FOGLIE n.14/2019

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 14 • 1 agosto 2019

OLIO E VERITà

SEMPRE A GALLA TORNERà Xylella, non c’è pace per gli olivicoltori:

+ 366 piante infette da ultimo monitoraggio, si prova con l’ennesimo piano agricoltura

Dalla sartoria agricola al sidecar melon, le idee dei giovani pugliesi

agroalimentare Truffe online, da olio a burrata di Andria

ambiente Abbandono rifiuti, fototrappole per il contrasto





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ditoriale

1 agosto 2019 - n.14 - Anno 14

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

PRESENTATO PIANO ‘SALVA ULIVI’ PER FERMARE AVANZATA XYLELLA

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vvio dell’attività di monitoraggio 2019/2020 già dalla prima settimana di agosto, con 3 mesi di anticipo rispetto all’annualità 2018/2019 partita a novembre 2018, gli agenti fitosanitari saliranno a circa 220 dai 108 ingaggiati fino al 2018, albo aperto che consentirà l’operatività ad oltre 30 ditte per l’abbattimento degli ulivi infetti e non più solo ad una, buste sigillate a doppio codice per blindare l’attività di campionamento e salvaguardare l’operato di agenti ARIF e dei laboratori di analisi, data base unico per gli abbattimenti. Sono solo alcuni dei punti cardine del piano ‘salva ulivi’ di Puglia che prevede più stringenti misure di contenimento anti Xylella, illustrate dal commissario dell’ARIF, Oronzo Milillo, in un incontro operativo, nel corso del quale ‘sono stati individuate sinergie per coadiuvare l’attività di ARIF, anche attraverso la Legge di Orientamento in agricoltura, per salvare il patrimonio olivicolo pugliese già compromesso, fermare o almeno drasticamente rallentare l’avanzata della malattia verso Bari e verso la Basilicata, tutelare la Piana degli Ulivi Monumentali, anche attraverso una co-

municazione istituzionale efficace e corretta nei confronti delle aziende agricole. Gli abbattimenti chirurgici dovranno essere tempestivi perché intervenire senza tentennamenti su una pianta malata salva migliaia di ulivi. Emblematico quanto accaduto a Martina Franca, dove nel 2016 è stato ritrovato un unico ulivo infetto e l’averlo espiantato tempestivamente ha bloccato l’avanzata della malattia, tanto che in quel comune non sono più stati accertati casi di ulivi positivi alla Xylella. Bisogna rispondere quindi con atti concreti all’allarme dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sulla Xylella fastidiosa che minaccia la maggior parte del territorio Ue, dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo. Sotto accusa le responsabilità regionali e anche comunitarie a partire dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam.



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ommario

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editoriale ULIVI

agroalimentare

Presentato piano salvezza

14 AGRICOLTURA

8 MONITORAGGIO XYLELLA

10 TRUFFE ONLINE

Da olio a burrata di Andria

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riceviamo e pubblichiamo

SUMMER FOOD FANCY Le nuove tendenze

20 CONSORZIO VINI DOP BRINDISI

Chiarezza nelle indagini a tutela produttori sani

26 VERONA FIERE

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Porta il vino italiano in Sudamerica

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+366 ulivi infetti

14 OSCAR GREEN PUGLIA 2019 Da sartoria agricola a sidecar melon

16 MIELE

Risorse per fronteggiare la crisi

18 VIVAISMO

In area delimitata xylella troppi vincoli

19 SAMMICHELE DI BARI

Il Comune promuove tavolo su xylella

MONDO GAL

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HIDA WAGYU Arriva in Italia la costosa carne giapponese

GAL TAVOLIERE 27 Cambia il direttore tecnico


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gricoltura

NUOVI CASI A TARANTO E CONTINUA VIRATA VERSO MATERA

XYLELLA: + 366 ULIVI INFETTI

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ono stati trovati altri 366 ulivi infetti nelle province di Brindisi e Taranto, con la Xylella che continua la virata e l’avanzata verso Matera, con i 45 nuovi accertati a Taranto, 35 a Montemesola e 10 a Monteiasi. Sulla base del VII aggiornamento del monitoraggio 2018/2019 della Xylella il numero di piante infette sale a 885, dopo campionamenti e analisi che hanno conclamato la malattia in 255 ulivi a Carovigno, 7 a Ostuni, 35 a Montemesola, 10 a Monteiasi, 30 a Latiano, 3 a San Michele Salentino, 21 a San Vito

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dei Normanni, 4 a Ceglie Messapica e 1 a Cisternino. “Chiediamo al presidente Emiliano di convocare immediatamente il tavolo istituzionale – dichiara Muraglia presidente di Coldiretti Puglia - rispettando la composizione prevista dall’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale del 31 maggio 2018, di cui fanno parte oltre alle organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo, l’ANCI, i rappresentanti del mondo scientifico e della ricerca, l’Osservatorio fitosanitario regionale e l’ARIF

per affrontare tutte le problematiche complesse di cui ha ormai la responsabilità diretta”. Dai dati del primo monitoraggio dell’Osservatorio fitosanitario regionale e di Arif partito nell’ottobre 2016 nelle province di Brindisi e Taranto fino all’ultimo del 20 luglio 2019, è salito a 5.614 il numero di ulivi infetti nelle province di Brindisi e Taranto e l’inerzia negli abbattimenti non ha estinto tempestivamente focolai infetti e fonti di inoculo che hanno causato il dilagare della Xylella fastidiosa.

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La Xylella nella zona di contenimento ha continuato ad infettare ulivi, tutti prossimi alle piante positive ritrovate con il monitoraggio 2017/18 ad Ostuni ovvero quando il focolaio ricadeva in zona cuscinetto e quindi le norme comunitarie imponevano l’abbattimento delle piante ospiti ricadenti nel raggio dei 100 metri. “Evidentemente se fosse stata applicata per tempo e alla lettera la normativa comunitaria – insiste il presidente Muraglia - il focolaio sarebbe stato estinto, piuttosto che risultare ad oggi ancora attivo, con piante malate che costituiscono fonte di inoculo e diffusione ulteriore della Xylella. Nell’area di Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli sono presenti 250mila ulivi, esemplari di pregio straordinario – incalza il presidente Muraglia – che potrebbe fregiarsi della prestigiosa dichiarazione di ‘sito patrimonio dell’Unesco’, azione per cui abbiamo sostenuto il Parco delle Dune Costiere nel percorso di riconoscimento della Piana degli ulivi monumentali quale patrimonio dell’Unesco. E’ impensabile che questo immenso patrimonio vada perduto”. “Abbiamo già pagato noi agricoltori, e non i negazionisti che continuano a trovare spazio e credito in un contesto di confusione opportunistica, lo scempio che si è già perpetrato negli anni passati per esempio ad Oria e Francavilla, dove per non abbattere

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47 ulivi malati, con espianti bloccati dai ricorsi al TAR, hanno fatto morire 3100 alberi – continua Muraglia - per colpa del batterio killer e consentito al vettore di continuare ad infettare migliaia di esemplari anche monumentali. La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere, che ‘cammina’ ad una velocità impressionante, considerato che in 5 anni il danno del patrimonio olivetato solo nel Salento ha superato 1,2 miliardi di euro. Il sistema dei monitoraggi e campionamenti va potenziato – dice Muraglia - perché ancora oggi si basa principalmente su analisi visiva di ulivi troppo spesso asintomatici e blindato con procedure inattaccabili, per tutelare sia gli agenti dell’Arif che i laboratori di analisi. Monitoraggi e campionamen-

ti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione”. “Va recuperato il ritardo della Regione Puglia sul protocollo per regolamentare la pratica degli innesti per salvare gli ulivi monumentali. L’innesto può rappresentare una speranza per il mondo produttivo olivicolooleario, ma soprattutto può rappresentare la speranza della tutela paesaggistica della Piana degli Ulivi Secolari e del Salento, attraverso un protocollo tecnico di utilizzo, in modo da avere riferimenti chiari”, conclude il rappresentante Coldiretti.

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groalimentare

AGROPIRATI IN AZIONE ANCHE SUL WEB

TRUFFE ON LINE: DA OLIO A BURRATA ANDRIA A LIMONI DEL GARGANO

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’Italian sounding vola anche sul web con gli ‘agropirati’ che sfruttano il valore incalcolabile del brand ‘made in Italy’ e dei prodotti tutelati da marchi comunitari per vendere finti olio extravergine pugliese, lenticchia di Altamura, burrata di Andria e Limone Femminello del Gargano, intercettati e bloccati dall’Ispettorato centrale della tutela e qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari. E’ la denuncia di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Rapporto 2018 dell’ICQRF del MIPAAFT. Con i prodotti che sfruttano l’italian sounding, un business che fattura nel

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mondo oltre 100 miliardi di euro, occorre difendere anche sul web un patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell’agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di ‘tipo italiano’ su tre. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale: “agropirateria”. Il fenomeno criminale si sviluppa attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dub-

bia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio. Molto ‘evocative’ del vero made in Puglia le etichette irregolari stanate e bloccate dall’ICQRF, come l’olio extravergine di oliva BIO Puglia Terre di Bari, i Lomoni del Gargano biologici citrus lemon sicilia o la burrata di Andria in bicchiere. Lo scenario ‘evolutivo’ delle agromafie è drammaticamente dilagante. Vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle

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segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti, ora anche sul web, che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto. Il falso Made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti, come dimostrato dall’attività investigativa di NAS, ICQRF, Carabinieri Forestali etc. Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consuma-

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tori, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Formaggi, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”, prodotti ven-

duti in Italia e all’estero magari come ‘made in Italy’. L’attività di contrasto degli organismi di controllo è una necessità vitale per combattere la concorrenza sleale del falso made in Italy agroalimentare che sfrutta illecitamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Un obiettivo – secondo Coldiretti – sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia.

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groalimentare

Ai Comuni di Gioia del Colle, Rutigliano, Sammichele di Bari e Toritto

Abbandono selvaggio dei rifiuti sulle strade provinciali: venti fototrappole per contrastarlo di Rino PAVONE

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l sindaco metropolitano, Antonio Decaro, alla presenza del comandante della Polizia metropolitana, Maria Centrone, ha consegnato ai sindaci dei Comuni di Gioia del Colle, Rutigliano, Sammichele di Bari e Toritto venti fototrappole che serviranno alla lotta all’abbandono selvaggio dei rifiuti. La Città Metropolitana di Bari ha promosso un Protocollo d’intesa con i Comuni del territorio finalizzato a fornire loro, in comodato d’uso gratuito, fototrappole da utilizzare per la lotta al degrado derivante dalle discariche a cielo aperto. Dall’inizio dell’anno sono state già consegnate cinquanta apparecchiature ai Comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Altamura, Bitritto, Gravina in Puglia, Locorotondo, Mola di Bari, Molfetta, Polignano a Mare, Triggiano e Turi, oltre alle venti consegnate negli N° 14 - 1 agosto 2019

ultimi giorni. I dispositivi, ad alta tecnologia che si attivano con i sensori del movimento e sono predisposte per la ripresa notturna, sono stati acquistati dalla Città metropolitana di Bari e saranno gestiti in autonomia dai Comuni e dalle Polizie locali che hanno aderito al Protocollo d’Intesa. Negli ultimi quattro mesi, grazie all’installazione di 15 fototrappole sulle strade provinciali e in siti degradati, la Polizia metropolitana ha elevato 37 verbali amministrativi per i quali ha applicato il primo comma dell’art. 255 del Testo unico Ambientale, che dispone una sanzione amministrativa pecuniaria da € 300 a € 3.000 per chi viola il divieto di abbandono, ed ha avviato 3 procedimenti penali per i casi in cui i rifiuti abbandonati sono stati prodotti da imprese poiché, in questa ipotesi, l’illecito diventa

penale. Nell’ambito di uno di questi procedimenti penali la ditta sanzionata, proveniente da un Comune metropolitano, ha provveduto a ripristinare l’area della strada provinciale Sammichele-Turi dalla montagna di pneumatici abbandonati; in un altro caso la Procura di Bari ha disposto il sequestro di una betoniera, utilizzata per scaricare in una piazzola residui di un carico di materiale trasportato. Inoltre, per il contenzioso derivante dagli illeciti amministrativi elevati sinora di competenza della Città metropolitana di Bari, l’Ente ha ricevuto, sempre nei primi mesi dell’anno, altri 142 verbali di cui 50 elevati dalle Polizie Locali di Bari, Gioia del Colle, Acquaviva delle Fonti, Altamura, Noicattaro, Mola di Bari, Bitonto e Modugno, grazie proprio alle telecamere installate.

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gricoltura

LAVORO: DA SARTORIA AGRICOLA A SIDECAR MELON

GIOVANI IDEE GENIALI 2019

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a chi ha inventato la ‘sartoria agricola’ con cui cucire su misura l’olio extravergine d’oliva e il cibo pret-a-gorumet per tutti i palati, a chi vende l’anguria con un sidecar accessoriato con un mini frigo, dall’inventore del primo olio extravergine spalmabile come il burro, utilizzando la cera d’api, a chi confeziona il fishburger a miglio0 con elevata shelf life e ready to cook. Sono 6 i geni contadini, vincitori dell’Oscar Green Puglia, scelti dopo una lunga selezione territoriale tra quasi 100 aspiranti finalisti e presentati da Coldiretti Puglia a Bari, alla presenza della leader nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati. Tra le innovazioni c’è l’olio extravergine di oliva ‘tagliato su misura’ da Francesca Dellorusso, che con la sua sartoria agricola accontenta ristoratori italiani e d’oltreoceano a seconda delle scelte culinarie di chef stellati. Dalla disperazione alla speranza, con Giovanna Malcarne di Gagliano del

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Capo (Lecce) che, per trovare una alternativa alla devastazione causata dalla Xyella in Salento ha inventato l’olio extravergine, reso spalmabile grazie all’aggiunta di cera d’api, un prodotto innovativo e unico al mondo, di cui si aspetta solo il via libera dell’UE per la commercializzazione. Da Gioia del Colle (Bari) il giovane Bartolomeo D’Aprile ha riadattato un sidecar, un mezzo d’epoca in chiave street food, attrezzato con un minifrigo per ‘portare in giro’ fette di anguria in simpatiche confezioni monodose, in bella mostra anche all’Aeroporto di Bari con il suo Smile WaterMelon. C’è chi trasmette l’amore per gli animali con l’onoterapia, come Annalisa Forte di Laterza (Taranto) che aiuta i bambini e le persone con disagio psichico e motorio attraverso gli asini, utilizzando il latte di asina anche per l’agricosmesi e per gli agrigelati che fanno bene al palato e alla salute. Da Manfredonia Ezio Greco ha testato gli antiossidanti naturali provenienti

dai vegetali per il primo fishburger a miglio0 con elevata shelf life e readyto-cook. A Laterza Carlo Minimmi produce fiori e foglie eduli e microgreen, i ‘vegetali del futuro’ in quanto ricchissimi di proprietà benefiche, originali nell’aspetto e rivoluzionari nel gusto. I V I N C I TO R I D I O S CA R G R E E N P U G L I A 2019 Categoria SOSTENIBILITÀ G i ova n n a M e l ca r n e c l a s s e 2 0 0 0 A z i e n d a a g r i co l a M e l ca r n e L’olio extravergine di oliva spalmabile come il burro è nuovo e innovativo, sia per la composizione che per il procedimento di produzione, nonché per la natura stessa del prodotto. Si tratta di un condimento da tavola quasi interamente a base di olio evo e spalmabile a temperatura ambiente, la cui consistenza e aspetto ricordano quelle del miele cristallizzato o del

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ghi indiano. L’innovazione consiste nell’utilizzo della cera d’api, che dona consistenza, senza che sia aggiunto alcun grasso, burro di caco, olio di palma, grassi idrogenati. Categoria CAMPAGNA AMICA Francesca Dellorusso classe 1981 – Azienda agricola Francesca Dellorusso Punto di forza dell’ azienda Donna Francesca è la capacità di ‘cucire’ su misura per tutti i palati l’olio extravergine di oliva “pret-a-gourmet”, attraverso la sartoria agricola. La missione è “affascinare” il palato dei consumatori italiani e d’oltre oceano: sapori semplici, genuinità dei prodotti, abbinamenti poliedrici, packaging accattivante, comunicazione multilingue, social language. Categoria CREATIVITÀ Bartolomeo D’Aprile classe 1990 – Azienda agricola Bartolomeo D’Aprile Un mezzo d’epoca in chiave street food. Fin qui nulla di nuovo. Simbolo degli anni ‘60, la moto sidecar, nel nuovo millennio diventa street fruit. Ecco l’idea! Un vecchio sidecar il cui posto di fianco è riservato alle fette di anguria fresche. Il sorriso è semplice, inter-

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nazionale, contagioso e da oggi anche GOLOSO! Una fetta di anguria rallegra le giornate d’estate. Una fetta di anguria fresca e gustosa è un sorriso che cambia la giornata! Segui il sidecar e gusta il tuo SMILE Watermelon! Categoria IMPRESA 4.TERRA Carlo Mininni classe 1980 Ortogourmet. La nostra azienda è specializzata nella produzione e distribuzione di microgreen, fiori e foglie eduli, considerati ormai da moltissimi i ‘vegetali del futuro’ in quanto ricchissimi di proprietà benefiche, originali nell’aspetto e rivoluzionari nel gusto. Coltiviamo contemporaneamente sino a 50 varietà di piante differenti, attraverso le più avanzate tecniche di coltivazione orticola, curando ogni passaggio nei metodi di produzione. Categoria NOI PER IL SOCIALE Annalisa Forte classe 1981 Azienda agricola Lamacarvotta Nella valle degli asini c’è la masseria nello splendido scenario della murgia laertina, tra il Parco dell’Alta Murgia e il Parco delle Gravine a metà strada tra Gioia del Colle e Matera. è un’azienda specializzata nell’allevamento degli

asini, animali dall’indole docile, compagni ideali per escursioni e passeggiate dedicate ai più piccoli. Il percorso con gli asini, lungo i sentieri dell’azienda, ha una forte valenza didattica, ed è, allo stesso tempo, un’esperienza emozionante di onoterapia. Dal latte d’asina agricosmesi e gelati superlativi. Categoria FARE RETE Ezio Grieco classe 1975 – Minaba Farm Appassionato da sempre di pesce e proteine nobile, sceglie un percorso in discontinuità rispetto alla tradizione di famiglia. Ha realizzato l’unico impianto in Italia di acquacultura multitrofica, con una filiera integrata, dove il mangime a km0 è autoprodotto e la trasformazione nei preparati di pesce e realizzato dalla stessa azienda. Al fine di produrre nuovi trasformati di pesce con elevata shelf life è stato necessario sviluppare tecnologie di processo all’avanguardia del gusto e della sicurezza alimentare. Sono stati messi in atto una serie di accorgimenti tecnologici volti ad arricchire le formulazioni con antiossidanti naturali provenienti da vegetali. Il risultato finale è il burger di pesce, un alimento ready-to-cook ovvero già pronto per essere cucinato.

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groalimentare

Le avverse condizioni meteo hanno provocato il crollo della produzione nazionale

MIELE: PRONTE LE RISORSE PER FRONTEGGIARE LA CRISI DEL COMPARTO

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li sbalzi termici e gli eventi climatici avversi di questa prima metà del 2019 hanno colpito drammaticamente il comparto apistico. A causa della pioggia e del vento, infatti, le api non sono state in grado di “bottinare”, ovvero di succhiare dai fiori il nettare da portare all’alveare. I fiori bagnati dalle frequenti piogge hanno scaricato il nettare, innescando una situazione critica all’interno dell’alveare. Il poco miele prodotto, le api lo utilizzano per sopravvivere mentre gli apicoltori sono ricorsi all’alimentazione artificiale con sciroppo di acqua e zucchero, una soluzione estrema a cui si giunge solitamente nel periodo autunnale. Secondo i dati Ismea, si registra una contrazione del 41% nella produzione di miele italiano di acacia e agrumi con perdite stimate attorno ai 55 milioni di euro. “Con 55.877 apicoltori, un numero di alveari vicino al milione e mezzo, la produzione di circa 40 varietà di mieli diversi, l’apicoltura costituisce un importante settore del comparto agricolo nazionale con un buon livello di capacità produttiva oltre all’importante funzione impollinatrice che le api svolgono – ha dichiarato in Commissione

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Agricoltura il sottosegretario Alessandra Pesce (M5S) – Occorre agire per ottimizzare l’intervento pubblico integrando le diverse azioni: dalla ricerca al sostegno di allevatori e produzioni, dai controlli alla comunicazione ai consumatori. Vi sono congrue risorse finanziarie su cui poter contare e l’impegno è di utilizzarle in maniera integrata e complementare affinché abbiano ricadute e impatti positivi su tutto il settore”. In applicazione della normativa comunitaria, sono stati infatti attivati programmi pluriennali che beneficiano di un cofinanziamento Italia-Ue pari a circa 6 milioni di euro l’anno. Nella nuova PAC, il settore apistico poi è l’unico che raddoppia le proprie risorse a sostegno della qualità e del rafforzamento della produzione. Tra le misure finanziabili vi sono anche quelle relative all’assistenza tecnica agli apicoltori e alla lotta contro gli aggressori e alle malattie dell’alveare (gestite all’89% a livello regionale per meglio adattarsi alle diverse realtà territoriali), oltre ad azioni a carattere nazionale, quali la ricerca, il miglioramento della qualità dei prodotti, attività di formazione e divulgazione. Per

quanto concerne, invece, il rischio di una invasione di miele “straniero” i dati delle importazioni risultano alquanto “preoccupanti”, con un aumento del 18% nel 2018 pari a 27.800 tonnellate. A far concorrenza al miele made in Italy, ad oggi, non c’è solo la Cina con 2.500 tn ma anche i Paesi dell’Est Europa come l’Ungheria con oltre 11.300 tn, a basso costo e con standard qualitativi differenti. I controlli per evitare condotte fraudolente hanno visto l’Icqrf eseguire 500 analisi su circa 400 campioni, di cui il 9,6% è risultato irregolare: dall’etichettatura irregolare per l’impiego di locuzioni ingannevoli od omissioni di indicazioni obbligatorie al mancato adempimento degli obblighi di tracciabilità sino all’indebito uso commerciale di una denominazione protetta e all’illecito utilizzo di zuccheri estranei alla produzione di miele. “Assicuro che, a tutela del settore che ha un valore stimato in più di 2 miliardi di euro e dei consumatori – ha concluso la sottosegretaria Pesce (M5S) – il Ministero delle Politiche Agricole intende garantire un sempre maggiore livello di attenzione anche rispetto ai mieli di importazione”.

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L’ edizione 2019

Summer Fancy Food Show, 9 tendenze da non perdere di Rino PAVONE Il Summer Fancy Food Show di Specialty Food, edizione 2019, ha acceso i riflettori su di una nuova serie di novità nel mondo del Food & Beverage. L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 2.500 espositori: il luogo ideale per vedere e gustare il futuro del cibo.

Secondo Symrise, questi sono i 9 nuovi trend in arrivo dall’altra sponda dell’Atlantico: • Dieta salutista • Collagene • Alimenti per allergici • Snack funzionali • Gelato Speziato • Bevande all’aceto di sidro di mele • Superfood: arriva la ninfea •Tonici trendy & Mix fuori dal comune • Noce di cocco per tutte le stagioni •

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evande e cibi salutistici continuano a guidare l’innovazione, con un’enfasi particolare sui vari tipi di dieta e sugli alimenti dedicati a chi è affetto da allergie e intolleranze. Dai gelati keto-friendly ai cibi vegani senza allergeni, tutti i tipi di dieta sono stati ben rappresentati al Summer Fancy Food Show. In questo ambito, gli alimenti funzionali si confermano come i più adattabili all’ampio spettro di richieste orientate alla salute: dai bocconcini serviti come ‘snack condensati’ ricchi di proteine ai superfood destinati ai ‘guerrieri dell’allenamento’, fino agli snack pensati per un consumo ‘in movimento’. Il collagene è ormai l’additivo proteico di punta in tutte le categorie di bevande, così come in mol-

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te opzioni dolci e salate. Gli snack a base di semi di ninfea (un superfood) vengono invece proposti come un valido sostituto dei popcorn. La noce di cocco continua a trovare la sua strada per il Summer Fancy Food Show, e quest’anno è stata proposta come base principale per prodotti alimentari e bevande. Molti gli esempi presenti in fiera, a partire dalla barretta Keto di Dang Food, in varie aromatizzazioni tra cui Lemon Matcha, o la Savory Coconut Chutney di The Chaat Company. Per placare la sete dei visitatori, al Summer Fancy Food Show era disponibile anche una grande abbondanza di bevande – tonici e mix – a base di aceto di sidro di mele. Tanti anche i mix per cocktail, destinati ad una vasta gamma di consumatori nelle va-

rianti con o senza alcol. Molte delle bevande proposte dagli espositori erano caratterizzate da un basso contenuto calorico. Tra l’opzione healthy e la classica bibita gassata zuccherata, la prima è risultata ancora una volta vincente. Navy Hill ha presentato ad esempio una linea di tonici insaporiti con sostanze vegetali e naturali, tra cui il ginepro: un’ottima base per un gin & tonic, ma anche come semplice bevanda dissetante. Quanto al regno del gusto, le cose si sono fatte piccanti grazie al gelato. I produttori hanno infatti introdotto l’uso di spezie – tra cui zenzero, zafferano e cardamomo – con prodotti come il Kulfi Pistachio Cardamom di Adirondack Creamery, il Saffron Honey Lemon di Art Cream e il Ginger Root di Malai.

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gricoltura

Leoci: “Guardiamo avanti: un protocollo ora c’è, va migliorato”

Xylella fastidiosa: per i vivaisti in area delimitata ancora troppi vincoli di Paola DILEO

Con la Determinazione n.76 dell’8 luglio 2019 del Dirigente Osservatorio Fitosanitario, molto attesa dai vivaisti per la produzione e la commercializzazione all’ingrosso di piante specificate in area delimitata a xylella fastidiosa, di fatto non si alleggerisce il carico burocratico e degli oneri, come era nelle intenzioni. Gli operatori del settore lamentano obblighi eccessivi a cominciare dal numero “esagerato” di analisi.

Al portavoce del Coordinamento Vivaisti Puglia, Paolo Leoci, chiediamo:

è

così? Questa determina continua ad ostacolare la produzione vivaistica?

Ho incontrato il direttore Faraglia del Servizio Fitosanitario Nazionale del MIPAFT il 23 ottobre del 2018, dopodiché siamo intervenuti grazie all’On. L’Abbate, in Commissione Agricoltura per emendare il Decreto Emergenze Centinaio ed arrivare alla conversione con la Legge 44 del maggio u.s. , da cui dopo mesi di lavoro su tutti i livelli, alziamo la seconda colonna portante per la sopravvivenza del vivaismo nella zona delimitata a xylella in Puglia, la prima è stata la determina n. 31 del marzo u.s. , con le procedure per il riconoscimento dei siti indenni in deroga, che hanno già permesso a quattro vivai in Provincia di Bari e a due in Provincia di Brindisi, di continuare a produrre piante specificate. Adesso abbiamo il protocollo per produrre le specificate in zona delimitata e venderle in zona infetta, quindi di poter superare quei vincoli che

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avevano condannato molte aziende vivaistiche alla chiusura. Quindi le intenzioni non erano solo di tipo burocratico ma totali per la produzione vivaistica e la tracciabilità, di molte piante orticole, frutticole ed ornamentali. Anche i raccolti ed i trasformati, ad es. del pomodoro, del broccolo, con la sospensione del passaporto ai vivai, non erano più tracciabili nella filiera di commercializzazione e tanti prodotti tipici erano a rischio di eradicazione. Perché la bozza di provvedimento è stata stravolta nei contenuti? Non dovrei essere io il destinatario della domanda, comunque suppongo che la bozza è bozza e riportava già grossi refusi non supportati dalla suddetta legge. Sicuramente la Regione ha mancato nella partecipazione preventiva alla determina, di illustrare il provvedimento definitivo prima di approvarlo; ad ogni modo il Coordinamento Vivaisti Pugliesi, ha già chiesto e ottenuto un incon-

tro con il direttore Dipartimento Agricoltura Prof. G. Nardone, ed ha chiesto di rivedere alcune situazioni che potrebbero rivelarsi di difficile attuazione pratica, ad esempio il campionamento ed analisi di alcune specie, visti i parametri ISPM 31 e la firma della dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per l’acquirente. In concreto la produzione e movimentazione in area delimitata di piante specificate, è possibile? A quali condizioni? Le strutture del vivaio devono essere adeguate alle normative vigenti per poter chiedere l’autorizzazione; devono far fare campionamenti ed analisi preventive da laboratori accreditati ed apporre un cartellino con i riferimenti ai certificati di analisi su ogni lotto di commercializzazione prima di vendere la pedana, carrello, cassetta, plateau, singola pianta etc. , oltre alla dichiarazione dell’acquirente con cui s’impegna a non spostare le piante www.foglie.tv


fuori dalla zona infetta e di contenimento, escluso in cuscinetto. Quali le reazioni degli operatori del settore? Abbiamo fatto l’assemblea del Coordinamento, subito dopo la determina, anzitutto per illustrare il protocollo. Ora il problema più grosso è nella carenza di personale agli uffici dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale, al fine di consentire gli adeguamenti alle norme. Poi per il mercato hobbistico e le rivendite, sarà impegnativo gestire i cartellini fitosanitari e l’atto di notorietà, in quanto spesso il lotto di vendita potrebbe essere anche la singola pianta. Confidate in una modifica in tempi brevi?

Diciamo che ci prefissiamo degli obiettivi e cerchiamo di raggiungerli guardando solo avanti, altrimenti vista la complessità del

quadro normativo e l’inefficienza del sistema per le ragioni sopra espresse, motivi per gettare la spugna ne avremmo a bizzeffe.

Presentate le proposte alla Città Metropolitana di Bari

Il Comune di Sammichele di Bari promuove un tavolo tecnico-politico su xylella

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In vista di modifiche (previste in autunno) alla Decisione di Esecuzione (UE) 789 del 2015, relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione in Unione della xylella fastidiosa, il Comune di Sammichele di Bari si è reso promotore di un tavolo tecnico-politico che ha coinvolto parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e il Coordinamento dei Vivaisti Pugliesi. Iniziativa confluita in un documento di proposte integrative alla normativa di contrasto della fitopatia, presentato lo scorso 22 luglio a Bari, presso la sede della Città Metropolitana. “Uno strumento concreto per arrestare l’avanzamento della xylella in Puglia” ha commentato a caldo Paolo Leoci, portavoce del Coordinamento Vivaisti Pugliesi, che ha aggiunto ” ed ha messo in crisi il comparto vivaistico pugliese, in tutti i settori produttivi, orticolo, frutticolo ed ornamentale, culminato con la sospensione dal 2013 il patogeno ha devastato 80.000 ettari di territorio olivetato monumentale e non, ha provocato la chiusura di oltre 400 frantoi nel Salento del passaporto nel N° 14 - 1 agosto 2019

di Paola DILEO

maggio 2018”. Un contributo dalla base ai tavoli decisionali per le modifiche alla D.E. UE 789 del 2015 “Proposte a tutela dell’ambiente, del paesaggio e della produttività – ha rimarcato Leoci nel lamentare i timori di attuare i protocolli per l’emergenza da malattie da quarantena -. Oggi assistiamo, per i ritardi e le paure, ad un paesaggio spettrale, oliveti disseccati in fiamme, a cui seguiranno coltivazioni intensive di ogni tipo, che non potranno essere di certo ecosostenibili come l’olivicoltura monumentale”. Tra le proposte avanzate, azioni di tutela del mandorlo, del ciliegio, dell’apicoltura e di altri fruttiferi. “Quanto ai vivai- continua Leoci - è necessario eliminare il requisito della zona larga dei 100 m priva di piante infette, al fine di tutelare l’economia e

gli investimenti delle imprese vivaistiche, considerando inoltre, che le serre sono dotate di strutture anti-insetto, vettori del batterio. Poi occorre levare dall’elenco delle piante specificate, specie e ordini per le quali a seguito di accertamenti scientifici di laboratorio, è stata dimostrata la non sensibilità alla xylella pugliese. Così da svincolare tante piante vocate ai nostri territori. Per i vivai nelle zone delimitate, deve essere concessa la possibilità di movimentare le piante in produzione, previo campionamento ed analisi molecolare come da protocollo ISPM 31; devono essere inoltre, stanziate somme adeguate a compensare la mancata vendita di piante specificate e ospiti, già in coltivazione prima della delimitazione dell’area a xylella”.

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Consorzio tutela vini dop Brindisi e Squinzano su recenti vicende giudiziarie

Chiarezza per non compromettere l’immagine della parte sana del sistema produttivo

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I Consorzio per la tutela dei vini DOP BRINDISI e DOP SQUINZANO, in attesa di conoscere l’evoluzione della vicenda giudiziaria che coinvolge alcune cantine del Salento per produzioni di vini adulterati, e pur nel rispetto del principio della presunzione di innocenza dei coinvolti, esprime la propria preoccupazione per i danni che si possono arrecare alla credibilità del settore vitivinicolo del territorio e ai suoi vitigni di negroamaro e di primitivo. La recente inchiesta su vino adulterato e venduto come biologico, igt Salento, Doc BRINDISI, Doc Squinzano, Doc Salice, Doc Manduria, rischia di compromettere l’immagine, la qualità, l’affidabilità di un

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sistema produttivo e commerciale vitivinicolo sano ed in espansione. In questi anni, grazie al lavoro e all’impegno dei tanti viticoltori della provincia di Brindisi, di Lecce e di Taranto, agli investimenti realizzati, alla lungimiranza di aziende e cantine, si sono affermati sul mercato nazionale e internazionale vini di grande pregio e di qualità. I vigneti e i vini del Salento sono diventati elementi importanti di identità territoriale, paesaggistica e stanno determinando una crescente attrattività turistica. Tutto questo non può essere messo in discussione da pratiche e comportamenti illegali e non può pregiudicare la genuinità, la qualità di un prodotto frutto di un lavoro

consapevole e condiviso. La vicenda giudiziaria di questi giorni, qualora confermasse gli atti di accusa, sarebbe un altro colpo alla crisi dell’agricoltura pugliese, colpita dalla xilella in un altro suo settore importante, come quello olivicolo. La vitivinicoltura salentina, grazie agli sforzi e alle fatiche di donne e uomini e agli investimenti realizzati in nuovi impianti e in nuove pratiche agricole, ha raggiunto un alto livello di specializzazione e saprà reagire, anche con opportune forme legali, a tutela del lavoro e delle produzioni contro qualsiasi tentativo di mettere in discussione l’onesta’ degli operatori e la qualità

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e l’affidabilità dei prodotti. Le scelte e il lavoro di imprenditori agricoli grandi e piccoli, di migliaia di persone che hanno rischiato e lavorato rimanendo attaccati alla viticoltura e alla campagna, non potranno e non saranno messi in discussione da questa vicenda giudiziaria. E aldilà dei suoi esiti spetta, però, a tutti combattere qualsiasi tentativo di utilizzare in maniera non naturale le uve e il vino del territorio così come è necessario, per la loro tutela e valorizzazione, eliminare dal settore ogni possibile distorsione come quella determinatasi nel mercato dello sfuso e che nell’ultimo anno ha visto una riduzione drastica del prezzo. Va rispettata la natura e nella manipolazione dei prodotti della terra bisogna agire sempre più con senso della misura e del limite. I consorzi di tutela sono chiamati a svolgere un ruolo sempre più incisivo di tutela, con il coinvolgimento di quanti impegnati nella filiera vitivinicola, a difesa del settore , delle buone pratiche territoriali

di coltivazione, della qualificata e onesta professionalità enologica e dei consumatori. Alla necessaria tutela, valorizzazione e promozione dei vini, da sviluppare assieme agli enti pubblici, bisogna aggiungere e rafforzare una maggiore funzione di controllo per rispettare e far rispettare quanto

già previsto dalla disciplina nazionale, comunitaria e internazionale in materia di prodotti a denominazione protetta. Il recente riconoscimento da parte del ministero della “erga omnes” per il consorzio della Dop BRINDISI costituisce un altro passo in avanti per rafforzare ed organizzare le funzioni di controllo in un necessario quadro di collaborazione con gli enti e gli organismi preposti. È questa una delle condizioni per evitare che si possano realizzare distorsioni e pratiche non rispettose delle discipline e delle procedure che regolano il settore vitivinicolo. Il consorzio per la tutela dei vini dop Brindisi e dop Squinzano si rivolgerà agli altri consorzi di tutela per definire un programma di iniziative comuni e che, coinvolgendo i livelli istituzionali territoriali e regionali, contribuiscano a dare corrette informazioni, a definire eventuali nuove regole e discipline e a sostenere campagne di promozione per la conoscenza e la valorizzazione dei vini dei nostri territori.

CONSORZIO PER LA TUTELA DEI VINI DOP “BRINDISI” e DOP “SQUINZANO” Via Bastioni Carlo V, 4 – c/o C.C.I.A.A. 72100 BRINDISI

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Membro della commissione budget dell’Assemblea

Ue: De Castro negozierà il bilancio 2020

oppio impegno per Paolo De Castro, coordinatore S&D per la Commissione agricoltura del Parlamento europeo: negozierà il bilancio 2020, e sarà anche membro della Commissione budget dell’Assemblea Ue. «Due ruoli che mi permetteranno – afferma in una nota De Castro – di seguire e di incidere direttamente nel dibattito e nelle decisioni sull’utilizzo dei fondi impegnati nell’ultimo anno dell’attuale programmazione finanziaria, e in seguito batterci per il mantenimento dal 2021 al 2027 almeno dell’attuale bilancio per la Pac». «Per il 2020 – spiega De Castro – abbiamo già le idee chiare: diciamo no al taglio degli stanziamenti proposti dalla Commissione Ue per le organizzazioni di produttori nel settore ortofrutticolo (-14,6 milioni di

euro). Deploriamo anche l’assenza di stanziamenti per il settore delle carni di pollame che soffre di distorsioni commerciali sleali

nei confronti dell’Ucraina. Bene invece il sostegno di 50 milioni di euro e di altre misure per il settore della carne bovina».

Lettera a Centinaio sulla riorganizzazione dell’agenzia

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Riforma dell’Agea, le Regioni si dividono

l presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha presieduto a Roma, nella sede della delegazione romana, la Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni. All’ordine del giorno la riforma dell’Agea, un provvedimento che passa attraverso un decreto legislativo piuttosto controverso, per il quale le Regioni non sono tutte d’accordo: “Abbiamo concluso per l’invio di una lettera nella quale verranno condensate tutte le nostre perplessità su questa riorganizzazione”, commenta Emiliano. “L’Agea – spiega – è l’ente pagatore di tutti i fondi europei a tutta l’agricoltura italiana e chiederemo al ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio un incontro per definire queste

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perplessità e verificare l’ipotesi di concedere l’intesa: intesa che è il provvedimento con il quale le Regioni concedono al Governo di poter legiferare in maniera più rapida e conclusiva. Ove manchi l’Intesa, la procedura legislativa non viene impedita, ma diviene molto più complessa”.

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Assieme ad altri eventi di settore

Il vino italiano in Sudamerica con VeronaFiere

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i preannunciano due mesi ad alta intensità per Veronafiere Do Brasil, la società controllata dal gruppo Veronafiere che fa da avamposto nel mercato del Sud America per il settore lapideo, il mondo del vino, la metalmeccanica e l’edilizia. All’indomani dello storico accordo commerciale raggiunto tra Unione Europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), Veronafiere consolida la propria presenza in Brasile con quattro eventi in calendario tra agosto e settembre. Già oggi l’Ue rappresenta il principale partner commerciale del blocco sudamericano: le esportazioni europee verso quest’area hanno raggiunto i 45 miliardi in valore nel 2018, mentre le importazioni hanno toccato quota 42,6 miliardi. E i numeri, proprio in virtù della nuova intesa, sono destinati a crescere. “L’America latina rappresenta un mercato dalle grandi potenzialità, in particolare alla luce del nuovo accordo Ue-Mercosur, raggiunto dopo quasi vent’anni di trattative e non senza polemiche”, spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere. “Tramite le attività della società controllata Veronafiere Do Brasil il nostro gruppo continua a rafforzare la propria presenza in questa regione nell’ottica di una sempre mag-

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giore internazionalizzazione”. Una presenza, come sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, “che si conferma di grande trasversalità, interessando settori molto diversi. La nuova intesa tra Ue e Mercosur, sebbene presenti alcuni profili di criticità in tema di tutela dei nostri prodotti agroalimentari, diventa tuttavia strategica: si stima, infatti, che le imprese europee risparmieranno oltre 4 miliardi di euro all’anno grazie alla rimozione di gran parte dei dazi sulle esportazioni in quest’area, che conta oltre 280 milioni di persone”. A Vitoria, capitale dello Stato di Espìrito Santo, Veronafiere Do Brasil organizzerà dal 6 all’8 agosto le manifestazioni Mec Show – Salone della metalmeccanica, dell’energia e dell’automazione, ed Expo Construções – Fiera delle costruzioni. Mec Show è considerato l’appuntamento più importante per il settore industriale di Espìrito Santo con i suoi 150 espositori nazionali e oltre 13mila visitatori altamente qualificati in arrivo dal Brasile e dagli altri Paesi del Sud America, ma anche da Stati Uniti, Francia e Norvegia. Expo Construções è invece dedicata ai professionisti dell’edilizia, settore in continua crescita in Brasile, e conta un centinaio di aziende espositrici e oltre 5mila visitatori tra impresari

edili, responsabili acquisti, architetti, ingegneri. Non poteva poi mancare il tradizionale appuntamento con Cachoeiro Stone Fair - Fiera internazionale del marmo e del granito, arrivata alla trentesima edizione: ad ospitarla, dal 27 al 30 agosto, sarà la città di Cachoeiro de Itapemirim, riconosciuta come il più importante polo di lavorazione e distribuzione di marmo, granito e pietra naturale dell’America latina. Oltre 200 aziende presenteranno le più recenti novità del settore lapideo a una platea di 16mila visitatori da tutto il Brasile e da altri 18 Paesi. Dal marmo si passa poi al vino e all’enomeccanica con la seconda edizione di Wine South America, in programma dal 25 al 27 settembre a Bento Gonçalves, sempre nello Stato di Espìrito Santo. Un evento che ha l’obiettivo di legare, nel nome del vino, l’America latina con l’Europa: da una parte le esportazioni dei Paesi produttori verso il Mercosur, dall’altra la creazione di joint venture e collaborazioni tra aziende brasiliane e italiane. Il Brasile è infatti il primo importatore di vino tra i Paesi emergenti, per un valore di 325 milioni di euro nel 2017, ma finora la quota italiana, sebbene sia in aumento, è ferma tra il 10 e il 15%: le potenzialità di crescita per le imprese del Belpaese sono quindi altissime. www.foglie.tv


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Pubblicati due bandi per migliorare la rete di accoglienza al turismo rurale

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700 mila euro per la Valle d’Itria

ettecento mila euro la dotazione complessiva (400 mila per l’intervento 1 e 300 mila per l’intervento 2) destinata rispettivamente agli imprenditori agricoli e alle imprese ricettive extraagricole già esistenti nel territorio in cui opera il GAL Valle d’Itria. Obiettivo è migliorare l’accoglienza con interventi finalizzati a rendere le strutture fruibili da soggetti diversamente abili, da famiglie con bambini, da fruitori con animali domestici, da escursionisti in bicicletta, nonché la sostenibilità ambientale e la promozione dei prodotti tipici ed il miglioramento dell’efficienza energetica. A questa dotazione si aggiungono i 300 mila euro messi a bando dal GAL Valle d’Itria nei

mesi scorsi per la realizzazione di Aree di sosta per camper ed agricampeggi che scadrà il prossimo 9 settembre. “Il percorso di crescita auspicato nel Piano di Azione Locale è ormai entrato nel vivo. 1 milione di euro messi a bando ad oggi per aumentare l’attrattività dell’ambiente rurale attraverso il miglioramento qualitativo del sistema ospitale ne sono la prova”- ha dichiarato il Vicepresidente Giannicola D’Amico “I bandi già pubblicati non solo sono in continuità con gli interventi realizzati nella passata programmazione ma sono soprattutto l’espressione di un fabbisogno che è emerso dagli operatori economici del territorio nella fase di consultazione, che oggi trova una risposta concreta”.

Dopo la risoluzione contrattuale del rapporto con il Direttore Tecnico Stea

GAL TAVOLIERE, LACENERE DIRETTORE PER SEI MESI

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l Consiglio di Amministrazione del GAL Tavoliere, riunitosi in data 15/07/2019, ha deliberato all’unanimità la risoluzione del rapporto di lavoro con il dott. Antonio Stea, dallo stesso richiesto con comunicazione inviata a mezzo pec in data 08/07/2019 e giustificata con motivi di salute. Prendendo atto che la problematica evidenziata non impedisce la presenza del dott. Antonio Stea in altre posizioni lavorative dallo stesso ricoperte, il Consiglio di Amministrazione del GAL Tavoliere, dopo i doverosi accertamenti ha deciso di interrompere il rapporto in essere come detto in apertura. Al contempo alla luce della risoluzione del rapporto di prestazione professionale con il già Direttore Tecnico dott. Antonio Stea, il Cda

N° 14 - 1 agosto 2019

del GAL Tavoliere ha deliberato di affidare in via temporanea, per un periodo di 6 mesi circa, l’incarico di Facente Funzioni al dott. Michele Lacenere, già titolare della posizione di “Esperto Monitoraggio della SSLPAL del GAL TAVOLIERE”. L’affidamento in essere trova motivazione nell’assoluta urgenza del completamento

di tutte le procedure utili alla pubblicazione entro la fine del corrente anno dei bandi previsti. A breve, peraltro, saranno poste in essere le attività propedeutiche alla individuazione del nuovo Direttore Tecnico. O nofrio G iuliano Presidente Gal Tavoliere

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Il dolce più amato dagli italiani, come dimostrano le quasi 20mila gelaterie sul territorio

GELATO ARTIGIANALE: COSA CONTROLLARE PER SCEGLIERE IL MIGLIORE

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l gelato è forse il dolce più amato dagli italiani, come dimostrano le quasi 20 mila gelaterie sul territorio. Il problema è imparare a distinguere le vere gelaterie artigianali da quelle che non lo sono perché impiegano prevalentemente preparati e semilavorati industriali. La questione è complicata anche per la mancanza di una regolamentazione sulle caratteristiche del “gelato artigianale”. 1) Il primo segreto per gustare appieno un gelato artigianale è di mangiarlo subito dopo la mantecatura, quando la pasta è ancora morbida. In questa fase la metà della miscela deve ancora ghiacciare e la temperatura oscilla tra -8 /-10°C e si può cogliere un effetto vellutato che però si perde dopo 7-8 ore perché il banco frigorifero con le vaschette segna 6-7 gradi in meno e a queste temperatura la formazione dei piccoli cristalli di ghiaccio si completa. La regola è valida ma non sempre, perché alcuni gusti danno il meglio sotto il profilo aromatico dopo alcune ore o addirittura il giorno dopo, vedi il cioccolato e la frutta secca, cioè dopo una certa maturazione in vaschetta. La regola generale è che il gelato artigianale dovrebbe essere mangiato entro tre giorni. La seconda cosa riguarda gli additivi. Le gelaterie che preparano e dosano all’interno del proprio laboratorio tutti gli ingredienti, compresi

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gli emulsionanti e gli addensanti, come si faceva una volta, sono pochissime. Si tratta di una scelta che richiede una conoscenza approfondita delle materie prime e della tecnica e molto tempo a disposizione, per cui pochi sono in grado di portare avanti questo metodo di lavorazione. Le rare gelaterie che fanno tutto in casa e non aggiungono additivi ottengono un gelato con una struttura debole, da consumare a distanza di poche ore dalla produzione. 2) Il neutro. Gran parte degli artigiani utilizza un preparato chiamato “neutro” (a base di additivi che comprende addensanti naturali come farina di semi di carrube, di guar, di tara e pectine talvolta miscelati a emulsionanti) per dare la giusta struttura al gelato. Il neutro rappresenta una quantità minima (3-5 g per kg) e viene aggiunta agli altri ingredienti durante la preparazione. 3) Gli ingredienti. Gli artigiani migliori si riconoscono non certo per il tipo di “neutro”, ma per la qualità degli ingredienti. C’è chi usa latte fresco di alta qualità e chi preferisce quello a lunga conservazione, chi usa la panna e chi l’olio di palma o di cocco, chi usa la vera vaniglia del Madagascar e chi l’aroma artificiale etil-vanillina. L’elenco degli ingredienti deve essere riportato in un libro a disposizione dei clienti.

4) Gelati alla crema. Molti artigiani impiegano semilavorati industriali, che possono essere anche di ottima qualità, ma hanno il limite di avere un gusto standardizzato. In alcuni casi l’impiego è quasi obbligatorio come nel caso del gelato alla nocciola o al pistacchio preparati non certo partendo dalle nocciole tostate o dai semi di pistacchio appena raccolti, ma da semilavorati a base di pasta di nocciola o di pistacchio. Il problema è che ci sono diversi preparati in commercio e la qualità dipende dal tipo di nocciole e pistacchio e anche il costo cambia tantissimo. Il più caro è quello preparato con vero pistacchio di Bronte. 5) Semilavorati per gelati alla crema. Molte gelaterie, che è difficile classificare come “artigianali”, utilizzano quasi esclusivamente semilavorati in polvere chiamati “basi” per il fiordilatte che contengono proteine, zuccheri, latte, aromi, addensanti ed emulsionanti. Si tratta di una miscela “perfetta” da mettere nel mantecatore insieme ad acqua o latte. A questo punto basta aggiungere altri preparati in pasta o puree di nocciola, cioccolato, pistacchio… per ottenere gli altri gusti alla crema. I semilavorati sono suddivisi in tre categorie: a basso, medio o ad alto dosaggio. Utilizzando i semilavorati a basso e medio dosaggio, l’artigiano può ancora intervenire nella miscela aggiungendo una

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parte di ingredienti come cioccolato, pasta di nocciole o frutta congelata di sua scelta e quindi personalizzare in qualche modo il gelato. Il semilavorato ad alto dosaggio (speedy) è una busta da 1,250 kg da mettere nel mantecatore con una quantità doppia di acqua o latte. Il ricorso a questi semilavorati è una scelta che fa risparmiare molto tempo, perché non si devono selezionare, pesare e preparare gli altri ingredienti, ma il risultato non è certo eccellente. 6) Gelato allo yogurt. Si può fare utilizzando il fiordilatte integrato con un semilavorato all’aroma di yogurt. Meglio è aggiungere al fiordilatte il 15-20% di yogurt vero e una parte di semilavorato di yogurt. Il metodo migliore è però mettere nel mantecatore una miscela composta dall’80% di yogurt fresco insieme a fruttosio, proteine del latte delattosate ed emulsionante. Alla fine il gelato ha lo stesso nome ma i sapori sono molto diversi. In questo caso, se nella lista degli ingredienti e dei gusti in corrispondenza del nome “gelato yogurt” il latte fermentato compare come primo ingrediente, il risultato dovrebbe essere ottimo. 7) Sorbetti, granite e ghiaccioli. Anche per il gelato alla frutta la qualità della materia prima ha una grande importanza. L’artigiano può scegliere soprattutto in estate prodotti di stagione legati al territorio, oppure orientarsi sulla frutta biologica. Il problema è che bisogna prima comprarla e poi sbucciarla e N° 14 - 1 agosto 2019

l’operazione richiede tempo, anche se garantisce un ottimo risultato. L’alternativa è affidarsi ai semilavorati di frutta surgelata o ai vasi di puree industriali che contengono sempre aromi per rinforzare il sapore. Ci sono anche semilavorati surgelati e puree di ottima qualità che però non possono infondere lo stesso sapore della frutta fresca. 8) Il colore è un elemento importante perché le finte gelaterie artigianali sono riconoscibili proprio per il colore molto intenso e le tonalità innaturalmente vivaci del gelato di solito abbinato a un sapore troppo carico per via degli aromi aggiunti. 9) L’igiene è il prerequisito di una qualsiasi gelateria. I camici del personale devono essere di colore chiaro, puliti e abbinati a un copricapo. Ogni vaschetta deve avere

una spatola e non ci devono essere sbavature sui bordi. Il cartello degli ingredienti va posizionato bene in vista. Il termometro all’interno del banco frigorifero deve indicare -14 / -16°C. Quando il personale che prepara il cono maneggia anche denaro dovrebbe usare un fazzolettino di carta per prendere la cialda. Il pavimento e le pareti devono essere pulitissimi ed è gradito un sistema a raggi Uv contro gli insetti. 10) Le differenze tra una vera gelateria artigianale e una che fa ampio utilizzo di semilavorati industriali sono molte, ma non sempre risultano così evidenti. Per il consumatore non è semplice distinguere il vero dal finto artigiano, ad eccezione di qualche elemento che può far suonare un campanello d’allarme come i colori vivaci. Dopo l’esame visivo il test si fa assaggiando il cono.

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Ciò che la rende speciale è la vita condotta dai bovini

Arriva in Italia la costosissima carne giapponese Hida-Wagyu

disponibile anche in Italia la carne di Hida-Wagyu. La carne è descritta come tenerissima, ricca di grassi, ottenuta da bovini selezionati geneticamente e allevati seguendo rigidissime direttive. E’ una delle più costose al mondo, anche 1.000 dollari al kg. Ogni parte di carne è accompagnata da un certificato di autenticità del Ministero dell’agricoltura giapponese e da un attestato del DNA per ogni singolo animale, con tanto di impronta 3D del muso sul certificato. Ciò che la rende così speciale è la vita condotta dai bovini. Fin dai primi mesi di vita, vivono allo stato quasi brado, vengono alimentati con erba, per poi passare al fieno di riso e altri mangimi vegetali e autoctoni. Quest’alimentazione è determinante per far sì che la carne assuma delle qualità non riscontrabili in nessun altro animale.

La percentuale e la distribuzione di grasso interno alle fibre forma una ragnatela, che le conferisce l’aspetto del marmo. Maggiore è la presenza di grasso tra le fibre, più buona e salutare è la carne.

A differenza delle carni degli animali allevati in occidente, il grasso di questi manzi presenta aminoacidi utili e grassi insaturi, che, anziché provocare l’innalzamento del colesterolo, lo riducono!

In Puglia, Marketplace+ è attivo a Bari e Lecce

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DELIVEROO: I NUMERI

arketplace+ compie un anno e si rivela un servizio premiante sia per i ristoranti partner che per i clienti Deliveroo. Grazie a questa nuova formula, l’azienda leader nell’online food delivery ha incluso nel proprio network i ristoranti che dispongono del proprio servizio di consegna interno, potenziando l’offerta con nuove tipologie di strutture e di selezioni gastronomiche e soddisfacendo un numero sempre maggiore di clienti. Con Marketplace+ Deliveroo supporta i piccoli takeaway e le catene locali che hanno quindi l’opportunità di aderire alla piattaforma potenziando il proprio business e aumentando la propria clientela. Hanno scelto di collaborare con Deliveroo importanti brand internazionali e famose catene di ristoranti italiani, che attraverso la piattaforma Deliveroo trovano nuovi clienti e quindi nuovo fatturato. Aderendo al servizio, i ristoranti possono scegliere di avvalersi per le consegne sia dei propri fattorini che della rete di rider

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che collaborano con Deliveroo. Questa doppia opzione – esclusiva Deliveroo permette di gestire più ordini in momenti di elevata richiesta dei clienti e di migliorare i tempi di consegna. Marketplace+ è attivo in tutte le 89 località in cui è presente Deliveroo. In Puglia, lo troviamo a Bari e a Lecce. “Marketplace+ offre ai ristoranti - soprattutto i più piccoli una nuova modalità di adesione a Deliveroo. Questo ci ha consentito di ampliare il nostro mercato e dare ai nostri clienti una

scelta più vasta, mantenendo la qualità del servizio”, ha dichiarato Matteo Sarzana, General Manager Deliveroo Italia. “Ad un anno di distanza dall’introduzione del servizio Marketplace+ sulla nostra piattaforma siamo riusciti ad aggiungere ben 1330 ristoranti alla nostra rete, supportando le piccole strutture. Entro la fine dell’anno contiamo di arrivare a coinvolgere oltre 2000 ristoranti”. Soddisfazione tra le catene locali che hanno scelto di aderire al servizio Marketplace+ di Deliveroo.

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