FOGLIE n. 02/2013

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 2 • 1 Febbraio 2013

AGRICOLTURA PAC: salva integrazione per olio, pomodori e seminativi

POLITICHE AGRICOLE Nomine: Sergio Marini guida la Coldiretti per altri 4 anni

AGROALIMENTARE Vertenza comparto lattiero-caseario: prezzi ai minimi storici

turismo rurale A luglio “Correndo tra i vigneti” ad Adelfia

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Editoriale

I primati della Puglia dell’Agroalimentare

1 febbraio 2013 - n. 2 - Anno 8

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

di Vito Castellaneta

I Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione

Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Giuseppe Rutigliano, Giuseppe Divella, Nicoletta Mirizzi, Gianni Colaianni, Rino Pavone, Maria Fortino, Pubblicità Click On Studio Via Q. Sella, 40 - 70122 - Bari Tel. 080 9755146 www.clickonstudio.it

l 2012 ha significato per la Puglia tanti premi vinti dalle cantine del territorio, riconoscimenti ai giovani imprenditori che portano innovazione in agricoltura, l’approvazione dell’articolo 62 che rivoluziona il sistema dei pagamenti dei prodotti alimentari ed il via libera definitivo alle due leggi regionali sulla zootecnia, atteso dal 1975, e quella di riordino dei Consorzi di Bonifica. Molti i primati produttivi (rispetto ai quantitativi nazionali) che l’agricoltura pugliese si appunta al petto: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14%. Uno sguardo speciale, inoltre, Coldiretti l’ha riservato alla spesa delle famiglie. Una famiglia media pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni mese 419 euro per i consumi alimentari. Il capitolo di spesa più consistente riguarda carne (96 euro), ortaggi e frutta (74 euro), pane e fari-

nacei (66 euro), latte, formaggi e uova (63 euro), oli e grassi (13,7 euro). “L’agricoltura in Puglia è tornata ad esser perno fondamentale del sistema economico – ha commentato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno -; non a caso contribuisce per l’8% al Pil regionale (rispetto ad una media nazionale che supera di poco il 2%), e continua a caratterizzarsi come esperienza di riferimento in termini di crescita di export. Risultati che confermano non solo la bontà delle scelte e della strategia complessiva attuata ma anche dell’ottimo lavoro di squadra fatto intorno ad obiettivi ambiziosi. Dobbiamo continuare a percorrere questa strada, attraverso ulteriori strumenti: uno su tutti il marchio Prodotti di Puglia che ci consentirà di traghettare le nostre produzioni sui mercati con un processo di filiera capace di tracciare la provenienza ma anche di restituire competitività e potere contrattuale ai produttori primari”.

Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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FLINT MAX L’innovazione che mancava in olivicoltura Flint Max è un fungicida ad ampio spettro di azione per il controllo di numerose malattie fungine delle colture frutticole, della vite, delle colture orticole e in modo specifico per la difesa e la protezione dell’olivo. Grazie alla complementarietà dei due principi attivi contenuti (trifloxistrobin e tebuconazolo), Flint Max presenta un controllo ottimale e duraturo delle malattie dell’olivo e in modo specifico dell’occhio di pavone. E’ risaputo come l’occhio di pavone sia la principale avversità crittogamica dell’olivo e come questa sia presente e diffusa in tutti gli areali dove l’olivo è coltivato. Il danno più tipico che insorge a seguito dell’infezione è la prematura filloptosi delle foglie che può compromettere non solo il raccolto dell’anno ma in caso di gravi infestazioni anche la vita stessa della pianta. Occorre dunque affidarsi a soluzioni valide, innovative ed in grado di ottenere il massimo controllo della malattia: Flint Max si impiega alla dose di 250 VANTAGGI Attività sistemica e mesostemica, per una lunga e completa efficacia contro le infezioni di occhio di pavone. Ampio spettro di azione, per un controllo ottimale di tutte le principali malattie delle colture autorizzate e nello specifico dell’olivo Duplice meccanismo di azione, per un’ottima efficacia in tutte le condizioni di impiego e in tutti i programmi di gestione dell’insorgenza di resistenze. Eccellente resistenza al dilavamento, per un’azione persistente anche con condizioni metereologiche avverse e piovose. SCHEDA PRODOTTO Composizione Formulazione Classificazione Campi d’impiego

Trifloxistrobin 25 % e Tebuconazolo 50 % WG – granuli idrosospensibili Xn;N vite, pesco, nettarino, susino, ciliegio, albicocco, melo, pero, olivo, pomodoro, peperone, cetriolo, zucchino, melone, cocomero, zucca

Registrazione Confezione

N. 13689 del 25.11.2011 del Ministero della Salute 500 g

g/ha nel periodo che va da ripresa vegetativa a pre-fioritura e applicato in questa fase ha mostrato un’eccellente efficacia nel controllo di questa malattia. Nel corso del 2012 il prodotto Flint Max ha ricevuto dal Ministero della Salute una estensione temporanea di impiego di 120 giorni per il controllo anche di un’altra gravissima patologia fungina quale la lebbra dell’olivo (Colletotrichumgloesporoides). Anche per il 2013 è attesa dal Ministero della Salute uguale estensione temporanea di impiego. Dotato di attività sistemica e mesostemica Flint Max protegge non solo i tessuti vegetali dove si deposita la soluzione irrorata, ma raggiunge velocemente anche gli organi in crescita attiva. Inoltre grazie all’affinità con le cere Flint Max si fissa rapidamente all’epidermide resistendo al dilavamento. Flint Max ha residui massimi ammessi definiti a livello europeo e può essere impiegato per la protezione di varietà sia da olio che da mensa.


Sommario AGRICOLTURA

24 frutti dimenticati:

6 siccità 2012:

Il vademecum

9 dichiarazioni imu:

Agevolazioni carburante agricolo Riduzione del 10% su assegnazioni

10 pac, salva l’integrazione:

AGROALIMENTARE Incontri, assaggi e degustazioni

Degustazione di vini di Emidio Pepe

Approvato l’emendamento Silvestris pac: il parlamento europeo Premia la rendita e non il lavoro

“L’Italia che vogliamo” Elezioni 2013

15 esempi virtuosi:

L’agricoltura in giro per l’Italia

18 intervista a dario stefàno

Assessore alle Politiche Agricole

21 marini riconfermato

Gli effetti per le imprese

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Misura investimenti

39 ca po ralato, o ra è r eato

26 onav puglia:

38 ocm vino campagna 2012/2013:

12 elezioni: da coldiret ti

25 pomodoro da industria: 14 l’agricoltura nei programmi Un distretto per il prodotto del sud?

11 la pac slitta di un anno

politiche agricole

A Lecce il primo processo

Alla guida di Coldiretti

40 cia puglia:

Sei punti per il prossimo governo

ambiente

31 mare d’inverno

A tutela dell’ambiente

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mondo g.a.l.

34 GAL SEB:

FORMAZIONE

23 gelati bio e gluten free

Corsi al via nel Lazio

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La patente non basta più

TURISMO RURALE Sport e territorio

36 le coste pugliesi

Tra prospettive e tutela

37 costa pugliese

Dati geomorfologici

GAL terre di murgia:

Energie rinnovabili e agricoltura

L’unione “fa” la terra

zootecnia

32 correndo tra i vigneti

Misura 323 per il patrimonio rurale

35 quattro gal a berlino:

43 corsi per trattoristi

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28 vertenza lattiero-caseario

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Dossier alla giunta Vendola

29 vertenza latte a taranto

Prezzi ai minimi storici

rubrica

44 le ricette del grano

37 N°2 - 1 febbraio 2013

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A cura dell’Ass. Portanuova

elezioni 2013

46 delibera n° 666/12/cons.

Disposizioni generali

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gricoltura

Siccità 2012: il vademecum

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ulla Gazzetta Ufficiale N. 10 del 12 gennaio 2013, è stato pubblicato il Decreto del Mi.P.A.A.F. (D.M. 04/01/2013 n. 168) sulle provvidenze a favore della aziende agricole colpite dalla siccità 1/3 – 31/8 2012. In particolare al’art. 1 del D.M. stabilisce che è stata concessa una deroga al piano assicurativo agricolo 2012, al fine di concede interventi compensativi nei territori di tutte le province pugliesi per la siccità dal 1° marzo 2012 al 31 agosto 2012. In particolare con Delibera della Giunta Regionale n. 2276 del 13/11/2012, è stato stabilito che, sulla scorta delle verifiche effettuate dagli Uffici provinciali dell’Agricoltura, per le colture cerealicole, leguminose, pomodoro da industria, ortive in pieno campo, oliveto, vigneto di uva da vino, uva da tavola, mandorlo, agrumi, fruttiferi, ciliegio, attività zootecniche, la produzione lorda vendibile è risultata avere un danno superiore al 30% . Dunque è importante precisare che può sottoscrivere la domanda chi è in grado di affermare (dimostrare) di aver subito un danno alla PLV superiore al 30%. Gli interventi compensativi concessi sono quelli previsti dall’art. 5, comma 2, lettere c) e d) del D. Lgsl. vo 102/2004, ovvero: lettera c) proroga delle operazioni di credito agrario; lettera d) agevolazioni previdenziali. PROROGA OPERAZIONI DI CREDITO AGRARIO (art. 7 del D. Lgsl.vo 102/2004) E’ possibile chiedere la proroga di 12 mesi per eventuali rate in scadenza

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nel 2012 per credito agrario di esercizio , di miglioramento e di credito ordinario (conduzione, prestiti, acquisto macchine e bestiame, miglioramenti…). • Per un danno alla PLV inferiore ai 4.131,65 €, va inoltrata una domanda, come da fac-simile allegato da Coldiretti Puglia elaborato (salvo eventuale altra modulistica messa in rete da Comuni e/o Province) al Comune dove è ubicata l’azienda agricola. Per aziende ubicate in più agri comunali, la domanda va indirizzata al Comune dove è presente la maggiore estensione (che provvederà l’inoltro alla Provincia). • Per un danno superiore ai 4.131,65€ la domanda va inoltrata alla Provincia di competenza. La domanda, in forma autocertificativa, prevede che l’azienda agricola dichiari, tra l’altro, il danno reale subito dalla P.L.V. aziendale a causa dell’evento siccitoso. Si evidenzia che tali domande ed autodichiarazioni subiranno controlli a campione, da parte degli Uffici Agricoltura delle Province, sia ex-ante che ex-post. Dichiarazioni false e mendaci saranno perseguite ai sensi di Legge. E’ quindi importante verificare con esattezza la validità dei dati posti nella domanda, ovvero della effettiva diminuzione della P.L.V. nel 2012 (e quindi dei quantitativi prodotti e venduti nel 2012, in confronto ad esempio a quelli della campagna precedente), anche attraverso una verifica dei documenti fiscali (fatture, dichiarazioni IVA-IRAP, ec…), in modo da evitare di emettere false dichiarazioni.

AGEVOLAZIONI PREVIDENZIALI (art. 8 del D.Lgsl.vo 102/2004) E’ possibile chiedere all’INPS l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento siccitoso (1° marzo 2012 al 31 agosto 2012). L’ammontare dello sgravio, ai sensi del D.M. 27 luglio 2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è pari al 17% per le aziende che hanno subito un danno tra il 30 ed il 70% della P.L.V. aziendale; 50% per le aziende che abbiano subito danni in misura superiore al 70% della produzione lorda vendibile. La domanda, di cui si fornisce facsimile elaborato da Coldiretti Puglia (salvo eventuale altra modulistica messa in rete dallo stesso Ente), in forma autocertificativa porterà del danno reale subito dalla P.L.V. aziendale a causa dell’evento siccitoso. Si evidenzia che tali domande ed autodichiarazioni subiranno controlli a campione, da parte degli Uffici Agricoltura delle Province, sia ex-ante che ex-post. Dichiarazioni false e mendaci saranno perseguite ai sensi di Legge. E’ quindi importante verificare con esattezza la validità dei dati posti nella domanda, ovvero della effettiva diminuzione della P.L.V. nel 2012 (e quindi dei quantitativi prodotti e venduti nel 2012, in confronto ad esempio a quelli della campagna precedente), anche attraverso una verifica dei documenti fiscali (fatture, dichiarazioni IVA-IRAP, ec…), in modo da evitare di emettere false dichiarazioni. ATTENZIONE LA SCADENZA DELL’INVIO DELLE DOMANDE DI RICHIESTA SIA AI COMUNI, CHE ALLE PROVINCE CHE ALLA STESSA INPS, è QUELLA DEL 26 FEBBRAIO 2013 (ovvero 45 giorni dalla pubblicazione del D.M.). Di seguito: 1) Domanda proroga credito agrario 2) Domanda agevolazioni previdenziali

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All’ INPS di ________________________________________

Oggetto: richiesta di esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, a seguito dell’evento avverso siccità, verificatosi dal 01 marzo 2012 al 31 agosto 2012, ai sensi degli artt. 5 e 8 del Decreto Legislativo 29 marzo 2204 n. 102 e del Decreto Ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 4 gennaio 2013 n. 168, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 10 del 12 gennaio 2013.

Il sottoscritto _____________________________________________, nato a ____________________________, il ______________________ e residente a _______________________________, alla Via ______________________________________________________________ n. _______, C.F. ________________________________________, P. IVA ___________________________________, nella qualità di: o CD/Coltivatore Diretto titolare di azienda a coltivazione diretta sita nel/nei Comuni di _________________________________________________________, della superficie complessiva di Ha ______________, così individuata in catasto __________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________; o IAP/ Imprenditore Agricolo Professionale, con azienda sita nel/nei Comuni di ____________________________________________________________________, della superficie complessiva di Ha ______________, così individuata in catasto ___________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________; avendo subito danni a causa dell’evento dannoso di cui all’oggetto, in misura non inferiore al 30% della produzione lorda vendibile aziendale dell’anno 2012, CHIEDE in attuazione degli artt. 5 e 8 del Decreto Legislativo 29 marzo 2204 n. 102 e del Decreto Ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 4 gennaio 2013 n. 168 lo sgravio parziale dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti pari al _____ % (per quanto previsto dal D.M. 27 luglio 2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze). A tale fine dichiara (autocertificazione ai sensi del D.P.R. 28 Dicembre 2000 n° 445) • di aver subito un danno aziendale superiore al 30%; • di essere iscritto presso la C.C.I.A.A. di _____________________, al n. ___________________________ dell’elenco speciale agricoltura; • di essere in possesso di un Fascicolo Aziendale presso un CAA riconosciuto; • di non avere/avere sottoscritto polizze assicurative agevolate contro il rischio siccità nel qual caso la coltura assicurata è considerata a danno zero; • di non aver avuto disponibilità irrigua ovvero avere avuto insufficiente disponibilità irrigua; • di essere a conoscenza che il la percentuale di danno aziendale viene determinata sulla base di rese, prezzi e percentuali medie di danno determinate dagli Uffici Provinciali Agricoltura della Regione Puglia.

Altresì dichiara, sotto la propria responsabilità, nello schema che segue, la superficie aziendale e la ripartizione colturale nell’annata agraria in cui si è verificato l’evento calamitoso, nonché il calcolo percentuale del danno subito sulla P.L.V. aziendale, a causa dell’evento siccitoso:

Per cui, dichiara che il danno complessivo subito, a causa della siccità 2012, è pari al ____% della P.L.V. aziendale. __________________________, li __________________________ In fede _______________________________ (si allega copia di un documento di identità in corso di validità)


(o) Al Comune di ____________________________ (o ) Alla Provincia di ________________________ All’Istituto di Credito _______________________

Oggetto: richiesta proroga della scadenza delle rate di credito agrario a seguito dell’evento avverso siccità, verificatosi dal 01 marzo 2012 al 31 agosto 2012, ai sensi degli artt. 5 e 7 del Decreto Legislativo 29 marzo 2204 n. 102 e del Decreto Ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 4 gennaio 2013 n. 168, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 10 del 12 gennaio 2013.

Il sottoscritto ______________________________________________________, nato a _______________________________________, il ________________________________ e residente a _________________________________________________, alla Via ____________________________________________ n. _______________________________, nella qualità di __________________________ dell’azienda agricola situata nel/nei Comuni di ______________________________________________________, località _________________________________________________________________________________________, della superficie complessiva di Ha ______________, così individuata in catasto __________________________________________________________________________________________________________________________, ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________, avendo subito danni a causa dell’evento dannoso di cui all’oggetto, in misura non inferiore al 30% della produzione lorda vendibile aziendale dell’anno 2012, CHIEDE in attuazione degli artt. 5 e 7 del Decreto Legislativo 29 marzo 2204 n. 102 e del Decreto Ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 4 gennaio 2013 n. 168 la proroga di 12 mesi della scadenza delle seguenti rate per credito agrario di esercizio, di miglioramento e di credito ordinario, tipo di credito agrario ______________________ ______________________ ______________________ ______________________ ______________________

data di accensione _______________________ _______________________ _______________________ _______________________ _______________________

data di scadenza _____________________ _____________________ _____________________ _____________________ _____________________

importo € _____________________ _____________________ _____________________ _____________________ _____________________

A tale fine dichiara (autocertificazione ai sensi del D.P.R. 28 Dicembre 2000 n° 445) • di essere iscritto presso la C.C.I.A.A. di __________, al n. ____________ dell’elenco speciale agricoltura; • di essere in possesso di un Fascicolo Aziendale presso un CAA riconosciuto; • di essere/non essere Coltivatore Diretto iscritto nell’apposita sezione INPS; • di essere/non essere Imprenditore Agricolo Professionale iscritto nell’apposita sezione INPS; • di aver subito un danno aziendale superiore al 30%; • di non avere/avere sottoscritto polizze assicurative agevolate contro il rischio siccità nel qual caso la coltura assicurata è considerata a danno zero; • di non aver avuto disponibilità irrigua ovvero avere avuto insufficiente disponibilità irrigua; • di essere a conoscenza che il la percentuale di danno aziendale viene determinata sulla base di rese, prezzi e percentuali medie di danno determinate dagli Uffici Provinciali Agricoltura della Regione Puglia. Altresì dichiara, sotto la propria responsabilità, nello schema che segue, la superficie aziendale e la ripartizione colturale nell’annata agraria in cui si è verificato l’evento calamitoso, nonché il calcolo percentuale del danno subito sulla P.L.V. aziendale, a causa dell’evento siccitoso:

Per cui, dichiara che il danno complessivo subito, a causa della siccità 2012, è pari al _______% della P.L.V. aziendale. ________________________, li _________________________ In fede ______________________________ (si allega copia di un documento di identità in corso di validità)


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gricoltura

Dichiarazioni IMU: agevolazioni

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i comunica che in risposta ad apposita richiesta di chiarimenti avanzata dalle Organizzazioni agricole, in ordine all’obbligo di presentazione delle dichiarazioni IMU per i terreni agricoli posseduti e condotti da IAP e coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola, il Dipartimento della Finanze, con apposi-

ta risoluzione- n.2/DF del 18 gennaio 2013- ha espressamente escluso l’obbligo dichiarativo per i soggetti che abbiano già dichiarato la loro condizione soggettiva ai fini ICI. Ciò indipendentemente dall’applicazione del moltiplicatore ridotto (110) che costituisce solo un parametro per la determinazione dell’imposta.

Riduzione del 10% su assegnazioni carburante agricolo

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a Legge n. 228 del 24 dicembre 2012 “Disposizioni per la formazione del Bilancio Annuale e Pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2013)” all’art. 1 comma 517 dispone che: “Limitatamente all’anno 2013 i consumi medi di prodotti petroliferi di cui al decreto Ministeriale 26-2-2002 sono ridotti del 10%”. Il sistema di istruttoria UMA RP è operativo. Le pratiche i cui libretti fiscali di

controllo sono stati restituiti agli uffici Uma dalle aziende senza avere effettuato prelievi, devono essere riaperte e contestualmente chiuse. Il Sistema provvede al ricalcolo delle assegnazioni. Per le pratiche i cui libretti fiscali di controllo sono stati restituiti agli uffici UMA dalle aziende che hanno effettuato prelievi, gli istruttori devono aprire una pratica di “Rettifica” in UMA RP e contestualmente inserire i prelievi e chiudere l’istruttoria.

Ristrutturazione e riconversione dei vigneti

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pprovate le disposizioni regionali per la presentazione delle domande di aiuto relative alla Misura “Ristrutturazione e riconversione dei vigneti” - campagna 2012/2013 per il sostegno alla vitivinicoltura. Il provvedimento approvativo è la determinazione dirigenziale n.8/2013 del Servizio Agricoltura, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n.9 del 17 gennaio 2013. Le risorse finanziarie assegnate alla Regione Puglia per la realizzazione dei progetti della suddetta Misura saranno erogate direttamente dall’AGEA (Organismo Pagatore Nazionale) e, quindi, non saranno trasferite alla Regione Puglia. L’AGEA

N°2 - 1 febbraio 2013

Agricoltura news - O.P. renderà disponibili sul sito internet: www.agea.gov.it le circolari contenenti le disposizioni per la presentazione delle domande di aiuto nonché per il controllo ed il pagamento delle stesse. Il termine ultimo per il rilascio della domanda di aiuto nel portale SIAN è fissato alle ore 24,00 del 30 gennaio 2013. La copia cartacea della domanda di aiuto rilasciata nel portale SIAN, sottoscritta dal richiedente e corredata dalla documentazione richiesta, deve pervenire, in plico chiuso, alla Regione Puglia, presso il Protocollo dell’Ufficio Provinciale dell’Agricoltura competente per territorio, entro le ore 12,00 del 6 febbraio 2013.

Saranno pagate alle aziende produttrici di angurie e meloni del Salento, che all’epoca ne hanno fatto richiesta, le somme per i danni per la mancata raccolta del prodotto a causa della E.C.. Si prevede una cifra di circa 2.000,00 euro/ettaro, nella logica del deminimis (max 7.500 euro).

Nel prossimo mese di febbraio sarà bandita dall’Assessorato regionale alle Risorse Agroalimentari la possibilità per le Cooperative agricole ed O.P. di richiedere un aiuto sugli interessi pagati per l’anticipo ai soci conferenti, per le annate 2011 e 2012, nella logica del de-minimis.

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gricoltura

Approvato l’emendamento Silvestris per l’olio nelle scuole

PAC, salva l’integrazione per olive, pomodoro e seminativi

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RUXELLES - “Moderata soddisfazione per il risultato del voto in Commissione della riforma della PAC”. E’ quanto ha dichiarato l’on. Sergio Silvestris, componente della commissione agricoltura del Parlamento Europeo, al termine dei lavori della commissione che oggi ha licenziato i regolamenti su pagamenti diretti, sviluppo rurale e organizzazione comune dei mercati. “I tre regolamenti - afferma Silvestris -, così come nella proposta iniziale del Commissario Dacian Ciolos, risultavano fortemente penalizzanti per l’agricoltura pugliese. Infatti, la distribuzione degli aiuti in base agli ettari e non alla tipologia delle colture rischiava di distruggere un’agricoltura diversificata e di qualità come quella pugliese. I nostri oliveti e i nostri frutteti avrebbero

ricevuto lo stesso misero sostegno destinato ai pascoli e ai cereali duri dei Paesi del nord Europa”. “Con i nostri emendamenti - prosegue Silvestris - abbiamo sventato questa minaccia. La riforma della PAC non avrà inizio nel 2014, ma nel 2015, con un probabile ulteriore slittamento di un anno. Quelle colture come ulivo, pomodori e seminativo che oggi percepiscono l’integrazione legata al premio storico, non subiranno tagli drastici. Infatti la riduzione del premio sarà lieve e graduale e, al termine del periodo di convergenza di sette anni, ciascun agricoltore perderà al massimo il 25% dell’attuale valore degli aiuti. Il che, rispetto alla previsione iniziale che riduceva gli aiuti a poche decine di euro a ettaro, è un risultato eclatante. A ciò poi l’Italia potrà aggiungere una ulteriore quota di aiuto

Gli emendamenti del Parlamento Europeo

PAC: il Parlamento premia la rendita e non il lavoro

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on valorizza chi vive e lavora in agricoltura e favorisce il permanere delle rendite fondiarie in contrasto al documento firmato da tutte le organizzazioni agricole, cooperative e sindacati del lavoro italiani il 17 novembre 2011 per una riforma della Politica Agricola che chiedeva di “indirizzare i benefici della PAC prioritariamente verso le imprese agricole che sono orientate al mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di aggregazione e di integrazione, che in modo professionale creano

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di Nicola Trisolini

reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società.” E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare gli emendamenti approvati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulla proposta della Commissione Europea in materia di riforma della Politica Agricola Comune. Nel documento di tutte le organizzazioni agricole, cooperative e sindacati del lavoro si legge: “Tenuto conto della riduzione delle risorse della PAC destinate al regime di pagamenti unico, riteniamo che i beneficiari del pagamento unico debbano

accoppiato volontario, pari al 15% del plafond nazionale”. “Grande attenzione - chiosa Silvestris - viene dedicata all’olivicoltura, che insieme a tutte le colture permanenti è esclusa dalle procedure obbligatorie per il “greening”. E per la prima volta, con l’approvazione dell’emendamento Silvestris-Baldassarre, l’Europa avvierà un programma di promozione del consumo di olio nelle scuole, analogo a quello già da tempo avviato per frutta e latte”. “Con questo voto in Parlamento - conclude Silvestris - abbiamo fortemente corretto l’impostazione della PAC, difendendo i nostri agricoltori e le nostre produzioni di qualità. Un primo passo importante per tutelare l’agricoltura di qualità, il lavoro nei campi e il valore delle nostre produzioni agricole”. essere, prioritariamente, sebbene non esclusivamente gli agricoltori attivi. Alla luce della forte differenziazione delle normative in Europa, è necessario che la definizione di agricoltore attivo sia demandata allo Stato membro e che per quello che riguarda in nostro Paese, è l’imprenditore agricolo professionale”. La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo nega invece la possibilità agli Stati membri di stabilire i criteri affinché non siano concessi pagamenti diretti a una persona fisica o giuridica le cui attività agricole non rappresentano una parte predominante dell’insieme delle sue attività economiche. “Gli unici segnali positivi - conclude la Coldiretti – vengono dagli emendamenti che apportano taluni miglioramenti per i giovani, il greening, il sostegno alla filiera corta, ma anche il tetto per gli aiuti”. www.foglie.tv


La Pac slitta di un anno, gli effetti per le imprese

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anca ancora l’ufficialità, ma sul fatto che la nuova PAC slitterà di almeno un anno, ci sono ormai pochi dubbi. Le difficoltà a raggiungere un accordo sul quadro finanziario e altri intoppi hanno di fatto reso impossibile una partenza nel 2014 del periodo di programmazione. Ma quali effetti avrà lo slittamento nelle nostre campagne? I pagamenti diretti continueranno comunque ad arrivare alle aziende secondo il vecchio sistema. A cambiare saranno però gli importi, poiché il tutto dovrà essere adeguato al nuovo Quadro finanziario pluriennale (Qfp), sul quale si cercherà di raggiungere un accordo in sede di Consiglio Europeo i prossimi 7 e 8 febbraio. Per inciso, sarà importante che l’intesa si trovi, altrimenti si rischia di rivedersi a marzo o più in là, con il fondato pericolo che la definizione della nuova PAC possa slittare addirittura di un altro anno. Ma sarà anche importante avere una dotazione di bilancio per la PAC adeguata alle esigenze delle nostre imprese. L’ultima proposta, al contrario, prevedeva pesantissimi tagli alle risorse destinate al nostro Paese, che il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha denunciato come “inaccettabili perché compromettono uno dei pochi settori che possono rilan-

N°2 - 1 febbraio 2013

ciare l`economia italiana ed europea”. L’altro grande nodo da sciogliere è quello dello sviluppo rurale. Se la PAC slitta, la stessa sorte tocca ovviamente ai Psr, con il rischio di una paralisi degli investimenti. Su questo fronte la Commissione Ue è al lavoro per trovare una soluzione capace di assicurare comunque la possibilità di presentare le domande, ideando una sorta di “ponte” verso la prossima programmazione i prossimi Piani di sviluppo, in attesa di definire poi il quadro finanziario. Ma occorrerà lavorare anche per “salvare” i programmi annuali (es. gestione del rischio, assicurazioni, ecc.). Per l’approvazione finale si dovrà attendere la definizione

del Quadro finanziario. Tra l’11 ed il 14 marzo 2013 è prevista l’adozione delle relative risoluzioni legislative, da parte dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo. Inizierà allora il vero negoziato tra Parlamento, Consiglio e Commissione sulle proposte legislative sulla riforma della Politica agricola, allo scopo di raggiungere un accordo entro la fine del primo semestre 2013. Successivamente i servizi della Dg Agri inizieranno a predisporre i regolamenti di applicazione, sulla base dei quali gli organismi pagatori dovranno formare il proprio personale, per la messa in opera delle decisioni dal 2015.

Paolo De Castro Presidente Commissione Agricoltura

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olitiche

Agricole

Il Presidente Coldiretti (1.600.000 iscritti) Marini

I vertici della Coldiretti

ELEZIONI: ECCO “L’ITALIA CHE VOGLIAMO” DALLA POLITICA

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a Coldiretti guarda alle prossime elezioni con interesse e si prepara a presentare le proprie proposte a tutti gli schieramenti politici con un documento articolato in dieci punti “L’ltalia che vogliamo”. Lo ha detto il presidente nazionale Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea elettiva. Per la prima volta – ha sottolineato Marini - troviamo un’attenzione all’agricoltura nei programmi dei diversi partiti. E’ un dato positivo e che valuteremo con cura nei contenuti al fine di verificarne il livello di condivisione e poi, al termine della campagna elettorale, daremo il giudizio della Coldiretti che rappresenta 1.600.000 iscritti. Siamo comunque di fronte ad una accresciuta attenzione per il settore primario – ha rilevato Marini - che parte da una società civile che crede e sostiene il nuovo modello agricolo portato avanti dalla Coldiretti che contribuisce in misura determinante alla crescita sostenibile del Paese. La gente ha ben presente l’importanza dell’agricoltura e la politica ne sta prendendo atto riconsiderandone il ruolo e le potenzialità. Il nostro progetto – ha proseguito Marini - mette al centro l’impresa legata al territorio che fa della qualità e della creatività il suo punto di forza per competere sui mercati, ma anche una lotta spietata ai “furbetti” dell’agroalimentare che fanno affari con il falso

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di Antonio Resta Made in Italy. Il modello di sviluppo che vogliamo per la nostra agricoltura trae quindi nutrimento dai nuovi punti di forza del Paese. Nel fare un bilancio degli ultimi quattro anni – ha detto il Presidente dell’Organizzazione -possiamo affermare che ne esce una Coldiretti rafforzata sul piano organizzativo e sul piano della rappresentanza ed emerge soprattutto il dato interessante del ritorno dei giovani in agricoltura e della speranza che essi hanno di avere un futuro nel settore. Dieci anni fa agricoltura significava soltanto problemi sociali, problemi ambientali, costo per il Paese. Oggi – sostiene Marini - quelli che erano problemi sono diventati delle opportunità. L’agricoltura si è inventata un nuovo modello di sviluppo basato sulla piccola e media impresa, sul prodotto fortemente legato al territorio, distinguibile in quanto riunisce in sé tutti i punti di forza del Paese come il paesaggio, l’innovazione e la creatività e li aggiunge come valore aggiunto a prodotti e servizi. C’è un problema di reddito di cui conosciamo le cause che sono legate alla crisi economica e al calo dei consumi che speriamo, anche se siamo poco fiduciosi, possa iniziare a superarsi alla fine di quest’anno, al furto di valore nella filiera e al furto di identità dei nostri prodotti. E’ per tale motivo – ha sostenuto Marini - che abbiamo avviato da tempo il progetto di filiera agricola italiana con risultati soddisfacenti, basato sui due marchi

di “Campagna amica” e “Filiera agricola italiana”, che ha come obiettivo di accorciare la filiera e di valorizzare e promuovere nel nostro Paese e nel mondo l’Italia vera, e abbiamo avviato una grande battaglia contro le contraffazioni e le sofisticazioni, puntando sulle garanzie che possono essere date da una corretta etichettatura del prodotto. Per quanto riguarda i temi internazionali – ha rilevato Marini - confermiamo la nostra insoddisfazione sul tema della riforma della politica agricola comunitaria dove le poche modifiche apportate dal Parlamento non sono ancora sufficienti e presuppongono un forte impegno del Governo nazionale in sede europea. Benché a livello nazionale ci sia qualche segnale positivo riteniamo che la capacità italiana di essere pienamente in grado di difendere in Europa il nostro modello agricolo sia ancora inadeguata. Per questo – ha concluso il Presidente della Coldiretti - il nostro documento in dieci punti “L’ltalia che vogliamo” parte dall’esigenza di un governo globale di beni comuni come il cibo contro gli effetti di una globalizzazione senza regole, chiede di portare pienamente “l’Italia in Europa” e arriva fino all’etica che deve traguardare insieme alla politica anche le forze sociali e tutti i cittadini.

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SINTESI DELL”ITALIA CHE VOGLIAMO” In 10 punti le richieste di Coldiretti

1. Noi vogliamo un’Italia che si spenda per un governo globale dei beni comuni Non c’è possibile globalizzazione senza globalizzare anche le regole. Il cibo va collocato ai vertici dell’agenda della politica globale e nazionale…riconoscendo il valore strategico dell’agroalimentare contro il “deserto di marchi”, e la “scellerata” delocalizzazione dell’industria italiana. 2. Noi vogliamo un’Italia con più Europa e un’Europa con più Italia Per avere la forza e l’autorevolezza di costruire un contesto di regole, a salvaguardia dei beni comuni, è necessario lavorare alacremente alla costruzione degli Stati Uniti di Europa. Dobbiamo essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, facendo sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore strategico del “modello italiano”. 3. Noi vogliamo un’Italia sussidiaria e solidale La sussidiarietà diventa strumento cardine per gestire la semplificazione burocratica e i principi di solidarietà sono indispensabili per superare le diseguaglianze. Nelle nostre imprese l’intreccio fra sussidiarietà e solidarietà ha contribuito a mantenere la coesione territoriale, il legame fra generazioni, fra donne e uomini. In tutti i momenti in cui il Paese ne ha avuto bisogno Coldiretti è sempre stata presente. 4. Noi vogliamo un’Italia che investa sui suoi punti di forza Patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso sono le risorse che garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. Lo dimostrano i suoi primati nel mondo in termini di valore aggiunto per ettaro, di export, di qualità e sicurezza alimentare, di contributo positivo al Pil che ci hanno permesso di mantenere vitali un nuN°2 - 1 febbraio 2013

mero di imprese senza eguali in Europa. 5. Noi vogliamo un’Italia che fa l’Italia Esiste a nostro giudizio una via italiana allo sviluppo aggiuntiva se non sostituiva di quella finora dominante. Il successo del nostro progetto è la dimostrazione che questa strada è percorribile e virtuosa: - perché distintiva, legata cioè a punti di forza esclusivi del nostro paese, - perché durevole, in quanto ancorata a fattori non delocalizzabili; - perché replicabile in tutti i settori dell’economia; - perché arricchisce e non consuma i valori da cui trae nutrimento. 6. Noi vogliamo un’Italia in cui ci sia buona politica Per accompagnare la crescita, abbiamo bisogno di “buona politica” in primo luogo per perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si definisce “bene comune”. E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare: - verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori - giustizia, per contrastare la rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce - legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia” 7. Noi vogliamo un’Italia che sappia alimentare la fiducia La carenza della “fiducia” dentro le nostre famiglie rappresenta un fattore di compressione di consumi e investimenti e impedisce la condivisione sociale nei confronti di serie politiche di contenimento del debito pubblico. La nostra agricoltura contribuisce ad attrarre e a trattenere più giovani rispetto agli altri comparti economici. Ciò accade perché essi colgono quella cifra di futuro che consente loro di scommettere sull’intrapresa economica….. 8. Noi vogliamo un’Italia dove il benessere torni a contare più del PIL Se tutto è merce e il Pil diventa l’unico misuratore del benessere, la finanza prende il sopravvento sull’economia

reale. E’ tempo di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Dentro al consumo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l’ha generato. Dentro al cibo c’è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. Dentro i nostri farmers market si sta generando nuova economia e nuova occupazione, nuova qualità della vita. 9. Noi vogliamo un’Italia che riscopra i valori della comunità La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su valori che non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità, la solidarietà. in essi c’è la chiave per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi. I canali emotivi che abbiamo saputo creare con i consumatori e i cittadini, attraverso le iniziative nelle scuole, nelle piazze, nei borghi, nelle campagne, rispondono a questa domanda di prossimità e sono esse stesse fondanti della comunità. 10. Noi vogliamo un’Italia dove l’etica sia al primo posto Una molteplicità di episodi in questi anni ha messo a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale, generando indignazione e pulsioni antipolitiche. Pulsioni comprensibili, ma non prive di contraddizioni, perché scaricando le colpe sul soggetto più visibile mettono da una parte le responsabilità di altri soggetti economici e in taluni casi, anche delle forze di rappresentanza. Noi abbiamo tenacemente tenuto insieme gli interessi particolari dei nostri imprenditori con quelli più generali dei cittadini e quindi del Paese. L’abbiamo fatto con l’obiettivo di offrire ai nostri associati e ai cittadini, da un lato, una chiave di soluzione delle problematiche dell’oggi, e dall’altro, per donare ai nostri figli e al Paese le radici di “un nuovo civismo”.

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Agricole

Elezioni 2013: l’agricoltura nei programmi dei partiti

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i seguito l’agricoltura nei programmi dei principali partiti politici.

PD - Parte dalla premessa che “l’agricoltura e l’agroalimentare rappresentano una risorsa fondamentale della società contemporanea” e “possono dare un contributo essenziale ad una stagione di nuovo sviluppo e di crescita sostenibile” al nostro paese il programma agricolo del Pd, inserito nel più ampio programma economico del partito, “agricoltura, servizi, industria 2020”. In sintesi le proposte per l’agricoltura e l’agroalimentare del Pd sono: definizione di un piano strategico nazionale per misure di crescita per il sistema agricolo, agroalimentare ed ittico italiano; rimodulazione dell’Imu nel campo agricolo; misure per favorire il sistema delle filiere e l’aggregazione tra le imprese; riordino e razionalizzazione degli enti del Ministero dell’agricoltura; credito di imposta per l’occupazione e gli investimenti nel settore agricolo ed agroalimentare; sburocratizzazione e semplificazione delle procedure di accesso ai finanziamenti nazionali ed europei ed ai relativi controlli; integrazione tra territori, agricolture e turismi italiani per un sistema di rete al fine di promuovere e sostenere l’internazionalizzazione del Made in Italy.

PDL - Uno dei 23 punti del programma elettorale del Pdl, riguarda l’agricoltura. Gli impegni che il Pdl assume in questo campo sono: “eliminazione dell’imu sui

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terreni e i fabbricati funzionali ad attivita’ agricole; rilancio della imprenditoria giovanile in campo agricolo attraverso la riduzione fiscale per i giovani che aprono imprese agricole e attribuzione di appezzamenti del demanio agricolo per creare nuove imprese; maggior tutela degli interessi italiani nel negoziato per la politica agricola comune (pac); tutela delle produzioni italiane tipiche dalla contraffazione”.

LISTA MONTI - Bisogna prendere misure per assicurare che agli agricoltori non rimanga una quota troppo bassa del valore aggiunto generato lungo le filiere agroalimentari, favorendo una maggiore aggregazione dell’offerta che dia agli agricoltori un adeguata forza contrattuale sul mercato ed eliminando intermediazioni inutili e parassitarie che sottraggono reddito. Serve dare una maggiore protezione agli agricoltori dalle crisi, climatiche o di mercato, cicliche o meno incentivando le pratiche assicurative a livello nazionale e comunitario. Bisogna affrontare il problema di come assicurare un migliore accesso al credito agrario specializzato. Serve infine tenere la guardia alta sulla tutela del “made in Italy”, proteggendo le produzioni nazionali con attivita’ di repressione dell’agro­pirateria, e, sul piano internazionale, rafforzando la lotta alla contraffazione e all’italian sounding.

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTà - I punti principali del piano dovranno essere: una franchigia fiscale totale per i giovani agricoltori che si insediano nelle aree demaniali in stato di abbandono; una moratoria del consumo di suolo agricolo, obiettivo che si persegue con una legge urbanistica nazionale che fissa un tetto inderogabile e decrescente al consumo del suolo; difendendo il reddito degli agricoltori, burocrazia e in primo luogo del credito, principale causa dell’indebitamento che sta strangolando la nostra agricoltura. Il vero salto di qualita’ dell’agricoltura italiana si chiama cooperazione, aggregazione e integrazione delle imprese agricole, tracciabilita’ delle produzioni agroalimentari ed eticita’ delle tecniche di produzione, trasparenza delle informazioni sulla formazione dei prezzi, promozione della filiera corta, tutela delle risorse idriche.

“MOVIMENTO 5 STELLE” - Nel programma del “Movimento 5 Stelle”, come diffuso dal sito, l’agricoltura compare solo nel capitolo dedicato all’energia, laddove si propone la “legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a cio’”; la “incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale”; “incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici”. www.foglie.tv


Agricoltura: “esempi virtuosi” in giro per l’Italia

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irca vent’anni fa il sistema universitario francese si rivoluzionò con l’intento di ringiovanire la classe docente che stava vistosamente invecchiando e questo poneva una serie di questioni non solo occupazionali ma anche di visione della cultura e dell’insegnamento. Iniziarono così a velocizzarsi e semplificarsi i passaggi da studente a ricercatore, da ricercatore ad assistente, da assistente a docente e nel giro di qualche anno il sistema si rinnovò con beneficio di tutti. La nostra agricoltura è più o meno in quella situazione: pochi operatori, con un’elevata età media, con culture legate ai decenni passati e poche prospettive di futuro, quindi scarso carburante per il presente. A questo si aggiunge un dato che sgomenta: la disoccupazione giovanile veleggia intorno al 37%, e quella complessiva si attesta all’11% appesantendo destini ed esistenze individuali e familiari, e sostanzialmente sprecando un tesoro di intelligenze e potenzialità. Sembrerebbe un classico 2+2: l’agricoltura ha bisogno di giovani, i giovani hanno bisogno di lavoro. Dovrebbe risultare logico e immediato che la prima preoccupazione della politica oggi dovrebbe essere quella di facilitare l’accesso dei giovani (ma anche dei quarantenni e cinquantenni che stagnano da anni in cassa integrazione o che si ritrovano senza un lavoro fino a poco tempo fa considerato “sicuro”) in agricoltura. Da qualche parte ci stanno provando: a Cervere, in provincia di Cuneo, il Consorzio di Valorizzazione e Tutela del Porro, ha fatto il suo 2+2. La domanda di Porro di Cervere cresce, la produzione non è sufficiente, tante persone in paese sono senza lavoro. Non era un 2+2 scontato: i produttori del consorzio avrebbero potuto semplicemente aumentare le loro produzioni, affittare o acquistare altri terreni, il loro ruolo di imprenditori agricoli li avrebbe giustificati. Ma si sono ricordati che prima di essere imprenditori agricoli sono cittadini, sono parte di una comunità. Sicché hanno proposto un bando per disoccupati (www. porro-

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di Carlo Petrini - Presidente Slow Food

La disoccupazione giovanile si attesta intorno al 37% mentre in agricoltura i posti di lavoro sono in crescita del 6%

Carlo Petrini, Presidente Slow Food

cervere. cn. it/): loro ci mettono la terra e la formazione per la prima stagione, e il supporto alla commercializzazione del prodotto. Poi, dopo questo anno di prova, chi vuole continuare, chi si sarà appassionato e avrà dimostrato di poter fare questa cosa con serietà, potrà avere l’aiuto di una banca locale per avviare la sua impresa. Tantissime sono poi le iniziative individuali, al punto che, nonostante tutto, il comparto agricolo pare essere l’unico in questo paese, a segnare andamenti positivi, con il numero dei posti di lavoro in crescita di circa il 6% e le imprese agricole guidate da giovani in crescita del 4%. Si tratta, certo, qualche volta, di trentenni che decidono di riprendere e rivitalizzare aziende di famiglia, sicché si farebbe in fretta a dire: beh, certo, se hai la terra il più è fatto. Non è così: certo avere la terra aiuta, ma gli investimenti necessari per metterla in produzione sono imponenti, così come sono spaventose le trafile burocratiche che occorre seguire per realizzare a norma di legge i propri sogni incastrando i regolamenti comunali con quelli nazionali, cercando la via per accedere a finanziamenti regionali o europei, insomma destinando una quantità impressionante di energie ad altro, prima di fare davvero agricoltura. È questa la storia di due laureati dell’U-

niversità di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, uno, Nicola del Vecchio, tornato in Molise per avviare la sua azienda sui terreni di famiglia (famiglia di medici e avvocati, che di quei terreni non si era mai preoccupata più di tanto limitandosi a darli in affitto) e l’altro, Carlo Fiorani, tornato in Lombardia per far ripartire con criteri di sostenibilità un’azienda agricola lasciata da tempo al suo destino. Non so quando rientreranno di tutti i loro debiti, ma so che vederli vendere o portare in degustazioni i loro prodotti (pane, verdura, frutta, formaggi o salumi) e sentire con che orgoglio, misto a stupore, dicono “l’ho fatto io” mi dà il senso di un futuro solido che si sta costruendo a colpi di concretezza e di straordinaria fatica, ma anche a colpi di coraggio e di sogni spudorati, perché in quest’epoca in cui sognare sembra un’attività da perdenti, bisogna davvero avere una buona dose di sfacciataggine per costruire proprio sui sogni il proprio futuro. Ma c’è anche chi parte esattamente da zero: niente famiglie di agricoltori alle spalle, niente terreni, niente capitali. Qualche volta anche niente competenze. È la storia di alcuni giovani viticoltori che si stanno cimentando nel campo del vino: I Dirupi (Valtellina), Didier Gerbelle (Valle d’Aosta), Simone

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Scaletta (Langhe), Gianluca Colombo di Segni di Langa (Langhe), Val Faccenda (Roero), Andrea Tirelli (Colli Tortonesi): storie impastate di curiosità, passione, allegria e fiducia, ma anche di umiltà e di gratitudine verso chi può dare una mano, insegnare, fare rete. Forse è questo l’asso nella manica che hanno i giovani rispetto ai loro colleghi contadini con qualche decennio in più: fanno rete, chiedono formazione e informazione, usano i vicini di casa o i social network, ma alla fine riescono a capire perché non dovevano potare quando hanno potato o non dovevano lavorare il pane in quel modo lì. E soprattutto sanno tante cose diverse: hanno formazioni in campo umanistico, ambientale, politico, economico. E decidono di darsi all’agricoltura, portando in dono quel che sanno e ricevendo quel che chiunque vorrà insegnargli. La nuova economia si rafforza quando questi giovani agricoltori sanno operare in tutta la filiera; producono i cereali per fare il pane o allevano pecore per produrre formaggi, studiano forme di nuova

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commercializzazione diretta. E proprio l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo nei prossimi mesi metterà in cantiere corsi di apprendistato per salumieri, micro birrai, panettieri, affinatori di formaggi, proprio per rispondere a queste esigenze. La domanda allora è: cosa aspetta la nostra classe politica per ridurre una burocrazia asfissiante? Che cosa aspetta la nostra classe dirigente ad occuparsi di questo settore? A mettersi a studiare questo ambito per fare in modo che parlare di Made in Italy non diventi, a breve, un parlare a vanvera? Cosa aspettano a capire che sta lì, in quei campi, in quelle mani, in quei cervelli e in quella voglia di sudare, l’identità di questo nostro paese? Bisogna che

quel mestiere torni ad essere prestigioso e soddisfacente, che torni ad essere uno dei mestieri principi verso cui l’uomo naturalmente tende, e deve avere riconoscimento a livello sociale ed economico. L’era del “vai a zappare” detto a chi non pareva particolarmente dotato per gli studi, è finita da un pezzo. Oggi a zappare ci vanno, ci vorrebbero andare, quelli che studiando hanno capito che è a partire dal cibo che si cambia il mondo, e si migliora l’ambiente, la salute, la qualità della vita di tutti. La società civile ha capito bene che, come giustamente titolava un sito di settore qualche giorno fa, è ora di “salire in agricoltura”. È ora che lo capiscano, anzi sono già in grave ritardo, istituzioni, politica e banche.

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A P Coordinatore Stato Regioni e Assessore alle Politiche Agricole olitiche

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Intervista con l’Assessore Dario Stefàno

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erché un moderato come lei in corsa con Sel? Le rispondo con una domanda: perché no? SEL non è quel mostro estremista pericolosissimo, come spesso viene dipinto ad arte da qualcuno, anche in questa campagna elettorale. E poi, aggiungo, cosa vuol dire essere moderato? Avere rispetto degli altri, di chi ha idee diverse dalle proprie? Oppure rinunciare ad entrare nel merito di una scelta per evitare di scontentare qualcuno? Spesso ci si esprime per categorie, senza però preoccuparsi di recuperare un significato di realtà a ciò che si afferma. Anche le parole “destra” e “sinistra” rischiano di essere svuotate di contenuto, secondo qualcuno addirittura non esistono più. Non è vero: semmai, oggi significano qualcosa di diverso rispetto al passato. Per quello che abbiamo sperimentato in Regione Puglia, anche attraverso il mio coinvolgimento nella squadra di governo, per la mia storia personale, oggi è già realtà una nuova sinistra di governo, capace di dialogare anche con il sistema delle imprese, senza però rinunciare a tenere ferma la barra dei diritti. Che guarda al tema dell’innovazione e della competitività non come alibi per distruggere conquiste sociali, che non considera l’ambiente una variabile relativa. E allora: se non accettare alibi, se fare scelte di merito, se rispettare i diritti dei più deboli, se lavorare perché un modello di sviluppo sia sostenibile anche sotto il profilo ambientale e tenga dentro un’etica del lavoro, significa non essere moderato, allora io non lo sono. Cosa differenzia, per l’agricoltura, il programma di SEL da quello dell’Agenda Monti? La differenza è sostanziale: la nostra coalizione è l’unica che ne ha fatto un punto strategico, mettendo al centro del momento elettorale idee chiare

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L’Assessore Regionale Dario Stefàno

e precise, mentre l’Agenda Monti ha solo candidato il ministro in carica. Il nostro programma ha raccolto le istanze provenienti dal mondo agricolo, che partono anche dall’assenza di protagonismo del Mipaaf in questi ultimi anni. Perché gli ultimi veri interventi per il settore risalgono alla Finanziaria del 2007, col governo Prodi. Poi, il nulla. Anzi no, una cosa c’e’ stata: l’IMU che si è abbattuta con violenza sul sistema agricolo. Ed oggi non basta che il Ministro Catania riconosca l’errore commesso con l’IMU agricola: è paradossale affermare che così sarà fino alla riforma del catasto. Nel frattempo, però, i nostri agricoltori pagano e molti non ce la fanno. Tornando al nostro programma, consapevoli della strategicità dell’agricoltura e degli agricoltori per l’economia, l’occupazione e la cura del territorio, ci impegniamo a perseguire un modello di agricoltura etica e OGM free che combatta la sfida della competitività utilizzando gli strumenti della tracciabilità, della qualità e della sostenibilità ambientale. Un’agricoltura più

attenta ai mercati di prossimità, fatta da imprese coese in legami di filiera e di cooperazione, capaci di negoziare ad armi pari con la GDO. Un’agricoltura ringiovanita grazie ad un reale start-up di impresa ed alla diffusione di servizi alle famiglie e alla persona, che si diversifichi anche nel no-food, che abbia accesso al credito anche attraverso strumenti quali il crowd funding. Un’idea di politica agricola nazionale - che al momento manca che non guarda solo a chi produce ma anche alla costruzione di un consumo consapevole e responsabile, che riconosca alle nostre imprese agricole il ruolo di produttori di beni pubblici. A quali alleanze lei è favorevole e a quali no? La coalizione Italia Bene Comune corre in questa campagna elettorale per vincere le elezioni e andare al governo del Paese. E’ questa la nostra alleanza. Abbiamo tutti i requisiti per ambire a questo obiettivo, mentre gli altri giocano la partita non per vincer ma, semmai, per farci vincere meno bene, per indebolire i nostri numeri. In que-

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Dario Stefàno con il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola

sto senso, Monti con la sua candidatura non solo dimostra inaffidabilità, quale soggetto terzo individuato dai partiti in un momento storico delicato per compiere scelte difficili, ma dimostra di non volere bene all’Italia proponendosi come soggetto politico che, al più, potrebbe determinare l’ingovernabilità’. Le Associazioni agricole appoggiano la sua candidatura? Non credo alla strategia degli endorsement: mi sembra sia solo la corsa alla ricerca del testimonial che possa avere maggior effetto mediatico. Lo lascio fare alla Bellucci. Io semmai sono convinto che nonostante una legge elettorale pessima, i cittadini, tutti, hanno la possibilità di esprimere attraverso il voto l’apprezzamento per il lavoro svolto, soprattutto nei confronti di chi ha già ricoperto incarichi istituzionali e di governo. Se questo è vero, se si guarderà al lavoro fatto in Puglia o a quello a cui ho contribuito in qualità di Coordinatore della Commissione politiche agricole nazionale, sono convinto che il mondo agricolo sarà con me. Perché votarla? Guardi, questa mia esperienza di governo regionale al fianco di Nichi Vendola ha permesso di avvicinare mondi, provenienze, sensibilità che prima si erano tenute distanti per via di steccati ideologici che oggi non hanno più ragione di esistere e che misurate sulla prospettiva di obiettivi ambiziosi hanno dimostrato una affinità straordinaria. Una contaminazione che abbiamo sperimentato con successo e che vogliamo declinare sui temi veri per teN°2 - 1 febbraio 2013

nere insieme, ad esempio il tema dei diritti con quello della innovazione, la tradizione con lo sviluppo, la crescita con il contenimento dei costi. Vogliamo provare ad esportare a Roma l’esperienza di buone pratiche realizzata in Puglia, e nelle quali tutti riconoscono un grande profilo di innovazione: penso ai giovani, alla scuola, alla ricerca, alle politiche sociali, all’agricoltura. Nutriamo l’ambizione di poter replicare anche su scala nazionale quella inversione di tendenza che, lo dico con grande orgoglio, abbiamo saputo avviare qui in Puglia. Cosa pensa della fiscalità agricola? Peggiorerà? La pressione fiscale non è una calamità naturale, ma è effetto di scelte compiute o, al contrario, di mancate scelte. E’ tutto il nostro sistema economico a non aver bisogno di altri input recessivi e che, anzi, non può fare a meno di meccanismi mirati di agevolazioni e sgravi. Per l’agricoltura crediamo fortemente nella diminuzione delle accise sul gasolio, ad esempio, in una defiscalizzazione totale per la neo imprenditoria agricola giovanile, in un accesso alla terra - anche demaniale - più facile. La vera esigenza, comunque, è la semplificazione dei rapporti con la Pubblica amministrazione, della burocrazia, che ad oggi è la più grande imposta, in termini di tempo dedicato, che le nostre imprese pagano. Ed è una imposta inutile. Il ministro Catania vorrebbe cambiare il sistema Sin-Agea, lei cosa propone? Sono le cose che, le Regioni ed io per-

sonalmente in qualità di coordinatore della Commissione Politiche Agricole, abbiamo detto costantemente al ministro sin dal suo insediamento, senza essere mai ascoltati. In questo senso non mi fa molto piacere che le si recuperi solo oggi come tema elettorale. Noi lo faremo sicuramente, come pure riformeremo il sistema delle società partecipate e degli enti vigilati dal Ministero. Tornando all’organismo pagatore, AGEA e SIN continuano a manifestare criticità importanti sulle quali occorre intervenire con decisione restituendo al sistema un ruolo di servizio ed una efficacia che ancora non possiede. Se dovesse dare un consiglio al futuro ministro dell’agricoltura cosa gli direbbe? Mi piacerebbe che il prossimo ministro lavorasse sin da subito per rafforzare, in Italia, il ruolo del Ministero quale luogo di confronto tra i soggetti che hanno competenza costituzionale in tema di Agricoltura e, a Bruxelles, esprimesse la capacità e l’autorevolezza di interagire anche attraverso posizioni ferme e decise con la Commissione Europea. Un Ministero che faccia comprendere che lo sviluppo economico dell’Italia può partire dall’offerta di prodotti necessari a coprire il fabbisogno alimentare di cui l’Italia (ma non solo) è in deficit Guarda il video strutturale.

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Agricole Rinnovate le cariche nazionali

Nomine: Marini guida la Coldiretti per altri 4 anni

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ergio Marini è stato confermato per il secondo mandato alla guida della Coldiretti per altri quattro anni dall’Assemblea elettiva partecipata dai presidenti regionali e provinciali e dai rappresentanti dei movimenti, che lo ha eletto all’unanimità, con scrutinio segreto. Nato a Terni il 27 luglio 1964 è laureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Perugia. Vicepresidente nazionale è stato eletto Mauro Tonello, nato a Codigoro (Ferrara) il 9 aprile 1960, Presidente della Federazione Regionale dell’Emilia Romagna. Fanno parte della nuova Giunta esecutiva Gabriele Calliari, nato a Romeno (Trento) il 2 gennaio 1959, Presidente della Federazione Regionale del Trentino Alto Adige, Tulio Marcelli, nato a Firenze il 14 settembre 1972, Presidente della Federazione Regionale della Toscana, Gennarino Masiello, nato a Benevento il 1° luglio 1972, Presidente della Federazione Regionale della Campania,

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Sergio Marini, riconfermato alla guida di Coldiretti

Pietro Santo Molinaro, nato a Marano Marchesato (Cosenza) il 1° novembre 1958, Presidente della Federazione Regionale della Calabria, Roberto Moncalvo, nato a Chivasso (Torino) l’8 agosto 1980, Presidente della Federazione Regionale del Piemonte, Ettore

Prandini, nato a Leno (Brescia) il 27 luglio 1972, Presidente della Federazione Regionale della Lombardia e Piergiorgio Quarto, nato a Carbonara di Bari il 7 gennaio 1970, Presidente della Federazione Regionale della Basilicata.

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Al via nel Lazio

Gelati Bio e senza glutine, i corsi

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elati e gelaterie, certificati biologici o senza glutine per consumatori celiaci: con quest’obiettivo partiranno a breve nel Lazio - per poi allargarsi gradualmente in altre regioni - cicli di formazione presso i gelatieri, finalizzati alla definizione di linee guida di buone pratiche e alla certificazione a costi sostenibili nei settori del bio e del senza glutine. A curare il tutto sarà Icea Istituto Certificazione etica e Ambientale, in base ad un accordo con l’Associazione Esercenti Bar e Gelaterie di Roma e Provincia e l’Associazione Italiana Gelatieri (Siga). L’intesa, che dal settore gelatiero potrà estendersi agli esercizi di ristorazione che preparano e somministrano prodotti enogastronomici, è stata presentata dai tre organismi alla stampa domenica 20 gennaio alla

Fiera Internazionale SIGEP di Rimini. Per Icea - grazie a 13mila aziende a forte valenza etica e ambientale controllate, tra i più importanti organismi europei per certificazione di prodotto e processo nel biologico e nella crescita sostenibile – è intervenuto il suo Direttore Tecnico, Alessandro Pulga. Al SIGEP, l’Associazione Esercenti Bar e Gelaterie di Roma e Provincia guidata dal segretario Claudio Pica e l’Associazione Italiana Gelatieri presieduta da Alberto Pica, hanno presieduto - come ogni anno - con un proprio stand. Nell’occasione Claudio Pica ha presentato un’importante iniziativa a livello internazionale in difesa del Gelato Made in Italy che porterà il nome di “Ambasciatori nel Mondo del Gelato Italiano” in collaborazione con l’Accademia della Cultura Enogastronomica di cui lo stesso Pica è direttore. Si tratta di una sorta di “Club” che nasce

con la collaborazione tra l’Associazione Italiana Gelatieri e Accademia della Cultura Enogastronomica con lo scopo di valorizzare le eccellenze enogastronomiche e in special modo del gelato italiano, forse tra i prodotti più famosi al mondo. Infine, l’Associazione Italiana Gelatieri promuoverà l’annuale concorso internazionale del gelato al gusto di nocciola “1000 idee per un nuovo gusto. Gelato dell’Anno”. Verranno assegnati premi ai migliori 10 gelatieri e vi potranno partecipare maestri artigiani italiani e internazionali.

gramma Quadro Ue per la ricerca, in cui sono impegnate 18 istituzioni di

Brasile, Italia, Spagna, Messico, Egitto, Turchia e India.

Con tecnologie e satelliti cala del 20% il consumo dell’acqua

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sando satelliti per il telerilevamento e tecnologie come i sistemi informativi geografici (Gis) ed i modelli matematici, si possono abbassare almeno del 20 per cento i consumi di acqua per irrigazione in agricoltura e garantire anche risparmi energetici pari a 100/euro per ettaro. A rilevarlo è l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea) che ha fotografato lo stato dell’arte della gestione dell’acqua e delle risorse idriche in agricoltura, assieme al Gruppo Studi Irrigazione (Grusi). I dati sono il frutto di uno studio sperimentale nell’area pilota nel Sannio, ad Alifano, Consorzio di Bonifica della provincia di Caserta, nell’ambito di un progetto internazionale del VII ProN°2 - 1 febbraio 2013

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groalimentare

Incontri gratuiti, assaggi e degustazioni per scoprire antiche qualità

Gli antichi sapori dei frutti dimenticati

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al Biricoccolo Bolognese alla Pera Burro Antico, dalla Pesca Sanguinella alla Prugna Meschina. Ma che fine hanno fatto queste varietà di frutti che un tempo erano molto diffuse? Per molti rappresentano un tuffo nel passato tra i ricordi degli antichi prodotti di campagna, frutti che oggi non sono più presenti a causa delle difficoltà di coltivazione e dei bassi ricavi economici nel corso della commercializzazione di questi prodotti sul mercato. Domenica 3 Marzo, dalle 9,00 alle 19,00, si terrà uno speciale evento gratuito presso Brescia Garden, che per un’intera giornata guiderà alla scoperta di questi frutti antichi, prodotti della terra ormai dimenticati che solo pochi appassionati collezionisti continuano a far vivere e a far conoscere. Nel corso della giornata si potranno ammirare diverse varietà di piante da frutto preziose e rare messe in mostra grazie al prezioso contributo di Enzo Maioli, vero esperto di piante da frutto antiche e dimenticate titolare dell’omonima azienda di Reggio Emilia. La giornata sarà arricchita da una serie d’incontri gratuiti con Enzo Maioli e altri esperti del verde per conoscere meglio le diverse varietà, cosa scegliere per il proprio giardino e come curare e potare queste piante. A conclusione assaggi di marmellate di diverse varietà di frutti antichi e dimenticati.

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Il programma della giornata prevede alle ore 11,00 l’incontro con Enzo Maioli, uno dei principali selezionatori di frutti antichi che nella sua azienda produce oltre 1200 varietà di piante da frutto e vite dimenticate che presenterà le loro principali caratteristiche: la resistenza a seconda dei terreni, del clima, dell’altitudine e dell’esposizione. Alle ore 15,00 si terrà una lezione pratica di potatura delle piante da frutto, a cura di Brescia Garden. Alle ore 16,00 sarà la volta dell’agronomo Dott. Guerrini che affronterà gli aspetti tecnici riguardanti la cura e il trattamento biologico delle piante da frutto

e dei piccoli frutti. In conclusione alle ore 17,00 ci sarà una presentazione di piccoli frutti e frutti di sottobosco con assaggi di marmellate abbinate ai formaggi locali, a cura della ditta Berry Plant. Tra le varietà che verranno messe in mostra, potrete trovare la Platipesca, una pesca morbida schiacciata, dolce e dal profumo intenso che veniva chiamata anche “tabacchiera” perché ricordava la forma delle scatolette dove veniva conservato il tabacco da fiuto. Oppure la Mela Cioca Rumèla, una mela antica piemontese caratterizzata da uno spazio vuoto al suo interno e se agitata produce un rumore molto particolare.

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Pomodoro da industria: un distretto agro-industriale per il prodotto del Sud?

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a settimane si susseguono, sempre più stringenti, gli incontri tra le rappresentanze delle diverse categorie del settore del pomodoro da industria. Sono presenti anche gli Assessorati all’agricoltura di Puglia e Campania (ma non solo) che fungono da ulteriore stimolo alla realizzazione di un progetto importante per definire un nuovo quadro di regole fra imprese agricole, industrie e lavoratori, con l’obiettivo di rilanciare l’oro rosso del Sud. Se gli sforzi riusciranno a portare dei risultati, potrebbe nascere nelle prossime settimane un nuovo soggetto – probabilmente nella forma di un distretto interregionale – che verrebbe a coordinarsi con la declinazione territoriale dell’organi-

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smo interprofessionale nazionale. Gli obiettivi sono sicuramente e giustamente ambiziosi: dal definire le regole di contrattazione e gli obiettivi della prossima campagna, al predisporre il monitoraggio delle superfici investite e dei quantitativi trasformati, dal ve-

rificare il rispetto delle regole concordate con la supervisione dei soggetti pubblici che avrebbero un ruolo terzo rispetto agli operatori economici e alle rappresentanze, alle eventuali sanzioni per chi non rispetta le regole.

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groalimentare

Grande degustazione dei vini di Emidio Pepe per onav Puglia

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iovedi 31 Gennaio un nuovo emozionante appuntamento con la Delegazione di Bari presso l’Hotel Oriente splendida struttura situata in pieno centro della città di Bari. L’arte del vino nell’ Azienda Pepe si tramanda nel tempo da padre in figlio, da ben quattro generazioni. Nel 1899 il capostipite della famiglia, Emidio Pepe era già conosciuto per il suo ottimo vino nato dalle fresche uve delle colline toranesi e nel 1944, suo figlio Giuseppe vendeva già vino sfuso. Nel 1964, Emidio Pepe, nipote del fondatore dell’azienda, con oculata lungimiranza, intuì le grandi qualità del “Montepulciano d’Abruzzo” e iniziò a venderlo in bottiglia come fosse il suo ‘oro nero’. Oggi le figlie Daniela e Sofia Pepe continuano con grande passione e gioia a produrre dei grandi vini nel rispetto dei metodi di vinificazione avviati da loro padre, 40 anni fa. Negli ultimi anni Daniela e Sofia con la

tenacia tipica dei Pepe e la grinta della loro giovinezza hanno allargato le proprietà ed aumentato la produzione in cantina, sempre sotto l’occhio vigile e protettivo del patron Emidio Pepe che detta i tempi del suo vino! La realizzazione di un progetto di vita così legato alla propria passione, lo si deve anche alla moglie Rosa, che ha sostenuto ed incoraggiato un uomo così pieno di sfide; non solo in cantina, dettando i tempi del delicato lavoro di travaso delle annate invecchiate, ma anche in cucina, deliziando i palati di tutti i fortunati ospiti passati per le colline toranesi, con i piatti tipici della tradizione teramana. Un’azienda che racchiude in sé l’anima e la personalità di una famiglia molto legata alla terra e alle tradizioni…dove lo scandire del tempo non ha mutato , ma solo fortificato tali valori e virtù, nel passaggio da una generazione all’altra! IN DEGUSTAZIONE: - Cerasuolo Montepulciano d’Abruzzo (2010)

A Bologna partito il 6° BiolMiel

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- Montepulciano Abruzzo (mini verticale 2007, 2003, 2001) - Montepulciano d’Abruzzo Riserva (1995, 1982)

La proclamazione dei vincitori il 13 febbraio al BIOFACH di Norimberga

a preso avvio a Bologna la sesta edizione del premio BiolMiel, concorso internazionale riservato ai mieli ottenuti con metodo biologico. La giuria internazionale, costituita da esperti provenienti da tutta Europa, è riunita presso il Cra-Api, Centro di ricerca e divulgazione sull’apicoltura, dove ha sede l’albo nazionale degli esperti di analisi sensoriale del miele. Suddivisi in più commissioni i giurati finiranno oggi di analizzare gli oltre 170 campioni di miele provenienti da

diversi paesi europei ed americani, oltre che da tutte le regioni italiane. Particolarmente significativa la partecipazione di un apicoltore dell’Etiopia dove la produzione del miele e il suo uso alimentare trova le sue più antiche testimonianze. Dopo una successiva fase di analisi dei risultati, la proclamazione dei vincitori verrà fatta al Biofach di Norimberga il 13 febbraio, alle ore 10 presso lo stand di BiolItalia (hall n. 4). Il VI BiolMiel è promosso dal CiBi in collaborazione con Cra-Api e con BiolItalia. www.foglie.tv


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ootecnia Il nuovo Presidente Coldiretti Puglia Cantele presenta un dossier al Presidente della Giunta Vendola e all’Assessore alle Risorse Agroalimentari Stefàno

“Vertenza comparto Lattiero-Caseario”

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naugurando una prassi che porterà alla ribalta, di volta in volta, le vertenze che minano il corretto sviluppo delle singole filiere dell’agroalimentare pugliese, i nuovi quadri dirigenti della Coldiretti Puglia, al termine dell’Assemblea elettiva, hanno deciso di iniziare con il comparto lattiero-caseario, denunciando l’atteggiamento irresponsabile dei caseari/trasformatori/commercianti del latte pugliese e della loro rappresentanza, che vanifica ogni tentativo di concertazione e sviluppo armonico ed equilibrato della filiera stessa e dichiarando per questo lo stato di mobilitazione del mondo agricolo. Rapporti di filiera paradossali, prezzi fermi a 20 anni fa, truffe commerciali sono in sintesi gli elementi che hanno portato la Coldiretti Puglia ad accendere i riflettori sul comparto. “Dalla stalla agli scaffali dei supermercati – ha denunciato il neo eletto Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - il prezzo del latte fresco e dei prodotti lattiero-caseari aumenta di ben quattro volte, di contro il prezzo del latte alla produzione è fermo a 20 anni fa, con una quotazione attuale tra i 35 - 38 euro al quintale. Tutto ciò mentre I mangimi (+9,1%) ed il costo energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali e, ad oggi, si può calcolare un costo medio di produzione del latte nell’intervallo tra i 41 e 43 euro al quintale alla stalla. Pure con queste evidenze, che avrebbero dovuto portare ad un nuovo accordo sul prezzo del latte regionale, si è assistito in questi ultimissimi mesi al fallimento di una intesa promossa dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari, al fine di disciplinare il prezzo e le modalità di commercializzazione del latte bovino in quota, conferito dai produttori agli acquirenti, fallimento dovuto alla

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non giustificata assenza dal tavolo del mondo della trasformazione”. In Puglia sono 2.700 gli allevamenti che producono circa 3,5 milioni di quintali di latte, con la presenza di importazioni per circa 1,5 milioni di quintali, generalmente di prodotti semi-lavorati quali cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, spacciati per “Made in Puglia”. “Oltre all’inganno a danno dei consumatori – ha aggiunto il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - si tratta di concorrenza sleale nei confronti di produttori e trasformatori che utilizzano esclusivamente latte crudo. Infatti, per produrre un chilogrammo di mozzarella si sostengono costi per il solo latte di almeno 3,5 euro/kg, per cui il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg. Alcuni soggetti della filiera, già da alcuni mesi, stanno ‘svendendo’ e deprezzando la vera mozzarella pugliese, offrendola a prezzi stracciati sugli scaffali della distribuzione organizzata, finanche a 3 euro al chilogrammo. La dimensione del fenomeno, in costante crescita, minaccia gli allevatori, i caseifici e i consumatori”. Per non parlare poi di vere e proprie truffe realizzate da soggetti che, con

fallimenti “pilotati”, lasciano a secco i propri fornitori, per riapparire poi sul mercato con una nuova “ragione sociale”. Per questo la Coldiretti Puglia ha presentato un dossier sulla ‘VERTENZA COMPARTO LATTIERO-CASEARIO’ al Presidente della Giunta Vendola e all’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Stefàno, con la quale si chiede l’immediata apertura di un tavolo della filiera della zootecnia regionale, sotto l’egida dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari, per la definizione di un prezzo minimo di acquisto di latte prodotto in Puglia, avente le caratteristiche qualitative presenti nelle scheda di prodotto del “latte alimentare 100% Puglia” del “Marchio Prodotti di Qualità Puglia”, che garantisca la copertura dei costi di produzione; le puntuali verifiche degli impegni di filiera intrapresi dai PIF finanziati con il P.S.R. 2006-2013 e degli aspetti amministrativo-fiscali della gestione aziendale dei “primi acquirenti”, oggetto di concessioni da parte della Regione e la creazione del coordinamento degli organi di controllo, al fine di sinergizzare e ottimizzare la straordinaria opera svolta per il contrasto alle frodi e alle sofisticazioni, tesa a tutelare la parte sana della filiera lattiero-casearia ed il cittadino-consumatore. www.foglie.tv


Prezzi ai minimi storici e costi di produzione insostenibili

Si accende la vertenza latte a Taranto

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ontinuano in provincia di Taranto i fenomeni distorsivi del mercato dei prodotti lattiero-caseari, a causa dell’atteggiamento irresponsabile dei caseari/trasformatori/commercianti del latte e della loro rappresentanza, che vanifica ogni tentativo di concertazione e sviluppo armonico ed equilibrato della filiera stessa. Il mondo agricolo denuncia prezzi del latte alla produzione fermi a 20 anni fa, con una quotazione attuale tra i 35 - 38 euro al quintale e truffe commerciali. “Aspettiamo che il Presidente della Giunta Vendola e l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Stefàno – dichiara il Presidente della Coldiretti di Taranto, Alfonso Cavallo – convochino il tavolo della filiera della zootecnia regionale, per la definizione di un prezzo minimo di ac-

quisto di latte. Se i trasformatori diserteranno ancora gli incontri, saremo costretti ad attuare una mobilitazione ad oltranza. Oltre all’inganno a danno dei consumatori è grave la concorrenza sleale nei confronti di produttori e trasformatori che utilizzano esclusivamente latte fresco. Infatti, per produrre un chilogrammo di mozzarella si sostengono costi per il latte bovino di almeno 3,5 euro/kg, per cui il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg. Non si comprende come alcuni riescano a vendere la mozzarella finanche a 3 euro al chilogrammo. Ci chiediamo di cosa sia fatta. La dimensione del fenomeno, in costante crescita, minaccia gli allevatori, i caseifici e i consumatori”. “Gli allevatori non riescono più a coprire i costi di produzione – continua il Diret-

tore della Coldiretti di Taranto, Aldo De Sario - a causa dei continui rincari +9,1 % per i mangimi, +6% per i concimi, +5,7% per i prodotti energetici, + 8,3% per l’elettricità. Per questo chiediamo una indifferibile riorganizzazione della filiera lattiero-casearia, in funzione della quale la Coldiretti sarà impegnata a favorirne le condizioni e la realizzazione e interventi legislativi urgenti da parte della Regione Puglia a difesa degli allevatori dalle facili truffe”. Coldiretti Taranto, nello specifico, chiede che i trasportatori/commercianti siano accreditati come primi acquirenti soltanto se affidabili e disponibili a contrattualizzare l’attività di commercio del latte secondo quanto previsto dall’art. 62 della legge 27/2012, inserendo chiari riferimenti anche nei disciplinari del marchio Prodotti di Puglia.

IL PATRIMONIO ZOOTECNICO TARANTINO

Province

Taranto

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Bovini Aziende Capi 843

47.720

Bufalini Aziende Capi 3

44

Ovi/caprini Aziende Capi 820

50.100

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30 1 DICEMbre 2012

Prove in campo


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mbiente

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Lo scorso 27 gennaio la 21^ edizione

Mare d’inverno 2013

l mare è vita anche d’inverno. Una risorsa che non può considerarsi oggetto di consumo solo d’estate. Per tramandare alle nuove generazioni la cultura della tutela dell’ambiente la 21^ edizione di “MARE D’INVERNO”, l’iniziativa di respiro nazionale promossa dalla Provincia di Bari e organizzata dai volontari dell’associazione “Fare Verde” si è tenuta domenica, 27 gennaio: più di un centinaio di volontari, coordinati da “Fare Verde”, attrezzati con guanti, pale e rastrelli hanno ripulito dai rifiuti il tratto del lungomare C. Colombo di S. Spirito partendo dal civico 278. La manifestazione ha fatto tappa anche nelle città di Brindisi e Taranto. “E’ il quarto anno consecutivo - ha affermato il presidente, Francesco Schittulli - che la Provincia di Bari promuove questa iniziativa volta a sensibilizzare la popolazione alla tutela del mare. E’ un dovere che assume una funzione di servizio e di impegno civile. Il mare, per il nostro territorio, è tutto. E’ un immenso patrimonio ambientale, economico e culturale da proteggere da ogni forma di attacco nocivo”. Sversamenti di idrocarburi, plastica, polistirolo e vetro sono le categorie di rifiuti più diffuse sulle nostre spiagge. Insidiose, per la fauna naturale, sono

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le reti dei pescatori abbandonate ed i sacchi di patate riutilizzate nella pesca, che una volta colmi di sabbia diventano irremovibili. Il nostro impegno a tutela del mare – ha spiegato Paolo Scagliarini, presidente dell’associazione “Fare Verde” – non si rivolge solo ai cittadini ma anche alle Istituzioni. La nostra ultima battaglia punta ad introdurre il “vuoto a rendere con deposito cauzionale”. Una vecchia pratica virtuosa che consentirebbe di ridurre la quantità di involucri da smaltire facendo anche risparmiare il consumatore sul costo dei prodotti. Una sfida che però incontra

di Rocco Resta

forti opposizioni di potenti lobby economiche. All’iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Bari hanno aderito numerose associazioni culturali fra cui: Stella del sud, l’associazione “IX maggio”, “Assistenza e recupero dei ludopatici”; “Tempo Libero” Onlus; Barivol; Club Sommozzatori di Bari; Club Aquilonisti di Bari “Volere Volare”; “Insieme per la Decrescita” di Bari; “La Salamandra”; Lega nazionale per la difesa del cane; Lega Antivivisezione Onlus; Gruppo Scout Agesci- Bari 6, Bari 8, Bitonto 3; “Solidarietà unico dovere” Onlus.

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urismo Rurale

Uva al primo posto

Correndo tra i vigneti:

correre e valorizzare il territorio

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DELFIA - Domenica 21 luglio 2013, con Partenza alle ore 18:30 da Piazza Roma in Adelfia (BA), si terrà la 8ª Edizione della Gara Podistica a carattere Nazionale denominata “Correndo tra i Vigneti”, riservata agli Atleti Tesserati FIDAL, in regola con le disposizioni mediche agonistiche. Organizzata dall’Associazione Sportiva “Atletica Adelfia” coordinata da Antonio Torres, in collaborazione con il GAL CONCA BARESE e Coldiretti Adelfia, la manifestazione risulta essere l’unico evento in Italia, in ambito sportivo, promosso e sponsorizzato dal Touring Club Italiano, che ha reputato l’idea che i partecipanti corrano attraverso i vigneti, come una lodevole occasione per promuovere il turismo nella cittadina barese dalla forte tradizione agricola. Nata ed ideata per unire l’Uva alla Corsa, “Correndo tra i Vigneti” è infatti studiata per permettere una visibile ed efficace valorizzazione del territorio e soprattutto dell’Uva da Tavola e del suo indotto commerciale. Così da permettere ai tanti partecipanti, che giungono da ogni angolo d’Italia, ed alle loro famiglie, di conoscere la storia di Adelfia, unica nel suo genere, con le sue storie, le sue tradizioni, i suoi dialetti e far comprendere quanto lavoro c’è dietro ogni grappolo di uva, sapientemente curata dalle mani esperte degli agricoltori. Gli atleti partecipanti, lungo i 9,200 km del percorso, disegnato attraverso gli sterminati vigneti che circondano Adelfia, hanno modo di correre a pochi metri dalla lussureggiante Uva Regina e di poter rientrare a casa con il miglior souvenir che Adelfia possa offrire: uva e vino. Esclusivo il Trofeo per il Vincitore:

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L’esclusivo Trofeo in ferro battuto

una Scultura in Ferro Battuto a Mano, raffigurante una Vigna, la stessa riproposta sulle t-shirt ufficiali. Il programma di questa edizione prevede inoltre: Sabato 20, la Notte Bianca, con la presenza di clowns, artisti di strada, musica, animazione, giochi e

gastronomia. Domenica 21, subito dopo la gara, Concerto Musicale, per intrattenere i tanti spettatori che affollano la piazza. Particolarmente curato il ristoro a base di prodotti tipici del territorio, per Atleti ed accompagnatori.

Una fase della suggestiva gara tra i vigneti di Adelfia

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groalimentare

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ondo

G.A.L. GAL Sud Est Barese: il 9 febbraio scade il primo step del Bando

Misura 323 per la tutela e la riqualificazione del patrimonio rurale

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l GAL Sud Est Barese comunica che sarà possibile iscriversi all’Albo fornitori di beni e servizi del GAL entro le ore 12.00 del prossimo 4 febbraio compilando gli appositi moduli scaricabili dal sito www.galseb.it. Per quanto riguarda le imprese già iscritte nell’Albo dei Fornitori possono, in qualunque momento, comunicare ogni eventuale variazione intervenuta rispetto alle informazioni ed alle dichiarazioni già rese al GAL in fase di domanda di iscrizione senza la presentazione di nuova domanda utilizzando l’Allegato D presente sul sito. Il prossimo 9 febbraio scade invece il bando relativo al PSR Puglia 2007-2013 – Asse III – Misura 323: Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale. I beneficiari del bando sono i soggetti pubblici o privati proprietari di beni immobili ubicati nei borghi rurali o al di fuori di essi così come classificati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (art.10 d.lgs.

42/2004) o beni vincolati come masserie, neviere, jazzi, archi, fontane, ecc. Il sostegno riguarda interventi di valorizzazione e restauro dei beni al fine di garantire la loro conservazione per la fruizione culturale pubblica con attività e/o iniziative senza fini di lucro. I finanziamenti sono pari al 50% della spesa ammissibile per un massimo di 500.000 Euro. Per i dettagli è possibile consultare il bando completo disponibile sul sito. Conversano

Organizzato dal Gal Terre di Murgia

Energie rinnovabili e agricoltura

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resso la sala T. Fiore di Altamura si è tenuto il Convegno sulle energie rinnovabili, sostegni all’agricoltura murgiana (organizzato dal Gal Terre di Murgia) dal titolo “Energie Rinnovabili-Sostegno all’Agricoltura per l’Alta Murgia (misura 311 azione 5 PSL 2007/2013)”. Dopo i saluti di rito di Vito Dibenedetto (Presidente Gal Terre di Murgia), di Mario Stacca (Sindaco di Altamura) e Michele D’Ambrosio (Sindaco di Santeramo) sono intervenuti il Consigliere Regionale Michele Ventricelli, Leonardo Tizi (esperto minieolico, normative e nuove tecnologie) e Piero Rossi (Presidente Confcooperative Bari). Ha moderato l’incontro il Direttore del Gal Terre di Murgia, Pasquale Lorusso.

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Ciliegia, uva da tavola ed albicocche primedonne tra le eccellenze ortofrutticole della Terra di Bari

Quattro GAL a Berlino per

Fruit Logistica 2013 l’unione “fa” la terra

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issione Berlino per l’ortofrutta dei territori compresi tra Castel del Monte e la terra dei Trulli, passando per la costa biscegliese ed il sudest barese. Quattro GAL pugliesi, infatti hanno debuttato assieme a “FRUIT LOGISTICA 2013”, la vetrina specializzata sull’ortofrutta andata in scena a Berlino, in Germania, dal 6 all’8 febbraio. L’iniziativa dei Gruppi di Azione Locale “Le Città di Castel del Monte”, “Ponte Lama”, “Sud Est Barese” e “Terra dei Trulli e Barsento” rispecchia fedelmente la volontà dei territori di “mettersi in rete” secondo le proprie vocazioni, in questo caso, sotto l’insegna dell’agroalimentare di qualità, fiore all’occhiello del “made in Italy” da esportazione. Focus principali della partecipazione pugliese alla fiera berlinese, sono stati la campagna “Ciliegie delle Terre di Bari”, innovativo progetto di marketing promosso in prima battuta dai Gruppi di Azione Locale sotto l’egida dell’assessorato

Fruit Logistica, L’interessante vetrina internazionale dedicata all’ortofrutta

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regionale pugliese alle Risorse agroalimentari, ed il lancio definitivo nelle orbite promozionali internazionali della varietà di uva da tavola “Italia”, prezioso landmark dei territori a sudest di Bari, oltre a puntuali azioni di valorizzazione di prodotti come albicocche, mandorle e colture ortive più propriamente definite. Molto ricco anche il carnet degli appuntamenti, ai quali, in qualità di testimonial e provocatore, è intervenuto il conduttore e critico televisivo Gianni Ippoliti, pugliese d’adozione e grande cantore mediatico della biodiversità della nostra regione. Particolarmente apprezzata la presentazione del cortometraggio “Si fa presto a parlare di uva”.

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T Le coste pugliesi: urismo Rurale

Un workshop per sollecitare i Comuni a redigere il Piano Comunale delle Coste

tra prospettive ed esigenze di tutela

di Paola Dileo

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ONOPOLI - “Le coste pugliesi, tra prospettive di sviluppo ed esigenze di tutela”. Una giornata studio organizzata a Monopoli, lo scorso 18 gennaio, per richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori, istituzioni locali in primis, sulla necessità improrogabile, di redigere il Piano Comunale della Costa. L’evento promosso dalla Società Italiana di Geologia e Ambiente (Sezione Puglia) è stato patrocinato dal Comune di Monopoli, dalla Regione Puglia, dal Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, dall’Autorità di Bacino (Puglia), dall’ANCI (Puglia), dall’Autorità Portuale del Levante, dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dal Politecnico di Bari, dall’Ordine di Geologi di Puglia, dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari. Diversi gli interventi di esperti del mondo accademico e non solo, che hanno evidenziato le criticità e le potenzialità del sistema costiero pugliese, anche grazie agli studi di settore di recente emanazione, primo fra tutti il Piano Regionale delle Coste (approvato con delibera regionale n. 2273 del 13/10/2011). Piano che racchiude una serie di informazioni e conoscenze tecnico-scientifiche sulle dinamiche fisiche in atto sul tratto costiero pugliese, sulle caratteristiche ambientali, sugli aspetti urbanistico - amministrativi. Definisce inoltre, le politiche di fruizione delle aree demaniali del litorale, da attuare nel rispetto dei vincoli ambientali, urbanistici e della sicurezza dei cittadini; detta anche i criteri e gli indirizzi per la redazione dei Piani Comunali delle Coste, strumento di assetto, gestione, controllo e monitoraggio del territorio comunale costiero. Di estrema rilevanza scientifica per la tutela del litorale pugliese è stata la determinazione dei diversi livelli di criticità all’erosione dei tratti sabbiosi e della sensibilità ambientale

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Una fase della giornata di studio organizzata a Monopoli

in generale. “Ma a distanza di un anno dall’approvazione del PRC – fa notare l’ing. Franco Selicato del Politecnico di Bari – nessuno tra i 67 comuni costieri ha portato a compimento il Piano Comunale delle Coste –“. In realtà i termini di 4 mesi dall’ottobre 2011 per la sua elaborazione non sono stati rispettati perché evidentemente non perentori. “Sicuramente – ha commentato Selicato – ci sono molti conflitti da risolvere. Fra le istruzioni operative per la redazione dei PCC emanate dalla regione nel dicembre 2011, emerge che si deve far riferimento solo alla fascia demaniale, ma non si può ignorare ciò che è a ridosso – spiega l’ingegnere -; addirittura in alcuni tratti non è più visibile la fascia demaniale. Il piano comunale va utilizzato per una visione d’insieme delle dinamiche costiere, peraltro complesse. Per questo occorre una cabina di regia a livello regionale, di coordinamento fra i vari piani costieri, anche perché interventi errati a monte possono rivelarsi dannosi a valle – il riferimento è andato ai comuni di Manfredonia e Barletta. Certamente – ha ricordato – lo sviluppo incontrollato delle strutture balneari in questi anni, ha alterato in modo significativo gli equilibri del sistema costa. Se vogliamo quindi, che il litorale pugliese diventi una risorsa, e con le sue peculiarità può essere competitiva, non possiamo pensare che le strutture precarie tutto siano

fuorché precarie”. L’invito è rivolto agli operatori balneari che devono investire in strutture rimovibili, ecocompatibili e possibilmente coerenti fra loro nella valorizzazione dei contesti tipici, piuttosto che nel richiamo di suggestioni esotiche a noi estranee. “Il Piano Comunale - conclude Selicato – deve intendersi come una opportunità di rigenerazione costiera, se vogliamo che sia una prospettiva di sviluppo. Purtroppo in passato molte opere di urbanizzazione e infrastrutturali hanno pregiudicato in modo irreversibile il nostro patrimonio costiero”. Tra alcuni esempi infelici quello della strada litoranea che taglia in due l’area archeologica di Egnazia, confinando e alterando il sistema delle dune. Infatti, tra i concetti ribaditi con insistenza, vi è quello di far tesoro degli errori commessi in passato, quando si pensava che erigere una barriera frangiflutti fosse sufficiente ad arrestare l’azione erosiva. Per porre freno all’arretramento della linea di costa, serve una corretta gestione dell’intero sistema, imprescindibile da un monitoraggio continuo, anche per evitare inutili falsi allarmi: una serie di mareggiate in tempi brevi può generare fenomeni erosivi anche importanti, ma altrettanto spontaneamente vi possono essere fenomeni naturali di ripascimento, perché la costa è una entità viva. www.foglie.tv


Dati geomorfologici della costa pugliese

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a Puglia presenta uno sviluppo in lunghezza della costa, dalla foce del Torrente Saccione nel Mare Adriatico, allo sbocco del fiume Bradano nel Mar Ionio, pari a circa 995 km. In sintesi, dal punto di vista morfologico, la costa pugliese è costituita per il 29% da spiagge sabbiose, per il 31% da coste rocciose basse, per il 22% da alte falesie e per il 9% da tratti antropizzati. In particolare i litorali sabbiosi sono localizzati soprattutto in corrispondenza dei tratti terminali delle pianure alluvionali che riguardano i principali bacini idrografici della Puglia settentrionale (Fortore, Saccione, Candelaro, Carapelle, Cervaro e Ofanto), di quelli aventi foce nell’Arco Ionico occidentale (Lato, Lenne, Bradano) e più limitatamente in quelli che si riversano a mare dal promontorio garganico, dall’Altopia-

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no delle Murge e dal settore adriatico e ionico delle Serre Salentine. Mentre fra le coste rocciose e/o falesia sono

da segnalare i tratti costieri del versante orientale e meridionale del Gargano e del Salento.

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gricoltura

0CM VINO-CAMPAGNA 2012/13 -MISURA “INVESTIMENTI” Avviso per la campagna 2012-2013 per la presentazione delle iniziative della “Misura Investimenti” Piano Nazionale di Sostegno Vitivinicolo, Reg. (CE) n. 1234/07, come modificato dal Reg. (CE) n.491/09 - D.M. n. 1831 del 4 Marzo 2011.

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on la presente vogliamo segnalare l’opportunità di aderire alla Misura “Investimenti” dell’OCM Vino Campagna 2012-2013. Beneficiari: Piccole e medie imprese così come definite dalla normativa vigente che abbiano come attività: a) la produzione di mosto di uve ottenuto dalla trasformazione di uve fresche da esse stesse ottenute, acquistate, o conferite dai soci, anche ai fini della sua commercializzazione; b) la produzione di vino ottenuto dalla trasformazione di uve fresche o da mosto di uve da esse stesse ottenuti, acquistati o conferiti dai soci, anche ai fini della sua commercializzazione; c) l’affinamento e/o il confezionamento del vino conferito dai soci, anche ai fini della sua commercializzazione; d) in via prevalente, l’elaborazione, l’affinamento ed il successivo confezionamento del vino acquistato ai fini della sua commercializzazione. Azioni ammissibili: Realizzazione di punti vendita e sale degustazioni extra aziendali dei vini regionali sul territorio regionale e nazionale: 1.1) Ristrutturazione ed ammodernamento dell’immobile: sono ammessi lavori di ristrutturazione e ammodernamento compatibili con il cronoprogramma della chiusura del progetto. 1.2) Arredi e materiali informatici. 1. Attività di e-commerce - “Cantina virtuale”; 2. Piattaforme web finalizzate al commercio elettronico; 3. Logistica a sostegno della filiera vitivinicola. 3.1) Show - room: per tale azione sono ammessi anche lavori di ristrutturazione

o ammodernamento, purché compatibili con il cronoprogramma della chiusura del progetto. 3.2) realizzazione/adeguamento di piattaforme logistiche (razionalizzare e meglio organizzare la catena trasporto - stoccaggio - distribuzione in modo strategico, garantendo una penetrazione efficace delle merci sui mercati nazionali ed internazionali): per tale azione sono ammessi anche lavori di ristrutturazione o ammodernamento, purché compatibili con il cronoprogramma della chiusura del progetto. Spese ammissibili: Le spese ammissibili sono le seguenti: a) costruzione, miglioramento di beni immobili; b) l’acquisto di macchine e attrezzature nuove, compresi i programmi informatici, fino a un massimo del loro valore di mercato; c) spese generali collegate alle spese di cui alle lettere a) e b), come onorari di architetti, ingegneri e consulenti, studi di fattibilità, fino alla concorrenza del 10% del costo totale degli investimenti realizzati per ristrutturazione o ammodernamenti fino al 5% per acquisti di arredi / attrezzature. Decorrenza dell’ammissibilità della spesa Sono considerate ammissibili le attività e le spese sostenute dal beneficiano successivamente alla presentazione della domanda di aiuto. Entità del sostegno L’importo del contributo delle azioni da realizzare, è pari al 50% dell’importo totale del progetto presentato ed approvato; la residua percentuale è a carico del soggetto beneficiano. L’importo minimo della spesa ammessa a finanziamento è

pari ad Euro 50.000,00, mentre l’importo massimo di spesa ammessa a finanziamento è fissato in Euro 500.000,00. Tipologia pagamento La modalità per l’erogazione dell’aiuto è pagamento a collaudo dei lavori. Tipologia domanda La domanda di aiuto è presentata all’Organismo pagatore AGEA. Il richiedente può presentare solo domanda per investimenti di durata annuale; per le domande il temine di completamento di tutte le operazioni indicate in domanda è il 31.07.2013. Per le domande di aiuto non sono ammessi anticipi limitatamente alla campagna 2012/2013. Termine per la presentazione delle domande Il termine ultimo per la presentazione delle domande iniziali e di rettifica per la campagna 2012/2013 è fissato al 18 FEBBRAIO 2013. Le domande di aiuto iniziali e di rettifica pervenute oltre tale termine non sono ricevibili. Lo studio è a disposizione per ogni chiarimento e la redazione della pratica. Ricordiamo che siamo aperti al pubblico nei giorni di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 16,30 alle ore 20,00. Cogliamo l’occasione per porgere i migliori saluti. Potete contattarci ai seguenti numeri: P.A.: ANELLI Costantino Cell.: +39.333.4875972 Email: c.anelli@studiofinagri.it; Geom: COLANGELO Felice Cell.: +39.3339.6277995 Email: f.colangelo@studiofinagri.it; Ing. COSMAI Leonardo CelI.: +39.3486020268 Email: l.cosmai@studiofinagri.it.

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A Lecce il primo processo a sette imprenditori salentini

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Caporalato, ora è reato

un anno e mezzo dalla sua introduzione arriva per il reato di caporalato la prova del dibattimento. Davanti alla Corte d’assise di Lecce si è aperto il 31 gennaio il processo a sette imprenditori salentini e nove complici africani, accusati di avere sfruttato decine di braccianti extracomunitari e di averne organizzato l’arrivo illegale dall’Africa, che, per la prima volta in Italia, consentirà di testare la tenuta processuale dell’articolo 603 bis introdotto nel Codice penale con la legge 148/2011. Una verifica importante per le norme che mirano a punire penalmente il lavoro irregolare diffuso in tutte le regioni e molto utilizzato dalle imprese agricole meridionali, da Rosarno a Castel Volturno, da Pachino a Foggia, passando per Palazzo San Gervasio e arrivando a Nardò. Nelle campagne a pochi chilometri da Lecce, secondo la Procura Antimafia, per anni è stato attuato uno sfruttamento organizzato e sistematico di lavoratori extracomunitari, fatti arri-

vare apposta dai Paesi africani. A far emergere l’inferno vissuto ogni estate tra i filari di angurie e pomodori di Nardò furono servizi di osservazione e intercettazione del Ros dei carabinieri ma anche le denunce dei lavoratori, che si spaccavano la schiena per dodici ore al giorno, finendo a dormire in casolari fatiscenti o sotto gli ulivi. Solo quattro di loro per ora hanno avuto il coraggio di costituirsi parte civile, capeggiati da Yvan Sagnet, lo studente

camerunense del Politecnico di Torino che nell’estate 2011 fu leader della rivolta dei braccianti. Le indagini del pm Elsa Valeria Mignone hanno portato alla luce l’esistenza di un cartello tra imprenditori locali, trafficanti di uomini e caporali, finalizzato a ottenere il massimo guadagno dai campi di angurie e pomodori con il minimo sforzo. Ovvero con lo sfruttamento dei lavoratori che si è concretizzato nella loro riduzione in schiavitù.

“Agrinsieme, le aziende fanno squadra”

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oma – Da una parte Coldiretti, dall’altra tutti gli altri. Ha preso vita oggi infatti ‘Agrinsieme’ il coordinamento agricolo teso ad una migliore tutela a livello politico ed economico del settore che raggruppa le aziende e le cooperative della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane con all’interno Agci-Agrital, Fedagri Confcooperative e Legacoop agroalimentare. Manca Coldiretti – che stando a quanto detto dai responsabili del nuovo organismo, si è autoesclusa con un programma economico che va in altra direzione’. Il nuovo

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soggetto interassociativo, costituito da 740.000 aziende agricole con 1.200.000 associati e rappresentativo di un 30% del valore dell’agroalimentare italiano per un fatturato di

34,2 miliardi di euro, intende – si legge in una nota - subito avviare colloqui con i leader dei partiti in vista delle prossime elezioni per portare avanti le istanze agricole.

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olitiche

Agricole

La Cia Puglia incontra le forze politiche per rilanciare l’agricoltura nella prossima legislatura

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Sei punti nell’agenda agricola del prossimo Governo

Riportare nella media europea i costi contributivi e previdenziali per l’assunzione di manodopera agricola. L’occupazione dipendente del settore agricolo rappresenta una quota importante del mercato del lavoro sia in termini quantitativi che qualitativi. Essa merita la massima considerazione e pari dignità rispetto al mercato del lavoro degli altri settori produttivi. Quando parliamo di agricoltura parliamo, in Italia, di un milione di lavoratori, una quota decisamente importante del mercato del lavoro italiano. Solo in Puglia sono 15 milioni le giornate lavorative svolte ogni anno in agricoltura. Il costo del lavoro per le aziende agricole, però, al pari di altri costi è aumentato esponenzialmente. È necessario armonizzare le aliquote a livello europeo. Le aliquote contributive di previdenza e assistenza sociale, infatti, a carico del datore di lavoro agricolo italiano – per quanto riguarda il lavoro a tempo determinato (i lavoratori a tempi determinato in Italia sono il 90% dei lavoratori agricoli) – sono pari a circa il 35% e sono di gran lunga superiori a quelle in vigore negli altri Stati membri dell’Ue che vanno dal 12% del Regno Unito al 15.88% della Spagna, al 21% del Portogallo, al 13% della Francia, o addirittura allo 0,5% della Germania. A livello nazionale, dunque, vanno riviste le aliquote del lavoro a tempo determinato in agricoltura per allinearle a quelle europee. 2. Lotta alla contraffazione agroalimentare, tutela del Made in Italy, internazionalizzazione delle imprese e rafforzamento del potere contrattuale dei produttori e delle loro organizzazioni. Sono temi che devono essere affrontati in una visione d’insieme e nel ri-

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Una fase della conferenza stampa

spetto delle regole comunitarie. Sulla questione legata alle frodi e alla contraffazione non va abbassata la guardia perché i produttori agricoli sono tra i più penalizzati. Secondo alcuni recenti dati diffusi a livello nazionale la contraffazione sottrae al Paese oltre 5 miliardi di euro di valore aggiunto, con un impatto negativo sul Pil, prima di tutto quello agroalimentare, visto che si tratta di uno dei settori più colpiti. Per i produttori agricoli che lavorano ogni giorno sull’eccellenza si tratta di un danno economico e di immagine inaccettabile tanto più che a finire molto spesso nel mirino dei falsi sono proprio i prodotti di qualità regolamentata, le Dop e le Igp, il biologico: cioè quelli che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare, che è il criterio al primo posto nelle scelte di consumo per otto italiani su dieci. Per difendere il Made in Italy dalle contraffazioni e per sostenere la proiezione internazionale delle imprese agroalimentari fondamentali sono: la riduzione del costo del credito all’export; la disciplina sulla dichiarazione di origine; il sostegno all’export agroalimentare nei programmi per la promozione e l’internazionalizzazione; il miglioramento della logistica e la

semplificazione degli adempimenti; il sostegno legale alle imprese colpite da pratiche sleali. Dovranno essere difesi con coerenza i legittimi interessi delle imprese e dell’agroalimentare italiano nella definizione degli accordi commerciali preferenziali tra l’Unione europea ed i Paesi terzi. Con la piena operatività dell’Agenzia ICE potrà essere definito un programma di iniziative di promozione all’estero attraverso la partecipazione a missioni e il coordinamento delle attività fieristiche. Dovrà essere integrata la Cabina di regia prevedendo la partecipazione di una rappresentanza delle imprese agricole. E assolutamente inderogabile la riforma del Decreto legislativo 102/2005 sulla regolazione dei mercati agroalimentari, che assegni maggiore potere contrattuale agli agricoltori e alle loro aggregazioni. 3. Costi energetici: riduzione delle accise. Secondo gli ultimi dati dell’Ismea i costi dei prodotti energetici hanno registrato incrementi del 4,5% per i carburanti e del 4% per l’energia elettrica. Spese che, insieme agli altri aumenti registrati per mangimi (+ 12,5% rispetto allo scorso anno), concimi e sementi (rincarati dell’1,7%) e www.foglie.tv


antiparassitari (+1.3% su base annua) e per i costi fiscali (Imu in testa) e contributivi (costo del lavoro), vanno ad incidere negativamente sui redditi degli agricoltori. Relativamente al gasolio agricolo è necessario ridurre un onere che sempre più pesa sui bilanci delle aziende agricole. È necessario azzerare l’accisa sul carburante che, di fronte ai rincari, appare lo strumento più idoneo per frenare una corsa al rialzo che ha messo in grande difficoltà i produttori agricoli. 4. Un piano per far crescere l’approvvigionamento idrico in Puglia. La siccità del 2012 ha messo ancora una volta in evidenza l’esigenza di garantire una maggiore disponibilità di acqua per l’agricoltura pugliese. Occorre sostenere una nuova fase di progettazione e realizzazione di opere irrigue a basso impatto ambientale, che attraverso il recupero delle risorse idriche oggi disperse, garantiscano un approvvigionamento idrico nelle campagne confacente allo sviluppo agricolo in atto nella nostra regione. 5. Semplificazione burocratica. Un’azienda agricola per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti spende, in media, 2 euro ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7200 euro l’anno. Non basta. Occorrono otto giorni al mese – cento giorni all’anno - per riempire le carte richieste dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. Un compito che difficilmente l’imprenditore agricolo può assolvere da solo e, pertanto, nel 58 per cento dei casi è costretto ad assumere una persona che svolge tale attività e per il restante 42 per cento si rivolge ad un professionista esterno, con costi facilmente immaginabili. Oltre a ciò la disposizione contenuta nell’ultimo Decreto Sviluppo rende pesante il lavoro degli agricoltori che non superano i 7 mila euro di vendite l’anno. Sono obbligati a produrre molto materiale contabile in via telematica. E questo graverà sulla gestione aziendale. Nuovi pesanti oneri burocratici, dunque, per molte aziende agricole, già assillate da onerosi costi produttivi e contributivi. Siamo, purtroppo, in presenza di un ulN°2 - 1 febbraio 2013

teriore e gravoso adempimento burocratico che avrà effetti devastanti per le piccole aziende agricole che saranno costrette a registrare tutte le fatture d’acquisto e le autofatture di vendita. Con l’aggravante di avviare in modo telematico l’elenco di tali operazioni. E questo richiederà assistenza adeguata che comporterà, inevitabilmente, spese aggiuntive da parte dell’agricoltore. L’agricoltura per rispettare gli adempimenti burocratici paga un conto molto salato: circa 4 miliardi di euro l’anno. Ecco perché sono indispensabili interventi per rendere meno elefantiaci e costosi i rapporti tra aziende agricole e Pubblica amministrazione. È necessaria una sistematica azione di semplificazione burocratica con: una decisa azione per il riordino degli Enti e delle tecnostrutture operative nel settore agricolo ed agroalimentare; una semplificazione del meccanismo AGEA e revisione del sistema SIN; la unificazione di competenze sia in ambito nazionale che regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese agricole. Per il rafforzamento della competitività delle imprese è strategica l’attuazione di una semplificazione amministrativa, favorendo la completa informatizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese e rafforzando gli strumenti della sussidiarietà. È necessario proseguire con un’azione coraggiosa e decisa nel semplificare il quadro normativo italiano al fine di ridurre i costi, diretti ed indiretti, ed agevolare i produttori agricoli e le loro cooperative nell’ottemperare ai vari adempimenti amministrativi, soprattutto in relazione alla percezione

dei contributi europei. 6. Ricambio generazionale. E’ necessario promuovere e sostenere efficacemente il ricambio generazionale in agricoltura, sia nella nuova Pac – nella quale vanno incentivate le misure del primo insediamento e del prepensionamento – sia a livello nazionale attraverso la condivisione di percorsi di formazione mirati all’impresa e al mercato, e la promozione di una legislazione di supporto. Nel rapporto della Banca d’Italia sul credito erogato dalle banche, ad esempio, si evidenziano le difficoltà dei giovani agricoltori che registrano grandi problemi nella richiesta di finanziamenti. Per favorire il ricambio generazionale dovrà essere definito un piano di azioni organico per promuovere l’aggregazione fondiaria e la costituzione di nuove imprese, favorire l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola. Per far ciò bisogna mettere in campo azioni che: favoriscano l’accesso al fattore terra in particolare mediante la costituzione di un’Agenzia per il riordino fondiario e l’introduzione, nel nostro ordinamento, di maggiori vincoli per la salvaguardia della destinazione agricola e forestale dei terreni e per garantire l’integrità aziendale in caso di successione; favoriscano l’accesso al credito ed estendano l’utilizzo delle risorse pubbliche destinate al mercato fondiario ad iniziative di nuova imprenditorialità; sostengano le attività delle imprese giovani con una fiscalità di vantaggio per i giovani imprenditori agricoli che investono in ricerca ed innovazione.

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La semplice patente di guida per condurre un mezzo agricolo non basta più

Corsi per trattoristi e gruisti

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onversano, 23 Gennaio 2013. Oggetto: Formazione Trattoristi e Gruisti. La semplice patente di guida stradale per condurre un mezzo agricolo non basta più. La Conferenza Stato-Regioni ha approvato l’accordo in attuazione del comma 5 dell’art. 73, del decreto n. 81/2008 s.m.i. che individua le attrezzature da lavoro, tra cui i trattori agricoli ed i “muletti”, per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché definisce le modalità per il riconoscimento di questa abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi e i requisiti minimi della formazione. In pratica entro 12 mesi dalla pubblicazione della norma sulla GU del 12/03/2012, per guidare non solo un trattore, ma anche un semplice “muletto”, si dovrà risultare in possesso di esperienza documentata di almeno 2 anni, oppure acquisire una abilitazione alla guida attraverso un corso di formazione composto da 4 ore di teoria e 5 ore di pratica. In più, tutti gli operatori, anche se già abilitati, ogni 5 anni dovranno assogget-

tarsi obbligatoriamente ad un corso di aggiornamento di almeno 7 ore tra teoria e pratica. La norma comprende anche i lavoratori autonomi ed i coadiuvanti familiari, non solo i dipendenti (per i quali gli oneri saranno a carico del datore di lavoro). Le nuove disposizioni entreranno in vigore il 12 marzo 2013 e i lavoratori che a tale data risultano incaricati all’uso delle attrezzature per le quali serve il nuovo «patentino» dovranno svolgere i previsti corsi entro 24 mesi, ossia entro l’11 marzo 2015. Inoltre, i corsi già effettuati alla data del 12 marzo 2013, verranno riconosciuti utili qualora soddisfino i seguenti requisiti: siano stati di

durata complessiva non inferiore a quella stabilita dall’accordo per ciascun tipo di attrezzatura; si tratti di corsi composti di modulo sia teorico che pratico e con una verifica finale di apprendimento, anche se di durata inferiore a quella fissata dall’accordo, a patto che vengano integrati, entro 24 mesi (entro l’11 marzo 2015), da un modulo di aggiornamento; si tratti di corsi di qualsiasi durata non completati da verifica finale di apprendimento, a condizione che entro l’11 marzo 2015 (entro 24 mesi) siano integrati di modulo di aggiornamento e verifica finale di apprendimento.

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set timanale d’informazione sul mondo agricolo e rurale

le notizie della settimana

• La PAC slitta di un anno • Sondaggio dell’Unione Europea sugli OGM • Gianni Cantele nuovo Presidente Coldiretti Puglia • Dal 6 al 8 febbraio Fruit Logistica a Berlino N°2 - 1 febbraio 2013

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ubrica

le ricette del grano

Il gusto del grano

Come cuocere il grano (Base per tutte le ricette) Dose per 6 persone Lavare 500 gr. di grano con acqua corrente e metterlo a cuocere in una pentola con 5 litri di acqua a fiamma vivace fino all’ebollizione, quindi portate la fiamma al minimo e continuare la cottura per un’ora e mezza senza girarlo. A cottura ultimata salarlo q.b. e scolarlo. Per la preparazione di dolci non salare il grano. Così cotto può essere conservato in frigorifero al massimo per una settimana. Al momento di utilizzarlo portare ad ebollizione l’acqua in una pentola, immergere il grano e farlo bollire per non più di cinque minuti.

Grano ai funghi

Ingredienti: Grano cotto 500 gr. Funghi champignon 800 gr. Pancetta tesa affumicata 200 gr. Aglio 2 spicchi Vino bianco 1 bicchiere Salsa di pomodoro 1,5 lt. Prezzemolo ½ mazzetto Peperoncino rosso 1 pezzo Olio d’oliva extravergine 30 gr.

Lavare e tagliare a fette i funghi. In un tegame versare l’olio e far soffriggere l’aglio tagliato a fette doppie insieme al peperoncino sminuzzato e alla pancetta. Quando l’aglio è dorato, versare i funghi ed a fuoco lento far cuocere. Aggiungere il vino e farlo evaporare, quindi versare la salsa di pomodoro e far cuocere per circa 20 minuti. In una coppa da portata versare il grano caldo, condire con il sugo e spolverare con il prezzemolo tritato finemente.

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Colva pugliese

Ingredienti: Grano 500 gr. Stecca di cioccolato fondente Noci e mandorle pugliesi in quantità Uva snocciolata Vincotto Melograno Cannella

Il grano viene messo in ammollo per circa tre giorni prima di cucinarlo e si cucina il giorno prima di mangiarlo. Dopo aver cotto il grano si mantiene in acqua, sgusciare le noci e farle a pezzettini, tostare le mandorle e fare anche queste a pezzettini. Tagliare a pezzettini piccoli la cioccolata, sbucciare il melograno. Tagliare l’uva a metà e snocciolarla. Scolare la quantità di grano che si vuole usare, metterlo in una ciotola (il resto si lascia in acqua) e aggiungere le noci, le mandorle, la cioccolata, l’uva e i chicchi di melograno. Poi aggiungere il vincotto e una spolverata di cannella e si mescola il tutto come se fosse una macedonia. Servirlo nelle coppe

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lezioni

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DELIBERA N. 666/12/CONS DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE DELLA DISCIPLINA IN MATERIA DI COMUNICAZIONE POLITICA E DI PARITà DI ACCESSO AI MEZZI DI INFORMAZIONE RELATIVE ALLE CAMPAGNE PER LE ELEZIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA FISSATE PER I GIORNI 24 E 25 FEBBRAIO 2013 DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 (Finalità e ambito di applicazione) 1. Le disposizioni di cui al presente provvedimento, in attuazione della legge 22 febbraio 2000, n. 28, come modificata dalla legge 6 novembre 2003, n. 313, in materia di disciplina dell’accesso ai mezzi di informazione, finalizzate a dare concreta attuazione ai principi del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, dell’obiettività e della completezza del sistema radiotelevisivo, nonché ai diritti riconosciuti ai soggetti politici dagli artt. 4 e 5 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, si riferiscono alle campagne per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica previste per i giorni 24 e 25 febbraio 2013 e si applicano su tutto il territorio nazionale nei confronti delle emittenti che esercitano l’attività di radiodiffusione televisiva e sonora privata e della stampa quotidiana e periodica. 2. In caso di coincidenza territoriale e temporale, anche parziale, delle campagne elettorali di cui alla presente delibera con altre consultazioni elettorali regionali, amministrative o referendarie, saranno applicate le disposizioni di attuazione della legge 22 febbraio 2000, n. 28, relative a ciascun tipo di consultazione. 3. Le disposizioni di cui al presente provvedimento cessano di avere efficacia alla mezzanotte dell’ultimo giorno di votazione relativo alle consultazioni di cui al comma 1. Art. 2 (Soggetti politici) 1. Ai fini del successivo Capo I del titolo II, in applicazione della legge 22 febbraio 2000, n. 28, come modificata dalla legge 6 novembre 2003, n. 313, si intendono per soggetti politici nel periodo intercorrente tra la data di convocazione dei comizi elettorali e la data di presentazione delle candidature: a) le forze politiche che costituiscono Gruppo in almeno un ramo del Parlamento nazionale; per i Gruppi parlamentari composti da forze politiche distinte, o rappresentate da sigle diverse, il Presidente del Gruppo individua, secondo criteri che contemperino le esigenze di rappresentatività con quelle di pariteticità, le forze politiche che di volta in volta rappresentano il Gruppo; b) le forze politiche, diverse da quelle di cui alla lettera a), che hanno eletto con proprio simbolo almeno due

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rappresentanti dell’Italia al Parlamento europeo; c) le forze politiche, diverse da quelle di cui alle lettere a) e b), che costituiscono in seno al Gruppo Misto della Camera o del Senato una componente formata da almeno due parlamentari; d) le forze politiche, diverse da quelle di cui alle lettere a), b) e c) che hanno eletto con proprio simbolo almeno un rappresentante nel Parlamento nazionale e che sono oggettivamente riferibili ad una delle minoranze linguistiche indicate dall’art. 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482; e) il Gruppo Misto della Camera dei deputati e il Gruppo Misto del Senato della Repubblica, i cui Presidenti individuano d’intesa fra loro, secondo criteri che contemperino le esigenze di rappresentatività con quelle di pariteticità, i parlamentari non facenti parte delle forze politiche di cui alle lettere c) e d), che di volta in volta rappresentano i Gruppi medesimi. 2. Nel periodo intercorrente tra la data di presentazione delle candidature e quella di chiusura delle campagne elettorali, si intendono per soggetti politici: a) le coalizioni di cui all’art. 14-bis del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, presenti con il medesimo simbolo in ambiti territoriali tali da interessare complessivamente almeno un quarto del totale degli elettori; b) le liste di candidati di cui all’art. 14 del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, che sono presenti con il medesimo simbolo in ambiti territoriali tali da interessare complessivamente almeno un quarto del totale degli elettori ovvero che sono rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute. Art. 23 (Pubblicazione di messaggi politici elettorali su quotidiani e periodici) 1. I messaggi politici elettorali di cui all’art. 7 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, devono essere riconoscibili, anche mediante specifica impaginazione in spazi chiaramente evidenziati, secondo modalità uniformi per ciascuna testata, e devono recare la dicitura “messaggio elettorale” con l’indicazione del soggetto politico committente. 2. Sono vietate forme di messaggio politico elettorale diverse da quelle elencate al comma 2 dell’art. 7 della legge 22 febbraio 2000, n. 28.

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