FOGLIE n.14/2020

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1 AGOSTO 2020 - N. 14 - ANNO 15

QUINDICINALE DI AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

RECOVERY FUND, UN PIANO PER L’AGROALIMENTARE

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Micaela Cavestro, Rino Pavone, Mara Coppola Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

ecovery fund: all’ Italia andranno 209 miliardi, 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti, pari al 28% dell’intera somma. I fondi arriveranno nel 2021, ma il 10% dei sussidi, più o meno 8 miliardi potranno essere anticipati e finanziare progetti già avviati. L’ Italia dovrà indicare le riforme che intende realizzare tenendo conto delle raccomandazioni Ue che tra le altre cose indicano di rivedere pensioni, lavoro, giustizia, Pubblica amministrazione, sanità e istruzione. Ora si tratta di riuscire a combinare le misure d’emergenza con le strategie per il futuro. Per l’ agricoltura, con le risorse che arriveranno, servirà un piano per rilanciare l’ economia e la produzione in base ai nuovi bisogni della popolazione. Un piano che dovrà far parte del Recovery plan che il Governo scriverà, e che non dovrà essere soltanto economico ma anche e soprattutto sociale e sostenibile. Il Recovery fund è la prima opportunità. Così come la Pac che su 600 miliardi di aiuti proverà a farne arrivare soltanto il 20% ai piccoli e medi produttori.

Ora “ Abbiamo maggiori opportunità grazie all’accordo sul Recovery fund. Abbiamo risorse importanti e l’Italia deve dimostrare di meritarsele, attraverso una visione del sistema paese. Questa è la sfida che abbiamo davanti - ha osservato la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova - per quanto riguarda il nostro settore, abbiamo l’opportunità di rispondere a bisogni concreti progettando il futuro. Se sarà necessario troveremo le risorse per aumentare i fondi. Ora, come non mai ci vuole coraggio, visione e determinazione. Serve uno sforzo particolare per il Mezzogiorno e la zootecnia deve essere un settore nel quale si può fare di più e meglio”. L’ Italia si ritrova in una situazione unica: la Bce che compra debito a pieno ritmo, l’ Europa che decide di destinare risorse consistenti, il patto di stabilità sospeso, lo scostamento di bilancio per una nuova manovra da 25 miliardi. Ci sono risorse per “decidere” il paese che si vuole costruire, necessario un piano per l’ agroalimentare che guardi almeno ai prossimi venti anni.




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gricoltura

Pietro Buongiorno UILA Puglia: “Troppo poche”

RETE DEL LAVORO AGRICOLO DI QUALITÀ: IN PUGLIA ISCRITTE 973 IMPRESE SU 76.245

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olo l’1,27% delle aziende agricole attive in Puglia è iscritta alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità che coinvolge le associazioni di categoria, i sindacati, l’Inps, l’Inal e la Prefettura. Sono, infatti, 76.245 le imprese agricole attive presenti nel Registro delle imprese nel 2019 in Puglia: di queste solo 973 aderiscono alla rete istituita presso l’INPS al fine di selezionare aziende agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. “I dati delle aziende iscritte alla rete vanno interpretati perché sono la punta di un iceberg: ci indicano che qualcosa non sta andando nel verso giusto – afferma Pietro Buongiorno, Segretario Generale Uila Puglia – a Lecce aderiscono alla Sezione Territoriale solo 2 imprese, mentre Bari ne conta quasi 700. Una discrasia di numeri importante che va analizzata. Foggia ha 226 iscrizioni, Taranto 57, mentre la BAT 8 e Brindisi 3. Le aziende che

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hanno i requisiti sono molte di più”. previsti dalla normativa vigente in materia; siano in regola con il Possono accedere alla Rete del versamento dei contributi previlavoro agricolo di qualità le im- denziali e dei premi assicurativi; prese agricole, in possesso dei applichino i contratti collettivi di seguenti requisiti: non abbiano cui all’articolo 51 del decreto leriportato condanne penali per gislativo 15 giugno 2015, n. 81; violazioni della normativa in ma- non siano controllate o collegateria di lavoro e legislazione so- te, ai sensi dell’articolo 2359 del ciale, per delitti contro la pubbli- codice civile, a soggetti che non ca amministrazione, delitti contro siano in possesso dei requisiti di l’ incolumità pubblica, delitti con- legge fin qui indicati. tro l’economia pubblica, l’ industria e il commercio, delitti contro “Ritengo – continua Buongiorno – il sentimento per gli animali e in che le responsabilità vadano condimateria di imposte sui redditi e vise con tutti gli attori che siedono sul valore aggiunto, delitti di cui al tavolo. Le associazioni datoriali agli articoli 600, 601, 602 e 603- sicuramente rivestono un ruolo ribis del codice penale; non siano levante nel dare impulso a questa state destinatarie, negli ultimi tre Rete con un’adesione massiva delle anni, di sanzioni amministrative, imprese iscritte, ma anche le Istiancorché non definitive, per vio- tuzioni latitano e segno tangibile lazioni in materia di lavoro, legi- è la lentezza con cui vengono riuslazione sociale e rispetto degli nite le Sezioni Territoriali. Tuttavia obblighi relativi al pagamento a fare preoccupare sono i risultati delle imposte e delle tasse. Tale raggiunti dai tavoli di concertaziodisposizione non si applica laddo- ne che dovrebbero dare risposte a ve il trasgressore o l’ obbligato in questioni legate alla gestione dei solido abbiano provveduto, prima trasporti dei braccianti, all’interdella emissione del provvedimen- mediazione della domanda e offerto definitivo, alla regolarizzazio- ta di lavoro, alla sicurezza sul posto ne delle inosservanze sanabili e di lavoro ed ai controlli sull’applial pagamento in misura agevola- cazione piena dei contratti collettita delle sanzioni entro i termini vi di lavoro nazionali e provinciali”. www.foglie.tv


APRIRE NUOVI MERCATI

ORTOFRUTTA: CON EMBARGO RUSSO E BREXIT PERSO 21% EXPORT

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ono diminuite del 21% le esportazioni di ortofrutta pugliese in Germania, Regno Unito e Russia, nei primi 3 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’ anno scorso, come effetto della Brexit e dell’ embargo russo, trend negativo già registrato nel 2019 che si è aggravato a causa del Covid. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, chiedendo l’apertura di nuovi mercati esteri per creare sbocchi commerciali per l’ ortofrutta della Puglia, a partire dalla campagna in corso dell’uva da tavola. “Per sostenere le esportazioni, la crescita e le nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’ apertura a nuovi mercati esteri e dal superamento delle grandi difficoltà create dall’embargo russo, un mercato di 150 milioni di abitanti che non consumano prodotto made in Italy, attraverso l’avvio di un progetto “Ortofrutta italiana” attraverso il quale vengano sponsorizzati i prodotti a marchio Italia sui mercati europei e non, così come sta facendo la Spagna e la Francia” – rileva Coldiretti Puglia - “Il settore ortofrutticolo non ha beneficiato dell’esonero per i primi sei mesi 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro e oggi alla luce delle evidenti

difficoltà causate dal periodo di incertezza causate dal Covid, vanno pensati e adottati provvedimenti e strumenti urgenti ed essenziali per dare liquidità e sostegno agli operatori della filiera ortofrutticola pugliese”. Le esportazioni dell’ agroalimentare pugliese in Russia hanno perso oltre 160milioni di euro in 5 anni, a causa dell’ embargo totale sancito dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, mentre le esportazioni di ortofrutta pugliese in Germania sono crollate del 10% nei primi 9 mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, su valori stimati pari a circa

201 milioni di euro. Un motivo di forte preoccupazione degli operatori in Germania dove si consuma quasi 1/3 dell’ortofrutta Made in Italy esportata. “Servono al contempo nuovi mercati per l’ortofrutta pugliese e maggiori tutele per i produttori – insiste Coldiretti - circa il prezzo di vendita dei prodotti che possa tutelarli e consentirgli la copertura dei costi di coltivazione, gestione e raccolta dei prodotti così da poter distribuire maggiori ricchezze anche ai lavoratori, quindi rispetto dei contratti di lavoro per evitare situazioni involontarie di sfruttamento dovute dall’appiattimento dei margini di guadagno”. La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% della produzione nazionale e, grazie all’ enorme contributo pugliese, l’Italia è il primo produttore al mondo, con il 16% sulla produzione globale. Le importazioni di uva da tavola in Italia ammontano a 25.000 tonnellate (circa il 3,2% dei consumi interni), di queste, una fetta consistente – denuncia Coldiretti - proviene dall’Europa (49%) e dall’America centro meridionale (circa il 25%), ed in particolare dai suoi due principali paesi produttori Cile e Perù, la restante parte proviene dall’Africa (13,5%) ed Asia (4,6%).

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MAI COSÌ ALTI DA 22 ANNI

POMODORO: RICONOSCIUTI PREZZI +23%

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ungimirante accordo di filiera sottoscritto da Coldiretti e Princes che hanno unito gli sforzi per sostenere il “Made in Italy” della filiera del pomodoro, valorizzandone l’ elevata qualità e l’ identità nazionale, con una intesa che garantisce una remunerazione in campo che gli agricoltori non vedevano da 22 anni, dal lontano 1998, anche per rispondere all’ emergenza siccità che ha colpito duramente la provincia di Foggia e i maggiori costi di produzione. Il contratto 2020 ha stabilito un aumento dei prezzi riconosciuti in campagna agli agricoltori del +23% rispetto al 2019. Questi prezzi saranno applicati esclusivamente ai pomodori coltivati in Puglia, Basilicata e Molise. Sarà, inoltre, riconosciuto un premio di 10 euro a tonnellata in corrispondenza dell’utilizzo della tecnica agronomica della pacciamatura. L’ Accordo di filiera triennale che rappresenta uno strumento straordinario di investimento e valorizzazione della filiera pugliese del pomodoro da industria, si prefigge lo scopo di rendere più equilibrata e coerente la distribuzione del valore lungo la filie-

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ra per contrastare pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il Ministero delle Politiche Agricole e le principali catene della grande distribuzione.

Princes lavora nello stabilimento di Foggia - il più grande sito industriale d’Europa - unicamente pomodoro di origine pugliese e si rifornisce esclusivamente da produttori che rispettano i più alti standard in tema di lavoro etico, secondo le cer tificazioni “Global G.A.P. GRASP” o “SA8000”.

“Il 40% del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata, che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. La provincia di Foggia – afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia - è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Un bacino produttivo straordinario se confrontato al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita, una realtà che va salvaguardata e promossa perché rappresentata da imprese agricole e agroalimentari pugliesi che operano con grande professionalità e in assoluta trasparenza”.

Coldiretti e Princes intendono così ulteriormente sostenere e promuovere la filiera del pomodoro pugliese, unica al mondo per la qualità del prodotto e che da sola contribuisce per circa il 30% all’intero volume del pomodoro italiano da industria. Nel contesto dell’ accordo, Princes e Coldiretti stanno sviluppando congiuntamente un’innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che per la prima volta in Italia verrà applicata a un prodotto trasformato industrialmente. La piattaforma garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera e il rispetto di tutti i requisiti previsti con for ti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali. www.foglie.tv


Per la Puglia 2,8 mln di €

AGRICOLTURA: AL VIA LE DOMANDE PER BANDO ISI-INAIL DA 65 MILIONI

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allo scorso 15 luglio le micro e piccole imprese operanti nel settore agricolo possono compilare la domanda per richiedere i contributi previsti dall’ avviso pubblico Isi Agricoltura con cui l’Inail stanzia 65 milioni di euro per investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il finanziamento in conto capitale va da un minimo di 1.000 ad un massimo di 60.000 euro e copre il 40% delle spese ammissibili al netto dell’IVA , valore che per i giovani agricoltori sale sino al 50%. «Si tratta di una importante opportunità per incentivare in agricoltura l’acquisto di nuovi macchinari, trattori ed attrezzature di lavoro, dotati di caratteristiche in grado di abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti, il livello di rumorosità ma soprattutto il rischio infortunisti-

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co – sottolinea il sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – L’ obiettivo è assicurare, contestualmente, un miglioramento del rendimento e della sostenibilità globale dell’azienda agricola in piena linea con i target che l’Italia si sta ponendo in ambito europeo nel Green Deal, attraverso la riduzione dei costi, il miglioramento e la riconversione della produzione oltre che il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori». Destinatari dei finanziamenti – precisa il Mipaaf in una nota – sono le micro e le piccole imprese agricole che presenteranno progetti relativi sia all’ acquisto che al noleggio con patto di acquisto di macchine o trattori sia agricoli che forestali. «Le risorse stanziate riguardano progetti suddivisi per Regione o Provincia autonoma e sono ripar-

tite su due distinti assi di f inanziamento – prosegue il sottosegretario L’Abbate – di cui 53 milioni di euro da riservare alle generalità delle imprese agricole e i restanti 12 milioni di euro dedicati agli imprenditori giovani agricoltori, organizzati anche in f orma socie taria». Alle Regioni del Nord s ono destinati 36 milioni di euro (Piemonte 10,3; Veneto 6,8; Lombardia ed Emilia Romagna 6,1; Bolzano 2,4; Trento 1,7; Friuli Venezia Giulia 1,2; Liguria e Valle d’Aosta 0,7 milioni); a quelle del Sud spettano 17,5 milioni di euro (Sicilia 5,9; Puglia 2,8; Campania 2,7; Calabria 2,4; Basilicata 1,9; Molise 1,1 e Sardegna 0,7 milioni) mentre al Centro Italia lo stanziamento è di 11,5 milioni di euro (Toscana 3,3; Lazio 3,1; Marche 2,2; Abruzzo 1,7 e Umbria 1,2 milioni).

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Secondo comitato dell’OI Ortofrutta Italia

UVA DA TAVOLA, LA CAMPAGNA PIÙ DIFFICILE?

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arà una campagna difficile per l’ uva da tavola: non lo hanno nascosto i partecipanti al comitato di prodotto dell’ Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta Italia che si è svolto in conference. Tra i temi trattati. la crisi dei consumi, la campagna istituzionale di promozione e l’ import “invadente”, che rischia di soffocare e svalutare la produzione nazionale. “I partecipanti alla riunione, in rappresentanza di tutta la filiera - dichiara il coordinatore del Comitato Donato Fanelli - hanno convenuto sul fatto che l’ uva entra in scena in un momento di generalizzato calo dei consumi, nel nostro Paese ma anche nel resto d’Europa. Una congiuntura difficile, cui si accompagnano i timori per la forte presenza di prodotto extra Ue a basso costo a causa proprio della difficoltà di collocare i frutti “.

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E’ dei giorni scorsi ad esempio la notizia della presenza diffusa di uva egiziana proveniente dai Paesi Bassi: “In realtà non si tratta di una novità - puntualizza Fanelli - Il problema è che la crisi sta spingendo i commercianti olandesi a svenderla in volumi importanti che influenzano il mercato”.

Per i partecipanti al comitato di prodotto uva “sarebbe opportuno che l’Eurpa riconsiderasse in modo più smart e strategico la finestra dedicata alle importazioni e i relativi dazi per il prodotto extracomunitario”. “Il Made in Italy – rileva Fanelli - è ormai stretto tra la produzione nordafricana, sempre più tardiva e quella sudamericana, sempre più precoce, con uno spazio di conseguenza sempre più ridotto per i nostri grappoli”. Con l’obiettivo di promuovere il prodotto nazionale, sono in programma due campagne di comuni-

cazione istituzionali: la prima dal 7 settembre al 26 ottobre (“un periodo allungato e anticipato rispetto agli scorsi anni”), la seconda a dicembre. “Avrà un contenuto informativo rilevante, spiegheremo ai consumatori proprietà nutrizionali e salutistiche dell’uva”, anticipa il coordinatore del comitato. Il comitato di prodotto, infine, ha espresso rammarico per il mancato inserimento dell’ ortofrutta tra i settori destinatari del provvedimento di riduzione del costo del lavoro, che nel Decreto Rilancio prevede lo stanziamento di 426 mln di € per esoneri contributivi previdenziali e assistenziali. “Faremo sentire la nostra voce affinché questa lacuna venga colmata: il nostro settore è strategico e merita più considerazione”, conclude Fanelli.

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AL TOP QUELLA AGRICOLA

BIRRA: 2 VOLTE LA SETTIMANA PER 44% PUGLIESI

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l 44% dei pugliesi dichiara di bere birra due volte la settimana, mentre il consumo quotidiano riguarda il 5,2% dei residenti, il target “taglia” trasversalmente tutta la popolazione sulla base dei dati Istat e Assobirra, perché a seconda che sia bionda, rossa o scur a la birra è gradita da giovani e meno giovani, uomini e donne, qualunque sia la professione. I mi crobirrifici in Puglia stanno sfiorando quota 100, con le province di Bari e Lecce che guidano la class ifica regionale delle aree dove l’ attività birraria ha preso piede, con rispettivamente 32 e 26 aziende, seguite da Foggia con 14 birrifici, Taranto 13 e Brindisi 4. La nuova tendenza è la ‘birra agricola’, un prodotto sempre più ‘smar t’ inventato dalle aziende agricole pugliesi, che se la gioca bene sul fronte del gusto e dell’ innovazione, come la birra al carciofo a Brindisi, la birra di grano ‘Cappelli’ a Corato, la bir-

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ra di fichi a Mariotto, piuttosto che la birra alla canapa made in Conversano. La birra piace a quasi la metà degli adulti con un consumo pro capite medio di 31,8 litri all’anno e oltre a dare un contributo utile all’economia, rappresenta (in par ticolare quella “agricola”) anche una for te spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che risultano i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla cer tificazione dell’origine a chilometro zero al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” . Il consumo è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con la ricerca di varietà par ticolari e una produzione ar tigianale Made in Italy, una voglia di gusto che è andata di pari passo con il boom dei birrifici ar tigianali, quadruplicati negli ultimi dieci anni,

passando da poco più di 200 a oltre 860 fra brew pub, dove è anche possibile consumare sul posto la birra prodotta e micro birrifici di cui 1 su 4 agricolo con 55 milioni di litri prodotti. S t a n n o n a s ce n d o a n c h e n u o ve f i g u r e p r ofe s s i o n a l i co m e il “sommelier delle birra” che co n o s ce i fo n d a m e n t a l i s to r i c i dei vari stili di birre ed è cap a ce d i i n te r p r e t a r n e , t r a m i te o p p o r t u n e tec n i c h e d i o s s e r v a z i o n e e d eg u s t a z i o n e , i c a r a tte r i p r i n c i p a l i d i s t i l e , g u s to, co m p o s i z i o n e , co l o r e , co r p o, s e n to r i a n a s o e p a l a to e i n d i v i d u a r n e g l i eve n t u a l i d i fe t t i , oltre a suggerire gli abbinam e n t i i d e a l i d e l l e d i ve r s e t i p o l o g i e d i b i r r a co n p r i m i p i a tt i , c a r n e o p e s ce e a n c h e co n i d o l c i . La b i r r a è s e m p r e p i ù b ev a n d a d i d eg u s t a z i o n e co n r i c h i a m i a l te r r i to r i o e a l M a d e i n I t a l y, d u e c a r a t te r i s t i c h e evo c a te , n o n s e m p r e a p r o p o s i to , d a e t i c h e t te e p u b b l i c i t à anche dai grandi marchi indus t r i a l i .

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EDP – LA I RASSEGNA VIRTUALE DELLA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA

resentata il 23 luglio scorso in streaming a stampa e addetti ai lavori internazionali, l’EIMA Digital Preview in programma online dal 11 al 15 novembre 2020. Relatori dell’incontro Alessandro Malavolti e Simona Rapastella, Presidente e Direttore Generale di FederUnacoma, la Federazione dei costruttori italiani di macchine per l’ agricoltura promotrice della rassegna. Primo evento di meccanica agricola a livello mondiale interamente mediatizzato con piattaforma e tecnologie digitali, ma anche primo appuntamento fieristico dopo l’emergenza Covid19, la Preview rappresenta un vero ponte verso l’ edizione 2021 della kermesse (3/7 febbraio), in grado di attivare il business del settore e di traghettarlo verso l’ anno nuovo. Per entrare nell’ area fieristica telematica sarà necessario completare la procedura gratuita di registrazione al portale, e poi selezionare il punto d’accesso dedicato. La piattaforma prevede tre macro-sezioni: aziende/prodotti, con gli spazi virtuali dei duemila espositori dell’EIMA “fisica”; Agorà, con eventi e convegni; interfaccia per contattare i vari uffici e i servizi – segreteria, sala stampa, internazionalizzazione – dell’organizzazione. Una costellazione di quattordici “pianeti” corrispondenti a ciascuna delle quattordici categorie merceologiche rappresentate ad EIMA International; duemila spazi digitali, una per ogni azienda partecipante; sei diverse tipologie di stand. Questa l’ architettura prevista dalla piattaforma EDP per quanto riguarda gli spazi virtuali degli espositori EIMA, che saranno accessibili da tutti i Paesi del mondo con copertura totale “h24”. Ogni pianeta ospita le aziende appartenenti alla stessa categoria merceologi-

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FederUnacoma

ca, e per localizzare la singola casa costruttrice è possibile fare una ricerca per settore di specializzazione, per ragione sociale e per tipologia di prodotto. Una volta entrato nell’ area selezionata il visitatore viene accolto da un avatar e fa il suo ingresso in un’ampia hall virtuale, brandizzata con il logo dell’azienda e arricchita con suggestivi elementi di ambientazione. All’ interno della hall avranno grande evidenza sia il video istituzionale, che racconta storia e attività produttiva dell’azienda, sia la presentazione dei prodotti di punta da essa realizzati e proprio come in uno stand reale, la room prevede uno spazio dedicato agli incontri con gli operatori. Questi sono gli elementi base comuni a tutti gli spazi virtuali, ma design, architettura e superficie degli stand variano in funzione dei metri quadri assegnati a ciascuna azienda per la rassegna fisica di febbraio con sei diversi layout via via più strutturati.

LE N0RME DI SICUREZZA DELL’EIMA “FISICA” Parallelamente all’organizzazione EDP prosegue anche quella dell’EIMA “tradizionale” che ricordiamo si terrà a BolognaFiere dal 3 al 7 febbraio del

prossimo anno. Per il settore rappresentato sarà la prima fiera “in presenza” dopo l’emergenza sanitaria e per questo l’ EIMA dovrà essere la manifestazione di riferimento anche per quanto riguarda i criteri e i presidi per la sicurezza di espositori e visitatori. Tre i livelli di sicurezza considerati. Aree esterne: la prevenzione inizia infatti dagli spazi esterni con navette stazione/aeroporto-fiera sanificate, distanziamento nelle file per l’accesso a taxi e bus con aree sosta dedicate. Ingresso a spazi espositivi solo con mascherina e gestito da un sistema informatizzato che permette di mantenere la giusta distanza tra le persone; rilevazione temperatura con telecamere ad infrarossi ai tornelli. Il secondo livello di sicurezza riguarda gli spazi comuni - zone di camminamento, servizi igienici, punti ristoro della fiera - che verranno allestiti in modo da garantire il rispetto della distanza di sicurezza e percorsi differenziati, e per i quali sono previsti interventi di pulizia/sanificazione rafforzati. Per gestire gli eventuali assembramenti saranno poi attivi una control room wi-fi con mappe di calore, una task force operativa, in servizio nei vari spazi del quartiere fieristico, e un’ app per l’accesso alla ristorazione. Il terzo livello di sicurezza è quello relativo alle aree espositive delle singole aziende, allestite in modo tale da agevolare gli interventi di sanificazione e pulizia (sia di notte che durante la fiera), da ottimizzare il ricambio d’ aria e favorire il distanziamento con un percorso entrata/uscita. www.foglie.tv



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OSSERVATORIO

THE WORLD AFTER LOCKDOWN A CURA DI NOMISMA Focus Gardening: In Collaborazione con Passione In Verde/Edagricole Promosso da Ital-Agro

CRESCE LA QUOTA DI GREEN LOVERS ITALIANI: POST LOCKDOWN SONO 19 MILIONI BOOM DI ACQUISTI GARDENING ONLINE: IL 34% ACQUISTAVA GIÀ SU INTERNET E IL 28% INCREMENTERÀ NEL 2021

È

cresciuta durante il lockdown la passione degli italiani per il verde. Se nel 2019 i green lo-vers erano 16 milioni (pari al 32% della popolazione), oggi post lockdown se ne contano 19 milioni (39% della popolazione). A dirlo è l’ultima indagine dell’Osservatorio “The World After LOCKDOWN” di Nomisma che indaga in maniera continuativa abitudini, stati d’animo, consumi e aspettative relative al post Coronavirus su un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni). L’ultimo approfondimento è stato realizzato ad hoc per Passione in Verde e Ital-Agro. L’identikit dei green lovers… C’è chi si prende cura per passione o passatempo di terreni, orti e giardini (green-exper t, 12 milio-

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ni di italiani nel 2019) e chi si dedica a piante e fiori in casa o sul balcone (green-en-thusiast, 14 milioni di italiani nel 2019). Mentre nel primo caso si tratta di persone con un’età media di 53 anni che abitano nelle periferie del Nord (nel caso dei giardini) e del Sud (perlopiù terreni e orti), il fenomeno dei green enthusiasts coinvolge principalmente le donne con un’età media di 45 anni, che vivono in centro città. Profili diversi, canali di acquisto altret-tanto diversi: se i green enthusiasts acquistano prodotti per il giardinaggio soprattutto in ne-gozi di arredamento, di fai da te/bricolage e su internet, i green experts hanno come principali canali di riferimento i garden center, le rivendite specializzate e i consorzi. www.foglie.tv


L’8% degli italiani si dedica all’or to per passione o passatempo mentre la quota di chi si prende cura di un terreno è del 4%. I green exper t riescono a dedicare molte ore a settimana alla loro passione, anche perché nella maggior par te dei casi lo spazio verde è attiguo all’abita-zione (73% nel caso degli or ti e il 59% nel caso dei terreni). I prodotti della terra sono destinati soprattutto

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all’autoconsumo (87% di chi fa l’or to e il 79% di chi coltiva un terreno) mentre la restante parte li regala o li vende ad amici e parenti. Chi si prende cura di un giardino o una terrazza (17% della popolazione) ama riempire il suo spazio verde (nel 92% attiguo alla casa e nell’86% al piano terra) soprattutto con fiori (75%), alberi e piante ornamentali (65%), piante aromatiche (63%), ma anche con

elementi d’arredo come tavoli e divani, vasi decorativi, barbecue e molto altro. Il popolo dei green enthusiasts (27% della popolazione), diviso tra chi si prende cura di piante e fiori in casa (49%) o sul balcone (51%), ama coltivare soprattutto erbe aromatiche (32%), piante grasse (24%), or taggi (15%) e orchidee (15%).


Gli acquisti per il gardening I canali di acquisto cambiano inoltre in base al tipo di prodotto ricercato: iper e supermercati (40% dei green lovers ha acquistato in questo canale nell’ ultimo anno) sono il principale canale di acquisto per terra e terricci, mentre per semi e agrofarmaci ci si rivolge soprattutto ai con-sorzi (13%); negozi per il

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fai da te/ bricolage sono i preferiti per l’acquisto di attrezzi e di vasi/altri accessori (dal 28% dei green lovers); per le piante si fa riferimento soprattutto ai garden center/vivai (37%) e al fioraio (38%). Non manca inoltre il ricorso al canale online: nell’ultimo anno il 34% dei green lovers ha effettuato acquisti per il giardinaggio su internet in almeno una occasione utiliz-

zando principalmente s iti di generici di vendita online (40%), siti specializzati in giardinaggio (22%) e siti di negozi fai da te (21%). Chi acquista online lo fa so-prattutto perché trova prezzi più convenienti (22%), perché fa fatica a reper ire cer ti prodotti nella zona in cui abita (19%) e perché trova una scelta più ampia rispetto ai negozi fisici (18%).

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Trend e prospettive future Nel 2019 l’hobby del giardinaggio ha coinvolto 16 milioni di italiani (32% della popolazione) ma la quarantena, con l’incremento di tempo libero a disposizione e la voglia di distrarsi ma anche di circondarsi per quanto possibile di cose “belle e piacevoli”, ha fatto crescere la passione per il verde: Il 7% degli italiani ha iniziato a praticare l’hobby del giardinaggio proprio durante il lockdown, ad oggi dunque il numero di green lovers è 19 milioni (39% della popolazione). I neo-greenlovers hanno un identikit ben preciso, si tratta soprattutto di donne (in questo clu-ster è il 10% la quota di chi ha iniziato a fare giardinaggio durante il lockdown), Millennials (12% le new entry), di piccoli centri abitati (9%). La quota di nuovi hobby farmers cresce anche nelle famiglie con redditi mensili superiori a 2.500 euro al mese (10%) e tra chi ha fatto smar t working (11%). L’ incremento dei greenlovers ha por tato ad una N° 14 - 1 AGOSTO 2020

crescita degli acquisti green: terra e terricci, semi e piante già mature in vaso sono le categorie per le quali un terzo degli acquirenti ha visto crescere la propria spesa. Vista l’ esperienza positiva per gli acquisti online, il 28% dei green lovers più “digitalizzati”, pre-vede di incrementarne il ricorso anche nei prossimi 12 mesi. Immaginando un ritorno alla normalità, secondo le previsioni saranno

17 milioni (34% della popolazione) gli italiani che continueranno a coltivare la passione per il verde, prenden-dosi cura di un terreno, di un or to o dedicandosi alla manutenzione del giardino o delle piante in casa e in balcone. Fonte: Osservatorio The World Af ter Lockdown Nomisma – Focus Gardening per Pas-sione in Verde e Ital-Agro

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groalimentare

Pesano le difficoltà economiche e l’assenza di turisti stranieri in Puglia

FASE 3: CRACK RISTORANTI COSTA 150MLN IN CIBI E VINO

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l crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto negativo a valanga sull’ agroalimentare regionale con una perdita di fatturato di almeno 150 milioni di euro per i mancati acquisti in cibi e bevande sole nell’estate 2020. E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti Puglia nel sottolineare che i consumi extradomestici per pranzi e cene fuori casa sono previsti in calo del 40% durante i mesi di luglio, agosto e settembre per l’emergenza Coronavirus. Una drastica riduzione dell’ attività che si trasferisce sulla mancata vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un impor tante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ri-

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storazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Primo fra i prodotti in difficoltà il vino: la lenta ripresa di ristoranti e alberghi era un appuntamento molto atteso dagli operatori di un settore dal quale nascono, dalla vigna alla tavola, prodotti apprezzati ed espor tati in tutto il mondo, con un risvolto occupazionale impor tante. Il ‘Puglia Igt’ ad esempio crea 16,5 milioni ore di lavoro all’ anno, con un altro vitigno pugliese al decimo posto della top ten nazionale, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari. A pesare oltre alla crisi economica e alla diffidenza tra gli italiani è soprattutto la mancanza del turismo dall’ estero con oltre 16 milioni di cittadini stranieri in vacanza in Italia nel 2019 durante i mesi di luglio, agosto e settembre che quest’anno ri-

schiano di essere praticamente azzerati dalle preoccupazioni e dai vincoli resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus. La crisi del turismo non risparmia neppure la Puglia con 800mila vacanzieri in meno, 3mila aziende chiuse e circa 7 mila posti di lavoro persi, con una lenta ripresa delle prenotazioni degli italiani verso le alternative preferite in questo periodo, il mare e la campagna con gli agriturismi che garantiscono distanze di sicurezza in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto, a tavola e con ampi spazi all’aper to, luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche, mentre manca all’appello l’impor tante fetta del turismo straniero, a par tire dai vacanzieri statunitensi, europei e giapponesi. www.foglie.tv


Si tratta di un vuoto pesante che non viene pur troppo compensato dalla svolta patriottica degli italiani che per il 93% ha scelto di trascorrere le vacanze in Italia, la percentuale più elevata da almeno 10 anni secondo analisi Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che sono 34 milioni i cittadini del Belpaese che hanno deciso di andare in ferie per almeno qualche giorno nell’ estate 2020, con un calo del 13% rispetto allo scorso anno. L’ estate senza turisti stranieri impatta sull’intero indotto turistico a par tire dall’alimentazione che in Italia pesa circa 1/3 dell’intero budget delle vacanze dei turisti per i pasti nei ristoranti ma anche per l’ acquisto di souvenir. Ai danni diretti si aggiungono quelli indiretti perché viene a mancare l’ effetto promozionale sui prodotti Made in Italy all’estero con i turisti stranieri che continuano a ricercali una volta tornati nei paesi di origine determinando una spinta all’ expor t nazionale. L’ Italia infatti è leader mon-

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diale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’ agricoltura più green d’ Europa con 303 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155

prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e la piu’ grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie.

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ORA ETICHETTA SU FRUTTA TRASFORMATA IN SUCCHI E MARMELLATE

SPESA MADE IN ITALY PER 82% ITALIANI

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82% dei consumatori privilegia nel carrello i prodot ti tricolore per sostenere l’occupazione e l’economia nazionale in un momento par ticolarmente dif f icile per il Paese. E’ quanto emerge da una indagine Coldiret ti/ Ixe’ divulgata in occasione dell’A ssemblea della principale organizzazione Europea degli agricoltori. La Coldiret ti è impegnata nella mobilitazione #MangiaItaliano per favorire l’economia nazionale nei mercati, nei ristoranti, negli agriturismi con il coinvolgimento di numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spet tacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura, ma anche di industrie alimentari e distribuzione commerciale rappresentate in Filiera Italia. L’estensione dell’obbligo di etichet te con l’indicazione del Paese d’origine degli alimenti è una vit toria per 1,1 milioni di cit tadini europei che hanno f irmato l’iniziativa dei cit tadini europei (Ice) “Eat original! Unmask your food” promossa dalla Coldiret ti, da Campagna Amica ed altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea” ha af ferma-

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to il presidente Et tore Prandini nell’evidenziare che si trat ta di un successo che ha por tato un numero sempre crescente di Paesi a sostenere l’esigenza di una maggiore trasparenza dell’informazione ai consumatori sui cibi che acquistano. Ora l’obiet tivo è quello di estendere l’etichet ta anche ai prodot ti or tofrut ticoli trasformati, dai succhi di frut ta alle marmellate ma anche legumi in scatola senza dimenticare l’esigenza di arrivare anche nei ristoranti ad indicare la provenienza della carne e del pesce ser viti a tavola. L’etichet tatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica bat taglia per la trasparenza condo t t a dall a Coldire t ti che ha p or t a to l’ It alia all’av anguardia in Europa . L’obbligo di indic are in e tiche t t a l’origine p er p el a ti, p ol p e, concen t r a to e alt ri deriv a ti del p omodoro er a ar riv a to gr azie all a pubblic azione in G az ze t t a Uf f iciale 47 del 26 f ebbr aio 2018, del decre to in ter minis teriale p er l’origine obbliga toria sui prodo t ti come conser ve e s al se, olt re al concen t r a to e ai sughi, che siano comp os ti al meno p er il 50% da deriv a ti del p omodoro. Il 13

f ebbr aio 2018 è en t r a to in vigore l’obbligo di indic are in e tiche t t a l’origine del gr ano p er l a pas t a e del riso, ma prima c’e r ano s t a ti già diver si t r aguardi r aggiun ti: il 19 aprile 2017 è sc a t t a to l’obbligo di indic are il Paese di mungitur a p er l a t te e deriv a ti dop o che il 7 giugno 2005 er a en t r a to già in vigore p er il l a t te f resco e il 17 o t tobre 2005 l’obbligo di e tiche t t a p er il p ollo Made in It aly men t re, a par tire dal 1° gennaio 2008, vigev a l’obbligo di e tiche t t a tur a di origine p er l a pass a t a di p omodoro. A livello Ue il p ercor so di t r asparenza è inizia to dall a c ar ne bovina dop o l’emergenza mucc a paz za nel 2002, men t re dal 2003 è d’obbligo indic are v arie t à , qualit à e provenienza nell’or tof r u t t a f resc a . Dal primo gennaio 200 4 c’è il codice di iden tif ic azione p er le uov a e, a par tire dal primo agos to 200 4, l’obbligo di indic are in e tiche t t a il Paese di origine in cui il miele è s t a to r accolto, men t re l a Commissione Europ ea ha recen temen te sp ecif ic ato che l’indic azione dell’origine è obbliga toria anche su f unghi e t ar tuf i sp on t anei. www.foglie.tv


MAGAZZINI PIENI DI 62MLN LITRI OLIO EXTRAVERGINE (+130%)

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STRATEGIA NAZIONALE E REGIONALE PER SALVARE OLIO, SIMBOLO MADE IN ITALY

magazzini di stoccaggio in Puglia sono pieni di 62 milioni di litri di olio extravergine di oliva, con un aumento del 130% rispetto all’ anno scorso e con oltre il 56% delle giacenze di oli Dop e Igp dell’olio “Terra di Bari”. E’ quanto emerge dai dati di ‘Frantoio Italia’ dell’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole a luglio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, con giacenze elevate a causa del crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi con un effetto negativo a valanga sulla f iliera dell’ olio EVO pugliese. Diffondere la cultura dell’ olio extravergine di oliva fra i consumatori e suppor tare la crescita continua della filiera dell’ olio deve essere un obiettivo regionale e nazionale perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’ olio. In Puglia aziende agricole e frantoi hanno saputo cogliere gli spunti positivi offer ti dal mondo del vino, abile nell’attività di mar-

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keting e di grande promozione delle etichette pugliesi a livello nazionale e internazionale. Da qui stanno nascendo sale di degustazione all’ interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, sta salendo il livello qualitativo degli oli ma tutto ciò deve necessariamente avere una regia “illuminata” a livello governo

regionale e nazionale. E’ un percorso vir tuoso che va alimentato e implementato ed è per centrare l’obiettivo della promozione dell’ olio che è nata, ad esempio, la Evoo School Italia la scuola dell’ olio promossa da Unaprol, Coldiretti e Campagna Amica che ha aper to i battenti a Roma in via Nazionale, dotata di una sala panel per l’analisi sensoriale degli oli conforme alle linee guida del C.O.I. , aule corsi, sale riunioni e tutte le attrezzature tecniche e logistiche necessarie allo svolgimento delle attività formative, pe r poter diffondere la conoscenza dell’ olio, formare professionisti del settore, suppor tare lo sviluppo delle aziende olivicole e dialogare con le istituzioni e con i consumatori, un nuovo centro di riferimento per tutti gli operatori della filiera olivicola. La Puglia detiene un patrimonio di 60 milioni di ulivi su una superficie di 383.650 ettari, con una PLV (Produzione Lorda Vendibile) del compar to olivicolo-oleario pari al 20% della totale PLV del settore agricolo.

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Candidati regionali Puglia con Centro destra e Movimento cinque stelle

COPAGRI PUGLIA: CONFRONTO SULL’ AGRICOLTURA CON FITTO E LARICCHIA

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a sempre più improcrastinabile necessità di un serio e approfondito lavoro che porti a una vera sburocratizzazione e semplificazione delle procedure amministrative, che comportano per le aziende agricole un notevole dispendio in termini di tempo, così come l’ esigenza, fortemente sentita, di incrementare la sicurezza nelle aree rurali e nelle zone, spesso periferiche, dove si trovano a operare gli agricoltori, sono stati due degli argomenti al centro dei confronti tra la Copagri Puglia ed i candidati presidente Puglia del centrodestra Raffaele Fitto e del Movimento Cinque Stelle Antonella Laricchia. Agli incontri ha preso parte una nutrita delegazione di produttori associati impegnati in vari settori, dall’ ortofrutta all’ olivicoltura, dal florovivaismo alla zootecnia, che ha rappresentato le difficoltà e le problematiche vissute quotidianamente dagli agricoltori. “Le questioni poste dagli agricoltori hanno bisogno di essere oggetto di una interlocuzione forte con il Governo e con le istituzioni comunitarie. Per il futuro è indispensabile un rapporto di collaborazione costante basato sull’ ascolto e su una modalità di lavoro comune, in quanto per ricostruire una nuova fase di sviluppo per la Regione servirà tempo”, ha affermato Fitto, annunciando la sua intenzione di visitare le aziende agricole associate ed esprimendo apprezzando e condivisione per i contenuti del documento programmatico per il rilancio dell’agricoltura elaborato dalla Copagri Puglia, sulla base del quale si è sviluppato il dibattito. “L’ ascolto è la chiave di volta per il raggiungimento di soluzioni condivise e soddisfacenti e sarà una delle priorità del mio mandato, qualora venissi eletta”, ha affermato Laricchia, che ha giudicato positivamente le proposte contenute nel documento programmatico della Copagri Puglia, condividendo in particolar modo l’esigenza di un forte lavoro per ridurre la burocrazia.

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“La promozione dei prodotti di qualità, la spinta verso l’internazionalizzazione e la revisione del PSR saranno altri punti salienti sui quali mi impegno a lavorare”, ha aggiunto la candidata del M5S. L’ ABBATE : “AL LAVORO PER ESENZIONE SANZIONI CONTRIBUTI AGRICOLI” È scaduto lo scorso 16 luglio, il termine per effettuare il pagamento della prima rata dei contributi agricoli obbligatori a carico di coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali dovuti per l’anno 2020. L’ emanazione del decreto ministeriale recante i criteri per la definizione dei contributi obbligatori ha fatto slittare la predisposizione sul portale Inps dei modelli F24 con causale LAA (lavoratori agricoli autonomi) per i pagamenti, comportando una ristrettezza delle tempistiche che, unita a diverse problematiche di carattere tecnico, quali interruzioni di servizio del sistema, ha causato non poche difficoltà per l’effettuazione dei pagamenti dovuti. “Comprendiamo il disagio e la problematicità del comparto agricolo - commenta il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate - Per questo ho subito sottoposto la questione all’attenzione della ministra Nunzia Catalfo, che ringrazio per l’ apertura dimostrata alle esigenze del mondo agricolo. Con il Ministero del Lavoro è in corso una interlocuzione per vagliare le possibilità di intervento: sebbene non sia stato fattibile garantire una proroga alla prima scadenza, - rende noto L’Abbate - siamo a lavoro per comprendere come prevedere l’esenzione delle relative sanzioni civili, amministrative e penali previste dalla legge 23 dicembre 2000, n. 388”. Le successive scadenze previste dalla Circolare n. 82 dell’8 luglio scorso con cui l’Inps ha comunicato gli importi dei contributi obbligatori dovuti per l’anno 2020 sono il 16 settembre, 16 novembre e 18 gennaio 2021.

UE, FITTO: “NIENTE GIUBILO, LE RISORSE ARRIVERANNO NELLA PRIMAVERA 2021” “Essere riusciti a difendere gli 82 miliardi di euro di sussidi è un dato sicuramente positivo, ma nessun festeggiamento: è il risultato minimo che il Premier Conte potesse raggiungere dopo mesi di proclami. Anzi leggendo bene il testo dell’accordo restano molte perplessità, che rischiano di penalizzare il nostro Paese nel lungo periodo. Innanzitutto, il giubilo di molti stride con la dura realtà dei fatti. La risposta dell’ Unione è stata lenta e i finanziamenti arriveranno solo nella primavera 2021, quando molte imprese avranno chiuso e molti cittadini avranno perso il loro posto di lavoro. Inoltre, queste risorse saranno fortemente legate a condizionalità, ovvero dovranno avere l’ approvazione di Bruxelles, e l’introduzione di un silente meccanismo di veto rischia di bloccarne e ritardarne ulteriormente l’ utilizzo. Lascia allo stesso tempo perplessi l’azione del Governo che ha puntato sul Recovery Fund abbandonando completamente la proposta del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP). L’ accordo vede prevalere la posizione dei cosiddetti ‘frugali’ con un bilancio 2021-2027 che rispecchia la formulazione pre-Covid, e prevede tagli rispetto al programma precedente (2014-2020) in particolare per la politica di coesione e per la politica agricola. Tagli che andranno a colpire settori particolarmente afflitti dalla crisi Covid 19, ma che quando termineranno le risorse temporanee del Next Generation EU rischieranno di penalizzare ulteriormente le nostre economie. Infine, non si decide sulle tasse riguardanti i grandi colossi del digitale, o le speculazioni finanziarie, ma viene imposta dal 1° gennaio 2021 la plastic-tax con maggiori oneri per imprese e cittadini. Ora il Governo italiano sappia davvero utilizzare queste risorse, non si faccia condizionare da scelte altrui, e non si perda nei meandri di tavoli tecnici e task force come annunciato dalle parole del Presidente del Consiglio”. www.foglie.tv



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gricoltura

“ Nonostante le indicazione comunitarie”

“CONTOTERZISTI AGROMECCANICI ESCLUSI DAL CENSIMENTO DELL’AGRICOLTURA”

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ar ticolo 2 del Regolamento (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Con siglio afferma che i censimenti dell’ agricoltura devono interessare le “unità tecnico-economiche” che svolgano attività agricole ai sensi del regolamento (CE) n. 1893/2006. Tra le attività che devono essere indagate dagli istituti di statistica non vi sono solo quelle tipiche delle aziende agricole e zootecniche (gruppi A .01.1, A .01.2, A .01.3, A .01.4, A .01.5), ma anche quelle di “mantenimento dei terreni agricoli in buone condizioni agronomiche e ambientali” (gruppo A .01.6). Appar tengono a tale gruppo “le attività di supporto alla produzione vege tale” svolte dai contoterzisti agromeccanici. Alla luce di ciò, l’ Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali - UNCAI chiede all’Istituto Nazionale di Stati-

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stica, al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e al ministro delle Politiche agricole e forestali Teresa Bellanova di attivarsi in tal senso e inserire nel Piano generale del 7° Censimento dell’Agricoltura anche le imprese agromeccaniche. “Leggen do le linee guida del se ttimo censimento dell’agricoltura, apprendiamo che il questionario da compilare comprenderà inf ormazioni relative alle attività connesse, ossia le attività agromeccaniche svolte dalle aziende agricole in modo accessorio e non prevalente, escludendo chi f a del contoterzismo agromeccanico l’ attività prevalente se non esclusiva”, il commento del presidente UNCAI Aproniano Tassinari. “Un cen simento senza agromeccanici non restituirà mai una f otograf ia veritiera dell’ agri-

coltura italiana, che trova in loro dei prof essionisti in grado di risolvere numerosi problemi economici, organizzativi e agronomici degli agricoltori. Inoltre i contoterzisti scaricano in campo le ultime tecnologie disponibili sul mercato, pur non avendo accesso a f inanziamenti pubblici (se non in parte in Lombardia, grazie all’ Albo dei contoterzisti), hanno diritto al gasolio agricolo agevolato, cosa non da poco ai f ini statistici, innalzano i livelli di sicurezza sul lavoro e di sicurezza agroambientale, sottostando a controlli più stringenti rispe tto alle aziende agricole, tengono alta la social reputation del se ttore. Il tutto con una f iscalità che li penalizza rispe tto alle aziende agricole. Studiare, analizzare e divulgare le caratteristiche delle attività agromeccaniche prof essionali f avorirebbe la crescita di tutto il comparto. Perché non f arlo?”, conclude Tassinari.

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groalimentare

Pubblicata da Italy’s Finest Wines la classifica delle migliori cantine sociali italiane

PRODUTTORI DI MANDURIA FRA LE 20 MIGLIORI CANTINE SOCIALI ITALIANE

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ubblicata da Italy’s Finest Wines la classifica delle migliori cantine sociali italiane: a dominare l’ Alto Adige, con ben 7 cantine. Produttori di Manduria, unica cantina pugliese, entra nel gotha delle top 20. 400 famiglie, 1000 ettari, 88 anni appena compiuti: questi i numeri dei Produttori di Manduria, storica cantina cooperativa nata nell’ omonima cittadina salentina nel 1932. E proprio a pochi giorni dall’ ottantottesimo compleanno giunge da Italy’s Finest Wines, noto web magazine fondato da Daniel Thomases, il suggello sulla lunga ed affascinante storia d’ amore per il re dei vitigni pugliesi: il Primitivo. Una lunga storia per l’ appunto, nata in un mondo ormai raccontato solo nei volumi di storia, che ha attraversato i momenti topici del nostro paese: guerra, boom economico, crisi finanziarie mondiali e rinascimento. Un grande bagaglio di esperienza,

tanta dedizione, pazienza e perseveranza, che hanno permesso ai Produttori di Manduria di attraversare il tempo, sempre sintonizzati con esso, riuscendo a coglierne di volta in volta gli umori, le necessità e le opportunità, con un occhio sempre puntato al

futuro. Un pionierismo insito nel DNA, che ha portato recentemente i Produttori di Manduria, insieme ad altre otto illuminate cantine, a raggiungere per prime in Italia la complessa certificazione di Azienda Sostenibile. “La salute, il territorio, la nostra gente e la salvaguardia della Terra per noi sono valori fondamentali”, ricorda il Presidente Fulvio Filo Schiavoni, che da 25 anni regge il timone della cooperativa, “valori che da quasi un secolo tracciano il nostro cammino e guidano le nostre azioni, che ci hanno naturalmente spinto verso una gestione sempre più responsabile e sostenibile della nostra realtà, consapevoli di aver ereditato dai nostri padri un patrimonio tanto ricco quanto fragile e fortemente determinati a preservarlo e consegnarlo integro nelle mani dei nostri figli”. Parole piene di soddisfazione ed orgoglio quelle espresse dal direttore generale Vittorio Moscogiuri, che interpreta il sentimento dell’ intera comunità: “Un grande onore e motivo di vanto per noi tutti, nonché sprone a continuare ostinatamente sulla via, non sempre agevole, che tempo fa abbiamo imboccato”.

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Georgofili.info

IMPATTO DELL’EMERGENZA “CORONAVIRUS” SUI SISTEMI ZOOTECNICI ITALIANI di Bruno Ronchi e Nicola Macciotta

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li scenari economici attesi come conseguenza della crisi attuale collegata alla pandemia SARSCoV-2 e delle misure di contenimento prese sono già oggetto di numerose analisi da parte delle istituzioni preposte e delineano una situazione di forte riduzione del PIL almeno per i prossimi due anni. Tutto ciò sta causando e causerà la peggiore recessione economica globale dalla Seconda guerra mondiale a oggi. Se gli effetti della pandemia SARS-CoV-2 sul macrosettore delle produzioni animali possono essere valutati in base alle informazioni provenienti dai canali di mercato della grande distribuzione organizzata, va però tenuto presente che una quota importante del comparto è articolata in realtà con forte radicamento locale. A tale riguardo possono essere ricordate le numerose produzioni DOP e IGP, talvolta basate su pochi produttori e trasformatori, con canali di mercato diversificati e non sempre tracciabili con la sopra citata fonte. In questo contesto è evidente la necessità che i decisori politici possano disporre di pareri tecnico-scientifici che consentano loro

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di individuare gli strumenti più efficaci per aiutare gli allevatori e massimizzare gli effetti degli sforzi economici al fine di riportare il settore verso la normalità. Tale necessità è tanto più evidente dal momento che si moltiplicano pareri, spesso pittoreschi e privi di fondamento tecnico-scientifico, che delineano soluzioni tecniche poco praticabili le quali, in mancanza di alternative, potrebbero far perdere di efficacia gli interventi messi in campo dal decisore politico. L’ Accademia dei Georgofili e l’ASPA hanno elaborato un documento su “Impatto dell’ emergenza coronavirus sui sistemi zootecnici italiani”, con l’obiettivo di individuare le principali criticità che affliggono le aziende in questa complessa fase, delineando così gli itinerari tecnici verso i quali i ministeri preposti e le regioni dovrebbero indirizzare gli sforzi per garantirne il pieno accesso o la rimozione di eventuali impedimenti, inclusa la necessità di promuovere azioni di trasferimento di innovazione. Tali pareri sarebbero utili per fare chiarezza sul ruolo delle attività zootecniche nel garantire la salute e il benessere della società.

Il blocco della mobilità dei cittadini imposto dal lockdown ha azzerato i consumi dei prodotti di origine animale nei settori Ho.Re. Ca (Hotel, Restaurant, Catering). Esempi sono la carne bovina (tagli di prima qualità), le mozzarelle per le pizzerie, le carni preparate per dönerkebab (tacchino, vitello, pollo), il pesce crudo per sushibar. Una forte diminuzione dei consumi si è anche registrata per le carni consumate negli agriturismi (carni per grigliata mista, coniglio, agnello) e per i prodotti commercializzati nei mercatini, anche in quelli a km zero. Si è inoltre verificato anche un calo dei consumi di latte fresco e di panna destinati ai bar e alle gelaterie. I consumi delle famiglie si sono sostanzialmente mantenuti, anche se con dei cambiamenti del paniere: ad esempio è calato il consumo di latte e formaggi freschi (-30%) a favore del latte UHT e dei formaggi stagionati. In tal senso sono confortanti i dati riguardanti i volumi di vendita di Parmigiano Reggiano e Grana Padano che, almeno nella prima fase della pandemia, hanno riassorbito le flessioni dovute al blocco dei canali Ho.Re.Ca. www.foglie.tv


A causa del lockdown e della forzata permanenza a casa, si è registrato un aumento dei consumi dei prodotti di origine animale destinati al consumo casalingo quali latte (soprattutto latte UHT a causa della ridotta frequenza con cui si fa la spesa), burro (per dolci casalinghi), uova, affettati e salumi confezionati, formaggi (tipologia variabile a seconda della zona), hamburger, carne macinata, pollo. Nel complesso si è registrato anche un aumento della consegna a domicilio di prodotti animali sia crudi che cotti. La filiera agro-zootecnica dovrà sicuramente confrontarsi con una possibile forte riduzione della capacità di spesa delle famiglie italiane derivante dalla crisi economica che appare certa e di dimensioni difficili da quantificare con precisione. Ciò accentuerà le criticità già emerse nel breve periodo quale il calo dei consumi di prodotti di alta fascia di prezzo. Ulteriore fonte di preoccupazione è data dall’andamento futuro dell’export dei prodotti di origine animale. Circa il 40% della produzione di Parmigiano Romano e Grana Padano, e circa il 60% di quella del Pecorino Romano, sono destinate all’ esportazione e si teme che nel futuro non si confermino i consumi che si sono registrati negli scorsi anni. L’ emergenza ha profondamente modificato il lavoro degli allevatori e la vita in stalla. Il blocco degli spostamenti ha comportato una riduzione dei contatti tra gli allevatori e altri operatori del settore. Le forme di aggregazione, discussione, confronto (fiere, manifestazioni, assemblee, riunioni, ecc.) sono totalmente sospese e difficilmente riprenderanno come prima, perlomeno nel breve-medio periodo. Da un

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lato questa riduzione degli impegni extra-aziendali ha permesso agli allevatori di dedicare maggior tempo alla conduzione dell’azienda. Dall’ altro, la difficoltà ad avere contatti diretti con i tecnici ed i venditori impatterà sui modelli di assistenza tecnica e di vendita di prodotti zootecnici (mangimi, integratori). La crisi determinata dalla pandemia SARS-CoV-2 nel settore delle produzioni zootecniche suggerisce delle riflessioni che possono essere utili per la ripartenza del settore, ma anche per una sua profonda rivisitazione ed un forte rilancio. Per gli allevatori, la crisi pandemica ha comportato una presa di coscienza sulla vulnerabilità personale, del nucleo familiare e dell’ azienda alle emergenze sanitarie. Questa può rappresentare una spinta per la ricerca di forme di assicurazione, collaborazione e cooperazione fra agricoltori per affrontare meglio le varie emergenze, non solo sanitarie. Un altro aspetto di riflessione per gli imprenditori è quello del livello di

specializzazione aziendale. La specializzazione spinta offre economie di scala e miglioramento di efficienza, ma comporta anche un aumento dei rischi di mercato e di vulnerabilità organizzativa, produttiva e commerciale. La ricerca in alcuni casi di forme di vendita diverse (vendite dirette, distributori del latte, agriturismo, consegna a domicilio, vendita on-line) può rappresentare una soluzione per attenuare e diversificare i rischi Nel medio termine, la necessità di convivere con il virus comporterà un maggior impegno di nuove tecnologie (ICT, Precision livestock, videoconferenze). L’ applicazione di queste tecnologie potrà inoltre determinare anche un aumento del reddito delle aziende. In prospettiva saranno auspicabili una maggiore condivisione di obiettivi fra tutti gli attori della filiera, basata anche sulla equa ripartizione dei profitti e una condivisione dei rischi. Si ritiene importante promuovere azioni per l’ incentivazione di accordi di filiera e per l’elaborazione di progetti integrati di filiera. Per quanto riguarda le imprese di trasformazione della filiera lattiero casearia, sono di natura organizzativa (piattaforme di produzione/distribuzione). Dovranno essere sostenuti i sistemi di tracciabilità e di qualità mediante processi di certificazione di prodotto e di filiera che permettano di organizzare la produzione e la sicurezza alimentare. Sarà necessario qualificare il sistema di raccordo veterinaria-agroalimentare con piena applicazione del sistema Classy Farm promossa dal Ministero della Salute sui temi della biosicurezza, del benessere animale e della sicurezza alimentare.

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La sicurezza delle aziende dovrà essere particolarmente curata mediante lo studio di protocolli specifici la cui diffusione potrebbe essere agevolata dalla predisposizione di manuali e linee guida dedicate. In questa occasione si potrebbero anche inserire linee guida per il rafforzamento della biosicurezza degli allevamenti, aspetto ancora piuttosto carente. Occorre aumentare la consapevolezza dell’importanza della diffusione dell’innovazione tra le aziende agricole. Strumenti come il Partenariato Europeo dell’ Innovazione per la produttività e la sostenibilità dell’ agricoltura (PEI AGRI) con il sostegno dei Programmi di Sviluppo Rurale (SR) e il sostegno del Programma Quadro della ricerca Horizon 2020, hanno posto le basi per l’adozione di modelli di innovazione interattiva sia a livello nazionale/locale sia a livello transnazionale. Questi interventi mirano a rafforzare i legami tra ricerca e pratica e a potenziare i servizi di consulenza per promuove la conoscenza, l’ innovazione e la digitalizzazione nel settore agricolo e nelle aree rurali. La proposta sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal sistema della conoscenza e innovazione in agricoltura AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation Systems). La definizione di azioni di intervento che tengano conto di eventi eccezionali e di stravolgimenti commerciali portano a rivedere le attività programmate anche anni prima. Sarà centrale la promozione della relazione tra ricerca (innovazione di processo, di prodotto, organizzativa e trasferimento tecnologico) e le imprese nell’ ottica della semplificazione burocratico-amministrativa dei rapporti. Un “patto” è necessario con l’amministrazione centrale e quelle regionali per semplificare e velocizzare la ripresa produttiva. Si rende necessario nel medio periodo elaborare progetti strategici e interventi appropriati sia per favorire lo sviluppo di canali commerciali utili a valorizzare le eccellenze qualitative delle produzioni e la loro provenienza territoriale, sia per favorire l’esportazione dei prodotti italiani. Tra gli interventi che potranno essere considerati per il lungo periodo,

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non solamente per il caso specifico della pandemia di SARS-CoV-2 ma anche di situazioni emergenziali analoghe, vi è quello della selezione. Già da qualche anno l’attenzione delle comunità scientifica si è allargata dal miglioramento dei caratteri produttivi anche a quelli di resistenza alle malattie ed in generale all’ adattamento all’ ambiente. Il miglioramento della resistenza ai patogeni e della resistenza agli stress ambientali in genere potrà consentire un aumento della capacità immunitaria degli animali di allevamento ed un miglioramento della sicurezza dello stesso. L’ efficacia di tale azione potrà essere accresciuta dagli strumenti di precision farming, e in particolare della sensoristica di stalla che permetterà di monitorare costantemente le condizioni dell’ ambiente dell’allevamento e quindi delle sue condizioni di sicurezza. Le informazioni raccolte dai sensori degli strumenti di precision farming consentiranno la rilevazione di nuovi fenotipi legati alla efficienza delle produzioni e alla resilienza degli animali che, abbinate alle moderne tecnologie della genomica, apriranno nuove prospettive per un precision breeding. Un aspetto che sicuramente non aiuta il settore zootecnico in questo momento di profonda crisi è il diffondersi di vere e proprie fake news sugli allevamenti, in particolare su quelli intensivi, accusati di essere responsabili dei problemi ambientali del nostro pianeta e, nello specifico della situazione pandemica

attuale, anche di rappresentare dei fattori rischio per la diffusione del virus. Dall’ analisi della documentazione scientifica disponibile non risultano finora evidenziati casi di infezioni umane di COVID-19 collegabili al consumo di carne, di pesce, di uova, di latte e di prodotti lattiero caseari nelle corrette condizioni igieniche di confezionamento e vendita. Ciò risulta chiaramente indicato anche in un recente documento elaborato dalla Direzione Generale della Commissione Europea per la salute e la sicurezza alimentare (EC, 2020). Nello stesso documento si esprime un parere contrario sulla necessità di richieste di certificazione “virus-free” per i prodotti di origine animale. A livello europeo esistono già regole e misure di controllo molto strette che governano la produzione e la commercializzazione degli alimenti. Quello che si applica nei confronti dei comuni rischi di contaminazione da patogeni vale anche per il virus responsabile del COVID-19. I coronavirus in generale, ivi compreso il SARS-CoV-2, non sono capaci di moltiplicarsi all’ interno dei comuni prodotti di origine animale destinati al consumo umano. Ulteriori specifici protocolli di rafforzamento delle misure igieniche sono stati elaborati e messi in atto nelle varie fasi della catena alimentare, dall’ allevamento all’ industria di trasformazione e alla commercializzazione, per salvaguardare la salute degli operatori. Pareri e posizioni analoghe sono stati espressi dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti (2020).

www.foglie.tv


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groalimentare

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Decisione del board del WUWM

PALLOTTINI ALLA GUIDA DEI MERCATI EUROPEI

l board del WUWM ha chiamato Fabio Massimo Pallottini a presiedere e coordinare il gruppo dei Mercati all’ ingrosso europei. La decisione è arrivata nel corso della riunione on line dei ver tici dell’Unione mondiale dei mercati all’ ingrosso. Stephane Layani, presidente del mercato Parigi-Rungis, sostituisce il cinese Zengjun Ma che non ha potuto proseguire la sua attività alla guida del WUWM. Mentre il presidente di Italmercati ha assunto la responsabilità di guidare i mercati europei.

“Ringrazio i colleghi per la fiducia che mi hanno accordato – commenta Fabio Massimo Pal-

N° 14 - 1 AGOSTO 2020

lottini -Abbiamo davanti quasi un anno di lavoro intenso, che ci porterà al congresso del WUWM a Firenze, durante il quale potremo rilanciare con forza il ruolo dei mercati a livello internazionale. In questi mesi come Italmercati abbiamo voluto riaffermare l’importanza di un dialogo stretto con l’Europa, ottenendo numerosi riconoscimenti dalle istituzioni e dalle parti politiche. Ora c’è la possibilità di rilanciare ulteriormente questa attività per poter inserire i Centri Agroalimentari di tutti i paesi come soggetti interlocutori delle politiche europee sull’agricoltura, nonché essere considerati possibili destinatari dei fondi europei provenienti da Recovery Fund e Next Genera-

tion Ue. All’interno della filiera alimentare i Mercati hanno assunto un ruolo fondamentale. Ora dobbiamo investire su innovazione tecnologica, digitalizzazione, consolidamento dei Mercati come presidi di sicurezza. Il coordinamento a livello europeo sarà uno strumento formidabile di coesione per raggiungere questi obiettivi. Voglio inoltre sottolineare come l’Italia abbia assunto un protagonismo nel mondo dei Mercati all’Ingrosso europei a livelli mai raggiunti. L’esperienza COVID ha, nella sua drammaticità, confermato il ruolo dei Mercati e l’Italia ha svolto fino in fondo la funzione di “guida” sulle buone pratiche da seguire”.

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