulina in chi li mangia la top ten dei cibi che inquinano Su podio ciliegie cilene Olio di Famiglia 2014 primo premio a Riccardo Scamarcio Mondiali: allarme a tavola dal parmesao a pomarola i mondiali, come uno del posto In Brasile con Scambiocasa.com

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Week end all’insegna del gusto Gal Seb in Umbria per studiare valorizzazione del binomio vino territorio

turismo rurale

23 Masserie Sotto le Stelle

Il 21 giugno la quarta edizione

Partnership per la storica Regata Velica

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Il Ministro ha incontrato gli assessori all’Agricoltura delle Regioni italiane

Pac, Martina spiega come spendere i fondi

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l Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il ministro Maurizio Martina ha incontrato gli assessori all’Agricoltura delle Regioni italiane, per definire l’attuazione nel nostro Paese della Politica agricola comune 2014-2020, che vale 52 miliardi di euro. A seguito della riunione è stato raggiunto un accordo sul testo base del ministero, assumendo le modifiche unitarie proposte dalle Regioni, che hanno portato alla definizione dell’intesa complessiva sul nuovo sistema di pagamenti diretti. Le scelte sono state fatte, nonostante la riduzione delle risorse rispetto alla precedente programmazione 2007-2013, privilegiando un criterio di equità, rispettando l’equilibrio territoriale, sintetizzando le numerose istanze provenienti dai diversi settori e rafforzando gli ambiti strategici dell’agricoltura italiana. ECCO LE DECISIONI - I soggetti beneficiari della Pac, con allargamento della ‘black list’ ed esclusione dai contributi delle banche, società finanziarie, assicurative e immobiliari. - Si è deciso di applicare una riduzione del 50% dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro. In tale ambito è stato valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l’esercizio dell’attività agricola; - La definizione della figura dell’agricoltore attivo; - La convergenza, dove si è scelto di considerare l’Italia come Regione unica; - Le misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle condizioni per essere considerati agricoltori attivi e un premio differenziato per il latte di montagna; - Si è deciso, inoltre, di intervenire in maniera integrata con altri strumenti quali i programmi di sviluppo rurale e

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l’OCM ortofrutta attivando una misura a favore del pomodoro da industria e una misura in favore della meccanizzazione nelle aree rurali. È stato anche stabilito che «nel 2016 verranno effettuate verifiche sull’operatività e sull’attuazione delle nuove misure, alla luce anche delle scelte che verranno compiute dagli altri partner europei». L’accordo, ha commentato Martina, «arriva dopo un lungo lavoro con le Regioni che ci consente di scrivere un capitolo importante della nuova Pac. Abbiamo fatto scelte deci-

sive per il futuro e per il rilancio dell’agricoltura, guardando in particolare a settori strategici come la zootecnia e l’olivicoltura e programmando un piano proteico nazionale e il sostegno a colture come la barbabietola, il riso e il pomodoro da industria». Secondo il ministro sono «fondamentali anche le scelte di una più equa distribuzione delle risorse. Abbiamo privilegiato il lavoro e i giovani, proprio perché questo settore può essere protagonista del rilancio economico del Paese».

Nardoni, con accordo su Pac circa 60 mln per Puglia

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a Puglia – dichiara l’assessore regionale pugliese all’agricoltura Nardoni - fruirà di quasi 60 milioni di euro di aiuti accoppiati su base annua. Circa 1/7 dell’intero budget nazionale dedicato, pari a 428 milioni. Si tratta di un dato che assume ancora più importanza per gli agricoltori pugliesi se lo si confronta con i numeri di oggi,

che vedono assegnata alla Puglia una dotazione di circa 23 milioni nell’ambito dell’art.68, pari al 10% delle risorse nazionali. Un incremento in termini assoluti e relativi che testimonia il buon lavoro fatto in questi mesi per valorizzare le prerogative dell’agricoltura pugliese e mediterranea a favore dell’olivicoltura, il grano duro il pomodoro, la barbabietola e la zootecnia’’. www.foglie.tv


I commenti del mondo politico ed agricolo

Stefàno: “Italia ed agricoltura divise a metà, sempre a scapito del Sud”

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ecisamente poco soddisfatto il senatore Dario Stefàno, componente della Commissione Agricoltura a Palazzo Madama e precedente coordinatore della Conferenza delle Regioni. “Siamo di fronte a un’Italia e a un’agricoltura divisa a metà, con un occhio di preferenza a un settore che caratterizza soprattutto una parte del Paese, spero solo casualmente, cioè la regione e l’area di provenienza del ministro Martina. L’Italia agricola divisa a metà tra Nord e Sud in una logica di autonome rivendicazioni non è strategica per gli interessi del Paese”, afferma Stefàno. I commenti del mondo agricolo - Positivi i commenti del numero uno di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini, e Roberto Moncalvo, presidente nazionale. “Un plauso particolare all’assessore all’Agricoltura di regione Lombardia Gianni Fava per l’impegno dimostrato e al ministro delle Politiche agricoli Maurizio Martina per gli importanti risultati ottenuti”, dichiara Prandini, sull’attuazione in Italia della Politica agricola comune 2020, che vale 52 miliardi di euro. “L’importante accordo raggiunto dal ministro e dagli assessori regionali – commenta il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo - rappresenta un esempio positivo di politica che sa decidere in tempi brevi, nell’interesse dei veri imprenditori agricoli e contro rendite ormai insostenibili, superando i particolarismi dei vari territori ed effettuando scelte strategiche per il futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiani”. Giudizio “totalmente negativo”, con riserva di conoscere più approfonditamente i dettagli del documento negoziale, da Agrinsieme. “Si prefigura un’intesa politicamente insignificante e dannosa – scrive il patto di sindacato costituito da Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative - che mortifiN°11 - 15 giugno 2014

ca l’agricoltura italiana con misure ora poco incisive ora invece addirittura penalizzanti per quegli operatori che fanno crescita e occupazione per il Paese”. Pende più verso la bocciatura la valutazione di Copagri, che attende di conoscere meglio i risvolti dell’accordo. “Come prima sensazione – dichiara il presidente di Copagri, Franco Verrascina - ciò che emerge parerebbe essere una sorta di spezzatino, che sicuramente non farebbe il bene dell’agricoltura italiana. Abbiamo un potenziale da valorizzare e da esaltare e non da disperdere. I nostri produttori agricoli sono stati penalizzati dal taglio effettuato sui fondi destinati al primo pilastro e non meritano, anche in considerazione di quanto il settore alla base del sistema agroalimentare Made in Italy ha espresso ed esprime in questa fase di crisi economico finanziaria, un’applicazione della Pac che non sia vera leva di sviluppo con evidenti ricadute positive. Noi eravamo e siamo per far prevalere l’interesse generale e per promuovere strategie funzionali alla produzione agricola italiana”. Il negoziato fra ministero delle Politiche agricole e Regioni italiane si chiude dunque con un esito che divide gli addetti ai lavori e che, ancora una volta, sembra favorire il Nord Italia rispetto al nostro Sud. Di più, per l’ennesima volta più che la posizione politica del Ministro all’Agricoltura ha pesato la sua

posizione territoriale (leggi convergenze sul proprio territorio di appartenenza a scapito degli altri). Il testo base adottato è quello dell’ultima proposta avanzata dal Mipaaf, con alcune modifiche presentate unitariamente dalla Conferenza delle Regioni. Per la prima volta il Nord ha presentato una proposta congiunta, tesa a sostenere con forza la zootecnia. Sostanzialmente, si può parlare di una vittoria di Lombardia, Emilia-Romagna (il cui assessore, Tiberio Rabboni, lamenta l’esclusione della frutta dagli accoppiati), Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Province autonome di Trento e Bolzano. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico e seminativi (riso, barbabietola e pomodoro da industria), olivicoltura. Per incentivare il lavoro giovanile, è prevista la maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, assicurando il livello massimo di plafond disponibile, pari a circa 80 milioni di euro. Sul piano della convergenza interna, si è scelto di considerare l’Italia come una regione unica, in modo da non suddividere il massimale nazionale degli aiuti in quote regionali. Un’altra vittoria della Lombardia e delle Regioni ad alto valore medio dei titoli.

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Entro il prossimo 30 giugno saranno liquidate le domande sottoposte al controllo e bloccate dall’ottobre scorso

Agricoltura: sbloccate 28 mila domande pagamenti PAC

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n nuovo incontro tra i vertici di AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ed i parlamentari M5S della Commissione Agricoltura della Camera per chiedere conto dell’evoluzione della situazione dei pagamenti PAC, bloccati ad ottobre 2013 a causa di possibili casi di frode ai fondi comunitari destinati alla Politica Agricola Comune. Si trattava di 22 mila domande uniche e 11 mila domande per i Piani di Sviluppo Rurale. “Il Commissario di AGEA e il nuovo Direttore pro-tempore (in carica fino al 31 maggio, cosa succederà dopo non ci è dato sapere) ci hanno spiegato che circa 5 mila domande non saranno messe in pagamento – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura – mentre le restanti 28 mila sono state sbloccate da Agea

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dopo le dovute verifiche della Guardia di Finanza e, perciò, adesso potranno essere liquidate. Manca solo un ultimo controllo tecnico, sempre in capo ad Agea per la parte che la compete e per

la restante parte in capo alle agenzie pagatrici regionali, entro il prossimo 30 giugno. I coltivatori, a questo punto, sanno a chi rivolgersi per chiedere ulteriori spiegazioni su eventuali ritardi”.

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Deficit può provocare seri danni alla salute

Sole e salute: l’importanza della vitamina D

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l fabbisogno giornaliero di Vitamina D si raggiunge difficilmente con l’alimentazione, ma fortunatamente la si può sintetizzare esponendo la pelle ai raggi ultravioletti del sole in particolare d’estate. La Vitamina D è qualcosa di più di una “semplice” vitamina, infatti, la sua particolare struttura steroidea la rende un vero e proprio ormone una volta che è stata attivata, con i suoi recettori presenti in tutti gli organi. Per questo motivo ha un ruolo fondamentale in tantissime patologie. Garantire una giusta esposizione al sole e una quantità corretta negli alimenti può essere una giusta strategia per evitare la supplementazione con integratori alimentari che, in alcuni casi e periodi dell’anno, può diventare indispensabile. La letteratura scientifica internazionale sta ponendo attenzione al ruolo della Vitamina D, anche in disturbi diversi dall’alterato metabolismo dell’osso. Infatti, da molto tempo si sa che il deficit di Vitamina D è associato a rarefazione del tessuto osseo, che determina osteoporosi (riduzione della massa ossea) con incremento del rischio di fratture, ma gli studi più recenti hanno identificato che spesso vi è un’ipovitaminosi D (bassi valori di vitamina nel sangue) in soggetti affetti da varie patologie. Diversi studi epidemiologici e sperimentali suggeriscono una correlazione tra ridotto apporto di Vitamina D e cancro della mammella, della prostata e del colon, oltre che una maggiore predisposizione alle malattie autoimmuni, perché i recettori per la Vitamina D sono presenti sia sui linfociti T che sui macrofagi, cellule fondamentali per il nostro sistema immunitario. “E’ importante soddisfare con l’alimentazione il fabbisogno di Vitamina D ed esporsi al sole per sintetizzarla e accumularla nei mesi estivi – spiega Michela Barichella, medico responsabile della Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica ICP Milano così da mantenere un adeguato livel-

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lo circolante anche nei mesi invernali. Mantenere valori adeguati di vitamina riduce la probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative, ma anche fratture e tumori”. Particolarmente esposti ai pericoli per la salute derivanti da un deficit di Vitamina D sono gli anziani, la cui alimentazione spesso non è adeguata. Gli esperti hanno indagato le abitudini alimentari di 1000 anziani italiani e hanno verificato l’introito giornaliero di Vitamina D assunta con il cibo. Dalla ricerca è emerso che mediamente le persone sopra i 65 anni introducono 3,7 microgrammi di Vitamina D al giorno, quantità bassa rispetto

a quella consigliata (fino a 10 microgrammi). L’Italia è il secondo paese al mondo per longevità e conta circa 12,3 milioni di ultra 65enni (dati Istat 2012), di cui quasi 16 mila ultracentenari. Ma nel nostro paese si contano anche circa un milione di malati di Alzheimer e circa 250 mila affetti da malattia di Parkinson. “La carenza di Vitamina D è dimostrata anche nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la Malattia di Parkinson – sottolinea la dott.ssa Barichella - Queste evidenze scientifiche dimostrano ancora di più la necessità di soddisfare il fabbisogno di questa vitamina”.

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Le 5 regole per combattere il deficit di vitamina D

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Fare una passeggiata tutti i giorni al sole affinché la Vitamina D si attivi; esporsi alla luce solare, non filtrata da vetri, con la maggior superfice del corpo possibile senza crema protettiva, per un periodo variabile in base al proprio fototipo, circa 10-15 minuti al giorno in estate e 20-30 minuti in inverno tra le 11 e le 15 quando i raggi UV sono più attivi. 2 Consumare due porzioni di latticini al giorno, come latte o yogurt, anche parzialmente scremati, a colazione o a merenda e aggiungere un cucchiaio di formaggio grattugiato sui primi piatti. Chi non tollera il lattosio, può utilizzare latte delattosato e Grana Padano DOP perché privo di lattosio. 3 Mangiare ogni settimana 3 porzioni di pesce, variando le qualità in cui è più presente la Vitamina D: ton-

no, trota, merluzzo, anguilla. 4 Consumare due uova a settimana, sode o cotte in padella antiaderente (anche strapazzate o in frittata), una volta a settimana un primo di pa-

sta all’uovo. 5 Una volta alla settimana consumare due porzioni di formaggio stagionato o fresco, in sostituzione del secondo piatto.

Bassi livelli di insulina in chi li mangia

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Pistacchi contro il diabete

n alimento potrebbe esser d’ausilio per la lotta contro il diabete. Si tratta del pistacchio, ricco di grassi insaturi. Uno studio dimostra il ruolo benefico dei pistacchi soprattutto nella fase che precede l’insorgere della patologia. I pistacchi sono buoni e sani, verrebbe da dire dopo aver letto i risultati della ricerca spagnola della Roviri Virgilio University. Sulle caratteristiche positive della frutta secca esistono diversi studi, parliamo non solo di pistacchi ma anche di altra frutta con guscio come le mandorle o le noci. Sono alimenti ricchi di grassi insaturi, proteine vegetali, vitamine, fibra alimentare, minerali, oltre ad altre sostanze come fitosteroli (che riescono ad abbassare il colesterolo). Lo studio spagnolo, presentato a Sofia, in Bulgaria, nel corso del congresso europeo sull’obesità, dimo-

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stra che mangiare pistacchi può essere un’arma in più contro il diabete. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto nello studio 54 volontari. Tutti avevano in comune uno stato di obesità o di sovrappeso, oltre ad essere nella fase pre-diabete. La ricerca è durata 8 mesi durante i quali a tutti i partecipanti è stata

prescritta una dieta mediterranea, mentre ad alcuni, in aggiunta, è stato indicato di mangiare ogni giorno 57 grammi di pistacchi. L’analisi dei dati raccolti ha dimostrato che, tra chi aveva mangiato i pistacchi e chi non li aveva nel menù, non si è rilevata una particolare differenza di peso corporeo. La cosa interessante, è che nei mangiatori di pistacchi il livello di insulina si era ridotto in modo sensibile. Secondo i ricercatori, questo effetto benefico è riconducibile al fatto che l’organismo di chi mangiava pistacchi riusciva ad elaborare in modo migliore gli zuccheri contenuti negli alimenti. Il merito andrebbe proprio ad alcuni composti, come i grassi insaturi, le fibre e gli antiossidanti che, assemblati tra loro solo come madre natura riesce a fare, facilitano all’organismo il compito di elaborare gli zuccheri.

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Week end all’insegna di gusto, convenienza e …responsabilità

Ciliegie di Bari al Fashion District di Valmontone

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OMA - Sabato 24 e domenica 25 maggio all’interno del FASHION DISTRICT VALMONTONE OUTLET (Roma), alcuni produttori del distretto agricolo barese (provincie di Bari e Barletta-Andria-Trani) hanno proposto al pubblico il frutto goloso per antonomasia: LA CILIEGIA. È noto ormai che nel distretto agricolo delle Terre di Bari si raccoglie il 40% di tutta la produzione italiana. In questo angolo d’Italia si registra, infatti, la più ampia varietà di cultivar (ben dieci), fra cui spicca l’autoctona FERROVIA: una vera leccornia per i gourmet. Un altro evento che rientra in questa ricca edizione del progetto “Ciliegie delle terre di Bari” che ha tra i suoi obiettivi l’accorciamento della filiera. I produttori agricoli delle terre baresi hanno offerto ai consumatori l’opportunità di viaggiare nel gusto di un prodotto che ha nel territorio compreso fra lo

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splendore di Castel del Monte e lo spettacolo di Trulli e Dolmen, un contesto di assoluta eccellenza. Eccellenza che può essere degustata ed acquistata a prezzi “democratici”, garantendo agli agricoltori la giusta remunerazione al loro lavoro. Questa è l’idea-forza della Filiera Corta: mangiare bene e sicuro, aiutando l’economia più sana del nostro paese. Il

GAL PONTE LAMA, capofila del progetto, oltre alle ciliegie ha ospitato all’interno del FASHION DISTRICT VALMONTONE OUTLET anche la società cooperativa agricola APROLI: aggregazione di produttori agricoli che propone OLIO DI OLIVA (ma anche vino, pasta, ecc.) di assoluta qualità a prezzi “corti”.

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Presso i Vivai Giannoccaro

Giornata di Frutticoltura e Mostra pomologica

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AMMICHELE DI BARI - Il vivaismo del sud est barese è ormai conosciuto anche oltre i confini nazionali e rappresenta uno dei distretti maggiormente significativi oggi operanti in Italia e di riferimento per gli operatori agricoli. In tale ottica s’inserisce l’organizzazione della Giornata di Frutticoltura e Mostra pomologica, giunta quest’anno alla 14^ edizione. Nel corso degli anni essa ha assunto una crescente importanza, tanto da venire considerata dagli operatori del settore un momento di divulgazione da non perdere per gli alti contenuti e la possibilità di accedere ad un know how tecnico di elevatissimo livello. Inoltre, tra gli incontri organizzati in tutta Italia, considerata la presenza di autorevoli relatori che portano e trasferiscono la loro esperienza, essa

produce un eco che va oltre l’ambito degli operatori locali. La manifestazione avrà luogo a Sam-

michele di Bari presso la sede dei vivai Giannoccaro, ed è stata prevista per sabato 21 giugno 2014 ore 17.00.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo a portata di click

Puglia Taste & Bike Itinerari del gusto in bicicletta

ITINERAMURGIA 2014 Laboratori Archeologici e Expomurgia

ITINERAMURGIA 2014 Masseria sociale - L’Asino che vola

Con il progetto “Puglia Taste & Bike, itinerari del gusto in bicicletta” l’Assessorato Area Politiche per lo Sviluppo Rurale punta alla valorizzazione del territorio rurale e delle sue produzioni a partire dall’istituzione di Vie ciclabili del patrimonio agroalimentare della Puglia.

L’iniziativa, organizzata dal Gal Terre di Murgia in collaborazione con l’Associazione Archeowalking di Santeramo ha permesso ai piccoli partecipanti, di poter acquisire le informazioni sulle procedure e sugli strumenti usati dagli archeologi. Special event è stata anche EXPOMURGIA, giunta alla sua 11^ edizione

Il centro educativo L’Asino che Vola organizza attività con cavalli ed asini: animali da sempre vicini all’uomo, attività di masseria didattica e sociale.

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A Ecco la top ten dei cibi che inquinano groalimentare

Su podio ciliegie cilene, mirtilli argentini e asparagi peruviani

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alle ciliegie cilene ai mirtilli argentini fino agli asparagi del Perù salgono sul podio della top ten dei cibi che inquinano perché arrivano sulle tavole degli italiani dopo lunghi viaggi con mezzi inquinanti che consumano petrolio ed emettono gas ad effetto serra. E’ quanto emerge dal Dossier “Lavorare e vivere green in Italia” con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu e presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e ai Ministri dell’ambiente Gian Luca Galletti e dell’agricoltura Maurizio Martina. Nella lista dei prodotti a rischio ci sono anche le rose dell’Ecuador per le quali sono state denunciate anche situazioni di sfruttamento del lavoro, condizioni a rischio per la salute, messa in pericolo dai numerosi prodotti chimici con cui sono trattati i fiori e la mancanza di tutele sindacali. Nell’elenco ci sono anche le more del Messico i cocomeri del Brasile, i meloni di Guadalupe, i melograni da Israele e i fagiolini dall’Egitto che arrivano sulle tavole a causa della cattiva abitudine di consumare fuori stagione alimenti di cui è ricca anche l’Italia. E’ stato calcolato che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e gli asparagi dal Perù viaggiano per oltre 10mila km, bruciando 6,3 chili di petrolio e liberando 19,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei. Secondo la Coldiretti

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di Rocco Resta

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Fonte: Elaborazioni Coldiretti - calcoli effettuati sulla base del trasporto aereo per chilo di prodotto

consumando prodotti locali, di stagione e a chilometri zero e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica l’anno. “Fare la spesa con attenzione all’ambiente significa anche impegnarsi per il territorio, la cultura, le tradizioni ed i prodotti che rendono il Made in Italy unico e competitivo nel mondo e quindi sostenere l’economia e il lavoro in Italia in un difficile momento di crisi”, ha affermato il presidente della

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Coldiretti Roberto Moncalvo. Altra linea da seguire assolutamente per evitare cibi inquinanti è rispetta-

re fedelmente la stagionalità della frutta, garanzia di maggiore qualità, sicurezza e tutela ambientale.

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L’attore andriese si è imposto con un extravergine da cultivar “Cima di Mola” acerba

“Olio di Famiglia 2014”: vince il primo premio il dilettante Riccardo Scamarcio

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a terza edizione del concorso Olio di Famiglia si è conclusa a sorpresa con la clamorosa affermazione di un “extra vip”, quello del noto attore Riccardo Scamarcio. Da pugliese, o meglio da andriese, ha ereditato la passione per l’olivicoltura. E così tra un ciak e l’altro il belloccio dagli occhi magnetici di un inedito giallo-verde, proprio come l’oro di Puglia, ha prodotto un olio che si è subito distinto tra i 60 in gara. Ad aggiudicarsi il secondo posto è stata invece la pittrice Paola Carenza, mentre il terzo è andato al pensionato Pietro Muolo. “Io sono di Andria e il mondo dell’olio non mi è estraneo” ha raccontato l’attore. “Ricordo, quando ancora bambino, andavo al frantoio con mia nonna. Poi ho comprato terra e casa da queste parti (in agro di Polignano a Mare ndr) e ho iniziato a coltivare l’uliveto dotandolo anzitutto di un impianto di irrigazione. La qualità è migliorata molto nel tempo sebbene i miei amici mostrino ancora delle riserve”. Da buon produttore Scamarcio ha rispettato i tempi di raccolta , anzi li ha anticipati al 10 -12 ottobre, sacrificando la resa, pur di conferire all’extra Cima di Mola, tendenzialmente dolce , delle note di freschezza.”Il frantoio ha aperto per me”, ha aggiunto con orgoglio. “Sono molto felice del risultato, la mia passione per l’agricoltura è figlia della globalizzazione che sta distruggendo l’Italia nelle sua essenza; nel nostro Paese c’è una condizione ideale tra cultura, storia e mondo della natura che va assolutamente tutelata. Infatti Olio di Famiglia mira a salvaguardare questa tradizione tutta italiana dell’olivicoltura famigliare, anche determinante per la conservazione del paesaggio. “Il concorso è nato quasi per caso, partendo dall’assunto che l’olio di famiglia è in assoluto il migliore perché genuino oltre a rappresentare un segmento rilevante nella produzione olivicola nazionale” ha tenuto a precisare

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Mimmo Lavacca dell’Associazione Terrasud, ideatore dell’iniziativa con Giorgio Cardone di Chemicervice. “Si è pensato quindi di riconoscere un valore a questi oli facendoli uscire dall’anonimato, anche perché portatori di esperienze uniche, di storie diverse, meritevoli di attenzione tanto quanto le sfumature sensoriali”. In soli tre anni l’iniziativa made in Monopoli è passata alla ribalta nazionale, ritagliandosi uno spazio in Olio Officina Food Festival di Milano. E nella la prossima edizione Olio di Famiglia si aprirà al Bacino del Mediterraneo perché inserito in un programma di eventi FAO. Attestazioni di merito all’idea anche dal giornalista e scrittore Luigi Caricato intervenuto alla premiazione “sono a Monopoli per valorizzare questo concorso”, ha commentato. L’olivicoltura italiana si fonda sulla famiglia, è frutto di tante esperienze. Un tempo si produceva olio genuino, poi c’è stata un’evoluzione del profilo sensoriale divenuto un parametro qualitativo. I concorsi hanno avuto e lo hanno tutt’ora, un ruolo importante nel promuovere il confronto da cui scaturisce un miglioramento della qualità”. Trova oggi una sua giustificazione la figura dell’oleologo, colui che progetta l’olio, ne definisce la personalità sulla base di sentori un tempo assenti. A lui il compito di svelarne la natura, quindi se ha un fruttato leggero, medio, intenso o di educare al gusto tramite una mappa sensoriale e un codice di abbinamenti. “Purtroppo, lamenta Caricato, oggi c’è una falsa cultura dell’olio, premiamo quelli cosiddetti ruffiani, dagli odori accattivanti, discriminando gli altri dai profumi meno intensi, ma comunque buoni. Occorre solo uno sforzo intellettuale in più per capire i giusti abbinamenti. Per esempio, dagli ulivi secolari non si potranno mai ottenere qualità eccellenti, ma anche l’olio vergine ha una sua dignità, è ideale in cottura, sebbene sia scomparso dagli scaffali perché mistificato di-

di Paola Dileo

venta extravergine. Anche questo concorso può rappresentare il canale per una corretta comunicazione sull’olio”. In continuità Anna Neglia, capo del gruppo panel che ha valutato in forma anonima i 60 campioni di olio, ha confermato l’utilità di iniziative del genere “queste esperienze creano dibattito, scambio di buone pratiche per elevarne la qualità. Qualità che può essere percepita e non è solo uno standard” ha precisato. Doveroso quindi un elogio alla diversità perché l’Italia vanta un patrimonio varietale unico, ben 538 cultivar che esprimono sfumature sensoriali caratteristiche e ciascuna merita la sua attenzione. Concetto rafforzato da Flavia Giordano, direttore editoriale di Cucina Mancina, una piattaforma web dedicata ai mancini alimentari, coloro che mangiano differente come vegani, vegetariani, celiaci, allergici, diabetici e altro. “Il social network funge da aggregatore tra chi vive la diversità alimentare o chi intende mangiare più consapevolmente”, ha spiegato; “con un semplice clic è possibile scegliere tra 172 ricette, gustose e creative che provengono dalla comunità”. Cucina Mancina premiata come migliore Sturt up dell’anno, è al momento intenta a mappare negozi e aziende che producono cibo per mancini alimentari sempre nell’ottica di una enogastronomia inclusiva e democratica per “un cibo che aggrega e non divide”. www.foglie.tv


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urismo Rurale

Nelle Masserie Didattiche di Puglia

Il 21 giugno la quarta edizione di “Masserie Sotto le Stelle”

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ivere il solstizio d’estate all’insegna della ruralità pugliese. Torna per il quarto anno consecutivo “Masserie sotto le stelle”, l’evento che permette di trascorrere una speciale notte bianca nelle tipiche strutture della cultura agricola regionale. Sabato 21 giugno, laboratori, danze, canti, degustazioni e percorsi naturalistici accompagneranno cittadini e turisti alla scoperta delle Masserie Didattiche, istituite con Legge Regionale 2/2008: strutture agricole che alle tradizionali attività hanno affiancato quelle di didattica e formazione da vivere all’aria aperta. L’evento è organizzato dall’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale della Regione Puglia unitamente all’Area Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti: il settore primario diviene così un importante volano per l’economia turistica di una regione, la Puglia, che sta dimostrando una capacità attrattiva davvero eccezionale.

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Le Masserie Didattiche disseminate sull’intero territorio regionale aderenti all’iniziativa, fortemente voluta dall’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, offriranno in contemporanea a partire dalle ore 18:00 programmi diversificati. “Siamo la terra che ha saputo custodire esperienze, storia e biodiversità agricola – dice l’Assessore regionale, Fabrizio Nardoni – E oggi questi valori sono una qualità di grande appeal anche dal punto di vista turistico che attraverso la rete rurale siamo in grado di rendere valore economico importante per gli agricoltori che si sono voluti misurare nella sfida della diversificazione. Un successo palese e una esperienza così vincente che ora stiamo tentando di mutuare anche nel tentativo di valorizzare un altro importante patrimonio della Puglia: la risorsa mare. Masserie sotto le stelle celebra il ritorno dell’estate, ma certifica, se mai ce ne fosse bisogno, come la Puglia da tempo sappia leggere e rendere praticabili i bisogni di

un turismo sempre più alla ricerca di natura e scelte ecologiche sostenibili. Così le nostre masserie – conclude - si propongono come un viaggio nel tempo che riabilita la storia della Puglia rurale e la proietta nel futuro nel mercato del turismo che induce a vivere esperienze sempre più autentiche e ricche di identità”. Per ricevere tutte le informazioni dell’iniziativa, consultare il sito www.masseriesottolestelle.com, oppure contattare la segreteria organizzativa al numero 080/5347030 - e-mail: info@masseriesottolestelle.it .

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Ma ci sono anche la Ricota d’Italia e il salame Milano rigorosamente carioca

Mondiali: allarme a tavola, da parmesao a pomarola

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llarme a tavola per gli azzurri e per i tifosi italiani che seguiranno sul posto il campionato del mondo in Brasile che si classifica tra i Paesi dove più diffusi sono i prodotti alimentari Made in Italy taroccati, dal Parmesao alla Pomarola fino al salame Milano di tipo carioca. è quanto afferma Coldiretti nel sottolineare che sull’atteso appuntamento le ombre non riguardano solo i ritardi nei lavori e le proteste delle classi più disagiate ma anche la qualità dei piatti serviti come italiani senza alcun legame con il sistema produttivo nazionale. Un inganno in cui rischiano di cadere le centinaia di migliaia di tifosi che da tutto il mondo arriveranno in Brasile per seguire il campionato di calcio e che rischia di provocare un grave danno economico e di immagine alla produzione Made in Italy. Sui banchi dei supermercati e nei ristoranti del Brasile e possibile acquistare prodotti e piatti che richiamano in modo spudorato ai cibi più tipici dell’Italia sen-

di Nicola Trisolini

za avere nessuna delle caratteristiche qualitative, di sicurezza e di legame con il territorio nazionale. L’azione di una task force della Coldiretti ha permesso di scoprire la commercializzazione di prodotti come il Gran formaggio tipo grana, la ricota d’Itália, il formaggio tipo a d’Itália, la pomarola, il parmesao e il salame tipo Milano rigorosamente prodotti in Brasile. Tutti prodotti che possono trarre in inganno sulla reale origine anche perché spesso le confezioni richiamano nei colori al tricolore e nelle immagini all’Italia. Anche per questo è particolarmente apprezzabile la campagna istituzionale “#iomangioitaliano”, realizzata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari in collaborazione con la Figc con un testimonial di eccezione: il commissario tecnico della Nazionale di calcio Cesare Prandelli, protagonista dello spot istituzionale dell’iniziativa, visibile anche sul sito Internet del governo. L’obiettivo prioritario della campagna #iomangioitaliano - sottolinea Coldiretti - è quello

In Brasile

di contrastare a contraffazione attraverso l’informazione e aumentare il grado di conoscenza dei marchi Dop e Igp, tra i consumatori raccontandone il valore e le caratteristiche distintive. Legare insieme due simboli del Made in Italy come il cibo italiano e la nazionale di calcio è un importante sostegno all’azione delle imprese che lottano per conquistare spazi di mercato nella difficile congiuntura economica. Gli azzurri sono gli ambasciatori dell’italianità nel mondo che trova proprio nell’alimentazione il suo carattere più distintivo. Il falso made in Italy a tavola vale nel mondo 60 miliardi pari a quasi il doppio del valore delle esportazioni dei prodotti alimentari nazionali originali. L’“agropirateria” internazionale utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale e frena le potenzialità dell’export che nel 2013 ha raggiunto la cifra record di 33,4 miliardi di euro.

Vivere i mondiali di calcio 2014 “come uno del posto”

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l mondo intero sta seguendo i mondiali di calcio 2014 in Brasile dalle televisioni di casa ma con la crescente popolarità dei portali on line dedicati allo scambio delle case come Scambiocasa.com, vivere da vicino l’atmosfera dei mondiali non è mai stato così semplice. Provare l’emozione del più grande evento calcistico del mondo usufruendo dell’unica opportunità di “vivere come uno del posto”: basta consegnare le chiavi della propria casa per poter partire e alloggiare in una delle 400 proprietà a disposizione durante il periodo estivo – con la possibilità di effettuare prenotazioni last minute. La scelta delle città e delle case è vasta e spazia da Rio de Janeiro a Sao Paolo, da ville lussuose con vista sul mare ad accoglienti appartamenti lungo la

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spiaggia di Copacabana. Scambiocasa.com si fonda sul principio che le persone desiderano condividere il proprio mondo e la propria cultura, offrendo la possibilità di vivere appieno la meta delle vacanza sentendosi meno distanti dalla società ospitante. Francesca Di Pietro, psicologa, travel coach e HomeExchanger, da poco rientrata da un’esperienza di scambio casa in Brasile, racconta come i brasiliani vivano i preparativi dei mondiali e offre alcuni utili consigli a chi è in procinto di partire: prima di lasciare l’Italia, usufruendo della disponibilità di chi ospita, è preferibile chiedere informazioni, chiarirsi tutti dubbi ed entrare in contatto con i cittadini che, nel loro piccolo, si preparano all’evento. Già socia del portale da diversi anni, Francesca ha avuto modo di ospitare alcuni viag-

giatori brasiliani. Incuriosita positivamente dai suoi nuovi amici, ha deciso di partire alla scoperta del Paese sudamericano per un mese, non fermandosi solamente a Rio de Janeiro ma muovendosi lungo il vasto territorio carioca e visitando, grazie a diversi scambi di casa, anche le località di Meranhao e Cearà. L’assidua viaggiatrice ha scoperto da tempo il piacere di viaggiare da sola e già diverse volte è ricorsa allo scambio casa per le sue vacanze. Oltre agli spostamenti necessari, con Scambiocasa.com l’unica spesa prevista per la vacanza è il costo di sottoscrizione al portale, ovvero 95 euro l’anno: ora, grazie all’offerta dei 14 giorni a costo zero, i nuovi membri possono addirittura iniziare ad organizzare la propria vacanza gratuitamente. www.foglie.tv


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G.A.L. Dopo l’infoday organizzato ad Acquaviva delle Fonti

Gal Seb in Umbria per studiare la valorizzazione del binomio vino territorio

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a strategia di informazione del Gal (Gruppo di Azione Locale) Sud Est Barese ha raggiunto un importante traguardo: in occasione dell’infoday “Marketing e promozione di prodotto mediante le reti” ad Acquaviva delle Fonti, 32 operatori locali hanno sottoscritto il protocollo di intesa propedeutico alla stipula del primo contratto di rete della zona. Tour operator, gestori di bed and breakfast, affittacamere e agriturismi, oltre a fornitori di servizi per il turismo, hanno deciso di lavorare assieme per sviluppare un circuito virtuoso che sappia unire forze produttive, realtà culturali e associazioni al fine di incrementare il flusso di visitatori nei 6 Comuni del Gal: Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro e Rutigliano. La firma è giunta al termine di un percorso sviluppato grazie ai fondi previsti dalla misura 331 azione 2 ‘informazione’ del Psr Puglia 2007-2013, articolato attraverso diversi appuntamenti quali infoday, work cafè e study visit. Tra questi ultimi rientra l’appuntamento ospitato all’interno di Palazzo de Mari, realizzato per preparare gli operatori locali al viaggio studio organizzato dal 13 al 15 giugno in Umbria, dove sono state studiate le buone pratiche messe in campo dal ‘Consorzio Tutela Vini’ di Montefalco. Un viaggio utile per vedere come grazie a un prodotto di eccellenza, il vino, si è riusciti a fare un’operazione di marketing territoriale tramite la rete di operatori/produttori che ha portato alla valorizzazione anche oltre i confini italiani dell’intero territorio regionale. “Dell’associazione Strada del Sagrantino – ha dichiarato Giusy Moretti, vicepresidente dell’associazione ‘Strada del Sagrantino’ – fanno parte 73 soggetti, tra i quali 5 Comuni, bed and breakfast, cantine, artigiani. L’obiettivo comune è promuovere il territorio con azioni integrate e che sappiano unire le forze economiche del territorio. In questa maniera sono state realizzate, ad esempio, raccolte fondi per progetti culturali basate sulla vendita

N°11 - 15 giugno 2014

di Annamaria Fanelli

di prodotti locali, ma anche tour per giornalisti stranieri ed eventi per blogger. Sul nostro sito internet promuoviamo tutti i soci e grazie ai social network riuscia-

mo a fare comunicazione anche a costi contenuti. Importanti sono i momenti di confronto tra tutte le componenti dell’associazione”.

Nuova partnership per la storica Regata Velica

Brindisi Corfù con Tenute Rubino

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uovo accordo di partnership per la storica Regata velica Internazionale Brindisi‐Corfù. E’ Tenute Rubino il nuovo sponsor ufficiale della manifestazione giunta alla sua ventinovesima edizione. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, tenutasi lo scorso 10 maggio presso il prestigioso Circolo della Vela di Brindisi, è stata annunciata la chiusura dell’accordo di collaborazione e sono state illustrate le motivazioni che hanno spinto l’azienda di Luigi Rubino a sostenere l’organizzazione dell’importante evento velico.“Tenute Rubino – dichiara Teo Titi, Presidente del Circolo della Vela Brindisi – è una realtà produttiva giovane, dinamica, conosciuta in tutto il mondo ed oggi rappresenta un motivo d’orgoglio per il nostro territorio, così come la regata è uno dei sette eventi sportivi più importanti della Regione Puglia”.“Siamo molto orgogliosi – aggiunge Romina Leopardi, responsabile comunicazione di Tenute Rubino ‐ di affiancare la Banca Popolare Pugliese nel ruolo di nuovo

main sponsor della regata, perché entrambi condividiamo gli stessi obiettivi di sviluppo e di visibilità del Salento . Per noi il progetto non è solo una questione di sponsorizzazione, ma simboleggia un incontro tra due realtà che puntano a realizzare su Brindisi ed il suo fantastico porto quel polo di eccellenza turistica, innovativo, accogliente e moderno, dedicato agli amanti della vela e non solo. Siamo certi che questa visione di apertura al territorio e di valorizzazione delle sue risorse, possa coinvolgere nuovi attori e nuovi impulsi per affermare Brindisi come la porta d’accesso principale per il Salento e il suo mare”. Dopo due giorni di navigazione le imbarcazioni sono approdate sull’isola greca di Corfù dove, la sera del 13 giugno presso il Marina di Gouvia, si è svolto il Tenute Rubino Crew Party, la cerimonia ufficiale di premiazione riservata agli equipaggi. In quella circostanza, allo skipper primo classificato “Overall” dei Gruppi 2 ‐ 3, è stato consegnato il TROFEO “SPIROS KALANTZIS” e una Magnum di Torre Testa autografata da Luigi Rubino, in ricordo di questa memorabile vittoria.

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N째19 - 1 NOVEMbre 2013

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