FOGLIE n.13/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

LA GUERRA DEL GRANO

Il prezzo si moltiplica per 8 da frumento duro a pasta: subito nuovi accordi di filiera e piano cerealicolo o si rischia il caos

agrICOLTURA

Il pugliese Pagliardini nominato Commissario straordinario di Agea agroalimentare

Frutta confezionata sempre piu’ richiesta dalla distribuzione Legge “Salva – Olio”: da Antitrust multe a grandi marchi per pubblicità ingannevole

N° 13 • 15 LUGLIO 2016





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ditoriale

In agricoltura conviene uscire dall’Unione Europea? 15 luglio 2016 - n. 13 - Anno 11

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

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G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Donatello Fanelli Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

acendo la doverosa premessa che ogni nazione ha le sue peculiarità e che quindi per ognuna bisogna fare un discorso differente, ad una prima analisi per l’Inghilterra agricola uscire dall’Unione Europea potrebbe rivelarsi un vantaggio. Certamente tutto è destinato a cambiare. Dalla Pac al commercio interno europeo per cui si dovranno redigere dei trattati bilaterali. Ma ci guadagna l’inghilterra – a conti fatti – dalla sua uscita? La risposta è sì. Dal punto di vista Ue nel complessivo va a guadagnare – in termini cash – circa 7 miliardi di euro di cui 1,3 soltanto dall’agricoltura. Poi, il giorno in cui dovesse scadere la misura temporanea ottenuta a suo tempo dalla Thacther, il ‘rebate’, il saldo negativo sarebbe aumentato di ulteriori 2 miliardi. Per un totale di circa 10 miliardi di euro. Una bella cifra da pagare per rimanere all’interno dell’Unione. Nel 2014 la Gran Bretagna ha versato in complesso all’Unione europea circa 15 miliardi di euro per riceverne circa 7. Con un saldo negativo di quasi 8 miliardi. Anche in termini di politica agraria il paese della sterlina versa di più di quanto riceve. In teoria la Gran Bretagna contribuisce alla Pac per 7,6 miliardi di euro e ne riceve 3,9. Con un saldo negativo di circa 3,7 miliardi.

Obiettivo della Pac è quello di veicolare le risorse dai paesi ricchi ai paesi poveri sotto l’egida del commercio unico e della solidarietà tra i paesi membri. L’Inghilterra ha una superficie di 248.464 kmq e riceve 3,2 miliardi di euro di aiuti diretti dai fondi europei e 39,5milioni di misure di mercato e 475 dallo Sviluppo rurale. I settori più importanti per quanto riguarda le misure di mercato, sono l’ortofrutta (che riceve circa 32,5 milioni), latte e prodotti lattiero-caseari (circa 5 milioni) e la promozione (1,8mln). La struttura delle aziende agricole è di 17,3 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata e ogni agricola ha una dimensione media di 93 ettari contro la media italiana di 12. Il 75 per cento dei pagamenti della Pac vanno al 17 per cento dei beneficiari che incassano oltre 20 mila euro a testa. Esattamente l’opposto di quanto avviene in Italia dove invece le risorse vengono frastagliate tra le piccole aziende. In Inghilterra in totale lavorano 435mila persone nel settore agricolo di cui 324 mila a conduzione familiare (il 31 per cento sono donne). Insomma, come sempre, il tempo sarà galantuomo dando i suoi responsi ma ad oggi sembra che all’Inghilterra agricola la “Brexit” potrebbe giovare e non poco.



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ommario

5 editoriale

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agricoltura In agricoltura conviene uscire dall’ Unione Europea?

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pesca mezzi agricoli Patente obbigatoria entro i 9 mesi consumo suolo Proposta di DDL alla Regione

8 agroalimentare

AGRICOLTURA

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20 mar adriatico

Regione Puglia in prima linea nella difesa

21 fermo pesca

2 pesci stranieri su 3 nei ristoranti turismo rurale

25 cipolla rossa di acquaviva

La festa in onore del famoso prodotto

28 agriturismo di puglia

Via libera per gli amici a 4 zampe

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rapporto ismea In calo spesa ortaggi di IV gamma

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Pagliardini Commissario straordinario

olio AntiTrust fa multe a grandi marchi

imprese agricole giovani Nuova figura agriweb advisor

guerra del grano Durante la filiera i prezzi moltiplicano per 8

IMPRENDITORIA Missione pugliese a NY

ambiente

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Elisir anti-invecchiamento

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22 ecotassa

Sconti per 5 Comuni

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ecomafie In crescita gli illeciti agroalimentari


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groalimentare

Rapporto Ismea, primo trimestre 2016: in calo spesa ortaggi di IV gamma

Frutta confezionata sempre piu’ richiesta dalla distribuzione

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ei primi tre mesi del 2016 si è registrata per gli acquisti agroalimentari una lieve flessione sulla spesa delle famiglie: 0,5% in meno rispetto ai primi tre mesi del 2015. Secondo i dati dei panel Nielsen (“vendite presso la distribuzione” e “acquisti delle famiglie”) elaborati da Ismea, relativi all’intero anno 2015 e ai primi mesi del 2016, tale calo è il riflesso di un mercato incerto, dove la pacata dinamica inflattiva ha celato, in alcune fasi e per alcune tipologie di prodot-

di Rino PAVONE to, l’andamento calante delle quantità acquistate. Se inizialmente la contrazione dei consumi veniva ricondotta a una semplice riduzione degli sprechi, le dinamiche del 2015 evidenziano una chiara rivisitazione della spesa delle famiglie, fondata spesso su scelte di tipo salutistico oltre che economico. I consumi, facendo parte del vissuto quotidiano, diventano uno degli ambiti in cui le persone cercano espressione e conferma dei loro valori, come attestano gli operatori delle diverse filiere, attenti

alle tendenze dei consumi alimentari. In crescita i consumatori vegani e vegetariani, quelli appassionati del bio, oltre agli allergici, intolleranti, ambientalisti e salutisti in generale. Secondo i dati elaborati da Ismea, gli acquisti in volume mostrano una tendenza negativa per quasi tutti i comparti di analisi. In tale scenario, alcuni distinguo sono tuttavia doverosi, per i diversi e contrapposti trend seguiti dai comparti del fresco sfuso rispetto a quelli del confezionato.

Prodotti confezionati vs freschi In particolare, i prodotti confezionati (provvisti di codice EAN) che nel 2015 hanno rappresentato i due terzi del carrello della spesa, hanno segnato una dinamica positiva con un recupero sui valori del 2014 del 2,1%, per il contribuito soprattutto di bevande e oli; al contempo iprodotti freschi, venduti per lo più a “peso variabile”, hanno segnato una flessione del 2,9% della spesa complessiva, cui hanno contribuito i forti cali dei segmenti carnei e lattiero-caseari, solo in parte controbilanciati dalle dinamiche positive della spesa sostenuta per prodotti ittici, ortaggi e frutta. Tendenze confermate anche nel primo trimestre 2016, in confronto allo stesso periodo del 2015: +1,7% per i prodotti confezionati e -4,3% per la spesa di prodot-

ti freschi sfusi. Alla dinamica positiva dei prodotti confezionati contribuisce, sebbene in misura ancora contenuta, la sezione di prodotti del freschissimo (frutta, ortaggi e carni) proposti in confezione, sempre più richiesta da parte della distribuzione. Questo fenomeno sta comportando di fatto un aumento delle referenze del “confezionato”, condizionandone in maniera positiva l’andamento della spesa.

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Frutta e ortaggi Per quanto riguarda la spesa destinata alla frutta, il 2016 si apre con un aumento tendenziale del +1,5%, cui contribuiscono sia i frutti stagionali, che gli agrumi, ma soprattutto la frutta in guscio (+8,8%). Da evidenziare che in questo comparto la quota di prodotto confezionato sta registrando incrementi notevoli: nel primo trimestre 2016, il 28% del totale frutta è stato venduto confezionato con codice EAN. La dinamica del primo squarcio del

2016 segue di fatto il trend positivo del 2015, anno in cui il comparto ha registrato una crescita del 3,8% rispetto al 2014 (nel 2015 la frutta ha coperto una quota dell’8,7% della spesa complessiva agroalimentare delle famiglie italiane). A tale aumento del valore, corrispondono però dinamiche quantitative di prodotto spesso divergenti: così, la contrazione degli acquisti di mele e pere risulta controbilanciata da maggiori acquisti di kiwi, uva,

pesche e nettarine, il cui consumo, nel 2015, è stato favorito dalle alte e prolungate temperature estive. La spesa per ortaggi, invece, torna leggermente a comprimersi nel primo trimestre del 2016, con cali del 2,4% nel caso specifico dei prodotti della IV gamma. Le patate, invece, registrando un trend positivo (+16%), hanno contribuito a contenere il risultato negativo dell’intero comparto.



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gricoltura

Un pugliese ai vertici della Agenzia per le erogazioni in agricoltura

Pagliardini nominato Commissario straordinario di Agea

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l Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che è stato firmato il provvedimento di commissariamento di Agea, con la nomina di Gabriele Papa Pagliardini come nuovo commissario dell’Ente pagatore al posto del dimissionario Stefano Antonio Sernia. In una fase delicata legata all’attuazione della politica agricola comune (PAC), le cui complessità sono state messe in evidenza anche dalla Commissione europea, viene garantita quantomeno la continuità di vertice. Dalla nascita dell’Agenzia, con il decreto n. 165/99, si sono succeduti numerosi commissari e direttori per un totale di 16 nomine in 16 anni. “Conosciamo la elevata professiona-

lità e preparazione di Gabriele Papa Pagliardini e siamo certi che sarà in grado, anche in questa nuova veste, di distinguersi e fare bene – dichiara Raffaele Carrabba, presidente di Cia – Agricoltori Italiani di Puglia -. Abbiamo apprezzato le capacità professionali e dirigenziali, oltre che la disponibilità al dialogo e al confronto, del dott. Papa Pagliardini dal 2011 al 2015 periodo nel corso del quale è stato direttore generale dell’Area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia oltre che Autorità di gestione del Psr 2007/2013, e non da ultimo nell’ultimo periodo in cui ha ricoperto l’incarico di commissario straordinario dei consorzi di bonifica”.

Il Trattato Transatlantico al centro di negoziazione tra Ue e Stati Uniti

TTIP: NUOVE OPPORTUNITÀ COMMERCIALI?

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uove opportunità commerciali potrebbero venire dal TTIP (ma si farà davvero? Alcuni stati europei sono scettici ed il mandato di Obama è in scadenza) con la consapevolezza che la reputazione del cibo è indissolubilmente legata agli elevati standard di qualità e sicurezza alimentare presenti sul mercato italiano. Il TTIP (Trattato transatlantico al centro della negoziazione fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti) è un appuntamento determinante per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding molto diffuso in Usa che rappresenta il primo mercato di falsificazione dei formaggi. Inoltre a questa realtà se ne aggiunge una

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ancora più insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima dai paesi più svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy’, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta. E’ proprio grazie agli standard italiani e Ue, più elevati rispetto a quelli Usa, che la carne dei bovini americani, allevati con ormoni, non ha potuto, fino a ora, arrivare sulle tavole europee. Tale uso, infatti, è consentito negli Usa e vietato in Europa. Lo stesso vale per i prodotti alimentari trattati con pesticidi banditi nel vecchio continente ma non negli Stati Uniti

(se ne contano ben 82). Non potendo ancora quantificare esattamente i danni arrecati dalla Brexit e dall’embargo russo al nostro sistema agroalimentare è importantissimo non cedere alle pressioni del mercato rinunciando agli elevati standard di qualità raggiunti nell’agroalimentare. Al contrario, bisogna guardare alle domande che vengono dal mercato, sia in Europa che in Usa, ed innalzare il livello di sicurezza dei prodotti. In questo modo i dati positivi degli ultimi mesi, determinati dalla ripresa economica, dal tasso di cambio favorevole e soprattutto dalla spinta propulsiva determinata dalla vetrina mondiale di Expo 2015 che ha fatto volare i prodotti agroalimentari nazionali all’estero, potranno essere confermati ed ulteriormente ampliati.

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groalimentare

APPLICATA LA LEGGE ‘SALVA-OLIO’

OLIO: DA ANTITRUST MULTE A GRANDI MARCHI PER PUBBLICITÀ INGANNEVOLE di Rino PAVONE

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as dei Carabinieri, Agenzia delle Dogane e Antitrust hanno controllato e scovato la pubblicità ingannevole su olio venduto come extravergine quando in realtà era semplice olio di oliva, meno pregiato. La prova organolettica è espressamente considerata come la “prova regina” nel settore dell’olio a livello non soltanto europeo ma anche nazionale, con la legge così detta salva-olio. Applicarla alla lettera ha consentito all’Antitrust di comminare multe anche salate a tutela dei consumatori e del lavoro di tante imprese olivicole serie. E’ opinione diffusa che estendere i controlli alla tracciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo le regole e le norme nazionali e comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l’olio d’oliva uno dei prodotti più coinvolti nell’universo delle frodi alimentari. Le multe dell’Antitrust hanno riguardato Lidl Italia s.r.l. (con una sanzione di 550.000 € per il marchio Primadonna), Coricelli (con una sanzione di 100.000 € per il marchio omonimo Pietro Coricelli extravergine di oliva) e Carapelli-Firenze (con una sanzione di 300.000 € per i marchi Sasso Classico, Carapelli Il Frantoio e Bertolli Gentile), per avere commercializzato

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come extravergine di oliva un olio diverso, con caratteristiche organolettiche inferiori a quelle fissate con legge per la classe merceologica falsamente vantata. Dall’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla data di imbottigliamento, al riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, dalle sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi all’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, dall’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli, al rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali, sono solo alcune delle misure previste dal provvedimento denominato “legge salva – olio” . L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha disposte le multe per l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari resi attraverso l’impiego di etichette, la diffusione di volantini cartacei e di messaggi via internet che esaltano le caratteristiche di semplici oli di oliva vergini, lasciando credere erroneamente al consumatore che si tratti di oli di qualità

superiore. Le società coinvolte si sono difese rilevando, in particolare, l’inaffidabilità delle prove organolettiche in quanto basate su parametri soggettivi che possono condurre a risultati imprevedibili. Al contrario, l’Antitrust ha ribadito che le analisi svolte dai Nas dei Carabinieri e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, devono considerarsi della massima attendibilità perché si tratta di soggetti pubblici che hanno il compito specifico di compiere tale tipo di controlli, attestando ogni singola fase della procedura, che va dal prelevamento dei campioni alla certificazione delle analisi compiute. L’ Autorità ha concluso per l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari perché il consumatore dedica molta attenzione al fatto che un olio sia extravergine, essendo, infatti, disposto a pagare un prezzo più elevato solo se si tratta di olio extravergine di oliva, ovvero, solo se il prodotto presenta effettivamente quelle proprietà che lo rendono superiore anche sotto il profilo dei benefici per la salute. Le pronunce dell’Agcm confermano, pertanto, la centralità del panel test come strumento privilegiato di controllo contro le frodi e le contraffazioni che questo pregiatissimo prodotto italiano si trova a dover subire continuamente sul mercato.

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groalimentare

CONSUMI +30%

MELAGRANE MIRACOLOSO ELISIR ANTI-INVECCHIAMENTO

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ono una conferma i risultati di uno studio dell’Ecole Politecnico di Losanna pubblicato sulla rivista Nature Medicine. Le melagrane sono un elisir contro l’invecchiamento cellulare, un efficace anti-aging contente ‘urolitina A’ e gli ellagitannini, già noti per la loro azione antivirale, antiossidante e protettiva nei confronti di alcuni tumori. E’ il succo di melagrane il miglior vaccino contro influenza e raffreddore perché possiede il 40% del nostro bisogno giornaliero di vitamina C. Grazie al successo della medicina anti-aging (anti – invecchiamento) e del superfood, prima i frutti del melograno erano relegati ad elementi decorativi in cucina, oggi sono richie-

stissimi sui mercati con un balzo dei consumi dal 2014 ad oggi del +30%. Nel 2013 in Puglia (dati Istat) erano coltivati 67 ettari a melograno, balzati in soli 2 anni a 350, principalmente nelle provincie tra Bari, Lecce e Foggia, con un incremento del 422%. La quasi totalità della produzione italiana si concentra in Puglia (dove si trova circa il 60% della superficie coltivata). L’agropirateria è purtroppo in linea con l’evoluzione dell’imprenditoria agricola locale, anzi precorre i tempi. L’aumento della domanda di melograno alimenta le importazioni di prodotto oltre che dai paesi produttori dell’Europa del Sud, Spagna, Israele e Marocco, anche da Cile e Sudafrica, come al solito spacciati

per ‘made in Puglia’. Oltre al prodotto fresco, sono i semi lavoratori ad essere importati perché destinati all’industria di trasformazione e alla cosmesi. Oggi i paesi del bacino del Mediterraneo in cui la coltivazione è più diffusa, e si ha maggiore disponibilità di melegrane da commercializzare allo stato fresco, sono Israele e Spagna, ma altri Paesi – ad esempio l’Iran – possono diventare, in futuro, temibili concorrenti. Proprio le melegrane importate dalla Turchia al secondo posto dei cibi più contaminati da sostanze tossiche e quelle impor-

tate da Israele (che sono al 9° posto dei cibi che inquinano maggioramene l’ambiente) sono quelle a cui prestare più attenzione affinchè non tolgano mercato ai produttori nostrani a discapito anche dell’ambiente. In Italia sono due le varietà che si stanno diffondendo più velocemente, Akko e Wonderful, già impiantate in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, la prima più precoce dato che la campagna comincia nella prima decade di settembre con una produttività che varia dalle 25 alle 30 tonnellate per ettaro, per la se-

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conda, invece, la campagna prende l’avvio nella seconda metà d’ottobre e la produttività varia dalle 35 alle 45 tonnellate per ettaro. Tra l’altro le melegrane sono richieste anche dalla GDO che ha visto crescere vertiginosamente l’attenzione dei consumatori che ne apprezzano i molteplici usi e sono interessati a conoscerne gli utilizzi e le caratteristiche nutritive. Ciò ha prodotto il grande successo di un frutto fino a poco tempo fa “tenuto in disparte” e non sufficientemente valorizzato considerate le virtù che dimostra di avere.

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gricoltura

IN ARRIVO 100 AGRIWEB ADVISOR PER CRESCERE IN DIGITALE

IMPRESE GIOVANI PIU’50% OCCUPATI E +75% FATTURATO

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arlano il linguaggio dell’innovazione i dati relativi al lavoro nei campi pugliesi, dove il 35 percento delle imprese agricole pugliesi è condotto da giovani. Le giornate di lavoro in cui sono impegnati lavoratori agricoli tra i 20 ed i 40 anni sono 4.907.478, pari al 15% del totale nazionale. Numeri ragguardevoli per un settore che fino a pochi anni fa ha vissuto un processo di invecchiamento che pareva inarrestab ile. Dal commercio elettronico contadino alla farm adoption, dalla coltivazione on line alla carta d’identità digitale degli alimenti, dal “grande fratello” in stalla al virtual tour in campagna fino al crowdfunding per il finanziamento di idee innovative le aziende agricole italiane sono alcune delle esperienze positive che il progetto intende moltiplicare sul territorio nazionale dove le aziende agricole condotte da giovani hanno fame di innovazione. Le aziende condotte da giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, hanno il 50 per cento di occupati per azienda in più e un fatturato più elevato del 75 per cento della media. E’ quanto emerso nel corso della presentazione a Roma del progetto nato per portare

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le aziende agricole italiane in rete arriva in ogni provincia italiana l’agriweb advisor, una nuova figura professionale nata grazie all’accordo Coldiretti – Ministero del Lavoro – Google su “Crescere in Digitale”. “A crescere è la domanda di livelli più elevati di professionalità – dice il Presidente di dei Giovani di Coldiretti Puglia, Serena Minunni - con particolare riguardo a figure specializzate in grado di seguire lo sviluppo di specifiche coltivazioni, la conduzione di macchinari o la gestione di attività che oggi si sono integrate con quella agricola. La crescita del digitale e i nuovi strumenti a disposizione sono opportunità che i giovani imprenditori devono cogliere, anche se purtroppo sono ancora troppe le aree rurali che risultano ‘isolate’ e hanno difficoltà di connessione ad internet”. Il progetto è volto alla formazione e all’inserimento di giovani con competenze digitali nel mondo del lavoro attraverso gli strumenti del Fondo Garanzia Giovani del Ministero del lavoro. Il primo gruppo di 100 giovani “Agriweb advisor” opererà nelle strutture di Coldiretti anche in Puglia con il compito di promuovere i siti internet delle aziende agricole, sviluppare l’e-commerce

aziendale e favorire la partecipazione ai social media per migliorare la comunicazione delle imprese agricole. “I giovani imprenditori agricoli pugliesi sono molto attenti all’informatizzazione, utile a rendere più efficace ed efficiente la commercializzazione dei prodotti – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – la contabilità e la comunicazione esterna. L’aumento record del 26 per cento delle iscrizioni all’Università nei corsi di laurea in scienze agroalimentari, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale nell’ultimo decennio, conferma la presenza di nuove ed interessanti opportunità di lavoro in campagna dove si stima che grazie alla green economy saranno disponibili centomila posti di lavoro per i prossimi tre anni”. In Puglia grazie al PSR oltre 2200 agricoltori otterranno un sostegno per la ristrutturazione o l’ammodernamento delle loro aziende. Più di 1700 aziende agricole riceveranno sostegni per la partecipazione a regimi di qualità, a mercati locali e filiere corte, potendo investire nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli.

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gricoltura

SUBITO ACCORDO DI FILIERA ALTRIMENTI STATO DI AGITAZIONE NON STOP

GUERRA DEL GRANO: PREZZO MOLTIPLICA 8 VOLTE DA FRUMENTO DURO A PASTA

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l prezzo di un pacco di pasta moltiplica 8 volte dal campo allo scaffale con una tendenza invertita per grano e pasta dal 2007 ad oggi. Prezzi aumentati del 68% per la pasta, passata da euro 1,1 del 2007 ad euro 1,85 al chilogrammo del 2016, contro le quotazioni del grano pugliese crollate del 33 percento da 26,7 euro al quintale del 2007 a 18 euro al quintale dei giorni nostri. Per fare un chilo di pasta serve 1,3 Kg di grano. Ciò significa che per ogni pacco di pasta acquistato al costo di euro 1,85, solo euro 0,23 servono a remunerare il prodotto agricolo. La inaccettabile remunerazione del prodotto locale è direttamente collegata all’import non stop di grano dall’estero che continua ad invadere quotidianamente i porti di Bari, Manfredonia e Barletta. Le importazioni selvagge evidenziano una grave dipendenza del sistema industriale dall’estero. Risulta indispensabile ripristinare e mantenere la fidu-

cia dei consumatori, incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte di acquisto pienamente consapevoli basate su una completa informazione in merito alle caratteristiche di ciò che mangiano. Le associazioni di categoria hanno chiesto al Governatore Emiliano che il tavolo cerealicolo regionale approdi ad un accordo di filiera tra le parti che preveda un prezzo del grano mai al di sotto dei costi di produzione, altrimenti lo stato di agitazione si farà sempre più pressante. Intanto, Coldiretti Puglia con il supporto del Servizio Attività Economiche Consumatori della Regione Puglia, dell’Istituto Pugliese per il Consumo e di 14 associazioni dei Consumatori, Acu, Adiconsum, Adoc,

Adusbef, Casa del Consumatore, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del cittadino, Polidream, Unione Nazionale Consumatori, ha allestito la mostra della pasta italiana fatta esclusivamente con grano ‘made in Italy’ e gli agricoltori di Coldiretti hanno messo in funzione un mini molino che ha trasformato il grano del ‘granaio d’Italia’ in farina e hanno offerto a tutti i consumatori un assaggio di sana pasta con la salsa di pomodoro delle aziende di Campagna Amica, cucinata dall’agrichef Floriana Fanizza. “L’attività borsistica della Camera di Commercio di Foggia, se non favorisce, sta agevolando il fenomeno speculativo – ha denunciato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – attraverso la scarsa trasparenza

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nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti. Serve l’etichettatura obbligatoria di pasta e pane che informi sulla provenienza geografica, sulla qualità e salubrità del cibo. Abbiamo bisogno di uno strumento forte di protezione dei nostri prodotti, nonché di garanzia per i consumatori, che avranno quanto meno l’opportunità di fare scelte di consumo consapevoli, potendone premiare la qualità”. Sono state organizzate analoghe iniziative a Vieste in provincia di Foggia nel lido ‘Oasi’ e a Castellaneta Marina in provincia di Taranto nel lido El Patio. Sempre a Bari gli agricoltori di Coldiretti hanno donato un quintale di pawww.foglie.tv


sta alle mense dell’Ordine Francescano Secolare e delle Suore di Madre Teresa di Calcutta per far mangiare la vera pasta italiana anche ai più bisognosi. La Puglia, leader nel settore agroalimentare in numerose filiere, è una delle aree che può trarre maggiori benefici dall’etichettatura obbligatoria degli alimenti, poiché le sue produzioni potranno essere garantite, certificate e tutelate.

PER SUPERARE L’EMERGENZA

GUERRA DEL GRANO, M5S : “ATTIVAZIONE DELLA CUN E PIANO CEREALICOLO”

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a crisi che ormai da tempo interessa il settore cerealicolo nazionale ha toccato il culmine con l’ultima riunione presso la Borsa Merci di Foggia dove non si è stati in grado neppure di fissare il nuovo prezzo, sceso drammaticamente addirittura sotto i 20 euro al quintale. Una crisi imperante da tempo e che rappresenta una vera e propria emergenza a cui risulta sempre più necessario, e non più rimandabile, individuare misure di contenimento della pesante situazione di mercato, unitamente ad una ristrutturazione complessiva della filiera. Tra le criticità più significative, di un comparto che opera in un contesto internazionale estremamente instabile e condizionato da una serie di dinamiche non strettamente correlate con la “legge della domanda e dell’offerta”, si rilevano sicuramente l’elevata frammentazione della superficie colturale, con costi del terreno e di impresa nettamente superiori ad altre realtà e conseguente perdita di competitività da parte delle imprese nazionali, gli elevati costi di produzione e diminuzione costante dei prezzi, che costringe gli agricoltori a lavorare spesso sottocosto, l’eterogeneità e lo spontaneismo delle produzioni e l’attività di ricerca varietale raramente collegate agli andamenti reali dei consumi. Ad alimentare le debolezze del settore contribuiscono, poi, le nuove strategie dell’industria di trasformazione: l’organizzazione e la concentrazione degli operatori comporta esigenze di fornitura che la filiera non sembra saper soddisfare. Secondo il Movimento Cinque Stelle “non si può attendere oltre, è fondamentale intervenire nel più breve periodo possibile con decisioni concrete ed utili al comparto. I versanti su cui è necessario adoperarsi, dunque, sono molteplici ma principalmente due: il prezzo e l’organizzazione della filiera. Come dimostrato dall’esposto della Codacons sulla forbice dei prezzi tra costi di produzione e quelli finale di acquisto al

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consumatore, risulta oltremodo impellente che il Governo si adoperi per produrre quei decreti che darebbero attuazione al mio emendamento alla legge 91/2015 con cui sono state eliminate le vetuste Borse Merci (datate 1913) e sostituite con le Commissioni Uniche Nazionali, la cui naturale sede per il grano sarebbe Foggia”. Lo strumento della Cun, introdotta dal Movimento 5 Stelle, è stato invocato anche dalla consigliera regionale Rosa Barone (M5S), presente con alcuni rappresentanti sindacali all’ultima burrascosa riunione della borsa merci foggiana. “Con questo strumento e con i relativi regolamenti che rispettino i principi di trasparenza e ostacolino i conflitti di interessi – dichiara la portavoce 5 Stelle – il Governo creerebbe finalmente quel legame tra industria e mondo produttivo in modo tale che il prezzo remuneri i costi di produzione, anche attraverso i cosiddetti accordi di filiera”. Sul versante dell’organizzazione della filiera, il deputato L’Abbate (M5S) ha presentato, inoltre, una risoluzione in Commissione Agricoltura a Montecitorio per predisporre urgentemente un piano nazionale del settore cerealicolo. “Come per il piano olivicolo che siamo riusciti ad ottenere dopo una lunga battaglia in Parlamento ma che attende ancora i decreti attuativi del ministro Martina – dichiara il parlamentare 5 Stelle – anche quello cerealicolo prevede numerose misure per superare l’emergenza della guerra del grano. Dalla promozione delle Organizzazioni di Produttori (OP) e Interprofessionali (OI) con una più equilibrata distribuzione del valore nel sistema produttivo nazionale agli accordi di filiera, dal piano proteico nazionale nell’ottica di una visione integrata di sistemi colturali sostenibili che consentano di qualificare anche le produzioni cerealicole incluse quelle del settore mangimistico a sostegno delle filiere zootecniche di qualità, all’ammodernamento della filiera a partire dal settore sementiero, agricolo ed

industriale di trasformazione mediante l’attribuzione di risorse dedicate ed il sostegno alla costituzione di Gruppi operativi con i fondi FEASR. E, infine, con la promozione per la valorizzazione delle produzioni di qualità e salubri, la loro innovazione tramite il trasferimento delle conoscenze della ricerca tecnologica e scientifica”.

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Acquacoltura sostenibile, specie ittiche da ripopolare e aree di alto valore biologico

Regione Puglia in prima linea a difesa del mar Adriatico

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egione Puglia in prima linea nell’Adriatico per individuare aree ad alto valore biologico e specie ittiche da ripopolare, e sviluppare pratiche di acquacoltura sostenibile attraverso metodi innovativi. Sono gli obiettivi delle azioni pilota previste dal progetto Ecosea, finanziato dal programma comunitario di cooperazione transfrontaliera CBC IPA Adriatico 2007 – 2013, che può contare su un prestigioso partenariato composto dalle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo, con due Contee della Croazia e con il Ministero dell’Ambiente, Foreste e Tutela delle Acque dell’Albania. Per agevolare dialogo e collaborazio-

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ne tra mondo scientifico ed operativo della pesca, la Sezione Caccia e Pesca della Regione Puglia, in collaborazione con Arpa Puglia (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente), ha organizzato tre incontri dal tema “Un modello adriatico per la gestione sostenibile della pesca e azioni innovative per il comparto ittico pugliese”. Il primo appuntamento si è svolto a Lesina (presso il Centro Visite ), il secondo a Molfetta (presso la sede del GAC Terre di Mare) ed il terzo a Porto Cesareo (presso il Centro di Educazione Ambientale a Torre Lapillo). “L’attuazione di politiche comuni e progetti transfrontalieri come questi hanno importanti finalità di tipo sociale ed economico – spiega l’as-

sessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leo Di Gioia - uniscono le Regioni italiane e i Paesi delle coste orientali, coinvolti tutti nel difendere la risorsa mare e gli ecosistemi marini. Per la Regione Puglia il progetto è un’ulteriore conferma del ruolo di prima linea nella salvaguardia del mare”. Per Maria Adriana Cioffi (Sezione Caccia e Pesca - Regione Puglia) per “una gestione sostenibile delle risorse ittiche è indispensabile conoscere in maniera approfondita tutti gli aspetti che interagiscono nel sistema, da quelli biologici ed ecologici a quelli maggiormente legati all’attività di pesca vera e propria (attrezzi di pesca, sforzo di pesca, ecc.), sino alle ricadute socio-economiche”.

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2 PESCI STRANIERI SU TRE NEL PIATTO AL RISTORANTE

FERMO PESCA PER 2 MESI

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a crisi che ormai da tempo interessa il settore cerealicolo nazionale ha toccato il culmine con l’ultima riunione presso la Borsa Merci di Foggia dove non si è stati in grado neppure di fissare il nuovo prezzo, sceso drammaticamente addirittura sotto i 20 euro al quintale. Una crisi imperante da tempo e che rappresenta una vera e propria emergenza a cui risulta sempre più necessario, e non più rimandabile, individuare misure di contenimento della pesante situazione di mercato, unitamente ad una ristrutturazione complessiva della filiera. Tra le criticità più significative, di un comparto che opera in un contesto internazionale estremamente instabile e condizionato da una serie di dinamiche non strettamente correlate con la “legge della domanda e dell’offerta”, si rilevano sicuramente l’elevata frammentazione della superficie colturale, con costi del terreno e di impresa nettamente superiori ad altre realtà e conseguente perdita di competitività da parte delle imprese nazionali, gli elevati costi di produzione e diminuzione costante dei prezzi, che costringe gli agricoltori a lavorare spesso sottocosto, l’eterogeneità e lo spontaneismo delle produzioni e l’attività di ricerca varietale raramente collegate agli andamenti reali dei consumi. Ad alimentare le debolezze del settore contribuiscono, poi, le nuove strategie dell’industria di trasformazione: l’organizzazione e la concentrazione degli operatori comporta esigenze di fornitura che la filiera non sembra saper soddisfare. Secondo il Movimento Cinque Stelle “non si può attendere oltre, è fondamentale intervenire nel più breve periodo possibile con decisioni concrete ed utili al comparto. I versanti su cui è necessario adoperarsi, dunque, sono molteplici ma principalmen-

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te due: il prezzo e l’organizzazione della filiera. Come dimostrato dall’esposto della Codacons sulla forbice dei prezzi tra costi di produzione e quelli finale di acquisto al consumatore, risulta oltremodo impellente che il Governo si adoperi per produrre quei decreti che darebbero attuazione al mio emendamento alla legge 91/2015 con cui sono state eliminate le vetuste Borse Merci (datate 1913) e sostituite con le Commissioni Uniche Nazionali, la cui naturale sede per il grano sarebbe Foggia”. Lo strumento della Cun, introdotta dal Movimento 5 Stelle, è stato invocato anche dalla consigliera regionale Rosa Barone (M5S), presente con alcuni rappresentanti sindacali all’ultima burrascosa riunione della borsa merci foggiana. “Con questo strumento e con i relativi regolamenti che rispettino i principi di trasparenza e ostacolino i conflitti di interessi – dichiara la portavoce 5 Stelle – il Governo creerebbe finalmente quel legame tra industria e mondo produttivo in modo tale che il prezzo remuneri i costi di produzione, anche attraverso i cosiddetti accordi di filiera”. Sul versante dell’organizzazione della filiera, il deputato L’Abbate (M5S) ha presentato, inoltre, una risoluzione in Commissione Agricoltura a Montecitorio per predisporre urgentemente un piano nazionale del settore cerealicolo. “Come per il piano olivicolo che siamo riusciti ad ottenere dopo una lunga battaglia in Parlamento ma che attende ancora i decreti attuativi del ministro Martina – dichiara il parlamentare 5 Stelle – anche quello cerealicolo prevede numerose misure per superare l’emergenza della guerra del grano. Dalla promozione delle Organizzazioni di Produttori (OP) e Interprofessionali (OI) con una più equilibrata distribuzione del valore nel sistema produttivo nazionale

agli accordi di filiera, dal piano proteico nazionale nell’ottica di una visione integrata di sistemi colturali sostenibili che consentano di qualificare anche le produzioni cerealicole incluse quelle del settore mangimistico a sostegno delle filiere zootecniche di qualità, all’ammodernamento della filiera a partire dal settore sementiero, agricolo ed industriale di trasformazione mediante l’attribuzione di risorse dedicate ed il sostegno alla costituzione di Gruppi operativi con i fondi FEASR. E, infine, con la promozione per la valorizzazione delle produzioni di qualità e salubri, la loro innovazione tramite il trasferimento delle conoscenze della ricerca tecnologica e scientifica”.

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mbiente

Palo del Colle, Toritto, Bitritto, Bitetto e Triggiano premiati per la raccolta differenziata

Ecotassa scontata per 5 Comuni della provincia di Bari

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cotassa scontata per Palo del Colle, Toritto, Bitritto, Bitetto e Triggiano. Aver aumentato del 5% la quota di raccolta differenziata entro la fine dello scorso mese (rispetto a novembre 2015) consentirà al Comune di ottenere importanti sgravi fiscali con risparmi di riflesso anche per le tasche dei cittadini. Lo sconto ottenuto sull’ecotassa (imposta ai Comuni dalla Regione Puglia e corrisposta dai cittadini) sarà proporzionale ai risultati raggiunti dalla cittadinanza, ma anche alle buone pratiche delle Amministrazioni nel sensibilizzarla sul tema. A Palo del Colle si è raggiunto il 19.73% (5,39% in più rispetto a fine novembre 2015), a Toritto il 37,72% (7,49% in più rispetto a fine novembre 2015), a Bitritto il 22% (5,46% in più rispetto a fine novembre 2015) ed a Bitetto il 25,44%

ti dei Vigili Urbani. Queste attività si sono tradotte in eventi di piazza nei quali sono state spiegate e promosse le buone (oltre che facili ed economiche) prassi per lo smaltimento dei rifiuti e la riduzione degli imballaggi in casa, con effetti positivi sia sulla formazione dei cittadini che sull’intera gestione del servizio di igiene urbana, oltre che fornire assistenza e chiarimenti in caso di dubbi sulle dinamiche della differenziata. Trasversali i target raggiunti: cittadini in generale, utenze mercatali, media, amministrazioni comunali. A Triggiano si è scelto strategicamente, invece, di organizza-

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(6,41% in più rispetto a fine novembre 2015), a Triggiano il 68,62% (5,41% in più rispetto a novembre). Ad Acquaviva delle Fonti si è raggiunta quota 19,94% (4,88% in più rispetto a fine novembre 2015). Mancherebbe quindi appena lo 0,12% per raggiungere la quota necessaria ad ottenere lo sgravio fiscale. A Palo, Bitritto, Bitetto ed Acquaviva, Ercav ha gestito e garantito con grande impegno il servizio anche nell’ultimo mese (giugno) prima del passaggio di consegne all’altra azienda aggiudicataria dell’ultima gara nei giorni scorsi (a Toritto, invece, il servizio continua in proroga). Ha, inoltre, voluto investire in attività di sensibilizzazione della cittadinanza per il raggiungimento della suddetta quota di differenziata, in collaborazione con le rispettive Amministrazioni Comunali e con i relativi Comandan-

re il progetto “Pensa in Verde” : attività rivolte agli alunni delle scuole elementari dal tema “Riciclare, Riusare, Ricreare”. In questo modo si è potuta consolidare nelle nuove generazioni una coscienza ambientale ed aprire un ulteriore canale di comunicazione indiretto con le famiglie. Sono stati quindi affrontati i seguenti argomenti: principi di ecologia; esperienze dirette di riduzione, riciclaggio e raccolta differenziata attivabili anche a scuola; diverse tipologie di rifiuti e cicli di vita dei materiali; separazione dei rifiuti in casa; cultura del riuso in opposizione al paradigma dell’usa e getta.

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T R urismo

urale

La XIX^ edizione

Festa della Cipolla Rossa di Acquaviva delle Fonti di Donatello FANELLI

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l 16 e 17 luglio è andata in scena la XIX^ Festa della Cipolla Rossa di Acquaviva delle Fonti, organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco “Cur tomar tino” con la collaborazione di Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Gal Sud-Est Barese e Comune di Acquaviva delle Fonti. L’evento ha l’obiettivo di promuovere la famosa cipolla rossa locale attraverso un momento di festa e di spettacolo (quest’anno con il seguitissimo show di Toti e Tata) e, insieme, di va-

lorizzazione e promozione delle tipicità e peculiarità del territorio. Oltre alla tradizionale visita degli stand gastronomici, i visitatori accorsi hanno par tecipato ad una visita guidata al Centro Antico della Città e alle Vie dell’Acqua. Il momento clou di questa edizione (“coniugata” anche con una lotteria e spettacoli musicali vari) è stato però lo show di Emilio Solfrizzi ed Antonio Stornaiolo (in ar te “Toti e Tata”): la loro reunion ha fatto di Acquaviva delle Fonti, per una sera, la regina dell’estate.

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Occupazione e legalità

Sipcam Italia

Grape Field Tour 2016: la tappa “pugliese”

nel settore agricolo pugliese: la filiera virtuosa

3Logy, contro la botrite su uva da tavola

Il valore di un’iniziativa itinerante come Grape Field Tour 2016 è quello di far toccare con mano a viticoltori, tecnici e operatori del settore il contributo concreto di Syngenta alla salvaguardia e alla valorizzazione di quelle caratteristiche che fanno della viticoltura italiana un’eccellenza mondiale.

Lunedì 4 luglio nella Sala Convegni della Camera di Commercio di Bari si è svolto il convegno “Occupazione e legalità nel settore agricolo pugliese: la filiera virtuosa”. L’incontro, è stato organizzato da Apeo,.

Sipcam Italia ha presentato il suo nuovo antibotritico 3Logy : la botrite è una delle avversità più temute da viticoltori e cantine perchè incide negativamente tanto sulla produzione quanto sulla qualità delle uve, in prossimità della maturazione e della raccolta.

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Syngenta

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groalimentare

“La Puglia colora New York”

L’eccellenza gastronomica pugliese trionfa negli USA

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i è conclusa con successo «La Puglia colora New York», la missione imprenditoriale delle oltre venti imprese pugliesi che hanno partecipato alla 62^ edizione del Fancy Food Show di New York, il più grande evento di food & beverage del Nord America svoltosi presso il Jacob Javits Center della Grande Mela. La missione ha consentito a PMI e artigiani pugliesi specializzati nel food e wedding, di incontrare numerosi buyer e operatori statunitensi interessati a sviluppare rapporti commerciali con il territorio pugliese. Tra le eccellenze pugliesi proposte in fiera, le farine prodotte con diverse varietà di grani locali, il nuovo formato di pasta la «calamarata» diPasta Vera, la bufala pugliese de Il Parco di Nicola Grifa di San Giovanni Rotondo importata da Alma Gourmet, lo zafferano rosso carminio di San Giovanni Rotondo, l’olio extravergine di oliva e le mandorle di Toritto «Filippo Cea» dell’azienda Contado. In occasione della presenza della delegazione pugliese negli Usa, è stata organizzata la IV edizione dell’«Award sotto le stelle» da Giusi Malcangi, presidente del Consorzio Sapori Mediterranei di Bari, e da Roberto Pansini, dell’America Oggi newspaper & ICN Radio, allo scopo di promuovere i valori della Dieta Mediterranea dell’ac-

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coglienza di qualità «Made in Italy». Durante la cerimonia sono stati consegnati attestati in vetro, premi in legno - incisi a mano realizzati dagli artisti molfettesi Katia Felicetti eGiancarlo Centrone di Creative Studio - e in ceramica - prodotti dal maestro salentino Agostino Branca -. È stata anche donata un’opera dell’artista pugliese Grazia Iacobbe. A completare la missione pugliese negli USA è stata la «Festa della Repubblica Italiana in Connecticut», promossa e organizzato dall’on.Fucsia Nissoli FitzGerald, deputata eletta nella Circoscrizione estera - Ripartizione Nord e Centro America. L’evento è iniziato con l’inno americano, cantato dalla signora Barabara Zichichi - che ha messo a disposizione anche la location per l’iniziativa - a cui è seguito l’inno italiano, cantato dal Maestro Luciano Lamonarca, tenore italo-americano di origine pugliese. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Genuardi, nuovo Console Italiano a New York, Nancy Wyman, vice governatore del Connecticut, e lo chef pugliese Vincenzo Florio, campione del mondo di pizza e pluricampione italiano della categoria pizza d’autore, che ha deliziato i commensali americani e italiani preparando pizze artistiche, pane e focacce con le farine di Selezione Casillo e Agri-

cola del Sole. Durante il banchetto, sono stati anche promossi i matrimoni in Puglia con Luca Caputo della sala ricevimenti Torre Giulia, e gli abiti da sposa realizzati dall’atelier del territorio Valentini Spose. Maria Grazia Mongelli di Altrochè ha presentato per l’occasione collane e orecchini realizzati con gusci di mandorle, rametti in resina e fiorellini in vetro che ricordano gli alberi in fiore. I tavoli sono stati decorati con fiori e piante dall’art designer Gianni Birardi e la torta Connecticut with Italy è stata preparata e offerta dall’italoamericano Buddy Valastro, pasticciere e personaggio televisivo italo-americano soprannominato Il boss delle torte. «Sono contenta - dice l’on. Fucsia Nissoli FitzGerald, deputata eletta nella Circoscrizione estera Ripartizione Nord e Centro America - di questa iniziativa riuscita con successo. Sono sempre disponibile a promuovere eventi che possano dare visibilità e possibilità alle imprese italiane di inserirsi nel mercato americano». «Sono soddisfatta e orgogliosa - dichiara Giusi Malcangi, presidente del Consorzio Sapori Mediterranei - del risultato di questa iniziativa e ringrazio la delegazione parlamentare guidata dall’on. Nissoli per la partecipazione e collaborazione. Arrivederci al prossimo anno».

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gricoltura

Corsi di formazione gia’ in pista, ma pochi lo sanno

Mezzi agricoli: entro 9 mesi patente obbligatoria per tutti

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so del trattore e degli altri mezzi agricoli: è obbligatorio un corso di abilitazione da svolgersi entro il 12 marzo 2017. Sono chiamati a frequentarlo tutti coloro che lavorano nell’ambito di un’azienda agricola (quindi aziende con partita Iva): siano essi titolari, dipendenti o parenti. Senza “se” e senza “ma”. Pochi lo sanno, ma i corsi sono già partiti. In Emilia Romagna (regione al momento leader per quelli partiti) sono centinaia gli agricoltori che li stanno

frequentando, ma sono sempre un’inezia rispetto al numero complessivo di persone coinvolte. Mentre il Nord Centro Italia seppur con fatica sta mettendosi a registro con i tempi , nel Sud Italia la situazione è ancora più in alto mare. E mancano solo 9 mesi alla scadenza. Per la maggior parte degli agricoltori si tratta di un corso di 4 ore. Sarebbe di 8 ore, ma per coloro che hanno una comprovata esperienza, le ore di frequenza si dimezzano. L’abilitazione è valida per condurre trattori

agricoli o forestali gommati e cingolati. I costi: attualmente ammontano a circa 65 euro per il corso di 4 ore, un’ora di teoria e tre di pratica. La validità dell’attestato è di 5 anni. Non si tratta di una perdita di tempo ma di un modo importante per aumentare la sicurezza e diminuire i rischi legati al lavoro nonostante le idee di qualche agricoltore poco accorto. Nell’idea del Legislatore (Conferenza Stato-Regioni) c’è la concreta speranza di ridurre incidenti e

quindi feriti e morti. E’ sotto gli occhi di tutti che la mortalità in agricoltura ha raggiunto livelli preoccupanti. Purtroppo capita che persone esperte facciano operazioni normali con molta superficialità, oppure vadano a correre dei rischi inutili. Ed è proprio in questi frangenti che accadono gli incidenti peggiori. Poi vi è un altro aspetto, quello degli enti che organizzano i corsi. Insieme a organismi di lunga e comprovata esperienza può anche capitare

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che alcuni corsi di formazione siano improvvisati, con serate da cento persone che non permettono una efficace azione di prevenzione. Bisogna quindi rivolgersi a coloro che lavorano con un certo metodo, organizzando molti corsi con un numero limitato di partecipanti. Ciò che è certo è che anche in Puglia, dove siamo in notevole ritardo, in questi mesi si dovrà recuperare il gap lavorando con celerità ed altrettanta competenza.

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T R urismo

urale

CIA Agricoltori Italiani ed Ente Nazionale Cinofilia insieme per le Fattorie Cinofile

Negli agriturismi della Puglia con i nostri amici a 4 zampe

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e fattorie cinofile sono una realtà, anche in Puglia. La CIA Agricoltori Italiani, ha stipulato un protocollo d’intesa con l’ENCI - Ente Nazionale Cinofilia Italiana - con l’obiettivo di favorire e sviluppare le attività comuni tra quelle agricole e quelle cinofile. “In questo contesto – spiega Raffaele Carrabba, presidente CIA Agricoltori Italiani della Puglia - abbiamo sviluppato un ‘marchio di qualità’ da assegnare agli agriturismi che dedicano attenzione all’ospitalità degli ‘amici a 4 zampe’ nelle proprie strutture”. Dalla semplice ospitalità, alla creazione di adeguati spazi per l’esercizio e per l’asilo giornaliero dei cani degli agrituristi che, nel soggiorno, vogliono lasciare in tranquillità il proprio

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cane durante una visita alla città. E’ stato questo il tema al centro del workshop su “Il benessere animale nelle stazioni di servizio rurale: le nuove opportunità” che si è tenuto all’Hotel Hermitage di Galatina (Le). L’incontro, aperto dai saluti istituzionali del presidente regionale CIA Puglia, Raffaele Carrabba, e del presidente gruppo cinofilo Terra d’Otranto, Jari Spagna, ha visto gli interventi di Giulio Sparascio, presidente nazionale Turismo Verde-CIA, che ha illustrato i contenuti del protocollo d’intesa Enci-CIA. A seguire, la dottoressa Paola Puzzovio, presidente di Salento Itinerante, ha approfondito il tema inerente la ricettività turistica attuale in Puglia e le possibilità di adeguamento delle strutture

alla norma tecnica sul benessere animale. La dottoressa Paola Bruno, ex presidente di Imprese di Puglia, ha relazionato sui benefici economici legati alla certificazione delle strutture, Dario Calcagni, manager Group of TUV Saarland, delle ipotesi di disciplinare di certificazione volontaria sullo standard UNI 11550. Le conclusioni sono state affidate a Cinzia Pagni, vicepresidente vicaria CIA Nazionale. A coordinare l’incontro Emanuele Murrone, responsabile del comitato scientifico per il progetto Fattoria cinofila. Il workshop è stato organizzato da CIA Agricoltori Italiani, Turismo Verde ed Enci con partner dell’iniziativa “365 Puglia”, IQS e TUV, Imprese di Puglia e Comune di Galatina.

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gricoltura

IN PUGLIA TRA 7 E 9%, IL PIU’ ALTO D’ITALIA

CONSUMO SUOLO: PROPOSTA COLDIRETTI DI DDL ALLA REGIONE

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dati allarmanti sul consumo di suolo in Puglia hanno portato Coldiretti a farsi promotrice di un disegno di legge utile ad arginare il pericoloso fenomeno. In Puglia la percentuale di consumo di suolo è tra il 7 e il 9%, la più alta d’Italia. Si passa dai 21.830 ettari di suolo consumato a Foggia (3,1%) ai 33.285 di Lecce (11,9%), passando per Taranto (7,9%), Bari (8,1%) e Brindisi (8,3%) secondo i dati del rapporto dell’ISPRA, presen-

tato nel corso dell’ultima assemblea ANBI. “Il Disegno di Legge che abbiamo presentato all’Assessore regionale all’Agricoltura – ha spiegato il Presidente regionale, Gianni Cantele – prende le mosse proprio dalla pericolosa avanzata della copertura artificiale del nostro territorio. Con il dispositivo legislativo intendiamo valorizzare i terreni agricoli e promuovere l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente,

al fine di impedire che il suolo – bene comune e risorsa non rinnovabile – venga sottratto alla sua utilizzazione agricola e stravolto nelle sue connotazioni naturalistiche attraverso l’eccessivo consumo. Riusciremo così ad impedire lo sfruttamento e la sempre maggiore sottrazione di suolo dai contesti tipicamente naturali e rurali, che sta determinando cambiamenti radicali nel paesaggio, nell’ambiente, negli ecosistemi”.

A Castellaneta con i Governatori Michele Emiliano e Marcello Pittella

“Coltiviamo l’arte”, in Puglia gli Stati Generali di agricoltura e turismo

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vento di portata nazionale quello che si è svolto lo scorso 15 luglio a Castellaneta (Ta), con “Coltiviamo l’arte”, tavola rotonda che ha messo in evidenza il ruolo sempre più importante dell’agricoltura “per la gestione del patrimonio archeologico, architettonico, artistico e paesaggistico nel territorio italiano”. Nell’azienda agricola “Le Grotte di Sileno”, in contrada Le Grotte, il tema della giornata è stato sviluppato da esperti nazionali e internazionali e figure istituzionali, con gli

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interventi dei governatori regionali della Puglia e della Basilicata, Michele Emiliano e Marcello Pittella. Le conclusioni sono state affidate a Dino Scanavino, presidente nazionale CIA Agricoltori Italiani. Ai lavori hanno contribuito le relazioni di Joe Carter, archeologo dell’Università del Texas, Francesco Palumbo, direttore generale del Turismo al Mibact, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Alberto Giombetti, della CIA nazionale, che ha presentato il progetto CIA “Coltiviamo l’arte”,

Sandra Manara (segretario regionale del Mibact per l’Emilia Romagna), Loredana Capone (assessore allo Sviluppo Economico e all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia), Luca Braia (assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata), Daniel Dal Corso (direttore Gal Luoghi del Mito), Eva Degl’Innocenti (direttore Museo Nazionale Archeologico Marta), Francesca Sogliani (direttore Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università della Basilicata).

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Le brutture italiane alla lente di Legambiente

Rapporto ecomafie 2016: in crescita gli illeciti nella filiera agroalimentare di Paola DILEO

27.745 reati ambientali, 188 arresti, 24.623 persone denunciate e 7.055 sequestri

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olo alcuni dei dati diramati da Legambiente nel rapporto annuale ecomafie che delineano un quadro poco lusinghiero per il bel Paese “segnato ancora da tanta illegalità ambientale”- ha dichiarato Rossella Muroni , presidente nazionale di Legambiente - . “Sebbene nel 2015 leggiamo alcuni fenomeni che lasciano ben sperare”. Il riferimento è alla leggera flessione degli “ecoreati” in seguito all’introduzione dei delitti ambientali nel Codice Penale. I primi segnali di un’inversione di tendenza accompagnata però da un crescente numero di arresti.”La prevenzione è la moneta buona che scaccia quella cattiva – ha aggiunto il presidente Muroni - , è necessa-

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rio creare lavoro nei territori più a rischio e sostenere l’opera di centinaia di coop e imprese che nel Sud stanno cercando di invertire la rotta, puntando su legalità ambientale e qualità”. Perché nel Mezzogiorno continua a crescere l’incidenza degli illeciti e in particolare nelle 4 regioni a tradizionale insediamento mafioso , ossia Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, dove si concentra il 48% dei reati sul totale nazionale (la Campania con 4277 infrazioni è la regione capofila, seguita da Sicilia con 4001, Calabria con 2673 e Puglia con 2437). Anche su base provinciale la Campania mantiene un primato poco felice: le province di Napoli e Salerno sono tra le più colpite, rispettivamente con 1579 e

1303 reati, seguite da Roma (1161), Catania ( 1027) e Sassari (861). La corruzione sempre in ascesa nel nostro Paese è il braccio destro delle ecomafie: dal 1° gennaio 2016 Legambiente ha rilevato 302 inchieste sulla corruzione in materia ambientale con 2666 arresti e 2776 denunciati. È in questo caso la Lombardia a detenere il triste primato con il più alto numero di indagini (40) seguita da Campania (39), Lazio (38), Sicilia (32), Calabria (27). Anche la piaga dell’abusivismo è inarrestabile nonostante la contingente crisi del settore edilizio: la percentuale del 2015 è pressoché raddoppiata con la costruzione di 18.000 immobili completamente fuori legge. A destare allarme in par-

ticolare, sono gli illeciti legati alla filiera agroalimentare: nel 2015 sono stati accertati 20. 706 reati e 4214 sequestri. Il comparto più bersagliato è risultato quello ittico con ben 6299 illeciti. Tra i crimini specifici più ricorrenti c’è la contraffazione che colpisce i prodotti alimentari a marchio protetto come olio extravergine d’oliva, il vino, il parmigiano reggiano, e altro. In estensione anche il caporalato: sono circa 80 i distretti agricoli indistintamente da nord a sud in cui risultano radicati tali fenomeni. Sempre nel 2015 le ecomafie hanno trovato profitto nel racket degli animali con ben 8358 reati commessi. Non meno appetibile è risultato il patrimonio dei beni culturali: i sequestri e i recuperi delle forze dell’ordine hanno accertato valori che superano i

3,3 miliardi. Continua incessante il controllo delle ecomafie sui suoli boschivi e agricoli: leader per numero di roghi è ancora una volta la Campania (894), seguita da Calabria (692), Puglia (502), Sicilia (462) e Lazio (440). “Dopo la legge sugli ecoreati e quello sulle agenzie ambientali – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente – occorre che il Parlamento legiferi ancora per contrastare questi fenomeni. Urgono leggi sui delitti contro gli animali e le agromafie, norme per semplificare l’abbattimento degli ecomostri e per l’istituzione di una polizia ambientale sempre più strutturata sul territorio che faccia tesoro delle migliori esperienze maturate dall’Arma dei Carabinieri e dal Corpo Forestale dello Stato negli ultimi decenni”.

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