FOGLIE n.14/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 14 • 1 AGOSTO 2016

Estate 2016:

Puglia in pole position

boom del turismo estero (nell’ultimo mese “avvistati” anche Messi e Madonna) e prima meta delle famiglie italiane davanti a Sicilia, Toscana e Liguria

turismo rurale

Gli agricoltori custodi dei beni archeologici e culturali agroalimentare

Il Parlamento “definisce” la birra artigianale Olimpiadi:”#Riomangioitaliano”, accordo Coldiretti – Coni





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ditoriale

1 agosto 2016 - n. 14 - Anno 11

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

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Agea: risoluzione problemi sarà reale o un fuoco di paglia(rdini)?

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egli ultimi anni ho svolto il ruolo di direttore generale dell’area agricoltura della regione Puglia e la programmazione del Psr che ho concluso raggiungendo tutti gli obiettivi di spesa con un overbooking di 20milioni di euro”. Si presenta così Gabriele Papa Pagliardini nel corso dell’audizione in Commissione Agricoltura, nell’ambito dell’esame della proposta di nomina a direttore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). La regione Puglia ha il ruolo di coordinamento nel settore dell’Agricoltura in Conferenza Stato-Regioni. “Abbiamo quindi lavorato per la definizione di quelle che sono le misure accoppiate rivolte essenzialmente a fronteggiare particolari settori agricoli in crisi”, prosegue Pagliardini che è stato anche coordinatore al Mipaaf del tavolo agricoltura 2.0 “per cui abbiamo proseguito i lavori nell’ambito del programma che incrocia tutto ciò che è digitalizzazione del settore agricolo per applicare al mondo agricolo l’evoluzione dei sistemi informatici che ci consentiranno da qui a qualche anno di rendere più facile la vita degli agricoltori”. Poi dal 4 luglio è stato nominato commissario straordinario di Agea: “ho iniziato a lavorare sui temi che voi conoscete”, precisa. “Le problematiche che derivano dalla gestione dei sistemi informatici che Agea tramite Sin fa sono consapevole della situazione per averla vissuta dalla parte opposta subendola dal punto di vista dell’autorità di gestione di un Psr importante come quello della regione Puglia”. Pagliardini parla di “visioni prospettiche dell’agenzia” e si offre di tornare a parlare in commissione in “qualunque momento” per affrontare le problematiche aperte “tramite un dialogo con le istituzioni”.

Pagliardini, rispondendo ad alcune osservazioni di Catania e Oliverio, spiega che “è stata fatta una scelta dal legislatore sulla gestione del Sian e Agea ha rinunciato alla società mista. Questo porterà a una indizione a breve per ricercare sul mercato il prestatore del servizio che partirà dalla ricognizione di tutti i sistemi informatici esistenti per sviluppare, tramite linee guida che tendano a un sistema unico, un sistema informatico efficiente che lavori con la sincronizzazione dei sistemi”. Ovvero mettere in rete tutti i dati esistenti nelle diverse banche date per far “dialogare i sistemi”. LA NOTA DEI DIPENDENTI SIN - “Dopo mesi di richieste inascoltate, finalmente il Commissario Pagliardini appena insediato ha ricevuto le OO.SS. alla presenza del Responsabile del Procedimento della gara, del Presidente e del Direttore Generale della SIN. L’unica certezza emersa è che tutti i 74 dipendenti saranno messi a gara insieme ai servizi. Non è dato sapere né come né quando, perché l’Agea ha dichiarato che la stazione appaltante è Consip e che insieme ad Anac sta elaborando la gara e la formulazione della clausola sociale. Per quanto possa essere confezionata ad hoc, la clausola non potrà coprire tutti i i posti di lavoro dovendo garantire costituzionalmente anche la libertà di impresa. Oltre a questo, per quelli che avranno il privilegio di mantenere il posto di lavoro, non è detto siano garantite le medesime condizioni economiche e contrattuali. Si farà dunque scontare come al solito ai lavoratori, questa volta della Sin, la gestione politica e amministrativa disattenta degli ultimi anni? E’ davvero questo che intende la politica per cambiare verso?”.



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ommario

5 editoriale

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AGEA Ci sarà la risoluizone dei vari problemi?

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CIA Coltiviamo l’arte

eventi

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olimpiadi Rio mangia italiano

collegato agricoltura Le principali normative

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agroalimentare AGRICOLTURA

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peperone Presentata la varietà a marchio Nunhems Guerra del grano Le richieste dei protagonisti gruppo di studio contoterzismo Presso l’Accademia dei Georgofili

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puglia 251 le bandiere del gusto

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premio biol La cerimomia di premiazione

25 birre artigianali

La “definizione” del Parlamento riceviamo e...

turismo rurale

28 arif

“Puglia non paghi il pizzo agli incendiari”

17 turismo

La Puglia: I° regione in Italia

19 promozione turistica

Un fenicottero rosa per Torre Colimena

19 promozione turistica

Un fenicottero rosa per Torre Colimena


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gricoltura

In un open day presso il Mercato ortofrutticolo di San Marzano sul Sarno (SA)

CropScience Vegetable Seeds presenta la varietà a marchio Nunhems®

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di Rino PAVONE

egli ultimi anni il mercato richiedeva un peperone di qualità realmente alta, che si adattasse perfettamente alla coltivazione in serra o tunnel in tutte le zone vocate italiane. Non era certo facile trovare la giusta soluzione. Eppure Balzac F1, peperone a marchio Nunhems®, si è dimostrato, in quattro anni di produzione commerciale, in grado di soddisfare le diverse richieste di tutti gli attori della filiera. Combina, infatti, qualità dei frutti, -belli, uniformi e molto pesantivigore della pianta, produttività elevata e costante per tutto il ciclo colturale e lunga conservabilità post raccolta. Il successo di Balzac F1, testimoniato

ovunque dall’apprezzamento di produttori e commercianti, dimostra che i genetisti di Bayer CropScience Vegetable Seeds sono riusciti a sviluppare una varietà davvero unica, destinata a rimanere nella storia del peperone in Italia. “Balzac F1 è davvero una varietà eccellente. Ma si distingue in particolar modo dalle altre - rileva Giovanni Orioli, Sales Specialist Pepper di Bayer CropScience Vegetable Seeds per l’Italia peninsulare - soprattutto perché riesce a coniugare tre fattori fondamentali per gli agricoltori: è una varietà molto vigorosa, perciò aiuta a superare la stanchezza dei terreni, porta i frutti all’esterno dell’impalcatura della pianta, evitando

che si incastrino fra i rami e facilitandone la raccolta e infine vanta un ottimo pacchetto di resistenze. Ecco perché chi ha provato Balzac F1 non vuole cambiarlo con nessun’altra varietà”. Mercato di San Marzano sul Sarno - Con l’obiettivo di ampliare sempre più la platea di coloro che conoscono e apprezzano i pregi di Balzac F1, Bayer CropScience Vegetable Seeds ha organizzato presso il Mercato ortofrutticolo di San Marzano sul Sarno (SA) il Balzac Day, ispirato allo slogan “Scegli Balzac F1 e dormi tranquillo”. “Abbiamo voluto riunire gli attori della filiera in un luogo importante per la coltura del peperone nell’Agro Nocerino-Sarnese - afferma Orioli -. Il mercato di San Marzano sul Sarno è il luogo d’incontro di quest’area molto vocata alla coltivazione del peperone, fra i tanti piccoli produttori e i commercianti che ritirano il prodotto per lavorarlo e destinarlo alla grande distribuzione. Lo slogan di Balzac F1 dice tutto sulla bontà di questa varietà e su come non solo sia vantaggioso

coltivarla per gli agricoltori, ma anche e soprattutto su come sia redditizio per i commercianti offrirla sul mercato”. Balzac F1, infatti, vanta le migliori caratteristiche varietali: “i frutti sono prismatico/rettangolari, di pezzatura grossa, molto dritti, pesanti e regolari, in prevalenza quadrilobati: lunghi 1618 cm, hanno diametro di 9,5-10 cm, peso medio di 360-420 g e polpa molto spessa. Spiccano per il colore verde intenso che vira al rosso pieno e brillante, molto attraente per il consumatore. Si fanno notare per la bella presentazione e si fanno apprezzare ancora di più per il gusto eccellente. Per il commerciante, inoltre, i frutti di Balzac F1 hanno un pregio in piu: sono facili da confezionare per la loro estrema uniformità. Questa varietà Nunhems® - continua Orioli - rappresenta quanto di meglio il consumatore possa oggi desiderare da un peperone, una vera e propria carta vincente per il commerciante”. Balzac F1 viene apprezzato anche per il lungo periodo di disponibilità sul

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mercato. Al Centro-Sud (Campania, Lazio, Puglia, Basilicata), dove i trapianti si effettuano da febbraio a luglio, si raccoglie da metà giugno fino ad autunno inoltrato-inizio inverno e addirittura, nel Metapontino, in assenza di gelate, sino a gennaio-febbraio dell’anno successivo. Al Centro-Nord (Piemonte, Veneto, Lombardia), con i trapianti da metà aprile a maggio, si raccoglie da metà luglio fino a ottobre. Balzac F1 garantisce una resa media di 900-1.500 q/ha, variabile in funzione dell’ambiente pedoclimatico, delle dimensioni delle serre e dell’epoca di trapianto. Ha per di più il pregio di conservare una produttività elevata e costante e di mantenere la pezzatura e l’elevata qualità dei frutti per tutto il ciclo colturale. Pur trovandoci oggi di fronte a una crisi di mercato che penalizza le produzioni ortofrutticole, poter presentare ai mercati peperoni sani e di qualità superiore, come i frutti di Balzac F1 durante un lungo periodo di tempo, favorisce indubbiamente il consumo da parte del consumatore finale. www.foglie.tv


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groalimentare

In agriturismo 370mila presenze nel 2015; si stima + 12% per estate 2016

Vacanze: alla Puglia 251 “Bandiere del Gusto”

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ono 251 le ‘Bandiere del Gusto’ che attrarranno i turisti in Puglia, una delle regioni più gettonate dell’estate 2016. Cibo e natura nel 2015 hanno invogliato 370mila turisti a soggiornare in agriturismo, secondo i dati dell’Osservatorio del Turismo di Pugliapromozione e quest’anno Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, stima una crescita delle presenze del 12%. I drammatici episodi di terrorismo internazionale stanno condizionando la scelta delle vacanze di più di un italiano su quattro (27%), in favore delle destinazioni nel confine nazionale, dove anche se il mare continua a fare la parte del leone per 7 italiani su 10, seguito dalla montagna con il 24%, si assiste alla ricerca di alternative meno affollate con il raddoppio delle presenze in campagna che è scelta dal 9% dei vacanzieri. E’ quanto è emerso all’Assemblea della Coldiretti con la presentazione dell’analisi sulle “Vacanze Made in Italy” durante l’estate 2016, dalla quale si evidenziano cambiamenti nelle destinazioni, negli sva-

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ghi e nella distribuzione della spesa. “Il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese – dice Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia - caratterizzato da 60 milioni di ulivi di cui quasi il 50% monumentali, 251 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 9 prodotti DOP (5 oli extravergini, il Pane di Altamura, il canestrato pugliese, la mozzarella di bufala e l’oliva Bella di Cerignola) e 29 vini DOC, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d’Italia. Ciò testimonia che il turismo pugliese non è solo mare, piuttosto volano per lo sviluppo di tutto il territorio, elemento di promozione del paesaggio, della cultura e degli stessi prodotti agroalimentari locali”. Nella lista delle ‘Bandiere del Gusto’, oltre agli oli, sono rientrati i cardoncelli, prelibati funghi che crescono spontanei nell’Alta Murgia. “Il cibo è certamente divenuto – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – infallibile leva di comunicazione verso i turisti nazionali ed internazionali. La crisi costringe i vacanzieri a risparmiare e spinge all’ac-

quisto utile di prodotti tipici come vino, formaggio, olio di oliva, salumi o conserve che vincono su tutte le altre scelte nell’estate 2016. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza in rapido sviluppo, favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati degli agricoltori di Campagna Amica”. Molto gettonati i mercati degli agricoltori di Coldiretti a San Pietro in Bevagna, Torre a Mare, Vieste, Lecce e Bari. I 90 Mercati di Campagna Amica regionali contano 4.500 giornate di apertura, 850 produttori coinvolti, 22mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 2.500 tonnellate di prodotto commercializzato. Risultati che confermano la grande opportunità offerta ai turisti di acquistare i prodotti della dieta mediterranea, considerati indiscutibilmente essenziali per garantire buona salute e un importante elemento di crescita delle giovani generazioni.

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groalimentare

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Epilogo della XXI edizione

Premi Biol: la cerimonia di premiazione a Roma

Premi Biol sono riconoscimenti importanti, certificano la grande qualità e l’eccellenza degli oli biologici: oltre che essere un vanto per il nostro Paese, nel mondo rappresentano produzioni di alto valore alimentare”. Così il vice ministro alle Politiche agricole Andrea Olivero, alla cerimonia di premiazione del XXI Premio Biol, tenutasi a Roma, nella Sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura. Scranni riempiti da produttori, operatori e stakeholder, italiani ed esteri, per i riconoscimenti del concorso internazionale riservato agli extravergini biologici organizzato dal CIBi e promosso da Camera di Commercio di Bari e Regione Puglia - Assessorato all’Agricoltura, epilogo della kermesse

che a marzo ha visto per quattro giorni in gara a Lecce 401 oli di 16 Paesi. A consegnare i premi, il coordinatore del Biol Nino Paparella, che ha espresso grande soddisfazione per “gli attestati di stima del vice ministro e di tutto il suo entourage, particolarmente colpiti dalla qualità del Biol e dal seguito che è in grado di muovere”. La cerimonia è stata aperta da un minuto di raccoglimento per le vittime del disastro ferroviario in Puglia, motivo che ha trattenuto in Puglia l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Leonardo Di Gioia, come ha lui stesso spiegato in un messaggio di saluto inviato per l’evento. Durante l’incontro, a ritirare i premi principali assegnati dalla Giuria inter-

nazionale sono stati i produttori dei due oli ex aequo sul gradino più alto del podio: Filippo Alampi per l’olio fiorentino “Guadagnolo” della Fattoria Ramerino, e i coniugi andalusi Vañó per il “Picual” dell’azienda Castillo de Canena (primo olio biodinamico - certificato Demeter - a vincere il Biol). Per entrambi una particolare opera dell’ecodesigner barese Semmy Marziliano: un blocco lavorato di un olivo di circa 250 anni - parte di una branca più grande spezzatasi per cause naturali nell’area tra Gallipoli e Nardò. Pergamene per tutti gli altri: per il terzo posto, andato al pugliese Savino Agresti per l’“Eccelso” dell’azienda andriese Agrolio; per il vincitore del Premio BiolPack (miglior accoppiata

etichetta-packaging assegnato da una specifica giuria di esperti in comunicazione e marketing), lo spagnolo “Soleale” dalla caratteristica etichetta anche in braille; per il vincitore del BiolKids (progetto che con percorsi formativi e laboratori d’assaggio di oli bio ha coinvolto in sette regioni oltre 1.300 ragazzi di 27 scuole primarie),

ossia il greco “Olvia”; e per i tanti vincitori, infine, dei Biol Territorio, eccellenze per aree geografiche italiane ed estere (dettagli su www.premiobiol.it). Nell’occasione è stata illustrata in anteprima l’ultima edizione della Guida mondiale dei migliori extravergini bio, con schede e profili sensoriali dei vincitori e degli oli aggiudicatisi le Meda-

glie Extragold: di fatto, una summa del panorama bio-olivicolo mondiale, che sarà poi presentata anche nelle principali fiere internazionali, dal BioFach di Norimberga al Sana di Bologna. Il Premio Biol è patrocinato da Ministero delle Politiche Agricole, Ifoam, AgribioMediterraneo, Associazione BiolItalia e Consorzio Puglia Natura.

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venti

“#Riomangioitaliano”: accordo Coldiretti – Coni

Olimpiadi: a Casa Italia menù sarà 100% italiano

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arantire agli atleti azzurri impegnati nelle Olimpiadi di Rio de Janeiro menu autenticamente italiani e contrastare il fenomeno del cibo made in Italy taroccato. E’ questo l’obiettivo dell’accordo #Riomangioitaliano siglato da Coldiretti con il Coni per i Giochi in Brasile e presentato all’assemblea dell’organizzazione agricola dal presidente Roberto Moncalvo e dal presidente del Coni Giovanni Malagò. In Brasile - sottolinea Coldiretti - l’ Italian Sounding ha buon gioco, ne sono esempio il parmesao, la pomarola e il salame tutto carioca prodotti nel Paese. “Sui banchi dei supermercati e nei ristoranti del Brasile è possibile acquistare prodotti e piatti - denuncia la Coldiretti - che richiamano in modo spudorato ai cibi più tipici dell’Italia senza avere nessuna delle

caratteristiche qualitative, di sicurezza e di legame con il territorio nazionale”. L’accordo tra Coldiretti e Coni #Riomangioitaliano è finalizzato a portare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 i primati dell’agroalimentare italiano con menu “Doc” per gli atleti azzurri e gli ospiti di Casa Italia. L’obiettivo - sottolinea Coldiretti - è far conoscere le caratteristiche distintive della produzione agroalimentare nazionale che hanno permesso all’Italia di conquistare la leadership internazionale per sicurezza, salubrità, qualità e sostenibilità ambientale. Accompagneranno Coldiretti gli olivicoltori dell’Unaprol con l’olio extravergine a marchio Fdai, Firmato dagli agricoltori italiani, gli allevatori del Grana Padano, i coltivatori di pomodoro Pomì e Bonifiche Ferraresi, la piu’ grande azienda agricola

d’Italia.

Anno in cui celebrerà il suo centenario. Mancava dal 2014

Il Giro d’Italia potrebbe tornare in Puglia nel 2017

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arebbero in corso contatti tra il Coni e la Regione Puglia, finalizzati a far tornare nel tacco d’Italia il Giro d’Italia. La partita sarà chiusa ufficialmente verso fine agosto, ma l’esito positivo sembrerebbe ormai scontato. Per questo, nelle ultime settimane, si sta lavorando alacremente per consentire di presentare un programma che possa essere valido non solo per la manifestazione sportiva in sé ma anche per consentire un ritorno pubblicitario per la Puglia.

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Quasi certamente sarà la città dei Trulli, Alberobello, fra i comuni scelti per ospitare la tappa pugliese. La partenza sarebbe prevista a Molfetta, con tappe dal Gargano alla Valle d’Itria. L’occasione, del resto, è resa ancora più importante dal fatto che nel 2017 il Giro celebrerà i suoi 100 anni. Nella testa del direttore Mauro Vegni c’è un’idea primaria: disegnare un vero e proprio Giro dell’Italia, toccando tutte le regioni. Si dovrebbe cominciare sulle isole, Sicilia e Sardegna, per poi

risalire verso il Nord, senza perdere le caratteristiche tecniche che già quest’anno hanno dato un ottimo sapore alla gara. Ma il vero sforzo, la Rcs proverà a farlo nel coinvolgere il maggior numerodi campioni: si punterà ad avere al via il meglio del nostro ciclismo, vale a dire Nibali e Aru, non più compagni ma rivali, e si farà un forte tentativo per avere alla partenza della corsa rosa il ciclista più forte del momento, Chris Froome. Come premesse, niente male.

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gricoltura

Le richieste dei protagonisti della “contesa”

Guerra del grano: etichettatura pane e pasta e piano cerealicolo nazionale

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a Giornata in difesa del grano italiano - Trattori a Bari per la #guerradelgrano manifestazione organizzata da Coldiretti: esplode la protesta degli agricoltori pugliesi che lasciano le campagne con i trattori per stringere d’assedio le principali città a difesa del grano nazionale, sotto l’attacco delle speculazioni che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superfice agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese.

Dal ritorno del baratto alla pagnotta “Doc” più grande del mondo ai grani più antichi recuperati dagli agricoltori, ora a rischio di estinzione, fino al Made in Italy sfregiato con kapeleti, spagheroni e macaroni scovati in tutti i continenti dove non vale la legge sulla purezza, nelle diverse città italiane eclatanti azioni dimostrative per far conoscere a Istituzioni e Cittadini il valore del grano italiano per il futuro dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy quali la pasta e il pane. Il Consiglio di Stato per la Commissione Unica Nazionale - Con l’apposizione della “fiducia” sul dl Enti locali alla Camera, sono state accolte anche alcune proposte per contra-

stare la cosiddetta “guerra del grano”, legata al recente crollo dei prezzi, ed a sostegno delle produzioni italiane di qualità, libere da pesticidi ed a tutela delle varietà locali. Le misure, contenute in quattro ordini del giorno accolti dal Governo, impegnano il ministro Maurizio Martina ad introdurre l’obbligo di indicare nell’etichetta della pasta made in Italy l’origine del grano usato anziché lasciarla a discrezione dell’industria come proposto dal dicastero agricolo; ad inserire dei parametri che permettano di tracciare, ai fini della certificazione, la presenza di residui di pesticidi nonché a favorire la tutela della biodiversità agroalimentare attraverso il recupero e la valorizzazione delle varietà di grano locali e dei grani antichi. Ma soprattutto, infine, ad istituire la Commissione Unica

Nazionale (Cun) per garantire una definizione trasparente del prezzo. I Commenti - “Condivisione di molti dei punti contenuti nelle risoluzioni degli onorevoli pugliesi Mongiello e L’Abbate. Il deprezzamento del grano italiano non è più accettabile, soprattutto quando si vanno a ledere intere campagne di raccolta, mentre nei porti italiani c’è il via vai di navi cariche di prodotto proveniente dall’estero. Non possiamo più transigere circa l’etichettatura obbligatoria dell’origine del prodotto agricolo con cui si fanno pasta e pane e la trasparenza della filiera. Chiediamo formalmente che si ponga rimedio alle importazioni speculative e al contempo al divario inaccettabile dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo, attraverso la definizione di un Piano cerealicolo

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nazionale e di una accelerazione sui contratti di filiera, alcuni dei quali già in essere, di cui le borse merci non tengono conto”- dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. “Non possiamo che esser contenti se il Governo ha preso molti punti dalla nostra risoluzione presentata nelle scorse settimane - dichiara invece il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo 5 Stelle in Commissione Agricoltura a Montecitorio – Ora ci auguriamo che sia giunto il momento dei fatti e che vadano in porto quanto prima i decreti attuativi della Cun, la Commissione Unica Nazionale che abbiamo introdotto con un mio emendamento lo scorso anno e che sostituirà le vetuste Borse Merci, garantendo finalmente trasparenza ed informazioni condivise per la rilevazione del prezzo”.

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T R urismo

urale

Scelta dal 18% delle famiglie, davanti a Sicilia (15%), Toscana (12%) e Liguria (10%)

Puglia regina dell’estate 2016 di Rino PAVONE

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uovo “boom” turismo in Puglia: secondo il Codacons è la regione italiana più scelta per l’estate 2016. “La meta preferita dei vacanzieri resterà l’Italia - spiegano i responsabili dell’associazione dei consumatori - il 75% delle famiglie prevede infatti di rimanere entro i confini del nostro paese, contro un 25% che è intenzionato a trascorrere le vacanze all’ estero”. Su tale scelta pesa quest’ anno più che mai l’effetto terrorismo, ossia la paura di attentati in paesi stranieri. Per questi motivi crollano nel gradimento degli italiani paesi come Egitto e Tunisi , mentre “resistono” Grecia (27%,) Croazia (23%) e Spagna (20%). La regione del “tacco” d’Italia sarà scelto dal 18% delle famiglie, seguita da Sicilia (15%), Toscana (12%) e Liguria (10%). TURISMO ESTERO – Il vero “boom” la Puglia l’ottiene con i visitatori stranieri in costante aumento: in questi periodi nelle nostre maggiori città turistiche è facile incontrare tedeschi, francesi, inglesi e .. vere e proprie icone a livello mondiale (e dunque capaci di creare attenzione più di mirate cam-

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pagne pubblicitarie): solo per restare all’ultimo mese sono stati avvistati nel Tacco d’Italia Lionel Messi, Luis Suarez e Madonna. La coppia d’attacco del Barcellona è stata avvistata ad Otranto, Veronica Ciccone Madonna a Savelletri ed Alberobello. La California d’Italia dunque è sempre più in pole position. PERCHE’ ANDARCI - Coste e colori, luci ed emozioni: d’estate la Puglia è ancora più bella. 860 km di coste variegate, tra spiagge dorate di sabbia fine e scogliere mozzafiato: dall’Adriatico allo Ionio, seguite il respiro del mare pugliese, che vi guida nel paradiso delle Isole Tremiti, baciati dal sole sui litorali di Bari e Brindisi fino ai panorami da cartolina del Salento e dell’Arco Ionico. Scegliete una vacanza lenta, all’insegna del relax e del benessere. O una vacanza attiva, da dedicare allo sport e allo svago, immersi nella natura. DA NON PERDERE - A conquistare durante l’estate è soprattutto il Salento, con località balneari da incanto, come Otranto, Porto Cesareo, Porto Selvaggio e Gallipoli. Ma eccellenze e bellezze sono ovunque. Dagli aspri promontori

del Gargano alla città dei trulli, Alberobello, e quella bianca, Ostuni, e poi la ricchezza di Bari e di Trani, l’incanto delle Tremiti e di Polignano. Su tutta la costa di Puglia sventolano un gran numero di Bandiere Blu e altrettante “vele”, assegnate da Legambiente e dal Touring Club Italiano alle spiagge più belle d’Italia. COSA COMPRARE - Tra i souvenir della Puglia, spiccano quelli alla lavorazione della terracotta e della cartapesta, ma anche della pietra leccese, in tutte le forme e colori. Molto belli anche i tamburelli per suonare la pizzica.

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gricoltura

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Si è insidiato presso l’Accademia dei Georgofili

Un Gruppo di studio sul contoterzismo

o scorso 19 luglio si è insidiato presso l’Accademia dei Georgofili il Gruppo di studio “Contoterzismo e agricoltura di precisione” con i rappresentanti delle istituzioni, degli agromeccanici e della ricerca : il fine è quello di promuovere una riflessione comune sul ruolo dei contoterzisti. Il Gruppo di lavoro, coordinato dal professor Pietro Piccarolo, Vice Presidente dell’Accademia dei Georgofili, avrà il compito di preparare una Giornata di studio/Convegno che si svolgerà in autunno a Firenze e sarà composto da Salvatore Parlato e Ida Marandola del Crea, Denis Pantini di Nomisma, Massimo Goldoni di Federunacoma, Sandro Liberatori di Enama, Leonardo Bolis del Consorzio Unima-Confai, Aproniano Tassinari di Uncai e Giuseppe Blasi, capo dipartimento del Ministero delle politiche agricole e forestali. “La giornata – illustra il presidente di Uncai

Aproniano Tassinari – nasce da un’iniziativa dell’Associazione di Imprese Meccanicoagricole-industriali di Ravenna (APIMAI) e di UNCAI per favorire il confronto e lo scambio di esperienze e progetti tra tutte le associazioni di contoterzisti. Il gruppo di lavoro è un vero e proprio think tank composto da rappresentanti di istituzioni, organizzazioni del contoterzismo e mondo della ricerca che hanno affrontato sotto vari profili questa tematica. Dal confronto potrà uscire un contributo prezioso per le future strategie a favore del contoterzismo, dell’agricoltura di precisione e non solo”. “Uno dei compiti istituzionali dell’Accademia – spiega Pietro Piccarolo – è proporre agli organi di governo idee e progetti a favore dell’agricoltura. Il gruppo di lavoro che si costituirà ha questa finalità, nella consapevolezza che vi è necessità di avere un contoterzismo unito e ben organizzato, costituito da operatori che, oltre alle mac-

chine, devono possedere una buona preparazione ottenuta attraverso una adeguata formazione”. IL CONTOTERZISMO IN ITALIA – In Italia la dimensione media aziendale è di circa 12 ettari e ben il 60% delle nostre imprese agricole ha una superficie inferiore ai 4 ettari. Per queste piccole aziende è difficile essere competitive facendo fronte al continuo incremento dei costi di produzione e a prezzi di mercato delle proprie produzioni non sempre remunerativi. Da qui l’esigenza della esternalizzazione di alcune lavorazioni agricole per le quali si richiede l’impiego di macchine in grado di coniugare alta capacità operativa ed elevata qualità del lavoro. Oggi l’agricoltura per essere competitiva sul mercato globale e rispettosa dall’ambiente, come richiesto dalle politiche agricole comunitarie e nazionali, deve fare ricorso non solo a nuove tecniche di coltivazione e di allevamento, ma anche a macchine tecnologicamente evolute che, come tali, richiedono

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alti investimenti e capacità professionale. Molte delle nostre imprese agricole, vuoi per dimensione aziendale, vuoi per l’età avanzata del conduttore, mancano sia di una sufficiente capacità economica e sia della necessaria capacità imprenditoriale. Dal censimento dell’agricoltura risulta che circa un terzo delle imprese agricole nazionali, per una superficie che sfiora il 45% della SAU, fa ricorso al contoterzismo. Di queste circa un terzo è cioè il 10% del totale nazionale, affida alle imprese agromeccaniche la completa gestione aziendale. Quello che più ha caratterizzato questi ultimi anni è proprio la continua crescita, non tanto del numero di imprese agricole, quanto del numero di lavorazioni richieste, sino ad arrivare alla completa gestione, dalle scelte colturali alla commercializzazione del prodotto. Vi è poi il tema della multifunzionalità che richiede un parco macchine differenziato a cui l’impresa agromeccanica può rispondere meglio di altri prestatori.

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Come simbolo della rinascita di un territorio

Il Fenicottero rosa per la promozione di Torre Colimena e della Salina dei Monaci

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l fenicottero rosa come simbolo della rinascita di un territorio e come elemento di appeal turistico ma anche di cura e tutela ambientale. E’ il messaggio emerso nella festa dell’impegno civico ambientale che si è svolta a Torre Colimena e alla Salina dei Monaci, la bellissima area naturale che accoglie diverse specie rare di volatili acquatici, fra cui i bellissimi uccelli dalle piume rosa, ormai di casa nella salina salentina, ora dotata di una torretta per il birdwatching donata da Claudio Quarta Vignaiolo. L’iniziativa ha registrato una grande partecipazione della comunità di Torre Colimena, la marina del comune di Manduria, con tanti turisti e curiosi provenienti dalla provincia, rimasti incantati dalla bellezza della Salina e della riserva naturale. La torretta servirà al personale di sorveglianza e alle associazioni ambientaliste e di volontariato che operano nella Riserva non solo per vigilare sul buono stato della fauna protetta ma anche come controllo antincendio, oltre che ai turisti e appassionati che vorranno effettuare birdwatching e sightseeing.

La donazione del gruppo Claudio Quarta comprende anche una serie di arredi urbani tra cui diciotto fioriere realizzate con materiale di recupero posate sul lungomare, diciassette alberi di brancychiton piantumati nella piazza centrale, quattro panchine e tre telecamere di videosorveglianza. In totale la donazione ammonta a 5300 euro, provenienti in parte dal regalo per il 60° compleanno di Claudio Quarta, in parte dal 5% delle vendite del vino “democratico” QU.ALE, progetto enologico e solidale della figlia Alessandra che ha legato il Rosso Salento Igp prodotto nella vicina cantina “ Tenute Eméra” a Marina di Lizzano, ad alcune realtà no profit operanti nel sociale e nell’ambiente, fra cui appunto la Salina dei Monaci. Plauso è stato espresso dalle istituzioni presenti, il sindaco di Avetrana Antonio Minò e l’assessore all’ambiente del Comune di Manduria Amleto Della Rocca, che ha permesso al progetto in cantiere da tempo di concretizzarsi, rimarcando l’essenziale rapporto pubblico-privato come strategia per valorizzare i territori. La donazione è il primo passo di un percorso di promozione

e valorizzazione della località. Assente per sopraggiunti impegni l’Assessore all’Ambiente della Regione Puglia Domenico Santosola, che in un messaggio ha rimarcato il valore dell’impegno civico espresso dall’iniziativa. Presente anche il senatore Dario Stefàno, che ha sottolineato la capacità di legare innovazione e territorio nell’iniziativa di Claudio Quarta, e i consiglieri regionali Luigi Morgante e Giuseppe Turco.



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gricoltura

Cia e Turismo Verde: “Coltiviamo l’arte”

Gli agricoltori custodi dei beni archeologici e culturali

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andidare gli agricoltori a “custodi” attivi del patrimonio storico-archeologico del territorio italiano, cominciando dalla tutela dei beni culturali e paesaggistici già presenti all’interno delle imprese agricole o situate nelle loro immediate vicinanze. È questo l’obiettivo di Turismo Verde e Cia-Agricoltori Italiani, rilanciato a Castellaneta con l’iniziativa “Coltiviamo l’arte” presso l’azienda agricola “Le Grotte di Sileno”. “Vogliamo valorizzare quello che è un patrimonio storico-monumentale dal valore e dal potenziale inestimabile -ha sottolineato Alberto Giombetti, responsabile delle Relazioni esterne e territoriali di Cia-. Vogliamo riaprire i siti attualmente in disuso, come chiese, torri, masserie spesso in forte stato di abbandono, rendendoli fruibili e nuovamente accessibili al pubblico”. Oggi infatti “l’Italia -ha aggiunto Giombetti- ha un oggettivo gap tra dotazione e capacità di conservazione, gestione e promozione del suo patrimonio. Per questo un ruolo fondamentale potrebbe essere affidato agli agricoltori che possono diventare le ‘sentinelle del bello’ ma anche i promotori dei ‘valori territoriali’”. Basti pensare che sono 130 i paesaggi rurali artistici censiti,

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che su 51 siti Unesco (l’Italia ha il record mondiale) ben la metà sono in ambito rurale e che circa il 40% del patrimonio monumentale e il 60% di quello archeologico si trova in contesti non urbani. Nel ruolo di custodi, gli imprenditori agricoli svolgerebbero sia un ruolo di vigilanza costante che di segnalazione e manutenzione del verde circostante. Una collaborazione che sfocerebbe anche in una maggiore offerta di servizi da fornire agli stessi ospiti delle aziende agricole e degli agriturismi interessati a visite guidate in siti di particolare interesse storico-artistico. “Già ci stiamo muovendo su questa strada intraprendendo percorsi pilota con il Segretariato dei Beni culturali della Regione Emilia Romagna e presto si potrebbe estendere anche in Puglia e Basilicata -ha aggiunto Giombetti-. Il nostro obiettivo ultimo è quello di stipulare un protocollo d’intesa tra la Cia e il Ministero dei Beni culturali e ambientali e del turismo”. Ed è in quest’ottica che Turismo Verde e Cia hanno proposto a Eva Degl’Innocenti, direttore del Museo nazionale archeologico del Marta di Taranto, e alla Soprintendenza regionale, il riordino della mostra archeologica “Dioniso: vite, vini e culti in Magna Gre-

cia” e il suo trasferimento a Matera, proclamata Capitale Europea della Cultura 2019. La mostra di Dionisio nel capoluogo lucano apporterebbe -secondo le due organizzazioni- vantaggi e opportunità a livello turistico anche alle regioni circostanti in primis la Puglia, la Campania e la Calabria. “Da anni portiamo avanti una battaglia per riconoscere all’agricoltore il ruolo di custode. Le sfide del futuro per l’Italia sono la difesa del paesaggio, dell’ambiente e del patrimonio storico-culturale e gli agricoltori hanno pieno titolo per svolgere questo ruolo che rientra nelle attività connesse proprie della multifunzionalità -ha ribadito nelle sue conclusioni il vicepresidente nazionale della Cia Alessandro Mastrocinque-. La Confederazione intravede all’orizzonte grandi spazi di fattibilità con vantaggi sostanziali sia in termini culturali che pratici ed economici, con siti riportati alla luce nel loro splendore, manutenuti adeguatamente, che genererebbero nuovo turismo -ha chiosato Mastrocinque- quindi indotto, economie e posti di lavoro”. Al termine dell’iniziativa è stato quindi redatto un documento “ad hoc” che verrà consegnato al governatore Michele Emiliano.

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Contro l’oidio della Vite da tavola:

Zero residuo = Zero pensieri 4 residui, 3 residui, zero residui, biologico, esportazione, grande distribuzione…. È sempre più complicato soddisfare tutte le richieste del mercato. Se tutte queste cose fino a pochi anni fa erano un vantaggio vero, facevano guadagnare di più, oggi sono la base perché la propria produzione venga accettata dal mercato. Nelle fasi finali del ciclo produttivo, quando le uve entrano nella fase di invaiatura, i tecnici ed i produttori devono destreggiarsi con antioidici di natura chimica che possono appesantire il profilo residuale, rendendo sempre più difficile produrre con pochi residui o a residuo zero. Spesso il tecnico e l’agricoltore devono scegliere quale avversità trattare e quale trascurare, per non eccedere nei residui. E la notte si fa fatica a dormire tranquilli. Vacciplant, a base di laminarina, rappresenta il prodotto ideale. È un fungicida-battericida di origine naturale, regolarmente registrato dal Ministero della Salute, che agisce stimolando la pianta a produrre le proprie autodifese in modo che, quando avviene l’attacco del patogeno, la pianta sia già pronta a rispondere nel modo migliore. Ma come funziona? La laminarina

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è una grossa molecola estratta dalle alghe Laminaria. Una volta formulata in modo appropriato e spruzzata sulla pianta, penetra nella vegetazione e, essendo molto simile ad alcune molecole presenti nei funghi nocivi, viene scambiata dalla pianta per un vero attacco parassitario. A questo punto la pianta reagisce producendo sostanze che “rompono” la molecola di laminarina e la digeriscono, poi produce altre sostanze che vanno in circolo per la pianta allarmando tutte le cellule ed inducendole a produrre grandi quantità di sostanze di autodifesa. Quando avviene il vero attacco

parassitario, la pianta è già “vaccinata” e pronta a rispondere. Alla dose di 2 litri/ha Vacciplant controlla molto bene l’oidio della vite. Può essere usato IN TOTALE SOSTITUZIONE DEI TRATTAMENTI CHIMICI oppure IN SINERGIA CON LA LINEA CHIMICA sostituendo alcuni trattamenti, ad esempio in sostituzione dello zolfo negli ultimi trattamenti (non imbratta e non lascia residuo: carenza 0 giorni) o in miscela con antioidici o zolfo. Vacciplant può essere usato anche in agricoltura biologica.

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groalimentare

Ora la sfida è ridurre le accise

Il Parlamento “definisce” la birra artigianale

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mportantissime novità per i birrifici pugliesi giungono dal Parlamento dove è stato licenziato il Collegato Agricoltura che prevede nuove normative sull’identikit della birra artigianale e il sostegno allo sviluppo della filiera del luppolo nostrano, iniziando così ad affrontare e risolvere le maggiori criticità degli operatori del settore. Un comparto

in continua crescita e che, secondo i dati di Unionbirrai, conta 875 piccoli birrifici sul territorio nazionale, guidati per lo più da giovani imprenditori, impiega 1.300 persone e produce un indotto di 4.000 lavoratori. Da oggi, potrà definirsi birra artigianale soltanto quella birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti (sia legalmente sia economicamente) e non sottopo-

sta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. Viene, dunque, riconosciuto l’apporto umano nel processo produttivo, escludendo “fasi industriali” di lavorazione. Inoltre, viene fissata la produzione annua a 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo e rurale a portata di click.

“Coltiviamo l’arte”

Sumitomo chemical

presenta la varietà di peperone a marchio Nunhems®

la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico

“Excelero”, fitoregolatore per dell’uva da tavola

Negli ultimi anni il mercato richiedeva un peperone di qualità realmente alta, che si adattasse perfettamente alla coltivazione in serra o tunnel in tutte le zone vocate italiane. Eppure Balzac F1, peperone a marchio Nunhems®, si è dimostrato, in quattro anni di produzione commerciale, in grado di soddisfare le diverse richieste di tutti gli attori della filiera.

Candidare gli agricoltori quali “custodi attivi” del patrimonio storico-architettonico dal valore inestimabile cominciando dalla tutela dei beni culturali e paesaggistici già presenti all’interno delle imprese agricole, l’obiettivo della Confederazione Italiana Agricoltori e Turismo Verde.

Sumitomo Chemical Italia ha presentato, presso “Il Melograno” a Monopoli (Ba), “Excelero” integra i livelli naturali di S-ABA nella bacca favorendo una colorazione più rapida e uniforme.

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Bayer CropScience

N° 13 - 15 luglio 2016

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gricoltura

Martina: “Si apre una nuova fase di riforme per il settore primario”

Approvazione definitiva del Collegato Agricoltura

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di Paolo DILEO

pprovato definitivamente al Senato il Collegato Agricoltura “una serie di misure – dichiara il ministro – indispensabili per innovare e sviluppare un settore cardine per l’economia italiana”. Trattasi di un pacchetto di strumenti operativi , un mezzo per indicare un nuovo modello agricolo italiano, all’insegna di qualità, innovazione e sostegno. Molte le novità che interesseranno la filiera del pomodoro, del riso, del biologico, della birra artigianale con im-

portanti interventi nel ricambio generazionale. I principali provvedimenti SEMPLIFICAZIONE E CONTROLLI Ridotti da 180 a 60 giorni i tempi per aprire un’azienda agricola. Vengono tagliati i termini del silenzio assenso entro i quali l’Amministrazione Pubblica deve adottare il provvedimento finale dal ricevimento della richiesta presentata dal CAA. Meno burocrazia nella produzione dell’olio con l’eliminazione del fascicolo aziendale per i produttori con un quantitativo inferiore a 350 Kg. Introdotte sanzione per la mancata iscrizione all’Anagrafe Apistica.

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RICAMBIO GENERAZIONALE Delega al governo per disciplinare le forme di affiancamento tra agricoltori over 65 o pensionati e giovani tra i 18 e 40 anni che non siano proprietari di terreni agricoli. Spazio alla formazione aziendale per favorire l’ingresso dei giovani alla guida delle imprese. INNOVAZIONE Inclusione dell’innovazione tecnologica , informatica e dell’agricoltura di precisione, nonché il trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario, tra gli ambiti operativi del sistema di consulenza per beneficiare

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dei contributi PAC. BIRRA ARTIGIANALE Per la prima volta nell’agroalimentare italiano viene introdotta la definizione di birra artigianale, come “birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta durante la fase di produzione a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. La norma prevede anche l’obiettivo di favorire lo sviluppo del luppolo in Italia. POMODORO Per tutelare e promuovere la qualità delle produzioni vengono previste disposizioni specifiche sulle destinazioni dei prodotti derivati dalle trasformazioni del pomodoro, sui relativi requisiti, sulla etichettatura, sul confezionamento, nonché sulle sanzioni.

RISO Sostegno del settore attraverso la tutela delle varietà tipiche italiane e sostegno al miglioramento genetico delle nuove; valorizzazione delle produzioni come espressione della dotazione culturale, paesaggistica e ambientale di un territorio; tutela del consumatore; istituzione di un registro per la classificazione delle nuove varietà; disciplina dell’apparato sanzionatorio ed individuazione dell’Autorità competente in materia. Vengono altresì promossi sistemi innovativi che possono dare maggiori informazioni sull’origine del prodotto. BIOLOGICO Taglio della burocrazia attraverso la semplificazione informatica e creazione del sistema informativo del biologico.

GESTIONE DEL RISCHIO IN AGRICOLTURA Adozione di uno o più decreti legislativi per il riordino degli strumenti di gestione del rischio in agricoltura e per la regolazione dei mercati, favorendo lo sviluppo di strumenti assicurativi a copertura dei danni alle produzioni e alle

strutture agricole, disciplinando i Fondi di Mutualità per la copertura dei danni da avversità atmosferiche, epizoozie, fitopatie, nonché per compensare agricoltori che subiscono danni causati da fauna protetta e per rivedere la normativa in materia di regolazione dei mercati.

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iceviamo e...

L’intervento del Commissario Straordinario dell’Arif, Domenico Ragno

“La Puglia non deve pagare il pizzo agli incendiari”

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umerosi articoli di stampa e servizi sui mass media hanno dato enfasi alla protesta degli operai interinali dell’ARIF, che reclamano una continuità lavorativa interrottasi per alcuni di loro il 30 Giugno scorso. Oltre che alle comprensibili esigenze degli operai che hanno lavorato alle dipendenze dell’Agenzia, a supporto

di queste richieste sono state addotte motivazioni di carattere tecnico che richiedono alcune precisazioni, in quanto fuorvianti dai reali problemi connessi alla gestione delle attività dell’ARIF, in particolar modo, visto il periodo, dell’attività antincendio e della distribuzione dell’acqua a uso irriguo. A questo proposito ritengo necessario fornire alcuni

chiarimenti riguardo le problematiche citate. La motivazione e principale preoccupazione evidenziata in questi giorni riguarda l’insufficienza della dotazione delle squadre per lo spegnimento dei focolai d’incendio sul territorio regionale, con conseguente devastazione del patrimonio boschivo e naturale in genere, ecc.

Innanzitutto va premesso che l’autocombustione alle nostre latitudini non esiste o è un evento assolutamente eccezionale, per cui la totalità degli incendi che si verificano in Puglia è a vario titolo riconducibile a origini antropiche. Le condizioni di temperatura, umidità, tipologia della vegetazione, ventosità influiscono solo sulla facilità o meno dell’innesco e propagazione del fuoco e sulla magnitudo dell’evento. Riguardo l’argomento dell’insufficienza del personale occorre evidenziare che l’attività antincendio, coordinata e gestita dalla Protezione civile regionale, per quanto riguarda l’ARIF, che, è bene ricordarlo, costituisce solo una parte della complessa

organizzazione dell’AIB regionale, non può definirsi fallimentare o fortemente insufficiente, come invece viene talvolta descritta. La Puglia, di gran lunga ultima regione italiana per superficie forestale, ha un patrimonio boschivo localizzato in precisi ambiti territoriali (Gargano, Subappennino, Murgia barese e tarantina, litorale salentino), cosa che permette di zonizzare con relativa facilità le aree a rischio. Il sistema antincendio schiera per il 2016 oltre 550 operai (di provenienza ARIF, che costituiscono la quasi totalità di quanti intervengono sugli incendi boschivi veri e propri) e circa 1500 volontari, oltre ai Vigili del Fuoco a seguito della Convenzione stipulata con la

Protezione civile regionale, all’utilizzo del Corpo Forestale per il coordinamento delle attività antincendio e la dotazione di n. 2 aerei antincendio e n. 320 mezzi (172 ARIF). Numeri che, se confrontati con quelli di altre Regioni italiane (ad eccezione di alcune tristemente famose realtà meridionali), appaiono congrui rispetto alla media nazionale, soprattutto se si tiene conto della ridotta superficie forestale regionale, che arriva, includendo ogni tipo di vegetazione naturale, a 170.000 ettari, contro 1.150.000 della Toscana, prima regione italiana. Va detto, infine, come lo sforzo della Regione sia ancora più apprezzabile alla luce del generale ridimensionamento delle

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risorse assegnate dalle Amministrazioni pubbliche, centrali e locali, a tale attività a seguito delle diverse disposizioni riguardanti la spesa pubblica. Il numero del personale operaio regionale impiegato nell’ AIB ha subito nel tempo poche modifiche. Dai dati disponibili, nel 2009, anno antecedente alla costituzione dell’ARIF, il personale impegnato nell’attività antincendio ammontava a meno di 480 unità, di cui circa 400 stagionali, poi stabilizzati, cui si sommava il personale dell’ex SMA (utilizzato solo parzialmente nelle squadre antincendio) per un totale di poco più di 600 unità effettive. Più o meno il personale impiegato oggi in questa fase di partenza della

campagna 2016. Nei tre anni precedenti l’ARIF ha utilizzato nel servizio AIB anche personale interinale. Nel 2015 detto personale ammonterebbe a circa 300 unità. Pur restando la Puglia da sempre nelle statistiche di settore al di sopra della media nazionale, dall’analisi dei dati sugli incendi boschivi nel periodo 2009-2015 emerge come, in linea di massima, l’andamento della superficie boscata percorsa dal fuoco sia poco collegabile alla quantità di personale impiegato e segua un andamento assimilabile a quello medio nazionale, come evidenziato nella seguente figura. Lo stesso andamento si ha quando si prendono in esame i dati relativi al numero di incendi. Analogamente, i dati re-

lativi al numero di incendi boschivi nella fase iniziale della campagna AIB (15 Giugno-prima settimana di Luglio) verificatisi in Puglia negli ultimi anni per lo stesso periodo dimostrano come non vi siano dopo il 2012 significative variazioni, a prescindere dal numero di personale impiegato. Tali considerazioni, sia pure di carattere generale e suscettibili di approfondimenti, in qualche modo smentiscono le preoccupazioni di quanti sostengono l’equazione “mancate assunzioni – più incendi”. Anzi, per l’esperienza a livello nazionale, sembrerebbe vero esattamente il contrario, in quanto le Regioni con maggiore presenza di assunti nell’attività AIB (Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania) da sempre sono in testa

nella graduatoria per numero ed estensione degli incendi. Anche in questo settore la Puglia deve decidere se distinguersi dalle altre regioni meridionali. Sicuramente in Puglia la situazione è migliorabile, soprattutto in alcune aree della Regione più a rischio ove, compatibilmente con le disponibilità finanziarie, potranno essere fatte alcune integrazioni all’attuale organizzazione, ma la creazione di un clima di allarme spesso ingiustificato potrebbe creare più danni che benefici al patrimonio naturale regionale. Inoltre, il diffondersi tra l’opinione

pubblica della convinzione che ci sia una stretta correlazione tra il mancato impiego di personale e l’insorgenza degli incendi, come traspare da più di una dichiarazione ripresa dai mass media, oltre a criminalizzare ingiustamente i lavoratori potrebbe stimolare e incoraggiare i pochi criminali, che pure ci sono, che vedono realmente nell’incendio occasione di lavoro o il raggiungimento di altri obiettivi. Già da alcuni giorni, infatti, si sono verificati in tutta la regione, secondo il personale più esperto, alcuni incendi di “avvertimento”, cioè piccoli

fuochi appiccati in aree critiche da professionisti. Questi fuochi sono destinati, per ubicazione e modalità, a non far danno ma a lanciare un preciso messaggio intimidatorio per il futuro per qualcosa di più serio; magari in giornate di forte vento, quando lo spegnimento dell’incendio con le sole squadre a terra è molto problematico ed è necessario l’intervento dei mezzi aerei. Cosa puntualmente avvenuta con l’incendio sulla Murgia barese all’interno del Parco dell’Alta Murgia. Questo è comportamento criminale, come sottolineato dal Presidente Emiliano e da quello

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del Parco, Veronico, non giustificato e non giustificabile, da reprimere nella maniera più decisa. Per questo è importante che vi sia a difesa del nostro patrimonio naturale il massimo sostegno alle Forze di Polizia e a quanti operano sul territorio a difesa dei boschi. L’incendio è un crimine particolarmente odioso che spessissimo non si risolve con l’estinzione dell’evento e i relativi danni materiali, ma si ripercuote, per le sue conseguenze sull’ambiente e sul paesaggio, sulle generazioni future. Per questo la Puglia non deve pagare il pizzo agli incendiari. ATTIVITA’ IRRIGUA - Analogamente a quanto detto per la parte forestale, i dati disponibili riguardo l’erogazione dell’acqua a uso irriguo a livello regionale non hanno subito nel tempo sostanziali differenze per quanto riguarda le quantità. Nel 2009 e negli anni immediatamente precedenti l’istituzione dell’ARIF venivano erogati mediamente 11.800.000 mc. di acqua, contro i gli 11.900.000 mc. distribuiti nel 2015, ultimo anno di riferimento. Il numero dei pozzi distribuiti sul territorio regionale è lo

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stesso. Il servizio veniva assicurato, al momento del trasferimento all’ARIF della struttura deputata, da 343 operai, di cui 104 fissi e 239 stagionali assunti per il periodo Giugno – Settembre e 8 impiegati, per un totale di 351 unità. Nel 2015, ultimo anno di riferimento, sono stati impiegati per lo stesso servizio 343 unità di personale (328 operai, tutti a tempo pieno a seguito della stabilizzazione) e 15 impiegati, oltre a circa 200 lavoratori interinali assunti con contratti di diversa durata durante l’anno. Alcune criticità, non riscontrabili nelle annate precedenti il passaggio all’ARIF, a detta del personale regionale “storico“, se non per problematiche connesse a residuali problemi organizzativi, si sono verificate nell’ultimo periodo in determinate aree. Questo probabilmente anche a causa di errori di valutazione di natura tecnica riguardo l’estensione di alcune linee rispetto alla reale capacità di erogazione dei pozzi e le non prevedibili emergenze che riguardano alcuni impianti. La cosa non ha comunque creato un diffuso disservizio se non legato a singoli pozzi

che, è opportuno ricordarlo, sono 250 sul territorio regionale. Inoltre l’ARIF, che ha come compito istituzionale garantire nei territori serviti l’irrigazione della aziende agricole, ha recentemente stabilito nell’erogazione del servizio l’assoluta priorità per gli imprenditori agricoli rispetto ad altri tipi di utenze. Anche in questo caso alcune situazioni sono sicuramente migliorabili, ma la preoccupazione che emerge da alcune parti riguardo una generalizzata carenza di distribuzione di acqua non sembra motivata da riscontri oggettivi, se non quelli strutturali legati per lo più all’obsolescenza della rete di distribuzione e alcunI ”buchi” nell’organizzazione del servizio in via di risoluzione. Per quanto riguarda, infine, l’assunzione degli interinali nel 2016, si fa presente che, contrariamente a quanto affermato da alcuni, sono state effettuate dal 1 Gennaio ad opera del precedente Direttore generale 350 assunzioni di personale irriguo e forestale con scadenza 30 aprile e 30 giugno. Domenico Ragno Commissario Straordinario ARIF www.foglie.tv




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