FOGLIE n.01/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

IL BUONO DI PUGLIA

Produzione Lorda Vendibile agroalimentare 2015: è record (+8,59%) agrICOLTURA

Caso xylella: sembra un film di 007 Psr ‘07-‘13: Puglia al 100% dell’impiego fondi con 141mln di € spesi negli ultimi due mesi! TURISMO RURALE

In Puglia pernotti invernali +11%, fra “prove di Giubileo” ed “effetto Matera”

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ditoriale

PLV PUGLIA AGROALIMENTARE 2015: RECORD +8,59%

15 gennaio 2016 - n. 1 - Anno 11

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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on un + 8,59% della PLV (Produzione Lorda Vendibile) che torna a superare nuovamente i 3 miliardi di valore l’agroalimentare pugliese si rivela il traino dell’economia regionale nel 2015. Eccezion fatta per i cereali e i legumi che segnano un calo di produzione e valore, tutti i comparti produttivi registrano un aumento in termini percentuali. Ancora in crescita il dato delle esportazioni del vino che nel periodo gennaio – settembre 2015 conta un +5,9% (dati Istat). Ottima performance del comparto olivicolo-oleario per cui si stima una produzione di 185.000 tonnellate di olio di qualità eccellente che va assolutamente tutelata e messa in protezione rispetto al mercato parallelo di oli d’oliva che utilizzano il marchio ‘made in Italy’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori. Indiscussi i primati produttivi dell’agricoltura pugliese rispetto ai quantitativi nazionali: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14%. Il 2015 è stato l’anno delle battaglie tese a tutelare il patrimonio del ‘made in Puglia’ agroalimentare che trova ragion d’essere nel valore delle principali filiere agroalimentari pugliesi, pari a 542.000.000 € per la pasta e i prodotti da forno, 576.000.000 € per quella olearia, 462.000.000 € per la filiera vinicola e il pomodoro da industria di cui la sola provincia di Foggia è leader con 3.500 produttori che coltivano mediamente una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. di

quasi 190.000.000 €. Emblematiche le guerre del latte e dell’olio nelle quali sono stati fatti (piccoli) passi in avanti: dopo un anno caratterizzato da proteste e mobilitazioni, a novembre 2015 al Ministero dell’Agricoltura è stata raggiunta l’intesa con la Lactalis sul prezzo del latte, fissato a 36 centesimi al litro per i prossimi tre mesi salendo così di oltre 3 centesimi il prezzo pagato dalla multinazionale rispetto al prezzo che avrebbe pagato a dicembre. Per l’olio nel 2015 è stato siglato un accordo che rompe con il passato e stabilisce per 3 anni l’impegno dei produttori a garantire specifiche qualità organolettiche del prodotto, tracciato, in linea con i parametri comunitari certificati da laboratori accreditati e il pagamento di 40 centesimi di euro al chilo in più rispetto ai prezzi di mercato, rilevati sulla Borsa merci di Bari, per partite di oli extra vergine di oliva qualitativamente superiori e con un’acidità massima di 0,4%.



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ommario

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editoriale

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agroalimentare

AGROALIMENTARE 2015 Puglia da record

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PSR 2007-2013 La Puglia al 100% dell’impiego fondi goldoni macchine agricole Acquisita dalla cinese Lovol Arbos Group xylella L’ombra del complotto con le multinazionali legge di stabilità Novità per cooperative agricole macchine agricole Revisione e Patentino

LEGUMI In Puglia PLV da 13 mln di euro FRUIT & VEG SYSTEM L’ evento internazionale a Verona ARTIGIANATO ALIMENTARE Le imprese resistono alla crisi NATALE IN FRANTOIO VI edizione dell’evento Assoproli

PESCA

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TuRISMO RuRALE

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VINI E SPUMANTI ROSè 1bottigliasu4dirosè“MadyinItaly”èpugliese LA PUGLIA è servita Aziende premiate a Bari

PROGETTO GEST.IMP.ESCA Idee innovative per il comparto tonno rosso Regalo UE ai grandi armatori

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ANZIANI IN AGRICOLTURA Supporto per masserie didattiche Agriturismo In Puglia pernotti +11% GROTTE DI CASTELLANA Notti di note d’ Autore


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La Puglia al 100% dell’impiego fondi con 141mln di euro spesi negli ultimi due mesi

Psr 2007-2013: investiti oltre 17 miliardi di euro, pari al 98,75% delle risorse

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l Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che, a chiusura della programmazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) per il periodo 2007-2013, la spesa pubblica complessiva risulta pari a 17,4 miliardi di euro, di cui 8,8 miliardi di finanziamenti europei FEASR, con un impiego del 98,75% delle risorse a disposizione. Il disimpegno è stato limitato all’1,15%, per un ammontare di circa 104 milioni di euro di quota FEASR. Molte le Regioni che hanno raggiunto la quota del 100% dell’impiego dei fondi: Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Toscana, Umbria, Veneto e Puglia. Si evidenzia inoltre un forte recupero negli ultimi due mesi, considerato che al 31 ottobre il rischio disimpe-

gno era pari a quasi 1 miliardo di euro. Tra le Regioni protagoniste del rush finale la Campania (con una spesa di oltre 150 milioni), la Sicilia (143 milioni), la Puglia (141 milioni), la Calabria (70 milioni), la Basilicata (52 milioni), l’Umbria (45 milioni) e il Lazio (37 milioni). Tali dati sono stati resi noti da Agea Coordinamento e tengono in considerazione anche le somme non spese a causa di procedimenti giudiziari o ricorsi amministrativi. “I fondi dello Sviluppo rurale - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - sono essenziali per sostenere gli investimenti, aumentare la competitività strutturale della nostra agricoltura e anche per portare avanti politiche di ricambio generazionale. Bene quindi che siano stati impiegati ol-

tre 17 miliardi di euro a supporto di questi obiettivi e siamo pronti a utilizzare al meglio la programmazione fino al 2020 con un lavoro sinergico con le Regioni a vantaggio di tutto il sistema Italia”. “E’ positivo - ha proseguito il Ministro - anche il lavoro di recupero fatto negli ultimi due mesi da molte Regioni in collaborazione con la nostra task force ministeriale. In sessanta giorni sono stati investiti circa 1,7 miliardi di euro, limitando così il disimpegno dei finanziamenti europei della scorsa programmazione. Dobbiamo però portare a zero gli sprechi di risorse nel periodo 2014-2020, senza aspettare l’ultimo momento. Per questo serve anche maggiore semplificazione e flessibilità degli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione, per poter andare davvero incontro alle esigenze delle imprese. Soprattutto nel Mezzogiorno dobbiamo lavorare affinché queste risorse contribuiscano davvero al salto di qualità necessario per rafforzare le aziende agricole di questi territori”.

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La società cinese ha cominciato ad investire in Italia nel 2011

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Lovol Arbos Group Spa acquisisce il controllo di Goldoni Spa

n data 24 Dicembre 2015 il Tribunale di Modena ha ammesso la Goldoni Spa alla Procedura di Concordato preventivo in continuità ai sensi degli articoli 161 e 186 bis della Legge Fallimentare. Il Piano di Risanamento presentato è fondato sull’entrata nella compagine sociale della Goldoni Spa di Lovol Arbos Group Spa, Holding Industriale e di Partecipazioni, controllata al 100% da Lovol Heavy Industry Ltd con sede a Weifang, provincia dello Shandong nella Repubblica Popolare Cinese. Si tratta di un passo fondamentale per il salvataggio e il rilancio industriale della storica Azienda di Migliarina di Carpi (Modena), focalizzata sulla produzione di Trattori specialistici per frutteto e vigneto nonché di motoagricole e motocoltivatori. Grazie anche a un finanziamento interinale autorizzato a metà Novembre dal ribunale di Modena e tempestivamente reso disponibile da Lovol Arbos Group Spa, le iniziative propedeutiche alla ripresa produttiva sono in pieno corso con il previsto riavvio delle linee di montaggio già dalla seconda metà del corrente mese di Gennaio. Come ha spiegato Andrea Bedosti, Consigliere Delegato di Lovol Arbos Group Spa, “Il piano di salvataggio di Goldoni Spa si articola su tre punti fondamentali”:

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- 1 - Iniezione preliminare di risorse finanziarie finalizzate alla immediata ripresa produttiva per rassicurare allo stesso tempo dipendenti, fornitori e clienti sul futuro industriale della Società; - 2 - Ricapitalizzazione significativa della Società volta a dare la necessaria solidità patrimoniale in grado anche di soddisfare i creditori al momento dell’Omologazione del Piano e con il chiaro fine di confermare e salvaguardare i rapporti di collaborazione per il futuro. - 3 -Sviluppo di un Business Plan riennale che prevede il pieno rilancio della Società attraverso l’ammodernamento e l’allargamento della Gamma dei prodotti, il radicale cambiamento dell’organizzazione e delle tecniche produttive oltre all’espansione ed internazionalizzazione della rete di distribuzione. Fondamentali si riveleranno le sinergie con le competenze sia della Casa Madre Lovol, sia della Lovol Arbos Group Spa che ha recentemente presentato una gamma nuovissima di trattori da campo aperto fra 100 e 260 HP in occasione della Esposizione internazionale “Agritechnica” di Hannover. “L’ammissione del nostro Piano di salvataggio della Goldoni Spa - conclude Shen Yang Presidente di Lovol Arbos Group

Spa e neo Amministratore Delegato di Goldoni Spa - è un’altra importante tappa nella strategia di internazionalizzazione perseguita con determinazione da Lovol che ha iniziato a investire in Italia a partire dal 2011. In questi ultimi intensi 5 anni abbiamo saputo realizzare in Italia un Centro di Ricerca e Sviluppo all’avanguardia tecnologica dove hanno visto la luce ben tre piattaforme di trattori da campo aperto. Alla fine del 2014 abbiamo acquisito Matermacc Spa, localizzata in Friuli Venezia Giulia, azienda specializzata nel campo delle seminatrici. Il piano di salvataggio e di rilancio di Goldoni Spa è in linea con la strategia di internazionalizzazione del Gruppo Lovol e va visto e apprezzato in questa ottica macroeconomica”

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gricoltura

L’ombra del complotto con le multinazionali

Xylella, i pm: “Il batterio importato durante un convegno”

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I magistrati leccesi sono convinti che, al contrario di quanto sostenuto da Università e Istituto agronomico del mediterraneo (Iam), il batterio sia stato importato dallo Iam nel corso di un evento datato 2010. CASO XYLELLA: GLI INDAGATI - Oltre al commissario Silletti, sono indagati Antonio Guario, già dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari; Giuseppe D’Onghia, dirigente del servizio Agricoltura della Regione; Silvio Schito, attuale dirigente dell’Osservatorio fitosanitario; Giuseppe Blasi, capo diparti-

mento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, docente dell’università di Bari e direttore del centro di ricerca `Basile Caramia´ di Locorotondo (Bari); Franco Nigro, docente di Patologia vegetale all’università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa di Bari dell’Istituto per la Protezione sostenibile delle piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice dello stesso istituto; Franco Valentini, ricercatore dell’Istituto agronomico mediterraneo di Valenzano (Bari).

NEI MIGLIORI CINEMA: 007 XYLELLA AFFAIRE

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Da” La Repubblica” (di Giuliano Foschini)

ettiamola così: se ha ragione la Procura di Lecce, si tratta del più grande complotto mai realizzato da attori istituzionali ai danni di un territorio e della loro principale ricchezza: la natura. Università, politica, centri di ricerca, multinazionali, tutti insieme per un piano diabolico e infame. Se invece i magistrati di Lecce stanno sbagliando, si tratta di un attacco violentissimo alla scienza. Per capire come stanno le cose sarà quindi necessario aspettare le prossime settimane, quando altre istituzioni, a partire dall’Unione europea passando dal governo italiano, dovranno

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evidentemente dire qualcosa. Prendere una posizione. Perché mai come in questo momento è opportuno sapere. a prima domanda da farsi è: il batterio della xylella causa l’essiccamento degli ulivi? Su questo la comunità scientifica aveva pochi dubbi: sì. E invece la Procura, sulla base di altre perizie, nel decreto di sequestro spiega esattamente il contrario. “E’ stata fornita una falsa rappresentazione della realtà con riguardo all’asserito, ma assolutamente incerto, ruolo specifico svolto dalla xylella fastidiosa nella sindrome del disseccamento degli alberi di ulivo - si legge negli atti - e con riguardo all’asserita, ma assoluta-

mente incerta, presenza nel Salento di una popolazione omogenea del batterio e della sua recente introduzione dal Costa Rica. I magistrati sono convinti che, al contrario di quanto sostenuto da Università e Istituto agronomico del mediterraneo (Iam), il batterio sia stato importato dallo Iam nel corso di un famoso convegno del 2010. Che dai documenti che attestavano l’ingresso in Italia della xylella “emergessero gravi irregolarità”. E che la documentazione originale non è mai stata ritrovata anche perché i ricercatori dello Iam avrebbero finto di cercarle nel corso della perquisizione. Ma non basta: la Procura, senza per il

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momento fare contestazioni formali, nota due cose: la prima è che ci sono interessi nella diffusione del batterio. Chi, per esempio, ha puntato su nuovi tipo di coltivazioni dell’olivo come la Sinagri srl, spin off dell’Università di Bari, che lavora con Iam e Basile Caramia, gli enti incaricati dei controlli sulla xylella. E che ha tra i suoi ‘amici’ i professori Vito Savino, all’epoca preside della facoltà di Agraria; Angelo Godini, “fautore dell’eliminazione del deviato degli alberi di ulivo e in particolare di quelli monumentali “, e Giovanni Paolo Martelli, “lo stesso che poi suggerirà, in base a una mera “intuizione” di fine agosto 2013, di indagare la presenza della xylella quale causa dei fenomeni di disseccamento dell’ulivo”.Savino, Godini e Martelli scrive ancora la Procura - condividono peraltro un medesimo approccio culturale nell’Accademia dei Georgofili, di cui fa parte anche il professor Paolo De Castro, già ministro dell’Agricoltura e attualmente eurodeputato, che ha riferito in commissione proN° 1 - 15 gennaio 2016

prio sulla questione xylella”. Negli atti è poi raccontato uno strano episodio: nel 2010-2011 in Salento si tengono “campi sperimentali di nuovi prodotti contro la ‘lebbra dell’olivo’, epoca prima della quale - nota la Procura - non era esploso il fenomeno del disseccamento rapido”. Per questo motivo li ministero autorizza l’uso di alcuni diserbanti particolari, per un periodo limitato di qualche mese, in zone specifiche del Salento. La Forestale ha contattato alcuni dei proprietari dei terreni e altri testimoni: raccontavano di aver visto in quel periodo persone che “in abiti civili, con tute bianche modello ‘usa e getta’ in dotazione alla polizia scientifica, si aggiravano fra gli olivi con in mano dei barattoli di colore blu e bianco. Effettuavano anche alcune manovre, alla base degli alberi”. Gli alberi avevano dei cartelli. Bene: durante il sopralluogo della polizia giudiziaria, si è notato che “la maggior parte degli alberi di olivo, sui quali erano stati appesi i cartelli, erano quasi completamente bruciati:

alcuni mesi addietro si era sviluppato un incendio”. Strano, perché aveva colpito alcuni alberi e alcuni no. Sembrerebbe che abbiano colpito - dice la procura soltanto quelli legati alla sperimentazioni della “Lebbra dell’olivo” ovvero la prove in campo del Roundpop Platinum della Monsanto. L’incendio dovrebbe essere dunque di natura dolosa con finalità di eliminare ogni possibile traccia di quanto fatto sugli alberi “. Che cos’è la Monsanto? E’ un leader nella realizzazione dei pesticidi. Ed è la stessa ditta che finanza un convegno sulla xylella nel 2010, nel quale presenta un progetto di nome Gipp per la buona pratica di diserbo nell’oliveto di Puglia”. La pratica prevede una serie di interventi compreso l’uso di un diserbante totale che serve per mantenere “pulito da erbacce l’oliveto”. Bene, si tratta proprio del Roundpop, lo stesso che avrebbe potuto bruciare quegli ulivi. E’ la stessa società che nel 2007 ha acquisito la società “Allelyx - scrive la Procura Parola specchio di xylella...”.

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groalimentare

IN PUGLIA PLV DA 13MLN DI EURO

ALIMENTAZIONE: TORNARE IN FORMA CON I LEGUMI NELL’ANNO INTERNAZIONALE FAO

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er tornare in forma dopo gli eccessi del lungo periodo di feste i legumi sono particolarmente indicati per una dieta bilanciata, utili a contrastare gli effetti del consumo di cibi calorici abbinati a bevande alcoliche con il conseguente aumento di peso fino a 2 chili in sole due settimane. La Puglia è patria di legumi alla base di note preparazioni gastronomiche. E’ un comparto che conta una produzione annua di 159mila quintali per un valore di oltre 13 milioni di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile). Per questo anche Coldiretti Puglia sta pianificando un calendario di eventi per esaltare le produzioni pugliesi di

pregio, perché la FAO ha decretato il 2016 Anno Internazionale dei legumi. Al centro dei festeggiamenti ci sarà certamente la famosa ‘lenticchia di Altamura. Fagioli, ceci, lenticchie e tutti le altre varietà di legumi consentono di seguire un’alimentazione più varia, basata su cibi naturali ed economici, che risultano al contempo molto nutrienti e gustosi. Occhi puntati in Puglia sulla lenticchia, menzionata più volte persino nella Bibbia con il nome “adasah”. Nella Genesi si legge che Giacobbe ottenne l’importantissimo diritto di primogenitura da Esaù dandogli in cambio proprio un piatto di lenticchie. La grande “popolarità” di questo cereale, ricco di fibre, vitamine

e minerali, è legato alla sua larga diffusione, alla sua ottima preservabilità, nonché al suo costo abbordabile, una caratteristica che le ha fatto assumere la denominazione di “carne dei poveri”. Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo e contengono circa il 25% di proteine, il 53% di carboidrati e il 2% di olii vegetali. Sono ricche, inoltre di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Da un punto di vista nutrizionale, 100 gr di lenticchie corrispondono a 215 gr di carne. Il consumo di questo legume è indicato nella prevenzione dell’arteriosclerosi, visto il suo basso contenuto di grassi di tipo insaturo. Tra i suoi componenti spiccano i “soflavoni”, sostanze in

grado di “pulire” l’organismo. La grande quantità di fibre che le lenticchie possiedono le rende utili per il buon funzionamento dell’apparato intestinale, contribuendo a tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. Gli esperti consigliano di consumarle soprattutto in virtù delle loro proprietà antiossidanti che agiscono positivamente sugli inquinanti ai quali siamo soggetti. Le lenticchie sono anche molto ricche di tiamina, una sostanza indispensabile per il buon funzionamento della memoria. Il loro contenuto di vitamina PP fa si che siano un potente equilibratore del sistema nervoso, dall’azione antidepressiva e antipsicotica. Il consumo di lenticchie è altamente controindicato per i soggetti affetti da iperuricemia.

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groalimentare

Verona, 4-6 maggio 2016

Veronafiere presenta la sua proposta per la filiera ortofrutticola: Fruit&Veg System

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on il sottotitolo “Mediterranean Nature, World Attitude” (cioè natura mediterranea, attitudine mondiale), si è presentata a Roma una nuova proposta per la filiera ortofrutticola: Fruit&Veg System. La premessa degli organizzatori e promotori, Veronafiere e Agrifood Consulting, è infatti quella di proiettare il modello mediterraneo, che ha al proprio centro l’Italia, nella competizione globale, coinvolgendo tutti i portatori d’interesse delle filiere orticole e frutticole. Nel suo intervento di apertura della presentazione alla stampa, il Vicepresidente Vicario di Veronafiere, Claudio Valente, ha dichiarato: “Tutti noi siamo stati alla fiera di Berlino negli ultimi anni e ci siamo resi conto di quante imprese italiane vi partecipano. Un segno della grande varietà che il nostro Paese sa offrire; ma poi difettiamo nel momento in cui dovremmo promuovere questa ricchezza e diffonderla nel mondo. E’ tempo di fare qualcosa di

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diverso rispetto al passato. L’evento che noi proponiamo non è solo una fiera espositiva; intende essere un’occasione culturale e formativa, che apra la filiera ortofrutticola ad ambiti più vasti”. Qualità, certificazione, sviluppo e ricerca: questi i valori su cui Fruit&Veg System fonda la propria identità: non a caso, tra i partner dell’evento figurano il CSQA Certificazioni, l’ENAMA-Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola e il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona. Insieme a quest’ultimo, e con la collaborazione di società di ricerca di rilevanza internazionale, sarà realizzato un osservatorio stabile, denominato Foodchoice Forecast, con l’obiettivo di analizzare le tendenze dei consumi sui nuovi mercati e indirizzare le attività economiche degli operatori di mercato. “Come per altri settori - ha aggiunto Valente - per i quali organizziamo rassegne ed eventi di prodotto, tecnologie, formazione come Vinitaly,

Sol&Agrifood, Enolitech, Eurocarne, wine2wine, oggi riconosciute a livello internazionale per il loro valore aggiunto, così abbiamo pensato che anche per il settore ortofrutticolo i tempi fossero maturi per realizzare un progetto innovativo”. Da parte sua, il Vicedirettore Generale di Veronafiere, Mauro Rossini, ha aggiunto: “Fruit&Veg System intende proporsi come un appuntamento con molte sfaccettature. Abbiamo già sperimentato con successo, in altri eventi da noi organizzati, come il condividere informazioni, l’implementare sinergie di import ed export e avviare un confronto economico, scientifico, tecnico, e commerciale porti a una crescita reale del business”.In questo sarà di notevole supporto la rete di delegati esteri che Veronafiere ha costruito negli anni, attiva nei cinque continenti, e che sta già operando per la nuova iniziativa sui mercati di Germania, Francia, Austria e Balcani Occidentali, Russia, Lituania, Israele, Iran, India e Camerun..

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gricoltura

Dopo l’approvazione definitiva del 28 dicembre scorso

Legge di stabilità: le novità per cooperative agricole e della piccola pesca

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l comma 13 dell’art. 1, conferma per i terreni agricoli l’esenzione IMU in relazione ai beni posseduti e condotti da soggetti in possesso della qualifica di IAP e di coltivatori diretti. Inoltre, la definizione dei terreni collinari e montani, esenti da IMU a prescindere dalla qualifica del possessore, torna ad essere ricollegata alla elencazione contenuta nella circolare 9/1993, in vigore prima dell’emanazione del DM 28.11.2014, che aveva stabilito il criterio altimetrico, e del D.I. 4/2015, che aveva sostituito il criterio altimetrico con la classificazione Istat del territorio. Dal 2016, saranno dunque esenti Imu i terreni agricoli: • ricadenti in aree montane e di collina, come individuati ex lege; • posseduti e condotti da coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali (di cui all’art.1 del D.lgs. 99/2004), iscritti alla previdenza agricola (CD e IAP), indipendentemente dalla loro ubicazione; • ubicati nelle Isole minori; • a immutabile destinazione agrosilvo-pastorale, a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.

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IRAP I commi da 70 a 72 dell’art. 1, apportano, a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015 (ossia, dal 2016), modificazioni al D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, recante previsioni in materia di IRAP, relativamente ai settori dell’agricoltura e della pesca. In primo luogo, vengono esclusi dal novero dei soggetti passivi dell’imposta regionale sulle attività produttive i soggetti che esercitano un’attività agricola, ai sensi dell’art. 32 del TUIR. Sono, altresì, espressamente esclusi dall’ambito soggettivo di applicazione dell’IRAP: • le cooperative e loro consorzi che forniscono in via principale, anche nell’interesse di terzi, servizi nel settore selvicolturale, ivi comprese le sistemazioni idraulico-forestali equiparati agli imprenditori agricoli dall’art. 8, D.Lgs, n. 227/2001; • le cooperative e loro consorzi di cui all’art. 10, DPR n. 601/1973 - Cooperative agricole e loro consorzi che svolgono attività consistenti in: 1) allevamento di animali utiliz-

zando mangimi che, per almeno un quarto, provengono dai terreni dei soci; 2) attività di manipolazione, trasformazione, valorizzazione, conservazione e alienazione di prodotti sia agricoli che zootecnici e di animali nel rispetto della prevalenza e quindi, conferiti in via prevalente, da parte dei soci. - Cooperative della piccola pesca e loro consorzi. Resta ferma, invece, la soggezione ad Irap per le attività di agriturismo, allevamento e per le attività connesse rientranti all’art. 56-bis del TUIR, per le quali continua ad applicarsi l’aliquota ordinaria.

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T R urismo

urale

IN MASSERIE DIDATTICHE E SOCIALI

PENSIONI: NELLE CAMPAGNE PUGLIESI 2 ANZIANI SU 3 SUPPORTO DI ESPERIENZA

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n Puglia sono oltre 63 mila i coltivatori diretti con un’altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che, nonostante tutto, sono impegnati con grande entusiasmo e dedizione nel presidio territoriale delle aree rurali, dove spesso sono il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Nelle campagne pugliesi 2 anziani su 3 risultano un indispensabile supporto di esperienza soprattutto nelle masserie didattiche e sociali, dove il contributo a beneficio di bambini e persone bisognose di sostegno è sostanziale. Proprio per questo, secondo Coldiretti, “ in Puglia è necessaria una legge regionale che individui la fattoria sociale quale impresa economicamente e finanziariamente sostenibile, la cui conduzione di attività agricole, zootecniche, forestali, florovivaistiche, di apicoltura e di acquacoltura è svolta con etica di responsabilità verso la comunità e l’ambiente. Può

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rappresentare una delle risposte alla crisi economica e un modello di impresa agricola diversificato e multifunzionale, capace di promuovere il benessere del contesto rurale e di generare benefici sia ai produttori che alla comunità locale. In diverse regioni, come Toscana, Abruzzo, Liguria, Veneto è già una realtà consolidata”. Secondo il sondaggio di Coldiretti il 35 per cento dei cittadini considera gli anziani un valido aiuto per accudire i nipoti al di fuori degli asili e della scuola, il 17 per cento ne apprezza i consigli offerti grazie all’esperienza ed un 4 per cento si avvantaggia dell’apporto lavorativo nella casa, mentre appena il 7 per cento considera i pensionati un peso o un ostacolo. “La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è un modello vincente per vivere e stare bene insieme. Per questo gli anziani vanno aiutati a vivere ancora meglio perché la

maggioranza dei coltivatori diretti pensionati riceve meno della metà di mille euro - afferma il Presidente regionale dei Pensionati Coldiretti, Angelo Marseglia – e da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse e fronteggiare l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico”.

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groalimentare

La Puglia conta 249 prodotti agroalimentari tradizionali

Le imprese dell’artigianato alimentare resistono alla crisi

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a Puglia conta 249 prodotti agroalimentari tradizionale Le imprese dell’artigianato alimentare resistono alla crisi Le imprese dell’artigianato alimentare resistono alla crisi, in controtendenza rispetto al resto delle aziende artigiane pugliesi. Mentre queste ultime registrano una flessione dell’1,8 per cento (da 73.302 aziende a 71.947), il numero di aziende nel settore alimentare rimane pressoché invariato. Anzi, durante le festività natalizie, sono aumentati i volumi di fatturato. Basti pensare che, a dicembre, le vendite al dettaglio di prodotti alimentari risultano del 23,6 per cento superiori alla media. In Puglia, il settore dell’artigianato alimentare conta 6.528 imprese tra pasticcerie, panifici, pastifici, distillerie, laboratori per la lavorazione di prodotti lattiero-caseari, carni, frutta, ortaggi, pesce, oli, grassi vegetali ed animali. E’ quanto emerge da un’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia. In particolare, il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.185 imprese, pari al 48,8 per cento del totale. SeguoN° 1 - 15 gennaio 2015

no i locali che vendono cibi da asporto. Ce ne sono 2.241. Rappresentano il 34,3 per cento del dato complessivo. Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 367, cioè il 5,6 per cento del totale. I pastifici sono 321 e rappresentano il 4,9 per cento. Le aziende che producono oli, grassi vegetali e animali sono 95, mentre quelle che fanno tè, caffè, cacao, condimenti e spezie 63. Sono 51 le distillerie e le birrerie, 46 le imprese che trasformano le granaglie, 63 quelle che lavorano frutta, ortaggi e pesce. Appena 22 quelle che macellano carni. Ci sono, poi, altri 74 produttori alimentari. Il tutto all’insegna dei prodotti made in Puglia. «I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dimostrano ancora una volta la forza del settore agroalimentare pugliese, in grado non solo di resistere alla crisi economica, ma anche di registrare un incremento nei numeri. Il periodo natalizio, poi, rappresenta per i pugliesi un appuntamento irrinunciabile con le eccellenze del nostro artigianato alimentare. Questi dati - continua Sgherza - premia-

no la tradizione pugliese, che vanta ben 249 dei suoi prodotti agroalimentari all’interno del patrimonio culturale nazionale. Si tratta di un vero e proprio tesoro che, come Confartigianato, siamo impegnati a difendere da contraffazioni, frodi e violazioni di legge: pericoli che crescono esponenzialmente in prossimità delle feste. Eppure – conclude il presidente – le nostre imprese del settore sono ancora lontane dall’esprimere tutto il proprio potenziale. In un momento storico in cui è sempre maggiore l’attenzione alla genuinità ed artigianalità degli alimenti, una regione come la nostra non può cullarsi sugli allori, ma deve continuare ad investire al fine di conservare e migliorare il suo primato di qualità». La Puglia conta 249 prodotti agroalimentari tradizionali, pari al 5,1 per cento del totale nazionale (4.881). L’Italia risulta il primo Paese in Europa per numero di prodotti agroalimentari di qualità. Se ne contano 277 tra quelli Dop (denominazione di origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta) e Stg (specialità tradizionale garantita). Segue la Francia (225 prodotti), la Spagna (185) e il Portogallo (133).

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PROVE GENERALI DI GIUBILEO SUI CAMMINI DA OTRANTO AL GARGANO ED ‘EFFETTO MATERA’

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AGRITURISMO: IN PUGLIA PERNOTTI +11%

n Puglia grazie al Giubileo e alla straordinaria affluenza di turisti a Matera gli agriturismo stanno vivendo un momento di grande vitalità anche nei mesi invernali. Secondo una indagine di Coldiretti/Terranostra Puglia i pernotti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono cresciuti del +11%. “Certamente Roma sarà la meta religiosa più frequentata al mondo – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele ma la Puglia risulterà una delle tappe dei pellegrini più visitate per la presenza di importanti itinerari religiosi, quali il Santuario di San Pio a San Giovanni Rotondo, il cammino religioso da Monte Sant’Angelo fino al Colle della Minerva dove la chiesa è

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consacrata ai martiri d’Otranto. I visitatori hanno la possibilità di consumare prodotti freschi direttamente sul posto in apposite aree ristoro, oppure di acquistarli per riempire la “bisaccia del pellegrino” grazie alle numerose iniziative degli agricoltori di Campagna Amica e alla possibilità di alloggiare negli agriturismi. Anche il pernotto nell’area murgiana ha registrato un balzo importante, grazie all’affluenza record di turisti a Matera”. L’offerta di Campagna Amica per il Giubileo in Puglia si è strutturata attraverso 100 mercati di vendita diretta, 80 agriturismi e bed and breakfast in aree rurali, 25 ristoranti aderenti a Campagna Amica nel piatto presenti lungo i cammini che uniscono l’arte, la bellezza, la

storia con il cibo e la cultura contadina, come la Via Francigena che unisce Brindisi, Monopoli e Bari fino al Gargano, con la possibilità di varianti marittime come quella da Bisceglie, Giovinazzo fino a Bari. “Già durante il lungo periodo delle festività natalizie è stata registrata una significativa presenza anche dei giovani aumentata dell’8% rispetto allo scorso anno – commenta il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che sono ben il 23,2 %. I nostri agriturismo propongono anche menù vegani e vegetariani e sono forti del grande appeal che vivono i prodotti enogastronomici pugliesi. Si è rafforzato, infatti, il binomio cibo e cultura e l’offerta di attività ricreative e culturali è aumentata in misura

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crescente nel corso degli ultimi anni, rispettivamente del 26,5 e del 22,4 percento”. Nonostante la crisi, infatti, sono raddoppiati i vacanzieri che prediligono i ‘percorsi del cibo’. Il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese, caratterizzato da 5 milioni di ulivi pluricentenari, 231 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 8 prodotti DOP (5 oli ex-

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travergini, il Pane di Altamura, il canestrato pugliese e l’oliva Bella della Daunia) e 29 vini DOC, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d’Italia. “Per il Giubileo straordinario dedicato alla misericordia – conclude il Presidente di Terranostra Puglia, Carlo Barnaba - gli agriturismo di Campagna Amica aderenti a Terranostra Puglia hanno già organizzato l’offerta

del ‘Menù Amico del Pellegrino’, un pasto completo che segue la stagionalità delle produzioni ed esalta storia e tradizioni del territorio del percorso religioso ad un prezzo decisamente equo”. Il canale più utilizzato per la ricerca dell’agriturismo è internet che è scelto dal 79 per cento dei vacanzieri e che precede il passaparola (42 per cento) e l’esperienza diretta (12 per cento).

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Nell’ambito del progetto Gest.Imp.Esca

PESCA: IDEE INNOVATIVE PER ANDARE ‘CONTROCORRENTE’

mari che circondano la Puglia sono sempre stati ricchi di pesce di ogni varietà e il pescato è da sempre una delle risorse alimentari più importanti per i pugliesi. Proprio per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto, Coldiretti ImpresaPesca ha realizzato il progetto GEST.IMP.ESCA “Miglioramento nella gestione dell’impresa pesca e recupero di aree naturali nelle marinerie pugliesi” (Misura 3.1 del F.E.P. – Fondo Europeo per la Pesca), un supporto che dia una svolta positiva a questo settore sia in termini ecologici che economici. “Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva il Responsabile Nazionale di Coldiretti ImpresaPesca,Tonino Giardini – e che ha causato la perdita del 35% dei posti lavoro e la chiusura del 32% delle imprese, una “rotta persa” da tempo dal settore con una governance debole

ed incapace di gestire una politica di ripresa. Un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura”. Il settore soffre la concorrenza sleale del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano, soprattutto nella ristorazione, a causa dell’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine. Ad oggi infatti l’unico strumento per invertire la crescente dipendenza italiana dall’importazione, che ha superato il 76 per cento è rappresentato dall’acquacoltura, che invece viene penalizzata dalla mancanza di certezze e da una grave assenza di norme che ne consentano lo sviluppo. La scarsa conoscenza delle specie ittiche ci impone di lavorare sulla promozione al grande pubblico delle eccellenze dei nostri mari. Inutile dire che la Puglia riveste in tale direzione un ruolo di prim’ordine, soprattutto dal punto di vista del cosiddetto pesce povero che, oltre alle qualità nutrizionali e alle straordinarie caratteristiche organolettiche, gode di un rapporto qualitàprezzo a tutto vantaggio del consumatori. La pesca e l’acquacoltura Comunitaria non soddisfano i mercati dell’Unione e circa la metà dei consumi di pesce del Vecchio Continente dipendono delle importazioni. Proprio per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto, Coldiretti ImpresaPesca ha avviato iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

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L’aumento del 20% della quota per il 2016 non viene destinata alla pesca sostenibile

“TONNO ROSSO REGALO DELL’UE ALLE LOBBY DEI GRANDI ARMATORI”

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ncora una volta un’occasione sprecata per la pesca sostenibile, con relativo regalo alle lobby dei grandi armatori. Il Consiglio dei ministri della pesca dell’Unione europea ha, infatti, confermato l’aumento del 20% della quota di tonno rosso per il 2016 ed il mantenimento per l’Italia dell’attuale flotta (comprensiva di 12 pescherecci a circuizione, 30 palangari e 6 tonnare fisse). “Il miglioramento dello stock di tonno rosso è un buon segnale nonché una conferma che la gestione oculata degli stock ittici è la strada da seguire, puntando ad una forte cooperazione tra ricerca scientifica e pesca come dovrebbe essere per il fermo biologico – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abba-

te, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Questo risultato in virtù del quale viene aumentata del 20% la quota di tonno rosso per l’Italia per essere un investimento reale, sia per i pescatori che per gli ecosistemi marini, andrebbe destinato soprattutto alla pesca sostenibile, prediligendo cioè quelle tecniche in grado di essere più selettive, come ad esempio le tonnare. Invece vediamo che, ancora una volta, l’Ue e il Governo favoriscono proprio quei sistemi di pesca più impattanti legati agli interessi economici di una minoranza, ovvero quei pescherecci a circuizione che appartengono ai pochi armatori, che lavorano soprattutto per l’ingrasso e l’export verso il Giappone. Eppure è stato proprio l’Iccat (la Commissione Inter-

nazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici) ad indicare nei passaggi dalle reti a circuizione verso gli impianti di ingrasso la fase in cui trova gioco facile la pesca ‘in nero’ del tonno rosso. Dal canto nostro – conclude il deputato 5 Stelle – indichiamo la strada al Governo verso una pesca sostenibile dal 2014 con una nostra risoluzione che stabilisce coefficienti di ripartizione diversi per i vari sistemi di pesca, con assegnazione delle nuove quote a quelli più sostenibili. Impegni rimasti sinora inascoltati e che permetterebbero di salvaguardare i nostri mari, le economie locali e tutte quelle comunità che vivono di pesca e che solo una gestione sostenibile delle risorse marine potrà tutelare”.

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Natale in Frantoio

27° Forum di Medicina Vegetale

le barbatelle made in Salento

evento creato da Assoproli

“Quale futuro per le piante?”

Abbiamo visitato ad Otranto i Viavi Murciano dove le piante sono il risultato di una selezione genetica e sanitaria molto accurata. L’azienda Murciano, infatti, sceglie di ogni singola barbatella sia le gemme che il portainnesto valutando con estrema cura l’aspetto sanitario, varietale e genetico.

Si è celebrata la sesta edizione di Natale in Frantoio, l’evento creato da Assoproli Bari, che ha visto l’apertura al pubblico dei Frantoi Cooperativi. Visite guidate e degustazioni per vivere direttamente la “tracciabilità di un olio”, attraverso un percorso esperienziale che racconta tutta la passione ed il duro lavoro che c’è dietro la produzione di un buon extra vergine di oliva.

E’ andato in scena a Bari il 27° Forum di medicina vegetale dal tema “Quale futuro per le piante? Innovazione, sostenibilità, aspetti regolatori europei ed è divenuto un appuntamento ormai irrinunciabile per addetti ai lavori e semplici appassionati del settore.

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Vivai Murciano

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L’evento creato da Assoproli alla sesta edizione

Natale in Frantoio

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on il claim “Tutto il buono che c’è… Fidati siamo Assoproli”, si è celebrata lo scorso fine dicembre per la sesta edizione, Natale in Frantoio, l’evento creato da Assoproli Bari, che ha visto l’apertura al pubblico dei Frantoi Cooperativi. Anche quest’anno, spiega Francesco Guglielmi, presidente Assoproli Bari, “le Cooperative Assoproli hanno accolto i propri soci e consumatori per ritrovarsi, come in una grande famiglia, alle porte di una campagna olivicola che si preannuncia eccellente: un’opportunità per i cittadini e clienti che hanno potuto vivere in prima persona l’atmosfera dei frantoi, nei quali si produce l’olio extra vergine di oliva, quello della qualità, della si-

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curezza, della genuinità”. E questo è stato l’aspetto più caratterizzante dell’edizione 2015 di Natale in Frantoio. Il messaggio di Assoproli è chiaro: diffondere la conoscenza per formare consumatori consapevoli, in grado di saper distinguere e riconoscere la qualità di un buon extra vergine da un olio “difettato”, tutelando così la propria salute. Visite guidate e degustazioni per vivere direttamente la “tracciabilità di un olio”, attraverso un percorso esperienziale che racconta tutta la passione ed il duro lavoro che c’è dietro la produzione di un buon extra vergine di oliva. Tra le tante iniziative, rese possibili anche grazie alle azioni di diffusione realizzate dall’Organizzazione di Produttori Assoproli nell’ambito dei Regg. UE 611-615/2014, si

segnala un corso di avvicinamento all’olio extra vergine di oliva, regalo di Assoproli Bari a tutti coloro che hanno visitato i propri Frantoi Cooperativi avendo avuto, inoltre, la possibilità di acquistare l’ottimo olio extra vergine ad un costo eccezionalmente scontato. Ma Natale in Frantoio è stato anche solidale. Tutte le Cooperative Assoproli hanno fatto una donazione di olio extra vergine di oliva alla Caritas Diocesana di Bari che ha provveduto a distribuirlo ai fratelli più bisognosi. Un gesto di solidarietà, voluto in un periodo rappresentativo per il commercio ma ancor più per ciò che il Natale significa nella sua essenza più spirituale, anche per una realtà produttiva, pregna di passione, quale è Assoproli Bari.

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Finardi, Baglioni, Cristicchi e Bollani in grave per un Natale green e solidale

Notti di note d’autore alle Grotte di Castellana di Paola DILEO

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na meraviglia nella meraviglia, la rassegna di musica d’autore nel teatro naturale delle Grotte di Castellana. Per il Natale 2015 la cittadina barese ha sfoggiato il vestito delle grandi occasioni per accogliere un vasto pubblico di visitatori , attratti anche da nomi gloriosi della musica italiana , che hanno piacevolmente accolto l’invito di Eugenio Finardi - direttore artistico dell’evento - a tenere concerti in grave e a destinare il 30% del costo del biglietto alla tutela e alla conservazione del patrimonio carsico

castellanese. Un’idea felice che si è rivelata vincente anche ai fini della destagionalizzazione dei flussi turistici in un sito naturalistico di eccezionale bellezza, carico di simbolismi e di atmosfere perfettamente in tema col Natale. Per l’unicità dei luoghi l’istrionico Finardi ha pensato bene di coinvolgere Claudio Baglioni, Simone Cristicchi e Stefano Bollani, musicisti che hanno fatto della profondità dei sentimenti la propria cifra canora. Nei quattro appuntamenti tra dicembre e gennaio, gli ospiti d’onore, Finardi incluso, hanno allietato la magica

caverna con repertori esclusivi, degni della singolarità scenica. “ Una cavità di 100 milioni anni – ha precisato il direttore artistico – richiedeva una sensibilità artistica fuori dal comune”. In tanti seppure incappottati e infreddoliti hanno gioiosamente condiviso un viaggio emotivo irripetibile, riscaldati da luci, note, pensieri, finanche preghiere laiche come quella concepita da Baglioni per i saluti finali : “Mi piace pensare a questa grandissima grotta come la casa del mondo , in cui ritrovare per incanto e per amore l’idea di stare bene insieme”.

In calo carne e cibo spazzatura

Frutta e verdura: cresce sempre più il consumo fra gli italiani

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empre più italiani scelgono la dieta mediterranea: cresciuta dal 41% del 1995 al 62% di oggi. Dati emersi in una recente indagine GFK EURISKO che dimostrerebbero un progressivo cambio di tendenza nei regimi alimentari e una maggiore consapevolezza in ciò che si mangia – solo il 13% ha ammesso di trascurare la propria alimentazione. Sono in calo i consumatori abituali di carne : rispetto a 20 anni fa quando rappresentava 1/3 della spesa alimentare,

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ora è scesa a 1/5 del budget gastronomico. Risultano il 18,2% coloro che hanno deciso di ridurre l’uso di carne rossa a meno di una volta alla settimana. In aumento anche i vegetariani che risultano il 6% della popolazione totale e i vegani che rappresentano il 3% (1.5 milioni di persone). Oltre a fare incetta di frutta e verdura (il 12.7%) , gli italiani iniziano ad evitare i cibi spazzatura e i fast food dimostrando una predilezione per i cibi slow. In calo anche salumi e bibite gassate. Rispetto al 1995 si è

evoluto l’ordine dei pasti: il 17% in più del campione dichiara di prestare maggiore attenzione alla colazione . Il 36% riesce a destinare del tempo per il fuoripasto, mentre il pranzo completo e la cena vengono ridimensionate rispettivamente dal 62% al 48% e dal 41% al 25%. Accanto a frutta e verdura l’italiano ha scoperto il valore nutrizionale della soia, conosciuta da 4 italiani su 5 e scelta dal 40% degli intervistati. Una consuetudine questa, molto radicata nelle città metropolitane e fra i ceti medio alti.

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1 bottiglia su 4 di rosè “Made in Italy” è pugliese

IN PUGLIA CON VINI E SPUMANTI ROSE’+ 122% IN TRE ANNI

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n Puglia si è brindato al nuovo anno con vini e spumanti rosé, che in tre anni registrano un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell’1% annuo. “E’ il tempo di fare un bilancio degli ultimi trent’anni – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - che hanno visto il settore impegnato in una seria rivoluzione colturale e culturale che lo ha reso il testimonial dell’agroalimentare pugliese competitivo ed evoluto. Il finanziamento grazie a bandi regionali degli impianti di spumantizzazione ha consentito l’ulteriore

valorizzazione delle nostre uve e dei nostri vini e fa il paio con una attività, che dal blocco dei diritti di reimpianti fuori regione, passa per tutte le misure sulla modernizzazione e l’innovazione in cantina. I vini spumanti che un tempo erano costretti a migrare oggi sono prodotti direttamente in Puglia, chiudendo una filiera di eccellenza che ha aperto straordinarie prospettive di mercato”. Il buono stato di salute del settore è testimoniato anche dalla crescita delle esportazioni che nei primi 9 mesi dell’anno ha segnato un + 5,9% (Fonte ISTAT). “Il vino oggi testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va

tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto. La rintracciabilità ed i marchi, peraltro, non sono meri principi teorici e filosofici, piuttosto valori economici che le imprese agricole e l’intero territorio di produzione devono recuperare”. Adesso serve un ulteriore cambio di passo. Restano aperte sia come Paese Italia che come Regione Puglia le questioni legate al rispetto delle regole circa la tutela delle indicazioni geografiche e dei marchi, alla determinazione di un giusto rapporto qualità-prezzo per tutte le fasce di prodotto, alla definizione e conoscenza dei dati produttivi e di mercato, alla migliore utilizzazione dei risultati della ricerca anche per contrastare gli effetti del clima impazzito e alla necessità di promuovere su scala internazionale le produzioni pugliesi in modo meno frammentario ed episodico.

Dopo gli ultimi sviluppi

Consorzi di Bonifica: le posizioni di Forconi

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li agricoltori pugliesi i cui immobili ricadono nel comprensorio del “Consorzio di Bonifica Terre D’Apulia” in seguito agli avvisi di pagamento ricevuti lo scorso giugno, in questi giorni stanno ricevendo un ulteriore sollecito per il versamento del cosiddetto contributo 630 bonifica anno 2014. Tale contributo, secondo le leggi regionali n. 12 del 21/06/2011 e n. 4 del 13/03/2012, obbliga i proprietari di immobili ricadenti nei comprensori dei consorzi a pagare somme che raggiungono anche 100,00 € per ettaro. Tale contributo possiamo definirlo un vero e proprio balzello. Obbliga al pagamento senza che vi sia un beneficio diretto per il contribuente e senza dei criteri di ripartizione oggettivi, esso si

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basa su un Piano di classifica provvisorio, approvato dallo scorso Commissario straordinario del Consorzio e ratificato con una Delibera della Giunta Vendola. Inoltre è evidente anche ai non addetti ai lavori che ormai da decenni non si eseguono più lavori pubblici di bonifica ed ogni coltivatore è costretto a salvaguardare i propri beni a proprie spese. Tutto questo è stato ampiamente illustrato all’attuale presidente Michele Emiliano; facevano ben sperare i suoi discorsi e la nomina di un nuovo commissario straordinario, ma evidentemente cambiano i suonatori però la musica è sempre la stessa. Oltre alle assurde richieste di questo contributo per le bonifiche inesistenti, il “Consorzio di Bonifica Terre D’Apulia” è tristemente noto agli abitanti del-

le campagne delle provincie di Bari e Taranto perché gestisce la fornitura di acqua. Anche in questo caso un disservizio totale: fornitura che manca per giorni senza nessun preavviso, qualità pessima con presenza anche di ruggine nell’acqua, assenza di manutenzione, nessuna assistenza; tutto questo a fronte di 235 € di costi fissi e di tariffe che raggiungono i 3€ al metro cubo. La tariffa più alta d’Italia. Ma anche su questo versante non si vede nessun passo in avanti dell’attuale giunta. Nonostante i lavori di bonifica non eseguiti e le tariffe idriche esorbitanti i consorzi di bonifica hanno debiti per 233 milioni di euro. Questa forte situazione debitoria deriva dalla totale incapacità gestionale e tutto non può ricadere sulle spalle degli agricoltori.

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Presentate a Bari le guide edite da Tirsomedia

Premiate a Palazzo Fizzarotti le migliori strutture e cantine 2015

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a vent’anni in Puglia c’è più gusto. Questo lo slogan della festa Tirsomedia che ha animato con circa 300 intervenuti le sale di Palazzo Fizzarotti, straordinario gioiello architettonico del centro di Bari eccezionalmente aperto per l’occasione. Si è celebrato infatti il ventesimo compleanno della storica guida enogastronomica “La Puglia è Servita”, pioniera del turismo enogastronomico di Puglia e apripista per tante successive guide nei sapori della e i territori della regione. Presenti a festeggiare con Tirsomedia i rappresentanti delle oltre 250 strutture inserite insieme a tutti vignaioli protagonisti della guida “VinidiPuglia”, altro importante pilastro delle pubblicazioni Tirsomedia quest’anno alla sua terza edizione con oltre 120 cantine recensite. Ad animare la serata la conduzione di Antonio Stornaiolo, affiancato dal cu-

ratore editoriale Vittoria Cisonno nel raccontare la storia, gli aneddoti e le peculiarità delle due guide. Centrale quest’anno il tema della gastronomia ad accompagnare le eccellenze vinicole della regione: via libera, quindi, per tutti i presenti, alla degustazione di oltre centoventi etichette in rappresentanza delle azienda inserita nella guida. La gastronomia è protagonista anche nel raccontare i cinque territori vinicoli della guida VinidiPuglia, 184 pagine per 121 aziende recensite e oltre 350 etichette per raccontare i vini di Puglia sia da vitigni autoctoni – Negroamaro, Primitivo, Nero di Troia – che da varietà meno note ma di altrettanto interesse enologico. Segnalati 47 vini inserite nella categoria de “I Premiati”, i vini che sono stati particolarmente apprezzati durante le degustazioni . Nonostante l’età “La Puglia è Servita” resta attenta ai nuovi trend, e anzi quest’anno si è presentata con una novità: la nuova categoria premiata per “Addetto di sala emergente”, per dare risalto e importanza a questa fondamentale figura di collegamento fra la clientela e il territorio: il premio è stato assegnato a Roberto Sgarra del ristorante “Umami” di Andria. Gli altri premiati: miglior Ristomare a “Le Antiche Sere” di Lesina; premio sezione Ristoranti “Ristorante da Fabio” di Zollino (Le); per la sezione Trattorie premio a “Chez Jo” di Bari; per la categoria Fornelli premiato “Atelier della Carne” Laterza (Ta); miglior Vineria “Officina del Vino“ di Trani. Nella sezione Masserie, premio a “Masseria Celentano” di San Severo (Fg); per i B&B premio a “Leonardo Trulli Resort” di Locorotondo (Ba); come miglior Dimora premiata “La Locanda del Carrubbo” di Mattinata (Fg). Infine migliore “chef emergente” a Stefano Di Gennaro chef della cucina del Ristorante Quintessenza di Trani; miglior carta dei vini quella del ristorante Due Camini di Savelletri di Fasano (Br), e “premio alla carriera” ad Angelo Sabatelli, chef del suo ristorante a Monopoli (Ba).

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DOPO L’AUTUNNO PIU’ CALDO DI SEMPRE

I CONSIGLI PER MANTENERE LA FRESCHEZZA DI FRUTTA E VERDURA ACQUISTATE

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er ottimizzare la spesa e non buttare via niente, ecco il vademecum in dieci punti con i consigli da seguire per risparmiare mantenendo la freschezza di frutta e verdura acquistate. Occorre effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo; scegliere frutti con il giusto grado di maturazione, non appassiti, con aspetto carnoso e non eccessivamente necrotizzati nei punti di taglio; verificare l’etichettatura e preferire le produzioni e le varietà locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono maggiore freschezza; preferire varietà di stagione

che hanno tempi di maturazione naturali; prediligere, compatibilmente con le esigenze, frutti interi che si conservano più a lungo. Per quanto riguarda il trasporto è bene fare la spesa poco prima di recarsi a casa ed evitare di lasciare troppo a lungo la frutta e la verdura dove il sole e le alte temperature favoriscono i processi di maturazione ed è opportuno, nel caso di trasferimento con auto climatizzata, riporre i prodotti nel sedile posteriore piuttosto che nel bagagliaio. E’ opportuno tenere separate le confezioni delle diverse varietà di frutta e verdura acquistate che vanno riposte in contenitori di carta

piuttosto che in buste di plastica. Così come risulta strategico seguire alcuni piccoli accorgimenti anche tra le mura domestiche dove bisogna mantenere separata la frutta e la verdura che si intende consumare a breve da quella che si intende mantenere più a lungo: la prima può essere messa in un portafrutta al buio eventualmente coperta da un tovagliolo e comunque lontano dai raggi del sole, mentre la seconda va posta in frigorifero, ma lontano dalle pareti refrigeranti. In ogni caso è opportuno che la frutta venga posta stesa sul contenitore per evitare ammaccature e sviluppo di marcescenze.

Entro il 13 Marzo 2017

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MACCHINE AGRICOLE: REVISIONE E PATENTINO

onostante l’avvio previsto al 1 gennaio 2016, il quadro normativo relativo alla revisione delle macchine agricole non è completo perché deve essere ancora emanato il decreto di cui all’articolo 5 del DM 20 maggio 2015 diretto a definire le modalità di esecuzione della revisione (il Ministero

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dei trasporti ha predisposto una bozza). Va comunque sottolineato che la prima categoria di macchine agricole da sottoporre a revisione, i trattori agricoli immatricolati entro il 31/12/1973, potrà ottemperare all’obbligo entro il 31/12/2017. Si evidenzia comunque che a partire dal 1 gennaio 2016 è opportuno in

sede di circolazione stradale disporre, ai fini di eventuali controlli, non solo della patente di guida ma anche dell’abilitazione all’uso del trattore che può essere sostituita dall’autocertificazione in caso di possesso di esperienza biennale nell’uso del trattore, in attesa di frequentare il corso di aggiornamento entro il 13 marzo 2017.

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