FOGLIE n.12/2015

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 12 • 1 LUGLIO 2015

ADDIO ALLE BORSE MERCI

Sostituite dalle commissioni uniche di filiera: Bari, Foggia e Altamura le “pugliesi” interessate agrICOLTURA

Puglia, Assessore all’Agricoltura cercasi AGROALIMENTARE

Olio EVO”IGP Puglia” presentato il disciplinare per il riconoscimento comunitario MONDO GAL

Gal Sud Est Barese, il Festival dell’Agricoltura Multifunzionale





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ditoriale

Puglia, Assessore all’Agricoltura cercasi

1 luglio 2015 - n. 12 - Anno 10

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Angelo Marazia, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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n Puglia si complica il toto assessore all’agricoltura all’indomani dell’esito del voto per le elezioni regionali, a causa della legge sulle quote rosa e della mancata rielezione dell’assessore uscente Nardoni. Lo statuto della regione Puglia obbliga infatti alle quote rosa la giunta (che dovrà nominare almeno due donne nella squadra del neo presidente Michele Emiliano) ma gli eletti della coalizione di centro sinistra sono tutti uomini. Pertanto, i due scranni assessorili riservati alle signore dovranno essere necessariamente assegnati a dei tecnici. Il che apre le porte proprio al nome di un tecnico donna, visti gli spinosi capitoli da affrontare. Anche perché una situazione siffatta impedisce il ripescaggio dell’assessore all’Agricoltura uscente Fabrizio Nardoni, che non è riuscito ad essere rieletto nel collegio di Taranto nella lista di sinistra d’ispirazione vendoliana. Ecco cosa troverà sulla scrivania il nuovo assessore all’Agricoltura in Puglia: Capitolo Xylella fastidiosa - Giuseppe Silletti, commissario di Governo all’emergenza Xylella, è al lavoro per elaborare il nuovo Piano, che tenga conto delle prescrizioni di Bruxelles: eradicazione delle piante infette solo nella fascia di sicurezza nel Nord Salento e nei focolai anche delle piante sane nel raggio dei 100 metri da quelle infette. Mentre la giunta Vendola ha varato un massiccio pacchetto di misure, per due milioni di euro, per attrezzare un Parco agricolo in Salento, dove sperimentare la lotta permanente e la convivenza con il batterio. Intanto, in Puglia, negli ultimi giorni di campagna elettorale era scop-

piata la bagarre sul Psr 2014 2020: da Bruxelles, a pochi giorni dalle elezioni, sono arrivate ben 650 osservazioni, ben trecento in più della media nazionale dei Psr italiani. Che al momento sbarrano il passo a uno strumento finanziario da un miliardo e 637 milioni. Infine altra matassa non facile da sbrogliare sarà quella del Psr 2007/2013, sul quale, secondo Rete rurale nazionale, a fine aprile la Puglia deve ancora spendere ben 303,5 milioni di euro, pari a 176,5 milioni di euro di fondi Feasr, il 19% del totale assegnato alla Regione, che rischiano di tornare a Bruxelles. Anche in questo caso c’è l’incognita tempo: mancano appena sei mesi per impegnare, spendere e rendicontare tutto alla Commissione.



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ommario

5 editoriale

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PUGLIA Assessore all’ Agricoltura cercasi

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AGRICOLTURA

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agroalimentare

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una storia d’ altri tempi La morte di Dino Abbascià Albicocche Forte concorrenza dalla Spagna la nascita delle cun Le commissione uniche di filiera dl agricoltura Approvato alla Camera dl agricoltura Approvato alla Camera

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marchiato fresco Nuovo brand e nuova linea di prodotti a milano I frutti di bosco sull’apecar olio evo “IGP Puglia” presentato il disciplinare igp puglia A Monopoli comitato promotore nutrire il pianeta l’utilizzo degli scarti

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mondo gal

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progetto fooding

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eventi

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concorso fotografico Obiettivo Orecchiette

Gal Sud est barese Il Festival dell’Agricoltura Multifunzionale Gal dei trulli e di barsento Progetto di Cooperazione “Cross Border” corto circuito dei contadini Al Festival del Libro Impossibile

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FOOD DESIGN Food on Demand Process innovation Luna e Papaveri innovative distribution Eaternet migliora Consegne porta a porta km. 0 marketplace agroalimentare Kong Food


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gricoltura

La morte di Dino Abbascià

Una storia d’altri tempi

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morto a Milano Dino Abbascià, titolare dei negozi di frutta a marchio Fratelli Abbascià. Classe 1942, era arrivato a Milano nel 1955 e aveva cominciato la sua attività come garzone in un negozio di ortofrutta. Nel corso degli anni era riuscito a costruire un vero e proprio impero che oggi distribuisce i suoi prodotti in circa trecento tra ristoranti, trattorie e supermercati. Consigliere di Confcommercio, membro della consulta del presidente di Confcommercio, presidente nazionale di Fida (Federazione italiana del dettaglio alimentare), presidente del sindacato milanese dettaglianti ortofrutticoli, presidente dell’associazione dei pugliesi a Milano. Nato a Bisceglie, era il “numero uno” dei venditori ortofrutticoli di Milano. Nel 1955, quando aveva 13 anni, partì da solo in treno per raggiungere a Milano il fratello maggiore Donato, che lavorava come elettrauto. Iniziò come garzone in un negozio di fruttivendolo in via Pacini, a Lambrate, facendo le consegne in bicicletta e dormendo nello sgabuzzino, come ha raccontato lui stesso più volte parlando della sua storia. Ad un certo punto cominciò anche a vendere gelati alla sera all’ex cinema Pacini e poi andò a fare il garzone in un altro fruttivendolo, in viale Tunisia. A 18 anni, con i fratelli (nel frattempo ne era arrivato a Milano anche un altro), prese in affitto la licenza di fruttivendolo per due negozi, in via Montebello e in viale Coni Zugna. Fu l’inizio dell’avventura imprenditoriale.

A 25 anni l’ingresso in Confcommercio, poi la Spa tra quattro fratelli, con decine di dipendenti, un magazzino all’ingrosso e un negozio in Porta Nuova. Nel tempo l’azienda si è specializzata nella fornitura a catering, hotel, ristoranti, mense e bar. «E’ una grave perdita per il commercio milanese e di tutta Italia», ha spiegato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. «Ha rappresentato la storia di quella Milano capace di accogliere e coinvolgere un’imprenditorialità che si distingue per intraprendenza e nel sapersi costantemente innovare». Sangalli ha ricordato in particolare che Abbascià può essere considerato colui che ha “scoperto” e diffuso la frutta esotica a Milano. Attivo nella solidarietà, ha fondato una

scuola in Kenya. «Si è spento oggi un grande uomo di cui siamo sempre andati fieri», commenta il Presidente della Bat e Sindaco di Bisceglie Francesco Spina, “un figlio della nostra comunità che ha sempre rappresentato in maniera straordinaria tutte le migliori qualità del popolo biscegliese». Un sincero e caloroso saluto di cordoglio a Dino Abbascià da parte di uno dei nostri editori, Donato Fanelli, “ad una persona che ha creduto molto in me nel percorso all’interno di ConfCommercio e con il quale ho condiviso gli ideali di crescita e sviluppo del settore dell’agroalimentare e dell’ortofrutta”.

Nel Metapontino problemi di mancanza di prodotto

Albicocche: forte concorrenza della Spagna Stagione 2015 per le albicocche fra luci ed ombre. In Italia le regioni più importanti per la produzione sono l’EmiliaRomagna, la Campania e la Basilicata che rappresentano ognuna circa il 25% della produzione nazionale. La stima produttiva della campagna albicocche 2015 vede per l’Italia un dato medio prossimo al -7% rispetto all’anno pre-

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cedente, anche se è il risultato di una situazione molto diversificata tra le varie regioni. Nel Metapontino si risente molto della concorrenza spagnola: in più quest’anno il problema non è tanto sulla commercializzazione ma sulla mancanza di prodotto. Fra le nuove varietà si stanno imponendo sul mercato Carmingo e Pricia.

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LA FINE ALLE “REGIE” DELLE BORSE MERCI

LA NASCITA DELLE CUN, COMMISSIONI UNICHE DI FILIERA

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stituite le Commissioni Uniche di filiera per l’intero comparto agroalimentare. Trasparenza, imparzialità e stop alle distorsioni ed ai conflitti d’interesse. In Puglia, interessate le borse di Altamura, Bari e Foggia: nel decreto 51, che si appresta ad approvare in Aula a Montecitorio, è stato approvato un articolo aggiuntivo nella sua conversione in legge, frutto di un emendamento del Movimento 5 Stelle. L’articolo prevede l’istituzione di Commissioni Uniche Nazionali (CUN) per la determinazione delle quotazioni di prezzo per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo-alimentare. In Puglia dovrebbero essere interessate dalla riforma le borse di Bari (dove oggi sono quotati grano duro e tenero, orzo, avena, ceci, lenticchie, piselli proteici, favino, lupino, mandorle, ortaggi, frutta e fiori) e Foggia (grano duro e tenero, orzo, avena, ceci, favino, piselli proteici, fieno, uva da vino, olive da tavola e da oleificazione, mandorle, ortaggi, frutta, bestiame da allevamen-

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to ovvero suini, ovini e caprini, bestiame da macello, pelli, uova, latte alla stalla di vacca, bufala, pecora e capra, pollame e conigli, lana) ed il borsino dei cereali di Altamura (BA). “Finalmente si supera una legislazione vetusta – commenta il M5S – Basti pensare che le borse merci sono regolamentate da un regio decreto del 1913. Al contempo, viene accolto anche ciò previsto dalla normativa Antitrust. La stessa autorità, peraltro, ha più volte invitato lo Stato italiano a superare il meccanismo delle borse merci ed evolvere verso le CUN. Questa è una battaglia che abbiamo sposato dall’inizio della legislatura e che siamo soddisfatti di aver vinto”. Adesso, ovviamente, la palla passa al il Governo, chiamato a redigere un regolamento per la creazione delle CUN che rispetti i principi di trasparenza e ostacoli il conflitto di interessi. Solo attraverso un regolamento oggettivo, basato su parametri economici imparziali, si potranno evitare le distorsioni del

mercato a cui si assiste oggi, dove la formazione dei prezzi alla produzione, basata ancora su regolamenti che riposano su logiche di decentramento delle contrattazioni (borse merci locali), non è più compatibile con i principi della concorrenza. “Per questo alle CUN deve essere affidato il compito di formulare indicazioni di prezzi sulla base di indici sintetici oggettivi sui fondamentali di mercato (import, export, produzione, andamento dei consumi) – fa sapere il M5S – al fine di rendere più chiaro il meccanismo di definizione dei prezzi alla produzione, introducendo un maggiore grado di concorrenzialità nelle contrattazioni e un ancoraggio ad indicatori di mercato oggettivi. Solo in questo modo si riuscirà ad eliminare la divaricazione tra prezzo all’origine, prezzi all’ingrosso e prezzi al consumo, dando vita ad una contrattazione reale sulla fissazione del valore economico dei prodotti”.

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gricoltura

ECCO COSA PREVEDE

DL AGRICOLTURA APPROVATO IN VIA DEFINITIVA ALLA CAMERA

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pprovato in via definitiva alla Camera il Dl Agricoltura, il testo deputato a riordinare e armonizzare l’intero comparto con l’obiettivo di rilanciare i settori rendendoli maggiormente competitivi. Un provvedimento che ha trovato il placet di tutti i gruppi politici. Il testo, che ora passerà al Senato, interviene in particolare a favore delle filiere del latte e dell’olio, e contiene misure per l’accesso al fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole che hanno subito danni a causa delle piogge alluvionali 2014 e delle infezioni di organismi nocivi ai vegetali, come la Xylella fastidiosa. COSA PREVEDE IL DECRETO Con il decreto si interviene sul settore lattiero dopo la fine delle quote latte, consentendo la rateizzazione delle multe per l’ultima campagna in 3 anni e senza interessi, ampliando le possibilità di compensazione tra produttori, puntando sull’organizzazione interprofessionale e intervenendo sui contratti con novità rilevanti come la durata minima di

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12 mesi e l’indicazione obbligatoria del prezzo di vendita, che può essere fisso o legato a fattori determinati. Per l’olio, settore che nella sua parte agricola vale circa un miliardo e mezzo di euro, si dà avvio al Piano olivicolo nazionale con una dotazione che, con gli emendamenti approvati, sale a 32 milioni di euro, che si sommano alle risorse dei Psr delle regioni interessate. L’obiettivo è arrivare a una crescita del 25% della produzione italiana nei prossimi anni toccando quota 650mila tonnellate. Allo stesso tempo sale a 21 milioni di euro lo stanziamento previsto per il fondo di solidarietà nazionale che per la prima volta viene utilizzato per un’emergenza fitosanitaria come la Xylella fastidiosa. Vengono destinati anche 2,25 milioni di euro al fondo di solidarietà nazionale per la pesca, per interventi risarcitori nel settore. Di seguito le principali novità introdotte con gli emendamenti: SETTORE LATTE: NOVITA’ SULLA RATEIZZAZIONE E COMPENSAZIONE • Il pagamento delle quote latte in tre rate senza interessi è ammesso

anche con una fideiussione assicurativa, non solo bancaria. • Per l’ultima campagna di produzione del latte con il regime delle quote è ammessa la compensazione, sempre entro il limite del 6%, a favore delle aziende che hanno superato la propria quota, con introduzione di tre fasce: 12-30%, 3050%, oltre 50%, in ordine di priorità. OLIO: 32 MILIONI DI EURO PER IL PIANO OLIVICOLO NAZIONALE • Incremento della dotazione del fondo per il settore olivicolo che sale a 32 milioni di euro con specifiche voci per la determinazione della spesa: aumento della produzione nazionale, investimenti in ricerca, sostegno all’aggregazione e all’innovazione. • Tra le finalità del fondo vengono inserite la certificazione e la lotta alla contraffazione. ORGANIZZAZIONI INTEPROFESSIONALI • La soglia necessaria a costituire un’Organizzazione interprofessionale del latte viene elevata dal 20% al 25% di imprese rappresentate nel settore.

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• Per settori diversi da quello lattiero-caseario la soglia sale dal 35 al 40% di rappresentatività. • Si prevede che nella predisposizione di contratti-tipo per la cessione del latte si debba rispettare quanto previsto dall’articolo 62 del decreto-legge n. 1 del 2012 e dalle sue disposizioni attuative. · Vengono previste sanzioni fino al 10% del valore dei contratti in caso di violazione dei contratti-tipo estesi erga omnes. • Per riconoscere le organizzazioni interprofessionali è prevista un’intesa tra Mipaaf e Conferenza Stato Regioni 21 MILIONI DI EURO PER FONDO DI SOLIDARIETÀ PER IMPRESE AGRICOLE • Viene aumentata la dotazione complessiva del fondo di solidarietà nazionale per le imprese colpite da eventi alluvionali, nonché infezioni di organismi nocivi ai vegetali, con priorità per i danni legati alla diffusione della Xylella fastidiosa, del

cinipide del castagno e della flavescenza dorata negli anni 2013, 2014 e 2015: oltre agli 11 milioni previsti per la Xylella, vengono stanziati ulteriori 10 milioni di euro per il 2016 per gli altri interventi. Si arriva così a 21 milioni di euro di dotazione. • L’accesso al Fondo viene esteso anche alle avversità atmosferiche caratterizzate da vento forte e ai danni alle scorte di materie prime causati da eventi eccezionali nell’ultimo triennio. OLTRE 2 MILIONI DI EURO PER IL FONDO SOLIDARIETA’ PER LA PESCA • Viene finanziato il Fondo di Solidarietà nazionale Pesca con 2,25 milioni di euro per sostenere le imprese del settore colpite da avversità atmosferiche eccezionali dal 2012 all’entrata in vigore della legge di conversione. • RIFORMA SIAN – L’Agea provvede alla gestione e allo sviluppo del SIAN direttamente o con affidamento a terzi mediante l’espletamento di una procedura ad evidenza pub-

blica, salvaguardando i livelli occupazionali esistenti di SIAN. COMMISSIONI UNICHE NAZIONALI PER LE FILIERE AGROALIMENTARI È prevista, infine, l’istituzione delle Commissioni uniche nazionali (CUN) per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo e alimentare, al fine di garantire la trasparenza nelle relazioni contrattuali tra gli operatori di mercato e nella formazione dei prezzi.

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M G Il Festival dell’Agricoltura multifunzionale ondo

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Laboratori didattici, escursioni e degustazioni in masseria

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ettere in rete le aziende agricole multifunzionali con le loro attività e la loro offerta didattica, ricettiva e di produzione di tipicità enogastronomiche, rafforzando ulteriormente l’offerta turistica e l’azione di promozione e valorizzazione dei territori rurali e dei prodotti. Nasce con questa idea “ C’è una Festa in Masseria Ia Ia Oh” , il festival composto da tre week end ideato e organizzato dal Gruppo Azione Locale Sud Est Barese , in programma nel mese di luglio nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro e Rutigliano. Undici aziende agricole multifunzionali del territorio hanno organizzato una miriade di laboratori didattici, escursioni, degustazioni, spettacoli gastronomici ed esibizioni musicali che puntano i riflettori sulla tipicità, autenticità e genuinità di un territorio ricco di storia, tradizione e bontà. Il Festival, patrocinato dalla Rete delle Masserie Didattiche di Puglia e dal consorzio Taste&Tour in Masseria, si inserisce nel progetto di cooperazione transnazionale Crid “Rete transnazionale della ruralità solidale, del turismo locale sostenibile , della multifunzionalità, degli itinerari culturali e ambientali: Cross Border for rural identities development”. Il Gal Seb promuove l’attività turistica del sud est barese puntando sulla sua identità rurale e sociale e sulla tutela ambientale del territorio. Attraverso il Festival dell’agricoltura multifunzionale , il Gal Seb intende esaltare la diversificazione dell’economia rurale, ossia la capacità degli imprenditori agricoli di fornire, oltre ai beni alimentari, alcuni servizi secondari utili alla N°12 - 1 LUGLIO 2015

collettività: agriturismi, masserie didattiche e fattorie sociali. L’itinerario del festival ci condurrà presso le eccellenze rurale del sud est barese con attività dedicate alla famiglia: divertenti laboratori didattici, piacevoli escursioni nelle campagne e gustosi pranzi e cene, tutte rigorosamente a km 0. Dal laboratorio di pane, friselline e focacce di grano arso ai laboratori di lavorazione artigianale di pietra, legno e pittura con colori vegetali passando per giri a cavallo o in carrozza, le passeggiate, gli animali da fattoria, le antiche ricette della nostra tradizione contadina. Sempre nel mese di

luglio il Gal Sud Est Barese inaugura i tre centri IAT (informazione e accoglienza turistica) nei comuni di Noicattaro (3 luglio), Casamassima (10 luglio) e Acquaviva delle Fonti (16 luglio) creati attraverso la mis. 313 az. 2 “incentivazione di attività turistiche” di concerto con l’agenzia regionale per il turismo “Puglia Promozione”. Il festival è inoltre abbinato a “NaturalMete nel sud est barese” un progetto nato con l’obiettivo di promuovere gli oltre 200 km di itinerari cicloturistici che attraversano campagne e centri storici dei 6 comuni, valorizzando paesaggi, enogastronomia, arte e cultura.

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groalimentare

A lanciarli e’ la pugliese Viva Frutta con il sito www.marchiatofresco.it

Marchiato Fresco: nuova linea di prodotti che unisce tradizione e innovazione

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iva Frutta - società cooperativa di Rutigliano (Bari) specializzata nella produzione di frutta e verdura attraverso la lotta integrata – ha lanciato la sua nuova linea di prodotti e il nuovo brand “Marchiato Fresco” per il mercato degli snack, in cui la frutta sta sempre più prendendo spazio. Dopo accurate indagini di mercato e con la collaborazione di un’azienda del territorio - la Laprag di Rutigliano, già impegnata nel settore della IV gamma di frutta - nasce questa innovativa linea di prodotti, in cui si incrociano da un lato la tradizione di imprenditori agricoli della Viva Frutta (consolidati nella produzione e commercializzazione di ortofrutta, tra cui spiccano uva da tavola e ciliegie) e dall’altro l’innovazione sia dal punto di vista di prodotto, appunto frutta di IV gamma, sia di processo commerciale in quanto la nuova linea di prodotti e il brand saranno veicolati attraverso il canale del normal trade grazie alla partnership con la Zero-

quattro, azienda di logistica collegata a Granarolo. Donato Fanelli, responsabile commerciale della Viva Frutta, dichiara: “Questo nuovo progetto va nella direzione che la nostra cooperativa si è prefissata ormai da qualche anno: fare dell’innovazione e del marketing due leve importanti di sviluppo che, insieme alla qualità rigorosa delle nostre produzioni, possono rendere una realtà fatta di imprenditori agricoli pugliesi un punto di incontro per fare sinergia. Quello che ci vuole sia tra operatori del settore sia all’interno della filiera”. “Penso - continua Fanelli - che il caso Cipolla rossa di Acquaviva sia stato di esempio e quindi anche con gli snack di frutta vogliamo dare un segnale che questo settore è vivo. Lo facciamo insieme a partner come Zeroquattro che lavora per gruppi importanti come Granarolo e iniziando un percorso nuovo per noi: il normal trade. Penso possa valere il motto a me caro: piccolo è bello solo se messo nelle condizioni di crescere!”.

A Milano

I frutti di bosco salgono sull’apecar

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ispetto a qualche anno fa, i punti vendita di frutta e verdura si sono praticamente rivoluzionati. Accanto ai tradizionali rivenditori al dettaglio sono nate tante nuove possibilità d’acquisto: su Internet, click&pay, su prenotazione; tutto per rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più mobile e interattivo. Seguendo questa evoluzione, oggi il negozio si fa... mobile, sulle due e tre ruote, in bicicletta o in apecar: è l’iniziativa della star-

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tup milanese StraBerry, vincitrice a novembre dell’Oscar Green della Coldiretti. I punti vendita gireranno per le vie di Milano, seguendo itinerari prestabiliti; un percorso che sarà possibile seguire sul sito dell’azienda: da una schermata, selezionando l’ora in cui si vogliono comprare fragole e frutti di bosco prodotti dall’azienda, compariranno tutte le vie attraversate dall’apecar Straberry e i punti in cui si fermerà. Una pratica funzione permette anche di individuare su mappa il punto vendita.



L’ eccellenza in campo di Basf

Provato dagli Agricoltori

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el 2014, oltre 40 maidicoltori del nord Italia hanno apprezzato Retengo® New sui propri campi di Mais. Il racconto di ogni singola esperienza è ora disponibile e consultabile online Online, sul sito della Divisione Crop Protection di BASF Italia, la nuova sezione dal titolo Provato dagli Agricoltori. Si tratta di un progetto ambizioso, che permette di condividere i dati, frutto dell’impiego delle nostre soluzioni in campo. La sezione del sito dedicata a questa iniziativa è strutturata in modo da fornire tanto il dettaglio di ogni singola prova, quanto una panoramica colturale della stagione 2014. Inoltre, l’attuale si-

stema di navigazione web permette all’utente di affinare la ricerca per tipologia di progetto, regione e città. In particolare, sono riportati i risultati ottenuti da oltre 40 maidicoltori del nord Italia in conseguenza dell’impiego di Retengo New sia su mais da trinciato, che da granella. Per raggiungere questo importante traguardo, durante la stagione i colleghi BASF sul territorio si sono assicurati che ogni agricoltore tenesse un Diario di Campo, in cui riflettere i momenti salienti, e che fotografasse e commentasse i risultati ottenuti. Tutti i trial sono stati pubblicati, indipendentemente dal risultato ottenuto. Oggi, quindi, i diversi rappresentanti della filiera cerealicola possono navigare sul

web e apprezzare, attraverso gli occhi degli agricoltori, i benefici che le soluzioni BASF, correttamente impiegate, possono apportare. “Permettere alla dinamica comunità digitale di fruire dei dati generati da Provato dagli Agricoltori rappresenta un tangibile esempio di apertura al dialogo, coerente con la nostra strategia farmer focused.” afferma Angelo Stradiotti, Sales Manager Crop Protection BASF Italia. Lanciato a livello europeo, il progetto vede la partecipazione di diversi Paesi oltre all’Italia come, ad esempio, Russia e Polonia e sta vivendo una fase di attiva implementazione anche in questa annata agricola.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo e rurale a portata di click.

Il Gal dei Trulli e di Barsento presente alla VI edizione di Cultivar

Cantine Aperte 2015 grande festa del vino in Puglia

Presso Masseria Mangiato, a Martina Franca è andata in scena la VI edizione di Cultivar, il grande evento della Valle d’itria, dedicato quest’anno ai vini e ai vitigni autoctoni. Ad affiancare la mostra mercato, tutti i giorni, tantissime attività in programma, tra le quali laboratori di degustazione, angolo parlante e coking show..

Una festosa ondata di winelovers nelle 47 aziende vitivinicole d’eccellenza partecipanti, dalla Daunia al Salento, hanno fatto della XXIII edizione di Cantine Aperte in Puglia una delle annate da incorniciare. La grande festa del vino, organizzata dal Movimento Turismo del Vino Puglia in collaborazione, con la Regione Puglia – Area Politiche per lo Sviluppo Rurale e in partnership con Vinitaly International.

Sabato 20 giugno presso i Vivai Giannoccaro si è tenuta la classica giornata di frutticoltura e mostra pomologica, appuntamento irrinunciabile per addetti ai lavori e semplici appassionati alla ricerca di nuove varietà adatte alla produzione coniugata con la vendita.

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VIVAI GIANNOCCARO

XV edizione della Mostra Pomologica



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groalimentare

Il Comitato Promotore presenta il disciplinare per il riconoscimento comunitario

OLIO EVO “IGP PUGLIA”

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torico momento per la Puglia che sui delicati temi della tutela e della promozione dell’olio extravergine di oliva è riuscita a mettere insieme 5 Unioni nazionali e le associazioni di produttori e trasformatori maggiormente rappresentative per un progetto comune e ambizioso, il marchio comunitario I.G.P PUGLIA, che dovrà divenire il ‘brand’ dell’EVO pugliese. La filiera olivicolo - olearia della Puglia, territorio vocato all’olivicoltura per eccellenza, grazie alle numerose varietà coltivate da nord a sud su un’estensione di circa 400 km, produce a livello nazionale circa il 50% di olio EVO (fonte Sian - MIPAAF). Nel corso dell’evento, a cui ha partecipato Vincenzo Carrozzino del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Comitato Promotore della Indicazione Geografica Protetta ‘Puglia’ per l’olio extravergine, composta dalle Unioni Nazionali UNAPROL, CNO, UNAPOL, UNASCO e AIPO, dalle OP e associazioni di produttori e frantoiani aderenti Associazione Frantoiani di Puglia, Associazione di Produttori PugliaOlive, Oliveti Terra di Bari, Coopolio Salento, Olivicoltori di Puglia, Ajprol Taranto, AproBioPuglia e C.I.Bi. Consorzio Italiano per il Biologico, ha presentato il disciplinare di produzione. Dal Gargano al Salento, da secoli, il bacino di produzione della Puglia ha enormi potenzialità, a volte inespresse, soprattutto per una

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scarsa consapevolezza culturale delle qualità intrinseche del prodotto e degli operatori agricoli che tendono a limitarsi solo alla fase produttiva tralasciando le fasi della filiera a più elevato valore aggiunto. “La campagna olivicola appena trascorsa – ha spiegato Pantaleo Piccinno, Coordinatore del Comitato Promotore - considerata a livello nazionale come un “annus terribilis”, per la presenza della mosca olearia e di altri parassiti letali che hanno falcidiato la produzione nazionale, ha comunque messo in ulteriore evidenza l’importanza della regione Puglia, unica a presentare quantitativi di prodotto italiano utile per i mercati, evidenziano la strategicità e la centralità di questo comparto per la Puglia e l’assoluta necessità di operare un suo sviluppo di natura sia qualitativa che quantitativa”. “Non sono mancate in Puglia azioni speculative – continua Piccinno - perpetrate da grossi frantoi e aziende olearie del centro nord (Toscana, Umbria, Garda, Abruzzo e Marche) che hanno condizionato il mercato delle olive da olio, evidenziando così l’estrema debolezza del sistema pugliese. La storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica un paradosso tutto pugliese: forti nella produzione, deboli nel mercato…quest’assioma, per nulla decifrabile e comprensibile, la dice www.foglie.tv


lunga sulla complessità del sistema produttivo vittima di un mercato sempre più in mano ad avventurieri e speculatori. E’ doveroso precisare che quando si specula bisogna essere in due: chi compra e chi vende…pertanto i nostri operatori pur di avere un riscontro economico immediato sono costretti a disfarsi di un prodotto d’eccellenza che nessuna altra regione

italiana può vantare per quantità e qualità. E’ evidente che la politica agricola nazionale deve chiarire se quella “olivicola” è una filiera strategica e dare risposte su un sistema di controlli che, oltre ad essere caratterizzato da sanzioni minime e inefficaci, non riesce a coprire nemmeno il 10% circa delle frodi totali. E’ opinione diffusa che estendere i controlli alla trac-

ciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che grazie alle ormai note operazioni di “chirurgia chimica” riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo tutte le regole e le norme comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l’olio d’oliva uno dei prodotti più coinvolti nell’universo delle frodi alimentari”.

LA I.G.P. PUGLIA ALL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA IN PILLOLE RESTA IN PUGLIA IL VALORE AGGIUNTO DELLA FILIERA OLIVICOLO-OLEARIA L’Indicazione Geografica Protetta “Puglia” è riservata all’olio extravergine di oliva ottenuto da olive prodotte solo da oliveti impiantati nel territorio regionale ed ottenuto da impianti di trasformazione, stoccaggio e confezionamento ricadenti all’interno del territorio della regione Puglia. PAROLA D’ORDINE: CURA DELLE PIANTE E DELLE OLIVE La fertilizzazione, l’irrigazione e la difesa fitosanitaria debbono effettuarsi nel rispetto dei disciplinari di produzione integrata approvati della Regione Puglia. E’ d’obbligo la raccolta delle olive direttamente dalla pianta, sia essa realizzata manualmente, per il tramite di ausili meccanici di agevolazione (pettini vibranti, sferzatori, abbacchiatori, brucatori) o con scuotitori, mentre è vietata la raccolta delle olive cadute naturalmente sul terreno e quella sulle reti permanenti. I processi di trasformazione consentiti per la produzione dell’olio extravergine d’oliva di cui all’Art. 1 sono esclusivamente di tipo meccanico, realizzati in impianti con sistema di estrazione in continuo per centrifugazione o pressione, dove non si registra alcun trattamento diverso dal lavaggio, dal condizionamento termico delle paste e gramolatura, dalla decantazione, dalla centrifugazione e dalla filtrazione. CONSUMATORI GARANTITI Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output, tracciabilità e rintracciabilità del prodotto attraverso l’iscrizione delle superfici olivetate, dei produttori, dei frantoiani e dei confezionatori. All’atto dell’immissione al consumo l’olio extravergine d’oliva ad Indicazione Geografica Protetta “Puglia” deve rispondere a specifiche caratteristiche organolettiche, di colore, olfatto/gustative e chimico-fisiche.

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Continua la pubblicazione da parte di “Foglie” dei progetti innovativi di impresa per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari nati all’interno del progetto Fooding (cofinanziato dal Programma Interreg Grecia - Italia 2007 - 2013) sicuri di dare giusta visibilità a queste nuove idee imprenditoriali.


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Obiettivo? Un blend di alta qualità delle produzioni olivicole regionali di Bari

IGP Puglia: a Monopoli incontro del neo comitato promotore di Paola Dileo

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’IGP Puglia come strumento di valorizzazione territoriale da affiancare alle DOP nella commercializzazione dell’olio di qualità pugliese. È emerso nell’incontro del 10 giugno a Monopoli presso la sede ACAAM, promosso da Mimmo Lavacca dell’Ass. TerraSud . Occasione proficua di informazione e sensibilizzazione sulle concrete opportunità di rilancio di un settore , quello olivicolo pugliese, che sconta risultati commerciali non in linea alle produzioni che rappresentano il 61% di quelle complessive nazionali, per evidenti difetti di comunicazione o divisioni interne.”Siamo una Regione ricca di ulivi, molti anche di interesse monumentale, produciamo tanto olio, abbiamo tante attrattive turistiche, ma a tutto ciò non riconosciamo il giusto valore” – l’amara riflessione del dott. Massimo Occhinegro, agronomo, export manager alla Pantaleo SPA di Fasano - e già fautore del Comitato IGP Puglia nel 2003 -. “Solo in Puglia – continua – abbiamo 5 DOP, tante, con disciplinari inapplicabili. Risultato? La nostra Regione che rappresenta la forza della Italia olivicola e olearia, non fronteggia il mercato come dovrebbe, mentre la Toscana che detiene solo piccole quote della produzione nazionale, è riuscita a diffondere una maggiore cultura dell’olio sia nel nostro Paese che all’estero, invece le nostre DOP latitano ovunque”. Toscana che gode di un primato commerciale sia per l’olio convenzionale che per il tipico. Non solo, le DOP pugliesi non raggiungono e per quantità e per valore l’IGP toscano, per cui molti nostri produttori cedono

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le olive, piuttosto che trasformarle in olio. “Di qui l’idea – prosegue Occhinegro – di creare un marchio ombrello che serva da attrattore turistico nelle esportazioni , affinché le remunerazioni giungano dalla vendita, dal mercato e non dai fondi comunitari. Un’IGP non in antitesi alle DOP territoriali , ma che funga da trascinamento del brand Puglia”. Sugli aspetti più squisitamente agronomici, il prof. Salvatore Camposeo dell’Università di Bari, ha evidenziato la necessità di definire a priori il tipo di olio da produrre con l’indicazione d’origine e poi costruirvi il sistema. “Un approccio corretto che può valere anche in agricoltura e in agronomia – ha specificato, adducendo che la Puglia è suddivisa come è noto in due sub regioni ai fini olivicoli , che vanno dal Gargano a Bari e da

Bari a Leuca. “Quindi – ha puntualizzato – uno dei quesiti da porsi subito è come mettere insieme, sotto un unico marchio, per esempio gli oli da Parenzana con quelli da Cima di Mola o quelli da Coratina con quelli da Cellina di Nardò. Perché far convergere caratteristiche chimiche, sensoriali, geografiche, geologiche non è un’operazione semplice”. Soluzione che potrebbe risiedere secondo il prof. Camposeo negli stessi tempi di raccolta “un modo per ridurre le differenze fra le varie cultivar, dopo aver naturalmente istruito gli olivicoltori e perfezionato i frantoiani”. L’approccio da destinare all’IGP Puglia, suggerisce , non deve essere di tipo ideologico ma pratico “perché senza coltivazione non c’è salute, non c’è reddito e tantomeno paesaggio. Dobbiamo chiederci che www.foglie.tv


tipo di olio certificare e a quale consumatore rivolgerci. Io suggerirei un olio che piaccia al gusto, che faccia bene alla salute, all’ambiente e a chi lo produce e lo commercializza. Quindi una sostenibilità agronomica insieme a quella ecologica ed economica.” Non esclude però che ancora tanto c’è da fare per le tecniche colturali, perché il livello di conoscenza degli olivicoltori pugliesi non è assolutamente alto. “L’IGP Puglia potrebbe anche essere lo strumento per nobilitare ulteriormente il nostro olio da un punto di vista della qualità, frutto delle migliori tecniche agronomiche, estrattive, d’imbottigliamento e di vendita. Solo cosi, potremo competere con altri oli su scala globale e senza disdegnare il mercato interno”. In chiusura la parola è andata all’oleologo dott. Luigi Caricato, giunto da Milano per portare il suo contributo al progetto IGP Puglia. “In Italia - ha

esordito – abbiamo circa 270 attestazioni di origine tra DOP e IGP . Siamo i primi in Europa a vantare un paniere assortito . Quanto all’olio abbiamo diverse centinaia di cultivar censite ma appena 50 sono in commercio. Gioiamo solo dei numeri che sono poi pesantemente negativi, perché evidentemente c’è stata nel tempo una lauta elargizione di denaro a cui non è seguito altro”. Esibire tante DOP e IGP, commenta Caricato, può servire a poco se non c’è un substrato culturale “noi pugliesi siamo impreparati e individualisti; la nostra agricoltura è in mano a burocrati, per questo non viene riconosciuto a chi lavora con sacrifici il giusto valore. Dobbiamo quindi spogliare l’olio dall’ideologia e dall’approssimazione se vogliamo accrescere i nostri ricavi. Poi, sull’IGP, è necessario fare un buon disciplinare di produzione e non correre il rischio della banalizzazione.


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Il contest fotografico - 3 e 4 agosto a Noci (Bari)

Obiettivo Orecchiette, uno scatto per raccontare

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biettivo Orecchiette, uno scatto per raccontare il prodotto principe della Puglia, famoso in tutto il mondo e coglierne l’essenza, descrivendo in immagini il legame tra il prodotto e il territorio. L’iniziativa è la sfida lanciata dal grande appuntamento enogastronomico pugliese “Orecchiette nelle gnostre” che si terrà il 3 e 4 agosto a Noci (Bari), città dell’enogastronomia. Il contest fotografico dovrà contenere come soggetto l’orecchietta. Per poter partecipare, bisognerà iscriversi e inviare la propria fotografia sul sitowww. orecchiette.org entrando nell’area dedicata http://www.orecchiettenellegnostre.it/caricamento-foto.html. Sarà una giura tecnica di alto livello, composta 5 importanti fotografi di fama nazionale, Dino Frittoli, Flavio&Frank, Silvio Bursomanno e Antonio Zanata, a decretare le dieci foto finaliste. Gli scatti saranno stampati su un supporto di cm 100x100 per poi essere esposti durante “Orecchiette nelle gnostre” (3-4 agosto 2015) nel chiostro delle Clarisse, cuore del centro storico di Noci (Ba). Importante il coinvolgimento del pubblico che lunedì 3 agosto potrà votare la foto più bella attraverso l’apposita app di Orecchiette nelle gnostre. Il vincitore finale verrà decretato tenendo conto del voto del pubblico (50%) e del voto della

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giuria (50%) e riceverà un premio di 300 euro. Le foto dovranno pervenire non oltre il 23 luglio e per scaricare il regolamento http://www.orecchiettenellegnostre.it/ altro/item/21-regolamento-concorsofotografico-obiettivo-orecchiette.html Orecchiette nelle gnostre è patrocinato dal comune di Noci, dall’assessorato alle risorse Agricole della Regione Puglia, da

Expo Padiglione Italia, da Ais e promossa e organizzata da Indde – industria di idee, che dopo quattro anni di esperienza maturata nella città di Grottaglie (Taranto), ha colto questa nuova sfida come un’importante occasione di crescita per una futura proiezione oltre i confini nazionali dell’evento. Per avere maggiori informazioni: www.orecchiette.org; tel. 099/5668560.

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A cura del Gal Terra dei Trulli e di Barsento

Presentazione del progetto di cooperazione “Cross Border” a Putignano

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Putignano presso “Orto Parrocchia San Domenico”, in occasione dell’evento “Corteo Storico di San Giovanni - alla scoperta delle nostra tradizioni alimentari e culturali” (a cura associazione PortaBarsento) il Gal Terra dei Trulli e di Barsento ha presentato il progetto di cooperazione “Cross Border” (mis. 421 psr 2007-2013). Tema cardine del progetto Cross Border è la creazione di un modello multifunzionale del territorio che interessi tematiche sociali, culturali, paesaggistico/ambientali ed economiche tale da creare un’azione di sistema orizzontale che riporti benefici economici trasversali ai territori interessati ed agli attori interessati. In particolare, si intende avvicinare tematiche e realtà socio-educative e socio-assistenziali ad eventi della tradizione locale culturale rurale, nonché alle produzioni tipiche agricole del territorio. Nello specifico, nell’ambito della

ricostruzione medievale, alcuni giovani diversamente abili parteciperanno a laboratori di antichi giochi popolari tradizionali. Si intende così dimostrare che le attività agricole e le antiche feste, oltre alla funzione culturale e produttiva di beni alimentari, possono sicuramente svolgere un ruolo di promozione di una vasta gamma di servizi. Infatti, il modello agricolo familiare, che ha storicamente caratterizzato l’agricoltura del nostro territorio ha da sempre svolto un fondamentale ruolo nell’organizzazione sociale delle comunità rurali, facendosi carico anche dei bisogni di soggetti deboli e vulnerabili. La peculiarità è quella di riscoprire il ruolo sociale dell’attività agricola e delle feste rurali, riconoscendo le imprese agricole come fornitrici di servizi socio-sanitari e di integrazione sociale, oltre che turistico- ricreativa. L’obiettivo è quello di valorizzare e rendere riconoscibile la multifunzionalità dell’agri-

coltura legata non esclusivamente alla funzione “didattico- educativa” ma anche a quella terapeutica e culturale. Si propone il contatto con la natura come vero e proprio strumento di supporto a percorsi terapeutico- riabilitativi o per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale, nonché si proporranno le tradizioni rurali come momento da vivere direttamente da turisti/escursionisti alla ricerca di esperienze autentiche. Inoltre, la cooperazione transnazionale del progetto Cross Border consente un effettivo scambio di buone pratiche, in cui i territori italiani si fanno portatori di conoscenze in merito ai processi organizzativo- gestionali verso quelle zone dei Balcani che mostrano in questo senso il loro punto debole. Viceversa i territori dei Balcani inseriti nel progetto hanno conservato intatti valori e tradizioni legati alla ruralità, che i territori Italiani a causa di un processo accelerato di modernizzazione, hanno perso di vista.

Appuntamento a Polignano per il Festival del Libro possibile

“Corto circuito dei contadini” dopo la scuola va al mare di Maria Fortino

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i è concluso con la sospensione estiva delle attività scolastiche il progetto di cooperazione del GAL sud est barese “CORTO CIRCUITO DEI CONTADINI”, finalizzato all’informazione e alla sensibilizzazione degli alunni delle scuole primarie del sud est barese sui temi della sana alimentazione, per il consumo di prodotti stagionali e a km. 0, alla valorizzazione della dieta mediterranea. Il progetto prende il nome dalla finalità di provocare il “corto circuito” della filiera lunga nella catena di distribuzione alimentare, incoraggiando la vendita diretta dal produttore al consumatore a garanzia della qualità degli alimenti, della freschezza, della stagionalità e della genuinità degli stessi.

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Un team di tre nutrizionisti, nei mesi di aprile, maggio e giugno, ha idealmente percorso il tacco d’Italia con i 1625 alunni di IV elementare delle 17 scuole primarie del sud est barese, alla scoperta dei prodotti tipici di ciascun territorio, favorendo la conoscenza di frutta e verdura, delle proprietà nutrizionali e dei periodi di raccolta, illustrando le varie filiere, dal grano al pane, dal latte ai formaggi, e esaminando le ricette tradizionali di preparazione dei prodotti tipici. Tre supporti didattici hanno accompagnato i bambini durante l’interessante viaggio alla scoperta di alcune delle bontà gastronomiche della Puglia, nonché delle bellezze artistiche: il libro “Slurp&Gnam”, il fumetto “il viaggio di Corto Circuito” e il video game “EcoWor-

riors” (sussidi scaricabili gratuitamente dal sito web www.galseb.it). I tre sussidi saranno presentati durante la prossima edizione del festival letterario “Il libro possibile” a Polignano a mare dove sarà allestito un “Mercatino dei contadini” con i prodotti primari e trasformati di filiera corta e con il presidio di un nutrizionista, a disposizione degli avventori che vorranno cogliere l’occasione per approfondire le tematiche legate alla sana alimentazione. Il progetto di cooperazione interterritoriale CORTO CIRCUITO DEI CONTADINI è stato attuato dal Gal Sud est barese, in qualità di partner, nell’ambito della Misura 421 PSR Regione Puglia 2007/2013 ed è stato dedicato “ai bambini di oggi, maestri della sana alimentazione di domani”.

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I dati sul mercato del compost in Italia

Nutrire il Pianeta con quello che scarta

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ella giornata della presentazione della Carta di Milano ad Expo 2015, si sono accesi i riflettori sul “frutto” del recupero degli scarti organici: il compost, un fertilizzante naturale che oltre a restituire sostanza organica alla terra gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni. Ad illustrare i numeri del settore e i vantaggi ambientali di questa buona pratica è il CIC, Consorzio Italiano Compostatori, che ha scelto il 5 Giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, per inaugurare il proprio calendario di eventi presso l’Esposizione Universale. È stata dunque presentata ad Expo la Carta di Milano, il documento che impegna cittadini, imprese e istituzioni ad assumere precise responsabilità per combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco. Accanto al tema dello spreco esiste anche il tema del recupero degli eventuali scarti alimentari. Attraverso una buona raccolta e un idoneo trattamento dell’umido si ottiene il compost, un fertilizzante naturale che, oltre a restituire sostanza organica ricca di nutrienti alla terra, gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni. Lo sa bene il CIC, Consorzio Italiano Compostatori, che ha scelto il 5 Giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, per presentare i dati del settore e illustrare i vantaggi ambientali di questa buona pratica, nella cornice della Fattoria Globale 2.0, il Padiglione dell’Associazione Mondiale degli Agronomi. I numeri del compost in Italia Nel corso dell’evento dal titolo “Com-

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post in Italia: dati e marchio di qualità” sono stati quantificati i numeri del mercato del compost in Italia. Attraverso 240 impianti di compostaggio e 43 di digestione anaerobica operativi nel nostro Paese si ottengono1.033.500 tonnellate/anno di compost (dato Ispra 2013) di cui 266.300 t/a di Ammendante Compostato Verde e 767.200 t/a di Ammendante Compostato Misto. Nel primo caso, con l’Ammendante Compostato Verde, questo materiale può essere utilizzato nel florovivaismo per sostituire le torbe d’importazione, nel secondo caso, l’Ammendante Compostato Misto, usato in agricoltura di pieno campo in sostituzione di concimi minerali, concimi organici e letami. Nutriente per la terra Come per tutti gli ammendanti, l’impiego del compost ha la funzione di migliorare la qualità del suolo, consentendo di conservarne nel lungo periodo la fertilità, il suo stato strutturale, la capacità di assorbire e rilasciare acqua e di trattenere gli elementi nutritivi in forma facilmente assimilabile da parte della pianta, promuovendo tutte le attività biologiche del suolo. Insomma, un’azione ecologica oltre che agronomica. L’utilizzo del compost, inoltre, permette di evitare l’impiego di altri prodotti, a volte importati dall’estero, con vantaggi anche in termini economici: si stima un minor costo complessivo per l’approvvigionamento di torbe e concimi minerali di circa 25-30 milioni di €. Contenimento delle emissioni Nel corso dell’appuntamento ad Expo, il CIC ha poi messo in luce i vantag-

gi ambientali derivanti dalla raccolta dell’umido e dal compostaggio nel nostro Paese. “Al netto degli sprechi alimentari, che dovrebbero diminuire soprattutto nelle filiere alimentari, raccogliere l’umido e trasformarlo in compost permette di risparmiare 1.1 Mt di CO2 equivalente/anno rispetto all’invio in discarica” ha evidenziato Massimo Centemero, direttore del CIC. “Nell’ipotesi di un target europeo di un dimezzamento delle emissioni al 2030 si tradurrebbe per l’Italia una riduzione di 95 Mt CO2 eq in sedici anni a un ritmo di circa 6 Mt in meno ogni anno. Il contributo della raccolta e del trattamento dell’organico è quindi molto significativo (18%) in termini emissioni evitate”.

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