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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE
C’è chi dice NO!
Formaggio senza latte, l’ennesimo attacco delle lobbies europee contro il Made in Italy agrICOLTURA
Il futuro? In mano ai satelliti Aumentare la vita commerciale dei fioroni pugliesi, si può? AGROALIMENTARE
Embargo russo, necessaria una mediazione
N° 13 • 15 LUGLIO 2015
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ditoriale
La verità sul formaggio senza latte che l’UE vuole imporre all’Italia 15 luglio 2015 - n. 13 - Anno 10
Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE
Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Angelo Marazia, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264
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al 11 aprile del 1974 con la legge n. 138, l’Italia ha deciso di vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale. Questa misura ha lo scopo di tener alta la qualità delle produzioni casearie italiane salvaguardando le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità dei prodotti italiani mediante la qualità delle materie prime. Una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015. E’ di questi giorni la notizia che la Commissione europea vorrebbe imporre all’Italia la produzione di formaggio senza latte. Ma davvero in Europa sono diventati matti? O è la solita bufala per terrorizzare i consumatori e magari farli rinunciare ai prodotti caseari? Il formaggio senza latte non si può produrre (ovviamente), ma il formaggio senza latte fresco sì. La Commissione europea ha inviato una lettera di diffida all’Italia minacciando l’apertura di una procedura d’infrazione se il Governo non rivedrà la legge n. 138 dell’11 aprile 1974 che prevede per i produttori italiani il di-
vieto di utilizzo, detenzione e vendita di latte in polvere e latte ricostituito per la produzione di prodotti caseari come formaggio, yogurt e latte alimentare. La Commissione europea, dunque, vuole imporre la produzione e la vendita di formaggio di bassa qualità che, al posto del latte fresco, utilizzi il latte in polvere. Questa minaccia è già realtà. Il formaggio prodotto con latte disidratato si trova già nei supermercati italiani, poiché la sua commercializzazione non può di fatto essere vietata, ma può essere vietata solo la sua produzione su suolo italiano: esso, dunque, viene prodotto all’estero. Oggi, per essere sicuro che non si tratti di formaggi di questo tipo, l’unica arma a disposizione del consumatore attento è quella di verificare dall’etichetta che sia prodotto in Italia. Con questa ingerenza la Commissione europea favorirebbe i produttori “furbetti” quelli cioè che non vorrebbero utilizzare prodotti di qualità mentre quelli onesti rischierebbero di uscire dal mercato, perché i loro costi di produzione sarebbero notevolmente più elevati degli altri. Inoltre, oltre a danneggiare i produttori, verrebbero discriminati anche i consumatori perché si abbasserebbe la qualità dei prodotti in vendita. Altro che libero commercio (che fra l’altro c’è già), questo è l’ennesimo attacco al Made in Italy.
PROSARO resa e qualità per il tuo mais
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ella coltivazione del mais la possibile presenza di micotossine non deve più essere affrontata con una logica di emergenza, ma come un fattore la cui gestione deve essere compresa nei normali protocolli di produzione. Bayer CropScience ha il piacere di comunicare che il Ministero, con i suoi esperti, ha concesso l’autorizzazione all’utilizzo straordinario di Prosaro e Proline Star controFusarium su mais al dosaggio di 1L/ha. Prosaro è l’unico prodotto ad avere efficacia contro le fusariosi della spiga e ad avere dunque Fusarium in etichetta, la principale causa di contaminazione da micotossine quali Don e Fumonisine; l’unicità di Prosaro è il motivo principale dell’autorizzazione ottenuta. Il prodotto sarà utilizzabile dal 24 giugno al 22 ottobre 2015. Prosaro può essere applicato da levata a fine fioritura e per sfruttarne il pieno potenziale va applicato tra l’emissione delle sete ed il loro cambio di colore Prosaro è l’unico fungicida autorizzato contro funghi della spiga.
Le caratteristiche: · L’ efficacia su Fusarium è un valido supporto per contenere Fumonisine e Don · Disinfetta le foglie, entra rapidamente nei tessuti e vi persiste · Ottimizza e migliora la fisiologia della pianta riducendo anche lo stress · Migliora le produzioni del 9-10% Come applicare Prosaro? · 1L/ha insieme all’insetticida · Volumi d’acqua 400L/ha per sfruttare al meglio il suo potenziale · Adeguare la velocità di avanzamento ai volumi di applicazione Scopri di più consultando la pagina di Prosaro a - http://www.cropscience.bayer.it/it-IT/Prodotti/Fungicidi/Prosaro.aspx
Scopri di più consultando la pagina di Proline Star a - http://www.cropscience.bayer.it/Prodotti/Fungicidi/Proline-Star.aspx
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ommario
5 editoriale
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FORMAGGI La verità sul formaggio senza latte
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acquedotto pugliese e ciheam Sostenibilità delle risorse naturali EXPO Il futuro dell’’agricoltura in mano ai satelliti acqua e agricoltura in africa Come produrre di più con meno
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ARIF Campagna Antincendio boschivo 2015
giù le mani dai formaggi pugliesi Tutti contro la polvere di latte ACLI TERRA Il Made in Italy non si tocca embargo russo Mediazione sulla crisi ucraina fioroni pugliesi Le sperimentazioni dell’Università di Foggia birre artigianali Le proposte per rilanciare la crescita
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ALIMENTAZIONE
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eventi
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cAMERA DI COMMERCIO DI BARI Giovani innovatori in campo
euromonitor international Lo studio di calorie da cibo e soft drink associazione neda La collaborazione con Foglie consumo di sale in italia Quanto basta per una sana nutrizione? progetto fooding
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AMBIENTE
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agroalimentare
AGRICOLTURA
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innovative distribution Vineaway innovative distribution O.L..I.OO Process innovation Skyline Process innovation Saluti e Bachi Process innovation Santacandida
A GIU’ LE MANI DAI FORMAGGI PUGLIESI groalimentare
Polvere di latte: ne basta un chilo per fare 15 mozzarelle
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iù le mani dal ‘canestrato’ pugliese, dal cacioricotta, dalla mozzarella e dalla burrata, dal ‘pallone di Gravina’, dal caciocavallo podolico dauno, solo alcuni dei 18 formaggi tradizionali e DOP di Puglia che rischiano di scomparire per colpa di “‘quelli che chiedono all’Ue di produrre formaggio con la polvere di latte – tuona il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che sono, poi, gli stessi che sottopagano il latte alla stalla. Non permetteremo che venga depauperato un intero settore e continueremo la nostra battaglia a difesa delle produzioni lattiero-casearie ‘vere’ e non costruite in laboratorio. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari ‘Made in Puglia’”. Si sono mossi dalla Murgia barese e tarantina e dei mondi dauni gli allevatori pugliesi che hanno partecipato con casari e consumatori, su Piazza Montecitorio, alla manifestazione di Coldiretti a difesa del Made in Italy per impedire il via libera ELENCO PRODOTTI PUGLIA in Italia al formaggio e allo yogurt senRICONOSCIUTI TRADIZIONALI DAL MIPAAF za latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti nefasti sul piano economico,, occupazionale ed ambientale. “Una caratteristica distintiva e straordinaria della produzione lattiero-casearia pugliese – incalza Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - è la sicurezza alimentare e la qualità che esprime. Le nostre stalle sono le più controllate al mondo (in media un controllo, diretto o in autocontrollo, settimanale) e offrono un latte dalle elevate caratteristiche nutrizionali. Per quanto riguarda la qualità, è da rilevare come oltre il 45% delle nostre produzioni serve a realizzare i migliori formaggi del mondo la cui qualità e distintività e strettamente legata alla produzione di latte dei nostri territori. Per questo stiamo organizzando una intera giornata ad EXPO a Milano de-
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FORMAGGI DOP - Canestrato pugliese
dicata alle produzioni lattiero-casearie pugliesi il 23 luglio prossimo”. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti di yogurt, “e tutto con lo stesso identico sapore perché‚ viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori”. Il via libera alla polvere di latte significherebbe aumentare la dipendenza dall’estero con la chiusura delle stalle, la perdita di posti di lavoro e l’abbandono delle montagne dove il formaggio si fa con il latte vero. Per ogni centomila quintali di latte in polvere importato in più scompaiono 17mila mucche e 1.200 occupati solo in agricoltura, secondo una analisi della Coldiretti. Ma c’è anche un costo ambientale, perché il processo di trasformazione del latte in polvere in quello fresco comporta, per la re-idratazione, un elevato consumo di acqua.
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Contro la decisione dell’Unione Europea
Acli Terra: il Made in Italy non si tocca
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on è accettabile l’idea di screditare la qualità del Made in Italy in virtù della tutela del principio di libera circolazione delle merci» è quanto dichiarato dal Presidente nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, in merito alla decisione dell’Unione Europea di avviare una procedura di infrazione verso la legge Italiana che vieta ai caseifici l’utilizzo di latte in polvere per produrre formaggi e yogurt. «Una priorità della nostra Associazione - continua Zannini - è proprio quella di proteggere la qualità e la tipicità di tutti i prodotti, in particolare quelli del comparto caseario, che rappresentano un’eccellenza nel Mondo. Con la direzione che l’Unione Europea intende imporre al Paese, i produttori e gli allevatori, che già versano in condizioni di enormi difficoltà, verrebbero ulteriormente penalizzati a causa della concorrenza che deriverebbe dall’importazione di latte in polvere
dalle produzioni estere. Sarebbe una scelta in controtendenza con il bisogno urgente di migliorare sempre più la qualità dei prodotti agricoli, attraverso la sostenibilità delle produzioni e la salvaguardia dell’ecosistema. In questo senso, il marchio alimentare italiano è un punto di forza assoluto, da riproporre e da proteggere, adottando politiche adeguate che antepongano la tutela della qualità delle nostre produzioni e delle condizioni di vita dei lavoratori del comparto zootecnico.»
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Primo week end
Agrilevante “in pista” l’edizione 2015
E’ partito l’evento “C’è una Festa in Masseria IA IA OH”, il festival dell’Agricoltura Multifunzionale composto da tre weekend ideato e organizzato dal Gruppo di azione locale Sud est barese, in programma nel mese di luglio nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro e Rutigliano.
Abbiamo intervistato Marco Acerbi, direttore ufficio eventi di FederUnacoma che ci ha confermato che l’esposizione biennale delle macchine e delle tecnologie per le filiere agricole “Agrilevante” è già in piena fase organizzativa per l’edizione 2015.
Il GAL sud est barese taglia un altro importante traguardo nella sua intensa attività di promozione del territorio: grazie ai fondi della Misura 313 del PSL del GAL Sud Est Barese per l’incentivazione di attività turistiche, è stato inaugurato il primo IAT nel centro di Noicattaro, in un’area appositamente predisposta dal GAL.
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del Festival dell’Agricoltura Multifunzionale
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Il Gal SEB
inaugura il nuovo ufficio IAT a Noicàttaro
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groalimentare
EMBARGO RUSSO
MONTECITORIO CHIEDE AL GOVERNO DI MEDIARE SULLA CRISI UCRAINA
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roprio mentre il Consiglio dell’Unione europea decide di prolungare ancora, sino al 31 gennaio 2016, le sanzioni economiche nei confronti della Russia, a Montecitorio inizia la discussione generale sulle mozioni riguardanti la crisi ucraina. Una situazione che si protrae da almeno un anno e che sta comportando la cancellazione di oltre 31 miliardi di euro (su un totale di 52 miliardi) di importazioni agroalimentari russe di carne, pollo, pesce, latte, uova, frutta e verdure dall’Unione europea. Appare ovvio che la Russia abbia risposto all’assedio europeo e statunitense con la stessa moneta ma se gli Stati Uniti non hanno molto da perdere nella guerra commerciale con Mosca, sono molti i Paesi europei, in primis l’Italia, ad accu-
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sare pesantissime ripercussioni. Il perdurare della crisi ucraina rischia, peraltro, di determinare reciproche ulteriori e più gravi misure sanzionatorie e restrizioni, a tutto danneggiamento dell’agricoltura e delle produzioni agroalimentari della Puglia. L’Italia, infatti, è il secondo partner commerciale della Russia in Europa dopo la Germania e il quarto a livello mondiale. Secondo dati Istat ed Eurostat, nel 2013, le esportazioni italiane nella Federazione russa hanno raggiunto il loro massimo storico con 10,8 miliardi di euro. Con il crollo delle esportazioni verso Mosca, dunque, le misure di sostegno decise ad agosto 2014 dalla Commissione europea, pari a 125 milioni di euro, risultano del tutto insufficienti per risarcire i danni che subiscono i produttori
di frutta, ortaggi e prodotti agricoli deperibili a causa dell’embargo russo. Un effetto potenziale complessivo che per l’Unione europea ammonta ad una perdita di produzione annuale di 6,7 miliardi di dollari. Tra le misure eccezionali da mettere in campo che alcune forze politiche ed associazioni stanno “monitorando” vi è l’eventuale acquisto dei prodotti rifiutati, promuovendone l’utilizzo in mercati alternativi, anche al fine di garantire i servizi di ristorazione espletati nelle mense degli enti pubblici o per la fornitura ai servizi riservati ai bisognosi. Ma anche misure di sostegno aggiuntive rispetto a quelle previste dell’Ue con eventuale differimento, inoltre, di alcune scadenze tributarie e sostegno creditizio delle imprese più esposte.
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gricoltura
Acquedotto Pugliese e Ciheam: “Uno sviluppo sostenibile delle risorse naturali”
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’Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese S.p.A, Nicola Costantino, e il Segretario Generale del Ciheam (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei/ Istituto Agronomico Mediterraneo), Cosimo Lacirignola, si sono ritrovati presso la sede dell’AQP a Bari, per siglare un protocollo d’intesa, rivolto a promuovere collaborazioni in attività di formazione, ricerca e sviluppo nei propri settori d’interesse. L’accordo prevede, in particolare, che l’Acquedotto, per il tramite di AQP Water Academy, centro aziendale di eccellenza per la formazione, e Ciheam Bari diano corso a proposte progettuali a livello nazionale e internazionale, impegnandosi nello sviluppo di forme di collaborazione in partnership, mediante l’adesione congiunta a Programmi Europei e di cooperazione internazionale. Tra i punti qualificanti del protocollo, l’organizzazione di eventi istituziona-
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li di diffusione della cultura scientifico-tecnologica ed imprenditoriale a livello locale e internazionale, con la disponibilità da parte di AQP spa e Ciheam Bari all’utilizzo delle rispettive strutture per lo svolgimento delle attività previste da entrambe o da una sola delle due parti. La convenzione avrà dura triennale e potrà essere rinnovata sulla base di un accordo scritto tra i contraenti. Per tutti i percorsi progettuali e le attività avviate, AQP e Ciheam Bari s’impegnano a reperire, ognuno secondo le proprie possibilità, i finanziamenti necessari. Le premesse dell’accordo siglato sono da ricercare in una duplice direzione. Da una parte, l’orientamento di Acquedotto Pugliese a favorire la formazione e la crescita tecnicoprofessionale dei propri collaboratori, realizzando apposite convenzioni con Università, Politecnici e centri di eccellenza, in vista di programmi di ricerca e sviluppo, in partnership
con enti pubblici e privati. Dall’altra, l’indirizzo di Ciheam Bari ad ampliare la ricerca scientifica applicata alla progettazione d’interventi in partenariato sul territorio, nell’ambito di programmi di cooperazione internazionale, nei settori della gestione del suolo e delle risorse idriche, della protezione delle colture ortofrutticole mediterranee, dell’agricoltura biologica e dell’alimentazione sostenibile. L’intesa sottoscritta dall’Amministratore Unico di AQP, Nicola Costantino, e dal Segretario Generale di Ciheam, Cosimo Lacirignola, rappresenta il naturale epilogo di un consolidato rapporto di collaborazione tra istituzioni accomunate dalla vocazione a promuovere ricerca, sviluppo e innovazione nella direzione di un utilizzo sempre più proficuo e consapevole delle principali risorse naturali -dall’acqua alla terra- nel rispetto delle esigenze dei cittadini e delle ragioni dell’ambiente.
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Se ne e’ discusso a Expo
Il futuro dell’agricoltura e dell’ambiente? IN mano ai satelliTI
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Expo il generale Charles Frank Bolden (amministratore NASA) e Luca Parmitano (astronauta ASI) hanno posto l’attenzione su come le informazioni fornite dai satelliti stiano già cambiando il modo di produrre cibo e gestire le risorse naturali. “Grazie ai satelliti conosciamo sempre meglio la situazione globale: evoluzione del clima, crescita delle coltivazioni, disboscamento delle foreste, salute dell’aria e degli oceani e sfruttamento delle falde acquifere - ha spiegato Bolden, nominato da Barack Obama amministratore NASA nel 2009 - Queste informazioni sono a disposizione di tutti. Gli agricoltori di qualsiasi parte del mondo possono quindi capire quale coltura è meglio piantare in un determinato periodo”. Da canto suo, l’astronauta siciliano Luca Parmitano ha sottolineato l’importanza di sviluppare una coscienza globale. “Quando mi trovavo in missione all’esterno della Stazione spaziale internazionale ho avuto modo di assistere al sorgere del sole: un’esplosione improvvisa di luce che mi ha rivelato la meraviglia della Terra, un’esperienza che mi ha lasciato senza fiato e mi ha fatto capire che questo Pianeta non è nostro, ma è nelle nostre mani!”. Presenti in platea Stefania Giannini (Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca) e il team di CROPP, gli studenti della Sapienza vincitori dell’International Space Apps Challenge, concorso internazionale della NASA per le migliori app che utilizzano informazioni conquistate dalle missioni spaziali. CROPP (Colture Risks Observation and Prevention Platform) è un’applicazione semplice e user-
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friendly, progettata per aiutare gli agricoltori nel monitoraggio dei propri raccolti. Il sistema raccoglie dati su differenti livelli e fornisce all’utente informazioni pratiche su possibili rischi e minacce alle coltivazioni. Il monitoraggio dei terreni agricoli offerto dall’innovativa App include anche sensori locali per misurazioni a breve distanza, mentre immagini ottiche e radar, ottenute con i satelliti, sono sfruttate per studiare l’evoluzione di fenomeni potenzialmente rischiosi a livello macroscopico. L’applicazione non si limita unicamente a valutare i rischi atmosferici ma anche quelli derivanti da insetti e parassiti delle colture. Un insieme di sensori in grado di misurare temperatura,
piogge, umidità del terreno e verificare la presenza di eventuali insetti è unito a un attuatore in grado di allontanare i parassiti. Il tutto assemblato in un apparecchio low-cost ed eco-sostenibile chiamato DMC, capace di inviare i segnali ad un centro raccolta dati, facilmente consultabile da una App per smartphone e da un sito web. Sempre a Expo, nel cluster dedicato a “Cereali e tuberi” è stato presentato un esempio di utilizzo dei satelliti. Finmeccanica e Telespazio hanno mostrato in un video le possibilità che offre la tecnologia spaziale nello sviluppo eco-sostenibile dell’agroalimentare, con un volo virtuale grazie a immagini satellitari ottiche e radar elaborate da e-GEOS.
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Le sperimentazioni dell’Università di Foggia
Aumentare la vita commerciale dei fioroni pugliesi, si può?
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Nell’ambito della valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli tipici, da alcuni anni l’Unità di Ricerca in Tecnologie Post raccolta dell’Università di Foggia conduce una sperimentazione sull’estensione della vita commerciale dei fioroni pugliesi. Una prelibatezza che però è caratterizzata da una brevissima vita commerciale, che ne rende molto problematica la disponibilità su mercati lontani dai luoghi di produzione. L’Unità di ricerca sta lavorando quindi alla messa a punto di idonee strategie per la fase post raccolta. Con questo obiettivo è in corso una collaborazione con l’azienda De Chirico Prodotti Tipici Pugliesi di Molfetta, che rappresenta una delle realtà più attive nella commercializzazione di questa tipologia di prodotto. L’azienda De Chirico effettua una pri-
ma lavorazione sui fioroni ritirati direttamente da produttori locali e li confeziona a seconda delle richieste. Ad oggi confezionano due tipi di fioroni, il Tauro e il Petrelli. Il primo si conserva in cella anche fino a 10 giorni e può essere confezionato anche alcuni giorni dopo la raccolta senza problemi per la distribuzione; Il Tauro risponde bene alla conservazione nelle celle frigorifere sia dei magazzini sia dei camion. Al contrario il Petrelli già dopo due ore dalla raccolta cambia il suo colore, pertanto si tratta di un fiorone dalle caratteristiche organolettiche superiori al Tauro ma purtroppo la sua elevata deperibilità ne limita la distribuzione, che al momento avviene solo a livello locale. Il Petrelli va raccolto e consumato subito e quindi non è richiesto dal mercato per problemi di logistica, in quanto se non viene consuma-
to nell’arco di due giorni deve essere buttato via, il che implica aumento di costi e di sprechi. Per queste ragioni, il lavoro di post raccolta che si sta conducendo con l’Università di Foggia ed in particolar modo con il Prof. Colelli ha l’obiettivo di estendere la shelflife del Petrelli a 4-5 giorni almeno, in modo tale da consentirne la distribuzione anche su mercati esteri. Sui risultati di questa attività sperimentale si basa pure la collaborazione che il Prof. Giancarlo Colelli ha avviato con l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari nell’ambito di un Progetto di sviluppo rurale localizzato nell’area di Marsa Mathrouh, in Egitto, che prevede fra l’altro la valorizzazione dell’abbondante e pregiata produzione locale di fichi, come una delle strategie per aumentare i redditi degli operatori agricoli di quell’area.
A sinistra, il fiorone di var. Domenico Tauro. A destra: la cv. Petrelli.
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Un evento organizzato dalla Camera di Commercio di Bari
Giovani innovatori in campo: i prototipi del Medab in vetrina
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UTIGNANO - La Camera di Commercio di Bari ha organizzato, in collaborazione con il CiheamIstituto Agronomico Mediterraneo di Bari (Ciheam Bari) l’evento “Giovani innovatori in campo. I prototipi del Medab in vetrina” che ha avuto luogo presso l’Ex macello comunale di Putignano. Per la prima volta, i giovani innovatori del Medab (Incubatore Mediterraneo per la Creazione e il Cambiamento di Impresa del Ciheam Bari) hanno presentato ad imprenditori, esperti ed investitori i prototipi di prodotto/servizio della propria idea innovativa nel settore agroalimentare, risultato del percorso di accompagnamento che hanno svolto all’interno del Medab a partire da Febbraio 2015 con l’obiettivo di realizzare, a partire dalla propria idea innovativa, un’impresa. Da febbraio a maggio i giovani innovatori hanno frequentato il Medab per un laboratorio di conoscenza condivisa
insieme ad esperti e coach specializzati, finalizzato ad individuare e mettere in pratica le strategie da intraprendere per lo sviluppo dell’idea innovativa per renderla realmente appetibile per il mercato. Le imprese locali hanno risposto positivamente ad un loro coinvolgimento all’interno del percorso di accompagnamento con l’obiettivo di rafforzare il collegamento tra il mondo imprenditoriale e il mondo dell’innovazione: numerose imprese hanno,infatti, contribuito allo sviluppo dell’idea innovativa, diventando mentori dei giovani del Medab e avviando con loro collaborazioni su diversi livelli. Con l’evento del 2 luglio i giovani startupper hanno potuto confrontarsi con aziende, esperti del settore e rappresentanti di enti potenzialmente interessati per valutare insieme le opportunità di diffusione sui mercati dei propri prototipi. Un momento di scambio fondamentale per affinare il modello di business, anche in
virtù della possibilità di utilizzare gli stessi per la valorizzazione dei prodotti tipici e degli itinerari turistici che sarebbe possibile attivare in sinergia con le realtà locali per uno sviluppo armonico e tout court del sistema innovativo e produttivo locale, oltre che della possibilità di creare collegamenti con potenziali investitori. La serata ha previsto anche la promozione di alcuni prodotti tipici pugliesi selezionati nell’ambito del progetto Fooding sulla base delle loro proprietà nutritive e si è conclusa con una degustazione degli stessi prodotti preparati dallo chef Rosario Didonna
Riceviamo e Pubblichiamo dal “Popolo degli Ulivi”
“Lo Stato Italiano espianta illegalmente 47 alberi d’ulivo a Oria”
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mici di “Foglie”, il 7 luglio 2015 i proprietari degli uliveti interessati dai provvedimenti di espianto hanno ricevuto notifica delle operazioni tra le 4.00 e le 6.00 del mattino, senza il minimo preavviso neanche durante le ore immediatamente precedenti all’azione. Fin dalle prime luci dell’alba le Forze dell’Ordine ed il Corpo Forestale dello Stato hanno bloccato tutte le vie d’accesso ai terreni interessati dalle operazioni. Da quanto riferito dai proprietari e confermato ad alcuni presenti dal Vice Questore, l’esecuzione dei provvedimenti non sarebbe basata su di un nuovo piano emergenziale (che infatti ancora non risulta esserci), ma sul vecchio piano
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e sul recente Decreto Ministeriale. Le operazioni di espianto e distruzione delle piante, nonché disinfezione del terreno, si protraevano per tutta la giornata fino al tardo pomeriggio, registrando l’abbattimento di 47 alberi tra cui diversi ulivi secolari; di questi 18 abbattuti presso il presidio “Oria Resiste”. Nella zona non erano presenti piante sintomatiche e dunque con segni ascrivibili a CO.DI.RO. Alla luce di quanto sopra esposto, il Popolo degli Ulivi denuncia la degenerazione fascista della strategia commissariale, che, forte dello stato di emergenza, aggira la democrazia e smorza con massicci interventi militari le legittime proteste dei cittadini, calpestando lo Stato di Diritto. L’occupazione militare del
territorio ha messo fuori gioco ogni possibilità di resistenza dei cittadini pugliesi, annichilendo il dissenso democratico ed impedendo qualsiasi forma di dialogo con le Istituzioni. Le modalità e i tempi di intervento rivelano chiaramente il volto violento dello Stato che rinnega la sua funzione di rappresentanza. Il Popolo degli Ulivi vedendo ancora una volta lesi i principi di partecipazione, informazione e le basilari regole di convivenza civile garantite dalla Costituzione, agirà in tutti i modi possibili per ripristinare lo stato di diritto violato dai suoi stessi rappresentati, per arginare la folle strategia distruttiva e la deriva antidemocratica che Governo e Regione Puglia continuano a perseguire”. www.foglie.tv
www.foglie.tv
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Continua la pubblicazione da parte di “Foglie” dei progetti innovativi di impresa per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari nati all’interno del progetto Fooding (cofinanziato dal Programma Interreg Grecia - Italia 2007 - 2013) sicuri di dare giusta visibilità a queste nuove idee imprenditoriali.
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Entrata in piena attività la sala operativa unificata permanente
Cominciata la campagna Antincendio boschivo 2015
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cominciata lo scorso 15 giugno e terminerà il 15 settembre prossimo, salvo eventuali estensioni in rapporto alle condizioni meteo-ambientali, la campagna antincendio boschivo 2015, coincidente con il periodo di massima pericolosità per l’insorgere di incendi boschivi. Contestualmente è entrata in piena attività la SOUP (sala operativa unificata permanente), il servizio di Protezione Civile che coordina e gestisce sul territorio regionale le attività di estinzione degli incendi boschivi. La SOUP si avvale del supporto attivo del Corpo forestale dello Stato, del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, dell’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali, delle organizzazioni di Volontariato, regolarmente iscritte all’elenco regionale, gli Enti locali o Funzionali. La Soup, dopo la segnalazione, classifica il livello di pericolosità di un incendio per poi attivare la catena di comando e controllo. Le classi di pericolo sono analizzate secondo codici predefiniti. Codice Bianco: incendio inesistente, falso allarme. Codice Verde: Principio di incendio che interessa una superficie limitate ed è giudicato in sede di accertamento risolvibile dalla prima squadra intervenuta, oppure incendio radente di vegetazione erbacea non suscettibile a espandersi. Codice Giallo: incendio di incolti, sterpaglia, stoppie con possibilità di espandersi a aree contigue, infrastrutture civili, abitazioni, viabilità. Codice Arancione: incendi di
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pascoli, macchia mediterranea, bosco, sottobosco. Codice Rosso: incendi i bosco o di macchia mediterranea, soprattutto se costituititi da specie forestali a elevata infiammabilità (conifere, rimboschimenti) in condizioni di vento forte e temperatura elevata ovvero di incendi di ogni genere che coinvolgano direttamente l’incolumità delle persone, delle infrastrutture civili o delle abitazioni per i quali si debba ricorrere a procedure di evacuazione. In rapporto al livello di pericolosità si attuano varie procedure di lotta attiva: Livello 0: Non si attiva alcuna
procedura in quanto si tratta di incendio inesistente o falso allarme. Livello 1: Impiego limitato di squadre e mezzi, si tratta di un principio di incendio o di piccole dimensioni. Livello 2: Incendio di medie dimensioni affrontato con l’’intervento coordinato delle Forze Operative a terra. Livello 3: Incendio di dimensioni significative con minaccia per il bosco e/o per l’incolumità delle persone con pericolo per edifici, infrastrutture e reti di trasporto, tali da richiedere l’allertamento di mezzi aerei e richiesta di disattivazione delle liwww.foglie.tv
nee elettriche. Livello 4: Incendio di elevate dimensioni e gravità con minaccia diretta per l’incolumità delle persone con pericolo per edifici, reti di trasporto, infrastrutture in genere; prevede l’intervento immediato di mezzi aerei di estinzione e attivazione di tutte le procedure per la disattivazione delle linee elettriche e altri servizi a rischio. Le strutture preposte alle attività di Anti Incendio Boschivo (AIB) del Corpo Forestale dello Stato su territorio regionale sono: 11 per le province di Bari e Bat, 3 per la provincia di Brindisi, 15 per la provincia di Foggia, 4 per la provincia di Lecce; 7 per la provincia di Taranto; Il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente (CTA) – aree protette può contare su Comandi di Stazione a:
Alta Murgia: Altamura, Andria, Gravina in Puglia, Ruvo di Puglia, Monte Sant’Angelo: Cagnano Varano, Peschici, Monte Sant’Angelo, San Marco in Lamis, Sannicandro Garganico, Umbra, Vieste. Uffici Territoriali per la Biodiversità (UTB): Martina Franca: Martina Franca, Galeone, Marina di Ginosa, San Cataldo, Umbra: Foresta Umbra, Lesina, Margherita di Savoia, Umbra. Vigili del Fuoco (VVFF) Potenziamento con 11 squadre AIB in aggiunta a quelle ordinariamente in servizio presso ogni struttura VV.FF. (3 per Bari-Bat; 2 per Br; 2 per Fg, 2 per Le, 2 per Ta). Si aggiungono altre Strutture probabili all’attività di spegnimento: 6 per Bari-Bat; 3 per Br; 7 per Fg; 5 per Le; 5 per Ta.
Previsto il convenzionamento con 140 Associazioni di Volontariato distribuite su tutto il territorio regionale. L’ Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali (ARIF) organizza sul territorio regionale le unità di avvistamento, pattugliamento e pronto intervento così suddivise: Foggia: 36 presidi; Brindisi: 6; Lecce: 10; Bari - Bat: 19; Taranto: 12. Inoltre sono a disposizione 61 dotazioni AIB comunali e 2 di amministrazioni provinciali. A queste si aggiungono le dotazioni e i mezzi in possesso di aree naturali protette esistenti su territorio regionale. Infine esiste un Bollettino Regionale di previsione incendi boschivi pubblicato quotidianamente sul sito www.protezionecivile.puglia.it corrispondente al link “Rischio incendi”.
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Lo studio di Euromonitor International
Calorie da cibo confezionato e soft drink: nel mondo il consumo medio procapite e’ di 765
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l fine di fornire strumenti utili per il contrasto a sovrappeso e obesità, Euromonitor International ha diffuso i risultati di una importante ricerca sulla nutrizione che ha coinvolto ben 54 diversi Paesi sparsi in tutto il mondo. L’obiettivo di questo studio è l’introduzione del “Passport Nutrition”, uno strumento in grado di offrire una panoramica dettagliata circa l’apporto calorico di quello che mangiamo, al fine di poter intervenire positivamente per la tutela della salute pubblica. Euromonitor International ha preso in esame le calorie introdotte quotidianamente nei vari paesi, oltre alle percentuali derivanti da zuccheri e grassi. In questo modo è possibile stabilire, per ogni persona, una
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serie di valori giornalieri confrontabili poi a livello locale, regionale e nazionale e stilare quindi una media. Passport Nutrition è inoltre un ottimo strumento per identificare quali sono gli alimenti confezionati e i soft drink, nei differenti paesi, che più contribuiscono all’apporto di calorie. Informazioni importantissime che potrebbero condurre a drastici cambiamenti nella dieta alimentare del futuro prossimo in tutto il mondo. Lo studio di Euromonitor fornisce inoltre una panoramica più completa circa le azioni intraprese a livello istituzionale e privato per porre un freno alle cause di sovrappeso e obesità. Si potrebbero infatti introdurre tassazioni maggiori su tutti quegli alimenti considerati “cibo spazzatura” in modo da
disincentivarne il consumo. Viceversa, si potrebbero introdurre sussidi economici per gli agricoltori, per aiutarli a coltivare cibo sano che, oltre a migliorare l’introito calorico delle persone possa, nel lungo termine, contribuire a contenere la spesa sanitaria. Poter cambiare il modo di mangiare e di concepire il cibo fin da ora, potrebbe portare a enormi rivoluzioni positive nei prossimi anni. Una media preoccupante Complessivamente nel mondo viene consumata una media di 765 calorie al giorno per persona tra cibo confezionato e soft drink. Anche se questa cifra potrebbe sembrare contenuta (la razione giornaliera complessiva di calorie alimentari raccomandata per gli adulti è di circa 2.000 calorie prowww.foglie.tv
capite al giorno), si deve tener presente che si tratta invece di una media preoccupante. Mentre, infatti, in India e in Cina si parla solo di 150 calorie/giorno derivanti da prodotti confezionati e bibite, cioè di una percentuale molto bassa rispetto all’introito calorico complessivo, la media registrata nel Nord America è di ben 1.500 calorie/giorno! Il Messico è, sotto questo profilo, un esempio da tener presente nella lotta al cibo calorico: a fronte del vistoso aumento di casi di diabete nella popolazione ha infatti recentemente introdotto una tassa volta a
inibire il consumo di junk food. In questo Paese, in cui il consumo di calorie non fa altro che crescere, l’utilizzo eccessivo del pane bianco rappresenta per esempio un vero problema. Oltre al pane bianco, un altro problema è rappresentato dai soft drink che contengono zucchero. Per non parlare dell’elevata quantità di zucchero contenuta nei prodotti confezionati, nei prodotti di pasticceria, nelle torte e negli snack. Paesi come Messico, Francia, Stati Uniti d’America sono pronti ad aumentare le imposte su tali categorie di prodotti al fine di limitarne la vendita.
Si deve comunque considerare che la semplice introduzione di tasse sui prodotti poco salutari non sempre rappresenta una soluzione: in Danimarca, ad esempio, l’introduzione di una tassa sui grassi saturi di fatto non è riuscita a migliorare le cose, in quanto è rimasta inattuata. Se si continuerà su questa strada senza fare nulla, nei prossimi anni il consumo di calorie assunte quotidianamente continuerà a salire. Tra il 2014 e il 2019 si prevede un incremento di oltre 90 calorie al giorno in più per persona.
La collaborazione con Neda
Nutrizione ed educazione alimentare, la nuova rubrica su Foglie.Tv
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omincerà a breve sul nostro portale web televisivo “Foglie. Tv” la collaborazione con Neda (acronimo di nutrizione ed eduzione alimentare). Cosa è Neda? E’ un gruppo di appassionati di alimentazione in contatto con professionisti di vari settori (biologi, medici, educatori, filosofi, psicologi, agronomi, economisti, ecc…) per studiare ed approfondire le conoscenze legate all’alimentazione, intesa da vari punti di vista, fondando sempre tutto sulla Medicina dell’EviN° 13 - 15 LUGLIO 2015
denza e sul Metodo Scientifico di Analisi. Neda ha la prerogativa di promuovere il benessere bio-psico-eco-sociale attraverso l’impegno ed il coinvolgimento di tutte le persone vicine a Neda e puntando in particolare a 3 aspetti: 1)cura dell’aggiornamento continuo; 2)rispetto per l’uomo e per la natura; 3)crescita culturale, personale ed umana. Organi di diffusione della cultura e delle proposte di Neda sono:
– la newsletter settimanale Nedanews –il sito web: www.nedanutrizione.it –pagina facebook nedanutrizione: https://www.facebook.com/nedanutrizione Il nutrizionista di Neda è il dott. Giuseppe Marzulli, attualmente titolare degli ambulatori nutrizionali presso Rehamedica di Conversano (centro medico convenzionato) e consulente nutrizionista presso il San Raffaele-Cittadella della Carità di Taranto.
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Le proposte per rilanciare la crescita
IL MONDO DELLE BIRRE ARTIGIANALI IN SOFFERENZA
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l mondo della birra artigianale rappresenta oggi in Italia una realtà produttiva molto dinamica ad alto livello qualitativo, che negli ultimi anni sta crescendo al ritmo del 20% annuo e conta oltre 800 microbirrifici, un fatturato complessivo di 120 milioni di euro ed un volume di export superiore al 10%. Un settore che potrebbe rappresentare uno dei volani per la ripresa economica italiana ma soprattutto una chance per i giovani data l’età media dei titolari di queste attività, che oscilla tra i 30 ed i 35 anni. Il Governo, però, vista la crescita del mercato ha optato per un progressivo aumento delle accise che ha raggiunto il 30% i cui effetti sugli operatori della filiera (agricoltori, produttori sia di grandi dimensioni sia microbirrifici, esercenti di bar e ristoranti, imprese di distribuzione e servizi) sono stati denunciati dallo studio appena realizzato dall’istituto di ricerca “Format Research” e commissionato da Confagricoltura, Assobirra, Confimprese e Fipe. Secondo lo studio, a causa dell’effetto accise, un’azienda su due non è riuscita ad assorbire gli aumenti ed il 43% non ci riuscirà nel 2015, mentre il 44% dei produttori di birra si dichiara pronto ad assumere se le accise tornassero ai livelli pre-aumenti. Le tasse rallentano anche il fenomeno di crescita dei microbirrifici (dal +20-25% ad appena un +4%) mentre, secondo Assobirra, con accise più basse si potrebbero generare dai 3.000 agli 11.000 nuovi
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posti di lavoro. Per cambiare questo trend negativo sono allo studio in Commissione Agricoltura alla Camera una serie di opzioni per prevedere agevolazioni finanziarie o fiscali per favorire la nascita di maltifici artigianali e per introdurre misure a sostegno dell’intera filiera. Tra le proposte di natura fiscale la possibilità di ridurre l’aliquota ordinaria per i piccoli birrifici sotto i 200.000 ettolitri l’anno, come già fatto da 20 Paesi dell’UE su 28; di introdurre l’accertamento dell’accisa al momento del confezionamento e non sul mosto, evitando così sia di non considerare gli inevitabili cali di produzione e sia di obbligare le imprese ad anticipare la tassazione di
molti giorni e, infine, di aggiornare le tabelle delle aliquote IVA che, ancora oggi, generano confusione. Per il rilancio della filiera allo studio anche il sostegno ai programmi sperimentali indirizzati alla reintroduzione della coltivazione del luppolo in Italia, l’istituzione di un tavolo di concertazione per classificare le “colture minori” per dotarle di difesa fitosanitaria adeguata, l’abilitazione di almeno un laboratorio al rilascio del certificato per la commercializzazione del luppolo, come previsto dalla normativa europea nonché, infine, chiarimenti sulla situazione delle eventuali “quote di produzione” da rispettare e degli eventuali aiuti comunitari alla produzione del luppolo.
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Le nuove tecnologie per lo sviluppo sostenibile
ACQUA E AGRICOLTURA IN AFRICA: COME PRODURRE DI PIÙ CON MENO
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istemi disegnati per famiglie, cooperative, villaggi, che sfruttano le pendenze naturali dei terreni, la semplice forza di gravità e l’energia solare per irrigare e fertilizzare i campi possono essere la base su cui costruire lo sviluppo rurale anche in condizioni di risorse scarse. La diffusione di tecnologie efficienti, economiche e sostenibili passa sempre di più per iniziative che vedono il settore privato agire in collaborazione con le istituzioni pubbliche, gli enti non profit, le grandi agenzie per lo sviluppo e i donatori nazionali e internazionali. Di questi temi hanno discusso al Parco Tecnologico di Lodi, in un evento collaterale ad Expo, i delegati Expo di 16 Padiglioni africani e i partner privati e di ricerca del progetto lodigiano DemoField Agriculture of Tomorrow. Le delegazioni africane da Expo provengono dai seguenti Paesi: Ghana, Gabon, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Angola, Eritrea, Tanzania, Senegal, Zimbabwe, Camerun, Burundi, Sierra Leone, Uganda, Costa d’Avorio, Togo, Isole Comore. “Al centro del progetto sta l’impiego di tecnologie e innovazioni pensate per migliorare le produzioni agro-alimentari nei più diversi contesti agro-
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nomici – ha spiegato Gianluca Carenzo, Direttore del Parco Tecnologico di Lodi - L’EXPO è un’occasione unica per confrontare i diversi sistemi produttivi e creare condizioni e legami per collaborazioni future”. Durante la visita al campo dimostrativo sono stati approfonditi il funzionamento e le caratteristiche di impianti per l’irrigazione a goccia su piccola scala azionati da sistemi di pompaggio solare. Si è parlato delle potenzialità di questi sistemi per aumentare le rese ottimizzando l’utilizzo di acqua e nutrienti partendo da un’analisi delle caratteristiche di suolo e clima. “Siamo molto interessati a queste
nuove tecnologie per l’agricoltura – ha detto Dgibril Sarr del Ministero del Commercio del Senegal – e stiamo sviluppando un progetto trilaterale con Italia, Israele e Senegal per l’irrigazione moderna di 70 villaggi. Il nostro Paese ha diversi fiumi, ma non le tecnologie per utilizzare l’acqua in agricoltura”. Progetti simili sono allo studio in altri Paesi, come ha riferito Sugar Chagonda, Delegato Expo dello Zimbabwe: “Il Governo sta lanciando un piano per la meccanizzazione dell’agricoltura e per la redistribuzione della terra ai contadini. Stiamo costruendo dighe e siamo interessati a tutti i sistemi di
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irrigazione che ci sono stati presentati al Demo Field del Parco Tecnologico. Il 31 agosto faremo un workshop al cluster cereali in Expo dove speriamo di incontrare aziende e esperti italiani”. “Come pioniere e leader globale nell’irrigazione a goccia, Netafim comprende le sfide che i piccoli coltivatori in Africa affrontano in situazioni di scarsità d’acqua o altre problematiche inerenti all’irrigazione” - ha detto Danny Ariel, Commercial Project Manager Africa di Netafim - Per questo motivo abbiamo sviluppato il Family Drip System™ (FDS™), una soluzione dedicata all’ agricoltura di piccola scala che rappresenta un sistema completo di irrigazione a goccia che, non richiedendo elettricità o altre fonti energetiche, ha di fatto rivoluzionato l’agricoltura per numerosi agricoltori con piccoli appezzamenti. Sfruttando decenni di competenza, esperienza e buone pra-
tiche di Netafim nell’irrigazione, l’FDS massimizza le rese con risorse limitate, consentendo ai piccoli agricoltori di aumentare la produttività e di passare dall’agricoltura di sussistenza a quella commerciale su piccola scala.” Sono stati poi affrontati alcuni dei principali colli di bottiglia che frenano lo sviluppo delle produzioni alimentari nell’Africa sub-sahariana. “Se in Europa, Nord America e Oceania la quota maggiore di spreco di cibo avviene all’atto del consumo, nell’Africa SubSahariana il problema riguarda la fase di produzione e post raccolta, ed è qui che è necessario compiere un salto di qualità – continua Carenzo”. “La piccola dimensione dell’azienda non è un problema in sé – afferma Francesco Scrano di Syngenta Italia – ma i piccoli produttori hanno bisogno di supporto per aumentare produttività, profittabilità e sostenibilità e con-
tribuire alla sicurezza alimentare del pianeta”. In Africa oggi questa situazione riguarda 150 milioni di piccoli produttori, in Asia 600 milioni. Una delle parole chiave del convegno è stata l’efficienza, intesa come quantità di risorse utilizzate per unità di raccolto. Partendo dalla produttività dei suoli, si è parlato di efficienza energetica, idrica, dell’uso di pesticidi e di fertilizzanti nelle applicazioni agricole. Sono state poi discusse le problematiche principali delle filiere alimentari, partendo dal ruolo degli intermediari che acquistano a volte fino al 90% delle produzioni dei contadini e trattengono per loro la gran parte del valore economico. L’innovare, e l’accesso all’innovazione in agricoltura, faranno la differenza, in particolare in Africa, tra sviluppo e mera sussistenza.
Lo scorso 11 luglio
THE COLOR RUN: L’EVENTO BARESE
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a fatto tappa a Bari il The Color Run, l’evento internazionale che unisce sport e divertimento con colori, musica, allegria e… Dreher Limone Radler Zero, la rinfrescante proposta zero alcol di Dreher per l’estate, mix tra birra analcolica e succo di limone. Lo scorso 11 luglio migliaia di color runner hanno marciato per le strade del capoluogo pugliese all’insegna del puro divertimento: un vero e proprio arcobaleno umano simbolo di benessere, armonia e spensieratezza. I color runner hanno potuto scattarsi
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divertentissime foto da postare su Facebook e Instagram grazie allo speciale Corner Selfie scegliendo, come raccontato nella nuova campagna Dreher, il loro momento di godimento tra: The Calcettors, gli irriducibili della partitella infrasettimanale tra amici, The Stravacchers, coloro che tornati stanchi dal lavoro si tuffano sul divano, The Grigliers, gli eletti dei barbecue. E poi ancora: The Faidaters, gli infallibili del bricolage e The Sdraiers, le indomite della tintarella in spiaggia. Ancora The Aperitivers, The Palestrers, The Sabatopizzers, The Mipiacers e The Polliceverders.
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Uno studio scientifico sul consumo di sale in Italia
QUANTO E QUALE SALE CONSUMARE PER UNA SANA NUTRIZIONE?
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l sale non va demonizzato, non solo perché è una componente importante della dieta mediterranea, ma perché l’apporto di sodio è insostituibile per il corpo umano. Un consumo eccesivo di sodio, tuttavia, è nocivo, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede una riduzione del consumo di sale del 30% nei prossimi anni. Questo è emerso da uno studio sul sale presentato dalla nutrizionista Maria Letizia Petroni, in occasione del lancio sul mercato di un nuovo sale marino che contiene il 50% in meno di sodio. Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) del 2013 specificano che gli adulti dovrebbero consumare non oltre 2000 mg di sodio, pari a 5 g di sale al giorno, e che entro il 2025 in Europa il sale quotidianamente consumato va ridotto del 30%. In Italia il consumo medio di sale è 10,8 g tra gli uomini e di 8,4 g tra le donne, una quantità dunque superiore al fabbisogno consigliato dall’OMS. “Vi sono solide evidenze che un eccessivo apporto di sodio, in particolare di cloruro di sodio, si associ con un aumento del
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rischio cardiovascolare – ha dichiarato Maria Letizia Petroni, Medico Nutrizionista Clinico, Professore Associato settore Endocrinologia, Nefrologia, Scienze dell’Alimentazione e del Benessere - Questo aumentato rischio è dovuto a vari fattori, il maggiore dei quali è quello dello sviluppo di ipertensione arteriosa. Anche se questo vale soprattutto per quel 40% della popolazione che è sensibile al sale per predisposizione genetica”. Va sottolineato che il sodio è indispensabile per il corpo umano e che il fabbisogno minimo fisiologico è di 500 mg al giorno. Il corpo umano contiene circa 90 grammi di sodio, un minerale che gioca un ruolo fondamentale in diversi processi fisiologici. Il comune sale da cucina è costituito per il 99% ed oltre da cloruro di sodio (sodio 39%) e contiene solo quantità minime di magnesio, potassio e calcio. Al contrario il sale innovativo “Essenziale”, prodotto da Gemma di Mare (Compagnia Italiana Sali) contiene il 50% di sodio in meno rispetto al sale comune e percentuali significative di magnesio, potassio e calcio. “Un sale naturale a basso tenore
in sodio e di gusto gradevole, che si presta a tutti gli usi in cucina, rappresenta una vera e propria rivoluzione in campo nutrizionale – ha osservato Petroni – sia per la normale nutrizione umana che per la nutrizione clinica, cioè l’utilizzo in pazienti con ipertensione, cardiopatie, nefropatie lievi-moderate, osteoporosi e calcoli renali”. Dunque sarebbe profondamente errata una demonizzazione del sale, che invece va consumato in base alla quantità, ma anche alla qualità, come ha specificato Bruno Franceschini, Direttore Generale di Compagnia Italiana Sali CIS: “Fino al 1974, quando era distribuito dal Monopolio dello Stato, il sale era percepito dai consumatori come una commodity da acquistare in tabaccheria, in scatole di cartone. Oggi in negozio possiamo scegliere tra diverse qualità di sale in differenti formati per soddisfare ogni esigenza dei consumatori. Noi di Compagnia Italiana Sali abbiamo impiegato quattro anni di ricerche per arrivare ad un sale marino naturale con il 50% in meno di sodio e che mantenesse intatti gusto e sapidità”.
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