FOGLIE n.03/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

MAledetta PRIMAVERA

Maturazione precoce dei prodotti agricoli e la conseguente caduta libera dei prezzi in campagna agrICOLTURA

Grano: dall’estero 891mila ton in 6 mesi al porto di Bari agroalimentare

Mandorla di Toritto, è arrivata la Dop zootecnia

Coldiretti a Regione : “Latte , il marchio prodotti di Puglia solo a chi paga il giusto prezzo”

N° 3 • 15 FEBBRAIO 2016





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ditoriale

15 FEBBRAIO 2016 - n. 3 - Anno 11

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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GLI ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO NON FAVORISCONO LE IMPRESE AGRICOLE

’impatto degli accordi di libero scambio che sono stati sottoscritti nel tempo dall’UE e che sono ancora in corso di verifica non si può dire che stiano favorendo le nostre imprese agricole. Gli accordi possono essere, indubbiamente, un’opportunità per la crescita del settore agricolo e agroalimentare, però vanno evitati gli impatti negativi che si verificano quando manca la piena reciprocità delle regole e quindi si determinano condizioni di distorsione di concorrenza: con questa annotazione si fa particolare riferimento alle intese con Marocco e Tunisia. Per quanto riguarda il Marocco c’e’ stata una recente sentenza della Corte di giustizia dell’UE che ha in parte annullato l’accordo commerciale che Bruxelles aveva siglato con Rabat. L’Alta Corte, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal Saharawi (Sahara occidentale), stato che invece il Marocco ritiene di aver annesso. Questa sentenza potrebbe servire per operare una revisione sostanziale dell’ accordo, che ha registrato un volume di affari che supera i 30 milioni di euro quasi tutti a favore delle esportazioni di ortofrutta dal paese nord africano, con innegabili riflessi anche su comparti chiave della nostra agricoltura; basti pensare agli agrumi che attraversano oggi una congiuntura di mercato particolarmente negativa.

Negative anche le conseguenze che ci sarebbero venisse accolta la proposta in discussione relativa all’autorizzazione alla Tunisia per aumentare il contingente di olio importato in Europa. E’ una misura diretta a sostenere la ripresa nell’attuale periodo di difficoltà in cui si trova il Paese, ma che può avere ripercussioni enormi sull’olivicoltura europea e italiana. Più in generale, vi sono specifici comparti produttivi che soffrono a causa degli accordi internazionali anziché beneficiarne, come sarebbe auspicabile in una logica di mutuo vantaggio. Nel definire le intese bilaterali bisogna stare attenti alle modalità applicative e a come si esplicano taluni meccanismi (dalle regole di origine ai prezzi dichiarati in dogana) che rischiano di alterare gli effetti delle concessioni.



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ommario

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eventi editoriale

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Import-export Gli accordi di libero scambio

agroalimentare

14 ROTARY CLUB MOLFETTA

Forum su “Olivo, Olio Evo e Salute”

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8 zootecnia

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GRANO Import dal Porto di Bari

EMBARGO RUSSO Quanto costano le sensazioni

FITOFARMACI L’acquisto con delega

ACQUE REFLUE Utilizzo di residui vegetali

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filiere agro-industriali Investire in Africa mandorla di toritto Ottenuta la Dop VINI ROSATI A Bari il concorso nazionale Fieragricola verona La prima patata chip di Altamura

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Il marchio prodotti di Puglia a chi lo merita

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AGRICOLTURA

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16 coldiretti

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TuRISMO RuRALE

24 AGRITURISMI PUGLIESI In Fermento per il Giubileo

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CIA PUGLIA Massima tutela per in Made in Italy


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gricoltura

AI PRODUTTORI PREZZI -25%

GRANO: DALL’ESTERO 891MILA TON IN 6 MESI AL PORTO DI BARI Cerealicoltori all’arrembaggio nel Porto di Bari sulla Goletta Gialla di Coldiretti Puglia per salvare il grano italiano dagli scarichi quotidiani di ingenti quantitativi di prodotto straniero, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta “Made in Italy”, con il “granaio Italia” che rischia di scomparire. Sit-in di centinaia di agricoltori dalla Puglia e dalla Basilicata all’ingresso del porto per dire basta agli inganni e denunciare le storture nel mercato cerealicolo.

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n 6 mesi (periodo luglio 2015 – gennaio 2016) sono state scaricate al Porto di Bari 891mila tonnellate di grano che hanno causato la conseguente drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25,8 euro al quintale. Il grano è arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Liberia, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra. Incalcolabili anche i danni in termini di impatto ambientale, basti pensare che sommando la tratta che una nave compie per esempio dal Canada per raggiungere Bari e i 750 camion utili a

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scaricare una media di 20mila tonnellate di grano, considerando l’andata e il ritorno, si stima una emissione di oltre 15mila tonnellate di CO2. “Vanno affrontate una volta per tutte – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente il livello di prezzo corrisposto alla produzione, quali l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale, come l’etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo. Ogni anno riprende la solita routine speculativa dove il grano duro subisce

contrazioni di prezzo talvolta inspiegabili visto che il mercato comunitario quota in maniera superiore a parità di caratteristiche. Noi siamo sempre ai limiti del costo di produzione. Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane chiediamo controlli capillari e più frequenti per garantire sicurezza e igiene degli alimenti”. L’attività borsistica delle Camere di Commercio (Milano, Bologna, Roma e Foggia), se non favorisce, agevola il fenomeno speculativo attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed

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urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti. “Quello che ulteriormente sconcerta è il fatto che al consumo non siano state mai apportate riduzioni di prezzi di pane e pasta – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima. Non solo, nel corso del tempo la forbice si è ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant’è che oggi il differenziale tra grano duro e pasta è di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%”. Da questo contesto e dalla inaffidabilità degli interlocutori acquirenti è scaturi-

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ta la necessità, in casa Coldiretti, di definire un progetto innovativo, di filiera, governato direttamente dal produttore, attraverso le aggregazioni di prodotto (Cap-Coop), per ridurre progressivamente la dipendenza dall’estero, qualificare pane e pasta italiani con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del grano e per cercare di contenere la volatilità dei prezzi. Ciò consentirà inoltre di rimodulare l’attività di stoccaggio e gestione delle produzioni conferite dai nostri soci in una sorta di diversificazione dell’offerta cercando di orientare i mercati. In quest’ottica sarà proprio la filiera cerealicola tutta italiana e soprattutto pugliese a garantire una linea di pasta esclusiva ‘Made in Italy’, secondo

l’accordo siglato da Coldiretti e il pastificio Divella, una delle più grandi realtà dell’industria pastaia italiana, a Milano in occasione dell’ultima settimana di Coldiretti Puglia ad Expo 2015. Per la Coldiretti Puglia risulta indispensabile ripristinare e mantenere la fiducia dei consumatori, incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte di acquisto pienamente consapevoli basate su una completa informazione in merito alle caratteristiche dei prodotti.

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gricoltura

Le elaborazioni Centro Studi Confagricoltura

EMBARGO RUSSO: QUANTO COSTANO ALL’AGRICOLTURA PUGLIESE LE SANZIONI

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entre giungono le prime rassicurazioni da Bruxelles, l’embargo continua a fare danni al comparto agroalimentare pugliese. Se da un lato il Presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, sta cercando di normalizzare le relazioni commerciali inviando, lo scorso dicembre, una missiva formale a Vladimir Putin per riaprire il dialogo, dall’altro la Federazione Russa ha previsto la fine del divieto di importazioni solo al 5

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agosto 2016. Il provvedimento, assunto in risposta alle misure restrittive dell’Ue conseguenti alla “crisi Ucraina”, riguarda le carni bovine e suine, il pollame, gli insaccati, i pesci, il latte ed i prodotti lattiero-caseari nonché frutta fresca e secca, ortaggi, radici e tuberi. Un vero e proprio colpo per l’agricoltura pugliese che commercializzava con la Russia, soprattutto attraverso esportazioni in Polonia. Dal 2013, ultimo anno prima dell’embargo russo, secondo i dati Istat ela-

borati dal Centro Studi Confagricoltura, infatti, vedono l’export agroalimentare pugliese crollare del 67% circa. Il solo comparto agricolo cala dai 7,7 milioni di euro (’13), ai 2,6 milioni (’14) per giungere sino al drammatico dato di 5.989 euro: nelle stime Confagricoltura, in pratica, vi è un azzeramento totale con danni consistenti anche per i prodotti elaborati dell’agroalimentare, scesi del 31% circa nell’ultimo anno e approdati a 4,1 milioni di euro.

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Timac AGRO Italia. Le ultime innovazione sulla fertilizzazione presentate a Casamassima (BA).

Lo scorso 10 febbraio presso la Masseria Cariello Nuovo, si è tenuto un incontro tecnico alla presenza di circa 120 persone tra imprenditori agricoli, rivenditori di mezzi tecnici, commercianti di ortofrutta e tecnici di campo. Il dott. Enzo Palermo (capo area Timac), ha presentato il Gruppo Roullier, multinazionale francese che con Timac AGRO quest’annoz festeggia 25 anni di presenza in Italia

e che oggi è diventata con orgoglio la più importante società di fertilizzanti con stabilimenti produttivi in Italia (Barletta, Ripalta Arpina). A seguire il Dott. Pasquale Francabandiera (Business Developer Timac) che ha illustrato alcune importanti innovazioni nel campo della nutrizione (Top Phos®, Maxifruit®, Timafit®, Adur®) ed a cui abbiamo fatto alcune domande.

In cosa consiste l’importante innovazione presentata? «Il TOP-PHOS è una nuova molecola di fosfato monocalcico, chimicamente stabilizzato. La caratteristica del TopPhos è quella di non legarsi al calcio nei terreni basici né a ferro e alluminio in quelli acidi: questo vuol dire

scongiurare una retrogradazione che andrebbe a bloccare il fosforo. Si tratta di un prodotto unico che Timac ha sviluppato dopo anni di studi in collaborazione con importanti centri ricerca e università a livello internazionale»

Quali sono quindi i vantaggi agronomici apprezzabili dall’agricoltore? «Nei cereali a semina autunnale il fosforo favorisce la formazione dell’apparato radicale e del capillizio in particolare, che ne rappresenta la parte attiva. Nelle orticole, invece il fosforo favorisce una partenza immediata per superare la crisi da trapianto, che avviene in un momento dell’anno abbastanza critico, e quindi sostenendo l’adat-

In quali fertilizzanti Timac è presente il TOP-PHOS e dove è possibile trovarlo? «Il TOP-PHOS – continua Francabandiera - è stato inserito da luglio 2015 in tutti i fertilizzanti speciali granulari (minerali ed organo-minerali) contenenti fosforo.

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tabilità alla stagione invernale. Per quanto riguarda poi le arboree il fosforo, assieme al calcio, è l’elemento fondamentale che favorisce l’accumulo di sostanze di riserva nelle radici e nei tessuti legnosi. Promuove una maggiore uniformità di formazione e schiusura delle gemme e, di conseguenza l’allegagione e la formazione dei frutti».

Come possono le aziende agricole ricercare i vostri fertilizzanti speciali? La struttura commerciale Timac è composta da tecnici agronomi esperti in nutrizione vegetale che operano su tutto il territorio nazionale, e che per la propria area di competenza supportano tecnicamente le azien-

de agricole per l’ottenimento di un risultato agronomico positivo. Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il nostro sito web (www.timacagro.it), e la nostra webtv (www. missionespeciale.timacagro.it).

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groalimentare

Incrementare l’interscambio con i Paesi africani

INVESTIRE NELLE FILIERE AGRO-INDUSTRIALI IN AFRICA

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el nuovo contesto di sviluppo degli interscambi tra Italia e Paesi africani, favorito dalle recenti missioni governative nel continente africano, si è tenuto a Lodi un incontro per verificare come incrementare gli investimenti italiani nelle filiere agroalimentari africane. All’incontro, tenutosi presso il Parco Tecnologico di Lodi (PTP) hanno partecipato la Fondazione E4Impact, presieduta da Letizia Moratti, la società italiana di credito all’esportazione SACE, lo stesso PTP e 30 soggetti tra aziende, centri di ricerca, istituti finanziari e ONG. Obiettivo dell’incontro è stato presentare le opportunità dei mercati africani per le aziende italiane dell’agro-alimentare, promuovendo la collaborazione tra settore privato, mondo della ricerca e mondo bancario e assicurativo. Sono emerse proposte per trasformare le produzioni agricole già esistenti in loco, aumentandone l’efficienza attraverso interventi di assistenza tecnica per trasferire la capacità italiana di produrre alimenti di qualità, da commercializzare sui mercati locali. Sono stati discussi sia progetti integrali di filiera sia iniziative puntuali di collaborazione tra aziende italiane nei mercati

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africani. La Fondazione E4Impact nata con lo scopo di sostenere l’imprenditorialità d’impatto in Africa opera attualmente in Kenya, Ghana, Uganda, Costa d’Avorio, Sierra Leone e quest’anno avvierà attività anche in Senegal e Tanzania con la prospettiva di arrivare a 10 Paesi nel 2017. “Siamo convinti - ha affermato Letizia Moratti, Presidente della Fondazione E4Impact - di poter giocare un ruolo importante e unico nel connettere le aziende italiane con le opportunità presenti nel continente africano e, simultaneamente, contribuire alla sicurezza alimentare di questi Paesi”. Con il programma First-Step Africa, la Fondazione propone alle imprese italiane una partnership con un talento africano che durante l’anno di Master aiuterà l’impresa a entrare nel mercato locale. Il PTP è attualmente coinvolto in cinque progetti di ricerca agricola e zootecnica in Africa, e durante l’EXPO ha coordinato un progetto dimostrativo sull’efficienza e la sostenibilità delle produzioni agro-zootecniche anche in condizioni di risorse scarse, con un’importante partecipazione di delegazioni africane ai propri seminari. “Durante l’EXPO abbiamo avuto conferma di quanto vasta sia la domanda di innovazione e tecno-

logie per aumentare produttività e sostenibilità dell’agricoltura – ha spiegato Gianluca Carenzo, Direttore del Parco Tecnologico di Lodi - Come Parco Scientifico che gestisce un incubatore e un acceleratore di impresa, crediamo rientri nella nostra mission aziendale creare occasioni per avvicinare il mondo della ricerca alle iniziative italiane di internazionalizzazione e creazione di nuova imprenditorialità in mercati emergenti come quelli africani”. SACE, la società italiana di credito all’esportazione, nell’ultimo anno ha visto aumentare del 63% la sua esposizione in Africa sub-sahariana, che oggi supera il miliardo di euro. Attraverso il programma “Frontier Markets” SACE mette a disposizione l’esperienza maturata nei Paesi emergenti in quasi 40 anni di attività e un’ampia gamma di servizi “a misura” di Pmi che comprende seminari formativi; servizi di advisory per individuare i mercati a maggior potenziale; incontri di businessmatching e valutazione dei profili di rischio sottostanti; consulenza nella scelta di soluzioni finanziario-assicurative a supporto delle singole transazioni commerciali o d’investimento; assistenza in loco attraverso gli uffici di Johannesburg e Nairobi.

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venti

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Rotary Club Molfetta

Forum su “Olivo, Olio Evo e Salute”

orum sull’agricoltura “Olivo, Olio Evo e Salute” organizzato a Molfetta dal Rotary club locale presso il Garden Hotel. L’obiettivo del Forum Rotariano è stato quello di apportare un contributo etico ed altamente professionale nell’enfatizzare le proprietà nutrizionali e nutraceutiche dell’olio extravergine d’oliva, valorizzare questo eccezionale prodotto dalle caratteristiche uniche perseguendo le Direttive delle Politiche Nutrizionali e Le Linee Guida 2015 del Ministero della Salute. Nel contempo si è voluto sollecitare un ampio dibattito tra tutti gli stakeholder, per aumentare la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza delle scelte alimentari sulle quali si basa lo sviluppo della nostra olivicoltura, per servire meglio e di più la nostra società.

Fra inverno “primaverile” e bruschi cambi di temperatura

RAPE E BROCCOLI TARDIVI IN PRECOCI A BARI; GIA’ PRONTO IL CARCIOFO DI BRINDISI IGP

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o shock termico, ormai una costante in Puglia, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli e la conseguente caduta libera dei prezzi in campagna. Carciofo di Brindisi IGP già pronto ad essere raccolto, broccoli, cavol-

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fiori e rape che si sono trasformate da tardive in precoci. Mimose già pronte a dicembre. Mandorli e peschi in fiore a febbraio. Maturazione contemporanea degli ortaggi. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno di incrinare l’an-

damento del settore agricolo pugliese. La famiglia pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni mese 423 euro per i consumi alimentari e uno dei capitoli di spesa più consistenti riguarda proprio ortaggi e frutta (75 euro). www.foglie.tv



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ootecnia

COLDIRETTI ALLA REGIONE

“LATTE, IL MARCHIO PRODOTTI DI PUGLIA SOLO A CHI PAGA IL GIUSTO PREZZO”

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el regolamento d’uso del Marchio Prodotti di Puglia, di cui la Regione è licenziataria, quando si parla degli accordi di filiera, si fa un generico riferimento alla sottoscrizione di “relazioni ed impegni reciproci” tra le imprese di trasformazione e produttori. Non vi è alcun riferimento al prezzo ed al valore del prodotto di base. Coldiretti Puglia chiede che venga rafforzato il ruolo dell’impresa agricola in questo rapporto di filiera e sia previsto un prezzo del prodotto ancorato al costo di produzione e che non possa scendere sotto questa soglia, mentre possa seguire l’eventuale aumento di valore aggiunto che il prodotto finito al consumatore può ricevere dall’acquisizione del Marchio”. E’ stata una delle richieste del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, nel corso dell’incontro convocato dal Presidente della IV Commissione Sviluppo Economico Pentassuglia e dal Consigliere regionale Stea, a cui hanno preso parte il Direttore e l’Assessore all’Agricoltura, Nardone e Di Gioia. “Non accettiamo il tentativo di alcuni caseifici di ridurre il prezzo rico-

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nosciuto agli allevatori, assumendo una posizione unilaterale a nostro avviso illegittima. Per questo chiediamo all’Assessore regionale all’Agricoltura Di Gioia di convocare con urgenza il tavolo interprofessionale e la controparte dei trasformatori e degli industriali – ha continuato Cantele - per affrontare la problematica del prezzo del latte alla stalla in Puglia, prima che la vertenza riesploda. Sono inaccettabili le dinamiche secondo le quali un litro di latte alla stalla costa nella migliore delle ipotesi 38 centesimi e un litro di latte al consumo costa da euro 1,30 fino ad euro 1,60. Tutto ciò è consentito dalle norme comunitarie che permettono di importare e trasformare prodotto proveniente da qualsiasi Paese estero, ma senza doverlo indicare in etichetta, ostacolando la programmazione della produzione nazionale e impedendo di comunicare ai consumatori il vero contenuto dei prodotti che acquistano. A differenza di quanto sta accadendo con le persone, per le merci il principio della libera circolazione è diventato per l’Europa un dogma da applicare senza limiti, incurante del dumping economico

e sociale e dei rischi per la sicurezza alimentare. La vera e unica indicizzazione di cui il comparto zootecnico ha bisogno è quella di legare il prezzo del latte alla stalla italiana a quello del latte e dei formaggi che i consumatori acquistano nei negozi o nei supermercati”. Il consiglio per i consumatori – continua Coldiretti Puglia - è di stare attenti ai prezzi di vendita dei prodotti. Per produrre un chilogrammo di mozzarella, per esempio, si sostengono costi per il latte di almeno 3,5 euro/kg, per cui il prezzo al pubblico di un chilo di mozzarella vaccina di qualità non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg”.

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groalimentare

Da gennaio la “Mandorla di Toritto” ha ricevuto il riconoscimento della Dop

Mandorla, la pietra filosofale del mondo vegetale Da quando l’Umanità ha studiato la Natura provando a imitarla e l’uomo ha cercato di ergersi sugli altri, si è ossessivamente bramata una pietra filosofale che potesse trasformare ogni vile metallo in oro. La ricerca è andata avanti per millenni senza esiti. Il quesito sul perché si volesse trasformare il piombo, abbondante in natura, in oro, più raro ma puro, aristocratico e perfetto si basa sul fatto che tale elemento non è contaminato da alcuna scoria ed è incorruttibile.

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a stessa brama di perfezione si è applicata a tutti i campi dello scibile. La ricerca della pietra filosofale del mondo vegetale non poteva prescindere da un alimento. Gli Dei Immortali mangiavano Ambrosia, nutrimento puro e ricco delle più elevate virtù. Ebbene per divenire immortali bisognava ricercare un alimento ideale che avesse le capacità salutari di mantenere giovani. La Mandorla ha tutte queste virtù per cui essa e’ da ascriversi come la pietra filosofale vegetale. Andiamo ad elencare le sue doti di pietra filosofale, ricordando che la provincia di Bari ha la maggiore produzione in Italia. La Mandorla di Bari inoltre è al 80 % costituita da una varietà che prende il nome del suo scopritore di Toritto ove ancora esiste l’albero Madre della fine del 1800: Filippo Cea. E la cultivar Filippo Cea è la mandorla che più risponde all’identikit della pietra filosofale vegetale. Questo seme ha infatti una grande capacità, quella di fornire energia senza consumare grandi quantità di alimento. 100 grammi contengono 600 calorie. La sua assunzione assicura molti altri micronutrienti utilissimi, come Ca, Vitamina E, Mg, Fe, K. Tutto ciò è utilissimo in una preparazione atletica, ma oltre che nello sport, anche per affrontare un`aumentata richiesta energetica, la mandorla e` assolutamente

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indicata in gravidanza, nella convalescenza e nei momenti di maggiore concentrazione e stress. Questa proprietà era ben nota nell’antichità tanto che faceva parte della “scorta energetica” degli eserciti in guerra, consuetudine riportata negli annali di grandi condottieri da Alessandro il Macedone a Carlo Magno. E` un alimento estremamente nutriente ed energetico. E` costituito da una gran parte di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, proteine e zuccheri, nonché da un’efficace presenza di vitamine e sali minerali. Il Calcio (Ca), ivi presente, e` particolarmente utile qualora siano necessari processi di calcificazione ossea, come nella crescita dei bambini o nella senescenza come preventivo all’Osteoporosi. Inoltre, il Ca proveniente da fonti vegetali ed in particolare dalla Mandorla presenta una maggiore biodisponibilità a dispetto delle diete ricche di proteine animali, vedi latte, latticini e carne, dove si manifesta una perdita di calcio a livello osseo. Questo spiega la differente patologia osteoporotica (fragilità delle ossa) fra i popoli occidentali, grandi consumatori di latticini e carne, ed altri dove invece prevale l’assunzione vegetale del calcio. Per quest’ultimi è quasi sconosciuta questa patologia rispetto ai primi. I dietisti sponsorizzano l’uso della mandorla come una sorta di “alimento spezzafame”. Un utilizzo regolare, specie lon-

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tano dai pasti principali come spuntino, aumenta il senso di sazietà con la conseguente riduzione di alimenti fuori pasto. Il potere saziante delle mandorle influenza positivamente il comportamento dei soggetti con diabete o sovrappeso, mediante l’apporto di grassi polinsaturi utili nel contrastare il colesterolo. Alcuni studi indicano in una decina di mandorle al giorno la quantità ottimale di assunzione consigliata. Ma l’immortalità degli Dei è in parte ereditata per l’azione universalmente più riconosciuta e più studiata della mandorla, e della Filippo Cea in particolare: l’effetto antiossidante che è noto come effetto antiage o antinvecchiamento. Questo è principalmente dovuto alla presenza di polifenoli, che hanno una azione antagonista ai radicali liberi, sempre più presenti nella nostra dieta quotidiana e tra i fumatori. I polifenoli sono ritenuti, a giusta ragione, molecole antinvecchiamento proprio per questa loro peculiare proprietà. Per poter gode-

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re di questo effetto è preferibile ingerire il seme non sbucciato poiché è proprio nella buccia che si riscontra la massima quantità di polifenoli. L’azione antiossidante è dovuta anche alla presenza nella mandorla di elevate quantità di Vitamina E, il cui costituente più importante, l’alfa-tocoferolo riduce il colesterolo cattivo. Alcuni lavori indicano anche un possibile effetto protettivo della mandorla verso un danno ossidativo del DNA legato al fumo. La mandorla assicura un apporto energetico e nutrizionale che contribuisce a far fronte alle aumentate richieste di un atleta, ma contribuisce anche a ridurre il senso di affaticamento che segue lo sforzo fisico. Un elemento che interviene in questi due momenti è un amminoacido ben presente nella mandorla di Toritto che è l’arginina. Questo amminoacido è definito condizionatamente essenziale (essenziali sono quelli amminoacidi che l’organismo non riesce a sintetizzare e

che quindi deve assumere con la dieta) ossia è un amminoacido che pur essendo sintetizzato dal nostro organismo non viene prodotto in quantità sufficiente per soddisfare i nostri fabbisogni quotidiani. L’arginina è un precursore nella sintesi di altri amminoacidi e interviene nel processo di neoglucogenesi con il quale l’organismo produce glucosio, e quindi energia, a partire da altre sostanze. Determina in questo modo un pool di riserva energetica supplementare molto utile ad uno sportivo. Sull’atro versante poi l’arginina interviene nel detossificare l’organismo dopo uno sforzo fisico contribuendo ad eliminare l’ammoniaca che si produce nelle cellule muscolari in elevate quantità durante performance sportive. La presenza di ammoniaca determina quel caratteristico senso di stanchezza che segue l’esercizio fisico. Continuando a parlare degli effetti benefici dell’arginina contenuta nelle mandorle è importante la sua relazione con la sintesi di ossido nitrico. Questo gas ha

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una importante azione vasodilatatrice che viene utilizzata positivamente nella dieta umana per contrastare e prevenire l’ipertensione arteriosa e altre patologie cardiovascolari. L’azione vasodilatatrice dell’arginina mediata dall’ossido nitrico può spiegare poi i positivi effetti dell’utilizzo della mandorla nei casi di disfunzione erettile. La vasodilatazione comporta un aumentato apporto di sangue a livello dei tessuti e organi, compresi quelli genitali. La dilatazione dei vasi sanguigni del pene comporta un maggior afflusso di sangue e quindi una migliore erezione. Per completezza si segnala anche l’azione dell’arginina nell’aumentare i livelli sierici di ormone della crescita, quindi molto utile nei bambini in fase di crescita, e della prolattina, ormone responsabile, fra le altre cose, della produzione di latte nella nutrice. Aumenta negli ultimi anni una letteratura scientifica a riguardo dei fattori protettivi della mandorla verso un rischio diabetico. Per il loro basso indice

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glicemico le mandorle non hanno effetti negativi sulla glicemia e possono essere utilizzate tranquillamente anche dai soggetti diabetici (sempre nelle opportune quantità). Un’interessante novità comparsa in letteratura è poi il possibile utilizzo del latte di mandorla come sostituto del latte vaccino in soggetti con allergia o intolleranza al lattosio. Un’altra indicazione all’utilizzo della mandorla nella dieta umana è legato alla presenza di ferro altamente biodisponibile, che ne giustifica l’utilizzo non solo nella dieta dei soggetti sani ma anche in alcune forme di anemie ferrocarenziali. Un’azione legata non alla componete lipidica ma proteica è quella che agisce sul tono dell’umore, migliorandolo. Si pensa che questo effetto sia legato in particolare a due amminoacidi usati da tempo in neuropatologia e che sono il triptofano e la tirosina. Questi amminoacidi sono due neurotrasmettitori in grado di svolgere un’azione antidolorifica e

antidepressiva. Insomma date tutte queste proprietà se la Filippo Cea non è la pietra filosofale almeno ci si avvicina. L’Associazione Famiglia Filippo Cea è lieta di comunicare che la “Mandorla di Toritto” ha ricevuto alla fine di Gennaio 2016 l’investitura “DOP” da Parte della Regione Puglia.

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gricoltura

Per una procedura d’acquisto e utilizzo semplificata e sostenibile economicamente

Acquisto fitofarmaci con delega: l’appello dei contoterzisti al Mipaaf

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’è preoccupazione tra i contoterzisti chiamati ad acquistare grossi quantitativi di prodotti fitosanitari per conto delle aziende agricole sprovviste dell’autorizzazione necessaria per il loro acquisto e utilizzo (il cosiddetto patentino). Sono infatti poche le aziende agricole dove il titolare, un dipendete o un famigliare possiede il patentino. Solo in questo caso, la responsabilità del prodotto fitosanitario, dall’acquisto allo smaltimento, è dell’agricoltore, che può eventualmente avvalersi del contoterzista per la distribuzione dei prodotto. Quando l’azienda agricola è sprovvista di patentino, il distributore fattura al contoterzista che a sua volta fattura all’azienda agricola in modo distinto il costo del prodotto e la prestazione. Si tratta di una procedura macchinosa e difficilmente sostenibile per molti contoterzisti “perché gli agricoltori sono soliti saldare alla fine dell’annata agraria i contoterzisti che hanno svolto il servizio di distribuzione – illustra Fabrizio Canesi, direttore degli agromeccanici Apima Uncai di Cremona e di Milano, Lodi, Como e Varese – Per soddisfare ciascun

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cliente, a inizio anno gli agromeccanici dovrebbero anticipare la spesa di importanti quantitativi di prodotti fitosanitari, e non tutti sono in grado di farlo”. Se è vero che alcune aziende agromeccaniche vedono in questo giro di fatturazioni un’opportunità per fornire un servizio in più alle aziende agricole, strutturandosi anche come distributori di fitofarmaci, “la maggior parte dei contoterzisti è in difficoltà” - aggiunge Francesco La Gamba, direttore dei contoterzisti Apiumai, associazione padovana che unisce quasi 300 contoterzisti. “Per andare incontro alle necessità della categoria – l’appello del presidente UNCAI Aproniano Tassinari – sarebbe necessario che tutte le Regioni adottassero la procedura prevista dall’Emilia Romagna, dove i distributori di fitofarmaci possono fatturare anche alle aziende agricole sprovviste di patentino, purché il ritiro e la gestione dei prodotti sia a carico del contoterzista incaricato dei trattamenti. Perché le Regioni seguano senza riserve il modello Emilia Romagna, occorre però un’esplicita apertura da parte del Ministero delle politiche agricole alla possibilità di delegare il contoterzista al semplice ritiro

dei prodotti”. Tramite contratto di appalto (delega), il titolare dell’azienda agricola potrebbe conferire al contoterzista il titolo che lo legittima a ritirare e utilizzare i prodotti fitosanitari che vengono fatturati all’azienda. La conservazione dei prodotti verrebbe quindi effettuata presso l’azienda agricola, mettendo a disposizione dell’agromeccanico un locale dedicato, oppure in maniera separata presso il magazzino del contoterzista.

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R s assegna

tampa

da “La Repubblica”

ChemChina, offerta record per Syngenta: sul piatto 43 miliardi

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a Cina batte gli Stati Uniti. Con un’offerta da 43 miliardi di dollari China National Chemical Corp, che già controlla Pirelli, si è aggiudicata il colosso svizzero della chimica Syngenta: la cassaforte dei semi del mondo. Il board dell’azienda svizzera - che l’anno scorso aveva fortemente contrastato un tentativo di acquisizione della rivale americana Monsanto - ha raccomandato l’offerta di 465 dollari cash ad azione, più uno speciale dividendo, sostenendo che “rispetta l’interesse degli azionisti” e favorirà l’espansione di Syngenta sui mercati emergenti e in Cina. Il gigante elvetico ha chiuso il 2015 con ricavi per 13 miliardi di dollari e gli addetti ai lavori si chiedono quanto

ChemChina possa spingere le vendite mettendo a rischio la supremazia di Monsanto che ha registrato vendite per 15 miliardi. Alle loro spalle ci sono i tedeschi con Bayer (11 miliardi) e Basf (6 miliardi). A livello globale si tratta di una vera rivoluzione: gli svizzeri custodiscono i brevetti delle principali coltivazioni ogm del mondo, mentre i cinesi che da un lato sono grandi consumatori con una popolazione di quasi 1,5 miliardi di persone, dall’altro hanno la forza e la capacità di sviluppare ulteriormente il business. L’acquisizioni è destinata anche a cambiare i rapporti tra Stati Uniti, Unione europea e Cina. Se nelle trattative per l’approvazione del Ttip - l’accordo di libero scambio tra Ue e Usa - la preoccupazione

principale degli europei è proprio l’utilizzo degli Ogm nelle coltivazioni americane, adesso i timori sono destinati a spostarsi verso Oriente. Con Pechino, infatti, sono in corso i negoziati per il riconoscimento della Cina come economia di mercato: sul tema l’Europa è divisa perché il via libera abbatterebbe i dazi che oggi proteggono il Vecchio continente dall’invasione manifatturiera asiatica. Aver messo le mani su Syngenta rappresenta una carta negoziale importante per i cinesi consapevoli di quanto l’Europa abbia bisogno di sementi ogm, a cominciare dalla soia. Anche per questo Pechino ha ha esitato a mettere sul piatto l’offerta più alta della storia per un’azienda cinese all’estero (il record precedente

apparteneva ai 28 miliardi pagati nel 2008 da China Netcom Group Corp per China Unicom, di Hong Kong). E’ di conseguenza anche la maggior acquisizione cinese verso un’azienda europea: secondo i dati Reuters salta direttamente in testa alla classifica davanti a Rio Tinto e Addax Petroleum, spostando Pirelli ai piedi del podio. Il mese scorso ChemChina ha annunciato l’acquisizione del 12% della società svizzera di energia, Mercuria e l’acquisizione di KraussMaffei, gruppo tedesco di produzione di plastica, per 925 milioni di euro. Il colosso elvetico distribuirà

un dividendo ordinario di 11 franchi per azione a maggio e una cedola speciale di 5 franchi per titolo al servizio della conclusione dell’operazione. L’offerta dovrebbe prendere il via nelle prossime settimane e la sua conclusione è attesa per la fine dell’anno. L’attuale management di Syngenta continuerà a guidare la società mentre il cda sarà composto da dieci membri rappresentanti l’azionista cinese e da 4 attuali dirigenti di Syngenta. Il quartier generale della società resterà in Svizzera. Il gruppo elvetico, interamente dedicato all’agribusiness (dai semi ai pesticidi) ha

chiuso il 2015 con utili in calo del 17% a 1,3 miliardi di dollari. A pesare sul risultato, informa il colosso svizzero, il crollo delle materie prime e la volatilità dei cambi. Il fatturato ha subito un calo dell’11% a 13,4 miliardi di dollari.

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Attrattori: le tappe territoriali della Francigena e un menù ad hoc

Gli agriturismi pugliesi in fermento per il Giubileo di Paola DILEO

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l turista italiano medio sceglie sempre più il turismo sostenibile e l’ecoturismo. Un trend che emerge da più rapporti di settore: il 50% del campione coinvolto si dichiara disposto a pagare il 10-20% in più pur di fare delle vacanze a basso impatto ambientale. Tendenza che si conferma anche per il cibo: preferibilmente biologico o a Km 0. Un contesto in cui trova piena adesione l’offerta agrituristica, segmento che soddisfa la crescente domanda green fra i vacanzieri italiani e non solo. Il comparto continua a registrare segnali confortanti nonostante la crisi e la recessione: circa 21.000 le imprese attive in Italia che producono un fatturato di un miliardo di euro, escluso l’indotto. è sicuramente il Nord del Paese ad esprimere un maggiore incremento di aziende agrituristiche, seguito dal Centro con un sensibile aumento, mentre il Sud è in coda con un calo del – 2, 1%. Le regioni italiane con il più alto numero di agriturismo sono Toscana e Trentino Alto Adige, rispettivamente con 4100 e 3100 strutture. Mentre paradossalmente, la Puglia stenta a cogliere la domanda in ascesa di turismo

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rurale. “Le imprese attive sono appena 300 – lamenta Carlo Barnaba presidente di Terranostra Puglia Ass. Agrituristica di Coldiretti – Una cifra che non riesce a soddisfare la crescente domanda di ospitalità che sta investendo la nostra regione già da qualche anno. Sebbene – aggiunge - questo vuoto viene colmato da B&B e Case Vacanze”. Si registrano comunque 500.000 presenze annue e un volume d’affari di oltre 16.000.000 di euro tra alloggi, ristorazione e vendita diretta di prodotti agricoli. “A dimostrazione che l’agricoltura multifunzionale è trainante per la vacanza made in Italy”- prosegue Barnaba - è in vista del Giubileo che si prevede il massimo picco di presenze lungo la via Francigena laziale e toscana. Già nel 2015 il percorso millenario è stato attraversato da circa 30.000 pellegrini alla ricerca di esperienze autentiche e benefiche per lo spirito e il corpo. La Puglia non vuole farsi cogliere impreparata investendo sul tratto regionale, da sempre ponte tra l’occidente e l’oriente, tra il cristianesimo e il paganesimo, tra l’Età antica e il Medio Evo. Gli agriturismi aderenti a Terranostra Puglia hanno

previsto un “menù amico del pellegrino” dettato dalla stagionalità delle produzioni, ispirato alla gastronomia tipica tradizionale con piatti anche legati al calendario religioso, il tutto a un costo economico di 25 euro. “Tutte le aziende regolarmente tesserate a Terranostra – ricorda Barnaba – potranno usufruire di una serie di sconti, grazie a convenzioni siglate con vari fornitori, come Liquigas, Angelo Po (forniture alberghi e ristorazione professionale), Jacuzzi Minipiscine e altri”. La rete dell’ecotourism è pronta ad intercettare i pellegrini di oggi che si avventurano per motivi diversi lungo i suggestivi cammini della Francigena. Un fenomeno recente anche se numericamente rilevante che si pone come alternativa al turismo di massa. Il viaggio mistico pugliese tra basolati romani, tratturi antichi, cattedrali e monasteri fulcro della cristianità, si snoda da Celle S. Vito (FG) a Brindisi, con tappe a Troia, Ordona, Lucera, Cerignola, San Severo, Canosa di Puglia, Stignano, Corato, S. Giovanni Rotondo, Monte S. Angelo, Barletta, Bisceglie, Giovinazzo, Bari, Mola di Bari, Monopoli, Torre Canne, Torre S. Sabina.

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gricoltura

Nuove disposizioni in materia ambientale

Riutilizzo di residui vegetali: novità per le acque reflue di frantoi oleari

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uove disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy (legge 221 del 28 dicembre 2015 art. 65, in vigore dal 2 febbraio 2016) hanno assimilato alle acque reflue domestiche ai fini dello scarico in pubblica fognatura, le acque reflue dei frantoi oleari. Al fine di assicurare la tutela del corpo idrico ricettore e il rispetto della disciplina degli scarichi delle acque reflue urbane, lo scarico di acque di vegetazione in pubblica fognatura , è ammesso ove l’ente di governo d’ambito e ilgestore d’ambito non

ravvisino criticità nel sistema di depurazione , per i frantoi che trattano olive provenienti esclusivamente dal territorio regionale e da aziende agricole i cui terreni insistino in aree scoscese o terrazzate , ove i metodi di smaltimento tramite fertilizzazione e irrigazione non siano agevolmente praticabili, previo il rispetto delle norme tecniche , delle prescrizioni regolamentari e dei valori limite adottati dal gestore del servizio idrico integrato in base alle caratteristiche e all’effettiva capacità di trattamento dell’impianto di depurazione.

SI ARRICHISCE L’OFFERTA DEL PATRONATO

CARITAS DI TARANTO: LA CONVENZIONE CON EPACA

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a Caritas Diocesana arricchisce la propria offerta di assistenza alle fasce più deboli della popolazione jonica con altri servizi-segno, in collaborazione con alcune realtà economiche e sociali del territorio. I servizi-segno della Caritas sono la testimonianza più diretta e concreta in favore delle persone e famiglie più bisognose. Servizisegno che nell’anno del Giubileo della Misericordia acquistano ancora più valore. CONVENZIONE CON IL PATRONATO EPACA - La collaborazione con

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il Patronato mira ad offrire a tutti gli assistiti della Caritas, persone singole e famiglie, la consulenza in materia previdenziale e fiscale, nell’ambito delle numerose prestazioni che il Patronato, normalmente offre ai propri Assistiti: riconoscimento di Malattie Professionali, istruttoria delle pratiche per l’accertamento delle invalidità ai fini dell’ottenimento dell’accompagnamento e della relativa retribuzione da parte degli Enti Statali preposti, compresa l’assistenza medico-legale; Assistenza fiscale e tributaria in materia di dichiarazione dei redditi (mod.730, Unico,

ISEE ecc.) ed altre problematiche legate alla vita lavorativa ed al pensionamento, compreso l’eventuale ricostruzione della pensione, ecc. L’assistenza dell’Ente è estesa anche ai volontari ed operatori della Caritas e di quelle parrocchiali ed è gratuita. La sede provinciale del Patronato è a Taranto in via Di Palma, 99/A ed è aperta dalle 8,30 alle 13.30. Per conoscere l’Ufficio più vicino o fissare un appuntamento presso la propria parrocchia o il Centro Caritas più vicino potete contattare il numero 099/4521094.

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groalimentare

Per celebrare l’ascesa e la qualità di questa specialità enoica

A Bari ultimo atto del 4° Concorso nazionale dei vini rosati

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i è tenuto a Bari, nell’ambito del 4° Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia promosso dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, su autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il seminario “Il successo dei vini rosati e aggiornamenti tecnologici”. A Villa Romanazzi Carducci alcuni tra i maggiori esperti nazionali del settore hanno celebrato questa specialità enoica - la cui produzione mondiale, stimata sui 24,3 milioni di ettolitri, è cresciuta del 10% tra il 2013 e il 2014 (fonte OIV) - nel seminario “Il successo dei vini rosati e aggiornamenti tecnologici”. L’iniziativa del Concorso, realizzato in partenariato con Accademia italiana della vite e del vino, Assoenologi e Unioncamere Puglia, ha fornito a produttori, enologi e appassionati uno spaccato del fenomeno ‘rosato’ da diverse angolature: dopo la presenta-

zione dei dati di produzione e consumo a livello nazionale e internazionale elaborati dall’OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) si sono passati in rassegna le nuove tecnologie, gli aromi, la microbiologia, l’analisi sensoriale e il marketing dei vini rosati. Dopo l’apertura dei lavori della dirigente Sezione alimentazione dell’Assessorato regionale all’Agricoltura e risorse agroalimentari Rosa Fiore, statistiche, testimonianze e interventi scientifici sono stati affidati al presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino Antonio Calò e al consigliere dell’Accademia Angelo Costacurta, al delegato O.I.V. per la Spagna Pablo Ossorio e ai docenti Rocco Di Stefano, Angela Capece, Vincenzo Gerbi e Davide Gaeta, rispettivamente delle Università di Palermo, Potenza, Torino e Verona. Il IV Concorso Nazionale dei Vini Rosati d’Italia è un’attività del progetto “Apulia Felix in masseria – Il Tratturo

dell’olio e del Rosato”, una delle due proposte con cui la Regione Puglia partecipa all’iniziativa “Expo e Territori”, l’intervento dedicato alla scoperta delle eccellenze agroalimentari italiane, coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di Coesione.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo e rurale a portata di click.

Agrioil

BAYER CROPSCIENCE

presente a Fruit Logistica Berlino 2016

tutto per la raccolta di frutti pendenti

nuove certezze in cerealicoltura

La Puglia è tra le principali regioni produttrici di ortofrutta a livello nazionale, produce infatti quasi un quinto dell’ortofrutticoltura italiana, tra cui il 75% dell’uva da tavola, il 40% delle ciliegie e circa 30% dei principali ortaggi e insalate. Oggi O.P. Arca Fruit è la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli della provincia di Bari e Barletta -Andria-Trani

Azienda nel settore delle costruzioni di vibratori ed ombrelli rovesci per la raccolta di frutti pendenti in genere. I servizi che Agrioil offre vanno dalla manutenzione, all’assistenza, ai ricambi : tre fasi eseguite da persone esperte nell’agricoltura, le quali dopo diversi anni di studio e di prove hanno creato nuove attrezzature.

Produttività e redditività in cerealicoltura, punti fermi e nuove certezze: è stato questo il tema del seminario organizzato a Foggia da Bayer CropScience. In questo contesto il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia ha presentato le cinque regole per produrre un buon grano mentre Bayer ha messo in risalto i concetti dell’integrated weed management.

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OP Arca Fruit

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groalimentare

Presentata alla Fieragricola di Verona

La prima chip di patata ‘made in Altamura’

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a svolta green dell’agricoltura è stata rappresentata alla Fieragricola di Verona, dove è stata presentata la prima chip senza patata ‘made in Altamura’, in due linee la ‘Panamura’ e la ‘Altamura Kroc’. Non si può parlare di patatine, dato che i prodotti innovativi pensati e realizzati da Domenico Dambrosio, classe 1988, sono le prime ‘panatine’ fatte con la farina, rigorosamente da grano italiano, poi fritte o cotte al forno. La ricetta è segreta e le chip sbancheranno soprattutto in America, patria delle tortillas fatte con farina di mais. Gli ispettori della Delta Airlines daranno il via libera definitivo al packaging pensato apposta per la linea aerea americana. “Coldiretti Giovani Impresa ha risposto con concretezza e dinamismo organizzando corsi di formazione e una summer school – spiega Serena Minunni, Delegata di Coldiretti Giovani Impresa Puglia – alla svolta green in atto anche nelle scuole dove gli istituti agrari con un aumento record del 12 per cento sono quelli che fanno segnare il

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maggior incremento di iscrizioni per il 2016. Tendenze positive si riscontrano in tutti gli indirizzi legati all’ambiente, all’alimentazione e al turismo. In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno l’idea stessa che l’industria possa offrire opportunità occupazionali, l’agricoltura moderna e multifunzionale va studiata, promossa e salvaguardata perché consente di esprimere al meglio le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”. Il 35 percento delle imprese agricole pugliesi è condotto da giovani. Numero ragguardevole per un settore che fino a pochi anni fa ha vissuto un processo di invecchiamento che pareva inarrestabile. Per continuare questo percorso sarà importante cogliere la grande opportunità offerta dal PSR Puglia, attraverso interventi che si rivolgono a giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti e possono arrivare ad offrire fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l’attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%.

UNCAI a Fieragricola UNCAI ha incontrato i contoterzisti a Fieragricola a Verona (Padiglione 12 - Stand 5B). Dopo la prima giornata con il vicepresidente Uncai Clevio Demicheli e il direttore di Padova Francesco La Gamba, la seconda giornata della più importante manifestazione in Italia dedicata al settore primario ha visto la presenza presso lo stand UNCAI del presidente dell’associazione dei contoterzisti di Ravenna Roberto Tamburini e del suo direttore Roberto Scozzoli. Per raggiungere questi obiettivi occorre farsi trovare pronti sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, perché, come ha dichiarato il presidente Paolo De Castro durante il convegno di apertura di Fieragriola, in futuro i fondi europei riguarderanno aziende pronte a investire in tecnologie green”. Ma è necessaria una politica e una strategia che renda possibili tali investimenti, perché la volatilità dei prezzi sarà una costante anche nei prossimi anni: “Contoterzisti e agricoltori devono quindi vivere in simbiosi per preservare e valorizzare il modello economico dell’agricoltura italiana, un modello in grado di diversificare le produzioni e rispettoso dell’ambiente.

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PALAZZO TUPPUTI, BISCEGLIE

APRE AL PUBBLICO IL PERCORSO MULTISENSORIALE “DALLA TERRA AL MARE”

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o scorso 16 febbraio c’è stata l’apertura al pubblico del percorso multisensoriale ideato e fortemente voluto dal GAL Ponte Lama nello storico Palazzo Tupputi, con ingresso in via Arco San Leonardo. Il project manager Piero Cosmai, affiancato dal progetto di allestimento scenografico di Francesco Gorgoglione e l’esperienza del visual design Piero Di Terlizzi, ha proposto interventi scenografici ed elementi d’arredo che hanno creato spazi espositivi unici e ricercati in questo immobile recuperato dal Comune di Bisceglie. La ciliegia, l’uva da tavola, l’olio d’oliva, la mandorla,il pescato e il sospiro hanno ispirato, invece, i video artisti Giuseppe Boccassini, Raffaele Fiorella, Antonello Matarazzo, Davide Pepe e il

compositore Gabriele Panico sotto la direzione artistica di Antonio Musci di Cineclub Canudo. I racconti fotografici a cura di Cosmo Mario Andriani e Tomas di Terlizzi e le foto storiche gentilmente offerte dagli storici Luigi Palmiotti,Tommaso Fontana, e le famiglie di imprenditori locali di successo testimoniano le storie di chi il mare e le terra li ha amati e vissuti da sempre. Un solido impianto storicoculturale,costruito attraverso il lavoro di editing svolto da Clara Patella e i contributi degli storici già citati, a cui si aggiungono Giovanni Di Liddo e Giuseppe Losapio, guida i visitatori con didascalie che mirano a dare impulso alla conoscenza dei prodotti tipici e a valorizzare l’identità territoriale locale. Grazie anche al progetto grafico di

Vito Consalvo e Saverio Randolfi, tra una stanza e l’altra regna un’armonia che testimonia le perfetta fusione tra terra e mare che caratterizza il nostro territorio. Il percorso, finanziato con le Misure 421 e 313 del PSR Puglia 2007/2013, si sviluppa su tre livelli e si chiude a piano terra con una vetrina dei prodotti tipici del territorio raggiungibile anche dal secondo piano con ascensore. L’agricoltura, la pesca, l’artigianato, la trasformazione del prodotto e la sua commercializzazione sono allo stesso tempo protagonisti del passato e opportunità di sviluppo per le generazioni future, come suggeriscono il video di accoglienza e l’aula didattica interattiva che ben si presta a collaborazioni con Istituti scolastici già avviate.

Falso olio e prodotti taroccati

La Cia Puglia chiede la massima tutela del Made in Italy

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ulla questione legata alle frodi e alla contraffazione non va abbassata la guardia perché i produttori agricoli sono tra i più penalizzati. Per i produttori agricoli che lavorano ogni giorno sull’eccellenza si tratta di un danno economico e di immagine inaccettabile”, è questo il commento del presidente regionale della Cia Agricoltori Italiani di Puglia, Raffaele Carrabba, dopo il sequestro di prodotti agroalimentari taroccati in Puglia. La Regione Puglia si conferma ancora una volta crocevia di traffici di prodotti agro-alimentari che nella maggior parte dei casi vengono poi

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spacciati per prodotti “Made in Italy”. E’ di qualche settimana fa la notizia della operazione “Mamma mia” con la quale l’Ispettorato Repressione Frodi del Mipaaf e la Procura della Repubblica di Trani, hanno bloccato un traffico di falso olio “made in Italy” pari a 2mila tonnellate per un valore complessivo di 13 milioni di euro, con sequestri eseguiti in Puglia, Calabria e Umbria. Il sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese “cartiere” che provvedevano a falsificare la documentazione relativa all’origine dell’olio, spacciato per italiano ma in realtà proveniente da Spagna e Grecia.

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