FOGLIE n.17/2013

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 17 • 1 Ottobre 2013

NELL’UVA DA TAVOLA L’Analisi SPECIALE AGRIMED Agricoltura e turismo: motori di sviluppo per la Puglia La gestione sostenibile e la valorizzazione delle risorse forestali Progetto di 19 GAL “Pugliesi nel mondo”



Editoriale

1 OTTOBre 2013 - n. 17 - Anno 8

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione

Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Annalinda Laruccia, Maria Fortino, Gianni Colaianni, Rino Pavone Pubblicità Click On Studio Via Q. Sella, 40 - 70122 - Bari Tel. 080 9755146 www.clickonstudio.it

UE: raggiunto accordo finale sulla riforma della pac

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di Vito Castellaneta

arlamento Europeo, Consiglio e Commissione hanno chiuso il negoziato sulla riforma della Pac (Politica Agricola Comune), trovando un accordo sui punti che erano rimasti ancora aperti in quanto legati al quadro finanziario pluriennale. La decisione di applicare per la prima volta su base obbligatoria un tetto agli aiuti (Capping) per combattere le rendite fondiarie, la novità principale. Inoltre il Parlamento Europeo ha ottenuto che sia prevista una forma di “degressivita’” degli aiuti, con un taglio del 5% del pagamento di base agli aiuti superiori a 150.000 euro per azienda e anno. Il Consiglio ha anche accettato l’aumento del tasso di cofinanziamento per le regioni meno sfavorite dal 75 all’85%. L’accordo allontana le preoccupazione degli agricoltori circa possibili ritardi negli aiuti per il 2014: “Anche gli ultimi punti sono stati negoziati, come chiedeva il Parlamento Europeo” - ha detto il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro esprimendo la sua soddisfazione per il fatto che “l’Europarlamento e’ riuscito a cambiare l’accordo dei Capi di Stato e di Governo di giugno”. “Un risultato che migliora nettamente la proposta iniziale con una riforma che va verso la sussidiarietà ovvero la possibilità degli Stati membri di applicare misure secondo i propri modelli di sviluppo agricolo. Finalmente una opportunità straordinaria per premiare chi vive di

agricoltura, il lavoro, la qualità, i giovani e il vero Made in Italy”: è quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini, “oltre ai sensibili miglioramenti che sono stati ottenuti nel precedente accordo del 26 giugno, quali il sostegno per la promozione e lo sviluppo di filiere corte, l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori, un ulteriore risultato positivo – continua Marini - è stato raggiunto anche per la decisione di applicare per la prima volta su base obbligatoria un tetto agli aiuti (Capping) per combattere le rendite fondiarie. L’accordo sulla riforma della Politica Agricola (PAC) premierà chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in una black list i soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi”. Certamente rimane un taglio importante ai finanziamenti destinati all’agricoltura, ma l’applicazione nazionale demandata al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo potrà compensare il disagio nell’orientare le risorse - conclude Marini - verso i veri agricoltori”. Ultima nota sui giovani agricoltori: prevista l’obbligatorietà per gli Stati membri di concedere un pagamento annuo alle persone fisiche che non hanno più di 40 anni di età nell’anno della presentazione della domanda del pagamento di base.

Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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Sommario AGRICOLTURA

speciale agrimed

6 cracking nell’uva da tavola 10 agricoltura e turismo: 9

Nuovo spazio dedicato al mondo agricolo agrilevante: 17- 21 ottobre Nuove professioni della meccanizzazione

16 fiera del levante:

Motore di sviluppo per la Puglia

Seminario ad Agrimed

Accesso sempre più ostico

Guida ai Vini Rosati di Puglia

Progetto di cooperazione

11 risorse forestali:

12 giornata del credito: 13 puglia in rosè:

14 pugliesi nel mondo: i borghi più belli:

Il 26 Ottobre a Cisternino

15 sviluppo rurale:

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speciale agrimed

Sinergia con Fiera di Genova

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la valigia di cartone: Proiezione del documentario imprese creative: Per il rilancio della Puglia notte bianca dello sport:

Sport e sana alimentazione

agroalimentare

24 ciboacculturarsi:

Fichi e Fichi d’india

Attenzioni per il territorio

prevenzione tumori:

Anche a tavola

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DA OLT RE 30 ANNI .............. PIU’ VITA IN AGRICOLT URA • Produzione di Microrganismi Utili per la Difesa e Nutrizione della Pianta • Produzione Inoculi di Funghi Micorrizici

AGRIFUTUR S.r.l. Via Campagnole, 8 ALFIANELLO ( BS ) Tel. +39 030 9934776 Fax : +39 030-9934777 www.agrifutur.com


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gricoltura

Con l’articolo del Dott. Melillo dedicato all’importante questione del cracking nell’uva da tavola, inauguriamo da questo numero un nuovo spazio che “Foglie” metterà a disposizione di dirigenti, professionisti, professori universitari, produttori agricoli, agronomi, ricercatori per divulgare al meglio le innovazioni, i progetti, le novità con l’obiettivo di far arrivare “in tempo reale” ai nostri lettori “l’agricoltura e l’agroalimentare del futuro”, forti del nostro motto “Ciò che non si comunica non esiste”.

Cracking nell’uva da tavola

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no dei temi che occuperà più spazio nei consuntivi dell’annata agraria 2013 per l’uva da tavola è il cracking (o spacco). Questa fisiopatia ha nuovamente (dopo i gravi danni dell’annata agraria 2009) interessato una percentuale significativa di vigneti di uva Italia del territorio pugliese e siciliano. È impossibile risalire a numeri che descrivano la vastità del danno, tuttavia sembra che la fisiopatia sia meno estesa del 2009. La sintomatologia osservata è identica a quella osservata nel 2009: lacerazioni dei tessuti superficiali (epidermide e primi strati dell’esocarpo) della bacca. Le lacerazioni sono più frequenti sulla parte laterale dell’acino ma possono comparire anche nella parte distale o superiore. La varietà maggiormente interessata è ancora una volta uva Italia che si conferma particolarmente sensibile a questo tipo di fisiopatia. Anche nel 2013 come nel 2009 le prime segnalazioni si sono avute in vigneti siciliani di uva Italia a fine luglio e nelle settimane successive sintomi di cracking sono comparsi anche in Puglia. A differenza del 2009 in cui è stato molto difficile distinguere areali e situazioni agronomiche dove il cracking aveva causato piu danni, nel 2013 (a questa data) sembra più facile circoscrivere la diffusione della fisiopatia. I vigneti di uva Italia dell’Arco Jonico presentano poco o nessun danno da cracking mentre i vigneti del sud-est e del nord Barese hanno una incidenza più o meno grave del fenomeno. Nei suddetti areali colpiti i vigneti non coperti da teli plastici durante la fase di fioritura presentano più facilmente danni da cracking mentre è molto difficile trovare lacerazioni su acini in vigneti protetti da teli plastici durante la fase di fioritura. In sintesi la diffusione del danno diminuisce con la precocità del vigneto o dell’areale di coltivazione e dalle prime

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Dott. Michele Melillo

osservazioni fatte questo andamento è simile sia in Puglia che in Sicilia. Le operazioni colturali per l’ingrossamento della bacca (incisione anulare e trattamenti di ingrossamento con fitormoni), se non seguite da una attenta gestione agronomica del vigneto, hanno aumen-

tato la gravità del danno nei vigneti interessati dal cracking. Il cracking resta una delle fisiopatie dell’uva da tavola più difficili da comprendere per la complessità del problema in quanto investe cause anatomiche, climatiche e agronomiche.

Fattori predisponenti

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siste una predisposizione della bacca al cracking legata all’anatomia dei primi strati dei tessuti dell’acino, in particolare dell’epidermide che per le proprie caratteristiche anatomiche consente e allo stesso tempo limita la crescita della bacca. Ricercatori australiani rilevarono già negli anni ‘70 che le cause del cracking

vanno ricercate nell’esocarpo: acini con epidermide mostravano segni di lacerazione dopo aver assorbito il 50% dell’acqua di acini privati dell’epidermide e immersi in acqua (2). La quantità media di parete cellulare nell’esocarpo è il fattore principale che influenza il cracking. Altri fattori come lo spessore della cuticola, dimensione cellulare, forma e www.foglie.tv


dimensione della bacca sembrano meno importanti, anche se sicuramente contribuiscono ad aumentare la suscettibilità allo spacco. Le caratteristiche anatomiche della bacca aiutano anche a spiegare perché il cracking è cosi variabile a seconda delle annate (1). I tessuti della bacca si formano nelle prime fasi di crescita e la loro composizione è altamente influenzata da condizioni ambientali che si hanno durante le settimane successive alla fioritura. Lo spessore dei tessuti del pericarpo diminuisce con temperature medie giornaliere inferiori a 18 C° e superiori a 35C°. Inoltre periodi prolungati di

Fattori scatenanti

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a rottura dell’epidermide avviene generalmente quando il turgore della bacca supera la pressione critica di turgore dell’epidermide (2), ossia quando la pressione proveniente dall’interno dell’acino supera la soglia di resistenza dell’epidermide. Acini con alto contenuto

prendere più in considerazione. I nostri vigneti non hanno alcun sistema di monitoraggio dell’umidità del terreno o delle esigenze idriche delle piante con il risultato che i turni e i volumi irrigui vengono stabiliti in base all’esperienza delle annate precedenti o in base a sensazioni soggettive del produttore e non in base a dati oggettivi. L’estate 2013 ha avuto un andamento anomalo, con poche giornate con temperature superiori ai 35 gradi e con frequenti temperature minime sotto i 20 gradi. L’ipotesi è che non tutte le aziende siano state in grado di modificare e adeguare la gestione irrigua in base a queste condizioni climatiche inusuali e ad equilibrare il vigore della pianta in base ai carichi di produzione.

Conclusioni

U umidità durante l’allegagione causano la formazione di tessuti più sottili, con cellule più grandi e parete cellulare più sottile (di conseguenza più suscettibili alla rottura). Le condizioni climatiche durante la fioritura 2013 sono state particolarmente avverse con temperature medie inferiori rispetto alle medie stagionali. Le basse temperature durante la fioritura hanno maggiormente influenzato i vigneti scoperti da teli o di areali tardivi creando una maggiore suscettibilità della bacca al cracking. N°17 - 1 OTTOBbre 2013

di parete cellulare nel loro esocarpo hanno una maggiore pressione critica di turgore e di conseguenza risultano più resistenti al cracking. Tutte le condizioni ambientali (piogge, umidità elevate, escursioni termiche pronunciate..) e agronomiche (in particolare cattiva gestione dell’irrigazione) che invece portano ad un aumento del turgore interno della bacca tale da superare la pressione critica di turgore sono favorevoli all’insorgenza del cracking. Una non adeguata gestione dell’irrigazione è il fattore scatenante da

n numero elevato di fattori sono coinvolti nel fenomeno del cracking. Le caratteristiche anatomiche determinano la suscettibilità della bacca alla rottura. I fattori varietali e ambientali (temperatura, umidità) durante le prime fasi di accrescimento della bacca influenzano tali caratteristiche. Una volta che il frutto è predisposto, le condizioni ambientali e agronomiche favorevoli scatenano i processi di cracking durante la fase di post invaiatura, in particolare nella fase che precede la completa maturazione, momento in cui si ha un irrigidimento dell’esocarpo. Le condizioni ambientali e climatiche che predispongono le bacche al cracking sono poco gestibili dall’azienda agricola tuttavia molto si può fare per ridurre significativamente i danni attraverso una più attenta gestione agronomica dei vigneti: - Introdurre sistemi di monitoraggio (sonde capacitive, watermark, tensiometri,..) dell’umidità del terreno e di ausilio alla gestione dei turni e dei volumi irrigui. Al momento vi sono in commercio strumenti molto più accessibili (sia in termini di costi che di fruizione) che possono aiutare aziende agricole medio-grandi nel calibrare

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correttamente l’irrigazione del vigneto. - Gestire in modo ottimale tutti i fattori agronomici (nutrizione, potatura, gestione terreno, selezione carico produttivo) verso il raggiungimento dell’equilibrio del vigneto. Un vigneto equilibrato è sempre meno soggetto a fisiopatie. - Le tecniche di forzatura per l’ingrossamento (incisione e ormoni) modificano sostanzialmente l’andamento e l’equilibrio vegetativo dei vigneti. È importante che le aziende agricole modifichino opportunamente le tecniche colturali per adeguare la gestione dell’impianto alla qualità dell’uva (es. motori potenti necessitano di telai rinforzati, pneumatici adeguati, etc...) Dott. Michele Melillo Riferimenti Bibliografici (1) Dokoozlian N.K. 1999. Dinuba Table Grape Seminar. (2) Considine J.A., Kriedemann P.E. 1972. Fruit splitting in grapes: determination of the critical turgor pressure. Austral. J. Agr. Res. 23: 17-24

Porte Aperte

PIATTAFORMA VITE BASF Un incontro sul territorio presso l’Agriturismo Lama San Giorgio a Rutigliano (Bari) per Basf Italia che ha offerto a tutti gli operatori della filiera della vite un’occasione unica di confronto e un’opportunità per visitare le prove dimostrative di innovativi programmi di difesa. Presentata direttamente sul campo una Piattaforma creata per offrire una visione delle strategie di difesa proposte da BASF per l’uva da Tavola. 8

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gricoltura

Ad Agrilevante a Bari dal 17 al 21 ottobre

Le nuove professioni della meccanizzazione agricola

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nacma (Unione Nazionale Commercianti di Macchine Agricole) continua la collaborazione con Enama partita dalla scorsa edizione dell’EIMA 2012 a Bologna, presentando alla prossima Agrilevante di Bari, il progetto Mech@griJOBS dedicato alle Nuove Professioni della Meccanica Agricola. Il progetto prevede il coinvolgimento di giovani studenti degli ultimi anni degli Istituti tecnici e professionali Agrari, statali e privati, gli ITIS con specializzazione in meccanica e meccatronica. Obiettivo degli incontri con i giovani è di avvicinare il mondo della scuola alle professioni fortemente richieste dal settore specifico con particolare riguardo a quelle (settore tecnico Commerciale, Tecnico Meccatronico, Tecnico Operatore) dove serve informare gli studenti, prossimi ad entrare nel mondo del lavoro, che esistono delle Opportunità nell’ambito della meccanica

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agricola (Costruttori, Concessionari ed aziende della filiera produttiva). Nuove Professioni che richiedono moderne competenze, nuovi entusiasmi e nuove conoscenze sia generali che tecniche, che possono trovare nei giovani studenti provenienti dalle scuole suindicate il momento ideale di incontro con l’offerta delle aziende del settore. Nello stand Unacma/Enama di Agrilevante a Bari dal 17 al 20 ottobre prossimi si svolgeranno degli incontri (Demo) dedicati all’argomento gestite da Unacma - area Vendite, da New Holland (gruppo CNH) - area meccatronica, da

Unima (Associazione dei Contoterzisti Agricoli) – area Operatore di macchine agricole e da ENAMA per quanto riguarda le nuove professioni in agricoltura ed in particolar modo per le Agro-energie. Contemporaneamente nella stessa Area di troverà in una bacheca l’AgriJobCenter, dove saranno esposte Offerte di Lavoro, delle aziende del settore e ricevute Domande di lavoro da parte di giovani o di persone che ricercano una attività analoga. Per ogni ulteriore informazione visitare il sito web www.unacma.it o scrivere a redazione@unacma.it.

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Agrimed 2013 Si punta sulla qualità e sul territorio

Agricoltura e Turismo motore di sviluppo per la Puglia

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a pressione fiscale è il cuore della vicenda italiana economica e sociale. Le tasse troppo alte hanno impedito all’ Italia di svilupparsi. Lo sviluppo dell’economia si ottiene se tutti i settori riescono ad evolversi”. Lo ha detto Raffaele Bonanni, il segretario generale CISL, in occasione del convegno nazionale Agroalimentare & Turismo organizzato da Cisl e Fisascat alla Fiera del Levante. “Nessuna leva riesce ad emergere da sola - ha continuato - è opportuno creare una sinergia tra le risorse. Il nostro Paese può avere un buon turismo, un ottimo sistema di agricoltura e un grande sistema commerciale, solo se si riescono ad inserire in un disegno generale. La Puglia deve assolutamente puntare sul turismo, sulla agricoltura e sui prodotti agroalimentare legati alla dieta mediterranea”. Fondamentale in questo scenario puntare sulla qualità. Il presidente della Fiera del Levante, ne è certo, sostenendo che “la Puglia può e deve sviluppare un turismo che valorizza il territorio, investendo in risorse naturali come l’agricoltura, il pesca turismo, le masserie, collegandole ad una unica filiera del Mezzogiorno”. Concorde il Segretario della Cisl pugliese Giulio Colecchia. “E’ una sfida che punta a portare in Italia, ed in Puglia in particolare, l’Europa e i suoi mercati storicamente interessati ai prodotti agroalimentari ed al turismo. Due comparti che da soli – ha detto

L’Assessore alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni

- rappresentano una porzione importante del Pil regionale “. L’agroalimentare pugliese tiene, nonostante i venti della crisi generalizzata. Il dato emerge durante il convegno: le esportazioni nel I trimestre 2013 hanno registrato un + 12,9% con un vero e proprio boom verso due paesi africani, il Sudafrica e la Libia. Le imprese agricole in Puglia al I trimestre 2013 sono il 24% del totale (circa 81 mila), che insieme a quelle del turismo (il 6%) arrivano ad conquistare il 30% del dato regionale. “Deve esserci una dignità dei settori agroalimentari e turistici nelle strategie che il Governo deve stabilire in una politica integrata dell’area mediterranea” ha Pierangelo Raineri della Fisascat. La necessità di un’unica Cabina di Regia nazionale è la proposta del Segretario generale della Fai, Augusto Cianfoni. “Coordinare in modo imprenditoriale il lavoro delle strutture regionali, provinciali, nazionali e sovranazionali che abbiamo sparse per il mondo- ha detto - per la promozione dei nostri territori e dei loro ricercatissimi prodotti”.

Misura: 511 - Piano della Comunicazione Intervento di Promozione delle Azioni del PSR PUGLIA 2007-2013 AGRIMED 2013


Seminario forestale ad Agrimed 2013

La gestione sostenibile e la valorizzazione delle risorse forestali in Puglia

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di Domenico Campanile Dott. Forestale e dirigente dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale - Regione Puglia

n occasione della 77esima edizione della Fiera del Levante, nel padiglione di AGRIMED, si è svolto il seminario “La gestione sostenibile e la valorizzazione delle risorse forestali in Puglia”, organizzato dall’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale della Regione Puglia. L’evento ha voluto sottolineare l’importanza della gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale. Un momento di incontro tra esperti del settore, ricercatori e responsabili regionali che hanno animato un confronto dal quale sono emerse una serie di sollecitazioni e necessità tese a migliorare il comparto forestale. E’ stato sottolineato il ruolo essenziale svolto dalle foreste per il mantenimento della stabilità ambientale in termini di biodiversità, ciclo dell’acqua, assetto idrogeologico, fissazione dell’anidride carbonica e prevenzione dei fenomeni di riscaldamento globale. E’ stato riconosciuto che il patrimonio forestale regionale è in grado di offrire potenzialità ed opportunità in termini di sviluppo ed occupazione ma soprattutto garantire salvaguardia ambientale e presidio del territorio. E’ emersa, altresì, la consapevolezza che il contesto socio-economico sia profondamente cambiato rispetto a quello di soli cinquant’anni fa: le produzioni “economiche” (legname, piccoli frutti, prodotti forestali non legnosi) hanno progressivamente perso importanza (almeno nei paesi sviluppati), per contro le funzioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, la salvaguardia e conservazione della biodiversità, la valenza paesaggistica del bosco, il ruolo di protezione dei suoli e di regimazione delle acque sono diventati di fondamentale importanza. Negli ultimi anni, anche grazie agli incentivi comunitari, derivanti dai programmi di sviluppo rurale, si sono innescati processi virtuosi di gestione e valorizzazione del patrimonio forestale regionale che rappresentano oggi importanti esempi di buone pratiche per le aree rurali. In particolare è stato evidenziato un certo risveglio della gestione attiva delle foreste e il ruolo attivo dell’Agenzia regionale (ARIF), sottolineato dal dott. Marco D’Attoli, nella gestione del patrimonio forestale indisponibile della regione. Su tutti, però, un aspetto è stato evidenziato: l’attenzione rivolta dal governo regionale al bosco pugliese con l’emanazione della legge regionale n. 40 del 10 dicembre 2012 che istituisce l’albo regionale dei boschi didattici in Puglia. I boschi, infatti, rappresentano una componente importante della nostra storia ambientale e, attraverso la legge, si vuole da un lato promuovere la divulgazione del bagaglio esperenziale, di tradizioni e cultura legati al bosco, dall’altro valorizzare le figure agroforestali operanti sul territorio, incentivando fonti di reddito. Peraltro, la riproduzione in miniatura di un bosco didattico realizzato nel padiglione fieristico ha avuto la finalità di essere un esempio per stimolare i sensi del visitatore in grado di toccare con mano le foglie, i rami degli alberelli presenti (leccio, sughera, roverella, acero) o sentire il profumo delle specie aromatiche (mirto, rosmarino, alloro, lentisco), tipiche della nostra macchia mediterranea. Nel corso dell’incontro sono emerse alcune necessità evidenziate dal mondo universitario, in particolare dai relatori prof. Vittorio Gualdi e dalla prof.ssa Patrizia Tartarino, di seguito sintetizzate: 1) La redazione del piano forestale regionale;

2) La redazione di una legge forestale; 3) L’istituzione del tavolo forestale consultivo regionale. A queste sollecitazioni sia l’ing. Emanuele Giordano, dirigente del Servizio Foreste, che l’Assessore regionale si sono impegnati a recepirli e a farsi carico della loro realizzazione, compatibilmente con le esigenze di finanza regionale. L’intervento del dott. Massimiliano Schiralli, di INEA Puglia, ha riguardato l’illustrazione dello stato di attuazione della vigente programmazione e le novità del prossimo PSR 2014/2020. In sostanza, le misure sulle quali si continuerà a puntare sono: 1) la forestazione e l’imboschimento, 2) la prevenzione ed il ripristino delle foreste che hanno subito danni da incendio e da calamità naturali (inclusi le fitopatie, gli attacchi parassitari, gli eventi catastrofici ed i rischi climatici), 3) gli investimenti indirizzati ad accrescere il pregio ambientale e il potenziale di mitigazione degli ecosistemi forestali; 4) gli investimenti per favorire nuove tecnologie nella selvicoltura e per lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti forestali; 5) il rafforzamento a livello locale delle filiere bosco-legno e bosco-energia. Gli aspetti innovativi, invece, saranno rappresentati dall’incentivazione alla cooperazione e associazionismo al fine di sviluppare nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, azioni congiunte per la mitigazione e l’adattamento dei cambiamenti climatici e la stesura di piani di gestione forestale interaziendali. Dulcis in fundo, l’intervento dei tecnici agronomi e forestali (dott. Oronzo Milillo e dott. Salvatore Cavallo) che hanno evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione amministrativa nell’iter autorizzatorio e l’assicurazione a continuare a svolgere l’importante ruolo di trait d’union tra il mondo istituzionale e quello agro-forestale regionale. I lavori seminariali si sono conclusi con l’intervento dell’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, che ha ribadito l’attenzione dell’Assessorato per il comparto forestale con particolare riferimento ai boschi didattici, alla corretta gestione selvicolturale, realizzata con i criteri e le modalità della selvicoltura naturalistica, e alla futura programmazione comunitaria 2014/2020. La predetta, infatti, offre l’opportunità di programmare e attuare interventi e azioni in sinergia con gli altri Fondi (FESR, FSE, FEAMP), nonché dare vita a sottoprogrammi riferiti a temi e aree specifiche: ciò potrebbe rappresentare un’opportunità per le risorse forestali, mettendo in campo strategie e interventi più efficaci e consoni ai fabbisogni del settore.

Misura: 511 - Piano della Comunicazione Intervento di Promozione delle Azioni del PSR PUGLIA 2007-2013 AGRIMED 2013

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Agrimed 2013

La Giornata del credito

Imprese sempre più indebitate e accesso ai finanziamenti sempre più ostico

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orrei capire perché le banche non offrono spiegazioni del perché non sostengono investimenti e crescita ma solo i mercati speculativi. La Bce ha trasferito risorse ciclopiche alle banche per sostenere le imprese, ma quelle risorse non sono diventate un supporto alle aziende, ma sono andate ad incentivare la speculazione. Quando si renderanno conto le banche che l’economia senza lavoro si tramuta in catastrofe?”. A parlare è il presidente della Regione, Nichi Vendola, intervenuto alla Fiera del Levante, alla “Giornata del credito”, promossa da Obiettivo Finanza (lo sportello per facilitare l’accesso al credito istituito dalla Camera di Commercio di Bari) e organizzata da Promem Sud Est spa, Fiera del Levante, Confindustria Bari e Bat. La Regione, attraverso il fondo di garanzia ha stanziato in una prima tranche cinquanta milioni di euro che hanno sviluppato investimenti per cinquecento milioni e in una seconda tranche ulteriori cinquanta milioni, “è il più cospicuo fondo stanziato da qualsiasi regione d’Italia” sostiene Vendola che bacchetta i bancari, rei di non fare abbastanza per l’economia reale. Il fondo del microcredito alle piccole e piccolissime imprese invece, agevolerà, secondo le stime di Loredana Capone, assessore allo sviluppo economico della Regione, circa milletrecento aziende pugliesi nell’arco di tre anni. I bancari respingono le

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critiche del presidente Vendola, sostenendo che la questione sia ben più complessa. Per il presidente dell’Aibe, associazione delle banche estere, Guido Rosa “L’Italia vive una situazione di grave crisi economica, dalla quale si può uscire solo avviando un percorso di riforme strutturali sempre più imprescindibili e in grado di renderla nuovamente competitiva nello scenario globale. I mercati attendono da noi un segnale concreto e se il nostro Paese sarà in grado di trasmettere l’intenzione di avviare un serio percorso di riforme strutturali non potranno che reagire bene. Un giudizio migliore dei mercati si tradurrà, inevitabilmente, in una generale miglior valutazione del sistema Italia. Le banche sono da sempre al fianco delle centinaia di migliaia di imprese che costituiscono un tessuto imprenditoriale caratterizzato da capacità non comuni: se la via della ripresa sarà di nuovo imboccata esse proseguiranno il loro cammino al fianco degli imprenditori italiani”. Per il presidente della Fiera del Levante, Ugo Patroni Griffi, “il sistema del credito, per non diventare oligarchia dei più forti, dovrebbe mettere in atto un approccio diverso sulla base del merito creativo. Mentre le piccole banche devono concentrarsi”. Secondo l’Osservatorio Findomestic, la spesa per beni durevoli in Puglia è diminuita dell’11,8 per cento, risentendo del calo del reddito disponibile pro capite, con punte di contrazioni dei consumi che hanno raggiunto il 21,6 per cento, in alcuni settori. La causa di questa crisi, secondo Giorgio Salvo, direttore della sede barese della Banca d’Italia va ricercata nella “debolezza della domanda soprattutto quella legata agli investimenti. Inoltre l’offerta è ancora troppo selettiva. L’atteggiamento prudente delle banche risente del deterioramento della qualità dei prestiti”.

Misura: 511 - Piano della Comunicazione Intervento di Promozione delle Azioni del PSR PUGLIA 2007-2013 AGRIMED 2013


Raccontate nella guida della Regione Puglia

“Puglia in Rosè” – le vie del Rosato pugliese

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e strade del vino Rosato attraversano tutte le province della Puglia toccando centinaia di vigne. Così ‘Puglia in Rosè – Guida ai Vini Rosati di Puglia’, promossa dall’assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, racconta le vie del gusto enologico della nostra regione, che di vino Rosato è il primo produttore nazionale con il 40% del totale. Nel volume si presentano le oltre 190 cantine pugliesi che hanno aderito all’iniziativa editoriale e le loro etichette di vino Rosato. La guida, realizzata insieme all’Accademia italiana della Vite e del Vino e Assoenologi Puglia, è stata presentata nel padiglione Agrimed della Fiera del Levante da Gabriele Papa Pagliardini, direttore dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale della Regione Puglia, Antonio Calò, presidente dell’Accademia della Vite e del Vino. A moderare l’evento, al quale è intervenuta la giornalista Camilla Baresani, i conduttori e ideatori della trasmissione cult di Radio 2 ‘Decanter’ Fede e Tinto. « E’ come se svelassimo quella che io nella premessa di questa bella guida chiamo “la mappa del tesoro” – ha spiegato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Fabrizio Nardoni – Perché di vero e proprio tesoro, si tratta: un patrimonio rivalutato che pian piano riemerge dal vissuto esperienziale di tante cantine pugliesi che non solo hanno conservato quella memoria produttiva, ma l’hanno resa unica e di grande appeal rispetto al mercato. Il nostro concorso e le ulteriori attività di promozione sono il riconoscimento al lavoro di chi in questi anni ha continuato a crederci, e a quelli che hanno deciso di osare in un segmento che fino a qualche tempo veniva considerato di scarso pregio. Oggi quella intuizione ci rende regione capofila, punto di riferimento e luogo di produzioni di altissima qualità». Grazie al volume le migliori produzioni del Rosato pugliese arriveranno negli eventi fieristici italiani ed esteri (con la versione in lingua inglese) a cui parteciperà l’assessorato regionale, consentendo a buyer e ristoratori di scoprire le etichette, divise per province e per vitigno. Da fine anno la guida sarà a disposizione di cultori del vino e appassionati anche sul web, sul sito www.concorsorosatiditalia.it, dove si potrà scaricare l’app gratuita per smartpho-

La guida ai Vini Rosati di Puglia Puglia in Rosé

ne e tablet. Con ‘Puglia in Rosè – Guida ai Vini Rosati di Puglia’’, l’assessorato aggiunge un nuovo tassello nell’attività di promozione del Rosato che sta trovando riscontro anche da parte dei produttori, locali e non. Prova ne è stata la larga partecipazione all’ultima edizione del Concorso Enologico Nazionale dei vini Rosati d’Italia, conclusosi lo scorso maggio, con 292 cantine iscritte in rappresentanza di tutte le 20 Regioni italiane e 68 Province, per un totale di 363 campioni. Al concorso i vini pugliesi si aggiudicarono i primi tre posti nella categoria ‘Vini rosati tranquilli IGT – IGP’.

Misura: 511 - Piano della Comunicazione Intervento di Promozione delle Azioni del PSR PUGLIA 2007-2013 AGRIMED 2013

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Agrimed 2013 Partecipano 19 Gal pugliesi

“Presentazione del progetto di cooperazione “Pugliesi nel mondo”

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i è tenuta alla Fiera del Levante a Bari, la conferenza stampa di presentazione di “Pugliesi nel Mondo”, un progetto al quale partecipano 19 GAL pugliesi compreso il GAL Sud Est Barese in collaborazione con l’Ufficio “Pugliesi nel mondo” - Servizio Internalizzazione della Regione Puglia. Alla conferenza stampa hanno preso parte il Presidente della Regione, Nichi Vendola, gli assessori regionali, Elena Gentile (Welfare) e Fabrizio Nardoni (Risorse agroalimentari), la dirigente del Servizio Internalizzazione, Giovanna Genchi, l’Autorità di gestione dell’Assessorato Risorse agroalimentari, Gabriele Papa Pagliardini, e Alberto Casoria, presidente del GAL Meridaunia, GAL capofila nell’ambito del progetto. “Pugliesi nel Mondo”, finanziato dall’Asse IV del PSR Puglia, è un progetto finalizzato a consolidare le reti di collaborazione e di scambio tra i sistemi socioeconomici e culturali regionali con le comunità di pugliesi nel mondo, promuovendo l’immagine della Puglia all’estero e la valorizzazione delle eccellenze in un’ottica di sviluppo del territorio. Con questa iniziativa si intende favorire la conoscenza del fenomeno dell’emigrazione che appartiene alla storia del popolo pugliese, rafforzare la integrazione delle comunità degli emigranti con le popolazioni delle loro zone d’origine, e allo stesso tempo attivare le comunità pugliesi a supporto delle politiche regionali di sviluppo e di internazionalizzazione. Le prima attività del progetto all’estero sarà la realizzazione a Londra, nell’estate del 2014, di una mostra fotografica curata dall’Associazione Accademia Apulia Uk. La mostra, dal titolo “Storie di Amicizia”, sarà costituita da cento fotografie risalenti agli anni 1943-1944 scattate dai reporter di guerra dell’8^ Armata e della RAF in vari centri abitati pugliesi. In Puglia verrà invece realizzato un Educational Tour ad ottobre 2013 all’interno del Buy Puglia organizzati in sinergia con l’Agenzia del Turismo Puglia Promozione. Ogni GAL pugliese, inoltre, si attiverà per coinvolgere le comunità locali nel recupero della memoria storica dell’emigrazione, raccogliendo, catalogando e rendendo fruibili video, lettere, documenti e fotografie.

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Il 26 ottobre a Cisternino

“I borghi più Belli”

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resentata alla Fiera del Levante la Prima Conferenza Internazionale del Mediterraneo per “I borghi più Belli” che si svolgerà il 26 ottobre a Cisternino. L’iniziativa è condivisa dalla Fiera del Levante e dall’assessorato regionale al turismo. Silvia Godelli, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, ha richiamato l’attenzione “sulle forme di dialogo e di accoglienza con i Paesi del bacino del Mediterraneo che possono scaturire dal progetto.” Ugo Patroni Griffi, presidente della Fiera del Levante ha evidenziato come sia positivo “instaurare una rete per promuovere il territorio e abbattere le barriere per superare nuovi confini”. Capofila della nuova idea di sviluppo il comune di Cisternino. Il sindaco Donato Baccaro ha spiegato che alla prima conferenza parteciperanno tutti i sindaci e le delegazioni dei paesi costituenti l’associazione ‘I Borghi più belli del Mediterraneo’, i rappresentanti degli Enti e delle Associazioni coinvolte nel progetto ed una nutrita componente giornalistico-mediatica dell’area del Mediterraneo”. Alla conferenza stampa ha parteciapato anche Fiorello Primi, presidente de “I Borghi più Belli d’Italia”, che ha evidenziato “come con questa iniziativa possa essere utile a costruire una rete di rapporti socio-culturali internazionali per la crescita e lo sviluppo turistico”.

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Attenzione per territorio, agricoltura e turismo

Sviluppo rurale e programmazione, fabbisogni di sviluppo

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rogrammare per tempo il nuovo piano di sviluppo rurale. Raccogliere tutte le criticità emerse dalla passata programmazione e puntare sui sistemi che si sono rivelati vincenti. Si è discusso di questo al workshop “La Programmazione dello Sviluppo Rurale 2014-2020, Fabbisogni di Sviluppo”, organizzato dal Servizio Agricoltura Caccia e Pesca e Laboratorio di Biotecnologie nel padiglione della Provincia di Bari alla 77esima edizione della Fiera del Levante. Francesco Caputo, assessore all’Innovazione Agricolo-Aziendale, Forestale, Caccia, Pesca e Risorse Marine della Provincia di Bari, ha parlato dell’impegno della Provincia “di far arrivare in Regione gli obiettivi che l’ente e il territorio si prefiggono per la programmazione 2014-2020. Dall’esperienza

maturata negli anni è chiara l’idea di sviluppo che si cerca. Uno sviluppo in stretta correlazione con il territorio capace di comprenderne le reali esigenze. Verificando le criticità e i punti deboli e evidenziando gli aspetti positivi, si potrà arrivare ad una programmazione che valorizzi agricoltura e turismo per il rilancio dell’economia”. Nel corso del Workshop si è posto in evidenza che la passata programmazione ha puntato molto sul ruolo dei Gal e dei Gac che hanno raccolto le istanze dei territori e favorito il finanziamento delle misure previste dal piano di sviluppo rurale.

Conferenza su alimentazione e prevenzione

I tumori si prevengono anche a tavola con la dieta mediterranea

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a dieta mediterranea è un vero e proprio stile di vita, tipico delle aree del bacino del Mediterraneo ma esportabile ovunque, caratterizzato da un regime alimentare sano ed equilibrato. Uno dei suoi punti di forza è la qualità delle materie prime, che la rende un prezioso alleato nella prevenzione e cura di molte patologie. “Alimentazione e prevenzione con la qualità delle produzioni tipiche dell’agricoltura pugliese” è stato proprio il tema di un convegno svoltosi alla Fiera del Levante e organizzato dalla Confederazione Italiana Agricoltori Puglia <Garantire la sicurezza dei cibi e la loro qualità, continuando a produrre prodotti sani, è fondamentale per mantenere gli standard qualitativi dell’agricoltura pugliese> ha affermato Giuseppe Politi, presidente nazionale della CIA, che ha proseguito <I produttori hanno l’obbligo di mantenere la biodiversità, nonostante la crisi porti il consumatore ad acquistare alimenti più commerciali preferendoli, talvolta, a quelli di qualità. Le ricerche mediche - ha concluso – dimostrano come mangiare sano produca effetti benefici sulla salute e sul benessere psicofisico>. <Il nostro scopo – ha detto Antonio Barile, presidente della Cia Puglia - è valorizzare i prodotti agricoli sotto l’aspetto della nutraceutica, un valore aggiunto per la nostra produzione che può contare su alimenti promossi a pieni voti nella dieta mediterranea, come l’olio>. <E’ stato scientificamente dimostrato che il 35% dei tumori nasce a tavola> – ha dichiarato Antonio Moschetta, Direttore Scientifico dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II di Bari” che ha proseguito spiegando come osservare un regime di alimentazione controllato, assieme alle cure tradizionali come la chemio e la chirurgia, diventi fondamentale

per ottenere la completa guarigione del paziente. <Conoscere gli alimenti – ha concluso il prof. Moschetta - e imparare a cucinarli e conservarli nel modo giusto, salva almeno un terzo dei pazienti malati di tumore>. “La dieta mediterranea è uno stile di vita” è anche lo slogan di Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Bari che ha osservato come <proprio prescrivendo l’osservanza di questo stile di vita e di alimentazione, il medico è in grado di controllare e spesso curare alcune patologie.I nostri prodotti, infatti – ha concluso - sono talmente genuini che incidono in maniera significativa sulla salute.>

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peciale

Agrimed 2013 Dai presidenti Patroni Griffi e Armella

La Fiera del Levante e la Fiera di Genova uniscono le forze per sviluppare sinergie comuni

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iera del Levante e Fiera di Genova insieme per l’internazionalizzazione. Per questo, il presidente della Fiera del Levante Ugo Patroni Griffi e il presidente della Fiera di Genova Sara Armella , in occasione della 77 edizione, hanno firmato a Bari due importanti protocolli d’intesa. Erano presenti anche il presidente della Camera di Commercio di Bari, Sandro Ambrosi, il direttore generale Leo Volpicella e l’amministratore delegato della Fiera di Genova Antonio Bruzzone. La prima iniziativa mira a portare le due fiere a Shangai, attraverso la costituzione di una rete operativa per confrontarsi su azioni e strumenti necessari a ricercare nuove opportunità per le imprese italiane ed europee. L’idea è costituire un padiglione espositivo dedicato al “food”. Una scelta non causale se si pensa che la Cina è cresciuta ad un tasso medio annuo del nove per cento ed è il primo destinatario

di investimenti diretti, tra i Paesi asiatici. La seconda guarda al settore florovivaistico, “un settore che rispecchia un’eccellenza sia per la Puglia che per la Liguria e che, attraverso questo accordo, svilupperà la presenza all’estero di entrambe le Fiera. Questo accordo sarà veicolo di internazionalizzazione per entrambi”, ha commentato il presidente della Fiera, Ugo Patroni Griffi. L’impegno comune è di realizzare una manifestazione fieristica, “Flowermed” della tipologia mostra-mercato, nel settore del florovivaismo, condividendo i costi e suddividendo gli eventuali utili. La rassegna si terrà a Bari la prossima primavera ed avrà cadenza triennale e durerà dieci giorni. La partnership tra le due fiere è frutto di un pensare comune, spiega il presidente della Fiera di Genova, Sara Armella, di “un profondo processo di ripensamento della fiera in quanto tale, che necessita di qualcosa di diverso, di più moderno. Bisogna creare le condizioni affinché il processo sia continuativo e non una semplice vetrina”. Un cambiamento sottolineato anche da Sandro Ambrosi “quando due entità che solitamente si fanno concorrenza iniziano a ragionare insieme, significa che c’è una inversione di tendenza. Questo è un segnale importante”.

Donne e uomini che lasciano la Puglia e hanno successo

“La valigia di cartone: storie di emigrate straordinarie”

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a proiezione del documentario “La valigia di cartone: storie di emigrate straordinarie” ha toccato le corde emotive degli intervenuti all’appuntamento curato dalla Teca del Mediterraneo, la Biblioteca del Consiglio Regionale. Quattro donne ed un uomo raccontano le loro storie di moderna emigrazione per realizzare i propri sogni. La dottoressa Roraima Andriani, capo-gabinetto Interpol, la ballerina Pompea Santoro, la pittrice Luna Miscuglio, gli atleti Cosimo Garofalo e Marinella Falca, narrano il loro viaggio alla ricerca del successo professionale. Dalle loro voci trapela però la nostalgia per la Puglia, madre accogliente eppure avara. Alla presentazione del documentario, al quale seguirà una pubblicazione che sarà realizzata entro dicembre, hanno partecipato Daniela Daloiso, dirigente del servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale, Raffaella Pallamolla del servizio internazionalizzazione dei Pugliesi nel Mondo, Daniela Shawki dell’associazione Amici, Andrea Ferrante di Film Found Family.

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Storie, quelle dei protagonisti, sul filo dei sogni realizzati e con il velo della nostalgia per la Puglia, madre accogliente eppure avara. “Storie di donne che sono state costrette ad andar via dalla nostra regione per poter sperare in una carriera”, ha affermato la dottoressa Daloiso, commentando il documentario. “Questo oggi è ancora vero, purtroppo, per le nuove generazioni. I giovani, soprattutto i più bravi,sono costretti a lasciare la Puglia per non accontentarsi di posti inferiori alle loro aspettative e al percorso di studi seguito”, ha spiegato Daloiso.

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La seconda edizione del Salone delle Imprese Creative

Idee innovative per il rilancio della Puglia che lavora

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ulla innovazione e le idee creative di business si gioca la partita della Puglia che lavora”. Guglielmo Minervini assessore alle politiche giovanili l’ha sostenuto a gran voce nello corso della conferenza stampa di presentazione della II edizione del Salone delle Imprese Creative nello spazio The Hub della Fiera del Levante. “In tempi di crisi - ha detto - emergono le menti creative. Con Principi Attivi si riescono ad intercettare giovani con voglia di fare, capaci di mettere in gioco risorse, competenze ed esperienze professionali per sviluppare proposte innovative destinate ad aver successo. Elemento chiave di questo fenomeno, la condivisione e la messa in rete delle informazioni”. Una 77esima edizione, che punta alla innovazione come ha sottolineato Leonardo Volpicella, direttore generale della Fiera. “La web tv della Fiera del Levante, l’approdo sui social network e la App gratuita da scaricare, ci hanno permesso di comunicare con lo stesso linguaggio della gente comune. Informazioni in tempo reale e alla portata di tutti”. Geniale pertanto l’intuizione di Giusy Ottonelli, fondatrice The Hub Bari, che è riuscita a portare a Bari per la prima volta il concetto di condivisione dello spazio di lavoro. “Centotrenta le adesioni solo nel primo anno di vita - ha detto - facciamo parte di una rete internazionale di bellissimi spazi fisici dove imprenditori, creativi e professionisti possono fare coworking, accedere a risorse, lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, avere idee innovative, sviluppare relazioni utili e individuare opportunità di mercato”. Il progetto è promosso dalla Fiera del Levante, con il sup-

porto della Regione Puglia- Bollenti Spiriti, Camera di Commercio - Valore Assoluto, Istituto Agronomico Mediterraneo Bari e organizzato in collaborazione con Qiris e The Hub. Sul concetto di rete lavora anche la Camera di Commercio di Bari e IAMB il cui presidente Alessandro Ambrosi pensa di creare una scuola di impresa per l’accompagnamento e la formazione nello sviluppo delle start up. “Valoreassoluto è ad oggi l’iniziativa - ha detto - che supporta le giovani idee imprenditoriali innovative nella fase più critica della vita di un’impresa, quella dell’avvio”. Progetti che affiancano e sostengono chi ha capacità imprenditoriali. Sono sempre di più, infatti, i giovani che decidono di investire su se stessi. “ Valoreassoluto - ha detto Cosimo Lacirignola presidente Iamb - deve essere il valore aggiunto delle idee imprenditoriali e rendere gli innovatori, i veri protagonisti del cambiamento”. “Trentacinque idee di start up sono diventate vere e proprio realtà imprenditoriali – ha raccontato Nicholas Caporusso di Qris – alcune delle quali con un forte valore sociale e con un beneficio economico, sono riuscite a raccogliere fondi per un valore di cinquecento mila euro per l’autoimprenditorialità.”.

Abbinata alla corretta alimentazione

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La Notte Bianca dello sport

a scorretta alimentazione è, insieme alla minor attività fisica, una delle cause principali della crescente diffusione di casi di obesità e di sovrappeso che aumentano in misura esponenziale i fattori di rischio di malattie cardiovascolari. Per questo l’Assessorato allo Sport del Comune di Bari ha invitato Campagna Amica della Puglia a partecipare alla ‘Notte Bianca dello Sport’, un momento di raccordo tra lo sport e la città, organizzato dal Comune in collaborazione con il Coni e le Federazioni sportive, col patrocinio dell’Università di Bari. L’appuntamento sabato 21 settembre, in Corso Vittorio Emanuele. All’interno dell’Oasi dei Cibi di Puglia, allestita sul piazzale antistante il Palazzo dell’Economia su Corso Vittorio Emanuele, i consumatori hanno potuto degustare i prodotti agroalimentari tradizionali pugliesi, attraverso percorsi tematici dedicati al vino, all’olio extravergine di oliva, ai sottoli, ai formaggi. Dalle 17.30 in contemporanea le premiazioni de “La Bari che Vince” e le esibizioni e tornei in ben 16 discipline,

che si sono alternati lungo i campi allestiti sul percorso: Calcio a 3, Basket, Volley, Rugby, Tennis, Scherma, Atletica, CrossFit, Hockey in linea, Squash, Pallamano, Judo, Taekwondo, Scacchi, Orienteering, Football americano. Presenti inoltre stand promozionali di Csen, Csi, Uisp, Cus Bari e “Campagna Amica”, rete di imprese agroalimentari che hanno animato l’Oasi dei Cibi di Puglia, con degustazioni e vendita di prodotti tipici del territorio. L’evento, a partecipazione libera, ha previsto attività promozionali delle discipline con esibizione di atleti, squadre di punta, tornei per tesserati e non. Nei giorni precedenti si sono succedute le iscrizioni online e al corner del Coni in Fiera del Levante: è stato possibile iscriversi ancora in loco, durante l’evento (nelle aree accrediti), ma solo per scherma, arti marziali, squash, atletica leggera, rugby e hockey.

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Investimenti funzionali alla produzione e alla vendita ai soggetti gestori di energia da fonti energetiche rinnovabili

Il bando in oggetto Misura 311 azione 5, persegue l’obiettivo di promuovere e incentivare interventi di diversificazione delle attività esercitate presso le imprese agricole, al fine di favorire la creazione di nuove fonti di reddito e occupazione, valorizzando il ruolo multifunzionale delle aziende, per contrastare la diminuzione di competitività del settore agricolo e il conseguente abbandono delle attività. Tale finalità è perseguita attraverso l´obiettivo di promuovere la produzione e l´utilizzazione di energia da fonti rinnovabili. Il sostegno è previsto per investimenti funzionali alla realizzazione di impianti per la produzione e vendita di energia ai soggetti gestori del servizio elettrico. Gli impianti di produzione di energia dovranno avere le seguenti caratteristiche: Eolico • Impianti di minieolico ossia con aereo generatori di potenza compresa tra i 3 kw e i 200 kw. Solare • Impianti di fotovoltaico da sovrapporre alla copertura di serre già esistenti con titoli abilitativi legittimamente già acquisiti alla data della domanda di aiuto, nel rispetto di

Per la certezza di un risultato

quanto previsto dalla circolare n. 1 del 2012 approvata con DGR 23 gennaio 2012 n. 107, realizzate secondo le prescrizioni contenute al punto 4 della Circolare n. 2/2011 approvata con DGR 10 marzo 2011 n. 46; • Impianti di fotovoltaico realizzato su un edificio dell´azienda agricola, accatastati e utilizzati nell´ambito delle attività agricole ovvero come abitazione dell´imprenditore agricolo. I soggetti beneficiari del presente bando sono gli imprenditori agricoli in forma singola o associata. Le attività svolte dai soggetti richiedenti, attestate dalla visura camerale, devono essere esclusivamente le attività agricole ricomprese nella categoria principale A della classificazione ISTAT ATECO 2007 e le attività connesse alle attività agricole. Il sostegno sarà concesso nella forma di contributo in conto capitale fino al 40% della spesa ammessa ai benefici. La prima scadenza periodica per il rilascio della domanda di aiuto nel portale SIAN e per la compilazione dell´elaborato informatico al portale PMA è fissata alla data del 30 settembre 2013 ore 12.00.

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groalimentare “CiboAcculturarsi” sotto le stelle di Castellana Grotte: relazioni seguite da un menù delizioso

Fichi e fichi d’India: antico e nuovo mondo nella fruttiera

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ichi e fichi d’India sono state le piante di cui si è prima parlato e poi si sono “gustati” i sapori sotto le stelle di Castellana il 27 luglio, nella suggestiva cornice della villa “Casina Dell’Erba”, in occasione del quinto incontro di “CiboaAcculturarsi”, una sorta di “circolo culturale” ideato dal prof. Pasquale Montemurro (Professore Ordinario di Agronomia generale nell’Università di Bari), nel quale l’alimentazione viene trattata in modo olistico: di ciascun cibo sono evidenziati gli aspetti produttivi, nutrizionali, salutistici, nutraceutici, terapeutici, e ricordata la “presenza” in ambiti culturali, quindi nella letteratura, nella pittura, nella scultura, nel cinema e nelle tradizioni. I padroni di casa, la dr.ssa Laura Dell’Erba ed il marito dr. Giuseppe Colucci, hanno accolto con grande cordialità i partecipanti all’incontro. La serata, dal titolo Fichi e fichi d’India: antico e nuovo mondo nella fruttiera, è stata presentata dalla dr.ssa Sabrina Merolla, nota giornalista, tra l’altro ideatrice, autrice e conduttrice del format televisivo “Buon Vento”. Durante il breve saluto rivolto agli intervenuti, il dr. Colucci in qualità di amabile anfitrione e di Presidente del GOIM (Gruppo Oncologico dell’Italia Meridionale) ha comunicato il messaggio augurale per il buon esito della serata da parte del dr. Francesco Schittulli, attuale Presidente della Provincia di Bari e della LILT (Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori) a livello nazionale, e nonché membro new entry del Consiglio Superiore di Sanità, impossibilitato a partecipare per sopravvenuti impegni istituzionali. Ai prof. ri Giuseppe Ferrara ed Alessandra Gallotta è toccato il compito di iniziare gli interventi previsti, dal titolo “Coltivazione e dintorni”. Il prof. Ferrara ha iniziato evidenziato come del Ficus carica, binomio botanico del fico, esistano due sottospecie, una selvatica chiamata caprificus, il fico maschile o caprifico, ed una domestica denominata sativa, il fico femminile, che poi è quella che produce i frutti eduli; si è quindi soffermato sul notevole panorama va-

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rietale che si differenzia innanzitutto per la forma ed il colore, esterno ed interno, del frutto, chiamato botanicamente “siconio”, che è poi un “falso frutto”; i veri frutti, in realtà, sono quei piccoli semi che si trovano all’interno, detti “acheni”. Nel ricordare che le piante producono

Rosso Oria), e San Pedro (Petrelli, San Pedro, Melanzana, Gentile, Fasano, Des tres vias); la “caprificazione” è, invece, non indispensabile, ma se avviene ne risulta migliorata la qualità, per i frutti del tipo Comune (Dottato, Rosso comune, Regina, Marchese, Zingarello). Anche

per primi i fioroni, tra giugno e metà luglio, e successivamente i fichi, detti “fichi veri o forniti”, il relatore ha accennato al processo della “ caprificazione”, una sorta di fecondazione dei fiori femminili, contenuti in ambedue le tipologie di frutti, che avviene ad opera di un insetto chiamato Blastofaga psenes; tale processo è indispensabile per la fruttificazione di “fichi veri” di tutte le cultivar del tipo Smirne (Kalamata, Verdone, Indina,

per la formazione dei “fioroni”, prerogativa dei tipi Comune e san Pedro, la “caprificazione” non è necessaria, in quanto sono frutti che si formano “partenocarpicamente”, in altre parole senza che i fiori siano fecondati. A proposito dei “fioroni, il prof. Ferrara ha rammentato come le tecniche di coltivazione del fico siano rimaste “troppo tradizionali” (coltura scarsamente curata, per niente o poco concimata, ecc.); positiva è, invece, www.foglie.tv


il perdurare dell’antica usanza di anticiparne la fruttificazione, inserendo una goccia d’olio di oliva nel foro del ”siconio”, precocizzazione oggi ancor di più favorita grazie al ricoprimento dei frutti in crescita con delle buste di plastica trasparenti. E’ stato poi il turno della prof. ssa Gallotta che ha esordito ricordando che l’Opuntia ficus-indica, nome scientifico del fico d’India, nativa delle Americhe

(Messico), è stata probabilmente introdotta in Italia dai Saraceni della dinastia araba degli Aglabiti, al tempo dello sbarco a Mazara (827 d. C.). Attualmente, è coltivata in pratica soltanto in Sicilia, soprattutto nella zona di Catania, ed in Calabria, rispettivamente con una produzione di circa 800 e 200 mila quintali. Sulla pianta, che ha un portamento cespuglioso ed è costituita dai cosidetti

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“cladodi”, che hanno aspetto e funzione di foglia, ma svolgono in realtà il ruolo di organi di riserva delle sostanze nutritive (amido, cellulosa) e di acqua che rappresenta la % più abbondante dell’intero organo (veri serbatoi d’acqua), si sviluppano i fiori; da questi ultimi, che sono ermafroditi, grandi, con petali di colore giallo o rosso cremisi, hanno origine i frutti, bacche di varia forma (globosa, ovoide, oblunga), cosparsi di aculei, di colore prima verde, poi giallo-arancione, rossa o violacea a seconda delle cultivar, nel cui interno si ritrova la polpa zuccherina, mucillaginosa e croccante, con numerosi semi chiamati “acheni”, durissimi a causa del rivestimento “sclerenchimatico”. I frutti, ha continuato l’oratrice, che maturano tra agosto e settembre sono chiamati “agostani-latini”, mentre quelli che arrivano tra ottobre e novembre sono detti “bastardoni”. La colorazione della buccia, insieme alla presenza/assenza delle spine e dei semi sono i principali aspetti che consentono di distinguere le sei varietà coltivate: i frutti sono gialli per la “Surfarina”, rosso vinosi per la“Sanguigna”, bianco-paglierino per la “Sciannarina” o “Muscaredda”, giallo aranciato per la “Trunzana”, senza spine per la “Burbank”, senza semi per l’“Apirena”. Anche in Italia, le tecniche di coltivazione sono state “modernizzate”, per cui le coltivazioni sono disposte a file distanziate in modo regolare e sufficiente al passaggio delle macchine agricole; tra le pratiche colturali, la prof. ssa Gallotta ha ricordato la tradizionale “scozzolatura”, consistente nell’asportare totalmente fiori e frutticini appena formati ed giovani cladodi emessi nell’anno in corso, in modo da “forzare” la pianta ad emettere, dopo 2-3 settimane, una seconda fioritura, dalla quale si ottengono frutti meno numerosi, ma più grossi, più ricchi di polpa, profumati, gustosi e croccanti, i cosiddetti “bastardoni” o “scozzolati”. Oltre che per il classico consumo fresco, i frutti si prestano per diversi utilizzi industriali nel campo alimentari, in particolare per la preparazione di marmellate, succhi, canditi, gelatine, per la produzione di alcool, e nel settore farmaceutico. In ultimo, la professoressa ha sottolineato come dai “cladodi” viene preparata una farina utilizzata nei prodotti per celiaci. Delle “Proprietà nutrizionali e tera-

peutiche” dei due frutti ha relazionato, con la solita verve e dottrina, la dr.ssa Laura dell’Erba, cominciando con il fico che, a suo dire, potrebbe essere definito il «frutto perfetto», in quanto è molto ricco di calcio (Ca), perché ne contiene anche molto più del latte scremato e di molti altri frutti (anche 1000 volte di più), contiene ferro (Fe), più di qualsiasi altro frutto, e molto magnesio (Mg); a parità di peso, il fico racchiude quasi il doppio di potassio (K) della banana, frutto rinomato per il suo alto contenuto di questo minerale, ha il più alto tenore di fibra fra tutti i più comuni frutti, verdure e noci comprese, contiene acidi grassi omega-3 e omega-6, ma non acidi grassi saturi; ancora, i fichi possiedono una cospicua quantità di polifenoli (da 4 a 50 volte superiore a quello che possiamo trovare in qualsiasi altro frutto): tre fichi forniscono da soli circa il doppio della quantità di fenoli presenti di una normale dieta giornaliera. Per il loro alto contenuto di zuccheri facilmente assimilabili, i fichi rappresentano una fonte di energia prontamente utilizzabile dal nostro organismo, mentre per la discreta presenza di vitamina A, in abbinamento al K, Fe e Ca, ha proprietà benefiche e rinforzanti su ossa e denti ed anche sulla vista e sulla pelle. I fichi contengono “ficine”, enzimi che favoriscono la digestione e sono ricchi di fibre (lignina!) e mucillagini, soprattutto quelli secchi, sostanze dotate di buone proprietà lassative. Per quanto concerne le proprietà terapeutiche, la gentile “padrona di casa” ha messo in risalto come da tempo immemorabile, la medicina popolare utilizzi il decotto di fichi secchi per lenire i raffreddore, il catarro e gli attacchi di tosse, come antiulcera ed antiflogistico locale (in impacco su foruncoli ed ascessi) ed ancora come antiinfiammatorio generale (apparato urinario, polmonare, gastro-enterico e circolatorio). Studi recenti hanno fatto sì che “La Cancer Cure Foundation”, proprio per l’elevato contenuto di polifenoli, abbia inserito i fichi nella lista dei 27 alimenti utili alla prevenzione del cancro. Tale decisione è avvalorata dai risultati di alcune ricerche condotte nell’Istituto Mitsubisci di Scienze Biologiche di Tokyo, che hanno dimostrato le effettive proprietà anticancro dei fichi; infatti, l’iniezione di un “distillato di fichi congelati” nelle cavie, ha ottenuto

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una riduzione dei tumori, in media del 39 %, mentre la somministrazione della “benzaldeide, il principio attivo anticancro dei fichi, su un gruppo di 65 pazienti affetti da tumore, ha ottenuto una risposta positiva nel 55 % dei casi (7 pazienti liberi da malattia e 29 con remissioni parziali). In ogni caso, tutti i pazienti trattati hanno vissuto più a lungo del gruppo di controllo. Riguardo al lattice di fico, poi, la dr.ssa Dell’Erba ha detto che la sua ricchezza di enzimi come l’amilasi, la proteasi e la lipodiastasi (enzima analogo a quello del succo pancreatico dell’uomo) ha dimostrato proprietà battericide (sperimentate in vitro) ed antielmintiche. Inoltre, poiché il latte delle foglie e dei fichi acerbi contengono la “furocumarina” e “l’ossalato di calcio”, la medicina popolare lo consiglia come caustico per eliminare verruche e calli, ma anche contro le punture di insetti, mentre ne sconsiglia altri usi in quanto hanno effetto urticante e fotosensibilizzante. Infatti, se usato anche a scopo abbronzante, amplifica gli effetti (dannosi) dei raggi ultravioletti, determinando prurito, eritema, edema, fino a vere e proprie ustioni con stravasi di siero e formazione di vescicole e bolle. In estate, fra i raccoglitori di fichi sono frequenti casi di un eritema pruriginoso e diffuso alle mani e agli avambracci, dovuto al contatto prolungato con le piccole quantità di latte, prodotte dal distacco di frutti non ancora perfettamente maturi: non si tratta, in verità, di allergia, ma di vere e proprie ustioni chimiche causate dalle sostanze presenti nel latte di fico. Dopo l’interessantissimo exursus sui fichi, la dr.ssa Dell’Erba ha “attratto” l’interesse dei convenuti verso le proprietà della pianta del fico d’India, comunicando, che i cladodi, pur contenendo una altrettanto consistente quantità di acqua, hanno differente composizione rispetto ai frutti; minore è, infatti, la quantità di carboidrati, mentre è maggiore l’entità di oligoelementi (K, Mg, Ca, Fe, Si), di fibra grezza e di vitamine, in particolare la C, dei precursori della vitamina A (betacarotene, luteina ed alfa-criptoxantina) ed anche della tiamina, della riboflavina, della niacina, della vitamina B6 e dei folati. In particolare, le «foglie» del fico d’India contengono 17 aminoacidi, tra i quali 7 sono essenziali. Relativamente alla terapeuticità, noto è il contributo

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dovuto a Giuseppe Pitrè (1841-19916), scrittore, letterato ed antropologo siciliano, che nel suo “Medicina Popolare Siciliana”, annovera tra i rimedi per i “duluri di ciancu” (colica renale), per la “tussi canina” e per l’ipertrofia prostatica benigna, il decotto di fiori secchi di fico d’India. E recenti ricerche hanno dimostrato che la medicina popolare non sbagliava sulle molte delle proprietà dell’Opuntia ed, in particolare sulla sua ricchezza in antiossidanti, che protegge il nostro organismo dall’azione degenerativa dei radicali liberi, in flavonoidi ed in quercitine, in grado di svolgere un’efficace azione neuroprotettiva ed antiulcerosa. L’azione antiossidante del frutto del fico d’india nella sua interezza ha dimostrato una maggiore capacità di proteggere l’organismo dallo stress ossidativo in confronto alla stessa vitamina C. Altre “gioielli” presenti nei frutti dei fichi d’India sono le “betalaine” che, in quanto assorbite da parte dell’intestino e, raggiunto il circolo sanguigno, vengono incorporate nelle lipoproteine e nelle membrane cellulari dei globuli rossi: così «arricchiti» di questi componenti biodisponibili, lipoproteine ed emazie risultano più resistenti all’ossidazione e, rispettivamente, meno sensibili all’emolisi e, quindi, protetti dall’attacco dei radicali liberi. Altri studi condotti su animali da esperimento hanno dimostrato che l’assunzione delle betalaine riduce il rischio di sviluppo di tumori cutanei ed epatici; ancora, è stata accertatala loro capacità di stimolare l’at-

tività di enzimi epatici coinvolti nella detossificazione di sostanze potenzialmente tossiche per l’organismo e, quindi in particolare, di ridurre, i sintomi che seguono un’intossicazione alcolica. Visti tutti questi benefici, ha concluso la dr.ssa Dell’Erba, sarà proprio una scelta salutare quella di mettere molto spess, in tavola questi frutti. L’ultima relazione dell’incontro è stata tenuta dal prof. Pasquale Montemurro che ha svolto il compito di “acculturare” gli oltre centocinquanta intervenuti, illustrando la “presenza” delle due piante e dei loro frutti in ambiti differenti, come quelli letterario, artistico e cinematografico. Cominciando dal fico, ha ricordato come é in assoluto una delle piante più antiche della storia. Le prime civiltà agricole in Mesopotamia, Palestina ed Egitto coltivavano il fico, coltivazione che si diffuse, poi, in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Nell’antico Egitto rappresentava “l’Albero della Vita”, assimilato alla fenice ed alla Rinascita di Osiride, il Sole. Nel mondo Ebraico è corrisposto con le sue foglie al primo “vestito” della storia (Adamo ed Eva). In India è considerato sacro a Visnù, Shiva e Budda. Nella Grecia classica il fico era consacrato a Dionisio ed i suoi frutti venivano considerati “degni di nutrire oratori e filosofi”, tanto che Platone era ghiottissimo di quelli secchi. Nell’antica Roma era Sacro a Marte, l’albero del fio era considerato mitologicamente coinvolto nel salvataggio di Romolo e Remo; destinati alla morte, perché conwww.foglie.tv


siderati illegittimi (nati da un rapporto “violento” di Marte con Rea Silvia, vestale di Alba Longa), i due gemelli furono salvati da un servo pietoso che li adagiò in una cesta, affidata alle acque del Tevere; la cesta si fermò in una pozza d’acqua proprio sotto un fico selvatico, all’ombra del quale furono allattati dalla lupa. Plinio il Vecchio, estimatore delle virtù dei fichi, era solito affermare che «mangiarne aumentava la forza dei giovani, manteneva la salute degli anziani ed attenuava le rughe». In ambito biblico, vi sono numerosissime citazioni ha proseguito l’oratore: nota è nel Vangelo la “parabola escatologica del fico” … dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte (Mc 13, 24-32). Anche nel Corano il fico è citato; infatti, si legge “In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. 1. Per il fico e per l’olivo, ….” nella Sura XCV - At-Tîn (Il Fico). “Scandagliando” la letteratura, sono ritrovabili dei libri che hanno la parola fico nel titolo: ne sono esempi “Il fico sulla fortezza” di Claudio Damiani e “La nonna sotto il fico” di Gilberto Furlani. Vi sono, poi, alcuni proverbi e modi di dire come “Anno ficaio, scarso granaio”, credenza popolare secondo la quale in un anno in cui si raccolgono molti fichi si miete poco grano, e “Serbare la pancia per i fichi”, cioè trattenersi dal mangiare nelle prime portate di un pasto, preservando l’appeN°17 - 1 OTTOBbre 2013

tito per le ultime e più gustose portate. I “fichi” sono presenti anche nella pittura, come quelli affrescati in una Natura morta rinvenuta sulle pareti di una villa vesuviana ed in un quadro del “fruttafilo” Arcimboldo. Passando al fico d’India, il prof. Montemurro ha rammentato come il nome dell’antica capitale imperiale azteca Tenochtitlan, l’odierna Città del Messico, derivi da “nocthli”, il nome azteco del frutto del ficodindia, che significa letteralmente “ficodindia su una roccia”; d’altra parte, la pianta del fico d’India è raffigurata anche nella bandiera messicana. Pure per il fico d’India si ritrovano libri che citano la pianta nel titolo; è il caso di “Terra di fichi d’India”, scritto da Sahar Khalifa, una delle poche voci di donne nella letteratura arabomusulmana contemporanea, diventata la più nota scrittrice palestinese, vincitrice nel 1996 del premio Alberto Moravia per la letteratura straniera. “Rovistando” tra i libri, si possono trovare “Fichi d’India nella nebbia” di Maria D’Ippolito, ed ancora “Nelle terre del Fico d’India” scritto da Vittorio Banda. Tra i quadri famosi in cui “partecipano” i fichi d’India, è sicuramente da segnalare il “Fico d’India” di Renato Guttuso. Nel cinema, è famoso il film “Fico d’India”, diretto nel 1980 da Steno e interpretato da Aldo Maccione, Gloria Guida e Renato Pozzetto. A questo punto la dr.ssa Merolla ha stimolato i partecipanti a rivolgere delle domande ai relatori, alcune delle quali hanno riguardato aspetti di carattere

medico, altre erano concernenti la coltivazione e gli aspetti culturali. Finita la prima parte, gli oltre centocinquanta convenuti hanno potuto “gustare” il menù previsto preparato dagli chef Maria Teresa (Thea) Colucci, tra ‘altro responsabile legale della “Società Agricola Apuliense”, e da Emanuele Galeota, coadiuvati dallo Staff diretto da Onofrio Ranieri. Per iniziare, un “aperitivo al fico d’India”, accompagnato da “bruschette con fichi e prosciutto crudo e crostoni di fichi ed alici al finocchietto”, bevendo un prosecco; a seguire un assaggio di “risotto con i fichi e di fettuccine con fichi d’India”, e quindi un secondo con un “arrosto di maiale inpiccantito con mostarda di fioroni”, insieme ad una” torretta di scamorza contornata da una composta di fichi d’India Dillenii”, assaporando il vino “Re Tancredi” prodotto dalla “Società Agricola Apuliense” ed offerto gentilmente ai partecipanti; il dulcis in fundo è consistito in una “crostata di fioroni”. Al convivio, hanno partecipato tra gli altri il prof. Antonio Pedicini, Direttore Generale dell’Istituto Tumori “Senatore Pascali” di Napoli, il dottor Antonio Francavilla, già Professore Ordinario e Direttore della cattedra di Gastroenterologia dell’Università degli Studi di Bari, attualmente Direttore Scientifico dell’IRCCS “de Bellis” (Istituto di Ricovero e di Cura a carattere Scientifico), il prof. Antonio Moschetta dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, Direttore Scientifico dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, la prof.ssa Silvana Ghiazza, docente di Letteratura Italiana nel’Uversità di Bari, ed i dr.ri Francesco Tricase ed Antonio Campanella, rispettivamente Sindaco ed Assessore alle Politiche Sociali ed Agricole del comune di Castellana. Durante la cena, la dr.ssa Merolla “ha soffiato un Buon Vento” sulle ali di Isabella Pedicini, autrice del libro “Ricette umorali”, con la quale ha intessuto un dialogo di tipo “maieutico”, riuscendo a far emergere degli aspetti “molto profondi” sui contenuti del testo. Sempre durante il convivio, il sig. Pino Di Pace, titolare dell’omonima cantina sita a Castellana, ha evidenziato le caratteristiche produttive ed organolettiche del vino Re Tancredi.

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